The sound of the hooves.

di Chumpy_Rhummy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Just a number. ***
Capitolo 2: *** Sis Blunder Bar ***



Capitolo 1
*** Just a number. ***


La porta di un box che sbatte, con violenza. Il silenzio intorno. Le urla concitate di quell'uomo che spesso ci fa visita per poi andarsene con qualcuno dei miei compagni. I loro sguardi disperati, quasi sicuri di non finire in buone mani. Sospiro e scuoto la criniera. Ci sono centinaia di mosche che popolano il mio giaciglio, altrettanti tafani che si posano sulla mia groppa, ma ho poca energia per scacciarli. L'acqua è calda e stagnante, il fieno secco e vecchio e il mangime non so più che sapore abbia. Quando mi hanno portato qua non credevo di rimanerci così a lungo. Speravo che i miei padroni avrebbero fatto ritorno, un giorno. Non è mai accaduto. Anche la mia gamba non è più tornata quella di una volta. Forse è per qiesto che non sono più venuti a prendermi; non sono in grado di gareggiare. Ne è passato di tempo, tanto, troppo per mantenere in vita la speranza di rivederli di nuovo. Mi volto, non voglio vedere il vecchio Golia andarsene via da solo, salire su quel camion che puzza di morte. Nessuno osa dirlo, però la verità è solo questa: l'ultimo viaggio della nostra vita. Io oggi sono fortunato... Ma per quanto ancora?

Hope si asciuga la fronte e cerca di accomodare la coda di cavallo che trattiene i suoi lunghi capelli dorati. Difficile impresa. I riccioli le cadono ribelli ai lati del viso. Affretta il passo e controlla il piccolo orologio di plastica al proprio polso. Niall sarà furioso per il suo ritardo. Tra mezz'ora si presenterà sotto il suo portone strimpellando il clacson per farla scendere. Perchè mai aveva accettato di accompagnarlo a quella dannata cena? Sale i gradini di casa a due a due e spalanca la porta con una tale furia da scheggiarsi un'unghia.
"Dannazione, già le ho corte se poi le rompo anche è la fine!".
Giusto il tempo  di aprire l'armadio per scegliere cosa indossare che il cellulare comincia a squillare. Sul display lampeggia il numero di Niall.
"Sei pronta? Non farmi far tardi! Ti sei fatta la piega, sei stata dal parrucchiere? Hai comprato...".
"Calmati! Mi fai venire l'ansia. è forse il tuo matrimonio?".
Il ragazzo sospira e sbuffa al tempo stesso, poi risponde: "No, non lo è! Ma tu hai idea di chi sarà presente stasera a questa cena? E dove stiamo andando?".
Hope sorregge il cellulare con una mano, mentre con l'altra adagia un vestitino sul letto per poi rimetterlo subito al suo posto.
"Mi stai trascinando in un allevamento di cavalli, quando sai benissimo che sono vegetariana e talmente amante degli animali da non condividere neppure l'ippica. Praticamente mi porti al patibolo!".
"Quante storie! Fatti bella che il proprietario non solo è ricco sfondato, ma è anche super attraente".
Hope non le risponde. Sarebbe inutile. L'ultimo suo pensiero è quello di cercare un ragazzo, figuriamoci uno che avrà innumerevoli ragazzine ai suoi piedi. Chiude la telefonata con una sola certezza: indosserà jeans, una camicia e stivali. Alla faccia della femminilità!

***

Il ragazzo mi osserva in silenzio. Alzo la testa per riabbassarla subito. L'uomo che mi accudisce apre il box e con decisione mi mette una vecchia cavezza. Non ho voglia di ribellarmi, non ho voglia di reagire. Mi trascina fuori e mi mostra come trofeo, elencando quelle che dovrebbero essere le mie qualità, prima fra tutte: essere uno stallone di razza pura. Sventola sotto il naso dell'individuo un foglio dove sono annotati i nomi dei miei genitori. Finisce il mio esame estetico dandomi una pacca sul posteriore come a volermi far partire al galoppo. Ma non vede che non ho forze? I suoi abiti non odorano di morte, ma nei suoi occhi non c'è amore...


Un parco immenso e tante candele accese lungo il viale d'accesso. Davanti alle scuderie alcuni camerieri in livrea bianca offrono aperitivi a un gruppetto di invitati comodamente seduti. Niall parcheggia e, prima di scendere, controlla per l'ennesima volta se il suo ciuffo fosse perfetto.
"Visto che posto stupendo?".
Hope incurante del suo abbigliamento continua a guardarsi intorno incuriosita.
"Quei cavalli nei box?".
Un ragazzo si occupa di prendere in custodia le chiavi della macchina, mentre una giovane cameriera fa loro strada ai tavoli imbanditi.
"Jake è un allevatore no?".
Niall le si avvicina e controlla che la cameriera non senta quello che sta per dire:
"È ricchissimo perchè fornisce esemplari di alta genealogia alla maggior parte dei cavalieri italiani. Praticamente a tutti quelli che gareggiano ad alto livello. Qui si parla di animali che costano una fortuna".
Hope pensa che nessun animale dovrebbe essere quanntificato con i soldi, ma non fa commenti. Tra il gruppetto degli invitati spiccano alcune ragazze eccessivamente scollate che sorridono alle battutte di un ragazzo. È alto e ha una corporatura atletica. Indossa una camicia azzurrina che mette in risalto la sua abbronzatura, gli enormi occhi color nocciola e i capelli neri. Impossibile non rimanerne colpita. Capisce all'istante che deve trattarsi del famoso allevatore, nonchè ricco boccone appetitoso per ragazze in cerca di bella vita. Appena le vede arrivare le accoglie con un grande sorriso che mostra una dentatura perfetta, da far invidia al più bell'attore americano in voga.
"Benarrivato Niall, come stai?".
Gli rivolge quella domanda di cortesia ma punta il suo sguardo su Hope.
"Bene. Grazie per l'invito. Mi sono permesso di portare un'amica, Hopre, ti presento il signor Rosati".
Stretta di mano decisa e sguardo diretto. Hope non ne rimane intimorita. Sa di essere idversa da tutte le altre. Percepisce che l'interesse del ragazzo è dovuto in gran parte al suo abbigliamento casual, quasi un affronto alla serata di gala che si sta svolgendo.
"Mi piacerebbe visitare i paddock. Quelli sparsi nei campi. Appena h adel tempo a dispozione naturalmente.
Niall si volta allarmato per quella richiesta sfacciata. Continua a sorridere ma si maledice per aver trascinato in questo posto la sua amica. Jake invece le porge la mano.
"Sei la prima a farmi una domanda tanto gradita, andiamo!".

Avverto dei passi. Alzo la testa dal fieno. E lo sento. Sento l'odore dell'amore. Quello che da anni non avevo più avvertito, quello che credevo di non poter più incontraare. I suoi occhi sono diversi. Mi osservano per un tempo indeterminato. Mi perdo in quello sguardo. La sua anima è intatta. Ritorno al mio pasto, non posso sognare l'affetto, non sono qua per questo...

"Come si chiama?".
Balbetta quella domanda percependo un nodo alla gola. Quegli occhi la stanno studiando con discrezione. Sente le gambe tremare e il cuore accelerare il battito.
"È un vecchio stallone, l'ho appena ritirato da un commerciante. Se non l'avessi riscattato sarebbe finito al macello, quindi ho giocato al ribasso. Non so dirti quale sia il suo nome, dovrei controllare i documenti":
Un numero, il cavallo è solo un numero in mezzo ad altri numeri. Si avvicina al recinto e il cavallo apoggia il muso sulla sua mano. Trascorrono pochi secondi e poi, lo stallone, abbassa la testa sulla balla di fineo e riprende a mangiare.
"Vogliamo tornare dagli altri?".
Hope distoglie lo sguardo dal cavallo controvoglia, però segue in silenzio il padrone di casa.
"Quando vuoi, puoi tornare a trovarmi, o meglio, a trovare loro":
Sorride e annuisce, quasi euforica della proposta. Ritornare significa vedere nuovamente quel cavallo e per farlo dovrà fingersi interessata a Jake.

Si è allontanata, lentamente. Non ho rialzato la testa dal fineo. Il suo profumo è sempre presente. La rassegnazione è ormai l'unica vera compagna della mia vita. Quella ragazza, invece, rappresenta la libertà e l'amore che non posso sognare di avere...

La osserva si dal suo arrivo, avendo cura di non essere visto. Durante la cena si è alzata spesso per andare a contemplare i campi. In completa solitudine, ma sotto lo sguardo vigile del padrone di casa: Jake Rosati. I capelli le ondeggiano per la leggera brezza estiva e gli occhi sembrano avere un triste luce. Louis giura di aver visto rotolare sulle guance abbronzate una lacrima. Si sente impotente perchè non può consolarla. Sta per alzarsi e raggiungerla quando vede che è Jake a farlo prima di lui. Non può un semplice maniscalco offrire quello che uno degli allevatori più richiesti del momento può fare senza alcun sacrificio. Osservandola durante la cena Louis nota che è vegetariana perchè ha rifutato tutte le portate a base di carne e pesce, però non sa nè il suo nome, nè dove abita.

La vedo in lontananza. Non ha mai smesso di osservarmi. Non sono abituata a ricevere tanta attenzione e vorrei che se ne andasse via prima possibile. Più trascorrono le ore e più sarà doloroso il distacco. Non portà salvarmi ed io non posso pretendere che lo faccia...

"Quando vuoi, torna. Questo è il mio numero di cellulare. Puoi chiamarmi in qualsiasi momento della giornata".
Hope sorride mentre riceve il biglietto da visita di Jake. Non le interessano i suoi soldi, nè la vita agiata che potrebbe assicurarle. L'unica ragione per cui finge un minimo di curiosità nei suoi confronti è quella di rivvedere i suoi animali. Ritornare a trovare quel cavallo diventa improvvisamente la sua preoccupazione principale. Hope sa che non tarderà a chiamarlo.

La musica! Questa benedetta musica in sottofondo. Se non fosse così buio e non provassi tanto dolore alla mia gamba sarei pronta per gareggiare. In passato ogni volta che sentivo il volume di una canzone alzarsi sapevo che era il momento di entrare nell'arena e dare il meglio di me stesso. La gente fischiava e applaudiva solo se i miei stop e i miei roll back erano perfetti. Vincere era per me fonte di grande gioia perchè il mio padrone di turno mi riempiva di attenzioni e mi regalava qualche biscotto. Avevo paura a mostrare il mio dolore... Paura di essere messo da parte o di ricevere un'antipatica iniezione che come per magia faceva passare ogni fastidio ai miei nodelli e alle corone. Però era un sollievo momentaneo, dopo la gara tutto tornava come prima e se non avevo ottenuto un buon piazzamento finivo rinchiuso in box senza neppure ricevere una spazzolata.



Note dell'autore: Ehilà! Spero che la storia vi appassioni, a breve pubblicherò altri capitoli. Chissà cosa si inventerà Hope per salvare quel cavallo... Spero che si di vostro gradimento! Domani pubblicherò il secondo capitolo.

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Capitolo 2
*** Sis Blunder Bar ***


Sono trascorsi pochi giorni eppure non riesce a non pensarci. Quel cavallo le ha segnato l'anima. I suoi occhi sono un ricordo indelebile che le fanno compagnia giorno e notte. Più volte Hope ha pensato di prenderlo per sè, ma non saprebbe dove metterlo. Vive in un piccolo monolocale fuori dal centro, ma senza terreno. Ha controllato anche il costo di pensionamento dei vari maneggi a lei vicini per scoprire che non sono alla sua portata. Come può una semplice traduttrice freelance permettersi di pagare una retta mensile che consiste nella metà dei suoi guadagni? Sospira ed esce sul terrazzo a prendere un po' di aria fresca in una sera di agosto, quando la maggior parte dei suoi vicini sono ormai in ferie. La pace regna sovrana però la induce a pensare sempre di più a quella povera creatura pelle e ossa. Si sente in colpa, pur sapendo di non esserlo. Prende in braccio Missy, la sua cagnetta bianca e inizia a coccolarla. Lei ricambia quel gesto d'affetto leccandole la faccia. Se il suo ex fidanzato fosse ancora al suo fianco le imporrebbe di andarsi subito a lavare le mani e la faccia. Lui non sopportava di vederla accarezzare la cagnolina e non mancava di rimarcare quanto la cosa fosse poco igienica. Come aveva fatto a sopportarlo per ben due lunghi anni? L'arrivo di Missy era stato miracoloso perchè l'aveva aiutata ad aprire gli occhi su una storia che forse era finita da tempo. L'amore per quella creatura indifesa le aveva tirato fuori una grinta che non sapeva di avere, spingendola ad alzare finalmente la testa. lui l'aveva plasmata a suo piacimento e costretta a strisciare ai suoi piedi, cenza che lei potesse rendersene conto. Ogni volta che cercava di imporre la sua idea finiva con il cedere al volere di lui, mettendo a tacere così la sua vera personalità. Quando era arrivato il fatidico momento della scelta, Hope non aveva avuto alcun dubbio nel preferire Missy a quel ragazzo senza cuore. Pochi giorni di malinconia e lacrime buttate al vento per poi rendersi conto di sentirsi nuovamente se stessa. A quel punto non aveva fatto altro che rimproverarsi per non averlo lasciato prima. All'improvviso il corso dei suoi pensieri viene interrotto dallo squillo del suo cellulare. Ogni giorno si ripromette di abbassare la suoneria e poi si dimentica sempre di farlo. Missy si getta per terra per rincorrere una farfalla e Hope ne approfitta per rispondere. Il numero che lampeggia sul display non le è familiare.

"Spero di non averti disturbata".
Come non riconoscere la voce graffiante da playboiy di Jake? Pensi al diavolo e spuntano le corna!
"No, è un piacere sentirti. Come stai?".
"Bene, ma starei meglio se potessi rivederti. Ti andrebbe una cena domani nella mia tenuta?".
Pochi istanti per riflettere che accettare può solo far intendere di essere interessata a lui, però sarebbe la giusta occasione per rivedere il cavallo. Allora è meglio non perdere il treno e affrettarsi a salirci su. Sarà sufficiente non fare la svenevole come solitamente fanno le altre ragazze in sua presenza.
"Perfetto! A che ora posso venire?".
Lo sente sorridere in sottofondo. Jake si crede vincente, ritiene sicuramente di aver fatto colpo.
"Dalle cinque in poi sono libero, vieni quando vuoi".

Il dado è tratto!

***

Avrei riconosciuto la sua voce tra mille altre. Non pensavo di vederla di nuovo e, invece, è qui. Mi osserva come ha già fatto la prima volta che ci siamo incontrate... Il suo odore mi rasserena. Anche lei sa che qualcosa ci lega, qualcosa che esisteva già prima di vederci...

Louis si asciuga il sudore e getta l'ultimo ferro nel secchio. Non un secchio come tanti altri, ma dipinto con le iniziali del proprietario della tenuta (maneggio). Una J e una R spiccano sul fondo nero poichè disegnate in un pomposo color oro. Una delle tante manie di grandezza del "signor" Rosati. Sbuffa e si avvicina alla fontana per sciaquarsi le mani quando... vede Hope. La ragazza sorride e porge la mano al bell'allevatore che, con fare galante, si china per baciarla. Distoglie lo sguardo e cerca di concentrarsi sullo scorrere lento dell'acqua che sgorga da una testa di cavallo scolpita nella roccia, altra esagerazione archittettonica della tenuta. L'incontro dei due  non dovrebbe riguardarlo, eppure non riesce a non sbirciarli. Lei non si accorge di essere osservata perchè ha occhi solo per il paddock che ospita il Quarter Horse zoppo. Si dirige con passo veloce verso il cavallo mentre Jake parla alle sue spalle. Non se ne cura, continua la sua discesa verso valle, come se fosse ipnotizzata. I lunghi capelli biondi danzano sulle sue spalle per la leggera brezza pomeridiana. Ogni tanto si volta e regala un sorriso di cortesia all'allevatore, ma niente di più. Il rumore dell'acqua riporta Louis alla realtà, giusto in tempo per accorgersi di avere le maniche della camicia completamente zuppe. Impreca e si allontana dalla fontana. Quando  rialza gli occhi rimane colpito dallo sguardo d'intesa che il cavallo rivolge alla ragazza. Una richiesta d'aiuto silenziosa, dignitosa. Una corrente che unisce un animale a una persona che non aveva mai visto prima di allora. Un unione di due esseri viventi destinati a non lasciarsi più. Louis non conosce Hope, però sa che l'essere tornata in quel luogo ha solo un significato: assicurarsi il benessere di quella povera bestia.

"Ho scoperto che si chiama Sis Blunder Bar, figlio di Lock Out Rope. Che nome assurdo per un Quarter Horse!".
Il cavallo alza la testa nel sentire pronunciare il suo nome. Hope accarezza la sua criniera e si perde in quello sguardo profondo, quasi indagatore. Jake non muove neppure una mano per toccarlo o fargli semplicemente una carezza.
"È improponibile per un campione di reining! E pensare che l'allevamento in cui è nato è uno dei migliori d'Italia!".
Hope non gli risponde. Si gode quel caldo contatto con l'animale. Blunder non si è ancora staccato da lei e non sembra volerlo fare. All'improvviso un rumore alle loro spalle lo fa sobbalzare e galoppa velocemente verso la parte opposta del paddock per poi fermarsi e voltarsi. Le narici dilatate e gli occhi impauriti. Un semplice frusciare delle foglie l'ha messa in allerta.
"Ma zoppica".
"Sì, lo so... Credo abbia una formella all'anteriore destro. Niente da fare ormai. Rimane zoppo per il resto dei suoi giorni, ma non sarà un problema metterlo a disposizione per ingravidare qualche giumenta".
Hope non persta attenzione a quelle  parole, sono troppo crude, eccessivamente meccaniche per lei. Evita di esporre il suo pensiero, ma vuole scoprire altro su Blunder.
"Ha solo un calzino nella zampa posteriore. Non so come definire quella buffa macchia bianca prima dello zoccolo".
Indica il cavallo che intanto ha ripreso a brucare pur tendendo le orecchie a ogni singolo rumore.,
"Si chiamano balzane. C'è un detto che sostiene balzano da uno, cavallo di nessuno".
Non c'è molto da aggiungere. Blunder è lì, ma solo per fare lo stallone. Hope segue Jake verso le scuderie dopo essersi voltata a salutare il suo nuovo amico. Un silenzioso sguardo che vale più di mille inutili parole.





Note dell'autrice: Domani pubblicherò il terzo capitolo! Spero che la storia vi appassioni! Fatemi sapere cosa ne pensate! Grazie mille!

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