Spontaneous-Combustion

di Belarus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #01. Hungry - Fame ***
Capitolo 2: *** #02. Mainmast - Albero Maestro ***
Capitolo 3: *** #03. Stubbornnes - Testardaggine ***
Capitolo 4: *** #04. Escape - Fuga ***
Capitolo 5: *** #05. Hugs - Abbracci ***
Capitolo 6: *** #06. Phlegm - Flemma ***
Capitolo 7: *** #07. Flight - Volo ***
Capitolo 8: *** #08. Zero - Zero ***
Capitolo 9: *** #09. Hostage - Ostaggio ***
Capitolo 10: *** #10. Bruise - Livido ***
Capitolo 11: *** #11. Awakening - Risveglio ***
Capitolo 12: *** #12. Drops - Gocce ***
Capitolo 13: *** #13. Dream - Sogno ***
Capitolo 14: *** #14. Mud - Fango ***
Capitolo 15: *** #15. Whisper - Bisbiglio ***
Capitolo 16: *** #16. Checkmate - Scacco matto ***
Capitolo 17: *** #17. Horizon - Orizzonte ***
Capitolo 18: *** #18. Flag - Bandiera ***
Capitolo 19: *** #19. Betrayal - Tradimento ***
Capitolo 20: *** #20. Alcool - Alcool ***
Capitolo 21: *** #21. Lies - Bugie ***
Capitolo 22: *** #22. Mustache - Baffi ***
Capitolo 23: *** #23. Wind - Vento ***
Capitolo 24: *** #24. Parents - Genitori ***
Capitolo 25: *** #25. Key - Chiave ***
Capitolo 26: *** #26. Loneliness - Solitudine ***
Capitolo 27: *** #27. Calamity - Calamità ***
Capitolo 28: *** #28. Sea - Mare ***
Capitolo 29: *** #29. Marine - Marine ***
Capitolo 30: *** #30. Fish - Pesce ***
Capitolo 31: *** #31. Flambé - Flambé ***
Capitolo 32: *** #32. Smoke - Fumo ***
Capitolo 33: *** #33. S - Esse ***
Capitolo 34: *** #34. Weariness - Stanchezza ***
Capitolo 35: *** #35. Nurses - Infermiere ***
Capitolo 36: *** #36. Monkey - Scimmia ***
Capitolo 37: *** #37. Provision - Rifornimento ***
Capitolo 38: *** #38. Fledged- Pennuto ***
Capitolo 39: *** #39. Hair - Capelli ***
Capitolo 40: *** #40. Sabo - Sabo ***
Capitolo 41: *** #41. Jam - Marmellata ***
Capitolo 42: *** #42. Doubts - Dubbi ***
Capitolo 43: *** #43. Choke - Soffocare ***
Capitolo 44: *** #44. Hot pepper - Peperoncino ***
Capitolo 45: *** #45. Frogs - Rane ***
Capitolo 46: *** #46. Separation - Separazione ***
Capitolo 47: *** #47. Incapable - Incapace ***
Capitolo 48: *** #48. Something - Qualcosa ***



Capitolo 1
*** #01. Hungry - Fame ***





#01. Hungry - Fame


Marco lo fissò mentre affondava il volto nel piatto.
Riemerse con il naso coperto di brodaglia e addentò un cosciotto lasciato incustodito su di un piatto.
Continuava a strafogarsi da più di mezz’ora e affermava di esser capace di mangiarne altro.
Era pur vero che non toccava cibo da due giorni, ma quella non era comunque una reazione normale.
<< Non so se trovare il tuo modo di mangiare divertente o disgustoso! >> affermò dubbioso, mentre Ace faceva capolino da una scodella di riso.
<< Pensa un po’… >> sputacchiò addentando l’ennesimo pezzo di carne << io… pensavo lo stesso della tua faccia! >> sorrise in fine lanciandogli in testa un osso ripulito.





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Capitolo 2
*** #02. Mainmast - Albero Maestro ***





#02. Mainmast - Albero maestro



A vederli da lontano doveva essere davvero uno spettacolo.
Tutte quelle navi schierate l’una accanto all’altra, sicuramente dovevano parere vicinissime.
Eppure a lui la distanza che intercorreva fra quelle case galleggianti sembrava enorme.
Aveva così preso l’abitudine, da quando si era inciso il marchio di Barbabianca sulla schiena, di sostare sull’albero maestro mentre navigavano.
Si era anche accorto di osservare sempre verso la direzione presa dalla prima flotta. Di fissare sempre la posizione di Marco.
In quanto Capitano della seconda flotta aveva il compito di intervenire se il primo si fosse cacciato nei guai.
Anche se era molto più probabile che a cacciarsi nei guai fosse lui, piuttosto che Marco.






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Capitolo 3
*** #03. Stubbornnes - Testardaggine ***






#03. Stubbornnes - Testardaggine



Si portò una mano alla testa, scuotendola rassegnato.
Era stato divertente per i primi tempi, ma adesso cominciava ad essere stancante.
Lo vide atterrare per l’ennesima volta con il sedere sul ponte della nave.
Una nuova imprecazione ed eccolo che tornava alla carica più infervorato di prima.
Doveva riconoscergli una grande testardaggine, ma era ora di smettere.
Gli si avvicinò vedendolo seduto dolorante vicino al parapetto.
<< Non credi sia ora di smetterla?! >> gli domandò accovacciandosi accanto a lui.
<< No! E in ogni caso non sono affari tuoi! >> ringhiò lui, mettendo il broncio.
<< Sei un gran testardo, te l’hanno mai detto? >>
<< Sì e non me ne importa proprio niente! >>






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Capitolo 4
*** #04. Escape - Fuga ***





#04. Escape - Fuga



Non capiva proprio perché lo stessero inseguendo.
Sì, non aveva pagato, ma era un pirata! Chi chiede di pagare, ad un pirata?!
E poi, lui aveva ringraziato per quello che aveva preso.
Quanto meno non era stato maleducato come i soliti ladri.
<< Ace! >> si sentì chiamare, superando una locanda.
La testa di Marco fece capolino sulla strada, l’aria confusa e vagamente preoccupata.
<< Che cavolo stai facendo?! >> lo fissò stralunato, mentre continuava a correre sul posto.
<< Mi inseguono perché non ho pagato il pranzo! >> scappò via, vedendo il padrone della locanda in fondo alla strada.
<< Sparisci, ci penso io… per l’ennesima volta! >> rise sentendo le urla di Marco.
Come al solito.






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Capitolo 5
*** #05. Hugs - Abbracci ***







#05. Hugs - Abbracci


Rise vedendolo sbuffare per l’ennesima volta.
<< Perché non mi lasci in pace dato che, a tuo avviso, sono una calamità?! >> gli passò un braccio attorno al collo, scompigliandogli i capelli.
<< Perché io sono quello intelligente e tu sei quello casinista! >> lo sentì divincolarsi infastidito.
<< No tu sei quello scemo, Marco! E poi non ti ho chiesto niente! >> rise di nuovo.
<< Sei troppo tonto per chiedere, Ace! >> lo strinse di più facendogli battere i piedi sul legno del pavimento.
<< Ci sarai tu tonto! E comunque prima o poi nei casini ti ci cacci pure tu! >>
<< Non mi faccio salvare da te di sicuro! >>
<< E chi ti salva?! Io vengo a prenderti in giro! >> gli diede una botta in testa.
Altro che abbracci.








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Capitolo 6
*** #06. Phlegm - Flemma ***





#06. Phlegm - Flemma



Era forse l’unica cosa che lo infastidiva davvero di Marco, eccetto le risate che gli riservava sulla Moby Dick.
Lo rendeva, se possibile, più avventato di quanto già non fosse.
Vederlo ogni volta lì, fermo a misurare chissà ché con quel suo sguardo da pesce lesso, mentre lo insultavano o cercavano di fargli perdere la testa.
Mai che reagisse d’istinto, mai che si lasciasse sfuggire qualche imprecazione.
<< Marco! Non possiamo starcene senza far nulla! >>
<< Lascia perdere, Ace, torniamo dal Babbo. >>
<< Ci hanno insultato! Che razza di pirata sei?! >>
<< Ace, non costringermi a trascinarti! Andiamo. >>
Maledizione a lui e alla sua flemma.







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Capitolo 7
*** #07. Flight - Volo ***






#07. Flight - Volo



Era notte fonda, ma il mare brillava d’un azzurro infuocato al suo passaggio.
La figura di Ace si distingueva appena dal resto della massa scura della Moby Dick.
Tutto visto dall’alto aveva un aspetto diverso, migliore.
Tornò a poggiare i piedi sul legno della nave, guidato da una piccola fiammella del compagno.
<< Non hai paura di cadere in mare? >> si sentì chiedere dalla voce assonnata dell’altro.
<< Tu hai paura di andare a fuoco? >> domandò in risposta, sorridendo.
<< Non dire scemenze Marco, io vado a fuoco! >> biascicò un po’ più sicuro Ace, nell’oscurità.
<< Ognuno fa ciò che sa fare, io so volare! E fino ad ora non sono mai caduto! >>









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Capitolo 8
*** #08. Zero - Zero ***






#08. Zero - Zero



Non era possibile, era un’assurdità.
Fissò i dadi abbandonati sul tavolo logoro della sala.
Quella faccenda sembrava frutto di un sogno, un incubo più che altro.
Alzò il volto, osservando il sorriso amorevole di Marco illuminato dalla luce incerta della lampada ad olio.
<< Credo di averti stracciato abbastanza! >> lanciò un’occhiata al bottino.
<< Col cavolo, voglio la rivincita! >> urlò arrabbiato.
<< Non sai nemmeno come si gioca, citrullo! >>
<< Le regole non mi servono, dammi la rivincita Marco! >>
<< Stiamo 27 a 0, Ace! >>
<< Allora?! Mi rifaccio alla prossima! >> era uno zero provvisorio il suo.









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Capitolo 9
*** #09. Hostage - Ostaggio ***






#09. Hostage - Ostaggio


Lui era ostaggio dell’imbecillità di Ace.
Se n’era pienamente reso conto quando lo aveva sentito esclamare: “ Io e Marco vi metteremo a soqquadro la nave! “.
Non solo, per l’ennesima volta, si era ritrovato immischiato in risse non sue, ma avrebbe dovuto salvare il collo a quello scapestrato.
Gli piantò una mano sulla testa, costringendolo ad abbassarsi in una riverenza.
<< Io ed Ace, chiediamo scusa per il malinteso! >> esclamò sorridente, cercando di sembrare il più convincente possibile.
<< Io non mi scuso proprio con nessuno! E non parlare a nome mio, Marco! >>
<< Zitto o ti affogo in una tinozza, questa volta! >> gli sussurrò all’orecchio, spingendolo nuovamente giù, mentre gli uomini di Kaido li fissavano truci.








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Capitolo 10
*** #10. Bruise - Livido ***






#10. Bruise - Livido


Sarebbe stato facile, si disse, gettando un’occhiata al tavolo.
Immerso com’era nella discussione con Whitey Bay, non si sarebbe accorto nemmeno di un colpo di cannone sparato accanto all’orecchio.
Attraversò con indifferenza la sala e poi…
<< Ahia Marco! >> urlò di dolore. Da quando era così veloce nel reagire?!
<< Non ci provare, Ace! >> gli strinse di più il polso, facendogli affondare la faccia nella minestra.
<< Mi lascerai il livido, brutto scemo! >> cercò di divincolarsi, ma niente.
<< Così impari a rubare la cena degli altri, ladruncolo! >>
<< Tanto non la mangiavi... >>
Come aveva fatto ad afferrarlo per la spalla senza nemmeno alzarsi dalla panca, per Ace era ancora un mistero.









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Capitolo 11
*** #11. Awakening - Risveglio ***






#11. Awakening - Risveglio



Respirò a pieni polmoni l’aria fresca del mattino.
Il ponte della Moby Dick era illuminato da una luce incerta, la nebbia cominciava solo allora a diradarsi.
Fece il solito giro di controllo e solo quando fu giunto a poppa se ne accorse.
<< Stupido, Ace… >> biascicò, la voce ancora un po’ rauca.
Se ne stava sdraiato nel bel mezzo del ponte, la bocca aperta ed i capelli innanzi a gli occhi.
Stava sognando di sicuro qualcosa, perché borbottava sillabe sconnesse.
Lo smosse appena con il piede. Nulla.
Assestò una seconda spinta più convinta.
<< Mmh… Marco, altri cinque minuti… poi mi sveglio e facciamo quello che ti pare… >>.
Sputacchiò qualcos’altro in una lingua incomprensibile e Marco sorrise.
Stupido, Ace.








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Capitolo 12
*** #12. Drops - Gocce ***






#12. Drops - Gocce


Abbassò la falda del cappello sopra la testa, cercando di ripararsi.
Il sapore dolciastro dell’acqua piovana gli bagnò le labbra.
Non sopportava quelle giornate burrascose, era un tipo da sole lui.
Per di più era stato costretto a ritirare le vele dall’albero maestro per paura che si strappassero.
<< Direi che possiamo rientrare ora! >> la voce di Marco accanto a sé, lo sorprese.
Aveva dei movimenti dannatamente silenziosi.
Sbirciò l’amico da sotto il cappello arancio. Era completamente fradicio.
La giacca gli si era appiccicata addosso ed alcune gocce colavano giù dagli addominali.
<< Ace? >> si sentì chiamare.
<< Entriamo è meglio! >> borbottò un po’ imbarazzato.
Lo infastidivano certe giornate. Terribilmente.










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Capitolo 13
*** #13. Dream - Sogno ***






#13. Dream - Sogno



Stava affogando.
Lo vedeva andare giù inesorabilmente, sempre più in fondo, sempre più lontano.
Aveva il volto bluastro, di certo non per colpa del mare a fare da filtro.
La mano non si sforzava più di cercare un aggancio.
Nessun movimento se non quello delle onde.
<< Ace! >> si mise seduto di colpo.
Le lenzuola attorcigliate alla vita, il corpo sudato e scosso dall’ansia.
Passò una mano sulla fronte accaldata e poggiò i piedi per terra.
Aprì la porta della cabina e si diresse sull’altra nave.
Attraversò il ponte, aprì un’altra porta e gli diede una botta in testa.
<< Ma ch- ahia! >>
<< Non farmi sognare più certe cose, stupido Ace! >>







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Capitolo 14
*** #14. Mud - Fango ***






#14. Mud - Fango



Non c’era molto da ridere a suo avviso.
Lui e i suoi uomini avevano attraversato un pessimo quarto d’ora.
Per di più, adesso era costretto a quella spudorata derisione. Persino il vecchio aveva riso!
Si passò la mano fra i capelli infangati, il torace scuro a causa della terra che colava giù sui pantaloni.
<< Credevo di aver visto tutto! >> Marco appoggiato allo stipite della porta si teneva lo stomaco.
<< Ma tu non finisci mai di stupirmi! >>
Aprì un occhio e lo fissò. Era così lindo e pulito. Troppo lindo e pulito.
<< Marco… >> sussurrò con un ghigno.
<< Non ci provare Ace! >> l’altro si bloccò.
<< Suvvia, il fango fa bene alla pelle! >> disse, prima di uscire dalla doccia e gettarglisi addosso completamente sporco di fango.








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Capitolo 15
*** #15. Whisper - Bisbiglio ***






#15. Whisper - Bisbiglio


La sera, quando andava a dormire, aveva sempre un gran mal di testa.
Le navi si svuotavano almeno qualche ora prima di quando lui abbandonava il ponte.
Gli uomini si trascinavano fino ai loro giacigli, ubriachi e già mezzi addormentati.
Restavano solo le vedette, anche loro troppo stanche persino per respirare.
Quello scapestrato invece urlava. Aveva un tono di voce alto anche quando era stanco.
Poi da un istante all’altro, dormiva.
<< Allora, Marco?! >> urlò quasi, seduto su un barile.
Gli si avvicinò e gli tirò una ciocca di capelli, facendogli inclinare il collo nell’incavo del suo petto, proprio al di sopra del tatuaggio.
<< Sono stanco, non urlare… >> gli sussurrò all’orecchio.
<< Sì, certo, ma perché bisbigli?! >> domandò confuso bisbigliando anche lui.










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Capitolo 16
*** #16. Checkmate - Scacco matto ***






#16. Checkmate - Scacco matto


A lui quei giochi non piacevano.
I dadi e le scommesse andavano bene, gli davano il brividi alla schiena.
Era come saltare nel vuoto, attendere un colpo che arrivava nel giro di pochi attimi.
Gli scacchi invece, erano la cosa più soporifera ed irritante che esistesse in tutto il Grande Blu.
<< Ace… >> si sentì chiamare, la testa gli pesava terribilmente.
Addosso percepiva un nervosismo, dettato dalla noia, incomparabile.
<< Tocca a te muovere. >> lo incitò Marco dalla parte opposta della panca.
Oh sì, avrebbe mosso. A modo suo ovviamente.
Una fiammata fece tirare la testa indietro a Marco.
La scacchiera andò in cenere.
<< Scacco Matto! >> sentenziò entusiasta esponendo il suo miglior sorriso.









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Capitolo 17
*** #17. Horizon - Orizzonte ***






#17. Horizon - Orizzonte


Un vento fresco proveniente da ovest, gli fece piegare appena il capo all’indietro.
Il sole tramontava sul mare, caldo ed infuocato spariva fra le onde trasformandole in lingue dorate.
<< Quanto impieghiamo ad arrivare là all’orizzonte, Marco? >> domandò Ace poggiando il capo su una mano.
<< Goditi l’attimo, piantala di essere frettoloso >>
<< Certo come se a te piaccia stare qua solo senza far nulla! >> sbottò offeso.
<< A me piace star qua e poi non sono solo, ho te brutto marmocchio >> rise dandogli un buffetto in testa.
<< Forse c’è di meglio oltre quella linea rossa, citrullo! >>
<< Quando l’avrò superata allora saprò la verità >> sorrise tirandoselo accanto.
<< E adesso? >> domandò innervosito divincolandosi.
<< Adesso aspetti. >>







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Capitolo 18
*** #18. Flag - Bandiera ***






#18. Flag - Bandiera


Strinse i denti il più possibile cercando di non urlare.
Gli pareva di andare a fuoco, anche se paradossalmente, bruciare non era affatto doloroso per lui.
Le unghie si conficcarono nella carne, alzò gli occhi alla bandiera che sventolava sull’albero maestro.
<< Abbiamo quasi finito, Ace! >> annunciò un uomo alle sue spalle.
L’ennesima fitta alla schiena lo fece piegare appena, ringhiò con le lacrime sul ciglio degli occhi.
<< Fatto! E’ perfetto! >> esclamarono dietro di lui.
Alla fine del ponte, il vecchio e Marco sorridevano soddisfatti.
Da quel giorno Ace pugno di fuoco era ufficialmente un pirata di Barbabianca.
Avrebbe portato quella bandiera con sé, sulla schiena, per il resto dei suoi giorni.








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Capitolo 19
*** #19. Betrayal - Tradimento ***






#19. Betrayal - Tradimento


Erano anni che ne percepiva il sentore di lercio.
Si era rimproverato per la sua natura apprensiva e suggestionabile.
Aveva provato a vedere in lui qualcosa di buono, come il Babbo gli aveva insegnato.
Tuttavia, mentre fissava il suo volto sghignazzante innanzi alle lacrime di Ace…
<< Ti farò bruciare all’inferno Teach! >>
<< Satch aveva qualcosa che mi apparteneva! Ho provato ad essere clemente con lui… >>
<< … ma lui non ha collaborato! >>
… percepiva solo il tanfo raccapricciante del tradimento.
<< Bastardo! >>
Fosse stata un’altra occasione avrebbe fermato Ace e le sue fiamme.
Quella volta no, perché il Babbo si era orribilmente sbagliato sul conto di Marshall D. Teach







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Capitolo 20
*** #20. Alcool - Alcool ***






#20. Alcool - Alcool


Lo afferrò per la giacca e lo spinse contro il tavolo, gettandoglisi addosso.
La lanterna ad olio traballò pericolosamente e la bottiglia di liquore nelle mani di Marco cadde.
<< I tuoi pantaloni sono fastidiosi! Tu sei fastidioso Marco! >> urlò infervorato, battendogli un dito sui pettorali.
L’altro lo fissò vagamente sconvolto, la schiena poggiata contro il tavolo.
<< Sempre a sorridere, a fare il figo! Beh, non sei figo! O forse sì… >> borbottò confuso, poggiando la testa sul suo petto.
<< Ti odio e odio i tuoi pantaloni! >> gli tirò un pugno allo stomaco.
<< Ace… >> gli poggiò una mano sul capo.
<< Che vuoi?! >>
<< Niente più alcool, per te… >>
Che l’alcool annebbiasse la mente, lo sapevano tutti.
Che una bottiglia di sakè lo privasse di qualsiasi inibizione – proprio qualsiasi -, lo aveva scoperto quella sera.







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Capitolo 21
*** #21. Lies - Bugie ***






#21. Lies - Bugie


Attraversò il ponte con passo imperioso.
Lo sguardo apprensivo del Babbo si bloccò sulla sua figura, non era usuale vederlo in quello stato.
Poggiò le spalle sul parapetto ed inclinò la testa.
<< Marco… >> la voce di Ace gli giunse come un pugno in pieno stomaco.
Rimase in silenzio, gli occhi sbarrati, le labbra increspate da quello che non era un sorriso.
<< Non mi avresti aiutato questa volta! >> gridò quasi Ace, la voce incrinata da scuse e rabbia.
Marco spalancò gli occhi, il braccio si aggrappò alla maglia dell’altro e lo sollevò.
<< Ti aiuterei in qualsiasi occasione, razza di stupido! >> gli ringhiò addosso.
<< Lo so, ho detto tanto per dire… >> borbottò avvilito l’altro.
<< Non dirmi mai più una bugia. Mai più, Ace! >>







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Capitolo 22
*** #22. Mustache - Baffi ***






#22. Mustache - Baffi


Marco quel giorno, dopo un iniziale momento di terrore, rise fino alle lacrime.
Se non avesse avuto quell’enorme bernoccolo sulla testa, probabilmente lo avrebbe fatto anche lui.
Perché in fondo una scena come quella era irripetibile, ma la colpa non era mica solo sua.
Era stato un errore di calcolo, di certo non era premeditato.
Un semplice, pericolosissimo, orribile errore di calcolo dovuto alle scommesse con Vista.
Di certo non era colpa sua se il bersaglio da colpire era stato posto su quel dannato barile pieno di rhum.
Che poi il barile avesse preso fuoco e avesse incendiato i baffi del Vecchio, era stato un tiro della sorte.
<< Sono a prova di fuoco… >> piagnucolò.
<< Ringrazia che ce li abbia ancora! >> rise l’altro.










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Capitolo 23
*** #23. Wind - Vento ***






#23. Wind - Vento


C’era qualcosa di strano in quel giorno.
Una sensazione opprimente che gli attanagliava lo stomaco.
Era la voce furiosa di qualcuno quella che sentiva sussurrare dal vento che soffiava a poppa.
Era la voce di Ace.
<< Marco… >> la voce del Babbo gli fece alzare gli occhi.
<< Ace deve aver combinato un altro guaio! >> tentò di sorridere.
Il Babbo non parve convinto. Alzò il volto verso il cielo, il vento gli scosse il corpo debilitato dalla malattia.
Marco si concesse qualche minuto, una risata lontana gli tornò alla mente.
La Moby Dick fu scossa dalle onde impenitenti del Grande Blu.
<< Riporta da me quella calamità di ragazzo! >> ordinò con voce serena.








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Capitolo 24
*** #24. Parents - Genitori ***






#24. Parents - Genitori


Lasciò scorrere di soppiatto lo sguardo su Marco.
Se ne stava immobile seduto sulla panca, il volto poggiato sul palmo della mano.
Si sentì improvvisamente colpevole, abbassò lo sguardo torturando il labbro inferiore.
<< Mi hai chiamato qui, per quello? >> domandò serio, costringendolo ad alzare gli occhi.
<< Non te l’avevo ancora detto... >> borbottò, il tono incrinato.
Provava di nuovo quella vecchia ansia, la paura di apparire improvvisamente marchiato.
<< Sei scemo o cosa?! >> rise l’altro, tirando il laccio del cappello verso di se.
<< Eh?! >> bofonchiò al sorriso dell’altro comandante.
<< Ace, credevi davvero che dopo tutto questo tempo, non sapessi che sei il figlio di Gold Roger?! >>









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Capitolo 25
*** #25. Key - Chiave ***






#25. Key - Chiave


Era stato costretto a prendere provvedimenti e adesso c’era troppo silenzio.
Si alzò, attraversò il ponte, scese nelle cabine, risalì.
Non c’era traccia neanche in cucina.
Voltò l’angolo e cadde sotto il peso inevitabile di Ace appostato sulla balconata del timone.
La mano del moro gli si poggiò sul petto, mentre l’altra tastò veloce i pantaloni.
<< Ace… non è lì e non l’avrai per nessun motivo al mondo! >> affermò annoiato
<< Darò fuoco alla nave, lo sai che lo faccio Marco! >> ringhiò come un bambino.
<< Scordatelo… e piantala di cercare! Non ce l’ho addosso! >> gli bloccò un mano.
<< Marco! Maledizione per piacere! >> borbottò.
<< Non ti darò la chiave della dispensa! Fine della discussione! >>







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Capitolo 26
*** #26. Loneliness - Solitudine ***






#26. Loneliness - Solitudine


Si lasciò cadere con il busto sulla panca della taverna.
Il boccale colmo di rhum freddo, abbandonato, lasciava scivolare goccioline brillanti.
Le canne della copertura, mandavano raggi di sole striati sul suo petto.
Da quando Marco era sparito all’orizzonte con la nave del Babbo, non gli era rimasto nulla da fare.
Si sentiva paradossalmente un po’ troppo solo, per i suoi gusti.
Non era divertente se non c’era lui a sgridarlo per i casini che combinava.
Non era divertente niente se lo faceva da solo.
Lo avrebbe fatto pentire per tutta quella solitudine!
Si sarebbe fatto offrire da mangiare per almeno una settimana!
Chissà che robe noiose stava facendo lontano da lui…







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Capitolo 27
*** #27. Calamity - Calamità ***





#27. Calamity - Calamità


Si era persino messo in posa per quella foto.
Osservò incuriosito il volto sorridente del ragazzo sul foglio affisso al muro.
Doveva essere un bel tipo per avere una taglia tanto esorbitante.
Chissà quante ne aveva patite la Marina dietro a quel cappello di paglia.
<< E’ quello stupido di mio fratello Rufy! >> borbottò con un vago orgoglio Ace.
<< Ha una taglia più alta della tua. >> sorrise divertito indicandola.
<< Se lo conoscessi capiresti il perché! E’ una calamità naturale! >> ringhiò stizzito.
<< E’ tuo fratello, certo che è una calamità! e poi non ci tengo a conoscerlo! >>
<< Uhm?! >>
<< Mi basta riparare ai tuoi di errori, non faccio la balia per lavoro! >>
<< Marco, maledetto! >>







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Note dell'autrice:
La storia della taglia di Rufy ed Ace non è reale, prendetela come una mia personale fantasia! Thanks!



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Capitolo 28
*** #28. Sea - Mare ***






#28. Sea - Mare


Faceva caldo, maledettamente caldo.
Probabilmente se avesse lanciato un uovo in aria si sarebbe cucinato da sé.
No, forse c’era troppo caldo per pensare al cibo, oppure no…
Quei dannati dei suoi uomini si godevano l’acqua fresca del mare.
Mentre lui era costretto a fissarli da quell’odioso barile come una sardina in salamoia.
<< Hai deciso di farti bollire? >> rise Marco accostandosi a lui.
<< Non ti viene voglia di farti una nuotata? >>
<< Credo che il prezzo da pagare sia troppo… >>
<< E’ solo il mare, fifone! >> lo stuzzicò gettandogli un po’ d’acqua bollente in faccia.
<< Se affoghi non ti posso salvare lì, idiota! >> gli diede una botta in testa.







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Capitolo 29
*** #29. Marine - Marine ***






#29. Marine - Marine


Fissò la nave della Marina mentre si allontanava cautamente di alcune leghe.
Ace accanto a lui batté un piede indispettito, continuava a borbottare.
<< Se fossero più vicini gli brucerei quelle maledette bandiere! >>
<< Io se fossi al posto loro non brucerei la tua bandiera… >> sospirò poggiato al parapetto.
<< Tu non sei un codardo, Marco! Loro sì, loro e quella stupida idea di giustizia che si ritrovano! >> ringhiò.
<< Credere che dei pirati siano pirati e che vadano condannati, non è tanto stupido… >>
Ace lo fissò come se avesse detto una qualche eresia da ubriaco.
<< Volevi fare il marine da bambino, per caso?! >>







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Capitolo 30
*** #30. Fish - Pesce ***






#30. Fish - Pesce


Non capiva proprio perché fossero così sospettosi.
Si era impegnato per tutto il pomeriggio per trovare quei pesci.
Avevano anche un aspetto fantastico, con tutti quei colori sgargianti.
<< Sono commestibili? >> domandò qualcuno.
Marco si abbassò per prenderne uno dalla pinna verdastra.
<< Ace… >> chiamò preoccupato, tirando la testa indietro.
<< Che c’è?! Sono buoni! >> insistette irritato.
<< Chi te li ha venduti? >> domandò dubbioso.
Il silenzio squarciò la nave a metà.
<< Li ho pescati… >> borbottò, la voce incrinata.
<< Ace! >> lo richiamò.
<< Va bene li ho comprati per tre berry ciascuno al mercato! >> Marco sospirò.
<< Ricordami di non farti fare nemmeno la spesa… >>









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Capitolo 31
*** #31. Flambé - Flambé ***






#31. Flambé - Flambé


Che Ace avesse uno strano rapporto con il cibo, lo sapeva già.
Che fosse capace di mangiare un’intera tavolata di carne salata, altrettanto.
Che riuscisse a rubare il piatto a chiunque, era scontato.
Che fosse anche interessato alla cottura del cibo, quella era del tutto nuova.
<< E’ cruda… >> gli diede ragione Whitey Bay.
<< Basterà una scottatina veloce… >> affermò sicuro mentre l’indice prendeva fuoco.
<< Ace, è meglio che non! >> non fece in tempo.
La tavolata prese fuoco talmente in fretta da far temere per l’incolumità della Moby Dick.
<< Ace! Il sakè maledizione! Quante volte devo dirtelo di non sparare fuoco quando sei vicino al sakè! >>
<< La mia cena… >> borbottò tristemente lui, vedendo ciò che restava del suo piatto. Cenere.








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Capitolo 32
*** #32. Smoke - Fumo ***






#32. Smoke - Fumo


<< Hai esagerato… come sempre! >> sorrise rassegnato Marco.
Ace gli lanciò un’occhiata, lo vide in cima ad una casa rimasta paradossalmente intatta.
Si osservò le mani, ancora ricoperte di fiamme rossastre.
Una flebile nube di fumo avvolgeva il suo corpo ancora troppo caldo, sudato per la fatica del momento.
Il terreno parve soffocare lentamente, mentre gli ultimi stracci di stoffa bianca bruciavano.
Le schiene di alcuni uomini stesi a terra, liberarono un ultimo sottile vapore grigiastro.
Attorno a lui restava solo fumo, aria bruciata e ciò che era sopravvissuto alle sue fiamme roventi.
<< Mi hanno provocato! >> spiegò con un’alzata di spalle.
<< Vieni via, c’è un’aria irrespirabile! >>








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Capitolo 33
*** #33. S - Esse ***






#33. S - Esse


<< Marco piantala di guardarmi a quel modo! >> brontolò Ace, cercando di mollargli un pugno.
Il Capitano della prima flotta ne approfittò per afferrargli il braccio.
<< Maledizione molla pennuto! >> si lamentò.
<< Perché quella S tagliata? >> domandò curioso.
L’altro si rabbuiò appena, tirò il braccio indietro e se ne andò lanciando maledizioni fra i denti.
<< Avevo un altro fratello, si chiamava Sabo… >> si costrinse a rispondere.
Lo seguì in silenzio sino a poppa, sorrise vedendolo voltarsi.
<< Che vuoi ancora?! >> ringhiò.
<< Sabo era stupido quanto te? >> domandò.
<< Cosa?! >>
<< Beh, con Cappello di Paglia come fratello e presupposto… >> lasciò in sospeso.





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Note dell'autrice:
Il tema mi è stato suggerito da tre88 che ringrazio profondamente! Se qualche altro lettore, recensore, visitatore avesse dei prompt da suggerire o delle richieste in particolare, il mio lavoro è ancora lungo, sarò felice di esaudirli!
Baci Belarus

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Capitolo 34
*** #34. Weariness - Stanchezza ***






#34. Weariness - Stanchezza



Lo vide riverso sul tavolo, la luce della lanterna incerta alle sue spalle.
Il capo poggiato su un braccio, doveva aver fissato per molto tempo il pavimento della Moby Dick.
Era piuttosto insolito vederlo dormire fuori dalla sua cabina, ma ultimamente continuava ad accadere.
Ebbe la tentazione di svegliarlo con un secchio d’acqua, ma l’idea svanì in fretta com’era arrivata.
Voltò le spalle, inciampando malamente in una sedia.
Si morse il labbro sperando non si fosse svegliato. Niente. Oltrepassò la soglia.
<< Ace… il Babbo dorme? >> domandò flebile Marco, senza scostare il capo dallo scomodo tavolo.
<< Sì, credo. >> borbottò imbarazzato.
<< Va a dormire >> sospirò stanco << resto sveglio io qui… >>.









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Capitolo 35
*** #35. Nurses - Infermiere ***





#35. Nurses – Infermiere



<< Ohi, dovremmo farci venire qualche influenza o roba simile! >> propose Vista.
<< Sono qui per il Babbo, vedete di non scordarlo. >> li sgridò voltandosi.
Da quando quelle infermiere erano salite a bordo, gli uomini erano impazziti.
<< Marco, non sarà che ci tieni a fare bella figura solo tu?! >> lo punzecchiò Ace, mollandogli una spinta nel sedere.
<< Se fosse stata mia intenzione, tu non saresti qui! >>
Ace parve visibilmente offeso dall’idea. Lo sentì sbuffare e mollare un calcio ad un barile.
<< Ti piacciono? >> domandò con falsa indifferenza, giocherellando con una piccola fiammella.
<< Mi piacciono se fanno star meglio il Babbo. >> concluse.
Lo udì borbottare qualcosa di incomprensibile. Rise.






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Capitolo 36
*** #36. Monkey - Scimmia ***





#36. Monkey – Scimmia



La odiava, cavolo quanto la odiava!
Se solo fosse stata un po’ più in basso, avrebbe potuto arrostirla come un maledetto pollo.
Rintanata sull’albero maestro lo fissava con quei suoi inquietanti occhi tondi.
Sistemò il cappello, tirò su la testa e chiuse un occhio per prendere meglio la mira…
<< Ace! >> la fiamma si spense.
Il pugno di Marco si schiantò contro la sua testa.
<< Lo ha fatto di nuovo, maledizione! >> piagnucolò.
Quella scese con due balzi e zampettò sulla schiena di Marco.
<< E’ di Doma, non puoi bruciarla! >> tornò verso il ponte << E poi dai, è solo una scimmia! >>
Ace la vide voltarsi e sghignazzare sulla spalla di Marco.
L’avrebbe bruciata, quella maledetta scimmia! Bastava che Doma e Marco non lo vedessero.





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Capitolo 37
*** #37. Provision - Rifornimento ***





#37. Provision - Rifornimento



Lo vide immobile innanzi alle casse di carne essiccata.
Se ne stava accovacciato lì da almeno mezz’ora, il dito che puntava pericolosamente le provviste.
Il resto dei suoi uomini stava giocando a carte sul ponte.
<< Cinquantasei, cinquantasette, cinquantotto… >>
Si accovacciò anche lui ridendo. Era uno spasso vedergli fare certe cose.
<< Sei lento a contare o non vai oltre un certo numero? >> rise di cuore, vedendolo lanciare maledizioni.
<< Al diavolo! Ero quasi riuscito a contarle tutte, Marco! Ora devo ricominciare! >>
Marco si tirò su sorridendo con compassione.
Le avevano già contate tutte quelle casse, ma tenere buono Ace con qualcosa di non pericoloso, non era una cattiva idea!





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Capitolo 38
*** #38. Fledged- Pennuto ***





#38. Fledged – Pennuto


Erano rare le volte in cui Marco si trasformava completamente.
Era raro vederlo litigare con qualcuno, in ogni caso.
Quelle insolite volte in cui accadeva però, Ace provava una certa insofferenza innanzi a tutte quelle piume.
Lo trovava davvero orrendo trasformato in quel mega-pennuto.
<< Sei poco affascinante conciato da pollo! Sembri più scemo di quanto sei! >> lo guardò disgustato.
Anche trasformato, Marco aveva sempre la medesima espressione.
<< Non sono un pollo, altrimenti mi avrebbero soprannominato “ Marco il pollo “… >>
<< Sei poco affascinante comunque! Pollo o Fenice che sia! >> davvero non gli donava quella forma.
<< Perché normalmente mi trovi affascinante?! >> lo beccò.
<< Per niente… >> borbottò.
Odioso pennuto, odioso Marco!


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Capitolo 39
*** #39. Hair - Capelli ***





#39. Hair – Capelli


Andava avanti da almeno un paio d’ore, aveva anche provato ad ignorarlo.
Ci sarebbe anche riuscito se non si fosse giunti a coinvolgere anche il Babbo.
<< Vecchio, mi spieghi perché cavolo lo hai fatto diventare Capitano della prima flotta?! >>
Barbabianca quasi scoppiò a ridere vedendo Marco sospirare rassegnato.
<< Sono più capace di te, Ace, rassegnati… >>
<< Sei solo più vecchio e stempiato! Guarda non hai quasi più capelli! >>
Non rispose, sarebbe stata inutile qualsiasi mossa.
<< Magari è stato lo stress… >>
<< Già, lo stress per essermi fatto carico di te! >> sospirò.
Semmai fosse stato come diceva Ace, li avrebbe davvero persi tutti i capelli. Da un pezzo!




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Capitolo 40
*** #40. Sabo - Sabo ***





#40. Sabo – Sabo


Lo aveva visto dal parapetto della nave, lo aveva visto camminare per il molo dell’isola.
Si era gettato giù a discapito dell’acqua ancora un po’ alta.
Era corso fra la folla del paesino, fra le casse di pesce e verdura. Il cuore che gli martellava nel petto.
Quando finalmente lo aveva trovato, se ne stava seduto ad una locanda.
La mano si era posata con poco garbo sulla spalla, lo aveva visto in faccia.
L’uomo terrorizzato aveva lasciato cadere il bicchiere per terra, la gente si era ammutolita.
<< Ace… >> sussurrò Marco.
La mano si poggiò sulla sua, la tirò via chiedendo scusa per l’accaduto.
Tornò sui suoi passi in silenzio, gli occhi arrossati. Marco dietro di lui non disse nulla.
Non era Sabo… neanche quella volta.




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Capitolo 41
*** #41. Jam - Marmellata ***





#41. Jam – Marmellata


Quando aprì la porta della cucina, lui era lì.
Il volto imbrattato di rosso, gli occhi sbarrati a osservare le mani sporche.
<< E’ stato Satch… >> balbettò atono.
Il cuoco alle sue spalle abbassò lo sguardo irritato, il coltello stretto nella mano sinistra tremante.
<< Mi ha provocato… >> sentenziò glaciale.
<< Satch che hai fatto?! Ace! >> urlò afferrandolo per le spalle.
La voce incrinata dalla disperazione, dall’orrore, dalla paura.
Fu un istante, Ace si passò un dito in viso e lo leccò.
Mollò la presa terrorizzato da tutta quella situazione, Satch accanto a lui scoppiò a ridere.
<< Sa di ciliegie, assaggia! >> lo invitò un Ace sghignazzante.
<< Ammettilo, ti abbiamo fregato! >> lo derise l’altro, dandogli pacche sulla spalla.
<< Io vi ammazzo… >>


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Capitolo 42
*** #42. Doubts - Dubbi ***





#42. Doubts - Dubbi


Il colpo lo attraversò con un sibilo finendo per scheggiare il parapetto.
Fortunatamente non rischiava di ridursi pieno di buchi, ma i pugni li avrebbe sentiti.
Corse via quando lo vide arrivargli addosso, saltò un barile e svariate casse. I colpi continuarono.
Marco si scansò appena in tempo per non rimetterci un orecchio, il Babbo li guardò sconcertato.
<< Finitela adesso! >> tonò quando li vide rotolarsi sul ponte.
<< Appunto, finiscila di spararmi Izou! Esageri! >> lo beccò Ace sopra l’interessato.
<< Hai osato insultarmi, ti meriti una lezione come si deve impertinente di un moccioso! >>
Ace si lasciò cadere sul ponte, le gambe stanche e il volto livido.
Non era stata una bella idea chiedere ad Izou se fosse uomo o donna. Pessima idea!




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Capitolo 43
*** #43. Choke - Soffocare ***





#43. Choke – Soffocare


Era stato piacevolmente sorpreso dalla visita del Rosso.
Persino più entusiasta del tacito accordo che il pirata aveva scambiato col Babbo sul ponte.
Seduti sotto coperta, attorno all’enorme tavolo, gli porse l’ennesima bottiglia di sakè.
<< Ti ringrazio… >> affermò sicuro, mentre un rivolo di alcool colava lungo la gola dell’uomo.
<< Non c’è motivo per farlo, è un accordo temporaneo che avrà vita breve. >> tagliò corto.
I dadi caddero sul pavimento lercio della nave, un tonfo rovesciò il bicchiere di rhum.
Shank con la bottiglia ancora in mano, fissò Ace con la testa dentro la ciotola del sakè.
<< Spero non soffochi con tutto quell’alcool in faccia… >>
Marco alzò le spalle << Non soffoca quasi mai… >>.



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Capitolo 44
*** #44. Hot pepper - Peperoncino ***





#44. Hot pepper - Peperoncino


Osservò sorridente il minuscolo sacchetto che Rakuyo aveva portato dall’isola.
Era così piccolo e mal confezionato che nessuno si sarebbe accorto della sua scomparsa.
All’interno c’erano dei minuscoli corni blu profumatissimi, ne avvicinò uno alle labbra.
Morse nell’istante stesso in cui il suo piede varcò la soglia.
Marco accanto al parapetto gli si gettò addosso, togliendogli di mano il sacchetto che volò in acqua.
Un enorme frastuono scosse la nave, nubi bluastre si addensarono attorno a loro.
Presero a tossire, qualcosa gli gonfiò il viso, perse la sensibilità alla lingua.
<< A-ace, iant-ala ti mode-re utto! >> balbettò Marco riverso a terra.
<< S-cus-sa… >>


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Capitolo 45
*** #45. Frogs - Rane ***





#45. Frogs – Rane


Si tolse la giacca lasciandola cadere sul letto, qualcosa si mosse sulla branda.
Era buio, ma anche in quelle condizioni sapeva già chi si era appropriato del suo letto.
Allungò la mano cercando di afferrarlo per gettarlo giù. Qualcosa si mosse ancora. Era viscido e piccolo…
Allontanò la mano per agguantare la lanterna spenta che giaceva poco più in là. La accese.


<< Ace! Perché c’erano delle rane nella mia cabina?! >> domandò quando entrò sotto coperta.
Blamenco si agitò sull’enorme sedia in fondo alla stanza << Ecco dov’erano finite! Non ricordavo proprio! >>
Ace sogghignò, le braccia strette al petto, lo fissò.
<< Per quanto possa sembrare impossibile, non è sempre colpa mia Marco! >>


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Capitolo 46
*** #46. Separation - Separazione ***





#46. Separation – Separazione


Si sedette sul parapetto, lasciando che le gambe ciondolassero giù, perpendicolari alla scialuppa che lo avrebbe ricondotto sulla propria nave.
«Io vado, Babbo! Ci si vede!» salutò, mentre il vecchio accennava un consenso dal ponte di prua.
Volse le spalle e si lasciò cadere sull’imbarcazione parecchi metri più in fondo.
Sollevò la balza del cappello, dando una sbirciata sopra di se, dove Marco continuava a fissarlo in silenzio.
«Suvvia Marco, non ti metterai a piangere per la mia partenza!» lo schernì sorridendo.
«Sta attento e non fare sciocchezze.» rispose laconico, senza variare la propria espressione.
«Quelle le faccio quando ci sei tu… giusto per farti arrabbiare, sai com’è!»
«Lo spero proprio Ace.»





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Capitolo 47
*** #47. Incapable - Incapace ***






#47. Incapable - Incapace


Strinse le nocche sino ad affondare le unghie nella carne, le braccia serrate attorno al torace, lo sguardo fisso sulla figura accovacciata sul ponte.
«Si può sapere perché sei tanto arrabbiato?» chiese Ace con uno sbuffo, ricambiando finalmente l’occhiata.
Marco si costrinse a non mollargli un pugno in piena faccia.
«Ti avevo detto di stare attento.» tonò laconico, mentre Ace si alzava.
«Sono stato attento infatti, piantala di parlarmi come se fossi un incapace!» ringhiò offeso.
«Ti hanno quasi catturato, non sei stato attento.» insistette senza scostarsi dalla propria posizione.
«Non ci casco due volte, Marco.»
Marco rimase a fissarlo, lo sguardo severo del Babbo puntato su di loro.
Ace non era un incapace, non avrebbe commesso due volte lo stesso errore.



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Capitolo 48
*** #48. Something - Qualcosa ***





#48. Something – Qualcosa



Poggiò la fronte sulla ringhiera di vedetta, sentendo gli occhi farsi sempre più pesanti e lo stomaco sempre più aggrovigliato.
«Ti capita mai di chiederti come sarebbe stato se il Babbo non ci avesse raccattato?» bofonchiò, senza muoversi dalla propria posizione.
Marco accanto a lui, volse il viso nella sua direzione. Per qualche secondo parve pensarci su, poi lasciò che le dita scivolassero tra la zazzera arruffata di Ace e un sorriso gli distese le labbra.
«No, ma mi capita di chiedermi come sarebbe stato se non avesse raccattato te.»
«E che ti rispondi?» domandò un po’ titubante, sollevando il viso.
«Che mi sarebbe mancato sempre qualcosa.»




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