Shiawase ni naritai 幸せになりたい Voglio essere felice

di Misano
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un mondo tutto tinto di rosso. ***
Capitolo 2: *** Una notizia sconvolgente. ***
Capitolo 3: *** Tutti riuniti. ***
Capitolo 4: *** Le colpe di Kentaro. ***
Capitolo 5: *** E da quel giorno tu sei al mondo. ***
Capitolo 6: *** Prima dell’arcobaleno c’è la tempesta. ***
Capitolo 7: *** I bambini felici… ***
Capitolo 8: *** Vogliamo rivederti. ***
Capitolo 9: *** Misano ti ricordi di noi.? ***



Capitolo 1
*** Un mondo tutto tinto di rosso. ***


Ad illuminare la strada vi era solo la flebile luce del “Love Hotel”. Nel cielo splendeva una bianca e splendida luna.
Camminava molto lentamente con il viso sconvolto, gli occhi gonfi a causa delle candide ma amare lacrime, che andavano ad unirsi con il sangue, poiché aveva tagli molto profondi sotto l’occhio destro, che scendevano dapprima sulla bocca per poi andare a finire sui vestiti e per terra. Misano, non curandosi del sangue e delle ferite,  continuava a camminare con lo sguardo perso nel vuoto, fissando solo la strada dove c’era una lunga striscia di sangue, che portava ad una pozzanghera anch’essa di sangue; lì vi era disteso un ragazzo con un cellulare in mano. Lei, avvicinandosi al corpo del ragazzo, si inginocchiò e, prendendo il cellulare in mano, vide che il ragazzo, che ormai giaceva morto, stava per inviare un messaggio, proprio a Misano, ma non c’ era riuscito. Questo messaggio diceva:’’ Perdonami se non sono riuscito a farti innamorare di me. Io ti amerò p..’’. Misano, leggendo questo breve e inconclusivo messaggio, urlò dal dolore e stringendo le mani diede, ripetutamente dei pugni alla strada, procurandosi delle piccole contusioni alle mani. Dopo che smise di dare pugni alla strada si avvicinò, strisciando di ginocchia a terra, al ragazzo, per poi prenderlo fra le sue braccia e abbracciarlo, continuando a piangere ed urlare una frase. Misano urlava stringendo il ragazzo e diceva :’’ Yukinaro!! Yukinaro!! Perdonami!! Perdonami!! Te ne prego!! Sono stata IO!! IO!! Io sono la colpevole!! Perdonami!! Sei morto a causa mia!!’’

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Capitolo 2
*** Una notizia sconvolgente. ***


Nel frattempo, mentre Misano gridava e piangeva con Yukinaro fra le sue braccia, un ragazzo andava incontro ai due. Era alto, magro, capelli un po’ lunghi, aveva un ciuffo che gli cadeva sull’occhio sinistro; indossava una camicia bianca, con pantaloni neri e una cravatta… ma i vestiti erano tutti sporchi, soprattutto la camicia, che era sporca di rosso, un rosso fuoco, quel rosso era il sangue di Misano. Già, i due ragazzi si conoscevano molto bene: erano fidanzati. Il ragazzo lentamente arrivò alle spalle di Misano e inginocchiandosi appoggiò le mani sulle spalle della ragazza per poi abbracciarla. Il ragazzo sussurrò all’orecchio di Misano:’’ Il destino ha voluto così, ma è la cosa giusta!!’’. Misano, dopo queste parole, rimase di stucco e dopo aver appoggiato sull’asfalto, tutto sporco di sangue, il povero Yukinaro, si girò di scatto, con un viso cupo e nero dalla rabbia, con degli occhi che sembravano infiammati come il fuoco, e diede un ceffone al ragazzo, dicendo:’’ Kentaro fai schifo!!! Non rivolgermi mai più….’’. Non riuscendo a concludere la frase, Misano svenne tra le braccia del suo ragazzo. A questo punto Kentaro mise la mano nella tasca destra del suo pantalone e prese il cellulare, compose il numero dell’emergenze e portò all’orecchio il cellulare… la linea era libera e suonava… Finché qualcuno rispose dicendo:’’ Si pronto, qui l’ospedale!” Kentaro rispondendo in modo freddo e distaccato disse:’’ Dovete venire all’uscita del paese, perché è successo un’incidente e c’è una ragazza in condizioni critiche e un ragazzo morto.’’ Il signore al telefono rispose:’’ Arrivano subito le ambulanze. Mi dovresti dire solo quale uscita del paese.’’… Kentaro rispose:’’ L’uscita è quella del ponte.’’ Il signore a sua volta concluse dicendo:’’ Arriviamo, 5 minuti e siamo li!.’’ Dopo aver finito di parlare al telefono una lacrima scese molto lentamente sul viso e finì sulla bocca inumidendola un po’. Kentaro si asciugò questa lacrima e si sedette vicino a Misano che era distesa sulla strada affianco a Yukinaro. Poi mise di nuovo la mano in tasca e prese un pacchetto di sigarette: le Winston blu, e ne prese una e la portò alla bocca; poi con l’altra mano prese nel taschino della camicia l’accendino e accese la sigaretta. Dopo 6-7 minuti arrivarono le due autombulanze.. I paramedici scesero di corsa dalle vetture e aprirono gli sportelli e fecero scendere le barelle, per poi dirigersi verso Misano e Yukinaro. Un paramedico si avvicinò a Kentaro chiedendo la dinamica dei fatti. Kentaro, portandosi la mano alla bocca, prese la sigaretta con il pollice e il medio e la buttò. Poi rispose:’’ Un’incidente fra due motorini, il ragazzo che ora giace lì morto, mentre stava in curva ha accelerato e ci è venuto incontro, ma io per non prenderlo ho frenato di colpo e poi ho sbandato e sono andato a sbattere contro il muro del “Love Hotel”. Dietro al motorino stava la mia ragazza che ora è distesa li svenuta. Il ragazzo invece, che ci stava venendo addosso, non aveva il casco quindi ha sbandato ed è andato a sbattere contro il muro di quella fabbrica ed è morto sul colpo. Ecco è successo tutto questo.’’ Nel frattempo i paramedici avevano preso in braccio Misano e l’avevano fatta stendere sulla barella, mentre Yukinaro l’avevano messo in una bara d’acciaio. Poi dopo aver chiuso la bara di Yukinaro e aver fatto stendere Misano, i paramedici fecero salire le barelle sulle vetture. Mentre chiudevano gli sportelli delle vetture, Kentaro urlò dicendo:’’ Vengo anch’io! Lei è la mia ragazza e non posso lasciarla da sola.’’ I paramedici acconsentirono e anche Kentaro salì sulla vettura. Quindi chiusero gli sportelli e partirono. Kentaro si sedette affianco alla barella di Misano e le stringeva la mano, e senza accorgersene le lacrime scendevano sul suo viso. Poi il ragazzo prese di nuovo il suo cellulare e chiamò i genitori dicendo cosa fosse successo, e disse di avvertire i genitori di Misano e il padre di Yukinaro. Misano a un certo punto iniziò a faticare a respirare, perché lei fin da piccola è stata affetta dall’asma e quindi i paramedici subito presero la bombola dell’ossigeno e le misero la mascherina alla bocca per farla respirare, ma non riuscivano a farla smettere, la stavano per perdere. Il cuore si stava per fermare. Un paramedico quindi prese di corsa l’elettrofibrillatore , si avvicinò a Misano e le aprì il vestito di corsa, così da scoprirle tutto il corpo lasciandola a petto nudo, poi lo caricò e lo rilasciò sul petto dando delle piccole scosse così da poter stimolare il cuore a farlo battere. Intanto Kentaro, vedendo la scena iniziò a preoccuparsi, e si rivolgeva a Misano, prendendogli la mano gridava:’’ Misano!! Misano!! Puoi farcela!! Ti prego Misano resisti!! Resisti!! Non puoi morire senza aver lottato!!’’ In quell’istante Misano sentì la voce di Kentaro, ma non si svegliò. Il paramedico prima di arrivare in ospedale disse:-‘’ Misano è entrata in coma!” Kentaro sentì le parole del paramedico e urlò dal dolore e piangeva, si portò la mano sul viso e si coprì gli occhi gonfi e pieni di lacrime.

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Capitolo 3
*** Tutti riuniti. ***


Appena Kentaro udì queste parole urlò:‘’ Nooooooo!!!! Misano!! Misanoooo!! Ti prego...ti pregooo… ‘’ Appena arrivarono all’ospedale aprirono gli sportelli delle ambulanze e scesero le due barelle. Intanto i genitori dei tre ragazzi erano tutti arrivati e li stavano aspettando nella sala d’attesa. La barella con Misano fu portata d’emergenza nella sala operatoria. I genitori e la sorella della nostra Misano appena videro la ragazza in quelle condizioni, corsero dietro con i dottori, ma il chirurgo disse:’’ Signori mi dispiace, ma non potete entrare e devo darvi una brutta notizia… Vostra figlia è in coma!!’’. La mamma di Misano, Kayoki Fujiarawa, a queste parole svenne e il padre, Kei Katsukawa, la prese fra le sue braccia e poi la fece sedere alle sedie che stavano fuori alla sala operatoria e la sorella di Misano, Lucy Katsukawa, prese dell’acqua alla madre. Intanto l’altra barella entrava nell’ospedale, e qui c’era Yukinaro… All’ospedale ad aspettarlo c’era solamente suo padre Daiki Shinotsusa, dato che la mamma di Yukinaro era morta quando lui era ancora bambino. Il padre vedendo il figlio morto non resse ed ebbe un’infarto…ma non fatale. Ad entrare per ultimo fu Kentaro. Ad attenderlo c’erano i suoi genitori insieme ai due suoi fratelli maggiori. Kentaro gli andò incontro, camminando molto lentamente e barcollando su se stesso, come se fosse ubriaco marcio e piangendo disse:“ Mamma, papà mi dispiace! Ma Yukinaro mi è venuto addosso, e io per non prenderlo in pieno, ho frenato di colpo e ho sbandato andando a sbattere contro un muro; io avevo il casco invece Misano, non lo ha voluto mettere!! Mi dispiace…mi dispiace non sono stato in grado di salvare la mia ragazza!! Ora…Ora…lei…-‘’ E mentre parlava e singhiozzava iniziò a piangere, inginocchiandosi ai piedi dei genitori. La madre, vedendo il figlio in quelle condizioni, si inginocchiò anch’essa e lo abbracciò dicendo:‘’ Hai fatto tutto quello che potevi!.’’ Kentaro continuò dicendo:‘’ No!!! Ora la mia ragazza …La mia ragazza…E’ in coma!!Coma!! Lo capite?!? Sapete che si prova?! No, voi non sapete il dolore che in questo momento sto provando.. E’ un dolore inimmaginabile!!! E poi voi non c’eravate né quando è successo l’incidente, né quando stavamo nell' ambulanza!!’’ .La mamma continuando ad abbracciarlo voleva farlo calmare, ma non riuscendoci chiamò un’ infermiera chiedendole se poteva dargli qualche calmante… L’infermiera disse di si, e lo fece alzare e lo portò in una stanza facendolo stendere sul letto e gli fece una siringa anestetica, e dopo un po’ si addormentò.

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Capitolo 4
*** Le colpe di Kentaro. ***


Intanto Misano era appena uscita dalla sala operatoria tutta medicata e fasciata. La mamma di Misano dopo essere rinvenuta, andò incontro al dottore che portava la ragazza nella sua stanza. Si avvicinò alla barella di Misano e le prese subito la mano e iniziò a piangere e diceva:’’ Povera la mia bambina…Come ti hanno ridotta?!? Maledetto a quel ragazzaccio e la sua dannata moto!! Io.. Io lo sapevo da sempre che quel ragazzo era un guaio per la mia bambina… un guaio!!!-‘’ Il dottore le rivolse la parola dicendo :‘’Signora si calmi…si calmi per favore!! Sua figlia è in coma farmacologico non è morta, come è successo all’altro ragazzo!! Si cal…’’- La signora Fujirawa lo bloccò dicendo:-‘’Mia figlia è in coma per colpa di Kentaro!!!’’Appena concluse la frase arrivarono i genitori di Kentaro e dissero:” Signora ci dispiace per quant’è accaduto, ma nostro figlio ha cercato in tutti i modi di evitare lo scontro fra le due moto ci è riuscito si.. ma poi è andato a sbattere contro il muro, poiché aveva perso il controllo della moto. Ma comunque sia, nostro figlio non ha colpa di nulla. E’ stato Yukinaro a venirgli contro, ma ora non diamo la colpa a nessuno, pensiamo solo al bene dei nostri figli, questo è quello che conta! So che ora lei e suo marito non riuscite a capacitarvi della situazione, ma dovete farvi forza l’uno con l’altro. Vi staremo vicini anche noi, perché vogliamo molto bene a vostra figlia Misano!’’ Conclusero dicendo così, e la signora Fujirawa e il signor Katsukawa sorrisero per poi andare nella camera di Misano per vedere come stava. Il dottore intanto andò nella stanza dove stava Daiki, il padre di Yukinaro, dato che si era sentito male. Il dottore aspettò un attimo che si riprendesse e gli disse:-‘’Signor’ Shinotsusa mi dispiace per la perdita di suo figlio, sentite condoglianze.’’ Il signor Daiki iniziò a piangere e disse che voleva vedere il corpo del figlio, ma il dottore non acconsentì poiché non poteva ancora muoversi per via dell’ infarto. Così, portandosi le mani al viso e piangendo, disse:-‘’Figlio mio. Figlio mio!! Perché?? Perché?? L’amavi a tal punto di morire anche davanti ai suoi occhi?? ‘’ Intanto la signora Fujirawa stava seduta affianco al letto di Misano e le teneva la mano e piangeva appoggiata sulle sue gambe. A un certo punto Misano bisbigliò e disse:‘’ Rea! Ti odio.‘’ A quelle parole la signora Fujirawa rimase di stucco, mentre una lacrima scendeva senza che lei lo volesse e ebbe un flashback.

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Capitolo 5
*** E da quel giorno tu sei al mondo. ***


Kayoki iniziò a ricordare di come aveva conosciuto la figlia. Lei non era la vera madre, ma l’ aveva adottata, quando aveva ancora 5 anni. Era il 14 giugno del 1992 quando in un piccolo paese di nome Wakayama, in un ospedale poco conosciuto, dopo 19 ore di travaglio alle ore 15,58 venne al mondo una bambina. Mentre usciva dalla pancia i dottori videro che la piccola aveva il cordone ombelicale attorno al collo e stava per morire soffocata; i dottori quindi la fecero uscire di corsa dalla pancia e le tolsero il cordone dalla gola, ma la bambina fu tenuta nell’incubatrice 1 settimana per precauzione. La mamma della bambina, Rea Shamatsusa, prima di partorire aveva deciso di dare in affidamento la piccola. In poche parole abbandonarla. Dopo il parto, i dottori chiesero alla signora Rea e al suo compagno, ovvero il padre della bambina, il signor Mansaku Mokawa il nome da darle. E loro ovviamente dovettero dare un nome e optarono per Misano.. Dopo una settimana e mezza, la signora Rea e il compagno, insieme alla bambina, uscirono dall’ospedale e si diressero verso la casa che si trovava in un paese un po’ più grande rispetto a quello dove stavano ora il cui nome è Osaka. Arrivate a casa la signora Rea mise la bambina nella culla, non era una di quelle più belle, ma una culla già stata usata in precedenza da chissà quante persone. Quindi la poggiò nella culla e la lasciò, e lei andò in cucina a fare le faccende senza preoccuparsene. Intanto era arrivato il momento della poppata, erano già passate 3 ore da quando erano arrivate a casa, e quindi la piccola aveva fame e voleva il suo latte, e iniziò a piangere. Ma la signora Rea non se ne importò più di tanto. Dopo un po’ bussarono alla porta, e la signora andò ad aprire e vi era una ragazza, Misaki Atsukaja, che era la vicina di casa della signora Rea. La signora appena la vide disse: ‘’ Misaki che ci fai qui? Che vuoi?.’’ Disse in tono forte e dispregiativo. Misaki rispose, molto cordialmente,:‘’ Rea vedi che la bambina sta piangendo ormai da tanto tempo, secondo me ha fame.. L’ hai fatto mangiare alla piccola??.’’ La signora Rea disse alzando un tantino il tono di voce:‘’ Ma chi ti credi di essere ragazzina?! Saranno affaracci miei se quella peste piange o meno, quindi vedi di non scocciare e levati davanti alle scatole, -Sbuffò facendo una smorfia-‘’. Misaki dopo queste parole se ne andò a casa sua e non parlò più con la signora.Dopo un’ora arrivò il compagno di Rea dicendole che dovevano andare al comune per poter registrare la bambina. Quindi si preparano, presero la bambina e scesero dalla casa, il quale si trovava in una parte isolata del paese dove abitavano persone drogate, ex galeotti, prostitute e tant’altra gente. Salirono in macchina e si diressero al comune. Dopo 10 minuti di tragitto arrivarono, scesero dalla macchina, il padre della piccola prese dal cofano il passeggino e mise Misano a sedere. Entrarono nel comune e andarono all’ufficio Anagrafe per poter registrare la piccola. Entrarono dall’ufficio del Capo il signor Mangasa Mogi, e poi andarono nella stanza della signora Kayoki Fujirawa. Bussarono alla porta, e Rea disse:’’ Devo registrare la bambina al comune!” La signora Kayoki, il quale era seduta di spalle alla porta, e stava aggiustando dei documenti, rispose:’’ Avanti, un’ attimo e arrivo subito. Intanto ditemi che documento dovete fare.’’ Rea rispose:’’ Dobbiamo registrare questa qua, che è nata da poco giorni.’’ La signora Fujirawa si girò di colpo sentendo le parole di Rea, e si accorse della bambina. Si avvicinò alla piccola e le sorrise, poi chiese a Rea:’’ Posso prenderla in braccio?? E come si chiama questa bellissima bambina??’’ Rea rispose:’’ Si chiama Misano, e comunque si potete prenderla in braccio.’’ A quel punto Kayoki prese Misano in braccio e giocò un po’ con la bimba, che intanto rideva anche essa. Poi Kayoki rimise la piccola nel passeggino e andò nella stanza affianco a prendere il registro di nascita e tornò nel suo ufficio appoggiando il registro sul tavolo. Poi si rivolse a Rea:’’ Mi dovreste dire dove è nata, il giorno in cui è nata, l’ora del parto, e i nomi dei genitori.’’ Rea sbuffando rispose:’’ Allora è nata a Corinaldo, il 14 giugno del 1992, alle ore 15,58 e i nomi dei genitori sono Rea Shinotsusa e Mansaku Mokawa.” Kayoki scrisse tutto quanto sul registro delle nascite, poi fece firmare il documento e disse che le carte ora erano tutte in regola e potevano andare. A questo punto Rea e Mansaku uscirono dalla porta dell’ufficio e se ne andarono, mentre Kayoki li guardava e sorrideva a Misano. Si diceva che per un mese il compagno della signora Rea tornava a casa ubriaco e persino drogato, e per non sentire il pianto della bambina la picchiava facendola zittire, Dopo 1 mese dalla nascita della bambina i genitori ormai si erano stancati di tenerla e quindi andarono in un convento di Suore del paese e bussarono alla porta, ad aprire andò la Madre Superiora del convento e vendendo la signora Rea disse:‘‘ Cosa ci fate voi qui?!? Una donnaccia come voi entra nella casa di Gesù? Voi non avete il diritto di entrare qui ne’ ora ne’ mai!” Dovete sapere che la signora Rea era un donna facile, andava al letto con chiunque anche con persone più vecchie di lei, e il suo compagno Mansaku, quando lei tornava dopo averlo lasciato per un altro se la prendeva di nuovo in casa. Ecco perché la Madre Superiora avendola vista ebbe quella reazione-Ritornando alla questione della Madre Superiora e la sua reazione, la signora Rea disse, con quel tono altezzoso e superbo:‘’ Sono venuta a portarle una cosa. Io non ho tempo da perdere con questo fardello, ecco perché sono venuta qui, altrimenti non avrei mai messo piedi qui dentro!’’ La Madre Superiora disse:‘’ E cosa sarebbe questo fardello che danna la tua vita, da portarti qui?? “ Rea ,che stava sull’uscio della porta, uscì un attimo fuori e prese il passeggino con la bimba e disse:‘’ Ecco questo è il fardello che mi danna la vita!!’’. La Madre Superiora vide la carrozzina con la bimba dentro e rimase scioccata nel sentire quelle parole e disse:‘’ Tu non meriti di essere madre!!! Non lo meriti sei solamente un mostro!!! Abbandonare questa povera creatura innocente solo per poterti divertire è da pazze!! Pazze…Nessuna mamma lo farebbe.!!‘’ Rea rispose:‘’ Nessuna mamma a parte me!! Quindi ora ve la lascio io devo andare, ciao!‘’ Lasciò la bambina e se ne’ andò sparendo dalla circolazione per un po’ di tempo. La Madre Superiora chiamò subito una suora e scese giù e andò dalla piccola che dormiva serenamente come un angioletto. La Madre Superiora decise di tenerla con se e le altre suore, ma in cuor suo sapeva che non sarebbe stato possibile a causa della legge. Ma per il momento la bimba restò con le suore e con la Madre Superiora.

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Capitolo 6
*** Prima dell’arcobaleno c’è la tempesta. ***


E da quel giorno la, del giorno il 20 luglio del 1992 la bambina iniziò ad abitare con le suore. Non le facevano mai mancare nulla, era trattata come una principessa. Delle signore andavano anche a trovarla e portare dei vestiti, dei giocattoli, tutto il necessario per i neonati. Passarono molti mesi da quando la bimba era nata, all’incirca 7 mesi, era il 6 febbraio dell’anno nuovo 1993, quel giorno per le suore fu bruttissimo, proprio da dimenticare. In quel giorno successe che l’assistente sociale Roxanne Shatsuka , arrivò dalle suore con una notizia bruttissima. Suonò il campanello del convento e andò ad aprire la Madre Superiora, appena aprì il portone vide l’assistente sociale e notò che la faccia di Roxanne non era per niente felice ma cupa e triste, ed intuì qualcosa, ma non era certa di quello che stava pensando. Si rivolse a Roxanne dicendo:-‘’ Buongiorno Roxanne-Si conoscevano da molto tempo-come mai sei venuta al convento, a quest’ora del mattino? Sono ancora le 7.30…E’ forse successo qualcosa di grave, perché se è cosi dovete subito riferirmelo; intanto entrate nel convento, saliamo sopra e andiamo nel mi ufficio.-‘’ Roxanne seguì la Madre Superiore ai piani superiori, andò nell’ufficio, si accomodò sulle poltrone che si trovavano nella stanza affianco all’ufficio e iniziò a parlare:-‘’ Madre Superiora oggi sono venuta qui..per darvi una notizia che non vi farà molto piacere, e a me dispiace moltissimo, è un grave compito questo…-‘’La madre Superiora interruppe Roxanne dicendo:‘‘ Orsù Roxanne! Non fate tutti questi giri di parole, dite le cose come stanno..!!’’ Roxanne quindi decise, come si suol dire, di sputare il rospo, e quindi iniziò a parlare dicendo:-‘’Madre Superiora la piccola non può più stare qui!! Deve andare nell’orfanotrofio di Kyoto, così da poter essere adottata da una famiglia adeguata.’’ La madre Superiora a queste parole si rattristì e con l’ amaro in bocca andò a chiamare le altre suore e disse loro:‘‘ Sorelle, devo darvi una notizia che non vi farà piacere…’’ Le suore preoccupate chiesero:-‘’ Madre Superiora cosa ci dovrebbe dire di così tanto triste?...’’ La Madre Superiora continuò dicendo:-‘’ La piccola non potrà più stare qui in convento da noi…L’assistente sociale è venuta a prenderla per portarla nell’orfanotrofio. Ho cercato in tutti i modi per convincerla a far restare la bambina qui, ma è stato inutile. Entro stasera la piccola dovrà andare nell’orfanotrofio della provincia.-‘’Le suore sentendo la Madre Superiora, si iniziarono a rattristirsi e alcune di loro piansero pure. Arrivò la sera, erano le 20.08 le suore con la bambina in braccio andarono dall’assistente sociale che le stava aspettando nell’atrio del convento, e con tristezza e dolore affidarono la bimba a Roxanne. L’assistente la prese in braccio e uscì dal convento, andando all’ orfanotrofio.

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Capitolo 7
*** I bambini felici… ***


Dopo due ore e mezza di viaggio Roxanne e la bambina arrivarono all’orfanotrofio “I bambini felici” di Kyoto. L’assistente scese dalla macchina, prese la piccola in braccio, e andò a bussare al portone grandissimo. Andarono ad aprire. Apparve alla porta una signora vecchia, decrepita, bassina, non poteva essere più alta di 1,35m, capelli bianchi e aveva pochi denti il quale erano tutti cariati e gialli; segno che in passato fumava molto. Il suo viso era pieno di rughe aveva degli occhi piccolissimi e aveva un grosso brufolo sul naso. Roxanne vedendola si bloccò un attimo fissandola. La vecchia signora disse:“ Cosa volete?” Roxanne disse: “S..sono venuta a portare la bambina, quella che stava nel convento.” La vecchia rispose: “ Ah, si scusatemi. Entrate pure, la direttrice vi stava aspettando. Ora è nel suo ufficio, vi accompagno seguitemi.” Roxanne entrò nell’orfanotrofio e seguì la vecchia. Passarono per un lungo corridoio, le pareti erano tutte bianche e alcune erano un po’ rovinate, dopo un po’ arrivarono alle scale e vi salirono, per poi arrivare al primo piano e andare verso la prima porta, la quale stava vicino le scale. La vecchia bussò alla porta, e una voce “risuonò dicendo:“ Si?? Entrate pure. ” La porta venne aperta dalla vecchia, che si rivolse alla signora dicendo:“ Direttrice Mayuzaka è arrivata l’assistente sociale Roxanne.” Roxanne entrò dentro l’ufficio con la bambina in braccio e disse:“ Buon sera direttrice Mayuzaka. Sono l’assistente sociale il mio nome è Roxanne Shatsuka; abbiamo parlato ieri pomeriggio, sono venuta qui a portale la piccola Misano.” La direttrice si alzò dalla sua sedia e rispose:“ Buona sera signora Shatsuka, io sono Sakura. Mayuzaka. –Le strinse la mano e le sorrise.- E’ in ritardo come mai? L’aspettavamo per le 19.oo.” Roxanne rispose:“ Si sono arrivata in ritardo perché il paese dove stava la piccola dista due ore e mezza da qui.” La direttrice si avvicinò a loro e rivolgendosi alla vecchia disse:“ Signora Kuchikiwa prenda la piccola e portatela nella stanza dove stanno i bambini neonati, anche perché è ora di andare a letto.” La signora Kuchikiwa si avvicinò a Roxanne e prese la bambina e uscì dall’ufficio della direttrice dirigendosi alla stanza dei neonati. Intanto Roxanne e la direttrice stavano parlando nell’ufficio di quest’ultima. “Direttrice ora io dovrei tornare al mio paese, anche perché è tardi e finché arrivo a Osaka si fa notte. Se dovesse succedere qualcosa alla piccola avvisatemi subito. Vi lascio il mio numero di cellulare in caso d’evenienza. Ora la saluto.” –Le da un bigliettino con sopra scritto numero di cellulare da lavoro, e il numero dell’ufficio e si avvia verso la porta dell’ufficio.- La direttrice prese il bigliettino e rispose:“ Certo Roxanne vi terrò informata se dovesse succedere qualcosa. Buona serata. Roxanne sorrise e poi si diresse verso le scale, scese le scale e andò all’entrata dell’orfanotrofio. Aprì il portone e prese dalla tasca della sua giacca le chiave della sua macchina. L’aprì e vi salì sopra, mise in moto e girando un po’ la testa e sussurrò qualcosa. “Buona fortuna piccola Misano..” A quel punto partì e scomparve tra la nebbia che ricopriva il paese.

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Capitolo 8
*** Vogliamo rivederti. ***


Passarono giorni e mesi e alcuni anni e la piccola Misano cresceva e diventava sempre più bella.. Però era molto triste, piangeva sempre. La tutrice di quell’orfanotrofio era molto cattiva. Perfida, maligna a dir poco. Ogni qualvolta dei bambini piangevano o non ubbidivano li picchiava e gli dava delle medicine per farli calmare e per farli dormire. Misano aveva 5 anni e quindi anche lei quando piangeva veniva picchiata e prendeva i farmaci. Nessuno sapeva cosa succedeva in quell’orfanotrofio di come venivano trattati tutti i bambini. Anche la direttrice non era al corrente di niente. Il 23 aprile 1997 le suore decisero di andare a trovare la piccola all’orfanotrofio. Ormai le suore andavano sempre a trovare la piccola, ma erano all’oscuro di tutto. Prima di andare all’orfanotrofio dovettero far firmare una carta dal sindaco del paese. La madre superiora quindi andò al comune di Osaka e si diresse all’ufficio del sindaco Matsumoto Furowoka. Bussò alla porta e aspettò che qualcuno rispondesse. Infatti poco dopo una voce disse di poter entrare; quindi aprì la porta dell’ufficio ed entrò. :“Buon giorno signor Sindaco.” Il sindaco rispose. :“ Ooh buon giorno Madre Superiora. Qual buon vento la porta qui da me? La Madre Superiora a sua volta rispose dicendo. :“Sono venuta perché dovrei chiederle di firmarmi un foglio, con il quale io e le mie sorelle dovremmo andare a trovare la piccola Misano all’orfanotrofio.” Il sindaco sorridendo rispose dicendo. :“Certo Madre Superiora, mi dia il foglio che ve lo firmo così potrete andare oggi stesso. La suora cacciò dalla tasca della sua tonaca un foglio piegato in quattro e lo porse al sindaco. :“Ecco tenete.” Il sindaco allungando la mano verso la Madre Superiora prese il foglio lo aprì e prese una penna dalla sua scrivania e vi firmò sopra. Poi chiuse di nuovo il foglio e lo porse alla Madre Superiora. :“Ecco Madre Superiora questo è il vostro foglio firmato dal sindaco. La Madre Superiora prese il foglio e ringraziò il sindaco; poi uscì dall’ufficio e si diresse verso l’ascensore del comune per scendere al piano terra. Arrivò all’ascensore, schiacciò il pulsante, quando le porte furono aperte entrò dentro e schiacciò il bottone per scendere giù. Appena scesa giù si incamminò verso l’uscita. Fuori dal comune vicino i quattro gradini c’era una signora. Questa signora la Madre Superiora la conosceva molto bene. Infatti la chiamò per nome. :“Kayokiii… Ehiii Kayoki” Quella signora era proprio Kayoki Fujirawa, la stessa signora che aveva registrato al comune la piccola Misano. La signora sentendosi chiamare si girò di scatto, con una sigaretta accesa fra le mani, e dopo aver fatto un tiro rispose. :“Ooh buon giorno Madre Superiora, che ci fate voi qui?” La Madre Superiora rispose. :“Kayoki ancora non te lo togli il vizio di fumare?? Quante volte te lo dovrò ripetere che fumare non fa bene alla salute? Comunque sono venuta perché dovevo farmi firmare una carta dal sindaco ed era urgente altrimenti non potevo fare nulla senza questa.” Kayoki a sua volta rispose. :“Madre Superiora è inutile che mi dici le solite cose. Il vizio non riesco a toglierlo punto. Ma è successo qualcosa? Perché avevi bisogno della firma del sindaco?” La Madre Superiora sorridendo rispose :“Kayoki…Kayoki tranquilla non è successo nulla. La firma mi serve perché io e le altre sorelle dobbiamo andare all’orfanotrofio a trovare una bambina; si trova lì perché i genitori non la volevano e l’hanno lasciata a noi, ma l’assistente sociale dopo 7 mesi ha detto che la bambina non poteva più stare con noi e quindi ora sta all’orfanotrofio. E a tutte noi manca tantissimo e vogliamo andare a vedere come sta e com’è diventata. Sono già 5 anni che sta in orfanotrofio. Si noi andiamo all’orfanotrofio a trovarla ma la vogliamo di nuovo con noi.” Kayoki, che era una donna molto sensibile e quindi si commuoveva facilmente, mentre sentiva parlare la Madre Superiora si commosse e disse balbettando :“P…povera…povera bimba. Chissà come starà sof..frendo…” La Madre Superiora rispose :“Non sei cambiata per niente vero? Sei sempre la stessa…Piangi sempre…Dai su..su non fare così. –La Madre Superiora le porse un fazzoletto e Kayoki lo prese asciugandosi le lacrime.- …Cosa credi, anche noi manca tantissimo. La mamma era una poco di buono e quindi per lei la piccola era solo un “fardello”. Parole sue… ‘‘Io non ho tempo da perdere con questo fardello.’” Kayoki rimase di stucco alle parole della suora. Dopo un po’ la Madre Superiora disse a Kayoki che doveva andare altrimenti faceva tardi. Si salutarono e la suora si diresse al pulmino, vi salì e dentro c’erano 2-3 suore con la maestra d’asilo Mio Amaghi. Mise in moto e partirono. Durante il tragitto, da Osaka a Kyoto, le suore discutevano su come dovevano comportarsi quando avrebbero visto di nuovo la piccola Misano. Finalmente arrivarono a Kyoto, entrarono in città e si diressero subito all’orfanotrofio. Arrivarono, la Madre Superiora parcheggiò davanti al grande portone, scesero dalla vettura e andarono a suonare al portone.

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Capitolo 9
*** Misano ti ricordi di noi.? ***


Ad aprire andò sempre la solita vecchia decrepita. Quella donna che aprì 5 anni prima alla signora Roxanne quando portò la piccola all’orfanotrofio. La Madre Superiora disse :“ Buon giorno signora Kuchikiwa, siamo venute a trovare la piccola Misano.’’ La vecchia rispose. :“ Oh buon giorno a lei Madre Superiora. Si entrate, vi accompagno dalla piccola. Ora Misano sta nella sala giochi con gli altri bambini e sta giocando.” La Madre Superiora, le suore e Mio sorrisero e seguirono la vecchia Kuchikiwa nella sala giochi. La sala si trovava al piano terra quindi camminarono per il lungo corridoio e la penultima porta. La vecchia bussò e una voce femminile all’interno della stanza rispose che potevano entrare. Quindi aprirono la porta e si guardarono attorno per vedere dove stava la piccola Misano. Ma in quella stanza non c’era. Infatti la ragazza che stava nella stanza la stava cercando. La Madre Superiora spaventata corse dalla ragazza e disse. :“ Do.. dov’è Misano?? Dov’è, parlate!! Cos’è successo?” La ragazza rispose. :“ E’ da un’ora che la sto cercando ma non riesco a trovarla da nessuna par..’’ La Madre Superiora senza aver finito di sentire le parole della ragazza corse fuori dalla stanza e corse al piano di sopra, per poi andare in tutte le stanze che vi erano in quello stabile. Ma non riusciva a trovarla da nessuna parte. Anche le altre suore la cercavano ovunque, ma non vi era nessuna traccia della piccola. Intanto Mio era rimasta a parlare con la ragazza. :“Spiegatemi tutto dall’inizio e ditemi perché Misano non sta qui a giocare con gli altri bambini.” La ragazza rispose che non sapeva nulla del comportamento della piccola e del perché si fossa nascosta. Dopo un po’ tornarono tutte le suore. Entrarono nella stanza dei giochi e la Madre Superiora iniziò a parlare. :“ Abbiamo controllato in tutte le stanze ma di Misano non c’è traccia. Sapete se Misano è uscita dall’edificio?? Questa è l’unica soluzione…’’ La tutrice rispose :“ No, è impossibile che sia uscita dall’edificio. All’entrata sta la signora Kuchikiwa e quindi l’avrebbe vista se fosse uscita dall’edificio.’’ Ad un tratto la Madre Superiora si ricordò quando l’ultima volta lei e le altre suore andarono a trovarla, anche in quella circostanza Misano si era nascosta. E ricordò anche il posto dove si nascose: la soffitta. Quindi aprì di corsa la porta e disse: “La piccola sta in soffitta!!” E iniziò a camminare a passo svelto, arrivando alle scale, la tutrice iniziò a correre e corse per le scale arrivando per prima in soffitta e aprì la porta. Come aveva detto in precedenza la Madre Superiora, in soffitta c’era Misano affianco a una finestra con un grande orso fra le sue braccia, che stringeva a se. La bambina si voltò verso la tutrice e un viso triste; Misano pur avendo 5 anni, era molto alta, aveva dei capelli lunghissimi, biondi e lisci come la seta, aveva degli occhi celesti come il cielo d’estate, la sua pelle era molto soffice e pura e aveva le gote un po’ rosse. La tutrice vedendola vicino alla finestra le andò incontro con un viso cupo e nero. Intanto le suore e la Madre Superiora arrivarono in soffitta e assistettero ad una scena bruttissima. La tutrice alzando il braccio destro diede uno schiaffo alla piccola Misano.

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