Al di là delle Apparenze di Maharet (/viewuser.php?uid=4820)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Morgana ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Biagio ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - On/Off ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Diego ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Notte prima degli esami ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Calore ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Fobia ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Amicizia ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Scusa ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Tregua ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - Popcorn & DVD ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 - Intimità ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 - E' un invito? ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 - Buon Compleanno! ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 - Natale ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 - Ti amo ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - Annullamento ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 - Sincerità ***
Capitolo 19: *** Epilogo - The day after ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 - Morgana ***
E’
notte, una notte calda notte di giugno, che ti si appiccica ai vestiti e quasi
ti blocca il respiro nel petto, impedendoti di dormire. Ma io non potrei dormire
comunque stanotte. La vedete quella finestra illuminata al terzo piano, con i
vetri spalancati ed un’ombra seduta accanto al davanzale? Ecco quell’ombra sono
io. E quella cosa che tengo in mano è il telefono. Non l’ho odiato mai come in
questo momento, in cui vorrei soltanto stare in silenzio ad assaporare la notte.
Un pipistrello sfreccia vicinissimo al mio viso e mi strappa un sorriso fugace.
Sono strana, me lo dicono tutti. Eppure nemmeno questo mi salva, e paziente
ascolto la voce al di là del filo, limitandomi a brevi mugolii d’assenso di
tanto in tanto.
-
Ma mi stai
ascoltando Mor?
Altro mugolio, stavolta leggermente irritato. Mia madre, in pieno delirio da ‘Le
nebbie di Avalon’, mi ha chiamato Morgana. E’ un nome particolare, come lo sono
io. Per questo mi piace. Soltanto alla pazza che mi tiene al telefono alle tre
di notte poteva passare per la testa di storpiarlo così. Allungo le gambe sulla
scrivania e mi sistemo il cuscino dietro la schiena. Pare che ne avremo per un
bel po’.
-
Io non ce la faccio
davvero più, non capisco perché si comporta così!
Perché è completamente, irrimediabilmente, stupendamente stronzo tesoro. Perché
tra tutti gli uomini che smaniano per i tuoi occhioni azzurri hai scelto l’unico
che a stento sa il tuo nome. Mi sembrano entrambe ottime motivazioni.
-
Ma io lo amo…
Ma
certo che lo ami, come amavi tutti gli altri. Da quando ti conosco (un sacco di
anni, ora che mi ci fai pensare) ho sentito questa frase decine di volte. Per te
o è odio o è amore, non hai mezze misure. Mai avute. Sospiro quando un lieve
alito di vento mi accarezza le braccia nude e sudate.
-
Insomma dì qualcosa
mi sembra di parlare con una segreteria telefonica!
Stavolta temo che un mugolio non basterà. Ma perché questa ragazza ha così tanto
bisogno di essere rassicurata?
-
Lascialo perdere…
Silenzio dall’altro lato. Non la sento nemmeno respirare, come se avesse
trattenuto il fiato dalla sorpresa.
-
Sei bella, popolare,
hai un sacco di amici e un corpo da favola. Chi te lo fa fare di stare così
male per lui?
Non
sono un’adulatrice, quello che ho detto lo penso davvero. Anzi, lo pensano un
po’ tutti all’università. Alice è il sogno proibito di almeno la metà dei
ragazzi. Ma non di Danilo, e questo non le va giù.
-
Tu sei mai stata
innamorata Mor?
Vediamo…no, decisamente no. Niente batticuore, mani che sudano e farfalle nello
stomaco. Niente di niente.
-
Non che io ricordi…
-
Ecco perché non
capisci. Io senza di lui non ci so stare!
Oddio ricomincia. Raccolgo le gambe e appoggio il mento sulle ginocchia,
aspirando il la fragranza del mio nuovo bagnoschiuma. Muschio bianco,
decisamente favoloso.
-
Che dici lo chiamo?
No
che non lo chiami. Non voglio ritrovarti di nuovo sotto casa mia, distrutta e
piangente, come l’ultima volta. Hai un istinto suicida che ti spinge sempre
verso i ragazzi meno adatti a te.
-
E Fede?
-
Fede è tanto dolce,
e mi vuole bene davvero. Ma non riesco ad innamorarmi di lui!
Ovvio, è un bravo ragazzo. Se non sono dei bastardi egocentrici tu manco li
consideri, vecchia storia. Un giorno dovrai spiegarmi cosa non va nella tua
testa.
-
Ali è tardi e io
domani ho lezione alle nove. Ti devo lasciare…
-
Per favore, solo
altri cinque minuti! Se riattacchi ora finisce che lo chiamo..
Piccola vipera, riesci sempre a toccare il tasto giusto. Sai che ti voglio bene.
Anche se rispondo a monosillabi e penso che sei da ricovero, in fondo in fondo
ti adoro.
-
Cinque minuti! E non
voglio più sentir parlare di Danilo!
Un
attimo di esitazione, mi rendo conto troppo tardi che mi sono messa in trappola
con le mie mani.
-
Parlami di Biagio
allora…
Appunto. Con un gesto stanco sollevo i capelli sulla nuca e li fermo infilandoci
in mezzo una matita. Sono in equilibrio precario, il minimo scatto e la mia
acconciatura improvvisata crollerà miseramente.
-
Biagio è come
Danilo. Stronzo fino al midollo. Fine del discorso.
-
Però ti piace
ammettilo…
Mi
stiro pigramente, senza rispondere. Non saprei mentire, non a lei. Meglio il
silenzio.
-
Tempo scaduto. A
domani Ali!
-
Ti chiamo appena
esco così pranziamo insieme?
Cosa spinga questa Venere bionda ed estroversa a passare con me ogni minuto
libero è un mistero che non sono mai riuscita a spiegare. Né io né il resto del
mondo, a quanto ne so.
-
Ok, io finisco
all’una. Buonanotte Ali.
-
Notte Mor, ti voglio
bene!
Sorrido nel buio e riattacco. Anche io ti voglio bene amica mia. Ma sappiamo
entrambe che non te lo dirò mai.
Con
un salto scendo dalla scrivania ed attraverso la stanza fino a portarmi davanti
allo specchio. Alla luce della luna la mia pelle è ancora più diafana, posso
distinguere il reticolato di vene azzurrognole appena sotto la superficie.
Alcuni ciuffi neri, sfuggiti alle costrizioni, scendono a sfiorarmi le spalle.
Mi passo una mano sul corpo, sentendo sotto le dita le ossa della clavicola che
premono sotto l’involucro sottile della pelle. Troppo sottile. Sono dimagrita
ancora. Con indosso soltanto la sottoveste e questa luce ingannevole sembro
quasi fragile. Mi chino a raccogliere il mio gatto, ombra nera che si confonde
nell’oscurità. Lo porto sul letto e lo adagio sul cuscino, affondando il viso in
quella massa morbida e vibrante di affetto per me. Pochi istanti dopo scivolo
nell’oblio.
-----------------------
Rieccomi qui. Visto Elfie che sono tornata? Col tempo e con la paglia... si usa
anche dalle tue parti questo proverbio? Vabbè, questo è solo un assaggino,
giusto per presentare un pò la mia Morgana. A tutte le mie lettrici (e
recensitrici) di Amici d'Infanzia... leggete e già che ci siete lasciate un
commentino, ci terrei molto! A prestisssssssssimo!
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 - Biagio ***
Nuova pagina 1
Poche ore dopo apro gli occhi al primo trillo della sveglia, intontita e
vagamente astiosa nei confronti di Danilo. Con Ali non riesco a prendermela per
avermi tenuto al telefono fino a notte fonda, l’oggetto della telefonata è un
ottimo capro espiatorio. Mi dirigo verso il bagno come un automa, infilandomi
sotto la doccia fredda. Senza non riesco a svegliarmi, ho provato di tutto, zero
successi. Mi sono rassegnata a puntare la sveglia un quarto d’ora prima. Questo
in estate, quando i capelli si asciugano al sole nel breve tragitto fino alla
mia facoltà. D’inverno è tutta un'altra storia. Riemergo qualche minuto più
tardi, ritemprata nel corpo e nello spirito. Lancio una breve occhiata invidiosa
al gatto, che dorme saporitamente acciambellato in mezzo al groviglio delle
coperte, ed infilo i primi vestiti che mi capitano sottomano aprendo l’armadio.
Non ho molti problemi con l’abbinamento dei colori. Nero d’inverno e d’estate,
semplice ed estremamente comodo per fare il bucato. Un tantino funereo forse, ma
fa risaltare la mia carnagione bianchissima. I colori pastello mi fanno sembrare
malata e con il bianco mi sento un fantasma. Mi studio per un attimo con occhio
critico. La gonna gitana che ho comprato al mercato è davvero bella, se mi muovo
in fretta mi danza intorno come se fosse viva. Dovrò rinunciare alla bicicletta
stamattina. Poco male, con le infradito rischio comunque di ammazzarmi ogni
volta. Passo velocemente la matita nera intorno agli occhi e un’ombra di
lucidalabbra rosa, unica concessione al colore in tutta la mia persona. Quello
degli occhi non conta, non potrei comunque cambiarlo. Sono verdi, un bizzarro
verde brillante che, a quanto dice Ali, fa pensare che porti le lenti colorate.
Raccolgo la borsa coi libri, poi ci ripenso e ritorno davanti allo specchio,
fermando i capelli in una coda alta. Adoro i miei capelli, sono una cascata
d’oro nero, ma oggi è davvero troppo caldo per lasciarli sciolti.
So
cosa pensano i ragazzi di me. E’ bella, ma è strana. Ali è una fonte
attendibile, non sarebbe capace di mentire nemmeno sotto tortura. Sicuramente
non si aspetterebbero di vedermi davanti allo specchio a sistemare meglio la
scollatura del top, come sto facendo ora. Scrollo le spalle e sorrido
soddisfatta alla mia immagine. Non mi faccio bella per loro, lo faccio solo per
me.
‘Bugiarda’ sussurra una vocina nella mia mente.
La
ignoro, mi chino ad accarezzare il gatto ed esco di casa, chiudendomi la porta
alle spalle. Ho giusto il tempo per un caffè al bar dell’università prima che
cominci la lezione.
Abito vicinissimo alla mia facoltà, in piena zona universitaria. E’ una
splendida mattinata, chiudo gli occhi per godermi il sole e questa insolita
passeggiata. Di solito percorro quel breve tragitto in bicicletta, mi ritrovo a
non ricordare il perché.
-
Chi si vede, la mia fata preferita…
Eccolo il perché. Mi si affianca ignorando il mio sguardo di malcelata
irritazione. Signori e signore, vi presento Biagio. Il ragazzo più
insopportabile che abbia mai incontrato. E, per mia sfortuna, anche il più
bello. Fingo indifferenza di fronte ad un sorriso che farebbe sciogliere un
iceberg.
-
A cosa devo l’onore?
Il
suo bel sorriso non è minimamente scalfito dal mio tono acido. Stamattina mi è
toccato in sorte l’unico ragazzo al mondo che non riesco a far fuggire a gambe
levate. Si china verso di me, avvicinando le labbra al mio orecchio. Non giocare
con me straniero, potresti farti male.
-
Ho bisogno di un motivo per
accompagnare la ragazza più bella della città?
Mi
ritraggo vagamente infastidita. Meno di quello che vorrei in realtà. La sua voce
è bassa e morbida, soprattutto quando dice cose del genere. Nell’insieme quasi
piacevole da ascoltare.
-
Direi di no. Salutamela quando la
vedi.
Ho
detto quasi. Non mi piace Biagio, o meglio, non mi piace come mi fa sentire.
Indifesa. E io sono un sacco di cose, ma indifesa certamente no.
-
Non è così che mi allontanerai sai?
Cos’è questa frase da fiction? Mi coglie di sorpresa. Mi giro verso di lui
aspettandomi il solito sorriso scanzonato, e lo scopro serio come non l’ho mai
visto, lo sguardo indecifrabile. Lo fisso negli occhi per la prima volta da
molto tempo. Di solito evito il suo sguardo, se mi è possibile. E’ più sicuro.
-
Non mi comporto così per
allontanarti Biagio. Io SONO così. Non mi piacciono quelli come te.
L’ho ferito, lo leggo nel suo sguardo. Mi sento in colpa, ma solo per un
momento. Meglio che capisca subito come sono fatta. Io faccio male alle persone,
a volte intenzionalmente, altre no. Non riesco ad evitarlo.
-
Che ne sai tu di come sono io?
Ecco cosa l’ha ferito, il sentirsi classificato. Lo capisco, anche a me dà
fastidio. Ma nel suo caso non può lamentarsi troppo, le sue azioni parlano per
lui. In tre anni è uscito con almeno metà delle ragazze del nostro corso.
-
Non lo so e non mi interessa
scoprirlo. Ti sembrerà assurdo ma non sei così interessante come credi.
E
con questa dovrei essere riuscita a togliermelo di torno. Mi ha rovinato la
passeggiata, non voglio che faccia lo stesso con la colazione. Il mio buonumore
è già sufficientemente minato.
-
Di prima mattina sei ancora più
acida del solito.. Se ti offrissi una brioche al bar riuscirei ad addolcirti
almeno un po’?
Basta mi arrendo parlare con Biagio è peggio che giocare a tennis contro un
muro. Per quanto colpisci forte la pallina torna sempre indietro. Mi stringo
nelle spalle e mi lascio tallonare fino al bar. Ma perché a me??
-
Certo che sei una di poche parole
tu…
Mi
concentro sul mio cappuccino, soffocando l’impulso di prenderlo a calci. Quando
parlo la mia voce è intrisa di sarcasmo.
-
Mi pare che tu stia parlando
abbastanza per tutti e due!
-
Ti sbagli, cerco solo di riempire i
tuoi silenzi..
Bella frase, deve averla trovata nei cioccolatini. Controvoglia sento la mia
insofferenza verso di lui diminuire un po’.
-
Con Alice però non sei così
scontrosa.
Ritiro l’affermazione precedente. Questo ragazzo è insopportabile. Forse mi sono
dimenticata di dire che Biagio e Ali hanno avuto una storia l’anno scorso.
Niente di impegnativo per nessuno dei due, quindi lei non ha sofferto. In caso
contrario avrei già scorticato a sangue quella faccia da schiaffi. Ma il
pensiero che abbia baciato la mia amica e ora ci provi spudoratamente con me mi
infastidisce oltremodo.
-
E tu che ne sai di come sono con
Alice?
Lui
sorride e non risponde. E poi ero io quella di poche parole. La mamma non ti ha
insegnato che è buona norma rispondere quando ti fanno una domanda? Cafone..
-
Mi ha parlato molto di te.
Favoloso, ora scopro che la mia migliore (nonché unica) amica va in giro a
raccontare i fatti miei al primo stronzetto che prova a portarsela a letto.
Questa me la paga.
-
Dovevi essere una compagnia davvero
interessante se durante i vostri appuntamenti ti parlava di me!
Ignora le mie frecciatine come al solito. Questo ragazzo è più algido di me. E
questo la dice davvero lunga.
-
Alice non ti ha detto che uscivo con
lei per arrivare a te?
Pronto impresa di pompe funebri? A minuti arriverà un corpo da inumare. Per le
dimensioni della bara non ci sono problemi, è ridotto in pezzi mooolto piccoli.
-
Scusa puoi ripetere?
E’
ufficiale sono furiosa. Alice non si tocca, è l’unica persona a cui voglio bene
davvero in questo schifo di mondo.
-
Rilassati non l’ho presa in giro, lo
sapeva dall’inizio. Non c’è stato niente tra di noi.
Non
ci credo nemmeno se mi paghi cocco. Sei uscito per un mese con una ragazza a cui
per sembrare una sirena manca solo la coda e vieni a raccontarmi che passavate
le serate a parlare della sottoscritta?
-
Ho lezione tra dieci minuti devo
andare ora.
Lascio cinque euro sul bancone, ignorando le sue proteste. Non mi faccio offrire
la colazione da un ragazzo, soprattutto da lui. Mentre la porta si chiude alle
mie spalle sento la sua voce che mi grida qualcosa. Qualcosa che somiglia
pericolosamente a un ‘dopo lezione ti porto il resto’. Ma che ho fatto di male?
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Vi anticipo che i
capitoli saranno tutti di lunghezza diversa, non ci ho badato molto quando ho
scritto la storia...
Lunadreamy: Sono
contenta che ti piaccia questa nuova fic, e soprattutto che ti piaccia la mia
Morgana! Sono molto affezionata a questo personaggio, forse perché in una
particolare fase della mia vita sono stata molto vicina a diventare come lei.
Descrivere quello che prova mi riesce abbastanza facile! Un bacione e grazie dei
complimenti!
L_Fy: col tempo e con
la paglia maturano le nespole! E' un modo bolognese per dire che se si ha
pazienza le cose si aggiustano da sole! Comunque sono molto contenta che Morgana
ti piaccia, anche perché la tua Costanza ha ispirato molto questo personaggio
(anche se come avrai modo di vedere ci sono parecchie differenze). Biagio...beh
è esattamente come l'hai descritto tu! L'esatto opposto di Morgana! Un bacio
tessssoro!
Diomache: Che bello
una nuova lettrice! Pare proprio che Morgana abbia avuto successo, grazie per i
complimenti, ti prometto che cercherò di aggiornare almeno un paio di volte a
settimana!
Damned88: Grazie,
spero che continuerai a seguirmi in questa nuova fic come hai fatto con Amici
d'Infanzia!Ciao ciao!
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 - On/Off ***
Nuova pagina 1
Qualche ora dopo, seduta
all’ultimo banco di una classe affollata e sonnecchiante, la rabbia è sbollita
un po’. Mi sento di nuovo spenta. Mi capita spesso, ultimamente. Troppo spesso.
Quando sono con Ali avverto la sua gioia di vivere che mi avvolge, facendomi
sentire viva a mia volta, anche se soltanto di riflesso. Ma appena resto sola
l’interruttore si sposta su OFF e tutto intorno a me si allontana e sparisce
nella nebbia. Riesco a stento a mantenere un minimo contatto con la realtà.
Tutto questo mi spaventa. Ho paura che un giorno potrei non riuscire più a
trovare la strada. Ripenso a Biagio. Mi ha fatto arrabbiare per la prima volta
da tanto tempo. Mi ha scosso, per pochi minuti, dal torpore che mi avvolge. Non
riesco a capire se questo sia un bene o un male.
-
Signorina Chiasi lei cosa ne pensa?
Sollevo gli occhi dal quaderno su
cui sto scarabocchiando fate e folletti. Mi ritrovo a fissare due occhi freddi
dietro un paio di grosse lenti da vista.
-
Mi scusi professore non stavo ascoltando.
Fino a pochi mesi fa mi sarei
sforzata quantomeno di assumere un tono contrito. Sto decisamente peggiorando.
Lui mi guarda oltraggiato. In questo esame dovrò sudare per un diciotto, è la
terza volta che mi sorprende persa nei miei pensieri. La campanella arriva
giusto in tempo per salvarmi da una lavata di testa. Senza guardarlo raccolgo i
libri ed esco dalla sala. Tanto peggio di così…
-
Cominciavo a credere che non saresti più uscita!
Mi correggo. Ovviamente al peggio
non c’è mai un limite. Me lo ritrovo davanti, col solito sorriso smagliante. Ma
non ha mai lezione questo? Le mie compagne di corso iniziano a darsi di gomito e
a ridacchiare come quindicenni alla prima cotta. Ma non avete un minimo di amor
proprio ragazze mie?
-
Ciao Chiasi a domani!
No, decisamente neanche un
briciolo. Questa manco so come si chiama, non ci siamo rivolte la parola una
sola volta in tre mesi di lezioni in comune. Possibile che basti un paio di
pantaloni per farle rincretinire?
-
Oggi proprio non ne vuoi sapere di lasciarmi in
pace vero?
Lui mi guarda di nuovo con quello
sguardo strano. Sembra quasi preoccupato. Comincio ad agitarmi, odio quando non
capisco quello che sta succedendo.
-
Ali mi ha mandato un messaggio. Deve pranzare con
i suoi, ma non riusciva a trovarti al cellulare.
Per forza che non riusciva a
trovarmi. Non porto mai il cellulare a lezione, tanto dovrei tenerlo spento. E
Ali lo sa benissimo.
-
Però se non hai altri impegni posso farti
compagnia io!
Comincio a vedere le cose più
chiaramente. E io che sono stata sveglia fino alle tre a sentire i suoi
piagnistei. Questa me la paga, è la volta che le tolgo il saluto!
-
Allora, non sono una discreta alternativa ad un
pranzo solitario?
Mi guarda con due occhi da
cucciolo. Come faccio a dirgli di no? E poi non mi va di stare sola, ho paura di
ripiombare nell’apatia.
-
Ok, ma niente schifezze. Ti va un’insalata di
frutta?
Dalla faccia che fa pare che
l’idea non lo alletti particolarmente. Io d’altro canto non ho la minima
intenzione di farmi trascinare in un fast food che puzza di cipolla e olio
fritto troppe volte.
-
Non credo che possa definirsi un pasto completo.
Sei troppo magra, hai bisogno di sostanza!
Mi volto a bocca aperta di fronte
ad una intromissione così clamorosa nella mia vita. Ma come si permette? Poi
però scorgo di nuovo quell’ombra di preoccupazione nei suoi occhi. Sembra
sincero.
-
Dì un po’ Ali ti ha detto qualcosa per caso?
Beccato! Evita il mio sguardo e
non sa cosa rispondere. Ali mi dice continuamente che mangio troppo poco. Non lo
faccio apposta, spesso se sono sola me ne dimentico.
-
E’ preoccupata per te. E anche io.
Questo ragazzo è una fonte
inesauribile di sorprese. Io lo tratto a pesci in faccia e lui si preoccupa
della mia salute? Mi scappa un sorriso, che subito maschero con un colpo di
tosse. Non se n’è accorto per fortuna. La mia reputazione potrebbe risentirne.
-
Che ne dici di una piadina?
Mi guarda, non si aspettava che
mi arrendessi subito. Leggo chiaramente la sorpresa nei suoi occhi. Poi mi
regala un altro di quei sorrisi da infarto. Certo che è davvero bello, accidenti
a lui.
-
Per me va bene. Conosco un posto non molto lontano
da qui, ti va di fare due passi?
Scrollo le spalle e mi avvio
lungo il vialetto al suo fianco. E’ una strana sensazione camminare con lui
senza sentire l’impellente bisogno di mandarlo a quel paese. Forse l’ho
giudicato male.
-
Senti riguardo al discorso di stamattina…
Ma che bisogno hai di parlare
continuamente? E’ una splendida giornata, sono di buonumore e non ho voglia di
ripensare a te attaccato come un polipo alla mia migliore amica. Lo interrompo.
-
A proposito perché Ali ha chiesto proprio a te di
venirmi ad avvisare?
Non lo guardo mentre parlo, mi
vergogno di quella domanda che è uscita quasi senza che me ne rendessi conto e
che rimane sospesa tra di noi. Non illuderti tesoro, non sono gelosa. Se ci sono
cospirazioni che mi riguardano mi piace esserne informata.
-
Io ed Ali siamo rimasti amici, non lo sapevi?
No che non lo sapevo. Io sarò
poco loquace, ma quella piccola millantatrice racconta solo quello che le pare.
Comincio a capire perché mi chiede così spesso di lui. Lo studio. Mi sento molto
poco amichevole tutto d’un tratto. Lui mi ignora e continua a parlare come se
niente fosse.
-
Ha capito che non sei solo un capriccio, e cerca
di aiutarmi a conoscerti meglio.
Cocco, io adoro Ali, ma in campo
sentimentale è un vero disastro! Potresti convincerla senza troppe difficoltà
che Barbablù uccideva le sue mogli perché le amava troppo. Non è precisamente
attendibile in queste cose.
-
Mi dici cosa ci trovi di preciso in me?
Volta la testa da un lato e
sfoggia uno sguardo dolcissimo. Non credere, non basterà così poco ad
ammorbidirmi.
-
Sei bellissima e completamente inconsapevole di
esserlo. Con chiunque sei fredda come il ghiaccio, ma basta toccarti Ali che
prendi subito fuoco. Sei incredibilmente testarda, notevolmente acida e
assolutamente immune al mio fascino. Non so cosa mi spinga a volere sempre e
solo te, ma non posso farne a meno.
Ammutolisco incredula di fronte a
questa meravigliosa dichiarazione. Non ho mai sentito niente di più bello. ‘Pericolo’,
annuncia una vocina nella mia testa. Se basta così poco a sciogliermi sono
davvero fritta. Lui si china verso di me, è cosi vicino che posso avvertire il
profumo della sua pelle. Non riesco a muovere nemmeno un muscolo per
allontanarlo.
-
Non preoccuparti, ti aspetterò tutto il tempo che
sarà necessario…Andiamo ora, o troveremo una fila eterna!
Mi riscuoto da questo strano
stordimento e stringo istintivamente le braccia intorno al mio corpo. Sono
davvero troppo magra, appena sotto il seno posso contare le costole una ad una.
In questo momento mi sento davvero fragile come apparivo stanotte. Potrei
spezzarmi al minimo alito di vento. Per favore Biagio lasciami in pace.
-
Allora Lady ti muovi?
E’ tornato ironico come sempre.
Mai una volta che mi chiami per nome, sempre con quei ridicoli appellativi. Mi
sento un po’ più tranquilla e riprendo il controllo delle corde vocali.
-
Se hai tanta fretta puoi andare da solo!
Non risponde, rimane ad
aspettarmi mentre lo raggiungo. Comincio a temere che non me ne libererò mai.
Continuiamo a camminare affiancati, senza sfiorarci neppure per sbaglio. Lui
parla, io rispondo a monosillabi. Tutto come sempre. Eppure, per la prima volta
da non so più quanto tempo, avverto il sangue che scorre di nuovo nelle mie
vene.
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Damned88: ti capisco, anche io
adoro letteralmente Biagio...peccato che di ragazzi come lui credo non ne
esistano al mondo, soprattutto per ragazze come Morgana! Ma sognare non fa mai
male non credi? Un bacione!
LunaDreamy: grazie ancora dei
complimenti, ne approfitto per ricambiare, sto continuando a leggere la tua
storia, ma non ho mai il tempo di aggiornare, soprattutto ora che non ho l'adsl...me
tapina... Spero che questo chap ti sia piaciuto, kisses!
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 - Diego ***
Nuova pagina 1
Luglio. Tempo di esami per la
sottoscritta. Non vedo Biagio da allora, sto chiusa in casa tutto il giorno.
Appoggio la fronte sul libro di
Diritto Commerciale, la carta è fresca e profuma di inchiostro. Il ventilatore
sul tavolo è puntato su di me e fa svolazzare i ciuffi che sfuggono alla coda di
cavallo. Sono settimane che non mi prendo una vera pausa, ho trascurato molto lo
studio lo scorso trimestre e ora mi tocca sgobbare il doppio. Il gatto salta
sulle mie ginocchia e mi osserva dal basso in alto, iniziando a fare le fusa.
L’ho trovato ormai da più di un anno, minuscola pallottolina di pelo che tremava
sotto un cespuglio, nel bel mezzo di un temporale primaverile. Non me la sono
sentita di lasciarlo lì. ‘Vieni con me?’ gli ho chiesto, sentendomi un po’
stupida. Lui mi è saltato in braccio e io me lo sono portato a casa. Ancora mi
stupisco dell’amore incondizionato che prova per me.
Lo accarezzo distrattamente,
continuando a scorrere il testo che ho davanti. Niente da fare, le parole
sembrano fuori fuoco e le righe si accavallano. Ho decisamente bisogno di
schiarirmi le idee.
Dallo zaino esplode
all’improvviso un ritornello fastidioso. Alice deve aver di nuovo cambiato la
suoneria del mio cellulare. Mi allungo verso il pavimento, cercando di non far
scappare il gatto, e alla cieca agguanto quell’aggeggio infernale.
-
Ciao Mor che stai facendo?
Secondo te mia adorabile
svampita? Lunedì ho un esame nel caso tu te lo sia dimenticato. E a quanto ne so
dovresti averne uno anche tu.
-
Stavo studiando commerciale…
Mi stiracchio debolmente,
incastrando il cellulare tra spalla ed orecchio. Ho la schiena indolenzita ed un
gran male al collo. Troppo tempo sui libro, accidenti a loro!
-
Sono al parco con Diego e Biagio, ti va di
raggiungerci per un gelato?
Frena un secondo, che fine ha
fatto Danilo? E da dove sbuca ‘sto Diego?
-
Non so Ali sono un po’ indietro…
Sento un fitto bisbigliare di
sottofondo. E’ una voce maschile, ma non riesco a distinguere le parole. Dopo un
attimo Alice ritorna al microfono.
-
Problema risolto. Biagio ha dato commerciale la
scorsa sessione, può aiutarti lui. Ora non puoi rifiutare una pausa!
Accetto a malincuore e adagio il
gatto sul letto. Non guardarmi in quel modo cuccioletto, nemmeno io salto di
gioia al pensiero di vedere Biagio. Mentre infilo un paio di shorts e una
canotta ho la chiara sensazione di essere stata incastrata.
Li vedo da lontano, Alice dice
qualcosa, poi tutti e tre scoppiano a ridere. Gira i tacchi e scappa, ora che
non ti hanno ancora vista. Puoi sempre chiamare Ali e dirle che hai un mal di
testa fulminante. Il ragazzo biondo deve essere Diego. Lo passo velocemente in
rassegna. Bel fisico, sicuramente fa sport. I capelli sono un po’ troppo lunghi,
con un taglio militare starebbe molto meglio. Nell’insieme è proprio il tipo di
Alice, noto con un sospiro. Speriamo non porti altri guai .Lo sguardo mi scivola
su Biagio senza che me ne renda conto. E’ più magro di Diego, e i capelli neri
gli toccano quasi le spalle. C’è qualcosa che gli sbrilluccica sul viso, deve
essersi fatto un piercing al sopracciglio. Non ho mai capito certe forme di
autolesionismo. Che spreco rovinare un così bel faccino!
-
Eccola! Mor siamo qui!
Perfetto, ho perso l’occasione di
scappare. Alice si sbraccia nella mia direzione, Biagio si volta e sfodera il
suo solito sorriso, imitato dal biondino.
-
Ciao..
Non faccio in tempo ad aggiungere
altro che Ali mi salta addosso. Non sono preparata. Risultato: mi ritrovo per
terra sotto il dolce peso di questa finta magra. Ahio. Mentre mi accerto dei
danni subiti una mano maschile si allunga ad offrirmi un appoggio. Alzo gli
occhi e mi ritrovo a fissare Biagio. Con una smorfia accetto il suo aiuto. Mi
piace la sua stretta, è forte e delicata al tempo stesso, e si protrae un attimo
più del necessario. Non è una brutta sensazione.
-
Ali quando ti decidi a crescere?
Mi sforzo di essere dura ma la
frase suona scherzosa. Alice è il mio unico punto debole. Mentre ricambio
l’abbraccio Ali mi stampa un sonoro bacio sulla guancia. Sento un formicolio
alla radice dei capelli. Biagio ci sta fissando, lo sguardo leggermente stupito.
-
Tu sei la famosa Morgana?
Sì aspetta un secondo che firmo
un paio di autografi e ti raggiungo. Possibile che Alice debba parlare di me con
chiunque? Lo sa che non sono molto amichevole con gli estranei. Anzi, non sono
molto amichevole. Punto. Allungo una mano a stringere quella che mi porge.
Almeno non fa parte del club ‘stretta debole’, non lo sopporto proprio.
-
Sì sono io. Tu sei?
Mi rivolge un sorriso contagioso.
Non sembra male, forse Alice ha finalmente affinato i suoi gusti.
-
Sono Diego il compagno di stanza di Biagio!
Stop fermi tutti! Sento odore di
uscita doppia coppia. Mi giro inviperita verso Alice, che con aria totalmente
innocente sfodera un sorriso a 32 denti. Biagio ridacchia alle sue spalle e
Diego li fissa a turno, cercando di capire cosa sta succedendo.
-
Allora andiamo in gelateria o no?
I due cospiratori rimangono di
sasso. Sono troppo stanca persino per girarmi e tornare a casa senza una buona
dose di calorie. Sono le tre e tanto per cambiare ho saltato il pranzo oggi. Mi
chino fino all’orecchio si Alice.
-
Voglio una coppa maxi. E offri tu.
Così impari!
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Scusate per il mostruoso ritardo
nel postare questo capitolo! Mi cospargo il capo di cenere e prometto che non
succederà più!
LunaDreamy: Biagio fa tenerezza?
Non l'avevo mai vista sotto questo punto di vista (sarà che ho praticamente
descritto il mio ragazzo ideale ^_^).. Grazie dei complimenti e mi raccomando
continua a seguirmi!!!
Lu: sono commossa! Non solo hai
compiuto l'impresa epica di leggerti tutto 'Amici d'Infanzia' e 'Cicatrici'
(storia che io personalmente adoro ma che non ha riscosso molto successo), ma,
non paga, ti sei messa a leggere anche questa mia ultima fatica! Sono
contentissima!!! Un bacione, spero che continuerai a seguirmi (ma non trascurare
troppo lo studio per causa mia, che poi mi sento in colpa!!!)
L-Fy: sì decisamente io e te ci
dividiamo un solo neurone!!! Biagio è il ragazzo che ho sempre sognato di
incontrare (se mi sente il mio amore mi fucila), bello, determinato ma anche
dolcissimo... Purtroppo temo che il mio Biagio, così come il tuo Sasha, non
possano esistere fuori dalle fic. E se anche esistessero, stai sicura che
sarebbero il fidanzato di quella compagna di liceo/collega/vicina di casa che
non hai mai potuto sopportare! Ah vita ingiusta... Ah destino crudele...
Diomache: Non devi scusarti, le
recensioni mi fanno sempre tantissimo piacere ma non sono obbligatorie!! Sono
molto contenta che nonostante tutti i tuoi impegni tu riesca comunque a seguire
la mia storia! Al prossimo chap!!!
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 - Notte prima degli esami ***
Nuova pagina 1
Devo ammettere che non è stata
un’idea così malvagia raggiungerli. Siamo seduti tutti e quattro intorno ad un
minuscolo tavolino. Ali parla a raffica con i ragazzi, io mi concentro sul mio
gelato. Semplicemente divino. Sorprendo Biagio a fissarmi mentre infilo in bocca
una cucchiaiata di cioccolato.
-
Che c’è?
Vorrei apparire scocciata, ma è
difficile con la bocca piena di gelato. Mi si sta addormentando la lingua e le
endorfine stanno entrando in circolo. Mi sento scandalosamente bendisposta verso
il mondo.
-
E’ bello vederti mangiare così di gusto.
Ma la smetti di parlare come mia
madre? Ti preferisco quasi quando mi prendi in giro. Rimango ipnotizzata a
fissarlo mentre si allunga verso di me e ruba una cucchiaiata dalla mia coppa.
-
Non male. Il mio però è migliore.
Ha preso un affogato al caffè. Ha
davvero un bell’aspetto in effetti. Mi sporgo per pareggiare il conto. Prima che
abbia il tempo di affondare il cucchiaino nella sua coppa sento due braccia che
mi circondano e mi ritrovo stretta contro di lui. Vuole tenermi lontana dal
gelato, ma quel contatto inaspettato mi sconvolge. Con uno scatto lo allontano e
abbandono il cucchiaino sul tavolo. Mi è passata la fame.
-
Allora Morgana tu vivi sola?
Apprezzo il tentativo di
sollevarci dall’imbarazzo. E ancora di più che non storpi il mio nome. Questo
ragazzo mi sta istintivamente simpatico. Non capita spesso. Anzi, sarò sincera:
non capita praticamente mai.
-
Siamo in due a dire la verità.
Biagio drizza le antenne
improvvisamente e Alice ride sotto i baffi. Diego mi sorride esortandomi a
continuare.
-
Divido l’appartamento con l’unica creatura di
sesso maschile che riesco a sopportare: il mio gatto.
Scoppiano a ridere all’unisono.
Li invidio un po’. Si conoscono appena, eppure si divertono insieme. Per me una
cosa simile è inconcepibile. Abbozzo un sorriso e mi alzo.
-
Ora devo proprio andare, dovrò studiare fino a
notte fonda per recuperare questo piacevole intermezzo!
Per una volta non sono
sarcastica. Mi sono rilassata parecchio, ma sono fuori da quasi tre ore e i
libri non vanno avanti senza di me. Prego qualunque divinità all’ascolto che
Biagio si sia scordato l’offerta di aiutarmi. Mi chino a baciare Ali, quando mi
rialzo lui è di fianco a me.
-
Sarà meglio muoversi allora, non mi fido a passare
la notte in casa tua. Potrebbero venirti strane idee!
Ma è una persecuzione!
Guardo l’orologio. E’ quasi
mezzanotte. Sono riuscita a sbatterlo fuori di casa da pochi minuti, per un
attimo ho temuto che mi chiedesse di fermarsi a dormire. Devo ammettere che si è
comportato bene. Mi ha chiarito parecchi dubbi e si è gentilmente astenuto da
ulteriori provocazioni. Non so se sia stata l’atmosfera onirica o la sua voce
morbida, ma sono stata quasi felice quando mi ha proposto di tornare domattina
per un ripasso finale. Decisamente studiare ti fa male Morgana.
Mi stendo sul divano, le gambe
allungate davanti a me, e accendo il lettore dvd. ‘Il corvo’ è già inserito,
l’ho consumato a forza di rivederlo. Il gatto non perde tempo, mi si accuccia
sullo stomaco e comincia a fare le fusa. Fa terribilmente caldo, ma non mi va di
spostarlo. E’ una presenza confortante. Scivolo nel sonno che ancora scorrono i
titoli di testa.
Mi sveglia il campanello. Il
televisore è entrato in stand-by e la stanza è invasa dalla luce. Sono
completamente indolenzita, quando mi alzo un dolore sordo si spande dalla base
del collo lungo tutta la spina dorsale. Devo trasferire il televisore in camera
da letto. Lo dico tutte le volte che mi addormento sul divano. Cioè almeno due
volte a settimana.
Il campanello suona di nuovo.
Apro la porta stiracchiandomi e mugolando dal dolore. Mi trovo davanti Biagio
con un vassoio in mano. Riconosco la carta, è una delle migliori pasticcerie
della città.
-
Dovresti vederti, hai una faccia..
Resisto all’impulso di sbattergli
la porta in faccia e tornare a dormire. Mi stropiccio gli occhi con una mano e
mi faccio da parte per permettergli di entrare. Sia chiaro, lo faccio solo per
quello che ha in mano.
-
Mi sono addormentata sul divano…
Resta a guardarmi mentre scarto
il pacchetto. Dentro ci sono cinque brioches. Hanno un aspetto delizioso. Lo
fisso con aria interrogativa.
- Non sapevo quali ti piacessero
così le ho prese tutte.
Devo ammetterlo mi ha colpito.
Non solo intende passare la domenica ad aiutarmi a ripassare, ma mi porta anche
la colazione. Se non lo odiassi con tutta me stessa lo abbraccerei. Mi chino ad
aprire il cassetto dove tengo le tovagliette e mi scappa un gemito. Maledetta
schiena.
-
Che hai?
Indico con un cenno della testa
il divano e mi porto una mano al collo. Se di normale non parlo molto appena
sveglia mi esprimo quasi esclusivamente a gesti. Scosta una sedia dal tavolo e
me la porge.
-
Siediti ti faccio un massaggio.
Ma siamo impazziti? Tiene quelle
mani a distanza di sicurezza da me se non vuoi ritrovarti cinque dita stampate
in faccia! Mi ritraggo troppo bruscamente. Ahio. Un'altra fitta.
-
Non fare storie, come pensi di studiare se appena
ti muovi ti fa male la schiena?
Non ha tutti i torti. Sbuffando
mi siedo e scosto i capelli su una spalla. Vedi di non allungare le mani
bellezza!
-
Sei molto contratta ti farà un po’ male!
Grazie dell’avvertimento. In
effetti fa male, e parecchio anche. Mi mordo un labbro per non urlare. Man mano
che i muscoli si sciolgono però il dolore diminuisce e lascia posto ad una
strana sensazione. Le sue mani sono calde, e molto delicate. Senza accorgermene
mi abbandono contro lo schienale mentre lui mi massaggia le spalle. E’
dannatamente piacevole.
-
Ecco fatto come nuova!
Mi volto a guardarlo. Ha uno
sguardo strano, sembra turbato. Ci stavo prendendo gusto, nel punto in cui ha
appoggiato le mani sento improvvisamente freddo nonostante sia piena estate. Mi
alzo e allungo un po’ i muscoli per testarli. Va decisamente molto meglio.
-
Grazie..
Mi guarda stupito. Non so se per
la mia voce insolitamente calda o per un ringraziamento che non si aspettava di
ricevere da me. Mi sorride e scrolla le spalle.
-
Non ti ci abituare, è incredibilmente faticoso.
Il tono è normale, eppure lo
sguardo che mi rivolge mi scombussola un po’. Senza più guardarlo apparecchio e
preparo il caffè. Le paste sono ottime, ma mi guardo bene dal ringraziarlo
ancora.
-------------------------------------
Giuro che ho un'ottima
giustificazione...sono stata una settimana a letto con la febbre alta (dannata
influenza) e non ero proprio in condizione per aggiornare! Per farmi perdonare
il capitolo di oggi è più lungo del solito, non vi ci abituate però!
Damned88: sono felice di vedere
che ci sei ancora! Grazie della recensione e scusami ancora per il ritardo!
Spero che ti piaccia questo primo 'contatto' tra i due...
Lu: non mi aspettavo davvero
tanto incoraggiamento, sono commossa!!! Al momento non ho tra i progetti un
seguito di 'Cicatrici', è stata pensata come una storia breve ed autoconclusiva
e l'ho scritta parecchi anni fa. In realtà sono in pausa, dopo aver terminato
'Al di là delle Apparenze' (manca solo l'epilogo), salvo ispirazioni improvvise
il prossimo passo sarà l'atteso seguito di 'Amici d'Infanzia', poi si vedrà!
Grazie ancora! Un bacione
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 - Calore ***
Nuova pagina 1
-
Dai Mor vieni anche
tu!
Ali
dammi un solo motivo per venire al mare con te. Mi scotto solo a guardare una
spiaggia in cartolina, la sabbia si infila dappertutto e il sale mi rovina i
capelli.
-
Sono l’unica ragazza
non puoi lasciarmi da sola!
Ma
chi vuoi prendere in giro? Fosse per te, a parte la sottoscritta, frequenteresti
esclusivamente individui di sesso maschile! Sono convinta che il tuo sogno
segreto sia di possedere un harem.
-
Dai ci sono Biagio e
Diego. Non eravate diventati amici?
Amici mi pare un tantino eccessivo. Diego mi sta molto simpatico, lo ammetto. E’
uno dei pochi ragazzi che non tengo a distanza, forse perché è pazzo di te.
Biagio invece non lo vedo dall’esame di commerciale. Non l’ho mai ringraziato
per l’aiuto, buona parte del mio 30 la devo a lui. L’idea di rivederlo non mi
dispiace poi troppo.
-
Non ho il costume..
Ti
sento esultare dall’altro capo del filo. Sai che un’obiezione così
insignificante equivale ad un sì.
-
Non preoccuparti ti
presto uno dei miei!
Per
l’amor del cielo. Sarò già abbastanza in imbarazzo senza sembrare un confetto.
Si parte tra due giorni. Ho giusto il tempo di fare un po’ di shopping! Chissà
se riesco a trovare un costume nero…
Alla fine l’ho trovato. Un bikini semplicissimo, senza fronzoli. Avrei preferito
un costume intero, ma Ali mi ha presa per stanchezza. Le commesse hanno fatto la
hola quando mi sono decisa ad accontentarla.
Quando ho chiesto a mia madre se poteva tenermi il gatto per qualche giorno non
stava più nella pelle dall’entusiasmo. Ha abbracciato Alice fino quasi a
stritolarla continuando a ripetere quanto fosse felice che finalmente la sua
bambina si prendesse una vera vacanza. Una scena pietosa. Per fortuna i ragazzi
ci hanno raggiunto più tardi da me, sarei morta di vergogna se fossero stati
presenti.
Sono accucciata contro il finestrino della macchina di Diego. Alice con la scusa
che soffre il mal d’auto si è fiondata sul sedile anteriore e a me non è rimasta
altra scelta che dividere quello posteriore con Biagio. Mi sta venendo la
nausea, ma la colpa non è della macchina. I due piccioncini davanti tubano a più
non posso. Che pessimo spettacolo di prima mattina. Accendo il lettore mp3 e mi
sistemo gli auricolari nelle orecchie. Sono andata a letto molto tardi ieri
sera, se sono fortunata mi addormenterò in fretta. Enya è un sottofondo
particolarmente rilassante. Chiudo gli occhi e mi abbandono contro lo schienale.
Che pace..
Come non detto. Biagio mi tamburella insistentemente su una spalla. Socchiudo
appena un occhio nella sua direzione. Ma che vuoi? Senza troppi complimenti mi
toglie un auricolare e se lo infila all’orecchio.
-
Hai deciso di
tagliarti le vene prima di arrivare?
Ma
come ti permetti? Nessuno ti ha chiesto di ascoltarla con me. La pace di poco
prima è istantaneamente andata a farsi benedire. Chiudo gli occhi, se lo guardo
ancora mi viene voglia di prenderlo a schiaffi.
-
Se non gradisci mi
ridai l’auricolare? Così posso evitare il fastidio di ascoltarti.
Non
risponde e nemmeno si muove. Aspetto qualche secondo poi apro gli occhi, curiosa
mio malgrado. Si è accomodato meglio sul sedile, il mio auricolare ben fisso
nell’orecchio, e mi guarda ironico.
-
Sempre meglio del
silenzio…
Fai
come ti pare, basta che mi lasci in pace. Ora però mi tocca stargli più vicina,
il filo è troppo corto. Maledico la Sony e cerco di non pensare al suo braccio
che ad ogni curva mi sfiora leggermente. Riproviamo a dormire va..
Riemergo lentamente dal sonno con Enya ancora di sottofondo. Mi sento
insolitamente rilassata, avverto come un caldo formicolio che parte dalle spalle
e scende lungo la schiena. Che bella sensazione. Socchiudo pigramente gli occhi,
infastidita dalla luce intensa del sole, ormai quasi al tramonto. Devo aver
dormito parecchio, almeno un paio d’ore ad occhio e croce. Mi volto verso
Biagio. Ahhhh! Non ci credo, per favore ditemi che sto ancora sognando. Sta
dormendo anche lui, stravaccato contro la portiera. Ho la testa appoggiata al
suo petto, il calore che sentivo era il suo braccio che mi circonda. Il primo
impulso e di saltare giù dalla macchina e tornare a casa di corsa. Trattengo il
fiato, se si sveglia ora morirò di vergogna. Provo a spostarmi lentamente.
Niente da fare, la stretta si accentua impercettibilmente. Ma stai dormendo
davvero o ti prendi gioco di me? Sollevo lo sguardo verso gli altri due. Alice
dorme, Diego mi strizza l’occhio dallo specchietto retrovisore. Sento un gran
caldo ed il sangue che affluisce velocemente verso le guance. Possibile che
basti così poco a mandarmi nel pallone?? Mi secca terribilmente ammetterlo, ma
stare in questa posizione non mi dispiace poi così tanto. Mi sento al sicuro tra
le sue braccia. Mi sto davvero rammollendo. Che razza di pensieri assurdi. Non
sono una principessa che aspetta il bel cavaliere per essere salvata! Però…
Improvvisamente mi sento così stanca… Posso stare così qualche altro minuto, non
lo saprà mai. Basterà che mi sposti prima che lui si svegli. Solo pochi minuti.
Sto così bene…
Quando riapro gli occhi il sole è tramontato completamente. Sono raggomitolata
contro lo sportello, una felpa grigia drappeggiata addosso a mò di coperta. Ha
il suo profumo. Possibile che mi sia sognata tutto? Devo prendere seriamente in
considerazione l’idea di rivolgermi ad uno psichiatra. Lo guardo di sottecchi.
Si accorge di me e mi sorride, un sorriso più dolce del solito, quasi
intenerito. Diego continua a spiarci dal retrovisore, sogghignando sotto i
baffi. Sti due non me la raccontano giusta. Gli allungo la sua felpa e raccolgo
le gambe contro il seno. Ho freddo, ma tenerla addosso mi fa ripensare alle
sensazioni che ho provato (o sognato?) abbracciata a lui. Ed in questo momento
sono l’ultima cosa a cui mi va di pensare. Ali allunga una mano a pizzicarmi un
braccio.
-
Siamo arrivati! Non
è stato male come viaggio no?
No
mia splendida impudente. Non è stato per niente male. Naturalmente mi limito a
sbuffare mentre arrotolo gli auricolari del lettore.
------------------------------------------------------------
E' ufficiale, non
penso di riuscire ad aggiornare più di una volta a settimana d'ora in poi..
Sorry...
L_Fy: Anche io mi
ritengo decisamente fortunata, dopo un' esperienza a dir poco disastrosa ho
trovato un ragazzo quasi perfetto! Però non c'è nulla da fare, si rifiuta
categoricamente di dedicare ogni secondo della sua vita alle mie necessità...
Non capisco proprio il perchè! Scherzi a parte, diciamo che Biagio è un pò come
il mio amore quando l'ho conosciuto! Poi purtroppo sono sopravvenute la spesa,
il bucato, le bollette, ecc... La chiamano realtà credo :-P! Biagio è in onore
del mio amore adolescenziale Biagio Antonacci, mentre Diego è il nome che mi
piacerebbe dare ad un eventuale figlio, ho due amici che si chiamano così e mi
piace un sacco!!!
LunaDreamy: Per il
massaggio Biagio sarebbe disponibile, non ti assicuro però sulle conseguenti
reazioni di Morgana! Sono felice che tu ti sia risintonizzata, mi raccomando
continua a seguirmi! Un bacione
Lu: Non trovo più
parole per ringraziarti dei meravigliosi commenti! Anche io adoro i miei
protagonisti! A differenza di Amici d'Infanzia, dove il mio personaggio
preferito era secondario (per modo di dire: Martina alla fine c'era sempre!) qui
mi sono innamorata sia di Biagio sia di Morgana! A presto, kisses
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 - Fobia ***
Nuova pagina 1
Mi piace la
stanza che divido con Alice. Molto semplice, quasi spartana, con solidi mobili
in legno scuro. La cosa più bella è sicuramente il bagno. Niente doccia, una
grande vasca in ceramica bianca e asciugamani che profumano di lavanda. Apro la
porta finestra e mi affaccio al balcone. Siamo solo al terzo piano, ma avverto
comunque un vago senso di vertigini. Meglio rientrare.
-
Ma guarda chi si rivede!
Mi giro di
scatto, più stupita che spaventata. Dal balcone accanto sbuca Diego,
completamente proiettato oltre il parapetto. Sento la salivazione azzerarsi
istantaneamente e barcollo, appoggiandomi alla sdraio.
-
Smettila!
Quasi non
riconosco la mia voce. Sento il sangue rimbombare nelle tempie e la vista che si
annebbia. Devo girarmi e rientrare o mi renderò irrimediabilmente ridicola.
-
Che succede?
Riesco a
stento a scorgere l’espressione preoccupata di Biagio che si affaccia accanto ad
Diego. Smettetela di sporgervi così tanto dannazione. Non capite che è
pericoloso? La gola mi si chiude e tutto diventa nero. L’ultima cosa che avverto
sono le braccia fragili di Ali che mi fermano un momento prima di toccare terra.
-
Come si fa ad essere così
cretini?
Alice è a
dir poco furibonda. In momenti come questi la apprezzo ancora di più. Non ha
niente della bambola sorridente che si finge di fronte al resto del mondo. Le
palpebre sono incredibilmente pesanti, non riesco a sollevarle. Sono sdraiata
sul letto, i piedi sollevati da una pila di cuscini. La testa mi fa un male
atroce.
-
Ali abbassa la voce ti prego…
Io stessa
faccio fatica a sentire quello che dico. Ho la gola secca e mi sento
incredibilmente stanca. Riesco finalmente ad aprire un occhio, appena in tempo
per trovarmi a pochi centimetri due occhioni azzurri in procinto di riempirsi di
lacrime. Mi getta le braccia al collo e scoppia a piangere.
-
Mor mi sono spaventata
tantissimo!
E’ stato
solo un attacco un po’ più forte degli altri. Sento che a poco a poco mi tornano
le forze e sollevo un braccio ad accarezzarle i capelli. Quando fa così non
riesco a resisterle.
-
Stai tranquilla non è
successo niente!
Alzo gli
occhi sui ragazzi. Sono a capo chino, con l’espressione vergognosa di un bambino
che è stato sgridato dalla maestra. Ridacchio sotto i baffi al pensiero di due
ragazzi grandi e grossi ridotti così da uno scricciolo che a stento sfiora il
metro e cinquanta. Diego tormenta il bordo della maglietta con le dita.
-
Morgana mi dispiace…
-
Tranquillo non è colpa tua!
Gli rispondo
con un sorriso che stupisce me e sconvolge tutti gli altri. Sono confusa e ho
uno scarso controllo dei miei muscoli facciali. Non mi guardate come se mi
fossero spuntate le branchie! Biagio si intromette.
-
Ci spieghi cosa è successo?
Ficcanaso.
Non ha tutti i torti in fondo. Non devo essere un bello spettacolo mentre mi
schianto a terra come una pera cotta. Rivolgo ad Alice uno sguardo implorante e
lei risponde al posto mio.
-
Era un attacco di panico. Mor
soffre di vertigini e vedervi sporgere in maniera così scriteriata l’ha fatta
stare male. Parecchio anche. E’ raro che svenga addirittura.
Poveracci
non vorrei essere nei loro panni. Alice sta ricominciando a strigliarli per
bene. Diego è arrossito e fissa intensamente il pavimento. Biagio invece non mi
stacca gli occhi di dosso. Ignorando Alice si avvicina al letto e mi sfiora la
guancia in una leggerissima carezza. Devo essere gelata, perché la sua mano mi
sembra bollente.
-
Come ti senti ora?
Perché devi
essere così dannatamente dolce? In questo momento sono troppo debole per tenerti
a distanza. Sento gli occhi pizzicare senza un motivo e mi giro verso il muro.
-
Sono un po’ stanca vi
dispiace se rimango in camera stasera?
Mi salutano
ed escono. Alice si china a darmi un bacio poi li raggiunge. Quando la porta si
chiude posso finalmente lasciarmi andare. Stringo il cuscino fin quasi a
lacerarlo e comincio a singhiozzare, le lacrime che scorrono incontrollabili
lungo le guance accaldate. Non ricordo neppure più l’ultima volta che ho pianto
tanto. Dopo un tempo che mi sembra infinito, esausta, scivolo nel sonno.
Mi sembra
che siano passati pochi minuti, ma fuori è notte fonda. Sento la porta della
camera che si apre e dei passi che si avvicinano al letto. Una mano fresca e
leggera mi accarezza la fronte accaldata. E’ Ali. Fingo di dormire mentre si
spoglia velocemente, al buio, e si chiude in bagno per cambiarsi. Ha paura di
svegliarmi. Sto per ripiombare nel sonno quando la sento infilarsi nel letto
accanto a me e stringermisi addosso, il viso premuto contro la mia spalla.
Sorrido nel buio e mi rilasso impercettibilmente. Morfeo non tarda a
raggiungermi.
Quasi quasi
mi ricredo sulla vita marittima. Sono sdraiata nell’acqua bassa di una secca.
Dal mare arriva una brezza lievissima, appena sufficiente a rinfrescare la mia
pelle già un po’ arrossata. Possibile che non mi basti neppure la protezione
totale? Mi sono incantata ad osservare un minuscolo paguro che arranca a pochi
centimetri da me, trascinandosi dietro un’ingombrante conchiglia incrostata di
sale.
-
Allora sirenetta che dice il
granchio?
Fine della
pace. Non mi volto nemmeno a guardarlo mentre si lascia cadere accanto a me,
schizzandomi di acqua e fanghiglia. Favoloso, dovrò stare almeno un’ora sotto la
doccia per togliermi questo schifo dai capelli. Lo ignoro.
-
Sai che ti sta davvero bene
questo costume?
Alla fine
l’ho trovato un costume nero. Un bikini semplicissimo, senza fronzoli. Avrei
preferito un costume intero, ma Ali mi ha presa per stanchezza. Le commesse
hanno fatto la hola quando mi sono decisa ad accontentarla.
-
Potresti cortesemente
smettere di sbavarci sopra? E’ costato un occhio mi scoccerebbe doverlo buttare.
Scoppia a
ridere. Una risata improvvisa, lunga e bellissima. Mi volto a guardarlo un po’
stupita, con una mano sugli occhi per proteggerli dal sole. Io ti insulto e tu
ridi?
-
E’ un piacere sentire di
nuovo le tue frecciate. Mi hai fatto spaventare ieri sera..
Ritorno a
fissare il mio amico a due chele. E’ arrivato contro la mia mano e sembra
indeciso sul da farsi. La sposto per permettergli di proseguire per la sua
strada. Non mi va di parlarne.
-
Ora sto bene.
-
Lo vedo. Sei mai stata da uno
specialista?
Ma chi si
crede di essere questo piccolo arrogante ficcanaso? Nemmeno Ali si è mai
permessa di propormi un incontro con uno strizzacervelli. Mi sollevo di scatto,
schizzandolo da capo a piedi. Ora siamo pari.
-
Non sono affari tuoi.
Una mano
sulla spalla, decisamente poco delicata, mi sospinge di nuovo in acqua. Non
faccio in tempo ad attutire l’urto con le mani e affondo la faccia nella sabbia
bagnata. Mi sollevo sputacchiando, inviperita. Stavolta lo affogo.
-
Ma sei completamente impazzito?
Mi afferra
per le braccia e stringe troppo forte. Sembra furioso. LUI è furioso? Cerco di
divincolarmi ma non sembra minimamente intenzionato a mollare la presa.
-
Probabilmente non te ne frega
niente, ma non fai male solo a te stessa. Alice era distrutta ieri sera, e Diego
continuava a ripetere che era colpa sua se stavi male!
La sua voce
è bassa, vibrante di rabbia. Mi sento come se mi avesse schiaffeggiato. Abbasso
gli occhi, non ce la faccio a guardarlo. Mi sento improvvisamente malissimo.
Probabilmente se ne è accorto, allenta la stretta e mi solleva il mento con due
dita.
-
Anche se sembri fare di tutto
per evitarlo ci sono persone che ti vogliono bene. Ma se non ti decidi a farti
aiutare continueranno a stare male per te. E’ questo che vuoi?
Non riesco a
rispondergli, ho come un groppo in gola che non va né su né giù. Le sue mani
sono di nuovo gentili e delicate come al solito. Come faccio a resistere se ogni
volta che mi tocca non capisco più niente? Il mio corpo mi tradisce proprio
quando ho più bisogno di lui.
-
Devo andare, il sole è troppo
forte per me.
Ti prego
lasciami andare. Lasciami tu, perché io non ho la forza di allontanarti. Con un
sospiro lascia cadere le braccia lungo i fianchi e mi gira le spalle.
-
Non puoi scappare sempre
Morgana..
Non so se mi
sconvolge di più il fatto che mi abbia chiamata per nome o rendermi conto che in
fondo ha ragione. Sto scappando. Per me puoi significare solo guai straniero. Lo
sorpasso senza rispondere e corro a raggiungere Ali sotto l’ombrellone. Sento i
suoi occhi su di me come minuscoli aghi incandescenti. Ma forse è solo la mia
pelle bruciata che reclama altra crema.
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Capitolo più
lungo per farmi perdonare l'attesa. Provo a postare il prossimo nel week end,
rimando a quella sede i ringraziamenti singoli. Baciotti.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 - Amicizia ***
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Giuro che non volevo origliare. Mi stavo godendo un po’ di silenzio accoccolata
dietro le cabine quando quei due hanno deciso di fermarsi a parlare proprio al
di là del divisorio di legno. Quando ho riconosciuto le voci era troppo tardi
per andarmene senza che mi vedessero.
-
Io veramente non
capisco cosa le prenda a volte!
Chissà di chi stanno parlando. Non che la cosa mi interessi, in fondo. Ma da
questa posizione non riesco ad evitare di sentire tutto quello che dicono.
-
Biagio è troppo
aggressivo con lei, si chiude a riccio.
Temo di aver capito a chi si riferiscono..
-
Ali andiamo non ha
certo bisogno di incentivi per chiudersi! Io le voglio bene, ma a volte penso
che se si decidesse a lasciarsi andare vivrebbe molto meglio. E’ davvero troppo
bella per arrivare vergine ai 24 anni.
Ti
prego ti prego ti prego Ali tieni chiusa quella dannata boccacia stavolta..
-
Cosa ti fa pensare
che Mor sia vergine?
Appunto. Non sono mai stata così imbarazzata in vita mia. Affondo il viso tra le
ginocchia e stringo i denti per non mettermi ad urlare. O tirarle dietro
qualcosa, non ho ancora deciso.
-
Si vede lontano un
miglio. Basta toccarla e salta come un ranocchio!
-
Non che siano affari
tuoi ma non hai capito un bel niente. Se ti faccio vedere una cosa giuri che non
ne parlerai con Biagio?
La
sento armeggiare nella borsa. Non ti azzardare a fargliela vedere sottospecie di
surrogato di amica!
-
Queste siamo io e
Mor al secondo anno del liceo.
Conosco bene quella foto. L’abbiamo scattata durante una gita scolastica. Io e
Ali, abbracciate sotto il David di Michelangelo, che ridendo indichiamo la
foglia di fico. Ero più stupida, più grassa e terribilmente più ingenua allora.
Non ho mai capito perché Ali la tenga nel portafoglio, abbiamo foto molto più
belle insieme.
-
Non l’ho mai vista
ridere così!
Diego ha la voce stupita. Per forza, stai guardando una ragazza che non sono più
io. A volte mi sembra che quei tempi appartengano ad un’altra Morgana, che mi ha
lasciato soltanto il suo involucro esterno.
-
Ride sempre meno..
Ed è cominciato tutto per colpa di un ragazzo.
Non
è esatto. Quel piccolo bastardo insensibile mi ha fatto stare male, non lo nego.
Ma non è colpa sua se sono diventata come sono ora. Merito suo semmai.
-
Si chiamava Dario ed
era in classe con noi. Non credo nemmeno che Mor ne fosse davvero innamorata.
Lui era carino e le faceva una corte serrata, così si è decisa ad uscirci. Si
sono frequentati per un paio di mesi. Ad un certo punto lui ha cominciato a
spingere per fare sesso. Non so se l’abbia fatto per curiosità o per
accontentarlo, ma ci è andata a letto. Il giorno dopo, davanti a tutta la
classe, lui le ha detto che non aveva mai perso tanto tempo con una ragazza solo
per vincere una scommessa.
Fa
male. Anche se sono passati quasi otto anni. Anche se ho fatto rimpiangere a
quel dongiovanni da quattro soldi di essere nato. Anche se nel giro di pochi
giorni su tutti i muri dei bagni femminili è comparsa un’accurata descrizione
delle sue ‘miserie’. Fa dannatamente male lo stesso. Non è il mio cuore. E’ il
mio orgoglio che brucia.
-
Che stronzo..
-
Si è vendicata, non
credere.. Gli ha reso la vita impossibile a tal punto che l’anno successivo
Dario ha cambiato scuola. Però da allora ha cominciato a fidarsi sempre meno di
chi le sta intorno..
Oddio le trema anche la voce. Ce la vedo, con la foto stretta al seno e gli
occhioni lucidi al pensiero di quanto ho sofferto. In questo momento la odio
ferocemente. E’ la mia vita, non un dannato reality show. Con che diritto
sbandieri ai quattro venti uno dei miei ricordi più dolorosi?? Mi alzo in piedi,
senza preoccuparmi di non fare rumore. Mi volto e scappo via. Sento Ali che urla
il mio nome, ma non me ne importa niente. Voglio solo tornare a casa.
La
valigia è spalancata sul mio letto. Sbatto dentro alla rinfusa i vestiti. Se mi
sbrigo faccio in tempo a prendere il treno di mezzogiorno. Sarò nel mio letto
prima di sera. Mi viene da piangere, ma ricaccio indietro le lacrime. Lacrime di
rabbia stavolta. Alice è l’unico punto fermo della mia vita. Come ha potuto
farmi questo? Chiudo la valigia con uno scatto secco, spalanco la porta e mi
trovo davanti Diego. Odio anche te, ma ora ho troppa fretta per litigare.
-
Mi lasci passare per
favore?
Non
si muove di un millimetro. Con una mano afferra la valigia e con l’altra mi
sospinge in camera. Chiude la porta e ci si appoggia contro. Perfetto, sono in
trappola.
-
Cosa pensavi di
fare?
-
Di tornarmene a casa
è ovvio!
Non
l’ho mai visto così serio. Mi guarda come se morisse dalla voglia di prendermi a
schiaffi.
-
Mi dici che ti passa
per la testa? Possibile che la tua soluzione per tutto sia girare i tacchi e
andartene?
Istintivamente faccio un passo indietro. Mi fa paura. Poi mi ricordo che sono io
quella incazzata.
-
La mia migliore
amica racconta i MIEI fatti personali ad un perfetto estraneo e dovrei esserne
felice?
-
Non sono un perfetto
estraneo, sono il suo ragazzo!
-
Potresti anche
essere suo marito per quel che me ne frega. Non avrebbe dovuto farlo!
Sono sull’orlo di una crisi isterica. Tento di allontanarlo dalla porta. Niente
da fare, non si sposta di un millimetro. A livello fisico non ho speranze.
-
Sono d’accordo con
te.
Non
sono sicura di aver capito bene. Puoi ripetere per favore?
-
Ali non avrebbe
dovuto raccontarmi una cosa tanto privata. Ha sbagliato. Ma ti sei chiesta
perché l’ha fatto?
No.
Non me lo sono chiesta. Forse perché è irrimediabilmente priva di filtro tra
cervello e corde vocali?
-
Mettiti nei suoi
panni. Mi ha sempre detto che tu sei una persona meravigliosa. Ma lo sei solo
con lei Morgana. Con il resto del mondo a volte sei davvero odiosa. Ogni giorno
da anni si sente chiedere come fa ad essere amica di una ragazza scostante come
te. E non può difenderti, perché tu non vuoi che gli altri sappiano come sei
davvero. Non pensi che sia difficile per lei stare sempre zitta?
E’
riuscito a lasciarmi senza parole. Tutta la rabbia che avevo in corpo si
dissolve all’improvviso, lasciandomi come svuotata. Non mi sono mai chiesta come
significa per Alice, così solare ed estroversa, starmi vicina. Nei miei giorni
neri, in cui mi rintano a letto a fissare il buio, Ali è stata lì con me. Guardo
Diego. Mi sorride senza dire niente. Questo potrebbe essere l’inizio di una vera
amicizia, ne sei consapevole?
-
Sei riuscito a farmi
sentire una stronza sai?
Scoppia a ridere e mi abbraccia. Mi irrigidisco per un secondo, poi gli batto
una mano sulla spalla. E’ il massimo che otterrai da me.
-
Non ti allargare,
sei sempre il ragazzo della mia migliore amica!
Ridacchia e apre la porta della camera. Alice quasi gli vola in braccio.
Probabilmente stava origliando. Mi guarda con gli occhi lucidi e l’aria
colpevole. E’ irresistibile quando fa così. Apro le braccia e le sorrido.
-
Dai vieni qui!
Mi
si getta letteralmente addosso, piangendo e ridendo allo stesso tempo. La cullo
tra le braccia e le accarezzo i capelli. Continua a ripetere che le dispiace
tantissimo. Come se non ti conoscessi. Ti dispiace solo che ti abbia sentita.
Diego mi fa l’occhiolino ed esce, lasciandoci sole.
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Come promesso
aggiorno dopo soli due giorni per farmi perdonare del ritardo precedente. Come
credo di aver già detto la storia è praticamente finita, quindi i miei ritardi
non sono sinonimo di calo di ispirazione e non correte il rischio che interrompa
la storia a metà. Semplicemente sto tappata tutto il giorno in biblioteca a
studiare e a casa non posso accedere ad internet, quindi mi collego a sbafo,
quando riesco, da casa del mio moroso. Ma passiamo ai ringraziamenti!
- Damned88: sei stata
velocissima a leggere l'ultimo capitolo!! Biagio è stato duro ma penso che
tutti, e specialmente una persona come Morgana, abbiano bisogno di una sana
scrollata ogni tanto! Come vedi anche Diego non è stato propriamente delicato...
- Lu: Finirai per
farmi arrossire con tutti questi complimenti (naturalmente NON è un invito a
smettere ;-P ). Ho tentato di far sciogliere Morgana a poco a poco, partendo dal
presupposto che è comunque una ragazza molto complicata, quindi non si
abbandonerà ai suoi sentimenti tanto facilmente! Spero che ti sia piaciuto anche
questo capitolo, un bacione!!
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 - Scusa ***
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-
Mi prometti che non passerai
la serata in camera?
Alice
stasera trascina Diego a vedere uno di quei nauseanti film d’amore che le
piacciono tanto. Posso scorgere una scintilla di disperazione nei suoi occhi.
Non abbiamo più parlato della discussione di ieri. E’ un ragazzo in gamba, e
detto da me vale doppio. Sono felice che Ali abbia incontrato una persona come
lui.
-
Perché non chiedi a Biagio di
portarti un po’ in giro? Conosce molto bene il paese!
Ci avrei
giurato che se ne sarebbe uscito con una frase del genere. Sarà anche un bravo
ragazzo, ma rompe più di Alice. Gli lancio uno sguardo omicida e scrollo le
spalle.
-
Piuttosto vengo al cinema con
voi a reggere la candela!
La minaccia
ha funzionato a giudicare dalle loro facce. Sorrido perfidamente e mi volto per
tornare in camera. Solo che tra me e la porta c’è un piccolo ostacolo. Un metro
e ottanta di ostacolo diciamo. Mi trovo faccia a faccia con Biagio. Quando mi
rigiro Diego e Alice si sono già dileguati. Quei due me la pagano.
-
Ma mi odi così tanto?
Ma ti
sembrano domande da fare? Non so cosa rispondergli. No, non ti odio. Ma riesci
puntualmente a tirare fuori il peggio di me. Avrei voglia di toglierti quel
sorriso malizioso dalla faccia a forza di schiaffi.
-
Da quando in qua ti preoccupa
quello che provo nei tuoi confronti?
Risposta
sbagliata. Tremendamente falsa e cattiva. Mi ha dimostrato più volte di tenere a
me. Ma non mi fido lo stesso. Una vocina nella mia testa continua a ripetermi
che mi sta solo prendendo in giro. Dario sembrava davvero innamorato. Invece era
solo un gioco per lui. Credevo di averlo superato, ma sentirne parlare ha
riaperto vecchie ferite.
-
Sei crudele.
Ha di nuovo
quello sguardo triste. L’ho ferito. Per l’ennesima volta. Mi sorpassa diretto
alla sua stanza. Non posso lasciarlo andare via così.
-
Scusami.
Si gira
sorpreso. Non se lo aspettava, glielo leggo negli occhi. Mi mordicchio
un’unghia, imbarazzata. Non posso crederci. Io, Morgana Chiasi, ho chiesto scusa
a qualcuno. No, non a uno qualunque. A Biagio. Il mondo sta per finire ne sono
certa.
-
Come hai detto?
Vuoi anche
farmelo ripetere? Non ti darò mai questa soddisfazione, subdolo narcisista.
Serro ostinatamente la bocca e abbasso gli occhi. Che hai da ridere adesso?
Felice di avermi umiliato?
-
Vedrò di farmelo bastare. Ci
vieni a cena con me ora?
E’ ufficiale
sono senza parole. Tutto qui? Nemmeno una frecciatina, una frase velenosa…niente
di niente? Sollevo il mento e me lo ritrovo a pochi centimetri dal viso. E’
scandalosamente bello. Per un lunghissimo istante temo (spero.. prego.. ) che
annulli anche quella minima distanza tra di noi. Annuisco quasi senza rendermene
conto.
-
Benissimo. Ci vediamo giù
nella hall tra mezz’ora!
Se ne va
lasciandomi così, inebetita, ferma come una cretina in mezzo al corridoio. Ci
metto un paio di minuti a riacquistare il pieno controllo delle mie facoltà
mentali. Ma che cavolo mi è saltato in mente? Mi avrà presa per scema? O peggio,
avrà capito che avrei voluto baciarlo? Mi sento andare a fuoco. Urge una doccia
fredda per scacciare certi pensieri assurdi. Meglio gelata. Per sicurezza.
Ho
dimenticato che non abbiamo la doccia in camera. Un bagno rilassante mi farà
comunque bene. Da quando sono qui ho l’impressione che tutto sia troppo vivido.
Affondo fino alle spalle nell’acqua profumata. Stento quasi a riconoscermi in
questo periodo. In pochi giorni ho pianto fino ad inzuppare il cuscino, mi sono
infuriata con Ali, ho trovato un nuovo amico e ho desiderato che Biagio mi
stringesse tra le braccia più di una volta. Mi sembra impossibile essere guarita
dalla mia apatia all’improvviso, senza un vero motivo. Che buon profumo ha il
bagno schiuma di Ali. Posso rimanere così finché l’acqua non si raffredda e le
dita mi diventano tutte grinzose? Potrei farlo, ma non mi va di vedermi piombare
in camera un ragazzo affamato e furioso. Con un sospiro frustrato mi decido ad
uscire dalla vasca. Mi fermo un istante a contemplarmi davanti allo specchio
appannato prima di infilare l’accappatoio. Non ho più l’aspetto fragile di
quella notte di giugno. Non so se è il mio corpo ad essere diverso, o sono gli
occhi con cui lo guardo. Per la prima volta da tanto tempo mi piace quello che
vedo. Mi pettino i capelli con delicatezza finché non splendono, asciugati
soltanto dall’aria e dall’attrito della spazzola. Mi sento divinamente in questo
momento.
Il cellulare
comincia a squillare appena metto piede in camera. Biagio. Da quando in qua ha
il mio numero?
-
Volevo assicurarmi che non
avessi cambiato idea..
Il suo
solito tono ironico, misto a qualcos’altro. Paura? Aspettativa? O semplicemente
sta morendo di fame?
-
Finora no, quindi vedi di non
farmi fretta!
Riattacco
senza aspettare la sua risposta. Mi fa stare bene. Ma non è obbligatorio che lo
sappia. Devo prima capire se vale la pena di farglielo capire.
In piedi
davanti alle ante spalancate dell’armadio sono assalita da un dubbio. Cosa si
indossa per una serata del genere? E soprattutto… che genere di serata sarà? Un
appuntamento, un’uscita tra amici… Mi sento terribilmente imbranata. Provo a
chiamare Ali, ma il suo cellulare non è raggiungibile. Mi sembra quasi di
vederla, avvinghiata al suo uomo nell’ultima fila del cinema. Dovrò cavarmela da
sola stavolta. Alla fine opto per l’unico capo vagamente elegante del mio
guardaroba. E’ un abito nero a sottoveste che Alice mi ha regalato l’estate
scorsa. Lo indosso raramente, non so nemmeno perché me lo sono portato dietro.
Passo un ombra di matita intorno agli occhi e mi studio con aria critica. Questo
vestito mi sta bene, non c’è che dire. Ali ha buon gusto in queste cose. Ma
forse è un tantino esagerato per una cena. Chissà se ho il tempo di cambiarmi…
Guardo l’orologio distrattamente e quasi mi prende un colpo. Se lo faccio
aspettare ancora un po’ ci va senza di me al ristorante! Cercando di non pensare
a quanto sia corto il vestito afferro la borsetta e scendo a raggiungerlo.
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Faccio mio
il titolo di questo chap, sono stata davvero imperdonabile ma alcuni casini mi
hanno occupato totalmente la mente nell'ultimo mese.
Un grazie
enorme a Lu e Damned88 che (spero) continuano a lasciare bellissimi commenti!
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 - Tregua ***
Innanzitutto chiedo perdono per questi due anni di
silenzio... Io stessa ho odiato chi arrivava a metà di una fic
lasciandola poi in sospeso a tempo indeterminato, quindi sono stata
davvero imperdonabile... A mia discolpa posso dire che la mia vita è
cambiata tantissimo in questo periodo, ora sto per laurearmi e ho un
pò di tempo libero, così mi è sembrato giusto e
doveroso postare il resto di questa fic... E' finita, quindi posterò
più spesso possibile per essere sicura che non capiti di nuovo
come l'altra volta. Grazie a tutti...
Devo
ammettere che ha scelto davvero un bel locale. Pochi tavoli, luci
soffuse e musica classica di sottofondo. Fortuna che non ho avuto il
tempo di cambiarmi! Jeans e maglietta sarebbero stati un po’
fuori luogo. Scorro il menù mordicchiandomi un labbro,
indecisa.
Mi
guarda un po’ stupito. Che ho detto di strano? Sei già
stato qui, si presume che tu conosca almeno qualche piatto. Io
nemmeno li ho mai sentiti nominare!
Lascio
che ordini anche per me. Il cameriere non ha smesso per un secondo di
fissarmi da quando siamo qui. Appena si allontana sbotto.
Sono
terribilmente a disagio. E quando sono a disagio di solito mi
arrabbio. Tutti mi considerano una ragazza molto fredda. Per quel che
mi riguarda lo sono sempre troppo poco.
Scoppia
a ridere di fronte al mio sguardo stralunato. E’ l’ultima
risposta che mi sarei aspettata. Non ho nemmeno il fiato per mandarlo
al diavolo. Si sporge verso di me e appoggia una mano sulla mia.
Maledizione
sto arrossendo di nuovo. Ritraggo la mano dalla sua come se mi fossi
scottata. Tentando di mantenere un contegno inizio a mangiucchiare un
grissino.
Allora
vuoi proprio morire? Chissà se questi coltelli da pesce sono
abbastanza appuntiti per tagliarti quella lingua biforcuta che ti
ritrovi…
Di
nuovo quello sguardo serio. Nell’ultimo periodo l’ho
visto sempre più spesso, comincio a preoccuparmi.
Tu
tieni tutti a distanza. A volte ho la sensazione di parlarti
attraverso un vetro. Tu mi guardi come se potessi vedermi attraverso
e poi te ne vai. Ma quando ti provoco, quando ti arrabbi e mi mandi
al diavolo, sento che ho toccato qualcosa dentro di te. Non mi
interessa se è soltanto odio quello che provi per me. Almeno
non è indifferenza.
Il
cameriere arriva proprio nel momento meno opportuno con i nostri
antipasti. Cosa stai cercando di dirmi Biagio? Credi davvero che ti
odi? Non so perché ma la cosa mi infastidisce. Ho passato la
vita a cercare di odiare tutto e tutti. Ma con te non ce la faccio.
Oh, al diavolo.
L’ho
detto. Non è il massimo della fantasia ma al momento non mi è
venuto in mente altro. Giocherello con un gamberetto cercando le
parole giuste.
Abbozzo
un sorriso, continuando a fissare il piatto. Non hai capito niente.
Ali
è la mia migliore amica da quasi dieci anni. Era accanto a me
quando ridevo, quando piangevo, quando ero talmente arrabbiata da
spaccare tutto. Eppure non sono mai riuscita a dirle ‘ti
voglio bene’. Ti sembra normale?
Cerca
di nuovo la mia mano e stavolta lo lascio fare. Dire queste cose
proprio a lui mi sta costando uno sforzo enorme. Ma sento che devo
farlo. Non posso continuare a ferirlo così.
Ali
lo sa che le vuoi bene. Glielo dimostri più di quanto
immagini.
Ma
non riesco a dimostrare a te che non ti odio…
Me
l’hai dimostrato stasera…
Alzo
gli occhi e lo sorprendo a guardarmi. Sembra davvero felice. Forse,
per una volta nella vita, ho fatto la cosa giusta.
Sono di
nuovo io. La Morgana sarcastica e caustica che mi fa sentire al
sicuro. Sorrido quasi senza accorgermene. Ora sa che non è per
odio che gli parlo così. Quanto ci metterà a scoprire
il vero motivo?
Il
cameriere ci versa un vino color rubino. Alzo il mio calice e lo
inclino leggermente verso di lui.
Brindiamo?
Alla
pace tra di noi?
Eh no
non esageriamo…
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 - Popcorn & DVD ***
Mugolio
di risposta. Ho come un senso di deja-vù. Stavolta però
la finestra è chiusa, e guardo una pioggia insistente e
sottile allagare questa notte di ottobre. E la voce all’altro
capo del telefono non è di Alice.
Diego è
tanto un caro ragazzo, solo un tantino paranoico. Va bene, non la
senti da due giorni. Mica crollerà il mondo. Ad Ali non piace
sentirsi in gabbia, ogni tanto ha bisogno di staccare la spina. Ma
non significa che non ti ami. Qualcuno sta cercando di chiamarmi,
sento un fastidioso sottofondo mentre parlo. Da quasi mezz’ora
ormai. Chiunque sia è parecchio insistente…
Piccola
bugia. L’ho sentita un paio di giorni fa. Ma non mi ha detto
nulla di speciale. Solo, se glielo dico, questo mi tiene un'altra ora
al cellulare. Sono quasi le due…
Ma ti
pare che io abbia bisogno di una scusa per chiamare la mia migliore
amica? Solo non mi pare carino buttarla giù dal letto a
quest’ora per sapere come mai non ti chiama. Già mi
sento abbastanza in colpa per esserti diventata così amica! Il
suono del telefono mi fa fare un salto sulla sedia. Ho una mezza idea
di chi potrebbe essere così pazzo da chiamare a casa a
quest’ora.
Si è
instaurato un bel rapporto tra di noi. Non troppo profondo, non mi
sembra giusto nei confronti di Alice. E’ pur sempre il suo
ragazzo. E poi c’è Biagio…
Il mio
telefono non visualizza il numero chiamante, ma, a parte i call
center , che dubito chiamino a quest’ora, solo tre persone
hanno il mio numero di telefono. Diego ha un briciolo di decenza, e
dopo le 11 chiama solo sul cellulare. Biagio ed Alice la decenza non
sanno nemmeno dove sta di casa.
Mi
piace la sua voce quando mi chiama di notte. E’ come ovattata,
più bassa e dolce del solito. Non ho ancora capito che
rapporto c’è tra di noi. Non è amicizia, ma
nemmeno amore per ora. E’ una sorta di complicità. Da
quel brindisi non abbiamo più rotto la tregua.
Con un
sospiro mi lascio andare contro lo schienale. Io consolo il ragazzo
della mia migliore amica mentre lei tenta di chiamarmi. Poi lei
chiama il mio (il mio che cosa?) e si sfoga con lui. Siamo un
gruppetto decisamente fuori dal comune. Mi chiedo quanto durerà
questo bizzarro equilibrio.
Il
gatto si arrampica sul tavolo e mi da una testata affettuosa contro
il mento. Hai ragione piccolino ti sto decisamente trascurando. Dammi
solo un altro minuto e sono tutta tua.
Come
non detto micio. Fino a pochi mesi fa di fronte ad una richiesta del
genere gli avrei riso in faccia. Sono cambiate molte cose.
Ufficialmente accetto solo per permettere ad Ali e Die di stare un
po’ da soli. Ufficiosamente mi piace quando si presenta alla
mia porta con un film e una confezione di pop corn da microonde alle
tre di notte.
Abbiamo
gusti molto simili in fatto di cinema. Come in un sacco di altri
campi in effetti. Appoggio sul tavolo un cuscino ed una coperta per
quando sarà ora di andare a dormire. Che pensavate che lo
invitassi nel mio letto?? Non è mai successo niente tra di
noi. Sto bene con lui, e per ora mi basta. Mi chiedo se basti anche a
lui. Per come lo conosco penserà di sicuro che è solo
una fase. Che presto o tardi mi renderò conto di essere
innamorata e vivremo per sempre felici e contenti. Ma io non lo so
che cosa voglio. Mi piace. Ma chi voglio prendere in giro. Sono pazza
di lui. Ma mi illudo che se finirà prima ancora di iniziare
soffrirò di meno. Ho troppa paura per fare altro.
Capitolo
corto corto, ma era un nucleo a sé, non sarei riuscita a
fonderlo con quello successivo. Grazie mille a Damned88, non credevo
che ci fosse ancora qualcuno che si ricordasse di questa storia... A
presto!
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 - Intimità ***
L’ho
fatto di nuovo. E per la milionesima volta mi sveglio maledicendo la
mia devastante predisposizione ad addormentarmi sul divano. Il film
di stanotte mi piaceva parecchio oltretutto. Stranamente però
non mi sento indolenzita come al solito. Sento soltanto un peso sul
petto. Apro gli occhi a fatica. Mi trovo a fissare due occhi gialli e
sonnolenti mentre una vibrazione conosciuta comincia ad
attraversarmi.
Mi
sento un po’ scema a parlare con un gatto, ma a volte non
riesco proprio a trattenermi. Da qualche tempo ha cominciato a
dormirmi addosso. Oggi sono fortunata. Pochi giorni fa mi sono
svegliata con il suo sedere davanti alla faccia. Non è stato
un risveglio piacevole. Mi stiracchio con la sensazione che qualcosa
sia fuori posto. Ci metto qualche secondo a capire il motivo. Sono
nel mio letto. E sono assolutamente certa di non esserci arrivata con
le mie gambe.
Mi alzo
di scatto, provocando un miagolio di protesta nel mio piccolo amico
peloso. Così impari a disdegnare la cuccia che ti ho comprato.
A piedi nudi e ancora mezza addormentata mi affaccio in salotto.
Biagio
dorme ancora, perfettamente composto. Tutte le volte mi chiedo come
faccia a dormire così comodamente sul mio divano. Io sono
molto più bassa di lui eppure ci sto scomodissima. Dice che è
la mia vicinanza che gli concilia il sonno. Non ho ancora capito se
l’intenzione sarebbe quella di farmi un complimento.
Mi
accoccolo sul bracciolo della poltrona e lo guardo. Mi piace farlo,
ma quando è sveglio è imbarazzante. Quando dorme mi
concedo di osservarlo con calma. Ha i capelli in disordine ed
un’espressione rilassata. Sembra molto più giovane del
solito. E senza la sua solita aria strafottente è ancora più
carino. Un ciuffo scuro gli ricade sulla fronte, facendogli il
solletico. Lo capisco dal modo in cui arriccia il naso. Allungo una
mano per rimetterglielo dietro l’orecchio. I suoi capelli sono
folti e morbidi, e sanno di pulito. Ho sempre odiato i ragazzi che
puzzano. Sto per alzarmi quando all’improvviso mi afferra il
polso e mi attira verso di sé. Mi coglie di sorpresa, perdo
l’equilibrio e gli crollo addosso. All’improvviso sono
stretta tra le sue braccia, contro il suo petto, il viso premuto
nell’incavo tra il collo e la spalla. Si potrà morire
d’infarto a 23 anni? Sono completamente paralizzata, mentre una
marea di sensazioni confuse mi monta dentro. Mi sollevo quel tanto
che basta a guardarlo in faccia. Sorride, gli occhi ancora pieni di
sonno.
Le mie
guance scottano, devono essere di un gradevole color aragosta in
questo momento. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio. Il
suo fiato sulla pelle è come una carezza bollente. Facendo
appello a tutto il mio autocontrollo mi slaccio delicatamente dalla
sua stretta e mi siedo accanto a lui.
Sorride
con aria monella. Posso sentire che il suo respiro è
leggermente accelerato, anche se tenta di mascherarlo. Nemmeno lui è
rimasto indifferente al contatto di poco fa.
Sono
cambiate tante cose da allora Biagio. Sei cambiato anche tu, o sono
io che ti vedo in maniera diversa? Anche se non l’avrei mai
pensato, sono arrivata a fidarmi di te.
Si
allunga verso di me. Sento di nuovo il suo fiato sul collo mentre mi
sussurra all’orecchio. Sento un brivido che mi scende
lentamente lungo la schiena. Si renderà conto di quanto mi
scombussola quando fa così?
Il
gatto mi salta in braccio giusto in tempo per salvarmi da questa
situazione imbarazzante. Mi allontano con riluttanza da Biagio, senza
una parola, e lo seguo in cucina. Mentre gli riempio la ciotola mi
chiedo per l’ennesima volta se sto facendo la cosa giusta.
Siccome
l'ultimo capitolo era cortissimo ho pensato di aggiungerne uno bonus
durante il week end, spero che a qualcuno faccia piacere!
DAMNED88:
sono stata felicissima di leggere i tuoi commenti, è stato
bello sapere che la mia storia ti è piaciuta tanto. Un bacione
KYRAYA:
che bello una nuova reader, è sempre piacevolissimo, figurati
ora che il numero totale delle mie recensitrici raddoppia
addirittura!!! Spero che questa storia continui a piacerti, io
cercherò di aggiornarla più spesso possibile!
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 - E' un invito? ***
Sono
assolutamente furiosa. Sono undici anni che io e Alice ceniamo
insieme la sera del mio compleanno. UNDICI ANNI. E’ una
tradizione consolidata.
Ha
trovato lavoro in un pub per il periodo natalizio. Stasera c’è
una festa e nessuno può sostituirla. Povero coniglietto
Tippete. Intanto sono io che passerò il compleanno peggiore
della mia vita.
Le
sbatto il telefono in faccia senza darle il tempo di ribattere.
Favoloso. Passerò la serata a parlare con il gatto come una
vecchia zitella inacidita. Ignoro il telefono che squilla e lascio
che si inserisca la segreteria telefonica.
Ma che
carino. Ci mancava proprio Biagio in questo momento. Imprecando tra i
denti rispondo con un ‘pronto’ che assomiglia
pericolosamente ad un ringhio.
Ora
faccio pure la figura della stronza isterica che fa piangere la
povera principessina ingenua? Da quando frequento i ragazzi mi
risulta sempre più difficile controllare le emozioni.
Soprattutto in momenti come questo. Dicono che sia terapeutico, in
effetti mi sento meglio rispetto alla primavera scorsa. Ali dice
sempre che mi preferiva prima, ma scherza. O almeno spero.
Mi
sento una cretina. Ma è un giorno speciale per me, e passarlo
senza Ali fa male.
E non
trattarmi come una ritardata! Man mano che mi calmo mi sento sempre
più egoista. Per Alice questo lavoro è importante, sta
mettendo da parte i soldi per comprarsi il motorino. E sono sicura
che ha fatto di tutto per farsi dare la serata libera.
Ovviamente,
da quasi una settimana. E’ il mio preferito. Ovviamente
costosissimo e sempre murato di persone. Posso permettermi di andarci
solo una volta all’anno. E’ il regalo di compleanno di
mia mamma, una cena completa per due persone. Solo che stavolta Alice
non ci sarà.
Rimango
letteralmente a bocca aperta. Uscire a cena con lui. Per il mio
compleanno. In un ristorante tremendamente chic. Mi sa tanto di
appuntamento in piena regola. Con la piccola postilla che la cena la
pago io.
E’
una domanda, non una richiesta. Ma lui è impareggiabile nel
capire sempre e soltanto quello che gli fa più comodo.
Rimango
con la cornetta a mezz’aria, senza capire fino in fondo quello
che ho fatto. Poi la consapevolezza si fa strada dentro di me.
HO-UN-APPUNTAMENTO-CON-BIAGIO. Mi gira la testa. Devo sedermi. Non
posso affrontare questa cosa da sola. Compongo meccanicamente il
numero di Ali.
La voce
di Alice è metà supplichevole e metà maliziosa.
Ho il sospetto che ci sia il suo zampino dietro a questo cambio di
programma. Ma non ho la forza di prendermela con lei.
Non
faccio in tempo a finire la frase che mi urla qualcosa che somiglia a
‘corro’ e mi sbatte il telefono in faccia. Rimango
inebetita sul divano a fissare il muro, chiedendomi se arriverò
viva all’ora di cena.
Alice
mi piomba in casa con la delicatezza di un ciclone e due sporte del
supermercato straripanti di oggetti. Di molti dei quali, per inciso,
ignoro totalmente la funzione. Per prima cosa molla con poca grazie
il suo carico sul pavimento e mi si getta addosso.
Le
batto distrattamente una mano sulla spalla e intervengo un secondo
prima che il gatto ingoi una forcina per capelli.
E’
il mio modo per chiedere scusa. Io lo so, lei lo sa. Faremo finta che
non sia successo niente.
La
guardo come se fosse un’aliena, cominciando a pentirmi di
averla chiamata.
Ma in che razza di incubo sono capitata?
DAMNED88:
sono contenta che sia stata una bella sorpresa, sto cercando di farmi
perdonare per questi due anni di stop!!!
KYRAYA:
i tuoi commenti sono sempre un piacere da leggere, così
entusiastici... grazie mille!
GIULIATHEBEST:
che bello una nuova lettrice!!! sono a quota tre!!! questo va oltre
le mie più rosee aspettative... spero che il nuovo capitolo ti
piaccia, un bacione!
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 - Buon Compleanno! ***
Guarda caso oggi è anche il mio di compleanno,
quindi per festeggiare capitolo un po' più lungo del solito...
Tre ore
e spiccioli dopo sto fissando lo specchio stranita. Non posso essere
io. Deve essere qualcuna che mi somiglia vagamente. Mi volto verso
Alice che sorride e annuisce soddisfatta. I capelli sono legati
stretti sulla nuca in uno chignon, da cui pochi boccoli scendono
sulla spalla destra. Il vestito è bellissimo, di pizzo nero.
Mi sfiora appena il ginocchio sinistro, mentre dal lato opposto
scende fino a metà polpaccio. Un po’ troppo scollato per
i miei gusti, ma non volgare. Anzi, abbinato ad un paio di decoltè
nere dai tacchi spropositati è decisamente chic. Se non mi
rompo una gamba scendendo dalla macchina sarà un miracolo. Ma
è con il trucco che Ali ha superato se stessa. E’
riuscita a trasformare il mio pallore cadaverico in un incarnato
color avorio. Gli occhi, sottolineati da matita e mascara, spiccano
incredibilmente, e le labbra sembrano naturalmente lucide. Io adoro
questa ragazza. Se non conoscessi a memoria il mio viso non
immaginerei mai la quantità incredibile di roba che ci ha
spalmato sopra.
Ali mi
stringe in un abbraccio pieno di calore, sistemandomi
contemporaneamente un ciuffo ribelle che ha avuto l’ardire di
sfuggire alle forcine.
Ancora
non mi capacito di quello che è riuscita a combinare. La
stanza è a soqquadro e io sono assolutamente irriconoscibile.
E Biagio sarà qui a momenti.
Mi
chino per salutarla (i tacchi mi hanno regalato un notevole vantaggio
su di lei) ma mi allontana con un buffetto sulla guancia.
La
guardo uscire con la stessa foga con cui è entrata, e mi
chiedo dove trovi tanta energia. Io sono già distrutta. Guardo
lo spettacolo desolante intorno a me e scrollo le spalle. Avrò
tempo domani per fare la bella lavanderina.
Solo
pochi minuti, giusto il tempo di riprendere fiato, e il campanello
suona di nuovo. Apro appena uno spiraglio e sguscio fuori,
chiudendomi la porta alle spalle. Mi guarda stupito.
Espressione
inalterata. Reazioni inesistenti. Improvvisamente realizzo che
probabilmente non è la mia uscita inconsueta che l’ha
sconvolto tanto. Arrossisco e tento alquanto goffamente di infilarmi
il cappotto.
Come è
galante stasera. Mi toglie il cappotto dalle mani e mi aiuta ad
indossarlo, continuando a fissarmi insistentemente. Quando mi sfiora
le spalle sento lo stomaco che fa una capriola. Brutto segno.
Anche
lui non sta per niente male. Con i pantaloni eleganti e la giacca
sembra un'altra persona. Pare che stasera non usciremo noi due, ma i
nostri alter ego.
Tento
di scherzare ma parlo troppo in fretta. Probabilmente se n’è
accorto. Scoppia a ridere e mi porge il braccio.
Il
ghiaccio è rotto. Tento di apparire naturale mentre mi
aggrappo al suo braccio per evitare una plateale scivolata sul
pavimento inzaccherato del pianerottolo. Non sarebbe decisamente il
modo giusto di iniziare la serata.
Mi
chino ad abbracciare quest’omino curvo che ormai da una decade
mi accompagna al tavolo. Mi conosce fin da bambina, e io lo considero
una specie di vecchio zio. Lo vedo guardarsi intorno incuriosito e
poi fissare uno sguardo stupito su Biagio.
E’
palesemente confuso. Non sono mai venuta qui con un ragazzo. Anzi,
credo non mi abbia mai visto con nessuno che non fosse Alice. E
sicuramente anche la mia metamorfosi l’ha colto di sorpresa.
Biagio
solleva gli occhi al cielo mentre mi aiuta a sfilare il cappotto e
scorgo un lampo di malizia in fondo allo sguardo assolutamente
imperturbabile di Giorgio. Ci accompagna al tavolo, accende una
candela che colora di riflessi rossastri la tovaglia sottostante e si
defila silenziosamente per lasciarci il tempo di decidere cosa
ordinare.
Scorro
velocemente il menù per assicurarmi che nemmeno quest’anno
sia cambiato niente. Questo posto prepara gli stessi piatti da
cinquant’anni, e mai nessuno si è sognato di
lamentarsene. Ho già l’acquolina in bocca. Con un cenno
richiamo Giorgio, che attende pazientemente non troppo distante.
Mi
sorride e si allontana senza aggiungere altro. Biagio mi guarda con
aria interrogativa. Eh no dolcezza una sorpresa è una
sorpresa! Ti prometto che non rimarrai deluso.
Volevo
un regalo speciale per il mio compleanno. I giocattoli non mi
interessavano più, vestiti e gioielli ancora non abbastanza.
Non che in seguito sia cambiato granché. Un giorno stavo
passeggiando con mia madre e ho visto Giorgio, con la sua uniforme
perfettamente stirata, uscire dal retro di questo posto e chinarsi a
lasciare un pacchetto di avanzi ad un grosso cane lupo. Avevano
un’aria così invitante nonostante il contesto che mi
sono girata verso di lei e le ho chiesto come regalo una cena in
questo ristorante. Lei mi ha guardato un attimo stupita, poi si è
messa a ridere. Era convinta che scherzassi. ‘Sei proprio
sicura?’. Io ho annuito con quanta più convinzione
possibile e lei ha ceduto. E siccome voleva che fosse un regalo
speciale, mi ha proposto di portare anche Alice con me. Da allora è
diventata una tradizione.
Lo
guardo in silenzio, tentando di scegliere le parole. Come faccio a
dirgli che questo si prospetta come il compleanno più bello
della mia vita? Oh andiamo mi viene il diabete anche solo a pensare
una frase del genere!
Arrenditi
straniero non otterrai molto di più da me. Non sono fatta per
frasi romantiche e sospiri tremuli. Il trucco mi può cambiare
esteriormente, ma dentro sono sempre la stessa. Prendere o lasciare.
Meno
male sto morendo di fame. Quando Alice mi è piombata in casa
non avevo ancora pranzato e più tardi me l’ha impedito
prospettandomi danni irreparabili al trucco. Studio con attenzione
l’espressione di Biagio passare dallo stupore alla gioia quando
ci posano davanti l’enorme piatto di antipasti colmo di ogni
ben di dio.
- Non
ti sei pentito di avermi fatto scegliere?
Non può
rispondere, si è già infilato in bocca una tartina al
caviale. Ci sarà tempo più tardi per fare
conversazione. Per ora mi pare un’ottima idea dedicarmi a mia
volta al cibo.
Non
parliamo molto per tutta la cena in effetti. Non facciamo in tempo ad
appoggiare la forchetta che qualche cameriere sopraggiunge con una
nuova portata. A metà dei secondi io sto scoppiando, Biagio
continua a mangiare con la calma e la concentrazione di un monaco
buddista. Sorseggio un po’ di vino godendomi la piacevole
sensazione di calore di questa serata.
Gli
sorrido appena, scuotendo la testa. Da bravo non dare fastidio,
lasciami assaporare questo momento.
Sono
allibita. Dove diavolo andranno a finire tutte le calorie che ha
ingurgitato? E’ quasi più magro di me. Gli allungo il
mio piatto e torno a dedicarmi al vino. Devo andarci piano, mi dà
già alla testa dopo appena un bicchiere. Finalmente finisce di
spazzolare ogni milligrammo di cibo presente sul tavolo. Stavolta è
Giorgio ad avvicinarsi al tavolo.
Lo
guardo un po’ dubbiosa. Tutti gli anni Ali ordina la torta alla
mia pasticceria preferita e la fa recapitare al ristorante.
Quest’anno temo dovrò accontentarmi di un dolce
qualsiasi. Mi riassale un po’ di malinconia. Biagio mi
anticipa.
Non
capisco bene cosa stia succedendo. Mi giro verso Biagio in attesa di
una spiegazione, ma a quanto pare l’ho contagiato con il mio
mutismo. Si limita a sorridermi e appoggia una mano sulla mia.
Proprio come l’altra volta. Anche stavolta lo lascio fare,
anche se il suo tocco mi scuote più di quanto sono disposta ad
ammettere. All’improvviso si spengono le luci e vedo avanzare
verso di noi una montagna di panna e cioccolato ricoperta di
candeline accese. L’effetto è spettacolare, sembra che
galleggi nell’aria. Niente stupide canzoncine per fortuna,
Giorgio sa che non le sopporto proprio. Mi appoggia davanti questa
meraviglia e quasi contemporaneamente le luci si riaccendono. Davanti
alla torta è appoggiato un bigliettino. Le mani mi tremano un
po’ mentre lo apro. ‘Avrei voluto essere lì con
te, ma sono sicura che sei comunque in buona compagnia. Buon
compleanno piccola, ti voglio bene. Ali’. Cerco di ricacciare
indietro una lacrima inopportuna. Alzo gli occhi e mi ritrovo a
chiedermi se è la luce delle candele che lo fa apparire ancora
più bello. Mi stringe la mano un po’ più forte.
Kyraya:
allora ti è piaciuto il primo appuntamento? Spero di sì...
un bacio!
Koral:
grazie a te per aver dedicato un po' del tuo tempo alla mia storia, è
sempre molto molto piacevole... spero continui a piacerti, alla
prossima!!!
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 - Natale ***
Odio il
Natale. Dal profondo del cuore. Ho la nausea davanti alle vetrine
addobbate e alle decorazioni che spuntano ovunque. Come faccio a
spiegarlo a Alice impedendole contemporaneamente di far entrare
quell’obbrobrio in casa mia?
Ali
sbuffa spazientita, tentando inutilmente di spostarmi. Diego e Biagio
spuntano da dietro l’enorme abete. Mi sembrava strano che fosse
riuscita a portarlo da sola, sarà ad occhio e croce il doppio
di lei.
Biagio
senza troppi complimenti mi passa una mano intorno alla vita e mi
solleva apparentemente senza alcuna difficoltà. Trovarmi tra
le sue braccia mi tramortisce come al solito per alcuni istanti. Più
che sufficienti agli altri due per spingere l’albero in casa e
chiudersi la porta alle spalle. Comincio a dibattermi, ma non sembra
intenzionato a mettermi giù.
Ali si
intromette battendogli una mano sulla spalla con aria bellicosa.
Lui
borbotta qualcosa tra i denti, poi si arrende e mi deposita
delicatamente a terra. Cos’è improvvisamente ti è
venuta la paura che mi rompa? Mi giro inviperita verso Ali.
Questo
non è leale. LO SAI che odio queste cose. Non potevate
portarlo a casa loro sto coso?
Casa
loro è troppo piccola per organizzare il cenone della
vigilia, qui è molto meglio.
Oddio
mi gira la testa. Non l’ha detto sul serio vero? Dimmi che non
ti è passata nemmeno per l’anticamera del cervello
l’idea assurda di organizzare una cena. Per la vigilia di
Natale. A CASA MIA.
Voglio
passare la vigilia come ogni anno, da sola, a vedere Nightmare Before
Christmas e pregare che le feste passino in fretta. Non voglio
nessuno tra i piedi. Unica possibile eccezione il gatto. Fine del
discorso.
Questi
due si sono proprio trovati. Diego è quasi più
convincente di Alice quando fa lo sguardo da cucciolo. Forse non sarà
così male come temo. Sì come no… sarà
sicuramente molto peggio.
Mi
stacco dall’abbraccio stile polipo di Alice e mi rifugio in
cucina, tentando di ignorare le risate nell’altra stanza. Come
ho fatto a farmi incastrare? Prendo il pennarello nero e cancello un
altro giorno sul calendario. Ancora tre e anche per quest’anno
l’incubo sarà finito.
Biagio
è appoggiato allo stipite della porta, le braccia incrociate e
un’aria interrogativa. In fondo non mi dispiace che mi abbia
raggiunta nella mia piccola oasi di pace, lontana dalla confusione
che stanno combinando di là. Gli faccio cenno di sedersi sullo
sgabello accanto al mio.
Mi
raggiunge ma rimane in piedi, chinandosi leggermente per mettersi
alla mia altezza. Ha cambiato profumo. Anzi no. No no NO. Questa è
una fragranza indubbiamente femminile. L’ho sentita più
di una volta addosso alle mie compagne di corso.
Non
posso crederci. Hai addosso il profumo di un’altra e fai il
romantico con me? Lo so che non ho nessun diritto su di te. Noi siamo
solo amici. Allora perché fa così male?
Devo
calmarmi. Perché mi sento come se non fossi più capace
di respirare? E’ facile. Inspira con il naso, espira con la
bocca. E dì qualcosa per l’amor del cielo!
Complimenti,
ora sì che penserà che sono completamente pazza. Non
riesco a ragionare se mi stai così vicino. E quel profumo mi
dà il voltastomaco.
Mi
guarda un attimo stupito. Io stessa non credo a quello che gli ho
detto. Ora mi prende a sberle, e devo ammettere che ne avrebbe tutte
le ragioni! Invece si annusa la camicia e storce il naso, scoppiando
a ridere.
Riprendo
a respirare ma continuo a sentirmi una scema. Anzi, la sensazione sta
peggiorando notevolmente. Ma che diavolo mi è preso? Mi sono
sentita quasi…
Sobbalzo
alla domanda di Biagio. Sollevo gli occhi e me lo ritrovo di nuovo
vicino. Troppo vicino. A questa distanza non può non
accorgersi di quanto sono agitata.
No. Non
sono più sicura di niente. Lo fisso come ipnotizzata mentre mi
passa una mano tra i capelli, sfiorandomi il collo. E’ bello da
mozzare il fiato. Si avvicina ancora di più, lentamente.
Voglio che mi baci. La rivelazione è come un lampo. Ti prego
non fermarti…
Diego.
Sta sulla porta della cucina con un’espressione sconvolta. Che
cavolo di domande fai? Avverto distintamente l’irritazione di
Biagio. La sua mano è scivolata sulla mia spalla, non sembra
intenzionato ad interrompere quel contatto.
Alice
spunta da dietro le sue spalle e capisce al primo sguardo la
situazione. Mi fa un sorriso talmente esultante che l’imbarazzo
mi piomba addosso tutto insieme. Allontano la mano di Biagio con un
gesto seccato e mi chiudo in camera, sbattendo la porta. L’ultima
cosa che desidero ora è dividere con qualcuno il tumulto che
sento dentro. Stava per baciarmi. L’avrebbe fatto, se Diego non
avesse scelto proprio quel momento per venire in cucina. E io l’avrei
lasciato fare. Come farò a guardarlo di nuovo in faccia?
Che lo
chiedi a fare se ti sei già richiuso la porta alle spalle? Non
rispondo, ma stavolta non lo faccio apposta. Non so cosa dire. Non
riesco nemmeno a guardarlo in faccia. Mi limito a fissare il
pavimento mentre lui si siede accanto a me.
Perché
sei qui Biagio? Cosa vuoi sentirti dire? Che in quel momento ho
pregato che ti decidessi a darmi quel bacio che sfuggo da mesi? Che
per un attimo ho pensato che persino questa stupida festa non sarebbe
stata così male con te accanto? Non sono capace di dire queste
cose, mi vergogno anche solo a pensarle.
Per una
volta nella vita non voglio scappare a nascondermi. Ho troppa paura
che se continuo questo gioco al massacro un giorno ci sarà
davvero il profumo di un’altra sul tuo corpo. Non riuscirei a
sopportarlo. Ho sempre pensato che il nostro rapporto andasse bene
così, ma ora mi rendo conto che era soltanto una farsa. Non
voglio più giocare Biagio. Voglio te. E se farà male,
pazienza. Almeno ne sarà valsa la pena.
Stavolta
non ci sono esitazioni, quasi avesse paura che Diego spunti di nuovo
ad interromperci. La sua mano mi accarezza la nuca mentre mi attira
verso di sé, contro il suo corpo. Con le labbra segue il
contorno del mio viso, sfiorando soltanto l’angolo della mia
bocca, come indeciso. Assaggia la mia pelle ad occhi chiusi, il
respiro sempre più irregolare. Lo sento sussultare quando gli
passo le braccia intorno al collo e appoggio le labbra sulle sue,
stringendolo a me. Quando risponde al mio bacio è come se una
scarica elettrica mi attraversasse. Non è soltanto troppo
tempo che non bacio un ragazzo. Non è mai stato così.
Mentre mi stringe così forte da farmi quasi male ho la
sensazione che il cuore stia per scoppiarmi nel petto. Smetto di
pensare e chiudo gli occhi. Voglio solo continuare a sentire le sue
labbra e le sue mani su di me. Tutto il resto per ora può
aspettare.
Damned88:
non preoccuparti assolutamente, sono io che sto aggiornando il più
spesso possibile per farmi perdonare i cronici ritardi passati...
Spero che anche questo capitolo ti piaccia, io quando ho finito di
scriverlo ho tirato un sospiro di sollievo... Ci sono affezionata a
Biagio e mi dispiaceva che continuasse a prendersi delle gran
sdentate :-) ma Morgana è fatta così... Alla prossima,
un bacio
Kyraya:
Morgana ringrazia, come vedi a seguito il tuo consiglio e non è
stato decisamente male... Continua a seguire questa storia ok?
Besitos
Valentina78:
Che bello una nuova recensitrice!!! Sono molto contenta che ti sia
piaciuta questa fic, e grazie mille per i complimenti! Ciao ciao
GiuliaTheBest:
Non preoccuparti, per me l'importante è che continui a leggere
i nuovi capitoli e che ti piacciano, il fatto che li recensisca
proprio tutti è secondario (anche se ovviamente mi fa piacere
:-D ). Un bacio
|
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 - Ti amo ***
L’ho
già sentita questa frase. Tanto tempo fa, forse in un’altra
vita. Mi lascio abbracciare, assaporo ad occhi chiusi il suo profumo,
quei capelli forse un po’ troppo lunghi che mi solleticano il
naso. Mi scosto con uno sguardo ammonitore quando si china tentando
di baciarmi. Non mi piacciono le effusioni in pubblico.
Lo
prendo sottobraccio e mi allontano stretta a lui, sotto gli sguardi
increduli delle mie compagne di corso. Sono due mesi che quasi ogni
giorno mi viene a prendere dopo le lezioni. Sono due mesi che mi
lascio abbracciare ad occhi chiusi, che sfuggo i suoi baci e poi me
ne vado stringendolo possessivamente. Da quel che so nessuna si è
ancora spiegata come sia possibile che una come me tenga legato a sé
un ragazzo come Biagio.
Non lo
so nemmeno io a dire il vero. Forse la verità è che ho
trovato l’unico ragazzo sulla faccia della Terra in grado di
sciogliere la maggior parte del mio cuore ghiacciato. Che, per
inciso, quando siamo soli comincia a raggiungere temperature
decisamente sahariane.
Mi alzo
in punta di piedi per baciarlo sulla guancia, riconoscente. Mi piace
la sua barba leggera che solletica le mie labbra. Si gira stupito a
guardarmi, poi scoppia a ridere e mi passa una mano intorno alle
spalle.
A volte
mi chiedo se non si stuferà a breve di questa relazione. Lui è
espansivo, allegro, matto da legare. Io mi imbarazzo se mi bacia
davanti agli estranei, parlo poco e tento di fargli capire quanto sto
bene con lui con risultati decisamente scadenti. Siamo come il giorno
e la notte. Ci attraiamo senza possibilità di scampo, ma
quanto ancora riusciremo a non annullarci a vicenda?
Siamo
soli, in casa. Accosto appena la porta, laddove appena un mese fa mi
sarei assicurata che fosse chiusa a chiave prima di sfilarmi
di dosso persino il primo strato di vestiti. Questa per me è
la massima manifestazione di fiducia. Lo sento armeggiare in cucina
mentre mi infilo una felpa e un paio di jeans. Se chiudo gli occhi
posso quasi vederlo mentre rovescia un po’ di caffè sul
pavimento, si guarda intorno per assicurarsi che io non mi sia
accorta di nulla e lo raccoglie con un pezzo di scottex. E’
entrato nella mia quotidianità ad una velocità
impressionante, e io non ho fatto nulla per impedirlo.
Come da
programma la cucina è un vero disastro. Biagio per riempire la
moka è in grado di mettere a soqquadro mezza casa. E’
davvero un casinista nato. Ma, proprio come Alice, invece di farmi
arrabbiare mi provoca una gran tenerezza. Non resisto, gli circondo
la vita con le braccia e appoggio la guancia alla sua schiena. Qui,
nell’intimità della mia cucina, la maggior parte della
mia timidezza sparisce come d’incanto. Lui si volta lentamente,
mi abbraccia e si china a cercare le mie labbra. Quando mi bacia è
sempre stranamente esitante, come se temesse un rifiuto. Mi stringo
più forte a lui mentre lascio cadere tutte le mie difese.
Prima che me ne renda conto siamo precipitati sul divano,
avvinghiati, a divorarci di baci. Mi irrigidisco soltanto quando mi
rendo conto che le sue mani si stanno infilando sotto la felpa, a
sfiorarmi la pelle. Si rende conto che qualcosa non va e si allontana
leggermente, deluso.
Non è
vero, e lo sappiamo entrambi. Due mesi, e non siamo mai andati al di
là dei baci. Nonostante smani per sentire le sue mani addosso,
ho una paura tremenda di fare sesso con lui. Paura che si rovini
tutto, paura che rida della mia inesperienza. Paura che si renda
conto che non ne valeva la pena. Totale mancanza di razionalità.
Non
posso continuare a punirlo, a punirci così. Ci sono momenti in
cui il desiderio di qualcosa di più è talmente forte da
fare quasi male. Momenti come questo, in cui i vestiti sembrano un
ostacolo insopportabile.
Non so
se ti rendi conto di quanto sei bello in questo momento Biagio. Con
quello sguardo confuso e stupito, come se fossi convinto di aver
capito male. Gli accarezzo la nuca con le dita, attirandolo di nuovo
contro il mio corpo, sulle mie labbra. Lo bacio piano, ad occhi
chiusi, assaporando le sue mani che lentamente riprendono a
percorrere sentieri fatti di brividi e calore lungo il mio corpo. E’
così che avrebbe dovuto essere la mia prima volta.
E’
come una doccia fredda. Lo guardo smarrita. Vedo il suo sguardo
speranzoso diventare via via più cupo e deluso. Sono come
paralizzata. Non ce la faccio a pronunciare quelle due dannatissime
paroline.
Mi
stacco da lui bruscamente. Troppo bruscamente. Il freddo mi assale
improvviso, maligno. Freddo del corpo e dell’anima. Dov’è
finito tutto il calore di poco fa? Chino la testa, non riesco a
guardarlo. So che sta soffrendo. Soffre per colpa mia, per la mia
incapacità di amare.
E’
crudele, ma non so dargli torto. Come ho potuto pensare che
accettasse di condividere i miei silenzi? Mentre la porta sbatte
rabbiosa, portandosi via il ragazzo più meraviglioso che abbia
mai conosciuto, mi rannicchio sul divano, stringendo le ginocchia al
petto, e scoppio a piangere.
GiuliaTheBest:
temo che questo capitolo non ti piacerà come il precedente, ma
sono dell'idea che con due caratteri così non avrebbe potuto
andare tutto liscio... al prossimo chap, un bacio
L_Fy:
tesora!!! che bello rivederti tra le mie recensitrici (poche ma
fedeli!)!!! Ma che nonnina e nonnina, la mia nonna una scena come
quella della nutella non l'avrebbe mai pensata quindi stai su :-D
sono contenta che ti sia piaciuto questo capitolo, la frase che hai
citato in effetti è anche una delle mie preferite in questa
storia (purtroppo non sono sempre così ispirata sigh...). A
presto, qui o su Geometrie... baci!!!
Valentina78:
così mi commuovo però... grazie mille!!!
Damned88:
spero che non dormirai sonni meno tranquilli dopo questo, mi sentirei
in colpa... continua a seguirmi ok? besitos
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 - Annullamento ***
Diego e
Alice sono accampati da una decina di minuti sul mio pianerottolo. Ho
provato a fingere di non essere in casa, ma non si sono dati per
vinti. Non ho voglia di parlare con loro. Non ho voglia di parlare
con nessuno a dire il vero. Voglio solo stare rannicchiata sotto il
piumone, con le ginocchia al petto, e piangere. E’ chiedere
troppo?
Fate
pure, accomodatevi. Solo non è un bello spettacolo. Né
la casa, né tantomeno la proprietaria. E’ passato
qualche giorno da quando Biagio è uscito da quella porta.
Almeno credo, comincio ad avere qualche difficoltà a percepire
lo scorrere del tempo. Se non dovessi occuparmi del gatto dormirei
tutto il giorno.
Sento
le chiavi girare nella toppa. Non mi arrabbio nemmeno, la cosa mi
lascia totalmente indifferente. Ali entra in camera mia come un
ciclone.
Certo
che sto bene non si vede? E’ il mio nuovo hobby starmene
rannicchiata a letto, al buio, nel bel mezzo del pomeriggio. Almeno,
credo sia pomeriggio…
Diego
piomba su di me come un falco sulla preda. Scosta bruscamente il
piumone, lasciandomi a rabbrividire nella mia maglietta di cotone, e
mi afferra per le spalle.
Il
solito esagerato. Ho persino mangiato qualche volta. Certo, il frigo
è quasi vuoto e dovrei fare la spesa, ma evitiamo di buttarla
sul melodrammatico. Lo allontano con uno spintone. O almeno questo
nella mia mente. Nella realtà non si sposta di un millimetro.
Si
guardano, increduli. Studio prima l’una poi l’altro, con
una punta di interesse. Non capisco bene cosa sta succedendo.
Non ci
posso credere. Mi viene di nuovo da piangere, ma stavolta non per
lui. Per me stessa. Come ho fatto a cadere così in basso? Non
mi sono mai ridotta così. Per nessuno. Poi un altro sentimento
si fa strada. Rabbia.
Ali
scoppia a ridere e mi getta le braccia al collo. Diego si è
finalmente reso conto del mio abbigliamento decisamente indecente e
si limita a una rude carezza sulla testa.
Li
osservo con una punta di invidia scambiarsi un bacio spontaneo e
prolungato nonostante sia a pochi centimetri da loro. Sono i miei
migliori amici, li adoro e sono felice per loro. Ma non posso fare a
meno di pensare che se fossi stata più simile ad Ali non
sarebbe finita con Biagio, e questo fa male.
Si
girano verso di me, arrossendo. Non lo sanno, o l’hanno
semplicemente dimenticato per un momento? Non fanno domande, è
più probabile la seconda ipotesi. Mi passo una mano tra i
capelli e le dita rimangono incastrate. Bisogna decisamente correre
ai ripari.
Appena
Diego se ne va Ali quasi mi strappa la maglietta di dosso e mi
trascina davanti allo specchio. Mi osservo incredula. Non mi stupisco
che si siano preoccupati tanto. Non posso essere dimagrita così
tanto in due settimane. Ripenso a quella notte d’agosto in cui
ho visto un’altra ragazza nello specchio. E’ di nuovo lì.
Con la sua pelle bianchissima e il reticolato di vene che la avvolge.
Ho delle occhiaie da far paura e nell’insieme sembro un
fantasma. Davvero un bello spettacolo.
Che
razza di domande fai? Ovvio che non mi piace. Romperei lo specchio a
pugni pur di non vedere più quello sguardo fisso e torbido nei
miei occhi. Ma sto male e non riesco a venirne fuori. Scuoto la
testa.
Mi
rifugio nel suo abbraccio. E’ confortante sentire le sue
braccia esili che mi stringono con una forza che non immaginavo
possedesse. Mi trasmette calore e tanto, tanto affetto. Sono sempre
stata io quella forte tra noi. Quella che asciugava le lacrime e
spronava a non lasciarsi andare. Stento a riconoscermi ora.
Ora
fatti una doccia calda, Diego sarà di ritorno a minuti. E
stanotte restiamo qui con te.
Non
azzardatevi a fare sesso sul mio divano!
Sorrido
stancamente nel vedere i suoi occhi che si allargano per la sorpresa.
L’epoca del pentimento è finita. Da domani la mia vita
ricomincia. Con o senza Biagio.
Mugugno
a mò di risposta mentre cerco nell’armadio un
accappatoio pulito. Mi sento effettivamente un po’ debole, ogni
gesto mi costa una buona dose di fatica. Mi muovo per pura forza di
volontà.
Niente
giri di parole, come sempre in questi casi. Quindi Biagio non ha
voluto raccontarle tutto. Chissà se a Diego l’ha detto
che non sono stata capace di rispondere alla frase più
importante che mi abbiano mai detto.
Non si
aspettava che le parlassi così apertamente, glielo leggo in
faccia. Ma sono stanca di tenermi tutto dentro. Mi siedo sul bordo
del letto e sollevo il gatto sulle mie ginocchia. E’ stato il
mio unico compagno in questi giorni di annullamento. Sembra felice
anche lui di rivedermi in piedi.
Perché
è così semplice ammetterlo ora? Forse perché
l’idea di non poterlo più stringere tra le mie braccia è
come una pugnalata al cuore. I suoi baci, i suoi abbracci, le sue
battute sarcastiche mi mancano in maniera quasi fisica. Sono
innamorata di Biagio da chissà quanto tempo, e me ne rendo
conto solo ora che l’ho perso.
Scuoto
la testa. Forse si è semplicemente stancato di aspettare. Non
mi ha cercato neppure una volta in queste due settimane.
Le
faccio una linguaccia e mi chiudo la porta alle spalle. E ora, prima
di tutto, pensiamo a riacquistare un aspetto umano. Ci sarà
tempo più tardi per raccogliere i cocci della mia vita.
Scusatemi
ma oggi non ho proprio il tempo di inserire i ringraziamenti ad
personam, ma ho pensato che avreste preferito che pubblicassi almeno
il capitolo invece di aspettare presumibilmente fino a lunedi che
potessi tirare un po' di fiato. Resta il fatto che vi adoro tutte mie
care lettrici. A presto!!!!
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 - Sincerità ***
Non
posso ancora credere che l’abbiamo fatto davvero. Ci siamo
lasciate alle spalle una città grigia e piovosa e, nel bel
mezzo di una sessione di esami, ci siamo regalate una settimana alle
Canarie. Solo io e Ali, nonostante le proteste di Diego. Un sogno
proibito che abbiamo avuto la possibilità di realizzare quasi
per caso, e abbiamo afferrato al volo. Ali è sdraiata accanto
a me sulla sabbia calda, fasciata in un bikini al limite dell’osceno.
Ovviamente i ragazzi che si stanno velocemente moltiplicando intorno
a noi sembrano gradire particolarmente.
E’
piacevole essere lontana migliaia di chilometri dalla mia vita. E’
come se mi fossi presa una vacanza anche da me stessa. Passo le
giornate abbuffandomi di schifezze e arrostendomi come una lucertola
sotto questo sole incredibilmente abbagliante. Ho la sensazione che
se rimarrò abbastanza a lungo riuscirò a sciogliere lo
strato di ghiaccio che ha avvolto il mio cuore da quando Biagio mi ha
lasciata.
Magari
posso chiedergli di raggiungerci!
Per
l’amor del cielo, non voglio reggervi la candela anche
quaggiù!
Scuoto
le decine di treccine colorate che hanno sostituito in un lampo di
follia i miei anonimi capelli neri. Le sono grata per aver
abbandonato il suo ragazzo di punto in bianco solo perché
gliel’ho chiesto. Siamo tornate noi due contro il mondo. Come
in fondo non abbiamo mai smesso di essere. Ma Diego e Biagio sono
sospesi intorno a noi come pallidi fantasmi. Per troppo tempo siamo
stati in quattro, troppo a lungo i nodi di questa nostra strana
amicizia si sono stretti ed incrociati, per cancellarli con un colpo
di spugna.
Ubbidisco
quasi automaticamente, sollevando una mano a proteggere gli occhi dal
sole accecante di mezzogiorno.
Alice è
sempre stata molto sicura di me. Lo è abbastanza per tutte e
due in effetti, vista la scarsa considerazione che nutro io per il
mio aspetto fisico.
Come
fai a leggere dentro di me così facilmente, quando nemmeno io
sono sicura di quello che sento? Sì mi manca. Tantissimo. Ma
non posso permettermi di pensarlo o nemmeno questo posto mi impedirà
di sentire freddo.
Mi
passerà.
Mi
spieghi perché non vuoi nemmeno provare a parlarci?
Non
cambierebbe niente. Sono fatta così, non lo farei mai felice.
Rimugina
un po’ sulle mie parole, giocherellando con la sabbia scura
davanti a lei. Sta architettando qualcosa. Posso quasi sentire gli
ingranaggi del suo cervello muoversi a ritmo impressionante.
Eccome
se lo vedo. Con occhio critico, totalmente obiettivo e assolutamente
astioso nei confronti dell’intero genere maschile. E’
incontestabilmente uno schianto. Proprio il tipo di ragazzo per cui
Ali ha sempre perso la testa.
Mi giro
verso di lei. Comincio a capire dove vuole andare a parare, ma sono
curiosa di sentire il seguito.
Ho
capito cosa sta cercando di dirmi. Ali non è mai stata
l’incarnazione della fedeltà. Ha sempre dichiarato di
essere assolutamente incapace di resistere alle tentazioni. Guardo di
nuovo quella specie di dio greco che mi ha indicato. Deve essere
davvero innamorata.
Mi
mordicchio le labbra, innervosita. Lei si lascia andare nuovamente
sulla sabbia, guardandomi di sottecchi con un sorriso sardonico sulle
labbra. Ha capito di aver fatto centro.
E’
forse la prima volta che le chiedo una cosa simile. Ma in questo
momento mi sento totalmente confusa. E quando si parla di relazioni
Ali ha molta più esperienza di me.
Non
garantisco sulla seconda parte del consiglio, ma sono fermamente
intenzionata a seguire la prima alla lettera. Afferro la mano di Ali
e la trascino letteralmente dentro l’acqua cristallina e
gelida. Posso permettermi ancora per tre giorni di non pensare a cosa
troverò al mio ritorno.
Non
faccio in tempo a scorgere tra la folla Diego che agita
forsennatamente la mano che Alice non è più al mio
fianco. Gli si getta addosso come se non si vedessero da secoli.
Sorrido sotto i baffi mentre afferro anche il suo trolley.
Diego
interrompe momentaneamente l’esplorazione delle tonsille di Ali
e mi stringe in un abbraccio che mi toglie il fiato per la sorpresa.
Apprezzo
che parli al plurale, anche se so benissimo che è di Ali che
ha sentito davvero la mancanza. Dopo un attimo di titubanza rispondo
all’abbraccio, lasciandolo di sasso. Da qualche parte devo pur
cominciare no?
Scoppia
a ridere e mi lascia andare. Ali mi fa l’occhiolino, indicando
con la testa qualcuno alle mie spalle. L’ultima persona che
avrei pensato di trovare qui.
Inclino
la testa di lato e porto l’indice alle labbra, con aria
pensierosa.
Riesco
a percepire la tensione tra di noi, ma non posso lasciare che vinca.
Se è qui forse è vero che non ha rinunciato a noi. Ma
ho bisogno di averne la sicurezza. E poi mi sono mancate le nostre
conversazioni sarcastiche.
Diego e
Alice hanno smesso di sbaciucchiarsi e ci guardano un po’
timorosi. Non ho capito nemmeno io se stiamo litigando o ci stiamo
semplicemente godendo la possibilità di battibeccare di nuovo.
Sono
sicura che ad Ali sei mancato, non faceva che parlarmi di te.
Potrei
dire lo stesso di Diego. Pare proprio che questi due si siano messi
d’accordo per rovinarci questo piacevole momento di
lontananza.
Il
gioco mi sta sfuggendo di mano. Mi ferisce terribilmente sentire
queste parole così dure uscire dalle labbra che mi hanno
accarezzato con incredibile dolcezza fino a poche settimane fa.
Abbasso gli occhi.
Lo
sento irrigidirsi, anche se il suo sorrisetto strafottente rimane
immutato. Uno pari. Ma improvvisamente tutto mi sembra terribilmente
inutile. Che senso ha questo gioco al massacro, quando l’unica
cosa che vorrei è essere stretta tra le braccia? Lo afferro
per una manica mentre si gira per andarsene.
Le mie
parole rimangono come sospese nell’aria tra di noi. Sento Ali
alle mie spalle trasalire per la sorpresa. Nemmeno lei credeva
davvero che sarei stata capace di dirglielo. Biagio si volta
lentamente, studiandomi.
Ti
prego dillo. Ho bisogno di sentirlo di nuovo, ora, o non avrò
il coraggio di andare fino in fondo.
Riprendo
a respirare mentre il cuore mi impazzisce nel petto. Ha parlato al
presente. Mi ama ancora, nonostante questo mese di silenzio tra di
noi. Mi sollevo in punta di piedi, aggrappandomi alle sue spalle, e
premo le labbra sulle sue. Rimane un attimo paralizzato, poi chiude
gli occhi e risponde al bacio. Non devo pensare alle centinaia di
persone che ci passano accanto, altrimenti morirò di vergogna.
Mi stringo più forte a lui quando sento le sue mani salire
esitanti lungo la mia schiena. E all’improvviso tutto scompare.
Gli sguardi di Ali e Diego fissi su di noi. Il fracasso degli
altoparlanti che annunciano gli arrivi e le partenze. La marea umana
che tenta di travolgerci. Mi allontano pochi millimetri dalla sua
bocca.
Appena
un sussurro sulle sue labbra, ma ho la sensazione che mi abbia
sentito il mondo intero. Fisso i suoi occhi meravigliosi spalancarsi
per la sorpresa e le sue labbra stirarsi in un sorriso che mi scalda
il cuore.
Nemmeno
mi ascolta. All’improvviso mi sento sollevare da terra e mi
ritrovo letteralmente appiccicata a lui.
Alice
ci piomba addosso con la grazia che la contraddistingue, riempendoci
di baci umidicci di lacrime. A Diego tocca staccarcela di dosso con
la forza per permetterci di respirare. Biagio continua a tenermi
stretta, come se avesse paura che gli sfugga di nuovo tra le dita.
Milady…
Mh?
Andiamo
a casa?
Solo
tre parole, e la vista mi si annebbia al pensiero del nostro ultimo
incontro. Se non si fosse interrotto in maniera così brusca
noi avremmo… Devo essere arrossita fino alla radice dei
capelli perché Biagio mi guarda e scoppia a ridere. Il solito
cafone.
Mi
sollevo a posargli un bacio sul collo, aspirando a pieni polmoni il
suo profumo. Dio quanto mi è mancato!
Ecco
qua l'ultimo capitolo... scusate il ritardo nel pubblicarlo ma ho
avuto qualche piccolo inconveniente tecnico!
Un
grosso grazie a tutte voi che mi avete seguito in questo lavoro,
spero che ne sia valsa la pena. Spero di ritrovarvi presto, ho già
qualche ideuzza in testa per il prossimo racconto...
Un
bacio!
Cla
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Capitolo 19 *** Epilogo - The day after ***
Un
piccolo epilogo per 'Al di là delle Apparenze'. Non era
necessario ai fini della storia, ma da quando l'ho finita mi frullava
in mente, e ora finalmente ha assunto una forma che mi soddisfa. Non
è assolutamente hard, non sono capace di scrivere scene di
sesso quindi non mi ci metto nemmeno. E' un piccolo regalo che ho
voluto fare ai miei personaggi, un oasi felice dopo tutte le loro
vicissitudini. Cronologicamente è ambientato il giorno
successivo al ritorno di Alice e Morgana dalle Canarie.
Buona
lettura!
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Non mi
risponde. Avverto il suo respiro lento e regolare. Mi stiracchio quel
poco che la situazione mi permette e gli passo una mano tra i
capelli. E’ bellissimo in questo momento, abbandonato sulla mia
spalla, un braccio a stringermi in un abbraccio quasi possessivo. Non
posso credere di essere stata ad un passo dal perderlo. Ho rischiato
davvero che uscisse per sempre dalla mia vita.
Riesco
ad afferrare un lembo della coperta e tirarmelo addosso. Lui si agita
appena, disturbato dai miei movimenti. Affonda il viso nella mia
pelle, poi si acquieta nuovamente. Comincio ad essere insofferente.
E’ quasi mezzogiorno a giudicare dalla luce che filtra
attraverso le persiane. E dai miagolii sempre più impazienti
del mio gatto. Tento di liberarmi della sua stretta, senza troppi
risultati a dire il vero.
Apre un
occhio, guardingo, e mi si stringe addosso ancora di più.
Favoloso, sono andata a letto con una sanguisuga!
Spalanca
gli occhi, improvvisamente sveglio. Commediante.
Ridendo
me lo scrollo di dosso e tento di alzarmi, ma lui mi acchiappa per le
spalle e mi ritrascina giù, contro il suo corpo, ignorando le
mie proteste.
Il
suo tono ambiguo e lo sguardo ironico che mi lancia hanno l'effetto
di una scossa elettrica sui miei sensi ancora sovraeccitati.
Ammutolisco nel ripensare a ieri sera, mentre avverto il sangue che
inopportunamente affluisce al mio viso. Appoggia le labbra sul mio
collo, facendomi il solletico con la barba. Biagio ha la barba? Come
mai non me ne sono mai accorta?
Capisco
una parola su cinque, troppo distratta dal suo respiro che mi
accarezza la pelle nuda, caldo, umido e tremendamente eccitante. Gli
pianto le unghie nella spalla, strappandogli un gemito. Come diavolo
fa a farmi sentire così? Perché mi sembra di essere
viva solo tra le sue braccia? Sospiro e mi abbandono contro il suo
corpo, intrecciando le gambe con le sue.
Due
piccole parole che mi scappano di bocca senza che possa evitarlo. Lui
mi guarda sorpreso, solo per un istante. Poi il suo sguardo si
riscalda, e la stretta sui miei fianchi si approfondisce mentre si
allunga a baciarmi le labbra. Cerco di imprimere in quel bacio tutto
quello che fatico a dirgli a parole. Quanto mi è mancato in
quei mesi di lontananza, quanto ho sofferto al pensiero che un giorno
o l'altro ci sarebbe stata un'altra al mio posto. Quanto
disperatamente ho bisogno di lui, come mi sia sentita completa e
felice questa notte. Con lui. Stacca le labbra dalle mie solo per un
secondo.
E
ricomincia a baciarmi, annullando ogni altro pensiero, percorrendo il
mio corpo con una scia infuocata di baci e carezze. Mi lascio andare
con un sospiro, attirandolo contro di me e lasciando che mi
imprigioni sotto il suo corpo.
Come
non detto. Ufficialmente, lo odio. Ma proprio mentre apro la bocca
per ribattere mi bacia di nuovo, a tradimento, insinuando la lingua
tra le mie labbra socchiuse e procurandomi una dolorosa fitta di
desiderio che serpeggia rapida sotto la pelle. E mentre mi abbandono
a quel bacio spettacolare decido che, per la prima volta nella mia
vita, non mi interessa poi così tanto avere l'ultima parola.
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