Ricordi

di LoveScorpius
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Scorpius!"
Io non riesco assolutamente a capire come, talvolta, la sua voce possa essere così fastidiosa.
"Scorpius!"
Sto impiegando tutte le mie forze nel tentativo disperato di ignorarla e continuare a leggere in santa pace il giornale.
In fondo, è Domenica pomeriggio e sono del parere di essermi meritato dieci minuti di riposo.
"Malfoy!"
Evidentemente lei non è del mio stesso parere.
Rassegnato, lascio stare il giornale e sbuffo, senza però alzarmi dalla poltrona.
"Che c’è?" Urlo, in direzione della cucina.
"Vai in soffitta e cerca l’enciclopedia della cucina!"
Se non dovessi essere io a dover cercare, mi metterei a ridere: una strega che si ostina a seguire un ricettario babbano…le pietanze sono più buone, secondo lei, quando le prepari senza magia.
A mio parere è pazza ma non ho la benché minima intenzione di discutere sulla cucina, quindi mi alzo dal mio trono.
"Vado."
Appena apro la porta della soffitta, rimpiango di averlo fatto: è la cosa più simile ad un campo di battaglia che abbia mai visto.
E trovare un libro di cucina babbana in queste condizioni sarà un’impresa impossibile.
"Accio libro di cucina!" Dico, muovendo la bacchetta. In meno di un secondo, vengo colpito in pieno viso da una serie di romanzi con titoli del tipo “Chocolat” e “Miele” ed altri che non sto qui ad elencare.
Maledicendo tutti gli autori e gli editori, rimetto la bacchetta nella tasca dei jeans e comincio a cercare.
Mi imbatto in ogni genere di cosa: vecchi vestiti, manici di scopa, peluche e poi…un album fotografico. Mi fermo e comincio a sfogliarlo: è il mio vecchio album scolastico.
Guardo le foto sorridendo finchè non trovo quella foto.
Finchè non vedo quegli occhi che mi fissano intensamente e, inevitabilmente, arrivano i ricordi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Non dimenticherò mai il mio settimo anno ad Hogwarts.
Come mio padre e mio nonno, anche io ero appartenevo alla meno stimata casa di Hogwarts: Serpeverde.
Inutile spiegare perché fosse così poco apprezzata: era stata la casa di Lord Voldemort, il peggiore mago che sia mai esistito sulla faccia della terra.
Si erano scritti libri sull’epica battaglia finale, che aveva visto trionfare Harry Potter e soccombere Voldemort.
La mia è stata una famiglia di mangiamorte, in passato, e siamo stati davvero fortunati a non finire ad Azkaban come tutti gli altri.
Questo lo si doveva in gran parte a mia nonna, che aveva aiutato Harry Potter, ed anche a mio padre, che, alla fine, aveva deciso di stare dalla parte del Bene.
Nonostante ciò, i rapporti fra Malfoy, Potter e la storica famiglia Weasley, non erano mai migliorati.
Ed io, da unico rampollo di Draco Malfoy, avevo l’obbligo morale di tenere alto l’onore della famiglia ed ignorarli completamente.
Stavo per iniziare l’ultimo anno e, come al solito, dividevo lo scompartimento del treno con dei compagni della mia stessa casa.
Guardavo distratto fuori dal finestrino, fissando il mio riflesso: capelli biondi, pelle chiara, occhi verdi. Ero la copia esatta di mio padre.
Stanco di ascoltare le conversazioni dei miei compagni, dissi di avere fame ed uscii.
“Rose, se prendi tutte quelle cioccorane scoppi.”
“Sta tranquillo, non scoppio.”
Alzai lo sguardo e vidi due ragazzi fermi davanti il carrello dei dolci.
Lei aveva i capelli castano chiaro e profondi occhi verdi su un visetto piccolo.
Sorrideva al ragazzo che le stava accanto e lui ricambiava. In quel momento provai qualcosa di strano: sentii il cuore stringersi e avrei tanto voluto prenderlo a pugni.
Ero sorpreso.
Conoscevo abbastanza bene quei ragazzi: lei era Rose, la figlia dei migliori amici di Harry Potter, Ron ed Hermione Weasley, e lui era il migliore amico di lei, Jason Williams.
Entrambi Grifondoro, entrambi prefetti, entrambi fra i più amati della scuola.
Naturalmente li conoscevo da sette anni, eppure…sentivo qualcosa che non avevo mai sentito prima.
Non riuscivo a staccare gli occhi di dosso a Rose: era proprio cresciuta in tre mesi.
Mi sembrava si muovesse troppo lentamente, quasi volesse farmi assaporare ogni suo singolo movimento.
“Tutto bene, Malfoy?”
La voce di Jason mi riscosse dai miei pensieri.
Avrei voluto dirgli di farsi gli affari suoi, ma Rose mi stava fissando tanto intensamente che non riuscii a dire nulla e mi limitai a rientrare nel mio scompartimento.
Per tutto il resto del viaggio non feci altro che ripensare a quei bellissimi e profondi occhi verdi.

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