The Reason Of My Heartbeat

di AmandaBurton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1. ***
Capitolo 2: *** Chapter 2. ***
Capitolo 3: *** Chapter 3. ***
Capitolo 4: *** Chapter 4. ***
Capitolo 5: *** Chapter 5. ***
Capitolo 6: *** Chapter 6. ***
Capitolo 7: *** Chapter 7. ***
Capitolo 8: *** Chapter 8. 1/2 ***
Capitolo 9: *** Chapter 8. 2/2 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10. ***
Capitolo 11: *** Chapter 9. ***
Capitolo 12: *** Chapter 11. ***
Capitolo 13: *** Chapter 12. ***
Capitolo 14: *** Chapter 13. ***
Capitolo 15: *** Chapter 14. ***
Capitolo 16: *** Chapter 15. ***
Capitolo 17: *** Chapter 16. ***
Capitolo 18: *** Chapter 17. ***
Capitolo 19: *** Chapter 18. ***
Capitolo 20: *** Chapter 19. ***
Capitolo 21: *** Chapter 20. ***
Capitolo 22: *** Chapter 21. ***
Capitolo 23: *** Chapter 22. Epilogo ***



Capitolo 1
*** Chapter 1. ***


Chapter 1.
 
Quello faceva parte dei momenti che lui stesso avrebbe definito "da dimenticare".

Quel posto faceva pena anche solo a guardarlo.
Alberi ovunque, umidità, e grida.
Tante.
Troppe.

Gente che gridava e si abbracciava come se non si vedessero da anni.
Ed erano passati solo 3 mesi.

Ma poi, che avevano da essere così felici, Shawn ancora se lo chiedeva.

-Shawn- ripetè sua madre, forse per la millesima volta, a guardare la sua aria scocciata.
-Mh- mugugnò lui.

Era a causa sua se si trovava lì, no? Non aveva il diritto di fare l'offesa o l'arrabbiata.
Non ne aveva il fottuto diritto.
E suo padre poi, se ne stava lì a fissarlo fuori dalla macchina, domandandosi silenziosamente dov'è che avesse sbagliato con quel ragazzo.

-Shawn, vieni giù dall'auto- disse sua madre con voce piatta.
-Non voglio-
-Non fare il bambino- ringhiò lei.
-E tu non fare la stronza- scandì lui, con un sorriso.
Sua madre serrò la mascella.

Stava perdendo le staffe.
Ma si sarebbe contenuta, perchè cazzo, lì erano in un'altra città, fuori da uno dei collegi privati più costosi d'America.

La donna lanciò un'occhiata a suo marito.

-Shawn, vieni giù- disse lui, con l'aria annoiata di chi si trova tra i due fuochi perennemente.

Il ragazzo svogliatamente uscì dal caldo abitacolo, per ritrovarsi sullo stupido (e gelido) vialetto di quella stupida scuola, frequentata da stupide persone e dove lavoravano di certo stupidi insegnanti.

-Rimarrai qui solo per 9 mesi, lo sai- disse suo padre, estraendo le valige dal cofano.
-Solo? SOLO?- ripetè lui incredulo -Sono qui, l'ho solo guardata e già mi ha fatto venire voglia di comprare una bella corda resistente e uno sgabello di legno- disse (non proprio) sarcasticamente.

-Devi farlo- ringhiò sua madre -Abbiamo pagato una retta di 5000$!-
Shawn alzò le braccia al cielo -Quando ve l'ho chiesto?! Dio mamma, mi scarichi qui, sparisci per 9 mesi e poi torni a prendermi come se nulla fosse!-
-Lo faccio per il nostro bene- disse lei.
-Lo fai da quando sono nato! Non ricordo di aver visto le stesse facce per più di quei fottutissimi 9 mesi!-
-Modera il linguaggio ragazzino- fece suo padre, mentre gli porgeva il borsone.
Il ragazzo l'afferrò.
-Adesso vai, sarai in ritardo-

Shawn si allontanò.
-Tesoro..- urlò sua madre.
Lui si voltò.
-Ti vogliamo bene!- disse, con gli occhi lucidi.

Shawn sorrise dolcemente..prima di mostrargli il suo bellissimo dito medio.

_I'm back bitches!
Avevo minacciato il mio ritorno, e ho mantenuto codesta minaccia.
Sappiate che è una multiband (molto multi), e che, ora come ora, non so nemmeno io come va a finire.
I personaggi sono Shawn Milke degli Alesana, Dennis Lee (della medesima band), Matthew Tuck e Michael Moose dei Bullet For My Valentine, e Frank Iero (quel gran pezzo d'uomo) dei My Chemical Romance.. Ovviamente il tutto condito da un nuovo personaggio.
Confido in voi.
Dato che ancora non finisco di scriverla (strano), non so quando aggiornerò.
Rage&Love
-A_




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Capitolo 2
*** Chapter 2. ***


Chapter 2.
Per quanto l'esterno della St. Rose&Virgin Mary potesse essere patetico, nulla era paragonabile al suo interno.

Tende di velluto verde pendevano dalle grandi finestre con vetrate decorate, e mobili barocchi la fecevano da padrone in quell'inferno di lusso.

Shawn si guardò intorno.
Tutti indossavano la stessa orrenda uniforme: per i ragazzi c'era la tipica camicia bianca, con stemma della scuola annesso, e giacca verde; per le ragazze, la camicetta era leggera e trasparente, decorata di pizzo sangallo, abbinata al pesante gonnellino di velluto dello stesso colore delle tende.

Lui, indossava quell'oscenità da nemmeno 3 ore, e già si sentiva un'idiota.

Per noia, o semplicemente per perdere del tempo, di soffermò anche ad osservare le foto appese alle pareti: campionati, coppe, medaglie, e perfino sfilate.
Quella stupida scuola aveva tutto.
Tutto tranne l'aria interessante.
E soprattutto non era a Baltimora.
Ma nell'Idaho. Nei boschi sperduti dell'Idaho.

Dio.
Shawn odiava l'Idaho.

"Focalizza Shawn..è l'ultimo anno.." si disse tra sè, senza notare che qualcuno lo stesse osservando.

-L'autoconvinzione è l'unica risposta qui- disse il ragazzo che aveva accanto.
Shawn si voltò -Come scusa?-
Il ragazzo rise -Se preghi e ti convinci, forse arriverai alla fine- tese una mano -Io sono Dennis. Dennis Lee-
L'altro la strinse, senza dare una risposta.

-Hai già visto il dormitorio?- domandò Dennis.
Shawn scosse la testa.

Solo il pensiero di dover dividere la camera con qualcuno lo faceva rabbrividire.
Aveva sempre avuto la sua camera singola, buia e silenziosa.
Perchè avrebbe dovuto dividerla?
Cos'era, una tortura di quelle strane, stile stillicidio?

-Io sono in camera con un tipo nuovo- disse il ragazzo che aveva accanto -Uno novellino suppongo..-
-Anch'io sono nuovo- mormorò Shawn leggermete offeso.
Dennis rise -Davvero? Non ho percepito il tuo nome..-
-Shawn. Shawn Milke- mugugnò l'altro.

Il ragazzo si voltò sorpreso -Dio! Milke! Saremo compagni di stanza!-

Sarebbe potuta andare peggio di così?

_Salve people!
Nuovo capitolo, come potete notare.
Dato che ho appena scoperto di vivere a Forks, e non dove credevo, causa pioggia, maltempo e sbalzi di corrente, probabilmente non ci sentiremo per un pò.
Spero che questo capitolo riceva recensioni come l'altro, anche se è solo un tramite per tutta la storia.
Rage&Love
-A

P.S. grazie alle ragazze che hanno recensito!_

 
 

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Capitolo 3
*** Chapter 3. ***


Chapter 3.
-Benvenuto alla St.Rose!- gridò Dennis entrando in camera -Ho la stessa stanza da 5 anni. Ci credi? 5 anni!- esclamò trionfante.

Come se potesse davvero essere una cosa di cui gioire.
5 anni in quel posto.
Forse quei 9 mesi non sarebbero stati così brutti se li avesse paragonati ogni santissimo giorno ai 5 anni del suo nuovo amico.

Forse.

Shawn mugugnò.
L'altro lo guardò di sbieco -Avanti Milke, ti ambienterai. Presto o tardi, ma lo farai. Sei all'ultimo anno, no?-
-Finalmente- commentò il ragazzo, gettando il borsone sul piccolo letto, coperto da pesanti coperte di lana verde.

Pesanti e pruriginose coperte di lana verde.
Ma dov'erano? Nell'esercito?

Sua madre gliel'avrebbe pagata.


-Sei un diciottenne figo e libero, dico bene? Vedi di divertirti!-
Shawn tossicchiò -Di anni ne ho ancora 17. Ho iniziato scuola un anno prima del resto del mondo grazie a quella stronza di mia madre-.
Dennis sorrise -Allora sei a cavallo amico! Le ragazze qui adorano i tipi intelligenti!-

I due iniziarono a disfare i borsoni, e si accordarono metà per uno della camera, senza distinzioni: armadio a metà, una scrivania per ciascuno, e la libertà per il "novellino" di prendersi tutta la libreria, tanto che, a detta del suo coinquilino "lui c'avrebbe accumulato solo la polvere e gli spinelli".

Condividevano il bagno, e quello poteva risultare l'unico problema, date le strane abitudini Dennis, di fare la doccia con la porta aperta.
Shawn poteva anche accettarlo, d'altronde, lui si passava lo smalto.

-Allora, devi tener conto di molte cose qui- disse Dennis quando furono per i corridoi -Il coprifuoco è alle dieci, non si fuma nell'istituto, ma questa non è una vera regola, e non si fanno casini. Insomma, è una scuola come tutte le altre.. ad eccezione che i genitori si estirpano un rene pur di mandare i loro fottuti figli viziati qui- buttò un'occhiata al ragazzo accanto a lui -Senza offesa comunque-.

Ma Shawn non lo stava davvero ascoltando, anzi.
Il suo sguardo s'era perso sotto il grande melo che stava piantato in giardino, dove un paio di ragazze se ne stavano sedute a parlottare e a ridere.
Fu allora che la vide.
 

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Capitolo 4
*** Chapter 4. ***


Chapter 4.
Le prime settimane furono devastanti.

Il giorno era scandito da tempi massacranti: sveglia, lezione, pranzo, lezione, studio; e la notte era ancora peggio: Dennis russava come un trattore, e cantava nel sonno.

Poteva andare peggio?
Si, poteva.


La ragazza del melo sembrava essersi volatilizzata, fino al giorno in cui Shawn la vide di nuovo a mensa.

-Hei Dennis, tu hai molti amici qui?- domandò il ragazzo mentre scorrevano lungo la fila con i loro vassoi in mano.
-Vengo qui da 5 anni. Se non ho amici io, chi dovrebbe averne?- disse l'altro retoricamente.
Shawn annuì, e si spostò verso il tavolo più vicino.
-Tu, hai conosciuto qualcuno?- domandò il suo compagno.
-Direi di no.. Cioè, non proprio- rispose spostando lo sguardo sulla famosa ragazza, seduta a pochi tavoli di distanza.
Dennis si voltò in direzione dell'oggetto delle attenzioni di Shawn.
-Io non lo farei fossi in te- disse.
Shawn lo guardò confuso.
-Quella è la tipa di Tuck. Matthew Tuck. Se non sai chi è, buon per te- spiegò, addentando il suo panino.

Il ragazzo spostò di nuovo lo sguardo su quella tipa dai capelli corvini: la sua uniforme era diversa, chiaramente modificata, dalla camicetta nera con le toppe, alla gonna più corta.
Ma non era davvero quella la cosa importante.
Per quanto gli riguardava, quella tipa avrebbe potuto indossare perfino un sacchetto per la pattumiera, e le sarebbe stato da dio, perchè era bellissima, leggiadra ed eterea.

Era un piccolo spirito oscuro nel paradiso più candido.
Era fantastica.

-Come si chiama?- domandò.
-Beth, o Annabeth, non sono sicuro- rispose l'altro a bocca piena -Ma ti consiglio di lasciarla stare-.

Beth si alzò dal suo posto, e a grandi falcate superò il loro tavolo, diretta alla pattumiera.
Shawn si alzò di scatto, con tutta l'intenzione di urtarla.

-Scusa..- mormorò.

La ragazza annuì, e senza fare una piega, tornò al suo posto.

Sarebbe stata una sfida.

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Capitolo 5
*** Chapter 5. ***


Chapter 5.
Era la sua occasione.

L'aveva aspettata per settimane, e adesso era lì, seduta sulla panchina in giardino.. da sola.

Shawn ci riflettè parecchio prima di capire che i suoi piedi si stavano già muovendo in direzione della ragazza, contro la sua volontà.

Lei stava seduta a gambe accavallate, con un libro in mano ed enormi occhiali da sole neri, nonostante fosse quasi novembre.
Le gambe bianche e liscie spuntavano da sotto il gonnellino leggermente alzato su un lato, ma lei sembrava non curarsene, nonostante tutti la osservassero curiosamente.


-Ciao..- mormorò il ragazzo.

Lei alzò lo sguardo, con aria annoiata.
-Ciao- disse di rimando.

Shawn rimase a fissarla per minuti, non sapendo davvero come muoversi.

Beth alzò di nuovo lo sguardo dal suo libro -Vuoi startene lì a fissarmi, o vuoi sederti?- domandò, con una punta di acidità nella voce.

Il ragazzo annuì e prese posto accanto a lei.

-Io sono Shawn- disse, sospirando.
-Beth- rispose lei, tornando al suo libro.
-Ti ho vista in mensa- azzardò lui.
-Mi sei venuto addosso, in mensa- precisò la ragazza.
Shawn sospirò di nuovo.

Per quanto ne sapeva, quella tipa poteva averlo già preso come un'idiota.
E in effetti un pò lo era, forse.
Voleva attaccare bottone con una ragazza di cui non conosceva nulla, e soprattutto da cui gli avevano consigliato di stare alla larga.

-Sono passata da essere "la ragazza del melo" a la "ragazza di Cime Tempestose", non è vero?- domandò lei, con ironia, riferendosi al libro che aveva tra le mani.

Qualcuno le aveva detto del melo.
Dennis.
Probabilmente lo avrebbe ucciso nel sonno.

-Già..- mormorò Shawn in leggero imbarazzo.
-Che idiozia dare etichette- osservò, leggermente schifata -Shawn, giusto?- domandò guardandolo.
Lui annuì.
-Be, ricorda Shawn- disse chiudendo il libro -Le persone sono mutevoli, e le etichette non sono di certo il primo passo per fare amicizia-.

Beth si mise in piedi, e come se nulla fosse, si diresse a grandi passi verso la palestra.

Come se Shawn non fosse mai stato lì.

_Volevo solo avvisare che Shawn si sbaglia, tadà!
Vabbe_

 
 

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Capitolo 6
*** Chapter 6. ***


Chapter 6.
-Che le hai detto?- 

Dennis si guardò intorno, indicandosi con il dito indice -Io??-

Shawn lo guardò con aria di sfida -Sei l'unico coglione qui intorno-

L'altro sorrise, intuendo solo in parte a quello a cui Shawn si riferiva.

-Se intendi dire, o solo insinuare che io abbia parlato con Beth.. Be, amico, non posso far altro che darti ragione!- ammise con un sorriso a 32 denti.

Shawn sgranò gli occhi.

L'unico idiota, in tutto quel teatrino di scuola, era capitato a lui.

L'avrebbe volentieri azzannato, se non fossero stati in biblioteca.

-Dio..- ringhiò tra i denti -Dennis! Ma come hai potuto!? Mi hai detto di starle alla larga!-
-Io non ho detto questo!- si difese l'altro -Ho solo detto, che semmai tu avessi conosciuto il suo ragazzo, l'avresti lasciata in pace.. Ma tu Matthew non lo conosci!-

Shawn alzò gli occhi al cielo.

Se ci si immedesimava un attimo in Dennis, nel suo piccolo cervello il discorso che stava tenendo in piedi con gli spilli non faceva una piega.

Se invece, si guardava attentamente il viso di Shawn, paonazzo e arrabbiato, si capiva invece quanto il discorso del ragazzo che aveva davanti, lo avesse fatto infuriare.

-Prima che tu mi picchi, o cose del genere, voglio solo farti vedere una cosa..- disse Dennis, con quel suo sorrisino furbo -Me lo permetti?? Vedrai che ti sarà d'aiuto!-
Shawn titubò leggermente, prima di acconsentire e farsi trascinare dietro uno scaffale che riponeva libri di storia.

-Vedi quel tipo?- domandò Dennis indicando un tavolo poco lontano.

Il ragazzo annuì, scrutando meglio da sopra la spalla del suo amico: al tavolo erano seduti un gruppo di ragazzi, forse più grandi di lui. 
Tra di loro, c'era Beth, con un largo cappello di tulle nero, che la faceva vagamente assomigliare ad un'elegante giovane strega; seduta accanto a lei, con il braccio che le circondava le spalle, c'era un tipo muscoloso e dai lunghi capelli scuri, che indossava una camicia, strappata sulle braccia.

-E con questo?- domandò Shawn, senza capire molto dove Dennis volesse andare a parare.

Il suo amico sorrise divertito -Shawn, tesoro- disse guardandolo con quegli occhi dolci che lui sapeva fare -Lui..- fece, indicandò quel ragazzone- Lui è Matthew Tuck-

_Buonsalve people.
Allora, non ho aggiornato per qualche giorno, ma devo dire che ci son rimasta male.
Cioè, ho la vaga impressione che la storia non piaccia, come piaceva a me, e infatti il capitolo 5 non è stato nemmeno recensito.
Vabbè, io a questo punto non so se continuare o meno.
Se nei prossimi 2 non arrivo agli obiettivi che mi ero prefissata, la taglio qui.
Rage&Love
-A_

 
 

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Capitolo 7
*** Chapter 7. ***


Chapter 7.
Ok.
Mattew Tuck era un armadio.
Era alto, possente, enorme e spaventoso.
Ed era l'unico ostacolo tra lui e Beth.

Ma Shawn non aveva paura.

Solo perchè quel Tuck era un giocatore di rugby professionista ed era stato più di una volta in libertà vigilata per aggressione, non significava che fosse una cattiva persona.

No, ok.
Shawn era terrorizzato da quel tipo.
Davvero, non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi; e fu per quel motivo che quel giorno a mensa, quando lui lo chiamò per nome, per poco non venne meno.

Il ragazzo, era come al solito alla ricerca di un posto in disparte, e dato che Dennis si era dato malato per evitare gli hamburger fatti di segatura della mensa, si era ritrovato da solo.

E si sentiva stranamente più osservato del solito.

Camminò tra alcuni tavoli, badando bene a non urtare nessuno.

Certo, era passato quasi un mese e mezzo da quando era lì, ma non si era ancora ambientato in quella società che disprezzava così tanto.

Passando accanto al tavolo di Beth e i suoi, notò come la ragazza lo stesse osservando, e la salutò quindi con un cenno della mano.

Beth ricambiò, con un semplice cenno del capo, e con un sguardo indecifrabile, ben coperto dai grandi occhiali da sole neri.

-Chi è quello?- domandò Matthew interessato.
-Un tipo nuovo- rispose lei, con la sua aria sostenuta e svogliata.
-Com'è che si chiama?- continuò l'altro.
-Shawn, credo-
-Dovresti invitarlo a sedersi. Sembra un pulcino spaventato- commentò ridendo.
La ragazza lo guardò, arricciando il labbro superiore -Non verrebbe-
-Bè, proviamoci- disse Matthew, voltandosi in direzione del ragazzo -Shawn! Hei, Shawn!- gridò più volte.

Shawn si voltò, con le gambe che quasi tremavano.

-Vieni qui! C'è posto!- disse l'altro, con un gran sorriso.

Il ragazzo si avvicinò al tavolo, con passo indeciso, e notò come il braccio di Matt non avesse lasciato le spalle di Beth.

Lei era sua.

-Siediti, amico!- disse lui, con aria cordiale.

Gli altri si fecero da parte, lasciando che Shawn prendesse posto davanti ai due fidanzati.

-Sono Matthew, molto piacere- disse, tendendo una mano.
-Shawn- rispose lui, stringendola.
-Nuovo?-
-Già..- commentò lui a bassa voce.

Matt rise.
La sua risata era roca e profonda, come la sua voce d'altronde.
Una voce che gli si addiceva.
-Tranquillo- disse -Adesso hai noi, puoi stare tranquillo-

A Shawn quella, suonava come una minaccia.

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Capitolo 8
*** Chapter 8. 1/2 ***


Chapter 8.
Parte Prima
Halloween era una delle poche festività che Shawn adorava; il fatto che fosse in un periodo dell'anno in cui gli alberi erano spogli, il clima era freddo, e le nuvole coprivano il cielo, dando un'aria spettrale a tutto, dava a quel giorno 100 punti su tutto il resto.

Il fatto poi, che alla St. Rose&Virgin Mary, organizzassero feste in maschera per quella sera, aveva aperto al ragazzo un leggero spiraglio di luce su quel posto, che, sotto quelle luci e quegli addobbi, non sembrava nemmeno tanto male.

-Dobbiamo starcene nella sala comune?- domandò a Dennis, mentre si passava una quantità (troppo) abbondante di eye liner davanti allo specchio.

Il suo amico mugugnò qualcosa di incomprensibile, mentre si infilava di forza i jeans davvero troppo stretti per lui. 
-Ovviamente no, sciocchino- disse, quando riuscì a tirare su la zip di quella trappola a due gambe -Possiamo andarcene in giro tranquillamente. L'importante è che tutti siano in maschera-.

Shawn lo guardò da capo a piedi, con l'aria schifata, ma curiosa -E tu cosa saresti?- domandò, leccandosi un labbro.
Dennis si guardò allo specchio, più che soddisfatto, e tornando a guardarlo, disse -Joey Ramone, è ovvio-

Il ragazzo rise, scuotendo la testa -Joey Ramone? Dio Dennis. Lui aveva i capelli lunghi-
-Ho comprato una parrucca- fece l'altro, posizionandosi sulla testa quell'ammasso di capelli finti -E tu, chi saresti?-

Shawn si guardò allo specchio: si era passato sul viso una buona dose di cerone, completando l'opera con il suo eye liner nero, e delle grosse cicatrici agli angoli della bocca. 
Doveva essere più che ovvio chi stava impersonando.

-Jack Skellington- rispose, sistemandosi la camicia bianca, e facendo attenzione a non sporcarla.

 
***

La sala comune, era un groviglio di maschere e corpi troppo promiscui ed emancipati per i gusti di Shawn Milke; lui, che era sempre stato contro quel tipo di società e gerarchia, adesso ci sguazzava a causa di sua madre.

-Allora- disse Dennis, guardandosi intorno -Mi raccomando, non prendere caramelle dagli sconosciuti, meno film mentali, e divertiti!-.

Il suo amico lo abbandonò in quella bolgia, prima che potesse davvero rendersi conto di ciò che stava succendendo.

Un ragazzino basso e sudato gli andò a sbattere, facendolo quasi cadere a terra.

-Oddio scusa!- urlò sopra la musica.

Doveva essere un vampiro, o almeno ci aveva provato: la sua statura non proprio imponente non gli permetteva quel gran travestimento che forse si era prefissato, e quel mantello, troppo lungo, lo fece quasi inciampare di nuovo.

Shawn fece spallucce, e lo tranquillizzò dicendo di non preoccuparsi più del dovuto.

Lui lì c'era finito quasi per sbaglio, d'altronde.

-Iero, per favore, fai l'etero- mormorò una voce dal tono basso, ma davvero troppo dolce per quell'inferno.

Il piccoletto si voltò -Cara la mia Sullivan, sono molto più etero di quello che pensi!- disse, con un tono di voce barcollante, probabilmente dovuto all'alcool.

Shawn si voltò.

La sua Sally era arrivata.
 

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Capitolo 9
*** Chapter 8. 2/2 ***


Chapter 8.
2/2
Beth se ne stava ferma dietro di loro, con le braccia conserte sul petto, a fissarli entrambi: il suo viso era pallido, e coperto di fondotinta sottotono, i suoi occhi cerchiati da strati su strati di kohl nero, e sugli angoli delle sue labbra rosse, si estendevano due lunghe cicatrici.

-Beth..- mormorò Shawn, continuando a guardarla.

La ragazza inclinò leggermente la testa da un lato, per guardarlo meglio -Shawn?-

Lui annuì, diventando paonazzo.
Per un momento, venerò mentalmente l'inventore del cerone, che gli aveva risparmiato una grande e bellissima figura da idiota.

Il piccoletto che se ne stava in mezzo, Iero, li guardò entrambi. 
-Oh mio Dio!- esclamò ad un tratto -Ma vi siete visti?! Siete nello stesso film!-

Jack Skellington e Sally, la bambola di pezza, se ne stavano fermi l'uno di fronte all'altro.

I due ragazzi si fissarono per un momento, senza dire una parola.
Quel silenzio, sovrastato dalla pessima musica di circostanza, stava diventando davvero imbarazzante.

Beth annuì, serrando le labbra, e con un'espressione indecifrabile sul volto.
-Hai visto Matthew?- domandò poi, rivolta verso il ragazzo davanti a lei.

Il piccolo vampiro scosse la testa, e si guardò intorno, scomparendo in un minuto tra la folla.

Shawn rimase a fissarla, decidendo solo dopo alcuni minuti, di prendere un respiro e parlare -Quel vestito ti dona- disse, indicando il corto vestito sfornato da vari scampoli di stoffa cuciti insieme.

-Grazie- mormorò lei, forse in imbarazzo -Anche il tuo papillon non è male-

Erano ad una festa, eppure poteva benissimo dirsi che fossero soli in quel momento; non pronunciavano parola, eppure si bisbigliavano con lo sguardo, penetrandosi da parte a parte.

-Bè- disse lei, ad un certo punto -Io devo cercare Matthew, altrimenti si incazza davvero-
-Oh- mormorò lui -Da cosa è vestito?-
-Dal supereroe con il martello- spiegò lei -Si è incazzato perchè non ho voluto vestirmi da "tizia del supereroe"-
-Thor- disse lui, con un leggero sorriso -Il tizio si chiama Thor. E la sua ragazza è Jane Foster-

Beth arricciò le labbra color cremisi, e annuì piano.

Probabilmente aveva fatto la peggior figura da sfigato della storia.
Avrebbe voluto essere almeno 3 metri sotto terra, o ad Halloween Town, giusto per essere in tema.

Shawn si inumidì le labbra, in imbarazzo -E sai dirmi chi era quel tizio?-
-Frank Iero- spiegò lei, grattandosi la testa -Stà al terzo anno, e stasera è il suo compleanno-

Il ragazzo deglutì, continuando ad osservare ogni minimo dettaglio della ragazza che aveva davanti.
Stava passando per uno psicopatico.

-Sai se il tipo del martello ha un cappellino con delle ali per caso?- domandò lei all'improvviso.
-Ehm, si.. Si, perchè?- fece lui, balbettando.
Lei guardò oltre le spalle di Shawn -Bene, ho trovato Matthew- disse, passandogli accanto per raggiungere il suo ragazzo -Ci vediamo in giro Shawn, d'accordo?- domandò, gettandogli uno sguardo con la coda dell'occhio.

Shawn annuì sorridendo.

La St. Rose poteva anche non essere una prigione, se ci pensava attentamente.

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Capitolo 10
*** Chapter 10. ***


Chapter 10.
-Signorina Sullivan!- urlò una voce acuta, quando furono fuori da qualle stanza umida e piena di muffa.

Beth alzò lo sguardo con aria annoiata.

Davanti a loro, se ne stava ferma a braccia incrociate una donna sulla trentina, dai capelli scuri raccolti in uno chignon stretto, e un completo verde scuro: la vicepreside.

-Signorina Morris- biascicò Beth, con tutta l'aria di voler sparire il prima possibile.

-Sa dirmi cos'è questa puzza di fumo?- domandò la donna, con le labbra piegate in un ghigno malefico.

La ragazza roteò gli occhi, e incrociò le braccia anche lei -Siamo vicino al locale caldaie, non vede? Starà andando a fuoco qualcosa-

-Lei rischia molto quest'anno sa?- continuò l'altra -Lei..-

-Beth!- urlò qualcuno alle spalle della signorina Morris; era Frank.
-La professoressa Morgue ti cerca!- urlò il ragazzo.

Beth tornò a guardare la donna che aveva di fronte -Be, signorina Morris, rimarrei tanto, ma si dà il caso che mi cerchino. Con permesso- disse, passandole accanto e scomparendo per i corridoi.

La vicepreside, buttò uno sguardo a Shawn, che nel frattempo era rimasto lì impalato.
-E tu ragazzo- disse, riducendo gli occhi a due fessure -Stai attento. Ti tengo d'occhio-

Frank si avvicinò.
-Non preoccuparti- gli disse -Non ti darà noia-

Shawn lo guardò, sorpreso -Ma tu non sei al terzo anno?-
L'altro sorrise -Ho parato il culo a Beth troppe volte per smettere adesso

Era stato un'atto di furbizia bello e buono.

-Se fossimo stati nella mia vecchia scuola, cose come queste non sarebbero mai accadute- commentò il ragazzo, sorridendo.

Il piccoletto lo guardò, scuotendo leggermente la testa -Evidentemente nella tua vecchia scuola non è mai accaduto ciò che è accaduto qui negli anni. Posso esserne testimone!-
-Che vuoi dire?- domandò l'altro.
Frank sospirò -Aiuto Beth perchè lei ha aiutato me. E devo dire che gliene sono parecchio riconoscente-

La campanella suonò, e l'intero istituto si riversò nei corridoi dove i due ragazzi se ne stavano a parlottare.

Proprio sul più bello.

-Senti, che ne dici di sederci in giardino così mi racconti?- domandò Shawn, tenendo lo sguardo puntanto sul piccoletto.
Frank sorrise -Certo, perchè no. Andiamo-

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Capitolo 11
*** Chapter 9. ***


Chapter 9.
Le ore di biologia erano sempre state uno strazio, da chè Shawn ne avesse memoria; se poi, ad una lezione sulle cellule epiteliali di qualche animale strano e morto, si aggiungeva il tono greve e i prolissi discorsi del signor Gushin, quella stupida ed inutile materia diventava anche peggio di una tortura.

Dopo aver chiesto di uscire, ed aver ricevuto un consenso, il ragazzo tirò un respiro di sollievo notando che i corridoi erano completamente vuoti, e che poteva benissimo godersi la solitudine che regnava nell'istituto.

-Shawn- si sentì mormorare alle spalle, mentre se ne stava seduto nel bel mezzo del corridoio, con le gambe incrociate.

Si voltò lentamente, irrigidito dal solo pensiero che qualcuno lo stesse osservando, ma subito si sciolse in un sorriso: era Beth.

-Heilà- disse, sorridendo come un'ebete.

La ragazza lo guardò, inclinando leggermente la testa, come la sera di Halloween, dopodichè disse -Fumi?-

Il ragazzo con aria confusa annuì, e la vide avvicinarsi, e tirarlo per un polso.

-Allora vieni con me-

 
***

Dopo 10 minuti, si ritrovarono nel locale caldaie, poco vicino alle classi.

-Che cosa ci facciamo qui?- domandò il ragazzo, leggermente confuso, guardando Beth che si sfilava una forcina dai capelli e la infilava nella serratura della porta dissestata.

-Questo, caro Shawn, è l'unico posto dove si può fumare- rispose lei, mentre trafficava con quell'arnese.

-Tu sai scassinare una serratura?- mormorò, quasi sorpreso.

La ragazza lo guardò di sottecchi -Diciamo che è l'unica cosa che ho imparato qui- disse, spingendo la porta, ed entrando.

I due, presero posto sul pavimento, e accesero le loro sigarette.

-Da quanto sei qui?- domandò il ragazzo, aspirando piano, e guardandola.
Beth ci pensò per un pò, e soffiando via il fumo rispose -4 anni. Il primo anno l'ho frequentato in Texas-.
-E stai con Matthew da..?-
-Da quando sono arrivata- ribadì lei.

Wow.
4 anni erano molti.
E Shawn non era lì nemmeno da 3 mesi.

-Tu sei all'ultimo anno, giusto?- fece lei.
Il ragazzo annuì -Ma sono un primino-
-Vale a dire che sei più piccolo di un anno?-
Lui annuì di nuovo.
-Dev'essere figo- osservò la ragazza.
-Diciamo di no- mormorò lui in imbrazzo.

Essere un primino in un branco di ragazzi più grandi faceva di lui un bambino in una cricca di adolescenti.

-Ti piace Tim Burton?- domandò lui, ad un tratto.
La ragazza lo guardò, senza smettere di fumare -L'hai capito primo o dopo di Halloween?- disse, con una punta di acidità nella voce.

Shawn deglutì -Prima-
Beth alzò un sopracciglio, in attesa di spiegazioni.

-Il primo giorno che ti ho vista qui a scuola, sulla tua camicia c'era una toppa della locandina del film BeetleJuice. Avevo pensato che..- cercò di spiegare in leggero imbarazzo.

Non voleva pensare a quanto dovesse apparire patetico un ragazzo come lui che ammetteva di aver osservato una come lei per tutto il giorno, notando perfino quella stupida toppa.

La ragazza tossicchiò, sgranando leggermente gli occhi -Io.. Si, adoro quel tipo- spiegò, con la voce bassa; poi si guardò l'orologio, solo per cambiare argomento, e mormorò -Dobbiamo andare-

_Salve people.
Non aggiorno da un pò,i know, ma purtroppo qui all'Overlook Hotel la neve ha sommerso tutto, già.
Per chi se lo stesse chiedendo, si, abito nell'hotel di Shining/Narnia/Forks, quindi la corrente non c'era.
Aggiornerò (si spera) presto.
#staystrong
Rage&Love
-A_

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Capitolo 12
*** Chapter 11. ***


Chapter 11.
-Ok, io sono al terzo anno, ormai l'hai capito- disse Frank, quando furono seduti sotto una quercia in giardino.

Shawn annuì.

-Beth è al quinto anno, beata lei- mormorò, sospirando -Ma quando arrivai io qui, be.. Fu un incubo per me. Ero il più piccolo in tutto, età, statura; e se sei un novellino di certo non ti accolgono a braccia aperte-

Shawn ne sapeva qualcosa: nelle altre scuole che aveva frequentato, i più grandi lo avevano sempre preso di mira, e lo avevano sempre reso lo zimbello di tutti.
Non c'era stato anno in cui questo non era successo.
Ad eccezione di quando era entrato alla St. Rose&Virgin Mary.

-Non so perchè abbiano questi comportamenti- spigò l'altro -Non è odio, no; è quanto più curiosità mista a quella leggera rabbia che si ha nei confronti di chi ha oltraggiato il tuo territorio- scosse la testa -Ad ogni modo, quando sono arrivato qui, Matthew e il suo migliore amico Moose si divertivano a chiudermi negli armadietti-

L'altro ragazzo alzò un sopracciglio.

-Giuro- fece Frank -Fin quando Beth non si incazzò a bestia-

Quando Beth aprì l'armadietto, quello che si trovò davanti non fu nè piacevole, nè altamente normale: un ragazzino se ne stava rannicchiato tra i libri e gli scomparti con l'aria sofferente.
La ragazza lo aiutò ad uscire, e chiese delle ovvie spiegazioni a tutto quello, ma lui non volle dargliele.
Solo dopo una buona torchiata, il ragazzo confessò.

-Matthew!- gridò Beth, dirigendosi a passo di carica verso il suo ragazzo che se ne stava seduto sotto quell'albero in giardino.
Il ragazzo la guardò sorridendo, notando solo poi il piccoletto che la sua ragazza si portava dietro.
-Chi è questo?- domandò.
La ragazza lo guardò più infuriata che mai -Dovresti saperlo meglio di me chi è!-
Moose, che stava lì accanto sorrise con aria beffarda di chi la sà lunga, ma avrebbe fatto meglio a non farlo; Beth si voltò verso di lui, e gli ringhiò contro -Perchè diavolo l'avete chiuso nell'armadietto!?-

I due, quell'affermazione, scoppiarono in una risata fragorosa e risonante, facendo infuriare ancor più la ragazza che avevano davanti.

-Giuro su Dio, che se non chiedete subito scusa a questo poverino vi faccio cacciare!- urlò -E tu,- disse indicando Matthew -Giuro che ti denuncio se mi tocchi di nuovo!-

Matt si fece serio, e spostò lo sguardo su Frank, che se ne stava dietro di Beth, spaventato e tremante -Io..-
-Chiedi scusa- ringhiò la ragazza.
-Scusa- mormorò il ragazzo, con lo sguardo basso.

Beth si voltò verso Moose -Adesso tocca a te-
Il ragazzo rise -Non ci penso nemmeno-
Lei guardò Matt, che subitò spostò lo sguardo sul suo amico -Fallo-

Moose sgranò gli occhi, e solo dopo aver riflettuto un poco su quello che gli stava accadendo intorno, decise di fare il grande passo -Scusa- disse, con un tono più forzato che realmente pentito.
-Bravi ragazzi- mormorò Beth, riafferrando Frank per un polso e trascinandolo via.

-Qualunque cosa tu abbia bisogno, chiamami- mormorò sorridendo.
Il ragazzo ricambiò quel sorriso, e annuì -Lo stesso vale per te- 


-Fu una delle poche volte che la vidi sorridere- commentò Frank, ricordando la scena -Potrà sembrare una cattiva persona solo perchè è molto chiusa e parla davvero poco, ma non lo è; è una delle poche persone che mi abbia davvero aiutato qui dentro-

Shawn aveva smesso di ascoltarlo;
sapeva che Beth in realtà non era quello che voleva sembrare; 
lei era buona, gentile, non era come le persone di cui si circondava.

Dopo il racconto di Frank, Shawn si sentì più vicino del dovuto alla ragazza che tanto venerava; ormai aveva iniziato ad amarla.

C'era solo ancora un piccolo problema: Matthew Tuck.

_Salve.
TaDà! Ho aggiornato con non 1, ma ben 2 capitoli!
La storia l'ho finita sul pc, quindi aggiornerò spesso con più capitoli.
Rage&Love
-A_
p.s. La parte scritta in colore diverso è un flashback se non si fosse capito.
N.B Grazie DESTROYA_DESTROYA.

 

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Capitolo 13
*** Chapter 12. ***


Chapter 12.
L'ossigeno, in quel posto, era saturo di Natale.

L'aria era gonfia di neve, si poteva sentirne l'odore.
Nonostante i primi nevischi di inizio dicembre avessero imbiancato il giardino e le guglie della St. Rose, nessuno rinunciava a passeggiare in cortile.

Nemmeno Shawn.

In realtà a lui interessava poco dei preparativi di abeti ed addobbi, nè tantomeno si preoccupava di preparare il borsone per trascorrere le feste in famiglia; no, infatti sua madre se n'era uscita con la storia di quanto il lavoro l'avesse sommersa, e di quanto fosse meglio per tutti passare un Natale separato.

L'idea non l'aveva minimamente sfiorato, dato che sapeva, che semmai si fossero rivisti proprio quel giorno, avrebbero finito per litigare davanti ad un tacchino cotto o ad un pudding di riso.
Era meglio per tutti accantonare l'idea delle feste in famiglia, e tornare alle loro solite occupazioni.

Ma Shawn non era l'unico infatti ad essere rimasto in quell'inferno imbiancato; l'istituto aveva sì decimato i suoi studenti, tutti partiti per le feste, ma quelli che potevano anche solo minimamente interessare al ragazzo erano rimasti lì.

-Hey, Shawn- mormorò qualcuno alle sue spalle.

Il ragazzo si voltò di scatto, rassicurato dal fatto che ancora una volta fosse Beth.

-Dovresti smetterla di piombarmi alle spalle- commentò con un sorriso.
-Scusa- fece lei -Volevo solo chiederti di prestarmi il King Lear se ce l'hai-
-Certo!- rispose lui -Però è in camera, quindi..-
-Andiamo- disse lei con aria risoluta, camminando a passo di carica verso il dormitorio.

 
***

-Rimarrai qui per le feste?- domandò la ragazza, quando furono davanti alla porta della camera di lui.
Il ragazzo annuì -Mia madre ha preferito così. E tu?-
Lei fece spallucce -Io ci rimango ogni anno. Non fa differenza-

Shawn aprì la porta, portando alla luce un indaffarato Dennis in cerca dei suoi abiti.

-Mia madre sarà qui tra 20 minuti!- urlò, rendendosi conto solo poi che la sua stanza era appena stata profanata da Beth Sullivan.

-Dennis- mormorò lei, in segno di saluto.
-Beth- fece lui di rimando, rigido come un'asse di legno.
-Vuole che le presti il King Lear- spiegò Shawn, mentre rovistava nella libreria.

La camera era spoglia e buia, ad eccezione della scrivania che doveva appartenere a Shawn.
C'erano gettati sopra una gran quantità di libri in ordine sparso e confusionato, disegni fatti in china, cd e un'ipod.

-Trovato!- fece in tono trionfale dopo pochi minuti.

La ragazza afferrò il volumetto che Shawn le porgeva.

-Be Dennis, noi ci facciamo un giro- disse rivolto al suo amico -Ci vediamo dopo le feste?-
-Si, certo..- mormorò qullo, con la coda dell'occhio puntata su Beth.

Lei lo salutò con un cenno della mano, e insieme a Shawn, sparì.

-Scusa, non è mai così strano- spiegò il ragazzo, quando furono abbastanza lontani -Sarà felice di rivedere sua madre..-

Beth sospirò -Ti ha raccontato di noi, vero?-

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Capitolo 14
*** Chapter 13. ***


Chapter 13.
Quando Beth era arrivata alla St. Rose&Virgin Mary, era appena una bambina; tutto le era sembrato spaventosamente grande e austero per i suoi gusti, e quando sua madre la lasciò davanti al grande cancello d'ingresso, capì che avrebbe passato lì buona parte della sua adolescenza, senza bizze nè possibilità di scelta.

I primi giorni, passarono velocemente, senza che la ragazza conoscesse quasi nessun altro ragazzo disposto a fare amicizia;


-Sai, all'epoca Matthew e Dennis erano amici..- aveva spiegato -Ma le cose presero una piega assurdamente inaspettata-

Tuck, Lee e Moose, avevano passato lì qualche anno in più del dovuto, quando Beth entrò a far parte del corpo studentesco, e dire che erano i soliti ragazzoni grandi e grossi che adocchiavano le novelle, era poco.

Dennis, fu il primo a manifestare un determinato interesse nei confronti della ragazza, che però, dal canto suo, non voleva saperne di ricambiare.


-Non è che non mi piacesse..- sbuffò, accasciandosi su una panchina di pietra in cortile -Era simpatico, dolce, carino, tutto quello che una ragazza potesse desiderare, ma.. Non era lui che volevo. E a dirla tutta, non sono nemmeno sicura che lui volesse me, o che gli piacessi per davvero. Gli piaceva l'idea di avermi, forse-

Notando i continui rifiuti della ragazza, Matthew non potè far a meno di intervenire.
Moose l'aveva avvisato dell'interesse di Dennis, ma il ragazzo non se ne curò; lui era Matthew Tuck, il maschio alfa, il più grande, il più forte, e ancora una volta, avrebbe segnato il suo territorio.

Lui e Beth, in effetti poco tempo dopo, iniziarono a vedersi, a frequentarsi.


-Credo sia inutile dire che a Dennis non andò molto giù la questione: lo avevo rifiutato tante di quelle volte, poverino, che si sentì umiliato e ferito. Non lo compatisco per quello che ha fatto, ma per le conseguenze che ne sono derivate-

Un bel giorno, dopo circa 5 mesi dall'ingresso di Beth nell'istituto, e quindi dopo 4 mesi e mezzo dal suo fidanzamento con Matt, durante l'ora di chimica accadde qualcosa che scombussolò l'equilibrio creatosi: la segretaria entrò nella stanza con un grande mazzo di rose rosse indirizzato a Beth, che in imbarazzo e sotto lo sguardo attento di tutti, lo prese tra le mani.

Dallo sguardo di Matt, la ragazza non ci impiegò molto a capire che il mittente di quella sorpresa non era lui.
Ne estrasse il biglietto, e lo lesse con gli occhi.


"Spero un giorno capirai la tua scelta.
Ti aspetterò anche quando il sipario sarà calato.
XOXO
-D"


-Feci di tutto per non far leggere quel fottuto biglietto a Matt, ma non so come, ci riuscì..- mormorò con aria triste -Ho voluto bene a Dennis dal primo momento in cui mi rivolse parola, credimi, e non si meritava tutto ciò-

-Che accadde?- domandò Shawn.
-Non lo vidi per una settimana- spiegò lei, stiracchiando le braccia intorpidite dal freddo -Solo dopo venni a sapere da Geena, la tipa di Moose, che Matt l'aveva beccato per i corridoi e l'aveva pestato. Gliene aveva date così tante, che non riusciva ad alzarsi dal letto..-

Dennis sputava sangue.
Ne aveva gettato fuori fin troppo, che aveva paura potesse morire lì, sul freddo pavimento di parquet senza che nessuno se ne accorgesse.
Aveva tremato quando aveva visto Matthew avvicinarsi, ma di certo non si aspettava che potesse finire in quel modo.


-Cercai di vederlo, di parlargli, ma non volle. Il suo vecchio compagno di stanza, Oliver, mi disse che avevo portato solo guai, e che era meglio se per un pò lasciavo in pace il poverino costretto al letto..- mormorò, guardandosi la punta delle Doc Martens nere lucide -Da allora non mi parlò, nè sfiorò più. Se siamo nello stesso corridoio, non mi guarda neppure in viso. Fa male. Fa male sapere che mi considera una stronza, ma io vorrei solo dirgli che non ne sapevo nulla. Non sapevo che intenzioni avesse Matthew.. Shawn, puoi credermi-

Il ragazzo annuì.
Beth sembrava davvero angosciata da quel fatto, e davvero contrariata sui metodi del suo ragazzo, ma sapeva che non avrebbe potuto opporsi; e come?

-Frank dà una festa nella sala comune il giorno di Natale.. Sai, per noi esiliati- spiegò la ragazza, mentre camminavano verso la stanza di Shawn -Ci farebbe piacere se venissi-
Il ragazzo sorrise -Bè, grazie. Devo portare qualcosa? Un presente a Frank?-
Beth scosse la testa -Iero è fissato con il Babbo Natale segreto. Se hai da fare un regalo a qualcuno di nascosto, bè, fa pure-

Non era il momento di pensarci probabilmente, ma era inevitabile.
Il sangue affluì troppo velocemente al cervello, provocandogli un giramento di testa: e se ci fosse stato lui al posto di Dennis su quel pavimento? E se quel sangue che tanto macchiava il legno e la coscienza di Beth fosse stato suo?

Non doveva pensarci.
Non voleva pensarci.
Per il semplice motivo, che sapeva che non sarebbe stata un'ipotesi, ma che poteva benissimo essere la realtà.

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Capitolo 15
*** Chapter 14. ***


Chapter 14.
L'istituto era tutto per loro.
Nessuno che disturbasse, o interfessire a quel gran casino che si era venuto a creare nella sala comune quella sera.

Shawn non lo conosceva molto, ma da quello che aveva messo su, poteva benissimo affermare che quel Frank Iero era un fottuto genio.

Quando era rientrato quel pomeriggio al dormitorio, nella sua stanza, Dennis se n'era già andato, ma in compenso gli aveva lasciato un biglietto sulla sua pruriginosa coperta di lana verde.

"So che te ne parlerà, spero tu mi perdonerai per non averti detto tutta la verità.
Oh, so anche che quel folletto di Iero stasera dà una festa per voi; ti lascio la mia giacca di velluto nera nell'armadio, in segno di pace.
XOXO
Dennis"


In effetti Shawn se l'era chiesto il perchè di quel suo comportamento, coprire i suoi vecchi passati con Beth, a quale pro? Poteva avvisarlo prima di tutto quel disastro che li aveva coinvolti, magari avrebbe capito anche.

Ma Dennis era strano, e questo Shawn l'aveva appurato già dal primo giorno.

Quando aprì il portone della sala comune, si trovò davanti allo spettacolo più assurdo di tutti i tempi: in quella stanza c'era ben poco del Natale, ad eccezione del grande abete addobbato in un angolo; ragazzi e ragazze che si dimenavano sotto luci stroboscopiche con i loro bicchieri di Eggnog e di punch al latte e rum, divertiti ed eccitati.

Accanto al camino, con il suo bicchiere in mano e lo sguardo triste, se ne stava Beth.
Indossava un vestito corto e bordeaux, stretto in vita da un nastro nero, annodato in un ampio fiocco sulla schiena.

-Come mai tutta sola?- domandò Shawn, avvicinandosi lentamente.
La ragazza si voltò, e sbattè le folte ciglia nera -Ho litigato con Matthew-
Il ragazzo si versò del punch in un bicchiere di carta, e si posizionò di fronte a lei, con lo sguardo interrogativo.
Beth sbuffò, lascindosi cadere sulla poltrona di velluto che stava lì accanto -Voleva che passassi il Natale e le feste con la sua famiglia- disse -La verità è che suo padre mi odia, e io non ho accettato-
Shawn sorseggiò il suo punch, con aria interessata.

La ragazza si guardò intorno: Frank, quel piccoletto tutto pepe, aveva iniziato a darsi da fare con le ragazze dei primi anni, senza badare a niente e a nessuno; gli amici di Matthew erano tutti partiti per le feste, compreso Moose, ma non Geena, la sua ragazza, che se ne stava accantucciata in un angolo a parlare con Zillah, la sua migliore amica.

-Bè, non pensarci..- azzardò lui, bevendo un altro sorso del suo punch, e distogliendola dai suoi pensieri.
Beth lo guardò seria, riducendo gli occhi a due fessure, con aria interrogatoria -Ti stai chiedendo perchè sto con lui, eh?-

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Capitolo 16
*** Chapter 15. ***


Chapter 15.
Il ragazzo deglutì rumorosamente, quasi stava per strozzarsi.
-Chi? Io? Nah..- biascicò, ripulendosi le labbra dal punch appiccicoso.

Beth accavallò le gambe, continuando a guardarlo -No, tu te lo sei chiesto. Dì la verità-

Quella ragazza era una strega. Shawn c'aveva davvero pensato.
Forse era una domanda che tutti si ponevano vedendola in compagnia di Matt, o forse voleva semplicemente metterlo alla prova.

-Ok, si. Forse me lo sono chiesto- ammise lui, fissandosi la punta delle vans nere -Ma è scontato, stai con lui perchè lo ami-
Beth sospirò -Anche-
-Anche?- ripetè lui, sgranando gli occhi.

C'era dell'altro?
Non era solo amore?

La ragazza gli fece cenno di sedere accanto a lei, e lui obbedì.
-Vuoi sapere perchè sto con Matthew?- domandò sussurrando.
Il ragazzo annuì.
Lei sospirò di nuovo, e guardandolo negli occhi rispose -Mi ricorda mio padre-

-Mio padre era un semplice camionista del Jersey che ha avuto la sfortuna di incontrare mia madre- spiegò lei, bevendo un sorso dal suo bicchiere -Adesso è in prigione. Ci stà più o meno da quando avevo 13 anni-
Shawn appoggiò il braccio sullo schienale del divano di velluto rosso, e deglutì -Perchè è in prigione?-
-Mia madre lo ha denunciato per aggressione- disse la ragazza -Lui la beccò al letto con un tipo, un avvocato credo, e non ci vide più-
-L'ha aggredita?-

Beth ripensò brevemente a quel momento: suo padre Olly entrò in camera, trovando Mitchie al letto con quel tipo tutto impettito perfino da nudo. Estrasse la mazza da baseball dall'armadio, e tentò di colpirli entrambi, ma non ci riuscì.

Le scappò da ridere.
Shawn la guardò esterrefatto: era la prima volta che la sentiva e vedeva ridere, e lo stava facendo mentre ricordava perchè suo padre fosse in prigione.
Era al limite della follia.
-Stai ridendo?- le domandò divertito.
Beth scoppiò in una risata, quasi fino alle lacrime -Io le avrei spaccato la testa in due!- disse, senza smettere di ridere -Pensa, mio padre diceva sempre che non era brava a letto nemmeno quando dormiva, e alla fine? Lei si è trovata un'amante! Capisci?! Lei!-
La ragazza continuava a ridere, senza sosta, sottolineando l'ironia di quella situazione non ben definita nella mente di Shawn, ma nemmeno gli importava.

Beth era brilla, e poteva benissimo esserle letto sul viso, su quegli occhi lucidi e arrossati dalle lacrime dovute alle risa; lo si capiva da quelle risate sguaiate e cristalline, e dal fatto che accanto a lei ci fosse anche ben più di un bicchiere di punch.

Ma a Shawn non importava.
Era lì, e la guardava, illuminata dalla fiamma di quel camino.
Ed era bellissima.
Anche più del primo giorno che l'aveva vista.

-E tu Shawn- fece all'improvviso -Chi sei?-
Il ragazzo deglutì, e sorrise leggermente -Io? Sono solo uno sfigato che stà qui a parlarsene con una delle più popolari-
Beth sorrise, quasi tristemente
-Ricordi cosa ti dissi il primo giorno che venisti a parlarmi?- domandò.
-Che le etichette non servono per farsi gli amici- rispose lui.
Lei annuì -Esatto. E sai perchè l'ho detto?-
Shawn scosse la testa.
-Perchè so come mi vedono: sono la stronza presuntuosa che stà con Matthew Tuck. E io non voglio- disse alzandosi, e tendendo una mano al suo amico -Andiamo-

Il ragazzo si mise in piedi, e la vide barcollare -Dove?- le domandò sorridendo, e sorreggendola.
-Che ti frega- fece lei, con un sorriso -Andiamo-

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Capitolo 17
*** Chapter 16. ***


Chapter 16.
Il laboratorio di letteratura inglese non gli era mai piaciuto in effetti, ma quella sera, con Beth, tutto sembrava migliore.

-Non potremmo stare qui..- mormorò sorridendo, e lasciandosi trascinare da quella ragazza ubriaca e bellissima che continuava a cantare sulle note stonate di "God Save The Queen".
-Sshhh!- fece lei, chiudendo la porta -Non potremmo è solo teoria. Ma a noi non piacciono le parole.. Vogliamo i fatti!- urlò, convinta che il suo discorso avesse davvero un senso.

Shawn rise: dopo 5 o 6 bicchieri di punch, Beth aveva iniziato a ridere, a parlare di sè, cose che non avrebbe mai fatto se solo fosse stata sobria. L'aveva perfino convinto ad introdursi in quel laboratorio al piano superiore, lontano da tutti e tutto, per stare da soli.

-Bene, adesso che siamo qui, che cosa hai intenzione di fare?- domandò lui, mentre la guardava arrampicarsi sgraziatamente su uno dei banchi.
Lei si guardò intorno, incuriosita dal mezzo busto in gesso di Byron, e sorrise -Non lo so. Potresti ripetermi qualche poesia.. Una bella e romantica intendo-
Shawn sorrise imbarazzato -Non è una bella idea..-
-Oh, avanti- piagnucolò lei -So che vuoi farlo-
Il ragazzo prese un respiro profondo.
-D'accordo..- mormorò -
.. Or son molti e molti anni che in un regno in riva al mare viveva una fanciulla che col nome chiamerete Annabel Lee: e viveva questa fanciulla con non altro pensiero che d'amarmi e d'essere amata da me..-

Shawn recitò quella poesia fino all'ultimo verso; la ricordava a memoria da quando l'aveva studiata alle medie. Aveva sempre apprezzato Edgar Allan Poe, e sapeva che prima o poi, l'imparare quel componimento gli sarebbe tornato utile.

Beth applaudì lentamente -Annabel Lee, ottima scelta. Ho sempre amato Poe- disse, facendo cenno al ragazzo di avvicinarsi.
Lui obbedì.

-Shawn, io ti piaccio, non è vero?- gli mormorò nell'orecchio, facendo scivolare le sue dita sotto la giacca di lui.
Aveva le mani gelide.
Shawn annuì, ringraziando il buio che regnava in quella stanza, che impediva a Beth di guardarlo in viso.

La ragazza si avvicinò lentamente al suo viso -Baciami Shawn..- gli soffiò tra le labbra, prima che queste, toccassero quelle del ragazzo che aveva di fronte.
Le mani si Shawn arrivarono lentamente al fiocco sulla schiena di lei, e lo sciolsero, per poi passare alla zip del vestito rosso scuro.

-Beth..- mormorò lui, mentre si adagiavano su quei banchi davvero troppo piccoli per contenerli -.. Sei la ragione per cui il cuore batte.. Credo che se tu scomparissi, lui smetterebbe di pompare sangue..-
La ragazza gli tappò la bocca con un bacio -Stasera siamo solo io e te, Shawn..-

-Beth..- sussurrò di nuovo lui, prima di lasciar cadere la sua camicia a terra -Ti amo-

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Capitolo 18
*** Chapter 17. ***


Chapter 17.
Le feste erano passate, e con loro le sbronze, le serate di balli e canti, e l'allegria.

E anche Beth.

Bè, non era proprio passata in senso stretto, ma Shawn sentiva che qualcosa non andava; e anche Dennis.

-Shawn, se non parli non posso aiutarti..- sussurrò, inclinando la testa in direzione del suo amico.
L'altro scosse la testa.
-Shawn, avanti..-

La biblioteca era così vuota quel giorno, che persino la bibliotecaia, la signor Winston, si era data un giorno di permesso; avrebbe potuto parlare, senza ripercussioni.

-Ok..- mormorò Shawn, voltandosi a guardarlo -Io e Beth..-
-Tu e Beth?- l'interruppe Dennis.
Il ragazzo prese un respiro -Io e Beth abbiamo..- sussurrò, cercando di spiegarsi alla meglio, gesticolando come un matto.
Il suo amico si portò una mano alla bocca, in chiaro segno di shock -Tu cosa?-

Aveva fatto un'idiozia.
E non ne era stato completamente sicuro, fino ad allora, fino a vedere la faccia di Dennis.
Adesso era proprio convinto che quella che la sera di Natale sembrava una cosa assai innocente, era una catastrofe, un disastro.


-Hai idea di cosa potrebbe..-
-Si, lo so- tagliò corto il colpevole -Ma Beth mi evita da quelle sera, quindi posso stare tranquillo, no?-
Dennis lo guardò, arricciando le labbra.
-No..- decretò l'altro.

 
***

Beth sgambettava velocemente nel freddo cortile coperto di brina.
Era metà Gennaio, e quelle sarebbero state le peggiori feste della sua vita, da quel momento in poi.

Non aveva più parlato con Shawn non perchè non volesse, ma semplicemente perchè Matthew si era accorto che qualcosa non andava.
E l'avrebbe scoperto.
E certamente sarebbe finita male.

-Beth!- urlò qualcuno alle sue spalle.

Pregò con tutta sè stessa che quella voce non appartesse a Shawn Milke, ma i suoi sforzi furono vani; le sue preghiere non arrivarono a destinazione.

Si voltò.

Il ragazzo le corse incontro -Beth, io devo parlarti..- le mormorò.
-Io non ho niente da dirti- disse lei seccamente.

Sapeva che se Matt l'avesse beccata lì, a parlare con lui, avrebbe avuto un'illuminazione, e Shawn avrebbe avuto probabilmente una nuova faccia.

Shawn proseguì il suo discorso, senza badare molto a ciò che lei pensava -Senti, riguardo a Natale..-
-Ero ubriaca- tagliò corto lei, con la voce quasi rotta dalla tensione.
-Ma io..-
-Ero ubriaca- ribadì lei, digrignando i denti.
-Tu mi hai detto che..-
Beth prese un respiro -No Shawn. Tu mi hai detto che mi amavi, pur sapendo di me e Matt. Cristo, te l'ho raccontato..- abbassò la voce -Te l'ho raccontato cos'è successo a Dennis. Non ostinarti-
-Lui ti tiene prigioniera..- mormorò lui, abbassando lo sguardo.
La ragazza che aveva di fronte sospirò profondamente, e si guardò intorno -Senti, io non so cosa credi di essere, ma di certo non sei un fottuto principe, e io non sono la fottuta principessa che dev'essere salvata dal fottuto orco-

Era arrabbiata.
Furiosa.
Le vene sul suo collo e sulla sua fronte diafana, pulsavano come non si sarebbe mai aspettato di vedere.
Le sue labbra erano diventate violacee dalle urla bisbigliate e dal freddo, e Shawn non ci stava capendo più nulla.

Così era ancora più bella.
Quella ragazza gli aveva mandato in bianco il cervello, ed era certamente una cosa sbagliata farlo lì, in pubblico, in un cortile di una fottuta scuola privata, sotto l'occhio vigile di un Matthew abbastanza nascosto all'occhio di tutti, ma lo fece.
Le afferrò il volto tra le mani, e la baciò.

Non avrebbe voluto farlo.

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Capitolo 19
*** Chapter 18. ***


Chapter 18.
Beth rientrò in camera con le gambe che ancora le tremavano.

Come aveva potuto Shawn, quell'idiota, fare una cosa del genere? Matthew, o chiunque altro nel cortile gelido, avrebbe potuto vederli. Anzi, era certamente andata così.

La ragazza si chiuse la porta alle spalle, respirando ancora affannosamente per la lunga corsa.
Chiuse gli occhi.

Se Matt avesse scoperto qualcosa, l'avrebbe uccisa.
Gli avrebbe uccisi.


Le molle del materasso cigolarono piano.

Beth aprì di scatto gli occhi, e balcò verso l'interruttore.

La fievole luce della lampadina, gettava sul pavimento l'ombra di Matthew, che se ne stava davanti a lei, con le possenti braccia conserte, lasciando che i lunghi capelli scuri gli carezzassero le spalle.

-Matt..- mormorò lei.
Il ragazzo scosse la testa, in segno di disappunto -Credi davvero che io sia un'idiota Beth?- domandò, guardandola fisso negli occhi.

Beth si sentì mancare.
Lui sapeva.
Aveva saputo.
Aveva immaginato probabilmente.

-Matt, io non so di cosa tu stia parlando..- rispose lei, distogliendo lo sguardo, e muovendosi per la stanza.

Era stato un passo falso.
Sapeva quanto il suo ragazzo odiasse quando non lo si guardava negli occhi. Era quello il suo strumento di potere.
Quello sguardo in grado di incenerirti.

-Allora cos'era quello in cortile?- domandò lui, a denti stretti.

Si stava arrabbiando, la sua pazienza era andata a farsi benedire; i muscoli delle braccia erano contratti, e le vene sul collo avevano iniziato a pulsare.
Stava per esplodere.

-Quello in cortile..- mormorò lei, camminando verso l'armadio -..non era assolutamente nulla Matthew. Cosa sarebbe dovuto essere?-
-Dimmelo tu- ringhiò lui.
-Sei paranoico-

Matthew, balzò in avanti e l'afferrò per un braccio -Sono paranoico, eh?- sibilò, scaraventandola con le spalle contro l'armadio -Geena mi ha detto che vi ha visti insieme la sera di Natale, e che poi siete spariti. E io.. Sai cosa? Io non volevo crederci, perchè continuavo a ripetermi "Cristo, Beth non lo farebbe mai!". Ma poi, due settimane fa, mi sono trovato per caso nell'aula di letteratura inglese..-

-Matt, mi stai facendo male..- mormorò Beth, con la voce incrinata dal pianto.
Il ragazzo ghignò, e la strattonò un poco -Aspetta, fammi finire!- ringhiò -Dicevo.. Sono andato nel laboratorio di letteratura, e cos'ho trovato? Prova ad indovinare AnnaBeth..-

La ragazza si stava impegnando molto a sostenere lo sguardo rovente di lui, ma era impossibile.
Matthew era una bestia quando voleva, e quello era uno di quei momenti.
La pelle candida intorno alla sua morsa, era diventata quasi violacea, e iniziava davvero a fare male; ma Beth sapeva che non avrebbe smesso, fino a quando lei non avrebbe reagito.

-Non lo sai Beth? Eh? Lo sai o no?- la canzonò lui, infilandosi una mano in tasca.
Le dita lunghe e bianche di Matt le piazzarono davanti agli occhi il braccialetto d'argento che suo padre le aveva regalato due anni prima.
Non lo toglieva mai.

-Era sotto uno dei tavoli- spiegò lui, trascinandola verso la scrivania -E poi oggi, quel bacio. Quello stupido, insulso bacio in cortile. Ma chi si crede di essere quel Milke, eh? Qui lui non conta nulla-
-Conta quanto te..- mormorò lei, digrignando i denti.
Matthew sorrise -Tesoro..- disse sorridendo -Tu sei mia-
Beth tentò di liberarsi dalla presa, ma fallì miseramente.
-Dove vuoi andare adesso, eh?! Da lui!?- urlò il ragazzo che la teneva stretta tra le sue braccia.
-Adesso lo sai, lasciami stare!- urlò lei, con le lacrime agli occhi.
Matt le afferrò una ciocca di capelli scuri e la tirò verso il piccolo letto in penombra -Te ne andrai quando lo decido io-

Shawn aveva ragione.
Lei era prigioniera.

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Capitolo 20
*** Chapter 19. ***


Chapter 19.
Il cerone quella volta non sarebbe bastato a coprire le cicatrici.
I veri screzi, gli sfregi, ormai Beth se li portava dentro, sulla coscienza, nell'inconscio.

Freud sarebbe stato felicissimo di studiarla.

Erano ricordi che non poteva cancellare, ricordi nei quali sarebbe inciampata sempre e comunque, e Shawn.. Dio, Shawn non l'avrebbe perdonata.

Shawn.

Erano quasi 2 mesi che non lo vedeva in giro.
Gli esami erano vicini, tutta la St. Rose&Virgin Mary era in fermento, quello sarebbe stato l'ultimo anno di molti.
Magari non l'avrebbe più rivisto.

Le mancava quel suo sorriso da idiota.

Dovette prendere più di un respiro e tutto il coraggio che aveva in corpo per compiere quella scelta.

Uscì dalla sua stanza, attenta a non fare rumore.
Quando fu nel corridoio, si guardò intorno attentamente.
Non aveva paura di essere scoperta.
Aveva paura e basta.
Era spaventata.

Erano quasi le 9.
I corridoi erano semi deserti, nonostante fosse Aprile, e il coprifuoco fosse stato posticipato alle 22.30.
Si poteva respirare l'aria frizzante che soffiava dalle grande vetrate colorate.
Ma a lei non importava.

Quando arrivò davanti alla porta della sua camera, aveva le gambe che le tremavano.
E se non avesse voluto parlare?

Dio, basta.

Bussò due volte.

Quando la porta si aprì, sia l'ospite che il ricevente di irrigidirono.

-Che ci fai qui?- mormorò Dennis, sconvolto di vederla.
-Io.. Io volevo..- balbettò lei.
-Volevi..? Vederlo?- domandò il ragazzo, quasi adirato -Non può ancora camminare bene-
Beth deglutì rumorosamente -Co-cosa?-
Dennis sorrise, quasi sardonicamente -Scommetto che non lo sapevi nemmeno stavolta, eh? Beth..- il ragazzo uscì dalla stanza, e socchiuse la porta alle sue spalle -Cristo Beth! Fagli un favore.. E fatti un favore.. Va via. Lascialo in pace per un pò, almeno fino al giorno del diploma! Lui è..-
Beth abbassò lo sguardo.

Si sentiva uno schifo.
Aveva combinato un bel casino, aveva sconfinato del tutto.

Dennis la guardò meglio -Che diavolo ti è successo alla faccia?-
La ragazza si portò istintivamente le mani sul labbro -..è stato un incidente..-
Il ragazzo le prese il mento tra le dita, e si avvicinò, osservandola meglio -Lui ti ha..-

La porta alle loro spalle si aprì con un cigolìo.

-Shawn..-


_Salve gente!
Siamo quasi alla fine.. Ringrazio chi è arrivato fin qui, e non.
#staystrong
Rage&Love
-A_

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Capitolo 21
*** Chapter 20. ***


Chapter 20.
-Dio Beth.. La.. La tua faccia- mormorò il ragazzo, restando sull'uscio.

Beth lo guardò.
Lui non se la passava meglio.
Aveva il labbro inferiore così gonfio, che aveva dovuto togliere il labret che indossava dal primo giorno; il suo occhio destro era livido, e il sopracciglio sinistro era spaccato.

-Ragazzi, è meglio se ce ne stiamo dentro..- mormorò Dennis, spingendo leggermente la ragazza all'interno della stanza.

Moose stava arrivando.

-Ci ha visti?- domandò Beth.
Dennis scosse la testa.

Shawn si riaccomodò sul suo letto, ancora dolorante.

-Come stai?- mormorò lei, sedendogli accanto.
Shawn sorrise -Ho una faccia nuova, e non è il massimo..-
Dennis sorrise.
-Ma nemmeno la tua mi sembra uno spettacolo..- osservò.

La ragazza abbassò lo sguardo -Si è arrabbiato molto.. Ma.. Ma non mi importa. Shawn, so che probabilmente nè tu nè Dennis crederete a ciò che sto per dire, ma io, giuro, che non sapevo che sarebbe arrivato di nuovo a tanto..- spiegò, con le lacrime che iniziavano a scorrerle sulle guance pallide.

Shawn si tirò su a fatica, e le si accostò -Nemmeno io lo immaginavo. O forse si..- disse con un sorriso stanco -Certo, non pensavo che si sarebbe aiutato con una mazza da croquet. Pensavo che sarei rimasto lì..-
-Ti capisco- mormorò Dennis, che se ne stava appoggiato alla scrivania, scuotendo la testa.
-Ma non importa, davvero- continuò Shawn -Non.. Non sono pentito. Nemmeno un pò. Tra due mesi quest'incubo finirà, tu, Matthew, Dennis e gli altri sarete all'università, e probabilmente non ci vedremo più..-

Beth iniziò a piangere sommessamente.
Poteva davvero sopportarlo?
Poteva sopportare la lontananza da quella stupida scuola, e da quelle stupide persone a cui si era tanto legata?

-Mi dispiace..- mormorò, con il viso rigato dalle lacrime.

Shawn e Dennis si scambiarono un'occhiata.
Per quanto quella ragazza potesse portare guai, potesse essere stronza, cinica e viziata, come tutti la vedevano, in quella stanza, e in quel momento, era una vittima come loro due. Una vittima di Matthew Tuck e di qualunque cosa la tenesse legata a lui.

-Sta tranquilla..- le sussurrò Shawn, avvicinandosi e cingendole le spalle con le braccia.
Dennis, si staccò dalla sua beneamata scrivania, e si inginocchiò davanti a Beth, appoggiandole una mano sulla coscia -Shawn ha ragione.. Devi.. Stare tranquilla-

In due mesi, sarebbe finito tutto.

 

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Capitolo 22
*** Chapter 21. ***


Chapter 21.
Probabilmente quel posto gli sarebbe mancato.
O probabilmente no.
Già, molto probabilmente era uno di quei ricordi che avrebbe gettato nel dimenticatoio.

Certo, vedere tutti quei ragazzi in toga e tocco, mentre a lui mancava ancora un'anno, lo gettava nello sconforto.
Ma non poteva pensarci.
Aveva promesso a Dennis di scattare quante più foto possibili.

-Sono un gran figo, non è vero!?- urlò, correndo verso di lui.
Shawn rise -Degno di nota direi. Mettiti in posa!-
Il ragazzo obbedì, assumendo una di quelle che lui stesso definiva "Pose da Victoria's Secret".

-Posso avere una foto con i due ragazzi più belli della scuola?- domandò una voce femminile.
Dennis si voltò, e non potè far a meno di notare il bellissimo sorriso di Beth.

Da quando Matthew si era allontanato dalla St. Rose&Virgin Mary, Beth sorrideva molto di più.
Era molto più sicura di tutto.
Era viva.

-Ovviamente!- urlò Dennis, tirandola verso di sè, e incitando Shawn ad imitarlo.
Il ragazzo lasciò che Beth prendesse posto tra loro due, con il suo tocco e la sua toga verde, e posizionata la fotocamera con l'obiettivo rivolto verso i loro visi, scattò una foto.

-Questa rimarrà nella storia!- commentò Dennis, ridendo.
-Oh, Dennis, approposito di storie..- fece Beth -Io.. Ti devo delle scuse-
-Cosa?- domandò lui confuso.
-Si, per tutta la storia di Matthew.. Io.. Mi sono comportata da imbecille, e non ti ho chiesto nemmeno scusa quando ho saputo che quell'idiota t'aveva rifatto la faccia.. Quindi.. Scusa- disse, con un leggero sorriso.
Dennis sorrise -Vieni qui- tirandola a sè e abbracciandola.
-Scuse accettate- le mormorò nell'orecchio.
-Ah, e grazie per le rose!- aggiunse lei, scostandosi leggermente, con un gran sorriso sul volto.

-Hey, anch'io merito un abbraccio!- urlò qualcuno dietro di loro.
I tre si voltarono, e si trovarono davanti il piccolo Frank Iero a braccia aperte, con un broncio sul suo bel visino.
-Frankie!- urlò Dennis, saltandogli al collo.
-Ci tocca un altro anno Milke!- osservò il piccoletto, tra le risate, mentre tentava invano di sostenere il peso del suo aggressore.
-Iero, a te ne mancano due di anni..- fece Shawn, riflettendo.
Frank sgranò gli occhi -Oh merda, è vero..- poi spostò lo sguardo verso la fotocamera che il ragazzo aveva tra le mani -Foto?- propose.
Ripresero la vecchia posizione, stavolta con un soggetto in più, e scattarono di nuovo.

-Io devo andare, c'è mia madre con il suo nuovo compagno..- mormorò Beth, guardandosi intorno.
-Bè, ragazzi, mi mancherete..- mormorò Dennis, quasi con le lacrime agli occhi.
I ragazzi si guardarono in faccia, con gli occhi lucidi.
-Devo andarmene prima che mi facciate piangere davvero..- disse la ragazza, con gli occhi lucidi e il mascara che iniziava a sciogliersi.

Beth iniziò a camminare, a grande falcate, verso la donna ben vestita appoggiata ad un SUV nero.

-Beth! Hey Beth!- urlò Shawn, per attirare la sua attenzione.
La ragazza si voltò e sorrise -Shawn, dimmi-
Il ragazzo si fermò a pochi centimetri da lei -Io.. Volevo darti una cosa- mormorò.
Beth lo guardò leggermente confusa.
-Ti ricordi della storia del Babbo Natale Segreto?- domandò in imbarazzo.

Il rossore sui loro volti era una cosa che non poteva evitarsi; quella era una storia che apparteneva al giorno di Natale, il giorno in cui tra loro, tutto era cambiato e si era scombinato.

Lei annuì sorridendo.
-Bè, ti avevo comprato questo, ma non ho mai avuto occasione di dartelo..- sussurrò, porgendole un pacchetto.
-Shawn, non avresti dovuto..- disse lei, col suo bellissimo sorriso.
-Prendilo-

Beth scartò il pacchetto con cura, senza sgualcire la carta, nè rovinare il fiocco.

-Shawn.. Non potevi scegliere cosa migliore!- urlò lei, rigirandosi il ciondolo a spirale tra le mani.
-Non è una semplice spirale..- disse lui.
-..è la spirale burtoniana, lo so.. Quel tipo la mette praticamente ovunque!- osservò lei sorridendo.
-Bè, adesso devi andare..-

Beth gettò uno sguardo a sua madre, notevolmente spazientita, e poi al ragazzo che aveva davanti.
Shawn l'aveva aiutata, anche se non se n'era mai reso conto.

-Grazie..- mormorò sorridendo.
Lui annuì, con il suo splendido sorriso, per poi indicare la madre di lei.
Beth, senza pensarci due volte, gli gettò le braccia al collo e lo strinse forte, fino alle lacrime.

Non l'avrebbe dimenticato.

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Capitolo 23
*** Chapter 22. Epilogo ***


Chapter 22.
3 anni dopo.

L'idea di trasferirsi nel Jersey era stata l'idea più fottutamente geniale che Shawn avesse mai avuto.
Lontano da casa.
Lontano dai suo genitori.
Erano stati i due anni più belli della sua vita.
Se poi ci si aggiungeva il fatto che l'avessero ammesso a Princeton, quei due anni diventavano anche migliori.

L'università andava a gonfie vele.
Non si era mai immaginato di essere un tipo da un'università, ma dopo aver mandato varie lettere, e dopo una bella chiacchierata con Dennis, incontrato per caso in un H&M di New York, aveva deciso che quella era la strada migliore.

Ma il meglio, doveva ancora venire.

Mentre passeggiava nel campus, un giorno di Dicembre, si imbattè in una delle persone che lo avevano maggiormente condizionato nella sua vita.

La ragazza se ne stava appoggiata alla porta d'ingresso, con la sua copia del King Lear tra le dita intirizzite, senza badare alle persone che aveva intorno.

Shawn si avvicinò lentamente, attento a non farla spaventare.
-Beth..?- mormorò.

La ragazza alzò lo sguardo, da sotto il suo cappello di lana rosso, e lo guardò attentamente.
Il suo sguardo, leggermente confuso, si tramutò presto in stupore, e il suo viso si allargò in un sorriso -Shawn!? Shawn Milke!?-
-AnnaBeth Sullivan?-

I due si abbracciarono.

-Dio, non posso crederci!- mormorò lei, ancora sorpresa -Sono passati 3 anni, e ci incontriamo di nuovo.. All'università per giunta!-
-Già.. Strano no?- fece lui sorridendo -Mi sono iscritto l'anno scorso. Sono al secondo anno.. E tu? Non ti ho mai vista qui..-
-Sono reduce dalla PennState. Questo è il primo anno qui..- spiegò.

I loro sguardi si incrociarono per un istante.
Dopo 3 anni, era ancora imbarazzante stare lì, accanto a lei.


-Allora, come stai?- domandò lui, per rompere il ghiaccio.
-Da quando ho lasciato l'istituto molto meglio. Ho lasciato troppi casini lì dentro, e non ne voglio più sentir parlare.. E tu?- sbuffò lei.
-Io stò bene, si. Molto direi! Sono lontano da tutti, ed è meglio per me, e per la mia famiglia.. Oh, ho incontrato Dennis prima di trasferirmi qui, ed era con niente di meno che la sua fidanzata!- spiegò il ragazzo, mimando un'espressione sorpresa.
Beth rise.
-E Matt?-
-Dopo la St. Rose abbiamo rotto definitivamente..- mormorò lei, annuendo -Meglio per tutti-
-Mi dispiace..-

In realtà non gli dispiaceva nemmeno un pò.
Aveva sempre odiato Matthew, figuriamoci dopo che l'aveva sfigurato, e aveva picchiato anche lei.
Beth era una ragazza fin troppo forte.

-A me dispiace solo di essere stata tanto cieca- spiegò lei -E di essermi comportata da cretina con tutti. Tornassi indietro non farei nulla di quello che ho fatto; dall'ignorarti, al trattarti come una pezza nel bel mezzo del cortile..-
-Possiamo farlo- disse lui risoluto.
Beth sorrise -Cosa?-
-Possiamo tornare indietro ed iniziare tutto da capo- disse lui, con un sorriso.
-Ma cosa..-
Prima che la ragazza potesse terminare la frase, Shawn aveva già steso la sua mano verso di lei con un gran sorriso -Piacere, sono Shawn-

Lo stava davvero facendo.
Stava cancellando il passato della ragazza che aveva sempre amato, e che non aveva dimenticato, per renderla felice.

-Dovresti rispondere..- le sussurrò tra i denti.
Beth sorrise, e strinse la mano fredda di lui -Piacere mio Shawn, sono Beth-
-Bè, Beth, sei carina. Ti va di andare a bere qualcosa?- domandò con un sorriso.
-Perchè no-

Non potevano far a meno di sentirsi due idioti, ma erano felici;
Per la prima volta, dopo Matthew, Beth si sentiva libera, viva e felice di aver a che fare con un ragazzo;
Shawn, sperava che tutto quella storia facesse sentire meglio la ragazza che aveva davanti, e che gli sorrideva ad ogni parola, come non aveva mai fatto.

-Shawn..- disse lei ad un tratto.
-Si?- fece lui, guardandola.
-Credo di non averti mai ringraziato nel modo giusto per tutto quello che hai fatto per me-
-Da quando ci siamo rivisti lo hai fatto tipo 50 volte..- osservò lui con un sorriso -Sorridi, questo mi basta-

Forse, solo allora Beth capì che il ragazzo a cui doveva appartenere, ce l'aveva sempre avuto davanti agli occhi.

-Shawn..- mormorò di nuovo lei.
-Dimmi Beth-
-Credi che questo possa essere un nuovo inizio?- domandò, con l'aria seria.
Shawn sorrise -Beth.. Credo davvero che questo possa essere un nuovo inizio-


_Grazie per esserci stati.
Rage&Love
-A_

 

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