sotto il mio cielo

di COCOKRAVE98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'amore è solitudine in due. ***
Capitolo 2: *** perdersi tra le braccia ***
Capitolo 3: *** rinnego ***
Capitolo 4: *** night ***
Capitolo 5: *** vecchia gioventù ***
Capitolo 6: *** tutto e niente ***
Capitolo 7: *** Discorsi discorsosi: omofobia ***



Capitolo 1
*** l'amore è solitudine in due. ***


Buio e freddo.
Solitudine e paura.
Sentivo che tutto presto sarebbe finito. Solo che quel presto pareva interminabile.
Gelo. Tremo.
Lui. Fremo.
Sulla soglia della porta, e sembrava ancora troppo lontano.
La luce dietro di lui lo disegnava, con linee che perfette è dire poco.
Eccoci, pensavo. Invece non c’eravamo. Non eravamo ancora abbastanza vicini. Ma questo allora non lo sapevo.
Dolci, morbide, da assaggiare. Da consumare fino all’ultimo bacio. E le guardavo, Guardavo le sue labbra. E più lo facevo, più le volevo su di me.
Brividi, e poi caldo. La pelle.
Le sue mani su di me. Come se non l’avesse mai fatto.
“ti amo” come se non l’avessi mai detto.
Era come se non facessi altro da tutta la vita. Contemporaneamente, come se non aspettassi altro da tutta la vita. Come se fossi l’ultimo noi. Ma era solo l’inizio. E più andavamo avanti più mi sentivo sua. E non c’è cosa più bella, di sentirsi soli per tempo, e poi in un momento pieni. Ero piena. Piena d’amore. Piena di lui. Piena ma mai abbastanza. Ne volevo di più, e lui ha saputo darmelo.

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Capitolo 2
*** perdersi tra le braccia ***


Mi baciava. Mi teneva stretta a lui.
Sentivo il suo fiato spezzato. Sentivo il suo cuore battere sul mio petto.
Sentivo tutto di lui. Lo sentivo.
Presa la mia mano gli chiesi di non lasciarla più. Avevo paura qualcosa o qualcuno me lo portasse via. Sapevo fosse impossibile, ma non mi interessava.
Avevo paura qualcosa ci dividesse. Avevo paura di perdermi. Di perdermi tra l’emozioni, i respiri e i baci leggeri.
Avevo paura mi perdessi un’altra volta nel buio senza respiro. Avevo paura di risvegliarmi con il suo viso preoccupato.
Persi ogni contatto con il mondo.
Persi tutto, ma non lui.

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Capitolo 3
*** rinnego ***


Cuffie, coperte, computer, the e te. Dimentico i mille pensieri. Quelli non mancano mai. Quelli non bastano mai. 
Passare ore e ore a pensare a che cazzo sta succedendo. 
Sabato sera, un paio di bicchieri di belvedere, un ceffone e isolamento fino al 2014.
Pensare di avere tutto sotto controllo, ma non ho nemmeno me stessa sotto controllo.
Ma quando crescerò? Quando capirò cosa devo fare?
Sto facendo passare i giorni. Ho frequentato tante persone, e una ad una si sono rivelate delusioni. E se fossi io ad aver deluso tutti?
Non valgo nemmeno due ore di 6 persone. Non valgo 10 minuti di bicicletta. Non valgo l’adeguarsi di una giornata. Non valgo. 
Mi han sempre detto “ gente così, meglio perderla che trovarla”, e se facessi parte di quelle persone?
So solo che sono perennemente triste ed irritabile. A disagio e incompleta. Come se non fossi nel posto giusto. Come se non fossi la persona giusta. Non mi sento la persona giusta di nessuno. Non sono giusta. Anzi, sono sbagliatissima. 
“Meglio soli che mal accompagnati” lo dite voi, che come me, siete soli e nonsapete il perché.

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Capitolo 4
*** night ***


credo di sentirmi meno sola in questo buio. In una camera buia e fredda. Mi sento meno sola con una coperta che mi stringe come le sue braccia. E mia sorella che dal letto a fianco mi urla di dormire. E la cosa mi tiene sveglia,con un dolore allo stomaco, al petto, come se non meritassi nemmeno questa compagnia. Come se non meritassi nemmeno questa tastiera. Come se dovessi stare sveglia l’intera notte. Con ogni mia parte del corpo che mi urla “ sei sola, dannatamente sola!”. E cazzo, vorrei far tacere tutto, ma qui più gli/mi faccio del male, cercando di far finire tutto, più il mio corpo tace e il mio cuore strilla. E non so cosa sia peggio. Forse quando il cervello inizierà a sussurrarmi le stesse parole. Parole lente, sottovoce, fredde e pensanti. Che a udirle sembrano piume sulla neve, ma a sentirle fuoco dentro.

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Capitolo 5
*** vecchia gioventù ***


Il punto è che qui nessuno ti cerca. Vieni cercato per colmare il tempo degli altri. Ma se non puoi farlo, non ti cercano per colmare il vuoto che hai dentro. E quindi rimani lì, a richiederti perché sta andando così. Se l’amicizia è questo, ed io non so apprezzarla. Oppure è ben altro, e io non la merito. Passare ore a distrarsi ascoltando musica, e forse è tanto sbagliato se poi il cellulare inizia a mandarti a fanculo. Quindi rimani solo, l’ennesima volta, sebbene sta volta nemmeno la musica ti vuole più. Maledetto sabato sera. Maledetto belvedere. Maledetta io. Maledetta punizione che non mi permette di andare sotto casa di ogni persona che mi ha deluso, e chiedere “perche?”. Certo, come se avessi la forza di farcela. Come se fossero questi 34 giorni di galera a fermarmi. Non la mia paura di ascoltare la verità, o peggio, di ascoltare bugie pur sapendo siano tali. No, ma va. Rivoglio la me di 3 anni fa. Quella bella, magra e allegra ragazzina spensierata. Quella che se soffriva, soffriva l’inferno, e poi reggeva il mondo intero senza fatica. Quella che veniva presa in giro, veniva picchiata e che ricambiava con una risata. Pensare non fa bene. Non fa bene a me. Non sono fatta per pensare. E lo sto facendo troppo, autodistruggendomi. Volevo crescere, sono cresciuta, e vorrei non averlo mai fatto. Nemmeno avessi 40 anni e rimpiangessi la gioventù cazzarola.

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Capitolo 6
*** tutto e niente ***


Dove devi andare quando è da te stessa che vuoi scappare? Quando ti guardi riflessa nel vetro del forno e ti giri dall’altra parte. Quando parli, ti ascolti, e decidi di stare zitta. Quando scrivi, e sembra di scrivere sbagliato. Di scrivere cose che nemmeno pensi. Non ti ritrovi con te stessa. Dove devi andare quando è da te stessa che vuoi scappare, ma non sai da chi scappi? Forse scappo dalla ragazza da cui tutti si allontanano. Quella che guardi e non sopporti a pelle. Che ha sempre il viso triste e arrabbiato, che ti fa passare la voglia di prenderci anche solo un caffe insieme. Forse scappo dalla ragazza euforica. Quella che mezz’ora insieme ti fa impazzire. Che un pomeriggio insieme ti fa innamorare o venire una grande emicrania. Forse è una ragazza normale. Quella che non noti nemmeno. Quella semplice alla quale sorridi per gentilezza. Di cui non hai mai sentito parlare e te ne dimentichi facilmente. Forse scappo perché non la sopporto, perché è il contrario di me. Forse scappo perché la invidio. Forse scappo perché non mi ritrovo. Perché come mi vedono gli altri non sono io. Non sono io, non sono un tipo. Non sono quel tipo di ragazza. Non sono sotto nessuna categoria. Oppure sotto tutte. Sono tutti i tipi, e nessun tipo. Sono tutto e niente. Più niente che tutto.

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Capitolo 7
*** Discorsi discorsosi: omofobia ***


Omofobia.
Paura degli omosessuali. Ma veramente paura o solo odio?
Le persone hanno un naso, due occhi, due orecchie, una bocca. Due gambe, i piedi, pancia, tette il culo ( gli ultimi non tutti)ecc.. E, vi sembrerà strano, anche gli omosessuali ce li hanno!
L’unica differenza è che loro amano chi vogliono, non chi la religione, o lo stato dice di amare. Non chi solitamente si ama. Amano chi li fa stare bene, senza pensare sia giusto o sbagliato. Amare non può essere sbagliato. Amare una brutta persona lo è. Ma l’essere gay non determina la bontà di una persona ve lo assicuro.
La chiesa non accetta gli omosessuali. “Dio” non li accetta, però bisogna amare tutti incondizionatamente. In chiesa non sono ben accetti gli omosessuali, però gli assassini,i pedofili si.
Certo che si, perché un gay non ti fa paura quanto un poco di buono.
E il matrimonio? Non indica l’amore eterno? E secondo voi, un qualsiasi matrimonio etero, è più forte di uno tra due persone che han vissuto l’inferno per stare insieme?
Dubito.
Il punto è che certe persone non sono pronte a vedere dei cambiamenti. Non sono pronti ad accettarli.
Vedere due gay baciarsi in pubblico vi farà sempre più schifo di due coglioni che si leccano la faccia per strada. Quello si che è romanticismo.
Due uomini che si tengono per mano vi farà sempre più parlare di due schifosi che si scambiano effusioni nella poltroncina davanti al tuo posto al cinema.
E parlo soprattutto di omosessuali maschi, perché sono quelli che sembrerebbero presi più di mira.
Perché due lesbiche fa più fico no? Perché si vedono quasi mai ragazze che insultano, e in quanto ai ragazzi poco a loro interessa, non gli fa nessun “torto”, a meno che siano fighe, e lì vi rode il culo.
Però due maschi. Le battutine lì partono,vero? “ Andiamo via che questo qua ce lo mette in culo”.
Sono esseri viventi cazzo, svegliatevi. Hanno un cuore, dei sentimenti e un cervello.
E se questo non lo capite, allora vi mancano tutti e tre.

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