Vorrei mettere un po' di polvere di stelle nei tuoi occhi

di Mika_Chiara98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Una cioccolata con panna ***
Capitolo 3: *** Il letto con le coperte azzurre ***
Capitolo 4: *** Oh, Michael! ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


~~‘I could be staring a sombody new’
È tutto quello che il giovane Mika riusciva a pensare guardando quell’immensa fonte di luce che gli si presenta davanti. Una ragazza alta, con la quale aveva cantato una volta. Chiara. Doveva avere la sua stessa età. Bella? Pff, lei non era bella. Era una meraviglia. Aveva gli occhi di un verde talmente profondo, vertiginosamente intenso, chiaro, che nessuno avrebbe potuto evitare di sprofondarci.
La sua mente viaggiava attraverso nuovi mondi: sente qualcosa nello stomaco. Aveva mangiato qualcosa di strano? No, non che gli risulti. E allora perché per lui il mondo sarebbe potuto finire in quel momento, che non avrebbe fatto alcuna differenza?
«Ciao Chiara! E’ stato bellissimo cantare con te lo scorso anno, volevo dirtelo…» Disse Mika a Chiara, alquanto stupito di essere riuscito a formulare una frase di senso compiuto, in una lingua che peraltro non era neppure la sua.
«Mika! Oddio ma tu cosa ci fai qui? Che piacere..!»
La ragazza senza neppure pensarci, con quel suo fare impacciato e al contempo fottutamente dolce si strinse al corpo esile del giovane, adagiando il suo viso gelato – era un freddissimo mercoledì di dicembre – alla spalla dell’uomo. Percependo quel piacevolissimo freddo proveniente dal corpo di Chiara, Mika – quasi involontariamente – poggiò una mano sui suoi lucentissimi capelli rossi. Sono così profumati! Pensava Mika, trattenendosi dal parlare; in quel momento sarebbe stato in grado solamente di sparare un’innumerevole quantità di stronzate.
Erano così vicini che Mika riusciva per brevi momenti a percepire il battito del suo cuore: Viaggiava ad un ritmo velocissimo, veloce quasi come il suo.

«Sono qui, perché… volevo chiederti come stai» rispose il giovane uomo, ancora sconvolto da quell’abbraccio che per un momento sembrava che non sarebbe mai più finito.
Sei un idiota. AHAHAH sei davvero un idiota! Tra tutte le cazzate che avresti potuto sparare, proprio questa? Dimmi, come può credere che tu, da Londra, L O N D R A, non una città che sta, come dire, dietro l’angolo, sia venuto qui per sapere come sta? E poi, dico, ce l’hai il telefono! Ragazzo ma fammi il piacere! Se proprio non volevi dirle che sei venuto a Milano esclusivamente perché ti sei innamorato di lei, ti bastava dire, non so, sono in vacanza forse? Scorrevano pensieri nella sua testa che prevedevano una catastrofe entro poco.
Chiara accennò un sorriso come a dire “AHAHA si Mika si, inventa una scusa migliore la prossima volta ok?”. Ma si limitò a rispondere con un banalissimo:
«Mi sei mancato tanto.» Che poi era vero. Era dall’anno prima che era cambiata. Lei ci pensava sempre. Pensava a come la sua vita sarebbe potuta essere migliore accanto a quell’uomo meraviglioso, alto e bello come il sole, e con una voce indescrivibile. Ci pensava, ci pensava continuamente, ci pensava tutti I giorni, mentre cucinava, mentre si faceva la doccia, mentre guardava la televisione. Ci pensava quando era con le amiche. Ci pensava quando parlava al telefono con sua sorella, nella sua testa si era formato un vortice di pensieri che ormai l’accompagnavano durante tutti i momenti della giornata, che da quando avevano cantato insieme non l’aveva più abbandonata. Si ricordò che, scherzando, dopo aver cantato con lui disse: “ahahah io mi sono innamorata di Mika ragazzi! Mi sono innamorata!”
Eh, loro pensavano scherzasse. Non scherzava affatto. Dopo un anno si erano ritrovati esattamente lì, nella stessa meravigliosa città, a parlare come se nulla fosse. E ci sono molte cose che cambiano in un anno, ma loro no, era tutto come una volta. La verità, era che i loro due destini si sarebbero uniti da lì a poco, per poi non separarsi mai più, per restare insieme, per sempre.

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Capitolo 2
*** Una cioccolata con panna ***


«Chiara, era tanto tempo che io te… non ci vedevamo…».
Riuscì a risponderle Mika, quasi affannosamente. Aveva le mani gelide, e sapeva che il motivo non poteva essere soltanto il freddo. C’era il gelo anche dentro il suo cuore, aveva bisogno di amore, ma non di un qualsiasi amore, ma dell’amore più puro e intenso che potesse desiderare, aveva bisogno dell’amore di Chiara, di quell’angelo che gli aveva lasciato un’impronta nel cuore, talmente profonda che i suoi occhi, da quel momento, avevano assunto la forma di un piccolo cuoricino nero, come quelli che si vedono ogni tanto su facebook, per dire.
Chiara lo guardò, con quelle sue guance che lentamente erano diventate color porpora, a causa del freddo, e forse anche a causa dell’imbarazzo di quel momento davvero insolito che stava vivendo. Accennò un lievissimo sorriso, quasi a dire “te ne sei andato, mi hai lasciato qua da sola, ma ora che ci sei… ti prego baciami!”
«Ti va se prendiamo un caffè? I know… conosco un bar so nice, davvero carino, potrai raccontarmi come è andato quest’anno in cui non ci siamo visti… potremmo… ecco… parlare!»
«Yes! Certo mi farebbe davvero molto piacere, è tanto che non ci sentiamo, eh, ce ne sono da raccontare! Penso che la stessa cosa valga anche per te… sono molto curiosa sai? Non so dove vuoi portarmi ahahah!»
La ragazza assunse un’espressione davvero incuriosita, era buffissima! Sorrise come a dire “ti prego Mika, non guardarmi, non fare caso alla mia faccia!” indossò un paio di guanti di lana neri e guardò di nuovo l’uomo, che intanto era già entrato nella sua macchina.
«Camon, Chiara! Lets go! Ahahah» disse Mika, cercando di essere il più spontaneo possibile. Chiara prese la borsa che si era accidentalmente lasciata cadere a terra nel momento del ‘fatidico incontro’ con Mika, controllò che tutto fosse a posto e salì in macchina. Abbassò lo specchietto del sedile, si sistemò la frangetta con le mani che ormai avevano assunto la temperatura di un ghiacciolo e sorrise. Mika, che aveva assistito divertito a tutta l’esilarante scenetta, scoppiò a ridere e Chiara scoppiò a ridere dietro a lui.
«Hai dei capelli davvero belli! E la frangia… è più carina in disordine!» affermò sicurissimo delle sue idee Mika.
«Ahahah hai ragione! Infatti guarda!» Disse Chiara prima di iniziare a scuotere la testa da una parte all’altra, per poi fermarsi e guardare di nuovo l’uomo, con la frangia spettinatissima;
«Che ne dici? Va meglio ora?» Disse la donna mentre stava morendo dalle risate.
«Very good!» le rispose Mika sorridendole con gli occhi.
«Well, partiamo ora!» Mika iniziò a guidare la sua bellissima macchina in direzione del centro di Milano. Aveva scelto il bar più bello della città, e per trovarlo aveva dovuto fare milioni di ricerche, non conoscendo affatto Milano. Ma dopotutto, quello che stava facendo era solo e soltanto per la sua dolce Chiara. Chiara di nome e di fatto, aveva la pelle bianca come il latte, le ricordava moltissimo Biancaneve. Era fottutamente innamorato della sua pelle così delicata, gli permetteva subito di capire se stava arrossendo o no. Amava sentire quella superficie così liscia e perennemente fredda sotto il suo corpo che in confronto poteva essere caldo quanto un termosifone. E non vedeva l’ora di trovare una qualunque scusa per tenersi di nuovo mano nella mano con lei.
Intanto si dirigevano verso il centro di Milano, tanto che da lontano riuscirono a intravedere il Duomo. Lo sguardo di Chiara poteva essere paragonato a quello di una bambina curiosa alla quale i genitori le avevano appena detto «Tesoro, abbiamo una sorpresa per te!». Le brillavano gli occhi, perché era insieme al suo uomo, che le aveva dato così tanto da pensare in quell’anno così importante per la sua vita.
Mika parcheggiò abbastanza lontano dal bar che si affacciava direttamente sul Duomo. Chiacchierando in modo alquanto spensierato, i due giunsero di fronte a quell’opera meravigliosa: entrambi accennarono lo stesso movimento con il viso, vale a dire un movimento dal basso verso l’alto, dalle basi alla cima del Duomo.
«I… io non penso di aver mai visto qualcosa di così bello» disse l’uomo, quasi esterrefatto dalla bellezza di quell’opera.
«Bhe, considera che sono sette anni ormai che vivo qui, e ogni volta che vedo il Duomo rimango sempre stupita… ogni volta lo vedo da una prospettiva sempre diversa che mi permette di coglierne una bellezza ogni volta differente… ahaha non so se capisci cosa intendo!»
«Yeah, capisco! Mi piacerebbe vivere a Milano… penso mi trasferirò quì sai?» Affermò Mika.
«Oddio seriamente? Che bello! Per ora quanto tempo hai intenzione di restare?» Disse Chiara, che appena sentì le parole di Mika pensò per qualche istante di finire in iperventilazione.
«Well, I think… penso per ora due settimane!» disse, quasi a voler dire “Io voglio passare, quì, con te, le due settimane più esilaranti della mia vita ok?”
«Wow, ti prendi una bella vacanza! Dormirai in albergo?» Chiese Chiara, che voleva arrivare però a rivolgergli un’altra domanda.
«Sì, anche se è un po’ triste ahahah!» rispose Mika, speranzoso.
«Ti va di venire a stare da me? Barbare, mia sorella, è fuori questi giorni! Così possiamo stare più tempo insieme!» “Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Io, Chiara Galiazzo, ho chiesto a Mika, non a uno qualunque, ma a MIKA se vuole venire a star da me! Due cazzutissime settimane! Oddio. Oddio.” Pensava Chiara in attesa della risposta.
«Sai, speravo proprio me lo chiedessi! Ahahah con te non ci si annoia mai, quindi è ovvio che, sempre se per te non è un problema, vengo davvero volentieri!» “Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Me lo ha chiesto. Cioè, è stata lei a chiedermelo! Io non le ho detto nulla! O povero me, non reggo. Aiutatemi. Oddio. Oddio.” Questi erano i – confusionari al massimo – pensieri di Mika.
Egli prese la mano di Chiara e la guidò alla loro sinistra, dove vi era il bar più bello di Milano, e probabilmente anche di tutta l’Italia. Entrarono: aveva delle pareti totalmente affrescate, un soffitto altissimo, adornato da colonne marmoree nelle quali vi erano inserite scaglie d’oro e d’argento. Il bancone aveva una forma irregolare, era lunghissimo e ci saranno stati una miriade di camerieri che correvano avanti e indietro per tutto il locale, un locale davvero enorme. I due entrarono con passi lentissimi, poiché cercavano di godersi al massimo quello spettacolo, poi si sedettero ad un piccolo tavolino vicino ad una finestra, in attesa che uno di quei milioni di camerieri che lavoravano lì fosse pronto a servirli. Presero entrambi il menù.
«Mmh… non so se ho voglia di caffè» disse Chiara, sorridendo in modo alquanto furbo.
«E di cosa avresti voglia? Cioccolata calda?» affermò Mika, sorridendo allo stesso modo.
«NO. No no no no no no no. Sei matto? Sono a dieta io!» Disse Chiara, categorica.
«Capisco. Che ne dici se sulla cioccolata ci mettiamo anche la panna?» affermò Mika, sicuro che avrebbe ricevuto una risposta positiva. Chiara lo guardo male, e poi si mise a ridere. Disse, ridendo tra I baffi:
«Bastardo. Mi hai convinto»
«Ahahaha la panna vince sempre! E poi non hai bisogno della dieta, sei bellissima.»
A quel complimento arrossì, e fece una smorfia con la bocca quasi a dire “non sparare cazzate, non capisco perché perdi tempo con una come me.”
Arrivò il cameriere. Ordinarono due cioccolate calde fondenti con panna. Pochi minuti dopo il cameriere torno con le loro bevande. Era tantissima! Inizialmente nessuno dei due credeva che sarebbe riuscito a finire la cioccolata. Chiara prese il bicchiere, e fece subito un disastro: le rimasero i baffi di cioccolata.
‘Mika sorrise e le disse «Tranquilla, faccio io.» In pochissimi secondi, la baciò, per la prima volta. Era tutto perfetto…’
«Chiara…? Hey Chiara tutto ok?» Ripetè Mika alquanto confuso.
Chiara pochi momenti dopo tornò alla realtà. Quale era la realtà? Era che lei aveva ancora le labbra sporche di cioccolata, perché la sua mente se ne era andata allegramente a fanculo.
«Oh, scusami, stavo pensando… ehm… ai miei gattini… mi mancano tanto!» disse, arrancando una scusa.
«No problem, non vedo l’ora di poterli conoscere sai?» disse incuriosito. «raccontami un po’ come è andato quest’anno.»
«Be, è stato un po’ un casino. Subito dopo XFactor ho partecipato al festival di Sanremo, è stata un’esperienza bellissima. In quel periodo poi è uscito il mio disco, quindi sono andata in giro un po’ per l’Italia a conoscere i miei fan, che ho scoperto essere fantastici… I tosi pazzi ahahah! Poi nulla, ho fatto la pubblicità, a molti sto antipatica anche per questo, ma non sanno quanto mi diverto io a girare, è davvero esilarante! Poi è partito il tour estivo, ed è stato un qualcosa di unico e adesso… sta per riprendere quello invernale. Questa vita è stressante, anzi stressante è dire poco, ma mi piace e vorrei non finisse mai.» Disse Chiara, sorridendo.
«Hey, si sta facendo tardi. Ti va se mentre andiamo verso casa mi racconti come è andato il tuo anno? Sono troppo curiosa!» Aggiunse.
«Wow. Tutto questo in un solo anno? Fantastic! Lets go!»

Ciao a tutti! Questo è il primo vero capitolo della ff! spero vi piaccia! qualunque cosa abbiate da dirmi e/o chiedermi, non esitate a farlo.
il prissimo capitolo sarà pubblicato giovedì.
ciauuuuuuuuz.
BEA
.

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Capitolo 3
*** Il letto con le coperte azzurre ***


I due si avviarono verso la casa della ragazza. Era davvero un grandissimo peccato che non potevano guardarsi dall’esterno: mano nella mano, erano infatti uno spettacolo delizioso, probabilmente tutti coloro che in quella ghiacciata mattina d’inverno ebbero la fortuna di vederli insieme, pensarono che la loro fosse una coppia bellissima. Parlavano. Parlavano del più e del meno, di come sono stati fortunati ad entrare entrambi nel mondo della musica, parlavano del fatto che in futuro avrebbero dovuto cantare di nuovo insieme, perché entrambi credevano che la loro voce da sola non bastava, ma aveva bisogno di quella dell’altro per essere completa.
“Potremmo cantare insieme! Sarebbe… wow” disse Mika a Chiara.
“Ahah si magari! Mi manca sentire la tua voce dal vivo” ammise Chiara abbassando lo sguardo.
“Dimmi se ci sono state novità! Cosa hai fatto di bello a Londra?” aggiunse.
“Well, in realtà non molto. Ho lavorato al mio nuovo disco, poi ho fatto qualche concerto, mi piacerebbe farne uno anche qui in Italy! Magari potremmo cantare stardust… vabbé, non pensiamoci ora. Poi… direi nulla di importante. Dimmi una cosa, Chiara…” disse rivolgendole un’ occhiata quasi a dire “sii sincera”.
“Hai trovato la tua anima gemella? Ehm.. Boyfriend? Fidanzato?”
“Diciamo… ho una relazione seria da un paio d’anni con il bicarbonato. Hahah scherzi apparte, sono interessata a qualcuno ma non penso che lui mi ricambi” Rispose.
Mika riuscì a pronunciare un semplice “Ah…”, abbastanza deluso. Poi il sorriso tornò di nuovo sulle sue labbra, e fiducioso si strinse a lei.
“Tu invece?” chiese Chiara incuriosita.
“Ehm.. si, c’è una ragazza che mi piace. Ho pensato a lei tutto il tempo a Londra…”
“Davvero? Descrivimela!”
“Ehm… ok. E’ bellissima. E’ sempre impacciata, ride sempre, arrossisce di continuo, è molto spontanea e ama cantare. E’ alta, si veste in modo… diciamo… originale, e con lei posso essere sempre me stesso senza mai sentirmi giudicato… e poi ha un bellissimo nome, dei bellissimi occhi verdi e un sorriso che è la perfezione” così descrisse la ‘ragazza’ di cui era innamorato.
“mi sembra alquanto familiare! Ahahah” disse Chiara, che aveva capito tutto.
“Il tipo che ti piace? Com’è?” le fece Mika.
“Boh… è bello, ha un accento buffissimo perché non è italiano, amo scherzarci perché ha sempre la risposta pronta, e poi mi fa sentire bellissima”
“Mmmh…” disse Mika scoppiando a ridere.
“Ci siamo trovati eh?” aggiunse.
“Eh si” rispose Chiara.
Si allentò la sciarpa color blu elettrico perché per un attimo credette di soffocare, poi cambiando argomento fece strada a Mika nel suo palazzo.
Era un palazzo abbastanza vecchio, lei abitava al terzo piano, e non vi era nessuna traccia di ascensore.
“N..niente ascensore???” Chiese Mika.
“Eh no. Io e mia sorella amiamo fare a gara per chi arriva prima a casa. Vince sempre lei! E’ una grande.”
“mmh, penso che con me vinceresti alla grande”
“Ahahahah”
Arrivarono davanti al portone della sua casa: tirò fuori dalla borsa le chiavi e aprì. Era una casa grandissima, la maggior parte del mobilio era di legno. Era tutto curato nei minimi dettagli, era una casa davvero accogliente e perfetta per lui.
“Allora, la tua camera è l’ultima porta a destra in fondo al corridoio, dimmi se ti piace!”
Aprì la porta di legno scuro, ed entrò: c’era un letto matrimoniale adornato da coperte di un color azzurro chiaro, quasi sbiadito. Era una camera piccola, ma in fondo aveva il suo fascino. C’era un grandissimo armadio accanto alla finestra contornata da tende azzurre, che richiamavano le coperte. Si librava in aria un odore di lavanda appena raccolta. Mika poggiò le valigie a fianco dell’armadio, e – come in ogni vacanza che si rispetti – si buttò sul letto. Qualcuno bussò: era Chiara.
Mika disse: entra!
“Che ne dici della camera? Va bene?”
“it’s so perfect! Thank you… thank you very much!” le disse.
Chiara prese una sedia dal salone e la portò in camera del ragazzo. La poggiò delicatamente vicino alla finestra, poi si sedette.
“Parliamo!” disse.
“Se ti va io ho un’idea migliore” disse Mika sorridendo maliziosamente.
“ahah cos’è quel sorriso?” fece Chiara.
Mika per un momento pensò di non rispondere. Forse era troppo presto? Del resto non si conoscevano bene… falso. È vero, sono stati insieme nella loro vita si e no una settimana,ma… lui conosceva lei meglio di chiunque altro e viceversa. E poi quella di prima… non era una semi-dichiarazione d’amore? Boh.
“aspetta” rispose chiara. “torno subito”
Uscì dalla stanza per poi tornare due minuti dopo tenendo in mano una piccola ciotola contenente fragole tagliate in modo alquanto sottile.
“Ho bisogno di mangiare, e poi le fragole sono.. dolcissime!”
Si sedette vicino a lui;
“ne vuoi un po’? Queste sono anche per te” disse prendendo con una mano una fragolina dalla ciotola e avvicinandola lentamente alla bocca di Mika.
MA COSA FA? ODDIO. MA COSA STAI FACENDO, IDIOTA! ASPETTA UN ALTRO PO’, NO? MANGIA QUELLA FRAGOLA, COGLIONE!
Sussurrò una dolce – e alquanto incazzata – vocina nella testa di Mika.
Aprì la bocca e mangiò la fragola: per un momento riuscì a percepire la mano gelida della ragazza sulle sue labbra. Decise di fare lo stesso. Afferrò con estrema cura un’altra fragola e imboccò Chiara. Lei sorrise, e disse:
“Cosa ti avevo detto? Non sono buonissime?”
“Deliziose” rispose.
Be’ andarono avanti così come due deficenti innamorati fino a che non giunserò all’ultima. Ogni volta potevano percepire le dita dell’altro che involontariamente toccavano la loro bocca. Ed era alquanto buffo che ad ogni fragola che mangiavano, le loro mani erano sempre più calde, fino a diventare quasi bollenti.
Mika poggiò la ciotola su comodino, poi si avvicinò all’orecchio di Chiara e sussurrò ridacchiando:
"Hai qualcosa da bere per accompagnarle? Magari… qualcosa di diverso dall’acqua minerale”
“Ahahah certo! D’altro canto cosa sono le fragole senza lo shampagne? Torno subito!”
Tornò dopo pochi secondi con una bottiglia ancora piena di shampagne e due calici. Versò il liquido nei due bicchieri, e ne diede uno a Mika.
“Sai Chiara” – iniziò a parlare Mika – “sono stato davvero fortunato ad averti conosciuta. Mi ricordo la prima volta che ti ho visto, ad XFactor, ho subito pensato – cavolo, la sua voce è rara – perché hai una voce calda e sexy, mi ha fatto impazzire la prima volta che to ho ascoltata” affermò per poi scuotere leggermente il calice e iniziare a bere un sorso.
“Beh” – rispose Chiara tra un sorso e l’altro – “di certo io non avrei mai pensato che una voce come la tua… potesse stare insieme alla mia. Non ho mai sperato che tu ti accorgessi di me, ma… ora siamo a casa mia, sul mio letto, entrambi, con due bicchieri di shampagne in mano…”
Una volta terminato il bicchiere Chiara, per la terza volta, si alzò intenta a raggiungere il bagno: doveva assolutamente farsi una doccia e cambiarsi.
“Arrivo subito” Disse a Mika, per poi sparire dietro la porta.
Ciao a tutti! :D
 come promesso... ecco il nuovo capitolo... spero vi piaccia! commentate in tanti, se avete idee o cose da dirmi non esitate a scrivermi C:
Bea.


 

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Capitolo 4
*** Oh, Michael! ***


Ciao a todos! Questo è il nuovo capitolo, spero vi piaccia..
detto tra noi...
NON SONO DOLCISSIMI???
baci baci
Bea.

Chiara corse fulminea in bagno e si precipitò sotto la doccia, facendo attenzione a tirarsi su i capelli per evitare di bagnarli. Li raccolse in una cipolla ed iniziò a lavarsi con cura. Svuotò mezza boccetta di bagnoschiuma per “l’occasione”.
Intanto Mika, dall’altra parte della casa, provava ad immaginare la sua donna sotto la doccia, dando il via alle sue fantasie più perverse. Immaginava le goccioline d’acqua bollente che le scorrevano addosso come fiumi in piena, immaginava i suoi movimenti sensuali mentre la schiuma ricopriva le sue parti ‘delicate’, pensava a quanto avrebbe voluto correre in bagno a toglierle con le sue mani. Immaginava il suo viso rilassato sotto quel tepore, Il vapore che usciva dalla doccia che lentamente andava ad accingersi sullo specchio e sui vetri delle finestre. Avrebbe voluto essere una mosca per assistere a quella scena.
Intanto il giovane, che si trovava in una situazione alquanto paradisiaca, tolse accuratamente le scarpe e si sdraiò sul letto, appoggiando la testa sul cuscino con la fodera bianca con i ricami azzurri. Prese il bicchiere di champagne ancora mezzo pieno e bevve un sorso, per poi dar di nuovo il via ai suoi pensieri.
Chiara in realtà, era in tutt’altra situazione: era in preda al panico, fece cadere il bagnoschiuma una decina di volte. Dopo venti minuti che si trovava in quella situazione, allungò un braccio per prendere l’asciugamano, e in quei pochissimi secondi in cui il suo corpo bagnato venne a contatto con l’aria gelida invernale, inevitabilmente le venne la pelle d’oca, e rabbrividì per il freddo.
Strinse l’asciugamano intorno al seno, poi corse in camera sua alla ricerca di qualcosa da indossare. Frugò nell’armadio per parecchio tempo, ma tutto quello che trovò furono i suoi innumerevoli pigiamoni pesanti che le regalava la nonna, che aveva sempre paura che stesse male, poi una camicia da notte giallo acceso che peraltro era anche scucita e che le stava lunghissima.
NON PUOI FARTI VEDERE COSI’! TROVA UN SISTEMA PER INDOSSARE QUALCOSA DI DECENTE, NON PUOI PRESENTARTI CON I PIGIAMONI O CON UNA CAMICIA DA NOTTE CHE NON SI SA DOVE TU ABBIA MAI POTUTO COMPRARLA, DOVREBBE ESSERE ILLEGALE POSSEDERE UNA CAGATA DEL GENERE! Disse la sua coscienza.
“A mali estremi…” pensò scaraventandosi in camera della sorella, cercando di non fare troppo rumore. Aprì l’armadio:
“O porca…” sussurrò con un filo di voce vedendo tutto quel ben di dio. Eh sì, c’era l’imbarazzo della scelta. “Non se ne accorgerà mai” pensò, prendendo dal guardaroba una canottiera che le arrivava appena sotto il fondoschiena, ricamato in pizzo nel contorno del seno e della vita. Era di un color rosa pallido, quasi bianco, e i ricami erano color prugna. Nel frattempo pensava a Mika e al fatto che era ormai quasi un’ora che l’aspettava.
Per lui il tempo non esisteva più. Da quando Chiara era uscita dalla sua camera, lui aveva mantenuto la stessa identica espressione del viso.
Gli occhi guardavano nel vuoto, in cerca di cosa non lo sapeva neanche lui, ed aveva un sorriso ebete che andava da un lato all’altro della bocca.
Diede ai suoi capelli due colpi di spazzola, poi tornò in bagno.
Si mise un filo di trucco sugli occhi, mentre esagerò con il rossetto, poiché ora aveva due labbra vertiginosamente attraenti, rosse e grandi, esattamente del colore delle fragoline che avevano tranquillamente gustato poco tempo prima.
Dopo essersi preparata bene, fece un bel respiro e raggiunse Mika nella sua camera. Entrò senza bussare, e lo trovò con una faccia in estasi che per un momento le fece paura.
“Tutto bene..?” Domandò preoccupata.
“Tutto perfetto” Rispose guardandola dalla testa ai piedi.
“Wow” aggiunse poi, non credendo ai suoi occhi. Era uno spettacolo meraviglioso. Era profumatissima, amava il suo rossetto e le sue labbra rosso fragola, amava le sue guance color porpora e le sue mani candide.
Chiara, che cercava di fare la sensuale ma dentro stava svenendo, si avvicinò a lui facendo passi grandi ma molto lenti, per poi sedersi sul bordo del letto. Mika si alzo e si mise seduto di fronte a lei.
Le prese le mani con una lentezza disarmante, le accarezzò dolcemente e poi avvicinò il suo viso a quello della ragazza, giungendo ad una vicinanza talmente grande da far toccare i loro nasi. Sorrisero come bambini, fino a quando Chiara, imbarazzata, abbassò lo sguardo e sorrise.
Mika cercò di nuovo il contatto visivo con lei, fino a quando, quasi accidentalmente, le loro labbra si toccarono. Allora non si lasciò sfuggire (giustamente) l’occasione che gli stava capitando, e la baciò, percependo il tepore delle sue labbra color fragola direttamente sulle sue. Quel gusto dolcissimo di menta che aveva la bocca della ragazza pian piano entrò nella sua, mentre respiravano la stessa aria e mentre continuavano a guardarsi incessantemente.
Dopo pochi secondi Mika staccò la bocca e l’avvicinò al suo orecchio come per sussurrarle qualcosa, invece le morse dolcemente la parte inferiore del lobo e solo successivamente iniziò a darle numerosissimi e altrettanto teneri baci sul collo, mentre scendeva, scendeva e scendeva ancora fino ad arrivare alla parte alta del seno. Chiara allora prese il controllo della situazione: si sdraiarono entrambi sul letto.
Iniziò a sbottonargli la camicia, con una lentezza che rendeva il tutto ancora più eccitante di quanto già non fosse, continuando a baciarlo. La sfilò, mentre Mika già le aveva tolto la bellissima camicia da notte della sorella, che ovviamente non sarebbe mai venuta a conoscenza dell’accaduto.
Chiara si lasciò cadere a peso morto sul corpo di Mika, appoggiando dolcemente il mento sulla spalla dell’uomo, mentre lui le accarezzava la schiena in modo molto, troppo sensuale.
“Oh, Michael!” sussurrò con un filo di voce la ragazza che aveva iniziato a sfilargli i pantaloni.
“ti prego, non lasciarmi andare! Io…” “shh” la interruppe Mika lasciandole un bacio a stampo sulla bocca.
“Sei la mia Chiara…” le disse con uno sguardo troppo sincero per essere messo in discussione.
La verità? Era che lei era pazza di lui almeno quanto lui lo era di lei. Era una cosa reciproca, era bellissimo, tra i due esisteva una complicità che era magia.
Il ragazzo riusciva a sentire sul suo corpo quello di Chiara, che era unito al suo e che sembrava fosse una cosa sola. La strinse ancora di più, tanto che per un momento credette di morire soffocato.
Ahah e quale sarebbe stato il problema? Sarebbe stata la morte migliore del mondo. Spostò inavvertitamente le sue mani dalla vita della ragazza al fondoschiena, tanto che Chiara si mise a ridere un po’ imbarazzata, ma al contempo divertita.
“Scusami sono un’idiota ahahahah!” Disse Michael vergognandosi un po’.
“Figurati, mi piace” lo tranquillizzò Chiara.
Essa infilò una mano tra i capelli del ragazzo, guardandolo negli occhi. Si chiusero in quella stanza per un paio d’ore, fino a quando non si addormentarono l’una sul corpo dell’altro, dopo aver allegramente finito i propri bicchieri di champagne, sognandosi a vicenda.
 Fu Chiara a svegliarsi per prima la mattina seguente, in modo abbastanza brusco; infatti le squillava il telefono. Rispose: era sua sorella Barbara, con una voce tremendamente preoccupata…

 

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