Not scared to love.

di liamstinks
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First day: 'it seemed such as an easy thing' ***
Capitolo 2: *** Second day:the drunk meeting. ***
Capitolo 3: *** Third day: 'nothing to lose anymore'. ***



Capitolo 1
*** First day: 'it seemed such as an easy thing' ***


Sono una ragazza semplice,non mi piacciono le cose troppo esagerate nè troppo poco curate,mi piace il necessario e la semplicità. La cosa che più adoro nelle persone è infatti la semplicità e la sincerità.Non vivo in chissà che città di quale paese ma per mia decisione ho deciso di andare a Londra per definire meglio il mio  inglese molto approssimato.Adoro,amo la musica ma la mia voce fa venir gli incubi,mi piace ballare,ecco forse questa è un'abilità in cui sono decente,un’altra cosa,sono molto solitaria,non mi piace stare in mezzo troppa gente,a parte alle feste in cui cerco di lasciar scomparire la mia timidezza e ballare senza badare ai giudizi della gente. Cosa che più vi interesserà è che mi chiamo Alessia,di solito tutti hanno nomi molto complessi come ‘Josephine’, ‘Alex’, io ho un nome del tutto normale e molto conosciuto,che da’ poco l’idea di quelle snob...spero.

GIORNO 1

Ero appena arrivata all’areoporto di Londra quando già pensai ‘Mamma mia,che confusione’,tutte quelle scritte,quello spazio che pur essendo sovraffollato di gente mi faceva sentire sola , senza un senso di orientamento.

“Perchè così tanta gente oggi?” “Dove devo andare? Se va bene arriverò all’hotel per il prossimo anno’’
‘’Cosa c’è scritto su quel cartellone?’’ ‘’Oddio,mi son persa’’-pensai tra me e me cominciando ad andare in panico.Sapevo Londra non fosse una città del tutto tranquilla ma non pensavo fosse così complicato trovare un uscita.

Bene,dopo ben 2 ore e mezza di giri a vuoto in quel aereoporto,trovai l’uscita, ‘Exit’, vedere quella scritta non era mai stato così gratificante fino ad ora.
‘Aria finalmente aria’ dissi alzando le braccia al cielo.Inutile è dire quanti mi fissarono con facce sconvolte,soliti inglesi.
Ero completamente distrutta,arrivai a destinazione all’ora di cena poichè avevo avuto alcuni problemi di comunicazione col taxista,sapevo già che sarebbe stato tutto difficile,la mia prima esperienza all’estero era iniziata e ovviamente pure benissimo.

Mi guardai poco attorno,volevo solo arrivare al mio hotel provvisorio,il giorno dopo avrei cominciato a lavorare in un bar ,così da potermi permettere di affittare un appartamento,prima o poi.
Camminando per le strade mi stavo già preparando quella frase da dire appena sarei entrata nell’hotel,ma appena entrai il signore della receptioner rovinò tutto,cominciando la conversazione.

‘Maledizione’ pensai, ‘Mezz’ora a pensare questa frase e poi lui mi frega così’.
Indicai semplicemente una porta,il mio era un inglese molto più gesticolato che parlato,questo è certo.
Il signore perspicace capì.’Italian?’ chiese, ‘Yes’ risposi io.Chissà come mai ma gli italiani venivano subito riconosciuti dalla grande padronanza della lingua inglese.

Presi le chiavi e mi dirissi alla mia stanza 298,troppe scale da percorrere,troppe.Arrivai in stanza strisciando come un serpente morente.‘’Da quanto tempo non facevo più di due passi al giorno?’’ mi chiesi e poi pensai che in effetti che più di due passi li facevo alla fine:Mi muovevo dal divano al frigorifero e dal frigorifero al divano,erano già ben 20 passi contando pure il ritorno.
Aprì la porta,niente di che,non mi aspettavo un granchè,era una stanzetta arredata con il solito buon gusto,buon profumo di formaggio stagionato da 16 mesi,tende piene di fumo;era una meraviglia.

Erano le otto di sera,nonostante tutto,crollai,neanche la mia bisnonna si sarebbe addormentata così presto.
Stavo dormendo ma la mia testa,che fino ad un momento prima era pieno di pensieri accavvallati uno sopra l’altro ,ora si era deciso a lasciare spazio a sogni vuoti e neri che avrei dimenticato la mattina seguente.
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Capitolo 2
*** Second day:the drunk meeting. ***


Sentì quella fantastica sveglia,piacevole come una zanzara che ti ronza nell’orecchio nel cuore della notte;cercai il telefono con gli occhi ancora socchiusi.Non volevo alzarmi,con quella poca voglia che avevo aprì gli occhi per spegnere quella maledetta sveglia.
Guardai l’ora e dentro la mia testa pensai leggendo l’ora ‘’Oh ma perfortuna sono solo le otto’’ quando realizzai che ero in ritardo.Saltai in piedi più veloce della luce,mi fiondai in doccia e poi dopo essermi asciugata,mi preparai:poco trucco,non avevo abbastanza tempo per un trucco accurato,capelli legati e semplici jeans e un maglione,poichè era autunno.
Uscì in fretta dall’albergo,non avevo tempo da perdere,era il mio primo giorno di lavoro ed ero già in ritardo.
Arrivai quasi correndo.’’Sorry’’ dissi e poi mi diressi a lavoro.Il capo mi diede alcune indicazioni e poi iniziai;era tutto così strano,all’inizio mi sembrava monotono quasi noioso ma pian piano iniziai a capire il lato positivo di questo lavoro: si potevano osservare diversi tipi di persone,dal ubriacone,al personaggio che faceva sempre il mini-show fino ad arrivare alle persone di classe,tutte tirate a lucido.
Stavo quasi per uscire dal locale quando vidi una persona,l’unica ancora rimasta lì.Era seduto su una sedia e stava bevendo un bicchiere di birra,alcuni mi avvertirono che non era la prima;per qualche  strano motivo decisi di sedermi di fronte a lui.

‘’Che succede?’’ gli chiesi con una voce molto delicata poichè aveva bevuto abbastanza.

Lui mi guardò ‘’Non ti può interessare,tu hai tutto,ancora’’rispose con tono irritato.

Respirai affondo ‘’Dimmi che succede’’ lo osservai cercando di capire qualcosa.

Prese di nuovo  il bicchiere di birra ‘’Ho appena perso tutto ciò che avevo’’ guardò di nuovo un punto fisso nel vuoto.

‘’E cosa avevi?’’ risposi e continuammo così per molto finchè mi cominciò a spiegare:

‘’Beh vedi alcune volte le cose non vanno davvero come speri,sembra tutto così perfetto e invece poi ti ritrovi in situazioni come questa;andava tutto bene,io avevo una band con altri componenti,era tutto magnifico,feste ogni giorno,migliaia di fans,premiazioni,milioni di premi,si parlava di noi ovunque.Eravamo all’apice quando tutto è cambiato; uno dei miei migliori amici,quasi un fratello,Harry ha dato di matto,era troppo stressato e ha mandato a fanculo tutto,gli altri non si sono neppure presentati a uno spettacolo che poteva portarci,come band,a livelli superiori ma no loro si sono accontentati di essere arrivati fin qua.’’ Sorrise tristemente .

‘’Prima trovavo amore,amore ovunque,intendo affetto,ora appena mi giro trovo persone che mi odiano,mi odiano perchè sono stato io ad annunciare la fine della nostra band e pensano che sia colpa mia se i One Direction sono finiti ma se fosse stato per me io sarei arrivato a livelli più alti ma gli altri la pensavano in modo diverso a quanto pare..’’ dopo un poco aggiunse ‘’Tu non puoi capire,tu hai ancora i tuoi amici,veri amici,probabilmente un ragazzo e un lavoro’’ scosse la testa molto lentamente.
 

Cercai di consolarlo,non sapevo chi fosse,non lo riconoscevo così mi avvicinai un pò a lui : ‘’ Solo perchè non sono una pop star non è detto che non possa capire come tu ti senta’’ lo guardai negli occhi , ‘’Magari questo è solo un periodo,volevano solo un pò di pausa evidentemente,ma questa non è la fine,le persone ritorneranno a sorriderti,il loro non è odio ma è più tristezza che dai loro comportamenti è confondibile con l’odio ma non preoccuparti’’ gli sorrisi per dargli conforto.

‘’E bere ti aiuterà a dimenticare ma se continuerai a bere così dimenticherai anche le cose più belle che hai fatto,so che stai cercando di dimenticare le cose brutte ma l’alcol cancella via anche i ricordi che non vorresti cancellare’’ presi il bicchiere e lo misi via. ‘’Ora forza e coraggio,domani è un nuovo giorno,magari diventerà migliore,chi lo sa’’ mi alzai in piedi.
Rimase seduto.

Lo guardai e dopo un pò si alzo barcollante ‘’Grazie per il conforto ma non penso le cose si metteranno meglio,ci si vede in giro,probabilmente di nuovo qua domani,lascia un bel pò di birra per me’’ se ne andò superando l’uscio della porta,ma per poco cadde a terra ,così corsi e cercai di prenderlo per non farlo cadere e schiantare al suolo.
Non riuscì a prenderlo ma riuscì ad alleviare l’impatto con il suolo.

‘’Dove è la tua casa?’’ chiesi volendolo portare in un posto sicuro vedendo la sua situazione.

‘’Non lo so’’ rispose con occhi chiusi.
Avrei voluto portarlo all’ospedale ma aveva davvero senso per una sbornia?
Lo portai verso l’hotel,facendolo supportare per metà su di me mentre camminava.
Non ce la facevo più,puzzava di vodka misciata con birra e vino,il solo odore mi confondeva.Diceva cose senza senso e il suo alito alcolico era nauseante,questo mi faceva sentire quasi ubriaca.
Entrai di nuovo in albergo,il signore perspicace,così l’avevo soprannominato,mi guardò con una faccia scioccata ma io lo ignorai e me ne andai su per le scale.
Sembrava di portare Hulk,ogni passo era sempre più pesante,gli scalini erano sempre più distanziati;evitai di pensare cose poco fini e andai avanti.
Arrivai alla stanza,lui continuava a balbettare cose insensate.
Quella porta in quell’istante significava la luce per me,avrebbero dovuto darmi una medaglia per i ‘3 piani di scale con in quasi spalle il peso  di barbone ubriaco’.
Lo feci stendere sul mio letto ricoprendolo di una coperta,il letto aveva già un odore disgustoso quindi non poteva cambiare più di tanto se lui ci avesse dormito là per una volta,anzi forse quell’odore un giorno mi avrebbe fatta dormire.
Feci una doccia e appena arrivai nell’altra stanza vidi che stava già dormendo,il cosidetto ‘abbiocco post-sbornia’.Che sollievo,non avrei dovuto fare la mammina cantandogli una ninna nanna o cose del genere,anche se penso che se avessi cominciato a cantare ,mi avrebbe tirato un cuscino in faccia per farmi smettere.
Andai a letto,finalmente il meritato riposo era arrivato.Un altro giorno si era concluso.Era stato il giorno più strano di sempre.
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Capitolo 3
*** Third day: 'nothing to lose anymore'. ***


His point of view:
Mi ero appena svegliato,capivo meno del solito,sentivo la testa ancora girare,come se avessi passato la nottata intera a dormire sulle montagne russe.
Decisi di chiudere gli occhi e poi riaprirli,niente,soltanto peggio di prima.Mi alzai da un letto,aveva un odore davvero strano,iniziai a camminare con un andamento davvero poco stabile,finì contro qualcosa o meglio dire qualcuno...
Aprì meglio gli occhi e vidi che era una ragazza,’’Ah okay è una ragazza’’ pensai nella mia testa ma subito dopo lo ripetei in modo allarmante ‘’é una ragazza!’’,la guardai,non era male ma stavo pensando di aver combinato qualche cosa con lei la sera precedente così sorrisi.Mi sdraiai vicino a lei provando a ricordare le scene della nottata passata,ma tutto ciò che ricordavo era il momento della litigata con Harry,un mio amico che mi fu molto fedele fino a quando perse totalmente la testa;ripensandoci quella litigata mi sembrava di una stupidità immensa,piena di frasi insulse e senza significato.
Ritornai ad osservare quella ragazza fin quando pian piano la vidi svegliarsi,decisi di darle un bacio,anche se l’idea di sgattaiolare via da quella stanza si ripeteva nei miei pensieri;
Appena finì di baciarla incrociai il suo sguardo,era stranito e non ne capivo il motivo.Avevo fatto qualcosa di male?
 
Alessia’s point of view:
 
Non avevo neanche finito di aprire gli occhi che mi ritrovai le labbra di qualcuno sulle mie,appena me ne accorsì aprì completamente gli occhi e lo guardai male.
Era il barbone di ieri,non mi ricordavo che ci fosse anche lui,di prima mattina non riuscivo a realizzare molte cose,ero più rincretinita del solito.
‘’Che stai facendo?’’ gli chiesi guardandolo con uno sguardo adatto alla domanda.
‘’Ti sto baciando?’’ rispose con ovviatezza.
‘’Fin qua ci sono arrivata ma perchè mi stavi baciando?’’ dissi.
Potevo sembrare acida ma non capivo perchè l’avesse fatto,era uno sconosciuto,non capivo a che stesse alludendo e tanto per finire il suo bacio era stato pessimo:baciare una bottiglia di vodka avrebbe avuto lo stesso effetto.
 
Mi guardò con un mezzo sorriso e poi rispose ‘’Non ti ricordi niente di ieri sera?’’ mi guardò fissa accarezzandomi lentamente il mento.
Allontanai leggermente il viso dalla sua mano per poi rispondergli : ‘’Io ricordo tutto ma penso che sia tu a non ricordarti nulla’’
Stavolta fu lui a guardarmi con una faccia confusa.
‘’Non abbiamo....’’ lasciò in sospeso la frase.
Io lo guardai e dissi con tono più acuto ‘’Assolutamente no!’’.
‘’Neanche un pò?’’ ci rimase quasi male.
‘’Neanche un pò ,caro e ora torna a casa’’ dissi irritata dal fatto che si fosse illuso in qualcosa di non vero.
Lui guardò in basso un poco confuso ma un pò forse triste.
‘’Allora che è successo?’’ mi chiese guardando prima il pavimento e poi me,io gli raccontai che era ubriaco e che stava quasi per cadere a terra così lo portai a casa mia.
Ricevetti un grazie come risposta,poi se ne andò.
‘’Ci si vede in giro’’ disse uscendo ancora una volta dalla porta,chiudendola.
Lo salutai e andai a prepararmi,non volevo arrivare tardi anche oggi.
His point of view:
Il fatto di non ricordarmi nulla mi dava sui nervi ma adoravo quella sensazione di libertà e felicità quando bevevo.
Mi sentivo totalmente confuso,tornai a casa ma vidi della gente portarmi via alcuni immobili della casa,ci avevo rinunciato,non mi avvicinai neppure,i manager mi avevano tolto tutto il denaro che avevo,poichè avevo lasciato la loro compagnia prima della fine del contratto.
Tanto per cambiare ricevetti un messaggio dalla mia ragazza. ‘’Ho una ragazza?’’ pensai sul momento avendo come un black-out.C’era scritto ‘girlfriend’ così supposi di sì.
Aprì il messaggio,non sapevo che pensare.
Diceva:
‘’Hey,ci possiamo incontrare nella piazza principale.Ho bisogno di parlarti’’
Io le risposi con un semplice ‘’Okay’’ cosciente che tanto avrei dovuto comunque camminare per tutto il giorno anche solo per cercare qualcuno che mi desse ospitalità;forse avrei dormito in uno di quelle scatole di cartoni per merci,così comode,fornite di auto-riscaldamento e tecnologia ultra moderna.
Arrivai sul posto e una ragazza mi si avvicinò immediatamente,forse era la mia ragazza.
‘’Hey’’ non sorrise molto.
Io feci solo un mezzo sorriso che servì come saluto.
‘’Senti...ti devo parlare’’ non fece nessun contatto nemmeno visivo,il che lo reputavo strano ma stetti ad ascoltarla.
 
‘’Sei un ragazzo fantastico,ma sai che tutta questa storia era un contratto’’ mi guardò gesticolando.
‘’Ora tu non sei più nessuno e non credo di essere interessata a te ancora...’’
Dopo questa frase la guardai malamente per un secondo anche perchè quelle parole non stavano per niente migliorando la mia giornata.
‘’Fa niente’’ le risposi ormai arrendendomi a tutto ciò che stava accadendomi.
‘’Mi dispiace davvero’’ mi disse.
La ignorai,mi misi il cappuccio della mia felpa in testa e camminai,dove non lo so.
Mi sentivo estremamente solo,iniziò pure a piovere.
‘’Qualcuno mi odia proprio’’ pensai andando in un vicolo chiuso sedendomi a terra.
Solo alcune gocce sfioravano la mia pelle,’Meglio così’ pensai , ‘Almeno la gente non si accorgerà delle mie lacrime’ dissi sentendo un immenso vuoto.
Non avevo più nulla: tutti gli amici se ne erano andati,la mia ‘ragazza’ ? Se ne era andata via pure lei.Lavoro?Non conoscevo più quella parola.Almeno mi restasse una casa,un ambiente in cui stare in santa pace , ma avevo perso pure quello.
Chiusi li occhi cercando di estraniarmi dal mondo.
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