Quando trovi il tuo senso

di IntoTheStorm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo. ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo. ***


Primo Image and video hosting by TinyPic                                                                                             PRIMO CAPITOLO





La mia mano non riesce più a reggere la testa che , dopo 3 ore di letteratura latina, è diventata troppo pesante. Non mi sono mossa neanche una volta, eccetto per i vari sbadigli che mostravo alla professoressa durante le sue spiegazioni. Oddio, ho sempre amato il latino ma ciò che non va è la stridula e squillante voce della Rondine, la professoressa dai capelli arruffati e le labbra strette e rosse. Stiamo affrontando Catullo e le sue poesie per Lesbia come Odi et Amo. Per la professoressa questa poesia rappresenta la cultura, per noi alunni soltanto un'altro compito da tradurre, analizzare e tutte le cose che seguono, significa un'altro pomeriggio rinchiusi in casa sommersi da appunti e da libri, e significa digerire caffé, tanto caffé, troppo caffé.
La campanella che segna la ricreazione miracolosamente ci salva pure oggi e tutti i miei compagni come topi si allontanano dalla classe quasi correndo. La professoressa sogghigna ed io mostro un verso disdegnoso. Lei e i suoi pari c'hanno sempre provato piacere a farci morire dentro un aula soffocante, stretta e sporca. Più di una volta ci siamo lamentati delle condizioni penose della scuola durante le assemblee ma i rappresentanti non hanno mai ascoltato i nostri problemi perché far parte dei beniamini dei professori è decisamente più comodo. In questo inferno però sono riuscita a trovare il mio angolo di paradiso: Emma e Nadia, le mie due migliori amiche, sono completamente diverse tra di loro ma si vogliono bene come sorelle ed io completo questo trio (im)perfetto. Emma è la bad-ass del gruppo, la festaiola, la ragazza piena di vita ma che in fondo nasconde un lato sensibile e debole. Nadia è la classica nerd che non pensa ad altro che a studiare, non ha tempo per stare al passo con la moda e non ha tempo per gli animali, comunemente chiamati maschi. E' tutto ciò che Emma non è ma rappresenta la metà di me. Io sono un ibrido, sono stata influenzata da entrambe. Mi piace andare alle feste come mi piace andare bene a scuola. Amo la moda e vestirmi bene quanto amo stare in pigiama e ciabatte. Soltanto una cosa mi distingue dalle due: sono innamorata di un solo ragazzo da tre anni. Emma, invece, ha il cuore aperto al primo ragazzo che le rivolge la parola mentre Nadia, come ho già spiegato, è chiusa a tutti. Peccato per lei, è molto carina come ragazza.
Presa dai miei pensieri, Emma mi prende la mano e mi tira fuori dall'aula.
- Perché mi tiri? Ma sei scema? - Le urlo contro. Lei mi guarda complice e sorride. D'un tratto si ferma e mi indica un punto del corridoio. Mi viene un groppo alla gola e le abbasso ferocemente il braccio. Rossa come il fuoco, la guardo malissimo. - Mi poteva scoprire! - le sussurro.
- Sei proprio paranoica, Racky - mi risponde scuotendo la testa. - Voglio solo che una volta per tutte, vai da lui e gli dici quello che provi! -
- Ma ti sei rincoglionita oggi o è una cosa in progresso già da tempo? - tengo gli occhi sbarrati - Lui neanche mi conosce! Sarebbe proprio ridicolo -
- Per quanto la cosa mi risulti strana, devo dare ragione ad Emma - Nadia s'intromette nella discussione - Non puoi passare altri due anni con questo amore tormentato -
- Siete voi che mi tormentate - così dicendo, mi avvicino a passo svelto alla classe. Emma mi tira a sé, prendendomi dalla spalla.
- Noi lo diciamo per te. Siamo stufe di vederti così. Ogni ragazzo che ti parla e ti corteggia si trova sempre davanti ad un muro. Ma poi non ho ancora capito che ci trovi in lui - Appoggia le mani sui suoi fianchi ben scolpiti.
- Ci vedo tutto quello che non vedo negli altri - Emetto un sospiro, guardando in basso.
- Il problema è che non dai agli ''altri'' il tempo che invece dedichi a pensare a lui - replica Nadia in difesa di Emma.
- Ragazze, basta! Voi non potete capire - le guardo seriamente negli occhi - Lui.... Alessandro è l'unico motivo per cui la mattina mi alzo da quel letto e corro in questa stramaledetta scuola - inizio a scrocchiarmi le dita e volgo lo sguardo dove poco prima c'era lui. Se n'è andato. Sbuffo - Ora vi prego, non ne voglio parlare. Torniamo in classe! -


Pov. Alessandro.

- Ale, che fai oggi? - Roberto mi sussurra questa frase ogni singolo giorno e come sempre gli do la stessa risposta.
- Sono a casa tua, amico! - Ridiamo in silenzio. Forse non troppo in silenzio dal momento che il professore Garducci ci guarda come se volesse trucidarci.
- E che il suono sia! - Pronunciata questa frase da Rob, la campanella suona ed io accompagnato dalla mia squadra ci apprestiamo ad allontanarci dal ''mostro''. Raggiungiamo la nostra finesta alla quale mi appoggio con nonchalance, sbattendo la testa contro essa. Bestemmio qualche parola di troppo sottovoce massaggiandomi il capo. 
Roberto, mi tira un pugno e con lo sguardo mi indica una ragazza in fondo al corridoio. Si tratta di Nadia Ferrante, la sua più grande cotta. Gli do una spinta. - Vai da lei, cretino! Cosa vuoi da me? -
- Coglione, Nadia non mi guarderebbe neanche fra cent'anni! - Mi sussurra strozzando la voce.
- Allora ti ci accompagno io, magari con me si scioglie. Che ne pensi? - lo prende in giro Guido. Ci mettiamo tutti a ridere e Rob mi guarda male.
- Non fare il frocio e vacci! - Gli do un'altra spinta - Guardala! E' proprio lì, non hai niente da perdere! -

- Tranne la mia dignità, quella sì che la perdo! - mi urla contro.
- Così perdi solo la tua virilità, sembri una ragazzina! - questo è il mio modo per incoraggiarlo, brutale ma sincero. - Dai, andiamoci! - inizio a trascinarlo dalla manica della maglietta. Lui mi strattona e torna indietro.
- Se ne sta già andando in classe, lasciamo stare - mi volto a guardare Nadia per verificare le sue parole. Sta davanti la porta della sua classe in compagnia delle sue amiche, Emma Petrocchi e l'altra della quale non ho mai saputo il nome o il cognome. Sospiro riportando lo sguardo sul mio amico e mi avvicino a lui. - La devi smettere di essere così.... bloccato. Scialla, amico! E' solo una ragazza! Non ti potrà mai ferire fino in fondo! -
- Parli te che l'unica femmina che hai avuto nella tua vita è tua madre! - mi replica.
- Oh, lascia stare mia madre! E poi ti sei scordato di Giada? - gli tiro uno schiaffo lento sul collo.
- Con quella c'avrai passato solo due giorni insieme. Ti ricordo che poi t'ha lasciato. - Alza le sopracciglia, guardandomi con aria impertinente.
- E allora? - scrollo le spalle - Almeno ho avuto la mia buona e lunga dose di pomiciate. Te, ancora, non hai avuto niente di tutto questo!-
Ci incamminiamo verso la nostra aula dal momento che la campanella è suonata nuovamente.
- Aspetto la ragazza giusta - dice farfugliando qualche altra cosa che non sono riuscito a capire.
- Aspetti la ragazza giusta? - Scoppio a ridere - Dai, entra e non fare Cenerentola! -. 




Angolo della scrittrice: Buona sera a todos! Ecco un'altra storia e tanto per informarvi è la mia prima storia ambientata in Italia con dei personaggi con nomi italiani e bla bla bla, tutto italiano! Anch'io sono scioccata per questa scelta...La verità è che Bianca come il latte, rossa come il sangue mi ha influenzato troppo e mi son detta: e va be, ci posso sempre provare. Presto arriveranno le descrizioni dei luoghi e dei personaggi, per ora date libero sfogo alla vostra immaginazione. Ora vi saluto, ADDIO! :) 
PS: NON E' LA CLASSICA STORIA D'AMORE TRA RAGAZZI DI 16 ANNI PERCIO' NON LASCIATEVI INFLUENZARE DALLE VOSTRE IDEE MALVAGIE. UN BACIO, PEACE AND LOVE.

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


2                                                                                            Secondo capitolo


Pov. Rachele

Sono le 7:00 e la sveglia trilla senza sosta. Le do un pugno così forte da farla cadere sul pavimento.
- Cavolo.. - sussurro ancora distesa sotto le coperte. I capelli ricoprono tutto il mio volto e lasciano solo un filo d'aria trapelare dalle lenzuola. La porta si apre ed io salto in aria. E' mia madre che mi guarda dalla soglia della porta.
- Alzati, cucciola - Si avvicina liberandomi da quell'ammasso di capelli per darmi un bacio sulla guancia. Sposto le coperte di lato e di fretta mi alzo indossando la mia vestaglia. Insieme a lei, scendo le scale dirigendomi in cucina. La colazione è già sul tavolo: toast ed un succo di frutta all'ace. - Rachele, mangia solo metà toast - mi ordina la mamma. Aggrotto le sopracciglia. 
- Perché? - domando confusa.
- Devi dimagrire, cucciola. - Mi guarda con leggera severità. - Sei una ragazza molto bella ma quella ciccia di troppo la dobbiamo eliminare -. Lei si è sempre lamentata del mio corpo. Non dico che ha torto ma ne fa sempre un dramma: '' magro è bello, grasso è brutto '', questo è il suo motto. Io ammetto di avere qualche chilo di troppo ma non è un problema per me, alla fine , credo, che a riparare il danno ci siano i miei capelli di un arancione vivo e così folti tanto da definirmi una Weasley, ed i miei occhi verdi ,anch'essi riconducibili ad Harry Potter. La mia pelle è molto chiara e fa risaltare il rossore naturale delle mie labbra. Penso che il corpo sia l'ultimo dei miei pensieri. Non me ne frega niente d'indossare una ''S'', è solo una targa ed essendo tale non definisce una persona. Mi piaccio e questo è quello che basta per andare avanti.
- Mamma, tu hai dei problemi mentali - le rispondo ironizzando di poco la mia frase per non risultare sgarbata nei suoi confronti. Lei mi guarda scuotendo la sua testa facendo muovere i suoi lunghi capelli biondi.
- Lo dico per te, cucciola - pronunciata questa frase, mi torna in mente la discussione avuta ieri con Nadia ed Emma. Fuoriesco un profondo sospiro sperando di cancellare quel discorso dalla mia memoria. - Vatti a preparare! - la mamma irrompe i miei pensieri contorti. Annuisco e salgo, entrando in camera. Apro l'armadio e decido di indossare una maglietta verde con gli strass dorati , i jeans e le mie converse color verde militare. Dopo essermi data una fresca sciacquata al corpo, mi vesto e ritorno nuovamente in bagno per truccarmi. Non ho mai usato il fondotinta e non lo farò nemmeno oggi piuttosto mi metto del leggero eyeliner e coloro le mie labbra con un chiaro rossetto tonalità fragola.
Uscita di casa, m'incammino a piedi verso la scuola dato che per arrivare ad essa devo attraversare solo due isolati. Raggiungo l'angolo dove ogni mattina incontro le mie amiche ed anche oggi arrivano puntuali.
- Buongiorno - farfuglia Emma sbadigliando.
Nadia tiene gli occhi mezzi chiusi. Ieri sera avrà studiato fino a tardi, come sempre. Io balbetto un saluto e dopodiché, ci avviciniamo all'entrata dell'inferno. 
- Emma, andiamo volontarie in storia oggi? - le domanda Nadia. Lei la guarda con gli occhi spalancati quasi sembrano due palle di tennis.
- Oddio, me ne sono dimenticata! - si volta a guardarmi - ti prego! Aiutami, Racky! -. Scoppio a ridere.
- Va bene ma è l'ultima volta... - che poi non è mai l'ultima volta. Sposto lo sguardo su Nadia che sembra essere confusa. - Che hai? - le sussurro. Fa un gesto con la mano provando a rassicurarmi ma io comunque rimango dubbiosa.

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La ricreazione arriva pure oggi ed io ritorno da Nadia che continua ad assumere un volto diverso da quelli di tutti i giorni.
- Dicci che hai! - coinvolgo Emma che non si era accorta di nulla. Nadia si schiarisce la gola ed esce il suo cellulare dalla tasca, apre la sezione dei messaggi e me lo porge in mano. Rimango sconvolta.
- Uh! Sembra che Nadia abbia uno spasimante! - urla di gioia Em. La guardo torva e così pure Nadia.
- Stai zitta! Non fare la stupida - la rimprovero e poi mi volto verso l'altra ed abbasso il tono della mia voce - Sai chi è? - lei accenna un 'no'. Quei messaggi sono forse i messaggi più dolci che io abbia mai letto in vita mia. Non credo si tratti di uno scherzo perché riesco a percepire che in essi c'è vera passione, c'è vero amore. Mi gratto la nuca. - Ma non hai proprio nessuna idea? - insisto.
- No, Rachele, non so proprio chi sia questo malato di mente! - Sono scioccata dalla sua risposta. Emma corruga la fronte e si rivolge a lei.
- Ma Nadia, come fai a dire una cosa del genere? Tutte le ragazze pagherebbero per riceverei degli sms del genere...-
- Beh, io no! - squittisce subito la diretta interessata. Io ed Emma ci guardiamo scrollando le spalle e poi parlo io.
- Allora, se davvero non t'importa, non farci caso a questi messaggi.... - la metto alla prova.
- Non posso far finta di nulla quando un cretino mi manda delle cose del genere ogni dieci minuti - Sbuffa -vabbe, vedrò cosa fare... - alza lo sguardo e poi mi da un colpo sul braccio - a proposito di spasimanti... là, davanti la 3G, c'è il tuo amore -. Mi irrigidisco, voltandomi lentamente. Sta guardando nella nostra direzione mentre bisbiglia qualcosa al suo amico Roberto. Corro verso la mia classe ma sfortunatamente m'imbatto contro Sabrina Curanti. Sabrina, persino il suo nome mi manda i nervi a mille. Lei è la classica ragazza perfetta: nessun chilo di troppo, formosa, bionda cenere ed occhi verdi. Tutti i ragazzi le cascano dietro, tutte le ragazze la sparlano. Io, invece, le sono indifferente.
- Stai attenta, scrofa! - mi urla. Alzo le sopracciglia e piego la testa di lato. Preferisco non ribattere e a passo lento, ritorno in classe. Non posso perdere il mio tempo con persone prive di rispetto e non meritevoli di riceverlo. - Fai bene ad andare, scrofa. Torna a sguazzare nel tuo fango! -  replica alla mia indifferenza e con un risata glaciale se ne va.
Mi accascio sul mio banco, posando la testa sulle braccia conserte. Nadia ed Emma entrano e si avvicinano.
- Non devi farci caso a quella.... E' una stronza insensibile! - mi consola Em. Dimeno le mani per farle capire che non me ne frega nulla delle parole di Sabrina ma le lacrime che mi scendono dagli occhi mi ingannano e d'un tratto mi ritrovo avvolta dagli abbracci delle mie due amiche. Senza loro sarei persa.




Pov. Alessandro

Dormire da Roberto è sempre stata una delle migliori esperienze della vita: torneo di calcio alla x-box fino a tardi e prima di andare a dormire una mangiata di schifezze. Un amico migliore di lui non esiste. Questa mattina ci siamo ritrovati con dei volti distrutti. Non abbiamo seguito nemmeno una lezione, il sonno ha preso il sopravvento. Quando suona la campanella riusciamo a malapena ad alzarci dalle sedie. Usciti dall'aula, ci afflosciamo contro il muro esterno dell'aula della ragazza di Guido. Improvvisamente Rob si posiziona davanti ai miei occhi, lo osservo incerto.
- Ale, ti devo dire una cosa. - mi bisbiglia.
- Che hai fatto? - domando curioso.
- Le ho mandato dei messaggi -  trae diversi sospiri che mi preoccupano - le ho mandato troppi messaggi... Ho fatto una cazzata! -
- A Nadia? - chiedo stupidamente.
- No, Ale! A mia nonna! - abbozza un sorriso e io lo copio.
- E dove sta il problema? - continuo con i miei interrogativi.
- Ale ma stai vero fuori oggi! - replica scioccato - Crederà che io sia un malato! Quando saprà la verità, non mi vorrà neanche guardare in faccia!-
- Diamine, Rob, sembri proprio una pischella. Va' da lei e chiedile scusa - gliela indico con il braccio ma lui me lo abbassa violentemente. Scoppio a ridere continuando a guardare nella direzione di Nadia. Mi accorgo che una delle sue amiche, quella di cui non conosco il nome, sta mirando noi. Inaspettatamente un'idea geniale attraversa la mia mente. - Rob, e se parlassi con Emma per farvi incontrarvi? - 
Mi scruta come se avessi detto la cazzata più grande di tutta la mia vita. - Numero uno: Emma proprio no! Quella parla troppo e farebbe girare la notizia per tutta la scuola e poi numero due..... Non lo voglio fare! -
- Rob, però te devi dare una svegliata. Amico mio, così me rovini la vita. - Mi sento tirare la manica della maglietta e mi giro: una ragazza mi porge un volantino con delle scritte bizzarre e colorate.

                                                                         Festa anni '70 a casa Brevituzzo
                                                                        Ti aspetto sabato sera alle 20:30!
                                         E' possibile portare degli amici o amiche non appartenenti all'istituto.



Alzo lo sguardo. Io e Rob abbiamo avuto la stessa idea, credo.
<< E' ovvio, le chiedo tramite messaggio di venire alla festa e se vuole incontrarmi, dobbiamo vederci ad un'ora precisa in un luogo preciso! >> Annuncia Rob mostrando un sorrisone. Io annuisco.
<< Sì, ma non sentirti troppo James Bond. Dille di portarsi le sue amiche... Lo sai come sono fatte le femmine, camminano sempre in branco. >>
Rob ride furiosamente e dopo essersi rincuorato torna a stare tranquillo. La ricreazione finisce e ritorniamo nell'aula pronti per altre due ore di riposo.










Angolo della scrittrice: Mi manca la descrizione del maschio, lo so! Qualche capitolo lo inizio dal punto di vista di lui. Tranquillizzatevi, non sarà sempre e solo ambientato a scuola durante la ricreazione. Ho già qualche idea per il prossimo capitolo. Spero solo di scriverlo al più presto. Vi prego di recensire, ho bisogno di consigli! HEEEEELP MEEEEE. Ok, Addio. Stavolta non lascio immagini ma da quella precedente credo che avete capito più o meno come siano fatto i personaggi. Ok, basta ciao. ;D

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