Spring Break

di __iriis
(/viewuser.php?uid=438709)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo + 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo + 1 ***


 
ff
(Cliccando sul banner andrete direttamente al trailer)

Prologo.
 
Chi non conosce le famose vacanze di primavera?
Ormai tutto il mondo è a conoscenza di questa allettante vacanza anglo-sassona che avviene tra Marzo ed Aprile, e da il via libera ai ragazzi di passare le tre settimane più selvagge delle loro vite insieme agli amici, partendo per le mete più disparate, dimenticandosi per qualche giorno la quotidianità della città, lo studio che appesantisce la testa, facendo spazio a fiumi di alcool e ragazzi a più non posso.
Era questo che aspettavano anche loro, Gabrielle e Novalee, cugine al primo anno di università. Non aspettavano altro. Non che andassero chissà quanto lontano. Avrebbero preso il treno presto quella mattina, e dopo qualche ora si sarebbero ritrovati da Bristol a Brighton.
«Sicura di aver preso tutto?» domandò Novalee a Gabrielle che stava legando i suoi lunghi capelli castani e mossi e per risposta annuì alla cugina. Dietro di loro le figure delle loro madri sull’uscio della porta «Mi raccomando, Novalee, fate attenzione. Non-»
«Zia, abbiamo diciannove anni a testa. Sappiamo che non dobbiamo andare con gli sconosciuti, che non dobbiamo bere nulla e blah blah blah!» rispose Gabe, guardando la madre che la stava fulminando con lo sguardo, mentre sua cugina al suo fianco se la stava ridendo.
«Dai ragazze, ultimo abbraccio prima di andare.» disse il padre di Novalee che si era offerto per accompagnarle in stazione.
Dopo dieci minuti erano già in auto, e le ragazze si guardavano elettrizzate.
Chissà cosa avrebbe avuto in servo per loro quella vacanza, chissà in cosa si sarebbero cacciate.
 

 
    1.

«Relax!» esclamò la bionda gettandosi sul lettone della camera doppia che avevano prenotato già da qualche tempo, in un hotel vicino al mare. «Guarda, è davvero bellissimo.» disse Gabe guardando la cugina, che per lei era come una sorella essendo figlia unica, dopo aver scostato la tenda dall’enorme finestra che dava sul porticciolo di Brighton, dove vi era anche una grande ruota panoramica e qualche giostrina. «Il mare sembra calmo.»
«Sarà gelido, Gabe!» disse Lee sentendo dei brividi ghiacciati percorrerle la pelle alla sola idea di immergersi nell’oceano che circondava l’isola Britannica.
«La solita freddolina! – la mora scoppiò a ridere – Dai metti il costume e godiamoci queste vacanze. Chissà quando ci ricapiterà adesso!» disse successivamente, prendendo dalla sua valigia un costume, dei pantaloncini ed una maglia, cambiandosi in bagno.
«Tadaaan! Su muoviti, adesso tocca a te. Ho voglia di prendere il sole, stare a mollo.» disse spingendo la cugina in bagno e prendendo anche per lei un costume ed un completino per andare in spiaggia.
Si sarebbero divertite, lo sapeva, e lo sperava con tutta se stessa. Non avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinare in alcun modo quella vacanza che tanto si erano meritate e sudate.
Una volta pronte, Gabe prese la mano della cugina trascinandola fuori dalla stanza dell’albergo e con i loro teli da mare e le infradito colorate chiesero informazioni su come si potesse arrivare prima a quel pontile pieno zeppo di gente che si vedeva da camera loro. Era li la festa, da lì sarebbe partito il loro divertimento.
«Dovete prendere la prima a destra e continuare dritto. Non potete sbagliare perché davanti vi troverete quell’enorme ruota panoramica e successivamente il mare.» disse il ragazzo della reception sorridendo, poi ritornò a fare il suo lavoro, rispondendo al telefono e preoccupandosi di controllare chi sarebbe arrivato in quel giorno in modo da preparare le camere.
«Grazie!» esclamarono in coro, per poi percorrere successivamente la strada che era stata loro indicata, trovandosi davanti la spiaggia più bella di tutta l’Inghilterra.
La gente, nonostante un po’ di vento freddo, era in costume e giocava sulla battigia, prendeva il sole come se fosse piena estate. Lee guardò la cugina e subito sul suo volto si aprì un sorriso «Vacanze di primavera!» esclamarono prima di tuffarsi nella mischia e dando così inizio al loro divertimento.


«Oddio! Ma l'hai vista quella?» Continuavano a ridere a crepapelle mentre attraversavano la passerella in legno che le avrebbe riportate sulla strada. Avevano preso il sole e fatto il bagno. Avevano bevuto drink mentre ballavano tra la folla e si erano divertite come due bambine. Avevano spettegolato sulle ragazze che avevano tette troppo grandi e sui ragazzi con troppi peli sul petto.
«Sembrava un maiale!» Le loro risa riempivano quel silenzio che c'era a quell'ora di sera. 
Erano state in spiaggia tutto il pomeriggio, poi avevano deciso di ritornare in albergo quando la fame aveva iniziato a crescere e a farsi sentire più del dovuto.
«Ho fame, cazzo! Voglio abbuffarmi e diventare obesa!» dichiarò Gabrielle, toccandosi la pancia. 
«Sei già a metà del lavoro.» La prese in giro la cugina. 
Lee e Gabe erano cresciute praticamente insieme. Passavano interi pomeriggi sul prato di casa Marshall a giocare tra loro. Non era un semplice rapporto tra cugine, o un amicizia tra amiche, loro erano quel qualcosa in più.
Si volevano bene incondizionatamente.
«Senti chi parla. Sei uno schifoso maiale biondo!» Ribattè Gab, assumendo una posa di superiorità. 
«Uh, guarda! Un ippopotamo scappato dallo zoo!!»
«Dove?» gridò Gabrielle voltandosi verso la strada.
«Oh no, sei solo tu.» Novalee scoppiò a ridere e alcune lacrime le si formarono all'estremità degli occhi. Amava prendere in giro sua cugina, cosa poteva farci!
«Fottiti!» Gabrielle aumentò il passo, raggiungendo per prima la strada.
Una macchina nera le passò sotto il naso, rischiando di investirla, ma i riflessi della ragazza erano ancora buoni, per fortuna. 
«Elle!» La bionda scattò in avanti, correndo verso l'altra ragazza che aveva il cuore che le batteva all'impazzata. «Stai bene?» Chiese, prendendole il viso tra le mani e osservandola per bene. Non aveva nessun graffio.
«Sto bene, e non chiamarmi Elle!» Gab si scrollò di dosso sua cugina con fare brusco. Si era innervosita e non aveva tutti i torti. 
La macchina nera si fermò poco distante, parcheggiando accanto al marciapiede. Due ragazzi mori uscirono dall'auto con disinvoltura.
Gli occhi della mora erano due fiamme ardenti mentre fissavano le due figure avvicinarsi.
«Chi te l'ha data la patente, eh?» Urlò in direzione di quello che era uscito dal lato del guidatore. Era alto e magro. Capelli neri come la pece e braccia tatuate.
«Gab, calmati.» Sussurrò Lee all'orecchio della cugina. L'unica cosa che voleva era tornare in albergo e mangiare insieme a quella pazza di sua cugina.
«Uno stronzo stava per uccidermi e io dovrei calmarmi?» Era accecata dalla rabbia ormai.
«Ehy bambolina, tieni a freno la lingua.» Dopo secondi che sembravano interminabili il moro tatuato finalmente parlò. L'altro si limitò ad un sorrisetto compiaciuto e se ne stava con le mani in tasca, accanto al suo amico.
«Volevo chiederti scusa. Qui di sera non si vede molto bene, perchè la strada è poco illuminata.» Con un cenno vago della mano indicò la strada e Novalee dovette constatare che avesse ragione in quanto all'illuminazione, ma non poteva di certo correre così veloce in una zona pedonale come quella.
«Questo non giustifica il fatto che stessi correndo a più di 60 all'ora!» Sbottò esasperata Lee.
«E tu sei?» Le chiese il moro sfacciato e con aria arrogante.
«Una persona che rispetta le regole. Dovresti prendermi d'esempio!» L'altro ragazzo che fino a quel momento era stato muto ed immobile alzò gli occhi sulla bionda.
«Lascia stare Gab. Dai, andiamo!» Afferrò sua cugina per un braccio. «Prima o poi si schianteranno contro un muro di cemento armato e faranno la fine che meritano!» Sputò acida e disgustata. Novalee odiava le persone come quei ragazzi. Tutti uguali e che si credono padroni del mondo.
Trascinò Gabrielle che continuava a lanciare occhiate di fuoco al moretto. Quest'ultimo le fece l'occhiolino e sorrise, gesto che non fece altro che alimentare il suo odio. 
«E comunque l'asilo nido e dall'altro lato!» Gridò poi, e scoppiò a ridere insieme all'amico. 
Gab alzò entrambi i medi in direzione dei due, dopo di che entrò nell'albergo accompagnata dalla cugina.


La cena trascorse poco tranquilla, con Gabrielle che non la smetteva di lamentarsi per quel cretino che aveva cercato di investirla.
«Deve ritenersi fortunato che non l’ho preso a ceffoni.» protestava ancora, mentre agitava la mano sinistra, tenendo l’applicatore dell’eyeliner liquido.
Lee scoppiò a ridere, mentre con l’arriccia-capelli della cugina, stava dando una piega decente ai suoi lucenti capelli biondi «Ma sul serio ci stai ancora pensando?»
Gabe annuì seccata da quell’affermazione, infine mettendo un filo di rossetto rosso sulle sue labbra.
«Sono pronta. Andiamo!»
Dopo aver preso le loro borse e delle giacchettine in cotone da mettere sopra i loro outfits casual, uscirono dall’hotel avviandosi verso la festicciola di paese che pareva essere famosa sulla costa sud del paese. Luci, bancarelle, e tante persone che ridevano e scherzavano felici godendosi a pieno quella serata fresca.
«Oh, guarda quelle scarpe!» disse Novalee indicando un paio di decolleté verde smeraldo, dando delle gomitate alla cugina «Oh, ma mi stai a sentire? Cosa ti guardi intorno?» domandò Lee, sbuffando e richiamando successivamente l’attenzione del ragazzo dietro quella bancarella «Vorrei provare quelle lì.» le indicò e Gabrielle la guardò disgustata «Sappi che se compri quelle cose, tu con me non ci torni a Bristol.» disse scoppiando a ridere, prendendo un modello di stivaletto nero, con il tacco non esageratamente alto. Odiava quelle scarpone alte quaranta metri.
Erano indaffarate, soddisfatte del loro shopping che stava andando bene, e già avevano raggiunto quota tre busta per persona «Dovrò comprare un’altra valigia.» esordì Gabrielle esausta, sedendosi su di una panchina libera, di fronte a delle caffetterie che rimanevano aperte fino a sera, forse anche per qualche ora della notte. Le era venuta una gran sete, e nonostante fosse fine Marzo e le temperature non ancora troppo elevate, avrebbe tanto voluto gustare un bel thé fresco. Novalee guardò Gabe ed annuì completamente d’accordo «Mio padre mi ucciderà.» disse la bionda, guardando fiera i suoi pacchetti.
«Facciamo una sosta a prendere qualcosa di fresco e il secondo round dall’altra parte delle bancarelle?» Gabrielle annuì nuovamente e così fecero.
Adesso erano ferme a delle bancarelle che offrivano delle borse a cui Gabe non avrebbe per nulla rinunciato «Credo proprio che prenderò questa..- disse prendendone una color crema con delle borchiettine dorate sui lati – Quanto è?»
«Sono trenta Sterline e quaranta.» ma quando Gabrielle stava per replicare, qualcuno dietro di lei rispose al suo posto, poggiando il suo braccio destro sulla sua spalla «Perfetto Samir, tieni qua!» disse lo stesso ragazzo moro di qualche ora prima, porgendo una banconota da cinquanta Sterline, prendendole anche il portafogli coordinato.
«Tu come osi?» disse spingendolo da se, con gli occhi che erano davvero il fuoco vivo, mentre lo aveva nuovamente davanti agl’occhi, lui e il suo amico riccio.
Occhi nocciola, sguardo profondo, penetrante, poco raccomandabile, schifosamente ammaliante da farle finire il fiato, il respiro. Quel sorriso beffardo, perfetto, splendente. E le labbra, carnose al punto giusto «Hey, calma bambina. Volevo solo farmi perdonare per oggi.»
Gabrielle mise una ciocca dei suoi lunghi capelli dietro l’orecchio, incrociando le braccia sotto al seno e fulminandolo con lo sguardo, mentre Novalee le teneva il braccio.
Avevano quel ghigno disegnato in bocca che aveva quel gusto tetro, misterioso. Sapevano di tenebroso, di avventura.
«Senti un po’.. –cercava di non cadere in quel sorriso – chiunque tu sia, devi lasciarmi in pace. Ho passato la prima giornata qui alla perfezione senza che tu e il tuo amichetto dal faccino d’angelo foste nel raggio della mia vista.»
Novalee le prese il braccio e cercava di tirarla «Ragazzi, andate.» disse la bionda. Era la più razionale, tra le due la più pacata nonostante avesse un caratterino tutto pepe anche lei.
Il moro, di cui non sapevano ancora il nome, la guarda sempre con quel sorriso, quella faccia da schiaffi con qualche accenno di barba. I capelli rasati, il ciuffo all’insù e due brillanti ai lobi. Chi si credeva di essere «Zayn Malik.» le porse la mano e Gabe lo guardò, esclamando un «Vaffanculo» per poi andare via.
Il riccio accanto a lui lo guardò e insieme scoppiarono a ridere, adagiandosi al pontile, mentre incrociava le sue braccia al petto «Vaffanculo? Beh, un nome squisito e a dir poco fantasioso, donzella.» adesso era il riccio dagl’occhi smeraldo a parlare. Aveva una voce lenta, roca, che fece venire brividi alla pelle della biondina che si girò di scatto rimanendone affascinata «Siete dei maleducati.» esclamò inorridita, mentre Gabrielle adesso la stava tirando per una mano. Non voleva più stare accanto a quei ragazzi fastidiosi, non voleva più rovinarsi la serata.
«Ma dai, il mio amico Harry stava scherzando.» disse il moro raggiungendole e rimettendo di nuovo il braccio sulla spalla di Gabe e Harry attorno alla vita di Novalee «Ci perdonate? Io sono Harry..- disse il ricciolino indicandosi – Lui è il mio miglior amico, Zayn.»
Lee guardò la cugina che infastidita cercava di spostare il braccio di Zayn, senza mai riuscirci «Novalee, e lei è mia cugina Gabrielle.»




Writers' corner:
Siamo liete di presentarvi la tanto attesa fanfiction che abbiamo scritto insieme e di cui vi parlavamo tanto nelle nostre ff.
Spring Break sarà composta da 10 capitolo più l'epilogo ed è ispirata alle vacanze di primavera.
Speriamo che il primo capitolo vi sia piaciuto e vorremmo tanto sapere cosa ne pensate.
Non dimenticate di lasciare una recensione, sarà più che gradita ! <3
alla prossima,
Lilac&Iriis.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***




2.


Gabe stava rannicchiata davanti la finestra dell’hotel, ammirando come la pioggia si infrangeva lenta e poco rumorosa sul vetro, lasciando la sua gocciolina.
Quella mattina era nata in quel modo, piovosa, cupa e fredda, costringendo le ragazze a mettere sulle spalle una felpa calda. Novalee ancora dormiva rannicchiata anch’essa sotto le coperte.
Improvvisamente suonarono il campanello fuori la porta della loro camera, e quando Gabe aprì con un sorriso lieve, si ritrovò davanti un ragazzo con due enormi mazzi di fiori tra le braccia.
«Oddio, aspetta. – prese il mazzo tra le mani, aiutandolo e lo annusò – Per chi sono?»
«Per lei e la signorina Marshall, Miss.» disse il ragazzo poggiandoli sul tavolino per poi pulirsi la divisa «Me e Lee?» domandò corrugando la fronte, alzando il sopracciglio sinistro abbastanza confusa.
«Sì, Miss Crùz.» disse successivamente uscendo dalla porta, non prima di averle domandato se avessero bisogno di qualcosa. 
Gabe cercò tra i fiori qualche bigliettino, ma nulla. Li sistemò su dei vasi che il ragazzo aveva portato loro, e successivamente si buttò sul letto ad una piazza e mezzo della cugina, scuotendola animatamente «Lee. Lee!» le urlò all’orecchio, scoppiando a ridere per la sua faccia frastornata.
«Ma sei scema?» domandò la bionda stropicciandosi gli occhi per poi stiracchiarsi. Nel mentre lo fece, si accorse che sul suo comodino vi era un meraviglioso mazzo di fiori «E quelli?»
«Sono per noi. Da chi non saprei, nemmeno il ragazzo che me li ha consegnati ha saputo rispondermi.» disse Gabe guardando fuori dalla finestra dove stava guardando poco prima. Aveva smesso di piovere, le nuvole nere e piene di acqua piovana si erano schiarite un po’, lasciando spazio al pallore del sole britannico.
«Ehm..» poi il telefono squillò, lasciando che Lee lo prendesse e rispondesse ancora assonnata.
«Ma.. come?» disse confusa
«Sì, Miss, i vostri ragazzi vi stanno aspettando qua sotto.» ripetè la ragazza alla reception.
«Sc-scusi un attimo eh.. – disse Novalee coprendo la cornetta e rivolgendosi a Gabe – Abbiamo dei ragazzi?» domandò confusa alla cugina.
Gabrielle sbarrò gli occhi e aprì subito la finestra della loro camera al terzo piano e si affacciò, riconoscendo subito un’Audi nera lucente, e subito dietro una Range Rover blu notte, con due personcine appoggiate sul cofano di quest’ultima.
«Oh, ancora loro!» disse Gabrielle scuotendo la testa e dicendo alla cugina di dire che non volevano alcuna visita. Aspettò che Lee chiudesse la chiamata e sospirò, gettandosi sul letto «Il riccio ed il moro?» domandò la bionda alla cugina che annuì sconsolata.
«Secondo me, è meglio uscirci almeno una volta, così poi si scollano di dosso!» azzardò Lee e Gabe la fulminò con lo sguardo, sentendo bruciare dentro «Tu sei matta!» esclamò urlando.
«Preferisci averli tra i piedi per tutto il tempo?» ormai erano giorni che le ‘torturavano’, che le seguivano, scortandole fino sotto l’hotel. Gabrielle sbuffò, guardando malissimo «Sappi che appena torniamo, mi devi fare la relazione di Economia.» disse la ragazza alzandosi dal letto e successivamente mettendo i suoi leggings neri, degli stivaletti che arrivavano a metà caviglia e una sciarpa al collo, lasciando i suoi capelli liberi. Aspettò che Novalee si preparasse, e dopo circa mezz’ora, si ritrovarono davanti quei ragazzoni che le sovrastavano.
Si potevano riconoscere tra migliaia di individui. I loro sorrisi beffardi, i capelli del moro, gli occhi del riccio. Quegl’infiniti tatuaggi, che Gabe aveva provato a contare durante il loro ultimo scontro, ma senza alcun buon risultato.
«Finalmente, bambine.» disse il riccio sporgendosi per afferrare la mano alla bionda, lasciandole un bacio sul dorso della mano «Miss.» le sussurrò successivamente all’orecchio con la sua voce roca da far venire la pelle d’oca.
«Ha-Harry.» rispose la bionda balbettando e abbassando lo sguardo innamorato. 
Gabe scosse la testa, mentre teneva le braccia conserte al seno, lasciando penzolare la borsa che il moro le aveva regalato qualche giorno prima «Gabrielle.» disse il moro, lasciandole un bacio in guancia.
«Zayn.» sputò acida Gabrielle guardando poi la cugina e facendo un sorriso tirato ai ragazzi «Dove andiamo?» disse dopo
«Parco giochi, almeno stai un po’ zitta e la smetti di fare la zitella stronza del cazzo!» sbottò il moro.
Gabrielle lo bruciò con lo sguardo «Studi ad Oxford o Cambrige? Ma magari pure Harvard.» disse lei aprendo lo sportello dell’auto del ragazzo, notando però che Lee e il riccio stavano salendo sul suv del ragazzo dagl’occhi verdi.
«Loro non vengono?» domandò una volta che furono in auto. Zayn inserì le chiavi nel quadro e successivamente mise in moto la sua Audi, ingranando la marci «Sì, ma Harry ha voluto portare anche la sua auto.» rispose, guardando dallo specchietto retrovisore l’amico con lo abbagliò con i fari, facendogli segno di partire. Era a mezz’ora di strada, fuori da Brighton.
«Dovresti allacciarti la cintura di sicurezza.»
Gabrielle non ebbe nemmeno tempo di rispondere che sentì il motore dell’auto rombare e partire a tutta birra, superando la Range Rover di Harry che era partita prima di loro.
«Ti sei fottuto il cervello?» urlò con il cuore in gola, mentre non riusciva più a distinguere le cose affacciandosi al finestrino.
Quel tizio era tutto matto. Che razza di persone erano?
Ma dovevano ammetterlo, questa vacanza stava prendendo una piega inaspettata, che a loro non dispiaceva affatto.
Vide disegnarsi un ghigno sul volto di Zayn, mentre scalava le marce automatiche della sua auto esclusiva. Avevano quell’aria di ragazzi benestanti, che potevano permettersi ogni cosa.
«Tienimi la mano, cagasotto.» la sbeffeggiò, ridendo.
«Vaffanculo.» rispose lei, lasciando però che le dita del moro si incrociassero alle sue, facendo si che il silenzio calasse in quella vettura.


«Dove sono Gab e Zayn?» chiese Lee, una volta che lei e Harry varcarono l'ingresso di quel parco giochi allestito per quella settimana. Era carino, c'erano tante giostre, chioschi di gelato, zucchero filato, caramelle e hot dog. Le luci erano sparse un po ovunque, e i bambini correvano felici da una giostra all'altra scortati dai genitori pazienti.
Novalee osservò Harry e avvampò quando si accorse che anche lui la stava fissando. Un sorrisetto gli decorava il viso perfetto. Era sicura di non aver mai visto ragazzo più bello, e indisponente allo stesso tempo. Lei non era mai stata la solita ragazzina che arrossisce e parla come un adolescente alla prima cotta.
«Saranno in giro da qualche parte, a meno che Zayn non l'abbia portata in qualche motel.» Fece spallucce e afferrò la mano della bionda, che strabuzzò gli occhi e boccheggiò goffamente. Iniziarono a camminare un pò, guardandosi in giro nella speranza di trovare Gabe e Zayn.
Si erano divisi, per colpa di Zayn che aveva deciso di fare la parte del coglione esibizionista quella sera. Non erano riusciti a raggiungerli e il moro aveva accellerato sempre di più alla guida della sua macchina, sparendo nel nulla.
«Sono preoccupata.» ammise Lee, mentre perlustrava la zona con sguardo vigile.
«Perchè? Il sesso non ha mai fatto male a nessuno.» Harry ridacchiò e Lee lo colpì con la mano libera.
«Smettila.» lo ammonì, guardandolo in cagnesco.
«Acida.» replicò lui.
«Stronzo.» enfatizzò molto il suo insulto, rendendolo ancor più pesante.
«Vuoi la guerra Lee?» Il riccio si bloccò nel bel mezzo della piazza, sfidando la ragazza con i suoi occhi ammaliatori.
«Non mi fai paura.» Gli tenne testa, alzando di più il mento e sporgendosi sulle punte dei piedi. Arrivare ad eguagliare l'altezza di Harry era un impresa impossibile e Novalee odiava dover essere così bassa. 
«Nanetta!» Harry le premette un dito sulla fronte, costringendola a rimettere i talloni per terra.
«Sei soltanto un metro e ottanta di stupidità, miscelata ad un egocentrica vanità.» Puntò i pugni chiusi sui fianchi. Harry l'afferrò per la vita e con un forte strattone l'attirò a se.
«Sono molto di più di tutto ciò bambolina, e posso dimostrartelo anche ora.» sussurrò con voce bassa e terribilmente sexy.
Novalee cominciò a sentire incredibilmente caldo, e sapeva che era solo colpa di Harry e del suo alito alla menta che si scontrava contro la sua guancia. Le sue labbra le sfioravano il lobo mentre continuava a sussurrarle cose sdolcinate. 
Qualcosa si risvegliò nel suo basso ventre, una sensazione strana, piacevole che da tanto tempo non provava. 
Era attratta da Harry, inutile negarlo e se avesse potuto lo avrebbe spogliato lì, tra la folla, e gli sarebbe saltata addosso, proprio come una pantera.
«Conosco un posticino niente male.» Continuava a sussurrare. «Se vuoi posso mostrartelo.» Lee dovette poggiare una mano sulla bocca per trattenere gli ansimi. 
Harry rise della sua reazione e l'afferrò per la mano.
Non erano arrivati neanche da mezz'ora e gia stavano andando via. Ma a Lee non importava. In quell'istante la sua mente era interamente concentrata su Harry e nessun altro. Aveva perfino dimenticato Gabrielle e Zayn. Si raccomandò che ci avrebbe pensato più tardi, dopo che avrebbe avuto Harry. E lei voleva averlo in tutti i modi.


Salirono in macchina e dopo aver messo in moto, Harry svoltò a destra su una stradina per niente illuminata ed immersa nella campagna inglese.
Lee si guardava intorno curiosa, ansiosa e desiderosa. Harry stringeva foote la sua coscia in una mano e con l'altra teneva il volante.
Dopo cinque minuti il ragazzo spense il motore e si voltò verso di lei. I suoi occhi brillavano nell'oscurità della notte e Lee pensò che Dio gli avesse veramente incastonato due smeraldi.
Diede un ultima controllatina fuori, assicurandosi che davvero fossero soli in quella strada desolata. Pensò che Harry avesse portato già tante ragazze lì prima di lei e questo la disorientò.
«Non ho mai fatto sesso in macchina.» affermò ad un tratto il ragazzo.
«Stai scherzando vero?» domandò Lee incredula.
«No, è la verità.» Dovette ricredersi su quello che aveva pensato qualche istante prima e il sorriso le ritornò sulle labbra.
Si sporse in avanti e lo baciò. Finì per cadergli addosso, e scoppiarono a ridere insieme. 
Si ritrovò seduta a cavalcioni su di Harry, e continuarono a baciarsi, nonostante i sorrisi che non mancavano sui visi di entrambi. 
La tensione sembrava essere sparita in un soffio e Novalee non vedeva l'ora di poter ammirare il corpo nudo di Harry.
Decise di prendere il comando e gli sfilò lentamente la maglietta nera. I suoi occhi saettarono sui suoi pettorali scolpiti, le braccia toniche e muscolose. Aveva tantissimi tatuaggi e ne rimase affascinata. Avrebbe voluto osservarli ed esaminarli uno ad uno, ma in quel momento aveva un solo pensiero fisso in testa. 
Gettò la t-shirt sul sedile affianco, dove era seduta poco prima.
Si chinò su di lui e gli baciò le labbra, inziando poi una lenta tortura a scendere verso il basso. Passò a baciargli tutto il profilo della mascella disegnata, per poi scendere sul collo che prese a mordere e leccare. 
Harry cominciò ad ansimare a piccoli soffi che fuoriuscivano dalle labbra inumidite.
Qualcuno una volta disse che in ogni donna si nasconde una tigre, aggressiva, combattiva. Una vera femmina alfa.
Novalee non avrebbe mai pensato che potesse essere vero, aveva solo bisogno di incontrare Harry per confermare quella stramba teoria.
E lei non avrebbe lasciato andare facilmente la sua preda.
Gli accarezzò i fianchi e passò le dita sulla sottile striscia di peli che Harry aveva all'ombelico. Sfiorò le linee che formavano quella deliziosa V che terminava all'interno dei jeans scuri.
Gli slacciò la cintura e la lanciò da qualche parte. Lentamente slacciò il bottone dei pantaloni e tirò giù la zip. Rivolse un sorriso complice a Harry che era ormai sopraffatto da quella piccola tigre sbucata dal nulla.
Il riccio si tirò a sedere e in una frazione di secondo capovolse la situazione, ritrovandosi su di lei, con le sue gambe strette attorno al bacino che lo attiravano sempre di più verso il basso. 
«Se non mi spogli tu giuro che lo faccio da sola!» 
«Sta buona micia, ora tocca a me.» 
Delicatamente e con una lentezza straziante Novalee si ritrovò nuda sotto il corpo di Harry. Il ragazzo iniziò a muoversi a ritmo, spingendo sempre più giù.
I loro corpi sudati si toccavano, si accarezzavano e si scontravano. Erano diventati una sola cosa, così come i loro respiri affannati, i loro ansimi liberi e i loro cuori scalpitanti.  
Lee non si vergognava dei suoi gemiti, dei suoi movimenti buffi. Lei non era una maga del sesso, ma Harry ci sapeva fare dannatamente.
«Forza, piccola!» Le bastarono quelle due parole sussurrate e un immenso piacere si impossessò del suo corpo, arrivandole fino alle dita dei piedi.
Si strinse di più al ragazzo, che con un ultima spinta l'accompagnò in quel vortice di sensazioni. Si accasciò sul petto della bionda e lasciò che lei gli accarezzasse teneramente i capelli.
La circondò, per quanto gli fu possibile, e giurò che non aveva mai visto ragazza più bella contorcersi sotto di lui.


Nonostante non fossero più insieme ad Harry e Novalee in quel momento, Gabe e Zayn stavano alle bancarelle con i soliti giochi, e doveva ammettere che nonostante tutto, se la stava spassando alla grande.
«Tiro al bersaglio!» disse Gabrielle fermandosi ed impuntando i piedi davanti quel piccolo camioncino con tanti peluches e delle pistole a piombini. Zayn guardò la ragazza, mentre tra le mani teneva la sua solita bottiglia di birra e scoppiò a ridere «Davvero vuoi umiliarti così?» disse il moro sorseggiando la sua bevanda, mettendo il risalto quella gola così..
Gabrielle scosse la testa scacciando quel pensiero «Perché tu saresti capace di sparare? Ma fammi il piacere.»
Zayn alzò le spalle scoppiando a ridere «Perché tu sì?» domandò il ragazzo, poggiando adesso la sua bottiglia sul bordo del bancone ed uscendo dalla tasca il suo portafogli di pelle marrone, aveva anche incise le sue iniziali «Due!» disse indicando con lo sguardo le pistole e dando alla donna che stava dall’altra parte del furgoncino una banconota da dieci Sterline. Zayn si appoggiò e la fissò.
«Prima le signore.»
«Forse è meglio che inizi tu.» disse lei, prendendo la birra del ragazzo e facendo un sorso lungo, vedendo sott’occhi il ragazzo irrigidirsi nel guardarla bere. Soliti maschi.
Il moro impugnò quella pistola a piombini e dopo aver messo a fuoco le lattine nella sua direzione, iniziò a sparare, facendone cadere appena quattro su cinque. Se fosse stato in altra compagnia non avrebbe sbagliato, Gabrielle gli faceva un brutto effetto che avrebbe voluto far evolvere in qualcosa di davvero poco casto. La ragazza diede una pacca sulla spalla a Malik, cercando di non scoppiargli a ridere in faccia «Andiamo Malik, è tutto quello che sai fare?» disse scuotendo la testa, impugnando lei questa volta la pistola. Chiuse un occhio, focalizzando meglio i bersagli, iniziando a sparare i dieci colpi in sequenza, non mancandone nemmeno una. Aveva vinto e stravinto. Gabrielle scelse il suo premio sotto lo sguardo sbigottito del ragazzo, per poi salutare la donnona, iniziando a camminare in direzione dell’auto, ma la mano di Zayn la bloccò «Co.. come cazzo hai fatto?» domandò davvero stupito.
«Mio padre era ispettore capo. Ed ho il porto d’armi.» spiegò la ragazza «Adesso cerchiamo mia cugina e il pervertito del tuo amico?» domandò stringendo quel pupazzo a forma di fragola a se, quel pupazzo che già aveva il suo profumo, tabacco e agrumi. Zayn annuì e aver acquisito quell’informazione su di lei, lo aveva fatto sentire ancora più su di giri. La trovava ancora più dannatamente sexy da non poterlo nemmeno descrivere. In pochi minuti raggiunsero l’auto, e in altrettanti altri partirono verso il posto dove Zayn, era sicuro fossero Harry e Novalee. Le prese la mano, intrecciando le loro dita, mentre con il pollice le stuzzicava il palmo di essa, sentendo ogni tanto dei brividi che percorrevano il corpo della mora al suo fianco. Teneva ben saldo il volante con la mano destra, cercando di mantenere la sua velocità costante, ma sempre veloce. In pochi attimi si ritrovarono in uno spiazzale, una stradina sperduta, dove quasi nessuno vi era, se non una macchina di cui Gabrielle non riusciva bene a distinguere e che Zayn aveva riconosciuto essere come quella dell’amico.
Si sganciò la cintura e si mise di lato «Che ci facciamo qua?»
Il ragazzo alzò le spalle «Vorrei tanto..» ma Gabrielle non lo fece finire, incrociando le braccia sotto al seno «Vuoi fare sesso con me?».
Il moro, sfacciato, annuì, aggiustando tranquillamente il suo ciuffo con le mani «Sei una bella ragazza. Mi piaci, e davvero Gabe, ma ora voglio fare sesso con te.»
Improvvisamente la mora si mise a cavalcioni sul ragazzo, deliziandolo, infilando le mani su per capelli del ragazzo, baciando quelle labbra che la mandarono fuori di testa, ma lei non doveva cedere.
Lentamente scese sul suo collo, sbottonando la sua camicia a quadri rossa e nera, continuando il suo percorso di baci. Non passò nemmeno un attimo che gli ansimi di Zayn riempirono l’abitacolo.
Gabrielle sorrise soddisfatta, sganciando a sua volta il jeans nero del ragazzo, continuando a baciarlo, leccarlo come lui desiderava per un’altra manciata di minuti. Successivamente lo guardò e scoppiò a ridere aprendo la portiera dell’auto e indicando con il mento il cavallo dei pantaloni del ragazzo.
«Stai proprio messo male.» disse ridendo ancora di più, per poi scendere e andare a richiamare la cugina nell’auto davanti quella del moro, lasciandolo a bocca asciutta.




Writers' corner:
Buon pomeriggio a tutte <3
Siamo contentissime ed emozionate che il primo capitolo vi sia piaciuto e noi non potevamo chiedere di meglio.
Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto e se così fosse, ci terremmo tantissimo a leggere le vostre recensioni, considerazioni e anche critiche :)
Abbiamo deciso di aggiornare ogni martedì della settimana, e vi invitiamo anche a leggere le nostre storie che scriviamo separatamente:


(Lilac's fanfiction)



(Iriis's fanfiction)

Detto questo vi auguriamo un buon proseguimento di giornata <3
Lilac&Iriis

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 ***


 
    3.

«Lee, ti sbrighi?» Gabrielle continuava a battere il pugno chiuso contro la porta del bagno. «Sei chiusa in questo bagno da tre ore! Sto per farmi la pipì addosso!!»
La porta del bagno si aprì dopo qualche secondo e Novalee ne uscì tutta felice e sorridente. «Che diavolo ti prende? Hai sniffato per caso?» chiese irritata Gab dal sorriso della cugina.
«Tu sei sempre incazzata con il mondo Gab, sii più ottimista.» La bionda si infilò un paio di shorts ed una canotta. Era pomeriggio, ed avrebbero fatto una passeggiata per la città, comprando qualche cazzata e mangiando caramelle.
«Non sono sempre incazz...» si fermò e riflettere per qualche secondo. «Ok, sono sempre incazzata, qual è il tuo problema? La gente mi irrita il sistema nervoso!» Incrociò le braccia sotto al petto, pronta ad ascoltare ciò che sua cugina aveva da dirle.
«Vedi? Così non arriverai ai trent'anni.» Novalee si spazzolò la lunga chioma bionda e sorrise a Gab dallo specchio. «Per esempio potresti dare una chance a quel ragazzo, Zayn. E' così carino...»
«Non voglio farci sesso, non voglio averci niente a che fare. Anche tu non avresti dovuto!» Le puntò un dito contro. Modalità MAMMA on.
«Non cominciare Gab. Mi piace quel ragazzo, e poi non vedo perchè non avrei dovuto farci sesso.» Afferrò la borsa e ci buttò dentro il cellulare e le altre cose. «E poi ci sa fare.» Arrossì e si lasciò sfuggire un gridolino di gioia.
«Sei malata!» detto ciò Gabrielle entrò in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Non era veramente arrabbiata, era solo molto protettiva nei confronti di sua cugina. 
Lei non era mai stata una maga in amore e con i ragazzi, era dura nei loro confronti e sapeva che fidarsi di un ragazzo non portava mai a qualcosa di buono. Novalee era sempre stata una ragazza più dolce, tenera e a modo con i ragazzi. Cercava sempre di vedere le cose positive nella vita e nelle persone. 
Erano molto diverse sotto questo punto di vista, ma dopotutto, ciò che le teneva unite era proprio la loro diversità. 

Qualche ora dopo...

Quando Gabrielle uscì, notò che Novalee aveva appena messo sulle sue spalle un giacchino leggero, la sua borsa a tracolla e si stava dando un ultimo sguardo allo specchio sulla toletta «Dove devi andare?» domandò Gabe mordendosi il labbro. La bionda guardò la cugina ed alzò le spalle «In giro con Harry. Credo ci sia anche Zayn, perché non vieni?» domandò tirandole di rimando una felpa rossa abbastanza pesante per non morire di freddo durante la serata. Avevano organizzato un falò con fiumi di alcool, gente a volontà e tantissima musica da sciogliere i timpani.
«Credo non mi voglia più vedere, da quel giorno.» disse scoppiando a ridere la mora, afferrando l’indumento, e dopo aver messo le sue sneakers, seguì la cugina. Harry li aspettava sotto, e Zayn era al suo fianco, come se sapesse che anche Gabe non si sarebbe tirata indietro.
«Hey!» disse la mora salutandoli con un cenno di mento, arrossendo lievemente quando Harry attirò a se la cugina, facendo combaciare le loro labbra in un bacio da farle venire il voltastomaco.
Zayn salì in auto strafottente. Sarebbero saliti insieme, con l’auto di Harry poiché abbastanza alta per arrivare fino alla spiaggia un po’ fuori Brighton centro.
Erano entrambi dietro, e il moro era impegnato a guardare il suo cellulare, forse rispondendo a qualche messaggio, ma in quel momento Gabe si stupì di esserne davvero infastidita. 
Perché non le parlava? Non la riempiva di quelle attenzioni?
«Dove andiamo?» sentì dai sedili anteriori la cugina, che guardava con gli occhi languidi quelli del riccio, chiedendosi il perché Zayn non facesse lo stesso. Insomma, era stato proprio lui ad iniziare quel flirt primaverile.
«Degli amici, hanno organizzato una festa sulla spiaggia.» disse guardando Zayn che beffardo sorrise, ed una volta arrivati, fu lui a scendere per primo. La prima cosa che poté notare Gabe fu di come le ragazze, visti quei due, si fossero infuocate e avessero iniziato a sculettare per richiamare la loro attenzione.
Tutte puttane. Non era una moralista, era piuttosto una persona che non dava peso a ciò che non la riguardava. Novalee era decisamente il contrario, e adesso la sentiva quasi imprecare contro quelle ragazze, che avevano catturato lo sguardo di Harry, che si era allontanato da lei e aveva seguito il moro sulla spiaggia davanti a loro.
«Ma ti rendi conto?» urlò snervata la bionda, passando accanto alla cugina che era appoggiata su di un masso e con un bicchiere in mano muoveva la gamba a tempo della musica di Skrillex, mentre li guardava muoversi, sballarsi con alcool e di qualche pasticca stimolante.
«Dovresti essere con lui, Nov.» rispose la mora, mandando giù tutto il contenuto del suo bicchiere, allontanandosi per prendere ancora un altro po’ di birra corretta.
Bere, in quel momento, le serviva. Non voleva pensare a quel moro insolente, che se la stava spassando con chissà chi in mezzo a quella borgia di persone.
Decise di fare quattro passi sola sulla riva, un po’ lontana dal rumore della musica elettronica, cercando di capire perché improvvisamente, desiderava la morbosità delle attenzioni di quel ragazzo.
«Non dovresti stare qua da sola.»
«Non credo sia importante.»
Il moro le si avvicinò, appoggiandosi ad uno scoglio, e attirandola per una mano, a se, finendo davvero a pochi millimetri dal suo volto. Sapeva di Whisky, Rum e Gin Tonic, ma il suo classico odore di tabacco bruciato non lo lasciava.
«Potrebbero farti del male, bambina.» il modo in cui calcava il nomignolo con cui l’aveva chiamata sin dal primo scontro, quell’accento strano, quei occhi che la facevano impazzire e le labbra che desiderava assaggiare.
«Saresti tu, a farmi del male?» sussurrò lei, sentendo Zayn che la teneva salda per i fianchi, facendo combaciare, sfregare i loro bacini. In che diavolo di situazione si era messa?
«Dovrei prendermi la rivincita, per l’altra sera. – le spostò i capelli dal collo – Adesso tocca a me.» un leggero bacio sul collo, mentre il suo mento sfiorava la pelle della spalla. Gabe tremava, riconoscendo che ci sapeva fare. L’aveva in pugno. Cercò di fermarlo, bloccarlo, ma l’unica cosa che uscì quando aprì la bocca, fu solo un gemito strozzato, pregante, desideroso. «Ti farò impazzire.»
Gabrielle cercò di trattenerne un altro, non riuscendo miseramente, chiudendo gli occhi, lasciandosi andare per una volta. Forse era un po’ troppo presto per esserne certa, ma aveva capito che quel moro dalla bella faccia e il caratteraccio, iniziava a piacerle.
«Z-Zayn..» con accuratezza il moro la poggiò contro lo scoglio dove fino qualche minuto prima vi era lui, prendendola in braccio e facendole legare una gamba in vita «Dimmi, bambina.» sussurrò lui, impegnato a tracciare con i suoi polpastrelli la coscia della ragazza lasciata libera dal pantaloncino, risalendo fino all’interno coscia, l’inguine, sentendo la mora irrigidirsi fino a perdere il fiato.
Furono attimi improvvisi. 
Carichi di passione, libertà, sesso puro. Avevano preso a baciarsi, toccarsi affamati, senza arrivare fino in fondo. Era troppo presto, entrambi lo sapevano benissimo.
Era stata forse, la cosa più bella, da quando erano arrivate a Brighton, da quando avevano conosciuto i due tipi.
«Ce l’ho fatta allora.» disse il ragazzo, abbottonandosi i jeans, rimanendo a petto nudo, mentre Gabrielle si sistemava il reggiseno «A fare cosa, Malik?»
Lui con il suo solito ghigno altezzoso la indicò con il mento, mentre si stava abbassando la canotta, lasciandosi attirare tra le braccia del moro, nuovamente. Adesso erano seduti, rimanendo comunque dietro quello scoglio, lontano dal caos.
Era un momento così loro e Zayn si meravigliò di quanto potesse essere radiosa, rilassata dopo aver avuto una mezza cosa, assieme.
«Sei più rilassata, Crùz.» disse lui, stampandole un bacio sulle labbra.
«Dovrei ringraziarti. Ma non lo faccio.» disse lei, alzando un sopracciglio, per poi togliere un po’ di sabbia dai suoi capelli «Perché?»
«Perché ho paura Zayn. Paura che se io abbasso la guardia, tu mi ferirai in qualche modo.» detto questo, rimasero a baciarsi, conservando quell’esperienza che forse nessuno avrebbe mai saputo.


«Cazzo!» imprecò la ragazza, sentendosi tirare per un braccio. «Ma sei impazzito?» Un improvviso capogiro l'investì e dovette tenersi la testa, mentre si aggrappava al braccio del ragazzo.
«Sei ubriaca da far schifo!» Questo si scrollò dalla presa della bionda, guardandola con sguardo infuocato.
«Fatti i cazzi tuoi!» Si calmò ed inspirò profondamente, sentendosi leggermente più sollevata. «Cosa te ne importa, eh? Hai finito di scoparti ogni essere umano che abbia una vagina ed ora vuoi rompere i coglioni a me?» Non sapeva neanche da dove le fosse uscito fuori tutto quel coraggio di dirgli quelle cose. Forse era vero che in vino veritas.
«Ti ho solo salvato il culo, perchè quei tre porci stavano per portarti dietro ad uno scoglio e domani non avresti potuto neanche camminare!» Urlò il riccio, arrabbiato come non mai.
Nel giro di pochi giorni quella ragazza l'aveva sconvolto. Non si riconosceva più, e aveva paura di ammettere che nel profondo del suo cuore stava iniziando a provare qualcosa per una pazza bionda arrivata da Bristol.
«Vai a fanculo Harry!» Ora grosse lacrime rigavano il dolce viso di Novalee. «Non voglio essere presa in giro da un cazzone come te, quindi per favore lasciami in pace.» Si asciugò le lacrime e singhiozzò come una bambina.
Il truccò le era colato giù dagli occhi e aveva sporcato le maniche del suo giacchino bianco di filo.
«Cazzo!» sbraitò Harry, afferrando Lee per le spalle. Le diede due scossoni forti, finendo per peggiorare la situazione. 
Non riusciva a fermare quel fiume di lacrime e in quel momento avrebbe voluto morire. 
«Non lo capisci che mi piaci? E che mi sto innamorando?» le urlò in faccia, ancora più forte. 
Novalee spalancò gli occhi e non smise per un attimo di piangere. Il rumore della musica era diventato solo un lontano ronzio. C'erano solo loro, il rumore delle onde e la sabbia umida sotto i piedi. I loro respiri affannati per le urla, e gli occhi arrabbiati, impauriti che si rincorrevano disperati.
«Queste nuove sensazioni mi spaventano.» sussurrò il riccio, chinando lo sguardo. Fece scorrere le mani dalle spalle fino alle dita della ragazza, che intrecciò alle sue.
Novalee avvicinò una mano tremante al viso di Harry, contratto in una smorfia di rabbia, paura, sconforto.
«Non avere paura.» Si alzò in punta di piedi e tocco le labbra di Harry con le sue, trasportandolo poi in un delizioso bacio che sapeva di primavera, di fresco, di giovane. Un bacio che sapeva di loro.



Writers' corner:
Buon pomeriggio a tutte <3
Siamo veramente felici di come vanno le cose, delle vostre recensioni e delle visualizzazioni che aumentano sempre più.
Non potevamo chiedere di meglio e questo ci rende orgogliose di star facendo un buon lavoro. 
Scriviamo per voi, affinchè questi capitoli vi facciano emozionare e speriamo di riuscirci. <3
Ricordiamo che l'aggiornamento avviene ogni Martedì della settimana, quindi non ci resta che dire... Alla prossima! <3
xx 
Lilac&Iriis


(ps: non dimenticate di lasciare una traccia del vostro passaggio: RECENSITE! uu)

Our fanfiction:




Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 ***


 
4.


Il fatto che Zayn le lanciasse occhiatacce, la intimoriva parecchio.
Erano ad un’altra festa, in una piccola villetta sul mare con poche persone, ‘le più fidate’ avevano detto i ragazzi. Ma di affidabile avevano davvero poco.
Non per i piercing, i tatuaggi o il modo di vestire trasandato che dava un che di sexy.
Erano i discorsi che facevano, come si comportavano e a Gabe non era mai piaciuta gente come quella, che sprecavano i loro soldi e la loro vita a fare baldoria.
Ma adesso non poteva fare altrimenti, adesso ci era dentro fin sopra i capelli.
«Quindi studi Marketing.» quel ragazzo biondo stava civettando davvero alla grande con la mora e Zayn non se ne dava pace. Stringeva il suo bicchiere di Chardonnay tra le mani, appoggiato ai cardini della porta a vetri che dava sul giardino. Avrebbe voluto tanto spaccare la faccia a quel cretino.
«Amico, tutto bene?» 
Zayn scosse la testa e uscì in giardino sedendosi su una delle poltroncine in vimini «Non capisco che cazzo mi succede. E tutto per colpa di quella ragazza.» Harry rise e gli passò una sigaretta che il moro subito accettò.
«Credo di essere entrato anche io nel pallone. Cioè, mi capisci? – iniziò a gesticolare e a sfogarsi con Zayn – Mi ha stravolto. Credevo che quella sera dopo il luna park sarebbe stato solo una scopata, e invece no. E’ una fottuta droga quella biondina.»
Zayn annuì, completamente d’accordo con l’amico, come se entrambi stessero scoprendo nuove emozioni che li spaventavano a morte. Non avevano mai provato la brezza del batticuore, di svegliarti e addormentarti con il pensiero fisso su quella determinata persona. Il moro non rispose, e si limitò a buttare fuori dalla bocca il fumo della sigaretta, continuando a sorseggiare il suo vino pregiato.
Improvvisamente sentirono delle urla di divertimento all’interno del salotto e successivamente il nome di Gabrielle urlato a squarciagola, seguito da altri schiamazzi.
Videro Novalee uscire dalla mischia e sedendersi sulle gambe di Harry che di buon grado l’accolse con un bacio mozzafiato «Piccolina, che succede?» domandò preoccupato il riccio.
«Mia cugina è uscita fuori di testa.»
Zayn drizzò le orecchie, scattando seduto sulla sedia, si voltò verso la porta e la vide ancheggiare e ridere, quasi fusa dall’alcool «Ma che cazzo!» disse il moro urlando, mentre dentro di se, sentiva il fuoco bruciargli l’anima. Quando arrivò la vide solo con dei leggings, in procinto di togliere anche quelli. L’afferrò per una mano, raccogliendo la maglia che aveva gettato ai suoi piedi «Zayn vieni a giocare pure tu.»
Zayn si voltò verso il ragazzo biondo di prima e lo fulmino con lo sguardo «Te la faccio pagare, coglione!» Gabrielle alzò un sopracciglio e improvvisamente si sentì strattonata da Zayn, riconoscendo l’interno in pelle della sua Audi nera.
«Strip Poker? Seriamente?» disse il moro urlando come un matto. Non era mai stato così geloso in vita sua. A dire il vero, non lo era mai stato.
Gabrielle sistemò la sua maglia e lo guardò «Cosa vuoi Zayn? Mi stavo solo divertendo.»
«Divertendo? DIVERTENDO?» urlava sempre di più, colpendo il cruscotto con un pugno facendola terrorizzare.
«Perché reagisci così?» domandò Gabrielle alzando la voce anche lei, mentre sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi. Zayn rimase spiazzato da quella domanda, perché stava reagendo in quel modo?
«I-io non lo so Gabrielle.» non l’aveva mai chiamata in quel modo e pronunciato dalle sue labbra, il suo nome risultava così dolce «So solo che da quando ti ho vista, ho cercato tutti i modi per far sì che accadesse ancora una volta, e pure la successiva. Penso solo a te, ho bisogno di sapere che ci sei solo per me e questo non mi piace. Perché io non ho mai avuto bisogno di nessuno.» disse scuotendo la testa e notò Gabe che asciugava gli angoli dei suoi occhi «E sapere che ti stavi spogliando per quell’ossessionati di figa mi manda fottutamente fuori di testa.»
«Sei innamorato?» domandò lei guardandolo direttamente negl’occhi, quelle pozze misteriose in cui ci si era persa qualche giorno prima.
«E’ possibile che lo sia.»
«No, perché io ne sono sicura, di essere innamorata di te.»


Non sapeva dove si trovasse, e in quel momento non poteva davvero importarle nulla.
Zayn stava provando a sfilarle i pantaloncini in jeans frettolosamente, voleva mangiarla.
Lo sentiva respirare affannosamente, e per un momento, notandolo così concentrato sul suo corpo, con la camicia a quadri che gli scivolava lungo i fianchi, lasciando il suo petto tatuato nudo, si fermò.
La mora lo guardò e poggiò le mani sul suo petto «Cosa Gabrielle?» disse esasperato, gemendo ad alta voce.
Era così dannatamente sexy, bello. In quel momento così suo, solo suo da non poter avere parole per descriverlo. Si morse il labbro e scosse la testa attirandolo nuovamente a se, mentre sentiva l’erba umida bagnarle la schiena lasciata nuda, dopo che Zayn le tolse maglia, dedicandosi a giocare con il suo ombelico, mordendole la pelle, accorgendosi del tatuaggio che la ragazza aveva nel basso ventre.
Erano tante rondini che risalivano fino la parte bassa del fianco sinistro. E Zayn non poté pensare ad altro, se non a desiderarla ancora ardentemente di più.
Si spogliarono definitivamente, rimanendo nudi di fronte alla voglia più pura di appartenersi senza ritegno in quell’avventura che sarebbe rimasta tale.
Il ragazzo vide una smorfia sul viso della ragazza quando si fece strada tra le sue gambe. Smorfia di dolore, ma non se ne preoccupò poi tanto, stringendo le sue mani sulle sue cosce, facendole legare le gambe al bacino, iniziando a muoversi a ritmo sostenuto. Gemiti, solo quello.
Quel piccolo boschetto isolato della campagna inglese stava assistendo, accogliendo qualcosa di speciale, unico. Qualcosa di privato che non avrebbe detto.
Zayn si calò verso l’orecchio di Gabe e le baciò il collo, successivamente salì all’orecchio «Eri una bambina davvero, allora.»
Gabrielle aprì la bocca per rispondere, ma l’unica cosa che le uscì fu un sospiro sentito, appagato, poggiando la sua mano destra sulla nuca di Zayn, facendo ricongiungere le loro labbra.
Stava vivendo sulla sua pelle la cosa più bella che potesse esistere, per la prima volta, con lui.
Zayn sorrise soddisfatto da quella reazione, tenendola più saldo dai fianchi, muovendo insieme i loro bacini che si stavano provocando piacere intenso a vicenda. 
Era la sua bambina.
«Z-Zayn.. i-» non fece in tempo nemmeno a finire che Zayn urlò un «Sì, cazzo!» raggiungendo il massimo dell’appagamento, del piacere da quell’amplesso, seguito successivamente dalla ragazza che se ne vergognò tantissimo.
Zayn se ne accorse e le sorrise, cercando di rassicurarla «Potevi dirmelo, avrei reso tutto più romantico, bambina.»
Gabe abbassò lo sguardo e raccolse i suoi indumenti, senza spiccicare parola. Sentiva le sue gambe tremare, il suo cuore scoppiare, lo stomaco rivoltarsi come un calzino.
Avrebbe ripreso anche in quel momento, e questo la fece vergognare più di ogni altra cosa.
«Io..»
Zayn le poggiò un dito sul mento, attirandola a se, dopo essersi alzato i boxer e i pantaloni «Voglio vederti serena. E’ stata la cosa più bella.»
«Dici sul serio?»
«Non ti mentirei per nulla al mondo.»

 
* * *

Novalee quella mattina era sgattaiolata fuori dalla camera dell'albergo in punta di piedi, stando attenta a non svegliare Gabrielle che dormiva come un sasso con l'espressione rilassata. Chissà cos'era successo con Zayn dopo che l'aveva raccolta dal tavolo da poker dove era intenta a spogliarsi nuda sotto gli occhi famelici di quei ragazzi.
Aveva preso la borsa da spiaggia e ci aveva infilato dentro l'asciugamano. Aveva sceso le scale a piedi e non appena aveva messo piede fuori dall'albergo si era ritrovata Harry a due passi da lei.
L'aspettava appoggiato di schiena alla sua grande macchina. Aveva sulle labbra un sorriso ed una strana luce aveva riempito il suo sguardo quando questo si era posato su di lei.
«Buongiorno.» La salutò allegro, stringendola a se e posandole un bacio leggero sulle labbra.
Aveva paura di stringerla troppo per paura che si potesse rompere. Era fragile, sensibile e bella da vivere, ma di certo non mancava il suo bel caratterino pronto a spuntare da un momento all'altro.
«Buongiorno Harry? Mi hai svegliata alle sei del mattino e mi hai costretta a scendere giù dal letto per poi cosa? Una sorpresa!» Esclamò, fingendo un tono arrabbiato.
Non poteva avercela con lui, amava troppo il suo sorriso, il suo viso ed i suoi occhi.
«Ti piacerà.» La rassicurò. Detto questo salirono in macchina e partirono alla volta di una piccola spiaggetta poco distante da dove alloggiavano le ragazze.
Era un pezzo di spiaggia situato tra due grosse montagne rocciose dove non vi era mai nessuno. 
Harry voleva passare un pò di tempo con la ragazzina che gli aveva mandato in fumo il cervello, e l'aveva trasformato da stronzo con la S maiuscola, ad un dolce e tenero orsacchiotto. Quasi si vergognava a doverlo ammettere, ma era la verità e a lui quella ragazza piaceva troppo.


Erano arrivati dopo dieci minuti ed avevano subito immerso i piedi in acqua, sedendosi alla riva, sui sassi asciutti. Erano stati in silenzio per un pò, beandosi di quella sensazione di benessere che trasmetteva quel piccolo pezzo di paradiso terrestre.
«Mi piace quì.» affermò Lee, inspirando la brezza marina. Harry annuì, assecondandola. 
«Ti va di fare il bagno?» le chiese, voltandosi verso di lei.
«Ok.» Si alzò e si spogliò, restando in costume. Mise tutti gli indumenti nella borsa e distese l'asciugamano sulla sabbia.
Afferrò la mano di Harry e lo trascinò in acqua. Gli schizzò l'acqua e di tutta risposta il ragazzo la spinse giù, sott'acqua. Lee risalì battendo i denti per quanto era bassa la temperatura.
«Sei un coglione!» Gli diede un pugno sul braccio, mentre Harry continuava a ridere a crepapelle per l'espressione della bionda.
«Sei adorabile!» la prese per un polso e la strinse tra le braccia, sperando di trasmettergli un pò di calore. In un attimo i loro animi si infuocarono.
Le loro labbra si incollarono, destinate a non staccarsi mai più. L'acqua gelida di quella mattina era stata del tutto dimenticata, rimpiazzata dal desiderio che univa Novalee ad Harry.
«Ti voglio» mormorò quest'ultimo sulle labbra rosse di Lee. «Ora.»
«Puoi avermi quando vuoi.» La bionda si slacciò il bikini di sopra, legandolo al polso. Fece la stessa cosa con quello di sotto. Anche lei fremeva terribilmente dalla voglia di avere Harry.
«Così però mi vizi.» Un sorrisetto malandrino si formò sulle labbra del riccio. 
Le sue mani scivolarono lungo i fianchi di Lee, fino ad arrivare al suo fondoschiena, che strinsero forte, con possessione.
L'afferrò per le cosce e Novalee legò le gambe attorno al bacino di Harry. Si allontanarono dalla riva, lontano da tutto e da tutti. Immersi nell'acqua cristallina del mare, erano diventati una sola cosa. 
«Fai piano!» lo ammonì la ragazza, stringendogli forte le spalle.
«Scusa, ma non riesco a trattenermi.» Rallentò il ritmo, senza staccarsi dal suo collo, rosso e torturato. «Mi ecciti troppo.»
Le sensazioni in acqua sembravano essere amplificate, il piacere che invase i due ragazzi da capo a piedi non potè essere descritto a parole.
«Cazzo!» Harry gemette senza pudore, venendo con Lee, dentro di Lee. 
Si staccò poco dopo, e se non ci fosse stata l'acqua a tenerla a galla, la ragazza sarebbe crollata al suolo per via delle gambe tremanti e doloranti.
«Prendi la pillola, vero?» chise dopo che si fu ricomposto. 
«Si, Harry.» Si massaggiò le cosce, mentre si riallacciava il costume. «Stavi per spezzarmi in due. Non farlo mai più!»
Harry rise e l'abbraccio forte. «Si, piccola tigre!» Imitò il ruggito dell'animale e le diede un morso sulla guancia.
Mano nella mano risalirono, e si lasciarono cullare dal tepore del sole, distesi sull'asciugamano, stretti l'uno all'altro.




Writers' corner:
Buon martedì pomeriggio a tutte ^^
Ci teniamo a ringraziarvi moltissimo per le vostre recensioni, le visualizzazioni e tutto!
Senza di voi tutto ciò non si sarebbe realizzato! Siamo così contente che la storia vi piaccia e proceda come avevamo sperato.
Non potevamo chiere di meglio! <3
Ricordiamo che la storia sarà composta da 10 capitoli compreso l'epilogo, è sarà la prima di una serie di 4 storie. Ambientate rispettivamente in: primavera, estate, autunno e inverno. U.U Speriamo che continuiate a recensire e crescere, perchè solo così potremmo essere pienamente soddisfatte di noi stesse e del nostro lavoro.
Grazie ancora, siete fantastiche! 



 Lilac&Iriis

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 ***




5.

Novalee quella mattina si alzò dal letto e controllò quello accanto al suo, notandolo vuoto, intatto.
Gabrielle non era ritornata la notte, e sicuramente sapeva dove l’aveva passata. Sorrise, controllando il suo cellulare e notando un messaggio di qualche ora prima da parte sua, che l’avvisava.
La bionda scrisse velocemente una risposta e poi notò una chiamata da parte di quel riccio dalla faccia impavida. Le faceva così sangue.
Prese dalla valigia della cugina un vestitino, un paio di stivaletti e legò i suoi capelli in uno chignon perfetto alto, al centro della sua testa. Faceva particolarmente caldo quella mattina o era semplicemente lei, lui a farle quell’effetto? Sorrise, premendo il tasto verde sul suo Blackberry e rispose.
«Ricciolino, sono pronta!» disse prendendo la carta della camera, dopo aver chiuso e sistemato ogni cosa. Ma quando aprì la porta se lo ritrovò davanti con il sorriso più bello di sempre e quegli occhi di un verde cristallino.
«Buongiorno, fiore.» disse il ragazzo abbassandosi e baciandole le labbra, travolgendola in uno dei suoi soliti baci mozzafiato «Come siamo belle!» era spudorato, e non si lasciava sfuggire nulla, nemmeno il minimo particolare. Novalee sorrise, alzando le punte, baciandolo lei adesso «’Giorno. – lo squadrò un attimo: maglia bianca, camicia a quadri senza maniche, jeans blu scuro e i suoi classici stivaletti – E tu sei come sempre, niente male!» disse lei tirandogli un po’ giù quel foulard che usava come bandana.
Harry fece finta di arrossire, per poi scoppiare a ridere, facendo uscire le sue fossette, prendendole prepotentemente la mano «Colazione? Non ti ho ancora fatto assaggiare le migliori ciambelle di Brighton!» disse schiacciando tranquillamente il pulsante dell’ascensore, per poi stamparle un altro bacio, cercando con la lingua di approfondirlo, mentre le teneva il mento.
«Questo si che è un buongiorno!» esclamò lei stordita, uscendo dall’ascensore, mentre Harry se la rideva bellamente. Prese la sua auto, parcheggiata poco più in la, e salirono. Nemmeno dopo dieci minuti si trovarono davanti una caffetteria affollata, segno che lavorava davvero bene. Harry parcheggiò e senza indugiare entrarono nel locale, avvicinandosi al bancone dove una ragazza dai capelli rossi e le tette fuori dalla sua divisa ammiccò al riccio che si sporse per baciarla con due schiocchi sulle guance «Shannon tesoro, sempre più bella!» disse Harry, sentendo la presa di Novalee farsi sempre più stretta «Grazie Harold. Cosa posso portarvi?»
«Due cappuccini e due ciambelle alla crema.» disse facendole l’occhiolino per poi sedersi al solito posto, dove faceva nottata insieme a Zayn e i loro amici.
Harry la guardò e scoppiò a ridere «Che c’è?» domandò beffardo.


«Possiamo guardare qualcosa che non riguardi il calcio?» Novalee sbuffò per l'ennesima volta da quando si trovavano sul divano di casa Styles.
Harry aveva deciso di farle vedere casa sua e così si erano ritrovati a guardare la televisione insieme dopo aver mangiato la pasta che aveva cucinato la biondina. E come se ci sapeva fare!
«Voglio guardare un telefilm!» Harry insisteva a voler tenere il comando del televisore e aveva costretto Lee a dover guardare due partite di calcio e una di basket. Non ne poteva più!
«Conto fino a tre. Se non cambi me ne vado!» Lo guardò con aria di sfida. 
«Provaci...» Harry ricambiò lo sguardo. Aveva tolto la bandana, indossato dei pantaloncini della tuta ed una canotta bianca. 
«Uno... Due... Tre» Finì di contare lentamente, poi scattò all'impiedi e fece per andarsene. Ma Harry l'afferrò per un polso e la tirò a se. Novalee cadde a cavalcioni su di lui.
«Tu non vai proprio da nessuna parte.» le soffiò sulle labbra, stringendole con possessione il mento nella mano destra. L'attirò a se e la baciò con foga. 
Lee strinse tra le dita i suoi capelli morbidi e profumati. Morse le sue labbra, ed Harry le strinse sempre più forte il sedere per il dolore. Ansimò sulle labbra della bionda seduta su di lui e fece scorrere le dita sotto la sua maglietta, toccandole la pelle della schiena.
«Siamo soli per tutto il pomeriggio, io avrei una mezza idea.» Disse Harry sorridendo sulle labbra di Lee.
«Harold mi stai proponendo di fare sesso?»
«Esatto.» Si guardarono e sorrisero, continuando ad accarezzarsi a vicenda. «Ti voglio.»
Novalee scivolò tra le gambe di Harry e si inginocchiò sulla moquette. Gli slacciò il pantaloncino e glielo sfilò, gettandolo su un angolo del divano. Si alzò, e si spogliò davanti ai suoi occhi ardenti.
«Harold, Harold.. Cosa devo fare con te?» Lee ridacchiò alludendo al miglior amichetto di Harry, sveglio come non mai.
«Hai un effetto immediato su di me, non mi è mai capitato prima.» Il moro si sfilò la maglietta, rimanendo a petto nudo. Si morse il labbro e la guardò malizioso.
Le finestre erano state chiuse precedentemente, e quell'atmosfera rendeva il tutto ancor più eccitante. 
Nuda, Lee si sedette nuovamente sulle gambe di Harry. Infilò la lingua tra le sue labbra e prese a stuzzicarlo fino al culmine della sopportazione.
In un attimo Harry fu in Novalee, che inarcò incredibilmente la schiena per lo stupore.
«Sei un fottuto stronzo!» gridò, gemendo. In realtà le piaceva da morire quel modo di fare di Harry che era come droga per lei. 
Si aggrappò alle spalle del riccio e accompagnò i suoi movimenti con naturalezza. 
Si muovevano in sicrono, ed erano in sintonia, come se si conoscessero da sempre, come se fossero nati per stare insieme. 
Il ritmo aumentava sempre di più, i loro corpi erano sudati, eccitati, vogliosi. Harry spingeva forte, affondando sempre di più in Novalee, che ansimva sul collo ricoperto di succhiotti del riccio.
Improvvisamente Novalee si ritrovò sospesa in aria, con le gambe attorno al bacino di Harry. Questo la portò in camera sua, raggiungendola senza difficoltà.
Socchiuse la porta, e portò Lee sul letto a due piazze ricoperto da lenzuola bianche, che sapevano di fresco e profumato. 
Novalee si ritrovò distesa sul materasso, mentre Harry era tra le sue gambe che si muoveva con disinvoltura e maestria. Gli affondò le unghie nella pelle del braccio, quando una sua spinta troppo violenta la fece sobbalzare. Stava pian piano arrivando all'apice, mancava poco, lo sentiva.
«Sbrigati, ti prego.» mormorò con un filo di voce. 
Harry si chinò sul suo collo, che baciò e leccò. Passò al mento, poi alle labbra. «Oh, Shannon.» esalò, mentre spingeva sempre più forte.
Novalee gli morse il labbro inferiore, sentendo subito il sapore del sangue di Harry sulla lingua.
«Mi prendi per il culo?» ringhiò allontanandolo da se. Harry sogghignò e la strapazzò di baci, mentre rideva divertito.
«Si, e sei bellissima quando ti arrabbi e fai la gelosa.» 
Il ragazzo invertì le posizioni e si ritrovò seduto sul letto, con Novalee su di lui. 
Non volevano staccarsi, non volevano che finisse lì quel momento, così dolce, riservato, pieno di desiderio di aversi l'un l'altro per sempre.
Inaspettatamente la porta della camera si spalancò, rivelando una figura femminile avvolta in un abito verde acqua che fissava i due ragazzi nudi sul letto con un espressione indecifrabile in viso.
Harry si sporse appena, afferrando il lembo del lenzuolo e coprendo il corpo esile di Novalee. La donna davanti la porta la richiuse subito e a passo svelto scese le scale, mentre sulle sue guance era comparso un po’ di rosso, segno di imbarazzo. 
Harry sorrise divertito, lasciando un ultimo morso sul seno della ragazza, raggiungendo il massimo dell’appagamento, tremando sotto il corpo della ragazza. Novalee era rossissima in volto e si coprì successivamente con il lenzuolo fin sopra i capelli «Non dirmi che era tua madre!» esordì la ragazza lamentandosi, sentendo Harry ridere sguaiatamente divertito «Mi dispiace, fiorellino, ma era lei.» disse afferrando dal suo cassetto dell’intimo pulito, e guardando la ragazza «Ma tranquilla, non è la prima volta che capita. Ci è abituata.» disse facendole l’occhiolino e porgendole la mano.
«Facciamo la doccia e poi ti riaccompagno.» disse indicandole il bagno, infondo al corridoio, mentre lui scese in salotto a riprendere i vestiti che la madre aveva accuratamente piegato sulla sedia.
«Harold Styles.» disse la voce di sua madre alle sue spalle, con un sorriso sulle labbra, appoggiata allo stipite della porta della cucina che dava sulla sala da pranzo ed il salotto «Dovevi avvisarmi, non sarei piombata in camera tua, cercando di capire perché fossi in casa.»
Harry non smetteva di ridere «Non ci ho pensato, scusa mà!» disse il ragazzo baciandole la guancia. 
«Come si chiama? E’ carina, no?»
«Novalee, è di Bristol.» disse incisivo «Faccio la doccia e l’accompagno.» disse stampando un altro bacio sul volto della madre, salendo dalla ragazza. Anne, la madre di Harry scosse la testa sorridendo.
Non che le andasse bene come suo figlio era solito cambiare le ragazze, ma sapeva che quella sarebbe stata un’eccezione. Il modo in cui ultimamente sorrideva, il modo in cui i suoi occhi verdi brillavano, erano pura gioia per lei. Quella ragazza avrebbe portato solo felicità nella vita del figlio, ne era certa.
Dopo qualche minuto, Harry scese nel suo solito abbigliamento da duro, mentre teneva la vita di Novalee con un braccio «Mamma, io vado. Mangio a casa questa sera.» disse facendo l’occhiolino alla donna, mentre la bionda agitò la sua mano in segno di saluto e subito sgattaiolò fuori dalla porta, cercando rifugio nell’auto del ragazzo riccio.
«Tuo padre? Non vive con voi?» domandò dopo dieci minuti di silenzio in cui Harry le stava torturando la gamba. Harry alzò la freccia, superando il tizio che aveva davanti e che stava letteralmente spolpando viva la sua ragazza con un bacio, per poi scuotere la testa e sistemandosi meglio sul sedile «Sta a Holmes Chapel, nel Cheshire, con la sua nuova fidanzatina.» disse sorridendo beffardo, duro. Con delusione.
Novalee gli afferrò la mano, incrociando le loro dita per poi baciargli le nocche che erano diventate bianche per la tensione. Non dissero più nulla, per tutto il tragitto, e quando arrivarono in hotel, Harry la salutò con un bacio sulle sue labbra, per poi aspettare che salisse al suo piano. Ritornando successivamente a casa.
Parlarono tutta la sera, con la madre. Di come l’aveva conosciuta, di quanto ci aveva provato e le emozioni che al solo incrociare quei occhi sentiva nel suo stomaco.
Era innamorato? 
Cotto a puntino.






Writers' corner:
Buon martedì pomeriggio a tutte ^^
Ci teniamo a ringraziarvi moltissimo per le vostre recensioni, le visualizzazioni e tutto!
Senza di voi tutto ciò non si sarebbe realizzato! Siamo così contente che la storia vi piaccia e proceda come avevamo sperato.
Non potevamo chiere di meglio! <3
Abbiamo deciso di modificare l'idea riguardante le 4 fanfictions. Avremo un seguito, legato a Spring Break, e forse anche una terza serie (ci lavoreremo hahaha uu) dove ci saranno poi tutti i ragazzi. Non vediamo l'ora di farvi leggere tutto ciò che abbiamo scritto e che scriveremo!
Un enorme bacio a tutte <3
Lilac&Iriis

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 ***


 
6.

Gabe continuava a giocare con l'acqua ed il bagnoschiuma, soffiando sulla schiuma che si disperdeva poi in piccoli pezzi. 
Zayn alle sue spalle canticchiava tranquillo mentre insaponava il collo e le spalle della sua bellissima fidanzata. Perchè lo era, giusto? Insomma, lui era innamorato, voleva che Gabrielle facesse parte della vita. Era importante per lui, terribilmente importante.
«A cosa pensi?» Chiese la ragazza ad un tratto. Erano in silenzio da vari minuti ormai.
«Al passato, e a come siano cambiate le cose da allora ad oggi.» rispose calmo il moro.
«Cos'è successo nel tuo passato?»
«Troppe cose.» Sospirò silenziosamente e strinse Gabe forte al suo petto. «Non ero come sono ora. Diciamo che devo molto ad Harry per averi aiutato ad uscire da un brutto periodo.» Iniziò a parlare man mano. Le parole gli uscivano di bocca senza che lui le frenasse. Dopo tutto voleva che Gabrielle sapesse di lui, del suo passato, della persona che era prima. Aveva bisogno che Gabrielle ne venisse a conoscenza per poterlo amare per ciò che realmente era.
«La mia situazione familiare non era delle migliori, mio padre abusava di mia sorella più piccola e dopo che gli assistenti sociali sono intervenuti ci hanno separati, affidandoci a famiglie diverse. Ora la vedo spesso, è diventata una bellissima donna. Mia madre e mio padre non so che fine abbiano fatto, non mi interessa saperlo..» Incrociò le dita a quelle di Gab, e quest'ultima si lasciò andare completamente contro il petto del suo uomo, poggiando la testa sulla sua spalla.
«Ho incontrato Harry dopo che sono stato in riformatorio, a quei tempi ero ancora un ragazzino, ma non capivo che bucarmi ed ubriacarmi non sarebbe servito a niente. Lui mi ha salvato la vita.» Concluse baciando la guancia rosea di Gabrielle, e rinforzando la presa attorno al suo corpo. 
«Però sei ancora qui, dopo tutto questo. Vuol dire che eri destinato a dovermi incontrare.» La moretta sorrise, contagiando Zayn.
«Probabile.» rispose il ragazzo, fingendo disinteresse. Gabe gli schizzò l'acqua, divertita. 
«Quindi Harry è un bravo ragazzo, posso star tranquilla per la mia cuginetta?»
«Certo che lo è, anche se sotto sotto siamo sempre dei ragazzacci... Siam fatti così!» La baciò sulla bocca, staccandosi dal suo corpo ed uscendo dalla vasca da bagno. Avvolse il suo bacino in un asciugamano e si frizionò i capelli bagnati.
«Forza, vieni. Voglio farti vedere qualcosa.» Porse la sua mano a Gab, che l'afferrò volentieri ed uscì anche lei dall'acqua.
Si asciugò con il morbido accappatoio che Zayn le aveva prestato e si infilò nuovamente i pantaloncini di jeans, la canotta nera, gli stivali e l'immancabile giubbotto di jeans ormai consumato dal tempo.


La ragazza guardò il moro e gli sorrise. Da quanto non riceveva quei sorrisi meravigliosi? Quelle attenzioni?
Il ragazzo che aveva avuto in precedenza non era mai stato così gentile, e Zayn lo conosceva da appena dieci giorni.
«Dove mi porti?» domandò lei, seguendo il ragazzo nel seminterrato di quella villetta ai piedi di una scogliera, a pochi passi dal mare. Zayn le teneva la mano e successivamente accese la luce, scesero le scale, trovandosi davanti a due mostruosità coperte. Ne scoprì una.
Un’ Harley Davidson lucente apparve ai suoi occhi «Quell’altra è di Harry, le teniamo qua.» disse passando la mano come per pulirla, ma era così lucente e limpida che poteva specchiarcisi e vedere tutte le imperfezioni del suo volto «Ti va di fare un giro?» le domandò attirandola a se, per i fianchi, baciandole il collo. Gabe lo guardava ancora attonita, mentre stavano lì appoggiati a quella moto di chissà quale valore, di chissà quale annata. Si limitò ad annuire la ragazza, pensando veramente di stare vivendo in un sogno.
«Non è che ci schiantiamo?» sentì Zayn ridere, porgendole il casco «Se ti tieni stretta a me, non vado forte.»
«Ricatti?»
Il moro annuì, facendole la linguaccia dallo specchietto e aggiustandosi il ciuffo, lasciando il suo casco attaccato al manubrio della motocicletta. Gli sarebbe saltata addosso in un lampo, se non avesse smesso di fare quelle facce mentre si specchiava.
Zayn mise in moto, mentre una sua mano percorreva il polpaccio di Gabrielle, aspettando che la porta del garage si aprisse del tutto, per uscire «Tu non lo metti il casco?» domandò la mora abbracciandolo per il petto, poggiando il suo volto sulla spalla di Zayn.
«Vado piano, te l’ho detto. E poi conosco la mia piccolina.» disse facendo rombare la moto con l’acceleratore e la frizione. In pochi attimi erano già in strada e Gabrielle sentiva i suoi capelli liberi, come se stesse volando, si strinse ancora di più a Zayn e gli lasciò dei baci sul collo, fin quando non si fermarono ad un semaforo, sentendo dietro di loro altri schiamazzi, risate, motociclette di cilindrata assurda.
«Guarda, guarda chi si rivede!» un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi celesti affiancò il moro, che subito si era irrigidito, diventando serio, lasciando stare anche la gamba di Gabrielle. Non diede retta a quella fastidiosa voce che non aveva fatto altro che rovinargli la vita.
«Cos’è non si saluta? Non presenti questo bel bocconcino ai tuoi amici?» disse facendo ridere la mandria che lo seguiva. Zayn teneva lo sguardo alto, aspettando che quel semaforo scattasse per poter andare via, lontano. E così fece, scordandosi appena, che Tyson aveva bruttissime intenzioni e non lo avrebbe lasciato in pace quella sera. Non voleva diventare una belva, non voleva cacciare fuori di nuovo lo Zayn di qualche anno prima, quello che non si fermava davanti a niente.
Lo istigava sempre.
E adesso correva, correva forte sentendo Gabrielle contro la sua schiena, strizzandolo quasi, per quanto forte stesse andando. Si voltò verso dietro, alzando il dito medio, per poi accelerare un altro po’, prendendo una stradina sterrata, dove sapeva sarebbero stati soli. Era il solito posto, dove l’aveva portata la prima volta, dove la successiva avevano fatto l’amore.
Dove Gabrielle si era donata a lui senza problemi.
Quando Zayn spense la moto aveva il fiatone, quella è tutta adrenalina che aveva scaricato in una manciata di secondi e a cui non era più abituato. Non ricordava nemmeno cosa volesse dire correre così tanto. Gabrielle rimase ferma sulla moto, mentre si passava le braccia sulle spalle, una volta che Zayn era sceso e aveva acceso freneticamente una sigaretta, poggiandosi su un masso poco distante dalla moto. La ragazza scese, poggiando il casco sul sellino, per poi rifugiarsi tra le sue braccia.
Sentiva il suo cuore come impazzito, decisamente.
«Adesso va tutto bene, amore mio.» gli sussurrò di getto, come se fosse una cosa che gli aveva sempre detto. Era innamorata, forse troppo, di quel ragazzo che l’aveva letteralmente investita, che le aveva freneticamente rubato il cuore. Zayn le passò un braccio sopra le spalle, baciandole il collo.
«Mi dispiace, non volevo correre così veloce.. io-»
Gabrielle gli mise un dito sulle labbra, dopo avergli tolto la sigaretta e averla spenta contro il masso. Dolcemente iniziò a baciargli il mento, dapprima risalendo su per lo zigomo, soffermandosi ad assaporare quelle labbra che sapevano di tabacco puro, riscendo successivamente sul suo collo.
Era una meraviglia.
Zayn le mise la mani sui fianchi, tenendola saldamente, a se. Gabe continuò a baciarlo, lasciando dei solchi di saliva sul petto che aveva denudato dalla sua classica t-shirt basica, lasciando che la meraviglia del suo corpo scolpito facesse capolino. Iniziò a baciargli le spalle, il centro del petto, non tralasciando forse alcun pezzo di pelle. Lentamente si inginocchiò, finendo di baciare la parte inferiore del suo idilliaco corpo, rialzandosi successivamente, dopo avergli sbottonato i jeans.
Fece un salto e Zayn fu pronto, famelico, a prenderla tra le sue braccia, attaccandosi al suo collo torturandolo.
Non aveva avuto più incontri di quel genere, dalla prima volta di Gabrielle, e per Zayn era un record bello e buono. Si morse il labbro la ragazza, sentendo i denti di Zayn morderle il seno ormai lasciato nudo. Sarebbe stata la vacanza perfetta. Per sempre.


«Zayn, Zayn ti prego! Vieni qua, lascialo perdere!» disse Gabrielle cercando di trattenere il moro per una mano. Ma nulla da fare, era una furia cieca, sorda.
Non sentiva, né vedeva ragioni davanti a quello sfronto che lo stesso tizio dai capelli rossi gli aveva appena fatto, aveva toccato Gabrielle con quelle sue luride mani, aveva toccato la sua bambina.
Gabrielle si portò le mani sul volto, mentre delle piccole lacrime le si formarono agl’angoli degl’occhi. 
«Zayn, ti prego!» urlò, cercando di prenderlo, ma nulla. Ormai se le stavano dando di santa ragione.
Tremolante la ragazza afferrò il suo cellulare, con l’intento di chiamare Harry, ma come d’improvviso, sentì due mani afferrarla per i fianchi e spostarla, dirigendosi verso il moro che stava steso per terra e continuava quella lotta estenuante.
Era il suo angelo custode.
«Stai da parte, Gabrielle.» disse con tono freddo, il suo solito, mentre adesso andava ad aiutare l’amico, cercando di togliergli quel cretino da sopra il petto. La ragazza tremava, non aveva mai avuto così tanta paura in vita sua e adesso voleva solo tornare in hotel e piangere.
«Hey, cazzo! Zayn! Stammi a sentire!» disse Harry scuotendolo per bene, allontanandolo da quel cretino che aveva deciso di rovinargli la serata. Il moro guardò oltre le spalle di Harry e con il pugno fatto di terra, si asciugò il sangue che fuori usciva dal suo naso «Adesso prendi la mia auto, riporti Gabrielle in hotel e poi vieni da me, intesi?» disse Harry cercando di distogliere lo sguardo da quel pel di carota che continuava a incitarlo. Zayn fece per rispondere e la presa sulle spalle del moro da parte del suo amico riccio si fece più forte. «Ho detto, intesi?» disse ancora, aspettando che Zayn annuisse, come fece. Afferrò le chiavi dell’auto dell’amico, lasciando lui quelle della moto. Raccolse il suo portafogli e successivamente passò accanto a Gabrielle, senza dire nulla.
Lei si limitò a seguirlo in auto, mentre stringeva tra le sue braccia il chiodo in pelle nera di Zayn.
Salirono sull’auto di Harry partendo verso l’hotel che distava una mezz’oretta da lì, tutto questo in estremo silenzio. Zayn stava fermo allo stesso semaforo di qualche ora prima, mentre tamburellava con le sue dita indolenzite, il volante. Gabe guardava fuori dal finestrino, mentre stava rannicchiata su se stessa come un riccio, trattenendo le lacrime.
«Hai deciso di evitarmi?» disse Zayn cambiando marcia, prima di ripartire. 
«No.»
«Perché non parli, allora?» chiese con voce roca, per poi schiarirsela tossicchiando, camminando così piano, lentamente in modo che Gabe potesse perdersi in quelle onde scure.
«Penso.»
«Era questo, lo Zayn di cui ti parlavo oggi. Quello fuori controllo.»
Gabrielle annuì, prendendogli semplicemente la mano «Zayn, non devi giustificarti. Alla fine, cosa ne sarà di noi? Nulla.»
«Nulla? Perché dici questo?» disse il moro fermandosi di botto, parcheggiando proprio qualche metro prima dell’hotel. Erano arrivati.
«Credi che non lo sappia? Io tra cinque giorni torno a Bristol. Alla mia vita. E quante volte ci sentiremo? Quante altre ci vedremo? – scosse la testa la ragazza – Io..»
«Mi stai dicendo che-»
«Non può durare Zayn.» disse con le lacrime agl’occhi.
«Mi stai scaricando? Mi stai sul serio scaricando?» si passò una mano sul viso incredulo, non badando al dolore che provava per via dei pugni «Vaffanculo, Gabrielle.» disse aprendo la portiera dell’auto del riccio, per poi mettere nuovamente in moto l’auto.
La ragazza scese, cercando di replicare, ma non ebbe nemmeno il tempo che lo vide sfrecciare via.




Writers' corner:
Salve a tutte stelline!
Arriva il martedì e come promesso, arriva anche l'aggiornamento di Spring Break.
Non potete neanche immaginare quanto ci rendiate felici ad ogni singola recensione e visualizzazione.
Sono aumentate tanto negli ultimi giorni, e non possiamo esserne che orgogliose e fiere.
Speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che continuiate a seguire la storia fino in fondo, anche nei sequel che già stiamo scrivendo.
Vi proponiamo di raggiungere le 10 recensioni in questo capitolo, e il prossimo potrà arrivare prima del previsto. Cosa ne dite fiorellini? <3
speriamo di avervi emozionate anche con questo pezzo di storia.
Al prossimo capitolo lucciole. <3
Lilac&Iriis

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7 ***



7.

Novalee guardava la cugina dal suo letto, mentre Gabrielle non aveva fatto altro che rimanere imbambolata, lasciando che delle lacrime scorressero lungo le sue guance.
Inutile dire che gli mancasse, che sentisse il bisogno di lui. Aveva provato a chiamarlo, a mandargli qualche messaggio, ma non aveva ricevuto nessuna risposta. Una sera, mentre era fuori a prendere un gelato con Novalee, che praticamente l’aveva buttata giù dal letto, lo aveva visto con la sua solita bottiglia nelle mani, la sigaretta tra le labbra, e quello sguardo magnetico, che l’aveva colpita sin da subito, che guardavano un’altra ragazza. Una diversa.
La mora scosse la testa, raccogliendo quello che aveva sul suo letto e gettandolo con nervosismo nel cestino per l’immondizia del bagno. Non era così che doveva andare, per nulla.
La bionda si avvicinò alla cugina, cingendole le spalle con le sue braccia in un forte abbraccio «Ti prometto che faremo il possibile, ti prometto che andrà tutto bene.» le sussurrò, raccogliendo una ciocca che era uscita dalla sua coda mal concia, stampandole un bacio in guancia.
Gabe non disse nulla, si limitò a lasciarsi andare all’ennesimo pianto disperato, tra le braccia della cugina.
Quando la mora si addormentò, Harry salì in camera dalle ragazze. Fortunatamente, prima di arrivare alla camera da letto, una parete con tanto di porta divideva la piccola area relax.
«Ciao fiore mio.» disse Harry sorridendo dolcemente, baciandole le labbra. Novalee si lasciò prendere tra le sue braccia, sedendosi sulle sue ginocchia «Ciao riccio bello. – gli morse il labbro – Ho sentito tanto la tua mancanza, stanotte.» disse lei, allacciando al collo del riccio le sue braccia, mentre i loro occhi si erano amalgamati, fondendosi in un unico solo colore.
«Non immagini quanto mi sia mancata tu.» disse con il suo solito ghigno. Aveva qualche accenno di barba, segno che non aveva avuto nemmeno tempo per farla, per correre dalla ragazza che lo aveva fatto innamorare come nessuna «Potrei abituarmici a dormire con te al mio fianco. Accarezzarti la schiena nuda ogni mattina, fare l’amore ovunque.. Non trovi sia delizioso?»
Novalee sorrise, stringendosi al suo petto «Squisito.» disse lei scoppiando a ridere. Harry le diede un bacio, ed ancora un altro per poi staccarsi «Come sta, Gabe?»
«Pianto, tutta la notte.» rispose la bionda, giocando con il lembo della camicia del suo ragazzo. Adesso poteva dirlo a gran voce, urlarlo al mondo, urlarlo a tutti. Harry Styles era il suo ragazzo.
«E per-»
Novalee abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi «Abbiamo avuto conferme questa mattina. E’ distrutta. I-io, vorrei fare qualcosa Harry.»
«Cosa vorresti fare?»
Lee scosse la testa «Non lo so. Ma odio vederla così, vorrei solo parlare con Zayn. Magari lui capirebbe la situazione e..» Harry scosse la testa bloccandola «Si è messo nei guai, ancora una volta. Ma questa volta, in questa situazione io, noi non possiamo aiutarlo.»
«Deve saperlo. Ha delle responsabilità vers-»
«Zayn è fidanzato. La sua ragazza abita a Leicester e..» Novalee guardò il suo ragazzo sbalordita e si alzò dal divano dove erano sdraiati. Scosse la testa incredula.
Un figlio? Una ragazza? Ne era certa come la morte che Gabe non sapeva assolutamente nulla di quella faccenda. Lei non avrebbe continuato, lei non avrebbe rischiato così tanto. Conosceva la cugina, sicuramente Gabrielle avrebbe abbandonato ogni cosa ancor prima di iniziarla.
«E…?» gli fece segno di continuare.
«Hanno un marmocchio di un anno. Io credevo che Gabrielle te l’avesse detto.» disse Harry raggiungendola, abbracciandola da dietro «Se lo avesse saputo. Dio mio, Harold che schifo!» disse scuotendo la testa indignata, togliendo le mani del ragazzo.
Harry ci rimase male. Zayn aveva fatto il codardo ancora una volta e ne era semplicemente deluso di come l’amico, il fratello, non avesse messo in chiaro le cose da subito.
«Non è colpa mia, io.. Io non sono come lui sotto questo punto di vista.» per la prima volta, Harry ebbe paura, paura che lei se ne andasse «Ti prego, non lasciarmi.» disse il riccio in un flebile sussurro, mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime, correndo subito a stringerla a se.
Era la prima volta che si metteva completamente a nudo. 
«Non lo farò mai.»


Novalee camminava a passo svelto e si guardava intorno con aria sospetta. Non amava particolarmente dover fare qualcosa senza che Gabrielle ne fosse al corrente, ma per quella volta doveva tenere la lingua a freno e starsene zitta, fare tutto nella massima segretezza. Harry lo avrebbe scoperto più tardi, ma Gabrielle no.
Aprì il cancelletto della grande villa e attraversò il piccolo viale in ghiaia. Bussò alla porta tre volte, alla quarta qualcuno si degnò di aprirla.
Zayn aveva le occhiaie, i capelli scompigliati ed era in pigiama, segno che stava dormendo beatamente.
Non si trattenne, lasciò uscire fuori la furia che era in lei. Afferrò Zayn per un orecchio e lo trascinò all'interno della casa. Zayn gemette dal dolore e cercò di divincolarsi dalla presa forte della ragazza. «Ma sei impazzita? Cazzo!» riuscì a sottrarsi alla collera della bionda e si massaggiò l'orecchio.
«Mi fai schifo!» sputò rabbiosa. «Non dovresti avere neanche il coraggio di parlarmi.» Gli puntò un dito contro, rossa in viso dalla rabbia. Era scoppiata, proprio come un vulcano che ha dormito per troppo tempo. Nessuno doveva fare del male a Gabrielle, aveva già sofferto troppo nel corso della sua vita. Un altro cuore rotto non l'avrebbe di certo aiutata. 
«Un figlio Zayn? Ma fai sul serio?» Si infilò le mani tra i capelli, disperata. «Non glielo hai neanche detto! E lei si è fidata di te, si è concessa a te! Ma che cazzo hai in quella testa?» 
«Tu non sai niente e non hai il dirit-» Un sonoro suono riempì la stanza silenziosa. Novalee tirò uno schiaffo a Zayn, costringedolo a voltare il viso dal lato opposto. Lui prese a massaggiarsi la parte colpita, lasciandosi sfuggire un sorrisetto ironico.
«Ho il diritto eccome! Tu non capisci. Lei è come una sorella per me.» il suo tono di voce calò di diverse ottave.
Era una ragazza abbastanza tranquilla, almeno non quando l'alcol circolava nelle sue vene, ma quando quella famosa molla scattava era quasi impossibile fermarla. 
Zayn si rcompose e tenne a freno le mani. Trovò la forza per calmarsi e ci riuscì.
«Senti, lascia che ti spieghi.» Poggiò le mani sulle spalle di Novalee e la incitò a sedersi sul divano. «Non vedo la mia ex ragazza da mesi ormai, con lei è tutto finito. Vedo mio figlio perchè gli voglio bene, è sangue del mio sangue e voglio che abbia un padre. Un padre stronzo e testa di cazzo, certo, ma che sia almeno presente nella sua vita.» iniziò a parlare, con difficoltà. Non amava raccontare quelle cose, soprattutto ad una ragazza che era poco più di un estranea per lui. «Non è una cosa facile, sia da spiegare e sia da capire. Gabrielle di certo non l'avrebbe capito, è testarda ed impulsiva, si sarebbe infuriata. Per queste cose ci vuole calma, ed io ho bisogno dei miei tempi.» si sedette anche lui, sul tavolino di vetro, strofinandosi gli occhi.
«E poi non credo che abbia più così tanta importanza, tua cugina mi ha scaricato.» mise su un sorrisetto sarcastico e gli occhi gli divennero lucidi.
«Aspettati di tutto Zayn, ma non che ti libererai di mia cugina così facilmente. Vi siete cacciati in qualcosa di troppo grande anche per voi.» Si alzò e afferrò la borsa. Zayn la guardò confuso. 
«Stammi bene.» uscì da quella casa e rifece lo stesso tragitto per ritornare in hotel, sperando che Gabrielle non si fosse ancora svegliata.




Writers' corner:
Buonasera a tutte care piccole lettrici!
L'aggiornamento è stato leggermente ritardato poichè io (iriis) ho avuto una marea di cose da fare oggi hahahah
Passando a noi. Siamo contente che la storia vi piaccia, davvero. Speravamo solo in più recensioni, ma quelle che abbiamo ricevuto ci rendono davvero felici ed orgogliose come non lo siamo mai state.
La fine si avvicina, poichè i capitoli sono solo 10. Ma non temete, perchè come già accennato nei precedenti capitoli ci sarà un seguito, seguito da un altro seguito. (è solo questione di accenti, non spaventatevi hahahaha)
Recensite, recensite in tante amate lettrici! Confidiamo in voi :)
siete la nostra forza <3
a presto.
Lilac&Iriis

 
Ci teniamo inoltre a ricordarvi di passare dalle nostre storie che scriviamo separatamente.
Qui i link:



(Iriis)


(Lilac)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8 ***



8.

Gabrielle quella mattina si era alzata decisa. Ormai questa era la situazione in cui si era cacciata e avrebbe dovuto sistemare, spiegare la situazione in fretta.
Prese il suo giubbino in jeans e mise le sue sneakers. Non aveva voglia di mangiare quella mattina.
Non lo faceva da ben quattro giorni ormai, e il suo corpo pareva essersi abituato a ciò.
Scosse di poco la cugina che stava dormendo «Nov, io vado a fare quattro passi. Ti voglio bene, a dopo.» disse, sentendo mugugnare qualcosa alla cugina, sorrise uscendo dalla stanza.
Erano appena le dieci del mattino, e già le strade di Brighton erano pullulanti di persone che skatevano, facevano jogging in riva alla spiaggia o semplicemente passeggiavano spensierate. Camminò all’incirca dieci minuti, chiedendosi del perché stesse facendo questo.
Sospirò, trovandosi davanti la stradina che avrebbe portato alla villa dove Zayn abitava con la famiglia a cui era stato affidato. Abbassò lo sguardo, mentre i suoi capelli erano raccolti in un piccolo cappello di cotone, quel cappello che sapeva così tanto di lui, che era suo.
Scese lentamente i quattro scalini che portavano all’enorme giardino davanti l’ingresso della casa, notando il cancelletto aperto. Prese un altro sospiro, per poi abbassare lo sguardo verso scarpe e arrivò davanti la porta nera. 
«Dai, Gabe.. ce la puoi fare.» disse con gli occhi colmi di lacrime. Un altro respiro, tanti altri respiri. Prese coraggio e tenendosi ancora stretta nella sua giacchettina, bussò alla porta.
Come qualche giorno prima non aveva risposto subito, ma dopo due secondi, la porta davanti a se si aprì totalmente, spalancandosi. Era lì, bello da morire con i suoi capelli arruffati, gli occhi sorridenti, e un meraviglioso sorriso stampato in volto. Non era quello beffardo, schifosamente da stronzo che l’aveva tratta in inganno, era come se fosse un altro Zayn.
«G-Gabrielle.» disse lui balbettando e guardandola confuso e sorpreso.
Gabe alzò lo sguardo verso di lui, incrociando il suo perfetto sguardo caramello «F-Fammi parlare Zayn. E’ una situazione complicata che potevamo evitare e.. »
«Chi è, vediamo a chi ha aperto papà!» una ragazza, poteva avere la stessa età del ragazzo, e teneva tra le braccia un marmocchietto di forse appena un annetto. Ed era impossibile non riconoscere lo stesso sguardo di Zayn.
Gabrielle accennò un lieve sorriso e abbassò lo sguardo sentendo il petto trafiggersi pian piano, come se delle lunghe lame lo stessero attraversando senza sosta «Oh, i-io non volevo disturbare.»
La ragazza alle spalle di Zayn le sorrise, tenendo la mano, mentre Zayn abbassò lo sguardo e prese il bambino tra le braccia «Io sono Lexi, la ragazza di Zayn e tranquilla non stai disturbando.» spiegò la bionda sorridente e cordiale.
Gabrielle afferrò la mano «Gabrielle, un’amica.» sospirò pesantemente, abbassando lo sguardo e aggiustandosi il cappello. Come aveva solo pensato di nasconderle una cosa del genere?
Si sentiva estremamente sola.
Era sola.
«I-io andrei allora. Ciao Zayn. Piacere di averti conosciuta Lexi.» detto questo si voltò un’ultima volta a guardare Zayn con gli occhi colmi di lacrime, ritornando da dove era venuta.


Novalee capì da come la cugina sbattè violentemente la porta che qualcosa non era andato per il verso giusto. Si alzò dal letto da cui stava pigramente oziando e la raggiunse. Era rannicchiata ai piedi della porta, con le mani congiunte sul volto. Singhiozzava, terribilmente.
«Come diavolo ha fatto a nascondermi una cosa del genere?» disse urlando contro se stessa. Novalee l’abbracciò fortissimo, sentendosi in quel momento una traditrice nei suoi confronti.
«Un figlio, una ragazza. Ti rendi conto?» non si rendeva più conto di nulla ormai. Urlava, sbraitava a perdifiato.
«Cosa potevo aspettarmi da lui, me lo spieghi Novalee? I-io sono senza parole. Sono stata una stupida, una cretina. Io gli ho dato la parte più pura di me. Mi sono concessa in tutte le mie sfaccettature a lui e.. Fottute vacanze di primavera!» disse urlando e colpendosi la pancia. Era tutto sbagliato, decisamente tutto sbagliato. Sospirò e sentì le mani di Lee bloccandola «Che cazzo, smettila Gabe. Fai la persona matura e abbi un po’ di rispetto per la vita che porti nel tuo grembo.»
Gabrielle rabbrividì a quelle parole che erano più un rimprovero «Non voglio che somigli a lui.» sussurrò con gli occhi colmi di lacrime e guardando sua cugina.
La sua miglior amica, lei che c’era sempre stata.
«Sarà comunque bellissimo.» la consolò la bionda sorridendole dolcemente.
Gabe si asciugò le lacrime «Ritorno a Bristol, parto oggi stesso.» disse alzandosi la mora per poi raccogliere la sua valigia sotto il letto e sospirando lentamente, iniziò a prepararla.
Voleva scappare, andare via da lì senza mai più metterci piede.

    
E adesso era seduta su di una panchina, davanti la fermata del treno che l’avrebbe riportata a Bristol.
Mancavano solo pochi minuti e quel vagone l’avrebbe caricata con se, riportandola tra le mura di casa sua, si sarebbe ripresa la sua vita, avrebbe continuato a studiare. Tutto sarebbe stato normale.
No, non lo sarebbe stato. Tutto sarebbe cambiato.
Una novità come quella avrebbe cambiato tutte le sue aspettative, avrebbe portato altre responsabilità, avrebbe avuto altre priorità.
Ed era lì, adesso, seduta su quella panca di cemento, mentre ignorava la voce della cantante che risuonava nelle cuffie, perché pensieri, le preoccupazioni le stavano ronzando per la testa peggio di quella fastidiosa zanzara nelle notti calde di estate. Era stata colpita in pieno da una palla da demolizione, era stata letteralmente annientata. Si era annullata, davanti all’amore, davanti qualcuno, eppure non riusciva a pentirsene perché quelli erano stati i giorni più belli della sua vita.
Per una volta era riuscita ad essere Gabrielle, la ragazza spensierata, quella che si divertiva, che non pensava a nulla, la giovane studentessa che per una volta nella sua fottuta vita aveva preso una pausa dall’essere fottutamente adulta.
Si portò una mano sul grembo, accarezzandolo lentamente «Ci sarai tu, a darmi forza, non è così?» sussurrò più a se stessa, convincendosi che anche da sola ce l’avrebbe fatta.
Chissà cosa ne avrebbe pensato il suo papà, se solo fosse stato lì. Non voleva deluderlo.
Il suo eroe.
«Signorina? Signorina, si sente bene?» una vecchia signora scosse poco la ragazza che era scoppiata a piangere, dopo essere salita sullo scomodo e vecchio vagone «C’è qualcuno che la sta cercando..» disse indicando qualcuno che correva come un forsennato. Gabrielle voltò lo sguardo verso il finestrino, sedendosi. Era lui, era lì.
Il ciuffo disfatto, il fiatone, e la camicia che aveva lasciato scoperta la spalla per via della corsa «Gabrielle!» lo sentì urlare, cercandola con lo sguardo. Il treno non sarebbe partito non prima di venti minuti. Lo sapeva, ne era certo.
Lo vide salire sul vagone e cercarla ancora, ancora «Gabrielle!» disse lui una volta arrivato al sedile che la giovane condivideva con l’anziana signora di poco prima.
Gabe non rispose, abbassando lo sguardo.
«Che ti succede, Gabrielle?»
«Vattene via Zayn!» urlò lei «I-io non voglio vederti.»
«Lasciami spiegare, io non te l’ho detto perché volevo essere sicuro di questo nostro legame e.. – si avvicinò a lei, inginocchiandosi - .. E’ mio figlio. Ma io con Lexi non ho più nulla a che fare. E’ solo una messa in scena che faceva quando delle ragazze in passato venivano a bussarmi alla porta. Solo questo. Non siamo mai stati fidanzati. L-lei è stata solo una fottuta scappatella da dove è nato Jay.» continuava a spiegare, balbettando, cercando di riprender più fiato possibile ed inimmaginabile. Sentiva il suo cuore scoppiare. 
Gabrielle non lo aveva guardato e sentiva adesso l’attenzione di tutto il vagone su di se, mentre la voce metallica dell’altoparlante annunciava che il treno sarebbe partito in una manciata di minuti «Devi andare, Malik.» disse solo questo, alzando il cappuccio della sua felpa, accendendo nuovamente la musica, sentendo Zayn imprecare, mentre scendeva sconfitto dal vagone del treno.
Lo guardava attraverso gli occhiali da sole, mentre le lacrime avevano ripreso a scendere lungo le sue guance. Stava prendendo a calci un bidone dell’immondizia, aveva sferrato un pugno sul muro.
Le sarebbe mancato più dell’aria.





Writers' corner:
Salve a tutte adorate lettrici **
Non potete neanche immaginare quanto noi siamo felici ed orgogliose. <3
anche se non abbiamo raggiunto un numero altissimo di recensioni siamo comunque contente e ostinate a portare avanti questa storia :)
speriamo solo che questo capitolo vi sia piaciuto e che siate pronte per il sequel che arriverà davvero molto presto!
Non dimenticate di recensire, e di farci sapere cosa ne pensate! Per noi è importante, davvero :)
alla prossima stelline . <3
Lilac&Iriis

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9 ***







9.


«Harry smettila di mangiucchiarti le unghie!» Novalee ammonì il ragazzo duramente, e lo colpì sulla mano. Quest'ultimo la guardò con aria di sfida e le fece la linguaccia. «Mi dai ai nervi!»
«Scusami, ma ci faccio quello che voglio con le mie unghie!» riportò l'indice tra le labbra e mordicchiò l'unghia corta.
«Te le stacco!» La ragazza gli afferrò entrambe le mani e le tenne ferme.
«Sei una biondina stronza e fastidiosa lo sai?»
«Si, lo so.» Lee lo baciò sulle labbra e ripresero a passeggiare per il molo.
L'aria era abbastanza fredda, segno che ormai le belle giornate stavano lasciando spazio ad altre più ventilate. Indossare gli shorts non era stata una buona idea per Novalee, visto che si ritrovava a rabbrividire ad ogni piccola folata di vento.
«Hai freddo?» le chiese Harry, circondandole le spalle con un braccio e stringendola più che poté.
«Un pò.» lei strofinò il naso contro il petto del ragazzo ed inspirò a fondo il suo profumo, così dolce, buono. Passarono in silenzio alcuni minuti, persi entrambi nei loro pensieri.
Le onde si infrangevano contro gli scogli, schizzando acqua di tanto in tanto. Il vento soffiava forte, sollevando i lunghi capelli biondi di Novalee. La luce debole del tramonto era diventata ormai invisibile.
«Ho intenzione di venire a Bristol qualche volta, quando tornerai a casa.» disse ad un tratto Harry, aggiustandosi i capelli con un gesto rapido della mano.
Novalee lo guardò confusa ed accigliata. Non si aspettava una dichiarazione del genere da parte sua. Il cuore prese a battere come un martello nel petto.
«Voglio continuare questa relazione, perchè con te ci sto bene. -fece spallucce- Non voglio perderti.»
«Harry, i-io..» Non riusciva a trovare le parole, semplicemente non c'erano. Non era possibile spiegare cosa stava provando in quel momento, cosa Harry era capace di farle provare. Harry... Che le aveva cambiato la vita in così poco tempo, che era piombato nel bel mezzo della sua vacanza primaverile con arroganza, ma che era riuscito a conquistarla, con la sua dolcezza e il suo delizioso sorriso.
Mai si sarebbe aspettata un affermazione di quelle, sapeva che una volta arrivato il momento di tornare a casa si sarebbe lasciata Brighton alle spalle e con essa anche Harry. Ma si sbagliava, si sbagliava di grosso. E quegli occhi lucidi e le labbra tremanti erano il segno che il suo amore verso Harry era reale, vero. Niente più illusioni, niente più delusioni. Il ragazzo riccio e stronzo che aveva conosciuto nel peggiore dei modi era la sua certezza.
«Dì solo che sei contenta che mi potrai vedere gironzolare per Bristol.» Sorrise e la strinse tra le sue braccia.
Non rispose Lee, si limitò a piangere per la felicità che la riempiva fino a farla esplodere.
Amava Harry, non aveva dubbi, e forse non li aveva mai avuti.


Novalee era imbarazzata al massimo. Se ne stava seduta composta e senza fiatare. Rossa in viso e si muoveva impacciata.
Anne, la madre di Harry, aveva insisto per volerla incontrare di nuovo, questa volta in modo più normale. Avevano cenato meravigliosamente e parlato del più e del meno, concentrandosi soprattutto sulla vita che Novalee svolgeva a Bristol.
Gemma, mora e bellissima quanto il fratello, non aveva fatto altro che guardarla in silenzio, studiandola e scrutandola a fondo. Lee si era sentita completamente a disagio per tutta la durata del pasto, e aveva letteralmente stritolato le osse della mano di Harry che si era innocentemente poggiata sulla sua coscia.
Aveva pensato al fatto che si comportasse in quel modo perchè era venuta a conoscenza dell'episodio che aveva visto coinvolta anche sua madre qualche giorno prima e che forse era una sorella iperprotettiva e gelosissima, ma a dirla tutta aveva preso in considerazione ogni ipotesi e non era riuscita ancora a capire perchè, secondo lei, Gemma la odiasse.
«Quindi tu e tua cugina siete venute qui per le vacanze primaverili?» Intervenne, con sorpresa, la ragazza 'di ghiaccio'.
«Si.. -chinò lo sguardo imbarazzata- Tra qualche giorno torniamo a casa. Dobbiamo riprendere gli studi all'università.» Sorrise e Anne ricambiò.
Avevano evitato di ricordare il primo incontro, forse già era stato dimenticato.
«Novalee è una gran studiosa.» Harry prese finalmente la parola. Sua sorella Gemma la stava davvero mettendo in gran soggezione.
«Cosa studi?» chiesero in coro le due donne Styles.
Novalee sorrise. «Mediazione linguistica e culturale. Parlo e scrivo alla perfezione cinque lingue.»
Harry, Anne e Gemma la guardarono a bocca aperta, meravigliati.
«Non me l'avevi detto.» sussurrò Harry più vicino al suo orecchio.
«Ora lo sai.» rispose la ragazza.
«Sei una continua scoperta, Marshall.» le lasciò un fugace bacio sulla guancia, mentre Anne si era alzata ed aveva inizato a sparecchiare. Novalee si era offerta come aiutante, ma era stata gentilmente rifiutata.
Più tardi lei ed Harry si appartarono sul divano color kaki, passando lì il tempo a coccolarsi come due teneri adolescenti sotto gli occhi brillanti di mamma Anne e quelli ancora vigili e attenti di Gemma.
Adesso passeggiavano ancora una volta sul molo in legno, umido, impregnato di salsedine e quell’odore che gli inebriava l’anima. Harry non faceva altro che guardarla innamorato, e improvvisamente tirò fuori dalla tasca dei suoi jeans il suo iPhone, abbracciandola da dietro, per poi piazzare l’oggetto davanti a loro «Ch-che fai?» disse divertita la bionda, sentendo l’accenno di barba che Harry aveva sul mento.
«Voglio immortalare questo momento. Voglio immortalare noi.» disse baciandole la guancia, scattando la foto, dopo aver fatto una foto buffa, impostandola come sfondo del suo cellulare.
Era deciso, per una volta nella sua vita, sicuro di quello che sentiva nelle sue vene, nel suo cuore.
Novalee scoppiò a ridere scuotendo la testa «No adesso la togli, perché sono abbastanza indecente, in quella foto.»
«Oh, ma taci fiore.» disse il ricciolino, scuotendole quelle onde mosse che setose toccavano quasi la schiena. Le stampò un bacio, e ancora uno. Infiniti altri.
Possibile che non potesse nemmeno pensare alla sua imminente partenza?
Improvvisamente, ancora una volta, Harry si fermò, bloccandosi in mezzo alla passerella che li avrebbe portati sulla spiaggia. Voleva fare almeno l’ultimo bagno, fare l’amore tutta la notte, farle percepire che era solo sua. Farle capire che ormai lui apparteneva solo a lei.
«I-io devo darti una cosa, Novalee.» disse il ragazzo, voltandola, con un lieve sorriso sulle labbra e il rossore sulle sue guance. Quella era l’unica volta in cui, Novalee, aveva visto Harry senza fascia, con i suoi ricci che parevano indomabili, estremamente ordinati e a posto. La ragazza lo guardò, quasi per incitarlo a continuare «Cosa, Harold?» domandò la ragazza.
Lo vide armeggiare per qualche minuto con qualcosa dietro il suo collo, non avevano mai tremato come in quel modo le sue mani. Non appena finì, si vide nella sua mano, dondolare una collanina.
Il ciondolo era un piccolo aereoplanino di carta a cui lui teneva tantissimo.
«Vorrei che lo tenessi tu. E’ la prima volta che lo tolgo da quando me lo hanno regalato. – disse allacciandolo al suo collo – E vorrei che fossi tu a possederlo. Non toglierlo mai, perché quando saremo lontani, ti basterà guardare la collanina e sentirmi lì vicino a te.»
Novalee non trattenne le lacrime, e subito lo baciò «D-davvero Harold?» disse la bionda rigirando il ciondolo che aveva adesso a ridosso del suo seno «Davvero, fiore mio.».
E non era la fine di quella vacanza, ma l’inizio di un’avventura.




Lilac here she's!!
Sì, esatto bellissime, sono Lilac.
Non vi preoccupate non ho ucciso Iriis e mi sono impossessata del suo account :) solo che ultimamente è abbastanza impegnata, e anche io e ci scusiamo davvero tanto per aver portato questo ritardo, ma tra le tante cose da fare ci è proprio caduto di mente!
Spero possiate perdonarci.
Davvero ragazze, non sapete quanto abbiamo gioito nel vedere quelle sette dolcissime recensioni, siete dolcissime, e non troviamo più le parole per ringraziarvi una ad una.
Spero che questo penultimo capitolo non vi deluda e non scordatevi di farci sapere cosa ne pensate con una recensione, ci teniamo moltissimo :)
Non dimenticate, per chi fosse interessato, a passare anche dalle nostre storie in corso - vi lascio i banner con il collegamento ad entrambe qua sotto.

 
                                                                                         (meraviglia di iriis)                                                  (mia storia)


L'ultimo capitolo di 'Spring Break' sarà messo Giovedì 5 Dicembre, in concomitanza al seguito.
A Giovedì,
So Much Love,
Lilac.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Epilogo ***




 
 
Epilogo.


 
 
«Non voglio che tu vada via.» Harry poggiò la sua fronte contro quella di Novalee, inspirando a fondo il profumo dei suoi capelli. Le dita delle loro mani erano intrecciate tra loro e non stavano ferme per il nervosismo.
Il treno che avrebbe riportato Lee a casa sarebbe partito tra una mezz'oretta circa, e loro non avevano alcuna intenzione di staccarsi.
Si era ripromessa che non avrebbe pianto, perchè piangere alla stazione è sinonimo di addio, e quello non lo era. Loro si sarebbero rivisti, avrebbero passato insieme giornate indimenticabili a Bristol, a Londra, a Parigi... Sarebbero volati insieme dappertutto.
«Vengo con te, faccio il biglietto e parto c-»
«Harry è inutile. Dovrai ritornare poi, e sarà ancora più doloroso lasciarti andare.» Strinse forse le mani del riccio, rischiando di stritolargliele. Era troppo l'amore che provava per lui.
«Verrò presto, per restare definitivamente. Accanto a te...» Le baciò la fronte, poi la punta del naso ed infine le labbra colorate di rosso, come piacevano a lui.
«Ti aspetto!» sorrise per smorzare quella terribile tensione, e allacciò le braccia al suo collo.
Si baciarono fino allo sfinimento, fino a quando l'aria nei polmoni finì, fino a quando la voce metallica annunciò la partenza del treno.
«Ci sentiamo al telefono» disse Harry. «Salutami quella pazza di Gab.» sorrise lievemente.
«Starà bene.» disse più a se stessa che in risposta ad Harry.
«Ti amo piccola.» le sussurrò infine il riccio a fior di labbra.
Il cuore perse un battito, poi riprese a battere frenetico.
«Ti amo anch'io campione.» Gli scompigliò i capelli e lo strinse forte ancora una volta, non l'ultima.
Lee afferrò la sua borsa dalla panchina vicina e si avviò verso il vagone sul quale sarebbe dovuta salire e dove il suo ragazzo aveva precedentemente portato la sua pesante valigia.
Si voltò verso di Harry e gli sorrise, triste per la partenza, ma speranzosa per un futuro insieme. Strinse forte al petto la catenina che Harry le aveva messo al collo la sera prima.
Salì sul treno e le porte si chiusero con un sonoro tonfo. Si accomodò sul sedile accanto al finestrino e l'ultima cosa che vide, prima che i suoi occhi si riempissero di lacrime, fu Harry sedersi sulla panchina in legno e prendersi disperato la testa tra le mani.



Eccoci qua con il capitolo finale :)
Vogliamo ringraziare tutte quante, per il vostro supporto, le vostre recensioni, grazie infinite per aver fatto si che la storia arrivasse alla fine ed avesse addirittura un seguito :')
Siete splendide, e speriamo che il sequel di cui Lilac ha postato il Prologo + il primo capitolo, vi piaccia!
Fateci sapere come sempre cosa ne pensate e.. ci vediamo, si spera, nell'altra storia.
Siete troppo dolci,
Iriis&Lilac.

 

(cliccate e sarete portate subito alla storia)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2200357