Teenage Dream

di MileyPotterWeasley_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hi, my name is Valerie ***
Capitolo 2: *** Love at first sight ***
Capitolo 3: *** Revolution ***
Capitolo 4: *** Hey, soul sister ***
Capitolo 5: *** The tide is high ***
Capitolo 6: *** Dynamite ***
Capitolo 7: *** Play Hard ***
Capitolo 8: *** Let It Go ***
Capitolo 9: *** Change Your Mind (parte 1) ***
Capitolo 10: *** Change Your Mind (parte 2) ***
Capitolo 11: *** Smile! ***
Capitolo 12: *** Work out ***
Capitolo 13: *** Music of the Heart ***



Capitolo 1
*** Hi, my name is Valerie ***


Mi trovavo in una casa che decisamente non era la mia: troppo ordinata per i miei gusti.
Cominciai a gironzolare non sapendo dove stavo andando e aprendo porte a caso, tra milioni di stanze speravo solo di trovare al più presto la cucina. Tutto quel camminare mi aveva messo una gran fame. Spalancai una porta e mi ritrovai davanti una stanza buia, entrai con circospezione e la luce si accese come per magia e una lunga tavolata strabordante di cibo si materializzò davanti a me: dai più svariati dolci, alle mille salse e tipi di pizza e non solo. I miei occhi brillarono mentre presi la rincorsa per fiondarmi su tutto quel ben di Dio che c’era, non sapevo da dove iniziare e proprio mentre mi stavo fiondando su un bel piatto fumante di pasta, sentivo qualcosa tirarmi la maglietta da dietro e cominciò a prudermi fastidiosamente il naso..
 
“Ancora 5 minuti dai..” borbottai impastata di sonno.
Tentai di comprirmi con il lenzuolo cercandolo con la mano, ma tutto risultò inutile quando riluttante aprìì gli occhi e mi accorsi di essere sdraiata sul gelido pavimento della mia cameretta, ora mi spiegavo tutto quel freddo improvviso: ero di nuovo cascata dal letto durante il sonno.
Alzai di poco la testa, quanto bastasse per scorgere una piccola palla di pelo bianca e grigia che mi squadrava severo con gli enormi occhioni scintillanti, capìì immediatamente da chi proveniva quel peso e quel calore sul mio stomaco.
“Buongiorno Ash” esclamai sorridendo. Lui di tutta risposta si alzò, si stiracchio le zampe e balzò sul mio letto.
“Fai con comodo” brontolai dopo che il mio gatto balzò nuovamento sul mio stomaco, facendomi ammiccare e posando il cellulare sulla mia fronte.
Quel gatto mi faceva seriamente paura, aveva atteggiamenti troppo umani per essere un semplice gatto domestico. Sorrisi e accarezzai la pelliccia morbida della mia palla di pelo, lui miagolò stizzito indicandomi con la coda il cellulare ancora poggiato sulla mia fronte. Solo allora mi accorsi che avevo 6 chiamate perse, provenienti dalle mie due compagne di classe, nonché migliori amiche e che l’orario posto all’angolo dello schermo segnava le 8.45, tra 15 minuti sarei dovuta essere in classe e io ero ancora sdraiata sul pavimento.
Santissimi numi!” imprecai scansando sgraziatamente il gatto da sopra il mio stomaco, il quale sbuffò per poi saltare sulla scrivania per potersi godere al meglio la scenetta che avevo messo in atto per cercare la divisa scolastica. La sera prima ero talmente stanca che l’avevo buttata a caso da qualche parte della casa non ricordando esattamente dove.
“Papà hai visto la mia divisa?” gridai saltellando da una parte all’altra della stanza nel vano tentativo di voler cercare la divisa mentre mi infilavo i lunghi calzini bianchi fino a sotto il ginocchio e ripiegandoli poi leggermente.
“Si tesoro è qui sotto!” urlò di rimando mio padre pochi secondi dopo.
Scesi in fretta, l’odore delle frittelle che mio padre stava cucinando mi inondò il naso, facendomi quasi ruzzolare giù, mi attaccai allo scorrimano per evitare di cadere e la figura di mio padre mi si parò davanti: aveva la mia divisa in mano e un sorriso stampato sul volto.
Presi la divisa e corsi di nuovo su, questa volta verso il bagno.
“Possibile che tu sia sempre così ordinata?” disse mio padre appena feci gli ultimi due gradini e urlargli un “Possibile che tu sia sempre così simpatico?” prima di salutare Ash che mi aveva seguito fino all’ingresso e chiudermi la porta di casa alle mie spalle. Nemmeno il tempo di fare due passi che Ash mi raggiunse con in bocca il mio zaino con attaccato un biglietto da parte di mio padre:
“Dentro ci sono le frittelle. Stai attenta a non dimenticarti nulla in classe, altrimenti questa volta ci ritrorni tu a prendere le tue cose, e non fare la furba mandando Ash al posto tuo. Buona scuola, un bacio papà”.
Un sorriso spuntò sulle mie labbra mentre vedevo Ash correre verso casa e mio padre fermo sulla porta. Gli lanciai un bacio e cominciai a correre in mezzo alla folla.
Ciao sono Valerie Payne, ho 18 anni e frequento l’ultimo anno di liceo, le mie compagne non che migliori amiche sono Summer e Marissa. Vivo con mio padre e il mio gatto Ash. Sono ritardataria, testarda e una gran golosona.

SPAZIO AUTRICE
Sono le 02.00 di notte e io sto qui a scrivere FanFiction.. Viva il fancazzismo! :D 
Alors questa è la seconda Fic che pubblico in contemporanea all'altra "Don't be afraid to love". Avevo già accennato di volerla pubblicare e niente.. Questo è il primo capitolo.. Per chi sta leggendo quell'altra si può notare la differenza di scrittura, la prima è più seria mentre questa tendere più verso il comico. 
La protagonista è Valerie Payne.. Il cognome mi ricorda qualcuno.. non so a voi.
Ringrazio in anticipo tutti quelli che leggeranno la storia e anche qui vale la regola Una recensione = un biscotto :3
Scrivete la prima cosa che vi passa per la testa anche "Le pareti della mia stanza sono rosa fluo" va bene.. mi farebbe piacere avere un vostro parere.
Keep Calm e Stay Tuned! xx

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Capitolo 2
*** Love at first sight ***


“Finalmente!” Esclamò Summer impaziente fuori l’aula di Biologia.
“Muoviti il professore ancora non è arrivato” mi incitò Marissa con la mano facendomi segno di entrare.
Rossa in volto e con il fiatone presi posto in mezzo alle mie amiche mentre mi guardavano severe. Il professore era entrato subito dopo di me chiudendo la porta dell’enorme stanza.
“Che c’è?” domandai “Stavo sognando torte, pizza e pasta e non ho sentito la sveglia!” cercai di giustificarmi goffamente affondando la faccia nella mia cartella per tirare fuori il quaderno degli appunti e una penna e ovviamente le frittelle.. avevo troppa fame per aspettare due ore di pausa per la colazione.
Gli occhi di Marissa e Summer si addolcirono e scoppiarono in una fragorosa risata attirando l’attenzione di alcuni compagni di corso e i richiami del professore che aveva appena cominciato a spiegare.

“Sono stanca morta” sbuffai mentre saltellavo per raggiungere la mensa il più velocemente possibile, seguita dalle mie due amiche che ridacchiavano per i miei buffi saltelli.
“Ti sei accorta che quei due ragazzi ci stanno seguendo da prima?” mi fece notare Summer mentre si sedeva accanto a me con il suo vassoio.
Di risposta alzai lievemente la testa mugolando un “mmh” e lanciando uno sguardo di sottecchi ai due ragazzi, senza farmi notare per poi rituffarmi nel mio piatto di patatine fritte e hamburger.
“Guarda si stanno avvicinando” Marissa diede una gomitata a me e a Summer.
Mandai giù il mio boccone per sottolineare il fatto che sicuramente quei due si stavano avvicinando per chiedere il numero alle mie amiche, così non curante della situazione comincia a ingurgitare di nuovo grosse quantità di patatine quando sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
“Scusa” una voce maschile mi sbuffò nell’orecchio.
Senza pensare al fatto che avevo la bocca piena e sicuramente mi usciva del Ketchup dai lati delle labbra, mi girai trovandomi a pochi centimetri di distanza dalla faccia del ragazzo: la mia espressione rimase impassibile mentre tentavo di mandare giù un boccone esageratamente grosso per i miei parametri.
Il ragazzo cambiò espressione da dolce a disgustato e si allontanò da me rimettendosi dritto e schiarendosi la voce senza dire nulla.
Ci credo che aveva assunto quell’espressione, dovevo sembrare un mezzo vampiro uscito da chissà quale film comico o dell’orrore. Sapevo riconoscere il fatto che quando mangiavo facevo paura persino a me stessa. Chi mi conosceva sapeva che era meglio starmi alla larga quando ero affamata o mentre stavo mangiando.
“Bèh?” sputacchiai tra un boccone e l’altro rivolta ai due ragazzi mentre le mie amiche ridevano sotto i baffi.
Il ragazzo arrossì e abbassò lo sguardo, era carino sì, ma decisamente non era il mio tipo.
“ehm..” disse guardando l’amico a sua volta imbarazzato dalla situazione.
“Io volevo sapere se..” il suo tono di voce si fece più incerto quando si accorse che avevo preso il piatto di patatine in mano mi ero girata e lo stavo guardando come si guarda un film con i pop corn al cinema.
“Magari ripasso un’altra volta e ti lascio mangiare in pace eh che ne dici?”
Ingoiai per l’ennesima volta e finalmente mi uscì un sorriso, la tenzione del ragazzo sembrò calare.
“Ti va di lasciarmi il tuo numero?” disse improvvisamente.
Inizialmente ero contraria, ma convinta dalle mie amiche riluttante gli scrissi il mio numero su un tovagliolo lo accartocciai e glie lo lancia sperando che sparisse e mi lasciasse finire il mio pranzo in pace.
Prima di andarsene mi sorrise timidamente e girandosi di spalle sentii i due amici commentare “Certo che è proprio carina” “Sì è vero ma fa paura quando mangia” “Durante le lezioni invece sembra così dolce”.
Sbuffai prendendo un pezzo di torta al cioccolato.
“Sai..” cominciò Summer “Hanno ragione! Sei veramente carina quando non ti abbuffi in quel modo. Potresti essere un po’ più aggraziata e comportarti da signorina o da ragazza normale visto che hai 18 anni!”.
Grugnii di tutta risposta.

Le ore passarono veloci e dopo scuola, quel ragazzo non si era più avvicinato a me, mi aveva solo inviato un messaggio per dirmi che si chiamava Seth e che quello era il suo numero. Un po’ per pigrizia e un po’ perché non mi importava molto, non salvai nemmeno il suo numero.
Io, Summer e Marissa decidemmo di andare a fare un po’ di sano shopping, visto che era venerdì e il giorno dopo saremmo state libere.
“Propongo di andare a mangiare un gelato!” urlai pimpante con le buste piene di vestiti in mano. Summer e Marissa annuirono, così ci dirigemmo verso la mia gelateria preferita all’interno di un bellissimo parco.
“Pensavo..” disse Marissa improvvisamente, prendendo un foglio e puntando gli occhi su di esso “Valerie, perché non provi a fare un provino per un film? Hai tutte le qualità sei bella, simpatica, mangi e non ingrassi. Oppure perché non una cantante?”
Ok, la mia amica si era decisamente bevuta il cervello. Io una cantante? Io un’attrice? Io che non riuscivo a ricordarmi di aver lasciato la divisa, il giorno prima, in cucina e non nella mia stanza, io che riuscivo a malapena ad arrivare in orario a scuola, io che volevo fare trecento cose e poi mi limitavo a farne mezza? Summer evidentemente pensò la stessa identica cosa perché ci scambiammo uno sguardo frustato prima di tornare a guardare Marissa. Cercai di scorgere le figure nel manifesto che stringeva in mano ma vidi solo la matassa bionda di Summer che mi si mise davanti
“Marissa?” Summer sfiorò il braccio della roscia, per poi guardare il manifesto.
“Effettivamente, Mar ha ragione” annuì Summer lasciandomi di stucco.
“Forse vi state scordando con chi state parlando, ragazze” dissi io saggiamente mentre presi a camminare verso la gelateria, mancava veramente poco ormai.
“Potresti incontrare tante celebrità.. e magari cantare con i One Direction” continuò Summer venendomi dietro.
“Sisi è la giusta direzione, guarda siamo arrivate” dissi io distrattamente e presa dall’odore di cioccolato che cominciava a farsi sentire. Sentii delle risatine provenire dalle mie amiche.
“Che c’è?” esclamai mentre chiesi al cameriere se era possibile avere un tavolo per tre fuori dal balcone.
“One Direction Valerie! Ma in che mondo vivi?”
One Direction, non mi veniva nulla in mente.
“A quanto pare non nel tuo stesso mondo” dissi prima di sparire dietro il listino dei dolci.
“I One direction sono la famosa band formata da 5 ragazzi bellissimi e bravissimi più o meno della nostra età, che hanno in poco tempo scalato tutte le classifiche e sono conosciuti in tutto il mondo” spiegò Marissa tutta d’un fiato.
Ora mi tornò chiaro, ecco cosa stava guardando nel manifesto e perché aveva avuto quella malsana idea della pop star. Non avevo mai visto questi ragazzi ma dovevano essere veramente belli se avevano fatto fare un’osservazione così priva di senso e azzardata alla mia amica. One Direction, effettivamente sì, avevo sentito parlare di loro, ma non mi ero interessata molto alla loro musica, o al loro aspetto. Avendo origini Italiane e sentendo la mancanza dell’Italia preferisco ascoltare canzoni della mia lingua originaria. E sicuramente non mi importava nemmeno della loro bellezza, come si era potuto capire dal mio precedente incontro con Seth, non avevo la minima voglia di legarmi a qualcuno, semplicemente non mi andava di pensarci, non dopo tutte le delusioni o gli addii che ho dovuto affrontare, e poi, fino ad ora nessun ragazzo era stato veramente in grado di farmi perdere la testa, almeno non come il mio ultimo ragazzo, quello di tre anni fa con il quale è finita malissimo e con un ennesimo addio.
Scacciai i pensieri dalla mia testa quando il cameriere mi mise sotto il naso una bella coppa di cioccolato, pistacchio e panna. Mentre Marissa e Summer mangiavano educatamente una coppetta di gelato alla frutta discutendo di smalti e gingilli vari per le unghie io avevo finito il mio gelato in un batti baleno e mi alzai per sgranchirmi un po’ le gambe andandomi ad affacciare al balcone della gelateria per avere l’intera visuale del parco: c’era chi correva immerso nei suoi pensieri con un paio di cuffiette nelle orecchie, chi faceva una passeggiata romantica con il proprio ragazzo mano nella mano, bambini che giocavano tra di loro e scoiattoli che si rincorrevano veloci sugli alberi. La mia attenzione venne catturata da un ragazzo, che camminava a zig zag in cerca di qualcosa, vestito in un modo alquanto bizzarro, se voleva passare inosservato, non ci stava riuscendo: avevo un buffo cappello da pescatore, un mantello nero che lo ricopriva lasciando vedere solo le mani e la parte dalle ginocchia in giù e un paio di buffi occhialoni gli coprivano il volto.
Passò sotto al balcone della gelateria e come una scema mi ritrassi pensando dopo che lui non poteva vedermi, non a quell’altezza e conciato in quel modo, tirai un sospiro e mi sporsi di nuovo vedendolo svoltare l’angolo. La mia attenzione fu catturata da un aereoplanino d’argento attaccato ad un ramo, tentai di prenderlo ma evidentemente mi sporsi un po’ troppo perché sentìì il terreno mancare da sotto i piedi.
Chiusi gli occhi e strinsi la collanina al petto. Sentìì le mie amiche urlare il mio nome e le sedie che avevano strusciato per terra, quando si erano alzate per lo spavento.
Attesi il tonfo per terra preparandomi al dolore, ma questo non successe, al contrario quando aprìì gli occhi mi ritrovai tra le braccia forti e muscolose di un ragazzo.
“Tutto bene?” mi chiese lui. La sua voce era calda e roca.
Ci misi un po’ per mettere a fuoco il suo viso, ma quando lo vidi il mio respiro si spezzò: era il ragazzo più bello che avessi mai visto e mi sorpresi nel rendermi conto che era lo stesso ragazzo bizzarro di prima.
Il cappello gli era scivolato dalla testa forse per lo scatto fatto per venirmi a prendere, così facendo permise ad una cascata di riccioli castani di contornare il suo bel viso. Gli occhialoni scuri avevano rivelato un paio d’occhi verde smeraldo lucenti e le sue labbra rosse e carnose si aprirono in un sorriso spaventosamente perfetto quando annuii timida.
Mi posò giù, era di una decina di centimetri più alto di me. Spostò lo sguardo dal mio viso alle mie mani, stringevo ancora forte l’aereoplanino d’argento.
“Quello è mio, lo stavo cercando. Grazie per avermelo ritrovato” il sorriso gentile non aveva abbandonato il suo bel viso.
Ancora incapace di spiccicare parola allungai una mano per porgergli la collana, lui allungò la sua per prenderla: aveva delle belle mani grandi, che le mie a confronto sembravano quelle di un neonato.
“Come ti chiami?” mi disse raccogliendo il cappello e gli occhiali che gli erano caduti durante la corsa per recuperarmi al volo.
“Valerie..” finalmente riuscìì a riacquistare l’uso della parola.
“Valerie” ripetè lui “Come posso ringraziarti?”
Rimasi nuovamente incantata dal suo sorriso. Scossi la testa.
Avanti Valerie riprenditi, che ti succede?  Ti sei rammollita tutta insieme? Su dimostragli che non sei così imbranata come sembri..
“Ma no..” iniziai balbettando e scuotendo le mani “No, no, non c’è bisogno che mi ringrazi, anzi sono io a dover ringraziare te per avermi salvata, dico davvero” Sorrisi a mia volta.
Lui mi guardò pensieroso, si morse il labbro inferiore per poi bagnarlo con la lingua, successivamente cominciò a rovistarsi le tasche finchè non ne tirò fuori un pezzo di carta rettangolare e me lo porse.
“So che non è molto, ma fortunatamente mi è rimasto un biglietto. Quella catenina per me è molto importante e in qualche modo devo sdebitarmi. Ti aspetto”.
Sorrise, di nuovo, in realtà non aveva mai smesso di sorridere. Presi il biglietto titubante, senza leggere cosa ci fosse scritto e lo guardai rimettersi cappello e gli occhiali prima di sparire tra la folla facendomi un cenno con la mano.
Intanto Marissa e Summer mi avevano raggiunto.
“Valerie tutto bene?”
“Chi era quello?”
“E che cosa hai in mano?”
Mi tempestarono di domande, io ancora guardavo il punto dove il misterioso ragazzo era scomparso.
Riuscì a dire solo “Ho trovato il ragazzo perfetto” prima che tutte e tre abbassammo lo sguardo sul biglietto:  One Direction, ore 17.30, O2 Arena, Londra, Domenica 22 Aprile.

SPAZIO AUTRICE
Hi! Niente questa ff non riesco a pubblicarla in un orario decente ahah
Ehm che dire? Valerie è sempre più imbranata e oh oh attenzione un nuovo personaggio nella storia.. Ma chi sarà mai? Chi lo sa xD
Ringrazio tutti quelli che hanno letto/recensito/seguito/mandato a quel paese questa ff e niente vado a fare le ninne che se mi sveglio di nuovo alle due del pomeriggio è la volta buona che mi sbattono fuori di casa a calci nel sedere :D
Peace&Love <3

 

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Capitolo 3
*** Revolution ***


Quella mattina non ebbi difficoltà ad alzarmi, perfino mio padre si stupì quando scesi per fare colazione e non per pranzare direttamente.
Solitamente il sabato e la domenica rimanevo a poltrire nel mio letto almeno fino all’ora di pranzo. Quella mattina invece il letto mi sembrava scomodo, ero agitata, nel pomeriggio avrei rivisto il ragazzo misterioso che da due giorni occupava i miei pensieri.
Fortunatamente mio padre era difficile da colpire alla sprovvista e subito dopo che presi posto a tavolo un cornetto bello fumante e grondante di nutella era sotto il mio naso.
Inutile dire che durò meno di mezzo secondo.
“Come mai oggi sei così allegra?” mi domandò mio padre squadrandomi.
“Oggi pomeriggio andrò a vedere un concerto” dissi io tuffando il viso nel mio tazzone di latte.
“E quando pensavi di dirmelo?”
“Papà ho 18 anni!” potrestai sconvolta.
“è sempre gradito per un genitore sapere dove va la propria figlia” rispose lui paziente “E con chi ci andresti?”
“Da sola” mugugnai incerta, vedendo alzarsi un sopracciglio sul viso di mio padre. “è un concerto di beneficienza! E l’ultimo biglietto me l’ha regalato un ragazzo!” dissio io mettendoci un po’ troppa enfasi.
Mio padre si limitò ad annuire e sorridere, probabilmente per i buffi baffi di latte che mi si erano formati sul labbro superiore.
“Pulisciti” mi gettò un tovagliolo “E stai attenta”.
Lo ringrazia mentalmente mentre mi alzavo per aiutarlo a sparecchiare la tavola. Amavo quell’uomo, non mi aveva mai fatto mancare nulla in 18 anni e mi permetteva di fare tutto, ovviamente nei limiti.
Chiusi la porta della camera alle mie spalle, dopo essermi fatta una doccia, e mi buttai di peso sul letto bagnando un Ash stranamente assonnato. Dopo essersi sgrullato di dosso l’acqua, miagolò per poi strusciarmisi contro il braccio in segno di coccole. Accarezzai il pelo liscio del gatto, fissando il soffitto  e fantasticando sull’imminente incontro con il ragazzo riccio quando un dubbio si insinuò nella mia testa: Non avevo chiesto il nome al mio salvatore, come avrei fatto a trovarlo?
Sbuffai alzandomi dal letto e lanciando uno sguardo all’orologio da parete appeso, le 15.30.. mancavano solo due ore. Asciugai i lunghi capelli castani lasciandoli scendere ricci sulle spalle, aprii l’armadio e cercai qualcosa di comodo da mettermi.
Salutai mio padre e uscìì di casa un’ora prima dell’inizio del concerto. Mentre camminavo per le strade di Londra pensai a Summer e Marissa che avrebbero fatto i salti mortali per stare con me, ma purtroppo non potevano.. a detta loro anche se si trattava di un concerto di beneficienza i biglietti avevano fatto il sold out appena usciti. Dovevano essere o molto bravi o mostruosamente belli come li definiva Marissa, se erano riusciti a vendere così tanto. Avrei ceduto volentieri il mio biglietto a una delle due, ma avevano  rifutato dicendomi di andare e incontrare di nuovo quel ragazzo. 
Andai a sbattere contro una signora ritrovandomi con il sedere perterra.
Mi alzai massaggiando la parte dolorante e davanti a me c’era un’ondata di gente: capìì immediatamente di trovarmi fuori l’arena di Londra.
La gente era veramente tanta e tutta accalcata, centinaia di ragazzine sbraitavano, c’era chi addirittura piangeva e urlava. Sperai per loro che non tutte le fan erano così isteriche. Cercai di farmi spazio fra la folla, ma fu tutto inutile, rassegnata andai verso la fine della fila. Se c’è una cosa che odio è aspettare, non sono paziente per niente, io sono capace di far aspettare le ore la gente, ma non sono capace ad aspettare. L’attesa mi rende nervosa.
Mentre camminavo rassegnata al mio destino il mio sguardo si spostò sul bordo della strada, precisamente su un cartello con su scritto “STAFF”, un colpo di genio mi passò per la testa: se i biglietti avevano fatto il sold out in così poco tempo e quel ragazzo ha detto che glie ne era rimasto uno, magari faceva parte dello staff della band, e magari passando di lì avrei potuto incontrarlo così mi avrebbe fatto entrare senza dover aspettare.
Mi avvicinai al cancello e stando attenta che nussuno mi vedesse lo scavalcai. Nei paraggi non c’era nessuno così cominciai a camminare cercando una porta per entrare nell’edificio.
“Spostati da lì!” sentii un urlo provenire dall’alto, alzai lo sguardo appena in tempo per vedere la sagoma di un ragazzo atterrarmi addosso con un tonfo.
Il suo peso mi schiacciò contro l’erba umida.
“Te l’avevo detto di spostarti!” disse lui dolorante “Però è stato un atterraggio morbido”.
“Parla per te” ribattei stizzita.
Nell’impatto e per lo spavento avevo chiuso gli occhi e ancora non li avevo riaperti. Sentivo solo un odore buonissimo di cioccolata misto alla vaniglia, il suo respiro affannato sopra il mio viso e il suono chiaro e delicato della sua voce.
Aprii gli occhi per ritrovarmi un viso angelico a pochi centimetri di distanza dal mio che mi guardava: aveva due occhi celesti e profondi come l’oceano, la pelle chiara, solo le sue guance erano leggermente arrossate e i capelli biondi spettinati sulla fronte.
Pensai al fatto che non era possibile incontrare nel giro di poco tempo due ragazzi così belli, più o meno nella stessa maniera. Londra, dove li hai tenuti nascosti? Eppure quel viso mi sembrava famigliare, quella voce e quell’odore..
“Sai” cominciò lui cambiando espressione “Ora che ti guardo bene sei veramente carina”.
Sentìì il mio viso arrossire per il complimento, quando realizzai che avevo uno sconosciuto sdraiato sopra di me, a pochi centrimetri dal mio viso e aveva assunto un espressione da maniaco.
Cominciai a urlare dimenandomi, lui si ritrasse in fretta.
“Ehi! Che ti prende adesso?” disse spaventato alzandosi in piedi “Ti ho solo fatto un complimento calmati! O ti sentiranno!” Mi bloccò le braccia con una mano e mi diede una schicchera sulla fronte.
Mi aveva fatto male, ma a quel contatto mi calmai rendendomi conto che la figura della pazza isterica l’avevo fatta io e non lui.
“Va meglio?” mi chiese sgrullandosi i pantaloni.
Annuii cominciando anche io a togliermi la terra in eccesso di dosso quando vidi la mia maglietta bianca tutta macchiata di verde.
“Ma ti sembra questo il modo? Guarda cosa hai fatto alla mia maglietta! E per di più mi hai anche spaventata” lo sgridai cercando di togliere via il verde con la saliva.
Lui si trattenne una risatina non appena lo fulminai con gli occhi, capì da solo che non era il momento di scherzare o di prendermi in giro.
“è più rapido delle scale e sotto non c’è mai nessuno” disse tranquillamente portandosi una mano dietro la testa per grattarsela.
Questo ragazzo è tanto bello quanto strano, pensai, ma la mia attenzione fu attirata da una fascetta con su scritto “STAFF” che teneva sul braccio. Questo voleva dire che sicuramente conosceva il ragazzo dai capelli ricci.
Comincia a saltellare sul posto mentre tiravo fuori il biglietto dalla tasca sotto lo sguardo incerto del biondo.
“è una fortuna che ci siamo incontrati!” gli porsi il biglietto “Magari puoi aiutarmi! Venerdì un ragazzo dai capelli ricci, alto, molto alto, con gli occhi verdi e porta una catenina con un aereoplanino, mi ha regalato questo biglietto! Mi daresti una mano a trovarlo?”
“Ma chi Harry?” chiese il ragazzo spaesato al mio improvviso cambio di umore.
“Allora lo conosci!” avevo cercato di essere il più chiara e dettagliata possibile, così che non si potesse sbagliare. Finalmente il ragazzo misterioso aveva un nome: Harry.
“Dimmi una cosa” l’espressione del biondo si fece seria “Perché vorresti vederlo?”
Non mi aspettavo quella domanda, cercai di formulare una frase di senso compiuto iniziando a gesticolare e a balbettare qualcosa come “amore a prima vista” “è stupendo” “non prendermi per una sciocca”.
Ma il ragazzo fece l’ultima cosa che mi sarei potuta aspettare: mi prese il biglietto e lo strappò sotto i miei occhi in tanti piccoli pezzettini.
“Non osare avvicinarti a Harry, lui vive in un mondo completamente diverso dal tuo!” ringhiò.
Non riuscivo a capire perché questo cambiamento improvviso, perché mi stava dicendo quelle parole , sentii la rabbia ribollire dentro di me, come si era permesso di trattarmi in quel modo e di urlarmi quelle parole.
“Qui sei solo un’intrusa, vattene” concluse allontanandosi.
Decisi che non ne valeva la pena iniziare un incontro di box dove effettivamente potevano sbattermi fuori se solo capivano che non facevo parte dello staff e per di più con uno degli amici di Harry, ebbene sì, avevo ancora in mente di andarlo a cercare nonostante non avessi il biglietto.
“Antipatico!” gli urlai dietro facendo attenzione che mi sentisse. Non che fosse chissà quale offesa ma volevo farmi sentire.
Iniziai a camminare a passo svelto il più possibile vicino al perimetro dell’edificio, dovevo sbrigarmi, mancava veramente poco all’inizio del concerto.
Finalmente arrivai davanti una porta, in piedi c’era un uomo che mi sembrava essere della troup mi avvicinai cauta, spiegandogli che un ragazzo mi aveva strappato il biglietto e se cortesemente poteva farmi entrare. Ricevetti un no secco ma non mi diedi per vinta, se Valerie Payne si mette in testa una cosa, fa di tutto per portarla a termine e il mio obbiettivo in quel momento era entrare in quella maledettissima Arena. Dopo essermi presa 5 minuti per pensare tornai all’attacco .
“Mi scusi” mugolai avvicinandomi dolorante al signore e tenendomi la pancia “mi scusi, ma non mi sento molto bene, sa è il primo giorno della “mia settimana no” e mi fa male tutto”.
Il signore scattò allarmato verso di me cingendomi una spalla con il braccio
“Capisco, ho una figlia e so cosa vuol dire. Vieni dentro, ci dovrebbe essere una troup di infermieri loro ti aiuteranno”.
Sospirai felice e ringraziando il cielo che questo signore avesse una figlia, evidentemente la fortuna aveva deciso di stare dalla mia parte.
Ero dentro e sempre più vicina al mio obbiettivo.
Lo seguì per un po’ e appena ebbi l’occasione cominciai a correre dalla parte opposta, passò un po’ prima che l’uomo se ne accorse, ma almeno avevo avuto tempo di rifugiarmi in una delle prime porte che trovai aperta.
La stanza era buia, solo una scala era illuminata. Decisi che l’idea migliore era di salire su di essa. Mi ritrovai accucciata a camminare gattoni dentro un condotto dell’aria. Da una parte pensai chi e cosa mi ha spinto a ridurmi a camminare dentro un tubo poco più largo di me e che mi ero totalmente impazzita. Dall’altra parte pensavo che questa cosa faceva molto 007 e mi piaceva.
Gattonavo da non so quanto tempo e cominciai a sentire le urla delle fan e dei ragazzi cantare, segno che il concerto era iniziato e io dovevo trovarmi lì vicino. Vidi una luce spuntare dal pavimento metallico del condotto, ma evidentemente me ne accorsi troppo tardi perché misi una mano sul vuoto e precipitai giù.
Atterrai su qualcosa di morbido scaturando un vortice di piume bianche e candide tutte intorno. Ci misi un po’ a capire che ero caduta proprio sopra al palco, davanti a me c’erano migliaia di fans che avevano rivolto l’attenzione e i loro bisbigli su di me, il palco era illuminato da un centinaio di luci colorate e cinque ragazzi mi stavano fissando estranei al colpo di scena.
“Oh no” riconobbi la voce del biondo all’istante “Ancora quella pazza, ma che cosa ci farà qui”.
“Sei venuta finalmente” la voce roca di Harry mi fece subito voltare nella sua direzione.
Io ero completamente immobile, incapace di parlare. Si avvicinò a me, prese una manciata di piume e cominciò a farmele cadere addosso.
“Guardate” disse diretto alle fans “Anche gli angeli sono venuti per fare un po’ di beneficienza”.
Incrociai il suo sguardo rimanendo a bocca aperta, sentii delle fans in prima fila urlare “Ma chi è?”
“Com’è carina!”
“Che fortunata”
“Vorrei essere al suo posto”.
Vidi una telecamera spostarsi su di me, nessuno dei ragazzi aveva osato avvicinarsi ma mi stavano ancora tutti fissando.
Mi sentii sollevare da dietro e abbandonare il terreno, pensai che sicuramente era un body guard che mi stava portando via di forza ma con mia grande sorpresa mi ritrovai in braccio al ragazzo biondo.
“Adesso Niall fa fare un bel volo a questo angioletto” disse sorridente, mandando avanti lo spettacolo e lanciando uno sguardo complice ai quattro ragazzi. Solo quando arrivammo tutti e sei dietro le quinte Niall mi fece scendere tenendomi comunque per un braccio.
“Harry!” cominciò “A furia di regalare biglietti a tutti quelli che incontri ci ritroviamo tra i piedi anche i pazzi!”
“Ehi! Bada come parli!” gli lasciai un pizziccotto sulla mano.
“Calmati Niall stai esagerando” disse Harry divertito.
“Sì Niall dai ha solo sbagliato un tantino il momento dell’ingresso” un altro ragazzo si intromise nella discussione ridacchiando. Anche lui come gli altri due era bellissimo, inutile dirlo occhi color ghiaccio e capelli spettinati che gli incornicivano il viso da bambino. Mi sorrise.
“Un tantino.. Louis?” sibilò Niall a denti stretti.
“Mi stai simpatico amico” dissi io rivolta verso Louis. Con questa mia affermazione lasciai nuovamente perplessità nei loro volti.
Eppure mi sembrava simpatico, cosa avevo detto di male?
“Possibile che continui a non capire?” sbottò Niall lasciandomi il braccio “Sei l’unica ragazza al mondo che non ci conosce! Noi siamo i One Direction!”
E così senza accorgermene, avevo il sogno di centinai e centinai di ragazze di fronte i miei occhi e avevano ragione, tutti e cinque erano dannatamente belli, di una bellezza diversa, ognuno con la sua particolarità.
“Ragazzi, voi entrate, io vi raggiungo” ordinò Niall.
I ragazzi tornarono sul palco, acclamati dalla folla, cominciarono a cantare e cavolo sì, erano veramente bravi.
Guardai Harry spostarsi una ciocca di capelli davanti gli occhi: aveva una voce meravigliosamente roca, calda e potente.
“Allora hai capito adesso?” la voce di Niall mi portò a guardarlo “Appartenete a due mondi diversi”.
Adesso mi era tutto chiaro, ecco cosa cercava di dirmi prima Niall, Harry è un cantante famoso mentre io sono una semplice studentessa.
“Per Harry sei solo una delle tante ragazze che stravedono per lui” sembrava che il biondo mi avesse letto nel pensiero.
Guardavo Harry, insieme agli altri ragazzi muoversi sul palco, erano coordinati, belli, le loro voci erano qualcosa di unico. Sentivo che non ero pronta a rinunciare a questo, a vederli e a sentirli dal vivo, a vedere Harry tramite uno schermo o una rivista. Così presa da un lampo di follia strappai il microfono dalle mani del biondo.
“Vorrà dire che in qualche modo entrerò io a far parte del suo mondo” sussurai.
Lui tentò di fermarmi, ma era troppo tardi ero già sul palco, la musica si fermò di botto e l’attenzione di fans, ragazzi e telecamera era concentrata su di me. Presi fiato e sputai la prima cosa che mi venne in mente.
“Mi chiamo Valerie Payne, ho 18 anni, frequento l’ultimo anno di liceo e so per certo che voglio diventare una cantante!”

SPAZIO AUTRICE
Scuuuusatemi ci ho messo un boato ad aggiornare questo capitolo! Chiedo venia ç_ç
Con l'occupazione a scuola pensavo di avere più tempo e invece mi sono ritrovata a poltrire per una settimana intera e non fare un'emerita cippa lippa!
Bene, bene cos'abbiamo qui? Abbiamo scoperto l'identità del ragazzo misterioso il nostro Harry Styles! (yeeeeh) E poi c'è l'entrata in scena di altri due personaggi l'Irlandese biondo che fa impazzire il mondo Niall Horan e Peter Pan Louis Tomlinson!! Nel prossimo capitolo vedremo l'entrata in scena anche di Liam e Zayn. Come potete vedere ho cercato un po' di cambiare il carattere dei personaggi.. Ad esempio non sarà il Niall carino e coccoloso che tutte siamo abituate a vedere.. Ma sarà un po' più duro, soprattutto con Valerie.
Ho appena dato uno sguardo all'orario ed è il caso di dirlo.. Sono una cogliona! Dovevo iniziare a studiare Tedesco un'ora fa e bèh sto qui sul computer.. il modo migliore per affrontare la maturità ahahah Oook scappo sciao belleee! <3 <3 <3 
Ah ovviamento non mi offendo se lasciate anche una piccola, piccolissima recensione! :D

 

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Capitolo 4
*** Hey, soul sister ***


Calò il gelo nell’Arena.
Tutti in quel posto mi stavano guardando immobili e silenziosi.
Mi ero pentita del gesto veramente azzardato che avevo fatto, perché agivo sempre senza pensare?
Mi ero pentita, ma sapevo che quella era la cosa giusta, volevo diventare una cantante per poter stare vicino ad Harry.
“Scusa..” il ragazzo più vicino a me parlò “Come hai detto che ti chiami?”
“Valerie Payne” dissi voltandomi verso di lui.
Solo in quel momento, sotto le luci del palco, lo riconobbi: mio fratello.
“Liam..” sussurai piano.
Lui annuì e mi sorrise, un sorriso bello, era esattamente come lo ricordavo, il suo viso dolce.. solo il cespuglio di capelli boccolosi che aveva in testa da piccolo era cambiato.
Erano 10 anni che non lo vedevo, ci eravamo separati quando io avevo 8 anni e da allora non ci siamo più visti. Era il mio fratellone e anche il mio migliore amico, spesso eravamo complici dei pasticci che combinavamo, l'unica pecca era che nonostante fossimo fratelli non vivevamo sotto lo stesso tetto.
I nostri genitori sono separati e in comune abbiamo solo papà, la nostra mamma è diversa.
Quando mi sono trasferita per via del lavoro di mio padre non ci siamo più visti né sentiti anche se ci eravamo trasferiti in una cittadina vicino Dublino.
Allargò le braccia verso di me, mossi un passo verso di lui incerta, ma mi lasciai stringere dolcemente in un abbraccio. Il bene che provavo per lui non era cambiato di una virgola. Mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo dove quando litigavamo, uno dei due finiva sempre per tendere le braccia verso l’altro e la lite finiva fra le risate.
“Non sai quanto mi sei mancata” disse baciandomi la testa.
“Anche tu” la mia voce tremava, e una lacrima mi rigò la guancia.
Il bisbiglio proveniente dalla platea era ricominciato, mentre i ragazzi sorridevano osservando la scena.
Liam aveva mimato un “è mia sorella” ai ragazzi.
“Allora ragazze! Facciamo un bell’applauso a Liam e sua sorella Valerie!”
L’arena si riempì di urla e applausi, mentre io e Liam scioglievamo l’abbraccio.
Niall era riuscito brillantemente a sbloccare la situazione e a mandare avanti il concerto. Mi dissero di aspettare la fine delle esibizioni dietro le quinte e così feci.
Alla fine del concerto tutti e cinque i ragazzi mi raggiunsero dietro le quinte e mi presentai all’ultimo componente della band, Zayn: un ciuffo kilometrico sulla testa, bello, alto, moro e tenebroso al contrario dei suoi occhi nocciola da cerbiatto.
“Allora lei è tua sorella!” esclamò entusiasta Harry.
“Non ti somiglia per niente!” scherzò Louis, facendomi l’occhiolino.
“Stai attento a come parli Tomlinson!” minacciò mio fratello per poi buttarsi addosso al ragazzo con la maglietta a righe e iniziare una simulazione di rissa.
“Fanno sempre così?” domandai osservando la scenetta nella quale era stato coinvolto anche Harry.
“Già” confermò Zayn divertito “Questione di abitudine”
Ero contenta per mio fratello, fin da quando era piccolo aveva sempre avuto problemi a relazionarsi con gli altri, adesso invece aveva ben quattro migliori amici.
Non mi sembravano una di quelle band messe così a caso costrette a sopportarsi su un palco e una volta scesi non si calcolavano. No, loro erano un gruppo di amici anche nella vita.
“Non provate ad avvicinarvi a me!” intimò Zayn indietreggiando come vide che Liam, Louis e Harry volevano coinvolgerlo nella rissa.
“Oh dai non fare il guastafeste!” Louis aveva già preso la rincorsa per saltargli addosso.
“Non ci provare! Mi rovini i capelli!” disse Zayn portandosi una mano sul ciuffo per accarezzarlo. Troppo tardi, Louis era stato più veloce.
Mi rovini i capelli? Ma faceva sul serio? Scoppiai a ridere, non so bene se per la frase di Zayn o se perché mentre quest’ultimo era intento a pettinarsi i capelli con una mano, Louis gli era saltato addosso e adesso erano tutti e due a terra per la scarsa capacità di riflessi del moro.
Si aggiunsero anche Liam e Harry.
In tutto questo Niall era appoggiato su una cassa fissando il vuoto. Ancora una volta quel ragazzo mi risultò famigliare.
“Ehi Niall!” l’attenzione del biondo si rivolse a Harry sdraiato per terra “Che ti prende? Solitamente sei il primo a iniziare queste cose!”
A quanto pare per loro era una specie di rito dopo la fine di ogni concerto per poter scaricare la tensione.
“Ehm.. in realtà ho troppa fame per muovermi” ammiccò lui tenendosi lo stomaco.
Forse cominciava a starmi simpatico quel ragazzo.
“Ok, ok io direi basta” disse Liam alzandosi e venendo da me.
Gli sorrisi “Vedo che ti sei lasciato andare e che hai esaurito anche quel po’ di serietà che ti era rimasta”.
“Ne vogliamo parlare?” ribattè lui incrociando le braccia al petto “Chi è che si è intrufolata nella parte riservata allo staff, ha ingannato la sicurezza, si è messa a gattonare dentro un tubo dell’aria ed è cascata sopra il palco?”
Sentii le mie guance arrossire, detto così le cose risultavano veramente molto stupide, ma poco importava avevo raggiunto il mio obbiettivo di rivedere Harry e avevo ritrovato anche mio fratello.
“Oh stai zitto.. Dovevo farmi riconoscere in qualche modo!” dissi facendogli una linguaccia.
“Giusto! Senti.. Papà come stà?” chiese titubante.
“Papà stà bene! Sono sicura che sarebbe contento di rivederti! Magari un giorno di questi puoi passare a casa a salutarlo”.
Ed era vero. Mio padre teneva una foto mia e di Liam sul suo comodino e ogni sera prima di addormentarsi parlava alla fotografia dando la buonanotte anche a Liam.
“Perché no!” affermò lui sollevato dalle mie parole “Qualcosa mi dice che abbiamo un sacco di cose da raccontarci”  mi sorrise scompigliandomi i capelli.
Ma prima che potessi rispondere il mio stomaco brontolò, con un rumore assordante. Speravo con tutto il cuore che nessuno a parte Liam che era lì vicino a me lo avesse sentito.
“Niall a quanto pare hai una rivale!” come non detto, Louis si riferiva al mio stomaco brontolante. Tutti scoppiarono a ridere. Che figuraccia, questo significava che anche Harry lo aveva sentito di sicuro.
“No, direi che non è cambiato nemmeno il tuo appetito. Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa così nel frattempo ci facciamo una chiacchierata?”
“Finalmente!” esclamò Niall balzando in piedi.
Accettai l’invito di Liam a cena con i ragazzi, infondo avevamo 10 anni di vita da raccontarci.
Uscimmo tutti dal back stage, tranne Niall che era rimasto indietro sovra pensiero.
“Valerie?” richiamò la mia attenzione facendomi tornare indietro. Mi fissò, cercando di scrutare qualcosa sul mio viso.
Lo guardai senza dire nulla fino a che i suoi occhi celesti non si piantarono nei miei verdi. Mi resi subito conto che ero incapace di reggere il suo sguardo e molto probabilmente le mie guancie avevano preso un colorito roseo.
“Non ti ricordi di me Rin?” domando rompendo il silenzio.
Rin? C’era una sola persona al mondo che mi chimava in quel modo: il mio migliore amico d’infanzia.
Sorpesa alzai lo sguardo verso di lui, sgranai gli occhi per osservarlo meglio fino a che non vidi un sorriso spuntare sulle sue labbra. Possibile che..?
“Niall Horan?” sussurai incerta.
Annuì senza dire una parola ma continuando a sorridere.
E fu lì che tutto mi ritornò in mente. Era lui quel bambino con il viso angelico con cui passavo la maggior parte delle mie giornate, quel ragazzo che fin da piccolo si tingeva i capelli di biondo, quel ragazzo di cui ingenuamente mi ero presa una cotta ma che subito dopo è diventato il mio migliore amico. Mi è stato vicino fin dal primo giorno che sono arrivata a Mullingar, cittadina irlandese. È stato il primo a presentarsi a me nella nuova scuola, avevo 8 anni e lui 10 e da quel giorno sapevamo che non ci saremo più separati.. o almeno la prospettiva era quella. Ma come avevo abbandonato Liam a Londra.. dovetti abbandonare Niall.. un nuovo trasferimento da affrontare.
Lui era l’unico che riusciva a strapparmi sempre un sorriso anche quando non volevo, mi ha fatto da fratello maggiore.
Mi mossi in avanti verso di lui e lo abbracciai, ma qualcosa era diverso, non era più affettuoso e non abbracciava più calorosamente come prima, al contrario , il suo abbraccio era freddo e distaccato.
“Ehi! Vacci piano!” disse lui scuotendo la testa allontanandomi.
Lo guardai delusa e sfoderai la mia arma segreta. Non poteva resistere ai miei occhioni verdi.
“Non guardarmi così!” brontolò rivolgendo lo sguardo alla cosa più lontana dal mio viso arrossendo “è solo che ho fame, andiamo!” così dicendo mi spinse fuori dal backstage e raggiungemmo gli altri.

SPAZIO AUTRICE
Mi sto vedendo Nightmare e mi stò cagando addosso nonostante conosco il film a memoria..
Detto questo.. Buonaseraaaa! Oooh finalmente hanno fatto la loro comparsa anche Liam e Zayn :3 e colo di scena.. Valerie e Liam sono fratelli! Dite la verità non ci sareste mai arrivate u.u Questo capitolo non è che mi fa impazzire.. e non so nemmeno che titolo dargli :/ Perfetto! Spero invece che a voi sia piciuto e come al solito se lasciate una recensione sia positiva che negativa vi regalo un pandoro.. appena arrivato a casa :3
Non so ancora come intitolare il capitolooooo yuppiiiii!! Torno a cagarmi sotto con Nightmare 
Peace&Love <3 <3 <3
xxx

 

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Capitolo 5
*** The tide is high ***


Arrivai a scuola, come al solito perennemente e costantemente in ritardo.
Tutta la classe era intenta a leggere un giornale e tutti alzarono lo sguardo non appena entrai, comprese le mie amiche.
“Cos’avete da guardare?” chiesi con il fiatone.
Ragazza misteriosa irrompe sul palco dei One Direction durante un concerto e annuncia di voler diventare una cantante” lesse Summer ad alta voce mentre alzava il giornale posizionandolo accanto alla mia faccia.
“Sai, vi somigliate.. e tu e Liam avete lo stesso cognome” osservò Marissa perplessa.
“Bè.. perché non leggete tutto l’articolo?” dissi io indicando poche righe sotto il titolo della stesura.
“Ragazza misteriosa bla bla bla.. Valerie Payne..” cominciò a leggere Summer, alzando la voce man mano che andava avanti “Si è scoperto che è la sorella del famoso cantante dei 1D Liam Payne”.
Sì perchè ovviamente nel retroscena del concerto non potevano mancare giornalisti, paparazz, interviste..
Le ragazze cominciarono a spostare confuse il loro sguardo da me al ritaglio di giornale, per poi scoppiare in gridolini di gioia e abbracciarmi.
“Ma come cavolo..?”
“Tu sorella di Liam Payne! Ma non potevi svegliarti prima!”
“Vivi proprio fuori dal mondo!”
“Non troppi complimenti tutti insieme mi raccomando.. e poi nemmeno voi mi avete mai detto che ho lo stesso cognome di Liam, fino a ieri non li avevo mai visti e non sapevo nemmeno i loro nomi” dissi io scettica.
“Oh ma che ne potevamo sapere noi!” urlò Summer dalla gioia.
“Ma.. non avevi detto che non ti importava niente? Come farai a diventare una cantante?” chiese Marissa ragionevole.
“Vi ricordate il ragazzo strano che mi ha salvata e regalato il biglietto per il concerto?” entrambe annuirono energicamente “Era Harry Styles! E dopo averlo visto cantare sul palco.. ho pensato che volevo farlo anche io e che volevo stargli vicino” conclusi arrossendo.
Mi guardarono sbalordite per poi scoppiare a ridere “Certo che sei proprio strana” disse fra una risata e l’altra Summer “Hai già in mente un piano?”
Cavolo! Non avevo un piano!
Abbassai la testa mimando un no.
“Potresti chiedere aiuto a Liam” propose Marissa.
“Non se ne parla, non chiederò aiuto a mio fratello per entrare nel mondo dello spettacolo. Voglio cavarmela da sola!”
Non volevo essere una di quella ragazzine raccomandate che diventano delle star perché hanno conoscenze, volevo riuscire a sfondare e a diventare qualcuno con le mie forze.
“Io forse un’idea ce l’ho” disse Summer porgendomi un volantino.
“Audizione con i One Direction. Si terrà questo pomeriggio l’audizione per il nuovo membro del gruppo. A giudicare il nuovo talento saranno i One Direction stessi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik, Niall Horan e Harry Styles”. Cominciai a saltare dalla gioia, avrei avuto l’occasione di rivedere Harry dal vivo.
 
Non avevo mai avuto un gran senso dell’orientamento e infatti mi persi più di una volta prima di arrivare all’edificio dove si sarebbero tenute le audizioni. Riuscìì a riconoscerlo solo perché era pieno di fan urlanti.
Mi feci spazio in mezzo alla folla e finalmente entrai. Prossimo obiettivo: trovare la stanza per le audizioni.
L’edificio era veramente grande, girai invano per una ventina di minuti buoni, fino a che non vidi una stanza con su scritto “Audition Room”, finalmente l’avevo trovata, aprii la porta e i miei occhi si spalancarono all’istante: un centinaio di ragazzi, o almeno la maggior parte, erano in mutande di fronte i miei occhi e mi stavano fissando. Arrossii e cominciai a gesticolare imbarazzata mugugnando frasi incomprensibili. Improvvisamente sentìì qualcuno afferrarmi per un braccio e mettermi una mano sulla bocca per farmi stare zitta e trascinarmi fuori.
“Ancora tu!” la sua voce era anche fin troppo riconoscibile per me.
“Anche io sono contenta di vederti Niall!” dissi sarcastica sfuggendo alla sua presa.
“Hai intenzione di creare scompiglio anche qui?” mi punzecchiò lui scompigliandomi i capelli.
“Certo che sei diventato proprio antipatico! Non mi ti ricordavo così!”  ribattei mentre mi risistemavo.
Vidi che stava per ribattere ma non fece in tempo perché qualcuno lo interruppe.
“Niall che ci fai qui? Fra poco iniziano le audizioni” eccolo era lui con la sua voce roca.
“Ciao Harry!” Mi girai per salutarlo allegra, le sue labbra si curvarono in un sorriso rivelando due fossette ai lati della bocca, non le avevo mai notate prima e questo rendeva il suo viso ancora più bello.
“Non ti ho ancora chiesto scusa per aver fatto irruzione durante il concerto” balbettai in un soffio avvicinandomi a lui.
“Tranquilla, succede spesso” sorrise lui.
“Ma che diavolo stai dicendo? Non succede mai” sbuffò Niall esasperato grattandosi la testa “comunque” rivolse di nuovo il suo sguardo verso di me “Perché sei venuta?”
Tirai fuori il volantino mostrandoglielo “Te l’avevo detto che sarei voluta diventare una cantante” aggiunsi con tono di sfida. Di tutta risposta scoppiò a ridere di gusto.
“Cosa c’è da ridere?” domandai stizzita aggrottando la fronte.
“Tu sei tutta matta”  disse lui prendendo fiato “Leggi bene il volantino!” E mi indicò sotto una parte dove c’erano scritti i requisiti richiesti: dai 18 anni in su, il provino è riservato ai soli maschi.
“Non ci credo..” lasciai andare le braccia lungo i fianchi “Questo vuol dire che.. vuol dire che non posso partecipare al provino”. Abbassai la testa, la speranza di poter farmi notare e stare vicino a Harry sfumò all’istante, mi ricordò la scena di quando Niall mi strappò il biglietto del concerto pensando di impedirmi di poter vedere Harry, ma questa volta era diverso, questa volta non potevo intrufolarmi e iniziare a cantare e a ballare, averei solamente creato di nuovo scompiglio come aveva detto Niall e loro non avevano tempo da perdere con me.
“Ehi!” Niall richiamò la mia attenzione, il suo tono era duro e i suoi occhi severi “Ora finiscila, il tuo comportamento è a dir poco infantile. Se vuoi vedere Liam puoi farlo, ma non vuol dire che se sei sua sorella devi interferire con tutto quello che facciamo. E ora sparisci! Andiamo Harry”. Girò sui tacchi e se ne andò.
“Niall, ma dove vai?” provò a chiamarlo Harry, poi si rivolse verso di me, che fissavo il vuoto “Non capisco cosa gli sia preso, non è mai stato così.. anzi è il primo che cerca di aiutare qualcuno se può, soprattutto una fan” mi mise una mano sulla spalla “Mi dispiace che ti ha detto quelle cose.. però sono contento che sei venuta, almeno ti ho rivista”.
Alzai la testa per guardarlo.. era così bello e il suo viso non smetteva mai di sorridere, proprio come quando Niall era piccolo. Ma a quanto pare il Niall che conoscevo io, non c’è più.. e a detta di Harry non  esiste più solo con me.
‘Al diavolo’ pensai, Harry Styles mi ha appena detto che è stato contento di rivedermi.
“Anche a me ha fatto piacere rivederti” dissi cercando di far assomigliare la mia smorfia in un sorriso.
“Adesso devo andare, Valerie” Harry mi salutò e sparì nella stessa direzione di dov’era andato Niall poco prima.
Mi appoggiai alla parete scivolando fino a terra per titrovarmi con le ginocchia addosso al petto e la testa appoggiata sopra.
Per Niall ero infantile, e forse era vero, reagisco sempre di impulso senza mai pensare alle conseguenze ma io volevo veramente rivedere Harry, diventare una cantante e partecipare alle audizioni. Per la prima volta ero sprovvista di un piano e le parole del ragazzo biondo continuavano a rimbombarmi nella testa, perché si stava comportando in quel modo? Perché Niall ce l’aveva tanto con me? Pensavo fosse felice di rivedermi dopo quattro anni e invece sembrava non sopportarmi. Ma il mio problema adesso era un altro. Questo maledettissimo e imminente provino, come cappero lo affronto?
Alzai la testa e vidi una parrucca che avanzava verso di me, un momento.. le parrucche camminano?
Seguii i movimenti della parrucca, la quale si fermò a pochi centimetri dalle mie Superga, per poi rivelare una palla di pelo bianca e grigia.
“Ash! Ma che diavolo..? Perché ti sei travestito?”
Ash miagolò in direzione della parrucca indicando con la coda prima me e poi l’ammasso di capelli che aveva portato. Capìì immediatamente cosa stava cercando di dirmi, dovevo travestirmi da ragazzo.
“Ash sei un genio!” lo presi in abbraccio e lo strinsi a me, mi leccò la guancia soddisfatto.

SPAZIO AUTRICE
Lalalalalalalalalala.. Non so cosa scrivereeee! :D
Come al solito non so che titolo dare al capitoloooo ç_ç quindi se esce un titolo che non centra niente con tutto ciò che trovate scritto qui dentro non voletemi male :3
Direi che Niall e Valerie si stanno sempre più simpatici e ho fatto un Harry incredibilmente dolce :3
Per il resto.. lasciate una recensioncina.. se vi va.. se volete.. *fa gli occhi dolci*
Ringrazio tutte coloro che hanno recensito il capitolo precedente e.. niente, alla prossima! :DDD
Peace&Love

 

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Capitolo 6
*** Dynamite ***


“I PARTECIPANTI SONO PREGATI DI RECARSI NELLA SALA D’ATTESA, A BREVE INIZIERANNO I PROVINI”
 
Entrai in Sala cercando di attirare meno attenzione possibile. Nessuno mi stava guardando segno che il travestimento e il piano di Ash stava funzionando. Inquadrai una sedia libera attaccata al muro tentai di raggiungerla ma andai a sbattere contro un ragazzo facendolo cadere: ecco mi avrebbero riconosciuto.
Si alzò furioso gridandomi contro “Stai attento! Mi hai fatto male!”
Cercai di essere più virile possibile e di fare la voce più mascolina che mi uscisse “Oh scusami tanto, amico!” gli diedi una pacca sulla spalla.
Il ragazzo mi squadrò, impressione mia o il tipo era arrossito? Farfugliò qualcosa di incomprensibile suscitando le risate degli altri ragazzi e poi si allontanò da me. Perfetto nessuno si era accorto di me.
Chiamarono i ragazzi uno ad uno, l’attesa era stressante e vidi molti dei candidati uscire dalla porta delusi.
Comincia i mangiarmi le unghie, vizio che ho quando sono nervosa.
Era entrato il ragazzo che avevo fatto cadere poco tempo prima. Finalmente uscì e rimase in sala, era passato alla fase successiva.
Sentii una voce chiamare il prossimo partecipante. Feci un profondo respiro aprii la porta e entrai nella stanza.
“Sono il numero 18, buongiorno!” richiamai la loro attenzione “Mi chiamo Harry Potter e ho 18 anni ciao!” Sfoggiai uno dei miei sorrisi più brillanti mentre scorrevo veloce il mio sguardo sui cinque ragazzi divertiti.
“Harry Potter? Complimenti per il nome!” Disse Liam facendomi l’occhiolino.
“Non ci credo!” balbettò Niall sbarrando gli occhi e passandosi una mano sul viso.
“Sono al quinto anno delle superiori e sprizzo vitalità da tutti i pori!” Continuai muovendomi nel mio spazio a disposizione “Voglio entrare nei One Direction per diventare un grande cantante!”
“Bravo!” urlò Louis improvvisamente battendo le mani.
“Ma ti sembra sensato quello che stai facendo?” lo interruppe Niall “Quella è Valerie travestita! Anche un cieco la riconoscerebbe!”
“Cosa? No,no mi chiamo Harry Potter!” ci fu una risata generale al nome.
“In qualsiasi caso preferirei fare dei provini a ragazze carine come Valerie più tosto che vedere una bella sfilata di maschi” ribattè Louis divertito lanciandomi un’occhiata complice.
“Perché il nome Harry Potter?” mi domandò Zayn trattenendo una risata.
“Bèh.. in realtà è il primo nome che mi è venuto in mente, è poi è un nome effetto! Impone presenza scenica, e io voglio veramente entrare a far parte del vostro mondo. È un lavoro che richiede impegno e molti sacrifici, ma sono disposta.. ehm.. disposto a tutto” risposi convinta di ciò che stavo dicendo e guardando intensamente uno ad uno negli occhi.
“Per me passa il primo step!” disse Harry sorridente, tutti annuirono tranne Niall “Allora Niall? Dobbiamo essere tutti d’accordo” lo incitò.
Niall indugiò per un secondo con lo sguardo su di me, lo vidi arrossire e subito girare la testa dall’altra parte “Fate come vi pare, non ne posso più”.
“Oh grazie tante Niall” urlai avvicinandomi a lui e prendendogli la mano.
“Si, si ora finiscila e torna in sala d’attesa!”
Non me lo feci ripete due volte, lanciai un bacio a Liam e tornai in sala d’attesa comunicando ad Ash, che balzò prontamente sulle mie gambe non appena mi misi seduta, che ero passata.
Venne un uomo che ci annunciò quale sarebbe stato il secondo step.
“Per la seconda prova dovete cercare di far emergere il vostro talento particolare e indicare gli sforzi che avete compiuto”.
Il talento particolare? Il mio talento particolare era mangiare come un’ossessa non potevo di certo presentarmi con un vassoio di cinquanta hamburger e dimostare a loro che in meno di un minuto non sarebbero rimaste nemmeno le briciole.. no, assolutamente no, dovevo inventarmi qualcosa.. magari mi sarei buttata sulla danza, avevo seguito qualche corso e finalmente ora poteva tornarmi utile.
 
NIALL’S POV
“Ok, ok basta!” urlò Liam.
L’ultimo ragazzo che aveva ballato era terribile, così terribile da farmi venire fame e un gran mal di testa.
“Ragazzi scusate, non mi sento bene. Continuate voi” dissi prima di dirigermi verso la sala video, da lì avrei potuto seguire i provini attraverso uno schermo e per di più in una sala buia seduto su un divano. Avevo bisogno di un po’ di tranquillità.
“Tranquillo Niall, ci pensiamo noi” mi aveva risposto Zayn.
Mi sdraiai sul divano mettendomi una mano sulla testa quando sentii il nome del prossimo aspirante cantante. Era turno di Valerie. Mi posizionai comodamente sul divano per godermi il suo provino.
La conoscevo fin troppo bene è sempre stata testarda e quando si metteva in testa una cosa faceva i salti mortali pur di portarla a termine, era così anche da piccola, e non era cambiata.
Magari riusciva davvero a diventare una cantante.
La vedevo ballare attraverso lo schermo, era così bella, semplice e naturale anche vestita da ragazzo.
Ho sempre avuto una cotta per lei, fin dalla prima volta che l’ho vista, il suo sorriso e il suo essere gentile con tutti e poi ama mangiare come me.
Quando si trasferì mi spezzò il cuore, così senza preavviso, non feci nemmeno in tempo a salutarla, attraverso il vetro dell’aereoporto con gli occhi pieni di lacrime mentre mi gridava un “Scusa, mi mancherai addio”
Non potevo credere che mi aveva lasciato così, che non avrei rivisto la mia migliore amica, che non avrei rivisto la ragazza per cui ho avuto una cotta per ben sei anni, mi ero abituato all’idea di non rivederla più. Eppure eccola qui, di fronte i miei occhi con lo stesso viso da bambina e il corpo da adulta, con la stessa vitalità e determinazione di sempre.
Ma stavolta era diverso, non potevo lasciarmi andare, non potevo ricascarci di nuovo.
Prima o poi se ne sarebbe andata un’altra volta.
Non riesco a rimanere indifferente al fatto che mi ha lasciato in quel modo senza avvertirmi, non potevo permettermi di essere il Niall dolce che ero un tempo. Non potevo permettermi di dimostrarmi debole davanti a lei e gli altri ragazzi.
“è veramente simpatico” sentii Harry dire attraverso lo schermo.
“Sì è davvero straordinario, un personaggio niente male” non mi ero accorto che il Direttore avesse fatto irruzione nella stanza delle audizioni e ora stava applaudendo felice all’esibizione di Valerie.
Aveva conquistato tutti con la sua simpatia, come faceva sempre. Ma con me non poteva e non doveva succedere.
Tutta la commissione si riunì per discutere della terza prova: una sfilata in costume da bagno. Questa volta sarebbe stata dura per Valerie coprire le sue forme, non me lo sarei perso per nulla al mondo.
 
VALERIE’S POV
“Che cosa? Una sfilata in costume da bagno?” Urlai scoinvolta sotto gli occhi di tutti.
Mi abbandonai sulla sedia accanto a me “Questo è un vero problema Ash” sussurrai al mio gatto, non sapevo veramente che inventarmi.
Avevo poco tempo per pensare, improvvisamente mi venne un colpo di genio. Da qualche parte ci doveva pur essere una sala costumi..
 
NIALL’S POV
“Ora è il turno di Valerie, chissà come se la caverà” mi sussurrò Harry in un orecchio.
“Per me nemmeno si presenterà, vedrai che come ha sentito che ci sarebbe stata la prova costume è scappata via” io stesso non credevo alle mie parole, ma cercai comunque di assumere un tono di superiorità. Conoscevo fin troppo bene il soggetto di cui stavo parlando e sapevo che non si sarebbe arresa.
“è il turno del numero 18 Harry Potter”
Eccola stava per entrare.
Come pensavo, aveva trovato un modo per nascondere il suo corpo ed era stata fin troppo astuta: si era presentata con una muta da sub.
Aderiva perfettamente al suo corpo, ed era evidente che si era messa una fascia sul petto per coprire il seno, anche se non era sufficiente. La muta la copriva interamente lasciando scoperta solo la pelle candida dal ginocchio in giù.
Era lì davanti a noi a sfilare sorridente con un filo di timidezza innocente nel volto.
Tutti la stavano fissando.
“Gran bello spirito di inventiva, sai che ti dico? Hai passato anche la terza prova” annunciò finalmente Liam, sicuramente stanco che tutti quegli occhi erano fissati sulle forme fin troppo visibili della sorella.
“Grazie mille Liam, a dopo” salutò lei sorridente mentre usciva dalla porta.
Continuammo ad esaminare gli altri concorrenti, dovevo ammettere che se non fosse stato per Valerie questi provini sarebbero stati noiosi, erano tutti uguali e tutti dicevano le stesse identiche cose, lei invece a ogni prova riusciva a stupire i ragazzi e a quanto pare anche il Direttore, sentivo che era a un passo per entrare nel nostro mondo, saremmo diventati colleghi, appartenenti alla stessa agenzia e questo voleva dire che avrei passato molto più tempo a contatto con lei.
Improvvisamente sentii un vociare di persone provenire dal giardino degli studi e non promettevano niente di buono, mi precipitai fuori dal corridoio insieme agli altri per permetterci di avere una visuale completa di ciò che stava succedendo..
 
VALERIE’S POV
Solo quando raggiunsi Ash sull’albero su cui era stato scaraventato dal tipo che avevo urtato per la seconda volta mi accorsi di essermi arrampicata fin troppo in alto per i miei gusti. Non me ne ero accorta prima, perché troppo presa per la salute della palla di pelo che giaceva immobile sul ramo di quell’albero esageratamente alto.
Quando arrivai alla sua altezza fui contenta di sapere che respirava ancora, era solo un po’ stordito per la botta presa.
Appena si fu ripreso mi saltò sulla spalla miagolando felice, bene ora potevo anche scendere. Guardai giù e dei brividi percorsero la mia schiena, non soffrivo di vertigini ma ero veramente in alto. Sotto c’erano tutti i ragazzi dell’audizione che mi guardavano e commentavano ciò che stava succedendo, compresi Liam, Harry e gli altri.
“E ora come faccio a scendere..” sussurrai spaventata ad Ash “Mi sono arrampicata senza riflettere”.
Sentii uno scricchiolio provenire dal tronco dell’albero e prolungarsi su tutto il ramo, la situazione non stava per niente prendendo una bella piega, sapevo cosa stava per succedere..
Il ramo si spezzò sotto il mio peso, chiusi gli occhi e sentii Liam urlare il mio nome quando una mano mi prese per il braccio.
“Reggiti forte!” mi disse una voce maschile.
Aprii gli occhi e un Niall rosso in volto per lo sforzo mi stava reggendo, non mi accorsi che nell’alzare la testa nella sua direzione la parrucca mi scivolò via tra lo stupore dei ragazzi sottostanti.
Niall mi tirò sul ramo con lui e mi strinse a se, un inconfondibile profumo di vaniglia e cioccolato invase il mio naso e potevo udire chiaramente i commenti che provenivano dal basso.
“Cosa ti è saltato in mente! Se non c’ero io adesso ti saresti schiantata a terra!” mi rimproverò Niall furioso.
“Lo so.. ti chiedo scusa” risposi mortificata abbassado lo sguardo. Era antipatico con me, ma si preoccupava come un tempo e questo mi rendeva felice.
“Forza ora scendiamo” mi disse addolcendo un po’ il tono della voce.
Quando toccai terra, tirai un sospiro di sollievo prima di accorgermi che avevo tutti gli occhi puntati su di me, ancora. Ecco, mi avrebbero ributtato fuori a calci.
“Scusatemi se mi sono intromessa nei vostri provini..” chinai la testa veramente dispiaciuta “è che desideravo partecipare, e io..” la voce mi si spezzò, non sapevo cosa dire, ma ci pensò il ragazzo che avevo fatto cadere due volte in quella giornata.
“Hai fatto di tutto pur di partecipare” cominciò ad applaudire seguito da tutti gli altri. Il mio corpo si rilassò felice alla loro reazione e il Direttore si avvicinò a me applaudendomi sorridente.
“Veramente una bella performance, Valerie” disse gentile.
“Grazie signor Direttore” dissi cortesemente.
“Per fortuna non ti sei fatta niente. Senti, ti andrebbe di fare il tuo debutto con la mia agenzia?”
Stavo sognando o cosa? Dopo tutti i guai che avevo combinato, il Direttore in persona mi stava chiedendo di entrare a far parte della sua agenzia, mi stava chiedendo di debuttare nel mondo dello spettacolo, mi stava dando l’opportunità di diventare una cantante.

SPAZIO AUTRICE
Seeera! Non mi prolungo molto questa sera che ho ancora millanta pagine di inglese da studiare ç_ç Micaela e i problemi con lo studio parte 3976 (Y) (Micaela è il mio nome u.u) Bene.. veniamo a noi. Abbiamo quindi scoperto l'oscuro passato di Niall.. ed ecco svelato il mistero del perchè è così scontroso nei confronti di Valerie.. Chissà cosa succederà :3 Ovviamente le vostre recensioni mi fanno sempre piacere <3 <3 Vi lascio xxx
Peace&Love

 

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Capitolo 7
*** Play Hard ***


Oggi è un giorno importante perché muoverò i primi passi nel mondo dello spettacolo. E quale modo migliore per festeggiare questa giornata con una crepes gigante nutella, panna e fragole? Ok, lo ammetto, a volte mi stupisco da sola per quanto cibo riesco a mangiare in una sola giornata.
Diedi uno sguardo veloce all’orologio grande del parco, ero in ritardo, come se fosse una novità, per l’appuntamento con il Direttore in agenzia. Lasciai i soldi sul tavolo e comincia a correre con la crepes in mano.
Mi facevo spazio a fatica tra la folla nella sempre più caotica Londra, quando inciampai in un difetto del marciapiede e feci volare la mia Crepes addosso ad una ragazza. Urlai e mimai le mie scuse disperata, non sapevo bene se la mia disperazione era per il ritardo che stavo facendo o per il dolce che non avevo finito di mangiare.
Arrivai di fronte un edificio, controllai che l’indirizzo fosse giusto, sul bigliettino da visita, ed entrai.
L’interno era ampio e moderno, al centro della hall c’era una scrivania con una ragazza più tosto giovane, dietro si potevano vedere le scale a incrocio per andare ai piani superiori e accanto gli ascensori.
Notai un cartello attaccato alla parete con scritto tutta la descrizione dei 5 piani del palazzo, mi avvicinai per leggere e per capire dove sarei dovuta andare.
“Posso aiutarla signorina?” mi chiese la ragazza seduta dietro il bancone.
“Ehm.. si, io stavo cercando..”
“Valerie! Finalmente sei venuta, ti stavamo aspettando” il Direttore apparve alla fine delle scale facendomi segno di raggiungerlo.
“Signor Direttore mi dispiace se ho fatto tardi” mi scusai senza prendere fiato.
“Tranquilla Valerie, stiamo aspettando anche un’altra ragazza” mi disse facendomi strada in una saletta al primo piano “Accomodati”.
Feci come mi disse cercando di mettermi a mio agio, dire che ero agitata era poco.
“Abbiamo deciso di farti iniziare con una semplice pubblicità, guarderanno quanto sei fotogenica e come ti muovi davanti ad una telecamera”.
Una pubblicità? Semplice, non mi si richiede una grande recitazione o chissà cos’altro. Potrei farcela. Mi rilassai all’idea di sapere che il mio primo lavoro sarebbe stata una pubblicità.
“Buongiorno signor Direttore!”
Nel frattempo arrivò un’altra ragazza, era veramente molto carina.
“Sono Penny, si ricorda di me?” chiese squadrandomi dalla testa ai piedi.
“Ma certo che mi ricordo di te, Penny, e ho deciso che parteciperai all’audizione con questa ragazza qui”.
“Piacere di conoscerti, io mi chiamo Valerie” mi presentai gentilmente alla nuova arrivata.
Lei mi sorrise e si mise seduta vicino a me continuando a fissarmi.
“Veniamo a noi. La pubblicità è finalizzata per una nota marca che produce dolci” disse il Direttore tirando fuori una scatola.
Sulla copertina c’era una torta più tosto invitante.
“La ragazza che verrà selezionata per questo spot prima dovrà preparare la torta e poi mangiarla”.
Cosa? Cosa? Cosa? Avrei iniziato la mia carriera mangiando una torta? Non potevo chiedere di meglio. Questo ovviamente se sceglievano me.
Vidi la ragazza accanto a me agitarsi “Tu sei la ragazza che mi ha lanciato addosso la Crepes” disse indicandomi “Non farti illusioni, sarò io a essere selezionata! Non posso perdere altro tempo, parrucchiere ed estetista subito!” concluse uscendo di corsa dalla stanza.
Che ragazza strana.
Presi la scatola che il Direttore aveva messo sul tavolo e lessi la descrizione. Forse era meglio prima provare a prepararla. Venni confortata dal fatto che proprio accanto alla stanza dove stavo c’era una cucina, così avrei potuto fare un po’ di pratica in tranquillità.
 
NIALL’S POV
Non pensavo che la presentazione dei nuovi store potesse essere così stancante, siamo stati tutto il giorno in giro a fare foto, firmare autografi e rispondere sempre alle stesse domande dei giornalisti. L’unica cosa bella di tutto questo era poter stare a contatto e rapportarsi con le fan, con cui avevo un gran bel rapporto.
Ora volevo solo andare a casa.
“Però che giornata” commentò Harry mentre saliva nel nostro furgoncino.
“Già” commentai seguendolo.
“Le ragazze sono state veramente carine con noi” aggiunse Liam.
“Tranne quel gruppo di pazze che si sono messe a rincorrerci” osservò Zayn.
“Io l’ho trovato divertente!” ridacchiò Louis “Come mai sei così silenzioso amico?” domandò dandomi una pacca su una spalla.
“Niente, stavo solo pensando” dissi rivolgendo la testa verso il finestrino.
Non era da me essere così e i ragazzi lo sapevano benissimo.
“Oggi Valerie aveva il colloquio con il Direttore vero Liam?” chiese Harry lanciandomi un’occhiata.
“Si, spero che non abbia fatto danni.. e se ancora non li ha fatti, spero che domani le vada bene” rispose Liam preoccupato.
“Bèh in qualsiasi caso domani stiamo in studio per registrare lo short film” disse Zayn abbassando il finestrino “Quindi quando abbiamo finito possiamo passare da lei”.
“Cavolo!” esclamai improvvisamente “Ho lasciato le mie cose in agenzia!”
Dopo aver riaccompagnato tutti a casa, l’autista mi portò di fronte l’agenzia e gli dissi che non era necessario che mi aspettasse e che mi sarei fatto una passeggiata al ritorno.
Mentre camminavo per i corridoi poco illuminati del palazzo, vidi una luce che proveniva dalla stanza della cucina.
Decisi di fermarmi e dare un’occhiata per vedere chi fosse così pazzo da stare ancora lì a quell’ora. Come non detto, Valerie era ai fornelli alle prese con quello che sembrava l’impasto di una torta e a quanto pare non aveva idea di cosa stava facendo.
“Ehi perché sei ancora qua?” chiesi entrando e chiudendo la porta alle mie spalle.
“Sto cercando di preparare una torta” rispose lei senza togliere lo sguardo dall’impasto che stava mescolando.
Solo in quel momento mi accorsi che sul bancone erano appoggiate una serie di torte ma nessuna aveva l’aspetto di quello che doveva sembrare: o era sgonfia, o troppo bruciata, o addirittura ancora quasi liquida. Sorrisi all’idea della sua faccia quando le tirava fuori e non avendo l’aspetto desiderato si imputava a farne un’altra e un’altra ancora finchè non gli sarebbe riuscita.
“Perché ridi?” mi chiese lei distogliendo l’attenzione da quello che stava facendo.
“Niente, stavo semplicemente immaginando la tua faccia quando hai tirato fuori quelle torte”.
Il forno squillò. Aprì lo sportello e ne tirò fuori il dolce.
“Guarda! Sto facendo progressi!” disse avvicinandomisi allegra con la torta in mano.
Appena finì la frase il dolce si sgonfiò, spengendo anche il suo sorriso.
“Sono proprio un incapace” disse desolata tornando al suo impasto di prima “Ma non mi arrenderò”.
Era strano, e pure da piccoli preparavamo sempre dolci insieme, come mai adesso non riusciva a preparare una torta così semplice?
“Sai da quando papà ha imparato a cucinare io ho perso un po’ la mano con queste cose” disse sembrando che mi leggesse nel pensiero.
Non potevo lasciarla lì così.
“Forza, ti do una mano io” dissi evitando il suo sguardo.
“Oh Niall grazie, grazie grazie!” urlò lei saltandomi al collo.
‘Freddo e distaccato’ mi ripetei in mente.
“Ok ora finiscila e iniziamo che voglio andare a casa” allontanai le sue braccia da me.
Lei annuì e ubbidiente fece tutto quello che le indicai per preparare il composto.
“Sai.. mi mancava fare dolci con te” mi disse timidamente mentre infornavo la torta.
La guardai arrossire e abbassare lo sguardo non appena mi voltai verso di lei. Era così buffa.
“Sai.. se ti vedessi! Sei tutta sporca di farina!” le dissi scompigliandole i capelli e alzando un batuffolo di farina che formò una nuvoletta.
“Senti chi parla!” ribattè ridendo.
La sua risata era contaggiosa e non potei fare a meno di ridere insieme a lei.

VALERIE’S POV
Alla fine stare in compagnia di Niall non era così male, è vero, da una parte era cambiato, ma adesso che lo vedevo ridere insieme a me, rivedevo il bambino che era un tempo. Il mio migliore amico.
“Ehi! Ma.. i tuoi denti!” Solo in quel momento notai una cosa alla quale non avevo fatto caso da quando l’avevo incontrato “Sono dritti!”
“Eh già! L’apparecchio fa miracoli!” esclamò lui fiero di mostrarmi il suo sorriso perfetto.
Cavolo, era ancora più bello di prima. Non che per me cambiasse qualcosa, per me era bello anche con tutti i denti storti. Mi ricordo che quando lui rideva la mia giornata prendeva una piega diversa, era tutto più bello, più semplice e più leggero.
“Si, si ora non te la tirare!” gli dissi tirandogli un pugno sul petto muscoloso.
Guardai oltre la spalla di Niall e vidi la porta aprirsi leggermente e poi chiudersi. Mi vennero i brividi, ma poi pensai che forse era qualcuno che lavorava lì.
“Allora? È pronta questa torta?” domandai impaziente.
“Pochi secondi ed è pronta” rispose Niall avvicinandosi al forno “Ecco!” esclamò dopo l’avviso del forno e tirandola fuori.
Oh finalmente questa torta aveva l’aspetto di.. una torta!
Uscimmo dalla cucina stanchi, salutai Niall che scappò perché il giorno dopo si sarebbe dovuto svegliare presto per un servizio fotografico e uno short film e incontrai Penny dietro la porta della cucina.
“Oh ciao Valerie, cercavo proprio te!” disse rivolgendomi una smorfia “ho appena sentito il Dierettore e ha detto che l’appuntamento è domani pomeriggio alle 14 agli Studios, questo è l’indirizzo” mi porse un bigliettino e fece per andarsene “Ah.. ci sarà lo stilista, quindi puoi venire vestita comoda”.
“Grazie mille Penny” la salutai.
Il giorno dopo avrei dovuto fare un provino per una pubblicità non potevo crederci.
 
“Cosa? Non è possibile controlli bene!” dissi agitata tirandomi su, sulle punte, per arrivare meglio al bancone.
“Mi dispiace signorina, ma qui non c’è nessun provino” si scusò la signorina alla reception per la seconda volta.
Erano quasi le due, il provino sarebbe iniziato a breve e non avevo idea di cosa stava succedendo.
“Sicura? Magari vado a dare un’occhiatina io!” dissi correndo verso i piani superiori.
Cominciai ad aprire tutte le porte delle stanze che incontravo ma niente, o giravano delle scene di film o facevano dei servizi fotografici, ma di pubblicità nemmeno l’ombra.
Arrivai all’ultima porta ed entrai.
Non mi resi conto dell’enorme filo che c’era per terra se non prima di inciampiare e ritrovarmi con la faccia a terra. Sentii una mano calda avvolgermi il braccio e tirarmi su.
“Valerie, sei sempre la solita” disse una voce roca ridacchiando.
Alzai la testa per ritrovarmi a pochi centimetri dalla faccia di Harry, percepivo il calore invadere le mie guance.
“Ciao Harry!” balbettai osservando i suoi bellissimi occhi smeraldo.
“Un momento..” disse Niall notandoci e avvicinandosi “Tu non dovresti fare un provino oggi?” mi urlò in un orecchio.
Nel frattempo si avvicinarono anche gli altri ragazzi che erano intenti a fare degli scatti fotografici.
“Scusate, ma non riesco a trovare la sala dove fanno il provino”.
“Cosa? Ma non è qui il provino” Liam aggrottò la fronte “Valerie che hai combinato?”
“Io? Niente! Ieri ho incontrato Penny e mi ha dato questo indirizzo!” affermai decisa.
“E invece l’appuntamento era agli studio HP” s’intromise il Direttore venendo verso di noi “E il tuo abbigliamento non va assolutamente bene”.
“Ma.. Penny mi ha anche detto che ci sarebbe stato uno stilista” .
‘Promemoria per me: la prossima volta non fidarti di Penny’
“Sono le 14.00 passate” osservò il Direttore guardando l’orologio che aveva al polso “Avranno già cominciato”.
Abbassai la testa delusa, incapace di reggere gli sguardi dei ragazzi. Avevo una sola occasione e l’ho perduta.
“Non vorrai rinunciare!” mi disse Harry afferrandomi il mento e costringendomi ad alzare la testa.
“Già! Non dopo tutto il panico che hai creato in questi giorni” continuò Louis.
“Non puoi arrenderti adesso!” mi sorrise Zayn.
“Bèh dov’è finita tutta la tua intrapendenza?” domandò Niall severo.
“Tu vuoi farlo e passarlo quel provino, giusto Valerie?” non poteva mancare il commento di mio fratello.
Osservai tutti e cinque i ragazzi di fronte a me. Mi stavano incitando, dopo tutti i guai che gli avevo causato ora erano loro a dirmi di non arrendermi.
“Avete ragione..” sussurai “Ho faticato tanto per arrivare fino a qui e avere questa opportunità, voi lo sapete meglio di chiunque altro. Non intendo rinunciare!”
“Così va meglio sorellina, brava!”  esclamò Liam battendomi il cinque.
“Giusto, conta sul nostro aiuto” affermò Louis battendosi una mano sul petto, mentre tutti gli altri annuivano.
 
Arrivai appena in tempo agli Studi HP. Fortunatamente il produttore aveva deciso di aspettare qualche minuto in più prima di iniziare.
“Scusate il ritardo” dissi entrando “Ho avuto un piccolo imprevisto”.
“Finalmente!” esclamò il regista “Forza dai posizionati la giù che si comincia.
Corsi dove mi aveva indicato il regista posizionandomi davanti la telecamera.
“Scusate ancora se vi ho fatto aspettare” dissi chinando la testa in avanti.
Mi aspettavo che qualcuno mi sgridasse dicendomi che la puntualità sul lavoro è fondamentale e invece sentì solo commenti positivi sul mio aspetto:
“Com’è carina!”
“è tanto che non mi capita un’artista così bella!”
A quanto pare il piano di Niall di passare prima dalla loro truccatrice e stilista aveva funzionato.
Certo ci abbiamo messo un po’ più del previsto perché voleva per forza infilarmi un vestito, ed io non ho mai messo vestiti in vita mia, ma alla fine dopo le urla di mio fratello ho ceduto e a giudicare la faccia dei ragazzi, non mi doveva stare poi tanto male
Vidi Penny avanzare verso il bancone, dove avremmo dovuto preparare la torta, furiosa. Mi lanciò un’occhiataccia per poi tornare con il viso calmo e rilassato verso il produttore.
Ribadisco il concetto, che strana ragazza.
“Ok, il provino verrà diviso in due parti” urlò il produttore nel megafono “Nella prima parte dovrete preparare la torta, nella seconda parte dovrete mangiare la vostra torta, inventandovi una frase pubblicitaria a effetto”.
Perfetto, da questo provino si sarebbe deciso il mio futuro da artista, non potevo sbagliare, non ora che ero così vicina.
Cominciai a preparare la torta seguendo tutte le indicazioni che Niall mi aveva dato il giorno prima. Cercai di sorridere per tutto il tempo della preparazione, tutti mi stavano guardando e non potevo deluderli.
 
“La mia torta è pronta!” annunciò Penny dopo aver farfugliato qualcosa al suo menager.
“Anche io ho finto!” annunciai a mia volta.
Scoprimmo entrambe le torte e tutti e due avevano un aspetto buonissimo.
“Complimenti Valerie!” disse Penny avvicinandomisi “Non sapevo fossi così brava in cucina”.
Si complimentò con me, con troppa ed evidente enfasi, tanto che gesticolando andò ad urtare il piatto della mia torta facendola cadere a terra.
E ora che mi inventavo? Senza torta non potevo continuare il provino, che stava diventando un vero e proprio incubo. Non ci pensai due volte e subito mi rimisi ai fornelli.
“Che sbadata che sono” si scusò Penny “Ma cosa stai facendo? Fortunatamente avevo preparato un’altra torta” fece un cenno al suo menager che scattante portò un vassoio con il dolce sopra “Puoi usare questa”.
Dopo l’ultima esperienza che avevo avuto, l’ultima cosa che volevo fare era fidarmi di Penny, ma non avevo scelta il provino doveva continuare ed era rimasto poco tempo.
“Perfetto ragazze! Ora mangiate un pezzo della vostra torta inventandovi uno slogan.
Cominciò Penny, mangiò un pezzo del suo dolce e formulò la sua frase.
“è deliziosa! Non ho mai assaggiato niente di più buono credetemi” recitò mandando un bacio e facendo un occhiolino alla telecamera.
Era stata veramente brava.
“Adesso tocca a te Valerie, inizia quando vuoi” mi disse il cameramen spostando l’attenzione su di me.
Tagliai un pezzo di torta e lo mangiai. Non appena misi in bocca la forchetta, sentii un calore spandersi: non era dolce, era piccante. Mi aveva dato una  torta ricoperta di peperoncino o di quello che c’era di più piccante su questo mondo.
Mi misi le mani davanti le labbra mentre tutti mi fissavano confusi. Per quanto stavo andando a fuoco non riuscivo ad ingoiare il boccone. Mi girai di schiena appena in tempo per sentire le lacrime che stavano cominciando a uscirmi dagli occhi. Pensai con tutte le mie forze ad una soluzione ma l’unica era di mandare giù il boccone, dovevo farcela a tutti i costi altrimenti gli incoraggiamenti di Liam, Harry e i ragazzi non erano serviti a nulla.
Decisi di girarmi di scatto con le lacrime che mi bagnavano gli occhi, mandai giù e mi costrinsi a dire la mia frase.
“è così buona.. che mi viene da piangere”.
Tutti mi fissavano atterriti e notai l’agitazione da parte di Penny, sicuramente l’aveva fatto a posta a far cadere la mia torta e darmene una extra piccante. Tutti mi guardavano, nessuno parlava.
“Io ehm.. so benissimo di avere un’aria un po’ ridicola..” cominciai incerta, ma subuto mi ritrovai tutti intorno a me, mentre si congratulavano.
“Sei davvero brava!”
“Sei perfino riuscita a piangere davvero! Eccezionale!”
“Che bella interpretazione!”
Erano tutti lì che mi circondavano e mi riempivano di complimenti.
Improvvisamente sentii un calore invadere il mio corpo, l’aria cominciava a mancare e le gambe non ressero più il mio peso.

SPAZIO AUTRICE
Haloa gente! Come state? Fiiinalmente sono iniziate le vacanze di Natale yuuuuh! Per me la scuola potrebbe anche finire qui ahah :3 Comunque cosa dire sul capitolo.. Sembra che Niall si stia un po' addolcendo, o è tutta apparenza?  E Harry è la dolcezza *-* In ogni caso.. Valerie ha fatto il provino, secondo voi è riuscita a fare colpo sul regista o no? 
Ne apprifitto per augurare a tutti BUON NATALE e ci vediamo il 27 con un nuovo capitolo :DDD
Peace&Love
<3 <3 <3 
xxx

 

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Capitolo 8
*** Let It Go ***


Aprii gli occhi e riconobbi subito le pareti celestine della mia stanza. Ma poco fa non ero agli studi per il provino della pubblicità?
Mi misi seduta sul letto, subito Ash mi balzò in grembo facendomi le fusa, solo allora notai una figura bionda addormentata sulla mia scrivania.
“Niall?” lo richiamai “Niall svegliati” il biondo mosse una mano, segno che era sveglio.
“Che ci facciamo qui? Non stavamo agli Studi?” Domandai.
“Sei svenuta per tre giorni..” disse alzando la testa.
“Tre giorni?” feci eco io.
“Già.. tre giorni” ripetè “Penny ha un po’ esagerato con quella roba piccante. Comunque sono qui perché ti  ho portato a casa in braccio. Doveva esserci Liam al posto mio, ma non ha avuto il coraggio di incontrare vostro padre, così ha chiesto a me di fargli questo favore”.
Penny, chissà perché ce l’aveva tanto con me.
Liam, il mio stupido fratellone, era la tenerezza e la dolcezza fatta persona. Prima o poi avrei fatto incontrare quei due.
Cominciai a immaginare quelle scene tipo film strappalacrime nei quali due persone si rincontrano dopo tanto tempo.
“Faresti meglio a vestirti” Niall richiamò la mia attenzione “Ti aspetto giù per la colazione, poi devo portarti da una parte”.
Uscì dalla stanza senza darmi il tempo di replicare.
Mi buttai a dosso le prime cose che trovai e scesi giù seguita dal mio gatto.
Quando arrivai in cucina, mio padre e Niall stavano chiacchierando allegramente.
“Valerie, finalmente ti sei svegliata!” esclamò mio padre avanzando verso di me abbracciandomi.
“Non mi avevi detto che anche Niall ora abitasse qui. È stato veramente premuroso questi giorni, ti è sempre stato vicino. Mi fa piacere che vi siete rincontrati”. Vidi Niall arrossire e distoglirere lo sguardo alle parole di mio padre.
“Avrai fame, forza vieni a fare colazione, ti ho preparato i Pancakes che ti piacciono tanto”.
Su questo punto di vista Liam e papà erano uguali, nessuno dei due mi aveva mai fatto mancare niente, almeno Liam finchè ha potuto.
Mi misi seduta e ringraziai mentalmente papà per avermi preparato i pancake, avevo una gran fame.
Quando finii di abbuffarmi, Niall salutò mio padre e mi trascinò fuori di casa.
“Dove stiamo andando?” domandai con il fiatone.
“Vedrai” rispose lui continuando con il passo svelto.
“La pubblicità com’è andata?”
Non rispose.
“Ho fatto fiasco vero?”
Ancora silenzio.
Riconobbi la strada che portava verso Piccadilly Circus. Vidi la gente che ci fissava, alcune ragazzine urlavano e ci indicavano e altri balbettavano tra loro qualcosa che nel caos delle strade di Londra non riuscivo a capire.
Cos’avevo? Ero spettinata? Mi ero macchiata nel fare colzione? Avevo qualcosa sul viso? Poi ricordai che ero in compagnia di Niall dei One Direction e sicuramente stavano guardando lui.
Gli rivolsi il mio sguardo e notai che aveva messo il cappuccio e indossato un paio d’occhiali scuri, era irriconoscibile.. almeno nella velocità in cui stavamo andando.
Niall s’arrestò all’improvviso nella piazza di Piccadilly, ero troppo presa dalla folla che si stava formando intorno a noi per accorgermene.
Risultato? Mi ritrovai con il sedere per terra sbattendo sulla schiena di Niall.
“Valerie” disse girandosi verso di me e prendendomi in braccio “Guarda lì!” mi indicò un cartellone pubblicitario.
“Non ci credo..” sussurai emozionata.
Sul cartellone che mi aveva segnalato Niall c’era una mia foto.
Un primo piano con gli occhi lucidi e i capelli svolazzanti, mi ricordavo benissimo di quel momento e di quanto bruciasse quella torta, ma era poco importante.
Io, la mia faccia era esposta su un cartellone a Piccadilly Circus, era un sogno.
“Valerie finalmente!” riconobbi la voce di mio fratello.
Niall mi mise giù appena un attimo prima che i quattro ragazzi e il Direttore, ovviamente tutti cammuffati da un cappuccio, a parte il Direttore, ci avessero raggiunto, e potei abbracciare Liam.
“Hai visto che bella sorpresa?” mi disse lui alzandomi da terra e facendomi girare fra le sue braccia “Sei stata selezionata per la pubblicità!”
Aveva quasi le lacrime agli occhi. Che bello sapere che fosse contento del mio successo, che bello sapere di poter contare su un fratello così.
“Complimenti!” disse Zayn scompigliandomi i capelli.
“A quanto pare la nostra combina guai ce l’ha fatta!” esclamò Louis entusiasta.
“Non ci credo..” sussurai.
“E invece devi crederci” mi spronò il Direttore “Al regista sei piaciuta tantissimo, e dopo che è stato appeso il cartellone il centralino è impazzito!”.
“Già” si intromise Harry sorridente “Tutti vogliono sapere qualcosa su di te. La gente si chiede da dove sei sbucata. Sei diventata molto popolare”.
“Eh sì, ti faccio i miei complimenti per il tuo debutto da artista” annunciò il Direttore.
“Il mio.. il mio debutto da artista?” balbettai cercando di trattenere le lacrime.
Non ci potevo credere era un sogno che si avverava.
“Sì” confermò il Direttore “E fidati di me.. tu sarai la rivoluzione dell’anno”.
Non poteva essere assolutamente vero tutto questo, no, no non ci credo. Avevo raggiunto il mio scopo, ora potevo stare vicino a Harry, ero finalmente riuscita a entrare nel suo mondo e non solo.. Potevo stare vicino a Liam e Niall.
In così poco tempo erano cambiate tante cose.
“Propongo una cosa!” Urlò Liam allegro “Stasera pizza a casa nostra per festeggiare l’entrata di Valerie nel mondo dello spettacolo”.
Tutti annuirono felici, ma penso che Niall fosse più felice per la pizza che per me. Poco importava, l’idea mi piaceva anche a me sia per la pizza che per il fatto che potevo passare la serata insieme a Harry e gli altri.
 
La casa dei ragazzi era immensa, ma dovevo aspettarmelo infondo ci vivono 5 cantanti di fama mondiale e per di più ragazzi ventenni.
Aveva due piani: al piano superiore le stanze con due bagni, al piano inferiore invece c’era una cucina con angolo cottura, un salone gigante con un divano lungo la parete e la cosa più bella, c’era la finestra a muro dalla quale si poteva accedere alla piscina sul retro in giardino.
“Wow..” mi lasciai scappare, dopo che Liam mi aveva mostrato tutta la casa, mentre gli altri ragazzi rientrarono con la roba da mangiare.
“Ti piace?” domandò Liam.
“Chi?” chiesi io stupidamente.
“Come chi” ridacchiò Liam “Non mi riferivo a qualcuno” e lanciò un sguardo verso i suoi amici “Mi riferivo alla casa”.
“Ah..” sentii le mie guance avvampare, che grande figura del cavolo.
“Sì è veramente molto molto bella” commentai guardadomi intorno.
“La casa.. E Harry?” mi lanciò uno sguardo provocatorio a quella domanda.
“C-cosa?” speravo solo di aver sentito male.
“Harry” ripetè di nuovo lui.
“Si vede così tanto?” chiesi abbassando lo sguardo.
“No.. ma io sono tuo fratello e certe cose le capisco” spiegò mettendomi un braccio intorno alla spalla.
“Giusto” confermai io “Anche Niall, lo sa”.
“Immaginavo”.
“Ehi! Ragazzi muovetevi le pizze sono pronte!” ci richiamò Harry.
“Sì, muovetevi prima che Niall si mangia tutto!” fece eco Louis.
“Eh no caro! Ora vedremo chi è che si mangia tutto!” urlai dirigendomi quasi in corsa verso il tavolo e provocando una risata generale.
 
NIALL’S POV
Dopo cena ci buttammo tutti sul divano in salotto.
Mi stupii la mia reazione quando vidi Harry prendere per un braccio Valerie e farla sedere accanto a lui per poi abbracciarla e tenerla stretta fra le sue mani. Mi stupì provare rabbia nel vedere quella scena, del fatto che mi dava fastidio che al posto di Harry non ci fossi io, del fatto che lei si stesse innamorando di Harry e lo sapevo, la conoscevo bene, i suoi occhi avevano cominciato a brillare e le sue guance avevano acquisito un colorito più roseo, in oltre aveva cominciato a giocare con le mani e ogni tanto a mangiarsi qualche unghia, segno del suo nervosismo.
‘Oh ma insomma Niall che ti succede? Cosa ti eri ripormesso? Non puoi ricascarci.. pensa ad altro’
L’avevo vista solo una volta guardare così un ragazzo.
Poteva avere tutti i ragazzi che voleva, e sono sicuro che è ancora così, e invece lei è andata a scegliere un ragazzo che le ha spezzato il cuore con la sua migliore amica. Odiava tutti, compreso me, che le sono sempre stato vicino e ho sempre cercato di aiutarla, ma come biasimarla, era stata tradita dal ragazzo e dalla migliore amica non si fidava più di nessuno, nemmeno di me, del suo migliore amico. E poi qualche settimana dopo essere sparita si è trasferita senza dire niente, l’ho scoperto per caso, mio fratello Greg stava tornando da un viaggio e lo eravamo andati a prendere in aereoporto per fargli una sorpresa. La sorpresa ci fu, soprattutto per me.
‘Basta Niall, ti ha spezzato il cuore, insieme al suo, se n’è andata senza dirti niente, ti ha lasciato solo’
L’avevo perdonata un secondo dopo la sua partenza, aveva le lacrime a gli occhi quando mi ha visto, non voleva partire.
‘Ma lo ha fatto e non ti ha detto nulla..’
In ogni caso anche se mi da fastidio che ora sta abbracciata ad Harry, non provo più niente per lei.
“Allora Valerie” la voce squillante di Zayn mi smosse dal mio monologo interiore “Perché non ci racconti qualcosa di te?”
“Giusto” confermò Harry mettendole una ciocca di capelli dietro le orecchie “Il pubblico vuole conoscerti, ma anche noi, non sappiamo nulla di te”.
“A parte che sei una pazza scatenata, testrada e ingorda” disse Louis con leggerezza.
E aveva ragione, questa sua affermazione provocò una risata in me e negli altri ragazzi.
“Ok.. allora..” balbettò lei.
“Che ti prende? Ora sei timida?” domandò Louis incredulo “Sai che a breve ti intervisteranno vero?”
“Louis non rompere!” disse lei tirandogli un cuscino.
“Ora sì che ti riconosco! Muoviti a presentarti che poi abbiamo una battaglia di cuscini in corso!”
“Ciao a tutti, sono Valerie Payne, ho 18 anni e frequento il Liceo Artistico. Sono di origine Italiana e sono anche nata in Italia..”
“Wow Italiana?” domandò Harry curioso, vidi brillare i suoi occhi smeraldo.
Lei annuì.
“A Niall piacciono le Italiane!” commentò Zayn lanciandomi un’occhiata complice.
“Stai zitto Zayn” ribbattei lanciandogli un cuscino a mia volta.
Tornò il silenzio e tutti erano di nuovo concentrati su Valerie.
“Il mio papà è inglese e la mia mamma..”
La sua voce si spezzò, non posso credere che aveva deciso di aprirsi con noi sul suo passato.
“La mia mamma era italiana. Prima di morire per un tumore, mi regalò Ash, è il mio gatto, quello che avete visto anche all’audizione. Mi disse che stando vicino a lui, mi avrebbe sempre protetto e che gli occhi di quel gatto erano i suoi occhi. Io e Ash siamo cresciuti insieme e sembra strano per un gatto ma, lui si prende cura di me e io di lui..”
Scrutò il viso dei ragazzi incerta. Nessuno osava aprire bocca e lei continuò.
“Dopo la morte di mamma, papà trovò un nuovo lavoro a Londra e affrontai il mio primo trasferimento. Qui scoprii di avere un fratello, Liam. Non vivevamo nella stessa casa ma io stavo spesso da lui e lui stava spesso da me. Per fortuna i nostri genitori non ci hanno mai impedito di vederci.. anzi il contrario. Nonostante non fossi sua figlia, la mamma di Liam è sempre stata molto gentile con me. Dopo di che, all’età di 8 anni mi trasferii in Irlanda a Mullingar..”
“Mullingar?” interrompette Louis, guardandomi.
Lei annuì di nuovo e sta volta mi guardò.
“Proprio così.. Mullingar. Non ditemi che il biondino non vi ha detto niente”.
“Detto cosa?” scattò Harry.
Ora tutti gli occhi erano puntati su di me. Avevano tutti uno sguardo curioso, tranne Liam che mi guardava con circospezione.
“Avanti Niall, cosa ci devi dire?” insistè Louis mettendomi davanti un telecomando facendo finta che fosse un microfono.
Sospirai “Io e Valerie ci conosciamo da quando lei aveva 8 anni e io 10..”
“Colpo di scena ragazzi!” urlò Louis “E tu Valerie cos’hai da dirci?” spostò il telecomando/microfono da me a Valerie.
“Bèh.. quando mi trasferii a Mullingar, Niall fu la prima persona che conobbi.. e in poco tempo divenne il mio migliore amico. Diciamo che avendo perso i contatti con Liam, vedevo Niall come un fratello maggiore, poi hanno la stessa età. E devo ringraziare Niall per molte cose e soprattutto per essermi stato sempre accanto, anche quando non volevo nessuno”.
Mi sorrise,e quasi come un gesto involontario le sorrisi a mia volta.
“A 15 anni mi trasferii di nuovo.. tornai per alcuni mesi in Italia e poi mi ritrasferii di nuovo qui. Fine della storia..”
“Bravissima.. che storia commovente!” vidi Louis applaudire in modo teatrale inginocchiato per terra.
“Vuoi che ti tiri un altro cuscino?” brontolò Valerie.
 
Ora tutti parlavano allegramente con Valerie e vidi Harry stringerla di più a se, ma questo non doveva importarmi.
Liam ancora mi guardava con sospetto.
“Certo amico, potevi dircelo che la conoscevi da così tanto tempo” mi disse Zayn restituendomi il cuscino che gli avevo lanciato poco prima.
“Io.. mi è passato di mente” mi giustificai guardando il cuscino.
“Ragazzi, vado a prendere un po’ d’aria” disse Valerie improvvisamente alzandosi.
La osservammo sparire dietro la finestra.
“è forte vero?” commentò Louis.
“Già è veramente simpatica!” replicò Zayn
“Ed è anche molto carina” aggiunse Louis.
“Ci credo! È mia sorella” si vantò Liam.
“è una bomba.. in tutti i sensi” ridacchiò Harry “E tu Niall non commenti?”
“Era la mia migliore amica, ovvio che mi sta simpatica e mi trovo d’accordo con quello che dite voi. Anche se per me rimane una pazza”.
Continuarono a parlare di Valerie, si chiesero quali fossero le sue doti canore e quanto ci avrebbe messo a ottenere successo. Io invece stavo cominciando a preoccuparmi e a chidermi il perché ci mettesse così tanto. Decisi di andare a controllare se andasse tutto bene, ma prima che potei raggiungere l’uscita per il giardino Liam mi bloccò
“Aspetta Niall..”
“Si?” Ero sicuro di sapere cosa voleva chiedermi.
“Senti.. toglimi una curiosità.. Quella ragazza di cui mi parlavi era Valerie?”
E infatti come previsto, la domanda arrivò.
Mi fidavo di Liam, è stato il primo e l’unico a cui ho raccontato  di ‘quella ragazza’, non sapendo che fosse il fratello, ma questo non cambiava le cose, mi fidavo ancora di lui.
“Si è lei..” confermai abbassando lo sguardo. Da quando l’avevo rivista era la prima volta che affrontavo l’argomento ad alta voce.
“Quindi quando mi dicevi che da piccolo avevi una migliore amica, che ti eri preso una bella cotta per lei e quando se n’è andata..”
“Si, si era lei.. Ma tranquillo, è passato tutto.. non provo più niente per Valerie. È solo un’amica ormai” mi imposi di sorridere il più posibile.
“Sicuro?” chiese lui preoccupato.
“Sicurissimo! E poi le piace Harry no?”
“Mi raccomando Niall” mi disse non convinto delle mie parole e tornò dagli altri.
No, non ci sarei ricascato.
Esco fuori nel giardino e la vedo seduta sul bordo della piscina.
 
VALERIE’S POV
“Congratulazioni”.
Niall mi fece sobbalzare sussurrandomi nell’orecchio.
“Santissimi numi Niall! La prossima volta avverti, schiarisciti la voce, fai un fischio! Ho rischiato un infarto”.
“Come sei esagerata” ridacchiò lui sedendosi vicino a me.
“Sai che potrei sempre affogarti in piscina vero?” lo sfidai.
“E tu sai che io sarei più forte e più veloce di te vero?”.
Aprii bocca per ribattere, ma decisi che era meglio di no.
“Comunque.. dicevo congratulazioni per la tua performance. Alla fine hai ottenuto quello che volevi, sei entrata nel mondo dello spettacolo e ora puoi stare vicino ad Harry. Con la tua testardaggine non mi aspettavo altro”.
“Non so se prenderlo come un complimento o no, comunque grazie”.
Riuscire a capire cosa passava per la testa a Niall era veramente difficile, un attimo prima non mi calcola, è freddo, distante. L’attimo dopo è seduto accanto a me e sembra che tutto sia ritornato ai vecchi tempi.
“Ci speravo..” sussurai.
“Che riuscissi a debuttare?”
“No.. che tu venissi qui. Come quando eravamo piccoli ricordi?”
Non si aspettava per niente la mia affermazione, almeno quello riuscivo a capirlo.
“Niall, ricordi quando prendevo e mi isolavo e dopo un po’ che non tornavo venivi a cercarmi? Sapevi esattamente cosa avevo e con un abbraccio passava tutto”.
Era un migliore amico fantastico, e io mi ero comportata da vera stupida con lui.
“Si, ricordo. Ma ora è tutto diverso” era tornato freddo e distaccato.
“Sei tu che vuoi che sia diverso” ribattei cercando di mantenere la calma.
“E sei tu quella che se n’è andata senza dire niente!” il tono della sua voce era leggermente più alto.
Aveva ragione, me n’ero andata senza dire niente. Ma in quel momento odiavo tutti: lui e me stessa compresa e vederlo in aereoporto, quanto avrei voluto urlargli che gli volevo bene e che mi dispiaceva per il mio comportamento, forse era arrivato il momento.
“Hai ragione..”
“Certo che ho ragione io.. aspetta mi hai dato ragione?” chiese Niall incredulo.
“Già.. hai ragione” la piscina divenne tutt’a un tratto interessante, cominciai a fissare un punto indefinito sullo specchio d’acqua.
“ Sono stata una stupida, mi sono comportata male con tutti e soprattutto con te. Non sarei dovuta sparire così. Tu mi sei sempre stato vicino e io invece sono stata capace solo di scappare. Ribadisco il fatto che per me non è cambiato nulla, ma se non vuoi più parlarmi lo capisco e non ti costringerò. Mi dispiace..”
Finii di parlare e mi accorsi che Niall, al contrario di quello che stavo facendo io, mi stava guardando. Presi coraggio e girai la testa verso di lui fino a che non incontrai i suoi occhi azzurri, con la luce della luna avevano preso lo stesso colore dell’acqua della piscina.
Proprio in quel momento ai ragazzi venne in mente di mettersi a suonare e cantare.
“Can we stop this for a minute
You know, I can tell that your heart isn’t in it or with it”.
Riconobbi la bellissima voce di Harry. Dio se era bravo, amavo la sua voce roca che faceva un’accoppiata vincente insieme ai suoi riccioli castani e ai suoi occhi verdi smeraldo.
“Tell me with your mind, body and spirit
I can make your tears fall down like the showers that are British.
Whether we’re together or apart
We can both remove the masks and admit we regret it from the start”.
Questo invece era Louis, lui e la sua voce da bambino un po’ troppo cresciuto.
Mi misi a ripensare alle parole che avevo appena ascoltato, ed era come se anche la canzone ci dicesse di riprovare, di ricominciare l’amicizia. Ma questa volta, era Niall a scegliere.
 
NIALL’S POV
Valerie era immobile davanti a me che aspettava una risposta.
Dopo tre anni si era scusata di quello che era successo, non che a me servissero le sue scuse ma faceva piacere sapere che mi voleva ancora bene come un tempo.
Le parole di ‘Over again’ sembrarono arrivare in tempo.
“Scema, vieni qui” le dissi allargando le braccia.
Il suo viso serio e preoccupato si allargò in un sorriso e senza farselo ripetere due volte si accoccolò sul mio petto.
‘Ora devo solo stare attento a non farmi fregare di nuovo, continuerò a essere freddo e a comportarmi come questi ultimi giorni’.
Ma in questo momento un abbraccio non potevo negarglielo.
“Perché non dici ad Harry quello che provi per lui?” provai a chiedere allontanandola da me.
“Sei impazzito?” trillò lei arrossendo.
“Non ti agitare, chiedevo solo!”
“è troppo presto e poi preferisco non dirgli nulla. Se anche lui prova lo stesso per me, sarà lui a fare il primo passo. Altrimenti vuol dire che non è destino e non doveva andare”.
Non so perché, ma dopo stasera ero quasi convinto che anche Harry cominciasse a provare qualcosa per Valerie, anche se.. capire Harry era veramente un'impresa. Non si capiva mai se faceva le cose per carineria o perchè realmente le interessava una persona.
Bèh, in qualsiasi caso avrei cercato di aiutarla.
“Perché non rimani a dormire qui stasera?” domandai incerto.
“Non posso, domani ho scuola” rispose abbattuta “Ma posso rimanere un’altra volta”.
“Allora se hai scuola andiamo, ti riaccompagno a casa” decisi alzandomi in piedi.
“No tranquillo, prendo un taxi” disse lei allungando le mani verso di me.
“Scherzi? Ho la macchina” ribattei allungando le mie mani verso di lei a mia volta aiutandola ad alzarsi.
“Ho paura a venire in macchina con te” scherzò facendo una smorfia.
“Mi dispiace ma Harry non ha la patente” la stuzzicai.
“Peccato, allora dovrò accontentarmi”. 

SPAZIO AUTRICE
Buuuuonaseraaa! :DDD
Allora? Come sono andate queste vacanze? Io come minimo ho preso 394 chili con tutto quello che mi sono mangiata D: ahahah
La mia migliore amica mi ha fatto il CD di This Is Us per Natale.. La amo *-* L'avete visto voi?
Comunque.. parliamo del capitolo.. Niall e Valerie hanno fatto pace.. più o meno, Valerie è riuscita a debuttare nel mondo dello spettacolo e abbiamo capito il perchè prima di Harry a Valerie non interessava nessun ragazzo. Adesso, secondo voi Niall riuscirà a resistere a Valerie? E piccola curiosità.. tifate per Harry o per Niall? 
Ci vediamo alla prossima con un altro capitolo! :))
Grazie  chi continua a recensire e seguire la storia <3 <3 
Peace&Love

 

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Capitolo 9
*** Change Your Mind (parte 1) ***


Come ogni mattina il risveglio fu traumatico, non contando il fatto che la sera prima, Niall ci aveva messo più di un’ora per riaccompagnarmi a casa.
Correvo a destra e a manca per la stanza accertandomi di aver preso tutti i libri per le materie che avrei avuto quel giorno, sbiancai quando vidi il libro di Letteratura buttato sulla scrivania, ricordandomi che quella mattina avevo il test e io non avevo studiato una fava, concentrandomi di più su quello che mi stava succedendo intorno.
Ash miagolò per poi darmi una zampata sulla gamba in segno di riprovero.
“Tu mi fai paura” sbuffai.
Sentii mio padre chiamarmi dal piano di sotto, aveva la voce affaticata, segno che anche lui era in ritardo e stava correndo per tutta casa.
Mi precipitai giù per le scale dritta in cucina per fare colazione.
Finito di mangiare uscimmo tutti e due insieme, diretti alla stazione per prendere il treno che ci avrebbe portato nel centro di Londra dove io avevo la scuola e lui il lavoro.
Arrivati in stazione mio padre notò un cartellone, il mio cartellone, che da Piccadilly si era espanso per tutta la città.
“è veramente bella quella ragazza non trovi?” mi chiese ammirando il cartellone.
Com’era buffo, non aveva riconosciuto sua figlia, però mi faceva piacere che la foto gli fosse piaciuta.
“Ti somiglia molto” continuò.
“Già” soffiai io, magari era il caso di dirglielo.
“Ehm papà senti..” la mia frase venne interrotta dal fischio del treno.
“Tesoro scusa, è arrivato il treno devo andare, ne parliamo stasera. Mi raccomando fai la brava” si raccomandò tutto d’un fiato.
“Tranquillo pà!” lo salutai e rassegnata andai dall’altra parte dei binari per aspettare il mio mezzo di trasporto. E se papà non avrebbe accettato l’idea che io diventassi una pop star? Sciocchezze, sono sicura che mio padre farebbe qualsiasi cosa per sostenermi.
 
Cosa c’è di peggio di correre per tutta casa la mattina presto perché si è in ritardo, con la vitalità di un bradipo in coma permanente?
Prendere un bel due al compito di Letteratura, accidenti sono un disastro. Quella giornata, da come era cominciata, non poteva andare peggio.
Camminavo con le cuffiette nelle orecchie, da quando avevo scoperto e conosciuto la band di mio fratello non facevo altro che sentire le loro canzoni, sono so per quale motivo ma riuscivano a mettermi carica e a tirarmi su di morale.
“Ehi! Valerie!” mi sentii chiamare, una macchina nera mi si affiancò, era Liam.
“Ciao fratellino” lo salutai togliendomi le cuffiette.
“Come mai quel muso?”
“Due, al compito di Letteratura” risposi sconsolata, dando un calcio a un sassolino vicino al mio piede.
“Posso capire che con tutto quello che hai avuto da fare negli ultimi giorni ti sia sfuggito, ma per il futuro cerca di equilibrare le due cose ok?”
Annuii.
“Comunque..” continuò Liam rivolgendomi un bellissimo sorriso “Stavo cercando proprio te, il Direttore vuole vederti, salta su che ti accompagno agli Studi”.
Non me lo feci ripetere due volte, mi precipitai immediatamente in macchina. Chissà cosa doveva dirmi il Direttore se aveva mandato Liam a cercarmi? E soprattutto, magari avrei rivisto Harry e gli altri ragazzi, chi meglio di loro poteva distogliermi il pensiero da quel brutto voto che avevo preso?
Arrivammo in studio ma di Harry e i ragazzi non c’era traccia, che peccato! Anche Liam se ne andò dicendomi che doveva raggiungere gli altri per le prove di un concerto, ecco svelato il mistero.
Il Direttore arrivò un paio di minuti dopo, finiti i rispettivi saluti cominciammo a parlare della mia carriera.
“Hanno fissato la data per l’apparizione dello spot” mi disse.
“Davvero?” chiesi io incredula, dopo i cartelloni per tutta la città sarei finita in televisione.
Si è vero, molta gente finiva in televisione per delle pubblicità, ma io non avevo intenzione di fermarmi qui, sarei andata avanti.
“Certo, e adesso che sei sotto gli occhi di tutti, bisognerà fare il possibile per promuoverti e aumentare la tua visibilità”.
“Ma è fantastico!” esclamai entusiasta.
“E per partire con il piede giusto, avrai bisogno di un impresario”.
“Ma.. non è lei il mio impresario?” chiesi incerta al Direttore.
“No, no. Io mi occupo solo ed esclusivamente dei One Direction, ma puoi stare tranquilla..” si affrettò ad aggiungere, notando l’improvviso cambio d’espressione sul mio viso “Vorrei presentarti l’orgoglio della nostra agenzia, il nostro impresario dai super poteri”.
Come minimo mi aspettavo l’apparizione di Louis che urlava “Superman è qui”, come aveva fatto nel suo oscuro passato durante un video diary, ma al contrario, una bella donna alta, bionda mi si parò davanti.
“Ti presento Mary Kate Nott” disse il Direttore orgoglioso.
“Salve! Mi chiamo Valerie Payne, ho 18 anni e frequento il quinto anno delle superiori. Sono qui per diventare un’artista affermata, è un vero piacere conoscerla” mi presentai tendendo la mano.
“Valerie Payne” osservò la mia mano per poi squadrarmi dalla testa ai piedi “Così tu saresti la sorella di Liam dei One Direction”.
“Ehm.. in realtà sono solo la sorella di Liam Payne” balbettai incerta ritirado la mano non essendo del tutto convinta che quella fosse una domanda rivolta a me, ma mettendo in chiaro che non volevo essere la sorella di Liam dei One Direction.
“Hai un bel visetto, ma non vedo ciò che invece emana tuo fratello, non hai quell’alone intorno di carisma. A dir la verità, non noto nessuna delle qualità che sono necessarie per affrontare questo lavoro” continuò ignorando la mia risposta.
Forse mi sbagliavo , poteva andare peggio. Un ritardo disumano, mio padre non mi aveva riconosciuta su un manifesto, il due al compito e ora la mia autostima era pari a zero.
“Tuttavia, anche se ci sarà molto da lavorare, nutro delle grandi speranze in te” la donna concluse così la sua analisi nei miei confronti.
Non avrei saputo trovare modo migliore per iniziare questo lavoro con la mia agente.
“Bene” intervenne il Direttore “Ora che le presentazioni sono state fatte, ci manca solo parlarne con tuo padre”.
“Ma sono maggiorenne” protestai io.
“Sì ma in questa agenzia preferiamo mettere subito al corrente i genitori della carrirera che vogliono prendere i loro figli, basterà solo una firma. Ci teniamo a fare un lavoro che sia trasparente”.
“Ok..” accettai incerta.
Li scortai fino a casa e visto che mio padre aveva ormai preparato la cena per un regimento di soldati, come al solito, il Direttore e la mia agente rimasero a cena a casa mia.
Ancora non avevamo accennato nulla a papà sul mondo dello spettacolo tant’è che ha scambiato le due persone ai miei lati per degli amici un po’ troppo cresciuti conosciuti allo spaccio dolci.
“Direi che c’è un equivoco” si affrettò a dire il Direttore.
“Ecco qua” disse Mary Kate tirando fuori un foglietto bianco e cedendolo a mio padre “Questo è il nostro biglietto da visita”.
“Papà ti ricordi il cartellone di stamattina con quella ragazza che ti piaceva tanto?” gli chiesi mentre leggeva il foglietto.
“Quella non è una sosia, sono io” ero proprio curiosa di sapere che faccia avrebbe fatto mio padre.
Il problema è che mio padre assunse un espressione indecifabrile, non capivo se era contento, stupito, incredulo, forse nemmeno lui stesso sapeva spiegarlo.
“Bè ecco..” continuai incerta, scrutando ogni minimo movimento del suo viso “Mi hanno selezionato per fare uno spot pubblicitario, quello delle torte, e posso finalmente iniziare la mia carriera d’artista, non è fantastico?”
Perché più parlavo e più l’espressione di mio padre non mi piaceva?
“Non deve preoccuparsi di nulla” s’intromise il Direttore “Valerie sarà sotto il nostro controllo, lavorerà per la nostra agenzia e noi ci  occuperemo di tut..”
“Aspetti un momento” il Direttore venne interrotto bruscamente da mio padre “Ho capito tutto.. e sono assolutamente contrario!”
Ditemi che ho capito male.
Dall’espressione assunta dal Direttore, credo di aver capito benissimo ciò che mio padre ha appena detto.
“Apprezzo tutto quello che avete fatto ma non permetterò che la mia unica figlia si rovini entrando nel mondo dello spettacolo!” continuò.
“Aspetta..” cercai di mantenere la calma, non mi andava di fare una scenata di fronte al Direttore e a Mary Kate “Perché dovrei rovinarmi? Ti assicuro che non succederà, io ci tengo veramente”.
“Capisco le sue preoccupazioni per sua figlia” tentò il Direttore “Ma vede Valerie ha dimostrato di sapersela cavare e secondo me ha tutte le carte in regola per poter diventare una brava, bravissima artista. Questa ragazza è un vero talento, non capitano spesso giovani così, diventerà una grande pop star, ne sono convinto”.
“Non mi interessa ciò che pensa lei” ribattè brusco mio padre “Non voglio che Valerie entri a far parte del mondo dello spettacolo”.
“Ma papà..” la ua espressione era dura, non lo avevo mai visto così.
“La prego signor Payne, ci permetta di lavorare con sua figlia” supplicò il Direttore.
“Ho detto di no” il tono di voce di mio padre si faceva man mano più alto “Ora scusate ma vi prego di uscire fuori da casa mia”.
Sentivo le lacrime spingere per uscire ma non volevo, non potevo.
Non potevo far vedere che con delle semplici parole stava distruggendo tutto quello per cui in questi giorni avevo lavorato sodo.
“Signor Payne non prenda decisione affrettate.. Ci pensi su” disse il Direttore prima di uscire di casa insieme a Mary Kate.
Decisi di accompagnarli fuori.
“Secondo me tuo padre non cambierà mai idea” commentò Mary Kate.
Forse aveva ragione. Sentii un solletichio proveniente dalla gamba destra, abbassai lo sguardo e c’era quella palla di pelo di un gatto  che voleva essere presa in braccio. Dopo un paio di miagolate, guardai attentamente gli occhi di Ash, stava cercando di dirmi qualcosa, e improvvisamente mi venne un lampo di genio.
“E se provassi a mettere mio padre di fronte il fatto reale per dimostrare che faccio sul serio?” proposi.
“Il problema Valerie, è che tuo padre ha detto chiaramente che non vuole che lavori per noi, anche se sei maggiorenne, c’è il rischio che se cominciamo a farti lavorare poi potrebbe denunciarci e l’agenzia potrebbe correre rischi” spiegò dispiaciuto il Direttore.
“Tuo padre è stato chiaro, forse è meglio che rinunci”
Mary Kate cominciava davvero a darmi sui nervi.
“Non ci penso per niente, vedrete che riuscirò a convincere mio padre!” dissi girando sui tacchi e tornando dentro.

Mio padre era sul divano a vedere la televisione. Mi parai davanti a lui.
“Perché papà?” chiesi trattenendo le lacrime “Ho diciotto anni, è la mia vita e la decido io”.
“Hai diciotto anni..” ripetè lui “Ma questo non ti autorizza a fare come ti pare”.
“Tu pensi che questo sia un capriccio? Pensi che lo dico tanto per dire? Sai, non è così, ci ho riflettuto a lungo e so per certo che questa è la strada che voglio prendere. Ti prego, lasciamelo fare”.
“Valerie..” il suo tono si era addolcito un po’ “Io non metto in dubbio che tu ci abbia riflettuto. Ma sei davvero sicura di sapere a cosa vai incontro? Non è tutto perfetto come appare. Non voglio vederti soffrire per i pettegolezzi, non sai cosa c’è dietro un sorriso finto da copertina. Senza contare che se poi diventi famosa stravolgerai la tua vita. Non potrai più farti una passeggiata per il parco con le tue amiche, non potrai più frequentare i posti che ti piacciono, non potrai più prendere un gelato senza essere assalita dai fans. La cosa peggiore è che non sarai più la Valerie che conosco, perché ricordati che per quanto cresciuta puoi essere per me rimani sempre la mia bambina felice, energica e spensierata”.
E dopo l’autostima a zero, dopo la chiacchierata con mio padre il morale era sceso nelle cavità dell’inferno.
Mio padre si preoccupa solo per me, per il mio bene, ha ragione. La mia vita non sarà più normale come ora, ma a chi è mai piaciuta la normalità? Che poi tanto normale la mia vita non lo era mai stata. Quella era decisamente una giornata da non ricordare, iniziata male e finita anche peggio.
 
Il giorno dopo il mio morale non era cambiato di una virgola.
A scuola sia Summer che Marissa tentarono di capire perché per tutto il giorno non avevo spiccicato parola e non avevo toccato cibo alla mensa. Non ottennero nessuna informazione, in quanto non avevo per niente voglia di parlare, ma dedussero che era una cosa veramente grave. L’unica cosa positiva in quella mattinata era che non c’erano né compiti né interrogazioni.
Per il pomeriggio decisi di non ritornare a casa, non avevo per niente voglia di stare chiusa in quelle quattro mura, così girai verso il parco dritta alla gelateria con il balcone per affogare i miei pensieri in una bella coppa di gelato.
Presi posto, e solo quando girai lo sguardo verso la rindiera del balcone, mi accorsi che era lo stesso tavolino dov’ero seduta quando ho conosciuto Harry. Era stato proprio lui a spingermi a conoscere questo mondo. Magari all’inizio è vero, volevo farlo solo per poter stare vicino a Harry ma ora che ci penso le cose erano cambiate, volevo fare quel lavoro perché mio fratello con le sue canzoni riusciva a far star bene la gente e volevo farlo anche io.
“Ciao sorellina”.
“Liam, che sorpresa!” sobbalzai dalla sedia quando lo vidi aveva un paio di occhiali scuri e un cappello in testa “Che ci fai qui?”


SPAZIO AUTRICE
Buuuonasera a tutte! :D Allors intanto mi scuso per l'immenso, enorme, grossissimo e imperdonabile ritardo ç_ç Ma tra feste e il resto non ho trovato tempo per aggiornare :(( Ma ora sono tornata a rompervi le balleeee! :3 Come sono andate le vacanze? E il traumatico rientro? 
Premetto che questo capitolo ho preferito dividerlo in due parti.. è venuto lungo peggio della Divina Commedia e non mi pare il caso di annoiarvi con capitoli troppo lunghi.. Quindi ho preferito dividere :3
Oh Oh Oh (no.. non è la risata di Babbo Natale :3) Abbiamo un problemino qui, il padre non approva che Valerie diventi famosa D: Ma ovviamente la nostra protagonista è piena di risorse.. Secondo voi lascerà perdere o troverà un modo per convincere il padre? Si farà aiutare da Liam?
Una recensione è sempre ben accetta :3 Ringrazio chi continua a seguire la storia <3 <3 
xxx
Peace&Love

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Capitolo 10
*** Change Your Mind (parte 2) ***


“Liam, che sorpresa!” sobbalzai dalla sedia quando lo vidi aveva un paio di occhiali scuri e un cappello in testa “Che ci fai qui?”

“Passavo da queste parti, ti ho visto sola e ho pensato di venirti a fare compagnia”.
Un’altra cosa bella di Liam e i ragazzi? Che erano rimasi umili, nonostante il loro grande successo erano rimasti i ragazzi di sempre. Ed è proprio questo che papà non capiva, anche io sarei rimasta la stessa ragazza di adesso.
“Qualcosa non va?” chiese Liam distogliendomi dai miei pensieri.
Decisi di confidarmi con mio fratello, infondo la questione lo riguardava da vicino e poteva darmi una mano.
“Papà ha ragione” commentò una volta che finii di spiegargli ciò che era successo il giorno prima “Questa vita non è affatto facile. Non fraintendermi, mi piace, ma a volte mi manca poter andare in giro senza troppi travestimenti, senza essere assalito anche se devo solo comprare il latte. Sarebbe bello a volte passare inosservato. Devi sempre sorridere, anche se quel giorno non hai niente su cui ridere perché ti è andato tutto storto. Fortunatamente con me ci sono i ragazzi, che mi alleggeriscono la giornata. Credimi, non è facile, ma posso assicurarti che il sorriso di una fan, i regali che ti fanno, i loro pianti di gioia, il loro apprezzamento verso di noi valgono tutti questi sacrifici”.
Già, la vita da star non era per niente facile ma infondo come tutti i lavori aveva i suoi pro e i suoi contro.
“Forse è meglio che rinuncio..” sospirai.
Liam aggrottò la fronte e fece un gesto inaspettato, si tolse gli occhiali e il cappello, in pochi secondi venimmo assaliti dalle fans lì presenti.
Tutte urlavano il suo nome, cominciarono a fotografarlo e a chiedergli autografi.
“Ma quella non è la ragazza che sta sul cartellone?” commentò una fan.
“Si, ora la riconosco! È la sorella di Liam, ha fatto irruzione al loro concerto di beneficienza!”
“è vero è proprio Valerie!”
“Com’è carina!”
“Valerie ci facciamo una foto?”
Mi avevano riconosciuta, sapevano il mio nome e ora mi chiedevano di fare una foto con loro e addirittura mi chiedevano l’autografo.
Passammo una decina di minuti buoni a firmare fazzoletti di carta e a fare foto.
Non era poi così male, mi piaceva essere circondata da tutte quelle persone. Mio fratello era considerato un idolo per loro, alcune ragazze si erano anche messe a piangere e Liam le abbracciò tutte, una ad una.
“Valerie..” mi sussurrò in un orecchio “Sei pronta a scappare?”
“Cosa?” chiesi dubbiosa.
“Appena dico tre, scappa dal parco e gira l’angolo ok? Io ti seguo”.
“O-ok”.
Che razza di piano aveva in mente?
Urlò il tre e facendomi spazio fra le fans scappai verso l’uscita del parco, vidi che nella strada altre fans si aggiunsero per correre dietro a Liam ma appena svoltammo l’angolo lui si rimise cappello e occhialoni scuri, entrammo nel primo negozio e nessuno lo riconobbe più.
“Piaciuto?” mi chiese con il fiatone.
“Si!” risposi appoggiandomi ad uno scaffale pieno di vestiti.
“Vuoi ancora rinunciare?”
“Io..” non sapevo veramente cosa dire.
“Oh andiamo Valerie, dov’è finita tutta la tua volontà?”
“La mia volontà?” chiesi inebetita.
“Certo! Se rinunci solo perché papà non vuole, vuol dire che non sei realmente convinta che questa è la strada che vuoi prendere. Dov’è finita la Valerie che non si è fermata nemmeno quando ha scoperto che l’audizione era per soli maschi?”
“Io sono più che convinta! Desidero ardentemente diventare una cantante!”
Aveva ragione, io non volevo rinunciare, non volevo rinunciare al mio sogno, non volevo rinunciare a Harry, Liam, Niall e i ragazzi. Non dopo tutto quello che avevo fatto, e soprattutto non ora che avevo dato il via al mio sogno.
“Ora ti riconosco!” esclamò Liam abbracciandomi “L’unica cosa che ci resta da fare è convincere papà. Sai con il mio gesto di prima ho voluto farti capire che la carriera dell’artista non è facile è vero, ma serve a donare speranze, sogni e forza alle persone. Realizzando il tuo sogno potrai aiutare tutti i tuoi fans a capire che anche loro possono farcela. Ma devi dimostrare di essere determinata, altrimenti non convincerai papà e né tanto meno diventerai un’artista. Devi lottare per quello che credi, come hai fatto fino ad ora”.
Aveva ragione, di nuovo. Se volevo combinare qualcosa nella vita, di certo non potevo fermarmi al primo ostacolo.
“Tu sei il fratello migliore del mondo, lo sai?” dissi abbracciandolo, di tutta risposto ricevetti un bacio sulla fronte.
Sciogliendo l’abbraccio diedi un’occhiata veloce all’orologio che aveva al polso Liam. Erano le sette di sera, papà stava per tornare dal lavoro, a quest’ora dovrebbe aver già preso il treno per il ritorno, se mi sbrigavo magari riuscivo a vederlo e a mettere in atto il mio piano.
“Liam, vieni con me!” dissi tirandolo per un braccio.
“Valerie ma dove mi porti?” chiese lui confuso.
“Vedrai, mi è venuto in mente un piano per convincere papà! Ehm.. hai la macchina?”
“Si, certo è parcheggiata là giù” rispose indicando il suo inconfondibile macchinone nero.
“Perfetto!” uscimmo a tutta corsa dal negozio.

Fu una vera corsa contro il tempo, ma per pura botta di cu.. ehm.. fortuna, il treno aveva ritardato di dieci minuti.
Mi feci portare da Liam proprio dove io e papà il giorno prima avevamo visto il mio cartellone, ero sicura che per tornare a casa sarebbe passato di lì, Liam mi stava aspettando in macchina ed io ero proprio sotto il cartellone.
Vidi in lontananza mio padre fermarsi ad osservare la mia gigantografia, così salii su una panchina e cominciai a parlare.
“Ciao a tutti, sono Valerie Payne! Prego avvicinatevi, ho da dirvi una cosa importante”.
Fortunatamente vicino alla stazione passava sempre tanta gente, quindi in pochi secondi intorno a me si formò una piccola folla.
Alcuni di loro mi avevano riconosciuto come “la sorellina di Liam dei One Direction”, l’importante che mi avevano riconosciuto mentre altri mi scrutavano curiosi.
“Bè ecco, per chi è fan dei One Direction, magari mi ha già vista! Sono quella pazza che ha interrotto il loro spettacolo per annunciare a tutti che sarei voluta diventare un’artista.. bene! Oggi sono qui per ribadirlo e per dirvi che mi sto veramente impegnando! Quella là su è una foto che mi è stata scattata durante un’audizione, sono stata scelta per lo spot pubblicitario di questa torta. Tutto ciò è successo all’incirca una settimana fa ed io l’ho scoperto solo da un paio di giorni”.
Notai Liam scendere dalla macchina per sentire ciò che avevo da dire, visto che gli avevo spiegato il piano ma non avevo proferito parola sul discorso che avrei fatto, in realtà non lo sapevo nemmeno io.
“E sapete questa opportunità come l’ho avuta? Sostenendo dei provini, l’unico particolare che mi era sfuggito è che quei provini fossero per soli maschi! Così mi sono travestita da ragazzo e l’ho sostenuto battendo tutti quei maschietti” mi vantai, mentre alcuni della folla sorridevano.
Ora notai anche mio padre nascosto fra due ragazzi.
“Sapete perché vi sto dicendo questo? Ve lo sto dicendo perché voglio farvi capire che dovete credere in ciò che fate e dare sempre il meglio di voi stessi. Se ce l’ho fatta io, perché voi non dovreste farcela? Dovete sempre seguire i vostri sogni, sempre e non fermarvi al primo ostacolo che vi si para davanti. Una persona a me cara ha detto che quello dell’artista è un lavoro che da sogni, forza e speranze ed io è proprio questo che voglio fare. Donarvi delle speranze! L’unico problema è che purtroppo mio padre non accetta che io intraprenda questa strada, ed è per questo motivo che vi chiedo di sostenermi il più possibile.. Perfavore”.
Rimasi a guardare il gruppo di gente davanti a me immobile, nessuno osava muoversi fino a quando un ragazzino di circa 12 – 13 anni non si avvicinò a me insieme alla sua mamma.
“Bravissima Valerie” disse il bambino allungandomi la mano “Sarò il tuo primo fan. Ti prometto che ti sosterrò sempre”.
Presi la mano del bambino fra le mie “Grazie..” sussurai quasi con le lacrime a gli occhi.
“Buona fortuna Valerie” mi disse la mamma del bambino.
“Grazie mille signora!”
Scesi dalla panchina per andarmene e mentre passavo fra il gruppo di gente che aveva assistito al mio discorso alcuni di loro mi fermarono per stringermi la mano e augurarmi l’imbocca al lupo.
Superata la folla, vidi mio padre venirmi incontro.
“Valerie..” balbettò.
“Si papà?”
“Temo di doverti delle scuse. Vedendoti oggi ho capito che anche se riuscirai a diventare famosa non cambierai mai, rimarrai sempre la Valerie che conosco.. e poi è inutile negarti qualcosa, sei testarda quanto tua madre”.
Era la prima volta che accennava a mia madre dopo la sua morte.
“Allora, non vuoi stringere la mano anche a me?” chiese mio padre facendomi uno dei suoi bellissimi sorrisi e tenendomi la mano.
Ma che stringere la mano, per lui riservai un grandissimo abbraccio e tutta la gratitudine di questo mondo.
“Ti voglio bene papà” sussurai.
“Anche io piccola mia, anche io”.
 Ci ero riuscita, ero riuscita a convincere papà e a fargli capire che sarei sempre rimasta con i piedi per terra. Alla faccia di Mary Kate che diceva che era inutile, bella mia non hai fatto i conti con Valerie Payne! Rimarrò un umile ragazza di diciotto anni proprio come mio fratello.
A proposito di Liam, ora che ci penso Liam e mio padre erano a pochi metri di distanza fra loro.
“Papà.. vorrei farti vedere una persona” dissi indicando verso la macchina di Liam.
“Liam..” soffiò mio padre incredulo abbandonando le braccia lungo i fianchi avvicinandosi a lui.
Mio fratello si accorse del gesto e anche lui a sua volta si avvicinò a noi.
“Ciao papà..” salutò Liam timidamente.
“Ciao figliolo!” Mio padre non si trattenne e lo strinse in un abbraccio.
Era veramente tanto tempo che non si vedevano, dieci anni per l’esattezza.
Devo dire che nelle ultime 24 ore le mie lacrime e le mie emozioni erano state veramente messe a dura prova, ma come non piangere di fronte una scena così? La mia famiglia si era riunita, finalmente.
Liam fece cenno anche a me di unirmi all’abbraccio, non me lo feci ripetere due volte.
Non c’er niente di più bello che essere stretta dai due uomini della mia vita.
“Vieni a casa con noi?” chiese mio padre rivolto a Liam.
“Certo” rispose lui “Ma vi ci porto io” e anche sul suo volto apparve lo stesso identico bellissimo e gentile sorriso che aveva papà.
Non era andata affatto male, almeno quella giornata non si poteva paragonare al giorno prima. Ero riuscita a convincere papà e a ritrovare la mia forza di volontà e Liam e papà si erano finalmente rincontrati. E quello scemo di mio fratello aveva paura di un suo rifiuto, quando papà non aspettava altro che ritrovare suo figlio.
 
SPAZIO AUTRICE
Buuuonasera! :)) Questa volta sono stata brava, non vi ho fatto aspettare tanto :3 
Scusatemi se in questo capitolo non ho inserito anche gli altri ragazzi, ma volevo concentrare il capitolo sulla riconciliazione fra Liam e il padre.
E cooosa importante, Valerie è riuscita finalmente ad avere il sostegno del padre per poter diventare finalmente una cantante.
Chissa da adesso cosa succederà :3
Lasciate una recensioncina, non mordo mica! <3 <3 
Peace&Love

 

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Capitolo 11
*** Smile! ***


Da quando Liam e papà si erano ritrovati, passavo molto più tempo con mio fratello. Mi veniva a prendere a scuola e quando poteva si fermava a pranzo o a cena portandosi dietro, ogni tanto, uno dei ragazzi.
Più eravamo, più mio padre era felice, più io mangiavo.
 
“Il mio primo lavoro?” esclamai entusiasta.
Quella mattina mi era arrivata una chiamata da parte di Mary Kate per avvertirmi di andare subito in agenzia.
“Esatto!” confermò il Direttore “Qui sul tavolo ci sono una serie di buste, tutte proposte di programmi o artisti che vogliono lavorare con te, ancora non le abbiamo esaminate”
“Non ci credo!”
Spalancai gli occhi vedendo una pila di buste da lettera ammucchiate sul tavolo, saranno state una cinquantina più o meno.
“Eh già! Qui dentro ci sono proposte per pubblicità, serie TV, programmi di varietà.. sarà veramente dura scegliere” continuò perplesso il Direttore.
“Se non sbaglio” intervenne Mary Kate “Anche i One avevano molte proposte e sei stato abilissimo a scegliere il loro primo ingaggio, e la loro stesura è stata un successo. Non dovrebbe essere difficile con Valerie”
Non sapevo se prendere le parole della mia agente come un’offesa o un complimento, comunque ci pensai poco perché la mia attenzione venne richiamata da un rumore proveniente da dietro la porta per poi vedere un’ombra scomparire. Un secondo dopo entrarono Liam, Niall, Harry, Louis e Zayn.
“Valerie!” mi richiamò Liam.
“Ciao Harry! Ciao ragazzi!” mi alzai di scatto per andarli a salutare.
Liam alzò gli occhi al cielo “Ora non saluta più nemmeno suo fratello”
“Qualcuno sa perché Penny correva come una pazza qui nel corridoio?” s’intromise Louis.
Tutti scrollammo la testa confusi.
“Allora, hai ottenuto il tuo primo ingaggio?” chiese Zayn.
“No, ancora no. Il Direttore deve decidere”
“In ogni caso, buona fortuna piccola” Harry mi si avvicinò stampandomi un bacio sulla guancia.
Mi sentii arrossire al contatto delle sue labbra contro la mia pelle.
Abbassai lo sguardo balbettando un “Grazie”.
“Ehi Valerie, vedi di non mettere in imbarazzo tutti!” fortuna che c’era Niall che sapeva sempre come mandare avanti la situazione.
“Certo! Vi prometto che farò del mio meglio!”
“Bene, noi andiamo che è tardi” annunciò Liam “Eravamo passati solo per salutarti e mi raccomando sorellina, non fare danni” anche lui mi stampò un bacio sulla guancia.
“Tranquillo Liam” lo rassicurai “Andate e.. Non fate disperare Paul!”
“Mary Kate, porta Valerie a fare un giro per gli studi che mi pare che non li ha mai visti” ordinò il Direttore “Io intanto comincio a dare un’occhiata alle possibili offerte”.
 
Mary Kate mi ha fatto fare il giro degli studi quattro volte assicurandosi che io abbia capito a fondo il concetto di “Seria e professionale”. Dovevo fare una buona impressione. Come se poi servisse a qualcosa..
Avevo visto i “retroscena” dei ragazzi, e non mi erano sembrati tanto seri e professionali, dato che a dieci minuti dall’inizio del concerto erano ancora in giro per il backstage a correre come pazzi senza maglietta.. lasciamo perdere.
Mi conviene fare come aveva detto la mia manager.
La mia manager, però, ancora mi faceva strano.
La mia manager, che figata.
 
Ero seduta su un divanetto mentre aspettavo Mary Kate che era andata a prendrsi un caffè e il Direttore che ancora stava esaminando le lettere nel suo studio quando vidi Penny correre verso di me con il fiatone.
“Valerie, proprio te stavo cercando” ansimò “Il Direttore mi ha detto di darti questa busta e che devi recarti immediatamente nel luogo scritto qui”
Mi alzai di scatto e afferrai la busta “Finalmente, grazie Penny” mi congedai per poi correre al bar e informare Mary Kate della decisione del Direttore.
 
E in men che non si dica, salto dal costumista per il vestito di scena, un bel panino e una bottiglietta d’acqua, che Mary Kate mi aveva gentilmente offerto e.. Ash che non so secondo quale legge animalistica era riuscito a raggiungermi prima che la mia manager mettesse in moto la macchina.
“Invece di fissare il panorama e parlare con il tuo gatto, prendi questo e dimmi dove dobbiamo andare. Il posto si chiama Baltimore Hotel”
Mary Kate mi passò un depliant, con la sua solita gentilezza e Ash cominciò a miagolare indicandomi un vecchio edificio, che a vederlo sembrava dovesse cadere a pezzi da un momento all’altro.
“Ash.. Non credo sia quello il posto dove..”

Come non detto.. era esattamente quello il posto dove avrei svolto il mio primo lavoro, magnifico.
“Mi scusi.. è questo il Baltimore Hotel?” chiese Mary Kate a un omino che stava lì nel giardino a potare le piante.. credo.
“Si, si è questo. E io sono il signor Baltimore, voi?”
“Io sono Mary Kate e questa ragazze è una delle nostre artiste, Valerie”
“Buongiorno Signor Baltimore” salutai educatamente sforzandomi di sorridere.
“Aah piacere di conoscervi, prego prego venite” il Signor Baltimore ci fece cenno con la mano di seguirlo “Sai, sei proprio una ragazza molto carina Caterine”
“Ehi io mi chiamo Valerie e non Caterine” protestai.
Cominciamo proprio bene.
“Protestratrice” mi richiamò Mary Kate “Lascia fare a me”
Cominciammo a seguire il proprietario all’interno dell’hotel.
“Mi scusi Signor Baltimore, si sa già che ruolo dovrà ricoprire la nostra artista, Valerie” chiese evidenziando il mio nome.
“Si infatti!” esclmai con quel po di entusiasmo che mi era rimasto “La parte in un film? Una pubblicità? Una serie TV?”
“Eh? Ma di cosa state parlando?” domandò confuso il proprietario dell’hotel.
Si fermò davanti la porta di una stanza infondo ad una corridoio.
“Il lavoro per cui ti abbiamo chiamata è quello scritto lì sopra!” disse aprendo la porta e indicando un cartello sbilenco che scendeva al soffitto con la scritta “SKETCH UMORISTICI”.
Spero scherzi..
Era la stanza più triste che abbia mai visto in vita mia: alla parete di fondo era stato allestito un piccolo palchetto con un mifrocono sbilenco come una scritta, come pubblico c’era una coppia di anziani che dormiva sul pavimento, una coppia di ragazzi che sorseggiavano del thè e dei regazzini urlanti e saltellanti.
“Caterine sarai l’assistente del presentatore di questo spettacolo”
Valerie!” tuonammo insieme io e Mary Kate.
Se lo ricorderà prima di sera? Comunque.. assistente di un presentatore televisivo? Non male dai.
“È fantastico! Vorrei proprio saper quando verrà trasmesso, almeno tutto il mondo potrà ridere insieme a noi!” dissi entusiasta.
Sentii una risata fuori campo.
“Che coincidenza!” esclamò il Signor Baltimore “Lui  il nostro presentatore".
Mi girai e alle mie spalle trovai un volto famigliare con i capelli brizzolati.
“Ma io la conosco! Lei è Jhonny Bacusho! Io sono Valerie Payne e questo è il mio primo lavoro, è un vero piacere fare la sua conoscenza e lavorare con lei!”
Chissà perché non mi sembrava felice e contento come me.. Ah, forse perché girò la testa dall’altra parte.
“Ero una sua grandissima fan!” continuai imperterrita “Seguivo tutti i suoi programmi, infatti quando è sparito dalla TV un po’ mi è dispiaciuto, mi chiedevo che fine avesse fatto e..” Mary Kate mi zittì tappandomi la bocca con la mano.
Ragazzina!” mi appellò abbastanza adirato “Scusa tanto se sono un presentatore dimenticato, in ogni caso sappi che non c’è nessuna possibilità che questa sottospecie di spettacolo in un misero hotel di campagna verrà trasmesso in TV in diretta mondiale, senza contare che i cabarettisti che si esibiranno questa sera sono pessimi”
BOOM. Spento l’entusiasmo, quel poco che mi era rimasto.
Ok, esaminiamo questi cabarettisti.
Effettivamente Jhonny non aveva tutti i torti: le battute erano terribili e le barzellette peggio, vogliamo parlare del mago? Ero più brava io a far sparire un panino di 3 kili in mezzo secondo.
“Comunque..” iniziò Jhonny “Cerca di fare del tuo meglio visto che per te è la prima volta, signorina”
Questo non era il Jhonny Bacusho che vedevo in televisione e mi faceva morire dalle risate..
“Valerie, tu aspetta un attimo qui io vado a chiamare il Direttore”
Cinque minuti dopo Mary Kate rientrò e mi spiegò che c’era stato un errore e che non era quella la lettera con il mio lavoro.
“Allora? Cosa vuoi fare?” mi chiese Mary Kate.
“Che?” domandai confusa.
“La scelta è tua, devi decidere se accettare o meno questo lavoro”
La voglia di ritarsi c’è.. ed è pure tanta, ma cavolo non mi sono arresa quando i provini erano per soli maschi perché adesso dovrei tirarmi indietro? Non è da me.
“Ho deciso che porterò a termine questa cosa” sentenziai convinta.
Mery Kate sembrava sorpresa “Se hai preso questa decisione devi portarla avanti fino in fondo.. D’accordo?”
“Certo, stasera farò del mio meglio!”
 
Finalmente sera, il tempo in quell’hotel sembrava si fosse fermato e avevo la sensazione che il nostro caro presentatore fosse più del solito di pessimo umore.
Eravamo pronti per andare in scena.
 
“Buonasera a tutti dal vostro Jhonny Bacusho!” esordì.
“È bello essere qui! Io sono Valerie Pa..” provai a dire ma Jhonny mi si parò davanti.
“Il cielo è stellato, il tempo ideale per una bella risata!”
Mi scansai sporgendo di fianco a lui “Hai assolutamente ragione Jhonny!” ma quest’ultimo mi diede una gomitata.
“Godiamoci subito quest’astmosfera di festa”
“E una serata piena di risate!” altra spinta.
“A rompere il ghiaccio ci pensano i giovani cabarettisti il Duo A&B!”
Perfetto.. nessuno se li fila, gli spettatori continuano a fare quello che stavano facendo precedentemente e un membro del duo è scoppiato in lacrime e Jhonny Bacusho? Bè Jhonny è da una parte a blaterare su quanto siano incapaci.
Ma che cavolo, invece di dargli una mano li demoralizza ancora di più!
“Mi scusi Signor Bacusho!” ringhiai alle sue spalle “Perché non la smette di disturbarmi e non collabora?”
“Oh devi scusarmi” si girò con un ghigno “Non mi ero nemmeno accorto della tua presenza
Ora gli do un pugno.
“E questo perché non hai né il carisma né il talento di una vera artista, l’agenzia è veramente caduta in basso se cerca di lanciare una ragazzina come te, anche gli One Direction vedono CD perché hanno un viso carino ma non hanno un briciolo di talento!”
Il pugno me lo aveva dato lui dicendomi che non avevo né carisma e né talento, ma dire che MIO fratello, il MIO migliore amico, Harry, Louis e Zayn non hanno un briciolo di talento.. questo è troppo, ma come si è permesso.
GLI ONE DIRECTION SONO UN GRUPPO CHE HA TALENTO DA VENDERE!!
Tuonai nel microfono che mi aveva messo davanti Jhonny Bacusho, tutti si fermarono a guardarmi.
“Oh no.. mi fissano tutti”
Questa volta avevo esagerato, scappai via dalla stanza per nascondere la vergogna e la rabbia che provavo in quel momento.
Ripercorsi il corridoio a tutta velocità e senza accorgermene mi fermai proprio davanti a un poster dei One Direction, evidentemente prima non ci avevo fatto caso.
Ripensai a quella mattina, mi erano venuti tutti a trovare per sostenermi, mi avevano raccomandato di non fare danni e non mettere in imbarazzo nessuno.. sono proprio stupida!
Avevo promesso loro che avrei fatto del mio meglio.. Ok, forse è il caso di rientrare.
Corsi sul palco dove c’erano ancora i comici
“Su ragazzi non disperatevi e facciamo andare avanti questo spettacolo!”
Insieme al Duo A&B e con l’aiuto straordinario del mio piccolo amico Ash riuscimmo a mettere in atto una piccola recita e gli spettatori non erano mai stati così attenti come ora e soprattutto.. Ridevano!
Poi fu la volta del mago, nel frattempo la stanza si stava riempiendo.
Tirò fuori le carte.
“No! Niente carte” corsi davanti a lui e sostituii le carte con un cappello a cilindro nero.
Questa volta riuscì a far scomparire e riapparire Ash dal cappello.
“Wow  la prima volta che mi viene un trucco al primo colpo” esclamò lui accarezzando Ash.
“Basta avere un po’ di fiducia” lo incoraggiai.
Ritirò di nuovo fuori le carte e continuò con i suoi trucchi.
E adesso altro cabarettista, anche lui con un po’ di incoraggiamento ebbe il suo successo.
“Grazie Valerie, per merito tuo siamo riusciti a mandare avanti lo spettacolo”
Tutti gli artisti mi ringraziarono dietro le quinte.
“Cosa credete? Lo spettacolo non è ancora finito!”
Presi in mano il microfono dall’ultimo comico e cominciai a girare per il pubblico facendo battute e coinvolgendoli, gli attori fecero lo stesso.
Sentii dei passi avanzare nella mia direzione, mi voltai per trovare un Jhonny Bacusho che mi guardava in cagnesco.
“Che brutto sguardo..” commentai.
“Come ti sei permessa? Come si pormette una ragazzina senza nessuna esperienza a far ridere la gente e hai anche avuto il coraggio di mescolarti al pubblico per causa tua adesso io..”
Notai i che le sue mani stavano tremando mentre mi grugniva contro quelle parole e poi come sarebbe? L’unica cosa che mi riesce bene è far ridere la gente, è una cosa bella! Parla come se ho ucciso qualcuno.
Improvvisamente i comici mi si pararono davanti.
“Da questo momento..” il signor Bacusho ricominciò a parlare “Dovrò difendere la mia reputazione..”
“E quindi?” lo sfidai.
Con mio stupore la tensione sul suo viso si allentò.
“E quindi non so se ne sono ancora in grado..” confessò “Però osservandoti mentre facevi di tutto per mandare avanti lo spettacolo, mi sono ricordato che una volta esattamente come te..”
“Glie l’ho detto che quando ero piccola io la seguivo sempre.. Le barzellette che lei raccontava erano così divertenti e io scoppiavo sempre a ridere sa.. le vedevo insieme a Niall, quello che lei prima ha chiamato ‘bel faccino senza nessun talento’”
“Hai ragione ma a volte succede che si dimentica di come si è e ci si ritrova arroganti. Ti chiedo scusa per come ti ho trattata e chiedo scusa anche a voi” si rivolse ai comici “Qui con l’aiuto di Valerie state facendo ridere gli spettatori mentre io vi ero solo d’intralcio”.
Era sinceramente dispiaciuto.
“Ma adesso, prometto di impegnarmi a tornare me stesso, voglio far ridere la gente come una volta!”
Così lo spettacolo ricominciò.. o quasi, le luci andarono via di colpo.
Jhonny Bacusho si demoralizzò di nuovo e io dovevo trovare assolutamente una soluzione.
Improvvisamente i nostri volti vennero illuminati da un fascio abbagliante di luce proveniente da fuori, passando per la finestra.
Mi avvicinai sporgendomi dal vetro per cercare di capire chi fosse il nostro salvatore.
Mi apparve il faccione di Louis spiaccicato sul vetro.
“Idiota! Mi hai fatto prendere un colpo!” esclamai indietreggiando e mettendomi una mano sul cuore.
“Ha viso Signor Bacusho? Sono arrivate anche gli One Direction”.
“Ehi Valerie” finalmente la voce amica di mio fratello.
Mi precipitai verso di loro sul palco.
“Ragazzi che bello vedervi! Cosa ci fate voi qui?”
“Stavamo cercando un posto per lo spettacolo” iniziò a spiegare Zayn.
“Ma il Direttore era molto preoccupato per te” continuò Harry.
“Così abbiamo fatto una deviazione” concluse Niall.
“Ma che dolci che siete stati” dissi guardandoli con gli occhi che mi brillavano.
Erano stati proprio loro a darmi la forza per non mollare e ora me li ritrovavo qui davanti.
“Non dovresti andare in panico per un semplice calo di corrente, adesso vai che il pubblico ti sta ancora aspettando” mi ricordò Liam.
Mi diressi di nuovo verso il Signor Bacusho e gli porsi un microfono “Forza, il pubblico è ancora tutto qui che attende il suo numero”
Anche i comici mi raggiunsero.
“Abbiamo cominciato questo lavoro grazie a lei”
“Se siamo riusciti noi a farli ridere per lei sarà uno scherzetto”
“Tocca a lei Jhonny” lo incoraggiai ancora una volta.
Finalmente si convinse e insieme finimmo lo spettacolo.

SPAZIO AUTRICE
*Rullo di tamburi*
Finalmente sono tornata a rompervi le balle con questa FanFic, scusate chiedo veramente scusa per avervi fatto aspettare praticamente quattro mesi prima di aggiornare il capitolo, ma il tempo è veramente poco e io non ne ho.. almeno fino a Luglio ç_ç  Spero solo che non ripassano quattro mesi prima di aggiornare nuovamente! Ma chiacchiere a parte parliamo del capitolo:
Valerie ha ricevuto il suo primo lavoro ma grazie alla sua determinazione e un piccolo aiuto è riuscita a salvare la situazione come al solito.
Vi do delle piccolissime anticipazioni, nel prossimo capitolo la nostra protagonista si troverà a rivestire un ruolo un po' insolito.. Con la sua sbadataggine ne sarà all'altezza? 
Pasqua si avvicina e io vi regalo delle uova della Kinder se mi fate sapere che ne pensate del capitolo o della storia con una piccola recensioncina :D
Grazie a chi segue e recensisce! <3 <3 

Stay Tuned xxx

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Capitolo 12
*** Work out ***


Vi giuro che il muro della mia stanza non è mai stato così interessante come questo momento, immagino che potete dedurre facilmente cosa io stia facendo o stia cercando di fare.. Mi improvviso esperta di muri quando non ho voglia di studiare.
Diciamo che la concentrazione non è mai stata il mio forte e questa venne a meno del tutto quando nel programma che stavo “vedendo”, o meglio che usavo di sottofondo, apparve una ragazza di circa la mia età di nome Emma, la conoscevo, in poco tempo era riuscita a spopolare.
“Al diavolo!” chiusi il libro con violenza e mi buttai per terra a guardare la TV con il disappunto di Ash.
“Non mi guardare così! Mi fai sentire in colpa.. Invece di guardare me guarda quant’è brava Emma”
Rimasi incantata a guardare la ragazza che ballava e cantava e non solo era nel programma ma aveva una pubblicità tutta sua della più famosa marca di cosmetici: la RaimbowCosmetic.
Appena finì la pubblicità di Emma mi squillò il telefono.
“Pronto?”
“VALERIE ASCOLTAMI! DEVO DIRTI UNA COSA IMPORTANTE!” era il Direttore.
“SI MA CHE COSA SI URLA!”
“Valerie tutto apposto?” sentii la voce di mio padre provenire dal piano di sotto.
“SI PA’ TUTTO BENE!”
Questa casa è diventata un porto di mare.
“Valerie, una notizia sensazionale” il Direttore catturò la mia attenzione “C’è la possibilità che potresti diventare la nuova testimonial della RaimbowCosmetic”
Momento.. Cosa?
“Le vendite di Emma hanno superato ogni previsione, perciò la Raimbow ha deciso di distribuire un’altra linea di cosmetici con il volto e il nome di un’artista e tu sei una delle candidate che sono state selezionate per il lancio, ti rendi conto? Potrebbe anche nascere la nuova linea Valerie”
“Serio?”
 
Eh sì.. a quanto pare il Direttore era serio, così il giorno dopo mi ritrovai in macchina con lui e Mary Kate.
“I dirigenti si sono innamorati di te dopo aver visto la pubblicità della torta e prenderanno una decisione definitiva dopo il colloquio, quindi, sfodera il tuo sorriso migliore”
“Ovviamente! Ancora non ho fatto vedere i miei occhioni dolci, è l’arma segreta!”
“Niente occhioni dolci!” mi rimproverò Mary Kate “Devi essere professionale e sorridente”
“Ok” sbuffai appoggiando la fronte al finestrino.
“Tuttavia” riprese a parlare Mary Kate “Questo incontro non sarà per niente facile. La direttrice della RaimbowCosmetic ha una reputazione da tiranno”
Lei si che sapeva sempre come incoraggiarmi e non farmi entrare nel panico.. Che fortuna!
Finalmente arrivammo.
Dentro la stanza c’erano circa sei o sette rappresentanti seduti ad un lungo tavolo di legno. Tutti mi stavano fissando.
“Salve a tutti! Mi chiamo Valerie Payne, piacere di conoscervi!” dissi sfoderando uno dei miei sorrisi migliori come aveva detto il Direttore.
“Molto bene, molto bene” uno dei rappresentanti parlò “Vedo che hai lo stesso sorriso della pubblicità, fantastico”
“Quindi possiamo dedurre che la nascita della linea ‘Valerie’ sia ufficiale?” chiese il Direttore.
“Ma certo” un altro dei rappresentanti parlò “non credo si possano trovare artiste migliori di questa ragazza. Mi sembra che lei ci rappresenti alla perfezione”
“Grazie! Prometto che non vi deluderò”
Improvvisamente tutti si alzarono con lo sguardo rivolto verso la porta: era appena entrato il Presidente.
“Buongiorno Presidente” dissero in coro i rappresentanti, nemmeno noi a scuola facevamo così con i professori.
“Buongiorno, io sono Valerie” salutai educatamente.
Era una donna veramente bella: alta, secca ma non troppo, una bella chioma bionda e due grandi occhi verde scuro.
“E così saresti tu”
Si avvicinò a me e cominciò a toccarmi il viso. Che diavolo stava facendo?
“Noto che hai una pelle molto liscia”
Ah ecco, ora si spiega
“E hai un viso molto carino”
“Grazie.. signora, Presidente..?” chissà se potevo chiamarla così.
“Miley posso farti una domanda?”
“Certo, chieda pure”
“Che tipo di artista vorresti diventare?”
Eh.. bella domanda, in realtà non ci avevo mai pensato. Mi rivenne in mente la pubblicità di Emma che avevo visto la sera prima.
“Mi piacerebbe diventare un’artista completa che brilli come una stella e togliere il fiato a tutti i miei fan”
“Capisco” sospirò “Mi dispiace averti fatto perdere tempo. Il nostro colloquio si conclude qui”
Aspetta.. che?
“Tu non hai la minima idea di che cosa significa essere un’artista. Non posso affidarti un progetto così importante rischiando di mettere a repentaglio la nostra azienda”
La mia strabiliante carriera stroncata sul nascere. Forse aveva ragione, forse non ero tagliata per fare l’artista e forse realmente non sapevo cosa significasse.. Con la mia determinazione ho superato tante prove, ma evidentemente non era bastato.
“Ma Presidente, questa ragazza..” cercò di giustificarmi. Ma riconoscevo da sola che ero ingiustificabile
“Non voglio obiezioni. Arrivederci”
“Aspetti Signora, mi dia almeno una spiegazione” si intromise il Direttore.
“Ho già detto tutto, non ho bisogno di aggiungere altro” si congedò così chiudendosi la porta alle spalle
 
“Non capisco, che cosa ho detto di così sbagliato?”
Mi ero abbandonata sul sedile posteriore della macchina con lo sguardo rivolto verso il finestrino.
“È chiaro che l’immagine che ha di un’artista non è quella che oggi le hai dimostrato tu” Mary Kate doveva sempre mettere il dito nella piaga.
“A dire la verità.. non mi sono mai interessata al ruolo d’artista.. ma dopo oggi immagino di non avere grandi possibilità” sospirai mentre guardavo fuori dal finestrino le altre macchine sfrecciare di fianco a noi.
“Forse so come aiutarti. Cominci domani mattina presto” annunciò il Direttore.
Per tutto il resto del tragitto nessuno disse più niente.
“Papà sono tornata!” urlai una volta entrata in casa.
Mi precipitai su per le scale, senza sentire nemmeno la risposta di mio padre. L’unica cosa che volevo in quel momento era un letto, un paio di cuffiette, la voce di mio fratello e dei ragazzi e le loro canzoni.
Guardai l’orario, avrei tanto voluto chiamare Liam per avere un po’ di supporto.. magari sarebbe venuto qui con una super pizza e Harry, ma mi aveva detto che avrebbe avuto da fare tutto il giorno insieme agli altri, quindi niente Liam, niente super pizza e niente Harry.

“Cinque del mattino.. non mi sono mai svegliata così presto. Chissà che cosa ha in mente il Direttore” borbottavo tra uno sbadiglio e l’altro mentre aspettavo Mary Kate e il Direttore al freddo davanti gli studi ed erano anche in ritardo. Non so nemmeno come ho fatto a svegliarmi così presto, la sera prima mi ero addormentata con le cuffiette e la musica alta, era un vero miracolo che avessi sentito la sveglia.
Mi misi seduta sul bordo del marciapiede e poggiai la testa sulle ginocchia, chiusi gli occhi un attimo, giusto per riposarli.. Dieci minuti..
“Dormigliona, tutto ok?”
Stavo decisamente sognando per sentire la voce di Harry a quest’ora del mattino.
“Riesce ad addormentarsi pure per strada, è un caso perso”
Non poteva mancare anche la voce di Niall.
“Valerie svegliati”
E anche mio fratello.
 Forse ora non ero proprio sicura di sognare. Aprii gli occhi e alzai la testa, mi ritrovai Harry, Niall, Liam, Louis e Zayn schierati davanti a me.
Però pensandoci bene poteva essere un bellissimo sogno ad occhi aperti.
“Se sto sognando non mi svegliate” balbettai con la voce impastata di sonno.
“Cosa ci fai per strada con quel cuscino?” mi chiese Niall alzando un sopracciglio.
“Niente niente” lo nascosi dietro la schiena imbarazzata.
Non avevo la più pallida idea del perché mi ero portata un cuscino, sicuramente quella mattina non avrei voluta abbandonare così presto il mio letto.
Il biondo alzò gli occhi al cielo “Dai sbrigati ed entra in macchina”
“Buongiorno Valerie, spero che tu sia pronta” mi salutò il Direttore appena entrai in macchina
“Ehm.. pronta per dove?” chiesi confusa.
“Vorrei che tu iniziassi a capire un po’ come funziona l’ambito artistico e cosa vuol dire essere un’artista con i suoi pro e i suoi contro, quindi oggi seguirai i One Direction come membro dello staff” spiegò.
“Membro dello staff?”
“Esatto, oggi starai insieme a noi in qualità di apprendista. Ti dovrai occupare un po’ di tutto” spiegò ancora Mary Kate.
“Beh sorellina, sarà dura quindi buona fortuna” disse Liam.
“E cerca di non farci fare figuracce” s’intromise Niall.
“E tu cerca di non essere simpatico anche di mattina così presto” risposi cercando di mantenere tutta la calma possibile.
“Valerie so che puoi farcela, non sprecare questa occasione” c’è qualcosa di più dolce e adorabile di Harry? Non credo..
“Grazie Harry farò del mio meglio” dissi con un sorriso a trentadue denti.
Se c’era una cosa positiva di questa specie di progetto è che avrei potuto passare tutta la giornata insieme a lui e ovviamente imparare qualcosa sul loro mondo.
“Il solito sdolcinato” lo punzecchiò Louis.
 
Una volta arrivati a destinazione mi affidarono il compito di preparare il camerino con i vestiti dei ragazzi che gli sarebbero serviti per fare il nuovo servizio fotografico. Mentre i ragazzi e il Direttore erano andati a salutare la troup fotografica io mi ero incollata i loro cinque borsoni fino al camerino. Cominciai a disfare i bagagli.. la verità?
Non avevo la più pallida idea da dove cominciare, non avevo mai rimesso a posto nemmeno camera mia, figuriamoci.
Cinque borsoni, mille vestiti per i cambi di scena.
Che diavolo dovevo fare? Cominciai a disfare le valigie e ad appendere i vestiti nell’armadio, ma dopo il terzo borsone, mi accorsi che nell’armadio non c’era più posto così presi i vestiti nell’armadio, le stampelle rimanenti, un paio di sedie e cominciai a disporre i vestiti su questi oggetti.. non era proprio ordinatissimo ma almeno avevano tutto a portata di mano.
“Valerie si può?” la voce di Zayn arrivò da dietro la porta
“Certo, certo entrate pure” li incitai tutta soddisfatta del mio lavoro.
“Spero scherzi..” sbraitò Niall.
“Che c’è? Che ho fatto?”
“Valerie questo non è un camerino, sembra un negozio di vestiti” disse sconcertato Liam.
“Smettetela è perfetto” meno male che c’era Harry che apprezzava quello che facevo.
“Si Harry ha ragione. E poi dai a chi piacciono le cose ordinate?” concordò Louis.
 Iniziato il servizio mi permisero di assistere agli scatti.
Erano davvero bellissimi, così spontanei, così naturali sembravano essere nati per essere delle star. Erano così perfetti in quello che facevano che provavo quasi invidia nel guardarli, non sembra nemmeno che stiano lavorando.
“Ragazzi dai veloci che abbiamo un’intervista tra pochi minuti!” li richiamò il Direttore.
“Si abbiamo finito!” annunciò Zayn
“Forza Valerie vieni” disse Liam passandomi accanto di corsa
“Cosa? Aspettatemi!” urlai mettendomi a correre a mia volta.
Fortuna che l’intervista si teneva nello stesso palazzo.
E anche durante le domande i ragazzi erano assolutamente tranquilli, ridevano e scherzavano tra di loro.
“Valerie mi potresti portare dell’acqua per favore?” mi chiese gentilmente Liam facendomi l’occhiolino.
“Si Liam arrivo subito”
Mi diressi al bar e pensai bene di chiedere cinque bicchieri d’acqua, la signorina del bar me li mise sopra un vassoio.
Forse avrei dovuto ordinare delle bottigliette d’acqua, già il mio equilibro non era gran che normalmente, figuriamoci con un vassoio traballante con cinque bicchieri d’acqua posati sopra. Stranamente mancavano pochi passi ed ero arrivata a destinazione
“Liam arrivo! Ragazzi ho portato un bicchiere d’acqua anche per voi” annunciai.
Camminavo tutta convinta verso di loro, ma si sa, nel momento in cui si è più convinte.. va tutto storto.
Inciampai e rovesciai tutto il vassoio con l’acqua addosso a Niall provocando una risata generale, meno che la sua e ovviamente la mia
“Oh Dio scusami!” dissi mettendomi le mani davanti la bocca.
“Valerie..”
“Io.. Io.. sono così sbadata e maldestra, non volevo Niall scusa”
“Valerie..” prese un respiro profondo “Forse è meglio che tu vada a mettere apposto il camerino, qui abbiamo quasi finito”
“Ok..” ubbidii mortificata per quello che era appena successo.
Non ne riesco a fare nemmeno una giusta, sono veramente un disastro. Se continuo così non entrerò mai realmente nel mondo dello spettacolo.
Altra corsa, questa volta attraverso il gruppo di fan che stavano aspettando i ragazzi fuori la stazione Radio, dove si sarebbero esibiti con il nuovo singolo. Si fermarono giusto a fare un paio di foto e qualche autografo ma avevano il tempo contato, mentre io non ero per niente abituata.
Stessa storia accadde quando uscimmo dalla Stazione Radio e corremmo attraverso il gruppo di fan per arrivare alla macchina che ci avrebbe portati in uno studio fotografico per fare un altro Photoshoot.
Grazie al cielo il servizio fotografico che c’era prima di quello dei ragazzi ancora non era finito, quindi avevamo cinque minuti di pausa per riprenderci. E soprattutto per riprendermi.
Mi abbandonai sulla prima sedia che trovai “Che fatica” sbuffai poggiando la testa sul tavolo.
“Come va?” Quella meravigliosa voce roca e profonda.
“Bene.. un po’ stanca”
“Ci credo” Harry si sedette accanto a me  “All’inizio è sempre così anche a me ci volle un po’ per abituarmi ma poi si hanno tante soddisfazioni”
“Già.. non immaginavo fosse così essere famosi”
“E tu perché oggi fai parte dello staff?”
“Diciamo che ieri ho fatto una mezza figura di merda ad un colloquio molto importante. Ho dato una risposta totalmente sbagliata e ora che ci penso anche più tosto infantile”
“Capisco”
“Pensavo che essere famosi equivalesse ad una vita bella senza impegni, senza corse a destra e a sinistra e senza nessuno che decidesse quello che devi fare”
“E questo ti scoraggia?” chiese appoggiandomi una mano sul ginocchio.
“No..” balbettai fissando la sua mano e arrossendo al suo tocco “Al contrario! Vorrà dire che dovrò impegnarmi a fare di più e fare sempre meglio” infondo era per lui che avevo deciso di fare tutto questo.
“Te l’avevo detto che non avevi la stoffa per fare l’artista” comparve Niall all’improvviso.
“E sapevi anche che ho il coraggio di darti un pugno in faccia? Quando diventerò anche io un’artista vedremo se hai ancora la voglia di prendermi in giro” ringhiai
“Come vuoi” sbuffò
 
“Ma quella.. Quella è Emma!” gridai alzandomi all’improvviso quando apparve da dietro la porta della stanza dove si sarebbe tenuto il Photoshoot dei ragazzi “cavoli è bellissima”
“Ed ha anche molto talento da quando ha debuttato a 14 anni le sue canzoni sono sempre state in vetta alla classifica e non solo ha doti canore ma è anche una bravissima attrice e una bravissima ballerina” spiegò Maty Kate.
Ecco che tipo di artista sarei voluta diventare
“È una delle migliori” confermò il Direttore.
Oltre a essere bravissima e bellissima è anche molto gentile. Parlava con i ragazzi, si conoscevano e si vede che si rispettano e hanno stima reciproca. Si è scusata con loro dicendo che il ritardo era causato dal fatto che nessuno delle foto che aveva fatto la convinceva e da qui si poteva capire che è molto professionale e dura con se stessa.
“Ciao, anche tu fai parte dello staff dei One Direction” disse rivolgendosi a me con un sorriso.
Mi guardai intorno per essere sicura che stava parlando proprio con me “Io.. ehm.. si”
“Scusa se vi ho fatto aspettare” si scusò abbassando la testa, tipo come fanno i giapponesi.
“Ma no, non ti preoccupare” dissi agitando le mani.
“Ma tu sei Valerie, quella della pubblicità”
Davvero mi aveva riconsociuta?
“Si sono io” confermai scuotendo la testa.
“Oltre a essere carina in televisione sei carina anche dal vivo”
La mia stima per lei era salita fino alle stelle.
“Vieni ti offro qualcosa” disse gentilmente.
La seguii fino al bar dello studio e nel mentre le raccontai il motivo del perché oggi mi toccava questo lavoro.
“E così ti hanno fatto entrare nello staff per farti imparare questo mestiere. Dovrei fare anche io la stessa cosa” commentò Emma.
“In realtà non è che devo fare tante cose. Ma la verità è che non sapevo proprio niente di questo lavoro” ammisi.
“Già. Tutti pensano che sia un mondo fantastico, ma la realtà è ben diversa. Però se resisti tutti i tuoi sforzi saranno premiati”
“Si..” acconsentii prendendo un sorso di thè.
“Toglimi una curiosità, come mai hai deciso di diventare un’artista?” domandò
“È un motivo veramente stupido ma.. inizialmente l’ho fatto perché il ragazzo che mi piace è un cantante, quindi ho deciso di avvicinarmi al suo mondo” spiegai fissando la mia tazza.
“Quindi è per amore. Io direi che non è proprio stupido come motivo, i nostri sentimenti sono una buona motivazione per riuscire” mi incoraggiò sorridendo “Ora scusami ma devo andare che si è fatto tardi. Spero di incontrarti di nuovo” prima di tornare a mettere a posto il camerino dei ragazzi la vidi allontanarsi e  parlare con una donna dal volto famigliare. Ci pensai un attimo, e poi mi venne in mente quella era la Presidentessa della RaimbowCosmetic.
 
La nostra ultima tappa del giorno sarebbe stato un hotel con una piscina immensa dove i ragazzi avrebbero dovuto girare il nuovo video.
“Abbiamo un problema” annunciò un ragazzo addetto alle riprese prima che i ragazzi potessero arrivare in piscina.
Lo seguimmo per permettergli di mostrarci quali complicazioni erano avvenute
“Ma saranno più di 200 ragazze, come hanno fatto a saperlo?” esclamò il Direttore stupito.
Lungo il bordo della piscina si era formato un mare di ragazze in attesa dei loro idoli.
“Evidentemente qualcuno ha sparso la notizia. Ma in queste condizioni non so come si possa girare” disse Mary Kate.
“Ma noi dobbiamo farlo.. Vorrà dire che terremo solo alcune di loro e le altre dovranno andarsene” annunciò il Direttore
“No aspetti un momento” lo fermò Liam
“Come facciamo a scegliere chi mandare via” continuò Zayn.
“Si arrabbierebbero” osservò Louis
“E poi non è giusto”
“Dobbiamo trovare un altro posto per cantare” propose Niall
“Non è così semplice, è già tutto montato. Mary Kate, Valerie dobbiamo ristabilire l’ordine” decise desolato il Direttore.
 “Per favore, un attimo di attenzione. I One Direction devono girare un video, quindi per la vostra sicurezza allontanatevi dalla piscina” urlò un ragazzo ad un microfono.
Io nel frattempo mi assicuravo che nessuna delle ragazze cercasse di intrufolarsi di nascosto o che nessuno si facesse male. Mi sentito un body guard.. e questa cosa non mi piaceva per niente.
“Non è giusto” commentò una ragazza.
“Io mi sono fatta due ore di treno per venire fino a qui”
“Aspettavo questo momento da una settimana” piagnucolò un’altra ragazza ancora
No.. non potevo andare avanti a vedere i volti tristi di queste ragazze e a sentire i loro commenti. Ero qui ad impedire loro di vedere i ragazzi quando io mi sono addirittura infilata in un tubo dell’aria o travestita da ragazzo per vedere Harry, ed ora stavo imponendo a queste ragazze di andarsene senza nemmeno vederli. No,assolutamente no, non lo potevo permettere.
“Aspettate un attimo” gridai dentro un megafono fregato ad un tizio che mi era passato vicino in quel momento.
Lasciai la mia posizione per andare a parlare con il direttore dell’hotel e chiedergli se era possibile avere tutte le stanze dell’albergo che si affacciavano sulla piscina così da permettere alle fan di vedere i ragazzi. Accettò la proposta e annunciai a tutte le ragazze presenti di salire nelle rispettive camere per poter vedere i ragazzi e lasciare campo libero per le riprese.
I ragazzi cominciarono a fare le prove.
“Sono bellissimi!”
“Gurda Niall quanto è bello!”
“Senti che voce che ha Zayn!”
Ora i commenti che venivano dalle ragazze erano decisamente migliori di quelli di prima ed io mi sentivo soddisfatta di quello che avevo appena fatto, dopo gli innumerevoli casini combinati durante la giornata.
“Ehi ma tu non sei la ragazza della pubblicità?” mi chiese poi una ragazza vicino a me.
“Si sono io” annuii felice.
“Ti ringrazio per quello che hai fatto per noi”
“È il minimo ragazze”
“Spero tanto che diventerai un’artista, io ti seguirei sicuro” disse un’atra ragazza.
“Grazie” balbettai arrossendo.
 
La mattina seguente mi chiamarono con urgenza in ufficio, chissà se volevano farmi fare un’altra giornata da apprendista, infondo non mi era dispiaciuto poi così tanto.
“Bungiorno a tutti!” salutai appena entrata nella salette delle riunioni.
Notai subito che dentro quella stanza non c’erano solo il Direttore e Mary Kate ma, c’era anche un’altra donna: la Presidentessa della RaimbowCosmetic.
“Signora, buongiorno”
“Buongiorno a te Valerie. Ti stavo aspettando” disse poggiando una busta per le lettere sul tavolino.
La guardai interrogativa.
“Questa è una bozza del logo del nuovo marchio della mia azienda. Si chiamerà ‘Valerie Produce’” spiegò.
“La.. Valerie.. Produce” balbettai incredula “Ma sta parlando sul serio?”
“Ieri per gran parte della giornata ho avuto modo di osservarti”
Ora si che ero veramente stupita.
“Con questo prodotto vorrei tanto assomigliare alla bella Valerie Payne” parlò con un tono di voce che poteva sembrare quello di una fan “Sono sicura che sarai capace di onorare i sentimenti delle ammiratrici che vorranno assomigliarti” continuò tornando a parlare normalmente, sorridendomi.
“Ne sarei onorata” commentai euforica.
Beh.. se il buongiorno si vede dal mattino, quella sarebbe stata di sicuro una bellissima giornata. Non poteva iniziare meglio.
 
SPAZIO AUTRICE
Sì.. Avete ragione, sono una bruttissima persona e ho aggiornato il capitolo dopo quasi due mesi e mezzo. A mia discolpa posso dire che sono stata taanto impegnata con la scuola e gli esami e, finalmente ho finito, e l’estate è ufficialmente iniziata anche per me! *w*
Tornando alla storia, che ne pensate del capitolo? Se mi lasciate una recensioncina mi farebbe piacere, il fatto di regalare biscotti è ancora valido! u.u  E niente.. spero che vi sia piaciuto e non preoccupatevi, non ci metterò di nuovo due mesi per aggiornare :D
Stay tuned! 

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Capitolo 13
*** Music of the Heart ***


La pubblicità della nuova linea “Valerie Produce” era in televisione da poco più di una settimana ed io non potevo essere più felice. Aprii lentamente un occhio quando sentii la luce del sole riscaldarmi il viso. Era sabato mattina e non avevo scuola, sarei rimasta volentieri a dormire ma la sera prima avevo ricevuto un messaggio da Liam che diceva che ci saremmo visti  questa mattina in agenzia, e mio padre aveva ricominciato a parlare con la TV.. di nuovo. Mi strofinai gli occhi e riluttante mi alzai. Strusciai i piedi fino in cucina dove trovai mio padre abbracciato al televisore.
“Ehm.. ehm” mi schiarii la voce.
“Buongiorno Valerie!” Mi salutò senza lasciare andare l’apparecchio elettronico “Hai visto quanto sei bella nella tua pubblicità?”
“Papà..” sospirai “Va in onda da più di una settimana, non ti sei stufato di guardarla?”
“Assolutamente no” mi rispose come se lo avessi appena offeso.
Sbuffai sconfitta prima di fiondarmi sulla mia colazione, almeno quella l’aveva preparata per me e non per la mia immagine in televisione.
Finita la colazione mi diressi in camera per cambiarmi, prima di salire le scale, però, il mio sguardo cadde sul piano forte d’avorio della mamma: quello, penso, sia stato l’unico oggetto che ci ha seguito in tutti i traslochi. Né io né papà avevamo la forza per liberarcene. Ora che lo guardo mi vengono in mente tanti ricordi, io e la mamma cantavamo sempre insieme, aveva una voce angelica, mi aveva insegnato lei a cantare e a suonare il piano, ma da quando lei se n’era andata quei tasti neri e bianchi erano rimasti fermi e io non avevo più aperto bocca per cantare.
Scrollai la testa, dovevo sbrigarmi o avrei fatto tardi.
 
“Buongiorno a tutti” salutai appena arrivata in agenzia.
“Valerie ti stavamo aspettando!” mi informò il Direttore entusiasta.
Presi posto accanto a Liam.
“Dove sono gli altri?” notai.
“Giorno libero” rispose alzando le spalle “c’è una visita per te, scommetto che ti piacerà”
Lo speravo vivamente, visto che di sabato mattina mi sono dovuta alzare presto, come minimo doveva sbucare Harry Styles con quei suoi adorabili ricci che urla “sorpresa!” e un vassoio di crepes in mano.
Ma non fu Harry ad entrare nella stanza. Al contrario entrò un ragazzo non troppo alto dai capelli rossi, gli occhi celesti e il viso cosparso di lentiggini, conosciuto in tutta Europa con il nome di Ben Coleman.
“B-Buongiorno” scattai subito in piedi.
“Valerie, che piacere conoscerti” mi tese la mano e la sua bocca si allargò in un sorriso “Sei esattamente come ti immaginavo, perfetta, assolutamente perfetta
Allungai la mano incerta. Perfetta? Per cosa?
“Ti spiego subito” s’intromise il Direttore “Ben è venuto qui perché noi vorremmo cominciare a promuoverti come cantante e lui vorrebbe essere l’autore del tuo primo Album”
Non so esattamente che faccia ho fatto quando ho sentito queste parole. Un misto tra lo stupore, la preoccupazione e il terrore. Cantate? Primo album? Non penso di essere pronta a tutto questo.
“Non sei contenta Valerie?” disse Liam alzandosi accanto a me e posandomi una mano sulla spalla.
“Contentissima..” mormorai a denti stretti abbozzando un mezzo sorriso.
Entrammo in sala registrazione: c’erano un microfono, un pianoforte, un complesso di batteria e un paio di chitarre.
“Tieni” ben mi porse un foglio con il testo di una canzone e si andò a sedere al pianoforte.. perfetto.
“Sai leggere uno spartito musicale?” mi chiese poi.
“S-si certo” balbettai.
“Fantastico” esclamò “Vorrei poter tornare a casa e scrivere dei pezzi con la tua voce impressa nella mente”
Mi sforzai di sorridere.
“Sei pronta?”
Feci cenno di sì con la testa. La verità è che non ero per niente pronta.
Ben cominciò a suonare ma le note del pianoforte arrivavano come lame nel mio petto, provai ad aprire la bocca per cantare e non ne uscì nessun suono. Mi schiarii la voce e riprovai.. ma niente, le parole non volevano uscire e la mia bocca si rifiutava di emettere suoni.
Ben smise di suonare deluso.
“Scusate..” dissi a testa bassa “Io.. Io non riesco a cantare”
“Che vuol dire che non riesci a cantare?” chiese Mary Kate alterata.
Esattamente quello che ho detto” non avevo per niente voglia di mettermi a discutere con lei in questo momento.
Non pensavo minimamente che la mia reazione fosse stata questa. È vero non avevo né più cantato né suonato il pianoforte, ma ogni tanto qualcosa a bassa voce da sola canticchiavo. Perché questo blocco?
“Mi dispiace ma se è così non potremo promuoverti come cantante..” avevo deluso anche il Direttore con il mio atteggiamento.
“Se ogni volta hai una reazione così, è impossibile che tu riesca a cantare in pubblico”osservò tagliente Mary Kate.
“Forse è meglio che io tolga il disturbo”
Ben si alzò e si avviò verso la porta
“No Ben, aspetta” lo bloccai prima che potesse andarsene “Ti prometto che mi eserciterò e canterò, ma dammi un’altra possibilità”
“Non credo che tu riesca a sbloccarti così facilmente” disse scrollando la testa.
“Ma io voglio cantare, lo faccio soprattutto per sentirmi più vicina a..” avrei tanto voluto dire a mia madre, e in parte era così, mi sarebbe piaciuto avere anche lontanamente la sua voce. Ma alla fine non lo facevo solo per lei “Per sentirmi più vicina alle persone che mi sostengono. Per favore”
“Due settimane a partire da oggi, non deludermi” sentenziò secco prima di andarsene.
“Valerie aspetta!” la voce di mio fratello mi bloccò sulla porta di uscita dell’agenzia “Ti accompagno a casa”
 
“Che diavolo ti è preso?” mi chiese Liam serio mentre controllava la strada.
“Niente” mormorai con lo sguardo basso sulle mie mani che si stavano intrecciando nervosamente.
“Non mi sembrava ‘niente’ la scena muta che hai appena fatto”
“È che..” le lacrime minacciavano di uscire, mi mozzicai il labbro inferiore per trattenermi.
“Valerie, non sei obbligata a parlarne se non vuoi, l’unica cosa che voglio dirti è che la ragazza che ho visto poco fa non eri tu”
Per tutto il resto del viaggio nessuno dei due aprì più bocca. Ogni tanto notavo Liam lanciare sguardi nervosi verso di me in attesa che gli dicessi qualcosa.
“Siamo arrivati” fu lui il primo a parlare.
“Sai..” non avevo ancora smesso di torturarmi le mani da quando eravamo partiti “Da quando la mia mamma non c’è più, non ho più provato a cantare. È lei che mi ha insegnato a cantare e suonare il piano..”
Liam mi ascoltava in silenzio mentre io gli raccontavo di mia madre, del pianoforte d’avorio, del canto e dei pomeriggi passati insieme a lei.
“Valerie io non immaginavo..” si scusò mortificato una volta che ebbi concluso il racconto.
“Tranquillo, non potevi sapere” lo giustificai dandogli una carezza.
“Se vuoi posso darti una mano”
Scrollai la testa “Voglio e DEVO riuscirci da sola”
“Sicura?”
“Sì”
“Ok, ma se hai bisogno di qualcosa chiamami. Promesso?”
“Promesso”
E con questa mia ultima affermazione mi abbracciò prima di lasciarmi scendere dalla macchina per tornare a casa.
 
Erano quasi passate due settimane ed io ancora non avevo concluso niente. Inizialmente avevo un blocco anche per suonare il piano, fortunatamente quello ero riuscita a superarlo. Ogni suono che emetteva quello strumento erano ricordi, ricordi che per quanto belli, facevano male.
Era venerdì, il giorno dopo sarebbero scadute le due settimane di tempo che mi aveva dato Ben e ovviamente la mia bocca si rifiutava imperterrita ad emettere un qualsiasi suono canoro intonato. Avevo deciso di fare una passeggiata nel parco per rilassarmi e schiarirmi un po’ le idee.
“Valerie che bello vederti!” sentii la voce di Harry chiamarmi.
Mi voltai per trovarmi Harry con gli occhi coperti da spessi occhiali da sole e i ricci schiacciati sotto un cappello.
“Harry che ci fai qui?”
“Avevo un po’ di tempo libero quindi ho pensato di farmi una passeggiata. Tu che ci fai qui?”
“Io.. beh.. ecco..” balbettai
“Qualcosa non va?”
Ringraziai mentalmente mio fratello per non aver detto a nessuno dei ragazzi del mio spiacevole incontro con Ben, tuttavia decisi di raccontare ad Harry quello che era successo, in quel momento avevo bisogno di parlare con qualcuno.
“Sono in un enorme pasticcio” piagnucolai abbandonandomi sulla panchina più vicina a me “Ben Coleman si è offerto di promuovere il mio primo album e di scrivermi le canzoni”
“Mi sembra fantastico!” esclamò entusiasta.
“Si, se non fosse per il fatto che ho un blocco e non riesco a cantare. Dopo che l’ho pregato di darmi un’altra possibilità mi ha dato due settimane di tempo. Scadono domani e io sto ancora a carissimo amico. Ci ho provato Harry, ma sembra che il mio corpo si rifiuta di cantare.. Non so più cosa fare”
Finii di parlare scoppiando in una risata nervosa, di sicuro non volevo piangere davanti ad Harry e soprattutto dovevo riuscire a cantare, altrimenti il mio sogno sarebbe finito ancora prima di iniziare.
“Il mondo è pieno di gente con una bella voce” parlò dopo una breve pausa di riflessione “Ma per gli artisti è un po’ diverso. I fan vogliono ascoltare le loro canzoni perché si immedesimano, li amano per quello che dicono ma anche per come lo dicono” spiegò mettendosi seduto accanto a me.
“In poche parole mi stai dicendo che amano la personalità dell’artista?”
“L’avevi detto tu stessa, ricordi? Volevi cantare per sentirti più vicina alle persone che ti sostengono. Per esprimere te stessa devi solo cantare come piace a te”
Forse avevo capito perché non riuscivo a cantare. Avevo paura, paura di non essere abbastanza brava, paura di deludere mia madre, paura di non avere una voce meravigliosa come la sua. Forse era proprio questo che mi bloccava. Harry aveva ragione, dovevo cantare come piace a me e soprattutto essere me stessa senza voler assomigliare ad altri.
“Harry.. Grazie!”
Ero così talmente felice che non mi ero resa conto che avevo espresso un po’ troppo la mia gratitudine e adesso mi ritrovavo con le braccia intorno al collo di Harry Styles e con la faccia sicuramente più rossa di un peperone.
“Ho un’idea, vieni con me” annunciò improvvisamente Harry balzando in piedi.
Mi prese la mano, facendo aumentare il rossore sulle mie guance.
Mi trascinò fino ad un edificio a Piccadilly.
“Aspetta qui un momento” disse lasciandomi su un balcone che dava sulla piazza.
“Dove vai?” provai a chiedere inutilmente visto era già scappato dentro.
Potevo vederlo dalle vetrate trasparenti che stava parlando con un uomo.
“Valerie prova a cantare” disse poi porgendomi un microfono da una delle vetrate
“Qui? Ora? Devo proprio?” mi lamentai, quasi come se lo stessi supplicando di portarmi via.
Troppo tardi, di fronte a me c’era un maxi schermo con sopra la mia immagine.
“Ehm.. prova, prova.. Mi sentite? Salve sono Valerie Payne” balbettai al microfono.
“Ehi ma quella è la ragazza della pubblicità delle torte”
“Sì ed è anche la testimonial della ‘Valerie Produce’”
“Com’è carina”
“Secondo voi cosa vuole fare?”

Il pubblico mi aveva riconosciuta ora era il momento di passare all’azione.
“Sono qui perché vorrei cantare una canzone per voi”
Subito piombò il silenzio in piazza, lanciai uno sguardo nervoso a Harry. Di tutta risposta lui alzò due pollici in su e scoprì due fossette che facevano da contorno ad uno splendido sorriso.
Ripensai a ciò che ci eravamo detti poco prima al parco, feci due respiri profondi e con le sue parole nella mente cominciai a cantare.
Stavo cantando sul serio, la mia voce era sorprendentemente simile a quella di mia madre, solo che questa volta ero io a cantare. Mi ero dimenticata della magnifica sensazione di libertà e di sfogo che ti da questa disciplina, era come se nulla, in quel momento mi potesse fermare.
Smisi di cantare e la reazione del pubblico fu positiva.
“Com’è brava!”
“Ha una voce meravigliosa”
“Spero che diventerà una cantante”

All’inizio volevo entrare a far parte di questo mondo solo per avvicinarmi a Harry, ma adesso è diverso, io sono diversa. Desidero farlo per tutte le persone che in questi mesi mi hanno conosciuta e apprezzata per quello che sono. È in momenti come questi che mi sento una vera artista.
Ora Ben non poteva dirmi di no.
 
SPAZIO AUTRICE
Buonasera! Avete visto? Non ci ho messo mesi per aggiornare ma solo una settimana, che brava! Cercherò di aggiornare ogni Domenica sera/notte. Forse salterò o questa o la settimana prossima per motivi tecnici. Comunque tornando alla storia questo capitolo non mi fa proprio impazzire, soprattutto la parte finale.. ma credetemi è stato veramente un parto perché non sapevo come scriverlo ç_ç Ora che ci penso non ho nemmeno un titolo da dargli.. I titoli stanno diventando un incubo D: e non so nemmeno cosa scrivere in questo spazio autrice, sto divagando.. l’età, la stanchezza, l’orario.. capitemi ç_ç Ringrazio tutti coloro che seguono la storia e se vi avanza del tempo lasciate anche qualche recensioncina per farmi sapere che ne pensate, non mi offendo eh!
Stay Tuned!

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