Al di là delle Apparenze

di Maharet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Morgana ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Biagio ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - On/Off ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Diego ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Notte prima degli esami ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Calore ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Fobia ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Amicizia ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Scusa ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Tregua ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - Popcorn & DVD ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 - Intimità ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 - E' un invito? ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 - Buon Compleanno! ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 - Natale ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 - Ti amo ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - Annullamento ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 - Sincerità ***
Capitolo 19: *** Epilogo - The day after ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Morgana ***


E’ notte, una notte calda notte di giugno, che ti si appiccica ai vestiti e quasi ti blocca il respiro nel petto, impedendoti di dormire. Ma io non potrei dormire comunque stanotte. La vedete quella finestra illuminata al terzo piano, con i vetri spalancati ed un’ombra seduta accanto al davanzale? Ecco quell’ombra sono io. E quella cosa che tengo in mano è il telefono. Non l’ho odiato mai come in questo momento, in cui vorrei soltanto stare in silenzio ad assaporare la notte. Un pipistrello sfreccia vicinissimo al mio viso e mi strappa un sorriso fugace. Sono strana, me lo dicono tutti. Eppure nemmeno questo mi salva, e paziente ascolto la voce al di là del filo, limitandomi a brevi mugolii d’assenso di tanto in tanto.

-          Ma mi stai ascoltando Mor?

Altro mugolio, stavolta leggermente irritato. Mia madre, in pieno delirio da ‘Le nebbie di Avalon’, mi ha chiamato Morgana. E’ un nome particolare, come lo sono io. Per questo mi piace. Soltanto alla pazza che mi tiene al telefono alle tre di notte poteva passare per la testa di storpiarlo così. Allungo le gambe sulla scrivania e mi sistemo il cuscino dietro la schiena. Pare che ne avremo per un bel po’.

-          Io non ce la faccio davvero più, non capisco perché si comporta così!

Perché è completamente, irrimediabilmente, stupendamente stronzo tesoro. Perché tra tutti gli uomini che smaniano per i tuoi occhioni azzurri hai scelto l’unico che a stento sa il tuo nome. Mi sembrano entrambe ottime motivazioni.

-          Ma io lo amo…

Ma certo che lo ami, come amavi tutti gli altri. Da quando ti conosco (un sacco di anni, ora che mi ci fai pensare) ho sentito questa frase decine di volte. Per te o è odio o è amore, non hai mezze misure. Mai avute. Sospiro quando un lieve alito di vento mi accarezza le braccia nude e sudate.

-          Insomma dì qualcosa mi sembra di parlare con una segreteria telefonica!

Stavolta temo che un mugolio non basterà. Ma perché questa ragazza ha così tanto bisogno di essere rassicurata?

-          Lascialo perdere…

Silenzio dall’altro lato. Non la sento nemmeno respirare, come se avesse trattenuto il fiato dalla sorpresa.

-          Sei bella, popolare, hai un sacco di amici e un corpo da favola.  Chi te lo fa fare di stare così male per lui?

Non sono un’adulatrice, quello che ho detto lo penso davvero. Anzi, lo pensano un po’ tutti all’università. Alice è il sogno proibito di almeno la metà dei ragazzi. Ma non di Danilo, e questo non le va giù.

-          Tu sei mai stata innamorata Mor?

Vediamo…no, decisamente no. Niente batticuore, mani che sudano e farfalle nello stomaco. Niente di niente.

-          Non che io ricordi…

-          Ecco perché non capisci. Io senza di lui non ci so stare!

Oddio ricomincia. Raccolgo le gambe e appoggio il mento sulle ginocchia, aspirando il la fragranza del mio nuovo bagnoschiuma. Muschio bianco, decisamente favoloso.

-          Che dici lo chiamo?

No che non lo chiami. Non voglio ritrovarti di nuovo sotto casa mia, distrutta e piangente, come l’ultima volta. Hai un istinto suicida che ti spinge sempre verso i ragazzi meno adatti a te.

-          E Fede?

-          Fede è tanto dolce, e mi vuole bene davvero. Ma non riesco ad innamorarmi di lui!

Ovvio, è un bravo ragazzo. Se non sono dei bastardi egocentrici tu manco li consideri, vecchia storia. Un giorno dovrai spiegarmi cosa non va nella tua testa.

-          Ali è tardi e io domani ho lezione alle nove. Ti devo lasciare…

-          Per favore, solo altri cinque minuti! Se riattacchi ora finisce che lo chiamo..

Piccola vipera, riesci sempre a toccare il tasto giusto. Sai che ti voglio bene. Anche se rispondo a monosillabi e penso che sei da ricovero, in fondo in fondo ti adoro.

-          Cinque minuti! E non voglio più sentir parlare di Danilo!

Un attimo di esitazione, mi rendo conto troppo tardi che mi sono messa in trappola con le mie mani.

-          Parlami di Biagio allora…

Appunto. Con un gesto stanco sollevo i capelli sulla nuca e li fermo infilandoci in mezzo una matita. Sono in equilibrio precario, il minimo scatto e la mia acconciatura improvvisata crollerà miseramente.

-          Biagio è come Danilo. Stronzo fino al midollo. Fine del discorso.

-          Però ti piace ammettilo…

Mi stiro pigramente, senza rispondere. Non saprei mentire, non a lei. Meglio il silenzio.

-          Tempo scaduto. A domani Ali!

-          Ti chiamo appena esco così pranziamo insieme?

Cosa spinga questa Venere bionda ed estroversa a passare con me ogni minuto libero è un mistero che non sono mai riuscita a spiegare. Né io né il resto del mondo, a quanto ne so.

-          Ok, io finisco all’una. Buonanotte Ali.

-          Notte Mor, ti voglio bene!

Sorrido nel buio e riattacco. Anche io ti voglio bene amica mia. Ma sappiamo entrambe che non te lo dirò mai.

Con un salto scendo dalla scrivania ed attraverso la stanza fino a portarmi davanti allo specchio. Alla luce della luna la mia pelle è ancora più diafana, posso distinguere il reticolato di vene azzurrognole appena sotto la superficie. Alcuni ciuffi neri, sfuggiti alle costrizioni, scendono a sfiorarmi le spalle. Mi passo una mano sul corpo, sentendo sotto le dita le ossa della clavicola che premono sotto l’involucro sottile della pelle. Troppo sottile. Sono dimagrita ancora. Con indosso soltanto la sottoveste e questa luce ingannevole sembro quasi fragile. Mi chino a raccogliere il mio gatto, ombra nera che si confonde nell’oscurità. Lo porto sul letto e lo adagio sul cuscino, affondando il viso in quella massa morbida e vibrante di affetto per me. Pochi istanti dopo scivolo nell’oblio.

 

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Rieccomi qui. Visto Elfie che sono tornata? Col tempo e con la paglia... si usa anche dalle tue parti questo proverbio? Vabbè, questo è solo un assaggino, giusto per presentare un pò la mia Morgana. A tutte le mie lettrici (e recensitrici) di Amici d'Infanzia... leggete e già che ci siete lasciate un commentino, ci terrei molto! A prestisssssssssimo!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Biagio ***


Nuova pagina 1

Poche ore dopo apro gli occhi al primo trillo della sveglia, intontita e vagamente astiosa nei confronti di Danilo. Con Ali non riesco a prendermela per avermi tenuto al telefono fino a notte fonda, l’oggetto della telefonata è un ottimo capro espiatorio. Mi dirigo verso il bagno come un automa, infilandomi sotto la doccia fredda. Senza non riesco a svegliarmi, ho provato di tutto, zero successi. Mi sono rassegnata a puntare la sveglia un quarto d’ora prima. Questo in estate, quando i capelli si asciugano al sole nel breve tragitto fino alla mia facoltà. D’inverno è tutta un'altra storia. Riemergo qualche minuto più tardi, ritemprata nel corpo e nello spirito. Lancio una breve occhiata invidiosa al gatto, che dorme saporitamente acciambellato in mezzo al groviglio delle coperte, ed infilo i primi vestiti che mi capitano sottomano aprendo l’armadio. Non ho molti problemi con l’abbinamento dei colori. Nero d’inverno e d’estate, semplice ed estremamente comodo per fare il bucato. Un tantino funereo forse, ma fa risaltare la mia carnagione bianchissima. I colori pastello mi fanno sembrare malata e con il bianco mi sento un fantasma. Mi studio per un attimo con occhio critico. La gonna gitana che ho comprato al mercato è davvero bella, se mi muovo in fretta mi danza intorno come se fosse viva. Dovrò rinunciare alla bicicletta stamattina. Poco male, con le infradito rischio comunque di ammazzarmi ogni volta. Passo velocemente la matita nera intorno agli occhi e un’ombra di lucidalabbra rosa, unica concessione al colore in tutta la mia persona. Quello degli occhi non conta, non potrei comunque cambiarlo. Sono verdi, un bizzarro verde brillante che, a quanto dice Ali, fa pensare che porti le lenti colorate. Raccolgo la borsa coi libri, poi ci ripenso e ritorno davanti allo specchio, fermando i capelli in una coda alta. Adoro i miei capelli, sono una cascata d’oro nero, ma oggi è davvero troppo caldo per lasciarli sciolti.

So cosa pensano i ragazzi di me. E’ bella, ma è strana. Ali è una fonte attendibile, non sarebbe capace di mentire nemmeno sotto tortura. Sicuramente non si aspetterebbero di vedermi davanti allo specchio a sistemare meglio la scollatura del top, come sto facendo ora. Scrollo le spalle e sorrido soddisfatta alla mia immagine. Non mi faccio bella per loro, lo faccio solo per me.

‘Bugiarda’ sussurra una vocina nella mia mente.

La ignoro, mi chino ad accarezzare il gatto ed esco di casa, chiudendomi la porta alle spalle. Ho giusto il tempo per un caffè al bar dell’università prima che cominci la lezione.

 

Abito vicinissimo alla mia facoltà, in piena zona universitaria. E’ una splendida mattinata, chiudo gli occhi per godermi il sole e questa insolita passeggiata. Di solito percorro quel breve tragitto in bicicletta, mi ritrovo a non ricordare il perché.

-          Chi si vede, la mia fata preferita…

Eccolo il perché. Mi si affianca ignorando il mio sguardo di malcelata irritazione. Signori e signore, vi presento Biagio. Il ragazzo più insopportabile che abbia mai incontrato. E, per mia sfortuna, anche il più bello. Fingo indifferenza di fronte ad un sorriso che farebbe sciogliere un iceberg.

-          A cosa devo l’onore?

Il suo bel sorriso non è minimamente scalfito dal mio tono acido. Stamattina mi è toccato in sorte l’unico ragazzo al mondo che non riesco a far fuggire a gambe levate. Si china verso di me, avvicinando le labbra al mio orecchio. Non giocare con me straniero, potresti farti male.

-          Ho bisogno di un motivo per accompagnare la ragazza più bella della città?

Mi ritraggo vagamente infastidita. Meno di quello che vorrei in realtà. La sua voce è bassa e morbida, soprattutto quando dice cose del genere. Nell’insieme quasi piacevole da ascoltare.

-          Direi di no. Salutamela quando la vedi.

Ho detto quasi. Non mi piace Biagio, o meglio, non mi piace come mi fa sentire. Indifesa. E io sono un sacco di cose, ma indifesa certamente no.

-          Non è così che mi allontanerai sai?

Cos’è questa frase da fiction? Mi coglie di sorpresa. Mi giro verso di lui aspettandomi il solito sorriso scanzonato, e lo scopro serio come non l’ho mai visto, lo sguardo indecifrabile. Lo fisso negli occhi per la prima volta da molto tempo. Di solito evito il suo sguardo, se mi è possibile. E’ più sicuro.

-          Non mi comporto così per allontanarti Biagio. Io SONO così. Non mi piacciono quelli come te.

L’ho ferito, lo leggo nel suo sguardo. Mi sento in colpa, ma solo per un momento. Meglio che capisca subito come sono fatta. Io faccio male alle persone, a volte intenzionalmente, altre no. Non riesco ad evitarlo.

-          Che ne sai tu di come sono io?

Ecco cosa l’ha ferito, il sentirsi classificato. Lo capisco, anche a me dà fastidio. Ma nel suo caso non può lamentarsi troppo, le sue azioni parlano per lui. In tre anni è uscito con almeno metà delle ragazze del nostro corso.

-          Non lo so e non mi interessa scoprirlo. Ti sembrerà assurdo ma non sei così interessante come credi.

E con questa dovrei essere riuscita a togliermelo di torno. Mi ha rovinato la passeggiata, non voglio che faccia lo stesso con la colazione. Il mio buonumore è già sufficientemente minato.

-          Di prima mattina sei ancora più acida del solito.. Se ti offrissi una brioche al bar riuscirei ad addolcirti almeno un po’?

Basta mi arrendo parlare con Biagio è peggio che giocare a tennis contro un muro. Per quanto colpisci forte la pallina torna sempre indietro. Mi stringo nelle spalle e mi lascio tallonare fino al bar. Ma perché a me??

-          Certo che sei una di poche parole tu…

Mi concentro sul mio cappuccino, soffocando l’impulso di prenderlo a calci. Quando parlo la mia voce è intrisa di sarcasmo.

-          Mi pare che tu stia parlando abbastanza per tutti e due!

-          Ti sbagli, cerco solo di riempire i tuoi silenzi..

Bella frase, deve averla trovata nei cioccolatini. Controvoglia sento la mia insofferenza verso di lui diminuire un po’.

-          Con Alice però non sei così scontrosa.

Ritiro l’affermazione precedente. Questo ragazzo è insopportabile. Forse mi sono dimenticata di dire che Biagio e Ali hanno avuto una storia l’anno scorso. Niente di impegnativo per nessuno dei due, quindi lei non ha sofferto. In caso contrario avrei già scorticato a sangue quella faccia da schiaffi. Ma il pensiero che abbia baciato la mia amica e ora ci provi spudoratamente con me mi infastidisce oltremodo.

-          E tu che ne sai di come sono con Alice?

Lui sorride e non risponde. E poi ero io quella di poche parole. La mamma non ti ha insegnato che è buona norma rispondere quando ti fanno una domanda? Cafone..

-          Mi ha parlato molto di te.

Favoloso, ora scopro che la mia migliore (nonché unica) amica va in giro a raccontare i fatti miei al primo stronzetto che prova a portarsela a letto. Questa me la paga.

-          Dovevi essere una compagnia davvero interessante se durante i vostri appuntamenti ti parlava di me!

Ignora le mie frecciatine come al solito. Questo ragazzo è più algido di me. E questo la dice davvero lunga.

-          Alice non ti ha detto che uscivo con lei per arrivare a te?

Pronto impresa di pompe funebri? A minuti arriverà un corpo da inumare. Per le dimensioni della bara non ci sono problemi, è ridotto in pezzi mooolto piccoli.

-          Scusa puoi ripetere?

E’ ufficiale sono furiosa. Alice non si tocca, è l’unica persona a cui voglio bene davvero in questo schifo di mondo.

-          Rilassati non l’ho presa in giro, lo sapeva dall’inizio. Non c’è stato niente tra di noi.

Non ci credo nemmeno se mi paghi cocco. Sei uscito per un mese con una ragazza a cui per sembrare una sirena manca solo la coda e vieni a raccontarmi che passavate le serate a parlare della sottoscritta?

-          Ho lezione tra dieci minuti devo andare ora.

Lascio cinque euro sul bancone, ignorando le sue proteste. Non mi faccio offrire la colazione da un ragazzo, soprattutto da lui. Mentre la porta si chiude alle mie spalle sento la sua voce che mi grida qualcosa. Qualcosa che somiglia pericolosamente a un ‘dopo lezione ti porto il resto’. Ma che ho fatto di male?

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Vi anticipo che i capitoli saranno tutti di lunghezza diversa, non ci ho badato molto quando ho scritto la storia...

Lunadreamy: Sono contenta che ti piaccia questa nuova fic, e soprattutto che ti piaccia la mia Morgana! Sono molto affezionata a questo personaggio, forse perché in una particolare fase della mia vita sono stata molto vicina a diventare come lei. Descrivere quello che prova mi riesce abbastanza facile! Un bacione e grazie dei complimenti!

L_Fy: col tempo e con la paglia maturano le nespole! E' un modo bolognese per dire che se si ha pazienza le cose si aggiustano da sole! Comunque sono molto contenta che Morgana ti piaccia, anche perché la tua Costanza ha ispirato molto questo personaggio (anche se come avrai modo di vedere ci sono parecchie differenze). Biagio...beh è esattamente come l'hai descritto tu! L'esatto opposto di Morgana! Un bacio tessssoro!

Diomache: Che bello una nuova lettrice! Pare proprio che Morgana abbia avuto successo, grazie per i complimenti, ti prometto che cercherò di aggiornare almeno un paio di volte a settimana!

Damned88: Grazie, spero che continuerai a seguirmi in questa nuova fic come hai fatto con Amici d'Infanzia!Ciao ciao!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - On/Off ***


Nuova pagina 1

Qualche ora dopo, seduta all’ultimo banco di una classe affollata e sonnecchiante, la rabbia è sbollita un po’. Mi sento di nuovo spenta. Mi capita spesso, ultimamente. Troppo spesso. Quando sono con Ali avverto la sua gioia di vivere che mi avvolge, facendomi sentire viva a mia volta, anche se soltanto di riflesso. Ma appena resto sola l’interruttore si sposta su OFF e tutto intorno a me si allontana e sparisce nella nebbia. Riesco a stento a mantenere un minimo contatto con la realtà. Tutto questo mi spaventa. Ho paura che un giorno potrei non riuscire più a trovare la strada. Ripenso a Biagio. Mi ha fatto arrabbiare per la prima volta da tanto tempo. Mi ha scosso, per pochi minuti, dal torpore che mi avvolge. Non riesco a capire se questo sia un bene o un male.

-          Signorina Chiasi lei cosa ne pensa?

Sollevo gli occhi dal quaderno su cui sto scarabocchiando fate e folletti. Mi ritrovo a fissare due occhi freddi dietro un paio di grosse lenti da vista.

-          Mi scusi professore non stavo ascoltando.

Fino a pochi mesi fa mi sarei sforzata quantomeno di assumere un tono contrito. Sto decisamente peggiorando. Lui mi guarda oltraggiato. In questo esame dovrò sudare per un diciotto, è la terza volta che mi sorprende persa nei miei pensieri. La campanella arriva giusto in tempo per salvarmi da una lavata di testa. Senza guardarlo raccolgo i libri ed esco dalla sala. Tanto peggio di così…

-          Cominciavo a credere che non saresti più uscita!

Mi correggo. Ovviamente al peggio non c’è mai un limite. Me lo ritrovo davanti, col solito sorriso smagliante. Ma non ha mai lezione questo? Le mie compagne di corso iniziano a darsi di gomito e a ridacchiare come quindicenni alla prima cotta. Ma non avete un minimo di amor proprio ragazze mie?

-          Ciao Chiasi a domani!

No, decisamente neanche un briciolo. Questa manco so come si chiama, non ci siamo rivolte la parola una sola volta in tre mesi di lezioni in comune. Possibile che basti un paio di pantaloni per farle rincretinire?

-          Oggi proprio non ne vuoi sapere di lasciarmi in pace vero?

Lui mi guarda di nuovo con quello sguardo strano. Sembra quasi preoccupato. Comincio ad agitarmi, odio quando non capisco quello che sta succedendo.

-          Ali mi ha mandato un messaggio. Deve pranzare con i suoi, ma non riusciva a trovarti al cellulare.

Per forza che non riusciva a trovarmi. Non porto mai il cellulare a lezione, tanto dovrei tenerlo spento. E Ali lo sa benissimo.

-          Però se non hai altri impegni posso farti compagnia io!

Comincio a vedere le cose più chiaramente. E io che sono stata sveglia fino alle tre a sentire i suoi piagnistei. Questa me la paga, è la volta che le tolgo il saluto!

-          Allora, non sono una discreta alternativa ad un pranzo solitario?

Mi guarda con due occhi da cucciolo. Come faccio a dirgli di no? E poi non mi va di stare sola, ho paura di ripiombare nell’apatia.

-          Ok, ma niente schifezze. Ti va un’insalata di frutta?

Dalla faccia che fa pare che l’idea non lo alletti particolarmente. Io d’altro canto non ho la minima intenzione di farmi trascinare in un fast food che puzza di cipolla e olio fritto troppe volte.

-          Non credo che possa definirsi un pasto completo. Sei troppo magra, hai bisogno di sostanza!

Mi volto a bocca aperta di fronte ad una intromissione così clamorosa nella mia vita. Ma come si permette? Poi però scorgo di nuovo quell’ombra di preoccupazione nei suoi occhi. Sembra sincero.

-          Dì un po’ Ali ti ha detto qualcosa per caso?

Beccato! Evita il mio sguardo e non sa cosa rispondere. Ali mi dice continuamente che mangio troppo poco. Non lo faccio apposta, spesso se sono sola me ne dimentico.

-          E’ preoccupata per te. E anche io.

Questo ragazzo è una fonte inesauribile di sorprese. Io lo tratto a pesci in faccia e lui si preoccupa della mia salute? Mi scappa un sorriso, che subito maschero con un colpo di tosse. Non se n’è accorto per fortuna. La mia reputazione potrebbe risentirne.

-          Che ne dici di una piadina?

Mi guarda, non si aspettava che mi arrendessi subito. Leggo chiaramente la sorpresa nei suoi occhi. Poi mi regala un altro di quei sorrisi da infarto. Certo che è davvero bello, accidenti a lui.

-          Per me va bene. Conosco un posto non molto lontano da qui, ti va di fare due passi?

Scrollo le spalle e mi avvio lungo il vialetto al suo fianco. E’ una strana sensazione camminare con lui senza sentire l’impellente bisogno di mandarlo a quel paese. Forse l’ho giudicato male.

-          Senti riguardo al discorso di stamattina…

Ma che bisogno hai di parlare continuamente? E’ una splendida giornata, sono di buonumore e non ho voglia di ripensare a te attaccato come un polipo alla mia migliore amica. Lo interrompo.

-          A proposito perché Ali ha chiesto proprio a te di venirmi ad avvisare?

Non lo guardo mentre parlo, mi vergogno di quella domanda che è uscita quasi senza che me ne rendessi conto e che rimane sospesa tra di noi. Non illuderti tesoro, non sono gelosa. Se ci sono cospirazioni che mi riguardano mi piace esserne informata.

-          Io ed Ali siamo rimasti amici, non lo sapevi?

No che non lo sapevo. Io sarò poco loquace, ma quella piccola millantatrice racconta solo quello che le pare. Comincio a capire perché mi chiede così spesso di lui. Lo studio. Mi sento molto poco amichevole tutto d’un tratto. Lui mi ignora e continua a parlare come se niente fosse.

-          Ha capito che non sei solo un capriccio, e cerca di aiutarmi a conoscerti meglio.

Cocco, io adoro Ali, ma in campo sentimentale è un vero disastro! Potresti convincerla senza troppe difficoltà che Barbablù uccideva le sue mogli perché le amava troppo. Non è precisamente attendibile in queste cose.

-          Mi dici cosa ci trovi di preciso in me?

Volta la testa da un lato e sfoggia uno sguardo dolcissimo. Non credere, non basterà così poco ad ammorbidirmi.

-          Sei bellissima e completamente inconsapevole di esserlo. Con chiunque sei fredda come il ghiaccio, ma basta toccarti Ali che prendi subito fuoco. Sei incredibilmente testarda, notevolmente acida e assolutamente immune al mio fascino. Non so cosa mi spinga a volere sempre e solo te, ma non posso farne a meno.

Ammutolisco incredula di fronte a questa meravigliosa dichiarazione. Non ho mai sentito niente di più bello. ‘Pericolo’, annuncia una vocina nella mia testa. Se basta così poco a sciogliermi sono davvero fritta. Lui si china verso di me, è cosi vicino che posso avvertire il profumo della sua pelle. Non riesco a muovere nemmeno un muscolo per allontanarlo.

-          Non preoccuparti, ti aspetterò tutto il tempo che sarà necessario…Andiamo ora, o troveremo una fila eterna!

Mi riscuoto da questo strano stordimento e stringo istintivamente le braccia intorno al mio corpo. Sono davvero troppo magra, appena sotto il seno posso contare le costole una ad una. In questo momento mi sento davvero fragile come apparivo stanotte. Potrei spezzarmi al minimo alito di vento. Per favore Biagio lasciami in pace.

-          Allora Lady ti muovi?

E’ tornato ironico come sempre. Mai una volta che mi chiami per nome, sempre con quei ridicoli appellativi. Mi sento un po’ più tranquilla e riprendo il controllo delle corde vocali.

-          Se hai tanta fretta puoi andare da solo!

Non risponde, rimane ad aspettarmi mentre lo raggiungo. Comincio a temere che non me ne libererò mai. Continuiamo a camminare affiancati, senza sfiorarci neppure per sbaglio. Lui parla, io rispondo a monosillabi. Tutto come sempre. Eppure, per la prima volta da non so più quanto tempo, avverto il sangue che scorre di nuovo nelle mie vene.

 

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Damned88: ti capisco, anche io adoro letteralmente Biagio...peccato che di ragazzi come lui credo non ne esistano al mondo, soprattutto per ragazze come Morgana! Ma sognare non fa mai male non credi? Un bacione!

 

LunaDreamy: grazie ancora dei complimenti, ne approfitto per ricambiare, sto continuando a leggere la tua storia, ma non ho mai il tempo di aggiornare, soprattutto ora che non ho l'adsl...me tapina... Spero che questo chap ti sia piaciuto, kisses!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Diego ***


Nuova pagina 1

Luglio. Tempo di esami per la sottoscritta. Non vedo Biagio da allora, sto chiusa in casa tutto il giorno.

Appoggio la fronte sul libro di Diritto Commerciale, la carta è fresca e profuma di inchiostro. Il ventilatore sul tavolo è puntato su di me e fa svolazzare i ciuffi che sfuggono alla coda di cavallo. Sono settimane che non mi prendo una vera pausa, ho trascurato molto lo studio lo scorso trimestre e ora mi tocca sgobbare il doppio. Il gatto salta sulle mie ginocchia e mi osserva dal basso in alto, iniziando a fare le fusa. L’ho trovato ormai da più di un anno, minuscola pallottolina di pelo che tremava sotto un cespuglio, nel bel mezzo di un temporale primaverile. Non me la sono sentita di lasciarlo lì. ‘Vieni con me?’ gli ho chiesto, sentendomi un po’ stupida. Lui mi è saltato in braccio e io me lo sono portato a casa. Ancora mi stupisco dell’amore incondizionato che prova per me.

Lo accarezzo distrattamente, continuando a scorrere il testo che ho davanti. Niente da fare, le parole sembrano fuori fuoco e le righe si accavallano. Ho decisamente bisogno di schiarirmi le idee.

Dallo zaino esplode all’improvviso un ritornello fastidioso. Alice deve aver di nuovo cambiato la suoneria del mio cellulare. Mi allungo verso il pavimento, cercando di non far scappare il gatto, e alla cieca agguanto quell’aggeggio infernale.

-          Ciao Mor che stai facendo?

Secondo te mia adorabile svampita? Lunedì ho un esame nel caso tu te lo sia dimenticato. E a quanto ne so dovresti averne uno anche tu.

-          Stavo studiando commerciale…

Mi stiracchio debolmente, incastrando il cellulare tra spalla ed orecchio. Ho la schiena indolenzita ed un gran male al collo. Troppo tempo sui libro, accidenti a loro!

-          Sono al parco con Diego e Biagio, ti va di raggiungerci per un gelato?

Frena un secondo, che fine ha fatto Danilo? E da dove sbuca ‘sto Diego?

-          Non so Ali sono un po’ indietro…

Sento un fitto bisbigliare di sottofondo. E’ una voce maschile, ma non riesco a distinguere le parole. Dopo un attimo Alice ritorna al microfono.

-          Problema risolto. Biagio ha dato commerciale la scorsa sessione, può aiutarti lui. Ora non puoi rifiutare una pausa!

Accetto a malincuore e adagio il gatto sul letto. Non guardarmi in quel modo cuccioletto, nemmeno io salto di gioia al pensiero di vedere Biagio. Mentre infilo un paio di shorts e una canotta ho la chiara sensazione di essere stata incastrata.

Li vedo da lontano, Alice dice qualcosa, poi tutti e tre scoppiano a ridere. Gira i tacchi e scappa, ora che non ti hanno ancora vista. Puoi sempre chiamare Ali e dirle che hai un mal di testa fulminante. Il ragazzo biondo deve essere Diego. Lo passo velocemente in rassegna. Bel fisico, sicuramente fa sport. I capelli sono un po’ troppo lunghi, con un taglio militare starebbe molto meglio. Nell’insieme è proprio il tipo di Alice, noto con un sospiro. Speriamo non porti altri guai .Lo sguardo mi scivola su Biagio senza che me ne renda conto. E’ più magro di Diego, e i capelli neri gli toccano quasi le spalle. C’è qualcosa che gli sbrilluccica sul viso, deve essersi fatto un piercing al sopracciglio. Non ho mai capito certe forme di autolesionismo. Che spreco rovinare un così bel faccino!

-          Eccola! Mor siamo qui!

Perfetto, ho perso l’occasione di scappare. Alice si sbraccia nella mia direzione, Biagio si volta e sfodera il suo solito sorriso, imitato dal biondino.

-          Ciao..

Non faccio in tempo ad aggiungere altro che Ali mi salta addosso. Non sono preparata. Risultato: mi ritrovo per terra sotto il dolce peso di questa finta magra. Ahio. Mentre mi accerto dei danni subiti una mano maschile si allunga ad offrirmi un appoggio. Alzo gli occhi e mi ritrovo a fissare Biagio. Con una smorfia accetto il suo aiuto. Mi piace la sua stretta, è forte e delicata al tempo stesso, e si protrae un attimo più del necessario. Non è una brutta sensazione.

-          Ali quando ti decidi a crescere?

Mi sforzo di essere dura ma la frase suona scherzosa. Alice è il mio unico punto debole. Mentre ricambio l’abbraccio Ali mi stampa un sonoro bacio sulla guancia. Sento un formicolio alla radice dei capelli. Biagio ci sta fissando, lo sguardo leggermente stupito.

-          Tu sei la famosa Morgana?

Sì aspetta un secondo che firmo un paio di autografi e ti raggiungo. Possibile che Alice debba parlare di me con chiunque? Lo sa che non sono molto amichevole con gli estranei. Anzi, non sono molto amichevole. Punto. Allungo una mano a stringere quella che mi porge. Almeno non fa parte del club ‘stretta debole’, non lo sopporto proprio.

-          Sì sono io. Tu sei?

Mi rivolge un sorriso contagioso. Non sembra male, forse Alice ha finalmente affinato i suoi gusti.

-          Sono Diego il compagno di stanza di Biagio!

Stop fermi tutti! Sento odore di uscita doppia coppia. Mi giro inviperita verso Alice, che con aria totalmente innocente sfodera un sorriso a 32 denti. Biagio ridacchia alle sue spalle e Diego li fissa a turno, cercando di capire cosa sta succedendo.

-          Allora andiamo in gelateria o no?

I due cospiratori rimangono di sasso. Sono troppo stanca persino per girarmi e tornare a casa senza una buona dose di calorie. Sono le tre e tanto per cambiare ho saltato il pranzo oggi. Mi chino fino all’orecchio si Alice.

-          Voglio una coppa maxi. E offri tu.

Così impari!

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Scusate per il mostruoso ritardo nel postare questo capitolo! Mi cospargo il capo di cenere e prometto che non succederà più!

 

LunaDreamy: Biagio fa tenerezza? Non l'avevo mai vista sotto questo punto di vista (sarà che ho praticamente descritto il mio ragazzo ideale ^_^).. Grazie dei complimenti e mi raccomando continua a seguirmi!!!

 

Lu: sono commossa! Non solo hai compiuto l'impresa epica di leggerti tutto 'Amici d'Infanzia' e 'Cicatrici' (storia che io personalmente adoro ma che non ha riscosso molto successo), ma, non paga, ti sei messa a leggere anche questa mia ultima fatica! Sono contentissima!!! Un bacione, spero che continuerai a seguirmi (ma non trascurare troppo lo studio per causa mia, che poi mi sento in colpa!!!)

 

L-Fy: sì decisamente io e te ci dividiamo un solo neurone!!! Biagio è il ragazzo che ho sempre sognato di incontrare (se mi sente il mio amore mi fucila), bello, determinato ma anche dolcissimo... Purtroppo temo che il mio Biagio, così come il tuo Sasha, non possano esistere fuori dalle fic. E se anche esistessero, stai sicura che sarebbero il fidanzato di quella compagna di liceo/collega/vicina di casa che non hai mai potuto sopportare! Ah vita ingiusta... Ah destino crudele...

 

Diomache: Non devi scusarti, le recensioni mi fanno sempre tantissimo piacere ma non sono obbligatorie!! Sono molto contenta che nonostante tutti i tuoi impegni tu riesca comunque a seguire la mia storia! Al prossimo chap!!!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Notte prima degli esami ***


Nuova pagina 1

Devo ammettere che non è stata un’idea così malvagia raggiungerli. Siamo seduti tutti e quattro intorno ad un minuscolo tavolino. Ali parla a raffica con i ragazzi, io mi concentro sul mio gelato. Semplicemente divino. Sorprendo Biagio a fissarmi mentre infilo in bocca una cucchiaiata di cioccolato.

-          Che c’è?

Vorrei apparire scocciata, ma è difficile con la bocca piena di gelato. Mi si sta addormentando la lingua e le endorfine stanno entrando in circolo. Mi sento scandalosamente bendisposta verso il mondo.

-          E’ bello vederti mangiare così di gusto.

Ma la smetti di parlare come mia madre? Ti preferisco quasi quando mi prendi in giro. Rimango ipnotizzata a fissarlo mentre si allunga verso di me e ruba una cucchiaiata dalla mia coppa.

-          Non male. Il mio però è migliore.

Ha preso un affogato al caffè. Ha davvero un bell’aspetto in effetti. Mi sporgo per pareggiare il conto. Prima che abbia il tempo di affondare il cucchiaino nella sua coppa sento due braccia che mi circondano e mi ritrovo stretta contro di lui. Vuole tenermi lontana dal gelato, ma quel contatto inaspettato mi sconvolge. Con uno scatto lo allontano e abbandono il cucchiaino sul tavolo. Mi è passata la fame.

-          Allora Morgana tu vivi sola?

Apprezzo il tentativo di sollevarci dall’imbarazzo. E ancora di più che non storpi il mio nome. Questo ragazzo mi sta istintivamente simpatico. Non capita spesso. Anzi, sarò sincera: non capita praticamente mai.

-          Siamo in due a dire la verità.

Biagio drizza le antenne improvvisamente e Alice ride sotto i baffi. Diego mi sorride esortandomi a continuare.

-          Divido l’appartamento con l’unica creatura di sesso maschile che riesco a sopportare: il mio gatto.

Scoppiano a ridere all’unisono. Li invidio un po’. Si conoscono appena, eppure si divertono insieme. Per me una cosa simile è inconcepibile. Abbozzo un sorriso e mi alzo.

-          Ora devo proprio andare, dovrò studiare fino a notte fonda per recuperare questo piacevole intermezzo!

Per una volta non sono sarcastica. Mi sono rilassata parecchio, ma sono fuori da quasi tre ore e i libri non vanno avanti senza di me. Prego qualunque divinità all’ascolto che Biagio si sia scordato l’offerta di aiutarmi. Mi chino a baciare Ali, quando mi rialzo lui è di fianco a me.

-          Sarà meglio muoversi allora, non mi fido a passare la notte in casa tua. Potrebbero venirti strane idee!

Ma è una persecuzione!

 

Guardo l’orologio. E’ quasi mezzanotte. Sono riuscita a sbatterlo fuori di casa da pochi minuti, per un attimo ho temuto che mi chiedesse di fermarsi a dormire. Devo ammettere che si è comportato bene. Mi ha chiarito parecchi dubbi e si è gentilmente astenuto da ulteriori provocazioni. Non so se sia stata l’atmosfera onirica o la sua voce morbida, ma sono stata quasi felice quando mi ha proposto di tornare domattina per un ripasso finale. Decisamente studiare ti fa male Morgana.

Mi stendo sul divano, le gambe allungate davanti a me, e accendo il lettore dvd. ‘Il corvo’ è già inserito, l’ho consumato a forza di rivederlo. Il gatto non perde tempo, mi si accuccia sullo stomaco e comincia a fare le fusa. Fa terribilmente caldo, ma non mi va di spostarlo. E’ una presenza confortante. Scivolo nel sonno che ancora scorrono i titoli di testa.

Mi sveglia il campanello. Il televisore è entrato in stand-by e la stanza è invasa dalla luce. Sono completamente indolenzita, quando mi alzo un dolore sordo si spande dalla base del collo lungo tutta la spina dorsale. Devo trasferire il televisore in camera da letto. Lo dico tutte le volte che mi addormento sul divano. Cioè almeno due volte a settimana.

Il campanello suona di nuovo. Apro la porta stiracchiandomi e mugolando dal dolore. Mi trovo davanti Biagio con un vassoio in mano. Riconosco la carta, è una delle migliori pasticcerie della città.

-          Dovresti vederti, hai una faccia..

Resisto all’impulso di sbattergli la porta in faccia e tornare a dormire. Mi stropiccio gli occhi con una mano e mi faccio da parte per permettergli di entrare. Sia chiaro, lo faccio solo per quello che ha in mano.

-          Mi sono addormentata sul divano…

Resta a guardarmi mentre scarto il pacchetto. Dentro ci sono cinque brioches. Hanno un aspetto delizioso. Lo fisso con aria interrogativa.

- Non sapevo quali ti piacessero così le ho prese tutte.

Devo ammetterlo mi ha colpito. Non solo intende passare la domenica ad aiutarmi a ripassare, ma mi porta anche la colazione. Se non lo odiassi con tutta me stessa lo abbraccerei. Mi chino ad aprire il cassetto dove tengo le tovagliette e mi scappa un gemito. Maledetta schiena.

-          Che hai?

Indico con un cenno della testa il divano e mi porto una mano al collo. Se di normale non parlo molto appena sveglia mi esprimo quasi esclusivamente a gesti. Scosta una sedia dal tavolo e me la porge.

-          Siediti ti faccio un massaggio.

Ma siamo impazziti? Tiene quelle mani a distanza di sicurezza da me se non vuoi ritrovarti cinque dita stampate in faccia! Mi ritraggo troppo bruscamente. Ahio. Un'altra fitta.

-          Non fare storie, come pensi di studiare se appena ti muovi ti fa male la schiena?

Non ha tutti i torti. Sbuffando mi siedo e scosto i capelli su una spalla. Vedi di non allungare le mani bellezza!

-          Sei molto contratta ti farà un po’ male!

Grazie dell’avvertimento. In effetti fa male, e parecchio anche. Mi mordo un labbro per non urlare. Man mano che i muscoli si sciolgono però il dolore diminuisce e lascia posto ad una strana sensazione. Le sue mani sono calde, e molto delicate. Senza accorgermene mi abbandono contro lo schienale mentre lui mi massaggia le spalle. E’ dannatamente piacevole.

-          Ecco fatto come nuova!

Mi volto a guardarlo. Ha uno sguardo strano, sembra turbato. Ci stavo prendendo gusto, nel punto in cui ha appoggiato le mani sento improvvisamente freddo nonostante sia piena estate. Mi alzo e allungo un po’ i muscoli per testarli. Va decisamente molto meglio.

-          Grazie..

Mi guarda stupito. Non so se per la mia voce insolitamente calda o per un ringraziamento che non si aspettava di ricevere da me. Mi sorride e scrolla le spalle.

-          Non ti ci abituare, è incredibilmente faticoso.

Il tono è normale, eppure lo sguardo che mi rivolge mi scombussola un po’. Senza più guardarlo apparecchio e preparo il caffè. Le paste sono ottime, ma mi guardo bene dal ringraziarlo ancora.

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Giuro che ho un'ottima giustificazione...sono stata una settimana a letto con la febbre alta (dannata influenza) e non ero proprio in condizione per aggiornare! Per farmi perdonare il capitolo di oggi è più lungo del solito, non vi ci abituate però!

 

Damned88: sono felice di vedere che ci sei ancora! Grazie della recensione e scusami ancora per il ritardo! Spero che ti piaccia questo primo 'contatto' tra i due...

 

Lu: non mi aspettavo davvero tanto incoraggiamento, sono commossa!!! Al momento non ho tra i progetti un seguito di 'Cicatrici', è stata pensata come una storia breve ed autoconclusiva e l'ho scritta parecchi anni fa. In realtà sono in pausa, dopo aver terminato 'Al di là delle Apparenze' (manca solo l'epilogo), salvo ispirazioni improvvise il prossimo passo sarà l'atteso seguito di 'Amici d'Infanzia', poi si vedrà! Grazie ancora! Un bacione

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Calore ***


Nuova pagina 1

-          Dai Mor vieni anche tu!

Ali dammi un solo motivo per venire al mare con te. Mi scotto solo a guardare una spiaggia in cartolina, la sabbia si infila dappertutto e il sale mi rovina i capelli.

-          Sono l’unica ragazza non puoi lasciarmi da sola!

Ma chi vuoi prendere in giro? Fosse per te, a parte la sottoscritta, frequenteresti esclusivamente individui di sesso maschile! Sono convinta che il tuo sogno segreto sia di possedere un harem.

-          Dai ci sono Biagio e Diego. Non eravate diventati amici?

Amici mi pare un tantino eccessivo. Diego mi sta molto simpatico, lo ammetto. E’ uno dei pochi ragazzi che non tengo a distanza, forse perché è pazzo di te. Biagio invece non lo vedo dall’esame di commerciale. Non l’ho mai ringraziato per l’aiuto, buona parte del mio 30 la devo a lui. L’idea di rivederlo non mi dispiace poi troppo.

-          Non ho il costume..

Ti sento esultare dall’altro capo del filo. Sai che un’obiezione così insignificante equivale ad un sì.

-          Non preoccuparti ti presto uno dei miei!

Per l’amor del cielo. Sarò già abbastanza in imbarazzo senza sembrare un confetto. Si parte tra due giorni. Ho giusto il tempo di fare un po’ di shopping! Chissà se riesco a trovare un costume nero…

 

Alla fine l’ho trovato. Un bikini semplicissimo, senza fronzoli. Avrei preferito un costume intero, ma Ali mi ha presa per stanchezza. Le commesse hanno fatto la hola quando mi sono decisa ad accontentarla.

Quando ho chiesto a mia madre se poteva tenermi il gatto per qualche giorno non stava più nella pelle dall’entusiasmo. Ha abbracciato Alice fino quasi a stritolarla continuando a ripetere quanto fosse felice che finalmente la sua bambina si prendesse una vera vacanza. Una scena pietosa. Per fortuna i ragazzi ci hanno raggiunto più tardi da me, sarei morta di vergogna se fossero stati presenti.

Sono accucciata contro il finestrino della macchina di Diego. Alice con la scusa che soffre il mal d’auto si è fiondata sul sedile anteriore e a me non è rimasta altra scelta che dividere quello posteriore con Biagio. Mi sta venendo la nausea, ma la colpa non è della macchina. I due piccioncini davanti tubano a più non posso. Che pessimo spettacolo di prima mattina. Accendo il lettore mp3 e mi sistemo gli auricolari nelle orecchie. Sono andata a letto molto tardi ieri sera, se sono fortunata mi addormenterò in fretta. Enya è un sottofondo particolarmente rilassante. Chiudo gli occhi e mi abbandono contro lo schienale. Che pace..

Come non detto. Biagio mi tamburella insistentemente su una spalla. Socchiudo appena un occhio nella sua direzione. Ma che vuoi? Senza troppi complimenti mi toglie un auricolare e se lo infila all’orecchio.

-          Hai deciso di tagliarti le vene prima di arrivare?

Ma come ti permetti? Nessuno ti ha chiesto di ascoltarla con me. La pace di poco prima è istantaneamente andata a farsi benedire. Chiudo gli occhi, se lo guardo ancora mi viene voglia di prenderlo a schiaffi.

-          Se non gradisci mi ridai l’auricolare? Così posso evitare il fastidio di ascoltarti.

Non risponde e nemmeno si muove. Aspetto qualche secondo poi apro gli occhi, curiosa mio malgrado. Si è accomodato meglio sul sedile, il mio auricolare ben fisso nell’orecchio, e mi guarda ironico.

-          Sempre meglio del silenzio…

Fai come ti pare, basta che mi lasci in pace. Ora però mi tocca stargli più vicina, il filo è troppo corto. Maledico la Sony e cerco di non pensare al suo braccio che ad ogni curva mi sfiora leggermente. Riproviamo a dormire va..

 

Riemergo lentamente dal sonno con Enya ancora di sottofondo. Mi sento insolitamente rilassata, avverto come un caldo formicolio che parte dalle spalle e scende lungo la schiena. Che bella sensazione. Socchiudo pigramente gli occhi, infastidita dalla luce intensa del sole, ormai quasi al tramonto. Devo aver dormito parecchio, almeno un paio d’ore ad occhio e croce. Mi volto verso Biagio. Ahhhh! Non ci credo, per favore ditemi che sto ancora sognando. Sta dormendo anche lui, stravaccato contro la portiera. Ho la testa appoggiata al suo petto, il calore che sentivo era il suo braccio che mi circonda. Il primo impulso e di saltare giù dalla macchina e tornare a casa di corsa. Trattengo il fiato, se si sveglia ora morirò di vergogna. Provo a spostarmi lentamente. Niente da fare, la stretta si accentua impercettibilmente. Ma stai dormendo davvero o ti prendi gioco di me? Sollevo lo sguardo verso gli altri due. Alice dorme, Diego mi strizza l’occhio dallo specchietto retrovisore. Sento un gran caldo ed  il sangue che affluisce velocemente verso le guance. Possibile che basti così poco a mandarmi nel pallone?? Mi secca terribilmente ammetterlo, ma stare in questa posizione non mi dispiace poi così tanto. Mi sento al sicuro tra le sue braccia. Mi sto davvero rammollendo. Che razza di pensieri assurdi. Non sono una principessa che aspetta il bel cavaliere per essere salvata! Però… Improvvisamente mi sento così stanca… Posso stare così qualche altro minuto, non lo saprà mai. Basterà che mi sposti prima che lui si svegli. Solo pochi minuti. Sto così bene…

Quando riapro gli occhi il sole è tramontato completamente. Sono raggomitolata contro lo sportello, una felpa grigia drappeggiata addosso a mò di coperta. Ha il suo profumo. Possibile che mi sia sognata tutto? Devo prendere seriamente in considerazione l’idea di rivolgermi ad uno psichiatra. Lo guardo di sottecchi. Si accorge di me e mi sorride, un sorriso più dolce del solito, quasi intenerito. Diego continua a spiarci dal retrovisore, sogghignando sotto i baffi. Sti due non me la raccontano giusta. Gli allungo la sua felpa e raccolgo le gambe contro il seno. Ho freddo, ma tenerla addosso mi fa ripensare alle sensazioni che ho provato (o sognato?) abbracciata a lui. Ed in questo momento sono l’ultima cosa a cui mi va di pensare. Ali allunga una mano a pizzicarmi un braccio.

-          Siamo arrivati! Non è stato male come viaggio no?

No mia splendida impudente. Non è stato per niente male. Naturalmente mi limito a sbuffare mentre arrotolo gli auricolari del lettore.

 

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E' ufficiale, non penso di riuscire ad aggiornare più di una volta a settimana d'ora in poi.. Sorry...

L_Fy: Anche io mi ritengo decisamente fortunata, dopo un' esperienza a dir poco disastrosa ho trovato un ragazzo quasi perfetto! Però non c'è nulla da fare, si rifiuta categoricamente di dedicare ogni secondo della sua vita alle mie necessità... Non capisco proprio il perchè! Scherzi a parte, diciamo che Biagio è un pò come il mio amore quando l'ho conosciuto! Poi purtroppo sono sopravvenute la spesa, il bucato, le bollette, ecc... La chiamano realtà credo :-P! Biagio è in onore del mio amore adolescenziale Biagio Antonacci, mentre Diego è il nome che mi piacerebbe dare ad un eventuale figlio, ho due amici che si chiamano così e mi piace un sacco!!!

LunaDreamy: Per il massaggio Biagio sarebbe disponibile, non ti assicuro però sulle conseguenti reazioni di Morgana! Sono felice che tu ti sia risintonizzata, mi raccomando continua a seguirmi! Un bacione

Lu: Non trovo più parole per ringraziarti dei meravigliosi commenti! Anche io adoro i miei protagonisti! A differenza di Amici d'Infanzia, dove il mio personaggio preferito era secondario (per modo di dire: Martina alla fine c'era sempre!) qui mi sono innamorata sia di Biagio sia di Morgana! A presto, kisses

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Fobia ***


Nuova pagina 1

Mi piace la stanza che divido con Alice. Molto semplice, quasi spartana, con solidi mobili in legno scuro. La cosa più bella è sicuramente il bagno. Niente doccia, una grande vasca in ceramica bianca e asciugamani che profumano di lavanda. Apro la porta finestra e mi affaccio al balcone. Siamo solo al terzo piano, ma avverto comunque un vago senso di vertigini. Meglio rientrare.

-          Ma guarda chi si rivede!

Mi giro di scatto, più stupita che spaventata. Dal balcone accanto sbuca Diego, completamente proiettato oltre il parapetto. Sento la salivazione azzerarsi istantaneamente e barcollo, appoggiandomi alla sdraio.

-          Smettila!

Quasi non riconosco la mia voce. Sento il sangue rimbombare nelle tempie e la vista che si annebbia. Devo girarmi e rientrare o mi renderò irrimediabilmente ridicola.

-          Che succede?

Riesco a stento a scorgere l’espressione preoccupata di Biagio che si affaccia accanto ad Diego. Smettetela di sporgervi così tanto dannazione. Non capite che è pericoloso? La gola mi si chiude e tutto diventa nero. L’ultima cosa che avverto sono le braccia fragili di Ali che mi fermano un momento prima di toccare terra.

 

-          Come si fa ad essere così cretini?

Alice è a dir poco furibonda. In momenti come questi la apprezzo ancora di più. Non ha niente della bambola sorridente che si finge di fronte al resto del mondo. Le palpebre sono incredibilmente pesanti, non riesco a sollevarle. Sono sdraiata sul letto, i piedi sollevati da una pila di cuscini. La testa mi fa un male atroce.

-          Ali abbassa la voce ti prego…

Io stessa faccio fatica a sentire quello che dico. Ho la gola secca e mi sento incredibilmente stanca. Riesco finalmente ad aprire un occhio, appena in tempo per trovarmi a pochi centimetri due occhioni azzurri in procinto di riempirsi di lacrime. Mi getta le braccia al collo e scoppia a piangere.

-          Mor mi sono spaventata tantissimo!

E’ stato solo un attacco un po’ più forte degli altri. Sento che a poco a poco mi tornano le forze e sollevo un braccio ad accarezzarle i capelli. Quando fa così non riesco a resisterle.

-          Stai tranquilla non è successo niente!

Alzo gli occhi sui ragazzi. Sono a capo chino, con l’espressione vergognosa di un bambino che è stato sgridato dalla maestra. Ridacchio sotto i baffi al pensiero di due ragazzi grandi e grossi ridotti così da uno scricciolo che a stento sfiora il metro e cinquanta. Diego tormenta il bordo della maglietta con le dita.

-          Morgana mi dispiace…

-          Tranquillo non è colpa tua!

Gli rispondo con un sorriso che stupisce me e sconvolge tutti gli altri. Sono confusa e ho uno scarso controllo dei miei muscoli facciali. Non mi guardate come se mi fossero spuntate le branchie! Biagio si intromette.

-          Ci spieghi cosa è successo?

Ficcanaso. Non ha tutti i torti in fondo. Non devo essere un bello spettacolo mentre mi schianto a terra come una pera cotta. Rivolgo ad Alice uno sguardo implorante e lei risponde al posto mio.

-          Era un attacco di panico. Mor soffre di vertigini e vedervi sporgere in maniera così scriteriata l’ha fatta stare male. Parecchio anche. E’ raro che svenga addirittura.

Poveracci non vorrei essere nei loro panni. Alice sta ricominciando a strigliarli per bene. Diego è arrossito e fissa intensamente il pavimento. Biagio invece non mi stacca gli occhi di dosso. Ignorando Alice si avvicina al letto e mi sfiora la guancia in una leggerissima carezza. Devo essere gelata, perché la sua mano mi sembra bollente.

-          Come ti senti ora?

Perché devi essere così dannatamente dolce? In questo momento sono troppo debole per tenerti a distanza. Sento gli occhi pizzicare senza un motivo e mi giro verso il muro.

-          Sono un po’ stanca vi dispiace se rimango in camera stasera?

Mi salutano ed escono. Alice si china a darmi un bacio poi li raggiunge. Quando la porta si chiude posso finalmente lasciarmi andare. Stringo il cuscino fin quasi a lacerarlo e comincio a singhiozzare, le lacrime che scorrono incontrollabili lungo le guance accaldate. Non ricordo neppure più l’ultima volta che ho pianto tanto. Dopo un tempo che mi sembra infinito, esausta, scivolo nel sonno.

Mi sembra che siano passati pochi minuti, ma fuori è notte fonda. Sento la porta della camera che si apre e dei passi che si avvicinano al letto. Una mano fresca e leggera mi accarezza la fronte accaldata. E’ Ali. Fingo di dormire mentre si spoglia velocemente, al buio, e si chiude in bagno per cambiarsi. Ha paura di svegliarmi. Sto per ripiombare nel sonno quando la sento infilarsi nel letto accanto a me e stringermisi addosso, il viso premuto contro la mia spalla. Sorrido nel buio e mi rilasso impercettibilmente. Morfeo non tarda a raggiungermi.

 

Quasi quasi mi ricredo sulla vita marittima. Sono sdraiata nell’acqua bassa di una secca. Dal mare arriva una brezza lievissima, appena sufficiente a rinfrescare la mia pelle già un po’ arrossata. Possibile che non mi basti neppure la protezione totale? Mi sono incantata ad osservare un minuscolo paguro che arranca a pochi centimetri da me, trascinandosi dietro un’ingombrante conchiglia incrostata di sale.

-          Allora sirenetta che dice il granchio?

Fine della pace. Non mi volto nemmeno a guardarlo mentre si lascia cadere accanto a me, schizzandomi di acqua e fanghiglia. Favoloso, dovrò stare almeno un’ora sotto la doccia per togliermi questo schifo dai capelli. Lo ignoro.

-          Sai che ti sta davvero bene questo costume?

Alla fine l’ho trovato un costume nero. Un bikini semplicissimo, senza fronzoli. Avrei preferito un costume intero, ma Ali mi ha presa per stanchezza. Le commesse hanno fatto la hola quando mi sono decisa ad accontentarla.

-          Potresti cortesemente smettere di sbavarci sopra? E’ costato un occhio mi scoccerebbe doverlo buttare.

Scoppia a ridere. Una risata improvvisa, lunga e bellissima. Mi volto a guardarlo un po’ stupita, con una mano sugli occhi per proteggerli dal sole. Io ti insulto e tu ridi?

-          E’ un piacere sentire di nuovo le tue frecciate. Mi hai fatto spaventare ieri sera..

Ritorno a fissare il mio amico a due chele. E’ arrivato contro la mia mano e sembra indeciso sul da farsi. La sposto per permettergli di proseguire per la sua strada. Non mi va di parlarne.

-          Ora sto bene.

-          Lo vedo. Sei mai stata da uno specialista?

Ma chi si crede di essere questo piccolo arrogante ficcanaso? Nemmeno Ali si è mai permessa di propormi un incontro con uno strizzacervelli. Mi sollevo di scatto, schizzandolo da capo a piedi. Ora siamo pari.

-          Non sono affari tuoi.

Una mano sulla spalla, decisamente poco delicata, mi sospinge di nuovo in acqua. Non faccio in tempo ad attutire l’urto con le mani e affondo la faccia nella sabbia bagnata. Mi sollevo sputacchiando, inviperita. Stavolta lo affogo.

-          Ma sei completamente impazzito?

Mi afferra per le braccia e stringe troppo forte. Sembra furioso. LUI è furioso? Cerco di divincolarmi ma non sembra minimamente intenzionato a mollare la presa.

-          Probabilmente non te ne frega niente, ma non fai male solo a te stessa. Alice era distrutta ieri sera, e Diego continuava a ripetere che era colpa sua se stavi male!

La sua voce è bassa, vibrante di rabbia. Mi sento come se mi avesse schiaffeggiato. Abbasso gli occhi, non ce la faccio a guardarlo. Mi sento improvvisamente malissimo. Probabilmente se ne è accorto, allenta la stretta e mi solleva il mento con due dita.

-          Anche se sembri fare di tutto per evitarlo ci sono persone che ti vogliono bene. Ma se non ti decidi a farti aiutare continueranno a stare male per te. E’ questo che vuoi?

Non riesco a rispondergli, ho come un groppo in gola che non va né su né giù. Le sue mani sono di nuovo gentili e delicate come al solito. Come faccio a resistere se ogni volta che mi tocca non capisco più niente? Il mio corpo mi tradisce proprio quando ho più bisogno di lui.

-          Devo andare, il sole è troppo forte per me.

Ti prego lasciami andare. Lasciami tu, perché io non ho la forza di allontanarti. Con un sospiro lascia cadere le braccia lungo i fianchi e mi gira le spalle.

-          Non puoi scappare sempre Morgana..

Non so se mi sconvolge di più il fatto che mi abbia chiamata per nome o rendermi conto che in fondo ha ragione. Sto scappando. Per me puoi significare solo guai straniero. Lo sorpasso senza rispondere e corro a raggiungere Ali sotto l’ombrellone. Sento i suoi occhi su di me come minuscoli aghi incandescenti. Ma forse è solo la mia pelle bruciata che reclama altra crema.

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Capitolo più lungo per farmi perdonare l'attesa. Provo a postare il prossimo nel week end, rimando a quella sede i ringraziamenti singoli. Baciotti.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Amicizia ***


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Giuro che non volevo origliare. Mi stavo godendo un po’ di silenzio accoccolata dietro le cabine quando quei due hanno deciso di fermarsi a parlare proprio al di là del divisorio di legno. Quando ho riconosciuto le voci era troppo tardi per andarmene senza che mi vedessero.

-          Io veramente non capisco cosa le prenda a volte!

Chissà di chi stanno parlando. Non che la cosa mi interessi, in fondo. Ma da questa posizione non riesco ad evitare di sentire tutto quello che dicono.

-          Biagio è troppo aggressivo con lei, si chiude a riccio.

Temo di aver capito a chi si riferiscono..

-          Ali andiamo non ha certo bisogno di incentivi per chiudersi! Io le voglio bene, ma a volte penso che se si decidesse a lasciarsi andare vivrebbe molto meglio. E’ davvero troppo bella per arrivare vergine ai 24 anni.

Ti prego ti prego ti prego Ali tieni chiusa quella dannata boccacia stavolta..

-          Cosa ti fa pensare che Mor sia vergine?

Appunto. Non sono mai stata così imbarazzata in vita mia. Affondo il viso tra le ginocchia e stringo i denti per non mettermi ad urlare. O tirarle dietro qualcosa, non ho ancora deciso.

-          Si vede lontano un miglio. Basta toccarla e salta come un ranocchio!

-          Non che siano affari tuoi ma non hai capito un bel niente. Se ti faccio vedere una cosa giuri che non ne parlerai con Biagio?

La sento armeggiare nella borsa. Non ti azzardare a fargliela vedere sottospecie di surrogato di amica!

-          Queste siamo io e Mor al secondo anno del liceo.

Conosco bene quella foto. L’abbiamo scattata durante una gita scolastica. Io e Ali, abbracciate sotto il David di Michelangelo, che ridendo indichiamo la foglia di fico. Ero più stupida, più grassa e terribilmente più ingenua allora. Non ho mai capito perché Ali la tenga nel portafoglio, abbiamo foto molto più belle insieme.

-          Non l’ho mai vista ridere così!

Diego ha la voce stupita. Per forza, stai guardando una ragazza che non sono più io. A volte mi sembra che quei tempi appartengano ad un’altra Morgana, che mi ha lasciato soltanto il suo involucro esterno.

-          Ride sempre meno.. Ed è cominciato tutto per colpa di un ragazzo.

Non è esatto. Quel piccolo bastardo insensibile mi ha fatto stare male, non lo nego. Ma non è colpa sua se sono diventata come sono ora. Merito suo semmai.

-          Si chiamava Dario ed era in classe con noi. Non credo nemmeno che Mor ne fosse davvero innamorata. Lui era carino e le faceva una corte serrata, così si è decisa ad uscirci. Si sono frequentati per un paio di mesi. Ad un certo punto lui ha cominciato a spingere per fare sesso. Non so se l’abbia fatto per curiosità o per accontentarlo, ma ci è andata a letto. Il giorno dopo, davanti a tutta la classe, lui le ha detto che non aveva mai perso tanto tempo con una ragazza solo per vincere una scommessa.

Fa male. Anche se sono passati quasi otto anni. Anche se ho fatto rimpiangere a quel dongiovanni da quattro soldi di essere nato. Anche se nel giro di pochi giorni su tutti i muri dei bagni femminili è comparsa un’accurata descrizione delle sue ‘miserie’. Fa dannatamente male lo stesso. Non è il mio cuore. E’ il mio orgoglio che brucia.

-          Che stronzo..

-          Si è vendicata, non credere.. Gli ha reso la vita impossibile a tal punto che l’anno successivo Dario ha cambiato scuola. Però da allora ha cominciato a fidarsi sempre meno di chi le sta intorno..

Oddio le trema anche la voce. Ce la vedo, con la foto stretta al seno e gli occhioni lucidi al pensiero di quanto ho sofferto. In questo momento la odio ferocemente. E’ la mia vita, non un dannato reality show. Con che diritto sbandieri ai quattro venti uno dei miei ricordi più dolorosi?? Mi alzo in piedi, senza preoccuparmi di non fare rumore. Mi volto e scappo via. Sento Ali che urla il mio nome, ma non me ne importa niente. Voglio solo tornare a casa.

 

La valigia è spalancata sul mio letto. Sbatto dentro alla rinfusa i vestiti. Se mi sbrigo faccio in tempo a prendere il treno di mezzogiorno. Sarò nel mio letto prima di sera. Mi viene da piangere, ma ricaccio indietro le lacrime. Lacrime di rabbia stavolta. Alice è l’unico punto fermo della mia vita. Come ha potuto farmi questo? Chiudo la valigia con uno scatto secco, spalanco la porta e mi trovo davanti Diego. Odio anche te, ma ora ho troppa fretta per litigare.

-          Mi lasci passare per favore?

Non si muove di un millimetro. Con una mano afferra la valigia e con l’altra mi sospinge in camera. Chiude la porta e ci si appoggia contro. Perfetto, sono in trappola.

-          Cosa pensavi di fare?

-          Di tornarmene a casa è ovvio!

Non l’ho mai visto così serio. Mi guarda come se morisse dalla voglia di prendermi a schiaffi.

-          Mi dici che ti passa per la testa? Possibile che la tua soluzione per tutto sia girare i tacchi e andartene?

Istintivamente faccio un passo indietro. Mi fa paura. Poi mi ricordo che sono io quella incazzata.

-          La mia migliore amica racconta i MIEI fatti personali ad un perfetto estraneo e dovrei esserne felice?

-          Non sono un perfetto estraneo, sono il suo ragazzo!

-          Potresti anche essere suo marito per quel che me ne frega. Non avrebbe dovuto farlo!

Sono sull’orlo di una crisi isterica. Tento di allontanarlo dalla porta. Niente da fare, non si sposta di un millimetro. A livello fisico non ho speranze.

-          Sono d’accordo con te.

Non sono sicura di aver capito bene. Puoi ripetere per favore?

-          Ali non avrebbe dovuto raccontarmi una cosa tanto privata. Ha sbagliato. Ma ti sei chiesta perché l’ha fatto?

No. Non me lo sono chiesta. Forse perché è irrimediabilmente priva di filtro tra cervello e corde vocali?

-          Mettiti nei suoi panni. Mi ha sempre detto che tu sei una persona meravigliosa. Ma lo sei solo con lei Morgana. Con il resto del mondo a volte sei davvero odiosa. Ogni giorno da anni si sente chiedere come fa ad essere amica di una ragazza scostante come te. E non può difenderti, perché tu non vuoi che gli altri sappiano come sei davvero. Non pensi che sia difficile per lei stare sempre zitta?

E’ riuscito a lasciarmi senza parole. Tutta la rabbia che avevo in corpo si dissolve all’improvviso, lasciandomi come svuotata. Non mi sono mai chiesta come significa per Alice, così solare ed estroversa, starmi vicina. Nei miei giorni neri, in cui mi rintano a letto a fissare il buio, Ali è stata lì con me. Guardo Diego. Mi sorride senza dire niente. Questo potrebbe essere l’inizio di una vera amicizia, ne sei consapevole?

-          Sei riuscito a farmi sentire una stronza sai?

Scoppia a ridere e mi abbraccia. Mi irrigidisco per un secondo, poi gli batto una mano sulla spalla. E’ il massimo che otterrai da me.

-          Non ti allargare, sei sempre il ragazzo della mia migliore amica!

Ridacchia e apre la porta della camera. Alice quasi gli vola in braccio. Probabilmente stava origliando. Mi guarda con gli occhi lucidi e l’aria colpevole. E’ irresistibile quando fa così. Apro le braccia e le sorrido.

-          Dai vieni qui!

Mi si getta letteralmente addosso, piangendo e ridendo allo stesso tempo. La cullo tra le braccia e le accarezzo i capelli. Continua a ripetere che le dispiace tantissimo. Come se non ti conoscessi. Ti dispiace solo che ti abbia sentita. Diego mi fa l’occhiolino ed esce, lasciandoci sole.

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Come promesso aggiorno dopo soli due giorni per farmi perdonare del ritardo precedente. Come credo di aver già detto la storia è praticamente finita, quindi i miei ritardi non sono sinonimo di calo di ispirazione e non correte il rischio che interrompa la storia a metà. Semplicemente sto tappata tutto il giorno in biblioteca a studiare e a casa non posso accedere ad internet, quindi mi collego a sbafo, quando riesco, da casa del mio moroso. Ma passiamo ai ringraziamenti!

- Damned88: sei stata velocissima a leggere l'ultimo capitolo!! Biagio è stato duro ma penso che tutti, e specialmente una persona come Morgana, abbiano bisogno di una sana scrollata ogni tanto! Come vedi anche Diego non è stato propriamente delicato...

- Lu: Finirai per farmi arrossire con tutti questi complimenti (naturalmente NON è un invito a smettere ;-P ). Ho tentato di far sciogliere Morgana a poco a poco, partendo dal presupposto che è comunque una ragazza molto complicata, quindi non si abbandonerà ai suoi sentimenti tanto facilmente! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo, un bacione!!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Scusa ***


Nuova pagina 1

-          Mi prometti che non passerai la serata in camera?

Alice stasera trascina Diego a vedere uno di quei nauseanti film d’amore che le piacciono tanto. Posso scorgere una scintilla di disperazione nei suoi occhi. Non abbiamo più parlato della discussione di ieri. E’ un ragazzo in gamba, e detto da me vale doppio. Sono felice che Ali abbia incontrato una persona come lui.

-          Perché non chiedi a Biagio di portarti un po’ in giro? Conosce molto bene il paese!

Ci avrei giurato che se ne sarebbe uscito con una frase del genere. Sarà anche un bravo ragazzo, ma rompe più di Alice. Gli lancio uno sguardo omicida e scrollo le spalle.

-          Piuttosto vengo al cinema con voi a reggere la candela!

La minaccia ha funzionato a giudicare dalle loro facce. Sorrido perfidamente e mi volto per tornare in camera. Solo che tra me e la porta c’è un piccolo ostacolo. Un metro e ottanta di ostacolo diciamo. Mi trovo faccia a faccia con Biagio. Quando mi rigiro Diego e Alice si sono già dileguati. Quei due me la pagano.

-          Ma mi odi così tanto?

Ma ti sembrano domande da fare? Non so cosa rispondergli. No, non ti odio. Ma riesci puntualmente a tirare fuori il peggio di me. Avrei voglia di toglierti quel sorriso malizioso dalla faccia a forza di schiaffi.

-          Da quando in qua ti preoccupa quello che provo nei tuoi confronti?

Risposta sbagliata. Tremendamente falsa e cattiva. Mi ha dimostrato più volte di tenere a me. Ma non mi fido lo stesso. Una vocina nella mia testa continua a ripetermi che mi sta solo prendendo in giro. Dario sembrava davvero innamorato. Invece era solo un gioco per lui. Credevo di averlo superato, ma sentirne parlare ha riaperto vecchie ferite.

-          Sei crudele.

Ha di nuovo quello sguardo triste. L’ho ferito. Per l’ennesima volta. Mi sorpassa diretto alla sua stanza. Non posso lasciarlo andare via così.

-          Scusami.

Si gira sorpreso. Non se lo aspettava, glielo leggo negli occhi. Mi mordicchio un’unghia, imbarazzata. Non posso crederci. Io, Morgana Chiasi, ho chiesto scusa a qualcuno. No, non a uno qualunque. A Biagio. Il mondo sta per finire ne sono certa.

-          Come hai detto?

Vuoi anche farmelo ripetere? Non ti darò mai questa soddisfazione, subdolo narcisista. Serro ostinatamente la bocca e abbasso gli occhi. Che hai da ridere adesso? Felice di avermi umiliato?

-          Vedrò di farmelo bastare. Ci vieni a cena con me ora?

E’ ufficiale sono senza parole. Tutto qui? Nemmeno una frecciatina, una frase velenosa…niente di niente? Sollevo il mento e me lo ritrovo a pochi centimetri dal viso. E’ scandalosamente bello. Per un lunghissimo istante temo (spero.. prego.. ) che annulli anche quella minima distanza tra di noi. Annuisco quasi senza rendermene conto.

-          Benissimo. Ci vediamo giù nella hall tra mezz’ora!

Se ne va lasciandomi così, inebetita, ferma come una cretina in mezzo al corridoio. Ci metto un paio di minuti a riacquistare il pieno controllo delle mie facoltà mentali. Ma che cavolo mi è saltato in mente? Mi avrà presa per scema? O peggio, avrà capito che avrei voluto baciarlo? Mi sento andare a fuoco. Urge una doccia fredda per scacciare certi pensieri assurdi. Meglio gelata. Per sicurezza.

 

Ho dimenticato che non abbiamo la doccia in camera. Un bagno rilassante mi farà comunque bene. Da quando sono qui ho l’impressione che tutto sia troppo vivido. Affondo fino alle spalle nell’acqua profumata. Stento quasi a riconoscermi in questo periodo. In pochi giorni ho pianto fino ad inzuppare il cuscino, mi sono infuriata con Ali, ho trovato un nuovo amico e ho desiderato che Biagio mi stringesse tra le braccia più di una volta. Mi sembra impossibile essere guarita dalla mia apatia all’improvviso, senza un vero motivo. Che buon profumo ha il bagno schiuma di Ali. Posso rimanere così finché l’acqua non si raffredda e le dita mi diventano tutte grinzose? Potrei farlo, ma non mi va di vedermi piombare in camera un ragazzo affamato e furioso. Con un sospiro frustrato mi decido ad uscire dalla vasca. Mi fermo un istante a contemplarmi davanti allo specchio appannato prima di infilare l’accappatoio. Non ho più l’aspetto fragile di quella notte di giugno. Non so se è il mio corpo ad essere diverso, o sono gli occhi con cui lo guardo. Per la prima volta da tanto tempo mi piace quello che vedo. Mi pettino i capelli con delicatezza finché non splendono, asciugati soltanto dall’aria e dall’attrito della spazzola. Mi sento divinamente in questo momento.

Il cellulare comincia a squillare appena metto piede in camera. Biagio. Da quando in qua ha il mio numero?

-          Volevo assicurarmi che non avessi cambiato idea..

Il suo solito tono ironico, misto a qualcos’altro. Paura? Aspettativa? O semplicemente sta morendo di fame?

-          Finora no, quindi vedi di non farmi fretta!

Riattacco senza aspettare la sua risposta. Mi fa stare bene. Ma non è obbligatorio che lo sappia. Devo prima capire se vale la pena di farglielo capire.

In piedi davanti alle ante spalancate dell’armadio sono assalita da un dubbio. Cosa si indossa per una serata del genere? E soprattutto… che genere di serata sarà? Un appuntamento, un’uscita tra amici… Mi sento terribilmente imbranata. Provo a chiamare Ali, ma il suo cellulare non è raggiungibile. Mi sembra quasi di vederla, avvinghiata al suo uomo nell’ultima fila del cinema. Dovrò cavarmela da sola stavolta. Alla fine opto per l’unico capo vagamente elegante del mio guardaroba. E’ un abito nero a sottoveste che Alice mi ha regalato l’estate scorsa. Lo indosso raramente, non so nemmeno perché me lo sono portato dietro. Passo un ombra di matita intorno agli occhi e mi studio con aria critica. Questo vestito mi sta bene, non c’è che dire. Ali ha buon gusto in queste cose. Ma forse è un tantino esagerato per una cena. Chissà se ho il tempo di cambiarmi… Guardo l’orologio distrattamente e quasi mi prende un colpo. Se lo faccio aspettare ancora un po’ ci va senza di me al ristorante! Cercando di non pensare a quanto sia corto il vestito afferro la borsetta e scendo a raggiungerlo.

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Faccio mio il titolo di questo chap, sono stata davvero imperdonabile ma alcuni casini mi hanno occupato totalmente la mente nell'ultimo mese.

Un grazie enorme a Lu e Damned88 che (spero) continuano a lasciare bellissimi commenti!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Tregua ***


Innanzitutto chiedo perdono per questi due anni di silenzio... Io stessa ho odiato chi arrivava a metà di una fic lasciandola poi in sospeso a tempo indeterminato, quindi sono stata davvero imperdonabile... A mia discolpa posso dire che la mia vita è cambiata tantissimo in questo periodo, ora sto per laurearmi e ho un pò di tempo libero, così mi è sembrato giusto e doveroso postare il resto di questa fic... E' finita, quindi posterò più spesso possibile per essere sicura che non capiti di nuovo come l'altra volta. Grazie a tutti...


  • Tu cosa prendi?

Devo ammettere che ha scelto davvero un bel locale. Pochi tavoli, luci soffuse e musica classica di sottofondo. Fortuna che non ho avuto il tempo di cambiarmi! Jeans e maglietta sarebbero stati un po’ fuori luogo. Scorro il menù mordicchiandomi un labbro, indecisa.

  • Non lo so… che mi consigli?

Mi guarda un po’ stupito. Che ho detto di strano? Sei già stato qui, si presume che tu conosca almeno qualche piatto. Io nemmeno li ho mai sentiti nominare!

  • Potremmo prendere un antipasto misto, e poi una grigliata di pesce.. Se non mi sbaglio dovrebbe essere arrivato direttamente dal peschereccio proprio stamattina.

Lascio che ordini anche per me. Il cameriere non ha smesso per un secondo di fissarmi da quando siamo qui. Appena si allontana sbotto.

  • Si può sapere che vuole? Non sono abbastanza elegante per questo posto?

Sono terribilmente a disagio. E quando sono a disagio di solito mi arrabbio. Tutti mi considerano una ragazza molto fredda. Per quel che mi riguarda lo sono sempre troppo poco.

  • Sei proprio una bambina!

Scoppia a ridere di fronte al mio sguardo stralunato. E’ l’ultima risposta che mi sarei aspettata. Non ho nemmeno il fiato per mandarlo al diavolo. Si sporge verso di me e appoggia una mano sulla mia.

  • Sei bellissima stasera… e non sono stato l’unico a notarlo.

Maledizione sto arrossendo di nuovo. Ritraggo la mano dalla sua come se mi fossi scottata. Tentando di mantenere un contegno inizio a mangiucchiare un grissino.

  • Mi piace metterti in imbarazzo!

Allora vuoi proprio morire? Chissà se questi coltelli da pesce sono abbastanza appuntiti per tagliarti quella lingua biforcuta che ti ritrovi…

  • Me ne sono accorta. Posso chiederti il perché?

Di nuovo quello sguardo serio. Nell’ultimo periodo l’ho visto sempre più spesso, comincio a preoccuparmi.

  • Tu tieni tutti a distanza. A volte ho la sensazione di parlarti attraverso un vetro. Tu mi guardi come se potessi vedermi attraverso e poi te ne vai. Ma quando ti provoco, quando ti arrabbi e mi mandi al diavolo, sento che ho toccato qualcosa dentro di te. Non mi interessa se è soltanto odio quello che provi per me. Almeno non è indifferenza.

Il cameriere arriva proprio nel momento meno opportuno con i nostri antipasti. Cosa stai cercando di dirmi Biagio? Credi davvero che ti odi? Non so perché ma la cosa mi infastidisce. Ho passato la vita a cercare di odiare tutto e tutti. Ma con te non ce la faccio. Oh, al diavolo.

  • Io non ti odio.

L’ho detto. Non è il massimo della fantasia ma al momento non mi è venuto in mente altro. Giocherello con un gamberetto cercando le parole giuste.

  • Io non sono come Ali. Non riesco ad esternare i miei sentimenti come una persona normale. Ci penso, rifletto, li analizzo fino al paradosso. Ma non sono capace di trasmetterli.

  • Con Ali sei affettuosa…

Abbozzo un sorriso, continuando a fissare il piatto. Non hai capito niente.

  • Ali è la mia migliore amica da quasi dieci anni. Era accanto a me quando ridevo, quando piangevo, quando ero talmente arrabbiata da spaccare tutto. Eppure non sono mai riuscita a dirle ‘ti voglio bene’. Ti sembra normale?

Cerca di nuovo la mia mano e stavolta lo lascio fare. Dire queste cose proprio a lui mi sta costando uno sforzo enorme. Ma sento che devo farlo. Non posso continuare a ferirlo così.

  • Ali lo sa che le vuoi bene. Glielo dimostri più di quanto immagini.

  • Ma non riesco a dimostrare a te che non ti odio…

  • Me l’hai dimostrato stasera…

Alzo gli occhi e lo sorprendo a guardarmi. Sembra davvero felice. Forse, per una volta nella vita, ho fatto la cosa giusta.

  • Possiamo dichiarare chiuso l’intermezzo lacrimevole? Mi si stanno cariando i denti…

Sono di nuovo io. La Morgana sarcastica e caustica che mi fa sentire al sicuro. Sorrido quasi senza accorgermene. Ora sa che non è per odio che gli parlo così. Quanto ci metterà a scoprire il vero motivo?

Il cameriere ci versa un vino color rubino. Alzo il mio calice e lo inclino leggermente verso di lui.

  • Brindiamo?

  • Alla pace tra di noi?

Eh no non esageriamo…

  • Diciamo ad una tregua…

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 - Popcorn & DVD ***



  • Morgana mi stai ascoltando?

Mugolio di risposta. Ho come un senso di deja-vù. Stavolta però la finestra è chiusa, e guardo una pioggia insistente e sottile allagare questa notte di ottobre. E la voce all’altro capo del telefono non è di Alice.

  • Davvero non ti ha detto niente?

Diego è tanto un caro ragazzo, solo un tantino paranoico. Va bene, non la senti da due giorni. Mica crollerà il mondo. Ad Ali non piace sentirsi in gabbia, ogni tanto ha bisogno di staccare la spina. Ma non significa che non ti ami. Qualcuno sta cercando di chiamarmi, sento un fastidioso sottofondo mentre parlo. Da quasi mezz’ora ormai. Chiunque sia è parecchio insistente…

  • Die non la sento da quasi una settimana te l’ho detto.

Piccola bugia. L’ho sentita un paio di giorni fa. Ma non mi ha detto nulla di speciale. Solo, se glielo dico, questo mi tiene un'altra ora al cellulare. Sono quasi le due…

  • Ti prego potresti chiamarla con una scusa e cercare di capire che c’è che non va?

Ma ti pare che io abbia bisogno di una scusa per chiamare la mia migliore amica? Solo non mi pare carino buttarla giù dal letto a quest’ora per sapere come mai non ti chiama. Già mi sento abbastanza in colpa per esserti diventata così amica! Il suono del telefono mi fa fare un salto sulla sedia. Ho una mezza idea di chi potrebbe essere così pazzo da chiamare a casa a quest’ora.

  • Mi suona il telefono. Ti prometto che domani la chiamo ok?

  • Va bene piccola un bacio!

Si è instaurato un bel rapporto tra di noi. Non troppo profondo, non mi sembra giusto nei confronti di Alice. E’ pur sempre il suo ragazzo. E poi c’è Biagio…

  • Eri tu che provavi a chiamarmi al cellulare?

Il mio telefono non visualizza il numero chiamante, ma, a parte i call center , che dubito chiamino a quest’ora, solo tre persone hanno il mio numero di telefono. Diego ha un briciolo di decenza, e dopo le 11 chiama solo sul cellulare. Biagio ed Alice la decenza non sanno nemmeno dove sta di casa.

  • Soltanto una volta. Eri con Alice?

Mi piace la sua voce quando mi chiama di notte. E’ come ovattata, più bassa e dolce del solito. Non ho ancora capito che rapporto c’è tra di noi. Non è amicizia, ma nemmeno amore per ora. E’ una sorta di complicità. Da quel brindisi non abbiamo più rotto la tregua.

  • No era Diego. Ali si è data di nuovo alla macchia. Tu l’hai sentita?

  • Mi ha chiamato poco fa. Ha detto che ha provato a chiamarti un sacco di volte ma era sempre occupato.

Con un sospiro mi lascio andare contro lo schienale. Io consolo il ragazzo della mia migliore amica mentre lei tenta di chiamarmi. Poi lei chiama il mio (il mio che cosa?) e si sfoga con lui. Siamo un gruppetto decisamente fuori dal comune. Mi chiedo quanto durerà questo bizzarro equilibrio.

  • Ora la chiamo…

Il gatto si arrampica sul tavolo e mi da una testata affettuosa contro il mento. Hai ragione piccolino ti sto decisamente trascurando. Dammi solo un altro minuto e sono tutta tua.

  • Lascia perdere sta andando da Die. Mi ha gentilmente chiesto di starmene fuori dai piedi. Posso dormire da te?

Come non detto micio. Fino a pochi mesi fa di fronte ad una richiesta del genere gli avrei riso in faccia. Sono cambiate molte cose. Ufficialmente accetto solo per permettere ad Ali e Die di stare un po’ da soli. Ufficiosamente mi piace quando si presenta alla mia porta con un film e una confezione di pop corn da microonde alle tre di notte.

  • Per stavolta… Scegli tu il film basta che non sia sdolcinato.

Abbiamo gusti molto simili in fatto di cinema. Come in un sacco di altri campi in effetti. Appoggio sul tavolo un cuscino ed una coperta per quando sarà ora di andare a dormire. Che pensavate che lo invitassi nel mio letto?? Non è mai successo niente tra di noi. Sto bene con lui, e per ora mi basta. Mi chiedo se basti anche a lui. Per come lo conosco penserà di sicuro che è solo una fase. Che presto o tardi mi renderò conto di essere innamorata e vivremo per sempre felici e contenti. Ma io non lo so che cosa voglio. Mi piace. Ma chi voglio prendere in giro. Sono pazza di lui. Ma mi illudo che se finirà prima ancora di iniziare soffrirò di meno. Ho troppa paura per fare altro.


Capitolo corto corto, ma era un nucleo a sé, non sarei riuscita a fonderlo con quello successivo. Grazie mille a Damned88, non credevo che ci fosse ancora qualcuno che si ricordasse di questa storia... A presto!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 - Intimità ***


L’ho fatto di nuovo. E per la milionesima volta mi sveglio maledicendo la mia devastante predisposizione ad addormentarmi sul divano. Il film di stanotte mi piaceva parecchio oltretutto. Stranamente però non mi sento indolenzita come al solito. Sento soltanto un peso sul petto. Apro gli occhi a fatica. Mi trovo a fissare due occhi gialli e sonnolenti mentre una vibrazione conosciuta comincia ad attraversarmi.

  • Ti ho già spiegato che non sono il tuo cuscino!

Mi sento un po’ scema a parlare con un gatto, ma a volte non riesco proprio a trattenermi. Da qualche tempo ha cominciato a dormirmi addosso. Oggi sono fortunata. Pochi giorni fa mi sono svegliata con il suo sedere davanti alla faccia. Non è stato un risveglio piacevole. Mi stiracchio con la sensazione che qualcosa sia fuori posto. Ci metto qualche secondo a capire il motivo. Sono nel mio letto. E sono assolutamente certa di non esserci arrivata con le mie gambe.

Mi alzo di scatto, provocando un miagolio di protesta nel mio piccolo amico peloso. Così impari a disdegnare la cuccia che ti ho comprato. A piedi nudi e ancora mezza addormentata mi affaccio in salotto.

Biagio dorme ancora, perfettamente composto. Tutte le volte mi chiedo come faccia a dormire così comodamente sul mio divano. Io sono molto più bassa di lui eppure ci sto scomodissima. Dice che è la mia vicinanza che gli concilia il sonno. Non ho ancora capito se l’intenzione sarebbe quella di farmi un complimento.

Mi accoccolo sul bracciolo della poltrona e lo guardo. Mi piace farlo, ma quando è sveglio è imbarazzante. Quando dorme mi concedo di osservarlo con calma. Ha i capelli in disordine ed un’espressione rilassata. Sembra molto più giovane del solito. E senza la sua solita aria strafottente è ancora più carino. Un ciuffo scuro gli ricade sulla fronte, facendogli il solletico. Lo capisco dal modo in cui arriccia il naso. Allungo una mano per rimetterglielo dietro l’orecchio. I suoi capelli sono folti e morbidi, e sanno di pulito. Ho sempre odiato i ragazzi che puzzano. Sto per alzarmi quando all’improvviso mi afferra il polso e mi attira verso di sé. Mi coglie di sorpresa, perdo l’equilibrio e gli crollo addosso. All’improvviso sono stretta tra le sue braccia, contro il suo petto, il viso premuto nell’incavo tra il collo e la spalla. Si potrà morire d’infarto a 23 anni? Sono completamente paralizzata, mentre una marea di sensazioni confuse mi monta dentro. Mi sollevo quel tanto che basta a guardarlo in faccia. Sorride, gli occhi ancora pieni di sonno.

  • Buongiorno…

Le mie guance scottano, devono essere di un gradevole color aragosta in questo momento. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio. Il suo fiato sulla pelle è come una carezza bollente. Facendo appello a tutto il mio autocontrollo mi slaccio delicatamente dalla sua stretta e mi siedo accanto a lui.

  • Ma non stavi dormendo tu?

Sorride con aria monella. Posso sentire che il suo respiro è leggermente accelerato, anche se tenta di mascherarlo. Nemmeno lui è rimasto indifferente al contatto di poco fa.

  • Non ho resistito alla tentazione. Una volta mi avresti ucciso per molto meno.

Sono cambiate tante cose da allora Biagio. Sei cambiato anche tu, o sono io che ti vedo in maniera diversa? Anche se non l’avrei mai pensato, sono arrivata a fidarmi di te.

  • Ho dormito troppo bene per avercela con te. Mi hai portato tu in camera?

Si allunga verso di me. Sento di nuovo il suo fiato sul collo mentre mi sussurra all’orecchio. Sento un brivido che mi scende lentamente lungo la schiena. Si renderà conto di quanto mi scombussola quando fa così?

  • Sì. Sei adorabile quando dormi…

Il gatto mi salta in braccio giusto in tempo per salvarmi da questa situazione imbarazzante. Mi allontano con riluttanza da Biagio, senza una parola, e lo seguo in cucina. Mentre gli riempio la ciotola mi chiedo per l’ennesima volta se sto facendo la cosa giusta.



Siccome l'ultimo capitolo era cortissimo ho pensato di aggiungerne uno bonus durante il week end, spero che a qualcuno faccia piacere!

DAMNED88: sono stata felicissima di leggere i tuoi commenti, è stato bello sapere che la mia storia ti è piaciuta tanto. Un bacione

KYRAYA: che bello una nuova reader, è sempre piacevolissimo, figurati ora che il numero totale delle mie recensitrici raddoppia addirittura!!! Spero che questa storia continui a piacerti, io cercherò di aggiornarla più spesso possibile!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 - E' un invito? ***



  • Non puoi farmi questo!

Sono assolutamente furiosa. Sono undici anni che io e Alice ceniamo insieme la sera del mio compleanno. UNDICI ANNI. E’ una tradizione consolidata.

  • Mor non fare così per favore, non posso proprio prendere un permesso!

Ha trovato lavoro in un pub per il periodo natalizio. Stasera c’è una festa e nessuno può sostituirla. Povero coniglietto Tippete. Intanto sono io che passerò il compleanno peggiore della mia vita.

  • Fai come vuoi.

Le sbatto il telefono in faccia senza darle il tempo di ribattere. Favoloso. Passerò la serata a parlare con il gatto come una vecchia zitella inacidita. Ignoro il telefono che squilla e lascio che si inserisca la segreteria telefonica.

  • Dolcezza lo so che ci sei. Muovi il culo e vieni a sollevare la cornetta!

Ma che carino. Ci mancava proprio Biagio in questo momento. Imprecando tra i denti rispondo con un ‘pronto’ che assomiglia pericolosamente ad un ringhio.

  • Mi ha chiamato Ali in lacrime. Mi dici che è successo?

Ora faccio pure la figura della stronza isterica che fa piangere la povera principessina ingenua? Da quando frequento i ragazzi mi risulta sempre più difficile controllare le emozioni. Soprattutto in momenti come questo. Dicono che sia terapeutico, in effetti mi sento meglio rispetto alla primavera scorsa. Ali dice sempre che mi preferiva prima, ma scherza. O almeno spero.

  • E’ successo che mi lascia da sola la sera del mio compleanno!

Mi sento una cretina. Ma è un giorno speciale per me, e passarlo senza Ali fa male.

  • Avrà avuto un buon motivo non credi?

E non trattarmi come una ritardata! Man mano che mi calmo mi sento sempre più egoista. Per Alice questo lavoro è importante, sta mettendo da parte i soldi per comprarsi il motorino. E sono sicura che ha fatto di tutto per farsi dare la serata libera.

  • Ma così mi lascia da sola…

  • Hai già prenotato il ristorante?

Ovviamente, da quasi una settimana. E’ il mio preferito. Ovviamente costosissimo e sempre murato di persone. Posso permettermi di andarci solo una volta all’anno. E’ il regalo di compleanno di mia mamma, una cena completa per due persone. Solo che stavolta Alice non ci sarà.

  • Allora ti decidi ad invitarmi o no?

Rimango letteralmente a bocca aperta. Uscire a cena con lui. Per il mio compleanno. In un ristorante tremendamente chic. Mi sa tanto di appuntamento in piena regola. Con la piccola postilla che la cena la pago io.

  • Vuoi venire a cena con me?

E’ una domanda, non una richiesta. Ma lui è impareggiabile nel capire sempre e soltanto quello che gli fa più comodo.

  • Passo a prenderti alle sette. Mi raccomando mettiti in tiro!

Rimango con la cornetta a mezz’aria, senza capire fino in fondo quello che ho fatto. Poi la consapevolezza si fa strada dentro di me. HO-UN-APPUNTAMENTO-CON-BIAGIO. Mi gira la testa. Devo sedermi. Non posso affrontare questa cosa da sola. Compongo meccanicamente il numero di Ali.

  • Mor sei ancora arrabbiata?

La voce di Alice è metà supplichevole e metà maliziosa. Ho il sospetto che ci sia il suo zampino dietro a questo cambio di programma. Ma non ho la forza di prendermela con lei.

  • Ali potresti prestarmi un vestito? Credo di avere un appuntamento…

Non faccio in tempo a finire la frase che mi urla qualcosa che somiglia a ‘corro’ e mi sbatte il telefono in faccia. Rimango inebetita sul divano a fissare il muro, chiedendomi se arriverò viva all’ora di cena.

Alice mi piomba in casa con la delicatezza di un ciclone e due sporte del supermercato straripanti di oggetti. Di molti dei quali, per inciso, ignoro totalmente la funzione. Per prima cosa molla con poca grazie il suo carico sul pavimento e mi si getta addosso.

  • Mor sono così contenta che mi hai perdonata!!

Le batto distrattamente una mano sulla spalla e intervengo un secondo prima che il gatto ingoi una forcina per capelli.

  • Ma che ti sei portata dietro?

E’ il mio modo per chiedere scusa. Io lo so, lei lo sa. Faremo finta che non sia successo niente.

  • Il minimo indispensabile per renderti somigliante ad una donna. Quanto tempo abbiamo?

La guardo come se fosse un’aliena, cominciando a pentirmi di averla chiamata.

  • Biagio arriva tra quattro ore.

  • QUATTRO ORE?? Abbiamo appena il tempo di sistemarti un po’!

Ma in che razza di incubo sono capitata?


DAMNED88: sono contenta che sia stata una bella sorpresa, sto cercando di farmi perdonare per questi due anni di stop!!!

KYRAYA: i tuoi commenti sono sempre un piacere da leggere, così entusiastici... grazie mille!

GIULIATHEBEST: che bello una nuova lettrice!!! sono a quota tre!!! questo va oltre le mie più rosee aspettative... spero che il nuovo capitolo ti piaccia, un bacione!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 - Buon Compleanno! ***


Guarda caso oggi è anche il mio di compleanno, quindi per festeggiare capitolo un po' più lungo del solito...




Tre ore e spiccioli dopo sto fissando lo specchio stranita. Non posso essere io. Deve essere qualcuna che mi somiglia vagamente. Mi volto verso Alice che sorride e annuisce soddisfatta. I capelli sono legati stretti sulla nuca in uno chignon, da cui pochi boccoli scendono sulla spalla destra. Il vestito è bellissimo, di pizzo nero. Mi sfiora appena il ginocchio sinistro, mentre dal lato opposto scende fino a metà polpaccio. Un po’ troppo scollato per i miei gusti, ma non volgare. Anzi, abbinato ad un paio di decoltè nere dai tacchi spropositati è decisamente chic. Se non mi rompo una gamba scendendo dalla macchina sarà un miracolo. Ma è con il trucco che Ali ha superato se stessa. E’ riuscita a trasformare il mio pallore cadaverico in un incarnato color avorio. Gli occhi, sottolineati da matita e mascara, spiccano incredibilmente, e le labbra sembrano naturalmente lucide. Io adoro questa ragazza. Se non conoscessi a memoria il mio viso non immaginerei mai la quantità incredibile di roba che ci ha spalmato sopra.

  • Quella non sono io…

Ali mi stringe in un abbraccio pieno di calore, sistemandomi contemporaneamente un ciuffo ribelle che ha avuto l’ardire di sfuggire alle forcine.

  • Quella è la bellissima Morgana che tutti vedono tranne te. L’ho solo resa un po’ più evidente.

Ancora non mi capacito di quello che è riuscita a combinare. La stanza è a soqquadro e io sono assolutamente irriconoscibile. E Biagio sarà qui a momenti.

  • Oddio non posso farlo entrare con la casa ridotta così!

  • E tu non farlo entrare! Ora devo scappare il mio turno inizia tra meno di mezz’ora.

Mi chino per salutarla (i tacchi mi hanno regalato un notevole vantaggio su di lei) ma mi allontana con un buffetto sulla guancia.

  • Aspetta di rovinarlo con Biagio il rossetto. Appena finisco ti chiamo ok?

La guardo uscire con la stessa foga con cui è entrata, e mi chiedo dove trovi tanta energia. Io sono già distrutta. Guardo lo spettacolo desolante intorno a me e scrollo le spalle. Avrò tempo domani per fare la bella lavanderina.

Solo pochi minuti, giusto il tempo di riprendere fiato, e il campanello suona di nuovo. Apro appena uno spiraglio e sguscio fuori, chiudendomi la porta alle spalle. Mi guarda stupito.

  • Scusa ma il mio salotto non è molto presentabile in questo momento.

Espressione inalterata. Reazioni inesistenti. Improvvisamente realizzo che probabilmente non è la mia uscita inconsueta che l’ha sconvolto tanto. Arrossisco e tento alquanto goffamente di infilarmi il cappotto.

  • Lascia faccio io.

Come è galante stasera. Mi toglie il cappotto dalle mani e mi aiuta ad indossarlo, continuando a fissarmi insistentemente. Quando mi sfiora le spalle sento lo stomaco che fa una capriola. Brutto segno.

  • Sei splendida stasera…

Anche lui non sta per niente male. Con i pantaloni eleganti e la giacca sembra un'altra persona. Pare che stasera non usciremo noi due, ma i nostri alter ego.

  • Ali. Non chiedermi come ha fatto ad un certo punto mi sono addormentata e mi sono svegliata così.

Tento di scherzare ma parlo troppo in fretta. Probabilmente se n’è accorto. Scoppia a ridere e mi porge il braccio.

  • Vogliamo andare Milady?

Il ghiaccio è rotto. Tento di apparire naturale mentre mi aggrappo al suo braccio per evitare una plateale scivolata sul pavimento inzaccherato del pianerottolo. Non sarebbe decisamente il modo giusto di iniziare la serata.



  • Signorina Chiasi che piacere averla qui anche quest’anno!

Mi chino ad abbracciare quest’omino curvo che ormai da una decade mi accompagna al tavolo. Mi conosce fin da bambina, e io lo considero una specie di vecchio zio. Lo vedo guardarsi intorno incuriosito e poi fissare uno sguardo stupito su Biagio.

  • La signorina Salisi non è con lei?

E’ palesemente confuso. Non sono mai venuta qui con un ragazzo. Anzi, credo non mi abbia mai visto con nessuno che non fosse Alice. E sicuramente anche la mia metamorfosi l’ha colto di sorpresa.

  • Alice non ha potuto accompagnarmi quest’anno, così ho dovuto accontentarmi.

Biagio solleva gli occhi al cielo mentre mi aiuta a sfilare il cappotto e scorgo un lampo di malizia in fondo allo sguardo assolutamente imperturbabile di Giorgio. Ci accompagna al tavolo, accende una candela che colora di riflessi rossastri la tovaglia sottostante e si defila silenziosamente per lasciarci il tempo di decidere cosa ordinare.

  • Stavolta sono io che non conosco il posto, ordini tu per me?

Scorro velocemente il menù per assicurarmi che nemmeno quest’anno sia cambiato niente. Questo posto prepara gli stessi piatti da cinquant’anni, e mai nessuno si è sognato di lamentarsene. Ho già l’acquolina in bocca. Con un cenno richiamo Giorgio, che attende pazientemente non troppo distante.

  • Facciamo il solito va bene? E un po’ del vostro vino rosso.

Mi sorride e si allontana senza aggiungere altro. Biagio mi guarda con aria interrogativa. Eh no dolcezza una sorpresa è una sorpresa! Ti prometto che non rimarrai deluso.

  • Conosci da molto questo posto?

  • Undici anni. E ci sono venuta sempre con Ali.

Volevo un regalo speciale per il mio compleanno. I giocattoli non mi interessavano più, vestiti e gioielli ancora non abbastanza. Non che in seguito sia cambiato granché. Un giorno stavo passeggiando con mia madre e ho visto Giorgio, con la sua uniforme perfettamente stirata, uscire dal retro di questo posto e chinarsi a lasciare un pacchetto di avanzi ad un grosso cane lupo. Avevano un’aria così invitante nonostante il contesto che mi sono girata verso di lei e le ho chiesto come regalo una cena in questo ristorante. Lei mi ha guardato un attimo stupita, poi si è messa a ridere. Era convinta che scherzassi. ‘Sei proprio sicura?’. Io ho annuito con quanta più convinzione possibile e lei ha ceduto. E siccome voleva che fosse un regalo speciale, mi ha proposto di portare anche Alice con me. Da allora è diventata una tradizione.

  • Ora capisco perché te l’eri presa tanto. Sei ancora triste?

Lo guardo in silenzio, tentando di scegliere le parole. Come faccio a dirgli che questo si prospetta come il compleanno più bello della mia vita? Oh andiamo mi viene il diabete anche solo a pensare una frase del genere!

  • No…

Arrenditi straniero non otterrai molto di più da me. Non sono fatta per frasi romantiche e sospiri tremuli. Il trucco mi può cambiare esteriormente, ma dentro sono sempre la stessa. Prendere o lasciare.

  • Quelle meraviglie sono per noi?

Meno male sto morendo di fame. Quando Alice mi è piombata in casa non avevo ancora pranzato e più tardi me l’ha impedito prospettandomi danni irreparabili al trucco. Studio con attenzione l’espressione di Biagio passare dallo stupore alla gioia quando ci posano davanti l’enorme piatto di antipasti colmo di ogni ben di dio.

- Non ti sei pentito di avermi fatto scegliere?

Non può rispondere, si è già infilato in bocca una tartina al caviale. Ci sarà tempo più tardi per fare conversazione. Per ora mi pare un’ottima idea dedicarmi a mia volta al cibo.

Non parliamo molto per tutta la cena in effetti. Non facciamo in tempo ad appoggiare la forchetta che qualche cameriere sopraggiunge con una nuova portata. A metà dei secondi io sto scoppiando, Biagio continua a mangiare con la calma e la concentrazione di un monaco buddista. Sorseggio un po’ di vino godendomi la piacevole sensazione di calore di questa serata.

  • Non mangi più?

Gli sorrido appena, scuotendo la testa. Da bravo non dare fastidio, lasciami assaporare questo momento.

  • Posso finirlo io allora?

Sono allibita. Dove diavolo andranno a finire tutte le calorie che ha ingurgitato? E’ quasi più magro di me. Gli allungo il mio piatto e torno a dedicarmi al vino. Devo andarci piano, mi dà già alla testa dopo appena un bicchiere. Finalmente finisce di spazzolare ogni milligrammo di cibo presente sul tavolo. Stavolta è Giorgio ad avvicinarsi al tavolo.

  • Posso portare il dolce?

Lo guardo un po’ dubbiosa. Tutti gli anni Ali ordina la torta alla mia pasticceria preferita e la fa recapitare al ristorante. Quest’anno temo dovrò accontentarmi di un dolce qualsiasi. Mi riassale un po’ di malinconia. Biagio mi anticipa.

  • Faccia pure grazie.

Non capisco bene cosa stia succedendo. Mi giro verso Biagio in attesa di una spiegazione, ma a quanto pare l’ho contagiato con il mio mutismo. Si limita a sorridermi e appoggia una mano sulla mia. Proprio come l’altra volta. Anche stavolta lo lascio fare, anche se il suo tocco mi scuote più di quanto sono disposta ad ammettere. All’improvviso si spengono le luci e vedo avanzare verso di noi una montagna di panna e cioccolato ricoperta di candeline accese. L’effetto è spettacolare, sembra che galleggi nell’aria. Niente stupide canzoncine per fortuna, Giorgio sa che non le sopporto proprio. Mi appoggia davanti questa meraviglia e quasi contemporaneamente le luci si riaccendono. Davanti alla torta è appoggiato un bigliettino. Le mani mi tremano un po’ mentre lo apro. ‘Avrei voluto essere lì con te, ma sono sicura che sei comunque in buona compagnia. Buon compleanno piccola, ti voglio bene. Ali’. Cerco di ricacciare indietro una lacrima inopportuna. Alzo gli occhi e mi ritrovo a chiedermi se è la luce delle candele che lo fa apparire ancora più bello. Mi stringe la mano un po’ più forte.

  • Buon compleanno Morgana…



Kyraya: allora ti è piaciuto il primo appuntamento? Spero di sì... un bacio!

Koral: grazie a te per aver dedicato un po' del tuo tempo alla mia storia, è sempre molto molto piacevole... spero continui a piacerti, alla prossima!!!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 - Natale ***


Odio il Natale. Dal profondo del cuore. Ho la nausea davanti alle vetrine addobbate e alle decorazioni che spuntano ovunque. Come faccio a spiegarlo a Alice impedendole contemporaneamente di far entrare quell’obbrobrio in casa mia?

  • Non esiste. Io non lo faccio l’albero di Natale!

Ali sbuffa spazientita, tentando inutilmente di spostarmi. Diego e Biagio spuntano da dietro l’enorme abete. Mi sembrava strano che fosse riuscita a portarlo da sola, sarà ad occhio e croce il doppio di lei.

  • Ho capito servono le maniere forti…

Biagio senza troppi complimenti mi passa una mano intorno alla vita e mi solleva apparentemente senza alcuna difficoltà. Trovarmi tra le sue braccia mi tramortisce come al solito per alcuni istanti. Più che sufficienti agli altri due per spingere l’albero in casa e chiudersi la porta alle spalle. Comincio a dibattermi, ma non sembra intenzionato a mettermi giù.

  • Biagio mi sto arrabbiando. TOGLIMI SUBITO LE MANI DI DOSSO!

Ali si intromette battendogli una mano sulla spalla con aria bellicosa.

  • Ehi tu non te ne approfittare. L’albero è entrato, puoi anche metterla giù.

Lui borbotta qualcosa tra i denti, poi si arrende e mi deposita delicatamente a terra. Cos’è improvvisamente ti è venuta la paura che mi rompa? Mi giro inviperita verso Ali.

  • Questo non è leale. LO SAI che odio queste cose. Non potevate portarlo a casa loro sto coso?

  • Casa loro è troppo piccola per organizzare il cenone della vigilia, qui è molto meglio.

Oddio mi gira la testa. Non l’ha detto sul serio vero? Dimmi che non ti è passata nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea assurda di organizzare una cena. Per la vigilia di Natale. A CASA MIA.

  • Non pensarci nemmeno! Sai che non festeggio!

Voglio passare la vigilia come ogni anno, da sola, a vedere Nightmare Before Christmas e pregare che le feste passino in fretta. Non voglio nessuno tra i piedi. Unica possibile eccezione il gatto. Fine del discorso.

  • Dai solo noi quattro. Ti prego.

Questi due si sono proprio trovati. Diego è quasi più convincente di Alice quando fa lo sguardo da cucciolo. Forse non sarà così male come temo. Sì come no… sarà sicuramente molto peggio.

  • Sia chiaro, io non cucino. Fate quello che volete basta che poi rimettiate in ordine.

Mi stacco dall’abbraccio stile polipo di Alice e mi rifugio in cucina, tentando di ignorare le risate nell’altra stanza. Come ho fatto a farmi incastrare? Prendo il pennarello nero e cancello un altro giorno sul calendario. Ancora tre e anche per quest’anno l’incubo sarà finito.

  • Che fai qui tutta sola?

Biagio è appoggiato allo stipite della porta, le braccia incrociate e un’aria interrogativa. In fondo non mi dispiace che mi abbia raggiunta nella mia piccola oasi di pace, lontana dalla confusione che stanno combinando di là. Gli faccio cenno di sedersi sullo sgabello accanto al mio.

  • Non mi piacciono queste cose. Le feste, l’allegria a tutti i costi. Perché a Natale dovremmo essere tutti più buoni? Non ho diritto di arrabbiarmi solo perché è il 25 Dicembre?

Mi raggiunge ma rimane in piedi, chinandosi leggermente per mettersi alla mia altezza. Ha cambiato profumo. Anzi no. No no NO. Questa è una fragranza indubbiamente femminile. L’ho sentita più di una volta addosso alle mie compagne di corso.

  • Nessuno ha detto questo. Vorremmo solo passare questa serata insieme a te.

Non posso crederci. Hai addosso il profumo di un’altra e fai il romantico con me? Lo so che non ho nessun diritto su di te. Noi siamo solo amici. Allora perché fa così male?

  • Morgana ma mi stai ascoltando?

Devo calmarmi. Perché mi sento come se non fossi più capace di respirare? E’ facile. Inspira con il naso, espira con la bocca. E dì qualcosa per l’amor del cielo!

  • No. Cioè sì…

Complimenti, ora sì che penserà che sono completamente pazza. Non riesco a ragionare se mi stai così vicino. E quel profumo mi dà il voltastomaco.

  • Levati, profumi come una puttana!

Mi guarda un attimo stupito. Io stessa non credo a quello che gli ho detto. Ora mi prende a sberle, e devo ammettere che ne avrebbe tutte le ragioni! Invece si annusa la camicia e storce il naso, scoppiando a ridere.

  • E’ colpa di Alice! Si è messa in testa di mettere dei fazzoletti imbevuti di profumo nell’armadio di Diego, perché secondo lei c’era puzza di chiuso. Questo è il risultato!

Riprendo a respirare ma continuo a sentirmi una scema. Anzi, la sensazione sta peggiorando notevolmente. Ma che diavolo mi è preso? Mi sono sentita quasi…

  • Gelosa?

Sobbalzo alla domanda di Biagio. Sollevo gli occhi e me lo ritrovo di nuovo vicino. Troppo vicino. A questa distanza non può non accorgersi di quanto sono agitata.

  • Non dire sciocchezze. Mi chiedevo solo che diavolo ti fossi spruzzato addosso!

  • Ne sei sicura?

No. Non sono più sicura di niente. Lo fisso come ipnotizzata mentre mi passa una mano tra i capelli, sfiorandomi il collo. E’ bello da mozzare il fiato. Si avvicina ancora di più, lentamente. Voglio che mi baci. La rivelazione è come un lampo. Ti prego non fermarti…

  • Scusate mi servono le forbici. Ho interrotto qualcosa?

Diego. Sta sulla porta della cucina con un’espressione sconvolta. Che cavolo di domande fai? Avverto distintamente l’irritazione di Biagio. La sua mano è scivolata sulla mia spalla, non sembra intenzionato ad interrompere quel contatto.

  • Secondo te?

Alice spunta da dietro le sue spalle e capisce al primo sguardo la situazione. Mi fa un sorriso talmente esultante che l’imbarazzo mi piomba addosso tutto insieme. Allontano la mano di Biagio con un gesto seccato e mi chiudo in camera, sbattendo la porta. L’ultima cosa che desidero ora è dividere con qualcuno il tumulto che sento dentro. Stava per baciarmi. L’avrebbe fatto, se Diego non avesse scelto proprio quel momento per venire in cucina. E io l’avrei lasciato fare. Come farò a guardarlo di nuovo in faccia?

  • Posso?

Che lo chiedi a fare se ti sei già richiuso la porta alle spalle? Non rispondo, ma stavolta non lo faccio apposta. Non so cosa dire. Non riesco nemmeno a guardarlo in faccia. Mi limito a fissare il pavimento mentre lui si siede accanto a me.

  • Dimmi solo una cosa. Quando è entrato Diego cosa hai provato?

Perché sei qui Biagio? Cosa vuoi sentirti dire? Che in quel momento ho pregato che ti decidessi a darmi quel bacio che sfuggo da mesi? Che per un attimo ho pensato che persino questa stupida festa non sarebbe stata così male con te accanto? Non sono capace di dire queste cose, mi vergogno anche solo a pensarle.

  • L’avrei preso a calci…

Per una volta nella vita non voglio scappare a nascondermi. Ho troppa paura che se continuo questo gioco al massacro un giorno ci sarà davvero il profumo di un’altra sul tuo corpo. Non riuscirei a sopportarlo. Ho sempre pensato che il nostro rapporto andasse bene così, ma ora mi rendo conto che era soltanto una farsa. Non voglio più giocare Biagio. Voglio te. E se farà male, pazienza. Almeno ne sarà valsa la pena.

  • Lo sapevo…

Stavolta non ci sono esitazioni, quasi avesse paura che Diego spunti di nuovo ad interromperci. La sua mano mi accarezza la nuca mentre mi attira verso di sé, contro il suo corpo. Con le labbra segue il contorno del mio viso, sfiorando soltanto l’angolo della mia bocca, come indeciso. Assaggia la mia pelle ad occhi chiusi, il respiro sempre più irregolare. Lo sento sussultare quando gli passo le braccia intorno al collo e appoggio le labbra sulle sue, stringendolo a me. Quando risponde al mio bacio è come se una scarica elettrica mi attraversasse. Non è soltanto troppo tempo che non bacio un ragazzo. Non è mai stato così. Mentre mi stringe così forte da farmi quasi male ho la sensazione che il cuore stia per scoppiarmi nel petto. Smetto di pensare e chiudo gli occhi. Voglio solo continuare a sentire le sue labbra e le sue mani su di me. Tutto il resto per ora può aspettare.



Damned88: non preoccuparti assolutamente, sono io che sto aggiornando il più spesso possibile per farmi perdonare i cronici ritardi passati... Spero che anche questo capitolo ti piaccia, io quando ho finito di scriverlo ho tirato un sospiro di sollievo... Ci sono affezionata a Biagio e mi dispiaceva che continuasse a prendersi delle gran sdentate :-) ma Morgana è fatta così... Alla prossima, un bacio

Kyraya: Morgana ringrazia, come vedi a seguito il tuo consiglio e non è stato decisamente male... Continua a seguire questa storia ok? Besitos

Valentina78: Che bello una nuova recensitrice!!! Sono molto contenta che ti sia piaciuta questa fic, e grazie mille per i complimenti! Ciao ciao

GiuliaTheBest: Non preoccuparti, per me l'importante è che continui a leggere i nuovi capitoli e che ti piacciano, il fatto che li recensisca proprio tutti è secondario (anche se ovviamente mi fa piacere :-D ). Un bacio

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 - Ti amo ***



  • Cominciavo a credere che non saresti più uscita!

L’ho già sentita questa frase. Tanto tempo fa, forse in un’altra vita. Mi lascio abbracciare, assaporo ad occhi chiusi il suo profumo, quei capelli forse un po’ troppo lunghi che mi solleticano il naso. Mi scosto con uno sguardo ammonitore quando si china tentando di baciarmi. Non mi piacciono le effusioni in pubblico.

  • Il professore non la finiva più di parlare! Sono a pezzi mi offri un caffè?

Lo prendo sottobraccio e mi allontano stretta a lui, sotto gli sguardi increduli delle mie compagne di corso. Sono due mesi che quasi ogni giorno mi viene a prendere dopo le lezioni. Sono due mesi che mi lascio abbracciare ad occhi chiusi, che sfuggo i suoi baci e poi me ne vado stringendolo possessivamente. Da quel che so nessuna si è ancora spiegata come sia possibile che una come me tenga legato a sé un ragazzo come Biagio.

Non lo so nemmeno io a dire il vero. Forse la verità è che ho trovato l’unico ragazzo sulla faccia della Terra in grado di sciogliere la maggior parte del mio cuore ghiacciato. Che, per inciso, quando siamo soli comincia a raggiungere temperature decisamente sahariane.

  • Piccola vuoi che ti porti a casa? Al massimo il caffè lo beviamo lì…

Mi alzo in punta di piedi per baciarlo sulla guancia, riconoscente. Mi piace la sua barba leggera che solletica le mie labbra. Si gira stupito a guardarmi, poi scoppia a ridere e mi passa una mano intorno alle spalle.

  • Lo prenderò per un sì!

A volte mi chiedo se non si stuferà a breve di questa relazione. Lui è espansivo, allegro, matto da legare. Io mi imbarazzo se mi bacia davanti agli estranei, parlo poco e tento di fargli capire quanto sto bene con lui con risultati decisamente scadenti. Siamo come il giorno e la notte. Ci attraiamo senza possibilità di scampo, ma quanto ancora riusciremo a non annullarci a vicenda?

  • Metti su il caffè, mi cambio e ti raggiungo subito!

Siamo soli, in casa. Accosto appena la porta, laddove appena un mese fa mi sarei assicurata che fosse chiusa a chiave prima di sfilarmi di dosso persino il primo strato di vestiti. Questa per me è la massima manifestazione di fiducia. Lo sento armeggiare in cucina mentre mi infilo una felpa e un paio di jeans. Se chiudo gli occhi posso quasi vederlo mentre rovescia un po’ di caffè sul pavimento, si guarda intorno per assicurarsi che io non mi sia accorta di nulla e lo raccoglie con un pezzo di scottex. E’ entrato nella mia quotidianità ad una velocità impressionante, e io non ho fatto nulla per impedirlo.

  • Morgana è pronto il caffè!

Come da programma la cucina è un vero disastro. Biagio per riempire la moka è in grado di mettere a soqquadro mezza casa. E’ davvero un casinista nato. Ma, proprio come Alice, invece di farmi arrabbiare mi provoca una gran tenerezza. Non resisto, gli circondo la vita con le braccia e appoggio la guancia alla sua schiena. Qui, nell’intimità della mia cucina, la maggior parte della mia timidezza sparisce come d’incanto. Lui si volta lentamente, mi abbraccia e si china a cercare le mie labbra. Quando mi bacia è sempre stranamente esitante, come se temesse un rifiuto. Mi stringo più forte a lui mentre lascio cadere tutte le mie difese. Prima che me ne renda conto siamo precipitati sul divano, avvinghiati, a divorarci di baci. Mi irrigidisco soltanto quando mi rendo conto che le sue mani si stanno infilando sotto la felpa, a sfiorarmi la pelle. Si rende conto che qualcosa non va e si allontana leggermente, deluso.

  • Scusami ero sovrappensiero…

Non è vero, e lo sappiamo entrambi. Due mesi, e non siamo mai andati al di là dei baci. Nonostante smani per sentire le sue mani addosso, ho una paura tremenda di fare sesso con lui. Paura che si rovini tutto, paura che rida della mia inesperienza. Paura che si renda conto che non ne valeva la pena. Totale mancanza di razionalità.

  • Non fermarti…

Non posso continuare a punirlo, a punirci così. Ci sono momenti in cui il desiderio di qualcosa di più è talmente forte da fare quasi male. Momenti come questo, in cui i vestiti sembrano un ostacolo insopportabile.

  • Sei sicura?

Non so se ti rendi conto di quanto sei bello in questo momento Biagio. Con quello sguardo confuso e stupito, come se fossi convinto di aver capito male. Gli accarezzo la nuca con le dita, attirandolo di nuovo contro il mio corpo, sulle mie labbra. Lo bacio piano, ad occhi chiusi, assaporando le sue mani che lentamente riprendono a percorrere sentieri fatti di brividi e calore lungo il mio corpo. E’ così che avrebbe dovuto essere la mia prima volta.

  • Ti amo Morgana…

E’ come una doccia fredda. Lo guardo smarrita. Vedo il suo sguardo speranzoso diventare via via più cupo e deluso. Sono come paralizzata. Non ce la faccio a pronunciare quelle due dannatissime paroline.

  • Potresti almeno degnarti di rispondermi non credi?

Mi stacco da lui bruscamente. Troppo bruscamente. Il freddo mi assale improvviso, maligno. Freddo del corpo e dell’anima. Dov’è finito tutto il calore di poco fa? Chino la testa, non riesco a guardarlo. So che sta soffrendo. Soffre per colpa mia, per la mia incapacità di amare.

  • Forse è meglio che me ne vada ora! Ci sentiamo quando avrai capito cosa vuoi dalla vita!

E’ crudele, ma non so dargli torto. Come ho potuto pensare che accettasse di condividere i miei silenzi? Mentre la porta sbatte rabbiosa, portandosi via il ragazzo più meraviglioso che abbia mai conosciuto, mi rannicchio sul divano, stringendo le ginocchia al petto, e scoppio a piangere.



GiuliaTheBest: temo che questo capitolo non ti piacerà come il precedente, ma sono dell'idea che con due caratteri così non avrebbe potuto andare tutto liscio... al prossimo chap, un bacio

L_Fy: tesora!!! che bello rivederti tra le mie recensitrici (poche ma fedeli!)!!! Ma che nonnina e nonnina, la mia nonna una scena come quella della nutella non l'avrebbe mai pensata quindi stai su :-D sono contenta che ti sia piaciuto questo capitolo, la frase che hai citato in effetti è anche una delle mie preferite in questa storia (purtroppo non sono sempre così ispirata sigh...). A presto, qui o su Geometrie... baci!!!

Valentina78: così mi commuovo però... grazie mille!!!

Damned88: spero che non dormirai sonni meno tranquilli dopo questo, mi sentirei in colpa... continua a seguirmi ok? besitos

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 - Annullamento ***



  • Morgana apri questa maledetta porta! Siamo stufi di parlare con la tua segreteria telefonica!

Diego e Alice sono accampati da una decina di minuti sul mio pianerottolo. Ho provato a fingere di non essere in casa, ma non si sono dati per vinti. Non ho voglia di parlare con loro. Non ho voglia di parlare con nessuno a dire il vero. Voglio solo stare rannicchiata sotto il piumone, con le ginocchia al petto, e piangere. E’ chiedere troppo?

  • Morgana ti avverto se non apri entriamo con la copia delle chiavi di Ali!

Fate pure, accomodatevi. Solo non è un bello spettacolo. Né la casa, né tantomeno la proprietaria. E’ passato qualche giorno da quando Biagio è uscito da quella porta. Almeno credo, comincio ad avere qualche difficoltà a percepire lo scorrere del tempo. Se non dovessi occuparmi del gatto dormirei tutto il giorno.

Sento le chiavi girare nella toppa. Non mi arrabbio nemmeno, la cosa mi lascia totalmente indifferente. Ali entra in camera mia come un ciclone.

  • E’ qui amore! Mor stai bene?

Certo che sto bene non si vede? E’ il mio nuovo hobby starmene rannicchiata a letto, al buio, nel bel mezzo del pomeriggio. Almeno, credo sia pomeriggio…

  • Per niente. Ma che ore sono?

Diego piomba su di me come un falco sulla preda. Scosta bruscamente il piumone, lasciandomi a rabbrividire nella mia maglietta di cotone, e mi afferra per le spalle.

  • Si può sapere cosa pensavi di fare, di lasciarti morire di fame?

Il solito esagerato. Ho persino mangiato qualche volta. Certo, il frigo è quasi vuoto e dovrei fare la spesa, ma evitiamo di buttarla sul melodrammatico. Lo allontano con uno spintone. O almeno questo nella mia mente. Nella realtà non si sposta di un millimetro.

  • Lasciami, mi fai male. Ora non posso nemmeno stare un paio di giorni per conto mio?

Si guardano, increduli. Studio prima l’una poi l’altro, con una punta di interesse. Non capisco bene cosa sta succedendo.

  • Mor sono quasi due settimane che non rispondi al telefono.

Non ci posso credere. Mi viene di nuovo da piangere, ma stavolta non per lui. Per me stessa. Come ho fatto a cadere così in basso? Non mi sono mai ridotta così. Per nessuno. Poi un altro sentimento si fa strada. Rabbia.

  • Sono DUE SETTIMANE che quello stronzo non mi telefona? Io lo ammazzo!

Ali scoppia a ridere e mi getta le braccia al collo. Diego si è finalmente reso conto del mio abbigliamento decisamente indecente e si limita a una rude carezza sulla testa.

  • Ali falle fare una bella doccia, ha una medusa al posto dei capelli. Io vado a comprare qualcosa da mangiare.

Li osservo con una punta di invidia scambiarsi un bacio spontaneo e prolungato nonostante sia a pochi centimetri da loro. Sono i miei migliori amici, li adoro e sono felice per loro. Ma non posso fare a meno di pensare che se fossi stata più simile ad Ali non sarebbe finita con Biagio, e questo fa male.

  • Vi ricordo che qualcuna in questa stanza è stata scaricata da poco …

Si girano verso di me, arrossendo. Non lo sanno, o l’hanno semplicemente dimenticato per un momento? Non fanno domande, è più probabile la seconda ipotesi. Mi passo una mano tra i capelli e le dita rimangono incastrate. Bisogna decisamente correre ai ripari.

Appena Diego se ne va Ali quasi mi strappa la maglietta di dosso e mi trascina davanti allo specchio. Mi osservo incredula. Non mi stupisco che si siano preoccupati tanto. Non posso essere dimagrita così tanto in due settimane. Ripenso a quella notte d’agosto in cui ho visto un’altra ragazza nello specchio. E’ di nuovo lì. Con la sua pelle bianchissima e il reticolato di vene che la avvolge. Ho delle occhiaie da far paura e nell’insieme sembro un fantasma. Davvero un bello spettacolo.

  • Mor guardati. Ti piace quello che vedi?

Che razza di domande fai? Ovvio che non mi piace. Romperei lo specchio a pugni pur di non vedere più quello sguardo fisso e torbido nei miei occhi. Ma sto male e non riesco a venirne fuori. Scuoto la testa.

  • Nemmeno a me. Non è giusto che tu ti riduca così, te ne rendi conto?

Mi rifugio nel suo abbraccio. E’ confortante sentire le sue braccia esili che mi stringono con una forza che non immaginavo possedesse. Mi trasmette calore e tanto, tanto affetto. Sono sempre stata io quella forte tra noi. Quella che asciugava le lacrime e spronava a non lasciarsi andare. Stento a riconoscermi ora.

  • Ora fatti una doccia calda, Diego sarà di ritorno a minuti. E stanotte restiamo qui con te.

  • Non azzardatevi a fare sesso sul mio divano!

Sorrido stancamente nel vedere i suoi occhi che si allargano per la sorpresa. L’epoca del pentimento è finita. Da domani la mia vita ricomincia. Con o senza Biagio.

  • Mor posso farti una domanda?

Mugugno a mò di risposta mentre cerco nell’armadio un accappatoio pulito. Mi sento effettivamente un po’ debole, ogni gesto mi costa una buona dose di fatica. Mi muovo per pura forza di volontà.

  • Che è successo tra di voi?

Niente giri di parole, come sempre in questi casi. Quindi Biagio non ha voluto raccontarle tutto. Chissà se a Diego l’ha detto che non sono stata capace di rispondere alla frase più importante che mi abbiano mai detto.

  • Mi ha detto che mi amava e io sono rimasta zitta.

Non si aspettava che le parlassi così apertamente, glielo leggo in faccia. Ma sono stanca di tenermi tutto dentro. Mi siedo sul bordo del letto e sollevo il gatto sulle mie ginocchia. E’ stato il mio unico compagno in questi giorni di annullamento. Sembra felice anche lui di rivedermi in piedi.

  • Ho avuto paura. Non chiedermi perché, ci ho ripensato fino alla nausea ma non me lo spiego. L’ho lasciato andare via senza nemmeno una parola. Non me lo perdonerà mai.

  • Tu lo ami?

  • Sì…

Perché è così semplice ammetterlo ora? Forse perché l’idea di non poterlo più stringere tra le mie braccia è come una pugnalata al cuore. I suoi baci, i suoi abbracci, le sue battute sarcastiche mi mancano in maniera quasi fisica. Sono innamorata di Biagio da chissà quanto tempo, e me ne rendo conto solo ora che l’ho perso.

  • E perché non vai a dirglielo?

  • E’ troppo tardi.

  • Non è troppo tardi. Biagio ha aspettato quasi un anno che tu ti accorgessi di lui. Non ti lascerà andare così.

Scuoto la testa. Forse si è semplicemente stancato di aspettare. Non mi ha cercato neppure una volta in queste due settimane.

  • Discorso chiuso Ali. Se non esco tra dieci minuti vieni a controllare che non sia svenuta sotto la doccia?

  • Magari! Una botta in testa potrebbe anche farti rinsavire!

Le faccio una linguaccia e mi chiudo la porta alle spalle. E ora, prima di tutto, pensiamo a riacquistare un aspetto umano. Ci sarà tempo più tardi per raccogliere i cocci della mia vita.



Scusatemi ma oggi non ho proprio il tempo di inserire i ringraziamenti ad personam, ma ho pensato che avreste preferito che pubblicassi almeno il capitolo invece di aspettare presumibilmente fino a lunedi che potessi tirare un po' di fiato. Resta il fatto che vi adoro tutte mie care lettrici. A presto!!!!


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Capitolo 18
*** Capitolo 18 - Sincerità ***


  • Io adoro quest’isola. Possiamo trasferirci qui?

Non posso ancora credere che l’abbiamo fatto davvero. Ci siamo lasciate alle spalle una città grigia e piovosa e, nel bel mezzo di una sessione di esami, ci siamo regalate una settimana alle Canarie. Solo io e Ali, nonostante le proteste di Diego. Un sogno proibito che abbiamo avuto la possibilità di realizzare quasi per caso, e abbiamo afferrato al volo. Ali è sdraiata accanto a me sulla sabbia calda, fasciata in un bikini al limite dell’osceno. Ovviamente i ragazzi che si stanno velocemente moltiplicando intorno a noi sembrano gradire particolarmente.

  • Non credo che Die gradirebbe sai? Già pensavo mi avrebbe uccisa quando gli hai detto che partivi!

E’ piacevole essere lontana migliaia di chilometri dalla mia vita. E’ come se mi fossi presa una vacanza anche da me stessa. Passo le giornate abbuffandomi di schifezze e arrostendomi come una lucertola sotto questo sole incredibilmente abbagliante. Ho la sensazione che se rimarrò abbastanza a lungo riuscirò a sciogliere lo strato di ghiaccio che ha avvolto il mio cuore da quando Biagio mi ha lasciata.

  • Magari posso chiedergli di raggiungerci!

  • Per l’amor del cielo, non voglio reggervi la candela anche quaggiù!

Scuoto le decine di treccine colorate che hanno sostituito in un lampo di follia i miei anonimi capelli neri. Le sono grata per aver abbandonato il suo ragazzo di punto in bianco solo perché gliel’ho chiesto. Siamo tornate noi due contro il mondo. Come in fondo non abbiamo mai smesso di essere. Ma Diego e Biagio sono sospesi intorno a noi come pallidi fantasmi. Per troppo tempo siamo stati in quattro, troppo a lungo i nodi di questa nostra strana amicizia si sono stretti ed incrociati, per cancellarli con un colpo di spugna.

  • Solleva lo sguardo dalla sabbia per un minuto e guardati intorno.

Ubbidisco quasi automaticamente, sollevando una mano a proteggere gli occhi dal sole accecante di mezzogiorno.

  • Ci sono i tuoi ammiratori…

  • Mor svegliati una buona volta! Basterebbe un sorriso e si precipiterebbero tutti ai tuoi piedi!

Alice è sempre stata molto sicura di me. Lo è abbastanza per tutte e due in effetti, vista la scarsa considerazione che nutro io per il mio aspetto fisico.

  • Non ricominciare. Non ho intenzione di avere una breve ma intensa storia d’amore con uno di quei cosi sbavanti.

  • Ti manca vero?

Come fai a leggere dentro di me così facilmente, quando nemmeno io sono sicura di quello che sento? Sì mi manca. Tantissimo. Ma non posso permettermi di pensarlo o nemmeno questo posto mi impedirà di sentire freddo.

  • Mi passerà.

  • Mi spieghi perché non vuoi nemmeno provare a parlarci?

  • Non cambierebbe niente. Sono fatta così, non lo farei mai felice.

Rimugina un po’ sulle mie parole, giocherellando con la sabbia scura davanti a lei. Sta architettando qualcosa. Posso quasi sentire gli ingranaggi del suo cervello muoversi a ritmo impressionante.

  • Lo vedi quel ragazzo?

  • Quale?

  • Quello biondo col costume blu.

Eccome se lo vedo. Con occhio critico, totalmente obiettivo e assolutamente astioso nei confronti dell’intero genere maschile. E’ incontestabilmente uno schianto. Proprio il tipo di ragazzo per cui Ali ha sempre perso la testa.

  • Credi che un anno fa con quegli occhi puntati addosso sarei rimasta qui a chiacchierare con te?

Mi giro verso di lei. Comincio a capire dove vuole andare a parare, ma sono curiosa di sentire il seguito.

  • Io sono cambiata Mor. Cosa ti fa pensare di non poter fare lo stesso?

Ho capito cosa sta cercando di dirmi. Ali non è mai stata l’incarnazione della fedeltà. Ha sempre dichiarato di essere assolutamente incapace di resistere alle tentazioni. Guardo di nuovo quella specie di dio greco che mi ha indicato. Deve essere davvero innamorata.

  • E’ una situazione diversa.

  • Non è vero, lo sai meglio di me.

Mi mordicchio le labbra, innervosita. Lei si lascia andare nuovamente sulla sabbia, guardandomi di sottecchi con un sorriso sardonico sulle labbra. Ha capito di aver fatto centro.

  • Cosa dovrei fare secondo te?

E’ forse la prima volta che le chiedo una cosa simile. Ma in questo momento mi sento totalmente confusa. E quando si parla di relazioni Ali ha molta più esperienza di me.

  • Goditi le vacanze e quando torniamo parla con lui.

Non garantisco sulla seconda parte del consiglio, ma sono fermamente intenzionata a seguire la prima alla lettera. Afferro la mano di Ali e la trascino letteralmente dentro l’acqua cristallina e gelida. Posso permettermi ancora per tre giorni di non pensare a cosa troverò al mio ritorno.

Non faccio in tempo a scorgere tra la folla Diego che agita forsennatamente la mano che Alice non è più al mio fianco. Gli si getta addosso come se non si vedessero da secoli. Sorrido sotto i baffi mentre afferro anche il suo trolley.

  • Mi hai presa per un mulo per caso?

Diego interrompe momentaneamente l’esplorazione delle tonsille di Ali e mi stringe in un abbraccio che mi toglie il fiato per la sorpresa.

  • Morgana sei uno splendore! Almeno stare una settimana senza di voi è servito a qualcosa!

Apprezzo che parli al plurale, anche se so benissimo che è di Ali che ha sentito davvero la mancanza. Dopo un attimo di titubanza rispondo all’abbraccio, lasciandolo di sasso. Da qualche parte devo pur cominciare no?

  • Ci sei mancato anche tu. Non sai che fatica tener lontani tutti quegli inglesi.

Scoppia a ridere e mi lascia andare. Ali mi fa l’occhiolino, indicando con la testa qualcuno alle mie spalle. L’ultima persona che avrei pensato di trovare qui.

  • E io non vi sono mancato?

Inclino la testa di lato e porto l’indice alle labbra, con aria pensierosa.

  • Dipende. Noi siamo mancate a te?

Riesco a percepire la tensione tra di noi, ma non posso lasciare che vinca. Se è qui forse è vero che non ha rinunciato a noi. Ma ho bisogno di averne la sicurezza. E poi mi sono mancate le nostre conversazioni sarcastiche.

  • Non ti hanno insegnato che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda?

Diego e Alice hanno smesso di sbaciucchiarsi e ci guardano un po’ timorosi. Non ho capito nemmeno io se stiamo litigando o ci stiamo semplicemente godendo la possibilità di battibeccare di nuovo.

  • Sono sicura che ad Ali sei mancato, non faceva che parlarmi di te.

  • Potrei dire lo stesso di Diego. Pare proprio che questi due si siano messi d’accordo per rovinarci questo piacevole momento di lontananza.

Il gioco mi sta sfuggendo di mano. Mi ferisce terribilmente sentire queste parole così dure uscire dalle labbra che mi hanno accarezzato con incredibile dolcezza fino a poche settimane fa. Abbasso gli occhi.

  • Non illuderti che sia scappata da te Biagio.

Lo sento irrigidirsi, anche se il suo sorrisetto strafottente rimane immutato. Uno pari. Ma improvvisamente tutto mi sembra terribilmente inutile. Che senso ha questo gioco al massacro, quando l’unica cosa che vorrei è essere stretta tra le braccia? Lo afferro per una manica mentre si gira per andarsene.

  • Scappavo da me stessa.

Le mie parole rimangono come sospese nell’aria tra di noi. Sento Ali alle mie spalle trasalire per la sorpresa. Nemmeno lei credeva davvero che sarei stata capace di dirglielo. Biagio si volta lentamente, studiandomi.

  • Cosa intendi?

  • Lo sai come sono fatta. Lo sapevi dall’inizio. Eppure non ti sei mai arreso. Perché?

Ti prego dillo. Ho bisogno di sentirlo di nuovo, ora, o non avrò il coraggio di andare fino in fondo.

  • Perché sono innamorato di te.

Riprendo a respirare mentre il cuore mi impazzisce nel petto. Ha parlato al presente. Mi ama ancora, nonostante questo mese di silenzio tra di noi. Mi sollevo in punta di piedi, aggrappandomi alle sue spalle, e premo le labbra sulle sue. Rimane un attimo paralizzato, poi chiude gli occhi e risponde al bacio. Non devo pensare alle centinaia di persone che ci passano accanto, altrimenti morirò di vergogna. Mi stringo più forte a lui quando sento le sue mani salire esitanti lungo la mia schiena. E all’improvviso tutto scompare. Gli sguardi di Ali e Diego fissi su di noi. Il fracasso degli altoparlanti che annunciano gli arrivi e le partenze. La marea umana che tenta di travolgerci. Mi allontano pochi millimetri dalla sua bocca.

  • Anche io ti amo…

Appena un sussurro sulle sue labbra, ma ho la sensazione che mi abbia sentito il mondo intero. Fisso i suoi occhi meravigliosi spalancarsi per la sorpresa e le sue labbra stirarsi in un sorriso che mi scalda il cuore.

  • E vedi di fartelo bastare per oggi, perché comincio a sentire l’irrefrenabile impulso di scavare una fossa e seppellirmici dentro!

Nemmeno mi ascolta. All’improvviso mi sento sollevare da terra e mi ritrovo letteralmente appiccicata a lui.

  • Razza di cretino METTIMI SUBITO GIU’!

Alice ci piomba addosso con la grazia che la contraddistingue, riempendoci di baci umidicci di lacrime. A Diego tocca staccarcela di dosso con la forza per permetterci di respirare. Biagio continua a tenermi stretta, come se avesse paura che gli sfugga di nuovo tra le dita.

  • Milady…

  • Mh?

  • Andiamo a casa?

Solo tre parole, e la vista mi si annebbia al pensiero del nostro ultimo incontro. Se non si fosse interrotto in maniera così brusca noi avremmo… Devo essere arrossita fino alla radice dei capelli perché Biagio mi guarda e scoppia a ridere. Il solito cafone.

  • Tranquilla non attenterò alla tua virtù… a meno che non sia tu a chiedermelo!

Mi sollevo a posargli un bacio sul collo, aspirando a pieni polmoni il suo profumo. Dio quanto mi è mancato!

  • Scemo…


Ecco qua l'ultimo capitolo... scusate il ritardo nel pubblicarlo ma ho avuto qualche piccolo inconveniente tecnico!

Un grosso grazie a tutte voi che mi avete seguito in questo lavoro, spero che ne sia valsa la pena. Spero di ritrovarvi presto, ho già qualche ideuzza in testa per il prossimo racconto...

Un bacio!

Cla

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Capitolo 19
*** Epilogo - The day after ***


Un piccolo epilogo per 'Al di là delle Apparenze'. Non era necessario ai fini della storia, ma da quando l'ho finita mi frullava in mente, e ora finalmente ha assunto una forma che mi soddisfa. Non è assolutamente hard, non sono capace di scrivere scene di sesso quindi non mi ci metto nemmeno. E' un piccolo regalo che ho voluto fare ai miei personaggi, un oasi felice dopo tutte le loro vicissitudini. Cronologicamente è ambientato il giorno successivo al ritorno di Alice e Morgana dalle Canarie.

Buona lettura!


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  • Dormi?

Non mi risponde. Avverto il suo respiro lento e regolare. Mi stiracchio quel poco che la situazione mi permette e gli passo una mano tra i capelli. E’ bellissimo in questo momento, abbandonato sulla mia spalla, un braccio a stringermi in un abbraccio quasi possessivo. Non posso credere di essere stata ad un passo dal perderlo. Ho rischiato davvero che uscisse per sempre dalla mia vita.

  • Biagio io ho freddo levati…

Riesco ad afferrare un lembo della coperta e tirarmelo addosso. Lui si agita appena, disturbato dai miei movimenti. Affonda il viso nella mia pelle, poi si acquieta nuovamente. Comincio ad essere insofferente. E’ quasi mezzogiorno a giudicare dalla luce che filtra attraverso le persiane. E dai miagolii sempre più impazienti del mio gatto. Tento di liberarmi della sua stretta, senza troppi risultati a dire il vero.

  • Sei insopportabile anche quando dormi!

Apre un occhio, guardingo, e mi si stringe addosso ancora di più. Favoloso, sono andata a letto con una sanguisuga!

  • Amore ti prego ho un sacco di cose da fare…

Spalanca gli occhi, improvvisamente sveglio. Commediante.

  • Scusa non sono sicuro di aver sentito bene… come mi hai chiamato?

Ridendo me lo scrollo di dosso e tento di alzarmi, ma lui mi acchiappa per le spalle e mi ritrascina giù, contro il suo corpo, ignorando le mie proteste.

  • Biagio hai cinque secondi per lasciarmi!

  • Altrimenti?

Il suo tono ambiguo e lo sguardo ironico che mi lancia hanno l'effetto di una scossa elettrica sui miei sensi ancora sovraeccitati. Ammutolisco nel ripensare a ieri sera, mentre avverto il sangue che inopportunamente affluisce al mio viso. Appoggia le labbra sul mio collo, facendomi il solletico con la barba. Biagio ha la barba? Come mai non me ne sono mai accorta?

  • Rassegnati, non lascerò che tu esca da questo letto prima di un' ora. Quindi, perché non ti rilassi e ti godi il momento?

Capisco una parola su cinque, troppo distratta dal suo respiro che mi accarezza la pelle nuda, caldo, umido e tremendamente eccitante. Gli pianto le unghie nella spalla, strappandogli un gemito. Come diavolo fa a farmi sentire così? Perché mi sembra di essere viva solo tra le sue braccia? Sospiro e mi abbandono contro il suo corpo, intrecciando le gambe con le sue.

  • Ti amo...

Due piccole parole che mi scappano di bocca senza che possa evitarlo. Lui mi guarda sorpreso, solo per un istante. Poi il suo sguardo si riscalda, e la stretta sui miei fianchi si approfondisce mentre si allunga a baciarmi le labbra. Cerco di imprimere in quel bacio tutto quello che fatico a dirgli a parole. Quanto mi è mancato in quei mesi di lontananza, quanto ho sofferto al pensiero che un giorno o l'altro ci sarebbe stata un'altra al mio posto. Quanto disperatamente ho bisogno di lui, come mi sia sentita completa e felice questa notte. Con lui. Stacca le labbra dalle mie solo per un secondo.

  • Non sai quanto ho aspettato di sentirlo...

E ricomincia a baciarmi, annullando ogni altro pensiero, percorrendo il mio corpo con una scia infuocata di baci e carezze. Mi lascio andare con un sospiro, attirandolo contro di me e lasciando che mi imprigioni sotto il suo corpo.

  • Ehi Milady...

  • Hmm?

  • Sei dannatamente brava per essere una principiante...

Come non detto. Ufficialmente, lo odio. Ma proprio mentre apro la bocca per ribattere mi bacia di nuovo, a tradimento, insinuando la lingua tra le mie labbra socchiuse e procurandomi una dolorosa fitta di desiderio che serpeggia rapida sotto la pelle. E mentre mi abbandono a quel bacio spettacolare decido che, per la prima volta nella mia vita, non mi interessa poi così tanto avere l'ultima parola.


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