L'ultima battaglia di Summer_92 (/viewuser.php?uid=532751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio ***
Capitolo 2: *** L'illusione ***
Capitolo 3: *** Il ritorno ***
Capitolo 4: *** Novità fra di noi ***
Capitolo 1 *** Il risveglio ***
La pioggia cadeva incessantemente intorno a me, il vento scuoteva le foglie degli alberi che in quella giungla circondavano ogni cosa, e io non riuscivo a capire dove mi trovassi nè come fossi finito in quel luogo. Ricordavo la battaglia, i suoi rumori, le urla dei miei compagni e le grida laceranti dei nemici che alla fine stavano prendendo il sopravvento su di noi. Erano in superiorità numerica, e dalla loro avevano avuto l'effetto sorpresa. Noi eravamo stremati dai numerosi giorni di viaggio passati in quella giungla inospitale, affamati e assetati a causa del razionamento delle scorte che stavano scarseggiando, e alcuni di noi erano ancora feriti dal precedente scontro. Ricordavo che, ad un certo punto, ci fu un terribile boato, e io fui scaraventato contro un tronco spezzato. Da quel momento, ogni immagine nella mia testa si è offuscata, e tutto intorno a me è svanito.
Non avevo idea di quanto tempo fosse passato, di che fine avessero fatto i miei compagni, nè di come si fosse conclusa la battaglia: erano stati catturati e fatti prigionieri? Avevamo vinto noi? o l'Ingannatore aveva deciso di non risparmiare nessuno? Allora perchè io ero ancora vivo? Ero troppo confuso per mettere in ordine un qualsiasi pensiero razionale, e la rabbia prese il sopravvento. Mi ritrovavo sperduto in mezzo a quella stramaledetta giungla, da solo e senza idea di cosa fare. Mi accorsi che stavo fiammeggiando, perchè le gocce di pioggia evaporavano prima di toccare la mia pelle, ed ero avvolto in una nuvola di vapore. Avevo ancora con me la mia Bretaren: almeno non sarei morto di fame, avrei potuto cacciare, e se mi avessero aggredito mi avrebbero trovato preparato.
Mi guardai intorno, chiusi gli occhi e, richiamando lo Spirito del Guerriero, cercai di individuare qualche fonte di calore, ma, a parte qualche animale selvatico, non trovai niente. Aprii gli occhi, amareggiato, e in quel momento notai un dettaglio che non avevo notato prima: a pochi metri dal punto in cui mi ero svegliato, delle impronte si addentravano nella giungla. Mi avvicinai ad esaminarle: erano senza dubbio le orme di un ruhk! Mi domandai perchè mai l'animale alato mi avesse lasciato in un posto come quello e se ne fosse andato senza portarmi con sè... Per scoprirlo, decisi di mettermi in viaggio seguendo le orme del ruhk, muovendomi più in fretta che potevo, prima che la pioggia cancellasse completamente ogni traccia.
Nda: Sono alle prime armi, questa è la mia prima ff, ci terrei molto a sapere cosa ne pensate di questo e dei prossimi capitoli! Si accettano commenti e/o suggerimenti, sia positivi che negativi! Grazie ;) |
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Capitolo 2 *** L'illusione ***
Prima
della battaglia eravamo circa una trentina, tra Spiriti Erranti,
guerrieri, e
gente comune. Ora ero solo. Sperai che le tracce del ruhk mi
conducessero
presto dai miei compagni, perché divisi eravamo un facile
bersaglio per
l’Ingannatore. Dovevamo restare uniti se volevamo anche solo
pensare di avere
una possibilità contro di lui e contro l’esercito
che in quei mesi aveva
assoldato. Camminai ininterrottamente per un giorno intero; la notte
trovai
rifugio fra le radici di un enorme albero, riuscendo a ripararmi dalla
pioggia
che continuava a cadere instancabilmente. Passò un altro
giorno. Avanzavo
mangiando le bacche rosse che Milla mi aveva assicurato essere innocue
e
bevendo l’acqua che rimaneva nella mia bisaccia. Ad un certo
punto mi fermai,
ed iniziai a guardarmi intorno, smarrito: le orme si erano interrotte,
e io mi
trovavo in una radura spaventosamente simile a quella da cui ero
partito. Avevo
girato in tondo per due giorni? Bel colpo, Ryan. Davvero il momento
giusto per
fare una gita esplorativa in mezzo alla giungla. A quest’ora
gli altri
potrebbero già essere belli e spacciati nelle mani
dell’Ingannatore. Mi sedetti
a terra, appoggiando la schiena contro la roccia su cui mi ero
risvegliato due
giorni prima. Chiusi gli occhi, pensando al da farsi, e fu allora che
le sentii:
voci. Erano le voci dei miei compagni. Ma mi giungevano disturbate,
ovattate.
Non erano lì.
«Dite
che si riprenderà?». Shanka, quell’omino
tanto simile ad una scimmietta. Stava
parlando di me? O qualcuno che era stato ferito nella battaglia?
«Penso
di si. E’ forte, se l’è sempre cavata.
Non sarà certo questo a fermarlo. »
Morten. Era l’unico che mi aveva sempre appoggiato e
sostenuto, in ogni
situazione, e che non aveva mai perso la fiducia in me. Mi venne
un’improvvisa
voglia di stringergli la mano e ringraziarlo. Avrei voluto urlargli
dov’ero, e
chiedergli dove fossero finiti loro, ma sapevo che non mi avrebbero
sentito.
«Se
l’è sempre cavata... non certo grazie al suo buon
giudizio». Milla, ovviamente,
che non poteva fare a meno di avere una buona parola per me…
al solito. Cosa
avevo combinato questa volta per meritarmi il suo malumore?
Le
voci si dissolsero, e non riuscii ad ascoltare altro. Riaprii gli
occhi. Anche il
paesaggio intorno a me si stava dissolvendo, così come le
voci che avevo
ascoltato! Improvvisamente capii. Come avevo fatto a non pensarci
prima? Non
avevo girato in tondo per due giorni: ero dentro un’illusione
dell’Ingannatore.
Mi alzai di scatto, guardandomi intorno, mentre vedevo gli alberi
sciogliersi
sotto i miei occhi e la terra evaporare. L’Ingannatore voleva
confondermi, in
modo che io non potessi essergli di intralcio nella realizzazione dei
suoi
piani. Mi domandai quanto di ciò che avevo vissuto fino ad
allora fosse stato
vero e quanto fosse stato illusione. C’era un motivo se
l’Ingannatore veniva
chiamato così; si era guadagnato quel nome nei secoli.
Avevamo davvero
combattuto in quella giungla, c’era davvero stata una
battaglia? O era stata
finzione anche quella, e l’intera giungla non era mai
esistita? In quale incubo
si erano smarriti i miei amici?
Il
paesaggio mutò forma, e mi ritrovai in riva al mare, disteso
sulla sabbia, in
un golfo circondato da pareti rocciose molto simile a quello della
Costa degli
Scheletri ai Baluardi. Alla mia sinistra, c’era una grotta
che si addentrava
nella pietra, e sentii echeggiare nuovamente le voci di Milla e Morten.
Corsi da
loro, sperando di aver spezzato l’illusione creata
dall’Ingannatore nel momento
in cui avevo capito che la giungla non era reale. Mi affacciai
all’oscurità
della grotta, e percepii la presenza di un fuoco acceso nella
profondità della
grotta. Seguii la via che Fiamma mi stava indicando, finché
li trovai: erano
tutti seduti intorno al fuoco, in una caverna enorme da cui, in alto,
si
riusciva a scorgere il cielo.
«Ehi,
cosa mi sono perso?». Si girarono tutti a guardarmi, tutti
tranne Milla. Era ancora
arrabbiata con me, e io ancora ne ignoravo il motivo. Nessuno mi
rispose. Mi avvicinai
cauto, temendo una sua sfuriata.
«Si può
sapere cosa ho fatto di male? » le dissi, spazientito. Lei mi
guardò, e allora me
ne accorsi: aveva gli occhi azzurri. Cosa? La mia Milla non aveva mai
avuto gli
occhi azzurri. Per un attimo pensai di essere impazzito, ma non avrei
mai
potuto dimenticare gli occhi di smeraldo della mia ladruncola
preferita. Ciò
significava che non ero ancora tornato nella realtà, ma ero
ancora dentro all’illusione.
Indietreggiai, mentre lei si alzò per avvicinarsi a me. Mi
sorrise.
«Ero
solo preoccupata per te, ma ora che sei qui va tutto bene.»
Ok, ora ero certo
che non poteva trattarsi della vera Milla. Pensai che
l’Ingannatore doveva aver
passato davvero poco tempo in presenza del Ladro Nero dalla sua ultima
reincarnazione, non aveva familiarizzato con il carattere di Milla come
avevo
fatto io, e probabilmente non aveva mai visto i suoi occhi, sempre
nascosti dall’ombra
dal cappuccio del mantello.
Istintivamente
estrassi Bretaren, la conficcai nella terra umida della grotta, e
sfogai tutta
la mia frustrazione in una fiammata di proporzioni colossali, sperando
in parte
di porre fine a quell’incubo. Tutto intorno a me bruciava,
mentre la vista mi
si oscurava e sentivo le forze abbandonarmi. Resistetti il
più possibile, e poi
crollai, stremato, nel buio assoluto che la fiamma aveva lasciato
dietro di sé.
Nda: Sono alle prime armi, questa è la mia prima ff, ci terrei molto a sapere cosa ne pensate di questo e dei prossimi capitoli! Si accettano commenti e/o suggerimenti, sia positivi che negativi! Grazie ;) |
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Capitolo 3 *** Il ritorno ***
Ripresi conoscenza, ancora immerso nel buio. Iniziavo ad essere
vagamente stufo di
tutta quella situazione, non riuscivo a distinguere la
realtà dalla finzione, e
sentivo di non essere padrone di me e di ciò che mi stava
accadendo. Mi sentivo
come una marionetta, i cui fili erano direttamente nelle mani
dell’Ingannatore.
Dato che non vedevo niente, iniziai a fiammeggiare, ma.. non ci
riuscii. Incredulo, iniziai a camminare a tentoni, senza sapere dove
stessi andando, finchè andai a sbattere contro
qualcosa di duro, e caddi a terra. Mi misi seduto, massaggiandomi la
testa, e soprattutto, continuando a non capire. In quel momento, mia
madre aprì la porta di camera mia, e mi guardò
stupefatta.
"Ryan, tutto bene? cos'era quel rumore?" ...Mia madre? Che ci faceva
mia madre davanti a me?
"Tranquilla, sto bene, sono solo inciampato." Mi rialzai e accesi
l'interruttore, mentre mia madre richiuse la porta guardandomi di
traverso: ero tornato a casa. Per qualche motivo che al momento
ignoravo, la Scacchiera mi aveva respinto. Guardai le pedine disposte
sul campo: l'Arciere, il Cavaliere ed il Ladro erano ancora presenti,
così come ovviamente l'Ingannatore e lo Strisciante.
Perchè solo io ero tornato indietro? Non sprecai troppo
tempo a pensarci, mi avvicinai alla Scacchiera, premetti il dito sul
teschio intagliato al margine. Il meccanismo scattò, e la
pedina del Guerriero comparve a fianco delle altre. Mi bastò
sfiorarla, per essere catapultato nuovamente nel mondo del
gioco.
Quando mi risvegliai al Tumulo, fuori era notte. Uscii dalla mia tomba,
e non sapevo se credere ai miei occhi o meno: davanti a me avevo di
nuovo Milla, Morten e Satsuki che mi guardavano. Il mio sguardo
indugiò su Milla, esaminandola. Il mio cuore la riconobbe,
iniziando a battere all'impazzata: era lei, era vera, ne ero certo. Per
qualche motivo, mi stavano aspettando. Non sapevo cosa dire, ma
Satsuki, porgendomi l'Infuso del Viaggiatore, ruppe il silenzio al
posto mio.
"E' andato tutto bene, per fortuna."
"Cosa è andato bene? Cosa è successo?" domandai.
"Vieni, ti spieghiamo tutto con calma."
Eravamo seduti intorno al fuoco, poco lontani dal mio Tumulo. A quanto
mi stavano raccontando, durante la battaglia il Caos aveva preso il
sopravvento. Io ero scomparso dopo l'esplosione, mentre gli altri erano
rimasti uniti. I tre Spiriti Erranti avevano perso conoscenza, come era
successo a me, ma erano stati assistiti dalla gente che ci stava
accompagnando nel viaggio e che eravamo riusciti a salvare. Era
però successa una cosa a cui nessuno di noi trovava
spiegazione.
"Fatemi capire" esordii. Avevo quasi paura di dirlo ad alta voce. "Cosa
vuol dire che... I vostri Spiriti Erranti si sono invertiti?"
Morten proseguì il racconto.
"Non sappiamo con esattezza come sia successo, ma abbiamo una
teoria. Sappiamo bene che l'Ingannatore vuole assimilare i nostri
Spiriti, e per farlo deve ucciderci con la nostra stessa arma.
Ma deve anche essere presente nella battaglia. E lui questa
volta non c'era, questo è certo. Noi non ricordiamo molto di
quello che è successo, ma chi era con noi dice che quando i
nostri nemici si sono dati alla fuga, noi eravamo come in trance, e io
e Milla eravamo feriti. Satsuki è riuscita a rimanere
indenne, perchè era in volo con il suo ruhk. Le nostre
ferite erano riconducibili alle nostre stesse armi. Crediamo che, in
qualche modo, l'Ingannatore sia riuscito, attraverso i suoi guerrieri,
a farci ferire accidentalmente con le nostre armi e, dal momento che
noi eravamo, si può dire, ipnotizzati, non siamo riusciti a
difenderci."
"Eravamo gravemente feriti" proseguì Milla "ma non morti.
Ciò ci ha permesso di non sparire dalla Scacchiera, ma ha
rotto il legame degli Spiriti Erranti con i nostri corpi. Gli Spiriti
devono trovare un nuovo corpo ospitante entro breve tempo, o rischiano
di dissolversi. La nostra teoria è che, rotto il legame con
il corpo di Morten, lo Spirito d'Acqua abbia trovato rifugio nel mio
corpo, ormai libero, e viceversa ha fatto lo Spirito d'Ombra con
Morten."
"Era l'unico modo per loro di sopravvivere." Ragionai.
"Le
pedine non sono andate distrutte, ma Acqua e Ombra sono più
deboli, come se fossero appena arrivati sulla Scacchiera. Devono appena
iniziare a familiarizzare con il nuovo corpo, devono ancora conoscere
l'umano con cui ora convivono. Non è facile controllare
Acqua se sei abituato a lavorare con Ombra, e viceversa, e questo
l'Ingannatore deve saperlo bene. Ora, anzichè avere davanti
quattro pedine, è come se ce ne avesse due. Acqua e Ombra
devono reimparare a controllare i loro demoni, e devono farlo in
fretta, perchè un'altra battaglia si avvicina." mi
spiegò Satsuki.
"E io? Cosa è successo a me?" domandai.
"Per un po' abbiamo temuto che ti fosse
accaduto il peggio." disse Satsuki. "Non ti trovavamo da nessuna parte,
abbiamo perlustrato tutta la zona circostante al punto in cui
è avvenuta l'esplosione, ma niente. Alla fine abbiamo deciso
di proseguire il viaggio, pensando che magari ti avremo trovato al
prossimo villaggio. Dopo due giorni di marcia, ti abbiamo trovato: eri
disteso privo di coscienza in una radura, Bretaren conficcata nel
terreno poco lontana da te, e tutto attorno era bruciato. Sei rimasto
incosciente per quasi una settimana, e non sapevamo più cosa
fare; abbiamo deciso di riportarti qui al Tumulo e farti tornare a
casa, prima che il tuo legame con il Guerriero si spezzasse." concluse.
Iniziavo a capire. Dunque devo essermi
davvero aggirato per la giungla, solo che non ne ero consapevole, ed i
miei occhi vedevano altro... Ed ho dato fuoco a mezza Scacchiera. Di
nuovo. Ottimo!
"Ora dobbiamo capire quale
sarà la prossima mossa dell'Ingannatore. Non so cos'ha in
mente, ma credo che approfitterà della debolezza mia e di
Morten per attaccarci." Finalmente anche Milla disse qualcosa. Era
stata stranamente silenziosa durante la conversazione (più
del solito, se possibile). La guardai, non desiderando altro che vedere i suoi occhi di smeraldo, ma lei non ricambiò
lo sguardo.
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Capitolo 4 *** Novità fra di noi ***
Dopo aver cenato,
ognuno andò a dormire nella propria stanza. Io continuavo a
girarmi nel letto, senza riuscire a prendere sonno. Continuavo a
pensare a Milla, e non capivo perchè fosse così
fredda
con me. Certo, non eravamo mai andati troppo d'accordo, anzi, ogni
occasione era buona per discutere, ma almeno mi guardava.
Perchè
adesso mi evitava? Rimasi in questo stato per quelle che mi sembrarono
ore, finchè decisi di alzarmi e andare a prendere un po' di
aria
fresca. Uscii dalla capanna e mi sedetti su una roccia umida e poco
confortevole. La luce fioca di una candela tremolava debolmente nella
capanna dove Milla stava passando la notte. Il mio corpo si mosse, e
prima che il mio cervello capisse cosa stava facendo ero già
dentro la capanna di Milla. Lei era distesa sul suo giaciglio, e mi
dava la schiena.
"Che cosa vuoi?" mi disse, non proprio
amichevolmente.
"Voglio sapere cosa ti ho fatto di male
questa
volta, e perchè ce l'hai continuamente con me. Mi sono
scervellato ma davero non riesco a capire." Ero stanco e rassegnato,
quell'impossibile ragazza era davvero un mistero per me.
"Tu non c'entri". Io non c'entravo?
"E allora quale diavolo è il
problema?"
"Non capisci..? Non sono più
il Ladro Nero,
lo Spirito dell'Ombra non mi appartiene più. Allo stesso
modo,
Morten non ha più alcun legame con lo Spirito dell'Acqua.
Questo
significa che tu e Morten, il tuo migliore amico, non avrete mai
più lo stesso rapporto di prima sulla Scacchiera, non
sarà possibile. Quel rapporto secolare tra Guerriero e
Arciere,
ora, lega te e me, e allo stesso tempo Morten è respinto
dallo
Spirito del Fuoco". Rimasi di stucco: aveva ragione. Per quanto mi
dispiacesse il fatto che probabilmente il mio Spirito non sarebbe
più riuscito ad avere con Morten la complicità di
prima,
non era questo il punto che mi sconvolse di più. Se Milla
non
era più legata allo Spirito dell'Ombra, questo voleva dire
che...
"Milla..." sussurrai. Lei non si
girò, anzi, si strinse ancora di più in se
stessa.
"Milla, non mi interessa se io e Morten
non potremo
più tirarci pacche amichevoli sulla spalla. Non
sarà
certo un problema, ti pare? Credo che Morten sopravviverà lo
stesso..." dissi ironicamente, mentre mi avvicinavo lentamente al letto
di Milla. Tutto il mio corpo fremeva, e per fortuna ero talmente stanco
da non essere pienamente consapevole di ciò che stavo
facendo.
Lentamente, allungai una mano verso Milla, e le sfiorai delicatamente
il fianco. Ero pronto a sentire il solito freddo glaciale penetrarmi
fino alle ossa, ma non accadde. La candelà tremò
Stentavo
a credere che tutto questo stesse accadendo sul serio. Lei si
irrigidì ancora un momento, poi sentii i suoi muscoli
rilassarsi
sotto la mia mano. Presi il coraggio e mi distesi sul letto vicino a
lei, avvolgendola con le mie braccia. Lei si voltò,
e i
suoi occhi di smeraldo mi fissarono per qualche istante. Non avevo mai
avuto occasione di guardarli così da vicino. Senza pensare
ad
altro, chiusi gli occhi e la baciai.
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