Her whole body just shouts “Sex!”~She is so lovely!.

di mamihlapinatapei_14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter n.1 ***
Capitolo 2: *** Chapter n.2 ***
Capitolo 3: *** Chapter n.3 ***
Capitolo 4: *** Chapter n.4 ***
Capitolo 5: *** Chapter n.5 ***



Capitolo 1
*** Chapter n.1 ***


Chapter n.1



"Era così strano che qualcuno si accorgesse di lei,che quasi non ci riusciva a credere. Era tutto così surreale che lei quasi si spense in un sorriso fatto da quel ragazzo dagli occhi ipnotici."
Alzò la testa dal libro sui vampiri che stava leggendo e rimase quasi spazientita per il modo in cui la protagonista le assomigliasse.
Era lei in versione vampiresca;con tutte le sue debolezze e tutti i suoi complessi.
Aveva sempre fatto riempire la sua testa di film mentali dove si sottovalutava e rovinava ogni minima parte del suo corpo e del suo carattere.
Cristal era troppo drammatica su se stessa, e non considerava mai l’opzione di essere follemente bella sia dentro che fuori. Eppure ne aveva di amiche che le dicessero che non era così,di ragazzi che le facevano il filo e di idoli che le avevano insegnato a non chiudersi in se stessa e far mostrare tutto.Lei riteneva che la prendessero in giro.
“VOGLIO PROVARCI!OGGI CI PROVO…no vabhè,non ci riuscirò mai…”ecco ciò che pensava quando la mattina si alzava e si guardava allo specchio.
Toccava i riccioli color carota,spalancava gli occhi neri carbone,smuoveva il naso e la bocca corallo,passava la mano sulle braccia poi sul seno ed infine sulle gambe;e non trovava mai il coraggio di spaccare il suo muro e farsi vedere.
Sapeva essere dolce,carina e gentile con tutti quelli che riuscivano a toccare i suoi pensieri…Ma poteva anche diventare una perfetta stronza con chi proprio non riusciva a capire.
Ora stava guardando le nuvolette grigie che si avvicinavano annunciando un temporale bello pesante.Sbuffò all’idea di doversi alzare e trovare un posto dove rifugiarsi,visto che gli scalini del parco non sarebbero stati più tanto comodi.
-Miss. Sorriso! Ti va di fare un giro sul mio nuovo motorino?!-le disse una voce alle spalle.
La voce di quel ragazzo che tanto le voleva bene e che per lei era come un fratello.Che le era stato vicino quando le erano morti i pesciolini rossi,quando (due mesi fa) il suo primo fidanzato l’aveva lasciata dopo tre anni che stavano insieme “Perché si era accorto che amava la sua migliore amica”.Lui c’era quando lei si era accorta di avere un problema al fegato,quando quasi pensasse di avere il cancro e quando andò in coma per un mese per colpa di un incidente stradale mentre stava su un pullman…
Lui c’era sempre stato.
-Hazza…Quanto l’hai pagata questa?!-gli chiese Cristal girandosi verso di lui e sfoggiando uno dei soliti lacrimoni che oramai non la lasciavano più.
Cristal non era così prima di quella delusione,non era una funghetta malinconica e nostalgica.Era una rosa allegra e spensierata.
Tirò su col naso quel profumo di margherite che la circondavano e provò a non piangere,riuscendoci discretamente.
-Tesorino, ma la vuoi smettere?!-esclamò il riccio sedendosi accanto-Tu sei fin troppo bella e dolce per poter star male per un figlio di put…-
-NON LO CHIAMARE IN QUESTO MODO!-lo interruppe difendendo quel ragazzo che doveva odiare invece di rimpiangere.
Urlò così forte che il piccione marrone e bianco alle sue spalle volò via tremando.
Riguardò Harry,e quasi le dispiacque di averlo risposto così violentemente.Lo abbracciò e gli farfugliò uno “scusa” sulla spalla.
Lui la strinse forte e le accarezzo la schiena.
Dopo il momento d’affetto tra i due,Harry la prese per le mani e l’alzò.
-Tu non puoi continuare così…Ora voglio rivedere la mia Cristal!-le disse sorridendo.Prese dal cofanetto della moto una busta viola e una scatola verde.-Entra nel bagno di quel bar,cambiati e salta su questa moto. Si va ad una festa…-
Cristal provò a replicare ma non ci riuscì.Harry era un testardo dalla Madonna;se decideva una cosa si doveva fare.
Cristal entrò nel bar indicatogli dal Testardo, e quasi subito si pentì di averlo ascoltato:nel locale c’era una sovrabbondanza di esseri maschili che proprio non le andavano a genio.
A testa bassa continuò a camminare,dando ogni tanto un occhiata alla porta alle sue spalle;ma come solito da due mesi non aveva il coraggio.
Entrò nel bagno e si infilò nella prima toilette libera.Si tolse le ballerine nere,il leggins rosso e la maxi canotta e felpa colorate. Si guardò dalla testa ai piedi e odiò ogni minima parte del suo corpo color olivastro.
Odiava il seno cresciuto un po’  troppo per i suoi 17 anni,proprio non sopportava quella terza coppa B,le facevano inorridire le gambe lisce e muscolose e morbide al punto per far bloccare il fiato a tutti,schifava il fondo schiena perfetto e la pancia che non c’era.
Odiava la perfezione che lei diceva di non avere e che avrebbe voluto.
Aprì la busta viola e ci trovò uno shorts di jeans a vita alta, una canotta bianca con chiazze rosa e verdi su e un gilet abbastanza lungo e nero. Pensò che Harry non l’avrebbe costretta a darsi alla prostituzione,e subito le comparve un sorriso sulle labbra:Harry sarebbe morto d’infarto se lo avesse fatto!
Indossò tutto e pensò che avrebbe potuto anche indossare le ballerine;tanto il Testardo le avrebbe portato un paio simile a quelle che aveva…E,invece,uno degli incubi peggiori le si presentò davanti alla punta del naso:un paio di tacchi di vernice nera , alti non so quanto,erano la scelta di Hazza.
*toc toc*
Cristal tremò e si lascio cadere le scarpe nella busta.
-Miss.Sorriso,hai fatto?-
Fortunatamente quella voce familiare la rassicurò .Mise le scarpe,posò tutto e usci dalla cabina.
Fece un giro su se stessa e si mostrò ad Harry come se fosse una modella.
-Tesorino,sei bellissima!-le mise un braccio intorno al collo ed uscirono.
Cristal si sentì osservata da occhi maliziosi e perversi.Cercò con lo sguardo quello di Harry e lo trovò su di lei,pronto a difenderla.

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Capitolo 2
*** Chapter n.2 ***


Charter n.2

Non poteva dire di trovarsi alla sua festa ideale,troppo rumore e troppo alcool. Cristal era abituata a tutt'altro. Una festa con quel po’ di casino che non guasta,ma con tanta musica e divertimento.Ok all'alcool;ma  fino ad un certo punto. Ma come da 2 mesi,non trovò il coraggio di dir al riccio”No,io non  ci vengo.Sai che non è per me.” S’era intrufolata in quella casa strana per lei,ma aveva capito che Harolduccio lo faceva per lei.
Vide l’ambiente com'era all'interno e non riuscì a starci,così con uno sguardo fece capire ad Harry che sarebbe uscita fuori. 
E mentre con la mente girovagava per i meandri nascosti dei suoi sogni;mentre pensava che era così inutile e flebile come una foglia al vento, si sentì leggermente osservata.Odiava il fatto che la guardassero:punto 1. perché pensava  che tutti lo facessero visto che era brutta;punto 2. perché iniziava a pensare o che parlasse da sola o che stava sbavando.
Tutte ossessioni che si era lasciata impregnare nella testa per via di una delusione.Rimpiangeva il fatto di essersi fidata troppo,di averlo amato per davvero  quel bimbo che ora era il suo incubo:la sua depressione totale.Avrebbe voluto cancellare con una gigante gomma candida tutto quel passato che lo riguardava, ma sapeva che il passato non se ne sarebbe mai andato.
Sentì la sensazione di essere osservata ancora più profonda.Si girò verso la casa lasciando la ringhiera di marmo che circondava essa e tutto il giardino.
E davanti ai suoi occhi s’iniziò a creare una figura meravigliosamente sconosciuta.Con un battito di ciglia scannerizzò nella sua mente uno dei ragazzi più belli che aveva visto.Era la quarta parte di un gruppetto di fusti ed ormoni in movimento.Tirò su col  naso l’odore della voglia di cosce,gambe e tette che avevano quei 4 e le venne il disgusto.Erano loro che la guardavano,ma trovò ciò la cosa più nauseante ed orribile che le fosse mai successo.Odiava tutti quei tipi che si sbattevano e che ne cambiavano una ogni sera.
Mentre rifletteva  su quanto gli uomini fossero,quasi tutti,una massa di balestrati,egocentrici e facili,la quarta parte le si avvicinò.Aveva due bottiglie di birra in mano ed una di quelle era pronta ad esserle offerta.
-Ciao…-disse sorridendole.
Le porse la bottiglia in più e lei goffa rifiutò agitando le mani davanti al seno.Dal viso di quel ragazzo il sorriso non se ne andò,anzi si aprì di più.Gliela riporse facendole capire che non poteva rifiutare
-Vabene,accetto…-farfugliò provando a non balbettare-Grazie.-
Attaccò leggermente le labbra al vetro e lasciò che la sostanza color oro le bagnasse la bocca.
-Comunque,piacere Louis!-esclamò allungando la mano.
Lei la strinse e frettolosamente spiccicò quelle due parole che formano il suo nome e il suo cognome.Il suo sguardo si allungò verso quei 3 che erano rimasti soli e li vide sorridere e sghignazzare.Pensò immediatamente che non stavano tanto bene. Louis le si avvicinò ancora di più,e lei spalancò gli occhi color carbone quando la sua mano le percorse il fianco. Si ritrasse brutalmente andando a sbattere contro il marmo.
-Hey,avevi della polvere di pietra sul gilet…-disse Louis mostrandole le sue dita bianche.
-Scusa pensavo stessi per…-Cristal cadde nell’imbarazzo abbassando,poi,la testa.
-Cristal…non preoccuparti…-le rialzò il viso lui.
Si scambiarono un sorriso.E fu la prima volta che Cristal notò i suoi occhi color dell’oceano profondo,il suo nasino sottile e perfetto,le labbra di un chiarissimo rosa antico,i lineamenti così delicati .Per la prima volta vide un viso così allietante e da adone greco che le si parava davanti al naso;il cuore e la mente iniziarono a scontrarsi.Il primo era pronto a restare in quella fase giochetto/flirt;la seconda voleva mandarlo lontano perché già sapeva cosa voleva da Cristal:Louis avrebbe usato le sue gambe come un’autostrada,il suo seno come una tazza del latte e la sua intimità come un lurido divertimento.Sarebbe divenuto il padrone del suo corpo,l’avrebbe strapazzata come un uovo e toccata e baciata lungo ogni minima parte di lei.Poi…poi neanche lei sapeva cosa sarebbe successo.Scese con lo sguardo e vide piccoli muscoli sotto l’attillatissima camicia nera,dove s’intravedevano anche i bicipiti che crescevano dalla mezza manica..Gli occhi le si posarono lungo le gambe bloccandosi verso le sue parti basse.Ebbe l’impulso di saltargli addosso,di portarlo nel primo luogo intimo e nascosto e spogliarlo come nessuna aveva mai fatto,avrebbe voluto essere per la prima volta come Melissa P:UNA CHE NON AVREBBE AVUTO PAURA A DICHIARARSI AD UN UOMO!.Provò una fortissima attrazione verso quel bel sconosciuto.
Si accorse solo dopo un po’ che lui le stava parlando.Afferrò le  ultime parti del discorso riuscendo a capire che lui era il cugino del padrone di casa e che abitava con lui da ormai 4 mesi.Gli sorrise ed istintivamente rise quando lui se ne uscì con una battuta.
-Hey,sono riuscito a farti ridere!-affermò lui 
-Visto!Almeno dopo tante lacrime un sorriso…-bisbigliò Cristal ripensando alla sua storia passata.
-Sofferto per amore?-chiese lui prendendole la mano.Lei annuì triste-Deve essere un grande imbranato per averti lasciato.Come si fa a perdere una ragazza così bella…-
Cristal si sciolse come un ghiacciolo al limone.Era la prima volta che un ragazzo così…così bellissimo le facesse un complimento.
-Senti,io devo andare a far finire questa festicciola …se ti va mi aspetti per 10 minuti e poi andiamo a bere qualcosa…-le propose indicando un generico punto nel vuoto alle sue spalle.
Lei sorrise ed accettò l’invito.Rimasero lì a guardarsi ed avvicinarsi sempre di più.Cristal si allungò verso il suo viso e gli stampò un bacio sulla guancia.Poi lei scappò in casa per potersi preparare.

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Capitolo 3
*** Chapter n.3 ***


 

Chapter n.3



Stava camminando lungo il marciapiede verso casa sua in compagnia,stranamente,di un ragazzo che non era il suo Harry.Aveva accettato l’invito di quel Louis e l’aveva seguito in un pub molto carino e lontano dalla confusione cittadina.Lontano dal mondo che non le apparteneva per niente.A volte si chiedeva perché era nata nella popolosissima Manhattan”DI SOLITO UNA PERSONA CRESCE SEGUENDO LE CARATTERISTICHE UNICHE DELLA PROPRIA PATRIA-pensava-IO NON SONO DI QUI!IO SONO PIU’ PER UNA CAMPAGNA PIENA DI FIORI!” Eppure riteneva Manhattan la sua occasione per riscattarsi.Vendicare il male subito e il dolore provato.E per questo ammetteva che senza Harry e la sua amica Amethyst ora non sarebbe lì a conoscere un meraviglioso ragazzo dallo stile apparentemente eccentrico.
Seguì il suo discorso sulla sua idea dei tatuaggi e su quanto aveva dovuto discutere col padre per farli.Cristal non avrebbe mai immaginato che un ragazzo così”free”alle rigide regole di casa.Per lei,che il padre era uno dei più graduati militari americani e la madre una tradizionale ed aristocratica avvocatessa,non c’era voluta chissà quale preghiera per tatuarsi.
Lo guardò sorpresa dicendogli che non avrebbe mai pensato al suo seguire le regole.
-Signorina,io sono un bravo ragazzo!…-esclamò ridacchiando-Sotto l’aria di un bellissimo ed irraggiungibile modello,c’è un goffo ed imbranato nerd!
Cristal alzò le mani in segno di perdono e poi entrò in un viottolo che portava alla sua immensa villa con dependance,giardino intorno,piscina interrata,mansarda e la cantina di vini dove si divertiva il padre.E questo era solo l’inizio della sua casuccia.Quando Louis la vide spalancò gli occhi e la mascella gli cadde per terra.Era,forse,la cosa più bella che aveva visto dopo la proprietaria.
-Tu vivi lì infondo?!-chiese alternando gli sguardi tra Cristal e la casa.-Ma è bellissima e gigantesca!
Lei sorrise ed annuì.Poi si bloccò guardando l’espressione di stupore che impregnò il viso del moro.Era dolcissimo;a Cristal venne voglia di abbracciarlo,ma non lo fece  vedendo una figura familiare uscire di casa.Prese Louis per mano  e se lo tirò con se in una stradina proprio accanto a loro.Lei si spiaccicò sul muro,lasciando che lui la paralizzasse col suo corpo addosso.Erano a pochi centimetri e le mani di lui erano sul suo ventre.Cristal alzò il viso e scontrò il suo naso con quello di lui,mentre le loro labbra si sfiorarono velocemente.Lei si scostò leggermente avendo paura di cosa potesse accadere.
-Vuoi vedere qualcosa di davvero bello?-sussurrò guardandolo dritto nel suo oceano.
Di conseguenza abbassò lo sguardo sui suoi shorts.Alzò la canotta con la mano sinistra,mentre con la destra sbottonò di poco il pantaloncino.Louis la seguì in ogni suo gesto,immaginando già come sarebbe finita bene la serata.Gli piaceva il modo in cui si stava spogliando,lo attraeva il suo essere così intraprendente.Sorrise maliziosamente iniziando già ad avvicinarla di più,prendendola per il fondo schiena.Lei rialzò immediatamente la vista su di lui e tremò al solo pensiero di ciò che volesse fare.Riabbassò la maglietta e provò a liberarsi dalla morsa di lui.Quando Louis percepì sotto le sue dita il terrore di Cristal,si sentì la persona più cattiva del mondo.E questo lo fece stare male,era la prima volta che provava quelle sensazioni per la voglia di sesso che aveva nei confronti di qualcuna,di solito lanciava l’amo per farle abboccare,poi si divertiva e dopo tutto era di nuovo normale.Con Cristal,in quel momento era tutto diverso,sentiva di non doverlo fare perché quella minuta ragazza aveva una storia da raccontare…Aveva un qualcosa di particolarmente unico e bello.
Si scusò immediatamente,lasciandola andare dalle sue mani tremanti.Lei si ritrasse con la voglia di riattaccare il pantaloncino e correre in casa.Nel suo pensiero iniziarono a girovagare nuove frasi su quanto i ragazzi siano poveri di sentimenti e menefreghisti.Si pentì di essersi quasi subito fidata di un possibile giocatore di football che se  le passa tutte.Ora nel suo cuore c’era solo altro dolore e ripianti che tornavano fuori.
Quando provò ad andarsene,lui la fermò stringendole dolcemente la mano e richiedendole scusa.Ma a Cristal non servivano le parole,ma i fatti.Troppe volte era stata abbindolata da quelle. A quel punto lui le promise di non toccarla e così avrebbe potuto fare quello che voleva.
Cristal si fece convincere dal suo sorriso e risbottonò gli shorts,abbassò di poco l’orlo degli slip blu e gli mostrò il suo piccolo segreto.Quel segreto che in fondo quasi tutti conoscevano da più di due anni.Lui lo guardò e ne rimase esterrefatto.Era tentato nell’avvicinarsi,ma si ricordò della promessa.Ma Cristal percepì la sua curiosità e fu lei a fare il primo passo;gli andò vicino e prese le sue dita.Delicatamente gliele posò sul lato desto del fianco,proprio dove aveva abbassato di poco gli slip.Con la sua compagnia accarezzava quel suo segreto.
“È bellissimo,Cristal!”le bisbigliò in un orecchio.
Quel segreto era il tatuaggio di due delfini che saltano in acqua,che Cristal si era tatuata quando aveva capito che un giorno troverà il vero amore.Ma la cosa bella è che non era un semplice tatuaggio nero con tutte le sue sfumature:quel tatuaggio brillava.Sbrilluccicava per via dell’inchiostro pieno di brillantini usato dal suo tatuatore.Era la cosa che più amava del suo corpo.
Poco dopo Louis tolse la mano dicendole che doveva coprirsi visto che faceva davvero freddo.Cristal obbedì,poi si decise tornare a casa.
-Io devo andare.
-NO!-esclamò Louis-Resta ancora con me,ti prego!
Cristal dovette rifiutare la sua offerta,anche se dopo quello che era successo avrebbe preferito restare.Così Louis l’abbracciò,stringendola forte con la paura che aveva di doverla lasciare.Lei si riempì di gioia durante il suo gesto d’affetto.Gli schioccò un bacio sulla guancia e poi lasciò che la sua mano lasciasse quella di lui.
Uscì dalla stradina,non vide nessuno entrare o uscire di casa;quella figura familiare che era il padre non c’era più.Cominciò a correre verso casa,ricordandosi perfettamente di non aver nessun modo per rintracciare quel ragazzo,
-Cristal,dammi il tuo numero ti prego!-gli urlò pregandola il moro.
-Se mi vuoi davvero sai dove abito…

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Capitolo 4
*** Chapter n.4 ***


 

 

 

Chapter n.4

Quella notte non riuscì proprio a chiudere occhio.Si girava e rigirava nel suo letto a forma di piano-forte,tra le lenzuola viola e lilla,ripensando a ciò che era accaduto poche ore prima con quel Louis.Ripensava a come lui si era comportato;aveva mostrato due facce:quella dello stratega pronto a conquistarti con due frasi prese dai film,e quella del ninfomane che ti vede solo per ciò che potresti essere brava a fare.Eppure questi due lati di un ragazzo li aveva sempre odiati;ora,proprio non capiva perchè aveva quel tizietto alto e per niente semplice nella sua testa,nei suoi pensieri e non le faceva chiudere occhio.Tra quei due lati,però,aveva letto una nascosta sensibilità e una dolcezza che erano state costrette a restare rinchiuse infondo al suo animo.Che era simpatico,ironico e divertente glielo aveva mostrato durante quella sottospecie di appuntamento;era stato più che carino e gentile...ma qualcosa non la convinceva.
Poi tutto era caduto quando lui aveva provato a farci sesso.Quando l'aveva stretta tra le sue mani,con l'intenzione di divertirsi.Nei suoi pensieri era ritornata la paura,la mancanza di coraggio e si era risentita di nuovo quella foglia flebile.
Ripensò a tutto,rimuginò su quella sera e tra la sua pelle e le sue ossa sentì il desiderio di rivederlo ancora una volta.Voleva ancora bruciarsi per via di una ragazzo.
Sapeva di essere sempre quella ragazza troppo chiusa e timida,quella di quando il suo ragazzo l'aveva lasciata dopo tre anni.Cristal era quella insicura senza autostima e pronta a sentirsi inutile e debole.
Quella,dopo tanto tempo,era la prima volta che voleva lasciarsi andare con un ragazzo.Voleva provarci,anche se aveva paura di tutto ciò che sarebbe successo e del mondo che la circondava.
La notte passò lentissima;neanche due ore di sonno e il cellulare iniziò a lampeggiare,trillando le note in crescendo di "We found love" di Rihanna.Saltò con la testa su dal cuscino e spalancò spaventata gli occhi carbone.Quando riconobbe la musica,ancora assonnata,spense la sveglia e stirandosi,si fece coraggio,alzandosi dal letto.Infilò le pantofole rosse e si diresse velocemente nel suo bagno.Non ci trovò il fratello Nicolas a sistemarsi i ricci del suo stesso colore rosso,e ringraziò Dio.S'infilò dentro e,dimenticandosi di tutto e tutti,fece partire a palla il nuovo album di Bruno Mars.
Dopo una buona mezz'ora,era più o meno pronta.Infilò le AllStar bianche,arrancò la borsa e si precipitò fuori dove l'aspettava il suo cucciolo di barboncino dagli occhi grigi ghiaia.Quando lo vide,nessuno gli tolse due sonori baci sulle guance e un forte abbraccio che profumava di "The Fame".Iniziarono a ripercorrere,per l'ennesima volta, la via che portava a scuola.
Cristal non se lo fece ripetere una seconda volta,e alla domanda "Com'è andata ieri con quel tizio?!",raccontò nei minimi dettagli la sua serata ad Harry.Quando lei arrivò alla parte della sua tentata prova di portarsela a letto,Harry strinse i pugni e le bloccò la via iniziando a dirne di tutti i colori.Cristal non riuscì a continuare e a dirgli come era andata a finire davvero,per molto tempo;solo quando si era calmato lo tranquillizzò e concluse.Harry rise sotto i baffi e le chiese il perchè non glielo avesse detto prima.Cristal lo fissò sconvolta e poi sbuffò.
Camminavano lungo il marciapiede,a circa 300 metri da scuola,mentre scherzavano sulle cheerleader e sul loro modo di fare.
-Hazza,sai benissimo che non mi rinchiuderei in un completino rosso e succinto!
Proprio dove loro camminavano,seduti ad un tavolino del bar lì posizionato,stava seduto il gruppetto di ormoni in movimento che Cristal aveva visto alla festa.Lì c'era seduto quel ragazzo di nome Louis.Ma lei non se ne accorse,continuando a parlare con Harry.Louis,invece,la vide benissimo,iniziando a vantarsi con gli amici della conquista fatta la sera precedente.
D'un tratto,a Cristal ed Harolduccio,fu fatto un agguato da una ragazza che loro conoscevano bene.
-Come sta la coppia più bella del mondo?!-urlò Amethyst sistemandosi tra i due.
Il suo nome venne detto in coro dai due amici che non lo pronunciarono con chissà quale simpatia.
Amethyst era la migliore amica di Cristal e la cugina di Harry.Era una ragazza alta,slanciata e magra(forse troppo).Aveva un sorriso sulle labbra stampato 24 ore su 24,due occhi color nocciola e una chioma feroce di ricci stretti e morbidi di un azzurro pastello.Il suo corpo era come quello di una modella per Armani,magra ma con tutte le sue forme.Le due si conoscevano da quattro anni,in poche parole da quando avevano iniziato il liceo.Avevano iniziato la loro conoscenza come compagne di banco e di corsi,poi sono diventate inseparabili.Cristal e Amethyst erano come il giorno e la notte:la prima fin troppo riservata,la seconda fin troppo estroversa.Eppure si volevano così tanto bene;c'erano sempre per i momenti di sconforto dell'altra e non c'era mai una volta che non erano riuscite a tirar fuori un sorriso tra le lacrime.Amethyst era fidanzata,ma la sua storia crollava a pezzi per via sua e del modo in cui i ragazzi l'ammiccavano.
Harry fece una domanda che non doveva fare,già sapendo la risposta.
-Certo che il tuo fidanzato è proprio un bradipo!-rispose Amethyst sedendosi su una sedia accanto al tavolino del bar.-Logico che vogliamo fare colazione.
Cristal ed Harry si guardarono e,con lo sguardo,ognuno dette la colpa all'altro del fatto che lei li riteneva fidanzati.Sbuffarono e si sedettero.
Le due frasi di Amethyst,non tardarono ad arrivare all'orecchio di Louis e le risa dei suoi amici per il palo preso,neanche.Louis si sentì usato e imbambolato come non mai.Aveva creduto davvero alle parole di Cristal e a quel meraviglioso momento in cui lei le aveva fatto vedere il tatuaggio."NESSUNA SI ERA MAI COMPORTATA IN QUESTO MODO!-pensò-FORSE PER IL FATTO CHE NESSUNA ERA MAI STATA SERIA."Ma comunque aveva voglia di fargliela pagare,voleva dirle in faccia ciò che pensava.
In quel momento pensò che tutta la storia della paura di farci l'amore,era solo una bugia.Ed immediatamente pensò anche che il suo ragazzo doveva essere pieno di tradimenti.In poche parole,arrivò alla conclusione che lei era una poco di buono.
Intanto i tre amici azzannavano i rispettivi cornetti,quando il bellissimo Nicolas si sedette accanto a loro rubandosi il cornetto a crema di Hazza.
-Hey!-gli urlò contro quest'ultimo.
-Cognatuccio bello,come condividiamo mia sorella condividiamo anche il tuo cibo!
Harry si riprese il cornetto e guardò squallido Nicolas.
-Senti:tua sorella è mia e il mio cibo è mio!
-Hola!Non sono un oggetto!-li rimproverò lei gesticolando.
E neanche le ultime frasi tardarono ad arrivare all'orecchio acutissimo di Louis.S'innervosì ancora di più,tanto da battere un pugno sul tavolo per far zittire gli amici che lo deridevano.Ok,in quel momento era ricolmo d'ira da poter scoppiare.
Amethyst guardò l'orologio infisso sulla parete del bar e allarmò tutti per via dei cinque minuti in più al suono della campanella e che se non si fossero mossi sarebbero entrati con un nuovo ritardo.

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Capitolo 5
*** Chapter n.5 ***


Chapter n.5


Cristal si ritrovava,dopo due giorni,nello stesso parco dove Harry l'aveva convinta ad andare alla galeotta festa.Sperava che di lì sarebbe passato Louis,col suo ciuffo scompigliato e il suo sorriso coinvolgente.Ma era più di un ora che aspettava un qualcosa che sapeva,non si sarebbe mai realizzato.Sapeva benissimo che Dio non ascoltava le sue preghiere e che i suoi desideri fossero difficili da realizzare.Le piaceva sognare,ma capiva benissimo che era meglio stare con i piedi per terra e vedere sempre ciò che è concreto.
Giocherellava col suo Pou,cercando di fargli aumentare il volume della salute,quando forse qualche Santo ascoltò le sue richieste.Da lontano riconobbe il ragazzo biondo che faceva parte dello stesso gruppo di Louis ed,ingenuamente,pensò che da qualche parte lì vicino c'era anche lui.Ma la sua felicità svanì subito;il ragazzo biondo,del quale non sapeva neanche il nome,attraversò la via e s'infilò dentro il portone di un palazzone grigio e rosso.Dopo pochi minuti capì che era andato a casa sua;perchè,dalla finestra che dava sulla strada,si sentiva una signora che lo sgridava e che sicuramente era la madre dopo aver stillato un"Quanto è vero che ti ho messo al mondo,ti tolgo anche!".Si divertì ad immaginare tutti i possibili guai che avesse mai fatto per far innervosire così tanto la mamma.
Velocemente spostò la sua mente su Harry e suo fratello,e all'ennesima frecciatina di quest'ultimo su una loro ipotetica storia d'amore.Nessuno voleva capire che i due non avevano nessuna relazione sentimantale,ma che erano solo migliori amici.A volte,tutte quelle insinuazioni su un fantomatico"LORO",gli facevano venire rabbia.La paura di rovinare,per via di dicerie,la loro amicizia saltava fuori dal loro animo come un tuffatore dalla piscina.Ne avevano parlato e dichiarato più volte con Amethyst e Nicolas che tutto ciò non era vero,ma loro avevano fatto finta di niente e continuato ad aumentare di volta in volta le frecciatine.
Quel giorno il suo cervello sembrava un grillo saltellante:cambiava meandro e meandro.Girovagava per ogni porticina di cui era formato tirando fuori ricordi,pensieri e dubbi.Ripensò al suo ex fidanzato e a quello che in quel momento stesse facendo,poi si ricordò di alcuni dei  loro momenti più romantici per poi ricordarsi delle sue notti insonne e dei giorni pieni di lacrime dopo la rottura.Poi andò a riflettere sulle ricerche per la scuola che doveva fare per la settimana prossima e su quanto lavoro doveva fare per riuscire a prendere minimo una B.In poche e sintetiche parole,pensava e rifletteva su qualsiasi cosa le passasse davanti agli occhi pur di non pensare all'ansia e il desiderio che aveva nel rivedere quegli occhi oceano.
Ormai sconsolata e senza più speranze,si decise a raccattare lei e la sua borsa e ritornare a casa.Abbassò lo sguardo sull'erba e si sentì solleticare le caviglie scoperte.Si accarezzò dolcemente la parte del corpo che le dava prurito e per pochi secondi si dimenticò della persona attesa che,ovviamente,non c'era.Cristal era lì,ma per lei Louis chissà cosa stesse facendo e chissà se l'avesse mai rivisto.
Si alzò da terra e lasciò il tronco dell'albero dove,fino a poco tempo prima,la sua schiena era appoggiata.Decise di non seguire la solita via che faceva per tornare a casa,ma volle allungare il percorso perchè la sua mente aveva ancora bisogno di pensare e rimuginare su quanto fosse stata un'illusa ad aspettare che Louis le comparisse davanti come se nulla fosse.Voleva farsi ancora del male,come se quello di prima e di sempre non le bastasse mai.
Ritrovò la solitudine e la malinconia di sempre,che quasi le rimproveravano della sua voglia di incrociare lo sguardo di quel ragazzo.
Percorreva la via parallela di casa sua,e sempre quel ragazzo biondo le passò davanti correndo all'impazzata per poi raggiungere un tavolino sotto un gazebo bianco della paninoteca più rinomata di Manhattan.
Lo seguì con lo sguardo e lo vide sedersi ed iniziare a parlare.Quando mise a fuoco le immagini degli amici,un colpo al cuore non glielo tolse nessuno.C'era Louis seduto alla sua sinistra con una porzione di patatine ricoperte dal Ketchup.Avvampò di colpo per la felicità da bimba che aveva ritrovato.Prese la decisione di fermarsi lì ed andarlo a salutare.
Nel momento in cui si ritrovò quasi vicino a lui,dal nulla comparve il viso di Harry dalla porta della paninoteca.Le si avvicinò,le mollò uno schiaffo sul sedere e poi se ne andò addentando un tramezzino al tonno e maionese.Era diretto agli allenamenti di calcio che lo tenevano impegnato quasi tutti i martedì e i giovedì,e prima delle partite importanti tutta la settimana.
Si fece coraggio e si avvicinò al tavolo dove c'era seduto Louis.Sempre passandoci accanto,lo salutò sorridendogli e poi continuando la sua via.
-Ferma,ferma!-disse lui bloccandole il polso e col tono per niente sensibile.
Lei si girò sorridendo e emanò un sottile "Buongiorno!" agli amici seduti intorno.Finalmente vide per bene il biondo e d'impulso,pensò che i suoi occhi erano parti di un cielo.Poi lo sguardo si diresse sugli altri due,stampandosi nella mente i particolari che di sicuro non glieli avrebbe fatti dimenticare.Uno,forse il più acclamato dalle ragazze,aveva i capelli scuri e un ciuffo biondo tirato su;mentre l'altro,forse quello con l'aria del più intelligente,aveva una voglia color caffè latte sul collo.
Louis le chiese se volesse sedersi con loro,ma lei rifiutò.A quel punto le domandò il perchè lo aveva salutato,iniziando a dirgliene di tutti i colori su quanto fosse falsa ed egoista;insultando su tutte le bugie che gli aveva detto e poi lanciò frasi davvero poco carine.Lei si sentì malissimo.Non capiva il perchè di ciò,in fondo lei non gli aveva fatto nulla di male poichè non lo aveva più visto dopo quella sera.
-Brava Cristal,sai adescare una trappola meglio di noi quattro messi insieme...Come illudi tu,non lo fa nessuno.
Lui concluse così,prima che lei gli lasciasse le sue cinque dita sul viso e se ne andasse verso casa.
Dopo quelle offese stava tanto male che neanche la cioccolata calda che la madre le preparava la tranquillizzavano.Quegli insulti infondati di lui le squarciarono la felicità e le strinsero ancora di più lo stomaco.In quel momento si pentì di averci parlato quella sera alla festa.

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