The return di Anel (/viewuser.php?uid=247108)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritornare o non ritornare ***
Capitolo 2: *** La Luna ***
Capitolo 3: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 4: *** Il Patto ***
Capitolo 5: *** Il potere del Vino ***
Capitolo 6: *** Nel Pub ***
Capitolo 7: *** Piccola chiacchierata mattutina ***
Capitolo 8: *** La decisione ***
Capitolo 9: *** Confessione ***
Capitolo 10: *** Amica... O non amica ***
Capitolo 11: *** Un nuovo giorno ***
Capitolo 12: *** In Carroza ***
Capitolo 13: *** Un piccolo incidente ***
Capitolo 14: *** Calais ***
Capitolo 15: *** Sono cambiata ***
Capitolo 16: *** La F maiuscola ***
Capitolo 17: *** Nome ***
Capitolo 1 *** Ritornare o non ritornare ***
Ciao a tutti di
nuovo! Lo so che sono la solita tizia a cui non gliene frega a nessuno
se c'è o non c'è, ma non vi libererete facilmente
di me... Ritornando alla Fan Fiction, so che state pensando, "Ma questa
è scema, ha avuto tutta l'estate per scrivere Fan Fiction,
ma no, lei ha preferito iniziare il giorno prima che arrivasse la
scuola a romperle i coglioni". Ebbene si, io d'estate mi impigrisco
troppo, e persino scrivere sul pc diventa stressante (io prendo
l'estate come una specie di letargo, solo che dormo, mangio, sto con
gli amici e poi il resto è noia). Ma io aggiorno a
intervalli di due o tre giorni (di solito, poi magari quast'anno anche
un pò meno spesso), perchè quasi tutte le sere
resto a casa, e posso dedicarmi a EFP. Ora ringrazio chi ha letto il
mio discorso (che non so neanche perchè l'ho fatto). Buona
lettura.
Avvisi:
1)
Nella mia Fic, Milady è stata salvata da Buckingham, che
però non voleva fare guerra alla Francia, ma voleva fare
solo un finto trattato di pace, per poi attacarer la Francia, quindi
c'era solo una aereonave che era venuta in pace.
2)
Narrerò in base ai POV (Point Of View), e come nella mia One
Shot, le parole in corsivo sono i pensieri.
Tre mesi dopo...
Milady's POV
Mia cara, cerca di
ascoltarmi, tu devi ritornarci, se no il mio piano non
riuscirà mai! - Mi disse il duca, cercando di convincermi a
rimettere piede in Francia.
No, io non
tornerò mai in Francia! - Esclamai io arrabbiata. Quanto
lo odio! - E
poi questo era il nostro piano, è il nostro piano! - Dissi,
dopo essermi calmata. Stai
calma, tra un pò il Cardinale lo affonderà,
oppure l'incontrario, tanto dopo dovrò solo scegliere con
chi stare.
Allora cosa facciamo,
sei tu la mia spia! Lo so perchè non vuoi tornare in
Francia! - Disse lui fermamente, per poi far crollare nella stanza un
silenzio fastidioso.
No, non lo sai -
Gli dissi calmamente. Lo
sapeva. Ne ero certa. Mi avrà osservata per tutto il viaggio.
Ti ho vista su
quella nave. E poi ho sempre saputo che tu nutrivi ancora sentimenti
per lui. Ogni volta che dici il suo nome, riesco a sentire la tua
tensione nell'aria - Mi dissi, sicuro, ma allo stesso tempo
comprensivo. Ok,
è il momento di affrontare la verità, certo non
sarà facile dirlo, e sopratutto al Duca.
Hai ragione, hai
tremendamente ragione. Lo ammetto. Ed è per questo che ti
prometto che se tornerò in Francia non ce l'ha
potrò fare a reprimermi. Lo dico per il suo bene, per il
nostro bene - Dissi io guardandolo negli occhi. Che
stupida! Perchè lo hai detto! Ma perchè lo ami!
Non c'è nè motivo, lui è solo... Un
moschettiere... Una persona povera... Un uomo... Perfetto. Uff, ma
perchè non riesco a controllare il pensiero!
Mi si
avvinò molto, forse anche troppo, e mi sussurò
nell'orecchio - Lui vi ama? -
A quella domanda
non risposi subito, ci pensai per dieci secondi e alla fine dissi - La
scorsa volta che ci siamo visti ha cercato di uccidermi quindi.... Mi
ama ancora, anche se reprime il suo sentimento perchè io
sono stata davvero cattiva con lui -
Lui fece un
sorriso malvagio e inquietante e mi abbracciò dolcemente,
come se mi volesse cullare. All'inizio rimasi rigida, non mi mossi,
come se mi aspettassi che tra poco mi inficcasse un coltello in pancia,
ma dopo pochi secondi mi lascai andare e mi cullò, come se
fossi una bambina. In pochi secondi avevamo iniziato una sottospecie di
ballo, solo che eravamo abbracciati e ci muovevamo a destra e a
sinistra.
Dopo alcuni
minuti il silenzio che era piombato svanì, e dissi una delle
poche frasi che mi fece sentire veramente un mostro - Ci credo che
reprime i suoi sentimenti, da come lo avete trattato. Ma sai ,questa
può essere una cosa a nostro vantaggio - Fermammo il ballo e
ci guardammo andcora più intensamente, come se mi avesse
inviato il suo pensiero nel mio cervello. Avevo
capito. Non penso che sarei riuscita. Non so se l'avrei fatto.
Ritornò il
silenzio. Quel
fastidioso silenzio che in questa ultima ora non faceva altro che
tormentarmi. Abbassai
lo sguardo. E pronunciai le parole sbagliate.
Lo
farò, ma promettimi una cosa - Gli dissi io, mollandolo e
allontanandomi. Non
volevo guardarlo negli occhi, e incomincai a camminare per la
stanza, osservando tutto. Gli oggetti erano meravigliosi, c'erano
tantissimi gioielli in oro, orologi, pistole meravigliose. Alcune volte
non mi riuscivo a capacitare di come io sia riuscita ad arrivare
così in alto, a stare nella stessa stanza con persone
così ricche e potenti. Poi mi ricordo di tutte le
falsità, le bugie, le prese per il culo che ho fatto patire
a tantissime persone. Specialmente a lui. Non voglio più
chiamarlo per nome, non me lo merito, lui fa parte del passato, non
voglio più vederlo, ma devo.
Mi dica, cara - Mi
rispose lui, interrompendo i miei pensieri. Odio
quando mi chiama "Cara". Non so perchè, ma l'ho sempre
odiata questa parola nei miei confronti, ma decisi di ignorarlo e di
rispondere. Come facevo da tempo.
Dopo quella missione io
non ritornerò mai più in Francia, almeno che io
non lo voglia - Dissi fermamente, girandomi verso di lui e vedere il
suo sorrisino da Casanova che odio terribilmente, anche più
di quando mi chiama "Cara". Oggi
ho scoperto di odiare tanto di lui.
Va bene, ma
penso che ci ritornerai - Disse lui, quasi per prendermi in giro. Poi,
fece una piccola pausa e mi spiegò - Allora... Tu farai
finta di essere diventata buona e tutte quelle balle là, e
ritornerai con i moschettieri, li distruggeremo, tornerai a palazzo,
faremo una guerra, conquisteremo la Francia, a proposito, il Re mi ha
già proposto alcuni territori interessanti, che io
possiedirò, e anche tu vivrai molto molto adagiata, anzi
potrei anche comprarti qualche titolo e alla fine saremo tutti felici
-. Quando
fa così sembra davvero pazzo, in confronto io sembro una
brava persona. Però non potevo, il Cardinale mi
noterà e tutto andrà in fumo, quindi devo rifare
il piano. Dirò al Cardinale che stare con i moschettieri
è un mio piano per distruggerli e quindi avrò le
sue grazie. Poi dovrò anche chiedergli molte volte scusa,
per tutte le volte che le sue guardie saranno sconfitte da una donna.
Un vero scandalo. Però non ho calcolato un piccolo
particolare. Come farò a tradirlo di nuovo. Sicuramente con
lui vicino mi diminticherò di tutto e di tutti. Poi non
è neanche detto che lui mi rivoglia ancora nella
squadra.
Allora è
deciso, stanotte partiremo! Anzi, adesso, presto prepariamo tutto -
Disse, per poi chiamare i suoi servi e le dame del suo palazzo.
Non sapevo se
essere felice che ritornavo ancora in gioco o esser triste, mi limitai
a fare un sorriso spento al Duca, che non vedeva l'ora di ritornare in
quel meraviglioso, ma sporco e corrotto Paese, di nome Francia.
Fine
primo capitolo, spero che vi sia piaciuto, le recensioni sono sempre
gradite, e perdonate i miei errori di ortografia, sta sera ho scritto
presto (ma di solito scrivo un pò più tardi)
quindi ho il tempo per rileggerlo, ma non succederà sempre.
I capitoli non saranno molto lunghi, mi dispiace.
Grazie della lettura.
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** La Luna ***
Ciao a
tutti! Sono ritornata per il secondo capitolo. Adesso ho molto tempo, e
quindi aggiornerò quasi tutti i giorni. Cerco di scrivere
tanto adesso che ho poco da fare nelle mie giornate. Spero di non
annoiarvi con le mie Fic. Buona lettura!
Milady's
POV
Era bellissima. Pallida quanto
la mia pelle. Meravigliosa. Era come se mi fissava. Lei era
là, risplendeva tra l'oscurità. Meravigliosa. Mi
perdevo nel suo candore. Quando sto con lei mi dimentico del tempo che
passa velocemente. Come se il mondo si bloccasse. Meravigliosa. Mi fa
ricordare le notti più belle, quelle di fuoco, dove il vino
entra nelle mie vene, sconfiggendo il sangue e prendendo pieno possesso
del mio corpo e della mia mente, ma anche quelle dolci, passate con
lui, che ora non è qui ad osservarla con me. In silenzio,
senza bisogno di parole per raccontarci quanto uno ama l'altro.
Meravigliosa. Lei era l'unica che c'è sempre stata per me,
fina da quando ero piccina. Lei è sempre stata la mia
compagna di avvventure. Meravigliosa. La mia migliore amica. Una
sorella per me. Mervigliosa. Una seconda mamma. Era lei: La
Luna.
Vi
piace la Luna, stasera? - Mi domando il Duca di Buckingham, che apparve
da dietro e si sistemò vicino a me. Perchè era arrivato?
Non avevo voglia di parlare. Non volevo neanche girare lo sguardo. Non
volevo.
Si
- Mi limitai a rispondere. Lo
sapeva che non avevo intenzione di parlare.
Non avete voglia di
parlare, vero? - Mi chiese, facendo una piccola risatina finale. Odio quella risata.
Esatto,
non ho per niente voglia -Dissi sempre tenendo la voce calma e
tranquilla. Anche se
nella mia testa non c'erano pensieri tranquilli.
Va bene, non
parleremo - Detto questo si mise ancora più comodo, anche se
eravamo in piedi, e entrambi guardammo la Luna. Quanto vorrei che al posto del
Duca ci fosse un altra persona. Ma non penso che sia possibile far
venir qua una persona con la forza del pensiero.
Per un attimo
spostai lo sguardo dal cielo e vidi il Duca. Era diverso. Il suo completo,
era rosso, la mia tonalità di rosso preferito. Davvero molto
bello. Non vedo l'ora di indossarne uno anch'io. Notai che lui sen'era
accorto e sfavillò un sorriso arrogante, da casanova. So che
non può sembrare, ma io odio gli uomini arroganti,
chiaccheroni, possesivi, ma sopratutto quelli che si danno delle arie.
Fece una piccola
risatina e mi disse - Diciamo che è un piccolo regalo per
aver acconsentito di ritornare in Francia. So quanto sarà
difficile per te. A proposito del vestito, mi sono portato dietro tre
sarte che te ne stanno facendo uno, entro domani sarà pronto
- . Ok, alcune volte il
Duca mi sorprende. Sto comincando a trovargli un pregio, lui
è comprensivo. Lui può sembrare, e lo
è, un donnaiolo di corte, arrogante, che può
avere tutte le donne ai suoi piedi, ma in fondi, lui mi capisce, sa
quanto è difficile, forse fa tutto parte di un piano per
fidarmi di lui, ma, anche se fosse a scopo malvagio, lui capirebbe le
mie emozioni ugualmente. Il Duca per me è sempre stato tre
cose: un alleato che forse abbandonerò, un fratello maggiore
e un sessoamico.
Grazie - Mi limitai
a dire, per poi mostrargli un sorriso molto sforzato. Era vero. Nessuno può
immaginare quanto autocontrollo bisogna avere per stare vicino
alla persona che ami, ma reprimere tutto.
Ci
furono alcuni minuti di un silenzio abbastanza imbarazzante, ma furono
interrotti da una frase del Duca - Vi dispiace venire con me nei miei
alloggi. Sai vorrei discutere di politica estera -. All'inizio non sapevo cosa
rispondere, non volevo andarmene, era così bello
lì, ero nella pace assoluta. Prima che lui arrivasse.
Passarono una
decina di secondi, e alla fine decisi cosa fare - Va bene - Dissi
timidamente, un tono che usavo raramente con il cuore. E questa era una di quelle volte
Ottimo - Rispose lui, per poi andare affiancato da me, verso le sue
camere.
Mi mancherai. Forse
stasera non ci vedremo più. Ma grazie di essere stata con me
questa sera.So che almeno tu non mi abbandonerai mai. Grazie Luna.
Una volta entrati,
il Duca mi fece sedere. Lui invece rimase in piedi, e camminava
tranquillamente per la stanza. Quando
faceva così mi terrorizzava, anzi, mi metteva ansia.
A un certo punto mi afferrò per le spalle e si
bloccò. Chinò il capo fino a raggiungere il mio
orecchio e mi sussurò - Non mi avete neanch'ora ringraziato
per avervi salvata - Sapevo
che c'era qualcosa sotto. Però forse ha ragione, almeno mi
distraggo un pò. Non l'ho mai ringraziato concretamente.
Glielo devo.
Hai ragione, mi
dispiace - Dissi io sensualmente. Girò fortemente, meglio
dire violentemente la sedia. Mi fece un sorriso compiaciuto e mi bacio
ardentemente, con la lingua. Mi fece svuggire un gemito quando la sua
mano giundìse alla mia intimità. Mi prese in
braccio e mi portò sul letto, ci tolsimo i vestiti di dosso
entrami frettolosamente, desideriosi di finire il lavoro iniziato su
quella sedia, ormai ribaltata per terra.
Mossi leggermente le
palpebre. Pian piano aprii gli occhi e mi ricordai le emozioni dela
notte prima. Zero. Nessuna emozione solo sesso. C'è una
grossa differenza tra fare sesso e fare l'amore. Due cose molto
diverse.
L'unica
emozione che provavo era una. Malinconia. Presto saremo arrivati in
Francia, e non c'era la mia Luna a farmi compania. Ora ero sola. Nella
speranza che la sera arrivi presto.
Ringrazio tutti le persone che
leggono la mia Fic. Come sempre ripeto che se almeno trovate
accettabile la mia Fanfiction, prego di recensire. Ringrazio anche chi
legge semplicemente, e consiglio a chi non è iscritto di
iscriversi. Un grande grazie a tutti e basta!
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Ritrovarsi ***
Ciao!
Ecco il terzo capitolo! Perdonatemi se ci ho messo
più del solito, vi avviso subito che io non
aggiornerò tutti i weekend, ma tenterò di
scrivere più che posso. Ora vi saluto e buona lettura.
Avvisi:
1) Le parti senza il POV, sono quelle descrittive, dove è
come se parlassi io che sono il narratore.
Per i tre moschettieri gli affari andavano piuttosto bene. Vivevano
sempre nel paese, solo che la loro case era molto più grande
e molto più ricca, con ben tre servi. La regina, dopo la
loro missione in Inghilterra, aveva promesso ad ognuno di loro una
bella paga e gli inviti di ogni banchetto e festività che si
svolgeva a palazzo. Le cose non erano cambiate molto. Tanne per Athos.
Lui soffriva ogni giorno, ma cercava di non farlo intuire, anche se i
suoi migliori amici se ne accorgevano sempre, specialmente di notte.
Ma il più frequente era quello che ogni sera lo faceva
addormentare con il terrore anche questa notte sarebbe stata orribile.
Athos'
POV
Aiuto.
Aprii gli occhi piano. Fuoco.
C'era solo fuoco.
Aiuto.
Tossi rumorosamente. E sentii di
nuovo quella parole. La stessa voce.
Aiuto.
Mi accorsi che proveniva da
ditro di me. Mi girai e vidi una donna. Una donna legata ad una sedia,
che stava comincando a prendere fuoco.
Aiuto.
Corsi subito da quella donna.
Tentai di slegare il nodo. Ma non ce la feci.
Se ne vada.
Non volevo lasciare quella
donna, ma la parete stava per crollare. Me ne andai. Lasciando daa sola
quella donna..
Addio Athos.
Mi disse, non appena io varcai
la soglia dell'abitazione.
Scese una lacrima sul suo volto.
Solo alla fine, quando tutta la
caso crollò, capii chi era veramente.
Non l'avrei mai abbandonata. Ma
l'ho fatto.
Ehi!
Athos svegliati! Ci sei! - Sentii una voce molto familiare chiamarmi.
Aprii gli occhi e mi ritrovai D'artagnan, Porthos e Aramis che mi
fissavano preoccupati.
Stai bene? - Mi chiese Aramis a un certo punto. Annuii con la testa e
poi dissi ritornando serio - Scusate se vi ho svegliato, non
succederà più -
Si... Come tutte le sere... Oh... - Disse ironicamente Porthos, per poi
rendersi conto di ciò che aveva appena pronunciato.
Voi mi sentivate? - Dissi io scioccato.
Bhe... Non facevi tantissimo rumore... Però riuscivi a
svegliarci - Mi disse a tratti D'artagnan.
Ci furono alcuni secondi di silenzio, ma alla fine Porthos - Senti
Athos, noi siamo i tuoi migliori amici, sappiamo perchè fai
questi sogni e ti capiamo... - Cosa?
Loro mi capiscono? Loro non posso capire niente!
No, voi non capite niente! Io... - Stavo per finire la frase quando fui
interrotto da Aramis - Si, noi non capiamo perchè ti crei
sensi di colpa che non esistono. Noi siamo preocccupati per te, non
è stata colpa tua -.
Ritornò il silenzio. Lo
so, ma non riesco a controllarlo. Io sento che è colpa mia.
Non riesco a perdonarmelo.
Io me ne vado -
Dissi a un certo punto, ponendo fine al silenzio.
Aspetta, dove vai? - Dissero insieme gli altri tre.
Vado a dormire - Disse lui seccato dalla domanda degli altri.
I tre fecero un grande respiro, e poi D'artagnan disse - Tra poco
dovremo andare a una specie di... Festa a palazzo... -
Che genere di festa a palazzo? - Dissi io confuso. Oh no, un'altra di quelle
noiosissime feste. Ora capisco perchè fare il Re
è difficile.
Buckingham viene a
palazzo - Disse tutto d'un fiato il ragazzo.
Ancora? Ma non è venuto tre mesi fa per parlare della pace
che non verrà mai? - Dissi ancora più scioccato e
arrabbiato di prima. Che
giornata di merda.
Questo lo sappiamo
tutti, ma devo parlare dei confini o di non mi ricordo che cosa... -
Disse confuso D'artagnan.
Ve bene prepariamoci - Dissi io frettolosamente, per evitare di non
parkare più. Non
sono una persona che parla molto, preferisco il silenzio. Si sta molto
meglio. Può essere un difetto, ma anche un pregio.
Milady's POV
Ora stai atterrando, devi stare
calma non è detto che lui sia lì. Non
è neanche detto che dopo che abbiano salvato la Regina dalla
morte, siano diventati I Moschettieri del Re, e non più i
moschettieri del Re.
Tutto a posto? - Mi
domandò il Duca. Ovvio
guarda, chi sarebbe nervoso in questo caso...
Si - Risposi io con
fermezza, anche se sapeva che non era per niente vero.
Non ti proccupare, non fare e ce la farei - Mi rispose con un sorriso.
Non parlammo più finché la nave non fu giunsa a
terra. Voglio ritornare
in Inghilterra! Perchè non è possibile,
dovrebbero inventare un modo per andare da qui a un altro posto
immediatamente. Ma gari un giorno sarà possibile.
Athos' POV
Eccolo che arriva con la sua
bella navettina! Quanto lo odio! Ora incomincerà a vantarsi
e a prendersi gioco del mio Re! Semplicemente Odioso.
Milady's POV
Scendi da questi maledetti
gradini. Forza, hai affrontato tante cose, e ora hai paura di scendere
da questa nave! Magari mi sto preoccupando per niente... Ma si, lo
incontroreò dopo. Non adesso.
Scesi con fierezza
dalla nave. Mentre camminanai, mi guardai intorno. C'era il Re,con il suo sguardo
da scemo, la regina che sembra un angelo sceso dal cielo, il cardinale
che mi fissava come se avesse visto un fantasma, anche se in parte era
vero, io ora sarei divuta essere in un altro posto, e poi aiuta anche
il fatto della mia carnagione pallida.
Buon giorno Re
Luigi, anche a lei Anna - Disse il Duca, facendo un piccolo inchino,
che fu proseguito da me.
Buon giorno anche a lei Cardinale. Spero che si felice del mio regalo -
Disse poi facendomi un cenno, per poi baciare la mano di Richelieu.
Non chiedevo di meglio - Disse lui, sorridendomi.
Il Duca ritornò poi dalla sua vittima. Mi sembrava strano che non
avesse neanch'ora trovato modo di prenderlo in giro. Un pò
mi dispiace per lui.
Qua va di moda il
giallo? Non lo sapevo. Anche da noi andava di modo, anche se non mi
ricordo bene quanto tempo fa. Ora da noi va il rosso, un colore che io
amo terribilmente - Mi fece un occhilino finale. Povero, non sa che quando fa
così mi viene voglia di strozzarlo solo per il tono in cui
pronuncia ogni sua insignificante parola da bambino viziato.
Dopo altri due
minuti di chiacchere, il Re ci condusse in un grande giardino, dove
c'erano tutte le guardie personali del Re e del Cardinale.
Ok, ora è il momento
di affrontare le tue paure.
Entrai nel giardino
e li visi. Lo visi. Erano lì, difronte a me che mi
fissavano. Imbarazzo assoluto. Non sapevo cosa fare, cosa dire. Non mi
ricordavo quasi più come si parlava. Il Duca se ne accorse e
mi sfiorò la mano, per ricordarmi di mantenere la calma.
Voi vi conoscete già, ma non mi senìmbra andiate
molto daccordo, magari qualche volta combatteremo insieme, dalla stessa
parte. Dobbiamo essere solidali - Disse il Re, con il suo tono da
bambino che mi faceva venire voglia di vomitare.
Sarebbe un grande piacere per noi - Disse il Duca, facendo un sorriso
sforzato.
Athos' POV
Perchè era
lì? Difronte a me? Cos'ho fatto di male? Voglio morire!
Perchè? Non può essere! Magari è un
sogno... No, non è un sogno... Perchè era
lì davanti a me. Era lei.
Milady
De Winter.
Fine
terzo capitolo! Grazie a tutti quelli che leggono la mia fic!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Il Patto ***
Ecco il quarto capitolo. Mi sa
tanto che aggiornerò ogni due/tre giorni (in media). Buona
lettura ;)
Milady's
POV
Tra noi
piombò il solito silenzio irritante, la cui ormai mi ci ero
abituata. Avrei anche preferito rimanere là in silenzio per
un' ora, piuttosto che rispondere alla domanda che fece il Re. Ma
quanto può essere scema una persona? Anche una contadina di
tre anni saprebbe regnare meglio di lui!
Lei conosce già I Tre Moschettieri, vero? -. No, guarda ci sono stata insieme
quasi un anno, ci ho fatto l'amore, ci ho combattuto, mi hanno fatta
fuori... Come faccio a conoscerli. Ecco cosa gli volevo rispondere.
Si - Dissimo io e Athos insieme.
Notai che non mi guardava nemmeno in faccia. Sentii la sua tristezza
nel pronunciare quel misero "Si". Mi dispiace, lo ammetto, almeno
me stessa. Avrei preferito non essere arrivata nella sua
vita, non avergli fatto così male. Chissà cosa
sarebbe successo? Meglio non pensarci...
Perchè non ci mostra le nostre stanze, d'altronde resteremo
qui per un paio di giorni. Non le dispiace sa lascio qui la mia
aereonava? - Disse il Duca al Re, salvandomi dalla situazione. Alcune volte ce la fa a fare
cose giuste.
Il Re
guardò il Duca con la sua solita aria da "Non ho capito
niente" e dopo pochi secndi disse - Certo... C'è... Certo
che non mi dispiace... Venga pure - Tintennando con il braccio ci
portò verso le nostre camere.
Verso ora di pranzo...
I
Tre Moschettieri stavano camminando per ritornare nella propria
abitazione. Non volava una moscha.
D'artagnan
guardava tutti furtivamente, e ogni tanto sospirava annoiato. Porthos
faceva finta di osservare dei vestiti. Aramis scambiava sguardi con
Porthos e D'artagnan. Athos camminava fissando il vuoto, semplicemente
fissava il niente, come se fosse seduto a bere vino e a fissare il
nostro caminetto.
Una volta entrati, iniziarono a mangiare il cibo preparato dai loro
servi, che facevano un pò di tutto, dalla cucina al
guardaroba.
Il pranzo fu tutto in silenzio, ovviamente. Le uniche parole,
pronunciate da Porthos furono "Mi passeresti il sale?".
Poche
ore più tardi, a palazzo...
Milady's
POV
Mi
aveva convocato Cardinale Richelieu? - Domandai io, anche se sapevo
già la risposta, per poi chiudere la porta dietro di me.
Milady, si accomodi pure. Che bello rivederla! - Mi disse, quasi con un
sorriso che sembrava quasi sincero. No, sembrava davvero sincero, o
mi sto rammollendo io o il Cardinale è veramente felice che
io sia ancora viva... Probabilmente perchè io sono la sua
spia.
Anche per me Cardinale, sono felice di essere viva - Dissi con il mio
solito sorrisino. Come
sono bella quando faccio questo sorriso.
E cosa ha pensato
di fare adesso? - Mi domandò. Cosa gli dovevo rispondere?
Io avrei pensato di
continuare la stessa cosa che stiamo facendo con il Duca, per poi
mirare anche ai Moschettieri, non mi piace che adesso loro siano troppo
nelle grazie del Re, ma finora non ho pensato a tanti stratagemmi -
Risposi io, fingendo di essere rilassata. Perchè l'ho detto, io
non voglio fargli del male. Di nuovo.
Ah bene - Disse lui
abbastanza sorpreso - Se ne vada pure - Mi fece segno di
andare, ritornarndo serio.
Va bene - Dissi anch'io un pò scossa. Non era da lui fare
così, c'era qual'cosa che non quadrava, ma ora non ho molta
voglia di pensarci. Va bene tutto, ma non posso fare tutto senza
riposarmi un pò.
Prima di cena...
Richelieu
andò nella camera di Buckingham per discutere di alcuni
affari abbastanza segreti.
Si è trovato bene qui? - Domandò Richelieu.
Certamente... Ma a cosa devo l'onore di questa visita? -
Domandò lui, con un sorriso beffardo stambato sulla bocca.
Stavo pensando che noi potremo fare un patto... Detto francamente,
Milady mi ha stancato, chiede troppo e pretende troppo. Mi è
venuto in mente che potremo fare un'alleanza e spedirla nel posto dove
dovrebbe già stare da un pò di tempo e poi io
potrei darvi utili informazioni sulla Francia, e io in cambio chiedo
solo che quando l'Inghilterra conquisterà la Francia, io sia
al sicuro e abbia comunque un piccolo territorio - Concluse il
Cardinale.
Duca
di Buckingham POV
Questa
è la prima volta che non so cosa fare. Non ho idea cosa sia
successo, ma ora mi sono realmente accorto che provo una sottospiecie
di affetto per lei. Sicuramente non è amore, ma
più una grande amicizia... Certo entrambi sappiamo che se ne
avessimo avuto l'occasione ci saremo traditi a vicenda... Penso che se
lei fosse stata nei miei panni avesse accettato.
Mi sembra un'ottima offerta, sono d'accordo - Conclusi io, per poi
stringere la mano a Richelieu.
Perdonatemi se i miei
capitoli non sono molto lunghi, solo che ora il mio tempo è
molto ristretto. Ringrazio chi legge!
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Il potere del Vino ***
Duca,
vorrei darle l'onore di scegliere la fine di Milady. Preferisce che
grazie ai miei poteri politici e religiosi io riesca a mandarla sulla
forca, oppure un assasinnio, o semplicemente darle un picola somma per
permetterle di vivere finchè la guerra non verrà
- Propose il Cardinale.
Ehm... Preferirei darle una somma per vivere e basta... Senza ucciderla
- Rispose lui, poco dicura e pensieroso.
Non sembra molto contento del nostro patto. Scommetto che se voi
sapeste che lei faceva il doppio gioco sia con me, sia con voi... Le
cose cambierebbero - Avvisò Richelieu con un sorriso
sfavillante.
Il Duca di Buckingham fissò per una decina di secondi il
pavimento, ricordando i picoli particolari che avrebbero potuto fargli
capire che quella donna aveva fatto il doppio gioco con entrambi.
Ha ragione... Questo cambia tutto... Potete farne di tutto del suo
cadavre -Disse lui, seriamente.
Speravo tanto che lo dicesse - Annunciò il Cardinale.
Dopo cena...
Milady, che piacere
vederla, vuole qual'cosa? Perchè non ci ha deliziati della
sua presenza, stasera? - Domandò il Duca, con un sorriso
galante.
Milady's
POV
Ci mancava solo questo... Che
rompi!
Non avevo molta
fame, mi perdoni vostra maestà - Dissi io facendo un piccolo
sorriso.
Fa niente, non si preoccupi... Esce? - Mi chiese in fine puntando il
dito verso di me e facendo una smorfia. No, chi non sta dentro il
palazzo con addosso un mantello
Si, vostra
maestà - Risposi calma io, anche se calma non ero. Ultimamente sono più
nervosa del solito... Anzi, sono gli altri che mi innervosiscono
più del solito.
Torni presto
però, perchè abbiamo il coprifuoco alle dieci sta
sera - Mi disse il Cardinale, mostrando un lieve sorriso. Certo che ci prova proprio gusto
a darmi brutte notizie.
Non si preoccupi,
ho intenzione di dormire in un albergo per sta notte - Risposi
seriamente. Spero che
ora mi facciano andare, altrimenti non mi sbrigo più.
E cosa
farà sta sera di tanto interessante? - Mi domandò
il Duca. Ma
cos'è, un interrogatoio? Una donna non può uscire
normalmente una sera... Certo, per una donna normale è
abbastanza pericoloso, ma loro sanno che io mi so difendere piuttosto
bene.
Niente di che,
cammino un pò per le vie di Parigi... Non la vedo da un
pò - Risposi io, per poi salutarli educatamenter ed
andarmene. Alleluia! Ce
l'ho fatta.
Stasera non penserò
assolutamente a niente, ne al Duca ne al Cardinale, ne hai Tre
Moschettieri... A nessuno! Guarderò in giro mentre cammino
fino alle dieci, e poi andrò in qualche locale a bere
qual'cosa.
Non mi ricordavo di quanto fosse
bella Parigi, era davvero meravigliosa. Mi perdevo sempre ad ammirare
le sue piccole strdine, i negozi, le casette, le bottehe.
Mi fermai ovviamente a vedere il
mio negozio preferito: una gioielleria.
Mi ero ripromessa di non pensare
niente e a nessuno, ma questo è un bel pensiero, susseguito
da un pò di malinconia, ma è sempre un pensiero
meraviglioso.
Non mi sembra neanche vero che
sono stata insieme ai Moschettieri per due anni e un mese, e sono stata
insieme ad Athso per un anno e undici mesi. Non ci abbiamo messo molto
ad innamorarci, infondo dicono che esiste l'amore a prima vista.
Dopo un anno dal nostro
fidanzamento lui mi regalò una catenina con due cuori, uno
in acciaio , mentre l'altro era incastrato nel primo ed era fatto di
rame. Era davvero molto bello! Lo porto sempre con me, non l'ho mai
perso. Neanche quando sono caduta in mare. Mai. Sembra quasi che sia
fatto apposta per me, quasi come se mi seguisse.
Dopo quella breve
riflessione un pò contorta, mi diressi verso il primo pub
che mi capitò sott'occhio, senza guardare ne il locale ne la
gente, solo la porta per entrare..
Dammi un bicchierere di vino - Dissi io senza neanche guardare il tizio
che serviva. Lui mi guardò per qualche secondo, e poi, un
pò confuso mi chiese - Ma tu sei Milady? -
Si - Risposi io, un pò incerta. Lo scrutai meglio e mi
accorsi che, effettivamente, lo conoscevo anch'io. Era un uomo che
avrà avuto più o meno la mia età,
molto alto, ma anche molto magro, indossava una abito molto
semplice con un paio di scarpe marroni tutte rovinate.
Lui mi sorrise e uscì dal bancone per saluarmi meglio - Non
si ricorda di me? Sono Pierre - Mi disse lui, sorridendomi.
In quel momento capii chi era e sopratutto dov'ero. Quando vincevamo
qualche colpo importante, alcune volte venivamo in questo pub per
festeggiare, oppure se preferivamo qualcosa di più calmo e
intimo stavamo nella nostra residenza, cioè il palazzo.
Ah, salve Pierre, come va? - Dissi io sorridendo, sinceramente. Lui è uno delle
poche persone che mi stanno simpatiche, la cui mi fido totalmente.
Però la mia simpatia per lui potrà diminuire di
molto, in questi ultini trenta secondi.
Come sempre... E
come vanno le cose tra te e Athos?... Non vi ho più visti da
queste parti - Ecco,
ora mi sta molto meno simpatico. Non poteva farmi un' altra domanda.
Ora le cose tra noi non vanno molto bene, ma stiamo tutti bene - Dissi
io, poco sicura di me.
Perchè sta sera continuo a esternare le mie vere emozioni?
La devo smettere!
Ah, mi dispiace,
stavate bene insieme e poi... Eravate i miei migliori clienti! - Disse
lui con un sorriso beffardo finale. Che simpatico... Bastardo.
Ho capito
perchè ti dispiace - Dissi io ridendo - E ora dammi del vino
che sto morendo dalla sete! - Esclamai io.
Va bene... Comunque sta sera, visto che sono felice che tu sia tornata
non ti faccio pagare niente! - Mi disse lui, sorridondo.Ah menomale, una cosa positiva
in questo periodo schifoso, c'è.
Grazie, ho proprio
bisogno di un'ubriacata - Dissi io, per poi bere un bicchiere di vino
in una colta sola. Alleluia!
Ti amo vino!
Va bene, ma vacci
piano - Mi disse lui sorridendo e danddomi un altro bicchiere.
In
un cinque minuti ero già ubriaca fradicia, continuavo a
ridere e a dire frasi senza senso, anzi peggio, dicevo un sacco di
verità.
Mi faccio schifo! Sono una cattiva persona! L'unica cosa che so fare
è pugnalare gli altri e bere! - Continuavo a ripetere, e il
bello era che Pierre mi dava retta. Stavo faendo una sottospecie di
confessione, solo che ero ubriaca.
E
perchè? Cos'hai fatto di grave? - Mi domandò
Pierre incoriusito, mentre mi serviva un altro bicchiere.
Bevetti il un pò di vino e risposi -Ho tradito
Athos per un motivo scemo, dormo due o tre ore al giorno, prima di fare
una cosa devo pensarci bene, sono in continua ansia. Non ce la faccio
più! - Gridai io esasperata.
Ah... Senti perchè non mi dai il tuo bicchiere di vino e ti
siedi un attimo calma - Mi disse calmamente.
No, sono stufa di fare tutto quello che mi dicono gli altri senza
ricevere niente. Senza essere felice! - Gridai ancora più
forte. Ormai erano le
undici e tutti gridavano e si disperavano, per cui nessuno mi poteva
giudicare.
Dopo quella frase sentii uno
strattone colpire la mia faccia e farmi cadere dalla sedia. Non
riuscivo ad alzarmi, ero troppo ubriaca e debole. Avevo gli occhi
chiusi, non volevo vedere cosa mi sarebbe successo, ma feci tempo ad
intravedere un coltello che si avvicinava a me. Chiusi gli occhi ancora
più forte. Perchè non reagivo? Non riuscivo a far
funzionare la testa, c'era troppa confusione. Magari io volevo morire,
tanto ormai, cos'avevo da perdere.
Mi accorsi che era passato anche
troppo tempo e io non ero morta, ero lì, ferma, per terra.
Aprii lentamente gli occhi, mi
guardai intorno e vidi lui... Proprio lui... Mi aveva salvato...
Il mio amore, Athos.
Fine quinto capito! Spero che vi
sia piaciuto, come al solito ringrazio chi legge! Spero tanto di
ricevere almeno una recensione (mi farebbe molto piacere), potete fare
critiche costruttive, ma non dire cattiverie, tipo "Non scrivere
più" o "Fai schifo", ecc...
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Nel Pub ***
Milady's
POV
Mi
aiutò ad alzarmi da terra e continuai a fissarlo. Lo fissavo e basta.
Perchè l'aveva fatto? Avrebbe potuto benissimo lasciarmi
morire. Lo so perchè non l'ha fatto, ma non ci credo. Mi
sembra impossibile che lui mi abbia salvata. Non ci credevo, ma ci
volevo credere. Ora che ci penso, sono ritornata lucida... Forse
è vero che quando ti emozioni tanto riesci a ritornare sobria
Lui si voltò dall'altro lato sospirando. Quanto gli faceva stare male,
respirare la mia stessa aria. Quanto ci faceva stare male, essere nella
stessa stanza.
Grazie - Dissi io timidamente. Guardai le persone sconfitte da Athos...
Erano due guardie del cardinale e una del Duca! Com'è possibile? Non
può essere vero. Quei due non possono essersi coalizzati
contro di me! Anzi, è molto possibile... Ma,
perchè? Non ho fatto niente di male!
Se adesso io mi sento
così, non riesco ad immaginarmi quanto abbia sofferto Athos
quando lo tradii.
Sono orribile!
Prego - Mi disse
lui, aiutandomi a rialzarmi. Come
faceva ad essere gentile con me anche adesso. Come fa ad essere l'uomo
più dolce e buono della Terra dopo ciò che gli ho
fatto.
Senti non mi
interessano i tuoi piani con il Duca e con il Cardinale, ma ti
consiglio di andartene da qui - Mi disse freddamente. Penso che abbia ragione, non mi
conviene stare qua. Ma doveve vado? In Inghilterra corro lo stesso
pericolo, quindi... Rimango qua.
Rimango qua, non so
dove andare - Risposi io calma.
Dopo qualche secondo arrivò Porthos, già ubriaco
- Ehi, amico, vedo che hai già trovato una bella ragazza con
cui divertirti - Disse ridendo, e appogiandosi sopra di Athos, che lo
buttò via letteralmente - Va bene, va bene, vi lascio soli,
non voglio rubarvi nessun secondo - Per poi ricominciare a ridere.
Athos se ne stava andando, quando gli afferrai il braccio. Perchè l'ho fatto? La
mia mente diceva l'incontrario. Maledetto il mio cuore che mi fa fare
cose sbagliate nei momenti sbagliati.
Mi fissò
per qualche attimo e poi mi disse - Mi potresti lasciare? -. Quando udii quelle parole mi
sentii ancoraa più male del solito. Provai una stana
sensazione di nausea, anzi, una fitta allo stomaco.
Lo mollai
semplicemente, tenetti lo sguardo basso, non volevo incontrare i suoi
occhi cristallini. Un
azzurro meraviglioso.
Vidi anche Aramis,
che si stava già dando da fare, mentre Porthos continuava a
ridere per motivi a tutti sconosciuti.
Dov'è D'artagnan? - Domandai io incoriusita.
Doveva uscire con Constance - Mi rispose lui, seriamente.
Ti va di bere qualcosa? - Gli domandai- Me ne pentii subito. Mi stavo
comportando come se lui fosse solo un tizio incontrato qui per caso. E
sopratutto gli avevo offerto da bere, mentre l'ultima volta che gli
avevo dato del vino lo aveva tradito.
No - Rispose secco
lui - Non accetto da bere da te - Concluse lui. Che stroza che sono. Ne aveva
tutto il diritto, ma io non mi potevo mostrare come una arresa.
Senti, non so se ti
è bastato quello che ho detto sulla Manica. Penso che tu lo
sappia che sono cambiata! - Esclamai io a gran voce.
Se dovete litigare andate di sopra! Prendete le chiavi! Devo
già buttare fuori dal locale alcune persone un pò
troppo ubriache - Ci disse Pierre porgendomi la chiave.
Athso stava per ridargli la chiave, quando il le spostai e dissi -
Grazie Pierre -
Io salii di sopra e Athos non so come, mi seguì, a quanto
pare, mi doveva dire un pò di cose-
Non
mi basta ci che hai detto, non mi sembri molto cambiata! -
Esclamò Athos, incominciandò ad urlare.
E allora come te lo devo dimostrare? Pensi che io rimarrò
fedele al Duca o al Cardinale dopo stasera? Ti sbagli, non
tornerò mai da loro - Risposi io, difendendomipiù
che mai.
No, non penso che tu rimanga fedele a loro. Tu non sai essere fedele a
nessuno! Scommetto che anche a tua madre avrai fatto qualcosa di
orribile - Disse lui, infuriando.
Mi aveva
affondata. Io non ho mai fatto niente a mia madre. Solo una cosa. Era
meglio se morivo nel parto. Lei era innamorata di un nobil'uomo, che
era innamorato anche lui di lei. Le aveva promesso castelli, palazzi,
oceani, fiumi, tutto per lei... Ma i suoi doveri gli impedirono di
sposarla, e a suo malincuore dovette lasciare mi madre. Avere una
figlia bastarda (*) è uno scandalo, non dovevano far
scoprire niente a nessuno.
Mio padre morì pochi
anni dopo assasinato, mentre mia madre morì per mal
nutrizione, per colpa mia. Il cibo scarseggiava per noi poveri e i
pochi alimenti che mia madre trovava per strada li dava a me.
Riuscì a sopravvivere otto anni. Dal giorno della sua morte
iniziò la mia nuova vita da ladre. Era davvero molto brava e
abile.
Una volta compiuti i vent'anni
ero diventata una vera professionista, rubavo persino a palazzo.
Solo una volta mi scoprirono, e
da lì mi rovinai la vita.
Richelieu mi aveva scovato, e
per non fare tutto il lavoro sporco mi prese sotto la sua ala. Il mio
patto con lui mi fece avere un sacco di belle cose, ma mai
felicità. Solo una cosa bella bella mia fece conoscere:
Athos.
E io l'ho sprecata per niente.
Athos
notò la mia tristezza. Lui lo sapeva. Lui sapeva tutto di
me. Lui era l'unico che mi accettava e che mi amava per tutto il mio
essere.
Scusa, mi dispiace tantissimo - Mi disse lui, accarezzandomi il viso. Da quanto tempo qualcuno non mi
accarezzava così. Con affetto. Avevo una voglia matta di
baciarlo, di essere sua ancora.
Lo guardai ancora di
più, avevo quasi gli occhi lucidi, avevo bisogno di quel
bacio. Volevo farlo con lui, volevo andare in giro dicendo agli
altri "Non posso bere con te, sono fidanzata".
Alla fine lo feci,
pronunciai quelle parole - Ti prego, fammi tua -
Nessuno dei due riusciva
più a resistere. Mi baciò appassionalmentente.
Uno dei più bei baci che ricevetti nella mia vita. Ogni
bacio che ricevo da lui è sempre il migliore.
Contraccambiai il bacio ricevuto
e decidemmo di andare anche oltre a un misero bacio.
Mi sfilò l'abito da
dietro. Mi feci sfuggire un piccolo gemito, mi baciò il seno
. Non riuscivo più a resistere, lo volevo troppo, volevo
passare tutta la notte con lui. Vorrei che il tempo si fermasse adesso.
Toccò la mia
intimità. Grazie, non immagini quanto ne aveco bisogno.
Gli tolsi la camicia. Amavo,
amo, e amerò per sempre il suo petto. Adoro quando mi
abbraccia, mi sento al sicuro, nelle sue braccia possenti ma dolci e
tenere nei miei confronti.
Non so se domani tutto
tornerà come prima, ma so cosa mi aspetta la mattina:
coccole. La cosa che amo di più di fare l'amore con Athos
è che al mattino lui si sveglia sempre presto e incomincia a
coccolarti. Spero che non perso questo piccolo pregio, accompagnato
dagli altri mille pregi che lo caratterizzano. Ora è meglio
dormire, stando qui, accoccolata su di lui.
*Nei
loro tempi, i figli nati prima del matrimonio venivano chiamati "figli
bastardi", come se loro fossero solo un errore
Vi avviso anche che la storia sulla vita passata di Milady me la sono
inventata io, ho letto alcuni anni fa il libro e non mi ricordo quasi
niente.
Volevo soffermarmi di piú sulla parte dove Athos e Milady lo facevano, solo che mi sn venuti in mente pensieri non adatti al raiting... Immaginate voi come volete il continuo.
Ringrazio chi legge!
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Piccola chiacchierata mattutina ***
Athos'
POV
Ma perchè
l'ho fatto? Allora voglio proprio morire di dolore... Io non posso
dirle addio di nuovo. Non ci riesco! E non voglio farlo! Vorrei
rimanere così per sempre. Lei, addormentata sopra di me e
basta. Non chiedo così tanto. Ho servito la Francia da
moltissimi anni e cosa mi ha dato in cambio? Niente. Non mi ha fatto
sentire felice la Francia, Proprio per niente. Mentre io soffrivo tutti
hanno vissuto bene qui... A parte la gente povera povera... Ma il resto
è sempre stato felice... Il Re, la Regina, il Cardinale,
D'artagnan... Tutti hanno avuto i loro alti e bassi... Ma per me no. Io
ho avuto un periodo bello, ma la felicità non può
durare più o meno un anno!
Ora
basta lamentarti! Goditi il momento! Pensa solo a quanto è
bella, senza pensare che tra poco ti riabbandonerà.
La abbracciai ancora di più, e feci una delle cose che mi
faceva sempre sorridere. Le spostai lievemente i capelli dalla fronte.
Giocai per poco con i suoi ricciolini. Le accarezzai il viso e la
baciai. Un bacio dolce, non come quelli della notte passata.
Durò poco il mio bacio, continuai a coccolarla. Smisi. La
osservai ancora. Era incredibile come poteva sembrare dolce e buona
mentre dormiva. Era strano vederla così... Rilassata.
Ora
non sto cercando di scusarla per il suo comportamento, ma la
verità è che lei ha avuto una vita difficile, fin
da quando è nata ha dovuto sempre essere forte e
indipendante, no mi meraviglia che sia così.
Per
me lei ha solo paura, paura di amare. Tutte le persone che lei ha
reputato sie amiche l'hanno tradita. Non se lo meritava. Tutti tranne
io, e non smetterò mai di essere dalla sua parte, anche se
noi siamo nemic... Anzi, noi non siamo nemici, tecnicamente ora i suoi
nemici sono il Cardinale e Buckigham... Non mi sarei mai aspettato che
il Duca la tradisse... Ma forse è solo una trappola per
fidarci di lei.
Mosse lentamente gli occhi. Mi guardò ancora mezza
addormentate per qualche secondo. Poi io le sussurai - Dormi -
Mi fissò ancora, come se non credesse che io ero
lì, davanti a lei.
Athos... - Sussurò, lei, quasi interrogandosi.
Shh Non parlare - Le dissi calmo io, mettendo una mano sopra la sua
bocca.
Mi scoppia la testa! - Disse tentando di gridare, ma soffocando le sue
parole.
Avrai bevuto un pò troppo ieri sera - Lei mi
guardò ancora più intensamente.
Ah già... Ma le guardie... - Mi stava per dire lei - Ti
volevano uccidere... O almeno quello che vuoi farci credere... -
Risposi io più velocemente, prendendo un tono più
serio e mascholino.
So che non mi crederai mai... E hai ragione... Ma non ho intenzione di
farti niente... Io tra poco andrò via - Mi
avvisò. Cosa?
E dove andresti? - Le domandai subito.
Da qualche parte in giro per la Francia. Voglio abbandonare tutti e
tutto... Vorrei rimanere qui, ma le guardie del Cardinale e di
Buckingham mi stanno cercando e... Non voglio più farti del
male - Mi rispose lei a tratti.
Non sapevo cosa dire... Sembrava tutto vero... - Io vorrei
che tu rimanessi... - Le dissi confuso.
Anch'io vorrei rimanere... Ma non posso... Anche senza accorgermene
riesco a farti del male... Non voglio più farti nulla - Mi
fissò ancora. Io la fissai. Il mio sguardo si
avvicinò al suo. Lei sembrava non voler darmi un bacio, ma
alla finne, dopo un piccolo tentenno con la testa mi baciò.
Dopo alcuni secondi ci lasciammo e io le proposi - Senti, se hai tanta
paura di tradirci, perchè non vieni nella nostra umile
dimora e verrai lasciata sola nei momenti più intimi e
personali... Tipo solo andare in bagno... -
Fece una piccola risatina - Ah... Ma qualche volta ci vieni in bagno
con me, vero? - Mi chiese, facendomi gli occhi dolci.
Se proprio insiste - Dissi io facendo una piccola smorfia.
Che idea scemamente geniale - Disse lei, regalandomi un piccolo bacio
sul naso.
Grazie grazie... - Dissi io scherzando e facendole un po' di solletico.
Risimo per qualche minuto, finché la sua risata
svanì e mi chiese - Come la prenderanno gli altri? -
Non molto bene, ma si abitueranno... E un' altra cosa... Non ti
conviene tradirci - Dissi io sorridendo e facendo finta di essere
pensieroso.
E perchè? Mio caro riccone - Mi disse don sguardo beffardo.
Ora noi siamo molto ricchi e la Regina ci da molti privilegi...
Più del Cardinale - Risposi io facendo l'arrogante, certe
volte mi sento il Duca. Che
cosa orribile!-
Ah ma davvero! Grazie per l'informazione mio nuovo complice... Ma
comunque non fare l'arrogante, che sai che mi viene voglia di fare del
male quando qualcuno fa così... E poi mi ricordi una
persona... Ma non ti dico chi altrimenti ti offendi - Disse fingendosi
dolce.
Ho capito... E comunque l'ho pensato anch'io... Seriamente, giurami,
che non mi tradirai mai più... Questa è l'ultima
possibilità - Dissi io tornando serio.
Lei fece un respiro e mi rispose - Lo giuro, non ti tradirò
mai più -
Scusate se ci ho messo un po'!
Chiedo umilmente scusa a tutti! Pultroppo i capitolli saranno tutti
questa lunghezza, più o meno.
Ringrazio
chi legge!
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** La decisione ***
Athos'
POV
Ma
perchè? Saremo più forti - Dissi io, per la prima
volte esternando i miei veri sentimenti.
Athos,
lo sai come è fatta. Noi lo diciamo per te, non potresti
sopportare di
nuovo un suo tradimento - Mi disse D'artagnan. Ha ragione, ma non so il
perchè io mi fido. Aveva occhi diversi dal solito. Occhi di
verità.
Non ci tradirà più - Affermai io deciso. Mi sto autoconvincendo, e forse
ce la farò.
Sarà
anche cambiata, ma il lupo perde il pelo ma non il vizio - Disse
Porthos.
Ci furono parecchi minuti di slenzio. Io bevevo del vino insieme a
Porthos, Aramis intagliava del legno e D'artagnan passeggiava in giro
per la stanza. Eravamo diventati ricchi, però le nostre
abitudini non le avevamo perse, e mai le perderemo.
Athos, io sono daccordo, ma a una condizione. Lei non deve sapere
tutto, un parte irrilevante la può sapere, ma non tutto. E
deve fare meno cose possibili - Mi ammonì Aramis. Grazie, cosa farei se non ci
fossi tu!
Certamente - Dissi io alla velocità della luce. Mi sento un bambino quando
faccio così.
Io
a dir la verità preferirei se per un periodo non
partecipasse ai nostri colpi... Poi un po' mi manca la sua presenza, si
sente la mancanza di una donna in questa casa... Anche se abbiamo della
servitù... Ma comunque era bello quando rubavamo tanti
prodotti e poi lei ci cucinava i dolci - Disse Porthos. Non so come spiegarmelo, ma era
brava a preparare dolci, non so nemmeno dove abbia imparato, ma per
cucinare qualcosa nella nostra vecchia "Cucina" bisognava essere
davvero bravi.
Anche
questa idea ci va bene, ma anch'io avrei un piccolo suggerimento...
Perchè non la facciamo dormire sul balcone come Planchet -
èropose D'artagnan divertito. Certe volte la sua aria da
bambino non la sopporto.
No
- Dissimo noi tre nello stesso momento, per poi metterci a ridere pure
noi.
Scusa Athos, ma adesso, Milady dov'è? - Domandò
Aramis.
Lei voleva vedere ancora un po' la città, così le
ho prestato il mio mantello, almeno nessuno la riconosce - Risposi io
seriamente.
E perchè non si deve far riconoscere? - Domandò
D'artagnan incoriosito.
L'altra notte hanno tentato di farla fuori... Forse - Risposi io.
Ah... E sapete anche chi? - Chiese lui indeciso.
Le gurdie del Cardinale e di Bukingham - Risposi subito io. Dopo questa
affermazione sentemmo la porta bussare.
Vado io - Dissi. Sapevo
già che era lei.
Aprii
la porta ed entrò Milady, sembrava piuttosto agitata.
Ciao - Mi disse guardandomi e facendomi un sorrisino.
Ciao - Le risposi. La
gurdai meglio e notai che teneva una mano vicino alla milza - Che hai? -
Niente, mi fa solo un po' male la pancia - Non so se fidarmi, ma si forse
ho capito che dolori da donna ha. Non posso comprenderla, ma capisco
che sia un cosa prribile. Un nemico imbattibile.
Ah,
va bene, accomodati pure, di la ci sono anche gli altri - Le dissi,
invitandola ad entrare.
Ah va bene grazie - Disse lei, mostrando un viso angelico, ma
abbastanza sopresso.
Salve Milady, che piacere rivedderla - Dissero Porthos e Aramis, mentre
le baciavano la mano.
D'artagnan la fissò per alcuni secondi ma, poi fece un
piccolo inchino davanti a lei.
Scusate, ma potrei andare un secondo in bagno? - Chiese lei.
Si, certo. SI trova sopra le scale, la seconda stanza a destra -
Risposi io, ,indicandole la direzione con la mano.
Grazie, ci metterò poco - Disse lei, mentre saliva le scale.
Non so se è
solo una mia impressione, ma sembra proprio che faccia fatica a
camminare. Va be' sarà solo una mia impressione.
Milady's
POV
Speriamo
che non se ne siano accorti. Che male! Meno male che mi sono nascosta
in tempo se no finiva male. Eppure è strano, non ho le mie
cose, non dovrei fare fatica o provare mal di pancia terribili. Molto
strano. Non so bene cosa sia successo, ma è come se il mio
corpo avesse preso possesso della mia mente, che voleva scivare, e gli
ha impedito di farlo, come se fosse dannoso. Non ha molto senso, e non
penso che sia possibile. Saranno i trent'anni che si stanno avvicinado.
Ma non hanno un fascia un cerotto, qualc'osa per tappare il taglio.
Incominciai a bagnarmi con dell'acqua la ferita. Mio Dio se bruciava!
Alla fine ce la feci a trovare la fascia, ma mentre stavo per
prenderla entrò una ragazza, anzi un piccola donna, che mi
pareva famigliare... L'avevo
già vista, ma dove? Forse a palazzo, o da Richelieu. Ah, lei
è la fidanzata di D'artagnan.
Mi
è sempre stata molto antipatica, non mi ha mai fatto niente,
ma io non le sopporto quelle persone che stanno sempre zitte, sono
sempre innocenti, e robe del genere.
Scusami, ma che ci fai qui? - Mi chiese spaventata. Oh, non ti preoccupare, non ti
preoccupare, non ti ucciderò... Forse. Che faccia da
antipatica che ha.
Ti
consiglio di chiederlo agli altri... Questa è una storia un
po' lunga... - Le risposi io mostrandole un falso sorriso.
Ah... Va bene... Allora scusa - Mi rispose ancora più
confusa, uscendo dal bagno. Finalmente.
Ringrazia che questo sangue non proveniva... Aspetta, ma ora lei
dirà a tutti che mi esce sangua dalla pancia. Anche se in
realtà è sotto il seno... Quindi non è
proprio pancia.
Dopo
che mi fui bendata entrò Athos e mi chiese subito - Che ti
è successo? Chi è stato? Domani gliela faccia
pagare!... - E altre esclamazioni del genere.
Devo ammettere che mi
piace quando Athos fa così, mi da sicurezza e poi
è così bello quando fa l'uomo preoccupato.
Bene,
Milady, dopo questo breve momento di pateticità, puoi
pensare.
Mentire
non me lo consiglio.
Dire
la verità, non ho voglia mi farà sembrare una
debole... Anzi no, se dico che erano in una trentina - a dir la
verità saranno stati quindici uomini - avrò una
scusa.
A dir la verità... Io stavo camminando, e poi sento qualcosa
dietro di me, vedo le guardie del Cardinale e del Duca e
incominciò una piccola lotta. All'inizio loro
erano in cinque o sei, ma in pochi minuti sono diventati una trentina.
E poi io, da brava scema non ho schivato un un lama che mi ha fatto
questo taglio, ma non è niente di che, quindi non vedo il
motivo per farne una tragedia - Risposi io, tentando di superare la
cosa.
Invece si, loro la devono smettere di farti del male, come non possono
farci del male a noi, non possono farti del male a te - Mi rispose lui,
sempre con la sua aria da uomo perfetto. Ora piantala cervello di dire
scemate.
Salve
a tutti! Preavviso che più vado avanti, più mi
convince di meno. Penso che tra poco capitoli saremo alla fine. Scusate
se ci vado così velocemente in questo capitolo, ma oggi sono
stanca, e non ho molta voglia... Ma continuo allo stesso.
P.S.=
Non penso che nel film, i personaggi tipo Milady, Athos e
altri siano così giovano, ma ho fatto apposta a farli
più giovane. Non mi piace che abbiano quasi quarant'anni.
Ringrazio
che legge.
Anel.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Confessione ***
Ciao a tutti
quanti, sono ritornata dopo un po' di tempo, perdonatemi, ma questo
periodo è stato pittosto impegnativo e stressante, ma sono
riuscita a trovare un po di tempo per aggiornare, dopo questa breve
richiesta di perdono vi lascio al capitolo.
All'incirca
due mesi dopo...
Tutto andava bene, anzi molto bene. D'Artagnan e Costanza tra poco si
sarebbero sposati, e tutti erano agitati per i preparativi, per Porthos
e Aramis le cose non erano cambiate, anche se emtrambi hanno avuto una
piccola storia con due donne, ma terminò tutto molto presto.
Athos e Milady invece erano di nuovo insieme, ogni tanto litigavano, ma
per banalità, ma niente di troppo serio.
Anche se ormai Milady sembrava "tranquilla", loro non si sarebbero mai
fidati del tutto, e lei lo sapeva, gli dava ragione.
Solo
una cosa i moschettieri non ricordavano di Milady, forse lei non gli
aveva fatto conoscere quell'aspetto di lei, ma notarono che man mano
passava iltempo, più diventava... Indecisa. Non nel senso
che non sapeva cosa fare, ma cambiava spesso idea e si irritava per i
motivi più strani ed immaginabili. Ad esempio, non si era
mai lamentata se lasciavano dei vestiti in giro o se Porthos ruttava o
la mezz'ora di preghiere prima di mangiare, anche se ogni volta era
solo Aramis che ce la faceva.
Ma la cosa che faceva più incuriosire era che non voleva
più bere vino, e se lo beveva non più di mezzo
bicchiere. Non eran oabituati a brindare senza di lei, era deprimente
per loro bere solo in tre, perchè D'Artagnan non beveva
molto spesso vino.
Milady's
POV
Ne
vuoi un po'?- Mi domandò Athos, mostrandomi la
bottiglia di vino. Sai
quanto mi andrebbe, ma se sta succedendo quello che penso io non posso.
No, grazie comunque
- Gli risposi io, scacciando il malincuore con cui lo dicevo. Si, per me è una cosa
devastate dire di no a un bicchiere di vino.
Mi si
avvicinò e si sedette sul divano accanto a me, si
appoggiò comodamente allargò un pò le
gambe, mi fece segno con le mani di apporgiarmi a lui.
Sei stanca in questo periodo, vero? - Mi domandò lui,
cullandomi un po e massaggiandomi la testa.
Si, Athos, sono morta, menomale che qui ci sei tu che mi capisci -
Dissi io stancamente.
Forse non lo dovevo dire.
Bhè... Questo è stato un periodo piuttosto
difficile ed intenso per te... - Mi dice, per poi baciarmi le labbra. Che dolce che sono i suoi baci.
Che bello che è lui, così protettivo e mormido,
anche se ha davvero dei muscoli molto forti.
Mi staccai
lentamente e lo fissai. Che
faccio ora, lo dico o no... Non so cosa fare... Non penso sia una bella
idea, forse non è neanche vero... O forse si.
Hai ragione amore -
Gli dico, dandogli un piccola sberla e continuandp a baciarlo. Meglio così.
Due mesi dopo...
Mi sa che la previsione era
esatta, ormai ne sono certa. Ho avuto la mia ulliminazione mentre
combattevo, anzi, mentre saltavo stavo per scivolare, cosa che a me non
succedeva mai. Per non contare che ora faccio fatica ad indossare il
corsetto, ho dovuto prendermi una tagila in più per riuscire
a respirare decentemente.
Ok, Milady nella tua vita hai
preso decisioni importanti, molto importanti, anche se questa penso che
sarà la più impegnativa di tutta la mia vita.
Ora però come lo
dirai a Athos, lui adesso è di là insieme a tutti
gli altri, mentre io sono qui a fissarmi nello specchio pensando a cosa
fare.
Sai Milady, ora vai di
là e lo dici a tutti, nessuno escluso, tanto prima o poi lo
dovrai dire.
Esco dal bagno con la mia solita
fierezza e scendo le scale, vedo subito Athos insieme a tutti gli altri
che ride e che scherza, mentre oarlano del matrimonio di D'Artagnan e
Costanza. Che bimba orribile. I meii sentimenti per lei non cambieranno
mai, propio mai.
Saluto tutti e mi siedo e mi
siedo. Improvvisamente tutti mi guardano come se sapessero che io
dovrei dire qualcosa, infatti era vero.
Dovrei dirvi una cosa a tutti
voi - Dissi io mantanendo il mio temperamento.
Dì
pure - Mi incoraggiò
Porthos.
Ok..
Emm... Io sono... Ecco... Non so come dirvelo bene... Ma sono incinta -
Dissi io confusa e pensierosa. Ora
cosa succederà...
Subito D'Artagnan
alzò le sopracciglia e fece una smorfia con la bocca,
Porthos soalancò la bocca, Aramis mi guardò
pensieroso e dubbioso, Constanza non fece faccie strane, tanto la sua
lo era già di natura, e Athos, lui voleva dirmi qualcosa ma
balbettava e non riuscii a comprendere molto le sue parole.
Ora cosa
farò? Il bambino lo terrò sicuramente, non voglio
che lui faccia la mia stessa fine, lui sarà molto amato,
forse non da tutti ma dalla sua famiglia si, questo ormai è
certo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Amica... O non amica ***
Due settimane dopo...
Milady's POV
Ancora. Non ce la faccio più. Come farò a
sopportarla ancora. E ancora. Ormai passo la mia vita con lei
Vuoi qualcosa da mangiare? - Mi domanda. Ma cosa vuoi? Non è
perchè sono incinta mangio come una balena!
Si, grazie - Va bene,
si può cambiare idea... Capita a tutti.
Esce dalla stanza e mi lascia da sola. Finalemte! Sono davvero stufa!
Non ce la faccio più! Maledetto Athos che non vuole che io
vada in giro a combattere. Che palle! Mi annoio a star qui a non far
niente. Ma pultroppo mi rendo conto da sola che è giusto
così.
Tieni - Mi dice, porgendomi dei dolci che le aveva regalato la Regina
per me. Che bello, una
tipa che non è andata sulla forca per un pelo, ora mi regala
dei dolci, mentre stava morendo per colpa mia. Che bello!
Grazie - Dico io prendendo l'intera scatola. Si, sono piuttosto affamata.
Ci furono alcuni minuti di silenzio, dove Costanza mi fissava persa nel
mio viso. Che aveva da
guardare, non mi aveva mai vista mangiare con le mani. Almeno a casa
mia, se non c'è nessuno, posso mangiare come voglio. E quel
nessuno sta per qualsiasi persona che non conosco molto bene, e che
ovviamente sia anche nobile.
Perchè mi fissi? - Le domando, ingoiando
l'ultimo dolcetto, dopo aver chiuso la scatola. Vediamo cosa mi rispondi?
Perchè mi odi? - Mi chiede lei,
tranquillamente. Cosa?
Come fa a sapere che io la odio. Va bene che è abbastanza
capibile, ma non si fanno queste domande.
Io non ti odio - Le rispondo io dopo qualche secondo.
Allora perchè quando mi parli sei sempre disttaccata e
fredda, come se solo la mia presenza ti dasse fastidio. Io non ti ho
mai fatto niente! - Mi rispose decisa, ma mantenendo la sua solita
calma. Uffa, sono
già abbastanza stressata da sola, ora devo anche sopportare
questa! Qualcuno mi potrebbe aiutare!
Perchè io sono così... Io non mi
fido subito delle persone... E tu diciamo che non sei il tipo di
persone con cui io vado daccordo - Le rispondo a tratti. Che brava,
senza rendermi conto ho detto... La verità! Mi sono sentita
bene, molto bene.
Allora... Va bene... Io vorrei essere tua amica... Non proprio amica,
ma almeno che mi sopporti - Mi disse. Io no...
Forse tra un po', ma adesso i miei limiti di sopportazione
sotto molto bassi, quindi ti conviene aspettare - Le dissi io,
scherzando, anche se era la verità.
Già... Infatti hai fatto dormire Athos sul divano
perchè hai detto che si muoveva troppo - Mi rispose. Scusa, ma tu che ne sai, se lui
si muoveva troppo... Ora mi da anche della bugiarda, e poi vuoi esser
mia amica...
Guarda che è vero, faceva apposta ad appoggiare
i suoi piedi sopra la mia gamba. Sai quanto erano freddi! - Risposi io
arrabbiata.
Va bene non ti arrabbiare... Immagino che dolore siano i suoi piedi
freddi! - Mi disse lei ridendo. Ma
cosa ride. Mi vuole proprio prendere per il culo. E poi vuole essere
mia amica.
Senti da un forse amiche siamo passate a mai amiche! -
Esclamai io seccata.
Scusa, non pensavo che ti offendevi... - Mi disse lei, interrompendo il
sorriso da ebete che le se era formato sulla bocca.
Bene, allora la prossima volta, prima di parlarmi, pensa se stai per
dire una cosa intelligente o una stupidata - Dissi io alzandomi e
andando in un'altra stanza.
Allora è più scema di quanto penso! Io le ho
appena detto che i mei limiti di sopportazione sono bassi e lei si
mette a fare battute su di me! E io che la volevo aiutare a essere
sopportata da me!
Non vedo l'ora che Athos ritorni!
La sera all'incirca alle undici...
Che hai? - Mi domanda, dopo essersi steso sul letto accanto a me.
Niente, solo che mi annoia da morire a star qua tutto il giorno -
Risposi io accucciandomi sotto al suo braccio. Si, sto norendo dal sonno, per
me resraere a casa tutto il giorno senza far niente, con accanto a
quella è più stancante di mille duelli.
Ma guarda che ti potresti anche divertire, abbiamo fatto
apposta a lasciare a casa Costanza, almeno stavi con qualcuno - Mi
rispose, dandomi un bacio sulla fronte. Ok, come faccio a dirgli che
è la persona che mi sta più antipatica del mondo!
E poi, lo dovrebbe immaginare che noi non siamo amiche...
Bhè... Diciamo che noi non siamo proprio
amiche... Anzi, io non sono sua amica - Lo avvisai, a scatti.
Lo immaginavo, ma almeno ti sfogavi su di lei e non su di me - Disse
lui, sorridendo. Che
bastardo! Però è stato intelligente, e a fatto
bene.
Ah... Io l'ho sempre saputo che tra tuti tu eri il
più cattivo... Non ti preoccupare, anche tu avrai la tua
punizione - Risposi io ridendo e parlando sensualmente, per poi dargli
un piccolo bacio sulla bocca.
Non vedo l'ora di ricevere la mia punizione - Disse lui accarezzandomi,
la schiena, provocandomi un brivido. Ah che bello... Ma sarei un po'
stanca.
Senti Athos... Non te ne dispiacere, ma... - Mi bolcca
appoggiando il suo dito indice sulle mie labbra. Ci fu qualche secondo
di silenzio, senza parlare. Non ce n'era bisogno, si stava
così bene fissandoci, al calduccio, in silenzio.
Lo so che sei stanca - Mi sussurra lui, nell'orecchio.
Mi metto bene sotto le coperte e, come tutte le sere lui dorme
abbracciato a me, e io dentro le sue braccia. Che bella sensazione!
Buona notte - Gli dico a bassa voce.
Buona notte - Mi risponde lui, dandomi in ultimo bacio sulla fronte.
Sono questi i momenti
che mi fanno capire cosa avrei potuto perdere, solo per una cosa
così superficiale per i soldi, certo, aiutano la
felicità, ma non la completeranno mai se vivi essendo odiato
da tutto e da tutti.
Oh, mi stavo quasi per
dimenticare - Buona notte Luna -
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Un nuovo giorno ***
Al quinto mese di gravidanza...
Athos' POV
Ehi... Ti vuoi svegliare... Dai svegliati - Le dico io dolcemente,
chiamandola, e invitandosi a svegliarsi. Che bella che sei amore, te lo
direi sempre, in ogni secondo della giornata.
No, non mi voglio svegliare - Mi disse lei, mettendo la sua testa sotto
il cuscino. Mi dispiace,
ma oggi ti devi alzare presto.
Ti alzi se ti dico
che Christine ti ha preparato delle frittele... - Dissi io, ridendo. Almeno in questi mesi, le ho
trovato un punto debole.
Non so... Diciamo
che mi alarei anche se mi fossi rotta la gamba - Disse lei, alzandosi e
mettendosi una vestaglia addosso. Che
bella che è nella sua vestaglia roseaa. Ora voglio vedere come reagisce.
Sapevo che avresti
fatto così... Ora vado a chiamare anche gli altri per la
colazione - Dissi io,
aspettandomi già una bell risposta.
Athos, ti ho
già detto mille volte che devi lasciare in pace gli altri...
Solo perchè tu disturbi me, non significa che devi
disturbare anche loro - Rispose angelicamente.
Oggi hai cambiato scusa... E io come al solito invece, ti
farò mangiare due fritttelle in più - Dissi io,
aprendo la porta della nostra camera.
Ma io mangio per due, quindi posso, poi se ne rubo due a D'Artagnan e
Costanza, è un motivo in più per farlo - Disse
lei, facendo uno dei suoi soliti sguardi eccitanti.
Ma perchè ce l'hai tanto con loro due? -Le domandai io
sorridento,e entrando in sala da pranzo. Ora rispondà con
sincerità... Spero.
A dir la
verità, ci sono più motivi. Uno perchè
io ho veramente salvato la vita a Dartagnan, e lui sulla nave non ha
fatto niente per aiutarmi. Due, perchè Costanza mi da i
nervi con la sua aria angelica. E poi non ho mai sopportato l'arroganza
di Dartgan - Rispose lei, velocemente.
Ne sono sempre stato sicuro che non sopportavi il carattere di
Dartagnan - Le dissi io sorridendo. Alcune volte mi chiedo come
Milady possa amare esseri così diversi a lei. Se ad esempio
dobbiamo confrontare i nostri caratteri notiamo delle differenze molto
grosse. Io sono più buon, lei più cattivo, io
metto l'amicizia al primo posto, lei pensa prima di tutto a se stessa,
e moltissime altre cose. Anche se abbiamo in comune altre cose, come
l'odio per l'arroganza e la vanità e il silenzio. Esatto, il
silenzio ci accomuna tantissimo. Le prime volte che tentavo di parlare
con Milady, facevo molto fatica, perchè, essendo molto
timido e silenzioso, non riuscivo a trovare qualcosa che le poteva
interessare, e pensavo che qualsiasi cosa dicessi, non le interessava.
Ma con il passare del tempo mi resi conto che amava il puro e completo
silenzio, niente di più. Basta poco a rendere felice una
persona: un semplice e complice sorriso.
Già -
Disse lei, ingurgitando il cibo.
Letteralmente. Alcune volte non la riconosco più. Mi fa
venire in mente un aggettivo che non le direi mai, ma che in questo
momento lo dimostra perfettamente. Era molto Buffa.
Amore, potresti mangiare? - Le domandai io, divertito.
E cosa sto facendo - Disse lei, inghiottendo definitivamente il cibo. Che carina che è
quando fa la faccia innocente.
No, tu stai
ingerendo il cibo, che è diverso - Le dissi io, con un
piccolo sorriso. Ora la
farai arrabbiare Athos, complimenti, non potevi stare zitto.
E
allora? Non posso neanche mangiare come voglio! Ogni volta che faccio
qualcosa o te, o Costanza, o chiunque altro si prende il diritto di
dirmi ciò che posso o che non posso fare. Vi sembra una cosa
giusta? No, ma è quello che fanno ogni momento di ogni
giornata. E io non sto facendo questa scenata per gli ormoni o roba del
genere, ma solo perchè siete voi che mi rompete. E un altra
cosa, io non smetterò mia di ripetervi quanto voi... -
Esplose con tutta la sua furia, Milady. Mi dispiace tesoro, ti
ascolterei e ti darei ragione per ore, ma ora non abbiamo tempo.
Mi alzai anch'io e
le diedi velocemente un bacio, molto intenso e lungo.
Lei si staccò
da me e mi diede un piccolo schiaffo, ma una di quelli fatti con
affetto, quegli schiaffi che agli uomini piacciono tanto.
Ahi! Ma
perchè ogni volta che ti bacio mi dai un schiaffo? - Dissi
io, ridendo e abbracciandola dolcemente.
Perchè se no non c'è divertimento... Te l'ho
già detto mille volte. Disse lei, all'inizio sorridendo, ma
poi spegnandosi. Perchè
ogni cosa che diciamo ci fa venire in mente Venezia. Quella sera. Quei
baci, quegli sguardi, che si erano ofuscati nella mia mente da quella
sera, e che tutt'ora mi fanno tremare.
Come fai? - Mi
domandò, più seria che mai, e guardandomi con
occhi ghiacciati.
Come fai a fare cosa? - Chiesi io confuso.
Insomma... - Dissse lei, sospirando. Mi sedetti e le feci segno di
sedersi sopra di me, e dopo qualche secondo lei lo fece. La accocolai
in modo tale che il mio braccio riuscisse a circolare la sua schiena,
per far si che si sentisse più comoda e a sua agio.
Come fai a volermi ancora bene? A baciarmi... A coccolarmi... O
semplicemente a star vicino a me. Io non sarei mai riuscita a perdonare
una persona come me - Mi disse lei, piano e calmamente, fissandomi
semore con i suoi occhi verdi accesi.
Perchè ti amo. Sai, io ho provato ad odiarti, ma non ce l'ho
fatto. Ogni volta che pensavo a te, ti immaginavo che mi sorridevi,
quei sorrisi bellissimi che ti vengono quando sei felice e rilassata.
Come quello che ti è appena venuto sul volto - Le risposi
io, sorridendole e prendendole la mano. Per poi ammirare una dei suoi
meravigliosi sguardi.
Appoggiò la testa sul mio petto e mi confessò -
Ho paura -
Cos'è successo? - Domandai io, perdendo la mia calma. Io posso essere calmo,
misericordioso, comprenssivo... Ma non toccatemi Milady o vi spezzo
tutte le ossa.
Niente,
è questo che mi spaventa di più. Ho paura che
tutto questo possa finire, io non mi voglio illuddere, io non
sarò mai felice completamente, dev'esserci qualcosa che mi
rovina - Mi rispose lei. Questa
affermazione mi mise molta tristezza. Ho sempre saputo dela vita di
Milady, o almeno da quello che aveva detto. Non ha avuto una vita
bella, anzi, l'incontrario. E poi, le persone non nascono
così subito, ci vogliono dei potivi, affinchè una
persona diventi un'abile ladra, doppiogiochista e stratega. Nella sua
vita ha imparato una cosa, che in parte è vera, ma in parte
no. Lei, un giorno mi disse che sua madre, era morta, perchè
non avevano abbastanza cibo per sfamare sia lei, sia sua sorella, e
quindi la poca parte di cibo che trovava la dava a loro due. Poco tempo
dopo sia sua madre, sia sua sorella morirono, e lei scoprì
che la felicità in realtà non era altro che nei
soldi. Ma all'inizio lei desiderava i soldi, sono per vivere, come ogni
persona ne ha il diritto, finchè, i soldi e il potere non
divennero il suo unico obbiettivo.
Per te cos'è la felicità? - Le domandai io, dopo
la mia riflessione.
Noi... Io te e nostro figlio - Mi rispose lei, facendo scendere una
lacrima. Da quanto
tempo non la vedevo piangere, anzi, non so neanche se l'avevo mai vista
piangere.
Le asciugo le lacrima, e le do un piccolo bacio - Oggi non devi
piangere, ti porto in un bel posto -
E dove? - Mi domanda, facendomi un piccolo sorriso.
Oh, questa è una sorpresa! Tu ora ti vesti e io preparo
tutto - Le dico io facendole segno di alzarsi.
Va bene... - Disse lei alzando gli occhi anche se era felice.
Aspetta... Prima finisci di ingurgitare la frittella di Costanza - Le
dico io indicandola e sorridendole.
Ti amo tanto - Mi dice lei, risedendosi sulla sua sedia.
Anch'io, ma sbrigati - Le dico baciandole la fronte. Sarà proprio una
bella giornata... O almeno lo spero.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** In Carroza ***
Milady's POV
Ti ho già
detto mille volte di non guardare fuori dalla carrozza - Mi disse
Athos, fermando il mio viso. Che divertente che è irritarlo.
Va bene...
Però mi annoio a fissare davanti a me, Poi ho già
capito cosa vuoi fare - Gli risposi io, stufita.
E cosa vorrei
fare? - Mi disse lui, ridendo. Scommetto
che ha pensato a un doppio senso.
Non quello che
stai pensando. Mi vuoi portare in qualche posto a mangiare - Risposi io
sicura.
Il cibo sono
obbligato a portarlo, se no, dopo un'ora sono obbligato a tornare
indietro perchè hai fame- Rispose lui, con naturalezza. Come
ha osato?
Non
è per niente vero! Non è mai capitato e non
capirà mai! - Risposi io offesa, ma anche divertita da
questa scena.
Non
è mai capitato, ma, come ho già detto prima, dopo
un'ora hai fame, e quindi è sempre meglio prevenire... - Mi
rispose lui, dolcemente. Va
bene, per questa volta lo perdono. Sto diventando sempre più
buona, o meglio, sto diventando sempre più rammollita.
Io resto dell'idea che
hai torto te, ma non ho voglia di discutere quindi lascio perdere. Ma
una piccola domanda, gli altri sanno che siamo andati via? - Gli
domandai io, curiosa.
Si, li ho
avvertiti qualche giorno fa - Mi rispose lui.
Dopo mezzo
secondo la carrozza si fermò di scatto. Cazzo.
Per fortuna cadetti
sopra Athos che attutì il colpo. Spero
che lui non si sia fatto molto male.
Ti sei fatta male amore?
- Mi domanda, lui. Che
dolce, ogni volta che succede qualcosa pensa prima a me che a lui. Come
si fa a non amare un uomo così.
Io no, piuttosto tu stai
bene? Sono io che ti ho spiacicato - Risposi io ridendo.
No, non mi hai
fatto niente, poi mi piace tanto quando siamo così vicini -
Disse lui, sensualmente.Che
stupido che è quando fa così, anche se gli do
pienamente ragione.
Feci un respiro profondo
sorridendo, come se lo stessi rimproverando con il sospiro e mi rimisi
al mio posto. Dopo
qualche secondo feci una piccola smorfia e mi feci delle domande.
Perchè ci siamo fermati così bruscamente? Che
cos'era successo? Cosa c'era? O peggio, che c'era?
Vado a vedere che
succede - Disse Athos, interrompendo i miei pensieri.
No! - Esclamai
io. Non
voglio che se ne vada, non lo lascio andare.
Non ti preoccupare, non
sarà niente... - Tentò di tranquillizzarmi.
Athos, ormai non ci dovresti tentare, sai che io voglio fare qualcosa,
la faccio senza discussioni.
Allora se non
è niente vengo anch'io - Risposi io sicura.
Ti prego,
ascoltami per una volta - Mi dice lui, seriamente.
Lo guardai
anch'io per qualche secondo.
Lui scense dalla
carrozza e io mi misi più comoda con sguardo arresso e
offeso. Sguardo
che faccio molto raramente.
Furono i secondi
più stressanti della mia vita. Se fosse successo qualcosa ad
Athos sarebbe stata solo colpa mia. Io non voglio che tutto
finisca. Preferisco stare peggio, almeno non ho l'ansia che la
felicità finisca. Ti prego, se Tu esiste veramente, fai che
non succeda niente, per favore. Lo so che io non ho il diritto di
pregare, ma non sto pregando per me, ma per Athos, lui ha fatto tutto
per me, e lo sta facendo ancora e lo farà per sempre. Lui
è l'unico che mi ama veramente, incondizionatamente da
ciò che faccio o non faccio, e non lo voglio perdere, non
ora.
Ciao a tutti! Perdonatemi se ci
ho messo un pò, ma le ho avuto poco tempo per scrivere e
quindi ho aggiornato solo ora.
Sono davvero molto felice,
perchè finalmente (alleluia) ho avuto il mio primo/a seguace
"nice one jeans" e la mia prima recensione da "AlexisSlyterin". Grazie
<3
E a vi chiedo un piccolo
favore... Per favore. Potreste fare, se volte, se avete voglia, tempo,
ecc... Un piccola shot o fic su di loro, perchè io ormai, le
ho lette tutte e vorrei una storia "nuova" su di loro. Sempre se avete
voglia, se no fa niente. Mi rendereste davvero davvero molto felice!
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Un piccolo incidente ***
Sentii un "Ahia". Non
capii molto, anzi non ero neanche molto sicura se fosse questa la
parola pronunciata da Athos, però uscii dalla carrozza alla
velocità della luce e andai subito a vedere cos'era successo.
Ero
già pronta ad usare il mio coltello, ma mi bloccai subito
appena vidi meglio la scena.
Ma se sei
stupido - Si lamentò Athos. Che solievo.
Mi dispiace mio
signore, la prossima volta non... - Non fece a tempo a finire lui.
Se ci
sarà una prossima volta, Planchet! - Rispose Athos ancora
più arrabbiato. Povero,
certe volte mi fa pena.
Ma
cos'è successo? - Domadai io, facendo una faccia
interrogativa.
Mi dispiace, ma
siamo entrati in una buca, e ci metteremo un po di più - Mi
rispose Planchet.
Tu sei entrato
in una buca! - Esclamò Athos.
Dai Athos, stai
calmo, sarebbe potuto capitare a tutti... A proposito, qualcuno di voi
a detto "Ahia" ? - Chiesi, facendo tranquillizzare Athos.
Si, io. Lui mi
ha tirato un coppino - Mi rispose Planchet.
Athos! Non
voglio che ti prendi l'abitudine di picchiare qualcuno se sbaglia! -
Esclamai io, avvicinandomi a lui.
Ma lui
è solo Planchet... - Disse, facendo un sorrisino infastidito.
E allora? Lui
è pur sempre un umano, come noi - Lo difesi io. Certe volte mi sorprendo da sola.
Grazie Signora,
sa, lei in questo periodo è dacvvero molto gentile, anzi,
gentile è a dir poco, vorrei trovare delle parole adatte
alle emozione che lei riesce a tramettere a un pover... - Continuava a
parlare. Ok,
cancelliamo le mie ultime frasi. Non ti sopporto più,
Planchet!
Planchet, stai
zitto! - Esclamai io, stufita.
No, tu non
parlare. Ora voi trovate il modo di far uscire la ruota da questa buca,
e io mi faccio un giro di piacere qui in giro - Dissi io velocemente,
fermando Athos che stava già tentando di rinfacciarmi
ciò che è appena accaduto.
Athos dopo
qualche secondo disse - Va bene, ma non ti allontanare troppo! -. Che carino che è
quando fa il protettivo.
Si, mamma - Gli
risposi io, sorridendo.
Lui fece un piccola
risata e si girò, per cercare, insieme a Planchet di
rimediare al piccolo incidente.
Camminai un po' in giro,
pensando a tutto ciò che era successo negli ultimi mesi, e
arrivai a parecchi conclusioni.
Mi accorsi quanto Athos
ha sofferto per me.
Sinceramente, io mi sono
sentita malissimo quando le guardi del Cardinale e di Buckingham mi
volevano uccidere. Del Cardinale non mi interessa, non c'è
mai stato feeling tra noi, anche se fingiavamo entrambi di si. Invece
di Buckingham mi interessa, lui era... Simpatico. Ammetto di aver avuto
una piccola simpatia per lui, ma non era niente. E quindi, se io ho
avuto la sensazione di cadere nel vuoto, quando loro mi hanno tradito,
figuriamoci Athos che mi Amava letteralmente, e mi ama ancora.
Arrivai anche a
una seconda conclusione, un po' meno profonda della prima, ma comunque
molto triste: sto diventando una balena!
Ogni giorno che passa mi
sembra di confiarmi sempre più. Certo in parte sono felice,
ma so che dovrò fare anche un bel po' di allenamento per
ritornare alla forma perfetta di prima. Forse mi basterebbe fare un po'
più di movimento, e io lo farei, ma dopo cinque minuti di
camminata mi stanco già. Infatti ora sono qui, seduta su una
roccia ad aspettare che il mio amore mi chiami. Mi auto odio quando
dico la parola amore.
Milady abbiamo
tolto... la ruota... Ora possiamo ripartire... - Mi avviso Planchet,
che prima di venire da me aveva fatto una breve corsa, che per lui
corrispondeva a tre ore.
Perfetto
Planchet - Risposi io, alzandomi e camminando. So già che Athos ha
fatto apposta a farlo venir qui correndo, e quindi, tanto per ridere
ancora, io faccio la stessa cosa.
Planchet, sai ,
sei molto bravo a correre, che ne diresti di fare una piccola ccorsetta
ancora. Visto che prima ti ho difeso, cosa che una signora non dovrebbe
fare - Gli dissi io, non contenendo il sorriso.
Lui mi
guardò per poco tempo, fece un respiro profondo e disse-
Solo perchè la rispetto e perchè sono un
cavaliere - Mi rispose, già stanco.
Graie mille -
Risposi io divertita. Adoro prendere per il culo quell'uomo.
Man mano che
camminavo riuscivo sempre di più a vedere Athos. Era vicino alla carrozza che
rideva, osservando il povero Planchet che correva disperato e
dolorante. Lo ammeto, mi sta incominciando a far pensa Planchet, solo
che mi piace troppo vedere il mio amore ridere così di gusto.
Dopo qualche
minuti li raggiunsi anch'io.
Saliti sulla
carrozza incominciammo una piccola discussione.
Ma
perchè ce l'hai tanto con Planchet? - Gli chiesi io
sorridendo.
Disse quella che
lo ha fotto correre una seconda volta. Comunque mi sta antipatico per
il suo carattere, lo vede più come una mosca fastidiosa che
come una persona - Mi rispose lui seriamente.
Ah... Che
cattivo che sei! - Esclamai io divertita.
Non parlare
più prima che incominciamo ad offenderci veramente! - Disse
lui, ridendo.
Durante il viaggio ci
siamo fermati ben cinque volte!
Tre per tre buchi. Maledetto Planchet! Non riesce
ad evitarne nemmeno uno!
Una per sfamarci e
rilassarci un po'.
E un'altra per prendere
altro cibo.
Ormai si stava
facendo buio e noi eravamo ancora su quella carrozza. Non ce la facevo più!
Athos, ma dove
stiamo andando? Dall'altra parte del mondo? - Domandai io stanca.
No, saremo
dovuti arrivare oggi pomeriggio, ma se Planchet continua a centrare
ogni buca non arriveremo più - Mi rispose lui infastidito.
Mentre lui
parlava io continuavo a sbadigliare e sbadigliare.
Athos' POV
Povera, le dovevo far
fare un viaggio di piacere, invece è stravolta. Era meglio
se non ci muovevamo neanche.
Vieni qui - Le
dissi io, facendole un piccolo sorriso per convirgerla.
Fece un respiro
e si sedette accanto a me.
Mi posso
accucciare? - Mi domandò lei, con occhi da cane bastonato.
Quantè carina quando fa così. E' una cosa più unica
che rara vedere Milady De Winter stanca.
Certo, ti ho
chiamata per questo - Le risposi alzando il braccio e facendole
più spazio.
Lei si mise
comoda e mi disse - Buona notte -
Notte anche a te
amore mio - Le risposi dandole un bace sulla testa, come faccio tutte
le sere.
Ciao a tutti! Vi avviso che tra
qualche capitolo arriverà il lieto evento! Secondo voi
è un maschietto o una femminuccia? Come si
chiamerà? Io il nome l'ho già scelto, ma accetto
consigli! Se sarete così gentili da recensire potreste
rispondere a queste picccole domande, o se proprio non volete, potreste
madrmele come messaggio personale.
Grazie tante della lettura!
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Calais ***
Ehi,
svegliati, su dai, non fare storie - Dissi io, accarezzandole il viso,
e giocando con i suoi bellissimi riccioli rossi.
Dai che siamo arrivati - Esclamai io, tentando di convincerla.
Va bene... - Mugulò lei, poco convinta, ma riuscendo
ugualmente ad alzarsi.
Ora mi dici dove siamo? - Mi domandò lei, facendo un piccolo
sorriso.
Siamo a Calais - Le rispondo io.
Ora voglio proprio vedere che faccia fa.
Milady's POV
Riesco a sentire il mio cuore
che batte più velocemente e l'impallidire della mia pelle,
già bianchea.
Ho bellissimi ricordi di questo
posto, ma anche notti insonnie, pensando a ciò che facevo, e
che sopratutto, non facevo. Passavo notti a reprimere i miei setimenti,
a non ascoltare il mio cuore, ma ad ascoltare la mia mente, che mi
diceva di andare avanti normalmente e ignorare il mio cuore. Ma non ce
la facevo. Ogni volta che pensavo con il cuore, la mia mente lo
contraddiceva e viceversa.
E poi, giunta qui, feci l'ultima
cosa ce mi potevo permettere di fare. Io lo dovevo fare, ma il problema
era che io facevo tutto con il cuore, la mia mente non comandava
più il mio corpo. Mi succedeva, e mi succede ancora. Quando
sto con Athos, le mie emozioni e i miei sentimenti prendono il comando
rispetto alla mia mente.
Ma quel giorno, è
stato quasi più pesante di quando l'ho dovuto abbandonare.
Era più o meno lo
stesso scenario di Venezia. Ognuno di noi aveva un compito ben preciso.
Io dovevo semplicemente sedurre delle guardie, Porthos, come al solito
doveva farsi catturare, Aramis doveva uccidere alcune guardie e
riuscire ad irrompere per primo nell'edificio, per poi far entrare
anche Athos, che, stranamente, non doeva far nulla di particolare,
apparte tenere la chiave che serviva per entrare nel nascondiglio dove
era contenuta una pergamena che mostrava delle nuove armi da fuoco, che
i nostri confinanti ci avevano rubato poco tempo fa.
Io e Athos non eravamo
neanch'ora fidanzati, ne ancora baciati, però devo ammettere
che mi è sempre piaciuta la sua presenza. Lui è
un bell'uomo, educato, modesto, gentile, come poteva non piacermi
almeno un pochino. Io gli piacevo già, lo sapevo, mi
guardava molto stranamente, e cercava sempre di iniziare un discorso
con me, ma alla fine tutti e due non sapevamo più cosa dirci
e chiudavamo subito la piccola discussione.
Il colpo era andato benissimo,
eravamo tutti molto felici. Però fu anche una delle rare
volte in cui non siamo scappati ridendo e festeggiando,
perchè ci inseguirono per tanto tempo, e man mano che
correvamo il nuomero delle guardie diminuiva. Non era nostro solito
scappare, ma visto che noi conosciavamo molto bene quel posto, sapevamo
che se ci fermavamo sarebbero arrivate moltissime guardie in meno di
pochi secondi.
Quando ormai erano solo un dieci
guardie che ci inseguivano, il nostro gruppetto si divise di nuovo, ma
stavolta eravamo divisi a coppie, cosa che non accadeva quasi mai.
Anzi, era la prima volta che capitava. Ovviamente io ero insieme Athos.
E fu lì che tutto cambiò, grazie a quel momento
è nato tutto.
Le guardie ci inseguivano da un
po, e nessuno ce la faceva più. Athos sparò un
paio di colpi ma ne colpì solo uno. A un certo punto,
accelerrammo e notammo un carretto che trasportava della paglia, e
velocemente ci siamo tuffati all'interno. Pensavo che ci avrebbero
trovati subito, ma non ci notarono e continuarono la loro strada,
inseguendo il niente. Io e Athos siamo rimasti muti trattenendo il
respiro per qualche secondo, ma nessuno dei due è riuscito a
trattenere la risata che partì contemporaneamente.
Poi ci fu la classica scena
romantica, in cui tutti e due abbiamo smesso di ridere, ci siamo
guardati per qualche secondo, e poi... Un piccolo bacio che diventava
sempre pià convinto e desideroso di non fermarsi
più. Ma dopo pochi secondi ci staccammo entrambi, ci
fissammo di nuovo, ma fummo interrotti dall'arrivo di Porthos e Aramis.
Fu la prima volta in cui io provai veramente una fortissima emozione
nel baciare qualcuno. Non ho mai creduto nell'Amore, ma dopo quel bacio
capii veramente che l'Amore non era solo una parola, come molti dicono.
Tesoro,
stai bene? - Mi domanda Athos, ponendo fine al mio ricordo.
Si, sono molto felice che mi hai portato qui - Gli rispondo io, facendo
un sorriso, per riassicurarlo, ma rassicurando anche me.
Tutto sommato sono molto
felice di aver raggionto questa città, questa è
quasi più importante di Parigi per noi, qui noi ci siamo
dati il nostro primo bacio, un'emozione che rimmarà
sempre nel mio cuore e che non dimenticherò mai.
Spero tanto che vi sia piaciuto
il mio capitolo, vi chiedo scusa per l'idea poco fantasiosa del piano
di Calais, ma non mi veniva in mente nessun piano geniale, quindi
accontantatevi, Se volete lasciate una piccola recensione. Ringrazio
ancora Giulia Kay, che ha scritto una nuova fic, grazie al mio
rompimento nei suoi confronti, ma ne valeva la pena. Detto
ciò vi saluto e al prossimo capitolo.
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Sono cambiata ***
Camminammo
per le vie di quella città per qualche ora. Fu abbastanza stancante, ma
anche molto divertente. Era una città non molto ricca, ma le
botteghe erano davvero molto carine.
Poi succedette una cosa
che non mi aspettavo proprio da me, io sono stata una brava persona, ma
la mia innocenza se ne andò nella mia fanciullezza, ma
quando vidi quella scena mi si scolse il cuore.
Ovviamente,
dopo due ore di camminata, mi venne moltissima fame, quindi Athos
andò a prendermi un dolcetto in un negozio. Mentre aspettavo
fuori, vidi un bambino intorno ai cinque anni. Era vestito con abiti
poveri, tutti sporchi da polvere e fango. Era seduto per terra, con le
lacrime agli occhi. Povero,
chissà che gli è successo.
Mi abbassai all'altezza del bambino e gli chiesi - Piccolo,
perchè piangi? - Lui mi guardava, con i suoi grandi occhioni
neri spaventati e timidi.
Non devi aver paura di me. Non c'è la tua mamma? - Domandai
io, poi. Forse era
meglio se questa domanda la facevo. Guardando quel bambino mi venne in
mente, quando avevo perso la mia mamma, era spaventata e osservavo il
mondo che andava avanti, mentre io ero ferma, senza più
forze per continuare a vivere, con il solo desiderio di stare con la
mia mamma.
Il bambino
all'inizio era un po' spaventato, ma dopo qualche secondo
parlò - La mamma mi ha detto che doveva pagare un debito con
dei signori e di rimanere fuori casa mentre parlava con loro - Mi
rispose lui, terrorizzato.
E sai anche quanti soldi deve dare a quei signori? - Chiesi io, con le
lacrime agli occhi.
Faccio fatica ad ammetterlo, ma quel bambino mi sta facendo iniziare a
piangere.
Si, forse trenta
soldi - Mi rispose un po insicuro.
Estrassi velocemente dal mio vestito un borsellino. Nel mio vestito si posso trovare
moltissimi oggetti.
Tieni, corri veloce da tua mamma e dagli questi - Gli raccomandai io,
aprendo la sua manina e mettendogli in mano i soldi, per poi
richiuderla.
Grazie, signora - Disse lui, facendomi un piccolo sorriso e correndo
via.
Lentamente mi rialzai e continuai a guardare quel bambino, che piano
piano scompariva in una piccola casetta.
Pian piano sul mio volto si dipinse un lieve e sorriso, non era un
sorriso di gioia, ma uno di quelli che fai, per trattenere il dolore
dei ricordi più pesanti della tua vita.
Dopo
una decina di secondi arrivò Athos, che mi mise il baccio
intorno alla spalla e mi porse il mio dolcetto.
Tieni principessa - Mi disse lui, scherzando.
Come siamo gentili oggi... - Dissi io, prendendo il mio dolce.
Esatto, ho visto tutta la scena - Disse lui, sorridendo.
Ah... Lo so, che avevamo detto che se spenavamo dei soldi dovevamo
farlo se eravamo entrambi daccordo, ma quel bambino mi ha fatto una
grandissima pena. Non riuscivo a bloccarmi - Mi giustificai io.
Ma non hai niente da giustificare, mi è piaciuto vederti
così gentile con quel bambino. Poi sei anche scusata,
perchè si sa che le donne incinta sono molto più
sensibili del solito - Mi rispose lui.
Io non sono sensibile, solo che mi ha fatto pena quel bambino - Risposi
io offesa, anche se in realtà non lo ero.
Va bene, va bene... Io ti faccio un complimento e te lo prendi come
un'offesa... - Disse lui, ridendo.
Amore, ma tu lo sai già come sono fatta io... E poi tra noi
due il più associale sei tu... Lo dicono anche gli altri
moschettieri - Risposi io, sorridendo vittoriosa.
Non è per niente vero! Io sono una perosna sociale,
simpatica,... - Disse lui, scherzando e facendo un elenco di
caratteristiche, che non lo rappresentavano per niente.
La sera, dopo aver mangiato, partimmo per raggiungere Parigi, sperando
che questa volta, Planchet, non commettesse errori stupidi.
Ti sei divertita oggi? - Mi domandò Athos, appena seduti
sulla carrozza.
Si, non mi ricordavo quanto fosse carina questa città.
Però di una cosa mi dispiace un po... - Risposi io.
Del bambino? Non ti proccupare, verdai che grazie al tuo aiuto avranno
pagato il debito definitivvamente - Mi rispose lui.
Non è per quello... Sta mattina Constanza e Dartagnan hanno
mangiato tutta la loro porzione, e forse anche di più... -
Dissi , all'inizio seria, ma non riuscendo più a contenere
il sorriso finale.
Athos fece un sospiro e fece un sorriso divertito, per poi dire - Non
ti preoccupare, che domani te le faccio mangiare tutte le loro porzioni
-
Grazie, allora non vedo l'ora che sia domani - Risposi io, divertita.
Dopo
un'oretta mi spostai vicino ad Athos e gli dissi - Buona notte -
Notte Amore - Mi rispose lui, dandomi un bacio sulla fronte, come tutte
le sere.
Che bella che
è la mia vita, è questo che io desidero, amici
famiglia e soldi, ma dopo la mia rinascita (*) non è
più il mio primo principio. Non sarò
più come prima, non voglio più rovinare la mia
vita per una cosa così superficiale come il denaro. Ora il
mio vero tesoro si trova qui, con me, e anche dentro di me.
Dopo questo
piccolopensiero presi la mano di Athos e, dopo averla strinta alla mia,
la appoggiai dolcemente sulla mia pancia, continuando ad accarezzarla,
finche non mi addormentai del tutto.
(*) = Ho paragonato la sua
sopravvivenza dalla caduta nella Manica a una rinascita.
Spero che vi sia piaciuto, e per
non dire sempre le stesse cose, finisco qui il mio discorsetto finale e
vi saluto a tutti.
Un bacio.
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** La F maiuscola ***
Avvisi:
1) I puntini stanno per
le grida e i versi di dolore.
Dopo tre mesi...
Athos' POV
Allora, calmati, dobbiamo solo fare quella cosa che abbiamo provato
innumerevoli volte! Ce la possiamo fare! - Esclamai io, agitatissimo. Calmati Athos, sapevi che questo
giorno sarebbe arrivato, ti sei esercitato, più per te, che
per Milady, ora ce la puoi fare.
Come faccio a
calmarmi... Il dottore non arriva... E questo bambino non fa altro che
spingere... - Gridò Milady, facendi piccoli intervalli, per
emanare versi di dolore. Amore
mi dispiace vederti così sofferente, ma devi resistere.
So che non potrò mai
capire quanto dolore sta provando in questo momento, ma da come mi
tiene, o meglio, mi stritola la mano, sarà davvero
tantisssimo.
Si rilassi signora,
sono sicura che il dottore arriverà a momenti - Disse Kitty,
la nostra unica serva donna. Era
meglio se Kitty non parlava.
... Kitty potrei
dirti cose cattive... Quindi stai zitta... - Dissi Milady, mostrandosi
infuriata. Pensavo
peggio.
Siamo arrivati! -
Esclamò Aramis, stanco e con il fiatone.
Perchè sei così stanco? Sembra che hai corso -
Dissi io.
Si, i cavalli della carrozza si sono sentiti male improvvisamente, e
quindi abbiamo corso fino a qui - Rispose il dottore.
Scusa, potremo far nascere questo bambino! - Esclamò Milady,
seccata.
Subito signora, ora spinga forte e respiri profondamente - Disse il
dottore, avvicinandosi a lei.
Non mi ero accorto di
quanto stesse sudando. Anche su le mani si intravedevono delle piccole
goccioline che colavano.
Dopo tre ore...
Dai che riesco a intravedere la testa! Spinga ancora un pochino! -
Disse il medico, dando speranza a Milady, che ormai non aveva neanche
più la forza di gridare.
Dai amore che ce la stai facendo! - La convinsi io.
Milady spinse con tutta la sua forza per qualche paia di volte,
finchè il bambino non uscì.
Milady's POV
Alleluia! Finalmente ce l'ho
fatta! Non ho mai sopportato un dolore così immenso, per un
secondo pensai quasi di non farcela più! Ma ora sono qui,
con Athos e il nostro bambino, il nostro bellissimo bambino!
Che sta piangendo con una voce molto angelica...
Eccola - mi disse il dottore dandomela. Allora è una femmina,
grazie Dio, lo speravo tanto! Lo so che io non mi merito un regalo
simile, ma forse non è un regalo per me, ma per gli altri,
me l'hanno detto tutti che io, da quando sono incinta sono gentile, ma
ora sono ritornata!
Scusa,
probabilmente tu volevi un maschio - Gli dico, prendendola e facendo
una faccia delusa. Io
ero felicissima di aver avuto una bambina, solo che si sa che gli
uomini preferirebbero avere un maschietto rispetto alla femminuccia.
Per niente, speravo
che nascesse una femmina, almeno da grande sarà
bella come te - Mi rispose lui. Come
fa a dire sempre la cosa giusta la momento giusto, io non ce la farei
neanche impegnandomi!
Grazie amore - Dissi io, dandogli un leggero bacio e
porgendogli la bambina.
Athos'
POV
Non ci posso credere, a volte mi
sembra tutto un bellissimo sogno, e la mia paura più grande
è che tra poco qualcuno mi svegli! Non mi sarei mai
aspettato che io e Milady potessimo formare una famiglia. Mai. Ma
è successo, ed anche infretta! Sono felicissimo che sia nata
la nostra bambina... Non l'ho mai detto a nessuno ma preferisco le
femmine ai maschi, anche se anche loro hanno i loro pro e contro. Poi,
adesso, Milady, almeno per amor di propria figlia non ci
abbandonerà.
Ciao piccola, lo sai che sei bellissima... Shhh ecco brava, non
piangere - Le sussurai io, cullandola. Rivolsi il mio sguardo a Milady,
che stava lacrimando... Stavo per fermare le sue lacrime, quando mi
accorsi che anch'io stavo lacrimando, è da una vita che non
piango. Quando Milady mi lasciò, Porthos e ramis
continuavano a dirmi che la cosa migliore da fare era sfogarsi con un
bel pianto... Ma il problema era che non riuscivo a piangere, affogavo
tutto il mio dolore nell'alcool, mi faceva dimenticare, anche se il
dolore non si cancellava
Ecco il momento in
cui i 'duri ' si commuovono - Disse il dottore, anticipando
una piccola risata.
Scusi, noi l'abbiamo già pagata, perchè non se ne
va!E grazie per aver fatto nascere nostra figlia - Dissi io seccato. Lo so di aver un caratteraccio!
Grazie a voi,
arrivederci - Ci salutò il medico, senza dar peso alla
questione.
Scusate
se ci intromettiamo... Ma possiamo vedere la bambina? -
Entrò Dartagnan.
Certo - Risposi io, facendogli segno di entrare.
Passamo tutto il resto della serata a guardare la bambina. La cosa
più bella era quando dormiva, sembrava un piccolo angelo,
appena sceso dal cielo. Semplicemente Meravigliosa! Non ci credo
neancora! Ora io e Milady abbiamo una famiglia, una Famiglia con la F
maiuscola!
Sono ritornata, perdonate il mio
pigrismo, ma sono stata piuttosto presa in questo ultimo periodo, e
quindi penso che posterò capitoli più lentamente!
Non pensate che sia finita qui la fanfiction, Io non sono come Paul,
che prima di finire un film interamente ci mette minimo tre capitoli.
Se volete darmi un consiglio sul nome della bambina, ditemi pure! Ne
sarei MOLTO FELICE!! Grazie mille a chi legge!
Anel
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Nome ***
Mi dispiace
informarvi che questo sarè l'ultimo capitolo, ma non
preoccupatevi che ho già in mente un'altra fanfiction, solo
che noin sarà il continuo di questa.
P.S.= Non sono
sicura che la farò, devo aver voglia e tempo.
Un giorno dopo...
Lo so che abbiamo avuto nove
mesi per pensarci e deciderci, ma ogni volta che provavamo finivamo
sempre per litigare, e quindi ogni volta i miei amici cercavano di
cambiar discorso, per non far agitare troppo ne Milady ne me.
Ma ora siamo costretti a
prendere una decisione, la bambina è nata e dovrà
pur aver un nome!
Potremo fare dei bigliettini e il primo nome che uscirà
sarà quello della bambina? - Propose Porthos spazientito. Mi fanno pena, Milady li sta
distruggwndo uno per uno, l' unico che fin'ora non ha aperto bocca
è Aramis, e lo conosco abbastanza bene da capireche tra un
po gli verrà un idea che piacerà a tutti!
Questa è
l'idea più stupida che io abbia mai senito! Il nome di mia
figlia non sarà scelto dalla sorte! - Tuonò
Milady. Non era un
periodo buono per farla arrabbiare, la bambina non faceva altro che
piangere e piangere, specialmente di notte! Il che non ci faceva
dormire pure noi, specialmente Milady, a cui toccava consolarla e
calmarla in tutte le maniere possibili e a tutte le ore.
Allora decidetevi,
è da un'ora che siamo seduti su questo tavolo! - Disse
Dartagnan esasperato e stufo.
Non gridare che la bambina si è addormentata e dorme da
più di un'ora! E nessuno ti obbliga a star qui! - Rispose la
donna, secca.
Potremo darle due nomi, uno te e uno Athos - Disse calmo Aramis, che
sembrava non aver seguito il discorso. Adoro Aramis in questi momenti!
Idea fantastica,
spero che anche Milady sia d'accordo con la tua poroposta... - Dissi io
con un sorriso iniziale, per poi spegnerlo.
Va bene... Sono abbastanza d'accordo, ma non del tutto - Rispose lei
pensierosa. Finalmente!
Ci abbiamo messo nove mesi per trovare un'idea decente, ma come se
dice, meglio tardi che mai!
Allora, tu che
consigli? - Domandai io, rivolgendomi a Milady.
Io consiglio i soliti nomi, cioè Anne, Annie, Marie o
Angèlique - Rispose Mialdy, e come sempre notai un velo di
sofferenza mentre nominava quei nomi, specialmente l'ultimo. Io non l'ho mai sforzata nel
raccontarmi la sua storia, ma nei suoi comportamenti e da qualche
piccola informazione capii che moltro probabilmente, il nome di
suamadre era poropio Angèlique. Sarei molto felice se lei
potesse darle questo nome, ma anch'io dovrei dedicare il nome che ho
scelto a una persona molto importante per me: mia sorella.
Non l'ho mai detto a nessuno, ma
io, ho avuto una sorella, ma pultroppo morì di malattia
quando avevamo all'incirca nove anni. Fu un grande shock per tutti,
specialmente per mia madre, che era accatissima a Janette. Da quando
Janette morì non vidi mai più un sorrriso sul
viso di mia madre, era sempre triste, e per un bambino questa
è una dele cose più traumatiche. Ho sempre fatto
di tutto e di più per remderla felice e orgogliosa di me, ma
non ce la feci mai. Finché lei non morì di crepa
cuore, ma per fortuna quando avevo quasi sedicanni, se fossi stato
più piccolo non avrei sopportato tutto ciò.
Quando penso alla mia storia mi viene da star male, sento una grande
fitta nel cuore che mi trafigge il petto, ma non è un dolore
esterno, ma interno al mio cuore, un dolore indistruttibile. Penso
anche che rispetto a Milady io sono stata fortunato, io ho avuto un
padre che è morto di vecchiaia, mi ricordo bene mia madre,
non sono mai stato povero, ho potguto fare scelte e crescere come un
bambino normale, d'altronde, è molto semplice perdere
famigliari per la scarsità di cibo e acqua. Io adoro sia il
nostro Re sia la nostra Regina, ma penso che tutti quelli che vivano a
corte, vivino troppo nel lusso, mentre fuori la gente muore ogni
giorno. Ed è meglio non pensare al papa, ai cardinali o
qualsiasi uomo di chiesa abbastanza importante... Sono tutti corrotti e
inggannati del dio del denaro!
Io invece direi
Jane, Joan o Janette - Dissi anch'io. Dopo qualche secondo mi accorsi
che pure io, nel pronunciare l'ultimo nome, ho parlato con sofferenza.
Spero che nessuno se ne sia accorto, anche se, sia io sia Milady stiamo
tenendo gli occhi bassi, per non incrociare il nostro sguardo con
quello di Aramis.
Bene... Allora vi
va bene Angèlique Janette? - Chiese Aramis, scrutandoci, ma
mantenendo la sua serietà. Ammetto che mi mette a disagio
qunado è così serio.
Si - No - Dissimo
io e Milady contemporaneamente. Perchè
non le andava bene? A me sembra un'idea perfetta.
Perchè
no? - Domandai io a Milady che stava sulla difensiva.
Perchè non mi piace, non ha musicalità! Io voglio
che il nome di mia figlia sia bello, e non mi piacciono questi due nomi
accostati vicini - Rispose lei convinta.
Cosa! E adesso che abbiamo una bella idea, te la bocci
perchè i due nomi non hanno musicalità posti
vicini! - Gridò Dartagnan.
Si sentì di nuovo il
pianto della nostra piccola che, grazie a Dartagan si sveglio. Mi
mancherà Dartagnan quando Milady lo ucciderà per
esaurimento...
Milady non parlo.
Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi per qualche secondo e,
mantenendo la calma esordì - Ascoltami bene Dartagnan,
questa è la prima volta e ti perdono, ma la prossima, ti
giuro che ti faccio veramente molto male -. Mi dispiace per Dartagnan, ma,
dopo che è stata svegli tutta la notte, questa è
davvero uno reazione molto calma e razionale. Strano...
Milady, se ne
andò dalla nostra bambina, che si trovava al piano di sopra,
limitandosi a sbuffare e a blaterale alcune parole di lamentela.
Milady non cenò e non scese cin noi, io provai a convincerla
a stare un po con noi, ma, non mi fece nemmeno entrare in camera, per
cui lasciai stare.
Ora però devo
entrare, mi dispiace per lei, ma comincio ad essere un po stanco e a
sentire la mancanza del letto, anche se non riuscirò a
dormire, vicino al nostro piccola angelo urlante.
Apii un po la porta
e mi fermai a guardare le mie donne preferite. Quant'erano belle. Mi piaceva
vedere Milady mentre coccolava nostra figlia, seduta su una poltrona.
Sorrisi lievemente, e per sbaglio movetti la lievemente la porta,
facendo capire a Milady la mia presenza. Stavo ancora sorridendo come
un ebete, e la donna, alla mia vista, non potè far altro che
sorridere anche lei.
Posso entrare? -
Domandai, ricordandomi le scene precedenti.
Si, certo. E mi dispiace per prima, non ero arrabbiata, solo nervosa...
Con la gravidanza e con le notti in bianco, sono un pochino stralunata
- Disse lei calma e sorridendo.
Siete bellissime - Dissi io, ignorando le sue parole. Perchè l'ho detto?
Non che l'abbia offesa, anzi... Solo che io lìho solo
pensato. di solito non dico ad altra voce quello che penso.
Grazie - Disse lei,
alzandosi e dandomi la mano. Appoggiò la nostra bambina
nella sua culla e poi mi abbraccio, non fu un vera abbraccio, ma uno
come quando balli dei lenti, in modo tale da poter conversare
liberamente, mantenendo il contatto visivo.
Senti... Io in tutto questo tempo ho pensato ad un nome possibile da
dare a nostra figlia, e visto che tu volevi chiamarla Janette e io
invece, Angèlique... Sono arrivata alla conclusione di
chiamarla Jacqueline, lo so che può sembrare un'idea
abbastanza stupida, ma se noti bene, Angèlique e Janette, se
li metti insieme formano Jacqueline - Disse lei, speranziosa e
dubbiosa. Una parola:
Geniale. Come fa sempre ad avere delle idee così stupende.
Trovo che sia
un'idea bellissima, e adoro questo nome - Dissi io, entusiasta.
Athos, grazie - Mi disse lei, sorridendo debolmente.
Grazie di che? - Domandai io. La
amo ancora di più quand'è così dolce
ed indifesa.
Di esistere... Se
non ci fossi stato tu io non mi sarei innamorata e farei ancora la
schifosa vita di un tempo. E grazie anche di amarmi talmente tanto da
perdonarmi sempre, salvarmi, e sorridermi sempre, di darmi conforto e
di aver scelto di fare una bellissima bambina con me - Disse lei, con
gli occhi lucidi.
La baciai dolcemente, come se le stessi raccontanto in mille parole
quanto le voglio bene e quanto la amo.
Ora tutto era perfetto, me, Milady e Jacqueline, un unica famiglia,
senza più intrighi e delusioni, ora eravamo una famiglia:
una cosa sola.
Arrivederci, e
ringrazio tutti!!! In particolare Giulia Key, che mi ha suggerito il
nome e che mi ha recensito un po di volte. Nice on james che segue la
mia fic e anche AlexisSlyterin che mi ha recensita una volta. Un grazie
mille a tutti!!!
Anel
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2154933
|