Meet the Suzumiyas

di DistantJohn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

«Senza ulteriori ritardi, Haruhi Suzumiya partirà con il disclaimer.»
Haruhi prende un foglio di carta e inizia a leggere. «Questa storia è una Fan Fiction. L'autore della storia non è il proprietario dei personaggi, delle location e degli eventi che riguardano questa storia. Coloro che affermano... Perché devo leggere questo? Non è una cosa ovvia?»
Kyon scrolla le spalle. «Non m'importa, fallo e basta, così possiamo andarcene.»
Haruhi getta il foglio e se ne va. «Dimenticatelo. È noioso. Andiamo!»
Kyon fa il suo primo facepalm e segue Haruhi.

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Meet the Suzumiyas
Incontro con i Suzumiya

Era una giornata normale all'aula del club. Stavo riflettendo sulla mia prossima mossa di scacchi contro Koizumi. Eravamo più o meno a metà partita, ed era ormai chiaro che stavo per batterlo nel momento in cui mangiai la sua regina nella mossa precedente. Seriamente, fu una mossa così stupida che sospettai l'avesse fatto di proposito. Perché gli piacciono così tanto questi giochi se gioca in modo così terribile?
Asahina-san era occupata con dei compiti che sembravano essere di matematica. Anche se in genere dà l'immagine di avere uno scarso intelletto, vederla completare i problemi sembrava proprio indicare che era molto più intelligente di quanto voleva dimostrare. Mi piacerebbe solo saper fare matematica bene quanto lei.
Nagato-san era seduta nel suo solito angolino, leggendo ciò che sembrava una vecchia versione in spagnolo di Don Chisciotte. Iniziai a riflettere se ci fosse una lingua che effettivamente Nagato non conoscesse. Magari c'era una qualche lingua tribale africana o sudamericana. Non c'era dubbio sul fatto che se la cavasse perfettamente con le lingue più popolari.
Infine, i miei occhi si mossero per guardare in centro alla stanza, dove il nostro comandante sembrava guardare con attenzione qualcosa sul computer. Credevo che fosse un video, forse una clip di uno di quei show che esplorano le case stregate. Ma fui rapidamente corretto quando Haruhi si lasciò andare ad un verso di esasperazione.
«Oh, andiamo! Non posso credere che abbia fallito! Ero sicura che avrebbe vinto quei soldi!»
Confuso dal suo commento, decisi di aprire la mia bocca. «Cosa stai guardando, un quiz a premi?»
Haruhi sollevò un sopracciglio per guardare nella mia direzione, un ovvio segnale che mi sbagliavo ancora. «Ovvio che no! Guardavo un show con questo cosidetto fisico che cerca di vincere il milione di dollari di premio dato dalla James Randi Foundation.»
Ah, ora ha tutto un senso. La James Randi Foundation è un organizzazione fondata dal famoso scettico e illusionista James Randi. Viaggia per il mondo cercando spiegazioni razionali per presunti eventi paranormali. Ero un po' un suo fan fino all'anno scorso, prima che incontrassi Haruhi.
In ogni caso, la sua fondazione offre un premio di un milione di dollari americani a chiunque riesca a dimostrare sotto condizioni da laboratorio un fenomeno paranormale. Il premio é disponibile da anni, eppure nessuno l'ha mai vinto. Questo è un po' una spina nel fianco per Haruhi, che voleva trovare a tutti i costi qualcosa di paranormale.
«Mi fa infuriare!» continuò Haruhi. «Se ci sono persone con poteri paranormali in questo mondo, perché nessuno ha ancora ottenuto il premio?»
Be', potrei pensare ad un paio di motivi. Uno, potrebbero semplicemente non esserci fenomeni paranormali. Due, questi con abilità paranormali non sono a conoscenza del premio o non riescono a partecipare per ragioni oltre le loro possibilità. Oppure, tre, a quelli che possiedono un'abilità paranormale non interessa vincere il premio.
«Oh, andiamo, Kyon! Pensi davvero che questi siano i motivi? Credo che stiano cercando di coprire la verità!»
Dubito fortemente che sia così. Credo ancora alle mie ragioni. Sapevo bene che la prima non era il giusto caso. Sapevo già che alieni, viaggiatori del tempo ed esper sono reali. La seconda possibilità sembrava piuttosto improbabile dato che è un premio molto famoso e qualcuno con dei poteri veri dovrebbe riuscire a provarli. La terza possibilità, date le mie conoscenze, sembrava la più logica. Alieni, come Nagato, sarebbero scarsamente interessati a farsi conoscere al mondo dal momento che devono rimanere nascosti per osservare Haruhi. Lo stesso potrebbe essere detto per gli esper, anche se ripensandoci le loro abilità non sarebbero ricreabili sotto condizioni da laboratorio. Riguardo i viaggiatori del tempo, provare la propria esistenza causerebbe un paradosso, e il loro potere è derivato dalla tecnologia avanzata più che da eventi paranormali.
Haruhi si alzò dalla propria sedia, un'espressione di sfida disegnata sul volto. «Dichiaro in questo preciso momento che la James Randi Foundation è nemica giurata della Brigata SOS! Dichiaro loro guerra! Guerra!»
Dubito fortemente che la JREF si preoccupi di uno pseudo club di una scuola giapponese. James Randi non ha circa ottant'anni? Sono sicuro che si stia più preoccupando di rimanere vivo piuttosto che altro.
E fu lì che Koizumi disse "scacco" mentre ero distratto dalle frasi senza senso di Haruhi. Dannazione, non dovresti riuscire a battermi!
Fortunatamente riuscii a rovesciare quella partita e battere Koizumi. Poco tempo dopo, le attività di quel giorno finirono e ci preparammo per tornare a casa. Quel giorno fu uno piuttosto rilassante per la brigata, e di certo non me ne volevo lamentare. Era passato un mese dall'ultima cosa strana accaduta (quella bizzarra cosa  delle forme di vita di dati dentro al mio gatto). Il nuovo anno scolastico era iniziato senza troppi problemi e sembrava essere cambiato ben poco oltre alle classi che ora sono differenti.
Abbastanza presto, giungemmo al solito ritrovo per separarci e prendere ognuno la propria strada. Il tragitto verso casa fu meno che memorabile mentre camminavo verso la porta di casa. Non mi aspettavo di vedere nulla di strano durante il resto della giornata, ma sfortunatamente mi sbagliavo. La prima cosa che notai fu la mia sorellina in lacrime accucciata sulle scale davanti alla porta. Prima di potermi avvicinare per chiederle cosa c'era che non andava, mia madre mi raggiunse...
La mezz'ora successiva fu completamente surreale. Continuavo a ripetere a me stesso che tutto quanto non stava succedendo che era tutto uno scherzo. Mi spiegò che mio padre era stato trasferito ad un altro ufficio molto più a nord, e che ci saremmo dovuti trasferire per permettergli di andare al lavoro. Saremmo partiti la domenica stessa, e io sarei dovuto andare in una nuova scuola. Saremmo andati ad abitare in casa di alcuni parenti fino a che non ne avremmo trovato una nuova. Continuavo a sentire la mia sorellina pregare mia madre di non farci partire e dirle che le piaceva andare a scuola qui. La realtà dei fatti è che mi sentivo allo stesso modo. Mi stavo davvero divertendo in questa scuola. Iniziai a pensare ai miei compagni Taniguchi e Kunikida, e anche a Tsuruya. Pensai a tutta la Brigata SOS da Asahina a Nagato, e perfino a Koizumi. Infine, pensai ad Haruhi... Come avrebbe reagito alla notizia della mia partenza? Senza dubbio questo sarebbe stato un vero problema.
Passai il resto della giornata nella mia stanza, sentendo uno strano dolore allo stomaco. Sapevo che avrei dovuto avvertire tutti quanti che stavo per partire, ma non riuscivo a trovare la forza per farlo. Contavo di farlo il giorno successivo.
Potevo solo cercare di indovinare cosa sarebbe accaduto dopo aver rivelato la notizia ad Haruhi...

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N.D.T.
Ciao! Ho iniziato a tradurre questa storia perché è stata fatta davvero molto bene e vorrei che anche in italia la si potesse apprezzare. Sappiate che è molto lunga, per cui cercherò di non rubare spazio.
L'autore originale è JonBob0008, sul sito www.fanfiction.net. L'opera viene tradotta e pubblicata in italiano ccn il suo permesso. Il titolo è stato mantenuto come l'originale.
Ma ecco un paio dritte sul come traduco, giusto per non spaesare.
Traduco anche i commenti dell'autore, che spesso troverete in cima e in fondo alla pagina, isolati rispetto alla storia da cinque trattini (come faceva l'autore).
Poche volte ci saranno miei commenti...
Mantengo i suffissi (es. Tsuruya-san, Asahina-senpai...)! In italiano non si usa, mentre in americano sì. Ho deciso di lasciarli anche in questa versione... perché mi andava.
Uso i modi di dire più vicini posssibili a quelli usati dall'autore. Mantengo anche (se possibile) la costruzione della frase. Anche i termini sono quasi sempre gli stessi.
L'autore alterna il passato e il presente nei verbi a seconda del bisogno per descrivere la situazione. Ho cercato di mantenere questa cosa.
Infine, uso il metodo di scrittura italiana. Ad esempio, in americano per fare i dialoghi si mettono delle virgolette (""), mentre in italiano si usa un altro tipo di virgolette (« »). Ovviamente, cercherò anche di rispettare la grammatica italiana nel miglior modo possibile...
Per tutto il resto, cercherò di mantenere il più possibile lo stile originale dell'autore. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Grazie per avermi dato supporto così presto! In genere sono il tipo che scrive capitoli ridicolmente lunghi, ma volevo ridisciplinarmi, quindi sto cercando di far uscire questa storia in capitoli più piccoli, così da digerirli più facilmente. Spero che vi piaccia!

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Capitolo 2

Non dormii affatto la notte, e la mia faccia lo dimostrava chiaramente quando quella mattina arrivai a scuola. Credo che fosse meglio così, dato che mia sorella non si è mai alzata dal letto quel giorno, e se mi fossi addormentato avrei potuto non svegliarmi anch'io. Dopotutto, era sempre stata lei a svegliarmi, la mattina.
Haruhi era in aula prima di me. Mi accolse con il suo solito sorriso malizioso, ma questo scomparve rapidamente quando vide in che condizioni mi trovavo. «Che ti è successo? Hai una cera orribile...»
Sospirai profondamente avvicinandomi alla mia sedia. Sapevo che avrei dovuto dire ad Haruhi la verità, ma non riuscivo ancora a farlo. «Nulla, è solo che non sono riuscito a dormire questa notte.»
Haruhi si lasciò andare ad un verso di esasperazione. «Sarà meglio che non ti addormenti nuovamente in classe oggi. I tuoi voti quest'anno faranno ancora schifo se non ne avrai cura. Non credere che ti salverò ancora quando arriveranno le verifiche. L'ultima volta è stata un bonus, va bene? Un bonus!» E poi iniziò a punzecchiarmi con la penna meccanica. «La prossima volta che avrai bisogno il mio aiuto, ti costerà.»
Hai intenzione di prendere soldi in cambio di ripetizioni? Anche se non credo che sarebbe stato un problema. Era davvero una brava insegnante. Purtroppo, questo mi fece pensare proprio al fatto che non ci sarebbe stata una prossima volta. Stavo per andarmene molto presto, e avrei dovuto farlo sapere alla brigata.
Stranamente, le lezioni mi distrarono al punto che mi addormentai, nonostante gli avvertimenti di Haruhi. Fino all'ora di pranzo, quando fui svegliato da qualcuno che mi scuoteva la spalla. Sobbalzai dall'inaspettato contatto fisico solo per scoprire che era Taniguchi.
«Whoa amico, te n'eri proprio andato! Non sei riuscito a dormire 'stanotte?»
Dopo aver notato che Haruhi aveva già lasciato l'aula, decisi di pranzare con Taniguchi e Kunikida. Spiegai loro che mi stavo trasferendo.
«Cosa? Mi stai prendendo in giro?» chiese Taniguchi.
«Wow, non ci posso credere!» rispose Kunikida.
Continuai a spiegare la situazione, dicendo loro i pochi dettagli che sapevo, includendo che sarei partito domenica. Rimasero abbastanza colpiti dalla mia partenza improvvisa. Di conseguenza buona parte della pausa pranzo la passammo in silenzio. Solo durante gli ultimi cinque minuti Taniguchi si mise a parlare.
«L'hai già detto a Suzumiya-san?»
«No...»
«Credo che la prenderà abbastanza male,» disse Kunikida.
Concordo, dato che è esattamente il motivo per cui a lei non l'ho ancora detto. So che fu molto da codardi da parte mia non dirle nulla, ma in tutta onestà questo non era comunque un buon momento per dirglielo. Magari glielo dirò quando saremo al club. In quel modo, potrei semplicemente dirlo all'intera brigata.

Non ci riesco! Stavo andando all'aula del club, e già riuscivo a sentire le gambe cedere alla sola idea di dirlo a tutti in una volta sola. Per rendere le cose peggiori, Haruhi aveva il turno di pulizia, quindi avrei dovuto aspettarla fino a che non avrebbe finito. So per certo che aspettarla mi avrebbe portato sull'orlo della pazzia. Avrei potuto iniziare col dirlo agli altri tre, ma dopodiché avrei dovuto dirlo ad Haruhi da sola, e davvero, davvero non volevo farlo.
Non contemplai per molto le mie opzioni prima di arrivare alla porta del club. Dopo aver bussato e aspettato il via libera, aprii la porta per trovare Nagato, Asahina-san e Koizumi già all'interno. Ho davvero camminato così lentamente quel giorno?
Asahina-san era nel mezzo della preparazione del tè nel suo vestito da maid. Lei fu la prima a notare che non mi sentivo al cento percento quel giorno. «Oh mio Dio, Kyon! Hai un aspetto terribile oggi. Il tè sarà pronto tra pochissimo.»
Oh, Asahina-san! Sei davvero un angelo venuto dal paradiso. Maledissi la mia orribile fortuna colpa il fatto che questa sarebbe stata l'ultima settimana in cui avrei potuto godermi i tuoi meravigliosi elisir. Non avevo idea di cosa sarebbe potuto succedere se non avessi più bevuto il tuo tè tutti i giorni...
Non appena fu pronto, Asahina-san mi porse la tazzina. La ringraziai e presi un sorso. Doveva averne avuta molta più cura questa volta. Era di sicuro il miglior tè che avesse mai preparato nel club. Mi portò quasi alle lacrime. Se c'è un essere superiore responsabile per questo corso degli eventi, devo trovare un modo di farlo fuori... o "farla", per par condicio.
Koizumi recuperò gli scacchi cinesi e li appoggiò sul tavolo. Scossi la testa nel preciso momento. Non ero dell'umore adatto per i giochi da tavolo.
«Be', ora so che c'è qualcosa che non va,» disse Koizumi. «Nulla che ci vorresti dire?»
Mi fermai per alcuni secondi, realizzando che c'era una persona a cui avrei assolutamente dirlo più che alle altre. «In realtà, c'è. Koizumi. Potremmo parlare da qualche altra parte?»
Decidemmo di salire fino al tetto della scuola per parlare. Dopo essermi fermato non appena fummo arrivati là, iniziai a spiegargli l'intera situazione. Sapevo che dal momento che lui e la sua organizzazione avevano il compito di assicurare che lo stato mentale di Suzumiya rimanesse stabile, dirgli queste notizie era veramente importante.
Dopo che ebbi finito, potevo dire che il sorriso nascondeva appena il suo lieve rattristamento. Se fosse colpa del fatto che gli sarei mancato o del fatto che la sua vita stava per diventare orribile nel prossimo futuro, non ne ero sicuro. Magari erano entrambe.
«Capisco...» parlò Koizumi, che stava cercando di pensare come rispondermi. «Questo sarà sicuramente molto problematico. Assumo che tu non l'abbia ancora detto a Suzumiya-san.»
Iniziai a fissare le nuvole mentre parlavamo. «No.»
«È quasi certo che queste notizie getteranno Suzumiya in uno stato emotivo instabile. Come già sai, la sua condizione emotiva è fortemente collegata a te e alle tue azioni. Temo che eventi catastrofici si verificheranno nel momento in cui riceverà le notizie.»
Anche io avevo pensato alla possibilità che simili eventi si sarebbero verificati. Se questo fosse accaduto magari otto mesi fa, è certo che il mondo, no, l'intero universo, sarebbe stato in pericolo. In qualche modo, avevo la sensazione che c'era una piccola possibilità che questo non sarebbe successo al momento attuale. Si sarebbe rattristita, ma non credevo che sarebbe arrivata a ricreare il mondo per questo... almeno lo speravo.
«La tua fiducia in Suzumiya-san è nulla di meno che incredibile. Credi davvero che lei non ricreerà il mondo dopo aver sentito le notizie. Odio ammetterlo, ma non ne sono molto convinto nemmeno io. Sono un po' invidioso di te.»
Non so perché sei invidioso di me. Non sei tu quello che si sta trasferendo.
Koizumi rise sommessamente. «Sì, forse hai ragione. Trasferirsi è sempre spiacevole per tutti quanti. Non ho dubbi che sarai impegnato a impacchettare le tue cose per i prossimi giorni.»
Non ricordarmelo. È già spiacevole così com'è. L'ultima cosa di cui volevo parlare era tutto il lavoro pesante che avrei dovuto fare tutti i giorni da qui a domenica.
Koizumi si diresse verso la porta. «Sarà meglio tornare di sotto. Sono sicuro che ormai Suzumiya sia arrivata, e non vorrei che si chiedesse cosa stiamo architettando.»
Scendemmo le scale e tornammo all'aula del club. Come pensavamo, Haruhi era già seduta davanti al monitor. Alzò lo sguardo e ci guardò infastidita.
«Dove diavolo siete stati voi due? Mikuru mi ha detto che stavate parlando di qualcosa. Di cosa di preciso?»
Non ero pronto per dirlo già ad Haruhi. Non ci riuscivo. Dannazione, sono un codardo. «Non ti preoccupare. Roba da maschi.»
Mi diresse un'occhiata sospetta prima di spostarsi su Koizumi. Lui sorrise debolmente e scosse le spalle. Soddisfatta dalla sua risposta, riportò i sui occhi sullo schermo. «Va bene...»
Il resto della giornata nel club non fu nulla di speciale. Spesi la maggior parte del tempo dormendo. Iniziai a chiedermi quanto tempo ci sarebbe voluto prima che potessi recuperare il mio debito di sonno.
Quando arrivai infine a casa, scoprii che mia madre aveva già iniziato con l'imballaggio. Mia sorella non si trovava nei dintorni. Sicuramente si nascondeva ancora nella sua stanza piangendo a più non posso. Entrai nella mia stanza per trovare Shamisen dormire ai piedi del letto. Ah, chissà come dev'essere rimanere completamente ignaro riguardo cosa accade intorno a te. Almeno tu non devi sgobbare per il trasloco.
Siccome non mi sentivo affatto motivato a impacchettare la mia roba, mi distesi sul letto a fissare il soffitto. Non avevo idea di come avrei comunicato la notizia agli altri. Non sono mai riuscito a parlarne con Nagato o Asahina-san, figuriamoci Haruhi. Continuai a pensare e ripensare per più di un'ora prima di stancarmi definitivamente e afferrare il cellulare.
Presi la decisione di contattare Asahina-san per prima. Sollevò la cornetta dopo solo un paio di squilli. «Pronto?»
«Asahina-san? Sono io.»
«Kyon-kun? Cosa succede?»
Sembrava quasi che sapesse il motivo per cui stessi chiamando. Però, dubitavo che la mia voce stesse mascherando il fatto che qualcosa mi turbava. Ero sembrato un relitto tutto il giorno per un motivo.
Iniziai a spiegare cosa mi stava succedendo, cioè che mi stavo trasferendo e che me ne sarei andato domenica. Lei ascoltò con attenzione tutto ciò che avevo da dire, e quando ebbi finito, il suo silenzio sembrava un chiaro segno del suo shock.
«Capisco...»
«Mi dispiace che stia accadendo tutto così in fretta... te l'avrei dovuto dire di persona.»
La sua voce si rialzò all'improvviso, come per cercare di tirarmi su. «Va tutto bene Kyon-kun. Sono sicura che tutto si rimetterà a posto. Non c'è nulla di cui preoccuparsi.»
Oh, Asahina-san, devi essere davvero una santa per essere in grado di ascoltare queste tristi notizie e cercare di tirar su me invece che te stessa. Davvero non hai bisogno di essere così altruista.
«L'hai già detto a Suzumiya-san?»
«...ho paura di farlo...»
«Starai bene. Però assicurati di dirglielo presto, okay?»
Riagganciai la cornetta poco dopo. Potevo solo supporre che avrebbe iniziato a piangere nel letto, la notte. Povera, povera Asahina-san... mi dispiace tanto.
Poi digitai il numero di Nagato. Squillò tre volte prima della risposta. Non ci fu un suo segnale dall'altra parte, ma sapevo che lei era lì. «Nagato? Sono io.» Lei non rispose, ma decisi di continuare a parlare comunque. «C'è qualcosa di cui ho bisogno di parlarti.»
«Capisco...»
Iniziai a dirle le stesse cose che dissi ad Asahina-san pochi minuti prima. Quando ebbi finito, aspettai la sua risposta con il fiatone.
«...capisco...»
Era difficile da cogliere, ma dopo aver conosciuto Nagato da tanto tempo quanto la conosco io, avevo compreso il suo modo di fare e avevo imparato a cogliere i più lievi cambiamenti nelle sue espressioni e nel suo tono di voce mentre parlava. Era rattristata dalle mie notizie.
Povera Nagato. Solo alcuni mesi prima, avevi ricreato il mondo per darmi la possibilità di vivere una tipica vita normale. E nonostante il tutto e il fatto che avevo infine deciso di far tornare il mondo al suo stato precedente, ora sto per andarmene di nuovo. Avevo come la sensazione che fosse stato tutto uno spreco alla fine, non è vero?
«L'ho detto a tutti tranne che ad Haruhi. Ad essere onesti, trovo molta difficoltà a trovare il coraggio per farlo.»
«...devi informarla presto in merito...»
Ero sorpreso dalla sua risposta. Continuò a parlare.
«Più presto la informi, meno sarà difficile per lei adattarsi a questo evento.»
Dopo aver lasciato affondare il colpo, realizzai che aveva ragione. Lei ha sempre avuto ragione. Sarebbe nevicato all'inferno il giorno in cui Nagato avesse avuto torto. E poi aveva ormai percorso molta strada dalla sé stessa super introversa dell'anno scorso. Non sarebbe stata così aperta negli avvisi, nel passato.
«Okay... Abbi cura di te, Nagato. Ci vediamo domani.»
«Ciao...»
Finalmente riagganciai. Iniziai a fissare il telefono mentre iniziavo a riflettere sugli eventi dell'ultimo anno. Ci sono stati momenti incredibilmente strani. Venire quasi ucciso da Asakura... due volte. Risolvere "l'omicidio" nell'isola. Rimanere incastrati in un loop senza fine durante le vacanze estive. Il terribile film che avevamo fatto. La strana villa in cui siamo rimasti bloccati. Per non menzionare il mondo ricostruito da Nagato. Se avessi avuto qualcosa da dire riguardo questi eventi, la verita era che questi erano stati i migliiori momenti della mia vita. Sembrava che la mia intera vita fosse stata un'avventura. Intedo dire, era di certo carino avere un momento di pausa tra uno di questi eventi e l'altro, ogni tanto, ma non avrei scambiato questi ricordi per tutti gli yen di tutto il Giappone.
...e ora stava per finire...
Presi in mano il telefono e iniziai a digitare il numero di Haruhi. Al quel punto, avevo completamente memorizzato il suo numero. Nonostante questo, mi ci volle un'eternità per premere ogni bottone. Fissai il tasto di chiamata dopo aver pigiato l'ultimo numero. Ancora un tasto e avrei affrontato e risolto la parte peggiore di questo trasloco. Avrei soltanto dovuto dirlo ad Haruhi e sarebbe finita...
...non ci riuscivo.
Riagganciai il telefono e lo gettai per terra prima di stendermi sul letto per cercare di dormire. Gliel'avrei detto di persona il giorno dopo. So che non era quello che avrei voluto fare dall'inizio, ma sarebbe stato meglio così.
Rimasi sveglio quasi tutta la notte di nuovo...

Impiegai ogni brandello di energia rimastomi per alzarmi quando la sveglia suonò. Non ero così stato tanto stanco da molto tempo. Sapevo che avrei nuovamente speso parecchio tempo a dormire nell'aula. Scalare la collina fu un incubo, soprattutto con quel caldo.
Questa volta arrivai prima di Haruhi e mi sedetti subito al mio banco, e vi appoggiai la testa per dormire. Non ci volle molto prima di appisolarmi. Non notai nemmeno Haruhi che entrava. Fu solo quanto sentii il tasto della penna premuto sulla mia spalla che mi fu resa nota la sua esistenza. Saltai sulla sedia e mi voltai con sguardo arrabbiato.
«Ow! Ma che diavolo vuoi?»
Mi fissò a sua volta con disapprovazione. «Non dirmi che non hai dormito di nuovo! Cos'hai che non va?»
Mi voltai e appoggiai di nuovo la testa sul banco. «Nulla...»
Si alzò e tirò un calcio alla mia sedia. «Bugiardo! Sta accadendo qualcolsa! Cos'hai, di recente?»
Anche se sapevo che prima o poi avrei dovuto dirle la verità, non volevo farlo in mezzo alla classe. Mi stavo mentalmente prendendo a calci per la mia procrastinazione, ma non era comunque abbastanza per farmi cambiare idea.
«Non ho voglia di parlarne...»
Sentii il suo verso di irritazione. Mi lasciò da solo per alcuni minuti prima di tornare a scuotermi la spalla. Dannazione, lasciami stare! Guardai verso di lei e vidi la sua mano aperta verso di me.
«Lascia che ti porti in infermeria. Dato che dormirai comunque, potresti almeno farlo in un letto.»
Accettai contrariato la sua offerta e presi la sua mano. Iniziammo a camminare verso l'infermeria. Haruhi disse all'infermiera che non mi sentivo bene e che avevo bisogno di riposare. Mi distesi su uno dei letti e iniziai a rilassarmi. Haruhi si sedette al mio fianco per alcuni minuti, a guardarmi. Mi rese davvero nervoso l'averla lì a fissarmi in quel modo. Va' via, dannazione!
«Sai, in qualità di capobrigata, è mia responsabilità assicurarmi il benessere di tutti i membri della brigata. Mi piace credere che i miei componenti parlino con me di qualunque cosa. Così, quando vedo che c'è qualcosa che tormenta uno di loro, è frustrante quando quel membro si rifiuta di parlarne con me.»
Con il viso si avvicinò al mio. Abbastanza vicino da rendermi un po' nervoso. Il suo viso, a prescindere dall'espressione che mostrava, era una vera bellezza. Questo rendeva il fatto che mi si stava avvicinando ancora più innervosente. Parlò di nuovo.
«Sei assolutamente certo di non volermene parlare?»
Mi voltai e non dissi nulla. La sentii emettere un lungo sospiro. Potei sentirla alzarsi dalla sedia.
«Torno in classe.»
Si fermò per un minuto prima che se ne andasse definitivamente.
Spesi diverse ore dormendo. Quando mi svegliai, era quasi l'ora di pranzo. Mi alzai e mi diressi verso l'aula. La campanella suonò un attimo prima che entrassi. Vidi Haruhi uscire e venire verso di me. Si fermò un secondo a fissarmi prima di proseguire oltre. Sembrava arrabbiata. Era arrabbiata con me per non averle parlato? Dovevo davvero chiarirmi con lei presto. Sospirai profondamente ed entrai per mangiare il pranzo.
Taniguchi non perse tempo a farsi gli affari miei. «Amico, Suzumiya-san è sembrata davvero arrabbiata tutta la mattina. Cos'hai fatto? Le hai detto che stai traslocando?»
Scossi la testa.
«Cosa stai aspettando? Diglielo e basta!»
Per te è facile dirlo, ma le cose sono più complicate di quanto sembrano. Sapevo che si sarebbe arrabbiata. Davvero non volevo essere l'ambasciatore delle cattive notizie...
Taniguchi mi colpì il braccio. «Dannazione, amico! Smettila di fare l'egoista. Non lo stai facendo per il suo piacere!»
Da quando ti importa come tratto Haruhi? E so che sto facendo un po' l'egoista. Ma lasciami stare.
Kunikida infine parlò. «Non dobbiamo discutere e litigare. Dovremmo rendere le ultime settimane qui di Kyon il più divertenti possibile. Mangiamo e rilassiamoci.»
Lo apprezzo. Cercherò di capire più tardi cosa fare.

Ancora non ho capito cosa fare...
Sono nell'aula del club con la testa appoggiata sulle braccia. Potevo sentire che l'energia della stanza era crollata di dieci volte rispetto a come era ieri. Koizumi aveva la scacchiera e stava giocando da solo, ma si poteva vedere una forte traccia di malinconia sul suo viso. Nagato era ancora nel suo angolo a leggere, ma percepivo che stava leggendo ad un ritmo un po' più lento di quello della sua normalità. Stava anche voltando le pagine più lentamente. Haruhi non era triste, ma era tutto tranne che la solita vivace ragazza piena di energia. Notai che ogni tanto mi lanciava delle occhiate per alcuni secondi, come se il farlo le avrebbe dato uno sguardo sul come mi sentivo.
Stranamente, a tutto questo c'era una sola eccezione. Asahina-san sembrava la normale se stessa. Mi aspettavo che stesse nella mia stessa condizione, ma invece sembrava solo lievemente pensierosa. Era ignara a cosa stava succedendo? Non aveva capito ciò che le avevo detto la sera prima? O magari non gliene importa veramente... Ma che diavolo? Dovrebbe importarsene, dannazione!
In ogni caso, dovevo ancora dire la verità ad Haruhi. Il punto della questione era che ci stavo rimuginando sopra dall'ultima ora a questa parte. Dovrei fare come ho fatto con Koizumi e portarla sul tetto e dirglielo? No, grazie. Magari potrei dirglielo per la strada verso casa... decisamente no. Dovrei chiamarla 'stasera? So che non succederà. Non importa quale idea si formava nella mia mente, essa rispondeva automaticamente rifiutandola. Dovrei chiedere a Koizumi di farlo? No, assolutamente no. Lasciarle un biglietto? Che codardia... E se non le dicessi nulla e la tenessi all'oscuro? Sarebbe meschino. Iniziai a strapparmi mentalmente i capelli. Questo era proprio terribile.
Infine, la giornata finì e ognuno iniziò a dirigersi verso il solito ritrovo dove ci dividevamo per proseguire per la propria strada. Koizumi tennne il mio passo e iniziò a parlarmi.
«La prendo che Suzumiya-san ancora non ne sa nulla.»
«Già...» era tutto quello che riuscivo a dire per risposta. Non ero molto sicuro su cos'altro dire.
«Si sta profondamente preoccupando per le tue condizioni. Potrebbe sembrare arrabbiata, ma in reltà è abbastanza preoccupata. Davvero, dovresti chiudere questa faccenda.»
Lo so, lo so... Sta' zitto!
«Ovviamente, magari la mia organizzazione potrebbe fare qualcosa per impedire...»
«No!» alzai la voce. «Va già abbastanza male che io abbia a che fare con la tua organizzazione. Vorrei tenerne la mia famiglia fuori il più possibile.»
«Molto bene...»
La nostra conversazione andò un po' alla deriva dopo quello. Non ci volle molto per arrivare al posto di ritrovo. Prendemmo tutti strade separate e ci dirigemmo verso casa. Maledii me stesso un'altra volta per la procrastinazione nel parlare con Haruhi. Ormai era mercoledì, il che signicava che mi rimanevano solo tre giorni per dirglielo. Dovevo tirare fuori l'uomo che c'è in me e dirglielo, chi se ne frega delle conseguenze.
Fu quando mi stavo avvicinando al punto in cui avevo lasciato la bici che notai il rumore di passi dietro di me. Ebbi la sensazione che era Koizumi che voleva discutere di qualche cosa, così mi voltai per vedere cosa voleva.
Mi sbagliavo... era Haruhi.
Si fermò quando mi vide voltarmi prima di riprendersi e marciare verso di me. Venne abbastanza vicino da essermi praticamente in faccia.
«Esigo che tu mi spieghi cosa sta succedendo! Basta scuse!»
Girai la testa dal nervoso. Però, lei mi tirò dalla cravatta e mi portò la faccia ad un mero centimetro dal suo viso. Sentivo il suo respiro su di me. Il mio cuore batteva all'impazzata, e no, era perché ero spaventato, va bene?
«Non potrai sfuggirmi, Kyon. Ti seguirò fino a casa se devo. E non pensare di correre! Sai che non puoi correre più veloce di me!»
Per quanto fosse vero, anche se avessi voluto correre, era impossibile dal momento che mi stavi tenendo per la cravatta.
Socchiuse gli occhi e premette la sua fronte contro la mia. Aumentò la presa sulla cravatta. Ma quanta forza ha questa qui?
«Dimmelo...»
Cedetti. «Va bene, va bene! Lo farò. Lasciami andare...»
Lasciò la presa. Barcollai per qualche passo indietro, e tentai di recuperare la compostezza. Iniziai ad incespicare lungo le parole. «Be'... uh... vedi...»
«Be'? Fatti avanti e sputa il rospo!»
Presi un respiro profondo, raccolsi i miei pensieri e iniziai a parlare.
«Bene, la verità è che in questi giorni sono stato un po' indisposto perché...»
Presi un altro respiro profondo prima di concludere.
«...sto per traslocare...»

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Questo capitolo è stato decisamente più lungo dell'ultimo. Scusate.
Dovevo assicurarmi di rendere bene questa parte della storia.
Comunque, spero vi sia piaciuta.
Grazie!


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N D T
Ciao! Come avrete capito, i miei commenti si trovano solo sotto quelle tre lettere (Note Del Traduttore), il resto è un commento dell'autore originale. Riguardo al grazie dell'autore... il fatto è che nel sito originale ha ricevuto un feedback molto positivo. Al momento attuale, questa è la fiction su Haruhi più famosa in assoluto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Grazie per avermi dato supporto così presto, soprattutto a Blazing Chaos per la sua recensione incredibilmente lunga ma davvero d'aiuto. Conosco il modo corretto di usare "your" e "you're", ma a volte le mie dita e il mio cervello non sono sulla stessa pagina. ^^'
Questo dovrebbe essere un altro capitolo molto lungo. Ho ricevuto il messaggio che a voi va bene così. Spero che vi piaccia.

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Capitolo 3

«...sto per traslocare...»
Sentivo il mio corpo irrigidirsi in anticipo nel lasciar uscire queste parole. Ancora non ero sicuro di cosa aspettarmi, ma immaginai di dovermi preparare per il peggio. Il peggio ovviamente significava che il mondo sarebbe improvvisamente finito. La buona notizia è che almeno non può andare peggio di così, giusto?
Eppure, quando guardai Haruhi dopo averle detto la verità, mi incontrò con quello che all'inizio sembrava essere un viso senza espressione. Potevo quasi letteralmente vedere gli ingranaggi nella sua testa ruotare, elaborando le informazioni che aveva appena ricevuto. Immagino che le informazioni erano quasi state processate quando i suoi occhi iniziarono lentamente a spalancarsi, mentre sul suo viso si mostrava l'espressione di una renna sorpresa dalle luci di una macchina. Desiderai di avere una fotocamera con me in quel momento, perché davvero non credo che avrò mai più la chance di vedere di nuovo quell'espressione sul suo viso.
Infine parlò.
«Traslocando?»
«Già.»
«...del tipo... molto lontano?»
«Mi trasferirò al nord questa domenica. Dovrò trasferirmi ad una scuola diversa...»
Quando lo dissi, potei sentire il suo respiro diventare più rapido e profondo. La vidi ingoiare quello che probabilmente era un eccesso di saliva.
«...capisco...»
Alcuni secondi passarono, poi si voltò e iniziò ad andarsene. Notai che la sua andatura era rigida e robotica, come se la sua energia emozionale fosse stata completamente drenata. Capii nel momento in cui iniziò a correre che era davvero abbattuta. Uno spazio chiuso stava sicuramente per essere creato, e il che significava che un certo esper di mia conoscenza avrebbe passatto una nottataccia. Scusa, Koizumi...
Non mi mossi fino a che Haruhi non uscì dal mio raggio visivo. Credo che possiate immaginare come quella notte, dopo, sia stata priva di eventi. Ancora non ero riuscito a trovare la forza di impacchettare la mia roba. Sono un tale procrastinatore.
In realtà riuscii a dormire sorprendentemente bene quella volta. Magari era per il fatto che ero riuscito a togliermi quel peso, o forse il mio debito di sonno mi aveva finalmente preso. In ogni caso, fu comunque difficile alzarmi la mattina. Povera Imoto-chan... spero che ti possa sentire meglio presto. È fin troppo strano vederti depressa.
Sulla via per la scuola, realizzai improvvisamente che avrei dovuto salire questa stupida collina una sola volta dopo quella. Chiamatemi pazzo, ma pensai che mi sarebbe mancato questo rituale mattutino. A quel punto il mio braccio fu colpito da un leggero pugno proveniente da dietro di me.
«Yo, Kyon! Come va?»
Taniguchi mi salutò nel suo solito modo. Sembrava fin troppo sorridente per qualcuno che sa che il suo amico sta per trasferirsi.
«Così ora tutti sanno che ti stai traslocando?»
Annuii, non essendo dell'umore giusto per conversare molto.
«Scommetto che Suzumiya-san l'ha presa male.»
«Non lo so...»
Stavo un po' mentendo. Sapevo che l'aveva presa male, anche se non l'aveva affatto mostrato. Personalmente, sono lieto che il mondo sia ancora tutto intero.
«Chissà se tornerà ad essere com'era priva di arrivare qui,» disse Taniguchi.
Non credo che Haruhi potesse regredire tanto. Sarebbe stato uno spreco. È distante miglia dal tipo di persona che era a quei tempi. Mi chiedevo cosa sarebbe successo alla Brigata SOS se fosse tornata indietro a com'era prima di incontrarmi.
Io e Taniguchi non parlammo molto mentre ci dirigemmo a scuola. Quando entrai nell'aula, scoprii che Haruhi mi aveva battuto. Questa volta era il suo turno di appoggiare la testa sul banco. Il pensiero di punzecchiarla sulla spalla con una penna si formò nella mia testa, ma sapevo che questo proprio non era il momento. Mi sedetti e mi voltai verso di lei.
«Non hai dormito bene 'stanotte?»
«Non proprio...»
Era ovvio dal suo tono che non aveva la voglia per parlare un po', quindi mi voltai verso la classe.
Il resto della giornata passò senza molto su cui parlare, in realtà. Ero riluttante ad ascoltare qualunque lezione dato che sapevo che non sarei rimasto qui molto tempo. Infine, tutti ci reincontrammo nell'aula del club. L'energia era minore di quella del giorno prima, dal momento che Haruhi si era unita a noi tristi. Notai che Koizumi stesso sembrava terribilmente affaticato.
«Nottataccia?»
«Puoi dirlo...»
Mi abbassai un po' verso di lui e iniziai a sussurrare.
«Quindi... è apparso nessuno dei tu-sai-cosa?»
«Sfortunatamente... lo hanno fatto...»
Lo sapevo. Non era una grande sorpresa, dopotutto.
«Questa notte uno spazio chiuso è apparso. Uno anche molto grande. Molto più grande del solito. Ci sono voluti molti sforzi per sistemarlo. E da quello che riesco a percepire dall'umore di Suzumiya-sam, l'unica conclusione logica è che le hai finalmente detto tutto.»
Bel ragionamento direi, anche se sono sicuro che anche una persona lenta di comprendonio l'avrebbe capito.
«Sono certamente sollevato dal fatto che il mondo è ancora intero. Ero molto preoccupato che questo mondo sarebbe stato ricostruito. A questo punto sembra essere a posto, ma siamo lontani dall'essere al sicuro. Il prossimo paio di settimane rivelerà il fato del nostro mondo. Potrebbe essere solo dopo la tua partenza che il mondo verrà messo a repentaglio.»
Anche io avevo pensato a questo, per quanto non avessi voluto farlo. Non ci sarebbe stato molto che potessi fare per prevenire un riavvio del mondo se sarei stato lontano. Koizumi aveva di nuovo quel falso sorriso.
«Cerchiamo di fare il nostro meglio e godiamoci i pochi ultimi giorni insieme.»
Notai che l'ultima frase era stata detta a voce abbastanza alta, ovviamente nella speranza che tutti quanti sentissero. Sia Asahina-san che Nagato sollevarono la testa verso di noi. Asahina-san sorrise ed annuì. Haruhi non rispose. Continuò semplicemente a guardare fuori dalla finestra.
Era a questo punto che avevo preso per vero che Asahina-san ancora non era triste. Ero abbastanza irritato da questo. Dannazione, Asahina-san! Sai qualcosa che io non so? Asahina-san sembrò notare che la stavo fissando. Mi si avvicinò con quel sorriso ancora stampato sul suo viso.
«Tutto bene, Kyon?»
«Non riesco a non avere la sensazione che tu sia un po' indifferente al fatto che sto per partire.»
Era palese che l'avevo presa alla sprovvista con quella dichiarazione. Si fece man mano confusa mentre balbettava una risposta.
«Be'... sai... uh... sto solo... cercando di non pensarci...»
«Oh, davvero?»
Deglutì con fatica.
«Ho realizzato che tutti quanti potrebbero essere tristi dato che ti stai trasferendo, così volevo fare la mia parte per rallegrare l'atmosfera il più possibile.»
Mi lasciai andare ad un lungo sospiro dopo aver sentito questo. Asahina-san, sei davvero la fonte di energia positiva della brigata. Spero che non perderai mai quella qualità. La tua versione più grande sembra essere abbastanza positiva.
Fu in quel momento che la sedia di Haruhi ruotò velocemente. Si alzò in piedi e sbatté le mani sul banco del computer con una forza considerevole.
«Kyon! Hai finito di fare le valigie?»
«No, non ho nemmeno iniziato.»
Haruhi sospirò e si portò una mano sulla fronte.
«Ma certo che non hai iniziato. È proprio da te lasciare una cosa così importante all'ultimo momento. Non so cosa faresti senza di me intorno a tenerti motivato.»
A quel punto si alzò bene in piedi e puntò il dito in un posa di assoluta autorità.
«Quindi è ufficiale! Questo Sabato, la Brigata SOS si incontrerà in casa di Kyon per aiutarlo ad impacchettare la sua roba e prepararsi a partire! Dopodiché, ci uniremo tutti quanti per una festa d'addio in onore al primo membro della brigata!»
Tutti fissarono senza espressione Haruhi per qualche secondo prima di annuire per approvazione. Koizumi fu il primo a parlare.
«Credo che sia un'idea fantastica, Suzumiya-san!»
Ovviamente avresti pensato che fosse una grande idea. Haruhi potrebbe ordinare l'assassinio di massa di tutti quanti in questa città e tu saresti come: "quanto presto vuoi che sia fatto?" Però, mi piaceva l'idea della festa.
«Questo è davvero premuroso, Suzumiya-san!» disse Asahina-senpai.
Haruhi annuì, sorriddendo per quella che probabilmente era la prima volta a partire dal giorno prima.
«Mi assicurerò di invitare Tsuruya-chan e quegli altri due. Magari potremmo tenere la festa a casa di Tsuruya-chan.»
Amo il modo in cui Taniguchi e Kunikida ancora non erano riusciti a portarsi al livello in cui Haruhi si sarebbe importata di dire i loro nomi. In ogni caso, dubito che direbbero di no all'invito. Poco dopo quell'avvenimento Haruhi concluse la giornata della brigata in modo da poter preparare l'imminente festa. Non avrebbe avuto molto tempo per farlo, ma era una cosa buona che aveva trovato qualcosa da fare per mantenersi positiva per passare il tempo. Sapevo che probabilmente era triste all'interno.
Il resto della giornata passò senza particolari incidenti. Mia madre mi costrinse a iniziare l'imballaggio, anche se non riuscii a completare più di due scatoloni prima di tornare nella mia stanza e coricarmi. Dopo aver guardato un po' di televisione, decisi di andare a dormire.

Il giorno successivo, mi alzai per quello che sarebbe stato il mio ultimo giorno al liceo Kita. Una parte di me voleva rimanere a casa, ma sapevo che sia mia madre che Haruhi non me l'avrebbero permesso. Oh, be'... almeno questa collina non mi darà più problemi.
Entrai in classe per trovare Haruhi guardare fuori dalla finestra. Mi sedetti silenziosamente alla mia sedia e mi voltai verso di lei.
«Hai dormito meglio 'stanotte?»
«Un po'...»
Era ancora depressa, vedevo. Mi chiedevo se altri spazi chiusi fossero apparsi.
Non parlammo molto per il resto della giornata. Ad essere onesti, il mio ultimo giorno al liceo Kita fu privo di eventi come non mai. In effetti, non fu fino a quando non raggiunsi l'aula del club che qualcosa degno di nota accadde. Fu là che incontrai Tsuruya-san.
«Ehi, Kyon! Sei lì!»
Corse verso di me con tutta l'energia di un coniglio sotto anfetamine. La sua espressione si incupì quando arrivò da me.
«Dannato te! Perché non mi hai detto che ti stai trasferendo?»
«S... scusa...»
Iniziò a scuotermi le spalle avanti e indietro.
«Non posso credere che mi hai lasciato all'oscuro riguardo questo. Non sono così sicura che ti lascierò fare quella festa in casa mia, ora!»
Dannazione, ho chiesto scusa. Cos'altro vuoi da me?
La cupa espressione di Tsuruya-san svanì con un sospiro. Mise su un debole sorriso.
«Oh, rilassati, sai che sto scherzando, nyoro~. Però è comunque una brutta cosa. Ora ho solo un giorno per trovarti un regalo.»
«Non devi, davvero.»
«Ciance! Sono sicura che anche gli altri porteranno qualcosa.»
Il suo sorriso scomparse per un momento, rivelando un po' di tristezza.
«Sarà orribile non averti più in giro...»
Mi diede una pacca sulla spalla e sorrise, mostrando quei suoi dentini sporgenti così carini.
«Oh, be', devo andare. Devo ancora preparare le cose per domani. Allora ci vediamo!»
Corse via. Devo ammetterlo, è davvero una buona amica. Faticavo a credere che avrei trovato persone come quelle che conoscevo allora, dopo il trasloco.
Venne fuori che Haruhi e il resto della brigata stavano andando con lei ad aiutarla per la festa e per trovare regali. Insisterono sul non andare con loro dato che volevano che i regali fossero una sorpresa. Siccome non avevo certo una ragione per rimanere nel club da solo, lasciai la scuola presto per andare a casa. Era una sensazione molto strana tornare a casa a quell'ora. C'erano molte più persone questa volta. Mi ero dimenticato che fosse così.
Quando arrivai a casa, mia madre mi fece andare avanti con l'imballaggio. Si assicurò di rimproverarmi per aver fatto così poco il giorno prima, e tenne un occhio vigile su di me durante il pomeriggio. Le dissi che i miei amici stavano per venire ad aiutarmi, ma sembrava che non mi credesse dato che insistì sul non inventare scuse per non lavorare. Impacchettai la maggior parte dei vestiti e alcuni stravaganti souvenir che avevo collezionato negli anni, inoltre impacchettai anche la maggior parte dei piatti e utensili. Realizzai presto che gli scatoloni di piatti erano molto pesanti. Sarei dovuto rimanere nella stanza del club...
Dopo diverse ore di lavoro spacca-schiena, potei finalmente stendermi e andare a dormire. Mi ci volle un po' per riuscire ad addormentarmi.
Il mio sonno fu interrotto il mattino successivo quando una devastante forza fu applicata al mio petto, seguita da un'alta voce: «dannazione Kyon, muovi il sedere!" Quando aprii gli occhi, fui accolto dal minaccioso sguardo di Haruhi. Notai che anche Nagato, Asahina-san e Koizumi erano nella mia stanza.
«Che... che ore sono?»
«Idiota! Sono quasi le dieci! Sono venuta qui per farti un favore ed è così che mi tratti! Che ingrato!»
Mi alzai per sedermi e misi i piedi per terra mentre sbadigliavo sonoramente.
«Scusa... non ho dormito bene ultimamente...»
«Nessuna scusa!» urlò Haruhi puntandomi un dito contro il naso. «Vestiti e vai a lavorare. Abbiamo tanto da fare prima di andare alla festa di 'stasera!»
Fu a quel punto che la Brigata SOS cominciò l'arduo compito di imballare il resto delle proprietà della mia famiglia. Il camion del trasloco arrivò un paio d'ore dopo, dandoci l'occasione di iniziare a metterci sopra i pacchi più pesanti. Mentre Koizumi ed io ci stavamo occupando di questo, le ragazze stavano iniziando ad impacchettare tutte le cose più piccole nelle scatole.
È da notare che la maggior parte del lavoro pesante era fatto da me e Koizumi, mentre Haruhi passava la maggior parte del tempo impartendomi ordini. Dopo un paio d'ore, anche Tsuruya-san si è presentata per aiutare. Ci disse che l'allestimento della festa sarebbe stato completato per quando avremmo finito. Sperai che sarebbe stato presto, dato che il trasloco mi stava estenuando.
Scoprii in seguito che gli scatoloni riempiti di libri erano molto più pesanti di qualsiasi altra cosa avessi sollevato prima. Notai anche che pure Nagato stava trasportando uno scatolone pieno di libri, facendolo come se fosse stato pieno di cuscini. Dannazione, vorrei poterlo fare anche io. Accidenti, anche Koizumi sembrava starmi superando quando si trattava di sollevare roba. Era stato sottoposto a degli allenamenti segreti in quella organizzazione? Mi rifiuto di credere che sia più forte di me.
È da notare che mia madre e mia sorella erano grate dell'aiuto che i miei amici ci stavano dando. Haruhi insistì che non era un problema e che erano felici di aiutare. Lei è sempre così formale con gli adulti. Fu una faticaccia cercare di fare in modo che la mia sorellina non ci distrasse con il suo comportamento divertente. Sembrava che il vedere i miei amici l'avesse tirata su di morale.
Mia madre insistì nel farci caricare le mie cose per ultime. Ci vollero circa sei ore prima che avessimo finito. Lasciammo in casa solo l'essenziale. Quel posto mi sembrò così differente rispetto a cinque anni prima. Non riuscivo a non sentirmene rattristato.
Haruhi volle che ognuno tornasse a casa e si preparasse prima di incontrarci al solito ritrovo alle sei in punto. Avesso messo da parte alcuni dei miei vestiti migliori per la serata mentre stavamo impacchettando. Pensai che mi sarei dovuto presentare al meglio per la festa. Mi misi anche della colonia che avevo comprato tempo prima quando pensavo di trovarmi una ragazza. Quello è stato prima delle prima superiori, credo. Dopo aver tentato per un po' di pettinarmi i capelli a caso prima di capire che sarebbero andati bene comunque, lasciai la casa per incontrare i miei amici un'ultima volta.
Arrivai circa quarantacinque minuti in anticipo. Era raro per me arrivare al ritrovo per primo, ma compresi che la ragione era perché semplicemente ero già sveglio e non dovetti combattere il mostro del sonno per riuscire ad alzarmi in tempo. Aspettai soltanto quindici minuti prima che Koizumi arrivasse. Era vestito nel suo solito modo formale-casual, con la sua giacca sportiva.
«È bello vederti qui presto.»
«Già...»
Si posizionò di fianco a me e si mise a guardare il cielo.
«C'è un cielo bellissimo oggi, non trovi?»
Be', non è un po' un cliché come inizio per un conversazione?
«Sì...»
Nessuno dei due disse molto per un paio di minuti fino a che non divenni curioso riguardo le condizioni di Haruhi.
«Sta un po' meglio di ieri,» disse Koizumi. «Però, c'è stato un altro spazio chiuso 'stanotte. Era più piccolo del precedente. Magari sta accettando quello che sta accadendo.»
Oppure lo sta negando.
«Forse anche questo è vero. Ecco perché i giorni successivi alla tua partenza saranno cruciali.»
Non dimentichiamoci anche che senza di me non ci sarà più nessuno a metterle il guinzaglio quando perde il controllo.
«Forse sarò più attivo nel prendere il ruolo della voce della ragione.»
Bugiardo! Non farai nulla del genere. So che voi esper avreste troppa paura di spazientire il vostro "Dio".
A quel punto arrivò anche Nagato. Aveva un colletto color verde tartaruga con un cardigan verde chiaro. Aveva anche una gonna verde chiaro, calze e scarpe verde scuro. Il vestito era completato da un fiocco verde sui capelli. Era così carina che mi ero dimenticato che per Nagato era raro indossare qualcosa di diverso dall'uniforme scolastica.
«Wow... ti sta meravigliosamente, Nagato.»
«Suzumiya-san ha insistito che indossassi questo,» disse come se ci fosse la minima traccia di imbarazzo. Mi piaceva ciò che vedevo.
Passò poco tempo prima che arrivò anche Asahina. Indossava un vestito rosso con sopra una giacca rosa chiaro in lana e scarpe aperte rosa con dei fiorellini in mezzo. Portava anche un paio di fiocchi per ogni lato della testa. Non ho bisogno di dire che sembrava bellissima indossandolo.
«Scusate per essere arrivata in ritardo.»
«Nessun problema. Stiamo ancora aspettando Haruhi.»
Mi rivolse un caloroso sorriso mentre si unì a noi.
«Spero che ci divertiremo.»
Come potremmo non farlo se sarai con noi? Stavo guardando avanti a questa festa come non mai.
Finimmo per aspettare altri venti minuti per Haruhi, e lei ancora non era arrivata. Controllai sul mio cellulare l'ora. Le cinque e cinquantasei. Dannazione, dove diavolo sei, Haruhi?
Fu solo circa trenta secondi dopo a quel pensiero che Haruhi infine arrivò. Indossava una canottiera con dei fronzoli sia in alto che in basso. Inoltre ci indossava sopra una giacca nera. Una minigonna nera con una cintura gemmata di strass stava a pennello con quello che stava indossando. Infine, indossava leggins viola e scarpe nere. C'era un'altra cosa che dovetti notare. Si era legata i capelli con un fiocco viola in una... una coda di cavallo! Sa della mia fissazione? Ricordo l'incidente dove lei aveva quasi ripristinato il mondo quasi un anno fa in quello spazio chiuso. Le dissi riguardo la mia fissazione, e ha portato la coda il giorno dopo... ma lei pensava che era stato un sogno... be', non importa. Stava... stava bene... sì... Quando si avvicinò potei notare che aveva pure affrontato la difficoltà del prepararsi un make-up. Ecco perché ci aveva messo tanto.
Sembrava imbarazzata all'inizio, ma lo nascose rapidamente quando si unì a noi.
«Bene, siamo tutti qui! Andiamo!»
Prendemmo l'autobus che portava a casa di Tsuruya-san. L'atmosfera nell'andata era calma. Sembrava che nessuno riuscisse a trovare davvero qualcosa da dire. Personalmente, ero a posto con il silenzio. Davvero non volevo che qualcuno disse qualcosa di sdolcinato per farmi stare meglio. Quello sì che sarebbe stato imbarazzante.
Arivammo velocemente e incontrammo Tsuruya-san nella sua casa. Indossava una maglia gialla a taglio basso con jeans corti e stivali. Ci accolse con quel sorriso che mostrava con orgoglio i suoi dentini sempre sporgenti.
«Benvenuti ragazzi! Siamo pronti!»
A quel punto afferra un cappellino giallo da festa e me lo mette in testa.
«Questa festa è per te, quindi devi indossare il cappello!»
Oh, grazie. Meno male che ho speso quindici minuti a sistemarmi i capelli cosicché tu potessi rovinarli con uno stupido cappello...
«Sii grato, dannazione!» urlò Haruhi. «Sei fortunato già ad avere una festa.»
Ignorai l'inveire di Haruhi ed entrai in casa. Era decorata con i soliti addobbi da festa, dai palloncini agli striscioni di carta. C'era una macchina per il karaoke come c'erano ogni tipo di salatini da gustare. Taniguchi e Kunikida arrivarono circa un'ora e mezza dopo. Erano vestiti in modo abbastanza casual, non che m'importasse davvero cosa indossavano.
Spendemmo le prime due ore cantando al karaoke mentre ci gustavamo i salatini e le bibite. Cercai disperatamente di non avere un turno, ma Haruhi e Tsuruya-san insisterono per farmi cantare. Scelsi una canzone che conoscevo e cercai di dare il meglio. Non credo di essere quel grande cantante, ma le ragazze sembravano essere abbastanza soddisfatte della mia prestazione. Taniguchi provò più volte, cercando di impressionare le ragazze, ma fu inutile. È un cantante terribile. Non c'è nemmeno bisogno di dire che le prestazioni di Haruhi furono impeccabili. Cantò anche quelle due canzoni delle ENOZ che aveva cantato al festival della cultura. Tsuruya-san era abbastanza brava e la voce di Nagato era sulla nota perfetta ma mancava di sentimento come al solito. Asahina-san cercò di fare il suo meglio. Era molto carina mentre sputava le parole. Koizumi era un cantante soddisfacente. Kunikida si rifiutò di cantare, insistendo che era meglio per tutti.
Una volta finito, i camerieri di Tsuruya-san ci servirono una torta. Era una torta larga a forma di rettangolo alla vaniglia con decorazioni in vaniglia. Sulla torta, le parole "Ci mancherai, Kyon!" erano scritte insieme ai nomi di tutti sotto ad essa. Ero davvero commosso.
Haruhi volle essere lei stessa a tagliare la torta. Notai che tagliò un pezzo lievemente più grande per sé e, come se volesse nascondere il suo crimine, mi diede una fetta delle stesse dimensioni. Cattiva Haruhi! Non credere di potermi corrompere con della torta in più! Comunque, nessuno sembrava importarsene o averlo notato dato che ce n'era più che abbastanza per tutti.
Una volta sazi, Tsuruya-san annunciò che era il momento dei regali. I regali di ognuno che sembravano essere stati comprati il giorno prima vennero a galla. Tsuruya-san fu la prima a consegnarmelo.
«Ho pensato che farà freddo al nord. So che non ne hai bisogno adesso, ma sono sicura che ti tornerà utile.»
Aprii la scatola per trovare una giacca alla moda completa di guanti e cappello in lana. Sembrava molto costosa. La ringraziai con gratitudine e procedetti verso il regalo successivo, che era di Nagato. Era un libro di Haiku Giapponesi. Ammetto che non sono il tipo poetico, ma ero comunque grato del regalo e affermai che l'avrei letto il più presto possibile. Asahina-san arrivò dopo di lei con quello che sembrava essere un termos e un piccolo sacchetto di foglie di tè.
«S... so che non potrò più prepararti il tè, quindi pensavo di dartene un po' da portarti via. Ti ho anche lasciato alcune foglie che ho preso io stessa. Spero che ti divertirai a prepararle.»
Oh, Asahina-san. Se avessi avuto solo un grammo del tuo talento nel preparare il tè, l'avrei fatto con gioia. Farò del mio meglio per prepararle per bene, ma sono sicuro che fallirò.
Il regalo di Koizumi fu un orologio con un laccio in pelle. Era di medio valore, non economico ma nemmeno molto costoso. Lo ringraziai e mi portai da Taniguchi e Kunikida. Taniguchi mi mise in mano ciò che sembrava essere una rivista ricoperta di carta di giornale. Insistì nel non farmelo aprire. Il solito Taniguchi. Ero sicuro di sapere già di cosa si trattava... E per Kunikida, mi diede una carta regalo e si scusò per non avere un regalo decente. Non preoccuparti, è il pensiero che conta.
E infine fu il turno di Haruhi di darmi il suo regalo. Sembrava essere un po' riluttante nel consegnarmelo. Potevo vedere che era una piccola scatola rettangolare. Dopo averla fissata ancora alcuni secondi, me la porse guardando verso un'altra direzione.
«Tieni. Non... non sapevo davvero cosa prenderti. Non è molto, va bene?»
Lo presi con gioia e lo aprii. Con mia sorpresa, era una fascietta arancione. Sopra c'erano le parole "Membro della Brigata #1". C'era anche la spilla per attaccarla. Sorrisi verso Haruhi dopo aver tirato fuori la fascietta dalla scatola. In effetti ne ero abbastanza commosso. Haruhi incrociò le braccia e arrossì un po'.
«Una volta diventato membro della Brigata, sarai per sempre un membro della Brigata. Ora hai un simbolo della tua appartenenza ovunque tu vada. Insisto che tu lo indossi ovunque, anche nella tua nuova scuola!»
Col diavolo che sarebbe successo. Ma in ogni caso, decisi di prenderla in giro indossandola.
«Grazie Haruhi. Mi piace molto.»
Arrossì di nuovo e guardò altrove. Potevo sentire che si sentiva davvero imbarazzata, e ad essere onesti lo ero anche io. Fortunatamente la tensione si ruppe quando Tsuruya-san corse verso di noi con una fotocamera.
«Facciamoci una foto di gruppo tutti insieme!»
Lo facemmo. Fece scattare la foto ad uno dei camerieri. Haruhi ed io eravamo in centro al gruppo. Io indossavo la fascetta e lo stupido cappello. Avrei dovuto toglierlo. Avrei preferito non guardare indietro a questo per vedermi sembrare un idiota.
La festa ormai era finita. I cinque membri della Brigata vennero tutti portati indietro in una delle limousine di Tsuruya-san. La tristezza dell'andata per la festa fu sminuita dalla tristezza del ritorno. Ora era scuro, e le luci all'esterno davano una debole illuminazione. Fu una corsa abbastanza miserabile.
Una volta arrivati alla stazione, ci salutammo tutti un'ultima volta. Haruhi lanciò uno sguardo verso ognuno di noi prima di dichiarare il congedo. Koizumi, Nagato e Asahina-san si diressero rapidamente ognuno alla sua strada. Haruhi esitò un po' prima di iniziare ad incamminarsi. Lo presi come un segnale per fare lo stesso.
Iniziai a camminare verso la direzione in cui avevo lasciato la mia bici. Non ci volle molto prima di sentire un grido dietro di me.
«Kyon! Aspetta!»
Mi voltai per vedere Haruhi in piedi distante una dozzina di metri. Corse velocemente verso di me, afferrandomi per le spalle una volta raggiuntomi.
«Non voglio che te ne vada!»
Sembrava stesse per dire qualcos'altro, ma si fermò. Respirava affannosamente e ingoiò la saliva con fatica prima di parlare nuovamente.
«Non... non sarebbe la stessa cosa... sarebbe tutto...»
A quel punto si voltò lontano rispetto a me, come se volesse nascondere qualcosa. Non ne ero sicuro, ma credevo di aver visto cio che sembrava essere una lacrima. Le sorrisi in un tentativo di tirarle su il morale.
«va bene, Haruhi. Terrò i contatti. E mi accerterò di visitare nelle vacanze estive. Andrà bene.»
Haruhi si voltò nuovamente verso di me. Sorrise debolmente prima di annuire. Poi iniziò a strofinarsi gli occhi.
«I miei occhi si stanno irritando...»
Ridacchiai leggermente dopo averla sentita. La salutai con la mano mentre iniziavo ad andarmene.
«Ci sentiamo più tardi, Haruhi.»
«Ciao...»
Le sue parole... le disse come se si aspettava di non vedermi mai più. Poi iniziò a correre verso casa sua. La guardai fino a che non uscì dalla mia visuale. Saltai sulla mia bici portandomi i regali in una borsa, e pdalai verso casa. Credevo che dopo ventiquattro ore a partire da quel momento sarei stato al nord con i miei parenti...
...ma mi sbagliavo.
Quando arrivai a casa, notai che tutti i miei averi erano stati scaricati dal camion e rimessi in casa. Poi vidi mia madre seduta su una sedia, segno che probabilmente mi stava aspettando. Scoprii che mia madre aveva piani differenti per me.
Quando mia madre aveva scoperto che i miei amici si erano dati tanto da fare per aiutarmi nell'imballaggio e per organizzarmi una festa, si era sentita così in colpa del fatto che mi stava portando via da loro che andò a parlare con mio padre per vedere se c'era un modo per farmi rimanere. Dopo avermelo spiegato, mi diede alcuni soldi che stava risparmiando. Mi disse che avrei dovuto cercare un piccolo appartamento da solo. Sapevo che non eravamo così benestanti da potercelo permettere, così dissi che mi sarei trovato un lavoro part-time come supplemento a qualunque cosa si potessero permettere di mandarmi. Ringraziai mia madre in tutti i modi, assicurandomi di dirle quanto fosse meravigliosa. Dopodiché presi immediatamente il mio cellulate per chiamare Haruhi. Trovai curioso che quando avevo cattive notizie, lei era l'ultima che avrei contattato mentre se avevo buone notizie, era la prima. All'altro capo rispose Haruhi, che sembrava essere proprio nel mezzo del... pianto? Impossibile... dovevo essermelo immaginato.
«Pronto?»
«Haruhi! Ho le notizie migliori di sempre! Non me ne andrò dopotutto!»
Si fermò per un secondo prima di rispondere.
«Cosa?»
«Mia madre ha deciso di farmi rimanere qua! Mi ha dato dei soldi per trovarmi un posto e tutto! Probabilmente dovrò lavorare per far quadrare i conti, ma potrò rimanere in zona!»
Haruhi rimase in silenzio prima di parlare...
«Bastardo! Hai una minima idea di cosa hai fatto passare alla tua Comandante negli ultimi giorni? Come puoi essere così insensibile? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te oggi! Dovrai spiegarci molte cose!»
Cosa c'era da spiegare? Ti avevo detto tutto. Tipico di Haruhi. Credo di non dover essere sorpreso. Tutta questa brutta esperienza era stata anti-climax. Anche se sapevo che dentro di lei forse era molto felice.
«Domani ci sarà una riunione straordinaria della Brigata SOS! Nove A.M. spaccate! Farai meglio ad esserci, Kyon, se vuoi avere qualche speranza di arrivare al prossimo tramonto!»
E a quel punto riattaccò. non riuscivo a non pensare al fatto che la sua reazione era stata un po' esagerata, ma credo che non sarebbe più stata Haruhi se non avesse fatto così. Tornai sulla mia branda, che era decisamente meno comoda del mio letto, e mi addormentai.
La mattina successiva, salutai mia madre e mia sorella. La mia sorellina si sentì malissimo per il fatto che non stavo andando con lei. Si aggrappò alla mia gamba e non la volle lasciar andare fino a che gli sforzi combinati di me e di mia madre non la staccarono. Dopo questo, abbracciai mia madre e strinsimo il patto. Mi disse che avrei avuto solo un paio di giorni prima di dover abbandonare la casa. Le dissi che sarei potuto stare in casa di un amico per un po' fino a che non fossi stato capace di stare in piedi da solo. Con questo, lei e mia sorella, insieme a tutte le loro cose, sparirono.
Guardai l'orologio che mi aveva dato Koizumi. Diceva le nove e mezza... dannazione!
Arrivai al nostro solito ritrovo poco prima delle dieci. Haruhi e gli altri erano seduti con un'aria annoiata e impaziente. Quanto entrai nel loro raggio visivo, potei sentire Haruhi che mi urlava contro. Già... sono morto...
«Hai una bella faccia tosta a farti vedere con un'ora di ritardo! Doppia penalità! Tripla penalità!»
Mi scusai con ognuno, dicendo loro che avevo impiegato molto tempo nel salutare la mia famiglia. Haruhi sbattè le palpebre nel sentire questo.
«Davvero? Se ne sono andati davvero?»
«Già.»
«La tua sorellina mi mancherà molto. Era davvero una dolcezza.»
Eri per davvero arrabbiata con me? Ora davvero non lo stai mostrando.
«Dimenticati di tua sorella. Siamo qui per discutere della tua situazione attuale. E farai meglio a credere che comprerai!»
«Lo so, lo so...»
Andammo insieme alla caffetteria dove di solito ci incontravamo. Dopo aver comprato le bibite a tutti quanti spiegai la situazione a tutti. Non riuscivo non notare che Asahina sembrava non essere sopresa affatto del fatto che ero ancora là. Koizumi sembrava essere molto sollevato, e riuscivo a percepire lo stesso sentimento da Nagato, ma Asahina-san era differente. Ha sempre saputo che questo sarebbe accaduto?
«Avevo la sensazione che tutto di sarebbe rimesso a posto.»
Una sensazione le mie chiappe! L'hai saputo per tutto il tempo! Dannati viaggiatori del tempo e il fatto che conoscono il futuro!
In ogni caso, quando ebbi finito, dissi anche che il mio prossimo obiettivo sarebbe stato trovare un posto dove stare. Sapevo che vivere da solo non sarebbe stato un problema per me. Dopotutto, Nagato, Koizumi e Asahina-san lo stavano facendo da più di un anno ormai.
«Sfortunatamente, non ho molti soldi dalla mia parte, quindi sarà difficile trovare un posto che posso permettermi.»
«Sarebbe un serio problema,» disse Koizumi. «L'affitto non è economico. Magari c'è qualcosa che posso fare per te...»
No grazie! Preferirei non avere il tuo "aiuto".
«Non sono sicura di poterti aiutare davvero, Kyon,» disse Asahina-san timidamente. «Se potessi, sarei felice di farlo.»
«Lo apprezzo. Se non trovo un buon posto per restare, potrei dover andarmene al nord comunque.»
Fu a quel punto che Haruhi sbatté la mano sul tavolo.
«Allora è deciso!»
Cosa è deciso?
«Kyon, verrai a vivere con me!»

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E così ce l'abbiamo. Siamo finalmente alla premessa della storia. Nel prossimo capitolo, incontreremo finalmente i genitori di Haruhi.

N D T
Prima di iniziare, sapete per cosa sta "Imoto-chan", vero? Sarebbe a dire "sorellina" in giapponese. L'autore ha voluto usarlo così, per una sola volta nella fiction.

Detto questo, ho un paio di pensieri: non trovate che il modo di consegnare il regalo di Haruhi sia terribilmente Tsundere? Anche il discorso della torta era molto carino... Detto questo, vorrei anche io avere un libro di Haiku da parte di Nagato... be', prestate attenzione a quel libro! Alla prossima!

UPDATE Mi sono accorto di un piccolo errore di traduzione, quando si parla del tè. Per una svista, ho parlato di bustine di tè, anziché di vere e proprie foglie. Asahina è un'intenditrice, non preparerebbe mai il tè in bustina... il capitolo è stato corretto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


N D T
Scusatemi tantissimo per il ritardo epocale! Ma ho avuto tante cose da fare...
Giusto per far sapere: questa è la storia su Haruhi con più recensioni in assoluto nel web, che iniziarono ad arrivare molto presto, ecco perché l'autore ringrazia tanto spesso. Come indicazione: siamo oltre il migliaio!
FINE N D T

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Grazie per tutte le recensioni che ho ricevuto a questo punto. Apprezzo davvero i consigli. So che la cosa su cui più vengo criticato riguarda stupidi errori di spelling e di grammatica. Non è che non sappia fare spelling e grammatica. È solo che quando sto scrivendo le mie mani vanno un po' con il pilota automatico, e qualche volta scrivono cose che non voglio. :P
Finalmente entriamo nella carne con le patate (equivalente di "entrare nel succo della questione", N.D.T.) della storia. Non credo che questo capitolo sarà lungo quanto lo scorso. Spero vada bene.

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Capitolo 4

«Kyon, ti trasferirai da me!»
Mi presi del tempo per lasciare che le sue parole mi affondassero dentro. Credo che una parte di me capì quello che aveva detto piuttosto chiaramente, ma un'altra parte di me voleva... anzi no, aveva proprio il bisogno di credere che avevo solo capito male. Quindi, come un idiota, dissi: «cosa?»
«Mi hai sentito, Kyon! Dovresti trasferirti da me. È ovvio che nessun altro può davvero aiutarti, e tu non puoi permetterti un posto tuo. Ho una stanza degli ospiti, puoi stare da me. In questo modo non dovrai trovarti un lavoro che potrebbe interferire con le attività del club. Sarebbe perfetto!»
Anche se la tua logica nell'ultima frase era piuttosto convincente, stavi dimenticando alcuni fattori cruciali. Li spiegherò immediatamente...
Fattore Uno: vivrei insieme a te. Hai un'idea di quanto sia stressante avere a che fare con te per così tante ore a settimana? Ho bisogno di una pausa da te, ogni tanto. È già difficile con tutte le ore in cui ci vediamo a scuola, per non parlare delle escursioni in giro per la città il fine settimana.
Fattore Due: sono un ragazzo. Tu sei una ragazza... okay? Davvero non voglio analizzare di dettagli di questo. Chiamami antiquato, ma semplicemente non penso che sia giusto che persone del sesso opposto vivano sotto lo stesso tetto se non sono sposati o fidanzati.
Fattore Tre: ricorda che non è casa tua. Sono parecchio sicuro che i tuoi genitori avranno qualcosa da dire riguardo il farmi vivere lì. Effettivamente, ora che mi ci fai pensare, voglio davvero incontrare i tuoi genitori? Qualcuno che è riuscito a crescere una persona come te... Devo fermarmi... il pensiero è troppo spaventoso...
Fattore Quattro: vivrò insieme a te! So di averlo già detto, ma non lo ripeterò mai abbastanza.
«Non preoccuparti dei miei genitori. Sono sicura che riuscirò a convincerli a lasciarti rimanere.»
Ovviamente, per l'ennesima volta, ti sei rifiutata di ascoltare. Ho indicato ben tre altri punti... be', tecnicamente erano due, ma questo non importa!
«Allora è deciso! Adesso andrai a casa per preparare le tue cose mentre io preparo casa mia. Avrò finito alle due. Farai meglio ad essere pronto!»
E proprio in questo modo, sono stato costretto un'altra volta a fare qualcosa che non volevo. Voglio dire, certo, un sacco di ragazzi accorrerebbero all'idea di vivere con una ragazza attraente. Leggono questi stupidi manga su due estranei che vivono sotto lo stesso tetto, poi cose incredibili succedono, prima che infine si innamorino. Ma questa è la realtà, e questo tipo di cose non succede mai. Inoltre, sono sicuro che i genitori di Haruhi mi diranno di no, e dopodiché questa faccenda sarà chiusa.
Prima di andare, Haruhi ebbe un'ultima cosa da dire. «Kyon, siccome non te ne andrai dopotutto, devi restituire tutti i regali che gli altri hanno fatto. Sarà onesto solo in quel modo.»
E da quando tu giudichi cosa è onesto? Guardai verso Koizumi, Asahina e Nagato. Tutti insisterono sul tenere i loro doni. Haruhi, invece...
«Rivoglio indietro la fascietta!»
«Devo davvero ridartela? Cominciava a piacermi...»
«Certo! Il mio piano originale era quello di usarla come pubblicità alla tua nuova scuola cosicché potessimo creare una nuova divisione della Brigata SOS.»
Certo, come no. Col cavolo che sarebbe successo...
«Ma dato che non andrai da nessuna parte, non c'è bisogno che tu tenga una fascietta. Sappiamo già che posizione occupi nella brigata!»
Con quella logica, nemmeno tu dovresti indossarla. Non è che qualcuno sia confuso riguardo il tuo controllo sulla brigata.
«Ma nel mio caso è differente. Sono la comandante della brigata. Ho bisogno di qualcosa che mi faccia risaltare.»
Ci sono poche persone nell'universo che risaltano quanto te, ma comunque sia davvero non voglio restituire la mia fascietta.
Haruhi mi guardò con lo sguardo incrociato per circa mezzo minuto prima di sospirare sonoramente.
«Va bene, tienitela. Ma dovrai indossarla ogni volta che te lo ordino!»
Ho davvero una scelta? I ogni caso, dopo aver detto questo decidemmo di lasciare il caffè. Dopo esserci separati, Koizumi prese a camminarmi in fianco. Compresi che aveva qualcosa da dire.
«Be', questa ha finito per essere un interessante piega degli eventi.»
Interessante? Come minimo, Capitan Ovvio.
«Ad essere onesto, credevo che questo sarebbe stato il peggior giorno della mia vita. Sono infinitamente contento che le cose si siano risolte in modo diverso. Non posso che non avvertire la sensazione che Suzumiya-san abbia desiderato che succedesse qualcosa del genere.»
Oh Dio, per favore non suggerirmi questa era tutta colpa sua... e anche se lo fosse, sarebbe incredibilmente inconveniente pensare che il mio destino potrebbe mutare al cambiare del vento come una bandiera. Preferirei credere che questa sia una coincidenza.
«E magari lo è. Le mie sono solo speculazioni. Sono sicuro che non c'è bisogno di dire che il suo stato emozionale è esponenzialmente migliorato rispetto all'intera settimana precedente.»
«Già...» era il meglio che riuscii a dire dopo la sua parlata. A quel punto, un pensiero mi attraversò la mente: «Koizumi, sai qualcosa riguardo i genitori di Haruhi?»
Koizumi si fermò e mi sorrise con quel suo sorriso di plastica.
«Non c'è bisogno di dire che studiare Suzumiya-san richiede anche alcune conoscenze sui suoi genitori. In effetti, c'è una piccola parte nell'Organizzazione che li controlla con zelo. Dopotutto, i suoi genitori l'hanno creata, giusto per dire.»
Per quanto possa essere agghiacciante, non riuscivo a togliere dalla mia testa immagini sul Cattolicesimo e Madre Maria. Non riuscivo nemmeno ad immaginare come potrebbere essere dare alla luce un Dio...
«Che tipi sono?»
Il sorriso di Koizumi si allargò e diventò più fastidioso.
«Credo che sia molto meglio se lo scopri da solo.»
E con quello, Koizumi si incamminò altrove. Perché non me lo voleva dire? All'improvviso, fui mortalmente spaventato. Mi chiedevo se non era troppo tardi per trasferirsi al Nord. Guardai il mio orologio e realizzai che mia mamma ormai era lontana centinaia di chilometri. Dannazione...
Tornai finalmente a casa, e, vedendo che la mia roba tecnicamente era già imballata e pronta a partire, decisi di sdraiarmi a fare un pisolino. Ero ancora stanco per le notti insonni e per i lavori d'imballaggio della settimana. Tornai sul mio futon e mi addormentai prima di potermene accorgere.
Fui svegliato dal rumore di qualcosa che batteva alla porta con foga. Dietro ad essa, sentivo la voce di un'irosa teenager che urlava a pieni polmoni. Oh accidenti, non vedo l'ora di vivere con lei... se mai questo accadrà.
Aprii infine la porta dopo essermi strofinato via dagli occhi la stanchezza solo per vedere dall'altra parte Haruhi che mi guardava storto.
«Alla buon ora! Stavi dormendo? Come fai ad essere così pigro?»
«La roba era già impacchettata, quindi non avevo qualcosa da fare.»
«Comunque... preparati! Ce ne stiamo andando!»
«I tuoi genitori hanno detto che va bene?»
«Smettila di sprecare tempo con domande inutili! Prendi la valigia e incamminati!»
Domande inutili? Sono piuttosto sicuro che sia dannatamente importante che i tuoi genitori accettino che io viva là. Dopotutto, se dovessi riportare indietro la mia roba dopo aver scoperto di non poter restare, allora questo sì che sarebbe uno spreco di tempo.
«Torneremo a prendere il resto della tua roba dopo. Andiamo!»
E con questo, afferrai la mia borsa e iniziai a seguire Haruhi per la strada verso casa sua. Non ci sono mai stato da quando ho incontrato Haruhi, un fatto reso dolorosamente noto durante gli eventi della sua scomparsa quando Nagato ha modificato il mondo. Ero leggermente curioso dell'aspetto di un posto del genere, ma più che altro ero terrorizzato. Iniziai ad immaginare il più contorto e orrendo posto immaginabile. Un posto che solo un demone potrebbe chiamare casa. Già, doveva essere proprio così.
Haruhi non aveva una bicicletta, così dovetti camminare per tutto il percorso, cosa che devo ammetere essere stata brutta, seppur me la sia cavata. Ci volle quasi un ora per arrivare. Quando fummo lì, fui accolto dalla vista della tipica casa a due piani in stile occidentale colorata di bianco. In altre parole, era d'aspetto completamente normale. Non ero sicuro se essere rassicurato o deluso. Sono impazzito?
Entrammo in casa. Dopo esserci tolti le scarpe, ebbi l'opportunità di vedere l'interno... che sembrava essere sospettosamente normale. Tutto era pulito e ben disposto. Notai che il soggiorno era occupato da un vero e proprio armamentario di cianfrusaglie di baseball. Potei solo presupporre che il padre di Haruhi era un gran fanatico del baseball... Aspetta, Haruhi non mi aveva detto che una volta suo padre l'aveva portata ad una partita di baseball? Giusto, questo ha senso. Magari suo padre è un uomo normale, dopotutto.
Haruhi si voltò verso di me e mi disse di aspettare in soggiorno. Poi si diresse in cucina, dove probabilmente si trovavano i suoi genitori. A quel punto sentii questa frase.
«Mamma, papà, ho un grandissimo favore da chiedervi...»
Aspetta, cosa!? Intendi dire che nemmeno gliel'hai chiesto? Cosa stavi pensando? Hai idea di quanto sembrerà terribile questa cosa?
«Sapete, c'è questa... persona, mia amica, che di recente ha perso la casa e adesso ha bisogno di un posto in cui restare.»
Sta per finire molto male. Nel preciso momento in cui scopriranno che il suo amico è un maschio. Probabilmente sto per essere preso a calci nel di dietro da suo padre... e magari anche da sua madre. Poi dovrei tornare a piedi a casa mia con tutti i tipi di infortuni. Questo sarebbe molto brutto.
«Mi chiedevo se possiamo lasciarlo stare qui.»
Okay, questa è la parte dove dicono di no, e posso tornare a casa. Sono sicuro che probabilmente Haruhi protesterà per un po', ma dubito che cambieranno idea. Tornerò a casa e dimenticherò di questa sciocca idea. Sì... a parte il fatto che quando ho sentito quelli che sembravano essere i genitori di Haruhi, non sembravano completamente contrari all'idea. Sembravano invece... insicuri. Fu a quel punto che la testa di Haruhi spuntò in soggiorno e mi fece segno di raggiungerla. Oh, cavoli... si parte...
Il mio cuore batteva di assoluto terrore. Presi un respiro profondo e lentamente andai fino in cucina. Decisi di provarci e fare un'Asahina-san, cercando di sembrare il più possibile umile mentre iniziavo a mostrarmi. Tenni gli occhi fissi sul pavimento, terrorizzato alla sola idea di guardarli. Mi inchinai profondamente prima di parlare.
«Sono terribilmente dispiaciuto di arrecarvi fastidio. È stata un'idea di Suzumiya-san. Vi capisco se siete contro quest'idea.»
Raramente mi riferisco ad Haruhi come Suzumiya-san, ma dato che cercavo di essere super rispettoso e formale mi sembrava necessario. Ad essere onesti, ero terribilmente non a mio agio nel comportarmi in questo modo. Non so come Asahina-san riesca a farlo tutto il tempo.
Riuscii a lanciare una rapida occhiata ad entrambi. La madre di Haruhi aveva lunghi capelli castani, molto simili a quelli di Haruhi la prima volta che ci siamo incontrati. Non riuscii a vedere bene i suoi occhi dato che stava sorridendo alla Koizumi, solo che il suo sorriso era caldo e gentile mentre quello di Koizumi era finto e fastidioso. In realtà era una donna incredibilmente adorabile, esibendo un fascino non molto differente da quello di Asahina (grande).
Il padre di Haruhi aveva capelli corti neri, con occhi uguali a quelli di Haruhi. Aveva la costituzione di un uomo che si mantiene in ottima forma. Credo si potesse dire che era un bell'uomo, non che io ne sappia. Entrambi sembravano essere troppo giovani per essere i genitori di una teenager. Eppure, al contrario della moglie, la sua espressione poteva essere riassunta al meglio con una parola: infastidito. Questo era reso ancor più ovvio dal fatto che aveva appoggiato sul tavolo il suo giornale e aveva incrociato le braccia.
«Capisco...»
Haruhi decise di continuare a presentarmi. «Questo è il mio amico. Il suo nome è Kyon. Siamo compagni di classe da quando ho iniziato le superiori, e siamo nello stesso club.»
Dannazione, Haruhi! Dovevi  per forza dir loro quello stupido soprannome? Mi assicurerò di dir loro il mio vero nome quando Haruhi avrà finito di parlare. Suo padre continuava a fissarmi dall'alto mentre sua madre sorrideva in modo innocente. La stanza rimase in silenzio per circa un minuto finché non fu rotto da questa frase, omaggio di Mr. Suzumiya.
«Assolutamente no.»
Ecco che andiamo. Come volevasi dimostrare. Ora posso andare?
Sfortunatamente, la sua autorità fu subito messa in discussione, ma non da Haruhi, bensì da sua madre.
«Oh, perché no? Sembra un ragazzo gentile. Non possiamo lasciarlo in mezzo a una strada.»
Fantastico, ora questi due stanno per discutere. Proprio quello che avrei voluto vedere...
«Non lascierò che qualche ragazzo che non conosco viva sotto lo stesso tetto di mia figlia. È fuori questione!»
È ora il turno di Haruhi per protestare. Yay...
«Non è affatto come dici! Stai reagendo spropositatamente!»
Decisi di infilarmi in mezzo, cercando di attenuare la situazione prima che fosse fuori controllo.
«Va bene se non vi piace l'idea che io rimanga qua. Era davvero troppo da chiedere. Ho un po' di soldi. Posso trovarmi un posto. Mi spiace per aver sprecato il vostro tempo.»
«Quanti soldi hai?» chiese Miss Suzumiya.
«Uhm... circa quarantamila yen. È quello che dovrei ricevere ogni mese. Pensavo di trovarmi un lavoro part-time per far quadrare i conti.»
«Non puoi aspettarti di trovarti un posto per così poco,» disse Miss Suzumiya prima di tornare da suo marito. «Non puoi ripensarci?»
Mr. Suzumiya teneva ora le mani congiunte davanti a sé. Però mi stava ancora fissando. «Da dove prendi questi soldi ogni mese?»
Dannazione, mi ha beccato. So cosa dirà dopo. Quando gli dirò che i miei genitori mi stanno mandando i soldi, mi chiederà perché non vado semplicemente a vivere con loro. Potevo vedere che era un uomo di corte vedute. Qualcuno che è stato in molte situazioni in cui si può contare solo sull'istinto e il ragionamento rapido per sopravvivere. Se questo era un gioco di scacchi, la mia prossima mossa mi avrebbe sicuramente portato allo scacco matto. Dato che non volevo giocare a questo gioco, figuriamoci addirittura vincerlo, decisi di fare quello che si aspettava. «I miei genitori...»
«Perché non puoi vivere con loro?»
Prima che potessi rispondere, Haruhi mi interruppe. «Non può per colpa di... certe situazioni estenuanti.»
Cosa stai facendo? Non dirmi che stai per mentire riguardo la mia situazione. Per favore non farlo. Posso solo prevedere brutte situazioni con questo.
«Del tipo?»
«Be'... suo padre ha recentemente perso il lavoro e non potevano più permettersi una casa e quindi si sono dovuti trasferire da dei parenti, ma non c'era spazio per Kyon, quindi è dovuto rimanere indietro.»
«Non possono permettersi una casa loro, ma possono permettersi di mandargli quarantamila yen al mese?»
Haruhi si fermò realizzando cosa aveva sparato. Vedi? Sapevo che stavi per mandare tutto all'aria. Grazie, ma no grazie per l'aiuto. A quel punto spiegai loro la vera situazione, assicurando che la ragione per cui ero rimasto non era urgente o grave. Mia madre semplicemente si sentiva male nel costringermi a cambiare scuola dato che avevo così tanti amici. Nulla di speciale.
Miss Suzumiya sembrò essere toccata dalla mia situazione. «Che cosa meravigliosa per una madre da fare.» Si voltò un'altra volta verso il marito e lo pregò. «Oruki, non puoi essere così cattivo. È piuttosto improbabile che trovi un posto che si possa permettere. Sono sicura che possiamo metterlo ad aiutarci nelle faccende. Per favore?»
Oruki-san iniziò a strofinarsi le tempie, un chiaro segno che stava cedendo alle pressioni. Aspetta, no! Non voglio stare qui! Per favore, non cambiare idea!
«Andiamo, papà! Potremmo chiedergli l'affito. Potremmo usare i soldi in più.»
«Le nostre finanze non sono affari tuoi,» disse Oruki affondando il viso tra le mani. Dopo circa mezzo minuto riemerse. «Puoi stare qui per un mese. È tutto! In questo tempo ti troverai un posto tuo. Pagherai un po' d'affitto e ci aiuterai in casa. E mi aiuterai...» A questo punto si alzò, puntando il dito verso di me. «Se fai qualunque cosa che non mi piaccia minimamente, ti ritroverai fuori dalla porta così velocemente che non avrai tempo di dire "ma" prima di mangiarti l'asfalto. Hai capito!?»
Dopo aver nervosamente annuito, sia Haruhi che sua madre esultarono. Miss Suzumiya si alzò dalla sedia e si presentò come si deve.
«Sono Naru Suzumiya. Benvenuto a casa nostra. Spero che che andremo d'accordo.» Poi si avvicinò e mi sussurrò nell'orecchio. «Mi dispiace che mio marito sia stato duro. Di solito non accetta bene gli estranei. Si aprirà con te col tempo.»
Dopo questo, sentii un forte strattone sul colletto e fui trascinato fuori dalla cucina e su per le scale che erano in soggiorno. Non ci volle molto prima di realizzare che era Haruhi. Chi altri poteva essere? Mi trascinò fino a quella che sembrava essere una camera da letto. Era colorata di verde e non aveva oggetti oltre a un letto, un armadio e un comodino. Ovviamente era la stanza degli ospiti.
«Starai qui!»
Non prendermi in giro. Avrei potuto capirlo da solo.
«Cambia attitudine! Dovresti essere grato che abbia superato gli ostacoli per farti stare qui!»
Se c'è qualcuno a cui dovrei essere grato, sono i tuoi genitori. Nello specifico, tua madre. Lei è la vera ragione per cui ho un posto dove stare, anche se per solo un mese. È così dolce, gentile e simpatica. Non riesco nemmeno a immaginare come faccia ad essere tua madre.
Haruhi incrociò le braccia e incurvò le sopracciglia fissandomi. «Non credere che sarà tutto rose e fiori ora che sei qui. Mi assicurerò ti tenere il tuo pigro sedere ben occupato mentre sei qui. Nessuna scusa! Sono ordini diretti del tuo leader!»
«Sì, sì. ho capito. Hai finito? Mi piacerebbe provare a sistemarmi nel mio nuovo alloggio.»
Sì voltò e si incamminò. Poco prima di uscire, aggiunse un'altra cosa. «In ogni caso, sei assolutamente, completamente, al cento percento non autorizzato ad entrare nella mia stanza senza il mio permesso! E non toccare nulla mentre sei lì!»
Normalmente questa è il comportamento standard comune, non che tu ne sappia qualcosa.
Quando finalmente se ne andò, chiusi la porta dietro di lei e mi distesi su quello che sarebbe stato per un po' di tempo il mio letto. Guardai il soffitto, sentendomi un po' provato dalla situazione. Davvero non volevo vivere qui, ma non credevo di poter rifiutare un tetto sopra la testa. Almeno è solo per un mese. Non sono sicuro che riuscirei a sopportarne di più a vivere con Haruhi.
La cosa per cui ero sia sorpreso che contento era il fatto che i genitori di Haruhi sembravano essere così normali. Suo padre è un po' duro, ma non strano. E sua madre? Era una boccata d'aria fresca. Potrebbe essere la mia Asahina-san mentre non sono nel club. Potrei anche mettermi a fantasticare su entrambe... no, aspetta, dovrei fermarmi. Dopotutto è sposata e poi è un po' troppo grande per me. Non sono uno a cui piacciono le MILF, ad essere onesti.
In ogni caso, non riuscivo a capire come qualcuno come Haruhi potesse venire da entrambi loro. Era stata adottata? No... riuscivo a vedere le somiglianze che aveva con entrambi. Non importa, comunque. Non potrei sopportare di vivere con così tante persone strane...
Se solo avessi saputo allora ciò che so adesso... sarei stato molto più preoccupato...

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Ed ecco che ce l'abbiamo. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Se avete bisogno di un riferimento sull'aspetto dei genitori di Haruhi, pensate ad Oruki come somigliante a Mr. Hiragi (il padre di Kagami e Tsukasa) ma più assomigliante ad Haruhi e con i capelli più scuri, e a Naru come la madre di Miyuki ma con i capelli castani lughi.
Sicuramente vedremo di più delle loro eccentricità nel prossimo capitolo. :)

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N D T
Ad un certo punto Kyon se ne viene fuori con un "yay", sappiate che è l'equivalente di "evvai" (che qui viene usato in modo sarcastico).
Per quanto riguarda il riferimento dell'autore, Mr. Hiragi, padre di Kagami e Tsukasa, viene da Lucky Star (dove in giappone la doppiatrice della protagonista è la stessa di Haruhi, credo che l'autore abbia fatto un po' un'allusione...). Anche Miyuki viene dalla stessa opera, quindi sapete cosa cercare!

Come capitolo è stato divertente da tradurre, anche se mentre rileggievo ho provato la stessa ansia di Kyon mentre era in cucina. Inizia l'odissea di Oruki e Naru, due personaggi che ricorderete...
Ah, e scusate ancora per lo spaventoso ritardo, ma... era festa! Buon Natale e buon Capodanno! E poi il rientro a scuola... non ne parliamo...

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Finalmente passiamo al capitolo cinque. Sono stato spazzato via dall'ondata di recensioni di questa storia. Di questo passo questo capitolo potrebbe rendere la storia tale da sorpassare qualunque altra storia io abbia mai scritto, e con così pochi capitoli usciti. Considerando che La Malinconia non è così tanto famoso in questo sito quanto DragonBall Z o Evangelion (l'autore si riferisce al sito inglese di fiction, fanfiction.net, e alle altre opere su cui ha scritto, N.D.T.), e questo vuol dire qualcosa. Sono piuttosto contento che vi piaccia il mio lavoro. Spero continuerete ad apprezzarlo. Questo è il capitolo più lungo finora!
Oh, e un WHOOOOOOHOOOOOOOOO va in favore della seconda serie di Haruhi che finalmente esce! YAAAAAAAAY!!!!!!!!!!!!!!!! (come avrete capito, è stato annunciato in America il doppiaggio e la trasmissione della seconda serie dell'anime di Haruhi nel periodo in cui l'autore scriveva questa fic, N.D.T.)

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Capitolo 5

Dicono che in media una persona dorme dalle sette alle nove ore al giorno se non impostano sveglie. È durante questo periodo che il nostro corpo diventa occupato a riparare qualunque danno abbia sofferto precedentemente e riparare il forte fabbisogno di neurotrasmettitori del proprio sistema nervoso. Un sonno adeguato migliora inoltre il sistema immunitario, aumenta l'energia, e perfino diminuisce l'invecchiamento, anche se di pochissimo. Con tutti questi benefici, perché un sacco di persone insinstano nel vivere le proprie vite senza il giusto quantitativo di sonno è un mistero, e non parliamo di quelli che negano agli altri questa lussuria.
Questi sono i pensieri che mi sono corsi per la mente quando divenni dolorosamente consapevole della sensazione di qualcosa che schiacciava con forza la mia testa contro il cuscino. E a giudicare dalle mie intuizioni riguardo la forma, la dimensione, superficie e densità approssimata di quella cosa, determinai velocemente che si trattava di un piede. Non ci volle molto perché i miei sospetti furono confermati.
«Dannazione, Kyon! Muovi il sedere!»
Venir svegliato violentemente da mia sorella era decisamente stato un rituale mattutino per me per molti anni, quindi ero abbastanza abituato a questo. Per qualche motivo, non ero troppo sorpreso del fatto che Haruhi era felicemente disposta a continuare il rituale prendendo il posto di mia sorella. Certe cose non cambiano mai.
«Andiamo! Stai dormendo da quando sei arrivato qui! Quindici ore! Dovresti vergognarti di te stesso!»
Wow, ho davvero dormito così tanto? Allora perché sono ancora assonnato?
Haruhi spostò il piede sulla mia schiena e colpì con forza, facendomi male davvero per bene, devo ammettere.
«Ow! Va bene, sono sveglio!»
«Alla buon ora! Giuro, è come se andassi in coma ogni volta che ti addormenti!»
Mi alzai controvoglia e sbadigliai sonoramente, per poi iniziare a stirarmi i muscoli. Guardai Haruhi, che stava ancora indossando il suo pigiama giallo.
«Non posso cambiare il fatto che ho il sonno pesante.»
«Be', sbrigati a vestirti così possiamo mangiare prima di dover uscire.»
Si voltò e proseguì fuori, ma prima si fermò alla porta.
«In ogni caso, hai finito i compiti?»
Compiti? Porca miseria! Me n'ero proprio dimenticato... con tutto quello che è successo nel weekend.
«Ovviamente non li hai fatti.... sei inutile come sempre. Puoi copiare i miei mentre stai mangiando.»
«Non ce n'è bisogno. Sono sicuro di poter convincere l'insegnante a darmi un'estensione, considerando quello che è successo.»
«Copiali adesso e non pensarci. E poi, so che non saresti capace di farli da solo comunque, considerando che non hai nemmeno cercato di prestare attenzione in classe per tutta l'ultima settimana.»
Be', ha ragione su questo... odio quando ha ragione...
«Sbrigati!»
Con questo, corse fuori dalla stanza sbattendo la porta. Fortunatamente, Haruhi era abbastanza mentalmente presente per assicurarsi che io mi ricordassi l'uniforme scolastica prima di venire qui. Dopo circa cinque minuti, ero vestito e pronto ad andare. Scesi le scale per scoprire che Haruhi mi aveva già battuto in cucina.
«Dio, se sei lento! Non c'è da meravigliarsi se sei sempre in ritardo per le riunioni della Brigata!»
«Va be'...»
Haruhi mi mise in mano i compiti e si assicurò che iniziassi a copiarli per poi iniziare a preparare la colazione. Prese del cibo istantaneo e lo riscaldò prima di servirlo.
«Se non fossi stato così lento avremmo potuto avere una colazione vera. Non è colpa mia se avrà un brutto sapore.»
Ehi, è istantaneo. Fin tanto che non mi uccida, non potrebbe importarmene meno.
Fu a quel punto che la madre di Haruhi Naru-san entrò in cucina, ancora con il suo pigiama rosa, mentre si strofina via il sonno dagli occhi.
«Buongiorno... Avete dormito abbastanza? Dovevi essere davvero stanco per aver dormito così tanto.»
Sorrisi garbatamente prima di salutarla.
«Buongiorno, Naru-san. Apprezzo la sua preoccupazione. Sto bene, grazie.»
«Bene, questo è fantastico,» disse con quel caldo, innocente sorriso. La sua radiosa energia allietò la mia anima. Magari vivere qui non sarà così terribile dopotutto.
Con la coda dell'occhio, vidi Haruhi che mi alzava un sopracciglio. Probabilmente stava pensando che è strano vedermi così dannatamente garbato e formale. Ehi, anche io riuscivo a farlo se volevo.
Fu a quel punto che Oruki-san entrò anch'esso in cucina, tenendo in mano il giornale odierno. Incurvò lo sguardo vedendomi, e poi sorrise, anche se sembrava più un ghigno.
«Buon giorno, Haruhi-chan. Buon giorno, Kyon-kun.»
«B... buon giorno,» dissi, inchinandomi senza alzarmi dalla sedia... aspetta! Mi ha appena chiamato "Kyon"? Dannazione, ti ho detto il mio vero nome!
Poi si avvicinò a me e guardò i compiti che stavo facendo.
«Fai i compiti all'ultimo minuto?»
Oh, grandioso... sono sicuro che questo mi farà fare buona impressione. Ora sembro un gran procrastinatore. Be', tecnicamente lo sono, ma non volevo che lui lo sapesse. Fortunatamente, Haruhi fu più veloce di me a rispondere.
«Non è riuscito a finirli per colpa di tutto quello che è successo nel weekend, quindi lo sto aiutando.»
Ora vede chiaramente che li sto copiando.
«Vedo, vedo...» e poi si diresse verso la propria sedia. «Continua col duro lavoro... Kyon-kun...»
Quell'affermazione non era sarcastica. E amo il fatto che sta usando il mio stupido soprannome per infastidirmi. Mi odia... mi odia davvero...
«Oh, questo mi fa ricordare,» disse Naru-san prendendo un pezzetto di carta e scrivendoci sopra qualcosa. «Ho bisogno che vi fermiate al negozio per prendere ciò che c'è in questa lista.» Passò il foglietto ad Haruhi insieme a dei soldi.
«Okay,» disse Haruhi finendo la colazione a tempo record come sempre. Il mattino era dannatamente normale. Ancora non riuscivo a comprendere come questi due abbiano cresciuto una figlia così strana.
Dopo aver finito di mangiare e di copiare compiti, io ed Haruhi uscimmo per dirigerci a scuola. Se c'era qualcosa per cui essere grati, era il fatto che Haruhi vivesse considerabilmente più vicino a scuola di me e quella collina non era nemmeno lontanamente difficile dalla direzione in cui lei doveva andare per arrivare. Questo sarà un bel cambiamento. Dopo più di un anno passato a scalare quella ripida collina, il percorso di Haruhi sarebbe stato una boccata d'aria fresca.
Eppure avevo questa sensazione che probabilmente non sarei rimasto qui per molto altro tempo, considerando il fatto che il padre di Haruhi sembrava avermi molto in antipatia. Sembra che i miei pensieri fossero piuttosto trasparenti, perché Haruhi fece un commento al riguardo.
«Non preoccuparti per mio padre. È antipatico con tutti tranne la sua famiglia e i suoi studenti.»
Studenti? Cose'è, un insegnante?
«Oh, non te l'ho detto? Mio padre si guadagna da vivere insegnando difesa personale alle donne.»
Insegnare alle donne la difesa personale? Aspetta, questo significa che potrebbe seriamente ridurmi a pezzettini se volesse, vero? Questo è grandioso...
Haruhi continuò a spiegare che suo padre entrò nel business dell'insegnamento dei corsi durante il periodo in cui le donne giapponesi iniziarono a lasciare il lavoro di casalinghe ed entrare nel mondo degli affari, che fu un tempismo perfetto. Era in una situazione talmente buona che doveva lavorare poche ore al giorno durante i weekend per soddisfare i bisogni finanziari della famiglia, anche se la concorrenza aveva ridotto un po' l'influsso di studenti, rendendo un po' più difficile far quadrare i conti. Haruhi parlava poco riguardo la sua vita a casa, quindi questo arrivò con un po' di sorpresa, ma dato che ora sto vivendo con loro, penso che forse adesso si sentisse a suo agio nel dirmi la situazione di casa sua.
Non molto dopo che ebbe finito di spiegare riguardo suo padre notai un viso familiare entrare nel mio raggio visivo. Ad essere onesti, non ero contentissimo di incontrarlo in questo modo.
«Oh, hey, Kyon! Come mai sei ancora qui?»
Era Kunikida. Anche se tra lui e Taniguchi lui era decisamente il meno fastidioso, ancora non volevo vederlo in questo momento. Questo era soprattutto a causa di...
«E perché stai camminando insieme a Suzumiya-san?»
...questo...
«Kyon vive da me per adesso.»
Grazie, Haruhi. Annuncialo al mondo già che ci sei. Ad essere onesti, speravo che nessuno scoprisse che sto vivendo con te. Anche se non era affatto una novità avere dicerie che girano in giro su noi due, rimane comunque un fastidio infernale.
«Oh, calmati. Non è che sia un gran problema. A chi importa cosa pensa la gente?»
Sicuramente non tu. Me l'hai reso piuttosto chiaro da quando hai fatto il tuo famoso discorso all'inizio dell'anno scolastico venturo.
«Quindi non ti trasferisci al nord? Perché no?»
Decisi che dal momento che il gatto era ormai fuori dal sacco, potevo anche spiegarlo. Gli dissi che vivere a casa di Haruhi era un patto di un mese, fino a che non avrei trovato un nuovo posto.
«Wow, forte. Anche io vorrei vivere da solo.»
E anche io. Però sono sicuro che, per adesso, vivere con Haruhi mi tocchi.
Noi tre continuammo verso scuola, chiaccherando senza impegno fino all'arrivo.
Il resto della prima metà delle lezioni trascorse normalmente, e volò via velocemente. Haruhi lasciò la classe come ha sempre fatto, lasciandomi con Taniguchi e Kunikida a mangiare il pranzo... oh, maledizione...
Realizzai in quel momento che non avevo un pranzo da mangiare. Haruhi ha sempre mangiato nella caffetteria della scuola quindi non si curava di portarne uno, e io l'avevo dimenticato nel lanciarmi fuori dalla porta.
«Non preoccuparti, Kyon,» disse Taniguchi. «Sono felice di condividere con te il mio.»
Da quando eri diventato così generoso?
«Ma ad una condizione...»
Ovviamente...
«Devi restituirmi il regalo che ti ho dato alla festa. Dato che alla fine non te ne andrai.»
Oh, sì, quella cosa. Tanto Haruhi mi aveva ordinato di restituire tutto. Ad essere onesti, nemmeno lo volevo guardare quel regalo.
«Comunque, cos'è successo? Perché sei ancora qui?»
«Kyon vive con Haruhi adesso.»
Grazie Kunikida. Volevo assolutamente che Taniguchi lo sapesse. Ora tutti lo sapranno...
Taniguchi fece un diabolico ghigno sentendolo.
«Quindi Kyon ha deciso di saltare la fase degli appuntamenti e andare direttamente al vivere con lei? Mossa intelligente. Gli appuntamenti sono costosi e sopravvalutati.»
«Non stiamo uscendo insieme! Sto solo usando la sua stanza degli ospiti fino a che non posso avere un posto mio.»
«E i suoi genitori sono d'accordo?»
«Fin tanto che sia fuori di lì entro un mese.»
«Chissà come sono i suoi genitori. Devono essere anche loro un mucchio di pazzi.»
«Sono sorprendentemente normali.»
Kunikidà parlò. «Davvero? Ho sentito strane storie da alcuni miei vicini su di loro... sopratutto su sua madre.»
Cosa? Che hai sentito? E come? Aspetta, questo è vero. Kunikida vive abbastanza vicino a dove vive Haruhi, giusto? Questo spiega perché lo abbiamo incontrato per strada stamattina. Non importa. Cosa dici riguardo la madre di Haruhi? Stai dicendo che anche lei è davvero pazza? Per favore, dimmi che stai mentendo! Non voglio l'immagine del suo dolce, innocente sorriso scoprirsi essere una bugia!
«Non ricordo bene, ma ho sentito che ha fatto cose piuttosto strane intorno al vicinato come fare strani rituali di fronte ad ogni casa. Disse che stava sperando che un fantasma o uno spirito si stesse nascondendo in casa di qualcuno e voleva avere una normale conversazione con uno di loro, credo.»
«Sembra che Kyon sia stato così tanto intorno a strana gente che si sia dimenticato come sono le persone normali,» rise Taniguchi.
Non era così, dannazione. Non era così quando l'avevo incontrata. Dev'esserci un errore. Magari l'hanno confusa con Haruhi. Dev'essere così.
Il resto del pranzo continuò con nulla di terribilmente degno di nota a parte Taniguchi che mi prendeva di continuo in giro per il fatto che stessi vivendo con Haruhi.
Dannazione, era fastidioso. Una volta finite le lezioni, io ed Haruhi andammo nell'aula del club. Dopo aver salutato tutti e aver ricevuto la mia dose giornaliera del tè di Asahina-san, mi sedetti a giocare a scacchi con Koizumi.
Haruhi andò immediatamente al computer e iniziò a navigare in rete. Da ciò che vedevo con l'angolo dell'occhio, sembrava star guardando altri video online. Sembrava star guardando qualcosa di particolarmente interessante. Dopo un minuto, le si poteva vedere in faccia un sorrisetto mentre continuava a guardare. Infine, saltò in piedi dal fermento.
«Credo di aver trovato dei veri poteri psichici!»
«Oh, davvero,» dissi. «Cosa ti rende sicura?»
Cliccò qualcosa e fissò lo schermo intensamente mentre si teneva in mano il mento in una posizione che la faceva sembrare persa nei pensieri.
«Non posso esserne sicura, ma in questo video che sto guardando c'è questo tizio che sta manipolando una bussola con quello che afferma essere il potere della sua mente.»
«Molto interessante,» disse Koizumi. «Dovremmo dare un'occhiata?»
Tutti, me incluso, si radunarono intorno Haruhi mentre rimandò il video dall'inizio. Guardammo l'uomo di cui parlava che incoraggiava il pubblico a tenere le mani unite e concentrarsi sui loro poteri mentali latenti per far muovere la bussola. Mentre tenevano le mani unite e sussurravano qualche cantilena, l'uomo tenne le mani al di sopra della bussola. Come per magia, questa si mise a muoversi casualmente. Ad essere onesti, non ne ero molto impressionato.
«Non sono convinto. A me sembra un trucco.»
«Forse...» disse Haruhi, sembrando nel mezzo dei suoi pensieri. «Ma non riesco proprio a capire come diavolo ha fatto. Se non sono poteri psichici allora cosa può essere?»
Dopo aver finito di vedere il video, ognuno tornò alla propria sedia per continuare a fare quello che stava facendo poco prima. Non fu prima di dieci minuti dopo che sentimmo un grugnito di rabbia provenire da Haruhi.
«Dannato te, James Randi! Sapevo che me lo avresti rovinato!»
Oh, lui di nuovo? Stai dicendo che provi ancora rancore nei suoi confronti? Cos'ha fatto adesso?
Haruhi si lasciò andare sulla sedia in esasperazione. «Quel tizio con i poteri era un falso dopotutto...»
«Oh, davvero? Come faceva?»
Haruhi spiegò che James Randi aveva rilasciato un video di risposta a quello che avevamo appena visto in cui mostrava come veniva fatto il trucco. A quanto pare lo psichico nascondeva un piccolo magnete nel pollice nel momento in cui distraeva la folla dicendo di unire le mani. Se non lo si guardava con attenzione era facile da mancare. Quando metteva le mani sopra la bussola, il magnete la faceva girare. Alla fine, James Randi aveva fatto ancora una volta ciò che sa fare meglio. Ha rivelato un ingannatore. Scommetto che Nagato aveva notato il trucco sin dall'inizio.
Eppure, Haruhi apprezzava decisamente poco il lavoro di James Randi.
«Dannazione! Ne ho abbastanza! Questa è l'ultima goccia!»
Haruhi si alzò in piedi mettendosi le mani sui fianchi.
«La JREF ha assestato un potente colpo alla Brigata SOS mentre eravamo impreparati! Non possiamo lasciare un attacco del genere senza risposta!»
Come può l'atto di smascherare un impostore essere un attacco alla Brigata? Sei davvero così tanto arrabbiata dal fatto che l'uomo nel video non avesse poteri psichici? E cosa esattamente stai macchinando in quella tua testolina deviata in questo momento? Per favore, dimmi che non parli seriamente...
«Spenderò le prossime settimane preparando un piano per un massiccio contrattacco verso la JREF. Vi ho detto che sarebbe stata guerra! Non possiamo lasciarci battere!
Caricheremo contro il nemico e li abbatteremo con la massima brutalità! Non faremo prigionieri! Non lascieremo sopravvissuti! Obiezioni?»
«Sì, io ne ho una...»
«Allora è deciso! Attaccheremo al mio comando!»
E ovviamente ti rifiuti di ascoltarmi. Che sorpresa... Spero solo che dimentichi di questa dichiarazione e si muova su qualcos'altro per distrarsi. Posso vedere solo cose brutte nascere da questo.
La riunione della Brigata finì poco dopo la dichiarazione di Haruhi, quindi io e lei iniziammo a camminare verso la stazione degli autobus dove ne avremmo preso uno per andare al negozio a prendere ciò c'era sulla lista di Haruhi.
Arrivato al negozio, Haruhi prese la lista e iniziò a leggere. La lista conteneva i tipici elementi come riso, salsa di soia, uova e pesce, ma mentre andavamo avanti iniziai a notare che qualche elemento della lista era in qualche modo strano. Comprammo frutta non comune in giappone, come banane, melograni e rabarbaro (credo che il rabarbaro sia tecnicamente verdura, ma non importa). Comprammo diversi tipi di fagioli e diversi tipi di verdure che erano abbastanza rare e costose in Giappone.
Alla fine, dovetti chiedere ad Haruhi.
«Perché stiamo comprando tutta questa roba così diversa?»
Haruhi spiegò che era una piccola tradizione di famiglia iniziata da sua madre. «Mia madre ha pensato che fosse noioso mangiare cibo giapponese ogni sera, quindi ha deciso che ogni sera avremmo avuto cibo preso da una differente parte del mondo. Lunedì è giapponese, Martedì è americano, Mercoledì è spagnolo, Giovedì è italiano, Venerdì è africano, Sabato è europeo e Domenica del Medio Oriente.
«Capisco...» dissi, trovando questo comportamento abbastanza simile a quando incontrai per la prima volta Haruhi. A quei tempi, veniva a scuola con un'acconciatura differente ogni giorno, aumentando il numero di ciocche raccolte fino a che non tornava a zero il Lunedì. I fiocchi che usava sui capelli erano inoltre colorati in base al giorno. Non riuscivo a non chiedermi se Haruhi fosse stata influenzata dalla madre... oh no...
Una volta finito finito con lo shopping, fui costretto a portare tutto quanto da solo fino a casa di Haruhi, che fu molto faticoso siccome erano all'incirca venticinque chili di cibarie. Inoltre le cose erano rese peggiori dal continuo gridare di Haruhi.
«Sbrigati, accidenti! Voglio tornare a casa! Sei troppo lento!»
«Ci muoveremmo più velovemente se tu mi stessi aiutando con le provviste.»
«Niente scuse!»
Questo continuò per tutta la strada fino a casa. Le mie mani pulsavano per la plastica che scavava nella pelle. Dopo essere entrati dalla porta principale, fui accolto da Oruki-san stesso. Aveva le braccia incrociate e uno sguardo fermo.
«Haruhi ieri, mentre eri nel mondo dei sogni, mi ha raccontato che hai ancora della roba che devi portare dalla tua vecchia casa. È vero?»
«Sì...» dissi in modo apprensivo.
«Andiamo. Prenderemo la macchina e recupereremo la tua roba.»
E così, viaggiavo verso la mia vecchia casa con il padre di Haruhi. Devo ammettere che mi sentivo davvero a disagio. Pensai di parlare un po' con lui durante il percorso, ma non riuscivo a trovare le giuste domande da fargli. Lo sguardo del suo viso mi parlava, dicendomi "dovresti essere grato che stia facendo questo". Quindi, come risultato, non parlammo per tutto il tragitto, tranne per qualche mia indicazione.
Quando arrivammo, dovetti caricare tutta la mia roba nel baule da solo, mentre Oruki-san mi urlava addosso dicendomi di sbrigarmi. Dove l'ho già sentita, questa?
Mi ci volle mezz'ora per riempire fino all'ultimo il baule, inclusa la mia bicicletta che dovette essere legata sul tetto. Dopo aver finito ripartimmo, dando l'addio definitivo alla casa. Presi un respiro profondo e chiusi gli occhi, esausto sia dal caricare in macchina la mia roba che dal portare la spesa nel pomeriggio. Stetti in questo modo per circa cinque minuti, pensando che presto saremmo tornati alla residenza Suzumiya, dove avrei potuto rilassarmi nella mia stanza.
Sfortunatamente, quando aprii gli occhi, notai che non stavamo percorrendo la strada che avremmo dovuto. Diventai molto nervoso quando lo notai.
«Uhm... dove stiamo andando?»
La paura iniziò a crescere drasticamente quando vidi un terrificante ghigno sulla sua faccia.
«Non preoccuparti. Ho pensato che ci potremmo fermare da qualche parte a fare esercizio prima di tornare a casa.»
Esercizio? Dopo quello che ho appena fatto? Sei impazzito? E cosa intendi dire con esercizio? Dove stiamo andando? Ad essere onesti, questo è il momento più terrificante che ho vissuto, secondo solo a quando sono stato pugnalato da Ryoko Asakura quando ho cercato di riparare i cambiamenti che Nagato aveva apportato al mondo.
Non ci volle molto prima di arrivare al dojo. Dojo? Cos'ha in mente di farmi fare? Fu a questo punto che decisi di tirarmi indietro.
«Senta... ah... Suzumiya-san? Senza offesa, ma io non mi sento così bene...»
Prima che potessi dire qualunque altra cosa, la porta sul mio lato si aprì, e fui preso per il colletto e trascinato fuori dalla macchina con un impossibile livello di forza. Cercai di resistere, ma era inutile. Il padre di Haruhi era follemente forte, e non potevo fare molto per impedirgli di portarmi ovunque avesse voluto.
Arrivammo allo spogliatoio prima che mi lasciò andare. Fu a quel punto che notai che portava con l'altra mano una borsa. Dopo averla aperta, notai che aveva due separate uniformi di karate.
«Sono sicuro che questo dovrebbe essere della tua taglia," disse Oruki-san tenendone una davanti a me. Poi vidi un malizioso sorriso sul suo viso. Un'espressione che so di avere già visto. «Okay! È ora che ti spogli!»
A quel punto Oruki-san mi attaccò e con forza iniziò a togliermi l'uniforme. Cercai di resistere invano, era come fare wrestling con un orco. Prima che lo sapessi, fui spogliato sia dei miei vestiti che della mia dignità e fui costretto ad indossare l'uniforme da karate... mi sentii così violato... ora so come si sente Asahina-san.
Qualche minuto dopo, eravamo entrambi nel mezzo del dojo nelle uniformi. Oruki-san era davanti a me con le braccia incrociate e lo sguardo curvo che puntava verso la mia direzione.
«Come ho detto prima, siamo venuti qui per fare un po' di esercizio, ma, più importante, per testarti.»
Testarmi? In cosa? Per vedere quante assurdità riesco a sopportare prima di avere un crollo nervoso?
«Rilassati. Voglio solo vedere la portata della tua capacità di combattimento.»
Capacità di combattimento? Dubito che sarò meglio dell'uomo medio. Sono certamente non al tuo livello, se è quello che vuoi sapere.
«Voglio che mi tiri un pugno.»
Mi fermai un momento per processare la sua richiesta. «Uh?»
«Ascolta, sono sicuro che tu sia abbastanza arrabbiato per averti spogliato e vestito senza permesso, giusto?»
Come minimo, sì.
«Allora usa quella rabbia e lanciamela contro! Colpiscimi più forte che puoi!»
È scemo? Okay, magari lo è. Sto davvero iniziando a credere che è davvero il padre di Haruhi. Non ci sono dubbi al riguardo. Okay, ho un colpo contro di lui gratis, giusto? Facciamolo...
Caricai con riluttanza verso di lui e lanciai il mio colpo con tutta la mia forza... e questo è tutto quello che riesco a ricordare dopo essere rinvenuto. Ero per terra con un forte dolore al petto. Vedevo Oruki-san in piedi davanti a me con uno sguardo deluso.
«Non posso credere che tu ci sia caduto. Stavi almeno cercando di evitare quel colpo?» Poi mi tese la mano. «Ci riproveremo.»
Si, certo che lo faremo. Amo venire colpito fino ad essere ridotto a brandelli. Mi rialzai da solo, rifiutando la sua mano. Ingannami due volte, e la colpa è mia. Quando fui in piedi, era già a braccia incrociate.
«Vai avanti. Riprovaci!»
«No..»
«Riprovaci o ti sbatto fuori di casa!»
Sei serio? Sappiamo entrambi quello che sta per accadere. Questo è ridicolo. So cosa stai cercando di fare. Mi stai usando come sacco da allenamento per sfogare le tue frustrazioni e per soddisfare il tuo ego da maschio alfa.
«Hai detto qualcosa?» chiese Oruki-san con un tono che diceva "scegli le tue prossime parole con attenzione".
Dopo avergli detto di no, ingoiai la saliva e mi preparai a colpire. Questa volta fui super apprensivo, cercando disperatamente un'apertura. Pensai di sorprenderlo liberando un calcio...
Ero di nuovo sul pavimento. La mia guancia destra faceva davvero male. Potrebbe averci qualcosa a che fare con il fatto che ci ero atterrato sopra quando Oruki-san si difese dal mio calcio afferrandomi la gamba e facendo una specie di rotazione che mi mandò in confusione per qualche secondo. Iniziai a rialzarmi lentamente, ma non potei quando il peso del piede di Oruki-san si posò sulla mia schiena. Poi mi afferrò il braccio.
«Ora mostrerò alcune prese di sottomissione!»
Prima che potessi obiettare, sentii una dolorosissima e potente forza applicata sul mio braccio in una direzione per cui un braccio non è fatto per andare. O mio Dio fa così male! Ricordo di aver urlato molto forte dal dolore prima che mi rilasciasse. Mi trascinai disperatamente verso la porta. Cercai di aprirla, ma era chiusa. Mi voltai per vedere Oruki con in mano un set di chiavi.
«Cerchi queste? Non le avrai fino a che non finiremo la lezione... o fino a che non riuscirai a prendermele.»
Questo è un incubo! Mi ucciderà! LASCIAMI USCIRE SUBITO!!!
«Ora ti mostrerò il meraviglioso mondo dei punti di pressione!»
Un'ora dopo circa più tardi, eravamo sulla strada per tornare a casa. Il mio corpo provava ogni tipo di dolore mentre mi accasciavo sul finestrino della macchina. Quando mi voltai verso il sedile del guidatore, notai che Oruki-san era piuttosto soddisfatto con sé stesso.
«A dire la verità, ti ho fatto passare tutto questo perché non ero sicuro di potermi fidare della tua presenza intorno a mia figlia. Ma dopo tutto questo, sono pienamente convinto che se mai avessi provato a farle qualcosa, ti prenderebbe seriamente a calci.»
Ed io che pensavo che pensavo di poter concludere la giornata con almeno un brandello di autostima. Grazie di essertene occupato al mio posto.
«Ho speso un bel po' di tempo ad insegnarle le arti marziali e a farle fare allenamento fisico quando andava alle medie. Si è dichiarata un sacco in quel periodo, quindi ho pensato che se le avessi dato un modo per sfogare le sue energie, questo avrebbe corretto il suo comportamento. Ero stupito dal suo talento, ma lei semplicemente non voleva utilizzarlo. Per peggiorare le cose, continuava a dichiararsi nonostante i miei sforzi.»
Fece un profondo sospiro grattandosi il naso.
«Sono contento che sia migliorata tanto entrando nelle scuole superiori.»
È interessante sentire la reazione dei genitori di Haruhi al suo comportamento quando è entrata nelle superiori. Credo che questo spieghi anche perché Haruhi sia in una forma fisica così ottima.
Poco tempo dopo, arrivammo finalmente a casa. Ignorando il mio dolore fisico, Oruki-san mi fece scaricare i miei averi dalla macchina per portarli dentro casa, da solo, assicurandosi di urlarmi contro per la mia lentezza. Mentre facevo questo, non potei non notare che c'erano pezzi di carta appesi sui muri per tutta la casa. Ero sicuro che non ci fossero un ora prima. C'erano scritte frasi come "benvenuti" e "venite qui" sopra. Era incredibilmente bizzarro. Durante il mio terzo viaggio, notai che era la madre di Haruhi ad attaccarli.
Dopo aver lasciato il terzo scatolone nella mia stanza, mi avvicinai a lei per chiederle cosa stava facendo.
«Oh! Sto provando solo un piccolo esperimento.»
«Esperimento?»
«A-ha! Ho avuto quest'idea il mattino presto. Ho pensato che usiamo fogli di carta per tenere lontani gli spiriti tutto il giorno. Ho pensato che magari potevo fare dei foglietti che avrebbero attirato gli spiriti anziché scacciarli.»
«Perché vorresti fare una cosa del genere?»
«Oh, spero tanto che questo aiuterà a far diventare questa casa infestata dagli spiriti.»
«Aspetta... tu vuoi che la casa diventi infestata?»
«Esatto! Oh, spero che avremo un poltergeist. Credo che sarebbe divertente dover evitare gli oggetti che ci verrebbero lanciati contro!»
Uh... divertente? No, i fantasmi non sono divertenti. I fantasmi sono pazzi. I fantasmi sono spaventosi. I fantasmi sono innaturali. Ma soprattutto, I FANTASMI NON SONO DIVERTENTI!
Ignorando spudoratamente le mie obiezioni, Naru-san iniziò a saltellare su e giu per la gioia.
«Spero davvero che funzioni! A volte qui è così noioso! Ho sempre voluto incontrare un fantasma!»
Pensai che questo era il momento migliore per fare la mia uscita. «Bene, credo sia meglio per me tornare al lavoro.» Me ne andai il più velocemente possibile per prendere lo scatolone successivo.
Durante tutto questo, sia Haruhi che Oruki-san stavano proseguendo nelle loro attività ignorando completamente l'operato di Naru-san. È una cosa così normale per loro che ormai nemmeno più ci pensano quando succede?
Quando ebbi finalmente finito, mi avvicinai ad Haruhi per capire ciò di cui stavo parlando.
«Uhm... quindi... cosa sta facendo tua madre?»
Haruhi mi guardò strano per qualche secondo, prima di capire di cosa stavo parlando.
«Oh, mia mamma ha sempre avuto un'ossessione per fantasmi, demoni, e chissà che altro. È meglio lasciare che le sue idee abbiano il loro corso. Nulla succede per davvero quando prova questo tipo di cose.»
«Per quanto sia contento di sentirlo, non ti preoccupi che possa fare qualcosa fuori controllo?»
Haruhi sorrise e ondeggiò la mano come per lasciar cadere la cosa. «Nah, mia mamma non farebbe del male a una mosca. Semplicemente si annoia, e questo è tutto.» Prima che potessi dire altro, Haruhi mi puntò contro il naso la penna. «In ogni caso, quando pensi di fare i compiti? Non ti lascierò perdere tempo in giro così da poter copiare i miei al mattino.»
«Quella era un'idea tua.»
«Non importa. Mi hai fatto fare una brutta figura davanti a mio padre questa mattina per colpa di quello. Non lo accetterò più!»
Se qualcuno ha fatto brutta figura questa mattina quello sono io. Ti ho detto che avrei potuto chiedere all'insegnante del tempo in più per farli, ma non mi hai ascoltato!
Haruhi mi avvicinò la sedia affianco a lei. «Basta scuse. Prendi i compiti e inizia a farli. È un ordine!»
Dopo aver sospirato profondamente, feci ciò che aveva comandato. Ero provato ed esausto dopo tutto quello che era successo in giornata, quindi sapevo che fare i compiti sarebbe stata una grande fatica. Fortunatamente, Haruhi era disposta a darmi qualche indicazione qui e là in alcuni dei problemi che aveva già risolto. Con il suo aiuto, finii molto più velocemente del solito e fui libero di rilassarmi per il resto della giornata.
Il momento della cena arrivò presto, quindi ebbi il mio primo pasto con la famiglia di Haruhi. Era lunedì, quindi serata giapponese. Grazie a Dio! Non credo che sarei stato pronto con i miscugli che sarebbero stati fatti più avanti nella settimana. Trovai che la cena con i Suzumiya era una questione silenziosa, siccome sia Haruhi che Oruki-san erano troppo impegnati a mandare giù il cibo per poter dire qualcosa, e Naru-san era felicemente nel mondo della fantasia mentre mangiava. Quel suo innocente sorriso era una fonte di conforto il giorno prima, ma in quel momento iniziavo a trovarlo stranamente spaventoso. Dal lato positivo, era una brava cuoca, e il pasto era delizioso.
Quando la cena fu finita, fui costretto ad aiutare a sparecchiare e lavare i piatti insieme ad Haruhi, una missione che ho svolto solo perché Haruhi continuava a sgridarmi per quanto fossi lento. Dopo questo fui finalmente scusato a tornare nella mia stanza a rilassarmi per il resto della giornata.
Tirai fuori un manga che era in cima ad uno degli scatoloni e iniziai a leggerlo per scacciare la noia. Dopo circa dieci pagine, iniziai a sentire una voce da dietro le mura della mia stanza... no, doveva essere la mia immaginazione. Tornai a leggere e la sentii di nuovo. Sembrava la voce di una ragazza. Okay, non c'è bisogno di preoccuparsi. Sono sicuro che ci sia una spiegazione perfettamente attendibile per questo. Sono sicuro che non siano fantasmi o spiriti. Non c'è modo che questi amuleti cartacei abbiano già fatto effetto sulla casa...
Mi alzai dal letto e mi avvicinai lentamente al muro. Più mi avvicinavo, più il suono della voce si faceva più chiara. Appoggiando l'orecchio al muro, finalmente scoprii la vera fonte della voce. Esalai un respiro di sollievo quando realizzai che non si trattava di un fantasma. Invece, era Haruhi. Ma a chi diavolo stava parlando?
La stanza di Haruhi era adiacente alla mia, e apparentemente il muro che ci separava non era troppo spesso. Decisi di bussare per vedere come avrebbe reagito. Sentii un piccolo urletto. Non riuscii a non ridere quando ebbi capito che l'avevo spaventata. Poi sentii il rumore della porta della sua stanza aprirsi, seguito dal rumore dei suoi pesanti passi diretti verso la mia porta. La mia porta si spalancò, rivelando Haruhi con un umore che era decisamente poco divertito.
«Cosa vuoi!?»
«Con chi stavi parlando?»
I suoi occhi si spalancarono prima che un forte rossore comparve sulle sue guancie. «St... sta' zitto! Idiota!» Poi sbatté la porta e marciò verso la sua stanza.
A quel punto iniziai a rotolarmi a terra dal ridere. Non potevo credere che avevo beccato Haruhi a parlare da sola. Ricordai che mi aveva detto che in passato aveva quest'abitudine, ma credevo che se lo fosse inventato per potermi chiedere indirettamente perché fossi uscito con Asahina-san il giorno prima.
Dopo essermi goduto il momento, mi distesi sul letto per continuare a leggere. Mi assicurai di notare che la voce non si sentisse più. Quando ebbi finito di leggere, lasciai il manga sul pavimento, spensi la luce e provai a dormire.
Per fare un sommario degli eventi del giorno, direi che le mie osservazioni e assunzioni sui genitori di Haruhi erano grossolanamente errate. Non erano persone normali. Ho capito che Haruhi aveva preso la parte di carattere un po' da maschiaccio e la parte da comandante da suo padre e la stranezza da sua madre. Non c'è da stupirsi se Haruhi è così strana. Onestamente non ero sicuro che ce l'avrei fatta a sopportare un intero mese con queste persone. Sperai di riuscire a trovarmi un posto mio molto velocemente.

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N.D.T.
Whoa, è stato uno lungo. E nemmeno il più lungo...
Inoltre sono in ritardo "soltanto" di pochi giorni... ho pensato che proverò a tenere il ritmo di un capitolo ogni venti o venticinque giorni circa. Scusate, ma prendono davvero molto tempo.
Ho un solo riferimento da spiegare: quando Kyon parla del momento più terrificante della sua vita si riferisce proprio al film de "La Scomparsa", verso il finale quando (spoiler, ovviamente) Kyon viene pugnalato da Ryoko Asakura, per poi essere salvato da Kyon e Nagato "del futuro" (manga volume dodici, primo capitolo).
Ora ecco il solito "commento del traduttore".
Per prima cosa, io sono contrario all'utilizzo del maiuscolo per enfatizzare le frasi, anche perché in italiano non si usa affatto. Però sono convinto che Jonbob00008 avesse i suoi motivi per usare questo espediente, e io odio modificare l'opera originale.
Si inizia a capire la ragione del mio odio nei confronti di Oruki, ma questa è un'opinione strettamente personale. Finalmente Kyon sa cosa Asahina ha provato a causa di Haruhi fino ad adesso! Immagino si sentirà un po' in colpa, ora. Tale padre, tale figlia.
Non vi sembra che Haruhi si sia lievemente addolcita? Ma credo che sia solo una mia opinione. Per quanto riguarda la scena del parlare da soli... be', credo di dovervi avvertire: avrete degli indizi su cosa stava dicendo fra qualcosa come una ventina di capitoli, se la memoria non m'inganna. Ma mi ricorderò di scrivere in questo spazio di rileggervi la scena in questione.
Infine ecco l'ultima chicca: c'è una frase di Kyon, in giro per questo capitolo, che all'incirca prevede e riassume l'evento principale di uno dei prossimi capitoli... ma non vi svelerò quale: di frasi di Kyon ce ne sono tante, quindi quasi di sicuro non riuscirete a capire cosa intendo, nemmeno dopo aver letto il capitolo in questione. Ma sarà un capitolo molto intenso...
Detto questo, vi lascio al prossimo capitolo, sperando che il quinto non vi abbia lasciato un'attesa troppo amara!


UPDATE

Attraverso le recensioni, più di uno mi ha segnalato che il capitolo è zeppo di errori (grossolani, tra l'altro). Ho pensato di rileggere per intero il capitolo e

rimediare.
Sistemati gli errori di battitura.
Sistemate le frasi con forme poco chiare.
Sistemati errori di traduzione minori.
Ho anche corretto alcune frasi che, secondo me, non suonano molto bene in lingua italiana.
Infine ho allungato la "postfazione".
In teoria non dovrebbero più esserci errori, quindi spero che vada bene. Come promesso, ecco la versione riveduta e corretta.

Grazie per aver segnalato i vari errori, in quanto altrimenti non sarebbe avvenuta alcuna correzione!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Okay, vi ringrazio di nuovo per il supporto. Ho creato un forum su questo sito (come al solito, l'autore si riferisce all'opera l'originale, e quindi al sito dov'essa è stata pubblicata, N D T). Sentitevi liberi di commentare se vi va. Sono molto contento che Oruki e Naru sono stati ricevuti e considerati bene.
Questo è il capitolo più lungo finora, quindi iniziamo!

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Capitolo 6

Avete mai fatto uno di questi sogni dove fate qualcosa di terribilmente sbagliato oppure qualcosa di orribile accade? E poi per il resto del sogno vi sentite depressi o pieni di vergogna per colpa di quella cosa solo per poi svegliarvi e capire che non era accaduta affatto. Non è la migliore sensazione del mondo?
Ebbi uno di questi momenti la scorsa notte. Sognai di essere nel parco insieme al mio gatto Shamisen. Stavamo parlando, era una bellissima conversazione (il mio gatto aveva ricominciato a parlare) quando improvvisamente mi comparve un badile in mano. Per un qualche motivo, iniziai a scavare in giro fino a creare una buca profonda. Ci misi dentro il gatto e iniziai a sotterrarlo. Dopo che fu completamente sepolto, spesi il resto del sogno sentendomi triste per aver seppellito il gatto. È stato
strano...
Sfortunatamente, il mio momento di sollievo dal sogno non sarebbe arrivato nella comodità del mio letto, ma dalla dolorosa sensazione di qualcosa di duro colpirmi ripetutamente il sedere. Sentii anche qualcosa tirarmi per il colletto. Quando uscii finalmente dal sonno, scoprii che stavo venendo trascinato giù per le scale, senza ombra di dubbio da una certa famosa ragazza.
Haruhi si voltò con sorpresa quando notò che ero sveglio. «Ti ci è voluto così tanto per svegliarti? Cosa diavolo c'è che non va in te?»
Avrei dovuto chiederti la stessa cosa! Trascinarmi giù per le scale in questo momento... e i pantaloni mi stavano cadendo!
Mi ribellai alla presa di Haruhi mentre cercavo di tirarmi su i pantaloni. Fu molto imbarazzante, e il sedere mi faceva parecchio male. Infine mi lascò andare, ma questo ebbe una conseguenza inaspettata. Persi l'equilibrio e rotolai per le scale, trascinando Haruhi con me. Si aggrappò al corrimano giusto in tempo per evitare di rompersi la testa contro il gradino più in basso, ma perse la presa poco dopo e rotolò giù per l'interezza delle scale insieme a me.
Fortunatamente mancavano pochi gradini per arrivare a terra, ma fu comunque parecchio doloroso. Rimasi a terra per il dolore per qualche secondo prima di recuperare tutti quanti i sensi. Fu a quel punto che realizzai che ero esattamente sopra ad Haruhi. Ci guardammo l'un l'altra con imbarazzo. Guardai nel profondo dei suoi occhi e mi sentii perdermici dentro. Credo di averla vista anche arrossire. Rimanemmo così per circa cinque secondi prima che una profonda realizzazione mi colpì alla testa. Probabilmente avevamo fatto un sacco di rumore cadendo sulle scale. Abbastanza rumore per svegliare i genitori di qualcuno in particolare. Se fossero usciti dalla stanza per trovarci in questa posizione provocatoria... mi fermo qua. Il dolore conseguente sarebbe stato talmente grande che stavo già iniziando a sentirlo.
Non appena mi levai di dosso da Haruhi, la stessa si assicurò di sgridarmi per esserle caduto sopra. «Stupido, maldestro Kyon!»
«È stata colpa tua per aver mollato la presa.»
Haruhi mi guardò con astio mentre si alzava. Avevo pensato di aiutarla ad alzarsi, ma avevo cambiato idea quando mi aveva chiamato stupido e maldestro.
Poi vidi con la coda dell'occhio che entrambi i genitori di Haruhi erano usciti dalla stanza, preoccupati dal rumore che avevano sentito.
«Cosa sta succendendo?» chiese Oruki-san.
«State bene?» chiese Naru-san.
«Stiamo bene. L'idiota qui è caduto dalle scale,» disse Haruhi.
Per quanto mi irritasse il fatto che ero io a venire biasimato per quello che era successo, stetti al gioco, sapendo che era comunque meglio che dire la verità. «Già, maldestro me. Scusate se vi ho svegliato.»
«Stiamo bene. Non ti sei fatto male, vero?» chiese Naru-san. Era una così brava persona da farmi venire voglia di dimenticare che era così stramba, ma i foglietti di carta erano ancora appesi per tutta casa per ricordare costantemente di non lasciarsi ingannare.
«Sto bene, mi è successo di peggio.»
Come quello che è successo ieri sera... non lo dimenticherò, nemmeno tra un milione di anni. Se fossi stato qualche secondo più lento prima di alzarmi da Haruhi poco fa, quell'incubo sarebbe tornato moltiplicato dieci volte tanto quella stessa mattina. Ogni tanto è difficile dire se sono fortunato o sfortunato.
I due Suzumiya più grandi scesero le scale se mi camminarono oltre. Vidi uno sguardo d'antipatia provenire dalla direzione di Oruki-san mentre mi passava affianco per poi aprire la porta di casa e prendere il giornale. Mi odiava... mi odiava davvero, davvero tanto...
Poi Haruhi mi sollevò il braccio e lo annusò. «Kyon, puzzi. Quand'è stata l'ultima volta che ti sei fatto una doccia?»
Ora che ci penso, forse era stato il Sabato prima della festa.
Gli occhi di Haruhi si spalancarono. «Disgustoso! Vai di sopra e datti una lavata! Se ti sbrighi, potresti avere ancora tempo per mangiare e vestirti prima che dobbiamo andare!» Poi iniziò a spingermi indietro su per le scale. Ha avuto il coraggio di spingermi su per le scale quando poco fa mi aveva trascinato nella direzione opposta.
Haruhi mi mostrò dove si trovava il bagno e dove tenevano gli asciugamani prima di correre di nuovo al piano di sotto. Entrare in quel bagno era come una finestra su di loro. Notai che c'erano tre set di rasoi, uno visibilmente fatto per uomini, e gli altri due fatti per donne. Quello di Oruki-san era uno di quelli a tre lame che ho sentito dire lavorare davvero bene. Gli altri due erano da donna per le gambe. Uno era rosa, l'altro giallo. Pensai che quello giallo era di Haruhi. Ero sorpreso che Haruhi si importasse di radersi le gambe. Però il pensiero di lei che radeva le gambe... lasciamo perdere quel pensiero.
Quando iniziai farmi la doccia, notai che c'erano anche tre shampoo differenti. Uno era profumato alla lavanda, che credo appartenesse a Naru-san. Ne vidi uno senza profumazione che apparteneva sicuramente ad Oruki-san. Presi quello che sembrava appartenere ad Haruhi, che era profumato alla mela. Decisi di usarlo per lavarmi i capelli. Mi piaceva quel profumo.
Quando ebbi finito, aprii la cassetta dei medicinali per vedere se avevano un deodorante. So che è maleducato usare il deodorante di qualcun'altro senza permesso, ma pensai che non l'avrebbero mai notato. Presi quello che sembrava essere da uomini e l'applicai. Presi un asciugamano e mi ci avvolsi per coprirmi per poi dirigermi verso la mia stanza per cambiarmi.
Quando ebbi finito, tornai in cucina per scoprire che la colazione era pronta. Era una tipica colazione stile western consistente di uova, toast, bacon e perfino pancake, e aveva un profumo grandioso. Mi inchinai a Naru-san per ringraziarla.
«Grazie mille per aver preparato la colazione, Naru-san.»
«Oh, ma non devi ringraziarmi. È stata Haru-chan a preparare la colazione questa mattina.»
Sorpreso, guardai Haruhi, che sembrava essere un po' in imbarazzo.
«È solo che ieri la colazione era davvero orrenda, e... mi andava di fare così, okay?»
Le sorrisi e mi sedetti. «Grazie, Haruhi.»
Arrossì debolmente e guardò altrove. «Sbrigati e basta. Devo ancora prepararmi prima di andare.»
Non riuscii a non notare che Oruki-san aveva abbassato lievemente il giornale per lanciare un'occhiata sia a me che ad Haruhi. Incurvò lo sguardo quando notò l'espressione sul viso di Haruhi.
Disperato di trovare un modo per sembrargli simpatico, gli chiesi un favore. «Uhm... siccome starò qui per solo un mese... pensavo che sarebbe una buona idea se cercassi sugli annunci un posto dove potrei andare. Speravo che mi potesse prestare quel giornale quando ha finito di leggerlo...»
Oruki sbatté le palpebre per qualche secondo prima che un ghigno gli apparve sul viso. Dopodiché estrasse dal giornale le pagine in questione e me le diede. Lo ringraziai, le piegai e le riposi nella cartella. Mentre noi quattro ci godevamo la colazione, che probabilmente era la migliore colazione che avessi fatto da un po' di tempo a questa parte, Oruki-san decise di fare un annuncio.
«Ascoltate voi due. Vi voglio a casa da scuola il più presto possibile quest'oggi. Non voglio che spendiate tutto il giorno nel vostro club. Ho alcuni lavoretti qui in casa apposta per voi.»
Quando disse "voi", sapevo che in realtà si stava riferendo a me. Dopotutto, questo era il patto che avevo fatto per rimanere qui. Non volevo essere un peso morto, ma starei mentendo se dicessi che aspettavo il momento in cui sarei tornato da scuola.
Dopo che Haruhi finì di ingoiare l'ultimo pezzo della sua colazione, si alzò e si precipitò nella sua stanza. Per quando fu finalmente vestita, stavo finendo anche io l'ultimo pezzo della colazione.
«Sbrigati, Kyon! Saremo in ritardo!»
Presi gli ultimi morsi e mi alzai per andare. Mi inchinai a Oruki-san e Naru-san prima di andarmene.
«Ciao, Haru-chan! Ciao Kyon-kun!» disse Naru-san mentre me ne stavo andando... aspetta, mi ha chiamato anche lei "Kyon"? Dannazione! Grazie, Haruhi...
Haruhi ed io ci muovemmo il più velocemente possibile verso la scuola per evitare di essere in ritardo. Non stavamo proprio correndo, però il nostro andamento era tutto tranne che rilassato. Arrivammo in aula con tre minuti di anticipo. Dopo esserci seduti, iniziai a preparare le mie cose per la lezione. Dopo un minuto, Haruhi afferrò i miei capelli e mi tirò vicino a sé.
«Ow! Cosa stai facendo?»
«Controllando che ti sia lavato come si deve.»
«Nel mezzo della scuola? Non avresti potuto farlo prima?»
Haruhi non rispose fino a che non la sentii annusarmi i capelli. «Mela?»
«Oh, sì, prima ho usato quello shampoo. Mi piaceva l'odore.»
Dopo avermi lasciato andare i capelli, mi voltai verso di lei per vedere che aveva un gran sorriso su tutta la faccia. Credo che le piacesse lo shampoo.
Quando fu ora di pranzo, mi unii al dinamico duo per il nostro solito rituale del pranzo. Recuperai dallo zaino i fogli di giornale che mi erano stati dati questa mattina e iniziai a studiarli. In ogni caso, avevo dimenticato di nuovo il pranzo. Dannazione, sono un idiota...
«Dove hai la testa in questi giorni, amico?» chiese Taniguchi. «Scommetto che hai dimenticato anche la rivista.»
«Già...»
«Be', non condividerò 'stavolta. Non imparerai se non soffrirai.»
«Grazie, lo apprezzo...»
«Perché il giornale?» chiese Kunikida.
«Sto cercando un appartamento dove andare a vivere.»
«Ah... le cose non funzionano tra te e Suzumiya-san?» chiese Taniguchi.
«Sono tutti e tre il problema. Ho scoperto che anche i suoi genitori vengono dal pianeta Stramberia.»
«Lo sapevo! Non c'è modo che delle persone normali potessero cresciere qualcuno come Suzumiya-san. Dimmi, che tipi sono?»
«Preferirei non pensarci...»
Non riuscii ad ignorare per molto tempo l'insistenza di Taniguchi. Dopo poco, mi alzai e tornai alla mia sedia per continuare a cercare sul giornale. Dopo una ventina di minuti notai un vassoio di Styrofoam appoggiarsi improvvisamente sul mio banco con del cibo sopra. Guardai in alto e vidi che Haruhi mi aveva procurato qualcosa da mangiare mentre era via.
«Mi sono ricordata che ti sei dimenticato di portarti il pranzo, quindi ti ho preso questo.»
Le accennai un sorriso. «Com'è che mi stai facendo tutti questi favori? Di questo passo, non potrò ripagarti se non con la servitù.» Ora che ci penso, non sarebbe stato molto differente da ciò che già succedeva.
«Oh, non preoccuparti. Ho tutta l'intenzione di farmi ripagare dieci volte tanto. Troverò qualche modo per farti ripagare tutto.»
«Non vedo l'ora...»
Poi notai Haruhi tenersi il mento con la mano in modo pensieroso, un sorriso malizioso che emergeva lentamente. Oh gioia, posso già sentire l'imcombente destino pesarmi addosso...
Riuscii a finire il pranzo prima che la pausa fosse finita. La scuola continuò con poco altro se non le solite lezioni, anche se devo proprio ammettere che l'auito di Haruhi del giorno prima aveva fatto la differenza nel permettermi di capire ciò di cui stavamo parlando.
Finite le lezioni, io ed Haruhi procedemmo verso l'aula del club. Mi preoccupai di prendere il giornale durante la strada, sperando di poter spendere del tempo continuando la mia ricerca per un appartamento.
«Hai già trovato qualcosa?» chiese Haruhi.»
«Non ancora.»
Arrivando alla porta, Haruhi la aprii prima che potessi io dato che avevo le mani occupate con il giornale, e vidi per un attimo la figura seminuda di Asahina-san. Mi voltai velocemente e mi scusai nel preciso momento in cui la vidi. Normalmente, io bussavo prima di entrare, ma Haruhi non era tenuta dagli stessi standard e la aprì senza alcuna considerazione.
Dopo aver ricevuto il permesso per entrare, presi la mia solita sedia e iniziai a cercare di nuovo sul giornale. Tirai fuori una penna così da poter cerchiare i posti che sembravano promettenti. Un paio di minuti dopo, Koizumi entrò nella stanza e prese la sedia di fronte a me. Stava per chiedermi di giocare ad un altro gioco da tavolo, ma vedendo che ero occupato, lo chiese invece ad Asahina-san, che accettò felicemente una volta che aveva finito con il tè.
Notai che Haruhi si stava impegnando a cercare qualcosa sul computer. Sperai in segreto che non avesse a che fare con la guerra che secondo lei avevamo con la JREF.
Dopo circa un ora Haruhi si alzò dal computer e venne verso di me.
«Trovato nulla?»
«Sono riuscito a trovare tre posti che sembrano promettenri. Probabilmente non avrò tempo di andarli a visitare fino al fine settimana però.»
«Verrò con te quando andrai a visitarli.»
Sollevai un sopracciglio nella direzione di Haruhi. «Perché vorresti farlo?»
Haruhi mi puntò un dito sul naso. «Perché mi aspetto certi standard per tutti i membri della Brigata riguardo dove vivere. Non posso avere la coscienza a posto se permetto a qualcuno che si considera un membro vivere in una casa in condizioni disumane.»
Come vuoi... anche se ho la sensazione che servirai soltanto a complicare le cose.
Haruhi tornò al computer per fare altre "ricerche" che diede a Koizumi del tempo per sussurrarmi qualcosa mentre cercava di insegnare ad Asahina-san a giocare a scacchi.
«Quindi come vanno le cose a casa di Suzumiya-san?»
Ero riluttante a rispondergli. I ricordi di ieri sera era meglio dimenticarli. «Be', ora sono piuttosto sicuro che la stramberia sia ereditaria.»
Koizumi ridacchiò. «Davvero?»
«Perché credi che stia cercando tanto di trovarmi un posto mio?»
«È vero che i genitori di Suzumiya-san hanno modi propri di esprimersi e che questi comportamenti possono essere fastidiosi per gli altri, ma tutti e tre condividono almeno una qualità.»
«Quale? Intendi la stranezza?»
«Sono realisti di prima categoria, nel profondo.»
Guardai verso Koizumi come se avesse tre occhi. Realisti? Giusto... realisti che riducono a stracci teenagers senza difesa per aumentare il proprio ego, o che attaccano talismani sulle mura nel tentativo di rendere infestata la propria casa... o creare strani club fatti per cercare alieni, viaggiatori del tempo ed esper.
«Si può dire che le persone hanno sempre una divisione tra ciò in cui credono e in ciò che fanno. Hai mai sentito il termine "dissonanza cognitiva"?»
«Sì...» Credo che me lo spiegherà lo stesso.
«Quando una persona ha un comportamento che è in conflitto con ciò in cui crede, questo porta a sensazioni davvero spiacevoli. Per mantenere a distanza queste sensazioni, la persona ha due opzioni. Possono sia cambiare il loro comportamento cosicché questo non contraddica il loro pensiero, o cambiare il pensiero così da razionalizzare il loro comportamento.»
«E come questo si applica ad Haruhi e la sua famiglia?»
«Be' si applica di più a Suzumiya-san e sua madre, in realtà. Vogliono trovare lo straordinario. Ognuno prova il proprio approccio per trovare queste cose. Ma non credono veramente che queste esistano. Lo razionalizzano dicendo a sé stessi che vogliono dimostrare di avere torto. Per loro, il mondo sarebbe noioso se avessero avuto ragione fin dal principio. Capisci?»
«Credo...»
Tornai a cercare sul giornale, cercando di inviare il messaggio che avevo finito di ascoltare il suo discorso. Sembrava aver funzionato, dato che iniziò a spiegare ad Asahina la storia dietro al gioco degli scacchi...
Ero ora nuovamente in casa Suzumiya. Mi trovavo su una scala guardando la disturbante visione della sporcizia accumulata nelle grondaie della casa.
«Cosa stai aspettando!? Inizia a pulire!»
Quello era Oruki. Apperentemente il mio primo compito era pulire le grondaie di casa. Un compito che sapevo avrei odiato. Non potevo usare dei guanti almeno?
«Dove sono le tue palle!? Metti le mani li dentro e pulisci! Non ti ucciderà mica!»
Guardai in modo minaccioso quella poltiglia prima di affondarci la mano dentro. La sensazione era piuttosto disgustosa sulle mie dita. Poi me ne riempì la mano e lo feci cadere oltre. Un forte rumore di "plop" ne seguì. Mi spostai alla prossima porzione di schifezza e ripetei.
«Più veloce! Vai troppo lento!»
Provai il forte desiderio di prendere un po' di quella roba e gettargliela in faccia, ma sapevo che questo porterebbe al mio brutale omicidio, quindi mi tratenni dal farlo.
«Se non ti muovi, toglierò la scala da sotto i tuoi piedi!»
Uno sprovveduto avrebbe sicuramente pensato che stesse solo scherzando. Io non ero uno sprovveduto. Nel mio corto periodo di permanenza, sapevo che c'era almeno una cosa sicura su di lui. Oruki era sempre di una serietà glaciale. Un altro meraviglioso tratto che ha lasciato alla sua adorabile figlia...
Pulii le grondaie più veloce che potei, compito che fu reso più frustrante sia dal continuo urlare di Oruki e dal sole che mi batteva addosso facendomi sudare. Poi mi disse di dover tagliare il prato. Oruki andò nel garage per prendere il tagliaerba.
«In effetti abbiamo un tagliaerba a gas, ma ho pensato che l'esercizio ti avrebbe fatto bene, quindi invece userai questo.»
Quindi tirò fuori un vecchio taglierba a spinta... uno che non era stato usato da un bel po' di tempo. Riuscivo a vedere un sorrisetto malvagio mentre mi indicava il punto in cui iniziare.
«Taglia corto e inizia!»
È ufficiale. Oruki è un sadico. Tagliare il prato è un compito odiato da chiunque possieda effettivamente un prato, ma il compito era reso dieci volte più difficile dal fatto che questo dannato arnese probabilmente non era stato oliato né era stata fatta manutenzione da un bel pezzo ormai. Il prato non era proprio enorme, ma ci volle davvero un eternità per completare il compito. Spingere il tagliaerba era molto difficile, e quasi dannatamente impossibile ogni volta che arrivavo su una zolla d'erba più spessa del solito. Dovevo scarrozzare il tagliaerba avanti e indietro diverse volte prima di riuscire a proseguire. L'unico aspetto positivo era che finalmente Oruki era rientrato a casa, dicendomi che sarebbe tornato un po' dopo a controllare i miei progressi.
Ero arrivato a circa metà lavoro quando sentii Haruhi urlarmi dalla finestra della sua stanza.
«Kyon, ho bisogno che tu faccia qualcosa per me!»
Grandioso, cosa c'è adesso? Non vede che sono occupato?
«Ho bisogno che porti fuori la spazzatura!»
«Perché?» chiesi strofinandomi via il sudore dalle sopracciglia.
«Niente domande, accidenti! Dopo tutto quello che ho fatto per te negli ultimi giorni, il minimo che mi aspetto è la completa obbedienza quando ti dico di fare qualcosa! O ti sei dimenticato chi ti ha procurato da mangiare oggi?»
«Va bene, lo farò.» Lasciai il taglierba a terra e entrai in casa per prendere la spazzatura.
Marciai direttamente verso la cucina e andai subito al cestino. Recuperai il sacco di spazzatura e inizai a muovermi verso la porta, quando fui fermato da Oruki.
«Che stai facendo?»
Ingoiai la saliva nervosamente, chiedendomi se avessi fatto qualcosa di sbagliato.
«Porto fuori la spazzatura.»
«E chi ti ha detto di farlo?»
«Haruhi...»
Lo vidi ruotare gli occhi e grattarsi il naso.
«Lascialo lì.»
Misi il sacco a terra prima di vedere Oruki andare dritto sulle scale. Pochi secondi dopo sentii urla di discussione dal piano superiore. Sentii chiaramente le imprecazioni che volavano mentre i due si affrontavano verbalmente. Per qualcuno cresciuto in un ambiente familiare relativamente calmo e rilassato, fu piuttosto inquietante per me ascoltare una tale discussione. Dopo circa un minuto, la discussione era finita e sentii un passo molto pesante scendere dalle scale. Vidi Haruhi che venne velocemente in cucina per prendere il sacco dal pavimento. Mi guardò con la morte negli occhi mentre lo sollevava e si dirigeva all'esterno per gettarlo. Cos'avevo fatto? Non dovevi usarmi come servo personale per tirarti fuori dalle faccende.
Oruki scese poco dopo e mi raggiunse.
«Solo per farti sapere, se capita che tu debba fare qualcosa qua, sarò io a dirtelo. Non so come Haruhi ti tratti quando non ci sono, ma in questa casa, io sono quello al comando. Non la lascerò prendersi la libertà di non compiere i suoi doveri solo perché sei qui. Capito?»
Dopo aver annuito, mi disse di tornare a finire di tagliare il prato. Quando ero davanti alla porta, Haruhi entrò e mi camminò oltre. Passando, nemmeno mi guardò. Grandioso...
Avevo finalmente incontrato qualcuno con il quale Haruhi non poteva fare la prepotente, ma per qualche motivo non riuscivo a godermi la cosa. Penso che ci avesse qualcosa a che fare con il fatto che Oruki era tanto prepotente quanto lo fosse lei, e anche se Haruhi non facesse la prepotente con me, lo farebbe lui. E ovviamente avrei ascoltato. Oruki era diventato rapidamente il membro in cima alla mia top five delle persone più spaventose che avessi mai incontrato. Non avrei il coraggio di disobbedirgli.
Oh, e anche Haruhi è su quella lista. Non vedevo l'ora di affrontare la sua ira più tardi...
Infine, riuscii l'esaustivo compito di potare il prato, dopo aver dovuto spendere parecchi minuti in più sui punti che avevo mancato che l'occhio d'acquila di Oruki notarono subito. Dopo questo, Oruki mi disse che per la giornata poteva bastare e che ero congedato. Camminai lentamente verso casa, avendo fatto ben più della mia quantità settimanale di lavoretti di casa in un solo giorno.
Naru-san mi si avvicinò quando entrai e mi diede un bicchiere con dentro qualcosa.
«Ho pensato che saresti stato assetato dopo aver lavorato così tanto quest'oggi.»
Presi il bicchiere ringraziando e lo portai alle mie labbra. Inizialmente pensavo che fosse tè freddo o succo di frutta, ma quando sentii la polpa e il sapore orrendo, capii che invece era qualcos'altro. Impiegai la mia forza di volontà per bere il sorso che avevo preso, cercando di essere più garbato possibile.
«Cos'è?»
«È una bevanda di proteine che ho messo insieme. Dovrebbe riempirti con il vigore necessario dopo un'intera giornata di lavoro!»
Non riuscivo a non notare il fatto che solito caloroso, dolce sorriso di Naru-san raggiunse un ulteriore livello di eccitazione nel pronunciare l'ultima frase. Nel tentativo di non essere un cattivo ospite, mandai giù il resto dell'intruglio con tutta la mia forza di volontà.
«Grazie...»
«Di nulla,» disse Naru-san con tutta la dolcezza del mondo. Magari non è così male dopotutto. Rimane ancora strana, però...
«I tuoi talismani di carta hanno dato frutti?»
Il suo sorriso si eta trasformato in una piccola smorfia quando feci questa domanda. Devo ammettere che fu piuttosto carino e adorabile, eppure era molto strano vedere una donna cresciuta comportarsi in questo modo.
«No, non ho visto nulla di strano succedere per la casa. Pensavo che avrebbe funzionato di sicuro questa volta.»
Poi si spostò fastidiosamente vicina al mio viso.
«Ma non mi arrenderò! Troverò qualcosa che funziona! Lo giuro!»
Non potei non sorridere alla sua determinazione. «Sono sicuro che prima o poi riuscirai a trovare qualcosa di degno, Naru-san.»
Fu a quel punto che Naru-san mostrò un sorriso che mi ricordo il "sorriso a un milione di watt" di Haruhi. «Davvero!? Grazie, Kyon-kun!»
Poi mi diede un grande abbraccio, facendomi sentire davvero a disagio. Inizai a guardarmi intorno freneticamente per vedere se Oruki o Haruhi ci stessero guardando. Fortunatamente no. Quest'abbraccio non sarebbe stato male se avessi saputo che eravamo soli in casa, ma se uno degli altri due avesse visto me e Naru-san in questo momento... be', fatevi un'idea.
Il mio cellulare iniziò a suonare, dandomi una scusa per fuggire dalla sua morsa.
«Devo rispondere.»
Naru-san capì e mi lasciò andare. «Okay! Grazie per le tue parole gentili, Kyon-kun!» e se andò spensieratamente.
Guardando il cellulare, notai che era Koizumi che stava chiamando. Risposi mentre salivo le scale diretto verso la mia stanza. Mi assicurai di parlare basso una volta dentro, ricordandomi che il muro tra la mia stanza e quella di Haruhi non era molto spesso e che se potevo sentirla, anche lei poteva sentirmi.
«Che succede, Koizumi?»
«Ho sentito uno spazio chiuso crearsi di recente. Volevo sapere se sapevi il perché.»
Un altro spazio chiuso, eh? Non ero sorpreso, considerando quello che era successo prima.
«Haruhi e suo padre hanno litigato per le faccende di casa. Ed è arrabbiata con me per questo.»
«Oh, davvero,» rispose Koizumi. «Ho pensato che quella potesse essere la situazione. Ad essere onesti, la maggior parte degli spazi chiusi apparsi mentre Suzumiya-san era ancora alle medie erano causate dai litigi tra lei e suo padre.»
«Non vanno d'accordo, eh?»
Be', forse esattemente quanto una qualunque ragazza che cerca di divertirsi che ha genitori molto severi.»
Per qualche motivo, non ero affatto sorpreso nemmeno da una sola di queste cose. Aveva proprio senso che quei due avessero un rapporto del genere. Il problema era che entrambi erano completamente ignoranti del fatto che ogni volta che decidevano di far scontrare i loro capoccioni, il mondo correva un rischio.
«Quindi cosa dovrei farci?»
«Fa' solo quello che pensi possa mitigare le situazioni come queste quando capitano. Queste cose succeono, ma questo non significa che dobbiamo lasciare che abbiano il loro corso naturale. Sono sicuro che troverai un modo.»
«Immagino che dire la verità ai genitori di Haruhi sia off limits.»
«L'organizzazione pensa che sia meglio che li si lasci all'oscuro. Quelli ai piani alti credono che se i suoi genitori sapessero, questo incerementerebbe solo le possibilità che Suzumiya-san scopra le proprie potenzialità.»
Figuriamoci...
«Comunque, devo andare a spegnere quello spazio chiuso adesso. Parleremo più tardi.»
«A più tardi.»
Mentre spegnevo il cellulare, non potevo non sentire un innecessario ammontare di responsabilità posarsi sulle mie spalle. Tenere Haruhi felice fuori da casa sua era già abbastanza difficile. E dover affrontare Oruki ogni volta che aveva voglia di confrontarsi con sua figlia era di sicuro un biglietto per un mondo di dolore. Non potei non massaggiarmi le tempie mentre sentivo arrivare il mal di testa. Non vedo l'ora di uscire da qui...
Dopo un po' fu orario di cena. Se mi ricordavo bene, era la serata americana, che pensai significasse serata hamburger e patatine fritte. Fui sorpreso di scoprire che invece c'era pollo fritto con puré di patate, pasta e formaggio, e crema di mais. Finì per essere un altro pasto davvero ottimo. Non potei non notare che Haruhi nemmeno mi guardò in faccia mentre mangiavamo. Perché diamine era arrabbiata con me? Non è colpa mia se si era cacciata nei guai.
Dopo aver sparecchiato, andai nella mia stanza per fare i compiti, dato che si stava facendo tardi, e sapevo che dovevo farli prima che fosse troppo tardi.
Dopo un'oretta di compiti iniziai a sentire uno strano rumore provenire dall'esterno. Guardai fuori, ma non trovai la causa. Aprii la finestra e mi guardai intorno. Vidi qualcosa con la coda dell'occhio. C'era qualcuno che si stava arrampicando sul tetto. Quando notai che la finestra di Haruhi era aperta, capii che doveva essere lei. La chiamai per essere sicuro.
«Haruhi, sei tu?»
Non ricevetti risposta. Non voleva ancora parlarmi. Questo doveva finire.
«Ehi, non capisco perché sei arrabbiata con me. Stavo facendo quello che mi avevi chiesto fino a che tuo padre non mi ha fermato. Non sapevo che dovevo portare fuori la spazzatura in segreto. Non mi hai detto che stavo facendo qualcosa che invece tu avresti dovuto fare.»
Aspettai circa mezzo minuto per una risposta, ma non arrivò. Proprio mentre stavo per arrendermi e richiudere la finestra, Haruhi finalmente parlò.
«Lo... lo so... non sono arrabbiata con te... lo sono con mio padre...»
Sentii del movimento sopra di me e un secondo dopo vidi la testa di Haruhi spuntare dal limite del tetto. Era divertente vedere i suoi capelli ondeggiare in quel modo, siccome era a testa in giù.
«La verità è che io e mio padre non siamo stati proprio al meglio dell'affinità da quando sono entrata alle medie. È così antipatico a volte che mi fa andare fuori di testa.»
Annuì. Dopotutto, avevo avuto un assaggio di com'è fatto in questi due giorni. Non voglio nemmeno immaginare come debba essere passare la propria intera vita con lui.
Gli occhi di Haruhi si mossero per un attimo prima che parlasse. «Ascolta, ti va di venire quassù?»
Guardai intorno alla mia finestra. «Non credo di poterci riuscire da qua.»
Haruhi puntò la sua finestra. «Passa per la mia stanza e arrampicati dalla mia finestra. Il tubo di drenaggio è agganciato con un pezzo di legno su cui puoi appoggiarti.» Poi puntò il dito sul mio naso. «Giusto per fartelo sapere, hai il permesso solo di passare attraverso la mia stanza. Ti è assolutamente vietato toccare qualunque cosa. Chiaro!?»
Annuì prima di uscire dalla stanza. Mi fermai un momento prima di entrare nella stanza di Haruhi. Non avevo ancora visto com'era fatta ed ero un po' timoroso di
vederla. Infine mi decisi a ruotare il pomello e aprire la porta.
Come mi aspettavo, la stanza di Haruhi rifletteva la sua personalità. Il soffitto e le mura avevano ogni tipo di strani simboli e forme cosparsi ovunque in diversi colori. Dovetti notare che alcuni dei simboli assomigliavano a quelli che aveva disegnato (o che io ho disegnato) durante il festival di Tanabata quasi quattro anni fa. Notai che il colore usato mostrava segni di logoramento, segno che indicava che aveva disegnato soffitto e mura un bel po' di tempo fa, qualcosa come prima che entrasse nelle medie. La stanza era un po' in disordine e vedevo vestiti, riviste e manga sparsi sul pavimento, sull'armadio, il comodino e il letto. Cercai di non prestare troppa attenzione al reggiseno sull'angolo del letto. Infine, la stanza era completata con una televisione ed un computer.
Dopo aver dato una rapida occhiata, mi sentii davvero sollevato nel vedere che questa stanza era solo così tanto strana. Era proprio in stile Haruhi. Poi raggiunsi la finestra aperta e mi arrampicai all'esterno. Il punto d'appoggio che Haruhi aveva menzionato era un po' piccolo, e starei mentendo se dicessi che salire là sopra era abbastanza sicuro. Riuscii a salire, comunque, quindi credo che abbia funzionato abbastanza bene.
Haruhi era stesa sulla schiena con la mano dietro la testa, guardando le stelle. L'inquinamento visivo delle luci riduceva decisamente la loro visibilità, ma alcune si vedevano bene. Credo che questo sia qualcosa che Haruhi faceva ogni volta che voleva un po' di solitudine per pensare su sé stessa. Presi un posto vicino a lei e mi distesi anch'io.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto guardando le stelle, in profonda contemplazione. L'aria si era considerabilmente raffreddata rispetto ad oggi pomeriggio, quindi si stava piuttosto bene. Dopo un po' di tempo, Haruhi trovò la voglia per poter parlare di nuovo.
«Ogni tanto mi viene questa sensazione, che mio padre abbia sempre desiderato che io nascessi maschio.»
«Oh, davvero?»
«Prima che entrassi alle medie, mi fece davvero provare a fare ogni tipo di sport e cose del genere. Ha continuato così fino a che non entrai alle superiori. Non importava cosa cercasse di farmi fare, io lo trovavo sempre noioso. Mi sembra che fosse frustrato per non avere qualcuno con cui giocare a palla e cose del genere.»
«Perché i tuoi genitori non hanno cercato di avere un altro figlio se per loro era così importante?»
«Mia madre non poté più avere bambini dopo di me. Le è successo qualcosa alla cervice, o qualcosa del genere. Credo fosse un tumore. Comunque, le operazioni di chirurgia necessarie a rimuoverlo hanno, in sostanza, reso le cose in modo che non potesse più avere figli.»
«Che cosa orribile.»
«Amo mio padre, ma è sempre stato difficile per noi vedere le cose dallo stesso punto di vista. Ciò che mi infastidisce è che è davvero un ipocrita. Anche lui si ficcava in un sacco di guai alla mia età. Ora si comporta come se dovessimo essere dei perfetti angioletti.»
«Spesso i genitori non vogliono che i loro figli compiano gli stesso errori.»
«Immagino sia così...»
Tra noi ci fu di nuovo il silenzio. Non riuscivo a non contemplare l'idea di un Haruhi maschio. Il pensiero mi spaventò un po', quindi cercai di dire qualcosa per cambiare il discorso.
«Ti dispiace se faccio una domanda ipotetica?»
Haruhi si girò verso di me sentendo la domanda. «Ad esempio?»
«Diciamo, sempre in senso ipotetico, che hai il potere di alterare la realtà con un battito di ciglia. Sei praticamente onnipotente. Qual è la prima cosa che faresti, se questo accadesse?»
Haruhi si alzò a sedere e ci pensò. «La prima cosa che farei...» poi sorrise prima di concludere la risposta. «Sarebbe incontrare alieni, viaggiatori del tempo ed esper e divertirmi insieme a loro ovviamente!»
Sentendo questa risposta, mi misi mentalmente la mano sulla fronte. Era completamente ignorante al fatto che lo stava già facendo ogni giorno da ormai un anno. Haruhi mi chiese poi la stessa cosa.
«Cosa faresti tu invece se fossi onnipotente?»
«Darei il mio potere a qualcun altro, o non lo userei. Un potere del genere sarebbe un fastidio. Avrei paura di rovinare tutto.»
Il suo viso mostrò quantità di visibili di fastidio sentendo la mia risposta. «Che razza di risposta noisa è questa!? Getteresti via l'unica possibilità di svelare ogni mistero che potresti pensare!? Potresti esplorare gli oceani più profondi, o i meandri più lontani dello spazio! Non avresti nemmeno la possibilità di rovinare le cose in questo modo! Mi stai dicendo che non faresti nulla di questo!?»
«Be', se la metti in questo modo...»
Forse aveva ragione. Probabilmente mi sarebbe piaciuto viaggiare per lo spazio per un po' per vedere cosa riuscirei a trovare. Anche se probabilmente dopo un po' me ne annoierei, e se c'era qualcosa che avevo imparato nell'ultimo anno, è che cose orribili accadono quando gli esseri onnipotenti si annoiano.
Per cambiare argomento, feci un'altra ipotesi. «Okay, allora che ne dici di questa? Diciamo che sei bloccata su un isola deserta con nulla per sopravvivere o fuggire, tranne tutto quello che già c'è sull'isola. Chi vorresti avere insieme a te?»
Haruhi si distese nuovamente e iniziò a pensarci. «Questa è una difficile... Per quanto potrebbe essere divertente avere con me Mikuru-chan, non mi sarebbe molto d'aiuto. Koizumi potrebbe andare bene, immagino. Yuki sarebbe di sicuro la più utile. Tu, dall'altra parte, saresti utile solo ai lavori pesanti, e in ogni caso...»
Grazie. Lo apprezzo...
«Credo che sceglierei Yuki. Tu invece?»
«Be', tu saresti di sicuro l'ultima persona con cui vorrei essere bloccato,» dissi con del sarcasmo nella voce. Haruhi reciprocò con un pugno sul mio braccio. «Ow! Vedi? Ecco perché!»
«Molto divertente!» disse Haruhi prima di saltarmi addosso per bloccarmi la testa con una presa. «Dimmi con chi vorresti essere! È Mikuru? O forse Yuki? Oppure è Koizumi? Hai anche di queste tendenze?»
No, non ne ho, e in ogni caso chi ha detto che l'attrazione fisica è l'unica cosa di cui tengo conto nel scegliere qualcuno?
«Allora dimmelo! Chi?»
Iniziavo a pentirmi della domanda. Non ero sicuro di come rispondere. Essere da solo con Asahina-san sarebbe bellissimo inizialmente, ma diventerebbe un incubo col passare del tempo. Koizumi mi farebbe impazzire con le sue lunghe spiegazioni. Nagato sarebbe utilisima ma noiosa. E chi ha detto che dev'essere un membro della Brigata? Magari potrei prendere Tsuruya-san.
«Sbrigati e scegli!»
«Va bene! Prenderei Tsuruya-san!»
Haruhi si fermò per un momento dopo che lo dissi.
«Perché sceglieresti lei? Ti piace o qualcosa del genere?»
«No. Ho solo pensato che lei ha i minori lati negativi.»
Haruhi mi lasciò andare e mi guardò strano.
«Che razza di stupida ragione sarebbe? Lo giuro, certe volte non capisco il modo in cui pensi, Kyon.»
Questo è divertente. Ora sai come mi sento nei tuoi confronti da quando ci siamo incontrati.
Haruhi si distese nuovamente e guardò il cielo. Ebbi la sensazione che era il momento giusto per tornarmene nella mia stanza.
«Io torno nella mia stanza. Inizio a sentirmi stanco...»
«Okay...»
Mentre mi muovevo con cautela verso la finestra di Haruhi, guardai verso di lei un ultima volta. Dovevo ammetterlo, vedere il suo viso sotto la luce della luna la rendeva assolutamente mozzafiato. Era difficile da dire, ma credo avesse un'espressione delusa. Era infastidita dal fatto che non l'avevo scelta? Va be'...
Riuscii a tornare nella stanza senza cadere e finii i compiti prima di tornare a dormire. Era stato un altro giorno esaustiente, e non sapevo per quanto tempo avrei ancora resistito.
Stavo avendo un moto di irrequietezza inizialmente, ma poi iniziai ad addormentarmi quando sentii la porta aprirsi. Mi voltai per vedere chi era. Ero sorpreso di scoprire che era Naru-san. Venne verso di me come uno zombie. Arrivò al limite del letto e rimase lì in piedi immobile per un minuto.
Ad essere onesti, stavo dando di matto a questo punto. Non avevo idea di cosa stesse facendo. Era posseduta? Magari quei talismani iniziavano a fare effetto... no, non era così. Forse era solo sonnambula. Quindi perché ero ancora spaventato a morte?
Poi si distese sul letto, vicino a me. Rimasi immobile pensando a cosa dovrei fare. Il mio letto non era molto grande, e iniziavo a sentirmi stretto e compresso. Sfortunatamente, prima che potessi fare qualcosa, Naru-san si girò e avvolse le sue braccia intorno a me. Okay, ora ero davvero, davvero a disagio. Non è che la sensazione del corpo di Naru-san contro il mio fosse spiacevole. Tutto l'opposto. Il problema era che ero intelligente abbastanza per sapere che questo potrebbe solo finire male per me se non avessi fatto qualcosa.
«Mmm... Oruki-kun...»
Grandioso, pensava fossi suo marito. Meraviglioso... okay, dovevo pensare. Cosa avrei dovuto fare? Avrei potuto semplicemente svegliarla. No! Pensaci meglio! Se l'avessi svegliata in questa posizione, potrebbe fraintendere e urlare. Questo porterebbe al risveglio di Haruhi e di suo padre, che sarebbero venuti qui e avrebbero frainteso anche loro. Pochi secondi dopo i due mi avrebbero strappato in pezzettini. No, l'unica cosa che potevo fare era cercare di sfuggire al suo abbraccio e uscire dal letto.
Fortunatamente, Naru-san non era lontanamente vicina ad essere forte come sua figlia o suo marito, quindi riuscii a divincolarmi lentamente dalla sua presa e a scivolare fuori dal letto senza svegliarla. Dopo essermi preso un grosso respiro di sollievo, sgattaiolai fuori dalla mia stanza e scesi le scale. Decisi di stendermi sul divano per la notte. Non era comodo come il letto, ma l'aternativa era anche peggiore.
Chiusi gli occhi e iniziai ad addormentarmi prima di sentire un rumore. Aprendo gli occhi, fui terrorizzato nel vedere Naru-san davanti a me di nuovo. No! Non di nuovo! Prima che potessi reagire, Naru-san mi cadde addosso e mi avvolse le braccia intorno una seconda volta.
«Perché te ne sei andato, Oruki-kun...»
Era davvero terribile! Era sopra di me questa volta, e non potevo scivolare via senza spingerla, cosa che l'avrebbe sicuramente svegliata. Cercai di togliere le sue mani, ma queste si tennero ancora più stretto per riflesso, rendendo impossibile la mia fuga. Cercando in tutti i modi di togliermela di dosso, entrambi cademmo dal divano. Caddi di sedere sul duro pavimento facendo rumore, cosa che fece abbastanza male. Ancora non mi aveva lasciato andare. Ero in trappola, e non potevo fuggire... Oh, no! No! Hanno sentito il rumore! Sentivo entrambi correre giù per le scale! C'era una sola cosa che potevo fare! Dichiarare la mia innocenza e sperare che avessero pietà!
«GIURO SU DIO NON È COME SEMBRA!!!»
Vidi il viso sia di Haruhi che di suo padre guardare senza espressione me e Naru-san in quella strana posizione. Pensai per un momendo di aver visto passarmi l'intera vita davanti agli occhi. Fu dopo qualche secondo che Haruhi sospirò profondamente prima di venire verso di noi. Ebbi un tremito di paura quando fu davanti a noi, aspettandomi un incredibile dolore entrare nella mia strada, e invece iniziò a spingere Naru-san sul lato del fianco con il piede.
«Mamma! Alzati! Stai facendo ancora la sonnambula!»
Pochi secondi dopo Naru-san si svegliò. Dopo qualche secondo di disorientamento, riuscì ad alzarsi, realizzando dove si trovava.
«Oh, cielo. Cos'è successo?»
Mi spostai da lei non appena si fu levata da me. Poi spiegai cos'era successo e perché eravamo in soggiorno. Naru-san mi fece un sorriso imbarazzato prima di scusarsi.
«Mi dispiace... temo di aver sempre avuto un problema di sonnambulismo. Spero di non averti spaventato.»
Oh, mi hai spaventato a morte invece. Spero che non accada mai più. Infine, ognuno decise di tornare a letto. Notai in ogni caso che Oruki mi lanciò un altro sguardo sospettoso mentre salivamo le scale. Mi odia. Mi odia davvero, davvero, davvero, davvero, davvero tanto.
Non vedo l'ora di andarmene da qui...

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N D T
Ecco un altro capitolo, esattamente venti giorni dopo lo scorso! Non è fantastico? Ma è stato davvero un miracolo che l'abbia completato così presto, quindi ho intenzione di sfruttare il tempo guadagnato e portarmi avanti coi lavori. Dovrei essermi finalmente risintonizzato con i giusti tempi. Bene, ed ora spieghiamo i riferimenti di questo capitolo.
Lo Styrofoam è un materiale particolare, una sorta di polistirolo compresso. Siccome è un nome proprio però, della ditta, se non sbaglio, non l'ho tradotto.
Quando Oruki dice "Taglia corto e inizia!", è un brutto gioco di parole, riferito al "tagliare... l'erba". Vi spiego: in inglese, tagliare (l'erba/il prato) si dice "mowing (the lawn)", mentre "muoviti!" si dice "get moving!" Quel barbone di Oruki ha avuto il coraggio di dire "get mowing!" Un gioco di parole molto stupido, che purtroppo non ho ben potuto rendere in italiano... ma spero vada bene quello che mi sono inventato, che è anche più brutto. Purtroppo è talmente brutto che nessuno lo capirà, ecco perché lo sto spiegando...
Quando Kyon dice di "spegnere" il proprio cellulare dopo la chiamata, intende dire che lo sta solo mettendo in stand-by. Però nessuno nella vita reale dice "dopo aver finito la chiamata, misi in stand-by il cellulare". Scusate, era davvero poco credibile.
Kyon fa un riferimento al disegno di Tanabata, vedendolo ridisegnato nella stanza di Haruhi. Credo che sappiate già la storia che c'è dietro, ma se volete ripassarvela, c'è la prima puntata della seconda serie dell'anime, oppure il terzo volume del manga. Purtroppo non so come stiamo messi a romanzi, ma sicuramente (mentre scrivo) non è ancora uscito in Italia.
Quando Kyon "contempla l'idea di un Haruhi maschio", l'autore sta citando il famoso progetto del Genderbending di Haruhi Suzumiya, dove il genere di ogni personaggio è reso al sesso opposto. L'autore conosce tutta la storia dietro al famigerato progetto, e nella fic troverete alcuni accenni ad esso... Oruki stesso mostra alcune similitudini con "Haruki".
Ah, per quanto riguarda il discorso di Haruhi sul fatto che la madre non può avere altri figli... Se non sapete cos'è una cervice uterina... fate delle ricerche. Anche la pagina Wikipedia va bene. Diciamo che non mi va di spiegarlo qui.
Un ultima cosa: quella frase in maiuscolo, con tre punti esclamativi, mi ha bruciato gli occhi. Ma di nuovo, era così e non potevo cambiarla.
Che ne dite, un bel capitolo? Secondo me è uno dei più noiosi, perché accadono davvero poche cose, tranne la scena sul tetto, che è molto carina. Inoltre, ho una strana voglia di visitare il pianeta Stramberia.
Va be', dai, ci rifaremo con il prossimo capitolo, che arriverà esattamente venti giorni dopo questo! Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Amo il supporto che questa storia sta ricevendo, e ancora non ci credo che la storia sia tanto apprezzata. Non ho nemmeno iniziato con le parti migliori ^_^'
In ogni caso, volevo rispondere alla domanda di Anonymous482000 riguardo il modificare questa storia in una Kyon X Naru. Non succederà... Kyon verrebbe brutalmente ucciso da Oruki, e io sarei ucciso dagli shipper1 della coppia Kyon X Haruhi. E siccome io stesso sono uno di quei shipper, dovrei uccidermi. Però mi lusinga il fatto che il personaggio è piaciuto talmente tanto da volerla accoppiata con Kyon! ^_^
Non mi aspettavo che questo capitolo sarebbe stato molto lungo, e invece è il più lungo per adesso. Dannazione! Continuo a voler ficcare troppa roba dentro ogni singolo capitolo. Oh, be'... spero vi piaccia comunque!

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Capitolo 7

Non potevo credere che fosse già Sabato. Onestamente non pensavo che sarei sopravvissuto così a lungo. Ogni giorno aveva il suo nuovo giro di difficoltà che dovevo affrontare, ma anche se infine riuscii a trionfare, starei mentendo se dicessi che mi stavo abituando al nuovo ambiente. Ad essere onesti, iniziavo a perdere il ritmo. Riuscivo ancora a mantenere la mia personalità calma, ma dentro la mia mente mi stavo strappando i capelli.
Le faccende che dovetti fare in quei ultimi tre giorni furono decisamente poco divertenti. Primo, dovevo aiutare Naru-san con il suo giardino. Non era un giardino molto grande, ma era sicuramente il tipo di giardino che solo i Suzumiya avrebbero voluto mantenere. Non c'era una sola delle piante che normalmente si vedrebbero in un tipico giardino. Non era un giardino tipo orto, o un giardino di fiori. No, era un giardino di piante carnivore2. Ogni pianta sopravviveva divorando in qualche modo insetti. C'erano molte piante con trappola ad ascidio, piante con trappola adesiva, e ovviamente quelle con la famosa trappola a tagliola. Sinceramente pensavo fossero più grandi, ma le piante a tagliola sono invece abbastanza piccole. Trovai che le piante ad ascidio erano le più raccapriccianti, con tutti quegli insetti morti che vi galleggiavano all'interno. Ho perfino visto un calabrone gigante asiatico dentro una di quelle piante. Quei cosi mi spaventano a morte. Non vorrei essere punto da uno di quelli. Comunque Naru-san mi disse che la scelta del giardino era motivata dal voler provare qualcosa di diverso, e fu felice di scoprire che questo le portò il beneficio aggiuntivo della riduzione degli insetti dentro casa. Ne era abbastanza orgogliosa.
C'erano ovviamente anche altri compiti, come ripulire il seminterrato. Là scoprii che Oruki aveva un interessante passatempo su cui gli piaceva lavorare mentre Haruhi era a scuola... lavorare il legno. Sembra che Oruki si annoiasse particolarmente durante le prime ore del giorno, e aveva bisogno di qualcosa per aiutarlo a sfogare la sua eccessiva energia. Ero sorpreso che un uomo della sua età svolgere tante attività ad un ritmo incessante e senza riposarsi, ma in ogni caso c'era tantissima energia, che aveva bisogno di uscire. Oruki creava ogni tipo di cosa, dalle credenze alle sedie, fino a piccole figure animali e altra arte folk. Non importava ad Oruki, fin tanto che si trattasse di legno. Qualche volta metteva quella roba in vendita da qualche rivenditore che pensava di poter ricavare dei soldi dal suo lavoro. Qualunque cosa non riuscisse a vendere veniva immagazzinata nel seminterrato... e c'era un sacco di roba laggiù...
Oruki decise finalmente di sbarazzarsi della maggior parte di quella roba, siccome occupava troppo spazio rispetto a quello che gli serviva per lavorare, e fu lavoro mio rimuovere tutto quello che doveva uscire dalla porta. Senza sorprese, Oruki si rifiutò di aiutarmi con qualunque oggetto facendomi fare tutto il lavoro, cosa che fu terribile dato che diversi di quei mobili pesavano parecchio. Questo ovviamente non ha affatto impedito ad Oruki di ricordarmi che dovevo lavorare più velocemente. Stava davvero iniziando ad irritarmi.
Notai una tartaruga che Oruki aveva intagliato. Era molto carina, e Oruki si era pure preso la briga di incollarci delle biglie nere per fare gli occhi. Oruki stava per gettarla, quindi gli chiesi se potevo tenerla.
«Certo, perché no. Infatti avete un sacco di cose in comune. Siete entrambi lenti!»
Dopo aver subito un altro insulto alla mia etica di lavoro, misi la tartaruga da parte, tenendo in mente che l'avrei dovuta portare nella mia stanza una volta finito il lavoro. Non potei non notare il fatto che Oruki fu un po' meno duro con me dopo questo fatto, permettendomi perfino di prendermi una pausa ad un certo punto. Era felice per il fatto che avevo apprezzato un suo pezzo di lavoro? Magari aveva davvero un brandello di umanità...
Mi ci volle quasi tutto il giorno per spostare il mobilio, le sculture in legno, scarti e segatura dal seminterrato. Devo ammettere che una volta ripulito, il posto sembrava piuttosto professionale. Oruki non mi ha mai ringraziato per il lavoro ben fatto, però. Credo che sarebbe fin troppo aspettarselo da un Suzumiya. Be', non è giusto. Naru-san era abbastanza gentile per ringraziarmi e lo aveva già fatto, quindi credo che lei sia un'eccezione.
Che la stramberia sia dannata, Naru-san era l'unica cosa che mi faceva andare avanti. Ad essere onesti, stavo iniziando a trovare le sue manie divertenti. Se Haruhi fosse stata tanto dolce quanto sua madre, le avrei sicuramente chiesto... lasciamo perdere questo pensiero. Credo che lo stress stesse facendo effetto.
Parlando di Haruhi, ovviamente anche lei aveva qualcosa da farmi fare, anche se non me l'aveva chiesto fino a che suo padre non se n'era andato al lavoro. Più o meno qualunque faccenda che lei doveva svolgere era ora di mia responsabilità. Se avessi protestato, mi avrebbe fatto sentire in colpa ricordandomi di tutti quei favori che mi aveva fatto in questa settimana. Mi ha fatto persino pulire la sua stanza mentre mi guardava come un'Aquila per essere sicura che non toccassi e guardassi qualunque cosa fosse off limits. Speravo di troavare qualcosa che la incriminasse, ma Haruhi si assicurò di prevenire quella possibilità. Il suo computer era molto off limits. Hmm... avrei dovuto sgattaiolare nella sua stanza e controllarlo, nei giorni a venire. Sarebbe stato bello se fossi riuscito ad estorcere qualcosa ad Haruhi, solo per farle sentire cosa si prova.
Se c'era qualcosa di positivo negli ultimi tre giorni, era che la cena era fantastica ogni volta. Sembrava che non ci fosse qualcosa che Naru-san non potesse cucinare. Mercoledì, che era la giornata spagnola, cucinò burrito con riso spagnolo. Giovedì, giornata italiana, cucinò ravioli con un qualche formaggio. Infine, l'ultima notte, ha cucinato un piatto sudafricano conosciuto come "Bobotie", che era una specie di carne con curry, spezie e frutta essiccata. Devo ammettere che prima di trasferirmi dai Suzumiya la mia conoscenza del cibo era piuttosto limitata. Credo che dovrei cercare di essere più mentalmente aperto alle altre culture in futuro.
In ogni caso, ora era sabato mattino, e stavo ancora dormendo. La scorsa notte, aspettavo il momento in cui avrei potuto finalmente dormire per un po', dato che la Brigata oggi non si riuniva cosicché Haruhi potesse "aiutarmi" a cercare un appartamento. Avrei dovuto essere più furbo.
SPLASH!
Oh mio Dio, se era freddo! Saltai fuori dal sonno nel momento in cui sentii la mia pelle urlare in agonia a causa dell'acqua ghiacciata tiratami addosso... acqua? Ma che diavolo?
«Questo ha funzionato molto bene!»
A dirla tutta, Haruhi stava sperimentando per trovare il modo migliore col quale svegliarmi il mattino. Mia sorella non è mai stata tanto sofisticata da cercare di fare altro dal saltarmi sopra fino a che non mi svegliavo. Haruhi dall'altra parte stava raffinando la sua tecnica, cercando di trovare un metodo che fosse efficace nello svegliarmi ma senza doversi impegnare troppo. Mercoledì, aveva provato a prendermi per i capelli e strattonarmi fino a che non mi ero svegliato. Giovedì aveva provato a a farmi il solletico con una piuma, cosa che fallì miseramente, facendole perdere la pazienza e tornare al saltarmi sopra. Infine, il giorno prima aveva usato una trombetta da stadio, che funzionò alla grande e mi causò un dolore terribile, ma così facendo svegliò anche i suoi genitori, e suo padre le fece una lunga ramanzina.
Dalla sua prospettiva, probabilmente quel giorno era l'esperimento più efficace fino a quel momento.
«Credo che dovrò usare questo metodo d'ora in poi.»
«Cosa c'è che non va in te!? Hai completamente infradiciato sia me il che mio letto!»
«Oh, smettila di fare il bambino, Kyon. È solo acqua.»
«E come esattamente pensi che riesca ad asciugare le coperte e il materasso?»
«Non è un problema mio...»
Ovviamente, tipico di Haruhi.
«E perché mi stai facendo alzare così dannatamente presto? Non è un giorno scolastico.»
«Mi rifiuto di lasciarti dormire via la vita, ecco perché! Hai mai sentito dire le parole "carpe diem"?»
«Carpe diem? Certo, l'ho sentito. Significa "cogli l'attimo" in latino, se non sbaglio.»
«Esatto! Non posso lasciarti sprecare la vita dormendo quando fuori è una giornata così bella! Dovremmo essere là fuori a cercare di vivere al meglio!»
Riuscii a trovare la voglia di alzarmi dal letto, con l'acqua che iniziava a gocciolarmi dai vestiti bagnati.
«Hai presente che oggi dovremmo andare a vedere gli appartamenti, giusto?»
«D'ah, quello lo so. Non sono stupida, Kyon.»
Sfrontata, sconsiderata, rumorosa, odiosa? Sicuramente. Stupida? No. Anche se penso che a volte il suo intelletto possa essere selettivo.
«Credo che adesso andrò a darmi una lavata. Ti dispiace?»
Haruhi si voltò e uscì dalla porta. «Però non metterci tutto il giorno.»
Ovviamente. Non vorrei che il mio padrone3 dovesse aspettarmi...
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Dopo che Haruhi ed io ebbimo finito la colazione, uscimmo per andare a controllare il primo appartamento della lista. Era in una zona della città più degradata, e devo ammettere che non ero molto a mio agio a camminare in questa zona. Tenni un occhio su Haruhi, ma lei sembrava completamente senza preoccupazioni riguardo dove ci trovavamo. Ora che ci penso, se mai fosse successo qualcosa, lei sarebbe sicuramente stata capace di badare a sé stessa più di quanto potessi io.
Il primo appartamento a cui andammo era forse ben più degradato del vicinato. Il tappeto era vecchio e macchiato, le stanze erano piccole e ristrette, e il posto era impregnato di un brutto odore. Era poco costoso però, ed era un tetto sopra la mia testa, quindi non potevo lamentarmi troppo.
Haruhi, dall'altra parte... «Non c'è storia che tu viva in un posto così! Non permetterei ad un cane di vivere qui!»
Aprii gli armadi per controllarlo. Vidi qualche scarafaggio gironzolare all'interno e notai perfino degli escrementi di topi. Aprii l'acqua nel bagno. L'acqua era di un bellissimo color marrone.
«Okay, questo posto ha sicuramente un sacco di problemi, ma che cosa ci si può aspettare per quarantamila yen al mese? Personalmente, mi va bene fino che il tetto sopra la mia testa non crolla.»
Mi appoggiai ad un muro con la mano. Solo pochi secondi il secco muro cedette alla pressione della mia mano, concedendo lo spazio ad un buco della grandezza della mia testa. Quando tolsi la mano, notai qualche scarafaggio uscire dal suddetto buco. Mi voltai verso Haruhi, che aveva in faccia l'espressione del "te l'avevo dettO".
«Okay, hai vinto. Usciamo da qui...»
Quindi ci muovemmo verso il secondo appartamento della lista. Non era molto lontano dal primo, ma l'appartamento per sé era molto meglio dell'altro. Era più spazioso di quanto servisse ad una sola persona. In effetti, sarebbe andato bene per due persone se queste avessero condiviso il letto. C'erano anche frigorifero e lavastoviglie, ma sopratutto tutta l'acqua era pulita.
Andai dall'amministratore, un uomo di mezz'età basso, dall'aspetto un po' nerd, e gli feci una domanda. «Solo quarantamila yen al mese, eh?»
«Già.»
Ero davvero tentato. Sembrava un accordo incredibile, ma prima che potessi decidere, Haruhi mi afferrò il braccio e mi trascinò nell'altra stanza.
«Non puoi trasferirti qui.»
«Perché no? È perfetto!»
«Ho una brutta sensazione su questo posto. Perché un appartamento del genere dovrebbe essere così economico? L'amministratore deve sicuramente star nascondendo qualcosa.»
Iniziavo a credere che Haruhi stesse solo cercando di trovare scuse per impedirmi di andarmene. «Del tipo?»
«Magari qui si è verificato un omicidio, o magari l'amministratore è un serial killer che cerca di attirare nuove vittime!»
«Stai facendo la paranoica.»
Prima che Haruhi potesse rispondere, l'amministratore entrò nella stanza.
«In ogni caso, se vi trasferirete entrambi, dovrete firmare l'accordo entrambi.»
Credo di capire perché l'avesse pensato. Guardai Haruhi per un attimo. Vidi un leggero rossore sul suo viso. Il pensiero di noi due che viviamo insieme da soli... sì, come se potesse mai accadere.
«Lei non si trasferisce...»
Prima che l'amministratore potesse dire qualunque cosa, Haruhi gli puntò contro un dito accusatorio. «Allora, dicci la verità, perché l'affitto è così economico qui?»
L'amministratore iniziò a sembrare un po' nervoso. «N-nessun motivo...»
Haruhi incurvò le sopracciglia avvicinandosi verso di lui in modo intimidatorio. «Stai mentendo! Cosa nascondi?»
L'amministratore iniziò a tirarsi il colletto deglutendo saliva. «Be', c'è un piccolissimo motivo per cui l'affitto è economico.»
«Sputa il rospo!» comandò Haruhi. Dovetti ammettere che sapeva il fatto suo nel far parlare le persone. Avrebbe potuto essere benissimo un decective, o un poliziotto dedicato agli interrogatori.
Prima che l'amministratore potesse parlare, avvertimmo un tremore nella distanza. Velocemente il tremore iniziò ad ingrandirsi sempre più fino ad essere vicinissimo all'appartamento, facendo scuotere tutto l'appartamento. Guardando fuori dalla finestra, notai che un treno stava andando a tutta velocità proprio vicino alla finestra stessa. Era incredibilmente rumoroso e fastidioso.
L'amministratore si grattò la nuca nervosamente. «Be', c'è un piccolo problema con il treno... passa solo ogni tanto, però.»
E con questo sentii un altro treno arrivare subito dopo dalla parte opposta, producendo un fortissimo rumore e scuotendo l'appartamento un altra volta. Haruhi si voltò verso di me immediatamente dopo e parlò.
«Non puoi vivere qui!»
«Perché no?»
«Come accidenti puoi aspettarti di vivere con tranquillità con tutto quel movimento? Nemmeno tu potresti dormire con questo casino! Devi essere riposato sia per la scuola che per le attività della Brigata!»
Sospirai profondamente e annuii. Dissi all'amministratore che quel posto non era ciò che stavo cercando. Era contrariato, ma capì. Ce ne andammo per raggiungere l'ultimo appartamento della lista. Le cose non sembravano star andando bene...
L'ultimo appartamento della lista era un edificio che mi era familiare. Mi ci volle un minuto, però riuscii a ricordare che era lo stesso appartamento dove viveva il Presidente del Club d'Informatica4. Questo mi fece sentire un po' meglio dato che erò già stato nel suo appartamento una volta quando la Brigata SOS investigò sulla sua improvvisa scomparsa per conto della sua "fidanzata" Emiri Kimidori. Mi ricordai anche del grillo delle caverne gigante che Koizumi e Nagato sconfiggerono. Bei tempi...
L'amministratore ci mostrò gli interni dell'appartamento, e non ci fu sorpresa nel notare che era molto simile a quello del Presidente del Club d'Informatica. Non era meraviglioso o qualcosa del genere, ma sicuramente non era malandato. Sicuramente abbastanza perché un ragazzo come me potesse gestirlo, rientrava anche nelle mie possibilità economiche, che era un punto in più.
Non potei non notare nuovamente che Haruhi era meno che soddisfatta del posto. Che sorpresa.
«Neanche questo andrà bene, Kyon.»
«Ma perché no?»
Vidi il suo viso affaticarsi nel cercare un motivo. «È... è troppo piccolo.»
Era questo il meglio che potevi fare? Perché non esci allo scoperto e mi dici che non vuoi che me ne vada? Sapevo che portarti con me avrebbe soltanto reso le cose più difficili.
«Andrà bene, Haruhi. Questo posto è più di quello di cui ho bisogno.» Poi mi rivolsi all'amministratore. «Lo prendo.»
L'amministratore sorrise e annuì. «Bene, ci vediamo nel mio ufficio dove ci occuperemo di tutto.» Poi lasciò l'appartamento.
Mi voltai verso Haruhi prima di andare all'ufficio. Sul suo viso si leggeva il suo estremo disappunto. Era talmente tanto sola che voleva che rimanessi? Va be'...
Scendemmo le scale per andare all'ufficio. L'amministratore aveva già preparato tutte le carte e mi diede un foglio da firmare insieme a una penna.
«Riempia queste informazioni, mi dia l'affitto del primo e dell'ultimo mese e saremo a posto.»
Sbattei le palpebre in preda alla confusione per un momento quando lo disse. «Aspetti, cosa intende per "affitto del primo e dell'ultimo mese"?»
«Deve pagare due mesi in anticipo prima di potersi trasferire. È la nostra politica.»
Spalancai gli occhi in preda all'orrore. «Mi prende in giro? Ho abbasta soldi solo per un mese.»
L'amministratore sospirò deluso. «È un peccato, ma le regole sono regole. Abbiamo questa condizione per evitare che le persone che saltano un mese d'affitto vengano sfrattate senza renderci il mese mancante. Non possiamo fare eccezioni.»
Mi portai le mani alla testa, sconfitto. Credo che fossi troppo ingenuo nell'affito degli appartamenti. Non avevo idea che una condizione del genere esistesse. Mi scusai con l'amministratore e me ne andai con Haruhi. Notai un espressione di sollievo sul suo viso mentre ce ne andavamo.
Quindi alla fine, la ricerca di un posto dove vivere finì con un grandissimo fallimento. Il sole iniziava ad essere caldo, ed io iniziavo ad avere fame. Sembra che Haruhi avesse letto la mia mente, perché propose l'idea di trovare qualcosa da mangiare.
«Non posso spendere i miei soldi, Haruhi. Devo trattenermi senza eccezioni se voglio trovare un posto dove andare a vivere.»
Haruhi incurvò visibilmente lo sguardo. «Accidenti... io invece non mi sono portata dei soldi.»
La fortuna sembrò sorriderci però, dato che solo pochi secondi dopo, incontrammo Tsuruya-san insieme ad Asahina-san.
«Ehi gente! È forte incontrarvi qui, nyoro~5»
Le due ci corsero incontro per salutarci.
«Ciao Kyon-kun, Suzumiya-san,» disse garbatamente Asahina-san. «Come va?»
«Stavamo controllando alcuni appartamenti dove andare a stare da solo. È andata male, però. Voi due che fate?»
«Oh, Mikuru-chan ed io facevamo un po' di shopping.» Tsuruya-san iniziò improvvisamente ad animarsi. «Ora che ci penso! Mikuru-chan mi ha detto che ti sei trasferito da Haruhi-nyan6! Non posso crederci, nyoro~!»
Mi grattai la nuca dopo averglielo sentito dire. «Già, è così...»
«Devi assolutamente dirmi com'è! Chissà come sono i suoi genitori! Dovremmo andare insieme da qualche parte a mangiare mentre me ne parli! Offro io!»
Fui grato della generosità di Tsuruya-san e noi quattro iniziammo a cercare un buon posto. Se vi steste chiedendo perché Haruhi fosse così silenziosa, era perché continuò a fissare Tsuruya-san e me in modo sospetto per tutto il tempo. Stava ancora pensando alla mia risposta a quella stupida domanda ipotetica che mi aveva fatto la scorsa notte? Desiderai davvero non averle fatto quella domanda per primo.
Trovammo infine un bistro7 dove mangiare, quindi ci sedemmo al tavolo e ordinammo. Ora, superficialmente, pensereste che pranzare con tre bellissime ragazze insieme sia un sogno che diventa realtà, ma invece, è l'incubo di un ragazzo. Tutte e tre inziarono a parlare di un ampia fetta di argomenti di cui solo le ragazze parlerebbero. Erano argomenti noiosi, come la moda e le diete, e poi c'erano quegli argomenti che per un ragazzo sono imbarazzanti da ascoltare, come il ciclo mestruale e il rasarsi le gambe. Erano in momenti come questi che speravo che Koizumi fosse lì con me. Almeno avrei potuto conversare con lui su qualcosa di cui mi intendevo almeno un po'.
«E quindi, mi sto davvero stancando di dovermi rasare le gambe tutto il tempo, e non voglio fare la ceretta perché sarebbe mega doloroso. Così volevo provare quella roba che è uscita di cui ho sentito dire che rimuove i peli senza strapparli!»
«Oh, non credo che potrei usarlo,» disse Asahina-san. «Sembra che possa essere pericoloso.»
Dio, questa conversazione mi faceva venire voglia di strapparmi i capelli! Voglio dire, il pensiero di Asahina-san e Tsuruya-san entrambe a rasarsi le gambe non era un'immagine spiacevole in nessun caso immaginabile, ma per qualche ragione mi mise davvero a disagio. Questo è il tipo di pensieri che preferiresti avere mentre sei solo o mentre sei con qualche amico a guardare ragazze, ma non quando sei proprio vicino alle ragazze su cui stai facendo fantasie. Questo fu reso anche peggiore dal fatto che anche l'immagine di Haruhi che si rasava le gambe continuava a spuntarmi in testa, dato che mi ricordai del rasoio giallo che possedeva proprio per quel proposito. Non importava quanto ci provassi, non riuscivo a levarmi quella stupida immagine dalla testa. Non vedevo l'ora di finire il cibo e uscire da lì.
«Ehi, Haruhi-nyan! Anche tu ti radi le gambe, giusto?»
Dannazione! Eccola lì di nuovo! Grazie mille, Tsuruya-san!
Haruhi si fermò per un momento prima di annuire.
«Davvero? Sono sorpresa che ti prenda la briga di perderci tempo. Pensavo che non stessi cercando un ragazzo.»
«Non ho mai detto quello,» disse Haruhi. «Sto solo cercando qualcuno che incontri i miei standard.»
Fu a questo punto che sentii infine il bisogno di interagire per la prima volta da quanto entrammo nel ristorante. «Cosa, intendi tipo alieni, viaggiatori del tempo ed esper? Ci stai ancora sperando, eh?»
Haruhi incrociò le braccia e guardò altrove. «Forse sì.»
«E se avessero preferito una ragazza che non si rade le gambe? Che faresti allora?»
Haruhi apparve solo per un momento colpita e affondata dalla mia domanda. Divenne visibilmente frustrata prima di rispondere, infine. «Non lo preferiscono, lo so e basta, okay?»
Tsuruya-san si avvcinò ad Haruhi e le mise entrambe le mani sulle spalle. «Magari si rade perché ha già un ragazzo a cui va dietro, nyoro~!»
«No, nessuno!» urlò Haruhi con un rossore terribilmente visibile sul viso.
Notai a questo punto che Asahina-san stava diventando visibilmente nervosa per la preoccupazione che lo stuzzicare di Tsuruya-san potesse infastidire seriamente Haruhi. «Uhm, Tsuruya-san...»
Tsuruya-san avvolse quindi le sue braccia intorno ad Haruhi e l'abbracciò stretta. «Andiamo! Dicci chi è! Non lo diremo a nessuno!»
Fu a questo punto che decisi di andare al bagno, per nessun altra ragione se non il fatto che davvero non volevo sapere chi Haruhi voleva. «Vi lascio tra voi ragazze per un attimo. Torno subito.»
«Non devi andare da nessuna parte, Kyon! Non sto dicendo loro nulla!» e poi si levò Tsuruya-san di dosso.
Tsuruya-san fece una smorfia dopo essere stata spinta via. «Non ce lo dici? Non sei divertente, Haruhi-nyan.» Poi tornò alla carica con quel brillante sorriso permettendo a quel grazioso dentino sporgente di mostrarsi. «Va bene, tanto sono abbastanza sicura di sapere chi è comunque.»
Chi? Aspetta, lascia perdere. Non voglio saperlo. Sono informazioni che non farebbero altro che complicare la mia vita. Certe cose è meglio lasciarle all'incertezza.
Noi quattro ricevemmo poco dopo il cibo e iniziammo a mangiare; tutto ciò che rimaneva di quella conversazione ormai dimenticato... avevo ancora in testa quella stupida immagine di Haruhi che si rade le gambe. Pensa ad Asahina-san... pensa ad Asahina-san...
Finimmo di mangiare e andammo ognuno per conto suo. Guardai l'orologio che Koizumi mi aveva dato circa una settimana prima e scopri che erano le due in punto. Mentre Haruhi ed io inziammo a camminare verso casa, Haruhi fece una bizzarra richiesta... be', era più un ordine in realtà.
«Kyon, portami tu.»
La guardai strano quando lo disse. «Cosa? Perché?»
«Ho caldo e iniziano a farmi male i piedi. Basta domande! Fa' ciò che il tuo capobrigata ordina! Ogni obiezione verrà vista come un atto di ammutinamento!»
Mi portai la mano sulla fronte8, pensando a quanto era irragionevole. Anche io avevo caldo, e portarla mi avrebbe fatto sudare di più. Sfortunatamente, sapevo che in un modo o nell'altro avrei finito per farlo comunque, dato che sapevo anche che avrebbe fatto leva sui miei sensi di colpa, e anche se non avesse funzionato, avrebbe usato minacce e punizioni subito dopo. Ogni tanto nemmeno valeva la pena di affrontare Haruhi.
«Va bene, come vuoi... saltami sulla schiena.»
Iniziai a trasportare Haruhi camminando verso casa sua, che non era affatto divertente in alcun modo. Certo, Haruhi non era una ragazza pesante. Arrivai a capire che doveva pesare tra i quaranta e i quarantacinque chilogrammi, ma anche questo peso sarebbe diventato troppo pesante, soprattutto scalando una collina.
Haruhi teneva la testa appoggiata sulla mia spalla e le sue braccia intorno al mio petto. Era sorprendentemente silenziosa. Iniziai ad avere la sensazione che si stava sentendo malinconica. Non riuscivo a capire il perché però. Era colpa di ciò che Tsuruya-san aveva detto al ristorante? O magari era qualcos'altro. Non puoi mai essere abbastanza sicuro con Haruhi. Il suo umore cambiava in un batter d'ali di farfalla e le sue ragioni erano sempre un mistero.
Riuscii a percorrere un chilometro e mezzo prima di sentirmi troppo esausto per portarla. Mi fermai contrariato e glielo dissi.
«Sono sfinito. Devo metterti giù.»
«Di già? Dannzione, Kyon! Non puoi fare nulla che sia fatto bene? Pensare che tu possa andare solo così poco lontano prima di fermarti... è patetico!»
Mi stavo davvero infastidendo. A dire la verità, lo stress accumulato nell'intera settimana combinato con la frustrazione del non riuscire a trovare un posto mio iniziava davvero a pesarmi, quindi il fatto che Haruhi mi stesse insultando in quel modo iniziò davvero ad alterarmi.
«Non so quale sia il tuo problema, ma se pensi di potermi calpestare solo perché sei di malumore, allora io non ci sto! Devo sopportare già abbastanza da tuo padre, e il fatto che la mia ricerca per un appartamento è andata male ha solo peggiorato le cose. Per non parlare del fatto che sei stata davvero sgarbata con Tsuruya-san poco fa. Lei che ti ha fatto?»
Haruhi si voltò e grugnì infastidita. «Ovviamente saresti arrivato in sua difesa. È la tua preferita, giusto?»
«Di che diavolo stai parlando? Non starai ancora pensando a quella stupida domanda che ci siamo fatti a vicenda l'altra sera, vero? Saresti stata più felice se avessi scelto te?»
Haruhi rimase in silenzio dopo quella mia domanda, cosa che iniziò a mettermi confusione. «Sei gelosa, non è vero?»
«Non lo sono!» urlò. Poi iniziò a camminare più velocemente come se stesse cercando di allontanarsi da me. «Ho finito di parlare!»
Girai gli occhi e la lasciai superarmi, dato che anche io non ne potevo più di discutere con lei. Dopo circa dieci minuti, aveva raggiunto una buona distanza rispetto a me. Era così lontana che quando ricevetti una chiamata sul cellulare lei non riuscì a sentirla. Controllai velocemente per sapere chi era. In completa sorpresa, era Tsuruya-san. Sospirai un po' prima di rispondere.
«Pronto?»
«Hey Kyon, che succede?»
Odio quando le persone chiamano qualcuno e poi fanno loro domande senza senso come questa, soprattutto se hanno una buona ragione per chiamare. Arriva al punto, dannazione!
«Non molto...»
«Ehi, volevo chiederti, tipo, cosa succede ad Haruhi-nyan? Sembrava davvero arrabbiata per qualcosa. Era arrabbiata con me?»
Sospirai profondamente prima di risponderle. «Non preoccuparti. Haruhi si sta solo comportando da idiota. Non hai fatto nulla.»
«Okay, volevo solo sapere.»
Poi mi ricordai di qualcosa. «Oh, comunque. Dato che non mi trasferirò e tutto il resto, vuoi che ti restituisca il cappotto e la roba che mi hai dato alla festa?»
«Uh? Oh, non preoccuèarti per quello. Consideriamolo un regalo di compleanno arrivato presto. Oh, e io non ho mai avuto la possibilità di incontrare i genitori di Haruhi-nyan. Oh, be', ne parleremo un'altra volta. Comunque, ci sentiamo più tardi.»
Sospirai profondamente chiudendo la chiamata. Questo giorno iniziava davvero ad essere una brutta giornata. Sono sicuro che dovrò vedermela con Haruhi presto o tardi. È in momenti come questi che desideravo di poter ancora vivere alla mia vecchia casa. La mia vita molto più facile allora.
Haruhi tornò a casa sua prima di me, quindi non sarebbe stata una sorpresa se quando fosse entrata in casa i suoi genitori avessero notato il suo mal umore. Ero abbastanza certo che mi sarebbe stata data la colpa. Quando arrivai davanti alla porta di casa, considerai seriamente l'idea di non entrare. Mi stavo quasi aspettando di vedere Oruki caricarmi contro e ridurmi in poltiglia. Allo stesso momento, sapevo che più il tempo che ci avrei messo a tornare a casa, il peggio ciò che mi si sarebbe prospettato. Misi la mano sulla maniglia e la girai lentamente, aspettandomi il peggio.
Quando aprii la porta, fui sorpreso di notare che nessuno mi stava aspettando lì davanti. Magari non avevano notato che Haruhi era di mal umore. Magari ero fortunato e avrei potuto sgattaiolare dritto nella mia stanza ed evitare tutti quanti.
Sopravvalutai la mia fortuna. Proprio quando stavo per raggiungere le scale, sentii provenire dal soggiorno una voce che mi chiamava. «Kyon-kun! Vieni qua!»
Maledizione...
Entrai nel soggiorno per trovare Oruki seduto sul divano a guardare la televisione. Non si è mai preoccupato di guardarmi negli occhi prima di parlare.
«Ho notato che Haruhi sembrava arrabbiata quando è tornata a casa. Ne sai qualcosa?»
Iniziai a sentire il mal di stomaco. Sapevo che sarebbe finita male. Sapevo che l'unica cosa che potevo fare era dire la verità e sperare che il dolore che ne sarebbe conseguito non sarebbe stato troppo atroce.
«Avrei davvero voluto saperlo. Si è comportata in modo strano tutto il giorno, sopratutto mentre eravamo a pranzo con alcuni nostri amici. È arrabbiata con questa ragazza per motivi che non capisco, e credo che sia arrabbiata anche con me. Non riesco proprio a capire perché...»
Oruki si voltò lasciando la sua televisione per guardarmi in faccia. «Oh, davvero?»
«Già,» dissi prima di ingoiare la saliva. «Non se la prenda a male, ma ogni tanto sua figlia mi mette in confusione fino ad essere completamente inconprensibile per me.»
Si voltò smettendo di guardarmi e ricominciò a fissare la televisione. La sua espressione cambiò lentamente e si contorse. Abbastanza stranamente, non era un'espressione di rabbia, ma... riso? Iniziò ridacchiando leggermente e finì ridendo istericamente. Dopo un minuto, Oruki tossì un paio di volte dopo aver finito di ridere.
«Non è quella la verita? Donne...»
Rimasi lì allibito. Solo un paio di minuti prima pensavo di star per morire, invece sembrava che sarei stato risparmiato. Ero fuori pericolo? O magari pensava che Haruhi me l'avebbe fatta pagare a sufficienza più tardi. In quel momento iniziavo davvero a pensare che i Suzumiya erano davvero un gruppo di persone confuse.
Poi Oruki si voltò verso di me di nuovo. «Tu guardi il baseball?»
La domanda mi sembrò un po' tirata per aria. Mi piace il baseball? Ad essere onesti, mi considererei un fan molto occasionale dello sport. Non lo guardo regolarmente, soltanto quando non c'era di meglio in televisione.
Oruki indicò un punto vuoto sul divano. «Siediti. La partita sta per iniziare.»
L'avevo sentito bene? Mi aveva appena chiesto di guardare il baseball insieme a lui? In realtà era più come se mi fosse stato ordinato di guardarla con lui, però non cambia il concetto. Credo che stessi iniziando ad impazzire.
Mi sedetti controvoglia e iniziai a guardare la partita. Mi ricordai grazie a tutte le cianfrusaglie del baseball che adornavano il soggiorno che Oruki era un grande fan dello sport. E guardando il nome della squadra che era appiccicato su tutte le cianfrusaglie, seppi per quale squadra tifare.
La squadra di cui Oruki era fan, i cui cappellini portavano il colore rosso, affrontava una squadra che portava cappellini verdi. La squadra rossa batté per prima. Guardai curiosamente mebtre Oruki era sull'orlo del divano ogni volta che il lanciatore stava per scagliare la palla. Era come se la tensione del non sapere come sarebbe riuscito ogni lancio, ogni swing9, fosse la più dolce, più favolosa sensazione che la vita potesse offrire. Personalmente, pensai che fosse pazzo.
Il primo inning finì senza che la squadra rossa segnasse alcun punto. Due battitori furono eliminati; due erano sulle basi ma non hanno mai fatto casa; e il quinto battitore ha colpito la palla direttamente verso i guanti in attesa del difensore esterno. Era ora l'occasione della squadra verde di fare punti. Ebbero più successo, facendo due punti prima della fine dell'inning.
Ora era abbastanza ovvio dove tutta l'energia della stanza era focalizzata, e non ero io. Ero sdraiato pigramente sullo schienale con le braccia dietro alla testa. Non ero completamente annoiato, ma non avevo l'entusiasmo di Oruki. Questo era qualcosa che lo turbava un po', e quando arrivammo al terzo inning, decise infine di srgidare la mia mancanza di spirito.
«Dannazione, Kyon! Guardati! Come accidenti puoi aspettarti che la nostra squadra vinca se ti siedi lì comportandoti come se nulla di questo importasse!? Siediti bene e mostra un po' di dannato spirito. Non capisci che la chiave della vittoria di qualunque squadra è che i loro fan trasmettano la loro energia ai giocatori?»
Questo non aveva alcun senso. Come diavolo si può fare un ragionamento del genere? Non eravamo nemmeno allo stadio. Come avrebbe fatto la nostra energia ad arrivare ai giocatori?
«Non è questo il punto!»
E allora qual era? Mi stavi mettendo in confusione.
«Ti ordino di ravvivarti e iniziare a partecipare, se sai cos'è bene per te!»
Sapendo di non avere una scelta, mi rimisi in sesto e finsi dell'entusiasmo per il resto della partita. Ad essere sinceri, fu una partita molto intensa, e il punteggio continuava a variare al favore prima di una e poi dell'altra squadra. Naru-san fu anche abbastanza gentile da darci qualcosa da bere mentre guardavamo la partita. Non è mai rimasta a guardare con noi, però. Credo che non le piaccia molto, il baseball.
Più tardi, la partita finì con la lieve vittora della squadra rossa che batteva la verde di otto a sette. Fui contento che la nostra squadra riuscì a farcela nonostante l'essere rimasti indietro all'inizio, in ogni caso Oruki sembrava meno soddisfatto di come era finita.
«Non sarebbe stato un punteggio così rischioso se un certo qualcuno non avesse finto il proprio entusiasmo.»
Se anche avessi creduto che il mio entusiasmo potesse influenzare il risultato di una partita, non potrei comunque cambiare il fatto che non ero preso e sempre al lmite com'eri tu. Sarebbe come biasimare una lumaca per essere lenta.
«Va be',» disse Oruki prima di sospirare e appoggiarsi sullo schienale. Ebbi la sensazione che la partita lo avesse emotivamente stancato. Trovai strano che le persone possano mettersi così tanto dentro ad una partita. «Oh, già. Com'è andata la tua ricerca per un appartamento?»
Mi fermai un momento prima di rispondere. Ero quasi sorpreso che gliene fosse importato qualcosa, ma poi pensai che mi volesse soltanto fuori da casa sua il più presto possibile. Peccato. «Non molto bene. L'unico posto decente era oltre ciò che mi potevo permettere. Non pensavo di dover pagare in anticipo due mesi per potermi trasferire.»
«Hai pensato al diventare un coinquilino?» chiese Oruki. «Probabilmente sarebbe più economico, e forse potresti anche riuscire a cavartela con l'affitto di un solo mese.»
Non ci avevo pensato. «Oh, grazie. Dov'è il giornale?»
Dopo che Oruki mi ebbe passato il giornale, presi i fogli relativi e corsi di sopra nella mia stanza. Fui contento di notare che la maggior parte dell'acqua di quella mattina si era asciugata e il letto non era più fradicio. Iniziai a leggere le possibilità, solo che questa volta per qualcuno in cerca di un coinquilino. Era pieno di persone che lo cercavano, ma la maggior parte o chiedeva troppi soldi o erano troppo lontani.
ero riuscito a trovare due posti possibili quando iniziai di nuovo a sentire delle voci provenire dalla stanza di Haruhi. Stava parlando di nuovo da sola? Pensavo che sarebbe stata più attenta dopo quella volta in cui la misi in imbarazzo, pochi giorni prima. Magari non sapeva che ero nella mia stanza.
La mia curiosità mi sopraffalse, e mi avvicinai al muro adiacente alla sua stanza. Misi l'orecchio contro il muro e cercai di capire cosa stava dicendo.
«...sta' zitto, Kyon...»
Stava fingendo di parlare con me?
«...non sono gelosa di lei!»
Certo che non lo eri.
«...okay, mi stavo comportando in modo orribile... mi dispiace...»
Cosa? Aveva appena finto di scusarsi con me? Haruhi è anche capace di chiedere scusa?
«...sì, mi sono scusata. Smettila di prendermi in giro per questo!»
Pensava che l'avrei presa in giro se si fosse scusata? In effetti, ora che ci penso, probabilmente l'avrei fatto,
«...ora basta! Non mi scuserò mai più con te, Kyon! E ti becchi una penalità per il tuo comportamento irrispettoso nei confronti del tuo capobrigata!»
È questa la ragione per cui non si scusa mai con me? Doveva sicuramente pensare che scusarsi l'avrebbe fatta apparire debole e che gli altri perdessero il rispetto per lei. Personalmente, penso che questa sia una massa di baggianate, ma per qualcuno che non è abituato a scusarsi dev'essere qualcosa che pensano possa succedere se mai si fossero scusati. Una cosa però era chiara. Era veramente pentita per come si era comportata prima. Trovai quel momento pieno di significato. Per la prima volta, stavo percependo qualcosa di come la mente di Haruhi lavorasse senza che lei me ne avesse parlato. Lo so, fu grazie l maleducato gesto dell'origliare, ma cio che non conosce non può farle del male, giusto?
Infine decisi di aver sentito abbastanza e tornai a cercare possibili coinquilini. Trovai altre due possibilità prima che Naru-san mi venisse a chiamare per la cena.
Era la serata europea, e il menu comprendeva carne arrosto, patate arrosto, e pudding del Yorkshire. Iniziavo a chiedermi perché si chiamava pudding quando proprio non sembrava simile ad alcun pudding avessi mai visto  prima. Mangiarlo fu un po' come mangiare un panino dolce. In ogni caso, fu un buon pasto, quindi non ebbi lamentele. Haruhi fu silenziosa e non riuscì a guardarmi in faccia. Se non avessi sentito ciò che aveva detto prima, avrei pensato che fosse ancora arrabbiata con me. Avevo bisogno di parlarle non appena se ne fosse presentata l'occasione.
L'occasione si presentò dopo che la cena fu finita e Haruhi ed io fummo costretti a ripulire il tavolo e lavare i piatti. Haruhi era ancora silenziosa mentre svolgevamo il compito, e io stavo iniziando a realizzare che probabilmente non sarebbe stata lei a fare la prima mossa. Forse pensava che io fossi ancora arrabbiato con lei. Non lo ero, però, dato che sapevo che Haruhi si era pentita di quella faccenda. Dovevo farle capire che non ce l'avevo più con lei, quindi riflettei per un minuto su cosa dire. Infine mi venne mente, quindi iniziai a parlare.
«In ogni caso, grazie per avermi accompagnato, stamattina.»
I suoi occhi si spalancarono un po', dimostrando che non si aspettava un complimento all'improvviso, fuori dal nulla. I suoi occhi si volsero verso di me, quindi le sorrisi leggermente. Il suo sguardo tornò sui piatti che stava pulendo. Notai un leggero rossore sul suo viso.
Dopo circa un minuto, notai che stava cercando di dire qualcosa, ma stava evidentemente facendo fatica a trovare le parole.
«Io... io... volevo farti sapere... uh... che non ero davvero arrabbiata con te... se ti ho fatto arrabbiare...»
Rimase in silenzio per un po'. Iniziai a pensare che non avrebbe detto altro, ma per me ci fu una sorpresa.
«Midispiace»
Lo disse così lievemente e così velocemente che quasi lo mancai. Guardò nella direzione opposta alla mia, aspettandosi che avrei aprofittato della sua improvvisa vulnerabilità, ma ero più furbo.
Ciononostante, ero ancora in stato di shock. L'aveva davvero detto. Haruhi Suzumiya aveva effettivamente chiesto scusa. Era un miracolo. Sapevo di fatto che neanche sei mesi fa Haruhi non si sarebbe mai scusata, per alcuna ragione. Prima di allora, sicuramente non avrebbe mai pensato che ci fosse qualcosa per cui scusarsi.
Pensare che era arrivata così lontano in un anno era davvero significativo, e relizzai di dover dire qualcosa prima che fosse troppo tardi.
«Scuse accettate, Haruhi.»
I suoi occhi si spalancarono di nuovo. Durante la sua conversazione con sé stessa, doveva essersi convinta che l'avrei presa in giro per essersi scusata. E il fatto che non l'avevo presa in giro l'aveva presa ancora più fuori guardia. Era probabilmente un po' sconcertata. In più, suo rossore raggiunse un altra gradazione più rossa. Era terribilmente carina, e nemmeno io potei negarlo.
Comunque, dopo circa un minuto, sembrò recuperare i sensi, e divenne più luminosa e spensierata. Non mi stava ancora parlando, ma notai che la sua energia incrementò considerevolmente mentre finiva con i piatti.
Finii anch'io e tornai nella mia stanza. Non ero più dell'umore adatto per cercare altre occasioni sul giornale, quindi invece iniziai a cercare nei miei scatoloni qualcosa con cui occupare del tempo. La prima cosa che trovai fu il termos che conteneva ancora il tè di Asahina-san. Doveva essere stato lì per una settimana ormai e me n'ero dimenticato. Lo aprii e lo annusai. Aveva ancora un buon odore, anche se sapevo che ormai era freddo. Decisi di berlo comunque, se non altro per zittire il senso di colpa per non averlo bevuto prima. E sapete cosa? Era ancora buonissimo. Dannazione, Asahina-san sapeva fare del tè grandioso. Trovai poco dopo il sacchettino con le foglie di tè, assicurandomi di ricordarmi di provare a prepararle più avanti... o magari avrei potuto provare a chiedere ad Asahina-san di prepararle...
Mettendo da parte il sacchettino, continuai a cercare e trovai il libro di Haiku10 di Nagato. Lo aprii e iniziai a sfogliarlo velocemente, ma non ero proprio dell'umore per delle poesie, quindi misi anch'esso da parte e continuai a cercare. Trovai infine una certa rivista avvolta nella carta di giornale... il regalo di Taniguchi. Quello che rivoleva indietro. Mi portai la mano alla fronte solo guardandolo. Non ci avevo ancora dato un'occhiata, e nemmeno volevo farlo, però ero annoiato, e la curiosità ebbe la meglio su di me, quindi scartai la carta di giornale.
Con mia sorpresa, non era una di "quelle" riviste, ma non ci andava molto lontano. Credo potesse essere descritto al meglio come l'equivalemnte maschile di quelle riviste per ragazze. Ovviamente, era pieno di belle donne al suo interno, solo senza nudità. Iniziai a sfogliarlo. C'erano alcune immagini di attrici famose e modelle insieme a delle interviste delle stesse attrici e modelle. Ovviamente non avrei mai letto una sola parola di quello che c'era su quelle pagine perché sembravano davvero noiose. C'era anche un articolo di ragazze che facevano la lotta nel fango, che devo dire essere abbastanza carino.
Ero a circa a metà rivista quanto sentii la porta aprirsi. Cavolo! Cercai di nascondere velocemente la rivista dietro la schiena mentre la porta si spalancò all'improvviso. Era Haruhi, che sembrava su di giri.
«Kyon! Indovina! Ho fatto alcune ricerche, e...»
Notò quindi che stavo nascondendo qualcosa. Dannazione! Ma dove viene tutta la mia sfortuna? Iniziò a guardare dietro di me con sospetto.
«Cosa stai nascondendo?»
«Nulla!»
Sono davvero un'idiota... pensavo davvero che avrebbe funzionato? Anche un bambino di due anni avrebbe capito che nascondevo qualcosa.
Haruhi mi marciò contro. «Fa' vedere, Kyon! Cos'è?»
Mi saltò addosso mettendo le mani dietro la mia schiena. Cercai di levarmela di dosso, ma non ci volle molto perché riuscì a prenderla. Cercai di ternerla più forte che potei come se ne dipendesse la mia vita, ma avevo le mani sudate, e poco dopo riuscì a strapparmela dalle mani. Ero sorpreso che non l'avessimo strappata. Ovviamente, le condizioni della rivista era l'ultima cosa che mi preoccupava, dato che i suoi contenuti erano più che un problema.
Non passò molto tempo da quando me l'aveva presa perché realizzò i conenuti della suddetta rivista. Incurvò lo sguardo verso di me.
«Oh... capisco...»
«Restituiscila!» urlai cercando di riprendermela. Fallii nell'intento schivandomi rapidamente e continuando a sfogliarla.
«Non pensavo che fossi un tale pervertito...»
«È il regalo di Taniguchi della festa,» dissi decidendo di arrendermi nel tentativo di riprenderla.
«Certo...» disse Haruhi, ovviamente non credendomi. Continuò a sfogliarla, la sua espressione si trovava a metà tra il non accontetata e l'infastidita. Le sfogliò rapidamente, più veloce di quanto avessi fatto io prima. Dopo un minuto parlò di nuovo.
«Quindi chi pensi sia la più carina?»
Fui preso sottogamba dalla domanda. Ero mentalmente preparato per un assalto verbale, ma pensai che sarebbe comunque arrivato poco più tardi.
«Non lo so. Non ho ancora avuto l'occasione di guardarlo.»
Tornò all'inizio della rivista, e ricominciò a sfogliarlo fino ad arrivare all'immagine della prima ragazza e me la mostrò. Era una ragazza snella, leggermente abbronzata con dei lunghi capelli bruni mossi. «Che ne pensi di lei?»
«Non è male, credo.»
Passò alla prossima ragazza per mostrarmela. Era una red-head11 con i capelli corti e gli occhi blu. Credo di averla già vista in uno show televisivo, in quel periodo. «Che ne dici di lei?»
«È abbastanza carina, immagino.»
Passò alla prossima ragazza ancora e me la mostrò, ed era una ragazza con i capelli blu e la doppia treccia. Stavo iniziando a stancarmi. Che diavolo stava facendo? Perché diavolo le interessava ciò che oensavo su queste ragazze? «E lei?»
Mi strofinai gli occhi con frustrazione. «È carina anche lei, va bene? Perché mi stai chiedendo ciò che penso di queste ragazze?»
Si alzò in piedi e sbatté la rivista a terra vicino al letto prima di avvicinarsi a me. «Perché come tua capobrigata, voglio sapere perché vorresti sprecare del tempo a guardare queste porcherie! Pensare che passi parte del tuo tempo libero a fare qualcosa di così basso! Credevo fossi migliore di così, Kyon!»
«La stavo guardando soltanto perché ero annoiato, ed è l'unica che ho. Ti ho detto che me l'ha data Taniguchi. Gliela stavo per restituire comunque. Ero solo curioso di sapere cosa c'era al suo interno.»
Si risedette sul letto e incrociò le braccia. Poi emise un sonoro grugnito voltandosi da un'altra parte per non guardarmi.
Decisi di continuare a difendermi. «E anche se spendessi del tempo a guardare queste riviste, e allora? Sono un maschio, e non ho una fidanzata o qualcosa, quindi sarebbe perfettamente normale se avessi bisogno di uno sfogo.»
L'umore di Haruhi iniziò a cambiare dopo che ebbi detto questo. Iniziò a guardare il pavimento e la sua espressione si ammorbidì. Rimase in silenzio per alcuni minuti prima di ricominciare a parlare, sembrando quasi nervosa dal tono di voce.
«Vorresti una fidanzata?»
Mi sentii improvvisamente in estremo imbarazzo dopo che me lo chiese. Voglio una fidanzata? Be', ad essere onesti, posso dire di sì. Ma con gli eventi dell'ultimo anno, molte cose erano successe, e non ero sicuro di poter gestire l'avere una fidanzata con tutto quello che accade essendo un membro della Brigata SOS. Di questo passo, avrei dovuto aspettare fino a dopo la scuola prima di poter iniziare ad uscire con qualcuno. Alla fine, decisi di tentare di evitare la domanda.
«Fidanzarsi non è contro le regole della Brigata?»
«Diciamo, parlando ipoteticamente, che non ci sia alcuna Brigata, e potresti uscire con qualunque ragazza tu voglia. Con chi vorresti uscire.»
Non un altra stupida domanda ipotetica. Iniziavo davvero ad odiarle. Ebbi la sensazione che darle una risposta specifica non fosse una buona idea, e poi nemmeno avevo qualcuno di cui il mio cuore si fosse innamorato. Certo, c'erano un sacco di grandi candidate da cui scegliere. Asahina-san, Nagato e Tsuruya-san erano tutte buone opzioni. E chi ha detto che doveva essere una di loro? C'erano tantissime ragazze nella mia scuola da scegliere, e alcune di loro sono anche... normali! Diavolo, una ragazza normale sarebbe fantastica, no? E ovviamente se fossi stato davvero insano, avrei potuto, ma solo in teoria, tenete a mente, forse contemplare, riluttantemente, l'idea, magari, della possibilità di uscire con Haruhi... sì, certo...
«Non lo so...»
Haruhi non era convinta. «Andiamo! Dimmelo! È Mikuru? Ho già visto come la guardi. O magari Yuki. O potrebbe essere Tsuruya. O magari mia mamma!»
«Cosa!?» urlai, colpito da quell'ultima nota.
«Non negarlo, Kyon! Ho visto il modo in cui guardi mia mamma. Ha tutte le carte in regola per te, non è vero? Non ti biasimo. È un buon partito per qualcuno della sua età. Potremmo fingere che non sia sposata. Andresti con lei se potessi?»
«No!» dissi, sentendomi davvero esasperato. «Tua madre è un pochino troppo grande per essere una potenziale fidanzata.»
«Allora chi?»
«Davvero non lo so,» dissi cercando di sembrare più sincero possibile. «Non negherò che ci sono un sacco di ragazze con cui non mi dispiacerebbe uscire, ma non sono infatuato abbastanza con qualcuna di loro per poterla scegliere al posto delle altre. Credo che preferirei aspettare fino a che non trovo qualcuna per la quale abbia davvero dei sentimenti prima di fare quella decisione.»
Haruhi tornò silenziosa dopo la risposta. La sua espressione era un misto di sollievo e delusione. Ma a che diavolo pensava, facendomi una domanda così stupida? Perché era così importante per lei?
Vidi i suoi occhi spalancarsi all'improvviso guardando verso la rivista. La riprese in mano e la infilò tra il letto e il muro. Due secondi dopo che lo ebbe fatto, la porta si aprì all'improvviso. Dall'altra parte c'era Oruki. Il mio cuore mi fu dritto in gola quando lo vidi. Oh cavolo, sono morto! Sono contento che non abbia visto la rivista. Dannazione, le orecchie di Haruhi dovevano essere fantastiche se lo aveva sentito arrivare.
«Che state facendo voi due?»
«Stiamo parlando delle attività del club,» disse Haruhi. Per qualche motivo dubitai che l'avrebbe creduta.
Ci fissò entrambi con sospetto prima di parlarci. «Assicuratevi di tenere la porta aperta se volete parlarvi nelle vostre stanze.» Poi si voltò e se ne andò. Aspetta, voleva dire che non mi avrebbe ucciso? Però mi aveva davvero spaventato a morte.
Decisi di trarre a mio vantaggio l'interruzione e fare ad Haruhi una domanda. «Quindi perché sei venuta nella mia stanza in principio?»
Haruhi sbatté le palpebre per un attimo prima di ricordarsi di cosa voleva parlarmi. Il suo viso iniziò ad emettere raggi da tutte le parti prima che iniziò a parlare. «Giusto! Volevo darti un piccolo anticipo su un annuncio che volevo fare Lunedì alla Brigata!»
«Riguardo cosa?»
«Stavo facendo alcune ricerche sulla James Randi Foundation poco fa, e ho scoperto cose fantastiche! Ho scoperto che James Randi stesso sta per venire a parlare pubblicamente in una convention che si terrà a Kyoto fra tre settimane a partire da domani!
Oh, no... per favore dimmi che non stavi pensando quello che pensavo stessi pensando. Eri davvero seria sulla faccenda della guerra che progetti contro di loro, vero?
«Li affronteremo faccia a faccia e lo umilieremo pubblicamente! Andremo a Kyoto il Venerdì di quella settimana proprio dopo la scuola. Poi passeremo il resto del Venerdì e l'intero Sabato in un grande setacciamento dell'intera città in cerca di eventi misteriosi. Una volta trovati, registreremo i risultati delle nostre scoperte e porteremo le registrazioni direttamente a James Randi!»
Non riuscivo a credere che aveva già pianificato così tanto. E ora sembrava veramente che avremmo affrontato faccia a faccia l'internazionalmente noto come "lo scettico".
Haruhi mostro il suo sorriso da un milione di watt prima di continuare. «La Brigata SOS diventerà famosa a livello mondiale! Potremmo anche vincere quel premio di un milione di dollari! Quanto viene, in yen? Non sono qualcosa come centoventi milioni?!»
Anche se sapevo che sarebbe nevicato all'inferno se avessimo vinto quel premio, non potei non sorridere quando lo menzionò. Ad essere onesti, speravo solo che non saremmo stati noi quelli umiliati pubblicamente. Il fatto che avremmo speso una giornata e mezza a cercare qualcosa in modo casuale sembrava piuttosto faticoso e difficile già da solo.
«E se non troviamo nulla?»
«Non ti preoccupare, troveremo qualcosa! Kyoto è un centro spirituale e religioso del Giappone! Sono certa che troveremo qualcosa!>« Il viso di Haruhi si illuminò visibilmente di orgoglio. «Scommetto che riusciremo finalmente nell'obiettivo di avere un seguito di Brigate SOS in ogni scuola dopo!»
Intendi dire il tuo obiettivo. Personalmente penso che sia già abbastanza male averne una sola.
Haruhi si sedette per un po' sognando ad occhi aperti, per poi alzarsi e andarsene. «Sta diventando tardi. Vado a letto.»
Dissi qualcosa prima che se ne andò. «Oh, in ogni caso, Haruhi. Tuo padre mi ha suggerito di cercare qualcuno in cerca di un coinquilino. Ho trovato quattro abitazioni che vorrei controllare domani. Se vuoi unirti nuovamente a me, a me andrebbe bene.»
Haruhi si voltò con un'espressione di sorpresa per un secondo per poi tornare al suo sorriso. «Okay, sembra fantastico, Kyon!» Poi uscì e chiuse la porta. Prima che andassi a letto, aprì nuovamente la porta un ultima volta e mi fissò intensamente.
«In ogni caso, Kyon. Vorrei ricordarti che è ancora contro le regole per tutti i membri fidanzarsi!»
Sì, sì, come vuoi... Poi chiuse la porta. Prima di prepararmi per dormire, mi infilai sotto il letto e recuperai la rivista per poi piazzarla nella cartella. Quella cosa mi aveva già causato abbastanza problemi. Ero più che felice di sbarazzarmene. Poi indossai il mio pigiama e mi distesi per addormentarmi. In tutta sincerità, era stata un'altra dura giornata, ma almeno era finita con una nota positiva. Haruhi non era più arrabbiata, e per la prima volta in cui ero arrivato in quella casa, Oruki mi stava trattando come un essere umano. Non avevo nemmeno dovuto fare un altro lavoro spaccaschiena. Dopotutto, poteva essere stata la giornata migliore da quando mi ero trasferito lì.
Erano passate ormai due ore da quando mi ero disteso per dormire. Ero sicuramente al momento in cui stavo per entrare nel mondo dei sogni quando sentii la mia porta aprirsi. Oh no, Naru-san aveva ricominciato a camminare nel sonno? Aprii lievemente gli occhi per vedere cosa stava facendo.
Mi ero sbagliato. Non era Naru-san. Era Haruhi! Aspetta un momento! Non ricordavo che Haruhi camminasse nel sonno. Tutte le volte in cui abbiamo passato la notte in viaggio con la Brigata, non ha mai camminato nel sonno una sola volta. Allora perché ora era lì?
La guardai con gli occhi socchiusi avvicinarsi al mio letto. A quel punto notai che non stava camminando nel sonno. Il modo in cui si muoveva era troppo sicuro. Stava sgattaiolando verso il letto. Cosa diavolo credeva di fare? Dopo qualche secondo, era vicina al letto. Rimase lì per un minuto per poi abbassarsi, appoggiando i gomiti sul letto, e appoggiando la testa sulle mani.
Era molto scuro nella mia stanza, e miei occhi erano solo lievemente aperti, quindi probabilmente sembrava che io stessi dormendo. In realtà, il mio cuore batteva all'impazzata. Ero completamente terrorizzato all'idea di cosa diavolo stesse per fare. Voleva farmi qualcosa durante il sonno? Non riuscivo a capirlo. Era ferma lì a fissarmi. Stavo impazzendo!
Poi si rialzò. Ottimo, magari stava per andarsene lasciandomi dormire. Sfortunatamente, notai che guardava intorno alla stanza nervosamente. Cosa stava per fare? Poi iniziò ad abbassarsi su di me. Si abbassò così vicina a me che dovette appoggiare le mani ai lati della mia testa. Okay, ora stavo davvero per impazzire! Contemplai l'idea di aprire gli occhi e farle capire che ero sveglio, ma temevo il modo in cui avrebbe potuto reagire. Rimase ferma in quel modo, fissandomi dall'alto per qualche minuto.
Poi iniziò ad abbassarsi. Vidi il suo viso avvicinarsi sempre più al mio fino a che non eravamo a pochi centimetri di distanza. Era ora così vicina che potei sentire il suo respiro sul mio viso. Era pesante e veloce, un indizio del fatto che era davvero nervosa per quello che stava facendo. Tentai il possibile per rallentare il mio respiro in modo da nascondere che stavo solo fingendo di dormire. Il mio cuore non aveva mai battuto così velocemente! Sono sorpreso che non l'ebbe sentito...
E poi successe. Chiuse lentamente gli occhi e si abbassò un'ultima volta. Un momento dopo, le sue labbra entrarono in contatto con le mie. Haruhi mi stava baciando.
I miei occhi si spalancarono nel preciso momento in cui aveva iniziato a baciarmi. Ero in preda allo shock per quello che stava facendo, ma la sensazione delle sue labbra sulle mie... era davvero, davvero una bella sensazione. Le sue labbra erano incredibilmente morbide e calde. Poco dopo, mi arresi completamente a lei. Chiusi gli occhi e ricambiai il bacio. Fu un po' sorpresa all'inizio quando iniziai a muovere le mie labbra, forse preoccupata di avermi svegliato, ma continuai a fingere di dormire, quindi tornò a baciarmi. Continuammo così per circa un buon minuto fino a che non decise di averne avuto abbastanza. Scese dal mio letto, e sgattaiolò lentamente fuori dalla stanza, richiudendo la porta dietro di sé.
I miei occhi si spalancarono di nuovo nel momento in cui la porta si richiuse. Quel momento era così surreale. Sentivo le mani tremarmi leggermente per colpa di tutta l'esperienza. Mi ci vollero all'incirca dieci minuti prima di riuscire a calmarmi abbastanza da poter registrare nel cervello quello che era appena successo. Haruhi mi aveva appena baciato, e non era nemmeno un normale bacio. Ci eravamo davvero baciati.
A quel punto tutto iniziò ad unirsi nel mio cervello. Quella volta in cui siamo rimasti bloccati nello spazio chiuso insieme, tutte quelle volte in cui si comportava in modo geloso ogni volta che guardavo le altre ragazze come Asahina-san, quella volta in cui si è arrabbiata quando ha trovato quella lettera di dichiarazione d'amore che avevo scritto a Nagato (che avevo fatto per conto di Nakagawa. Non ero io quello che si stava dichiarando,) quella volta in cui si era arrabbiata scoprendo che avevo passato l'intera giornata con Asahina-san e facendole favori (e aiutandola a salvare il bambino che un giorno avrebbe scoperto il viaggio nel tempo), la volta in cui mi aveva chiesto di scrivere un romanzo d'amore per il giornale annuale del club di letteratura, il modo in cui ha reagito quando ha scoperto che mi stavo trasferendo, il suono della sua voce quando mi ha salutato dopo la festa, credendo che non mi avrebbe rivisto mai più, il fatto che mi abbia proposto di trasferirmi a casa sua, il modo in cui continuava a cercare scuse per impedirmi di trasferirmi in un appartamento, il modo in cui si è comportata quando eravamo in giro con Tsuruya-san, il suo comportamento quando mi ha visto leggere quella rivista, e infine il bacio12... Ho avuto i miei sospetti per un po' di tempo, ma ho sempre cercato di fare il possibile per mantenermi in uno stato di diniego. Ma ora non c'era più modo perché potessi negare la realtà...
Haruhi si era innamorata di me...
Mi distesi a pancia in giù per affondare la testa nel cuscino. Questo non era ciò a cui volevo pensare mentre cercavo di andare a dormire. La mia mente correva senza briglie. Mi sentivo un po' frustrato per tutta la faccenda. Che tu sia dannata, Haruhi! Grazie a te, sarei stato sveglio tutta la notte!
Sfortunatamente, ebbi ragione. Non importava quanto ci provassi, non riuscivo a levarmi dalla testa quello stupido bacio. Quando riuscii finalmente ad addormentarmi era ormai l'alba.
Che tu sia dannata... Haruhi...

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N D T
Whoa! La situazione si fa davvero rovente! L'ultima scena mi ha veramente fatto trasalire! Vorrei farvi notare una novità. Avete notato quei numerini? C'erano troppe annotazioni da fare in questo capitolo, quindi ho deciso di inserire delle note. Eccole di seguito.

1. Dubito che non lo sappiate, ma nel caso: uno "shipper" può essere qualcuno che "shippa", ovvero che sostiene, una coppia. La coppia viene detta per l'appunto "ship", e da qui derivano tutti i modi di dire, nonché il verbo "shippare"... (Non fate come dei miei amici barboni che lo confondono con il verbo "scippare": quella è un'altra faccenda.)
2. Nell'originale Kyon usa dei temirni specifici della botanica, e anziché tradurli, ho cercato gli stessi termini botanici italiani. Così chi sa un minimo di botanica, capirà. E poi gli insetti: per chi volesse saperlo, il calabrone gigante asiatico (detto anche del Giappone), è noto anche come Vespa mandarina Smith.
3. Siccome Kyon si sta riferendo ad Haruhi, non sarebbe dovuto essere "padrone", ma "padrona". L'autore ha volutamente lasciato il maschile al posto del femminile ("master" anziché "mistress"), credo per evitare dei riferimenti espliciti...
4. L'appartamento del Presidente del Club d'Informatica ospita buona parte di una delle avventure della Brigata, ovvero il Misterique Sign. Come romanzo non so dove mandarvi, ma posso dirvi che potete recuperare la storia nella puntata otto della prima serie dell'anime, mentre per il manga è il volume quattro.
5. Cosa vuol dire quando Tsuruya fa "nyoro~"? Non lo so. Dice spesso anche "megas", che però devo proprio cambiare in "mega" (altrimenti non avrebbe senso). Dicono sia un tic verbale. In ogni caso è una cosa che è stata eliminata nell'anime, ma l'autore si rifà molto di più al romanzo, quindi... Ah, se non sbaglio avete già incontrato questo suo tic nel capitolo tre. Ma lì non ne ho parlato... Scusate per la mancanza di conoscenza.
6. Tsuruya ha anche l'abitudine di aggiungere un suffisso "gattesco" ai nomi delle sue amiche (si nota nel manga). Il "suffisso gattesco" in Giappone è -nyan che è anche il verso del gatto. Siccome "nyan" non esiste in italiano la traduzione del manga ha deciso di mettere il suffisso -miao, cosicché suoni comunque in modo "gattesco", quindi Haru-nyan diventa Haru-miao. L'autore ha fatto di testa sua, mettendo il nome intero anziché la contrazione ("Haruhi-nyan" al posto di "Haru-nyan"). Ancora una volta mi attengo al testo originale, quindi invece di mettere ciò che secondo logica dovrebbe essere "Haruhi-miao" metterò "Haruhi-nyan".
7. Un bistro è una specie di ristorante/caffé.
8. Ogni volta che "kyon si porta la mano alla testa/sulla fronte", si capisce che si sta parlando di un bel facepalm?
9. Il discorso fatto per i termini specifici di botanica vanno applicati anche alla partita di baseball. Anche se questa volta non è stato difficile, dato che sono termini usati.
10. È vero che nel terzo capitolo non ho spiegato cos'è un libro di Haiku, o meglio, cos'è un Haiku? Un haiku è un tipo di poesia che si svolge in blocchi da tre righe. Il numero di blocchi è libero, ma le tre righe devono sempre rispettare un formato particolare: cinque sillabe nella prima e nella terza, sette sillabe nella seconda. Ora che lo sapete, provate a scrivere le vostre poesie.
11. Non serve che vi spieghi che per red-head si intende generalmente una ragazza con i capelli rossi, giusto?
12. La volta in cui sono rimasti chiusi nello spazio chiuso è La Malinconia originale (primo romanzo, prime sei puntate della prima serie dell'anime, primi due volumi del manga). Le volte in cui Kyon guardava le altre ragazze sono innumerevoli, ma come esempio c'è la puntata sette dell'anime, dove giocano a baseball. La faccenda di Nakagawa e della lettera è nel volume dieci del manga. La giornata con Asahina-san e relativo salvataggio del bambino futuro inventore del viaggio del tempo è nel volume dodici. Quando Haruhi chiede a Kyon di scrivere un romanzo d'amore per il giornale annuale, è a fine volume dodici e inizio tredici. Tutti gli altri eventi elencati si riferiscono a questa fic.

Dopodiché, ho alcuni pensieri in generale che devo riportare.
Il "midispiace" mentre lavano i piatti... è scritto tutto attaccato, senza punteggiatura. Scelta dell'autore per rendere meglio la scena.
Nel primo capitolo avevo detto che avrei rispettato l'alternanza tra verbi al passato e al presente a seconda della situazione della versione originale. Ho però ricordato che in italiano è piuttosto scorretto alternare in quel modo, mentre in americano è tipico. Ho deciso quindi che metterò tutto al passato, ovvero come direbbe la norma italiana. Forse l'avrete già notato, dato che è una decisione presa circa tre capitoli fa... che ho dimenticato di riportarvi. Sorry.
Inoltre ho corretto una svista di traduzione nel capitolo tre. Ho spiegato là qual è il problema.
L'autore ha di nuovo inserito in giro per la fic una minuscola frase che riassume l'evento principale del ventitreesimo capitolo e anche dopo. (Non si tratta del viaggio a Kyoto!)

Maledizione, l'angolo autore (dovrei chiamarlo "angolo traduttore") questa volta è lunghissimo. Mi dispiace davvero, mi fa sentire come se avessi rubato spazio all'autore...
Quindi ripeto, è un capitolo che mi è piaciuto molto, ed è stato terribilmente faticoso da tradurre. Il prossimo capitolo è giusto un pelino più corto, quindi come al solito dovrei riuscire a pubblicarlo dopo venti giorni a partire dall'uscita di questo. Come avrete notato molte cose si stanno muovendo, quindi non perdetevelo!
Scusate ancora per lo spazio esagerato delle note!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Alle persone l'ultimo capitolo è piaciuto molto di più di quanto se l'aspettassero. ^^' Sinceramente non penso davvero che fosse stato il mio pezzo migliore. Sono anche preoccupato che ogni capitolo da qui in poi venga paragonato al precedente. È come scalare una montagna. Oh, be'...
Ce la metterò tutta per assicurarmi che il mio lavoro sia almeno divertente, anche se non posso garantirvi che ogni capitolo vi travolgerà di colpi di scena (ma ho ancora alcune grandi sorprese per tutti voi).
Mi aspetto che questo capitolo sia molto più corto degli ultimi due. Se non vi piace, peccato! :)
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Capitolo 8
La mia stanza era calda. Era una bella sensazione. Davvero molto bella. Era tanto tempo che non dormivo così a lungo... un momento. Ero ancora nel mio letto? Che ora era? Perché Haruhi non mi aveva ancora svegliato?
Aprii infine gli occhi e controllai l'orologio della mia stanza. Era poco dopo l'una. Non dormivo così tanto da un tempo che sembrava essere infinito. Mi alzai lentamente dal letto e strofinai via il sonno dai miei occhi. Non ero ancora del tutto sveglio, ma decisi di alzarmi comunque. Avevo cose da fare, quel giorno.
La mia vista incontrò un sacchetto di plastica contenente le foglie di tè. Ehi, una tazza di tè sarebbe stata fantastica in quel momento. Anche se sono completamente negato nel prepararla, sarebbe stato meglio di nulla. Afferrai il sacchetto e uscii dalla stanza. Scesi le scale lentamente e mi diressi verso la cucina. Durante il tragitto, vidi sia Oruki che Naru-san seduti nel soggiorno a guardare la televisione. Entrambi mi notarono passare.
«Buon pomeriggio, Kyon-kun,» disse Oruki in un tono che cercava di infastidirmi solo un po'. «Pieno di energia come sempre, vedo.»
Li salutai con la mano, ancora troppo assonnato per capire veramente cosa avevano detto. Arrivai infine alla cucina e appoggiai le foglie sul tavolo. Presi la teiera, la riempii d'acqua e iniziai a cercare di preparare il tè. Ad essere onesti, avevo solo una vaga idea di ciò che stavo facendo, e starei mentendo se dicessi che non stavo solo scimmiottando il procedimento. Dopo un po', l'acqua iniziò a bollire e aggiunsi le foglie. Speravo tanto di riuscirci...
Quando ebbi finito, mi versai una tazza e lo assaggiai. Terribile... mi spiace, Asahina-san. Avevo sprecato il tuo prezioso regalo con la mia mancanza di talento. Sapevo che avrei dovuto farlo preparare a te. Continuai a cercare di berlo, dato che non volevo buttarlo.
Un minuto dopo, Haruhi entrò in cucina strofinandosi gli occhi. Si era appena alzata? Non dormiva mai così tanto. Ecco perché non mi aveva svegliato.
«Che è successo a carpe diem?»
«Sta' zitto. Ho avuto un sonno difficile stanotte.»
Aveva avuto un sonno difficile. Perché dovrebbe...
E poi mi colpì come una tonnellata di mattoni. La scorsa notte! Haruhi... la mia stanza... bacio... dannazione! Proprio come io ero rimasto sveglio tutta la notte perché la mia mente viaggiò a mille dopo quell'evento, anche a lei dev'essere successa la stessa cosa. Sentivo il cuore ripartire all'impazzata. Ero quasi sveglio adesso. Improvvisamente iniziai a sentirmi davvero nervoso. Iniziai a guardare Haruhi con sospetto.
Eppure, Haruhi si stava comportando come se nulla fosse accaduto. Si diresse verso la teiera e si versò una tazza. Prese un grande sorso come fa sempre, ma non riuscì ad ingoiarlo. Fece una smorfia terribile e sputò tutto nel lavandino.
«Bleah! Chi diamine è stato a prepararlo? Sei stato tu, Kyon? Puoi essere stato solo tu. Solo tu saresti così incompetente!»
Dopo essermi sentito urlare addosso da lei, mi sentii in realtà molto sollevato. Non sembrava trattarmi in modo differente dal solito dopo l'evento della sera prima.
Poi con un gesto mi chiamò più vicino. «Vieni qui. Ti faccio vedere come si fa.»
Haruhi, che prepara il tè? Iniziai a chiedermi se avevo infine perso la ragione. Mi avvicinai con cautela mentre prese alcune delle foglie che non avevo usato e iniziò a preparare il tè come si deve.
«Non credevo che ti avrei mai visto farlo,» dissi.
Haruhi incurvò lo sguardo. «Solo perché scelgo di non farlo al club non significa che non lo sappia fare.»
«Magari dovresti. Da' una pausa ad Asahina-san una volta ogni tanto. Cavoli, potresti anche metterti il vestito da maid già che ci sei.» Non potevo credere di averlo detto per davvero. L'immagine di Haruhi con indosso il costume si fece strada nella mia testa senza permesso. Il pensiero di lei che si comportava come Asahina-san... whoa, è troppo...
«Assolutamente no. Mikuru ha il suo ruolo nella Brigata proprio come tutti gli altri. Nessuno ha il permesso di battere la fiacca, mai!»
«Una volta non mi avevi detto che l'avresti indossato?» Ecco che ricomincio! Ma cos'avevo che non andava!? Perché non potevo stare zitto? Quell'immagine era ancora lì. E continuava a darsi il cambio con l'immagine del bacio di stanotte. Iniziavo a sentirmi davvero a disagio.
Haruhi ignorò la mia domanda e finì di preparare il tè. Verso una tazza ad entrambi. Presi un sorso e... era buonissimo! Quasi buono quanto quello di Asahina-san. Figuriamoci. Haruhi sa fare tutto... be', tranne dirigere un film... ma questo non glielo direi mai.
Guardai Haruhi mandare giù il tè istantaneamente. Non riuscirò mai a capire come faceva a farlo senza scottarsi bocca e gola. Sicuramente non le permetteva di gustarsi il tè. Poco dopo, entrò Naru-san e si fece subito contenta nel vedere che c'era del tè pronto.
«Oh, è stata Haru-chan a prepararlo?» Si diresse verso il tavolo ed esaminò il sacchetto di foglie. «Oh, queste sono foglie costose. Del tipo premium. Chiunque le abbia comprate deve davvero saperne qualcosa sul tè!»
Sorrisi per l'entusiasmo di Naru-san. «È un regalo di un amica del nostro club. È diventata decisamente l'esperta di tè.»
Si versò una tazza e prese delicatamente un sorso. «Wow, è davvero buono, Haru-chan. Hai reso giustizia a queste foglie.»
«Grazie, mamma,» disse Haruhi, accettando il complimento come se fosse cosa da poco. «Vado a darmi una lavata.» Poi lasciò la cucina e tornò di sopra.
«Quindi avete qualcuno che prepara il tè al vostro club?» chiese Naru-san.
«Già.»
«Wow, dev'essere fantastico poter bere un tè così meraviglioso mentre state leggendo!»
Sbattei le palpebre, confuso. «Leggere? Non faccio questo al club. In effetti solo uno di noi legge davvero tutto il tempo.
Anche Naru-san sbatté le palpebre per la confusione. «Davvero? Oh...» Poi se ne andò, lasciandomi perplesso su che diavolo stesse dicendo.
Dopo esserci entrambi lavati e dopo aver mangiato, Haruhi ed io eravamo un'altra volta alla ricerca di un posto dove potessi trasferirmi. Dato che il trovarmi un posto mio fu un completo disastro, sperai che diventare un coinquilino mi avrebbe dato più successo.
Camminando verso il primo appartamento, cercai di fare il mio meglio per non guardare troppo Haruhi. Ogni volta che lo facevo, le immagini della notte scorsa ripiombavano nella mia testa sopraffacendomi. Le sue labbra... il suo sapore... dannazione, dovevo fermarmi. Ero davvero tentato di chiederle di non venire, ma siccome ero praticamente stato io a chiederle di unirsi, sapevo sarebbe stato sgarbato cambiare idea. Per non parlare del fatto che di sicuro Haruhi avrebbe detto la sua.
Il mio umore era ovviamente quasi trasparente, dato che ad un certo punto Haruhi si voltò verso di me quasi infastidita. «Che diavolo hai che non va? Ti stai comportando in modo un po' strano.»
Sicuramente doveva pensare che io fossi addormentato durante la faccenda della sera prima. Figuriamoci. Sentii improvvisamente il bisogno di prendermi gioco di lei, se non altro per farle capire che non era stata tanto scaltra quanto pensava. «Ho fatto questo sogno così strano, 'stanotte.»
Haruhi si fermò un momento quando lo dissi. «Davvero? Cos'hai sognato?»
«Ero in questa stanza buia. E c'era questa ragazza, lì dentro. E l'ho vista sgattaiolare verso di me e poi baciarmi. E per qualche ragione, non potevo fermarla.»
Il viso di Haruhi iniziò a diventare diverse gradazioni più bianco. Un ovvia quantità di ansia poteva essere vista nella sua espressione. Le stava bene. Ciò che aveva fatto era tecnicamente assalto sessuale. Ripensandoci, assalto sessuale è quello che aveva già fatto parecchie altre volte prima con Asahina-san. «Capisco... sei riuscito a vedere chi era?»
«Non riuscivo a distinguerla. Era troppo buio.»
Haruhi sembrò recuperare un po' di calma dopo quella frase. «Be', è solo un sogno, quindi lasciatelo alle spalle.»
Sospirai. Avrebbe semplicemente finto che nulla era successo? Magari era quello che avrei dovuto fare anche io. Già, era esattamente ciò che avrei dovuto fare. La notte precedente avevo scoperto che Haruhi provava dei sentimenti per me... okay, forse l'avevo sempre saputo, ma ora non potevo più mentirmi al riguardo. Ma sapete cosa? Non avevo bisogno di farlo. Le piacevo... e allora? Non si era dichiarata a me o cose di questo genere. Ero sicuro che se mi fossi comportato come se nulla fosse accaduto le cose sarebbero tornate com'erano prima, e la mia vita sarebbe potuta rimanere non troppo complicata. Fino a che non si fosse dichiarata, non avrei dovuto riconoscere i suoi sentimenti. Proprio così, e iniziavo già a sentirmi meglio. Il consiglio di Haruhi era giusto alla fine...
Quel bacio stava ancora invadendo la mia mente però... magari lasciando passare un po' di tempo se ne sarebbe andato...
Riuscimmo quindi ad arrivare al primo appartamento. Premetti il pulsante del citofono ed aspettai. Dopo un minuto, non avevo ancora ricevuto risposta. Premetti nuovamente... ancora nessuna risposta.
«Magari non è in casa,» disse Haruhi.
Premetti un'altra volta e aspettai. Infine, qualcuno rispose. «Chi è?»
«Ciao, sono qui per il vostro annuncio sul giornale. Stavate cercando un coinquilino?»
Poco dopo, ci fu dato l'accesso all'edificio. Arrivammo all'appartamento dell'annuncio. Dopo aver bussato, ci rispose un tizio estremamente nerd ed estremamente obeso che dall'odore dava l'idea di non essersi lavato da un po' di tempo.
«Scusate, di solito non sono sveglio così presto.»
Presto? Stava sveglio tutta la notte? Cosa diavolo faceva per tutta la notte?
Poi guardò direttamente verso Haruhi, e gli occhi gli uscirono dalle orbite. Credo di aver anche visto una piccola scia di bava uscirgli dalla sua bocca incrostata di patatine. «Oh mio dio, aspetta qui!» Corse velocemente dentro casa per qualche secondo, senza nemmeno importarsi di lasciarci entrare. Tornò subito dopo con un cellulare e iniziò a scattere foto ad Haruhi. «Wow, sei proprio una bomba!»
Dopo circa la quarta foto, Haruhi si infastidì di ciò che stava facendo. «Piantala! Chi ha detto che potevi scattarmi foro!?»
Smise di scattare foto ma continuò a fissarla. «Potresti, tipo, vestirti in cosplay1 per me?»
A questo punto, ero già piuttosto seccato del suo comportamento da maniaco e sapevo già che non avrei mai potuto vivere con lui. «Mi farò vivo...»
Prima che iniziassi ad andarmene, Haruhi era riuscita a prendergli di mano il cellulare. Lo gettò quindi a terra e lo calpestò. «Così impari!»
Stranamente, non si arrabbiò. Invece, sorrise come un maniaco omicida. «Oh mio dio, sei fantastica!»
Ne avevo abbastanza. Mi stava davvero facendo arrabbiare, e non me ne fossi andato presto, l'avrei ridotto male. Afferrai la mano di Haruhi e iniziai a trascinarla indietro verso l'ascensore.
«Lasciami andare, Kyon!» protestò. «Voglio prenderlo a calci in faccia!»
«Meglio di no. Potrebbe piacergli.»
Haruhi sbatté le palpebre. «Giusto.» Poi guardò le nostre mani strette l'un l'altra e arrossì prima di lasciarmi andare. «Chi ti ha dato il permesso di prendermi la mano in quel modo!?»
«Cosa? Tu mi prendi e mi trascini in giro tutto il tempo.»
«Questo perché sono il capo della Brigata! Tu sei solo un membro inferiore! Essere il capo mi dà certi privilegi!»
Come infilarti nella stanza della gente mentre dorme e baciarla senza permesso? Dannazione, l'immagine era ancora nella mia testa!
«Come vuoi,» dissi. «Vado al prossimo posto.»
Il posto successivo era piuttosto lontano considerando che eravamo a piedi, quindi prendemmo l'autobus alla stazione lì vicino. Una volta arrivati, andammo in un'altra serie di appartamenti. Questi non erano chiusi a chiave, così potemmo entrare e andare direttamente alla porta di chi affittava l'appartamento.
Dopo aver bussato, alla porta ci rispose una donna dai capelli biondi. Un donna di bell'aspetto se è per questo. «Posso aiutarvi?»
«Sono qui perché hai un annuncio riguardo un coinquilino.»
Sorrise e aprì la porta. «Oh, bene! Entrate!»
Haruhi ed io entrammo nell'appartamento, e notai che il posto era... molto femminile. I muri erano colorati di rosa, c'erano orsacchiotti di peluche sistemati su degli scaffali contro la parete del sopggiorno, e l'intero posto aveva una fragranza floreale. Se dovessi essere onesto... lo odiavo. Iniziai a pensare che si fosse confusa e che avesse pensato che fosse Haruhi quella che si doveva trasferire.
«Quindi, hai capito che io sono quello che chiede di essere il coinquilino, giusto?»
«Oh, certo. L'hai già detto una volta, giusto?»
«Solo per essere sicuri...»
La donna sorrise divertita verso di me. «Io sono, sai, completamente okay nell'avere un ragazzo come coinquilino e altro.» Poi mi guardò dalla testa ai piedi per poi passare ad Haruhi. «Voi due state insieme?»
Haruhi incrociò le braccia e si voltò, emettendo un rumoroso grugnito.
Mi grattai la nuca nervosamente, avendo la sensazione che le cose potessero andare molto male velocemente se non sarei stato attento. «Uhm... no. Potresti darci un minuto da soli?»
Dopo che la donna annuì, feci un gesto ad Haruhi per chiamarla a parlare fuori dall'appartamento. «Hai qualcosa contro di lei?»
Haruhi guardò da un altra parte prima di rispondere. «Oh, no. Perché dovrei? Se vuoi trasferirti con lei, vai pure.»
Mentiva in modo davvero palese. Iniziai subito a preoccuparmi che se avessi accettato di trasferirmi da lei era il modo più veloce di far arrabbiare Haruhi e mettere il mondo in pericolo. E poi, non mi sentivo a mio agio nel trasferirmi con una ragazza che non conoscevo.
Tornai dentro l'appartamento e sorrisi garbatamente alla donna. «Credo che questo posto non vada bene per me. Mi dispiace.»
«Quell'altra ragazza non ti lascia, eh?» chiese la donna. «Non dovresti lasciarla comandarti in quel modo. Non hai detto che non stavate assieme?»
È più complicato di così. Non hai idea di cosa possa accadere se si arrabbia.
Poi si avvicinò a me ed iniziò a sussurrarmi. «Dimenticati di lei. Un ragazzo carino come te potrebbe fare di meglio.»
Non ebbi il tempo per rispondere. Vidi un piede volare a pochi centimetri da me e scontrarsi con il viso della donna. Volò direttamente contro il pavimento, rimbalzando una volta, e perdere conoscenza vicino il divano. Era svenuta. Sentii quindi una forza sovrumana venire applicata al mio colletto mentre venivo trascinato fuori dalla stanza e poi fuori dall'edificio degli appartamenti. Non fu fino a che fummo usciti che dissi nulla.
«Perché diavolo l'hai fatto? Questa è pura aggressione! Vuoi essere arrestata?»
«Non potevamo fidarci di lei, Kyon! Era completamente una civetta2
Mi colpii la fronte la mano, sentendomi piuttosto esasperato dal suo comportamento. «Stavo per dirle di no. Non volevo comunque trasferirmi con lei.»
«Non hai notato con quanta energia ti stava venendo incontro, Kyon!? Nemmeno ti conosceva, e già ci stava provando con te! E in ogni caso è inadeguato che un ragazzo si trasferisca da una ragazza con cui non è impegnato in una relazione!»
La fissai intensamente dopo questa sua frase. Ci vollero solo un paio di secondi perché realizzasse l'ipocrisia delle sue parole.
«Be'... Nel nostro caso è diverso perché noi ci conosciamo già... e poi viviamo insieme ai miei genitori, quindi va bene... Sta' zitto.»
Sospirai profondamente prima di decidermi a riprendere a camminare. A quel punto non ci sarebbe stato modo per trasferirmi da quella ragazza...
Erano le quattro in punto. La giornata era stata un altro disastro dato che ancora non avevamo trovato un posto decente dove potessi trasferirmi.
Il terzo posto era una casa. Una casa che era l'abitazione di un quasi spaventoso, radicalmente devoto Cristiano. Il Cristianesimo ha solo una ridotta fetta della popolazione di adoranti, ma ebbi la sensazione che la vasta maggioranza di questi non sono strambi come quel tizio. Era moltro frustrante parlarli dato che ogni parola che usciva dalla sua bocca era qualcosa riguardo come Gesù mi amava, e che non l'avessi accettato sarei andato all'inferno. Ora, non saprei come avrei reagito se avessi incontrato un tizio del genere prima di aver conosciuto Haruhi, ma dato che avevo speso circa ogni giorno della mia vita accando un essere onnipotente, trovavo l'idea di un qualunque dio invisibile un pochino deridibile. Ci volle poco perché ce ne andammo.
Il posto successivo era un appartamento che era abitato da un altro studente del mio stesso liceo. In effetti era nella stessa classe di Koizumi, cosa che mi fece inizialmente pensare che fosse un arrogante so tutto io. In realtà fu abbastanza gentile, ma il vero problema fu durante l'intero tempo in cui stavo parlando con lui. Sapete, Haruhi continuò a fissarlo minacciosamente per tutto il tempo. Era ovviamente già ben coscente della reputazione della Brigata SOS e dei suoi membri, e stava iniziando ad innervosirsi. Finì per dirmi che c'erano altri che erano già interessai nel trasferirsi da lui, e che le cose non avessero funzionato con loro allora mi avrebbe richiamato.
Sicuramente non mi avrebbe mai chiamato...
Alla fine, due delle persone che avevo incontrato erano dei pazzi completi che non vorrei mai più incontrare, e anche se gli altri due non erano tanto male, Haruhi aveva sabotato qualunque possibilità a mio favore. Mi stavo decisamente pentendo di essermela portata dietro.
Noi due decidemmo quindi di tornare a casa dato che avevamo già finito la lista di posti che volevo controllare. Inoltre stavo avendo fame e speravo di farmi una merenda veloce per riuscire ad arrivare fino alla cena. Quella sera sarebbe stata Medio Oriente, giusto? Sarebbe stato interessante.
Proprio quando arrivai alla porta principale, fui accolto da quella che al momento era la persona che meno mi piaceva in tutto il mondo.
«Hai qualcosa da fare, Kyon-kun?» chiese Oruki.
Oh, fantastico. Cosa voleva adesso? «Non proprio.»
«Pensavo che oggi sarebbe un'ottima giornata perché noi due andassimo al dojo a fare un po' di esercizio. Che ne pensi?»
Esercizio? ESERCIZIO? No! Assolutamente no! Il dolore, il trauma e l'umiliazione che avevo provato l'ultima volta che abbiamo fatto dell'esercizio rimarranno per sempre impressi nella mia mente. Preferirei di ricevere un migliaio di tagli con la carta. Preferirei venire frustrato fino a che la mia pelle non fosse diventata dura. Preferirei bere un gallone della bevanda di proteine di tua moglie mescolato con il mio terribile tè. Accidenti, preferirei morire. Ovviamente, non sarei stato così diretto nel parlargli.
«Ah, mi piacerebbe moltissimo, Oruki-san, ma credo di essermi fatto male al ginocchio camminando per la città, quindi...»
Non riuscii a finire la frase. Prima che me ne accorgessi, fui preso il colletto e trascinato direttamente nella macchina di Oruki, ovvia indicazione che non aveva ascoltato una sola parola di quello che avevo detto. Dannazione, la sua forza era ridicola. Era molto più forte di qualunque altro uomo della sua stazza.
Quindi noi due fummo di nuovo sulla strada verso il Dojo del Destino. Guardai dalla finestra con disperazione, coscente che la mia sofferenza non era ancora iniziata...
Poi Oruki mi sorprese iniziando una conversazione. «Quindi, come è andata la ricerca?»
Doveva riferirsi alla ricerca per un posto dove stare. Risposi controvoglia. «Orribilmente. Due erano dei pazzi, e gli altri due... be'... sua figlia ha leggermente rovinato qualunque possibilità che avessi di trasferirmi da loro.»
«Allora non portarla con te la prossima volta che cerchi,» disse Oruki. Era proprio i tipo di persona che andava direttamente al punto.
«Se non gliel'avessi chiesto, mi costringerebbe comunque.»
«Dille di no,» disse. «Non è che state insieme o qualcosa del genere... veeeeeeroooooo!?»
Il modo in cui aveva fatto la domanda faceva sembrare che qualunque risposta che non fosse "no, signore, non stiamo insieme" sarebbe risultata nella mia morte immediata. Ovviamente, avrei detto la verità comunque, quindi non ci fu ragione perché io non dicessi ciò che voleva sentire.
«Noi non...»
«E allora qual è il problema?»
«È complicato.»
«In che modo?» chiese Oruki in un tono che era per metà curiosità e metà fastidio.
Sfortunatamente, non potevo dirgli la verità. Avrei voluto. Mi sarebbe piaciuto vedere il suo sguardo mentre gli dicevo che sua figlia aveva il potere di manipolare la raltà in un battito di ciglia e che farla arrabbiare era il modo migliore per far finire la suddetta realtà in un istante. Avrebbe creduto che io fossi pazzo, e magari lo sono. In ogni caso, potevo sempre dirgli una mezza verità. «Renderebbe la mia vita miserabile le dicessi di no.»
«Sei completamente sottomesso,» disse Oruki in tono di sufficenza. «Lascia che ti dia un piccolo consiglio. Se vuoi il rispetto dalle donne, dovrai imparare a dire di no una volta ogni tanto. Sopratutto se è una ragazza che ti piace. Nessuna ragazza vuole un ragazzo che non ha palle.»
Grazie per quel meraviglioso pezzo di consiglio non voluto. Lo terrò a mente. Non è che non l'affrontassi mai, in ogni caso. Era solo che dovevo scegliere le mie battaglie con cura. A volte, dovevo arrendermi...
Poi Oruki cambiò discorso. «In ogni caso, che tipo di libri leggi?»
Trovai la domanda in qualche modo strana, e tirata fuori dal nulla. «Uh... be', mi piace leggere manga.»
«Idiota! Ho detto libri! Dimmi qual è stato l'ultimo libro che hai effettivamente letto.»
Pensai alla domanda più intensamente che potei. Ad essere onesti, era passato molto tempo dall'ultima volta che avevo effettivamente letto un libro. Mi ricordai poi del libro che Nagato mi aveva dato più di un anno fa. «C'era questo romanzo fiction che un'amica mi ha dato. L'ho letto circa un anno fa.»
Oruki rimase in silenzio dopo che l'ebbi detto. Sembrava in profonda contemplazione. Iniziai a sentirmi molto confuso. Ricordai ciò che aveva detto Naru-san in quella stessa giornata. Perché mi chiedevano riguardo libri così all'improvviso? Poi decisi di lasciar perdere la questione. Sono i Suzumiya, dopotutto. Chi diavolo sa cos'hanno in testa?
Quando arrivammo al Dojo, fui nuovamente spogliato e rivestito contro la mia volontà. Poi Oruki mi ordinò di fare esercizi di preparazione che inclusero corsa, sit-up, flessioni, up-down, squat-thrusts e altri atroci e stancanti attività. In ogni caso, stavo facendo solo io queste cose. Che tu sia dannato, Oruki! Ricordo che avevi specificamente implicato che anche tu avresti fatto esercizio...
Oruki iniziò quindi a cercare di insegnarmi alcune delle cose che insegna alle sue studenti riguardo la difesa personale. Mi mostro come identificare e usare i vari punti di pressione sul corpo (invece di semplicemente usarli su di me). Mi mostrò quindi alcune prese di sottomissione che erano facili da imparare. Ovviamente, la mia stanchezza mi rendeva difficile prestare attenzione, facendo che Oruki mi urlasse contro.
«Dovresti essere più grato, dannazione! Ti sto dando lezioni di autodifesa gratis! In genere chiedo diecimila yen per questo!»
Non avevo mai chiesto delle lezioni per l'autodifesa, gratuite o meno! Credo semplicemente che ti piacesse farmi soffrire.
Una volta finito, tornammo a casa. Una volta arrivato, collassai sul divano, completamente svuotato di ogni energia. Dannato quell'Oruki!
Dopo un po' Naru-san arrivò con qualcosa da bere. «Ho pensato che saresti stato assetato dopo tutto quel lavoro.»
Quel dolcissimo sorriso di Naru-san. Era davvero bello che almeno una persona che viveva in quella casa aveva almeno un po' di compassione. Decisi di chiederle perché Oruki mi odiava tanto.
Sbatté le palpebre confusa a quella domanda. «Oruki non ti odia.»
Davvero? Allora ci ero proprio cascato, ero convinto che mi odiasse.
Naru-san sorrise con tutta la sua innocenza. «Direi l'opposto. Credo che ti stia prendendo in simpatia.»
Alzai il sopracciglio nella sua direzione, ovvio segnale che non le stavo credendo. «Cosa?»
«L'ho notato ieri, quando ti ha chiesto di guardare la partita di baseball. Non l'avrebbe mai fatto se non gli piacessi.»
Iniziai a massaggiarmi le braccia, ancora tese dagli esercizi di poco prima. «Ha un modo piuttosto curioso di mostrare che gli piace qualcuno.»
«È sempre stato piuttosto grezzo in quel senso. È fatto così.»
«Riesce anche a capirsi con sua figlia certe volte.»
Naru-san si fece silenziosa, come se stesse contemplando qualcosa dal passato. Sembrava quasi triste, anche se teneva ancora quel sorriso. «Non c'è un giorno che passa in cui non penso a come quei due si siano separati.»
Sbattei le palpebre sorpreso. «Cosa? Erano vicini un tempo?»
Annuì. «Oh sì, davvero molto. Prima che entrasse alle medie erano inseparabili.» Si alzò dal divano, si diresse verso uno scaffale e prese quello che sembrava essere un album di foto. Iniziò a sfogliarlo fino a che non raggiunse una particolare selezione di immagini. «Sembrano meravigliosi insieme. Tieni, guarda.»
Mi diede l'album. C'erano parecchie immagini di Haruhi da bambina insieme a suo padre. C'erano foto mentre giocavano a prendersi. Ce n'era un'altra in cui correvano lungo una spiaggia. Probabilmente quella che risaltava rispetto alle altre era una semplice immagine di Haruhi e suo padre sorridere davanti alla fotocamera mentre si abbracciavano. Era un'immagine molto rincuorante ed era probabilmente una delle poche volte in cui avevo visto Haruhi sembrare genuinamente felice. Anche suo padre, se è per questo. Dovevo anche ammettere che Haruhi era una bambina davvero adorabile.
«Quando divenni incinta, Oruki sperava che fosse un maschio. Quando il dottore ci disse che sarebbe stata una femmina, fu molto deluso. Ma quando alla fine nacque, non penso che si sarebbe potuto trovare in tutto il mondo un padre più orgoglioso.»
Le restituii l'album quando ebbi finito di guardarlo. Ebbi improvvisamente il bisogno di guardare delle mie vecchie foto. Peccato che tutti gli album di foto erano oramai con la mia famiglia al nord...
«Poi cosa successe?»
Il sorriso di Naru-san iniziò a svanire lentamente al punto di non essere più un sorriso. «Iniziò a cambiare tutto quando Oruki decise di portare tutta la famiglia ad una partita di baseball. Non so quale fu il problema, ma qualcosa, in quella partita... la cambiò...»
Giusto. Haruhi mi ha raccontato di quella partita di baseball. Mi disse di tutte le persone che aveva visto e di come l'avessero fatta sentire insignificante3. Fu a quel punto che Haruhi decise di fare qualunque cosa fosse in suo potere per poter essere più unica possibile, così che potesse risaltare rispetto alle miliardi persone che abitano questo mondo e poter dire che lei era quella differente. Se solo avesse saputo quanto era effettivamente divertente...
Naru-san continuò con la sua storia. «All'inizio pensai che forse era solo triste perché la nostra squadra aveva perso, ma con il passare del tempo, divenne ovvio che era successo qualcos'altro. Smise di apprezzare tutto quello che facevamo insieme, dicendo che erano noiose. Iniziò a fare un sacco di cose strane a scuola una volta arrivata alle medie. Hai mai sentito parlare di quella volta in cui aveva disegnato quelle strane forme all'interno della proprietà della scuola?»
Annuii a quella domanda. Eccome se ne avevo sentito parlare. Ero là. «Ne ho sentito parlare da uno dei miei compagni di scuola che era nella stessa classe di Haruhi alle medie. Si infiltrò nella scuola e usò uno dei traccialinee per scrivere uno strano messaggio.» Non le avrei osato dire che in realtà ero io quello che aveva disegnato lo strano messaggio4.
«Oruki non è mai stato più arrabbiato con lei quanto quella volta in cui lo ha scoperto. A quel punto iniziò a trattarla in modo differente. Diventò molto più severe. La costrinse a praticare arti marziali e prendere lezioni di pianoforte. Continuava a spingerla a fare attività extra scolastiche. Fece qualunque cosa gli venne in mente per impedirle di fare cose strane. Ma non funzionò. All'inizio, non riuscivo a capire perché lei stesse cambiando. Pensai che avesse infine raggiunto la fine della fase in cui era giù di morale, ma in seguito realizzai che il club a cui si era unita l'aveva rimessa sul binario giusto. Doveva aver finalmente incontrato delle persone meravigliose che le diedero la possibilità di essere di nuovo la vecchia sé stessa. Persone mravigliose come te, Kyon-kun.» Guardai una lacrima caderle lentamente sulla guancia e scivolare giù mentre sorrideva. «Grazie, Kyon-kun... per aver salvato mia figlia...»
Era così incredibilmente moe5! Aveva quel tipo di moe materno per il quale una piccola percentuale della popolazione maschile era infatuata. Non riuscii a non sorridere di rimando. Accidenti, avrei voluto che sua figlia potesse essere dolce quanto lei...
Poi Naru-san controllò nervosamente l'ora. «Oh, dovrei andare a preparare la cena. Oggi tocca al Medio Oriente! Non vorrei rovinarla!» Corse quindi in cucina. Continuai a rilassarmi per qualche minuto mentre aspettavo cena.
Per cena, quella sera, ci servì falafel fritti e tahini serviti con pane pita. Un'altra volta mi ritrovai pù acculturato di sempre, anche se devo ammettere che iniziò a mancarmi la cucina giapponese. Fortuna che il giorno successivo sarebbe stata la serata con cibo giapponese.
Mentre sparecchiavamo, Haruhi mi chiese se avevo fatto i compiti. Le dissi con riluttanza che li avevo dimenticati.
«Idiota! Perché non li hai fatti ieri invece di leggere una stupida rivista!?»
Okay, ammetto che avrei dovuto farli allora, ma non ero dell'umore adatto.
«Basta scuse! Li farai non appena abbiamo finito qua! Non lascierò che i tuoi voti bassi rovinino la reputazione della...» La sua voce si fece molto più bassa. «..Brigata.»
Trovai strano che Haruhi parlò della Brigata con una voce così bassa. Normalmente la annunciava con chiarezza a voce molto alta. Non importa... ero sicuro che non fosse nulla di importante.
Dopo aver finito, presi la mia cartella e iniziai a fare i compiti in cucina. Di solito non era un problema, ma Haruhi insistì nello stare sopra la mia spalla tutto il tempo. Lei aveva già fatto i suoi compiti, quindi doveva solo assicurarsi che i miei fossero giusti. Questo significa che dovetti sopportare circa un'ora di abusi verbali mentre continuava a sgridarmi ogni volta che sbagliavo una risposta. Avrei probabilmente finito nella metà del tempo se li avessi fatti da solo. Almeno alla fine potei dire di avere capito tutto il materiale.
Dopo aver finito i compiti e averli ritirati, iniziai a tornarmene nella stanza. Mi fermai a metà strada quando vidi Oruki e Naru-san seduti sul divano a guardare un
film. Naru-san era abbracciata a lui, senza prestare davvero attenzione al film.
«Ti amo, ti amo, ti amo!»
Oruki sembrava imbarazzato quando lo disse. «Lo so, lo so. Non c'è bisogno di dirlo un milione di volte.» Mise il braccio attorno a sua moglie comunque prima di guardare verso di me. «Cosa stai guardando?»
Mi scusai rapidamente e tornai alla mia stanza. Non riesco nemmeno ad immaginare come possa un uomo antipatico come Oruki avere qualcuno come Naru-san. E lei aveva anche detto che mi aveva preso in simpatia. Aveva sicuramente un modo strano di farlo vedere. Ma di nuovo, è il padre di Haruhi, quindi credo che non fosse poi una cosa così strana.
Per quando riuscii ad arrivare finalmente alla mia stanza, era ormai tardi, quindi decisi di andare subito a dormire. Stranamente, trovai molto difficile riuscire ad addormentarmi. Il motivo era perché mi era tornata in mente la notte precedente quando Haruhi... mi aveva baciato... Il pensiero continuava e continuava a tornarmi in mente, non importa quanto provassi a dimenticarlo. Quando fu abbastanza tardi perché più o meno tutti dovvessero essere a letto, mi aspettai quasi di vedere Haruhi riprovare a infilarsi nella mia stanza per farlo di nuovo. E per qualche motivo, parte di me voleva che fosse così. Che diavolo c'era che non andava in me!? Questo era stupido...
Non arrivò mai nella mia stanza quella notte, però...
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1. Con "cosplay" si intende il travestirsi come un personaggio dei cartoni, fumetti, anime, manga, film, etc. In inglese, "to cosplay" è spesso utilizzato come verbo. In queste occasioni, "cosplay" come verbo non indica solo il vestirsi come personaggio (etc.), ma indica anche (con un po' d'ironia) il travestirsi in generale.
2. Haruhi parla di "civetta"... in tutta onestà, si parlava di "ragazza dai facili costumi", solo che viene utilizzato un termine che non indica esattamente questo. Insomma, un po' meno "brutale".
3. La partita di baseball è una faccenda molto importante dato che è il motivo per cui Haruhi, nel primo arco di eventi narrato da Tanigawa, fa... tutto quello che fa. Lo potete ritrovare nella puntata cinque della prima serie, nel primo romanzo oppure nel secondo volume del manga.
4. Allo stesso modo, la faccenda del traccialinee e dello strano messaggio è anche importante. Il romanzo in questione non è uscito in Italia (nel tempo in cui scrivo), in modo simile la scena dell'anime non è arrivata da noi, trattandosi della prima puntata della seconda serie, che è inedita in Italia (sempre nel tempo in cui scrivo). Come consolazione, possiamo vedere la scena del terzo volume del manga, che è uscito...
5. Moe indica in genere un personaggio (il più delle volte femminile) che per un motivo o per l'altro è molto adorabile. Questa non è l'esatta definizione, solo quanto basta per capire la scena, ma qualcosa mi dice che non avete bisogno della definizione per capire cosa significa.

Ciao a tutti! Questo capitolo è decisamente meno incisivo del precedente, ma se non altro la scena in cui Naru racconta del passato di Haruhi.. è almeno un po' toccante, dal mio punto di vista. Continuate a prestare attenzione...
detto questo, vi devo davvero chiedere scusa! Il capitolo è uscito con diversi giorni di ritardo... vediamo se riuscirò a recuperare! Mille scuse ancora!
Detto questo, non ho aggiornamenti particolari per voi (a parte il fatto che sono super impegnato!), per cui alla prossima!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo. Sono anche molto soddisfatto che la storia abbia raggiunto le cento recensioni! Yay!!!!! ^^
Qualcuno di voi è stato molto più perspicace di quanto pensassi. Oh, be', è per quello che si nascondono anticipazioni, immagino. Però non mi pento di non aver reso la
cosa più nascosta. Spero che questo capitolo raggiunga o superi le vostre aspettative. Mi sono divertito nello scriverlo!

Capitolo 9
Devo ammettere che quella notte dormii meglio della precedente. Intendo, sicuramente il sonno non era la risorsa più abbondante che avevo da quanto mi ero trasferito alla residenza dei Suzumiya, ma cercavo di riposarmi quando potevo.
E come nel novanta percento delle mie mattine non potei godermi la sensazione dell'alzarmi lentamente dal letto. Ad un certo punto durante la mattina, iniziai a sentire una qualche sensazione bruciante all'interno della bocca. La sensazione diventò man mano sempre più dolorosa finché non riuscii più a restare nei limiti dell'incoscenza. Venni espulso dal mio sonno e capii immediatamente che avevo qualcosa in bocca. Tra la paura e il panico, sputai qualunque cosa fosse. Rimasi costernato nel notare che lo straziante dolore non se ne andava, e ora sul pavimento c'era uno strano... qualcosa arancione.
A quel punto notai Haruhi in piedi davanti alla porta, che stava ridendo come una matta. Che diavolo mi avevi fatto!? Finirà male se non me lo dici! Tenne quindi in mano davanti a me quello che sembrava essere un peperoncino arancione che era stato tagliato a metà. «Habanero.»
Era un altro tentativo di Haruhi di trovare un modo interessante per svegliarmi. Dopo aver infine capito che stava succedendo, le corsi oltre per lanciarmi direttamente in bagno. Misi la bocca sotto il getto getto d'acqua e cercai di berne che potei. Sfortunatamente, non appena ne mandai giù un po', il dolore risorse ancora più forte di prima.
Haruhi mi seguì in bango con uno sguardo infastidito. «La pianti, Kyon? Stai facendo il bambino!»
«Allora mettitelo in bocca tu!» le urlai con la bocca piena d'acqua.
Credendo che la stessi sfidando, Haruhi guardò il peperoncino, che tenne per un attimo davanti ai suoi occhi, per poi compiere la sfida. Lo morse con vigore e masticò furiosamente prima di ingoiarlo. «Visto? ...non è così male...»
Non appena ebbe finito di dirlo, vidi il suo viso arrossarsi a vista d'occhio mentre lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi. Le ci volle poco per provare quell'immenso dolore. Era quindi il mio turno di spassarmela. Le risi in faccia, sempre con la boccia piena d'acqua.
«Sta' zitto...» disse Haruhi con un'ingente quantità di saliva che le usciva dalla bocca. Mi spostò a lato per tentare di lenire il dolore con l'acqua. Nonostante il dolore che provavo anch'io, non riuscivo a non ridere. Poetica giustizia ai suoi massimi.
Dopo un po' divenne ovvio che l'acqua non ci arebbe aiutato. Ricordai che pane e latte erano ottimi rimedi contro il dolore causato dai peperoni. Ci lanciammo giù dalle scale andando direttamente in cucina. Presi per primo il latte mentre Haruhi afferrò il pane. Presi un largo bicchiere e lo riempii fino all'orlo prima di mandarlo giù. Questo diminuì il dolore solo di poco, e dovetti versarmi un altro bicchiere.
Intanto, Haruhi si stava ficcando furiosamente pezzi di pane giù per la gola, al punto che le sue guance erano dilatate. Risi di nuovo, facendomi arrivare il latte nel naso. Era tutto ciò che riuscii a fare per evitare di sputarlo.
«Ssa sitto, Kon! No è divettente!1»
Non ero d'accordo. Vederla in questo stato era uno dei migliori momenti della mia vita. Cosa avrei dato per avere una telecamera in quel momento!
Però Haruhi si voltò emettendo un verso di dissenso, decisamente infastidita del fatto che stavo ridendo di lei. Quindi presi anche io alcune fette di pane. «Guarda, lo farò anch'io se ti fa sentire meglio.»
«Non mi sentiò meio pecché non è diettente!1» disse Haruhi, ancora con la bocca impastata.
Iniziai a riempirmi la bocca di pane fino a che anche io non avevo le guance gonfie. «Ecco, cofì va bene??1»
Haruhi tenne duro per rimanere seria, ma poco dopo perse la battaglia e iniziò a ridere un po'. Si dovette tenere la bocca con le mani per evitare di sputacchiare il pane in giro. Poi ingoiò quel pane e prese delle altre fette. «Okay, un po' fa ridere.»
Fu a quel punto che nella cucina entrò Oruki. «Perché voi due non riuscite a fare silenzio il mattino!?»
Poi vide che io e Haruhi lo stavamo guardando a nostra volta, con le bocche ripiene di pane. Dopo averci fissato per alcuni secondi, si colpì la fronte con la mano. «Sapete cosa? Lasciate perdere. Non voglio nemmeno saperlo.» Poi si voltò e se ne andò.
Per quanto mi riguardava il dolore aveva iniziato ad andarsene, quindi decisi di darmi una lavata per primo. Haruhi non era così fortunata, dato che lei aveva perfino masticato e ingoiato la sua metà del peperoncino. Per quando ebbi finito e fui pronto ad andarmene, Haruhi si era appena liberata del dolore. Si era presa del tempo per preparare il pranzo mentre mi aspettava, quindi decisi di fare lo stesso. Dato che in due avevamo finito un intera pagnotta poco prima, non ci preoccupammo di fare colazione.
Haruhi ed io uscimmo abbastanza presto per poter evitare di andare di fretta. Nonostante il fastidioso incidente di quella mattina, Haruhi era proprio di buonumore, e in tutta onestà, lo ero anch'io. Penso che per la maggiore fosse semplicemente l'umore di Haruhi ad essere contagioso. Doveva essere su di giri per l'annuncio che stava per fare alla Brigata, ovvero che saremmo andati tutti a Kyoto entro di tre settimane...
Perché dovevo ricordarmelo? Sarebbe stato un disastro, ne ero sicuro...
Quando arrivammo a scuola, aprendo il mio armadietto incontrai Taniguchi.
«Ehi, Kyon! Come ti tratta la vita?»
«Bene...» dissi con meno entusiasmo possibile. C'erano poche cose che potevano rovinarmi la giornata più dell'incontrare Taniguchi prima delle lezioni.
«Cosa? Non ti stai divertendo a casa di Suzumiya-san?»
Divertendo? No, divertirmi non era ciò che stavo facendo a casa sua, a meno che tu non consideri il lavoro spaccaschiena e gli scherzi di cattivo gusto divertenti, cosa che io non faccio!
«Non può essere così male, no?»
No, non era così male. C'era Naru-san, che era un oasi in quello che sembrava un deserto di disperazione. Okay, anche Haruhi aveva alcuni momenti in cui era tollerabile, perfino... piacevole? Ma c'erano un sacco di altri momenti in cui mi trattava come un sacco di patate. E poi c'era Oruki che, a parte quei pochi e brevi momenti in cui mostrava un briciolo di umanità, era un completo incubo. E questa era più o meno un riassunto della mia prima settimana in cui avevo vissuto con Haruhi...
Poi Taniguchi incurvò lo sguardo verso di me. «Te ne sei ricordato?»
«Di che cosa?» Poi capii. «Ah, già!» Frugai nella borsa e tirai fuori quel giornale. Ero davvero felice di sbarazzarmene.
«Finalmente!» disse Taniguchi afferrandola. Poi analizzò i lievi danni riportati, la maggior parte dei quali causati da Haruhi. Poi mi fece uno strano sorriso. «Ah, vedo che ti sei divertito nel guardarlo!»
«Ne ho guardato solo metà.»
«Certo...»
Dannazione, perché nessuno mi credeva mai quando si parlava di quella stupida rivista? Diavolo, Haruhi l'aveva letta perfino più di me!
«Oh, quindi Suzumiya-san l'ha vista, eh? Dev'essersi arrabbiata. O magari le è piaciuta più che a te!» Iniziò a picchiettarmi con il gomito, segno d'intesa. Dio, questo tizio era un idiota!
Infine arrivammo all'aula dopo esserci cambiati le scarpe. Haruhi mi aveva preceduto, probabilmente perché non era stato rallentato da un idiota sessualmente represso. Stava guardando fuori dalla finestra con un'espressione neutrale. Ebbi la sensazione che conoscesse meglio di chiunque altro ciò che accadeva nei giardini fuori dalla scuola.
«Ansiosa per la riunione della Brigata?» chiesi.
Gli occhi di Haruhi si voltarono per affrontarmi. Sorrise lievemente. «Già, devo ancora annunciare i nostri piani per Kyoto.»
«Vorrei quasi non sapere già tutto. Mi rende l'incontro di oggi meno divertente.»
Haruhi incurvò un po' lo sguardo. «Be', in quel caso, non ti darò più notizie in anticipo.» A quel punto doveva aver sentito qualcosa darle fastidio all'occhio, perché se lo strofinò con il dito. L'occhio si chiuse involontariamente e lei emise un lamento. «Ow!» Continuò a strofinarsi l'occhio con la manica. Iniziò a lacrimare copiosamente, e diventò rosso.
«Che è successo?»
Continuava a sbattere le palpebre di continuo mentre le lacrime uscivano solo da quell'occhio. Doveva farle male qualcosa. «Credo che ci fossero ancora un po' di tracce peperoncino sulle mie dita.»
A quel punto iniziai a ridere a crepapelle, come quando l'avevo vista con la bocca piena di pane.
Haruhi mi colpì la schiena con un pugno più forte che poté. «Sta' zitto, Kyon! Non è divertente!»
Nonostante il colpo, continuai a ridere per circa dieci secondi ancora. Mi guardai intorno e vidi Kunikida, Taniguchi e altri compagni di classe che ci guardavano sorridendo divertiti. Trattenevano a stento le risate, ma presto divennero anche loro vittime dell'ira di Haruhi. In ogni caso, ero davvero contento di aver visto non una ma ben due momenti classici di Haruhi in un giorno, tutto perché aveva sottovalutato la potenza dell'habanero.
Sembrava che quel giorno sarebbe stato un grande giorno...
Haruhi aveva il turno di pulizia quel giorno, quindi andai all'aula del club da solo. Meglio così, pensai. In questo modo l'annuncio sarebbe stato ancora più enfatico. Dopo essermi assicurato di bussare, entrai per trovare il mitico trio ognuno al proprio posto. «Ciao, ragazzi.»
«Buongiorno, Kyon-kun,» disse Koizumi nel mezzo della preparazione degli scacchi. «Sembri essere di buonumore.»
«Non posso lamentarmi troppo. Ho potuto ridere di Haruhi ben due volte oggi. Inizia a sembrarmi il giorno migliore di queste due settimane.»
«E a lei non ha dato fastidio?»
«Be', all'esterno sembrava parecchio infastidita, ma sono sicuro che stia bene. Non ha da biasimare se non la sua stessa stupidità.»
«E che ha fatto con esattezza?» chiese Koizumi, con il sorriso di plastica che aumentò leggermente.
Spiegai gli eventi accaduti nella giornata a chi si importò di ascoltare. Koizumi ridacchiò leggermente quando ebbi finito. «Devo ammettere che avrei proprio voluto vederlo. Capsaicina... ne hai mai sentito parlare?» chiese Koizumi.
Sì, la conosco molto bene. È la sostanza che rende i peperoni piccanti. Ne avevo la bocca piena proprio quella mattina.
Koizumi continuò con quello che sarebbe ovviamente stato un altro monologo. «Sì, esatto. Posso farti una domanda? Lo sapevi che gli uccelli non subiscono gli effetti della capsaicina?» Dopo avermi visto scuotere la testa in segno di negazione continuò. «Sai, quando gli uccelli mangiano i frutti delle differenti varietà di peperone, mangiano anche i semi. Espellono poi questi semi durante volo, facendo in modo che si diffondano. Però, se un mammifero mangiasse il seme, questo morirebbe. Quindi capisci, l'essere piccante del seme è solo un meccanismo creato per evitare che i mammiferi mangino il frutto lasciando che gli uccelli possano invece mangiarli liberamente.»
«E dove vorresti arrivare con questo?»
«Sto solo dicendo che è un incredibile artificio della natura. In effetti, qualcuno potrebbe affermare che il suo funzionamento non sia il risultato dell'evoluzione, ma con il risoluto intento di essere una potente forza.»
«Non è questo ciò che voi esper credete che l'universo sia?»
Il sorriso di Koizumi diventò perfino più grande. Personalmente, trovavo che la cosa davvero interessante era l'ironia del fatto che il meccanismo che dovrebbe impedire ai mammiferi di mangiare peperoncini è proprio la ragione per cui il presunto mammifero più intelligente del mondo decide di mangiarli.
Asahina-san iniziò a servire il tè. «Ecco qua, Kyon-kun!»
Ah, assaggiare il tè di Asahina-san dopo un così lungo fine settimana, la mia giornata era completa. Vederla mi fece ricordare qualcosa, in ogni caso. «Comunque, Asahina-san. Vorrei solo farti sapere che ora so cosa si prova a essere te!»
Asahina-san sbatté le palpebre confusa. «Che intendi dire?»
«Sai, quando Haruhi ti spoglia forzatamente, ti riveste e roba del genere? Be'... il padre di Haruhi...» Non riuscii a finire la frase.
Asahina-san sorrise nervosamente, probabilmente non sicura su cosa dire. «Be'... che brutta cosa... credo...»
Sospirai profondamente. Magari avrei dovuto tenere la bocca chiusa. Sorseggiando il mio tè, mi assicurai di notare che Nagato stava attualmente leggendo quella che sembrava essere una copia de I Racconti di Canterbury. Quindi conosceva anche l'inglese antico? Quali altre lingue antiche conosceva? Avrei riso se avesse conosciuto anche l'egiziano antico...
Koizumi ed io iniziammo una partita a scacchi poco dopo, e non ci volle molto perché stessi avendo la meglio su di lui. Il gioco fece passare il tempo velocemente e poco dopo sentii la porta aprirsi con violenza. Oh diamine, era il momento del grande annuncio. Era meglio fingersi sorpresi... o forse no...
«Yahoo! Saluti, Brigata!» Si spostò in modo da essere di fronte a tutti noi. Posò la borsa sul tavolo e la aprì. Poi tirò fuori ciò che sembrava essere un sacco di fogli di carta. Molto velocemente prese del nastro adesivo e attaccò alcuni pezzi insieme. Fu subito ovvio che si trattava di una mappa che era stata stampata su carta normale A4 da stampante. Poi attaccò con il nastro la mappa sulla lavagna cosicché tutti potesimo vederla.
«Chi sa dirmi di che città è questa mappa? E tu non puoi rispondere, Kyon!»
Non l'avrei fatto comunque, grazie.
Dopo qualche secondo, Koizumi parlò. «Credo proprio che sia una mappa di Kyoto.»
«Corretto! Mille punti per te, Koizumi!»
A che diavolo servivano questi punti, comunque?
«Come ha detto Koizumi, questa è una mappa di Kyoto. E qualcuno sa dirmi perché abbiamo una mappa di Kyoto appesa qua?»
Tutti stettero in silenzio per un po' fino a che Asahina-san non parlò nervosamente. «Stiamo per andare a Kyoto?»
«Corretto, Mikuru-chan!» urlò Haruhi prima di muoversi da dove si trovava per andare ad abbracciarla da dietro. «Ma sapete dirmi perché?» Haruhi la abbracciò più stretta e iniziò ad ondeggiare avanti e indietro ritmicamente. «Non siate timidi. Provateci.»
«Non lo so...» disse Asahina-san, spaventata dalle conseguenze di questa sua ignoranza.
Alzai la mano per rispondere. Haruhi sospirò infastidita quando la vide. «Vai pure, Kyon.»
«Stiamo per affrontare James Randi, là.»
«Zero punti perché sapevi già la risposta!»
Oh, andiamo. Perché non posso avere un po' di questi punti immaginari e completamente arbitrari? Koizumi mi aveva stracciato in questi.
Haruhi lasciò andare Asahina-san e tornò alla mappa. «Come ha detto Kyon, stiamo per affrontare James Randi a Kyoto.» Indicò quindi su un punto in particolare. «Qui si terrà una convention nella quale il programma prevede che James Randi stesso parli, fra tre settimane a partire da ieri!» Poi afferrò un pennarello e iniziò a scrivere piccoli numeri in ognuno dei fogli di carta che erano stati attaccati. «Partiremo Venerdì di quella settimana, e inizieremo a fare ricerche immediatamente dopo l'arrivo! Ognuno di questi numeri è una zona designata della città dove dovrete effettuare le ricerche!»
«Ricerche su cosa?» chiese Asahina-san.
Haruhi si mise in posa trionfante, nel pieno del suo sorriso da un milione di watt. «La stessa cosa che cerchiamo sempre! Alieni, viaggiatori del tempo, esper o qualunque cosa di soprannaturale! Spenderemo il resto del Venerdì e tutto il Sabato a cercare! E quando troveremo qualcosa, noi...» Corse quindi verso l'armadio per prendere la videocamera che avevamo usato per girare il film. «Useremo questa per registrare qualunque cosa troveremo come prova! Ci mostreremo quindi alla convention per sbatterlo in faccia a James Randi! Lo umilieremo pubblicamente e diventeremo famosi a livello mondiale!»
«Sembra un'idea incredibilmente ambiziosa,» disse Koizumi, sembrando particolarmente colpito.
Personalmente, pensai che l'idea di passare al setaccio un'intera città da cima a fondo in un giorno e mezzo fosse fuori di testa, ma sapevo che dirlo ad alta voce sarebbe risultato nel venire ignorato. Comunque, la confidenza di sé stessa era da ammirare.
«Sono sicura che vinceremo quel premio della sua stupida fondazione. Direi che la mia parte dovrebbe essere del quaranta percento, e voi quattro potete dividervi il resto!»
«Perché la tua quota dovrebbe essere così grande?» chiesi.
Haruhi mi guardò infastidita. «Perché è una mia idea, e io sono il capo!» Dopo esserci fissati a vicenda per qualche secondo, finì per cedere. «Va bene, divideremo equamente. I soldi non sono importanti per me comunque!»
E con questo, tutto era sistemato per quello che stava per essere un titanico scontro tra la Brigata SOS e la JREF. Potei anche notare che Nagato-san era lievemente interessata... forse. Potevi sentire l'eccitazione?
Yay...
Poco dopo che Haruhi ebbe finito l'annuncio, decise di lasciar finire le attività del club un po' prima. Questo significa che ora Haruhi ed io eravamo sulla via del ritorno a casa sua. Non ero troppo contento di tornare, dato che sapevo che Oruki mi avrebbe dato qualche compito orribile, uno magari anche peggiore del precedente.
Haruhi si fermò all'improvviso e si voltò verso di me. «Non mi va di tornare a casa subito. Troviamoci qualcosa da fare.»
«Del tipo?» chiesi, più che felice di ritardare le mie faccende di casa. Eravamo usciti dal club prima del solito, quindi se avessimo passato del tempo a fare qualcosa, Oruki probabilmente non avrebbe mai saputo che non eravamo a scuola e non mi avrebbe dato una strigliata.
«Non so. Che vuoi fare?»
Pensai per un po' alla domanda. «Magari un film?»
«Non sono dell'umore per quello. Non ci sono molti film interessanti al momento.»
Rimanemmo in silenzio per un altro minuto. Ero completamente al buio sul cosa potevamo fare... ehi, fermi un minuto. Perché Haruhi voleva così tanto fare qualcosa con me? Ora che ci pensavo, credo fosse la prima volta che mi aveva chiesto di uscire in questo modo. Iniziai ad innervosirmi un po'. Fui ricordato del fatto che Haruhi provava quasi in segreto qualcosa per me. Era questo il suo modo di avere un appuntamento insieme a me?
Dopo un po', Haruhi diventò impaziente. «Andiamo! Non ti viene in mente nulla?»
«Sei tu che hai avuto l'idea. Perché non puoi pensarci tu?» Proprio quando Haruhi stava per perdere l'interesse, feci una proposta. «Passeggiamo per la città. Magari troveremo qualcosa lungo la strada.»
Anche se non sembrava colpita dall'idea, accettò comunque. «Va bene, andiamo.»
Ci dirigemmo in città. Mi assicurai di tenere sott'occhio l'orologio mentre eravamo in giro perché davvero non volevo rimanere via tutto il tempo. Ero sicuro che mi avrebbero fatto una bella ramanzina se non fossimo tornati ad un'ora decente. La maggior parte dei posti che trovammo erano inadeguati. La biblioteca? No, quello è il posto preferito di Nagato. Il parco? No, Haruhi si annoierebbe a morte. Il supermercato? Be', sapevo che ogni tanto ad Haruhi piaceva guardare le vetrine. Eppure, io mi sarei annoiato a morte, con quello.
A quel punto trovammo un centro d'intrattenimento. Ricordai che il posto aveva un sacco di cose da fare. Ci ero già stato altre volte con mia sorella. Non ero sicuro che avrebbe soddisfatto Haruhi, ma pensai che valeva la pena fare un tentativo. «Che ne dici di quello?»
Haruhi scrollò le spalle. «Perché no...» Sicuramente non si stava comportando come se fosse un appuntamento. Magari dovevo smetterla di preoccupari tanto. Eravamo solo amici che escono a divertirsi, giusto? Certo...
Il centro d'intrattenimento sembrava essere pieno di gente, e molti erano della nostra stessa scuola. Iniziai a pentirmi di aver scelto questo posto, sospettando che qualcuno vrebbe potuto vederci e trarre la conclusione sbagliata.
«Ehi, Kyon! Come va!?»
Incluso persone come lui... Mi voltai verso la voce e vidi Taniguchi e Kunikida avvicinarci.
«Curioso vedervi qui,» disse Taniguchi.
Mi colpii immaginariamente la fronte con la mano. «Come va?»
«Siamo qui per rimorchiare qualche tipa!» disse Taniguchi, cercando disperatamemnte di sembrare un duro.
«Be', lui ci sta provando,» disse Kunikida. «Io sono qui solo per passare del tempo.»
Ci avrei scommesso. Non è che aveste potuto trovarvi una fidanzata in un posto del genere, in ogni caso.
Poi Taniguchi si avvicinò a me un po' troppo. «Siete qui per un appuntamento, eh? Lo sapevo.»
Perché non mi lasciate stare un attimo? Davvero, vorrei passare almeno una settimana senza che qualcuno interpreti nel modo sbagliato ciò che sto facendo. Era chiedere troppo?
«Be', vi lasceremo da soli. Non vorremmo rovinarvi il divertimento.»
Prima che quei due potessero andarsene, li afferrai entrambi per il colletto. «Rimanete pure. Non è un appuntamento.» Almeno, se continuavano a stare con noi, sarei riuscito a convicermi che non lo fosse.
Haruhi ignorava tutti e tre e stava cercando qualcosa che fosse di suo interesse. Il posto vantava il bowling, mini-golf, camere di tiro a baseball, un arcade, e una battaglia laser. Ma c'era una sola cosa che sembrava interessare Haruhi. Un secondo dopo aveva già afferrato la mia cravatta e iniziò quindi a trascinarmi verso ciò che aveva attirato la sua attenzione.
«Ehi, dove stiamo andando?»
«So cosa voglio fare! Laggiù!»
Alcuni secondi dopo eravamo davanti ad una pista go-kart. Sembrava che Haruhi avesse voglia di correre. Pensai che sarebbe andato bene. Era divertente e competitivo abbastanza per assicurarmi che Haruhi ne sarebbe rimasta contenta almeno per un po'. Taniguchi e Kunikida decisero di seguirci e mettersi in coda.
Taniguchi sorrise con malignità. «Corse go-kart, eh? Spero che sappiate come si fa a guidare. Sono fantastico in questo!»
L'idea che Taniguchi potesse essere fantastico in qualcosa era molto sospetta. Non prendei affatto seriamente il suo assalto.
Qualche minuto dopo, il nostro per salire sui go-kart arrivò. C'era un lieve problema.
«Non posso pagare la mia corsa,» dissi, dato che dovevo ancora sfruttare i pochi soldi che avevo per trovarmi un posto dove vivere, un giorno.
«Ci penso io,» disse Haruhi mentre pagava.
«Non voglio essere ancora in debito con te.»
Haruhi sorrise mentre si metteva il casco. «Sai che cosa, Kyon? Se riesci a battermi, siamo a posto. Se ti batto io, mi dovrai il doppio!»
Doverti il doppio? Cosa significava? Signicava che avrei dovuto svolgere il doppio delle tue faccende al posto tuo? Faccio già le tue faccende quando tuo padre non era intorno. Ripensandoci meglio, non volevo saperlo.
Dirò questo. Sentire Taniguchi prendermi in giro dietro di me per aver lasciato Haruhi pagare al posto mio era terribilmente fastidioso. Che sia dannato...
Alla fine tutti e quattro entrammo nei nostri kart e ci preparammo per gareggiare. Qualcuno era riuscito a prendere entrambi i kart in prima fila, cosa che fece arrabbiare Haruhi. Ero sicuro che gliel'avrebbe fatta pagare più avanti durante la corsa. Io ne presi uno vicino al fondo, senza dare importanza alla scelta. Taniguchi prese quello affianco al mio e Kunikida quello dietro al mio. Questo significa che Haruhi partiva come terza, Taniguchi come quinto, io nel sesto, e Kunikida come ultimo. Dopo che ci ebbero spiegato come funzionavano i kart, eravamo pronti per la corsa.
Mi ci volle circa un giro per capire come funzionava il kart. Speravo che la mia esperienza nell'andare in bicicletta si sarebbe trasferita nel saper guidare un kart, ma proprio non fu così. La pista era in qualche modo stretta, rendendo difficile superare qualcuno. Taniguchi fu il primo dei quattro a finire fuori strada. Una magnifica dimostrazione del suo talento di guida. Va bene, ad essere onesti non fu colpa sua. Uno degli altri era finito fuori strada e finì per trascinarselo dietro prima che potesse reagire. Con Taniguchi e quell'altro tipo fuori dai giochi, ora ero quarto.
Realizzai presto che ero proprio dietro ad Haruhi...
Le tenevano testa due corridori che si stavano sfidando per il primo posto. Con quei tre a superarsi l'un l'altro di continuo, guadagnarono velocemente terreno su di me. Cercai di essere paziente e fare la mia corsa, cercando disperatamente di fare affidamento alla mia limitata esperienza con i videogiochi di guida per farcela. Dopo un po', raggiunsi Haruhi. Fortunamente sembrava troppo occupata con i kart davanti a lei per notarmi. Arrivammo ad una curva stretta. I due kart in testa decisero di rallentare, ma Haruhi non fece così. Decise di scontrarsi con il kart al secondo posto, sperando che questo l'avrebbe ostacolato dandole la possibilità di cui aveva bisogno per superarlo. Per sua sfortuna, questo non funzionò come aveva pensato e ottenne semplicemnte che entrambi furono costretti a prendere la curva più larga di quanto avessero voluto. Lì vidi la mia possibilità. Manovrai il mio veicolo con molta attenzione verso l'interno e li superai entrambi. Sentii Haruhi urlarmi contro da dietro.
Ce l'avevo fatta! Avevo superato Haruhi! Forse avrei anche potuto batterla! Non vedevo l'ora di finire questa corsa per sbatterle la mia vincita in faccia!
Parlai troppo presto...
Poco dopo averla sorpassata arrivammo ad una curva a forcina. Preso dalla felicità del momento, avevo accelerato troppo e non riuscii a passare la curva. Uscii fuori strada contro il muro di gomma piuma, che assorbì solo parte dell'impatto. Ancora tremante, pochi secondi dopo notai che Haruhi era riuscita a superarmi di nuovo. Ebbe perfino il coraggio di abbassarsi la palpebra inferiore con il dito e farmi la linguaccia. Questo da solo fu un duro colpo per il mio orgoglio, ma fu peggio quando vidi anche Kunikida superarmi. Dopo riuscii a ritornare in gioco, ma era troppo tardi. Non riuscii a riprenderli.
Alla fine, Haruhi arrivò prima, Kunikida fu terzo, io quarto, e Taniguchi ultimo. Si poteva dire che Haruhi fosse più che soddisfatta di sé stessa.
«Già, devo ammettere che ho spaccatO!»
«Avrei potuto batterti,» dissi.
«Solo perché te l'ho permesso,» disse Haruhi compiaciuta. «Sapevo che ci avresti creduto!»
Taniguchi provò per l'ennesima volta di essere il re delle scuse. «Proprio non è stata colpa mia. Mi ha buttato fuori quel pessimo pilota davanti a me e poi dopo quello il mio kart non ha più funzionato bene. Non importava cosa facessi, non riuscivo a controllarlo bene!»
Sono sicuro che è stata colpa del kart e non della tua completa mancanza di abilità o fortuna, Taniguchi. Ti credo completamente.
Dopo aver finito di discutere della gara, Haruhi decise che era ora di tornare a casa prima che i suoi genitori si arrabbiassero. Controllai l'orologio ed erano quasi le cinque. Già, meglio sbrigarsi. Non vorrei essere in ritardo per qualunque compito Oruki avesse in serbo per me.
Tornando indietro, Haruhi parlò con entusiasmo dell'idea di guidare per davvero. «Magari dovrei farmi la patente non appena posso. Potrei portare l'intera Brigata ovunque vorrei!» Finse di guidare mentre stavamo camminnando. «Magari riuscirò a ottenere una serie di macchine sportive e sfidare persone in gare di strada!»
Oh, per favore, lascia perdere tutto. Non voglio nemmeno sapere cosa avresti fatto per ottenere una macchina. Rapire una famiglia di qualche venditore d'auto e chiederne una come riscatto? Non ero così sicuro che non l'avrebbe fatto. E non parliamo nemmeno dei problemi che sorgerebbero se iniziasse a guidare. Il mondo sarà un posto migliore fino a che Haruhi non ottiene il suo set di ruote.
Haruhi si voltò verso di me con un sorriso malizioso. «In ogni caso, Kyon. Non pensare che mi sia dimenticata di ciò che mi devi per aver perso contro di me.»
«Come ti aspetti che possa pagarti? Sto già svolgendo le tue faccende di casa e non posso darti dei soldi.»
«Non preoccuparti, penserò a qualcosa!» Mi fece l'occhiolino e tornò a guardare in avanti. Temevo ciò che avrebbe pensato. Ero sicuro che sarebbe stato qualcosa di di orribile, come al solito.
Eppure, non riuscii a non sorridere. Era stata una bella giornata, dopotutto. Avrei potuto dire che era stata la giornata migliore da settimane. Sembrava decisemente improbabile che qualcosa sarebbe andato storto, adesso.
Una volta tornati a casa di Haruhi, fui sorpreso di trovare Oruki ad aspettarci davanti alla porta. Aveva le braccia incrociate e sembrava poco contento. Indicò la cucina. «Entrambi, in cucina. Adesso!»
Che diavolo stava succedendo? Era arrabbiato per l'orario con cui eravamo tornati? Non era molto dopo il solito orario. O forse... forse aveva scoperto che Haruhi ed io eravamo andati al centro ricreazione insieme. Non era un appuntamento, lo giuro! No... non poteva essere questo. Non poteva averlo scoperto. Allora perché diavolo era arrabbiato?
Haruhi ed io ci sedemmo in cucina. Notai Naru-san in piedi nell'angolo della stanza molto preoccupata. Questo era un brutto segno. Pensai che era la seconda volta da quando la conoscevo che la vedevo senza sorriso, la prima volta era quando rimase delusa dal fatto che i talismani di carta non avevano attirato fantasmi.
Oruki ci seguì presto in cucina trasportando una piccola scatola. Posò la scatola sul tavolo prima di iniziare a parlare. «C'è qualcosa di cui volevo discutere con voi due. Sapete, c'era qualcosa che non mi convinceva da quando Kyon-kun qui si è trasferito da noi. All'inizio ho cercato di non pensarci troppo, ma alla fine ho notato che qualcosa non tornava.»
Ora ero proprio confuso. Di che diavolo stava parlando? Cosa poteva sembrargli strano da quando mi ero trasferito da loro? Perché non ne ha parlato prima? E cosa c'entrava la scatola?
Oruki continuò. «Poi, ieri, realizzai qualcosa. Avevo capito finalmente che voi due mi state nascondendo qualcosa.»
Nascondendo? Nascondendo che cosa? Non ho nascosto nulla ai genitori di Haruhi. Okay, forse stavo nascondendo la faccenda del dio, gli alieni, viaggiatori del tempo ed esper, ma quello lo stavo nascondendo a tutti, perfino ad Haruhi. Non poteva assolutamente star sospettando di quello.
«Non credo che siate stati onesti riguardo il vostro club.»
Cosa? Il club? Che c'era con il club? A quel punto guardai verso Haruhi e notai che il suo viso era diventato alcune gradazioni più chiaro. E poi capii. Ricordai di quando il giorno prima Haruhi mi aveva sgridato per non aver fatto i compiti. Disse la parola "brigata" molto bassa, come se non volesse che i suoi genitori sentissero quella parola. Guardai Haruhi ad occhi spalancati.
Non gliel'avevi mai detto, vero? Non avevi mai parlato con loro della Brigata!
Oruki si sedette davanti a noi e appoggiò la testa fra le mani sorridendo con cattiveria. «Quindi, Kyon-kun. Dimmi cosa sai di questo vostro club.»
Haruhi cercò di rispondere. «Papà, il nostro...»
Fu presto interrotto da suo padre. «No, no, no! Voglio che mi risponda Kyon-kun.»
Vosa avrei dovuto dire? Ovviamente non aveva detto loro la verità. Che cosa aveva raccontato ai genitori, allora? Quindi mi ricordai qualcos'altro del giorno prima. Ricordai Naru-san chiedermi se bevevamo il tè mentre leggevamo e Oruki chiedermi qualcosa sugli ultimi libri che avevo letto. Avevo capito! Deve aver raccontato di essere entrata nel Club di Letteratura! Fantastico, mi sarei inventatò qualcosa sul Club di Letteratura e saremo stati in salvo.
«Il nostro club è quello di letteratura. Ogni giorno...»
Fui interrotto presto, però. «Piantala di rifilarmi balle!» Oruki cercò qualcosa dentro la scatola. «Mi sono preso la libertà di cercare fra la tua roba. Spero non ti dia fastidio.»
Bastardo! Che diritto hai di frugare fra la mie propiretà? Quella roba è mia, dannazione!
Tirò fuori un libro e lo gettò davanti a me sul tavolo. Era lo stesso libro che Nagato mi aveva regalato durante la festa. «Di tutte le cose che hai, questo è l'unico libro vero e proprio che possiedi.» Lo prese in mano e lo aprì. «Ed è abbastanza ovvio che è un regalo di qualcuno e non qualcosa che avresti comprato da solo.» Indicò un messaggio all'interno della copertina scritto da Nagato stessa. «Per non parlare del fatto che il libro è in condizioni quasi perfette, a significare che nemmeno l'hai letto! Tutto questo e in più il fatto che mi hai detto che raramente leggi un vero libro mi dicono che decisamente non sei il tipo che si unirebbe al Club di Letteratura!»
Mi aveva in pugno. se avessi potuto scegliere, non mi sarei mai unito al Club di Letteratura. Diamine, il fatto che Nagato era l'unico membro di quel club da due anni diceva molto sulla popolarità di quel club. Però, dovevo provare. Sapevo di non potergli dire la verità.
«Sì, hai ragione. Non sono uno che legge molto. Non mi sono unito al club per i libri.» Accennai una risata nervosa mentre cercavo un motivo per cui mi sarei unito al club. «Io... uh... mi sono unito al club per... per... le ragazze! Già...»
A quel punto sentii Naru-san ridacchiare. «Oh, ne dubito, Kyon-kun. Sei troppo dolce.»
Sono stato chiamato in tanti modi, in passato, ma dolce? Sì, come no... In ogni caso, Naru-san, non sei d'aiuto. Ma ripensandoci, non sei dalla mia parte in questa partita, eh?
«Devo dare ragione a mia moglie su questo,» disse Oruki. «Nel poco tempo in cui ti ho conosciuto, Kyon-kun, sono riuscito a capirti un po'. E se c'è qualcosa che so è che non sei un playboy.»
Già, avevi ragione. Non potevo nemmeno dire che volevo esserlo come Taniguchi. Era una brutta situazione. Dovevo tornare indietro e trovare una spiegazione più plausibile. Guardai verso Haruhi. Abbassò la testa leggermente, e smise di guardare avanti. Potevo solo immaginare ciò che le era passato per la testa durante questo momento. I suoi genitori mi avevano messo all'angolo, e lei non poteva fare nulla per fermarli.
Eppure non mi arresi. «Okay... la verità è che... al club mancavano membri. Per poterlo mantenere, Haruhi mi ha costretto ad unirmi.» In un certo era comunque vero.
Oruki annuì dopo averlo sentito. «Capisco... la cosa divertente è che avrei anche potuto crederci se non fosse stato per qualcos'altro...» Mise di nuovo la mano dentro la scatola e tirò fuori qualcos'altro. Una fascetta rossa. La stessa che Haruhi mi aveva regalato alla festa. Le parole "Membro della Brigata #1" erano ancora chiaramente leggibili. Lo gettò sul tavolino. «Ricordo anche di aver sentito la parola "Brigata" uscire dalla bocca di mia figlia più di una volta nell'ultimo anno. Non ci avevo prestato troppa attenzione fino a che non ho trovato questo.»
Guardai di nuovo Haruhi. I suoi occhi erano ancora più spalancati e il suo viso ancora più bianco. Percepii un enorme terrore quando sentì della scoperta di suo padre. «Papà, ascolta...»
«Silenzio!» Urlò Oruki prima di appoggiare un'altra volta la testa sulle mani. Non stava più ridendo, però. «Quindi dimmi, Kyon-kun. Cos'è questa Brigata?»
Ero completamente spiazzato su cosa dire. Questa era l'enorme bugia che Haruhi stava portando avanti da un anno, e se non fosse stato per me, se la sarebbe cavata.
Cercai di fare quello che potevo per spiegare la fascetta. «Be'... io... uh... la cosa della brigata è una specie di scherzo fra noi. Sai, abbiamo letto questo libro che parlava di... delle disavventure di questa stramba brigata piena di idioti, e l'abbiamo trovato così divertente che abbiamo soprannominato il club così.»
Oruki mi guardò minacciosamente. Iniziai ad avere la sensazione che non mi stesse credendo. «Capisco, quindi mi stai dicendo che questa cosa della brigata viene da un libro che voi avete letto. Vi ha ispirati talmente tanto che avete chiamato così il club. È divertente, perché apparentemente questo libro è talmente ispirante che nemmeno uno di voi due ne possiede una copia. E non cercare di sparare altre balle dicendo che il libro è nella stanza di Haruhi! Ho cercato anche tra le sue cose! Ho trovato oggetti parecchio interessanti anche lì!» Mise ancora la mano nella scatola e tirò fuori alcune altre cose. Una era la copia originale de Le Avventure di Mikuru Asahina. Un altro era il megafono che Haruhi ha usato durante le riprese del film. Infine l'ultimo era un'altra fascetta con scritto sopra "Ultra Direttore". «Ti va di spiegare questo?»
Mi aveva completamente messo all'angolo. Era come un famoso avvocato che stava per far confessare l'omicidio al testimone. Il suo istinto e il suo senso comune erano sottili tanto quanto quelli di sua figlia. Mi chiesi quasi se aveva perso la sua chiamata, durante la vita. Ciononostante, stavo sudando come non mai. Il mio cure batteva fuori dal petto, e la mia bocca era secca. Non riuscivo a pensare qualcosa da dire. Ero cotto, fatto e finito. Scusa Haruhi... ci ho provato...
Oruki stava mostrando ovvi segni di rabbia sul suo viso. Non stava più facendo giochetti mentali con me. Voleva la verità, e la voleva subito. Si alzò per venire verso di me e mi afferrò per la maglietta. Riuscivo perfino a vedere i capillari dei suoi occhi gonfiarsi mentre parlava. «Dimmi la verità! Che diavolo è questa Brigata!?»
Ingoiai la saliva a fatica e cercai di pensare a come rispondergli. Iniziavo a temere per la mia salvezza, e non avevo gambe su cui appoggiarmi. «Be'... hai ragione... non siamo nel Club di Letteratura...»
«E!?»
Continuai a pensare a cosa dirgli. Se gli avessi detto che il club si occupava di cercare alieni, viaggiatori del tempo ed esper, il club sarebbe stato condannato. Cercai con ogni forza a pensare sul come dirgli la verità sul club in modo da farla sembrare una cosa che ci avrebbe permesso di continuare le nostre attività. La scuola aveva rifiutato la proposta, ma pensai che sarebbe valsa la pena di fare un tentativo.
«Il nostro club è la Brigata SOS. Sta per "Spargere felicità e Ordine nel corpo Studentesco" Brigata. È un miscuglio dei club di consulenza. Cerchiamo di fare il nostro meglio per risolvere i problemi di alcuni dei nostri studenti. Li aiutiamo anche a risolvere i loro misteri e cose del genere...»
«Oh, questo sembra divertente!» esclamò Naru-san con innocenza. Questo non era proprio il momento per comportarsi in quel modo, davvero.
Oruki lasciò andare la mia maglietta e alzo un sopracciglio. «Brigata SOS?» Dopo avermi visto annuire, tornò a prendere la custodia che conteneva la copia del nostro film. «E come me lo spieghi questo?»
«Quello è un film che abbiamo girato per il Festival Culturale dell'anno scorso per promuovere la Brigata. Giuro!»
Oruki sembrò molto confuso. «Festival Culturale?» Si voltò verso Haruhi e la fissò con rabbia. «Non mi avevi detto che il Festival Culturale dell'anno scorso è stato cancellato?»
Questo spiegherebbe perché i genitori di Haruhi non si sono mai visti al Festival Culturale della nostra scuola, l'anno scorso. Haruhi aveva mentito loro per evitare che scoprissero della Brigata. A quel punto guardai verso Haruhi un'altra volta. La testa era così abbassata che le ciocche di capelli le coprivano gli occhi. Sembrava completamente sconfitta e senza energie. Avevo deluso lei e la Brigata.
«Ciononostante,» disse Oruki mentre passava intorno al tavolo per fermarsi davanti ad Haruhi. «Devo dire che questa Brigata SOS è molto differente da ciò che mi avevi raccontato, assumendo che mi abbiate detto la verità. Club di Letteratura, ovviamente.» Mi fissò con uno sguardo pieno di punte. «Sei congedato, Kyon-kun. Io e mia figlia abbiamo cose di cui discutere.»
Mi alzai lentamente dalla sedia e presi le mie cose con attenzione. Mentre me ne andavo, cercai di guardare Haruhi un'ultima volta. La sua espressione non era cambiata. Dannazione, avevo combinato un casino. Potevo solo sperare che non sarebbe finita troppo male.
Tornai alla mia stanza, ma mi fermai nel corridoio per cercare di ascoltare ciò che sarebbe stato detto. Ci volle poco perché le urla e gli insulti iniziarono. Rabbrividii ascotando l'enorme guerra di urli nata tra Haruhi e suo padre. Sentii molte imprecazioni durante la discussione. Però, ci fu una cosa che fece quasi fermare il mio cuore.
«Puoi dare al tuo stupido club un bacio d'addio! Sparito! Dimenticatelo!»
Ero abbastanza intelligente per capire cosa avrebbe significato. La Brigata SOS, la cosa più importante in assoluto da quando l'aveva creata, era sparita. Nell'ultimo anno aveva messo tutto il suo cuore e tutta la sua sua anima nella Brigata, e suo padre gliela stava strappando via. Diavolo, perfino io ci avevo messo molto di me stesso lì dentro. Tutti lo avevamo fatto. Anche a me sarebbe mancato terribilmente non avere più la Brigata nella mia vita.
Ma poi ci pensai meglio, e un enorme quantità di terrore iniziò a crescermi dentro. Non era una semplice questione riguardo un semplice club. No, era molto più grande! Grande quanto l'intero universo! Non serviva troppa immaginazione per capire che portarle via la Brigata SOS era uno dei modi più facile per causarle abbastanza turbolenza emozionale da farle attivare i suoi poteri e farle ricostruire il mondo.
Poco dopo aver avuto questa realizzazione la discussione finì. Sentii i passi di Haruhi che salivano per le scale. Superò con velocità la mia porta con le lacrime che iniziavano a scenderle per le guancie. Non si è nemmeno preoccupata di guardarmi.
Era arrabbiata con me? Se lo era, sarebbe stato un problema. Un grande problema! Nel passato, fin dalla prima ricostruzione2 del mondo, ho sempre pensato che c'era un'alta probabilità che se mai avesse deciso di ricostruire di nuovo il mondo io sarei stato la persona che avrebbe portato con sé. In quel momento, non ne ero così sicuro.
Pochi secondi dopo il mio cellulare squillò. Risposi immediatamente, sapendo benissimo chi era. «Come va, Koizumi?»
«Kyon-kun! Che sta succedendo!?» chiese Koizumi, con la voce che conteneva a stento il suo terrore.
Chiusi la porta e abbassai la voce prima di rispondere. «I genitori di Haruhi hanno appena scoperto della Brigata SOS per la prima volta. Suo padre le ha detto che non le è più permesso andarci.»
«Capisco. Non stai scherzando, vero?»
«Mi sarebbe piaciuto,» dissi prima di fare io una domanda. «Quanto è grave?»
Koizumi andò dritto al punto. «Se chiedi riguardo allo spazio chiuso, lasciami solo dire questo. È il più largo e il più veloce nel crescere che abbiamo mai visto. Anche più di quello della partita a baseball3. Non c'è assolutamente nulla che possiamo fare per fermarlo.»
Ingoiai a fatica la saliva vedendo le mie peggiori paure divenire realtà. «Quanto tempo abbiamo?»
«Meno di un ora. Entro questo tempo, il mondo finirà. Sta crescendo troppo in fretta perché l'Organizzazione possa gestirlo, e quelli dei piani alti sono nel panico più completo. Devi fare qualcosa tu per questo.»
«Cosa diavolo t'aspetti che faccia?»
«Non lo so. Ma al momento, se l'unica persona di tutto il mondo, anzi, dell'intero universo, che può fermarlo. So che puoi farcela.» Poi riattaccò.
Salvare l'universo di nuovo, eh? Nessun problema. È quello che i normali esseri umani sanno fare meglio. Controllai l'orologio della mia stanza. Meno di un'ora, eh? Non era molto tempo. E non avevo la più minima idea di come fare a rimettere le cose a posto. Dovevo parlare con Haruhi? No, dubitavo che avrebbe funzionato. Con l'umore che aveva in quel momento, dubitavo che avrebbe voluto parlare con chiunque, compreso me. Quindi cosa mi rimaneva? Mi lasciava davvero una sola possibilità.
Dovevo affrontare il padre di Haruhi, e in qualche modo fargli cambiare idea.
Farlo era come un suicidio. Dopotutto, ero sicuro che Oruki fosse parecchio arrabbiato anche con me. Se il confronto fosse diventato fisico, sarei stato decimato senza nemmeno che si fosse impegnato. Avrei dovuto cercare di evitarlo, ma non ero sicuro di poterci riuscire. Non avevo la minima idea di cosa avrei potuto dire per fargli cambiare idea. Ma nulla di questo importava, in realtà. Avrei dovuto farlo comunque. La mia vita era meno importante del destino dell'universo. Nel caso peggiore, verrei ucciso e dopodiché il resto dell'universo mi avrebbe seguito pochi minuti dopo. Almeno nessuno avrebbe potuto dire che non ci avevo provato.
Quindi aprii la porta e lentamente, con il nervosismo alle stelle, uscii dalla mia stanza e scesi le scale...
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Cavoli! Questo tiene sospesi, vero? Spero che possiate apprezzare la lettura di questo capitolo tanto quanto mi è piaciuto scriverlo. Scopriremo presto cosa accadrà a Kyon quando affronterà Oruki! Yay!

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N D T
1. Come avrete capito, Haruhi e Kyon non riescono a pronunciare le parole perché hanno la bocca piena di pane...
2. Riferimento alla Malinconia: Kyon evita la ricostruzione baciando Haruhi.
3. Episodio sette della prima stagione, volume tre della serue manga.

Imperdonabile. Sono in ritardo di più di quindici giorni, credo. Ma sapete, vado a scuola, e avevo un disperato bisogno di recuperare delle materie.... tentativo che ho comunuque fallito... oh, be', tenterò con il debito. Ehm, non parliamo del fatto che finalmente sono arrivate le copie del numero 15 e 16 del manga di Haruhi, e il mio romanzo di Toradora con circa quattro mesi di ritardo... Spero solo che non abbiate deciso di andare a seguire la fic in inglese per non dovermi aspettare!
Tornando al capitolo, ho intenzione di farvi un "regalo di scuse". Come? Molto semplice: questo capitolo vi tiene proprio col fiato sospeso, vero? Ebbene, il capitolo successivo, che contiene lo "scontro" fra Kyon e Oruki, uscirà poche ore dopo questo! Quando starete leggendo sarà già lì che vi aspetta! Spero che mi possiate perdonare... Ora basta parlare, passiamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Okay, abbiamo sprecato abbastanza tempo. È ora di iniziare con le cose serie. Sono sicuro che molti di voi stavano aspettando questo capitolo fremendo. Ed ora, è qui!
Iniziamo subito.
Oruki cederà... o no...

Capitolo 10
Sono in momenti come questo che penso: perché un vero supereroe non arriva e prende il mio posto? Posso nominare tantissimi supereroi dei manga he avevo letto che sarebbero decisamente più adatti a salvare il mondo di quanto io possa mai desiderare di essere. Sono un ragazzo normale, con non una sola oncia di poteri speciali. Diavolo, non ho nemmeno dei veri talenti. È stato solo grazie ad una bizzarra serie di eventi che sono qui. Per qualche ragione che ancora non capivo molto bene, avevo una strana relazione con una ragazza con dei poteri straordinari. Ero l'unica persona che aveva la capacità di influenzare il suo umore e comportamento. Qualcuno avrebbe potuto dire che questa mia influenza è il mio potere o talento. Personalmente, penso che semplicemente fu il capitare nel posto giusto (o forse nel posto sbagliato) a portarmi dove ero arrivato. Non volevo in principio che tutto ciò capitasse, ma mi ci ero abituato con il tempo. Che mi piacesse o meno, ero l'unica persona che avesse qualche speranza di sventare la distruzione dell'universo.
Speranza... era tutto ciò che avevo dalla mia parte, al momento.
In fondo alla scalinata mi aspettavano sia il mio nemico che il mio obiettivo. Cosa dovevo fare? Semplice. Convincere il padre di Haruhi a non bandirla dal suo club. Non poteva essere così tanto difficile, vero? Anche Oruki era una persona normale. Non possedeva qualche speciale potere che avrei dovuto affrontare. Quindi perché ero così spaventato?
Semplice. Nonostante il fatto che fossimo entrambi esseri umani, sarebbe da stupidi dire che questa era una lotta equa. Anzi, direi l'opposto. Fisicamente, ero completamente fuori dai giochi. Quel punto era stato reso piuttosto chiaro la prima volta che mi aveva portato a quel dojo per gettarmi nell'oblio. Quindi non c'era possibilità che potessi costringerlo a cambiare idea con la forza. Mentalmente, non ero molto più preparato. Solo pochi minuti prima, fui sonoramente sconfitto in una battaglia contro di lui. Non importa quanto avessi provato a mentire sulla Brigata, Oruki vedeva facilmente attraverso i miei inganni e controbatteva brutalmente. Quindi imbrogliarlo per fargli cambiare idea era egualmente irragionevole. C'era una sola strada per proseguire. Dovevo affrontarlo sul piano emotivo.
E come diavolo avrei fatto? Gli avrei implorato di cambiare idea sperando che avrebbe mostrato pietà? Dubito che avrebbe funzionato. Se c'era una cosa che Oruki non aveva molto, era la pietà. Avrei potuto spaventarlo per fargli cambiare idea. Come avrei fatto? Magari, se gli avessi detto la verità, che se non avrebbe cambiato idea l'universo sarebbe finito. Ah! Non ci avrebbe mai creduto. Nessuno ci avrebbe creduto. Forse avrei potuto convincerlo che se non avesse cambiato idea sua figlia non l'avrebbe mai perdonato e non l'avrebbe mai più amato. In qualche modo dubitavo anche per questa opzione. Probabilmente avrebbe detto "che sia!" e l'avrebbe finita lì. Forse avrei potuto convincerlo che la Brigata SOS aveva fatto tanto male quanto bene alla comunità scolastica. Però questo non lo sapeva. Dannazione, nessuna di queste idee sembrava molto buona.
Non importava come. Ero arrivato in fondo alle scale, e potevo già quasi vederlo. Mi sarebbe davvero piaciuto vedere il suo sguardo quando avesse saputo che aveva inavvertitamente causato la distruzione dell'universo. E non era nemmeno un granché come supercattivo. Certo, poteva essere un po' un bastardo, ma non era malvagio.
Almeno non lo credevo...
Sapete, la giornata era anche iniziata così bene...
Oruki era seduto sul divano a guardare la televisione. Il suo viso mostrava ancora ovvi segni del suo fastidio. Era ancora parecchio arrabbiato. Grandioso. Questo avrebbe reso il tutto più semplice... Mi vide avvicinarmi a lui, e vidi la sua rabbia crescere ancora di più.
«Che diavolo vuoi!? Non ti voglio nemmeno guardare in questo momento!»
Credimi, siamo in due...
«Riguarda il nostro club,» dissi.
«Non voglio sentirne parlare!» urlò Oruki guardando di nuovo verso il televisore.
Ignorai ciò che aveva detto e continuai. «Il club è molto importante per lei, e...»
Mi interruppe prima che potessi finire. «Quale parte di "non voglio sentirne parlare" non hai capito!?» Si spostò sul limite del divano, un ovvia comunicazione non verbale che diceva che se non fossi stato zitto e me ne sarei andato si sarebbe alzato. Ebbi l'idea che se si fosse alzato non sarebbe finita bene.
Ciononostante, sapevo cosa dovevo dire. Però avrei mentito se avessi detto che non ero leggermente terrorizzato. «Rimarrebbe devastata se le portassero via il suo club. Devi permetterle di tornarci!»
«Non devo fare nulla del genere!» Si alzò quindi in piedi. Oh, cavoli... «Quindi mi stai dicendo che anche se mia figlia mi ha mentito in faccia di continuo durane l'ultimo anno, devo fingere che non sia successo e farmene una ragione!? Be', puoi scordartelo, ca#&*!» Iniziò ad avvicinarsi a me in modo minaccioso. «E non iniziare a farmi parlare di te! So che se un digustoso, bugiardo pezzo di %^#! Pensavi davvero che non avrei scoperto il tuo stupido club!?»
«Onestamente non sapevo che non fosse a conoscenza fino ad oggi.»
«Stron%^#!»
Oruki era quasi sopra di me. Vedevo le vene sulla sua fronte gonfiarsi. Ingoiai a fatica la saliva. Il mio cuore stava nuovamente battendo fuori dal petto. La mia scelta combatti o fuggi si mostrò possente davanti a me. Personalmente, desiderai scegliere la fuga in quel momento, ma la poca razionalità che mi era rimasta mi ordinò di rimanere fermo. L'universo dipendeva su questo.
Oruki era davanti alla mia faccia. Ora parlava quasi ringhiando. «Conterò fino a cinque, potrai girarti e riportare il culo nella tua stanza prima che prenda la tua testa e la sbatta attraverso la porta principale.»
Spero che non fosse serio. Ditemi che non era serio.
«Uno!»
Va bene, era serio. Dannazione, non potevo arrendermi!
«Gli studenti a scuola contano sul nostro aiuto!» Va bene, era una bugia, ma dovevo provarci.
«Due!»
Non mi stava ascoltando. O non mi credeva o non gli importava. Qualunque fosse, non stavo andando molto lontano.
«Tre!»
«La Brigata SOS ha bisogno di Haruhi. Lei è la fondatrice e il suo capo.»
«Quattro!»
Notai a quel punto che il cielo stava diventando scuro. Erano soltanto forse le sei in punto al momento, ed era troppo presto per diventare scuro in questo tempo dell'anno. Doveva essere opera di Haruhi. Vidi poi un fulmine. Non c'era dubbio. Questa tempesta era sicuramente stata creata dal subconscio di Haruhi. Una manifestazione della sua rabbia e disperazione. Iniziai a chiedermi se fossimo dentro uno spazio chiuso. Non c'era modo per saperlo, sinceramente. Una sola cosa era sicura. Non potevo arrendermi.
«Cinque!»
Lo guardai con durezza, pronto al peggio. «Fa' quello che devi. Io non mi arrendo.»
Al momento, notai che Naru-san era entrata passando dalla cucina, con uno di sguardo di profonda preoccupazione sul viso. Guardai un'ultima volta verso Oruki. Un ghigno gli era comparso in faccia. Ricordo aver sentito lo squarcio di un tuono non appena l'avevo visto, rendendo il momento ancora più spaventoso.
«Facciamo a modo tuo...»
Fui rapidamente preso per i capelli e trascinato fino alla porta. Cercai di ignorare il dolore sulla testa e di prepararmi, aspettando che sbattesse effettivamente la mia testa contro la porta. Sentii Naru-san pregare suo marito di lasciarmi andare, ma venne ignorata.
Con una mia leggera sorpresa, Oruki non infilò la mia testa nella porta, ma invece la aprii e mi gettò fuori. Usai il braccio per proteggermi dall'impatto contro il marciapiede. L'impatto con qualcosa di duro fu piuttosto doloroso, e mi ci vollero alcuni secondi per riprendermi e rialzarmi. All'inizio pensai che mi stesse semplicemente sbattendo fuori di casa, ma poi lo vidi uscire, realizzando che aveva qualcos'altro in serbo per me.
«Sai, stavo iniziando a pensare che fossi un tipo a posto, Kyon-kun. Ma ora ti vedo per ciò che realmente sei. Sei un teppista, puro e semplice!»
Andava male! Molto male! Stava per fare quello che pensavo avrebbe fatto? Sono morto!
Prima che potessi notarlo, sentii un tremendo colpo direttamente sull'occhio destro. Non penso di aver avuto il tempo per accorgermi del dolore che provai mentre successe. Con le poca coscienza che mi era rimasta, cercai di atterrare sull'erba, sarebbe che sarebbe stato meglio che atterrare sul duro. Un secondo dopo, atterrai di faccia sul terreno. Mi ci volle un po' per riprendermi tutti i sensi.
«Voi teppisti siete tutti uguali. Vi comportate come duri, ma quando dovete affrontare qualcosa più grande di voi, vi arrendete sempre. Speravo che le nostre esperienze al dojo sarebbero state abbastanza per renderti più furbo, ma a quanto pare non sei intelligente quanto pensavo.»
Mi raccolse dal terreno, letteralmente. Mi afferrò per la maglietta e per la cintura e mi sollevò sopra la sua testa. La sensazione dell'essere sollevati in questo modo era incredibilmente orribile, e sentii un'enorme senso di impotenza. Poi mi lanciò ad alcuni metri di distanza. Atterrai sull'erba e rimbalzai almeno una volta prima di rotolare e fermarmi. Cavoli, quello aveva fatto male. Pensai che mi avrebbe ucciso per davvero.
Sentii qualcosa gocciolare sulla mia mano. Cos'era? Era sangue? Aprii gli occhi, notai che non era sangue, ma acqua. Sentii altre gocce cadermi addosso prima di realizzare che stava per piovere. Il vento si era alzato improvvisamente a livelli incredibili. Sapevo che non ci sarebbe voluto molto prima che la pioggia non avesse iniziato a scendere come un torrente. Il cielo era nero che più non si può, e vedevo i fulmini colpire intorno a noi. Era questo l'inizio della fine?
Con tutte le mie forze mi rialzai in piedi, facendo quello che potevo per ignorare il dolore. «Non devi farlo per forza! Per favore, ascoltami!»
«Perché? Così puoi mentirmi ancora!?»
Mi gettò un altro pugno direttamente sul petto, facendomi uscire il fiato. Caddi sul sedere un secondo dopo, sentendo una scossa attraversarmi il corpo per l'impatto. In due soli colpi e due cadute, ero già demolito. Non avevo idea di quanto ancora avrei potuto prenderne.
Mi ci vollero alcuni secondi per recuperare il respiro. Respirai più che potei per riprendermi prima di alzarmi in ginocchio. La pioggia scendeva furiosamente ed entrambi ci stavamo inzuppando. Lo guardai dal basso. Sembrava una specie di demone posseduto. Dannazione, non volevo morire!
Finalmente mi rialzai e lo guardai dritto negli occhi. «Non sai quello che stai facendo! Non so come spiegartelo, ma parlo seriamente quando ti dico che se non cambi idea subito, te ne pentirai in futuro!»
«Sta' zitto!»
Sentii un altro pugno atterrare sulla mia guancia. Ero a terra per la quinta volta. Presto scoprii il sapore metalloso del sangue in bocca. Mossi la lingua nella bocca e trovai un piccolo taglio all'interno della guancia. Dovevo essermi morso ricevendo il pugno.
Dopo aver sputato un po' di sangue, usai qualunque forza di volontà mi fosse rimasta per rialzarmi in piedi. Scivolai al primo tentativo. Il terreno era completamente saturo d'acqua, e stava iniziando a diventare fangoso. Al secondo tentativo, ebbi più successo. Ciononostante, mi sentivo come se avessi affrontato un incidente ferroviario.
Oruki sembrò quasi sorpreso che mi fossi alzato nuovamente. Mi raggiunse e mi ricalciò a terra. «Rimani giù, ragazzo!»
Fortunatamente, il terreno si era ammorbidito abbastanza a questo punto che l'impatto non fu tanto male. Ciononostante non avevo fin da subito la forza per rialzarmi. Provai la sensazione di migliaia di pesantissime gocce di pioggia cadere su tutto il mio corpo. Aprii gli occhi e vidi Oruki in piedi davanti a me, respirando con pesantezza, guardare ogni mio movimento. Dopo qualche secondo, sembrò soddisfatto che fossi a terra per bene, quindi si voltò e iniziò ad andarsene.
Non so cosa mi successe a quel punto. Fu la mia profonda preoccupazione per l'universo? Fu il mio desiderio di vivere? O fu qualcosa di più? Non lo so. Ma mi costrinsi un'altra volta a stare in piedi e a chiamare Oruki. «Aspetta! Torna indietro!»
Oruki si voltò e mi guardò con confusione. «Hai voglia di farti punire? Va bene...» Quindi marciò verso di me e mi colpì con un pugno allo stomaco, e un altro sul plesso solare. Caddi un'altra volta, questa volta atterrando ai suoi piedi. Urlai sotto a quei colpi. Non ricordavo l'ultima volta che stavo così male.
«So che ti ha fatto male, ragazzo. Quindi fatti un favore e non rialzarti. Non costringermi a doverti mandare all'ospedale.»
Ci volle qualche secondo per capire quello che aveva detto. Iniziai a pensare che non avrei mai avuto abbastanza tempo per arrivare all'ospedale prima della fine del mondo. Dannazione, dovevo alzarmi di nuovo, eh? Faceva così male. Volevo solo svenire. No, non potevo! Che noia! Dovevo alzarmi! Ecco che ricominciamo...
Quando avevo iniziato a cercare di alzarmi, Oruki era già quasi alla porta. Una volta riuscito finalmente ad alzare la testa dal suolo, iniziai a tossire. Sentii un altro po' il sapore del sangue. Grandioso, non ditemi che stavo sanguinando internamente o qualcosa del genere. Ignorai la questione e continuai ad alzarmi. Lo chiamai un altra volta per impedirgli di entrare. «Fermati!»
Oruki si voltò sembrò quasi perplesso quando mi guardò. Mi fisso per più di qualche secondo prima di parlare. «Che diavolo hai che non va!?» Tornò verso di me un'altra volta. I fulmini erano ancora più forti di sempre e il vento era fortissimo. Perfino Oruki stesso sembrava preoccupato del tempo. «Desideri di morire o qualcosa del genere!?»
Quando Oruki mi raggiunse, mi aggrappai al davanti della sua maglietta con entrambe le mani e la tenni con tutto me stesso. «Non ti lascierò portarle via il nostro club!»
Oruki mi guardò dall'alto meravigliato. Sembrava quasi senza parole. Passò quella che mi sembrava essere un'eternità prima che iniziò a parlare. «Perché fai questo?»
Non avevo una buona risposta per lui. Non era perché non ci avevo pensato; è solo che nemmeno io ero sicuro. Ho visto negli anime e nei manga l'eroe che si sarebbe fatto picchiare quasi fino a morire ma si sarebbe alzato ancora. A quel punto ha sempre qualcosa di ispirante o di eroico da dire al nemico, qualcosa che sarebbe il pinnacolo dell'assoluta epicità. Il problema è che io non avevo mai pensato che mi sarei ritrovato in una situazione simile, quindi non avevo mai pensato a qualcosa di fantastico da dire in un momento come questo. Quindi, e adesso? Dovevo dire qualcosa. Pensai di dire qualunque cosa mi fosse passata per la testa...
«Lo faccio perché sono un membro della Brigata! E Haruhi è il mio capobrigata!»
...fu la cosa più sdolcinata che avessi mai detto in tutta la mia vita. Rovinai completamente il momento. Sperai davvero che nessuno oltre a Oruki l'avesse sentito. Se questa fosse stata la storia di un anime, sono sicuro che chiunque l'avesse sentito o visto mi avrebbe preso in giro a morte.
Pochi secondi dopo, sentii il rumore di passi sommersi dall'acqua venire verso di noi velocemente. «Papà, basta!» Un secondo dopo, Haruhi era fra me e Oruki, e aveva spinto via suo padre. Poi tenne le braccia estese ai lati come se stesse cercando di proteggermi. «Non ti lascierò fargli ancora del male!»
Eri un po' in ritardo, se volevi saperlo. Ero già piuttosto dolorante.
Oruki ci fissò entrambi per un po' prima di emettere un lamento di frustrazione. Mi chiesi se stava iniziando a provare del rimorso. Prima che potessi scoprirlo, Haruhi mi afferrò la mano e mi tirò verso di sé. Mise il mio braccio sulle sue spalle e mi aiuto a tornare dentro casa. A quel punto notai che Naru-san era rimasta sotto la porta per tutto il tempo, sembrando piuttosto sconvolta. «Stai bene!?»
Non ebbi occasione di risponderle dato che Haruhi mi trascinò oltre e mi portò al piano di sopra. Un minuto dopo, ero nel bagno, seduto sulla tavoletta. Haruhi iniziò a controllarmi il viso e il petto per vedere i danni. Dopo circa un minuto, sospirò profondamente.
«Idiota. Non dovevi andare e sfidarlo.»
Era più una demolizione che una sfida. Non avevo mai effettivamente provato ad attaccarlo. Anche se ebbi la sensazione che se ci avessi provato il risultato sarebbe stato lo stesso. Pensai che in quel momento Haruhi sarebbe stata un po' più propensa ad ascoltare qualunque cosa avessi da dire, quindi parlai. «Mi dispiace... per aver detto a tuo padre la verità sul club.»
Haruhi guardò per terra, sembrando quasi in prenda alla vergogna. «Non è colpa tua... avrei dovuto dirti che glielo stavo nascondendo.» Poi si rialzò. «Vado a prenderti del ghiaccio. Rimani qua.» Poi uscì dal bagno e proseguì giù per le scale.
Mentre la aspettavo, sentivo l'acqua sul mio corpo assorbire rapidamente il calore dalla mia pelle. Iniziavo ad avere la pelle d'oca dappertutto mentre sentivo un brivido salirmi la schiena. Sentivo anche il mio occhio e la mia guancia gonfiarsi. Accidenti, mi sentivo uno schifo.
Haruhi tornò poco dopo, ghiaccio in mano. Lo posò delicatamente sul mio occhio sinistro. «Tienilo lì fermo per un po'.» Mettendo la mano sull'impacco di ghiaccio, la mia mano toccò per un attimo quella di Haruhi. Sembrò lievemente presa di sorpresa sentendo la mia mano sulla sua. Poi mi afferrò l'altra mano. «Stai congelando. Perché non mi hai detto nulla?» Cercò in un cassetto, prese l'asciugamano più grande che trovò e me lo mise intorno. Dopo circa un minuto l'asciugamano riuscì a riscaldarmi.
«Dovresti cambiarti quando hai finito di raffreddare l'occhio. Lasciamelo guardare un'altra volta.» Tolsi l'impacco per lasciarglielo fare. Ispezionò il mio occhio con attenzione. «Ti rimarrà sicuramente il segno.»
Solo a quel punto realizzai che il viso di Haruhi era davvero vicino al mio. Sentivo di nuovo il suo respiro su di me, e presto mi ricordai dell'altra notte quando Haruhi si era infilata nella mia stanza. Sentii nuovamente il mio cuore iniziare a correre mentre guardavo i suoi occhi color ambra. Per un momento, avevo completamente dimenticato del mio stato miserabile e mi persi nel momento. Non ci volle molto perché Haruhi ebbe la stessa realizzazione, e il suo sguardo passò dal mio occhio sinistro ad entrambi i miei occhi. Rimanemmo entrambi immobili per quella che sembrò essere un'eternità, i nostri visi a pochi centimetri l'uno dall'altro. Sentivo i muscoli nel collo farsi più tesi, come se fosse guerra in guerra con sé stessa. Mi sentii quasi come se alcuni muscoli mi stessero spingendo più vicino a lei, e altri muscoli stessero invece resistendo. Sentivo il mondo farsi distante mentre la confusione cresceva in me. I miei occhi si spostarono sulle sue labbra. Le stesse labbra che... sì, ricordavo chiaramente adesso. Ricordavo la loro sensazione. Così morbide. Sentivo il mio collo spostarsi impercettibilmente verso di lei. E sembrava che lei stesse facendo lo stesso. Il mio cuore batteva sempre più veloce mentre ci spostavamo l'uno vicino all'altra fino a che...
...fino a che non sentimmo qualcuno schiarirsi la gola...
Haruhi si voltò velocemente verso la porta. Sapevamo entrambi che era Oruki, ma tutto ciò che vidimo di lui fu la spalla e il braccio. Era appoggiato contro il muro esterno, il muro della porta del bagno, con la schiena verso di noi. Quando fui sicuro che fosse lui, guardai da un'altra parte, non volendo vederlo. Notai che Haruhi fece lo stesso.
«Ascoltate... riguardo il vostro club... ne parleremo domani... Ma per adesso penso sia meglio che ve ne torniate nelle vostre stanze...»
Dopo averlo detto, se ne andò in quella che dal rumore dei suoi passi sembrava essere la sua stanza e chiuse la porta. Anche Haruhi si alzò e andò verso la porta. Si fermò prima di uscire, e guardò verso di me. «Comunque...» Sembrava affaticata nel scegliere le parole. Sembrò quasi imbarazzata. «Grazie...»
Le sorrisi in risposta. Avevo ricevuto le sue scuse ed un suo grazie in una sola settimana. Non pensavo che avrei mai visto una cosa del genere. «Nessun problema. Ti aspettavi qualcosa di meno da un membro della Brigata?»
Fece un lieve sorriso prima di andarsene. «Vedi di cambiarti prima di prenderti un raffreddore. Sarebbe l'ultima cosa che ci serve al momento.»
Dopo che fu fuori dal mio raggio visivo, mi alzai lentamente e dolorosamente e andai a sdraiarmi sul mio letto per riposarmi. Non fu fino a che non mi fui cambiato che non iniziai a preoccuparmi di una cosa. Stavo per baciare Haruhi? Il momento prima che Oruki si era mostrato... non c'era alcun dubbio a riguardo. Stavo davvero per baciarla. Perché? A cosa stavo pensando? Stavo impazzendo? No, magari il mio cervello era fuori servizio per tutti i colpi alla testa. Doveva essere quello. Non c'era possibilità che in un momento normale lo avrei fatto. Già...
Fortunatamente, lo squillare del cellulare mi riportò indietro alla realtà. Ebbi la sensazione che era di nuovo Koizumi, sperando che avesse buone nuove. «Pronto?»
«Sono ancora io. Non so cos'hai fatto, ma sono contento che tu l'abbia fatto. Lo spazio chiuso ha rallentato significativamente. Bada, non del tutto, ma abbastanza da permetterci di gestirlo da qui.»
«È una buona cosa. In ogni caso scoprirai sicuramente come ho fatto per salvare l'universo. Sarebbe impossibile nascondere i lividi.»
Koizumi rimase in silenzio per alcuni secondi, come se non fosse sicuro su come rispondere. «Capisco. Be', almeno ha funzionato. Sfortunatamente, probabilità sono che domani non riuscirò a vederti, dato che ci vorrà del tempo per risolvere questo spazio chiuso.» Notai che la sua voce nascondeva appena la sua mancanza di entusiasmo per la sua imminente missione.
«Be', divertiti, Koizumi.»
«Farò del mio meglio...» disse Koizumi in un tono che sapeva già che il divertimento non sarebbe stato nel suo menu.
Riattaccai e tornai a sdraiarmi. Notai che il cielo si era rischiarato un po'. Cercai di fare quello che potei per addormentare, ma ero piuttosto a pezzi dopo quello che era successo. Mi voltai e notai la tartaruga di legno che avevo preso da Oruki. Non riuscivo a levarmi la sensazione che si stesse prendendo gioco di me. Per come mi sentivo, avevo voglia di gettarla in qualche modo dalla finestra.
Poco dopo, sentii qualcuno bussare alla porta. «Chi è?»
«Sono io,» disse Naru-san. «Ho pensato di portarti la cena. Posso entrare?»
«Certamente,» risposi. Naru-san era sempre la benvenuta nella mia stanza... aspetta, questa frase non è uscita come volevo. Non importa...
Naru-san aprì la porta, permettendomi di notare che portava un vassoio in mano. Era la serata giapponese, giusto? Stava iniziando a mancarmi il cibo a cui ero solitamente abituato. La ringraziai dopo che ebbe posato il pasto sul mio letto. Rimase lì a guardarmi mangiare per qualche minuto. Sembrava quasi depressa, anche se sembrava star cercando di nasconderlo con il suo dolcissimo sorriso.
«C'è qualcosa che non va, Naru-san?»
Naru-san sospirò con pesantezza prima di rispondere. «Mi dispiace di non aver fermato mio marito, prima. Per me è difficile tenergli testa... non mi piacciono i confronti.»
Sorrisi a Naru-san, facendole capire che era perdonata. «Capisco. Lei è sicuramente il tipo non violento. Considerando quant'era infuriato, credo che nessuno avrebbe potuto fermarlo.»
«So che può essere difficile da credere, ma mio marito è una brava persona,» disse Naru-san abbassando lo sguardo. «È solo che a volte si lascia trasportare. Era un teppistello da giovane. So che non dovrei cercare scuse per lui, ma sono sicuro che si sta pentendo di quello che ha fatto.»
Poi sembro che gli fosse venuto in mente qualcosa. «Oh, prima che mi dimentichi, dammi la tua uniforme scolastica, la laverò. Sono sicura che sia ridotta piuttosto male.»
«Oh, grazie. Lo apprezzo.»
Dopo aver preso la mia uniforme, Naru-san fece un rispettoso inchino e lasciò la mia stanza. Continuai a godermi il pasto, assaporando il gusto. Mentre mangiavo, sentii Naru-san bussare alla porta di Haruhi. Riuscii a malapena sentire quello che dicevano.
«Haru-chan! Ti ho portato la cena!»
«Va' via! Non ho fame!» Ovviamente, Haruhi era lontana dall'essere contenta. Sembrava che stesse entrando in un altro di quei suoi periodi di malinconia. Non che la biasimassi.
«Va bene! Lascierò il vassoio fuori dalla porta, se cambi idea.»
Quella fu l'ultima cosa che sentii per il resto della notte. Dopo aver finito la cena, lasciai il vassoio a terra e mi sdraiai di nuovo. A stomaco pieno, fu molto più facile addormentarmi. Ero ancora giù di morale per il fatto che la giornata fosse andata da essere meravigliosa allo schifo completo. Speravo solo che le cose sarebbero andate meglio l'indomani. Ancora non sapevo cosa sarebbe successo alla Brigata. Mi mi sarebbe piaciuto pensare che non ero stato pestato senza motivo...
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Scusate per aver reso il capitolo più corto del solito, ma non volevo farvi aspettare troppo. Ho ancora molte sorprese da farvi vedere. In realtà non sono nemmeno alla metà della fic (anche se sono in effetti vicino alla metà).
Quindi, che succederà alla Brigata? Lo scopriremo nel prossimo capitolo...

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Allora, vorrei spendere queste prime parole per insultare le vane, inutili e ostentate parole di Naru-san, ma non lo farò. Non perderò nemmeno tempo ad insultare Oruki, altrimenti questa pagina raddoppierebbe la sua lunghezza.
Quindi mi limiterò a scusarmi di nuovo per il ritardo decisamente eccessivo, chiedere venia e mettermi a lavorare all'undicesimo. Detto questo spero che questo capitolo sia stato abbastanza interessante e intrattenente. Io sono rimasto sul fiato sospeso per tutto il tempo della traduzione, pur essendo il meno interessante tra gli eventi principali della fic...
Un ultimo appunto. Avete notato che il linguaggio più pesante è stato censurato alla meno peggio? Scelta dell'autore. Onestamente, ho perfino usato gli stessi simboli che ha usato lui.
Come al solito, spero che mi facciate sapere la vostra opinione a riguardo, e non esitate a farmi domande se non capite qualcosa... ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Amo ancora le reazioni che sto ricevendo dai lettori di questa fic. È proprio una bella cosa che il mio lavoro vi piaccia ancora.
Ho parlato abbastanza, però. È ora di arrivare al prossimo capitolo.


Capitolo 11
Durante tutta la notte ebbi i sogni più vividi che avessi fatto da un po' di tempo a quella parte. Uno di questi era anche più strano di quello in cui avevo seppellito il gatto.
In questo sogno, ero un cane. Esatto, un cane. E nemmeno uno grande. Ero uno di quei piccoli terrier. Non ero solo, però. All'inizio ero con Haruhi, che portava un vestito bianco e blu, con delle pantofole rosse glitterate. Poi incontrammo Koizumi, che era uno spaventapasseri, Nagato, che era una specie di donna di latta, e Asahina-san, che era una leonessa codarda ma carina. Camminavamo lungo questa strada dai mattoni gialli verso una strana città.
Lungo la strada, incontrammo l'Asahina-san più grande, che era la strega buona del nord, Tsuruya-san, che era la malvagia strega dell'ovest, Taniguchi e Kunikida, che erano più o meno degli uomini-scimmia con le ali, e perfino il Presidente del Club d'Informatica, che era l'uomo di sorveglianza dell'ingresso città. Abbiamo perfino incontrato Il Mago, chiunque esso dovesse essere. Sembrava una specie di testa gigante malvagia. Oh, e il padre di Haruhi interpretava quel ruolo.
Sfortunatamente, prima che potessi scoprire la conclusione di quel ridicolo sogno, iniziai a sentire un dolore tremendo sull'occhio sinistro. Diventava man mano sempre peggio fino a che non fui costretto ad alzarmi.
Scoprii presto che Haruhi, che aveva già indosso la divisa scolastica. Stava punzecchiando il mio occhio sinistro, lo stesso che era stato particolarmente maltrattato la sera precedente. Proprio mentre stavo per urlare dal dolore, Haruhi mi piazzò la mano sulla bocca per zittirmi. Poi si mise un dito davanti alle labbra per enfatizzare il silenzio.
Le tolsi la mano dalla mia bocca e sibilai. «Perché l'hai fatto?»
«Cosa? Stavo cercando di svegliarti,» disse Haruhi, la sua voce un sussurro.
«Dovevi punzecchiarmi l'occhio?»
Haruhi scosse le spalle e si alzò. «Ha funzionato, no? Sbrigati a prepararti.»
Sbadigliai profondamente prima di guardare l'orologio... Ehi, ma era un'ora prima del l'orario in cui di solito ci svegliavamo. Qual era il motivo?
Scesi infine dal letto e... sentii un'enorme dolore su tutto il corpo. Le endorfine che viaggiavano per il mio corpo la sera prima erano ormai sparite, e ora il mio corpo sentiva per intero il danno che aveva ricevuto. Perfino il polso e il coccige mi facevano male, probabilmente dal ripetuto impatto con il terreno. Facendo tutto ciò che fosse possibile per attutire il dolore, mi mossi lentamente verso la porta. Proprio appena uscito, mi vidi volare qualcosa contro la faccia. Lo presi al volo istintivamente, e scoprii che era la mia uniforme scolastica. Era pulita.
«Sembra che mia madre abbia finito di pulirli proprio ieri sera,» disse Haruhi incamminandosi giù per le scale. Appoggiai i vestiti sul letto e andai in bagno.
La prima che feci fu guardarmi allo specchio. E con una totale mancanza di sorpresa, notai che avevo un fantastico occhio nero, quello sinistro. Quello e l'occhio era completamente rosso per tutti i capillari scoppiati. Anche la guancia destra era gonfia. Quando iniziai a farmi la doccia, noitai che avevo diverse ferite anche sul petto. Una cosa era certa. Chiunque mi avesse guardato avrebbe capito che ero stato pestato. Accidenti, sarebbe stato fastidioso.
Dopo aver finito di farmi la doccia ed essermi vestito, raggiunsi lentamente la cucina al piano di sotto. Haruhi aveva già preparato la colazione, anche se era una di quelle da riscaldare al microonde. Aveva anche preparato i nostri pranzi.
«Perché siamo così di fretta, nell'uscire?»
Haruhi guardò storto. Non me, però. Guardava storto qualunque cosa avesse voglia di guardare storto in quel momento. «Perché non voglio vederlo, ecco perché.»
Non mi ci volle molto per capire a chi si stava riferendo. Ad essere onesti, nemmeno io volevo vederlo. Finimmo il più velocemente possibile la colazione per poi uscire.
I marciapiedi erano deserti mentre andavamo verso la scuola. Credo che non fosse una cosa strana, nessuno andrebbe a scuola così presto il mattino. La camminata fu molto silenziosa. Haruhi non si preuccupò di dirmi qualcosa, e continuò a sembrare rinchiusa in uno stato di intontimento per tutto il tragitto. Fu abbastanza imbarazzante, davvero.
Una volta arrivati alla scuola, scoprimmo che la porta non era ancora aperta. Come conseguenza, dovettimo sederci fuori ad aspettare. Una volta seduti, vidi Haruhi aprire la cartella. «Hai mai fatto i compiti?»
«No.»
«Nemmeno io,» disse Haruhi. Immagino che nemmeno questo fosse una sorpresa considerando come si sentiva la sera prima. È raro per Haruhi rimandare qualcosa. «Dovremmo farli ora. Non dovremmo metterci molto.»
Quindi Haruhi ed io decidemmo di fare i compiti mentre aspettavamo l'apertura della scuola. Lo trovai abbastanza faticoso, dato che la mano che usavo per scrivere era anche quella col polso che faceva un male tremendo. Immagino che la buona notizia fu che fare i compiti con Haruhi significava che li avrei risolti molto velocemente. Accidenti, avrei voluto essere sveglio come lei.
Più o meno quando ebbimo finito, notammo le porte venire aperte. Entrammo subito e ci dirigemmo immediatamente nella nostra aula. Fummo i primi ad entrare, e devo ammettere che fu una sensazione piuttosto strana. Haruhi si sedette subito al suo banco e sotterrò la testa fra braccia, appoggiata sul banco. Già, era in modalità malinconia. Accidenti, era terribile. Davvero non potevo sopportarla quando faceva così.
Decisi di parlarle comunque, se non altro per passare il tempo e magari distrarla dalla sua malinconia. «Quindi... come hai fatto a convincere i tuoi genitori che eri nel Club di Letteratura?»
Haruhi sollevò di poco la testa per guardarmi. Fu silenziosa per qualche secondo, come se stesse lottando per trovare la voglia di parlare. «All'inizio fu difficile. Inizialmente, andai a comprare qualche libro a caso per fingere di doverli leggere per il club. Era abbastanza per i miei genitori all'inizio, ma mio padre poi divenne sospettoso quando notò che alcune delle sue cose erano sparite. Gli dissi che ne avevamo bisogno per il club, ma iniziò a chiedere qualche prova. Iniziò davvero a starmi col fiato sul collo fino a che non gli ho dato una copia del giornale a cui abbiamo lavorato per salvare il Club di Letteratura di Yuki.»
Già. Me lo ricordavo. Per evitare che il Club di Letteratura venisse chiuso, facendosi perdere l'aula, il Presidente del Consiglio Studentesco ci costrinse a scrivere un vero e proprio giornale. Anche se fu abbastanza fastidioso scrivere quella stupida storia non romantica che alla fine ero riuscito a buttare giù, pensai che l'intera esperienza fu davvero interessante. Ovvio che riuscì ad ingannare i genitori di Haruhi. Il giornale aveva i nostri nomi sopra, quindi era facile pensare che fosse legittimo.
«Smisero di preoccuparsene dopo quello, fino a che non ti sei trasferito da noi.» Sospirò profondamente e sotterrò ancora di più la testa fra le sue braccia. Continuava a parlare, ma la sua voce era come attutita. «Non so perché debbano spingermi così tanto all'unirmi ad un normale club, comunque. Non sono più una bambina. Perché non posso avere la libertà di fare quello che voglio del mio tempo libero? Quei due possono andarsene a divertirsi ogni volta che vogliono. Mi fa impazzire. Non riesco a sopportare ne uno ne l'altra...»
«Anche tua madre?» chiesi. «Ora che ci penso, che c'è che non va con tua mamma? Intendo, riesco a capire che non vai d'accordo con tuo padre, ma immaginavo che saresti stata molto più vicina a lei.»
Haruhi si voltò verso la finestra prima di rispondere. «Si mette sempre dalla sua parte. Non importa cosa succeda, non è mai stata dalla mia parte. E qualche volta, le ho confidato qualche segreto che volevo tenere solo fra me e lei, ma lei andava a dirgli tutto quanto comunque. Non riuscivo a credere che l'aveva fatto. Dopo quello, realizzai che non potevo riporre in lei la mia fiducia. Avrebbe scelto sempre lui prima di me.»
«Capisco,» dissi scoprendo un altro pezzo del Puzzle Suzumiya. Non avevo idea che il rapporto fra Haruhi e i suoi genitori fosse così complicato. Avrei voluto dirle che mi ci ritrovavo, ma sarebbe stata una bugia. Non ho mai avuto questo tipo di problemi con i miei genitori. C'era una parte di me che desiderava di poter fare qualcosa, ma l'altra parte disse subito che potevo fare ben poco. Alla fine sarebbe stato a questi tre il compito di mettere a posto le cose tra di loro. Speravo solo che sarebbe accaduto prima della distruzione totale dell'universo.
Haruhi si rialzò dal banco e prese un pezzo di carta dalla sua cartella assieme ad un marker. «Meglio occuparsi di questo, adesso.» Ci scrisse velocemente qualcosa. Una volta finito, lo appoggiò sul banco per farmelo vedere. C'era scritto:
"Attenzione membri della Brigata: Tutte le attività della Brigata sono sospese fino a nuovo avviso."
Fisso il foglio piena di dolore per un minuto. Chiuse con forza gli occhi per evitare di far uscire quelle che sembravano essere lacrime. «Devo attaccarlo alla porta dell'aula del club durante il pranzo.» Poi mise con cura il foglio di carta nel sottobanco e sotterrò di nuovo la testa fra le sue braccia.
Dopo, i nostri compagni iniziarono ad entrare, e ci volle poco prima che tutti iniziarono a notare la mia condizione. Mi lamentavo silenziosamente dall'esasperazione ogni volta che qualcuno entrava e notava l'occhio nero e la guancia gonfia che avevo. Dopo un po', cercai di nascondere l'occhio con la mano, ma ormai era troppo tardi. Quelli che mi avevano già visto prima raccontarono velocemente il tutto agli altri. Quando arrivarono Taniguchi e Kunikida, avevo ormai rinunciato all'idea di nascondere l'occhio e avevo accettato il mio destino. Le dicerie sarebbero volate per la scuola. Probabilmente qualcuno avrebbe pensato che mi fossi picchiato con qualcuno. Non era una lotta, dannazione! Sarebbe statstata una lotta solo se avessi provato a difendermi.
Dopo aver messo giù le loro cartelle, Taniguchi e Kunikida vennero a parlarmi.
«Che diamine ti è successo?» chiese Kunikida.
«Sembra che tu abbia combattuto contro un camion,» disse Taniguchi.
Girai gli occhi verso la finestra, cercando di rendere ovvio il fatto che volevo essere lasciato in pace. «Ne parleremo dopo.»
Mi lasciarono in pace e le lezioni iniziarono poco dopo. Ogni insegnante che entrava si fermava brevemente ogni volta che mi vedevano. Sì, era un occhio nero! E allora? Per favore, smettetela di fissarlo! È così fastidioso!
Arrivata l'ora di pranzo, Haruhi lasciò silenziosamente la stanza in un modo che mancava della più minima quantità di energia. Si assicurò di portarsi dietro il foglietto di carta su cui prima aveva scritto il messaggio. Questo ovviamente significava che dovetti sedermi con gli altri due mentre mangiavo il pranzo. Anche il polso mi stava dando dei problemi, quindi mangiare fu faticoso.
«Quindi, dicci che è successo,» disse Taniguchi senza perdere tempo. «Con chi è che hai lottato?»
«Non era una lotta. È più accurato dire che sono stato attaccato.»
«Chi è che ti attaccherebbe?» chiese Kunikida.
Risposi con una certa riluttanza. «Il padre di Haruhi...»
«Ahia!» urlò Taniguchi facendosi piccolo. «Che è successo, ti ha beccato mentre ti baciavi con Suzumiya-san?»
«No!» alzai la voce nella totale esasperazione. Dannazione se era odioso quel tipo. «È venuto fuori che Haruhi non ha mai detto ai suoi della Brigata SOS, e loro l'hanno scoperto. È stata messa in punizione e non può più andare al club, e nel cercarei convincere suo padre a lasciarla andare, mi ha pestato.»
«Cavoli, sembra un tipo orribile,» disse Kunikida. «Ho notato che lei era davvero giù, oggi.»
«Già...» dissi guardando il mio pranzo. Notai che era stato ricavato dalla cena della sera prima. Sapendo che i Suzumiya non lasciano mai qualcosa di avanzato dai loro pasti, iniziai a sospettare che Haruhi non avesse mai mangiato la sua cena la sera prima e che avesse usato quello che c'era nel piatto per farci il nostro pranzo. Scossi mentalmente le spalle e mangiai comunque. Anche se era cibo avanzato, aveva un ottimo sapore.

La scuola era finita, e per la sola seconda volta da quando il club esisteva, mi ritrovai a camminare verso casa alla fine delle lezioni anziché andare al club. Mi ricordai di come era così strano camminare con così tante altre persone anch'esse dirette verso casa. Immaginai che fosse strano anche per Haruhi. Rimase in silenzio per tutto il tempo, però, quindi non ero davvero sicuro di quello che le stava passando per la testa. Il suono delle chiacchere degli studenti intorno a noi e delle macchine che passavano per strada fu tutto ciò che sentii durante il tragitto verso casa.
Non potei non notare che anche se stavamo scendendo una collina la camminata di Haruhi era decisamente più lenta del suo solito. E più ci avvicinavamo a casa sua, più si faceva lenta. Quando fummo arrivati alla strada dove si trovava casa sua, il suo passo era praticamente trascinato. Realizzai a quel punto che Haruhi stava semplicemente cercando di rimandare il ritorno a casa, probabilmente perché non voleva incontrare suo padre.
Cercai di assicurarla meglio che potei. «Magari se siamo fortunati, non incontreremo tuo padre una volta tornati.»
Sentii Haruhi sospirare profondamente mentre aumentava il passo, anche se solo di poco, magari per chiudere velocemente la faccenda.
Sfortunatamente, il momento in cui aprimmo la porta, Oruki era dall'altra parte. Meraviglioso... notai che Haruhi portò lo sguardo sul terreno, nemmeno preoccupandosi di guardare suo padre in faccia.
«Fermi qui,» disse con la mano alzata. «Io e tua madre abbiamo discusso su cosa dovremmo fare riguardo il tuo club, e abbiamo deciso questo.» Notai Naru-san raggiungerci da dietro di lui, dandoci un piccolo sorriso prima che suo marito continuasse. «La verità dei fatti è che ci hai mentito. Questo non può passare impunito. Di conseguenza, sei in punizione per il resto della settimana. Devi tornare immediatamente da scuola e andare direttamente nella tua stanza. Però, il Sabato...»
Ci colpì come con una bomba.
«...terrai qui una delle riunioni del club.»
Gli occhi miei e di Haruhi si spalancarono non appena lo sentimmo. Aspetta, voleva che tenessimo una riunione del club... qui? A casa di Haruhi?
Oruki incrociò le braccia e fece un sorrisetto. «Io e tua madre vogliamo vedere questo club con i nostri occhi. Dopotutto, Kyon-kun stesso ha detto che voi ragazzi avete il compito di risolvere misteri per gli altri, no? Voglio vedervi in azione. Voglio vedere questa... come avevate detto che si chiamava, il club?»
«La Brigata SOS,» risposi.
Oruki si fermò per un secondo nel rammentare il nome. «O... ok... Se questa... Brigata SOS è tutto quello che ci avete detto essere, allora puoi continare ad andarci. Altrimenti, non ci andrai mai più.»
Haruhi ed io ci guardammo a vicenda nel sentirlo. Non ero sicuro di come si sentisse, ma io provavo una mistura composta dal sentirsi sollevati e dall'essere nervosi. Dopotutto, anche se questa era un'occasione per salvare il club, la maggior parte di quello che avevo detto era alla buona una grossa tiratura. La maggior parte del tempo ci limitavamo a passare la giornata.
«A voi va bene? Non dovrebbe essere un problema dopotutto. Mi stavi dicendo la verità ieri, veeerooo?»
«S... sì,» dissi. «Sembra... sembra una grande idea.»
Haruhi non rispose. Magari non sapeva che dire. Sicuramente era stata presa sottogamba dall'idea.
«Ottimo!» disse Oruki indicando le scale con il pollice. «In questo caso, è ora che andiate di sopra. Vi chiameremo all'ora di cena.»
Haruhi ed io ci dirigemmo verso le scale, ma una mano mi afferrò prima che potessi proseguire. La mano di Oruki, in effetti.
«Dove credi di andare? Tu hai del lavoro da fare.»
Mi prendevi in giro? Dopo tutto quelli che mi avevi fatto la sera prima, volevi ancora costringermi a lavorare? Mi ero sbagliato. Eri davvero una persona malvagia.
«Smettila di lamentarti! Non sarà così dura!»
Non era quello il punto. Eri stato fortunato che non avessi chiamato la polizia per una cosa come quella.
«Senti, tutto quello che voglio che tu faccia è dare una lavata ai tappeti. Mi sono anche preso la libertà di spostare i mobili e preparare la macchina per lavare i tappeti. Il resto è semplice.»
Quando andai nel soggiorno, notai che aveva effettivamente spostato i mobili. L'unica cosa rimasta nella stanza era la macchina. Dopo che Oruki mi ebbe mostrato come si usava, iniziai ad usarla. Ovviamente Oruki mi rimase col fiato sul collo per tutto il tempo, continuando a sgridarmi per l'andare troppo veloce o per aver mancato un punto. Quello che doveva essere un semplice lavoro fu reso molto più lungo per colpa sua. Alla fine, riuscii a finirla e iniziai ad aspettare che il tappeto si asciugasse. Mentre aspettavo, Oruki decise di dirmi qualcosa.
«Senti... riguardo ieri sera. So di avere esagerato.»
Oh, lo pensi davvero? Sai, fino a che non l'avevi detto io proprio non lo pensavo.
«Ero così arrabbiato per essermi fatto mentire, non solo da te, ma anche da mia figlia.»
E quindi questo giustificava il tuo assalto?
«Ma ora capisco che l'hai fatto per proteggere mia figlia e il tuo club.»
Be'. L'avevo fatto principalmente per proteggere il club... e magari anche Haruhi per estensione. Aspetta, mi importava davvero così tanto quel club? Credo... credo di sì.
«Ovviamente se questo club non fosse stato così importante per te, non ti saresti permesso di prendere tutte quelle botte. Ecco perché vi sto permettendo di riscattarvi. In ogni caso, dovremmo considerarci pari. Tu mi hai mentito, io ti ho picchiato. E quello mette le cose a pari.»
Cosa? Su quale pianeta quello mette in pari le cose? Non c'è modo che quello che io avessi fatto sia sullo stesso piano di ciò che avevi fatto tu. Non ci va nemmeno vicino...
«Credo che sia meglio se dimentichiamo che l'intera cosa sia successa.»
Ero d'accordo. Mi sarebbe piaciuto tanto dimenticare tutto. C'era un problema, però. Vedi, il mio corpo non dimentica così facilmente. In effetti, proprio in quel momento mi stava mandando dolorosi ricordi di ciò che era successo la sera prima. Quindi fino a che non la smetteva di ricordarmelo, potevi scommetterci che non mi sarei dimenticato nulla, Capitan Cavernicolo!
Alla fine, realizzai che era la cosa più vicina ad una scusa che Oruki avrebbe mai potuto dire. Dopo che ebbe finito con il suo imbarazzante discorso, andai in cucina per prendere qualcosa da bere. Lì, trovai Naru-san che preparava la cena. Stava pelando le patate. Proprio mentre stavo per aprire il frigorifero, mi parlò.
«Che ne pensi dell'idea di farvi riunire il club qui? È una mia idea.»
Sbattei le palpebre con sorpresa prendendo una soda. «Davvero?»
Annuì con fervore. «Ho pensato che l'idea del tuo club sembrava così divertente che volevo vederlo io stessa. L'idea di un club che risolve misteri.» Saltellava sempre più eccitata. «Oh, mi sarebbe piaciuto avere un club del genere quando andavo a scuola io! Sono così gelosa! E amo il nome del vostro club! Brigata SOS! Yay!»
Ti piaceva davvero, non è così? Tu e tua figlia sareste state le uniche persone dell'universo a cui piaceva quel nome.
«Penso che farò una bandiera e delle decorazioni! Magari possiamo fare una bella festa e divertirci un sacco! Cosa pensi che dovrei scrivere, sulla bandiera?»
Ingoiai a fatica la saliva, cercando di pensare cosa avrei dovuto dire. «Uh... credo che una bandiera sarebbe fin troppo.»
Naru-san fece una smorfia carinissima sentendomi. «Aw... va bene...» E poi tornò a pelare la patata che aveva lsciato giù prima. «È solo che... ho pensato che era il minimo che potessi fare...»
«Che intendi dire?»
Si voltò verso di me con lo sguardò ancora più incurvato. «È stata colpa mia se è successo tutto quel trambusto, ieri!» Dopo aver sospirato profondamente, continuò. «Mi ero preoccupata quando mi avevi detto che c'è una sola persona nel tuo club che legge veramente, quindi l'ho detto ad Oruki.»
Tutto tornava. Haruhi aveva ragione. Diceva tutto a suo marito.
«E per colpa di questo, Oruki è andato a cercare nella tua stanza e ha scoperto quella roba, e tutto è andato sempre peggio dopo quello. Oh, sono proprio una persona terribile!»
Le sorrisi rassicurandola. «Non c'è possibilità che lei avesse saputo ciò che sarebbe accaduto. Lei era solo un genitore preoccupato.»
Naru-san sembrava quasi in lacrime a questo punto. «Probabilmente mia figlia mi odia adesso.»
«No, non è vero.»
«Sì, invece. Non mi parla più, ormai. Deve sicuramente odiarmi.»
Nella mia testa, sospirai profondamente dall'esasperazione. Qualche volta, parlare con Naru-san era come parlare ad un bambino. Era fin troppo innocente per la sua età. Era carina, lo ammetto, ma mi faceva contnuamente pensare a quante viti non erano state avvitate bene nella sua testa. Ciononostante, ricordai del discorso di Haruhi di quella mattina e sfruttai le mie conoscenze per aiutare.
«Senta, non dico di sapere tutto quello che passa per la testa di sua figlia. Ma... non lo so... certe volte penso che anche lei abbia bisogno di un modello da seguire. Qualcuno... con cui parlare quando è confusa... di cose "da ragazze"...»
Naru-san sbatté le palpebre. «Uh?»
Non poteva essere così dura di comprendonio. Seriamente. Adesso capivo da chi dei due Haruhi aveva preso l'intelligenza.
«Ha bisogno di sapere che quando le parla, lei non andrà a dire tutto a suo marito.»
«Oh...» disse annuendo. «Hai ragione. Non dovrei farlo, ma è difficile per me. Ho questo vizio del voler dire alle persone ciò che mi passa per la testa, ed è davvero difficile per me tenermi. Ogni volta che ho un segreto, per me è impossibile tenerlo per me. Non c'è da stupirsi se Haru-chan mi odia.» Riuscivo a vedere le lacrime iniziare a raggrupparsi sui suoi occhi mentre iniziava a tirarsi leggermente una ciocca di capelli.
Ancora una volta cercai di calmarla. «Senta, magari potrebbe scriverle, invece, oppure trovarsi qualcosa con cui tenersi occupata quando sente il bisogno di rivelare un segreto. O magari lo può dire a me, invece. Io sono bravo a tenere i segreti.» Maledizione, ne stavo tenendo alcuni piuttosto grandi, da un anno a questa parte. Va bene, tecnicamente ho detto ad Haruhi la verità sugli altri membri della Brigata SOS un po' di tempo fa, ma non mi aveva creduto, e non cercai mai di provarle che invece avevo ragione.
Naru-san sospirò profondamente prima di mostrare un grande sorriso. «Grazie, Kyon-kun! Sei il migliore!» Poi mi diede un grande abbraccio. All'inizio ero preoccupato che suo marito, che era nell'altra stanza, potesse beccarci, ma quando sentii il dolore causato dal suo premere sopra alle mie ferite, le mie preoccupazioni cambiarono.
«Uh... Naru-san... mi sta facendo male...»
Naru-san si fermò per un secondo, forse per la confusione, per poi capire cosa stava succedendo. «Oh, mi dispiace.» Mi lasciò andare e fece un sorriso imbarazzato. «Spero di non averti fatto male.»
Cercai di comportarmi come se non fosse un problema. «Sto bene. Ci vediamo, Naru-san.»
Aspetta, farmi dire da lei i segreti di Haruhi era una buona idea? Magari dovevo chiederle di non farlo... ma ripensandoci, imparare qualcosina non sarebbe stato... ah, magari non mi avrebbe raccontato nulla.
Dopo aver lasciato la cucina, vidi Oruki affaticarsi nel tentativo di riportare il divano nel soggiorno. Per quanto sapevo che fosse forte, era sorprendente che perfino lui facesse fatica a riportarlo dentro.
«Tutto a posto?» chiesi.
«Sto bene,» disse appoggiandosi sul divano. «Non è nulla, me la posso cavare. L'ho tirato fuori, posso riportarlo dentro.»
Magari ero pazzo, ma vederlo affaticarsi tanto con quel divano mi fece dispiacere per lui. Davvero non avrei dovuto dispiacermi per lui. Meritava di soffrire, dopotutto. Eppure, qualcosa dentro di me mi diceva che dovevo aiutarlo, anche se mi sentivo male. Magari volevo avercelo in simpatia, o qualcosa del genere.
«Mi lasci dare una mano.»
«Scordatelo!» urlò Oruki nel momento in cui mi proposi. Dopo poco lasciò andare il divano per recuperare il fiato. «Non sono tanto vecchio da avere bisogno d'aiuto con ogni piccola cosuccia.»
C'è una bella differenza tra ogni piccola cosuccia e l'alzare un divano.
«E poi, non sei ancora dolorante da ieri sera?»
«Vivrò.»
Ghignò sentendomi. «HO capito. Cerchi di sembrare duro, vero?»
No, affatto! Eri pompato con dosi di testosterone talmente assurde che non riuscivi a capire quando qualcuno cercava di essere semplicemente gentile? Mi arrendo...
«Va bene, vieni ad aiutarmi. Tanto, cercavo di riuscire a finire prima che la partita di stasera iniziasse.»
In due spostammo il divano e il resto dei mobili di nuovo dentro al soggiorno. Ancora una volta dovetti cercare di ignorare il dolore al polso, che mi stava quasi facendo pensare che era slogato, o qualcosa di simile. Ciò che peggiorò le cose fu che Oruki sembrava stesse cercando di approfittare dello spostamento in corso per trovare una nuova sistemazione dei mobili.
«Ero stanco della vecchia disposizione comunque.»
Non potevamo finirla e basta? Chi se ne fregava della disposizione dei mobili del tuo soggiorno? Se non fossi più furbo, avrei pensato che ti stessi approfittando della mia gentilezza.
Ci volle una mezz'ora per finire... e il soggiorno era quasi identico a prima. Dannazione, iniziavo davvero ad odiare quel tipo.
Tornai nella mia stanza prima di scoprire altri motivi per assassinare brutalmente Oruki (non che avrei potuto farlo se l'avessi voluto). Avevo inziato a tirare fuori i compiti quando squillò il mio cellulare. Quando lo guardai, scoprii che era Koizumi.
«Che succede?» chiesi.
«Abbiamo finalmente finito di eliminare lo spazio chiuso,» disse Koizumi, che era riuscito a stento a nascondere la sua ovvia stanchezza. «Ho chiamato perché mi sarebbe piaciuto un aggiornamento riguardo ciò che succede dalla tua parte.»
Ci era voluto così tanto per eliminarlo? Quanto eravamo vicini alla fine del mondo?
«Haruhi è in punizione fino a Sabato. E quel giorno dovremo tenere qua una riunione della Brigata.»
«Capisco,» disse Koizumi ponderando sull'aggiornamento. «Ho già contattato Nagato-san e Asahina-san. Vogliono che ci incontriamo il più presto possibile per discutere degli eventi recenti. E ovviamente vorremmo che tu fossi lì con noi.»
Questo era ovvio, no? Oppure voi tre tenevate delle riunioni segrete alle mie spalle quando non guardavo.
«Quanto presto ci puoi incontrare?»
«Non credo di poterlo fare stasera senza fare insospettire Haruhi o i suoi genitori. Dovrei potervi incontrare domani dopo la scuola.»
«Bene. Credo che sarà meglio se ci incontrassimo al solito caffè dove ci incontriamo di solito. Abbiamo molto di cui discutere. Le cose si sono fatte molto... incerte. Dobbiamo prepararci al peggio.»
«A me va bene,» dissi preparandomi ad attaccare il telefono. «Ci vediamo domani, allora.»
Quindi riagganciai, sospirando per la mia fatica mentale. Perché le cose non potevano essere più semplici, almeno per una settimana? Comunque, non avrei voluto essere Haruhi, in quel momento. Conoscendola, rimanere rinchiusa nella sua stanza conterebbe come tortura per lei, anche se aveva un computer.
Fui preso alla sprovvista da un colpetto sulla finestra. Finestra? Aspetta, quello poteva essere solo...
Ovviamente, appena aprii la finestra, la testa di Haruhi poteva essere vista spuntare dal lato del tetto. Sapevo che non poteva rimanere seduta nella sua stanza. E dovevo ammettere che vederla sottosopra con i capelli che cadevano verso il terreno era abbastanza divertente.
«Vorrei parlarti di Sabato,» disse.
«Va bene, che hai in mente?»
Haruhi mostrò un'espressione preoccupata. «So che questo incontro potrebbe essere un ottimo modo per riuscire a convincere i miei genitori a lasciarmi in pace per quanto riguarda il club, ma che cosa faremo? Per tutto l'anno che abbiamo tenuto il club abbiamo avuto solo due clienti. Quali sono le possibilità che ne arriverà un altro entro Sabato?
Aveva ragione. Ci sono state solo due persone che erano venute da noi durante tutto l'arco d'esistenza della Brigata. La prima fu Emiri Kimidori, che però era in realtà era un'altra interfaccia umanoide come Nagato. Ci chiese di cercare il Presidente del Club d'Informatica quando venne "catturato" da una specie di cavalletta... E poi c'era Sakanaka-san, che ci chiese di invesigare quello strano posto di cui tutti i cani del vicinato avevano paura. E poi, lei e qualcun altro furono attaccati da forme di vita composte da dati, rendendoli ammalati e letargici. Grazie all'aiuto di Nagato, però, riuscimmo a rimuovere le forme di vita di  dati e piazzarli sul mio gatto... aspetta, Shamisen aveva ancora quei cosi addosso, non è vero? Speravo che non gli sarebbe successo nulla, senza di me.
Guardai Haruhi e cercai di farmi venire qualche idea. «Magari possiamo consegnare di nuovo volantini. Chi lo sa, magari saremo fortunati e qualcuno arriverà.»
Haruhi non sembro farsi piacere l'idea. «Non c'è modo che io trovi il tempo di farlo. Devo tornare direttamente a casa per il resto della settimana, ricordi? E anche se l'avessimo fatto, quali sono le possibilità che funzioni? La prima volta non ha funzionato...»
Era raro vedere Haruhi così pessimistica. Diventava sempre così, quand'era depressa, però. Desiderai di poterla rassicurare in qualche modo.
«Be', pensa a qualcosa, Haruhi. Abbiamo ancora tre giorni. Magari qualcosa succederà.»
Haruhi annuì quando glielo dissi, ma con un'espressione ancora scoraggiata. Gli occhi le si spalancarono all'improvviso e sparì dalla mia vista. Sentii quindi bussare alla mia porta. Poi Naru-san la aprii e mise la testa nella stanza.
«La cena è pronta, Kyon-kun.»
«Va bene, grazie, Naru-san.» Sentii Haruhi tornarsene velocemente nella sua stanza mentre parlavo con Naru-san. Accidenti, doveva avere un udito acutissimo.
La cena fu una semplice zuppa cucinata da Naru-san. Era la serata americana, ma pensai che quel tipo di zuppa si potesse trovare quasi ovunque. Non che mi stessi lamentando, era deliziosa come al solito, ma forse quella sera Naru-san non si sentiva creativa come al solito.

Il resto della nottata, e della mattinata a scuola del giorno dopo, furono privi di eventi. Finite le lezioni, spiegai ad Haruhi che avrei incontrato il resto della Brigata per spiegare ciò che era successo e quali erano i nostri piani per Sabato. Sembrava non importarsene troppo, con la sua malinconia in piena azione. Dopo esserci separati, mi diressi verso il caffè, dove ero sicuro che gli altri mi stessero già aspettando.
Potevo solo immaginare quale sarebbe stata la loro idea...

E così i genitori di Haruhi incontreranno la brigata! Chissà cosa succederà quando si incontreranno!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. ^^


N D T
No, il capitolo non mi è piaciuto. Ma andiamo, come fa Kyon ad avere tanto riguardo per Naru-san? E come fa ad avere empatia per Oruki?
Ehm, scusatemi per lo sfogo... A quanto pare Kyon è una persona migliore di me, sempre a cercare di andare d'accordo con le persone nonostante tutto...
Chiedo venia, come da programma, ormai, per il ritardo. A questo proposito, non prometto più una scadenza per il prossimo capitolo, dato il forte rischio di non rispettarla... Davvero, mi duole non essere capace di mantere il ritmo e le promesse...
Ah, questa volta non ho incluso i riferimenti. Questo perché sono soltanto due. Il primo è il Misterique Sign (di cui ho già specificato la provenienza in un capitolo precedente). Il secondo, invece, non so dove viene trattato. Sicuramente non nell'anime, e non nei primi quindici volumi del manga. Potrebbe essere nel sedici, ma purtroppo non ho ancora avuto il tempo di leggerlo... scusatemi! Ovviamente, non so nemmeno dirvi qual è il romanzo.
Oh, un ultimo appunto. Ho deciso di rimettere i commenti dell'autore in grassetto. Non l'ho mai fatto prima, ma la fic originale faceva così... Avrei dovuto farlo prima.
Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Quando stavo per postare questo capitolo, ho scoperto che questa storia è diventata la seconda più recensita tra le fic su Haruhi(del sito dove l'autore scrive, N.D.R.). Grazie mille per il vostro supporto.
È quasi troppo! ^^'
E qualcuno di voi ha fatto notare che non c'è stata abbastanza presenza degli altri membri della Brigata in questa fic, e sono proprio d'accordo, soprattutto per Yuki.
Ho tutta l'intenzione di dar loro più spazio da qui in poi.
In ogni caso, è ora di muoversi. Divertitevi!
Capitolo 12

Era ancora nuvoloso. Non ci avevo fatto caso il giorno prima, ma anche allora era nuvoloso, vero? Ero quasi senza dubbio che fosse una riflessione dell'umore di
Haruhi. Mi chiesi quanti altri giorni ci sarebbero voluti prima che il sole tornasse. Mi chiesi quasi se sarebbe mai tornato.
Non importa. La mia mente si stava solo lasciando trascinare per una tangente verso il nulla. Cercavo solo di tenermi occupato durante la camminata verso il caffè. Ero quasi arrivato. Per ovvie ragioni, gli eventi recenti avevano raggiunto un livello di serietà abbastanza grande da richiedere questo incontro. Ad essere onesti, ero curioso di sapere cosa avevano da dire gli altri al riguardo.
Quando finalmente entrai nel caffè, mi ci volle un minuto per trovare gli altri. Come mi aspettavo, scoprii che tutti e tre mi avevano già preceduto ed erano ora seduti ad un tavolo vicino la finestra. Avvicinandomi, notai che Koizumi era l'unico senza uniforme scolastica. Doveva essersi preso un altro giorno di vacanza dalla scuola per potersi riposare dopo aver eliminato quello spazio chiuso.
Il momento in cui Asahina-san vide il mio viso, fece un'espressione di terrore. «Oh, santi numi, Kyon-kun! Stai bene?» Si alzò dalla sedia e si affrettò vicino a me per controllarmi meglio. «Che ti è successo?»
Le feci un sorriso rassicurante. «Sto bene, Asahina-san. Non è terribile quanto sembra.» Era un po' una bugia. In realtà faceva ancora piuttosto male.
Asahina-san controllò con accuratezza il mio occhio prima di sospirare afflitta. «Mi spiace non poter essere stata lì ad aiutare.» Sembrava quasi che stesse per piangere.
Stavi esagerando, Asahina-san. Non c'era molto che avresti potuto fare, comunque. «Ho detto che sto bene. Non c'è bisogno di piangere. Grazie per esserti preoccupata, comunque.»
Asahina-san deglutì la saliva e annuì. Dopodiché, ci sedemmo vicini. Koizumi era direttamente dall'altra parte del tavolo, e Nagato sedeva alla finestra,
Koizumi fu il primo a parlare dopo esserci seduti. «Bel tempo, non trovi?»
Incurvai lo sguardo verso di lui. No, il tempo non era bello. «Dubito che tu abbia indetto questa riunione cosicché potessimo parlare del tempo.»
«Hai ragione,» disse Koizumi con il suo plastico sorriso. «Ho pensato di provare a rompere il ghiaccio con una domanda semplice. La domanda era ironica ovviamente, dato che in effetti il tempo non è affatto bello. In realtà, è quasi deprimente. Sono sicuro che tu abbia già pensato all'idea che il tempo possa essere collegato all'umore corrente di Suzumiya-san.»
«Già,» dissi stendendomi sullo schienale.
«Magari adesso è il momento migliore per informare noi altri ciò che succede con Suzumiya-san.»
A quel punto iniziai a spiegare ad Asahina-san e Nagato ciò che era successo quel Lunedì e ciò che sarebbe successo quel Sabato. Ho detto loro di come i genitori di Haruhi avevano scoperto della Brigata SOS, di suo padre che le proibiva di andarci, dell'assalto che avevo ricevuto da Oruki, e del piano della Brigata per quel Sabato. Asahina-san tenne le mani sulla bocca quando spiegai gli eventi del Lunedì, facendomi quasi sentire in colpa per averli detti. Era molto carina mentre agiva in quel modo.
«E questo è tutto.»
Gli altri tre rimasero in silenzio per qualche minuto incassando quello che avevo raccontato. Ancora una volta, Koizumi fu il primo a parlare. «Devo ammettere, quell'ora del Lunedì è stata... esilarante, come minimo. I miei superiori sono ancora nel panico, a riguardo. Ci sono voluti gli sforzi combinati dell'intera Organizzazione per eliminare lo spazio chiuso. Perfino i membri dei piani alti hanno dovuto aiutare, cosa che non è mai successa da quando mi sono unito. Sicuramente è stato un momento che non vogliamo che si ripeta.»
Fu uno shock scoprire che anche i membri dei piani alti dell'Organizzazione dovettero aiutare. Mi voltai verso Nagato non appena Koizumi ebbe finito di parlare. «Nagato, potresti dirmi quanto era grande lo spazio chiuso prima di essere eliminato?»
«La distorsione spazio-temporale conosciuta come "spazio chiuso" ha ricoperto con successo il 98.7836 percento della superficie della terra prima di venire dissipato. L'ultima cifra della parte decimale è stata arrotondata dal momento che la notazione decimale adottata dalle persone di questo pianeta non può rappresentare la percentuale corretta senza che il numero abbia un illimitato numero di cifre decimali.»
I miei uscirono fuori dalle orbite nel sentirlo. «Così vicino!?» Koizumi mi aveva detto che se uno spazio chiuso avesse ricoperto l'intera Terra, il mondo sarebbe finito e lo spazio chiuso avrebbe preso il suo posto.
«Come ti ho detto prima,» continuò Koizumi. «Lo spazio chiuso non ha smesso di ingrandirsi dopo il tuo intervento. Ha solo rallentato abbastanza da permetterci una posssibilità di eliminarlo. Ho ricevuto rapporti dai membri che erano entrati prima di me. Hanno detto che lo "Shinjin1" all'interno stava distruggendo tutto ad un ritmo che non si era mai verificato prima. Era come se fossero in uno stato di ceca rabbia omicida. Era così terribile che tutti coloro che erano all'interno sono riusciti ad ucciderne a malapena uno. Fortunatamente, quando anche io sono arrivato si erano callmati al loro normale stato di rabbia. Una cosa era sicura, però. Se tu avessi ritardato anche di un solo minuto il tuo intervento, sarebbe stato troppo tardi.»
Il mio cuore aumentò un po' il battito di fronte alle disturbanti informazioni fornitemi. Mi voltai verso Asahina-san per chiederle cosa aveva da dire. «Hai nulla da dire, Asahina-san?»
Asahina-san fissava il tavolo mentre parlava, tenendo la sua soda vicino al corpo. «Non posso dirti molto su quello che è successo, dato che quello che sappiamo sono informazioni classificate, ma posso dirti questo. Abbiamo la nostra teoria su cosa sarebbe successo se lo spazio chiuso sarebbe cresciuto fino ad inghiottire il mondo. Crediamo che un evento del genere sarebbe risultato in una scossa temporale così grande che avrebbe strappato in pezzi il piano temporale corrente tutto insieme. Il termine che utilizziamo per descrivere un evento simile è "Strappo Temporale". Attualmente non siamo sicuri sul cosa succederebbe se uno "Strappo Temporale" si verificasse, ma le due teorie sono queste. Il piano temporale continua in un altra direzione, separato per sempre dalla sua direzione originale, oppure...» Asahina-san si fermò per un momento, mostrando molta ansia. «...oppure il piano temporale si ferma.»
Sbattei le palpebre in confusione. «Cosa intendi dire con "si ferma"?»
Mi guardò direttamente, i suoi occhi che brillavano di paura e preoccupazione. «È come arrivare all'ultima pagina di un flipbook2. Non c'è un'altra pagina da girare. Siamo bloccati per sempre all'ultima pagina!»
Mi stavi prendermi in giro, vero? Intendevi dire che se lo spazio chiuso avesse inghiottito il pianeta saremmo rimasti bloccati per sempre nello stesso istante di tempo!? Fu a quel punto che compresi la vera natura delle mie azioni di quel Lunedì. Avevo davvero salvato l'universo, non è vero? Dalla mia prospettiva, non era stato nulla di troppo strano, oltre all'incredibile tempesta venuta fuori dal nulla. Ma le vere conseguenze di quella notte erano ben visibili a questi tre. Nessun dubbio che erano spaventati, se non terrorizzati, da quello che stava succedendo. Realizzai in qualche modo che le loro posizioni non erano invidiabili.
«Non posso dirti altro riguardi la nostra teoria sugli "Strappi Temporali", dato che sono informazioni classificate, ma sono sicuro che capirai che non è una buona cosa.»
Annuì ad Asahina-san e guardai di nuovo verso Nagato-san. «Tutto quello che Asahina-san ha detto è vero?»
«Le teorie su come il tempo interagisce con lo spazio sono troppo complicate per essere spiegate in questo periodo. Quindi, dirò questo. Durante i miliardi di anni che l'Entità Integrata di Dati ha passato a raccogliere dati, è arrivata alla conclusione che nell'evento in cui lo spazio chiuso dovesse inglobare con successo l'intero pianeta, il risultato sarebbe un'esplosione di dati che rimpiazzerebbe tutti i dati precedenti, rimpiazzando probabilmente la stessa Entità Integrata di Dati. Anche se fosse sopravvissuta all'esplosione, tutti i dati in suo possesso diverrebbero istantaneamente obsoleti. Il potenziale per la scoperta del segreto dell'auto-evoluzione sarebbe probabilmente perso per sempre.»
Immaginai che per concludere quello che mi aveva detto, non importava ciò che sarebbe effettivamente successo, permettere ad uno spazio chiuso di avvolgere il mondo era una cosa brutta. Molto brutta.
«Okay ragazzi,» dissi. «Sappiamo cosa sarebbe potuto succedere. La cosa buona è che non è successa. Credo sia più importante pensare al futuro piuttosto che rimuginare sul passato. Compreso quel che accadrà questo Sabato.»
Koizumi annuì di consenso. «Hai davvero nuovamente ragione. Eppure, sapere quello che è successo Lunedì sera ci dà una bell'idea di cosa dovremmo aspettarci se le cose andassero storte questo Sabato. Non possiamo dubitare del fatto che questo club è di un'importanza così grande che dobbiamo proteggerlo ad ogni costo. Se il club se ne va, l'universo se ne va con esso.»
Sapevo dove stava per andare a parare. «Il che significa, dobbiamo fare qualunque cosa siamo in grado per convincere il padre di Haruhi che il club è degno di esistere.»
«Precisamente,» disse Koizumi, spostandosi i capelli sul lato. «In questo momento, lui non è convinto che il club sia quello che tu gli hai detto essere. Vuole la prova che il nostro club tratti di risolvere misteri. E come facciamo a farlo?»
«Semplice, abbiamo bisogno di un cliente che abbia un mistero da risolvere per noi. Haruhi ed io ne abbiamo già parlato. Il problema è che nell'anno che il club è esistito, abbiamo avuto due soli clienti.»
«Vero. Questo significa ovviamente che dobbiamo dare al club un cliente, senza eccezioni.»
Stava suggerendo quello che pensavo stesse suggerendo?
«Potrei contattare Arakawa, Mori-san e i fratelli Tamaru e vedere se riusciamo a mettere in piedi qualcosa da provare a risolvere questo Sabato.»
«Fermo,» dissi alzando la mano. «C'è un bel problema con questo tuo piano. Se ti ricordi, la prima volta che ci hai dato un piccolo mistero da risolvere, Haruhi ed io vi abbiamo scoperti subito3. Il problema è che non c'è garanzia che il padre di Haruhi si lasci ingannare dal vostro tentativo di creare un finto mistero da riolvere. In effetti, c'è una buona possibilità che ci scopra subito. Se lo fa, il club è spacciato.» Avevo già imparato nel metodo più duro che era difficile ingannare Oruki.
Koizumi sospirò profondamente, con il suo plastico sorriso ancora intatto. «Vero. Inoltre non abbiamo il beneficio del tempo per preparare qualcosa come quelle che abbiamo preparato nell'ultimo paio di misteri4. Per non menzionare il fatto che tutti e quattro sono esausti quanto me. Eppure...» Il sorriso di Koizumi scomparve lentamente, e il suo viso si fece più serio. «C'è un 'altra opzione sul tavolo se tutte le altre dovessero fallire. È un'opzione che Nagato ha discusso con me poco fa. Credo sia meglio se lo spieghi lei.»
Mi voltai verso Nagato. «Di cosa sta parlando?»
Nagato rimase in silenzio per qualche secondo prima di rispondere. «...Manipolazione Mnemonica Controllata...»
«Co... cosa sarebbe?»
«Attraverso la manipolazione dei dati, i percorsi naturali del cervello possono essere distorti, risultando nell'alterazione o nella eliminazione dei ricordo di un individuo.»
«Intendi dire che toglieresti i ricordi sulla Brigata SOS dalle menti dei genitori di Haruhi?»
«Sì.»
Rimuovere i ricordi di qualcuno. Non potevo dire che l'idea mi piaceva... fermi un minuto!
«Fermi! Non dovremmo anche rimuovere i ricordi di Haruhi riguardo i suoi genitori che la scoprono?»
«Sì.»
Ora l'idea di avere a che fare con i ricordi delle persone mi infastidiva davvero. Il pensiero di Oruki che veniva alterato non mi importava molto, ma l'idea di giocare con le menti di Haruhi e Naru-san mi faceva un po' male allo stomaco.
«Non pensate che l'idea di giocare con le menti delle persone sia...sbagliata? Non vi infastidisce proprio?»
Koizumi appoggiò la testa sulle mani, con il viso ancora serio. «Tutti sappiamo abbastanza e abbiamo passato abbastanza tempo con Suzumiya-san da poter dire di essere suoi amici stretti, ma dobbiamo guardare il quardo generale, qui. L'universo deve essere preservato a tutti i costi, senza pensare alle implicazioni morali delle azioni necessarie.» Poi sospirò e sorrise di nuovo. «Ma alla fine, anche eliminare i loro ricordi non è una soluzione perfetta. È davvero solo un cerotto. Non potremmo fare molto per impedire ai genitori di Suzumiya-san di fare nuovamente la stessa scoperta e avere l'intera faccenda che si ripete. Potremmo provare più intensamente a impedire queste loro scoperte, ma il rischio sarebbe sempre presente.»
«Ci deve essere una soluzione migliore,» dissi.
«Hai qualche suggerimento?»
Dovetti pensarci per un po' prima di rispondere. «Perché non possiamo dire ai loro genitori la verità?»
«Non possiamo farlo.»
«Ma perché no? Se sapessero la verità, saprebbero di dover lasciare Haruhi continuare con la sua Brigata senza importarsi dei risultati di Sabato. Potremmo impedire ai suoi genitori di metterle ancora il cattivo umore. Soprattutto suo padre.»
«Sono in molti nell'Organizzazione che suggeriscono la medesima azione, ma in questo momento, la maggioranza dei membri di alto rango non credono che i benefici di compiere quell'azione sarebberò più dei rischi che porta con sé. Credono che se i genitori di Suzumiya-san scoprissero la verità, le probabilità che anche Suzumiya-san scopra la verità si alzano a livelli pericolosamente alti.»
Guardai verso Nagato per avere la sua opinione. «Il tuo capo è d'accordo?»
«L'entità ha calcolato che rivelare l'informazioni alle figure genitrici di Suzumiya-san riguardo le sue abilità incrementerebbero le probabilità che Suzumiya-sam scopra le sue abilità del 498 percento. Il rischio è stato determinato come inaccettabilmente alto.»
Fantastico, nessun aiuto da Nagato, quindi. Mi voltai verso Asahina-san. «Che ne pensi?»
«Come forse già sai, noi viaggiatori del tempo ci sforziamo di fare in modo che il flusso temporale non si interrompa. Tutti gli eventi devono accadere come la storia che conosciamo nel nostro tempo dice che sono accaduti. Tutto ciò che posso dire è che è imperativo che al tempo presente i genitori di Suzumiya-san non apprendano la verità riguardo i poteri di loro figlia o riguardo la nostra identità. Mi spiace, ma qualunque altra informazione al riguardo è classificata.»
Immagino che quindi la mia saltava completamente. Guardai verso Nagato di nuovo. «Questa cancellazione della memoria... l'hai mai fatta prima?»
«Non l'ho mai fatto, ma altre interfacce umanoidi l'hanno già fatto con lo scopo di proteggere sé stessi e prevenire la scoperta della nostra esistenza da quelli che l'Entità ha determinato non debbano conoscerci.»
«Ci sono strani o dannosi effetti collaterali?»
«Fin tanto che la procedura venga svolta nel modo corretto, no.»
Modo corretto, eh? Sospirai e affondai la testa fra le mani. Sembrava che il piano dovesse essere questo: Koizumi si sarebbe riunito con i suoi amici dell'Organizzazione e avrebbero cercato di creare un falso mistero da presentare di Sabato. Se la cosa non avesse dovuto funzionare, Nagato sarebbe stata costretta a cancellare i ricordi appartenenti sia ad Haruhi che ai suoi genitori per prevenire la creazione di un altro spazio chiuso che porrebbe fine al nostro mondo. Anche se sapevo che se le condizioni si fossero avverate avremmo dovuto farlo, la cosa mi dava alquanto fastidio.
«C'è un altro importante fattore che dovremmo tenere in considerazione,» disse Koizumi. «E quel fattore è Suzumiya-san stessa. Come potrai capire da solo, è certo che vorrà l'apparizione di un cliente, senza eccezioni. Non dovrebbe essere una sorpresa che uno ne apparisse, se Suzumiya-san ne crei uno con il suo subconscio. Dovremo essere preparati anche per quella possibilità.»
«Quello ha una propria serie di problemi allegati, però,» dissi. «Se ci viene dato un vero mistero da risolvere, c'è la possibilità che non saremo capaci. Se succede, il club potrebbe essere condannato comunque.»
«Vero, ma almeno se questo accadesse, non dovremmo fare nulla se non comportarci normalmente e cercare di risolverlo. In realtà non vedo l'ora di risolvere un vero mistero.»
Immaginai che risolvere un vero mistero sarebbe stato divertente. E con Haruhi, Koizumi e Nagato dalla nostra parte, c'erano davvero molte possiblità che ce l'avremmo fatta. Sfortunatamente, ancora non sapevamo se avremmo avuto un vero mistero.
«Credo sia meglio rimanere cautamente ottimisti riguardo Sabato,» disse Koizumi. «Chissà, potrebbe essere un'esperienza davvero divertente, e poi ci rilasseremo con la consapevolezza che il club e l'universo sono sani e salvi. Ovviamente io mi adopererò per avere qualcosa pronto nel caso non avessimo nessun vero cliente. Non sarà facile, ma farò del mio meglio.»
Immaginai che noi altri non avremmo potuto fare nulla fino all'arrivo di Sabato.
Finimmo le nostre bibite e ce ne andammo poco dopo. Tornammo al solito posto di ritrovo e ci separammo, ma prima di ritornare a casa di Haruhi, chiamai Nagato.
«Ehi, Nagato, aspetta!»
Nagato si voltò verso di me. «Sì?»
Corsi verso di lei e feci nervosamente una domanda. «Ah... potresti farmi un favore? Sai, i lividi e l'occhio nero non sono molto belli da vedere e poi fanno un male tremendo. Pensi che potresti aiutarmi? Lo apprezzerei molto.»
Nagato annuì e iniziò ad alzare la mano. Dovetti fermarla, però.
«Aspetta, non mi guarire del tutto! Se lo fai, Haruhi e gli altri potrebbero insospettirsi sul come ho fatto a guarire così velocemente. Potresti... magari fare in modo che io riesca a curarmi più rapidamente, senza che sia troppo veloce?»
Nagato annuì e puntò il dito. «Il braccio...»
Capendo cosa intendeva, le porsi il mio braccio destro. Si protese verso di esso e lo morse delicatamente. Un'altra volta, non fece davvero male. Era come un morso di zanzara, che è indolore prima di dare prurito. Quando ebbe finito, guardai i segni delle due punture che mi aveva fatto scomparire rapidamente. Non mi sentivo diverso, però.
«Che mi hai fatto?»
«Nano-macchine a rilascio ritardato,» disse. «Aumenteranno il tuo fattore di recupero naturale di cinque volte.»
Sorrisi nel sentirla. «Forte. Quanto durerà?»
«Le nano-macchine si deattiveranno non appena sarai completamente in salute.»
«Oh...» Ero un po' deluso nel sentire che non sarebbe stato un cambiamento permanente. «Grazie mille, Nagato.»
Annuì, ma prima che me ne potessi andare, mi sorprese con una domanda. «L'hai letto?»
Sbattei le palpebre. «Letto cosa?»
«Il libro...»
Realizzai all'improvviso di cosa stava parlando. Si riferiva al libro di Haiku che mi aveva dato. Un forte senso di colpa mi sopraffalse quando ricordai. «Mi spiace, Nagato, con tutte queste cose assurde che sono successe in questa settimana e mezza, non ho avuto davvero il tempo di leggerlo.» Era un po' una bugia, dato che c'erano state un paio di occasioni di cui non avevo approfittato.
Fu sottilissimo, ma Nagato sembrò essere delusa dalle mie parole. Oh, ora mi sentivo davvero in colpa.
«Prometto che lo leggerò stasera. Okay, Nagato?»
Annuì per poi voltarsi e procedere verso casa sua. Decisi di fare lo stesso.

Il resto della notte potrebbe facilmente essere riassunto dichiarandolo vuoto di eventi. Quando tornai, Oruki mi chiese dove fossi stato. Gli dissi semplicemente che avevo incontrato gli altri membri del club per dir loro cosa stava accadendo. Dopodiché fui congedato. Mi disse che non aveva nulla da farmi fare. Finii con lo spendere la maggior parte del tempo nella mia stanza. Provai per davvero a leggere il libro di Haiku, per non passare come bugiardo. Riuscii a finire circa venticinque pagine prima di metterlo giù.
La cena fu incredibilmente imbarazzante. Fu perfino più silenziosa di prima, dato che l'appetito di Haruhi era caduto a picco. Prendeva solo piccoli morsi e nemmeno finì il piatto. Per la prima volta da quando l'avevo conosciuta, finii prima di lei. Magari sarebbe stato meglio se i suoi genitori avessero dimenticato tutto il trambusto.
Quindi fu il mattino successivo, e io ero sveglio, sentendomi riposato. Perché? Ad essere onesti, nemmeno io lo sapevo. Controllai l'orologio e notai che era mezz'ora prima di quando Haruhi si svegliava per poi trovare un contorto modo di svegliare me. Alzandomi per sedermi sul lato del letto, fui piacevolmente sorpreso di scoprire che quasi non sentivo dolore, nemmeno al polso. Realizzai che doveva essere opera delle nano-macchine di Nagato. Dovevano aver aumentato anche la velocità di recupero durante il sonno. Nagato, sei fantastica. Cavoli, quanto avrei voluto che la cosa fosse permanente...
La prima cosa che feci fu andare in bagno per guardarmi allo specchio. Come mi aspettavo, l'occhio nero si era schiarito, ed era sparito anche il gonfiore. Toccai l'occhio per testarlo. Faceva ancora un po' male, ma era decisamente meglio del giorno prima. Dopo aver finito l'analisi, decisi per una doccia.
Finita la doccia, mi avvolsi in un asciugamano e uscii dal bagno. Proprio grazie alla mia fortuna (o alla sua mancanza) Haruhi stava camminando verso il bagno, strofinandosi gli occhi dal sonno. Quando mi notò uscire, si scosse appena e mi lanciò un calcio verso le parti passe. Grazie al mio stato incredibilmente riposato, però, riuscii appena a reagire al calcio voltandomi, esponendo il fianco. Il calciò atterrò sul lato della mia gamba invece, evitanto quello che sarebbe stato un enormemente doloroso colpo ai gioielli di famiglia. Fece comunque male, però.
«Ahi! Che diavolo!?»
Dopo avermi guardato meglio, Haruhi parlò. «Mi hai spaventata a morte! Non sei mai sveglio così presto!»
Sospirai e scossi la testa. Immaginai che era facile capire che qualcuno che si è appena alzato sarebbe abbastanza spaventato da un tizio che all'improvviso esce dal bagno indossando solo un asciugamano, specialmente se non ce lo si aspetta. Mi grattai e ridacchiai.
«Credo di essermi sentito ottimista, o qualcosa così. Non so perché, ma mi sono semplicemente svegliato prima oggi.»
Haruhi incurvò lo sguardo e mi puntò il dito veros il naso. «Perché non puoi essere così agli incontri della Brigata nei weekend...?» A quel punto notai la malinconia di Haruhi tornare in tutta furia non appena si ricordò della Brigata. Rimase lì in piedi per un minuto, chiusa nella tristezza fissando il pavimento. Dopo un po', entrambi ci ricordammo che io ero ancora davanti alla porta del bagno con addosso solo un asciugamano.
Haruhi arrossì leggermente prima di guardarmi storto. «Idiota! Non restare lì impalato in quel modo! Vestiti!» Mi tirò per i capelli spingendomi nella mia stanza. Quello fece male, dannazione! Aveva davvero bisogno di farlo?
Haruhi proseguì con la propria doccia mentre io mi rivestii. Scesi le scale e andai in cucina. Pensai che siccome ero tecnicamente già pronto ad andare, potevo fare il tentativo di preparare colazione e pranzo. Sapevo già di non avere metà del talento che avevano Haruhi e sua madre, ma pensai che fin tanto che non bruciassi nulla, qualunque cosa sarebbe andata bene. Una semplice colazione occidentale consistente di uova, bacon e toast era perfetta per le mie abilità, pensai. Sarebbe comunque stato meglio di quella roba istantanea da riscaldare al microonde.
Avevo finito di preparare la colazione proprio quando Haruhi aveva finito di prepararsi per andare a scuola. Era piacevolmente sorpresa di notare che per una volta avevo pensato io alla colazione, quindi afferrò il piatto che le stavo porgendo e iniziò a mangiare. Non disse nulla, quindi immaginai che fosse almeno commestibile. Proprio mentre stavo per prendere il mio piatto, Naru-san entrò in cucina, strofinandosi graziosamente gli occhi.
«Oh, Kyon-kun ci sta preparando la colazione, eh? Fantastico!»
Cercai dentro me le forze per poterle rivolgere un dolce sorriso. « Come previsto, Oruki entrò in cucina poco dopo che Naru-san ebbe preso il suo piatto, con il suo giornale in mano. Mi guardò mentre stavo preparando il suo piatto. «Fammele strapazzate.» Nemmeno un ciao, vedo. Cos'è, avevi pensato che non ne meritavo più?
Gli rivolsi un sorriso, facendo qualunque cosa potessi per trattenere la mia disapprovazione. «Arrivano in un minuto.»
Dovendo preparare la colazione anche per i genitori di Haruhi, non ebbi mai l'occasione di godere veramente della mia. Dovetti ingoiarla in tutta fretta prima che Haruhi mi strappasse via verso un altro meraviglioso giorno a scuola. Quando arrivammo finalmente in classe, Haruhi sotterrò di nuovo la testa fra le braccia, sul banco. Speravo che Haruhi si sentisse un po' meglio quel giorno, ma mi sbagliavo. Le parlai un'altra volta, se non altro per consolarla un po'. «Tutto bene?»
Haruhi non si importò di rispondermi, cosa che mi fece preoccupare. Continuai a parlare. «Koizumi ha detto che avrebbe parlato con Arakawa-san, Mori-san e i fratelli Tamaru per vedere se potevano aiutare come hanno fatto con i casi quest'estate e quest'inverno5
Haruhi sollevò impercettibilmente la testa, permettendomi di vedere almeno i suoi occhi. «Non funzionerà.» Dopo essere rimasta in silenzio per un minuto, parlò di nuovo. «Non esiste proprio che mio padre non scopra qualunque trucchetto escogitino. Il trucco verrà scoperto. Lo so. E a quel punto la mia Brigata sarà sparita per sempre.»
«Be', c'è sempre la possibilità che si presenti qualcuno con un vero mistero.»
«Anche se succedesse, non riesco a non preoccuparmi che potremmo non riuscire a risolverlo. Cosa succederebbe? Magari mio papà potrebbe lasciarci in pace se pensa che ci abbiamo provato davvero, ma non c'è modo di esserne sicuri.»
«Con te, Nagato e Koizumi, come potremmo non risolverlo?»
Haruhi si alzò in posizione seduta, anche se un po' giù, e iniziò a giocare con la sua micromina. «Non dubito delle abilità dei membri della mia Brigata. Nemmeno un po'. Sono tutti delle persone incredibili. Non sarebbero nella mia Brigata se non lo fossero. Ma sono solo umani. Anche loro hanno dei limiti.»
Sì, riguardo alla parte sui "solo umani"... ehm... E poi aveva detto che tutti sono incredibili? Includeva anche me?
Haruhi si stancò di giochicchiare con la matita e la posò sul banco. Poi risotterrò la testa fra le braccia. Apparentemente non riuscivo a tirarle su il morale, ma provai a dire un'altra cosa prima di mollare.
«Non arrenderti, Haruhi. Non è da te essere così. Abbiamo bisogno del tuo ruolo di capo, questo Sabato. Ce la faremo. Ne sono sicuro.»
Per qualche motivo, sentii l'impulso di afferrare la sua mano. E per qualche ragione ancora più strana, assecondai quell'impulso. Tenni la sua mano nella mia e la stretti anche un po'. Non rispose alla mia stretta, però non tolse la mano. Non percependo alcun segnale di dover togliere la mano, la lasciai così, godendo della sua calda morbidezza. Sapevo che qualche compagno di classe ci avrebbe visto, inclusi Taniguchi e Kunikida, e non m'importava. Avrei solo dovuto ignorare i fastidiosi commenti che avrebbero fatto a pranzo. Non la lasciai la sua mano fino a che Okabe-sensei entrò in classe.
Perché l'avevo fatto? Perché le avevo tenuto la mano?

La scuola proseguì come al solito, e prima che me ne rendessi conto, stavo facendo i compiti nel soggiorno. Normalmente avrei rimandato a più tardi, ma Haruhi decise di insistere sul non rimandarli, e siccome i suoi genitori ci avevano sentiti mentre ne parlavamo, feci quel che potei per evitare di annoiarmi. Sentivo il suono di una sega elettrica in lontananza. Oruki stava ancora lavorando il legno, e il suono che produceva era fastidioso. Proprio, proprio fastidioso.
Ma poi ci fu un altro rumore che sentii provenire dal seminterrato. «AAAHHH!»
Sorpreso dal suo grido di dolore, mi alzai istintivamente e mi diressi giù nel seminterrato per controllare. Lo vidi tenere la mano sotto un rubinetto aperto.
«Tutto bene?»
«Sto bene,» disse nel tono di chi cerca di far apparire le cose meno importanti di quello che sono. «Mi sono fatto un taglietto usando la sega.»
Mi diressi verso il lavandino per guardare la sua ferita. Vidi il sangue della che si mescolava con l'acqua. Non riuscii a capire com'era fatta la verita, ma era piuttosto brutta.
«Vuoi che vada su a prendere delle bende?»
«Ce le ho,» disse aprendo un cassettino con l'altra mano. Poi tirò fuori dell'acqua ossigenata e alcune bende larghe. «Quando lavori con coltelli, seghe e pialle, essere preparati al peggio aiuta.»
Tolse la mano dal getto d'acqua. Vidi un piccolo taglio sul lato della mano. Non era molto profondo, ma sembrava davvero doloroso. Iniziò a pulire la ferita e bendarla, in un modo indicante che non era la prima volta che lo faceva. Quando ebbe finito, fissò la ferita e scosse la testa.
«Non sbaglia mai...»
«Uh?» Dissi, cercando una chiarificazione.
«Parlavo di questa strana regola che ho notato. Sembra che ogni volta che mia figlia è arrabbiata con me, trovo sempre un modo di farmi male. È come se il karma cercasse di mordermi le chiappe, o qualcosa così. È strano... è che... non sbaglia mai...» Poi fece un lieve sorriso guardando ancora la sua mano.
Anche io sorrisi nel sentirlo, ma per motivi molto diversi di quelli di Oruki. Se solo avesse saputo. Io ero sicuro che non fosse una coincidenza.
Oruki mi guardò di nuovo. «Non stai facendo nulla al momento, giusto?»
«Stavo facendo i compiti.»
«Puoi finirli dopo,» disse Oruki indicando il suo banco da lavoro. «Ho bisogno di una mano per un paio di cosette. Sarà più difficile lavorarci con la mia mano in questo stato.»
Accettai con riluttanza e lo seguii verso il banco che aveva indicato. Tirò quindi fuori un metro a nastro e mi diede la parte finale. «Tieni stretta la fine.»
Ubbidii, tenendo ferma la fine mentre lui tirava il nastro. Poi lo mise contro un pezzo di legno. Prese quindi una micromina e fece dei segni sul legno indicanti i tagli da fare. Proseguì prendendo il legno e tagliandolo con la sega. Ripetemmo questi passi un paio di volte fino a che non ebbe finito di tagliare.
Mi incuriosii su che cosa stava costruendo. «Che stai facendo?»
«Una cuccia per cani,» disse senza esitare.
Rimasi sorpreso. «Vuoi prenderti un cane?»
Oruki fissò il terreno, con il viso un po' pentito. «Non possiamo permettercelo, al momento.» Incurvò lo sguardo verso di me. «Possiamo a malapena permetterci te. Quand'è che ci darai quell'affitto, fra l'altro?»
«Oh,» dissi. In realtà avevo dimenticato il fatto che non li avevo ancora pagati. «Potrei dartelo adesso.»
«Non voglio importarmene fino a che tu non hai trovato un posto dove stare. però mi aspetto che tu me lo dia, prima o poi. Nel frattempo, venderò questa cosa quando l'avrò finita.»
Iniziai a chiedermi quanto fossero strette le spese dei Suzumiya. Ora che ci pensavo, non avevo visto Oruki andare al lavoro troppo spesso, da quando ero là. Volevo chiederglielo, ma iniziai a pensare che non avrei dovuto. E poi mi avrebbe risposto dicendo che non erano affari miei, probabilmente. Invece, cercai di cambiare argomento.
«Ehi, Oruki... diciamo, per ipotesi, che tua figlia non avesse un attività extra-scolastica e che volesse passare il proprio tempo uscendo con gli amici, a divertirsi... a te andrebbe bene?»
«Assolutamente no,» disse Oruki senza nemmeno la minima pausa. Poi mi guardò con sospetto. «Stai cercando di dirmi qualcosa?»
Scossi la testa nervosamente. «N... no. Ero solo curioso. Posso chiedere perché?»
Oruki posò la micromina prima di rispondermi. «Perché sarebbe uno spreco!» Si gratto la fronte prima di contnuare. «Voglio dire, sono sicuro che tu sappia quanto talento ha. È incredibile! Hai idea di quanto sia raro per qualcuno essere capace di fare bene quasi qualunque cosa? Una persona si può considerare fortunata se ha talento in qualche cosa. Ma lei, lei potrebbe fare qualunque cosa voglia una volta cresciuta! Puoi immaginare cosa significa avere quel tipo di dono?»
Stavo capendo quello che intendeva dire.
Oruki continuò. «Sapevo fin da quando era piccola che era fantastica. È brillante! Capii che avrei dovuto fare qualunque cosa per essere sicuro che non gettasse via questa possibilità. Quindi la costrinsi a fare un sacco di cose, come lezioni di karate, sport vari, lezioni di pianoforte, qualunque cosa riuscii a pensare. Sperai che almeno una di queste cose conquistasse il suo interesse, e che si dedicasse nel farlo, ma sembrava che a lei non importasse nulla. Voleva solo fare stupidaggini come dipingere cose suoi nostri muri o vandalizzare la proprietà privata. Era così frustrante. Più faceva queste cose, più la spingevo, e più continuava a fare quello che voleva.»
Vidi la frustrazione sul suo viso mentre ripensava a qualche episodio passato con sua figlia. Decisi di fargli un'altra domanda. «Non avevi paura di spingerla troppo?»
«Ebbi quella paura quando raggiunse la scuola media, quindi volli fare un patto con lei. L'avrei lasciata in pace se avesse deciso di frequentare un'attività extra-scolastica. Qualunque cosa fosse stata, non importava, fin tanto che era qualcosa di costruttivo. I suoi voti sono sempre stati ottimi, quindi era solo quella l'unica cosa che mi preoccupava, oltre al fatto che avrei voluto che non avesse scelto la North High. Nessun offesa, ma avrei voluto che andasse alla Kouyouen6. Ma continuò ad insistere per la North High. Ancora non riesco a capire perché.
Io sapevo perché. Era colpa delle cose che le avevo detto quattro anni fa, quando sono tornato indetro nel tempo. Non gliel'avrei detto a lui, però. Non riesco nemmeno ad immaginare cosa mi avrebbe fatto se avesse saputo che in realtà ero io che avevo deturpato il cortile della sua scuola7.
«Ti preoccupi che ti possa odiare dopo tutto quello che è successo?»
Oruki rimase in silenzio, come se non volesse rispondere, o come se non avesse una risposta. Alla fine, una risposta me la diede. «Non importa quello che prova nei miei confronti, alla fine. Cosa importa a me è che lei sia pronta per il mondo reale quando sarà un'adulta e che faccia carriera in qualunque cosa abbia voluto fare nella vita. Se questo significa che deve odiarmi... e allora che sia.» Notai che era quasi pentito. Mi chiesi se avesse desiderato di poter riprovare da capo ad essere il padre di Haruhi. Nessuno ha una seconda possibilità nel crescere un figlio. Se sbagli, essenzialmente sei responsabile per aver rovinato la vita di qualcuno. Ne sapevo poco di cosa significhi essere un genitore, ma sapevo che per il momento non volevo averne l'esperienza. E sicuramente non vorrei essere stato genitore di Haruhi.
In ogni caso, nulla di questo significava che Oruki iniziasse a piacermi. Mi fece solo realizzare che potrebbe essere umano dopo tutto.
Oruki mi guardò con serietà. «Sai, mia moglie è piuttosto su di giri per la faccenda del Sabato. Non sta mai zitta. Sarà meglio che non rimanga delusa.»
«Capisco,» dissi, ingoiando la saliva. «Anche io sono... parecchio su di giri.»
«Comunque,» disse Oruki, forse tentando di cambiare discorso. «Com'è che quell'occhio si è schiarito così velocemente?»
Sbattei le palpebre, preso dalla sorpresa, a questa sua domanda. Avevo completamente dimenticato che avevo una guarigione super rapida grazie a Nagato e che il mio occhio stava guarendo. Forse un po' troppo velocemente, in effetti. Mi grattai la nuca e sorrisi. «Mi sa che guarisco in fretta.»
Oruki mi guardò con sospetto per un secondo prima di lasciar perdere. Poi mise in posizione le tavole e prese un chiodo. «Tienilo fermo mentre lo martello.»
Spalancai gli occhi per il terrore. «Cosa devo fare?»
Oruki mi mostrò la mano bendata. «Non posso tenerlo fermo con questa mano. Ho bisogno che lo faccia tu. Rilassati, non ti farò del male.»
Sai, quella mano mi ci fa pensare due volte. Non vorrei dover essere il prossimo ad aver bisogno di bende.
Alla fine mi arresi e tenni il chiodo. Mi preparai al terrificante dolore che sarebbe susseguito. La mia unica consolazione era che le nano-macchine erano ancora dentro di me. Nagato aveva detto che si sarebbero disattivate solo se il mio corpo sarebbe stato completamente libero da ferite, quindi se le mie dita fossero state schiacciate, le nano-macchine avrebbero dovuto rimanere in giro fino a che non sarebbero tornate a posto. Almeno sapevo non avrebbe fatto male per troppo tempo.
Fortunatamente, solo il chiodo fu colpito dalla forza del martello. Spostai la mano una volta che il chiodo fu entrato nel legno per lasciarlo finire il lavoro. Ripetemmo parecchie altre volte prima che Oruki decise di dichiarare finita la giornata. Fui molto sollevato di avere le dita ancora intatte.
Dopodiché, lasciai il seminterrato e tornai alla mia stanza. Decisi di prendere il libro che mi aveva dato Nagato e continuai un po' la lettura. Purtroppo, non riuscii a finire una pagina prima di sentire qualcuno bussare alla finestra. Doveva essere Haruhi.
Quando aprii la finestra, fui contento di notare che Haruhi stava... sorridendo. Per la prima volta da Lunedì, in effetti.
«Ho ottime notizie! Abbiamo un cliente!»
Sbattei le palpebre. Non potevo crederci. Avevamo davvero un cliente! Non poteva essere una coincidenza. Ero quasi certo che Haruhi ci aveva qualcosa a che fare.
«Chi è?»
«Indovina.»
Come diavolo zvrei dovuto fare per indovinare? Potrebbe essere chiunque fra più o meno sette miliardi di persone, e della maggior parte di loro non conosco il nome.
Se mi aveva chiesto di indovinare, magari doveva essere qualcuno vicino a noi. «Sakanaka-san?»
«No.»
«Kimidori-san?»
«Sbagliato.»
«Taniguchi?»
Haruhi incurvò lo sguardo a questo punto, come se fosse infastidita dal fatto che non avevo ancora indovinato. «No.»
Iniziai a finire le risposte. «Kunikida? Il presidente del club d'informatica?»
Haruhi sembrò onestamente infastidita. «No. No! Andiamo, Kyon!»
Sospirai sconfitto. «Mi arrendo... dimmelo e basta.»
Haruhi emise un lamento prima di rispondermi. «Kiyosumi Morimura!»
Alzai un sopracciglio. «Chi diavolo è?»
«Non ti ricordi di lui? È stato uno degli sponsor del nostro film.»
Non mi diceva nulla... dovevo pensarci. Morimura... Morimura... Aspetta! Ora ricordavo! Era quel tizio che aveva il negozio giù in città, giusto? È anche comparso nel film per qualche secondo, se mi ricordo bene... Aspetta, come diavolo avrei dovuto fare a indovinarlo?
«Peccato! Non hai indovinato. Però, dato che mi sento generosa, ti darò un punto per averci provato.»
Oh, wow! Un intero punto! Ora il vantaggio di Koizumi è di soli diciannovemilanovecentonovantanove punti. Avrebbe dovuto stare attento, o l'avrei superato di sicuro.
«Tornando al discorso,» dissi. «Ti ha detto che sta succedendo?»
Haruhi scosse la testa. «No, ma sembrava davvero preoccupato. Disse che non sapeva più a chi rivolgersi. Deve essere una situazione piuttosto disperata, per lui.»
Sì, uno deve essere davvero disperato per rivolgersi alla Brigata SOS in cerca di aiuto... e anche un po' pazzo.
«Gli ho detto che non potevamo incontrarlo fino a Sabato. Sembrava dispiasciuto che non potessimo andare là prima, ma gli ho detto che avevamo degli altri casi da chiudere. Gli ho detto di incontrarci qui il Sabato e gli ho anche dato istruzioni su come arrivare.»
«Quindi siamo pronti ad andare, eh?»
Haruh annuì. «Se si presenta.»
Le sorrisi, sentendomi anche io parecchio sollevato. «Visto? Ti avevo detto che le cose si sarebbero messe a posto.»
Haruhi prese un respiro profondo, sembrando molto ansiosa. «Ora dobbiamo solo risolverlo.» Dopodiché, Haruhi iniziò ad alzarsi. «Torno alla mia stanza. Voglio assicurarmi che siamo ben preparati.»
«Ci vediamo,» dissi chiudendo la finestra. Però, prima di potermi stendere sul letto, sentii un altro colpetto sula finestra. Mi rialzai e la riaprii.
«E comunque, hai finito i compiti?»
Spalancai un pochino gli occhi quando realizzai di essermeli dimenticati dopo essere stato nel seminterrato con Oruki. «Ops.»
«Dannazione, Kyon! Smettila di procrastinare! Sei fortunato che sono bloccata nella mia stanza per ora, o ti darei la penalità più grande che tu possa immaginare!»
Come sarebbe che eri bloccata nella tua stanza? Eri sul tetto in quel momento.
«Sta' zitto e falli!» gridò Haruhi prima di alzarsi e tornarsene nella sua stanza.
Sospirai per l'esasperazione prima di chiudere la finestra e tornare nel soggiorno. Oruki era già là a guardare la televisione bevendo una birra. Mi vide sedermi al tavolino da caffè dove avevo lasciato i compiti. «Dimenticato qualcosa?»
Ignorai il suo fastidioso commento e tornai a finire i compiti. Oh, be', almeno Haruhi era tornata sé stessa. Speravo che potesse rimanere così fino a Sabato.

Riuscii a finire i compiti giusto per l'orario di cena. Durante la stessa, Haruhi ebbe l'onore di dire ai suoi genitori che avevamo un cliente pronto per Sabato. Oruki annuì appena, ma Naru-san trasudava gioia. Accidenti, rimarrà delusa se si carica così tanto. Avrebbe dovuto uscire di casa più spesso... ma di nuovo, il resto del mondo potrebbe non apprezzare l'avere Naru-san a spasso senza guinzaglio. Era terribile quanto Haruhi, se non peggio.
Dopo aver finito la cena e ripulito la tavola, tornai alla mia stanza. Proprio quando stavo per rilassarmi, il cellulare squillò. Sospirai prendendolo, pensando che doveva essere ancora Koizumi. Quando controllai, fui sorpreso di scoprire che invece era Asahina-san. Cosa poteva volere? Sapete, sentire la sua voce in quel momento mi avrebbe davvero aiutato. Risposi al cellulare con gioia. «Ciao, Asahina-san! Come va?»
«Uhm... Kyon-kun. Devo informarti su alcune cose.» La sua voce non sembrava tranquilla o spensierata. Doveva essere successo qualcosa di brutto.
«Cosa c'è che non va, Asahina-san?»
Si fermò per un momento prima di dirmi ciò che la preoccupava. «Non posso dirti molto, ma c'è stata un qualche tipo di anomalia temporale Venerdì scorso.»
«Davvero? Perché non me lo hai detto alla riunione ieri?»
«Be', è quello il problema... sai, non l'abbiamo scoperto fino ad un paio d'ore fa.»
"Abbiamo" doveva riferirsi alla sua fazione di Viaggiatori del Tempo. «Com'è possibile che non l'abbiate saputo fino ad un paio d'ore fa se è accaduto Venerdì?»
«Non... sono sicura sul come dirlo, ma... non è esistito fino ad un paio d'ore fa...»
Ora ero davvero confuso. «Come può qualcosa che è esistita Venerdì scorso non essere esistita fino ad un paio d'ore fa?»
«È davvero difficile spiegare senza rivelare informazioni classificate. Ha a che fare con Suzumiya-san, però.»
Ovvio che aveva a che fare con lei. Succede mai qualcosa di strano senza che lei sia coinvolta in qualche maniera, forma o modalità?
Pensai a quello che mi aveva detto. Ci volle un po', ma alla fine ebbi un'idea di cosa stava parlando. «Quindi, mi stai dicendo che l'Haruhi di un paio d'ore fa ha alterato tempo ed eventi di Venerdì scorso?»
«Ci sei molto vicino, sì.»
«Cos'ha fatto?»
«Non posso dirtelo perché sono informazioni classificate. Però, molto presto Itsuki-kun e Nagato-san te lo spiegheranno meglio di quanto possa farlo io.»
«Presto, eh? Presto tipo Sabato?»
«È classificato...»
Figuriamoci. Avevo la sensazione che avrebbe avuto a che fare con ciò che sarebbe accaduto di Sabato... Grandioso.
«In ogni caso,» dissi. «Haruhi ha trovato un cliente per Sabato. Questa... cosa dell'anomalia ha qualcosa a che fare con lui?»
«È classificato...»
Ovviamente. Per quanto dolce Asahina-san fosse, mi dava proprio fastidio che raramente poteva darmi una buona risposta riguardo qualunque cosa. Almeno Koizumi e Nagato davano risposte con facilità.
«Mi spiace, Kyon-kun. Non posso dirti molto altro. L'unica altra cosa che posso dirti è che quando confronterai quest'anomalia, sarai molto probabilmente in grave pericolo.»
Pericolo? Be', quella è sempre un'ottima cosa. Soprattutto quando è un "grave pericolo".
Sospirai profondamente prima di chiudere la conversazione con Asahina-san. «Grazie per avermi informato. Cercherò di essere cauto.»
«Okay, Kyon-kun. Ci vediamo Sabato, okay?»
«Okay. Ciao, Asahina-san.» Riattaccai e appoggiai la testa alla mano. Non era stata molto chiara, ma potevo prendere atto che un paio d'ore prima, Haruhi aveva alterato gli eventi relativi a Venerdì scorso in un modo che aveva coinvolto Morimura-san. Che cosa carina da parte di Haruhi fare una cosa del genere ad uno suoi sponsor... Be', qualunque cosa fosse successa, era abbastanza terribile da fare in modo che lui avesse bisogno d'aiuto per affrontarlo. Quindi immaginai che Sabato avremmo scoperto di cosa si trattava con l'aiuto di Koizumi e Nagato. Sfortunatamente, se il pericolo era presente, dovevamo anche assicurarci che Haruhi e i suoi genitori ne fossero stati il più lontano possibile. Sembrava una faticaccia. Avrei dovuto capire subito che non avremmo avuto a che fare con un mistero normale.
Il cellulare squillò di nuovo. Fui sorpreso di scoprire che era... Haruhi? Perché diavolo mi stava chiamando se si trovava proprio nella stanza affianco? Non poteva salire sul tetto per parlarmi? «Pronto?»
«Con chi stavi parlando?»
Accidenti! Mi ero proprio dimenticato che le pareti erano così sottili, e per lei era uno scherzo sentire cosa la persona al di là stesse dicendo. Stava origliando la mia conversazione con Asahina-san? Oh, no, e se avesse sentito troppo?
Cercai di farla passare il più possibile come se fosse una cosa di poco conto. «Parlavo con Koizumi.»
«Bugiardo! Ti ho sentito! Stavi parlando con Mikuru!»
Se sapevi già con chi stavo parlando, perché me l'avevi chiesto?
«Di cosa stavate parlando!? Ho sentito pronunciare il mio nome! Pretendo risposte!»
Stavo diventando nervoso. QUanto aveva sentito? Speravo davvero che non avesse sentito tutto. «Mi stava... chiedendo un'opinione su una domanda. Aveva bisogno dell'opinione di un ragazzo.»
«E cosa aveva a che fare con me?»
«Non è nulla, Haruhi. Ha chiesto qualcosa su di te, sì, ma non era una cosa importante.»
«Voglio saperlo. Come tuo capobrigata, ti ordino di dirmelo!»
«No, Haruhi. Non te lo dirò. Era una domanda personale. Ti prometto che non era una cosa importante.»
«La violazione di un ordine diretto ha come conseguenza l'accusa di tradimento, Kyon! Mi senti?»
Mi strofinai gli occhi, infastidito. Magari l'avrei dovuta prendere in giro. «Voleva... voleva sapere chi secondo me stava meglio... con i costumi da coniglietta...» Era davvero questa la cosa migliore che avevo in mente? Accidenti, se era pessima.
«E che hai risposto?»
«Le ho detto che non lo sapevo.»
«Stai mentendo! Dimmi la verità!»
«Buonanotte Haruhi...» Poi chiusi la chiamata. Presto sentii dei colpi sul muro accompagnate da un sorprendentemente udibile «dannato te, Kyon! Rispondimi!»
Sistemai il cuscino sopra la testa per non sentirla più. Davvero non volevo rispondere. A parte questo, ero davvero felice che non aveva sentito ciò che avevo detto veramente ad Asahina-san. Era stato un brutto scivolone, da parte mia. Speravo solo che Haruhi non avrebbe creato uno spazio chiuso per una faccenda così stupida, ma se lo avesse fatto, almeno avrei saputo che Koizumi non avrebbe più dovuto preoccuparsi di creare un finto mistero. Dopo un po', tolsi il cuscino dalla testa dato che Haruhi aveva finito di fare trambusto. Indossai il pigiama e mi stesi sul letto. Alzai le coperte e mi addormentai.
Sabato sarebbe stata una giornata faticosa...

Fiuuu... Che capitolo, anche se era solo un capitolo di preparazione. Spero che abbiate avuto una dose sufficente di Mikuru, Nagato e Koizumi. Ce ne sarà di più nei prossimi capitoli.
Vorrei anche dire che sembra proprio che un sacco di voi abbiano iniziato ad odiare Oruki. Ovviamente, lo stavate odiando per buone ragioni, ma volevo comunque ricordare ai lettori che è comunque un essere umano. Un brutto essere umano, ma comunque un essere umano. Ho provato a renderlo un po' più relazionabile.
Comunque, vi prometto che non ci metterò molto a finire il prossimo capitolo. So che lo aspettate. Non vedo l'ora di scriverlo!


1. Lo "Shinjin" è il nome giapponese del gigante blu che imperversa negli spazi chiusi, e significa "avatar". L'autore qui lo usa senza tradurlo.
2. Un "flipbook" è una di quelle cose in cui si fa una serie di disegni su diverse pagine di un quaderno, e facendo scorrere le pagine si ha l'impressione che il disegno si muova... avete presente cos'è, vero? La stessa Mikuru ne parla durante "la ricerca" settimanale di Haruhi durante gli eventi della Malinconia. In Italiano, prende il nome di cineografo, ma il dizionario stesso mi dice che al giorno d'oggi nessuno sa cosa quel termine significhi... quindi lo lascio in inglese, che suona anche bene.
3. Le vicende a cui si riferiscono Kyon e Koizumi sono quelle della Sindrome dell'Isola Sperduta, dove Koizumi e gli altri da lui nominati mettono in piedi una scena in stile Giallo che Kyon e Haruhi provano a risolvere, scoprendo la farsa. Possono essere ritrovate negli episodi nove e dieci della prima stagione dell'anime, oppure nel volume quattro (ultimi due capitoli) del manga.
4. Il primo dei due misteri è ovviamente quello della Sindrome dell'iSola Sperduta, mentre il secondo è stato proposto più avanti, questa volta senza il tentativo di ingannare Haruhi, con lo scopo ben chiaro di divertirsi a fare i detective. Lo trovate nel volume undici, i due capitoli centrali.
5. Kyon si riferisce nuovamente ai due casi polizeschi escogitati dall'Organizzazione di Koizumi, citati nella nota precedente.
6. La North High, è, ovviamente, la scuola in cui vanno Kyon e Haruhi. La Kouyouen, invece, è una scuola femminile della stesa città, ma dotata di più prestigia. Solo
le studentesse migliori possono permettersi di andare in quella scuola, sia in termini di denaro che di intelligenza. Durante gli eventi de La scomparsa di Haruhi Suzumiya, la scuola, nell'universo alternativo, è mista, e Haruhi la frequenta insieme a Koizumi. Haruhi frequenta quella scuola anche nello spin off La scomparsa di Yuki Nagato.
7. Alla festa del tanabata (primo episodio della seconda stagione per gli anime, terzo volume per i manga), Kyon torna indetro nel tempo di tre anni e aiuta la piccola Haruhi a imbrattare il cortile della scuola. Haruhi riconosce l'uniforme della North High indossata da Kyon, e soprattutto del suo (falso) nome, John Smith. Haruhi decise a quel punto che sarebbe andata alla North High, in qualche modo alla ricerca dello stesso John Smith. Si avvicina a Kyon, all'inizio de La malinconia, perché lui gli somiglia...

Vi devo delle scuse, lo so bene. Dall'ultimo capitolo, è praticamente passato mezzo anno scolastico. Ma sapete, sono stato impegnato. Con il mezzo anno scolastico. Dopo lo scorso capitolo, mi sono preso una pausa per poter affrontare gli esami di recupero. Ho avuto successo! E passando alla classe successiva... ho avuto molte più cose da studiare. Ho appana passato un periodaccio pieno di verifiche, come molti di voi, immagino, e quindi mi sono ritrovato con un po' di tempo libero. Questi sono più o meno i motivi per cui non ho avuto tutto il tempo che avrei dovuto dedicare alla traduzione. Concludo quindi con il dire che il prossimo capitolo sarà lungo quasi quanto questo, ma ho la sensazione che non ci vorrà tanto tempo per tradurlo quanto questo ne ha richiesto. Vi saluto, sperando che gli impegni mi consentano di ripresentarmi presto.

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