Ladra di storie

di _alohomora_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***
Capitolo 4: *** Quattro ***
Capitolo 5: *** Cinque ***
Capitolo 6: *** Sei ***
Capitolo 7: *** Sette ***



Capitolo 1
*** Uno ***


ladra di storie
 
«I have written you down, now you will live forever»
   
 
Lary prende la sciarpa di lana grigia e se la avvolge attorno al collo, mette la borsa in spalla e si guarda allo specchio. Occhi stanchi e tristi con le occhiaie, capelli che hanno visto giorni migliori. Resistendo all’impulso di tirare qualcosa al vetro per distruggere l’orrenda visione che è lei stessa, Lary esce dall’appartamento.
E’ ancora buio, i fiocchi di neve scendono lentamente dando un’atmosfera invernale, e Lary sorride. Ha sempre amato l’inverno, preferisce il clima freddo che rispecchia la sua anima. Raggiunge la fermata della metro e riesce a salire su una carrozza appena in tempo. Seduta sulla metro, tira fuori il quadernino-diario. Semplice, con la copertina beige che Lary ha riempito di disegnini neri intrecciati.  Alza lo sguardo. Di fronte a lei è seduto un uomo di circa trent’anni, coi capelli ricci e le Ray Ban nere. Parla al telefono: -… e avremmo dovuto partire per la Norvegia, ti ricordi? Avevamo molti progetti.-
Lary scrive su una pagina bianca:
 
1. Dicembre
Sogni mai realizzati. Un viaggio in Norvegia.
 
L’uomo si alza e scende, sempre parlando al telefono.
Accanto a Lary c’è una ragazza di pochi anni più piccola, sui 18, con un libro di letteratura aperto in mano, coperto di appunti scritti di fetta e sottolineature. Lary vede lo stress nei suoi occhi. La ragazza si mangia le unghie. Maturità, pensa Lary, e scrive:
 
Prove della vita. Paura di non farcela.
 
Una fredda voce registrata annuncia la fermata di Lary. Ripone il quaderno nella borsa e scende.
La fredda aria investe il suo viso quando risale in superficie, in una zona della periferia di Londra. Si dirige verso la grande costruzione che è la sua università, Black Heights. Attraversa il giardino interno e arriva sotto al porticato dove c’è la porta per la classe della lezione della giornata, Storia moderna. Sicuramente non una delle sue preferite. Si siede in fondo a un banco vuoto.
-Hei Lary!- Mags è seduta davanti a lei, è vestita da brava ragazza come al solito e ha un sorriso sincero in faccia.
Come fa ad essere così di buon umore, io vorrei solo dormire.
-Ciao, Mags-
-Io e le altre del corso di teatro stasera facciamo una serata healthy-fun, cioè no alcol no droga no sesso. Vuoi venire?-
-Oh, no grazie… devo studiare per un test di filosofia.-
-Okay, un’altra volta- fa Mags con un altro sorriso.
-Grazie, comunque- dice Lary. Crede sempre di doversi scusare o ringraziare di più.
-Cosa devi fare in realtà?- sussurra qualcuno accanto a Lary.
Lei si gira di scatto e vede un ragazzo seduto al posto vicino al suo, chinato leggermente in avanti sul suo libro di storia. La classe è piena di posti ancora liberi, e lui ha scelto di sedersi accanto a lei. Sarebbe la prima volta che qualcuno lo fa.
Ha un ammasso di capelli scuri che vanno in tutte le direzioni, come se avesse ricevuto una scossa elettrica. Occhi color del ghiaccio. Un sorriso timido ma indagatore.
La sta guardando.
-Cosa?- balbetta Lary.
-Riconosco una persona quando mente- dice lui senza farsi sentire da nessun altro.
-Ho i miei motivi- risponde Lary.
-Certo. Spero che questo sia il corso di Storia moderna.-
-Sì.-
-Grazie al cielo, ho sbagliato classe tre volte.-
Il professore entra in aula mentre Lary fa un vero sorriso, il primo dopo mesi. 



Questo è il primo capitolo della storia, so che non è nè lungo nè interessante ma per ora è così, forse in seguito lo modificherò. Spero vi piaccia :)
-alohomora-

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Capitolo 2
*** Due ***


ladra di storie

 
«Look who's digging their own grave, that is what they all say, you'll drink yourself to death.»


 
 Un’ora dopo Lary lascia l’aula di Storia moderna e va verso il bar, dove prende un caffè caldo, si siede in un angolo e tira fuori il diario. Rimane per alcuni minuti a fissare la pagina dove aveva scritto la mattina in metro. Vorrebbe scrivere qualcosa su quel ragazzo che era in classe, ma non riesce. Non trova delle parole per riferirsi a lui, anche se nella sua mente ci sono centinaia di pensieri.
Durante l’ora era rimasto concentrato alle parole del professore, o almeno così sembrava, con le sopracciglia leggermente aggrottate e prendendo mille appunti.
Lary sospira e finisce il caffè.
Forse non lo rivedrò nemmeno, questa era la mia ultima lezione di Storia moderna. Ma cosa mi deve importare? Non lo conosco nemmeno. Dovrei concentrarmi su Tedesco, piuttosto.
Mette molta tristezza. Conoscere persone, scambiare nomi, sorrisi e momenti. E poi non rivederle mai più. E' come se qualcosa scompare quando è appena nata.
Il cellulare vibra.
 
< Lary per favore, stasera devi esserci. Ho bisogno di te.
 
Tranquilla, certo che ci sarò. Non sono molte le persone che hanno bisogno di me. >
 
Mi correggo, tu sei l’unica. >
 
< Grazie
 
L’ora di Tedesco passa come al solito. Finita la lezione Lary si dirige verso la biblioteca. Si siede al solito tavolo vicino alla finestra. Tira fuori il diario e comincia a scrivere.
 
1. Dicembre
Sogni mai realizzati. Un viaggio in Norvegia.
Prove della vita. Paura di non farcela.
 
Cin era una ragazzina che amava sognare. Sognava perché era l’unico modo per fuggire dalla realtà. Sognava il Principe Azzurro, come molte ragazzine della sua età, ma sognava anche pensieri di libertà, di volare, di scappare. Spesso sognava semplicemente una vita felice. Cin viveva in Cina, la sua famiglia era povera e suo padre maltrattava lei, sua madre e le sue sorelle.
Cin crebbe, ma i suoi sogni rimasero. Risparmiava soldi per riuscire a volare via.
Un giorno riuscì a trovare un biglietto a poco prezzo per un volo diretto in Norvegia...
 
-Ti dispiace se mi siedo qui?-
Lary alza lo sguardo e lo vede, il ragazzo di Storia moderna. Ha una maglietta scura che sembra raffigurare una scena di qualche film horror.
-Scusa se ti ho interrotta, sembravi concentrata. Pensavo fosse meglio sedermi qui che stare ognuno a un tavolo diverso- aggiunge lui, come se avesse paura di disturbarla.
-Certo, siediti pure- dice Lary.
Si siede.
-Allora, sei nuovo a quanto ho capito- dice Lary. Osservazione inutile, ma non sa mai cosa dire nei silenzi imbarazzati.
-Sì. E in meno di un giorno ho girato tutta l’Università, chiesto informazioni sulle classi a una ventina di studenti e segretarie e per sbaglio sono entrato in una classe mentre stavano filmando una scena per un film studentesco, quindi gli ho rovinato la clip- ridacchia passandosi una mano nei capelli verticali.
-L’università è grande, all’inizio è facile perdersi. E in quel film dovrebbero tenere la tua “comparsa”, secondo me da un bell’effetto.-
Lui la guarda scettico, –Io un bell’effetto? In quel momento avrò avuto una faccia da bradipo che si chiede dove diavolo sia.-
Lary sorride, un sorriso vero. Il secondo dopo molti mesi. Ahia.
-Mi chiamo Lary.-
-Dan Smith. Ma non devi parlare con me, puoi continuare con quello che stavi studiando.-
Lary scuote la testa –Non stavo studiando.- Non aggiunge altro.
-Okay, puoi continuare a scrivere allora.-
 
Un’ora dopo Lary lascia la biblioteca con Dan.
-…e lì c’è l’atrium di teatro. Non perderti più.-
-Promesso- dice Dan. –Fai teatro?-
-Sì, ma non fa proprio per me.-
-Perché?-
-Io… sono timida, quindi recito uno schifo.- Non sa bene perché lo stia dicendo, di solito non si apre mai con gli semi-sconosciuti, ma sente che di lui si può fidare. Non che gli stesse raccontando un segreto, comunque.
Dan fa un mezzo sorriso. –Ti piace la musica?
Lei lo guarda per qualche secondo. –Io vivo per la musica.-
-Anche io.-
Si passa di nuovo la mano nei capelli. -Devo andare a Letteratura. Ci vediamo- e sale le scalinate dell’ingresso. Lary rimane come un ebete a fissare il punto in cui Dan ha girato, poi si riscuote e percorre il porticato. Esce dall’università e compra un altro caffè prima di prendere la metro sotterranea di Londra. Tornata nel suo appartamento, si sdraia sul letto con il diario. Riprende la storia.
L’ha quasi finita, quando squilla il telefono.
-Leah, ciao-
-Ciao. Com’è andata oggi?-
-Sai, oggi è stato diverso. Sembrava che la mia giornata avesse un senso.-
-Sono felice per te. Cos’hai fatto?-
-Ho aiutato un ragazzo a trovare l’aula di letteratura.-
-Eh?-
-Niente, sono da te fra mezz’ora.-
-Bene, ho fatto i pancake. Dopotutto la vita non fa schifo, se hai i pancake e il cioccolato.
-Perfetto, arrivo.-
Lary si mette una grande felpa calda, la sua preferita, prende la borsa con il diario ed esce.
Arriva al portone di Leah e suona il citofono.
-Chi è?- E’ la madre di Leah.
-Sono Lary.-
-Cosa…chi?- Ubriaca, come al solito.
-Signora Seedflower, sono qui per Leah.-
-Ah…-
Il portone vibra e si apre.
Lary sale, in cima alle scale c’è Leah alla porta.
-Sei salita a piedi? Siamo al quarto piano.-
-Mi illudo di poter bruciare qualche caloria. E ne avrò bisogno dopo i pancake, perché ne mangerò fino alla nausea.-
Vanno in camera di Leah dove c’è un piatto fumante di frittelle.
-Leah, io ti amo. Dovresti cucinare di più. Ma andare in cucina no?-
-Sei pazza? Mamma ha bevuto di nuovo. Meglio stare alla larga.-
-Te l’ho detto, puoi venire a vivere con me. Hai diciannove anni.-
Leah scuote la  testa. –Se me ne andassi peggiorerebbe ancora. Coldplay?- chiede prendendo il cd della band. Lary annuisce.
Si siedono sul letto una accanto all’altra, mangiando i pancake con la musica.
-Oggi hai scritto?- chiede Leah a un tratto.
-Certo. Ecco- dice Lary porgendole il diario.
-Lo sai che mi salvi tutti i giorni?-
-Lo sai che ci salviamo a vicenda?-
Leah prende il diario.
-Se prendessi ispirazione da qualcun altro che delle persone nella metro, scriveresti libri bestseller da premio Nobel.-
-Ah-ah. Non sono da premio Nobel, sono per te.-
Leah all’improvviso diventa seria e la guarda. –Grazie.-
-Smettila, non devi ringraziarmi.-
-Sì invece. Lo sai che se non fosse per te ci sarebbe già una tomba col mio nome al cimitero di Little Filsey*.-
-Non parliamone.-
-D’accordo. Allora, cos’era quella storia del ragazzo?-
-Niente. E’ solo uno che si è seduto vicino a me due volte.-
-Wow. Sarò l’unica a morire sola.-
-Certo, perché lui vuole sposarmi- Lary alza gli occhi al cielo.
-Perché no? Io ti sposerei. –
-Io non sono nessuno. Cosa potrebbe mai volere qualcuno da me?-
-Lary, smettila. Abbiamo già detto che dobbiamo amare noi stesse.-
-Hai ragione, basta parlare di ragazzi, sembriamo due adolescenti con gli ormoni attivi. Film?-
-Vado a prendere Harry Potter, pesco a caso uno degli otto.-
 
 
*questo nome, come quello dell’università nel capitolo prima, sono inventati. Dehehe



Ecco il secondo capitolo :)
Dal prossimo capitolo saranno presenti almeno Kyle e forse anche Will e Woody.
_alohomora_

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Capitolo 3
*** Tre ***


 

ladra di storie
 

«There's a hole in my soul, I can't fill it.»
 

-Ti serve un fazzoletto?- chiede Leah.
-Sì!-
-Tieni. Non disidratarti tutta però.-
-Fred non può morire. Piango ogni fottutissima volta! E nel libro è ancora peggio.-
-Lo so. Ma dobbiamo finirlo un’altra volta, sono quasi le dieci.-
-Merda, alle dieci e un quarto c’è l’ultima metro che arriva alla mia fermata.-
-Ti accompagno in macchina.-
-No, se vado subito la prendo. Ciao- Lary le dà un veloce bacio sulla guancia ed esce dall’appartamento mentre Leah dice –Sdolcinata!-
Arrivata a casa, si accascia sul letto e si addormenta quasi subito, senza i lunghi pensieri che di solito la tengono sveglia.
Il mattino si sveglia stranamente con uno sorriso, si mette un maglione pesante ed esce di casa, come al solito col diario nella borsa.
All’Università, Lary entra nell’atrium.
-Giorno Lary!- la saluta Mags col solito entusiasmo.
-Giorno. Com’è andata la vostra serata healthy-fun?-
-Uno schifo, noia totale. Non so neanche perché sono venuta- dice Jess. E’ la classica ragazza bomba-sexy che i ragazzi vogliono, con più trucco in faccia che materia grigia nel cervello, ma che comunque è all’università perché suo padre è ricco sfondato.
-Smettila di essere pessimista, Jess. Io mi sono divertita.- dice l’amica di Mags.
-Basta chiacchiere, mettiamoci al lavoro- li interrompe David, l’insegnante di Teatro.
-Allora, la signorina Johnson del corso di cinematografia ha proposto una collaborazione con noi di teatro, e io naturalmente ho accettato. L’idea è questa: noi rappresenteremo il loro film sottoforma di spettacolo teatrale e loro rappresenteranno la nostra commedia come film, per risaltare le differenze tra teatro e cinematografia. Che ne dite?-
-Ci sto, basta che ci siano ragazzi fighi a cinematografia- dice Jess.
Alcuni minuti dopo un gruppo di studenti fa il loro ingresso rumoroso nell’atrium, accompagnati dall’insegnante, che prepara un proiettore e una tela bianca dove proiettare il filmato.
-Questo è il nostro lavoro, spero vi piaccia!- dice la Johnson con una voce acuta, fa partire il proiettore e si mette subito a chiacchierare con David.
Il film è abbastanza banale, parla di un gruppo di adolescenti in cerca di lavoro a New York a Natale, ognuno con una personalità diversa e coi suoi problemi, ma verso la fine Lary vede la faccia di Dan spuntare in una scena e guardarsi attorno con aria interrogativa. Non può fare a meno di sorridere.
-E quello chi è?- chiede Jess.
-Una comparsa non programmata, abbiamo deciso di tenerla perché da un effetto comico.-
-Sembra un cucciolo smarrito- dice Mags, e Lary, senza riuscire a impedirselo, la fulmina con lo sguardo.
La signorina Johnson dice: -Domani assisteremo al vostro spettacolo che noi renderemo un film. Arrivederci!- e quelli di cinematografia lasciano l’atrium.
-Allora, dobbiamo trasformare il loro film in uno spettacolo- dice David, e comincia ad assegnare le parti. Lary deve fare la ragazza-ambiziosa-in-cerca-di-successo.
Alla fine rimane la parte di un ragazzo da assegnare.
–Ci manca un attore. Non è che potete convincere alcuni vostri amici a venire? Jess?-
-Scordatelo.-
-Io conosco un ragazzo che potrebbe fare anche la comparsa.- dice Lary all’improvviso.
Tutti si girano a guardarla. –Chi?-
-Quello originale.-
-Lo conosci?- chiede David.
-Sì… cioè no, l’ho incontrato ieri.- Non sa bene quello che sta facendo, perché sarebbe dovuta andare da Dan a chiedergli di unirsi a loro, e lei non è per niente quel tipo di persona.
-Perfetto, portalo alla prossima lezione.-
Lary lascia l’atrium dieci minuti dopo e compra l’ennesimo caffè al bar. Controlla il cellulare e vede che c’è un messaggio da Leah.
 
< 36 Meldy Street
Cos’è? >
< Ho pensato potesse interessarti questo indirizzo.
 
Lary non capisce cosa voglia dire Leah, e di certo non è la prima volta, ma non ha tempo per pensarci, deve trovare Dan.
In segreteria le dicono che oggi non ha più lezioni.
Merda, una volta che mi sentivo sicura.
Va in biblioteca con la speranza di trovarlo lì, ma non lo vede da nessuna parte.
Dopo l’unica lezione del giorno, filosofia, lascia l’università e cammina lungo la strada, stringendosi nel maglione mentre comincia a nevicare.
Come diavolo ho fatto a dimenticarmi la giacca il due di Dicembre?
Passa accanto a Little Filsey Park e decide di entrare. Compra un altro caffé –sì, ne beve troppi- e un panino per pranzo e si siede su una panchina sotto un grosso salice piangente vicino a un lago abbastanza profondo. Poco lontano da lei c’è una bambina di circa quattro anni. Indossa un vestitino rosso e una giacca per proteggersi dal freddo invernale. Si avvicina all’orlo del piccolo dirupo che finisce con lago, di sotto. Guarda l’acqua grigia sotto di sé. Si avvicina ancora, senza paura. Potrebbe cadere da un momento all’altro.
-Sarah!- La madre della bambina corre verso la figlia e le prende la mano tirandola indietro. E’ arrabbiata, ma Lary vede il terrore nei suoi occhi.
Tira fuori il quadernino coi disegni neri sulla copertina e scrive
 
2. Dicembre
 
Curiosità verso l’ignoto, senza paura.
Terrore di un genitore di perdere ciò che ama.
 
Comincia a scrivere una nuova storia, non smette per due ore, ignorando il freddo che trapassa nel maglione. Verso la fine del suo racconto, si ferma. Sente della musica, suonata dal vivo. Anche da lì, abbastanza lontano da dove qualcuno sta suonando, sente un brivido sentendo quella melodia. E’ bellissima.
Lary ripone il diario nella borsa e segue quella musica, come se fosse attratta da una calamita. Arriva al luogo dell’esibizione e si fa avanti nella piccola folla di persone. Davanti a lei c’è una band composta da quattro ragazzi. Uno coi capelli fino alle spalle alla batteria, uno suona la chitarra e due dividono una tastiera.
Il secondo alla tastiera canta.
 
You have always worn your flaws upon your sleeves
And I have always berried them deep beneath the ground
Dig them out, let’s finish what we’ve started
Dig them out, so nothing’s left untouched
 
Lary trattiene il respiro mentre centinaia di pensieri le invadono la mente.
Il cantante è Dan.

 




Ho scritto il terzo capitolo prima del previsto, quindi eccolo qui.
Grazie mille ancora a chi recensisce :)
_alohomora_

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Capitolo 4
*** Quattro ***




ladra di storie

 
 
«Oh I feel overjoyed, when you listen to my words.»
 



Lary rimane in piedi a fissarlo mentre le tornano in mente alcune parole di Dan.
 
-Ti piace la musica?-
-Io vivo per la musica.-
-Anche io.-
 
La canzone finisce e il piccolo pubblico applaude. Dan sembra imbarazzato, ringrazia la folla e annuncia che domani sera suoneranno in un club in periferia.
E’ allora che incontra lo sguardo di Lary, che non ha smesso di guardarlo neanche un secondo.
I suoi occhi blu sono di ghiaccio ma mandano in fiamme.
Alla fine è lui ad avvicinarsi.
-Ma tu sei sempre sola?- le chiede.
Lary non risponde e si stringe nelle spalle. -Oggi ti cercavo.-
-Davvero?- Dan non riesce a reprimere un sorriso.
-Sì. Vuoi fare il corso di teatro?- dice Lary andando subito al punto.
Le sembra quasi di vedere delusione nei suoi occhi, come se si fosse aspettato un altro motivo per cui lei lo cercasse.
-Vieni- dice poi prendendola per un braccio e portandola verso gli altri ragazzi della band, che stanno riordinando gli strumenti.
-Ragazzi, lei è Lary.-
Due di loro le fanno cenni di saluto e si presentano come Will e Christopher alias Woody.
Quello con la barbetta che suonava la tastiera stringe la mano alla ragazza. –Io sono Kyle, buongiorno. Le assicuro che col nostro Smith sarà al sicuro, si fidi.-
Gli altri scoppiano a ridere. Lary guarda interrogativa Dan, che scuote la testa esasperato.
-Se mi cercate sono al bar.-
La ragazza segue Dan, e quando si sono allontanati chiede –Mi sono persa qualcosa?-
-No. I miei amici si divertono ad essere spiritosi, niente di personale. Sono dei tipi in gamba comunque.-
Lary attende che aggiunga altro, ma non lo fa.
-Dan, ti ho sentito cantare.- Lo guarda negli occhi e lui fa altrettanto. –Hai una voce davvero incredibile.-
-Grazie. –
-Non sapevo fossi in una band.-
-Non è ancora una cosa seria, siamo solo all’inizio. Volevo parlarti anche d questo…-
Sono arrivati al bar, che è pieno di persone che spingono per entrare e uscire.
-Ti prendo una cioccolata? Non credo riusciremo ad entrare tutti e due e uscirne vivi.-
Lary gli sorride e si siede su una panchina libera mentre lui entra nella folla. Ritorna dieci minuti dopo con due tazze fumanti. Sta ancora nevicando.
-Starai gelando. Quel maglione non sembra molto pesante.-
-Ci credi che ho dimenticato la giacca?-
Dan le prende una mano. –Potrei giurare che questo è un sasso ghiacciato. Le punte delle tue dita sono viola.-
-Col freddo il sangue scorre di meno nei bordi.-
Dan tocca il suo braccio su una vena visibile.
-
«Questo è il tuo cuore, riesci a sentirlo? Pulsa attraverso le tue vene.»-
-Che immagine poetica.-
Dan ridacchia –Mi prendi in giro?-
-Non potrei mai. Posso bere la cioccolata?-
Lui le porge la tazza. –E’ caffé, ho pensato che lo preferissi visto che ne hai sempre uno in mano.-
Lary stringe il caffé che le scalda le mani. –Noti tutto.-
-Mi piace osservare. Comunque credo che farò teatro. Se tu vieni a delle sessioni acustiche con noi.-
A Lary le va quasi di traverso un sorso del cappuccino.
-C-cosa?-
-Sessioni acustiche. Con noi.-
-Stai scherzando? Io non so cantare.-
Dan stringe leggermente gli occhi. –Io penso il contrario.-
-Ah sì? Cosa te lo fa pensare?-
-Ho avuto modo di sentirti cantare, hai talento.-
-E dove mi avresti sentito cantare?-
-Questo non te lo posso dire. Allora, verrai?-
Lary non sa cosa dire. In realtà non sa cosa pensare. Lei ama la musica e cantare, certo, ma solo per se stessa.
Sta già pensando di rifiutare, quando incontra ancora il ghiaccio degli occhi di Dan. Ed è di nuovo fuoco per il suo viso. La guardano e lei vede speranza, desiderio, come se pregasse che lei accetti. Forse è solo la sua immaginazione, ma comunque lui vuole cantare con lei, e sembrava che sia serio. 
-Queste sessioni… avranno un pubblico?- gli chiede.
-Solo di pochissime persone. E nessuno registrerà. Solo per una volta- si affretta a rispondere.
A Lary viene spontaneo dirlo, senza pensarci. –Va bene, Ci sto.-
Dan fa uno dei suoi piccoli sorrisi dolci. –Perfetto.-
Si alza in piedi. -Vieni, sta facendo buio.-
-Aspetta, ora devi dire che verrai a fare teatro.- Lary lo raggiunge e iniziano a tornare all’uscita.
Lui alza le spalle. –Certo, anche se non sono un bravo attore.-
-Hanno tenuto la parte in cui sei comparso per sbaglio, in quel film.-
Lui ride –Davvero? Avrebbero dovuto rifarla.-
Sono arrivati ai cancelli del parco, Lary sente delle risate. Vicino all’uscita c’è un furgoncino della Volkswagen aperto, dove Will, Woody e Kyle stanno ridendo a squarciagola.
-Non cambieranno mai- commenta Dan ridacchiando. Poi gli dice: -Ragazzi, avevamo detto niente birre fino a sabato sera.-
-Ma non abbiamo bevuto. Non ce n’è bisogno con Woody.- dice Kyle, che a le lacrime agli occhi per le risate.
-Ok, ma ora riaccompagnamo a casa Lary. Verrà ad una sessione acustica con noi.-
Kyle le da il cinque. -Sarà divertente.-
Lary sa che non sarà affatto divertente per lei cantare davanti a della gente, e sa che si pentirà, ma per ora non ci pensa e sorride.
Dieci minuti dopo sono seduti davanti nel furoncino, dietro c'è una specie di ripostiglio di strumenti e anche dei mobili, come una stanza abitabile stile hippie.
-Allora, dove la portiamo signorina?- chiede Woody. Lary si chiede perchè continuino a chiamarla "signorina", ma non ci fa troppo caso. Sta per dire dove abita, quando si ricorda dell'indirizzo che le ha mandato Leah. I ragazzi sembra che non abbiano proprio fretta di andare a dormire, quindi decide di approfittarne per vedere che posto sia. 
-Prima voglio vedere cosa c'è al 36 di Meldy Street.- Spera non sia un segreto.
Dan si gira a guardarla. -Perchè?-
-Non lo so, mi ha scritto quest'indirizzo un'amica. Tu sai cosa c'è?-
-Sì. C'è il mio appartamento.-
Will, Woody e Kyle scoppiano a ridere ancora una volta.
-Stalker professionista!- dice Woody. 
-Ops. Scusate, perdonate la mia amica- dice Lary, di nuovo in fiamme.
-Se vuoi ti portiamo lì con Dan.- dice Will.
-Un'altra volta. Per ora abito in Eldrie Road- dice Lary. 
Woody, ancora ridendo, mette in moto e arrivano davanti all'appartamento di Lary in venti minuti.
-E' sato un vero piacere, signorina- la saluta Kyle.
Dan le manda un'occhiata sorridente prima che lei scenda dal furgoncino. -Ci vediamo a Teatro.-


Hullo
Ecco il capitolo numero 4, spero non sia troppo mal scritto :)
_alohomora_

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Capitolo 5
*** Cinque ***


ladra di storie


«Tell me a piece of your history that you've never said out loud.»

 


Lary torna nella sua stanza e prende subito il telefono, poi compone il numero di Leah.
-Pronto?-
-Leah, sei completamente impazzita?-
-Ciao anche a te Lary. Che succede?-
-Niente, ho solo fatto una figura più imbarazzante della giornata perché qualcuno mi ha dato l’indirizzo di Dan.-
-Non dovevi dirlo a lui, idiota.-
-E io come sapevo che era il suo numero? Vaffanculo eh.-
-Non mi piace quando sei volgare.-
-Comunque canta.-
-Canta?-
-Sì, Dan è in una band, e domani devo fare una sessione acustica con loro.-
A ridirlo in quel modo, sembra davvero strano. Ora che ci ripensa, si chiede come è successo che abbia accettato.
-Allora ha funzionato!- dice Leah eccitata.
-Funzionato cosa?-
-Oh, niente.
-Aspetta… sei stata tu a farmi sentire cantare da Dan.-
-Forse.-
-Stai scherzando? Mi dai il suo indirizzo e gli fai sentire la mia voce registrata? Credevo fosse la mia vita, non la tua.-
-Ti sto solo aiutando e ne hai bisogno.
-Non ho bisogno che tu vada da ragazzi che appena conosco a fargli sentire registrazioni!-
-D’accordo, scusa, mi farò perdonare. Ma non sono andata da lui dandogli la registrazione direttamente. Gliel’ho fatta… trovare, diciamo. Non mi ha neanche vista.-
-Potresti spiegare?-
-No. Ora devo andare, fammi sapere dove devo venire a sentirvi domani.-
-Tu non verrai.-
-Certo che verrò! A domani- e attacca.
Lary sospira e va a prepararsi un thè. Mentre lo sorseggia vede che ha ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto.
 
Tu hai trovato il mio indirizzo e io il tuo numero.
   Domani la sessione è nel club di Ginger Street, in periferia.
   Ricordati la giacca,
                                                                                         Dan
 
Un sorriso affiora sulle sue labbra.
Forse quella sessione non andrà malissimo. Se non dovessi cantare.
 
 
 
La mattina Lary beve almeno quattro caffè prima della lezione di Letteratura inglese, macchiando anche una pagina su Dickens, poi si dirige nell’atrium per Teatro.
Quando entra nota subito un cespuglio di capelli scuri sbucare dietro David. E’ Dan che parla col professore. Si era quasi dimenticata che aveva promesso di venire.
David si gira a salutarla. –Lary! Grazie di aver portato il tuo amico, gli ho assegnato la parte di Jack-il-ribelle-
-Vi ho già avvertiti del fatto che non so recitare, vero?- dice Dan.
-Se non si ha il blocco mentale, siamo in grado tutti recitare- dice David con voce da intellettuale.
-E’ la sua frase preferita- dice Lary rivolta a Dan, scuotendo leggermente la testa.
Il gruppo si mette a provare la scena.
Mentre provano, Mags si avvicina a Dan e si presenta. –Hey! Io sono Mags. Se sei nuovo posso aiutarti con i corsi! Un giorno potresti venire ad una serata healthy-fun con noi. - dice poi con la sua voce stridula.
-Oh, grazie- replica Dan.
Lary sente qualcosa in fondo allo stomaco ma decide di ignorarlo.
L’ora di Teatro passa  in modo un po’ strano, ogni volta che Lary era stata con Dan erano soli, escludendo il loro primo incontro in classe. Alla fine dell’ora Lary aspetta che Dan finisca di parlare con gli altri ragazzi, poi escono insieme dall’atrium.
-Allora, come ti è sembrato?- gli chiede Lary.
-Ehm.. carino? E’ un gruppo simpatico. Però non mi sento proprio a mio agio a recitare.-
-Neanche io, ma volevo fare qualcosa di creativo.-
Sono arrivati al cortile interno dell’università, circondato da colonne di pietra e pieno di panchine e cespugli di fiori. Non fa più tanto freddo come i giorni precedenti. Dan si siede su un muretto accanto ad un cespuglio di rose. Lary esita e poi si siede accanto a lui.
Dan la guarda per un attimo negli occhi, togliendole di nuovo il fiato e mandandola come al solito in fiamme, poi chiede –Pronta per stasera?-
Lei annuisce. –Che canzoni dovremo cantare?-
-Noi suoniamo un paio delle nostre, poi all’ultima ti unisci anche tu, è una che conosci sicuramente, ‘Rythm Of the Night’.-
-Veramente non l’ho mai sentita.-
-Il titolo no, ma era una hit un po’ di anni fa.-
Tira fuori il suo telefono e fa partire una canzone. Sentendo la musica, Lary riconosce la melodia, e si ritrova inspiegabilmente a cantarla con le parole.
Dan sorride soddisfatto. –La imparerai in un attimo. Allora… come facevi ad avere il mio indirizzo?-
Le guance di Lary vanno di nuovo in fiamme e abbassa lo sguardo con un sorriso imbarazzato. –E’ solo una mia amica, voleva farmi uno scherzo forse. Non so come l’abbia trovato.-
Dan ridacchia.
Rimangono sul muretto a parlare più a lungo di quanto se ne rendano conto. Lary  di solito non è una persona a cui piace parlare, ma la conversazione con lui è spontanea e semplice. Alla fine Dan dice: -Merda, devo consegnare questo libro alla biblioteca. Sono già in ritardo e non ho soldi per la multa.-
Lary da un’occhiata alla copertina. E’ un libro fantasy.  –L’ho letto anch’io-
-Davvero? In realtà io non l’ho finito, ma la prima metà mi piaceva.- dice Dan alzandosi in piedi.
–Allora riprendilo un giorno, è davvero bello.-
-Lo farò. A stasera- dice prima di allontanarsi verso la biblioteca.





Allora, ho ritrovato questa storia dopo mesi e ho deciso di ricominciarla. Potrebbe uscirne uno schifo totale (probabile) ma lo faccio per il gusto di scrivere. :)
_alohomora

 

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Capitolo 6
*** Sei ***


ladra di storie
 
 

«Those little things define us, forever.»

 

Quella sera Lary esce di casa alle 20, un po' nervosa per la serata che l'aspetta. Ha gli auricolari nelle orecchie, sta ripassando la canzone e non si accorge nemmeno del furgoncino della volkswagen sulla strada davanti al suo palazzo, i fanali accesi e delle risate provenienti dall'interno, finchè qualcuno al volante suona il clacson. Lary alza lo sguardo, raggiunge il van e riconosce Dan seduto sul sedile anteriore vicino all'autista Will. Dietro Kyle e Woody, seduti tra strumenti musicali, la salutano con la mano. Sorpresa, Lary apre la portiera e si infila sul sedile posteriore, scavalcando una tastiera.
-Non pensavo che mi sareste venuti a prendere- dice mentre Will rimette in moto il furgone e parte.
-Certo, servizio completo per la signorina- dice Woody. -Non è una limousine però, siamo desolati.- Woody ridacchia.
Lary inarca le sopracciglia, incerta se ridere o no. -Okay, cosa vuol dire?-
-Lasciatela stare- la voce di Dan li raggiunge sopra la musica alta -e Will, abbassa il volume. Stiami già andando ad un club dove assordarci.-
Woody la guarda divertito. -Dan è solito trattare le ragazze in modo molto... delicato? Aiutami con la parola giusta Kyle-
-Iperprotettivo.-
-Già, come se fossero regine.-
Lary cerca di coprire il rossore delle sue guance e dice -Bhè, è una cosa postitva direi.-
-Certo, se sei la ragazza- dice Kyle.

Will guida fino in periferia e scendono dal furgone di fronte a un piccolo locale rumoroso. L'insegna al neon riporta il nome del posto: 'Lukkas'.
Mentre i ragazzi cominciano a scaricare gli strumenti, Lary sente una voce chiamarla da dietro.
Si gira e vede Lea a un centimetro da lei. -Lary!- 
-Hei Lea. Ti accompagno dove vuoi se non registri niente stasera.-
Lea la guarda un attimo e dice: -ci sto-. Poi allunga lo sguardo verso il  van. -Stai per cantare con una band, non ci credo.-
-Per la prima e ultima volta- risponde Lary cercando di ignorare il nodo allo stomaco. 
I ragazzi si avvicinano con gli strumenti e salutano Lea. Entrano nel locale illuminato da una luce soffusa, è ancora presto quindi non c'è molta gente. Le persone lanciano occhiate a loro e alzano le sopracciglia con aria diffidente. I ragazzi collegano la tastiera, il basso e i microfoni sul piccolo palco poco rialzato.
Lei e Lea si siedono ad un tavolino sporco. -Allora, hai il diario?- chiede Lea- Lary le passa il quadernino con la storia che ha scritto. Lea lo prende soddisfatta, lo mette nella borsa e torna a rivolgere l'attenzione sui ragazzi. -Dan è carino- dice sorridendo. Lary alza gli occhi al cielo.
Will, Woody e Kyle le raggiungono, inpedendo così a Lea di continuare, mentre Dan rimane indietro a parlare con il ragazzo dietro al bancone.
Woody dice -Siamo fortunati stasera, questo è un club di musica live vera, si aspettano musica acustica. Altre sere abbiamo suonato in posti dove la gente volevana solo un dj.-
-Già, questa gente potrebbe apprezzare- dice Kyle.
Da come li stanno guardando Lary non è sicura che quelle persone possano 'apprezzare'. 
-Fidati, è sicuramente meglio degli altri posti in cui abbiamo suonato- dice una voce da dietro Lary, come se
 le avesse letto nella mente. Si gira e vede che Dan li ha raggiunti
-Allora non siete messi troppo bene- dice Lary.
Dan fa una smorfia e dice -decisamente no-.
-Bhè, il pubblico non vi ancora scoperto. Godetevi questo periodo prima del successo, la calma prima della tempesta.-
-Mi piace il tuo ottimismo- dice Woody, che ha già una birra in mano.
-Hey, non so ancora come si chiama la vostra band- si ricorda Lary.

-Bastille- risponde Dan.
-Come la Bastiglia?- chiede Lea.
-Sì. Ora chiederete perchè,  il mio compleanno è il 14 Luglio, il giorno della presa della Bastiglia.-
-Ti piace la storia?- chiede Lary.
Dan alza le spalle e ruba la birra dalla mano di Woody prima di rispondere -Non proprio,era solo un nome che sembrava potessimo usare per la band.- 

Venti minuti dopo Lary si ritrova sul piccolo palco insieme all band, Bastille, circondata da gente con drink in mano e una Lea entusiasta che le fa i pollici in su.
Mente il suo nervosismo cresce, Kyle parte con l'intro sulla tasriera e prima che Lary realizzi la canzone comincia.

 





Hei gente! Non so quanti leggano questa storia ed è comprensibile visto che aggiorno una volta al secolo, ma se ho tempo e voglia la continuo quindi la pubblico. Comunque, se c'è qualcuno che la legge, spero vi piacca e che non sia troppo bleah. Love ya
_alohomora_

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Capitolo 7
*** Sette ***




ladra di storie

 
«Obsession, it takes control
obsession, it eats me whole.» 



 
Mentre scende goffamente dal palco con un piccolo salto - niente scale - Lary sente a malapena il piccolo applauso che chiude Of the Night. Ancora rossa in volto, si lascia cadere sulla sedia accanto a Lea. I ragazzi sono ancora sul palco e attaccano con la canzone successiva. Dopo aver preso un grande sorso dal bicchiere dell'amica senza neanche conoscere il suo contenuto, Lary la guarda e chiede -Quanto mi sono pubblicamente umiliata da uno a dieci?- Sul viso di Lea si apre un grande sorriso. -Sapevo che avresti brillato! Se non fossi stata così nervosa saresti stata ancora meglio.-
Lary le scocca un'occhiata scettica. -Puoi dirlo che ho fatto schifo-.
Lea rotea gli occhi e sospira: -Sei impossibile.-
Dopo alcuni minuti e parecchi sorsi di quello che si rivela essere piña colada, Lary riesce a respirare normalmente e sorride perfino a Dan quando lui la guarda.
-... dig them out, let’s finished what we’ve started...-
Lary riconosce la canzone che avevano suonato al parco. Lo stile musicale della band comincia a farsi chiaro, ed è un stile unico che l'attrae. La voce di Dan è confortante e Lary avverte una sensazione di calore riempirla mentre vede il ragazzo che le sorride imbarazzato un’altra volta, inciampando nel testo. Un’ondata di immagini e sensazioni felici sembrano riempirle la mente negli ultimi giorni con lui, una sensazione particolare che riesce a paragonare a come si sente quando si trova davanti ad un camino avvolta nelle coperte col suo libro preferito. Quindi felice.

Quando torna a guardare Lea la vede immersa nella lettura del suo diario, le sopracciglia aggrottate per… la concentrazione?
-Hey- le dice.
Dopo alcuni secondi, ragazza alza controvoglia lo sguardo dalla pagina. –Cosa?-
-Grazie per aver dato a Dan quella registrazione.-
Le  sopracciglia di Lea questa volta si alzano e annuisce prima di tornare a rivolgere l’attenzione al suo diario. E’ un po’ comico vedere una ragazza che legge, in un club. Sembra fuori luogo. Io probabilmente sembro più fuori luogo di lei.
Il pubblico, che prima sembrava scontroso, non sembra reagire male alla band e ci sono perfino un paio di ragazze bionde che ballano.
Poco dopo i ragazzi terminano l’ultima canzone del set, e ringraziano il pubblico con un –Noi siamo i Bastille- balbettato da Dan e scendono dal palco seguiti da un piccolo applauso, che forse però era indirizzato alla band successiva che già aveva preso il loro posto.
-Allora, che ne pensate?- chiede Kyle eccitato quando le raggiungono al tavolino. Sembrano tutti accaldati, soprattutto Dan che, come Lary, prende un grande sorso dal primo bicchiere che trova sul tavolino.
-Io vi adoro!- dice Lea entusiasta quanto lui.
-Tu stavi leggendo fino a pochi secondi fa- ribatte Lary divertita.
-Questo non vuol dire che non abbia ascoltato la musica.-
-Comunque, io amo il vostro sound- dice Lary sincera. Dan alza lo sguardo su di lei, gli occhi stranamente grandi. –Davvero?-
-Dovresti cantare ancora con noi qualche volta, hai una bella voce- le dice Woody che per una volta sembra serio. Prima che Lary possa rispondere, due ragazze compaiono al tavolo. Sono le stesse che ballavano poco prima, e ora Lary vede che sono gemelle, due identiche facce con il trucco sbavato e le pance scoperte.
Si infilano fra Dan e Kyle e poggiano in modo quasi sincronizzato i loro bicchieri sul tavolino. Posano i loro occhi su Dan, e la più vicina a lui gli mette una mano sulla spalla. Lary si aspetta una voce da da bambina, invece quando parla è profonda. –Hey, vi abbiamo sentiti cantare, siete fantastici- dice. Usa il ‘voi’ ma si rivolge a Dan, e hanno a malapena dato un’occhiata agli altri ragazzi, ignorando completamente Lary e Leah. Dan guarda 
negli occhi la gemella che ha parlato con sguardo sorpreso, sbattendo lentamente le palpebre come un cane smarrito. Come per valutare se fosse sincera. Poi si illumina e dice: -Oh, grazie! Abbiamo appena cominciato la band, stiamo girando a suonare in vari pub e…- l’altra ragazza lo interrompe, la sua voce seducente come quella della sorella. – Vuoi Volete venire al bancone? Conosco il barista che fa dei drink incredibili, può farci fare il primo giro gratis. Ti dobbiamo almeno questo, per aver ascoltato la tua voce.-
Lary apre leggermente la bocca, lo stomaco che ribolle. E non solo per il loro dubbio uso della grammatica. Dan le guarda un secondo prima di stringere le spalle e dire –In realtà sono più un tipo da birra, anche quella te la fa gratis?- La bionda più vicina gli afferra la il braccio e gli rivolge un sorriso accattivante prima di strascinarlo verso il bar, seguita dalla sorella. Dan si gira a guardare Lary prima di sparire tra la folla.

Appena si sono allontanati, Woody riacchia. –Dan sembrava colpito da un fulmine. Forse era davvero per le ragazze che ha cominciato la band.- poi lancia un’occhiata a Lary e aggiunge velocemente –se non fosse che a Dan non interessano gemelle bionde incontrate in un locale scadente.- Lary alza gli occhi al cielo e cerca di infilare le mani in tasca, come fa quand’è nervosa. Trova solo i lati del vestito nero che indossa, senza tasche. Da un’occhiata al bar, ma il locale ha cominciato a riempirsi e non riesce a individuare nessuna criniera castana o capelli-spinaci biondi piastrati. Leah le tocca una spalla e Lary si gira per vederla porgere il diario. –Davvero l’unica cosa che vuoi fare ora è leggere le mie storie?-
-Sempre e comunque. Questa qui mi è piaciuta moltissimo.- Infila il quaderno nella tracolla di Lary e dice. -E piaci a Dan, quindi togli quel muso.-
Lary sospira e alza ancora gli occhi al cielo. I ragazzi stanno finendo le birre, e Woody dice: -Noi andiamo a riportare gli strumenti nel furgone. Con la gente che viene qui dopo mezzanotte potremmo ritrovarli coi graffiti o…
-o non ritrovarli affatto- aggiunge Kyle.
Will dice in tono confortante -Ti veniamo a cercare quando ce ne andiamo per portarti a casa, okay?- Lary annuisce rincuorata. Per qualche motivo pensava che l’avrebbero lasciata lì.
I ragazzi si dirigono verso il retro del piccolo palco e quando Lary si gira a guardare Leah, lei sembra appena essere uscita da un sogno. –Quanto ho letto? Non mi ero accorta che fosse arrivata tanta gente.- Il suo sguardo passa velocemente da una parte all’altra del locale e ha cominciato a graffiarsi i lati delle unghie.
Oddio. Oh no.
Lary le prende le mani, e gli occhi pieni di panico di Leah si posando finalmente sui suoi. –Hey- le dice con voce calma. –Va tutto bene, okay? Usciamo a prendere un po’ d’aria.-
Lary la prende per il braccio e la trascina con sé, come aveva fatto la gemella capelli-spinaci, solo che lei ha un valido motivo. Cerca di farsi strada fra la massa di corpi, le risate e il rumore crescente. La mano di Leah comincia a agitarsi nella sua, tremante, e lei la stringe più forte, puntando all’uscita.
Un ragazzo le si para davanti. –Hey belle.- La sua faccia col sorriso smagliante e i piercing al naso sono a pochi centimetri dal viso di Lary, che guardandolo meglio si accorge che i piercing non sono solo sul naso ma praticamente su tutto il corpo. –Volete venire al bar con me? Il primo giro gratis, conosco il barista- e fa l’occhiolino. Lary cerca di ignorarlo e sorpassarlo, ma lui le prende un braccio. –Dai, voglio passare la sera con voi, dove trovo due ragazze più belle?- Lary sente il che il respiro di Leah comincia a farsi affannoso, la mano che quasi spezza la sua con la sua presa. Si scrolla di dosso la mano che la tiene e riesce a far passare una persona tra loro e il ragazzo per separarsi da lui, prima di ricominciare a spingere la calca.

Raggiungono l’uscita. L’aria fredda le colpisce in pieno, coprendole di brividi dopo il caldo del locale.  –Leah, siamo fuori adesso. Puoi respirare.- Spera non sia stato troppo. Prega che Leah si calmi. E lo fa.
Lary lascia andare la sua mano che ha finito di tremare, con un leggero sospiro di sollievo. Leah si appoggia al muro di mattoni, le braccia strette al petto, e si fa lentamente scivolare sulla schiena fino a sedersi sull’asfalto. Lary la imita.
–Scusami- sussurra Leah dopo un po’.
-Adesso chi è che chiede scusa quando non deve? Non credo tu abbia scelto il disturbo d’ansia.
-No, l’ansia ha scelto me.
-A te non piace stare in una folla, a me non piace stare sola con una o due persone. Siamo una bella coppia di asociali noi due.
-Se fossimo normali ora non saremo sedute tra bidoni di spazzatura su un pavimento che puzza di urina.
-Secondo me è il marchio di un gatto.
Si scambiano un’occhiata e scoppiano a ridere.
-Quando mi stavi portando fuori, cosa ti ha detto quel tipo? Non lo sentivo nemmeno. Ero terrorizzata, pensavo volesse rapirmi.
-E’ probabile. Voleva darci da bere e…- Lary si blocca.
-Cosa?- chiese Leah.
Lary sgrana gli occhi e scatta in piedi.
-Ha detto che ci avrebbe dato da bere gratis perché conosceva il barista. Esattamente come le due al bancone. Non può essere una coincidenza. E Dan…-
Adesso è Lary ad avere il respiro affannoso. Pensa a Dan con un bicchiere in mano, un gruppo di sconosciuti che lo circondano. A come prima, al tavolino, aveva preso un bicchiere a caso senza conoscerne il contenuto. 
-Aspetta Lary… non farmi tornare lì dentro!-

La voce di Leah sbiadisce dietro di lei mentre torna nel vortice di persone. 





Heya!
No questa storia non è morta muahaha, i pochi che la leggevano ormai l'avranno dimenticata ma qualche giorno fa l'ho rcordata (...) e mi è tronata voglia di continuarla. Ormai lo schema è due capitoli ogni ventordici anni. But anyway, ho già scritto un altro capitolo quindi spero di risuscitare questa fic perchè in fondo un po' mi piace :(
_alohomora_

 

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