Now I'm a warrior

di Alissya_Paglieri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


 
 
“Tired of being so sad, tired of getting so mad, baby
Stop right now, you only let me down, oh oh”







 
 
 
“Regan! Regan, aspetta! Non è come sem…”
“Non ci provare Kyle! Non ti azzardare a dire che non è come sembra! Stavi bellamente scopando con un’altra, in casa nostra, nel nostro letto, cazzo! Mi fai schifo! Stammi lontano! Prendi le tue cose e vattene, anzi no, me ne vado io!”
“Reg, ti prego, lasciami spiegare!”
“Non c’è niente da spiegare, cazzo! Kyle… vai a fanculo, ok?”
“Regan, aspetta!”
“Ciao Kyle.”
 
Chi passava vedeva una ragazza rannicchiata su sé stessa scossa da forti singhiozzi; le ginocchia strette al petto e il viso nascosto dai capelli. Così stava Regan da più di un’ora ormai. Scappata da quella che solo un paio di ore prima aveva ritenuto casa sua, sua e di Kyle. Ma Kyle aveva deciso di rovinare tutto, scopando con un’altra senza problemi. Regan sospettava da tempo che Kyle avesse un’amante, perché certe cose le donne le sentono. Non sapeva più cosa fare Regan. La sua vita l’aveva vissuta in funzione di Kyle. Si erano conosciuti al college e si erano messi insieme il giorno del sedicesimo compleanno di Regan. Ora la ragazza di anni ne aveva 20. Erano andati a vivere insieme due anni prima, quando il padre di Kyle gli aveva regalato quell’appartamento per il diciannovesimo compleanno, sì perché Kyle aveva un anno più di Regan. Kyle era sempre stato l'ancora di Regan in questi ultimi anni. Dopo la litigata con i genitori lui era sempre stato il punto fisso della ragazza. Piangeva Regan, piangeva e si chiedeva cosa avrebbe potuto fare ora, senza il suo Kyle, senza una casa e una spalla amica su cui piangere. Regan non era mai stata una ragazza molto socievole, odiava avere gente intorno, solo Kyle era riuscito a scalfire quel cuore di ghiaccio. Cosa ne sarebbe stato adesso di quel povero cuore? Regan era sempre stata una combattente nata. Era ricca  Regan, ma era stanca di essere trattata come una principessina, era stanca di avere responsabilità troppo grandi per essere solo un’adolescente, così era scappata… da Kyle. I suoi genitori non le avevano mai tolto nulla però. Il suo conto in banca era ancora lì, l’università che si era scelta l’avevano pagata i suoi genitori prima ancora che lei fosse sicura di volerla davvero frequentare. Non l’avevano mai abbandonata sebbene non rispettassero le sue scelte. E ora Regan doveva decidere, doveva decidere se tornare o meno a casa, oppure farsi dare la sua stanza nel dormitorio dell’università. Perché Regan gli studi non li avrebbe abbandonati. Voleva finire l’università. La facoltà che aveva scelto era marketing. Il suo sogno era diventare una manager. Non una manager qualunque, perché in fondo Regan era una Allen, Regan Cadence Allen. L’impero immobiliare del padre parlava già da solo, ma se poi a quello si aggiungeva il fatto che la madre era la regina dell’arredamento inglese il gioco era presto fatto. Non avrebbero mai lasciato che la loro prima e unica figlia vivesse nella miseria, che ne sarebbe stato del loro nome? Accettavano la scelta di Regan di essere una manager nel campo musicale, ma non avevano mai accettato Kyle. Esiste affronto più grande nella vita di una ragazza? Regan pensava di no. E ora mentre il tempo passava e il sole tramontava Regan, ancora rannicchiata su sé stessa, piangeva.
“Ehi, ragazza, tutto bene?” Regan alzò la testa e si trovò di fronte un bellissimo ragazzo dai capelli ricci e gli occhi verdi.
“S-sì” Regan si alzò, pulì i suoi pantaloni alla bell’è meglio dalla polvere, asciugò le lacrime e diede le spalle al ragazzo incamminandosi verso l’università. Aveva deciso: avrebbe preso la sua stanza nel dormitorio e avrebbe finito gli studi. Non avrebbe lasciato il suo sogno per uno stupido ragazzo con gli ormoni in subbuglio.
Il ragazzo rimase lì, fermo a guardare quella ragazza tanto strana allontanarsi, chiedendosi cosa le fosse successo per essere tanto distrutta e fredda con il mondo. Chissà se l’avrebbe rivista pensò mentre anche lui si avviava verso casa sua.
 

“Signorina Allen, suo padre la richiede in segreteria” Regan sbarrò gli occhi stupita e dopo aver chiesto il permesso al professore che annuì con un cenno seguì la bidella fino alla segreteria.
“Ciao Regan”
“Ciao papà”
“Ho saputo che con Kyle è finita…”
“Sì”
“Mi dispiace”
“Sappiamo benissimo entrambi che non ti dispiace per niente, papà”
“Mi dispiace invece, mi dispiace che tu stia male, sei mia figlia Cadence e per quanto io e tua madre non apprezzassimo il tuo ragazzo tu lo amavi e stai soffrendo, quindi mi dispiace che tra voi sia finita”
“Ok”
“Comunque non sono qui per questo. Senti Regan, un mio amico ha bisogno di una mano: il suo assistente ha preso un periodo a tempo indeterminato di ferie perché la moglie è malata di cancro. Mi chiedevo se ti andasse di aiutarlo.”
“Che lavoro fa?”
“Manager di una band che ha molto successo al momento. Potremmo parlare con i tuoi professori, potresti usare questa esperienza come stage.”
“Aspetta, un tuo amico, che è un manager di una band musicale di successo vuole una mano e gli andrebbe bene una ragazzina di 20 anni senza esperienze?”
“Siamo amici da una vita e ti conosce da quando portavi ancora il pannolino. Il nome Paul Higgins ti dice niente?”
“Paul? Zio Paul ha bisogno di una mano?”
“Sì, tesoro. Quando gli ho detto che studiavi per diventare manager mi ha chiesto di farti questa proposta, proprio perché ti conosce e conosce noi. Sa tutto lui della tua storia. Anche io sono rimasto sorpreso quando me l’ha chiesto e sai cosa mi ha risposto lui? “Beh Robert, per questo lavoro ci vogliono le palle, la testa dura e tanto impegno, a tua figlia manca qualcuna di queste doti?”“
“Wow. Lavorerò con zio Paul!”
“Lo prendo come un sì?” chiese retorico il padre.
“Sì sì sì sì e mille volte ancora sì! Grazie papà!” Senza pensarci Regan si lanciò tra le braccia del padre scoccandogli un sonoro bacio sulla guancia. Quando si rese conto si irrigidì e fece per allontanarsi ma il padre la strinse nuovamente a sé, lasciandole un bacio tra i capelli.
“Ci sei mancata piccola Regina”
“Anche voi. Pensavo non voleste più vedermi dopo quello che avevo fatto.”
“Piccola, sarei sempre nostra figlia e ti vorremo bene sempre, anche se non appoggiamo le tue scelte il bene che ti vogliamo non cambia. Ora torna in classe e parlane con i professori, se accettano domani ti accompagno in ufficio da zio Paul, ok?”
“Assolutamente sì!”
“Ciao tesoro”
“Ehm… papà… posso venire a mangiare a casa stasera?” Chiese Regan all’uomo prima di uscire dalla segreteria
“Certo Cadence, le porte per te sono sempre aperte”
“Grazie”

 
~

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


"Nella vita si va avanti, non ci si ferma per nessuno.
E io camminavo a testa alta, nonostante il dolore."












“Signorina Regan! Che piacere rivederla, come sta?”
“Salve Teresa, me la cavo, lei?”
“Bene, grazie. Mi dia pure la giacca, i suoi genitori l’attendono in sala da pranzo”
“Grazie” Regan si diresse verso la sala da pranzo continuando a guardarsi intorno. Non se lo sarebbe mai aspettata, ma la sua casa le era veramente mancata in questi anni.
“Oh tesoro! Che bello rivederti! Come sei magra, mangi? Guarda che bei capelli, come sono lunghi! L’università come va? Tu come stai? Ti trovo bene nonostante la rottura con Kyle…”
“Cherise prendi fiato e lascia a tua figlia il tempo di rispondere”
“Scusa cara, mi sei mancata così tanto” disse la donna stringendo al petto la ragazza.
“Anche voi mi siete mancati, mamma”
“La cena è pronta signori”
“Oh, grazie Teresa”
“Allora cara, dai raccontaci qualcosa”
“Uhm… l’università va bene, la stanza del dormitorio è un po’… priva di luce purtroppo, ma abbastanza spaziosa, anche se mi servirebbe un’altra stanza solo per i libri! Ahahah per ora non ho molti problemi anche perché le mie cose sono ancora negli scatoloni che ho chiesto a Kyle di tenere in garage finchè non trovo uno spazio più grande…”
“A proposito, cos’hanno detto i tuoi professori?”
“Oh, a loro va bene purchè io continui a studiare visto che tra un paio di mesi devo dare i primi esami…”
“Perfetto, domani allora andiamo da Paul, ok?”
“Perfetto”
“Hai per caso chiesto se puoi comunque usufruire della stanza nel dormitorio?”
“Sì, dicono che non ci sono problemi, tanto la stanza è comunque mia, sto cercando un appartamento alla mano, per poterci mettere gli scatoloni, tanto per ora non lo userò”
“Non ne vedo il motivo, puoi portare tutto nella tua vecchia stanza, o almeno comprarti un bell’appartamento”
“No, tanto ripeto, non abitandoci sarebbero spese inutili. Però hai ragione, potrei mettere tutto nella mia vecchia stanza e venirmeli a riprendere quando avrò una casa.”
“Certo, tanto la stanza è tua, non la usa nessun altro”
“Ok, farò così allora, grazie”
“Come mai è finita con Kyle? Scusa se te lo chiedo, immagino tu non voglia parlarne, ma sembrava che tra voi non dovesse finire mai”
“Mi ha tradita” Regan abbassò leggermente il capo
“Brutto bastardo!”
“Tranquillo papà”
“Mi dispiace piccola”
“Non importa mamma, si vede che non era destino”
“Già… Oh, ma sai chi si sposa?...”
La madre si lanciò in un resoconto di tutti i più succulenti gossip dell’alta società e Regan si sentì di nuovo a casa. Quando abitava ancora con i suoi genitori queste chiacchiere erano all’ordine del giorno. Non era superficiale sua madre e non lo era nemmeno il padre, ma conoscevano molto bene la figlia. Ora Regan aveva bisogno di non pensare e questo era il modo migliore, ridere e scherzare prendendo in giro la gente con la puzza sotto il naso.
Continuarono a parlare finchè non si fecero le undici di sera e Regan decise di tornare a casa.
“Buona notte tesoro, è stato un vero piacere averti di nuovo a casa”
“Tornerò presto”
“Ti aspettiamo”
“Ciao mamma, ti voglio bene”
“Anche io piccola Regina” disse avvolgendo la figlia in un caloroso abbraccio
“Ciao papà, ci vediamo domani mattina”
“Sì, fatti trovare davanti al cancello del campus per le 8.30 a.m. abbiamo appuntamento con Paul alle 9”
“D’accordo, ciao ciao” lasciò che anche il padre l’abbracciasse e poi uscì di casa, chiudendosi il portone alla spalle e dirigendosi alla sua Jaguar XF.
 
“Salve, sono Robert Allen, ho appuntamento con Paul Higgins alle 9.00 a.m”
“Sì, seguitemi”
“Mr. Higgins, l’appuntamento della 9.00 a.m.”
“Falli entrare Margaret, grazie”
“Prego”
“Robert” esclamò l’uomo alzandosi dalla scrivania e andando ad abbracciare l’amico
“Ciao Paul”
“Zio Paul!”
“Oh Regan! Come sei cresciuta!”
“Mi sei mancato zio Paul, come stai?”
“Starò molto meglio quando avrai firmato il contratto e mi darai una mano”
“Dai zio, non può essere così dura fare il manager!”
“Oh, fidati lo è! Soprattutto se oltre che a fare il manager devi fare anche il babysitter e la guardia del corpo a cinque scalmanati”
“Cinque?”
“Già, la band che seguo è composta da cinque cantanti più i vari musicisti”
“Ehm… Sono vecchi vero?!”
“Ahahah dio Regan, no! Proprio no tesoro! Sono cinque splendidi fanciulli! Il più grande ha 23 anni, tre ne hanno 21 e uno ha la tua stessa età: 20 anni.”
“Oh Gesù! Ma dirmelo prima?”
“Si sa mai che ti trovi anche il ragazzo”
“Ecco no, meglio di no eh!"
“Suvvia Robert, non è più una bambina”
“Invece sì, è la mia bambina, e mi sono appena liberato di un ragazzo, subito un altro non penso lo sopporterei”
“Dai papino, stai tranquillo! Allora zio Paul, dove firmo?”
“Io ti amo piccolina, mi stai salvando il culo! Tieni, firma qui” Disse porgendole dei fogli che la ragazza lesse e firmò.
“Fatto! Quando inizio?”
“Oggi pomeriggio, alle due ti passo a prendere fuori dal campus. So che dopo quello che sto per chiederti mi odierai ma… avrei bisogno che tu ti vestissi più…”
“Femminile?”
“Esattamente, ti scoccia tanto?”
“No, posso farcela. Jeans, camicetta, blazer e tacchi può andare?”
“Perfetto, non troppo sofisticato ma lascia intendere che sei professionale. Scusa se ti chiedo di cambiare modo di vestire, ma loro sono molto famosi e troveremo paparazzi ovunque, ho bisogno di presentarti come la mia assistente e non come la mia nipotina”
“Non ci sono problemi zio. Ci vediamo dopo allora”
“Sì e mi raccomando, puntuale!”
“Non sono io la ritardataria tra i due zio!” Disse Regan facendo la linguaccia.

 
~

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


"And I can't breathe without you,
but I have to."














“Vado bene così zietto bello?” (  )
“Perfetta, andiamo dai”
“Posso sapere cosa dobbiamo fare oggi pomeriggio?”
“I ragazzi devono andare in studio a provare, ma appena finiscono dobbiamo discutere di alcune esibizioni che dovranno fare”
“Ok. Io che devo fare invece?”
“Intanto vieni con me che te li presento, poi ti spiego cosa devi fare, ma inizi domani, oggi principalmente mi fai da bastone della vecchiaia”
“Ahahah come vuoi zio”
 

“Eccoci arrivati, vieni”
“Dio che agitazione!”
“Figurati, non è niente di che”
“Non è quello… è che sto per fare esattamente quello che sogno di fare un giorno”
“Lo so”
“Ciao Paul, i ragazzi stanno provando, me li dai ancora dieci minuti?”
“Certo, tranquillo. Quando avete finito mandameli in ufficio, dobbiamo parlare di alcune date che devono fare prima di natale”
“Non ci sono problemi. Tanto finito qui per oggi può bastare, stanno provando da stamattina”
“Perfetto. Vieni Regan, ti faccio fare un giretto intanto e ti mostro il tuo ufficio”
“Caspita! Questo sarà il mio ufficio?!”
“Già, ti piace?"
"Se mi piace? È super!”
“Bene, sono contento che ti vada a genio”
“Paul, i ragazzi sono in ufficio”
“Grazie Becky, arrivo”
“Zio, posso andare un attimo in bagno?”
“Certo, poi raggiungimi in ufficio, è la porta accanto alla tua.”
“Ok”
Regan corse in bagno e si guardò allo specchio. Gli occhi azzurri messi in risalto da un filo di eyeliner e un po’ di mascara, le labbra disegnate con una matita e la pelle perfettamente struccata messa in risalto da un filo di blush sugli zigomi; i capelli erano raccolti in una coda alta. Tremava Regan. Stava per conoscere cinque nuove persone, cinque ragazzi. Lei che proprio non sopportava di avere troppa gente intorno, lei che odiava gli sconosciuti, lei che odiava essere gentile e disponibile nei confronti degli altri. Fece un profondo respiro e uscì dal bagno dirigendosi nella stanza indicatagli dallo zio. Bussò ed entrò senza attendere risposta. Ciò che si trovò davanti le fece accapponare la pelle. Cinque splendidi ragazzi, ognuno sbragato come gli pareva sulle poltrone e sul divanetto e lo zio già esasperato con le mani nei capelli. A sentire gli schiamazzi più che cinque ragazzi sembravano cinque scimmie. Perfetto, Regan era già sicura di odiarli.
“Oh Regan! Vieni cara, questi sono i One direction.” Disse Paul indicando i ragazzi e sollevandosi dalla sedia per raggiungere la ragazza che stava impalata vicino allo stipite della porta. L’uomo le cinse dolcemente le spalle e le lanciò uno sguardo di incoraggiamento, sapeva quanto per Regan fosse un’esperienza dura e nuova.
“Ragazzi… RAGAZZI! Vi presento Regan, sarà la mia assistente fino al ritorno di Marco. Siete pregati di non farla impazzire o ve la vedrete con me. Regan, tesoro, loro sono Liam, Louis, Harry, Niall e Zayn.”
“P-piacere” sussurrò appena la ragazza.
“Ciao Regan!” urlarono insieme i ragazzi.
“Ehi Paul, ma sei sicuro che Marco debba tornare?” Chiese il biondo, sicuramente tinto, lanciando uno sguardo malizioso alla ragazza.
“Vi avverto, il primo che sfiora questa ragazza le prende! Vieni Regan, sediamoci che dobbiamo parlare di un po’ di cose. Anche voi ragazzi, venite al tavolo e sedetevi come persone civili”
I ragazzi presero posto al tavolone. Harry che fino a quel momento era stato concentrato a mandare messaggi, alzando la testa solo un attimo si soffermò a guardare quella ragazza. Era indubbiamente bellissima, ma aveva qualcosa, era un viso familiare. E ad un tratto un flash, una ragazza che un mese prima piangeva rannicchiata su sé stessa in un parco. Spalancò gli occhi e nel momento in cui i loro sguardi si incontrarono anche Regan lo riconobbe. Lei gli fece un sorrisino timido abbassando appena il capo e si rivolse a Paul che stava iniziando a parlare.
“Allora ragazzi, come sapete Marco non ci sarà, quindi mi farò aiutare da Regan, studia marketing e il suo sogno è proprio quello di fare la manager nel campo musicale. È praticamente mia nipote e se la vedo piangere o sfuriare con uno di voi ritenetevi pure zoppi. Sono stato sufficientemente chiaro?!” I ragazzi annuirono vigorosamente “Bene, detto questo iniziamo a parlare delle prossime date che abbiamo in programma…”
 

Finirono di parlare che ormai erano le sei del pomeriggio.
“Zio… il cellulare”
“Oh sì. Torno subito, scusate.” Paul uscì dalla stanza rispondendo al telefono.
“Così tu sarai la nostra co-manager, eh?”
“A quanto pare”
“Perché non ci racconti qualcosa di te?”
“Tipo?”
“Tipo… come conosci Paul?”
“Oh beh… Paul è un amico di famiglia, mi ha visto crescere, quindi per me è un po’ il mio zietto”
“Che cosa dolce. Quindi Regan vuoi fare la manager?”
“Sì. I mie genitori mi hanno cresciuta fin da piccola ad essere qualcuno e quando sei figlia di Robert e Cherise Allen nessuna scuola costa troppo. Così ho deciso che non avevo intenzione di seguire le loro orme, non mi interessava. Sono sempre stata però molto attratta dal lavoro di zio Paul e una volta diventata grande ho deciso che quella sarebbe stata la mia strada, così mi sono iscritta a marketing”
“Wow, tu sei la figlia dei coniugi Allen?”
“Già”
“I tuoi hanno praticamente un impero in fatto di immobili ed arredo!”
“Lo so”
“E tu vivi con loro?”
“No, ora alloggio nel dormitorio del mio campus”
“E ti fanno restare lì anche se lavori per noi? E come fai con l’università?”
“Sono una Allen no? Per quanto riguarda la stanza non ci sono problemi, era mia comunque. Invece con i corsi sono talmente una secchiona che mi hanno dato la possibilità di non seguire le lezioni, ma tra un paio di mesi dovrò iniziare a dare gli esami, quindi a quanto ho capito dovrò fare la babysitter e nel frattempo studiare!”
“Ehi!”
“Ahaha scusate…”
“Sei simpatica Regan”
“Oh beh, grazie Liam” disse Regan arrossendo.
“Come sei dolce quando arrossisci!” esclamò Zayn.
“Dai ragazzi, basta metterla in imbarazzo!” aggiunse Louis.
“Allora ragazzi, io devo scappare, mi hanno chiamato a Manchester per sistemare della scartoffie. Quindi Regan, per un paio di giorni te li affido, stasera ti chiamo e ti spiego con calma cosa devi fare.” Disse Paul rientrando in ufficio “Ah e Regan, riesci a tornare da sola al campus?”
“Non ci sono problemi, la riaccompagno io” Regan si voltò stupita. Il riccio non aveva ancora parlato e ora addirittura si offriva di accompagnarla a casa? Bah.
“Per te va bene Reg?”
“Sì zio tranquillo. Ci sentiamo stasera”
“Grazie angelo, ti chiamo stasera” lasciò un bacio sulla fronte della nipote e si raccomandò con i ragazzi di comportarsi a modo e dopo aver raccolto la ventiquattr’ore e il giaccone uscì dall’ufficio.
“Grazie Harry, ma sei sicuro che non ti rechi disturbo riportarmi al campus?”
“No figurati. Dai andiamo”
“Ok, grazie. Ciao ragazzi ci vediamo domani”
“Ciao Regan”
 

Il primi dieci minuti di viaggio furono abbastanza silenziosi, nell’abitacolo l’unico rumore era prodotto dalla radio che trasmetteva una canzone molto dolce.
“Che bella questa canzone, non l’avevo mai sentita prima d’ora”
“Davvero?”
“Sì, perché ti stupisci?”
“Siamo noi a cantarla, vedi? Quello che canta ora sono io”
“Wow. Hai davvero una bellissima voce!”
“Non sapevi chi fossimo?”
“Sinceramente no…”
“Che musica ascolti di solito?”
“Io… io non ascolto musica”
“Ma come?!”
“Beh sì, vedi… una volta ascoltavo sempre la musica ma poi… poi ho smesso”
“Come mai?” Regan abbassò la testa e guardò fuori dal finestrino. Londra by night l’aveva sempre affascinata. “Scusa, non volevo essere insensibile”
“No è che… Io non sono una molto socievole, odio stare in mezzo alla gente. Ma non è sempre stato così. Quando ero più piccola avevo due migliori amici. Ci divertivamo molto insieme e ci capivamo al volo. Non avevamo bisogno di parole. Poi… Poi una sera stavano tornando a casa da una festa, io non ero potuta andare perché era il compleanno di mia madre. Alla guida c’era il padre di uno dei miei due amici. Un camionista ubriaco non ha rispettato il semaforo e loro… beh loro sono morti. Da quel giorno io non sono più stata la stessa. Mi sentivo abbandonata, sola al mondo, senza Alyson e Bryan io non ero più nessuno. Noi facevamo tutto insieme. Non ascolto più musica da quel giorno. Ogni canzone mi ricorda di come stavo con loro. Se uno di noi scopriva una nuova canzone ci chiamavamo subito e l’ascoltavamo tutti insieme. Sognavamo di essere chi un chitarrista, chi una cantante, chi una pianista. La musica ci aveva uniti. Senza di loro la musica non aveva più senso. Chiusi a chiave la stanza dove di solito ci trovavamo a suonare. Non ci sono mai più rientrata. Iniziai ad allontanarmi da tutti quelli che mi stavano intorno, la falsità noi l'avevamo sempre conosciuta. In fondo succede quando i tuoi genitori sono ricchi. E dopo la morte dei miei amici un sacco di ragazzini si mostravano dispiaciuti per me, ma non era la mia amicizia che volevano. Mi chiusi in me stessa, come un riccio. Poi quattro anni fa incontrai Kyle. Era appena arrivato a Londra da New York e anche lui come me non aveva nessuno. Si accorse che ero sempre sola e tentò di diventare mio amico. Io inizialmente lo respinsi. Poi un pomeriggio mi trovò sotto il castagno dove mi hai visto un mese fa. Stavo piangendo. Andavo lì quando sentivo la mancanza di Aly e Bryan, perché era proprio lì che ci incontrammo per la prima volta quando eravamo ancora solo dei bambini. Kyle mi sollevò da terra e mi sistemò sulle sue gambe. Mi abbracciò forte e mi sussurrò parole dolci all’orecchio. Quel giorno ci baciammo per la prima volta. Penso che a spingermi a farlo sia stato il fatto che per la prima volta qualcuno mi trattava come volevo essere trattata. Due anni dopo andammo ad abitare insieme. Il mese scorso, quando mi hai trovato sotto quell’albero a piangere… beh ho scoperto che mi tradiva. Tornai a casa e lo trovai a scopare con un’altra. Nella nostra casa, nel nostro letto.” Regan prese un attimo il respiro e si girò a guardare Harry “Scusa, non so nemmeno perché io ti abbia raccontato tutta questa storia."
“Avevi bisogno di sfogarti Regan.”
“Sì, ma io non mi fido di nessuno, per questo sono sorpresa in prima persona di essere riuscita a dirti tutto questo”
“Non ci sono problemi, so essere un ottimo ascoltatore”
“Ho notato. Davvero grazie per aver ascoltato le mie pare”
“Tranquilla stellina”
“Beh, allora grazie per avermi riportata al campus”
“Figurati. Ci vediamo domani mattina. Hai bisogno di un passaggio?”
“No, ho la macchina, grazie comunque”
“Ok, a domani allora Regan”
“A domani Harry” Regan si sporse un po’ verso Harry e gli lasciò un dolce bacio sulla guancia, poi uscì dall’auto e rientrò in campus.


 
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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


“Leave the past behind,
Just walk away,
When it’s over”
 
 
 
 
 


 
 
 
“Buongiorno ragazzi, dormito bene?”
“Ciao Regan, io direi che ho dormito da dio, non so gli altri”
“Eh chissà perché…”
“Ok, non me ne frega niente delle vostre vite sessuali! Mettiamoci al lavoro. Stamattina avete un’intervista da Nick Grimshaw, a pranzo siete liberi, ma per le due vi voglio in studio a provare. Alle sei vi lascio andare e domani non avete niente da fare quindi non ci vediamo, che peccato eh?!”
“E quest’ironia signorina Allen?”
“Beh… scusate ragazzi, ma fare la babysitter non era proprio nei miei programmi. Ora vi voglio zitti. Pronti e salite in macchina, forza”
“Sìssignora!”
“Così mi piacete!”
“Anche tu mi piaci” Simultaneamente tutti i ragazzi e Regan si girarono verso Harry con gli occhi sbarrati.
“Che c’è?! Non potete negare che sia una bellissima ragazza e che se continua a vestirsi così prima o poi le salto addosso!”
“Perché come sono vestita?” (  )
“Sei tremendamente sexy”
“Dio, ma chi me l’ha fatto fare?”
“Siamo arrivati”
“Grazie a Dio! Forza, tutti giù”
“Salve, sono la co-manager dei One direction, Regan Allen. I ragazzi hanno un’intervista tra dieci minuti”
“Sì, prego, per di qua”
“Ragazzi, muovetevi!”
“Arriviamo mon amour”
“Ehi Niall! Giù le mani!”
“Tranquillo Harry, nessuno te la tocca”
“Ti conviene biondo”
“Se avete finito di parlare di me come se fossi un oggetto e soprattutto come se non fossi presente gli altri sono già entrati e Nick vi sta aspettando.”
“Scusa”
“Sìsì, ora muovetevi”
“Ciao, tu devi essere Regan”
“Ciao Nick, sì sono io.”
“Perfetto, se vuoi puoi stare lì con il tecnico del suono”
“Ok”
Regan si sedette dove le era stato indicato, e si mise a controllare le email sul suo Iphone, poi si collegò a Twitter e infine ricevette una chiamata da Paul
“Ehi Reg, tutto bene?”
“Ehi Paul! Sì, i ragazzi sono ancora dentro con Nick”
“E non stai ascoltando cosa dicono?”
“No, dovrei?”
“Bhe, sì visto che parlano di te!”
“Cosa?!” Reg prestò attenzione all’intervista
“Quindi lei è la vostra co-manager?”
“Finchè non torna Marco sì”
“E com’è avere come manager una ragazza così bella e così giovane?”
“Bhe è decisamente… wow?”
“Hai capito il biondino qui?”
“Sì, diciamo che è più leggero in un certo senso, perché andando in giro con lei riusciamo anche a scambiarci battute”
“Già. Fa molto strano soprattutto perché è più piccola di me di tre anni!”
“Vero, ma questo dimostra quanto quella ragazza sia assolutamente fantastica!”
“Ehi Harry… Gli occhi ti stanno brillando perché prima dell’intervista ti sei fumato qualcosa o è l’effetto che ti fa la nuova manager?”
“Oh ma taci Nick!”
“Che carino che sei quando diventi rosso!”
“Zayn… Ti strappo i capelli!”
“Non lo faresti mai!”
“Oh sì che lo faccio se non chiudi il becco!”
“I capelli non si toccano amico!”
“Io non ti tocco i capelli e tu sai zitto!”
“Uffa! Ma prenderti in giro è così bello!”
“Quanto mi manca la presenza di Perrie quando parli così tanto”
“Ragazzi avete finito?”
“Ecco daddyPayne all’attacco”
“Beh, qualcuno in questo gruppo dovrà pur fare l’adulto, no?!” Regan lasciò i ragazzi alle loro chiacchiere e tornò a concentrarsi sulla telefonata con Paul.
“No ma io dico Paul… Mi odi per caso? Non potevi dirmelo prima che quei cinque erano dei bambini travestiti da ragazzi?”
“Dai Reg, non fare la melodrammatica! Comunque mi sa che hai fatto colpo sul riccio”
“Oh beh… ehm… Non direi, io non…”
“Tu balbetti? Oh santissimi numi! Colpo di fulmine?”
“Ma smettila! È solo stato molto dolce”
“Tuo padre mi azzoppa quando scopre che ti ho lasciato in balia di cinque ragazzini e che uno di questi è anche riuscito a far breccia nel tuo piccolo cuoricino”
“E smettila zio! Ora devo andare, hanno finito. Devo portarli giù a fare un paio di foto e a firmare gli autografi, poi li lascio liberi per il pranzo e li raccomando di farsi trovare in studio per le due”
“Perfetto, ti lascio allora. Buona giornata Reg, ti chiamo stasera”
“D’accordo, a dopo zio”
 

“Quindi sono cinque ragazzini?”
“Sì mamma!”
“E dimmi tesoro, sono belli almeno?”
“Belli? Sono l’ottava meraviglia del mondo quei cinque!”
“Vi dispiace aspettare che io mi sia ritirato nel mio studio prima di fare questi discorsi?”
“Oh Robert, non essere sciocco!”
“Reg, qualcuno in particolare ha fatto colpo?”
“Bhe ecco… diciamo che il riccio è... molto dolce”
“Che bello amore! Sei felice?”
“Assolutamente sì! È un sogno! Devo dire che all’inizio ero molto preoccupata perché sai che detesto stare in mezzo alla gente, soprattutto se sono miei coetanei, invece mi sono subito dovuta ricredere. Sono tutti molto socievoli e disponibili nei miei confronti. Sono cinque bambini, ma sanno capire quando è il momento di fermarsi e di ascoltare. Anche se sono più piccola di loro penso che abbiano già capito che non li conviene proprio non ascoltarmi”
“Brava Regan! Sono così fiera di te!”
“Grazie mami”
“Ti vuoi fermare a dormire qui stanotte?”
“No grazie papi. Approfitto visto che domani loro non lavorano per andar in università la mattina e il pomeriggio invece vado in ufficio a lavorare.”
“D’accordo”
“Ah senti, settimana prossima è il compleanno della nonna, sai che come al solito organizziamo la festa qui. Potresti invitare anche questi One direction”
“Certo, riferirò”
“Buona notte stellina”
“Notte mamma, notte papà”
Regan abbracciò i genitori e tornò al campus. Una volta entrata in stanza si liberò per primi degli scomodi tacchi e poi si diresse verso il bagno per spogliarsi e farsi una doccia che la fece rinascere, mise il pigiama e si sedette alla scrivania aprendo il libro di marketing e comunicazione. Passò un paio d’ore a studiare, poi stanca spense la luce e accese la lampada sul comodino. Aveva paura del buio Regan. Il buio era tutto ciò da cui cercava di scappare da quado Alyson e Bryan erano morti.


L’indomani mattina la sveglia suonò alle 8 del mattino, Regan si alzò, andò in bagno a lavarsi, si vestì semplicemente (  ) e scese al bar del campus a fare colazione, dopo di che si diresse in aula.
Le lezioni finirono all’una del pomeriggio, così mossa da un senso di fame Regan si incamminò verso la pizzeria al trancio poco lontana da lì.
“Regan! Regan fermati!”
“Kyle?”
“Regan aspetta!”
“Kyle! Che cazzo ci fai qui?!” sbraitò la ragazza.
“Regan, tu non puoi lasciarmi, io ti amo!”
“Ah no?! Beh, avresti dovuto pensarci prima di scoparti la prima che passava! Da quanto mi tradivi eh stronzo?! Anzi no, sai cosa? Non me ne frega un cazzo! Va’ al diavolo Kyle!”
“Regan, ti prego…” disse prendendole il braccio
“Kyle, lasciami, immediatamente!”
“Ehi tu! Lasciala stare!”
“Ma chi cazzo sei tu? Cosa vuoi?”
“Voglio che lasci stare Regan e che sparisci dalla mia vista entro tre secondi”
“Senti nido di rondine, vai a farti fottere eh?”
“Scusa?”
“Harry, calmati! È solo quel coglione del mio ex, è tutto a posto! Kyle, sparisci!”
“Reg per favore, dammi un’altra possibilità”
“No Kyle, te la sogni la seconda chance! Lo sapevi che non l'avrei mai accettata una presa per il culo e nonostante questo mi hai tradita! Sapevi che mi fidavo di te e sapevi che la mia fiducia una volta persa non la si riconquista più! Hai gettato tutto al vento Kyle per una semplice scopata! Ti mancavo eh? Sono stata via due settimane e questa è stata la conclusione… Ora sparisci dalla mia vista. Questa è l’ultima volta che ti voglio vedere Kyle”
“Io ti amo Regan”
“No Kyle, se tu mi avessi realmente amato adesso io sarei a casa con te a pranzare, magari spaparanzati sul divano mentre ci guardiamo masterchef. No Kyle, tu non mi ami più. E io non amo più te. È finita. Ciao Kyle” Regan prese la mano di Harry che era stato zitto di fianco alla ragazza e proseguì verso la pizzeria, lasciando alle spalle il suo passato.
“Ciao Regan” sussurrò Kyle, prima di sparire tra la gente che affollava Londra all’ora di pranzo.

 
~

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


“You told me I was pretty
when I looked like a mess
Today was a fairytale”
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
“Ehi, come stai?” Le chiese Harry premuroso.
“Bene. Cosa ci facevi al campus?”
“Beh, giorno libero, mi annoiavo e mi sono detto: chissà cosa sta facendo la mia co-manager preferita, così sono venuto qui.”
“Co-manager preferita? Sono l’unica che hai al momento!” Rispose Reg ridendo
“E allora? Sei comunque la mia preferita”
“Vaaaa bene…”
“Ma dove stiamo andando?”
“Oh super star, vedrai! Ti sto portando in una pizzeria che fa la pizza al trancio più buona di Londra. Roba troppo alla mano perché voi gente raffinata possiate conoscerla”
“Ohi! Ti devo ricordare chi è la figlia di Mr. Allen? No perché tuo padre non mi sembra proprio un comune mortale”
“Già… ma nessuno si è mai fermato a pensare che noi ricchi non siamo tutti superficiali. Io e le mia famiglia siamo sempre rimasti con i piedi per terra.”
“E venivate a mangiare qui?”
“No, questa pizzeria l’ho scoperta io dopo la rottura con Kyle. Non ho mangiato per un paio di giorni. Poi una volta finita la lezione mi sono persa a vagabondare per le vie della mia amata Londra e sono passata qui davanti. Non ti dico… appena ho sentito l’odore della pizza mi si è improvvisamente riaperto lo stomaco e mi sono fermata a mangiare”
“Allora questo Kyle ha portato anche qualcosa di buono!” esclamò Harry cercando di farla ridere
“Ahahah sì… Vieni, siamo arrivati”
“Signorina Allen!”
“Salve Mrs. Bennet, come sta oggi?”
“Bene, grazie cara, e tu? Chi è questo giovanotto, il tuo ragazzo forse?”
“Oh no Mrs. Bennet, è uno dei cinque a cui faccio la babysitter” Rispose la ragazza girandosi verso Harry per fargli una linguaccia. “Comunque lui è Harry, Harry lei è la signora Bennet, la proprietaria di questo paradiso”
“Piacere signora”
“Oh cara! Ma sei sicura di non volerti mettere con questo signorino?”
“Margaret! Smettila di importunare questi due fanciulli. Ciao Regan, tutto bene?”
“Salve signor Bennet. Sì, tutto a posto. Possiamo sederci?”
“Certo, venite.”
“Grazie.” I due si sedettero al tavolo indicato
“Volete la lista?”
“Portala solo a lui, io sai già cosa prendo!”
“Perfetto, da bere va bene coca cola per entrambi?” Harry annuì
“Sì, grazie Mrs. Bennet” Dopo aver portato la lista delle pizze a Harry e le bibite, Mrs Bennet sparì dietro al bancone.
“Ma non hai detto che questo posto lo hai scoperto solo un mese fa?!”
“Beh sì… ma sono venuta qui spesso da allora. La mensa del campus fa schifo e la cucinetta che ho in stanza va bene giusto per fare un uovo! Ahah non è il massimo. Da piccola cucinavo sempre insieme a Teresa, la nostra governante e cuoca, e quando io e Kyle abitavamo insieme di solito ero io che cucinavo e lui stava lì ad aiutarmi o a guardarmi e parlavamo. Ultimamente ho perso la voglia, non amo cucinare da sola; io adoro stare sola, ma non quando cucino, cucinare da sola mi fa rendere conto di quanto io abbia perso nella mia vita. È un momento che ho sempre condiviso con qualcuno, ora sono sola. Così è da un mese che vengo qui tre volte a settimana, il sabato sera invece ordino cinese mentre me ne sto sdraiata sul divano a guardare un film.”
“Mi piace il tuo sabato sera, sa di normalità”
“Ti manca?”
“Cosa?”
“La vita che avevi prima”
“A volte. È pesante sapere che il mondo intero conta su di te, che tutti ti tengono d’occhio. Mi manca tornare a casa la sera da mia mamma, mi mancano persino le sgridate che mi toccavano se rientravo tardi. Mi mancano i miei vecchi amici e mia sorella. Mi manca la mia stanza da adolescente, piena di poster e ricordi d’infanzia. Mi manca addirittura la scuola ogni tanto. Mi manca la routine insomma. Ora se va bene dormo a casa mia a Londra, altrimenti quando si è in tour si cambia più o meno un letto al giorno…”
“Ti penti?”
“No. Sto facendo esattamente quello che volevo fare. Non mi sarei mai aspettato così tanto, e forse da solo non ce l’avrei mai fatta! Sono così felice che ci siano i ragazzi con me. Mi manca Holmes Chapel ogni tanto, ma finchè ho loro so di potercela fare. Siamo come fratelli e non tornerei indietro per nulla al mondo.”
“Ti pesa la superficialità del mondo da star?”
“Beh sì. All’inizio non capivo come ci potesse essere gente che sparava sentenze se neanche ci conosceva. Mi descrivono come il bad boy, il puttaniere e il superficiale. Prima ne soffrivo molto, ora non più. Sì, mi fa male pensare che la gente possa pensare questo di me, ma io so di non essere così, i ragazzi mi conoscono. È vero, esco spesso con delle ragazze, ma non è che perché ci esco sono state tutte nel mio letto. Sono solo amiche con cui ogni tanto si esce. Non è quello che fanno tutti i ragazzi? A noi non è permesso. Prendi noi due adesso ad esempio. Scommetto che usciranno delle foto, i paparazzi sono ovunque, e diranno che ho fatto un’altra conquista, poi indagheranno e scopriranno che sei la nostra manager e si inventeranno storie assurde che faranno il giro del mondo e che ognuno prenderà per vere. Devo ammettere che questa parte del pacchetto che segue alla celebrità la scarterei volentieri. Ma ormai ho imparato a vivere la mia vita senza ascoltare quello che dicono.”
“Deve essere difficile… essere sempre sulla bocca di tutti e dover ignorare gli insulti”
“Sì, è difficile, ma con i ragazzi al mio fianco so di potercela fare. Ogni tanto mi fermo a riflettere sugli insulti che mi vengono lanciati addosso. Alcuni sono dolorosi e non riesco ad evitare di piangere. Quando succede Louis viene da me, mi abbraccia e dice qualcosa di stupido per distrarmi, poi compaiono gli altri tre che si inseguono per casa facendo gli scemi. E allora io e Louis iniziamo a correre con loro e alla fine ci buttiamo tutti sul tappeto e ridiamo. Sono degli amici fantastici, so che non sarò mai solo, e questo mi basta per andare avanti”
“Vuoi molto bene agli altri eh?”
“Sì, sono i miei migliori amici, i mie fratelli, i miei compagni di merende e di stronzate”
“Mi piace il vostro legame, mi ricorda quello che avevamo io, Aly e Bryan. Eravamo uniti in ogni situazione.”
“Ti mancano molto?”
“Sì, tutti i giorni. E questo è sempre il periodo peggiore, il 22 dicembre sarà il nono anniversario della loro morte. Mi chiedo cosa sarei io adesso se loro fossero ancora qui con me. Forse la nostra piccola band avrebbe sfondato, forse sarei a fare l’Academy of arts, come sognavamo da piccoli. Non suono più da nove anni ormai. Non so nemmeno se ne sarei ancora capace. Il nostro sogno è morto con loro. Non ho mai avuto il coraggio di abbandonare del tutto quella strada però, scegliendo di fare la manager nel campo musicale ho scelto di aiutare persone che condividevano il nostro stesso sogno.”
“Cosa suonavi?”
“Il pianoforte. Io ero il pianoforte e la tastiera elettronica, Alyson era la cantante e Bryan era il chitarrista e la seconda voce”
“Ti va di venire con me in un posto?”
“Non posso, devo andare in ufficio a lavorare”
“Ti accompagno”
“Non serve, non so quanto ci metterò”
“Non importa, ti aspetto e poi ti porto in un posto, ok?”
“Non penso di avere molte possibilità, o sbaglio?”
“Non sbagli”
“Perfetto, allora paghiamo e andiamo”
I due ragazzi si alzarono dal tavolo e si diressero verso la cassa, dopo aver scambiato ancora un paio di chiacchiere con Mrs Bennet pagarono il pranzo e tornarono verso il campus dove Harry aveva lasciato la macchina.
 

“Finito?”
“Sì, dovevo solo sistemare delle carte per la tappa che dovete fare alla finale di Xfactor Italia, e organizzare un paio di eventi”
“Verrai con noi?”
“In Italia dici?” Harry annuì “Sì, vengo anche io. Paul vuole che vi segua come un cagnolino ovunque andrete fino al ritorno di Marco”
“Che figata!”
“Tutto questo entusiasmo Styles?”
“Mi stai simpatica Reg, di sicuro più di Marco, e poi ci serve una presenza femminile in tour”
“Ehi ehi ehi, frena! Per il tour probabilmente Marco sarà già tornato!”
“Non credo proprio!”
“Beh, non so se tornerà in tempo o no, sicuramente io in tour non potrò seguirvi ovunque perché dovrò dare gli esami in università”
“Giusto, ma quando non avrai gli esami verrai vero?”
“Certo riccio. Ora smettila o inizierò a pensare che io ti piaccia”
“Penseresti giusto” Borbottò Harry
“Come?”
“Niente, lascia stare…”
“Non me la conti giusta tu Harry!”
“Zitta ora, andiamo.”
“Dove mi porti?”
“Andiamo a fare un giro in centro, poi andiamo a prendere cinese e andiamo a casa dagli altri ragazzi”
“O-ok…”
“Stai tranquilla Reg, non ti mangiamo mica!”
“Lo so, lo so… è che... non sono abituata a stare in mezzo agli altri”
“Invece io non accetto che la nostra manager passi il sabato sera a casa da sola, quindi oggi vieni da noi, ci sono anche le fidanzate dei ragazzi”
“Va bene… Possiamo passare dal campus un attimo che mi vesto più comoda?”
“Certo, andiamo…”
Passarono il viaggio in macchina a ridere e scherzare, e dopo che Regan si fu cambiata (  ), si recarono al Selfridges in Oxford street.
“Guarda Harry! Staresti divinamente con quel jeans, te lo provi?”
“Dio Reg, se mi fai quegli occhioni non posso dirti di no!”
“E allora non dirmelo, dai pleeease”
“Va bene, va bene, passa qui” Mentre si dirigevano ai camerini Harry vide un vestitino che sembrava fatto apposta per Regan. “Io provo questi jeans e la camicia se tu ti provi questo vestitino.”
“Harry ma sei pazzo?”
“No, ti starebbe divinamente”
“Ma non avrei occasioni di metterlo…”
“Io scommetto che avrai un sacco di occasioni al contrario… Ti ricordo per chi lavori? Anzi, dovresti rivedere un po’ il tuo armadio se ti mancano vestiti e vestitini…”
“E quando potrei mettermi una roba del genere?”
“Per esempio alla festa di tua nonna che si terrà nel tuo ‘palazzo’ domani sera”
“Me ne ero completamente dimenticata!”
“Bene, io invece me lo ricordo e ti salvo il culo facendoti comprare questo vestitino”
“Ma se non sappiamo ancora neanche se mi sta bene!”
“Allora provatelo, anche se secondo me non ce n’è nemmeno bisogno.”
“E va bene strazio” entrambi entrarono nei rispettivi camerini e si cambiarono. “Riccio, ci sei?”
“Io si, tu?”
“Sì” Regan uscì dal camerino e Harry trattenne il fiato
“L’avevo detto che ti sarebbe stato d’incanto”
“Dici?”
“Sei fa-vo-lo-sa”
“Ahahah oddio… ti ci vedo proprio in versione gay!”
“Ma ovvio tesoro”
“Ahahah… Comunque anche tu stai molto bene vestito così” Reg si sporse a sistemargli il colletto della camicia e Harry la tirò a sé… “Harry, che fai?” Il ragazzo posò le sue labbra su quelle di Regan che sbarrò dapprima gli occhi e poi si rilassò. Non andarono oltre, fu questione di pochi secondi perché entrambi sentirono brividi percorrere la schiena, un semplice bacio a stampo, che trasmise dolcezza e piacere.
“Scusa… non so cosa mi sia preso…”
“Tranquillo, sarà il nostro piccolo segreto” Rispose la ragazza prima di rientrare in camerino.
Restarono nel magazzino ancora un’oretta, parlando come se non fosse successo niente, nonostante le occhiate che si scambiarono dicessero tutt’altro. Decisero di comprare i capi che si erano provati, Reg comprò anche un paio di decoltè e un altro vestitino, mentre Harry comprò un papillion blu e una blazer del medesimo colore. Finito lo shopping andarono a prendere la cena al ristorante cinese e si diressero a casa di Harry e degli altri ragazzi.
“Siamo a casa!”
“Si mangiaaa”
“Immagino che questo sia Niall”
“Niall! Ti sei già guadagnato la fama di pozzo senza fondo e non ti conosce nemmeno da tre giorni!”
“Io può, ricordatelo sempre”
“Vieni Reg, ti presento le ragazze. Regan loro sono Perrie, la ragazza di Zayn ed Eleanor, la ragazza di Louis, ragazze lei è Regan, la nostra co-manager”
“Ciao tesoro, è un piacere conoscerti” Disse Eleanor abbracciandola
“Grazie, anche per me” Rispose imbarazzata
“El sei sempre la solita! Ciao cara, imparerai a sopportarci, qui siamo tutti molto espansivi”
“Ho notato, sapete come far sentire apprezzata una persona” Disse Reg mentre fu stretta nella morsa di Perrie.
“Va bene, va bene, ora che vi siete conosciute mangiamo?”
“Sì Niall, sì, mangiamo, non sia mai che muori di fame e mi tocca giustificare allo zio la scomparsa di uno dei One direction.”
“Così mi piaci ragazza occhi cielo”
“Che?!”
“Ahaha lascialo stare, non è tutto a posto!”
“Perché tu si Tomlinson?”
“Ehi! È stata un pomeriggio con te e già le è venuta la lingua biforcuta Harry, cosa le hai fatto povera fanciulla?”
“Mi ha costretta a comprare dei vestiti” Disse Reg facendo il labbruccio
“Che brutta persona sei Harry… Forza fa’ vedere!”
“Oh signore!” Regan si mise a ridere trascinando dietro l’intera allegra compagnia e mostrò le sue compre alle due ragazze che se ne dimostrarono entusiaste.
La sera scorse così, tra risate, chiacchiere e scherzi idioti. Regan stava riscoprendo la gioia dell’amicizia e Harry ne fu veramente felice. Quella ragazza lo aveva stregato senza alcuno sforzo. E mentre Harry pensava questo Regan ringraziava quel ragazzo riccio che senza accorgersene la stava trascinando fuori dalle tenebre.


 
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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


“I know we only met but let’s pretend it’s love”
                                                            
 
 
 
 
 



 

 
“Ciao mamma”
“Ciao cara”
“Sono già arrivati gli ospiti?”
“Solo tua nonna, vieni, andiamo a salutarla”
“Nonna!”
“Cadence! Come sei cresciuta bambina mia”
“Ti trovo benissimo nonna!”
“Eh eh mi conosci Reg, nessuno mi stende! Ma tu piuttosto, stai d’incanto in questo vestito” (  )
“Oh, grazie” Disse appena la ragazza abbassando il viso per nascondere il rossore.
“Uh, vediamo, Regan che arrossisce… è forse un regalo?”
“No, l’ho comprato ieri con un mio amico”
“Amico?” Chiese maliziosa la donna
“Ehm…”
Dlin dlon.
“Salvata dal campanello nipote, ma non pensare di potermi sfuggire tutta la sera!”
“Va bene nonnina” La ragazza scomparve nascondendosi in cucina
“Salve signorina Regan, come sta?”
“Bene, grazie Teresa. Ti serve una mano?”
“Se le va può aiutarmi con l’arrosto”
“Certamente. E non darmi del lei, sono sempre la bimba che scappava in cucina a fare i biscotti”
“Non proprio, sei cresciuta molto e ti sei fatta davvero una bella donna”
“Grazie Ter”
“Vieni, bisogna speziare l’arrosto e poi devo decorare la torta”
“Che torta hai fatto?”
“Torta di pan di spagna con mousse al cioccolato e panna, realizzata in quattro strati e ricoperta di pasta di zucchero da decorare”
“La preferita della nonna in sostanza”
“Esattamente. Ma forse quest’anno può essere ancora più speciale se la sua talentuosa nipotina mi dà una mano a definire le decorazioni”
“Perfetto, mettiamoci al lavoro allora!”
Così Reg infilò il suo vecchio grembiule, raccolse in una coda alta i capelli che quella sera erano pettinati in morbidi boccoli che le ricadevano sulla schiena e si mise all’opera.
“Teresa hai visto Regan?”
“Sì, mamma?”
“Regan! I tuoi ospiti sono appena arrivati, puoi venire a salutare?”
“Mi dai ancora due minuti che finisco di aiutare Teresa a fare la torta di nonna e poi arrivo?”
“Certamente piccola Regina, veloce però”
“Tranquilla, ci metto solo sue minuti”
La madre annuì e si congedò tornando dagli invitati, mentre Regan rifinì la scritta.
“Che ne dici Ter?”
“Penso che tua nonna sarà veramente felice di vedere questa torta cara. Ora va’ che è tardi, i tuoi amici aspettano”
“Grazie Teresa, non hai idea di quanto avessi bisogno di rivivere questa sensazione di pace”
“Non ci sono problemi, quando vuoi piccola” Regan abbracciò la governante, poi sfilò il grembiule piegandolo e riponendolo nell’armadietto, slegò i capelli ravvivandoli e fece il suo ingresso in sala.
“Regan, vieni cara, i tuoi amici sono lì”
“Grazie papà”
“Regan! Sei bellissima!” Esclamò Niall appena la vide
“Grazie biondo, anche voi siete tutti molto belli. Allora, come vi sembra?”
“Beh, che dire… Vivi in una reggia Reg!”
“Non esagerare Zayn… Diciamo che non ci trattiamo male…”
“No di certo”
“Come state?”
“Bene, abbiamo incontrato Paul prima, ti stava cercando”
“Vado da lui un attimo allora, penso che voi possiate sopravvivere anche senza di me”
“L’unione fa la forza”
“Esattamente”
“Ehi Reg…”
“Sì Harry?”
“Te l’avevo detto che questo vestito era fatto apposta per te”
“Grazie riccio! Impara a sistemarti bene il colletto della camicia tu invece…” Disse lei avvicinandosi al ragazzo.
“Regan…” sussurrò lui sofferente
“Cosa c’è?”
“Posso baciarti?”
“Non adesso… vado a cercare Paul”
Regan si allontanò da Harry. La ragazza venne richiamata più volte a salutare parenti o amici o colleghi dei genitori, fino a che finalmente riuscì a trovare Paul, sistemato all’altro angolo della stanza a parlare con la moglie.
“Ciao zio Paul, zia Clodagh. Paul mi cercavi?”
“Ciao tesoro, come ti sei fatta bella”
“Ehm... grazie zia”
“Comunque sì cara, ti stavo cercando. Vieni, andiamo un attimo di là, che ne dici?”
“Zio Paul, tutto bene?”
“Vedi Regan… Oggi mi ha chiamato Marco e…”
“Oh, torna già?”
“No ecco, proprio di questo volevo parlarti… vedi… Marco non tornerà più… il cancro di sua moglie si è dimostrato più grave di quanto pensassero… ha deciso di mandare avanti l’azienda di famiglia insieme al fratello, così avrà sufficiente denaro per le cure della moglie e potrà starle vicino”
“Quindi… cosa mi stai dicendo Paul?”
“Abbiamo bisogno di una come te, i primi due giorni ti ho lasciato da sola e hai fatto un ottimo lavoro, le carte per l’Italia sono già state mandate e ti sei messa in gioco egregiamente quindi… Vuoi restare con noi e entrare ufficialmente a far parte della squadra?”
“Come faccio con la scuola?”
“Puoi continuare a studiare ovviamente, quando avrai gli esami tornerai qui e se ci saranno lezioni particolari che non potrai fare a meno di seguire nessuno ti impedirà di farlo… ma ti prego, dimmi che sei dei nostri”
“Sono dei vostri! Sì sì sì e mille volte ancora sììì!”
“Fantastico, lo dici tu ai tuoi compari?”
“Certo, vado da loro adesso, li ho invitati io e neanche li ho cagati”
“Le parole signorina!”
“Scusa zio…”
“Dai vai”
“Sì, ci vediamo in giro dopo” Regan salutò con un bacio lo zio e tornò dai cinque amici.
“Ragazzi… indovinate chi è la vostra futura co-manager ufficiale?”
“Cosa?”
“Giura?”
“Davvero?”
“Che bello!” Harry corse ad abbracciare Regan e a cascata tutti si unirono all’abbraccio. Nella villa risuonarono sei risate cristalline, risate che portavano felicità ed allegria, risate che risanavano le vecchie ferite, risate che rincuoravano due genitori che ormai non speravano più. Perché questo è il potere delle risate: donare speranza, allegria, spensieratezza.

 

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


“Wash the poison from off my skin
Show me how to be whole again”
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
Regan lisciò la giacchetta (  ) prima di rientrare in aula per sapere il risultato del test che aveva appena sostenuto.
“Complimenti signorina Allen, anche questo esame è andato splendidamente!”
“Grazie Signor Boomer”
“Le mancano ancora due prove e poi potrà dire di aver passato indenne anche il secondo anno”
“Fantastico… Ancora un anno e poi sono libera quindi”
“Così pare miss Allen”
“Bene, grazie Mr Boomer, al mese prossimo”
“Sì e si ricordi che la professoressa Murray si aspetta una relazione sul suo lavoro e se possibile dei video”
“Non ci sono problemi, arrivederci”
“Buona giornata signorina Allen”
E così anche il quinto esame era andato a buon fine, ancora due esami e per quest’anno avrebbe finito. Regan aveva infatti deciso di finire i suoi esami entro la fine di Marzo, in modo che quando ad Aprile fosse iniziato il Where we are tour dei One direction lei sarebbe potuta essere presente senza pause e con la mente libera da altri pensieri. Era Febbraio ora e aveva ancora un mese per dare gli ultimi due rimasti.  Era abbastanza agitata a dover essere sinceri, forse più per l’imminente tour che non per i suoi esami. Certo, lo studio la stava uccidendo, di giorno lavorava e la sera studiava. Voleva il meglio, non si accontentava di essere mediocre, e ci stava riuscendo magnificamente ad ottenere il massimo dei voti. Era così Regan, non si accontentava mai finchè non aveva raggiunto la cima. Chi si accontenta gode, diceva qualcuno, ma Regan non la pensava così… a che scopo accontentarsi? Se si vuole qualcosa si lotta, non ci si accontenta, la mediocrità è per i perdenti le ripeteva il nonno quando era piccola. E Regan ci credeva profondamente. Lei era una combattente, la vita si era messa di traverso, ma Regan reagiva. Decise di andare al cimitero quel giorno. Aveva bisogno di sentirsi di nuovo vicina ai suoi due migliori amici e anche se loro stavano tre metri sotto terra lei sapeva che i loro spiriti non l’avevano mai abbandonata. Si sedette a terra, tra le due lapidi e pianse. Aveva bisogno di Aly e le sue battute sceme, aveva bisogno di Bryan e dei suoi abbracci, aveva bisogno della loro casetta sull’albero e dei loro pomeriggi passati a suonare. Aveva bisogno di poter rivivere quell’amicizia che le era stata strappata da un camionista ubriaco. E lei non c’era. Regan si era sempre rimproverata di non esserci stata quella sera: in un atto egoistico anche lei avrebbe voluto morire in quell’incidente di nove anni prima che le aveva portato via il sorriso. Rimase seduta a terra a parlare con i suoi amici, lasciando che il vento portasse via le sue parole. Non si rendeva conto del tempo che passava Regan. Non si rendeva conto della temperatura che calava e del sole che lentamente tramontava. Si era addormentata Regan, lasciando che i sogni la riportassero ai tempi felici. Come sarebbero stati Aly e Bryan se non fossero morti? Alyson avrebbe sicuramente fatto strage di cuori; lei era sempre stata la bambina bellissima, di cui ti innamoravi al primo sguardo, con quegli occhi color ambra, i capelli castani riccissimi e il fisico da urlo. Alyson era sempre stata la più solare del gruppo, se eri triste potevi star certo che Aly ti avrebbe fatto tornare il sorriso. Era speciale e brillante, era una ragazzina tutto pepe. E Bryan? Sarebbe stato sicuramente il rubacuori che era già alle medie. Non c’era ragazza che resistesse al fascino del suo miglior amico, fisico ben messo, occhi azzurro cielo e capelli scuri. Ma ciò che più amava Regan di Bryan erano le grandi mani morbide. Erano loro a rendere tanto speciali gli abbracci di Bryan. Ti accarezzava così dolcemente che per un attimo scordavi qualsiasi preoccupazione. Regan si chiedeva perché due persone così speciali fossero state strappate così prepotentemente al mondo. Sarebbero stati in grado di portare la pace sulla terra loro due, da soli. Erano sempre stati loro tre contro tutti, e si sentiva sola adesso, sola contro un mondo che non era cambiato, che ancora non funzionava.
“Signorina, signorina!” Regan si sentì scuotere dolcemente “Signorina non può stare qui, stiamo chiudendo”
“Mi scusi, me ne vado subito, mi dispiace”
“Si figuri, non si preoccupi”
“Grazie per avermi svegliata”
“Non c’è di che e signorina?”
“Sì?”
“Non lasci che l’assenza di qualcuno la riempia fino a svuotarla”
“Ci proverò”
Regan regalò un magnifico sorriso pieno di gratitudine al simpatico vecchietto e si diresse verso l’uscita del cimitero. Riaccese il cellulare constatando che come minimo dopo questo pomeriggio passato a far nulla avrebbe dovuto passare la sera al telefono. Non fece nemmeno in tempo a comporre il numero di Paul che subito ricevette una sua telefonata
“Pronto?”
“Regan! Cazzo ti sembra il modo di fare? Eravamo tutti preoccupatissimi! I tuoi genitori mi avranno chiamato come minimo dieci volte, Harry voleva mandare la CIA” E Regan non seppe fare a meno di sorridere al pensiero del riccio in pensiero per lei “Liam stava già per venire a cercarti dimenticandosi l’intervista di stasera, Louis è in giro per i camerini urlando che gli alieni ti hanno rapita, Niall non ha voluto saperne di mangiare e Zayn si è accovacciato per terra stringendosi le gambe al petto e dondolandosi come un matto! Non puoi spegnere il telefono per un’intera giornata Cadence!”
“Scusa zio…”
“Scusa zio un cazzo Reg! Adesso vieni in ufficio, subito!”
“Sì, sto arrivando” rispose atona la ragazza
“Reg, stai bene?” chiese Paul addolcendo il tono, segno che la sfuriata era passata
“No, zio, no…”
“L’esame è andato male?”
“No, l’esame è andato divinamente, sicuramente entro la fine di marzo riuscirò a finire l’anno… Ma… ero al cimitero”
“Sei stata a trovare Bryan e Alyson?”
“Sì… mi mancano zio… mi mancano terribilmente, i ragazzi sono fantastici ma… non sono loro.”
“Regan, tesoro, Bryan e Alyson non li potrai mai sostituire, loro erano le tue anime gemelle, erano parte di te e questo non lo puoi cambiare. I ragazzi possono aiutarti ad andare oltre, in loro puoi trovare quattro splendidi amici e un ragazzo…”
“Zio io e Harry non stiamo insieme…”
“Oh Reg non prendermi in giro… non state insieme adesso, ma si vede che quel ragazzo è cotto di te, e tu non sei indifferente. Senti Regan, tieniti stretti Alyson e Bryan, lascia che loro siano ancora la parte migliore di te, perché questo erano: la tua parte migliore. Loro erano la tua solarità e la tua dolcezza. Lascia che il loro ricorda viva nella tua anima, ma ricordati che tu sei qui, sei ora, e adesso hai altre cinque persone che tengono a te più di quanto pensi. Vieni qui, hanno bisogno di te e tu hai bisogno di loro”
“Grazie zio, sto arrivando…”
“Ti aspettiamo piccola”
 

“Regan! Regan!”
“Oh stupida, non sparire mai più così!”
“Non sai che colpo ci hai fatto prendere!”
Non ebbe nemmeno il tempo di mettere piede dentro l’ufficio che già era stata sommersa da quattro paia di braccia.
“Scusate ragazzi, prometto che non lo faccio più”
“Sei una scema Regan!” disse Niall abbracciandola ancora più forte e inspirando profondamente per lasciare che l’odore di Regan gli entrasse nei polmoni
“Scusa biondo”
“Regan…” una voce incrinata dalla preoccupazione la richiamò all’ordine e dopo essere riuscita a liberarsi da quel groviglio di braccia si avvicinò ad Harry
“Harry scusa io…”
“Tu cosa Regan eh? Tu cosa?! Ti sembra il modo di affrontare i problemi? Noi siamo qui per te cazzo! Non puoi continuare a chiuderti a riccio lasciando fuori gli altri, non se li hai già fatti entrare!”
“Ma chi cazzo sei tu per farmi la predica, eh Harry? Cosa vuoi da me?!”
“Cosa voglio da te? Te lo dico io Regan cosa voglio: voglio che tu la smetta di fare la bambina! Inizia ad affrontare i problemi, inizia a guardarti intorno! Guardati, sei sporca di terra, i tuoi capelli sono pieni di foglie, i tuoi occhi sono rossi e gonfi di pianto, il tuo cellulare era spento… ma uno che ti vuole bene che ti vede tornare in queste condizioni cosa deve pensare? E probabilmente sarei molto più preoccupato se non ti conoscessi così bene. Perché tu fai finta di essere forte Regan, ma in realtà sei solo un castello di carte, tanto bello e forte in apparenza quanto fragile in realtà! Smettila di piangerti addosso. Loro non torneranno Regan, piangere non li riporterà in vita!”
“Zitto! Zitto, so benissimo che loro sono morti, so benissimo che devo imparare a convivere con la loro assenza, ma non è così facile! Io senza loro mi sento come un naufrago.”
“Tu non sei sola Regan! È questa la verità che ti devi sforzare di capire, tu non sei sola! Noi ti vogliamo bene, sei la nostra co-manager e in quello sei bravissima, nessuno è più bravo di te in quel lavoro, hai stoffa. Ma lasciati dire che per quanto riguarda te stessa non è lo stesso! Impara a fidarti degli altri…!”
“Come eh? Come faccio a fidarmi degli altri? Io mi sono fidata, mi sono fidata davvero di Kyle, sembrava così vero, così realmente innamorato di me e invece… invece ha lasciato che io me ne potessi andare, mi ha lasciata da sola con le mie paure, con le mie insicurezze… non posso fidarmi! Tutte le persone di cui mi fido spariscono dalla mia vita Harry, perché non lo vuoi capire?!”
“Smettila, sono tutte stronzate, non è colpa tua se Alyson e Bryan sono morti, non è colpa tua se Kyle era una gran testa di cazzo! Tu non sei il tuo passato Regan! Tu sei il tuo presente. E il tuo presente è fatto della meravigliosa te che potresti diventare se soltanto tu lasciassi che il tuo passato fosse solo un insegnamento. Tu fino a questo punto ci sei arrivata grazie a tutto ciò che hai dovuto attraversare, e allora smettila di pensare a come sarebbero potute andare le cose se. I se e i ma non ti porteranno da nessuna parte Regan! Inizia a vivere!”
“Non sono capace Harry!” urlò Regan ormai scossa dai singhiozzi. I ragazzi erano ancora dietro di loro a guardare la scena atterriti. Non sapevano che Regan avesse sofferto tanto, non sapevano che Harry sapesse, non avevano capito fino a che punto Harry fosse innamorato di Regan fino a questo momento.
“Tutti siamo capaci scricciolo, ognuno di noi è capace di essere felice, deve solo imparare ad esserlo”
“Tu, Harry lasciami in pace, tu non puoi aiutarmi!”
“Forse non posso ma io ci voglio provare, lascia che ti protegga da te stessa Reg!”
“No! No, vattene Harry, non puoi salvarmi, è troppo tardi!”
“Non è troppo tardi cazzo Regan, hai vent’anni, un’intera vita davanti a te e non lascerò che tu la butti al vento!” tuonò il ragazzo tirandosi Regan al petto. Quest’ultima iniziò a tirare pugni al riccio che stava lì e la guardava mentre si sfogava
“Perché, dimmi solo perché”
“Perché nessuno merita di essere infelice Regan”
“Avvocato delle cause perse?!”
“No, ma innamorato di una sciocca si!”
Regan alzò lo sguardo, sorpresa delle parole che aveva appena sentito, incrociando gli smeraldi di Harry che la guardava dolcemente.
“C-cosa?”
“Hai capito perfettamente Regan, io, Harry Edward Styles mi sono innamorato. Ti amo Regan, e non sopporto di sapere che stai così…”
“Come puoi amare me?”
“Come potrei non farlo?”
Si guardarono per un istante, poi Harry sfiorò delicatamente le labbra di Regan. E fu come se improvvisamente tutte le ferite di Reg si stessero cicatrizzando. Non sarebbero diventate invisibili, ma forse poteva davvero riiniziare a essere felice. Regan si strinse di più al corpo del riccio e premette più forte le sue labbra contro quelle di Harry, in una richiesta di aiuto sicuramente, ma anche in segno di ringraziamento. Lui la stava salvando, lui voleva aiutarla. Quello che era iniziato come un semplice bacio casto si era presto trasformato in un bacio passionale. Si stavano dicendo tutto quello che a parole non avrebbero potuto esprimere. La crepa che si era formata nel cuore di ghiaccio di Regan si stava lentamente rimarginando. Stava lavando via il dolore dalla sua pelle. Si salvavano a vicenda, lei gli donava la speranza di un amore vero, la speranza di poter essere di nuovo essere sé stesso; lui le stava facendo riscoprire la gioia della vita.
 
~

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Capitolo 8
*** Epilogue ***


 "Heart beats fast, Colors and promises
How do be brave, How can I love when I’m afraid
To fall, But watching you stand alone
All of my doubt, Suddenly goes away somehow"
 
 




 
 
 
 
“Harry dove stiamo andando?”
“Abbi un po’ di pazienza Reg, adesso lo vedrai…”
“Uffa Riccio! Sai che odio le sorprese!”
“Non è vero, le adori, ma non lo ammetterai mai!”
“Tu sì che mi conosci bene Harry”
“Lo so Regan”
“Siamo arrivati?”
“No.”
“E adesso siamo arrivati?”
“No.”
“E ora?”
“Sì”
“Davvero?”
“No.”
“Ahahah bastardo!”
“Intanto tu con questo bastardo ti sei messa insieme!”
“Vero…” Regan si mise ad osservare il suo ragazzo… era passato un mese, ma ancora non riusciva a credere che Harry avesse scelto proprio lei. “Siamo arrivati?” chiese ancora dopo una decina di minuti vedendo che i riccio era intento a parcheggiare l’auto
“Sì, aspetta”
“Grazie” disse dolcemente dopo che Harry le ebbe aperto la portiera. Ormai si era abituata alla galanteria del suo ragazzo.
“Si figuri Miss Allen” le baciò dolcemente una guancia e si soffermò a guardarla “Sei bellissima lo sai?”
“Grazie amore, anche tu sei bellissimo, ma ancora non hai imparato a sistemarti questo benedetto colletto”
“Forse perché preferisco che sia tu a farlo” disse attirandola teneramente al petto e facendo combaciare le loro labbra in un bacio carico d’amore. “E comunque questo vestito ti sta d’incanto tesoro” (  )
“Grazie, ma non cercare di distrarmi, dove siamo?”
“Vieni strazio” Harry prese Regan per pano e la condusse dentro l’enorme villa che si trovavano di fronte (  )
“Sorpresa!”
“Auguri Regan!”
“Buon compleanno piccola regina”
“Buon ventunesimo compleanno Reg!”
“Auguri piccola!”
“Auguri Cadence”
Regan si guardò intorno, stupita per la moltitudine di gente che affollava la sala quella sera.
“Grazie, grazie a tutti”
“Oh la nostra piccola cresce sempre di più!”
“Su Cherise, non fare così!”
“Mamma, papà, ci siete anche voi?!”
“Non dimentichi nessuno signorinella?”
“Nonna!”
“Auguri nipotina”
“Zio Paul! Ci siete tutti!”
“Certo amore, pensavi che per il compleanno della mia ragazza non avrei organizzato le cose in grande stile?”
“Sei stato tu?”
“Con l’aiuto dei ragazzi e la partecipazione di Paul e della tua famiglia, sì”
“Grazie amore!” esclamò la ragazza prima di fiondarsi tra le braccia del suo riccio.
“Vieni, andiamo a salutare i ragazzi”
“Liam!”
“Auguri Regan!”
“Auguri mia regina!”
“Oh, ma grazie mio re”
“Scusate?”
“Il mio gelosone! Tranquillo Harry, io amo solo te!”
“Ah, ecco, mi sembr… cos’hai detto?!”
“Ti amo”
“Ripetilo”
“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo”
“Ti amo anche io Regan!” Harry la tirò per i fianchi e fece incontrare le loro bocche.
La festa si concluse verso l’una di notte e mentre tutti tornavano alle proprie case i genitori di Regan si preparavano per mostrarle il suo regalo.
“Regan cara, perché tu e Harry non venite con noi?”
“Certo, dove andiamo?”
“Dobbiamo darti il tuo regalo di compleanno, pensavi che non ti avremmo regalato niente?”
“Beh, avete già fatto così tanto che non penso ce ne fosse bisogno”
“Non dire sciocchezze! Siamo sicuri che questo regalo farà piacere anche al tuo ragazzo”
 I coniugi Allen scortarono i ragazzi fino ad una limousine su cui salirono tutti e quattro.
“Gli altri?”
“Tranquilla, li vedrai domani i ufficio, in fondo tra due giorni si parte per il tour no?!”
“Già… ancora non ci credo”
“Ecco, siamo arrivati”
“Non capisco mamma, dove siamo?”
“Questo è il tuo regalo” disse Cherise indicando la piccola villetta dietro di sé. ( )
“Mi avete regalato una casa per il mio compleanno?”
“Diciamo che è il regalo di compleanno, di congratulazioni per l’anno finito con un fantastico 100 con lode e di complimenti per la tua fiorente carriera.”
“Non ci posso credere!”
“Vedi, quando due settimane fa ho acquistato questo immobile ho subito pensato che fosse stato fatto apposta per te. È spaziosa ma non esagerata e ha un’aria molto accogliente. L’interno l’ha ovviamente arredato tua madre in stile moderno, le tue cose sono già state portate dentro e messe a posto…”
“E ovviamente ho ricavato uno studio in cui un’intera parete è riservata alla libreria, che mi sono preoccupata di riempire”
“Non ho parole!”
“Non servono… e Regan… ho sistemato anche un pianoforte in sala… so che non suoni più da anni, ma non è mai tardi per rincominciare.”
“Grazie mamma, grazie papà” Regan corse ad abbracciare i genitori che la coccolarono per bene prima di congedarsi.
“Buona notte ragazzi”
“Buona notte signori Allen”
“Notte papà, notte mamma”
Appena i due furono spariti per le vie di una ormai deserta Londra Regan tornò al fianco di Harry e prendendogli la mano si addentrarono nel giardinetto che precedeva la casa e dopo essere riuscita ad aprire la porta, seppur con molta fatica per via della mano tremante entrarono.
“Wow.”
“Sì, penso che wow sia la parola giusta”
“Harry?”
“Sì?”
“Non sto sognando, vero?”
“A meno che non stiamo facendo lo stesso sogno, no, non stiamo sognando Reg! I tuoi genitori ti hanno realmente comprato una casa che è la fine del mondo!”
“No, forse non hai capito, io conosco bene i miei genitori! Questa casa non l’hanno comprata a me… l’hanno comprata a noi. Questa casa è il segno che approvano la nostra relazione”
“Cosa?!”
“Se tu non gli fossi piaciuto non avrebbero accompagnato qui entrambi e non avrebbero detto che questo regalo sarebbe piaciuto anche a te”
“Regan, ne sei sicura?”
“Al duemila per mille. Ma tranquillo, non dobbiamo venirci ad abitare per forza insieme adesso. Tra due giorni partiamo per il tour, abbiamo tempo più o meno fino a ottobre per decidere che cosa fare, niente fretta”
“Regan, non fraintendermi, non intendo questo! È che… non pensavo che i tuoi genitori ci approvassero fino a questo punto!”
“Neanche io, ma buono a sapersi”
“Sembra la villa delle fiabe eh?”
“La casa dei miei sogni!”
“Regan?”
“Dimmi amore”
“Ti amo.”
“Anche io”
Non avevano bisogno di altre parole, si erano già detti tutto. Quel ti amo nascondeva delle tacite risposte, delle promesse non espresse, delle richieste accettate. Regan si sfilò i tacchi, abbandonarono le giacche sullo schienale del divano e prendendosi per mano salirono le scale fino ad arrivare alla stanza matrimoniale. Non avevano bisogno di vedere altro, avrebbero iniziato con l’inaugurare quella stanza. Harry avvicinò Regan al suo corpo e iniziò a lasciarle baci umidi sul collo mentre le sfilava lentamente il vestito. La ragazza dal canto suo non stette molto con le mani in mano e si preoccupò di sbottonare la camicia del riccio. In poco tempo si trovarono sdraiati sul letto con indosso solo la biancheria intima. Harry slacciò il gancetto del reggiseno di Reg e iniziò a torturarle i seni con i denti e con la lingua. Regan inarcò la schiena e strinse tra le dita i capelli di Harry. Con uno slancio di cui lei stessa si stupì ribaltò le posizioni e dopo essersi messa a cavalcioni su di lui lo liberò anche dei boxer, beandosi del suo ragazzo, nudo sotto di lei. Iniziò a massaggiare il pene di Harry per tutta la sua lunghezza, ma il ragazzo non aveva intenzione di stare alle regole della piccola Regina; con una mossa dell’anca tornò a troneggiare sulla ragazza e dopo averle sfilato gli slip entrò in lei con infinita dolcezza. Vennero insieme, urlando l’uno il nome dell’altro.
“Ti amo Harry”
“Ti amo mia piccola guerriera.”
Restarono avvinghiati l’uno all’altra per l’intera notte. Si raccontarono episodi di vita, risero, si sussurrarono parole dolci e scambiarono battute. Il loro amore era così, semplice a spontaneo come bere un bicchiere d’acqua. Poteva capitare che ogni tanto andasse di traverso, ma bastava un altro goccio d’amore perché tutto tornasse al proprio posto. Regan aveva riscoperto finalmente i colori. Le sue giornate non erano più eternamente grigie, la sua visione non comprendeva più sono il nero o il bianco, ora vedeva anche le sfumature. Harry non avrebbe mai pensato di poter realmente amare qualcuno al punto di rischiare di rimanere svuotato dall’assenza della sua amante. Harry non aveva nemmeno mai pensato di poter salvare qualcuno da sé stesso e non si rendeva minimamente conto del miracolo che aveva compiuto riparando il cuore rotto di Regan.

Non so dire se la loro storia era destinata a durare per sempre. In fondo Regan nel destino non ci aveva mai creduto. Forse erano stati loro a permettere che il sentimento che li legava non sparisse con il tempo. Ora vedo una splendida madre giocare con i suoi due figli in quella casa dove sette anni prima lei e il marito si erano promessi silenziosamente amore eterno. Alyson, bryan e Regan avevano promesso che la loro amicizia sarebbe stata per sempre, e la promessa era stata mantenuta da tutti e tre. Regan aveva chiamato così i suoi due figli: Bryan e Alyson. Alyson e Bryan avevano assistito ad ogni passo della vita di Regan e continueranno a farlo finchè non saranno di nuovo insieme.
“Ti vogliamo bene Regan” Lasciamo che la brezza accarezzi la nostra migliore amica portandole i nostri saluti, perché ogni tanto ha bisogno di sapere che noi siamo con lei.
Regan si porta una mano al viso e sorride alzando gli occhi la cielo. Il nostro messaggio è arrivato e ora lei sa che anche noi abbiamo mantenuto la parola data.
“Amici per sempre” sussurriamo tutti insieme e per un momento mi sento di nuovo viva accanto a lei.
“Amore, sono arrivati Louis ed Eleanor con Maddie.”
“Venite in giardino, oggi il tempo è meraviglioso”
Giocano tutti insieme, tornando un po’ bambini e le ore scorrono mentre le risate riecheggiano per il giardino di casa Styles.
“Ti amo Regan”
“Ti amo Harry”
Lasciamo che un raggio di sole le accarezzi la pelle e che la brezza leggera le porti un soffione. E Regan sa. Chiude gli occhi ed esprime un desiderio, soffia dolcemente e lascia che il vento porti via ciò che rimane di una malinconia che ormai non le appartiene più. Perché questo è il potere dell’amore. L’amore può far rinascere una persona dalle sue stesse ceneri. Con Regan era successo. Era rinata.
 
~ The End ~

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