L'estate dopo la guerra

di SunnySideOfTheStreet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caldo ***
Capitolo 2: *** Amicizia ***
Capitolo 3: *** Spugna ***
Capitolo 4: *** Dieci ***



Capitolo 1
*** Caldo ***


Questa storia era stata cominciata per il Fruits Contest indetto da BloodySisters; bisognava scegliere un personaggio che fosse il protagonista (nel mio caso, Ron) e un pacchetto (con il nome di un frutto) e scoprire i cinque prompt ad esso legati, per poi scrivere una raccolta oppure una long fic con ogni storia o capitolo incentrata su un prompt. Io avevo avuto tanto una bella idea, ma poi l’ispirazione è andata a farsi friggere, e quindi non ho terminato il contest! *si mangia le mani* Ad ogni modo, comincio a pubblicare almeno il primo capitolo; i titoli di ogni capitolo sono i prompt ricevuti ^^


I
Caldo


«Certo che fa un caldo boia, qui» dice Harry, asciugandosi la fronte sudata. «Vero, Ron? Eh?»
«Altroché!» dico io «Si muore! Hermione, dovevamo proprio farla, questa giornata al mare? In Francia, per di più? E poi, quando arriviamo in spiaggia?»
Ci siamo Materializzati in una città francese sul mare, Nizza, dove Hermione è stata con i suoi fra il secondo e il terzo anno. Ha insistito lei. Io sarei rimasto a casa a dormire. Invece ci siamo messi addosso quelli che lei chiama “costumi da bagno” (non so quelli femminili, ma credete a me, quelli maschili pizzicano da tutte le parti!), abbiamo preso degli “asciugamani da spiaggia” ed eccoci qua.
«Ma che caldo! Il sole picchia tantissimo! E dov’è la spiaggia?»
«E la volete piantare di lamentarvi, voi due? Siamo arrivati!» dice Hermione seccata.
La spiaggia si apre sotto di noi. È piena di gente. Scendiamo e distendiamo in un angolino libero i nostri tre asciugamani. Mi guardo intorno. Ehi, quante belle ragazze! Però... aspetta un attimo... non indosseranno forse un po’ troppo pochi vestiti? Voglio dire, sono seminude. Voglio dire, mi sento in imbarazzo. Non devo fissarle. Non devo fissarle! Guardo Harry, e sta pensando esattamente la stessa cosa, lo si capisce dal rossore sul suo viso. Guardo Hermione... e lei con un unico, fluido movimento si toglie il suo vestitino (bello striminzito anche quello, lasciatemelo dire!) e... e...
«Fa caldo, eh Ron?» mi dice con aria furbetta, levandomi la maglietta.
«Ehi, ma che fai?!»
Hermione scoppia a ridere alla mia espressione confusa. «Ti devi per forza togliere la maglietta, se vuoi fare il bagno, Ron! Dai, non fare il timido!»
«Non sto facendo il timido, è solo che normalmente non si vede gente che se ne va in giro mezza nuda!» ribatto con forza. Ho un senso del pudore molto alto, io!
Ma Hermione ride tutta allegra, mi punzecchia la pancia, mi salta addosso e mi scompiglia i capelli. Il mare e il caldo l’hanno rincretinita. «Basta, Hermione, basta! Va bene, sto in costume, ma piantala di tormentarmi!»
Hermione strizza l’occhio a Harry e dice: «Vero che Ron sembra proprio impacciato nei vestiti babbani?»
«Come? Oh, certo...» dice Harry, che anche lui si è tolto la maglietta, insieme agli occhiali. Cavoli, senza occhiali sembra un altro!
«Voglio dire, sembra proprio un pesce fuor d’acqua, no?» insiste lei.
«Altroché!» esclama Harry, che finalmente ha capito l’antifona e sta al gioco. «Sì, e scommetto che se tu non gli avessi detto quali erano i costumi da maschio si sarebbe messo anche lui un bikini!»
Scoppiano a ridere entrambi e quando vedono che li sto per prendere a pugni scappano veloci verso il mare.
«Piantatela di ridere! Vi faccio vedere io!» gli urlo dietro mentre li inseguo. «Aaaah, ma scotta!». La sabbia mi scotta i piedi e sono costretto a correre sempre più veloce per arrivare fino al mare. Buttarsi in acqua è un sollievo enorme, e il tuffo mi fa tornare il buonumore.
Harry ed Hermione mi schizzano, io schizzo loro e poi Hermione (complice l’acqua, che ci rende più leggeri) mi salta fra le braccia, mi stringe a sé e mi sussurra, in modo che Harry non senta: «E allora, Ron, che ne dici del mare? Ti piace? E lo sai che stai proprio bene a torso nudo?» e io divento tutto rosso, ma non è per via del caldo.
In fondo non è poi così male, andare in spiaggia.




Grazie per la lettura, gente! A presto con l'aggiornamento!

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Capitolo 2
*** Amicizia ***


II
Amicizia

 
Restiamo in acqua tutta la mattina, divertendoci come dei veri Babbani in vacanza.
«Ma davvero i Babbani fanno ‘ste cose? È fantastico!»
Prendo Hermione sulle spalle e le faccio fare i tuffi, nonostante lei sia convinta che io non possa reggerla. Con Harry, facciamo a gara di chi nuota peggio, mentre Hermione ride a crepapelle.
«Siete davvero pessimi!» ci urla, mentre ci nuota elegantemente intorno e fa le capriole in acqua.
«Ehi, scusaci tanto se l’ultima volta che abbiamo nuotato è stato in quel laghetto ghiacciato nella foresta di Dean!» le faccio notare, prendendola poi all’improvviso per la vita e scaraventandola in acqua, in modo che sollevi spruzzi di tre metri.
Sguazziamo fino alla boa e rimaniamo lì stremati a prendere il sole, guardando le nuvole e cercando di dar loro una forma. Alle dieci e mezza, Hermione insiste affinché ci mettiamo un secondo strato di crema protettiva; lei la spalma sulle nostre schiene e io lascio che Harry la spalmi sulla sua (altrimenti, be’, potrei rischiare l’autocombustione).
«Ma Ron, è la tua ragazza!»
«Lo so, okay? Lo so! E parla piano, che ci sente!»
Ci schizziamo, camminiamo sulla riva, facciamo il morto...
 
A mezzogiorno, quando il sole comincia veramente a picchiare, usciamo dall’acqua, ci facciamo una doccia giusto per toglierci di dosso un po’ sole, raccogliamo le nostre cose, ci rimettiamo i vestiti e andiamo a cercare un posticino dove mangiare.
«Ma cosa mangiano i Babbani?» chiedo perplesso.
«Ron, tesoro mio, la domanda non è cosa mangiano i Babbani... ma cosa mangiano i francesi!» mi risponde Hermione, indicandomi il menu di un ristorante, scritto in modo incomprensibile.
«Oh, no!» faccio io, battendomi una mano sulla fronte; Harry ride.
Sul lungomare ci sono tanti bei locali: ne scegliamo uno, ci sediamo in una saletta buia all’interno, e con l’aiuto di Hermione decifriamo i menu francesi.
«Ma Harry, tu non avevi fatto francese alle elementari?» protesta lei, quando capisce di essere quella che deve fare tutto il lavoro (come al solito, direi io).
«Hermione, era una vita fa…» dice Harry ridendo, svaccato sulla sedia e ancora senza occhiali.
Prendiamo tre belle insalatone con olive, capperi, tonno, uova sode, pomodori, mais e chi più ne ha più ne metta; da bere, Harry insiste per la Coca-cola, dicendo che quando era dai Dursley non gliela lasciavano mai prendere, ed Hermione si illumina tutta: «Ron, devi assolutamente provarla, è buonissima!» e in effetti, quando l’assaggio, è una delle cose più buone che abbia mai bevuto.
«E qui ci sta una gara di rutti!» dico battendo una mano sul tavolo e ruttando. Harry mi imita subito. Io sto per farne un altro («È questo tutto quello che sai fare, amico?»), quando un rumoraccio proveniente da Hermione ci lascia senza parole. «Hermione… hai fatto un rutto!» le dico, ammirato.
«E già… e vi ho anche battuti, mi pare» risponde lei, con un sorriso a trentadue denti.
«Oh, ma c’è qualcosa che non sai fare? Sei un genio!»
«E tu sei sempre il nostro re».
Il pranzo procede allegro mentre ruminiamo le nostre insalate e scoliamo la Coca-cola (giuro che d’ora in poi berrò solo più questo); io e Harry ridiamo prendendo in giro persone viste in spiaggia.
«Harry, hai visto quando quei tipi tutti tronfi hanno perso la palla?»
«Sì che l’ho visto... sono stato io!»
«Ah! Lo sapevo! Allora il Wingardium Leviosa non funziona solo contro i troll, eh?»
«Ma Harry! Non avresti dovuto!»
«Dai, Hermione... è stato un grande!»
Hermione ci racconta varie cose interessanti sulla Francia e su Nizza, finché non le diciamo che non ne possiamo più di sentirla parlare come una guida turistica e che la preferivamo quando citava Storia di Hogwarts; lei si chiude in un silenzio sdegnoso per circa tre secondi (i più brutti della giornata, in cui temiamo di averla davvero offesa); ma poi ride sbuffando e noi ci rilassiamo e ridiamo con lei.
«Vi perdono solo perché siamo in vacanza!» ci annuncia minacciosa.
«Dai, Ron tira fuori uno zellino, dopo questa ulteriore dimostrazione della nostra bovina stupidità dobbiamo rimediare donando fondi alla causa del CREPA!» scherza Harry, dandomi un colpetto sul braccio.
«Ma neanche per sogno! Gliene ho già dati tre, questa settimana!» concludo io, buttandomi all’indietro sulla sedia e incrociando le braccia.
Quando finiamo di mangiare, Hermione annuncia che pagherà lei per noi; noi protestiamo vibratamente ma infine lasciamo che ci offra il pranzo... anche perché, come mi confessa dopo Harry in privato, chi li ha dei franchi francesi?
«O uno zellino, se è per questo!»
Io e Harry, esaltatissimi, vorremmo tornare in spiaggia quanto prima, ma Hermione tira fuori quel suo cipiglio terribile da “Potrebbe essere stato Sirius Black a mandare quella Firebolt” e chiarisce che non se ne parla nemmeno, fa troppo caldo.
«Manco le avessimo chiesto se potevamo copiare il tema di Pozioni!» mi sussurra Harry, soffocando una risata.
«O se voleva venire al Ballo del Ceppo con uno di noi!» aggiungo io dandogli di gomito.
«Vi ho sentiti!» ci riprende lei, quindi possiamo scoppiare a ridere a voce alta.
Però ci facciamo un giro per Nizza e ci divertiamo a guardare le vetrine e gli espositori dei negozi.
«Quante cose strane che hanno i Babbani... cos’è questo?» chiedo, indicando uno strano marchingegno fatto di tubi di ferro, con due ruote.
«È una bicicletta» mi risponde Harry.
«E come diavolo si usa?»
«Hermione? Mi sa che abbiamo trovato un bell’hobby per Ron per quest’estate» dice Harry.
Hermione osserva prima me, poi la bicicletta, e sospira: «Non basterà un’estate, mi sa!».
Finalmente, alle quattro, quella so-tutto-io della nostra migliore amica (e mia recentissima ragazza) ci concede di tornare in spiaggia.
«Sììììììììì!»
«Evviva!»
«Facciamo a chi arriva prima!»
Naturalmente, non fa in tempo a dirlo che siamo già praticamente in acqua. Ci riacciuffa e ci mette la crema, poi mi passa il flacone e mi dice senza tanto complimenti di mettergliela sulle spalle e sulla schiena. Guardo Harry, lui si stringe nelle spalle e mi fa: «Mi sa che ti tocca, amico», e io devo obbedire. Ma non è poi così male.
«Hai una voglia sulla schiena che sembra la cartina dell’Africa!» osservo, stupito.
«Io ho sempre pensato che assomigliasse a un cuore, ma immagino dipenda dai punti di vista...» mi risponde lei, facendomi pat-pat sulla testa. Ma non ho tempo di sentirmi un idiota, il mare ci aspetta!
Torniamo in acqua a sguazzare, restandoci finché la gente non comincia ad andarsene dalla spiaggia.
«Com’è che non c’è più nessuno qua intorno?»
Hermione strizza gli occhi, individua un campanile fra gli edifici della città ed esclama: «Sono le sette meno un quarto, dobbiamo andare!»
Sospirando, usciamo lentamente dall’acqua e torniamo agli asciugamani. Ci rivestiamo, raccogliamo di nuovo la nostra roba, facendo attenzione a non dimenticare nulla, e ci rifugiamo dietro un bastione per Smaterializzarci.
Prima, però, rimaniamo a fissare la spiaggia deserta, il mare calmo, le nuvole stiracchiate nel cielo azzurro cupo. Gabbiani stridono in lontananza. Le ombre si allungano. I colori si attenuano.
«È stata una bella giornata, eh?» sussurra Hermione.
«Splendida» dico io.
«Fantastica» conferma Harry.
Hermione ci prende per mano. «Sono felice di avere la vostra amicizia» ci dice piano, guardando il mare con un sorriso dolce.
E poi uno, due, tre, e siamo scomparsi.
 

Grazie per aver letto anche questo secondo capitolo, gente! ...cavoli, non è venuta anche a voi una voglia pazzesca di scappare al mare? ^^

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Capitolo 3
*** Spugna ***


III
Spugna

 
«Ah, eccovi qui!» esclama mia mamma quando le compariamo davanti in cucina. Indossa il grembiule e sta preparando le sue fantastiche braciole di maiale. Ah, che bello essere a casa! «E allora, vi siete divertiti?»
«Tantissimo, mamma!» dico con foga. «Nizza è bellissima, Hermione ha avuto proprio un’idea fantastica!». Lancio un’occhiata di sbieco alla mia morosa per vedere se è felice che io abbia cambiato opinione: sfoggia la sua migliore espressione da “Io te l’avevo detto”, quindi direi che ne è entusiasta.
«Mi fa piacere!» dice mamma, sorridendo. «Adesso filate a lavarvi le mani, che qui è già pronto!».
 
Mangiamo fuori, con lanterne di carta tutto intorno. Per una volta, Percy e George ci sono venuti a trovare, quindi contando anche Harry ed Hermione siamo otto. In cucina ci staremmo, ma è più divertente stare fuori, nella piacevole frescura della sera, che è come un balsamo sui nostri visi arrossati dal sole francese. Cavoli, che ho stasera? Sto scoprendo una vena poetica finora completamente insospettata. Complimenti, Ron!
Sono affamato, quindi mangio tutto quello che ho nel piatto, ma sono anche distrutto, per cui rimango ad osservare e ascoltare le conversazioni intorno a me senza prendervi parte. Come al solito, Hermione appena visto Percy si è seduta vicino a lui, e i due discutono animatamente su qualche ultimo apparentemente importantissimo progetto del Ministero sulla quantità regolamentare di Asticelli in un allevamento amatoriale. Come al solito, papà ha accalappiato Harry e gli sta ponendo infinite domande su quello che abbiamo visto a Nizza, chiedendogli nel dettaglio come si scrive un menu al computer e commentando «Straordinario!» ad ogni piè sospinto. Come al solito, mamma sta rimproverando George (che ride fintamente imbarazzato) per qualche malefatta commessa alle sue spalle mentre Ginny lo difende a spada tratta. Non come al solito… non come al solito, Fred non è qui con noi a mangiare. Il mio pensiero va a lui, e anche se è una splendida sera d’estate, piena di lucciole e di profumi di piante rigogliose, mi commuovo e gli occhi mi si riempiono di lacrime. Guardo le stelle e penso: «Fred, se ci vedi, batti un colpo. Ti voglio bene…».
E il colpo di Fred arriva, chiaro e preciso, manco ce l’avessi avuto accanto. Forse a lui la mia nuova vena poetica non piace poi così tanto.
«Va bene, gente, a nanna adesso!» esclama mamma sbadigliando verso le dieci. «Ron, Harry, Hermione… andate a farvi un bel bagno, che siete tutti pieni di sale e sabbia! Hermione, prima tu; poi Harry, e infine Ron. Dopo il bagno, venite da me che vi metto un Unguento Lenitivo sulle spalle, che mi sembrate piuttosto scottati! E, Ron, strigliati bene anche fra le dita dei piedi e nell’ombelico, che non lo fai mai!».
Tutta la tavolata scoppia a ridere mentre le mie orecchie diventano ancora una volta rosse fuoco. Grazie tante, Fred. Oh, sì, molto divertente.
 
Nella vasca da bagno, rovescio un bel po’ di bagnoschiuma sulla spugna e comincio a strofinarmi. Mamma ha ragione, devo essere scottato sulle spalle, perché mi bruciano tantissimo. La vasca si riempie di schiuma e io mi rilasso. L’acqua è calda e piacevole, ed è bello starsene lì senza far niente, lasciando che l’acqua rilassi la pelle tesa dal sale e dalla sabbia, i muscoli provati dal nuoto (eh eh), la fatica e le emozioni affastellate. Strizzo la spugna in modo che si asciughi, poi la poso nell’acqua, rimanendo ad osservarla pigramente mentre si impregna di nuovo e va a fondo. È un gioco che faccio da quando ero piccolo. È interessantissimo vedere il colore della spugna che si scurisce man mano che si riempie d’acqua. Da gialla chiara diventa gialla scura, e poi lentamente affonda.
Quando l’acqua comincia a diventare freddina, mi riscuoto. Prendo lo shampoo, mi lavo i capelli, mi risciacquo ed esco dalla vasca; avvolto nell’accappatoio, svuoto la vasca e provo ad asciugarmi i capelli con quell’incantesimo che mi ha insegnato Bill, e funziona, anche se di pettinarli in modo decente non se ne parla proprio.
Mi asciugo tutto e mi metto il pigiama; che bello tornare in vestiti puliti, che bello non avere più la pelle rasposa di sale! Però questa giornata a Nizza è stata fantastica, Hermione è stata un genio a proporla. Sì, lo so che Hermione è sempre un genio, però insomma, la preferisco quando ha idee geniali su dove passare le vacanze, piuttosto che su come organizzarci i programmi di studio in vista dei G.U.F.O.
Vado da mamma in camera sua a farmi mettere l’Unguento Lenitivo. Devo mettermi a torso nudo anche davanti a lei, e non crediate che sia più facile che davanti a Hermione: oh, lo so che mi ha visto tutto nudo in svariate occasioni, ma sinceramente, preferirei che non lo facesse mai, mai più. Cionondimeno, se voglio che il colore della mia pelle ritorni a essere diverso da quello dei miei capelli, devo togliermi la maglia del pigiama e farmi mettere la crema da mamma, ed è quello che faccio. Lei me ne spalma abbondantemente sulle spalle e sulla schiena, e poi anche sulla faccia, perché dice che sono troppo rosso e che se non ne metto un po’ domani altro che lentiggini. Nel frattempo, io le racconto la nostra giornata; lei si mostra particolarmente interessata alla Coca-cola, e dice che non dovrebbe essere troppo difficile, dopotutto, andare al negozio giù in paese e comprarne un paio di bottiglie: l’ho proprio incuriosita!
Quando finisce, mi abbraccia dicendomi: «Dai tesoro, adesso vai a dormire, sono le undici e un quarto. Non sei stanco?»
«Sono distrutto, mamma! Ti dirò una cosa: è una faticaccia nera andare in spiaggia come fanno i Babbani!».
Ridiamo divertiti: i Babbani fanno sempre un sacco di cose strane! Le do la buonanotte e salgo le scale.
Non vedo l’ora di buttarmi a letto!

Grazie per la lettura, gente! A presto con l'aggiornamento!

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Capitolo 4
*** Dieci ***


Sono passati più di due anni dall'ultimo aggiornamento di questa storia. E dire che era quasi finita... Questo è il penultimo capitolo! Lo dedico a Guinevere_90, se ancora ci crede.

 

IV
Dieci
 
Sul mio letto è sdraiata Hermione.
«Cos’hai fatto, hai corrotto Ginny affinché trattenesse Harry per avere campo libero in camera dei maschi?» le chiedo scherzosamente, buttandomi accanto a lei.
«Non credo serva corromperla» osserva lei a voce bassa, sorridendo.
«Come va, Hermione?» sussurro io, abbracciandola goffamente. La mia faccia finisce fra i suoi capelli arruffati.
«Bene» mormora lei, accarezzandomi un braccio.
Riesco a districarmi dai suoi capelli (rimanendo inebriato dal loro profumo) e a mettermi in una posizione abbastanza comoda in modo da poter stare il più vicino possibile a lei. Sentite, siamo ancora all’inizio, non siamo espertissimi sulle tecniche di aggrovigliamento sul letto. Nessuno dei due ha mai fatto pratica. D’accordo, Lavanda avrebbe volentieri accettato di farmi fare pratica, a suo tempo, ma sono sempre riuscito a sottrarmi almeno a questo. La catena d’oro con la scritta pacchiana però no, non l’ho evitata. Ma non pensiamoci più. Ora che la scuola è finita, è camera mia a essere invasa dalla presenza femminile, non il mio letto a baldacchino del dormitorio dopo aver opportunamente tirato le tende, come avrebbe voluto quella psicopatica.
«E allora, ti è piaciuta Nizza?»
«Sai, devo proprio dirtelo: mi è piaciuta un sacco! Davvero un’ottima idea»
«Ne sono felice… adesso dovremmo procurarti una bicicletta, così possiamo insegnarti ad andarci!»
«Senti, sono già abbastanza stanco così, non c’è nessun bisogno di spedirmi al San Mungo con le gambe rotte! E poi già m’immagino mia mamma: Sei come tuo padre! Voi e queste diavolerie babbane, buone solo a combinare danni…»
«Secondo me, una volta imparato, ti divertiresti un sacco. E poi possiamo fare le gare!»
«Certo, potremmo fare delle gare, così ti potrei aspettare al traguardo guardandoti arrancare mentre sorseggio una Cola-cola!»
«Si dice Coca-cola!»
«Va bene, quello che è!».
Hermione ride e appoggia la testa alla mia spalla. «Ti amo, Ron» sussurra piano piano.
«Anch’io ti amo, Hermione» le rispondo. È da poco che ce lo diciamo e siamo ancora molto timidi. Ma da quanto tempo lo penso, in realtà? Forse da sempre.
«Allora, hai deciso cosa farai alla fine dell’estate? Torni a Hogwarts o fai il corso da Auror con Harry come vi ha proposto il Ministero?» mi chiede lei, sempre sottovoce. Sono giorni che ne parliamo, ma non si arriva mai a una decisione.
«Credo che in realtà sarebbe meglio dare una mano a George al negozio. Insomma… finché non trova un socio che gli vada bene al posto di… sai, di Fred»
«Pensavo che volesse combinare qualcosa con Lee» dice Hermione, cauta. L’argomento “Fred non è più tra noi” non è esattamente un tabù, ma non è neanche qualcosa di cui si discute tranquillamente.
«Ci aveva pensato, ma Lee in realtà non vuole, ha altre idee su come impiegare il suo futuro…»
«E tu che idee hai, amore?».
Arrossisco. «Io vorrei… trovarmi un lavoro stabile, magari come Auror, non lo so, e poi sposarti»
«Sposarmi! Ma!» è presa in contropiede e scoppia a ridere.
«Be’, se non vuoi…»
«Sì che voglio! È solo che… l’hai tirato fuori così all’improvviso!»
«Non è all’improvviso! Le persone che si amano si sposano! È ovvio!»
«Sei così all’antica, Ron! E va bene, fra qualche anno magari ci sposeremo. E quanti figli avremo?».
Domanda da un milione di galeoni. La mia esperienza come sesto di sette mi fa propendere per UN UNICO FIGLIO, GRAZIE MILLE, COSÌ AVRÀ L’ATTENZIONE DEI SUOI GENITORI TUTTA PER SE E NON DOVRÀ UTILIZZARE ROBA CHE APPARTENEVA AI SUOI FRATELLI PRIMA DI LUI, ma quando si è in coppia non si possono prendere decisioni da soli. Faccio comunque il tentativo. «Mah, uno… così è più facile seguirlo…»
«Uno? Ma si sentirà solo!»
«Che solo! Starà alla grande, senza tanta gente tra i piedi!»
«Ron, io sono figlia unica, ed è stata un po’ una noia per me. Che ne dici di una via di mezzo? Magari tre o quattro?»
«Sì, vabbè, facciamo dieci e non se ne parli più!» dico arrabbiato. Ho capito che magari anche essere figli unici è una noia, ma se io non guadagnerò abbastanza da dar da mangiare a sette persone come la mettiamo, eh?
«Ron… non dobbiamo discuterne adesso. Abbiamo così tanto tempo davanti a noi! Godiamoci il momento…» dice Hermione accarezzandomi il collo dolcemente.
Mi rilasso di nuovo. Ha ragione, ci siamo lasciati trascinare (ok, soprattutto io), non dobbiamo discuterne adesso. Adesso si potrebbe invece…
Harry ci interrompe entrando in camera senza nemmeno bussare. «Hermione, devi andare di là. Tua mamma ha appena fatto una lavata di capo a me e Ginny, Ron».
Ma insomma! 

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