Playing my game

di DirtyWriter
(/viewuser.php?uid=44690)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***
Capitolo 9: *** Cap.9 ***
Capitolo 10: *** Cap.10 ***
Capitolo 11: *** Cap.11 ***
Capitolo 12: *** Cap.12 ***
Capitolo 13: *** Cap.13 ***
Capitolo 14: *** Cap.14 ***
Capitolo 15: *** Cap.15 ***
Capitolo 16: *** Cap.16 ***
Capitolo 17: *** Cap.17 ***
Capitolo 18: *** Cap.18 ***
Capitolo 19: *** cap.19 ***
Capitolo 20: *** Cap.20 ***
Capitolo 21: *** Cap.21 ***
Capitolo 22: *** Cap.22 ***
Capitolo 23: *** Cap.23 ***
Capitolo 24: *** Cap.24 ***
Capitolo 25: *** Cap.25 ***
Capitolo 26: *** Cap.26 ***
Capitolo 27: *** Cap.27 ***
Capitolo 28: *** Cap. 28 ***



Capitolo 1
*** Cap.1 ***


Akagi era estremamente turbato. Quella proprio non ci voleva.
Non appena aveva ricevuto la notizia dal professor Mazushita, il vice-preside, aveva convocato immediatamente Ayako e Kogure per una riunione d’emergenza nella sede del club subito dopo le lezioni e, con suo sommo piacere, quando arrivò li trovò entrambi già sul posto.
- Ebbene? - domandò la ragazza con una punta di ansia che le trapelava dalla voce.
Il capitano si sedette, poi squadrò entrambi con sguardo serio. Doveva scegliere con cura le parole da usare, perché la questione era piuttosto seria ed aveva bisogno di tutto l’appoggio possibile in quel momento.
- Su Akagi, parla! Ha a che fare con il colloquio che hai avuto oggi con il vice-preside? - chiese Kogure, sistemandosi gli occhiali sul naso in un gesto impaziente.
- Ragazzi, non ho buone notizie. Come già saprete, oggi il professor Mazushita mi ha convocato nel suo ufficio. Quello che mi ha comunicato potrebbe diventare un problema molto serio per il nostro club… - esordì il ragazzo.
Kogure rimase interdetto. - Non riesco a capire che problema possa esserci… Non credo che si tratti di qualcosa che hanno combinato i ragazzi. Dopo la rissa in palestra, Mitsui si è dato una seria calmata e Miyagi sta facendo del suo meglio per non darci grattacapi. Non credo neppure si tratti di Sakuragi visto che Mito ci ha assicurato che gli sarebbe stato attaccato come un vestito aderente e lo avrebbe controllato a vista… Non permetterebbe mai che si mettesse nei guai! -.
Ayako assentì. - Rukawa è fuori discussione, a meno che il corpo insegnante non sia contrariato per il casino che fanno quelle del “Rukawa Fan Club”… -.
Akagi scosse la testa. - No, siete fuori strada. In realtà il problema riguarda proprio tutti loro, ma non è una questione disciplinare… -.
Improvvisamente Ayako capì.  - Ma certo! È la fine del trimestre, avrei dovuto arrivarci… Dimmi, Akagi: è un problema di rendimento scolastico, vero? -.
A quel punto Kogure impallidì. Una sua amica d’infanzia era in classe con Mitsui, perciò sapeva per certo che i suoi voti erano un disastro. E vedendo la faccia del suo capitano in quel momento capì che il problema non si limitava certo a lui. - Com’è la situazione? - domandò tentennante.
- Per quanto riguarda Yasuda, Shiozaki e gli altri la situazione è a posto. Sono tutti nella media. Sasaoka è addirittura il primo della sua classe - spiegò Akagi.
Un tic nervoso deformò per un secondo il bel viso di Ayako. - Che branco di idioti! Cioè, che Miyagi fosse una capra lo sapevo già, dato che stiamo in classe insieme… Però ora che ci penso, Rukawa è famoso perché passa le sue giornate a dormire, e Hanamichi… Bhè, è inutile che io commenti! -.
- Io scherzerei poco, Ayako. Il pagellino di quei quattro è un completo disastro… E gli insegnanti non sono affatto contenti. Il vice-preside è molto preoccupato e sostiene che i meriti sportivi non bastino per supportare la promozione. Perciò o i voti dei quattro miglioreranno oppure li dovrò espellere dal club di basket - concluse Akagi, fissando il pavimento.
- CHE COSA?! -. Kogure sbattè sonoramente il pugno sul tavolo. - Non possono farci questo, non quest’anno! Abbiamo appena passato le eliminatorie distrettuali, e siamo proiettati verso il campionato nazionale! Ma vi rendete conto: hanno minacciato di privarci di quattro quinti  dei titolari, sarebbe un disastro! -.
Ayako era pallida come un fantasma. - Ti hanno dato un ultimatum? -.
Gli occhi del capitano si fecero incandescenti - Dopo le vacanze estive i professori concederanno a Miyagi, Mitsui, Rukawa e Sakuragi la possibilità di un esame di recupero. Se lo passeranno verranno considerati sufficienti e tutto sarà a posto. Altrimenti… Siamo davvero nei guai -. Stupidi deficenti, state rovinando tutto pensò tra sé, ma preferì tacere.
- Come facciamo? Dopodomani inizieranno le vacanze estive. Abbiamo sei settimane per risolvere la cosa, oppure siamo finiti.. E non dimentichiamo che dovremo anche allenarci! Ci vuole un’idea subito… - disse Kogure, estremamente preoccupato.
In quel momento la porta del club si spalancò e una voce calma e acquietante disse
- Buonasera, ragazzi. Non vi preoccupate, risolverò io la cosa -.
Era il signor Anzai.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap.2 ***


- Al diavolo quei quattro deficienti dei professori, non ho bisogno di andare bene a scuola! Io sono il genio indiscusso del basket, il Re dei Rimbalzi, la Maestà Imperiale del dunk… -.
- Sua Altezza Suprema degli Idioti…-.
Il mugugno di Rukawa interruppe sul più bello l’auto-elucubrazione di Hanamichi.
- Maledetto volpino, ripeti ad alta voce se ti regge di farlo, no?! E poi hai poco da prendere in giro, tu, dato che sei nelle file dei somari quanto me, cretino!- ululò il rosso, puntando il dito contro il suo rivale.
- FINITELADILITIGAREBRUTTIDEFICIENTI! -. La lite fu interrotta sul nascere da un urlo perforante del capitano.  
Un silenzio improvviso cadde nella palestra e immediatamente Hanamichi si risedette a terra e non aprì più bocca, ma non prima di aver sibilato – Metto in conto anche questa, stramaledetto Rukawa! -.
A quel punto fu Ayako a prendere la parola. – Ragazzi, evidentemente la situazione non vi è molto chiara, quindi ve la spiegherò di nuovo da capo e con parole semplici. Mitsui, Miyagi, Sakuragi e Rukawa: siete insufficienti in quasi tutte le materie di questo trimestre. I professori, in virtù degli ottimi risultati della nostra squadra quest'anni, hanno deciso di darvi una chance prima di prendere provvedimenti: dovrete affrontare un esame di riparazione dopo le vacanze estive, e se non lo passerete, bhè… Sarete fuori dal club - concluse, fissandoli amaramente.
Sulla squadra sembrava essere caduta una coltre di neve spessa due metri. Tutti sapevano bene cos’avrebbe voluto dire perdere anche uno solo dei quattro: potevano dire addio alla possibilità di aggiudicarsi il campionato nazionale.
A quel punto Akagi si fece di nuovo avanti e li guardò negli occhi uno alla volta.
– Credo che abbiate intuito che il problema è molto serio. Ormai ho imparato a conoscervi, e non credo proprio che abbiate la costanza per rimediare da soli a questa situazione, perciò la soluzione possibile sembra essere una sola. Durante le vacanze estive che stanno per arrivare andremo in ritiro a Nagano e lì seguirete un programma intensivo di allenamento e di studio utile per passare l'esame e per affrontare le fasi finali del campionato nazionale, perciò preparatevi: non vi darò tregua finchè non avrete rimediato a questo casino -.
Un lieve brusio si alzò dalle file dei giocatori dello Shohoku e, sicuramente, qualche voce di protesta si sarebbe alzata se non fosse intervenuto il signor Anzai che, senza dare tempo per eventuali contrarietà, disse – Perfetto, allora è deciso. A breve riceverete tutte le specifiche per il viaggio. Ora iniziamo l’allenamento -.
Nessuno replicò e tutti obbedirono ordinatamente al coach, immersi in un silenzio riflessivo.
 
Era il primo giorno delle vacanze estive e per uno studente qualsiasi avrebbe voluto dire sei settimane di relax, intervallate solo dalle diligenti parentesi di studio per fare i compiti assegnati, ma tutto ciò non valeva per i componenti del club di basket della Scuola Superiore Shohoku. Ognuno di loro, durante quei primi giorni, ebbe il suo bel da fare e le sue angosce personali, tranne Hanamichi che passò tre quarti del suo tempo a gridare alla congiura sostenendo che ci fosse un complotto in atto per far fuori il più forte giocatore della nazione. A nulla valsero gli sforzi di Mito e delle “truppe” per convincerlo che, se solo si fosse sforzato un pochino di più per prendere almeno la sufficienza, tutti quei problemi non ci sarebbero stati.
Miyagi oscillava tra l’euforico per il fatto che avrebbe passato parecchio tempo a strettissimo contatto con la sua “Ayacuccia”, e il depresso perché l’idea di dover studiare come un mulo gli toglieva le forze già da quel momento.
Dal canto suo Rukawa sparì nel nulla. Nessuno si stupì più di tanto visto che la sua vita rimaneva un mistero più o meno per chiunque, tuttavia era certo che neanche la sua rinnomata corazza granitica non fosse uscita illesa dalle pessime notizie che avevano travolto il gruppo. Tutte le sue ambizioni sportive dipendevano da un solo, minuscolo, stronzissimo numeretto: 60 su 100, la meledetta sufficienza. Era talmente incazzato che… Non si diede reperibile per svariati giorni.
Mitsui, invece, si prefisse di fare del suo meglio per recuperare tutto il tempo buttato nei due anni precedenti. Si maledisse  più e più volte, mentre divideva le sue giornate tra il tentativo di fare qualche compito e un allenamento intensivo per recuperare la resistenza. Tutti i giorni si recava al campo di atletica della scuola, correva almeno quaranta minuti, faceva scatti, saliva a ripetizione gradinate e si uccideva di addominali, flessioni, dorsali, squat e salto della corda.
E tutto questo senza dimenticare di ripetersi come un mantra: Hisashi, sei un vero stronzo... Hisashi sei un emerito coglione...                                                                        
 




*La posta dell'Autrice* ^^
Ciao a tutti quelli che hanno letto il mio primo capitolo!
Volevo, tanto per cominciare, dirvi "GRAZIE dal profondo del cuore". Questa fan-fic ha un significato particolare per me e sapere che qualcuno la sta leggendo mi riempie di positività! Sicché, vi chiedo: sostenetemi, non ve ne pentirete!!!
Nello specifico vorrei ringraziare: 

Sere4ruru = Detto… FATTO! Aggiornata in tempo record! Rimani sintonizzata, ti garantisco che non te ne pentirai!!! Kisses!
 Aka_z = Ti darò solo un’anticipazione… TOTAL PANIC!!! Continua a seguirmi, sono sicura di riuscire anche a strapparti qualche risatina!
 
Saluti a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap.3 ***


Quelli che vennero maggiormente penalizzati furono Akagi, Kogure e Ayako che dovettero sacrificare del tutto il loro tempo libero prima della partenza. Sapevano che entro quella settimana avrebbero dovuto preparare i programmi di allenamento per il ritiro da discutere col Signor Anzai e quelli di studio per il progetto di tutoraggio, ma soprattutto erano coscienti che avrebbero dovuto terminare i loro compiti dato che sicuramente nelle settimane a venire si sarebbero dovuti dedicare completamente al recupero scolastico dei quattro idioti scansafatiche, perciò dovevano approfittare della pausa per sbrigare tutti i loro impegni.
Tre giorni prima della partenza, tuttavia, Kogure sollevò una questione che a tutta prima li lasciò spiazzati. Erano tutti e tre proprio a casa del vice-capitano, mentre studiavano alacremente, il ragazzo alzò gli occhi dal suo quaderno di algebra, dicendo quasi si trattasse di una cosa senza importanza – Ragazzi, vi siete resi conto che siamo fuori di uno? -.
Due facce perplesse e confuse lo fissarono.
- Scusa? - chiese Akagi, interdetto.
- Hai capito bene, siamo fuori di uno. Parliamoci chiaro, Takenori: nelle prossime settimane quei quattro avranno bisogno di essere tallonati senza sosta o distrazione perché ci siano speranze che passino l’esame e perciò dovranno essere seguiti da una persona ciascuno. Ora, gli altri della squadra potrebbero dare una mano, ma lo sai bene che serviranno persone che abbiano polso e non si facciano intimorire da quegli energumeni scalmanati, ed è per questo che non fanno al caso nostro. E noi, purtroppo, siamo solo in tre... -.
Ayako sbuffò. - Hai ragione, non ci avevo pensato. E se portassimo tua sorella Haruko, Capitano? - .
Quello scosse la testa. - Non se ne parla nemmeno. Per prima cosa mia sorella non è una studentessa brillante, mentre a noi serve qualcuno all’altezza di un tutoraggio. Senza contare che non credo  ci sia bisogno che vi ricordi del “triangolo infame” Hanamichi / Aruko / Rukawa, no? Se venisse lei si alzerebbe solo un gran casino ed è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno -.
- E allora? Come facciamo? - si accigliò Ayako.
Lo sguardo di Kogure si fece serio, poi si posò su Akagi. - Non c’è altro modo, Takenori. Dovremo chiedere a lei -.
- NO! -. La risposta secca e subitanea del ragazzo sorprese entrambi. – Troveremo qualcun altro - concluse, alzandosi e recandosi alla finestra.
L’amico scosse la testa. – Lo sai meglio di me che non c’è nessuno più adatto: è la studentessa più preparata del terzo anno, non è la solita oca che potrebbe portare scompiglio all’interno della squadra, ha un carattere deciso ed inoltre la sua attività parascolastica è perfettamente conciliabile con il nostro ritiro. Ammettilo Akagi, sarebbe la soluzione a tutti i nostri problemi! -.
- Ho detto di no, e con questo la discussione è chiusa! - tuonò il capitano. Così dicendo uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Ayako era rimasta a fissare l'uscio con tanto d’occhi. - Non l’ha presa bene per niente... Si può sapere di chi stavate parlando, Kogure? -.
Il ragazzo si tolse gli occhiali e si massaggiò gli occhi, sospirando stancamente. - Di Rei Hosaki -.
- Come?! Rei Hosaki della squadra di atletica? La capocciona dello Shohoku?! Il sergente di ferro della quarta sezione?! -.
- Esatto, proprio lei -.
- Kogure, sarebbe una svolta epocale a questa situazione allucinante! Con lei dalla nostra salveremmo il club di basket senza possibilità di sbagliare! Non aveva partecipato anche l’anno scorso al programma di tutoraggio? Ho sentito dire che è intransigente nello studio, e ha voti altissimi! E poi, se venisse con noi, potrebbe tranquillamente allenarsi anche lei! E’ un’idea da paura!-.
- Placa gli entusiasmi, Ayako, perchè come hai potuto ben vedere non sarà così facile convincere Akagi a chiederle di venire con noi. Hai notato come ha reagito solo a sentirla nominare, no?! - .
- Oh, ma quante storie! Non capisco perché tutti questi problemi. E poi perché? Tanto, più che “no” non può rispondere! -.
- Non è questo… La risposta che lei potrebbe dare è l’ultimo dei problemi. C’è un’altra cosa… -.
- Kogure, mi stai prendendo per i fondelli? Prima fai la proposta, poi ti disperi... Si può sapere che vi prende a tutti e due? Abbiamo la soluzione a tutti i nostri problemi proprio sotto il naso! - sbraitò Ayako, piuttosto contrariata.
- Ayako… Vedi… Rei Hosaki…-.
- Cosa? -.
- Vedi, Rei Hosaki e Akagi… Bhè… C’è un pregresso. E non è finito bene - concluse Kiminobu, tentennando.
- Oh cavolo... - fu l’unica cosa che lei riuscì a dire, colta completamente alla sprovvista. - Allora posso solo sperare solo che Akagi si convinca che è l’unica soluzione che abbiamo…-.
I due si guardarono, poi senza dire più nulla, tornarono ai loro studi. 
 




*La posta dell'Autrice*^^
Eccomi! Sono di parola e cerco di rispettare gli impegni!!! Soprattutto visto che, a quanto pare, qualcuno mi segue… (Grazie care… Vi sono debitrice!!! Sigh!!)…
Cmq… Da adesso in poi se ne inizieranno a vedere delle belle! L’unica cosa che posso dirvi e’: Qualsiasi cosa stiate immaginando… DIMENTICATELA!!!
Questa è una fic atipica, ve lo posso garantire!! Ed è anche molto faticosa, perché sto cercando di mantenere i personaggi OC, pur creando una storia che possa prendere… Ed è complicatissimo!!! Vabbè, chi la dura, la vince!
Passiamo ai ringraziamenti:
 Sere4ruru= Dai, se ti può consolare ho già pronta la ff fino al capitolo 19… Quindi aggiornerò molto di frequente!!! Non mollare, spero proprio di tenerti incollata allo schermo del computer!!!
 Aka_z= Tu non hai nemmeno idea di quello che sta per succedere… Cmq, come hai appena letto, partiranno tutti quanti… Infatti dovranno anche allenarsi, ‘sti poveracci, no?! Vedrai, vedrai… Il bello sta per venire!

Spero vogliate anche darmi un vostro giudizio sui personaggi.. è importante!!!
Un saluto mega galattico !

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap.4 ***


Era letteralmente fuggito da casa di Kogure e in quel momento si trovava nel campetto da basket del quartiere mentre da circa un’ora provava tiri liberi e tiri da fuori area.
Con suo sommo disappunto gliene stava riuscendo solo uno su tre in ogni dannata serie. All'ennesimo ferro-fuori sbattè il pallone a terra con tutta la forza di cui era capace e un ringhio sordo gli uscì dalle labbra. – Dannazione! - gridò infine, piantandosi le mani sui fianchi e fissando il cielo.
Si sentiva strano. Si era pentito immediatamente di aver risposto male a Kogure, un po’ perché sapeva che l’amico non meritava quel trattamento e un po’ perché, a dirla tutta, anche a lui era venuta l’idea di rivolgersi a Hosaki per chiederle aiuto ben prima che l’altro la proponesse. Sospirò.
Lascerò decidere al caso e farò un tiro da metà campo: se entrerà la chiamerò, altrimenti ci arrangeremo e che il destino ce la mandi buona. 
Si posizionò, chiuse gli occhi per qualche istante e poi tirò. E subito dopo che la palla ebbe toccato terra si chiese se il risultato fosse stato davvero determinato dal caso, oppure fosse stato il suo sub-conscio a decidere per lui facendolo tirare in un certo modo.

13 secondi e 50.
Anche per quella sera poteva ritenersi soddisfatta. Si sedette sul prato e fissò il cielo che già si tingeva di rosso al tramonto, mentre beveva avidamente dalla bottiglia di integratore salino e si guardava intorno. Il campo di atletica era ormai deserto, i ragazzi del club di rugby e il tizio che si allenava da solo da qualche giorno erano andati via, così chiuse gli occhi e si godette la leggera folata di vento che le carezzava il viso.
All’improvviso una voce la distolse dai suoi pensieri. - Ciao, Hosaki -.
Lo avrebbe riconosciuto tra mille anche se erano quasi tre anni che non si scambiavano neppure una parola.
Takenori Akagi. 
Lentamente si alzò e lo guardò in faccia, sollevando la testa perché i due metri del ragazzo mettevano in difficoltà anche una mediamente alta come lei. Sorrise a mezza bocca mentre incrociava le braccia al petto e la voce le usciva dalla bocca come un sibilo.
– Evidentemente sta per arrivare l’Apocalisse se mi rivolgi la parola, Akagi-Kun... -. Lui non si scompose, ma a lei non sfuggì un velo di imbarazzo nei suoi occhi, perciò proseguì.
– Comunque… Che cos'è vuoi, dopo tutto questo tempo, eh? - gli domandò causticamente, asciugandosi il sudore.
Akagi non potè fare a meno di ammirare con discrezionela figura di fronte a lui. Rei era senza ombra di dubbio la ragazza più affascinante che avesse mai conosciuto. Non che fosse convenzionalmente bella ma aveva qualcosa che, a quanto pareva, finiva inesorabilmente per attrarre chiunque le orbitasse attorno. Forse si trattava della sua statura non convenzionale per una ragazza, visto che era alta più o meno come Kogure, o forse era il corpo tonico e slanciato da atleta. Probabilmente i capelli lunghi e scuri contribuivano a renderla più femminile in un contrasto di caratteristiche fisiche che la rendeva esotica e misteriosa, ma Takenori sapeva che era la sua personalità a fare la differenza. Rei Hosaki era intelligente, brillante e  pragmatica, spesso e volentieri saccente ma tanto preparata e sicura di sé da far sì che i suoi interlocutori perdonassero quella supponenza. Indubbiamente era una persona magnetica a cui era difficile resistere e lui lo sapeva bene visto che aveva fatto le spese di quella personalità cos affascinante in prima persona. Scosse la testa e cercò di non pensarci. Ora c’era un altro problema ben più serio da affrontare.
- Scusa se ti disturbo così d'improvviso ma... Avrei un favore da chiederti anche se so di non averne propriamente diritto. Ti antivipo già, per altro, che non sarà una cosa da poco, ma prima che rifiuti voglio che tu sappia che è questione di vita o di morte...- le disse con estrema serietà, lasciando cadere la frase incompiuta tra loro.
ei tirò su la zip della sua tuta e lo scrutò assottigliando lo sguardo. – Certo che lo è... Altrimenti non saresti mai venuto a parlarmi, non è questo che intendevi?! -.
Sospirò energicamente, distogliendo lo sguardo e fissando un punto non meglio precisato allapropria destra per qualche secondo, poi riportò gli occhi in quelli di lui. - Non preoccuparti. Checché se ne dica, non sono così cattiva come sembro e poi credo di essere abbastanza intelligente da scindere il rancore dalla cortesia… Perciò, dimmi pure di cosa si tratta -.
Così Akagi le spiegò dettagliatamente il dilemma in cui si trovava il club di basket. Quando ebbe finito cadde il silenzio, mentre lei lo fissava con sguardo pensoso, poi improvvisamente esordì – Aspettami qui, io vado a fare la doccia -. E, prima che lui potesse replicare, si voltò e se ne andò verso gli spogliatoi.
Akagi rimase solo. Attese un bel po’ di tempo, durante il quale un milione di pensieri lo assalirono. Uno in particolare gli vorticava fastidiosamente in testa ed era composto da due sole parole: e se… 
Si riscosse quando intuì di non essere più solo. Di fatti quando alzò la testa trovò Rei di fronte a lui vestita di tutto punto con la divisa scolastica, i capelli al vento e gli occhi scintillanti, seria come fosse ad una cerimonia ufficiale. Quando parlò la sua voce risuonò metallica e distaccata.
- Solo due cose voglio siano chiare e non trattabili. Primo: non lo faccio per te ma per un senso di responsabilità visto il nostro istituto, al quale la tua squdra potrebbe portare onore e visibilità. Secondo: quando sarà tutto finito e la squadra di basket sarà fuori dai guai, voglio qualcosa in cambio -.
Akagi la fissò interrogativamente e le parole gli usciro di bocca spontaneamente, anche se in cuor suo sapeva già benissimo quale sarebbe stata la replica di lei. – E cos’è che vorresti, sentiamo... - .
Gli occhi di Rei lo attraversarono come due lame. – Dovrai dirmi perché -.
E, senza neppure salutarlo, se ne andò lasciandolo solo in mezzo alla pista di atletica.






*La posta dell'Autrice*^^
Ladies & Gentlemen, ecco finalmente svelato un mistero della mia fic… Il nuovo personaggio tanto atteso! Cercate di essere clementi con la sottoscritta, dovete sapere che adoro il personaggio di Rei Hosaki, ci ho messo tanto a pianificarlo e studiarlo e spero davvero di riuscire a portarlo avanti dignitosamente (ovvero, senza farlo cadere nel banale)…
Cmq le soprese non sono finite… So, stay tuned!
Un grazie particolare va a:
Sere4ruru= guarda, non voglio peccare di presunzione… ma credo davvero di riuscire a mantenere vivo il tuo interesse!!! Ci sono riuscita con persone che non avevano mai sentito parlare di SD, perciò figurati!!! Coppie, dici? Vogliamo provare con un toto-scommesse? Un bacio, cara!!

Scorpy= benvenuta, carissima, e grazie per l’occasione che mi stai dando! Ammetto che cercherò il più possibile di rimanere fedele alla trama (anche se poi ho già sforato con la tempistica: 3 settimane di ritiro contro i 2 giorni della storia originale)… Ma creerò situazioni molto più interessanti! Indiscrezione: sto gettando le basi per un seguito!!! Continua a leggere, perché sono sicura che la “mia” Rei non ti deluderà!! Kisses!

Saluto anche chi non mi commenta ma ugualmente legge (sperando di non annoiarvi o di non farvi mediatare il suicidio!).
Vi chiedo solo un favore: fatemi sapere cosa ne pensate della caratterizzazione dei personaggi. E’ molto importante per me, mi serve per mantenere alta la qualità di scrittura! Grazie fin da ora!
Un saluto “Esotico” a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cap.5 ***


Arrivarono a Nagano dopo un discreto viaggio in pullman durante cui i ragazzi avevano dato sfogo a tutta la loro ilarità ed eccitazione. Il più sfrenato della compagnia fu, nemmeno a dirlo, Hanamichi che animò la traversata con una serie di monologhi e canzoni popolari, tra le risate generali e le prese in giro di tutti gli altri. Gli unici che non parteciparono ai bagordi del viaggio furono Rukawa, che tanto per non fare una cosa diversa dal suo solito, dormì per tutto il tragitto, e Rei, la quale si ritirò da sola nei posti in fondo al pullman con le cuffie alle orecchie, guardando fuori dal finestrino.
Apparentemente dall'esterno la ragazza sembrava disinteressata a tutto ciò che le accadeva intorno, ma la verità era che invece osservava attentatmente ogni singola mossa di ognuno di loro. Dal momento che, esclusi Kogure ed Akagi che erano alle medie con lei, non conosceva nessuno aveva deciso di prendere un po’ le misure, perciò li guardava di sottecchi dal suo angolino e prendeva appunti sia mentali cheche concreti, mentre delle soffuse note di rock melodico le facevano da colonna sonora.
Arrivata ad un certo punto era stata certa di una cosa: gli unici che non le avrebbero dato problemi erano di sicuro Kogure e Ayako i quali si erano dimostrati ragazzi in gamba, ed avevano accolto la sua partecipazione con entusiasmo e piena disponibilità senza, tuttavia, essere troppo invadenti.
Per quanto riguardava il resto della brigata, invece, doveva ammettere di avere qualche perplessità. Il più sconvolgente era senza ombra di dubbio alcuna Hanamichi Sakuragi: era davvero così deficiente oppure qualche margine di miglioramento poteva averlo, sotto sotto… Molto sotto?! Sospirò e decise di rimandare la risposta alla domanda. Di certo se si fosse dovuta basare sull’impressione di quel momento, l’esito sarebbe stato che era inutile sprecare tempo con un tizio che ballava canzoni popolari con un paio di calzoncini in testa, predicando di essere il genio del basket dopo solo tre mesi che aveva iniziato a praticare quello sport. Presuntuoso, sboccato, attaccabrighe…
Che mentecatto, pensò.
Spostò lo sguardo poco più in là. Ryota Miyagi, il playmaker “pigmeo”. Lui era simpatico ed era l’unico ad essere quasi riuscito a strapparle un mezzo sorriso. Indubbiamente aveva un gran cuore, lo dimostrava la dedizione che metteva nelle sue attenzioni verso Ayako di cui era palesemente cotto. Ma bastava guardarlo meglio per capire che era anche pigro e indolente.
Idiota, se usassi nello studio metà dell’ingegno che sfrutti per il basket, certamente non avresti messo nei guai la tua squadra gli inveì mentalmente contro.
Improvvisamente vide due palanche sollevarsi dalla fila davanti alla sua, poi due gambe lunghissime si stesero ad occupare anche i due posti dall’altra parte del corridoio. Rei fece una smorfia infastidita. 
Ed eccone un altro. Kaede Rukawa, 187 centimetri sprecati... 
Non lo conosceva affatto, ma quello che aveva sentito a scuola e quello che aveva potuto vedere quella mattina le aveva creato un quadro più che completo basandosi sul quale, comunque, non riusciva a stabilire se la matricola le piacesse o meno. Per alcuni versi le sembrava di rivedere molto di se stessa in lui: le potenzialità, la sicurezza, la decisione…  Per altri, pensava che magari un cuore gli avrebbe fatto bene. Sarebbe stato un osso duro nelle settimane a venire, ma se avesse pensato di spuntarla con lei avrebbe avuto una sgradevole sorpresa.
- Senpai, scusa... Posso disturbarti? -.
Una timida voce maschile la distrasse dai suoi progetti di trionfo e sottomissione assoluti. Alzò lo sguardo, ed incontrò quello intimorito di una matricola di cuisi sforzò di ricordare il nome in base alle rapide presentazioni fatte prima di partire. Chi diavolo sei, tu? Aspetta… Ah, ecco: Satoru Kakuta.
- Dimmi, Kakuta - replicò lei, cercando di essere cordiale quel tanto che bastava per non farlo offendere.
Il ragazzo esibì tanto d’occhi: evidentemente non si aspettava che lei si ricordasse il suo nome, perciò sfoggiò un sorrisino compiaciuto. Rei proiettò lo sguardo lungo il corridoio del pullman e notò che gli altri della squadra sbirciavano dai loro posti, colpiti da quell’episodio. Ecco le mie truppe: mi basterà impressionarvi appena un pochino affinchè facciate tutto quello che voglio io... pensò.
- Scusa se ti disturbo, Senpai, ma volevo chiederti una cosa: è vero che lo scorso anno hai battuto il record nazionale juniores nei 100 metri? -.
Rei abbozzò un sorrisetto e stava per replicare quando una profonda voce maschile rispose al posto suo. -Esatto. 12’’e 39, per la precisione… -.
Akagi... 
Il ragazzo la stava fissando da alcune file avanti. Si guardarono per qualche secondo, ma fu lui a distogliere lo sguardo per primo. Non potrai scappare per sempre, Takenori-kun. Alla fine di questo ritiro dovrai affrontarmi  si disse lei, stringendo i denti per la rabbia.
Kakuta, completamente ignaro di quella guerra fredda che si stava svolgendo tra i due, intervenne in tono adorante - Senpai Hosaki, tu sei un modello da imitare! -.
- Già, Hosaki... Perchè non rendi partecipi anche noi poveri deficienti dei tuoi immensi segreti di onniscienza? Sono proprio curioso! -.
Una nuova voce dal tono tagliente e sarcastico si era sovrapposta a quella di Kakuta. Lo individuò subito, in piedi nel corridoio del pullman all’altezza delle prime file che le dava la schiena e la guardava da sopra la propria spalla. Quando, alla partenza, Akagi glielo aveva presentato lo aveva riconosciuto subito: era il ragazzo che si allenava da qualche tempo da solo al campo di atletica. Ora era riuscita a dare un nome a quel volto: Hisashi Mitsui, il teppista redento, l’ex golden boy del basket di Kanagawa.
La stava neanche troppo velatamente stuzzicando. Una sua compagna del club di atletica che era in classe con lui in un momento di gossip da spogliatoio aveva raccontato la storia della famosa rissa in palestra ed i motivi del suo astio contro Miyagi. Rei, perciò, immaginò che quella frecciatina acida nei suoi confronti fosse dettata da un simile spirito, ovvero quello di colui che stava guardando ciò che avrebbe potuto esere se non fosse stato un perfetto idiota e, come nella favola della volpe e l'uva, finisce per disprezzarlo invece che ammirarlo.
- Non so cosa tu ti sia messo in testa, Hisashi Mitsui, ma con me quel tono da spaccone incavolato col mondo non attacca. Perché invece di sfogare la tua insoddisfazione sugli altri, come sembri essere solito fare, non ti trovi un’hobby? O magari potresti provare a studiare e giocare a basket con lo stesso impegno, così capiresti anche qual è il mio segreto - rispose secca, guardandolo dritto in faccia senza nessuna espressione in particolare.
Gelo. Su tutti sembrò essere piombato l'inverno nucleare e nell'aria si respirò per un istante quella tensione che persiste prima del sopraggiungere di una catastrofe.
Tuttavia ciò non avvenne, perchè il silenzio teso venne rotto da Sakuragi che si avvicinò a Mitsui dandogli di gomito e dicendogli con fare malvagio – Ehi, bacia iselli, la pupa t’ha rovinato proprio, eh?!  Che vuoi farci, cocco… Non sei più il cattivane di un tempo, devi arrenderti -.
- Sakuragi, hai mai preso in considerazione il suicidio? - mormorò Mitsui tra i denti, senza distogliere uno sguardo furioso dalla figura femminile che dal fondo del pullman aveva smesso di considerarlo ed era tornata ad occuparsi degli affari suoi.
Una risata profonda interruppe il prologo ad una lite furiosa: era il signor Anzai che si era alzato dal posto in cui aveva dormito profondamente fino a poco prima - Oh, oh, oh…Ragazzi, siamo arrivati -.
Così mentre tutti si alzavano una volta che il mezzo si fu fermato ed Ayako tentava di svegliare Rukawa, Rei e Mitsui si  fissarono di nuovo da una parte all’altra del pullman. Gli occhi di lui scintillavano di rabbia.
Come vuoi, Mitsui. Non finisce qui tra noi due, perciò... pensò Rei, mentre gli passava accanto come se non esistesse. 
 


*La posta dell'Autrice* ^^
Capitolo 5, fresco fresco per le mie affezionate lettrici! Che dire? Più rileggo questa fic, e più credo che una volta tanto sto facendo un discreto lavoro… Per questo, voglio dire per l’ennesima volta grazie a voi, che con la vostra costanza mi spingete a non mollare il progetto! Percio: 
AKA_Z= Mi chiedevo perché mancassi all’appello! Ti ringrazio per l’incoraggiamento ed i pareri personali, mi servono davvero tanto! Come vedi, in questo cap, i matti sono partiti a far danni in montagna! Per quanto riguarda Rei: indubbiamente sarà un personaggio chiave nella storia, ma sto cercando di dare alla trama diverse diramazioni, in modo da coinvolgere il più possibile tutti i personaggi e mantenere le loro caratteristiche originali… Paradossalmente, quello che mi sta dando più problemi è Hanamichi… Ed è frustrante!!! Eheheh… Già… La babbuina sta bene a Kanagawa!
Un kiss, aspetto sempre tuoi pareri! 
SERE4RURU= Non ti svelerò, nulla… Anche perché tra un po’ la situazione diventerà palese!! E vedrai, di giochi di coppia non ce ne sarà uno solo… Anche se, mi sto sforzando al massimo, non voglio fare le canoniche cose “zuccherose” in cui spesso si cade. Cercherò di rendere gli eventi il più verosimili possibile. Grazie x l’assiduità! Bacio!

Ora scappo, ma prometto che continuerò a lavorare e migliorarmi… Per il vostro diletto!!!

Un saluto “positivo”!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cap.6 ***


Era stata scelta la località montana di Nagano come mèta per il ritiro per due motivi: il primo era che la montagna era un luogo ideale per allenarsi d’estate, aria pulita e rarefatta per allenare la resistenza, la notte non si moriva di caldo e c’era pace e silenzio per studiare. Il secondo, invece, era perchè proprio lì il fratello del signor Anzai gestiva una pensione poco fuori il centro abitato, perciò avevano un posto assicurato, comodo ed economico nella pace dei boschi montani giapponesi.
Si sistemarono nelle loro camere. Al momento della consegna delle chiavi, però, ci fu un po’ di trambusto: infatti Akagi aveva ritenuto più opportuno mischiare un po’ le carte per rafforzare lo spirito di squadra e perciò stava cercando di assegnare le camere unendo un titolare ed una riserva. Così, per dare il buon esempio, Kakuta sarebbe stato con lui, mentre Kogure scelse Kuwata. Entrambe le riserve si guardarono di sottecchi e accettarono fulmineamente di buon grado mentre Akagi decise di ignorare volutamente i loro neanche troppo velati sospiri di sollievo per non essere finiti con qualcun' altro, visto che apparentemente agli occhi un po' di tutti questa manovra sembrava essere quasi un atto terroristico più che un gesto propositivo per il team. Di fatti quando Shiozaki si avvicinò a Rukawa con la chiave della loro stanza per invitarlo a seguirlo, si guadagnò un’occhiata estremamente eloquente che lo trasformò in una statua di pietra sul colpo. Ishii, invece, non riuscì a nascondere un singulto di terrore quando Mitsui gli comunicò, mentre si avviavano, che un suo ex compagno di classe con cui aveva diviso la stanza durante una gita lo aveva infastidito e si era ritrovato con gli alluci ed i mignoli di entrambi i piedi fratturati. Ma non furono nemmeno gli episodi peggiori che accaddero, infattii Hanamichi si esibì in una performance drammatica di teatro Kabuki degna della migliore tradizione, quando il capitano gli vietò di dividere l’alloggio con Miyagi mettendoli, invece, uno con Yasuda e l’altro con Sasaoka. Uno spettacolo deplorevole offerto dalla compagnia Sakuragi & Co., con tanto di lacrime e principio di svenimento, mentre il playmaker saliva le scale con Sasaoka.
Dal canto suo anche Rei non era molto contenta di dividere la sua stanza con Ayako ma dovette piegarsi alla legge ferrea della logica: se le camere erano da due, in due si doveva stare, e poi loro erano le uniche ragazze, perciò dovette arrendersi.
Mentre sistemavano le loro cose, però, Ayako la fissava di sottecchi e con insistenza. Perciò dopo un po’ Rei si fermò e la interpellò infastidita - Kohai, hai qualcosa da chiedermi oppure devo pensare male dei tuoi gusti sessuali? -.
La ragazza impallidì. - Scusa, senpai! No, ecco.. E’ che mi stavo chiedendo cosa farai tu mentre noi saremo in palestra per gli allenamenti… -.
L'atleta si lasciò sfuggire una risatina. Si era tolta la giacca della tuta, l’aveva riposta nell’armadio e poi, senza degnare la compagna neanche di uno sguardo, aveva risposto - Cosa ti fa pensare che da subito vi allenerete in palestra, perdonami? -.
Ayako si irrigidì, poi aveva risposto quasi stizita - Bhè, pochissimo tempo andremo a disputare il campionato nazionale, ti aspetti che stiamo con le mani in mano? - .
- Voglio chiederti anche io una cosa, kohai. Vi state per presentare ad una competizione ad alto tasso agonistico con un giocatore che ha iniziato la sua prima esperienza sportiva da tre mesi, uno che non mette piede in campo da due anni, uno che ha saltato la preparazione atletica per un infortunio dovuto al redivivo di cui sopra e, non ultima, una panchina che fisicamente non metterebbe paura nemmeno a un lattante. In altre parole, su una rosa di dodici giocatori, solo due sono realmente pronti a quello che vi aspetta, per lo meno da punto di vista fisico... -.
L'altracominciò a sentirsi in difficoltà. - Dove vuoi arrivare? -.
Rei sfoggiò un sorriso di sufficienza, si avvicinò alla compagna più giovane e, quando fu a pochi centimetri dal suo viso, rispose in un soffio - Avrai capito che non sono una persona qualsiasi, credevi davvero che un ragazzo scaltro come Akagi si sarebbe limitato ad usare solo uno dei miei talenti? -.
Ed a quelle parole, uscì dalla stanza con un grosso blocco in mano, lasciando l’altra perplessa e turbata.
 
Prima di pranzo la squadra tenne la canonica riunione d’apertura in cortile e tutti i membri si erano seduti sul prato all’ombra di un grosso castagno.
- Senti, Gorilla, facciamo una cosa di giorno che io sto morendo di fame! - esordì Hanamichi, togliendosi qualcosa di incredibilmente grosso dal naso.
Mezzo secondo dopo fu travolto da un vaso di dimensioni preoccupanti, lanciatogli da un Akagi tutt’altro che allegro. - Razza di mentecatto deficiente, lo vuoi capire o no che non siamo in vacanza?! -.
- Che palle! Gorilla malefico, ti pare il modo di trattarmi? - gridò Sakuragi, puntandogli contro il dito dove ancora stazionava ”l’asteroide”.
In quel momento esattofece la sua comparsa in giardino Hosaki. Mentre passava in mezzo a loro, lasciò cadere tra le gambe del rosso una barretta ai cereali, sibilando senza neppure guardarlo - E ora dacci tregua, coso -.
- Ma sentila, la Regina delle Nevi! Sei sicura di non essere parente del volpino bastardo?! - mugugnò Hanamichi, scartando la merendina ed iniziando a ruminarla.
- Taci, bulimico di un un do’hao… - rispose Rukawa a mezza bocca.
- BASTA, branco di encefalitici! - urlò Akagi, al limite della sopportazione. Poi, ottenuta la loro attenzione e notando che ormai anche Ayako li aveva raggiunti, aprì la riunione.
- Ok, adesso che ci siamo tutti posso passare ad illustrarvi meglio quello che succederà nelle prossime settimane. Inizio subito con il darvi un consiglio: non andate a dormire tardi, perché la mattina la sveglia sarà alle 6,30. Alle 7 faremo colazione e alle 8 vi voglio tutti puntuali in saletta relax. Fino alle 13, studieremo…-.
Con la coda dell’occhio notò Rukawa emettere un sonoro sbuffo. Poi intervenne Miyagi - Di’, Akagi, sei impazzito?! Cinque ore di studio, manco fossimo ai lavori forzati! Ma per chi ci ha presi, per schiavi? -.
- Zitto, deficiente! Se avessi perso meno tempo in questi tre mesi e avessi studiato quando dovevi adesso non saremmo in queste condizioni! - gli urlò in faccia Ayako. Il ragazzo tacque, con il labbro tremolante e l’espressione afflitta.
Il capitano, dopo aver lanciato un'occhiataccia al suo compagno, riprese - Avremo un pausa di un’ora per il pranzo ed un’altra di relax. Tutto il pomeriggio, fino alle 18,30 sarà dedicato agli allenamenti. Alle 19,30 si cena. Vi voglio a nanna, non più tardi delle 22,30. E non si accettano repliche -.
Ed a quelle parole lanciò uno sguardo inceneritore ad Hanamichi che, con la bocca piena di briciole, stava per avanzare sicuramente qualche protesta.
- Ci sono domande, prima di andare a mangiare? - chiese Kogure, guardando i compagni in faccia uno per uno.
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Mitsui disse - Si, io ne ho una. Che è venuta a fare lei? -.
Con sguardo truce aveva chiamato in causa Rei, che fino a quel momento era rimasta zitta al suo posto, scrivendo velocemente sul suo blocco. La ragazza non si scompose. Smise di scrivere, si alzò in piedi e disse - Io sono qui in quanto incarnazione dei vostri limiti. Superatemi, se ne siete in grado, e potrete fare qualsiasi cosa vorrete. Ora, se non vi dispiace, avrei fame…-.
Si voltò e, senza aggiungere altro, entrò nella pensione. 
 




*La posta dell'Autrice* ^^
A questo punto mi chiedo: posso mettermi a piangere? Ammetto di essere soddifatta! La storia, a quanto pare, piace e sta prendendo piede… Non posso che gongolarne, no?! Lo so, lo so… Questo capitolo è un po’ noiosetto, tuttavia bisogna arrendersi alla “logistica narrativa”: ogni tanto capitano le parti di transizione! Ma prometto una cosa: da ora in poi la situazione inizierà a decollare sempre più. Prometto parti divertenti, colpi di scena, e belle emozioni. in poche parole: ce la sto mettendo tutta, e lo sto facendo soprattutto per voi che mi leggete!! 
Sere4ruruCarissima! Credo che tu sia sulla buona strada… Nonostante ciò, mi impegnerò ancora di più per cercare di stupirti! Per quanto riguarda gli accoppiamenti… Bhè, qui ci saranno situazioni interessanti e pieghe molto inattese! Anche perché, francamente, vorrei evitare lo yaoi… Quindi mi sto inventando davvero i draghi mitologici!!! Un bacio, stay tuned! 
Aka_ZMa ciao, darling! Noto con piacere che sulla questione “Akagi” siamo molto in sintonia. E’ proprio per questo che ho deciso di dargli un ruolo più di rilievo nella mia fic. Bisogna ammettere che nelle fan-fic tematiche è un personaggio molto sottovalutato, quando invece può offrire un sacco di spunti interessanti, se preso nella maniera giusta (tipo come lo sto trattando io in questa storia). Ammetto che non è il mio personaggio preferito… Ma mi piace comunque molto! Eheheh… Si, la squadra è davvero al completo! Avvertenza, però: come nella storia originale, anche in questa avranno un ruolo molto marginale… Mi raccomando, continua a dirmi le tue impressioni, ci tengo tanto! Tanti kisses 4 u!!! 
Kuji13Benvenuta! Comincio con il ringraziarti tantissimo per avermi concesso anche tu un’opportunità!! Spero di meritarmi la tua futura attenzione! Un ringraziamento particolare anche per l’appunto che mi hai fatto! Come vedrai in seguito, nulla è per caso… Posso assicurarti che non scrivo in maniera istintiva, cerco di farlo sempre con coerenza narrativa. Ma, chiaramente, capita che qualcosa possa sfuggirmi, ed è qui che entrate in gioco voi! Solo una cosa: Rei non è convenzionalmente bella (cap.3). Odio i personaggi perfetti, perciò è raro che ne crei di bellissimi. Ma è vero: è affascinante. D’altro canto, qualcosa per darle un piglio in mezzo a questi squinternati dovevo pure concedergliela, no?! Continua a commentarmi, per favore! Sei entrata nello spirito giusto! Un saluto grande grande!
 
Dai, dai, dai!!! Procediamo nel migliore dei modi!! Ora vado a parlare con i miei personaggi, così vedo se riesco a farmi suggerire qualche altra idea Fulminante!
Ancora tanti thanks a tutti, anche a voi che sbirciate senza commentare… Magari piace anche a voi, e sono contentissima!
Un abbraccio “gongolante”!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cap.7 ***


Il signor Anzai, in completo accordo sia con Ayako che con Akagi, decise che quel pomeriggio avrebbero cominciato subito con una sessione d’allenamento. Dopo un breve tragitto in autobus arrivarono agli impianti sportivi comunali di Nagano.
- Ah, era ora! Tutta la classe che è in me scalpita, non riesco a tenerla a freno! DEVO GIOCAREEE - gridò Sakuragi stiracchiandosi, appena scesi dal mezzo.
-Tsk, pallone gonfiato mugugnò Rukawa, passandogli accanto.
- Maledetta volpe dei miei stilali, ti fratturo tutto! Prova a ripeterlo e poi ti ritroverai a essere l’asso della squadra di basket dei cerebrolesi!- strepitava il rosso, mentre Yasuda, Kakuta e Shiozaki lo trattenevano a stento.
Rei osservava la scena da poco lontano, con espressione sconcertata. Non c’era davvero limite alla follia di quel tipo? Non potè proprio trattenersi dall’uscirsene con voce abbastanza alta da essere sentita - Disgustoso... -.
Il rosso, uditala, si imbufalì ulteriormente –E a te chi ha chiesto niente, strega! Si può sapere che vuoi, poi? Sei arrivata qui con queste arie da maestrina Wonder Girl e invece sei solo una befana rompipalle che… -.
Non terminò la frase perché se la ritrovò a due centimetri dal viso a sussurrargli - Buono, Cucciolo. Cerca di stare concentrato che sei più carino quando non dici stupidaggini -. 
Poi, come se non fosse successo nulla, si voltò verso gli altri facendo loro cenno con la testa di seguirla, prese la sua borsa e si avviò verso una grossa costruzione. Tutto il resto del gruppo era rimasto annichilito a seguito di quella scena dell'altro mondo: Sakuragi era stato completamente azzittito e ora guardava la ragazza allontanarsi, rosso in viso e con un'espressione di imbarazzo totale dipinta sul viso.
Fu Rukawa a scuoterli da quello stato di sbigottimento generale, perché sembrava essere l’unico al quale la scena non avesse fatto il minimo effetto: infatti si caricò la borsa in spalla e mugugnò - Tsk, è riuscita a tappare la fogna del do’hao, la strega..-. E, così dicendo, le si accodò.
Akagi era sbalordito. Dopo neanche una mattinata Hosaki era riuscita a mettere un freno a Sakuragi, provocare una reazione in Rukawa ed a conquistarsi l’ammirazione di buona parte della squadra. Più la cosa andava avanti e più si rendeva conto di aver fatto la scelta migliore a mettere da parte l’orgoglio.
Mentre camminavano, Mitsui gli si accostò. Era cupo come un becchino, tanto che per poco il capitano non gli esplose a ridere in faccia. Tuttavia si trattenne e gli chiese con serietà – Mi devi dire qualcosa? -.
La guardia dello Shohoku lo scrutò con la coda dell’occhio. - Hosaki non mi piace. E’ arrogante e poi è fredda come un ghiacciolo. Se lei e Rukawa facessero un figlio verrebbe fuori una micro stalattite... E poi dove cavolo stiamo andando? La palestra è dall’altra parte -.
Akagi non resistette più, e scoppiò a ridergli in faccia.
- Che cacchio ti ridi, Gorilla?! Mitchi ha perfettamente ragione, è un’arpia malefica!- si intromise Hanamichi mugugnando, ancora scarlatto in faccia.
Miyagi sghignazzò e gli diede di gomito. - Ammettilo, mezza-sega… Senpai Ice-aki non ti dispiace, ve’?-.
- Taci, razza di nano maledetto! E non ti ci mettere pure tu o te la faccio pagare anche per tutti gli altri! -.
Sakuragi tentò di agguantare Miyagi per la collottola, ma quello schizzò via ed il rosso fu costretto a rincorrerlo in un tripudio di parolacce e sghignazzi selvaggi.
Mentre i due continuavano quel siparietto, Mitsui insistette, ringhiando di frustrazione - Akagi, è possibile avere una risposata da qualcuno o ci avete preso davvero per dei menomati mentali? E poi, ripeto, si può sapere dove diavolo stiamo andando se la palestra è di là?!-.
Stavano per riunirsi agli altri, così il capitano tagliò corto in modo secco - Nell’ordine, le risposte sono: si, le avrai da me. Probabilmente lo siete davvero, dato che dimostrate in continuazione di esserlo. In piscina -.
- Dove, scusa?! -.
In quel momento raggiunsero il resto del gruppo davanti l’enorme edificio. Hosaki era spalle all’entrata e stava distribuendo ai ragazzi, chiaramente perplessi, dei costumi da nuoto sportivo che Ayako stava tirando fuori da una sacca. Ne consegnò uno ad Akagi, poi ne porse un altro a Mitsui.
- Cosa dovrei farci? - chiese lui, polemico.
In sottofondo sentì un rapido scambio di battute tra Miyagi e Ayako.
- Ayacuccia mia! Anche tu hai il costumino? Se non sai nuotare non ti preoccupare, ci sono io che ti aiuto! -.
- ZITTO, MICROCEFALO! Io non entrerò in acqua con voi… E vatti a preparare adesso, che gli altri sono già andati tutti! -.
Riportò la sua attenzione su Mitsui e gli piantò gli occhi negli occhi. - Cosa devi farci, chiedi? Bhè, usa un po’ l’immaginazione. O ti manca anche quella, oltre che l'autocontrollo?- rispose.
Gli girò intorno e, dopo avergli assestato una lieve spallata, lo guardò e di colpo gli strizzò l’occhio, avviandosi verso la piscina. Neanche a dirlo, lo aveva lasciato per l’ennesima volta senza parole. 
 



*La posta dell'Autrice* ^^
Fine del capitolo 7… Che dire? Stiamo entrando nel vivo… Credo che man mano le linee della trama stiano prendendo corpo. Però, mie care lettrici, vi chiedo un favore: non abituatevi troppo ad una situazione che può sembrare scontata, perché da un momento all’altro potrebbe cambiare completamente!!! Eheheh… 
ScorpyCarissima, mi stavo preoccupando! Son contenta che continui a seguire le vicende dei Matti dello Shohoku scritte da me! Vedo con piacere che stao cogliendo a pieno il personaggio di Rei… La cosa mi riempie di soddisfazione, perché vuol dire che la sto sviluppando proprio come mi ero proposta! Kisses! 
Aka_zDirei che una piccola “sceneggiata napoletana” da parte di Hana ci stava davvero tutta!! Con lui ce la sto mettendo tutta… Ma è dura emulare il Sensei Inoue… Anche tu hai l’occhio lungo e sei una lettrice molto attenta, noto con piacere… Brava! Rei sarà un vero pozzo di colpi di scena, come avrai capito. Per la zuffa Hana/Ru dovrai attendere ancora un bel po’, mi duole dirti… Ma stai tranquilla: è una caratteristica immancabile di SD, quindi ce l’ho in programma ed ho intenzione di renderla SPETTACOLARE! Keep on comment me! Un bacio! 
Sere4ruruGiurin-giurello! Lo yaoi non mi fa impazzire, quindi lo terrò rigorosamente alla larga da questa storia. E poi sarebbe incoerente da parte mia se lo usassi, dal momento che ho già detto 1000 volte che sto cercando di discostarmi il meno possibile dalla storia originale! Nei prossimi capitoli, cmq, garantisco eventi succulenti ed anche qualche risata (sperando di riuscire a fartela fare!). Grazie per il supporto! XsmackX!!! 
ShasaT_T… Un’altra adepta! Sono onoratissima di poterti dire: Grazie! Sono contenta di soddisfare nella narrazione una Fan sfegatata di SD. Ora che so che leggi anche tu, darò più del  massimo che già stavo dando! Il bello di questa storia, credo, è proprio il fatto di vedere Akagi sotto una luce un po’ diversa, in una situazione che gli è estranea… La trovo una cosa molto intrigante! E come già detto, il connubio Rei Hosaki- Shohoku ne farà vedere davvero delle belle… PS= La babbu…ehm, Haruko è un personaggio talmente odioso che non avrei saputo davvero come collocarlo… Quindi,  sta bene sotto a un tir… ehm, a Kanagawa! Cmq, benvenuta… Un saluto e al prossimo capitolo!
 
Tanti saluti "cuoriciosi"!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cap.8 ***


- VOGLIO SAPERE CHE CAVOLO CI FACCIAMO IN PISCINAAAAA! Dobbiamo fare i campionati nazionali di basket, non girare la versione giapponese di Baywatch! - gridò Hanamichi, mentre entravano in vasca.
Per la seconda volta si ritrovò faccia a faccia con Hosaki, la quale se ne stava accosciata sul bordo della piscina ad osservarlo dall’alto. Si scambiarono un’occhiata, lei poi sollevò una mano e gliela poggiò sulla testa, mormorando - Se fai il bravo, Cucciolo, magari stasera ti do il pallone così puoi giocare un po’…- gli bisbigliò, ritirando poi la mano.
E di nuovo, scarlatto in volto, Sakuragi tacque. 
È troppo facile  pensò lei.
Sghignazzi e frecciatine velenose serpeggiarono tra le file dello Shohoku rivolte ad un imbarazzatissimo e corrucciato Sakuragi, il quale mugugnava maledizioni e pianificava vendette atroci a discapito un po’ di tutta la squadra. Dopo qualche altro minuto di panico, comunque, tutti erano entrati in acqua anche se tra mille proteste e malumori dovuti principalmente al fatto che i ragazzi non capivano cosa dovessero fare lì.
Dal nulla, poi, venne fuori il fatto che Sasaoka non sapesse nuotare, perciò si dovettero rivedere i particolari logistici e dedicare una corsia intera delle cinque disponibili solo a lui che sarebbe andato sicuramente più piano degli altri. Prima di immergersi, il poverino fu imbracato da Ayako con ciambelle, braccioli e tavolette, chiaramente in un tripudio di risatine e prese in giro.
Finita quell’operazione, Ayako dette le disposizioni per l’allenamento. Nella corsia 1 presero posizione Kogure, Kakuta e Miyagi. Nella 2 Shiozaki, Rukawa e Ishii. Nella 3 Akagi, Sakuragi e Yasuda. E, mentre il “naufrago” Sasaoka avrebbe sguazzato come poteva nella corsia 5, la 4 fu destinata a Mitsui e Kuwata.
Fu proprio mentre la squadra prendeva posizione che accadde un episodio fantascientifico. Nel brusio che accompagnava le operazioni di spostamento si liberò un urlo agghiacciante. Poi un pianto lamentoso si alzò proprio dalla corsia 4, seguito da una serie di improperi.
- Ma che cacchio ti succede, Kuwata! Mollami… Ti avverto che se hai strane tendenze hai sbagliato persona, eh?! Lasciami!-.
La voce di Mitsui echeggiò per l’enorme edificio.

- Che succede, lì? - gridò Rei, dal lato opposto della vasca. Kuwata, con gli occhi gonfi di pianto ed un osceno candelotto di muco che gli colava dal naso, non accennava a staccarsi dal collo di un furente Mitsui che, imbufalito ed imbarazzatissimo, cercava di liberarsi dalla presa mortale del compagno. –LEVATEMELO DI DOSSO! -.
- Uhuhuh… Mitsui! Ma allora è vero che sei… un po’ fri-fri…- alluse Miyagi, effettuando un gesto eloquente sul proprio orecchio destro.
- Chiudi quello sfintere, nano infame! E tu, idiota, si può sapere che ti prende?!- strillò di nuovo Mitsui, incenerendo il playmaker con lo sguardo e tentando di scollarsi di dosso un Kuwata tremante ed isterico.
Ayako si affrettò alla corsia e aiutò la guardia dello Shohoku a far uscire il compagno terrorizzato, dall’acqua. Un istante più tardi, anche Sasaoka uscì dalla piscina, ancora tutto bardato di salvagenti.
- Lascialo a me, Ayako senpai. Lo so io qual è il problema di questo cretino! Mi stavo chiedendo, infatti, quanto avrebbe resistito prima di scoppiare! -.
Kuwata lo fissò, sgranando gli occhi ancora terrorizzati e tremando ancora come una foglia. Scuoteva la testa, balbettando di tacere.
- Ma che dici? Stupido! Pensavi di riuscire a controllare come se niente fosse la tua fobia per l’acqua? Se devi sentirti male, è meglio che le cose le dici subito, invece di vergognarti… Come ho fatto io! - lo rimproverò l’altro.
Ayako lanciò uno sguardo eloquente lungo la vasca. Dall’altra parte, Rei parve cogliere e le fece un “OK” con il pollice.
- Su, Sasaoka! Portalo negli spogliatoi e cambiatevi. Poi aspettatemi fuori, vi allenerete in altro modo - disse la ragazza, concedendo al povero Kuwata un sorriso rassicurante.
Mentre i due si avviavano, Hanamichi bofonchiò – Che peccato! Pensavo che fosse nato un nuovo amore e che il bacia-piselli avesse trovato l’anima gemella… -.
Fortunatamente nessuno sembrò avergli dato ascolto, perciò procedettero. Rei chiese a Ishii e Miyagi di spostarsi nella corsia 5 il più in fretta possibile.
Avevano perso un sacco di tempo per quella sciocchezza e pochi istanti dopo purtroppo, come se non bastasse, Akagi dovette sedare una rissa che si stava per istaurare tra Hanamichi e Rukawa, durante la quale rischiarono di affogare entrambi.
- Ma che cavolo v’è preso, deficienti! - strillò il capitano mentre li separava violentemente prendendoli per i capelli.
Hanamichi ruggì. - La colpa è di questa bagascia canide! Mi ha dato un calcio da sotto la corsia e poi mi ha detto che se c’è un bacia-piselli quello sono io!!! Ma io ti spacco le doppie punte, Kitsune bastarda!- inveì, beccandosi per tutta risposta un gancio in testa, dal suo capitano.
- Schiatta, ottusangolo!- mugugnò Rukawa, facendogli una boccaccia.
Il trillo acuto di un fischietto mise a tacere tutte le loro chiacchiere e li fece voltare verso il bordo anteriore della vasca. In piedi sulla colonnina di partenza numero 3, Rei li guardava seriamente. Dietro di lei c’era Ayako, con al collo il cronometro. Entrambe indossavano il costume ed i pantaloni della tuta. Cadde un silenzio teso.
- Bene, mezze seghe, adesso cominciamo a fare sul serio. E siccome sono stanca di tutte queste lamentele e di questo casino, vi darò una spiegazione. Parlerò una sola volta, poi non voglio riprendere mai più questo argomento, perciò aprite bene le orecchie! Siete indietro. Fisicamente, intendo. Se siete riusciti nell’impresa di battere squadre come lo Shoyo e il Ryonan è solo grazie a due fattori: talento e… Ma si, va detto: gran culo! Sarebbe assurdo continuare gli allenamenti tecnici se prima non sarete solidi e resistenti come acciaio! - esordì.
- Dov’è che vuoi arrivare, senpai Ice-aki?- chiese Miyagi, mentre faceva un po’ di stretching in acqua.
Lo sguardo della ragazza guizzò gelido. –Voglio arrivare a farvi diventare dodici piccoli Super Man entro la fine di questa settimana -.
Scese dalla colonnina, allungò una mano ad Ayako, consegnandole fischietto e blocco, poi si tolse la tuta e si tuffò anche lei nella corsia numero 4.
Quando riemerse ordinò - 30 vasche stile libero. Avete 20 minuti. E NON VOGLIO SENTIRE UN FIATO! -.
 Così dicendo, partì lei per prima. 
 

- Oh, oh, oh… Ma cosa vi ha fatto Hosaki oggi? Siete distrutti! - chiese il signor Anzai.
Erano in sala relax, avevano cenato e gran parte dei ragazzi si era già ritirata in camera. Insieme a lui si trovavano soltanto Akagi, Kogure e Ayako. I due ragazzi erano davvero stanchi, soprattutto il povero Kiminobu, che di certo non aveva ne’ la resistenza ne’ la prestanza fisica dell’amico.
Ayako, dal canto suo, era felice come un’ape su un fiore. – Siamo sulla strada buona! Le premesse della preparazione che senpai Ice-aki ha preparato sono favolose! Ecco cosa intendeva, oggi, quando mi ha detto che tu non avresti sfruttato solo uno dei suoi talenti! - disse, rivolgendosi al capitano.
Akagi si sentiva strano. Se da una parte era sicurissimo che l’aver chiesto a Rei di aiutarli fosse stata la scelta migliore per la squadra, dall’altra si chiedeva se avesse fatto bene a mettere per l’ennesima volta il basket davanti a tutto il resto della sua vita. Scosse la testa, rispondendosi che era una domanda inutile, dato che il basket era tutto per lui. Ma poi, quando quello sguardo serio gli sfiorò di nuovo la mente, non ne fu più così sicuro.
Kogure si alzò. –Dovete scusarmi, ma mi sento come se fossi stato calpestato da uno stuolo di Oni infuriati! Vado a dormire…-.
Uscì dalla saletta e si recò verso le scale. Nel tragitto passò davanti alla veranda che dava sul giardino. Sotto il grosso albero che aveva fatto loro da parasole quella stessa mattina, intravide una sagoma distesa. Inforcò meglio gli occhiali e cercò di distinguere chi fosse, anche se al chiaro di luna era piuttosto difficile. Poi notò l’ombra di quello che era sicuramente un pallone, alzarsi e abbassarsi dalla figura stesa. A quel punto sorrise, e si avvicinò.
- Come mai fuori da solo?-.
Rukawa bloccò la palla prima che gli finisse in faccia. Non si era accorto che il compagno era uscito e la cosa sembrò infastidirlo. Sbuffò.
- Sarei anche rimasto in camera, ma quei dementi facevano troppo casino e io sono stanco morto. E poi non si può dormire con quel parassita di un do’aho che urla come una checca isterica…- rispose, ricominciando a lanciare la palla in aria.
Kogure notò con quanta eleganza eseguiva il più elementare dei movimenti di base, cioè quello del polso per il tiro a canestro. Pensò che neppure se si fosse allenato per un milione di anni avrebbe raggiunto il suo livello.
Lo guardò ancora una volta. Quel ragazzo era un’incognita, stabilire un contatto con lui era facile come far sorgere il sole a mezzanotte. Per quello che ne sapeva lui non aveva amici, anzi le attenzioni altri sembravano disturbarlo profondamente.
Però era bravo. Un campione. In potenza, il miglior giocatore in circolazione. Ma non bastava, il basket era uno sport di squadra ed a questa logica anche il talento devastante di Kaede Rukawa avrebbe dovuto piegarsi. Sembrava essere un dilemma senza soluzione. 
- Bhè, io vado a dormire. Non fare tardi però, domani ci aspetta una giornata tosta- lo avvertì.
- ‘Notte- fu l’unica cosa che ottenne per risposta.
Sospirò e si avviò nuovamente. Tutto sommato questo ritiro promette bene pensò tra sé. Chissà se, però, oltre a buone speranze ci regalerà anche un miracolo… concluse, chiudendosi la porta della sua camera alle spalle.
 
 
 



 *La posta dell’Autrice* ^^
 Ciao a tutte, mie affezionate lettrici!! Comincio subito con lo scusarmi per i due giorni di silenzio “stampa”. La spiegazione è presto data: nel week-end non aggiorno, è vacanza e non mi avvicino quasi mai al computer!
Però il lunedì mattina sono puntuale come un orologio svizzero… Ed eccomi qui!
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento (ve lo dico perché, in realtà, a me non convince molto…).
Comunque, veniamo al nostro solito “appuntamento”: 
Sere4ruruCara, questo capitolo getta le basi per il filone parallelo di questa trama. E credo che la cosa ti interesserà molto, dato che sarà sul tuo personaggio preferito (almeno credo, dato il tuo Nickname!!). Fammi sapere che ne pensi… Un bacio! 
Aka_zApprezzo sempre tanto le tue recensioni! Si vede che la storia ti piace, e mi lasci sempre un sacco di tue impressioni personali… La cosa mi rende davvero felice! Come puoi vedere, anche stavolta ho inserito una scaramuccia Hana/Ru. Ci sta sempre bene! Ma dimmi, c’è un personaggio che ami particolarmente? Mi piacerebbe sapere qual è… Stai sintonizzata, i prossimi capitoli porteranno un miglioramento esponenziale delle vicende! Un abbraccio forte!! 
TemarisanBenvenuta! Sono strafelice che la mia storia sia di tuo gusto! E “gongolo” a sentire che ti piace come sto trattando il personaggio di Hanamichi (sai, è davvero difficile! Non sembra, ma è un personaggio davvero complicato…!). Continua a farmi sapere cosa ne pensi, la cosa non può farmi altro che piacere! Many kisses! 
ShasaGrazieeeeee!!! Sei stata gentilissima a darmi indicazioni sui personaggi… Ma dimmi: Mitchi ti piace davvero? Pensi che sia IC? E’ importantissimo che io lo sappia! Thanx anche per l’opinione su Rei… Mi raccomando… Leggimi ancora, perché ho bisogno di pareri spassionati se voglio continuare a fare un buon lavoro! An embrace to you!
 
E qui chiuderei. Vi debbo comunque fare una comunicazione: domani partirò per un paio di giorni, quindi il prossimo aggiornamento sarà per giovedì in mattinata! Vi prego, non mi abbandonate!   ;)
Un bacio “itinerante” !

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Cap.9 ***


- YAWWWNNNH -.
Kogure lanciò un’occhiata infastidita a Miyagi che aveva appena emesso quel sonoro sbadiglio.
- Scusa tanto, sai, se sono così noioso! Anzi, lo sai cosa faccio? Me ne vado a farmi gli affari miei. Ops, ma non posso: dimenticavo che quattro stupidi irresponsabili devono passare un esame di riparazione, altrimenti la MIA squadra di basket va a farsi benedire! - sibilò il ragazzo.
Poi, senza troppi preamboli, agguantò la testa del compagno e la spinse in giù su un grosso volume di storia. – Fai come ti pare, Ryota. Sbadiglia, sbràcciati, àmputati una mano… Tanto non ti alzerai da questa sedia se entro la mattinata non avremo fatto almeno storia e matematica!- tagliò corto, mentre l’altro protestava.
Erano tutti riuniti nella sala relax che il fratello del signor Anzai aveva permesso loro di usare come aula. Su uno dei due grossi tavoli c’erano Yasuda, Kakuta, Shiozaki, Sasaoka e Ishii che studiavano per conto loro, ognuno concentrato sui propri compiti e sul proprio programma.
L’altro tavolo, quello più grande ribattezzato la “mensa dei ritardati”, era occupato da Rukawa, Sakuragi, Mitsui e Miyagi. I quattro erano seduti attorniati da una marea di libri, quaderni e blocchi per scrivere e dietro ognuno di loro torreggiava il suo responsabile. Akagi aveva proposto di fare una sistema di turnazione, in modo che ogni giorno un tutor seguisse uno studente diverso. Stranamente nessuno aveva mosso obiezioni, forse troppo terrorizzati di poter capitare in pianta stabile con lui o con Ice-aki, sicché si era passato all’estrazione per i turni di quella mattina.
- Uffa, si può sapere perché il primo giorno è dovuta toccare proprio a me, la virago?! - si alterò Hanamichi che, con suo sommo dolore, quel giorno sarebbe stato seguito proprio dalla terribile senpai Ice-aki.
- Mmm, sparati imbecille lamentoso… - bofonchiò Rukawa, facendo notare all’altro che lui sarebbe stato seguito da Akagi.
- Finitela di dire cretinate, protozoi! E adesso cominciamo, che non abbiamo tempo da perdere! - li sgridò il capitano.
Si era sentito punto sul vivo. E non tanto per il fatto che le due matricole lo stessero prendendo in giro, cosa che accadeva quotidianamente, quanto per il velato riferimento che il gelido Rukawa aveva fatto. Che cosa intendeva davvero? Si trattava solo di una fracciata provocatoria verso Sakuragi, o c’era dell’altro? La ragazza era indubbiamente dura come un iceberg polare, quindi perché insinuare che sarebbe stato meglio studiare con lei che con lui?
Era doppiamente infastidito, sia dal riferimento sia dal fatto stesso di sentirsi così confuso riguardo quell’ episodio specifico. Dannazione, non era da lui… Strinse i denti e si promise di non pensarci più. 
Si, ma tra tutti proprio Rukawa, l’idolo delle femmine, se ne doveva uscire così?!  Pensò serrando la mandibola nervosamente per poi concentrarsi sul libro di scienze che la matricola aveva aperto.
 
 
- ARGH! Non è giusto! Ice-aki, sei una stregaccia maledetta! Dillo che lo fai apposta! Non è possibile che ho fatto tutti questi errori! Io sono un genio assoluto, sia nel basket che in inglese! -.
Hanamichi urlava come un grifone. Rei gli aveva appena riconsegnato il foglio con gli esercizi di inglese che gli aveva dato da fare: era quasi monocromatico, un cimitero di segni rossi.
La situazione si stava mostrando critica un po’ per tutti, però. Akagi era nero, ed il suo umore peggiorava con il passare del tempo visto che Rukawa si addormentava a distanza regolare di tre minuti da ogni ruggito che il suo capitano gli emetteva nell’orecchio. Gli unici segni di vita che dava erano solo dei sonori sbuffi o dei mugugni indecifrabili ogni volta che Sakuragi ne diceva una delle sue. Tirando le somme, aveva combinato davvero molto poco.
Kogure, dal canto suo, stava pensando di rivedere il suo carattere paziente e benevolo. La cosa che in quel momento gli faceva di più montare la rabbia era la consapevolezza che Ryota fosse un ragazzo estremamente sveglio ed intelligente. La dimostrazione la ebbe dopo che gli ebbe spiegato dei passaggi di un’equazione particolarmente difficili, ed il compagno li capì e riapplicò in brevissimo tempo. 
Dai, forse la situazione non è così disperata, almeno uno si è deciso a…
Non aveva fatto in tempo a formulare quel pensiero, che gli era stato subito tutto chiaro. In quei cinque minuti in cui era riuscito a far entrare un concetto nella testa di Miyagi, Ayako era momentaneamente uscita dalla stanza. Ma quando la ragazza era ritornata, Ryota aveva assunto di nuovo l’espressione da ebete e non ascoltava una sola parola di quello che Kiminobu cercava di spiegargli.
Intanto Ayako, che era appena rientrata, aveva consegnato un foglio a Mitsui, il tapino che le era toccato per quel giorno.
- Ecco, mi sono fatta mandare un fax da mia sorella con gli schemi di geografia astronomica che ti servivano. Devi scusarmi, ma in alcune cose non posso esserti utile, dato che scolasticamente sono un anno indietro a te… - si giustificò, sorridendo bonariamente.
Mitsui scosse la testa e rispose sorridendole di rimando – Figurati! Dai, farò del mio meglio per non darti troppi problemi. Cercherò di arrangiarmi -.
Si udì un sibilo, poi uno STOCK.
- Chi diavolo è stato? - esplose lui, massaggiandosi una tempia mentre accanto alla sua sedia giaceva una grossa gomma da cancellare.
Un latrato sopraggiunse dall’altra parte del tavolo. - Ehi, checca di un bacia-piselli, che ti sei messo in quella testina di minchia?! Ti proibisco di fare gli occhi dolci alla mia Ayako, chiaro?! -.
- Brutto nano encefalitico, ti sei bevuto quel brodo insipido che hai al posto del cervello?! A differenza tua, che ti smanacci l’arnese sotto il tavolo, qui stiamo cercando di dare un senso alla nostra vita! E nessuno fa gli occhi dolci a nessuno, ci siamo capiti?! - gridò Mitsui irritatissimo e si sedette nuovamente e prese la cartina astrale che Ayako gli aveva procurato. 
Tzè, pare vero. Guarda là, che schifo… pensò, mentre il suo sguardo cadeva fortuitamente alla sua destra.
Rei, terminato l’ennesimo diverbio della giornata, alzò gli occhi al cielo e tornò a concentrarsi sulla sua missione impossibile. Sakuragi aveva la testa più dura di un blocco di granito, fargli capire una cosa era difficile e contorto come recitare le preghiere in sanscrito. Decise di adottare la tattica del “Dimmelo come se avessi 2 anni”.
Gli spiegò il costrutto della frase in inglese come glielo aveva spiegato la sua maestra alle elementari. Aveva intuito che Hanamichi, se troppo sotto pressione, andava nel pallone, perciò preferì usare la lusinga e ad ogni passettino in avanti lo gratificava di un sorriso, una parola gentile, uno sguardo malizioso o un tocco casuale sulla mano. 
Non devo esagerare, però, o altrimenti farò esplodere il suo ego già ipertrofico… rifletté tra sé, trattenendo una risatina alla vista del ragazzo che, scarlatto in volto, si compiaceva dei propri progressi e rideva sguaiatamente.
- SILENZIO! -.
Un coro a due voci si era alzato unanime. Sakuragi ammutolì e si ritrovò addosso gli sguardi incandescenti di Akagi e Mitsui. Sogghignò.
- Eh, eh, eh… Caro Gori, caro Bacia-piselli… Non vi alterate, vi fa male al cuore vista la vosta età avanzata. Certo, lo so che state schiumando di rabbia ad assistere ai continui successi del Tensai Sakuragi, ma che volete farci?! Non tutti riescono ad avere la botte piena…- e a quelle parole sventolò il foglio dei suoi esercizi che riportava la pietosa votazione 44.
- …E la moglie ubriaca! - concluse, indicando Rei con il pollice.
Akagi era diventato rosso in viso e aveva l’espressione di uno che stava per commettere un omicidio. Mitsui, invece, aveva le nocche delle mani bianche, tanto stringeva i pugni, e la stizza gli deformava la faccia.
Ma, inaspettatamente, non fu nessuno di loro due ad intervenire. Dal fondo del tavolo si udì una voce profonda dire - Demente, vuoi stare un po’ zitto! Sei sempre il solito stronzetto fanfarone… -.
Tutti si voltarono e videro Rukawa con la testa appoggiata sulle braccia conserte, con un solo occhio aperto puntato su Hanamichi. Lentamente si alzò in piedi e si piazzò davanti a lui.
Stavano per scatenare una della consuete risse e l’avrebbero fatto se Rei non fosse sopraggiunta e non avesse dato un pizzico a strappa-pelle sul braccio di ognuno dei due.
Coretto. - AHIOHH!! -.
- Tu, Cucciolo, se ti azzardi di nuovo solo a postulare di prenderti tutta questa confidenza con la sottoscritta, ti giuro che ti taglio gli attributi e te li metto come orecchini. E tu, moro, cerca di parlare quando vieni interpellato, e non quando non serve minimamente - li apostrofò lei algida, ritornando quella di sempre.
I suoi occhi gelidi ricomparvero e fecero il giro dei presenti. Il resto della squadra sembrava essere rimpicciolita nel suo angolino, Ayako e Kogure erano stupefatti, Miyagi se la ridacchiava grottescamente. Rukawa sbuffò e Hanamichi piagnucolava sostenendo che erano tutti cattivi con lui.
- Brava - mormorò seriamente Akagi, quando lei gli passò accanto.
- Lo so - gli rispose tra i denti. Poi guardò, l’orologio e sentenziò. - Andiamo a pranzo, è ora-.
Così dicendo raccolse il suo blocco e passò in mezzo alla stanza, tutto questo senza togliere nemmeno per un istante i suoi occhi algidi da quelli fiammeggiati di Mitsui che sembravano volerla al contempo accusare e sfidare.



 
 
 
 
*La posta dell’Autrice* ^^
Oh mie belle ragazzuole adorate! ed infine tornai! Che stanchezza… Ma si fa anche di questo… Prima il dovere e poi il piacere! 
Cmq, come promesso, eccomi puntuale all’aggiornamento della mia fic. Che dire? Più vado avanti e più mi rendo conto che mi si sta innescando un buffo processo, per il quale i personaggi mi piacciono sempre meno (chiaramente non i personaggi di Inoue, ma i personaggi in quanto attori di questa storia). Eppure quando l’ho scritta mi piaceva tutto quanto… Mhà, andremo avanti e vedremo cosa viene fuori!! Volevo farvi notare, cmq, che in ogni capitolo aggiungo dei minuscoli dettagli che vi faranno avvicinare sempre più allo stato effettivo dei rapporti inter personaggi. Fateci caso e ditemi cosa ne pensate…
A noi, ora:
Sere4RuruVedi? Anche se non sembra, il “carissimo” Kaede inizia a mostrarsi sempre di più, di capitolo in capitolo… Sto aprendo la strada per il filone narrativo su di lui, e mi sto scervellando per calarmi nella sua psiche. Sicché, le cose sono 2: o l’hanno adottato ed ora è arrabbiato con il mondo, o semplicemente è uno schizzato megalomane. Che personaggio difficile! Meno male che mi hai detto di apprezzare anche Mitsui!!! Un Bacio grande, carissima!
ShasaSe ti avessi davanti mi inchinerei per ringraziarti di cuore!!! Per cosa? Per l’osservazione critica che mi hai fatto su Hana. Sai, devo ammettere che dal tuo punto di vista, da lettrice esterna che chiaramente non conosce la storia, il fatto della mancata reazione del rosso non ha senso… Ma ti posso assicurare che prima di pubblicare, mi ristudio i capitoli dettaglio per dettaglio… Nessun particolare è aggiunto per caso… Quel fatto mi serviva per dare un ulteriore spinta a rei, ma come già avrai notato in questo capitolo, Sakuragi è tornato lo sbruffone di sempre… Anche verso di lei! Quindi ti chiedo di perdonare la mia piccola uscita OOC su Hanamichi… Era necessaria! Dai, man mano si procede verso un quid… tra un paio di capitoli… vedrai!! Kisses to you!!
Aka_ZMa caraaaaaa!!! Ciao!! Mi fa proprio contenta il fatto che ti sia così appassionata! E come vedi, ecco che aggiorno appena tornata dal viaggio (magari vacanza: LAVORO! Che stress!). Rileggevo il tuo scorso commento… Rukawa è un personaggio difficilissimo e rischioso per chi scrive una fic su SD… Rischi continuamente di mandarlo OOC (mi costituisco: in questo capitolo l’ho fatto anche io, ma per esigenze di copione! E’ inevitabile!). Allora, che ne dici di questa prima giornata di studio? Ho crecato di mettere il più possibile in mezzo Miyagi (che adoro, ma che purtroppo ai fini della mia storia rimane un personaggio di contorno…). Mi chiedi chi è il mio personaggio preferito… Ah, a questo punto potrei srotolare un papiro! Premesso che mi piacciono davvero tutti, anche se ognuno in modo diverso (secondo me Inoue è un genio, ha creato dei characters spettacolari!), comincerei dal lato estetico. Sedoh tutta la vita!! (anche se poi, paradosso dei paradossi, il mio fidanzato assomiglia in modo imbarazzante a Mitsui… Eh, che bisogna fare?!). Caratterialmente adoro Ryota… Perché è uguale a me! Siamo speculari! Che tipo, mi fa morire! Poi ho un debole anche per altri personaggi, tra cui Soichiro Jin e Yoei Mito. Però una cosa le davo dire: HANAMICHI FOREVER! Lui non si può nemmeno mettere in gara! E’ “immaaaanso”!!! (alla facciaccia della babbuina!! Glielo diciamo noi ad Hana-chan che lo amiamo!!!). Invece i personaggi che “preferisco” di meno sono (e qui verrò linciata!) Rukawa ed il buon Kenji Fujima. Non amo particolarmente nè i bei tenebrosi, né i bellocci perfettissimi…
Vabbè, dopo averti stordito con tutte le mie chiacchiere, ti mando un bacio e… Mi raccomando! Voglio sempre recensioni chilometriche da te! Non mi deludere!

E con questo mi dileguo… Devo smaltire 4 montagne di documenti che mi si sono ammucchiati sulla scrivania (prima che il mio capo si trasformi nel coach Taoka e mi divori! Ihihih!)… Se riuscirò a riemergere, domani avrete il vostro quotidiano aggiornamento! Fatemi sapere, mi raccomando ragazze… Ci conto tanto!!
Un salutissimo “stressato” !
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Cap.10 ***


-RUKAAAAAWWWWAAAAAAA!!!!!-. L’urlo di Ayako lo sentirono probabilmente fino a Tokio.
–Mi sono rotta di farmi prendere per i fondelli da te! Se provi a dormire solo un’altra volta, ti giuro che ti faccio diventare donna!-.
Rukawa sbadigliò sonoramente. –Ayako se ti arrabbi così tanto alla tua età, rischi che ti escano prematuramente le rughe…- rispose, stiracchiandosi vistosamente.
SDENG! Una sonora ventagliata colpì il ragazzo in piena nuca. Ayako si sbellicò, poi continuò in tono minaccioso. –Non mi sfidare, caccola di una matricola! Avresti la peggio! E ora, finisci quel capitolo, sennò ti spacco le rotuline sante!-.
-Ayakuccia mia, quanto sei “virile”! Mi piaci tanto quando sei così… cafona!-. Miyagi era in completo deliquio, tralasciando così la sintesi del capitolo di letteratura che stava studiando.
Rei, in piedi al suo fianco, gli diede una dolorosissima schicchera sull’orecchino. Si chinò e gli sussurrò –Miyagi, la tua situazione sportiva è già sufficientemente complicata vista la tua altezza. Ecco, sappi che ho il potere di peggiorarti la cosa…- e mimò il gesto di spezzare qualcosa.
Il playmaker la guardò con tanto d’occhi, deglutì e tornò subito al suo libro.
-Hihihi, eccoli qui: il Corto e lo Svelto! Che seghe nere! Il qui presente onnisciente genio, invece, non ha nessun tipo di problema… Imparate, sciocche. Imparate!- li sbeffeggiò Hanamichi.
-Ehm, Sakuragi…- una vocetta turbata gli arrivò dalla spalle.
-Dimmi Kogure, amico mio carissimo. Che notizie mi porti? Che i miei esercizi sono tutti perfetti? Non avere paura a dirlo davanti a tutti, anche se sai che queste pippe si sentiranno molto sminuite dal mio talento innato anche per lo studio. AHAHAH!-.
Kogure era basito. –Veramente, Sakuragi… Nove su dieci-.
Hanamichi si gonfiò come una fagiano reale. –Nove su dieci, giusti! Ah! Incartate e portate a casa, rosiconi!-.
-Hanamichi, mi dispiace dovertelo dire… Ma nove su dieci sono sbagliati!- lo corresse Kogure.
Una risata generale si alzò nella saletta. –Zitti, bastardi!- mugugnò il rosso, stritolando la penna che teneva in mano.
Tutto sommato la mattinata di studio stava procedendo discretamente, tenendo conto del livello di indisciplina dei ragazzi.
-Mitsui, sei sicuro di aver svolto l’esercizio nel modo giusto?- chiese Akagi, sbirciando il quaderno del compagno.
Quello aguzzò la vista sui numeri. –No, sono sicuro di aver sbagliato qualcosa. Solo che non riesco a trovare l’errore…- rispose in tono preoccupato.
Una voce lo distrasse per un secondo. –Akagi, il ragazzo è troppo variabile. Il suo problema è che non è costante. Mettici una x sopra…-.
Si voltò e scoprì che era stata Hosaki a parlare. Era in piedi tra lui e Miyagi, e lo guardava dall’alto in basso. Digrignò i denti. –Impicciati per te, capocciona!- e con quelle parole tornò al suo problema di algebra.
Ma che vuole questa da me. Variabile, non costante, una X sopra…Ma guarda ‘sta str…
Non finì di formulare il pensiero. L’occhio gli era caduto su un passaggio dell’equazione in cui aveva messo una variabile y e da quel punto i conti non gli tornavano più.
Sbarrò gli occhi, poi cambiò la variabile con la costante x. Due minuti dopo, aveva risolto il problema. -Akagi, è andata!- esclamò.
L’altro gli annuì, dopo di che alzò uno sguardo sorridente e soddisfatto alla persona che gli stava accanto in piedi. Anche Mitsui alzò lo sguardo, ed incontrò quello di Rei. Un brivido gli serpeggiò caldo lungo la schiena quando la ragazza gli fece l’occhiolino, per poi tornare ad aiutare Ryota.
-E’ davvero unica…- mormorò Akagi, senza toglierle gli occhi di dosso.
Mitsui scrutò di sottecchi il suo compagno. Si stava comportando in modo strano, non lo aveva mai visto in quella veste. Ci doveva essere qualcosa sotto. E, anche se non sapeva bene perché, la cosa lo turbava.
 Dopo cena uscirono in giardino, ognuno con una bibita fresca in mano. Il pomeriggio era stato ancora una volta molto duro. Avevano effettuato un’altra sessione di allenamento in piscina, questa volta avevano allenato tanto la resistenza ed il fiato. A fine seduta ognuno di loro fu costretto a bere un’intera bottiglia di integratore al potassio, poiché erano tutti stremati.
Era una bella serata, il cielo era pieno di stelle e l’aria era tiepida. Seduti per terra, c’era chi optò per una partita a carte, chi chiacchierava del più e del meno, o chi si riposava semplicemente.
Improvvisamente la cognata del signor Anzai, la gentilissima Hayuri, uscì in veranda e chiese –Rei Hosaki?-.
La ragazza era seduta sotto il grande albero, con la schiena appoggiata al tronco mentre guardava il cielo e di tanto in tanto scribacchiava qualcosa. –Si?- rispose con poco interesse.
La signora sorrise bonariamente. –Una telefonata per te-.
Nessuno fece caso alla cosa, d’altronde era normale. Tutti loro almeno una volta avevano ricevuto una chiamata dai familiari, dato che Akagi aveva proibito l’uso dei cellulari. Ma lei no. Era perplessa. Chi poteva essere a cercarla lì? Raggiunse il telefono nella piccola reception.
-Sono Hosaki. Chi parla?-.
Una voce squillante quasi le perforò un timpano. –Rei! Brutta cretina che non sei altro! Si può sapere perché sei sparita senza dirmi una fava? Vacca bastarda, mi stavo preoccupando!-.
Sorrise. Avrebbe dovuto arrivarci da sola: Mayumi. Era la sua amica del cuore, il suo angelo custode. Probabilmente una delle poche persone a cui voleva veramente bene, e viceversa.
Non frequentava lo Shohoku come lei, ma andava nell’istituto femminile Fukuoka. Era una ragazza carinissima, solare e alla moda. Si erano conosciute all’asilo e da quel momento erano rimaste inseparabili.
-Non ti ho detto niente perché sapevo che non avresti perso un secondo per rompermi le balle! Piuttosto, come mi hai trovato?-.
-Che cacchio di domande fai?! Ho dovuto fare un milione di telefonate! E che figure caccolose che ho fatto! Guarda, lasciamo perdere, che ti meriteresti una punizione corporale delle peggiori!-.
Rei rise. Mayumi era buffa, ed era l’unica ormai capace di suscitarle quella reazione. Si stava sbellicando, mentre immaginava l’amica al telefono che inventava scuse assurde per avere notizie su di lei. Le stavano venendo le lacrime, e si accorse di essere felice di sentirla. 
Mitsui stava tornando in giardino dal bagno. Era nel corridoio quando sentì una risata femminile provenire da dietro l’angolo. Non era Ayako, la sua voce la conosceva bene, e nella pensione non c’erano altri ospiti oltre loro. Rimase di stucco. Sarà davvero lei? Lei che ride?Incredibile pensò. Fu più forte di lui. Rimase dietro l’angolo e origliò.
-Dai, May! Calmati! Ti chiedo scusa…- disse Rei, con la voce ancora rotta qua e là dall’eccesso precedente di risa.
Il tono di Mayumi, che fino a quel momento era stato ilare e spensierato, cambiò radicalmente. Divenne serio e teso. –Che cavolo stai facendo, Rei? Quando ho saputo dove eri ci sono rimasta un attimo. Ma quando mi hanno detto CON CHI, un altro po’ e mi prende un colpo apoplettico e ci resto secca!-.
Gelo. –Non preoccuparti, Mayu-chan. E’ tutto ok. Non c’è nessun problema…- rispose l’altra, con voce glaciale.
-Bene un par di palle, Rei (nota espressione della zona sud di Kanagawa... Anche Mayumi, come Hana, è profonda conoscitrice dei dialetti! ndAutrice)! E poi non tenere questo atteggiamento con me! Non serve che fai la parte di quella granitica, tanto ti conosco come le mie tasche. Puoi rilassarti cinque minuti, no?! E che cacchio!-.
Rei si lasciò cadere sulla sedia della reception e sospirò. –Scusa, hai ragione. In effetti non è così semplice come l’avevo immaginata, May. Un conto è starci a contatto a scuola, che se non voglio non lo vedo. Ma qui… Non lo so che mi è passato per la testa… Forse perché pensavo che questa fosse l’occasione che ho aspettato per tre anni. E oltretutto me l’ha anche servita lui su un piatto d’argento! Non lo so, May…-.
Mayumi tacque qualche istante. –Dimmi come ti senti, quello che pensi… Tutto! Liberati Rei…-.
-Mi sento strana. Pensavo che questo fosse finalmente il momento della rivalsa. Mi sono addirittura sbilanciata avanzando pretese! Nessuno come te può capire, May. L’unica domanda che mi viene da farmi è questa: di chi sono stati i miei ultimi tre anni? Di Rei Hosaki o di Takenori Akagi?- concluse in tono sommesso.
 Mitsui era a bocca aperta. Così anche la terribile Rei Ice-aki in realtà era umana e aveva un cuore. E purtroppo un cuore ferito, non c’era più dubbio. L’ultima cosa che avrebbe potuto immaginare, però, era che il ragazzo che le aveva fatto del male fosse proprio il capitano Akagi. Gli sembrava assurdo, come se stesse ascoltando la trama di un film.
Rimase stupito. Era sicuro che se avesse scoperto il punto debole della strega, avrebbe sadicamente gioito e glielo avrebbe ritorto contro. Ma qualcosa era cambiato. Già quella mattina aveva intuito che sotto sotto potesse esserci dell’altro, ma aveva imputato il comportamento di lei al tentativo di metterlo in difficoltà. Ma non era così. Anzi. Provava una ridda di sensazioni contrastanti. Prima fra tutte il fastidio. Perché, poi, non se lo spiegava. E ancora rabbia, e sollievo.
Si sporse leggermente a guardare cosa succedeva alla reception. Hosaki continuava a parlare, ora visibilmente più tranquilla. Poi, improvvisamente, sorrise. Totalmente, sinceramente, limpidamente.
Cazzotto nello stomaco, e Mitsui rimase senza fiato. 
Con un’ultimo saluto e la promessa di risentirsi presto, lei chiuse la conversazione ed uscì di nuovo a raggiungere il resto della banda.
Lui si sentiva strano. Una strana rabbia gli salì da dentro. Chi sei davvero, Rei Hosaki?E cosa stai facendo?pensava, mentre anche lui riprendeva la strada per il giardino. Prima di arrivare, però, si chiese perché ora avere una risposta alle sue domande fosse diventato così importante.






*La posta dell'Autrice* ^^
Per inciso: generalmente odio il lunedì! Invece, da quando pubblico qui, mi ritrovo quasi quasi ad essere contenta di cominciare la settimana, ansiosa di aggiornare per i miei lettori. Allora, che dire? Sono letteralmente sconvolta! Quando ho cominciato a scrivere questa fanFic tutto pensavo fuorchè potesse risquotere tutto questo successo! Sono davvero contenta…
Passando al nuovo capitolo: come avrete capito, la new entry è Mayumi. Per ora la sua è una presenza un po’ aleatoria… Ma dopo, chissà! 
Per ora mi interessa davvero conoscere le vostre impressioni su come la storia sta evolvendo… Ah, a proposito: nel prossimo capitolo avrete finalmente delle risposte riguardo a Rei… Ma non vi anticipo nulla! (Pappappero-Pappappà!!)
Angolo delle “Letterine”:
Darkness= Buondì! In questo capitolo, avrai notato, ho lasciato splendere parecchio la “stellina” di Mitsui. Era doveroso, anche perché, tra un po’, il suo personaggio avrà una rilevanza quasi assoluta all’interno dell’economia di questa ff. La mia paura è quella di portarlo troppo OOC. Ma, detto tra noi, anche se dovesse essere, non me ne potrò fare un cruccio perché dovrò metterlo in relazione con altri personaggi in modalità che non sono presenti nella storia originale. Comunque prometto di mettercela tutta! Per quanto riguarda Rukawa, il tuo discorso è stato molto “ispirante” ed esaustivo, tanto che ho avuto un paio di idee interessanti che vivacizzeranno la storia, stuzzicheranno i suoi Fans e non lo allontaneranno troppo dall’ Origina Character. Grazie per l’osservazione tecnica che mi hai fatto sull’allenamento atletico di Miyagi. Anche se, a dirla tutta, prima di scrivere lo scorso capitolo, ho parlato con un mio amico intimo che è preparatore atletico e mi sono fatta consigliare da lui… Sai, deformazione professionale! Non lascio nulla al caso!! Mi raccomando, mi aspetto ancora tanti commenti interessanti da parte tua! Un mega salutone!
Shasa= Ma… Grillino mio!! Sei stata estremamente clemente con me, lo scorso capitolo! Meno male, vuol dire che sto migliorando sensibilmente e che riesco a venire incontro anche alle esigenze di “palati finissimi” come il tuo… No?! La cosa che mi ha reso particolarmente fiera, leggendo il tuo ultimo commento, è stata quella di riuscire a trasmettere immagini realistiche ed esaustive tramite le parole. Ciò implica che tutti i miei sforzi stanno convogliando dalla parte giusta, e che lo stile di scrittura è quello giusto per una ff di questo stampo! Come sempre, grazie di avermelo fatto notare, mi sforzerò di continuare su questa linea. Per quanto riguarda l’eccessiva “remissività” di Ayakuccia: bhè, teoricamente avresti ragione. Ma praticamente voglio ricordarti una cosa: Rei incute timore. Come tipologia di persona è molto simile ad Akagi, e poi non dimentichiamo che per Ayako è pur sempre una Senpai. Viene da se’ che anche un “peperino” come Aya-chan ci pensa due volte prima di sfoderare il suo caratterino con una come Ice-aki. D’altro canto, Ayako è fumantina, mica masochista!!! (… ci tengo a rimanere viva il più possibile!! §___§ ndAyako). E comunque, come avrai visto, in questo capitolo ha già ripreso tutta la sua verve!! Ebbene: che ne pensi, allora, del rapporto Rei-Mitsui… Senza falsa modestia: a me piace come sta evolvendo! Fammi sapere tutto-tutto riguardo alle tue impressioni! Aspetto ansiosamente domani! Baci-baci!
Sere4Ruru= Eccomi qui… Carissima! Dai, sono convinta di non averti deluso nemmeno con questo capitolo! Che ne pensi di Rei, nel suo insieme di rapporti con gli altri personaggi, a questo punto della storia? Te lo chiedo perché, nel prossimo capitolo, potresti cambiare idea su molte cose!! E di Mayumi? So che il suo apporto alla storia per ora è minimo, ma… Per ora ti ispira? Fammi sapere! (Ps= troppo tardi! Ormai l’idea del Cross Over SD/Death Note s’è troppo radicata nel mio cervello… Avrai presto mie notizie!!!). Many kisses to you!
Aka_Z= A noi, carissima concittadina, nonché lettrice accanita, nonché sostenitrice morale!! Come sempre, non mi deludi: i tuoi commenti sono per me delle vere scosse energetiche, che mi portano ad essere propositiva ed “ispirata”!! Mi fa enormemente piacere il fatto che tu abbia notato come, nonostante i filoni portanti della storia stiano diventando man mano più evidenti, io mi sforzi al massimo per ritagliare un posticino un po’ a tutti, cercando di dare visibilità anche ai personaggi “sfigati” della serie. Chiamala deformazione professionale, ma amo scrivere “a tutto tondo”, mantenendo una certa coerenza e cercando di tralasciare meno dettagli possibili (pur non “appallando” in modo eccessivo il lettore). Vedo che ormai un dettaglio chiave ti è evidente e non è passato inosservato ai tuoi scaltrissimi occhi… Mi raccomando, non perdere di vista quel blocco nemmeno per un istante… E mi raccomando, non perdere d’occhio nemmeno Rukawa. Non ti dico più nulla in proposito… Muta fui!! Bhè, che ne pensi, invece, di Mitsui? E di Mayumi? Devo sapere assolutamente tutte le tue opinioni in merito, perché questo è un capitolo chiave, anche se non sembra! Ah, a proposito: preparati, perché il capitolo di domani te lo dedico! Un mio omaggio nei tuoi confronti! Un bacio enorme alla mia supporter capitolina!!
War= Ah! Altro giro, altra corsa… Altra lettrice!! Comincio con il dirti la cosa più importante: grazie mille! Sono davvero felice di avere anche te tra le file di coloro che si stanno appassionando al mio modo di scrivere, ma soprattutto a questa storia. Spero che, andando avanti, riuscirò a mantenere vivo il tuo interesse e che, perciò, continuerai ad accordarmi la tua preferenza!! Parlando di Ice-aki: in effetti credo che sia un personaggio strutturalmente ben riuscito, e tieni presente che ancora non siamo arrivati al suo punto di svolta, nella storia. Mi raccomando, devi leggere il capitolo che pubblicherò domani, perché dissiperò ogni tuo dubbio a riguardo dei suoi rapporti con il mitico Gory. Mi dispiace di averti deluso riguardo la New Entry (che, come avrai capito, è Mayumi) ma… Ti farò una confidenza: anche io amo profondamente Sendoh… Perciò… (e non dico più nulla!). Rukawa lo sto preparando ben bene: avrai sue notizie tra qualche capitolo! Che ne dici di Mitsui, in questo capitolo? Probabilmente lo dovrò portare un po’ OOC, ma riflettendoci bene neanche troppo… Stai sintonizzata, comunque, in modo da potermi dire cosa ne pensi… Nel prossimo capitolo, tra l’altro, capirai anche il motivo per cui, in realtà, Akagi non è assolutamente OOC a mio parere! Mi raccomando, continua a commentare! Besos!!
Scorpy= Ahahah!!! Ma cara! Era il minimo che potessi fare, l’inserirti tra i preferiti! Purtroppo in questi giorni sarò un po’ oberata di lavoro, ma promette che presto leggerò tutti i tuoi lavori! E non essere così severa con te stessa (per inciso: circa un mese fa, casualità!, avevo cominciato a leggere “Love Therapy” e mi stava piacendo molto… Non capisco davvero perché non la continui! E’ carinissima!! Dai! Fallo per me!!), a me non dispiace affatto come scrivi… Cercherò, comunque, di farti un po’ da “consulente” se ti fa piacere! Mi raccomando! Ci tengo! Se ti può consolare, questa ff ne avrà ancora per un po’, e poi… Ci sarà un seguito! Quindi posso dirti che non ti lascerò in “astinenza” per troppo tempo! E poi… Grazie, grazie, grazie e ancora grazie! Le tue recensioni entusiastiche mi infiammano e mi spingono sempre più a fare meglio!! Mi raccomando, i tui commenti per me sono importanti, quindi… Non mollarmi! Voglio sapere assolutamente cosa ne pensi della piega che sta prendendo tutta la faccenda e… Devi assolutamente leggere il capitolo di domani! Un bacio ed un abbraccio fortissimi!
Ed anche per oggi direi che è tutto… Voglio che sappiate tutti che mi sto scervellando e spremendo come un limone per finire la storia e per non renderla troppo banale… Voglio solo il meglio, per i miei supporter! Ora scappo, così magari riesco ad evadere i miei impegni lavorativi in mattinata e poi ricomincio a scrivere!
Un saluto “impegnatissimo”!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Cap.11 ***


-RUKAAAAAWWWWAAAAAAA!!!!!-. L’urlo di Ayako lo sentirono probabilmente fino a Tokio.
–Mi sono rotta di farmi prendere per i fondelli da te! Se provi a dormire solo un’altra volta, ti giuro che ti faccio diventare donna!-.
Rukawa sbadigliò sonoramente. –Ayako se ti arrabbi così tanto alla tua età, rischi che ti escano prematuramente le rughe…- rispose, stiracchiandosi vistosamente.
SDENG! Una sonora ventagliata colpì il ragazzo in piena nuca. Ayako si sbellicò, poi continuò in tono minaccioso. –Non mi sfidare, caccola di una matricola! Avresti la peggio! E ora, finisci quel capitolo, sennò ti spacco le rotuline sante!-.
-Ayakuccia mia, quanto sei “virile”! Mi piaci tanto quando sei così… cafona!-. Miyagi era in completo deliquio, tralasciando così la sintesi del capitolo di letteratura che stava studiando.
Rei, in piedi al suo fianco, gli diede una dolorosissima schicchera sull’orecchino. Si chinò e gli sussurrò –Miyagi, la tua situazione sportiva è già sufficientemente complicata vista la tua altezza. Ecco, sappi che ho il potere di peggiorarti la cosa…- e mimò il gesto di spezzare qualcosa.
Il playmaker la guardò con tanto d’occhi, deglutì e tornò subito al suo libro.
-Hihihi, eccoli qui: il Corto e lo Svelto! Che seghe nere! Il qui presente onnisciente genio, invece, non ha nessun tipo di problema… Imparate, sciocche. Imparate!- li sbeffeggiò Hanamichi.
-Ehm, Sakuragi…- una vocetta turbata gli arrivò dalla spalle.
-Dimmi Kogure, amico mio carissimo. Che notizie mi porti? Che i miei esercizi sono tutti perfetti? Non avere paura a dirlo davanti a tutti, anche se sai che queste pippe si sentiranno molto sminuite dal mio talento innato anche per lo studio. AHAHAH!-.
Kogure era basito. –Veramente, Sakuragi… Nove su dieci-.
Hanamichi si gonfiò come una fagiano reale. –Nove su dieci, giusti! Ah! Incartate e portate a casa, rosiconi!-.
-Hanamichi, mi dispiace dovertelo dire… Ma nove su dieci sono sbagliati!- lo corresse Kogure.
Una risata generale si alzò nella saletta. –Zitti, bastardi!- mugugnò il rosso, stritolando la penna che teneva in mano.
Tutto sommato la mattinata di studio stava procedendo discretamente, tenendo conto del livello di indisciplina dei ragazzi.
-Mitsui, sei sicuro di aver svolto l’esercizio nel modo giusto?- chiese Akagi, sbirciando il quaderno del compagno.
Quello aguzzò la vista sui numeri. –No, sono sicuro di aver sbagliato qualcosa. Solo che non riesco a trovare l’errore…- rispose in tono preoccupato.
Una voce lo distrasse per un secondo. –Akagi, il ragazzo è troppo variabile. Il suo problema è che non è costante. Mettici una x sopra…-.
Si voltò e scoprì che era stata Hosaki a parlare. Era in piedi tra lui e Miyagi, e lo guardava dall’alto in basso. Digrignò i denti. –Impicciati per te, capocciona!- e con quelle parole tornò al suo problema di algebra.
Ma che vuole questa da me. Variabile, non costante, una X sopra…Ma guarda ‘sta str…
Non finì di formulare il pensiero. L’occhio gli era caduto su un passaggio dell’equazione in cui aveva messo una variabile y e da quel punto i conti non gli tornavano più.
Sbarrò gli occhi, poi cambiò la variabile con la costante x. Due minuti dopo, aveva risolto il problema. -Akagi, è andata!- esclamò.
L’altro gli annuì, dopo di che alzò uno sguardo sorridente e soddisfatto alla persona che gli stava accanto in piedi. Anche Mitsui alzò lo sguardo, ed incontrò quello di Rei. Un brivido gli serpeggiò caldo lungo la schiena quando la ragazza gli fece l’occhiolino, per poi tornare ad aiutare Ryota.
-E’ davvero unica…- mormorò Akagi, senza toglierle gli occhi di dosso.
Mitsui scrutò di sottecchi il suo compagno. Si stava comportando in modo strano, non lo aveva mai visto in quella veste. Ci doveva essere qualcosa sotto. E, anche se non sapeva bene perché, la cosa lo turbava.

 Dopo cena uscirono in giardino, ognuno con una bibita fresca in mano. Il pomeriggio era stato ancora una volta molto duro. Avevano effettuato un’altra sessione di allenamento in piscina, questa volta avevano allenato tanto la resistenza ed il fiato. A fine seduta ognuno di loro fu costretto a bere un’intera bottiglia di integratore al potassio, poiché erano tutti stremati.
Era una bella serata, il cielo era pieno di stelle e l’aria era tiepida. Seduti per terra, c’era chi optò per una partita a carte, chi chiacchierava del più e del meno, o chi si riposava semplicemente.
Improvvisamente la cognata del signor Anzai, la gentilissima Hayuri, uscì in veranda e chiese –Rei Hosaki?-.
La ragazza era seduta sotto il grande albero, con la schiena appoggiata al tronco mentre guardava il cielo e di tanto in tanto scribacchiava qualcosa. –Si?- rispose con poco interesse.
La signora sorrise bonariamente. –Una telefonata per te-.
Nessuno fece caso alla cosa, d’altronde era normale. Tutti loro almeno una volta avevano ricevuto una chiamata dai familiari, dato che Akagi aveva proibito l’uso dei cellulari. Ma lei no. Era perplessa. Chi poteva essere a cercarla lì? Raggiunse il telefono nella piccola reception.
-Sono Hosaki. Chi parla?-.
Una voce squillante quasi le perforò un timpano. –Rei! Brutta cretina che non sei altro! Si può sapere perché sei sparita senza dirmi una fava? Vacca bastarda, mi stavo preoccupando!-.
Sorrise. Avrebbe dovuto arrivarci da sola: Mayumi. Era la sua amica del cuore, il suo angelo custode. Probabilmente una delle poche persone a cui voleva veramente bene, e viceversa.
Non frequentava lo Shohoku come lei, ma andava nell’istituto femminile Fukuoka. Era una ragazza carinissima, solare e alla moda. Si erano conosciute all’asilo e da quel momento erano rimaste inseparabili.
-Non ti ho detto niente perché sapevo che non avresti perso un secondo per rompermi le balle! Piuttosto, come mi hai trovato?-.
-Che cacchio di domande fai?! Ho dovuto fare un milione di telefonate! E che figure caccolose che ho fatto! Guarda, lasciamo perdere, che ti meriteresti una punizione corporale delle peggiori!-.
Rei rise. Mayumi era buffa, ed era l’unica ormai capace di suscitarle quella reazione. Si stava sbellicando, mentre immaginava l’amica al telefono che inventava scuse assurde per avere notizie su di lei. Le stavano venendo le lacrime, e si accorse di essere felice di sentirla. 

Mitsui stava tornando in giardino dal bagno. Era nel corridoio quando sentì una risata femminile provenire da dietro l’angolo. Non era Ayako, la sua voce la conosceva bene, e nella pensione non c’erano altri ospiti oltre loro. Rimase di stucco. Sarà davvero lei? Lei che ride?Incredibile pensò. Fu più forte di lui. Rimase dietro l’angolo e origliò.

-Dai, May! Calmati! Ti chiedo scusa…- disse Rei, con la voce ancora rotta qua e là dall’eccesso precedente di risa.
Il tono di Mayumi, che fino a quel momento era stato ilare e spensierato, cambiò radicalmente. Divenne serio e teso. –Che cavolo stai facendo, Rei? Quando ho saputo dove eri ci sono rimasta un attimo. Ma quando mi hanno detto CON CHI, un altro po’ e mi prende un colpo apoplettico e ci resto secca!-.
Gelo. –Non preoccuparti, Mayu-chan. E’ tutto ok. Non c’è nessun problema…- rispose l’altra, con voce glaciale.
-Bene un par di palle, Rei (nota espressione della zona sud di Kanagawa... Anche Mayumi, come Hana, è profonda conoscitrice dei dialetti! ndAutrice)! E poi non tenere questo atteggiamento con me! Non serve che fai la parte di quella granitica, tanto ti conosco come le mie tasche. Puoi rilassarti cinque minuti, no?! E che cacchio!-.
Rei si lasciò cadere sulla sedia della reception e sospirò. –Scusa, hai ragione. In effetti non è così semplice come l’avevo immaginata, May. Un conto è starci a contatto a scuola, che se non voglio non lo vedo. Ma qui… Non lo so che mi è passato per la testa… Forse perché pensavo che questa fosse l’occasione che ho aspettato per tre anni. E oltretutto me l’ha anche servita lui su un piatto d’argento! Non lo so, May…-.
Mayumi tacque qualche istante. –Dimmi come ti senti, quello che pensi… Tutto! Liberati Rei…-.
-Mi sento strana. Pensavo che questo fosse finalmente il momento della rivalsa. Mi sono addirittura sbilanciata avanzando pretese! Nessuno come te può capire, May. L’unica domanda che mi viene da farmi è questa: di chi sono stati i miei ultimi tre anni? Di Rei Hosaki o di Takenori Akagi?- concluse in tono sommesso.

 Mitsui era a bocca aperta. Così anche la terribile Rei Ice-aki in realtà era umana e aveva un cuore. E purtroppo un cuore ferito, non c’era più dubbio. L’ultima cosa che avrebbe potuto immaginare, però, era che il ragazzo che le aveva fatto del male fosse proprio il capitano Akagi. Gli sembrava assurdo, come se stesse ascoltando la trama di un film.
Rimase stupito. Era sicuro che se avesse scoperto il punto debole della strega, avrebbe sadicamente gioito e glielo avrebbe ritorto contro. Ma qualcosa era cambiato. Già quella mattina aveva intuito che sotto sotto potesse esserci dell’altro, ma aveva imputato il comportamento di lei al tentativo di metterlo in difficoltà. Ma non era così. Anzi. Provava una ridda di sensazioni contrastanti. Prima fra tutte il fastidio. Perché, poi, non se lo spiegava. E ancora rabbia, e sollievo.
Si sporse leggermente a guardare cosa succedeva alla reception. Hosaki continuava a parlare, ora visibilmente più tranquilla. Poi, improvvisamente, sorrise. Totalmente, sinceramente, limpidamente.
Cazzotto nello stomaco, e Mitsui rimase senza fiato. 
Con un’ultimo saluto e la promessa di risentirsi presto, lei chiuse la conversazione ed uscì di nuovo a raggiungere il resto della banda.
Lui si sentiva strano. Una strana rabbia gli salì da dentro. Chi sei davvero, Rei Hosaki?E cosa stai facendo?pensava, mentre anche lui riprendeva la strada per il giardino. Prima di arrivare, però, si chiese perché ora avere una risposta alle sue domande fosse diventato così importante.


Per inciso: generalmente odio il lunedì! Invece, da quando pubblico qui, mi ritrovo quasi quasi ad essere contenta di cominciare la settimana, ansiosa di aggiornare per i miei lettori. Allora, che dire? Sono letteralmente sconvolta! Quando ho cominciato a scrivere questa fanFic tutto pensavo fuorchè potesse risquotere tutto questo successo! Sono davvero contenta…
Passando al nuovo capitolo: come avrete capito, la new entry è Mayumi. Per ora la sua è una presenza un po’ aleatoria… Ma dopo, chissà!
Per ora mi interessa davvero conoscere le vostre impressioni su come la storia sta evolvendo… Ah, a proposito: nel prossimo capitolo avrete finalmente delle risposte riguardo a Rei… Ma non vi anticipo nulla! (Pappappero-Pappappà!!)

Angolo delle “Letterine”:

Darkness= Buondì! In questo capitolo, avrai notato, ho lasciato splendere parecchio la “stellina” di Mitsui. Era doveroso, anche perché, tra un po’, il suo personaggio avrà una rilevanza quasi assoluta all’interno dell’economia di questa ff. La mia paura è quella di portarlo troppo OOC. Ma, detto tra noi, anche se dovesse essere, non me ne potrò fare un cruccio perché dovrò metterlo in relazione con altri personaggi in modalità che non sono presenti nella storia originale. Comunque prometto di mettercela tutta! Per quanto riguarda Rukawa, il tuo discorso è stato molto “ispirante” ed esaustivo, tanto che ho avuto un paio di idee interessanti che vivacizzeranno la storia, stuzzicheranno i suoi Fans e non lo allontaneranno troppo dall’ Origina Character. Grazie per l’osservazione tecnica che mi hai fatto sull’allenamento atletico di Miyagi. Anche se, a dirla tutta, prima di scrivere lo scorso capitolo, ho parlato con un mio amico intimo che è preparatore atletico e mi sono fatta consigliare da lui… Sai, deformazione professionale! Non lascio nulla al caso!! Mi raccomando, mi aspetto ancora tanti commenti interessanti da parte tua! Un mega salutone!

Shasa= Ma… Grillino mio!! Sei stata estremamente clemente con me, lo scorso capitolo! Meno male, vuol dire che sto migliorando sensibilmente e che riesco a venire incontro anche alle esigenze di “palati finissimi” come il tuo… No?! La cosa che mi ha reso particolarmente fiera, leggendo il tuo ultimo commento, è stata quella di riuscire a trasmettere immagini realistiche ed esaustive tramite le parole. Ciò implica che tutti i miei sforzi stanno convogliando dalla parte giusta, e che lo stile di scrittura è quello giusto per una ff di questo stampo! Come sempre, grazie di avermelo fatto notare, mi sforzerò di continuare su questa linea. Per quanto riguarda l’eccessiva “remissività” di Ayakuccia: bhè, teoricamente avresti ragione. Ma praticamente voglio ricordarti una cosa: Rei incute timore. Come tipologia di persona è molto simile ad Akagi, e poi non dimentichiamo che per Ayako è pur sempre una Senpai. Viene da se’ che anche un “peperino” come Aya-chan ci pensa due volte prima di sfoderare il suo caratterino con una come Ice-aki. D’altro canto, Ayako è fumantina, mica masochista!!! (… ci tengo a rimanere viva il più possibile!! §___§ ndAyako). E comunque, come avrai visto, in questo capitolo ha già ripreso tutta la sua verve!! Ebbene: che ne pensi, allora, del rapporto Rei-Mitsui… Senza falsa modestia: a me piace come sta evolvendo! Fammi sapere tutto-tutto riguardo alle tue impressioni! Aspetto ansiosamente domani! Baci-baci!

Sere4Ruru= Eccomi qui… Carissima! Dai, sono convinta di non averti deluso nemmeno con questo capitolo! Che ne pensi di Rei, nel suo insieme di rapporti con gli altri personaggi, a questo punto della storia? Te lo chiedo perché, nel prossimo capitolo, potresti cambiare idea su molte cose!! E di Mayumi? So che il suo apporto alla storia per ora è minimo, ma… Per ora ti ispira? Fammi sapere! (Ps= troppo tardi! Ormai l’idea del Cross Over SD/Death Note s’è troppo radicata nel mio cervello… Avrai presto mie notizie!!!). Many kisses to you!

Aka_Z= A noi, carissima concittadina, nonché lettrice accanita, nonché sostenitrice morale!! Come sempre, non mi deludi: i tuoi commenti sono per me delle vere scosse energetiche, che mi portano ad essere propositiva ed “ispirata”!! Mi fa enormemente piacere il fatto che tu abbia notato come, nonostante i filoni portanti della storia stiano diventando man mano più evidenti, io mi sforzi al massimo per ritagliare un posticino un po’ a tutti, cercando di dare visibilità anche ai personaggi “sfigati” della serie. Chiamala deformazione professionale, ma amo scrivere “a tutto tondo”, mantenendo una certa coerenza e cercando di tralasciare meno dettagli possibili (pur non “appallando” in modo eccessivo il lettore). Vedo che ormai un dettaglio chiave ti è evidente e non è passato inosservato ai tuoi scaltrissimi occhi… Mi raccomando, non perdere di vista quel blocco nemmeno per un istante… E mi raccomando, non perdere d’occhio nemmeno Rukawa. Non ti dico più nulla in proposito… Muta fui!! Bhè, che ne pensi, invece, di Mitsui? E di Mayumi? Devo sapere assolutamente tutte le tue opinioni in merito, perché questo è un capitolo chiave, anche se non sembra! Ah, a proposito: preparati, perché il capitolo di domani te lo dedico! Un mio omaggio nei tuoi confronti! Un bacio enorme alla mia supporter capitolina!!

War= Ah! Altro giro, altra corsa… Altra lettrice!! Comincio con il dirti la cosa più importante: grazie mille! Sono davvero felice di avere anche te tra le file di coloro che si stanno appassionando al mio modo di scrivere, ma soprattutto a questa storia. Spero che, andando avanti, riuscirò a mantenere vivo il tuo interesse e che, perciò, continuerai ad accordarmi la tua preferenza!! Parlando di Ice-aki: in effetti credo che sia un personaggio strutturalmente ben riuscito, e tieni presente che ancora non siamo arrivati al suo punto di svolta, nella storia. Mi raccomando, devi leggere il capitolo che pubblicherò domani, perché dissiperò ogni tuo dubbio a riguardo dei suoi rapporti con il mitico Gory. Mi dispiace di averti deluso riguardo la New Entry (che, come avrai capito, è Mayumi) ma… Ti farò una confidenza: anche io amo profondamente Sendoh… Perciò… (e non dico più nulla!). Rukawa lo sto preparando ben bene: avrai sue notizie tra qualche capitolo! Che ne dici di Mitsui, in questo capitolo? Probabilmente lo dovrò portare un po’ OOC, ma riflettendoci bene neanche troppo… Stai sintonizzata, comunque, in modo da potermi dire cosa ne pensi… Nel prossimo capitolo, tra l’altro, capirai anche il motivo per cui, in realtà, Akagi non è assolutamente OOC a mio parere! Mi raccomando, continua a commentare! Besos!!

Scorpy= Ahahah!!! Ma cara! Era il minimo che potessi fare, l’inserirti tra i preferiti! Purtroppo in questi giorni sarò un po’ oberata di lavoro, ma promette che presto leggerò tutti i tuoi lavori! E non essere così severa con te stessa (per inciso: circa un mese fa, casualità!, avevo cominciato a leggere “Love Therapy” e mi stava piacendo molto… Non capisco davvero perché non la continui! E’ carinissima!! Dai! Fallo per me!!), a me non dispiace affatto come scrivi… Cercherò, comunque, di farti un po’ da “consulente” se ti fa piacere! Mi raccomando! Ci tengo! Se ti può consolare, questa ff ne avrà ancora per un po’, e poi… Ci sarà un seguito! Quindi posso dirti che non ti lascerò in “astinenza” per troppo tempo! E poi… Grazie, grazie, grazie e ancora grazie! Le tue recensioni entusiastiche mi infiammano e mi spingono sempre più a fare meglio!! Mi raccomando, i tui commenti per me sono importanti, quindi… Non mollarmi! Voglio sapere assolutamente cosa ne pensi della piega che sta prendendo tutta la faccenda e… Devi assolutamente leggere il capitolo di domani! Un bacio ed un abbraccio fortissimi!

Ed anche per oggi direi che è tutto… Voglio che sappiate tutti che mi sto scervellando e spremendo come un limone per finire la storia e per non renderla troppo banale… Voglio solo il meglio, per i miei supporter! Ora scappo, così magari riesco ad evadere i miei impegni lavorativi in mattinata e poi ricomincio a scrivere!
Un saluto “impegnatissimo” da LightDN

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Cap.12 ***


Dedico questo capitolo alla mia lettrice e supporter Aka_z… Perché, per sua immensa gioia, oggi verranno svelati alcuni segreti della sua “fav ship”!! 
Buona lettura a tutti!!

 





Il sole stava sorgendo e Akagi era già in giardino. Voleva stare un po’ da solo e approfittarne per fare una seduta supplementare di stretchig per dare sollievo ai muscoli indolenziti dall'eccesso di acido alttico, così si era alzato prima dell’alba.
Si stirò cercando di mantenere la posizione il più possibile e nel frattempo si ritrovò a riflettere: erano già un paio di giorni che un pensiero lo assillava e il viso di Rei gli si era letteralmente marchiato a fuoco nel cervello. Avvertì una fitta alla bocca dello stomaco ed inspirò sonoramente mentre senza che lui potesse farci niente un ricordo gli si affacciava alla mente…


Cortile della scuola media Kitamura, ramo Shi Tomigaoka.
Un ragazzo dell’ultimo anno si esercita a tirare a canestro ma la maggior parte dei lanci non entra.
Dietro di lui, accanto ad una cesta metallica colma di palloni, una ragazza. Dopo ogni tiro è pronta a passargli un nuovo pallone e quando la cesta si svuota corre rapida ed efficiente a raccogliere le sfere per permettergli di allenarsi.
Finito l’allenamento lei gli passa la bottiglia dell’acqua ed un asciugamano. Lui si rifocilla, poi la ringrazia.
Lei gli risponde con il sorriso più bello e dolce che lui abbia mai visto.
Gli dice qualcosa ed entrambi ridono…



Gli sembrò strano ripensare a quegli avvenimenti dai quali sembrava fossero passati un milione di anni, invece erano solo tre.
Solo tre anni. Pochi. In realtà, infiniti.
Aveva cercato in tutti i modi di non pensaci e per un lungo periodo c’era riuscito concentrandosi sulla scuola e sul basket.
Il basket…


- Il basket è tutta la mia vita, devo farcela assolutamente. Lo so che non sono ancora bravo come dovrei ma ora che passerò alle superiori sarà un’altra cosa. Ne sono certo! -.
Sono seduti a bordo campo. Lei gli sorride ancora e i suoi occhi sono la cosa più bella del mondo. 
- Certo che ce la farai, Akagi. Sei fantastico, come potresti non riuscire?! - gli dice con calore.
Lui la guarda di sottecchi e si chiede se senza di lei ce l’avrebbe fatta. - Andrò allo Shohoku. Non è molto rinomata ma penso che potremo fare bene. Anche Kogure verrà con me… -.
- Sai, stavo pensando di venire anche io allo Shohoku… Certo, mi converrebbe iscrivermi al Fukuoka con Mayumi, ma non ne ho voglia. Il mio posto non è là… -. Lo guarda con un sorriso e aggiunge
 - Akagi-kun, il mio posto è accanto a te… -.
Il ragazzo si irrigidisce visto che sa a cosa lei si sta riferendo e capisce che ormai ci sono, è il momento di affrontare la cosa. Preferirebbe morire, ma è necessario.
- Hosaki, sarebbe bello se tu venissi… Sei la mia migliore amica, ma... Credo che non sia la cosa ideale per entrambi -.
L’ha colpita, glielo legge in faccia in quell'espressione stupita, sconvolta e confusa.
- Perché dici così, Akagi?  E poi… Che vuol dire che sono la tua migliore amica, mi prendi in giro?! Possibile che tu non abbia capito niente fino ad oggi?! Takenori io ti… -.
- Non dirlo! -. 
La blocca. Non può permettere che pronunci quelle parole anche se il suo cuore urla per farla finire di parlare. Ma la sua mente è lucida, ed agisce. Gli serve un’argomentazione inoppugnabile e non ci mette molto a trovarla, anche se preferirebbe tagliarsi una mano piuttosto che dover fare ciò che invece alla fine fa..
- Hosaki,  lo sai che ti sono grato per tutto quello che hai fatto per me, ma questo è tutto! Dai, lo devi ammettere: siamo due mondi opposti, con obiettivi diversi, gusti diversi… E poi io ho un sogno da realizzare e non posso permettermi di avere pesi morti che non reggono il mio passo. E non solo nel basket -.
Gli occhi di Rei si gonfiano subito di lacrime, ma un grande orgoglio traspare dalla sua voce. - Stai dicendo, che non sono degna di essere ricambiata da te? Non sono abbastanza grintosa e tenace? Non sono abbastanza preparata, intelligente o realizzata?  NON SONO ABBASTANZA PER TE? -.
Sa che basterà dire solo quella parola. Dopo di che la sua vita si spaccherà a metà e lui potrà proseguire per la sua strada.
- No, Rei. Non lo sei -.
E’ sufficiente. Lei si alza, lo guarda con rabbia disperata e scappa.
Lui rimane là, seduto, guardando il soffitto della palestra.
Il tempo passa ma lui non calcola quanto, tanto è il senso di vuoto che prova in quel momento. E poi una mano lo scuote.
Alza gli occhi, lo sguardo vacuo.  E’ Kogure, che lo fissa preoccupato.
- Akagi, ma che ci fai ancora qui e perché hai quella faccia? Dov’è Hosaki? Che cosa è successo? -.
Takenori si alza e, per la prima volta dopo tantissimo tempo, abbassa la testa sulla spalla dell’amico e piange.



Uno strascico di rabbia sorda riaffiorò dai ricordi di Akagi. Avrebbe voluto smettere di pensarci, ma non ci riusciva. Aveva seppellito quegli eventi per troppo tempo, e ora che era vicino a lei tutto il giorno non riusciva più a tenerli a freno...


Finalmente le superiori.
Lui e Kogure sono entrati nel club di basket dello Shohoku. La squadra non è forte e l’infortunio di Hisashi Mitsui, matricola talentuisissima e leader indiscusso della squadra, non fa che peggiorare questa realtà eppure lui è convinto che con il tempo le cose andranno meglio. Prima o poi parteciperà al campionato nazionale, ne è certo.
Alla cerimonia di apertura l’ha vista: alla fine anche lei si è iscritta allo Shohoku.
Teme il peggio ma, con sua sorpresa, Rei non lo cerca mai e mai si incrociano. Fortunatamente non sono nemmeno in classe insieme.
Si sente sollevato eppure, per qualche altro verso, è infastidito. Gli sembra come se tutto il tempo passato e le cose vissute insieme non fossero mai esistiti.
L’anno passa e lui viene a sapere una serie sconcertante di cose: Rei è la prima nella graduatoria dei voti del primo anno, è entrata nel club di atletica ed ha passato le eliminatorie di distretto.
Ma non è più lei. Da quello che ha sentito raccontare è una creatura fredda, dal carattere duro, eppure nonostante ciò ammirata da tutti per l’orgoglio, il carisma, l’intelligenza e la preparazione. Ormai è un’icona. E lui capisce cosa sia successo.
Infine accade.
Una sera, alla fine dell’anno scolastico, lui sta uscendo da scuola da solo. Lei è là appoggiata al cancello d’entrata.
Da lontano si guardano. Lui si avvicina e, ancor prima che sia arrivato, lei gli dice con un tono algido ma deciso - E ora è abbastanza per te? -.
Si sente come se il cuore gli scoppiasse nel petto e per un secondo teme di perdere il controllo e di mandare tutto all’aria.  Ma sa che deve resistere. Prende un grosso respiro e le passa accanto. Senza guardarla. Senza parlare. Come se non esistesse, si allontana.
Alle sue spalle sente solo un urlo disperato - Perché?! Dimmelo! Perché?! -.



Strinse forte i pugni.
Se le cose fossero continuate ad andare così bene avrebbe sicuramente dovuto rispondere a quella domanda.
 





*La posta dell'Autrice* ^^
TA-DAAAAA!!! (a questo punto mi piacerebbe proprio avere un pupazzettino in super deformed che compare in questi momenti topici… Come il “Dr. T” nell’anime… Però capisco che solo i miti come il Sensei Inoue possono permettersi un lusso del genere! Troppe bistecche evo mangiare, ancora, prima di arrivare ad avere un “Mini-Me”!!!!).
Eccoci di nuovo qui… Sentite, dite quello che volete… Ma a me questo capitolo piace tantissimo! Ritengo mi sia riuscito mooolto bene! Spero, così, di aver reso chiara tutta la situazione strana che si profilava dietro al rapporto Ice-aki/Akagi… Come sempre, non esimetevi: FATEMI SAPEREEEEEEEEE!!! ^_____^
And now…. La rubrica del martedì…”Ditelo a Miss LightDN”:
Xamia= “Umf, idiota”!... Ahahah!!! Calcola, questa frase te la voglio troppo dedicare, in previsione degli eventi futuri che accadranno, e che tu già conosci!! Cmq, Tesoro del mio ingegno stimoltato, grazie un milione per il tuo supporto che, già sapevo, sarebbe stato immancabile!!! Mi raccomando, nonostante tu sappia già tutto… Commenta lo stesso! Così dai il buon esmpio!!! I love you!
 Sere4Ruru= Ebbene, mia cara… Questo capitolo è molto interessante… No?! Sviluppi inattesi, verità che finalmente vengono a galla… Dai, devi darmi un giudizio dei tuoi!! Ah, a proposito… Il prossimo capitolo, invece, lo dedicherò a te… Non ti dico perché, ma se attuerai la tua “minaccia” anche domani, lo scoprirai!! Bacino e… Enjoy it!!
 Aka_z= Carissimaaaaaaaa!!! Ma dimmiiiiii!!!! Che ne pensi? Ti è piaciuto il “tuo” capitolo? Come avrai ormai capito, l’ho voluto dedicare a te perché spiega a 360° la vera natura del rapporto tra rei e Takenori… Ed essendo tu una fan sfegatata di questo pairing, potevo non dedicartelo?! Spero vivamente che sia stato di tuo gradimento, soprattutto perché in questa sede ho tirato fuori la parte più “profonda” di Akagi, quella che forse nella storia originale viene un po’ trascurata… Ed ora, ho bisogno davvero del tuo parere spassionato… Sii brutale, se serve! Era un capitolo un po’ difficile da trattare, e ce l’ho messa tutta… francamente penso di essere andata anche abbastanza bene! Dai… Let me know!! (Cmq, per la cronaca: sono contentissima di averti resa felice con la mia dedica… Sicuramente non sarà l’ultima, promesso!).
Mi è piaciuto molto leggere le tue impressioni sul rapporto che si sta instaurando tra Rei e Mitsui. Comunque mi riservo il diritto di non dire nulla… Altrimenti ti rovinerei la sorpresa! Sai, mi piace davvero il tuo modo di sviscerare ogni capitolo… Questo vuol dire che leggi con attenzione, e la cosa mi rende davvero felice! Ahahah… Non te lo aspettavi cha anche Mayumi fosse un tipo così “allegro!, eh? Ma siamo ancora agli albori del suo personaggio, il meglio deve ancora venire! Ihihih… Per quanto riguarda la situazione famigliare di Rei, questo sarà un particolare che svelerò più avanti, perché è legato ad un altro dettaglio essenziale ai fini dell’andamento della narrazione.
Chiedo venia per essere stata poco chiara nella scorsa risposta che ti ho dato… Indubbiamente il blocco (dai, ormai è lampante come il sole!) avrà una certa rilevanza, e tra poco esaurirà la sua funzione… Però, ahimè!, con la nosta “baka kitsune” c’entra poco e niente! In realtà ti avvertivo di tenere d’occhio Rukawa perché il suo personaggio sta per avere una svolta notevole, che darà uno scossone a tutto l’andamento della storia! Non mi credi? Leggi il capitolo di domani!! ^___^
Ahahah… Allora ti mancherà, la mia ff, una volta finita, eh?! Dai, se la cosa può farti rilassare, posso dirti che ne avremo ancora per un mesetto almeno! E poi, carissima, l’ho anticipato anche qualche tempo fa: ho in progetto di scrivere il seguito! (Un progetto ambizioso, a dire il vero… E anche rischioso, visto il successo di questa storia… Vabbè, meglio non pensarci!). Che altro dire? Non tradirmi e resta con me!! PS: Ti lascio il mio contatto Messenger, nel caso volessimo fare 2 chiacchiere al di fuori di questo sito: p_frappy@hotmail.it. Ti prometto altre emozioni! Bacissimissimi alla mia lettrice più affezionata! A domani!
Darkness= Ci credi che quando ho letto la prima frase del tuo ultimo commento, un altro po’ e ci rimanevo secca per le grandissime risate che mi sono fatta?! Ahahah!!! In effetti, ora che mi ci fai pensare, il povero Mitsui è condannato ad un destino di cessi e bagni!! Cmq, giuro: non era voluta! (ma mi hai fatto ammazzare dalle risate!). Ebbene, con questo capitolo, l’ho scacciata la pulce che ti era arrivata all’orecchio? Purtroppo in questa sede ho esaurito solo una parte del passato di rei, ma almeno ritengo di aver dato una spiegazione abbastanza esauriente al suo carattere molto particolare… Vabbè, in sostanza spero proprio che la questione ti abbia aggradato!! Fammi sapere cosa ne pensi! Ah, mi raccomando: domani c’è in previsione un capitolo “succosissimo”… Mooolto particolare! Attendo tue notizie! See you tomorrow!
Shasa=  Viva viva il mio grillino!!! Carissima! Mi stavo preoccupando, ieri… meno male che stamane ho trovato il tuo commento, altrimenti ci sarei rimasta davvero male! (scherzo, non pretendo mica una “fedeltà” totale! Però… ^___^). Quindi: che ne pensi di questo capitolo? Indubbiamente non è proprio in linea con la narrazione alla Inoue, però era indispensabile… In realtà anche il Sensei si è prodigato in parti narrative più serie, in cui i personaggi riflettono sulle motivazioni che li hanno condotti dove sono in quel momento (Akagi stesso, durante la partita con il Kainan!). Spero solo di essere stata all’altezza una volta di più! E questo, solo tu puoi dirmelo con vera e spassionata oggettività (sai che mi fido di te, in quanto mia “coscienza” artistica!). Sappi una cosa, mia cara: mi hai reso FE-LI-CIS-SI-MA riguardo l’osservazione che mi hai fatto su Mitsui. Riuscire a mantenerlo IC è stata una cosa difficilissima… E devo dire che, fino ad ora, è uno dei personaggi che mi piace di più… Eppure… Migliorerà! Eccome se migliorerà! Hihihih… Ho in serbo assi nella manica che voi, “miei piccoli Puffolini”, non potete neanche immaginare! Ajuàajuà (risata alla Sakuragi!)… ehm… Tornando a noi: mi raccomandissimo al prossimo capitolo! Ho amato in modo particolare scriverlo, e credo che rappresenti una svolta un po’ per tutta l’economia della storia… Devi leggerlo e commentarlo assolutamente, Grillino mio! ;)… Un bacio grande a te, aspetto con ansia di sapere tutte le tue impressioni! See you tomorrow!
 
Ed anche per oggi, direi che siamo agli sgoccioli… Comunque, miei cari, voglio che sappiate che sto davvero lavorando sodo perché siate soddisfatti di questa storia… Sto macinando capitoli su capitoli per cercare di non arrivare sguarnita ed offrirvi, perciò, un aggiornamento quotidiano!! 
Rimango sempre in attesa di consigli, opinioni o anche critiche, se necessario… Solo il meglio, per i “miei piccoli Puffolini Adorati”!
Ora vado, altrimenti rischio che il mio capo si arrabbi, si unisca ad Hotta ed agli ex amici di Mitsui e… Mi distrugga la vettura! 
Un bacio “puffolinoso” !

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Cap.13 ***


Buongiorno a tutti i miei bellissimi lettori! Anche stamattina voglio fare una dedica speciale ad una delle mie affezionate supporters… Questo capitolo, infatti, è dedicato interamente alla carissima Sere4Ruru… Perché dopo aver letto queste righe, potrà fare solo due cose, rispetto un “certo personaggio”: amarlo di più oppure ripensarci!!!
Buona lettura a tutti!

 




Le luci, tante e fortissime come non ne aveva mai viste.
La gente, talmente tanta che per un attimo si sentì intimorito.
E poi giornalisti, cronisti, persone dello staff…
Ricevette la palla e la tirò a canestro da fuori area. Ciaf! Un magistrale tiro da 3 punti. Il pubblico era in delirio.
La sirena suonò, chiamando la fine del riscaldamento. Bevve, si asciugò il sudore ed iniziò a guardarsi intorno. Scariche elettriche gli pervadevano i muscoli ed un colpo secco di adrenalina gli salì al cervello. Divenne pallido, ancora più del solito, ma non si era mai sentito così felice in vita sua. Sentì una grossa mano dargli una pacca sulla spalla, e quando si voltò incontrò lo sguardo fiero e combattivo di un gigante nero. Percepì una contrazione al lato della bocca constatando che la divisa nera e verde smeraldo su quell’enorme atleta di colore faceva tutt’altra figura rispetto che su di lui, più basso e dalla pelle diafana.
- Ready for glory, amazing rookie? - lo apostrofò quello.
Lui abbozzò un sorrisetto e alzò il pollice in su. Si sollevò in piedi e la voce dello speaker chiamò le squadre in campo, iniziando dal quintetto avversario, nelle loro divise bianche e viola.
Le due mascotte a bordo campo si stavano scatenando, richiamando l’attenzione degli spettatori ed incitandoli al tifo più indiavolato. Sembrava di essere in un universo parallelo in cui un grosso dinosauro rosso sfidava un minuscolo lepricauno irlandese a stimolare l’euforia di chi era accorso per assistere al match.
Finalmente era il turno dei padroni di casa. Uno ad uno i suoi compagni vennero chiamati in campo dalla voce folkloristica ed altisonante dello speaker: Rondo, Ray Allen, Pierce, Perkins.
Un brivido misto di paura, emozione, felicità ed esaltazione si fece largo nelle sue viscere mentre tutto intorno era delirio. Finalmente il suo grande sogno si era realizzato.
- And now, for the first time in this country: an oriental star comin’ to give us maaany emotions! The last, but not least, discovered phenomenon … Ladies and Gentlemen: KAEDE RUUUUUUUKAWA! -.
Ru-ka-wa, Ru-ka-wa, Ru-ka-wa…  Il pubblico gridava il suo nome e lui raggiunse il parquet per ricevere gli onori che aveva tanto sognato. Ce l’aveva fatta: era in NBA.
Ru-ka-wa, Ru-ka-wa, Ru-ka-wa… Improvvisamente, in lontananza, percepiva come se il delirio di voci diventasse una sola. Sempre di più. Ed uno strano torpore si impossessò di lui…
- Rukawa? Rukawa? -. La voce ora era vicinissima al suo orecchio. - Rukawa? Svegliati! -.

Aprì lentamente gli occhi e subito sentì come se un enorme cazzotto lo avesse centrato alla bocca dello stomaco: stava sognando e la voce che lo chiamava era quella di Rei Hosaki, che ora lo fissava seria e irritata.
Si riscosse. Prese a guardarsi intorno, come se tutte le altre persone nella stanza fossero aliene. Lo fissavano tutti. E allora u
na rabbia sorda lo colse talmente tanto a fondo che quasi gli venne da piangere. 
- Ah ah ah! Rukawa, sei un vero deficiente! Parlavi nel sonno e deliravi! Com’era? Non ricordo bene ma eri uno spasso, un vero invasato! AHAHAH…AIOOOOHHH! -. Hanamichi passò dalla sua solita risata sguaiata ad un grido di dolore.
Infatti Ayako, che lo stava seguendo quel giorno, gli aveva spappolato un orecchio con un pizzico.
- Zitto, stupido deficente, non è che tu sia tanto meglio! Almeno lui i deliri di onnipotenza li ha nel sonno, tu invece straparli da sveglio! Ora taci e studia, spastico! - e giù di ventaglio sulla nuca.
Miyagi, senza farsi vedere da Akagi che era seduto accanto a lui, lanciò prima uno sguardo rapido ad Hanamichi poi uno a Rukawa. Sghignazzò, silenziosamente ed assunse la sua solita espressione che diceva Dementi.
Rukawa sentì nuovamente la voce di Hosaki accanto a lui nel cui tono colse che non stava scherzando né voleva essere provocatoria, semplicemente era furibonda e sdegnata. - Te lo giuro, non capisco se lo fai apposta o sei proprio così… Non so più che devo pensare di te. Hai un sogno, una cosa grande, serissima... E tu che fai? Dormi! Ma lo sai cosa vuol dire la parola “sacrificio”? Sei un bamboccio immaturo, Kaede Rukawa, e stai dimostrando che quel sogno, tu, non lo realizzerai mai -.
Cadde un silenzio gelido, rotto solo dal mugugno gongolante di Sakuragi che ripeteva autisticamente tra i denti Bamboccio, bamboccio, bamboccio…
Rukawa sentiva la rabbia montargli dentro, progressivamente, come la piena di un fiume. La sua espressione divenne una maschera distorta di sdegno e furore.
Stava per aprire bocca, ma fu bruscamente preceduto. Dal lato opposto della saletta, fu colto dalla voce pacata ma tagliente di Mitsui.
- E’ inutile che fai la solita sceneggiata, Rukawa. Lo sai perfettamente che Ice-aki ha ragione. Ci tratti tutti con quel tuo atteggiamento da principino sul pisello, presupponendo che il tuo talento basti per poterti sentire una spanna sopra a noi. Bhè, guarda un po’, ho delle notizie fresche fresche per te: non sei ancora nessuno! E dovrai ingoiare ancora molti rospi prima di diventare la star che sogni di essere. Non ultimo, devi metterti in testa che se non superi questo cazzo di esame come tutti noi, addio campionato nazionale, addio possibilità di essere la miglior matricola, addio chance di essere considerato il numero uno! E con questi presupposti, caro il mio stronzetto, si può sapere dov'è che vorresti andare? In NBA?! Ma fammi il piacere! -.
Si alzò di scatto, guardando negli occhi il compagno e con l’impulso irrefrenabile di spaccargli la faccia. L’altro sembrò leggergli nel pensiero, ghignò sadicamente ed indicò Kogure che era seduto al suo fianco - Non molto tempo fa, il buon Kogure mi ha gelato di fronte a tutti voi con una frase veritiera e illuminante e in quel momento anche tu sembravi d’accordo con lui. Ma dal momento che vedo che hai cambiato idea, te lo ripeterò: è arrivato il momento di crescere, Rukawa -.
Era troppo per lui. Strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. 
Vaffanculo... pensava convulsamente, mentre sentiva il sangue fluirgli nel cervello. Vaffanculo! Che ne sapete voi, deficienti!.
Kogure provò a rompere la tensione, intervenendo con il suo tono bonario. - Mitsui ha ragione Rukawa. Basterebbe così poco per… -.
Rukawa esplose. - VAFFANCULO! -.
E scappò, sbattendosi la porta alle spalle.
- Ma chi si crede di essere quell’invasato?! Adesso vado lì e gli spacco la faccia! - strillò Hanamichi, infastidito da quel comportamento dell’odiato rivale.
- Stai fermo lì, tu! E voi, rimettetevi tutti a studiare… - urlò Akagi, rivolgendosi alla squadra intera.
Si volse verso Mitsui e i due si guardarono in cagnesco. - Lo sai che hai esagerato, vero? -.
- Era arrivato il momento che qualcuno gli dicesse le cose come stanno, Akagi, fattelo dire da uno che determinate situazioni le ha vissute. Il ragazzo sta prendendo una brutta piega, e lo sai anche tu -. Si fece scuro in volto, come se dei fantasmi lo stessero assalendo, poi continuò - Il talento da solo non basta, bisogna avere la testa per gestirlo oppure si resta ad essere un bravo tra tanti bravi… - concluse, guardando a terra.
- Sarà il caso di andare a parlarci? - chiese Ayako, preoccupata.
Rei sbuffò. - Non servirebbe a niente. E’ troppo testardo e chiuso, deve capire da solo dov’è che sta sbagliando… Ammesso che lo capisca… -.

Nella sua camera, Rukawa era fuori di sé. Aveva preso a calci una sedia, a cazzotti il muro ed aveva urlato come un ossesso. In quel momento era sul letto, sfinito, ma la rabbia ancora gli covava dentro senza che riuscisse a porle freno. Aveva il cervello annebbiato.
Ma che cavolo ci stava a fare ancora lì, con quei deficienti? Non aveva bisogno di loro, poteva fare tutto da solo: recuperare per l’esame, allenarsi, vincere il campionato nazionale, andare in America…
Si alzò e rapidamente raccolse le sue cose. Fece la borsa e uscì dalla stanza dirigendosi verso la cucina della pensione.
Entrò senza bussare. Trovò all’interno il signor Anzai con il fratello e la cognata, tutti e tre intenti nella preparazione di un gustoso pasto a base di udon e teriyaki. Li guardò dall’alto del suo metro e ottantasette, poi esordì con tono glaciale - Signor Anzai, la ringrazio e mi scusi, ma io torno a Kanagawa… -.
E, con quelle parole, si volse e se ne andò senza attendere la replica.
 
 



*La posta dell'Autrice* ^^
E allora, miei piccoli puffolini meravigliosi?! Che ne pensate? No, dico… I miei sforzi sono valsi la pena? Da ora in poi… Le cose cominciano a farsi veramente interessanti!!
Ma non voglio dire più nulla, perché ormai siam nel vivo, ed una parola è troppa mentre due sono poche!
Passiamo alla rubrica del mercoledì mattina “LightDN risponde”:
Aka_z=  Dolcissima Aka, una volta di più mi hai dimostrato con quanta attenzione e con quanto affetto tu legga la mia storia! Leggendo le tue righe percepisco realmente il trasporto con cui ti immergi nel mio racconto, e dimostri sensibilmente di essere sulla mia stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda la chiave di lettura. Mi piace il fatto che capisci quasi sempre i passaggi e le sottigliezze psicologiche che smisto nei personaggi, cosa che non è sempre semplice dal momento che richiede un lettore attento e partecipe. In effetti lo scorso capitolo è stato uno dei più intensi che ho scritto, e tu ne hai colto tutta l’essenza e la funzionalità ai fini della narrazione. Solo una cosa volevo dirti, riguardo ad Akagi: lui è uno di quei personaggi “quadrati”, che perseguono un solo obiettivo alla volta, mettendoci tutte le energie. Essendo lui così, ed unendo anche un altissimo tasso di lealtà e (perché no?) timori reconditi, viene da se’ che la storia con Rei potesse prendere solo quella piega… Che ne dici? Invece, per quanto riguarda Mayumi… Bhè, lei sarà un personaggio molto attivo… E ne vedremo delle belle! Stop, non dirò una parola di più su di lei!
Ma dimmi… Questo capitolo che effetto ti ha fatto? A dire la verità, non vedevo l’ora di pubblicarlo, perché da ora in poi ne succederanno di cotte e di crudeeee!!! AHAHAHA… Ehm, sorry… Aspetto, come sempre, un’attenta analisi della mia Puffolina n.1!!! Ok? Un bacio e… Buona giornata!
Darkness= Niente! Ogni volta che leggo i tuoi commenti finisco sempre per morire dal ridere! Grazie! A parte questo, sono soddisfatta che il capitolo precedente ti abbia dissipato dubbi e sia stato esaustivo. In effetti Akagi non si è regolato, lo ammetto, ma se deve rimanere IC non potevo fargli fare altrimenti… E poi, rispondendo al tuo quesito sul perché del secondo rifiuto: non è evidente il motivo per cui si tira indietro? La verità è che lui, a quel punto, deve rimanere coerente e poi, da caratteristica essenziale del personaggio, è terrorizzato. Credo sia normale, in fondo. In effetti, dopo questo bel racconto, la storia si fa senza dubbio più ingarbugliata, come hai sospettato… Soprattutto dal punto di vista di Rei!! Ahahah… Tutto secondo i piani!!! Fammi assolutamente sapere che ne dici dell’ultimo capitolo, però! Qui mi sono proprio dilettata… Ah, quale altra squadra avrebbe potuto tifare, il “buon” Rukawa, se non i miei meravigliosi Boston Celtics?! Mi sono molto divertita a scriverlo! E non sarà l’ultimo, di questo tipo!! Aspetto ansiosamente di leggere le tue impressioni ! Kiss-kiss!
Sere4Ruru= Ehi!! Allora? Che ne dici del “tuo capitolo”? Avrai sicuramente capito perché l’ho voluto dedicare a te… Da ora in poi il “tuo” Kaede Rukawa entra attivamente a far parte della mia storia! E con questo atto di forza sta per creare delle situazioni sconvolgenti! Spero davvero che tu abbia apprezzato, e come sempre attendo un tuo giudizio (oggi più che mai!). Un bacio grande, Puffolina!!
Xamia= Tesoro mio, con te sarò breve, tanto ieri t’ho attaccato un centauro mitologico de 3 ore, co’ ‘sta ff!!! Ti dico solo una cosa: Hana e Mayumi forever!! So li mejo!! “Umf… Cretino!! I love you so much!!
Shasa= Ed eccomi a te, Grillino mio!! Comincio subito con il dirti: Bra-viss-si-ma! Hai centrato un punto nodale della mia ff: l’amore di Rei per Akagi a che punto è, nel presente della storia?? Ottimo quesito… Al quale, ovviamente, non risponderò mai altrimenti mando in fumo un intero filone della storia! Ma la tua analisi in merito è molto sagace e posso dirti che la tua chiave di lettura è azzeccatissima! Veramente, un’ottima osservazione… E riguardo alle motivazioni di Akagi, bhè… Lui è quello integerrimo, coerente e tutto d’un pezzo, ma… E’ umano anche lui, no? Un limite ce lo dovrà pur avere! Grazie anche per aver apprezzato lo stile di scrittura. E’ vero, ho dovuto discostarmi dal metodo Inoue, ma a questo punto era un po’ inevitabile… Anche se, come ho detto la scorsa volta, il Sensei fa la stessa cosa durante la partita con il Kainan (quando Akagi, infortunato, pensa a tutti i sacrifici che ha fatto per arrivare dov’è..). Anche stavolta ho provato a fare una cosa simile. Spero di non aver combinato troppi danni, ma a quanto pare no!! Meglio!
Sicché, amato Grillino mio… E di questo nuovo capitolo? E’ un bel prologo a grosse svolte, no? Che ne dici? Fammi sapere tutte le tue preziosissime impressioni, come sempre!! Lo sai che per me son come l’oro!! Tanti baci e… buona giornata!
Ok, Puffolini miei! Lo so che questo capitolo è finito un po’ a cavolo… Ma abbiate pazienza: ogni tanto pure io mi dovrò cimentare con un po’ di suspance, no?! Dai, cercate di essere clementi con me!! Ora scappo, così lavoro tanto e poi mi metto a scrivere il capitolo 21… Che fatica essere un artista!!
Un bacio “delirante”!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Cap.14 ***


Ayako era estremamente stanca e quella che volgeva al termine era stata sicuramente una giornata lunga e logorante. Nonostante il caos di quella mattina l’allenamento del pomeriggio si era svolto ugualmente e senza sconti. Anzi, Hosaki li aveva letteralmente massacrati di esercizi ed atletica.
Tuttavia il logorio non proveniva dalle fatiche fisiche, bensì dall’episodio “Rukawa in fuga”.
Ciò che era successo quella mattina aveva comportato delle conseguenze deleterie, prima tra tutte l’abbattimento totale del morale comune. A parte Hanamichi che aveva insultato Rukawa in tutti i modi possibili, verbali e non inventandone anche di nuovi ed esotici, tutti gli altri erano stati toccati molto da quel gesto rabbioso.
Akagi era quello che l’aveva presa peggio in quanto era sempre stato sicurissimo di avere un’opinione molto più che veritiera su quella matricola così strana. Aveva la certezza che, nonostante il brutto carattere e la poca loquacità, Rukawa fosse determinato a dare tutto per la squadra, così da poterlo considerare un giocatore meritevole di tutta la fiducia possibile. Si era sbagliato ed il suo errore gli stava opprimendo il cuore e facendo venir meno la determinazione. Era da quel pomeriggio che si era chiuso in un bieco mutismo e non c’era modo di scuoterlo.
A nulla erano serviti i discorsi di incoraggiamento che il povero Kogure aveva fatto durante la cena. Anche lui non l’aveva presa di certo bene, ma essendo venuta a mancare la presenza carismatica di Akagi, era dovuto subentrargli facendo del suo meglio per portare calma e diplomazia all’interno del gruppo. Tentativo, per altro, futile.
Gli umori degli altri erano più o meno variabili. C’era chi, come Sasaoka, Ishii e Kakuta, si disperava pensando che lo Shohoku sarebbe andato a fondo. Oppure gli indignati, come Shiozaki e Yasuda, i quali pensavano che il talento di Rukawa non giustificasse quel suo comportamento da presuntuoso. Kuwata non si era espresso, ma si vedeva che c’era rimasto molto male: anche lui era una matricola, e non si era mai risparmiato negli allenamenti, pur sapendo di non avere chance contro talenti spiccato come quello di Rukawa e Sakuragi. Quell’episodio l’aveva ferito nell’orgoglio.
E poi, come se non bastasse, c’erano gli altri due. Miyagi, come suo solito, si era approcciato alla situazione con atteggiamenti bivalenti: un momento era furioso e quello dopo si faceva prendere dalle crisi depressive. Paradossalmente, però, era quello più calmo tra tutti.
Mitsui, invece, aveva tenuto la sua solita linea, ovvero era incazzato nero e sembrava avercela con il mondo intero. Era comprensibile, perché nell’atteggiamento di Rukawa aveva rivisto se stesso due anni prima. Sapeva dove tutto quello avrebbe potuto condurre e non riusciva a tollerare che la storia si ripetesse di nuovo portando solo confusione e problemi all’interno della squadra.
La questione che più fra tutte stava portando scompiglio era anche il fatto che il signor Anzai non si fosse ancora pronunciato in merito. Tutti si aspettavano un suo discorso o quantomeno che prendesse dei provvedimenti, invece nulla: silenzio totale. I ragazzi erano spaesati, e sembrava come se a lui non importasse in fico secco.
Ayako sospirò mentre si richiudeva la porta alle spalle e notò che la stanza era vuota. Si guardò intorno e pensò che, una volta di più, la presenza della senpai Hosaki era tornata utile. La ragazza, infatti, non si era scomposta minimamente e, anzi, in quel momento di caos aveva preso in mano la situazione ed aveva parlato alla squadra da vero leader, usando parole di conforto seppur dette in maniera energica e controllata.
La cosa più interessante era che aveva parlato ai ragazzi riferendosi esclusivamente a loro, alla squadra e alle loro possibilità. Nemmeno una volta aveva nominato Rukawa.
Ayako sorrise perchè aveva capito perfettamente la strategia usata dall’altra ragazza: non voleva assolutamente che dipendessero moralmente dalla matricola, quindi aveva impostato il discorso sul fatto che era lo Shohoku ad essere forte ed a poter arrivare lontano, non Kaede Rukawa in solitaria. L’effetto sortito era stato soddisfacente e tutti si erano più o meno rilassati, decidendo poi di andarsene a dormire.
Tuttavia c’era una cosa che non le tornava. Hosaki era intervenuta solo e soltanto dopo che Kogure aveva pregato Akagi di parlare alla squadra e lui si era rifiutato. In quel momento Ayako era sicura di aver letto negli occhi della ragazza una rabbia sorda.
Dopo il discorso, poi, l'atleta si era avvicinata al capitano e lo aveva guardato negli occhi con una freddezza ed un distacco che l’avevano colpita. Poi era uscita, ma non prima di aver dato una sonora spallata ad Akagi.
Ad Ayako tornò in mente quello che le aveva detto Kogure qualche giorno prima di partire: Tra Hosaki ed Akagi c’è un precedente…Chissà di cosa si trattava?
In quel momento l’occhio le cadde sul letto della senpai, e lo sguardo le si illuminò. Il blocco di Hosaki è qui, incustodito! 
Si morse il labbro chiedendosi che cosa sarebbe successo se l’altra ragazza l’avesse scoperta a sbirciare tra le sue cose. In realtà ne aveva un vaga idea, vista la reazione dei giorni addietro, ma la curiosità era troppa. Si sedette sul letto ed aprì il blocco, partendo dalla metà e procedendo verso la fine: esercizi, conteggi, schemi, schede e dati... Nulla di interessante. Ma allora perché tanta segretezza? 
Decise di partire dall’inizio. E fu proprio dalla prima pagina che cominciò ad avere delle risposte.
 
Rei era seduta alla reception, intenta in una telefonata. Neanche a dirlo, dall’altra parte c’era Mayumi.
- Stai scherzando?! Ma dove cavolo ti sei andata ad infilare, Rei? Sai che ti dico? Tornatene a casa, prima che succeda qualche altro casino! Quelli sono tutti scemi! -.
L’esplosione spontanea di Mayumi non la sorprese. D’altro canto era comprensibile: in quale altro modo avrebbe potuto reagire l'amica dopo che le aveva raccontato gli eventi di quella giornata e delle precedenti?
- Non essere la solita esagerata, Mayu-chan! Adesso non è che posso mollare tutto perché uno di questi sclerotici c’ha le manie di grandezza... Come se di lui ne ne fregasse qualcosa, poi! - le rispose, in tono seccato.
Una risatina le sfiorò l’orecchio. - Ah, scusami! Non sia mai che i componenti della squadretta pensassero male… Soprattutto lo scimmione. Anche se dopo come si è comportato oggi avrebbe poco da parlare, pure quello! Oppure... Forse c’è l’opinione di qualcun altro che ti preme di più?!-.
- Ma che sei tutta scema?! -. Rei aggredì l’amica in malo modo.
Mayumi ridacchiò. - Oh-Oh: sentila come si scalda! Sei un libro aperto, sorellina... Allora, c'è qualcosa che mi devi dire per caso?! Sono cambiate le carte in tavola? E chi è il mazziere, adesso? -.
- Non capisco a cosa tu ti stia riferendo... -.
Un silenzio riflessivo cadde tra le due amiche, rotto quasi subito da Mayumi.
- Ho capito, occorrono i rinforzi… Soprattutto calcolando che tu a questo gioco non sei mai stata nè particolarmente brava nè molto fortunata. Vediamo che si può fare, dai! Ci pensa la tua Mayu-chan! Ti mando un bacio tesoro, a molto presto! - e con quelle parole l’esuberante ragazza chiuse la conversazione.
Le sue parole rimbombarono nelle testa di Rei. Un milione di pensieri si scontrarono e si chiese se desiderasse davvero che prendessero forma, anche perché temeva che Mayumi avesse inquadrato ben prima di lei cosa le stesse scattando nel cervello.
Scosse la testa. In quel momento c’erano problemi molto più seri da affrontare, eppure sebbene la sua mente sapesse bene quali fossero le priorità del momento, non potè far a meno di reprimere una lieve fitta alla bocca dello stomaco quando si rese conto che due occhi fiammeggianti si stavano  sovrapponendo a quelli di Akagi nel suo immaginario di ragazza. Un senso di panico la colse d'improvviso e capì di aver bisogno di starsene un po’ per conto proprio.
Mentre si recava in cortile, incrociò il signor Anzai e l’anziano allenatore le sorrise. - E’ libero il telefono, Hosaki? -.
Lei assentì distrattamente, e lui le passò accanto. - Buonanotte, ragazza mia… Oh,oh,oh… - furono le ultime parole che udì, prima che girasse l’angolo.





*La posta dell'Autrice* ^^  
No, vabbè… Puffolini miei, è proprio il caso di dirvelo: Io vi amoooooo!!! Davvero! Torno dal mio viaggio sabato, vado a controllare lo status della mia storia qui sul sito e… Ho trovato delle recensioni anche non avendo pubblicato!!! Non ho parole… Siete bellissimi, fantastici, adorabili e… Sbombotromiciiiiiiiii!!! Sono davvero troppo fortunata ad avere dei lettori come voi!!! Perciò, mi impegnerò ancora di più… Ora è proprio una questione d’onore e d’affetto!!!
Veniamo a noi… Questo capitolo è un po’ particolare… Sicuramente vi avrà scatenato una serie di quesiti ai quali, sappiatelo, non risponderò… Mica per niente… è solo perché tra un paio di altri capitoli sarà tutto Mooooolto più chiaro!!! 
Rubrica del lunedì “LightDN, più anziana di un anno, dice la sua…” : 
Aka_Z: Aka, tesoro… Io non so cosa dire a parte che ti adoro veramente! In primis voglio ringraziarti per gli auguri (per altro graditissimi!)… E poi volevo dirti che sei una ragazza davvero gentile e dolce! Grazie di cuore… (Sigh, mi sono anche commossa!). Per inciso: il mio capo “Taoka” in effetto non s’è regolato, ma che vuoi… Per il vile denaro tocca fare anche di questo!!!
Spero di non averti deluso troppo con questo capitolo. Lo so, lo so… e’ un po’ banalotto… ma serviva… LO GIURO! E domani capirai perché!! Dai, tieni duro! Ti prometto che la tua fedeltà sarà ricompensata! Un bacio grande alla mia Puffolina dolcissima e affezionatissima! 
war= Wow, wow, wow!! Il tuo entusiasmo è davvero contagioso! Penavo che non mi stessi seguendo più, dopo l’ultimo commento, e ci ero rimasta anche un po’ male a dirla tutta! Però vedere che la mia storia ancora ti interessa mi rende davvero orgogliosa! Noto con estremo piacere che hai gradito molto l’inquadramento che ho dato ai personaggi… Ne sono molto felice, perché posso assicurarti che è davvero molto dura dare loro un tocco personale senza mandarli OOC e renderli anche adatti a seguire le linee di una storia come questa! Spero davvero che continuerai a leggermi e commentarmi… E’ importante! E ricorda: Hana 4 Ever and more!! Un saluto grandissimo! 
Darkness= Chiedo umilmente veniaaaaaa!! Mi prostro chiedendo perdono! Purtroppo non si può disobbedire alle direttive del boss “Taoka”, che m’ha mandato in trasferta, senza preavviso (per altro rischiando di farmi saltare il compleanno che avevo organizzato con tanto amore!). Spero solo di non averti deluso troppo, con questo capitolo che, in effetti, riconosco essere un po’ fiacco… Dai, posso farti una promessa: domani ti leccherai i baffi! Posterò quello che è (finora) il mio capitolo preferito!!! Garantisco risate e colpo di scena, nonché… Special Guest!!! Dai, non “odiarmi troppo! Mi farò perdonare! ;)   Un bacio grande e a domani! 
Kobe90= Ecco… Tu sei, probabilmente, la risposta a tutte le mie preghiere artistiche riguardanti questa ff!! Sono troppo felice! Devo aprire una parentesi: io sono una tifosa dei Celtics da quando ero bambina… Pur ammettendo di non amare in modo esagerato il basket (sono una pallavolista, è una scelta quasi obbligata!), l’NBA mi ha sempre affascinata… Tanto che alla tenera età di 8 anni il mio babbo adorato mi donò una maglia… Non essendo lui un esperto, comprò quella con i colori che gli piacevano di più. Guarda un po’, nero e verde smeraldo!! Da quel momento (almeno per quel che riguarda la East Conference) il mio cuore è appartenuto ai Celtics!! (Per la cronaca: nella WC tifo per i Suns… No, così: era per dire!). Sicché posso affermare che se proprio Rukawa doveva sognare di entrare in qualche squadra, non potevano essere che loro!! Ho amato scrivere la scena del sogno, soprattutto la parte in cui il veterano (nonché immenso!) Kevin Garnett, di cui il nostro Kaede ha preso anche il posto nel roster, lo incoraggia! (Mi scuso per l’imprecisione riguardo al ruolo, ma se proprio dovevo sacrificare qualcuno, doveva necessariamente essere il più attempato!). Mi è venuto quasi da piangere! Ed in effetti si, gli avversari sono i Raptors (sai, da italiana simpatizzo per loro: devo dirti forse perché?! Credo che basti dire “Bargnani”… e ci siam capite!). Perciò: GRAZIE, GRAZIE E ANCORA GRAZIE! E’ uno dei complimenti più graditi che ho ricevuto finora! Spero tu voglia continuare a seguirmi e, magari, anche dirmi quali sono le forzature caratteriali che ti hanno lasciata perplessa, in modo che io possa spiegarti i motivi o darti risposte! Aspetto ancora tue recensioni… Un bacio grande e… Forza Celtics!! 
Al che, Puffolini del mio cuore sportivo, anche per oggi termino qui. Sono sommersa di lavoro, di impegni personali e… di casini assurdi! Ma spero di riuscire a trovare sempre il tempo per contunuare a sfornare capitoli, perché mai e poi mai mi sognerei di deludervi! Mando un bacio a tutti voi e… Chiaramente a domani!
Saluti “storditi” !

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Cap.15 ***


Buongiorno, miei piccoli Puffolini meravigliosi! Apro questo capitolo con una dedica. Questo capitolo voglio renderlo un omaggio alla dolce Scorpy (per ovvi motivi… Leggi e capirai!). Ora vi lascio alla vostra lettura… Sappiate che è il mio capitolo preferito, perciò… Siate clementi!






Faceva freddo quella mattina e la cosa gli dava un fastidio tremendo. Alle 6 in punto era al solito campetto ed aveva cominciato ad allenarsi lì, in attesa che il custode aprisse la palestra della scuola.
Tirò da sotto canestro: fuori.
Fece tre passi, si voltò e tirò: fuori.
Palleggiò, simulando un dribbling, fece una finta scartando a destra e uscì dall’area, poi tirò: fuori.
- MALEDIZIONE! - gridò, lanciando rabbiosamente la palla contro il tabellone.
Ricominciò da capo, ma il risultato fu lo stesso. 
Stupido coglione, ma che cazzo ti succede?  pensò tra se, ansimando un po’ per la fatica ed un po’ per la rabbia.
L’ombra del rimorso gli sfiorò la mente ma la accantonò subito. No, non ho sbagliato! Questi deficienti non capiscono niente, sono delle palle al piede e mi rallentavano… Io devo andare in America, è quello il mio sogno, la mia aspirazione… Che ne capiscono quei quattro sfigati? Bhà, chissene frega, tanto senza di me non sono niente!
Provò un tiro libero. Colpì il ferro e la palla andò fuori.
Improvvisamente un’altra consapevolezza lo colpì, un fatto sul quale non aveva per niente ragionato a mente fredda. Merda…E se Anzai decidesse di sospendermi, per questa bravata? No, non potrebbe mai… Io sono indispensabile. E poi se ha perdonato addirittura quel cazzone di Mitsui non vedo perché non dovrebbe capire me… Niente, non me ne viene una, stamattina! Si vede che sono ancora stanco… Fammi andare in palestra, sicuramente al chiuso non avrò più problemi…
Rukawa raccolse velocemente le sue cose e saltò sulla bici, continuando a rimuginare sugli episodi del giorno precedente e sulle possibili conseguenze. Talmente era preso dai suoi pensieri, da non accorgersi che qualcuno lo osservava da poco lontano. 

E così il fenomeno esordiente è in crisi, eh?! Ora capisco il perché di quella telefonata in piena notte!
Appena dietro le porte socchiuse della palestra dello Shohoku, il ragazzo osservava con un mezzo ghigno Rukawa allenarsi in un modo pietoso.
La sera prima, intorno alle 23.50, il telefono di casa sua aveva squillato inaspettatamente e la chiamata era per lui.
Aveva risposto con la sua abituale voce flemmatica, impastata di sonno. - Pronto? -.
- Buonasera ragazzo mio, sono Mitsuiyoshi Anzai. Scusami se ti disturbo a quest’ora della notte ma ho proprio bisogno di chiederti un favore... -.
Non gli ci era voluto molto per capire come l'allenatore della Shohoku avesse avuto il suo numero: già immaginava la faccia seccata di un altro allenatore che non poteva esimersi dall’esaudire la richiesta di un rispettabile collega anziano e non poté trattenersi dall’emettere una risatina divertita.
Comunque il dubbio rimaneva: cosa poteva mai volere il signor Anzai da lui? - Mi dica pure, Anzai Sensei: sono tut'orecchi -.
Era stato ad ascoltare con estrema calma ciò che l'uomo aveva da dirgli. La situazione era piuttosto chiara e l’aveva sorpreso non poco. Aveva pensato qualche istante sul da farsi poi aveva accettato la richiesta del coach. In fondo perché no? Si prefigurava essere una cosa interessante.
Perciò la mattina seguente si era alzato 
di buon ora, seppur con enorme sforzo, ed aveva raggiunto il campetto rionale dove Anzai gli aveva detto che avrebbe potuto trovare il suo uomo e lo aveva osservato per circa un ora dal sicuro riparo di una siepe. Ma tanto, anche se fosse stato ben piantato in mezzo all’area, Rukawa non l’avrebbe comunque notato visto com’era preso dai suoi pensieri. Poi si erano spostati verso la palestra dello Shohoku, ma nulla: anche lì la matricola non aveva combinato nulla di buono fino a quel momento.
Eh, si! Il bamboccio ha proprio bisogno di una secchiata gelida, per raffreddare i bollori!  pensò sorridendo con sagacia ed apprestandosi ad entrare in scena. 

Rimbalzo, contropiede, perno su piede sinistro, finta a destra, tiro in sospensione e…
SDENGH! La palla colpì il ferro per la milionesima volta in quella mattinata. Era fuori di sè, non riusciva a capire che cosa gli stesse succedendo. Non riusciva a sgomberare il cervello, si sentiva come paralizzato.
- Che spettacolo triste… -.
La voce alle sue spalle lo colse di sorpresa. Si voltò di scatto per vedere chi fosse e per poco non si strozzò con il suo stesso respiro. Tuttavia, anche se non si aspettava assolutamente di trovarsi proprio lui davanti, non lo diede a vedere.
- Akira Sendoh… - mormorò, mentre gli occhi gli si facevano due fessure.
L’altro si stiracchiò con la sua solita aria impudente. - Che orari scomodi per allenarsi, Rukawa… Tanto più che se i risultati devono essere questi è meglio che te ne rimani a letto a dormire! - esordì l’altro, con ironia malcelata.
Rukawa accusò il colpo anche se la rabbia gli trasudava da tutti i pori. Che diavolo ci fa qui, questo? Adesso gli tolgo dalla faccia quel sorriso del cazzo…
Sendoh si fece una passeggiatina per la palestra, poi lo squadrò da sopra la spalla. - Se ti stai chiedendo che ci faccio qui ti rispondo che mi manda il signor Anzai. Mi ha detto che hai mollato il ritiro e il perché lo hai fatto… Ma da quello che ho visto finora, mi viene da chiederti: con che presunzione hai potuto? Guardati: fai ridere! Sei l’ombra del giocatore che ho visto solo pochi giorni fa all’opera contro il Ryonan! -.
Rukawa stava per esplodere. Ma che ne sa questo idiota di come sono io? 
- Tappati la fogna, Sendoh. Tu non sai niente… -.
Una sincera risata lo interruppe. - Dici? Io so per certo che la tua ambizione maggiore è l’America, l’NBA… Non guardarmi così, è stato sempre Anzai a dirmi di questo tuo “peccatuccio” di superbia! A questo punto ti domando: dov’è che vorresti andare, tu?-.
La reazione della matricola dello Shohoku non si fece attendere. Gli si piazzò a due centimetri dal naso, evidentemente con intenzioni bellicose, ma Sendoh non si scompose nemmeno per un secondo.
- Che vuoi fare ora, eh? Picchiarmi? Sei un triste omuncolo, Rukawa. Perché invece non me le fai rimangiare con i fatti, le parole? Uno contro uno, al meglio dei venti punti. Botta secca! E se vinci mi ritiro tutto e ti chiedo scusa in ginocchio -.
Ora ti faccio vedere io, porcospino! pensò la matricola.
Così Sendoh prese in mano la palla e, lanciandogliela, lo provocò - Comicia tu -.

Che smandruppamento di caldo assurdo fa oggi e che palle secche! Mannaggia a me e alla mia mania di impicciarmi sempre dei cavoli degli altri! Me ne potevo restare a casa, e invece: NO! Sono dovuta venire qui… Uffa, quando me lo leverò ‘sto vizio da cretina impulsiva? Vabbè, ormai sto qua, facciamo ‘sta cosa e come va, va, così poi vado a mangiarmi un bel gelato!
La ragazza camminava svelta lungo il vialone, cercando di rimanere all’ombra per non morire di caldo. A dire il vero ancora non sapeva bene cosa fosse che era andata a fare, sapeva solo che se non faceva qualcosa il nodo di fastidio che le si era formato la sera prima allo stomaco non si sarebbe sciolto. Sapeva benissimo che era tutto semplicemente assurdo ma per lei stava diventando una questione d’onore. Una volta che si fosse tolta quel dente, avrebbe poi mantenuto la parola data.
Allungò il passo, era quasi arrivata.

CIAFF!
Il suono della palla che si insaccava nella retina, leggera come una piuma, raggiunse Rukawa come una coltellata al cuore. Ansante, si girò di scatto verso un sorridente Sendoh ancora in posizione di tiro.
- …E venti! - concluse quello, mordendosi il labbro inferiore per dissimulare un ghignetto.
Non c’era stata gara. Akira Sendoh aveva umiliato, affossato, stracciato, surclassato e rovinato completamente Kaede Rukawa.
Il giocatore del Ryonan sbuffò con insofferenza, poi si avviò alla porta. Si fermò a pochi metri dall’uscio e, girando di poco il volto, disse - In America, eh?! Sei solo uno sbruffone, Rukawa, e non so nemmeno come hai fatto a battermi nella partita di campionato… -.
Fece una pausa, notando che l’altro era sempre più teso: la sonora sconfitta e l’evidenza del calo di tono lo stavano per far esplodere. Era il momento di dare il colpo di grazia.
- Per aspirare all’America dovresti prima diventare il numero uno del Giappone… Ma così come stai messo dove credi di andare, eh pivello?!- e con quelle parole Sendoh lasciò la palestra dello Shohoku.
Mentre varcava la soglia, udì un colpo sonoro e uno strozzato Dannazione che echeggiò per il cortile deserto e la cosa gli strappò un sorriso.
E’ fatta!  pensò, soddisfatto per essersi reso utile.

Era arrivata. LICEO SHOHOKU diceva la targa all’entrata, non poteva sbagliarsi. 
Mayumi imboccò la strada che conduceva alla palestra, seguendo le indicazioni. Era una furia, doveva assolutamente levarsi quel groppone dallo stomaco.
Dopo la telefonata della sua amica aveva preso una delle sue ennesime decisioni folli e si era imbarcata in una spedizione punitiva. Rei le aveva raccontato che sicuramente il tizio avrebbe continuato ad allenarsi da solo nella palestra della loro scuola, dato che aveva abbandonato il ritiro.
Kaede Rukawa, ti faccio vedere io, idiota di un ritardato mentale! Eh, ma dove scappi?! Nessuno fa incacchiare la mia Rei impunemente! Se non ci sono riusciti i debosciati dei tuoi amici, ci penso io a rimetterti a posto! E poi mi sentiranno anche loro, stupidi deficienti!
Mentre misurava a grandi passi il vialetto, vide uscire dalla palestra un ragazzo altissimo. 
Mmm, alto. Moro. Faccia da schiafi. E anche decisamente carino! Grrr, è lui!

Sendoh si avviò verso l’uscita della scuola, ma il passo gli venne sbarrato d’improvviso. Quando sollevò gli occhi per vedere di chi si trattasse, si ritrovò di fronte una ragazza assolutamente notevole: molto più alta della media, lineamenti perfetti incorniciati dai lunghi capelli bruni, fasciata con abiti alla moda che mettevano in risalto un corpo da mozzare il fiato ed occhi scuri scintillanti con cui lo fissava truce.
Si guardarono per qualche istante, lei con cipiglio battagliero, lui con occhi curiosi. Poi la ragazza parlò.
- Ehi pertica! Così saresti tu il “fenomeno” del basket? - gli chiese rabbiosamente, assottigliando gli occhi.
Mi divorerà se rispondo di si? In fondo è la verità! pensò lui, accigliato e divertito allo stesso tempo.
Stava per replicare quando lei lo interruppe quasi ruggendogli in faccia. - Anzi guarda, lascia perdere perchè non me ne può fregare di meno di sentirti sbrodolarti addosso su te stesso medesimo. Sono qui perchè volevo solo dirti una cosa: sei un patetico coglione e il talento che hai non lo meriti, considerata la testa di merda che sei. Perciò: vai a farti fottere, idiota! -.
Si volse di scatto e, scansandosi la lunga chioma scintillante dalla spalla con un gesto teatrale, disse - Ah, ora si che mi sento meglio! Adesso posso andare a dirne quattro anche agli altri cretini! -.
Ed in quello, se ne andò a passo spedito. Akira la guardò allontanarsi, gli occhi sbarrati fissi sul fondoschiena dell'oni in abiti griffati. 
Mio Dio! Prima Sakuragi, poi Rukawa, adesso questa furia… Mi sa che allo Shohoku hanno un problema serio! pensò, ridacchiando tra sé.
 





*La posta dell'Autrice* ^^
AHAHAHAH!!! Perdonatemi, ma io adoro Sendoh!!! Viene da sé che scrivere questo capitolo, per la sottoscritta è stata una cosa spassosissima… E poi… Superba Mayumi!! è davvero in perfetto stile SD (e perdonate anche l’immodestia, ma oggi sono euforica!)!!! Cosa accadrà, ora?? Chissà… Intanto voi fatemi sapere le vostre opinioni riguardo quest’ultima puntata!
 Rubrica del Martedì “Ditelo a Miss Light DN”:
 Xamia= Sei davvero il mio Love adorato! Devo proprio dire che senza di te non ce l’avrei fatta ad imbarcarmi in questa avventura… Diciamo che tra tutti i miei Puffolini, tu sei sicuramente… Nonna Puffa! ;) Ti voglio tanto bene e… Combattiamo strenuamente le salamandre!!! ( Ma de che… Tanto si rigenerano!)
Sere4Ruru= Fanciulla bella!!! Che ne dici di questo capitolo? Bhè, la sfida Rukawa-Sendoh ci stava davvero tutta… Spero di averti fatto divertire e di non averti deluso! Chiedo anche venia per lo “strapazzamento” della kitsune, ma le esigenze di copione lo chiamavano proprio!! Aspetto le tue impressioni, cara! Un bacio grande!
Aka_Z= Puffolina n° 1!!! Meno male che ci sei sempre tu a supportarmi… Sob, ieri solo tre recensioni… Ma che vi state dimenticando di me, che lavoro con tanto impegno?? Noooo, tanto finché so che almeno tu sei dei “miei” non mi arrenderò! Ebbene, ebbene, ebbene… Che ne dici di questo capitoluccio? Io credo proprio che ti sia piaciuto, se ho imparato un minimo a riconoscere i tuoi gusti in materia! Io lo adoro, lo trovo dannatamente spassoso! Sorry, tesoro, ma oggi la mia risposta sarà molto concisa, perché ho parecchie cose da fare per lavoro e quindi devo sbrigarmi! Cmq mi aspetto come minimo una recensione da urlo, da parte tua!!! Un bacio ed un abbraccio grandi grandi!!!

Per chiudere, volevo lanciare un appello: SHASAAAAAAA, grillino miooooooo, dove sei finita?? Ed anche la piccola Scorpy, a cui ho dedicato il capitolo, è un po’ che non si fa viva… Ragazze, io continua ad aggiornare, spero di avere presto vostre notizie! Lo sapete che ci tengo tanto!!!
Per ora è tutto, mie dolcissimi Puffolini gioiosi! Come vedete, sto cercando di mantenere le mie promesse di scrivere una storia avvincente e dinamica. Posso migliorare? Sta a voi aiutarmi a farlo!
Un saluto “Pensoso” !

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Cap.16 ***


Un silenzio teso aleggiava in sala relax quella mattina, sembrava come se nessuno sapesse esattamente cosa fare e come farlo. Nemmeno Miyagi che quel giorno avrebbe dovuto essere la persona più pimpante sulla faccia della terra, dal momento che avrebbe studiato con Ayako, sembrava essere sereno.
Tutta la squadra si era sistemata nei posti che occupava di solito, i libri e i quaderni erano già sistemati sui tavoli eppure nessuno accennava a fare niente. I tutor erano in piedi, tutti tranne Akagi che non si era presentato.
- Scusate, non vorrei risultare guastafeste ma… Abbiamo intenzione di passare la mattinata così? - chiese Mitsui, tra l’alterato e l’ironico.
Kogure impallidì. - Ma no! Aspettiamo solo qualche altro paio di minuti… Diamo il tempo al capitano per… -.
Non finì la frase, che proprio in quell’istante la porta si aprì per lasciar entrare Akagi. Si vedeva a occhio nudo che era esausto e che non aveva chiuso occhio, in più la sua espressione tradiva una demoralizzazione che sembrava proprio non appartenergli.
Fu Ayako a rompere il ghiaccio. - Allora, capitano, vogliamo cominciare? Abbiamo perso anche troppo tempo… - e senza attendere risposta dall’altro si avvicinò a Miyagi ed aprì un libro.
Rei si mosse e si distaccò dalla finestra raggiungendo lentamente Mitsui che già l’attendeva con un quaderno ed una penna.
Kogure tossicchiò, ottenendo di richiamare l’attenzione di Akagi. I due si scambiarono un’eloquente occhiata, poi il vice capitano dello Shohoku annuì con il capo. Così, mentre l’altro si sedeva vicino alla finestra, guardando fuori, lui si avvicinò ad Hanamichi, facendogli segno di prendere il libro di giapponese.
La faccia del rosso divenne la copia di un grosso punto interrogativo. - Ma come, studio di nuovo con te, Quattrocchi? Credevo che oggi mi avrebbe torchiato il Gori e che tu avresti seguito quella mezza sega di Rukawa… -.
Al suono di quel nome, Akagi strinse entrambi i pugni e strizzò gli occhi, ma non si volse verso gli altri e non disse una parola anche se gli sguardi di tutti erano fissi su di lui.
Kogure intervenne prontamente. - Dai, Sakuragi… Iniziamo. Dobbiamo fare tante cose -.
Stavano per cominciare tutti quanti quando però, dopo solo qualche istante di silenzio, una voce femminile tagliò l’aria come una spada.
- No, scusate… E’ più forte di me. Questa cosa proprio non la capisco…-.
Rei aveva una mano sulla fronte ed uno sguardo tra il divertito e lo sconcertato. Si girò verso Kogure e proseguì  - Questa me la devi proprio spiegare, Kogure. Che cosa significa che stai prendendo il posto di Akagi, stamattina? Non mi sembra che il vostro capitano abbia qualche impedimento fisico, quindi vorrei capire il perché di questa manovra… -.
Il tono della sua voce era tutt’altro che suadente e il ragazzo deglutì. Le cose stavano prendendo una piega che non gli piaceva affatto.
- Hosaki, non mi pare il caso di mettersi a farne una questione di stato… Semplicemente, oggi è una giornata un po’ storta… Diamo tempo al tempo, Akagi non se la sente di… -.
- Non se la sente?! - Rei lo interruppe con un sibilo che, però, udirono tutti.
- Dai, non mi sembra… -.
- Non se la sente?! - ripetè lei, stavolta alzando di più la voce, aggrottando le ciglia e stringendo i pugni.
Kogure indietreggiò. Non gli piaceva quello che vedeva, più che altro perché sapeva già cosa sarebbe successo di lì a qualche istante. Doveva cercare di placare gli animi.
- Ma si, non è nulla! Su, rimettiamoci a… -.
Non potè finire di parlare. Come un lampo, Rei si volse verso Akagi, che sembrava non aver sentito una sola parola, e gridò furente - NON SE LA SENTE?! -.
L’attenzione di tutti si spostò sul capitano che lentamente girò il capo verso di lei. I due si sfidarono per qualche istante con lo sguardo ed infine Akagi parlò, il tono calmo ma tagliente come un rasoio. - Hosaki, stai facendo perdere tempo alla mia squadra. Non è per questo che sei qui, quindi sei pregata di impicciarti degli affari tuoi e fare quello che devi -.
Se una bufera di ghiaccio fosse passata nella stanza l’atmosfera sarebbe stata meno gelida. Le matricole e le riserve osservavano la scena con un muto terrore dipinto sul volto. Miyagi e Sakuragi erano sbalorditi, e con tanto d’occhi fissavano di sottecchi prima Akagi e poi Hosaki senza però osare intervenire. Ayako e Kogure si scambiarono un’occhiata tesa e preoccupata di sottecchi. Su quella discussione si stagliava ben altro che la figura di Rukawa.
Il peso di troppi silenzi stava per erompere con violenza inaudita. Ed infatti…
Mitsui si alzò in piedi e prese Rei per un gomito. Anche lui aveva intuito ciò che sarebbe potuto accadere, e aveva deciso di intervenire. - Dai Hosaki, vieni. Lascia perdere… -.
La ragazza si rilassò e fece per seguirlo, quando di nuovo la voce di Akagi la trafisse. - Ecco, bravo Mitsui. Portatela via, che io ho cose più importanti da fare che stare dietro ad una ragazzina isterica… -.
Buio, ecco cosa vide per un secondo Rei nella sua mente, e poi un milione di flash di un passato nemmeno troppo lontano le martellarono il cervello. Il cuore le perse un colpo, il fiato le morì in gola e sentì una terribile vertigine sopraffarla, ma fu solo un attimo.
Si voltò verso Akagi e, strattonando la presa energica di Mitsui, gli si avventò contro come una furia con un urlo selvaggio schiaffeggandolo due volte. Una frazione di secondo più tardi Kogure e Mitsui le furono addosso e, incredibilmente, in due facevano fatica a tenerla.
- Calmati, Hosaki! Ma cos’hai? Sei impazzita?! - fece Kogure, ora spaventato.
Rei era completamente fuori di sé. Si era accorta che la stavano tenendo solo perché non riusciva a raggiungere l’oggetto della sua rabbia cieca, che se ne stava ancora seduto con occhi sbarrati a fissare il pavimento. Quell’immagine le fece salire ulteriormente il sangue al cervello. Scalciando e tirando iniziò a gridare  - LASCIATEMI! E tu, sei un fottuto vigliacco bastardo, Takenori Akagi! Alzati, reagisci cazzo! -.
Akagi alzò lentamente gli occhi su di lei che continuava a lottare come un’ossessa. La sua espressione si indurì improvvisamente. - Sei forse impazzita, ragazzina? Ti ho già detto che questa cosa non ti riguarda, quindi finiscila! - sibilò lui, alzandosi in piedi di botto.
A quello scatto improvviso, la presa di Mitsui e Kogure su Rei si indebolì per un secondo il quale fu sufficiente alla ragazza per liberarsi. Veloce come un felino andò direttamente sotto l’imponente figura del capitano, che la sovrastava superandola di più di venti centimetri, e digrignando i denti lo spintonò.
- Non ti permetto di dirmi cosa mi riguarda o meno, stupido bestione! Dal momento stesso che mi sei venuto a cercare, tutto quello che succede in questa squadra riguarda me quanto te, caro mio! E poi… NON TI PERMETTO DI LASCIARTI ANDARE COSì VIGLIACCAMENTE! Pensa a cosa hai rinunciato per il basket, Akagi! Non è a me che non riguarda questa faccenda, ma a Rukawa che vi ha mollato solo perché è un esaltato! NON TI PUOI PERMETTERE DI TENERE QUESTO ATTEGGIAMENTO! SII COERENTE, IDIOTA! -.
E, concluso il discorso, si girò e scappò dalla stanza, tuttavia non abbastanza velocemente perché qualcuno non notasse le lacrime che avevano iniziato a rigarle il volto. Infatti, una frazione di secondo più tardi, Mitsui stava già facendo per correrle dietro.
Con sua sorpresa fu bloccato da Ayako. – No. Fermo, vado io… Voi non sapete, non potete fare niente…- tagliò corto lei, prendendo la porta.
Un silenzio opprimente era caduto nella stanza mentre i
 ragazzi si fissavano tra di loro, perplessi e confusi. Purtroppo anche il signor Anzai aveva assistito alla scena perché, richiamato dalle urla di Rei, si era affrettato a raggiungere la sala relax per trovarla nel caos. Il coach mugugnò qualcosa, poi si dileguò nuovamente ed Akagi tornò a fissare il pavimento stringendo talmente tanto i pugni da farsi sbiancare le nocche delle mani.
Tutta la rabbia e il senso di impotenza che gli avevano procurato la fuga di Rukawa dal ritiro si erano dissolti come per magia. Adesso c’era un’altra consapevolezza che gli stava schiacciando i nervi e cioè che ogni parola che Hosaki gli aveva urlato contro era la sacrosanta verità. Doveva riprendere in mano il controllo della situazione, altrimenti gli ultimi tre anni della sua vita e tutti i suoi sacrifici sarebbero stati inutili. Inoltre doveva farlo anche perché, se no, lei non lo avrebbe mai perdonato…
Kogure, prendendo un po’ di coraggio, provò a sbloccare quella stasi. - Capitano, va tutto bene?-.
Akagi sollevò gli occhi. - Abbiamo perso già abbastanza tempo, quindi direi di cominciare a studiare seriamente - rispose.
Una nuova luce scaturiva dal suo sguardo, cosa che fece trarre all’intera squadra un muto sospiro di sollievo. Tutti capirono che in quel momento non era davvero il caso di fare domande, quindi si apprestarono a eseguire l’ordine del loro ritrovato capitano.
Solo uno tra loro sembrava non essere soddisfatto mentre apriva il suo quaderno rabbiosamente. Mitsui non riusciva a non pensare agli occhi furenti di lei, pieni di lacrime, e di nuovo si maledisse dal momento che non riusciva a capire perché il fatto che le stesse versando per Akagi gli desse così fastidio.
Dopo un po', nel silenzio concentrato che era calato nella stanza, Hanamichi non potè impedirsi di dire a Miyagi, provocandogli una risatina sommessa  - E meno male che l’aria di montagna faceva bene, tappo... Qui mi sembrano tutti usciti di testa! -.
 
Era ormai mattinata inoltrata. Mayumi ragionò velocemente che, se nulla fosse andato storto, sarebbe arrivata a destinazione in serata. Scrollò le spalle e si avvicinò al pullman, trascinando il trolley. 
Ci metterò un po’ di più, ma sicuramente mi conviene andare in pullman che non in treno, tanto non ho fretta, c’è l’aria condizionata ed ho da leggere!  pensò tra se stringendo le riviste, una di gossip e una sportiva, che aveva acquistato.
Caricò il bagaglio e salì. Non potè fare a meno di carpire gli sguardi interessati di tutti. Sapeva di essere appariscente, oltremodo carina con la pelle olivastra, gli occhi scuri dal taglio atipicamente occidentale, i capelli neri e lunghissimi. E poi la sua altezza di un metro e ottantuno risaltava ancora di più quando, come quel giorno, indossava la tuta del club sportivo scolastico a cui apparteneva: il Fukuoka Basket Club, il team femminile più forte della prefettura, dai colori blu e verde. Erano il Kainan “in gonnella”, sebbene questa definizione che ormai avevano affibiato loro facesse uscire le atlete completamente dai gangheri, Mayumi su tutte.
Il veicolo partì che ancora lei non era riuscita a trovare un posto dove sedersi visto che il mezzo era pieno. 
E ti pareva che tutti oggi decidevano di fare una scampagnata! Uffa!  mugugnò, avanzando cautamente per non cadere.
Alla fine intravide un posto vuoto che dava sul corridoio interno, in penultima fila. Lentamente lo raggiunse e notò che il posto accanto al finestrino era già occupato da un tizio lunghissimo che con una gamba occupava anche quella che sembrava l’ultima postazione libera del pullman.
Mayumi storse il naso. Cominciamo bene! Guarda te, il viaggio non è nemmeno iniziato e mi tocca già litigare… Che palle!
Il tipo stava completamente stravaccato occupando entrambe le poltroncine, con un libro in faccia e le cuffiette nelle orecchie.
La ragazza si schiarì la voce: nulla.
Provo a tossicchiare più forte: nada.
- Scusami, è libero? - tentò, in tono medio alto. Peggio che parlare a un sordo.
Provò a scuoterlo leggermente. Nessun segno di vita.
Il pullman fece una frenata un po’ brusca e lei perse l’equilibrio, rischiando di cadere. Non ci vide più: si tirò su, poi senza troppi complimenti strattonò la gamba dello stampellone e occupò il posto.
Un secondo più tardi incontrò due occhi blu tra l’assonnato e il furibondo, ma era talmente nera da tralasciare il fatto che lui fosse davvero un tipo notevole. Lo incenerì con lo sguardo e urlò in malo modo - GRAZIE, EH?! -.
In quello, si mise il bagaglio a mano sotto il sedile e si immerse in una delle riviste.

Rukawa rimase seccato da quella strana ragazza. Era già sufficientemente irritato per il fatto di aver dovuto ammettere di essere stato un tronfio idiota e di doversi ripresentare alla squadra con la coda tra le gambe.
Umf, donne... Che inutile perdita di tempo  pensò, prima di risistemarsi al suo posto occupandosi di dare a lei il maggior fastidio possibile.
 




*La posta dell'Autrice* ^^
Puffolini della mia vena creativa in crisi mistica! Ci siamo, direi… Questo è il capitolo della vera e propria svolta della storia. Come avrete notato, infatti, Rei ha completamente gettato la maschera da “regina delle nevi” che si era autoimposta per 3 anni e si è lasciata andare alla sua emotività per troppo tempo repressa… Cosa accadrà, ora? Ve lo devo dire? Nooo, continuate a seguirmi e, chiaramente, lo saprete! 
Rubrica speciale “Aiutati, che LightDN t’aiuta!”: 
Aka_z= Puffolins’ Queen! Sono stata soddisfattissima della tua ultima recensione, nonché stracontenta di averti coinvolto completamente una volta di più! Volevo risponderti riguardo alla tua perplessità su Sendoh: partendo dal presupposto esattissimo che il Sensei ha dato pochissimi indizi su questo personaggio nella sua opera, voglio specificare che il suo “sadismo” verso Rukawa non è dettato da una sua reale durezza. Quello che intendo è che se ha fatto ciò che ha fatto e ha detto ciò che ha detto, non è perché sia realmente perfido o invidioso, bensì perché è uno sportivo ed ha un gran cuore. Altrimenti, se non fosse stato così, avrebbe rifiutato la richiesta di aiuto di Anzai. Rukawa aveva bisogno di una lezione, per tornare con i piedi per terra, e chi se non il suo diretto rivale poteva dargliela? Inoltre, il fatto che Akira sia in buona fede, ho cercato di farlo trasparire con la frase “…sorrise, contento di essersi reso utile”: se fosse stato davvero sadico o invidioso o interessato alla reale disfatta della squadra che lo ha eliminato dai campionati nazionali, non si sarebbe presentato in palestra per sfidare Rukawa, anzi… Che ne dici? Con questa spiegazione, spero di aver soddisfatto la tua perplessità e spero di aver fatto luce sui dubbi che ponevano la Guest Star OOC. Andando avanti, che ne dici di questo nuovo capito? Siamo alla svolta, come dicevo prima… Voglio sapere tutte le tue solite impressioni. Ti auguro buono studio e incrocio le dita per te, my little Puffolin! Bacio! PS: io sono il Grande Puffo! Mi ci vedo con la barba bianca + la calzamaglia ed il berrettino rossi!!
 Sere4Ruru= Sere bella! Hai centrato il punto: quando ce vo’, ce vo’! La matricola d’oro aveva davvero bisogno di raffreddare i bollenti spiriti, e forse questo era l’unico modo per frenare il suo delirio d’onnipotenza… Le sue vanità si sono infrante contro l’evidenza che Sendoh è ancora più forte di lui… Grazie per il parere che mi hai dato sul bell’Akira, mi da soddisfazione sentire che anche tu hai gradito il modo in cui l’ho fatto comportare! E Mayumi… Hai visto che mi sta combinando, ora? E’ proprio un piccolo impiastro, combinerà un sacco di guai!! Seguimi ancora! Bacio grande!
Xamia= Tesoro della mia vita oberata di lavoro, di pensieri e… Ansie! Supportami, perché da oggi la questione si fa seria: ho ricevuto la prima recensione negativa! Sob… Capita anche ai migliori, purtroppo… Mi sconforta il fatto di non essere capita, più che altro… La recensione negativa ci sta, neanche a dirlo, tuttavia… Leggendola mi si è chiarito un punto: il mio modo di scrivere non è poi così chiaro… Non tutti capiscono il perché di quello che faccio fare e dire ai personaggi, e gli indizi che lascio non sono chiari… Uff, ne ho ancora tanta di strada da fare!! Un bacino, my love!

Hinao85= Esordisco dicendoti: sono onorata ed anche contenta, sotto certi aspetti… Tu rappresenti la mia prima recensione negativa (se così la vogliamo chiamare)! Perciò ti dico: ti attendevo da tempo, perché ci hai messo così tanto?! A parte gli scherzi, grazie per la recensione, il fatto che sia così lunga mi ha fatto capire che davvero mi segui e hai letto la storia nella sua interezza. Rispondo subito alla tua osservazione su Rei: dopo aver letto il capitolo riguardante i ricordi di Akagi, e poi quest’ultimo capitolo, te la senti ancora di affermare che Rei sia soggetta alla sindrome di Mary Sue? Il fatto che tu la veda in questa luce mi lascia perplessa e mi porta a rimettere in discussione buona parte della linea narrativa finora tenuta, perché a quanto pare non sono riuscita a far arrivare chiaramente il messaggio. Rei, se è così “perfetta” tanto da diventare Mary Sue, non lo è di indole, ma ci è diventata. E poi, dai: perfetta? E’ un’arpia acida e gelida! Non la può vedere nessuno, se non Akagi e Kogure, che la conoscono bene, e Ayako che la vede un po’ come un esempio. E’ solo da qualche capitolo che sta venendo fuori il suo lato umano, ed in quest’ ultimo è proprio esplosa! Il tuo commento, perciò, mi fa supporre di non essere riuscita a far arrivare chiaramente questa sua peculiarità a tutti i lettori, e la cosa mi dispiace perché mi sono impegnata al max delle mie possibilità… Per quanto riguarda l’altra osservazione, sulla poca pertinenza dei personaggi: qui potrei aprire una parentesi di un’ora, ma cercherò di essere breve ed esaustiva. Allora… Questa è una fanfiction, e come tale non può avere la presunzione di essere speculare alla storia originale. In altre parole: io non sto scrivendo Slam Dunk, sto cercando di rendere omaggio al lavoro del Sensei Inoue allontanandomi il meno possibile dal suo stile e dal “Way to be” dei suoi personaggi. Detto ciò, credo che meglio di così non si possa fare, se non si vuole cadere nel banale, nel già visto o nel patetico. Per quanto riguarda l’OOC di Sendoh e il perchè Anzai abbia chiamato lui, non posso rimettermi a spiegare da capo le mie motivazioni, l’ho scritto poco sopra nella risposta ad AKA_Z (se ti interessa, puoi leggere là). Voglio ringraziarti, per i ragguagli stilistici e le opinioni: ora mi rendo conto delle pecche che questa storia ha. A 27 anni, in effetti, non posso presumere di scrivere bene… Ma sicuramente, meglio di quando ne avevo 23!! Restituisco il bacio e spero vorrai continuare a seguirmi e commentarmi! ;)
 Scorpy= Mia piccola Puffolina!!! Ma che piacere vedere che ci sei! Ti stavo dando per dispersa! Mi spiace sapere che sei in un periodo stressante, e sono felice di aiutarti in qualche modo, tramite il mio umile lavoro… Stringi i denti, vedrai che passerà presto! Ah, Grazie per gli auguri: graditissimi! Non potevo non dedicarti lo scorso capitolo: era sul tuo eroe, non potevo fare diversamente! Vedi che vi penso sempre, miei Puffolini?! Ero sicura che il capitolo ti sarebbe piaciuto, ora spero solo di riuscire a non deludere le aspettative! Aspetto ancora tue notizie… Anche se sporadiche, solo per sapere come va! Ok? Un bacino e tanto supporto per te, da parte mia!!!
 
Per oggi finisce qui. Solo un appunto: mi sto seriamente preoccupando per il mio Grillino Shasa. Ma che fine fece? Sono in astinenza da opinioni della mia coscienza artistica!!! E poi, s’è diffuso il morbo della smaterializzazione? No, perché sono in pena anche per l’amico Darkness, che sembra davvero essere emigrato in Papuasia! Ve lo dirò alla Sakuragi: Nun me lassate, pe’ccarità!
Vi do appuntamento a domani!
Un saluto “interdetto”!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Cap.17 ***


Il panorama montano di un tramonto estivo: Rei pensò che era proprio quello le ci voleva per distendere i nervi.
Era stata tutto il pomeriggio sulla collina che si stagliava dietro la pensione ad ammirare quella vista mozzafiato mentre continuava a scrivere compulsivamente sul suo blocco.
Abbassò gli occhi sulle pagine scribacchiate di appunti e di segreti e le sfuggì un sorrisetto malinconico. Ormai sapeva che il suo contenuto non era più un mistero, almeno per una persona nel gruppo…

Quando la mattina era scappata dalla sala studio, sconvolta e fuori di sé, si era rifugiata nella sua camera e per la prima volta dopo tantissimo tempo aveva pianto disperata con la testa affondata nel cuscino. Poco dopo aveva sentito la porta aprirsi e, istintivamente, aveva gridato - FUORI DI QUI! -.
Aveva percepito la chiusura dell’uscio, ma aveva capito di non essere sola quando dei passi leggeri echeggiarono per la camera e qualcuno si sedette sul letto dove lei era distesa. Una mano le si posò delicatamente sulla spalla.
- Senpai… -.
La voce di Ayako l’aveva sorpresa, tuttavia la sua presenza non l’aveva irritata e al contrario era stata stranamente felice di avere qualcuno che si fosse preoccupato per lei. Aveva tirato su il viso dal cuscino ed incontrato gli occhi della sua compagna più giovane.
- Mi dispiace, kohai. Mi vergogno tanto… Non è da me, ma ti giuro che non sono matta! Sai… -.
Ayako aveva alzato subito una mano e scosso la testa con un sorriso comprensivo dipinto sulla bella bocca. - No, senpai, non devi spiegarmi nulla… - e con quelle parole, aveva fatto un gesto eloquente verso il blocco che Rei aveva scagliato contro il muro e che  ora giaceva a terra.
- Perdonami, senpai Hosaki, ma avevo capito già da un paio di giorni che c’era qualcosa di strano tra te ed il capitano. In realtà Kogure mi aveva già accennato ad un fantomatico precedente, ma poi non se ne è parlato mai più. Poi, però, ho notato questo tuo attaccamento al blocco ed allora ho pensato che leggendolo… - e aveva abbassato gli occhi.
Rei era rimasta profondamente colpita. La ragazza le stava confessando apertamente che si era fatta gli affari suoi impunemente ed in quel momento sembrava molto più avvilita per la vergogna che terrorizzata per una sua eventuale reazione. Era stato allora che aveva capito che Ayako, tra le righe del suo blocco, aveva intravisto la vera Rei e che era lì per tenderle una mano in quello che doveva essere un momento terribile.
Aveva provato ad asciugarsi sommariamente gli occhi con il dorso della mano. - Non preoccuparti. In realtà, non me ne frega più niente di niente… - aveva detto con voce spezzata, prima di ricominciare a piangere nascondendo il volto tra le mani.
Ayako a tutta prima era rimasta impietrita ma poi aveva trovato il coraggio di riprendere la parola. - Senpai Hosaki, ti prego… Non fare così! Calmati… -.
Non l’aveva ascoltata, anzi, lo sfogo era diventato più convulso e la compagna d’istinto le aveva cinto le spalle. Erano rimaste così per un po’, finché non si era calmata, dopo di che avevano parlato a lungo.
Rei le aveva raccontato tutta la storia nei dettagli, integrando quello che aveva già letto nel blocco segreto. Le aveva spiegato di come il rifiuto di Akagi l’avesse portata a voler essere un’altra persona, di come le aveva fatto male il non essere considerata da lui e di come, alla fine, il personaggio che lei stessa aveva creato fosse divenuto la quotidianità. Ed anche il resto, tutte le verità che ormai non poteva più nascondere…
- Sicuramente ora mi sono chiare tante più cose… Rimane il fatto che non capisco il perché di quest’esplosione violenta - aveva chiesto Ayako, al termine del racconto.
Rei aveva emesso un sospiro amareggiato. - Eppure è così evidente… Lui mi ha rifiutata per il basket. Come pensi che potessi reagire vedendolo rinunciatario ed amorfo quando è ad un solo passo dal sogno che ci ha divisi? Ayako, se lui rinunciasse per me significherebbe aver gettato al vento tre anni di vita… Capisci?! Sarebbe l’atto più egoistico che potrebbe mai fare verso di me, verso sé stesso… ma soprattutto, verso di voi! -.
La ragazza aveva convenuto che tutto ora aveva un senso. Le aveva sorriso e poi detto - Sai Hosaki… Per quello che vale, adesso penso proprio che il capitano sia stato uno stupido idiota! -.
Rei l’aveva fissata per qualche istante, ritornando per un istante ad essere Ice-aki. Poi, però, aveva subito addolcito gli occhi. –Grazie, Ayako-chan, lo sapevo che fossi una brava ragazza. Ora, però, credo che sia il caso che tu torni dalla tua squadra… Chiaramente io non scenderò con te. In realtà ancora non so bene cosa farò… Però c’è una cosa che voglio darti -.
Aveva preso il suo blocco, lo aveva sfogliato ed, infine, aveva strappato alcune pagine per poi consegnargliele. - Questo è l’allenamento che avevo programmato per oggi. Sarai tu a fare le mie veci, perché non voglio che un mio problema o un problema di Akagi diventi un problema per lo Shohoku. Mi raccomando, sii inflessibile -.
Ayako aveva sgranato gli occhi. - Ma… Come, senpai?! Non puoi mollare ora… -.
- Non sto mollando. Penso solo che per oggi non sia il caso di tentare ulteriormente la sorte tra me e Akagi. Vedremo come evolverà la cosa, per ora scusati da parte mia con la squadra e con il signor Anzai… A dopo -.
Non aveva atteso la replica, ma si era alzata ed era uscita dalla camera. Quando era rientrata l'aveva trovata vuota.


Non aveva pranzato, ma era sgattaiolata subito fuori ricercando un po’ di solitudine ed infine l’aveva trovata sulla collina, dove era stata fino a quel momento. Ormai era sera, la squadra aveva sicuramente finito di allenarsi e i suoi componenti erano senz'altro altro già tornati alla pensione. Non si impensierì per il fatto che potessero preoccuparsi per lei perché aveva lasciato un biglietto ad Hayuri-san.
Provava ancora tanta rabbia. Non riusciva a scaricare del tutto la tensione e, come se non bastasse, si sentiva sola. Certo, sapeva che Ayako poteva comprenderla, ma non sarebbe mai potuta completamente stare dalla sua parte né tanto meno capire a fondo le sue ragioni. Chiuse gli occhi ed inveì contro se stessa per aver accettato di andare, perchè avrebbe dovuto immaginare che sarebbe successo qualcosa di simile. Purtroppo quella volta al campo di atletica avrebbe dovuto essere lei fuggire ma il suo orgoglio ferito aveva avuto il sopravvento ed ora ne stava pagando lo scotto.
Come se non fosse bastato, poi, si sentiva terribilmente in imbarazzo nei confronti sia del signor Anzai che della squadra. Temeva che da quel momento in poi non l’avrebbero più presa sul serio, un po’ perché aveva lasciato trapelare la sua vera natura e un po’ perché era venuta meno al suo impegno verso tutti loro. Forse era arrivato il momento di prendere in considerazione l’idea di rivedere la sua presenza al ritiro.
Si accorse d’improvviso che le faceva malissimo la testa e le bruciava lo stomaco mentre una morsa d’ansia le attanagliava entrambi. Doveva fare qualcosa oppure si sarebbe sentita male entro breve. Decise, così, di fare l’unica cosa che in quel momento era in suo potere, che le riusciva bene e le avrebbe dato la sensazione di scappare da tutta quella confusione: correre.
Scese a piedi fino alla pensione, si guardò furtivamente intorno sperando che non la vedesse nessuno, nascose il blocco in un cespuglio appena dentro il cancello ed iniziò a correre verso il bosco. Aveva notato che tra gli alberi era stata ricavata una passeggiata di cinque chilometri, proprio quello che faceva per lei. Calcolò che avrebbe fatto in tempo a farla tutta, andata e ritorno, in tempo per non incappare nel buio notturno.
Accelerò il passo, spingendosi quasi al limite del dolore. Voleva dimenticare, lasciarsi tutto alle spalle, correre via da tutto e tutti, anche da se stessa. Respirò a fondo e velocizzò ancora l’andatura.
L’aria bruciava nei polmoni, fresca e limpida, i muscoli iniziavano a dolerle piacevolmente per lo sforzo e la tensione iniziò a scendere. Un’euforia insolita iniziò a crescerle dentro, così accelerò ancora un po’. Il cuore batteva all’impazzata, le orecchie le fischiavano e gli occhi le prudevano, ma non si fermò: era come se stesse per dare di matto. Velocizzò ancora e ancora, poi iniziò ad urlare selvaggiamente. Ed in quell’eco disperato, la sua ansia ed il dolore iniziarono a svanire.
Tuttavia accadde qualcosa che non aveva previsto: una forma assurda di delirio si impadronì di lei tanto che, senza che se ne rendesse conto, perse la cognizione del tempo, dello spazio e perfino di sé. Sapeva solo che doveva correre, niente più.
- Hosaki! -.
Nulla, un brivido freddo le corse sulla schiena e continuò.
- Hosaki, aspetta… -.
La follia della corsa ormai le scorreva nelle vene, non vedeva neppure più dove stesse andando.
- HOSAKI, DANNAZIONE FERMATI! -.
Una strattonata fortissima la riportò alla realtà. Si sentì cadere ed un dolore lancinante alla spalla destra le fece vedere le stelle per qualche istante. Cadde in ginocchio, ansimando e con gli occhi serrati. Per un paio di secondi avvertì un senso di terrore aggredirle la bocca dello stomaco perché non aveva memoria né di dove fosse ne del perché vi fosse.
Improvvisamente realizzò di non essere sola e che qualcuno le stava tenendo saldamente il polso. Fulminea si voltò, temendo il peggio, ma tutto quello che ottenne fu un inatteso tuffo al cuore.
Mitsui.
Lui era là in piedi al suo fianco, ansimante e pallido, con un’espressione tra l’atterrito ed il preoccupato dipinta sul volto.
 
 




*La posta dell'Autrice* ^^
Buongiorno, Puffolini del mio cuore!!! A dispetto di questa ugiosa giornata, io mi sento raggiante… La storia procede, a quanto potete vedere, anche se ammetto di essermi un po’ arenata… Tra un po’ con molta probabilità dovrò scadenzare l’aggiornamento con tempi più lunghi, perché purtroppo sono ancora in fase di stesura del capitolo 21… Perdonatemi!!! Allora? Che ne pensate di questo nuovo episodio? Fatemi sapere! So già che verrò crocefissa per come sto portando avanti la mia protagonista, ma vi dico la sincera verità: prendendo per assunto che le vostre osservazioni sono interessanti e veritiere, la storia l’ho scritta parecchio tempo fa e ormai l’ho pubblicata. Detto tra noi, non mi va di cancellare tutto e ripubblicare solo per cambiare dei dettagli per rendere Ice-aki più “realistica” (per inciso: ragà, è un personaggio di fantasia che sto inserendo in una fanfic su un fumetto/anime che rasenta l’assurdo! Vi scongiuro: siate clementi! Se fosse troppo realistica non c’entrerebbe un fico secco con SD!!!). Sicché, procediamo insieme, sempre se vi andrà, e cerchiamo di goderci questo delirio! Ok?! E ricordate che vi amo tutti, miei Puffolini fantastici!!!
Rubrica del giovedì… Non mi viene un titolo carino, quindi procedo!
Xamia=  Tesoro dei miei sogni, non ti devi stranire… Non ce n’è bisogno! L’opinione di tutti è ben accetta, te lo posso garantire… Anche se a volte dissentiamo. Per quanto riguarda la questione degli avvisi, bhè: Hinao85 ha ragione, sono andata a controllare ed effettivamente è così… Io non lo sapevo, sicché è stato solo un errore in buona fede… Ora non facciamola diventare una questione, sennò mi viene il sangue amaro e mi passa la voglia di scrivere… E per rispetto ai miei Puffolini, non poteri mai permetterlo! Sicché, tu supportami e… Basta! I love you e fammi sapere che ne pensi di questo capitolo (anche se in realtà già lo so!).
Aka_z= Non ti devi preoccupare, Puffolins’s Queen! La parentesi “avviso” è chiarita, era un’osservazione veritiera della quale prendo atto per non cadere più nell’errore, sicché chiuderei qui il discorso e procederei con i commenti sulla storia, che sono BASILARI! Hihihi… Non ti posso promettere nulla su May e Rukawa… ti dico solo che qualsiasi cosa succederà, sarà funzionale al seguito che ho in mente… Quindi, stai a vedere e poi mi dirai! Da ora in poi le cose si faranno ingarbugliate, per la nostra Rei… I tuoi quesiti sono leciti, ma vedrai che presto assisterai ad episodi che ti daranno tutte le risposte che ti servono. Posso solo anticiparti che il registro del mio personaggio cambierà non poco, dopo gli ultimi avvenimenti… E Rukawa… Basta! Non voglio dire nulla, sennò ti rovino la suspance!!! Comunque sappi una cosa: sei fantastica, e leggere le tue recensioni è una delle cose che mi allieta di più durante le mie giornate! Sei simpaticissima, dolce e piena di entusiasmo… Sono fortunata ad averti come lettrice e spero presto di leggere qualche tua nuova storia… Perché non scrivi qualcos’altro su SD? Dai, ci spero! A domani dal tuo Grande Puffo!!
Sere4Ruru= Certo, mia cara, questo capitolo non parlerà del tuo Rukawa, però voglio ben sperare che ti abbia aggradato ugualmente! In effetti ero quasi certa che lo scorso capitolo ti sarebbe piaciuto, credo che sia veramente illuminante e divertente! Quest’ultimo, magari, è un po’ più serio… Eppure io lo trovo molto bello, forse perché particolarmente introspettivo… Bhò?! Dimmi che ne pensi! Bacio grande!
Shasa= Ma Grillino mio adoratoooooo!!! Mi ero preoccupata da morire! Ora sono più tranquilla… In effetti nel blocco c’è un segreto che finora ancora non ho svelato, ma che spero di far venire a galla tra qualche tempo! Mitsui… Leggendo questo capitolo che cosa ti viene in mente, cara? E aspetta di leggere il prossimo! E poi, Rei… Comprendo perfettamente quello che dici sul suo auto imporsi la perfezione. Uffa, non sono proprio riuscita a rendere più evidente la cosa! Vabbè, cercherò di spiegarlo di nuovo: se il mio personaggio ha queste caratteristiche, è solo perché è lo spaccato femminile di Akagi. O meglio: lei ci è diventata, perché come abbiamo visto, credeva che lui non la ritenesse alla sua altezza. E continua a perseverare su questa linea non perché lei sia realmente perfetta, ma perché è il solo modo per arrivare a lui… O forse è solo una questione di principio?! Bhè, questo non lo posso dire, altrimenti non leggerai più la storia! Da ora in poi, tuttavia, le cose cambieranno! La maschera di Ice-aki è stata gettata… Da questo capitolo in poi, i miei lettori potranno vedere Rei… Dai, mio Grillino fantastico… Voglio una succulenta recensione per questo capitolo, mi raccomando! Stroncami pure, se necessario… So bene che sto entrando in un terreno sdruccioso, ma devo rischiare se voglio che la storia sia sempre interessante… Che ne pensi? Aspetto con ansia! Un bacio enorme!
Hinao85= Carissima! Aiuto, che recensione chilometrica! Volevo cominciare dicendo una cosa: nessuno è qui per fare polemica, anzi… Per quanto mi riguarda ho apprezzato il tuo commento sincero e spassionato ed ho preso atto dell’osservazione sul capitolo “Avviso”. Come ho già detto, non sapevo di questa regola, ma ora ho letto il regolamento nella sua interezza e non cadrò più nell’errore. Sul fatto di aver definito la tua recensione “negativa”: se vai a rileggere la mia risposta precedente vedrai che tra parentesi ho scritto “se così la vogliamo definire”, quindi puoi ben intuire che non la considero realmente tale! La questione gira intorno al fatto che, appunto, sei stata molto puntigliosa e severa nel darmi il tuo personale giudizio, ma questo non è affatto un male! Anzi, ti garantisco che grazie alla tua recensione ho riletto l’intera storia sotto un’altra ottica, e se per molte cose devo dire che posso essere d’accordo con te, per altre devo dissentire se non altro perché so i motivi per cui ho condotto la narrazione in un certo modo. Detto tre me e te: non ho voglia di tornare sulla questione “Rei”. Tuttavia non è perché non voglio accettare opinioni personali riguardanti il mio lavoro, ma solo perché è un discorso decisamente troppo lungo e stamattina non sono dell’umore giusto per farlo! Posso solo dirti che la tua osservazione è giusta per quel che concerne il suo incutere timore in tutti, però ti invito a considerare il fatto che avevo la necessità di creare un personaggio che per molti versi fosse speculare ad Akagi. E poi aggiungerei che non avevo la minima intenzione di renderla “realistica” (vedi sopra per la spiegazione), ma solo di darle un enorme impatto nella storia. Questo solo e soltanto perché la sua primaria interazione non è con lo Shohoku in toto, ma con Akagi nello specifico, che è il personaggio più forte dell’intera storia originale. Poi, se vogliamo parlare del registro “Colloquiale” della mia narrazione… Bhè, quella è una scelta stilistica che ho fatto per non annoiare il lettore. Non amo particolarmente le ff su SD che sono troppo “narrative”… Slam Dunk deve il suo successo al Botta-Risposta dei suoi personaggi, quindi sto cercando di rimanere fedele a questa tipologia narrativa, che per altro adoro. Sull’ OOC di Sendoh mi sono già spiegata, quindi non mi ripeterò sennò penserai che sono logorroica! Per concludere: DEVI ESSERE PIGNOLA E SEVERA! A questo punto te lo chiedo io! Nessuno è perfetto, ed ognuno deve potersi migliorare! E poi, chi ha più buon senso lo usi, no?!  Ah, un’altra cosa: lo so che non mi hai detto che scrivo male! Con la mia osservazione mi riferivo allo stile, non alla grammatica! Tranquilla, mica mi sono offesa!. Con questo direi che ogni malinteso è chiarito, e ti garantisco che la mia amica non si è offesa per la recensione in se stessa, ma solo perché purtroppo nello scritto i toni si possono fraintendere. In effetti, leggendola così di primo impatto, la tua sembrava molto acida e scostante, quando invece il tuo intento era solo quello di fare delle precisazioni personali… Ora è tutto chiarito, e spero che questo non pregiudichi i nostri “rapporti artistici”. Mi aspetto ancora critiche costruttive da parte tua! Mi raccomando! Un bacio ed alla prox!
 
Ora, Puffolini del mio stress che si accumula, chiudo, anche perché (si me va!), avrei anche un lavoro!!! Già il signor “Taoka” è sul piede di guerra, non vorrei peggiorare ulteriormente la mia situazione (paura!). A domani!
Ah, se qualcuno avesse notizie di Darkness me lo faccia sapere, che ormai sono in contatto diretto con la redazione di “Chi l’ha visto?”…
Salutissimi “ugiosi”!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Cap.18 ***


- Che… Che ci fai tu qui? - gli domandò lei con un fil di voce, gli occhi enormi e lucidi.
Mitsui la guardò. Era ai suoi piedi, sconvolta e spaventata, il pallido riflesso di quell’algida ragazza che avevano conosciuto come Ice-aki, tuttavia era comunque abbagliante: una regina caduta. Le teneva saldamente il polso e, tramite la pelle umida di sudore, sentiva il battito accelerato del suo cuore. Per un secondo non capì più nulla.
- L’ allenamento supplementare… - rispose con voce incerta.
La ragazza trasalì e si voltò di scatto dall’altra parte nel tentativo di non mostrargli apertamente la sua debolezza, ma non riuscì a trattenersi: silenziosamente, ricominciò a singhiozzare. Cercò anche di strattonare la presa di lui senza però avere successo.
Mitsui sgranò gli occhi. La sentì lottare perché la lasciasse, ma non mollò, anzi serrò di più la mano sul suo polso affinché capisse che non poteva fuggire. 
Si sentiva strano. 
Finito l’allenamento al campo di atletica insieme a tutta la squadra, erano ritornati alla pensione. Lui sapeva di avere ancora da allenarsi, perciò aveva deciso di andare a correre nella passeggiata del bosco. L’aveva accolta come una benedizione perché sentiva il bisogno di stare finalmente un po’ da solo  e riordinare le idee su quello che era successo in mattinata e sulla piega che la situazione stava prendendo negli ultimi giorni. Non riusciva a negare a se stesso di essere in pensiero per Hosaki, ed il fatto di aver visto le sue lacrime lo aveva confuso. Ci aveva pensato durante tutto l’allenamento ed a causa di questa sua distrazione aveva avuto anche un battibecco con Ayako.
Si era reso conto di provare acrimonia verso il suo capitano, ed aveva avuto difficoltà ad individuarne la reale causa. Aveva tentato di dirsi che era per la debolezza dimostrata nel caso “Rukawa”, ma poi aveva capito che stava diventando piuttosto stupido negare l’evidenza: era infastidito dal filo rosso sospeso tra Akagi ed Hosaki. 
Già da un po', infatti, si chiedeva quale fosse la natura di quella stizza acuta che lo portava a rispondere male al capitano o a stuzzicare acidamente la ragazza. Ed infine aveva inevitabilmente tirato le somme: Hosaki gli piaceva. Troppo, per averla conosciuta solo cinque giorni prima, e la cosa lo aveva destabilizzato. Non gli era mai successo e non sapeva davvero come gestire il fatto.
Ed ora lei era lì davanti, fragile mentre piangeva tentando orgogliosamente di non farsi vedere. Fu preso dal panico e reagì nell’unico modo che conosceva.
- Stupida! Ma dove diavolo ti eri cacciata?! Eravamo tutti in pensiero! Guarda in che stato sei, sembri una matta! - la aggredì, inginocchiandosi al suo fianco e scuotendole il polso.
Si maledisse un secondo più tardi. Ma che cazzo dici, idiota?! 
Si preparò a ricevere una sequela di improperi, oppure uno sguardo tagliente ed una burbera risposta velenosa. Ma mai e poi mai avrebbe potuto pensare che accedesse quello che accadde.
Rei volse lentamente la testa. In un impeto di sgomento tentò di nuovo di forzare la morsa di Mitsui sul suo braccio, ma fu inutile. Lo guardò negli occhi e, senza ulteriori parole, gli appoggiò la fronte alla spalla iniziando di nuovo a piangere mentre stringeva gli occhi e nascondeva il volto nell’incavo tra il collo e la spalla di lui.
Mitsui ebbe come l’impressione che l’universo fosse esploso in quel momento esatto. Il cuore iniziò a galoppargli come un cavallo impazzito, la testa gli girava vorticosamente e, per un attimo, fu colto dal terrore puro. 
Non si mosse, non osò fare niente. Qualcosa lo riscosse quando si accorse che lei si era completamente abbandonata su di lui, senza remore né imbarazzi, piangendo tutto il malessere che stava covando. E solo alla fine lui, quando sentì il calore delle sue lacrime scivolargli sulla pelle del collo e finirgli dentro la maglietta sul torace, non riuscì più a trattenersi: la strinse a sé cingendole la vita con il braccio sinistro e tenendole la testa con la mano destra. La sentì sobbalzare leggermente a quel contatto, ma subito dopo rilassarsi.
Passarono alcuni minuti in cui il silenzio regnò incontrastato. 
Poi, d’improvviso, Rei si tirò su. Non piangeva più, era calma. 
Lo fissò con lo sguardo più glaciale di cui fu capace, cercando evidentemente di riprendere il suo solito atteggiamento. - Una sola parola, Mitsui, e… -.
Spontaneamente Mitsui le sorrise e fu subito evidente che la cosa la spiazzò tanto da farle morire le parole in gola, così si fece coraggio. Se voleva capirci qualcosa, quello era il momento, perciò si alzò in piedi e, mentre aiutava lei a fare lo stesso, parlò.
- Ma chi sei, tu? Ti sei presentata come la regina delle nevi, poi ti sei mostrata dura come il granito, improvvisamente esplodi e diventi violenta come una pazza e poi piangi disperata… -.
Hosaki era imbarazzatissima e non riusciva a nasconderlo. Era anche evidentemente nel panico e a lui sembrava quasi di vedere il suo bel cervellino lavorare spasmodicamente per trovare qualcosa da dire. Alla fine l’unica cosa che la ragazza riuscì a mormorare fu - Ho freddo… Voglio andare in camera mia, adesso -.
Lui annuì e in silenzio entrambi si avviarono lentamente verso la pensione. Prima di incamminarsi l’aveva aiutata a rimettersi la giacca della tuta ed ora la cingeva per le spalle con l’intento un po’ di scaldarla ed un po’ di sostenerla. Lei non si era opposta, molto probabilmente perché non ne aveva avuto la forza.
Ogni tanto finiva per sbirciarla con la coda dell’occhio e aveva notato che il suo viso era atteggiato in una smorfia tra il preoccupato ed il pensoso. Sarebbe stato pronto a scommettere che stesse cercando qualcosa da dire, una giustificazione, un qualsiasi argomento che la rendesse meno esposta di quanto effettivamente fosse, ma a quanto pareva non stava avendo fortuna. Tuttavia, alla fine, sembrò arrendersi e fare un tentativo.
- Senti, Mitsui, io ti devo una spiegazione… -.
Il ragazzo preferì non guardarla, ma continuò a camminare stringendo la presa su di lei.
- Tu non mi devi niente, Hosaki… - rispose comkpostamente, continuando a camminare senza guardala, ma stringendo comunque la presa sulle sue spalle.
Era evidente che fosse rimasta spiazzata dalla sua risposta. - Ma come? Prima tu…-.
- Non pensare a quello che t’ho detto prima. In realtà, ho già capito… -.
Questa volta abbassò lo sguardo sul volto della ragazza e trovò i suoi occhi scuri fissi su di lui, persi in un’espressione interrogativa e smarrita. Emise una risatina per smorzare la tensione.
- Non essere sorpresa. Quanto ancora pensavi di poterti nascondere dietro ad Ice-aki, Rei? -.
Notò che lei aveva sgranato gli occhi sentendosi chiamare per nome. Aveva voluto osare un po’ di più e a quanto pareva stava funzionando perchè l’aveva lasciata senza parole. Così continuò, per non perdere il vantaggio appena guadagnato.
- Pensavi che la vera te stessa potesse passare inosservata per molto tempo ad uno che per tre anni ha finto di essere un teppista per rivalsa, quando invece era tutt’altro? -.

Rei si sentiva strana. Nell’udire quelle parole ebbe un flash di lui prima che rientrasse nella squadra di basket ed il suo orgoglio fremette: non poteva accettare impunemente che proprio lui le sbattesse in faccia la verità, e poi con quel tono casuale! Fu inevitabile che l’impostazione acida e supponente rivenisse a galla.
- Non pensare di essere così bravo, Mitsui! Dopo l’esplosione di stamattina e quello che hai visto pochi minuti fa ci voleva poco a trarre delle conclusioni… Ammesso che poi ci sia del vero! - disse, rossa in viso e fissando un punto indefinito davanti a loro.
Lui non rispose, limitandosi ad emettere una risatina soffocata. Lo ignorò volutamente, cercando di recuperare un contegno visto che si sentiva ridicola ed inoltre era sicura che lui stesse approfittando della cosa.
Ormai non erano lontani dalla pensione ed era calato quasi del tutto il buio. Quando furono davanti al muretto di cinta che divideva il cortile dell’edificio dalla strada, Mitsui si irrigidì e le chiese - Te la senti di entrare dall’ingresso principale? -.
Rei scosse silenziosamente il capo mentre prima di rientrare recuperava il blocco dal cespuglio dove lo aveva nascosto, e così poco dopo scivolarono veloci nel cortile e passarono per la cucina con il permesso del fratello del signor Anzai.
Mitsui controllò velocemente i corridoi i quali erano vuoti perché certamente i ragazzi erano ancora nelle loro camere intenti a cambiarsi o a sistemarsi. La guidò velocemente per il piano terra e poi su per due rampe di scale, al secondo piano, dove c’era la stanza di lei.
Infine, in piedi, davanti alla porta, Rei rimase a fissare il pavimento senza riuscire a spiccicare una sola parola. Avrebbe voluto dire un milione di cose, ma ognuna le sembrava una stupidaggine in quel momento. Tuttavia non dovette sforzarsi molto, perché fu lui a parlare per primo.
- Hosaki? -.
Lei sussultò, poi alzò lo sguardo cercando di mantenere un’espressione neutra.
- Senti, Mitsui, io… - cercò di incalzarlo, ma venendo subito interrotta.
- Ti ho vista sorridere, Rei -.
Non ci fu bisogno che dicesse altro. Fu in quel momento che lei comprese tutto: non era stato l’episodio di quella mattina, e nemmeno le sue lacrime. Era stato il suo sorriso a spingerlo ad avvicinarsi a lei, a cercare di capirla. Di “vederla” davvero, per altro riuscendoci in maniera semplice ed incredibilmente naturale.
Si sentì bene, di un bene viscerale e totale come fosse libera da tutte le oppressioni del mondo. Fu per quello che non riuscì a reprimere ciò che fece un istante dopo: lo guardò in faccia e gli sorrise.
- Grazie… Hisashi-kun - disse, chiamandolo per nome anche lei con voce incerta.
Sapeva di non essere in grado di sostenere la sua reazione, perciò con quelle parole si apprestò ad aprire la porta. Si volse e stava per varcare l’uscio, quando udì di nuovo la sua voce. - So anche di te ed Akagi, ti ho sentita parlare al telefono con la tua amica… Perdonami, non volevo spiare: è stato un caso -.
Percepì distintamente il sangue bloccare il proprio flusso per un istante e si sentì mancare, ma si fece forza sullo stipite della porta. Ingoiò il rospo, poi si volse appena dicendo con un fil di voce - Non preoccuparti. Ora… Sono stanca. Grazie ancora di tutto, Mitsui. Buonanotte -.
E così si chiuse la porta alle spalle.

Lui la fissò sparire dietro l’uscio, poi rabbiosamente diede un pugno alla parete. Stupido idiota! Ma perché gliel’ho detto?!

Era ormai serata inoltrata.
Rei si era lavata mentre tutti erano a cena, facendo attenzione a non incrociare nessuno se non Ayako, poi aveva consumato un pasto frugale che la signora Hayuri le aveva cortesemente portato in camera sua.
Seduta sullo stipite della finestra osservava il cielo mentre sentiva le voci degli altri provenire dal solito cortile sul retro. Evidentemente l’atmosfera si era stabilizzata, perché li percepiva allegri e distesi. Tuttavia, Akagi non l’aveva cercata.
Sospirò e cerco di rilassarsi. Non voleva pensare a nulla, anzi voleva dimenticare ma non ci riusciva. Improvvisamente fu distratta da un leggero bussare alla porta. Trasalì. 
Oh mio Dio, chi sarà? Ayako entrerebbe senza troppe cerimonie… Oddio, e se fosse Akagi? Non ce la faccio, adesso, ad affrontarlo. E se fosse “lui” di nuovo?
Era nel panico, ma non poteva fingere di non esserci. Così raccolse tutte le sue forze, si sitemo alla bell’e meglio i capelli e, poggiando la mano sulla maniglia, chiese - Chi è? -.
Non giunse risposta e lei sospirò con rassegnazione. Dei, datemi la forza…
Quando aprì il cuore le perse un battito e quasi ebbe un tracollo emotivo per la sorpresa. Poi, un ciclone la travolse.
- TESORODELLAMIAVITAQUANTOMISEIMANCATA, ho fatto giustizia e sono corsa da teeeee!!!!- urlò la figura che l’aveva avvolta in un travolgente abbraccio.
Quando riacquistò la posizione eretta si riscoprì incredibilmente felice di ammirare, in piedi davanti a lei nella tuta della sua squadra, sua piccola Mayumi-chan.
 
 
 
 
 
 
*La posta dell’Autrice* ^^
Ok, ok, ok… So già che dopo questo capitolo verrò “cappottata” malamente da tutti voi, miei piccoli puffolini!!! Vi chiedo solo di non essere troppo severi, perché ho provato ad essere il meno sdolcinata possibile! Però qualcosa doveva succedere, diamine! Sono pronta a ricevere tutte le critiche che mi farete, d’altro canto sto qui apposta! L’unica cosa che spero è che, nonostante tutti i difetti che troverete in questo brano, lo abbiate trovato stimolante!
Oggi non ho tempo per rispondere alle recensioni, spero di riuscire a fare una cosa cumulativa per martedì! Cmq vi mando un bacio enorme. Aka_zSere4RuruXamiaShasa e Darkness (meno male! Bentornato, amico, mi sei mancato!): siete fantastici!
Ricordatevi che siete sempre nel mio cuore! A martedì!
Buon riposo e un salutone “in crisi creativa” !

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** cap.19 ***


QUALCHE ORA PRIMA…


Il viaggio era iniziato da poco più di un’ora e Mayumi si era già seccata sia della rivista di gossip che dell’I-Pod. Sbuffò. 
Che palle, che palle, che palle! Uffa, non mi va di bruciarmi subito la rivista di sport. Mi sto annoiando a morte… E poi volevo il posto accanto al finestrino! Tutto colpa di questo… Sellero malefico!
Mentre formulava il pensiero, si volse a guardare lo spilungone alla sua sinistra che non aveva più calcolato da quando erano partiti. Il libro che aveva in faccia poco prima gli era scivolato sul petto e perciò lei potè osservare liberamente il suo viso addormentato. 
Per tutti i canestri da 3, non ci avevo fatto caso, prima: è carino…Ma che dico, è proprio un figo da paura!
- Mi dà fastidio essere fissato mentre dormo… -.
La frase che lui mugugnò a bruciapelo e senza nemmeno aprire gli occhi la gelò sul colpo. Fu questione di un secondo perché Mayumi riprendesse il controllo di sè e, chiaramente, si inalberasse.
- Che problema hai, coso?! Stavo solo pensando che sei ingombrante e che sto dannatamente scomoda per colpa tua! - e, borbottando una qualche maledizione, gli rifilò una sonora gomitata nelle costole.

Lui trasalì e si tirò su di botto. Quando si voltò di scatto per fulminarla, tuttavia, lei aveva già il naso di nuovo immerso in una rivista. 
Che perticona insopportabile… Ma vaff… pensò, rifilandole un’occhiataccia astiosa.
- Se hai qualcosa da dirmi, bello mio, sei pregato di farlo apertamente. E poi quello sguardo da “Medusa che ti pietrifica sul colpo” risparmiatelo per i bambocci delle medie, che qui non fai paura a nessuno! - lo provocò lei, concedendogli uno svogliato sguardo obliquo.
Rukawa decise di ignorarla, perciò si risistemò le cuffie nelle orecchie e chiuse di nuovo gli occhi. Subito una miriade di pensieri gli affollarono il cervello e   ce n’erano tre in particolare che lo stavano massacrando: la consapevolezza dei suoi grossi limiti che la presunzione gli aveva nascosto, il prospettarsi del giusto “processo” che lo attendeva a Nagano ed, infine, Sendoh.
Maledizione! 
Inveì silenziosamente contro se stesso e contro tutto l’universo. Decise che, forse, sarebbe stato meglio non pensarci finché non fosse arrivato a destinazione, ma comunque non ci riusciva: era nervoso ed una rabbia sorda gli ribolliva dentro. Cercò di distrarsi, perciò provò a leggere, ad ascoltare musica, a guardare fuori dal finestrino. Nulla. Quella sorta di insofferenza violenta gli stava strapazzando i neuroni. 
Cazzo, è peggio che doversi sorbire la sparate idiote del do’hao…Mi sta scoppiando la testa!
Si rigirò nel suo sedile e sbuffò sonoramente.
Sonnecchiò per un po’. Era nel dormiveglia quando cominciò a fare sogni agitati in cui si susseguivano immagini vacue che apparivano e scomparivano come se prendessero forma da una nuvola di fumo. Vide il signor Anzai, la faccia pacifica distorta in una smorfia delusa e severa, dissonante con la consueta calma che lo contraddistingueva. L’anziano coach gli volse le spalle e, quando si girò di nuovo nella sua direzione, le sue sembianze non erano più le stesse.
A fissarlo negli occhi, ora, torreggiava la figura imponente del capitano Akagi e alle sue spalle intravide anche la più esile fisionomia di Kogure. Entrambi lo soppesavano con diffidenza e rabbia, finendo anche loro per dargli la schiena.
Scene deliranti iniziarono a prefigurarglisi. Sendoh che lo fissava con il suo tipico sorriso beffardo, lo stesso con cui lo aveva umiliato per poi “consigliargli” vivamente di rimettere i piedi per terra.
Vide lo Shohoku macinare una vittoria dopo l’altra al campionato nazionale ed infine vincere la finale. E tutto questo senza di lui.
Assistette inerme alla nomina di Nobunaga Kiyota come miglior matricola dell’anno ed alla convocazione del deficiente do’hao addirittura in nazionale juniores.
Tutto ciò mentre lui era in un angolo, solo, dimenticato.
Udì in lontananza risate di scherno, iniziò a guardarsi convulsamente intorno, percepì la rabbia e l’intolleranza crescergli nel petto ma non vedeva nessuno contro cui sfogarla. Lentamente calò il buio e sentì come un coro di mille voci che gli ripeteva convulsamente Non servi a nulla, non servi a nessuno, non vali niente…
Con un muto urlo dipinto sulle labbra si svegliò di colpo, ansimando. Si guardò intorno spaesato, poi si rilassò sul sedile, poggiandosi la mano sulla fronte. Gli girava la testa e si sentiva sconquassato da conati feroci.
Molto lentamente riprese il controllo di sé. Era allucinante. 
Non posso sentirmi in colpa, non DEVO sentirmi in colpa! Io sono Kaede Rukawa, sono la miglior matricola del Giappone! Che diavolo mi prende?!
Sospirò. In quell’istante un leggero movimento alla sua destra attirò la sua attenzione, così volse leggermente il capo. La strana tipa che gli sedeva affianco si era addormentata ed evidentemente stava sognando qualcosa di bello perché un ghigno beato le si era dipinto sul volto.
Rukawa approfittò del momento che quella peste non poteva fare danni per osservarla finalmente indisturbato. Probabilmente sarebbe potuta considerarsi carina, molto carina, indubbiamente meglio di tutte quelle rompiscatole che gli ronzavano intorno di solito. Ma la cosa non lo scalfì minimamente dato che in quel momento storico le ragazze erano l’ultimo dei suoi pensieri.
Certo, è altissima. A vederla così sarà almeno come Mitsui… ragionò, studiando la lunghissima figura di lei raggomitolata in una posizione da contorsionista cinese.
Adocchiò la rivista che probabilmente poco prima stava leggendo e che ora le giaceva aperta sulle gambe. 
Guarda guarda! Allora la spilungona è davvero una cestista… Vediamo che dice l’articolo che stava leggendo “Tra una settimana, gara 7 per la seconda semifinale dei play off della East Coast. Cleveland espugnerà la roccaforte di Boston? Nuovo duello al vertice tra Lebron James e Paul “Double P” Pierce”… Però!
Si sorprese a ritrovarsi interessato a quella tizia. 
Chissà come gioca… pensò, mentre la guardava muoversi nel sonno. Poi l’occhio gli cadde su un particolare che fino a quel momento gli era passato inosservato, ovvero il nome della club a cui apparteneva che ora faceva bella mostra di sè dallo stemma sul petto. “Fukuoka Basket Team”. E, subito sotto, il nome di lei: Ashida.
Rukawa strabuzzò gli occhi. La “sellerona sclerotica” al suo fianco era Mayumi Ashida, la miglior guardia femminile a livello scolastico della prefettura di Kanagawa. La sua fama, a livello sportivo, raggiungeva quasi quella di Shinichi Maki, ma a livello tecnico era sicuramente più affine ad un Fujima.
Il Fukuoka era famoso almeno quanto il Kainan nell’ambiente sportivo locale e lei poteva considerarsi una vera e propria stellina del basket femminile. Pettegolezzi dicevano anche che, essendo di famiglia abbiente, sarebbe andata presto a studiare in America per tentare il salto di qualità nella WNBA.
Pensando a tutte quelle cose, Rukawa sentì di nuovo montargli la rabbia dentro. 
Ma cos’è, una presa per il culo?! Io mi ritrovo a dover “mendicare” il perdono di quegli sfigati per realizzare il mio sogno e… Adesso mi devo pure mangiare il fegato pensando alla fortuna sfacciata di questa giraffona esaurita… Ma porc… ed in quello si rigettò con violenza sul sedile, facendo sussultare anche quello a fianco.

Mayumi, a quel sobbalzo, si riscosse. Aprì un occhio e lo soppesò con stizza.
- Uhè, coso… Ma una camomilla, anche no?! - biascicò, stiracchiandosi indispettita.
- Umf… - fu l’unica risposta che ottenne.
Lo fissò perplessa per qualche istante: era nero, schiumava di rabbia, se ne sarebbe accorto anche un cieco. Ora fissava fuori dal finestrino, un’espressione semi-omicida dipinta sul bel volto.
Cacchiolina, è perfino più pallido di quanto era prima! Gli deve rodere proprio una cifra! pensò tra sé la ragazza.
Sbadigliò e, ormai sveglia, riprese la lettura dell’articolo che aveva interrotto a metà. 
Evvai! Cleveland quest’anno sta andando come una macina, quanto godo! Non ce ne sarà per nessuno, nemmeno Boston li fermerà! Ahah… gongolò, pensando mille frasi di tripudio.
Non riuscì a contenere il giubilo e pensò a voce alta. - Lebron, sei un fenomeno! -.
Un mugugno soffocato le raggiunse l’orecchio da sinistra. - Tzè… Ma senti questa! -.
Mayumi sbucò dal suo giornale e lo squadrò con sufficienza.
- No, coso, guarda… non ci siamo! Finora t’ho tollerato solo perché sono una personcina civile, però adesso STAI VERAMENTE VOLANDO TROPPO ALTO! No, dimmi: che avresti da dire contro Lebron James? - lo aggredì.
Rukawa non si voltò nemmeno a guardarla. - E’ bravo, niente da dire… Ma vuoi mettere l’esperienza di Pierce?! Fammi il piacere, ragazzina… - mugugnò, infastidito.
Lei tacque qualche istante e poi, prima di risollevare il giornale, disse nel tono più sarcastico che le uscì - Se lo dici tu, PIVELLO…- scandendo l’ultima parola.

Il ragazzo non ci vide più e per la prima volta in vita sua fece l’impensabile. Mosso da chissà quale forza aliena, non sforzandosi nemmeno di far sì che sembrasse un incidente, le diede una sonora spallata.
A quel gesto la sua vicina di posto tirò giù fulmineamente la rivista e lo incenerì con un’occhiata che, al confronto, quelle che lanciava generalmente lui erano sguardi timidi.
- Senti, COSO, te lo ha mai detto nessuno che sei una piaga sociale?! Ma che sei scemo?! E poi che vuoi da me, scusa?! Chi ti ha chiesto niente, chi ti conosce?!- lo interpellò aggressivamente.
Rukawa non si voltò nemmeno a guardarla, si limitò a soppesarla con la coda dell’occhio. Ma non perse l’occasione per sfogare un minimo dell’acrimonia che si portava dentro.- Taci, spilungona… -.
Furono tutt’uno il suo pronunciare quelle parole taglienti e la rivista di gossip di lei che gli si spiaccicava in faccia mezzo secondo più tardi. Una mano lo agguantò per la collottola e si ritrovò faccia a faccia con due occhi sfolgoranti, colmi di rabbia omicida. Poi un sibilo rabbioso gli sfiorò l’orecchio.
- Non so chi tu creda di essere, coso, o come tu sia abituato a trattare la gente di solito. Una cosa è certa, però: io non sono la gente! Non ti permettere di assumere questo atteggiamento con me, quindi, altrimenti ci metto due secondi a frantumarti i legamenti! Capito, pidocchio?! -
Lo strattonò per la maglietta e con uno spintone lo rimise al suo posto. Poi, inforcando le cuffiette dell’I-Pod, agguantò la rivista sportiva e la riaprì alla sezione “Basket” infilandoci letteralmente la testa dentro.

Rukawa, che fino a quel momento non aveva accennato alla minima reazione, alzò un sopracciglio e la squadrò. Sentiva di nuovo il cuore che gli pulsava nelle orecchie dalla rabbia sorda, e sentiva che se non avesse fatto qualcosa sarebbe esploso. Così le strappò il giornale di mano e lo scaraventò in fondo al pullman.
Fortunatamente erano alla periferia di Nagano quando il conducente dell’autobus li sbattè “cordialmente” fuori dal suo automezzo. I due ragazzi, infatti, aveva instaurato una vera e propria rissa all’interno del veicolo con tanto di improperi, lancio di oggetti e di maledizioni di varia natura. Gli altri passeggeri si erano spaventati, così il gentile pilota li aveva letteralmente “lanciati” fuori dall’abitacolo, provvedendo anche a tirar loro dietro i bagagli.
- Pazzi furiosi! - gridò loro dal finestrino, mentre si allontanava.

Mayumi urlò come un’ossessa, sbraitando frustrata, mentre cercava di radunare le sue cose sul ciglio della strada. - Che tu sia maledetto, coso! Non sei normale, stai completamente fuori di testa! Fatti curare e fallo alla svelta, che sei un pericolo vagante! -.
Lui la freddò con uno sguardo gelido ma lei lo sostenne e gliene rimandò uno di fuoco.
- Secondo me sei pazzo! Ma chi cacchio sei, poi?! Anzi, guarda… Non dirmelo, non me ne frega un cavolo! Voglio solo non averti più davanti ai miei occhi da qui a trenta secondi! -.
Vide che un taxi stava venendo nella loro direzione quindi alzò una mano per chiamarlo. Mentre il gentile tassita caricava il suo bagaglio, la ragazza si voltò verso il suo “nemico” e gli disse caustica - A mai più rivederci, pazzo furioso. Se fosse per me dovrebbero rinchiuderti e buttare la chiave nel Pozzo di San Patrizio! -.

Salì sull’auto e un secondo dopo, Rukawa era solo sul ciglio della strada. Era sera ormai, così si caricò il bagaglio in spalla e, sbuffando, si avviò verso la sua mèta rimuginando tra sé e sé.
Altro che Maki in gonnella, questa sclerotica potrebbe essere la gemella del do’hao! Ma vaff…
E arrancando, iniziò a camminare.
 
 



 
 
 
 
*La posta dell’Autrice* ^^
Puffolini! Ciao, come state? Mi sembra un’eternità che non aggiorno… Bhè, in realtà, visti i parametri con cui vi ho abituati, lo è!!! Tuttavia, ancora una volta, devo riprendere quest’argomento… Probabilmente da metà di questa settimana il mio aggiornamento diverrà settimanale, perché non ho molto tempo per scrivere… Spero che questo non sia pregiudizievole… Mi dispiacerebbe se non continuaste a seguirmi… Vabbè, non mi voglio deprimere, quindi direi di cambiare argomento! 
Allora, che ne dite di questo nuovo capitolo? Secondo me (che sono chiaramente di parte!) è troppo divertente! Rukawa è un tantino OOC, però ve lo dico sinceramente: non mi importa, perché il solo immaginarmi la scena del giornale che vola in fondo al pullman mi fa venir da ridere! Dai, come sempre fatemi sapere!!
Rubricozza del martedì… Vi rispondo cumulativamente agli ultimi commenti!
Darkness= Amico mio carissimo!! Non puoi capire che piacere mi abbia fatto leggere la tua ultima recensione! E’ stata musica per le mie orecchie! Sono quasi commossa sull’osservazione che mi hai fatto sul capitolo 15: sei stato uno dei pochissimi a capire subito le motivazioni recondite della sfida Sendoh/Rukawa! La cosa mi ha davvero sollevato, perché vuol dire che non è poi così criptica come pensavo! Hai colto in pieno l’essenza della presenza di Akira in palestra, e tutte le motivazioni che hanno condotto Anzai a chiedere aiuto proprio a lui! Bene, in te sto trovando probabilmente il lettore più lucido nel trovare la mia stessa chiave di lettura… Meno male! Venendo al particolare della scelta della squadra di NBA in cui Rukawa sogna di entrare… So bene che lo Shohoku è ispirato ai Bulls (ma come il Kainan sono i Lakers, il Ryonan sono gli Orlando Magic e lo Shojo i MIEI Celtics!)… Tuttavia, come avrai capito, io sono tifosa dei Mitici di Boston… Ora, come posso far desiderare a Rukawa di entrare nei Bulls?! Tra l’altro, la divisa rossa gli sta pure male, lo vedrei meglio in verde e nero! Uhuhuhu… Attendo presto tue notizie!
Sere4ruru= Eccoci a martedì! Dai, spero almeno che questo capitolo sia valso l’attesa… Ma credo di si, per quanto ti riguarda, dato che è sul tuo Kaede!! Sono anche contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente… Temevo davvero che mi avreste criticata duramente… Invece, a sorpresa, avete gradito! Meno male! Un bacio e a domani!
Aka_Z= Mia dolcissima Regina dei Puffolini! Grazie mille per l’impegno con cui ti dedichi alle recensioni sulla mia opera! Non importa se ritardi un po’, la cosa che mi sta a cuore è avere sempre una tua opinione! Sono di mooooltissimo felice che anche tu sia entrata in tutto e per tutto nel mio mondo nel momento in cui hai letto lo scorso capitolo! Hai colto in pieno l’impronta che volevo dare all’episodio… E la cosa mi fa un grandissimo piacere! Per quanto concerne l’arrivo di Mayumi e Rukawa… Bhè, eccoci! Fammi sapere cosa ne pensi… Un bacio puffoloso dal tuo Grande Puffo!
Shasa= Oh Grillino, mio Grillino! Commossa fui! Allora gradisti lo scorso capitolo! Bello, me decisamente saltellante e felice!! Ti sono arrivate esattamente le sensazioni che volevo trasmettere e a quanto pare sono davvero riuscita a non cadere nel banale/patetico/surreale, che poteva essere probabile nella stesura di un episodio simile… Temevo davvero il tuo giudizio, ma a quanto pare non ti ho deluso! LightDN gongola alla Sakuragi!! (Sono proprio un GIUAENIOOOO!!! AHAHAH!!!). In questo chap, come avrai notato, ho gettato le basi per una linea verticale sulla mia trama base… Il rapporto Mayumi/Rukawa… Come ho notato, ho sollevato in te dei sospetti a riguardo, ma guarda… Voglio rassicurarti! Ho giurato di non cadere nello mieloso e di cercare di mantenere i personaggi più IC possibile, nel limite delle mie capacità… Accadranno cose… Strane!! Ecco, è il termine giusto! (NB: ricorda, qua e là getto sempre basi per il seguito!! ;)  ). Presto, cmq, svelerò anche il segreto del blocco… Non preoccuparti: tutti i nodi verranno al pettine! Attendo con grande trepidazione la tua nuova recensione… un bacio grande al mio unico e solo Grillino!
Xamia= My great love! Allora? Che dici? So già che questo capitolo ti piace in modo particolare! Il tuo alter ego, in questa sede, da veramente il meglio di se’!!! Ogni volta che lo rileggo non posso fare a meno di spisciarmi dalle risate! Aspetto il tuo solito resoconto… Un bacio dalla tua Rei!
Approfitto di questa sede per dare un saluto a tutti quelli che leggono anche senza lasciare commenti! Grazie a tutti, siete meravigliosi! Saluto in modo particolare La piccola Scorpy(aspettando un tuo nuovo commento, ti mando ancora i miei più grandi in bocca al lupo!), WarKobe90TemarisanKuji13 ed Hinao85! Ora scappo… Ho sacrificato la pausa pranzo per scrivere i credits, ma per voi si fa questo ed altro, puffolini dei miei sogni dorati! Ah, vi preavviso da ora… Domai e dopodomani sarò in trasferta, quindi non so se riuscirò ad aggiornare… ma farò il possibile!
Un saluto “appassionato”  !
 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Cap.20 ***


- Mayu-chan, che cavolo ci fai qui?! -. 
La voce di Rei oscillò tra il divertito e l’incredulo, ma non riuscì a formulare altre domande, che di nuovo la sua amica la travolse in un abbraccio avvolgente.
- Che diavolazzo di domande fai, cretina! Ti risulta sia mai successo che quando una delle due ha avuto un problema l’altra non sia intervenuta? -. Dalla voce della ragazza trapelava sia una nota di evidente ansia che una grande felicità.
Finalmente anche Rei la strinse e potè lasciarsi andare a se’ stessa, sussurrandole nell'orecchio. - Grazie, piccola scapestrata esaurita... -.
Portarono dentro le poche cose di Mayumi, poi Rei non riuscì più a trattenere la serie di ovvi interrogativi che le erano sovvenuti, perciò li snocciolò in folle sequenza. - Scusami, sai… Ma come sei venuta? Pensi di fermarti? E i tuoi allenamenti? Sei entrata senza che nessuno si accorgesse di niente? No, ti prego… Spiegami, perché non capisco e sai che se non lo faccio divento paranoica e molesta... -.
- Amica mia, a prescindere dal fatto che tu sei molesta sempre e comunque... Se dici così dovrò proprio pensare che tutti questi anni di amicizia non sono serviti a niente! Ma che non mi conosci? Lo sai che non sopporto sapere che qualcosa ti turba e, siccome so bene che per la storia di Take-kun sei già stata tanto male, non potevo fare altro che venire per darti man forte in questo momento "storico". Credo che la mia presenza sia indispensabile, per altro...- concluse l'altra, fissandosi le unghie con fare di sufficienza.
Il volto di Rei si deformò in una smorfia seccata. - Mayumi Ashida, stai divagando. Invece di sciorinare tutte queste stupidaggini, rispondi alle mie domande, per favore! -.
- Che palle, e riecco il calcolatore umano che è in te riprendere il sopravvento! Sorellina, rilassati: ora che sono qui è tutto “Peace and Love”… -.
- MAYUMI ! - strillò Rei, spazientita.
- E che angoscia! Va bene, va bene, stai molto calmina, eh?! Stavo giocando. Dai… Sono venuta in pullman perché ero a corto di liquidità, visto che papino mi ha tagliato i fondi dopo la spesa folle per quella Micheal Kors di cui, come ben sai, non potevo assolutamente fare a meno! Un viaggio allucinante che non te lo sto nemmeno a dire, poi ti racconto meglio… In effetti stavo pensando di fermarmi per qualche giorno, perché il coach ci ha concesso un piccolissimo periodo di riposo. Dato che siamo in piena forma è rischioso anche sovraccaricarci con allenamenti eccessivi, ti pare?! Rischiamo di arrivare al campionato nazionale con troppa stanchezza sulle gambe e decisamente non è igienico - snocciolò la moretta mentre, sedutasi sul letto di Ayako, giocherellava con una ciocca dei lunghi capelli.
L’amica, appoggiata allo stipite della finestra, la soppesava con aria perplessa. - E va bene… Almeno spero. Con l’aria che tira da queste parti nelle ultime ventiquattro ore non vorrei che la tua presenza portasse ulteriore scompiglio… Già mi sembra tanto strano che tu sia riuscita ad entrare senza che si alzasse un putiferio stile “Un giorno di Ordinaria Follia”… Figurati! - sindacò, con un’espressione preoccupata che non le si addiceva affatto.
Mayumi si inalberò seduta stante. - No, ma che stiamo scherzando?! Ma dici sul serio o mi prendi per i fondelli? Ehi, bella gioia! Si può sapere che cacchio ti hanno fatto questi quattro zotici? Come mai nel giro di cinque giorni mi sei diventata così remissiva? Guarda che se ho chiesto alla padrona della pensione di farmi salire senza dire nulla a nessuno era solo per fare una sorpresa a te, non penserai mica che mi abbia messo pensiero quello che potrebbero dire questi scimmioni della tua scuola, vero?! Calcola che se mi avessero vista e qualcuno mi avesse detto anche solo una sillaba, gli avrei riservato lo stesso trattamento che s’è beccato quel cretino che li ha mollato qui come i deficienti che sono! -.
L’espressione assunta da Rei era indescrivibile. Non sapeva davvero cosa pensare, soprattutto perché in una frazione di secondo le era stato chiaro che le mancasse un passaggio essenziale per comprendere di cosa l’altra stesse effettivamente parlando. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte come per dire qualcosa, ma non aveva ben chiaro nemmeno lei cosa realmente volesse sapere perciò si fissarono in silenzio per qualche istante. Tuttavia, quando finalmente si decise a chiedere delucidazioni all'altra, accadde qualcosa.
Udirono un vociare concitato provenire dal cortile, così si avvicinarono entrambe alla finestra. Videro tutti i componenti della squadra che evidentemente fino ad un attimo prima si trovavano fuori, rientrare di corsa. Distintamente colsero un fugace scambio di battute che intercorse tra Miyagi e Mitsui prima che anche loro rientrassero.
- Non ci posso credere! Questa si che è una sorpresa! - esclamò Ryota.
- Infatti. Non ci avrei scommesso nemmeno uno yen che si presentasse così presto! - gli rispose l’altro ed in ciò seguirono il resto della squadra, lasciando il giardino deserto.
Mayumi si volse verso Rei, la quale aveva gli occhi sgranati e fissava un punto indistinto. Poi, di botto, si riscosse e si volse a guardarla, prendendole la mano - Andiamo -.
Imboccarono la porta e scesero le scale di corsa per poi percorrere il corridoio che conduceva all’ingresso. 
L'intera compagine era ammassata davanti alla porta principale spalancata e le due ragazze, sopraggiungendo, udirono Hanamichi abbaiare - Con che faccia da culo ti presenti, infamone?! Vattene, nessuno ti vuole… Tanto non servi, dato che c’è già il Supremo Tensai che… -.
- Taci, minorato mentale! - tuonò Akagi, spintonandolo violentemente contro la parete.
Rei lasciò la mano dell’amica e si fece largo tra i ragazzi raggiungendo il fianco di Akagi. La porta era aperta e, in piedi di fronte a tutti, c’era lui. Nel vederlo sentì una fitta allo stomaco e subito con la coda dell’occhio soppesò la reazione del numero 4 dello Shohoku: nulla, la faccia del ragazzo sembrava scolpita nel marmo e la cosa, stranamente, le diede abbastanza coraggio da farle indossare di nuovo ed estemporaneamente la maschera di Ice-aki che aveva dimesso quella mattina.
Nessuno fiatava e nemmeno l’oggetto della collettiva sorpresa sembrava essere particolarmente colpito dal fatto di essere sotto i riflettori, esposto al giudizio di tutti. La situazione era ad un punto di stasi che rasentava l’imbarazzante.
Poi, l’inimmaginabile.
Una voce squillante e dal tono sconvolto trillò dal mezzo delle file dello Shohoku. - E tu?! Che diavolo ci fai qui?! Ma che mi hai seguito? Sei un maniaco, allora! -.
Dodici facce basite si volsero verso l’altissima e fascinosa ragazza di cui ignoravano sia la presenza che, per la maggioranza, l’identità.
- Mayumi, sei forse impazzita?! – tuonò rei nel suo tono più duro.
Il volto di Akagi, ora, era diventato l’emblema dell’interdizione ed il ragazzo esclamò, quasi come se non credesse ai suoi occhi - A…Ashida?! -
Lentamente volse lo sguardo verso Rei. - Che significa? - le chiese in tono glaciale.
Ma lei non fece in tempo a rispondere, perché di nuovo si intromise Mayumi. - Akagi, lascia perdere. Con te parlerò dopo, che tanto ne ho già da dirtene un paio! Adesso, però, mi preoccuperei di questo mitomane: cacciatelo via che è pericoloso! - esclamò, puntando il dito contro il tizio alla porta.
Poi, notando che nessuno si muoveva e che, anzi, tutti continuavano a fissarla come fosse un alieno con 7 teste, sbottò - Che sono queste facce da cefali, non ci credete?! Guardate che è vero! In pullman mi ha aggredito e… -.
- Ashida, ma che diavolo stai dicendo?- la interruppe Akagi, in modo estremamente brusco.
La faccia di Hanamichi comparve da dietro la spalla del capitano. - Eddai, Gory… Non essere così severo con la ragazza! Non senti che finora ha detto solo cose sensate? Ha ragione lei, dovremmo cacciarla via, questa malefica kitsune e… -.
- ORA BASTA!!! -.
Stavolta Akagi era davvero fuori di sé. Era troppo.
Fece piombare due occhi incandescenti su una Mayumi imbronciata e serissima. - Senti, Ashida… Io non so cosa tu ci faccia qui, nè tanto meno il perché tu sia venuta, anche se lo posso immaginare…- ed a quelle parole lanciò una significativa occhiata a Rei, che sostenne il suo sguardo con fierezza.
- No, Akagi, qui non ci stiamo capendo… Ho detto che ti spiego dopo! Però adesso vorrei farvi notare che c’è un enorme maniaco alla porta, che m’ha pedinata! Se vi va, fareste qualcosa per levarmelo dalle balle prima che gli raschi quell’espressione da idiota contro il muro di cinta?!- si inalberò Mayumi, alzando il tono.
Di nuovo, però, il silenzio teso fu denso e palpabile.
Infine, però, Rei intervenne decisa ed anche un po’ alterata. - Mayumi, tu sei completamente andata! Ma quale maniaco? Quello è Kaede Rukawa! -.
 -CHI?! -.
L’altra impallidì di colpo. In un secondo netto, un film lungo un’intera giornata si dipanò nella sua mente, mentre squadrava il ragazzo che ancora la fissava con espressione neutra.
Kaede Rukawa? RUKAWA?! No, è impossibile!! Se davvero è così… Chi diavolo era il tizio a cui ho dato del “patetico coglione”? pensò Mayumi.
I suoi occhi corsero velocemente dal ragazzo a Rei, passando per Akagi e tutto il resto della squadra. Tutti la fissavano basiti.
Come poche volte nella sua vita le era successo, non sapeva cosa dire né cosa fare. Figura meschina!
Poi, un miracolo. Dal fondo del corridoio, alle loro spalle, una voce calma ed acquietante attirò l’attenzione di tutti quanti.
- Vedo con mio sommo piacere che sei tornato, ragazzo mio… Entra pure ed accomodati in sala relax. Dobbiamo parlare -.
Il signor Anzai aveva fatto la sua comparsa e, immediatamente, il caos si era tramutato in quietezza e calma.
 
 
 
 
 




*La posta dell’Autrice*  ^^
 
Puffolini! Sto impazzendo! Sono due giorni che il mio capo, Taoka dei poveri per intenderci, mi dice che devo andare fuori sede e poi… La mattina si rimangia tutto! è proprio il peggiore! Più che altro, lui dovrebbe capire che io ho un impegno con i miei piccoli puffetti dolcissimi, e che per questo mi devo organizzare per benino! Mhà…
Comunque, veniamo a noi. Devo ammettere che la storia sta rallentando il ritmo… Anticipo già che i prossimi due capitoli non saranno particolarmente entusiasmanti, ma la linea narrativa ne necessita, sicché non posso fare altrimenti!
Come potete ben vedere anche il nostro “simpaticissimo” Rukawa s’è ripresentato… La domanda è: quali equilibri cambieranno di nuovo, ed in quale misura? Basterà continuare a seguirmi, se Dio vuole tra una decina di capitoli avrò finito!!! 
Rubrica del mercoledì… Contenta di rispondervi, così non medito vendette atroci verso taoka! 
Sere4Ruru= Calcola che quando ho letto il tuo ultimo commento, c’è mancato poco che mi strozzassi per le risate che mi son fatta! Scenetta drammatica, tipo teatro Kabuki con tanto di balla di fieno!!! Meraviglioso! Comunque si… La mia speranza è aggiornare quotidianamente almeno fino alla fine della settimana… Poi, non so. Vorrei tentare l’aggiornamento settimanale, ma se mi impegno potrei postare almeno un paio di volte in sette giorni… Vediamo cosa riesco a combinare! Me tanto contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! E questo? Moscio, vero? Vabbè, ma tu mi perdonerai di certo!! Baci, cara! 
Aka_z= Puffolins’!! Ma che mi combini? Mi mandi i virus?! Sei così contrariata dal fatto che non aggiornerò più quotidianamente che preferisci cancellarmi tutti i dati dal Pc?! Ahahah… Scherzo, cara! Sono più rincuorata nel leggere che secondo la tua opinione Mr. Ghiacciolo non è OOC… D’altra parte ho cercato di immaginare il modo in cui uno come lui avrebbe potuto comportarsi in una situazione del genere, considerando anche lo stato d’animo in cui si trova! (Scena ispiratami dall’episodio 85 dell’anime, in cui la kitsune manda “a cagare” tutto il mondo! Che meraviglia!). Per quanto riguarda Mayumi, poi, il mio intento non è di renderla come l’hai percepita tu. La realtà è che nel creare il suo personaggio, mi sono ispirata alla mia best friend (che qui sul sito è loggata come Xamia… Per altro: nel suo commento allo scorso capitolo, ti lascia anche un messaggino con la spiegazione specifica su Mayumi!). Al che posso giurare che la mia volontà è creare una specie di Hanamichi al femminile. Mayumi non è prepotente… Fondamentalmente è “Do’hao inside” anche lei! E odia vedere soffrire le persone che ama, Rei in modo particolare (ed il motivo lo saprete molto presto! E’ tutto collegato, a tutto c’è un perché!!!). Quindi non sarà sempre all’altezza della situazione… Anzi! Immagina: Hanamichi + Mayumi =…! Ma non voglio svelarti più nulla!
Perché ho cancellato l’altra ff? Semplicemente perché era incompleta ed al momento non ero molto ispirata per continuarla… La mia intenzione è di finire prima questa, improntarne il seguito e poi, casomai, continuare anche quella… Che, tra le altre cose, era anche abbastanza carina… Ti farò sapere! Baci baci dal tuo Grande Puffo! 
Xamia= Tesoro mio… Io non ce la posso davvero fare! Ci sono dei momenti, durante la giornata, in cui ripenso ad alcune scene di Slam… E comincio a ridacchiare come una pazza furiosa! (“Umf, tutti a cagare!”… Oppure “Umf, si, Buonanotte!”… Che tajooooo!!!). Che fare? Niente popò di meno che farsi prendere dall’ispirazione e continuare a scrivere in onore dei miei Puffolini… E tuo. Che mi fai da Beta-Reader (chiaramente autorizzata! CAPITO?!) e mi dai tanto sostegno in quest’avventura che ho deciso di intraprendere. Ora, ho una domanda: troverò qualche anima pia che sappia disegnare, la quale possa fare lo sforzo inumano di disegnarmi Rei e Mayumi?! Io sono giunta alla sana conclusione che non ne sono all’altezza… Spargi la voce! Ah, tra oggi e domani conto di mandarti cap. 21 e 22 per lettura! Bacio, piccola May… Tua Rei! 
Shasa= …(immagina la canzoncina)…”Viva viva il mio Grillino Adoratooooooo!!!”… Lo so, è terribile e credo anche di aver perso molta credibilità… Ma che ci posso fare? Quando sono presa dal fuoco dell’estro e dell’affetto mi devo necessariamente esprimere in tutti i modi!!! Anche per quanto riguarda Rukawa, son felice che tu abbia colto la chiave di lettura giusta ed abbia interpretato il personaggio esattamente nel modo in cui io volevo che il lettore lo cogliesse. Quando lo definivo OOC era proprio perché nella storia originale, lui non si trova mai a dover affrontare una situazione “border-line” come questa, quindi mi sono dovuta sforzare non poco per immaginare la sua ipotetica reazione. Bene, tutto sommato, dopo aver letto il tuo commento, sono sicura di aver fatto un discreto lavoro! E sono entusiasta che anche Mayumi raccolga la tua simpatia! Questo è il suo ruolo, in effetti: Rei è la “dura” (Akagi al femminile… per quanto lo possa realmente essere) e Mayumi è la simpatica peste (Hanamichi al femminile… lei lo è davvero!). Che ne pensi? Bacetti grandi al mio Fab-Grillino! 
War= Carissimaaaaaaa!!! Che fine avevi fatto? Sono stata troppo contenta di trovare una tua nuova recensione, se non altro per il fatto che proprio ieri ti avevo mandato un saluto! Bene! Sono veramente gongolante al pensiero che ti sia piaciuto il capitolo! In effetti anche io lo trovo spassoso… Me li immagino troppo quei due stampelloni di Rukawa e Mayumi che si picchiano sul pullman! E della scenata di Mayumi in questo capitolo?! Quando l’ho riletta dopo averla scritta, ammetto che non sono riuscita a trattenere una risatina neppure io… Mi ha fatto anche piacere che l’episodio sia risultato in qualche modo evocativo, per te… In effetti, a chi non è mai capitato un episodio esotico di questo genere, durante il periodo delle superiori?! Continua a leggermi e, quando ti va, lascia pure un commentino… Sono sempre ben accetti! Un bacino ed un saluto grande grande!
 
Ed in ciò, anche per oggi terminiamo. Voglio solo lanciare un appello a tutti coloro che mi leggono: se c’è un disegnatore, tra tutti voi, non è che gli andrebbe di farmi questo enorme favore, di disegnare per me Rei e Mayumi, in uno stile che si avvicini il più possibile a quello grafico di Sd? Sarebbe una cosa molto carina, più che altro perché vorrei davvero che tutti i lettori avessero anche un’immagine visiva dei miei due personaggi, in modo da poterli più facilmente collocare accanto ai mitici originali del Sensei… Contattatemi, se vi va di aiutarmi, così che magari possa pubblicare le immagini sul mio profilo!
Tutto qui… Ora vi saluto, dicendovi una verità assoluta: Via mo tanto, miei piccoli Puffolini!
Baci “Zompettanti” !

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Cap.21 ***


Dopo che il signor Anzai ebbe chiamato in disparte Rukawa, s’era scatenato il finimondo e mille proteste, domande e illazioni si erano alzate da tutti i componenti della squadra.
- Gorilla, ma che siamo fuori di zucca davvero davvero?! No dico: la bastardissima kitsune ci prende a tutti per i fondelli e la vecchia scrofa che fa? Lo accoglie a braccia aperte!!! Ma io gli scallo i denti del giudizio e glieli infilo sotto le unghie dei piedi! Lasciami, pigmeo! Lasciami! - gridava Hanamichi, in preda ad un crisi di rabbia mentre dava un bel da fare a Miyagi che gli si era abbarbicato sulla schiena, tipo zainetto, nel tentativo di placarne l’ira.
- Mi duole dirlo, Akagi, ma stavolta credo che Sakuragi non abbia tutti i torti… - tentò Ayako, spiazzata da tutta quella confusione.
Mitsui emise una risatina. - A me sembra che come al solito si stia andando oltre. In effetti nessuno si aspettava che il sociopatico tornasse così presto, però non si può nemmeno biasimare il signor Anzai… -.
Hanamichi lo fulminò. - Non dire fregnacce, bacia-piselli! Dici così solo perché il ciccione ha graziato pure te! -.
- Prova a ripeterlo se hai le palle, idiota! - si infervorò l’altro, puntandogli il dito contro.
- Hanamichi, calmati! Mi sta venendo il mal di mareeeee!! - gridò Miyagi, ancora piazzato sulle spalle del rosso , che sembrava indemoniato.
Una ridda di voci si stava sovrapponendo, senza che si riuscisse a venire fuori da quella situazione surreale. Ognuno diceva la sua e ognuno si stava a suo modo scaldando. D’improvviso, il capitano decise che era il momento di riprendere in mano quella storia assurda. 
- Adesso fate silenzio, branco di idioti! - gridò, facendo sì che calasse il silenzio.
Mayumi diede di gomito a Rei e le bisbigliò - Ma allora è vero che sono patologicamente instabili, questi. Io te l’avevo detto di venire al Fukuoka con me… Guarda come ti riduce, la scuola pubblica! -.
Rei non potè fare a meno di trattenere una risatina, prima di prestare la sua attenzione ad Akagi. Il ragazzo s’era issato su una sedia ed aveva con un solo gesto ottenuto l’attenzione di tutti.
- Adesso fate silenzio, e statemi a sentire. E’ inutile fare tutta questa confusione, perché è giusto che sia per primo il signor Anzai a parlare con Rukawa e ad avere un chiarimento con lui. Ovviamente, almeno per quanto mi riguarda, il suo gesto non passerà impunito e domani pretenderò da lui scuse ed ammissioni di colpa davanti a tutti voi… Piuttosto, s’è fatto tardi e credo che sia ora di andare a dormire. Il fatto che Rukawa sia tornato non cambia nulla, quindi domani mattina faremo il test di valutazione come da piano. E’ tutto. Buonanotte - proclamò.
I ragazzi iniziarono lentamente ad andarsene nelle loro camere, borbottando e sbuffando, guidati da un Sakuragi nero come la pece che non faceva altro che mugugnare cose tipo "la kitsune ruffiana la passerà liscia con la vecchia scrofa" oppure "se non verrà punito lo ucciderò nel sonno", ed un Miyagi stranamente pacifista il quale sembrava essere più preoccupato per il test che per le sorti della squadra. 
Rei ritenne che quello fosse il momento buono per defilarsi. Non aveva voglia di affrontare nessun tipo di discorso e come se non bastasse quella giornata l’aveva completamente sfiancata. Lanciò un’occhiatina eloquente a Mayumi ed insieme si voltarono per andarsene. Tuttavia fecero solo pochi passi, perché una voce le fermò.
- Hosaki, Ashida… Voi no. Dobbiamo parlare - .
La ragazza sospirò, poi si voltò e rispose - Adesso, Akagi? Non si può rimandare a domani? -.
- No - fu la risposta lapidaria.
-E ti pareva, che palle! - mugugnò Mayumi, roteando gli occhi. Poi, con le mani intrecciate dietro la testa, si diresse verso Akagi che le stava indicando l’uscita per il cortile.
Rei rimase impalata per qualche secondo. Non aveva voglia di parlare in quel momento ma si rese conto che prima avessero risolto quella situazione e prima si sarebbe potuta concentrare sul malessere che le si era scatenato dentro da quella mattina.
Guardando con espressione tesa, cominciò lentamente ad avviarsi per raggiungere gli altri due. Improvvisamente, però, si vide la strada sbarrata, perciò si fermò di botto e alzò lentamente gli occhi.
Avrebbe dovuto immaginarlo: Mitsui. 
Si fissarono senza parlare, uno sguardo che valse più di un milione di parole. Le sembrò quasi che quel silenzio fosse assordante. Lo vide alzare la mano destra e poggiargliela sulla spalla sinistra, stringendo leggermente quella che lei percepì come una presa rassicurante. Poi si scansò e lo sentì allontanarsi.
Sospirò, recandosi finalmente in cortile. Quando giunse il dibattito era già nel vivo.
- Per tutti i dorayaki di questo maledettissimo paese, Akagi, mi sembra che tu ti stia agitando un po’ troppo! Che cacchio di domanda è “che ci fai qui?”. Sono venuta per Rei, mi sembra ovvio, no?!-. La voce di Mayumi era piuttosto seccata.
Akagi la stava squadrando con aria severa. - Ashida, non sono un demente. Non darmi risposte ovvie, per favore! -.
Mayumi, che ancora perseverava in una postura spensierata, con le braccia sopra la testa mentre gli dava il fianco, lo soppesò con sguardo casuale. - E allora tu smettila di farmi domande ovvie, no?! -.
La faccia del capitano si deformò in una smorfia stizzita. – Senti, non so cosa tu ti sia messa in testa, Ashida, ma vorrei farti presente due cose: la prima è che, se non l’avessi notato, abbiamo già una lunga serie di problemi che decisamente non necessita l’aggiunta di scene di delirio come quella che ci hai mostrato poco fa! - esclamò, alzando anche il tono un po’ più del dovuto.
- Pensi che questo possa essere un mio problema? L’ho notato che avete una serie non indifferente di grattacapi. Se tutti i i componenti della tua squadra sono come quel “coso” di Rukawa, poi, non lo posso mettere in dubbio! E poi mi sembra un po’ esagerato parlare di scene di delirio. Che ci posso fare io se quello sta fuori come un balconcino?! - rispose lei perdendo l’aplombe che stava ostentando da un po’.
- E’ questo il punto! E qui veniamo alla seconda cosa che voglio dirti: qui non siamo in vacanza, Ashida, dobbiamo lavorare su parecchie questioni e di certo non abbiamo bisogno di ulteriore scompiglio!- la rimbrottò Akagi.
A quel punto Mayumi ebbe come un’esplosione. - Non venire a parlarmi di questioni o di scompiglio, Akagi! Lo sai bene perché sono venuta. Non ero d’accordo sin dall’inizio, che lei venisse qui, ma no! Quando ci sei di mezzo tu va sempre a finire così! Ci vuole proprio una bella faccia tosta a fare l’alzata da indignato dell’anno, adesso! Se non fosse che Rei… -.
Era troppo.
Come sempre, Mayumi si stava lasciando trasportare dai sentimenti e stava parlando più di quanto le fosse stato richiesto. Le prese il panico: doveva intervenire prima che dicesse qualcosa di troppo, perché lui non doveva sapere…
- Basta! -.
La voce di Rei tagliò l’aria come il fendente di una spada e lei fece la sua comparsa in cortile prendendo subito in mano la situazione. - La colpa è mia Akagi, sapevo che voleva raggiungermi e non ho fatto nulla per dissuaderla. Ma non ti preoccupare, Mayumi si fermerà solo qualche giorno e poi ripartirà. Chiederò alla signora Hayuri di sistemarla nella stanza singola accanto a quella mia e di Ayako, la sua presenza non interferirà in alcun modo con i piani dello Shohoku, puoi stare tranquillo. Ora, se è tutto, vorrei andare a riposare - concluse, con un tono deciso che in quel momento sentiva completamente estraneo.
Ci fu qualche istante di silenzio, dopodiché Akagi assentì leggermente con il capo. Poi, senza staccare i suoi occhi da quelli di lei, disse - Ashida puoi restare a patto che non combini guai. Vai a sistemarti, ora. Avrei bisogno di parlare da solo con Hosaki-.
Mayumi sgranò gli occhi. Solo in quel momento, infatti, intuì che c’era qualcosa di strano e che doveva essere successo qualcosa di cui lei non era a conoscenza. - Che diavolo sta succedendo, qui? Non mi muoverò di un solo passo finché qualcuno non mi spiegherà cosa cacchiaccio… -.
- Non serve Mayumi, non c’è altro da dire… - la interruppe Rei, gli occhi ancora in quelli di lui.
Sentiva che stava per scoppiare in lacrime di nuovo. Non ce la faceva, non era il momento di affrontarlo, quello. Ci sarebbero state domande a cui lei non voleva o non poteva rispondere, ma soprattutto lei stessa avrebbe dovuto porre quesiti dei quali non voleva nemmeno sentir parlare.  Decise perciò, per la seconda volta nello stesso giorno, di fuggire.
-Vieni, Mayu-chan, andiamo a sistemare le tue cose. Si sta facendo tardi, sarai anche stanca… -. 
Poi, prima di imboccare l’entrata, disse ad alta voce voltandosi appena - Non c’è niente che non si possa rimandare ad un momento più adatto… Non sei d’accordo, capitano? -.
Così dicendo prese l’amica per un gomito e la condusse dentro.
Mentre si recavano verso la cucina in cerca della signora Hayuri, Mayumi la incalzò - Rei, ti ordino di spiegarmi immediatamente cosa sta succedendo! -.
Lei sospirò. -Aspetta che siamo in camera e ti racconterò tutto. Ora vieni: ti farò dare un stanza e ti presenterò Ayako, per cominciare. Sarà una notte lunga… - concluse, sospirando di nuovo.

Akagi era rimasto in piedi in cortile, da solo. In quel momento si sentiva come svuotato e si accorse che una enorme stanchezza lo stava assalendo, così si sedette sotto il grande albero di castagno per radunare i pensieri. Anche se si sentiva confuso la realtà era che mai come in quel momento aveva avuto un quadro abbastanza chiaro della situazione: non riusciva a spiegarsi il perché, ma ogni dannatissima cosa che faceva portava ad un ulteriore ed inesorabile allontanamento tra Hosaki e lui. 
Un solo fatto era chiaro e lampante: la colpa era tutta sua.
Nonostante la freddezza, l’aggressività, il temperamento che lasciava intravedere al resto del mondo, lui sapeva bene chi era davvero Rei Hosaki e si era reso conto che tutto ciò che lei aveva fatto negli ultimi anni era solo ed esclusivamente per lui, mentre tutto ciò che aveva ricevuto in cambio erano stati dinieghi e porte in faccia.
Ma poi, sarà realmente solo per il basket che non ho accettato di averla al mio fianco?  si chiese, poggiando la testa al pugno.
No, è inutile che continuo a prendermi in giro da solo… La verità è che ho avuto paura. L’avevo capito subito: Hosaki mi si stava donando con un’abnegazione ed un attaccamento che non avevo mai visto in una ragazza della sua età. Mi ha letteralmente terrorizzato, anche se i miei sentimenti per lei erano piuttosto forti. Dio, ma cosa le ho fatto?!  riflettè.
Tuttavia un altro fatto gli si palesò, limpido come l’aria: non poteva essere quello il momento di risolvere la questione. C’era un ritiro da finire, delle insufficienze da recuperare, un campionato nazionale da vincere. Si impose di allontanare Rei Hosaki, i suoi sentimenti per lei e tutta la loro storia dai suoi pensieri, almeno per un po’ ancora. In fondo quel problema aveva atteso per tre lunghi anni di essere risolto, un mese in più non avrebbe cambiato niente. Ed allora il sorriso di lei sarebbe stato nuovamente di suo esclusivo appannaggio…
Ora però, nell’immediato, l’urgenza maggiore era ricompattare la compagine dello Shohoku. E dopo quello che era successo quella sera, si sentiva di poter essere ottimista. Le cose all’interno della squadra stavano per riprendere il loro naturale corso, mancava solo uno step, e tutto sarebbe tornato come prima.
E proprio in quell’istante, lo step si materializzò in cortile. Percepì la sua presenza ancor prima di vederlo e infine quando alzò gli occhi incrociò quelli gelidi di Rukawa. Doveva aver terminato il colloquio con il coach ed ora era il momento cruciale dell’incontro/scontro con lui.
Sospirò.
- Siediti, dobbiamo fare quattro chiacchiere, noi due - disse alla matricola, in tono più preoccupato che teso.
L’altro, senza obiettare, obbedì.








*La posta dell’Autrice*  ^^
PUFFOLINI DEL MIO CUORE!!! QUANTO MI SIETE MANCATI!!! DITELA, LA VERITÀ AL VOSTRO GRANDE PUFFOLO: VI SONO MANCATA, EH?! UHUHUH…. MA ECCOMI QUI, CON UN NUOVO CAPITOLO SUCCOSO TUTTO PER VOI! STO GIÀ LAVORANDO AL 22, QUINDI LA PROSSIMA SETTIMANA SPERO VIVAMENTE DI PUBBLICARLO!!
NUOVE PIEGHE, NUOVE SVOLTE, TANTI PENSIERI PER I NOSTRI AMICI… RABBIA, TRISTEZZA, RASSEGNAZIONE E CORAGGIO. QUESTO CAPITOLO, A MIO AVVISO È UN PO’ IL COMPENDIO DI TUTTI I SENTIMENTI CHE SI MESCOLANO NELLA STORIA… E NON MANCANO LE 2 RISATE CANONICHE!

ORA PASSIAMO ALLA NOSTRA RUBRICHETTA:

AKA_Z= Ciao, mia dolcissima MVPuffolin!!! Noto con estremo piacere che non manchi mai un capitolo… Il tuo affetto mi commuove davvero, sei un tesoro!!! Ti volevo ringraziare a proposito dell’osservazione che mi avevi fatto sulla presenza dei nuovi personaggi miti. E’ interessante vedere quali siano le preferenze dei lettori in tempo reale… Ne terrò debito conto in sede di stesura di Playing my game 2… tanto pure lì… Avoja a personaggi nuovi! E pure a vecchi… Vabbè, tralasciamo l’argomento altrimenti va anche a finire che ti spiffero qualcosa sulla trama! Speravo davvero che il capitolo 20 ti piacesse! In effetti è abbastanza esilarante, ed il nuovo connubio “Hanayumi” (o “Mayamichi” se ti piace di più!) lascia presagire tante allegre cosine! Per quanto riguarda la questione dell’accettazione tacita dello Yaoi tra Hana e Ru, bhè… Non ce la posso fare nemmeno a pensarci!!! Ma chissà, d’altro canto ho davanti ancora tanti capitoli ed un intero seguito, per stupirti!! Un bacio, Puffolins’ Queen!

SERE4RURU= Sere Bella! In effetti mayumi è un po’ rimbambita… Anzi, direi che ha un eccesso di impulsività che la porta a fare figure meschine a destra e sinistra, tra cui confondere Sendoh con Rukawa oppure instaurare con quest’ultimo una vera e propria rissa! Per lo meno è oggettiva… E non sarà l’ultima follia che combinerà! La verità? Le tue “cavolate” mi fanno morire dal ridere! Aspetto tue impressioni sul nuovo capitolo! Un bacio grandissimo!

XAMIA=  Maaaa… Mi stanno dicendo che orami Ferdi è un assiduo lettore di Playing My Game e che l’ha equamente distribuita in visione a tutta la comunità volatile! Calcola che indiscrezioni parlano del fatto che la sera, per far dormire l’uovo, gli legga dei ragazzi dello Shohoku scritti da me! Il che è tutto dire! Lo so che questo capitolo ti piace non poco… d’altro canto quando immagino Mayumi affrontare Akagi è come se vedessi te!! Che bello! Vado a leggere la tua ff… Deve essere una figata, come sempre! Bacio, Love dei miei sogni!!

SCORPY= Tesoro piccino!!! Non ti devi preoccupare nemmeno per un secondo! So bene cosa vuol dire stare sotto esami di maturità (in realtà me lo sono dimenticato… Passati 7 anni… Trooooppo tempo!)… Recupererai quando sarai libera e potrai lasciarmi tutti i commenti che vuoi! Purtroppo dovrò farti un’anticipazione che forse gradirai poco: Sendoh, essendo stato una Special Guest Star, farà solo un’altra microscopica comparsata sul finire della storia… MA se ti può consolare, in Playing my Game 2 (il seguito) ricomparirà e sarà molto presente! Ancora tanti in bocca al lupo e mi raccomando… Disintegrali tutti!!! Ti aspetto qui, un bacione, “piccina”!!!

SHASA= GRILLINO SACROSANTO!!! Mi stavo preoccupando… Iniziavo a pensare che non volessi più recensirmi!!! Sob! Cmq… Evviva! Giubilo e saltello leggendo che Mayumi ti piace! Ti voglio rassicurare subito: Mayumi è l’esatto opposto di Rei, sicché lei avrà tutti i difetti che mancano alla mia protagonista… Una volta di più ero sicura di trovare in te la lettrice “illuminata”: grazie per aver capito il motivo per cui a volte mi trovo a portare i personaggi OOC… E’ la storia e l’ambientazione, non sono i personaggi di per se stessi! Sei davvero una grande, nulla da dire! Aspetto anche i tuoi commenti sulla mia raccolta di drabbles sui personaggi di Slam… Ci terrei molto! Ti mando un bacio, Grillino mio! Alla prox!

OK, ED ANCHE PER OGGI È TUTTO. CONTO DI POSTARE IL PROSSIMO CAPITOLO MERCOLEDÌ 18 GIUGNO. INTANTO, SE AVETE VOGLIA, ANDATE A DARE UNA SBIRCIATINA ALLA MIA RACCOLATA DI DRABBLES INTITOLATA “LET ME KNOW YOUR SECRET”, LA QUALE SVELA I SEGRETI PIÙ IMPENSABILI ED IMBARAZZANTI SU TUTTI I PERSONAGGI DI SLAM DUNK… GUARDATE, È CON SOMMO SFORZO CEREBRALE CHE L’HO SCRITTA, QUINDI… SIATE MOOOOLTO MANZI, NEL COMMMENTARLA!
PERFECT! PER ORA CHIUDO QUI, MA NON PRIMA DI AVERVI SUGGERITO LA LETTURA DELLA FANFIC ORIGINALE “IL DESTINO E LE SUE 7 MOSSE”, SCRITTA DALLA MIA AMICA (SCRITTRICE DI PROFESSIONE) XAMIA!!!
ASPETTO VOSTRE NOTIZIE SEMPRE, MIEI PUFFOLINI (SI, ANCHE DI DARKNESS, CHE OGNI TANTO SPARISCE E CHISSÀ DOVE FINISCE!)…
UN BACIO “FOLK” !

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Cap.22 ***


Un nuovo giorno, qui a Nagano. Sarà l’inizio di un nuovo ciclo per lo Shohoku? si domandava Kogure, guardandosi intorno.
Avevano da poco finito di fare colazione ed ora erano tutti nella sala relax adibita ad aula studio in un clima inusuale di stordimento e confusione dal quale nessuno sembrava essere immune. Si era parlato tantissimo dell’episodio intercorso la sera precedente, si erano poste decine di domande, ma non si era giunti a nulla e l’atmosfera era rimasta, perciò, invariata.
Per di più a peggiorare le cose c’era la poco chiara e del tutto inattesa presenza di Mayumi Ashida.
Che ragazza strana. È dalle medie che faccio fatica a capirla… ragionò Kogure, fissandola di sbieco, mentre parlava seriamente con Hosaki. Aveva notato che quella mattina, nel giro di dieci minuti, aveva fatto la conoscenza di tutti e, cosa peggiore, sembrava andare particolarmente d’accordo con Hanamichi. Quella stessa mattina, infatti, l’episodio del viaggio in pullman della ragazza aveva fatto il giro della squadra alla stessa velocità di un Mig terra-aria, complice un’Ayako che proprio non era riuscita a non sputare il comicissimo rospo che Mayumi aveva servito a lei e Rei la notte precedente su un piatto d’argento. A seguito di ciò era stato piuttosto evidente che il rosso dovesse essere rimasto colpito dal modo in cui la ragazza aveva trattato il suo rivale e ciò aveva procurato a lei la sua ammirazione. A riprova di quella tesi, infatti, il nuovo “dinamico duo” aveva confabulato surrettiziamente per un bel po’ quella mattina, intervallando la conversazione con eloquenti occhiatacce generali e sghignazzi striduli, sintomo di come quei due stessero condividendo le loro idee sull’umanità circostante. Probabilmente ci sarebbe stato da aver paura, ma Kogure decise che decisamente non era quello il momento di preoccuparsene. Scosse appena la testa per allontanare quei pensieri, poi un movimento al suo fianco attirò la sua attenzione: Akagi.
Il capitano gli sedeva accanto spostando lentamente il suo sguardo su tutti i presenti. Stava riflettendo su qualcosa, ne era certo, ma non se la sentì di chiedergli cosa. Ormai sembrava aver ripreso completamente la sua compostezza e la sua imponente figura emanava di nuovo quel carisma naturale che era tipico di lui.
La sera prima lo era andato a cercare e l’aveva trovato in cortile che parlava con Rukawa, così era rimasto da parte per permettere loro di terminare quella che doveva essere una conversazione davvero importante, riuscendo comunque a sentire quello che si stavano dicendo. Il capitano era stranamente calmo, tuttavia le parole che aveva speso per la matricola non erano state affatto tenere. L’aveva ripreso duramente, sottolineando il fatto che nemmeno l’ambizione di crescere e diventare il migliore poteva essere una giustificazione al comportamento che aveva tenuto. Aveva aggiunto che quello che il signor Anzai gli aveva detto poc’ anzi non era affar suo e che quindi non voleva saperlo, tuttavia l’essere già stato a colloquio con il coach non lo avrebbe esentato dal presentare le sue scuse alla squadra, in modo particolare alle matricole ed i non titolari i quali, proprio in virtù del fatto di dare il massimo pur sapendo di non avere tante chance di giocare essendoci in squadra giocatori come lui, meritavano il massimo rispetto.
Durante tutta la conversazione, per altro unilaterale, Rukawa non aveva detto una parola, non avevo mosso un muscolo né tanto meno cambiato espressione facciale. Solo quando Akagi lo aveva congedato, probabilmente conscio che per quella sera non avrebbe ottenuto nulla da lui, aveva sibilato un lieve ‘Notte in tono neutro, per poi dileguarsi.
Fino a quel momento, quella mattina, Akagi era rimasto impassibile almeno in apparenza, ma Kogure temeva che sotto quella scorza serafica vi fosse un’eruzione latente. Per quanto riguardava Rukawa, invece, non si era visto neanche per colazione.
Ammise con se stesso di essere preoccupatissimo per le sorti della squadra. Si guardò intorno di nuovo come per cercare un appiglio visivo che lo ancorasse alla realtà prima che si scatenasse la bufera. Ayako era poco lontana da lui, intenta a controllare un esercizio sul quaderno che un agitatissimo Miyagi le aveva passato poco prima per farselo correggere. Non sembrava essere particolarmente turbata, ma conoscendola pensò che stava cercando di distrarsi per non pensare al “bagno di sangue” che li attendeva.
Il resto della squadra, invece, sembrava essere nel pieno di una partita di “Un, due, tre… Stai là”, giocata con un invisibile giocatore accucciato che non accennava a girarsi di nuovo contro il muro e contare: apparivano, infatti, come delle statue di sale con gli occhi sgranati. Chiaramente Sakuragi era immune dal morbo perché troppo intento ad esplorale le sue cavità nasali, a sbadigliare mostrando a tutti lo stato di salute del suo esofago e a mugugnare frasi incomprensibili ma che dal tono sembravano tutto fuorché parole carine rivolte certamente al solito soggetto.
Si sistemò gli occhiali sul naso ed in quel momento il suo sguardo cadde su Mitsui. Il ragazzo era serio, ma la sua non era una serietà angosciata bensì riflessiva e concentrata. Lo osservò mentre ripassava qualcosa sul libro di algebra, alzare gli occhi un numero indefinito di volte e perdersi in chissà quale pensiero. Di qualsiasi cosa si trattasse, comunque, Kogure era sicuro che non riguardasse la squadra.
Di nuovo guardò nella direzione delle altre due ragazze. Ashida si dondolava sulle zampe posteriori della sedia mentre trafficava con il cellulare e ogni tanto scambiava un botta e risposta con un Hanamichi particolarmente ispirato, del tipo:
Ehi, rosso, hai studiato per il test?
E lui: Cavallona mia, non te l’hanno detto ancora che io sono un GIUAENIO?! Massimo risultato con il minimo sforzo!
E lei: Ah si?! E che ti facevano mangiare per merenda da piccolo? Pane e volpe*? 
E lì, giù a sghignazzare come una matta.
Non-sei-simpatica, Cavalla!  le aveva risposto Sakuragi facendole una boccaccia, mentre lei usciva dalla stanza per andare in bagno e lo salutava con la mano.
Kogure scosse la testa davanti a quel patetico teatrino e nel fare ciò adocchiò Hosaki. Non le aveva prestato molta attenzione dopo l’incidente della mattina prima, anche perché il ritorno di Rukawa aveva mandato tutto il resto in secondo piano. Ora si ritrovava a fissarla e, cosa terribile, a stentare a riconoscerla: quella che vedeva era una figuretta grigia e anonima appoggiata allo stipite della finestra, che sembrava voler fare di tutto per mimetizzarsi con l’ambiente circostante. Se non avesse avuto la stessa faccia, avrebbe pensato che non si trattasse della Rei Hosaki che li aveva tenuti in scacco per una settimana, che li aveva intimoriti con la sua personalità aggressiva e che li aveva irradiati di quell’energia che solo lei sembrava poter emanare.
Possibile che fosse bastato il litigio con Akagi per ridurla in quello stato? 
No, c’è sicuramente dell’altro. Rei Hosaki è molto di più di quello che dà a vedere, l’ho sempre pensato anche prima che diventasse Ice-aki al liceo.
Stava per formulare un altro pensiero, quando un tonfo improvviso lo distrasse.
 
 
Da quanto sarà che sto qui impalato, con la mano sulla maniglia? si chiese Rukawa.
Stimò approssimativamente che si sarebbe trattato più o meno di una decina di minuti. A che serviva rimandare l’inevitabile, poi? Presto o tardi avrebbe dovuto oltrepassare quella porta ed affrontare quella situazione che lo nauseava più dell’idea di un’operazione a cuore aperto.
In quel momento sentì la maniglia abbassarsi e fece appena in tempo a scansarsi dalla porta facendo un passo indietro che si ritrovò “faccia a spalle” con la perticona, la quale stava finendo di dire a qualcuno all’interno –E invece sono una Maestra della comicitààààààà…-.
Dei e Oni tutti, aiutami!  pensò Rukawa, alzando gli occhi al cielo.
Mayumi chiuse la porta, si voltò e così i loro sguardi si incontrarono. Silenzio tombale.
- E tu…? - chiese lei d’improvviso, senza muovere neppure un muscolo del volto.
- Umf… - bofonchiò lui, guardando per aria.
- Il solito logorroico, eh? -.
Si sfidarono con occhiatacce glaciali per circa dieci secondi, poi Mayumi assunse un’aria superiore ed attaccò.
- Piuttosto, che ci fai qui fuori? Se non l’avessi capito, tanto per fare una cosa diversa, quei deficenti della tua squadra stanno ai tuoi comodi. Magari se la Maestà Imperiale del tuo pidocchiosissimo ego si degnasse di scendere dal piedistallo, potresti entrare dentro, far almeno finta di essere pentito per la patetica sceneggiata che hai armato in questi due giorni, simulare delle scuse che sappiamo tutti non vuoi fare e… Permettere al mondo di ricominciare a girare! Almeno per quelli lì dentro. Eh? Che ne pensi? C’è nessuno? PRONTO?! -.
Doveva fuggire. Ci mancava solo la ramanzina da parte di quella pazza isterica che lo aveva costretto ad una marcia forzata di non si sa quanti chilometri, che gli aveva lasciato il segno di un grosso morso poco sotto la spalla e che, come se non bastasse, gli aveva fatto fare la figura del maniaco davanti a tutti, come se la situazione non fosse già abbastanza precaria di suo…
Con un gesto meccanico la driblò, entrò nella stanza e si sbattè la porta alle spalle.
Mayumi assistette alla scena con tanto d’occhi. - Secondo me il coso si droga… - mormorò. E facendo spallucce si diresse in bagno. 
 
 
Tutti gli sguardi erano fissi su Rukawa che si era materializzato nella stanza sbattendo la porta. Poteva leggere sentimenti disomogenei negli occhi dei suoi compagni di squadra: sorpresa, apprensione, aspettativa, paura, speranza, odio…
C’era silenzio, troppo silenzio, e sembrava che l’aria si potesse tagliare con il coltello. Odiava essere fissato in quel modo inquisitorio dalle matricole e dalle riserve, odiava l’espressione severa e impaziente negli occhi del capitano, odiava l’indifferenza cronica stampata sui volti del pigmeo e del bacia-piselli, odiava il barlume di aspettativa che coglieva dietro le lenti del quattrocchi e sotto le ciglia di Ayako, ma soprattutto… Odiava l’espressione di trionfo ebete dipinta sul volto del mentecatto do’hao.
Se devo proprio fare questa cosa, sarà a modo mio  ringhiò mentalmente.
Si inchinò appena, stringendo i pugni per il senso d’umiliazione che lo stava assalendo, e con voce assolutamente atona disse sbrigativamente – Scusate. Non si ripeterà -.
E così dicendo si tirò su e a grandi falcate raggiunse il suo posto, sedendosi.
Nessuno si mosse. Nessuno fiatò. Probabilmente non si erano nemmeno resi conto di quello che era successo, tanto era stato veloce l’episodio.
Di colpo Akagi si alzò in piedi con la massima calma, facendo un gesto a Kogure ed Ayako. La ragazza si accostò ad Hosaki, che aveva assistito alla scena come se ci si fosse trovata per puro caso, e le fece segno di alzarsi. Lei assentì fiaccamente e tirò fuori dal suo blocco quattro test valutativi che poggiò davanti ai quattro che avrebbero dovuto affrontali, poi raggiunse gli altri tre al lato del tavolo.
Improvvisamente, tuttavia, dal nulla, un urlo feroce. - BHÈ???!!! TUTTO QUI?! -.
Tutti si voltarono di scatto: Hanamichi si era alzato violentemente in piedi facendo cadere la sedia a terra, scarlatto in volto e trasudante rabbia omicida da tutti i pori. Con uno scatto fulmineo raggiunse Rukawa, lo agguantò per il collo della maglia e lo issò letteralmente in piedi.
Si ritrovò davanti due blocchi di ghiaccio blu che non tradivano la minima emozione e la cosa lo fece imbestialire ancora di più, così gli sibilò in faccia. - Sarà sufficiente per loro, brutto stronzo, ma non per me. Tu non sei pentito per niente di quello che hai fatto, ma se il resto di questi imbecilli ci sta a farsi prendere per il culo da te, sappi che il Tensai PRETENDE le scuse in ginocchio! -.
STONCK.
- Ahi, maledizione! Mi hai fatto la bua, Gorillaccio cattivo! - piagnucolò il rosso, massaggiandosi la testa dolorante per il sonoro cazzottane che il capitano gli aveva assestato.
- Vatti immediatamente a sedere, cretino! Per me l’episodio è chiuso, Rukawa è tornato e s’è scusato quindi non c’è più nulla da dire su questo argomento. Ora siediti, stupido: ti aspettano quattro lunghe ore di test e ti serviranno tutte le tue energie per cercare di passarlo, quindi risparmia il fiato per le cose importanti e non per queste baggianate da fanatico! - lo minacciò Akagi, con occhi incandescenti.
Hanamichi lo guardò occhi scintillanti, trattenendo a stento la frustrazione. - Ma come?! E le frustate? E l’olio bollente? E il solletico sotto ai piedi? Niente?! La fa franca con una pidocchiosissima scusetta di merda?! -.
-Hanamichi, siediti prima che ci ripensiamo e decidiamo che le torture siano meritate da qualcun altro… - alluse Ayako, aggrottando la fronte in un’espressione seccata.
Il rosso, sbuffò e si sedette maledicendo il momento in cui qualche divinità superiore aveva deciso di piazzare Kaede Rukawa sulla faccia della terra e blaterando cose tipo: Torno al piano originale e lo uccido nel sonno, oppure  Ti farò vedere la gente morta.
- Bene, avete quattro ore da questo momento per completare il test di valutazione. Per qualsiasi cosa, potete chiedere a noi quattro. Buon lavoro - disse Kogure, cercando di porre un freno a quella consueta situazione.
Tra sbuffi e commenti sussurrati, i quattro iniziarono il compito e gli altri ripresero il loro studio. Dopo qualche minuto rientrò Mayumi con i suoi libri scolastici sotto il braccio ed una mela in bocca. Si guardò intorno: Rukawa era seduto con gli altri e tutti erano tranquilli e sereni, tranne Hanamichi che era nero e schiumante mentre si accaniva sul foglio degli esercizi.
Sbattè le palpebre perplessa, poi si volse verso Rei e le bisbigliò – Mi sono persa qualcosa? -.
 
 
*(in giapponese volpe è Kitsune NdAurice).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*La posta dell’autrice*  ^^
Puffolini puffoletti!!! Eccomi qui, puntualissima nell’aggiornamento! Ammetto di aver dovuto fare i salti mortali per finire in tempo il capitolo! Ho una crisi creativa, non ho l’ispirazione… Anche se la mia beta Xamia mi dice che questo capitolo è figo, io rimango sempre scettica… Mhà, tutto sommato starà a voi, poi, dirmi cosa ne pensate!
In questa sede approfitto anche per farvi una puntualizzazione su un dettaglio che non tratterò all’interno della mia storia: ciò che il signor Anzai ha detto a Rukawa nel colloquio privato che hanno avuto al suo ritorno, non è nient’altro ciò che nella storia originale gli dice quando la matricola lo va a trovare a casa, confessandogli di voler andare in America. Quindi immaginate il colloquio esattamente come lo presenta il Sensei Inoue sia nel manga che nell’anime…
Bene, ora che mi sono tolta questo sassolino dalla scarpa, direi che possiamo procedere con la rubrica “Qui Grande Puffo”: 
Xamia= Arrivate ormai al capitolo 22, mi chiedo davvero come avrei fatto senza la mia sola ed unica Beta-Reader di fiducia!! Love mio, ormai è assodato che tu non solo sei la mia amica del cuore, la anche la mia anima gemella artistica!!! Da te traggo ispirazione per il mio personaggio meglio riuscito (perché, parliamoci chiaro: Mayumi è il personaggio più “sgargiullo” della storia!!),  e tu come pochi riesci ad entrare nel mio “SD World” con una facilità sorprendente, capendo ogni dettaglio ed ogni particolare che inserisco nella sua funzionalità più sottile… E questo devo capire se lo fai grazie alle tue competenze professionali, oppure perché ormai, dopo 16 anni, è come se fossi nella mia testa!!! Per la tua ff lo sai che puoi contare su di me… In tandem è sempre meglio!!!
Ti voglio bene, tua Rei!
Sere4ruru= Mi dispiace di non aver accontentato la tua curiosità di sapere cosa Anzai abbia detto a Rukawa. Però, come puoi ben notare, ho inserito la postilla a fine capitolo, in modo da non avere “buchi” nella trama. Ho dovuto fare questa cosa perché, essendoci molte cose di cui debbo ancora parlare e dare chiarimenti, ho ritenuto inutile trattare avvenimenti già mostrati nella storia originale e che potevano essere bypassati. Mannaggia i maledettissimi denti del giudizio! Mi toccherà inviarti un provvidenziale Hanamichi in versione “allegro odontoiatra” che ti risolva il problema… A suo modo… Mmm, non credo sia un’idea salutare!!! Hihihi! Fammi sapere se questo capitolo ti è piaciuto e… Magari, se vuoi, fammi sapere anche cosa ne pensi dell’altra mia ff! Sempre se ti va! Baci, Sere-bella! 
Shasa= Ma Grillino della mia ispirazione provata e fiacchissima! La scorsa volta sei stata un fulmine a commentare! Meno male, almeno non mi hai fatto stare troppo in ansia! Devo ammettere che sono soddisfatta di me stessa, perché a quanto pare con gli ultimi capitoli sto riscuotendo il tuo prezioso consenso! Il che mi esalta, vista la tua “pretenziosità”!!! In effetti il tuo debole per Mitsui si è fatto piuttosto evidente, ormai, e la cosa non può che farmi piacere dato che anche io lo adoro (ma và?!). E il fatto che ti piaccia come lo sto caratterizzando mi fa tirare l’ennesimo sospiro di sollievo… Ammetto che, per quanto riguarda Akagi ed i dettagli che ho fornito su di lui nello scorso capitolo, mi sono rifatta a molte delle osservazioni giustissime che mi hai fatto in passato. Quindi: grazie, Grillino, le tue opinioni mi stanno aiutando davvero tanto per dipanare una trama avvincente ed interessante… Quindi se i miei lettori ancora non si sono suicidati per la noia, debbono ringraziare pure te! Ma ora, che mi dici di questo capitolo? Trovi che le “scuse” di RuRu siano state da lui? E del mitico sodalizio Hana-yumi, che mi dici? Aspetto tue notizie, Grillino mio! Bacini!!! 
Aka_Z= MVPuffolin!!! Guarda, sono a dir poco esaltata! Hai visto: ce l’ho fatta! Certo, ho dovuto dare fondo a tutte le mie risorse neurologiche (sperando almeno che i risultati non siano deprimenti!), ma almeno ho rispettato la scadenza come da promessa! Allora: che ne pensi di queste “scuse” che il nostro amico Ruru ha sciorinato alla squadra? Credi che la scena sia convincente? Ad essere sincera a me pare che vada bene, ma vorrei proprio sapere cosa ne pensi tu… E della nuova coppia di dementi e dei loro siparietti? Io già li adoro e adesso che finalmente sono sotto lo stesso tetto non riesco proprio ad esimermi dall’inserire uno scambio di battute tra loro appena posso!!! UAHUAHUAHUAH! Sappi, comunque, che ti farò pubblicità… Puoi dire quello che ti pare… Aspetto con ansia spasmodica la tua nuova recensione! Bacio, My Favourit Puffolin! 
MissChroma= Bhè… Che dire? Non ho parole! Anzi, un paio ne ho: GRAZIE MILLE! Di tutto! Tanto per cominciare, la tua recensione ha portato alle stelle la mia autostima di scrittrice di ff! Il fatto che la mia storia abbia colpito così positivamente un’altra fan quasi esclusiva del genere Yaoi mi fa davvero un piacere assurdo! Forse il segreto sarà nel fatto che sto facendo di tutto per ricalcare le orme dell’irraggiungibile e mega-venerabile Sensei Inoue! Voglio proprio sperarlo, ma da quello che mi dici ne ho quasi la conferma… Mi soddisfa vedere che la “mia” Rei abbia raggiunto anche con te l’effetto desiderato: nel crearla, ho voluto darle l’impronta del personaggio che inizialmente non riscuota simpatia, ma che con l’evolversi delle vicende migliora sempre più. E Mayumi… Come fai a non amarla? Lei e Hana insieme sono due terremoti… E chissà cosa succederà quando inserirò anche altri “attori” nei loro teatrini! Uhuhuh… (per inciso: il numero di maglia di Mayumi è il 10… Ma questo già lo sai…). Per quanto riguarda I disegni… Bhè, ci aggiorniamo in altra sede… Aspetto di leggere la tua prossima recensione (sperando davvero che me la lascerai!). Baci, cara! E ancora grazie per quello che stai facendo per me!
 
Ok, e anche per stavolta abbiamo terminato. Approfitto di nuovo di questa sede per lanciare una serie di appelli “accorati”:

1- Amico Darkness?! Sei stato rapito? Devo aspettarmi la letterina o la telefonata anonima per il riscatto? Sob! Dammi un segno di vita! Plase! (sniff… o devo pensare che la mia storia non ti piace più?! Sigh!)…
 
2- Miei Puffolini lettori, voglio consigliarvi vivamente la lettura di due FF scritte dalle vostre esimie colleghe Xamia e Aka_Z: la prima sta scrivendo un’Original Fic intitolata Il destino e le sue 7 Mosse, una storia originale, dinamica e ricca di avvenimanti. Da non perdere.
La seconda, invece, si sta cimentando nella stesura di una Fic su Harry Potter dal titolo Un compito insolito, in cui la fanno da protagonisti i pairing Ron/Herm e Harry/Ginny. Una storia dolcissima, tutt’altro che banale, ricca di sentimento ed umorismo, con personaggi fedelissimi alla storia originale. Da leggere tutta d’un fiato!
MI RACCOMANDO, SEGUITE IL CONSIGLIO!
 
3-  “Si ve va” date un’occhiata anche alla mia raccolta di drabbles Let me know your     secret, che presto aggiornerò con i segreti dei giocatori dello Shoyo! Tutti i commenti che vorrete lasciare sono chiaramente ben accetti!
 
Ora vado… Il mio capo Taoka è tranquillo, ma preferisco non sfidare troppo la sorte. La settimana prossima sarò fuori sede, ma cercherò in tutti i modi di non mancare l’aggiornamento di mercoledì 25 giugno (a costo di farlo di notte…).
Un saluto “indaffarato” !
 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Cap.23 ***


- Cavalla? Pigmeo? Al volo! -.
La voce di Hanamichi precedette di un nanosecondo la discesa parabolica di due lattine di soda sopra la testa di quelli che aveva chiamato in causa i quali, ignari, stavano discutendo di tattiche di gioco.
Ryota, che era avvezzo alle goliardate di Hanamichi, ebbe i riflessi abbastanza pronti da prendere la lattina al volo. Ma Mayumi, ancora non sufficientemente addentrata nel fantastico Paese delle Meraviglie che era il cervello fuso di Sakuragi, fu centrata in piena testa dal cilindro metallico.
Cadde il gelo, poi un'esplosione simile ad un ruggito ruppe il silenzio.
- Rosso, sei un encefalitico! Lo sai che fine fa, adesso, 'sta lattina? Vieni qui, maledetto, che ti fratturo tutto! -.
- Ma dai, scusa equinottera de mi corazon: io volevo solo festeggiare! - piagnucolava Hanamichi, sfrecciando qua e là per il cortile inseguito da una Mayumi con gli occhi iniettati di sangue.
- Idiota di un deficiente cretino, perché vuoi proprio essere picchiato?! In fondo mi sei simpatico, lo sai... Ma se fai queste cose stupide mi metti nella scomoda posizione di doverti punire! - decretò la ragazza in tono afflitto mentre, una volta che l'ebbe “placcato” e si fu messa a cavalcioni sulla sua schiena, lo prendeva a cazzotti sul cranio.
Intanto Myagi, che era proprio lì accanto a loro seduto per terra a bere la sua soda, se la ridacchiava. - Ashida, non mi pare proprio che la tua posizione sia così scomoda, posso dirti per esperienza personale che la schiena di Hanamichi è confortevolissima! Più che altro attenta a non farti male visto che lui ha la zuccaccia dura e quella che stai usando per malmenarlo è la tua mano di tiro! - esclamò, mimando un brindisi.
Mayumi sorrise malignamente. - Non preoccuparti, Myagi-kun! Il mio pugno non è di ferro solo in senso figurato... - sghignazzò, colpendo di nuovo il suo bersaglio con le nocche.
- Cavalla, basta! Sei cattivaissimah! E io che volevo farti una cortesia, sei proprio la degna compare della “befy” Ice-aki! Anzi, sei peggio perché prima mi illudi e poi mi maltratti! - protestò Hanamichi, cercando di proteggersi la testa con le mani.
- Mi sono perso qualcosa? - domandò Kogure, uscendo in cortile con un giornale in mano e sedendosi al tavolo sulla veranda già occupato da Hayako e Akagi.
La ragazza stava aggiornando le schede tecniche con i dati che, alla fine dell'allenamento pomeridiano, le aveva dato Rei. Avevano ormai finito la settimana del richiamo della preparazione fisica e, quel pomeriggio l'atleta li aveva sottoposti tutti ai test di fine sessione. Non aveva fatto commenti ma, quando le aveva consegnato le schede personali, Hayako era stata sicura di aver scorto una scintilla soddisfatta nei suoi occhi. Ora la manager era tutta presa dalla preparazione degli allenamenti tecnici per la settimana a venire e intanto implementava le schede dei ragazzi aspettando di ricevere direttive sia dal signor Anzai che da Akagi.
Quest'ultimo, in quel momento, era preso dalla lettura di un quaderno che gli era arrivato per posta quella mattina. A quanto pareva si trattava di un regalo ben augurale, infatti nel pacco, insieme al quaderno, c'era un simpatico biglietto in cui una solidale matricola del Ryonan faceva loro i migliori in bocca al lupo per il campionato nazionale. Hicoichi Aida aveva mandato all'attenzione del capitano dello Shohoku i dati tecnici che aveva raccolto su un gran numero di squadre di tutta la nazione, loro possibili rivali.
Akagi non alzò neppure gli occhi e rispose a Kogure con voce annoiata. - Se per qualcosa intendi la liberazione dei pazzi dai centri di igiene mentale, allora sì: ti sei perso davvero roba forte, come puoi ben vedere... -.
- Guarda che t'ho sentito, Gorilla! - ruggirono in coro le due voci di Sakuragi e Ashida dal cortile, un attimo prima che i due si fissassero ed iniziassero a sghignazzare mafiticamente.
- Umf, stupidi idioti... - borbottò Rukawa, steso in terra poco lontano, mentre lanciava in aria la palla come suo solito.
Mitsui, che in quel momento era al tavolo del Majong sulla veranda, nel pieno di un'intensa partita con Kuwata, Sasaoka e Yasuda, ridacchiò e disse ad alta voce rivolto ad Hanamichi - Ehi, “Tensai”, non capisco cos'è che tu voglia festeggiare: Il test di stamattina è andato male a tutti e quattro! -.
- Zitto, bacia-piselli! Che cacchio di precisazione è, poi?! La lattina te la sei presa lo stesso però, prima, bashtardo! - rispose Sakuragi, provocando l'ilarità generale.
Intanto Mayumi aveva approfittato del diversivo di Mitsui per abbandonare la lotta ed avvicinarsi alla sua amica. La ragazza era al solito posto, seduta sotto il grande albero distaccata dal resto del gruppo, con il suo blocco in mano. Quando la raggiunse era appoggiata al tronco, con la testa reclinata sulla spalla e lo sguardo di chi è perso in chissà quali pensieri.
Rimase turbata da quella scena, giacchè erano passati almeno tre anni dall'ultima volta che aveva visto l'altra ridotta a quel modo. Paradossalmente aveva tirato un respiro di sollievo nel periodo delle superiori quando Rei si era reinventata ponendosi degli obiettivi solidi da perseguire e che, seppur nati sulla base mendace della rivalsa, la distraessero dal resto. Dalla sua vita... Mayumi rabbrividì e decise che così non andava.
La sera prima si erano raccontate le vicendevoli novità, lei l'esilarante viaggio in pullman e lo scambio di persona, per altro ancora da chiarire, e Rei la lite furiosa con Akagi, anche se a suo avviso non le aveva detto proprio tutto. Era infatti certa che l’amica avesse omesso qualcosa ed anche qualcosa di importante, se lo sentiva.
Ma ora l'essenziale era evitare che cadesse nel baratro. 
Non di nuovo…  pensò. Non ti permetterò di annientarti.
Le si inginocchiò accanto e le carezzò la testa. - Rei, tesoro... Mi sono stufata di fare la babysitter. Andiamo a fare un giro? -.
L'altra sgranò gli occhi e sussultò come se si fosse risvegliata da un lungo sonno. Le sorrise debolmente e rispose – Certo -.
Si tirarono in piedi, imboccando il vialetto che girava intorno alla pensione per uscire. Prima di voltare l'angolo, Mayumi fece un gesto a Ryota mimando una camminata al quale lui rispose con un “OK” con il pollice.
Per circa cinque minuti le due rimasero in silenzio. Mayumi fingeva di guardare la strada, ma con la coda dell'occhio osservava Rei: l'amica era il ritratto della confusione e dello scoramento, guardava dritta ma probabilmente non vedeva affatto ciò che aveva davanti e le sue nocche erano bianche tanto stringeva il blocco tra le mani.
- Devo dichiararla? - chiese Mayumi a bruciapelo e senza guardarla.
Rei la fisso con tanto d'occhi. - Cosa, scusami? -.
- L'ora del decesso! - rispose l'altra stizzita, fermandosi di botto. - Rei, sembri una morta che cammina, maledizione! -.
La ragazza abbassò gli occhi mortificata ma non replicò, anzi rimase zitta, in piedi, portandosi al petto il blocco e stringendolo talmente tanto da sembrare volesse inglobarlo al suo corpo.
- No, basta! Rei Hosaki, io ti proibisco di ridurti di nuovo in queste condizioni! Ieri sera ti ho lasciato stare perché sapevo essere stata una giornata pesante per entrambe... Ma ora non starò a guardare mentre ti lasci andare di nuovo. Io ti voglio bene come e più di una sorella, lo sai, ma non ce la faccio più a correre per salvare capre e cavoli! Quindi, prima che mi tocchi intervenire drasticamente per la terza volta, per favore: PARLA! -.
- La terza volta? Parlare? Queste condizioni? -. Rei era spaesata, ripeteva le parole come se non le avesse recepite.
Mayumi sospirò, poi prese l'amica per le spalle e le diede uno scossone. - La prima volta è stata poco prima che iniziassero le medie. Te lo ricordi quando dovevamo cambiare scuola, compagni e insegnanti?
La seconda volta è stata in terza media, e per quell'episodio ancora devo stringere la mano al “mitico” capitano dello Shohoku!
Ecco, arrivando al succo: non è tanto per il fatto che ti stia prendendo un'altra crisi, ma quanto perché è di nuovo a causa di Akagi! -.
A quelle parole gli occhi di Rei finalmente si animarono. Mayumi sorrise dentro di sé, trionfante: aveva toccato il tasto giusto. Sapeva cosa stava per succedere, aveva provocato la rottura della diga delle emozioni di Rei. Era cosciente che sarebbe stata travolta da un fiume in piena ma non le importava, l'unica cosa che contava era che la sua amica stesse meglio e se farle da punging-ball fosse servito, bhè: eccola pronta a tutto. Infatti, mezzo secondo più tardi, Rei reagì.
- Sai che ti dico? Ma sì, è vero: la stupida esagerata sono io! E poi come posso pretendere che dopo “appena” dodici anni che ci conosciamo tu possa capire la mia situazione?! -.
Si interruppe per riprendere fiato e Mayumi ghignò. Brava Rei, dai... butta fuori tutto! Tutto! Sono qui, parlami!
- Voglio capire una cosa, Rei, e una volta per tutte ti chiedo di rispondermi: hai intenzione di passare il resto della tua vita con un blocco in mano? Ricordati che come ho dato fuoco a gli altri due posso eliminare anche questo! Ma che cambierebbe? Ne cominceresti un altro! Sembra che la tua esistenza giri intorno a questi maledetti blocchi! Cazzo, Rei, sei diventata una persona invidiabile, dalla grande personalità, brillante, preparata, e poi sei bella! L'unico problema è che se sei come sei, è perché ti sei dovuta violentare per diventarlo! -.
- Sai qual è la novità, Mayumi? Che tutte le volte in cui mi hai fatto questo discorso non ho mai voluto realmente ascoltare. Ma stavolta sarà diverso, perciò sentiamo: tu cosa proponi? -.
- Affrontiamo la cosa, Rei. Qui, ora! Tu hai paura di essere abbandonata. Così è successo dopo le elementari, così quando Akagi ti ha respinta, e di nuovo adesso con lui che richiamandoti ti ha fatto credere che qualcosa fosse davvero cambiato e che per voi ci fosse chissà quale speranza quando in realtà non ha la minima intenzione di schiodare dalla sua stupida posizione! E tu sei talmente terrorizzata che dimentichi tutto e annulli anche le cose belle, cazzo ma non lo vedi?! - esclamò Mayumi a voce alta.
- Non capisco a cosa tu ti stia riferendo... - replicò debolmente Rei, laciando invece intendere  che lo sapesse bene in realtà, ma in quel momento non ce la faceva ad ammetterlo con se stessa.
- Ah no?! Non ti permettere di fare la vaga con me, sai?! Vogliamo parlare dell'atletica? Parliamone allora! Ti sei precipitata qui con tanta foga per inseguire il tuo stupidissimo sogno d'amore che hai completamente dimenticato che ai fottutissimi campionati nazionali devi andarci anche tu! -.
Rei si irrigidì, ma la cosa non fermò Mayumi.
- Senti, non stiamo a menare il can per l'aia. Mi ha chiamato Sakura Marusawa della tua squadra... Non hai avvertito nemmeno lei che andavi “in vacanza”! C'è stata una riunione del club in vista della preparazione ai nazionali, e proprio tu che sei il capitano non c'eri. Non sapevo cosa dirle! E ringrazia che quella volta che siamo uscite tutte e tre insieme io e lei ci siamo scambiate il numero, altrimenti se non mi inventavo una scusa patetica tipo “è andata a trovare un vecchio zio in campagna, non le prende il cellulare, appena la sento la avverto!”, ti avrebbero sospeso dalla squadra e addio campionati! Che intendi fare? Giovedì ricominceranno gli allenamenti, mi ha detto. Hai forse intenzione di mollare tutto per davvero per quello stupido scimmione di Akagi?! -.
- Ma che dici?! Io non sto mollando, e di certo non per... -.
Mayumi, rabbiosa come un toro, la interruppe. - NON RACCONTARMI CHE NON STAI FACENDO TUTTO QUESTO PER LUI! Sei ossessionata da lui, Rei, hai stravolto te stessa per lui, e fortunatamente l'hai fatto in modo da poterne trarre dei frutti. E ora che stai per coglierli, cosa fai? Butti tutto alle ortiche! PER LUI! E poi... -.
Non dirlo, Mayu-chan. Ti prego, non tirare fuori quel discorso... pensò Rei, ansiosamente.
Ma l'amica non si fermò.
- Basta, Rei! Ammettilo una volta per tutte: quello che stai vivendo con Akagi non è un sentimento sano, è un transfert! -.
- Non è vero! Io volevo davvero bene a Takenori, non è uno stramaledetto transfert! -.
- No?! Dici?! Allora perché sei ossessionata da lui tanto da cambiare radicalmente pur di averlo? Non è perché ANCHE lui ti ha rifiutata?! Proprio lui, che tu avevi eletto uomo della tua vita, che si sarebbe preso cura di te al SUO posto? Se non è un transfert, dimmi: perché non hai mai raccontato la verità ad Akagi su di LUI? Dimmelo Rei! Una volta e per sempre! - gridò Mayumi in un ultimo, disperato tentativo.
Silenzio.
Gli occhi di Rei si erano fatti vitrei, privi di ogni barlume vitale. Poi d'improvviso si voltò e si riavviò verso la pensione.
Forse stavolta ho esagerato... rifletteva Mayumi mentre la seguiva senza osare proseguire il discorso.
Una volta che furono giunte di fronte all'entrata, Rei si fermò. Quando si voltò piangeva, nonostante un sorriso triste fosse dipinto sulla sua faccia. - Non so più cosa pensare, Mayu-chan... Sono confusa. Sono... -.
Mayumi le si accostò, le cinse il collo con un braccio e lasciò che l'amica piangesse sulla sua spalla. Non era la prima volta che succedeva, e se fosse stato necessario avrebbe ripetuto quel gesto all'infinito se fosse servito a farla stare meglio.
Quando Rei si fu calmata la prese per le spalle e la guardò negli occhi. - Facciamo così... Per ora lasciamo stare. Ci penseremo domani a risolvere tutto, ok? Si, domani andrà sicuramente meglio. Ora rientriamo -.
Rei acconsentì e, mano nella mano, proseguirono. Appena ebbero varcato la soglia, però, un uragano le investì ma, mentre Rei fece in tempo a defilarsi su per le scale, Mayumi fu travolta in pieno e si ritrovò sollevata a venti centimetri da terra. L'unica cosa che riusciva a scorgere, stritolata in una morsa letale, era una testa rossa sotto di lei.
- Idiota di una carotone, mettimi immediatamente giù! Si può sapere che diavolo ti è preso?! -.
Si ritrovò davanti due occhioni lucidi. – Cavalla, ma dov'eri?! Ti ho cercato dappertutto, volevo darti la buona notizia! Domani il grassone ce l'ha dato di riposo, così... Andiamo a fare una gitah!- strillò entusiasta Hanamichi.
Ecco… pensò Mayumi. Come non detto. Domani andrà meglio un corno!
 
 
Rei era fuggita.
Non le andava di vedere nessuno, quindi approfittò dell'agguato per correre su per le scale. Le veniva di nuovo da piangere così, mentre saliva rapida i gradini, con una mano stringeva il blocco e con l'altra si asciugava gli occhi.
All'altezza del primo pianerottolo, però, avvenne una collisione e lei cadde pesantemente a terra, all’indietro. Il blocco le sfuggì di mano e tutto ciò che era al suo interno si sparse alla rinfusa sul pavimento. Scosse la testa poi di botto alzò gli occhi, terrorizzata. Ti prego, fa che non sia...
Mitsui la stava guardando dall'alto, con espressione turbata, mentre si massaggiava la spalla sinistra indolenzita dalla botta.
- Hosaki, è tutto a posto, ti sei fatta male?- le chiese ansiosamente porgendole la mano. Poi la guardò meglio e sgranò gli occhi. - Ma tu... Stai piangendo! Che succede, Rei?-.
Di nuovo il suo nome, che pronunciato da lui sembrava quasi un incantesimo. Lentamente, stringendo la mano con la sua, si fece tirare su ma non ebbe la forza di rispondergli né di guardarlo in faccia. In realtà non riusciva a muoversi e si rese improvvisamente conto di aver anche rimosso ogni pensiero che non fosse la figura del ragazzo che aveva davanti dalla sua mente. E fu così che per la prima volta dopo tempo immemore, Rei Hosaki arrossì violentemente.

Mitsui la guardava stupito dal momento che aveva appena intravisto una nuova sfaccettatura di lei, quella timida e impacciata. Chissà se si rende conto di essere bel...
Interruppe di botto il pensiero che stava per formulare. No, non doveva. Non poteva! Ma che diavolo gli stava succedendo? Doveva fare qualcosa, qualsiasi cosa! Guardò a terra e notò la baraonda di fogli.
- Raccogliamo la tua roba… - fece, senza avere coraggio di guardarla.
Al suono di quelle parole, Rei si ridestò dal torpore e, cambiando completamente atteggiamento, si precipitò sui fogli, prendendo tutto alla rinfusa prima che ci arrivasse lui. In cinque secondi ebbe raccolto tutto e senza nemmeno guardarlo lo oltrepassò e fuggì. Pochissimi istanti dopo, il rumore di una porta sbattuta echeggiò per tutta la pensione.
La guardia dello Shohoku non si mosse. Era a dir poco esterrefatto: ma cosa stava succedendo?
Hisashi, cerca di chiarire questa cosa altrimenti diventerai pazzo... si disse scendendo di nuovo in cortile. Ammesso che tu non ti sia già rincretinito del tutto, stupida testa di cazzo che non sei altro.
 
 


 
 
 
 
 
 
 
*La posta dell'Autrice*   ^^
Puffolini, scusate ma ho dei problemi tecnici temporali e spaziali, sicchè oggi posterò solo il capitolo, senza risposte alle recensioni. Giuro che mi rifarò nel capitolo 24 (che pubblicherò mercoledì 2 Luglio). So che questo capitolo non è un granchè, ma ho messo le basi per le “enormi” rivelazioni dei prossimi capitoli. Ci stiamo avviando insorabilemnte verso la fine della mia Fan Fiction, quindi il tenore d'ora in poi sarà più o meno questo (fatta eccezione per Hanamichi... Se non ci fosse lui, sarebbe la fine!).
Per ora mi limito a chiedervi come sempre cosa ne pensiate... Mi raccomando, Puffolini: ci tengo, lo sapete!
Un bacio speciale alla mia MVPuffolin Aka_Z, alla dlcissima Sere4Ruru, alla strepitosa new entry Miss Chroma che non smetterò mai di ringraziare finchè avrò forza, e chiaramente alla mia tesora Beta-Reader Xamia!
Un abbraccio e un ringraziamento anche a chi legge e non commenta... Siete bellissimi nlo stesso!
Ora vi saluto e vi chido di avere pazienza: presto tutti i nodi verranno al pettine!!!
Vi amo tanto, Puffolini miei!
Un saluto “Nipponico” !
 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Cap.24 ***


- Arrivoooooo! -. SPLASH.
Un grido battagliero di Hanamichi precedette il tonfo che fu la sua entrata in acqua. Si era letteralmente buttato a bomba, alzando un’onda anomala che aveva travolto tutti quelli che già si erano immersi ed inzuppato quelli a riva.
- Sakuragi, sei un idiota senza speranza… - commentò Akagi, asciugandosi il viso con una mano.
- Arrivoooooo! -. SPLASH.
Sembrava una scena rivista al replay: di nuovo un urlo disumano, di nuovo uno tsunami, di nuovo poveri innocenti travolti dalle acque. L’unica differenza era che stavolta la voce era femminile.
- No, così non può andare… Io non ce la faccio. Uno poteva anche essere gestibile, ma ora due cominciano a diventare troppi! - brontolò il numero 4 dello Shohoku, ormai completamente fradicio.
Mayumi, galleggiando a pelo d’acqua facendo il morto, reclinò un po’ la faccia ed esclamò con stampato in faccia un ghignetto sadico - Akagi, di solito quando si viene in posti come questo la finalità è rilassarsi. Perciò, vecchio mio: RILASSATI! Se continui a stressarti anche per una mosca che vola in obliquo invece che in orizzontale ti verrà l’ulcera prima dei vent’anni! -.
In quel momento Hanamichi emerse e chiosò - Ma Gorilla, l’acqua è perfetta! Che ci fai ancora lì? Il “babbu – statuino”?! -.
I due sghignazzarono selvaggiamente alla battuta imbarazzante che aveva lasciato tutti gli altri annichiliti, ma che secondo i loro canoni strampalati era il massimo dello spasso.
Quella mattina si erano alzati di buon’ora ed erano partiti in pullman alla volta della zona montana circostante Nagano. Il fratello del signor Anzai aveva raccontato loro di una meravigliosa sorgente termale naturale che si trovava in mezzo ad un bosco in bassa montagna, poco conosciuta e per questo adatta alle loro esigenza di relax indisturbato. Così i ragazzi si erano caricati a spalla una quantità imprecisata di viveri ed erano partiti.
Per quasi tutto il viaggio la maggior parte di loro aveva sonnecchiato beatamente. Alcuni, però, non approfittarono del tragitto per prolungare il riposo notturno.
Rei, ad esempio, da quando aveva preso posto alternava momenti di estatica riflessione, in cui perdeva lo sguardo fuori dal finestrino, ad attacchi di grafomania convulsa dove sembrava sfogare un’inaudita violenza sulle pagine bianche del suo blocco.
Akagi, seduto accanto ad un Ishii che se la dormiva della grossa, era perso nella lettura degli appunti inviatigli da Aida e sfogliava il quaderno con lentezza misurata, dilungandosi in riflessioni tutte sue legate unicamente alle partite che li attendevano nel prossimo futuro.
Yasuda e Sasaoka, invece, erano presissimi da un fervente discorso di stampo socio-politico. Ben presto, però, furono “gentilmente invitati” ad abbassare il tono di voce da un missile-scarpa che arrivò dal fondo del pullman dove Mayumi, che poco prima stava dormendo tra Hanamichi e Miyagi, s’era alzata in piedi con un’aria tra lo sconvolto e l’assonnato. I due tacquero di botto, così lei tornò ad allungare la sua figura appoggiando la testa all’addome del rosso e le gambe sulle ginocchia del playmaker.
Tutti gli altri, chi più e chi meno, dormicchiavano con la testa reclinata sul sedile o sulla spalla del compagno vicino, a parte Rukawa il quale, quando il povero Kuwata aveva provato a sedersi accanto a lui, aveva emesso una sottospecie di ringhio sommesso che fece desistere il compagno dall’intento. Anche la super-matricola, però, si era addormentata quasi di botto.
Tuttavia c’era un’altra persona, sul veicolo, che non riusciva a riposare: Mitsui sedeva comodamente al suo posto, con la testa reclinata all’indietro mentre guardava il soffitto. Quando era salito sul pullman aveva notato che Rei aveva preso posto nelle prime file e che il sedile accanto al suo era vuoto perciò velocemente controllò dove fosse Ashida, individuandola in fondo al pullman intenta a giocare a morra cinese con Hanamichi. La sua mente aveva lavorato rapida e, alla fine, si era avvicinato alla ragazza schiarendosi la voce per segnalarle la sua presenza e porle la silenziosa richiesta di sedersi accanto a lei.
Rei aveva alzato lo sguardo lentamente e, quando i loro occhi si erano incrociati, era impallidita. Con un gesto eloquente, poi, aveva appoggiato il blocco chiuso sul sedile vuoto e subito si era voltata di nuovo verso il finestrino, ignorandolo platealmente.
Il numero 14 dello Shohoku aveva sospirato, poi si era accomodato sui due posti affiancati a quelli dove si trovava lei. Non riusciva a smettere di guardarla, anche se lo faceva di sottecchi.
Si sentiva strano in un modo che non gli era mai capitato in vita sua ed ormai aveva capito che la causa di questo suo bizzarro stato d’animo era soltanto lei. Doveva venire a capo di un sacco di cose e doveva farlo in tempi brevi perché aveva bisogno di sgombrare la mente in vista del test di recupero in primis, e poi soprattutto dei campionati nazionali. La mano gli andò autonomamente verso la tasca dei pantaloni della tuta, dalla quale tirò fuori qualcosa stando ben attento a non farsi notare. Diede un’occhiata significativa all’oggetto, sospirò e velocemente lo ricollocò dove l’aveva preso.
Alzò di nuovo gli occhi sulla ragazza e, dopo qualche istante, lei si girò verso di lui in un movimento inconscio, quasi sentisse di essere osservata. Si fissarono negli occhi per lunghi istanti, ma repentinamente lei distolse lo sguardo con il volto oscurato dall’imbarazzo e da qualcos’altro che Mitsui non seppe decifrare. 
Oggi devo sapere, Rei…pensò lui, girando infine il volto verso il finestrino.
 
La giornata era davvero meravigliosa, ed il posto ancora di più. Il sole illuminava un enorme spiazzo erboso di un altipiano in mezzo ad un bosco che costeggiava l’intero fianco della montagna. Al centro si apriva una grossa pozza d’acqua che emanava un lieve vapore dalla superficie. Appena arrivati notarono che l’area era completamente sgombra, quindi si accomodarono come preferirono distendendo coperte e teli di spugna sul fresco manto erboso che circondava la riva e tirando fuori sin da subito cibarie e bibite. Poi, come per magia, gli abiti di tutti sparirono, lasciando il posto ai costumi.
C’era chi preferì buttarsi subito in acqua come Hanamichi e Mayumi, che in quel momento stavano improvvisando una sottospecie di coreografia di nuoto sincronizzato facendo sì che Miyagi ed Ayako quasi affogassero per le troppe risate, oppure chi si accomodò al sole con il chiaro intento di goderne dei benefici effetti, come Kakuta, Ishii e Sasaoka i quali non si erano nemmeno tolti completamente gli abiti che già si stavano cospargendo di crema solare.
Yasuda, Kuwata , Shiozaki e Kogure sfoderarono immediatamente le carte francesi e, circondandosi di bibite fresche e stuzzichini, indissero un agguerrito torneo di ramino senza esclusione di colpi.
Rukawa, dal canto suo, aveva mugugnato qualcosa di indecifrabile che, tuttavia, fu distintamente udito da tutti come il “cordiale invito” a recarsi in blocco in un certo posto senza procurare molestie alla sua persona. Dopo di che, si era addormentato all’ombra di un albero che delimitava la radura e non lo rividero fino all’ora di pranzo.
Rei si era seduta su un telo in una zona all’ombra a pochi metri dalla sorgente. Era a piedi scalzi con le gambe incrociate ed il gomito sinistro appoggiato sul ginocchio, tenendo il mento sul palmo della mano sinistra mentre fissava gli altri con espressione vacua e saltuariamente appuntava qualcosa sul blocco che teneva sull’altro ginocchio. Indossava la tenuta da corsa della sua squadra, che in quanto a forma e dimensioni non aveva nulla da invidiare ad un costume.
Mitsui la fissava di sottecchi, seduto a riva poco lontano da lei, mentre il suo cervello lavorava freneticamente. Se fosse dipeso da lui le si sarebbe seduto accanto e avrebbe cercato quel dialogo che lei gli stava negando apertamente già dalla sera prima ma sapeva bene di non poterlo fare, almeno non davanti a tutti e non in quel momento, anche perché in cuor suo era cosciente che non sarebbe stata una cosa semplice per almeno due motivi: il primo era che l’atteggiamento di lei aveva avuto un calo esponenziale dalla lite con Akagi. Addirittura, da quella mattina non l’aveva vista dire una sola parola.
Il secondo era che, alla luce di ciò che presumeva di aver capito grazie ad una casualità fortuita e conoscendo il lato orgoglioso di lei, più che una conversazione sarebbe stato un match di pugilato oppure una bieca copia di una tragedia nipponica tradizionale.
Spostò lo sguardo perchè un movimento dall’altra parte della sorgente l’aveva distolto dai suoi pensieri: Akagi era scivolato in acqua, immergendosi fino alla vita e tenendo i gomiti appoggiati alla riva. Era rimasto qualche secondo ad occhi chiusi godendo dell’effetto salubre dell’acqua termale sul corpo ma, quando li riaprì, Mitsui notò subito il guizzò di luce che li attraversò quando, pochi istanti dopo, si posarono su Rei.
Proprio in quel momento anche la ragazza alzò lo sguardo sul capitano. Si fissarono per un tempo indefinito, e la guardia si accorse che la cosa gli stava provocando una fitta inconsueta all’altezza della bocca dello stomaco.
Senza sapere neanche lui il motivo delle sue azioni, con la mascella serrata e un senso di irritazione crescente, si alzò in piedi e si tuffò in acqua. Il suo scatto improvviso ruppe quell’attimo di stasi e infatti, quando riemerse, notò che Akagi si era immerso completamente in acqua e Rei si era stesa a terra.
Si rilassò un po’ cercando di riordinare le idee fissando il cielo mentre faceva il morto a pelo d’acqua. Avrebbe voluto programmare nel dettaglio tutte le sue prossime mosse ma aveva qualche difficoltà, un po’ perché non essendosi mai trovato in situazioni di quel tipo non sapeva neppure da dove cominciare, ma soprattutto perché non riusciva a concentrarsi, dal momento che i quattro idioti di Ashida, Sakuragi, Miyagi ed Ayako lo stavano sfruttando come rete di una partita di pallavolo in acqua.
Per un po’ cercò di ignorarli, chiuendo gli occhi e tentando di concentrarsi, ma d’improvviso…
SBONG! Una pallonata epocale lo colpì in pieno stomaco e ci mancò poco che affogasse.
Quando riemerse, tossendo e sputacchiando, gridò - Ma che siete diventati tutti deficienti?! Chi è stato? -.
Ryota ed Ayako si stavano sentendo male dalle risate dopo che Mayumi si era avvicinata ad Hanamichi e gli aveva dato un cazzotto in testa.
- Che problema hai, rosso? Un’alzata perfetta come quella tu la mandi a rete? Cretino! -.
Sakuragi si ammusò, poi abbaiò - Cavalla, non dire fesserie! La palla era bassa, quindi che ti aspettavi? Un grande schiacciatore multisport come me non può fare altro che chiudere il polso in… -.
- MALEDIZIONE! Vi siete accorti che per poco non mi mandavate al creatore?! - ululò Mitsui, paonazzo in volto mentre puntava loro il dito contro.
Due enormi punti interrogativi si voltarono a guardarlo. Non ebbe il coraggio di continuare quella conversazione, perché era certo che sarebbe stato come spiegare una lezione di fisica quantistica ad un cammello, perciò sbuffò ed uscì dall’acqua ignorandoli, indolenzito e ulteriormente irritato.
Si tamponò i capelli con un asciugamano, prese una lattina di limonata e, mentre sorseggiava la bevanda fresca, si voltò verso il punto dove poco prima aveva lasciato una sottile figura accovacciata come a difendersi dal mondo.
Per poco non gli cadde la lattina di mano per lo stupore: Rei non c’era più e la cosa che più lo turbava era che nessuno sembrava aver fatto caso al momento in cui si era allontanata.
 
Come ci sono arrivata qui? Sembra quasi di essere in un universo parallelo…
Rei aveva ripreso coscienza di sè dopo un piccolo black out mentale. Era sdraiata sull’erba fresca in un minuscolo spiazzo, il sole filtrava tra le fronde degli alberi dando l’illusione che le foglie ed i rami si fondessero in un romantico arabesco che si dipanava sullo sfondo brillante della luce e del cielo, una brezza fresca le carezzava il volto ed il suo orecchio era carezzato da una melodia ed una voce familiari. Si accorse di avere le cuffie dell’I-pod nelle orecchie ed il timbro suadente di Bono Vox la stava trasportando in dimensioni magiche, come sempre accadeva da quando aveva memoria. Allargò la mano sinistra e percepì il delizioso pizzicore dell’erba sotto il palmo, poi allargò anche la destra e percepì la penna sfuggirle di mano, rotolando lungo la pagina del blocco.
Sospirò. Ora ricordava: nessuno stava badando a lei mentre, stesa sul telo accanto alla sorgente, aveva sentito quel senso di malessere ed ansia galopparle dentro con talmente tanta forza da farle sentire il bisogno di fuggire via lontano, perciò si era alzata con le sue cose e si era addentrata nel bosco. Ed era giunta lì.
Chiuse di nuovo gli occhi. Forse aveva solo bisogno di godersi quegli attimi di solitudine assoluta senza dover badare al doversi chiudere in se stessa di fronte a tutti gli altri, quindi inspirò l’aria fresca di montagna e, finalmente, si rilassò. La cuffietta sinistra le cadde dal padiglione auricolare, ma stava troppo bene e non aveva voglia di muoversi per sistemarla: le sembrava di stare in seno ad una nuvola. Reclinò il volto sulla sua spalla destra e sospirò. 
Che sia questo il Paradiso? si chiese, pervasa da un enorme senso di pace. Si sentiva come se in quel momento tutti i sui desideri, anche i più nascosti, potessero realizzarsi e la cosa le diede un senso di sicurezza e conforto tanto intensi da farla sentire un po’ meglio.
Lentamente aprì gli occhi e immediatamente il cuore le fece un tuffo per ciò che le sembrò di avere davanti agli occhi. Tuttavia non fu colta dal panico, dicendosi che probabilmente era vero che quel luogo potesse mostrare le brame più segrete dei propri cuori se in quel momento le sembrava che il suo sguardo stesse affogando in quello blu e profondo di Mitsui, steso al suo fianco che la osservava. Sorrise all’immaginario ragazzo davanti a lei. 
Possibile che in questo posto i sogni prendano forma veramente?  domandò a se stessa, ammettendo finalmente quella verità che aveva voluto ignorare fino a quel momento.
Si aspettava, comunque, che la visione si dissolvesse da un momento all’altro, così attese sorridente, beandosi dell’intensità di quella fantasia.
Poi, di colpo, un dettaglio le saltò agli occhi: l’apparizione aveva la cuffietta che le era caduta nel proprio orecchio. Aggrottò leggermente le sopracciglia, basita per l’assurdità della cosa, finchè la voce di lui le arrivò nitida e limpida, di una realtà disarmante.
- Avrei dovuto immaginarlo che fossi un’amante del brit pop. Chissà perché, invece, ero convinto che preferissi il death metal… -.
Rei scattò subitaneamente a sedere e la cuffietta destra le schizzò dall’orecchio mentre, con una foga micidiale, si allontanava da lui, ora terrorizzata.
- Che… Che… Ci fai…? - balbettò, pallida come uno spettro.
Mitsui si mise in posizione eretta ma nel farlo nemmeno per un secondo, però, staccò gli occhi dai suoi.
- Pensavi che nessuno si fosse accorto che te l’eri data a gambe, Hosaki? Credi davvero di essere così invisibile e insignificante, ai nostri occhi? - le chiese, serio.
A quelle parole lei arrossì violentemente mentre la testa iniziava a girarle ed un tremore incontrollato la scuoteva. E adesso che faccio?
Era sconvolta, Mitsui se n’era accorto. In effetti anche lui era tutt’altro che tranquillo. Aveva come l’impressione che se fosse uscito sconfitto da quello scontro, sarebbe stato più o meno come perdere la finale del campionato nazionale. Nonostante lo sgradevole sentore, tuttavia, respirò a fondo e si preparò.
- Non ti agitare… Voglio solo parlare…-.
- Io, invece, non ho nulla da dire! Perciò… -.
- No, Hosaki, non me ne andrò, quindi non chiederlo… - la interruppe lui, seccamente.
Rei alzò il volto al cielo stringendo convulsamente gli occhi, come se così facendo sarebbe riuscita a fuggire di lì. La cosa lo turbò, ma comprese che se non avesse fatto la sua mossa in quel momento non avrebbe avuto un’altra occasione migliore. Sapeva, ingfatti, che se si fosse fermato allora, lei gli avrebbe dato talmente tanta distanza che non l’avrebbe ripresa nemmeno correndo come Carl Lewis.
- Senti, non facciamo finta che in questi due giorni non sia successo niente. È vero, probabilmente con me non vuoi avere niente a che fare, ma… A me non importa. Sono preoccupato per te, dannazione! Cosa credi? Mi sono accorto che qualcosa in te è cambiato e ho visto quella che sei davvero dietro la facciata che spacci al mondo come vera! Alla luce questo, perciò, ti chiedo solo una cosa: ti prego, Hosaki… Fidati di me -.
Lei teneva lo sguardo basso, ma nonostante ciò lui riusciva a scorgerle sul viso la foga della lotta furibonda le era scoppiata dentro: Ice-aki, Hosaki, Rei… Tutte le sfaccettature della sua fragile persona combattevano selvaggiamente per la supremazia sulle azioni del corpo.
Alla fine, esausta, si arrese e con voce spenta gli chiese - Cosa vuoi da me? -.
- Parlare -.
- E di cosa? -.
- Di questa -.
Alzò lo sguardo ed in quel momento al ragazzo sembrò che una piccola parte della luce sul fondo dei suoi occhi si estinguesse. Nella propria mano, infatti, Mitsui teneva una foto che ritraeva una bambina abbracciata ad un uomo al quale lei somigliava moltissimo. E la piccina era, senza alcun ragionevole dubbio, Hosaki stessa.
Gli occhi le si riempirono di lacrime. - Dove l’hai presa?! Come ti sei permesso di ficcare il naso nella mia vita! COME?!- gridò.
Sembrava una furia quando gli si avventò contro, facendo per strappargli di mano la foto, ma lui fu più rapido e si tirò indietro, facendola cadere a terra carponi.
- Calmati, Hosaki. È stato un caso, te lo giuro, non volevo farmi gli affari tuoi. Non mi sarei mai permesso - disse lui, calmo in un modo quasi innaturale.
La ragazza digrignò i denti in una smorfia grottesca. - Non mentire! Non prendermi per stupida perché sai bene che non lo sono! -.
E prima di terminare la frase si lanciò di nuovo su di lui, stavolta raggiungendolo. Crollarono entrambi sull’erba, lui sotto e lei sopra. La foto gli era sfuggita di mano, ma Rei non ci aveva fatto nemmeno caso tanto era presa dalla rabbia devastante che non la stava facendo ragionare lucidamente.
Di colpo però, lui le afferrò i polsi e, nonostante la ragazza lottasse come un’ossessa per liberarsi, non ci fu storia: velocemente il ragazzo la ribaltò, bloccandole le braccia a terra, e le si mise a cavalcioni sopra. Poi abbassò il viso verso il suo e le sibilò a due dita dall’orecchio - Calmati adesso- .
Ci volle qualche istante perché il cervello di lei recepisse e metabolizzasse l’informazione, ma dopo qualche secondo la follia che le deformava la faccia svanì completamente e fu allora che, sotto di lui, Mitsui mise concretamente a fuoco l’immagine di una ragazza bellissima dal volto arrossato, che ansimava sconvolta. Una scossa elettrica lo pervase e rimase come imbambolato a fissarla, allibito.
Rei sbattè gli occhi, diventando se possibile ancora più rossa. – Ok, sono calma ora, Mitsui. Adesso ti dispiacerebbe… - e fece un lieve cenno con la testa alla loro posizione.
Stavolta fu lui ad arrossire e, rapidamente, la lasciò libera. Così si sedettero l’uno di fronte all’altra.
Nel silenzio denso che seguì Mitsui recuperò la foto che era ancora a terra accanto a lui, ma prima di restituirla spiegò con voce atona - Ti era caduta dal blocco ieri sera quando ci siamo scontrati. Non te ne sei accorta ed è rimasta per terra quando sei… Scappata. Avrei voluto ridartela subito, ma… Perdonami -.
Lei scosse la testa fissandosi le mano strette in grambo. - Non c’è niente da perdonare. Anche io, forse, avrei fatto lo stesso al posto tuo - confessò.
- La verità,  Hosaki, è che ho pensato che se t’avessi ridato subito questa foto tu mi avresti tagliato fuori definitivamente. Non avrei avuto più nessuna chance di parlarti come stiamo facendo ora… -.
Notò che le sue parole avevano colto nel segno, perché una lieve risata amara aveva scosso le spalle della ragazza. - Ed avevi ragione - mormorò.
Si guardarono per un po’, in silenzio, e la cosa sorprendente fu che non c’era più imbarazzo tra di loro. Stavano semplicemente raccogliendo i loro pensieri, cercando coraggio negli occhi dell’altro.
Poi, Mitsui le domandò - Senti, sei libera di non rispondere ma io questa cosa te la voglio chiedere lo stesso. L’uomo nella foto è tuo padre, non è vero? -.
- Non è ovvio?! Si vede lontano un miglio che quella ragazzina sono io e… Bhè, con lui eravamo due gocce d’acqua… La foto è stata scattata il giorno del mio settimo compleanno da mia madre. Quando eravamo ancora felici… Quando quella ero ancora io - disse lei, tornando ad abbassare gli occhi. Tacque qualche istante, poi riprese – Non capisco bene il perché di questa cosa, Mitsui, ma ormai siamo qui e a quanto pare siamo arrivati ad un punto in cui non posso chiederti di dimenticare tutto e fare finta di niente, vero?! Perciò se ha voglia di stare ad ascoltarmi… Ti racconterò la mia storia -.
Si sarebbe detto che il tono di lei fosse seccato o rassegnato, ma il ragazzo era sicuro che nelle parole di lei si potesse cogliere una nota di sollievo, di lieta liberazione. E lui l’aveva capito.
-A questo punto il perché mi pare secondario. E comunque sono qui per questo…- le rispose.
Rei strinse un attimo gli occhi e a lui sembrò che quel gesto fosse degno di qualcuno che si stava apprestando a liberarsi la coscienza da un terribile segreto. La vide allungare la mano e tirare a sé il blocco, per poi iniziare la sua narrazione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

*La posta dell’Autrice*  ^^
Oh miei dolci Puffoliniiiiii!!!! Riesumata fui dalla tomba in cui mi seppellirono con cotanta cattiveria… Ed io tornai a voi con tutto il mio coraggio!!!
Vabbè, adesso basta con questo tono aulico! Ritorno la solita scaciottata che vi piace tanto! Voglio cominciare con lo scusarmi per il mancato aggiornamento, ma sembra che sul lavoro abbiano deciso di schiavizzarmi, quindi non ho potuto fare altrimenti…
Ora veniamo alla storia. Altro capitolazzo clou… nel prossimo tutte le vostre domande su Rei avranno una risposta! (Evvai!)
E ci avviamo alla conclusione… tra circa 6 Capitoli, infatti, metterò la parola fine alla mia storia! E spero di iniziare il prima possibile a “deliziarvi” con Playing My Game 2!!!
Fatemi sapere se avete gradito!
Ora passo alla solita Rubrichetta dolce!
 Xamia= Love della mia esistenza! Voglio dirti una cosa. Non so davvero cosa ne sarebbe di questa ff se non ci fossi tu. Non solo sei una mia grande fonte di ispirazione, ma se non mi betassi come fai, qui andrebbe tutto a scatafascio! Il tributo nello scorso capitolo era doveroso, anche perché CI STAVA TUTTO! Spero solo di non deluderti finchè non metterò la parola “fine” a questa mia fatica… Aiutami, tesoro! Un bacio grande!
Aka_z= MVPuffolin!!! Quasi non mi ricordavo più cosa volesse dire rispondere alle tue meravigliose recensioni, tanto era che non lo facevo! Cmq, veniamo a noi! Lieta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, ma sono certa che quest’ultimo lo avrà fatto ancora di più… Devo ammettere che mentre lo scrivevo non ero molto convinta… Ma rileggendolo devo ritenermi proprio soddisfatta! Che ne dici? Aspetto una bella recensione come solo tu puoi, anche perché devo dire que questo capitolo la merita davvero! Un bacino Apprendist-Yaoioso dal tuo Grande Puffo!
MissChroma= Ciao Caraaaaaaaaaaaa!!! Come va lo studio? Guarda, sono stra-sicura che stai macinando come un treno! Credo che in questo capitolo ci siano un paio di scenette che potrebbero dare adito alla tua fantasia grafica… E poi, non ti preoccupare per Kae-chan… Ti garantisco che tra un po’ ritornerà alla carica… in bellezza! Aspetto con ansia di vedere qualche altra tua creazione… E ricordati che una copia rilegata della mia storia (chiaramente con le tue illustrazioni) appartiene già a te! Un bacio grandissimo alla mia illustratrice preferita!
Shasa= Oh Nooooooooooo!!!! Come farò tutto questo tempo senza le recensioni del mio Grillino Adoratissimoooooo!!! Sigh, sob, sniff!!! T___T…Cmq, Grillino… Nel prossimo capitolo finalmente potrai leggere tutto quello che vuoi sapere sulla nostra Rei, anche se già qualcosa ormai s’è capito, tra la confessione a Mitsui ed il discorso con Mayumi nel capitolo 23… Nella tua ultima recensione mi parlavi di una reazione di rei che non hai visto arrivare… Ora, dopo aver letto questo capitolo, capisci perché ha tardato? Le serviva “il motivo giusto” per reagire con la dovuta veemenza. I sentimenti di Rei, comunque, rimangono ancora un po’ nebulosi… Anche se un bel passo avanti lo abbiamo fatto (anche se il diretto interessato ancora non lo sa! Hihihi)… Aspetto che troni dalle vacanze, perché… Senza le tue opinioni non ci so stareeeeeee!!! Un bacio e buone ferie!
 
Ora scappo, che anche per oggi s’è fatto quello che si doveva! Spero ( e dico spero) di poter aggiornare per mercoledì prossimo… Io sono ottimista, però… Potrei stupirvi con effetti speciali!
Approfitto di questa sede per salutare la new entry alla lettura Trilla, nella speranza che continui a seguirmi e che mi lasci altre simpatiche recensioni!
Un bacio a tutti, puffolini… E ricordate: Effetti speciali!
Salutino “contrito” !
 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Cap.25 ***


Hosaki giocherellava nervosamente con un angolo del suo blocco, forse indecisa sul da farsi o semplicemente concentrata sullo scegliere con accuratezza le parole da usare, e  Mitsui, sapeva essere quello un momento delicato, decise di lasciarle tutto il tempo che le serviva.
Improvvisamente lei alzò gli occhi tuffandoli nei suoi e lui si sentì come pervaso di tutta la rabbia disperata che albergava in quell’anima. Eppure non si sognò nemmeno per un momento di abbassare lo sguardo, anzi serrò la mascella e si mostrò possessore di una calma che in realtà non gli apparteneva, come a volerla invitare a condividere finalmente quel fardello così pesante per una ragazza di soli diciotto anni.
Lei sembrò cogliere l’invito e infine, con un sospiro, ruppe il silenzio.
- La mia vita non è stata sempre così complicata, c’è stato un tempo in cui quel sorriso che probabilmente solo tu e Mayumi avete visto negli ultimi tre anni era invariabilmente stampato sulla mia faccia. In realtà, anche se oggi non si direbbe, io ero una bambina felice -.
- Non ho difficoltà a crederlo, dopo aver visto la foto… - confessò lui, forse per stemperare la tensione.
Lei sembrò non averlo sentito, e continuò - Mia madre, Ikki Honjio, era una donna molto bella e proveniva da una famiglia potente: suo padre Kentaro era l’amministratore delegato della Honjio Tzaibatsu, un uomo tutto d’un pezzo ed ambizioso che per la figlia aspirava ad un futuro ricco di prospettive, sia per lei che per l’azienda… Ciò ovviamente comprendeva una laurea prestigiosa ed un matrimonio che lo fosse altrettanto -.
- Ma…? - le domandò lui, esortandola a proseguire.
- Ma le cose non andarono esattamente secondo i suoi piani. Appena diplomata, mia madre si iscrisse all’università e nei suoi progetti c’era di laurearsi e, un giorno, sostituire il nonno alla guida della società, sebbene sapesse che per una donna raggiungere una vetta come quella sarebbe stato quasi impossibile considerando anche che suo padre aveva altri programmi. Ma chi avrebbe potuto realmente dire come sarebbero andate le cose? D’altro canto spesso è difficile considerare le variabili impazzite quando si guarda al proprio avvenire, così lei intraprese quella strada senza farsi troppi problemi, convinta di sé e delle sue possibilità… -.
La ragazza aveva assunto uno strano atteggiamento distaccato, sembrava come se stesse raccontando la trama di un film piuttosto che la sua vita. A Mitsui la cosa diede i brividi, presupponendo il dolore che i fatti di cui stava per venire a conoscenza avessero provocato in lei per spingerla a trattarli con tale neutralità.
- Perché cosa le capitò?  - chiese lui, simulando confusione.
Rei lo soppesò alzando appena il sopracciglio. - Ti prego di non fare il vago con me, lo so che hai già capito: l’ostacolo che le sbarrò la strada dei suoi sogni, ma anche delle aspettative che mio nonno aveva su di lei, aveva un nome ed un cognome, ossia Seiji Hosaki. Era uno studente di architettura di tre anni più grande di lei e, chiaramente, colui che divenne mio padre…
Si conobbero per caso nel campus ma francamente non saprei spiegarti le dinamiche di come scoccò la scintilla tra loro due visto che dall’esterno la cosa sembrava assurda: mia madre sembrava una modella, mentre mio padre era un ragazzo ordinario ed esteticamente nella media e ciò dà alla cosa quasi del paranormale. Probabilmente ciò che la colpì fu il suo spirito ambizioso ed il suo essere molto brillante, arguto, sagace ed intelligente, fatto sta che dopo nemmeno un anno che si conoscevano mio padre si laureò e i due, contro tutto e tutti, decisero di sposarsi.
Non starò a dirti come mio nonno non si mostrò affatto favorevole alla cosa perché, per quanto mio padre fosse un giovane promettente, non era ricco né tanto meno di famiglia borghese: figurati che quando seppe che era cresciuto in un paesino sperduto nella provincia di Osaka e che i miei nonni paterni erano una sarta ed un artigiano, morti entrambi anni addietro, per poco non gli venne un colpo apoplettico!
Ma mia madre fu irremovibile sulla sua scelta, tanto che un giorno si presentò nel suo ufficio dicendogli che non aveva alternative se non accettare il fatto che lei avrebbe lasciato gli studi e si sarebbe sposata con Seiji. Quando il nonno provò a replicare, lei gli confessò di essere incinta ormai di quattro mesi, perciò i giochi erano fatti. Così si sposarono e dopo poco nacqui io… -.
Mitsui era perplesso. Certo, le premesse forse non erano tra le migliori, ma cosa poteva essere mai successo di così terribile da provocare uno sconvolgimento così totale nella vita di lei?
Il racconto proseguì dopo che lei ebbe abbassato lo sguardo qualche istante per poi riportarlo su di lui.
- Il nonno decise di disinteressarsi completamente della cosa e disconobbe mia madre e la sua discendenza, ma la nonna Hinao non lo fece. Di nascosto dal marito continuò sempre ad aiutare mia madre, anche economicamente per quanto poteva, perché per i primi tempi i miei genitori se la videro davvero brutta: mio padre non riusciva a trovare un lavoro stabile e mia madre non lavorava affatto per stare a casa con me.
Poi, dopo un paio d’anni di sacrifici e difficoltà, le cose parvero mettersi per il verso giusto. Papà ottenne un ottimo posto in uno studio d’architettura di grido e sembrava destinato ad una carriera sfolgorante. Eravamo felicissimi: i miei sembravano amarsi come due adolescenti, ed io a mia volta credevo che non ci fosse famiglia migliore. Volevo molto bene alla mamma, ma per mio padre avevo una vera adorazione: lui era il mio eroe, il mio uomo perfetto.
Così per qualche anno la nostra vita sembrò essere speculare a quella delle famiglie che si vedono nelle pubblicità delle merendine… -.
Il ragazzo non poté trattenersi dal sorridere ma subito si ricompose, imbarazzato.
- Ridi, eh? Bhè, in effetti è una cosa ridicola se pensi che quel castello incantato poggiava su delle fondamenta fatte di niente! Comunque, fammi proseguire…
La foto che hai visto è stata l’ultima ad essere scattata nel nostro periodo felice, perchè poi le cose iniziarono a prendere una piega che dire brutta sarebbe troppo poco. Tre mesi dopo il mio settimo compleanno, nonno Kentaro morì stroncato da un ictus e di lì in poi si susseguì una tragedia dopo l’altra. Devi sapere che il nonno, oltre che amministratore delegato, era anche socio dell’azienda, ma una volta morto gli altri soci riuscirono non so con quale cavillo legale a privare i suoi eredi di tutto il pacchetto azionario di cui il nonno era in possesso e questo, come immaginerai, portò la semi rovina finanziaria della famiglia di mia madre. Fortunatamente in passato il vecchio aveva fatto degli investimenti oculati per conto suo, perciò sia mia nonna che mia madre, la quale non risultò essere stata legalmente diseredata, disponevano ancora di un discreto patrimonio personale. Fatto sta che la nonna dovette vendere lo stesso la villa dove aveva vissuto tutta la sua vita matrimoniale e molte delle proprietà, fatta eccezione per un appartamento in cui andò a vivere dopo la morte del nonno. Per qualche mese, dopo la tempesta che ci travolse, le cose sembravano essersi stabilizzate…
Ma alla fine arrivò il colpo di grazia inatteso: mio padre fu letteralmente cacciato dallo studio. A quanto pare, anni addietro non era stato assunto per i suoi meriti come architetto, bensì era stato solo grazie all’intervento di qualcuno e in questo modo venne fuori che il nonno, viste le acque cupe in cui navigavamo, aveva chiamato un suo vecchio conoscente e gli aveva chiesto di dare lavoro a mio padre, chiaramente senza che quest’ultimo o mia madre ne sapessero nulla. Purtroppo nel momento in cui il prestigio sociale degli Honjio venne meno tutti i patti che erano stati sanciti negli anni d’oro della famiglia decaddero, ovviamente a cominciare da quello che legava mio padre allo studio d’architettura.
Fu un colpo durissimo per il suo amor proprio ed il suo orgoglio. E lui, non potendo prendersela con nessuno, iniziò a sfogare il suo livore sull’unica persona che in tutta quella faccenda non c’entrava nulla: mia madre. Litigavano in continuazione, dicendosi cose pazzesche.
Io ho ricordi nebulosi ma so che avevo paura e piangevo spessissimo. La mia fortuna fu, in quel periodo, l’essere diventata amica di Mayumi: ci siamo conosciute in prima elementare e siamo diventate unitissime sin da subito. Quando il periodo nero dei miei cominciò, spesso la mamma di Mayumi mi teneva a casa loro a dormire. Ed il tempo passava, aggiungendo solo peggio al peggio… -.
La voce di Rei si strozzò improvvisamente e lei abbassò gli occhi. Mitsui deglutì, non sapendo esattamente cosa dire né fare, limitandosi così a fissarla mentre un’ombra cinerea le attraversava il volto. Capì immediatamente la fatica che stava facendo per rivangare nei dettagli il suo passato, e più lei si addentrava nella narrazione, più lui ne comprendeva i motivi. Si era reso conto, però, che la parte più angosciante doveva ancora venire perciò, istintivamente, allungò una mano e le carezzò la testa in un gesto che voleva essere quasi fraterno. Un secondo dopo due occhi grandi come laghi si alzarono nuovamente su di lui.
Una tenerezza sconosciuta lo invase e si ritrovò a sorriderle dolcemente, dicendole - Se non te la senti, lasciamo stare… Non sei obbligata -.
Lei scosse la testa, abbozzando in risposta al suo un sorriso malinconico. - No, non ti preoccupare, ce la faccio. Stavo dicendo… Le cose peggioravano di giorno in giorno. Mio padre dava a mia madre ed alla sua posizione sociale tutta la colpa del fallimento della sua carriera. Mia madre, dal canto suo, si difendeva come poteva e ci riusciva bene, almeno finché mio padre decise di prendersi una pericolosa alleata in quel pietoso abbozzo che era la sua vita: la bottiglia. Il passo dalle sere in cui tornava a casa sbronzo tanto da non reggersi in piedi all’alcolismo fu brevissimo, tant’è che non ricordo un solo momento di quel periodo in cui quell’uomo fosse sobrio.
Era arrabbiato e cattivo tanto che non ci volle molto prima che cominciasse l’inferno della violenza domestica. Le liti erano diventate sempre più frequenti, l’unica differenza rispetto all’inizio stava nel fatto che l’alcol liberò la parte peggiore di mio padre che divenne una bestia e iniziò a picchiare mia madre. Inizialmente si pentiva subito di ciò che faceva, ma ogni giorno la veemenza delle percosse ed i suoi rimorsi diventavano inversamente proporzionali…
Ci sono state delle volte in cui mi sono ritrovata sola a dover chiamare mia nonna per aiutarmi a far rinvenire mia madre, che lui lasciava incosciente e conciata come uno straccio. La nonna lo voleva denunciare ma mia madre si opponeva con tutte le sue forze dicendo che non era colpa sua, che era l’alcol e che un giorno sarebbe riuscita a farlo ridiventare l’uomo buono e dolce che era.
Poi, un giorno… Era da poco passato il mio ottavo compleanno e quell’uomo era tornato a casa nel primo pomeriggio, più sbronzo che mai. Litigarono di nuovo e di nuovo alzò le mani sulla mia povera e stupida mamma, ma quella volta qualcosa dentro di me si ribellò e non ce la feci a rimanere in un angolo senza fare niente: mi misi in mezzo e lui perse completamente il lume della ragione, finendo per picchiare anche me. Non ricordo bene… Mia madre che urlava, la faccia ridotta a una maschera di tumefazione e sangue, gli si avventò contro. Io sentivo dolore, tante urla, schianti di oggetti fracassati. La stanza vorticava, intorno era tutto rosso e poi… Silenzio. Tanto, troppo. Era assordante, quel silenzio… -.
Sembrava in trance mentre proferiva quelle parole ed improvvisamente le lacrime uscirono come una cascata. La disperazione si dipinse sul suo volto e lei riuscì a trattenerla solo per pochissimo tempo. Si portò le mani al viso e si lasciò andare ad un pianto convulso.
- L’ha uccisa, capisci?! IL BASTARDO L’HA AMMAZZATA DAVANTI AI MIEI OCCHI, A MANI NUDE COME FOSSE UNA BESTIA DA MACELLO! - gridò.
Mitsui non si concesse nemmeno il tempo di ragionare su quello che lei aveva appena detto perchè la vista delle lacrime e del dolore di lei gli aveva appannato i sensi qual tanto che bastava per farlo muovere d’istinto. Come in un impeto protettivo, la prese per un braccio e la strattonò verso di sé stringendole la testa al suo petto. L’abbracciò forte, sostenendole la testa con una mano e circondandole la vita con l’altro braccio.
Era spaventato e disorientato a dire il vero, tutto si sarebbe aspettato fuorché una cosa del genere. Una sequenza infinita di flash si susseguirono nella sua mente, rendendogli il quadro molto più chiaro, ma ora l’unica cosa che gli importava era che lei stava soffrendo. E non riusciva ad accettarlo.
Dolcemente si adagiò sull’erba trascinandola con sé. Dopo qualche istante sentì la mano di Rei appoggiarsi al suo sterno e le convulsioni dovute al pianto affievolirsi. Non ci volle molto perché si rendesse conto che si stava calmando e la cosa lo rasserenò. Le carezzò i capelli e strinse ancora un po’ la presa intorno a lei.
- Scusa. Non volevo che vedessi fino in fondo lo schifo che mi porto dentro… - bisbigliò Rei, con la testa sempre nascosta nell’incavo tra il suo collo e la sua spalla.
- Sono io che ho insistito, non devi scusarti. Però ora ti prego: non proseguire… - le rispose lui, gli occhi fissi alle fronde degli alberi sopra di loro.
- Devo farlo, invece -.
Lui sospirò. Fece scorrere la propria mano destra dalla testa di lei fino al suo stesso torace dove incontrò quella molto più piccola della ragazza ed intrecciò le dita con le sue, sorridendo appena nel sentirla sussultare. Poi le sussurrò - Allora dai, continua… -.
Lei singhiozzò e, mormorando, fece come lui aveva detto. - Non posso chiedere a nessuno, di capire, è stata una cosa terribile, troppo anche per poter essere solo immaginata. Quella sera tutta la mia famiglia è stata decimata: mia madre era morta, uccisa da quell’uomo orribile che non era mio padre… Lui aveva ucciso il mio povero papà tanto tempo prima e quella sera, oltre a mia madre, uccise anche me o, almeno, la ragazzina che fino a quel momento aveva vissuto felice con la sua famiglia.
Nel corpo ero malmessa, perché avevo una spalla lussata, un taglio sulla testa e due dita della mano destra fracassate, ma nell’anima… Ero morta. La bestia si costituì e fu incriminato per direttissima, seppur con qualche attenuante: gli diedero diciannove anni di carcere. Io, invece, venni affidata a nonna Hinao.
Fu così che ha avuto inizio il mio calvario. Mi venne una fobia terribile di essere abbandonata, tanto che mi capitava di attaccarmi talmente ad alcune persone da vivere un loro allontanamento come una tragedia.
La prima crisi esistenziale l’ho avuta alla fine delle elementari: la maestra ed i miei compagni mi stettero vicini dopo “il fatto”, ed io avevo trasferito su tutti loro l’immagine della mia famiglia. Quando realizzai che sarei dovuta andare alle medie, cambiando scuola, compagni ed insegnanti, il mio sistema nervoso non ha retto e sono crollata. La nonna dovette fare uno sforzo terribile per sostenermi in quel periodo, ed anche Mayumi e la sua famigli si dettero molto da fare, ma non bastò il loro supporto, così dovetti andare in terapia. Quando le scuole medie cominciarono la nonna parlò con il preside della Kitamura e gli chiese per favore di mettermi in classe con Mayumi, spiegandogli tutta la situazione e la mia storia. Così l’anno cominciò, portando nella mia vita un cambiamento talmente grande che quasi non volevo crederci… -.
Rei sentì la mano di Mitsui stringere un poco la presa sulla sua, ed il suo corpo irrigidirsi: aveva capito. Ma lei doveva proseguire, senza sconti né per lui né tanto meno per se stessa.
- Con l’aiuto di Mayu-chan iniziai a fare amicizia con i compagni di classe e di comune accordo decidemmo di non raccontare a nessuno la verità sulla mai famiglia. Non volevo essere compatita, volevo l’affetto delle persone che mi circondavano ma che fosse vero e non annebbiato dalla pietà. Uno per volta li conobbi tutti. Tra imparai ad apprezzare in modo particolare un simpatico ragazzino occhialuto, mite ma dal gran cuore. Lo conosci anche tu: era Kogure. E poi, conobbi lui…-.
- Akagi – sussurrò lui in tono neutro.
- Certo. Non ci volle molto perché legassimo: con lui stavo bene, anche se non so dirti davvero il perché. O forse lo so: in realtà, Takenori è sempre stato così come lo conoscete voi ora, quadrato, sicuro, coscienzioso e fondamentalmente buono. Lo apprezzavo, e più lo facevo più mi legavo a lui, tanto che in breve tempo diventammo inseparabili. Lui mi dava tutto quello di cui avevo bisogno: appoggio, stima e affetto a modo suo. Mayumi non era convinta di questo legame che si era instaurato, diceva che era strano mentre io, invece, consideravo Akagi un amico speciale. E poi, accadde una cosa che non potevo prevedere… -.
Con quelle parole, molto lentamente, si sciolse dalla stretta di Mitsui e si rimise a sedere. Lui la imitò subito, riprendono posizione davanti a lei. - Dimmi… - disse, stropicciandosi i capelli scuri.
Lei si strinse le gambe al petto. - Dopo quasi quattro anni, l’uomo che uccise mia madre si rifece vivo. Chiamava a casa almeno una volta alla settimana, poi iniziarono ad arrivare lettere come se piovesse. Un incubo… -.
- Che diavolo voleva da te, ancora? - esplose Mitsui, in un impeto di rabbia empatica.
Rei lo guardò con occhi vacui.  -Il perdono, cosa se no?
Non ci ho voluto mai parlare al telefono, e le prime lettere che scrisse le ho strappate senza neanche aprirle. Lo odiavo con talmente tanta forza da non riuscire a respirare e a causa di ciò mi sentii di nuovo male. La terapia, gli amici, la vita normale… Niente sembrava bastare per farmi uscire da quello stato catatonico...
Una sera, alla fine, esplosi: distrussi a mani nude la mia stanza. Quando poi mi calmai non so cosa mi spinse, ma cominciai a leggere tutte le lettere che avevo ricevuto e che non avevo più strappato. Altro dolore, altre bugie, altre scene di morte che vedevo ripassarmi davanti agli occhi, unitamente al fatto che ero consapevole che, per quanto potessi leggere e lui potesse scrivere, la mia vita ormai era segnata. Ricordo che quella notte la passai tra il water a dare di stomaco ed il lavandino dove volevo tagliarmi le vene. Ma non ne ho avuto il coraggio per fortuna. O purtroppo, questo ancora devo capirlo… - confessò, esternando uno stato confusionale che la teneva in una morsa schiacciante da tempo immemorabile.
Mitsui sbuffò e guardò per aria. Gli aveva dato fastidio, quell’osservazione. - Non dire cazzate, per favore, Hosaki. Direi che siamo d’accordo che siamo davanti ad un “per fortuna” grosso come una casa, piccola mentecatta… - mugugnò, guardando un cespuglio alla sua destra.
Rei finse di non aver sentito, ma le fece piacere quell’intervento stizzito, pensando che era proprio da lui. - Grazie per la puntualizzazione e anche del colorito appelativo -.
-Te lo meriti, punto. Adesso vuoi andare avanti, per favore?! – rispose lui, perseverando nel non guardarla, evidentemente contrariato.
Lei sbattè gli occhi un paio di volte, poi assentì. – Ok, hai ragione. Comunque la rabbia e l’odio stavano diventando più grandi di me e mi stavano rovinando quella vita che mi ero ripresa a forza lottando come una disperata. Non risposi mai a nessuna delle lettere che mi arrivarono, ma ignorarle non voleva dire che non esistessero.
Un giorno, però, è successa una cosa: ero in camera mia seduta alla scrivania e avevo davanti un blocco da appunti nuovo. Ho cominciato a scrivere, scrivere e scrivere, tutto quello che pensavo, che avevo dentro, i miei sentimenti, le paure e le angosce… Tutto senza freni inibitori o rimorsi. Aggredivo quelle pagine come se mi stessi vendicando di chiunque e qualunque cosa mi avesse fatto del male…
Non ci crederai ma mi sentii bene, come se finalmente fossi libera. Quel blocco mi aveva salvata, ma, contemporaneamente, divenne la mia schiavitù. Lo tenevo sempre con me, non me ne separavo mai, era diventato la mia condizione necessaria per stare bene. Ogni piccola cosa finiva su quelle pagine, ogni evento, ogni brivido, sorriso, emozione…
La cosa andò aventi per un po’ nella sua insanità, alla fine però Mayumi intervenne. Le avevo parlato del blocco e della sua funzione, ed inizialmente aveva appoggiato la cosa se fosse servita a farmi stare bene. Poi, però, si era accorta che la cura alla malattia stava diventando malattia lei stessa. Discutemmo brutalmente ed io le dissi a muso duro di farsi gli affari suoi tanto ero fuori di me. Lei mi rispose che quelli erano affari suoi più di quanto io volessi ammettere, così mi strappò di mano il blocco e mi chiuse a chiave in camera mia. Mi chiamò al cellulare e mi chiese di affacciarmi alla finestra: era per strada e il blocco era ai suoi piedi. Due secondi dopo si chinò e gli diede fuoco -.
A quelle parole il ragazzo non poté trattenersi. L’immagine di Ashida che dava fuoco al blocco, anche se in un contesto tragico, gli fece salire alle labbra una risata. Tentò di coprirsi la bocca, ma anche i suoi occhi ridevano.
A sorpresa anche le labbra di lei si inarcarono appena, seppur lo sguardo fosse rimasto triste.
- In effetti vista dall’esterno poteva sembrare una scenetta da cabaret. Povera Mayumi, secondo me quel blocco l’aveva spaventata a morte, in verità…
Morale della favola, comunque, entrai in depressione. Non andai a scuola per più di una settimana, non volevo nemmeno alzarmi dal letto. Dopo circa otto giorni di assenza, però, iniziai a ricevere delle visite: Kogure veniva a giorni alterni e mi portava delle lettere di Akagi.
Lui era troppo impegnato con gli allenamenti di basket, il club a cui si era iscritto, ma ogni giorno mi scriveva e nelle sue parole trovavo coraggio e dolcezza. Mi parlava della scuola, del nuovo sport che aveva cominciato, di come non fosse affatto bravo e dell’impegno che ci stava mettendo per migliorare. Un giorno, poi, mi venne a trovare senza preavviso. Inizialmente non volevo vederlo, poi però mi arresi. Parlammo tanto ma non dei miei guai, anche perché non gli confessai la mia situazione familiare: per lui e per tutto il mondo i miei vivevano all’estero. Una cosa però è certa: non so come fece, ma mi convinse a tornare a scuola… -.
Non avevo dubbi… Santo Akagi fa sempre la cosa giusta al momento giusto  non poté impedirsi di pensare Mitsui, senza trattenere un’espressione infastidita.
Lei non notò niente e continuò a parlare - Il mio rapporto con Takenori-kun a quel punto divenne solido come una quercia secolare. Nei due anni successivi passavo con lui la maggior parte del mio tempo: studiavamo insieme, lo andavo a vedere agli allenamenti, quando lui era libero dalle partite uscivamo insieme agli altri compagni, nel week end. Non ci volle molto perché capissi di essermi innamorata di lui.
In tutta questa favola romantica, però, non avevo fatto i conti con Mayumi: durante l’ultimo anno la mia amica era diventata completamente insofferente al mio rapporto con Akagi. Lei, all’inizio dell’anno, si era fidanzata con un ragazzo di un’altra scuola che aveva conosciuto durante l’estate. Era letteralmente pazza di lui, ed a tutt’oggi sono convinta che lo amasse alla follia. Proprio a causa di questo suo amore, era contraria al mio sentimento sostenendo che io non fossi davvero innamorata di Akagi, ma che semplicemente mi stavo appoggiando a lui perché avevo bisogno di un punto di riferimento stabile. Litigavamo spesso per questo motivo, e ancora oggi lo facciamo. Non è come dice lei… -.
Sospirò amareggiata e si stropicciò gli occhi con il dorso della mano. In quell’istante l’unica sensazione che traspariva da quelle iridi scure era una grande delusione.
- L’ultimo anno stava per finire e Kogure mi confessò che sia lui che Akagi si sarebbero iscritti allo Shohoku. La mia idea originaria era quella di iscrivermi all’istituto femminile Fukuoka con Mayumi, ma la cambiai in fretta una volta saputo dove lui volesse andare. Decisi anche che era arrivato il momento che Takenori sapesse tutta la verità sui miei sentimenti. Ero convinta che provasse lo stesso, che anche lui mi volesse bene e mi stimasse quanto facevo io. Ma, a quanto pare, mi sbagliavo…
Akagi mi disse che per lui ero solo una buona amica e che non avrebbe mai potuto prendermi sul serio nel ruolo di sua eventuale ragazza. E questo perché io non ero abbastanza per lui: non abbastanza studiosa, non abbastanza bella, non abbastanza intelligente, sportiva, ambiziosa, grintosa e un milione di altre qualità. Semplicemente, non ero… E poi, anche se fosse stato, sarei diventata un peso per lui e la sua ambizione sportiva: il basket prima di tutto, mi disse -.
Stupido idiota, che diavolo ti è passato per il cervello?! Ma certo, io lo so… Allora anche il grande capitano Akagi ha paura! E a volte neanche lui riesce a prendersi le sue responsabilità  pensò Mitsui, traendo una minuscola soddisfazione dalla consapevolezza che anche l’altro avesse un tallone d’Achille.
Rei, ignara dei sui pensieri, continuò a parlare - Come immaginerai mi stroncò completamente: nuova crisi terribile per me, nuovo blocco e nuova chiusura totale. L’anno finì ed iniziarono le vacanze invernali. La storia si ripeté: Mayumi intervenne e distrusse anche il secondo blocco. Stavolta non mi lasciò sola un momento e passammo così le vacanze. Povera amica mia… Per stare dietro a me si giocò anche la sua bella storia: lui la lasciò perché diceva che passava troppo tempo con me. Lei lo mandò al diavolo anche se poi stette da cani, ma non me lo diede mai a vedere… Come avrei fatto senza di lei, in quei giorni? - chiese, più a se stessa che a lui.
- Scusami Hosaki, ma c’è qualcosa che mi sfugge… Nonostante tutto hai deciso di iscriverti lo stesso allo Shohoku?! È assurdo! Cosa ti ha spinto? - le chiese Mitsui, disorientato.
Gli occhi di Rei si indurirono nuovamente e lui ci lesse un lampo di rivalsa oltre che di stizza.
- Tu cosa ne pensi?! Parti del presupposto che sentivo che la mia vita era finita, niente aveva più senso. Poi, un giorno, Mayumi venne da me con i moduli di iscrizione: lei era stata accettata al Fukuoka e si era già iscritta. La mia domanda, invece, era stata accettata sia lì che allo Shohoku, avrei soltanto dovuto formalizzare in una delle due. Non so cosa accadde di preciso, ma quando si trattò di scegliere volli andare allo Shohoku. Mayumi mi diede della pazza furiosa, della autolesionista, della schizofrenica, ma non ci fu nulla da fare perchè quando imbucai la lettera d’iscrizione al nostro istituto, Rei Hosaki era già diventata la ragazza che voi altri avete soprannominato Ice-aki.  Non ce la facevo ad arrendermi, non potevo accettare che lui mi avesse messo da parte! Se voleva di più, lo avrebbe avuto…
Iniziarono le superiori. Mi iscrissi al club di atletica, sport in cui me l’ero sempre cavata egregiamente ma che non avevo mai preso sul serio, ed in breve tempo diventai una delle persone più conosciute della scuola: voti da capogiro, successi sportivi come se piovesse, attestati di ammirazione e stima praticamente da tutti. Tutti tranne, ovviamente, che da Akagi. Non gli parlai mai da quando la scuola cominciò. Lo feci solo una volta alla fine del primo anno e fu uno sfogo con cui pretendetti che lui ammettesse che ero alla sua altezza. Mi ignorò completamente.
Stranamente, però, la cosa non mi mandò in crisi, anzi… Immagino sia stato così perché io quella dannata spiegazione non l’ho mai avuta ed il mio sentimento, dentro me, era più vivo che mai nei suoi confronti, perciò avevo ancora qualcosa a cui aggrapparmi invece che sprofondare.
Strinsi i denti perché il mio sesto senso mi diceva che non era ancora finita, che c’era una parte che ancora andava recitata.
Questo fino a venti giorni fa, quando Akagi m’ha chiesto di aiutarvi per il recupero. Tutto mi sarei aspettata fuorché di ricevere una richiesta del genere da lui dopo tutti questi anni di silenzio! Non lo so cosa mi abbia spinto, forse l’orgoglio, ma ho accettato quasi subito. Poi, però, m’ha preso di nuovo il terrore… E da lì ecco spuntare fuori un altro blocco. Avevo bisogno di qualcosa che mi desse la forza di affrontare questi giorni senza crollare, ma a quanto pare non è bastato… Ayako ha anche trovato il blocco e l’ha letto! I miei sfoghi, i miei pensieri a ruota libera su di voi, su Akagi, sulla mia vita, su tutti gli episodi che ho vissuto…
A grandi linee ho dovuto darle spiegazioni, e per fortuna lei è una ragazza con la testa sulle spalle ed ha compreso la situazione senza fare troppe domande.
Poi, però…
Quello che è successo l’altra mattina mi ha letteralmente sconvolta. Quando ho capito che Akagi si stava lasciando andare ho sentito come se la mia intera esistenza cadesse a pezzi: se lui avesse mollato la sua ambizione, per cosa stavo lottando io? E così ho ceduto e gli argini si sono rotti. Meno male che è arrivata Mayumi, altrimenti non so come… -.
- In qualche modo avremmo fatto, su questo puoi giurarci - esclamò lui, interrompendola con decisione.
Rei tacque.
Quella frase proprio non se l’aspettava o, almeno, non si aspettava quel plurale così sfacciato. Non capiva bene a cosa lui si riferisse esattamente, e per come si stava sentendo in quei giorni forse non voleva neanche saperlo. Era troppo confusa sulla sua vita, sulle sue scelte ed i suoi sentimenti e di certo l’entrata prepotente ed ineluttabile di Hisashi Mitsui nella sua esistenza non aveva fatto altro che buttare benzina sul fuoco. Il problema era che, anche se lei sapeva esattamente quale fosse la natura di quello sconvolgimento, era troppo fragile e terrorizzata per ammetterla perfino con se stessa.
Una sola certezza aveva, in quel momento: si fidava di lui, e tanto le bastava.
Nonostante ciò, però, decise di mantenersi in terreno neutrale, quando riprese a parlare.
- Non saprei cosa dire. Fino ad una settimana fa ero convinta di avere un quadro completo della mia vita, di avere quantomeno delle certezze, ma a quanto pare mi sbagliavo e di grosso. Ora mi trovo a dover rimettere in discussione ogni cosa, non sapendo neppure bene cosa fare, per altro!
In questi tre anni non ho fatto altro che vivere la mia vita basandola su un’altra persona, snaturandomi completamente pur di raggiungere l’obiettivo e facendo sacrifici enormi in vista di un obiettivo gigantesco… Eppure, senza che io me ne accorgessi, ho anche ottenuto risultati che probabilmente non avrei neppure mai sognato se avessi mantenuto il mio atteggiamento originale! Ad esempio, mai avrei immaginato di poter amare così tanto uno sport. Adoro l’atletica, adoro allenarmi, adoro vincere. Come mi piace tanto anche studiare… Pensandoci a fondo non è stato così difficile ottenere il migliori risultati in tutti e due gli ambiti, anche se l’impegno che ci è voluto è stato davvero grande.
Probabilmente la cosa peggiore richiesta dal mio personaggio è stata dover diventare un blocco di granito, però. La cosa mi fa paura e sai perché? Mi sono accorta di non essere più in grado di ridere di cuore. Ho dimenticato come si fa… -.
Con queste ultime parole appoggiò la fronte sul palmo della mano ed abbassò lo sguardo. Cadde un attimo di silenzio, poi Rei sentì il calore di una mano sfiorarle prima il braccio e poi la guancia. Infine sentì le dita di lui passarle sotto il mento e sollevarle il volto. Incontrò, così, quegli occhi blu che inspiegabilmente ogni volta la facevano sentire come un gioiello prezioso avvolto con cura nel velluto. Rabbrividì e chiuse gli occhi, stordita e spaventata.
Di nuovo una carezza, stavolta sui capelli, ed infine un bisbiglio all’orecchio che la toccò nel profondo dell’anima. - Non può piovere per sempre, Rei -.
Sentì le lacrime farle bruciare gli occhi. Li strinse forte come a volersi difendere da un nemico che in realtà non esisteva e ricacciò stoicamente l’emozione indietro. Riaprì le palpebre e lo fissò: era serio ma il suo sguardo era limpido e brillante, carico di promesse e speranza.
Lo sentì prenderle di nuovo la mano ed intrecciare le dita con le sue. Un sorriso gli si dipinse sulla bocca e lì, per la prima volta, Rei ammise a se stessa che era un ragazzo bellissimo.
- Hisashi, io non… - mormorò, la testa che le vorticava.
- Bhè, mi sono persa qualcosa?!-.
Una voce tesa tagliò l’aria come un fendente di sciabola.  I due si voltarono di scatto verso il limitare del prato e in piedi, appoggiata ad un tronco con le braccia conserte con un’espressione tenebrosa dipinta sul bel viso, c’era Mayumi.
La ragazza non diede loro nemmeno il tempo di replicare, si staccò dall’albero e li raggiunse con poche falcate.
- Cos’era questa cosa?! - chiese passando uno sguardo glaciale dall’una all’altro dopo che si furono alzati in piedi.
Mitsui intervenne, infastidito. - Che cazzo vuol dire “Cos’era questa cosa”, eh Ashida?! E poi non mi pare che… -.
Mayumi lo disintegrò con un’occhiataccia fotonica e lo azzittì con un unico gesto del dito indice. - Non ti azzardare neppure a provare a dire che non sono affari miei, coso! L’ho sentita mentre ti raccontava tutto, quindi caro mio NON PROVARE A DIRE CHE NON SONO AFFARI MIEI, CHIARO?! -.
- Tu non sei normale! Ma che… -.
Mitsui era già ripartito alla carica. Il suo ego battagliero stava già prendendo il sopravvento, quando sentì Rei prenderlo per il braccio. Si voltò ed incontrò uno sguardo insolitamente deciso ed eloquente.
- Ok. Vi lascio sole - mormorò lui guardandole entrambe. Lentamente si girò e sparì tra gli alberi.
Le due ragazze si fronteggiarono per qualche istante senza aprire bocca.
Il silenzio sembrava sospendere sopra ad entrambe un’enorme spada di Damocle, poi la diga si ruppe.
- Rei Hosaki, credo che tu debba dirmi qualcosa e credo che tu debba farlo subito! Perdonami, sai, se ti sembro stupida ma mi manca un pezzo. L’avevo capito che stava cambiando qualcosa, l’avevo capito che c’era un particolare di cui non mi avevi ancora accennato, ma… Cristo Santo, ti devo cogliere in flagrante perchè tu mi dica che questo particolare è Hisashi Mitsui?! - si scaldò Mayumi.
Gli occhi dell’altra fiammeggiarono per un istante. - Mayumi Ashida… Primo: abbassa il tono! Secondo: come facevo a parlarti di qualcosa che neppure io sapevo di avere in testa?! Terzo: che diavolo ci fai qui?! - sparò a raffica.
Si fissarono in cagnesco per qualche istante e infine Mayumi, dopo aver tentato invano di trattenersi, sbottò in una fragorosa risata. - Tesoro mio, che diavolo di domande mi fai?! Sei sparita, mi sono preoccupata e sono venuta a cercarti! Arrivo qui e ti trovo “così” con Mitsui! Che, per altro, sorellina: non è affatto male… - ammiccò.
- MAYUMI! - proruppe Rei con il viso scarlatto.
L’altra sbuffò. - E che avrò mai detto, se non la verità?! Dai, non voglio piantarti una grana, solo che sono arrivata e ho visto questa scena… Sono rimasta di sale, Rei! E per di più gli stavi raccontando la storia della tua vita! Con Ayako capisco che ti sei dovuta arrabattare come potevi dato che aveva letto il tuo dannatissimo blocco e non potevi glissare né negare niente… Ma qui?! Spiegami, ti prego, visto che nemmeno ad Akagi hai mai raccontato tutto. Cosa sta succedendo?! Fammici capire qualcosa o finirò per preoccuparmi di nuovo… -.
Rei si strinse la testa tra le mani e si accovacciò a terra. - Non lo so, Mayu-chan, non lo so nemmeno io! L’ho fatto e basta, non ho idea del perché né di cosa sia questa cosa ma… Mi fido di Hisashi e questo è quanto! -.
Mayumi si accostò all’amica e le mise una mano sulla spalla. – Numi Celesti, Rei: “Hisashi”… “Mi fido”… Vedo un gran casino all’orizzonte. Parliamone… - e con quelle parole le si sedette accanto.
 
Mitsui era letteralmente sconvolto, non riusciva a definirsi in altro modo. Era confuso, sbalordito, sorpreso, per alcuni versi felice… Ma per la maggior parte, si accorse di essere impaurito, Anzi: terrorizzato.
Certo, quando aveva deciso di parlare con Rei si aspettava di trovarsi davanti a qualche problema grosso, ma non così enorme. Il mondo a cui lei apparteneva era duro e cattivo e lui, ripensandoci a mente fredda, si rese conto di temerlo.
Camminò lentamente tra gli alberi e qualche minuto dopo sbucò al limitare della radura della sorgente dove si fermò, gli occhi chiusi mentre riordinava le idee.
Non poteva prevedere quello che lei gli aveva confidato e in quel momento si sentiva vulnerabile, di certo non all’altezza della situazione. La paura ed il senso di inadeguatezza gli erano saltati addosso come una belva feroce sulla preda e lui si sentiva soccombere a quella sensazione di sopraffazione a cui si era già lasciato andare tre anni prima ed alla quale aveva promesso che non l’avrebbe più data vinta.
Improvvisamente si chiese che diavolo stesse facendo. In che situazione si stava immischiando? Forse sarebbe stato meglio fermarsi là, fare il vago e procedere come se nulla fosse stato. Forse era in tempo per… Per cosa?
“… Non sono più in grado di ridere di cuore… Ho dimenticato come si fa… Mi fido di te”  quelle parole gli rimbombarono nella testa.
- Spostati -.
Quell’unica parola lo riportò in sé come una doccia gelata. Abbassò lo sguardo alla sua destra e steso a terra c’era Rukawa che lo fissava con un solo, glaciale occhio aperto.
Mitsui lo squadrò, infastidito. - Scusa tanto, Imperatore del Male, se questo povero mortale con il suoi problemi sta invadendo il tuo spazio vitale! - esclamò.
Rukawa sbuffò. – Senti, l’unico problema veramente serio, qui, è che mi stai coprendo il sole. Quindi spostati - ripetè, nel suo consueto tono neutro e secco.
Silenzio, durante cui i due sguardi si incrociarono.
Di botto, però, Mitsui scoppiò a ridere. Una risata divertita, leggera e genuina. Liberatoria.
- Eh bhè, certo, questo sì che è un problema serio! Come faremo se non lo risolviamo? - proruppe, continuando a sbellicarsi.
Che idiota che sono, ma di cosa ho paura? No, non ci cadrò due volte. Non ho più paura di rimettermi in gioco, non se so per certo di avere la fiducia di chi conta davvero  pensò.
Ancora con le risate che lo scuotevano, corse verso la sorgente e raggiunse gli altri.
Rukawa lo seguì con l’unico occhio aperto. – Umf, coglione - mugugnò, e si rimise a dormire.
Gli altri della squadra erano per la maggior parte stesi sui teli a prendere il sole e Mitsui andò direttamente da uno di loro stravaccato a terra con un piede penzolante in acqua.
Gli si accovacciò a fianco e lo scosse. Prima che quello potesse dire una sola parola, iniziò con un sorriso furbo - Ho bisogno di te… Vieni -.
 
Le due ragazze erano sedute l’una di fronte all’altra, Mayumi teneva nelle sue le mani dell’amica e la guardava negli occhi. - E ora che farai? -.
Rei scosse la testa, tristemente.  - Ci sto ancora pensando ma un paio di cose le ho molto più chiare, adesso, almeno per quello che riguarda me stessa e le cose a cui tengo. L’atletica, per esempio… -.
L’altra fece un sorriso ed un cenno di approvazione. Stava per dire qualcosa, ma dovette interrompersi di colpo.
-ALTOLÁ! Ferme dove siete, pollastre! -.
Con un urlo degno dei migliori agguati pellerossa, due grosse figure fecero irruzione nella radura.
Le ragazze, inizialmente spaventate, li fissarono con tanto d’occhi, poi Mayumi esplose.
- Carotone, ma che ti sei bevuto il… Vabbè, quello che hai dentro il cranio?! Cosa urli?! E poi, che è ‘sto teatrino?! -.
Il volto di Hanamichi si deformò in una smorfia perfida.
- Mitsui, la pollastra non ha ancora ben capito la tragica situazione in cui lei e la sua compare si trovano… - mormorò, con uno scintillìo malvagio negli occhi ridotti a due fessure dando di gomito all’altro che era con lui.
- A quanto pare, Sakuragi, dovremo spiegare che daremo loro tre secondi di vantaggio per scappare oppure le agguantiamo subito e saranno nostri ostaggi fino alla fine della giornata… - sciorinò con casualità, fissando Rei negli occhi.
Mayumi latrò. - NON OSERESTE! -.
Hanamichi replicò con voce malignamente carezzevole e sfregandosi le mani tra loro. - Oseremmo, oseremmo… E lo sai bene -.
Da quel momento, il delirio.
Mayumi prese Rei per una mano e, sollevandola da terra, gridò - Scappa o saranno cavoli nostri! Conosco il pel di carota e i suoi attimi di follia: fanno sul serio! -.
 
- YAWNNN! Ma che bella giornata… Mi sto troppo rilassando! - disse Miyagi, stiracchiandosi.
Ayako convenne con lui, inforcando gli occhiali da sole - Hai proprio ragione, si sta benissimo, qui! E senti che pace, che silen… -.
- CAVALLA, è inutile che zig-zaghi tra le fratte: hai i minuti contati e ‘sti mezzucci non ti salveranno! - un urlo inumano precedette l’entrata in scena delirante di quattro figure nella radura.
Mayumi si bloccò di scatto mettendo un grosso cespuglio tra lei e un Sakuragi invasato, che ansimava in preda un vaneggiamento di onnipotenza.  - Non mi avrai mai, Rosso, venderò cara la pellaccia! - strepitò, puntandogli un dito contro.
Provò una finta a sinistra, ma poi scattò a destra. Hanamichi non abboccò e con un colpo di reni allungò un braccio e la agguantò per la vita.
- Lasciami, molla la presa caprone! Bestiaccia malefica, che vuoi fare? Che stai facendo?! -.
Mayumi gridava e scalciava, mentre il gigantesco Hanamichi se la caricava sulla spalla.
Le diede una sonora pacca sul sedere e le disse - Preparati, equina-saura, adesso proverai l’ebbrezza del tuffo carpiato del Tensai! -.
E con quelle parole prese la rincorsa e si lanciò nella sorgente con il suo leggiadro fardello. Prima che l’acqua li inghiottisse in un tonfo secco, si udì distintamente la voce di Mayumi - Prega i tuoi dei, Carotone! Non finisce qui! -.
SPLASH.
Tutti gli altri rimasero annichiliti.
- Ma che cacchio…- biascicò Akagi, ma si interruppe subito: un’altra scena aveva catturato la sua attenzione.
Dall’altra parte dello specchio d’acqua era in atto un’altra intensa marcatura. Mitsui e Rei si fissavano negli occhi, fronteggiandosi mentre studiavano le mosse dell’altro.
- Dove pensi di scappare, eh? Arrenditi e dammi quello che voglio - le disse lui, serio.
La ragazza non si mosse. - Pensi davvero che sia così facile prendermi? Devo ricordarti qual è la mia specialità? Dovresti corrermi dietro fino in capo al mondo, prima di riuscire a catturarmi - rispose tagliente.
Tentò di scartarlo, ma lui fu più veloce e le bloccò il passo. - Non mi spaventi con questi paroloni da “figlia del vento”! Se servisse ad avere da te quello che voglio, ti inseguirei anche oltre il capo del mondo -.
- E cosa vuoi da me, sentiamo? -.
Gli occhi di Mitsui scintillarono. - Ridi per me -.
Rei sbarrò gli occhi. Il suono di quelle parole le aveva accarezzato il cuore, per un istante sentì come se le gambe non la sorreggessero e un brivido le torse lo stomaco.
Riprese quasi subito il controllo ma ormai era tardi, gli aveva concesso il vantaggio di cui aveva bisogno: una frazione di secondo più tardi si ritrovò sulla sua spalla.
Gridò, allibita. - Mettimi giù! Ti prego, non lo fare! -.
Mitsui sorrise sagacemente e insistette - Ridi per me e non lo farò -.
Lei era confusa, era come se il suo cervello si rifiutasse di recepire quella frase. - Ma io… -.
 -Ok, l’hai voluta tu allora! Sakuragi, fa spazio: arriviamo! -.
Mitsui corse e saltò al limitare della sorgente. Rei gridò, sentì la freschezza dell’aria circondarle il corpo e poi il tepore umido dell’acqua inghiottirla.
Riemerse in fretta, togliendosi i capelli dalla faccia. Immediatamente sentì una mano prenderla per il polso e, senza avere tempo di inquadrare la situazione, si ritrovò addosso a lui, fronte contro fronte.
- Ridi per me - le mormorò di nuovo, ansimando.
- Tu sei matto - replicò lei, fissandolo negli occhi.
- Lo so, è probabile. Ma non per questo smetterò di chiedertelo: ridi per me -.
Qualcosa di mai provato prima esplose nel cuore di Rei, lo sentì crescerle dentro con la forza dirompente di una mandria selvaggia.
Un lieve sorriso le si dipinse sulle labbra.
Il viso di Mitsui si illuminò. Una risata leggera lo colse, mentre teneva gli occhi in quelli di lei.
Poi, insieme, cominciarono a ridere. Pazzamente. E veramente.
- Che cavolo ti ridi, eh?! Ci hanno quasi affogate e tu sghignazzi con il nemico?! Traditrice! - strepitò Mayumi a pochi metri da loro.
Hanamichi la schizzò. - Oh, la Cavallona non vuole ammettere che s’è divertita, eh? Devo schiantarti di nuovo, per farti sputare il rospo?! - la minacciò con un ghigno malvagio.
Mayumi esplose in una risata ed iniziò a schizzarlo. - Difenditi, Carotone! Ecco la mia vendetta acquatica! -.
- Arriviamo anche noi! - esclamò Miyagi, trainandosi dietro un’Ayako ridente.
Presto anche gli altri si unirono, addirittura tutta la squadra si arrischiò a fare un agguato a Rukawa e gettarlo in acqua e da quel momento l’ilarità più spensierata si distese sullo Shohoku.
Solo uno di loro, tuttavia, non si godette fino in fondo quegli attimi di puro divertimento: Akagi, seppur unito alla compagnia, non riusciva a distogliere la sua attenzione da Rei.
Sta ridendo… Il suo sorriso, da quanto era che non lo vedevo?  si domandava, incredulo.
E la cosa che gli stava lacerando l’anima, ricoprendolo di dubbi e sospetto, era che quel fiore così raro era sbocciato nuovamente tra le mani di qualcuno che non era lui.


 
 
 
 
 
 
 
*La posta dell’Autrice* ^^
Oh, Puffolini miei! Devo implorare il vostro erdono almeno per 2 motivi:
1)Ho ritardato nell’aggiornamento…
2)questo capitolo è lungo come la Treccani!
Perdonatemi, ma per entrambe le cose mi discolpo dicendo che è stato a causa di forza maggiore!
Ora tutti i dubbi che avevate su Rei Hosaki dovrebbero essersi dissipati! Almeno spero! Tra cinque capitoli la storia si chiuderà, anche se ormai siamo nel vivo più vivo! Fatemi sapere qual è la vostra opinione, charamente!
Purtroppo non ho tempo per ringraziarvi come meritate singolarmente… Dedico solo il mio sforzo artistico alle mie meravigliose Aka_Z(scommetto che hai gradito… Dai, ammettilo che t’è piacito questo capitolo!), Sere4Ruru (anche qui il tuo Ru s’è visto poco, ma ha dato un contributo non indifferente ai fatti… Nel prossimo capitolo giuro che mi rifarò, con lui!), Miss Chroma (che dirti? spero che questo lungo capitolo ti conforti in questo periodo così arduo! Sei mitica!), e la mia stra-fantastica Beta Xamia (se non ci fossi tu, questa ff non esisterebbe nemmeno! TJ un boato!). Un saluto particolare anche al mio grillino Shasa, che anche se non mi leggerà in tempo reale è sempre con me (non vedo l’ora di sapere cosa ne pensiiiiii!!!).
Vi lascio, dato che voglio cominiciare subito la stesura del capitolo 26. Grosse sorprese, una volta di più, aspettano i miei puffolini adorati!
Alla settimana prossima!
BAci “Vendicativi/acquatici”!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Cap.26 ***


Lo sguardo di Mayumi era fisso alla sua sinistra mentre in mano teneva stretto il cronometro, pronta a schiacciare il pulsante che avrebbe interrotto la corsa frenetica del tempo.
Rei, invece, correva con il viso tirato nello sforzo e la concentrazione che le trasudava dagli occhi. Tagliò il traguardo.
- Vacca bastarda, Rei, che tempo da sturbo! Sembrava quasi che avessi il diavolo alle costole! - esclamò Mayumi con lo sguardo stralunato rivolto al cronometro.
L’altra, ansimando con le mani appoggiate alle ginocchia mentre riprendeva le forze, alzò la testa e la fissò. - Pensi che in questa settimana sia stata con le mani in mano? Sarò anche scappata, ma non ho smesso di allenarmi. Lo sai, poi, che anche all’interno delle squadre ci sono delle rivalità, e la mia non fa eccezione. Se voglio rimanere la numero uno, non posso lasciare niente al caso -.
Mayumi scoppiò in una risata sprezzante. - Tutto questo bel discorso è riferito a Sayuri Kurasawa, vero? L’arpia, quella talmente invidiosa di te da essere diventata gialla? L’”itterica isterica”? -.
- C’è poco da ridere, Mayu-chan, quella sarebbe pronta a tutto pur di colpirmi in qualche modo. Ma se pensa di farmi le scarpe sulla pista avrà un’amara sorpresa - rispose Rei bevendo avidamente da una bottiglia di integratore salino.
- Già! Me la immagino alla riunione di club quando non ti ha vista, si sarà fatta un film in sette milioni di atti di cui lei è la protagonista assoluta come asso atletico dello Shohoku… Che darei per poter vedere la sua facciaccia inacidita quando ti rivedrà agli allenamenti di giovedì! - esclamò la cestista, esaltata.
Rei si rabbuiò. L’altra notò immediatamente lo sbalzo d’umore e colse l’opportunità. -Ehi, allora sei convinta davvero… Quando pensi di dirlo, ad Akagi ed agli altri che non rimarrai fino alla fine del ritiro? -.
- Credo che ci parlerò domani con più calma, ora devo pianificare bene una nuova strategia di studio per i ragazzi dato che non ci sarò ed il tutoraggio personale non sarà più fattibile, così chiuderemo questa faccenda una volta per tutte. Certo, non sono contenta del tutto di andarmene, sto venendo meno ad un impegno preso e non è da me. Ma non posso fare altrimenti, ho capito che l’atletica conta troppo per me e la chance di andare ai campionati nazionali non capita tutti i giorni… Me la devo questa occasione. E poi, in fondo, il mio dovere l’ho fatto. Non rimarrò fino alla fine ma con la preparazione atletica che gli ho dato questi ragazzi otterranno grandi risultati, ne sono certa - concluse, asciugandosi il sudore.
Mayumi sorrise, compiaciuta. - Bene, sono contenta di vederti finalmente positiva! Certo, capisco che i due motivi per cui sei infastidita di lasciare il ritiro siano complicati da affrontare, ma il tuo atteggiamento è dei migliori! -.
- Due motivi? Ma di che parli ?- chiese Rei, fissandola con perplessità.
- Bhè, uno è certamente quello di non rispettare l’impegno preso, soprattutto nei confronti di Akagi. Non capisco il perché, ma il Gorillone continua ad avere questo effetto, su di te. Che palle… - mugugnò l’altra, sbuffando.
- Mayumi, dai, non mi va di riprendere questo argomento, lo sai. Però hai ragione, mancare l’impegno mi secca da morire, più che altro perché per l’ennesima volta il famoso sospeso tra me e Takenori rimarrà lì dov’è, e non mi va affatto -.
Rei tacque, mentre i suoi occhi s’erano fatti tristi. Fu solo un attimo, però, perché subito scintillarono di una luce curiosa. - Scusami, sai… Sentiamo un po’ quale sarebbe il secondo motivo, invece?! -.
L’amica sghignazzò selvaggiamente. - Mhà, in realtà sono indecisa tra il fatto che il fratellone di BuddhAnzai cucina divinamente, e… -.
- E…? - insistette Rei insospettita, assottigliando gli occhi.
- Oh bhè… Vogliamo parlare di quel bel pezzo di figliuolo con gli occhi blu che è riuscito nell’impresa titanica di farti uscire dal tuo stato catatonico, dove pure io avevo fallito?! - ammiccò Mayumi, in tono casuale.
L’altra la squadrò scuotendo la testa – Senti, tesoro, perché non prendi le tue supposizioni e non te ne vai a… -.
- … Fare quattro tiri in palestra. Grazie del suggerimento, lo seguo molto volentieri! Tu continua pure il tuo allenamento, noi ci vediamo dopo! Bye bye! - tagliò corto Mayumi, agguantando il suo borsone ed adoperandosi in una provvidenziale fuga.
Rei sorrise, raccogliendo il cronometro che l’amica aveva lasciato a terra. Sospirò e si portò sulla linea di partenza per provare di nuovo i 100 metri piani.

Forse May non ha tutti i torti. Saranno due giorni molto lunghi, i prossimi… e pensando ciò, si diede un VIA virtuale.
 
Mayumi corse velocemente lungo il vialetto che tagliava gli impianti sportivi e che l’avrebbe portata fino al polivalente coperto dove lo Shohoku si stava allenando.
Quella era stata una mattinata decisamente serena, con i ragazzi che si erano messi al tavolo di studio con un atteggiamento molto diverso da quello della settimana precedente. Forse il perché era da imputarsi alla giornata precedente di relax, oppure all’aspettativa di riprendere gli allenamenti tecnici, fatto stava che si erano dimostrati molto più attenti e concentrati.
Certamente, non erano mancati i soliti momenti di panico, come ad esempio quando Hanamichi aveva tentato di dare fuoco a Rukawa arrabattando poi scuse confusionarie relative ad un tema, un cespo di lattuga ed una cassa di dinamite. Oppure come quando lo stesso Rukawa, senza smentire mai la sua fama, s’era addormentato ad occhi aperti durante un esercizio di geometria.
Chi, invece, era andato contro ogni aspettativa era stato Miyagi. Quella mattina si era messo notevolmente d’impegno, finendo tutti i compiti che aveva in programma senza bisogno di troppo aiuto e dimostrando di essere stato molto attento a tutto ciò che aveva studiato. Akagi, Kogure e tutto il resto della squadra erano rimasti piacevolmente colpiti, ma Mayumi sapeva che quel cambiamento non aveva nulla di casuale.
La sera prima, infatti, tornati dalla gita Rei aveva preso Ryota da una parte insieme con Ayako. Gli aveva parlato con schiettezza e sincerità, garantendosi la sua totale attenzione e serietà grazie alla presenza dell’altra ragazza sulla quale lui avrebbe di certo voluto fare colpo. Gli aveva chiesto di pensare alla sua posizione: lui non era solo il perno della squadra in quanto playmaker, ma ne era anche il pilastro futuro. Doveva rendersi conto che l’anno successivo l’erede di Akagi sarebbe stato proprio lui ed era per quel motivo che già da quel momento doveva dimostrare qualcosa, non solo al capitano ed alla squadra ma soprattutto a se stesso. Rei aveva battuto sul fatto che se lui per primo avesse cominciato a dare segni di risalita anche gli altri avrebbero fatto lo stesso. Con quelle parole aveva fatto leva sull’orgoglio ed il senso dell’onore di Miyagi, ed i risultati si erano visti sin da subito e Mayumi aveva dovuto ammettere una volta di più che Rei sapeva proprio il fatto suo.
Tuttavia anche qualcun altro, come e più di Miyagi, aveva destato l’ammirazione e la sorpresa di tutti. Infatti una grande prova di carattere la stava dando proprio Mitsui, il quale quella mattina non aveva alzato la testa dai libri se non per cambiare materia. Ed inoltre non aveva voluto assolutamente nessun aiuto se non il controllo finale degli esercizi svolti. Di certo aveva commesso molti errori, ma non sembrava scoraggiato, al contrario si era subito messo a ripassare le parti relative ai suoi sbagli. A fine mattinata aveva annunciato ad Akagi che da quel giorno non avrebbe accettato più il tutoraggio di nessuno e che ce l’avrebbe fatta da solo.
Il capitano lo aveva soppesato con uno sguardo scettico e i due si erano affrontati con occhi fiammeggianti per qualche istante, poi il numero 4 aveva assentito, intimandogli tuttavia di non farlo pentire di averlo lasciato fare.
Lei aveva avuto come l’impressione che quella frase fosse estesa a ben altri argomenti che non fossero lo studio, ma dato che sembrava aver notato solo lei questo dettaglio ci era passata sopra. Una cosa, però, aveva ben chiara ovvero che questo nuovo atteggiamento della guardia dello Shohoku era mosso da due motivi piuttosto seri.
Il primo era, senza ombra di dubbio, che Mitsui si stava rendendo indipendente per liberare Rei dall’impegno preso con la squadra. Questo, di suo, già la diceva lunga su quanto effettivamente i sentimenti di lui fossero limpidi.
Il secondo motivo, poi, andava ulteriormente a rafforzare l’idea che si era fatta Mayumi. Secondo lei, infatti, il ragazzo voleva dimostrare davvero qualcosa non solo a se stesso, così da riprendere completamente in mano quella vita che stava per mandare autonomamente al diavolo, ma anche a qualcun altro, un qualcuno che non era Rei. Un qualcuno con cui, pur essendo compagno, aveva sempre una sana rivalità che negli anni non s’era smorzata. Rivalità che, ora più che mai, si stava acuendo per ovvi motivi.
Aveva preferito tacere questi dettagli con Rei per non metterla in ulteriore agitazione, ma sapeva che tutto ciò avrebbe portato ad una conclusione.
Mi chiedo cosa succederà… pensò, quando ormai era quasi arrivata.
Intravedeva le porte della palestra spalancate, così allungò il passo. 
La sana competizione non è un male, tuttavia solo se rimane confinata allo sprone per dare di più e migliorarsi, non come è per l’itterica isterica con Rei. Le squadre devono essere unite, sennò sono destinate ad affossarsi da sole. Uff, speriamo bene!  rifletté, arrivando sulla soglia aperta.
In quell’istante una palla le schizzò accanto mancandole la testa di un soffio e facendola impallidire per lo spavento. Poi, un ben noto latrato giunse dal campo – RUKAWA, SEI UN VERO STRONZO! Eh, ma con la prossima pallonata giuro che ti levo dalla faccia della terra! -.
Ecco, appunto… si disse Mayumi, alzando gli occhi al cielo con rassegnazione.
La ragazza appoggiò il borsone a terra e si addossò al muro con le braccia conserte. Per circa dieci minuti assistette all’allenamento studiando i movimenti dei ragazzi e analizzando ogni loro peculiarità.
Però, Akagi è davvero all’altezza della fama che s’è creato. Non credo che nella prefettura ci sia un pivot migliore di lui. E Ryota… Cazzo se è veloce! Sarà pure nano, ma una volta che ha preso palla, credo sia impossibile togliergliela!
Altro scambio, altra azione. Nuovo canestro. 
Dei Celesti, Mitsui è veramente eccezionale! Raramente ho visto difendere così bene,  è abile sia nella marcatura a zona che in quella a uomo. Ha una visione di campo totale, trova i compagni ad occhi chiusi ed ha una precisione nel tiro che è un dono di natura. Caspita… Mi chiedo dove sarebbe adesso se non avesse smesso di giocare in questi due anni. Probabilmente adesso mi chiamerebbero “Mitsui in gonnella”, invece che “Maki in gonnella”! Bleà, non mi ci far pensare, che mi viene l’ulcera! Che urto… ragionò, con un pizzico di fastidio.
Ma il disagio durò pochi secondi, perché subito dopo assistette ad un’altra azione: rimbalzo sotto canestro e contropiede. Sorrise bonariamente, con estremo compiacimento. 
Guarda guarda Carotazzo! Però… Se non lo stessi vedendo con i miei occhi non ci crederei. Ha davvero un talento innato. Certo, ha un sacco di pecche e si vede che gioca da pochi mesi, ma ha coraggio, tenacia e una predisposizione naturale per questo sport. Diventerà un campione, tra qualche tempo…
La palla finì fuori dal campo. L’azione non si era conclusa e Kogure effettuò la rimessa. Passaggio preciso di Miyagi e la palla finì dritta nelle mani di Rukawa. Mayumi non poté impedirsi di sbarrare gli occhi davanti ciò a cui stava assistendo: la rapidità, la fluidità, la tecnica, la naturalezza…
Il suo cuore perse un colpo e l’adrenalina le fece girare la testa. 
Cazzo! Cazzo, cazzo, cazzo! È…Fantastico. Mi duole ammetterlo, ma è un vero fenomeno! Santo Dio…
Canestro.
La palla, lentamente, rotolò ai suoi piedi e lei la raccolse. Dopo un secondo si ritrovò gli occhi algidi di Rukawa puntati addosso, e la sua stazza che le incombeva davanti.
- Palla -.
Il tono neutro in cui lui parlò aveva un qualcosa di fastidiosamente provocatorio, del tipo “non dovresti nemmeno essere qui, va a consumare ossigeno altrove”.
Mayumi sentì un focolare di rabbia accenderlesi dentro. 
Ma con chi cacchio ti credi di stare a parlare, coso?
- Sei sorda? Palla, ho detto- ripeté lui, sbuffando.
I denti della ragazza si stavano consumando per quanto li stava stringendo. 
Devo fare qualcosa, oppure mi scoppierà il fegato!
Di botto si girò verso il coach poco distante da lei e con il suo sorriso più accattivante disse - Ehi, Zietto BuddhAnzai, le dispiace se mi alleno un po’ con la sua squadra? -.
Akagi spalancò gli occhi e subito esclamò - Che cosa?! Non se ne parla nemmeno! Ashida, qui stiamo facendo sul serio, tu… -.
La ragazza lo congelò con uno sguardo letale. - Akagi non so se ti è giunta all’orecchio la notizia, ma quando lo Shohoku stava sudando le sette camicie per qualificarsi alle finali nazionali, il Fukuoka era già alle Bahamas con un cocktail in una mano e la qualificazione nell’altra. Io, inoltre, sono stata nominata MVP. Perciò, stupido testone NON OSARE DIRMI CHE NON SONO ALL’ALTEZZA, CHIARO?! - tuonò, lanciandogli il pallone addosso.
In quel momento intervenne pacato il signor Anzai. - Oh, oh, oh… Ragazzi, non vi scaldate. Ashida cara, non c’è problema: entra pure ad allenarti, non credo che rallenterai il nostro ritmo. Anzi, sono curioso di vederti all’opera… -.
Mayumi sorrise riconoscente. - Grazie Zietto, lei è davvero un mito! -.
Hanamichi aveva un sorriso che gli andava da un orecchio ad un altro e saltellava come un lepricauno. – Evviva evviva la Cavallona del mio cuore! Sono stra feliciue che giuochiamo insieme finalmuente! Rompiamoli tutti, questi bashtardi! - cantilenò, improvvisando un balletto propiziatorio intorno alla ragazza.
Lei ridacchiò divertita e rispose - Come no, Albicoccolo! Facciamo tornare a casa in ambulanza tutti quelli che ci sbarreranno la strada! -.
Si diedero il cinque e Mayumi si girò verso Akagi con un sorrisetto sadico, sfidandolo a replicare.
Il capitano dello Shohoku sbuffò, e disse rivolto a tutti - Ok, riprendiamo l’esercizio. Ashida, se vuoi sbrigarti noi siamo pronti -.
La ragazza si stava legando i capelli. Si sistemò la canottiera ed i pantaloncini, battè le mani ed entrò in campo correndo.
Passando accanto a Rukawa sentì un sommesso - Umf -.
- Qualcosa da ridire, Simpatia? - bisbigliò, mentre prendevano le posizioni lei di attacco e lui di difesa. Non ottenne risposta, se non un lampo infastidito in quegli occhi di ghiaccio.
 
L’allenamento andava avanti da un po’ e si erano già susseguite un numero imprecisato di azioni. Sasaoka passò la palla a Miyagi ed il ragazzo iniziò ad impostare l’azione. Scartò velocemente prima Kuwata, che gli sbarrava il passo, poi Shiozaki e servì la palla a Mitsui che era in area in una posizione ottima per il tiro. Akagi gli impose subito la sua massiccia marcatura, così la guardia fintò un disimpegno a destra al quale però il capitano non abboccò. Di lì non si passava, così il ragazzo indietreggiò di due passi, palleggiando, e provò il tiro in sospensione.
Sapeva bene che la palla non sarebbe entrata, infatti non aveva tirato per segnare: sotto il canestro, Hanamichi era pronto e prese il rimbalzo. Così fu e veloce come una saetta la palla arrivò di nuovo nelle mani di Miyagi che tentò un passaggio di prima. Nulla da fare, perché la palla venne intercettata da Rukawa.
La matricola scattò immediatamente in contropiede, dribblando con una fluidità sconcertante Sasaoka. Arrivato in area impostò l’azione di tiro quando percepì un rapido movimento alla sua destra e un secondo dopo sentì l’impatto. L’azione si interruppe. A terra, ansimante, c’era Mayumi con un sorriso soddisfatto dipinto sulla faccia.
La voce di Mitsui squillò per la palestra. - E brava Ashida, il trucchetto dello sfondamento! E con che nonchalanche, degna dei miei momenti migliori! Complimenti davvero! - esclamò.
Miyagi le si avvicinò sorridendo e porgendole la mano. La ragazza accettò l’aiuto e si rialzò, sorridendo di rimando. - Grazie! – rispose e così dicendo trotterellò a recuperare il pallone.
Akagi si avvicinò a Rukawa. - Ma che t’è preso? Hai abboccato a quella trappola come un uno che ha iniziato a giocare da tre giorni -.
La matricola aveva le nocche bianche dal tanto stringere i pugni ed il suo sguardo era adamantino.
- Non l’ho vista arrivare - sibilò, più a se stesso che al capitano.
Il gioco riprese. Dopo un discreto canestro di Hanamichi, per il quale il ragazzo continuò a sbrodolarsi per circa dieci minuti senza che nessuno gli prestasse attenzione, Yasuda chiamò lo schema per la nuova azione d’attacco sotto lo sguardo vigile di Miyagi.
La palla filtrò e raggiunse Kogure, che aveva rilevato Kuwata dopo l’azione precedente. Provò ad inserirsi ma Mitsui gli bloccò l’avanzamento e la palla schizzò fino a Shiozaki che, di prima, la passò nuovamente a Rukawa il quale era al limite dell’area. Akagi era sotto canestro, pronto a smarcarsi da Sakuragi. Il punto era pressoché assicurato.
Tuttavia, la matricola non passò la palla al capitano ma si allargò a sinistra, individuando una breccia nella difesa che gli avrebbe concesso lo spazio per realizzare un meraviglioso dunk. Effettuò il primo passo e palleggiò, ma quando fece per fare il secondo capì di non avere più la palla. Si girò di scatto e la prima cosa che vide furono gli occhi scintillanti di Mayumi che si ritirava su dopo avergli rubato il pallone e scattava in contropiede in uno svolazzare di capelli neri.
Yasuda provò a starle al passo ma quando arrivarono in area e si fronteggiarono la ragazza si fermò. Anche Akagi li aveva raggiunti, un muro invalicabile per lei.
Colse un movimento alla sua destra e si apprestò a passare la palla a Miyagi che era ormai sopraggiunto, senza distogliere gli occhi da quelli del capitano. Sia lui che Yasuda fecero un passo da quella parte, ma proprio in quel momento Mayumi si fece passare il pallone intorno alla vita ed improvvisò un passaggio con la mano sinistra proprio in quella direzione. Mitsui arrivò in corsa, ricevette palla, si fermò fuori dalla lunetta ed imbroccò un meraviglioso canestro da tre punti.
- E andiamo! - esclamò la ragazza, dandogli il cinque.
Rukawa era ancora nell’area avversaria e aveva fissato l’azione senza muovere nemmeno un muscolo. La sua espressione non tradiva il minimo sentimento, anche se un lieve tremolìo gli stava scuotendo l’occhio sinistro e la mascella era contratta, conferendo alla bocca un’espressione dura.
Si approssimò alla sua area, preparandosi alla nuova azione. Ishii rilevò Mitsui, e Kakuta fece lo stesso con Shiozaki, poi il gioco riprese.
Yasuda ricominciò da capo e portò palla. Nel giro di dieci secondi, l’azione si concluse con un dunk degno di quel nome ad opera di Akagi. Kuwata, a quel punto, entrò al posto di un non proprio propenso Hanamichi, il quale dovette essere convinto ad uscire a suon di minacce da Ayako, così ricominciarono.
La palla fu messa in gioco proprio da Kuwata, il quale la destinò a Miyagi. Il playmaker non diede il tempo alla squadra di salire ed impostò un’azione in solitaria. Un suicidio, a colpo d’occhio, invece quando fu al centro dell’area, circondato da una marcatura asfissiante, Ryota si voltò e fece uscire la palla che venne intercettata da Sasaoka. Subito Kogure gli fu addosso, ma il ragazzo non trattenne il gioco su di sé. Dalle retrovie, infatti, sopraggiunse Mayumi correndo, intercettò il passaggio ed entrò in area, si liberò prima di Kakuta e infine saltò per tirare.
In quel momento notò un’ombra ergerlesi davanti.
Rukawa…  pensò, mentre ormai la possibilità di tirare sembrò sfumare davanti all’imponente muro difensivo che lui rappresentava.
La matricola le impose la sua difesa. Di qui non passi  pensò, ritenendola ormai sconfitta.
Poi, accadde l’impensato. Mayumi, invece di tirare, abbassò la palla e cambiando la mano
d’ appoggio la accompagnò delicatamente a canestro, facendola passare intorno al braccio teso del ragazzo.
CIAF fu l’ultima cosa che Rukawa sentì, prima di ricadere a terra.
Non poteva crederci, era impossibile!
Akagi era con tanto d’occhi. Batté le mani e disse - Diamine, Ashida… Mi devo proprio ricredere! Sei molto brava, non c’è che dire! Ora capisco perché ti chiamano… -.
-NON. DIRLO. Mi sono rotta di questo soprannome del cavolo! Io sono io e lui è lui! Poi, scusate: abbiamo la stessa età ed un curriculum sportivo similissimo, allora… PERCHÉ DEVO ESSERE IO LA “MAKI IN GONNELLA”, E NON LUI L’”ASHIDA IN CALZONCINI”?! - si alterò lei, ansimante, con le mani ai fianchi.
Tutti scoppiarono a ridere, finché anche lei dovette convenire che la cosa era divertente.
Ma non per tutti quel momento era esilarante: Rukawa era ancora impalato dove era finita l’azione qualche minuto prima. In quel momento Hanamichi gli passò accanto sghignazzando.
- Allora lo vedi che sei una sega nera, stupido volpino dei miei zebbedei?! -.
La buttò lì e si diresse dalla sua amica, in totale tripudio. Il ragazzo sembrò non averlo nemmeno sentito, e anche se dall’esterno non si sarebbe mai detto, dentro di lui stava infuriando una tempesta.
TU-TUM. TU-TUM. TU-TUM. Ma chi cazzo è, questa?! Che vuole?!
TU-TUM. TU-TUM  Io sono il migliore, chi ti credi di essere, stampellona?!
TU-TUM. Te la farò vedere io, maledetta.
 
Quello che successe nei venticinque minuti successivi ebbe dell’incredibile. Mayumi, infatti, non riuscì più a toccare palla e se ciò accadeva non era di certo per sua imperizia o per l’eccessiva bravura degli altri.
- Fallo - esclamò Ayako, per la decima volta in pochissimi minuti.
Mayumi era a terra. Un secondo prima stava per tirare, quello dopo si ritrovò con il viso sul pavimento, a seguito di una spallata che non aveva avuto nulla di casuale.
Ancora quel maledetto di Rukawa… Mi sta massacrando di falli, non mi fa più giocare!  pensò, stringendo i pugni, mentre si sollevava.
- Rukawa, non credi di stare esagerando?! Rischi di farle male - lo interpellò a brutto muso Mitsui, mentre aiutava la ragazza ad alzarsi.
La matricola si voltò senza degnarli di uno sguardo e si diresse nella sua metà campo, subissato da una lista infinita di maledizioni ed improperi lanciatigli da un Hanamichi incavolato come un ippogrifo neo-zelandese.
Poi replicò freddamente - È stata lei a voler giocare con i maschi, adesso non piagnucolasse -.
Stronzo, lo sta facendo apposta. Mi vuole umiliare… pensò Mayumi, furiosa.
Il gioco ricominciò e dopo un po’ la palla fu di nuovo tra le mani di Rukawa. Il ragazzo avanzò nell’area avversaria veloce come una scheggia. Notò un blocco in difesa, due persone: Shiozaki e…
Non si interrogò oltre su cosa fare, caricò la rincorsa e si lanciò contro il muro, sfondando totalmente sul secondo giocatore e mettendo dentro una violenta schiacciata.
- AH! -.
L’urlo echeggiò per la palestra, poi cadde il silenzio. Anzai e Ayako si alzarono di scatto, pallidissimi: Mayumi era di nuovo a terra, riversa su una spalla e subito Kogure e Sakuragi le furono accanto. Lo sguardo di quest’ultimo si infiammò, poi si alzò ed a grandi passi raggiunse Rukawa, prendendolo per la maglietta.
- Brutto stronzo! Ma che pensi di fare, eh, ammazzarla?! Prenditela con qualcuno della tua stazza, pezzo di… -.
- ORA BASTA -.
Akagi intervenne subitaneamente e, dividendoli, diede prima uno spintone ad Hanamichi per poi  piazzarsi davanti a Rukawa.
- Ma che t’è preso, eh? T’ha dato forse di volta il cervello?! - lo aggredì.
Intanto Kogure si affannava intorno a Mayumi. – Ashida, come stai? Ti sei fatta male? Rispondimi! -.
La ragazza era ancora a terra, il viso reclinato ricoperto dai capelli che si erano liberati scompostamente dalla coda. Lentamente si ritirò su e Kogure la aiutò a rialzarsi. La sentì tramare, e notò i pugni serrati.
- Ashida? - le chiese, turbato.
Lei non rispose e alzò la testa: i suoi occhi avrebbero incenerito una montagna al primo sguardo.
Si liberò dalla presa del ragazzo e si diresse a grandi falcate verso l’oggetto della sua ira.
Con una manata scansò Akagi come fosse una piuma e si piazzò davanti a Rukawa, poi gli infilò l’indice destro violentemente nello sterno.
- Tu sei fuori di testa! Ma che problema hai?! Cos’è, pidocchio, non riesci ad accettare che una ragazza possa essere brava quanto te? NON CI RIESCI?! - gli urlò in faccia.
La matricola non si scompose minimamente e si limitò a guardarla come si farebbe con un insetto fastidioso. - Datti una calmata, cocca. Io non ti penso proprio -.
- Cocca ci chiami quella debosciata di tua sorella, coglione! Sei soltanto un patetico ragazzino invidioso! Lo sai qual è la novità, bello mio? Hai sbagliato indirizzo! -.
Si voltò di scatto verso Akagi e gli disse perentoria – Arbitra -.
Il capitano strabuzzò gli occhi. - Come, scusa? -.
Mayumi si diresse verso il suo borsone, lo aprì e ne tirò fuori la sua divisa da gioco. Senza preoccuparsi minimamente del fatto che si trovasse davanti a dodici ragazzi ed un uomo anziano, si tolse pantaloncini e canottiera ed indossò il completo verde e blu del Fukuoka sul quale troneggiava il numero 10.
Alzò di nuovo gli occhi sul capitano, rientrando in campo. - Hai capito bene: arbitra -.
Poi si rivolse a Rukawa con occhi assassini. - Tre contro tre, coso, e al meglio dei venti canestri. Scegli la squadra, e se sei un uomo non ti azzardare a dire che non giochi contro le femmine, perché mi sembra che prima non ti sia fatto troppi scrupoli a malmenarmi manco fossi un wrestler! -.
Rukawa la soppesò con sufficienza, ma dentro di sé non chiedeva di meglio. - Preparati, esaltata di una stampellona...- sibilò tra i denti.
- Non crede che dovremmo intervenire? In fondo è il nostro allenamento - chiese Ayako al signor Anzai in tono preoccupato.
Il coach ridacchiò. - Avevamo quasi finito, cara, non ti preoccupare. E poi Ashida è stata intelligente: ha chiesto ad Akagi di arbitrare in modo da rendere il gioco pulito e senza il pericolo che ci si possa fare male. Meglio che questa cosa si risolva così, che in altri modi… Lasciamoli fare -.
La squadra era senza parole: Akagi guardò verso il suo allenatore, ma quando vide il pollice all’insù dell’uomo si arrese. Prese al volo il fischietto che Ayako gli lanciò, poi si voltò verso i tutti i suoi giocatori per avere il loro benestare. - Per voi è un problema?- .
Tutti erano ancora troppo scossi dalla vista di Mayumi in biancheria intima per dire di no, così il capitano sospirò e fece spallucce.
- Bene, allora la prima scelta va a Ashida. Per cavalleria - dichiarò, lanciando un’occhiataccia a Rukawa.
Mayumi si legò di nuovo i capelli mentre si guardava intorno pensierosa, poi disse
- Mitsui -.
La guardia dello Shohoku le strizzò l’occhio. - Ottima scelta - disse, dandole il cinque.
Rukawa li squadrò, infastidito. – Miyagi - disse, senza enfasi, e il playmaker trotterellò accanto a lui con le braccia dietro la testa, fischiettando.
Vuole proprio il gioco duro, eh? pensò Mayumi.
Ci voleva una scelta di carattere, anche se rischiosa. - Carotone, vieni qua! - esclamò, decisa.
Mitsui le diede di gomito, poi le sussurrò - Sei impazzita? Vuoi perdere? -.
Lei non lo guardò nemmeno. - So quello che faccio, abbi fede -.
-CAVALLICCHIA DELLA MIA VENDETTA TANTO SOSPIRATA! Lo sfondiamo malamente il volpino maledetto dagli dei! E sai che ti dico?! Che se non ci fosse già la mia Arukina cara, ti sposerei subito!- urlò Hanamichi, abbracciandola.
Mayumi gli diede una manata in faccia per levarselo di dosso. - Finiscila, cretino! Pensa a concentrarti, invece… Dobbiamo vincere a tutti i costi, è chiaro?! -.
Umf, che idioti che sono. Li disintegrerò come fossero biscotti… ragionò Rukawa, schifato.
- Kogure - disse, senza troppa enfasi.
Il povero Kiminobu sbiancò. - Ehm… Io?! -.
Rukawa lo guardò obliquamente. - C’è qualcun altro che si chiama così, Quattrocchi?! -.
In quel momento Rei fece il suo ingresso in palestra, in tenuta da corsa e con la giacca della tuta rossonera e il bosone in spalla. Ci mise nulla a capire che stava succedendo qualcosa di strano e così si guardò intorno con aria perplessa. 
Bhè? Perchè Mayumi è in tenuta da gioco? E perché in campo sono solo in sette e tutti gli altri stanno fuori? Cos'è quest'aria tesa? Ma guarda te, la lascio sola cinque minuti, e...
Velocemente si avvicinò ad Ayako. - Cosa mi sono persa? - domandò, con fare seccato.
L'altra ridacchiò nervosamente. - Oh, se non conti il fatto che Ashida ha umiliato Rukawa in campo, che lui per ripicca l'ha letteralmente uccisa di falli e che ora lei l'ha sfidato a un tre contro tre all'ultimo sangue... Non ti sei persa poi molto, senpai! - blaterò la moretta, con un sorriso forzato.
Rei sbuffò ed incrociò le braccia al petto, alzando gli occhi al cielo. Ma porc...
Gettò il borsone in terra ed entrò in campo. Sbucò da dietro le spalle di Akagi, che divideva le due squadre, e gli si mise di fronte: era estremamente seccata e non lo nascondeva affatto.
- Cos'è questo teatrino? – chiese tra i denti, passando i suoi occhi duri da Akagi, a Mayumi, a Mitsui, a Rukawa.
- Eccone un'altra... - sbuffò quest'ultimo.
- Non fiatare, idiota di un coso, dato che è tutta colpa tua! -. Mayumi lo freddò, poi si rivolse all'amica. - Qualcuno deve rimettere questo ragazzino viziato al suo posto e se non sono in grado di farlo loro, lo farò io una volta per tutte! E non guardarmi con quella faccia, che con me lo sai che non attacca! -.
Rei la soppesò severamente: mai come in quel momento l'immagine di Ice-aki le si addiceva in modo particolare. La sua attenzione si spostò di nuovo su Akagi. - E tu li lasci fare? - chiese seccamente.
Il capitano la squadrò infastidito. - Non tollero scenate da pazzi megalomani nella mia squadra e ne ho già abbastanza con qualcuno di nostra conoscenza! Preferisco che la questione si consumi sul campo piuttosto che creare ulteriori risse inutili. Il signor Anzai è d'accordo, poi. Oltretutto, Hosakim, non credo di doverti spiegazioni, non trovi?!-.
Rei rise, stizzita. - Come sempre. Mhà, fate un po' come vi pare, voialtri. Io ho faticato come un mulo e adesso me ne torno alla pensione, voi scannatevi pure come meglio preferite e, se ci saranno spargimenti di sangue, almeno, ricordatevi la buona educazione e ripulite il parquet. Ci vediamo dopo. Forse - tagliò corto, seccata.
- Sei la solita rompipalle guasta feste, Ice-aki! - sbraitò Sakuragi, con tanto di pernacchia.
Rei, borsone alla spalla mentre usciva dalla palestra e senza voltarsi, tirò su il braccio destro ed alzò il medio in un singolare cenno di saluto a lui rivolto.
Mitsui ridacchiò e diede di gomito al rosso. - Te la sei cercata, caro Tensai! -.
Hanamichi bofonchiò un paio di maledizioni, poi tacque.
- Allora, buffoni... Vogliamo cominciare? - chiese Rukawa, spazientito.
- Quando vuoi, mezza cartuccia. Non credevo avessi tanta fretta di farti sgretolare! - lo fulminò Mayumi.
- I saltatori, per favore - disse Akagi, con il pallone in mano. Hanamichi avanzò, davanti a lui lo stesso Rukawa. Anche gli altri quattro presero posizione.
- Game! - gridòil capitano, e lanciò in aria il pallone.
 
Era passata più di un'ora e mezzo da quando Rei aveva lasciato gli impianti sportivi. In quel momento era nel cortile stesa sotto l'albero di castagno, con una cuffietta nell'orecchio e gli occhi socchiusi. In realtà aveva una gran fame e il fatto di non poter mangiare perché quel malsano gruppo di mentecatti stava ritardando la stava un tantino irritando.
Ma che fine hanno fatto? Branco di...
Non finì il pensiero, che sentì le voci della squadra, così si alzò e si diresse all'entrata per elargire loro il migliore dei suoi bentornato polemici. I primi ad arrivare furono Kakuta, Yasuda e Shiozaki e stava per saltare loro alla giugulare quando le loro parole la bloccarono.
- Che partitona, ragazzi, non me la dimenticherò finchè campo! - disse il primo, togliendosi le scarpe prima di entrare.
Yasuda guardò la ragazza, che li fissava in malo modo. - Ti sei persa un vero spettacolo, senpai! - esclamò, sorridente.
In quello sopraggiunsero anche Ishii, Kuwata e Sasaoka. - Peccato non aver potuto partecipare al gioco. E poi, diciamocelo... Senpai Ashida è una fuoriclasse! - esclamò il primo, entusiasta.
- Qualcuno si degnerebbe di raccontarmi cosa diavolo è successo?!- sbottò Rei, sempre più irritata.
Kakuta stava per aprire bocca, quando un tornado travolse l'ingresso: Hanamichi fece la sua entrata trionfale correndo come un invasato con Mayumi a cavalluccio sulle spalle.
- Ice-aki, inchinati davanti a questo simbolo del potere! Hai davanti ai tuoi occhi, la coppia d'oro del basket MONDIALE! - urlò, lasciando scendere Mayumi.
- Guarda, caro il mio Tensai del cavolo, che avete vinto solo per due punti, quindi smettila di farla tanto lunga... E mettici anche che non è stato certo merito tuo -.
La voce di Miyagi giunse dall'esterno e poco dopo il playmaker comparve sulla porta, insieme ad Akagi e Kogure.
- Taci, pigmeo blasfemo! Tu dici questo solo perchè sei preda dell'invidia per la sorte avversa che t'è capitata e perchè non hai avuto l'onore di giuocare con i qui presenti Idoli Del Basket... - sciorinò Hanamichi, assumendo un contegno da intellettuale estremamente buffo.
- Ehm, in effetti Sakuragi... - tentò Kogure, conciliante.
- No, basta! Il tempo dell'onore ai vinti è finito! Cavalla, festeggiamo noi stessi, Geni indiscussi di questo sport -.
Il soliloquio fu interrotto da uno spintone del capitano. - Finiscila, idiota! Se non ci fossero stati Ashida e Mitsui avresti combinato ben poco. Inoltre hai cercato di uccidere Rukawa tipo quattro volte e ci hai fatto perdere un sacco di tempo! Sei un cretino, altro che Genio e Genio! -.
- M'hai fatto male, gorillaccio malvagio! Cavallah, diglielo tu che ti sono servito tanto! - piagnucolò Hanamichi.
Mayumi rise, euforica. - Ma si, dai Akagi. Diamo a Cesare quel che è di Cesare, no?! -.
Hanamichi piagnucolò ancor di più. - MA CAVALLA! Ho giocato io con te... Chi cacchio è questo Cesare?! Siete proprio degli ingrati!- e così dicendo, si recò al piano di sopra in un turbinio degno della miglior primadonna da avanspettacolo.
Il resto della squadra sghignazzò selvaggiamente alle sue spalle e poi lo seguì per andare a cambiarsi per la cena. In quello, sopraggiunsero Mitsui ed il signor Anzai. Il vecchio coach sorrise, si congedò e si diresse in cucina lasciando soli i tre ragazzi.
Rei, era esterrefatta. Squadrò prima Mayumi e poi Mitsui, poi disse - Uno dei due sarebbe così gentile da degnarsi di spiegarmi?! -.
Lui sorrise sagacemente, le carezzò cameratescamente la testa poi rispose - Lascerò l'onore al “Giocatore del giorno”. A dopo, ragazze -.
Si apprestò a salire, ma prima di scomparire si voltò appena e concluse - Ah, Ashida... Per quello che vale: sono contento di aver giocato con te e sono contento che abbiamo vinto. Hai ragione tu: serviva proprio che qualcuno gli rimettesse i piedi per terra -.
Mayumi lo salutò con la mano, sorridendo, poi si girò verso l'amica. Incontrò due occhi pieni di domande e diffidenza.
- Prima cosa: calmati. Lo so, non sei d'accordo con quello che è successo ma quel ragazzino m'aveva proprio rotto! Il fatto di essere bravo non vuol dire che può fare come gli pare quando gli pare, se l'è cercata! Ora vado a cambiarmi, ne riparliamo dopo cena, ma solo “si me va” - disse, dirigendosi alle scale.
All'improvviso, però, girò la testa e disse in tono provocatorio. - La sai una cosa? Hisashi-kun non solo è un campione ma è proprio un ragazzo scaltro. Si... Proprio da sposare! -.
Ridendo scappò al piano superiore, e lo fece appena in tempo perché, un secondo dopo, una scarpa lanciata a velocità supersonica si abbattè sulla parete proprio all'altezza di dove si trovava la sua testa un attimo prima.
 
Ayako si apprestò a rientrare. - Sei sicuro che non vuoi che ti aspetti? - domandò, timorosa.
Rukawa non rispose, così lei decise di prenderlo come un silenzio-assenso e si dileguò lungo il vialetto d'entrata della pensione.
La matricola rimase fuori. Era incazzato come mai in vita sua, carico di rabbia, e l'unica cosa che riuscì a fare per sfogarsi fu quella di dare un calcio violento alla sua stessa borsa che aveva lasciato cadere a terra.
Una sola frase pulsava nella sua mente: Fottetevi tutti quanti.
 
 

 
 
 
 
 
*La posta dell’autrice* ^^
PUFFOLINI!!! SCUSATE L'ENNESIMO RITARDO, SONO PROPRIO UN GRANDE PUFFO DEBOSCIATO! CI SIAMO, ALLORA... SIAMO DAVVERO AL COUNT DOWN... TRA QUATTRO CAPITOLI FINIAMO IN BELLEZZA... MA SAPPIATE CHE VI SAPETTANO ANCORA TANTE SORPRESINE, NON TEMETE!
ORA VI VOGLIO PROPRIO DEDICARE UN PO' DEL MIO TEMPO:
XAMIA=Tesoro della mia vita! Ma che ti devo dire? Nella vita reale ho già seguito il tuo consiglio ed il Bacia-Piselli di turno me lo sono già “accattato”!!! Sono veramente contenta di non aver deluso le tue aspettative con il precedente capitolo... In effetti è stato un po' un casino, ma penso di essermela cavata al meglio delle mie possibilità! In effetti non ho fatto altro che calarmi nei panni sia di Rei che di Hisashi e buttare su carta quello che immaginavo potessero provare o dire... É stato bellissimo, ora che ci penso! E poi la parte “semplice” è stata quella tra le due ragazze... ma quello lo sai già, perchè siamo proprio noi due! Comunque... Sono sempre più contenta di appassionarti e renderti fiera di me! Ricordati: HANA for President! E poi... Ci dispiace per il povero Akagi, ma se lui è un po' tardo che colpa ne abbiamo noi?! Nessuna! Sulla frase del secolo, poi, che dire? (mi riferisco al pluridecorato Ridi per me) Non è quello che ogni donna vorrebbe sentirsi dire? E allora... Sogniamo! Aspetto tue news su questo capitolo! I love you tesoro mio!
MISS_CHROMA= Ogni volta che leggo una tua recensione, inevitabilemnte finisco per commuovermi! Il mio ego esulta, nel leggere le tue belle parole! Mi fa estremamente piacere veder come gradisci il trattamento narrativo che riservo ai personaggi, sia nel serio (es. Rei e Mitsui) che nel comico (es. Rukawa ed Hana)! Volevo dirti una cosa, a proposito di quest'ultimo capitolo: sappi che ho tratto spunto dal tuo disegno, quando ho scritto le azioni di gioco! Mi sei stata di enorme aiuto! E per l'ennesima volta ti ringrazio con tutto il cuore! E che ne dici di questo Rukawa “rosicone”? Io lo trovo molto gnocco... Un vero figaccio, anche in un momento critico! Aspetto con ansia le tue impressioni! Baci enormi per la mia fantastica “maga del disegno”!!!
SERE4RURU= Ogni promessa è debito, cara la mia Sere!!! Ti avevo detto che il nostro Ru lo avrei ripreso in seguito... E così è stato... Certo, in questo capitolo l'ho messo un po' in difficoltà, ma devo dire che mi piace molto tirare fuori la sua parte “tignosa” ed agonistica! Credo che in questi momenti dia il massimo di sé e per questo sia ancora più figo! MA sappi una cosa: non è finita qui... Il nostro Kaede ha ancora una parte da recitare, in questa storia!Ma non voglio svelarti niente, perchè è una vera sorpresa... quindi ti consiglio di rimanere sintonizzata e... Leggere attentamente il prossimo capitolo! Un kiss enorme e tante grazie per il continuo supporto che mi dai!
SCORPY= Caraaaaa!!! Sei tornata!! Non vedevo l'ora! Spero che i tuoi esami di maturità siano andati più che bene! E spero anche che la lettura dei capitoli arretrati ti abbia gratificato dell'attesa e rilassato dalle fatiche dello studio! In effetti lo scorso capitolo è, finora, il più bello che io abbia scritto... C'è tanto sentimento... Spero davvero di essere riuscita a trasmetterne tutta la forza, ma da quello che mi dici, credo di aver fatto un buon lavoro! Posso dirti che, se avrai la pazienza di continuare a starmi dietro, il seguito di questa storia ti piacerà moltissimo (piccolo scoop solo per te: tra i protagonisti avremo un personaggio che a t piace in modo particolare... Ma qui mi fermo!). Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacio e... Buone vacanze!
AKA_Z= Ti ho sorpresa, vero? Scommetto che tutto ti saresti aspettata, fuorchè una storia così tragica... Però, pensandoci, non poteva essere altrimenti. Come spiegare, sennò, un attaccamento così morboso a quel cavolo di blocco? Doveva essere successo proprio qualcosa di terribile... Come ho detto anche a Xamia, è stato bello scrivere lo corso capitolo, perchè mi sono completamente calata nel mondo sia di Rei che di Hisashi, cercando di estrapolare il più possibile tutti i sentimenti e le reazioni, rendendole il più reali possibili. Credevi che li avei fatti baciare, eh? In effetti è stata una mia piccola cattiveria da autore... Ma, sai com'è? Mancano 4 capitoli, chissà cosa succederà da qui al capitolo 30?! Mi onora molto il fatto che ti abbia colpito a frase sugli occhi blu di Mitsui... Mi è uscita fuori in modo così naturalmente sentimentale che mi sono sconvolta da sola! Ti lascio immaginare! E, comunque: chisselo sarebbe mai aspettato il ruolo di Rukawa nella presa di coscienza di Mitsui?Devo dire la verità: secondo il mio POV ci stava davvero tutto! In fondo è il cinismo contro la passionalità... chi meglio di loro due possono incarnare queste peculiarità?! Era davvero una scelta obbligata, che a quanto pare ha fatto furore! E la cosa mi rende molto felice! Ero stra sicura che la scena finale ti sarebbe piaciuta... C'è tutto: la comicità (d'altro canto, Hanamichi è Hanamichi!), il sentimento (Ridi per me... vorrei innamorarmi un altro milione di volte!), e la suspance (cosa farà ora il nostro Gorillone?). Un'estimatrice e venerabile collega come te non poteva non apprezzare! E di questo capitolo, che mi dici? Certo, non è come il precedente, ma credo che non ci sia male! Siamo agli sgoccioli... Da ora in poi, tutto ci porterà verso una degna conclusione... O forse no?! Chissà... Ti mando il mio bacio più Puffolinoso, perchè altro non potrei fare, MVPuffolin! Al prox capitolo!
 
 
COME SEMPRE MANDO UN ABBRACCIO VIRTUALE AL MIO “GRILLINO IN VACANZA” SHASA. ASPETTANDO CON ANSIA DI RICEVERE LE SUE IMPRESSIONI QUANDO TORNERÁ... E SALUTO DI CUORE ANCHE LA GRANDIOSA KUJII13, CHE AL MOMENTO SIA UNA DELLE AUTRICI Più BRILLANTI DI TUTTO QUESTO SITO!!!
ORA, MIEI PICCOLI AFFEZIONATI PUFFOLINI... ME NE ANDRÓ A NINNA... E PRIMA DI DORMIRE MI SCERVELLERò PER PENSARE A QUALCOSA DI GALATTICO PER IL PROSSIMO CAPITOLO (LA TRAMA è Già PRONTA... DEVO SOLO BUTTARE GIù...).
AVVERTENZA... VI ANTICIPO Già DA ORA CHE IL RATING DEL PROSSIMO CAPITOLO SARà ALTO. NON DICO ROSSO, MA POCO CI MANCA!!
SCAPPO, CHE IL LETTO MI CHIAMA! E RICORDATE CHE IL GRANDE PUFFO VI AMA INCONDIZIONATAMENTE!
UN SALUTO “ASSONNATO!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Cap.27 ***


Dedico questo capitolo a:

  1. La mia amica del cuore e beta-reader Xamia, perchè mi ha aiutato da morire nella stesura dell'ultima scena. Senza di te non ce l'avrei fatta! Grazie, tesoro mio... E ricorda... W i peli!
  2. Mia cugina e nuova fan di Slam Dunk Titty, per la pazienza mostrata nell'aiutarmi a concepire le scene più strane di questa ff... Soprattutto l'ultima di questo capitolo. Anello mio, dopo l'altra sera dovrò emigrare all'estero! Ti voglio bene!
  3. A me stessa ed al mio devastante talento!

AVVERTENZA= Il rating di questo capitolo è alto, direi ARANCIONE. Sono presenti scene erotiche non completamente esplicite, ma abbastanza da farvi arrossire! Buona lettura!


CAPITOLO 27


Quella notte non era riuscito a chiudere occhio. C’era qualcosa che lo stava tormentando, anche se in realtà aveva difficoltà ad inquadrare cosa fosse realmente. Di una sola cosa era sicuro: l’ansia lo stava divorando, e la cosa lo infastidiva terribilmente, perché non era una sensazione che era solito provare. Sicché, tormentato, nervoso e stanco, alle prime luci dell’alba si era alzato ed era sceso. Per sua fortuna il fratello del signor Anzai era già in piedi anche lui, così gli aveva offerto una buona tazza di caffè per poi eclissarsi di nuovo in cucina, lasciandolo da solo in cortile con i suoi pensieri.
Sospirò e tentò di ordinare le sue sensazioni. Ansia, la prima e innegabile era quell’ansia maledetta che gli aveva tolto il sonno. E confusione. Subito dopo si rese conto di essere quasi stordito e di non riuscire a capire i reali motivi per cui si sentiva così.
Non lo capisco realmente, oppure non voglio farlo? si domandò.
Provò a focalizzare la prima cosa che gli veniva in mente.
Rei…No, idiota! A che cosa vai a pensare? Dai, sforzati…
Respirò e tentò di nuovo.
Il test di recupero di quei quattro inetti, e Rei che mi sta aiutando più di quanto immaginassi… Basta! Ma che mi prende?
Scosse la testa. La cosa che lo sconcertò era che stava continuando a negare razionalmente l’evidenza. Ma chi voglio prendere in giro? La verità è che gli allenamenti stanno andando alla grande, che le mie speranze per i campionati nazionali probabilmente non verranno deluse e che i quattro imbecilli passeranno di certo il test…Il mio pensiero fisso non è altro che Rei Hosaki!
Akagi appoggiò la schiena alla sedia e reclinò la testa all’indietro. Era vero, per quanto si sforzasse di non dare peso alla cosa, l’immagine di lei e i sentimenti che gli scatenava non gli davano tregua.
Una volta e per sempre, c’erano delle cose che doveva ammettere con se stesso. Prima fra tutte che Rei era l’unica ragazza che avesse mai amato in vita sua. Se ne era reso conto proprio in quei giorni, chiarendosi anche il fatto di essersi mentito da solo per tre anni.
Aveva usato il basket come la più patetica delle scuse. E, come se non bastasse, gli si era rivoltata anche contro, la mattina del loro litigio. In quel momento, quando solo l’intervento di lei aveva avuto effetto sullo stato in cui era caduto, aveva compreso quanto realmente quella ragazza significasse per lui.
La sua coscienza e i suoi sentimenti erano rimasti sepolti e zitti per tre anni, anche se in verità lui non aveva smesso neanche per un secondo di monitorare la vita di Rei. L’aveva vista cambiata, ma sempre fantastica… La sua Rei… La ragazzina dolce e sensibile che aveva come unica colpa quella di avergli donato tutta se stessa…
Come ho potuto? Proprio io, che sono così quadrato e responsabile… Che mi prendo cura di tutti come posso…Come ho fatto a voltare le spalle proprio a lei?
Ma poi, le cose stavano ancora come le aveva lasciate tre anni prima? Una fitta forte e violenta allo stomaco lo lasciò quasi senza fiato...
Rivide il momento in cui era andato a chiederle di aiutarlo, e la risposta gelida di lei che pretendeva una spiegazione in cambio.
Poi vide il suo sorriso, ormai quasi dimenticato ma bello e luminoso, in un momento di gioia vera. E ancora, vide lo sguardo furente e deluso della ragazza mentre lo picchiava in sala studio.
Ma, di nuovo, inquadrò i suoi occhi allegri e ridenti mentre lei, bagnata fradicia, giocava in acqua.
Gli venne pensato che, prima del terribile rifiuto che le aveva sbattuto in faccia, la gioia di vivere di Rei si era concentrata solo ed esclusivamente su di lui. Tutto il resto non contava.
Ma ora…
Una consapevolezza lo colpì come un fulmine, quando la sequenza di scene gli si ripropose in testa. Cristo santo, la sto perdendo!
Gli girò terribilmente la testa, per un secondo, e dovette chiudere gli occhi. Solo un’altra volta nella sua vita s’era sentito smarrito in un modo simile, e cioè dopo la partita contro il Kainan quando realizzò che il suo sogno era appeso ad un filo.
Non gli era capitato quasi mai in vita sua, ma in quel momento non sapeva davvero cosa fare. Non poteva affrontare la cosa direttamente con lei dopo quanto successo qualche giorno prima, non sarebbe stato credibile…
Ha ragione lei, devo essere coerente… Ho usato il basket come scusa per tenerla lontana, l’ho accusata di essere un ostacolo al raggiungimento del mio obiettivo… Adesso, l’unica scappatoia che ho è quella di andare fino in fondo e poi… Lottare per ciò che voglio!
Un rumore lo distolse da quella ridda tumultuosa di pensieri. Alzò il capo e si girò verso la porta d’ingresso e lì, appoggiato allo stipite, c’era il motivo della sua preoccupazione, che lo guardava.
-Hosaki…- mormorò, spaesato.
La ragazza non parlò, si limitò a camminare lentamente verso di lui. Lo fissò dall’alto in basso con occhi lucenti.
-Buongiorno Akagi… Scusa se ti disturbo così presto. Posso sedermi?-.
Takenori sbatté gli occhi perplesso, poi con un gesto le fece segno di accomodarsi. Per qualche minuto nessuno dei due parlò. La fissò di sottecchi, girando il cucchiaino nella tazza. Aveva lo sguardo pensoso, come se stesse raccogliendo le idee.
Come sei bella, Rei…non poté impedirsi di pensare.
La ragazza alzò finalmente la testa ed i loro occhi si incontrarono. -Scusami se invado la tua privacy mattutina, ma ho bisogno di parlarti da solo… È importante…-.
Ci siamo… rifletté lui, poi disse –Non c’è problema… Dimmi pure-.
Rei sospirò. –Senti, non mi fa piacere dirti questa cosa, ma è necessario… Non posso restare fino alla fine del ritiro… Mi dispiace, Akagi: Mayumi ed io partiamo domani mattina…-.
Spalancò gli occhi. –Come scusa? E perché?- la voce del ragazzo tradiva incredulità.
Inizialmente gli occhi della ragazza rimasero bassi, come se si vergognasse. La vide stringere i pugni e poi alzare gli occhi ad incontrare i suoi. Vi scorse una luce decisa e ferma, la stessa che li aveva fatti vibrare per tutto il tempo che avevano trascorso insieme, qualche anno prima.
-Ci sono alcune cose che devo dirti, Akagi… Non possiamo rimandare questo argomento all’infinito, men che meno adesso che ho deciso di tornare a Kanagawa- gli disse con voce tranquilla.
Il capitano dello Shohoku si ritrovò, con sua stessa sorpresa, a fingere accondiscenza, anche se il suo reale stato emotivo era molto più vicino ad un’ansia divoratrice. –Forse hai ragione-.
Rei sospirò, raccogliendo il coraggio e le forze per affrontare quel momento che aveva atteso per così tanto tempo. –Voglio cominciare con lo scusarmi con te. E sappi che, più tardi, lo farò anche con Kogure, Ayako ed il resto della squadra. Lo so che tutti voi avete fatto affidamento su di me, finora, per l’appoggio che vi serviva nel tutoraggio… Ho preso un impegno con te ed il tuo club, e se c’è una cosa che odio è venire meno alla parola data…-.
-E allora perché lo stai facendo?- le chiese a bruciapelo. Si rese conto di aver detto quelle parole con un po’ troppa enfasi. Tossicchiò, cercando di riprendere il suo solito contegno.
Il tono di Rei si fece di botto stizzito. -Non ti sei chiesto neanche per un momento come avrei fatto per prepararmi ai campionati nazionali?-.
Lui alzò le spalle. –In effetti, prima di venire a parlarti, ho pensato che non avresti accettato proprio per via dei tuoi allenamenti. Ma dal momento in cui hai acconsentito a venire con noi, ho creduto che non avessi nessun problema in quel senso, e quindi non ti ho chiesto più niente… Anche perché, visti i rapporti che abbiamo avuto negli ultimi anni, non pensavo neppure che mi avresti risposto-.
Rei emise una risatina amara. –Che idiota che sono… La verità è un’altra, Akagi. Quando ho accettato la tua richiesta, l’ho fatto sull’impeto del momento, senza riflettere né tanto meno ponderare ciò che ne sarebbe venuto. Il punto è che, razionalmente, non avrei dovuto farlo… E se giovedì, quando riprenderà la preparazione del per i campionati, non sarò lì… Sarò fuori dalla squadra. -.
-Capisco… Bhè, direi che come motivazione basta e avanza… Anche se non capisco davvero come ti possa essere venuto in mente di fare una cosa così stupida, Hosaki! Mi sorprende che una ragazza del tuo stampo possa aver commesso una leggerezza del genere…-.
Ma che sto dicendo? Taci, stupido idiota! Perché devi sempre trattarla in questo modo? pensò lui, subito dopo aver parlato.
Un lampo di orgoglio guizzò nelle iridi scure di lei. –Bene, grazie di aver fatto presente questa cosa, Akagi, perché anche di questo avrei voluto parlarti…-.
-Spiegati…-.
-Ah, spiegarmi! Sei diventato un mago della dissimulazione, negli ultimi tre anni! Comunque va bene, farò come vuoi e farò finta che tu ignori completamente tutto il quadro della situazione. Ricomincio da capo e ti spiego come stanno le cose…-.
Tacque per qualche istante, durante il quale il ragazzo fece un gesto eloquentissimo con la mano, invitandola ad andare avanti.
-Poco fa hai detto “una ragazza del tuo stampo”… Non dubito che con questa frase ad effetto tu ti riferissi al personaggio folkloristico che mi sono dovuta montare addosso negli ultimi tre anni. Quella dura, razionale, intelligente, seria, ferma, intransigente ed inattaccabile… Ice-aki, tanto per capirci!- esclamò, con acrimonia.
-Non capisco dov’è che vuoi arrivare…- replicò lui, simulando interdizione.
-Non lo capisci o fai finta di non capirlo? Dimmi, Akagi, non ti sarai mica dimenticato le ultime due volte che ci siamo parlati, prima che tu venissi a cercarmi per chiedermi supporto?! Una è stata quando mi hai dato, se non ricordo male, del “peso morto che avrebbe rallentato la tua corsa all’obiettivo basket”. E l’altra è stata durante il primo anno di superiori, quando ti ho chiesto se fossi abbastanza per te così, com’ero diventata. Ora, alla luce di come mi conosci realmente e di tutto quello che è successo negli ultimi tre anni, credi davvero che sia diventata “di quello stampo” per qualche altro motivo che non fossi tu?-.
Era riuscita a parlare consecutivamente, con voce ferma e sicura. Respirò e, notando che lui non rispondeva, proseguì.
-Akagi… Takenori… Il punto è che negli ultimi anni ho vissuto solo ed esclusivamente in tua funzione, e non fingere di non saperlo… Ho fatto di tutto perché tu mi considerassi alla tua altezza! Ma non ho tenuto in considerazione una cosa… Anche se i motivi che mi hanno spinto ad eccellere in tutto erano quelli sbagliati, mai avrei creduto di potermi appassionare realmente a qualcosa… Sto parlando dell’atletica. È strano, ma mi sono resa conto che non voglio buttare via la più grande chance della mia vita, per la quale ho faticato tanto e volentieri, per passione…-.
Strinse le labbra, poi disse –Non ci rinuncerò neanche se questo vorrà dire perdere completamente la faccia con te. Io che ti ho sbattuto in faccia la tua mancanza di coerenza, due giorni fa, ora sto facendo esattamente le stessa cosa… Ma ormai non mi importa. Ho deciso… E volevo che tu sapessi il perchè -.
Akagi era sconvolto, anche se non lo diede a vedere. Non si sarebbe mai aspettato tutta quella schiettezza e limpidezza. Era cambiata di nuovo… Non era più la ragazzina sensibilissima ed indifesa che aveva conosciuto alle medie, ma neppure il soldato di ferro che aveva impersonato negli ultimi tre anni e che lui aveva visto da vicino in quei giorni. Ora era il perfetto compendio tra l’una e l’altra cosa. Ed era meravigliosa. Non più ragazzina, ma ormai donna.
Con un mezzo sorriso le disse -Ti sbagli, Hosaki… Anche se sembra assurdo, non stai perdendo la faccia con me, perchè chi meglio del sottoscritto può capire? Io per il basket ho rinunciato… a tutto il resto. Quindi non sarò certo io a farti la predica, tutt’altro. Anche perché se solo avessi immaginato che la tua presenza qui avrebbe potuto mettere a rischio la tua partecipazione ai nazionali, non ti avrei nemmeno chiesto aiuto. Certo… Ammetto che ora abbiamo un problema, per quanto riguarda il programma di tutoraggio. Ma non c’è niente che tu possa fare per…-.
-Invece ti sbagli, Akagi. C’era qualcosa che potevo fare, e l’ho fatta- rispose Rei, seria.
-Non ti seguo. Di cosa parli?-.
-Sto parlando di Miyagi. L’ho convinto a studiare da solo… Non l’hai notato, ieri mattina? Sono certa che non avrete più problemi ed il tutoraggio personale diventerà superfluo. Basterà seguire più da vicino Sakuragi e Rukawa… Anche perché, pare che addirittura Mitsui si sia messo in testa di fare sul serio! Mi sorprende la forza di volontà che ha quel ragazzo, sai?- spiegò lei con un sorriso.
Akagi storse la bocca, ma non commentò.
La guardò negli occhi, poi disse –Bhè, non credo ci sia molto altro da aggiungere… O forse si… In fondo hai parlato soltanto tu, sarebbe il caso che…-.
Rei si alzò. –No, Takenori. C’è un momento per tutto. Questo è stato il mio, perché non poteva essere altrimenti. Adesso non dobbiamo dirci altro. Diamo tempo al tempo… Quando sarà, ci diremo a vicenda tutto quello che non ci siamo detti per tre anni… Perché ci sono parecchie cose ancora in sospeso, tra noi…-.
Si guardarono a lungo. Anche se la reazione di lei sarebbe potuta sembrare strana, il ragazzo l’aveva compresa. Quello che voleva dirgli era che, in quel momento, dovevano rimanere concentrati sui loro obiettivi primari. Una volta portati a termine quelli, ogni altro argomento sarebbe potuto essere affrontato. Con un gesto della testa, quindi, annuì.
-Ora torno in camera per sistemarmi, ci vediamo tra un po’ per colazione. E prima di iniziare l’orario di studio, parlerò con i tuoi… Oggi pomeriggio, invece, Mayumi ed io faremo i preparativi per la partenza, quindi non ci avrete tra i piedi…- disse lei.
Aveva ormai raggiunto ed aperto la porta della saletta, ma si era voltata all’ultimo. Fu un sussurro, ma lui lo sentì nitidamente nel silenzio del primo mattino. - Ah, Akagi?-.
-Dimmi-.
Sorrise in un modo così inatteso e genuino che lui pensò di non riuscire più a respirare. –Grazie di aver capito…- ed a quelle parole, sparì.
Sono stato uno stupido, Rei… Ma la verità è che l’ho sempre fatto…pensò, accorgendosi che l’ansia che lo stava attanagliando dal giorno precedente, si stava progressivamente attenuando.


Rei era seduta sullo stipite della finestra e guardava l’orizzonte che già si tingeva dei colori del crepuscolo. Era una serata fresca ed un venticello frizzante giocherellava con i suoi capelli come con le fronde degli alberi, che danzavano a ritmo di quella meravigliosa musica inesistente.
Tutto sommato, per come la vedeva lei, era stata una giornata meno stressante del previsto. Quella mattina, dopo la colazione e prima che i ragazzi iniziassero a studiare, aveva preso la parola davanti a tutta la squadra ed aveva dato la notizia dell’imminente partenza sua e di Mayumi. Aveva spiegato per filo e per segno la situazione, dopodiché si era prodigata in un inchino, facendo a tutti le sue scuse per non aver mantenuto l’impegno preso. Era caduto il silenzio per qualche istante, poi si erano scatenate le reazioni più diverse.
Le matricole e le riserve (Kakuta in particolare, che sembrava avere una specie di venerazione per lei) erano rimasti un po’ confusi e dispiaciuti, ma alla fine avevano accettato la cosa con semplicità.
Kogure non nascose neanche troppo la tristezza che provava per quella decisione. Ma era un ragazzo intelligente, perciò le dimostrò solidarietà e comprensione.
–Io avrei fatto lo stesso- le aveva detto, in un momento in cui nessuno prestava loro attenzione.
Ayako era già a conoscenza del fatto dalla sera precedente, ma comunque non riusciva a fare finta di essere serena e tranquilla. Quando Rei le aveva spiegato la situazione, la ragazza era rimasta di sale, poi era scoppiata in una risata isteria, e poi gliene aveva dette di tutti i colori. C’era da capirla, in fondo: per lei, la senpai Hosaki era una specie di modello e vederla cambiare così di punto di bianco, ed addirittura dare l’impressione della rinunciataria l’aveva un po’ delusa. Poi, però, aveva capito, ed in quel momento le aveva dato appoggio davanti alla squadra.
Anche Miyagi aveva dato segni di insofferenza, ma non tanto per Rei, quanto per Mayumi. Si trovava bene in compagnia della ragazza e gli dispiaceva che se ne andasse così presto. Tuttavia aveva sorriso, facendosi promettere di riproporre una bella partita, una volta finiti i nazionali.
Rukawa, dal canto suo, era in stato nevrotico. Si vedeva lontano un miglio che il suo umore era ancora nero per la questione del giorno prima tanto che, quando aveva sentito della partenza, a qualcuno era sembrato di vedere una specie di ghigno sadico dipingerglisi sulla faccia. Ma era stato un istante, tant’è che subito aveva ripreso il suo contegno distaccato e glaciale.
Anche Mitsui rimase sostanzialmente impassibile, senza tradire la benché minima emozione. Le uniche esternazioni che ebbe furono il suo unirsi a Ryota nel richiedere a Mayumi la possibilità di una altro match, ed una frecciatina velenosa per Rei.
-Hosaki, fai bene ad andartene… Tanto quello che dovevi fare l’hai fatto! E come vedi, neanche per lo studio abbiamo più bisogno di te, dato che Miyagi ed io siamo diventati due studenti modello!- le aveva detto, guardandola dritta in faccia con occhi scintillanti.
Sembrava essere ritornato il Mitsui strafottente dei primi giorni. Rei l’aveva soppesato per qualche istante, ma non aveva risposto, con sommo stupore dei presenti.
Ma il peggio non era ancora venuto, perché chi l’aveva presa davvero male era stato Hanamichi.
-NOOOO! CABALLERAAAA, NUN ME LASSÁÁÁÁ!!! Si me lassi, io m’accidoooo!!!- elucubrò, abbracciando la gamba di Mayumi e piangendo come un disperato.
-Ehi, Rosso… Che ti si è sciolto? Guarda che mica me ne vado in Nicaragua! Ci rivediamo presto!- lo aveva squadrato lei, cercando di schiodarselo dall’arto inferiore.
-NOOOOO! MENZOGNEEEE!!! Come faccio qui, tutto solo, con questi buzzurri che non comprendono la mia genialità??? Solo tu mi capisci… SOLO TU MI VUOI BENE!! BHUÁÁ!!! Manda a casa la befy e resta qui cu’mmmmme!-. E giù di nuovo, con una sceneggiata pazzesca che lasciò tutti sgomenti.
In una frazione di secondo gli arrivarono contemporaneamente tre cazzotoni sonici sulla testa.
-Idiota, smettila di comportarti come un babbeo! Un po’ di dignità!- ruggì Akagi, imbarazzato.
-Carotone deficiente! Mica sono la tua balia! Guarda che ho una vita, io!- lo sgridò Mayumi.
Ma la sorpresa più grande venne dalla terza persona che lo aveva colpito. –Demente! A chi hai dato della befana?!-. La voce di Rei aveva squillato per la sala, decisa e indignata.
Il silenzio era caduto, e tutti l’avevano fissata interdetti per l’inusuale reazione. Lei aveva girato lo sguardo su di loro, poi aveva fatto spallucce, dicendo –Bhè, che guardate? Quando ci vuole, ci vuole!-.
Un fragorosa risata generale aveva sciolto la tensione che fino a quel momento aveva aleggiato nella saletta.
-Ce l’avete sempre con me, bashtardi!- aveva mugugnato Sakuragi, tra i denti, tirando su con il naso.
-Umf, idioti- fu l’unico suono che si percepì provenire da Rukawa.
La questione si era sistemata così. La squadra si era messa all’opera con il nuovo piano di studio, mentre Rei e Mayumi erano uscite ad effettuare delle commissioni, tra cui comprare i biglietti per il pullman e contattare finalmente il coach di Rei per avvisarlo dell’imminente rientro.
Avevano fatto un giro per Nagano, cercando di non farsi vedere alla pensione se non per l’ora di pranzo. Si stavano defilando dagli altri per rispetto, soprattutto Rei che si sentiva in torto marcio nei loro confronti.
-Così, se vorranno parlare male di me, lo potranno fare liberamente, senza imbarazzi… Dato che ho deciso di abbandonarli, non vedo perché devo imporre ancora la mia presenza- aveva spiegato a Mayumi, quando l’amica le aveva chiesto il perché non voleva nemmeno partecipare agli allenamenti pomeridiani.
L’altra aveva sbuffato. –Secondo me ti fai troppe paranoie inutili!- fu la sua risposta.
Nel pomeriggio, infatti, i ragazzi erano andati ad allenarsi agli impianti e loro erano rimaste alla pensione per sistemare le loro cose.
Ed ora, mentre ripensava agli avvenimenti quotidiani, Rei sentì bussare. Era Mayumi, che entrò e si sistemò sul letto di Ayako.
-Ho finito!- disse, stendendosi.
Le due si guardarono, tacendo per qualche istante. Poi Mayumi prese di nuovo la parola.
-Come ti senti? Sei convinta di quello che hai fatto finora?-.
-Sai… Credo di non essere mai stata tanto convinta di qualcosa da tanto tempo!-.
-Capisco… E… Senti, questa cosa te la volevo chiedere già da un po’… Con Akagi cosa pensi di fare?-.
Rei sospirò. –Ti dirò… Al momento non ne ho la più pallida idea! E francamente non mi va neppure di averla! Lui è importante per me, lo sanno anche i muri, ma adesso devo pensare solo ed esclusivamente a me stessa… Poi, quando i nazionali saranno finiti... –rispose allusivamente, allontanandosi dalla finestra e sedendosi sul suo letto.
L’amica ebbe uno scintillìo d’occhi. –Ok… E invece…- sottintese, alzandosi e prendendo il posto dell’amica sullo stipite.
-Basta, May! La risposta è no-lo-so!!! Non ne ho idea! Non mi sono soffermata a pensarci, ero troppo presa dalle mie questioni… Non saprei che rispondere!-.
Mayumi gettò uno sguardo fuori dalla finestra e per qualche secondo non parlò. Poi tornò a guardarla, con un mega sorrisone dipinto in faccia.
-Bhè? Cos’è quell’espressione?- chiese Rei, incredula.
-Cara la mia amica, ti consiglio di mettere in moto il tuo magnifico cervellino, perché tra qualche secondo dovrai necessariamente trovare qualcosa da dire!- esclamò l’altra.
-Ma cosa stai…-.
Non fece in tempo a controbattere. Dal corridoio sentirono un rumore progressivo di tonfi sordi, come se qualcuno stesse correndo per le scale facendo i gradini due a due. Poi, sentirono bussare alla porta.
Rei fissò Mayumi con occhi stralunati. –Avanti- disse.
La porta si aprì e, davanti a loro, si materializzò un Mitsui ansimante e paonazzo in volto con il borsone sportivo in spalla.
Rei scattò in piedi. –Hisashi! Ma… Cosa ti è successo? Che…-.
-Uhuhuh… Mi scuserete, ma io mi vado a fare un giro! Ci vediamo a cena… Bye bye!- e con quelle paroline maliziose, Mayumi sparì dalla camera, chiudendo la porta.
I due rimasero soli, guardandosi in silenzio. –Allora, cosa è successo? Perché sei ridotto così?- chiese Rei, per rompere il ghiaccio.
Mitsui lasciò cadere il suo fardello per terra. –Scusami. È che… Finiti gli allenamenti mi sono fatto la doccia in due minuti e sono corso qui per arrivare prima degli altri! Perdonami l’irruzione, Rei, ma avevo bisogno di parlarti da solo!- rispose, sedendosi poi sul letto di Ayako.
La ragazza sorrise con dolcezza. Poi, però, decise di prendersi una piccola rivincita. –Non dirmi che sei venuto per cercare di convincermi a non partire, perchè non ci crede nessuno dopo quelle paroline gentili che mi hai riservato stamattina!- esclamò, fingendosi indignata.
Lui curvò le labbra in quel ghigno malizioso e seducente che tanto gli si addiceva. –Ah, allora è proprio vero che non sei invincibile, eh cara Hosaki?! Ci sei rimasta male, eh? D’altro canto…-.
Era buffissimo, mentre cercava di fare il macho. Così, senza pensarci, Rei fece qualcosa che in un altro momento non si sarebbe mai sognata di fare. Mentre lui ancora parlava, gli si sedette accanto e lo abbracciò, stringendogli le braccia al collo. –Lo so perché l’hai fatto… Grazie, Hisashi-.
Lui ammutolì. Non era la prima volta che avveniva un contatto fisico tra loro, ma quando era successo era sempre stato lui a prendere l’iniziativa. Non se l’aspettava da lei invece, e gli ci volle un po’ per realizzare.
Rei si staccò e lo guardò in faccia. Non guardarmi così…pensò lui, sentendo un brivido corrergli lungo la schiena.
-Di cosa volevi parlarmi?- gli chiese, poggiandosi un gomito sul ginocchio e la testa alla mano.
Il ragazzo cercò di riprendere il suo contegno. –L’avevo capito che te ne saresti andata, sai? E voglio che tu sappia che credo sia più che giusto che tu lo faccia… È per questo che ho deciso di impegnarmi da solo, per studiare… Volevo che capissi che di me non ti devi preoccupare- confessò.
-L’avevo capito… Non credere di essere così criptico! In realtà sei molto più limpido di quanto pensi, se lasci alle persone l’opportunità di conoscerti!- ed a quelle parole, gli prese la mano.
Il cuore di lui, in quel momento, esplose. Ma nonostante ciò, si impose calma. Con la mano libera le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le sorrise - Volevo chiederti come stai…-.
-Io sto bene. Confusa, spaesata. Ma bene...-. Gli strinse la mano.
Gli occhi di lui si fecero nebbiosi per qualche istante. Non avrebbe voluto, ma aveva bisogno di sapere una cosa da lei. –E con Akagi? Ora che hai deciso di andartene, penso che avrete messo in chiaro un paio di cose…- azzardò, spostando lo sguardo verso la finestra.
Rei si alzò in piedi e si stiracchiò. Poi girò la testa verso di lui. –A dire la verità, no… Ma ci sono delle verità che non possono rimanere sepolte in eterno. Quindi, quando sarà il momento, parleremo… È arrivato il momento che anche lui ricopra il suo ruolo. In fondo, tutti abbiamo un ruolo, nella vita degli altri- spiegò, per poi voltarsi definitivamente.
Mitsui si alzò in piedi e le si avvicinò. A dirla tutta era terrorizzato, ma aveva solo quella chance e non poteva sprecarla. –Lo credo anche io. Ed è per questo che vorrei capire qual è …-.
il mio ruolo nella tua avrebbe voluto dire, ma si ritrovò entrambe le mani di lei sulla bocca prima di poter finire, e la sua fronte appoggiata al torace.
-Ti prego, non dirlo…- la sentì mormorare.
Un attimo dopo le sue labbra erano di nuovo libere, ma lei era rimasta con la testa appoggiata ai suoi pettorali. Non poté fare altro che abbracciarla, sentendosi ricambiato poco dopo.
-Non lo so, Hisashi… Non sono in grado di dare una risposta… E penso che questo non sia nemmeno il momento di darla…-.
Lui sospirò. –Non c’è problema… Ti capisco… E non voglio darti problemi, piccola-.
Le tirò su il viso con una mano, poi sfoderò il suo magnetico sorriso impudente –Ora vado, che se arrivassero gli altri e mi vedessero uscire di qui… Mi affibbierebbero una fama che non merito!-.
Rei fece una smorfietta accattivante. –Scemo!- esclamò, spintonandolo leggermente.
Mitsui raccolse il borsone, e fece per uscire. Ma prima di varcare la soglia la guardò e disse seriamente –Non ti devi preoccupare, Rei, andrà tutto bene! Ricordati solo che sei fantastica… Tutto il resto non conta… Ci vediamo per cena- e così dicendo, si diresse alle scale.
-Grazie Hisashi…- bisbigliò lei, chiudendo la porta.


Mayumi era uscita dalla pensione e si era incamminata per la via. Aveva ancora un sorrisetto soddisfatto dipinto sulle labbra. Quando aveva visto dalla finestra Mitsui correre come un disperato, aveva capito subito cosa stava succedendo. Ormai i sentimenti del ragazzo erano evidenti come il sole, almeno per lei che aveva un quadro completo di tutto ciò che era successo tra qui due.
Sbuffò, riflettendo su quanto molesta fosse la presenza di Akagi in quel momento storico. Per come la vedeva lei, il ragazzo aveva già avuto più di una chance per accaparrarsi la sua meravigliosa amica, ma tutte le volte aveva neanche troppo cortesemente declinato l’offerta. Ora basta, altro giro, altra corsa! E Mitsui, lei pensava, sarebbe stata una corsa meravigliosa per Rei. Tra l’altro, checchè l’amica ne dicesse, anche se il dannatissimo Gorillone aveva per lei ancora un’importanza impressionante, l’affascinante guardia era riuscita a farsi strada nel suo cuore in una misura che neppure lei avrebbe saputo realmente definire. Che casino! pensò Mayumi, basita.
Sospirò. Forse lei non si sarebbe mai trovata in una situazione del genere. Sarà che da tempo aveva smesso di credere nel grande amore. Ma, in realtà, almeno per quanto riguardava la sua amica, sperava che una possibilità ancora ci fosse.
Lei era un tipo più passionale, più carnale. In vita sua si era innamorata una sola volta, ed il bastardo le aveva spezzato il cuore, deludendola a morte. L’aveva lasciata per un’altra proprio mentre lei si stava prendendo cura di Rei. Un vero stronzo. Da quel momento non aveva più voluto saperne dell’amore, e tutte le volte che usciva con un tipo era molto più probabile che finissero avvinghiati contro un muro, piuttosto che si rivedessero per più di un paio di volte.
Sbuffò di nuovo. Non aveva voglia di pensare a quelle cose.
Improvvisamente le passò accanto il pullmino con cui la squadra effettuava i piccoli tragitti in città, e lo riconobbe un po’ per la scritta laterale, un po’ perché al suo interno scorse inevitabilmente la capigliatura sgargiante del Carotone. Evidentemente stavano rientrando, quindi ritenne opportuno fare lo stesso.
Poi, però, ebbe un’illuminazione. Ma lo sai che faccio? Dato che gli impianti sono aperti fino a serata inoltrata, quasi quasi mi vado a fare due tiri in palestra… Hihihi… Tanto non credo che Rei sentirà la mai mancanza!
Così, di corsa, si avviò verso la sua nuova destinazione.


L’allenamento era andato bene, ma non era sufficiente. Non per lui. Se fosse stato necessario, avrebbe continuato anche per tutta la notte.
Se ne era stra-fregato delle occhiate basite degli altri quando aveva annunciato che non sarebbe rientrato alla pensione con loro, ed anche delle battute idiote del do’hao. Avrebbe continuato ad allenarsi da solo, allo sfinimento, a costo di non riuscire più a muovere un muscolo per la stanchezza.
Io sono il migliore, e nessuno mi dovrà più sconfiggere… Men che meno quella stampellona!
Gli bruciava terribilmente, ma aveva dovuto ammettere con se stesso che tutte le sue supposizioni su Ashida erano infondate. Era davvero un asso, per essere solo una ragazza, ed il fatto che fosse riuscita a tenergli testa lo confermava. Ma era frustrante, soprattutto perché lei incarnava tutto ciò che lui avrebbe voluto essere e che, invece, avrebbe dovuto ancora faticare parecchio per diventare.
Tirò in sospensione. Ciaf…fece la palla, insaccandosi elegantemente nella retina. Andò a raccoglierla e si rimise in posizione.
Un rumore lo distrasse. Era un battito di mani. Si voltò di scatto, preso alla sprovvista, e… Incrociò i suoi occhi con quelli dell’oggetto dei suoi pensieri.
La vide avanzare lentamente verso di lui, con un’espressione di sufficienza dipinta sul viso. –Ah! Ma allora ci sono dei rari momenti nella tua vita in cui ti ricordi di essere un “discreto”giocatore… Meno male, ero quasi preoccupata che in realtà Kaede Rukawa fosse una legenda urbana!-.
Lui non rispose. Si limitò a guardarla con una freddezza pari a quella di un fiotto di azoto liquido.
Mayumi, dal canto suo, era estremamente seria. –Che hai da guardare in quel modo, eh? Ancora non t’è bastata? Ti ho già detto una volta che questi modi intimidatori con me non funzionano, coso…-sibilò, quando ormai gli era ad un passo.
-Che vuoi, perticona? Mi sto allenando, e mi stai facendo perdere tempo… Sempre tra i piedi!- le rispose, tra i denti.
-Non mi pare che fuori della palestra ci sia scritto il tuo nome, bello! Quindi, fino a prova contraria, posso fare quello che mi pare, quando mi pare qui dentro! Quindi…-.
Con un gesto fluente gli rubò palla dalle mani. Lo scartò rapidamente, gli girò intorno, uscì dall’area e tirò da tre. Centro netto e pulitissimo. Lo fissò, con un sopracciglio alzato.
-Guarda e impara pivello… Comunque stai tranquillino, che non sono venuta per spiarti o starti tra i piedi, coso! Anche perché, a quanto pare, non hai proprio niente da insegnarmi, carino!- e con quelle parole, fece per andarsene.
Rukawa la osservò recarsi alla porta sculettando, con il chiaro intento di provocarlo. Non ce la faceva, era più forte di lui: quella ragazza aveva il potere di fargli salire il sangue al cervello! Stava schiumando di rabbia, ed il risentimento represso dei giorni precedenti nei suoi confronti venne inesorabilmente a galla.
Parlò abbastanza forte da farsi sentire, ma come se stesse parlando tra sé –Stupida oca… Chi ti crederai mai di essere?! Hai avuto solo culo…-.
Mayumi si bloccò di colpo. Si girò di scatto e lo guardò con gli occhi infuocati, ridotti a due fessure. Respirò a fondo cercando di calmarsi, poi lo raggiunse di nuovo camminando molto lentamente.
Lui la fissava, palleggiando con indifferenza.
-Che vuoi, ancora? Ti ho detto che mi intralci…- fece lui, atono.
-Sai qual è la novità, Rukawa? Vaffanculo, ok?! Chi diavolo sei tu per darmi dell’oca? CHI CAZZO SEI TU PER METTERE IN DISCUSSIONE IL MIO TALENTO?! Primo: ho due anni più di te, e solo per questo dovresti portarmi rispetto. Ma dato che sei uno stronzetto borioso, che non ne porta nemmeno al suo capitano, so già che non posso pretendere troppo da te! Secondo: il fatto di essere il figo che sei ed essere adorato dalle donne, non vuol dire necessariamente che su tutte tu abbia lo stesso effetto o che puoi trattarle in blocco allo stesso modo. Io quelli come te li schiaccio sotto il tacco, ok?! Terzo: ho sgobbato come un mulo per ottenere la fama sportiva che ho, bello mio! Quindi NON OSARE MAI PIÚ dire che ho culo, se non per riferirti al mio delizioso fondoschiena, chiaro?!- sciorinò, indicando la parte del suo corpo a cui si riferiva.
Rukawa alzò un sopracciglio e serrò la mascella. –Non te la dare tutta questa importanza, perticona… Sei solo un bluf. Se non ci fosse stato Mitsui, non saresti andata da nessuna parte!-.
Mayumi sbarrò gli occhi e respirò come se le avessero dato un cazzotto in pieno stomaco.
-Adesso basta! Ma che vuoi da me, eh? Ne ho piene le tasche della tua boria, Rukawa! Ora è arrivato il momento di mettere in chiaro questa situazione, e poi non voglio più saperne di te!- gli urlò in faccia.
-Tsk, e che vuoi fare? Picchiarmi?-.
-Ammetto di essere tentata, ma no! Questa cosa è nata sul campo, quindi ti straccerò sul campo! Stavolta ci siamo solo noi, io e te, Ashida e Rukawa. Uno contro uno, Super-Matricola, senza esclusione di colpi. Al meglio dei venti punti e non valgono i tiri da tre- lo sfidò lei.
-Hn, come ti pare…- assentì lui, già pregustando la sonora sconfitta che le avrebbe inferto.
La ragazza si legò i capelli e, mentre si sistemava i pantaloncini, disse fissandolo negli occhi con un sorrisetto irriverente –Non piangere, poi…-.
-Gioca- tagliò corto lui, lanciandole la palla.
Il match ebbe inizio. Mayumi iniziò a portare palla e, velocemente, provò a dribblare il suo avversario. Rukawa non si fece spiazzare, e subito le impose la sua marcatura più stretta.
Non ti farò neanche respirare pensò, quando la schiena di lei venne a contatto con il suo torace.
-Thò, a quanto pare sei capace di marcare anche senza commettere fallo! Sorprendente!- lo schernì lei, puntando un piede a terra, proprio tra le gambe del ragazzo e voltandosi di scatto.
Erano faccia a faccia. –Non mi spaventi, ragazzino…- mormorò.
Poi accadde tutto con estrema rapidità. Mayumi fece rimbalzare il pallone sotto il braccio sinistro del ragazzo, facendo perno sul piede lo aggirò completamente dall’altra parte, riprese il pallone, due passi, stacco e…
-E due!- disse con nonchalance, guardandolo.
Lui rimase impassibile. –Palla a me- disse soltanto.
Stavolta fu lui a cominciare. Sicuramente la sua statura e stazza fisica lo avvantaggiavano in un corpo a corpo con lei, ma la ragazza era veloce e tenace. Presto, infatti, se la ritrovò addosso come fosse incollata.
Sentiva inevitabilmente le forme di lei aderirgli alla schiena. Gli salì un moto di stizza, perché la cosa, inspiegabilmente, lo stava distraendo. Improvvisamente la sentì allontanarsi, ed approfittò per girarsi e tentare l’inserimento. Volò a canestro. Lei tentò un salto difensivo, ma fu inutile. La schiacciata andò a segno.
–Due pari- sibilò lui, lanciandole il pallone.
Wow…È davvero bravo, devo ammetterlo… E non solo quello… ragionò Mayumi. Era vero, lo detestava con tutta se stessa per il suo modo di fare. Ma bisognava essere oggettive: Rukawa era davvero un ragazzo affascinante e la cosa, ora che erano impegnati in quel match atipico, le stava facendo un certo effetto.
Prese il pallone e ricominciò.
Lo scontro si animò subito dopo. Il tasso agonistico di entrambi era alto, e nessuno dei due sembrava voler in nessun modo cedere il passo. Dopo un altro paio di azioni, che li avevano portati su quattro pari, la questione perse il suo carattere sportivo.
Era diventato un gioco al massacro. Non c’erano più margini alle regole, non contavano più nemmeno i falli.
La marcatura divenne una danza adrenalinica, gli spazi si riducevano e le reazioni fisiche erano evidenti. Presto furono entrambi sudati ed ansimanti, con il fiato corto e gli occhi brillanti.
Erano sul dodici a dieci per Rukawa quando Mayumi, in attacco, si lasciò prendere alla sprovvista e si ritrovò intrappolata in una marcatura strettissima. Sentiva il cuore di lui battere all’altezza della sua scapola sinistra, ed il calore del corpo infiammarle ogni singolo centimetro di pelle che avevano in contatto. Rukawa avanzò di un passo e la sua gamba si frappose a quelle di lei, mentre con il braccio sinistro la circondava quasi completamente.
Mayumi voltò appena la testa e si trovò il viso di lui a pochi centimetri dal suo. -Stai giocando sporco, ragazzino- bisbigliò con il fiato corto.
Lui non rispose, ma tentò di rubarle la palla che lei teneva stretta vicino allo stomaco. Il tentativo andò a vuoto, ma la sua mano finì inevitabilmente per sfiorarle prima l’addome e poi il fianco.
In quel momento sentì una scarica colpirlo al basso ventre. Mayumi, anche lei stordita da quel contatto, però si accorse del momento di esitazione e ne approfittò. Si smarcò e segnò.
Che mi prende? pensò Rukawa.
Alzò gli occhi su di lei. La vide avvicinarsi con fare compiaciuto. Tuttavia, era diversa rispetto a quando avevano cominciato a giocare. Era quasi…
sexy…ma che cazzo vai a pensare, idiota…si disse, scuotendo lievemente la testa.
Mayumi gli si mise davanti, la distanza tra loro era misurabile con un foglio di carta. Lo guardò negli occhi e poi, avvicinandogli le labbra all’orecchio, mormorò con voce melliflua –Di nuovo pari, gioia…-.
Ripresero. Ma, azione dopo azione, quella specie di tensione magnetica sembrava aumentare a dismisura. E lui non riusciva a farci nulla, anzi… Più la sua voglia di batterla cresceva, più aveva desiderio di starle addosso e di sentirla. Inoltre, il fatto che lei gli stava tenendo testa in quel modo, per l’ennesima volta, gli stava facendo correre ancora più forte il sangue nelle vene.
Mayumi, dal canto suo, si sentiva come fuori di testa. A differenza di lui, sapeva esattamente cosa stava succedendo e cosa si stava innescando. Quella che stava correndo tra loro era un’elettricità particolare, dovuta alle forti e contrastanti emozioni che si erano riversate in quella partita.
Faceva fatica a focalizzare i propri pensieri, anche se sentiva dentro di sé crescere due certezze: doveva sconfiggerlo, e... Stronzo, se non fossi così spudoratamente figo...!!!
Ora era in attacco. Lentamente iniziò a palleggiare, da una mano all'altra. Lo guardava diritto negli occhi, ed un sorrisetto impudente gli si dipinse sulle labbra.
-Allora, Super Matricola? Che vogliamo fare? Te la vieni a prendere questa palla, o ti aspetti che... Te la serva su un piatto d'argento?- lo sfidò.
Gli occhi di lui brillarono di stizza. Poi alzò una mano e le fece segno di procedere.
Non se lo fece ripetere. Rapida come un lampo, avanzò in corsa proprio verso di lui, come se volesse sbattergli contro. Quando gli fu a meno di un metro, lui tentò di agganciare la palla, ma mancò la presa. Vide la sfera sfrecciargli sotto le gambe e la figura di lei superarlo a sinistra. Sentì il sui corpo fargli leva sul braccio, e fu costretto a voltarsi. Visse quel momento come andasse a rallentatore: l'intera lunghezza del braccio percorse il torace di lei, finché non percepì sulla mano la morbida rotondità del suo seno.
Poi fu libera. Riprese al volo la palla e andò a canestro. Maledetto! Se continui a mettermi le mani addosso in questo modo non riesco a rimanere concentrata! pensò lei, ansimando.
Rukawa in quel momento sentiva di odiarla sempre di più, un po' perché era evidente il suo talento un po' perché gli procurava quelle sensazioni. Ormai era innegabile: era eccitato.
Erano ormai sul diciotto pari. Quel punto sarebbe stato decisivo.
Rukawa tirò e la palla prese il ferro. Entrambi corsero e saltarono per il rimbalzo. Lui arrivò sul pallone per primo, ma la ragazza non si arrese ed, impertinente, sgomitò quando erano ancora in aria. La sfera gli sfuggì di mano e schizzò via dall'area.
Toccarono di nuovo terra e lui si voltò subito per recuperare la palla. Nel farlo le diede una spallata, e la ragazza perse l'equilibrio.
Fu tutt'uno: Mayumi si sentì cadere ed istintivamente allungò il braccio per aggrapparsi al primo appiglio stabile che avesse trovato. E quell'appiglio fu la maglia di lui. Cadde a terra, trascinandolo con sé.
Si ritrovò a stringere gli occhi, stesa sul parquet. Il cuore le batteva all'impazzata ed aveva il fiato corto. Sentiva un peso gravarle addosso e, quando aprì gli occhi, si ritrovò faccia a faccia con lui. Le era disteso sopra, le gambe intrecciate alle sue ed un gomito puntellato appena sotto il suo braccio destro. Si fissarono quasi rabbiosamente, entrambi ansimanti.
-Soddisfatta?- ringhiò lui, al limite della tensione, abbassando il viso sul suo.
-Non ancora- sibilò lei.
Poi, la ragione si polverizzò e si ritrovarono avvinghiati in un bacio rovente in cui non c'era tenerezza, ma con il quale sembravano ancora voler imporre la propria supremazia sull'altro.
Mayumi gli mise una mano tra i capelli e lo tirò ancora di più verso di sé. Alzò la gamba sinistra e gli cinse la vita, così da far aderire i loro bacini.
Le loro lingue si incontrarono più e più volte, mentre dei gemiti sommessi già uscivano dalle loro gole.
Rukawa non era più in sé. La sua mano corse velocemente lungo la gamba di lei, fino a raggiungere il fianco. Violentemente le sollevò la maglietta, la liberò dall'ingombro del reggiseno e la palpò rudemente.
Mayumi si sentiva andare a fuoco. Non ce la faceva più, l'eccitazione le era salita alle stelle. Con la mano gli strinse i capelli e si liberò dal bacio scendendo con la bocca sul suo collo. Lo leccò, poi lo morse. Lo sentì gemere.
Lui scese con la testa sul suo seno, passando la lingua su tutti i punti che poco prima aveva toccato.
Non sembrava esserci tregua, solo una febbrile frenesia, un'urgenza sfiancante.
Quasi con disperazione, Mayumi iniziò ad armeggiare con i propri pantaloncini e, tornando a baciarlo, riuscì definitivamente a liberarsene. Poi gli prese la mano e se la portò tra le gambe.
Non parli più adesso, eh? pensò lui. Rapidamente le scansò le mutandine, poi le entrò dentro con due dita. Un ansito sfuggì dalle labbra di lei, subito messo a tacere da un altro bacio violento.
Bastardo, pensi che sia così facile? con un gesto di stizza gli strattonò via la mano, senza riuscire a trattenere un gemito. Rapidamente gli avvinghiò le gambe intorno ai fianchi, lo liberò dai pantaloncini e dall'intimo e con un gesto fluido lasciò che le entrasse dentro.
Rukawa ansimò di piacere, tuttavia si irrigidì per la sorpresa di quel gesto irruento. Serrò gli occhi, e quando li riaprì incontrò lo sguardo incandescente di lei.
-Umf, pivello...- gli disse, leccandosi le labbra.
Qualcosa nel ragazzo si risvegliò. L'amplesso che ne seguì fu un misto di rabbia, agonismo e senso di rivalsa. Fu breve, ma sconvolgente.
Con un sospiro, Mayumi puntellò le mani sul suo petto e lo scansò da sé. Rukawa si lasciò andare, stendendosi al suo fianco. Entrambi giacquero ansimanti con gli occhi fissi al soffitto.
Un silenzio gelido cadde nella palestra.
Mayumi si tirò a sedere, ricomponendosi. Si alzò in piedi, raccolse i pantaloncini e si rivestì. Il suo sguardo vagò per qualche istante, poi un sorrisetto le si dipinse in faccia.
Voltò leggermente il capo verso di lui ancora a terra. Uomini... pensò.
Si mosse rapidamente verso l'altra metà campo e recuperò la palla. Palleggiando con disinvoltura si avvicinò nuovamente al canestro.
Rukawa, sentendo il rumore del pallone sul parquet, girò la testa e seguì i movimenti di lei con lo sguardo.
Gli si fermò a fianco, fissandolo. Un ultimo palleggio e il tiro...
Uno scintillio negli occhi di lei fu l'ultima cosa che notò prima che la palla si insaccasse nella retina del canestro.
-...e venti- disse Mayumi con sufficienza mentre già gli voltava le spalle, dirigendosi all'uscita.

_________________________________________________________________________________

PUFFOLINI DELLA MIA ESISTENZA TRAVAGLIATA E PRIVA DI STIMOLI CREATIVI!!! ME SCUSERETE PER IL RITARDO!!! HO AVUTO DEI SERI PROBLEMI A SCRIVERE QUESTO CAPITOLO! E LA COLPA è TUTTA DELLA BASTARDISSIMA KITSUNE, IL CUI PERSONAGGIO NON SI PRESTAVA MINIMAMENTE ALLA SCENA FINALE!!! HO DOVUTO FARE I SALTI MORTALI PER RIMANERE IC (E NON SONO SICURA NEMMENO DI ESSERCI RIUSCITA DEL TUTTO... MA VOI MI PERDENERETE: HO FATTO DAVVERO DEL MIO MEGLIO!).
QUESTO CAPITOLO è STATO PARTICOLARMENTE DIFFICILE DA SCRIVERE, TANT' è CHE MI CI SONO VOLUTI BEN 10 GIORNI... SPERO SOLO CHE SIA VALSO LA VOSTRA ATTESA!
MA ORA VENIAMO A VOI!

Eiden= Carissima! Benvenuta! Come si dice: meglio tardi che mai! Poco importa che tu abbia cominciato a leggere a ridosso della fine della storia... La cosa che conta è che tu l'abbia fatto e ne sia rimasta soddisfatta. Per me è la gioia più grande! Mi fa un estremo piacere sentirti dire che questa storia è nello stile “Slam Dunk”, perchè mi sono davvero sforzata fin dall'inizio di seguire il filone del sensei Inoue e non portare i suoi meravigliosi personaggi OOC (si, anche quel rompipalle cronico di Rukawa che, per la cronaca, non fa impazzire neanche me, però c'è e ce lo teniamo così!). Ti ringrazio per i bei complimenti sullo stile di scrittura e chiedo venia per gli errori di battitura, ma capita che spesso debba postare senza prestare troppa attenzione al dattiloscritto. Cercherò di fare del mio meglio per evitare anche queste piccole beghe. La cosa che più mi rende contenta è che tu abbia apprezzato i miei personaggi originali e la loro funzione all'interno dell'universo pre-costruito di SD. Ma dimmi un po': che ne pensi di Mayumi in questo capitolo? Come hai detto tu, Potere Alle Donne fino in fondo!!! Aspetterò molto volentieri altri tuoi pareri! Ci conto! Un bacio enorme!

Trilla= Ok, ok... Magari non è che ci sia stato esattamente del tenero... Però qualcosa c'è stato! E che qualcosa! D'altronde, anche due nemici possono attrarsi, no? Hihihi! Che ne pensi? Fammi sapere! Kisses!

Miss_Chroma= Tesoroooo!!! Non puoi capire quanto ti ho pensata mentre scrivevo questo capitolo!!! Tra me e me dicevo “Chissà che ispirazione avrà, Mari, leggendo?!”. Guarda, spero davvero tantissimo di non aver deluso le tue aspettative! Che ne dici di questo atipica “storia” tra i due nemici? Io l'ho trovato un passaggio obbligato... Anche perchè Ru non è uno da Pucci-Pucci Smack-Smack... E nemmeno Mayumi!!! Io penso che sia qualcosa di intrigante... E sono contenta che tu mi abbia appoggiata nel proporre questa accoppiata... Presto ti contatterò per e-mail... Ho qualcosa da mostrarti...! Baci, mia adorata artista del disegno!

Xamia= Tesoro mio, non credo di doverti dire poi così tanto... 'Sto capitolo è stato un parto plurigemellare, e ti ringrazio tanto per l'aiutone monolitico che mi hai dato! (Mmm, anche se poi, era un aiuto non molto disinteressato, dato che la scena “esotica” toccava al tuo alter ego!! Bashtardona! Ora non sei più curiosa, immagino! Sei soddisfatta? I love you, tua Rei!

Aka_Z= Ed ecco il tuo capitolo dal rating alto... Non è proprio rosso, ma un bell'arancione!Ti ha soddisfatta?! Io direi che il buon Ru più domato di così non si può! E' stato un vero casino scrivere questo capitolo, un po' all'inizio ho avuto problemi seri con la gestione di Akagi e dei suoi sentimenti... Ed un po' alla fine con questa dannata scenetta hard! Il pezzo più semplice è stato quello centrale! (Ma và?! Chissà perchè! Uhuhuh!)... La reazione di Rukawa, comunque, è presto arrivata... Purtroppo per lui non è stata una vera e propria vendetta! Oddio, in realtà possiamo dire con certezza che la cosa non gli sarà affatto dispiaciuta sul lato fisico... Ma indubbiamente il suo orgoglio, stavolta più di tutte, ci metterà un po' a smettere di inveire contro l'universo intero! Per rispondere al tuo PS dello scorso commento:la sfida ce l'avevo in programma già da un po'... D'altro canto era funzionale a questo capitolo! MVPuffolin, io aspetto come sempre la tua opinione e spero proprio di aver soddisfatto il tuo palato fino! Un bacio enorme!

Scorpy= Ehi! Avrai la pazienza per finire questa ff ed attendere che cominci a scrivere il seguito? Io credo di si... Anche perchè sto preparando una storiellina mooolto simpatica che, come ho già detto, incontrerà parecchio i tuoi gusti! Nel frattempo, spero che questo capitolo ti abbia stuzzicata! Credo che Mayumi, in questa sede, abbia raggiunto il top del suo personaggio! NO! Compassione per Rukawa?! Stiamo scherzando?! Dopo l'ultima scena ci ha pure rimediato “il dolce”! Perchè compatirlo? Uhuhuh! (povero Ka-chan!). Sono contentissima che i tuoi esami siano stati un successo, ti ho pensato spesso e speravo proprio di riuscire a supportarti in qualche modo! Brava! Aspetto una tuo opinione su questo capitolo! Un bacio grande!

Kobe90= Ciao!! Quando ho letto di nuovo il tuo nick c'è mancato poco che svenissi! E che recensione, ragazzi miei! Ti ringrazio tantissimo, il fatto che una grande estimatrice di SD ma soprattutto di basket non abbia trovato da ridire sulle mie scelte! Lo so... Il volpino è “baskettomane inside”, e francamente ( a prescindere da tutti i riferimenti fatti da Inoue) non sarei riuscito a vederlo di nessun'altra squadra che non fossero i Celtics! (Il riferimento ai play-off era doveroso... Peccato non poterne mettere altri! Soprattutto alla vittoria della “sua futura squadra”! Mi scuserai, ma il mio statu di tifosa non riesce a rimanere troppo calmo!). Bhè, in effetti la parte in cui la kitsune chiede scusa (seppur a suo modo) è stata esilarante, e la dicotomia che gli ho creato con il personaggio esplosivo di Mayumi è esplosa in questo capitolo, nella scenetta finale! Che ne pensi? In effetti credo che la tensione agonistica assomigli molto alla tensione sessuale, in qualche modo... Poi se a giocare sono Mayumi e Kaede... Che altro poteva succedere? In effetti a Rukawa non ne ho fatta passare una, di figuraccia... Ma che altro potevo fare? Il suo personaggio è così dannatamente riuscito... Almeno stavolta volevo farlo sembrare più umano, nei limiti dell'IC! Cmq c'avevi preso sul fatto che sarebbe successo qualcosa, ha davvero l'occhio lungo! (sappi che con la parte sui 3 comandamenti di Rukawa mi hai fatto sentire male dalle risate! Che spasso!). Passando all'altro versante della storia... Bhè, in effetti ti dirò che se dopo questo capitolo Akagi non si da un colpetto di defibrillatore, è quasi sicuro che non ce la possa fare! Anche perchè, come avrai visto, il nostro Hisashi è davvero sul piede di guerra! Ma tanto, gira che ti rigira, non è sempre la donna a scegliere? Questa partita sembra essere quasi esclusivamente nelle mani di Rei... Sempre che il Gori decida finalmente di calare le sue carte e giocare a viso aperto... Chissà, vi lascio nel dubbio... Tanto mancano solo 3 capitoli! Ti ringrazio tanto per la bella recensione e sono contentissima che tu abbia continuato a seguire la mia storia! Aspetto fiduciosa di sapere cosa ne pensi di questa parte finale! Kisses!


OK, MIEI MAGICI PUFFETTI... IO VADO... ANCHE PERCHè, CALCOLANDO CHE STO POSTANDO CON 4 GIORNI DI RITARDO, MI DEVO IMMEDIATAMENTE METTERE A SCRIVERE IL CAPITOLO 28! PER VOSTRA FELICITà!
MANDO UN MEGA BACIO ANCHE A TUTTI QUELLI CHE MI LEGGONO SENZA COMMENTARE... PERCHè ANCHE VI SIETE SPLENDIDI!
UN BACIO “ESAURITO” DA

LIGHT DN

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Cap. 28 ***


A Nagano, quella mattina, il tempo era nuvoloso. Si stava preparando un bel temporale estivo che avrebbe abbassato le temperature e, probabilmente, rinfrescato le idee di tutti quanti.
Quella luce soffusa ed ovattata sembrava perfetta per illuminare la scena della partenza delle due “collaboratrici” dello Shohoku Basket Team.
Prima di iniziare a studiare, l’intera squadra le aveva accompagnate alla fermata dell’autobus che le avrebbe riportate a Yokohama. Così, una volta caricate le borse, erano iniziati i saluti.
Rei aveva riassunto, seppur in toni decisamente più moderati, il suo contegno da Ice-aki. Tutto sommato non le dispiaceva il fatto che gli altri la temessero e rispettassero, perciò si era limitata a cordiali strette di mano correlate da sorrisi di incoraggiamento e parole di sostegno. L’unico gesto affettuoso, ovvero una pacca sulla spalla, lo riservò per Kakuta che per poco non si fece prendere da un ictus per l’orgoglio!
Certamente aveva salutato Ayako con molto più trasporto, addirittura abbracciandola. In fondo la ragazza più giovane sapeva parecchie cose su di lei, ormai, e tutto sommato si era rivelata una buona ascoltatrice, una persona equilibrata e, perché no, una discreta amica. Le si era affezionata e sapeva già che in un certo senso, la sua presenza le sarebbe mancata.
Anche lei, tuttavia, non aveva potuto esimersi di provare una stretta allo stomaco, mentre, salendo sul pullman i suoi occhi avevano incontrato prima quelli di Akagi, carichi di nuova decisione, e poi quelli di Mitsui, carichi di promesse. Era stata colta da un brivido, che subito aveva scacciato. Poi aveva alzato la mano e salutato tutti.
Ovviamente, si era avuto il canonico momento di panico quando Sakuragi si era avvicinato a Mayumi per porgerle i suoi “omaggi” prima che si separassero.
Scene da delirio post atomico. Vennero tirati in causa parecchi santi, gente morta, problemi di salute, il buco dell’ozono, il prodotto interno lordo della Malesia e tutta un’altra serie di scuse inconsulte. Il povero Hanamichi era disperato, sembrava proprio non farsi una ragione del fatto che la sua equinottera saltellante lo stesse abbandonando tra i monti, solo ed incompreso.
Quando finalmente riuscirono a scollargli la belva di dosso, la cestista aveva salutato il resto della squadra calorosamente. Voleva bene a quei ragazzi e non si vergognavi di dimostrarlo. Addirittura si era arrischiata a dare un pugno cameratesco sulla spalla di Akagi, che l’aveva gelata con uno sguardo severo. Tuttavia lei non si era scomposta di una virgola e gli aveva riso in faccia, salutandolo con la mano.
Chiaramente l’unico a cui non rivolse nemmeno uno sguardo fu Rukawa, il quale si era adeguato perfettamente alla situazione. Se possibile, i due sembravano odiarsi più di prima, a dispetto dell’incontro rovente che avevano avuto solo poche ore addietro. Evidentemente la matricola non doveva aver preso bene il modo in cui Mayumi aveva messo fine alla loro “gara”, e nei suoi occhi scintillava una luce rabbiosa che, però, solo la ragazza colse. Agli altri sembrò solo completamente disinteressato alla partenza delle due, sicché non diedero peso al fatto che, pur avendo concesso ad Hosaki un mezzo mugugno biascicato in segno di commiato, non avesse degnato l’altra ragazza nemmeno di uno sguardo.
Così, dopo molte raccomandazioni e rimandi ad incontri futuri entro i prossimi quindici giorni, il pullman che aveva a bordo le due si era messo in viaggio.

 
Il paesaggio naturale delle montagne giapponesi scorreva veloce davanti agli occhi di Mayumi.
Erano partite ormai da quasi tre ore, ed in quel lasso di tempo l’unica cosa che aveva potuto fare era stata guardare fuori dal finestrino. E questo non perché non avesse delle riviste o perché le si fosse scaricato l’I-pod…
La verità era che avrebbe voluto chiacchierare con Rei e invece, a quanto pareva, l’amica aveva avuto un attacco di amnesia acuta, per cui sembrava non sapere chi lei fosse. Questo comportava automaticamente che da quasi dodici ore non le rivolgeva la parola.
Sbuffò, guardandola con la coda dell’occhio.
-Hai intenzione di continuare con questa sceneggiata ancora per molto? Riuscissi a capire che t’ho fatto, poi…- borbottò, senza voltarsi.
Rei finse di non sentirla per la miliardesima volta e continuò a leggere il suo libro con aria presa ed interessata.
Mayumi, a quel punto, perse la pazienza. Si volse di botto verso l’amica e, con occhi saettanti, la interpellò furente.
-Lo sai, vero, che quando fai così sei la regina delle stronze? Guarda che nemmeno tu sei perfetta, tesoro mio! Se dovessi mettermi a fare un elenco di tutte le stupidaggini che hai fatto tu negli ultimi anni, ci tirerei su un’enciclopedia universale!-.
Rei si grattò lievemente un orecchio, poi le lanciò una falsissima occhiatina confusa.
-Prego, scusami? Dicevi?-.
L’amica sbarrò gli occhi.
-Non ti permetto di assumere questo atteggiamento bigotto con me, Rei! È da ieri sera, quando ti ho raccontato quella cosa, che hai messo questo muso assurdo e non mi parli… Che problema hai?- furoreggiò, risentita.
Gli occhi di Rei si spostarono con una lentezza esasperante dal libro al volto di Mayumi. Erano due sottilissime fessure, dalle quali si poteva quasi intravedere lo scintillìo iracondo delle iridi scure.
-Che problema ho? Mayumi, evidentemente non è ben chiaro neanche a te quello che è successo ieri sera, e la cosa mi preoccupa alquanto dal momento che eri presente! Sicché te lo spiegherò io, che ero assente ma forse un po’ più partecipe a me stessa, con parole semplici e coincise: ti sei scopata Rukawa in palestra, e lo hai mollato lì con i gioielli di famiglia al vento!!!-.
Si susseguirono uno sbuffo e uno sguardo seccato.
-E con ciò? Che sarà mai? Anche tu ti sei imboscata un paio di volte e ti sei chiusa in camera con…-.
-MAYUMI!-.
-Non alzare la voce! Tanto più che mi fai la predica proprio tu, che sei innamorata di uno e flirti con un altro!-.
Rei divenne paonazza, poi sibilò -Vorrei farti presente, mia cara, che non è vera un’ H di quello che stai blaterando…-.
-A no?!- la sfidò l’amica.
L’atleta distolse lo sguardo. Forse aveva parlato a sproposito, ma in quel momento non si stava parlando realmente di lei.
-Mayumi, mi sorprende il fatto che tu non stia capendo i motivi per cui ce l’ho con te…-.
-Ah, i motivi!! Allora ce n’è più d’uno! Andiamo bene! Bhè, aspetti che ti debba tirare giù tutto il calendario, per spiegarmeli?!- si risentì la cestista.
Rei sospirò.
-Come vuoi. In fondo hai ragione, non ha senso che io ti tenga il muso…-.
-Ecco brava! Talking, Ablare, Parler, Spiken… Parlare!- fece Mayumi, esibendosi in uno dei suoi soliti teatrini verbali.
La faccia di Rei si deformò in un broncio singolare, che sapeva di contrarietà e seccatura.
-Ok, come vuoi. Da dove comincerò, allora? Forse sarebbe il caso di iniziare dal fatto che, magari, dopo questa tua performance stile “Pornodiva Agonistica” c’è il rischio che la sottoscritta possa perdere di credibilità! Cacchio, Mayumi, ero andata là per aiutarli nelle materie in cui erano rimasti indietro, per dare loro l’esempio! Cos’è, t’eri accorta che Rukawa arrancava un po’ in Educazione Sessuale ed allora il tuo spirito di Wonder Teacher ha preso il sopravvento?! Pensa che figura meschina…-.
Gli occhi dell’amica erano due spifferi da cui usciva una bufera gelida.
-Come ti permetti? Ti stai mettendo sul piedistallo con me, Rei?! Lo sai perfettamente che questo giochetto lo puoi fare con tutto il resto del mondo, ma non con la sottoscritta! Vuoi che ti chieda scusa per aver macchiato la tua candida immagine di Donna Imbattibile? Piuttosto mi trancio le dita dei piedi con le cesoie!-.
Aveva alzato un po’ troppo il volume, così buona parte degli altri passeggeri sul pullman si era girata a guardarle, incuriosita.
-Bhè, che avete da guardare tutti? Non avete mai visto un litigio tra innamorate? Eh?! Bigotti del cavolo!- strepitò Mayumi, girandosi di scatto e piazzando una sguardo  iroso su tutti coloro che le stavano fissando.
Si rimise al suo posto e notò che Rei se la rideva sotto i baffi.
-E tu che ti ridi? Guarda che gira che ti rigira è sempre colpa tua se faccio queste figure del cacchio volante!-.
E così dicendo, la moretta mise il muso con tanto di braccia conserte e collo incassato nelle spalle.
Rei si asciugò una lacrima.
-Si, certo, come no… Perché nella tua testa ci sono io a suggerirti queste frasi da avan-spettacolo di quart’ordine vero? Oddio, mi farai morire dal ridere, un giorno di questi…-.
Mayumi si rilassò, tuttavia il suo viso era ancora ombrato dalla serietà.
-Fatto sta, cara Rei, che questa cosa non si risolve certo con l’averti fatto ridere! Ti rendi conto? Non solo non mi rivolgi la parola da più di mezza giornata, ma ora mi fai anche la predica perché ti ho rovinato la reputazione! Non me lo sarei mai aspettata da te, una cosa simile!-.
L’amica la fissò negli occhi, inizialmente senza parlare. Stava cercando di capire esattamente cosa dovesse dirle in quel momento. Poi sospirò.
-Ok, May, ok… Hai ragione, non mi sono regolata. Ma tu sai anche come sono fatta, vero?-.
-Sei fatta male!- la rimproverò l’altra.
-Probabilmente si… Sai, essere figlia di una donnetta senza spina dorsale e di un ubriacone omicida a volte porta a non avere proprio tutte le rotelle a posto, o no?- disse, simulando una domanda che non era ben chiaro se fosse rivolta all’altra o a se stessa.
Riuscì comunque a far sentire Mayumi piccola come un granello di polvere.
-Lo sai che non intendevo questo…- mugugnò senza guardarla in faccia.
Rei sbuffò, poi fece una smorfia interdetta.
-Lo so che non intendevi questo, ed io ho gonfiato la cosa per vendicarmi dell’alzata di prima… Dai, seriemente… Ho esagerato a non parlarti tutto quel tempo, Mayumi, ma devi capire che ci sono delle cose di te che proprio non riesco a mandare giù. Tra cui, e forse per prima, questa!- esclamò.
-È così allucinante, per te, pensare che la tua immagine possa essere infangata anche solo un pochino? Diavolo, ci sono andata io con Rukawa, mica tu, poi!- si agitò Mayumi, che ancora non aveva inquadrato la situazione.
L’amica la guardò in modo contrito, scuotendo la testa.
-No, May, non ci siamo… Lo vedi? È vero che io ti ho fuorviato con il mio atteggiamento di ripicca… Ma, francamente, me ne strafrego della mia reputazione!!! Dopo tutto quello che è successo a Nagano più che mai!!!-.
Gli occhi di Mayumi si persero. Era confusa, non capiva dove l’altra volesse realmente arrivare. Poi un pensiero la colse, ed in un secondo ebbe perfettamente chiara la situazione. Adesso sapeva cosa aveva tanto colpito Rei da spingerla a non parlarle…
-Ti prego Rei, ti supplico! Non mi va di…-.
-Non ti va cosa? Senti Mayumi, non stiamo qui a prenderci in giro come se fossero due giorni che ci conosciamo! Tra l’altro vorrei ricordarti che le volte in cui tu mi hai costretta a parlare di cose che mi erano sgradite non si contano esattamente sulla punta delle dita! Perciò questa volta non farà eccezione… Cambiano solo le parti!- fece l’atleta, assestando un colpo diretto.
Cadde un brevissimo silenzio, durante il quale le due ragazze si studiarono come fanno due avversari durante una gara. Soltanto che non v’era agonismo tra le due, solo la consapevolezza di chi vede qualcuno fare un errore e quella di chi lo compie e non vuole sentirselo dire.
Poi Rei parlò di nuovo.
-Mayumi, lo sai che ti voglio bene, no? E sai anche, come lo so io, che non puoi continuare in questo modo…-.
-Non so a cosa ti riferisci…- bisbigliò di rimando l’altra, abbassando lo sguardo.
-Ah no?! Vuoi dirmi che non sai che mi sto riferendo al fatto che gli ultimi incontri ravvicinati che hai avuto con dei ragazzi sembrano la copia sputata di questo tuo “Porno Teatrino” con quel vanesio di Rukawa?-.
-E anche se fosse?- tentò Mayumi, simulando indifferenza.
La faccia di Rei nel giro di pochissimi istanti passò dall’ironico al furente. Mayumi sentì un’inattesa morsa ferrea serrarle il braccio e si ritrovò faccia a faccia con due pozze scure che ribollivano di irritazione. La voce le carezzò l’orecchio come il sibilo di una lama.
-E anche se fosse, Mayumi Ashida?! Qui non siamo davanti a un “se fosse”, ma ad un “è”! Sei preoccupante, lo sai? Credi davvero che sarei riuscita ancora per molto a fare finta di niente con te? La verità è che, ora che mi sono liberata dal peso che mi schiacciava il cervello, mi posso preoccupare anche di te e della piega allucinante che sta prendendo la tua vita!- sentenziò Rei, strattonandola.
I loro occhi si incontrarono. Furia ribelle contro calma colpevole. Mayumi sapeva esattamente a cosa si riferisse la sua amica, ma come sempre preferiva seppellire il problema che la faceva soffrire, piuttosto che fargli prendere corpo e dargli movimento.
Rei non si fermò, anzi: procedette come una schiacciasassi, battendo il ferro finché era caldo. Era una vita che Mayumi faceva così con lei, ed il fatto di abusare così tanto della pazienza e del tempo della sua amica l’aveva sempre fatta soffrire. Ma ora era tutto diverso. Ora i suoi orizzonti erano aperti di nuovo e si sentiva pronta a prendere davvero il suo posto nel mondo.
Ora era il momento di fare quello che doveva, ma che non era riuscita per troppo tempo.
-Io sto bene, Rei… Non c’è nessun problema!- disse l’amica, cercando di essere il più convincente possibile.
-BASTA MAYUMI! Sono tre anni che questa farsa va avanti! Prima ero troppo fragile per potermi sobbarcare anche un problema altrui, ma adesso sono stanca di vedere te che riesci a mentire anche a te stessa, guardandoti negli occhi allo specchio!!! Porca miseria!  Ma davvero ti sta bene avere diciotto anni ed essere completamente terrorizzata dall’amore, tanto da non voler neppure vivere qualcosa che ci assomigli?!-.
-Non è vero! Semplicemente io sono uno spirito libero, non voglio legami e al grande amore non ho mai creduto…-.
Di nuovo il viso di Rei si piazzò a mezzo centimetro dal suo.
-Finiscila di trattarmi con condiscendenza, May… Abbiamo vissuto fianco a fianco come fossimo sorelle, negli ultimi sei anni. Proprio a me vieni a raccontare di essere quella che non sei? Mi viene da ridere se penso a quanto mi hai criticata per essermi costruita un personaggio fasullo per proteggermi, quando anche tu in realtà hai fatto lo stesso! Tu credi che io abbia dimenticato tutto, perché troppo presa dai miei problemi, ma non è così cara mia! Non ho dimenticato la ragazzina romantica e dolce che sognava il principe azzurro, l’happy end con tanto di bacio sotto le stelle, il fare l’amore con la persona che si ama… Eri tu quella ragazzina, Mayumi!-.
L’altra sentì una fitta potentissima alla bocca dello stomaco. Era vero, l’aveva sempre saputo. Ma di certo era molto più semplice fare finta che quella realtà non fosse mai esistita, piuttosto che accettare il fatto di averla cancellata per paura di soffrire. Ancora.
Sentì la voce di Rei prima della mano che le si poggiò delicatamente sulla sua.
-Senti tesoro… Non credi che sia arrivato il momento di parlarne una volta per tutte? Non voglio credere che anche a te stia bene questo ruolo di fatalona facilona che ti sei imposta… Dai…-.
Sospirò e ammise finalmente con se stessa che il tempo di tirar fuori tutto era ormai arrivato.
-Da dove vuoi che cominci? Ma si, domanda idiota… Cominciamo dalla causa scatenante… Da Satoshi Roito…-.
Maledetto bastardo…pensò Rei, quando quel nome rivenne fuori dopo tutto quel tempo.
Satoshi era il famoso primo amore di Mayumi. Stettero insieme per un anno intero, quello che coincise per lei con la terza media. La ragazza era pazza di lui dal primo giorno in cui l’aveva visto, ovvero quando era andata con i suoi in vacanza al mare durante le vacanze estive del secondo anno. Erano diventati amici per caso, giocando a beach volley, ed avevano scoperto di essere entrambi di Yokohama. Era un ragazzo dall’indiscutibile fascino: occhi verdi, capelli ricci e neri, alto e dal fisico statuario. Giovava a calcio ed era il portiere della squadra della sua scuola. Era simpatico, sveglio ed estremamente vitale. Il suo sorriso, diceva sempre Mayumi, avrebbe potuto invertire il corso delle cascate del Niagara.
Tornati in città avevano continuato a sentirsi e a vedersi per parecchio tempo, ma senza che tra loro succedesse nulla. Più Mayumi lo frequentava e più se ne innamorava. L’anno scolastico finì e cominciò quello nuovo. Per la ragazza era iniziato l’ultimo anno delle medie, mentre Satoshi si era iscritto alla scuola superiore del Takezono. Proprio in quel periodo, lui si era dichiarato e quindi i due si erano messi insieme definitivamente.
Mayumi non ne parlava mai troppo spesso, e Rei sapeva che lo faceva solo per non mettere lei in difficoltà. Però vedeva la luce di felicità che sprigionava dagli occhi dell’amica, e questo la rassicurava sul fatto che era soddisfatta e profondamente innamorata di quel ragazzo che, a quanto pareva, lo era altrettanto di lei.
-Perché non sei mai voluta andare a fondo di questa cosa, May? Sono tre anni che fai finta che non sia successo niente…-.
Inizialmente la ragazza tacque, ad occhi bassi. Poi sollevò il viso e, finalmente, parlò.
-Satoshi mi ha… Cambiata. In tutti i sensi. È vero, ero romantica e sognatrice, e lui mi ha reso ancora più in quel modo! Era perfetto… Mi ha fatto innamorare come una stupida, mi ha fatto credere che l’amore vero esiste e che per ogni principessa c’è il principe giusto… E poi…-.
Nuovo silenzio affranto, una cosa piuttosto inusuale per lei.
E poi c’è stata la mia rottura con Akagi, la mia crisi… Il periodo che non mi hai lasciata sola un attimo… Satoshi Roito, se mai riuscirò a metterti le mani addosso…riflettè Rei.
Satoshi, nel periodo in cui Mayumi era stata accanto a lei per aiutarla a superare quel momento terribile, era diventato insofferente, ed era cambiato. Per tutte le vacanze invernali sembrava essere sparito… Poi, un bel giorno, pensò bene di mollare Mayumi su due piedi, accusandola di averlo trascurato, di non volerlo più, di essere cambiata. La ragazza era caduta dalle nuvole ed aveva cercato di spiegargli la situazione. Non ci fu verso di farlo ragionare. La lasciò senza ulteriori parole.
Un paio di giorni dopo, durante cui Mayumi s’era chiusa in un mutismo lacerante, andando a fare la spesa li aveva visti: Satoshi era mano nella mano con una ragazzina dai capelli variopinti, bassina e magrolina, dal trucco pesante e l’aria svanita. Dalla vista all’aggressione pubblica non passarono che pochissimi secondi. Una lite furiosa ne seguì, finché tutta la verità non venne a galla: Satoshi era già un mese che frequentava quella tale Kaiko, periodo in cui Mayumi era troppo presa dai casini di Rei per accorgersi che qualcosa nel suo ragazzo stava cambiando.
La ragazza gli aveva dato del pazzo furioso, dell’egoista e dell’immaturo, ma nonostante ciò fu Satoshi ad avere la meglio su di lei.
–Non sei neanche questo gran che, a letto… La vita vera non è Sole, Cuore e Amore, Ashida… È Sesso, Divertimento e… Sesso!- le disse, per poi girarsi ed andarsene con la bamboletta per cui l’aveva mollata.
Mayumi aveva pianto solo quella sera. Dal giorno seguente era diventata un’altra. Anzi, era sempre lei, allegra, sorridente e gioviale, ma non appena si facesse solo riferimenti a Satoshi… Si cambiava direttamente argomento.
-Quanto sono stata stupida, Rei… Ma che devo fare? Lui sorrideva ed era così meraviglioso! Dannatissimo sorriso…- bisbigliò Mayumi, massaggiandosi gli occhi.
Rei le cinse le spalle con un braccio.
-Senti, May… Ok, è vero, t’ha fregato. Ma le delusioni d’amore capitano a tutti e fanno crescere…-.
-Rei, non posso accettare una filippica proprio da te su quest’argomento…- puntualizzò l’altra, fissandola di sbieco.
L’amica tossicchiò, imbarazzata. In effetti aveva ragione, ma non aveva voglia di mollare.
-Lo so, è vero! Però proprio perché conosco gli effetti devastanti di una cosa del genere, voglio aiutarti! Parlamene, May… Ti prego-.
Un breve silenzio accompagnò i movimenti nervosi di Mayumi.
-Per affermare me stessa e negare quello che mi aveva detto lui…- disse poi, restando con gli occhi fissi sul sedile di fronte.
-Cosa?-.
Finalmente Mayumi tornò a guardare negli occhi Rei.
-Sono i motivi per cui ho smesso di credere all’esistenza dell’amore e per cui conduco una vita sessuale… esotica!- spiegò.
Si fissarono, poi la ragazza proseguì.
-Non voglio più soffrire come ho sofferto per Satoshi… Questo è il motivo per cui non voglio più credere nell’amore… Fa solo star male…-.
-Ma non ti rendi conto che così ti privi anche della parte bella?- si infervorò Rei.
-Certo! Ma non è che si può fare una cernita… Allora elimino tutto il pacchetto e faccio prima!-.
-Ed è sempre per questo motivo che ti butti sempre a capofitto in storie di una sera, o in menage strani e solo sessuali?-.
-No. Quello lo faccio per un altro motivo. Satoshi mi ha umiliata, ricordi? Ha messo in discussione la mia femminilità. Quindi per me il sesso è diventato motivo di rivalsa… Perché mi guardi in quel modo? Credi che ti stia raccontando una palla? Non è così, e te lo dimostra il come sono andate le cose con Rukawa… Lui ha risposto a tutti i miei canoni: figo tanto da essere scopabile, nessun impegno sentimentale ed essenza da vero maschilista bastardo! Il sesso con lui è stata una delle cose più riuscite che abbia mai fatto, al diavolo i due anni che ha in meno…-.
Adesso Mayumi sembrava essere molto più rilassata. Rei comprese che l’amica si era appena levata dallo stomaco un macigno grande come tre anni di silenzio.
La guardò e sorrise dolcemente.
-Era così difficile aprire la tua adorabile boccuccia e parlarne? Siamo dovute arrivare a dodici ore di silenzio per ottenere questo risultato? Certo che sei proprio la peggiore, eh?!- la rimbrottò scherzosamente.
-Umf, da che pulpito…- mugugnò l’altra, di rimando.
-Lo sai che sembravi quasi il tuo Puoi copiare il teamico di letto, ora?- la provocò Rei, con un buffissimo tono sadico.
-E ALLORA!- esplose Mayumi, toccata nel vivo.
Di nuovo tutto il pullman si voltò a guardarle. Rei scoppiò di nuovo a ridere, nascondendosi il viso nella zip della tuta.
-Ti odio, Rei Hosaki…- farfugliò Mayumi, scarlatta in viso.
E ti voglio anche tanto bene, amica mia… Ci proverò a tornare quella di prima…Come stai facendo tu… Insieme ce la possiamo fare! pensò, abbozzando un sorriso.

 
Passarono il resto del viaggio a parlare. Quando finalmente il pullman giunse a destinazione, le ragazze sentivano entrambe che quel viaggio aveva dato nuove sembianze al loro rapporto. Qualcosa era cambiato, tra le montagne di Nagano, le due si sentivano in qualche modo diverse e molto più vicine all’immagine che entrambe avrebbero sempre voluto per se stesse. Tutto sommato erano felici.
Scese dal mezzo, Mayumi si stiracchiò.
-Ah, casa dolce casa! Sono passati solo pochi giorni, ma mi sembra quasi un’eternità! Dai, andiamo a riposarci un po’ e poi… Usciamo! Da domani si riprende la dura vita di tutti i giorni!- fece, sprizzando nuovamente energia ed entusiasmo.
Rei sorrise: la sua amica era davvero sorprendente, tuttavia non poteva impedirsi di pensare che questo ritrovato entusiasmo non fosse altro che il risultato dello sforzo per non gravarle troppo sulle spalle. Scosse la testa. La cosa non le andava a genio, ma sapeva che con il tempo l’avrebbero superata.
-Volentieri, ma prima c’è una cosa che devo fare… Mi accompagni?- chiese, sapendo che l’amica avrebbe capito a cosa si riferiva.
Mayumi la fissò per qualche istante, poi rispose –Certo! Prima il dovere e poi il piacere, Mio Capitano! Andiamo!-.
Presero un autobus, fecero circa otto fermate, poi la metro. Dopodiché si incamminarono.
-Per fortuna che siamo quasi arrivate! Che caldo terribile che fa… Quasi quasi me ne ritorno a Nagano!- blaterò Mayumi, sfoggiando un’andatura da gibbone accaldato.
Rei sghignazzò.
-Certo, diamo la colpa al caldo, ora! Sei una pappamolle, signorina! Non mi capacito di come tu possa essere uno degli atleti più promettenti della prefettura, con questa voglia di vivere che ti ritrovi!-.
L’altra le indirizzò un’occhiataccia omicida e commentò in tono acido –Se non puntualizzi non sei soddisfatta, vero Rei? Comunque sei simpatica come un logorroico depresso!-.
La risata dell’altra proruppe enfaticamente.
-Oddio Mayumi, mi farai morire dal ridere… Comunque siamo arrivate…- concluse Rei, indicando l’edificio di fronte a loro.
Si fermarono di fronte al cancello. Sulla targa opacizzata dalla polvere e dalle intemperie troneggiava la scritta “LICEO SHOHOKU”.
-Certo che più la guardo e più questa scuola mi mette l’ansia… Devi ammettere che è davvero bruttina, eh?- commentò Mayumi , dando di gomito all’altra.
-Bhè, Vostra Maestà, sicuramente non può competere con il complesso in stile ‘800 inglese che compone il Fukuoka! Vogliamo anche aggiungere che al Polo Nord si gela?!- la rimbrottò Rei, stizzita.
-Dio mio, come siamo acide oggi, eh?! Dai, andiamo…- sbuffò Mayumi.
Si incamminarono per il cortile. Passarono davanti all’edificio centrale, dirette verso gli impianti sportivi. Voltarono l’angolo, dirette alla pista podistica, e lì ebbero l’incontro. La sua voce melliflua le raggiunse prima  che potessero vederla.
-Capisci, Haru? Non credo che si possa volere di più dalla vita… Sto frequentando quel figo spaziale del Ryonan, e già questo basterebbe a rendere una ragazza fiera di se stessa! Mettici pure che, con Miss “Non sarai mai al mio livello” fuori dai piedi, ho la strada spianata in squadra… Non che la sua presenza fosse un reale problema… Sono migliore di lei in pista,  e questo è un fatto, ma sapere che non sta lì a fissarmi con quel fare gelido…-.
Mayumi stava già schiumando. Conosceva bene quel tono di voce insopportabile, aveva imparato a distinguerlo quando era andata ad assistere alle gare di Rei. E sapeva anche quale figura le si sarebbe stagliata davanti una volta girato quel dannato angolo. Più di una volta aveva avuto delle schermaglie verbali con quella tizia, e sebbene si conoscessero appena, non la poteva soffrire. Fu così che non riuscì proprio a trattenersi.
-Quanto ci piace di chiacchierare, eh?- esclamò ad alta voce.
Non potè impedirsi di sogghignare in modo trionfante, quando si ritrovarono faccia a faccia con l’espressione smarrita dipinta sul bel viso di quella vipera di Sayuri Kurasawa.
Rei squadrò la ragazza, accompagnata da una sua compagna di classe, da capo a piedi. Sayuri era la quintessenza di tutto ciò che la infastidiva: era bella in modo innaturale ed artefatto, con i suoi capelli meshati di biondo, la pelle diafana perennemente ricoperta da uno strato di trucco steso alla perfezione e una divisa scolastica rimaneggiata in modo da aderirle al corpo come una seconda pelle. Inoltre era frivola, maliziosa, falsa, presuntuosa, melliflua e terribilmente cattiva. Come se non bastasse, poi, era ignorante come un’analfabeta pur atteggiandosi a donna erudita.
La dicotomia tra loro due era stata inevitabile e subitanea. E la cosa che più dava fastidio a Rei era che la ragazza, pur essendo un anno più giovane, non le portava minimamente rispetto, anzi: da subito aveva riconosciuto in lei la sua nemesi ed aveva fatto di tutto per mettersi in competizione.
Rei avrebbe scommesso tutto quello che aveva che se Sayuri avesse saputo di Akagi, pur di farle uno sfregio avrebbe tentato di sedurlo a tutti i costi.
In tre secondi notò l’espressione della ragazza passare dallo sbigottito, al rabbioso, per finire con il finto indifferente. Le apparve più ridicola che mai.
-Thò, il figliol prodigo è tornato, con tanto di guardia del corpo… A cosa dobbiamo tanto onore? La squadra è tornata ed essere degna della tua presenza, Hosaki?- la apostrofò la Kurasawa, fissandosi distrattamente le unghie corte e curate.
Rei vide con la coda dell’occhio Mayumi che stava per partire all’attacco, così le mise subito una mano sul braccio per calmarla. Quando l’amica si volse a guardarla, scosse la testa. Poi rise.
-Ah, Sayuri cara! Devo ammettere che è un vero piacere ritrovarti! Sarà che l’eccessiva tranquillità mi snerva, ho sempre bisogno di una dose di veleno quotidiano! Ed in quanto a questo, il tuo è sempre di ottima qualità! – esclamò ironicamente.
Guardò l’orologio e fece spallucce.
-Oh, ma è molto tardi! Sai, sono venuta per avvertire il coach che riprenderò gli allenamenti con tutte voi domani, e che sono determinata a guidare la squadra alla vittoria dei campionati nazionali. Mi scuserai, vero?- e così dicendo, la aggirò accuratamente e passò avanti.
La faccia di Sayuri si deformò in una smorfia di rabbia.
Mayumi le si fermò accanto, si abbassò verso il suo orecchio.
-Ricomponi i connotati, Kurasawa, altrimenti rendi inutili tutti gli sforzi che fai la mattina quando ti metti lo stucco in faccia…- sibilò, assestando il colpo con malcelata soddisfazione.
I due occhi scuri dell’altre le si posarono addosso, colmi di odio.
-Scherza pure, Ashida… Tanto lo sai che un giorno o l’altro ve la farò pagare, a te e a quell’altra…- mormorò a denti stretti.
Mayumi si era già incamminata, dandole le spalle.
-Intanto paga questo!- disse al alta voce, mostrandole il medio della mano destra.
Provò un momento di pura estasi, quando l’improperio che l’altra le aveva urlato dietro l’avvolse.
Raggiunse Rei, che ormai era arrivata alla porta del Club di atletica.
Si guardarono. Non servì dire niente sull’incontro appena avuto. Semplicemente scoppiarono a ridere.
-Lo sai che prima o poi si vendicherà?!- azzardò Mayumi, asciugandosi una lacrima mentre era ancora scossa dalle risa.
Rei si ricompose.
-Che venisse… La aspetto a braccia aperte!- esclamò, decisa come non mai.
-Vado a parlare con il coach. Mi aspetti qui?-.
-Certo. In bocca al lupo!- disse Mayumi, strizzandole l’occhio.
 

Rei bussò e varcò la soglia senza attendere la risposta.
Un uomo sulla quarantina, con indosso una tuta nera ed un fischietto al collo, era intento a compilare dei fogli. Quando alzò lo sguardo su di lei i suoi occhi brillarono ed il suo volto coperto dalla barba si piegò a formare un sorriso ironico.

-Hosaki! Ma allora sei viva… Ti costava così tanto avvertirmi che saresti sparita per un po’?! Che dovrei fare con te, adesso?- sparò a raffica il coach.
Rei si inchinò subito.
-Mi scusi, coach, ha ragione… La prego di accettare le mie scuse, e di prendere atto che domani ricomincerò gli allenamenti come il resto della squadra…- rispose, mantenendo lo sguardo basso e i pugni stretti.
L’uomo la soppesò, poi si alzò in piedi. La sua voce suonò scettica.
-E perché dovrei farlo senza prendere provvedimenti?-.
La ragazza alzò gli occhi: brillavano di una luce ferina.
-Perché io sono la migliore, e sono pronta a vincere, coach!-.
La risposta fu secca, pronunciata con una voce colma di soddisfazione.
-Bentornata, Hosaki!-.

 ­­­­­­­­­­­­­­­­­­

 

Puffoliniiiiiiiiiiiiii!!! Finalmente ce l’ho fattaaaaaaaaa!!!
Stavo davvero disperando di riuscire a postare questo capitolo, ma alla fine ho avuto ragione sia del mio lavoro, che del cap. 28 , che del resto del mondo!!!
(wonder-LightDN vola nei cieli per sgominare il male!).
Scusate per il terrificante ritardo, ma… Meglio tardi che mai, no?!
Non voglio dilungarmi troppo, adesso, spero solo che il capitolo vi sia piaciuto e che stiate già entrando nell’ordine di idee per leggere il prossimo (che spero di riuscire a pubblicare entro 15 giorni… Lavoro permettendo…).
 

Ora veniamo a voi… Vi devo un po’ del mio tempo, quindi cominciamo:

Trilla=  Ma Puffolina! Perché mi sei rimasta così imbarazzata e senza parole, alla fine dello scorso capitolo??? Non ti è piaciuto? Non ha incontrato le tue preferenze o aspettative? Io ero sicura che ti avrebbe aggradata… E di questo capitolo che mi dici? Più sobrio, meno brillante… Ma indubbiamente pieno di nuove informazioni e fatti essenziali… Lo giuro! Ti mando un bacino ed aspetto la tua opinione in merito!

Xamia= Scusami, Love della mia Vita… Lo so che ci ho messo un’eternità a scrivere ‘sto capitolo, ma davvero non ho potuto fare diversamente. Lo sai. Spero solo che incontri la tua approvazione. Certo, non è brillante come tutti gli altri, ma nel complesso non mi dispiace. La mia paura è, in qualche modo, di aver perso la mano alla scrittura, dopo tutto questo tempo che non butto giù qualcosa. Spero di sbagliarmi… Allora, che ne dici delle mie “finezze” narrative? Quando faccio ste cose mi esalto da sola!!! Grazie di Betarmi sempre e comunque, Love mio, il tuo appoggio ed apporto per questa storia è essenziale, lo sai… Ti voglio bene e… Aspetto una recensione chilometrica anche per questo capitolo! Bacione!

 
Eiden= Ma quanto posso ridere, quando leggo le tue recensioni??? Troppo!! Volevo cominciare facendoti (anche se con ANNI LUCE di ritardo) gli auguri per il tuo compleanno! Dai, in qualche modo l’ho festeggiato con te, pubblicando il cap. 27 proprio in quel giorno!! Sono troppo felice che pensi che Mayumi sia figa, e questo perché… Lo penso anche io!!! Scrivere della sua “gara” con Ru è stato allo stesso tempo difficile e divertente… Ma a quanto pare sono riuscita a farvi amare anche questo avvenimento un po’ strano! Uhuhuh… Rukawa pivello è spettacolare! Per quanto riguarda il fatto che per Akagi il treno sia ormai passato… Mhà, in realtà staremo a vedere cosa succederà… D’altro canto, per quanto Mitsui possa piacerle, Rei non riesce a non pensare a quello che prova per il Gory… Cosa succederà nei prossimi 2 capitoli? Intanto fammi sapere cosa ne pensi di questo… Vedrai che non ti deluderò! Tanti baci!

 

Aka_Z= Il Grande Puffo inginocchiato sui ceci chiede umilmente venia al suo MVPuffolin per il ritardo pauroso con cui aggiorna. Riuscirai a perdonare questo Grande Puffo scellerato?! Volevo dirti una cosa, comunque, a proposito dello scorso capitolo: tu sostieni che Akagi, probabilmente si è già reso conto di aver perso Rei. Ma credi davvero che il nostro beneamatissimo Gory si arrenderà così facilmente? E poi mettici anche che i sentimenti di Rei verso di lui non sono così deboli, Mitsui o no… Hihihi… Staremo a vedere. Chiedo venia, cmq, per aver sconvolto il tuo Ego-Yaoista con la scena Hot Ru-yumi!!! Però vedi? Ormai è chiaro che ho accettato lo yaoi implicito tra Hana e Ru… E non mancherò di dimostrarlo, promesso! Lo farò per la tua fedeltà verso la mia ff nonostante non sia Yaoi! Grazie tante per il tuo perpetuo sostegno, e soprattutto per i complimenti che mi fai ogni volta… Sei meravigliosa! Spero di non averti deluso con questo capitolo. Lo so, è fiacchino, ma propedeutico al gran finale… Garantito! Ora ti mando un bacissimo, in attesa della tua opinione sempre graditissima!!!

 

Miss_Chroma= Mariiiiiiiiiii!!! Ciaooooooo!!! Eccomi! Perdono, perdono, perdono, perdono!!! Lo so, sono una ritardataria, ma non lo faccio apposta!!! Colpa del mio capo “Taoka” che mi schiavizza!! Spero tanto, però, che questo capitolo sia valso almeno un po’ l’attesa… Prometto che farò molto di meglio nei prossimi due, anche perché si può sentire già il rullo di tamburi che accompagna il count down alla fine! Bhè… A te non è che debba dire tanto, anche perché la maggior parte delle cose ce le siamo spifferate tra messenger e di persona! Però voglio cogliere l’occasione per ringraziarti per l’ennesima volta… Quello che fai per me ed il sostegno che mi dai sono impareggiabili! Non so proprio se riuscirò a fare abbastanza per sdebitarmi!! Voglio sapere assolutamente la tua opinione su questo nuovo capitolo! Un bacio enorme alla mia artista del cuore!

 

Lady Hypno=  Puffolina cara! Le tue recensioni mi hanno davvero trasformata in una donna pavone! Me ne vado in giro con “la ruota” dandomi un tono da grande fanfic-writer! Me lo potrò mai permettere?? Chissà, ma sono davvero strafelice di suscitare questo entusiasmo in qualcuno… Tu sei davvero la risposta alle mie speranze di scrittrice: il tuo è il trasporto che volevo suscitare nei lettori quando ho cominciato a scrivere questa storia, e l’esserci riuscita mi riempie di orgoglio. Certo, il pensiero di essere vista come “Guru” mi mette molto in imbarazzo, ma come ti ho già detto, se posso aiutarti in qualsiasi modo nella stesura delle tue storie sarà felicissima di farlo! Metto a tua disposizione la mia minuscola esperienza… Tenendo in considerazione che tu sei già brava di tuo! Ti ringrazio anche per le fan art! Non vedo l’ora di vederne delle altre (tuoi impegni permettendo, ovviamente!). Aspetto con ansia il tuo giudizio su questo capitolo… E ti prometto che gli ultimi due saranno anche migliori! Baci baci alla mia Supporter Sfegatata!!!

 

Sere4Ruru= Cara la mia dolcissima Sere, ma ti pare che prima o poi non avrei potuto mettere qualcosa di piccantello?! Immagino, tra l’altro, che la cosa non ti sia nemmeno dispiaciuta più di tanto dato che uno dei due soggetti in questione è proprio il tuo Ru… Certo, porello: l’ho fatto trattare un po’ maluccio… Ma rimane comunque il figaccio che tanto amiamo! Un bacio e… Aspetto commentino per questo capitolo!

 

Shasa= Sarà proprio il caso di dire “Last but not Least”, Grillino della mia vita artistica resuscitata! Voglio cominciare dicendoti una cosa: ringrazio il cielo di avere una lettrice come te. La tua fedeltà alla lettura è stata sconvolgente… Davvero, non pensavo che mi avresti addirittura lasciato una recensione per capitolo! Ti ringrazio tantissimo, ha significato davvero tanto per me!!! Come ti ho già anticipato via e-mail, con te posso ammettere di aver in qualche modo affermato un mio minuscolo successo personale… Ho accontentato il tuo spirito critico, e devo ammettere che è una bella soddisfazione! Calcola che, almeno per lo scorso capitolo, ero terrorizzata per il tuo giudizio… Capirai, il mio Grillino è il giudice supremo! Non vorrei mai contrariarla!! ;)

Dai, dai… Mega giudizio fracassa-ossa anche per questo capitolo. So giù che è moscio rispetto agli ultimi postati, ma sta facendo da battistrada per gli ultimi due… Ora scappo, ma non prima di averti mandato il mio bacio più grande!

 

Ok, Puffolotti miei adoratissimi e amatissimi! Voglio approfittare di questa sede per ringraziare tantissimo anche quelli che, pur non avendo mai recensito la storia, l’hanno comunque letta e seguita.
Primi tra tutti, saluto e mando un bacio a tutti quelli che l’hanno messa tra i preferiti tra cui Bella07, Black_Mad_Haileay, bluesky, Cappychan, Gohan, Kenjina (che per altro apprezzo anche come autrice: brava, mi piacciono le tue storie!), klikka, mik92, norahchan e Scorpyon.
Voglio salutare anche la piccola Scorpy, che sembra essere sparita di nuovo ma alla quale penso sempre con affetto!
E poi un saluto anche a quelli che hanno recensito almeno una volta, come War, Kobe90, Darkness (ma che fine facesti???), Temarisan, Kuji13 (Ti adoro!) e… Dulcis Infundo la pluridecorata, temutissima e Severissima Vestale dello Slam Dunk Yaoi TempleHinao85 (non ho visto più tue bacchettate, quindi presumo di essere migliorata! Kiss-kiss).
Per oggi credo sia tutto… Ecco, giusto un’ultima cosa: ho aggiornato la mia raccolta di Drabbles “Let me Know your secret”… Se vi va un occhiatina ed un commentino sono sempre ben accetti!!
Baci a tutti, Puffoli e… Al prossimo capitolo! I love you all!
Un saluto “ironico” da

LightDN

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=229425