About me.

di easypeasylemonsqueezy
(/viewuser.php?uid=545440)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Walking. ***
Capitolo 2: *** Who am I? ***
Capitolo 3: *** Self-destruction. ***



Capitolo 1
*** Walking. ***


About me. – Walking.

Cammino per strada a passo svelto, fa freddo ma non lo sento più. Metto le mani in tasca e stringo le braccia al corpo. C’è tanta gente, è il periodo natalizio. Ricevo tante spallate, ma non m’importa, non mi girerò; meno le persone mi vedono meglio è. Sono invisibile. Devo essere invisibile. Non guardo negli occhi nessuno, e nei pochi istanti in cui incrocio lo sguardo di qualcuno sono triste, perché penso a quanto non so di quelle persone e  quanto mai saprò. Il mio pensiero costante è lui. Mi chiedo perché; non so perché. Ma non è il solo. Penso anche a quanto conosco bene questa città, e a come sarà doverla lasciare, forse. Mi trasferirò, forse. Forse. La mia vita è tutto un forse. Mio padre cambierà lavoro, forse. E, forse, lo trasferiranno a Roma. E, forse, dovremo andare con lui.
Penso anche a quanto siano brutte queste decorazioni per strada; di pessimo gusto. Adoro camminare per strada con le cuffie nelle orecchie, e la musica a volume alto, mi aiuta tanto.
Mi fa pensare tanto. Anche alle piccole cose. Ho pensato persino a quanto bene conosco l’asfalto della strada dove abito, a furia di camminare a testa bassa. A volte mi piacerebbe chiudere gli occhi, solo per sentire ancora di più la musica e abbandonarmi al fresco della sera, e del periodo.
A volte penso di essere strana, per quanto penso a lui. Non farò nomi, né della città dove vivo, né delle persone con cui passo il tempo, né di me stessa. Lui rimarrà “lui”, perché lui è l’unico. Non so com’è possibile affezionarsi così ad una persona. Non ci conosciamo bene, non ci conosciamo da tantissimo (8 mesi, all’incirca), ma mi ha rapita. Delle volte penso di esserne innamorata. E se non di lui sono innamorata dei suoi gesti, dei suoi lineamenti, del suo sorriso. Ma è assurdo, a malapena ci salutiamo. Ma io sono così “fissata”. Sono arrivata al punto di rileggere le stesse conversazioni su Facebook anche una o due volte al giorno, a volte fissandole soltanto, nella speranza che lui mi scriva. Ed è tanto triste sapere che non succederà. Perché lo desidero così tanto. Desidero lui, ne amo ogni dettaglio. Sembra una banalità ma mi piace davvero tutto. Penso così spesso a lui. Penso a come sarebbe avere qualcuno accanto, penso a come mi piacerebbe sentirmi amata, una volta tanto. Ma il problema è che quando ci penso, l’unica persona che vorrei è lui. Sembra stupido, dato che ci scambiamo giusto un saluto ogni tanto, ma con lui ho provato per la prima volta la sensazione di perdersi negli occhi di qualcuno. È così bello. È una cosa così semplice, ma così bella. I suoi occhi, amo i suoi occhi. Ed il suo sorriso. O mio dio cos’è quel sorriso. È così perfetto. Ed i suoi capelli, le sue braccia, la sua bocca. Non vorrei che avesse niente di diverso. Spesso penso “bello, ma..” ma con lui no; penso che sia bello e basta. Bello in tutti i sensi. Bello come tutto ciò che di bello esiste. Più bello del pensiero più bello. E lui non lo sa. E fa male. Sto spesso male. Piango molte notti (per tre o quattro mesi fu questione di tutte le notti), e penso. Penso troppo. Penso a cosa non mi piace di me, a tutto ciò che cambierei se ne avessi la possibilità, a come mi sento cattiva quando a volte mi capita di dubitare delle mie amiche (poche, ma buone), e penso a quanto il mio carattere sia insopportabile, a quanto io sia brutta e sgradevole. Ma chi sono io?

 

____
Sarò breve: questa “storia” è nata dal fatto che su whatsapp avevo creato una chat con me stessa per sfogarmi di alcune cose, raccontandomi cose che non avrei mai avuto il coraggio di dire a nessuno. Ho pensato che condividerle qui, senza dire chi sono, potrebbe essere interessante. Mi farebbe molto piacere una piccola recensione, con un pensiero, grazie mille. Chiedo inoltre scusa per la brevità del testo, e per la formattazione, ma ho avuto problemi; se qualcuno volesse aiutarmi, mi contatti in privato.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Who am I? ***


About me. - Who am I?

Chi sono io? Questa sì che è una domanda strana. Mi piacerebbe davvero tanto saperlo, sarebbe molto d’aiuto, renderebbe tutto molto più facile. Tutto cosa? Non lo so nemmeno io. Ma mi piace pensare che esista un modo per alleggerire “tutto”, per sentirsi meno pesanti, meno rinchiusi, meno come se mancasse l’aria, un po’ più… liberi, forse? Non lo so. Sono davvero tante le cose che non so, e alcune sembra davvero strano non saperle. Per esempio, per l’appunto, chi sono? È così strano sapere che non si sa chi si è. Ti fa sentire così perso, così solo, così insignificante. Mi sono posta spesso questa domanda, ed il più delle volte mi sono detta che non era necessaria una risposta, oppure che non l’avrei mai saputo; tanto vale mettersi l’animo in pace. Poi ci ripenso, dopo un’oretta, o dopo un giorno, o dopo mesi. E penso sempre che più si va avanti più succedono cose, e più succedono cose più è difficile identificarsi in qualche modo. E allora mi pento di non essermi data prima una risposta, e entro in un circolo vizioso. So di me così tanto e così poco allo stesso tempo. È un po’ triste. Non avendo una risposta, ricopierò delle cose che mi ero scritta da sola, un po’ come se questo fosse il mio diario, il mio piccolo angolo, ed essendo più messaggi, metterò un punto tra uno e l’altro.
19 settembre 2013. “Da quanto che non parlavamo. Devi sapere che sta andando tutto in modo così strano. Un giorno sto bene e l’altro no. E per bene si intende sempre “uno schifo meno del solito”. In ogni modo. Sentirsi dire grassa, balena, botte, fa.. male. Troppo male.. non lo sopporto. Perché nessuno capisce? Perché nessuno sa? Cazzo fa così male. E poi è colpa mia faccio troppo schifo. Non so dimagrire. Sto facendo sacrifici da mesi e non ho perso mezzo grammo. È così avvilente. Fa così male. Se non sei magra nessuno ti considera. Non sarò mai abbastanza. Farà sempre troppo schifo. Per me stessa. Ma proprio schifo.. i conati di vomito. Solo a pensarci mi viene da piangere. Sul serio.. non lo sopporto più.”
27 novembre 2013. “Oggi è stata una bruttissima ora di ed fisica. Odio che mi prendono in giro, solo perché non so giocare. O almeno, so giocare, ma non davanti a loro. Mi mettono in soggezione. Vado nel panico. Mi danno fastidio. Mi sento male.”
30 novembre 2013. “Uff.. bho, X è una ragazza molto strana, si affeziona raramente ma molto in fretta, sceglie i suoi amici, non i suoi conoscenti, in questo è aperta. Prova sempre a conoscere tutti, ma ad essere amica di pochi. Era manesca prima, ma adesso un po’ meno, ma non è brava con le parole e spesso le sembra che sia l’unico modo che ha per difendersi. Va bene a scuola, lì è molto intelligente, e le piace ragionare. Legge molto, davvero tanto, e le piacciono i gialli, e le piace la matematica. Sogna di viaggiare molto, e di imparare bene l’inglese, perché l’Italia non le piace. Sorride, non molto spesso, sia perché odia il suo sorriso sia perché non ha spesso motivi per sorridere, o almeno non per sorridere sinceramente, con uno di quei sorrisi che vengono dal cuore. Non fuma, non beve, non fa sesso. È noiosa, è monotona, non piace ai ragazzi. Non è bella e le piace passare inosservata. Lei è una di quelle persone che guardano e ricordano tutto, ma non dicono molto. Non è dolce, mai, con nessuno, perché pensa che alle persone non faccia piacere. Pensa spesso di non essere sopportata da tutti. È triste, molto spesso, perché si sente un macigno nello stomaco e si vede tutti contro. Sta male, spesso, non sa bene perché, e non lo dice a nessuno per non fare la vittima. Piange tutte le notti prima di andare a dormire e dorme sempre arricciata, con le gambe al petto per sentire un contatto, qualcosa vicino. Ama gli abbracci, ama l’affetto e le persone affettuose, ma non sa esserlo, e in parte non vuole esserlo. Non guarda la tv, la trova stupida, guarda solo glee e xfactor. Non le piace vestirsi colorata, o almeno le piacerebbe se ne avesse il coraggio perché le piace passare inosservata. È nervosa, spesso, e ci sono parti del corpo che odia essere toccata, perché si sente vulnerabile, impotente (come dietro al collo). Odia i rumori come la gomma masticata o il cibo masticato, le danno sui nervi. Ama la musica, e il pianoforte (che suona), e anche cantare, ma canta solo quando è sola in casa. Suonava anche la chitarra, ma ha smesso. Non le piace il suo corpo, è sempre a dieta. Ha avuto pensieri autolesionisti, molto spesso, ma le è sempre mancato il coraggio, per la paura per il sangue; sviene quando lo vede. Paradossalmente le piacciono gli horror, soprattutto quando sono intelligenti, pensati. Non va d’accordo con i suoi genitori. Ama le sue migliori amiche, che sono il suo punto di riferimento, e dà a loro tutta se stessa, nonostante spesso si senta usata da loro. Ha molti progetti per il futuro, molte speranze. Vorrebbe un ragazzo, per sentirsi amata, apprezzata. Non le piacciono spesso i ragazzi, perché non se li fa piacere perché sta sempre male quando succede. Ha pensato di essere bisessuale, o anche omosessuale. È codarda, in tutto, con tutti. Non sa dire quello che pensa davvero, e non fa mai quello che vorrebbe fare, e rimpiange sempre quasi tutto. È testarda, chiusa mentalmente, non sa ammettere di non avere ragione quando insiste molto su una cosa. È insistente, petulante, fastidiosa. Le piacciono le piccole cose, presta molta attenzione ai dettagli; nota di più se qualcuno inizia una conversazione con lei perché ha voglia di parlarle piuttosto che qualche gesto plateale del tutto superfluo. Ama gli occhi chiari, avrebbe sempre voluto averli, e le sarebbe piaciuto molto anche essere nata prima, di un anno o due. Però X è affidabile, moltissimo. È di parola: se dice qualcosa, lo fa, e quando le dici un segreto non lo dice mai a nessuno, lo tiene per sé. Se dovesse scegliere un talento che le piacerebbe avere, sarebbe senza dubbio disegnare.”

____
Salve, questa volta ho scritto una cosa un po’ diversa, che spero possa altrettanto piacere. Ringrazio di cuore le seguite, le ricordate, e le recensioni, davvero, sono troppo contenta, non sapete quanto! Il testo è un po’ più lungo, perché una buona parte l’avevo già sul telefono, essendo appunto messaggi. Se lasciaste qualche recensione sarei ancora più contenta, e una ragazza che mi ha mandato un messaggio in privato mi ha detto una cosa che mi porta a fare una domanda un po’ strana: quanti anni pensate che io abbia? Se vi va, fatemelo sapere. Chiedo scusa ancora per la formattazione; cerco ancora qualche buon’anima disposta ad aiutarmi.
Ah, ovviamente, quando nell’ultimo messaggio c’è due o tre volte quella “X”, è ovviamente messa come simbolo del mio nome.
Grazie a tutti, davvero di cuore.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Self-destruction. ***


About me. - Self-destruction.

La mia vita è abbastanza monotona, un po’ spenta.
Nei messaggi precedenti avevo accennato a qualche argomento, come l’autolesionismo, o la bisessualità, o una leggera forma di bullissimo, e mi farebbe piacere approfondirli un po’.
Per prima cosa, l’autolesionismo. Non mi sono mai tagliata, però l’avrei voluto fare. Perché non l’ho fatto? Non lo so, forse mancanza di coraggio, o troppa paura del sangue, o troppa razionalità, o magari tutto insieme. Ho avuto un periodo molto brutto l’anno scorso, di cui parlai con solo tre persone, che reagirono tutte in modi diversi. La prima mi attaccò, mi disse cose orribili, disse che portavo le persone ad odiarmi, e che se volevo farle compassione non ci stavo riuscendo. La seconda, che è attualmente una delle mie migliori amiche, mi disse delle cose davvero belle, e mi stette vicino come solo una sorella avrebbe fatto. Apprezzai davvero molto il suo supporto, infatti lei è quella a cui dico tutto per prima senza paura di essere giudicata. La terza, ed ultima, persona invece mi confessò di trovarsi in una situazione molto simile alla mia, e mi raccontò alcune cose riguardanti lei stessa.
Ciò che dissi a tutte e tre le persone fu molto simile, ed era la risposta a “Che succede? Raccontami”, e fu più o meno questo:
“Raccontare? Cosa c’è da raccontare? Che non mi sopporto più? Che ogni momento della mia vita darei tutto per essere qualcun altro? Che piango per ogni minima stronzata? Che piango davanti a ogni mia foto? Che se si potesse taglierei via metà del mio corpo con un coltello solo per avvicinarmi all’idea di “magra”? Che i miei genitori non mi ascoltano manco per sbaglio e appena apro bocca si incazzano? Che sto litigando con tutti perché sto nervosissima ma nessuno mi capisce? Che mi incazzo per qualsiasi cosa? Che ho bisogno di un abbraccio ma nessuno è disposto ad abbracciarmi? Che mi odio? Che provo quasi ogni giorno a ficcarmi due dita in gola ma non si sa per quale assurdo motivo non vomito? Che la mia vita non ha un senso? Che le mie giornate sono vuote? Che le mie amiche non sono davvero amiche? Che se fosse per me mi sarei già uccisa tanto a nessuno importa? Che a nessuno interessa cosa faccio? Che non sono accettata perché non ho 150 mi piace alle foto su facebook? Che non sono abbastanza alta, bella o popolare? Che non sono abbastanza per me stessa? Cosa? Non credo ci sia nulla da raccontare.
Ah, e non ho detto la parte peggiore ora che ci penso. Il peggio è che nessuno si accorge di niente, che per tutti è come se stessi una favola, che basta un sorriso e chiunque pensa che è tutto okay, che non ho più le palle di parlare con nessuno di questo periodo perché non voglio sembrare pesante e quindi posso solo far finta di niente e star male piano. Da sola.”
Stetti molto male in quel periodo, mi sentivo davvero sola. Moltissimo. E in quei giorni ho pensato di tagliarmi, lo pensavo spesso, molto spesso, ma non ci sono mai riuscita. Due delle persone su tre alle quali ho detto queste cose mi hanno raccontato di tagliarsi, e mi hanno detto di non farlo, perché non avrebbe risolto nulla. Forse è anche grazie a loro che non l’ho mai fatto.
Da un po’ sto attraversando un periodo un po’ simile a quello di un annetto fa, solo che sono cresciuta, e ho qualche pensiero in più per la testa.
Per esempio avere un ragazzo aiuterebbe, molto. Detto così sembra frivolo, banale. Ma non è così. Avere un ragazzo a cui tieni e che tiene a te vuol dire avere qualcuno che ti supporta, che ti aiuta, che ti apprezza, quasi di più di un migliore amico o una migliore amica. E poi i maschi sono meglio delle femmine, caratterialmente. Sono meno materiali, sono meno pettegoli, meno frivoli, meno cattivi. Le ragazze sanno essere molto, molto peggio.
Inoltre una cosa che ultimamente mi fa stare male da morire, e che all’epoca non pensavo nemmeno minimamente è di litigare con le mie migliori amiche.
Non ho litigato con tutte, a dire il vero, ma con una sola in particolare, ma le altre l’hanno appoggiata. Sono quasi due settimane che non parlo più con loro, che non ci vediamo. Mi sento persa. Sabato ne ho incontrata una, ad una festa, con il fidanzato. Lui è un mio amico, e fa anche lui parte del nostro “gruppo” di amici, ed è l’unico che non mi ha attaccata, forse perché, tornando al discorso di prima, è maschio, ed ha detto che le questioni tra me e la ragazza con cui avevo litigato non sono affari loro, e che secondo lui le cose che dissi non le pensavo davvero. Ed ha ragione.
Litigai con questa ragazza perché lei ha un problema molto grave in famiglia, di cui parlò solo con me. Qualche giorno dopo lo disse detto agli altri su un gruppo di whatsapp e tutti le risposero “mi dispiace, ti stiamo accanto” cose così. Io no. Perché gliele avevo già dette, e ripeterle sarebbe stato forzato. Lei si arrabbiò, e sempre sul gruppo, mi disse delle cose. Le risposi male, ero nervosa. Le altre mi dissero cose orrende. Io mi ritrovai chiusa in bagno a piangere, e restai chiusa dentro per forse un’ora.
Perché ho raccontato tutto questo? Perché questo è uno dei tanti episodi in cui ho pensato di tagliarmi ma, ancora, non ne ho avuto il coraggio.


___
Chiedo scusa per non aver scritto per un po’, ma sono stata malata (lo sono ancora), e ho dovuto studiare moltissimo, perché sabato abbiamo avuto le pagelle e c’erano tutte le interrogazioni, compiti scritti ecc.. inoltre, come avrete letto, ho avuto un po’ di problemi.
Come al solito, grazie sempre di cuore, a chi legge, e se volete recensite, mi fa sempre piacere da morire!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2330041