amori platonici

di _agnes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** 2° capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° capitolo ***
Capitolo 4: *** "Il gruppo musica" ***
Capitolo 5: *** la festa ***
Capitolo 6: *** alessandro ***
Capitolo 7: *** 7° capitolo ***
Capitolo 8: *** 8° capitolo ***
Capitolo 9: *** eh ora siamo solo io e te ***
Capitolo 10: *** 10° capitolo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


~~Capitolo uno.

 Mi alzai di scatto dal letto,cavolo non ero ancora abituata alla nuova camera e i fogli di giornale a mo di tenda non avevano fatto di certo il loro lavoro.
 Guardai più intontita che mai la sveglia,accidenti erano le 7.40.
_ Vai il primo giorno di scuola e sarei già dovuta andare a farmi conoscere in vicepresidenza ,beh non sarebbe di certo un buon inizio_ pensai .
Saltai giù dal letto e cominciai a saltellare per la camera come se fosse un campo minato,per evitare di pestare i vestiti che "involontariamente" mi erano caduti la sera prima.
Andai diretta in bagno. Appena passata la soglia i miei piedi cominciarono a maledirmi per non essermi messa le ciabatte,e avevano ragione, le mattonelle del bagno sembravano di ghiaccio a contatto con i miei piedi,ma non avevo di certo voglia di infilarmi sotto il letto alla ricerca del mondo delle ciabatte perdute. Così tirai dritto verso il lavandino. Mi lavai la faccia,misi un velo di fondotinta, eyeliner e mascara e corsi a vestirmi.
Ridetti un occhiata alla sveglia,accidenti le 7.52 ho la velocità di un bradipo.
Mi fiondai giù per le scale rischiando di rompermi l'osso del collo e entrai in cucina,diretta all'anta delle merendine iper-caloriche.
 ~ Buon giorno eh ~ borbottò una voce alle miei spalle.
~Buon giorno ma ~ le dissi di malavoglia. Ho sempre odiato aprire la bocca di mattina,e parlare con mia madre dopo la litigata della sera prima mi rende ancora più nevrotica.
 ~ Mmh nervosetta ~ disse lei con un tono di voce che bramava per una risposta che non sarebbe mai arrivata.
 ~ Oh si risponde sai .~ cercò di stuzzicarmi.
 ~ Non rompere di mattinata ~ le dissi , forse alzando un tantino il tono di voce e afferrando i Ringo dallo scaffale.
 ~ Vedi di rispondere a modo e di abbassare il tono di voce che c'e tua sorella che dorme ~ ribatte  lei,pronta per una nuova discussione.
_ per carità se si svegliasse la principessina_  pensai,e uscì dalla cucina.
 Per fortuna papà era già andato a lavoro sennò mi sarei dovuta subire di nuovo la ramanzina "di come si risponde per bene ".
Ero ancora scalza, corsi alla porta d'ingresso,e mi infilai le Dott. Martens bordeaux nuove, afferrai la borsa della gola e mi infilai il piumino fiondandomi fuori.
_ Merda_ pensai all'istante.
 Era freddissimo e si era solo ai primi di ottobre.
Feci l'ultimo tratto che mi divideva dalla scuola a corsa guardando più volte lo schermo del cellulare,per accertarmi che ce l'avessi fatta a non arrivare in ritardo,ma erano solo le 8.12 e avevo ancora 3 minuti, prima di entrare per, riprendere fiato.
~ Giorgia,Giorgia,Giorgia Timber  .~ scandì il mio nome una voce alle mie spalle ,che non intendeva arrendersi finché non mi sarei voltata.
~ Ciao Aurora ~ le dissi,ero sicura che era una voce conosciuta e più conosciuta di lei... Aurora Gordon é la mia migliore amica dalla 2° media e ora siamo addirittura nello stesso liceo. Non feci in tempo ad aggiungere altro che mi stava già strangolando con uno dei suoi splendidi abbracci.
Appena mi si staccò di dosso suonò la campanella e ci inserimmo nel fiume di gente che cercava di entrare a scuola e che spingeva per riuscire a raggiungere la segretaria e non dover spettare in fila  per prendere gli orari delle lezioni.

 

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Capitolo 2
*** 2° capitolo ***


Capitolo due. Mi ritrovai davanti a una porta blu con suscritto "letteratura classi prime" . Eh si io sono una "primina" come avevo già sentito dire da qualche ragazzo alle mie spalle in fila in segreteria,e già odiavo quel nomignolo,e odiavo chi lo usava che mi guardava dall'alto in basso come un dio greco. Mi detti un occhiata in tornò e richiamai l'attenzione di aurora intenta a leggere la piantina della scuola, per dirle che avevo trovato la classe,e senza pensarci troppo entrai. Mi ritrovai gli occhi di una ventina di adolescenti che mi fissavano come fossi un aliena,gli guardai anch'io così, fin ché una voce acida non richiamò la mia attenzione e quella di aurora che nel frattempo era entrata nella stanza. ~ Buon giorno signorine,la lezione è cominciata da cinque minuti .~ disse una donna da dietro la cattedra,che come avevo già sentito dire aveva una fama da vera stronza. -Buon giorno prof.~ dicemmo io e aurora in coro. ~ Scusi il ritardo ~ ripresi io a nome di entrambe. ~ Ma non trovavamo la classe ~ aggiunse aurora. ~ Chi sareste voi due?~ chiese quella con un tono di superiorità. ~ Giorgia Timber e Aurora Gordon .~ Disse Aurora decisa. ~ Okay andate ai vostri posti e vedete di arrivare portuali alle mie lezioni,siete fortunate che oggi è il primo giorno .~ concluse quella con acidità. Ci sedemmo all ultimo banco e senza pensarci due volte cominciammo a chiacchierare,fregandocene della lezione di quella vipera. A dire il vero non c'era tanto da raccontarci visto che si era passata l'estate insieme ma,ovviamente potevamo parlare anche di come era azzurro il cielo pur di non seguire la lezione. Ovviamente l'argomento ricadde su lui, l'innominabile,il ragazzo di cui mi ero presa una cotta dalla fine della terza media,ossia quello con cui aveva chiuso circa due settimane prima che ricominciasse la scuola. Ai miei occhi era perfetto, occhi di quel verde intenso,capelli castani,altezza nella media,e una cosa che adoravo era la sua timidezza. Eravamo andati a fine settembre e avevamo chiuso per un motivo non tanto chiaro ma che per il quale non valeva la pena chiarire ma io ne sono ancora cotta. ~ Ehi Gio … ~ Aurora mi ripescò dai miei pensieri. ~ So che stai ancora pensando a lui .~ continuò lei con quanta più calma possibile,avrebbe volentieri preso a pugni la mia faccia ogni volta che pensavo a lui,per come mi aveva trattata,ma in fondo mi capiva ,c'era passata anche lei. ~ Eh come faccio a non pensarci?!~ Chiesi retorica. ~sabato l'ho visto al caffè e non mi ha caata di striscio, fanculo al "voglio che il nostro rapporto non cambi" che usò quando chiuse con quel maledetto messaggio.~ stavo quasi per urlare. ~ Lo so che ti garba ancora ma cavolo vai avanti,non ha senso piangersi a dosso per un coglione come quello. ~ disse lei decisa. _ Non sai quanto hai ragione ma non puoi immaginarti quanto mi manchi_ pensai,senza preoccuparmi di darle una risposta. Mi girai verso la prof. e guardai l'ora dal cellulare nel astuccio,le 9.58,cavolo le ore di letteratura erano volate e a momenti sarebbe suonata la campanella. Mi voltai verso aurora che ormai arresa all'idea di concludere il nostro discorso era intenta a scrivere il compito. Suonò la campanella,e la classe apparentemente calma che era seduta davanti a me poco fa si trasformò in una mandria inferocita,intenta a uscire dalla classe. Guardai Aurora occupata a incastrare i libri nella borsa per farceli entrare tutti per poi mettersela su una spalla,poi mi guardò soddisfatta del suo lavoro riuscito. ~ Pronti ~ disse,concludendo con un sorriso. Usciamo dalla classe,con la professoressa che ci squadrava da capo a piedi. Una volta nel corridoio ci sentiamo chiamare da dietro,ci voltammo di scatto. ~MAT~ gridammo euforiche . Mat era il nostro migliore amico dalla terza media,era l’ amico perfetto,di quelli a cui puoi confidare tutto,era molto protettivo nei nostri confronti ; forse perché le era morta la sorella da due anni. Ma è sempre stato un ragazzo forte,e non si era mai chiuso in se stesso,per l'accaduto. Negli anni che sono passati gli eravamo state sempre vicine e lui ne è stato entusiasto ,dimostrandoci la sua riconoscenza in ogni momento. Ce lo ritrovavamo a casa tutti i giorni: intento a stiracchiarsi sul divano,in cucina a studiare ma la cosa che lo caratterizzava di più era il correre al frigo e stuzzicare tutto di più. Mia madre e la madre di Aurora lo adorano,lo ritengono il ragazzo ideale,abbastanza altro,biondissimo occhi color mare,un sorriso che fa sciogliere persino i pupazzi di neve e quella dolcezza senza limiti. ~ Che lezioni avete ora?~ chiese il biondo. Io e aurora ci guardammo negli occhi,per poi passare al foglio che entrambe tenevamo in mano. ~ Scienze.~ disse aurora sicura. ~ Grande anch'io,allora andiamo.~ disse Mat passandosi una mano dietro la nuca. Mi guardai in torno per capire da che parte dirigersi per trovare la classe,ma ovviamente con il culo che mi ritrovo non avevo la minima idea di dove andare. Mi girai di scatto avendo sentito dei passi alle mie spalle. ~ Ehi ciao .~ dissi sorpresa dalla persona che mi trovavo davanti. ~Ehi~ disse lui altrettanto sorpreso. Era Francesco Gray ,lo conosco da quando s'era piccoli e da sempre andiamo al mare insieme,è simpaticissimo anche se ha l'aria un pò da cannato,ma il suo stile da ragazzo del Bronx non lo batte nessuno,cuffie nelle orecchie, felpona e cappuccio alzato. Non curante dell'espressione incuriosita da quegli altri due alle mie spalle gli andai incontro. ~ Fra mi puoi dire dove cavolo sia l'aula di scienze?~ gli chiesi con un aria di supplica. ~ Ah si,padiglione nuovo zona nord,prima porta a desta del corridoio,mi sembra..~ disse con un tono di voce che sembrava me lo stesse chiedendo a me. ~ Oookay, grazie.~ gli dissi, rivoltandomi verso i ragazzi,mentre Francesco si allontanava con una certa camminata accompagnata da saltelli. AURORA POV'S - ~ Fanculo Gio.~ gli dissi,con tono di divertimento. ~ E ora che ho fatto?~ chiese Giorgia con una certa teatralità. Mat si stava già trattenendo dalle risate,quando notò il rossore sulle mie guance. ~Uuh qualcuno mi sa che si è presa una bella cotta por l'amico barbone di Gio.~ disse il biondo. ~ Chetati Mat ,almeno io non prendo palo ogni tre per due .~ dissi,trionfante,per la frecciatina mandata al biondo. Mat come al solito ne uscì con una risata non era il tipo che se la prendeva,anzi a dire il vero ce le aveva tutte ai suoi piedi,ma lui preferiva prender palo dalla troia di turno. ~ hahaha prima o poi te lo presento.~ ruppe il silenzio Giorgia prima che io e Mat ci scannassimo a forza di sguardi. ~ Nono ti prego Gio,non mi fa fare figure di merda .~ le dissi,pregandola ~ Eh sta zitta aurora,sarò il tuo cupido .~ mi disse mettendosi una mano sul cuore a mo di giuramento. Finimmo tutti e tre col ridere,e ci accorgemmo che la campanella sarebbe suonata da un momento all'altro e che avevamo perso la lezione. Mat si frugò nelle tasche,finché non raggiunse, il tesoro tanto atteso. ~ Woow per fortuna ho una sterlina.!~ disse,dirigendosi entusiasto verso la macchinetta. ~ Eh che Cazzo.~ disse alquanto scocciato leggendo il cartello,appiccicato al vetro di quella che doveva essere la fonte della sua felicità. LE MACCHINETTE SONO STATE ABOLITE PER SALVAGUARDARE LA SALUTE DEGLI STUDENTI * Io e Gio non potremmo trattenerci dal ridere vedendo la disperazione nei suoi occhi. Suonò la campanella e quella sarebbe stata l'ultimata visto che il primo giorno di scuola saremmo usciti alle 11,così mi girai verso i ragazzi,uno intento a mettersi le mani tra i capelli dallo shok e l'altra impegnata a prenderlo in giro. Cominciammo a sentire la mandria che cominciava a marciare nel corridoio dove ci trovavamo e mi scansai per paura che mi portassero via,quando lo vidi,occupato a mettersi le cuffie,tanto misterioso e fottutamente sexy,mi ammiccò un sorrisetto,o almeno speravo non me lo stessi immaginando,ciò che era molto probabile vista la improvvisa fitta alla pancia,era strana,non le solite maledettissime farfalle,qualcosa che non avevo mai sentito prima,con una dannata voglia di saltarli a dosso.. _ calma aurora..è solo un fottutissimo sexy ragazzo..trattieniti e smettila di guardarlo con quel sorrisino da ebete_ Questo era ciò che l'incoraggiante vocina dentro di me,che doveva essere la mia coscienza mi diceva. A farmi distogliere lo sguardo fu una voce alle mie spalle. Quando mi girai vidi una Giorgia alquanto scocciata,forse perché quella era la diciassettesima volta che mi chiamava . ~ Scendi dalle nuvole dolcezza,e muoviti che perdiamo la metro,e oggi tutti e due a casa mia .~ disse Giorgia,con un tono che non accettava repliche,e ci avviammo verso l'uscita.

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Capitolo 3
*** 3° capitolo ***


POV'S GIORGIA
Arrivammo a casa mia. Eravamo soli e come era suo solito fare, Mat si fiondò in cucina in cerca di cibo, mentre Aurora si diresse in terrazza per fumare una sigaretta.
Mi sa che era stata veramente colpita da Francesco, perché l'avevo vista strana per tutto il viaggio in metro.
~Mat, credi di aver finito con quella roba o ne vuoi ancora ?~ gli chiesi guardandolo storto sepolto tra panini al prosciutto e barrette di cioccolata.
~ S-sto b-bene così, g-grazie.~ balbettò tra un boccone e l'altro.
Strano, Aurora era ancora sul terrazzo, e in quell'arco di tempo avrebbe potuto finire almeno una ventina di sigarette.
Uscii anche io. ~Ehi~ le dissi. ~Tutto bene ?~ continuai appoggiandole una mano sulla spalla. Aurora annuì. Okay, c'era qualcosa che non andava.
~Cosa è successo ?~ Come risposta mi passò il suo cellulare e sulla schermata dell'iPhone appariva la 'SUA' vecchia chat.
Sbuffai ~Ricordi cosa mi hai detto oggi ? Questo vale anche per te. Io non devo stare male per James ma tu non devi esserlo per Leon.
~Ma aveva promesso ! Aveva promesso che sta volta sarebbe restato !~ poi scoppiò a piangere. L'abbracciai. Dopotutto la capivo.

POV'S AURORA
La luce grigia e fioca di Londra mi solleticò gli occhi facendomi svegliare. Erano solo le sei e trenta di mattina, la sveglia sarebbe suonata tra mezz'ora, ma non avevo più sonno cosí buttai via le coperte dal letto e scesi in cucina.
Mi feci un caffè ed uscii sul terrazzino che dava sul retro della casa.
Mi sedetti su una sedia e bevvi un sorso di caffè assaporandomi la tranquillità di quella mattina.
Eravamo in metà ottobre, la scuola era iniziata da poco, ed io indossavo solo una cannottierina, ma non sentivo freddo.
Guardai l'orologio, erano già le sette, mi rimaneva solo mezz'ora per godermi quella pace, dopo di che tutto sarebbe tornato come prima.
Chiusi gli occhi cinque minuti e tornai con la mente a qualche giorno prima.
"Era il primo giorno di scuola quando incrociai quel misterioso amico di Gio. Cavolo se era bello. Per tutto il viaggio in metro verso casa di Giorgia non feci altro che pensare a quel ragazzo,a quello sguardo, era così fottutamente perfetto.
Possibile che Gio lo conoscesse ed io non lo avessi mai visto fino a qualche minuto fa ?
Era tanto che non provavo quelle sensazioni. L'ultima volta che avevo sentito una cosa del genere era stato qualche giorno prima, quando il ragazzo che mi piaceva da quasi un anno era venuto a dirmi che voleva stare con me. E io stupida che ci avevo pure creduto.
Conclusione ? Non si era più fatto sentire. Ma quello che avevo provato prima era qualcosa di ancora più forte, e pensare che non conoscevo nemmeno il nome di quel misterioso ragazzo.
Ritornai al presente e quando riaprii gli occhi trovai due occhioni scuri a due centimetri da me che mi fissavano intensamente, come se volessero capire a cosa stessi pensando. ~Cavolo Guido~ urlai balzando in piedi dallo spavento ~mi hai fatto prendere un colpo~.
~Scusami, ma eri così carina per una volta~ rispose mio fratello.
~Ah grazie~ dissi ironica ~Vabbe, io vado a preparami per andare a scuola.~
Entrai in bagno per farmi una doccia calda.  
Quando uscii misi un paio di jeans, una maglietta, una felpa blu e le mie inseparabili converse bianche, anche se ormai non lo erano più cosí tanto.
Scesi in cucina, salutai mio fratello ed uscii di casa.
Infilai le cuffiette nelle orecchie e mi strinsi nel mio cappotto caldo.
Mi piaceva l'inverno, il Natale, i piumoni, la neve, la cioccolata calda con la panna, le lucine, i guanti e i cappelli.
Arrivai al bar vicino la scuola e vidi Giorgia in lontananza, così iniziai a gridare il suo nome con insistenza per farmi sentire.
~Ehi tesoro~ disse venendomi in contro.
~Sai che giorno è oggi ?~ mi chiese
~Ehm...~
~È il primo giorno di occupazione studentesca !~ esultò.
~Cosa ? Scherzi ? Niente versione di latino ?~
~Giá, scuola occupata per almeno cinque giorni. Sai, i tagli..~
~Fantastico !~ Entrammo nell'edificio e ci recammo nella hall principale per leggere quali gruppi si sarebbero formati.
I gruppi erano gestiti esclusivamente dagli studenti degli ultimi anni, niente professori.
Scegliemmo il "gruppo musica" e ci incamminammo verso l'aula dove si sarebbe tenuto. Neanche il tempo di mettere entrambi i piedi all'interno della stanza che vidi Gio bloccarsi. ~Ehi ? Ma che fai ?~ chiesi sventolandole una mano davanti agli occhi.
Guardai quello che stava fissando. O meglio, chi stava fissando. Un biondino con gli occhi azzurri, cannottierina bianca, giacchetto verde e pantaloni forse troppo bassi, con al collo una chitarra classica.
Era seduto sulla cattedra accanto ad un ricciolino e stavano cantando. Finalmente avevo capito, la nostra Giorgia si era presa una bella batosta. Ma come biasimarla ? Era veramente carino. Mi pare si chiamasse Alessandro. Sisi, Alessandro Bass.
Era al secondo anno e nei giorni precedenti lo avevo visto spesso con il moro misterioso, probabilmente erano in classe insieme.
 
 

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Capitolo 4
*** "Il gruppo musica" ***


POV'S GIORGIA
~ Insomma entriamo si o no ?~ chiese stufa Aurora.
La gente stava iniziando a fissarmi, quindi forse era meglio darsi una mossa
~ Emh.. s-si~ balbettai. Entrammo e ci sedemmo su di un banchino in fondo alla stanza.
Non potevo credere di aver fatto quel che avevo appena fatto. Mi ero imbambolata a guardare un ragazzo.. Non mi succedeva neppure con James!
~ Ho visto come fissavi quel biondino.~ mi disse Aurora con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
Lo fissavo ? Lo stavo letteralmente mangiando con gli occhi !
~N-no, ma che dici.~
~ ti conosco bene Giorgia. Ti piace !~
~ Shh ! Cosa urli stupida. Non mi piace, non lo conosco neanche. Però è carino.~
~ Solo carino ?~    
 ~ Okay, okay, molto carino.~ Vidi apparire sulla faccia di Aurora un sorriso orgoglioso.
~ Bene, per tua informazione si chiama Alessandro e frequenta il secondo anno, è in classe con quel tuo amico..~
~ Francesco ?~ suggerii. Neanche il tempo di finire che eccolo entrare in classe.

POV'S AURORA
..dio Aveva appena superato l'uscio che già sentivo la faccia andarmi a fuoco.
_Calmati Aurora_ pensai  _È solo un bel ragazzo, niente di speciale. E poi ricordi cosa ti ha detto Jennifer ? È un puttaniere._ Mi auto convinsi che il mio rossore era dovuto alla mia timidezza con persone che non conosco.
Ci passò davanti ed evidentemente aveva notato che lo stavo guardando perché mi fece l'occhiolino.
~ No dico, ma l'hai visto ?~ bisbigliai a Giorgia senza farmi sentire dagli altri.
~Cos'ha fatto di male ?~  chiese lei interrogativa.
Non sapevo che rispondere, in fondo non aveva fatto niente di male, ma tutto di lui, il suo giacchetto di jeans, il cappellino nero, i pantaloni dello stesso colore, una mano in tasca e nell'altra una cicca.
Sempre che si trattasse di una semplice sigaretta.
Insomma tutto di lui mi dava fastidio, nonostante pensassi fosse dannatamente bello. E anche questo mi dava fastidio, il fatto che lo pensassi.
~ Niente, ma mi irrita.~ risposi infine.
~ Povero Francesco.~ sghignazzò
~ Quindi è così che si chiama.. Francesco, interessante..~ Giorgia si mise a ridere ed io con lei.
Passammo le ore seguenti a cantare a squarciagola.
~ Cavolo, sono state le ore più divertenti della mia vita !~ confidai a Gio uscendo dall'aula.
Era suonata la campanella della ricreazione e un fiume di ragazzi si era appena gettato nel corridoio, quasi travolgendoci.
~ Si è stato fan...~ qualcuno la interruppe.
~Ragazze~ disse Nick con il fiatone post-corsa e un sorriso implorante sul volto ~ Dopo tornare vero ? Se non ci sono abbastanza studenti ci fanno chiudere.~ si mise quasi in ginocchio e fu sollevato quando rispondemmo con un sonoro
~ Certo!~ all'unisono. Ci ringraziò per poi tornare a rincorrere altri studenti.
Nick era un ragazzo del quarto anno,era qualcosa di fenomenale,sapeva mettere di buon umore solo con un sorriso. Era un asso con la chitarra ed era irresistibile quando la suonava con quegli occhi color  ghiaccio e quei riccioli che gli ricadevano sulla fronte.
~ Non posso credere che la gente preferisca non fare niente invece di venire in un gruppo come quello .~ disse Giorgia. Aveva ragione.
Scendemmo in cortile e raggiungemmo Mat e alcuni amici. Le ore seguenti passarono allo stesso modo delle prime, tra una risata e una canzone. Uscimmo da scuola verso l'ora di pranzo, forse saremmo tornate nel pomeriggio.
Ero abbracciata a Mat che ridevo come ma matta con una cicca nella mano quando lo vidi. Per quale fottuto motivo era venuto ? Non veniva neanche a scuola qua.
~ Tutto apposto ?~ chiese Mat,seguendo il mio sguardo. Annuii. L'aveva visto anche lui.
Mat e Leon erano migliori amici dalla prima media e non volevo che litigassero per me, per questo ogni volta che mi chiedeva se c'era bisogno che ci parlasse rispondevo di no. Anche se molte volte gli avevo visti, da lontano, litigare. Ogni volta che ne chiedevo il motivo, Mat si inventava qualche stupida scusa, ma sapevo la verità.
Mat è la persona più protettiva nei miei confronti che conosca, anche più dei miei genitori. Mi ha sempre difeso e so che continuerà a farlo.
~ Vuoi che ci parli ? Che lo mandi via?~ chiese come da copione.
~ No , non importa.~ risposi con un finto sorriso. Gli passammo davanti,era con una delle tante troie che gli vanno dietro dalla terza media. Non lo salutai e lui non salutò me, se ne uscì soltanto con una battutina del cazzo del tipo "Nuovo tromba amico Gordon ?".
Il solito idiota. Sapeva benissimo il rapporto che c'era tra me e Mat, ma come al solito non sapeva cosa dire e preferiva insultare invece che "fare l'uomo"
.Tirai a dritto e raggiunta Giorgia al bar salutai Mat Che doveva vedersi con una tipa, stampandoli un bacio sulla guancia.
 
 

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Capitolo 5
*** la festa ***


POV'S GIORGIA
Andai incontro ad Aurora, che cavolo , da come stava torturando il labbro inferiore doveva avere l'istinto omicida a mille.
Inchiodò i suoi occhi verdi nei miei,cercò di rilassare la mascella tesa,ma questo non fece altro che far aumentare la mia curiosità.
~ Ehi che hai?~ le chiesi inarcando un sopracciglio.
~ Cavolo lo odio.~ mi fece un cenno con la testa oltre le sue spalle.
Spostai lo sguardo per vedere chi l'avesse fatta uscire di se in quel modo, quando lo notai.
Là carnagione scura era a contrasto con la vespa bianca dove era seduto; la sua solita giacchetta di belle nera, che è stata da sempre il suo marchio di fabbrica, doveva dargli un aria tanto da playboy che faceva cadere tutte ai suoi piedi anche la stessa Aurora ma a me è sempre parso come uno stronzo,arrogante.
~ Ma che diamine ci fa qui.~ chiesi retorica, non c'era persona che mi facesse saltare i nervi meglio di lui.
~ Ma che vuoi che ne sappia,è appiccicato a quella tipa da quando son arrivata. ~ rispose schietta lei.
Lo fissai con aria trucida,come poteva presentarsi qui, e con quella per lo più,quanto avrei voluto spaccargli quel bel faccino-
.~ Calma Timber . ~ una voce alle mie spalle mi fece girare di scatto facendo distogliere la mia attenzione dal moro.
Non riuscivo a credere che era proprio davanti a me,che faccia tosta aveva a rivolgermi ancora la parola dopo tutto quello che aveva fatto. Non riuscivo ad aprire bocca i miei occhi erano inchiodati nei suoi verdi, all’ improvviso mi ricordai tutti i momenti passati insieme tutti quei baci ai quali non si era mai andati oltre,e che ora non mi mancavano anzi,in quel momento cominciarono a darmi un senso di nausea.
Stavano cominciando a pizzicarmi gli occhi,perché? Perché mi stava facendo quel effetto rivederlo?. Ero ancora imbambolata davanti a lui,con la mascella tesa e le mani strette a pugno,fino a che Aurora non si avvicinò intrecciando le sue dita tra le mie.
~James~ borbottò. ~ Che diamine ci fai qua?sei con quel coglione di Leon vero?!~ sbottò Aurora,anche se la risposta era più che ovvia.
~ T'interessa Gordon?~ chiese lui.
~ Oh al diavolo James,che è,ora fai tanto il bullo? Ora che sei al liceo e tutte le troie ti sbavano dietro hai il diritto di fare lo stronzo con tutte solo perché tanto domani te ne ritroverai un altra pronta a scriverti il suo numero sul braccio? Ma per favore ricomincia a crescere,sai ho paura che se il sangue non fluisce bene ,oltre al cervello potrebbe risentirne anche qualcos'altro.~ gli sputò Aurora tutto in faccia.    ~ Ah e salutami Leon.~ . Lui non riuscì a ribattere perché Aurora mi prese per un polso e mi portò via di lì facendosi spazio fra gli adolescenti che riempivano lo spazio davanti al bar.
~ Gio,non ci pensare,e poi hai visto che bionda finta si portava dietro,dai non arrivava minimamente alla tua altezza.~ cercò di consolarmi lei .
La metro,Si bloccò di colpo e ci fu un veloce black-out prima che la luce tornasse e il ripartisse stridendo sulle rotaie. Alzai lo sguardo e notai che Aurora stava aspettando che dicessi qualcosa,ma sapeva già la risposta. Non volevo nulla in quel momento. Arrivammo a casa mia e mi diressi in cucina con Aurora che mi seguiva,da dove proveniva un profumo di plumcake .
~ Ehi ragazze ,ciao Aurora che ci fate già qui?~ borbottò mia madre da dietro la penisola. Aurora sapeva che non avrei aperto bocca,è che se l'avessi fatto avrei risposto male a mia madre e sarebbe ripartita la ramanzina,quindi fu Aurora a rompere il silenzio.
~ Beh hanno fatto occupazione,e dovrebbe durare fino a martedì.~ rispose lei in tono calmo,che io non sarei mai riuscita a tenere. È questo quello che adoravo di Aurora,non si faceva mai abbattere da niente e da nessuno,ed era grazie a lei che ero riuscita a non scoppiare a piangere davanti a quel bar.
Mia madre sembrò soddisfatta della risposta e si rimise a cucinare. Erano ormai le tre,e entrambe non avevamo fame,così si prese un pacchetto di patatine e ci si era tirate sul letto di camera mia.
~ Ehi Gio,stasera è sabato,no? E oggi uno del gruppo mi ha detto che stasera danno una festa alla scuola...~ si girò per incontrare i miei occhi,e sfoderare la sua tecnica da gatto con gli stivali,a cui nessuno resisteva. ~...quindi...ti prego andiamoci.~ mi disse in tono di supplica.
~okay~ tagliai corto. ~ okay?~ si alzò facendo peso sui gomiti,
~ Vieni veramente alla festa,con birra,sigarette,ragazzi del quinto anno e chi ne ha più ne metta, woow Timber ,James dovrebbe farsi vivo più spesso.~ disse ritirandosi sul letto.
~ Si e stasera ci si diverte, conoscerai fra.~. Conclusi io , prima che potesse dire qualunque cosa saltai giù dal letto e corsi a chiedere il permesso a mia madre,che accettò senza troppi giri di parole,contenta di togliermi dai piedi per almeno un sabato sera. Appena tornata in camera trovai Aurora che frugava nel armadio.
~ Ehi io vado a farmi una doccia,fai quel che ti pare nel frattempo.~ le dissi anche se non ce ne era bisogno visto che ormai casa mia era come una seconda per lei. Mi abbandonai sotto il getto del acqua sperando che la schiuma portasse via i pensieri di quella mattina,ma non servì a molto.
Corsi fuori e trovai Aurora addormentata sul letto. Detti un occhiata alla sveglia le 8 e 40. Mi avvicinai al letto.
~ Aurora Aurora.~ le sussurri. Lei si svegliò d scatto.
~ oh s-si son sveglia .~ biascicò.
 ~ Dai tra mezz'ora dobbiamo uscire di casa,e non ho la più pallida idea d cosa mettermi.~ Aurora mi guardò per poi fare cenno a dei vestiti sulla scrivania. Andai a guardarli per poi scoppiare in una risata.
~ Dai Aurora dobbiamo andare a una festa a "scuola"~ dissi scandendo bene la parola scuola. ~ Non a uno nightclub,e siamo agli ultimi di ottobre .~ aggiunsi con un pizzico di divertimento nella voce. Lei mi guardò offesa per poi sdraiarsi nuovamente sul piumone.
~ Bah poveri noi.~ bisbigliò. Trovai qualcosa di "più adatto",un paio di jeans chiarissimi e una maglia morbida,abbastanza scollata e misi le Philip Model ,le mie scarpe preferite. E corsi a truccarmi,dove trovai Aurora a mettersi il mio eyeliner.
Suonò il campanello e scesi le scale di corsa per vedere chi fosse.
~ Mat,allora vieni anche te alla festa?~ le chiesi speranzosa, una volta aperta la porta e trovandolo davanti a me .
~ Certo Gio,son passato a prendervi,Aurora è pronta?~
~Sisi~ anche se era appena al primo strato di fondotinta. Corsi su per le scale con Mat,dietro,fiondandoci in camera mia.
-Dai Aurora muoviti cavolo,tanto il Gray,non ti starà a guardare la faccia. ~ la punzecchiò il biondo,ricevendosi un sonoro" vaffanculo " da lei.
Salutammo mia madre in coro e ci fiondammo fuori casa,sentendo all'ultimo il suo "non più tardi delle 12.30".

Arrivati davanti al cancello della scuola,si sentiva già la musica a palla. Pensai a quanti richiami per disturbo alla quiete pubblica sarebbero arrivati,ma mi scrollai di dosso quella sensazione di responsabilità ed entrammo nella palestra.
La coltre di fumo e un odore di alcol mi entrarono in gola. Mat se ne andò verso un gruppo di ragazze,lasciandoci li davanti all'entrata.
Mossi il primo passo verso il tavolo per prendere qualcosa da bere,con dietro Aurora,prendemmo entrambe una birra,visto che non c'era altra scelta, andammo a ballare facendoci spazio con i gomiti fra la gente sudata e appiccicata l'una all'altra ,ma ad entrambe già dopo circa 15minuti lì dentro cominciò a girare la testa.
Uscimmo e andammo dove di solito i ragazzi si riunivano a fumare durante la ricreazione e lo trovai non troppo affollato. Ci sedemmo su un muretto.
~ u.u ehi guarda un Po chi sta arrivando.~ dissi a Aurora dandoli una spinta sul braccio.
~ Oddio~ la sentii bisbigliare.
~ Okay ci penso io.~ le annuncia,senza darle il tempo di replicare che già ero dietro a Francesco.
Non feci a tempo a chiamarlo che una mora,con una minigonna alquanto ridicola che le copriva solo mezzo culo,gli saltò al collo,ficcandoli la lingua in bocca.
_merda_ pensai all’ istante.
Sperai con tutto il cuore che Aurora non avesse visto.
Mi voltai ma non era così,Aurora era praticamente sconcertata,era così felice che avrebbe potuto rivolgervi la parola,ma in parte la conosceva la sua reputazione,e in quel momento non si poteva dire che fosse stato da meno.
Senza aggiungere nulla le porsi la mano,e ci allontanammo da lì.
Cercammo Mat per tutta la palestra finché non lo ritrovammo che si divertiva con una rossa.
~ Noi andiamo,ci sì sente domani.~ tagliai corto io. Mi girai alla ricerca di Aurora che avevo perso di vista e la trovai con un altra birra in mano,la terza.
~ Dai andiamo.~ la incitai.
~No~ disse lei trascinando la O .
Cercai di tirarla su ma stava quasi per ricadere,quando qualcuno la sorresse da dietro alzai lo sguardo per vedere chi fosse.
~ Nick,oddio grazie.~ balbettai,quando incontrai i suoi occhi,ghiaccio.
~ Dai su,portiamola fuori.~ mi disse.
Usciti da lì dentro Aurora ritornò in se quel poco che bastava per stare in piedi,ma Nick con tono da fratello maggiore,che doveva avere anche con sua sorella che ha la nostra stessa età,si offrì per accompagnarci a casa, non accettando repliche.
Appena girato l'angolo capii cosa aveva provato Aurora appena un quarto d'ora prima.
Una fitta alla pancia mi percosse,quando vidi quel Alessandro baciare con foga una bionda,che non aveva niente di buono. Aurora sembrava riessere se stessa quando mi distrasse da quello spettacolo.
~ Ehi Gio.~ mi chiamò con tono di supplica.
~Ohi~ le sussurrai . ~ Ti prego fammi rimanere a casa tua non posso farmi vedere così da mia madre.~ mi chiese lei.
~ Certo nessun problema.~ la sollevai io accarezzandole una spalla.
~ Grazie Gio. ~ mi sussurrò una volta arrivate in camera,erano le 12 passate e Nick era stato gentilissimo con noi,ricordandoci alla fine di ritornare al gruppo musica l'indomani. Appena toccammo il letto Aurora si addormentò di colpo forse a causa della sbronza mentre io non riuscii a togliermi dalla testa quell'immagine rivoltante.
 
 

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Capitolo 6
*** alessandro ***


Scattai in piedi,un colpo mi aveva svegliata,guardai la sveglia sul comodino,le 11.15, quel colpo doveva essere mamma che usciva di casa per andare a fare il suo turno in ospedale.
Grazie alle fessure tra i fogli di giornale attaccati alla finestra potei intravedere un cielo azzurro limpidissimo,simile agli occhi di quel ragazzo,Alessandro.
_ come Alessandro? Stavo paragonando il cielo agli occhi di quel ragazzo,patetico._ pensai,cominciando a sentire una lieve fitta allo stomaco.
Non mi era mai successo prima di pensare tanto a qualcuno,si forse con James,ma mai fino a paragonare i suoi occhi al cielo e a provare fitte alla pancia.
Non volevo un amore platonico,e fra me e lui non ci doveva essere quel tipo di rapporto,non conosco bene la sua reputazione ma non credo sia di gran lunga migliore di quella di Fra. E se il modo per non averlo era quello allora dovevo farmelo andare a genio. L’avrei odiato.
Uscita da quel momento di panico decisi che ormai era troppo tardi per tornare a dormire cosi mi alzai,facendo attenzione a non svegliare Aurora e andai a farmi la doccia.
Uscii dalla camera in accappatoio in tempo per vedere Aurora che mi veniva in contro con quel aria post-sbronza.
Mi scansai per farla andare in bagno,io invece mi recai verso l’armadio recupererai della biancheria a fiori e non feci a tempo a trovare dei vestiti che sentii suonare il campanello.
_ chi diavolo poteva essere alle 11 di mattina, di domenica inoltre?_ sbuffai scocciata.
Scesi le scale di malavoglia,ad un passo dalla porta sentii il campanello suonare un'altra volta.
– Arrivo,arrivo- borbottai.
Aprii la porta e mi trovai il mio biondo preferito che mi accecava con uno dei suoi sorrisi e un pacco,che doveva essere di paste, in mano.
– Ehi Mat.- lo soffocai in un abbraccio,avevo ancora l’accappatoio che mi arrivava a metà coscia e i miei lunghi capelli che mi ricadevano su una spalla,ma lui non sembrò farci tanto caso. _ mi sbagliavo _
- Oh Gio non possiamo lo sai,ci conosciamo da troppo tempo- scherzò lui.
– Entra idiota- gli dissi io. Non se lo fece ripetere due volte mi passò avanti e si recò  nell’unico posto dove si sentiva al sicuro,”la cucina” .
Cominciò a scartare le paste per poi bloccarsi di colpo come se avesse dimenticato qualcosa e conficcò i suoi occhi color mare nei miei,
- E Aurora?- chiese lui.
– E’ su a momenti arriverà- lo rassicurai.
Non veci in tempo ad aggiungere altro che la chioma bruna di aurora apparse all’ uscio della porta.
– Buon giorno.- ruppe il silenzio Mat  che stava fissando Aurora come se stesse cercando di leggerle nel pensiero,quando lei sussurrò un “buon giorno” .
Aggirai la penisola della cucina per andare a preparare il caffè tirai fuori la nutella dalla dispensa e cominciammo a fare colazione,c’era uno strano silenzio di tomba,che non durò per molto,era chiaro che Mat era venuto per un motivo.
Infatti fu il primo a parlare.
– Perché eri sera siete corse via in quel modo? Se mi aveste dato il tempo di alzarmi invece di correre via sarei venuto con voi.- disse lui schietto.
Ci conosceva troppo bene e voleva sapere perché si era tanto sconvolte la sera prima.
– Davvero non ha importanza- tagliai corto io.
– Si invece- replicò lui – Voglio sapere cosa vi è successo-. Aurora sembrò di colpo riemergere dalla tazza di caffè che stava fissando fino ad un secondo prima.
– Problemi di donne .- mentì. Vidi la mascella di Aurora contrarsi,non aveva mai mentito ne a me ne a Mat prima di allora. Mat contento della risposta ma non del tutto convito si riconcentrò sulla pasta alla panna.
- Ehi Gio ma dove sono i tuoi?- chiese Mat da sotto la coperta di pile comodamente seduto sul divano.
–Mamma è a lavoro dovrebbe tornare verso le 13.30 mentre papà è partito per una missione di 6 mesi circa una settimana fa. – dissi cercando di nascondere quel briciolo di nostalgia che mi si insidiò nella voce.
– E quel progetto che mi dicevi?- continuò lui.
– Che progetto?- si infilò nella conversazione Aurora.
– Eh si la prossima settimana mamma parte per l’Africa per 4 mesi.- dichiarai io.
– Come?- disse lei sconcertata .
– Beh si è un paramedico e era aperto questo progetto a scopo di salvare vite laggiù e mancava un volontario e lei si è offerta subito. – le risposi calma.
– E te come farai? Cioè starai qui da sola?- il tono di aurora sembrava quello di una bambina quando vuole sapere a tutti i costi la fine di un libro.
– Su questo non c’è nessun problema,i miei si fidano a lasciarmi qui da sola e poi tanto ci sono i miei zii alla porta accanto- la rassicurai.
Non ci fu il tempo di aggiungere altro che si sentì aprire la porta.
– Ehi ma – la salutai.
–Ciao ragazzi,rimanete a pranzo?- disse tranquilla, dopo tre ore di corse di emergenza per la città.
–Si volentieri – risposero in coro.
Si sentì il rumore di qualche padella e in meno di un quarto d’ora si era già tutti a tavola.dopo pranzo ci si ritirò tutti sul divano e lasciammo a Mat la scelta del film,lo vidi andare a mettere le mani nell’angolo dei cartono e già cominciai a preoccuparmi.
–MADAGASCAR- esordì lui. – cielo no,ti prego- scongiurò Aurora. Ma non accettò repliche e schiacciò play.
Ci si mise comodi con una ciotola di pop-corn che Mat custodiva avidamente. Quando si era quasi a metà film si sobbalzò a un sonoro
–Noooo- di Mat . non ci volevano parole,bastava guardarlo in faccia, il labbro arricciato in un ghigno di disperazione e la ciotola di pop-corn vuota.
–Io non reggo senza pop-corn- sbottò lui alzandosi di scatto.
–Forza ragazze alzate il culo si fa un salto in centro –. Niente repliche in fondo era tutto il pomeriggio che si era chiusi in casa. Prendemmo il giacchetto e Mat ci scaraventò fuori dalla porta.
– Accidenti che freddo- esultò Aurora esprimendo il parere di tutti,e Mat ci accolse fra le sue braccia.
Prendemmo la metro e ci ritrovammo in tre secondi nel centro di Londra. Sembrava pieno giorno le luci delle insegne brillavano ovunque e c’era ancora molta gente a giro per strada.
Entrammo nel negozio,c’era un calduccio invitante,ovviamente lasciammo comprare a Met tutto.
Lui non perse tempo prese di tutto :pop-corn al caramello,dolci salati,bastoncini di liquirizia e una casetta di pepsi .
Alzò lo sguardo sicuro di incrociare il nostro interrogativo.
– Beh per stasera,maratona di film,no?- disse facendo comparire un sorriso sulle nostre labbra.
Usciti di li,e tornammo alla metro. Scendemmo la prima rampa di scale,Mat era ancora abbracciato ad Aurora quando io mi sciolsi dalle sue braccia per raccogliere un pacchetto di liquirizia che mi era scivolato dalle mani.
Riguardai davanti a me,erano già 10 metri più in là,quando la chiamai,lei si girò di scatto cercando di capire cosa avessi intenzione di fare.
Mi era venuta in mente una scena di Madagascar dove Martin e Alex,a una distanza come la nostra cominciatono a fare una corsa a rallentatore.
Così mi gurdai in torno per non finire nel fare figure di merda e urlando a squarcia gola.
~Aaaaaalex~ A quel punto aveva capito e anche lei sprigionò la sua parte infantile urlando un...
~Martiiiiiiiin~ . avvicinandoci sempre di più
~Alex?~
~Martin?~ E scoppiammo in una sonora risata,alla quale non poté trattenersi neanche Mat.
Lei tornò sotto il braccio di Mat mentre io rimasi più indietro controllando lo schermo del cellulare. Ripetemmo quella scena esilarante per altri cinque minuti buoni, fino a quando girammo l'angolo Avevo ancora il naso sullo schermo quando sentii il passo di Aurora,bloccarsi per qualche istante per poi ritornare alla sua solita andatura e le sentii sussurrare un "accidenti",seguita da una risatina di Mat.
Distolsi lo sguardo dal display per vedere cosa avesse notato Aurora. Guardai davanti a me,le gambe mi si inchiodarono sul posto,il miei occhi scuri si inchiodarono nei suoi che avevano lo stesso colore del cielo di quella mattina,che esprimevano una certa aria divertita.
_Alessandro_
Quel nome si fece largo tra i miei pensieri. Un brivido improvviso mi percose la schiena.
Altro che farfalle,per quello che stava succedendo dentro di me ci sarebbe voluto ben altro che un semplice insetticida,era come se nel mio stomaco fosse esplosa una bomba,non sapevo se stessi soffrendo,ma quello sguardo freddo, tanto profondo sembrava potesse riuscire a leggermi l'anima.
Mi stava guardando dritto negli occhi,per quei secondi che sembrarono eterni. Si portò la sigaretta alla bocca,e quel gesto bastò per far distogliere i miei occhi dai suoi ,per scontrarmi con quelli severi di Aurora.
Ritornai al presente,cazzo,ero ancora impalata davanti a lui e mi resi conto che mi stavo torturando l'interno della guancia,come faceva quel ragazzo a farmi quel effetto .
Non so come feci ma cominciai a camminare e aumentavo sempre di più il passo,stavo quasi correndo,quando raggiunsi Mat,e rintanai il rossore che stava cominciando ad apparire sulle mie guance nel incavo del suo collo.
_cazzo che figura di merda_ pensai.
Arrivammo a casa e ci fiondammo in camera mia,avevo gli occhi lucidi dalla rabbia,non potevo provare qualcosa per lui,io lo odiavo,doveva esserci solo questo tra noi.
Ero a pancia in giù sul piumone,quando sentì la mano calda di Aurora accarezzarmi la spalla.
Bastò uno sguardo suo che Mat capì che era un momento solo per ragazze.
~Beh io vado a togliere il CD in salotto~ si congedò lui.
Mi ritrovai tra le sue braccia.
~Vai puoi cominciare,cerca di essere il più fine possibile con i termini eh Gio~ scherzò lei.
~Ma porca puttana l'hai visto?~cominciai.
~Ecco proprio quello che intendevo~ la sentì borbottare.
~Cavolo mi sono inchiodata lì,davanti a quel biondo.~ feci una breve pausa per rielaborare le offese,ma non ce ne furono
~Ma sai la cosa che mi da piu noia?... e proprio il fatto che non abbia fatto nulla che mi ha urtato i nervi,ha lasciato che mi umiliassi completamente,con quella sua arroganza che gli si leggeva negli occhi,lo odio,lo odio,accidenti~Aurora mi guardò negli occhi,non sapeva se ridere o altro.
~Non devi preoccuparti per quel biondo cannato,non sarai di certo la prima ragazza del primo anno a bloccarsi alla vista di un figo da paura come lui.~ disse lei.
~Perfetto, di bene in meglio,ora sarò un altra patetica primina che gli sbava dietro,pronta per accaparrarsi una tacca sulla tabella di quelle Che si è portato a letto.~ sbottai.
~Sai che nn intendevo quello scema.~ mi sussurò sulla guancia prima di darmici un delicato bacio.
~Si dai,va a chiamare Mat~ le dissi.
Dopo meno di un minuto Mat seduto alla scrivania,una Pepsi in mano e un bastoncino di liquirizia nel altra.
Dette un occhiata nella nostra direzione. Aurora era crollato alla fine di Titanic,e stava dormendo distesa sul piumone del, io letto,con me accanto.
Mi alzai per andare in bagno,e per sbaglio lasciai la porta semi aperta,ma per fortuna Mat era troppp stanco per venire a rompere.
Mi stavo preparando per andare a letto quando ero davanti alla porta semi chiusa mi cadde il braccialetto che ,mi stavo togliendo ,per terra,lo raccolsi rialsandomi,e l'occhio mi cadde oltre la fessura semiaperta della porta,Mat si stava alzando dalla scrivania,avvicinandosi al bordo del letto,si avvicinò ad Aurora spostandole una ciocca di capelli dalla faccia,ma dopo... si avvicinò ancora di più,tanto che le ciglia di lei potevano sfiorargli la fronte,e premette le sue labbra su quelle rosee di lei.
La stava baciando,ma perché? Stavo ancora osservando quella scena come ipnotizzata,quando lui si staccò da lei accarezzandole la guancia.
Tirai un colpo di tosse per dargli il tempo di spostarsi da lei,è tornare alla scrivania. Uscii dal bagno,cercando di avere l'aria più disinvolta possibile.
Lui si alzò di scatto dalla sedia.
~Beh io vado Gio,ci sì vede domani a scuola.~ c'era un certo tremolio nella sua voce.
~C-certo Mat a domani,grazie di essere restato oggi.~ lo salutai schioccandoli un bacio sulla guancia. Stava quasi per uscire dalla porta quando lo raggiunsi di nuovo.
~Tu mi diresti sempre tutto vero? Anche se fosse una cosa che terrestri solo per te,per paura di combinare un casino,vero? Lo faresti?~ sembrava quasi lo stessi scongiurando. ~Certo Gio saresti la prima a cui lo verrei a dire,Perché?~
~No nulla volevo solo sentirtelo dire,a domani allora~
~ A domani gio~ chiuse là porta facendomi l'occhiolino.
Mi abbandonai sul letto,osservando Aurora completamente addormentata e spensi la luce.
 
 

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Capitolo 7
*** 7° capitolo ***


POV'S AURORA venerdì mattina, 7.30 am .
Mi svegliai a causa di strani rumori provenienti dalla cucina.
Erano passati circa cinque giorni dalla figura di merda "Madagascar" di Giorgia.
Scesi dal letto, infilai pantofole e vestaglia e andai di sotto.
~SORPRESA!~ gridarono in coro Mat e Giorgia.
Era il mio compleanno, ma ero talmente intontita di mattina che non me ne ricordavo neanche.
Attaccato alla parete c'era un mega cartellone giallo con delle dediche e delle foto fatte insieme. Al centro del tavolo regnava una torta al cioccolato ricoperta di glassa rossa e con delle candeline sopra.
~Buon compleanno tesoro !~ esultò Gio abbracciandomi.
~Tanti auguri piccola~ disse poi Mat baciandomi la fronte.
Non sapevo cosa dire, erano stati così dolci che non trovavo le parole adatte per ringraziarli.
~ Oddio, non so cosa dire. Siete magnifici !~ gridai scoppiando a piangere dalla gioia.
Ci fu un abbraccio di gruppo e poi aprii il regalo che mi avevano fatto, un bellissimo braccialetto d'argento con due ciondoli attaccati: una farfalla, simbolo di Giorgia, e una tartaruga, simbolo di Mat.
~È splendido ragazzi, non dovevate. Grazie.~
~ Dovevamo eccome !~ replicò Mat.
~ E guarda.~ continuo Gio mostrandomi degli aggancini sul braccialetto .
~ Qua puoi attaccare altri ciondoli, ad esempio simboli di qualcuno o qualcosa che per te sono importanti.~ Li ringraziai nuovamente e mangiammo una fetta di torta ciascuno, poi andammo a scuola.

POV'S GIORGIA

~ Allora stasera "party hard" da te ?~ chiesi alla persona seduta al banco accanto al mio,i incrociando i miei occhi con i suoi verdi.
~ Si. I miei sono fuori città per qualche giorno così abbiamo la casa tutta per noi.~ rispose aurora con un sorrisetto malefico.
~ Ottimo ! Chi inviterai ?~
~ Beh, non saprei. Più o meno tutti quelli che conosco penso.~ Passammo il resto della mattinata a parlare della festa, di cosa avremmo indossato, delle cose da comprare per le decorazioni.
Suonata la campanella della fine delle lezioni andammo al centro commerciale per procurarci l'occorrente e poi a casa Aurora per i preparativi.
Appendemmo qualche lanterna colorata in giardino e delle lucine di Natale bianche in giro per casa, così che quando spegneremo la luce all'ora della festa, sarebbero rimaste quelle ad illuminare il tutto. Quando finimmo andammo a vestirci.
~ Come sto ?~ chiese Aurora entrando in salotto.
Nel frattempo era arrivato anche Mat che si era già appropriato del divano, di tre o quattro pacchetti di patatine e di una birra.
~Mat se non la smetti di ingozzarti così metterai su una bella pancetta e non ci sarà più niente per stasera.~ poi mi rivolsi alla mia amica.
~ Benissimo aurora, sei una bomba.~ Indossava un vestito stretto nero con una balza poco sotto il seno e delle borchiette color oro ai bordi e delle converse bianche alte. I capelli scuri che le scendevano sulle spalle erano stati raccolti per tutto il giorno in una treccia e adesso l'effetto ondulato la facevano sembrare più "aggressiva".
Sorrise soddisfatta e andò in bagno a truccarsi.
Verso le 22.00 cominciò ad arrivare gente, di cui la maggior parte non era nemmeno invitata.
Ci stavamo divertendo ed Aurora era anche andata con uno, quando, uscendo dalla cucina con altre birre vidi la porta d'ingresso aprirsi e lasciare passare due ragazzi con una bottiglia di vodka in mano.
~ Gli hai invitati tu ?~ chiese Aurora che aveva assistito anche lei alla scena.
~ No..~ risposi.

POV'S AURORA

~ Cosa ci fanno qui quei due ? Perché sono venuti alla mia festa ?~ chiesi scocciata.
Alessandro e Francesco avevano appena solcato l'uscio di casa mia, ma cosa erano venuti a fare se neanche ci conoscevamo ?
~Non ne ho idea~ rispose Giorgia
~Ma tu non ci fare caso, continua a divertiti e lasciali fare. Forza vieni, andiamo a ballare~ disse trascinandomi per un braccio in mezzo alla folla di ragazzi che saltavano a ritmo. Dopo un po' che ballavo con Gio sento qualcuno ballarmi dietro, mi giro e noto che è il ragazzo con il quale ero andata poco prima.
All'inizio era divertente ballare con lui, ma poi iniziò a diventare pesante. Continuava a toccarmi. Sentivo le sue mani ovunque. Ad ogni tocco mi saliva un brivido.
Mi voltai in cerca di aiuto da parte di Giorgia, ma era sparita. Merda.
Provai a ribellarmi dalla sua presa, volevo scappare, ma le persone erano così appiccicate e la sua stretta così forte che mi era impossibile. Sentii la sua mano salire sotto il vestito e abbassare l'elastico delle mutande,cominciai a sentirmi a disagio,avevo quasi paura .
Poi tutto accade così velocemente che non ebbi neanche il tempo di pensare a qualsiasi cosa. Un pungo lo colpì facendolo cadere a terra e delle braccia forti mi attrassero ad un corpo caldo, protettivo.
Francesco aveva appena colpito quel tizio in pieno viso e adesso mi stava tenendo stretta a lui. Quando quello si rialzò, Francesco mi spinse indietro per proteggermi e gli andò sul muso.
~ Oh ma che diamine vuoi ?!~ urlò Richard, il "tizio".
~ Senti brutto stronzo.~ disse Francesco prendendolo per il colletto della camicia.
 ~ Toccala di nuovo e ti uccido.~ poi lo spinse nuovamente a terra. La musica si era spenta di colpo e tutti stavano assistendo alla scena. Non sapevo cosa fare, se intervenire o meno.
Quando Richard si rialzò corse verso la porta, ma prima di uscire sbattendola con forza disse.
~ Quella puttana è tutta tua, tienitela pure.~. Non mi importava che mi avesse dato della puttana, ero talmente scioccata che l'offesa mi scivolò addosso come una goccia d'acqua.
Il dj fece ripartire la musica per non rovinare la festa ed io mi avvicinai a Francesco.
~Grazie~ sussurrai. Ma lui non rispose. Si aggiustò le maniche della felpa e sparì tra la folla.
_E chi lo capisce quello._ pensai salendo le scale per andare in bagno.
Proprio non lo capisco, prima mi difende e poi non mi rivolge parola. Mi ritoccai il trucco e poi uscii dal bagno tirandomi dietro la porta.
Nello stesso momento vidi una rossa mezza nuda strusciarsi a Mat davanti alla porta di camera mia. Improvvisamente sentii un pizzicore agli occhi.  _Mi da fastidio ?_ pensai .  _Ma no figurati, semplicemente non voglio che stia male per qualche troietta _.
Gli stava dicendo qualcosa, ma la musica era talmente alta che non riuscii a sentire niente, se non un ~ Dovremmo rifarlo sai ~. Poi se ne andò sculettando. Che schifo. Non riuscivo a pensare o sentire altro se non una sensazione di nausea.
~ ACCIDENTI MAT NON IN CAMERA MIA !~ sbraitai non appena fui davanti al biondo.
~ Ti prego dimmi che non te la sei scopata sul mio letto. Ti prego.~ lo supplicai.
~ Emh...~ balbettò e nonostante la poca luce potei notare le sue guance arrossire.
~ Che schifo !~ urlai e me ne andai sentendo la sua risata alle mie spalle. Non potevo crederci, con le mille camere che ci sono proprio sul mio letto ? Mi vengono i conati di vomito solo a pensarci.
Verso le tre del mattino la gente si era compleatamente dileguata,così ce ne andammo tutti a letto, Mat e Gio sarebbero rimasti a dormire da me.
~ Io li sopra non ci dormo.~ dissi quando fummo soli in camera mia. Mat sghignazzò e Gio ci guardò interrogativa.
~ Il nostro caro Mat si è scopato una carota sul mio letto ed io non ho intenzione di toccarlo finché non avrà cambiato le lenzuola è disinfettato il tutto.~
~ Come sei esagerata.~ commentò il biondo .
~ In fondo non mi ha neanche fatto venire così tanto ~. Scoppiammo tutti a ridere e poi ci addormentammo, per terra, io accoccolata sotto le ali protettive di Mat e Giorgia accanto a me.

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Capitolo 8
*** 8° capitolo ***


Sabato mattina.

POV'S MAT
Mi svegliai che ancora la tenevo stretta tra le mie braccia. Lì, addormentata, sembrava così fragile. Ma in realtà lo era, lo sapevo bene, ma le piaceva far credere a tutti di essere una stronza. Una ciocca di capelli le cadde sul viso. Gliela spostai e provai a baciarla, non riuscivo a resisterle,ma avevo paura che dicendoglielo non ricambiasse, notai però che Gio si stava svegliando così feci finta di dormire.
Dopo qualche minuto suonò la sveglia, così, mentre Aurora si faceva una doccia, scesi con Giorgia in cucina per preparare la colazione.
~ Allora…~ disse lei mettendo a scaldare del caffè ~ Ieri sera..~ sapevo dove voleva andare a parare quindi la precedetti.
~ Era solo una delle tante, non credo proprio di continuarci.~ Mi sorrise. Sembrò soddisfatta della risposta che le avevo dato. ~ Contenta ?~ chiesi.
~ Beh, penso che tu ti meriti di meglio di qualche puttanella che va in giro mezza nuda.~
~ Ehi, non ti alterare.~ risi. Posò le tazze e mi venne davanti mettendomi una mano sulla spalla.
~ Ricordi quando mi hai detto che mi avresti detto qualsiasi cosa ?~ annuii ~Che anche se pensassi di fare un casino me lo diresti ? Che sarei la prima persona ?~ annuii di nuovo, questa volta non capivo cosa volesse sapere.
~ Ricordi quella sera a casa mia ? Dopo che abbiamo visto il film ?~ continuò
~ Ecco, quando sono andata in bagno ho visto che.. Ecco.. Che tu hai..~ non fece in tempo a finire che Aurora entrò nella stanza. Una vera fortuna.
_Deve avermi visto baciare Aurora, merda_ pensai  o _magari si riferiva a qualcos'altro, in ogni caso meglio cercare di evitare l'argomento._
~ Buongiorno bellezza.~ salutai Aurora. Prendendo una tazza di caffè e accedendosi una cicca biascicò un soffocato "buon giorno".
~ Non già di mattina !~ la rimproverò Gio. In effetti in questo ultimo periodo fumava un po' troppo.
~ Non rompere non sei mia madre .~ rispose alterata.
~ Giorgia ha ragione, fumi troppo.~ mi intromisi.
~ Sembrate i miei, lasciatemi stare.~ disse, per poi scusarsi subito dopo. ~ Scusate ragazzi, ma di mattina sono intrattabile lo sapete.~
Finimmo di prepararci e andammo a scuola.

POV'S GIORGIA

Devo parlare con Mat, devo sapere se prova qualcosa di forte per Aurora o se è stato solo un momento così. Ma adesso è meglio non pensarci.
~ Andiamo al parcheggio nel cortile ?~ chiese Aurora uscendo dalla classe al suono della campanella della ricreazione. Annuii.
Ci accomodammo in un angolo del cortiletto recintato e Aurora prese una sigaretta dal pacchetto che teneva nella borsa.
~ Ancora ?~ chiesi con tono di rimprovero.
~ Sono stressata.okay?.~ si giustificò lei. Alzai gli occhi al cielo e lasciai perdere. La conosco, e in questi casi è inutile insistere per farle cambiare idea.
~ Hai da accendere ?~ chiese frugando disperata nella borsa ~ Credo di essermi dimenticata l'accendino.~
~No.~ risposi,con un sopracciglio inclinato,come se fosse logico che non avrebbe mai trovato un accendino nelle mie tasche.
 ~ Andiamo a chiederlo a qualcuno.~ continuai avvicinandoci a due ragazzi di spalle, all'angolo apposto.
~ Ehi scusa.~ picchiettai sulla spalla del ragazzo moro ~ Oh, Fra sei tu.~
~Ciao~ borbottò.
~ Senti non è che avresti un accendino ?~ domanda alquanto stupida visto che teneva una sigaretta accesa in mano, se la mise in bocca e iniziò a cercare con entrambe le mani dentro alle tasche dei pantaloni. Quando lo tirò fuori me lo diede ed io lo passai ad Aurora.
~ Allora com’è ?~ chiesi.
~Bene.~ tagliò corto lui.
_Di una gentilezza immensa_ pensai tra me e me.
Quando Aurora ridiede l'accendino a Francesco notai che i loro occhi si incrociarono; cosa strana perché era raro che il Gray guardasse mai qualcuno negli occhi, era sempre così distaccato con tutti.
~ Emh.. Lei è Aurora.~ intervenni ~ E lui è Francesco.~ I due si strinsero la mano.
~Piacere.~ disse sorridente Aurora .
~ Si ci eravamo già visti.~ disse lui guardando altrove. Solo quando il biondino, che fino a quel momento era stato a qualche metro da noi a parlare al telefono, si girò lo riconobbi. Alessandro. Ecco una fitta allo stomaco.
_No. Ricorda Gio, tu lo detesti. Pensa alla sua fama da stronzo, non hai suoi splendidi occhi, a quel suo sorriso smagliante. No, aspetta, cosa ?_ mi tolsi velocemente quei pensieri dalla testa.
~ Piacere io sono Alessandro.~ disse stringendo la mano prima ad Aurora e poi a me.
Quando sentii il calore della sua mano sulla mia, e i nostri occhi si incrociarono mi sentii bruciare il viso. Aurora se ne accorse.
~ Beh noi andiamo, ciao.~ tagliò corto trascinandomi via.
~Grazie~ le sussurrai.
Ma perché ? Perché mi faceva quell'effetto ? Accidenti, io dovevo odiarlo ! Odiarlo e basta.

POV'S FRANCESCO.

~ Ci tengono testa eh.~ disse Alessandro .
~ Insomma, qualsiasi altra ragazza dopo averci conosciuto non ci si scrollava più di dosso,invece quelle due avevano fretta di andarsene ,mah .~ continuò.
~ Avremo anche loro.~ risposi ~Abbiamo sempre tutte.~ Ed era vero. In tre anni ci eravamo fatti tutte le ragazze della scuola e del quartiere, apparte qualche sfigata, loro due erano le uniche che ci mancavano.
~ Credo che stavolta non sarà così facile amico.~ disse Alessandro sospirando.
~ Sono solo due ragazzine, non sarà così difficile.~ continuai.
~ Non ne sarei così sicuro, hai visto la moretta, Aurora no ? Non credo che tu riesca a portartela a letto così facilmente come le altre, ha la fama di essere un osso duro.~
~ Tu pensa all'altra, che non mi sembra da meno.~
~ Ma andiamo! Hai visto com'è arrossita appena mi sono presentato ?~ disse sicuro di se.
_Si vedeva che non la conosceva. _
~ Pensala come vuoi, ma la conosco da tanti anni e fidati, non te la darà così facilmente.~ Fece spallucce e si accese una sigaretta.
Forse avevamo ragione entrambi, non sarebbe stato facile farsi nessuna delle due, ma prima o poi ci saremmo riusciti. Nessuno ci dice di no, neanche le più testarde.

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Capitolo 9
*** eh ora siamo solo io e te ***


Uscii di scuola e mi ritrovai da sola in mezzo al cortile. Aspettando gli altri mi buttai su una panchina.
Erano le due , ed era già da un quarto d’ora abbondante che aspettavo quei due.
Stavo quasi per alzarmi per andarli a cercare,quando vidi la porta d’ingresso della scuola spalancarsi con un colpo secco.
Vidi Aurora ,alquanto alterata,uscire seguita a raffica da Mat che invece sembrava divertito. Si buttò sulla panchina alla mia sinistra,sbuffando e tirando lo zaino per terra,e Mat si accomodò alla mia destra.
- Hei che è successo? – Lei mi guardò alzando gli occhi al cielo.
-Accidenti non la sopporto quella donna.- Guardai Mat con un espressione interrogativa. Lui mi guardò ammiccando un sorriso.
– La prof di scienze. – sussurrò lui. Riguardai Aurora inarcando le sopracciglia facendole capire che volevo che continuasse.
-Voleva farci sezionare una rana, cioè una rana,dico io? Maddai come si fa ad ammazzare un animaletto che non ti ha fatto un cazzo per una sola fottutissima lezione di scienze? – sputò lei.
-E …? – la incitai io.
-Mi ha spedita dal preside,e subito dopo è arrivato anche il biondo.-
-Non ci voglio credere e te che ci facevi ? – dissi rivolgendomi al biondo concludendo una sonora risata.
-Diciamo che le ho scientificamente spiegato dove se le può mettere le rane. - mi piegò il biondo,senza astenersi dal ridere.
Ci alzammo pronti per andare a mangiare a casa mia e approfittando della bella giornata decidemmo di non prendere la metro per passare dal parco.
Era deserto c’era si e no qualche coppietta sdolcinata che si sbaciucchiava sotto un albero. Mancava ancora una mezzoretta buona prima di riuscire ad arrivare a casa. Il sentiero del parco che fino a quel momento stavamo seguendo,ora si divideva in due parti,girammo a destra. Sentii un odore di tabacco e su una panchina vidi due ragazzi che fumavano. Gli guardai più attentamente e li riconobbi.
_ Francesco e Alessandro_ 
Gli vidi alzarsi e venirci in contro
_ accidenti_ pensai irrigidendo la mascella,mi voltai e con la coda nell’occhio notai che Aurora aveva la mia stessa espressione.
-Ma tu guarda chi c’è. – borbottò Mat.
-Ehi .- Francesco fu il primo ad aprire bocca.
-Ehi .- borbottammo io e aurora con toni diversi,tra l’infastidito e l’euforico.
Vidi il biondo avvicinarsi pericolosamente al mio viso cercando di lasciarmi un bacio sulla guancia, ma mi scansai cercando l’abbraccio protettivo di Mat,che non me lo negò. Lui si ritirò indietro,mettendosi le mani nelle tasche della felpona rossa,divertito. Non si seppe come,ma fu Aurora la prima a parlare,e seguendo il suo sguardo si stava rivolgendo al moro,che si portò la sigaretta alla bocca.
-Grazie per ieri sera- borbottò. Lui la ignorò,ma lei non gliela dette vinta.
-Perché te ne sei andato in quel modo?-
-Scusa ma non volevo che la tua reputazione da brava ragazza venisse rovinata,anche se sappiamo entrambi cosa vuoi veramente.-
_ le stava dando della troia ?! _ pensai. Stavo quasi per dirgliene quattro,quando vidi Mat scagliarsi contro Fra,dandogli una spallata.
-Ehi ma come diavolo ti permetti.- ringhiò Mat. Vidi la rabbia riempire i loro occhi. Incontrai gli occhi di Alessandro,che sembrava non sapere cosa aspettarsi da quella situazione. Feci in tempo a rivoltarmi verso gli altri tre,per vedere il pugno di Fra scontrarsi contro lo zigomo di Mat.
Non riuscii a fare altro,mi fiondai in mezzo a quei due poggiando i palmi sul torace tonico di Mat . La tensione era palpabile.
- Non ne vale la pena.- sussurrai in modo che solo lui riuscisse a sentirmi.
Si passò le dita sullo zigomo dolorante e poi si guardò le dita,notando il sangue colare dai polpastrelli. Aurora attirò Mat a se per un braccio. Voltandosi e cominciando a camminare dalla parte opposta.
- Ci vediamo a casa Gio,passo dal pronto soccorso.- mi avvisò Aurora .
- Ecco vai,fatti difendere dalle tue amichette.- gli urlò Francesco.
- Fottiti – gli urlò Aurora di rimando,Fra scrollò le spalle divertito. Ma che diavolo gli era preso? , non lo avevo mai visto comportarsi in quel modo ,così strafottente e arrogante,stavo quasi per andarmene quando sentii Alessandro aprire bocca.
-Cazzo potevi anche evitare di darle della troia.- gli disse lui in faccia all’amico.
–Ma fanculo Ale .- disse lui, buttando la cicca a terra e andandosene.
Rimanemmo soli io e lui,non riuscivo veramente a crederci. Nella mia mente non stava scorrendo nulla era uno spazio bianco,non sapevo come fare. Sentì una fitta alla pancia e feci di tutto per riuscire a non piegarmi dal dolore o dal piacere.
Incrociai le braccia al petto, e non so come ma riuscì ad aprire bocca.
-Vabbè io me ne vado.- Gli avevo già voltato le spalle,quando sentì la sua mano ,calda e talmente morbida, avvolgermi il polso.
Un brivido mi percorse la schiena quando mi attirò a se facendo aderire il suo bacino al mio. Mi pietrificai a quel tocco. Stavo quasi per liberarmi dalla sua stretta , quanto sentì il suo respiro caldo sul mio collo ; non ne potevo più ,non avrei retto dell’altro racchiusa tra le sue braccia toniche e il suo petto scolpito. Il calore del suo corpo e il suo odore di tabacco e vaniglia mi invasero i sensi ,facendomi venire la pelle d’ora. Sperai in tutti i modi che non lo notasse,ma invano. Si avvicinò furtivamente al mio collo spostandomi una ciocca di capelli dalla mia spalla.
-Ti accompagno.- mi sussurrò all’orecchio sinistro. Le parole mi morirono in gola, avrei scommesso che se avrei parlato mi sarebbe tremata la voce,così cercai di prendere tempo liberandomi dalla sia stretta. Mi voltai,incrociando i suoi occhi,di quel azzurro mare. Anche lui mi stava fissando,e inizialmente stavo per abbassare la testa,però la sua espressione divertita mi fece ribollire il sangue dalla rabbia,così gli risposi più seccata che potevo.
-Grazie,ma riesco ad arrivare a casa da sola. – Lui mi guardò contrariato ,ma in qualche modo se lo aspettava.
-Certo Gio. - ammiccò. E da quando in qua tutta questa confidenza. Gli detti le spalle per evitare di tirarli una manata, e mi incamminai verso la parte opposta,ma sentivo ancora il suo sguardo su di me.
Ero quasi alla uscita del parco quando risentì quel odore di sigaretta,pensai immediatamente che il biondo mi stesse seguendo,ma davanti a me si schierarono un gruppetto di ragazzi,che non auguravano nulla di buono,tutti con una sigaretta in mano.
- Hei bella,dove vai?- mi interrogò uno di loro. -Si dove vai tutta sola?.- scherzò un pel di carota. Gli ignorai cercando di sorpassargli ma uno di loro mi afferrò il braccio,strattonandomi verso gli altri.
-Hei ma che cazzo fai?.- ringhiai io. ma loro sembrarono ignorarmi,continuandomi a dare spinte.
Sentì una presenza alle mie spalle,fino a che la mano di quel rivoltante ragazzo che mi stritolava il braccio,venne bruscamente staccata dal mio polso.
-Girate a largo.- gli occhi di quel ragazzo dovevano essere talmente rigonfi di rabbia,perché quei deficienti se la diedero a gambe.
Tenni gli occhi piantati su di loro vedendo i loro corpi rimpicciolirsi nella lontananza,quando il braccio del ragazzo che mi aveva aiutata mi avvolse con un braccio il bacino.
Risentì quel tocco,quel odore di tabacco e vaniglia e quel torace scolpito,non ci volevo crede,mi voltai per far incontrare i nostri occhi,riuscivo a sentire il suo respiro sulle labbra. Mi spaventai,sapevo cosa stava cercando di fare,ripensai a quello che dissi ad Aurora ,non mi avrebbe aggiunto alla tabella di quelle con cui era andato . Poggiai le mani sul suo petto,cercando di far aumentare la distanza tra i nostri cormi, ma lui non me lo permise,aumentando la sua pressione sul mio corpo,facendomi sentire la sua eccitazione contro la mia coscia.
-Lasciami. – sussurrai.
-No stavolta ti accompagno.- si impose lui.
-Grazie ma so difendermi da sola.- ribattei .
-Si l’ho visto.- borbottò ,che sbruffone,manco mi conosceva che già mi considerava una bambina che andava tenuta sotto controllo. Ma non avevo voglia di stare a discutere,e soprattutto con lui,così gli permisi di venire con me.
Era già un quarto d’ora che camminavamo,quando si passò davanti allo “Star Bucks ”.
-Vieni ti offro un caffè.- mi disse afferrandomi la mano.
-No,grazie. Voglio solo andare a casa e vedere come Fra ha conciato Mat.- Lui sembrò accettare la mia scusa,continuando a camminare.
Arrivammo a casa,gli ammiccai un sorriso,e mi chiusi la porta alle spalle. Mi buttai sul letto e chiamai Aurora,ansiosa di sentire come stesse Mat. Dall’ altra parte del telefono mi rispose un Aurora alquanto alterata.
-Hei e Mat come sta?- le chiesi.
-Lo hanno appena medicato,nulla di grave solo un taglietto,dopo lo accompagno a casa e poi torno a casa mia,ora devo tornare da Mat ,forse è meglio non sporgere alcuna denuncia,ci si sente dopo Gio.- concluse lei riattaccando il telefono.

Erano già le 4.30 Non avevo voglia di far niente,così mi infilai degli shorts e una canottiera bianca,e scesi in cucina.
Estraendo la nutella dalla dispensa sentì un morso alla coscienza. Sapevo che quella roba non avrebbe fatto bene al mio corpo,ed ero la prima a dire che non avevo un fisico perfetto,ma la pancia piatta non era mai stata la mia priorità,ma a volte mi sentivo,non considerata dai ragazzi anche per quello. Feci scorrere via quel pensiero dalla mia mente,per tornare alla risposta definitiva _aprire o non aprire quel maledettissimo barattolo?_ Il campanello mi distolse dalla mia decisione.
Corsi alla porta,era sicuramente Aurora che veniva a sfogare la sua rabbia sul MIO barattolo di nutella,beh almeno lei può permetterselo. Aprii la porta senza neanche guardare,tanto ero sicura che fosse lei.
Una folata di vento all'odore di tabacco e vaniglia mi invase le narici. La felpa rosso acceso mi dava quasi fastidio agli occhi, abituati fino a quel momento alla penombra della casa, e in mano teneva due bicchieri dello" star bucks" .
Incontrai il suo sguardo sicura delle iridi blu che avrei incontrato,e lasciai che le sue labbra sfiorassero la mia guancia. Sentì il calore che in quel momento invase le mie guance, facendomi arrossire ,quella era la situazione più imbarazzante della mia vita.
~ Che ci fai qui?~ chiesi o meglio,sussurrai cercando di coprire il tono tremolante che aveva preso la mia voce.
~ Beh ora non puoi certo rifiutare,il mio invito.~ non ci potevo credere,mi aveva difesa al parco,mi aveva accompagnata a casa e ora si era presentato qui con due caffè in mano,avevo una voglia matta di saltargli a dosso e baciarlo,ma ero sicura che quello era solo un altro dei suoi trucchetti.
Rialzai gli occhi riscontrando nelle sue iridi blu le mie cioccolato,e gli feci cenno di entrare.
Entrando si guardò in torno,spaesato,per poi riposare il suo sguardo su di me. In quel momento mi stavo torturando il bordo dei pantaloncini con le unghie,feci ricadere i miei lunghi capelli castani sulla mia spalla giocando con una ciocca di capelli,e beh quella maledettissima canottiera era decisamente troppo scollata per l'occasione. Gli indicai la cucina,e lui si accomodò,come fosse casa sua, porgendomi uno dei due bicchieri. Era lì seduto nella cucina di casa mia. Inarcò un sopracciglio guardandomi con aria incuriosita.
~ Eh i tuoi dove sono?~ mi chiese.
~ Mia madre è partita per stare 4 mesi in Africa e mio padre è in missione per i prossimi sei mesi.~ conclusi senza neanche spiegare a me stessa tutta quella spontaneità nel dirgli cose sulla mia famiglia.
~ Accidenti,casa libera per più di 4 mesi.~ aggiunse.
Nessun _oh mi dispiace,ti capisco,dai in fondo passano in fretta,se ti senti sola chiamami..._ la sua voce interruppe la mia lista.

~ Comunque se ti sentissi sola fammi uno squillo.~

Cavolo ero sicura che l'avessi solo pensato e non l'avessi detto a voce alta,ma doveva averlo capito dall'espressione dei miei occhi,ma bah a cominciava a stupirmi quel ragazzo e questo non faceva altro che aumentare la mia paura.
Mi alzai dallo sgabello e mi avviai verso di lui,gli ero proprio di fronte,non riuscivo immaginare cosa potesse passargli per il cervello in quel momento,ma io mi sporsi verso di lui oltrepassando con il braccio le sue spalle e decisa afferrai il suo bicchiere vuoto e mi girai verso la pattumiera nascondendo un sorrisetto divertito.
~ Beh grazie per il caffè ora puoi anche andare.~ dissi con tono duro ma nascondendo un briciolo di sarcasmo.
~ Oh io non credo proprio Timber. ~

La paura crebbe dentro di me,facendomi percorrere da un brivido. Cercai di far aumentare la distanza fra di noi girando in torno alla penisola. Mossa stupida,visto che finiva in vicolo ceco.
Lui non perse l'occasione,alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso di me.
Si era talmente vicini da poter sentire il suo respiro sul collo,ma non abbastanza da sfiorarci. Si avvicinò ancora di più, ero sicura che mi avrebbe baciata. Ma non lo fece. Sporse la testa sulla mia spalla inalando il mio profumo all'albicocca.
Le sue mani percorsero su e giù tutta la lunghezza della mia schiena, la inarcai facendo si che i nostri corpi si unissero,mi venne la pelle d'oca.
Lui si accorse del mio disagio e poggiò le sue labbra calde e morbide nel incavo del mio collo,non avrei resistito un momento di più mi sentivo già cedere,avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere.
Quel tocco terminò nell'istante stesso che i miei occhi si incrociarono con le sue iridi blu. Distolsi frettolosamente lo sguardo,puntando un punto imprecisato del pavimento. Lui non me lo permise. Mi passò una mano sotto il mento,rifacendo incontrare i nostri occhi.
A quel punto non volle più aspettare o forse ero io che non sarei resistita un secondo di più,ma le sue labbra si posarono sulle mie,combaciando perfettamente,diventando un tutt'uno. Il suo sapore non era tanto di tabacco,ansi,la vaniglia dolce e vellutata mi invase i sensi.
La sua lingua scivolò tra le mie labbra intrecciandosi con la mia,con tanta passione e spontaneità.
A quel punto sentì le gambe cedere e le sue mani posarsi sul mio sedere,sollevandomi e poggiandomi sul piano della cucina. Non so come,ma le mie mani oltrepassarono il bordo della sua felpa cercando un contatto disperato con la sua pelle.
A quel tocco sentì i muscoli della sua schiena irrigidirsi e le sue mani insinuarsi tra le mie gambe ,stuzzicandomi l'interno coscia. Un gemito di piacere uscì dalla mia bocca.
Le nostre labbra si concessero una tregua, lasciando che le sue mani arrivassero al bordo della mia maglia e la togliessero con foga.
Sentì un pizzico di vergogna accrescere dentro di me, i suoi occhi erano fissi sul mio corpo,stava guardando il lato più indifeso di me.
Avevo paura che il mio corpo lo potesse far ripensare. Ma questo non doveva essere il suo primo pensiero, perché si riscagliò sulle mie labbra baciandomi ancora con più passione,ricercando disperatamente la mia lingua come se stesse aspettando quel momento da sempre.
_Perché tutte queste emozioni,perché stava accadendo questo,perché nella mia cucina?_ pensai,avevo paura.
Mi sollevò nuovamente, facendo aderire il suo petto tonico al mio. Mi scagliò contro il muro continuando a baciarmi. Mi fermò i polsi sopra la testa,facendo strusciare il suo bacino al mio,per farmi rendere conto dell' eccitazione che gli premeva contro la stoffa dei pantaloni.
Mi risollevò prendendomi in braccio,solo allora mi accorsi che si stava avviando verso le scale.
Okay ora non sapevo cosa avrei potuto fare,per far evitare l'inevitabile. Eravamo davanti alla porta di Camera mia,le nostre lingue si cercavano ancora con foga. Mi fece distendere sul letto,posandosi sopra di me,strisciando il suo bacino su e giù contro il mio, mi sbottonò gli shorts per poi togliermeli e buttarli con un gesto secco sul pavimento . Stava quasi per andare avanti quando.... Il mio cellulare sul comodino squillò insistentemente.
Forse era successo qualcosa tra Aurora e Mat,e lei aveva il bisogno urgente di parlarmi. Non seppi se afferrare quel occasione o maledirla per averci interrotti,ma il telefono continuava a squillare,e non potei fare a meno di rispondere. Con gli occhi del biondo puntati a dosso,infastidito.
~ Si,Si,okay.~ risposi prima si attaccare. Lui incaricò un sopracciglio interrogativo.
~ Aurora sarà qui a momenti.~ balbettai.
Lui si alzò di scatto,rinfilandosi la felpa, che ai era tolto posandomi sul letto e uscì dalla stanza,facendomi l'occhiolino.
_Cosa cazzo stavo per fare?_ Quelle parole mi rimbombarono nella testa fino all'arrivo di Aurora.

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Capitolo 10
*** 10° capitolo ***



~~POV'S AURORA
Ero quasi da Giorgia , avevo salutato Mat davanti alla porta di casa sua.
 
_~ Ehi Aurora grazie di tutto.~ mi sussurrò lui all'orecchio.
Incontrai i suoi occhi,e per qualche istante sentì qualcosa di strano,dentro di me,come la voglia indescrivibile di non lasciarlo,la paura che se ne sarebbe andato.
Ma in fondo sapevo che non l'avrebbe fatto.
Avevo gli occhi lucidi,non sapevo perché,ma ciò che era accaduto al parco mi aveva turbata,il fatto che Mat si fosse schierato davanti a me per difendermi,ed averle anche prese,aveva lasciato dentro di me un senso di colpa immenso,come una ferita che non si sarebbe mai rinchiusa se lo avessi lasciato anche per un secondo,ma anche questo era improbabile che accadesse.
Quello che mi stava accadendo davanti al suo sguardo,che sembrava volesse leggermi l'anima,era qualcosa di più profondo del semplice "ti voglio bene" .
Era qualcosa di indescrivibile. Non volli più ascoltare quei pensieri,forse per paura di scoprire quale sarebbe stata la conclusione di tutte quelle sensazioni strane.
Gli buttai le braccia al collo,e lui parve stupito di quell'azione,perché le sue braccia per qualche secondo rimasero divaricate,senza che mi toccassero,ma poi si lasciò andare stringendomi a sé e facendo aderire il suo torace tonico al mio corpo.
Poggiai le mie labbra sul suo collo lasciandovi un leggero bacio,per poi liberarlo dalla mia stretta. Scesi velocemente il suo porticato verso casa di Giorgia._

Ero quasi da Giorgia. Girai l'angolo della strada e, mi ritrovai in via meno affollata di  quella precedente.
Stavo fantasticando sulla bella giornata e inalando un leggero profumo di torta al cioccolato,forse proveniente dalla cucina di qualche casa del quartiere,quando un colpo secco distolse la mia attenzione da una nuvola a forma di polpo.
Alzai di scatto la testa,in tempo per vedere...chi?
_impossibile_ pensai, non poteva essere davvero lui,che ci faceva a casa d Giorgia,alle 6 di pomeriggio?
Alessandro sembrava alquanto scocciato,come se non fosse riuscito a terminare qualcosa di importante.
Aumentai il passo,attenta a non farmi notare da lui,e salì il porticato fino alla porta di casa di Giorgia.
Non le avrei chiesto niente,se era successo veramente qualcosa,avrebbe dovuto essere lei a dirmelo. Dopo aver bussato venne ad aprirmi una Giorgia  scossa e indispettita,ma feci la vaga,non volevo dare a intendere che sospettavo qualcosa. Lei si spostò per farmi entrare,mi mandò un bacio per poi buttarsi sul divano in salotto.
~ Ehi che hai?~ le chiesi,invitandola a svelarmi il tutto o niente.
~N-nulla,perché?~ chiese lei,quasi balbettante.
~ No,così ti vedo strana.~ le dissi girando intorno alla questione.
~ Nulla davvero,perché sei venuta,avevi bisogno di qualcosa.~ mi chiese lei,cercando di cambiare argomento.
~ Ah si,hai il mio libro di aritmetica.-
 ~  Agià,vai pure è in cucina la borsa.~ facendo un cenno col capo verso in direzione della stanza alla mia destra.
Entrai in cucina,e trovai due bicchieri dello "star bucks" uno sul tavolo e uno vicino alla pattumiera.
_Okay ora qui c'era davvero qualcosa che non quadrava._
Tornai in sala,ma non volli aggiungere altro,volevo che me lo dicesse lei,ma non lo fece,così le detti un bacio sulla guancia e uscii di casa.


POVS GIORGIA
Aurora se n'era appena andata,non le avevo detto nulla dell'accaduto,perché? Lei era la mia migliore amica,e le dicevo sempre tutto,forse avevo paura che si arrabbiasse,rinfacciandomi il discorso che avevo fatto la domenica prima,o forse perchè non avevo voglia che mi ricordasse la storia con James .
In quel momento i rimorsi mi stavano divorando la coscienza. Ma forse era meglio che non lo sapesse,in fondo non era successo nulla di che, no?
Dovevo essere la prima a dimenticarlo.
Andai in cucina presi una barretta ai cereali e mi tirai sul letto. Lessi qualche nuovo post su Facebook ,ma avevo talmente gli occhi stanchi così spensi il cellulare e lo misi sul comodino.
Prima di chiudere gli occhi,detti un occhiata al calendario sulla scrivania, oggi era il 7 ,ma il mio sguardo ricadde  sul 8 e sulla parola accanto :"ginecologa"
_merda_ pensai.
L'indomani sarebbe stata la giornata più imbarazzante della mia vita,almeno mi ci avrebbe portato zia Chloe,così evitando la vergogna di andarci con mia madre.
Spensi la luce e chiusi gli occhi. Dopo neanche tre minuti che stavo cercando di addormentarmi,invano,sentì il mio telefono squillare. Lo presi dal comodino e sul display compariva la scritta, "nuovo messaggio da sconosciuto" chi diamine sarebbe stato? Sbloccai inserendo la password,e aprì il messaggio.

                                                                                                                                                              
                                                                                   = non ti preoccupare Timber,recupereremo il tempo perso. Ale.=


Rabbrividì a quelle parole ,cosa voleva dare a intendere. Dopo neanche un minuto rivibrò ,dallo stesso numero. 



                                                                                    = ah ricordati che se ti senti sola fammi uno squillo. Ale.=



Non risposi. Riposai il cellulare sul comodino pronta per una notte in bianco.


POVS AURORA
Erano le 7.47 Mat sarebbe passato a prendermi a momenti per andare a scuola. Feci in tempo a prendere una barretta dalla dispensa, che sentì il clacson della macchina di Mat suonare ripetutamente.
Mi infilai il cappotto e mi catapultai fuori.  Faceva freddissimo. Entrai in macchina dove Mat mi aspettava con uno smagliante sorriso. Il sedile con il riscaldamento automatico era una delle cose per cui impazzivo e il più delle volte faceva fare certe risate a Mat ,per i mugoli che emettevo dal piacere.
  Il viaggio fu stranamente silenzioso,quasi imbarazzante,fino a che non si arrivò nel parcheggio della scuola.
Si uscì dalla macchina ,e lui come un vero gentiluomo venne ad aprirmi la portiera. Mi dette un bacio sulla guancia e si dileguò, dicendomi che aveva una verifica alla prima ora.
Io invece me la presi comoda,facendo il giro largo dal parcheggio dei motori. 
Quel posto non era frequentato da praticamente tutti gli studenti solo perché ci andavano a fumare ,ma anche perché solitamente tutti si andavo ad appartare li per sfuggire alle occhiatacce dei professori. 
Già all’entrata c’era una coppia,gli conoscevo bene quei due lui era di quinta,lei di terza. Fin da quando l’aveva visto lei aveva creduto che non l’avrebbe mai notata,fino a quando lui non le chiese di ballare alla festa di inizio estate,e da li in poi non si sono più lasciati. La storia perfetta .
Girai l’angolo, avevo uno stupido sorrisino sulla faccia,non so quella coppietta mi aveva messa di buon umore. Avevo parlato troppo presto .
Davanti a me c’era un'altra coppietta ,questa invece del buon umore mi fece venire i conati di vomito.
Feci di tutto per evitare il suo sguardo,soprattutto dopo quello che aveva fatto al parco il giorno prima.  Lui afferrò il fondoschiena di quella  troia,bionda cotonata,facendole emettere un grugnito.
Tirai un sospiro disgustava,ma lui doveva avermi sentito perché sghignazzò divertito,per poi ficcarle la lingua in bocca .
Stavo quasi per superarli quando lui si girò verso la mia direzione.
– Gelosa eh Gordon…- disse lui,seguito dallo squittio della bionda.
– No Gray non mi abbasso a fare la tua troia di turno .- sputai io ,godendomi l’espressione indignata della sua “amica” .
– wo che arroganza.- continuò lui cercando di irritarmi.
– Gray io sono una ammodo non di certo come quelle che ti porti a letto te. – conclusi io soddisfatta della mia risposta.
– Attenta Gordon,sarai una ragazza tutta casa e chiesa,ma è il tragitto che ti frega.- si intromise la bionda,spostandosi i capelli da una spalla come la modella dello spot della Garnier .
– Oh non ti preoccupare per me, io sto molto attenta,te semmai, mi sembra che non lo sia stata abbastanza. – okay ora stavo veramente sorprendendo anche me stessa. 
Gli votai le spalle e me ne andai fregandomene di quello che mi stava gridando dietro quella,mente Francesco se la rideva. Ero quasi all’uscita del parcheggio dei motori,quando sentì uno schiocco alle mie spalle ,simile a uno schiaffo,dato in pieno viso.


POVS FRANCESCO
- Ora puoi anche andare.- fu questo che dissi a quella Emy,Emily o Amelia che era ,manco mi interessava, l’importante era che avesse fatto ingelosire la Gordon. 
Bastarono quelle quattro parole,che una sonora manata si scagliò contro la mia guancia.
Vidi i suoi occhi diventare lucidi,ma non mi importava,ne avevo viste tante in quella condizione ,dopo essere state con me.
– Brutto stronzo,era solo un altro dei tuoi giochetti ,bravo ancora una volta non sei da meno alla tua reputazione da puttaniere.- le sue offese mi scivolarono a dosso,fregandomene e portandomi la sigaretta alla bocca.
Ma lei sembrò non soddisfatta della mia reazione,che me la tolse bruscamente dalle lebbra.
– Hei ma che diamine fai?.-
- Oh ma fottiti.- rispose lei,rinfilando la sigaretta che mi aveva offerto ,precedentemente, nel pacchetto richiudibile. 
Scesi dal motorino e mi diressi verso l’entrata della scuola ,tanto ora non mi serviva più a nulla stare con quella , il suo l’aveva fatto e anche bene. 
Entrai dall’entrata di sicurezza,anche se sapevo che il guardino lo odiava.
Mi girai verso la sua scrivania ,situata alla destra dell’entrata e lo trovai li,con la sua solita espressione contrariata.
Mi guardava così dal natale del primo anno,quando imbrattai,come diceva lui, con dei graffiti i bagni del piano terra.
Lo sorpassai ammiccandoli un sorrisetto di sfida.
La mia classe era al secondo piano,le scale erano alla mia sinistra,le sorpassai entrando nella classe opposta ad esse, ma quella non era la mia aula.

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