Sunlight

di RemusTonks98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come un sogno ***
Capitolo 2: *** Ritorno alla Tana ***
Capitolo 3: *** Non avrei mai immaginato che... ***
Capitolo 4: *** Festa di compleanno ***
Capitolo 5: *** Altro che stare tranquilla! ***
Capitolo 6: *** Discorso... ***
Capitolo 7: *** In giro per Diagon Alley ***
Capitolo 8: *** Gioia e disperazione ***
Capitolo 9: *** Una festa normale no, eh? ***
Capitolo 10: *** Natale ***
Capitolo 11: *** Il ritorno a Casa ***
Capitolo 12: *** Grande giorno? ***
Capitolo 13: *** Paradise ***
Capitolo 14: *** Hai gli occhi di tua madre, James ***
Capitolo 15: *** Troppe feste in casa Weasley ***
Capitolo 16: *** Una piccola magia ***
Capitolo 17: *** Twins Dreams ***
Capitolo 18: *** E' dura essere padre e marito insieme... ***
Capitolo 19: *** Happy Family ***
Capitolo 20: *** Gita ad Hogwarts ***
Capitolo 21: *** Erised Stra Ehru Oyt Ube Cafru Oyt On Wohsi ***
Capitolo 22: *** Un amico ritrovato ***
Capitolo 23: *** Primo giorno ***
Capitolo 24: *** Una testa rossa e un bicchierino di troppo ***
Capitolo 25: *** Per le mutande di Merlino! ***
Capitolo 26: *** Eyes ***
Capitolo 27: *** Tiri Vispi Weasley ***
Capitolo 28: *** Hey brother! ***
Capitolo 29: *** Incontri più o meno piacevoli ***
Capitolo 30: *** Rintanato alla Tana ***
Capitolo 31: *** Fuochi d'artificio (Parte 1) ***
Capitolo 32: *** Fuochi d'artificio (Parte 2) ***
Capitolo 33: *** Hospital ***
Capitolo 34: *** Georgie ***
Capitolo 35: *** Harry e sale ***



Capitolo 1
*** Come un sogno ***


Capitolo 1

"COME UN SOGNO"

La sveglia suonò. Ginny rimase a letto, ad occhi chiusi, assaporando quel momento. Tutto era normale: il letto caldo, i suoi capelli rosso rame distesi sul cuscino... Mosse piano la mano per cercare quella di Harry ma non la trovò, sbattè contro il muro. Fu in quel momento che aprì gli occhi e si accorse che era tutto diverso. Era nella sua stanza alla Tana e la luce era... più fioca, era più presto rispetto a quando si alzava lei. TOC, TOC... Qualcuno aveva rotto il silenzio che regnava in quella stanza, la signora Weasley era sulla porta tutta truccata e agghindata. Ginny ci mise un po' a realizzare che quella non era una mattina come le altre; quella era la mattina del suo matrimonio, con il suo amato Harry.
La ragazza balzò a sedere sul morbido letto, più pallida che mai.
<< Le sei e mezzo. >> disse la signora Weasley << Sbrigati o farai tardi al tuo matrimonio. >> e rise piano. Anche Ginny accennò un sorriso e si alzò per prepararsi.
Erano ormai le dieci e a Ginny non reggevano più le gambe. Proprio lei, che non aveva mai tremato nemmeno per la Coppa del Mondo di Quidditch! Non poteva aver paura di una cosa così stupida come il suo matrimonio!
La cerimonia era fissata per le dieci e mezzo ed era tutto già pronto: i suoi fratelli le avevano annunciato un'oretta prima che il tendone e le sedie erano stati sistemati, mancavano solo i fiori che sarebbero arrivati a momenti; e arrivarono. Le consegnarono il bouquet di margherite poco dopo.
Dieci e dieci... Dieci e venti... Alle dieci e venticinque entrò il signor Weasley vestito del suo abito migliore, azzurro gesso, e della cravatta più ridicola che Ginny avesse mai visto che era a pois. Le porse il braccio e la accompagnò giù dalle scale, in cucina, in giardino... Quello che accadde dopo fu confuso. Ginny vide file e file di sedie dorate e di persone che si giravano a guardarla e vide Harry in fondo vicino all'altare, gli occhi verdi che brillavano tra tutte quelle margherite, i suoi fiori preferiti. Vide Hermione e Ron, i testimoni, vicino a lui che le sorridevano e lei ricambiò il sorriso. Concentrò il suo sguardo su di loro e avanzò lenta, al ritmo della musica. Era tutto così bello, così surreale, come un sogno. Una volta all'altare il prete recitò la messa, Harry e Ginny di scambiarono le promesse, le fedi luccicanti con i loro nomi e il loro primo bacio come marito e moglie. Infine Hermione e Ron firmarono il contratto.
In un battibaleno si trovarono tutti a mangiare e a bere alla loro salute e, con la stessa velocità con cui quel giorno era arrivato, quel giorno se ne andò e Ginny si sistemò nel suo letto di Grimmauld Place numero dodici con accanto Harry. Ora erano sposati potevano spingersi un po' più in là di un semplice bacio.

Continua...

SPAZIO AUTRICE
Ed ecco il primo capitolo... è la mia prima storia quindi mi piacerebbe che recensiate... spero vi piaccia. :)
RemusTonks98

 

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Capitolo 2
*** Ritorno alla Tana ***


Capitolo 2

" RITORNO ALLA TANA"

Era passato un mese dall'ultima gita di Harry e Ginny alla Tana, un mese da quando si erano sposati. Quella sera la signora Weasley aveva organizzato una cena tutti insieme e Ginny decise di raggiungerla presto per aiutarla con i preparativi. Nessuno sapeva ancora dei suoi problemi di salute delle ultime due settimane; infatti solo Harry era al corrente del fatto che la ragazza non si sentiva molto bene fisicamente e per questo era un po' preoccupato. Non sapeva cosa le stesse succedendo. Oforse lo immaginava...
Harry accompagnò presto Ginny fino alla porta della Tana, le stampò un veloce bacio sulle labbra e poi si smaterializzò e raggiunse il Ministero della Magia, nel centro di Londra, dove lavorava come Auror insieme al suo migliore amico nonchè cognato Ron. 
Ginny bussò alla porta della casa in cui era cresciuta e pochi secondi dopo Molly Weasley, sua mamma, la raggiunse, la aprì e salutò l'unica figlia femmina con un caloroso abbraccio, la fece infine entrare amorevolmente. Indossava un grande grembiule a fiori e delle ciabatte tutte morbidose. Sotto la grembiule però portava un ampio vestito da campagnola che a Ginny ricordava quello che aveva indossato lei al Ballo del Ceppo al suo quarto anno ad Hogwarts. Aveva inoltre i capelli raccolti in una crocchia e Ginny notò che un familiare profumo di arrosto appena cotto riempiva la cucina. Molly si era già messa a cucinare ed erano solo le 10.30! Alla ragazza scappò un risolino.
  << Ginny cara! >> esclamò la madre abbracciandola e la squadrò per un pò << Cosa ti è successo? >> domandò preoccupata. Ginny fissò le sue iridi marroni  "Oh, ci siamo; l'ha già notato... Sono messa così male?" pensò Ginny tra se e se. decise cosìdi rispondere a sua madre << Ciao mamma. C'è... C'è qualcosa di cui ti devo parlare... >> e, sempre guardandola negli occhi con aria preoccupata, le raccontò della stanchezza, della nausea e di tutte le sensazioni spiacevoli che l'avevano accompagnata nelle settimane precedenti.
  << Ma, tesoro, non ti è mai venuto in mente di fare una bella gita al San Mungo? Insomma... Potrebbe essere grave! >> ribattè la signora Weasley che era sbiancata al racconto di sua figlia Ginny << Ti ci porto subito... E niente discussioni! >> concluse con tono da dura. E la caricò in macchina quasi di forza poiché pensava che il viaggio in auto sarebbe stato meno stressante per la ragazza rispetto alla smaterializzazione.
Arrivò in un battibaleno al San Mungo, l'ospedale per maghi, fu vistata da un' infermiera gentilissima e molto disposta ad ascoltare i suoi problemi, le venne consegnato il referto e fece ritorno alla Tana, sempre con sua mamma. Non era mai stata meglio in vita sua, era felice, molto felice, ma non perché era guarita, non era nemmeno mai stata propriamente malata... Doveva dirlo a Harry! Almeno avrebbe smesso di preoccuparsi per nulla.
La sera arrivò molto lentamente e quando Harry entrò nella piccola saletta, seguito da Ron, Ginny gli saltò addosso e lo baciò a lungo. Harry era spiazzato, non sapeva il perchè di tutto quell'entusiasmo. Infine la moglie, euforica, lo costrinse a seguirla fin su, in camera sua.
  << Harry, sono stata in ospedale... >> cominciò Ginny ma non osò guardarlo in faccia << Tranquillo, non sono malata... >> continuò e Harry le prese la mano << Anzi... Beh, non so come dirtelo! E non so nemmeno come dirlo a Ron... Aspetto un bambino Harry! >> concluse la ragazza tutto d'un fiato e finalmente guardò il marito. Harry si trasformò in un arcobaleno vivente. Divenne bianco e poi verde, fino a raggiungere una sfumatura color blu-violetto... Alla ragazza sembrò che stesse soffocando. Per ultimo il ragazzo arrossì, fino a tornare del suo colorito normale e a posarsi sulla spalla di lei con un grugnito degno di suo fratello Ron che assomigliava molto vagamente a un "Grazie, amore.". Una lacrima fu inevitabile, anche se Harry non piangeva mai. Era dal matrimonio di Albus Silente che Ginny non lo vedeva versare una goccia di acqua salata. Un bacio fu inevitabile; stettero per così tanto tempo attaccati che persero la nozione del tempo, e soltanto il grido della signora Weasley "È pronta la cena!" li riportò alla realtà.
Di malavoglia scesero in cucina e si sedettero vicini lungo l'immenso tavolo, attorno al quale era riunita tutta la famiglia Weasley (più Harry e Hermione), e si gustarono la squisita cena di mamma Molly felici.

Continua...

SPAZIO AUTRICE:
Ed ecco il secondo capitolo! :)
Recensite tutti! :)
RemusTonks98

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Capitolo 3
*** Non avrei mai immaginato che... ***


Capitolo 3

 "NON AVREI MAI IMMAGINATO CHE..."

Quando Bill si alzò e fece per andarsene salutando cortesemente e dicendo che sarebbe dovuto tornare a casa a mettere a letto i figli, Ginny, sentitsi commossa dalla parola 'figli', prese dolcemente la mano di Harry e gli sussurrò piano: << Ora... >>.
I due si alzarono e la signora Weasley, un po' delusa, li guardò in tralice e esclamò seccata << Non andate già via anche voi? Vero? >>.
La figlia la guardò negli occhi per rassicurala e il suo viso sembrò raddolcirsi quando parlò << No, ecco... Io ed Harry abbiamo un annuncio da fare. >> incominciò Ginny e sentì gli sguardi di tutti i parenti puntati su di loro, in particolare su di lei. << Si, penserete che sia uno dei soliti discorsi del tipo 'Io ed Harry partiamo e andiamo alle Canarie per due settimane perché Harry ha degli affari di lavoro da sbrigare là'. >> disse Ginny con aria scocciata, pensando alla reazione che avrebbero avuto i suoi fratelli alla notizia. << No, questa volta non è così... Per la nostra felicità aspetto un bambino! >> concluse la rossa senza riprendere fiato.
Le reazioni, come previsto, furono molteplici. Il signor Weasley si mise a strillare per tutta la casa che quello sarebbe stato il suo sesto nipote; Charlie e George le si avvicinarono e la abbracciarono amorevolmente; Hermione, felicissima, li giardò e si complimentò con loro; la signora Weasley scoppiò in lacrime di gioia, anche lei sarebbe diventata nonna per la sesta volta. L'unico che non si mosse e rimase con lo sguardo fisso sulla squisita torta fatta da Molly fu Ron. E tutti si girarono verso di lui quando...
 << Tu, LURIDO BRUTTO STRONZO! Come hai potuto mettere incinta mia sorella a soli ventuno anni!?! IO TI AMMAZZO! Ora, guai a te se ti fai più rivedere o finisci veramente male! >> Ron iniziò a diventare paonazzo dalla rabbia e a gridare verso di Harry. Il suo Harry, il suo amore tanto inseguito da ragazzina, il padre del suo bambino! Ma come si permetteva lui di insultarlo?
 << Sta' zitto Ron! >> ribattè dura Ginny << Stiamo insieme da anni e, se per caso ti fosse sfuggito con quella testolina che ti ritrovi, siamo sposati! SPO-SA-TI!!! >> strillò Ginny mostrando la sua fede ancora luccicante perchè i pochi mesi in cui era stata portata non l'avevano ancora fatta ossidare. Gli occhi di tutti indugiarono su di Ron e lui girò i tacci e scappò, seguito da un' Hermione molto imbarazzata che se ne andò salutando tutti con un semplice "Mi dispiace, ci vediamo..." Quando passò davanti ai futuri genitori Ginny potè giurare di averla sentita sussurrare uno "Scusalo se è un cretino!"
 Quella sera Harry e Ginny tornarono a Grimmauld Place e la ragazza si sentiva molto stanca e triste per tutto quello che era successo e per la discussione avuta con suo fratello. Sapeva che non avrebbe dovuto essere così diretta nel comunicare il fatto, ma non vedeva l'ora di farlo e non era riuscita a controllarsi un secondo di più.
 << Ginny, ti preparo qualcosa? >> le chiese Harry dolcemente.
 << Oh no, nulla grazie. Vieni solo qui... >>. Aveva bisogno di lui in questo momento e così il ragazzo si sdraiò proprio accanto a lei nel letto accarezzandole per la prima volta il ventre ancora per poco piatto. Le piacque molto stare li nell'intimità della loro casa e del loro divano. Harry sembrava l'unico che capiva veramente come si sentiva...
 << Dispiace anche a me... >> disse il ragazzo d'un tratto << Ma Ron spesso è spesso molto cocciuto. Non pensavo l'avrebbe presa così male... Ginny... >> la rossa si voltò a guardarlo con gli occhi umidi << Non m'importa se ho litigato con Ron, ora ho altro a cui pensare. Lui o lei, che cresce qui dentro. E io ti amo. >> sussurrò Harry stampandole un bacio.
Ma ovvio, era suo figlio e anche lui aveva appena perso il suo migliore amico.

 Continua.....

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Capitolo 4
*** Festa di compleanno ***


Capitolo 4

"FESTA DI COMPLEANNO"

La mattina dell' 11 agosto 2003 Ginny si stava guardando allo specchio. Era il suo compleanno e, già così presto di mattina, aveva frugato nell'armadio per trovare un vestito decente che le entrasse per la sua festa della sera stessa. Era infatti appena entrata nel quarto mese di gravidanza e la sua pancia era cresciuta talmente tanto nell'ultimo mese che sembrava si stesse gonfiando come un palloncino. Anzi, l'unica differenza che aveva con un palloncino era che lei, anziché alleggerirsi, manmano che si gonfiava diventava più pesante. Tutto questo non la turbava molto, ad eccezione di quando doveva scegliere gli abiti eleganti da indossare.
Harry giocava spesso con il bimbo la sera e si divertiva a raccontargli storie come "Baba Rabba e il Ceppo Ghignante" prima di addormentarsi. Tornava presto dal lavoro per stare con Ginny che, notavano entrambi, faceva sempre più fatica a fare di tutto. Il capitano della squadra di Quidditch in cui giocava, le Holyhead Harpies, non aveva ancora accettato, invece, che un bambino avesse messo fuori gioco la sua miglior cercatrice. Si era infatti temporaneamente ritirata dalla squadra.
Decise di chiamare Hermione, solo lei avrebbe potuto trovare qualcosa di mettibile per la festa... Poco dopo il campanello suonò e Hermione si mise all'opera. Frugò per un paio di minuti tra le cose di Ginny e lo scovò.
<< Ecco, questo è fantastico e dovrebbe calzarti a pennello. >> disse sorridendo. Era un vestito lungo rosso e bianco e la gonna svolazzava leggera. Aveva ragione, era proprio bello... Come aveva fatto Ginny a non vederlo prima? Ma non lo metteva da anni... Alla fine si convinse e lo indossò, si truccò un po' di rosso e, quando arrivò Harry, partì insieme a lui verso il locale dove si sarebbe svolta la festa. Arrivarono verso le sei e la signora Weasley, quando rivide sua figlia dopo più di un mese, scoppiò in lacrime. Spesso Molly piangeva da quando Ginny aveva annunciato l'arrivo di un altro nipote e la ragazza non capiva bene il perché. Magari erano lacrime di gioia... O magari soffriva perchè Ginny non aveva più parlato con suo fratello da quel famoso giorno... Ma alla ragazza non importava, Ginny voleva quel bambino e non le interessava che Ron fosse d'accordo o no!
Piano piano arrivarono tutti. Tutti tranne Ron che, da quanto diceva Hermione, aveva molto da fare in ufficio. Harry, che si era seduto accanto a lei, aveva smesso di litigare con Ron ma non erano più amici come un tempo e, Ginny lo sapeva, soffriva molto per questo.
La serata trascorse tranquilla fino a quando la porta del ristorante si spalancò con un botto che fece saltare tutti per aria. Ron era 'entrato', rosso in viso, e provava una rabbia che mai aveva provato in vita sua.
<< HARRY POTTER! >> gridò << Perfino Capo dell'Ufficio Auror adesso! Non pensavo potessi farmi ancora questo. Prima in famiglia, poi al lavoro... Ti odio!  >> e se ne andò sbattendo ancora la porta. Ginny vide la signora Weasley correre verso il bagno e potè giurare che stesse piangendo. Poi notò che Hermione era diventata violetta in faccia e che Harry le prese la mano. Ginny sentì qualcosa muoversi violentemente nel suo ventre e strinse la mano di Harry fino a fargli male, lui si voltò preoccupato e Ginny gli sussurrò piano, nel silenzio: << Ha scalciato. >>. Era la prima volta che succedeva. Che sensazione piacevole!
La festa continuò tranquilla ma Harry non si staccò da Ginny neanche per un secondo. Anche quando facevano loro gli auguri e i complimenti lui le teneva la mano.
Era quasi mezzanotte quando Ginny, ormai esausta nonostante fosse la sua festa di compleanno, tornò a Grimmauld Place con Harry e una montagna di regali e si addormentò sul divano senza dire una parola.
Harry posò i regali, le mise una coperta addosso, si sedette sulla poltrona accanto al divano e pianse per ore. Lui non piangeva mai, aveva versato qualche lacrima solo sul cadavere del suo padrino Sirius e su quello del preside più amato della storia di Hogwarts, Silente, ma ora doveva farlo e voleva farlo quando Ginny non poteva vederlo nè udirlo perché sapeva che si sarebbe sentita in colpa.
Lui non voleva farla star male.
Una volta sfogata tutta la rabbia si addormentò seduto accanto alla sua amata sposa.

Continua...

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Capitolo 5
*** Altro che stare tranquilla! ***


Capitolo 5

"ALTRO CHE STARE TRANQUILLA!"

Dalla sera del suo compleanno il bambino si agitava come un matto dentro Ginny e lei ne risentiva parecchio. Se ne accorse la mattina dopo, quando si svegliò ancora vestita sul divano, con Harry addormentato sulla poltrona accanto; aveva cercato di alzarsi ma non c'era riuscita, allora si era messa seduta e aveva svegliato Harry che era corso a preparare e a portare la colazione. ' Maledetto Ron' pensava la rossa 'È tutta colpa sua. Altro che Harry che ha distrutto la sua famiglia!' e imprecò. In fin dei conti era bello sentirlo muovere. Era una piccola soddisfazione, voleva dire che stava crescendo...
Harry come sempre correva al lavoro e la lasciava molte ore da sola, così lei chiamava Hermione. Anche Hermione lavorava, ma le sue ore erano ridotte e poteva fare un salto in pausa pranzo per aiutare Ginny a cucinare qualcosa. Era molto dispiaciuta per il comportamento di Ron, pensava fosse un irresponsabile e perdipiù un bambino maleducato.
Pochi giorni dopo quel fatidico 11 agosto Ginny si ricordò di aver fissato una visita al San Mungo durante la quale, probabilmente, le avrebbero rivelato il sesso del bimbo. Decise di far prendere un permesso a Harry e di farsi accompagnare da lui. Appena arrivati fu visitata e le consegnarono subito il referto, che decisero di non aprire fino a casa. Ginny non voleva sapere il sesso così, tornati finalmente a Grimmauld Place, Ginny tese la cartella medica a Harry che la aprì e la lesse attentamente. Un sorriso si dipinse sul suo volto e cercò di pregare Ginny per annunciarle se era maschio o femmina, ma lei era irremovibile. Avrebbe aspettato il giorno del parto.
I giorni successivi passarono molto lentamente per Ginny poiché era costretta a stare in casa da Hermione, che continuava a ripetere che se fosse uscita e le fosse successo qualcosa sarebbe stata, in un certo senso, da sola.
Per fortuna la signora Weasley aveva organizzato un'altra cena un mercoledì sera, e Ginny aveva avuto il permesso di andarci accompagnata da Harry anche perché il ragazzo non vedeva l'ora di annunciare il sesso del bambino alla famiglia a parte Ginny ovviamente. Era contento che fosse maschio e, a dirla tutta, non si aspettava sarebbe stata femmina. La cena era stata divertente e, grazie al cielo, non era stata un altro motivo di litigio. Ron si era limitato a mangiare e a scambiare qualche parola con Arthur, suo padre.
Ciò che accadde il sabato pomeriggio di quella settimana era ancora molto confuso nella testa di Ginny. Ricordava che erano a casa di Hermione e Ron non c'era, quando a un certo punto Hermione disse qualcosa che fece diventare Harry rosso di rabbia. E poi ricordava di essersi svegliata sul divano dell'appartamento di Hermione, che era seduta ai suoi piedi, e Harry era accucciato di fianco a lei e le accarezzava dolcemente la pancia rigonfia e blaterava: << Calmo... Amore... Tu... Bene... Svenuta... >> e una lacrima salata gli solcò il viso.
Hermione le aveva poi raccontato che era svenuta dopo averle sentito dire alcune parole, che però non voleva ripetere per evitare che riaccadesse. Ginny dovette pregarla tutta la sera finché lei, dopo averla fatta sedere, le aveva ripetuto testuali parole, temendo di ricevere la ramanzina anche da lei << Anche io aspetto un bambino... >>.
Ma la ragazza stavolta aveva reagito diversamente, non era svenuta. Era furiosa! Si era sentita presa in giro da suo fratello che non voleva che Ginny portasse avanti una gravidanza e poi aveva messo incinta Hermione! Povera Herm, non era colpa sua, ma Ron era davvero uno stronzo!
Era davvero troppo, doveva agire e non poteva stare ancora a guardare.

Continua...

SPAZIO AUTRICE
Spero che la storia vi stia piacendo...
Mi sto impegnando molto per farla venire fuori decente! Intanto auguro a tutti Buon Natale. :)
Recensite!
RemusTonks98

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Capitolo 6
*** Discorso... ***


Capitolo 6

"DISCORSO"

<< Ho deciso, parlo con R... >>
<< NO! >>
<< Perché?!?! >>
<< Ginny, ne abbiamo già parlato, non voglio che tu sia come lui! Hermione lo vuole, Ron lo vuole, questo bambino... >>
<< Io voglio parlare con mio fratello! >> urlò la ragazza che iniziava ad innervosirsi
<< NO! NON PARLERAI CON TUO FRATELLO! >> l'espressione di Harry era seria, troppo seria.
Fitta. Stava succedendo ancora...
<< Harry, per favore... Tuo figlio non è contento se urli. >>
<< Scusa amore. >> sussurrò il ragazzo con gli occhi lucidi
Piangeva. Era la prima volta dopo la morte di Silente che Harry perdeva il controllo. Ginny si sdraiò sul letto e Harry, accanto a lei, iniziò ad accarezzarle la pancia e a giocare col bambino, singhiozzando e ridendo contemporaneamente. 
<< Harry, che c'è? Su, dimmi, sfogati. >> disse Ginny piano per non rovinare quel momento. Il ragazzo la guardò fissa negli occhi. Cavolo come la facevano entrare in un altro mondo quegli occhi verdi!
<< Mi dispiace. Scusa, è che non ce la faccio piu. Già Ron ti fa soffrire e ora mi ci metto anche io... >> balbettò il moro triste e dispiaciuto e a Ginny si riempirono gli occhi di lacrime per la cmmozione.
<< No, Harry. Tranquillo... >> disse accarezandogli il viso e stampandgli un bacio sulle labbra sottili.
<< Ti porterò da tuo fratello domani. Io starò fuori dalla porta mentre gli parli, nel caso gli vengano in mente strane idee. Poi ti riporterò a casa e te ne starai buona. OK? >>
Ginny fece un segno d'assenso e si addormentò ascoltando per l'ennesima volta una delle Fiabe di Beda Il Bardo che Harry leggeva al bambino la sera.

DLING DLONG.

La porta del bell'appartamento londinese di Ron e Hermione si aprì. Ron era esterrefatto di vedere sua sorella, e in un certo senso il bambino che tanto odiava, sull'uscio di casa sua. 
<< Ciao. Posso entrare? >> chiese Ginny acida.
<< Ciao sorellina, certo. Vuoi del the? >> le rispose Ron.
<< Si, grazie >> la ragazzza fece l'occhiolino a Harry, sotto il Mantello dell'Invisibilità, perché si potesse appostare contro lo stipite della porta del salotto e si sedette sul divano. Poco dopo arrivò Ron con un grosso vassoio in mano, su cui erano posate due tazze, una teiera e una zuccheriera di porcellana. 
<< Grazie >> esordì Ginny quando il fratello le porse la tazza piena di the bollente. << Come avrai immaginato sono venuta qui per dirti due parole. Ora, non voglio litigare perché, nella condizione in cui sono, non potrei reggere troppe urla. Ti chiedo quindi di essere pacato come io sarò con te. >> Ron annuì un po' indeciso. << Voglio iniziare dicendoti che amo Harry come amo il bambino che porto in grembo ma il motivo per cui sono venuta fin qui è un altro: non voglio che tu e Harry litighiate più davanti a me e, soprattutto, davanti a Hermione. Non giova a nessuna delle due questa situazione. Veramente non vorrei che litighiaste affatto, perché non ha senso rovinare un'amicizia perché sono incinta e tu non lo accetti. Un altro motivo per cui sono venuta qui è perché voglio dirti che non sono per nulla contenta del tuo comportamento, perché Hermione ha solo un anno in più di me e tu l'hai messa incinta lo stesso. Nonostante tu abbia sgridato Harr per averlo fatto con me... L'altro motivo di questa visita è per farti notare che sono tua sorella e che ti voglio bene, ma ora ti odio profondamente perché non vuoi che io sia felice. >> fece il suo discorso quasi tutto d'un fiato e dicendo così si alzò e si avviò verso la porta e Harry fece lo stesso. Ron posò la sua tazza e la accompagnò sull'uscio, dove la salutò con un semplice 'Ciao', e chiuse la porta.
Harry uscì da sotto il Mantello.
<< Complimenti amore, credo che abbia capito e... Molto commovente! >> disse Harry ridendo e prendendola in giro.
<< Aaah, non fare il cretino Harry! >> gli rispose Ginny con un sorriso. E salirono in macchina.

Continua...


SPAZIO AUTRICE
Salve a tutti! Come va? Spero che il nuovo anno sia iniziato bene per tutti... ;)
Spero vi sia piaciuto il nuovo capitolo... Mi raccomando, RECENSITE!!!! :)
RemusTonks98

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Capitolo 7
*** In giro per Diagon Alley ***


Capitolo 7

"IN GIRO PER DIAGON ALLEY"

<< Odio la Polvere Volante! >> esclamò Hermione.
<< A chi lo dici! Per fortuna gli Auror non viaggiano quasi mai via Polvere... >> ribadì Ron. 
<< Ron, eccoli! Sono là! HARRY, GINNY!!! >> sbraitò Hermione e Ron sbuffò piano.
Ginny e Harry si avvicinarono ai due amici e Ron abbracciò Ginny dopo aver indugiato qualche secondo. La rossa sorrise a Hermione. 
<< Andiamo a prendere un gelato da Florian Fortebraccio, che ne dite? >> disse Harry. I tre ragazzi esultarono e tutti contenti si avviarono verso Florian, che si trovava sul lato destro di Diagon Alley, più o meno a metà viale. L'unico argomento di cui parlare sembrava la rinata amicizia tra Ron e Harry, e Hermione non capiva il perché di questo cambiamento, dato che non era stata informata del chiarimento tra Ron e Ginny di qualche settimana prima. La giovane Weasley era ormai entrata nel sesto mese di gravidanza ma Hermione era di appena sette settimane e il suo fisico faceva ancora invidia a tutti. 
Finito il gelato decisero di fare un salto da Tiri Vispi Weasley a salutare il fratello di Ron e Ginny, George. Appena entrati nel negozio George corse addosso a Ginny e la riempì di baci dalla testa ai piedi, continuando a scusarsi e dicendo che doveva farlo perché non la vedeva da più di un mese. Dopo poco la fece sedere su una panchina dietro al bancone, Hemione la seguì e George scomparve dietro, in magazzino. "Chissà cosa ha in mente quella peste" pensò Ginny; ma si rimangiò i pensieri dopo pochi secondi, quando il fratello le si avvicinò e le appoggiò un grosso scatolone ricoperto di carta blu ai piedi. Fece lo stesso per Hermione, il suo però aveva un grosso fiocco rosa sopra e un bigliettino che recitava "Siccome non so ancora il sesso" con lettere animate. Scartarono i pacchi e ci trovarono un mucchio di Biberon Autoriempienti per neonati. Ginny rise forte e Hermione fece lo stesso. Entrambe si alzarono e abbracciarono George ringraziandolo, lo salutarono e uscirono dal negozio scaricando i grossi pacchi ai rispettivi mariti. Arrivati in fondo al viale i quattro amici si salutarono e Ron e Hermione si avvicinarono ai camini, mentre Harry e Ginny si diressero verso il Paiolo Magico, per poi prendere la macchina. 
<< Mi sembra che vada meglio con Ron, vero tesoro? >> disse Ginny una volta avviati verso Grimmauld Place.
<< Oh, certo Ginny. Molto meglio... >>
<< Non sembri molto convinto... >>.
<< No, va meglio. Davvero! >> scesero dalla macchina e Harry la prese per mano, la avvicinò a se e la baciò. Mentre lo faceva le accarezzava la pancia e alla fine si chinò e le baciò anche quella. Era molto dolce quando faceva così e a Ginny piaceva. Non riusciva a credere che un ragazzo che non aveva praticamente nemmeno conosciuto i suoi genitori, che era vissuto nel sottoscala dei suoi zii per undici anni, che era stato picchiato e preso in giro dal suo grosso cugino, tra pochi mesi sarebbe diventato padre e, probabilmente, il padre più bravo e buono del mondo. Ginny vedeva quanto amore Harry riusciva a regalare sia a lei sia al bambino nei pochi momenti in cui erano insieme a casa e lo amava per questo, gli era molto grata.

Continua...


SPAZIO AUTRICE
Di nuovo, spero che il capitolo vi piaccia! :) Grazie a tutti coloro che hanno recensito il precedente, sia in positivo sia in negativo. 
fatemi sapere che ne pensate di questo :D
RemusTonks98

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Capitolo 8
*** Gioia e disperazione ***


Capitolo 8

"GIOIA E DISPERAZIONE"

Le giornate passavano veloci e manmano che si avvicinava natale Ginny era sempre più stanca e il bambino si agitava molto. Bill e George continuavano a dire che era colpa del fatto che non gli avevano ancora scelto il nome, e lui proclamava vendetta. Harry da circa un mese riusciva ad essere a casa per le sei di sera tutti i giorni anche perché Ginny era stata praticamente costretta a letto da una decina di giorni. La rossa trovava che fosse dolcissimo. Se aveva bisogno di lui lo poteva chiamare e Harry si smaterializzava subito sotto casa. Tutte le sere si sdraiava accanto a lei e, dopo averle dato un bacio la abbracciava forte e le raccontava dei fatti che accadevano al di fuori della casa. Lei non poteva mai parlare perché stava tutto il giorno rinchiusa, con la sporadica compagnia di Hermione e della signora Weasley, e Harry continuava a ripeterele che sapeva già cosa le avevano raccontato. Harry la consolava anche molto per quanto riguardava la nascita del bimbo perché Ginny aveva paura, e non riusciva a nasconderlo. Tutti ormai l'avevano immaginato in casa. 
In un freddo pomeriggio di dicembre però la signora Weasley era seduta affiancò a lei, anzi a loro, a guardare la televisione e a chiacchiere del più e del meno quando annunciò: 
<< Si, siete tutti invitati alla Tana per la cena di Natale. >>
<< Mamma, io... non so... Devo sentire Harry prima di darti la conferma. >> disse Ginny con paura di offenderla.
<< Capisco tesoro. Immagino come ti senti. Anche io, sai, con du... >> ma si interruppe. Ginny sapeva cosa voleva dire, ma non ne aveva il coraggio: 'con due gemelli'. George infatti aveva avuto in fratello gemello, Fred, morto per sconfiggere Lord Voldemort durante l'ultima battaglia, a Hogwarts. 
<< Shhh.. >> disse infine << Senti qui, che casinista il tuo nipotino! >> Ginny prese la mano della madre e la appoggiò piano sul suo grembo. 
<< Oh, Ginny! Come sono contenta! Nonna per la sesta volta! Davvero bello, e poi ci sarà quello di Ron ed Hermione... Siete fantastici, davvero. >> e la abbracciò forte. Ginny poté giurare di averla sentita singhiozzare e la guardò con un nuovo sguardo materno dicendo: << Non piangere mamma, è tutto a posto... Va tutto bene. Tutto. >>
La signora Weasley la squadrò pensierosa e gli occhi di Ginny incrociarono lo sguardo umido e dolce della madre, la madre migliore del mondo.

Continua...


SPAZIO AUTRICE
Salve a tutti! :) Ho deciso di apportare alcune modifiche al capitolo che troverete lievemente diverso da quello che avevo pubblicato sulla mia pagian Facebook (Ordine Della Fenice *-*)... Mi sembrava troppo breve... Comunque, come al solito, spero vi piaccia e... RECENSITE!!! :D
RemusTonks98

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Capitolo 9
*** Una festa normale no, eh? ***


Capitolo 9

"UNA FESTA NORMALE NO, EH?"

La sera di Natale giunse abbastanza in fretta e Harry e Ginny erano seduti a tavola con tutti gli altri membri della famiglia e amici quando si decise di spostarsi in salotto per scambiarsi i regali e chiacchierare un po'. L'atmosfera era amichevole e piacevole e Ginny veniva coccolata da tutti, insieme a Hermione, e forse fu per questo che non si accorse dell'improvvisa scomparsa di suo marito e Ron. 
Erano in una stanzino ai piedi delle scale con un divanetto e una poltrona e Ron era appollaiato sulla comoda sedia. 
<< Proprio non lo vedi, allora, Harry. >>
<< Avanti Ron, perché mi hai chiesto di seguirti qui? >>
<< Ma non è ovvio?!? >> disse Ron un po' più forte.
<< No Ron. Non lo è. Non capisco cosa vuoi ancora. >>
<< Voglio che la smetti di farla soffrire! >>
<< Oh, andiamo! Ancora questa storia! Non la faccio soffrire! È mia moglie Ron... La amo! E tu sei ripetitivo. >> Harry iniziava veramente a scaldarsi
<< È mia sorella miseriaccia! Vedo come sta! Vedo che quel bambino le sta facendo del male!!! È obbligata a stare ferma tutto il giorno! >> Ron alzò ancora un po' il tono di voce.
<< Sta come starà Hermione tra qualche mese, come sta una donna che porta in grembo un bambino che nascerà da un momento all'altro! >>
<< E che non ha ancora un nome! >> aggiunse Ron con le orecchie rosse dalla rabbia
<< Posso sapere cosa c'entra? Perché vuoi sapere che nome avrà NOSTRO figlio!?! >>
<< Voglio solo che non la affondi nelle tue idee, che mia sorella si faccia valere! >> rispose Ron tutto d'un fiato.
<< Ma allora non la conosci! Non conosci tua sorella! Ginny è una che si fa valere! E di certo non si farà sottomettere da me! Che stupido che sei! Pensa prima di parlare! >>
<< Ma brutto bastard... >>
Silenzio.
Ginny era entrata nella stanza barcollando. Aveva sentito tutto, Harry lo sapeva, e ora si sentiva colpevole. Si fermò tra loro due, ormai in piedi uno di fronte all'altro. 
<< Piantatela... >> disse solo questo,con voce flebile, non una parola in più e si piegò in due. Harry penso che stesse nascendo suo figlio. La prese appena al volo mentre cadeva e la portò di forza a sdraiarsi sul divano, Ron era sbalordito e li guardava impalato.
<< Cos'hai da guardare? Vai a preparare un the, muoviti! >> gli disse Harry sedendosi ai piedi del divano e guardando la ragazza. 
<< Piccola, tranquilla, non è nulla. Shhh... >>. Intanto tutta la famiglia si era riunita intorno al divano, forse avevano sentito il fracasso o forse Ron li aveva avvisati.
<< Ginny, ti portiamo al San Mungo. Non vogliamo che vostro figlio nasca qui. >> disse con voce mielosa la signora Weasley.
<< Non c'è... Bisogno. Non... Sta nascendo. >> rispose. Tutti la guardarono sbalorditi. Tutti tranne suo marito. Cosa le stava succedendo allora? Loro non sapevano nulla del litigio appena concluso tra Harry e Ron e non sapevano nemmeno che Ginny aveva ascoltato ogni singola parola. 

Continua...


SPAZIO AUTRICE
Rieccomi con il nuovo capitolo!!! allora come vi sembra? Fantastico? Carino? Un obrobrio? Fatemi sapere! :)
Per oggi basta cosi, spero di riconnettermi presto per aggiungere gli altri capitoli... :D
*SMACK*
RemusTonks98

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Capitolo 10
*** Natale ***


Capitolo 10

"NATALE"

Ron posò il the caldo affianco al divano e Harry costrinse Ginny a berne qualche sorso. La stavano ancora tutti guardando in silenzio quando Ginny, piano, disse: << Sto bene, potete uscire per favore? >> tutti fecero per andare << Amore, tu stai qui. E tu Ron aspetta fuori dalla porta, grazie. >> Ron uscì e chiuse la porta. 
<< Ginny, mi dispiace... >>
<< Zitto parlo io. Da quando è che tu e Ron avete ricominciato a litigare? >>
<< Beh, veramente... >>
<< Non avete mai smesso >> concluse Ginny. Harry annuì. << Perché Harry? Perché non me l'hai detto? Perché hai continuato a mentirmi? Io pensavo che fosse tutto risolto, stavo meglio, ma... >> 
<< L'ho fatto per te e per nostro figlio. >> disse deciso Harry. 
<< Beh, hai sbagliato. Ora sto male per questo, non mi fa... male lui. >> Ginny si accarezzò la pancia e Harry le prese la mano, appoggiandola sul suo grembo. << Scalcia solo un po'. Fai entrare Ron per favore. >>
<< Sei sicura? Non hai intenzione di urlare e partorire qui, vero? >> chiese Harry preoccupato.
<< Non ho nessuna intenzione di urlare se lui non mi provocherà. E comunque voglio che tu stia qui con noi. >>. Harry, convinto, si alzò e andò ad aprire la porta. Ron entrò guardandolo male. 
<< Ti avevo detto di smetterla, Ron. >>
<< Lo so. >>
<< Allora perché hai continuato? Perché avete continuato a litigare? Sai una cosa? Non è colpa di Harry se io sto male, la colpa è solo tua. Lui mi sta vicino, tu... Tu no. Gli unici momenti in cui siamo stati insieme sono stati quelli qui, con il resto della famiglia, perché eri costretto. >>. Ron la guardò male e fece per andarsene quando... 
<< Non te ne andare! >> disse Harry facendo attenzione a non urlare troppo << Tua sorella ti sta parlando! >>. Troppo tardi. Ron era uscito dalla stanza a grandi passi, aveva preso per mano Hermione ed erano usciti dalla Tana smaterializzando si fuori dalla porta. 
Harry si girò verso Ginny e la abbracciò. 'Che stronzo' pensava 'Poi sarei io quello che le fa del male'. Quando si staccarono le diede un bacio e, assicurandosi che stesse ferma, andò a chiamare il resto della famiglia, per spostare i festeggiamenti in quel piccolo stanzino.

Continua... 
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi ritornata! Stasera pubblicherò solo questo capitolo perche è gia tardi... alla prossima e RECENSITE!!! :)
RemusTonks98

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Capitolo 11
*** Il ritorno a Casa ***


Capitolo 11

"IL RITORNO A CASA"

<< Ginny, tutto bene? >> erano le tre del mattino e Harry si era svegliato di colpo a causa di un brusco movimento di Ginny. Anche lei era sveglia.
<< Credo... No, non è nulla. >> concluse Ginny.
<< Sei sicura tesoro? Ricordati che sei a termine, che potrebbe nascere da un momento all'altro! >> sussurrò il ragazzo, preoccupato. Ginny scoppiò in una risatina ridicola e Harry la guardò male.
<< Harry, non c'è bisogno che me lo ricordi. Grazie. Credi che io non lo sappia? >> sospirò Ginny che sembra molto divertita dall'affermazione di Harry e continuava a sghignazzare. << Dormi tranquillo per ancora un paio d'ore piuttosto. Domattina lavori. >> Harry la guardò per assicurarsi che dicesse sul serio ed entrambi richiusero gli occhi e si riaddormentarono. Ma prima della sveglia suonò il telefono di Harry che, con un balzo dallo spavento, si alzò e, vedendo che Kingsley Shacklebolt, nonchè Ministro della Magia, lo stava chiamando, rispose svogliatamente. Ginny aprì un occhio per guardare Harry che era rivolto di spalle a lei e mantenne lo sguardo fisso sul ragazzo. Così si limitò ad ascoltare la conversazione. 
<< Kingsley, non posso. Mi dispiace. >> diceva preoccupato il moro << Sono giorni che lo dico, non posso con Ginny a termine fare gli straordinari... Lo so! Lo so che sono il Capo dell'ufficio Auror! Ma mia moglie sta per dare alla luce mio figlio! E voglio vederlo nascere! Manda Ron, è il mio vice! Lui sarà contento e non rischia che sua moglie partorisca senza di lui... >> ora, essendosi accorto che Ginny lo fissava, si era girato e guardava sua moglie con aria un po' sconvolta. 
<< Harry vai, se è necessario... non so cosa sia ma sembra importante. Io mi assicurerò di non partorire quando non ci sei. >> sussurrò Ginny pianissimo << Harry.. Non guardami così! Tranquillo, me la caverò. L'ho sempre fatto. >> e siccome Harry continuava a stare zitto, a guardarla male e Kingsley era in linea in attesa di una risposta, Ginny si infuriò e, diventando rossa, un po' più forte disse: << Digli di si! Harry Potter digli che andrai! >>. Il ragazzo annuì e concluse la telefonata con il Ministro della Magia. Continuava però a guardarla preoccupata...
<< Torno a casa. >> disse infine << Torno ad Hogwarts. Dobbiamo pattugliarne i corridoi. E... essere presenti a tutte le lezioni. Pare che alla McGranitt sia sfuggito di mano l'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Ne sta combinando delle belle. Come ai vecchi tempi...>> comunico Harry preoccupato ma felice di tornare nel luogo dove aveva passato i momenti più belli della sua infanzia << Tu sei pazza >> concluse infine; entrambi scesero a fare colazione e Harry, lavato e pronto, uscì da Grimmauld Place salutando Ginny con un bacio e facendo in modo che potesse contattare qualcuno se ne avesse sentito il bisogno. 
<< Stai attenta amore... >> le sussurrò all'orecchio. Ginny lo squadrò con aria di rimprovero << Certo Harry. Ti chiamerò se mai ne avrò il bisogno... >> E il ragazzo si smaterializzò diretto di nuovo, per l'ennesima volta, ad Hogwarts, la sua casa.

Continua...
 
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Spero vivamente che il capitolo vi piaccia molto! Tra poco fuochi d' artificio per i due coniugi Potter!!! Su su, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate! :)
RemusTonks98

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Capitolo 12
*** Grande giorno? ***


Capitolo 12

"GRANDE GIORNO?"

Ginny, visto che suo marito era uscito di casa per tornare chissà quando, decise di accoccolarsi sul divano a guardare un po' la TV babbana. Inizio così a riflettere. Era felicissima che Harry fosse tornato ad Hogwarts e in un certo senso lo invidiava ma non vedeva l'ora che si rifacesse vivo a casa, per accompagnarla al San Mungo se avesse iniziato ad avere le doglie e per esserle di fianco durante il parto. 
Ma Harry non tornò per cena e Ginny andò a letto da sola. Che tristezza abitare la casa di Grimmauld Place senza nessuno accanto. Era sempre stata abituata a viverci con i membri dell' Ordine della Fenice o con Harry. Ma il ragazzo non si fece vivo nemmeno per colazione e per tutto il giorno seguente e, siccome non aveva nemmeno scritto, tutti i Weasley, soprattutto Molly, erano preoccupati. Tutti tranne Ron ovviamente, che sembrava più interessato a come stesse Ginny e a come andasse il suo lavoro piuttosto che pensare al suo migliore amico. Ginny invece non voleva sentire più nessuno poiché non voleva credere che fosse successo qualcosa a suo marito, nonché padre del suo bambino.
Sarebbe stata tutta colpa sua se suo figlio non fosse cresciuto con un padre. In fondo era stata lei a convincerlo a partire... Ma Ginny era sempre più decisa a non dare alla luce loro figlio senza Harry e pareva che ce la stesse facendo fino a quando iniziò a sentirlo scalciare come un matto e anche le prime contrazioni fecero capolino e cominciarono a farle male.
Era mattina abbastanza presto, la quarta mattina dalla partenza di Harry, e Ginny si stava preparando la colazione come faceva tutti i giorni, ma quella volta fu costretta a buttare in terra il caffè e a sedersi a fatica su una sedia.
Nelle varie case Weasley arrivò il suo Patronus a forma di cavallo solo un'ora dopo l'inizio delle contrazioni, e dalla Tana la signora Weasley, preoccupata dopo aver sentito il messaggio, si smaterializzò in camicia da notte a casa di sua figlia per vedere come stava. 
<< GINNY! >> strillò con tutta la voce che aveva in gola, non molta a dire la verità a causa dell'ansia. Ginny si sentì saltare in aria dallo spavento e, con voce flebile, fece capire alla madre dove fosse. 
Nel giro di poco tempo tutta la famiglia si era riunita nella cucina di Grimmauld Place, e la ragazza si stupì di vedere anche Ron, che aveva evidentemente e stranamente rinunciato al lavoro. In pochi minuti Ginny venne portata in ospedale e venne visitata e ricoverata.
Il grande giorno non era ancora arrivato ma il bambino, o bambina, era prossimo a nascere. La situazione andava tenuta sotto controllo e Harry... Bisognava avvisarlo!

Caro Harry,
come stai? Spero che ad Hogwarts vada tutto bene ma desidererei che tornassi a casa.
Ora mi trovo al San Mungo ma, non preoccuparti, sto bene! Oggi sono entrata in travaglio e vorrei che ti rifacessi vivo qua...
Beh, nel caso decidessi di tornare a Londra sai dove trovarmi... Ti prego fai presto!
Ti amo,
Ginny

Continua...

SPAZIO AUTRICE:
Eccomi ancora con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia! Qui la preoccupazione di Ginny per la nascita del figlio cresce e sente un gran bisogno di Harry. 
Inoltre si sente in colpa per averlo lasciato partire... 
Recensite e commentate! :)
RemusTonks98

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Capitolo 13
*** Paradise ***


Capitolo 13

"PARADISE"

<< FRED! FRED! MUOVITI! VIENI! >> strillò Lily << Sta per nascere! Vieni a dare un'occhiata qui, in questa pozzanghera! Lo vedrai meglio >>.
James, Sirius, Remus e Severus invece acccorsero al lago per vedere cosa stesse succedendo, visto che la pozza d'acqua era gia stata accerchiata da Lily, Fred e Ninfadora. Si specchiarono nell'acqua dolce e calma. Loro oramai si erano abituati ma l' acqua per terra in Paradiso anzichè rispecchiare il soggetto che la osservava, fungeva da finestrella sul mondo dei vivi e così si poteva vedere tutto ciò che i cari ancora in vita combinavano. Ogni istante la persona in Paradiso poteva vegliare su chiunque volesse, che lo conoscesse o no non aveva importanza.

La scena che si parò davanti agli occhi dei Malandrini e di Mocciosus non fu delle più invitanti.

Ginny era sdraiata su un letto del San Mungo madida di sudore per lo sforzo e il dolore delle contrazioni che arrivavano fortissime ogni due minuti ad intermittenza. Harry era appena entrato ne
lla stanza e, anche lui tutto sudato per la corsa appena fatta, aveva baciato sua moglie e si era infine seduto sul bordo del suo letto, tenendole stretta la mano e sussurrandole parole dolci per calmarla un po'. 

<< Chissà se è maschio o femmina! >> esclamò Lupin con una risatina.
<< Lunastorta! Ma te lo chiedi anche? Il primogenito di Harry sarà maschio! Deve esserlo per forza! Che Potter sarebbe altrimenti?>> lo rimbeccò Sirius, anche lui sghignazzando. Erano tutti molto eccitati all'idea che Harry sarebbe finalmente diventato padre. James intanto fissava alternativamente la scena e sua moglie a bocca aperta. Sarebbe diventato nonno e Harry avrebbe parlato di lui e di Lily a suo figlio. ancora non ci credeva.
<< E cosa te lo fa dire, Felpato? >> chiese Remus con tono deciso.
<< Semplicemente lo so. >> concluse Sirius rivolgendogli un'occhiata da 'so tutto io', quale non era, e si rigirò a guardare la commovente scena sulla Terra. 

Per lungo tempo si udirono solo le lamentele e il respiro affannoso di Ginny. Ma all'improvviso un forte vagito e il rumore di due pianti che si sovrapponevano riempirono il silenzio piu profondo.
<< Ginny... Amore... È maschio! >> le fece notare Harrytra le lacrime. << Bene, io a differenza di te ho già deciso il nome, ma accetto il tuo parere ovviamente... Si chiamerà James Sirius Potter. >> concluse il ragazzo piancendo ancora piu forte.
<< Abbiamo un bambino, amore... >> disse Ginny in lacrime e, anche senza averlo ancora guardato negli occhi per lo sforzo gigante appena fatto, comprese che anche suo marito era senza parole. Finalmente era nato!

<< Si! Ha scelto noi! Lo sapevo! Harry sei un grande! >> urlò Sirius tutto orgoglioso del suo figlioccio << James! Ha il nostro nome! >> aggiunse infine. E i due uomini  iniziarono a saltare e a strillare come matti. Sembravano due bambini ai quali era appena stata annunciata un'imminente gita in un Parco dei Divertimenti.
<< BRINDIAMO A JAMES SIRIUS POTTER! >> disse Lily allungando un calice di Burrobirra a tutti i presenti.
Tutti i deceduti durante la lotta contro Voldemort festeggiarono felicemente a lungo, e tante lacrime di gioia ma anche di dolore per non poter conoscere quel bambino così dolce furono versate, prima che si addormentassero ubriachi nelle loro case paradisiache. 

Continua...


SPAZIO AURTICE: 
Buon pomeriggio a tutti! Oggi è già il terzo capitolo che metto ma meglio che lo faccia quando ho tempo che non farlo proprio...
Allora, vorrei che sappiate che questo capitolo è uno dei miei preferiti, se non il mio preferito. Non tanto per il fatto che Harry e Ginny diventino genitori, ma più per come l'ho reso. 
Insomma, sono fiera di queso capitolo e spero vi piaccia!
RECENSITE che ci tengo un sacco! :)

Vorrei inoltre ringraziare benedetta12345b che mi riempie di bei commenti!!! :) <3

RemusTonks98

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Capitolo 14
*** Hai gli occhi di tua madre, James ***


Capitolo 14

"HAI GLI OCCHI DI TUA MADRE, JAMES"

Se Ron non si fosse fatto vivo al San Mungo dopo massimo tre giorni dal parto Ginny avrebbe potuto strozzarlo. Ma, al contrario di quello che la ragazza immaginava, non fu così. Ron si presentò il giorno dopo la nascita di James Sirius  felice e speranzoso di riuscire a vedere suo nipote.
<< COSA CI FAI TU QUI?!? >> Ginny gli diede inizialmente addosso. 
<< Sono solo passato a trovare te e a vedere mio nipote, Ginny. Ma se non ti fa piacere tolgo immediatamente il disturbo...>> rispose Ron un po' offeso.
<< certo che non mi fa piacere dopo le scenate che hai fatto. >> disse Ginny decisa a fargliela pagare. il ragazzo stava già girando sui tacchi quando la ragazza parlò
<< Scemo di un Weasley, stavo scherzando. Vieni qui. >> Ginny lo guardò sorridendo amorevolmente e Ron le stampò un bacio sulla guancia e la abbracciò. 
<< Beh, allora... Come stai? >> si affrettò a dire il ragazzo un po' imbarazzato .
<< Io benissimo. Allora, lo vuoi vedere o no James? >> gli disse Ginny di rimando. Ron la guardò perplesso e pensieroso. Non sapeva ancora il nome del bambino. << James... Immaginavo che gli avreste dato un nome del genere... Quindi è maschio? >> domandò. Domanda stupida visto che James non si poteva per nulla definire un nome femminile, ma era Ron, e quindi da lui ce lo si poteva aspettare. 
<< Perspicace Ronald. >> disse la rossa sorridendo << Si, si chiama James Sirius Potter e pesa 3 chilogrammi netti. Ora chiamo l'infermiera e me lo faccio portare in stanza... >> confermò la neo-mamma. Ginny notò che Ron, al sentire pronunciare il cognome di Harry, aveva sussultato lievemente. Ginny fece finta di nulla e chiamò l'infermiera che le portò un piccolo fagotto azzurro nel giro di pochi minuti. La donna stava per posarglielo tra le braccia quando Ginny la guardò <<  Lo dia pure direttamente a suo zio >> disse indicando Ron. L'infermiera annuì e alla fine disse << Mannaggia signora, che famiglia allargata la sua! >> e con un sorriso stampato in faccia uscì velocemente dalla stanza. 
Ron era paralizzato, credeva di non aver mai visto creatura più bella. James era proprio uguale, spiccicato ad Harry. 
I capelli corvini e arruffati, le guance rosee e la pelle candida. Solo che non aveva gli occhiali e la cicatrice, segno delle tante fatiche di Harry ma anche di Ron ed Hermione. L'unica vera cosa che lo differenziavano da Harry fisicamente erano gli occhi: aveva gli stessi occhi color cioccolato di sua madre Ginny. 
<< Hai gli occhi di tua madre, mio caro James. >> sussurrò Ron guardandolo. Il neo-zio non riuscì a trattenersi e cominciò a piangere. Non si accorse che in stanza, in quel momento, era entrato Harry, che lo guardava con aria piu che supefatta. Quando Ron si girò e i loro sguardi si incrociarono anche Harry non resse e si mise a piangere a dirotto, correndo verso l'amico e abbracciandolo come ai vecchi tempi, come se tutto quello che era successo non fosse mai accaduto . 
<< Mi dipaiace, amico. >> disse Ron tra i singhiozzi << Questa creatura è la cosa più bella che tu e Ginny abbiate potuto creare. Grazie... >>. 
Harry lo sapeva, era bastato aspettare, dare tempo al tempo. Sapeva che Ron sarebbe venuto da lui. E così era successo, ma doveva ancora parlargli. Non poteva lasciare stare la sua stupidità e dimenticare tutto solo perche si era pentito. Doveva chiarire la situazione. Ora Ginny era sua moglie e Harry non avrebbe potuto sopportare un'altra sfuriata di suo cognato solo perchè era andato a letto con sua moglie.

Continua...

SPAZIO AUTRICE
Ancora un capitolo oggi! Ci sto prendendo gusto :)
Spero davvero vi piaccia! Io lo trovo molto intenso... anche se poteva venire meglio....
RECENSITE! 
Ringrazio intanto tutti coloro che hanno aggiunto la storia alle seguite o alle preferite... GRAZIE DI CUORE! <3
RemusTonks98

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Capitolo 15
*** Troppe feste in casa Weasley ***


Capitolo 15

"TROPPE FESTE IN CASA WEASLEY"

<< Se tu non fossi stato così scemo Ginny avrebbe passato i nove mesi più belli della sua vita! È il nostro primo figlio Ron... Cavolo, sei proprio uno stupido! >> 
<< Lo so ma... Sai come sono fatto... Ero geloso. Sono fatto così e non sono riuscito a controllarmi.... Adesso che anche Hermione è incinta ho capito che avrei dovuto starvi vicino... >> si scusò Ron.
<< Ma non capisci! Non sai quanto abbiamo sofferto io e Ginny, e soprattutto lei, perchè tu ti sei comportato da testone! >> ribattè Harry un po' arrabbiato.
Ron fece occhi dolci all'amico e il moro, dopo quello sguardo, non riuscì a resistere e decise di dargli un'altra possibilità.
<< Va bene, ti conosco, è vero. Sei perdonato. Ma sappi che se ci riprovi un'altra volta questa bacchetta... >> disse Harry alzando la sua bacchetta << ...Potrebbe finirti puntata addosso. E tu sai che potrei benissimo cruciarti o ucciderti. Non sarebbe la prima volta che lo faccio. >> aggiunse. E scoppiarono entrambi in una fragorosa risata.
Harry si chiedette se aveva fatto bene a perdonarlo dopo tutto ciò che aveva combinato, ma poi pensò a sua moglie e alla loro felicità e decise che aveva fatto la mossa giusta. Sperava solo che non si sarebbe più ripetuta una cosa del genere.

Dopo pochi giorni Ginny fu dimessa dal San Mungo e tornò a casa e, quando aprirono la porta, una ventina di teste rosse sbucarono da tutti gli angoli di Grimmauld Place urlando e battendo le mani. Ginny guardò Harry, gli gettò le braccia al collo e lo baciò. 
<< Grazie >> gli sussurrò dolcemente quando si staccarono.
<< Grazie a te, amore. >> rispose il ragazzo, felice che le fosse piaciuta la sorpresa << Comunque la festa è tutto merito di Ron e George. Tuo  fratello voleva farsi perdonare e George l'ha aiutato. Io ho soltanto dato loro le chiavi di casa.>> e si misero a ridere.
Ci fu un'improvviso rumore di una bottiglia che veniva stappata e Ginny si girò dallo spavento. La casa era stata tutta addobbata di azzurro e bianco e il nome 'JAMES' brillava magicamente sui mobili, sul soffitto e sul pavimento.
Festeggiarono a lungo e la neo-mamma ricevette un sacco di regali per il bambino. Quello di Ron e Hemione fu il più affascinante: una culla azzurra con attaccato un bastone da cui pendevano una scopa giocattolo, una bacchetta che al minimo tocco sparava scintille bianche, un drago azzurro che sputava fuoco e tante stelline argentate in miniatura. 'Si capisce che Ron vuole farsi perdonare' pensò la rossa con un risolino. La montarono subito e la sera Ginny non andò a letto finché non ebbe finito di guardare James giocare col draghetto e vederlo addormentarsi. 
Una volta che il bambino si fu nella culla, si accoccolò nel letto accanto a Harry, felice che avesse sistemato tutto con Ron senza combinare troppi disastri. Doveva ammetterlo: aveva avuto paura che avrebbe peggiorato solo la situazione.

Continua...

SPAZIO AUTRICE
Eccomi di nuovo con un?altro capitolo! 
Non ho dato il massimo in questo episodio ma spero vi piaccia lo stesso :)
RECENSITE! 
RemusTonks98

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Capitolo 16
*** Una piccola magia ***


Capitolo 16

"UNA PICCOLA MAGIA"

Se il travaglio di Ginny fu lungo e faticoso, non fu così per Hermione. Le doglie la presero di notte, con accanto Ron, che la portò immediatamente nell'ospedale Babbano in cui Hermione aveva deciso di far nascere la loro figlia. Conoscevano già il sesso della bambina e, quando nacque, decisero di chiamarla Rose. Rose Weasley. 
Ginny ed Harry furono i primi a vedere la bambina. La piccola aveva i capelli rossicci e gli occhioni verdi e brilanti, ed era la fotocopia di suo padre! A Ginny scappò un sorriso al pensiero che Ron fosse diventato papà. Hermione chiese subito alla rossa se volesse essere la madrina di sua figlia e Ginny, sentitasi onorata per la proposta, accettò volentieri. 

Rose venne battezzata ad appena 2 mesi dalla sua nascita, in una piccola e graziosa chiesetta in collina. Era una calda giornata di maggio, e per quell'evento ci fu una grande festa, un party a marchio Weasley. Nessuno era vestito da Babbano ma tutti gli invitati indossavano abiti da mago, esclusi i Signori Granger che, ovviamente, erano stati invitati e non possedevano mantelli. Ginny era avvolta in un bel vestito di seta verde smeraldo e in un mantello coordinato, abbigliamento degno di una madrina come si deve.
Solo quando i primi invitati se ne furono andati Harry e Ginny si congedarono e tornarono a casa da James, che era rimasto con una baby sitter per l'occasione così speciale. Quando arrivarono James dormiva tranquillo nella sua culla, mentre la tata era seduta sul divano a guardare nel vuoto, sconvolta. Harry e Ginny si guardarono e poterono intuire cosa fosse successo: James aveva mostrato per la prima volta i suoi poteri magici. Era l'unica spiegazione per l'espressione spaventata che la donna aveva stampata in viso. Ginny offrì una tazza di tè alla baby sitter e le fece raccontare ciò che aveva visto. Quando questa parlò, lo fece con un tono di paura in gola, e spiegò ai coniugi che aveva visto James fluttuare nell'aria mentre dormiva. Spiegò anche che si era spaventata moltissimo e aveva avuto paura che fosse caduto. Harry cercò di farle capire che ciò che aveva visto era irreale,che non era possibile fosse veramente accaduto e che magari era troppo stanca e aveva avuto le allucinazioni. Ma il ragazzo non doveva essere stato troppo convincente e la signora non si decideva a dimenticare l'accaduto.
<< Oblivion... >> sussurrò Harry puntando la bacchetta alla testa della baby sitter per cancellarle la memoria e, dopo che se ne fu andata, guardò la moglie con aria sconsolata << È stato necessario... Ginny >> disse e guardò la ragazza facendosi serio << Niente più baby sitter Babbane in casa nostra! Piuttosto faccio resuscitare i miei genitori per fare da balie! >> esclamò mettendosi a ridere.
<< Sono d'accordo con te, amore. >> annunciò Ginny ridendo anche lei.

E si sdraiarono sul divano senza pensare che sarebbe potuto accadere qualcosa di assolutamente inaspettato.

Continua...

SPAZIO AUTRICE
Buonasera! Sono resuscitata! :)
Ho sfornato, per la vostra gioia, un'altro capitolo. Devo dire che non mi convince molto... anzi, a dire la verità sono arrivata ad un punto della storia in cui mi è molto difficile scrivere....
Beh, spero vi piaccia anche se a me non convince! :D
Infine vorrei ringraziare per le recensioni e i bei messaggi
 jessy black 93  e benedetta12345b
ma anche tutti coloro che seguono la storia o l'hanno aggiunta ai preferiti! Grazie di cuore! 
RemusTonks98

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Capitolo 17
*** Twins Dreams ***


Capitolo 17

"TWINS DREAMS"

<< Sono incinta, di nuovo! >> 
<< Sei sicura? >>
<< Si Harry. >> disse Ginny decisa.
Il moro non era contento, affatto. Era preoccupato. Preoccupato per quello che avrebbe potuto dire Ron quando lo avesse saputo. Preoccupato per il fatto che Ginny aveva partorito da appena cinque mesi. E non era stato per niente facile. Nella mente di Harry passarono tutti questi pensieri e preoccupaioni e il ragazzo si buttò su una poltrona di Grimmauld Place con la testa tra le mani. Sentì Ginny sedersi leggera accanto a lui.
<< Hei, va tutto bene. >> sussurrò la rossa dolcemente, appoggiandogli una candida mano sulla spalla sinistra << Ora anche Ron è papà e ti giuro che se proverà un'altra volta a far ciò che ha combinato l'anno scorso, gli tirerò un cazzotto nei cosiddetti. Sono stata chiara?>>
<< Cristallina. >> disse Harry con tono non molto convinto. Ginny lo guardò male ma poi le sue labbra si posarono su quelle sottili del ragazzo, lo baciò e andò a preparare la cena. Era un'ottina cuoca proprio come sua mamma.
La sera stessa i due coniugi Potter decisero di fare irruzione, senza avvisare nessuno, in casa Weasley per raccontare tutto a Ron ed Hermione, prima che chiunque altro lo venisse a sapere.
Sarà perché erano stati aggrediti piuttosto pesantemente la prima volta, ma Ron non ebbe una particolare reazione. Chiese semplicemente quanti avessero intenzione di farne e ricordò a Ginny che Molly aveva avuto due gemelli. A quel ricordo Ginny scoppiò a piangere, e anche Harry. Ron ci mise un po' per rendersi conto di ciò che aveva appena detto e di ricordare che Fred non c'era piu. Se n'era andato per sempre. Il rosso cercò di voltarsi verso Hermione per cercare il suo appoggio ma anche lei aveva gli occhi lucidi. Anche lui non riuscì a trattenersi. Insieme a Ginny piangeva per il fratello tanto amato ormai morto. Harry pensava che era stato lui ad ucciderlo, in un certo senso e una lacrima gli solcava il viso. Piangeva anche lui. Solo Ginny sapeva che suo marito aveva superato un grosso periodo di crisi dopo la Battaglia di Hogwarts e aveva anche tentato il suicidio, come George d'altra parte. Ed era l'unica a sapere anche questo. Hermione era semplicemente commossa e quando Ginny si alzò guardando il marito e i loro sguardi bagnati si incontrarono, capì che volevano solo andare a casa e si alzò per aprire la porta.
Il saluto fu silenzioso. Hermione li guardò allontanarsi lungo la strada tenendosi per mano, piangendo. 

Continua...


SPAZIO AUTRICE
Eccomi ritornata con un altro capitolo!
Siete contenti? :)
Spero vi piaccia tanto e ricordatevi di RECENSIRE!!!
Ringrazio coloro che seguono la storia e la recensiscono, o coloro che l'hanno aggiunta ai preferiti.
Mi scuso infine per la lunga assenza e spero che mi perdoniate :)

RemusTonks98

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Capitolo 18
*** E' dura essere padre e marito insieme... ***


Capitolo 18

"È DURA ESSERE PADRE E MARITO INSIEME"

Gennaio. L'inverno più freddo mai visto a Londra negli ultimi cent'anni. Erano le otto di mattina e nevicava come non aveva mai nevicato prima per le strade della città britannica. James Sirius Potter dormiva tranquillamente nel suo lettino. Ginny leggeva la nuova edizione di "Storia Di Hogwarts" nella quale erano stati aggiunti i capitoli della "Battaglia di Hogwarts". Harry, Ron ed
 Hermione avevano lavorato tanto su quel libro assieme all'editore nei mesi precedenti, per cercare di scrivere solo verità nei capitoli più recenti. Il risultato era stato fantastico, un'ottima nuova edizione.
<< Ancora a leggere quel libro tesoro? >> disse Harry che stava guardando fuori dalla finestra. La neve cadeva sempre più fitta. 
<< Si, non che possa fare molto altro... >> rispose Ginny dispiaciuta e un po' seccata << Mi sento inutile e bruttissima... >> aggiunse. La rossa si guardava i piedi, faceva sempre così quando si sentiva in imbarazzo.
<< Ginny, smettila di fare così! Sei bellissima! E non sei inutile! >> La rossa lo guardò cupa borbottando un 'se lo dici tu'. La ragazza, da quando era rimasta incinta per la seconda volta, aveva iniziato a sentirsi brutta e, quando comparirono i primi segni della gravidanza, anche inutile. 
<< Vieni fuori con me Ginny? >> domandò Harry per rompere il silenzio mentre prendeva il cappotto.
<< Fuori?!? Ma sei matto?!? Fa freddo! >> sbraitò Ginny seria. 
'Fantastico. Ormoni a mille. Questi effetti dell'essere madre non mi piacciono' pensò serio Harry.
<< Hey amore, ci sono io... >> disse piano avvicinandosi a lei e stampandole un bacio sulla bocca. Poi la prese per mano, le diede il cappotto e insieme uscirono nella vietta di Grimmauld Place, completamente coperta di neve. Harry si lasciò cadere per terra in quella nube candida e Ginny, dopo aver meditato un po' sul da farsi, si decise a seguirlo. Harry ridacchiò pensando che si era seduta senza sapere come rialzarsi e la ragazza, che aveva intuito i suoi pensieri, lo guardò torvo e gli rivolse la parola con tono serio: << Mi hai fatta uscire e sdraiare qua e adesso ridi? >>. 
<< Ohi Ginny piano! Che hai oggi? Ti sei alzata con il piede sbagliato stamattina? Perché sei così acida? >> le sussurrò dolcemente Harry all'orecchio ancora ridacchiando. 
<<  Sono stanca... >> disse Ginny seriamente. Proprio perché l'aveva detto seriamente Harry non ci credette. E comunque conosceva troppo bene sua moglie per pensare che fosse vero. 
<< Non è vero. Se fossi stanca saresti più gentile e carina del solito, anche in questo periodo. Adesso dimmi, che cosa è successo? >> annunciò il ragazzo che è sopravvissuto. Alla ragazza ricordava molto Sirius quando faceva così, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo.
<< Ok. La verità è che tuo figlio continua a chiamarmi papà anche quando non ci sei. Uffa! Tutte le donne sono abituate a sentirsi chiamare 'mamma' e mio figlio neanche sa cosa vuol dire quella parola. E poi... >> Ginny esitò non sapeva se dire tutto a Harry o no. 
<< E poi?!? >> la incitò il moro. Ginny pensò che era suo marito e che era giusto che sapesse... Anche se si sarebbe infuriato...
<< E poi ho... Mmm... Ho litigato con Hermione. >> le ultime quattro parole le pronunciò così velocemente che Harry ci mise un po' a capire. Non era possibile. Ron ed Hermione non potevano aver rovinato tutto di nuovo. Non questa volta. Ma era andato tutto troppo bene fino ad ora. Chiese cosa fosse successo. 
<< Ah, le solite storie. Dice che sto troppo da sola e che qualcuno dovrebbe darmi una mano a tenere James in questo periodo... È iperprotettiva. Dice che devo stare tranquilla, che succederà come l'altra volta. Che sarò da sola quando... Quando... Insomma, hai capito.>> ammise Ginny con le lacrime agli occhi << Ma io non sono più una bambina. So a cosa sto andando incontro... Sono cresciuta Harry. >> e si asciugò gli occhi. 
<< Amore, lo so. E questo non succederà. Io non ti lascerò più da sola. Mi prenderò qualche mesetto di permesso dal lavoro. Anzi, me lo auto-firmerò visto che sono io il capo. >> Harry la prese e la strinse forte. Il bambino si mosse molto in quel momento. Sentiva il suo papà, sentiva che era vicino. Harry parve accorgersene perché appena la lasciò, la prese per mano e con l'altra se la portò vicina, accarezzandole la pancia. Passarono i minuti e forse le ore a chiacchierare e a ridere nella neve, fino a quando un James di ormai un anno non arrivò alla porta gridando: <>.
'Ancora...' e Ginny sbuffò.

Continua...


SPAZIO AUTRICE
Rieccomi!
Allora, non sapete quanto mi piace questo capitolo... lo adoro!
Lo trovo romantico e spiritoso insieme. Una ventata di freschezza (in tutti i sensi visto dove e quando è ambientato), insomma. :)
Spero piaccia anche a voi! E RECENSITE! :D

RemusTonks98

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Capitolo 19
*** Happy Family ***


Capitolo 19

"HAPPY FAMILY"

Le giornate con Harry accanto passarono per Ginny molto velocemente. Hermione parve tranquillizzarsi anche un po' adesso che la rossa era meno sola. Spesso la riccia e Ron andavano a far loro visita a Grimmauld Place e molto frequentemente portavano Rose cosicché lei e James potessero uscire e giocare a palle di neve in cortile, lasciando chiacchierare liberamente i rispettivi genitori. Ginny sembrava molto tranquilla davanti alla prospettiva di avere un altro figlio anche se non aveva ancora voluto sapere il sesso del bambino.
Nonappena le doglie la presero, lei ed Harry si affrettarono al San Mungo, l'ospedale dei maghi, e pochi giorni dopo arrivò a casa un altro fagottino azzurro: Albus Severus Potter. 
Albus era identico al suo papà a cominciare dai capelli e dai lineamenti del viso; aveva anche gli occhi come quelli di Harry, verdi. Ginny aveva sperato che questa volta il bambino somigliasse di più a lei, magari avesse i capelli rossi, ma non era riuscita ad ottenere nulla. Il fatto di vedere i suoi due figli quasi interamente uguali al padre la divertiva, poiché immaginava Harry bambino, e le veniva spesso un po' di tristezza a pensare che un bimbo così bello fosse vissuto per anni in un sottoscala polveroso. Comunque tutta la famiglia fu contenta di questa nascita. 
Sorse però un piccolo problema. Quanto Remus e Tonks erano morti durante la battaglia di Hogwarts, avevano lasciato un figlio piccolo, di meno di un anno di età, Teddy. Il ragazzino aveva fino a quel momento vissuto con il fratello maggiore di Ron, Bill, e sua moglie, la Veela Fleur. In quell'anno però alla coppia era nato il terzo figlio, Louis Weasley, e avevano iniziato a trovarsi in difficoltà a seguire anche Teddy, che era un ragazzino in po' troppo vivace e giocherellone e necessitava di molte attenzioni.
Fu così che, per volere di Harry e Ginny, in una mattina piovosa di ottobre Teddy Lupin si trasferì a vivere a Grimmauld Place n°12, dai Potter. Il moro riconobbe subito nel carattere del bambino alcune caratteristiche di  Remus Lupin, il Malandrino amico di suo papà, e si divertì molto a raccontargli dei suoi genitori. Nell'aspetto invece era tutto Tonks: era anche lui un Metamorfomagus, un mago in grado di cambiare il suo aspetto a suo piacimento, come sua mamma. Il nome che portava era invece quello di suo nonno materno, Theodor Tonks, deceduto anche lui durante la Battaglia di Hogwarts qualche anno prima.
Ginny era felice in quel periodo e le sembrò di tornare a vivere alla Tana, con tutte le birbanterie che Teddy metteva in atto. Pensava che da grande sarebbe diventato un ottimo candidato per ereditare il negozio a Diagon Alley di George, e di Fred, 'Tiri Vispi Weasley'. La rossa cercava di non ricordarsi di suo fratello e di dimenticare il triste passato, ma ogni volta che ci provava pensava che Fred non avrebbe voluto che la sua famiglia lo dimenticasse, nemmeno da morto. Harry capiva quando sua moglie pensava a quello che era stato il suo fratello preferito poichè gli occhi della ragazza brillavano di malinconia, ed era in quei casi che prendeva James e soprattutto Teddy, e li portava di sopra, per poi prenderle la mano e consolarla.
Erano una famiglia felice insomma. Disordinata e confusionaria, tra grida, pianti e risate, ma felice. 

Continua....


SPAZIO AUTRICE
Eccomi con un capitolo un po' diciamo... LENTO. 
E' stato ideato come capitolo di transizione perchè avevo bisogno di dare fiato ai lettori e alla storia e dovevo reinquadrare l'ambientazione della Fanfiction.
Mi è servito anche per... ragionare sui capitoli che seguiranno.
Spero vi piaccia lo stesso e vi invito a RECENSIRE. :)
RemusTonks98

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Capitolo 20
*** Gita ad Hogwarts ***


Capitolo 20

"GITA AD HOGWARTS"

<< THEODOR LUPIN! >> Strillò Ginny arrabbiata. Le sue grida risuonarono per tutta la casa di Grimmauld Place. Il piccolo Teddy ne aveva combinata un'altra delle sue. 
Il ragazzino sbucò dalla porta della cucina << Si Ginnymamma? >> chiese con aria innocente guardando la rossa. Ginny pensò che Ted le ricordava molto Sirius quando faceva così, il bambino che ne combina di tutti i colori ma alla fine si finge innocente. Cercò di restare seria e trovò le parole per rimproverarlo.
<< Cos'hai fatto a James che è corso qui da me piangendo? >> chiese la ragazza facendo la finta arrabbiata, ma il suo cuore rideva di gusto.
<< Io nulla, davvero... Io... Gli ho solo rubato il LEGO... >> sussurrò il piccolo Lupin con un sorrisetto innocente, vedendo che Ginny lo guardava con aria assassina. << Però non ci stava giocando... >> aggiunse il ragazzino dopo un po' per evitare di subire una bella punizione, che sospettava gli sarebbe toccata. 
Ginny lo guardò più a lungo possibile per meditare sul da farsi e per intimorirlo, ma ad un certo punto non ce la fece più a sostenere lo sguardo dolce e innocente del figlioccio.
<< Va bene Ted, per questa volta. Ma stasera mi aiuterai a lavare i piatti. >> concluse la ragazza. Teddy, che dopo aver udito le parole 'Va bene' stava già filando via, guardò male Ginny e alla fine si decise a balbettare qualcosa che Ginny interpretò come un "Ok, se proprio devo...".
Quando Teddy corse su in camera sua, James lo seguì e la rossa poté continuare a dedicarsi a scrivere il suo articolo sul Quidditch per la Gazzetta del Profeta. Ormai scrivere articoli sportivi era diventato il suo lavoro poiché la ragazza aveva abbandonato la squadra delle Holyhead Harpies, in cui giocava da Cercatrice, per dedicarsi alla numerosa famiglia.
Le giornate passarono velocemente nell'estate del 2006. Spesso tutti i componenti della famiglia Weasley con i rispettivi compagni e figli si ritrovavano alla Tana a giocare a Quidditch in giardino o a dare la caccia agli Gnomi, come ai vecchi tempi. Ron era sposato con Hermione e loro figlia Rose e il più piccolo Potter, Albus, giocavano sul tappeto del salotto. La figlia maggiore di Bill e Fleur, Victoria, passava molto tempo con Teddy e tutti, guardandoli, pensavano che in futuro si sarebbero messi insieme. Nel mentre, James Sirius faceva il pazzo con Louis, il figlio minore della coppia semi-francese. Alla Tana, grazie alla buona cucina della signora Weasley, si mangiava proprio bene e, con tutta questa felicità nell'aria, anche il caldo afoso della campagna diventava sopportabile.
Nonostante fosse estate Harry e Ron lavoravano molto e passavano poco tempo con le rispettive famiglie. Al contrario, Hermione e Ginny stavano sempre insieme. La rossa lavorava poco e a casa e Hermione, durante l'estate, chiedeva sempre un periodo di permesso a Kingsley per dedicarsi a sua figlia. 
<< Ginny, io e Ron settimana prossima faremo un salto ad Hogwarts a salutare la McGranitt e a discutere sul futuro di Rose. Volete venire anche tu ed Harry? >> esordì Hermione un giorno, mentre faceva da mangiare. La rossa la guardò storta. Era strano per lei tornare ad Hogwarts dopo così tanto tempo, rivisitare la sua scuola, il castello in cui aveva vissuto tanti anni ma anche il luogo dove il suo amato fratello Fred li aveva lasciati. Era già stato abbastanza difficile per lei tornare li a frequentare gli ultimi due anni per completare la sua istruzione... Non sapeva se avrebbe sopportato tornarci di nuovo... << Hermione... Veramente io... Io vorrei parlarne prima con Harry. Però se ci tenete potrei cercare di convincerlo... >> disse Ginny dispiaciuta di dover cercare una scusa con Herm. Ma la riccia, anche se era una strega molto brillante, parve non cogliere i dubbi della rossa e acconsentì. 

<< Amore, Cos'hai? >> chiese Harry una volta arrivato a casa. Non si era ancora sfilato le scarpe che aveva già notato qualcosa di strano in sua moglie.
<< Eh? Ah, nulla. Hermione mi ha chiesto se settimana prossima abbiamo voglia di andare ad Hogwarts con loro... >> disse Ginny pensierosa guardandolo negli occhi.
<< E tu cosa le hai risposto? >> domandò il moro senza nemmeno lasciarle finire la frase. 
<< Che dovevo parlarne con te. Non sapevo se avevi vo... >> << MA CERTO! Ma certo che ho voglia Ginny! Come hai fatto a pensare che non volessi salutare Neville, la McGranitt, e rivisitare la mia CASA? Il posto dove ho vissuto per anni e ho conosciuto il mio unico amore? >> disse abbracciandola e tentando di baciarla, ma Ginny lo scansò. Harry la guardò perplesso.
<< Che c'è? >> chiese il ragazzo e Ginny lo squadrò. I suoi occhi color nocciola erano lucidi e una lacrima le solcò il viso. Non disse niente e corse su per le scale, in camera. Ginny non piangeva quasi mai e Harry cercò di ricordare cosa avesse detto per farla stare così male. Infine il moro capì.
<< Fred... >> sussurrò.

Continua...

SPAZIO AUTRICE:
Eccomi tornata! :D
Scusatemi se vi ho fatto aspettare molto ma ho avuto un sacco da fare per la scuola e non sono mai riuscita a connettermi dal PC...
Penso e spero che ne sia valsa la pena... Mi auguro che il capitolo vi piaccia. 
Mi raccomando: fatemi sapere cosa ne pensate e RECENSITE! :) 
RemusTonks98

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Capitolo 21
*** Erised Stra Ehru Oyt Ube Cafru Oyt On Wohsi ***


Capitolo 21

"ERISED STRA EHRU OYT UBE CAFRU OYT ON WOHSI"

Eccola, la scogliera. Il castello e il lago che lo circonda.
Manmano che si avvicinavano Ginny riusciva a distinguere la capanna di Hagrid, il Platano Picchiatore.
Dietro il platano 
vedeva Hogsmeade con la Stamberga Strillante. Harry le teneva la mano, guardandosi intorno. Era l'alba e tutto era silenzioso. Una luce diffusa illuminava leggermente il sentiero di sassolini che le due coppie stavano percorrendo. La rossa sentiva solo i passi di Hermione e Ron dietro di loro e il frusciare delle foglie. Arrivarono davanti al familiare cancello di ferro battuto con i cinghiali ai lati. 
<< Frass >> sussurrò Harry piano per far aprire il cancello.
Era la parola d'ordine che gli aveva dato Minerva, che era stata cambiata dopo la Guerra Magica. Rappresentava le iniziali di coloro che erano morti per sconfiggere Voldemort: Fred stava a simboleggiare i ragazzi della scuola deceduti, Remus mostrava che tutte le creature magiche avevano contribuito alla sconfitta del Signore Oscuro, Albus era stato il miglior preside di Hogwarts di tutti i tempi; Severus invece simboleggiava l'amore, un sentimento che era stato fondamentale per la vittoria, e infine Sirius che rappresentava la vecchia generazione di Hogwarts e i Malandrini, che si erano battuti per vincere la guerra. 
Quando il cancello si aprì i quattro amici iniziarono a risalire la collina, superarono la capanna di Hagrid e le serre e infine arrivarono davanti al pesante portone di quercia del castello. Quando entrarono, videro la McGranitt che li aspettava all'ingresso e veniva loro incontro. Li abbracciò e baciò uno per uno e li condusse in Sala Grande per fare colazione.
Nell'atrio, davanti alla sala principale del castello, era stato messo un monumento in onore dei caduti. Era bianco e rosato, di marmo. Tutti i morti durante la Battaglia erano stati scolpiti nella pietra abbracciati, in cerchi concentrici. Ginny poteva riconoscere Tonks sulla sinistra, che stava cambiando la forma del viso. Al centro della statua c'era Voldemort, spaventato da un grosso cuore di marmo rosa che roteava magicamente sulla sua testa, spaventato dall'amore, unico sentimento che non provava e che lo aveva distrutto. Ai lati del piedistallo candido si scorgevano, scolpiti a bassorilievo, i simboli delle quattro Case e al centro quello di Hogwarts. Era un monumento molto bello e pieno di significato.
I ragazzi arrivarono alla Sala grande e consumarono la loro colazione. La cucina era sempre ottima ma Ginny, dopo poco tempo si allontanò per andare al bagno.
Ripercorrere quei corridoi del castello da sola, senza studenti in giro, le faceva fare un salto nel passato. La luce filtrava appena dalle altre finestre, cosa che era normale poichè era ancora presto la mattina ma inquietava molto la rossa. Passò davanti al muro dove aveva scritto col sangue "La Camera dei Segreti è stata aperta. Nemici dell'erede, temete" e un profondo senso di colpa la colse. Si ricordò del San Valentino in cui aveva scritto un biglietto amoroso per il suo Harry e Cupido glielo aveva letto nel mezzo di una folla di studenti. Quanto si era sentita in imbarazzo!
Si fermò nella prima stanza aperta per reprimere tutti quei ricordi e fu lì, in quell'aula, che vide lo Specchio delle Brame di cui Harry le aveva tanto parlato, quello in cui il ragazzo aveva visto per la prima volta i suoi genitori dopo la loro morte; lo stesso specchio in cui Silente diceva di vedersi con un paio di calzini di lana in mano, che mostra a chiunque si avvicini il suo desiderio più grande.
Ginny decise di avvicinarsi lentamente, senza fare rumore e capì che lei era felice con la sua famiglia ed Harry e non aveva nulla da perdere. Si specchiò. Inizialmente vide solo se stessa ma poi l'immagine cambiò: una ciocca di capelli rossi comparve una ventina di centimetri sopra di lei, fino a che la figura non si distinse completamente. La rossa si sentì mancare, e una lacrima calda le solcò il viso.
Continuò a piangere per parecchi minuti, fino a quando una mano non le si appoggiò sulla spalla e lei si voltò.

Continua...

SPAZIO AUTRICE:
Eccomi ancora! Oggi sono a casa dagli allenamenti e quindi vi delizio con questo capitolo pieno zeppo di descrizioni... 
Mi auguro vi piaccia perchè mi sono sbattuta un sacco per scriverlo :)
Ringrazio infine tutti coloro che mi lasciano commenti, positivi e negativi.
RECENSITE e buon appetito!!! :D
RemusTonks98

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Capitolo 22
*** Un amico ritrovato ***


Capitolo 22

"UN AMICO RITROVATO"

<< Ginny? >> una voce bassa e un po' roca chiamò la ragazza. Ginny riconosceva quella voce...
<< Neville! >> esclamò la rossa senza girarsi e lo abbracciò << Mi sei mancato tantissimo! Sarà almeno dall'estate scorsa che non ci vediamo! >> la ragazza cercava di dimenticare ciò che aveva appena visto nello specchio. Ma Neville era sempre stato curioso e voleva sapere: << Ginny, che hai visto nello specchio? >> la ragazza lo guardò negli occhi ma non rispose e così Neville, per farle coraggio, si decise a rivelare ciò che vedeva lui: << Io vedo i miei genitori che mi parlano e riescono a fare discorsi sensati... >> le sussurrò piano all'orecchio. << Fred >> disse la rossa abbassando lo sguardo.
Il ragazzo la guardò con aria interrogativa, insomma si sapeva che non era mai stato molto sveglio nel capire le cose piu semplici... << Vedo Fred. >> ripetè Ginny per fargli afferrare il concetto e si decisero a lasciare quella stanza e raggiungere gli altri. 
La giornata trascorse molto velocemente, Hermione e Ron parlarono dell'iscrizione di Rose alla scuola con la McGranitt e così fecero anche Ginny ed Harry per quanto riguardava James e Albus. Trascorsero il resto del pomeriggio a chiacchierare amichevolmente sulle sponde del Lago Nero che circondava il castello.
Per il the invece vennero tutti invitati nell'ufficio di Neville, una stanza piena delle piante più rare e strane. C'erano ovviamente le Mandragole, le piante magiche preferite da Neville. Tra le altre una in particolare colpì Ginny. Era un vegetale che mutava le foglie molto velocemente e, dopo due minuti, quelle appena spuntate erano già cresciute e raggrinzite.
Professor Paciock, lo chiamava Minerva davanti agli studenti, ma in privato per lei era solo l'ingenuo Neville.
Egli dopo la scuola era diventato Professore di Erbologia, come aveva sempre desiderato, sostituendo la Professoressa Sprite che ormai era andata in pensione. Anche lui aveva una moglie ora, Hannah Abbott. Nessuno durante gli anni ad Hogwarts si era mai accorto che si guardavano spesso a vicenda, ma la loro storia insieme andava molto bene, nonostante si vedessero solo nei weekend a causa degli impegni lavorativi del ragazzo. Chiacchierarono molto e Neville si dimostrò molto soddisfatto del suo lavoro, come anche gli altri amici.
Parve a tutti di essere tornati ai vecchi tempi, quando durante le cene si passavano le ore in Sala Grande a parlare di svariati argomenti. Ma presto calò la sera e, dopo un banchetto per salutarli, Harry, Ginny, Ron ed Hermione si allontanarono dal castello e, varcati i confini di Hogwarts, si smaterializzarono alla Tana, dove avevano lasciato i figli con la signora Weasley.
Arrivarono che tutti e quattro i bambini erano profondamente addormentati nei lettini da campeggio posti in salotto per l'occasione, e anche Molly russava sul divano con un libro appoggiato sulla pancia. Dormivano tutti così bene che decisero di passare la notte lì. Salirono silenziosamente le scale scricchiolanti e si coricarono nelle loro stanze, proprio come ai vecchi tempi, quando trascorrevano i tanti giorni estivi lì alla Tana.

Continua...

SPAZIO AUTRICE:
Sono tornata con voi! Cotenti?
Ho sfornato finalmente questo 22° capitolo che mi sembra sia venuto accettabile...
Ringrazio
benedetta12345b, saretta2323 e AnnabethJackson22 per aver recensito i capitoli precedenti :)
Beh, fatemi sapere cosa ne pensate e RECENSITE! :)
RemusTonks98

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Capitolo 23
*** Primo giorno ***


Capitolo 23

"PRIMO GIORNO"

Buio; silenzio.
Harry aprì gli occhi ma l'unica cosa che riusciva a percepire era il profumo di campo dei capelli di Ginny. Sua moglie aveva sempre avuto quel profumo, come tutti i suoi fratelli. E Harry lo adorava. Lo amava quanto amava lei e forse, in un certo senso, era stato quello a colpirlo involontariamente quella mattina a King's Cross.
I due ragazzi erano a letto e nulla avrebbe potuto interrompere quella pace che si era creata andando a dormire. Il moro, che teneva Ginny stretta sè, cercò di lasciarla e girarsi, ma una mano calda e umida prese il suo braccio, impedendogli di voltarsi. Harry sgranò gli occhi neri: anche Ginny era sveglia allora...
<< Tesoro sono le tre... >> sussurrò Harry alla ragazza. Lei si voltò guardandolo con aria di sfida. Il moro non poteva vedere il suo volto per via dell'oscurità della stanza ma ormai la conosceva così bene che poteva immaginarselo. Figurava dentro di se il suo viso bianco macchiato di rosso sulle gote, i suoi occhi color nocciola che lo fissavano lucidi e la fronte aggrottata come solo lei sapeva fare. Il ragazzo mosse le labbra in un sorriso sghembo ma si fermò quando sua moglie parlò.
<< Tu sei sveglio. >> disse decisa.
Harry per evitare discussioni la strinse di nuovo a sè, ma prima le sfiorò le labbra rosee con la bocca. Lei sorrise e solo quando si svegliarono la mattina dopo si accorsero di ciò che avevano combinato. 
L'avevano fatto di nuovo. 
Ed erano stati così stupidi da non prendere precauzioni! 
Ginny guardò con aria preoccupata Harry, che ricambiava l'occhiata con uno sguardo altrettanto insicuro. Si alzarono di scatto e scesero a fare colazione, pensando entrambi che non sarebbe successo nulla e che quel giorno era l'undici settembre: Teddy avrebbe dovuto ricominciare la scuola dopo le vacanze estive.
Harry decise di occuparsi di James mentre Ginny lasciò dormire Albus, visto che un casinista in meno tra le scatole avrebbe reso le cose più semplici, e cercò di infilare al piccolo Lupin i più bei vestiti che aveva nell'armadio.
Ma pochi minuti dopo la casa era un disastro totale: James era scappato ad Harry e aveva fatto agitare Teddy che a sua volta per ripicca era corso a svegliare Albus. Il moro inseguiva il figlio con il caffellatte in mano e l'aveva versato su mezzo tappeto della sala, ma nel frattempo Ted era riuscito nel suo intento e Albus piangeva disperato. Ginny era a lavarsi i denti ma vedendo che la situazione stava degenerando si decise a correre in soccorso del marito con la bocca tutta impastata di dentifricio. Rimise in riga i pestiferi Teddy e James e riempì un biberon di latte in polvere per Al. Permise così anche a suo marito di andarsi a lavare.
Insomma, se quella mattina Harry riuscì ad uscire di casa per portare Teddy a scuola in tempo fu un MIRACOLO. 
E per Ginny la giornata era iniziata male. 
Si sdraiò sul divano e accese la TV solo quando riuscì a rifilare del LEGO ai due figli per tenerli occupati e a ripulire il caffellatte. 
Ed erano già le 11.30! 
Mezz'ora dopo, sempre ammesso che tutto andasse bene e che James e Al non litigassero, avrebbe dovuto alzarsi di nuovo per fare da mangiare.
Non avrebbe mai superato una giornata del genere.

Continua...

SPAZIO AUTRICE.

Eccomi tornata! Avete passato una buona Pasqua? :)
Pubblico mooolto volentieri questo capitolo perchè mi risulta divertente, e spero che anche voi ne cogliate l'umorismo. ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate e RECENSITE!!!! :D

RemusTonks98

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Capitolo 24
*** Una testa rossa e un bicchierino di troppo ***


Capitolo 24 (LEGGETE ASCOLTANDO QUESTA: http://www.youtube.com/watch?v=OCyL6pa_L4M )


 “UNA TESTA ROSSA E UN BICCHIERINO DI TROPPO”

Era sera tarda, molto tarda, e Harry e Ginny si erano assopiti sul divano, davanti alla TV babbana. Stavano semplicemente guardando un documentario sugli orsi, ma sarebbero usciti a chiacchierare sugli scalini di casa se non fosse stata una fredda e tempestosa sera di ottobre. D’estate i due coniugi Potter passavano  spesso il tempo così, parlando sugli scalini dell’ingresso, una volta messi a letto i figli, ma l’estate era finita ormai da una settimana e il caldo afoso della città britannica lasciava il posto alla solita fine pioggerella londinese.
Quel tempo metteva Ginny proprio di cattivo umore.

BOOOM!!!

I due ragazzi erano così assorti nei loro pensieri che non avevano sentito che qualcuno aveva ripetutamente bussato alla porta. Quella persona si doveva proprio essere spazientita perché l’aveva addirittura buttata giù la porta.
<< Shhhhh!>> esclamò la rossa d’istinto quando sentì il botto. Harry invece tirò la sua bacchetta fuori dai pantaloni e scattò verso la soglia, appena violata, pronto ad attaccare.
A qualunque costo. Chiunque fosse.
 A Ginny si gelò il sangue quando vide suo fratello George sbucare in salotto sorretto dal moro. Si levò in fretta dal divano e fece stendere il fratello. Puzzava di Vodka da fare venire la nausea e Ginny si allontanò piano dalla sala, per evitare di assistere allo spiacevole spettacolo quale era George ubriaco. Salì poi lentamente le scale per cercare di sentire ciò che suo marito diceva al gemello. Udì solo poche domande ma non riuscì a comprendere il filo della conversazione, forse perché un senso proprio non l’aveva… forse perché George era troppo sbronzo da emettere qualsiasi parola sensata. Neanche si accorse che era salita un piano di troppo rispetto alla sua camera da letto da quanto era sconvolta, così ridiscese una rampa di scale scricchiolanti e si gettò sul morbido letto matrimoniale. E pensò… pensò a George e a cosa lo avesse spinto ad un gesto simile, ad ubriacarsi tanto da tirare giù la porta di casa di sua sorella. Pensò che magari era stata solo una giornata iniziata male e finita ancora peggio, ma così peggio!
 << Reparo >> la rossa udì Harry sussurrare la formula magica, un tonfo e poi il rumore di ferro, segno che la porta era stata riparata e chiusa saldamente. Suo marito entrò in camera da letto e, dopo essersi spogliato e infilato il pigiama si sedette sul letto al buio. La ragazza si puntellò sui gomiti per sentire cosa avesse da dire.
 << Sta benone Gin… non preoccuparti. Si è addormentato sul divano quasi immediatamente. Passerà la notte qui e penseremo domani a parlargli. Oggi… oggi era troppo sbronzo per capire qualsiasi cosa. >> sussurrò Harry tristemente, prendendole la mano candida e accoccolandosi accanto alla moglie. Ginny pensò che quella situazione sarebbe già stata abbastanza imbarazzante per chiunque con la luce del giorno, figuriamoci di notte e al buio, e decise di stendersi più serena.
Si fidava di suo marito e lui le aveva assicurato che George stava e sarebbe stato bene. Poteva dormire tranquillamente…

E Morfeo accolse i due ragazzi tra le sue calde braccia.
 
Continua…

SPAZIO AUTRICE:

Rieccomi con voi! Ho fatto in fretta eh? :)
Ed ecco che vi piazzo questo capitolo un po' sconvolgente... 
Spero che vi piaccia e che abbiate seguito il mio consiglio di leggerlo con la canzone di sottofondo :)
RECENSITE!!!!!

RemusTonks98

 

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Capitolo 25
*** Per le mutande di Merlino! ***


Capitolo 25

"PER LE MUTANDE DI MERLINO!"

Caro diario, sono tristissima! Stamattina George ci ha raccontato che cos’è successo ieri… continuava a piangere! Devo dire che all’inizio non ho capito nulla di quello che stava dicendo, ma poi mi è stato tutto chiaro:  Angelina ha lasciato mio fratello, l’ha sbattuto fuori di casa e ha tenuto con se Fred Junior e la piccola Roxane. Avrei voluto prendere la giacca e uscire per andare a farle un bel discorsetto, perché non può lasciare George in balia di se stesso, lui ha bisogno di qualcuno che gli voglia bene e gli stia vicino! Purtroppo però mi sono dovuta ricredere quando mio fratello mi ha detto tra i singhiozzi che da qualche mese ha ricominciato a bere. Esce quasi tutte le sere per andare al pub e sta pochissimo con i suoi figli. Ammetto che mi sono infuriata e mi è scappato uno schiaffo dritto sulla sua guancia sinistra… credo che abbia capito la lezione, non si è nemmeno ribellato! Adesso devo andare assieme a lui a parlare con la mamma. Ti lascio e speriamo che si riprenda.
 
 << Angy ti prego! Si sta distruggendo! Oramai sono passate due settimane e penso che sia pronto a tornare l’uomo coraggioso e spiritoso di una volta. Se solo tu avessi il buon senso di farti rivedere con Fred e Roxy… >> Ginny stava parlando al telefono con Angelina. Non dormiva più da giorni e ormai era sul punto di piangere, ma la ragazza sembrava irremovibile.
 << No Ginny, sono stata chiara con lui. Ho chiuso! >> esclamò Angelina con una nota di tristezza in gola. Magari stava cedendo. Ma la mora mise giù la cornetta.
Ginny si buttò sul letto, esausta.
Era la quinta sera che chiamava Angy per chiederle di perdonare suo fratello ed era l’ennesima volta che riceveva solo risposte negative. No, no e NO! Ne aveva abbastanza di questa storia. Suo fratello si conciava ogni sera sempre peggio, nonostante sia lei sia Molly gli avessero fatto una bella ramanzina. E lei si sbatteva sempre di più per aiutarlo, ottenendo solo peggioramenti. Un senso di nausea la colse come tutte le sere da quando George aveva fatto irruzione a Grimmauld Place e la rossa dovette correre in bagno. Rimise tutto ciò che aveva mangiato per cena. Ancora… un’altra volta…
 
Ginny era a Diagon Alley per alcune commissioni e per il suo solito gelato di quando passava di lì, ma stranamente la sola idea di mangiare un dolce le faceva venire il voltastomaco. Si fermò perplessa al primo panificio e comprò due pizzette. Ne addentò una e pensò che aveva fatto la scelta giusta. Solo quando ebbe finito la seconda vide, in fondo al viale, un negozio interamene rosso abbandonato da giorni. Molti bambini erano raggruppati con i nasi appiccicati alle vetrine polverose. La rossa conosceva fin troppo bene quel negozio e il suo proprietario.
Si fermò sotto l’insegna cigolante che recitava:
Tiri Vispi Weasley
La saracinesca era chiusa da troppo per i suoi gusti. Doveva fare qualcosa per risvegliare George, che si era rinchiuso alla Tana da settimane. Guardò i bambini e la loro aria sognante nel vedere tutti quegli scherzi sugli scaffali, prese un bel respiro e annunciò:
 << DA DOMANI SI RIAPRE! TUTTO A META’ PREZZO PER SCUSARCI DELLA LUNGA CHIUSURA! >>.
L’effetto fu ovviamente quello sperato e tutti i ragazzi si misero a gridare e a pregare i genitori di portarli lì l’indomani. Ora Ginny doveva solo pensare a come portare sul luogo George, in modo che vedesse che  solo lui può portare così tanta felicità nel mondo della magia.
Si gettò sul divano, stanca ma felice. Avrebbe fatto contenti tutti i giovani maghi e nel contempo avrebbe fatto tornare George alla normalità. Ma ancora venne sopraffatta dalla nausea, con sua grande sorpresa.
Ma allora…
Si alzò di scatto per scacciare tutti i pensieri che non la rendevano più lucida da un pezzo. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che le era venuto il ciclo? Un mese. No, più di un mese. Un mese e mezzo.
 << Per le mutande di Merlino! >> sussurrò tra se e se. Corse su per le scale fino in camera sua e aprì il cassetto del comodino. Aveva sempre tenuto un test babbano lì dentro per ogni evenienza, doveva esserci ancora... appena lo trovò corse nel bagnetto del piano e attese alcuni minuti.
 
Caro diario, questa non ci voleva. Positivo.
 
Continua…

SPAZIO AUTRICE

Buonasera a tutti! Sono tornata! :)
Ecco che vi ho sfornato un capitolo molto... ricco, direi.
Vi faccio solo notare che ho intenzione di dare una svolta alla storia, quindi non pensate che tutto si ripeta di nuovo. Cioè prima o poi accadrà ma non ora :D
Vi lascio col fiato sospeso e RECENSITE! 

RemusTonks98


 

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Capitolo 26
*** Eyes ***


Capitolo 26

“EYES”

 << Georgie…? >>.
Con che coraggio gli avrebbe chiesto di andare a Diagon Alley con lei? Con che coraggio gli avrebbe fatto rimettere piede nel suo negozio? Il negozio suo e di… Fred?
 
Non posso farlo. No,Ginny! Tu DEVI farlo!
Si ritrovò a pensare la ragazza in preda ad una lotta interiore.
 
 << Mh? >>. Solo il monosillabo emesso da suo fratello sdraiato sul divano della Tana la risvegliò dai suoi pensieri.
 << George io… mi, ehm… chiedevo se vuoi venire a fare un giro con me a… Diagon Alley. Domani. >>. La ragazza si era decisa a parlare, più o meno, ma avrebbe subito voluto rimangiarsi le sue parole quando vide lo sguardo cattivo di suo fratello puntato su di lei.
Si, le occhiate che George in quel momento le stava lanciando erano cattive. La rossa non avrebbe mai immaginato che potesse reagire così..
Ma il ragazzo era cambiato moltissimo nelle ultime due settimane.
 << No >>. Era una risposta secca, decisa.
 A Ginny sarebbe dovuta bastare per alzarsi e tornare a casa, sconfitta. Ma tutti sapevano bene quanto potesse essere testarda quella ragazza quando voleva. Doveva convincerlo e avrebbe fatto di tutto pur di raggiungere il suo scopo.
 << Mh? >> stavolta era stata lei ad esprimersi a monosillabi.
 << Ho detto di no… >> disse George calmo. Più calmo di quanto la rossa si sarebbe aspettata.
E fu in quel momento che, alzando lo sguardo e incrociando gli occhi marroni del fratello, così tremendamente uguali ai suoi, Ginny riconobbe il vecchio George.
 
George, erano gli occhi di George…
Si ritrovò di nuovo a pensare la rossa.
 
 << Devo fare un paio di commissioni… pensavo… >> ricominciò la ragazza a mo’ di scusa.
 << Ho detto NO, Ginny! >> sbottò George che iniziava ad alterarsi.
Ma stavolta il suo tono di voce non era più calmo e fraterno, era di nuovo cattivo. I suoi occhi non erano più quelli del vecchio George, sempre pieno di vitalità; i suoi occhi erano diventati freddi e duri come il ghiaccio, nonostante il loro colore fosse così caldo.
In quello sguardo la ragazza vide il calore fraterno di George che voleva uscire da quella prigione, che voleva spaccare quel vetro ghiacciato che si era andato a creare nel momento in cui Angelina lo aveva allontanato da lei e dai suoi figli, le persone a cui voleva più bene al mondo.
 
I suoi occhi sembrano quelli di… di…
Ma che stai dicendo, Ginny!
 
La rossa si buttò una mano sulla faccia come a voler scacciare quei pensieri tristi ancora una volta.
 << Hai bevuto di nuovo? >> chiese Ginny, non sapendo nemmeno perche quelle parole fossero uscite dalla sua bocca, non ricordandosi nemmeno di averle mai pensate.
 << Sì >> fu la risposta secca del rosso, che continuava a fissarla negli occhi.
 
…di Malfoy…
 
 << E non so perche t’interessi saperlo, non sono affari tuoi. >> continuò il ragazzo cercando di mantenere il contatto visivo. Era come se sapesse che il suo sguardo faceva male a sua sorella.
 
…di Malfoy…
 
 << Non verrò a Diagon Alley. E sarebbe meglio che tu non mi chiedessi più una cosa del genere! >> concluse infine, guardandola ancora per un secondo per poi voltarsi.
 
MALFOY
 
E fu il nuovo George, il ragazzo con gli occhi glaciali di Malfoy, quello che Ginny lasciò sul divano della Tana. Il nuovo George e il suo dannato alcool. Il nuovo George e la sua dannata rabbia che provava nei confronti di Angelina.
Il nuovo George e il suo dannato sguardo che uccide.
 
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Andrò da sola. Ormai ho promesso a quei poveri bambini che avrei riaperto.
Si ritrovò a pensare Ginny quella sera, mentre puntava la sveglia alle cinque del mattino per poter pulire e riaprire il negozio entro le nove.
Sviò il discorso quando Harry le chiese che cosa stesse combinando.
Poi quel senso di nausea la colse alla sprovvista. Quante volte aveva già provato quella sensazione? E improvvisamente si ricordò della piccola creatura che cresceva dentro di lei.
Si mise a ridacchiare pensando che non lo aveva ancora detto ad Harry e, a dirla tutta, aspettò un po’ di tempo prima di sdraiarsi sul letto accanto a suo marito, prendergli la mano e sussurrargli all’orecchio.
 << Sono incinta, Harry. >> gli aveva detto dolcemente.
Lui la guardò e i suoi occhi si fecero lucidi. Pianse, pianse tanto. Fece scendere dalle sue iridi verdi tutte le lacrime possibili.
Ginevra Weasley era sempre riuscita a stupirlo e anche stavolta aveva compiuto il suo miracolo.
Nonostante tutto, nonostante la situazione difficile per tutta la famiglia, nonostante avessero tre figli, o meglio tre pesti, a carico, Ginny era stata capace di lasciarlo senza parole un’altra volta.
Avrebbe voluto ringraziarla, dirle quanto la amava, ma l’unica cosa che riusciva a fare in quel momento era singhiozzare.
Fu così che la prese e la strinse a se, assaporando il suo magnifico odore di fiori di campo. La sua mano s’insinuò sotto la maglia del pigiama della ragazza e si appoggiò sul suo ventre, all’altezza dell’ombelico. Sentì il suo respiro e il suo battito leggermente accelerato a causa di qualcosa che lui  non poteva nemmeno sapere.
Che avrebbe riaperto il negozio sarebbe stato un segreto fino alla fine.
 
Continua…

SPAZIO AUTRICE:

Eccomi di nuovo con voi! :)
Ho sfornato anche il capitolo 26 come promesso. 
Devo dire che ho iniziato a scriverlo mentre la prof di italiano leggeva i Promessi Sposi (oops l'ho detto! beh, è la verità!!!)... 
avrei voluto però che l'ultimo capitolo vi fosse piaciuto di piu... nessuno ha recensito :(
Vabbe vi perdono per via del fatto che sta finendo la scuola e abbiamo tutti un sacco da studiare...

Ma RECENSITE per favore e fatemi sapere cosa ne pensate!
Baci

RemusTonks98

 

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Capitolo 27
*** Tiri Vispi Weasley ***


Capitolo 27

“TIRI VISPI WEASLEY”

Ginny dormì poco e male quella notte. Non sapeva perché ma non aveva nessun presentimento positivo in vista della giornata che avrebbe dovuto passare nelle successive ventiquattro ore. E non riusciva nemmeno a levarsi dalla testa l’immagine degli occhi glaciali di suo fratello.
Solo il braccio di Harry che la cingeva dalle spalle e la sua mano appoggiata dolcemente sulla sua pancia a protezione del loro bambino era per la ragazza una consolazione.
 
4.58…
4.59…
 
Appena la veglia suonò, la rossa scattò in piedi ignorando suo marito che la pregava biascicando assonnato di tornare a letto. Si vestì e si lavò in fretta. Meditò se mangiare un boccone ma decise che si sarebbe fermata per un caffè…
 
Che stupida, non posso!
 
… per una brioche in uno dei bar londinesi.
 
Buongiorno amore!
Oggi sono a Diagon Alley per alcune commissioni…
Ti prego, vesti i bambini e pensa tu a portarli a scuola e all’asilo: anche Al. Salutameli tanto.
Tornerò di sicuro per cena.
Buona giornata
P.S.: anche il piccolo ti saluta. J
 
Scrisse frettolosamente un biglietto ad Harry e lo appoggiò silenziosamente sul comodino, sotto i suoi occhiali. Sapeva che l’avrebbe letto di sicuro e non avrebbe sospettato nulla perché gli aveva dato talmente tante faccende da sbrigare che a lei non avrebbe nemmeno pensato.
Prese la sua roba e uscì, dirigendosi a piedi verso il Paiolo Magico.
 
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Che… stupida… che sono!!! Come ho fatto a non pensarci!
Ovviamente Ginny era stata così stupida da non pensare alle chiavi. O meglio, ci aveva pensato ma aveva creduto che non sarebbero state necessarie se avesse avuto con se la sua bacchetta. Si era sbagliata e aveva sottovalutato i suoi fratelli.
Fred e George, avendo posizionato il negozio in un quartiere di soli maghi, avevano molto intelligentemente pensato che magari una serratura non sarebbe stata sufficiente per impedire a maghi e streghe malintenzionati di entrare nel negozio.
 
Ma che razza di incantesimo è!!!!
Ginny si stava spazientendo davvero, ma non poteva rinunciare. La saracinesca aveva dapprima iniziato a cigolare e traballare pericolosamente, per finire con lo sputare fuoco e acqua. Ovviamente i gemelli avevano avuto la prontezza di riflessi di farle rigettare prima fuoco e poi acqua in modo che il povero malcapitato,  in questo caso la loro innocente sorellina, dopo essersi scottato il viso, sarebbe rimasto fradicio per tutto il giorno.
Solo verso le sei e mezza, dopo quasi un’ora di litigi con la saracinesca, la ragazza riuscì a farla aprire con una serie di trucchi che Harry aveva imparato al corso per Auror e le aveva insegnato. Ed era già sfinita senza aver ancora incominciato a lavorare.
Si sistemò al bancone e con un movimento semplice e naturale della bacchetta ripulì tutto il negozio . Successivamente si avvicinò ad uno degli scaffali per riordinare gli articoli scompigliati e rifornire quelli mancanti.
Su tutte le confezioni degli articoli era disegnata una W viola. Era stato Fred a progettarla per il logo, George aveva poi scelto il colore.
 
Non devi pensarci, Ginny. Sapevi a cosa saresti andata incontro entrando lì dentro.
 
E in effetti aveva ragione, le parole che stava dicendo a se stessa erano la pura verità. Non avrebbe dovuto pensarci.
Scosse lievemente la testa per scacciare tutti i pensieri peggiori e guardò fuori dalla vetrina.
Erano solo le otto e mezza di mattina e Ginny poteva scorgere una fila di ragazzi accalcati sull’uscio di Tiri Vispi Weasley.
Decise di aspettare ancora qualche minuto prima di aprire per darsi una risistemata al trucco e ai capelli rossi.
Quando schiacciò il pulsante per accendere le luci e far entrare i clienti rimase incantata da quello che vide, nonostante fosse almeno la centesima volta che entrava nel negozio di scherzi dei suoi fratelli.
I faretti bianchi degli scaffali facevano brillare i colori delle scatole degli articoli, già accesi di loro, e la fontana delle pozioni divenne viola, cominciando a sputare dalla cima un fumo bianco e profumato. Ma la cosa che era sempre piaciuta di più alla rossa erano gli oggetti in vetrina che si muovevano e, soprattutto, il ragazzo con i capelli rossi appeso sulla facciata del negozio che dal cappello mobile faceva apparire e sparire un coniglio candido.
Le scappò un sorriso quando vide i ragazzi entrare con le bocche aperte, estasiati da tanta bellezza. Andò subito a sistemarsi dietro il bancone, pronta a rendere felice un esercito di pesti.
Le ore passarono veloci facendo calcoli, pacchetti e scontrini ed era sempre più decisa a dare tutto il ricavato delle vendite a George in modo da ripulire la sua mente da quella nebbiolina che si era diffusa al suo interno.
Ogni tanto la ragazza lanciava occhiate all’entrata per vedere se fosse entrato qualche conoscente. Vide Luna avvicinarsi alle Puffole Pigmee con suo padre, entrambi vestiti di un verde evidenziatore.
 
Non si smentiranno mai quei due…
Pensò con un risolino che le usciva dalla bocca.
 
Quando vide Luna salutarla con la mano, la rossa rispose con lo stesso gesto, ma le fece intuire che aveva un sacco da fare,cosa che in effetti era vera, per evitare discorsi imbarazzanti davanti a tutti.
Calì e Padma Patil si avvicinarono a lei per comprare un pacco di Caramelle Mollelingua e Ginny intraprese un breve discorso con loro.
Ma lo spettacolo che le si parò davanti subito dopo di loro fu ben peggiore dell’incontro con le due gemelle, che in realtà non le avevano fatto nulla.
Nessuno pareva averlo riconosciuto, forse perché aveva accanto una ragazza o forse perché indossava i jeans e una giacchetta di pelle molto insolita per il suo stile.
 << Ginevra Weasley, dobbiamo parlare. Lei ti sostituirà. >> e dopo aver spinto maleducatamente la ragazza che lo accompagnava dietro al bancone, la strinse forte prendendole il polso e la portò  sul retro, tra gli scatoloni dei nuovi arrivi.
 
Cazzo, ha gli occhi di Malfoy.
 
Continua…

SPAZIO AUTRICE

Eccomi subito tornata! 

Sono contenta che il capitolo precedente sia già piaciuto :)
Fatemi sapere cosa ne pensate anche di questo :)

RemusTonks98

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Capitolo 28
*** Hey brother! ***


Capitolo 28 (LEGETE IL CAPITOLO ASCOLTANDO QUESTA: http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=6Cp6mKbRTQY )

“HEY BROTHER”

 << Ahi! Piano! Co… così mi fai male! >> sbraitò disperata la ragazza mentre veniva trascinata con la forza tra gli scatoloni del magazzino.
 << Ah si? Ti faccio male, scusami… >> disse il ragazzo a denti stretti, con tono sarcastico. Nei suoi occhi si poteva vedere solo Malfoy, non c’era nessuna pietà. Erano freddi e impassibili come non lo erano mai stati.
Sprizzava rabbia da tutti i pori del corpo longilineo.
L’unica cosa che Ginny riuscì a fare fu guardarlo. Guardarlo e stare zitta. Guardarlo e soffrire.
 << Bene. Da dove preferisci cominciare? Dal fatto che mi hai mentito o dal fatto che sei entrata nel mio negozio senza nessun permesso? >> ancora una volta il suo sguardo era cattivo.
 
Non ti ho mentito,ti avevo detto di venire con me. Non hai voluto.
Il negozio è anche di Fred…
 
Per più di un minuto di silenzio i due restarono immobili a guardarsi negli occhi, Ginny schiacciata contro il muro del magazzino e George che la scrollava sempre di più per farla parlare.
Una mano si staccò dai polsi della ragazza…
Uno schiaffo, dritto sulla sua guancia destra, piena di lentiggini.
 
Uno schiaffo. Da GEORGE?
Si ritrovò a pensare la ragazza.
 
 << Questa è la mia vendetta… per quel giorno. Per quello schiaffo. >> sussurrò il rosso a denti stretti toccandosi la guancia sinistra con la mano libera. La sorella lo guardò stupefatta. Possibile che il suo amato George volesse vendetta per una sberla innocente? Una sberla che, peraltro, aveva avuto le sue ragioni per essere stata schiaffata? Possibile che lui la considerasse una vendetta?
 
Ma non è George. Ora ha solo l’aspetto di George. Non è lui.
 
Anche la mano del rosso che teneva ferma la ragazza si aprì e ne liberò i polsi. Ginny corse subito fuori dalla sua portata. Non si sapeva mai, magari l’avrebbe presa a calci.
Ma George si limitò a voltarsi e ad avviarsi verso l’uscita del magazzino.
 
Non può finire così… coraggio Ginevra.
Sentirsi autochiamare con quel nome intero che tanto odiava, era straziante per Ginny, che doveva proprio esser incazzata nera con se stessa per essere arrivata fare una cosa del genere.
 
 << Sono tua sorella. L’ho fatto per te… >> sussurrò impaurita.
Macchè, lei non aveva paura. Mai.
Il ragazzo si voltò stupefatto che sua sorella avesse parlato.
No, anzi. Non era stupefatto per niente. Conosceva bene sua sorella e sapeva che non gli avrebbe mai permesso di terminare così una discussione.
 << L’ho fatto perché volevo che ti rendessi conto che la gente ti vuole bene per quello che fai. Fai felici molte persone con questo negozio, lo capisci? >> concluse Ginny, sicura di averlo colpito nel punto giusto.
George, però, si limitò ad abbassare lo sguardo, voltarsi e uscire dalla stanza, impassibile.

Un capogiro colse Ginny come non le era mai accaduto prima in vita sua. Si sedette sul primo scatolone e si portò una mano sul ventre.
Stette ferma lì, con la testa china, finchè non udì le voci dei clienti che si affievolivano, un rumore di passi frettolosi e una mano che ben conosceva appoggiarsi dolcemente sulla sua spalla.
 << Ginny, Ginny! >> chiamò Harry inginocchiandosi piano ai suoi piedi.
La guardò negli occhi e non ci fu bisogno di parole per capire lo stato fisico, ma soprattutto lo stato d’animo, di sua moglie.
La prese sotto braccio e l’accompagnò fino alla macchina, dopo essersi assicurato di aver chiuso bene la serranda del negozio. La portò a casa e la fece stendere sul letto, incurante dello sguardo preoccupato di Hermione, che era venuta a fare un po’ di compagnia all’amico e a far giocare i bambini.
Si sedette vicino alla moglie e si prese cura di lei, facendole mettere il pigiama e accarezzandole dolcemente i capelli e la pancia.
 
Quando vuoi sai essere così appensivo… Oh, Harry…
Pensò la ragazza mentre il moro posava le labbra morbide sulle sue.
 
Solo quando Ginny si fu completamente addormentata, Harry scese le scale di Grimmauld Place per andare a rassicurare Hermione che stavano tutti bene e salutarla riempiendola di ringraziamenti.
Passò a dare il bacio della buonanotte ai figli e si coricò accanto a Ginny, giocando con una ciocca dei suoi capelli vermigli.
Si addormentò dopo qualche minuto, ignaro della discussione avvenuta tra Ginny e George.
Ignaro del fatto che un pezzo della catena familiare che li legava si era spezzato.
Si erano delusi l’un l’altro.
 
Continua…

SPAZIO AUTRICE:

Buonasera a tutti! 
Com'è andato il weekend?
Io in questi giorni ero particolarmente ispirata, ed è per questo che vi sto pubblicando capitoli a raffica. :)
Spero vi piacciano tutti e RECENSITE! :D

RemusTonks98


 

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Capitolo 29
*** Incontri più o meno piacevoli ***


Capitolo 29

“INCONTRI PIU’ O MENO PIACEVOLI”

Ginny si era appena smaterializzata ed era apparsa sulla soglia di casa Weasley-Granger. Suonò il campanello, decisa a raccontare alla sua migliore amica cosa fosse successo nel negozio la sera prima. Dopotutto era stata lei a guardare i suoi figli quando Harry era andato a cercarla; aveva bisogno di spiegazioni. Sperava solo che non reagisse come aveva fatto Harry, si augurava che comprendesse George e la sua situazione…
Hermione le aveva gettato le braccia al collo, interrompendo i pensieri di Ginny.
 << Che bello vederti qui! Quale buona nuova ci porti? >> chiese sorridendo  la riccia, che di sicuro doveva essersi svegliata con il piede giusto.
 << Purtroppo ho solo cattive notizie da darti, Herm… >> disse Ginny con un sorrisetto forzato stampato sul viso.
 << Oh… >> sussurrò Hermione che, siccome non era per niente stupida, aveva colto quasi subito l’espressione triste dell’amica. La fece sedere sul comodo divano bianco di casa sua e le offrì una tazza di ottimo tè aromatizzato ai mirtilli.
A Ginny piaceva molto come suo fratello e sua cognata avevano arredato il loro appartamento londinese, era molto moderno…
 
Hermione ha proprio degli ottimi gusti… e anche un buon polso per rimettere in riga Ron!
 
Dopo un po’ di secondi la rossa si decise a parlare. Sarebbe stato meglio togliersi subito il peso che ormai portava da settimane.
 << Hai mai visto George nelle ultime tre settimane? >> chiese Ginny all’amica che sembrò stupefatta dalla domanda e, dopo un gesto di diniego di quest’ultima, ricominciò a parlare.
 << Bene. Allora inizierò da ciò che è successo circa un mese fa. Io e Harry eravamo a casa tranquilli, sdraiati sul divano a vedere la televisione, quando abbiamo sentito che qualcuno aveva buttato giù la porta di casa. Era George ed era… ubriaco. >>
Ginny interruppe un attimo la narrazione dopo aver visto l’espressione che Hermione aveva assunto dopo aver udito le sue parole, ma riprese a raccontare quasi subito.
 << L’abbiamo ospitato per la notte e la mattina dopo ci ha raccontato tra le lacrime che Angelina lo ha lasciato, tenendo con sé Fred e Roxy. >>
 << Ecco perché quando ho incontrato Angy la scorsa settimana era così distrutta! Infatti non mi aveva voluto raccontare nulla! >> esclamò Hermione, basita. Ma la rossa la interruppe immediatamente.
 << Pazienza. Non è questo che conta. >> disse con tono secco. La riccia ci rimase anche un po’ male.
 << Dopo qualche giorno mi sono decisa a fare qualcosa per mio fratello e ho deciso che ieri avrei provato a riaprire “Tiri Vispi Weasley”, dopo aver cercato inutilmente di convincerlo a venire con me. Così sono andata da sola. Tutto è andato alla grande, fino a che non è arrivato George e mi ha spinta malamente sul retro. Ha iniziato a dire che non mi sarei dovuta azzardare ad aprire il suo negozio senza il suo permesso e mi ha tirato uno schiaffo. Poi se n’è andato. >> concluse Ginny con gli occhi lucidi e, vedendo l’espressione sconvolta dell’amica, aggiunse, senza che lei le chiedesse niente: << Sì, hai capito bene. Mi ha colpita e mi ha lasciata sola nel suo negozio. >>
 << Ho capito Gin… mi dispiace. >> sussurrò la riccia abbracciandola. Ma dopo poco si staccò da lei, non resistendo alla curiosità, e iniziò a bombardarla di domande.
 << Ma come ti è saltato in testa?!?! Almeno Harry lo sapeva? E poi, perché è così apprensivo ultimamente? >>
A Ginny scappò una risatina, pensando a cosa le stesse chiedendo l’amica ma, soprattutto, a come glielo stesse chiedendo.
 << Pensavo di fargli un piacere e... no, Harry non lo sapeva. Gli avevo detto, però, che sarei  stata a Diagon Alley e lui è stato così carino da venirmi a cercare, quando non mi ha vista tornare a casa per cena. >> spiegò piano la rossa, che voleva solo temporeggiare e sperare che Hermione si scordasse dell’ultima domanda che le aveva fatto. Ma, come tutti sapevano, non era quel genere di ragazza da dimenticare facilmente le cose e la riformulò subito.
Ginny avrebbe voluto solo sprofondare nel divano o alzarsi per andarsene pur di non rispondere, ma gli occhi curiosi di Hermione erano puntati su di lei e sapeva che non avrebbe potuto nascondere la verità ancora per molto.
 << Aspetto un bambino, Herm… >> sussurrò senza guardarla.
L’ unica cosa che Hermione riuscì a fare fu portarsi le mani alla bocca, tropo stupefatta per parlare.

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(Nda: punto di vista di Harry)
 
Quando Ginny mi ha detto ciò che George le aveva fatto, lo giuro, non ci ho più visto. Nessuno la può toccare. Avrei voluto mandare all’aria la casa, ma mi sono trattenuto pensando che vivere in un edificio distrutto non sarebbe stato molto costruttivo, anzi sarebbe stato piuttosto inutile. Ho pensato anche che a Gin non avrebbe fatto piacere un’altra sfuriata (magari seguita anche da un trasloco), e così l’ho abbracciata.
Ma dentro di me meditavo la giusta vendetta.
E ora sono qui, davanti alla porta della Tana, e sto suonando freneticamente il campanello, aspettando che qualcuno mi venga ad aprire.
Molly e Arthur devono spere cosa è successo e, se quella testa dura di Ginny non glielo vuole dire, lo farò io.
Ecco, finalmente la porta si apre! Sarà Arthur a giudicare dall’altezza. Alzo gli occhi…
PER TUTTI I BOLIDI IMPAZZITI!
George… (Reazione chimica in corso, reazione chimica in corso…)
Cosa faccio? Lo picchio? Scarterei questa opzione. Gli lancio una bella maledizione? Ma va, Ginny mi ucciderebbe! Entro e parlo con i signori Weasley? Ma fossi matto!
Eccolo, mi guarda stupefatto. Forse ha anche paura che lo cruci… Non sarebbe una cattiva idea ma non ci riuscirei.
Facciamo così: entro e lo insulto. Mmm… sarebbe poco costruttivo e non potrei mai farlo davanti ai miei suoceri…
Allora… entro e lo umilio, lo umilio fino alla morte. Di fronte ai suoi genitori.
Sì, questa opzione mi piace.


SPAZIO AUTRICE:

Lo so, sono una persona orribile... non picchiatemi per favore!
Questo è un periodo terribile per tutti, perdonatemi per non avere aggiornato prima....
Ecco a voi il nuovo capitolo. 
Ovviamente sparo che vi piaccia e... RECENSITE!!! 


RemusTonks98

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Capitolo 30
*** Rintanato alla Tana ***


Capitolo 30

“RINTANATO ALLA TANA”

 << Cos’hai detto?!? >>
Harry era entrato alla Tana, pronto ad umiliare George davanti ai suoi genitori. E così aveva fatto. Gli aveva subito rinfacciato tutto quello che aveva combinato nell’ultimo mese e i signori Weasley li guardavano a bocca aperta.
Gli occhi di Molly si erano anche riempiti di lacrime; in un primo momento la donna aveva pensato che Harry si stesse inventando tutto, ma poi aveva guardato attentamente suo figlio e si era resa conto che le parole di suo genero erano vere.
Adesso i due ragazzi si stavano guardando in cagnesco e George…
 << Hai capito bene. Mi vedevo con Seamus Finnigan. Insomma, da amici… all’inizio lo facevo per non sentirmi solo e per dimenticarmi di Fred. Ma poi la cosa è diventata più seria e lui ha pensato bene di… baciarmi. Ovviamente io non volevo, io amo Angy, e così gli ho voltato le spalle e me ne sono andato. Quando gli ho mandato il mio gufo per cercare di chiarire, lui non ha risposto. E tutto è ricominciato, come una volta… >>
Il rosso guardava Harry deciso e triste allo stesso tempo. Voleva scusarsi, voleva che il ragazzo che è sopravvissuto lo compatisse.
Molly invece era sempre più sconvolta e Arthur le stringeva la spalla destra per infonderle un po’ di coraggio.
 << Tu hai ricominciato a bere, hai schiaffeggiato mia moglie, tua sorella, solo perché quello stupido di Seamus ti ha baciato involontariamente in un momento di sconforto?!? Sei un coglione, lasciatelo dire. >>
Harry stava alzando la voce, come per accusare George ancora una volta, ma dopo aver pronunciato le ultime parole si tradì con un impercettibile sorrisetto. Il rosso parve accorgersi della reazione del cognato e iniziò a balbettare emettendo versi sconnessi che ad Harry parvero formare una sottospecie di frase di scuse.
 << Non è a me che devi delle scuse, George. È con Gin che devi parlare. Io non so se riuscirò mai a perdonarti per ciò che hai fatto… Ti rendi conto che sei stato uno stupido? >>
Per George le parole di Harry furono come veleno. Aveva pensato che lo avrebbe perdonato, ma non era stato così. Il moro era stato chiaro: non avrebbe mai accettato ciò che aveva combinato se non avesse parlato con Ginny. Ma come poteva lui andare da sua sorella adesso? Non ci sarebbe mai riuscito, non dopo aver compreso quanto dolore le avesse causato veramente. Si sentiva uno schifo.
Harry abbracciò Molly con l’intento di consolarla, poi salutò Arthur in modo fin troppo formale e uscì dalla Tana lanciando una fugace occhiata d’intesa a George, che annuì silenziosamente.
Attraversò il giardino e vide spuntare da un cespuglio uno gnomo dalla pelle verdina e butterata; di sottofondo udiva solo il fruscio che le foglie appena cadute emettono sotto i piedi e le urla della signora Weasley, che stava evidentemente facendo una bella ramanzina a suo figlio.
Si smaterializzò con uno schiocco di dita solo quando ebbe raggiunto la staccionata di legno che segnava il confine di casa Weasley.
 La sensazione di cadere e di essere sballottati contro delle pareti che cambiavano in continuazione oramai non toccava più Harry in nessun modo.
Il ragazzo si ritrovò direttamente sull’uscio di Grimmauld Place e aprì al porta.
Ginny era seduta su uno sgabello in cucina, alla fine del lungo corridoio; aveva le braccia conserte e un’espressione infuriata stampata sul viso.
 << HARRY POTTER! Dove sei stato? Non eri al lavoro perché Ron mi ha detto che hai preso un giorno di permesso, non eri a casa perché quando sono arrivata io era tutto sigillato! DOVE CAVOLO TI ERI CACCIATO? >>
Harry si mise a ridacchiare. Sapeva che non c’era nulla di ridicolo in quella situazione ma Ginny che urlava in quel modo gli ricordò per filo e per segno Molly, quando sgridava i gemelli o Ron.
Rispose alla moglie con un’altra domanda. Il moro sapeva benissimo che Ginny odiava quando si comportava così, ma non aveva intenzione di raccontarle nulla.
 << Tu piuttosto… dove sei stata? >>
 << Odio quando fai così… ero da Hermione, le ho dovuto raccontare tutto. >> disse la rossa con un tono a metà tra lo scocciato e il desolato. Fu solo quando vide il viso di Harry contorto in un’espressione preoccupata che aggiunse << Non ti preoccupare, Ron non saprà nulla… Dove sei stato? >>
 << Da nessuna parte. Dovevo andare ad Azkaban per lavoro. Sai, per la Guerra… dovevo interrogare alcuni Mangiamorte. >> si giustificò il moro.
 << Harry, questo lo vai a raccontare a qualcun altro. Dimmelo, cosa vuoi che ti faccia? >> sussurrò Ginny dolcemente avvicinandosi al marito. Quando non otteneva le cose alla prima richiesta con Harry la rossa era proprio perfida: usava la tattica di seduzione. Sapeva che se si fosse mostrata amorevole con lui, il moro avrebbe ceduto. E di solito accadeva veramente.
 << Mi ucciderai, Gin… Fidati, è meglio per te che non te lo dica. >>
Ginny continuava ad avvicinarsi sempre di più a Harry. Stava tirando fuori dalla tasca dei jeans qualcosa, una piccola ampolla di vetro che conteneva un liquido grigiastro.
 << Veritaserum… Quando… Quando hai preparato quella pozione? >>
 << Oh, me l’ha dato Herm. Il piano era di usarlo su di George ma se proprio mi costringi… >> disse la ragazza con un sussurro minaccioso mentre apriva il tappo della boccetta.
 << Sono stato alla Tana. Ho parlato, anzi, sarebbe meglio dire urlato, con George davanti ai tuoi genitori. >> disse il Grifondoro senza guardarla negli occhi.
Harry udì un rumore di vetro che si spaccava e, dopo aver abbassato lo sguardo sulla moquette dell’ingresso, notò la chiazza grigia del Veritaserum rovesciato sul pavimento.
Ormai il disastro era fatto, tanto valeva raccontarle tutto, compresa la versione di George dell’accaduto.
 
Continua…

SPAZIO AUTRICE:

Sembra un miraggio, avete ragione.
Non sapete quanto mi senta in colpa per averci messo così tanto, davvero. Perdonatemi!
Lo so che mi meriterei un sacco di botte ma spero di non riceverle e mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto.
RECENSITE ma soprattutto sopravvivete a quest'ultima settimana di scuola! :)

RemusTonks98

   

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Capitolo 31
*** Fuochi d'artificio (Parte 1) ***


Capitolo 31

“FUOCHI D’ARTIFICIO (Parte 1)”

Se Harry avesse anche solo immaginato quello che sarebbe successo uscendo di casa quel pomeriggio, diretto a Diagon Alley per prelevare alla Gringott, se ne sarebbe stato seduto sul divano a guardare la televisione Babbana.
Era una normalissima e fredda domenica di dicembre. È risaputo che il tempo londinese d’inverno non è dei migliori, e infatti quella notte aveva nevicato.
Harry si era alzato dal letto, avvertendo un brivido mentre usciva dal calore che il piumino candido emanava, e aveva aperto leggermente la tenda della camera come era solito fare ogni mattina.
Grimmauld Place era coperta da un sottile strato di nevischio, che si era posato sul cemento della strada e anche sull’erba del giardinetto che si trovava dall’altra parte della via rispetto all’abitazione dei Potter.
Con un sorriso si era girato verso il letto e aveva guardato sua moglie per qualche secondo, prima che lui aprisse definitivamente la tenda e la rossa si svegliasse.
Quando Harry era tornato a casa dalla Tana circa un mese prima, i due coniugi avevano avuto una veloce discussione, ma la situazione si era sistemata dopo poche ore, quando il moro aveva deciso di preparare la cena per la famiglia.
Ginny era stata talmente contenta da perdonarlo quasi all’istante.
Quella mattina si erano lavati e vestiti in fretta, avevano svegliato i bambini e erano corsi fuori di casa, nel parchetto davanti ad essa, per passare un paio d’ore prima del pranzo in compagnia. Poi Ginny si era messa a spignattare e solo quando aveva urlato dalla finestra che era pronto in tavola, Harry aveva preso i figli e li aveva fatti rincasare.
Verso le tre del pomeriggio il moro si era deciso ad andare a prelevare, e magari a comprare anche già qualche regalo di Natale.
Ovviamente, una volta saputo dei suoi progetti, anche Ginny aveva voluto seguirlo con i bambini, e così erano saliti tutti in macchina per dirigersi verso il Paiolo Magico. La rossa aveva anche accennato al fatto che si sarebbe dovuta incontrare proprio lì con Hermione, verso le cinque.
Una volta arrivati a Diagon Alley, Ginny era andata al suo appuntamento con la ricccia, lasciando Harry solo con i bambini.
Bell’affare!
Aveva pensato il ragazzo mentre meditava sul miglior posto dove portare Teddy, James e Albus per ripararsi dal freddo e divertirsi un po’.
Tiri Vispi Weasley!
Gli era quasi subito venuto in mente quel negozio, chissà come mai.
Ma quel luogo, lo sapevano tutti, era chiuso. E da mesi.
Harry avrebbe dovuto trovare un’altra soluzione.
Decise di fare un salto da Florian Fortebraccio. Normalmente Florian vendeva gelati, ma d’inverno si cimentava in ottime cioccolate calde alla cannella e alla menta.
Solo quando diede un’occhiata verso la fine della famosa via dei maghi, si rese conto che in realtà il negozio di scherzi aveva le luci accese. Finse di non farci caso, ma dopo pochi minuti notò che un gruppetto di ragazzi che era entrato nella gelateria aveva alcuni membri che stringevano un sacchetto rosso, con una grossa W viola stampata sopra.
Si sentì attratto dalla situazione e, dopo aver chiesto a Florian di guardare i bambini per qualche minuto, si avviò verso Tiri Vispi Weasley.
Una volta raggiunto il negozio vide che le sue impressioni erano reali.
Il locale era accesso, le vetrine decorate con luci e musiche di natale e una folla di tutte le età si riversava fuori e dentro il negozio. Tutti i ragazzi ridevano ed erano visibilmente contenti che il negozio avesse riaperto. Uno di questi, udì Harry, stava parlando del proprietario e di come lo avesse visto invecchiato rispetto all’ultima volta.
 << I suoi capelli rossi, però, sono sempre gli stessi. >> diceva sorridendo rivolto agli amici.
Una rabbia incontrollabile crebbe dentro il moro, senza che lui ne conoscesse il motivo. È vero, George non si era fatto vivo per scusarsi con Ginny, ma lui doveva essere solo contento che avesse finalmente ripreso la sua attività.
E invece no. C’era qualcosa… Qualcosa che lo aveva spinto ad entrare nel negozio e a cercare disperatamente il rosso sbattendo i piedi sul pavimento di legno.
Si sentiva gli sguardi di tutti puntati addosso, ma non gli importava.
L’unica cosa che era nel suo interesse era trovare George. E gonfiarlo di botte.
Non era la prima volta che provava quella sensazione, gli era capitato neanche un mese prima, quando aveva fatto irruzione alla Tana.
Ormai aveva raggiunto il piano superiore del negozio, quello meno frequentato, dove i gemelli tenevano i vecchi arrivi e i prodotti già conosciuti.
 << Harry! >> esclamò il rosso, avvicinandosi al ragazzo con le braccia aperte, come volesse salutare un vecchio amico.
Harry notò che si era fatto crescere leggermente la barba e aveva due profonde ombre scure sotto gli occhi, non più luminosi e gioiosi come una volta. Doveva dare ragione al ragazzo fuori dal negozio: sembrava più vecchio.
Il moro aveva già tirato fuori la bacchetta e l’aveva puntata su di George.
La ragazzina che aveva chiesto informazioni su un prodotto al proprietario aveva sgranato gli occhi, si era voltata e se l’era data a gambe appena aveva visto il gesto minaccioso di Harry.
 << Expelliarmus! >> urlò il moro agitando la bacchetta in direzione del cognato,che aveva a sua volta tirato fuori dai jeans la sua arma. Questi scoppiò in una risatina isterica mentre schivava il colpo, lasciando il giovane Auror a bocca aperta.
 << Harry, Harry. Tanti anni di addestramento Auror e non hai ancora capito che l’incantesimo di Disarmo è la tua firma? Voldemort dovrebbe avertelo insegnato… Ah, e per non parlare del fatto che non riesci ancora ad evocare incantesimi non-verbali. >> sibilò George guardandolo in faccia.
Harry non apprezzò la frecciatina, mosse di nuovo la bacchetta e colpì con un Levicorpus lo scaffale dietro al suo avversario, che andò in frantumi lasciando rotolare a terra una cinquantina di Puffole Pigmee e un sacco da dieci chili di Gelatine Tutti i gusti +1 che si riversarono per la stanza.
George continuava a ridere mentre lanciava un incantesimo ad Harry e colpiva la mensola appena sopra la sua testa, facendo scoppiare un paio di Fuochi d’Artificio marchio Weasley.
Il litigio continuò per circa dieci minuti in un tripudio di colori, botti e esplosioni, fino a quando un paio di signori sulla cinquantina non salirono le scale e si affrettarono a separarli.
 << TU! Hai impedito a mia moglie di riaprire questo posto senza un motivo e ora lo fai da solo, senza dirci niente?!? Bastardo! >> urlò Harry con tutta al voce che aveva mentre un uomo lo tirava per la camicia, cercando di trascinarlo di sotto e farlo uscire dal negozio.
 << Il negozio è mio! Non ho bisogno del vostro permesso per… >>
Il moro non sentì mai che cosa George aveva intenzione di rispondergli perché la porta del piano superiore si chiuse con un tonfo e il ragazzo venne scortato fuori, tutto sudato e impolverato.
Si ritrovò seduto sui gradini di Tiri Vispi Weasley, chissà quanto tempo dopo, ancora che si rigirava la bacchetta tra le mani insanguinate e con la camicia ormai non più bianca a brandelli, il negozio spento, chiuso e silenzioso.
 
Continua…

SPAZIO AUTRICE:

Eccomi, eccomi, eccomi!
Lo so, ci ho messo un secolo, perdonatemi. *falafacciadacanebastonato*
Ho finito la scuola e poi adesso ho gli allenamenti, in più in questo periodo non sono stata ispirata...
Adessso sì però :)
Spero che il capitolo vi piaccia. L'ho diviso in due perchè altrimenti sarebbe stato lunghissimo, ma vi prometto che la seconda parte arriverà prestissimo. :)
Buon inizio di vacanze e... RECENSITE!

RemusTonks98

 

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Capitolo 32
*** Fuochi d'artificio (Parte 2) ***


Capitolo 32

“FUOCHI D’ARTIFICIO” (Parte 2)

Quando Harry si era ritrovato sugli scalini di Tiri Vispi Weasley, la sua mente era stata invasa da una raffica di pensieri.
Il primo era stato rivolto a Ginny, e il ragazzo si era chiesto che cosa stesse facendo al momento e cosa avrebbe combinato sua moglie se avesse saputo quello che era appena successo.
Successivamente si era ritrovato a meditare sul fatto che i suoi figli erano stati lasciati sotto la custodia di Florian e che probabilmente il poveretto si era anche chiesto che fine avesse fatto il suo amico e se sarebbe mai riuscito a tornare a casa per cena.
Mentre si alzava e si dirigeva verso la gelateria, Harry aveva pensato, non senza stupore, a George e alla sua salute. Si era domandato se fosse già tornato a casa o se magari si fosse fermato in un qualche bar londinese a bere birra assieme ai barboni.
Resistette all’impulso di chiamarlo al telefono solo perché sbattè il fianco sinistro contro una sedia di metallo posizionata fuori dalla gelateria di Fortebraccio.
 << Oculus Reparo >> sussurrò, con la bacchetta rivolta verso gli occhiali, subito prima di entrare nel locale.
Si diede una veloce specchiata in una vetrina ormai spenta e battè le mani sui vestiti ancora sporchi di polvere da sparo. Infine varcò la soglia.
I suoi figli e Florian erano nell’ingresso e sembrarono contenti di vedere finalmente ritornare Harry.
Teddy e James, che erano stati intrattenuti dal gelataio con una paletta, un cono e una vaschetta piena di dolce, lasciarono subito cadere gli oggetti che avevano in mano e corsero ad abbracciare il papà.
Harry non si stupì quando vide che Albus si era tranquillamente addormentato nel passeggino.
Ringraziò infinitamente Florian, poi convinse Theodor a smettere di mangiare gelato,  prese il passeggino e si diresse verso il Paiolo Magico, cercando di dare il meno possibile nell’occhio.
L’impresa non fu facile poiché Teddy si appiccicò ad una delle vetrine del negozio dei gemelli e James si mise invece ad ammirare la nuova Firebolt 1003.
Il moro si mise a ridere quando notò che il figlio, di appena due anni, si era incantato guardando una scopa; però, doveva ammetterlo, Sir non aveva gusti per nulla cattivi, era proprio una gran bella scopa.
 
Ronf… Ronf…
 << Papà! PAPÀ! >>
Ronf…
 << Sta’ zitto James! >>
D’accordo. Harry era veramente in crisi.
Erano in macchina, lui guidava e Albus dormiva nel suo seggiolino situato sul sedile posteriore. Teddy era seduto in centro e Sirius sulla destra, dietro al conducente. Quest’ultimo strillava come un dannato e il moro non era ancora riuscito a capire il perché di questa disperazione. Fatto sta che il piccolo Lupin stava cercando di calmarlo, con scarsi risultati.
Il Grifondoro non era mai stato in difficoltà quando si trattava di stare con i bambini, ma questa pareva essere l’eccezione che conferma la regola.
 << BASTA! Adesso la smettete! Teddy, grazie ma stai zitto, e… JAMES! Facciamo a chi urla più forte? AAAAHHHHH!!! >>
Harry si mise a gridare, sapendo bene che quella tattica funzionava sempre con suo figlio e che Albus non si sarebbe svegliato, nemmeno se gli avessero sparato un colpo di cannone nell’orecchio, fino al mattino dopo.
Passati un paio di minuti era riuscito ad ottenere un silenzio accettabile, ma era bastato poco, solo qualche secondo di distrazione, perché non si accorgesse che il conducente, probabilmente ubriaco, di un camioncino candido aveva imboccato la strada, che avrebbe dovuto essere a senso unico, contromano.
Frenò con tutta la forza che aveva e cercò di tirare fuori la bacchetta, ma lo scontro fu inevitabile.
Riuscì a stare sveglio fino a che non vide gli airbags gonfiarsi, poi una luce accecante, si sentì sbalzato in avanti e perse conoscenza.
 
Erano ormai le 22.30.
Ginny era tornata a casa da tre ore, trovandola vuota. Non aveva mangiato e ora era sdraiata sul divano a guardare la televisione.
In realtà aveva acceso su un canale a caso, non le interessava nessun programma.
Nell’ultima mezz’ora aveva telefonato al marito almeno trentasette volte, ma squillava libero.
Le avrebbe fatto molto piacere sapere dove si fosse cacciato con i bambini. Fin a quel momento era stata in pensiero per loro, ma adesso iniziava veramente a preoccuparsi.
Il campanello di casa suonò e la rossa trasse un respiro di sollievo: Harry era arrivato.
Si alzò con leggerezza dal sofà e andò ad aprire la porta, pronta a fare una bella sfuriata contro il marito.
Ma quando girò la maniglia si trovò di fronte a due agenti della polizia, in divisa nera e argento, con il cappello in mano. Ginny si era sempre immaginata la polizia babbana come una massa di gente cattiva e minacciosa, ma stavolta non era così.
I due uomini la guardavano con aria triste.
 << Signora Potter? Possiamo entrare? >> chiesero in coro e la rossa fece cenno di si con il capo, senza parole, indicando il salotto.
 << Spenga la televisione, per favore, e si sieda. >> la intimò uno dei due agenti con un gesto della mano.
Ginny obbedì, intimorita e si accomodò sul divano.
Si sentì un attimo in imbarazzo rendendosi conto del fatto che era in vestaglia, ma smise subito di farci caso.
<< Co.. Cosa è successo? >> domandò con più freddezza possibile nella voce, prendendo coraggio.
<< Si tratta del signor Potter, signora. E dei vostri figli. >> disse il secondo poliziotto con tranquillità.
La rossa mandò giù tutta la saliva che e si era accumulata in gola negli ultimi minuti.
 << Beh, so che sarebbe capace di distruggere mezza Londra… L’avete arrestato? >> sussurrò Ginny ma, rendendosi conto di ciò che aveva appena fatto uscire di bocca, aggiunse << Oh, non che sia cattivo… >>.
Era preoccupata e in imbarazzo.
Stava anche iniziando a balbettare.
Miseriaccia! Ditemi che cosa è successo! Pensò la rossa, completamente nel panico.
 << No, non l’abbiamo arrestato, signora. >> affermò uno dei due uomini, mettendo fine al monologo sconclusionato di Ginny.
 << Ha fatto un grave incidente. >> terminò il secondo agente.
 
Continua…



SPAZIO AUTRICE:

E, come promessso, eccomi tornata per mettervi la seconda parte del capitolo... :)
Non è molto lunga ma l'ho scritta in due giorni, e poi sono molto confusa riguardo a come far proseguire la storia.
Cioè, una bozza di idea ce l'ho già da un po', ma so che sarà complicata e lunga da mettere giù per iscritto.
Comunque, vi prometto che non demorderò, e cercherò di concudere la storia e di narrare tutti e 19 gli anni che trascorrono tra la Battaglia di Hogwarts e la partenza dal Binario 9 e 3/4 di Albus Severus Potter.
Intanto vi auguro buon proseguimento di vacanze e vi suggerisco come al solito di lasciare un commento, positivo o negativo che sia.
Si accettano scommesse su come pensate che continuerà la storia ;)
RECENSITE!

RemusTonks98

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Capitolo 33
*** Hospital ***


Capitolo 33
 

“HOSPITAL”
 
Ginny era quasi svenuta quando aveva udito le ultime parole del poliziotto.
Ha fatto un grave incidente…
No, non poteva essere.
Harry, il suo Harry, suo marito, era solo andato a Diagon Alley con i bambini per sbrigare un paio di commissioni.
Eppure i due poliziotti l’avevano guardata in quel modo, come se si trovassero davanti ad un piccolo cagnolino bastonato, e le avevano proposto di portarla all’ospedale.
Perchè? Perchè certe cose dovevano capitare proprio a lei?
Prima Fred, poi la litigata con George… Ora Harry.
Mentre saliva gli scalini di Grimmauld Place diretta verso la sua stanza da letto, continuava a risentire la voce bassa del poliziotto.
Ha fatto un grave incidente…
Ha fatto un grave incidente…
Si tolse velocemente la vestaglia e s’infilò un paio di pantaloni della tuta di velluto blu e una maglietta candida, che erano rimasti appoggiati sulla sedia dalla sera precedente.
Poi si sedette sul letto, una mano appoggiata al cuscino di Harry.
Non riusciva a piangere. Non poteva piangere. Non doveva farlo…
Solo quando qualcuno bussò alla porta, Ginny scattò in piedi e andò ad aprire, trovandosi di nuovo di fronte ai poliziotti babbani.
 << Ci scusi Signora Potter, ci stavamo preoccupando. Andiamo? >> chiese uno degli sbirri.
La rossa fece cenno di sì con il capo e si avviò giù per le scale.
Sei una Grifondoro, Ginevra. Fatti coraggio!
 
La rossa si era svegliata e, senza nemmeno aprire gli occhi, capì che si trovava in ospedale, seduta sul pavimento di plastica freddo, la testa appoggiata dolcemente su un materasso troppo duro, mentre nella mano destra stringeva qualcosa.
Quando le sue iridi marroni misero a fuoco la  situazione, comprese che l’oggetto che teneva stretto con la destra non era nient’altro che la mano di suo marito.
Alzò la testa e si guardò in torno, confusa.
Era davvero seduta sul pavimento di una puzzolente stanza verdognola di un ospedale londinese.
Harry era sdraiato a pancia in su sopra un lettino, le mani che gli ricadevano mollemente lungo i fianchi. Oltre la sua sagoma la rossa riusciva a scorgere un divanetto bianco e, sopra di esso, una finestrella con le candide tendine socchiuse. La luce filtrava debole dai lati della finestra.
Dal pallore del sole, dedusse Ginny, doveva essere l’alba.
Si alzò, stiracchiando le gambe addormentate a causa della posizione scomoda in cui aveva dormito, e guardò suo marito.
Guardando i tubicini trasparenti che gli sbucavano dal naso e udendo il suono lento e regolare del suo battito cardiaco, le venne in mente quello che i medici le avevano detto la notte precedente.
Brutto incidente… Coma… Figli… Braccio rotto… Non possiamo sapere… Si risveglierà…
Le loro parole risuonarono sconnesse nella sua testa, ma non ci volle molto perché realizzasse quello che era successo.
Dopo che i poliziotti erano entrati in casa e le avevano dato la triste notizia, si era vestita e loro l’avevano scortata fino all’ospedale. I medici erano stati subito diretti con lei e non avevano usato molti giochi di parole per dirle che suo marito aveva preso una botta alla testa e ora era in coma nella stanza 321. I bimbi invece stavano bene e si trovavano all’asilo. Teddy, d’altra parte, si era rotto un braccio ed era stato portato in pediatria e ingessato. La sua stanza si trovava al primo piano ed era la 112.
Dopo aver fatto un salto all’asilo e aver trovato James e Albus addormentati, si era diretta al primo piano per vedere come stesse Teddy. Anche lui dormiva, il braccio ingessato appoggiato sul ventre. I suoi capelli, notò Ginny, erano di un grigio spento.
Infine aveva reso l’ascensore ed era entrata nella 321, trovando il marito disteso sul lettino.
Si era seduta e gli aveva sussurrato parole dolci, tranquillizzanti, anche se lui non poteva sentirla. Poi, si era addormentata.
 << Signora? >> chiese una voce alle sue spalle.
Ginny si voltò di scatto e notò che un’infermiera aveva fatto irruzione nella stanza con un kit per la medicazione.
 << Dovrei cambiare la benda in testa a suo marito. >>
La rossa la guardò poi, con passo lento, si diresse verso il divanetto e vi si buttò sopra.
Sentì un rumore di plastica e forbici, poi la porta che si richiudeva alle spalle dell’infermiera.
Harry… Harry, ti prego, svegliati. Ho bisogno di te… Il bambino deve avere un papà, deve conoscerlo. Abbiamo bisogno di te…
La Grifondoro intonò una sottospecie di muta preghiera, finchè non udì di nuovo la porta aprirsi e vide un infermiere che la osservava con occhi dolci.
 << Vengo dall’asilo. >> disse << I suoi figli vogliono vederla. >>
 
 << Mamma! MAMMA! >> strillò James, seduto su una sedia, che teneva in braccio il piccolo Albus.
 << Shhh… piccolo, ci sono dei bimbi che dormono. >> disse Ginny materna, mentre correva ad abbracciare i figli.
 << Papà? Teddy? >> chiese James mentre si scioglieva nell’abbraccio della madre. La rossa sgranò gli occhi, chiedendosi cosa avrebbe voluto sapere suo figlio.
 << Stanno bene? >>
A quella domanda Ginny si stupì. James non aveva mai parato così bene in vita sua, e ora voleva addirittura sapere come stessero Harry e suo fratello.
 << Stanno bene, James. >> sussurrò per tranquillizzarlo.
Poi cadde in ginocchio, la testa tra le mani, e non riuscì a trattenersi.
Ginny, Ginevra Weasley, colei che non crollava mai, si lasciò andare in un pianto disperato.
 
Continua…

SPAZIO AUTRICE:

Sono tornata...
Scusatemi davvero tanto, tanto, tanto se ho pubblicato cosi tardi ma ho avuto un sacco da fare. :(
Vi giuro che le prossime volte farò più in fretta.
Vi avviso già che il prossimo capitolo vi segnerà moIto... ma, non vi preoccupate, lo scriverò il meglio possibile.
Spero, come al solito, che questo capitolo vi piaccia e... RECENSITE! :)


RemusTonks98

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Capitolo 34
*** Georgie ***


Capitolo 34

“GEORGIE”

Era ormai la terza notte che Ginny si apprestava a passare in ospedale e Harry non aveva ancora dato segni di miglioramento.
 
 << È sempre in coma, signora Potter. Ci dispiace… >>
Così le avevano detto i medici, come se a loro dispiacesse davvero. Come se a loro interessasse di Harry e della sua situazione.
La verità era che a loro non importava. Harry era solo un paziente come gli altri.
I medici che adesso compativano Ginny avevano guarito, visto guarire e avevano osservato morire centinaia di persone.
Ma Ginevra Weasley non voleva essere compatita.
Lei era forte.
Lei aveva combattuto, nel lontano 1998. Lei era stata attaccata da Bellatrix Lestrange e se l’era cavata. Lei aveva visto Fred, il suo amato fratellone, per terra nella Sala Grande.
Lei aveva creduto che Harry, il suo ragazzo, il suo eroe, fosse morto. E lei l’aveva visto rialzarsi e combattere più forte di prima.
Adesso suo marito era lì, sdraiato su un maledettissimo letto di un maledettissimo ospedale babbano.
Lui ce l’avrebbe fatta, e Ginny lo sapeva.
Ma con quali conseguenze? A che prezzo?
Non avrebbe mai sopportato vederlo risvegliarsi con la consapevolezza di aver fatto del male a sé stesso, a sua moglie e, soprattutto, ai suoi figli.
Corse al lavandino per sciacquarsi il viso dalle lacrime che ormai non riusciva più a trattenere. Si concesse di crollare, di nuovo, come aveva fatto davanti ai suoi figli e sentì le lacrime amare rigarle gli zigomi e poi la bocca.
 
Sanguesangue e ancora sangue.
Tutto quello che Ginny non avrebbe voluto vedere andando in bagno quella sera, in realtà lo aveva visto.
Era accaduto.
L’ho perso. Ho perso il mio bambino…
Era l’unica cosa a cui riusciva a pensare.
Non c’era bisogno di visite, di sedute dallo psicologo.
Lo sentiva.
La rossa era pronta, se lo aspettava. Lo sapeva.
 << Ha fatto un grave incidente… >>
Lo sapeva sin da quando aveva udito quelle parole.
L’avrebbe perso. Ed era successo.
Il suo bambino, il loro bambino, non c’era più.
Non ci sarebbe mai più stata nemmeno l’idea, nemmeno la possibilità di crescere un terzo piccolo Potter se Harry non si fosse ripreso.
E Ginny voleva disperatamente una femmina!
Era cresciuta e viveva tra i ragazzi, con sei fratelli tutti maschi, due figli maschi, un figlioccio anche lui maschio…
Perché la sorte non aveva voluto che Ginny, nella sua vita, godesse della compagnia di una sorellina o di una figlia?
Le uniche donne che c’erano sempre state nella sua vita erano sua madre, Hermione e Luna.
Aveva voluto e voleva loro bene, ma nulla avrebbe potuto compensare l’idea di portare in grembo la sua prima figlia femmina.
La prima figlia femmina che non avrebbe mai avuto…
Uscì dal bagno per andare ad accucciarsi per l’ennesima volta sul pavimento, accanto ad Harry, ma il telefono squillò.
Oh no! Non di nuovo!
Si ritrovò a pensare, piuttosto disperatamene.
In quei pochi giorni aveva ricevuto chiamate ed sms da tante di quelle persone che non riusciva più nemmeno a ricordarsi se avesse risposto a tutte.
Hermione era stata al telefono con Ginny un intero pomeriggio, il primo giorno in cui Harry era stato in coma, e aveva sopportato tutte le sue lacrime e le sue preoccupazioni.
La ragazza era subito accorsa all’ospedale per vederla, ma Ginny non aveva avuto intenzione di uscire dalla stanza di Harry se non per fare un salto all’asilo, e la riccia era tornata a casa delusa ma comprensiva nei suoi confronti.
Georgie.
Era la scritta che si vedeva sullo schermo del telefono mentre squillava.
George era stato l’unico a non averla ancora chiamata e la rossa si chiedeva se l’avesse fatto per lasciarla in pace o perché non avesse avuto tempo a sufficienza.
Si era addirittura chiesta se si sentisse in colpa.
Ma non aveva importanza.
Premette il pulsante rosso e mise giù la chiamata, come aveva fatto tante altre volte nelle settantadue ore passate.
Prese di nuovo la mano a suo marito e appoggiò la testa sulla sua spalla, aspettando che un’infermiera munita di carrello bussasse alle 19.00 per portarle la cena che avrebbe come al solito buttato nel cestino.
Sentì più volte il cellulare vibrare nella tasca posteriore di jeans ma non lo toccò per un bel po’.
Quando finalmente si decise a sbloccarlo vide che aveva ricevuto tre messaggi da suo fratello.
 
Ciao sorella,
Scusami. So che abbiamo litigato e
so che non è un bel momento per te ma…
Per favore, rispondimi.
 

Ginny…
Mi sto preoccupando.
Tutti ci stiamo preoccupando.
Fatti sentire.
 
Sono sotto all’ospedale.
Mi odi ma non ha senso che ti isoli.
Raggiungimi.
 
Non l’avrebbe ascoltato. Era uno stronzo.
Era colpa sua se Harry si trovava in quello stato.
Molte persone le avevano mandato sms. Molte persone le avevano mandato sms di quel tipo.
Lei non le aveva ascoltate.
Eppure, pur non sapendo come e perché, dopo cinque minuti si ritrovò in ascensore, diretta al piano inferiore dell’edificio.
E, soprattutto, senza ribollire di rabbia.
In fondo, anche George aveva sofferto.
Anche lui sapeva cosa voleva dire perdere la propria anima gemella.
Era caduto nella trappola della depressione ma si era rialzato.
Più o meno…
Magari voleva insegnarle qualcosa. Qualcosa che anche lui avesse vissuto sulla propria pelle…
 
Sgranò gli occhi.
Fu la prima cosa che George fece quando vide uscire sua sorella dalla porta a vetri dell’atrio dell’ospedale.
Non si aspettava che sarebbe venuta, per nulla al mondo.
Eppure in un certo senso lo sapeva, perché era rimasto un’ora ad attenderla seduto su una panchina del giardinetto di fronte alla clinica.
La rossa si sedette accanto a lui, con l’aria di quella che non l’avesse mai visto in vita sua, con l’atteggiamento di un’estranea.
Fu George a decidersi a parlare per primo.
 << Ciao… Non… Non mi asp… >>
Si bloccò a metà frase.
Ginny lo stava fissando, e lo stava facendo con  una freddezza che il rosso non aveva mai visto prima.
I suoi occhi color nocciola, così caldi, così uguali ai suoi, sembravano di ghiaccio.
E lo stavano fissando.
Fu uno schiaffo in pieno viso, letteralmente, a risvegliarlo dai pensieri che non gli avevano permesso di notare la mano di Ginny che si muoveva verso la sua guancia.
Poi Ginny si accasciò sulle gambe di George e pianse, pianse come non aveva mai fatto nemmeno con la morte di Fred. Non davanti a lui, perlomeno…
La rossa crollò di nuovo.
Scoppiò a piangere per l’ennesima volta.


SPAZIO AUTRICE:

Ed eccomi qua, a scusarmi per la ventimilionesima volta del ritardo.
Non so di preciso cosa mi abbia spinta a metterci così tanto per concludere questo capitolo, oltre alle vacanze...
Non ero sufficientemente ispirata, boh.
Comunque, mi scuso di nuovo (si inginocchia ad ognuno di voi).
La notizia buona è che il captolo è il più lungo di tutti, quella cattiva è che è una fase triste.
Ginny si trova nel bel mezzo di una crisi e non sa come uscirne.
In più, come se non bastasse, perde il bambino.
Eh sì, lo so, sono stata crudele ma come ho fatto subito notare mi atterrò COMPLETAMENTE a ciò che la Rowling ha detto. ;)
Per i grandi fans della Hinny non deve essere stato difficile intuire fin da subito che questo bambino non sarebbe mai nato. Non era il momento.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ovviamente, e io cercherò, lo giuro, di essere più puntuale. Anche se adesso è rincominciata la scuola... :(
RECENSITE!

RemusTonks98

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Capitolo 35
*** Harry e sale ***


Capitolo 35

“ HARRY E SALE ”
 
Eccola, la felicità.
La felicità di Molly Weasley, di Arthur, Charlie, Bill e Fleur, e perfino la gioia dei bambini, nel passare il Natale tutti riuniti a Grimmauld Place, con Harry finalmente a casa.
Perfino George si era presentato per il pranzo con i parenti.
Senza figli, senza Angelina, ma quasi felice come pochi mesi prima.
Si era riappacificato con la sorella e la famiglia, anche se solo Herm e Ron sapevano veramente come erano andate le cose.
Quest’atmosfera, però, non rispecchiava l’umore di Ginny, che, nonostante facesse di tutto per divertirsi, era alquanto preoccupata per la salute ancora cagionevole di suo marito e per il triste annuncio che avrebbe dovuto dargli di lì a pochi giorni.
Le rassicurazioni di Luna e Hermione non erano bastate a levarle dalla testa l’idea di non poter avere più bambini con Harry.
Era un pensiero che la turbava e la perseguitava in continuazione.
Solo Harry avrebbe potuto aiutarla, e lui era l’unico che non poteva fare proprio niente.
 << Ginny! Questo è il tuo regalo! >> esclamò Molly da dietro le sue spalle con voce squillante, mentre le porgeva un pacco molliccio e dorato, esattamente uguale a quello dei suoi fratelli e di suo marito.
Nonostante i golf personalizzati da lavorare a maglia fossero ormai diventati innumerevoli per via del fatto che erano nati molti nipotini Weasley, mamma Molly continuava a regalarli a Natale, sperimentando nuovi colori magici per renderli sempre differenti tra loro.
Adesso c’erano anche quelli di James, Sirius, Teddy, Rose, Victoire, Fred Jr e tutti gli altri da fare.
A Ginny quell’anno toccò il fuxia. E notare che la grossa G al centro era verde.
Il pullover di Harry invece fu verde acqua, con la H rossa.
Ginny pensò a cosa avrebbe detto Fleur nel momento in cui avesse visto il suo e le scappò un sorriso, dopo tanto tempo, quando vide e comprese che Harry stava pensando la medesima cosa.
Degli adulti ormai nessuno li indossava più, se non nel momento stesso in cui venivano scartati, e Molly lo sapeva bene, ma aveva fatto in modo che i maglioni per il giorno Natale divenissero una tradizione di Casa Weasley.
 << Grazie mamma! >> disse Ginny, gettando le mani al collo alla madre e dandole un veloce bacio sulla guancia.
Si infilò il regalo e si sedette di nuovo accanto ad Harry a mangiare e a bere Burrobirra, immersa nei suoi pensieri.
Era stata una scelta difficile quella di non dirgli nulla. Quella di fare finta che tutto andasse bene e che la vita fosse continuata normalmente.
Ma era stata una scelta necessaria, finalizzata a far riprendere per bene suo marito.
Ognuno di loro, qualsiasi persona presente in quel momento in quella stanza, era più o meno consapevole del fatto che in realtà nulla sarebbe più stato come prima.
E Ginny era quella che ne sapeva più di tutti.
Avrebbe solo voluto urlare, piangere e disperarsi, ma tutto quello che riuscì a fare fu stringere la mano di Harry, che lui le aveva teso, e sorridere al mondo.
In quasi dieci anni, da dopo la Guerra, Ginevra Weasley si era ricostruita una nuova vita, una nuova realtà.
Non era stato facile e ora era altrettanto difficile osservare impotente tutto questo mondo caderle addosso in pochi istanti. Nel lasso tempo necessario per udire una frase.
 << Ha fatto un grave incidente… >>
Una frase che non avrebbe mai dimenticato e che avrebbe rivissuto tutte le notti fino alla fine della sua vita.
 
 << Amore, siediti per favore. >> sussurrò dolcemente Ginny all’orecchio di Harry.
Il moro la guardò con aria interrogativa con i suoi occhi verdi e le prese la mano, facendola accomodare accanto a lui sul divano.
Probabilmente pensava che Ginny avesse bisogno di un po’ di affetto. Quell’affetto che non aveva avuto nel momento in cui lui stava male.
Erano già entrati nel 2007 e si era ormai ripreso quasi completamente.
Anche se non aveva avuto problemi dopo i giorni in coma, in seguito a qualche seduta dal fisioterapista Harry stava decisamente bene.
Quella sera aveva perfino messo a dormire i figli da solo, mentre Ginny riordinava la cucina.
La rossa aveva visto che Harry era in forma ed era stato per quello che aveva deciso di dirgli del bambino, ma non se la sentiva di farlo senza assicurarsi che lui non svenisse all’istante, lasciandola di nuovo sola davanti al suo corpo inerme.
Decisamente non ce l’avrebbe fatta. Non un’altra volta.
 << Hey Ginny… Grazie per quello che hai fatto per me in quest’ultimo mese. >> sussurrò Harry, facendola sdraiare lentamente con la testa sulle sue gambe.
Lei non era abituata a tutta quella dolcezza, ma ogni tanto le faceva piacere.
Harry le accarezzò dolcemente il viso e poi il collo.
 << Harry, io dovevo… Tu… >> incominciò Ginny, ma lui le passò un lungo dito sulla bocca facendole segno di stare zitta.
 << Tu non dovevi un bel niente. Avresti potuto, avresti dovuto lasciarmi perdere una volta per tutte. Io non posso farti soffrire così tanto. Non ne ho il diritto. >> disse Harry, decisamente frustrato dai sensi di colpa.
Poi la sua mano scivolò sul ventre della rossa, e fu solo in quel momento che Harry, da bravo padre, capì.
I suoi occhi incrociarono quelli di sua moglie, sconcertati.
Non disse nulla, si limitò solo a chinarsi e a baciarla dolcemente.
Non ci fu bisogno di parole né di sguardi, ma solamente di un bacio per far scorrere lacrime silenziose sulle guance di Ginny.
Lo stesso accadde al moro, mentre si alzava tirandola su con se, senza permettere che le loro labbra si staccassero.
Fu un bacio umido, che sapeva solo di Harry e di sale.
Ginny pesò a poche cose in quei momenti.
Immaginò a come sarebbe stato se si fossero staccati l’una dall’altro e comprese subito che sarebbero crollati entrambi, insieme. Sarebbero andati in frantumi come avevano fatto le Profezie in quella notte passata nell’Ufficio Misteri. L’unico modo per non crollare sarebbe stato restare così, attaccati, rimanere uniti e lasciare che tutto passasse senza creare più danni.
 
Continua…

SPAZIO AUTRICE:
Non vi sebra vero? Vi pare di avere le visioni e di aver letto un breve nuovo capitolo di Sunlight?
Eppure è tutto reale...
Sono tornata!
So che il capitolo è corto ma ho avuto il cosiddetto 'blocco dello scrittore' con questa fanfiction e ne sto uscendo lentamente.
E' stata una mia amica a suggerirmi di riprovare a mettere giù qualcosa... 
Non sono per nulla convinta di quello che ho fatto, non mi piace molto questo capitolo.
Spero che, nonostante io non abbia più idee e non trovi più il tempo per scrivere, gradiate la nuova parte.
RECENSITE! se ne avete ancora voglia e correggetemi pure gli errori, se ne trovate.
Auguro a tutti buone feste. :)
RemusTonks98

 

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