La vittoria dei distretti.

di ThiefOfVoid
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1:la mietitura del Distretto 12 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2:la mietitura del Distretto 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3:il viaggio verso Capitol City ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4:dal Distretto 2 a Capitol City ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5:la permanenza a Capitol City (Distretto 12) ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6:Permanenza a Capitol City (Distretto 2) ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7:I primi giorni di giochi (Distretto 12) ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8:i primi giorni di giochi (Distretto 2) ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9:Il palazzo presidenziale (Distretto 12) ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10:il palazzo presidenziale (Distretto 2) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11:La spedizione alla Cornucopia (Distretto 12) ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12:la solitudine di un Favorito (Distretto 2) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13:Speciale:un giorno dal distretto 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1:la mietitura del Distretto 12 ***


MIETITURA,ROSE

Ci risiamo anche quest’anno. Oggi è il giorno della Mietitura e il mio caro Distretto 12 perderà due dei suoi ragazzi. Il mio nome è molto gettonato,a causa del numero di tessere che ho raccimolato per la mia famiglia. Certo,siamo solo io e i miei genitori,ma lo stipendio riservato ai minatori è molto basso. Rispetto a famiglie di due o tre figli con il padre morto sono certamente più fortunata. A volte mi capita di pensare alla rivoluzione che Katniss Everdeen,la vincitrice del nostro distretto di ben due edizioni degli Hunger Games,portò avanti. Per qualche anno la popolazione stette bene,ma poi siamo tornati a questa penosa e difficile situazione di una volta. Ogni volta che siamo di nuovo in periodo di Mietitura la mattina non riesco a stare a casa la mattina,mi alzo molto presto e passeggio per il Distretto,cercando di distendere i nervi,perché ammetto di aver paura. Mia madre sa di questa mia tradizione,e sa anche che tornerò a casa in tempo per prepararmi alla cerimonia al Palazzo di Giustizia. Sono atipica e distaccata:non ho i tipici occhi grigi da Giacimento,i miei sono castani. Ho pochi fidati amici,nascondo le mie emozioni e spesso le mie insegnanti dicevano che non riuscivano a capirmi perché ero così fredda che non riuscivano a capire cosa mi passasse per la testa. A me sta bene,socializzo volentieri,ma solo quando ce n’è bisogno e solo con chi voglio io e sto bene anche da sola. Ma non oggi. Vado verso la casa di Mararet,una dei miei affidabili amici,ha un anno in più di me e entrambe abbiamo l’ansia da Mietitura addosso. Ogni volta che è il momento di andare in piazza per assistere al momento dell’estrazione cerchiamo di stare vicine per sostenerci a vicenda. Il tempo per la consueta passeggiata è finito,devo tornare a casa per prepararmi. Il solito vestito da Mietitura color lavanda,le solite scarpe tenute pulite e intere,ma quest’anno niente trecce innocenti,ma capelli raccolti in una coda di cavallo tutta verso destra che ricade sulla spalla tenuta insieme da un nastro color lavanda. E’ così che tutti mi conoscono. Quando mia madre decide che sono davvero pulita e profumata mi lascia vestire e ci dirigiamo verso la piazza principale,che si affaccia al Palazzo di Giustizia. Odio il modo in cui i Pacificatori ti tengono d’occhio,sembra quasi che non vedano l’ora di farci del male al minimo errore. I passaggi sono sempre gli stessi tre:arrivo in piazza,riconoscimento o registrazione (secondo l’età dei ragazzi e delle ragazze) con il solito prelievo di sangue e disposizione intorno al palco e agli schermi di Capitol City. Mi si spezza il cuore nel vedere i dodicenni che vanno verso la fila della registrazione impauriti e inesperti. Alcuni di loro anche se sono così piccoli hanno alta probabilità di essere estratti perché sono i fratelli maggiori di una famiglia senza papà,e quindi devono prendere le tessere per l’olio e per i cereali. Quando è finalmente il mio turno porgo la mano al Pacificatore e quando mi preleva un po’ del mio sangue non  cambio espressione nonostante il medio dolore che percepisco per pochi secondi. Vado decisa verso la piazza cercando Margaret. Nonostante io sia la minore fra le due amiche sono più forte,ho paura,ma riesco a nasconderla. Margaret invece trema come una foglia,questa è la penultima Mietitura per lei,ma ha sempre più paura. Effie Trincket arriva al Palazzo di Giustizia più puntuale di un orologio,e non ha certo dimentiato il suo finto entusiasmo. Mi è sempre stato detto che una volta il suo entusiasmo era sincero,ma quando ha conosciuto Katniss Everdee e Peeta Mellark ha finalmente capito che non c’è niente di bello negli Hunger Games. Ora come non mai percepisco il suo dispiacere e la sua amarezza,anche se riesce bene a coprirle con la positività. Il solito “Felici Hunger Games,e possa la fortuna essere sempre a vostro favore”,il solito insopportabile e ipocrita video da Capitol City,il solito “prima le signore”. Affonda la sua mano fra i nomi femminili. Estrae il piccolo foglio arrotolato di carta bianchissima. Il nome Rose Peetal risuona negli amplificatori. Rose? Metto a fuoco la situazione e mi rendo conto che Margaret mi sta guardando con occhi sgranati,sta per offrirsi al posto mio,ma le faccio cenno per dirle di non fare stupidaggini. Nessun altro oltre lei vuole sacrificarsi per me,così stringo i denti e vado a passo deciso e apparentemente tranquillo verso il palco. Quando mi trovo rialzata rispetto agli abitanti del Distretto vedo la mia famiglia e Margaret,sono distrutti. Poi Effie va senza indigio verso i nomi maschili. Viene estratto un ragazzo di 12 anni,non faccio caso al nome. E pochi secondi dopo,senza che il piccolo sventurato si sia reso conto dell’accaduto dalla piazza si alza una voce. “Mi offro volontario come tributo!”. Cerco di capire chi ha preso questa pazza decisione. Da qui non lo vedo bene,ma noto il suo passo e la sua freddezza. Distolgo lo sguardo di nuovo verso la mia famiglia. Quando il ragazzo annuncia il suo nome ho un tuffo al cuore. E’ Greg Klin. Tutti ma non lui,non riuscirò mai ad ucciderlo. Lo conobbi al Forno quando eravamo piccoli,e già ero cotta di lui. Occhi azzurrissimi,riservato e distaccato,un altro atipico del Distretto 12. Perse il padre in miniera e da quel giorno fu lui ad occuparsi di se stesso e di sua madre. Ci portano all’interno del Palazzo di Giustizia per le visite d’addio ai parenti. Vengono mia madre e Margaret insieme,mio padre non ha retto il dispiacere e se n’è andato. 
Margaret è a pezzi. Quando riesce a schiarirsi la voce è quasi il momento in cui dovrà uscire di qui,ma riesce a parlare appena in tempo

“Tu devi vincere,ok?”

“Certo”
dico per sviare. Ma so già che non riuscirò mai a mantenere la promessa.
Ma lui…si ricorda di me?


MIETITURA,GREG

Non mi interessa se oggi c’è la mietitura. Mia madre è già sveglia,è irrequieta pensando che oggi potrei essere estratto per partecipare agli Hunger Games. Come ogni anno cerco di calmarla per poi andare verso la recinzione ipoteticamente elettrificata che mi separa dai boschi del Distretto 12,il mio rifugio nonché la mia fonte di guadagno. Dopo che papà è morto durante il turno in miniera mi sono offerto per mantenere me e mia madre,non avrei sopportato di vederla vendersi ai Pacificatori,perché nonostante non sia più giovanissima quei bastardi spenderebbero una fortuna per lei. Durante il tragitto incontro Mark,il fratello dodicenne di James.

“Guarda chi si vede a quest’ora. Non si dorme,vero?”

“Greg,ho paura,oggi è il giorno della Mietitura e…”

“Hei,ascoltami. Il tuo nome compare li in mezzo solo una volta proprio perché ti ho proibito di prenotarti per delle tessere,andrà tutto bene. E adesso va a casa,se tua madre si sveglia senza di te diventa matta”


Anche Mark ha perso il padre,era malato,la fame e la fatica del lavoro aiutarono la malattia a progredire più velocemente. Sono passati anni da quel giorno,lui era molto piccolo. Le nostre famiglie hanno sempre diviso cibo e denaro,è così che conobbi James,quello che era il mio migliore amico,anzi,il fratello che non ho mai avuto. Andavamo a caccia insieme. Morì pochi giorni dopo aver cominciato a lavorare in miniera,al compimento dei 18 anni. Sono passati solo sei mesi da quel giorno. Gli promisi che avrei protetto suo fratello e che avrei sfamato anche la sua famiglia nel caso in cui gli fosse successo qualcosa,e così faccio. Oggi piazzo solo qualche trappola e sto meno nei boschi,ma il bottino è comunque soddisfacente. Mi sbrigo percorrendo il tragitto verso il Forno deciso a fare buoni affari. La mia bisaccia è ben piena di conigli. Ne scambio uno per delle pagnotte,un altro per una buona quantità di cereali e gli altri li vendo al macellaio. Ne tengo due per la mia famiglia e quella di Mark. Fra il cibo e i soldi che ho raccimolato saremo tutti a posto per almeno un paio di giorni. Mi preparo per la cerimonia del Palazzo di Giustizia perché a quanto pare l’abbigliamento da boschi non è ben accetto e sarebbe pericoloso per la mia incolumità fisica,visto che sono un trasgressore della legge di Panem. Il solito fastidioso e ipocrita video di Capitol City…mi fa sempre innervosire,ma mi calmo prima di dire qualche stupidaggine. La Trincket è sul palco,sorpresa di vedere il caro Haimytch,il vincitore della seconda Edizione della Memoria,sobrio. Va decisa per estrarre il nome della giovane donna:Rose peetal. Rose. Mi eccheggia nella mente,tentando di riportarmi alla mia infanzia. E’ chi penso io? Appena Effie si preparsa ad estrarre il nome del giovane uomo dedico tutta la mia attenzione al foglio di carta che è stato pescato. La cosa peggiore che potessi immaginarmi sta accadendo. E’ stato estratto Mark. I Pacificatori non fanno nemmeno io tempo a invitarlo a salire sul palco che io mi offro al posto suo. Ho fatto una promessa che non posso spezzare. Vado verso il palco con passo deciso,a sangue freddo. Mentre i Pacificatori ci portano all’interno del palazzo capisco che Rose Peetal è la mia Rose. Quella Rose che al Forno si guadagnava sempre una pagnotta calda e profumata semplicemente con il suo sguardo teneramente timido. Quella Rose che condivideva sempre con me quella pagnotta,sempre con un sorriso. Quella Rose che era sì timida,ma per sua scelta. E’ considerata strana perché già da piccola era distaccata e riservata. La persi di vista quando finì la scuola e James mi insegnò a cacciare. Vengo improvvisamente investito dalla sensazione di benessere che provavo passando il mio tempo con lei. E ora che ho 16 anni capisco che non è solo benessere o amicizia…è amore. Incondizionato,a quanto pare. Solo Mark e le nostre madri vengono a trovarmi. E’ sconvolto,dopo la morte del fratello sono diventato il suo grande punto di riferimento. 

“Hei,tu ora mi prometti che ti prenderai cura di te stesso e delle nostre madri,ok?”

Annuisce con fatica. Quando i Pacificatori stanno per portarlo via riesco ad augurargli buona fortuna,e poi lo strascinano via di peso. Il viaggio verso Capitol City è vicino e io non so come farò nell’Arena. Ucciderò Rose o lascerò ad altri quest’ingrato compito per poi vincere per Mark,o lascerò che sia lei a vincere per poi dirle di occuparsi di mia madre e della famiglia di Mark dopo che sarò morto?

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Bhe,ecco a voi la mia nuova ff. E' nata per caso,e non per idea mia. Ad esempio l'arena non l'ho inventata io,alcuni avvenimenti degli Hunger Games saranno miei,ma principalmente mi sono fatta aiutare da un mio amico (che avrà anche il suo spazio nell'angolo degli autori). Lui ha ideato l'arena,il suo personaggio e anche parecchi avvenimenti degli Hunger Games. Ma la sto scrivendo da sola,anche se in origine avrebbe dovuto pubblicare lui la storia e avrebbe dovuto scrivere anche alcune parti,ma sono dettagli xD spero che vi possa piacere e che apprezziate il modo in cui rendiamo la realtà di Panem e dei vari distretti,perché (parlo almeno per me) ci teniamo che tutto sia reso nel migliore dei modi. Scusate il linguaggio a volte arcaico del mio compagno di scrittura xD

Salve,sono Carlo e sono uno dei creatori della fanfiction appena pubblicata su Hunger Games. Non per prendermi il merito (anche se in fondo è così) ma io sono stato la miccia di tutto questo e,anche se lo leggerete in seguito,dell'arena. Mi rispecchio nel mio personaggio,Charles:un oscuro,acido e traditore Tributo del Distretto 2. Spero che la fanfiction vi piaccia,buona lettura. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2:la mietitura del Distretto 2 ***


Il Centro di Addestramento puzza di sudore e sangue.
Odio quell’odore.
Indica quanto il mio Distretto sia legato a qui due liquidi.
Distretto 2: forza, sangue e sudore.
Quanto è odioso.
Dalla fine della rivoluzione il mio Distretto era tornato a quello di prima, un centro per creare tributi forti per aumentare lo spettacolo negli Hunger Games.
Io sono Charles Thorne, 17 anni, Numero 56748 del Centro di Addestramento.
Sono un esempio modello di ciò che il Distretto 2 non vuole: io uso la mente e non i muscoli.
Qui dentro ho eliminato nemici, certo, ma mentre tutti lo fanno pestandoli a sangue o spezzandoli le ossa; io invece spezzavo legami unici, come amore o amicizia.
Qui sono rispettato, o meglio non considerato, perché se solo uno provasse a toccarmi ciò che gli accadrebbe sarebbe del tutto peggiore di qualsiasi tortura fisica.
Solo poche persone mi avevano incuriosito e quelle persone sono i miei amici.
Sono seduto con loro a pranzo.
Klaus è alto e biondo ed è un esempio di ciò che il Distretto 2 vuole. Nerboruto e ginnico, Klaus è il fior all’occhiello del Centro di Addestramento e perciò tutti lo spronavano a entrare negli Hunger Games. Più volte aveva pesato di farlo, ma alla fine capiva che sarebbe stato solo un inutile spreco.
Serena era una ragazza abbastanza bassa e bionda e anche lei era molto ammirata nel Centro. Come Klaus, anche Serena era stata spronata a entrare nei giochi, ma siccome questi gli avevano portato via tre fratelli evitava sempre di porsi la domanda sul Volontariato.
Oggi sarebbero venuti quelli di Captiol City per prendere i nuovi Tributi, perciò uno dei venti vincitori del Distretto 2 ancora in vita è venuto a elogiare gli Hunger Games.
Quest’anno il diritto capitò a Enobaria.
Sale sul palco della mensa con passo tremante, non era affatto sicura di ciò che doveva dire, e si posiziona al suo centro.
"Salve" balbetta "Come voi saprete oggi iniziano i 88esimi Hunger Games, per cui io sono qui per spingervi a parteciparvi. Io mi offrì volontaria a 16 anni. È ora sono ricca, amata e…".
"Chirurgicamente rifatta" urla uno del pubblico.
Lei lo guarda in cagnesco e lui si acquatta per non farsi vedere mentre arrossisce.
Io e Serena ridiamo sotto i baffi.
"Tornando a noi, gli Hunger Games sono un ottimo modo per misurarvi…" dice Enobaria.
"Se non moriamo." bisbiglio alla mia cerchia.
Vidi con la coda dell’occhio Enobaria che se ne va, molto probabilmente non ho sentito finire il discorso.
Molti annuiscono e gridano commenti, sia positivi sia negativi.
Un Pacificatore fa partire una fastidiosa sirena per indicare la fine della pausa mensa.
Dobbiamo tornare agli addestramenti.
Per questi stupidi addestramenti io ho uno stratagemma, infatti timbro il cartellino localizzatore e lo lascio nella sala proiezioni, dove bisogna stare fermi per un’ora, per poter andarmene da quel pozzo di sudore e sangue.
Salgo sul tetto del Centro di Addestramento dove rimango a guardare il vuoto.
Hunger Games.
Giochi, reality show, spettacoli e arene.
Tutto questo erano i giochi della fame.
E io li ammiravo.
E li odiavo.
Li guardo sempre e una piccolissima parte di me vorrebbe entrarci dentro.
Ma quella parte muore, sempre ogni Mietitura.
Dopo l’ora riscendo e finalmente gli incontro.
I miei coltelli.
Sono le mie armi preferite e mi fiondo sopra subito.
Accendo il mio cartellino localizzatore e entro nella sala del tiro con i coltelli.
Tre enormi lastre metalliche arrugginite escono dal pavimento e sulla sua superficie appare una forma umana.
Tiro sei coltelli e il Capo Sezione mi dà come al solito il massimo
Sono le nove.
Mezz’ora e ci sarebbe stata la Mietitura.
Tutti i Pacificatori ci fanno entrare nei nostri appartamenti.
Il mio è diviso con Klaus.
Ci cambiamo e andiamo alla Pizza del Palazzo di Giustizia.
Entriamo nella Volta dei Caduti, una enorme cupola di vetro dedicata ai morti delle Seconda Rivoluzione.
E aspettiamo.
L’inizio della Mietitura è scandito dai fuochi d’artificio.
Enormi scintille rosse e nere volano nel cielo e formano il sigillo di Panem.
Parte l’inno e il palco del Palazzo si illumina e appare Tiffany Ulman.
È un’oca.
Parla veloce e banchetta con le sue parole.
A completare il riquadro i sui vestiti annuali.
Quest’anno indossa un abito formato da chicchi d’uva e sui capelli verdi elettrici c’è un cappello triangolare ricolmo di uva, melograni, banane e arance.
Entrare in un Distretto di Panem con un vestito di frutta significa sbattere in faccia a tutti la superiorità di Capitol City e questo a nessuno del pubblico piace.
"Salve ragazzi cari." dice lanciando baci con le mani dalle sue labbra bianche.
Sono disgustato da questa sua giovialità per l’arrivo di un gioco che strapperà via da questo mondo 23 adolescenti.
"Siamo qui per celebrare i 88esimi Hunger Games. Quindi guardiamo un bel film" dice sorridendo.
Parte il solito film, poi il solito elogio di Tiffany e l’estrazione del tributo femminile: Anna Portman.
Poi passa ai tributi maschili.
Mette la mano nella boccia e estrae la striscia di carta bianchissima.
"Charles Thorne." dice.
Mi blocco.
Poi sorrido.
La parte che moriva ogni volta che estraevano un nome ora era divampata.
Voglio partecipare.
Ma voglio in egual modo vincere.
Tutto poi passa veloce.
I saluti, gli applausi, …
E in men che non si dica sono su un treno con una donna vestita di frutta, una con i denti a sciabola e una del mio Distretto.

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Ciao a tutti, sono Carlo e questo è il mio primo racconto pubblicato su questo sito. Innanzitutto non quale parte del mio cervello mi abbia fatto creare il vestito di Tiffany, ma credo sia un'idea tanto originale quanto pazza. Comunque spero che vi piaccia, buona lettura :)

Ok,anche se questo non è un capitolo mio in fondo non mi dispiace affatto. Tiffany è così oca che muoio dalle risate...il mio unico problema è che questo personaggio non è certo il mio preferito,creerà non pochi problemi...ma non posso spoilerarvi niente. Comunque fra un paio di giorni (credo) pubblico il terzo capitolo:il viaggio dal Distretto 12 a Capitol City. E sto scrivendo il capitolo dei primi tre giorni di giochi dal punto di vista di Rose. Spero che la nostra storia vi stia piacendo :)

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3:il viaggio verso Capitol City ***


Si ricorda di me? E’ la domanda che continuo a farmi mentre veniamo portati verso la stazione. Effie borbotta qualcosa sui nostri impegni,ma non la seguo minimamente. Penso ai giorni in cui dividevo la mia solita pagnotta con Greg per poi andare a giocare insieme nei prati che precedono la recinzione. E penso a casa mia,tutta chiusa in segno di lutto. Quando saliamo sul treno il lusso Capitolino mi lascia a bocca aperta e mi fa capire ancora di più quanto la loro vita sia facile. Veniamo portati nel vagone bar,e attendiamo il mentore di quest’anno,il nostro mentore:Haymitch. Io e Greg ci guardiamo con complicità,come ai vecchi tempi e finalmente mi fa la domanda che io avevo paura di fare. 

“Ti ricordi di me vero? Ti ho visto prima,sembrava che un fantasma del passato fosse tornato nella tua vita”

“Il Forno,le pagnotte,i prati…sì,mi ricordo”


Ci sorridiamo,proprio come facevamo sempre anni fa. Ricordo che una volta era al Forno per comprare dei cereali,ma spese meno del previsto,con quello che avanzò mi regalò una spilla d’argento simile a quella con la Ghiandaia della Everdeen,ma invece della Ghiandaia c’era una rosa. L’ho sempre tenuta appuntata al vestito da Mietiura,mi ha sempre fatto sentire protetta,e anche se adesso sarò un Tributo degli Hunger Games non mi sento tradita da quella spilla. Passerò di nuovo del tempo con Greg,prima che io venga uccisa per proteggerlo,sarà allora che la spilla tornerà a lui, così che abbia qualcosa di me che la mia famiglia non avrà mai,altrimenti la terrebbero loro,e voglio che per lui rimanga qualcosa. Ma se è protettivo come una volta sarà difficile fare in modo che sia lui a vincere. Lo ricordo come se fosse ieri:una volta credevo che sarebbe morto per salvarmi,eravamo piuttosto piccoli e un gruppo di aghi inseguitori ci aveva puntato,non ce l’aspettavamo,ma poi ce la siamo cavata. Abbiamo passato 5 anni della nostra vita in questo modo,ma dopo la fine della scuola si è dato alla caccia,e ci siamo persi di vista. A volte l’ho visto al Forno mentre vendeva i conigli che era riuscito a prendere. Quando capiamo che il nostro mentore sta arrivando tagliamo la conversazione,non vogliamo che sappia che ci conosciamo. Haymitch si fa subito riconoscere,la prima cosa che fa è versarsi un bicchiere di liquore. 

“cos’avevate da fissarvi sul palco? Sapete,credo che mi stiate nascondendo qualcosa”

“Ci stavamo solo scrutando prima dei giochi” dico per tentare di depistarlo. 

“Allora le voci che girano su te sono vere,sei davvero fredda come dicono,dolcezza”

“Bando alle ciance,dicci prima cosa dobbiamo fare appena i giochi cominceranno e poi parleremo delle strategie per guadagnarci gli sponsor”
Greg parte deciso,io faccio solo un cenno d’assenso. Sta già cercando di capire come proteggermi,riesco a capirlo dal suo sguardo,cerca delle risposte,e subito,così che possa già progettare la sua strategia.

“In realtà sono io che comando qui,ma ammiro la tua fermezza. E sono anche più convinto che mi stiate nascondendo qualcosa. Se vi dicessi di stare lontani dalla Cornucopia so che non mi ascoltereste,lo capisco,avete l’aria di due che rischiano il tutto per tutto,di due che voglio delle armi,e al più presto possibile. Se proprio dovete tentare di prendere qualcosa state più che attenti. Secondo dei pettegolezzi fra mentori l’arena sarà particolarissima quest’anno,l’acqua potabile si troverà solo alla Cornucopia”

“E? Niente consigli riguardo le strategie di gioco,istruzioni riguardo agli avversari?”

“Ognuno è diverso,sta a voi capire come comportarvi”

“Haymitch,quando ci hai detto di stare attenti alla Cornucopia ti riferivi ai favoriti,vero?”

“A chi se no,dolcezza? Non tentate di prendere quello che vogliono loro e forse vi risparmieranno. Per quanto riguarda gli sponsor…fate in modo che il pubblico vi ami,non siate distaccati,mostrate la parte migliore di voi”


Greg sembra contrariato dal comportamento di Haymitch,ma non è per questo che continua a guardare il paesaggio che corre fuori dal vagone del treno. Gli mancano i boschi del Distretto 12. In effetti danno pace. Lo so perché per qualche anno gli ho frequentanti anche io. Prima che cominciassi la scuola ci andavo con mia madre,mentre papà andava a lavorare io e lei oltrepassavamo la recinzione e restavamo fuori per un po’. Mi insegnò a tirare con l’arco e a fare qualche trappola. Quando tornavamo andavo al forno per stare con Greg. Poi ci tornai qualche volta nella bella stagione negli anni in cui andavo a scuola. Ma ora sono svariati anni che faccio la donna di casa e apprendo qualche piccolo trucco da guaritrice. Ripenso alla frase di Haymitch:mostrate la migliore parte di voi. Cosa c’è di buono in me? Forse qualcosa c’è,altrimenti non avrei ne Margaret ne Greg. Ma comunque non sono totalmente me stessa con i miei genitori pur volendo bene ad entrambi,e solo Margaret e Greg mi conoscono davvero. Quindi,come farò ad essere me stessa in modo completo se devo mostrare il meglio di me a gente che odio,alla gente di Capitol City? Caesar,il presentatore degli Hunger Games mi è simpatico pur essendo un Capitolino,si veste all’incirca come loro,ma è caratterialmente diverso…oppure sa fingere. In ogni caso sarà il mio unico appiglio durante l’intervista. Mi sento sollevata quando Effie ci chiama per il pranzo,tutto questo pensare mi ha svuotato lo stomaco già abbastanza vuoto. Ci vengono messe davanti le più svariate pietanze,i più svariati e insoliti cibi che nel 12 non troverai mai. Mangio molto ma con calma,o il mio stomaco non reggerebbe a tutta quest’abbondanza. Per la prima volta nella mia vita posso dire di essere veramente sazia. Per tutto il tempo del pranzo Haymitch cerca di estorcerci informazioni su una nostra presunta amicizia,ma ovviamente siamo più silenziosi di una tomba. Vuole esasperarci,ma non ci riuscirà,infondo siamo un cacciatore e mezza,sappiamo portare pazienza. Credo che ci stia odiando,o noi o la nostra fermezza…ma so che non si arrenderà,è testardo come pochi altri. Me ne sto un po’ da sola al vagone di coda,per prendere un po’ d’aria fresca. Ma poi mi accorgo di essere osservata da Greg ,scoppia a ridere in quella sua risata contagiosa e stupenda che solo lui ha.

Avrei potuto ucciderti da cinque minuti buoni!”

“Così non vale! Il tuo è il tipico passo felpato da cacciatore!”

“Fai di nuovo l’offesa,come quando eravamo piccoli. Fortunatamente non sei cambiata per niente,sei solo più sicura di te rispetto ad una volta”

“E anche più crudele,ma solo con chi se le cerca”

“Sai mi mancano i giorni della nostra infanzia,mi manca tutto di quei giorni,ma il ricordo che mi manca di più e che più fa male è quello di noi due che giochiamo con James,te lo ricordi?”

“Fisicamente non molto,ma ricordo che mi era simpaticissimo. Mio padre lo adorava,sai,ancora si sente in colpa per non essere riuscito a salvarlo”

“James ha fatto di tutto per salvare i padri di famiglia”


Non dico più niente,semplicemente gli circondo le spalle con il braccio,per fargli sentire che ci sono. So quanto James fosse importante per lui. Anche se non lo erano davvero lui lo chiamava fratellone. Non sopporto di vederlo così,quindi cerco di tirargli su il morale con un ricordo sicuramente più glieto.

“Ti ricordi quando avevamo 11 anni?”

“Sì che mi ricordo! Avevi più pane del previsto e misi quello che era in più nella mia bisaccia. Ti chiesi perché era ormai un anno che mi evitavi e tu dissi che non volevi disturbare indicando con un cenno le corde per le trappole che avevo appeso alla cintura. Mi avevi anche dato un bacio sulla guancia destra e prima che potessi parlare eri sparita in mezzo alla folla. Non ho mai pensato di passare da te perché sarei venuto da te alla mattina presto per portarti con me nei boschi,avevo paura di disturbarti”

“Hai fatto bene:sono passati anni dall’ultima volta che ho tenuto in mano un arco o da quando ho piazzato una trappola per conigli,sarei stata solo d’intralcio,non prenderi niente se tornassi nei boschi”

“Lo vedremo durante l’addestramento a Capitol City”


Poi parliamo dei nostri giochi,dell’episodio degli aghi inseguitori,di quando tornavamo a casa con Margaret dopo la scuola,degli scherzi che ci siamo fatti e che abbiamo fatto…andiamo avanti così per un po’,ma ci rendiamo conto che entrambi abbiamo bisogno di una doccia. Così ci separiamo per andare nelle nostre cabine. Mi faccio la doccia con ogni tipo di sapone immaginabile che ogni fragranza che si possa immaginare,mi do una veloce asciugata ai capelli,mi vesto con abiti semplici ma carini e mi faccio di nuovo la coda di lato con i capelli ancora un po’ bagnati. A cena ripeto la stessa modalità d’azione che ho usato a pranzo. Dopo Effie ci propone di guardare la replica delle Mietiture nei vari distretti. In un attimo vedo quelli che saranno i miei avversari. Non mi interessano i nomi:memorizzo volti,distretti e apparente livello di pericolosità. Mi stupisce il ragazzo del 2,Charles,hanno chiamato il suo nome e dopo un attimo di esitazione ha sorriso,a quanto pare aveva voglia di partecipare. I soggetti pericolosi sono ovviamente i favoriti,e la ragazza del Distretto 11 sembra astuta e credo che abbia buone capacità. Gli altri sono nella norma. Prima che io vada nella mia stanza Haymitch mi chiede di nuovo di Greg. Lo saprai al momento opportuno,gli dico. Greg però mi ferma davanti alla porta. 

“Senti…posso rimanere con te stanotte? Vorrei passare con te più tempo del previsto prima che Capitol City ci renda un divertimento per gente ricca e viziata”

“Sai che non mi faccio problemi,ci conosciamo da sempre”


Avremo bisogno di energie per affrontare gli Hunger Games. Non mi tiro indietro quando mi stringe a se,in fondo ci speravo. Domani arriveremo a Capitol City,e il tempo volerà sicuramente. L’inizio dei giochi si avvicina inesorabilmente. 

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Questa storia mi sta prendendo un casino,insomma ci tengo un casino. Ci tengo molto anche perché il personaggio mi rispecchia,un po' come in ogni mia storia. Sto avendo parecchie idee brillanti. Ora però sto scrivendo il capitolo riguardo i primi tre giorni di giochi...non mi manca molto ma sono bloccata,sorry xD 


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Capitolo 4
*** Capitolo 4:dal Distretto 2 a Capitol City ***


"Su forza, entrate." dice Tiffany.
Deve mostrarci i vari scompartimenti del treno, perciò ci sta facendo percorrere i dieci vagoni.
Per ora ci ha fatto vedere la sala da pranzo, ricolma di innumerevoli quantità di cibo, le nostre camere e la sua, nella quale si è vantata di aver fatto dipingere di rosa le pareti.
È molto fastidiosa.
In più dopo un’ora di viaggio ha già cambiato vestito.
Ha gettato il suo vestito di frutta in un cestino/bruciatore rimanendo con una tutina attillata.
Quando l’ho vista, l’ho odiata di più dato che milioni di persone muoiono nei Distretti e una di Capitol City brucia enormi quantità di alimenti perché deve cambiare abito.
Ora indossa un vestito di metallo che le nascondeva metà corpo con una sfera di rame, il resto invece è di alluminio.
Non dimenticando la sua parrucca azzurra.
Enobaria invece sta guardando la televisione, non mostrando alcun tipo di interesse a spiegarci strategie per gli Hunger Games.
"Bene ragazzi cari, che volete fare?" chiede Tiffany.
Il suo continuo cercare di far parlare me e Anna Portman, l’atro Tributo del Distretto 2, è alquanto inutile e ripetitivo, infatti quella stessa domanda l’aveva ripetuta tre volte.
"Beh, che ore sono?" chiede Anna.

"Oh beh tesoro, su questa questione ho dei problemini. Non ho orologi. Mi rovinerebbero il vestito." dice sorridendo in modo molto ebete.
Capitol City, questa è Capitol City. La patria della moda e delle sue orribili idiozie.

"Enobaria cara, sai che ore sono?" chiede allora Tiffany girandosi.

"L’ora che tu stia zitta." dice lei.
In quel momento avrei eretto un altare alla mia mentore, anche se Tiffany invece, con i lacrimoni, corre sui suoi tacchi a spillo nella sua stanza.

"Grazie di avercene liberato." dico.

"Oh non ringraziarmi." dice lei e torna a guardare la televisione.
Sto in silenzio per un po’.

"Beh, allora? Non dici niente?" grido.

"Riguardo a cosa?" dice lei con tono interrogativo.

"Magari riguardo agli Hunger Games?" dico io incredulo.

"Ah già. Gli Hunger Games. Che noia." risponde e torna a guardare la televisione.
Anna è troppo impegnata a magiare per attirare l’attenzione di Enobaria, per cui strappo alla mia Mentore il telecomando e spengo lo schermo.

"Stavo guardando." dice.

"Oh scusa. Ero troppo preoccupato dalla mia possibile morte. Chiedo perdono." dico con tono molto arrabbiato.

"Che bel caratterino. Piacerai molto a Capitol City." mi risponde mostrando i denti appuntiti <>
Si alza e scompare.
In quel momento Anna si rende conto di ciò che è appena successo.
Mi guarda e appoggia una briosce sul tavolo.

"Allora…come ti senti?" chiede.

"Bene. Tu?" sto per scoppiare a ridere per il tentativo di Anna di stringere amicizia.

"Bene. E…tu chi hai a casa che ti aspetta?" sorride.

"Stai flirtando con me? No, perché se lo stai facendo, hai perso in partenza." dico e me ne vado nella mia stanza, che è davanti a quella di Enobaria, dalla quale proviene un assordante rumore di voci.
Entro nella mia stanza e vado diretto a letto.
Da quello che ci ha detto Tiffany, la cena sarebbe dovuta essere fra un’ora, ma sono molto tentato di non andarci.
Li odio tutti.
La moda, la sciocca e l’indifferente, sono insieme a loro.
Mi preparo per la cena che è ricca di ogni cibo al mondo e anche di più, ad esempio degli strani meloni rossi che sapevano di carne.
Dopo la cena guardiamo il resoconto delle Mietiture.
Tutti i tributi erano ordinari, tranne nel 12 dove un ragazzo si era offerto volontario.
"Beh non capita tutti i giorni un evento del genere." dice Tiffany.

"Già, ma, in confronto a voi, lui è un agnellino." dice Enobaria.

"Non stavo parlando con te!" grida con un acuto Tiffany.
È ancora arrabbiata, anche se questo suo stato la rende ancora più buffa, dato che la sua faccia è rossissima e la vena della sua tempia enorme.
Anna non mi guarda. Mi odia.
Non che mi dispiaccia. Avrò un problema in meno nell’Arena.
"Bene ragazzi a nanna. Su su, non fate storie." dice Tiffany ridendo "Domani mattina arriveremo a Capitol. Dovrete essere riposati."
In pratica ci costringe a farci alzare e a braccetto ci porta alle nostre stanze.
Vado a letto, ma non dormo.
Sono stato sorteggiato.
Sono un tributo.
E posso morire.
Ma soprattutto posso uccidere.
Anzi meglio, dovrò ucciderne ventitré.
La notte scorre veloce e in men che non si dica Tiffany bussa alla mia porta.
Facciamo colazione e all’improvviso tutto diviene buio.
Siamo entrati nella stazione e dopo pochi secondi vedo una miriade di omini colorati esultanti.
Il treno si ferma e enormi telecamere si muovono per filmare ogni nostro singolo movimento.
Felici Hunger Games e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.

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Ciao a tutti, sono Carlo. Questo è il secondo capitolo di Charles,scusate il ritardo, ma la scuola non mi ha permesso di scrivere, sapete verifiche su verifiche. Fra poco inizia la parte più avvincente della storia dove il mio personaggio produrrà molte sorprese. Buona lettura a tutti 

Salve cari lettori :) Non chiedetemi perché provo parecchio odio per la maggior parte della gente del 2..."In confronto a voi è un agnellino..." al diavolo,sei fortunata se non ci capiti fra le grinfie...scusate,momento di nervosismo. Comunque...del personaggio di Charles mi piace solo il sufficente odio per Capitolò City,per il resto può anche andare a farsi ammazzare da un orda di ibridi. Credo che inserirò quest'odio anche nella storia,così da rendere tutto ancora più sincero. Anzi lo farò sicuramente,anche solo per sfizio personale,ora se non vi dispiace cerco di costruire insieme a Carlo un dialogo pieno di acidità fra il mio personaggio e il suo. Buone feste,e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5:la permanenza a Capitol City (Distretto 12) ***


Fortunatamente Effie non entra nelle cabine quando ci viene a svegliare. Avrebbe visto la cabina di Greg vuota e la mia sovraffollata,sarebbe stato un grande problema. Facciamo una ricca colazione. Qualche ora dopo arriviamo a Capitol City e abbiamo il nostro scioccante incontro con gli stilisti e con lo staff di preparatori. Mi fanno una dolorosa ceretta e si meravigliano per la naturale perfezione delle mie sopraciglia e della forma stupenda delle mie unghie,e sono entusiasti della loro perfetta lunghezza.

“Non avrai bisogno di quelle finte tesoro!”

Mi truccano e mi pettinano per poi lasciarmi al mio stilista,Laurence. E’ un allievo del defunto Cinna,lo stilista della Everdeen.

“Non penserai mica di vestirci da minatori vero?” 

“Questo mai! Dovrete essere indimenticabili”


Mi fa indossare un completo nero e argento aderente,per mettere in risalto le parti migliori del corpo di chi lo indossa. Ci appunto la mia inseparabile spilla. Anche Greg è vestito allo stesso modo,la cosa è parecchio interessante. Saliamo sul carro trainato da due splendidi cavalli neri. Dal nostro carro scende una pioggia di petali di rosa nera,geneticamente modificata in modo che abbia quel colore e un profumo inebriante ma non soffocante. Ci guardiamo sorridendoci,come ai vecchi tempi,come per accordarci,ed è ora che ci prendiamo le mani e le alziamo al cielo come per dire al mondo intero “noi siamo una squadra”. Il pubblico scoppia in un boato. Prima che il carro si fermi al cospetto del nostro “caro” Presidente come al nostro solito ci diamo il cinque a pugno chiuso sorridendo e il pubblico impazzisce e si infiamma. Il “caro” Presidente fa il suo solito discorso ipocrita riguardante i giorni bui e cose del genere. Entriamo poi nel centro d’addestramento. Entriamo poi nel centro d’addestramento. Noi del 12 abbiamo l’attico,da qui si ha una splendida vista di Capitol City,anche se odio questa città. Domani inizia l’addestramento. Ceniamo e poi guardiamo la replica della parata. Sono tutti entusiasti della nostra entrata,però Effie ci rimprovera solo una cosa.

“Certo che quel vostro ultimo gesto prima del discorso del Presidente non è stato molto elegante”

“Insomma dolcezza! Hanno conquistato il pubblico con quello! Piuttosto…io continuo a credere che vi conoscete”

“Te lo ripeto,non saprai niente prima dell’intervista”

“Sai dolcezza,tu e quella frase siete quasi insopportabili”


Comincio a ridere contagiando tutti,Haymitch compreso.

Anche stanotte Greg insiste per dormire con me,ruberò ancora del tempo a Capitol City,la cosa non mi dispiace affatto. Anche perché ho bisogno di sostegno. Vengo assalita di continuo dagli incubi. A scuola ebbero la malsana idea di farci vedere degli estratti dagli Hunger Games del passato,estratti che mi hanno terrorizzata. Certo,ho anche visto in televisine degli Hunger Games,ma uno di questi estratti veniva dall’anno in cui vinse Enobaria,Distretto 2. Uccise un ragazzo a morsi. E quindi credo che sia ovvio perché sono in preda al panico. Ci hanno fatto anche vedere i pass pro della seconda ribellione. Potete immaginare cos’ha registrato il mio cervello:ovviamente i dettagli più inquietanti. Ho solo un incubo,che appena finisce si ripete inesorabilmente. Riesco a sopravvivere agli Huger Games,ma compio un gesto che genera una ribellione che viene crudelmente repressa. L’attuale Presidente progetta personalmente la mia tortura:veder morire tutte le persone a me care:prima mia madre e mio padre,poi Margaret e infine Greg…che subisce la morte più lenta e dolorosa. Il Presidente è presente all’esecuzione con un sorriso maligno stampato in faccia. Prima che io muoia mi vengono fatti tornare alla mente dei bei ricordi legati alle persone che ho appena visto morire. E mentre vengo dilaniata dagli ibridi sento la voce del Presidente Snow che mi sussurra queste parole. “Stia attenta a quel che fa nell’arena,signorina Peetal”.
Mi sveglio ogni volta con un urlo secco,annegando nelle mie lacrime di paura e tremando come una morfinomane,pallida come le lenzuola della stanza. Ma grazie al cielo c’è Greg,e vedendo che è vivo e che sta bene mi calmo. Abbiamo in comune la paura e la rabbia. Le nostre famiglie hanno conservato con astuzia una copia del libro della Everdeen,perché le altre sono state distrutte perché considerate pericolose. Nessuno immagina che molti in Panem hanno una copia nascosta in casa. Entrambi vorremmo che il vecchio governo di Panem non fosse tornato in vigore,ma siamo nati con la sfortuna addosso. Greg mi abbraccia per farmi calmare,e quando sto per riaddormentarmi mi stringe a se come ieri notte.
Quando Effie passa per svegliarci capisco che abbiamo dormito abbracciati. A colazione mi affogo di caffè su consiglio di Haymitch,credo che abbia capito perché ho passato la notte in bianco. Dopo che la caffeina comincia a fare il suo effetto mangio dei dolcetti al cioccolato,una delle poche cose semplici e basilari nel menù della colazione. E ora devo prepararmi per l’addestramento. Come al solito appunto la mia spilla alla maglia della tuta d’addestramento. Quando entriamo siamo entrambi attratti dalla postazione di tiro con l’arco. Sperimentiamo un po’ tutto,perché negli Hunger Games non si sa mai cosa potrà capitare. Bisogna,nel limite del possibile e dell’utile,saper fare un po’ tutto. E anche i nodi sono compresi in questa lista,e mentre io sto alla postazione dei nodi Greg cerca dei possibili alleati. Quando lascio la postazione non ha trovato ancora nessuno,ma ci fermiamo entrambi a vedere Charles,il ragazzo del 2,alla postazione dei coltelli. E’ molto abile,troppo abile. Ci basta un’occhiata:per entrambi Charles è fuori dalla lista degli alleati. Potrebbe farci fuori entrambi nella notte durante il suo turno di guardia,approfittando del nostro sonno pesante. Sorprendentemente vedo Greg che si avvicina alla postazione delle spade scegliendo il machete,mi dice che deve fare un esperimento. Del manichino che era davanti a lui non rimane molto. La cosa che mi stupisce è che non ha mai usato un arma come quella in vita sua,è tutto talento naturale. I favoriti hanno osservato attentamente la sua prestazione,e ci chiedono di allearci con loro,rifiutiamo all’unisono. I favoriti sono da evitare,anche perché fra di loro c’è Charles. La ragazza del 11 e il suo compagno di distretto ci seguono mentre vado alla postazione di tiro con l’arco,per soddisfare Greg che continua dal mattino presto a dirmi che deve assolutamente vedermi tirare. Senza troppa fatica colpisco il centro del bersaglio facile,lo stesso accade con quello di difficoltà media e di difficoltà alta. Mentre lascio a malincuore l’arco vedo sia il viso compiaciuto di Greg sia la ragazza del 11 che ha intenzione di parlarci. 

“Le vostre prestazioni sono state magnifiche. Io e il mio compagno di distretto non ci conosciamo ma siamo d’accordo sul fatto che vi vorremmo come alleati. Sono Liza,lui è Alejandro”

“Bhe,prima di accettare la vostra proposta…io e Greg vorremmo vedere cos’avete da offrirci” 


Acconsentono senza esitazioni. Liza va diretta alla postazione delle bacche e delle erbe riconoscendo ad una velocità impressionante ciò che è velenoso per poi distruggere un manichino,anche lei con un machete. Alejandro sarà utile in caso di collutazione,dopo i favoriti è lui il migliore alla postazione di lotta corpo a corpo. Dopo aver decretato ufficialmente la nostra alleanza Greg e Liza si mettono d’accordo:non sono stati notati dagli strateghi distratti,perciò lei porterà una specialità diversa dal machete e Greg potrà lasciare a me il tiro con l’arco così che io possa distruggere i bersagli mobili. I due giorni seguenti ritocco ancora qualche specialità che può venir utile nell’arena,e Greg istruisce Alejandro. E la notte dormo sempre con lui,un po’ perché così i miei incubi non tornano…e un po’ perché non ho molto tempo a disposizione,e quindi non devo sprecare nemmeno un secondo. So benissimo che anche quando dorme pensa a come neutralizzare Charles,a come imbrogliare i favoriti,a come proteggermi. 
E finalmente è il giorno dell’esame. Il leggero brusio è creato solo dai favoriti che parlano fra loro e da noi del 12 e del 11 che cerchiamo di mettere giù un piano iniziale senza essere sentiti. Tutti gli altri sono preoccupati e tesi,e forse pensano alla loro famiglia lontana che è a casa sperando che loro non muoiano,o che non muoiano soffrendo. Finalmente è il mio turno,sono l’ultima,come ogni ragazza del 12. Sono anni che non tiro una freccia a qualcosa che si muove,e i bersagli digitali di Capitol si muovono eccome. Ma nonostante tutto il mio esame va magnificamente. Ormai è sera,e i risultati della sessione privata verranno annunciati pubblicamente a tutta Panem. Tutti i favoriti hanno guadagnato 10 punti,lo stesso i ragazzi del 11,Caesar spalanca gli occhi alla vista dei 12 punti di Charles. Tutti gli altri si aggirano intorno ai 7 punti,massimo 9. Ma il bello arriva ora:quest’anno gli strateghi hanno deciso che i ragazzi del 12 sono più letali dei favoriti…abbiamo 12 punti. Sia Caesar che Effie che Haymitch sono increduli di ciò che stanno vedendo,non tanto per i 12 punti in se (che già sono un fattore scioccante),ma per il fatto che mai nella storia degli Hunger Games entrambi i ragazzi del 12 hanno preso 12 punti alla sessione privata. Anche se dovessimo morire Capitol City,il Distretto 12 e tutta Panem si ricorderanno per sempre di noi…come se fosse una bella consolazione. 
Oggi c’è l’intervista. L’abito che Laurence ha fatto per me è stupendo,nero e argento con rose nere che avvolgono il bustino in una spirale,la lunga gonna di tulle brilla di piccoli diamanti. Mentre aspetto vedo Greg,in abito elegante maschile con una rosa nera appuntata alla giacca. La cravatta è cucita con fili neri e argentati. Anche il modo in cui siamo vestiti fa capire a tutta Panem che siamo una squadra. 
Prima della mia intervista però sento parole che forse era meglio non sentire,sono parole di Charles,Distretto 2. Ora ho un motivo in più per odiare i favoriti.

“Allora,oltre a te ci sono altri due tributi da 12 punti,che ne pensi?”

“Bhe,dati gli ultimi vestiti della parata di quelli del 12,non oso immaginare tutto ciò che hanno fatto per prendere il massimo”


La rabbia mi sale in modo tale che controllarla è quasi impossibile. Vengo inquadrata mentre partono tutti gli insulti possibili,ma non mi interessa. Anche l’espressione di Greg è facile da leggere:nel suo sguardo trasparisce solo rabbia. Insinua che non abbiamo capacità,e ci crede capaci di fare di tutto per la gloria. Questo non doveva dirlo visto che vorremmo poter dire di essere due abitanti qualunque del Distretto 12,e invece siamo qui,condannati a partecipare agli Hunger Games.

 Quando è il mio turno Caesar usa parole epiche per presentarmi,forse troppo epiche. 

“E ora,direttamente dal Distretto 12,Rose Peetal,The Black Rose!”

Quando entro (senza cadere dai tacchi incastonati di altri piccoli diamanti che ho imparato a portare in tempi proibitivi) sfodero il mio sorriso migliore lasciando comunque un leggero alone di mistero dietro di me,come se fosse la cosa più naturale del mondo. Caesar ha i capelli blu cobalto,e ha appuntato alla giacca una rosa,anche lei blu cobalto. Anche se il colore cambia so che messaggio sta trasmettendo,così trovo il modo per rompere il ghiaccio.

“Cos’è,non sono ancora partiti gli Hunger Games ma sei già nostro fan?”

“Ok,mi hai scoperto,ma forse non ci voleva tanto a capirlo. Senti,i 12 punti che tu e Greg avete ottenuto sono senza precedenti:già il punteggio in se è straordinario,ma voi siete i primi tributi del Distretto 12 che hanno conquistato questo punteggio,è un caso senza alcun precedente”

“Ce ne siamo resi conto dal fatto che tu e il nostro mentore stavate spalancando gli occhi in modo inquietante. Comunque ne siamo stupiti anche noi,fidati”


“Abbiamo visto dalle telecamere che la dichiarazione di Charles non ti ha lasciata indifferente…”

“Sai Caesar,le mie prime reazioni sono sempre istintive e aggressive,ma posso solo definire questa sua voglia di sparare frecciatine patetica,rimane comunque uno dei tributi meno affidabili di questi Hunger Games,cioè uno dei primi che devo cercare di eliminare”


Mi fa poi domande varie su come affronto la mia partecipazione agli Hunger Games,la mia vita nel Distretto 12,le impressioni riguardo agli altri tributi. Ma poi mi fa una domanda che mi uccide. 

“C’è per caso un ragazzo che ti aspetta con ansia? Insomma,una come te avrà qualcuno nella sua vita”

“In teoria sono corteggiata,ma nessuno mi interessa. Però sì,c’è qualcuno nel mio cuore,ma non ho speranze”

“Come fai a dirlo così con certezza? A meno che non sia già fidanzato ti avrà notato senz’altro,lo charme non è cosa da poco”

“Caesar,lo charme non mi serve proprio a un bel niente perché la buona sorte non è stata a mio favore visto che…uno di noi due morirà nell’arena.”
Il pubblico è sorpreso,in noi vedono i nuovi innamorati sventurati.

“Mi dispiace tanto,tu e Greg siete una bella coppia…se ti va di parlarne vorrei sapere come vi siete conosciuti”

“Eravamo piccoli. Il fornaio mi regalò del pane. Lo notai in mezzo a tanti altri bambini. C’era qualcosa che diceva al mio istinto di dividere quella pagnotta con lui. Da quel giorno ci frequentammo per cinque anni,poi per vari motivi ci siamo persi di vista. E dopo altri 5 anni ci ritroviamo,ma negli Hunger Games. So che non è una storia strappalacrime,ma almeno è vera” 

Il mi tempo è finito,Caesar mi saluta e il pubblico vorrebbe tenermi ancora li. Ora tocca a Greg,faccio appena tempo a dirgli che non era una strategia,che non era un imbroglio,ma che ciò che ho detto era la verità. E lui dice che ricambierà la sincerità. La sua intervista inizia. Caesar gli fa solo domande riguardanti la mia dichiarazione pubblica. 

“Cosa farai nell’arena?”

"Farò di tutto per proteggere Rose,che le piaccia o no,a costo che i cannoni sparino per annunciare la mia morte. Dev’essere lei a vincere”


Ora vengo inquadrata mentre dico che non saprei cosa fare senza di lui,ed è la verità:sarebbe come se tutto il mio mondo mi crollasse addosso.
Dopo l’intervista Haymitch usa le parole più sbagliate che potesse dire,e la cosa secca terribilmente Greg,quand’è preoccupato diventa intrattabile.

“Almeno davanti alle telecamere voi due siete la coppia più innamorata del pianeta…”

“Non farò niente che non sia vero davanti alle telecamere,ogni cosa che dirò e farò sarà sincera. Non mi importerebbe di imbrogliare tutta Panem,ma a lei non posso mentire. Quindi non sprecare nemmeno le tue energie per provare a convincermi di adottare la stessa strategia che hai imposto nei 74esimi Hunger Games” 


Non è che non vadano d’accordo,ma sono entrambi piuttosto orgogliosi e hanno entrambi un carattere un poco irascibile,non che io sia tanto diversa. Haymitch ci dice che se viene a sapere che abbiamo passato anche solo un minuto insieme durante la notte ci renderà gli Hunger Games un inferno. Ma trasgrediremo e dormiremo ancora insieme,infondo non ci scoprirà mai.
Ora alcuni tributi parlano fra loro,i favoriti soprattutto. Ma in mezzo a loro manca Charles. Sta in disparte,e guardando verso di noi sorride in modo malvagio. Haymitch sa che sarebbe meglio che noi due tornassimo nelle nostre stanze,ma non fa tempo a dircelo che Charles viene verso di noi.

“Congratulazioni per il vostro punteggio”

“Grazie”
rispondo cercando di sembrare indifferente,ma quel grazie mi è uscito quasi come un insulto.

“Sai,di solito quando una persona si congratula con un’altra per la stessa cosa anche l’altra persona si congratula con la prima”

“Congratulazioni”
Anche questa parola mi è uscita quasi come un insulto. 

“Grazie” Volge lo sguardo verso Greg mentre mi ringrazia per le mie congratulazioni per niente sincere

“Siete una bella coppia”

“Già,così dicono,in fondo non sta a noi deciderlo”

“Odio le coppie,soprattutto negli Hunger Games. Capisci quello che intendo?”


Se ne va sorridendo di nuovo in modo maligno. Gli mando un altro insulto mentre Greg lo fulmina con lo sguardo. Se prima era motivato per proteggermi da lui ora lo è ancora di più,e forse Charles sa che per me questo è un problema. 

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Ringraziate la mia noia,non sapevo che fare così ho deciso di pubblicare xD E tanto per cambiare,sto odiando sempre di più Charles *fischietta*. Devo ammettere però che le sie bastardate sono geniali...ok basta,che poi mi viene mal di stomaco. Spero di poter finire al più presto il capitolo dei primi giorni di giochi...e spero che il mio comapre si ispiri così da scrivere la sua di permanenza a Capitol...e vorrei citare una parte del commento di Carlo che è qui sotto:"​e i suoi tentativi di sabotarli,spesso riuscendoci."  si,riuscendoci spesso,certo...spera pure quanto vuoi,che mica siamo tutti stupidi da farci fregare ù_ù comunque,spero che vi piaccia :D

Ciao a tutti sono Carlo. In questo e nel prossimo capitolo (che scriverò a breve) Charles mosterà il suo odio nei confronti dei tributi e i suoi tentativi di sabotarli,spesso riuscendoci. Grazie a tutti di leggere questa fanfiction,buon Santo Stefano :) 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6:Permanenza a Capitol City (Distretto 2) ***


Il Centro Immagine è un buco azzurro che odorava da tutte le parti di pesca.
Tre donne variopinte mi stanno pulendo e lavando i capelli con una strana gelatina verde che puzzava.
Dopo questo mi abbandonano in una stanza in attesa della mia stilista.
Da quanto hanno detta si chiama Felicia ed é una delle stiliste più pagate di tutta Capitol City, per cui non è difficile immaginare come possa essere.
Immagino già una donna su tacchi a spillo altissimi, con una parrucca stravagante di colori innaturali.
Non appena entra però resto spiazzato, infatti, pur rientrando nei canoni di Capitol City, quello che vedo mi crea una abominevole sorpresa.
Infatti la sua pelle è identica a quella di un leone anche se di colore rosa e inoltre, come ciliegina sulla torta, intorno al collo ha una criniera nera e fuxia.
Era ridicola, come tutti del resto a Capitol City.

"Ciao…Charlie." dice miagolando.

"Charles." dico irritato "Non Charlie."

"Ah scusami." abbassa lo sguardo imbarazzata.

"Niente leonessa." queste due parole la fanno arrabbiare.

"Bene, abbiamo una personcina piuttosto irritante." dice Felicia.

Inciampa sui suoi tacchi e io quasi scoppio a ridere.
È evidente che l’ho spiazzata, non tutti i Tributi rispondono a coloro che li trattano come galli da combattimento.

"Allora." dico per farla smettere di muoversi e quindi di rendersi ridicola "Che vuoi fare con me?"

"Oh beh, siccome sei così perfido credo che diverrai un demonio." dice socchiudendo gli occhi.

In men che non si dica sono vestito con un completo di pelle nera e mi ritrovo nell’ala delle carrozze.
Mi immetto nel gruppo dei Favoriti.
I due dell’1 sono vestiti solo con una corazza di bronzo e una tutta fosforescente, mentre quelli del 4 con degli abiti color platino ricoperti di brillantini.
Anna invece era vestita con un abito di pelle che le arrivava alle ginocchia.

"Guardate i due del 12." dice quello dell’1 "Emulatori della Everdeen. Che bambini"

Tutti i favoriti scoppiano a ridere.
Mi metto a ridere anche io. Dopotutto loro saranno mie pedine nei giochi, è meglio farsi credere parte di loro.
L’inno di Capitol rimbomba nella sala e siamo costretti a salire sui nostri carri.
I primi a partire sono quelli dell’1 e subito parte un coro di urla.
Poi passano a noi.
Non appena esco dalla base della carrozza inizia a sopraelevarsi una nube di fumo che si concentra sulla mia schiena formando due ali.
Ad Anna accade lo stesso, ma il suo fumo è bianco.
La folla è nel delirio più totale.
Dopo la nostra parata e il discorso del Presidente, devo tornare da Enobaria e Tiffany, che per l’occasione indossa un abito fatto con parti di bue.

"Meravigliosi! I vostri vestiti erano…erano…magnifici!" dice Tiffany

"Il tuo no." dice Enobaria.

"Sta zitta Enobaria." risponde diventando rossissima.

"A quanto pare qualcuno ha tentato di emularci." dice Anna indicando un mega schermo che trasmette le immagini della parata di quelli del 12.

"Beh, le rose appassiscono sotto pressione." dico ridendo.

Poi andiamo nei nostri appartamenti e ci addormentiamo nelle nostre stanze.
La mattina e il pomeriggio dopo passano velocemente: il Centro di Addestramento è noioso.
Molti mi guardano mentre tiro i coltelli e rimangono a bocca aperta, persino le altre due star questi Hunger Games, i due del 12.
Già mi diverto a mettere zizzania fra i Tributi, ad esempio ho sabotato i rapporti fra i due maschi dell’1 e del 4 che per colpa mia si sono incolpati di essersi rubati delle armi.
L’unica che resiste ai miei piani è una persona: Lexie Howard.
Da quanto ho saputo è una del 7, parente alla lontana della vincitrice dei secondi Hunger Games.
Con lei mi sono avvicinato molto.
Siamo diventati i così detti Gemelli Siamesi dato che in meno di due ore siamo diventati come fratello e sorella.
L’ultimo giorno io e Lexie, con gli altri Favoriti, guardiamo un atto molto divertente.
Il ragazzo del 12 mentre maneggia un machete.
Per quanto possa essere bravo tutti scoppiamo a ridere.
È un tentativo inutile, siccome o cerca di intimidirci, non riuscendoci, o di farsi bello dinnanzi a noi.
La sera ci sono le prove davanti agli Strateghi.

"Tu che farai nella sala?" mi chiede Lexie.

"Coltelli. Mi pare ovvio." dico ridendo.

"Già. Io asce." poi distoglie lo sguardo "La odio."

Guarda la ragazza del 12 che ride con il suo “amichetto”, tutti hanno capito che c’è qualcosa di più.

"Che sciocca." dice sempre lei.

"Beh, le rose possono fare molte cose. Magari ci ucciderà con l’allergia." dico io e scoppiamo a ridere.

Dopo un’ora è il mio turno.
Entro e in meno di mezz’ora esco fra i consensi degli Strateghi,
Con i coltelli non potevo aspettarmi né di più né di meno.
Saluto Lexie e torno nei miei alloggi.
Nel pomeriggio inoltrato arrivano i risultati.
Lexie ha preso 9.
Anna 7.
Rose Peetal, tributo del 12, il massimo come il suo compagno.
Per me non è un problema, non ho affatto paura.
Io invece ho preso 12, come potevo già immaginare.
Tutti si congratulano con me, ma io non me ne interesso.
La sera Felicia mi veste per le interviste.
È ancora molto arrabbiata con me, ma il suo lavoro è impeccabile.
Indosso uno smoking nero.
Andiamo nel backstage dell’Anfiteatro dove incontro Lexie.
Avendo dei tratti orientali, il suo stilista l’aveva trasformata in una geisha.

"Giuro che lo ammazzo quell’idiota di uno stilista." dice lei arrabbiata.

"Beh io odio tutti i miei “alleati”." dico.

"Uccidili." dice lei.

"No, me li sono fatti io."

"Per cui farai ammontare il tuo odio fino a farli a pezzi?" dice lei seria.

"Sì."

"Ecco perché siamo amici."

Poi vediamo la coppia del 12 che si tiene per mano.

"Sto per vomitare."

"Sono così odiosi." dico.

La nostra conversazione viene troncata dall’arrivo di un addetto che mi porta su un ascensore.
Caesar mi saluta.

"Ecco a voi Charles, il Ragazzo Demonio." dice lui.

I suoi capelli azzurri sono ridicoli.

"Salve Caesar." dico io.

"Eh che eleganza, allora non sei così perfido."

"Beh tutti sanno fare gli attori in pubblico." dico io.

Tutti scoppiano a ridere.

"Allora, come ti sembra Capitol City."


"Colorata." dico e tutti scoppiano di nuovo a ridere.

"Da quanto abbiamo visto, sei stato molto bravo nelle sessioni private."

"Modestamente, sono il migliore."
dico ridendo.

Tramite la mia ilarità il pubblico sta lentamente cadendo nel mio potere.
Sponsor a iosa quindi.

"Allora, oltre a te ci sono altri due tributi da 12 punti, che ne pensi?" mi chiede.

Ora colgo un momento unico per screditare quelli del 12, i due piccioncini.
E per i miei scopi uso i vecchi vestiti di quelli del 12 nelle parate. Infatti erano sempre nudi e ricoperti di cenere. Questo nei nostri Distretti li rendeva motivo di ilarità.

"Bhe,dati gli ultimi vestiti della parata di quelli del 12,non oso immaginare tutto ciò che hanno fatto per prendere il massimo" dico e tutta la folla scoppia a ridere.

Sui maxischermi appare la faccia della ragazza del 12 che mi insulta con tutte le parolacce possibili e immaginabili.

"Ah beh, se questa è l’educazione che insegnano nel 12." dico e tutti ridono.

"Ahahah. Charles, sei una persona molto simpatica. Buona fortuna per domani. Signori e signori, Charles Thorne, il Ragazzo Demonio!" dice gridandomi nelle orecchie.

Esco e Lexie subito mi si fionda addosso ridendo.
Le altre interviste passano veloci.
Come immaginavamo la ragazza del 12 si dichiara.

"Ora vomito sul serio." dice Lexie e se ne va.

Non appena esce il tizio del 12 mi balena in mente un’idea.
Loro due nell’arena saranno uniti, ma se uno dei due fosse troppo protettivo sarebbero alla pari di uno storpio.
Vado lentamente verso di loro e gli sorrido.

“Congratulazioni per il vostro punteggio” dico con un sorriso.

“Grazie” risponde Rose cercando di sembrare indifferente,ma quel grazie le esce quasi come un insulto.

“Sai,di solito quando una persona si congratula con un’altra per la stessa cosa anche l’altra persona si congratula con la prima” dico all’improvviso,prendendoli alla sprovvista.

“Congratulazioni” Anche questa parola le esce come un insulto

“Grazie” dico e mi giro verso il tizio del 12 mentre mi ringrazia per le mie congratulazioni per niente sincere

“Siete una bella coppia”

“Già,così dicono, in fondo non sta a noi deciderlo” dice il ragazzo

“Odio le coppie, soprattutto negli Hunger Games. Capisci quello che intendo?” e mi guardano in modo storto.

Ora il ragazzo del 12 proteggerà la ragazza in modo molto virale.
Questo li rende deboli. Se uno dei due dovesse per caso cadere il primo giorno, l’altro seguirebbe a ruota.
Lexie mi guarda sorpresa e ammirata.
Saliamo nel Centro di Addestramento aspettando la mattina dei giochi.

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Ciao a tutti sono Carlo. Questo capitolo è molto lungo, ma credo che vi piacerà. Siamo entrati nel vivo della storia e tutti i miei personaggi sono stati presentati. Lexie è un tributo ispirato a Grey’s Anatomy, chi lo segue potrebbe intuire che nel suo personaggio è presente quello di Cristina Yang, e anche un dialogo fra Charles e Lexie è una copia presente nella serie, con cambiamenti in versione hunger games :) ciao a tutti, buona lettura :)

Ops,mi sta salendo l'odio nei confronti di...troppi tributi...ma se credono che il mio personaggio si incasini solo con qualche battutina si sbagliano di grosso. Mi è difficile stabilire chi fra Lexie e Charles sia più odioso,quindi faccio prima a tentare di ucciderli entrambi :) ma non vi dico se i tentativi avranno successo o meno,ma ci saranno sicuramente momenti molto tesi fra questro trio fra cui scorre un odio molto pesante. Ora sto quasi finendo il capitolo dei primi giorni di giochi,salvo un improvviso calo d'ispirazione. La cosa singolare di questo capitolo è che ho chiesto a Carlo di essere così bastardo,ma mi sono arrabbiata lo stesso...per lo meno tutto questo mi aiuterà a scrivere xD Se non posterò prima del 31 vi auguro un buon anno nuovo :)

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7:I primi giorni di giochi (Distretto 12) ***


Non vorrei svegliarmi. Appena sento Effie nominare i giochi entro nel panico,il respiro si fa irregolare. Greg sta per parlare,ma lo faccio stare zitto fino a che non sento i tacchi di Effie che si allontanano. Sono successe troppe cose insieme e velocemente e mi risuona in testa ancora la frase di Greg,a costo che i cannoni sparino per annunciare la mia morte dev’essere lei a vincere. Il mio panico è fin troppo visibile:sto tremando il battito alterato e sto per piangere.

“No hei sta calma,andrà tutto bene”

“Non andrà tutto bene! Uno di noi due vedrà l’altro morire”


E’ inutile che tenti di negarlo:anche lui ha paura,ma non me lo dimostra per darmi forza,proprio come ai vecchi tempi. Sa che percepisco la sua paura,quindi non parla più,mi abbraccia e basta,riuscendo a calmarmi momentaneamente. Ho lo stomaco sottosopra dal panico,ma mi obbligo a mangiare qualcosa. Uno dei preparatori tenta di parlarmi,usando parole sbagliate. 

“Non hai una bella cera…”

“Ovvio che non ho una bella cera! Santo cielo! Sto per entrare nell’arena! Voi di Capitol City non sapete come sia andare alla mietitura ogni anno,voi non sapete come sia tremendo venire scelti,non sapete come sia doloroso affrontare la preparazione vedendo la propria vita scivolare via pian piano:la famiglia,gli amici…tutto pian piano svanisce diventando solo un lontano ricordo che ti uccide nell’anima! Voi non lo sapete,perché state li a guardare,e seppur obbligati vi divertite mentre i distretti piangono i loro due ragazzi! Non vi spaventate nemmeno,voi non partecipate! Ed è proprio per questo che la gente di Capitol City non mi è mai piaciuta,senza offesa Effie,tu diversamente da loro il cervello lo usi…”


Me ne vado così come sono venuta,portandomi via il mio dolce al cioccolato nella mia stanza. Sento parecchio trambusto trambusto a tavola e sento anche di essere seguita da Greg e da Effie che cerca di essere veloce sul suo tacco 10. Prima che io chiuda la porta sento Effie dire a Greg che vorrebbe essere lei a parlare con me stavolta,Greg accetta con un po’ di esitazione. Mi siedo sul letto appoggiando i gomiti sulle ginocchia e sorreggo la testa con le mani mentre cerco di non piangere. La mia disperazione leggermente repressa è scoppiata fuori trasformandosi in rabbia verso Capitol City,che la preparatrice innocente (seppur distratta come ogni abitante di Capitol) ha dovuto sopportare. Effie si siede sul letto accanto a me circondandomi le spalle con il braccio. Il suo modo di vestire non sa più di Capitol City:il suo vestito rosa pallido è stupendo ma semplice,il tacco non è sfarzoso,i lunghi capelli biondi con qualche elemento bianco che le ricadono sulle spalle non sono ne coperti da una parrucca ne tinti e le leggere rughe curate solo con qualche crema le danno un aria quasi materna. Una volta era in tutto e per tutto una donna di Capitol City,ora è diversa,perché ha capito quali orrori si nascondo dietro lo sfarzo della sua città natale. E’ cambiata anche caratterialmente:in lei la superficialità è scomparsa,non ama gli Hunger Games e odia Capitol City. Diversamente dagli altri di capitol il suo sguardo è davvero dispiaciuto,è impossibile non notarlo. Anche la sua voce tremante esprime tutto questo. 

“Come stai?”

La sua domanda è sbagliata,ma lei non vuole risposta,sa già quale sia. Le lacrime ricominciano a scendermi sulle guancie. Effie non parla,mi abbraccia e basta. Il fatto che ci sia qualcuno nato e cresciuto a Capitol City possa capire che gli Hunger Games sono uno degli aspetti più malvagi di Panem mi stupisce,ma mi rassicura. Forse Effie non è la sola,me ne dubito. 

“So di aver sbagliato e un po’ mi dispiace,ma sto per morire,non me ne importa niente”

“Quella che ha sbagliato è lei,in queste occasioni è meglio stare zitti piuttosto che usar le parole sbagliate”

“Ecco,lo dicevo che sei diversa tu,ragioni. Se tutti a Capitol fossero come te gli Hunger Games sarebbero solo un orrendo incubo”


“Anche se ci sono nata fai bene ad odiare Capitol e la sua gente,sono degli idioti. L’odio è sbagliato ma…in queste circostanze non importa ciò che è giusto o sbagliato”

“Sai,erano anni che mi tenevo dentro parole simili a quelle,e ora che le ho tirate fuori sto benissimo,anche se sto per entrare nell’arena” 

“Vorrei che possiate vincere entrambi,forse l’unica cosa su cui possiamo contare è l’affetto del pubblico di Capitol City verso una coppia di innamorati sventurati…”


“Io che ripongo tutte le mie speranze nel pubblico di Capitol…è assurdo ma potrebbe funzionare” 

Dopo essermi ripresa finisco il mio dolce al cioccolato e me ne sto da sola nella mia stanza finché non vengo chiamata per indossare la divisa degli 88esimi Hunger Games. Salutiamo Effie che riesce appena ad augurarci la buona fortuna senza piangere ed Haymitch che ci dice di restare vivi,è già prezioso come consiglio,in queste occasioni non si sa mai cosa dire. Lotterò anche per loro per riportare uno di noi (possibilmente Greg,sempre che Capitol non ci incoroni entrambi vincitori) a casa sano e salvo,così che a loro rimanga almeno un tributo. Saliamo poi sull’hovercraft,dove ci iniettano il localizzatore. E in quel momento vedo ogni ricordo piacevole della mia vita scorrere piano,come volessi uccidermi da sola ancora prima degli Hunger Games,e fra quei bei ricordi non ci sono solo la mia famiglia,Margaret e Greg,ma anche Effie e Laurence e il loro essere diversi ed Haymitch,la sua testardaggine e il suo carattere tanto simile al mio e a quello di Greg. Sono ancora più determinata a far vedere che il Distretto 12 è debole solo in apprenza,sono ancora più determinata a far vincere uno di noi due. Il tragitto per l’arena è reso invisibile da vetri oscurati. Quando arriviamo scendiamo,sempre scortati dai pacificatori,e ci ritroviamo davanti ad un intreccio di corridoi che portano ai vari ascensori dei tributi. E qui io e Greg ci dividiamo. I nostri piedistalli sono quasi uno dalla parte opposta dell’altro…magnifico. Mi fanno entrare nella saletta dell’ascensore e ci trovo Laurence. Ha con se la mia spilla,che era rimasta attaccata al vestito da ieri sera. L’appunta alla giacca.

“So che queste parole possono sembrarti quasi offensive ma…possa la buona sorte essere sempre a favore tuo e di Greg durante i giochi e per sempre”

“Dette da una persona ragionevole come te sono belle parole”


Quando la voce di Capitol dice che i tributi devono essere nell’ascensore entro 15 secondi mi dirigo lentamente verso di esso ed entro. Prima che cominci a salire Laurence preme le tre dita centrali della sua mano sinistra contro le labbra e poi tende il braccio verso di me:è il segno di buon augurio,di arrivederci,di buona fortuna del mio distretto,segno diventato famoso durante la seconda ribellione. Rispondo al saluto e poi l’ascensore comincia a muoversi. In pochi secondi elimino il terrore e la tristezza dal mio sguardo. In un attimo mi trovo sul piedistallo. L’arena è forse la più assurda di sempre:è l’esatta copia di Capitol City,solo più trasandata,come se fosse stata abbandonata dopo una catastrofe. Il contatore è pronto per partire,stoppato sui 15 secondi. Prima però,diversamente da altri anni,lo stratega da delle piccole indicazione prima che i giochi inizino.

“Salve tributi. Come potete vedere l’arena di quest’anno è molto particolare. E’ un’ipotetica Capitol City colpita da una catastrofe nucleare,quindi sì,l’area è nuclearmente contaminata. Troverete tutto ciò di cui avete bisogno alla Cornucopia e al Centro d’addestramento. Felici Hunger Games,e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.”

Detto questo parte il contatore. Finalmente il mio sguardo e quello di Greg si incrociano. Gli faccio un cenno indicandogli la Cornucopia,annuisce. Haymitch ci odierà per questo,ma vogliamo le nostre armi e le nostre prime provviste. Mancano 5 secondi. Più o meno tutti cominciano a tenersi pronti a correre. Il gong suona,gli 88esimi Hunger Games sono iniziati. Greg mi corre incontro,io faccio lo stesso. Lui prenderà tutto ciò che riuscirà a prendere,io lo copro. Sta per prendere il machete,l’arco e la faretra quando dalla parte opposta della Cornucopia arriva un coltello che blocca Greg alla parete conficcandosi nella giacca. Poi Charles viene verso di noi. Mi ero ripromessa di essere forte qualsiasi cosa accada. Ma i giochi sono cominciati da 5 minuti e già sto piangendo a dirotto. Gli sta puntando il coltello di prima che ora si è ripreso,e il suo sguardo non promette niente di buono. Come la solito la sua simpatia è disarmante.

“Salve ragazzo innamorato…quanto vorrei allargare quel sorriso da ebete che avevi sul viso durante l’intervista. Ma credo che questa volta ti risparmierò la vita,perché tu fai ancora parte dei miei piani…tuttavia un piccolo sfregio posso comunque farlo”

Gli fa un taglio sulla guancia destra che comincia subito a sanguinare piuttosto pesantemente. Charles torna dal suo gruppo mentre Greg cerca di prendere le armi,ma alcuni dei favoriti non sono “pietosi” come Charles. 

“Corri idiota!” L’unica cosa che riusciamo a prendere sono due piccoli zaini di un verde sgargiante. Le voci e le considerazioni dei favoriti che sento in lontananza mi mettono i nervi,e mi spronano a correre.

“Hei piccioncini,volete già starvene in disparte?”

“Se proprio dovete uccideteli entrambi”
Charles o ci vuole morti entrambi contemporaneamente oppure vuole uccidere prima uno e poi divertirsi a distruggere psicologicamente l’altro. Ma è comunque seccato dal fatto che questi due idioti ci stiano spingendo piuttosto lontano dalla Cornucopia. 

Finalmente non riesco più a capire bene cosa dicano,ma so che sono in fremito perché non vedono l’ora di sentire in cannoni suonare per noi. Anche se ora sono sicuramente meno di prima,le lacrime continuano a scendere facendomi credere a tutto il pubblico una debole di cuore. Ma il mio cervello è così stupido da non riuscire a cancellare l’immagine di Charles con quel coltello puntato,e il mio modo di agire continua ad essere diviso fra lo spavento della Cornucopia e la rabbia per quel gesto,rabbia che mi conferisce la giusta grinta. I cannoni continuano a sparare proprio come noi continuiamo a correre. Ormai metà del primo quartiere è alle nostre spalle,e davanti a noi si intravede un bivio ancora un po’ lontano.

“Dobbiamo separarci”

“Ma Greg…”
lui e le sue idee intelligenti ma difficili da digerire…è strano che ancora non lo abbia mandato a quel paese per questo suo tipo di idee,ma ora non mi sembra il caso di dargli dell’idiota quando tutta Panem ci osserva,e con la fatica della corsa e il leggero senso di disorientamento provocato da tutti questi avvenimenti veloci non riesco ad obbiettare con la giusta forza che serve per convincerlo. 

“ Se non ci separiamo ci troveranno con facilità…e poi credo che sia il caso di complicargli la vita,anche solo per divertimento” Credo che ora il mio sguardo assuma un’appena percettibile sfumatura di preoccupazione e di rifiuto alla sua idea,altrimenti non starebbe cercando altre parole da pronunciare. “Starò bene,te lo prometto”

Che potrei fare oltre che arrendermi alla sua cocciutaggine? Sono disarmata,con i favoriti alle spalle…non c’è altra scelta. Poco prima del bivio ci scambiamo velocemente,e poi altrettanto velocemente le nostre strade si separano. I due favoriti stanno decidendo fra loro chi va dove,ma io mi sono già nascosta in uno spazio angusto  fra la parete di una casa e un vicolo cieco mentre li sento parlare. La ragazza dell’1 cerca per un po’ una mia traccia,ma non immagina che io sia qui. Quando sono sicura che la via è libera esco dal mio nascondiglio e decido di esplorare la casa dietro cui mi ero nascosta. Entro e mi rendo conto che è abbastanza grande da trovarci qualcosa di utile. Salgo al secondo piano e mi dirigo nella stanza che ha le finestre chiuse,ma appena apro la porta di quello che dovrebbe essere il mio nuovo rifugio il ragazzo del 7 tenta di uccidermi on un veloce colpo d’ascia che evito per un soffio. Alzo le mani in segno di resa,guidata da quel minimo di buon senso che ho e dall’istinto.

“Sta calmo. Non cerco guai e sono disarmata,ho solo questo zaino che ancora non so cosa contenga”

Mi guarda per un po’,cercando di capire se si può fidare di me,e con una leggera esitazione abbassa l’ascia. “Se vuoi puoi stare qui per un po’” 

Dico semplicemente grazie,senza trattenere un sospiro di sollievo. 
Sono ancora scossa dalle ultime vicende,è accaduto tutto troppo in fretta per poter assimilare le mie preoccupazioni. E come se non bastasse ho rischiato di morire già due volte in poco tempo. Ora che sono al sicuro mi chiedo già come stia Greg. Ogni colpo di cannone mi stringe il cuore e fa aumentare la mia preoccupazione,saranno giorni difficili,lunghi e pieni di angoscia. Dalla finestra chiusa si può vedere uno spiraglio della strada e George,così si chiama il ragazzo del 7,controlla cosa succede fuori di qui. Ho ancora paura che i favoriti attacchino me o Greg,e la paura sale ogni minuto che passa. Teoricamente ora non sanno dove sono. Non so se Greg è riuscito a sfuggirgli,mi viene da credere che sia al sicuro. Ha passato anni nei boschi a cacciare,questo spiega il fatto che sappia come nascondersi ed è più furbo di loro. Ma se sono stati più veloci di lui? Una parte di me non vuole che faccia notte,così che io non possa vedere le foto dei tributi morti. Ma un’altra parte di me vuole e ha bisogno di sapere. I miei sentimenti altamente contrastanti complicano ancora di più le cose,e mi rendono difficile controllare l’espressività. Perché non voglio far trasparire la mia preoccupazione e la mia ansia,non voglio che mi credano tutti debole. Quella che mi sta uccidendo adesso è la peggiore delle preoccupazioni,quando si è preoccupati per qualcun altro tutto si amplifica,proprio perché  non sai cosa stia succedendo all’altra persona. Il silenzio è disarmante:avrei quasi bisogno che altri tributi entrino in casa con intenzioni aggressive,la mia mente non avrebbe tempo di pensare,dovrebbe solo agire per salvare la vita sia a me che a George,ma sono disarmata e non sono psicologicamente pronta ad affrontare uno scontro. Ma per distrarmi almeno un po’ apro lo zaino,sperando di trovarci qualcosa di utile. George distoglie lo sguardo dalla finestra e lo rivolge al contenuto dello zaino e poi lo rivolge a me,quasi in tono di rimprovero:dentro,in mezzo a cibo di varia natura e due bottigliette d‘acqua,c’è un coltello a serramanico.

“Meno male che non avevi armi”

“Stammi bene a sentire,è l’unica cosa che sono riuscita a prendere alla Cornucopia poi ho cominciato a correre come una disperata con una parte dei favoriti che mi inseguiva,non potevo sapere cosa ci fosse dentro! …Scusa il tono,è che sono preoccupata,e quando sono in agitazione divento nervosa”

“Non si nota sai?”


Riesce a strapparmi un leggero sorriso con questa sua frase ironica. Ormai siamo al tramonto e sia la mia ansia che la voglia di sapere salgono a livelli tremendamente incontrollabili che non possono convivere,e a furia di pensare e di ipotizzare fra un po’ mi verrà il mal di testa. Così cerchiamo di dialogare per distrarre il mio cervello. Ha solo 14 anni,ed è figlio di Johanna Mason. E’ giovane,troppo giovane per gli Hunger Games. In realtà siamo tutti troppo giovani per una cosa del genere,ma lui è sicuramente più in difficoltà degli altri visto che è il più giovane. Sa difendersi,ma di sicuro avrà leggermente meno esperienza di tutti noi. 
Quando sento che l’inno di Capitol City parte mi rendo conto di essermi addormentata,perché mi sveglio di sobbalzo. Sentendo George è stato un sonno per niente tranquillo,caratterizzato probabilmente da incubi che per fortuna non ricordo. Ci precipitiamo nella stanza accanto,che ha la finestra aperta,e rimango attaccata al davanzale tenendo istintivamente una mano sulla spilla. Nel cielo scorrono 7 visi,ma fra loro non c’è quello di Greg. Siamo rimasti in 17,ed è solo il primo giorno di giochi. Sono morti i più deboli,e se fra di loro era presente qualcuno di forte probabilmente è stato preso di spalle alla Cornucopia,ucciso probabilmente dai favoriti. L’inno di Capitol,anche se per una volta ha accompagnato buone notizie,mi ha fatto passare la voglia di dormire,così penso io a controllare la situazione per tutta la notte. Ho accumulato abbastanza ore di sonno fra un appisola mento e l’altro durante il giorno,quindi posso stare sveglia. George dorme con una mano sull’impugnatura dell’ascia,così da essere già pronto ad attaccare in caso di necessità. Io invece non trovo ragione di lasciare il coltello. Questa non è la mia arma,non mi rappresenta. Questa è l’arma del killer che uccide quasi per divertimento e che quindi vuole vedere molto sangue e magari vuol far soffrire la sua vittima,e io non sono quel genere di assassina. Sono l’assassina che uccide per necessità,quella che se deve uccidere vuole farlo senza procurare sofferenze alla persona che si è cercata i guai,che vuole uccidere in fretta così da assimilare prima la cosa,e che soprattutto non vuole far scendere troppo sangue. E come se non bastasse il coltello mi ricorda Charles e mi ricorda la scena della Cornucopia. E qui mi sale un’emozione sospesa fra la rabbia,l’odio e la preoccupazione. Rabbia per le parole dell’intervista e del dopo intervista,odio per la sua simpatia alla Cornucopia e preoccupazione per ciò che potrebbe farci. Ma devo sapermi accontentare,meglio quest’arma odiosa che niente. Mi sale di nuovo la rabbia pensando che uno dei favori ha la mia arma per eccellenza,e magari non la sa nemmeno usare per bene. Ma ora,parlando di armi,un brutto presentimento mi si attacca alla mente senza volersene andare:e se Greg fosse disarmato? Se Greg fosse anche da solo oltre che disarmato? I favoriti cercano anche lui,è in pericolo tanto quanto me. 
La notte nell’arena passa tranquilla,i cannoni sparano solo una volta. Ma dentro di me c’è un tornado di emozioni completamente diverse alimentate sia dal pessimismo che dalla speranza,e quell’unico colpo di cannone ha rimescolato tutto ancora di più. Al mattino,avendo avuto molto tempo per fare ipotesi,la mia ansia è ancora meno facile da controllare,e anche se riesco a nasconderla quasi del tutto rimane fuori sempre quel briciolo di troppo che o mi fa odiare dal pubblico o fa provare pena alla gente di Capitol. Io voglio che mi adorino per la mia forza,non voglio che abbiano pietà di me. La giornata passa come quella di ieri,è quindi estremamente tranquilla e come al solito sonnecchio di giorno per restar sveglia di notte. Quando comincia a far buio ci spostiamo nella stanza vicina,così da poter vedere il riepilogo senza rischiare di spaccarci la faccia per la fretta. Comprendendo ieri notte,i cannoni hanno sparato solo due volte. Pur essendo un bilancio positivo ogni volta che sento i colpi di cannone sobbalzo e sembra quasi che il mio cuore smetta di battere per un attimo. Mentre aspettiamo dialoghiamo un altro po’. 

“Continui a stringere quella spilla senza sosta da due giorni,che ti rappresenta?”

Accenno ad un sorriso mentre rispondo. “E’ un regalo di Greg. La porto con me sul vestito per la mietitura da cinque anni,e non potevo non portarla con me nell’arena”

Solo ora noto che George ha un medaglione d’oro al collo. La sua calma mi da quasi i nervi,anche se è tranquillo solo apparentemente. Basta concentrarsi meglio sul suo sguardo e si può capire che anche lui ha paura. 

“E per te? Cosa ti rappresenta quel medaglione?”

Lo apre,vedo delle foto con lui e sua madre. Tutto ciò che ha è racchiuso in quel medaglione,che in qualche modo gli da forza come la spilla fa con me. 

“Ho voluto portarmi un frammento della mia famiglia con me. Se dovessi morire voglio solo che il medaglione torni a mia madre” 

E dopo questa considerazione non riusciamo più a parlare,siamo entrambi presi dalla paura e dalla nostalgia. Dopo pochi minuti di silenzio parte l’inno e il viso di Greg non compare nemmeno stasera. Posso tirare un sospiro di sollievo fino al prossimo colpo di cannone. Tutto è tranquillo fino al primo mattino,quando ho finito il turno di guardia da meno di un ora e George mi sveglia,ha sentito dei rumori al piano di sotto. Mi concentro e riesco a sentirli anche io. Capisco che sono due tributi,hanno il passo molto diverso. E quando parlano senza preoccuparsi di poter essere scoperti capisco che sono due favoriti.

“Speriamo che ci sia qualcuno”

“Già,così ci divertiamo un po’”


Non sono pronta per affrontarli,ma la malsana idea di George di affrontarli e cacciarli via da qui mi da la giusta carica. Mentre scendiamo l’ultimo scalino scricchiola,i favoriti si girano,sono i tributi dell’1. Entrambi vorrebbero attaccare me,ma George ostacola la ragazza dell’1 mentre io cerco di non farmi uccidere dal suo compagno di Distretto. Ha intenzione di strangolarmi,altro modo crudele per uccidere qualcuno. Prima che la presa si faccia così prolungata da uccidermi sfodero tutta la mia forza in un calcio agli stinchi,e senza un minimo di interesse lascio li il ragazzo dell’1 dolorante. Ma non sono stata abbastanza veloce,perché appena mi libero vedo la ragazza dell’1 mentre sferra una coltellata a George. Vengo accecata dalla collera,così prendo il coltello a serramanico e senza esitazione lo pianto con forza nella schiena della favorita,uccidendola sul colpo. Mentre mi rendo conto con razionalità di ciò che ho fatto mentre il corpo della ragazza cade a terra. Il suo compagno di distretto batte in ritirata mentre il cannone spara per la mia vittima. Porto fuori il suo corpo e tolgo il coltello dalla schiena,lanciandolo dall’altra part della strada. Poi rientro per occuparmi di George. La ferita è molto grave,tolgo da li il coltello e mentre mi libero anche di questo mentre George scivola sulla parete fino a sedersi. Va nel panico vedendo la mano sporca del suo stesso sangue. Cerco affannosamente qualcosa che possa essermi utile per curarlo,ma trovo solo un asciugamano. Comincio a tamponare la ferita e cerco anche di pulirla un po’ dal sangue,senza troppo successo. Nel 12 ho imparato qualche nozione di medicina da quelle che,se fossero a Capitol City,sarebbero dottoresse in carriera. Ho appreso tutto ciò che so aiutandole a curare i lavoratori delle miniere dopo gli incidenti e qualche malato grave del Distretto. Quindi le ho anche aiutate a curare James,in poche parole l’ho visto morire. E’ stato straziante incrociare lo sguardo di Greg in quell’occasione. Non so se mi ha riconosciuto o meno,era un po’ lontano da quel tavolo su cui James è morto. Una delle guaritrici gli disse cos’era successo mentre io comunicavo la morte al fratello e alla madre di James. Poi mi girai verso Greg e riuscii a leggere tutta la sua disperazione. Poi guardo me,come per ringraziarmi per avere almeno tentato di salvarlo. 
George è diverso dai miei soliti pazienti,mi chiedono sempre di essere salvati,mentre George sembra che sappia che non ce la farà.

“Stai sprecando le tue energie…sto per morire,è tutto inutle”

“Non dire sciocchezze,potresti anche farcela”


Andiamo avanti così per un po’,con me che cerco disperatamente di fare qualcosa e con lui che continua a ripetermi fino alla nausea che morirà,fino a che non si toglie il medaglione per poi metterlo nella tasca della mia giacca,tasca che poi richiude.

“Sai cosa fare”

“Non essere sciocco…George,George rispondi…”


Lo scrollo dolcemente,ma non reagisce. Poi mi accorgo che non c’è battito. Con una lucidità impressionante rispetto alla situazione (credevo che sarei entrata nel panico),stendo il suo corpo a terra e comincio il massaggio cardiaco. So che è un tentativo folle vista la gravità della ferita,ma continuo a tentare fino a superare il tempo che per il protocollo e il buon senso è possibile che il paziente si riprenda. Ma poi mi rendo amaramente conto che è finita. Gli chiudo le palpebre,e poi il cannone spara. Ho fallito. Prendo in braccio il suo corpo e lo lascio delicatamente a terra,scostando un ciuffo che gli copre l’occhio sinistro. Poi,ancora inginocchiata vicino a lui,premo le tre dita centrali della mano sinistra sulle labbra per poi stendere il braccio davanti a me,e indirizzo sia questo segno di rispetto sia un timido “mi dispiace” a Johanna Mason. Potevo evitare la sua morte,ma non l’ho fatto. Sento sia i favoriti sia l’hovercraft arrivare,così scappo a gambe levate. Ora sono anche disarmata,visto che non ho voluto prendere l’ascia di George. Dopo averli seminati cammino per un po’ in modo moltro distratto,cercando di assimilare sia la morte di George sia tutti gli avvenimenti dei primi giorni di giochi. Per questo non mi accorgo di avere un tributo alle spalle,tributo che mi mette una mano sulla bocca per impedirmi di urlare e che mi punta un coltello alla schiena senza dirmi una parola. Non riesco a capire chi diavolo sia,ma so solo che mi sta guidando verso quello che probabilmente è il suo nascondiglio. Mi fa sedere e mi lega polsi e caviglie alla sedia. Ora la riconosco,è Lexie,la ragazza del 7,il secondo tributo più odiato da me in questi Hunger Games. Ma qualcosa mi fa pensare che ci sia di mezzo Charles. E come mi aspettavo,esce da una stanza con la porta aperta. 

“Signorina,sei così stupida da non capire il mio piano. Pensi che ti abbia minacciato davanti al tuo amichetto intimo perché ne avevo voglia? No,ho risvegliato il suo lato protettivo. E quando vedrò il tuo volto nel cielo,lo vedrà anche lui. E allora avrò un nemico in meno” mentre pronuncia queste parole mi rendo conto che tutt’intorno alla casa ci sono dei bacelli. 

“Credi che demorderebbe così? Il suo obbiettivo diventerebbe quello di ucciderti prima degli altri”

“Già,se il fatto che non ti abbia protetta non lo ucciderà prima”


Mi rendo conto che ha dannatamente ragione “Ti odio,spero che tu muoia soffrendo”

“A meno che…”

“A meno che cosa?”

“Tu mi proteggi e mi procuri provviste e io ti porto dal tuo fidanzatino da quattro soldi”

“Quello da quattro soldi sei tu…dovrai procurarmi l’arco,altrimenti come ti aiuto?”


“Guarda sul tavolo,stupida” a pochi metri da me c’è il tanto sospirato arco che nel panico non avevo notato. 

“E se non accettassi? Avanti,uccidimi. Tanto morirò comunque. Certo,sarà difficile per lui riprendersi ma la vendetta sarà più forte del senso di colpa”

“Più che vendetta nei miei confronti io penserei a un suicidio…allora accetti?”


Con rammarico mi rendo conto che ha ragione. Mi rincresce dover stare alle sue condizioni,ma ho bisogno di poter proteggere Greg,e poi non voglio rischiare. “Va bene ma i tuoi turni di guardia saranno i più brevi. E slegatemi dannazione,le corde mi stanno distruggendo un polso”

Sul suo stupido viso si stampa un altrettanto stupido sorriso soddisfatto. Mi avvicino quasi con cautela all’arco e alla faretra,come se una part di me credesse che non sia vero,ma c’è ed è li davanti a me. 
Per buona parte del tragitto cerco di reprimere l’odio e la rabbia che ho nei loro confronti mentre l’insopportabile due mi guida verso il rifugio di Greg. Le loro battute non mi fanno arrabbiare,ma il modo pieno di disprezzo con cui giudicano me,Greg e il mio Distretto…quello si che mi a arrabbiare e mi rende difficile controllare il mio carattere aggressivo e impulsivo,già difficile da controllare se non sollecitato. Ma trattengo la voglia di ucciderli,non mi fanno paura,ma sono fastidiosi e problematici. E oltretutto se questi due bastardi sono d’accordo con i favoriti riguardo ad un piano più ampio che riguarda il nostro destino,i “cari” favoriti si arrabbierebbero (solo a livello tattico,non perché gli importi qualcosa di loro) per la loro morte sconveniente,e noi del 12 ne pagheremmo le conseguenze. Ma la rabbia non va mai repressa,quindi la lascio scoppiar fuori in un dialogo molto sgradevole.

“Allora,ti sei distaccato dai favoriti perché avevi progetti diversi riguardo la mia vita o i tuoi amichetti erano infastiditi dalla tua simpatia?”

“Nessuno dei due,mi ero stufato di loro”

“Tu che passi due giorni con i favoriti e non cerchi nemmeno di ingannarli? Non ci credo”


“Che ti devo dire…mi libero in fretta di quelli che odio. Chiedilo al tuo fidanzatino” A questa frase sono istintivamente più pronta a tendere la freccia già pronta per essere tirata da quando ho preso l’arco,tutto il mio odio e la mia sfiducia vengono a galla e mi portano a pensare al peggio e contemporaneamente a rinnegare una possibile pessima verità,quasi farneticando.

“Certo,come se credessi che lo hai fatto fuori,ho visto i riepiloghi in queste notti”

“Non ho detto questo. Hai visto per caso la sua foto?”


“Non in queste due notti…ma sono passate ore dall’ultimo riepilogo,potresti aver fatto di tutto in questo lasso di tempo. Ma non ti crederò semi dirai che lo hai ucciso,lui non si fa fregare così. Ma se dovessi scoprire che è vero durante la notte un cannone sparerà solo per te,contento?” Il panico sta guidando questi pensieri rendendoli sconnessi e facendomi sembrare quasi pazza. 

“No,perché non sono così stupido da farmi uccidere da te”

“Sì,continua pure a pensare che abbia un cervello di gallina…ti accorgerai che ti sbagli”

“Io non lo penso,io lo so”

“Come se tu sapessi qualcosa di vero”


“Charles,è inutile parlare con lei. E’ già tanto se riesce a fare una frase sensata. Non l’hai vista all’intervista? Un oca è più saggia di lei” Ridono come due idioti. Odio questo loro credersi superiore e simpatici sparando pregiudizi a destra e a manca. E’ uno degli aspetti che odio di più in una persona,e questo non mi semplifica di certo la vita,a mi da ancora più voglia di liberarmi di loro.

“sta zitta tu,che sei pari a lui…anche tu dovresti starmi il più lontana possibile se ci tieni a respirare”

“Bene,ciao”

“Ricordati che mi hai chiesto protezione…non ha senso che cerchi di lasciarmi indietro”


“Bhe,ricordati che non mi interessa”

“E tu ricordati che puoi anche farti sbranare dagli ibridi”


Devo tenermeli sufficientemente buoni finché non arriviamo al rifugio di Greg,da quel momento in poi potrò comportarmi peggio di così,e li si che ci sarà da divertirsi. Il resto del tragitto non è sufficiente per sfogare ancora la rabbia,ma è sufficiente per pensare. Ora mi chiedo…Greg come sta? E’ ferito? Ha trovato i ragazzi dell’11? E come stanno anche loro? Mentre penso il mio passo rallenta e mi rendo conto che siamo arrivati sol quando vedo che i miei due acerrimi nemici si fermano per poi voltarsi verso di me.

“Ecco,è qui” dice Charles,che sembra già pronto a tirare un coltello appena io e Greg saremo di nuovo uniti.

Apro con cautela la porta e salgo le scale. Non faccio in tempo a fare due passi e Liza esce velocemente da una stanza puntandomi contro il machete. Tendo e punto al freccia verso di lei,in fondo sia lei che Alejandro potrebbero averci fregato.

Che diavolo ci fai con quei due?”

“Ho dovuto momentaneamente allearmi con loro per cause di forza maggiore. Stavano per uccidermi,ma mi hanno risparmiato e portato qui,e in cambi dovrò proteggerli e procurargli ciò di cui hanno bisogno”


“Mi secca dirlo,ma te l’avevo detto” Anche Greg e Alejandro escono dalla stanza.

Come al solito Greg sorride e sdrammatizza,trova sempre un modo per turare su il morale a chi gli sta vicino. Allento la corda,rimetto la freccia nella faretra e lascio cadere l’arco e lo abbraccio. E’ un dannatissimo gesto di liberazione dall’ansia accumulata fin’ora. 

“Hei,non avrai mica dubitato di me?”

“non ho dubitato di te,ma della simpatia dei favoriti” Solo ora mi rendo conto che sono pronti a spostarsi,tutti hanno borse o zaini di varia natura. 

“State lasciando questo rifugio?”

“Sì,stamattina i favoriti ci hanno attaccato e ora che sanno dove siamo non possiamo restare qui”
mi spiega Alejandro. E’ come se stamattina i favoriti fossero andati a caccia.

“Oddio,anche voi…”

“Hanno attaccato anche te? Non ti hanno ferito vero?”
Il solito Greg,sempre a preoccuparsi…

“Anzi,vi spiegherò tutto mentre camminiamo”

Non manca un pizzico di tristezza nelle mie parole. E dal modo in cui mi guarda Greg so che ha capito che c’è qualcosa che non va. Non è una novità,ha sempre capito i miei stati d’animo,anche attraverso i minimi cambiamenti d’espressione. Uscendo capisco meglio di prima che Charles avrebbe voluto ucciderci,perché vedendo i ragazzi dell’11 sul suo viso si forma una leggera espressione di delusione.

“Ma non avevi detto che non te ne importava niente della mia protezione?”

“Infatti non restiamo per questo,ma per poterti infastidire”


Io e il mio gruppo di veri alleati ci guardiamo pensando tutti alla stessa cosa:è dannatamente insopportabile ed è un caso disperato. Greg freme per sapere cos’è successo,prima però lascia che i guastafeste vadano un po’ avanti rispetto al nostro gruppo,così che non abbiano da ridire.

“Allora?”

“Allora cosa?”
devo averlo guardato chiedendo pace,visto che risponde con un tono di voce il più dolce possibile,come se volesse ricattarmi.

“Avevi detto che ci avresti detto cos’è successo stamattina”

Gli racconto degli ultimi tre giorni e dico come io e George fossimo orami,credo si possa dire,alleati. “Ho cercato di tamponare la ferita,ma dopo un po’ è andato in arresto,ho cercato di salvarlo ma…il secondo colpo di cannone era per lui. Prima che morisse mi ha lasciato il suo medaglione. Avrebbe voluto che tornasse alla madre,Johanna Mason,e così sarà,farò in modo che accada…ma se avessi fatto di più forse sarebbe ancora vivo”

“So che hai fatto tutto il possibile,proprio come è accaduto con James”

“Allora mi avevi riconosciuto…”


“Già,non credo di essere così rimbambito”

Sorride con un tocco d’amarezza dovuto al fatto che gli manca James. Ma sorride,e cerca di farlo per darmi forza e per farmi stare meglio,e ci riesce. Ma in me rimane sempre il dubbio di non aver fatto abbastanza,sia nel caso di James sia nel caso di George. Ma almeno Greg non ce l’ha con me per la sua morte.

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Questo capitolo è dannatamente eterno O_O ho passato un pomeriggio per copiarlo su pc. Però mi piace. Il prossimo capitolo dal punto di vista di Rose sarà forse un po' corto,ma è piuttosto triste e pur essendo stata ispirata è stato difficile per me scriverlo,tipo che mi sono uccisa i feelings da sola. Prossimamente ci sarà un cambio a livello logistico della distribuzione dei fatti nei capitoli. Nel senso che gli avvenimenti non saranno più visti in entrambi i punti di vista contemporaneamente,ma io e Carlo ci distribuiremo i momenti di cui parlare,e al massimo i pensieri verranno "compressi" nei vari capitoli. Bhe,spero che il capitolo vi sia piaciuto :) 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8:i primi giorni di giochi (Distretto 2) ***


È il giorno dei giochi e non faccio praticamente nulla. Sono seduto sul divano a mangiare dei pasticcini. Buoni.
Dopo un’ora e mezza di puro relax, appaiono sia Enobaria che Tiffany, che per l’occasione indossa un vestito fatto con palloncini multicolore e sulla testa un orsacchiotto legato a cerchietto sui suoi capelli rosa confetto.
La sua pazzia nei vestiti è spaventosa.
Ci accompagnano alla sala degli hovercraft e Tiffany, rigorosamente a braccetto, accompagna Anna sugli hovercraft.

"Non fidarti dei Favoriti. Tradiscili oppure loro tradiranno te. Devi solo sabotarli. Distruggi le loro provviste se serve. Tu puoi vincere." dice Enobaria fermandosi a ogni punti per deglutire.

"Grazie." dico e le stringo la mano.

"Ragazzo mio tocca a te." dice Tiffany e mi porta sull’hovercraft. 

In men che non si dica mi ritrovo nella mia camera per l’ultimo saluto allo stilista.
Come se avessi voglia di salutarla quella leonessa.
Felicia mi appare davanti e fa paura.
Questa volta la sua criniera è arancione e la pelle è dipinta di vernice viola.

"Ciao Ragazzo Demonio." dice.

È incredibile quanto sia ancora arrabbiata con me per quell’insulto.
Per quanto mi riguarda, non mi interessa che lei sia arrabbiata con me. Dopotutto non la rivedrò più. 
Già ho sentito voci sul fatto che Felica stia cadendo nel dimenticatoio degli Hunger Games. Molto probabilmente, anche se vincessi, non la vedrei mai più.
Dopotutto Capitol City è così. Non vuole i suoi abomini.

"Ciao Felicia." dico io sforzandomi di non chiamarla leonessa "Cosa dovrò indossare?"

"Questi." dice e indica una tuta nera e argento con un due aureo sul petto, perfettamente sopra il cuore.

"Wow." dico "Che lusso."

"Li ha fatti il mio maestro, Luca…" dice poi mi guarda.

"Sì hai ragione, non mi interessa." dico.

Mi vesto velocemente, ma lei non mi parla più.
Nemmeno quando il cilindro trasparente mi ingloba.
Addio Felicia.
Per fortuna non rivedrò più quei tuoi abominevoli tratti.
A quanto pare anche lei è felice di non rivedermi più dato che se ne va via dalla sala.
Rimango solo.
O meglio, rimango solo con una voce femminile che conta alla rovescia da sessanta.
A quaranta capisco cosa intendesse Serena una volta.
Quel discorso era riaffiorato da solo, dal nulla.
Stavamo parlando di come una ragazza di diciotto anni si stava rendendo ridicola quando lei ci chiese cosa pensavamo dei giochi.
Ovviamente entrambi non li volevamo, ma Serena non aveva detto niente.
Poi disse testualmente: “Secondo me gli Hunger Games sono come la droga. Gli assaggi e ne vuoi ancora. Nell’arena assaggi il sangue e ne vuoi ancora. Ma dopo, come la droga, il tuo organismo muore.”
Gli Hunger Games sono la mia droga. La mia voglia segreta.
Da sempre gli Hunger Games sono, per noi del Distretto 2, un modo per misurarci e renderci eroi. 
E se fossero davvero così?
Dopotutto chiunque sia tornato ora è ricco e potente.
Però l’organismo muore.
Maggie Greenshot, una delle vincitrici del nostro Distretto, dopo aver vinto non riesce più a dormire. Ogni notte gira per le vie del Distretto ubriaca cantando l’inno di Panem.
E se io fossi il nuovo pazzo del Distretto 2?
L’uomo che ha ucciso molti?
L’uomo che vede fantasmi delle sue vittime?
Improvvisamente gli Hunger Games prendono forma.
15
1 secondi mancano al bagno di sangue.
Io non mi farò corrompere penso.
Io tornerò a casa, io non impazzirò. 
Io sono Charles Thorne, Numero 56748 del Centro di Addestramento e questo rimarrò per sempre.
Gli Hunger Games per me non saranno droga, ma divertimento.
Ma non seguirò le regole. Non ucciderò se non costretto.
Però comunque mi divertirò a sabotare gli altri.
I miei piani stanno prendendo forma quando la donna dice 0.
La piattaforma si alza e vedo buio e poi luce. 
E sento puzza.
Puzza di bruciato.
E subito nella mia gola iniziano a sentirsi conati di vomito.
L’aria è piena di smog.
I mei occhi si chiudono per quell’aria putrefatta.
Poi quanto sento la parola 15 li apro.
Ero su una piastra di metallo molto fredda.
Intorno a me…macerie.
Solo macerie.
Sono enormi cumoli di pietra briciata. Poi riconosco il posto. È l’Anfiteatro Cittadino di Capitol City.
È la sua forma ovale che me lo ricorda.
E al centro di questo eccola, la Cornucopia. Il corno d’oro che conta alla rovescia.
20 secondi.
Mi guardo intorno.
Tutta l’Arena non è altro che una Capitol City in rovina, distrutta e ricoperta di smog.
Vedo Lexie, che è altrettanto svasata.
Vedo il ragazzo del 12, in cerca della sua bella.
Il mio piano appare nella mia mente senza un motivo preciso e decido di puntare subito al ragazzo.
Un microfono si sente azionarsi dal cielo.

“Salve tributi. Come potete vedere l’arena di quest’anno è molto particolare. E’ un’ipotetica Capitol City colpita da una catastrofe nucleare,quindi sì,l’area è nuclearmente contaminata. Troverete tutto ciò di cui avete bisogno alla Cornucopia e al Centro d’addestramento. Felici Hunger Games,e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.” Dice lo Stratega con voce molto femminile.

Il gong suona.
Vedo tutti correre, chi verso la Cornucopia chi lontano da essa.
La Peetal va verso l’arco e riesce a prenderlo, ma il suo ragazzo non è così fortunato.
Prendo i coltelli e mentre 12 corre verso la Cornucopia gli lancio un coltello nella giacca, che lo infilza alla superficie dorata del corno.
Mi assicuro che la ragazza del 12 mi abbia visto e corro verso il ragazzo.
La sua fidanzatina è lontana da lui e sta piangendo.
Bambina.
Salto addosso al ragazzo del 12 e sorridendo, per essere molto più diabolico mi avvicino al suo orecchio.

"Salve ragazzo innamorato, quanto vorrei allargare quel sorriso da ebete che avevi viso durante l’intervista" dico facendo passare la lama di un altro coltello sulle sue labbra "Ma credo che questa volta ti risparmierò la vita, perché fai ancora parte dei miei piani…tuttavia un piccolo sfregio posso comunque farlo."

Sorridendo faccio passare la lama dalle labbra alla guancia dove faccio un taglio che inizia copiosamente a sanguinare. Lo butto contro la Cornucopia e me ne vado.
Poi mi fermo e vedo due Favoriti che non stanno facendo nulla.
Gli indico i due innamorati.

"Ehi piccioncini volete già starvene in disparte?" chiese la ragazza del 1.

"Se proprio dovete uccideteli entrambi." ordino.

Poi me ne vado sul serio mentre i Favoriti corrono verso i due del 12.
Fingo di essere dispiaciuto di non poter uccidere i due piccioncini, anche se non è nei miei piani. Questo porterebbe o 12 o Peetal a proteggersi fin troppo da me, non curandosi degli altri.
Come ho deciso non uccido nessuno, ritrovo Lexie, anche lei con la mia stessa idea, e entriamo nel corno.
Dentro tutto trabocca di scatole bianche di metallo.
Ne apro una e vedo che al suo interno c’è una siringa ricolma di liquido verde.

"Ho capito!" esordisco "Oggi sono 13 anni che la Rivolta è stata sedata, per cui hanno deciso di mostrare come sarebbe stata Capitol City se i ribelli avessero continuato a governare."
Lexie dà segno di non aver capito nulla.

"Una guerra nucleare. Questo stava succedendo. Qui è pieno di radiazioni. Anche tu senti il desiderio di vomitare vero?" lei annuisce "Questi famaci neutralizzano i sintomi delle radiazioni e ne prevengono il corpo!"

Subito ne prendo una e me la infilo in vena.
Subito i conati di vomito scompaiono e il dolore alla testa che mi è venuto scompare.
Subito lo faccio anche a Lexie e lei sorride di gioia.
Sentiamo urla su urla e dopo un paio d’ore tutto finisce.
7 cannoni hanno suonato.
Tutti i Favoriti vengono nella Cornucopia ricoperti di sangue e io gli inietto l’anti-radiazione.
Poi ci incamminiamo, ognuno portando grandi quantità di viveri, in cerca di rifugio.

"Perché una del 7 viene con noi?" sbotta quella del 4, una ragazza mora e molto stupida.

"Perché se volete che io sia vostro alleato, quindi che io non vi uccida, lei deve venire con noi." dico.

Entriamo in quello che deve essere il Centro d’Addestramento.
È l’unico edifico ancora in piedi e funzionante.
Inoltre alla sua base ci sono moltissimi baccelli, delle bombe a proteggerlo.
Io e Lexie prendiamo possesso del piano 12, dove sistemiamo le nostre cose.
Poi saliamo sulla terrazza.
Un edificio era crollato contro il Centro d’Addestramento e questo aveva portato alla formazione di una specie di scala.

"Ho un piano." dico.

"Cosa?" dice Lexie.

"Aspettiamo che i Favoriti portino qui le provviste,poi agiremo."

Cala la notte e appaiono i volti dei caduti morti.
A quanto pare i due Tributi del 6 sono morti.
Non che mi interessi.
Io e Lexie abbiamo preso il totale controllo dei piani 12 e 11, dove ci sono le provviste.
Per cui spesso sgattaioliamo dentro e rubiamo qualcosa.
Alle tre di notte veniamo beccati.
Il ragazzo del 4 afferra Lexie per il braccio e la scaraventa dall’altro lato della stanza lussandole un braccio.
Io gli vado addosso e lo scaravento a terra.
Mentre si sta per rialzare gli lancio addosso un coltello che si conficca e tre centimetri dalla sua fronte.
Ne prendo un altro e gli metto la lama sulla giugulare.

"Toccaci di nuovo e affogherai nel tuo sangue." gli bisbiglio sorridendo.

Lo lascio andare e vado da Lexie.
La sua spalla è completamente fuori posto.
Fortunatamente non è rotta, ma comunque è una bella sfortuna.

"Devo rimetterla a posto. Farà male." dico e le spingo la spalla nella giusta posizione.

Lei grida per un quarto d’ora, ma la riesco a portare di peso nella sua stanza.
Vendetta.
È la prima cosa che pensiamo.
Ora il momento è giunto per seguire il consiglio di Enobaria.
Ordino a Lexie di fasciarsi il braccio e insieme portiamo fuori dalla torre tutte le provviste trasportabili.
Armi, cibo e medicine sono i nostri primi pensieri.
Poi abbandono Lexie nella casa e torno al Centro di Addestramento.
La mattina arriva presto e si inaugura con un colpo di cannone.
Tutti i Favoriti sono riuniti nella sala principale.

"Dov’è la ragazza del 7?" chiede l’1.

"Scappata. Ieri l'abbiamo beccata nel Magazzino delle riserve e dopo che 4 ha cercato di ucciderla è scappata." dico mentendo.
In questo modo 4 non può mettermi in ginocchio o mettere a monte il mio piano.

"Bene. Natasha è andata a caccia." continua l’1 "La nostra priorità è uccidere i due piccioncini del 12."

"Natasha?" chiedo.

"La ragazza del Distretto 4" risponde 1 sistemandosi i capelli ricci "Noi andremo in giro a caccia di altri Tributi."
Tutti annuiscono.

"Però abbiamo bisogno di un guardiano. Charles e Ghilione voi proteggerete il Centro." ci ordina l’1, scatenando la mia ira.

Ghilione è il ragazzo del 4. Bene avrò una piccola vendetta.
Tutti se ne vanno e io metto in atto il mio piano.
Prima di tutto mi inietto il siero nella vena.
Poi raggruppo di nascosto tutte le loro provviste al piano 11.
Scendo alla sala principale dove Ghilione sta riposando mangiando un mandarino.

"Ah Ghilione, ho trovato una stanza al 4 piano, potresti venire a vedere?" chiedo "Penso ci sia un alveare di Aghi Inseguitori."
Ghilione, come possibile immaginare data l’assonanza di una certa parola con il suo nome, mi crede e saliamo in ascensore.

"Anna si fida di te." all’improvviso esordisce.

"Lo so." dico "Credo che la salverò"
Le porte si aprono.

"Cosa!" grida Ghilione.

"Beh, ad esempio tu non ti salverai. Sai no. Hai cercato di uccidere Lexie." all’improvviso con il manico del coltello gli do una botta in testa.

Lo butto fuori dall’ascensore e scendo all’entrata.
Mi iniettò un’altra dose di farmaci e esco.
Guardo l’alta torre metallica un’ultima volta.
Estraggo un coltello e colpisco un baccello che esplode creando una reazione a catena.
La torre del Centro d’Addestramento esplode alla base e crolla sull’Anfiteatro cittadino facendo crollare quel poco che ne rimaneva.
Un colpo di cannone rimbomba nell’aria.
Ghilione è morto.
La mia prima vittima. Il mio patto…infranto.
Sapevo che il botto avrebbe attirato gli altri Favoriti per cui me ne vado.
Vado nella casa in cui io e Lexie la sera prima avevamo nascosto le provviste.
Apro la porta e ritrovo la mia gemella siamese.
Mi abbraccia.

"Ho sentito il botto." dice Lexie.

"Beh, i Favoriti si arrabbieranno molto." dico "E cercheranno le nostre tracce. Andiamocene."

Prendiamo le nostre provviste e ce ne andiamo.
Camminiamo per molte miglia nella Capitol desertica.
Lexie riesce a non farmi pesare di essere negli Hunger Games.
Ridiamo, scherziamo, prendiamo in giro persone a caso dei nostri Distretti, …

"Ho una sorella, Meredith. Ha 15 anni e già vuole sposarsi…" dice Lexie.

"Beh sa quello che vuole."

"Già, fin troppo." ride "Ha già detto che da grande vuole distruggere Capitol City e farci un grande ospedale."
Rido.

"Sai, noi discendiamo da una famiglia molto ricca, per cui abbiamo preso la via della medicina."

"Anche io nel Distretto. Abbiamo la sezione chirurgia e io mi sono subito iscritto."
E iniziamo a parlare di organi, di cuori e milze e la sera inizia a calare.
Tuttavia non è una sera normale perché la luce rimane intatta per un’ora nello smog della città.
Ci fermiamo e mangiamo qualcosa.
Decidiamo di fermarci in una casa, ma qualcosa ci spinge fuori.
O meglio qualcuno.
Un grido si leva dalla radura di rovine.

"Maredith…Meredith!" grida Lexie e corre fuori.

La seguo a ruota.
Le urla si intensificano.
Lexie corre verso di esse gridando il nome di sua sorella.

"Lexie non è reale!" grido, ma mi rendo conto del contrario.

Lexie è a terra terrorizzata.
Davanti a lei…un ibrido orrendo.
È una creatura umanoide alta due metri.
La sua pelle è verde a chiazze gialle, ma talmente sottile che si riescono a vedere le costole e le vene che spesso sono spezzate, mostrando quindi una copiosa emorragia interna. Inoltre sono presenti masse tumorali molto vaste. Ma la cosa più spaventosa è il volto.
È molto simile a quello umano, ma completamente deformato, infatti su metà faccia c’è una massa di carne che rende impossibile la possibilità di distinguere i lineamenti; dall’latro lato, invece c’è un buco nella guancia che mostra tutti i suoi denti aguzzi.
L’ibrido possiede inoltre due enormi falci al posto delle braccia, simili a quelle di una mantide religiosa.

"Lexie?" chiede la creatura mostruosa.

"M-eredith…" balbetta.

"Lexie non ascoltarla, è un trucco. È solo un ibrido, non è Meredith." dico e le tendo la mano.

"Lexie?" ripete l’ibrido e inizia a canticchiare una ninnananna con il suo nome.

Quella canzone è la cosa più inquietante che avessi mai sentito.
Tiro immediatamente un coltello che si infilza nella costola destra.
L’ibrido grida e sangue nero spruzza dalla ferita.
Lexie si sveglia dal come prodotto dalla ninnananna e inizia a correre con me.
L’ibrido corre dietro di noi gridando con la voce della sorella di Lexie, Meredith.

"Charles falla smettere!" piange Lexie.

Mi giro e un coltello vola dalle mie mani all’occhio della creatura.
Altro sangue nero scoppia come una bomba e mi schizza sulla faccia.
Il suo sangue inizia a bruciare e a io a gridare.
In effetti il suo sangue per terra crea un vapore sospetto.
Acido.
Il suo sangue è acido, il che spiega il motivo delle emorragie interne.
Però questo sangue non finisce mai.
Il sangue scioglie i sassi per terra e sulla mia faccia compaiono cinque macchie rosse e bianche per il pus.
La creatura continua a muoversi anche se il sangue/acido continua a sgorgare.
Le sue falci cercano di lacerarmi la carne, ma io sono molto più veloce di lui.
Lexie prese un falcetto da uno zaino verde e lo tira contro l’ibrido centrando il suo cranio.
In quell’istante scatto e la sua falce, cercando di colpirmi non riuscendoci, si incastra nel suo sterno. 
L’acido proveniente dal suo cranio cade sulla protuberanza ossea e inizia a bruciare.
La creatura inizia di nuovo a strillare con la voce di Meredith, ma io con un coltello lungo le taglio la testa.
L’acido nero esplode dalla ferita e macchia tutte le case circostanti bucandole.
Molte gocce cadono sul corpo mio e di Lexie e iniziano a formarsi altre scottature infette. 
Però la decapitazione non funziona.
La creatura acefala estrae dal suo corpo la falce ossea e inizia a correre a caso, spesso sbattendo contro le rovine e fratturandosi le ossa.
La testa deforme incomincia a saltare e a muovere la bocca in cerca di qualcosa da lacerare, intanto grida il nome di Lexie con la voce di Meredith.
Poi vedo un baccello.

"Corri." dico e Lexie scappa.

Prendo un coltello, mi allontano, lo tiro e…
L’esplosione mi scaraventa contro il muro, schizzi di sangue nero mi vanno in faccia e sulle braccia.
Il dolore è acuto e lancinante, ma mi sforzo di muovermi.
Arrivo al nostro rifugio dove trovo Lexie, che mi corre incontro per aiutarmi.
Anche lei ha molte bruciature, ma le mie sono più gravi.
Mentre mi siedo parte l’inno di Capitol. 
Due morti,niente di che.
Da un buco del tetto entra un paracadute argenteo.
Lo prendo al volo e lo apro.
Al suo interno è presente una gelatina arancione bluastra e una striscia di carta bianchissima.

“Bel lavoro ragazzo. EB”

Enobaria Bouvier. 
Lexie apre la scatola della gelatina e prova a mettersela su una bruciatura.
Prima grida, ma poi la crosta si stacca su un fiume di pus.
La pelle sottostante è bianca e priva di cicatrici.
La usiamo sulle ustioni gravi e la teniamo da parte.

"Se ce ne sono altri, quella gelatina sarà molto utile." dico.

"La sua voce." dice Lexie e scoppia a piangere "Quella era Meredith."

"No, no Lexie…lei non era Meredith, è impossibile. Avranno usato la sua voce per creare quel mostro. È semplice per loro storpiare una voce." dico per consolarla.

"Come hanno fatto a prendere la sua voce!" grida.

"Le interviste. Sono le interviste dei parenti. L’avranno intervistata." dico.

"Tu sei la mia persona Charles. Non devi morire. Sei la mia persona."

"Non lo farò." dico e le pongo un braccio sulla sua spalla "E tu sei la mia."

La notte, stranamente, passa molto velocemente.
La mattina dopo sentiamo piovere.
Dal buco del soffitto scende acqua.
Ma molto differente dal normale.

"Lexie, Lexie svegliati. Dobbiamo andarcene." dico.

"Cosa? Perché?" dice.

"L’acqua." e la indico "Il suo colore. È gialla."

Poi avviene una cosa impensabile.
L’acqua si sposta e va contro di noi.
Milioni di gocce solide ci colpiscono.
Il dolore è forte, ma riusciamo a fuggire dalla casa.
Corriamo per qualche chilometro, poi la pioggia intelligente smette e torna il sole e la nebbia di smog.
E la vediamo.
Da lontano, ma la vediamo.
Rose Peetal.

"È lei!" dice "L’oca innamorata!"
Rido.


"Cosa facciamo?" mi chiede Lexie.

"La uccidiamo." dico.
Ci guardiamo.

"No" diciamo all’unisono.

"Ci può essere utile. Con l’arco se la cava. Ha preso 12." dice Lexie.

"Già. Potremmo usarla anche come esca per gli ibridi, o per difenderci da essi." bisbiglio.

"Ma non ci darà mai una mano! Ci odia!"

"Beh, allora dobbiamo trovare una merce di scambio."

Mi volto e vedo una casa.
È una semplice casa, ma è circondata da baccelli.
E sulla sua finestra, una Ghiandaia Imitatrice.
Mi volto e ne vedo molte altre.

"Seguila. Quando sentirai…" dico e fischietto 5 note "Portala lì dentro. Falla svenire e legala."
Mi alzo e me ne vado.

"Dove stai andando?" chiede Lexie.

"A cercare il ragazzo innamorato." dico e corro via.

La fortuna mi aiuta, perché per puro caso lo trovo quasi subito.
Lo vedo prendere dalla Cornucopia un pacco di farmaci e lo seguo.
Va in una casa integra.
Senza farmi vedere segno la casa con un pennarello trovato in uno degli zaini.
Poi segno la via con lo stesso pennarello e quando vedo una Ghiandaia Imitatrice fischietto le 5 note.
In poco tempo migliaia di suoni si propagano nel cielo.
Corro per tutto il resto del tragitto e in una decina di minuti trovo la casa.
Entro, senza toccare nessun baccello.
Nel centro della stanza, anche questa ricoperta di baccelli, c’è Lexie con Peetal legata su una sedia.
Lei è sveglia e sembra molto scontenta di vedermi.

"Signorina, sei così stupida da non capire il mio piano. Pensi che ti abbia minacciato davanti al tuo amichetto intimo perché ne avevo voglia? No, ho risvegliato il suo lato protettivo. E quando vedrò il tuo volto nel cielo, lo vedrà anche lui. E allora avrò un nemico in meno" dico mostrando il mio sorriso migliore.

Lei si volta e vede i baccelli.
E capisce che ho ragione.

"Credi che demorderebbe così? Il suo obbiettivo diventerebbe quello di ucciderti prima degli altri." dice, ma più che altro per convincere sé stessa.

"Già, se il fatto che non ti abbia protetta non lo ucciderà prima."
Capisce che ho ragione, e questo non le piace.

"Ti odio, spero che tu muoia soffrendo." sbraita.
Faccio qualche passo e inizio a mostrarle il mio piano.

"A meno che…" bisbiglio.

"A meno che cosa?" dice quasi come se volesse insultarmi con quelle parole.

"Tu mi proteggi e mi procuri provviste e io ti porto dal tuo fidanzatino da quattro soldi." sorrido.

"Quello da quattro soldi sei tu…dovrai procurarmi l’arco, altrimenti come ti aiuto?" chiede.

"Guarda sul tavolo, stupida." Lexie è stata talmente astuta che ha messo l’arco e la faretra in una zona in cui Peetal potesse vederli.

"E se non accettassi? Avanti, uccidimi. Tanto morirò comunque. Certo, sarà difficile per lui riprendersi ma la vendetta sarà più forte del senso di colpa." dice quasi rilassandosi, ma il suo volto rimane duro e impaurito.

"Più che vendetta nei miei confronti io penserei a un suicidio…allora accetti?" sorrido di nuovo.
E allora si rende conto che ho ragione.
Il mio puzzle sta prendendo forma.

"Va bene ma i tuoi turni di guardia saranno i più brevi. E slegatemi dannazione, le corde mi stanno distruggendo un polso." dice.
Sorrido ancora e Lexie la libera.
Partiamo per la casa del ragazzo del 12.
Peetal è molto cauta, è sempre dietro di noi con l’arco in mano e la freccia già pronta per essere tirata, ma non avrebbe il coraggio per farlo. 
Molto probabilmente starà pensando a un complotto di Favoriti dei quali io ero il portavoce.
Poi sbotta. La sua ira è talmente rumorosa e goffa che non riesce a mantenerla celata.

"Allora, ti sei distaccato dai favoriti perché avevi progetti diversi riguardo la mia vita o i tuoi amichetti erano infastiditi dalla tua simpatia?" dice quasi volesse ferirmi.

"Nessuno dei due, mi ero stufato di loro." dico e mi metto a ridere con Lexie.


"Tu che passi due giorni con i favoriti e non cerchi nemmeno di ingannarli? Non ci credo." mi risponde la ragazza.
Se quelli sono i suoi massimi tentativi di essere cattiva, è molto molto deludente.

"Che ti devo dire…mi libero in fretta di quelli che odio. Chiedilo al tuo fidanzatino." dico e rido.
La faccio stare per un po’ zitta. Molto probabilmente le ho fatto ricordare l’episodio piacevole della Cornucopia.

"Certo, come se credessi che lo hai fatto fuori, ho visto i riepiloghi in queste notti."
Io rido.

"Non ho detto questo. Hai visto per caso la sua foto?" rispondo.

"Non in queste due notti…ma sono passate ore dall’ultimo riepilogo, potresti aver fatto di tutto in questo lasso di tempo. Ma non ti crederò semi dirai che lo hai ucciso, lui non si fa fregare così. Ma se dovessi scoprire che è vero durante la notte un cannone sparerà solo per te, contento?" dice schizzata.

"Che teneri, sono parassiti." bisbiglio a Lexie e ridiamo.
Lei non ci vede.

"No, perché non sono così stupido da farmi uccidere da te." dico con come sottofondo le risate di Lexie.

"Sì, continua pure a pensare che abbia un cervello di gallina…ti accorgerai che ti sbagli." urla Peetal.

"Io non lo penso, io lo so." e sia io sia Lexie ridiamo.

"Però in effetti non ha un cervello di gallina." dice Lexie "Non ne ha uno."
Ridiamo entrambi.

"Come se tu sapessi qualcosa di vero." ormai la Peetal sta finendo le sue carte.

"Charles, è inutile parlare con lei. E’ già tanto se riesce a fare una frase sensata. Non l’hai vista all’intervista? Un oca è più saggia di lei." dice Lexie.
Iniziamo a ridere a crepapelle mentre lei ci guarda in cagnesco.

"Sta zitta tu, che sei pari a lui…anche tu dovresti starmi il più lontana possibile se ci tieni a respirare." strilla.
Scoppiamo a ridere.

"Bene, ciao" diciamo all’unisono dopo aver smesso di ridere.

"Ricordati che mi hai chiesto protezione…non ha senso che cerchi di lasciarmi indietro." dice. 

"Beh, ricordati che non mi interessa." rido.

"E tu ricordati che puoi anche farti sbranare dagli ibridi." tenta di avere l’ultima parola.
Io e Lexie andiamo in disparte a ridere e scherzare su altre persone dei nostri Distretti.
Dopo mezz’ora di cammino arriviamo alla casa.

"Eccoci qui." dico.

Dalla casa escono i due dell’11 e il ragazzo innamorato.
I due dell’11 sono una sorpresa inaspettata.
Non sono nei miei piani.
Metto il broncio, ma poi capsico che possono essere utili.
Vado da Lexie mentre di due innamorati flirtano.

"Perché ci sono i due dell’11?" chiede Lexie.

"Non lo so, ma non è un problema." dico "Altre otto mani per proteggerci non sono una dannazione."

"Chissà cosa stanno facendo lì dentro." dice Lexie ridendo cambiando argomento.

"Forse daranno spettacolo i quello che hanno fatto agli Strateghi." dico e ridiamo insieme fino a lacrimare.

I giochi sono iniziati da tre giorni e io e Lexie siamo già nell’occhio del ciclone.
Dato che non siamo più utili, i due innamorati cercheranno di eliminarci, ma non sanno che ho già un piano.
Loro dopotutto hanno bisogno di medicine e noi ne abbiamo molte.
Il patto con Rose Peetal durerà ancora a lungo, fino a quando io e Lexie non ne avremmo più bisogno.

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Chiamate un esorcista per Carlo,vi prego D: L'idea di quell'ibrido mi ha scioccata,ma no vi faccio spoiler,infondo dovret solo aspettare un paio d'ora più o meno. Perché il prossimo capitolo è già pronto. Martedì riprende la scuola,quindi il ritmo che abbiamo tenuto in questi giorni potrebbe rallentare,oltretutto siamo entrambi al primo anno di scientifico (let me die,il latino mi sta uccidendo D: ). Comunque...come al solito avrei parecchi insulti per Charles e Lexie (sì,li odio a morte,li odio perfino di più della mia prof di lettere) ma sono troppo occupata a non morire d'infarto per esprimermi. Spero che la storia continui a piacervi,e buona epifania...e buon rientro in quella che io chiamo "L'arena" D:

Ciao a tutti :) ecco come Charles se la cava negli Hunger Games. In questo capitolo ho generato molte cose che avranno ripercussioni in seguito,ma non facico spoiler ;) l'ibrido presente in questa storia è completamente di mia invenzione,ed è ora che sappiate che le mie idee sono spesso macrabre,dovrete farci l'abitudine. Grazie di leggere,buona epifania :) 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9:Il palazzo presidenziale (Distretto 12) ***


Il resto del tragitto è scandito principalmente dai discorsi fra noi e i ragazzi dell’11,e giusto ogni tanto da qualche piccolo conflitto con i due simpaticoni. Il nostro obbiettivo è il palazzo presidenziale. Li,oltre a trovare parecchie stanze in cui nasconderci,potremmo anche trovare delle risorse. Quando arriviamo davanti al palazzo comincio ad avere un brutto presentimento e mi sale un po’ d’ansia,perché oltre ai baccelli già vuoti intorno al palazzo troviamo anche delle tracce di sangue ancora fresche,ed ecco spiegato il terzo cannone della giornata. Ma il peggio viene ora. Mentre cerchiamo di capire se davvero tutti i baccelli intorno al palazzo siano vuoi,due di essi un po’ più lontani si aprono,e visto che non c’è nessuno che possa averli attivati passando è sicuramente opera degli strateghi. Da li escono due ibridi aggressivi e piuttosto veloci e una schiera di esseri più lenti ma altrettanto problematici. La ragazza del 7,anche se sono ancora troppo lontani per essere identificati,sembra che già conosca quegli ibridi,e cade lentamente nel panico. E quel bastardo di Charles per una volta,stranamente,mostra un filo di umanità,è accanto a Lexie (finalmente riesco a ricordare il suo nome) e si riesce a capire che è determinato a proteggerla.Abbiamo appena avuto il tempo di prepararci alla difesa di noi stessi,e gli ibridi in meno di un minuto hanno percorso lo spazio che ci divideva dai loro baccelli. Quelli più lenti sono ancora molto indietro,ma arriveranno fra non molto. Ma solo ora capisco perché l’amica del demonio abbia così paura di quegli ibridi,e lo capisco in un modo toppo inquietante. Già l’aspetto non è confortante:saranno alti circa due metri,con la pelle verde e gialla così sottile che si possono vedere le ossa e alcuni organi interni,e anche i vari tumori e le emorragie interne che invadono i loro corpi. Hanno falci affilate al posto delle mani. Credevo di aver visto di tutto,ma quando alzo gli occhi verso i loro visi e l’orrore sale ad un livello inimmaginabile. Il loro volto ricorda un po’ quello umano. Una metà è irriconoscibile da quanto è deformata e nell’altra metà c’è un buco che mostra ogni singolo maledettissimo e aguzzo dente di quella parte. In tutto questo non c’è niente che sa di umano,lo stratega di quest’anno ha dei seri problemi mentali. Ma il mio grande problema è che questi così sono come delle ghiandaie chiacchierone,ma molto più spaventose. Questi due aborti hanno le voci di James e di Greg. Mentre gli altri cercano di uccidere i comunissimi zombie senza farsi macuillare dagli orrori verdi e gialli io me ne sto li,immobile,paralizzata dalla paura. L’ibrido-James mi si avvicina e mi dice le giuste parole per alimentare il mio senso di colpa. “Tu non mi hai salvato,potevi fare di più,sei una buona a nulla che non è nemmeno capace di salvare i suoi pazienti. Hai distrutto una famiglia e hai anche ferito l’amore della tua vita. Ne Mark,ne mia madre ne Greg si meritavano tutto questo,eppure tu gli hai uccisi dentro…e devi soffrire per questo.” Va avanti così all’infinito e crollo sempre più,lasciandomi uccidere dai sensi di colpa,che si fanno sempre più intensi. So che non è reale,ma dentro di me tutto questo suona  come tale. Mi distolgo un attimo dalla mia pazzia solo quando il sangue dell’ ibrido-Greg,ferito da non so chi,mi cade addosso,logorandomi la pelle e procurandomi un dolore immane. Oltre ad essere dei gran bastardi,questi aborti hanno in circolo sangue acido. Greg sta facendo miracoli per avvicinarsi all’ibrido-James,ma si mettono di mezzo sia gli zombie che l’ibrido con la sua stessa voce. Ma vedendo che non impazzisco tanto facilmente,entrambi gli ibridi con voci dannatamente familiari rincarano la dose e si mettono a cantare un’inquietante ninna nanna col mio nome ripetuto più volte,che dovrebbe farmi impazzire fino al punto di ipnotizzarmi così che possano uccidermi senza difficoltà. Mi sforzo per sentire altro,ma questi due usano tutte le loro forze per farmi sentire solo le loro inquietanti voci. Ad un certo punto non sento più James,qualcuno lo ha ucciso,non so chi e poco mi interessa. Per un momento recupero un po’ di sanità mentale. Ma l’ibrido con la voce di Greg,ora che è solo,rende ancora più inquietante la sua ninna nanna. Ormai è da parecchio che sto a terra in ginocchio tenendo gli occhi chiusi e le mani sulle orecchie,come se stessi cercando di cancellare tutto questo,come se mi stessi auto convincendo che tutto questo non sta accadendo davvero,come se non fossi nell’arena. Ma purtroppo ci sono. Per un attimo sento Greg che cerca di parlarmi,probabilmente si è avvicinato,e cerca di dirmi che tutto questo  non è reale e che devo riprendermi. Ma poi non lo sento più così vicino e nonostante questo non faccio niente per muovermi da li. Ora insieme alla ninna nanna sento anche le sue grida. E dopo che riesco ad attenuare quasi del tutto i rumori mi viene il dubbio che il grido e i suoi attuali lamenti di dolore non siano stati riprodotti dall’ibrido. Quella cantilena si ferma improvvisamente,e rimango immobile per qualche secondo. Tolgo le mani dalle orecchie tremando come una foglia,apro lentamente gli occhi e mi rialzo. Tutt’intorno a me ci sono i corpi degli zombie e dei due ibridi. Ora che mi sono vagamente ripresa mi rendo conto di avere gli occhi che sembrano andarmi a fuoco per tutte le lacrime che ho pianto,mi rendo anche conto di avere una ferita al braccio,non troppo profonda ma comunque dolorosa,che mi ostacolerà nel tiro con l’arco. E ora sento anche un dolore lancinante alle mani,che sono state brutalmente corrose dal sangue acido. Mi volto lentamente verso il palazzo,spostandomi con lo sguardo vedo il viso di Greg,con qualche ferita da acido,contratto in un espressione piena di dolore. Spostando ancora lo sguardo vedo che anche le sue mani e i suoi polsi sono nella mia stessa condizione. Ma ora,spostandomi ancora e ritornando di più alla realtà,riesco a vedere il peggio:è a terra,agonizzante in una pozza di sangue,con la gamba destra mal ridotta. Ed è ora che mi sembra che il mondo mi crolli addosso. 

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Questo è stato uno dei capitoli più difficili da scrivere,mi sono uccisa da sola...OMG. Però,nonostante la drammaticità,sono fiera di come ho reso la cosa. Da ora gli avvenimenti verranno divisi fra Charles e Rose,ad esempio fino ad ora abbiamo visto i loro punti di vista in contemporanea,adesso ci spartiremo i momenti,un certo avvenimento lo raccionto io e ciò che racconta Charles nel capitlo dopo è accaduto dopo a ciò che racconta Rose. Nei miei capitoli riprenderò sempre un po' gli ultimi avvenimenti importanti,o di cui comunque voglio esprimere un pensiero. E ora scusatemi,ma continuo ad uccidermi scrivendo un nuovo capitolo D:

Ciao :) oggi le mie creature hanno fatto baccano. Questo capitolo non è il più cruento,ve lo assicuro,ma comunque so che molti saranno sbigottiti da ciò che mi invento. Vabbè,l'horror avrà molto spazio nei miei capitoli. Domani sarà postato il mio capitolo in cui un personaggio dei libri di Hunger Games tornerà,ma come al solito non mi spingo oltre con gli spoiler. Ciao a tutti e grazie di leggere :) 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10:il palazzo presidenziale (Distretto 2) ***


Gli ibridi sono tutti morti, ma sento Peetal gridare.
Mi volto di scatto e vedo per terra il ragazzo del 12, in una pozza di sangue, urlante e con un osso fuori dalla gamba destra.
Corro verso di loro e, per farmi spazio, getto Peetal, che piange a dirotto, per terra.

"Lexie vieni." grido.

"Cosa…cos'è successo?!" grida la ragazza del 12.
Stava gridando e piangendo allo stesso tempo.

"Lexie tieni fermo 12." le dico "Gli farò male."

"Cosa?! Tu vuoi ucciderlo! Vuoi sbarazzarti di lui! Bastardo!" dice Peetal e prende l’arco.

Le tremano talmente tanto le mani che non riesce nemmeno a impugnarlo correttamente.
Do un’occhiata a Lexie e lei capisce.
Va da lei lentamente e le mette un braccio sulla spalla.
Lei inizia a piangere e Lexie l’abbraccia.
E tanto velocemente l’impugnatura della sua lama colpisce la testa della ragazza del 12 facendola svenire.
Torna da me.
"Tienilo giù." dico.
Lei annuisce.

"Rimetterò dentro l’osso. Non è molto corretto, ma piuttosto che farlo morire dissanguato…" bisbiglio, poi prendo un laccio "Metteteglielo in bocca. Così non si taglierà la lingua."

La ragazza dell’11 esegue.
Lexie e la ragazza dell’11 tengono il corpo del ragazzo.
Il sangue di 12 mi imbratta le mani ricoperte di pustole dovute alle bruciature facendole bruciare di più.
Io tiro dentro l’osso con un colpo secco e il sangue sgorga meno velocemente.
Il ragazzo inizia a strillare e poi sviene. Il dolore è troppo forte.

"Datemi qualcosa per cucire." dico.

L’unica cosa che riescono a trovare è una spilla da balia.
La apro e la infilo in mezzo alle labbra della ferita per chiuderla.
Non è affatto corretto. La spilla non è stata disinfettata. Ora bisogna solo pregare che non avvenga un’infezione oppure la sua gamba diverrebbe inutilizzabile e in un’arena degli Hunger Games 12 morirebbe in pochi giorni, o ore.
Lexie trascina il corpo della ragazza del 12, mentre io e il tizio dell’11 portiamo il corpo di 12.
La villa presidenziale è molto grande ed è ricoperta di rose da ogni parte.
L’odore di quelle rose inebria i nostri polmoni e quasi ci fa male.
Mettiamo per terra i corpi, anche se 12 viene messo in uno sgabuzzino per metterlo su un letto, e aspettiamo che si risveglino.
La prima è Rose Peetal.
La ragazza è molto indolenzita sia per le radiazioni sia per il bernoccolo che sta crescendo sulla sua fronte.

"Lo avete ucciso?!" dice rivolto a me. È davvero così malfidente nei miei confronti che pensa che abbia infranto l’alleanza.

"Sì." dico irritato.

"Se con ucciso intendi dire salvato." continua Lexie molto più irritata di me.

"Piff li ha fatto molto male." dico e per poco non scoppio a ridere con Lexie per il nomignolo dato all’ibrido.

"Piff?" dice la ragazza del 12.

"L’ibrido." dico sedendomi su un gradino di un’alta scalinata.

"Tu stai male se ti metti a dare nomi agli ibridi." dice lei irritata "Dov’è adesso?"
Vedo dagli occhi di Lexie che darebbe a Pettal molto volentieri un’alta botta in testa.

"Nei nostri Distretti quando una cosa ci spaventa, le diamo un nomignolo per aiutarci ad affrontarla." dico acido "Comunque è nello sgabuzzino."

"Che tipi simpatici." dice lei "E comunque quanto costava lasciarlo qui?! Qualcuno potrebbe benissimo entrare senza farsi scoprire e farlo fuori! E poi come diavolo fate a monitorarlo se siete qui?!"
Ora il desiderio di Lexie di picchiare la ragazza del 12 è alle stelle.

"Sai un grazie non sarebbe sgradito." sibila Lexie.

"Sta dormendo." dico con lo stesso tono di Lexie.

"Lo abbiamo appena controllato." continua la ragazza del 7.

"Malfidente." diciamo all’unisono io e Lexie.

"Come potevo saperlo se mi hai dato una botta in testa, miss simpatia?" dice Peetal.
Ora anche io vorrei darle un’altra botta in testa.

"Tu disconcetravi. E se non lo avessi fatto avresti sentito un colpo di cannone." urla Lexie "E ripeto: un grazie non sarebbe sgradito."
La ragazza del 12 è talmente altezzosa che per cambiar argomento guarda le sue mani corrose dall’acido.
Devo prendere per un braccio Lexie per evitare che lei la pesti.

"Avete qualcosa con cui possa riemettermi un po’ in sesto?" dice e ci mostra le mani bianche di pus.

"Sì, Enobaria ci ha una crema." dico molto riluttante a dargliela.

"Bene a sapersi. Odio questa nausea." dice toccandosi lo stomaco.

"Intendi le radiazioni?" dico e lei mi guarda storto.

"Beh, se vuoi che ti passi dobbiamo prendere accordi." dice Lexie sedendosi accanto a me.

"Finalmente predi le mie orme. Non si dà mai nulla senza prendere qualcosa in cambio." le bisbiglio e ridiamo.

"Dipende che accordi, altrimenti me la vado a prendere da sola." dice Rose vantandosi di essere in grado di farlo.
Lexie stringe i pugni.

"Prolungamento dell’alleanza." dico "Ah e che tu ci dica grazie."

"Che posso fare ormai? Meglio avervi qui dove posso controllarvi piuttosto che non sapere dove siete." dice lei.

"Ah e il grazie?" dico io.

"Grazie." dice a bassa voce.

"Bene." dico e le passo una siringa "Vai pure dal tuo amichetto, ma mi raccomando non fare niente che lo possa sforzare. Penso tu abbia capito."
Lexie ride.

"Sei un idiota." dice e io mi chiedo se sappia non insultarmi "E poi so come funzionano queste cose, ho qualche nozione in mate…"

"Sì sì come vuoi. Vattene." dico troncando a metà sia la sua frase sia il discorso.
Peetal se ne va.

"Se fosse rimasta qui ancora l’avrei picchiata." dice Lexie con una risatina isterica.

Mi metto il gel sulle mani e lo passo a tutti i miei alleati.
Il pomeriggio passa veloce e alla sera mi accorgo di una cosa.
Un cosa molto, molto strana.
Il sangue di 12 ha imbrattato la scala.
Quando non lo abbiamo mai portato sulla scala.
Inoltre il sangue sale i gradini imbrattando il tappeto che ricopre la scala.
Prendo un coltello e seguo il sangue.
Il sangue sale a gocce su tutte le scale, poi percorre un corridoio fino a una porta metallica.
Il liquido rosso entra nella porta da sotto, ma quando cerco di aprirla questa si rivela chiusa.
Con il coltello scassino la serratura e apro la porta.
E quello che trovo dentro è molto…molto terrificante.
È l’ufficio presidenziale.
Ma su un trono è seduto…Corialanus Snow.
Il sangue va verso di lui.
Ma il presidente Snow non è umano.
La sua pelle è raggrinzita e grigia e le vene sono talmente ingrossate da renderle simili alla pietra.
I capelli sono radi e sporchi…sporchi di sangue.
Indossa un vestito nero e bianco con una rosa bianca sul petto.
Il capo è piegato come se stesse dormendo.

"Benvenuti Tributi, benvenuti nel palazzo presidenziale." la voce dello Stratega mi fa saltare in aria.
"Siccome venticinque anni fa il nostro amato presidente, Corialanus Snow, è stato brutalmente assassinato, abbiamo deciso di metterlo nei suoi giochi. Grazie presidente Snow. E a voi Tributi, possa la buona sorte sempre essere a vostra favore." continua lo Stratega "E vi assicuro. Questa volta la buona sorte deve esserlo davvero."

La registrazione finisce e noto che il sangue sta salendo la gamba della mummia di Snow.
Il sangue cola sulla sua camicia bianca sporcandola e si posa sulla rosa.
I petali limpidi diventano cremisi in poco tempo e le dita della mummia si muovono.
Ora capisco.
L’intera villa è un baccello.
Gli ibridi servivano per ferire e il sangue per risvegliare la mummia.
Per quanto tutto questo sia folle devo ammettere che sia geniale.
La mummia in poco tempo apre le palpebre.
Due globi azzurri si accendo e dalla bocca fossilizzata istantaneamente esce una fontana di sangue che non termina.
Si alza e mi punta.
Tiro un coltello, ma quello, che centra il cuore della mummia, fa solo uscire una fontana di sangue, sena nemmeno bloccare l’essere.
Corro fuori.
Apro tutte le porte delle stanze per bloccarlo e butto a terra tutti i mobili, ma questi, a causa degli Strateghi, si spostano liberando il passaggio.

"Scappate!" grido mentre scendo le scale.

Tutti, non appena vedono la mummia scappano.
La ragazza dell’11 va a prendere Peetal e la trascina di peso fuori.
Io prendo i coltelli e colpisco la gamba della mummia, che cade dalle scale.
Un crac si sente dal suo collo, ma la mummia torna in piedi.
Quella visione mi fa vomitare, letteralmente.
La mummia ora ha la testa piegata a novanta gradi verso destra, ma continua a vomitare sangue.
Dopo che l’ultimo pezzo di cibo mi esce dallo stomaco prendo un altro coltello e colpisco prima la fronte e poi lo stomaco della mummia, senza successo.
Sento in lontananza la voce di Peetal gridare Greg.
Greg?
Il ragazzo del 12?
Subito mi butto contro la mummia e di peso la butto dentro uno sgabuzzino e blocco la porta con un mobile.
Sento già il legno spezzarsi.
Corro nello sgabuzzino dove c’è 12, o meglio “Greg”.
Nome stupido, penso, meglio Gregory.
È ancora sul letto svenuto.
La mummia deve aver rotto la porta perché sento il suo respiro affannoso nell’ingresso.
Un pensiero mi balena in mente.
Perché non lasciarlo qui?
Dopotutto non sarebbe colpa mia, o meglio nessuno avrebbe potuto darmi la colpa.
Poi ci rallenterebbe, ho già tutti i Favoriti contro.
La mummia lo ucciderebbe subito e non proverebbe granché.
Poi mi ricordo della Peetal. Lei di sicuro mi darebbe la colpa.
E poi sarei colui che gli ha salvato l’amore. La sua fiducia in me aumenterebbe.
Mentre la mummia sfonda la porta, io faccio la mia decisione.
Estraggo un coltello e lo lancio a caso contro la mummia.
Il coltello lacera il fiore che esplode in una pioggia di sangue acido.
Le gocce mi volano in faccia e sulle mani e io cado a terra.
Ma la mummia improvvisamente si spegne e cade anche lei.
Morta.
Ce l’ho fatta.
Ho ucciso Snow, il paradosso è molto buffo.
Prendo sulle spalle 12 e esco da quel baccello infernale.
Peetal appena mi vede con 12 smette di piangere e mi aiuta a scaricarlo dalle mie spalle.
Lexie mi corre addosso e mi abbraccia.
La mia Gemella Siamese mi prende subito il gel e io mi curo le bruciature.

"Dobbiamo andarcene." dico e aiuto il tizio dell’11 a portare 12, ancora svenuto.

Mi sto preoccupando per quello stato comatoso, ma per ora è meglio non esporre i miei dubbi.
Camminiamo per un’ora e troviamo una casa.
È semi integra e in più, sulla porta, è scritto in rosa Effie Trinket.
Peetal ride e noi entriamo.
L’inno parte e Lexie corre alla finestra.
Sono morti la ragazza dell’1 e il ragazzo del 7.

"George." dice Lexie triste.

"Chi?" chiedo anche se il muovere la bocca mi produce un dolore lancinante.

"George O’Malley." continua lei piangendo "Il figlio di Johanna Mason e Stuart O’Malley. Lo conoscevo, faceva con me il corso di medicina."
Le sue lacrime sono bloccate da un improvviso urlo di gioia di Peetal.
12 si è svegliato.
E come potevo immaginare, la sua fidanzatina lo sta già abbracciando e baciando.

"Ehi!" grido "Niente sforzi! Ricordi!?"
Lexie ride.

"Eh, 12. Devi dirmi grazie fino alla fine dei giochi." dico.
12 non capisce. Che ottuso.
Poi tutti veniamo spaventati da un indesiderato inno di Panem.

"Attenzione Tributi, attenzione" dice uno Stratega.
Non riesco a capire se sia un maschio o una femmina.

"Siccome in questa edizione è stata ricordata la Guerra contro la Ghiandaia Imitatrice, il nostro amato presidente…" ad amato io e Lexie ci guardiamo storti "Ha deciso di farvi un dono: qualsiasi Tributo che sopravvivrà quattro settimane nell’arena diverrà un vincitore. Però c’è un’eccezione. Non ci potranno essere Tributi dello stesso Distretto. Grazie della vostra attenzione. Felici Hunger Games e possa la buona sorte sempre essere a vostro favore!"

La voce si spegne.
Io abbraccio di scatto Lexie.
Potremo tornare a casa.

"O mio Dio Charles! Siamo salvi." dice Lexie ridendo.

Però non per tutti è una bella notizia.
Sento già le lacrime di Peetal sgorgare.

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Non parlo molto,dico solo che attendere questo apitolo mi ha messo ansia,e che sto scrivendo il mio di capitolo,e forse lo finisco oggi (?). So solo che odierò per sempre quella legge D: Ma dico solo una cosa:non date niente per scontato. Come al solito apprezzo molto la simpatia di Charles e Lexie .-. e la mummia di Snow mi ha fatto raggelare il sangue D: e con questo commento stranamente scarno,mi dileguo e torno a scrivere ù_ù

Ciao a tutti. Ecco qui il mio capitolo. Snow ha sparso paura? Sinceramente spero di sì. Consiglio di ascoltare Body Electric di Lana Del Rey mentre si legge,è stata la mia fonte di ispirazione :) tutto il capitolo è stato partorito dalla mia mente, tranne per il dialogo fra Peetal e Charles. Spero che le sorprese trovate qui vi abbiano messo più desiderio di leggere i capitoli della storia. Buona lettura e a presto per il mio prossimo capitolo, nel quale saranno presenti molti ibridi peggiori di quelli trovati per ora. (nota Ale:nessun ibrido supererà mai Piff D: )

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11:La spedizione alla Cornucopia (Distretto 12) ***


Prima la morte di George,poi l’attacco degli ibridi…stanno accadendo troppe cose insieme. Sono ore che piango senza sosta rimproverandomi di essere stata troppo debole. E’ colpa mia se Greg è in queste condizioni,non ho nemmeno tentato di reagire quando ho sentito le sue grida. Sono un’idiota. E il fatto che non si sveglia potrebbe essere un brutto segno. Oppure il dolore lancinante che ha provato lo ha affaticato così tanto da farlo dormire per tutto questo tempo. Il dolore che ha percepito quando è stato ferito dall’ibrido dev’essere stato tremendo,e ancora di più quello che ha sentito quando Charles gli ha rimesso a posto l’osso. E questa considerazione non mi aiuta. Non riesco a cancellare quell’immagine. E credo che non ci riuscirò mai. Poi Liza piomba all’improvviso nella stanza. 

“Dobbiamo andarcene”

“E Greg!?”

“Devi uscire da qui!”


Da come è agitata capisco che siamo tutti in pericolo. Ma non ci penso neanche a muovermi. Liza mi porta fuori di peso,e la cosa mi stupisce,perché lei è minuta e io sono così determinata ad ostacolarla che proprio non so come faccia a farmi uscire di li senza troppi sforzi. Quando ormai siamo nell’atrio capisco qual è il problema:una mummia con le sembianze del presidente Snow. Perde sangue a fiumi dalla bocca,dal cuore e dalla gamba. Ha il collo inclinato verso destra in modo inquietante. Anche se Charles cerca di ostacolarla continua ad avanzare,e punta dritta alla stanza in cui si trova Greg. E io non posso fare niente. 

“Lasciami andare Liza,lasciami andare! Greg!”

Non riesco a smettere di urlare. Poi più nulla,solo la pesante aria piena di smog dell’arena,e la facciata principale del palazzo presidenziale. I ragazzi dell’11 mi tengono bloccata,e contrariamente a ciò che avrei potuto credere non ho la forza sufficiente per opporre resistenza ,è come se fossi rassegnata. Eppure voglio entrare e combattere. Ma non posso fare niente,l’arco e l faretra sono tenuti a debita distanza da me da Alejandro. E in quel maledetto palazzo c’è un ibrido-Snow assetato di sangue,Greg senza possibilità di difendersi e Charles. Sono quasi convinta che non cercherà di salvarlo. E a questa mia personale considerazione smetto di fare anche la minima resistenza. La mia sfiducia mi dice che è finita,ma il mio istinto mi dice che usciranno entrambi. Lexie è tesa quanto me,visto che li dentro c’è anche il suo “gemello siamese”. Ma ci basta aspettare pochi istanti e vediamo entrambi che ne escono vivi. Charles ha solo qualche ferita da acido,ma per il resto sta bene. I ragazzi dell’11 mi lasciano e aiutiamo Charles,che ha Greg sulle spalle,mentre Lexie mette la gelatina sulle ferite del mister simpatia del Distretto 2. E anche qui mi chiedo come uno gracile come Charles sia riuscito a portarsi dietro uno come Greg,che sarà alto il doppio di lui,ed è sicuramente più stazzato di lui. Ed è normale,dopo anni passati a caccia. E’ strano,ma mi sta salendo un po’ di gratitudine. Immagino che abbia pensato di lasciarlo li,la cosa non mi sorprenderebbe. Immagino anche che l’abbia salvato solo per convenienza tattica,se vuole il mio aiuto Greg non deve morire per mano sua. Gli sono comunque grata,ma nonostante questo la mia fiducia in lui non aumenta,continuerò a sospettare di lui per molto tempo ancora. Dovrebbe fare qualcosa di impensabile,tipo un salvataggio impossibile di tutto il gruppo,allora si che mi fiderei un po’ di più. 

“Dobbiamo andarcene” Charles ha ragione,potrebbero esserci altre insidie qui…tipo uno zombie Seneca Crane che esce dal terreno di quello che era il roseto di Snow. No,forse sto esagerando. 

Ma sono preoccupata per la gamba di Greg. Il trasporto da qui al nuovo rifugio potrebbe far peggiorare le sue condizioni,ma non c’è altro che possiamo fare,rimanere qui è una follia. Charles e Alejandro porteranno Greg.

“Cercherò di non fare danni” mi dice il ragazzo dell’11

“Grazie” gli dico,mentre scorre un ennesima lacrima sulla mia guancia. 

Per tutta la durata del tragitto guardo in tutte le direzioni per assicurarmi che non ci sia nessuno,tranne verso quella di Greg. A quella ci pensa Liza,sa che non reggo nel vedere quella gamba e Greg in quello stato comatoso. Dopo un tempo che a me è sembrato eterno,troviamo una casa sufficientemente integra per ospitarci. Entrando noto una scritta rosa sulla porta:Effie Trinket. Senza rendermene conto sorrido con nostalgia. Effie mi manca. Sarebbe bello averla qui adesso,con le sue parole mi darebbe la giusta grinta. La sera arriva dopo interminabili ore,Greg non si è ancora svegliato,e la cosa mi preoccupa. Parte l’inno. Davanti a me passano i visi della ragazza dell’1,di George e di quella del 10. Lexie conosceva George,e fortunatamente non si è accorta che ho abbassato lo sguardo quando ho visto il suo viso. Forse avrebbe frainteso e avrebbe creduto che l’ho ucciso io. Ma ora me ne frego di come sta Lexie:Greg sì è svegliato. Ovviamente è un po’ confuso,sono ore che dorme. Mi viene d’istinto abbracciarlo e subito Charles mi rovina la festa ricordandomi che non devo sforzarlo,ma non credo che un abbraccio sforzi più di tanto. Ma non ho il tempo di godermi la mia gioia,perché l’inno di Capitol suona di nuovo. 

“Attenzione Tributi, attenzione. Siccome in questa edizione è stata ricordata la Guerra contro la Ghiandaia Imitatrice, il nostro amato presidente ha deciso di favi un dono: qualsiasi Tributo che sopravvivrà tre settimane nell’arena diverrà un vincitore. Però c’è un’eccezione. Non ci potranno essere Tributi dello stesso Distretto. Grazie della vostra attenzione. Felici Hunger Games e possa la buona sorte sempre essere a vostro favore!”

Niente Tributi dello stesso distretto. Mentre Charles e Lexie festeggiano io vivo un incubo. Questo è forse il peggior attacco di pianto che io abbia mai avuto fin’ora. Impazzirò prima del gran finale,me lo sento. Liza e Greg cercano di farmi calmare,senza successo. La mia crisi di pazzia mista a rabbia viene interrotta da un tintinnio. Un regalo degli sponsor,e sul paracadute c’è un 12 e accanto una R...è la scrittura di Haymitch. Lo prendo al volo,non curandomi dell’espressione di Charles e Lexie. Apro il tutto. Dentro ci trovo una fiala di liquido trasparente. La lascio da parte per un momento e leggo il messaggio del mio mentore. “Vacci piano con le dosi…e non impazzire. H.” A quel vacci piano capisco cosa si è procurato:morfina. Ma non ho siringhe. Gli unici che avrebbero potuto averle sono i due simpaticoni,ma i favoriti le hanno usate prima dei loro furti…e poi qualcosa mi dice che non me le avrebbero mai cedute. Mentre penso a come agire nelle prossime ore pulisco e fascio la ferita al braccio. E’ folle,ma stanotte voglio andare alla Cornucopia. Prima farò il mio turno di guardia,poi lascerò passare quelli di Charles e Lexie,che sono subito dopo di me. Non mi appoggeranno mai,per questo dovrò aspettare. Il mio grande problema però è che forse Greg non dormirà,sia per il dolore sia perché ha dormito fino adesso,e ovviamente non mi lascerà ma fare una pazzia del genere. Eppure,durante il turno della ragazza del 7,Greg si addormenta. Aspetto che Lexie si addormenti,così da poter parlare con Liza. Ora è il suo turno di guardia,e le chiedo di coprirmi. 

“Che diavolo fai?”

“Prendo arco,faretra e zaino,non vedi?”

“Che vuoi fare!?”

“Vado alla Cornucopia”

“Sei matta!? E’ piena notte,e oltretutto non puoi tirare con l’arco con la ferita al braccio”

“Abbassa la voce,o sveglierai mezzo mondo. Sopporterò il dolore,non è un problema”

“Non puoi aspettare domani!?”

“Ho bisogno di rendermi utile prima,fattene una ragione. Tu e Alejandro dovrete coprirmi. Se Greg dovesse svegliarsi chiedendo di me ditegli che avevo bisogno di stare da sola e che sono da qualche parte della casa”

"Tu sei pazza..."

“Sì,ma so cosa voglio. Allora,mi coprirai?”


Liza sospira,come se dicesse a se che sono un caso disperato “Ok,ma non voglio responsabilità se ti dovesse succedere qualcosa”

“Non avrai nessuna responsabilità…rilassati,non mi farò mai uccidere”


Tutto procede secondo i piani. Esco senza far rumore,la mia spedizione clandestina è cominciata. La luce della luna è piuttosto forte,ma lo smog ne attenua la potenza. Ora che ci penso la cosa è ancora più folle di quello che credevo. Il tragitto dalla casa di Effie alla Cornucopia è piuttosto lungo. Potrei non fare in tempo a tornare per l’alba. Per mia fortuna trovo il giusto ritmo,veloce ma non stancante. Ogni rumore,nel silenzio dell’arena,mi fa sobbalzare e sto più in guarda. E poi,dopo un lungo tragitto,la vedo all’orizzonte. La Cornucopia. Ora che sono così vicina m metto quasi a correre. Mi fermo dietro quella che una volta era una parete per controllare la situazione. La via è libera. Riempio lo zaino di siringhe. Poi noto una strana scatola,una scatola adatta a contenere materiale sterilizzato. Materiale per sutura,per una vera sutura per la gamba di Greg. Faccio spazio nello zaino e prendo anche questo,ma poi sento dei passi. Per sicurezza nascondo lo zaino e nel mentre noto che c’è ancora il segno del coltello di Charles sulla parete. E questa distrazione mi costa cara. Il ragazzo dell’1 mi attacca alle spalle e tenta di nuovo di strangolarmi. Ed è ora che mi viene un’idea:mi fingo morta. Ora noto che con lui c’è la ragazza dell’4. Metto in atto la mia strategia e i due credono che morirò da un momento all’altro,prendono delle medicine per le radiazioni e se ne vanno. Li sento esultare fino a qui. Appena sento che sono abbastanza lontani mi rialzo,riprendo le mie cose e mi rimetto in cammino. Faccio circa mezz’ora di tragitto tranquillo,ma poi sento la ragazza del 2 parlare con i favoriti ancora in vita (quindi 1 e 4). Ora che ci penso,sono passati solo quattro giorni,ma gli abbiamo decimati. Voglio che continuino a credere che sono morta. La cosa poi è ancora più realistica del previsto:poco prima che mi rimettessi in marcia si è sentito un colpo di cannone. Però adesso che devo nascondermi di continuo sarò parecchio rallentata e sicuramente non riuscirò a tornare prima che faccia giorno,come se non bastasse i tre si separano. Da qui vedo una casa inabitabile che non ispezioneranno mai,ma guardando meglio vedo un paio di occhi inquietanti e delle falci. Quella casa è abitata da quello che Charles chiama Piff. Non riesco a stare così vicina ad una casa in cui si trova uno di quei cosi,così la oltrepasso correndo nel modo meno rumoroso possibile. Dopo quest’episodio sto tranquilla per quasi un’ora,ma poi devo nascondermi di nuovo. Presto attenzione ai discorsi dei favoriti e vengo a sapere che stanno reclutando tributi che gli aiutino,visto che sono solo tre. Hanno appena reclutato quella del tre. Le dicono di ispezionare la zona in cui mi trovo. Appena riprendo a camminare mi vede,ma non mi riconosce. E’ dannatamente silenziosa,e anche fortunata direi. 

“C’è qualcuno qui!” grida agli altri.

Ha una spada con se. Sa a malapena tenerla in mano,ma anche i maldestri possono essere pericolosi. Appena tendo l’arco mi riconosce,ma non ha il tempo di dirlo ai favoriti. Prima che possa aprire bocca una delle mie frecce le trafigge il cuore. Non avrei voluto farlo,ma questi sono gli Hunger Games,l’etica non conta più niente qui dentro. Riprendo quella freccia il più velocemente possibile e poi corro quasi quanto il primo giorno di giochi. Ho fatto molto male i miei calcoli,il cielo comincia a schiarirsi. Da qui riesco a malapena la facciata laterale della casa di Effie,posso anche smettere di correre. Ora so dove sono i favoriti,li sento litigare fino a qui,e stanno percorrendo la strada parallela a mia. 

“Quella era un ferita da freccia brutto idiota! Non l’hai uccisa!”

“L’arco può averlo preso qualcun altro,stupida”

“Solo la ragazza del 12 ha quella precisione. La freccia ha trapassato il corpo,solo una freccia tirata da una certa distanza può procurare una ferita come quella. Peetal è ancora viva”

“L’ho uccisa io con le mie mani! Non può essere viva!”

“Al diavolo,io torno al rifugio”


Non riesco a trattenere le risate,tutto questo mi diverte. 
Ormai mi mancano pochi chilometri per arrivare a casa di Effie,e a differenza di prima rido meno. 1 e 4 sono davanti a me e fra poco arriveranno al nostro nascondiglio,e sicuramente entreranno per controllare se c’è qualcuno. Diminuisco la distanza tra me e loro,ma rimanendo sufficientemente lontana da non farmi scoprire. Ora che entrano corro fino all’ingresso. Mentre sono ancora fuori sento un po’ di baccano,e sento anche Charles che promette a 1 che lo ucciderà. Apro la porta senza farmi sentire mentre sento il ragazzo parlare con Greg. 

“Hai una gamba mal ridotta vedo…chissà come farai ora che la tua amichetta è morta”

“Stai mentendo”

“Ti piacerebbe. L’ho uccisa io stesso,stanotte alla cornucopia,l’ho strangolata” 


Greg cerca di parlare,a viene interrotto da Charles che gli sta puntando un coltello alla giugolare. Non posso farci niente,il mio istinto prende il sopravvento. 

“No!” lo so,è molto espressivo,ma è l’unica cosa che riesco a dire. 
 
La ragazza del 4 si gira e cerca di prendere il tridente,ma metto fine alla sua vita prima che possa usarlo. Una freccia in mezzo alla fronte,e tutto finisce con un colpo di cannone. Anche se il braccio si lamenta prendo un’altra freccia,ma questa è per Charles. Non posso ucciderlo,ma la punto contro di lui. 

“Cos’è,appena sparisco per più di un’ora pensi che tu possa ucciderlo!?” intanto 1 scappa,a me non interessa,ma Charles sembra seccato. 

“Scusa”

“Abitudine”
aggiunge Lexie…questi due sono snervanti

La ferita dev’essersi riaperta,sento il calore del mio sangue sul braccio,ma mi rifiuto di togliere tensione all’arco “E poi sono io ad essere malfidente!”

“Sì,molto” dice Charles

“Non ho mai conosciuto una ragazza più malfidente di te” prosegue Lexie 

“Come mi spieghi quel coletto puntato alla sua gola appena quello dell’1 ti ha detto di avermi uccisa!?”

“Bhe,sai com’è…ho avuto un crampo,quindi ho alzato il braccio e sfortunatamente avevo un coltello in mano”

“Certo,e io sto tendendo l’arco perché non ho niente da fare…metti giù quel coltello”
ho il braccio che trema come se fossi in astinenza da droga. Ora comincia a fare parecchio male,e la cosa sta diventando difficile da gestire.

“Ok…comunque Gregghino piccino avrà un’infezione se non cambiamo la spilla”

E finalmente posso allentare l’arco. Non mi preoccupo dell’ordine. Lascio arco,freccia e faretra a terra in malo modo. Il braccio mi sta facendo diventare matta. “Propongo di meglio. Come ha detto quello dell’1 stanotte sono stata alla Cornucopia…” appena dico questo Greg mi fulmina con lo sguardo,ma gli faccio un cenno per dirgli che ne parliamo dopo “Oltre alle siringhe ho trovato materiale per dei punti di sutura” 

“Bene,lo curo se me ne dai alcuni per Lexie” ora che la guardo meglio ha una ferita al braccio,probabilmente inflitta dal tridente di quella dell’4. Tra l’altro i ragazzi dell’11 si sono liberati del suo corpo senza che me ne accorgessi,ora stanno a vedere cosa succede,sperando che non debbano fermare una mia teorica follia omicida. 

“Spero solo che siano a sufficienza…ci sto. Al massimo torno alla Cornucopia”

Passo il materiale a Charles,che grazie al cielo da priorità alla gamba di Greg,allora ha un minimo di buon senso. Prima fa questa cosa prima starò tranquilla “Ti consiglio di andartene”

“Perché,non posso restare? Hai voglia di combinarne una delle tue forse?”

“Va bene,io ti ho avvertita” ora che ci penso tutto questo avverrà senza anestesia,e questo significa che farà male. Ecco spiegato il perché della fascia di cuoi nella sua bocca,almeno non si maciullerà la lingua. E’ tremendo operare senza anestesia,non è certo piacevole sentire il paziente soffrire,ma a quanto pare a Charles non importa. “Cerca di non urlare,così io non dovrò fingere di odiare quelle grida e tu non mi disconcentrerai”

“Sempre cordiale…e non mi riferisco al cuoio”

“Mamma mia che simpatica”


Ora si aprono le danze. Toglie la spilla e io devo guardare da un’altra parte. Ho sopportato la vista di corpi mutilati dalle esplosioni in miniera,persone abbrustolite dalle fiamme e ferite di ogni genere,ma se si tratta di Greg,di Margaret o dei miei non reggo praticamente niente. In più mi sento responsabile di tutto questo. Lo sguardo di Liza è inequivocabile:mi dice di andarmene finché sono in tempo,e mi dice anche di fregarmene di ciò che Charles e lexie mi diranno se dovessi decidere di darle ascolto.

“Se vuoi andartene puoi ancora farlo” dice Charles prendendo ago e filo

E come un’idiota cerco ancora di far credere che nulla mi ferisca “Ho visto di peggio…per ora è affrontabile”

“Già,Lexie scommetto sei siringhe che quando 12 grida lei scappa”

Come al solito Lexie ride,mi chiedo se sappia far altro oltre che ridere dei momenti difficili altrui. Charles da il primo punto,e le grida di Greg mi feriscono quanto una pugnalata. E’ tutta colpa mia e del mio stupido cervello,che cade nei tranelli di Capitol. Intanto tiro fuori le siringhe,cercando di non pensare a ciò che stava succedendo. 

“Sta fermo 12!” Se questo è il modo in cui Charles si rivolge normalmente ai suoi pazienti allora non si smentisce mai. Da il secondo punto…sapevo già che Charles aveva ragione riguardo quelle grida,ma ora me ne rendo conto fin troppo bene. Istintivamente stringo la spilla…come se la cosa mi desse forza,ma chi voglio prendere in giro.

“Peetal,vuoi andartene?”

“Fanculo…”
me ne vado portandomi arco e faretra…sì,non me ne vado mai senz’armi. Sto facendo tutto il possibile per non piangere,ma ho la voce tremante. Si capisce fin troppo bene che sto per crollare. 

“Ricordati che mi devi sei siringhe,ragazza innamorata”

“Va al diavolo”
dico mentre salgo le scale con le lacrime agli occhi. 

Li sento ridere,ma non mi interessa,voglio solo starmene da sola. Vago senza meta al secondo piano della casa di Effie. In teoria sono in cerca di insidie,ma sarebbe spiacevole trovare qualcosa di malvagio nella casa di una persona come Effie. Questa probabilmente è la riproduzione di casa sua com’è oggi. E’ ben arredata,ma è elegante e semplice. Come speravo qui non ci sono trappole di Capitol. Ciò che mi piace di più è la cabina armadio. Qui si vede come si sia evoluta Effie. Su due scaffali sono disposte tutte le sue parrucche. I vestiti sono disposti in ordine di stravaganza. I primi da sinistra sanno totalmente di Capitol City,nel centro ci sono capi che pur sapendo di Capitol sono più semplici. E poi le la zona finale,tutta verso destra,che è quella che adoro. Qui ci sono tutti gli abiti veramente belli di Effie,che rappresentano la vera lei. In questo tripudio di vera Effie è presente una copia del vestito che aveva il giorno della mietitura e che ha tenuto durante il viaggio in treno. Ora ho finito il giro e non riesco a staccarmi da quel vestito rosa pesca semplice,elegante ed appropriato ad ogni occasione. Toccandolo mi sembra di averla qui con me. All’improvviso è cose se avessi un nodo nello stomaco. Effie mi manca terribilmente. E’ impressionante come mi sia affezionata a lei in così poco tempo. E’ quasi come una madre,sembra che mi conosca da quando sono nata. E’ una delle poche persone che hanno capito come trattarmi difficili. Lei,insieme a Greg e Margaret,fa parte delle poche persone che mi hanno capita davvero. Anche Haymitch mi manca,e anche lui a modo suo mi ha capita. Quel suo caratteraccio assomiglia molto al mio,forse è per questo che abbiamo legato presto. E probabilmente se Liza continua così anche lei diventerà importante per me,ma questo è sconveniente nell’arena. La nostalgia e la paura mi distruggono e scoppio a piangere. Ho perso il conto di quante volte ho pianto in quattro giorni,sicuramente troppe. Ora lascio che tutto esca:sensi di colpa,preoccupazione…ogni cosa che potrebbe distogliermi dai miei obbiettivi verrà sfogata adesso. Ora rimarrà la Rose Peetal forte,quella con la grinta e le idee chiare. Da oggi fino alla fine dei giochi i miei obbiettivi saranno “semplici”:impedire che Greg muoia,sopravvivere almeno fino a quando non starà bene e già che ci sono infastidire Charles giusto per divertimento. 

“Hei ragazza innamorata,ho finito. Ricordati delle sei siringhe” Non mi aspettavo che entrasse,mi ha fatto spaventare

“Prenditele da solo e non rompere” 


Riunisco le frecce nella faretra che prima ho appoggiato in malo domo,riprendo l’arco e scendo. Charles si è già preso le siringhe e ora le sta dividendo con Lexie. Me ne sono rimaste parecchie,ma prima torno alla Cornucopia per prenderne altre meglio è. Ora la ferita ha un aspetto sicuramente migliore,ma continua a dare dolore. Prendo la morfina e il messaggio di Haymitch cade dallo zaino. “Non impazzire”. Prima credevo fosse impossibile rimanere sana di mente,ora so che il mio mentore non dovrà preoccuparsi. Mi avvicino a Greg con fiala di morfina e siringa in mano. Non faccio in tempo ad aprire ne una ne l’altra e Charles,come al solito,ha qualcosa di stupido da dire. 

“Guarda,Peetal fa l’infermiera sexy. Tipico del suo Distretto”

“Senti chi parla,quello che si è alleato con Lexie solo per convenienza…tipico del suo Distretto”
so che questo li farà arrabbiare parecchio,ecco perché non ho resistito. So benissimo che sono legati,ma loro attaccano il mio rapporto,e io faccio lo stesso con loro. Non è colpa mia,se le vanno a cercare. 

“Tu oca! Noi ci siamo fatti in quattro per voi piccioncini! Sai,spero di sentire un cannone stanotte” mi dice Lexie. Avranno fatto anche molto,ma se non mi avessero rotto le scatole non saremmo mai andati al palazzo presidenziale. E’ stata una loro idea che poi ha allettato anche i ragazzi dell’11,io e Greg ci siamo dovuti adeguare…e questi sono i risultati. Se loro non avessero cercato un accordo con me ora Greg starebbe bene. 

“Senza di noi è inutile che ti sforzi tanto per salvarlo,dato che appena perde una goccia di sangue te ne vai a vedere i vestiti”

Questo è davvero troppo. Se loro non fossero qui farei benissimo da sola,sapendo di essere sola l’istinto prenderebbe il sopravvento. E il mi istinto mi ha aiutato a salvare il padre di Margaret dopo un incidente in miniera,lo stesso mi farebbe fare con Greg. Ma il mio istinto strategico,quando mi sono accorta che hanno nozioni di medicina,mi ha suggerito di approfittarmene. Passo velocemente siringa e antidolorifico a Liza,poi mi giro di scatto e do sfogo a tutta la mia rabbia repressa. Tutto il mio odio convoglia in un pugno che prende in pieno frontalmente la mascella di Charles,una piccola ferita gli si apre sul labbro. 

“E’ da tanto che volevo farlo” dico con odio. 

La prima e unica cosa che Lexie mi fa è piuttosto banale,mi tira i capelli…tutto qui. Può risultare seccante,ma se questo è ciò che sa fare non capisco perché alcuni tributi la temano. 

“E io è da tanto che volevo vedere questo” 

Mentre i due si alzano sfogo il mio odio in un augurio moralmente sbagliato,ma me ne frego di ciò che è giusto o sbagliato “Sai che ti dico Charles? Spero solo che accada un cosa del genere a Lexie,così capirai cosa vuol dire” Charles prende un coltello e lo tira a cinque centimetri dalla gamba ferita di Greg “Illuso…se crede di spaventarmi così si sbaglia” dico tra me e me sussurrando

“Credo di averti spaventato eccome”

“Tu credi? Se fosse vero saresti disteso a terra morto con una freccia nel cranio o nel cuore”

“Oh,che paura”


Charles e Lexie se ne vanno,finalmente oserei dire. Quel coltello mi ha solo infastidito,ma non spaventato. Lo tolgo dalla parete e lo lascio sopra un mobile del soggiorno,che se lo riprenda e non venga ancora qui a rompere le scatole. Liza mi passa tutto il necessario per la prima iniezione di antidolorifico. Ora che gli ho somministrato il farmaco sto meglio con me stessa,finalmente il dolore non sarà un problema…almeno finché non finisce l’effetto. Ora che ci faccio caso Liza mi guarda malissimo,credo che sia per il mio gesto e per le mie parole nei confronti di Charles.

“Bhe,che c’è?” 

“Li odio anche io,ma potevi risparmiartelo”

“Chiedere a Rose di reprimere rabbia e odio è come chiedere a me di camminare con questa gamba. Rimproverala quanto vuoi per questo,non ti ascolterà mai”
dice Greg ridendo. Il suo umorismo e la spontaneità sono tornati,questo mi fa capire che sta meglio. Ma non ha finito “Sai invece cosa poteva risparmiarsi? La spedizione segreta e in solitaria di stanotte alla Cornucopia”

“Avresti preferito che restassi qui? Non avresti i punti di sutura e nemmeno un po’ di sollievo”

“Quando stanotte mi sono svegliato sentendo il colpo di cannone e non ti ho visto qui per un attimo ho pensato che ti fosse successo qualcosa…”
poi sospira rassegnato “Lo so che ti senti in colpa per ciò che mi è successo,è inutile che cerchi di nasconderlo,ma non devi pensare solo a me. E’ da pazzi andare alla Cornucopia di notte” 

“La Cornucopia è sempre pericolosa”


Rimetto a posto la morfina e mentre organizzo lo spazio nella borsa dei medicinali Greg alza la manica destra della mia giacca nel modo più delicato possibile “Potresti cominciare dalla ferita al braccio…”

“Ti sembro così masochista da non rifasciarmi il braccio fondamentale alla sopravvivenza?” gli dico ridendo. 

Mi sembra di essere tornata ai giorni in cui la nostra comicità era il fattore dominante do ogni giorno,con James che molto più tranquillo di noi a volte veniva coinvolto nelle nostre follie. E’ frustrante non poter essere così spontanei in ogni momento per colpa di quei guastafeste. Mentre pulisco di nuovo la ferita sento il borbottio delle voci di Greg e dei ragazzi dell’11,non capisco cosa dicano,riesco solo a sentire un Rose in tutto il loro discorso. Ne sta combinando una delle sue,lo so. Mi viene da ridere pensando che James era il più rassegnato di tutti,e ora so come si sentisse. Era felicemente rassegnato,come me ora. Tutti quelli che hanno a che fare con noi nel 12 lo sanno:Rose Peetal e Greg Klin sono incorreggibili,e come se non bastasse sono una squadra. Richiudo la borsa dei medicinali e del materiale da medicazione e mi siedo accanto a Greg,che ha una delle sue strane facce perplesse.

“Qual è il tuo grave problema?” dico mentre cerchiamo di non riderci in faccia per le espressioni sorprese di Liza e Alejandro,la nostra normalità li ha spiazzati. 

“Il tuo problema vuoi dire…spero che tu abbia un motivo per ridere altrimenti mi viene da pensare che un ibrido ti abbia passato della droga” e qui scoppiamo tutti a ridere. Passano gli anni,ma continua ad essere il solito Greg Klin che tutto il 12 conosce per la sua spontaneità a volte esilarante a volte seccante,dipende dai punti di vista.

“Se hai perso l’abitudine di vedermi ridere a random e capire che mi è venuto in mente qualcosa di divertente sei messo male” dico sperando che non mi venga una crisi delle mie che mi porta a ridere fino alle lacrime

Poi mi guarda dritto negli occhi mentre riprendo fiato e in un attimo sento le sue labbra sulle mie. Altrettanto velocemente ricordo ciò che ha detto dietro le quinte dopo le interviste. “Tutto ciò che dirò e farò sarà sincero”. Non è mai stato bravo con le parole in occasioni come queste,ecco perché è andato dritto al punto,incitato anche dalla sicurezza che questo non mi dispiacerà. Dopo un attimo di rigidità dovuta alla sorpresa mi rilasso,godendomi questa sensazione come si deve. Potrebbe essere il primo di una lunga serie,ma se così non fosse cercherò di stamparmi questa sensazione nel cervello,così che io abbia qualcosa di bello a cui pensare prima di andare all’altro mondo. 

“Questo…fattore sorpresa mi è nuovo”

“Già,volevo aggiungere qualcosa per depistarti un po’” 


Mi circonda con un braccio e mi stringe a se. Ora che sento la stanchezza le palpebre mi si chiudono appena appoggio la testa sulla sua spalla. Lo sento accarezzarmi con dolcezza il braccio ferito,poi per un po’ non percepisco più niente. All’improvviso mi trovo vigile armata e pronta per andare alla Cornucopia a prendere provviste insieme a Liza. Non ricordo niente del tragitto,ne di andata ne di ritorno. Ricordo solo che mi augura che Greg stia presto bene. Quando torniamo gli altri sono spariti,e le nostre risorse con loro. Ogni via di uscita viene chiusa,poi più nulla. Quando mi sveglio sono nel palazzo presidenziale,lo stato degli interni indica che è in uso. Vago nel palazzo forse per mezz’ora,fino a che dei pacificatori non mi trovano. Mi puntano le pistole e mi ordinano di seguirli. Vengo portata in un roseto di sole rose bianche,l’inquietante roseto del Presidente. In mezzo a loro c’è un’unica rosa nera. E’ inquietante che il mio simbolo si trovi qui. Mi avvicino alla rosa,e quella che sento ora è una voce altrettanto inquietante. 

“Quella è per lei,signorina Peetal. Sarei lieto se la prendesse.”

Mi volto e credo di essere impazzita. Corialanus Snow è li davanti a me,è quello vero,non un ibrido con le sue sembianze. Indietreggio spaventata,e urto l’attuale presidente. Ora che ci penso la somiglianza nello sguardo,nell’aspetto e nei modi di fare calmi e pacati è disarmante. L’unica differenza è che l’attuale presidente è più giovane. Come una povera disperata cerco di scappare verso il cancello,ma Snow mi blocca con decisione. 

“Non le consiglio di uscire da qui,signorina Peetal. Il palazzo è circondato dagli ibridi che tanto l’hanno spaventata durante i giochi,proprio come nell’arena”

“Che ci faccio qui?”
dico presa dal panico,non è piacevole essere l’ostaggio di due dittatori di Panem

“Ci segua e lo scoprirà,signorina Peetal” dice il Presidente in carica,con un tono di voce così calmo da essere inquietante. Torniamo dentro ed entriamo in un ascensore. Mentre scendiamo i due mi danno delle spiegazioni.

“Lei è qui,signorina Peetal,perché ci ha profondamente deluso” comincia Snow

“La sua pietà nell’arena nei confronti di quel ragazzo non ci è piaciuta. Negli Hunger Games si possono avere alleati,ma non è previsto che si cerchi di salvarli tentando di rianimarli” continua l’altro

“E questa sua disapprovazione nell’uccidere gli altri tributi aggrava la sua situazione. Sono piccoli gesti di ribellione che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza nazionale. Per essere breve…queste potrebbero essere le conseguenze di uno scorretto comportamento nell’arena,signorina Peetal” Snow conclude e mi mostra tutte le persone a cui tengo,in fin di vita o già morte.

Margaret e i miei già morti,Effie morirà da un momento all’altro ed Haymitch continua a lottare per impedire ai pacificatori di ucciderlo. Greg è messo male,ma è vivo. 

“Stia attenta signorina Peetal,stia attenta” mi dice Snow guardandomi in modo per niente rassicurante. 

Poi fa un cenno ad un pacificatore che si avvicina a Greg puntandogli una pistola alla testa,e in una manciata di secondi preme il grilletto. 
Mi sveglio tachicardica ed estremamente spaventata. Era solo un incubo più inquietante e spaventoso dei precedenti. Charles mi guarda perplesso,come pensasse “ce ne ha sempre una”. Greg invece è preoccupato perché continuo ad avere incubi. Il ragazzo del 2 si sta preparando come se dovesse stare lontano dal rifugio per qualche ora. 

“Tornerò domani,più o meno dopo mezzogiorno” 

“Quindi i turni,almeno stanotte,saranno prolungati…magnifico”
dico io seccata

“Bhe,se ti fossi preoccupata meno per il tuo fidanzatino non saresti così stanca” risponde Lexie acida

“ Non sono affari tuoi”


Charles se ne va e io torno a dormire fino a quando non suona l’inno. Gli unici morti di questo riepilogo sono le mie vittime,le ragazze dell’3 e dell’4. Poi comincia il turno di guardia,e faccio fatica a stare sveglia. 

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Non so come mi sia venuto in mente quell'incubo,ma so solo che mi ha inquietato un po' D: Odio sempre di più Charles e Lexie,ma credo che sia inutile ribadirlo xD Ora cercherò di dare più grinta e forza possibile a Rose,ma non vi assicuro niente,lol xD non sono molto ispirata a livello di commenti,quindi mi dissolvo ù_ù

Salve :) oggi Charles è stato molto divertente ù_ù Comunque,subito dopo questo capitolo succederà il mio,e subito dopo farò uno "speciale" che spero vi sorprenderà. Grazie di leggere e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12:la solitudine di un Favorito (Distretto 2) ***


Ho lasciato Lexie e gli altri già da due ore e mi sono mosso solo di pochi chilometri.
Il mio scopo è chiaro.
Uccidere 1.
Uccidere la testa della bestia che ha creato.
Anche se Peetal e gli altri non lo sanno, io so benissimo quello che sta facendo.
Siccome la legge permette la vittoria di più Tributi, 1 sta schierando tutti i partecipanti ai giochi per cercarci e ucciderci. In cambio della nostra testa, vittoria negli Hunger Games.
Le tracce non ci sono, ma di sicuro si sarà rintanato alla Cornucopia, dove può trovare e usufruire di risorse alimentari e delle medicine.
La sera arriva veloce.
La casa di Effie Trinket è ormai molto lontana, non riesco più a vederla nemmeno all’orizzonte.
Cammino ancora per un paio d’ore, poi, quando si fa troppo buio, decido di fare un giaciglio dove trascorrere la notte.
Trovo questo rifugio in quello che sembra un museo.
Intorno a me ci sono enormi frammenti di vetro e statue, alcune intere e altre no.
Preparo il mio sacco a pelo sotto una specie di protuberanza rocciosa e, stranamente, mi addormento subito.
In piena notte qualcosa mi sveglia.
Sento una testa di pietra cadere.
Mi alzo di scatto e vado al centro di quello che doveva essere il museo.
Sento un sibilo dietro il mio collo.
Mi volto e con un fendente di un coltello lacero…il buio.
Sento un altro sibilo alla base del mio collo, ma appena mi giro, niente.
Il sibilo sta volta è sopra di me, poi sotto, di lato…
Poi dal buio nero della notte vedo due lumi rossi accendersi.
Occhi.
Mi scrutano e poi scompaiono.
Il sibilo si fa più forte, sempre di più e qualcosa mi travolge.
Riesco a infilare il coltello in qualcosa di solido e sento un caldo liquido scendere sulle mie mani.
Un grido inizia a riempire il silenzio del buio.
Il grido è talmente potente e stridulo che sento dalle mie orecchie scendere un rivolo di sangue.
Improvvisamente il grido termina e torna il sibilo.
Per la prima volta in questa edizione ho paura.
L’Uomo Nero, il diavolo, il mostro sotto il letto…tutto questo è l’essere che mi sta attaccando.
La lotta silente continua all’infinito, lui mi arriva dietro, io mi giro e lui scompare.
Poi, dopo due ore, fa qualcosa di diverso.
Il sibilo diventa un suono gutturale, quasi un richiamo.
Appena sento il suono tiro un coltello nel buio e l’essere ritorna a gridare.
Grida per un’ora e io inizio a gridare a mia volta.
Quel grido mi entra nelle orecchie, lo sento in ogni organo, sento il cuore che rallenta per il timore che quel suono mi procura.
Cado a terra, in ginocchio e rimango lì.
Il sibilo mi circonda, ma io resto lì.
L’alba si avvicina e lo vedo, nel buio.
È un abominio.
È umanoide, come del resto tutti gli ibridi qui dentro, ma la sua pelle è fatta da scaglie nere e il suo volto è privo d naso e orecchie.
Ha persino una coda, simile a quello di uno scorpione.
Appena vede che io l’ho guardato, la sua coda vola sulla mia schiena e la buca.
Sento il pungiglione scendere nella carne e un liquido invade il mio sangue.
Poi una spada vola nell’aria e l’ibrido grida morente e cade a terra.7

"Charles!" grida una voce familiare.

"Lexie?" bisbiglio. Lexie mi corre addosso e mi alza.

"Cosa?" dico e prendo fiato "Cosa ci fai qui?"

"Mi conosci." dice lei ridendo "Se fossi rimasta con quei due, li avrei uccisi dopo due minuti." Rido e Lexie mi fa sedere.

"Cosa ti ha fatto?" mi chiede mentre mu controlla la schiena.

"Mi ha fatto impazzire." dico "Gridava e sibilava…stavo per impazzire." Lexie mi abbraccia.

"Allora, come lo chiamerai?" dice lei ridendo.

"Scusa?" dico spiazzato.

"Nei nostri Distretti quando una cosa ci spaventa, le diamo un nomignolo per aiutarci ad affrontarla" dice lei ridendo "Come hai chiamato l’ibrido?"

"Beh…credo che Billy per lui sia appropriato." dico ridendo. Camminiamo per qualche chilometro.

"Ho una sorella, Meredith. Ha 15 anni e già vuole sposarsi…" dice Lexie.

"Beh sa quello che vuole." dico "Aspetta. Me lo avevi già detto."

"No…per niente." dice lei confusa. All’improvviso mi ritrovo nel museo.

"Lexie?" dico "Lexie?! Dove sei?!"

"Qui." dice una voce "O almeno credo." Mi volto e la vedo su una statua.

"Come facciamo a essere qui. E tu come fai a essere lì…" dico.

"Oh, beh. Lexie o come si chiama è in una casa, credo di Effie Trinket." Sono molto confuso.

"Eh allora, tu chi sei?" dico.

"Beh, mitologicamente un Doppelgänger." dice lei.

"Doppelgänger?" ora sono molto molto più confuso.

 "O mio Dio, Charles non sai cosa sia un Doppelgänger?!"

"Sì, sì lo so. È un sosia…" dico "Ma che c’entra, stavamo camminando verso la Cornucopia."

"Ho detto mitologicamente prima." dice Lexie ridendo "Realmente credo che ti sia drogato."

Ora capisco tutto.
La coda di Billy.

"Sì, Charles, Billy." dice Lexie.

"Ma…se sono drogato perché sono in piedi e capace di intendere?"

"Beh, non lo sei." dice Lexie ridendo.

"Cosa?!" dico e le mie gambe cedono.

Cado a terra e sono immobile.
All’improvviso mi appare davanti un uomo.
Ghilione

"Ciao Ragazzo Demonio." dice ridendo.

"Cosa…cosa ci fai qui?" dico io, il solo tentativo di parlare mi fa venire l’emicrania.

"Sono la tua mente, o meglio…la parte che odi della tua mente. Il veleno di “Billy” è un concentrato di quello degli Aghi Inseguitori." dice girandomi intorno "Fra poco è probabile che vomiterai tutto il poco che hai nello stomaco, poi i tuoi occhi e la tua gola bruceranno e infine il tuo cervello collasserà."

Ora sono terrorizzato.
Il veleno mi sta già facendo effetto.
Il vomito esce senza che io me ne accorga.
Inizio a vedere tutto sfocato.
All’improvviso appare Caesar Flickerman.

"Ecco a voi Charles Thorne! Il Ragazzo Demonio." grida e scompare come un’ombra.

Rivedo più volte la morte di Ghilione.
Poi il cielo diventa rosso sangue e vedo gocce cremisi cadermi negli occhi e sulla pelle bruciandola.
Sento a ripetizione la ninnananna di Piff, le grida di Billy e il rombo assordante dell’esplosione del Centro d’Addestramento.
Poi sento qualcosa che mi penetra il braccio.
Sento un liquido entrare nel mio sangue.
Vedo un viso, mi sembra familiare, ma non riesco a ricordare di chi possa essere.
Quel viso bianco e luminoso all’improvviso diventa nero, perché i miei occhi sono esplosi.

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Ciao a tutti, sono Carlo. Questo capitolo è molto psichedelico, ma volevo comunque metterlo. Consiglio di ascoltare Amsterdam dei Daughter mentre si legge, io mi sono ispirato a questa canzone. Il prossimo capitolo che verrà postato sarà lo speciale. Vi dico già che il ritmo con cui scriverò i miei capitoli rallenterà di molto, perché la scuola mi impedirà di scrivere. Comunque spero vi piaccia e buona lettura e buona scuola.

Questo capitolo è contorto...ho dovuto rileggere il passaggio del sosia di Lexie un paio di volte...il mio stupido cervello xD Chissà come mai vorrei che Charles fosse sempre così,sarebbe più sopportabile c: Lexie mi ucciderebbe se mi sentisse,ma sono dettagli ù_ù E ora evaporo,comincio a crivere il mio capitolo nuovo ù_ù al prossimo capitolo,e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore c:

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13:Speciale:un giorno dal distretto 7 ***


Troia.
È la prima cosa che penso.
La ragazza del 12, Rose Peetal, è una troia.
Guardo il labbro di Charles, gonfio e sanguinante.
Io, Lexie Howard, non ho mai provato così tanta rabbia, nemmeno quando Meredith, mia sorella, mi aveva attaccato l’influenza intestinale.

"Stai bene?" dico indicando il labbro.

"Sì. Al Centro di Addestramento nel Distretto 2 questo è pane quotidiano." dice Charles.

Lo abbraccio senza motivo.

"Ok…" dice lui stringendomi.

"Oggi è il compleanno di Meredith…" dico quasi piangendo.

"Ah…mi dispiace." dice lui e mi stringe.

"E avrei dovuto parlare con Owen."

"Owen?" chiede lui.

"Owen è il mio ragazzo, o meglio lo era…" dico io e una lacrima mi riga la guancia.

"Che è successo?" dice.

Mi stacco da lui e mi allontano.

"Non ne voglio parlare…" dico.

Ho paura della sua reazione.

"Ok, tranquilla."

Ora sono molto più tranquilla.

Charles è davvero mio amico.
O meglio, il mio gemello maggiore.

"Domani me ne vado." dice all’improvviso.

"Cosa?!" grido.

Gli tiro senza motivo un pugno.

"Domani me ne vado." ripete lui.

"Perché?!" grido "Se mi lasci solo con quei due laggiù posso fare un massacro!"

Lui ride e mi guarda storto.

"1 mi ha parlato prima." spiega "Dopo la legge sta organizzando i Tributi. Li ha resi suoi servi. In cambio, li terrà in vita fino alla fine del tempo stabilito."

"E perché? Vuole uccidere la signorina che sta flirtando con il tipetto zoppo?" Ride.

"No. Vuole uccidere me." dice "Io ho distrutto la Torre, le loro provviste e il loro rifugio. Vuole avere vendetta."

"Vengo con te."

"No."

"Cosa?!" grido.

"Non ti arrabbiare. Non voglio che tu corra rischi." mi dice "La legge ti salvaguardia. E voglio che la tua sicurezza resti tale." Metto il broncio.

Lui ride e mi abbraccia. "Mi raccomando." dice serio guardandomi "Per quanto mi possa dispiacere, cerca di non uccidere i due piccioncini disgustosi." Ridiamo entrambi.

"Ci proverò." dico.

"Ho sonno." sbadiglia.

In effetti anche io ho sonno.
Ma sono solo le cinque di pomeriggio e mi sembra strano dormire.
Comunque, senza motivo tutti e due ci addormentiamo
Dopo un paio di ore mi sveglio.

"Salve sorellina." dice lui sorridendo.

"Ciao." dico stiracchiandomi.

"Devo andare." dice.

"Ti prego." dico infelice "Portami con te. Non voglio stare un giorno con Miss Tacchi a Spillo." Ride.

Mi rendo conto che la battuta era un po’ ridicola.

"Miss Tacchi a Spillo credo che per te sia facile da gestire." dice.

"Lo so. Ma se la vedo flirtare giuro che le strappo la faccia." dico ridendo.

Scendiamo le scale.
Come al solito i due fidanzatini sono assieme.
Charles fa dei colpi di tosse e Miss Tacchi a Spillo si gira.

"Tornerò domani, più o meno dopo mezzogiorno." dice con voce acida.

La faccia di Peetal mi fa ricordare uno di quei conigli morti che mangiavamo una volta all’anno nel mio Distretto.
Il Distretto 7 era il più ricco fra i poveri, ovviamente non tanto quanto i Favoriti.
Per cui una volta all’anno ci venivamo donati tre chili di cibo e a volte c’erano le carcasse di conigli. Fin da bambina chiamavo i babbei faccia da coniglio, per via degli occhi spalancati e bianchi dei cadaveri.

"Quindi i turni, almeno stanotte, saranno prolungati…magnifico." dice lei.

Sciatto tentativo di sembrare disinteressata. Le avrei tirato un pugno in faccia.

"Beh, se ti fossi preoccupata meno per il tuo fidanzatino non saresti così stanca." rispondo sorridendo.

Ho imparato a sorridere da Charles. La mia persona mi ha dato molte lezioni sul come essere più cattivi.

"Non sono affari tuoi." dice Peetal schizzata.

Io e Charles usciamo.

"Ciao." dico triste.

"Ehi, stai tranquilla." dice lui tranquillizzandomi "Andrà tutto bene. E se incontro Anna, cercherò di rimanere l’unico del 2."

Ci abbracciamo e lui se ne va.
Lo saluto da lontano.
Rientro nella casa di Effie Trinket e salgo le scale senza dire una parola ai due piccioncini.
Preparo il sacco a pelo, ma non dormo.
Sono preoccupata per Charles.
Anche se è partito solo da poche ore, sento che qualcosa non va.
Stranamente mi addormento.
La mattina dopo mi alzo all’alba.
Salgo all’attico della casa e mi metto a guardare il “paesaggio”.
Le rovine sembrano molto più consumate rispetto al primo giorno e nel cielo si vedono enormi nubi di smog nero che fanno cadere della pioggia, la pioggia che il secondo giorno aveva attaccato me e Charles.
Passo sul tetto quelle che credo siano tre ore.
Orami mezzogiorno si stava avvicinando.
Mi inietto una dose di antiradiazioni.
Scendo.
La coppietta si sta baciando.
La nausea sale.
Tossico per farli smettere.

"Cosa vuoi?" dice la Peetal.

Stringo i pugni. Voglio tirarle un pugno in faccia.

"Fra un’oretta torna Charles. Cercate di non perdere la verginità prima di allora." dico acida e vado nella sala adibita a mensa.

Prendo un po’ di tutto e torno sul tetto.
Mangio e stranamente mi perdo nel vedere le nubi che si avvicinano.
Ma si avvicinano troppo.
Corro giù per le scale e inizio a gridare.

"Chiudete tutto!" grido.

Corro alle finestre per tirare giù quelle che sembrano tapparelle in metallo, ma i miei compagni sono molto più lenti di me.
Migliaia di sfere gialle sbaccano i vetri delle finestre.
Entrate nella casa le gocce rimbalzano dentro la stanza e colpiscono di tutto sforandolo o distruggendolo.
Un malaugurato caso fa in modo che un paio delle gocce cadano sulla gamba malata di 12 facendolo gridare dal dolore.
Per quanto quelle grida siano divertenti, inizio anche io a gridare quando le gocce mi creano enormi lividi sulle braccia.
L’attacco dell’acqua continua per un’interminabile mezz’ora e poi le gocce solide fondono e una pioggia artificiale ci colpisce le membra.
Peetal corre subito dal suo fidanzatino urlante dal dolore della pressione sulla ferita esercitata dalle sfere.
Ci massaggiammo gli ematomi senza effetti.
Passano le ore e Charles non torna.
La mia preoccupazione sale alle stelle.
E il colpo di grazia arriva dopo un’altra interminabile ora.
Sento un tintinnio dal balcone e esco subito.
Un paracadute argentato cade sulle piastrelle di platino.
Corro incontro all’oggetto e lo prendo in mano.
Lo apro e trovo una scatola rossa e un biglietto.

“Via Marianne Snow. E.B.”

Via Marianne Snow?
Di sicuro il biglietto era di Enobaria, ma cosa intendeva?
Apro la scatola di pelle rossa e al suo interno c’era una siringa ricolma di un liquido perlaceo.
Ora collego.
Charles è in pericolo.
Via Marianne Snow deve essere il luogo dove Charles è in pericolo.
Corro al piano di sotto,

"Dobbiamo andare a cercare Charles, tutti quanti!" grido mostrando il biglietto di Enobaria.

"Non proprio tutti…io rimango qui." dice la Peetal.

Per quanto mi dispiaccia devo dirle di no.
Pur essendo fastidiosa con un arco è utile.

"No tu vieni. 12 rimane qui e sorveglia il rifugio." sibilo.

"Non può rimanere qui da solo! Mi spieghi come fa se entra qualcuno?!" grida lei arrabbiata.

"Va bene." sbuffo "Ma uno dei ragazzi dell’11 rimane qui. Tu vieni a cercare Charles."

"Non sei tu che comandi!" è buffa da arrabbiata. È rossa più di un pomodoro acerbo.

"Abbiamo un accordo. O vieni con me o 12 fa una brutta fine." vedo già il suo consenso.

Se si tocca il suo fidanzatino, Peetal diventa meglio di un burattino.

"Ok, allora Alejandro rimane qui. E comunque…ti ci vuole tanto a chiamarlo Greg?" mi sibila Peetal.

"Sì, mi costa tanto. Primo non è mio amico, secondo è come il cane del vicino di casa scorbutico. Tutti lo odiano." dico sorridendo.

Peetal arrabbiata va a prendere l’arco.
Io salgo al piano di sopra e prendo quella che sembra una cartina di Capitol City.
A quanto pare Via Marianne Snow e una via secondaria di quella centrale.
È davanti al Museo dei Giorni Bui.
Non dista molto dalla casa di Effie.
Peetal è già pronta.
Camminiamo in silenzio per tutta la strada.
Arrivati al museo ci fermiamo.

"Vado alla Cornucopia." dice Peetal.

"Ormai ci vai così tanto spesso che inizio a pensare che tu abbia un amante lì." sorrido.

Le cattiverie dette con il sorriso sono peggio di tutte.

"Fottiti." dice lei.

"Vai pure." dico "Non mi servi."

Lei se ne va.
Entro nelle rovine del museo.
E lo vedo.
Charles è in mezzo al museo.
E trema.
E perde bava dalla bocca.
E grida.
Apro la scatola rossa e corro da lui.
Gli inietto il liquido e lui smette.
Dopo un’ora apre gli occhi.

"Ciao fratellino." dico ridendo.

Sono le cinque e inizia, senza motivo, a fare buio.

"Ciao sorellina." si alza "Che ore sono?"

"Le cinque…"

"E fa già buio…"

"Strano…"

"Sembra che debba succedere qualcosa di brutto…" dice e capisco quello che intende.

Una luce abbagliante cala dal cielo.
Tutto il perimetro del museo viene circondato dalla luce.
Corriamo al limite del perimetro.
Tocco la luce e vengo spinta dopo tre metri e la mia giacca inizia a bruciare.
Charles corre da me e spegne le fiamme.

"Grazie…" prendo la borraccia e la bevo tutta.

All’improvviso sentiamo tre grida.
Due da maschio e una da donna.
Ma la cosa strana è il fatto che le grida sono all’unisono.
Vediamo una massa informe correre fra le rovine del museo.
Io e Charles ci nascondiamo dietro un masso.
Alzo la testa e lo vedo.
È un essere alto due metri.
Ha il corpo bianco, e la sua pelle è ricoperta da un intricato reticolo di vene che pulsano.
Come sul corpo di Piff, ci sono enormi masse tumorali, ma anche righe spezzate chiuse con graffette metalliche.
Sembra quasi un imballaggio di carne putrida.
Ma non finisce qui.
Le braccia sono lunghe e alla fine, al posto delle dita, ci sono cinque artigli.
C’è un terzo braccio che esce dal petto.
Ma la cosa più inquietante sono le teste.
Si sono, perché ne ha tre, una più terrificante dell’altra.
Una è deformata e sanguinate con enormi ematomi e carne distrutta che forma bolle nere. Al posto di un occhio c’èuna cavità rossa, ma intorno all’altro c’è un pesante tratto dorato.
La testa centrale è un volto dilaniato, infatti dalla guancia destra cala la pelle. Su tutto il resto ci sono tagli e lacerazioni che sanguinano copiosamente. L’unica cosa umana di quel viso distrutto è un occhio verde mare e una capigliatura piena di grumi di sangue color bronzo.
L’ultima testa infine è carbonizzata. Non ha a mascella e i denti della mandibola sono spezzati. Il volto è completamente nero di fuliggine. Come il primo volto l’unica cosa umana è una treccia bionda e un occhio azzurro.
Quei volti così distrutti e mostruosi mi ricordano qualcosa.
E poi ricordo.
Sono tre personaggi famosi della Rivoluzione.
La testa piena di ematomi è quella del famoso stilista Cinna, quella lacerata è di Finnick Odair e quella carbonizzata è quella di Primrose Everdeen, la sorella defunta di Katniss.
E sia io sia Charles capiamo cosa sono questi giochi.
Questa edizione è dedicata alla guerra della Ghiandaia Imitatrice, ma per distruggerla.
Gli 88esimi Hunger Games servono per distruggere ciò che è rimasto, fin troppo poco, di Katniss Everdeen.
Un piano geniale e crudele.

"Cosa facciamo?" chiedo estraendo la spada.

"Lo uccidiamo." dice Charles.

Un coltello vola dalla pietra e colpisce il cuore della bestia.
Sangue nero schizza e capiamo che anche questo essere possiede sangue acido.
Corro verso di lui e con un fendente il suo braccio centrale cade a terra.
La creatura grida e le sue urla mi feriscono le orecchie.
Un coltello centra la fronte di Cinna e la testa cade all’indietro.
Con un colpo di spada la testa ricolma di ematomi dello stilista cade a terra e un lago acido riempie il terreno sabbioso.
La bestia si gira verso di me e mi scaraventa a terra e mi salta sopra.
La mia spada si conficca nel suo ventre, ma lui sembra non accorgersene
La testa Finnick apre le sue fauci lacerate e una pioggia di sangue mi colpisce il collo.
La mia lama strappa tutta la pelle del torace del mostro e sento che sul mio corpo stanno cadendo sangue acido e organi.
Sento il fegato, lo stomaco e grande parte dell’intestino della creatura sulla mia pelle bruciata e inizio a gridare.
Improvvisamente la testa Prim si disintegra in cenere.
Vedo Charles con un coltello lungo davanti a mese e la creatura si alza per attaccarlo.
Charles cerca di schivare, ma poi, con un balzo, va dietro la creatura.
Prende la rincorsa e spinge l’essere davanti a se.
La luce bianca appare come un tuono e la creatura inizia a bruciare.
Sentiamo le sue urla per un interminabile mezz’ora e poi la barriera lucente sparisce.
Io rimango sdraiata a terra e subito Charles viene da me.
Prende il gel che ci ha dato Enobaria il secondo giorno e lo mette sulle bruciature.

"Che è successo?" dice una voce.

Ci giriamo di scatto e vediamo Peetal.

"Abbiamo giocato con una persona…" dico io seccata.

"Chi?"

"Cinnickrim" dice Charles ridendo per sdrammatizzare.

Mi alzo e ci incamminiamo verso la casa di Effie.
Ormai è l’una passata, ma quando entriamo nella casa sono tutti svegli.
E 12 è in piedi.
Charles e io rimaniamo stupiti e, come prevedibile, Peetal si fionda fra le braccia dello stupido 12.

"Ora andiamo a vomitare." dico. Io e Charles, ridendo, saliamo all’attico.

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Ciao a tutti :) questo è lo speciale. Ho deciso di rendere Lexie più partecipe nel racconto creando questo capitolo che spero vi piacerà. Inoltre spero che la vena horror che ho preso in questo speciale sia apprezzata da tutti, anche se questa volta la mia malata mente ha partorito un essere molto brutto per i fan di Hunger Games. Grazie di leggere, ciao :)

E poi bho,ora gli ibridi di Carlo mi uccidono anche i feelings. Mi stà salendo sempre più odio nei suoi confronti ù_ù anche in quelli di Lexie se devo essere sincera. Vi annuncio ufficialmente che ho cominciato anche io a scrivere uno speciale e che il prossimo capitolo è finito,devo solo copiarlo su pc e poi potrò postarlo...quando ne avrò voglia ù_ù Cosa mi piace di questo capitolo? Le buone notizie finali X3 ora evaporo,devo nutrire il mio cervello di idee (?) 

 

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