L'astuto piano di Voldemort per ri-riaprire la Camera dei Segreti

di SunnySideOfTheStreet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alla Testa di Porco ***
Capitolo 2: *** Nei sotterranei del castello ***



Capitolo 1
*** Alla Testa di Porco ***


La storia si svolge durante il quinto anno scolastico di Harry. Voldemort ha riacquistato un corpo grazie al rituale nel cimitero e ora si tratta di studiare un piano di battaglia per tornare al potere.


I
Alla Testa di Porco
 
In una locanda oscura in una strada secondaria di Hogsmeade, seduti a un tavolino nell’angolo meno illuminato del locale, Voldemort e Bellatrix Lestrange bevevano Whisky Incendiario Stravecchio. Era un triste giorno per Voldemort, perché, nonostante avesse fatto l’entrata più spettacolare che fosse riuscito ad organizzare (soprattutto considerando la scarsità di mezzi e alleati a sua disposizione), nessuno credeva che fosse tornato. Bellatrix Lestrange, con gli occhi a forma di cuore e l’amore che sprizzava da ogni riccio della sua folta chioma, gli era accanto, fedelissima. Il Signore Oscuro la sopportava a malapena, sapendo che se voleva tornare al potere doveva avere a che fare con gente simile.
Manco fossi i Jonas Brothers, pensò con malcelato fastidio.
«Allora, Bellatrix» principiò a dire, cercando di darsi un tono.
«Oh sì, mio signore, ditemi, vi prego, farò tutto quello che mi direte e vi obbedirò sempre ciecamente perché la mia fede in voi va oltre l’immaginabile, mio signore!» si sdilinquì in fretta Bellatrix, folle d’amore per il suo padrone. Voldemort si ritrasse inconsciamente da tanta dimostrazione di sindrome da groupie.
«Sì, ecco… allora, Bellatrix… ascoltami bene senza interrompermi» riprese, e si complimentò con se stesso, perché questo stratagemma funzionava sempre «io ho bisogno di un posto tranquillo dove nascondermi, e nessuna delle vostre case, per quanto ben difesa,» lasciò cadere questo piccolo apprezzamento per vedere Bellatrix che aveva un mancamento «può essermi d’aiuto. A me serve un posto difficilmente raggiungibile dove possa tramare da solo i miei piani malvagi per la conquista del mondo senza vari Harry Potter e Ordine della Fenice fra i piedi. Cosa ne dici?»
«Mio signore… oh, mio signore… tutto quello che dite è tremendamente vero, saggio, giusto e ben ponderato! Vi adoro! Voi sì che sapete parlare! Voi sì che…»
«Silenzio, Bellatrix. Allora, suppongo ti starai chiedendo se ho già in mente un posto del genere» Bellatrix, non potendo parlare, annuì vigorosamente, sempre con gli occhi a forma di cuore «ed è mio piacere confermarti che in effetti sto pensando di utilizzare come quartier generale… la Camera dei Segreti!». Voldemort scoppiò in un mwahahah di routine, per poi interrompersi perplesso visto che Bellatrix non sembrava essere d’accordo con lui. «Cosa c’è, Bellatrix? Perché quella faccia?»
«Ma mio signore… la Camera dei Segreti è… a Hogwarts!»
«Sì, lo so. E allora?» chiese Voldemort, corrugando le sopracciglia. Gli stava sfuggendo qualcosa?
«Noi non… non possiamo entrare a Hogwarts, mio signore! È protetta da incredibili, antiche, formidabili magie che…»
«Ah Bella, ma tu da che parte stai?»
«Dalla vostra, mio signore! Assolutamente dalla vostra!»
«E allora piantala di mettermi i bastoni fra le ruote! Anche la Camera dei Segreti è protetta bene, sai? E anch’io ne so qualcosa di magia, modestamente» aggiunse con noncuranza, guardandosi le unghie «quindi sarà uno scherzo per me raggiungere il mio obiettivo!» concluse battendo una mano sul tavolo. Nessuno ci fece caso. C’era molta gente strana, giù alla Testa di Porco.
«E come faremo a entrare, mio signore?» chiese Bellatrix, l’aria da groupie di nuovo in modalità on. «Ci Materializzeremo?»
«Non ci si può Materializzare o Smaterializzare entro i confini di Hogwarts, Bellatrix!»
«Ma voi potete…»
«Ma io non posso! Vuoi metterti contro Storia di Hogwarts
«No, no!» si affrettò a rispondere Bellatrix, atterrita alla sola prospettiva. «Ma Silente, nel sesto film…»
«Ma il film è una cosa diversa, Bellatrix!»
«E noi cosa siamo, il film o il libro?»
«Noi siamo una fanfiction!».
Ci fu un momento di pausa, costellato di respiri affannati. Voldemort guardava Bellatrix, incredulo che fosse così impertinente da contraddirlo ogni momento. Bellatrix guardava il tavolo, spiazzata dalla rivelazione di essere in una fanfiction. D’altra parte, se lo diceva il Signore Oscuro…
«Mio signore… avete ragione, come sempre» riprese la donna con una vocina piccola piccola – Voldemort assunse un’aria compiaciuta – «e allora… qual è il vostro piano per intrufolarvi nel castello?».
Voldemort aspettava questa domanda con ansia, perché aveva pronta una risposta geniale. «Scaveremo un tunnel!» esclamò, felice come non si sentiva dai tempi del cimitero.
Bellatrix svenne.
Nessuno ci fece caso. C’era molta gente strana, giù alla Testa di Porco.

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Capitolo 2
*** Nei sotterranei del castello ***


II
Nei sotterranei del castello
 
Gli occhi rossi ebbero un lampo. Le narici senza naso fremettero. Il corpo esangue, magro, emaciato e di una particolare sfumatura di grigio si trascinava nella stretta apertura nella roccia creata da incantesimi potentissimi e mantenuta stabile da una concentrazione superiore a quella di qualsiasi essere umano; finalmente, la creatura arrivò nell’antro che cercava; poté uscire dalla galleria e mettersi in piedi. Con una risata, si guardò intorno e si sentì invincibile: i lavandini, gli specchi, le mattonelle, era tutto come se lo ricordava, in questo particolare bagno… ebbene: Voldemort era tornato a Hogwarts per aprire la Camera dei Segreti!
«Mwahahahahahah!!!» rise il Più Cattivo dei Cattivi. Riconobbe subito il piccolo rubinetto con su impresso il serpente; disse, con una voce non umana, tutta un sibilo: «Apriti» e subito il lavandino sprofondò, lasciando vedere il grosso tubo che fungeva da galleria di collegamento per la Camera dei Segreti. Voldemort si fregò le mani. «La Camera dei Segreti è stata aperta! Tremate, nemici dell’erede! Aha, eccoci qua, Bellatrix! Guarda, si è aperto! Ora non dobbiamo fare altro che calarci dentro!».
Tossendo e sputacchiando, anche Bellatrix emerse dal tunnel, la veste strappata, i capelli pieni di polvere, le mani sanguinanti. «Ah, è stato orribile!» sospirò, e corse subito verso uno dei lavandini per darsi una sistemata. Non appena si giudicò sufficientemente presentabile, si guardò intorno con curiosità e disse: «Mio signore, ma è davvero questa la Camera dei Segreti? Sembra proprio un bagno!».
Voldemort voleva mettersi a piangere, ma non poteva, perché non avrebbe giovato alla sua immagine di impietoso Signore Oscuro. Si limitò a tirare un grosso sospiro sconfortato, e a dire nella sua voce più minacciosa: «Ma allora tu non mi ascolti, Bellatrix. Ho appena detto che dobbiamo calarci giù per questo tubo per arrivare alla Camera dei Segreti! Ora, se hai finito di pettinarti, spero che vorrai seguirmi verso il mio nuovo rifugio segreto!»
«Ma… signore… vuol dire che anche la Camera dei Segreti è sottoterra?»
«Sì, Bellatrix. L’ho appena detto» rispose Voldemort, ringhiando.
«Ma… allora… non avremmo potuto semplicemente scavare un tunnel che portasse direttamente alla Camera, senza passare per l’ingresso nei bagni?».
Voldemort restò interdetto. Non ci aveva pensato. Stizzito, guardò male Bellatrix e tirò fuori un’altra delle sue risposte standard. «Questa è stata la decisione del tuo signore, Bellatrix, e se tu osi mettere in dubbio la parola di Lord Voldemort…»
«No, no, mio signore, no! Mai! Chiedo perdono!»
«Molto bene, allora. Forza, entriamo nella galleria!» e senza attendere risposta, scivolò giù per il tubo.
Bellatrix rabbrividì all’idea di doversi buttare di nuovo in un canale oscuro, sporco e sotterraneo, ma visto che non c’erano alternative entrò anche lei nel tubo e si lasciò scivolare giù. In fondo, non aveva nulla di meglio da fare.
Atterrarono nella galleria sotterranea dalle pareti viscide. A Bellatrix venne l’impulso di aggrapparsi al braccio di Voldemort, ma il Signore Oscuro non sembrava proprio dell’umore giusto per i sentimentalismi. Stava saltellando su e giù tutto eccitato. «Ci siamo quasi, Bellatrix, ci siamo quasi! Vedi, dobbiamo solo percorrere questa galleria e poi saremo davanti alla Porta…».
A Bellatrix mancavano le forze. Lei era abituata a Materializzarsi dove voleva e a saltellare qua e là scagliando Maledizioni Senza Perdono ridacchiando follemente; questa gita nei tunnel sotterranei stava durando alcune ore in più di quanto le riuscisse facile sopportare, e solo il suo immenso e incondizionato amore per il Signore Oscuro la sosteneva e la mandava avanti, anche se avrebbe tanto sedersi su un divano e farsi una buona tazza di tè.
Camminarono a lungo in quella galleria umida, piena di scheletri di animaletti, con Vodemort sempre più emozionato che correva avanti e poi con malcelata impazienza si fermava ad aspettare Bellatrix, e Bellatrix che arrancava faticosamente, schifata e con il morale sotto i tacchi.
Infine, si trovarono davanti alla grande porta con i due serpenti intrecciati. Voldemort stava per mettersi a piangere dalla commozione; anche Bellatrix stava per mettersi a piangere, ma per un motivo diverso. Il Signore Oscuro sibilò di nuovo «Apriti» e il portone si spalancò…

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