Lettere mai consegnate

di Odairs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caro papà ***
Capitolo 2: *** Caro Cinna ***
Capitolo 3: *** Cara Catnip ***
Capitolo 4: *** Caro Haymitch ***
Capitolo 5: *** Cara Clove ***
Capitolo 6: *** Cara Rue ***
Capitolo 7: *** Caro signor Evedeen ***
Capitolo 8: *** Cara Shove ***



Capitolo 1
*** Caro papà ***


Caro papà,
Come stai? Qui va tutto bene, a parte quando piove perché zia Johanna si chiude in camera e esce solo quando smette. Lei non vuole farlo sapere, ma una volta l'ho sentita piangere e urlare qualcosa contro Capitol City, non so cosa perché mamma mi ha tappato le orecchie. Ho provato a chiedere perché zia Johanna abbia paura dell'acqua, ma non mi hanno mai risposto.
Mamma cerca di convincersi che tu sia ancora qui con noi. Dice che le parli e che ci stai vicino. Lo so che tu ci proteggi, ma lei crede che tu sia solo andato a farti un giro e che un giorno tornerai. "Domani torna, me lo sento" dice, mentre guarda il mare. Io annuisco perché voglio che ci creda, sembra più serena, ma zia Johanna ruota gli occhi e cerca di nascondere la tristezza.
Sai, dicono che ti assomiglio. Ogni giorno mi sento dire cose tipo "hai gli occhi di tuo padre" o "si vede che sei il figlio di Odair" e poi gli occhi di tutti si riempiono di lacrime, non so perché. Tutti qui sentono la tua mancanza e ti vogliono bene.
Non mi hanno detto perché non ci sei più. Zia Johanna dice che sono ancora piccolo, e che un giorno saprò tutta la verità. Mi dice solo che eri una delle persone più coraggiose che avesse mai incontrato, e anche la più buona, e quando le chiedo di più mi chiede se voglio una zolletta di zucchero, e la mamma si porta una mano agli occhi. Non mi hanno mai spiegato neanche questo.
Teniamo una tua foto sul caminetto. Mamma la guarda sempre e la accarezza, mentre zia Johanna... Non so quando sia l'ultima volta che l'ha guardata. Credo che cerchi di evitarla.
Una volta una donna con i capelli intrecciati é venuta a farci visita. Appena mi ha visto si é commossa. Mi ha detto che ti conosceva bene e che ti era debitrice, e che dovevo essere fiero di portare il tuo nome. Il suo accompagnatore mi ha detto che gli hai salvato la vita. É vero papà? Tu hai salvato molte vite? Quella donna mi ha detto di si, e avrei voluto chiederle di più su di te, ma la zia non mi ci ha fatto parlare più di tanto.
A volte mi chiedo perché tu te ne sia andato. Da quanto ho capito eri giovane e abile nel combattimento, quindi mi chiedo come mai tu non sia sopravvissuto. E mi chiedo se le cose sarebbero andate diversamente se avessi saputo della mia esistenza. Mi dispiace che tu non sapessi di me, però ora sai che esisto, vero? Mamma dice che mi proteggi e saresti, o meglio, sei orgoglioso di me. Lo spero tanto.

Come sarebbe se tu fossi ancora qui? A volte cerco di immaginarlo. Penso a noi due, seduti sulla spiaggia a pescare, mamma in veranda seduta sulla poltrona mentre ci guarda, guarda il mare, guarda i gabbiani, alla luce del sole. E tu che ti giri e le sorridi, mentre le mandi un bacio, t’immagini? Lei che sorride, sembra ancora una ragazzina, sembrate ancora giovani nel caldo estivo. E passare le serate a guardare le stelle, mentre tu mi racconti una storia, ma mi basterebbe anche stare in silenzio sapendoti vicino.  
Ora devo andare papà. Zia Johanna sta rientrando. Ci sono dei giorni 'no' in cui sparisce nel bosco con la sua ascia.
Ti voglio bene, e mi manchi tanto.
Tuo figlio
Finnick.

 
 
Buongiorno a tutti.
Ho deciso di iniziare questa raccolta di lettere perché come tutti, credo, alla morte di Finnick ho pensato a suo figlio, quello che non sapeva di avere. E poi mi sono accorta che non è l’unico che avrebbe qualcosa da dire a qualcuno. Ho pensato a Katniss e Prim, divise da una bomba, Gale e Katniss, che non si vedono da troppo tempo, Peeta e la sua famiglia, Prim e Rue, la madre di Katniss e il signor Everdeen. Potrei stare qui ancora tanto a elencarvi tutte le persone che vorrei descrivere, ma credo che mi limiterò a cinque lettere come minimo, ma potrei continuare ne caso vedessi che è un lavoro apprezzato.
Un abbraccio a tutti quelli che sono arrivati infondo e un grazie di cuore a chi si è sorbito questa lagna.
Con affetto, Odairs.

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Capitolo 2
*** Caro Cinna ***


Caro Cinna,
Oggi, appena tornata a casa, ho visto mia figlia seduta davanti al fuoco, con una spilla in mano.
Diceva che aveva già visto quel simbolo su un suo libro di scuola, sapeva che rappresentava i ribelli che riuscirono a far cadere Capitol City e Snow, ma si chiedeva perché ce l’avessi io.
Ovviamente ancora non sa chi è sua madre, non sa che fui io a dare il via a tutto questo.
Ma non dovrei considerarmi la scintilla della ribellione.
Tutti mi hanno sempre considerato la fiamma che li guida, l’eroina della rivoluzione, colei destinata a far cadere il sistema.
Ma non è vero, Cinna.
Io sono stata solo il bastone a cui hanno dato fuoco. A cui TU hai dato fuoco.
La vera scintilla della ribellione non sono stata io, non è stata la nostra fuga dagli Hunger Games.
La vera scintilla, Cinna, è stata la giravolta sul palco, di fianco a Caesar, quella sera.
Non sono stati i ribelli a trasformarmi nella Ghiandaia Imitatrice, loro mi hanno solo idealizzata così. Prima, quello era solo un simbolo di decorazione.
Ma poi tu, il tuo fuoco, il tuo vestito, questo mi a fatto diventare ciò che sono.
Spesso mi ritrovo a pensare a ciò che è successo.
Sapevi benissimo cosa sarebbe successo. Sapevi che, se avessi voluto, saresti potuto vivere.
Invece no, mi hai chiesto di fare una piroetta per te, su quel palco, un’ultima volta.
“E se non te la chiede lui, proponigliela tu.” Avevi buttato via anche la tua ultima possibilità di vita.
Ma avresti dovuto dirmelo, Cinna. Avresti dovuto dirmi quello che stavo per fare. Troppa gente è morta per me, a causa mia, non volevo anche te nella lista.
 Ma posso capire perché l’hai fatto. Il tuo gesto è stato il più forte tra tutti. Un cittadino di Capitol che si ribella dalla sua stessa gente. Finche è un tributo che si ribella alla sua morte, niente di strano. Una ragazza che cerca di salvare il suo compagno di distretto. Ma uno stilista che realizza un abito del genere, questa è rivoluzione.
Mi figlio sembra amare le fiamme più di quanto ami sua madre. Credo che il nome ‘Cinna’ gli si addica.
Sai che i tuoi abiti sono amati anche a distanza di anni? Tutti i bambini sanno cosa è successo prima della loro nascita, non si racconta loro gli episodi più cruenti, ma i lati positivi. E tutti sanno dei vestiti che prendono fuoco, delle piroette, delle idee pazzesche e geniali dello stilista del distretto 12. Mia figlia vuole indossare le fiamme, me lo ripete in continuazione. Io le sorrido e cerco di non piangere. Quando sarà più grande andrò in soffitta a tirare fuori il vestito rosso, quello della prima intervista. Si, l’ho conservato. È riuscito a scampare ai bombardamenti, per fortuna.
Ci sono giorni in cui sono convinta che non riuscirò ad andare avanti. Però c’è Peeta che mi sorregge, e io faccio la stessa cosa con lui. Vorrei che tu potessi vedere i miei magnifici bambini, saresti il loro zietto, saremmo una famiglia.
E invece, al posto di far giocare i miei bambini, tieni d’occhio la mia paperella, vero? Scommetto di si. Per favore, ricordagli di tenere dentro la coda.
Ti voglio bene Cinna.
La tua ragazza  di fuoco.

 

 
 
 
Buongiorno a tutti.
Devo dire che questa lettera è stata difficilissima da scrivere, e non sono molto soddisfatta. Mi dispiace non aver scritto di più, però non sapevo proprio che altro aggiungere..
Per favore lasciate una recensione ho bisogno di sapere che fa schifo e che è meglio se la tolgo, perché questa è la mia opinione, ma volevo comunque condividerla con voi.
Un grazie di cuore a tutti quelli che sono arrivati fino a qui e a tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente e  le altre storie.
Con Affetto,
Odairs

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Capitolo 3
*** Cara Catnip ***


Cara Catnip,
come va li al 12? Qui al 2 ce la passiamo bene. Anche tua madre sta lavorando sodo, so che ti stai chiedendo come ha preso la morte di Prim. Hanno aperto una strada tra il 4 e il 2, quindi siamo tutti in contatto. Si è ripresa molto in fretta, non come l’ultima volta. Ha detto che Prim non se ne starebbe con le mani in mano. È stata la prima a riprendere i turni normalmente tra tutti coloro che hanno perso qualcuno. Le avevano offerto due giorni di riposo per il lutto, visto che tutti conoscevano Prim e sapevano quanto stesse soffrendo tua madre. Non li ha accettati.
Lei mi ripete che non è stata colpa mia, ma io non riesco a perdonarmi. Il dubbio che sia morta per una delle mie bombe mi perseguita, ora so cosa si prova ad avere gli incubi tutte le notti.
La mia famiglia sta bene, abbiamo tutto ciò che ci serve, e anche qualche soldo extra per soddisfare i capricci dei bambini. Ho anche trovato una ragazza bellissima che dice di amarmi.
Però mi mancano i pomeriggi passati nel bosco, il forno, il Giacimento. Ho sempre desiderato una vita del genere, tra mille comodità e zero problemi. Ma sento che c’è qualcosa che manca, come un vuoto, che mi prende da dentro, nel petto. Sarà la fatica, la fame, tutto quello che, alla fine, era la mia vita, e mi faceva sentire davvero vivo. Quella consapevolezza che senza di me saremmo morti, vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. 
In realtà, Catnip, non credo che sia il dolce-far-niente a farmi sentire vuoto. Dopo quasi vent’anni, sento qualcosa quando penso a te. Il mio cuore si scalda, il tuo fuoco mi brucia dentro. Non posso sposare la ragazza del Distretto 2, perché non è lei la donna che amo.
Più volte sono tornato nel Distretto 12 in tutti questi anni. Ogni 8 maggio, per il tuo compleanno, venivo nel 12 e ti aspettavo nei boschi. Mi nascondevo dietro un albero, dietro un cespuglio, su i rami di qualche quercia, e ti guardavo cacciare. Anche se ora hai cibo in abbondanza, sapevo che avresti continuato a rifugiarti nella casetta al lago. E vederti per qualche ora, una volta l’anno, mi rendeva felice.
Una volta mi sono fatto coraggio e sono salito fino alla recinzione. L’ho sorpassata, strisciando sotto l’apertura dietro il cespuglio. Il Prato è tornato verde, la cosa mi consola. Sono arrivato fino al Villaggio dei Vincitori, e ho bussato alla porta.
Probabilmente tu non sai della mia visita, perché non sei stata tu ad aprire la porta. Ero davvero intenzionato ad abbracciarti, e chiederti cosa stessi passando, come stesse procedendo la tua vita. Però non ce l’ho fatta.
Quando quella bimba mi aprì la porta, sentii i brividi correre veloci lungo il mio corpo. Ti assomigliava, Katniss. Era bellissima come te. Ma non aveva i tuoi occhi grigi, da giacimento. Erano di un azzurro intenso, e capii subito quanto io fossi stato stupido. Me ne andai, e mi ripromisi che non sarei più tornato.
Perché l’idea che ora non è più “solo per le telecamere”, il sapere cosa avevate fatto, cosa avete condiviso, mi distrugge completamente. Davanti a me avevo la prova vivente che il ragazzo del pane ha vinto. Ed era tutto sbagliato, perché doveva avere i miei occhi grigi, uguali ai tuoi, uguali a qualsiasi persona del Giacimento, perché è così che doveva andare. Dovevamo essere io e te, come nei boschi, come tutte le volte in cui desideravamo scappare e vivere felici. 
Ma, Katniss, se mai ti pentissi delle scelte che hai fatto, se mai volessi tornare indietro, ricominciare tutto da capo, potrai farlo. Possono passare mesi, anni, decenni, ma ti aspetterei comunque. Ti aspetterò finché avrò vita, continuerò a sperare nel tuo arrivo, guarderò ogni singolo treno pensando alla remota possibilità che tu abbia lasciato il Distretto 12 per venire qui con noi, con me. E lo farò per sempre. Possiamo ancora farcela Catnip.
Per sempre tuo,
Gale.

 
 
 
Buonasera a tuttiii
Che dire, Gale non mi è mai piaciuto più di tanto, preferisco di gran lunga la Everlack, ma essendo una raccolta di lettere mai consegnate mi sembrava d’obbligo scrivere qualcosa su Gale. Mi sono accorta di non aver rispettato la traccia del libro e che sono presenti alcuni errori grammaticali tipo lettere mancate e cose così. Perdonatemi, ma la mia tastiera sta perdendo colpi e a volte non digita le lettere :I
Fatemi sapere cosa ne pensate perché per me è importantissimo e ho bisogno di opinioni, anche negative u.u
Con affetto,
Odairs.

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Capitolo 4
*** Caro Haymitch ***


Caro Haymitch,
Ti scrivo solo per dirti che ho abbandonato le mie parrucche e i tacchi vertiginosi, come volevi tu. Ora non sono più una mummia di Capitol City, ho di nuovo il mio colorito naturale e basta capelli oro.
Sto viaggiando parecchio ultimamente. La mia dolorosa “disavventura” con Capitol mi ha fatto riflettere. In tutta la mia vita non ho fatto che andare avanti ed indietro tra la capitale e il Distretto 12, guardando tutto con gli occhi di una cittadina mondana ed elegante, fermandomi solo davanti alla polvere di carbone che ricopre tutto, senza vedere oltre la coltre grigiastra. Nemmeno durante il Tour della Vittoria ho cercato di comprendere come si sentissero gli abitanti dei vari distretti, cosa provassero le famiglie dei tributi morti, ero troppo impegnata a scrivere stupidi discorsi che sarebbero potuti piacere solo al Presidente Snow o ai capitolini, accecata dalla gloria che mi aspettava al mio rientro a casa.
Quindi, ora che sembro una persona normale, sto vagabondando per parlare con tutte quelle persone che hanno qualcosa da dire. Agli anziani che hanno visto crescere gli Hunger Games, ai giovani ancora nominabili salvati da quell’incubo, alle madri che temevano per la vita dei figli e ai bambini più piccoli, chiedendogli cosa sapessero su i Giochi della Fame. Ovviamente nessuno sa niente, o comunque molto poco.
Ultimamente penso spesso a tutti i biglietti che ho estratto in questi anni, a quanti ragazzi ho mandato a morire con il sorriso stampato sul volto. Solo ora mi rendo conto di quanto male ho fatto, semplicemente scegliendo un pezzetto di carta tra altri mille.
Però, Haymitch, se devo essere sincera non mi pento di aver estratto Prim. Sono arrivata alla conclusione che se non avessi estratto quella bambina, Katniss non si sarebbe mai offerta, non ci sarebbero mai stati gli innamorati sventurati del Distretto 12, non ci sarebbero state le rivolte, la ghiandaia imitatrice, sicuramente l’Edizione della Memoria non avrebbe nominato i vincitori degli anni passati, non ci sarebbe stata la ribellione e la caduta di Capitol City. E magari in questo momento io sarei su quel palco, con il mio buffo accento e una parrucca enorme, a mandare a morire degli altri giovani.
Ora sono nel Distretto 7, e devo ammettere che nella sua essenzialità è molto bello. Johanna aveva ragione.
Fortunatamente nessuno mi riconosce, perché credo che sarei già morta. Qui le persone sono molto rudi e violente, dovresti sentire quanto odio trapela dalle loro parole. Non pensavo si potesse odiare così tanto qualcosa o qualcuno, ma un po’ li capisco. Fortunatamente sono riuscita a lavare via ogni segno della mia provenienza, e ora sembro solo una povera ragazza in cerca di storie.
Però non ho gettato proprio tutto. Ho conservato qualche ciocca della parrucca che indossavo durante i settantacinquesimi Hunger Games. Non ce l’ho fatta a gettarla, ogni tanto apro la borsa di pelle e la rendo in mano, la accarezzo, giusto per non dimenticare il passato, giusto per ricordarmi che alla fine, qualunque cosa succeda, noi siamo sempre una squadra. Perché è così, vero? Nonostante sia passato tanto tempo, nonostante io me ne sia andata, senza dire niente a nessuno, siamo ancora un team. Deve essere così.
Sai, Haymitch, ho trovato quel liquore che ti piace, quello che bevevi quella sera, sul treno. Ti ricordi? Quando stavamo parlando dell’Edizione della Memoria, e tu mi hai parlato di ciò che succede dopo gli Hunger Games. Sugli incubi, il vivere tra i fantasmi della gente che hai dovuto uccidere e i tributi che non sei riuscito a salvare. Era la prima volta che ti aprivi con me, e non potevo sapere che sarebbe stata anche l’ultima.
Mi prenderai per pazza, ma credo che sia stata quella notte insieme a farmi capire che ero dalla parte sbagliata. Ed è proprio per te che non ho ceduto alle torture di Capitol City. Alla fine non ho detto niente.
Signor Abernathy, credo di amarla.
In giro per Panem ho visto tanto, ma in un certo senso mi sentivo vuota, come se mi mancasse qualcosa. Ho visto tanti sguardi, tante emozioni. E poi c’erano quei legami speciali, le intese di sguardi, quelli in cui ti senti di troppo. Ho visto e mani intrecciarsi e non ho potuto fare a meno che pensare a noi. Però mi rendo conto che nonostante io faccia finta di essere una normale ragazza di un distretto, rimango comunque la donna che mieteva i tributi del 12. Qualsiasi cosa faccio rimango sempre la cittadina di Capitol che impazzisce per un po’ di mogano.
 Ma un giorno tornerò, non vedrai più la vecchia me, ma una donna nuova, rinata. E potremmo trascorrere i nostri giorni seduti in veranda ad allevare oche sorseggiando liquore.
Con tutto l’amore che io abbia mai provato,
Effie Trinket.





Buonasera
Devo ammettere che sono molto soddisfatta da questo capitolo. Ho iniziato senza sapere assolutamente che scrivere, e poi è uscita la lettere più lunga mai scritta fin'ora (796 parole). 
Ringrazio INFINITAMENTE Michela, che mi ha proposto una lettera Effie\Haymitch, infatti la dedico a lei.
Se avete richieste particolari, se c'è una coppia che vorreste vedere rappresentata, scrivetela tra le recensioni e cercherò di accontentarvi.
Un abbraccio a tutti quelli che sono arrivati qui.
Con Affetto,
Odairs.

 

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Capitolo 5
*** Cara Clove ***


Cara Clove,
sono passati pochi giorni da quando l’hovercraft ti ha portato via. È ancora difficile da ammettere, ma ora non ci sei più.
Mi rendo conto che ora sono solo quando devo stare attento a dove accamparmi perché non ho più nessuno che fa di guardia mentre dormo, o quando trovo del cibo e non devo preoccuparmi di sfamare prima te. È strano anche non sentire i tuoi passi che mi seguono ovunque. È stressante non aver nessuno con cui ridere e scherzare, e ora ho anche molta più paura.
È strano come pochi attimi abbiano cambiato completamente le cose. L’attimo prima stavi correndo verso lo zaino, quello dopo eri a terra, fredda, dopo aver pronunciato il mio nome troppe troppe troppe volte.
Se mi avessi detto che stai per andare al Banchetto, ti avrei coperto. Sarei stato tra gli alberi, pronto ad intervenire se ce ne fosse stato bisogno.
E invece me ne sono accorto quando era troppo tardi. Quando ti aveva già preso. quando stava per ucciderti. E la cosa che non mi perdonerò mai, è l’essere arrivato al limitare del bosco un secondo prima che tuonasse il cannone. E tutto ormai era finito.
 Eri stesa a  terra, pallida, mentre guardavi in alto. Non c’era la tua solita espressione fiera. L’ho vista, nascosta nei tuoi occhi, quella lacrima che non volevi si vedesse. Avevi il mio nome sulle labbra, ma non riuscivi a pronunciarlo più. Eppure eri sempre bellissima.
Poi ho visto l’hovercraft. E ho cercato di tenerti con me, perché tu non eri davvero morta, si sbagliavano, avrei potuto curarti con le poche medicine che ci restavano, ti avrei fasciato la testa, avrei fermato il sangue che mi stava ricoprendo, perché tu potevi ancora tornare indietro.
Ma ti hanno presa, ti hanno strappato via da me, e non potevo fare altro che urlare il tuo nome e dirgli di lasciarti andare, disperato, perché noi avremmo dovuto tornare a casa insieme, da vincitori. Perché noi dovevamo passare il resto dei nostri giorni insieme, avremmo fatto da mentore a i tributi dell’anno successivo, li avremmo fatti vincere, perché siamo i Favoriti, e i Favoriti vincono sempre gli Hunger Games.
Però ti hanno portato via comunque.
Non cerco più il ragazzo innamorato e la sua fidanzata. Non mi importa di chi  uscirà da qui. Che sia io, la ragazza con i capelli rossi, i tributi del dodici. L’importante è che non vinca l’11. È lui che sto cercando, Clove. Il tributo dell’11. Non può andare in giro a spassarsela come se nulla fosse, come se non ti avesse spaccato la testa sulla Cornucopia, come se non ti avesse portato via da me.
Deve pagare, Clove.
Poi credo che vagherò per l’arena, senza uno scopo preciso. Dopo aver sperato così intensamente di vincere con te, l’idea di uscire da qui da solo non mi piace. Ovviamente non ho intenzione di andarmene senza prima provare a combattere, ma se dovessi uscire di qui, credo che farei in modo di raggiungerti presto. Ora rimpiango i primi giorni dei Giochi, quando c’era Lux, quando nemmeno ci parlavamo. Se avessi saputo come sarebbe finita non avrei mai stretto nessuna alleanza. Potevamo farcela da soli, Lux non sapeva usare l’arco e Marvel, beh, lui era un perfetto idiota. Il ragazzo innamorato potevamo lasciarlo correre dalla sua amata, e ora i giochi sarebbero finiti e noi due saremmo nella nostra casa, al Villaggio dei Vincitori, pronti a vivere la nostra vita insieme.
Clove, qualsiasi cosa succeda, voglio stare con te. Non importa se in questo mondo o in un altro, voglio trovarti e passare il resto dei miei giorni con te. Perché anche se io riuscissi a uscire da quest’inferno, io sarei morto comunque.
Senza la mia piccola e determinata guerriera, senza quegli occhi sempre attenti e vigili, quelle mani tanto piccole quanto letali.
Un cannone. Devo sbrigarmi, amore mio, siamo rimasti in pochi.
Tra non molto saremo ancora insieme, è una promessa.
Ti amo lanciatrice di coltelli.
Cato.

 
 
 
 
Oooookay.
Lo so, lo so, il ‘lanciatrice di coltelli’ non piace nemmeno a me, ma visto che non si sa il cognome di Clove e non voglio inventarmi cose tipo i cognomi dei personaggi, ho pensato che in fondo loro sono cresciuti con il pallino degli Hunger Games, quindi fa tanto stile Favorito visto che era la specialità di Clove.
È stato strano scrivere una lettera del genere, soprattutto perché Cato è molto “Ehi, sono cattivissimo e uccido tributi come se fossero formiche! Guarda come ti spappolo il cervello!” e descriverlo così disperato e così innamorato è… strano, appunto.
Però dopo tutto i Clato sono belli, e credo che ci fosse un minimo di romanticismo tra di loro, in fondo hanno anche loro un cuore (spero).
Ditemi se è troppo zuccherosa per Cato o se non si capisce quanto lui ami quella ragazza, lasciate una piccola recensione per farmi sapere cosa e pensate, è importante (potete anche scrivere che vi è  morto il gatto o che fuori piove, basta che scriviate qualcosa)
Un abbraccio a chi è arrivato fin qui e grazie a tutti per le recensioni dei capitoli precedenti ^.^
Con Affetto,
Odairs.

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Capitolo 6
*** Cara Rue ***


Cara Rue,
innanzitutto volevo ringraziarti infinitamente per aver salvato mia sorella nell’arena. Sono sicura che senza il tuo aiuto oggi non sarebbe qui con me. Sai, nel Distretto 12 vedevo spesso uomini punti dagli aghi inseguitori. Molte volte ho visto gente affidarsi a mia madre per curare le punture, e so che effetto fanno. Anche con un puntura sulle gambe soffrivano in maniera spaventosa. Io so come si curano, l’ho visto molte volte e sono anche stata d’aiuto in qualche caso, ma Katniss non ha mai sopportato la vista del sangue o delle ferite, e in questioni mediche è negata. Quindi, quando l’abbiamo vista vagare per l’arena con quelle punture sul collo ci siamo spaventate tantissimo. Anche se cercavo di consolare mia madre dicendole che ce l’avrebbe fatta, sapevo che senza aiuto non sarebbe sopravvissuta. Avevo paura, perché senza Katniss noi non avevamo speranza. Lei si occupava di noi, io sono brava solo a vendere formaggio. Ero arrabbiata, perché sarei dovuta essere io in quel’arena, non lei. Lei era troppo importante, se fosse morta Gale avrebbe dovuto farsi carico di una famiglia in più, perché non ci avrebbe lasciato sole.
Era tutto così sbagliato, non poteva essere vero.
Poi però l’o vista su quel treno, con un magnifico vestito e pettinata elegantemente, con quel poco trucco che le risaltava gli occhi grigi. Ed era bellissima, ed era viva, ed era ancora lì, con me. Aveva provato a vincere e ce l’aveva fatta, aveva anche salvato Peeta, e ora la nostra vita sarebbe stata perfetta. Niente più digiuno, cibo buonissimo tutti i giorni, vestiti puliti e una bella casa. Tutto quello che avevamo sognato ma che non potevamo permetterci.
E ora, è già tutto finito. Siamo qui, nel Distretto 13, l’unico che non si è piegato alla volontà di Capitol City. È tutto così sbagliato.
Sai Rue, Katniss dice che noi due saremmo potute essere amiche. Se fossi finita nell’arena, saremmo potute essere alleate. Katniss dice che noi due eravamo molto simili.
Ho conosciuto la tua famiglia. Aiuto dove serve, e ho riconosciuto subito tua madre. L’avevo vista in TV.
Stanno bene, e sono riusciti a scappare dal Distretto 11. Abbiamo parlato un po’. Gli manchi tanto, e dicono che la casa è più vuota senza te che canti.
Capitol City non gli fa avere i fondi che Peeta aveva promesso loro. Era scontato, ma speravo che qualcosa ricevessero, anche se poco. So che anche una minima parte può fare la differenza tra la vita e la morte.
Sai Rue, stasera faremo qualcosa di grandioso. È arrivato il momento di vendicare tutti i ragazzi morti nei giochi, oggi rovesceremo la capitale, faremo cadere il governo di Snow. Ne sono sicura, me lo sento. Ci saranno sicuramente dei feriti, e io sarò in rima linea, pronta ad aiutare. Finalmente ho la possibilità di fare qualcosa.
Mamma non è d’accordo. Non vuole che io stia così vicina agli scontri. Dice che sarebbe meglio che io non venissi coinvolta. Ma hanno bisogno di me. Se degli uomini morissero perché non ci sono abbastanza medici? Potrei fare la differenza. Più siamo, meglio è.
Ecco, Rue..non so bene come siete disposti lì sopra, se vivete in Distretti o tutti insieme, ma potresti salutarmi papà? So che è stupido, perché probabilmente tu neanche sai chi sia mio padre. Quindi se non puoi non fa niente. Ma se lo trovi, digli che Katniss canta, e che anche io canto. Che siamo riusciti a sopravvivere perché aveva insegnato a mia sorella ad usare l’arco, e che ci ha salvato anche se non c’era. E soprattutto, digli che ci manca ogni giorno di più.
Ora devo andare, mi aspettano.
Anche se non ti conosco, vorrei che tu fossi qui. Vorrei essere tua amica. Ma ci incontreremo Rue, te lo prometto. Un giorno ci incontreremo. 
Con ammirazione,
Primrose.



Buonasera.
Mi scuso in anticipo per la qualità scadente della lettera e per la sua lunghezza, sfiora appena il margine consentito per essere definita one-shot, anche se il mio desiderio è di rendere più lunghe possibili. Mi scuso anche per il ritardo con cui ho pubblicato questa lettera, ma ho avuto molti imprevisti e in questo non è uno dei periodi migliori che ho passato. Cercherò comunque di aggiornare il più regolarmente possibile, visto che avevo anche una mezza idea di (ri)iniziare -e questa volta si spera che di concludere- una storia che da un po' (circa tre anni) mi rotea in mente. Vi farò sapere il più presto possibile.
Un abbraccio a chi è arrivato fino a qui, e grazie per supportarmi con le vostre recensioni.
Un grazie particolare a Michela, che mi è sempre vicina anche essendo così lontana. Grazie per essere la mia fan numero #1 e per sorbirti regolarmente le mie scenate per il mio non-saper scrivere. 
Sempre con affetto,
Odairs.

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Capitolo 7
*** Caro signor Evedeen ***


Caro signor Everdeen,
è da circa vent’anni che non vedo più il tuo volto. Fino a poco tempo fa sentivo ogni giorno una parte di me che lentamente si staccava e moriva, ed ero convinta che ben presto non ci sarebbe stato nient’altro che un corpo vuoto a riscaldare quel letto ormai troppo grande per me.
Finché un giorno non hanno estratto la piccola Prim alla Mietitura. Oh, avevo già perso troppa gente in quei Giochi, non potevo perdere anche mia figlia.
E poi, quando già la davo per spacciata, la nostra coraggiosa Katniss farsi largo tra la folla per proteggere la sua sorellina, e lì, amore mio, ho rivisto la forza che ti caratterizzava, quel coraggio che credevo ormai perso per sempre.
Se lei, che aveva perso il padre a soli undici anni, che sfamava la sua famiglia da sola, che ci faceva avere tutto quello di cui avevamo bisogno, che ci faceva avere sempre un aspetto decoroso nonostante le nostre condizioni, se lei aveva la forza di sacrificarsi per Primrose, perché io non riuscivo ad alzarmi dal letto ed aiutare in qualche modo?
Mi ripromisi che avrei badato io a Prim, lo dovevo a Katniss. Quanto mi sono pentita della mia assenza durante tutto questo tempo, quanto ho sofferto pensando all’adolescenza che ho rubato a Katniss, tutte lo volte in cui a vedevo tornare, stanca e provata, con in mano la selvaggina o la roba comprata al Forno.
Non sono stata una buona madre. Non lo ero neppure quando c’eri qui tu. Le bambine ti adoravano, tu trovavi la forza per farle ridere anche se la Miniera ti distruggeva, mentre io ero buona solo a cucinare.
Quanto i sei mancato, e quanto i manchi tutt’ora.
Mi sento completamente sola. Prima almeno c’era Primrose. Ora nemmeno lei è con me. Katniss ovviamente non ne vuole sapere nulla, non la vedo da più di dieci anni. Non so come sta, cosa sta facendo, se si è sposata e ha dei figli, o se è ancora l’anima solitaria di una volta. Ho provato a chiamarla al telefono qualche volta, Peeta mi diceva che era a caccia, e quando mi chiedeva se dovesse farmi richiamare gli dicevo che no, non ce n’era bisogno. Non mi avrebbe richiamato, e se l’avrebbe fatto non sarebbe stata contenta di sentirmi.
Ogni tanto però viene a trovarmi Gale Hawthorne, il figlio di Hazelle. Anche suo padre è morto in quell’esplosione, e casualmente lui e Katniss si sono trovati nei boschi, mentre Kat cacciava con il tuo arco e le tue frecce.
Mi parla della sua vita fuori dal Distretto 12, di quanto gli manchi Katniss e di quello di cui si occupa al 2. Ormai è l’unica traccia del mio passato che mi sono concessa.
Ha provato a tornare al 12 qualche volta, l’8 maggio di ogni anno, non so perché, ma poi ad un certo punto ha smesso. Non so cosa sia successo, ma credo che sia meglio così. si è trovato un’altra donna e sta cercando di dimenticare Katniss, tornare lì potrebbe solo peggiorare le cose.
 A volte non posso fare a meno di pensare al poco tempo che abbiamo passato insieme. Alla nostra Tostatura, a tutte le volte in cui abbiamo fantasticato sul nostro futuro, ai tuoi “Buongiorno, finalmente signora Everdeen” appena sposati, i “Buonanotte, Mrs Everdeen, ci rivediamo nei sogni!”, alla nascita di Katniss, a quando eravamo felici. Alle tue canzoni, le gite nei boschi, le passeggiate con tua figlia che ti adorava, all’arrivo della seconda, così simile a me, che ogni sera ti puliva lo specchietto per la barba, perché tu odi la polvere del Giacimento. Sarebbe cambiato qualcosa se tu non te ne fossi andato? Prim sarebbe stata estratta comunque se tu fossi stato qui?
Mi sento stanca in questo periodo, mi chiedo se mai tutto questo finirà. Ho una voglia matta di raggiungerti, riabbracciarti, tornate con te, ma cerco di pensare alla gente che ora ha bisogno di me. Eppure è difficile, perché di quella gente non m’importa nulla, voglio solo indietro la mia famiglia. Prim, te, Katniss, perfino Ranuncolo, il gatto che ha adottato Prim. E Lady, la capretta che Katniss le ha regalato al compleanno.
Vi raggiungerò molto presto, temo. Non sono un’esperta ma mi rendo conto che il mio corpo sta perdendo più forze del dovuto. Non conosco medicine per questo genere di sintomi, credo che l’unione dei Distretti abbia anche trasmesso le malattie diffuse in Distretti differenti, e non ho intenzione di farmi visitare. Mi vedrete solo un po’ più presto del previsto, tutto qui.
Com’è lì? C’è qualcosa, vero? A volte ti immagino cantare la Canzone del Pino a Prim. L piace tanto, Katniss gliela cantava sempre per farla addormentare. So che non lo ammetterà mai, ma sono sicura che qualche volta le sia scesa qualche lacrima a ripensarti. E anche a me, tante lacrime, mentre la cantavo dalla stanza accanto.
Le canti qualche canzone? E da qualche parte, c’è un ragazzo dai capelli rossi, con degli occhi verdemare? Se c’è e non gli hai mai parlato, presentati. Sai, quel ragazzo non dovrebbe essere lì. Non so come, ma si è sacrificato per tua figlia, per farla vivere. Ti supplico, ringrazialo da parte mia.
E Cinna, come ho fatto a scordarlo. Scommetto che sareste andati d’accordo. Saluta anche lui. Credo che sia uno dei responsabili della nostra nuova libertà. Quando l’ho visto con Katniss, ho subito pensato che tra quei due ci fosse il tipo di rapporto che avresti avuto tu con Kat.
Ti prego di aspettarmi un altro po’. Mi scuso se sarò tarda.
Non vedo l’ora di riabbracciarvi, amore mio.
Per sempre tue, e anche dopo

Mrs Everdeen.



Non uccidetemi per favore!
Lo so, lo so, è leggermente in ritardo, e mi scuso, ma ho avuto tantissimo da fare e so scrivendo anche l'altra storia di cui vi avevo parlato, e con la scuola sta diventando un po' un casino aggiornare regolarmente. 
Devo dire che è stato difficilissimo scriverla, perché come ho già detto non ho intenzione di inventarmi nomi per i personaggi, e poi non si dice assolutamente nulla dei genitori di Katniss, e ho dovuto inventare stando attenta a rispettare tutti gli accenni che la Collins aveva dato su di loro e trovare qualcosa di commovente che non fosse noioso.
Vi supplico in ginocchio su i ceci, recensite. E ditemi che avete preferenze sulla prossima lettera. Ho bisogno di sapere cosa ne pensate. E su che cosa dovrei scrivere. Ogni richiesta sarà resa in considerazione. Sono disperata. Vi prego. 
Detto questo, vi voglio un mondo di bene.
Un abbraccio e un triliardo di baci,
Con affetto,
Odairs.

 

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Capitolo 8
*** Cara Shove ***


Cara Shove,
Il nonno è stato molto impegnato durante questi ultimi mesi. Come tu ben sai, piccola mia, i Ribelli hanno dato non pochi problemi a Capitol City, e soprattutto in queste ultime settimane si stanno rivelando molto organizzati e decisi a non arrendersi. Ma non preoccuparti, risolverò la situazione al più presto possibile.
Allora principessa, come stai? Mi scuso per averti fatta imbarcare sul primo aereo diretto fuori Panem, senza salutarti o avvertirti, ma ho dovuto farlo. Casa non è un posto sicuro ora, e non voglio che qualcuno ti faccia del male. Però lì ti diverti, vero? Quando ero piccolo passavo tutte le estati nei verdi campi dove tu ora giochi, tra gli animali e gli alberi. Ho sempre amato la campagna e la tranquillità che essa trasmette, e spero che anche per te possa essere fonte di gioia e serenità quanto è stata per me.
La prossima volta che andrai a passeggiare nel bosco, per favore, cerca una grande quercia con un immenso tronco. Vorrei che tu cercassi tra le nodose radici dell’albero, dovresti trovare una scatola di metallo, sempre che le piogge e le nevi invernali l’abbiano conservata intatta. Dentro quella scatola non c’è molto, solo delle vecchie foto e dei giochini che tuo nonno fabbricava quando pioveva e non poteva uscire. Ma non è quello l’importante. Dentro dovrebbe esserci una catenina d’oro. Non vale molto ma è nella nostra famiglia da secoli, e purtroppo non ho potuto darla a tuo padre quando ne avevo l’occasione. Però ora voglio che la abbia tu, custodiscila e tramanda il nome degli Snow ai tuoi figli, e assicurati che loro la tramandino ai loro figli. È ormai una tradizione ed il simbolo di famiglia. Prenditene cura.
Piccola mia, da quanto tempo siamo separati. Vorrei prendere il primo volo e raggiungerti, ma purtroppo i miei doveri non me lo consentono. Ma quando sarà tutto finito verrò a prenderti e ti riporterò a casa. Passeggeremo in giardino, berremo il tè in veranda, ti porterò a fare compere, ti regalerò una bambola e andremo a ballare, come piace fare a noi due. Passeremo le giornate lontani dagli impegni, niente Coriolanus Snow, solo Nonno. Mi manchi tanto farfallina, e presto ci riabbracceremo, te lo prometto.
Sai che abbiamo scoperto un nuovo distretto? Eh si, a quanto pare il Distretto 13 si è riorganizzato sottoterra ed è diventato la base dei Ribelli, ma ce ne stiamo già occupando.
Certo che sono stati proprio bravi, questi Ribelli. Ti ricordi quando avevi fantasticato su una possibile rinascita del tredicesimo Distretto? Quella volta non ti diedi ascolto, ma avevi ragione tu. La mia bambina, sei sempre stata la più intelligente tra le altre. Saresti un’ottima leader, su questo non c’è dubbio.
Ah, le giornate si accorciano, l’estate sta finendo. Arriva il freddo. Ti è sempre piaciuto il freddo. E anche giocare con la neve. Quanto ci divertivamo quando eri più piccola e giocavamo in giardino, ti ricordi? Quanto abbiamo riso quelle volte. Non ci annoiavamo mai, io e te.
Shove, se mai dovesse succedere qualcosa, sappi che il nonno ti vuole tanto bene, e sei sempre nei suoi pensieri. Sii sempre forte e non sprecare la tua intelligenza, piccolo fiocco di neve. Ma tu sai già tutte queste cose, vero? Sai cosa devi fare se succede qualcosa al nonno.
Ora vado a salutare mamma e papà, e gli racconto cos’è successo e dove sei. Da quanto tempo non andiamo a trovarli? Troppo, vero? Gli porto anche dei fiori. Posso portargli le rose del nostro roseto? Scommetto che sarebbero felici di vedere come l’hai fatto crescere bene, e ti assicuro che avrebbero voluto aiutarti a curarlo. Ma è già meraviglioso.
Mi manchi tanto, piccola mia, e ti vorrei qui con me. Ti mando un grande abbraccio caldo.
Con tanto amore,
il tuo nonno, Coriolanus Snow.
 

 
Buongiorno!
Lo so, lo so, non mi sono fatta sentire per tanto tempo, e mi dispiace, ma la voglia di scrivere mi scivolava via come la sabbia tra le dita (momento poetico).
Ho scritto poco rispetto al solito, ma Snow e sua nipote sono rappresentati solo in una scena, e non dicono molto quindi mi sono inventata io qualcosa.
Vorrei specificarlo qui visto che non potevo scriverlo nella lettere, ho collocato la possibile stesura di questa lettera nelle ore prima la morte di Snow, mi piace immaginare il potente Coriolanus Snow chiedere ai ribelli di scrivere un’ultima volta alla sua amata nipotina, dicendole di stare tranquilla e nascondendole il destino di suo nonno.
Questo è l’ultimo capitolo della raccolta, sono abbastanza triste perché mi piacevano tutte queste lettere.
Beh, che dire, ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita e supportata in questa raccolta durata un mese e mezzo, è tantissimo tempo per una storia così breve!
Grazie a tutti quanti, a chi ha messo queste storie tra le preferite, le ricordate o le seguite, e ovviamente chi recensiva! Sappiate che mi rende sempre molto felice sapere che le mie storie vengono apprezzate.
Ora vi lascio, è stato bello scriver per voi.
Un grande abbraccio e tantissimi baci,
Con affetto,
Odairs.
 
PS: per tutti i fan di Come Finnick non morì, ho paura che dovrete aspettare ancora un po’ per il continuo, ma ci sto lavorando!

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