Only a Seeker can catch your heart

di Spregias
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Classica giornata ad Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Family ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- Quidditch ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Hogsmeade ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- Amortentia ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- Hyperion ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- You and me ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8- Promise ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9- Stay ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10- Lily vs Lily ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11- Heart to Heart! ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12- Defying gravity ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13- Say something ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14- Incantesimi ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15- Hello ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16- A head full of dreams ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17- Inside and out ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18- Star Crossed ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19- Hymn for the Weekend ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20- You don't own me ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21- Love, XOXO ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22- Soulmates ***



Capitolo 1
*** Classica giornata ad Hogwarts ***


 
 
 
Capitolo 1- Classica giornata ad Hogwarts
 
 
 
“Sei un essere veramente insopportabile, Malfoy!”
 
Lily alzò svogliatamente gli occhi su quell’osceno spettacolino giornaliero, ridendo sotto i baffi dell’incredibile stupidità di sua cugina Rose: ovviamente le voleva bene, ma non riusciva a non criticare il suo caratteraccio.
Era evidentemente stracotta di Malfoy, eppure non smetteva di trattarlo da vipera.
 
Rose era una bella ragazza tutto sommato, capelli rossi, ovviamente, bocca carnosa e occhi verde scuro. Eppure non faceva niente per rendersi appariscente, niente di niente.
Malfoy invece assomigliava moltissimo al padre, mento appuntito, capelli biondo argento e occhi grigi.
Anche la dose di stronzaggine era la stessa, ovviamente.
Lanciò a Rose uno sguardo annoiato e andò a sedersi alla sua tavola, in mezzo agli altri Serpeverde.
 
Un secondo dopo, Rose si sedette a fianco di Lily sbuffando. Prese un biscotto e lo morse con violenza, le lacrime agli occhi.
“Io lo detesto, Lily, davvero” disse stancamente, tuttavia non convinse Lily, che sorrise e cercò di nascondere il proprio volto dando una lunga sorsata di succo d’arancia.
“Non si direbbe..” si lasciò scappare, accennando al tavolo dei Serpeverde, dove Malfoy stava amabilmente chiacchierando con i suoi amici.
Rose si strozzò con l’acqua e alzò gli occhi sgranati sulla cugina, incredula.
“Che..ma sei impazzita?” urlò istericamente, lanciando uno sguardo intorno, per assicurarsi che nessuno avesse sentito.
Lily scosse la testa, scrollandosi nelle spalle, come per dire di lasciare perdere, ma Rose non voleva cedere.
“Secondo te mi piace quel..quella serpe?” chiese più a se stessa che all’amica.
“Non è che ti piace..” iniziò l’altra e Rose quasi tirò un sospiro di sollievo “sei proprio cotta, avanti ammettilo.”
Rose trattenne rumorosamente il fiato per qualche istante, ma si riscosse proprio mentre sembrava sul punto di cedere.
“Lily sei fuori di testa e adesso io non ho tempo da perdere! Ho lezione di Antiche Rune e mamma mi ammazza se non le imparo bene, me ne vado!” disse quasi arrabbiata, continuando a blaterare tra sé e sé.
 
Lily si alzò a sua volta, diretta verso Pozioni, materia in cui eccelleva, nonostante non la amasse particolarmente. Forse era il nome, a detta del professor Lumacorno, o forse semplicemente era la materia che risultava facile a lei.
Le sue amiche erano già in classe, quindi doveva fare la strada da sola.
 
“Ehi, Potter, aspetta!”
Lily si voltò e vide venir verso di lei Malfoy e il suo migliore amico, Eric Nott.
Nott era alto più di un metro e novanta, occhi verde smeraldo, sorriso sbarazzino e capelli neri.
Sarebbe stato un bellissimo ragazzo, se non fosse stato uno stronzo di prima categoria.
Nessuna ragazza sana di mente sarebbe mai uscita con lui, tuttavia sembrava deciso a fare sul serio con Lily.
Niente di strano: Lily era bella. Assomigliava alla madre, Ginny, anche se aveva tinto i capelli, che adesso erano di un biondo splendente. Ma era il suo carattere, la sua personalità a renderla il sogno di mezza Hogwarts: era forte, ironica, tagliente, eppure una buona amica, inoltre era la Cercatrice di Quidditch di Grifondoro.
 
“Senti..non so se hai letto che tra due settimane andiamo ad Hogsmeade” disse Eric, avvicinandosi a lei, mentre Malfoy sbuffava.
“Sì, quindi?” chiese decisa a non facilitargli il compito. Eric parve irritato da questa mancanza di collaborazione.
“Ti va se ci andiamo insieme?” chiese il ragazzo, sorridendo ammiccante. Lily sorrise, dopotutto Eric era un bel ragazzo.
Annuì, sempre sorridendo, e Malfoy sogghignò.
“Malfoy, io fossi in te passerei il giorno a ripassare un po’ di tattiche a Quidditch” disse ridendo, e lui si immobilizzò.
La fissò astioso, ma non disse niente.
“Bene, allora ci vediamo Lily” disse Eric, voltandosi.  Malfoy approfittò del momento di distrazione dell’amico per attaccare.
“Giuro che ti butto giù dalla scopa, Potter” sussurrò andandosene. Lily sorrise di nuovo e andò finalmente in classe.
 
*
 
Accio!”
Lily continuava a puntare la bacchetta contro il libro di Trasfigurazione, ma quello non sembrava dare segno di smuoversi.
Era un’ora che ci provava e non ne poteva più, le veniva da piangere. Odiava incantesimi, nonostante li ritenesse utili.
Non ci riusciva proprio a fare quell’incantesimo, era inutile.
Rimise la bacchetta in tasca e un minuto dopo Alice Paciock entrò nella sala comune, buttandosi sul divanetto di fronte a lei.
“Hai fatto tutti i compiti?” chiese la ragazza, i lunghi capelli neri sparsi sul volto “perché tra venti minuti iniziano gli allenamenti di Quidditch” disse stancamente la ragazza, con una nota di disappunto.
Lily sorrise.
“Non devi prendertela, sai. James è fatto così” difese il fratello, James, per cui Alice aveva una cotta tremenda.
Era il portiere di Grifondoro e viveva per il Quidditch, e nonostante la fama di playboy, Lily sapeva che non aveva una ragazza da tanto tempo.
“Ho capito, ma sono stanca di farmi notare, o almeno cercare, di farmi notare da lui. Non perdo un vostro allenamento e io odio quello stupido sport” disse sconsolata, beccandosi la bacchetta di Lily in testa.
“Il Quidditch non è uno stupido sport, Alice!” disse irritata, cominciando a capire perché il fratello non prestasse attenzione alla sua migliore amica.
Alice borbottò qualcosa in risposta, poi afferrò la pergamena e cominciò a scrivere un tema sull’uso corretto del bezoar.
 
“Lily, alza il culo e vai al campo! Vuoi perderti un allenamento? Giuro che ti butto fuori dalla squadra, lo sai che non scherzo! Impegno, costanza..Pensi che riuscirai a rubare il boccino a Malfoy se non ti alleni? Lo sai che quello..” cominciò a blaterare James, in divisa da Quidditch, uscendo dal dormitorio.
Lily gli gettò un cuscino addosso, ma si alzò.
“Mamma mia che palle, James! Sei peggio di mamma e papà, quei due parlano ore e ore di Quidditch, sono dei fissati” spiegò esasperata ad Alice, ammutolita di fronte a James, che non la degnò di uno sguardo.
“E io prendo sempre il boccino da sotto il naso di Malfoy”
 
*
 
 
Lily guardò l’ora, scoprendo con orrore che era tardi e non avrebbe avuto tempo per fare altri compiti, tuttavia dopo un primo momento di panico, si disse che non importava.
Era stufa di studiare.
Portò indietro i lunghi capelli biondi e tirò su con il naso, prima di svoltare l’angolo, trovandosi davanti l’ultima persona al mondo che avrebbe voluto vedere: Malfoy.
 
“Eccola qua, la piccola Potter, quanti punti posso togliere a Grifondoro stasera?” disse perfido, casualmente sbattendo la bacchetta sulla P di prefetto.
Lily sogghignò.
“Non saprei, Malfoy, forse uno per ogni volta che ti ho soffiato il boccino? Ma non so se Grifondoro ha tanti punti..” disse cattiva, fissandolo.
“Ah-ah-ah” disse sarcastico “molto simpatica, Potter”
 
Lily e Scorpius erano come il cane e il gatto e ciò era dovuto al fatto che Lily aveva battuto un’infinità di volte il ragazzo a Quidditch.
Lui non riusciva a mandarlo giù e Lily lo aveva preso in antipatia.
“Non era una battuta, Malfoy” disse sarcastica, alzando gli occhi al cielo.
 
Malfoy la guardò con disprezzo, ma Lily sostenne il suo sguardo. Per un attimo il giovane Serpeverde pensò che Eric era un gran fortunato, ma scacciò il pensiero con fastidio.
Con quella vipera non ci voleva avere niente a che fare.
Si guardarono furenti per alcuni secondi, ma arrivò qualcuno ad interrompere lo scontro.
 
“Malfoy, ecco dove ti eri cacciato” strillò Rose, sollevata, ma si immobilizzò vedendo Lily.
Malfoy si girò verso Rose, con espressione furente.
“Weasley, tranquilla, non mi perdo” mormorò annoiato.
Rose si rivolse a Lily.
“Lily, quante volte ti ho detto che devi tornare prima! Come farai adesso a fare tutti i compiti di incantesimi? Sei una fra..” iniziò ma Lily la interruppe.
“Lo so grazie, mamma” disse ironica, arrabbiata e non desiderosa di essere umiliata davanti a Malfoy.
Che era scoppiato a ridere.
“Andiamo, anche gli scemi riescono ad incantesimi, Potter” disse sprezzante e trionfante.
Rose li guardò, passando lo sguardo dall’uno all’altro.
“Scorpius, tu sei bravo, perché non la aiuti?” disse innocente, sorridendo.
Lily l’avrebbe uccisa: perché sua cugina vedeva gli unicorni ovunque? Perché?
Malfoy era della stessa opinione.
“Non ho bisogno di aiuto, e adesso se non vi spiace, me ne vado”
Malfoy la guardò andare via divertito, mentre lei sculettava offesa e non potè trattenersi.
“Ah, Potter, cinque punti in meno a Grifondoro!” le urlò dietro e lei si voltò, e prima di sparire, fece in tempo a mandarlo a quel paese.
 
 
 
 
Ciao, non ho mai scritto storie di Harry Potter, nonostante sia una grande appassionata.
Proprio per questo non riesco a cambiare le storie di J.K e quindi scrivo sulla nuova generazione.
Storia leggera, romantica e forse banale, anche se spero vi piacerà.
E’ solo l’inizio e se riceverò pareri positivi (spero) potrei continuare la storia che sta prendendo forma nella mia mente.
Spero di non deludervi,
al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Family ***


CAPITOLO 2- Family
 
 
Era metà ottobre e l’inverno ad Hogwarts cominciava a farsi sentire più degli altri anni.
Lily quella mattina si era alzata tranquillamente, e, nonostante fosse sabato, aveva sentito il bisogno di uscire a fare una corsa.
Si sentiva sola come non mai, eppure non riusciva a capire perché: aveva due fratelli meravigliosi, che amava e che la adoravano, aveva una quantità enorme di cugini, certo, non con tutti aveva un gran rapporto, ma Rose e Hugo c’erano sempre per lei.
Per non parlare degli amici: Alice era la sua migliore amica e non poteva chiedere di più, aveva la squadra di Quidditch e adesso aveva anche Eric.
Ma allora cosa le mancava?
 
“Potter, cosa ci fai qui?”
Malfoy era ovviamente una cosa che non le mancava. Lily si girò furibonda, indossava dei pantacollant e sopra la felpa da Quidditch con i colori di Grifondoro.
I capelli biondi erano scompigliati dal vento e per un momento Malfoy l’ammirò. Ma si riscosse subito, e la guardò perfido.
Lily non rispose, ma cominciò a correre verso il lago, mentre il vento gelido le penetrava addosso.
Voleva starsene in santa pace e quella palla al piede di Malfoy le girava sempre tra i piedi.
 
“Attenta, Potter, ti ricordo che sono un prefetto e per questo devi portare rispetto!” disse ridendo, rammentando la scena di qualche giorno prima, dopo la quale Lily non l’aveva guardato per giorni.
Scosse la testa ridendo e Lily si girò arrabbiata per fargli un gestaccio, ma nella foga del momento, inciampò in una buca e cadde ruzzolando fino alla sponda del lago.
Aveva sbattuto le ginocchia per terra e si era sbucciata le mani, inoltre le faceva malissimo la caviglia.
Umiliata e dolorante, Lily rimase distesa, mezzo corpo a gelare nell’acqua, maledendo il giorno in cui aveva conosciuto Malfoy.
Chiuse gli occhi.
 
Due braccia calde la tirarono su per le spalle, non certo con molta delicatezza e la posarono sul prato.
“Potter?” chiese Malfoy, cauto, aspettandosi una fattura da un momento all’altro. Lily non rispose, ma alzò la testa verso il cielo, tirando su con il naso. Stava per scoppiare a piangere.
Malfoy non si perse d’animo, e osservò i suoi capelli bagnati e i vestiti sporchi e fangosi e ritentò.
“Potter” chiese piano ma lei scosse la testa, rifiutandosi di aprire gli occhi e parlare.
 
Con uno scatto, il ragazzo la prese in braccio, portandola verso il castello. Sicuramente non voleva che morisse di freddo, sicuramente l’avrebbero colpevolizzato e data la tremenda cotta di Eric, non voleva fare questo torto all’amico.
A metà strada, Lily parve decidersi a parlare. Aprì gli occhi rossi e urlò.
“Malfoy, mettimi giù!”
Iniziò a dimenarsi, in preda a una pazzia folle, e cercò anche di morderlo, ma era esile e piccola e quindi non fu difficile per il Serpeverde divertito tenerla tra le braccia.
Quasi quasi la trovava carina: certamente era divertente, nel suo modo di fare.
 
“Non portarmi nella sala grande, stupido serpeverde! Voglio assolutamente andare da Madama Chips..o è tutta colpa tua, rischiavo di uccidermi..non pensare che debba ringraziarti, è assolutamente ovvio che..” iniziò a blaterare Lily, mentre varcavano le soglie del castello.
Scorpius si bloccò, depositandola a terra, tremante e dolorante.
Lily lo guardò stupefatta, per una volta l’aveva lasciata a bocca aperta. Dopo qualche secondo, tuttavia, ritrovò l’uso della parola.
“Tu..che..Malfoy non puoi lasciarmi qui..” disse confusa, massaggiandosi la caviglia dolorante.
Lui sorrise, angelico e fece per andarsene, ma lei gli puntò la bacchetta contro.
“Non costringermi a farti un incantesimo! Aiutami!” disse minacciosa, ma lui scoppiò a ridere, avvicinandosi a lei.
Le prese un polso, guardandola dall’alto del suo metro e ottantacinque. Lei sembrò farsi piccola, ma sostenne il suo sguardo.
“Pensi di potermi minacciare, Potter? Tu, piccola peste, frana in incantesimi, del quarto anno, pensi di affatturare me?” disse il ragazzo, portando la mano alla tasca della bacchetta, sotto il mantello.
Lei annuì, apparentemente sicura di sé. Scorpius sorrise e la lasciò andare con uno strattone, per poi voltarsi.
Levicorpus” disse Lily, ma Malfoy la evitò con prontezza, per poi puntarle la bacchetta contro.
Expelliarmus” rispose, e la bacchetta di Lily gli volò tra le mani. Lily sembrava sconvolta.
Si avvicinò minacciosa, poi gli prese la bacchetta dalle mani e se andò furiosa, maledicendolo in tutte le lingue che conosceva.
“Non sei l’unica Cercatrice qui”
 
*
 
 
Un profumo di violetta arrivò alle narici di Lily, prima che una chioma rossa e ribelle entrasse nel suo campo visivo.
Rose sembrava contentissima, entusiasta e intenzionata a parlare proprio con lei.
Lily spulciava il pranzo, arrabbiata ancora con Malfoy, certa che avrebbe ucciso Rose se non avesse cessato di sbavargli dietro.
 
“Lily, è successa una cosa bellissima, oggi!” disse felice, sorridendo a trentadue denti e sbattendo le mani.
“Non mi chiedi cosa?” chiese delusa, ma poi riprese subito “va bene, te lo dico..ehm avevi ragione, tratto male Scorpius perché ho una cotta per lui da sempre ..” arrossì ancora di più “ma va bene perché penso di piacergli anche io..”.
 
Lily contò fino a dieci, ritenendo improbabile che quell’essere viscido avesse dei sentimenti.
“Ah” disse cercando di sorridere “come mai?” chiese a Rose, spingendola a parlare così da non dover entrare nella discussione.
Rose iniziò a parlare, ma l’arrivo di James la fermò, arrossendo tacque, alzandosi velocemente e correndo da suo fratello Hugo al tavolo dei Corvonero.
 
“Lily, Madama Chips mi ha detto che ti eri slogata una caviglia” chiese suo fratello preoccupato, guardando la sorella.
“Tutto apposto, posso giocare a Quidditch lo stesso” disse burbera, volendo solo rimanere sola in quel momento.
James si accigliò.
“Volevo sapere se stavi bene” aggiunse, sincero e Lily finalmente sorrise.
“Sì, James, sto bene. Senti..hai scritto a mamma e papà?” chiese, cercando di cambiare argomento.
Suo padre era il suo eroe, cioè era l’eroe di tutti, ma lei lo adorava. Era coraggioso e sincero, leale e onesto e sentire le sue avventure le faceva venire i brividi.
Voleva anche lei vivere un’avventura del genere.
Ma sembrava che non dovesse fare altro che studiare, studiare, studiare e non imparare niente. Si faceva fregare e cogliere impreparata da quella piccola serpe!
“Sì, hanno detto che a Natale torniamo a casa, ci sarà anche Teddy..” disse James con uno strano tono, e rise appena vide Lily arrossire.
“Vedo che la cotta per Teddy non ti è passata, cara la mia sorellina” disse ridendo scompigliandole i capelli.
Lei si irrigidì e scostò bruscamente la mano. “Ma smettila” lo ammonì, poi scoppiò a ridere a sua volta.
 
“Riunione di famiglia a cui non sono stato invitato?”
Albus Potter apparve accanto a lei, sorridente e occhialuto come sempre. Aveva degli occhi bellissimi, gli stessi di suo padre.
“Sì” rispose James, sbuffando. Non andavano molto d’accordo, tuttavia Albus amava stare in solitudine, o con la sua storica fidanzata, la Cornovero Anne Thomas, figlia dei vecchi amici di famiglia.
Era una ragazza carina, tuttavia non molto amichevole, al quinto anno, che amava tenersi il fidanzato tutto per sé.
Lily non la sopportava, ma, d’altra parte, lei non sopportava quasi nessuno. Aveva un caratteraccio, ma non era sicura di voler cambiare.
“Lily, in giro si raccontano storie..” disse Albus abbozzando un sorrisino. La ragazza arrossì violentemente, presa da una rabbia tremenda. Se quello stupido di Malfoy avesse detto qualcosa, lo avrebbe ammazzato: era stata chiara.
“Cioè?” chiese scettica, mangiando un pezzo di torta.
“Malfoy dice..” iniziò Albus, che era del suo stesso anno e frequentava più o meno le stesse persone.
Lily sbattè un pugno sulla tavola.
“Malfoy mente!” urlò così forte che James sobbalzò. “Io..non ho fatto niente! Adesso mi sente quel bugiardo infame..” sbraitò la bionda, alzandosi ferocemente e uscendo furente dalla sala grande, seguita dagli sguardi di James e Albus, che la fissavano perplessi.
 
Lily era assolutamente fuori di sé dalla rabbia, era stata una giornata orribile e ovviamente la colpa era tutta di quello sciagurato.
Perché trovava sempre il modo per tormentarla? Lei non riusciva a capire perché se la prendesse tanto, eppure l’idea che Malfoy la umiliasse le pesava, perché voleva essere la prima, perché non sopportava di perdere e soprattutto non sopportava passare per la debole, quando in realtà era l’unica forte.
Con rabbia calciò un sasso, avvolgendosi nel mantello e nella sciarpa a colori rosso e oro.
 
“Ehi, Lily!”
Eric le stava venendo incontro, sorridente e bello come non mai, e soprattutto, quel sorriso era solo per lei, che ricambiò. Forse non era una giornata sprecata, dopotutto.
“Eric” disse, ma lui la sorprese, baciandole la guancia, e lei si sentì arrossire fino alla radice dei capelli.
Senza accorgersene, cominciarono a camminare verso la foresta proibita, fianco a fianco.
Il silenzio, stranamente non era imbarazzante.
“Mi chiedevo se eri ancora d’accordo a uscire con me” disse improvvisamente Eric, guardandola.
Lily sorrise.
“Certo, Eric. Ho detto sì” rispose, e lui si rilassò, camminando con maggiore energia.
 
“Ti ho vista a Quidditch l’altro giorno, sei maledettamente brava” disse Eric, impressionato suo malgrado “anche se ciò non mi rende felice, dato che io tifo Serpeverde”
Lily scoppiò a ridere.
“In effetti vi ho battuti un sacco di volte” rise lei, compiaciuta.
“Anche modesta”
 
Lily era contenta, perché era facile parlare con Eric e le aveva fatto tornare il buonumore scomparso.
Quel ragazzo, forse, poteva essere ciò che cercava e lo pensò anche più tardi, quando, ormai buio, Eric la riaccompagnò al dormitorio di Grifondoro e la salutò con un altro bacio, sempre sulla guancia, lasciandole il sorriso e una strana sensazione di benessere.
Forse era il suo momento.
 
 
Secondo capitolo, sempre di introduzione, anche se cominceremo a entrare nel vivo della storia.
Spero che vi piaccia, e non esitate a farmi sapere le vostre opinioni, sempre bene accette!
Grazie e a presto

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- Quidditch ***


CAPITOLO 3- QUIDDITCH
 
 
 
 
 
La lezione di incantesimi procedeva nel solito modo, il vecchio professor Vitius spiegava e Lily non capiva.
Era più forte di lei, tuttavia la presenza del genio di incantesimi Alice Paciock sembrava sollevarle un po’ il morale: erano ripetizioni gratis.
La sua amica comunque non poteva fare a meno di sospirare anche quel giorno, sembrava infatti che James non l’avesse neanche salutata.
Alice non era molto carina, era un po’ paffutella, con occhi marroni e capelli neri, abbastanza insignificante e con una strana avversione verso il Quidditch, cosa che pesava molto più delle altre in negativo.
Lily non pensava che avrebbe avuto molte possibilità con suo fratello: James amava le belle ragazze e del suo anno ce ne erano molte. Lei pensava anche di sapere chi..
 
“James non mi ha salutata” sbuffò ancora Alice, facendo sbuffare a sua volta Lily, che si voltò con aria annoiata verso di lei.
“L’hai già detto, Alice” la rimproverò Lily, irritata dal fatto che anche quel giorno non aveva capito un bel niente.
“Pensavo che tu mi capissi..” disse affranta l’amica, guardandola con occhi mesti e Lily si addolcì.
“Ti capisco, davvero..” disse Lily, poi non ce la fece più a trattenersi “mi sa che James esce con una ragazza” buttò lì.
Alice sbiancò e l’amica si pentì, tuttavia non poteva continuare ad illuderla e a privarla della possibilità di farsi una vita.
Boccheggiò, poi finalmente trovò la parola.
“Chi?” chiese in un debole sussurro, pallida, mentre uscivano dalla classe e andavano a pranzo in sala grande.
Lily ci pensò su un attimo, poi aprì bocca, chiedendosi se non stava facendo un grosso errore.
“Ehm..” disse per prendere tempo “io..lei..è una del settimo anno, carina..” aggiunse guardando l’amica che la fissava.
“Parla, Lily, il nome!” urlò isterica, nervosa e sull’orlo delle lacrime.
La bionda ci pensò su, poi decise che ormai non poteva tacere.
“Va bene, va bene, te lo dico, però non prendertela con me!” esclamò alzando le mani e sedendosi al tavolo, sul quale apparve un piatto. Come un automa, Alice si sedette di fianco a lei.
“Elena Sieyes, il capitano della squadra di Quidditch di Corvonero” disse in un sussurro, mentre Alice scoppiava a piangere.
Lily cercò di consolarla.
“Con il nemico..io..è pazzo, ma perché.. è così brutta! Lily, vero che è brutta?” disse tra le lacrime, mentre Lily annuiva.
Elena non era bellissima, ma era simpatica, dolce e piuttosto carina in fondo: occhi blu e capelli neri, bravissima e appassionata nel gioco del Quidditch. Alice non poteva competere, ma Lily questo se lo tenne per sé.
 
“Problemi di cuore?” disse Rose Weasley, avvicinandosi a lei e sedendosi accanto a Lily, che la salutò con un sorriso.
Alice urlò e con un frettoloso saluto se ne andò imprecando contro James e attirando l’attenzione di alcuni tavoli.
 
“Uff, stamattina ho studiato due ore di Antiche Rune, ma mamma dice che se non le imparo sono una sciocca, dato che a lei è servito” sbuffò Rose, servendosi lo stufato e inforcandolo “ma..è successa una cosa, oggi” ammise la ragazza, arrossendo.
Lily sorrise, contagiata dalla felicità di sua cugina.
“Immagino che abbia a che vedere con Malfoy” disse con certo disprezzo nel pronunciare quel nome.
Due giorni più tardi lo avrebbe sfidato a Quidditch e non aveva intenzione di perdere.
Si stava allenando come una matta.
Rose sorrise, contenta.
“Più o meno sì, mi ha sorriso” disse felice, le guance e gli occhi accesi. Lily soffocò una risata.
“Sa sorridere?” disse amara, ma poi si corresse, proprio mentre questo passava “anzi, deve essere abituato alla sua faccia da pagliaccio..quella sì che fa sorridere” concluse con un ghigno.
Rose era imbarazzata, ma Malfoy si fermò dietro di lei e guardò truce Lily.
Poco dopo arrivò anche Eric, che si sedette accanto a Lily e le diede un bacio sulla guancia, lei sorrise.
“Eric, sai domare le isteriche?” chiese Scorpius, rosso in viso, sogghignando. Lily gli lanciò uno sguardo cattivo, prima di voltarsi a parlare con Eric.
“Sì, ho gli appunti, tieni..” stava dicendo Rose, e Lily sgranò gli occhi: sua cugina era impazzita? Da quando era gentile con Malfoy?
Malfoy non ci fece caso.
“Oh, sei gentile..” disse prendendo i fogli e salutando la ragazza, guardandola con occhi un po’ sorpresi. Rose arrossì.
“Ehm..senti Scorpius” disse rossa e paonazza, lui si voltò. Lily tratteneva il fiato mentre Eric parlava e lei non l’ascoltava.
“Ti va se vieni ad Hogsmeade con me..?”
Malfoy esitò, poi lanciò uno sguardo a Lily e con una nuova determinazione, sorrise.
“Sì, certo, Rose”
 
*
 
 
Lily correva urtando chiunque fosse presente in mezzo al suo cammino, furiosa e confusa, in cerca di una testa bionda e quando la vide, vi corse incontro.
Malfoy era seduto in biblioteca a ripassare qualche stupida pozione.
 
“Tu!” sbraitò, puntandogli un dito contro, mentre lui sobbalzava. Vedendo la giovane rossa e arrabbiata, sorrise soddisfatto.
“Mi aspettavo che tu..” iniziò ma lei gli puntò un dito contro, minacciosa.
“Maledetto serpeverde, a che razza di gioco stai giocando, eh?” chiese ma non lo lasciò rispondere “ se pensi di fare del male a Rose io ti spezzo la testa di merda che hai!”
Malfoy rise di cuore, poi si risistemò il colletto della camicia. A Lily cadde l’occhio, involontariamente.
“Sei gelosa?” chiese calmo, e Lily rimase senza parole. Non si aspettava una cosa così stupida. Tuttavia, arrossì.
“Cosa?” chiese sorpresa, presa alla sprovvista “assolutamente no..sei impazzito?” disse fuori di sé.
“Tranquilla, io non lo dico ad Eric..” disse amaramente, e lei lo fissò.
“Ti distruggerò sabato, Malfoy, te lo giuro” minacciò, ma lui sorrise, mentre lei se ne andava via infuriata.
“Cinque punti in meno a Grifondoro per la violenza, Potter!”
 
*
 
 
Lily sfrecciò sulla sua Firebolt 2.0, regalo di suo padre, orgoglioso della sua promozione a Cercatrice e delle sue vittorie, i capelli al vento, sentendosi nel suo elemento.
Mentre la sua squadra prendeva posizione, la folla acclamò.
James Potter prese il suo posto e mandò un bacio a Elena, sugli spalti con gli occhi brillanti.
I battitori del sesto anno erano due ragazzi corpulenti e simpatici e  Cacciatrici erano Dominique Weasley e due ragazze more del quinto e settimo anno.
 
La squadra argento-verde entrò poco dopo, con Malfoy come capitano, che le sfrecciò accanto con il solito ghigno beffardo.
Lily lo mandò a quel paese, e poco dopo la partita iniziò.
“Weasley ha la pluffa, che cul..ehm molto brava, davvero, sfreccia verso la porta di Serpeverde, ma viene deviata da un bolide lanciato da Goyle, molto maleducato..” iniziò il cronista, uno scemo del secondo anno.
Lily sfrecciava su e giù per il campo in cerca del boccino, mentre la partita proseguiva.
Malfoy le fu accanto.
“Occhi di falco, vedi niente?” la prese in giro. Lei lo ignorò, ma lui non demorse.
“Ehy, stiamo vincendo..lo sai?” la provocò, ma lei lo sapeva bene.
I Serpeverde erano fuori di sé.
 
“Ehi, Potter..” la chiamò ancora, ma lei sfrecciò in avanti, con la sua scopa, il suo orgoglio, i capelli lunghissimi portati indietro dal vento.
Aveva visto il boccino, ma Malfoy era alle calcagna, intuendo dove era diretta.
Cercò di non pensare a lui, era quasi arrivata..
Allungò la mano per prendere il boccino, ma perse l’equilibrio e cadde a terra, a forte velocità, sbattendo tutta la parte destra del corpo.
 
“Potter!” urlò spaventato Malfoy, avvicinandosi a lei e lanciando la scopa. Lily vedeva le stelle e stava piangendo di dolore.
“Lily” urlò James e le fu subito accanto. L’aiutò ad alzarsi, ma lei crollò a terra.
“Sei preoccupato, Malfoy?” disse debolmente, vedendo i suoi occhi grigi a poca distanza da lei che la fissavano. Era bellissimo: aveva davvero sbattuto la testa.
“Dovresti, perché ho preso il boccino” disse felice, alzando la mano sinistra. I Grifondoro esplosero in grida di gioia. Malfoy non la prese troppo male: si era spaventato.
Lily faceva fatica a respirare e James la portò in infermeria.
 
La prima partita era sua!
 
 
La mattina dopo, in infermeria, fu sorpresa di vedere Malfoy e Eric che le porse un mazzetto di fiori. Il primo era indiavolato.
“Mi hai fatto spaventare apposta!” la accusò, affermando di essere lì solo per il suo amico e andandosene pochi minuti dopo.
 
Eric si mostrò preoccupato, ma Lily era ancora turbata. Gli occhi grigi di Malfoy, gli aveva sognati tutta la notte.
 
 
 
CIAO!
Sono di nuovo qui..cerco di postare velocemente quando ho l’ispirazione.
Malfoy e Lily..Malfoy e Rose? Che ne pensate? Di Eric e Lily? Capitolo forse corto e di passaggio..spero che vi piacerà!
A presto

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- Hogsmeade ***


 
CAPITOLO 4- HOGSMEADE
 
 
 
“Sono contento di essere qui con te” sorrise Eric, tenendo la mano di Lily, che in quel momento si sentiva felice. Eric le piaceva, era bello, dolce e ci teneva a lei. Eppure lei in tutta questa perfezione non ci credeva, era troppa: per Lily in una relazione ci doveva essere un qualcosa che la teneva viva per più di due mesi.
Si incamminarono verso Mielandia parlando del più e del meno, ridendo e scherzando, lanciandosi sguardi e commenti.
 
Lily non amava molto Mielandia, lei non amava molto niente, eppure quel giorno non ci fese caso e accettò di buon grado tutto ciò che Eric le porgeva: caramelle e schifezze varie.
“Ti va una gelatina tuttigusti +1?” le chiese il ragazzo, dandole la gelatina. Timorosa, Lily la prese.
“Spero di non avere qualche gusto schifoso..” disse, poi ricordandosi di essere una Grifondoro e in teoria coraggiosa, l’assaggiò. Era stata fortunata, sapeva di limone.
Eric la guardò, aspettando una reazione.
“Mmm” disse lei, ridendo “limone”. Eric sorrise e ne prese due, assaggiando prima quella color cioccolato.
“Non lo fare” lo avvertì Lily ridendo “potrebbe essere cacca”. Eric sbiancò, disgustato al pensiero, però l’assaggiò.
“Cioccolato” disse lui, contento, poi assaggiò quella color mirtillo. Subito la sputò per terra, tossendo.
“Che cos’era?” chiese Lily, non riuscendo a restare seria. Eric non rispose subito.
“Penso..sangue” disse disgustato “andiamo ai Tre Manici di Scopa, prendo un po’ di burrobirra, questo sapore..”
 
Prese Lily per mano e borbottando ancora un po’, arrivarono al pub affollato di ragazzi di Hogwarts.
Eric notò che Lily aveva freddo e le porse la sua sciarpa, ma lei storse la bocca.
“Mm la sciarpa di Serpeverde..grazie, Eric” disse cercando di nasconderla dentro il giubbotto con poco successo.
Eric sorrise, divertito, poi indicò un paio di persone sedute in un angolo.
Lily le riconobbe.
Scorpius Malfoy, i capelli biondicci, i colori di Serpeverde e un boccale di burro birra e la ragazza seduta di fronte a lui.
Rose, i lunghi capelli rossi raccolti in una treccia, truccata e con lo sguardo sognante, teneva la mano di Malfoy e parlava animatamente.
Lily sperò che a Eric non venisse..
“Andiamo a salutarli” disse lui, come se le avesse letto nel pensiero.
 
Appena Malfoy li vide, sorrise perfidamente, facendo loro cenno di sedersi al loro tavolo.
Seguì Lily con lo sguardo, mentre sbuffando prendeva posto proprio accanto a lui.
“Lily, sei qui con Eric” sorrise Rose, al ragazzo e salutandolo. Lily annuì imbronciata.
Malfoy, che da quando era arrivata non le aveva tolto gli occhi di dosso, non guardò più Rose e preferì dare noia a lei.
“Vedo che ti sei ripresa” disse accennando a pochi giorni prima. Lily annuì, chiedendosi dove volesse arrivare.
“Tranquilla, la caduta non ha rovinato il tuo bel faccino” disse beffardo. Lily gli mollò un pugno da sotto il tavolo.
“Posso?” chiese accennando alla burrobirra sul suo tavolo. Lui la guardò, poi scosse la testa.
“Non ti fa schifo bere da dove ho bevuto io?” disse sorpreso che lei non avesse pensato a ciò.
“Un po’ sì” ammise lei pensierosa “ma penso di essere vaccinata contro la Malfoyite” disse sorridendo Lily, sentendosi stranamente a suo agio con lui.
Malfoy sorrise.
“E non sei piccola per bere? Una tenera bambina come te..” rise lui, scrutandola con quegli occhi grigi che la inseguivano nei suoi sogni più profondi, nascosti da uno strato di antipatia.
Le piacevano quegli occhi, davvero tanto.
“Se proprio non me la vuoi dare..” sbruffò lei, voltandosi verso Eric, che stava ancora parlando con Rose. Eric, Scorpius e Rose erano prefetti e si conoscevano e stavano parlando dei G.U.F.O dell’anno precedente.
Malfoy le prese il braccio e lei sobbalzò. Aveva le mani calde. Si voltò verso di lui e per un istante si guardarono profondamente negli occhi.
“Tieni” disse poi lui, porgendogli il boccale. Lei lo prese, ancora scossa.
“Grazie” disse sottovoce.
 
 
 
Un’ora dopo, Eric disse a Lily che sarebbero dovuti rientrare e lei si alzò salutando Rose e Malfoy, che dissero che sarebbero rimasti qualche ora in più.
 
Ripercorsero il tragitto fatto all’andata, ma questa volta Eric le cinse le spalle con un braccio, stringendola a sé e lei non pensò a Malfoy.
Era felice con Eric, lui le piaceva e lei non voleva pensare ad altro. Avrebbe compiuto quindici anni due settimane dopo ed era giovane per farsi problemi.
Rientrarono al castello quando era quasi buio.
 
“Io andrei, ci vediamo a cena, allora..” disse lei imbarazzata, al momento dei saluti. Era un po’ emozionata.
Eric sorrise, prendendole il polso e avvicinandola a sé.  Lily sentì il suo profumo da uomo.
Lui le scostò una ciocca bionda dai capelli.
“Quanto sei bella, Lily” sussurrò e lei lo baciò. Gli circondò il collo con le braccia e sentì il sapore di birra sulle sue labbra calde che la accolsero con passione.
Le mani esperte di Eric le accarezzarono la faccia, portandole dietro i capelli e Lily si abbandonò a quel bacio.
 
“LILY!”
I due si separarono e Lily si trovò davanti James e Elena, il primo con un’espressione di puro disgusto sulla faccia. Eric era imbarazzato.
“Ehm” borbottò Lily, rossa in volto per il bacio e per l’imbarazzo “James, ciao”.
James sembrava fosse stato colpito da un bolide: era furioso.
“Nott, lascia in pace mia sorella” borbottò arrabbiato. Eric arrossì di rabbia, ma ignorò James.
“Lily, ci vediamo dopo” mormorò al suo orecchio, prima di darle un bacio sulla guancia e sparire nella Sala Grande.
 
James stava per urlare furioso contro Lily, ma in quel momento arrivò Albus con la sua ragazza e Rose con Malfoy.
Lily notò con uno strano magone che si tenevano per mano.
“Che succede qui?” chiese Rose, ritenendo che la scena era strana.
 
Lily era immobile in mezzo al cortile, i capelli scompigliati, la sciarpa di Serpeverde di Eric avvolta al collo, i pugni serrati.
Davanti a lei James era furioso e la guardava male, ovviamente per averla vista con un Serpeverde e con un ragazzo in generale, e Elena lo tratteneva dal saltare addosso alla sorella e portarla via di peso.
 
“Sì, che succede qui?” ripetè Albus. James non si trattenne.
“Succede che lei e Eric si stavano baciando..qui, davanti a me.”
 
Lily sbiancò, mentre lacrime di rabbia le scivolavano sulle guance, dall’umiliazione e dalla rabbia tremava.
“Vaffanculo, James” disse rabbiosa, mentre gli altri erano allibiti. Malfoy la fissava severo, Rose guardava male James, che sembrava ora dispiaciuto.
La bionda girò i tacchi e corse via, sotto lo sguardo dei severi.
 
 
**
 
 
Yesterday,
all my trouble seems so far away,
Now it look as all they’re here to stay
Oh I believe in yesterday
 
 
“Lily, dai vieni a cena..”
Alice era seduta sul letto dell’amica, che si rifiutava di mettere piede in sala comune perché non voleva incontrare il fratello.
Alice cercava di consolarla e calmarla.
“Se mi assicuri che James non ci sarà” disse piena di rancore la minore dei Potter, alzando la voce.
“Non avercela con James, lui è..” iniziò Alice, ma subito si accorse che era un errore.
Lily balzò giù dal letto, urlando.
“Tu non lo conosci!” sbraitò “lui è uno stronzo e basta! Come si permette..umiliarmi così, davanti a Malfoy poi..” rabbrividì al pensiero.
 
Alice aggrottò la fronte.
“Umiliata..ti dispiace per quello o perché c’era Malfoy?” chiese Alice, sperando di non essere maledetta.
Lily la guardò come se la vedesse la prima volta, poi decise che era meglio andare a cena che affrontare l’argomento.
“Andiamo a cena” disse seria, poi uscì in fretta dal dormitorio, lasciandosi dietro una scia di profumo da uomo.
La sciarpa di Eric era sotto il suo cuscino.
 
 
“Potter”
Malfoy le bloccò un braccio, di nuovo, mentre lei usciva dalla sala comune.
“Che ci fai qui?” chiese stancamente, osservandolo.
“Aspetto Rose” disse lui “ma non è questo importante” aggiunse, mentre Lily provava l’impulso di ucciderlo insieme a Rose.
“Non m’importa di te e Rose” disse cercando di liberarsi di lui velocemente.
Lui non la lasciò andare, tenendole il braccio.
Lily cessò di ribellarsi, stanca.
“Che vuoi, Scorpius?” disse, e a lui piacque il modo in cui pronunciava il suo nome.
Sorrise, lasciandola confusa. Quella ragazza aveva qualcosa che lo attirava come la forza di  gravità, ma non glielo avrebbe mai detto.
“Sapere come stavi” disse lui, semplicemente, lasciandola sconvolta.
Non pensava che a lui importasse qualcosa, infatti non ci credette.
“Certo, come no” sbottò, ma lui alzò gli occhi al cielo ,irritato.
“Perché pensi che io ti odi, Potter? Non è così, nonostante tu sia irritante, viziata, infantile..” iniziò ma questa volta Lily sorrise, facendo ridere anche lui.
In quel momento Rose uscì dal buco del ritratto, e rimase piacevolmente sorpresa di non trovarli a litigare.
“Oh, Lily, scendi con noi?” disse con un sorriso, ma lei scosse la testa.
“No, grazie. Aspetto Alice” sorrise a sua volta, decisa a non fare il terzo incomodo.
Scorpius apparve dispiaciuto, ma si avviò con Rose senza tuttavia mostrare il minimo entusiasmo.
Lei ne fu quasi felice.
Ma poi le venne in mente..che cosa era cambiato tra lei e Malfoy? Perché non litigavano più?
Scosse la testa, pensando che forse era per Eric e poi scese in sala grande.
 
*

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- Amortentia ***


 
 
 
CAPITOLO 5- Amortentia
 
 
 
 
 
Nella settimana seguente, Lily evitò di parlare con suo fratello, ancora furiosa per il modo in cui l’aveva trattata e lui non cercò neanche di scusarsi: secondo lui, non era l’unica ad essere arrabbiata.
Fatto sta che quel lunedì mattina, Lily scese con il muso in Sala Grande per la colazione, accompagnata dall’amica Alice Paciock, che si pettinava con le mani i lunghi ricci neri.
“Questi maledetti capelli!” sbuffò furiosa, passandosi una mano tra i ricci con così tanta furia da attirare l’attenzione di qualche studente del quinto anno che passava di lì.
Lily, che non le stava prestando attenzione, si voltò verso di lei.
“La vuoi smettere di fare casino?” chiese irritata, sedendosi al tavolo di Grifondoro, ma Alice parve ignorarla.
Si servì con bacon e pancetta, poi tirò fuori un libro nuovo, che probabilmente parlava di incantesimi, la sua grande passione.
“No!” esclamò contenta qualche minuto dopo “senti questo incantesimo..” iniziò, ma vedendo che Lily non la considerava, si voltò verso un compagno alla sua sinistra.
 
Una Grifondoro del settimo anno molto affascinante entrò in Sala Grande con Rose Weasley e si sedette con lei davanti a Lily, che finalmente alzò la testa.
“Buongiorno, Rose” disse evitando lo sguardo dell’altra, che però sembrava decisa a non ignorarla.
“Oh, Lily, potresti lasciar perdere?” sbottò Dominique Weasley, i lunghi capelli biondi raccolti in una treccia, gli occhi azzurri scintillanti e molte teste voltate verso di lei.
Era molto legata a James, e nonostante fossero cugini, Lily sospettava che lei a volte lo guardasse in modo molto diverso da come si guarda un amico.
“Se sei venuta qui solo per difendere James” disse Lily arrabbiata “te ne puoi tornare da dove sei venuta” concluse inforcando con forza un pezzo di bacon.
Rose sorrise, come faceva sempre, dando l’impressione di vivere sulle nuvole.
Lily e Dominique la guardarono, un po’ confuse.
“Va avanti così da giorni” disse scuotendo la testa “quel Malfoy deve proprio darle alla testa”.
Lily sogghignò.
“Per piacerle Malfoy, a volte mi chiedo se ce l’abbia una testa” disse facendo ridere coloro che la stavano ascoltando.
Rose si rigirò verso di lei, adesso non sorrideva più.
“Devi smetterla, Lily” disse seria, perdendo il suo tono sognante “non puoi essere semplicemente felice per me? Perché devi sempre rovinare tutto?” aggiunse, minacciosa.
Lily perse a sua volta il ghigno ironico che aveva, pensando ad una risposta.
Non avrebbe mai immaginato una reazione così da parte della calma cugina, evidentemente, con Malfoy faceva sul serio.
Aprì bocca, ma Rose si era già alzata.
“Ma che le prende?” chiese risentita a Dominique, che scrollandosi nelle spalle, afferrò una mela e sparì dietro a Rose.
 
Intanto Alice, che aveva annoiato a morte anche l’ultimo dei Grifondoro, tornò a dedicare la sua attenzione a Lily.
“Abbiamo due ore di pozioni, andiamo?” disse prendendo la borsa e avviandosi con l’amica nel sotterraneo.
 
A metà strada, Lily si sentì tirare per un braccio e si ritrovò tra le braccia di Eric, che le sorrideva felice.
“Buongiorno” soffiò sulle sue labbra, ma Lily, che aveva pensato sempre meno a lui, rispose con scarso entusiasmo.
Eric era troppo perfetto, lei non riusciva a lasciarsi andare, a fidarsi di lui, eppure non voleva lasciarlo.
Malfoy, che era lì accanto, sorrise, lasciandola stranita.
“Non devi andare in classe?” disse acida Lily, squadrandolo, ma lui alzò le mani.
La guardò a lungo prima di sorriderle di nuovo, senza prese di giro, le sorrise semplicemente.
“Perché mi tratti sempre male, Potter?” disse, ma lei gli tirò una sberla sul braccio e lui, improvvisamente, rabbrividì.
Annusò l’aria, impallidito.
“Di chi è questo profumo di fragola?” sussurrò con la voce strozzata, sembrava nel panico più assoluto.
Sia Lily che Eric, che la teneva ancora stretta a sé, e Alice lo guardarono perplessi.
“Mio” rispose infine Lily e Malfoy sgranò ancora di più gli occhi.
“Non è..possibile, no..” disse a se stesso, poi se ne andò. Lily era allibita e dopo aver salutato Eric, se ne andò a pozioni con Alice.
 
“A volte hai ragione tu..Malfoy è proprio strano” sussurrò Alice all’amica, mentre Lumacorno dava istruzioni per la pozione che avrebbero dovuto preparare quel giorno.
“..guarisce dal mal di pancia ed è particolarmente utile..” stava dicendo il grasso uomo, scrivendo qualcosa alla lavagna.
“Solo a volte?” rise Lily, alzandosi e prendendo il materiale necessario.
Non aveva bisogno di tanti aiuti, pozioni le riusciva bene.
Chiacchierò con Alice del più e del meno, fino a quando la sua pozione, evidentemente pronta, diventò di uno squisito color cielo, che andava più che bene.
“Bravissima Lily, oh, quanto mi ricordi tua nonna” borbottò il professore sorridendo.
 
Il pomeriggio, Lily uscì verso le sei dal castello, la scopa in spalla e si avviò verso il campo da Quidditch, eccitata per il nuovo allenamento.
A un tratto Malfoy le si parò davanti.
“Potter” disse, bloccandole il passo, e lei sobbalzò dallo spavento. Malfoy era proprio strano quel giorno, pensò Lily, chiedendosi che cosa volesse.
“Sto andando agli allenamenti, sono in ritardo” disse secca, sperando che questo bastasse a levarselo di torno. Evidentemente no.
Malfoy si dondolava sui piedi, in evidente imbarazzo e conflitto interiore. Sembrava nervoso.
“Ti accompagno” disse infine, sorprendendo la ragazza, che tuttavia continuò a camminare accanto a lui, che sembrava stesse ancora lottando.
“Malfoy, che devi dirmi?” disse infine la ragazza, mentre si legava i lunghi capelli sopra la testa.
Malfoy la guardò, poi si decise a parlare.
“Come va con Eric?” chiese, e Lily rimase un po’ stupita.
“Chiedilo a lui, sbaglio o è il tuo migliore amico?” disse scettica, continuando a camminare. Ormai erano quasi arrivati.
“Voglio saperlo da te. Ti piace?” disse, arrivando finalmente al punto. Lily arrossì, perché la risposta molto sincera era “no” ma decise che non era educato dirlo al migliore amico del ragazzo in questione, nonché persona malfidata.
“Non penso ti debba interessare” optò per una via di mezzo, la riservatezza. Dopotutto, non gli doveva nessuna spiegazione.
“No, perché..” iniziò lui, ma Lily, già stufa lo interruppe.
“Senti perché non mi dici quello che..” iniziò ma l’arrivo di due membri della squadra interruppe il loro discorso.
Malfoy sembrò sulle spine in mezzo alla squadra nemica, e si defilò poco dopo, dicendo alla ragazza che ne avrebbero riparlato.
 
“Lily, ti è arrivata una lettera” disse una delle due ragazze, Dominique, che le porgeva appunto un foglio piegato.
“Chi l’ha portato?” chiese Lily, prendendo la lettera. Il suo gufo, Irma, era sempre un po’ tardo e gli consegnava le lettere da casa.
“Il tuo gufo, quello marrone” disse Dominique, sparendo negli spogliatoi.
“Grazie, Domi” gridò Lily, spiegando la lettera.
 
Cara Lily,
ho saputo da tua zia Hermione, che tu e James non vi parlate da giorni. Penso che gliel’abbia detto Rose. Non mi piace questa situazione, Lily. Tu e tuo fratello doveve volervi bene e chiarirvi, ti prego dimmi che lo farai, tesoro.
Come stai? Papà dice di farti i complimenti per aver battuto i Serpeverde, dice che sei il suo orgoglio.
Fammi sapere presto, non vedo l’ora di avervi qui con me per Natale. Mi mancate tanto, e mi manchi tanto tu.
 
Mamma
 
 
Lily si appoggiò alla porta fuori dagli spogliatoi, le lacrime agli occhi. Si sentiva fragile e santo cielo, sua madre le mancava tantissimo, così come suo padre.
Ad Hogwarts si sentiva sempre sola, lontana da casa e suo fratello James non le era neanche vicino.
Si asciugò con rabbia una lacrima, pensando di rispondere il prima possibile.
“Lily?”
La voce incerta di James, che stava di fronte a lei, con la veste da capitano e l’espressione colpevole, la spinse ad alzare gli occhi.
Lily lo guardò, poi, di colpo, sentì che ogni rancore non portava a niente.
Si gettò tra le braccia di suo fratello, che la strinse a sé.
“Hai letto la lettera della mamma?” chiese un po’ sorridendo, e Lily annuì, ridendo con lui.
Lo guardò, trovandolo bellissimo, e gli chiese scusa.
“No, scusa tu, sciocca..sai che sono geloso” ammise lui e Lily sbuffò borbottando che lo era anche troppo.
“Adesso, andiamo ad allenarci” disse James, trascinandola in campo.
 
**
 
 
Cara mamma,
ho parlato con James, tranquilla! Sai che non posso avercela con lui..
Mi manchi tanto anche tu mamma, vorrei tornare a casa..
Sono contenta comunque, non c’è niente che non va! Ti voglio bene e abbraccia papà, digli che vincerò la coppa delle case per lui!
Ciao,
 
Lily
 
“Tieni, portala a casa Potter” disse dolcemente Lily a Irma, il gufo che aveva avuto come regalo a undici anni.
Ricordava ancora con emozione il giorno in cui aveva scelto la bacchetta.
“E’ la bacchetta che sceglie il mago, Lily” amava ripeterle suo padre e lei era fiera della sua: lunga dodici pollici, salice e coda di unicorno.
Quella bacchetta, aveva scelto lei.
Irma becchettò affettuosamente la sua mano, poi partì, lasciando sola Lily nella guferia.
 
“Potter” la apostrofò Malfoy, sputato di nuovo dal nulla. Lily lo guardò.
“Malfoy” rispose lei “perché non sei con Rose?” chiese, senza riuscire a trattenersi.
Lui rise, facendo sorridere, chissà perché, anche lei. Tuttavia non rispose e parve deciso a cambiare argomento.
“Che fai a quest’ora quassù?” chiese, avvicinandosi a lei e sedendosi su un muretto.
Era affascinante, con quello sguardo sfrontato e Lily si ritrovò ad arrossire.
“Sei carina quando arrossisci” notò lui, facendola avvampare.
Lily voltò la faccia, guardando il cielo.
“Che vuoi da me?” chiese con un filo di voce.
Lui si alzò, andandole vicino. Sembrava triste.
“Forse qualcosa che non posso avere” mormorò, lasciandola basita.
 
 
 
Ciaoooooooo!
Allora questo capitolo mi fa un po’ cagare, ma succede una cosa importante a Malfoy!!
Voi l’avete capita? Se no, leggete il titolo!
Spero che vi piaccia comunque, a presto!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- Hyperion ***





CAPITOLO 6-  Hyperion 




Lily era seduta su una sedia vicino al fuoco, nella Sala comune di Grifondoro, ai suoi piedi, seduta a gambe incrociate sul tappeto, c’era Dominique Weasley, i lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle sottili, e la sua espressione concentrata sul libro di Aritmanzia era così buffa che quando James entrò, scoppiò a ridere.
Dominique arricciò il nasino francese ereditato da sua madre, guardando chi è che la disturbava, ma quando si trovò davanti James, decise di non rispondere.
Lui però, non sembrava intenzionato a fare lo stesso. Indossava un paio di pantaloni neri e sopra una felpa rossa dai colori di Grifondoro. I capelli neri scompigliati ricadevano sui suoi occhi chiari, ma lui non sembrava farci caso.
“Ehi, Lil” disse, sorridendo alla sorella e prendendo posto in una poltrona libera lì accanto e appoggiando i libri rumorosamente sul tavolo.
Dominique continuava ad ignorarlo, e lui se ne accorse.
“Hai deciso di ignorarmi?” disse lui, sorridendo, poi le prese una ciocca di capelli e cominciò a giocarci, irritando molto la ragazza, che si alzò di scatto. 
Lei e James erano amici per la pelle, eppure lei sembrava impazzita in quel momento, quando lui non aveva fatto niente di diverso dal solito. Lily osservava divertita la scena, sfogliando il libro di Difesa Contro le Arti Oscure.
Girò a pagina dodici, quando Dominique urlò.
“Che vuoi, James Sirius Potter?” sbraitò, puntandogli la piuma contro. Lui sgranò gli occhi, sorpreso, e alzò le mani in segno di resa, lasciando andare i suoi capelli.
Lei lo fissò furente. 
“Stavo studiando, prima che tu mi disturbassi!” continuò, ma lui rise, divertito. Le prese un polso e la tirò su di sé, stringendola affettuosamente tra le braccia.
Dominique arrossì come un peperone.
“Ti aiuto a fare Aritmanzia, okay? Sono un genio!” disse prendendo il libro e, con lei sulle gambe, cominciò a sfogliare con attenzione le pagine.

“Chi è che urla in questo modo?” disse Rose Weasley entrando nella sala comune, l’espressione di chi ha studiato troppo e l’aria annoiata.
“Che c’è Rosie?” chiese Lily, rivolgendo la sua attenzione verso la cugina. Aveva i capelli mossi, spettinati e gli occhi stanchi. Rose sbuffò.
“Devo studiare troppo, questo sesto anno mi distrugge..” sbuffò Rose, prima di sprofondare nella poltrona.
Dominique, ancora seduta su James, le fece un cenno di saluto, mentre il ragazzo continuava a scrivere sulla pergamena.
“Ascoltami, però” borbottò, e lei tornò a seguire i suoi ragionamenti. Lily sorrise: secondo lei quei due stavano bene insieme, anche se erano cugini.
Rose forse pensava lo stesso, ma non disse niente. Anzi sbuffò, e Lily scoppiò a ridere.
“Non vorrei essere in te, guarda” constatò, ma proprio in quel momento il buco del ritratto si aprì e Albus Potter entrò, gli occhiali storti e l’espressione scocciata. 
“Rosie, mi aiuti a fare il tema di Pozioni?” chiese implorante alla cugina, ignorando le altre tre persone lì intorno. 
Rose alzò un sopracciglio, l’espressione severa. 
“Si può sapere perché diavolo non l’hai fatto oggi?” chiese imperiosa, e Albus sembrò imbarazzato.
“Ero con..ehm..la mia ragazza” tentò di giustificarsi, e Lily sbuffò, annoiata. 
“Mi sembra che tu sia sempre appiccicato a quella..” esclamò e Albus arrossì, ma si strinse nelle spalle e ignorò la sorella.
Rose annuì stancamente, cedendo, e ritenne più comodo andare a prendere il compito già svolto, sedendosi con lui a un tavolo.
Lily a questo punto, isolata, salì in dormitorio, attenta a non fare rumore.
Alice dormiva profondamente, ed era meglio se non vedeva cosa facevano James e Dominique giù.
Lo sguardo le cadde però sul foglio di pergamena appoggiato sul suo comodino, e si accigliò.

Torre di Astronomia, ore 20.30
Ho bisogno di stare con te, Lils.
Eric

Gliel’aveva portato Irma qualche ora prima, eppure lei non ci aveva pensato più di tanto: non aveva molta voglia di andare.
Era intenzionata a chiudere la storia con Eric, gli voleva bene, era carino ma lei non si sentiva felice con lui.
Non le dava nessun tipo di batticuore, anzi, era come fare qualcosa di già scritto, troppo banale, troppo facile..Lei non aveva mai amato le cose facili.
Quindi, nonostante avesse deciso di ignorare il foglio e l’appuntamento, con la prospettiva di non fare niente e andare a letto, preferì rischiare da brava Grifondoro.

Guardò l’orologio, erano le otto e mezzo, non era tardi, e se correva, poteva fare finta di aver avuto un contrattempo e aver fatto pochi minuti di ritardo.
Scese di nuovo in sala comune, ma nessuno sembrò prestarle attenzione. 
Portandosi dietro una scia di profumo alla fragola, uscì dal buco del ritratto e percorse il lungo corridoio che portava alla torre.

Che cosa avrebbe detto ad Eric? Come faceva a spezzargli il cuore? Malfoy diceva che lui ci teneva a lei.. era davvero pronta ed essere così stronza?
Eppure non riusciva a non essere se stessa, e si disse che era peggio illuderlo che non farla finita subito.

Salì le lunghe scale che portavano alla torre, poi uscì al chiaro di luna. I suoi capelli brillavano alla luce tenue della luna, che le illuminava anche la pelle e gli occhi.
Lily osservò con ansia crescente la figura pallida che si stava voltando.
Ma.. non era Eric.

Due occhi grigi, un mento appuntito, una sagoma alta, ben piazzata e bionda si parò davanti a lei.
Lily sussultò, portandosi una mano sulla faccia, prima di gridare.
“Malfoy!” disse ad alta voce, ma lui sorrise, avvicinandosi a lei. Sembrava tornato padrone di se stesso, non come alcuni giorni prima, in cui aveva borbottato qualcosa sul suo profumo e poi era apparso strano e allucinato per giorni.
Lily lo fissava furibonda.
“Che cazzo ci fai qui?” sbottò, incrociando le braccia e fissandolo furiosa, perché lui non doveva essere lì..
“Potter, noto che sei sempre così fine..una bambolina di porcellana..” commentò lui, calmo, mentre le squadrava con una strana luce nello sguardo.
Lily indietreggiò, ancora la furia nello sguardo.
“Ripeto, che diavolo..” iniziò, pronta ad alzare di nuovo la voce, ma Malfoy la anticipò, sbuffando annoiato.
“Eric ha la febbre” disse semplicemente, guardandola torvo “e mi ha obbligato a venirti a dire ciò, tra l’altro” aggiunse il ragazzo con noncuranza “sei in ritardo” picchiettò sul vetro del suo costosissimo orologio.
Lily lo guardò male.
“Se sapevo che c’eri tu, non venivo neanche” sbuffò, facendo per andarsene, ma Malfoy la precedette, facendola sbattere contro lo stipite della porta.
“Ahi!” urlò Lily, toccandosi il braccio, dolorante e arrabbiata “accidenti a te, Malfoy” disse, prima di tirargli una spallata e passare prima di lui.
Malfoy inciampò nella veste, e cadde per terra, furioso.
“Piccola stronza!” urlò furioso, alzandosi e spolverandosi la veste. Lily aveva osservato tutta la scena e rideva a crepapelle, rotolandosi quasi dalle risate.
Malfoy emanava scintille. La fissò con astio per qualche secondo, poi si avvicinò a lei.
“Non ho paura di te, Malfoy” sussurrò Lily, fissandolo negli occhi grigi, senza paura, audace come una vera Grifondoro.
Lui scosse la testa, ancora socchiudendo gli occhi.
“Ti pentirai di questa insolenza, Potter” disse a denti stretti, i pugni serrati, in piedi davanti a lei, così bassa, che gli arrivava alla spalla eppure non sembrava minimamente terrorizzata da lui.
“Ah, sì?” chiese lei, scettica, continuando però a parlare con lui, senza il minimo desiderio di andarsene.
Malfoy annuì lentamente.
“Ma per favore, e perché mai?” continuò lei, questo botta e risposta esasperante, ma al tempo stesso divertente.
Malfoy si finse meditabondo.
“Quando mi pregherai di non parlare male ad Eric di te, per esempio” disse in tono di sfida, ma Lily non parve colpita. Anzi, rispose in modo che lo sorprese.
“Chi ti dice che mi interessi di Eric?” ribattè lei, avvicinandosi ancora, pentendosi subito dopo: voleva dire ad Eric le cose come stavano, non a lui.
Perché diavolo con Malfoy non riusciva a controllarsi? Lo prese come nota mentale.
Malfoy assunse un’espressione stupita.
“Perché ci stai insieme? Non ti facevo una facile” disse, non riuscendo a trattenere un sorrisetto.
Lily avvampò, prima di scagliarsi contro di lui, con tutto il suo esile corpo.
L’afferrò per il colletto ma lui tuttavia, un po’ più forte di lei, non si mosse.
“Come ti permetti?” urlò fiammante di rabbia, ferita nell’orgoglio, ma anche punta sul vivo, lui non aveva tutti i torti, era una stronza, anche se a lei non faceva piacere.
Non gli avrebbe permesso di trattarla così.
“Quasi quasi, ci faccio un pensierino” disse ridendo il biondo e Lily lo lasciò andare di colpo, come schifata.
Lo guardò torva, pensando che doveva sturarsi le orecchie.
“Come?” ripetè, sicura di non aver sentito bene. Malfoy rise, sistemandosi il colletto della camicia in un modo che Lily trovò stranamente…sexy.
Mise quel pensiero nel fondo della sua coscienza.
“Hai sentito bene, Potter” disse senza perdere quel maledetto sorriso, che si allungava fino a quei maledetti occhi, che lei a volte..solo a volte, sognava.
Lo fissò, stordita e confusa. Malfoy voleva baciarla? Com’era possibile? Non lo era..

“Potter, quando hai finito di sbavarmi addosso, dobbiamo tornare nei dormitori, sono già le nove e un quarto” disse e Lily si riscosse, rimanendo perplessa.
Camminarono in silenzio per qualche piano, quando un rumore di passi li colse impreparati.
La professoressa McGranitt sbucò all’improvviso dal niente e si bloccò, vedendo lì due alunni che non ci dovevano essere.

“Potter, ti ho detto mille volte che non devi andare a giro da sola nei corridoi!” sbottò non la professoressa, ma Malfoy, girandosi verso di lei.
Lily non capì e lo fissò confusa, così come la McGranitt.
“Dovrò toglierti 5 punti..” disse Malfoy, e Lily capì: si stava parando il culo! Gli diede una sberla sul braccio.
“TU! Scorpius Hyperion Malfoy! Lurida serpe! Doppiogiochista bastardo!” urlò furibonda, ma la McGranitt li superò.
“Lily Potter! Fila nel dormitorio, domani ne riparleremo! Avrai una bella punizione!” disse severa, rivolta alla bionda fumante.
“E tu, Malfoy, parlerò personalmente con Lumacorno, e vedrai..” aggiunse minacciosa, per poi scortare Lily, che fece un gestaccio a Malfoy, nella sala comune.

Lily arrivò davanti alla signora grassa.
“Fenice” sbuffò, prima di passare ed entrare come una furia. Rimase perplessa nel vedere Dominique addormentata in braccio a James, che dormiva anche lui.
Tuttavia, decise che non gliene importava molto al momento.
Al diavolo Malfoy! Era sempre tutta colpa sua! 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7- You and me ***


 
 
 
CAPITOLO 7- YOU AND ME
 
 
 
 
 
 
 
Lily Potter non amava definirsi una bella ragazza, tuttavia, non poteva considerarsi neanche da buttare via.
Alla fine, quei tinti capelli biondi avevano un certo fascino, soprattutto portati  così lunghi e i suoi occhi erano belli, di varie sfumature, anche se a primo impatto potevano sembrare molto banali.
Era bassa, è vero, ma era magra, grazie ai numerosi allenamenti di Quidditch, dove James li massacrava e soprattutto, aveva un carattere forte, molto simile a quello di sua madre, forse non era perfetta, ma neanche malaccio. Insomma, pur avendo quindici anni  (li avrebbe compiuti a breve), era già abbastanza popolare nella scuola.
Per questo, e anche per altri ovvi motivi, si indignò tantissimo quando Malfoy affermò davanti alla professoressa McGranitt che lui non sarebbe mai uscito con lei.
Lei aveva ipotizzato che loro due fossero imboscati la sera dopo cena, e per questo meritavano una punizione.
“Professoressa, se sta insinuando che io e lei…insomma…scusi ma mi offendo!” sbottò Malfoy, guardando Lily, che si infiammò subito.
Lo guardò furiosa e oltraggiata.
“Ma come ti permetti?” urlò, fissandolo con gli occhi che fiammeggiavano, ignorando la professoressa McGranitt.
Malfoy ghignò e si voltò verso di lei, soddisfatto.
“Vuoi forse negare che sei attratta da me e mi hai pregato di vederci, quella sera?” disse, senza la minima traccia di imbarazzo per la sua bugia.
Lily parve rimanere per un istante senza parole, boccheggiando e chiedendosi se non fosse uno scherzo.
“Tu…” iniziò, ma non sembrò capace di trovare un termine abbastanza spregevole, cosa che fece molto felice Malfoy.
Sorrise contento, poi si rivolse alla McGranitt.
“Io ho solo tentato di essere gentile” disse, facendo una faccia angelica. Lily era immobile.
La McGranitt annuì, ma non diminuì il suo piglio severo.
“Qualunque siano le motivazioni, mi trovo nella condizione di dovervi mettere in punizione. Vi voglio nel mio ufficio la sera di Halloween, cioè tra tre giorni” disse, guardando l’orologio sulla parete “vi informerò a tempo debito, se volete scusarmi” disse frettolosa, lasciandoli soli.
Malfoy si avviò verso la porta, e si voltò per sorridere a Lily, che era paralizzata dalla rabbia, e guardava il muro davanti a sé.
“Ci vediamo Potter, non stare troppo male per me, non ti merito”. Poi scoppiò a ridere e sparì al di là della porta.
 
 
Malfoy e il suo ghigno soddisfatto non avevano fatto in tempo a sedersi al proprio tavolo in sala Grande quando Lily entrò come una furia nella Sala.
Rose Weasley vide la cugina dirigersi furiosa verso il tavolo di Serpeverde, rossa di rabbia.
“Forse ha litigato con Eric” sussurrò a Dominique, che stava ripassando Pozioni, e non aveva visto entrare Lily.
Dominique alzò la testa, ma in quel momento James entrò con Elena, la sua ragazza, sbaciucchiandola.
Arrossì, e con sguardo ferito si alzò, prese il libro e fece per andarsene.
“Dove vai adesso?” chiese confusa Rose, trattenendola per un braccio, ma Dominique era già sparita.
James si sedette, passandosi una mano tra i capelli.
“Dov’è che va Dominique?” chiese, guardando nella direzione dove la bionda era scomparsa qualche minuto prima.
Rose si strinse nelle spalle: non ci capiva niente.
 
Eric alzò la testa sorridendo, vedendo che Lily si avvicinava, ma fece in fretta a cambiare espressione quando vide la sua espressione furiosa e il fatto che lei non dava segno di averlo visto, andava dritto verso Malfoy, che sedeva beato alla sua sinistra.
Lily tirò fuori la bacchetta così veloce che per un attimo rimase spiazzata pure lei.
La puntò con ferocia verso Malfoy.
Levicorpus” urlò con ferocia, e Scorpius senza rendersene conto si ritrovò sollevato in aria, con un’ espressione di terrore sulla faccia.
Fissò Lily come se non l’avesse mai vista, poi assottigliò gli occhi.
“Mettimi giù, Potter” sibilò, mentre la sua faccia si colorava di uno spiacevole rossore di umiliazione.
Tutti stavano guardando la scena. James, al tavolo dei Grifondoro, batteva le mani orgoglioso.
“Gliel’ho insegnato io quell’incantesimo” diceva, ma Rose era allibita, e decise di intervenire, da bravo prefetto.
“METTERTI GIU’? IO TI AMMAZZO!” urlò Lily, stringendo i pugni e avvicinandosi pericolosamente alla faccia capovolta di Malfoy.
Lui la provocò.
“Vuoi baciarmi, Potter?” chiese, con un ghigno, ma Lily non fece in tempo a rispondere che Malfoy fu scagliato giù.
Rose aveva uno sguardo severo.
“Che fai, Lily?” chiese, aiutando il ‘fidanzato’ a rialzarsi, mentre Eric osservava impietrito la scena.
Lily guardava sconvolta Rose, ritendendola una vile traditrice. Poi si rivolse di nuovo a Malfoy.
“TU!” urlò ancora “come hai osato dire alla McGranitt che ti stavo implorando di metterti con me?” disse spietata, poi rise “io non uscirei con te neanche se fossi l’ultimo uomo rimasto sulla faccia della terra, Malfoy! Fai schifo! Ho una dignità, mica sono come lei” sbottò, indicando Rose, che aprì la bocca per ribattere, ma dal quale non uscì alcun suono.
“Io e Rose non stiamo insieme” disse secco Malfoy, prima di rivolgere uno sguardo ferito a Lily.
“E tu” disse avvicinandosi alla ragazza, che non indietreggiò, ma si zittì “sei una serpe velenosa, mi stupisco che tu non sia in questa casa”
La bionda lo guardò, fissandolo negli occhi.
“Fai schifo” ripetè, senza alcun senso. Lui rise, sarcastico.
“Lo sai, Potter, chi disprezza compra” disse, prima di afferrare una mela e sparire dalla porta.
Lily lo seguì, decisa ad avere l’ultima parola. Lui la sentì ma non si voltò.
“Pensi di piacermi, Malfoy? Dovresti sapere bene cosa penso di te” disse di nuovo, infierendo sul ragazzo.
 
Lui si voltò verso di lei, con una strana espressione su quel viso tanto pallido, indecifrabile e Lily per un attimo ne ebbe paura.
“Se pensi che io potrei mai…” continuò lei, ma Malfoy le afferrò un polso, la sua faccia a pochi centimetri da quella di Lily, che arrossì.
“Hai mai pensato che magari eri tu quella a piacere a me, Potter?” sussurrò sulle sue labbra, che lei teneva serrate dallo sforzo di non mandarlo a quel paese.
Rimase spiazzata.
“In effetti, l’idea che qualcuno possa guardare oltre il tuo carattere di merda, deve essere difficile da formulare” disse ancora, sempre più vicino.
A Lily cadde l’occhio sulle labbra di Malfoy, e un pensiero improvviso, destabilizzante, assolutamente fuori luogo la colpì: adesso lo bacio.
Spalancò gli occhi, come fulminata: non era possibile. Lei non poteva aver pensato anche solo per un istante di voler baciare Malfoy, colui che lei odiava fino a cinque minuti prima e che odiava tutt’ora.
“Cosa…” biascicò, senza riuscire e mettere in fila due parole.
Malfoy non si mosse.
“Secondo me, non mi odi quanto vuoi far vedere, sei segretamente attratta da me” rise Malfoy, passandosi una mano tra i capelli.
Si avvicinò alle sue labbra ancora di più.
“Sennò mi avresti già respinto” aggiunse.
Lily parlò, senza tuttavia muoversi di un centimetro. Non voleva cedere.
“Scusa ma se fossi attratta da te, ti avrei già baciato” disse lei, non convinta che ciò che diceva avesse davvero senso, tuttavia lui non ci badò, ma scosse la testa.
“Come mai sei ancora qui?” chiese Malfoy, che non riusciva a nascondere il suo divertimento.
Lei decise che ne aveva abbastanza. Con una spinta lo allontanò da sé.
“Vaffanculo, Malfoy!” urlò, prima di fare dietrofront e scomparire di nuovo, lasciando Malfoy soddisfatto.
Quella ragazza gli piaceva un sacco.
 
Lily camminava a testa bassa, con il pensiero di Malfoy, ma si sorprese quando vide Eric fuori dalla torre di Grifondoro.
Si era completamente dimenticata di lui, cosa che le aveva fatto porre qualche domanda.
“A che gioco stai giocando, Lily?” le chiese, senza il tono dolce che usava di solito, assomigliava molto a un Serpeverde in quel momento.
“Non mi piace essere preso in giro da nessuno, tantomeno da una mezzosangue come te!” disse con tono calmo, ma tagliente.
Lily alzò lo sguardo, ferita.
“Allora te ne puoi andare” sibilò.
Eric la guardò con disprezzo.
“Pensavo fossi diversa, Lily. Invece sei come il mio amico Malfoy, quello che disprezzi tanto, sai? Siete uguali. Lui gioca con le persone, ma non è ipocrita come te, pensaci, mentre prendi per il culo qualcun altro”
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8- Promise ***


CAPITOLO 8- PROMISE




Eric entrò nella sala comune di Serpeverde come una furia, gettando la sacca di scuola con furia sul divano ricoperto
di pelle di serpente, ringhiando e sedendosi su di esso con malagrazia.
Era furioso: non solo era stato mollato, ma aveva avuto la prova che a lei non gliene era mai importato nulla.
Il suo piede continuava a battere sul pavimento, nervosamente, fino a che il ragazzo biondo seduto di fronte a lui alzò
la testa, scocciato.
"La vuoi piantare?" sbottò Scorpius, alzando gli occhi dal libro The Witches of Liedenbich.
Eric lo fissò, prima di rispondere come una furia.
"Non azzardarti a dire quella parola! Lo sai, vero? Chi te l'ha detto?" urlò furibondo, ad uno Scorpius abbastanza
perplesso sulla salute mentale dell'amico.
"Ma sei impazzito? La Potter ti dà alla testa" disse il biondo scuotendo teatralmente la testa.
Un libro lo colpì in testa.
"Quella lurida mezzosangue..." sbuffò, facendo rimanere perplesso l'amico, che abbandonò 
definitivamente la lettura.
"Wow! Eric che è successo? Addirittura parlare di mezzosangue, tu..." disse colpito, e adesso, finalmente
interessato.
Eric sferrò un pugno al divano.
"Lily, quella stronza, mi ha mollato" sputò con rabbia il ragazzo "e mi ha preso per il culo, tutto
questo tempo!" 
Scorpius provò una strana sensazione di sollievo, ma decise di accantonarla in un angolo e archiavarla come mal di pancia
temporaneo. La bionda non c'entrava niente.
Però perchè l'aveva mollato adesso, dopo...
"Beh" disse, tentando indifferenza "questo prova che le Grifondoro portano solo guai, mio caro" aggiunse saggiamente,
ma Eric non sembrava convinto.
"Ah, Rose Weasley sembrava molto incazzata con te, a dire il vero" disse casualmente, mentre Scorpius alzava gli occhi al cielo.
"Ed era incazzata anche con la piccola rognosa..." disse crudelmente. Scorpius sbuffò.
Si alzò, raccogliendo il libro e lanciandolo al suo amico.
"Leggilo e datti una calmata. Sembra che tu sia bravo solo a sputare nel piatto in cui a molti, compreso te, piace o piacerebbe mangiare.
Vado a cercare Rose"
Detto questo, Scorpius uscì.



Intanto, nella torre di Grifondoro, Lily Potter sedeva incantata a guardare il fuoco, ipnotizzata, ripensando a ciò che aveva
fatto. Si lamentava sempre del comportamento di Malfoy, eppure, quando un bel ragazzo la trattava bene, lei lo mollava.
Il problema era che, sempre, anche in quel momento, il suo pensiero finiva sempre su quel maledetto.
Lanciò la piuma nel fuoco, cercando di sfogare il suo malcontento, ma non ci riusciva.
"Mmmmmm, che palle!" urlò, pensando di essere sola, ma un rumore alle sue spalle le fece cambiare idea.
Rose, appoggiata alla porta del dormitorio, la fissava e nel suo sguardo non c'era traccia di amore familiare, nè di amore in generale.
La cugina era furiosa e ferita.
"Lo sai che è il primo sintomo di pazzia parlare da soli?" disse con tono sprezzante e non scherzoso
come al solito. Lily si alzò, tuttavia non disse niente.
Rose avanzò verso di lei.
"Scorpius mi ha mollato, anzi, mi ha mollato prima e guarda caso, tu hai mollato Eric...che coincidenza" disse sprezzante, come mai prima,
neanche nella frase precendente.
Lily non capiva. Tuttavia, un peso le si liberò dal petto, e lei non seppe capire perchè.
Si limitò a guardare Rose.
"Non capisco..." disse, non volendo litigare.
"Strano, piccola idiota. Mi ha mollato quando ha saputo..." iniziò Rose, perfida, sentendosi la più intelligente di tutti.
Lily fu presa da una foga omicida verso Rose, ma si limitò a dire in tono basso e freddo: "Come ha fatto a mollare qualcuno con 
cui non stava nemmeno insieme?" 
Rose impallidì, tuttavia Lily non si pentì delle sue parole. Rose non aveva nessun diritto di offenderla.
Per cosa poi?
"Tu, piccola stronzetta...come hai potuto farmi questo? Io ci tenevo a te!" urlò, con le lacrime agli occhi Rose, prima di darle
uno schiaffo.
Questo, per Lily, fece più male di tutto. Non per lo schiaffo in sè, ma per la situazione. 
Come poteva Rose pensare questo di lei?
Un profumo francese precedette di pochi secondi una voce dolce e preoccupata.
"Che succede qui?" 
Dominique entrò con furia e osservava pietrificata la scena. 
Lily aveva la mano sulla guancia e le lacrime agli occhi e Rose la guardava furiosa.
Rose non rispose, ma andò in dormitorio.
Lily fece lo stesso, solo che invece di andare in dormitorio se ne andò fuori, in giardino.


Dominique era allibita, aveva visto una cosa grave ed era preoccupata. Che aveva fatto Lily per far perdere così il controllo a Rose?
Mentre si chiedeva questo, James entrò dalla porta, bello come sempre, il sorriso stampato in volto.
Le diede una delicata pacca sui capelli e ridacchiò.
"Sei diventata una statua?" la prese in giro, sedendosi sul divano e lanciandogli un cuscino.
Lei lo fissò, ancora imbambolata, poi si riscosse.
Non aveva intenzione di dire niente a James, per il momento.
Incrociò le braccia al petto.
"Dov'è la tua fidanzatina?" disse, velenosa, e James lo notò.
Rise.
"La vedo dopo. Ti vuoi unire a noi, amo le cose a tre..." disse, ridendo a vedere la faccia di Dominique, che avvampò.
Lei si avventò su di lui, cercando di fargli male, ma si ritrovò bloccata dalle sue braccia.
"Sei un maiale" cercò di dimenarsi lei, ma lui la bloccò sullo schienale e cercò di farle il solletico,
infilando le mani sotto la veste, a contatto con la sua pelle calda.
Lei cominciò a ridere.
"James!" urlava, ridendo, contorcendosi "smettila!" 
La sua risata riempiva l'aria, e James si ritrovò a guardarla, incantato, rapito dalla sua bellezza e quella gioia...
Che riusciva sempre a trasmettergli. 
Bloccò le mani, come paralizzato, mentre il pensiero del corpo che stava toccando lo colpì, forte, immediato, forse per la prima
volta in tutta la sua vita. 
Le sua mani stavano sfiorando la sua schiena e la sua pancia piatta e poteva sentire e toccare ogni sua forma.
Cercò i suoi occhi e li trovò, persi nei suoi. Non rideva più.
Dominique alzò la mano e sfiorò la sua guancia, un po' barbuta. Era delicata e a James piaceva quel tocco.
Le sue labbra erano sempre più vicine, si sfioravano quasi. Dominique poteva sentire il suo respiro e poteva definirne
l'odore. Lo voleva con tutta se stessa.
Tuttavia, l'incanto finì.
James si alzò di scatto, come scottato e senza dire una parola se ne andò, a passi pesanti, mentre la ragazza, con i capelli sugli occhi
e a capo chino, scoppiò a piangere.




And meet me there, bundles of flowers, 
We wait through the hours of cold 
Winter shall howl at the walls, 
Tearing down doors of time. 



Scorpius passeggiava vicino al lago, lanciando di tanto in tanto qualche calcio a sassi lungo il suo percorso,
pensando a dei capelli biondi che venivano mossi dal vento durante le numerose partite di Quidditch.
Sorrise al ricordo di come lei gli aveva preso il boccino...
Lei. 
Lei in tutti i suoi pensieri, tuttavia, non ne era irritato. Era probabile essere attratto da lei, era bella 
e aveva un carattere raro ed era anche divertente quando lo insultava.
Eppure non aveva mai pensato a nessuna nel modo in cui pensava a lei.Lu
Si bloccò quando sentì un singhiozzo spezzato e la ragazza che da giorni popolava i suoi pensieri, 
si materializzò nel suo campo visivo.
Lily era seduta su una panchina, il volto coperto di lacrime e lanciava con rabbia i sassi nel lago.
"Vaffanculo!" esclamò, facendo credere a Scorpius che stesse parlando con lui, eppure lei non lo 
aveva visto.
Lui, spinto da qualcosa che non sapeva neanche immaginare, le si avvicinò.
Lei lo sentì arrivare, eppure non lo mandò via. 
"Che vuoi?" chiese, senza la solita rabbia "se sei venuto per offendermi, te ne puoi andare"
Lui non rispose.
"Stai bene?" domandò, rabbrividendo, faceva freddo.
Lei cercò di ridere, ma ne venne fuori qualcosa di tremendo.
"Solo tu potevi farmi una domanda così cretina" disse, però non sembrava arrabbiata.
Era carina anche piangente, sembrava più bambina e indifesa e lui sentì l'impulso di proteggerla.
Era così piccola tra le sue braccia.
Scorpius allungò una mano verso di lei e le scostò una ciocca di capelli dalla faccia.
Sorrise, e lei sbuffò, senza però opporsi. Non ne aveva voglia e quel tocco le piaceva, ne aveva quasi
bisogno.
"Ho scelto proprio una sera fredda per uscire..." mormorò lei con un mezzo sorriso. 
Scorpius rise, prima di togliersi il mantello.
"L'hai detto per farmi sentire un gentleman...forza, tieni" disse porgendole il suo mantello.
Lei lo guardò truce, ma almento non piangeva.
"Cretino" disse, però fece una mezza risata e si mise il mantello, stringendosi in esso.
Incrociò le gambe, guardandolo adesso in faccia.
Scorpius era a cavallo della panchina, così vicino da poter vedere le sue ciglia bagnate, nonostante
fosse freddo.
Lei lo guardava in modo diverso, un modo che lo faceva impazzire.
"Perchè?" chiese, semplicemente.
Lui non rispose, cosa che la face inalberare.
La guardava in un modo che la faceva impazzire. Non era il solito Scorpius e questo la mandava in confusione.



And promise me this: 
You'll wait for me only, 
Scared of the lonely arms. 



"Perchè, Scorpius?" chiese di nuovo "voglio una risposta!" 
E la risposta la ottenne.
Scorpius le prese un braccio e l'attirò a sè, stringendo finalmente quel corpo tra le sue braccia.
Lei reagì d'istino, mettendo una mano dietro il suo orecchio e lasciando accesso alla sua bocca, calda, sicura,
come l'aveva sempre immaginata nei suoi sogni più remoti.
La mano di Scorpius finì nei suoi capelli e finalmente entrambi si abbandonarono a quella passione proibita che
non avrebbero ammesso nemmeno in quel momento.


SCUSATEEE!!!
Spero che perdonerete il mio ritardo con questo capitolo! Ho ritrovato l'ispirazione?
Ascoltate la canzone nel testo: Promise- Ben Howard. Mi piace troppo!
A presto!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9- Stay ***





CAPITOLO 9







Dominique Weasley era sempre stata considerata bellissima, con quei lunghissimi capelli biondi,
lucenti e lisci fino alle spalle. I grandi occhi azzurri splendenti, circondati dalle belle ciglia nere,
il trucco poco pesante, il fisico slanciato. E poi, era di fondo una Veela e affascinava senza un perchè
chiunque incontrasse.
A differenza di sua sorella Victorie, però, non aveva mai fatto niente di che, aveva avuto solo un ragazzo,
per poco tempo, e non si era mai innamorata.
Almeno fino a quel giorno, quando, guardandosi allo specchio, ripetè a se stessa l'assurda verità, che da sola
non era capace di capire.
"Mi sono innamorata di James" pronunciò, cercando di captarne l'assurdità. James era suo cugino, sangue del suo sangue.
Ma era il sangue suo, di Dominique, a ribollire quando lui era vicino, lei desiderava baciarlo così ardentamente
da stare male.
"Non può essere" ripetè ancora, dandosi mentalmente della stupida.
Eppure quella era la fregatura, solo una stupida come lei poteva innamorarsi di suo cugino.

"Parli da sola?" 
Una voce divertita, appartenente a Rose, le arrivò nell'orecchio, facendola sobbalzare.
Vedendo le lacrime agli occhi della cugina, Rose cambiò espressione, non che la sua fosse migliore.
Dominique con un singhiozzo si gettò tra le braccia della cugina, che la strinse.
"Ho combinato un casino" disse con voce tremante, mentre Rose pensava che anche lei l'aveva combinato,
aveva perso Lily.


* * *

La Sala Grande, quel sabato mattina di inizio dicembre, era molto affollata. Nessuno usciva fuori volentieri,
perchè faceva davvero freddo.
Alice Paciock, i capelli neri raccolti in una pinza, inzuppava i biscotti nel latte con aria annoiata,
mentre leggeva un libro di incantesimi.
Cercava di non incrociare lo sguardo di suo padre al tavolo degli insegnanti, ma sentiva che la stava osservando,
e si sentiva imbarazzata. Nessun altro aveva il padre insegnante lì.
Con rabbia, notò che il biscotto si era spezzato e una goccia di latte le arrivò in faccia.
"Porco cazzo!" urlò, pentendosi subito dopo. Arrossì, guardandosi intorno per vedere se qualcuno
l'aveva effettivamente sentita.
Incrociò, con suo grande imbarazzo, lo sguardo profondamente divertito di Hugo Weasley, che la fissava
nell'adiacente tavolo di Corvonero.
Lui le sorrise e lei si sentì morire d'imbarazzo.
"Ehm...mi dispiace" mormorò lei, sentendosi rossa come un peperone. Perchè quel ragazzo la fissava come se 
non avesse effettivamente detto una parolaccia?
Lui assunse un'espressione stupita.
"Perchè?" chiese, osservandola attentamente. Ovviamente si conoscevano, allo stesso anno e con amici in comune,
però non avevano mai comunicato molto.
"Beh, sono stata maleducata" mormorò lei, guardandolo come se fosse un essere un po' stupido.
Lui scoppiò a ridere.
"Hai detto porco cazzo, Alice" disse, calcando la voce sul suo nome e finalmente lei si rilassò.
Gli sorrise, mentre lui si alzava e prendeva posto accanto a lei.
Era carino, Hugo, i capelli castani e gli occhi azzurri, anche se era un po' basso (non aveva preso dal padre)
e anche un po' solitario. 
"Tu sei quella fissata con James, vero?" chiese insensibilmente Hugo e mancò poco che Alice si strozzasse
con il sorso di latte che stava bevendo.
Lei arrossì, divenne bordò, ma annuì.
"Se vuoi posso un po' indagare, per te" chiese Hugo, che non sapeva perchè, ma aveva voglia di aiutare quella 
ragazza: era così tenera, con quegli occhi grandi spalancati, i capelli arruffati e l'espressione dolce.
Lei annuì ancora, un po' sorpresa.
Mentre addentava un secondo biscotto, Lily Potter entrò nella Sala Grande.
Tuttavia, non sembrava la stessa Lily. Si guardava nervosamente intorno, e quando il suo sguardo cadde
sul tavolo di Serpeverde, sembrò rilassarsi.
Decise allora che era meglio se procedeva, anche se mantenendo la calma. 
In quel momento, Scorpius Malfoy, in tutta la sua bellezza, apparve in cima alle scale, e appena Lily
lo vide, sgranò gli occhi, affrettando il passo.
"Ma che fa Lily?" chiese sinceramente Alice, a nessuno in particolare.
Un secondo dopo, un profumo di miele e la sua  proprietaria arrivarono al tavolo di Grifondoro
e Lily a testa bassa si mise a mangiare.
"Dimmi cosa fa Malfoy" borbottò Lily dopo qualche secondo di lotta interiore.
Alice obbedì, anche se era molto preoccupata per il comportamento dell'amica.

Alice si voltò quindi verso il tavolo dei Serpeverde.
Scorpius Malfoy, impeccabile come sempre, stava girando svogliatamente con un cucchiaino 
il contenuto della sua tazza, tuttavia alzava di tanto in tanto la testa, cercando con lo sguardo,
si immaginò Alice, Lily.
Lei però continuava ad ostinarsi a tenere la testa bassa.
"Sta facendo colazione" riportò qualche secondo dopo Alice. Lily sembrò delusa e sollevata
allo stesso tempo.
"E poi?" chiese, nervosa, mentre mangiava una fetta di pane tostato.
Alice la osservò dubbiosa. 
"E poi niente, Lily! Mangia e beve" disse un po' seccata, non sapeva nemmeno perchè stava spiando
Malfoy.
Lily parve capire che l'amica voleva spiegazioni.
"Io...beh, ieri sai...Lei mi ha urlato quelle cose" disse, un po' triste.
"Lei chi?" chiese Alice.
"Ma come lei chi? Lei Rose!" disse Lily, osservando l'amica affinchè capisse. Ma Alice non ci
stava capendo niente.
"Senti, io sono andata a letto e non c'eri, stamattina dormivi...come faccio a sapere le cose?"
osservò Alice.
Lily provò un moto di tenerezza e affetto verso Alice. Così buona, un po' sola ed esclusa, ma che si faceva
i fatti suoi, e si addolcì.
"Rose mi ha accusato di averle portato via Sc...Malfoy" disse Lily, mentre Alice sgranava gli occhi.
Lily annuì.
"Ma poi, insomma, tu e Malfoy!" esclamò un po' ridendo Alice.
Lily abbassò gli occhi.
"Oh, Dio. Tu e Malfoy!" esclamò di nuovo Alice, ora con tono scioccato.
Lily si fece piccina piccina.
"No, è solo che...lui mi ha consolato e io ero triste e insomma...ci siamo baciati"
concluse Lily, arrossendo.
La verità è che non sapeva nemmeno lei cosa provare.
Si arrischiò a lanciare uno sguardo a Scorpius, arrossendo quando si accorse che anche lui la
stava guardando.
Rossa come un peperone, abbassò lo sguardo.
Scorpius quando l'aveva baciata e quando l'aveva consolata...beh, le era piaciuto tanto.
Solo che le era impossibile pensare a loro due insieme, come coppia.
E poi con lui scattava sempre sulla difensiva.
"...quindi?" 
Lily osservò Alice, senza in realtà ascoltarla.
Si alzò, scusandosi e si diresse verso il cortile. 
Pochi istanti dopo, anche Scorpius si alzò.

*  *   *


James Potter era un altro che era uscito all'aperto, passeggiando per il cortile innevato.
Stava aspettando Elena, cercando di passare un po' di tempo con lei.
Ne aveva bisogno, dopo aver fatto tutta la notte pensieri su Dominique, sulle sue labbra, il
suo corpo.
Ma li aveva combatutti, accantonandoli come episodi inspiegabili, ma normali: dopotutto era un maschio.

Un paio di mani calde si posarono sui suoi occhi, facendolo sorridere.
Posò le sue mani su quelle femminili.
"Elena?" chiese, voltandosi, trovandosi però davanti la faccia delusa di Dominique.
La bionda lo stava guardando male.
Lui si sentì in imbarazzo, passandosi una mano tra i capelli.
"Ehm...Domi" mormorò, per scusarsi "stavo aspettando Elena"
Lei annuì.
"Me ne sono accorta" disse lei, tenendo gli occhi bassi "me ne vado allora"
Sembrava davvero giù.
"Che succede?" chiese James, prendendole le spalle. Avrebbe voluto abbracciarla, ma si sentiva
un po' impacciato. Non sembrava neanche lei.
"Niente" mormorò lei "niente"
Lui la osservò un po', poi mentre stava per dire qualcosa, la figura di Elena si stagliò
all'orizzonte.
Elena era carina ma era anche simpatica e dolce. Inoltre giocava a Quidditch. 
Anche Dominique...
"Ciao Dominique" disse lei, salutando la ragazza con un sorriso.
Poi gettò le braccia al collo di James, dandogli un bacio. 
"Ciao anche a te" sussurrò sulle sue labbra.
James sorrise.
Ma Dominique stava già andando via.

*  *   *



"Lily!"
E lei si girò.
Scorpius era dietro di lei, i capelli scompigliati, quegli occhi grigi puntati su di lei.
L'espressione dolce ma cauta ed era così maledettamente bello.
Lily lo guardò.
"Che vuoi?" chiese aggressiva, anche se non voleva. Si sentiva così vulnerabile che aveva
bisogno di difendersi.
"Perchè hai risposto al mio bacio?" chiese lui, sincero, diretto.
Lily arrossì, di nuovo, senza sapere cosa rispondere.
Già, perchè?
Se lo chiedeva anche lei.
"Tu ti sei approfittato di me!" lo accusò, cercando di arrabbiarsi.
Scorpius la guardò male, poi sorrise. 
"Ah, io mi sono approfittato di te?" le fece il verso, ridendo.
Lily si arrabbiò, avvicinandosi a lui.
"Se tu non..." iniziò, ma erano pericolosamente vicini e lo sguardo cadde sulle labbra
di Scorpius.
Il ricordo della sera precedente le fece venire voglia di baciarlo ardentemente.
Tossì, allontandosi.
"Se io?" la incalzò Scorpius, divertito e senza voler ammettere a se stesso che la desiderava.
Lily Potter gli piaceva da morire. E non riusciva a spiegarsi perchè.
"Lascia perdere!" urlò quasi lei, facendo per allontanarsi.
Lei lo guardò, sorpresa. La stava fissando con sguardo sincero, bello, dolce.
E lei si ritrovò a desiderare che le dicesse qualcosa.
"Ti va di restare qui con me?" 


**


CIAO!
Allora che ne pensate? 
Che ne pensate di queste coppie? Io amo Alice, ve lo giuro! E' fantastica! :)
Prossimo capitolo sarà dedicato all'80% a Scorpius e Lily, che ne pensate?
Grazie e ciao

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10- Lily vs Lily ***







CAPITOLO 10




Lily fissava Scorpius con espressione confusa e allo stesso tempo sorpresa.
Lo studiava, come se stesse cercando di capire a che cavolo di gioco giocava, ma
allo stesso tempo, desiderosa di giocare con lui. Era bellissimo, con quei capelli
biondi, più chiari dei suoi, raccolti sotto un cappellino grigio che riprendeva i suoi
meravigliosi occhi, quegli occhi che lei sognava quasi ogni notte. I colori di Serpeverde,
che lei tanto detestava, su di lui erano perfetti. Perfetto: anche nel carattere era migliorato,
e se lei si arrabbiava, era per forza d'abitudine.
Scorpius, vedendo il modo in cui lei lo guardava, sorrise sotto i baffi.
"Lily, se hai finito di sbavarmi addosso, gradirei una risposta." disse con un tono profondamente
divertito. 
La ragazza si riscosse, dandosi mentalmente uno schiaffo, ma ancora indecisa su come rispondere.
"Non mordo." le ricordò lui, anche se lei non ne era tanto sicura.
Lily lo guardò un po' timorosa, cercando di mordersi la lingua per non dire ciò che stava per dire,
ma non ci riuscì.
"Ok." disse semplicemente, ma era già una vittoria. 
Mentre camminavano fianco a fianco, in silenzio, lei pensò che se qualche settimana prima le avessero
detto qualcosa di così clamoroso, lei e Scorpius, insieme, si sarebbe messa a ridere.
Adesso, le sembrava quasi come se fosse stato destino. 
Lui spezzò per primo il silenzio.
"Ho sentito che sei stata tu a mollare Eric." buttò lì, quasi per caso, e lei gli lanciò un'occhiataccia,
come per dire: che cavolo di argomento tiri fuori?
"Veramente, mi sa che mi ha mollato lui." disse Lily, mentre un sorriso spuntava sulle sue labbra.
Scorpius rise insieme a lei.
"Perchè?" mormorò lui, come se quella domanda gli fosse sfuggita senza volerlo. 
Lily lo guardò, mentre continuavano a camminare, pensandoci un po' su. Era adorabile con quell'espressione
assorta.
"Non m'importava molto di lui." concluse, ed era sincera.
"Non era il tuo tipo?" chiese Scorpius, insistendo. Sembrava davvero interessato.
"Eric è bello, intelligente, dolce e simpatico" iniziò lei, mentre Scorpius alzava gli occhi al cielo 
"però non è adatto a me, che sono così strana" 
Scorpius rise.
"In effetti sei strana forte, Potter" la prese in giro Scorpius, mentre si sedevano su una panchina in mezzo
alla neve.
Intorno a loro c'era solo silenzio, pace e luce. Era tutto bianco. 
Lily si sistemò i capelli lunghi sotto il cappello, mentre si sedeva accanto a Scorpius.
Mollemente appoggiato lì, sembrava quasi non sentisse freddo.
"Strano è il fatto che io sia qui con te senza volerti uccidere." si lasciò sfuggire Lily, che arrossì poco dopo.
Maledetta lingua! Aveva parlato troppo.
Scorpius la fissò senza dire niente. Aveva troppi pensieri per la testa, e molti riguardavano lei.
Quella ragazza era la sua dannazione, e di sicuro gli piaceva più di quanto lui piacesse a lei. 
Gli piaceva tutto di lei, dai suoi morbidi capelli setosi, alla sua pelle liscia, gli occhi profondi, il nasino
da morsi e il suo bellissimo corpo, anche se ancora giovane. Il suo profumo di miele era dolce, buono.
E anche il suono della sua voce. Che magia gli aveva fatto?
"Torni a casa, a Natale?" gli chiese lei, disegnando svogliatamente cerchi nella neve con il piede.
"Sì, anche tu immagino" rispose lui, mentre lei annuiva.
"Già, casa mia è un macello a Natale" sorrise lei, pensando a tutta la sua enorme famiglia.
Scorpius intanto si era avvicinato a lei.
Lily pensò di nuovo alla sua famiglia: c'erano tutti, anche Rose. Il pensiero di sua cugina e del modo
in cui era distrutta per il ragazzo che adesso la guardava in quel modo, la fece sentire una vera merda.
Cattiva, senza cuore. Dopotutto, lei odiava e aveva sempre odiato Scorpius, perchè adesso faceva le fusa
con lui?
"Non posso" mormorò lei, quasi a se stessa, alzandosi in piedi. Scorpius la fissò, senza tuttavia dire
niente.
"Non è giusto, io...senti..." iniziò lei, mentre la neve attaccata cadeva in terra. Scorpius non rispondeva,
ma la fissava come se volesse incenerirla ma non avesse la forza per farlo.
"Qual è la tua scusa questa volta?" chiese, un tono duro che era apparso così, all'improvviso. Sembrava deluso.
Lily distolse lo sguardo.
"Nessuna scusa. Solo che ci siamo sempre odiati..." iniziò ancora una volta, ma Scorpius la interruppe.
"Io non ti ho mai odiato, Potter" sibilò lui, adesso più Serpe che mai "io non odio le persone solo perchè
fanno Potter di cognome, e pensavo che anche tu fossi un po' più grande"
Questo era un colpo basso, ma Lily lo incassò. Come faceva a spiegargli che nonostante tutto lei a Rose ci
teneva? E sicuramente teneva a Scorpius più di lei, che non l'aveva mai considerato prima di lì a qualche giorno.
Abbassò gli occhi.
"Senti, non la fare tanto lunga!" sbottò lei, cercando di sdrammatizzare "infondo mica ti piaccio sul serio" 
Scorpius era ferito, però non sapeva neanche lui quanto.
"Che cazzo ne sai" disse, tirando un calcio ad un sasso "magari mi piacevi davvero."
Lily non disse niente, in attesa.
"E pensavo di piacere a te, dato il modo in cui mi fissi sempre" concluse, mentre un sorrisetto si formava 
sulle sue labbra.
Lily lo fissò offesa. 
"Che ne sai di quello che piace a me?" sbraitò, mentre si rendeva a malapena conto che erano passati da guardarsi.
con dolcezza a farsi la guerra, ma non importava, se Rose non avrebbe sofferto "Sei solo offeso perchè per una volta
qualche essere di sesso femminile non cade ai tuoi piedi!"
Scorpius la fissava furioso. Fece un passo verso di lei, fissandola con rancore.
"Se è questa l'opinione che hai di me, perchè mi hai baciato?" chiese, e gioì nel vederla arrossire.
Lei lo fissò con odio, avvicinandosi a lui.
"Io! Io ti ho baciato? Te sei pazzo! Tu ti sei approfittato di me, altro che!" urlò lei, così vicino al suo
naso da respirare sulla sua bocca.
"Ma stai zitta! Che cosa volevi dimostrare, venendo qui?" urlò lui, alzando la voce. I suoi occhi mandavano
scintille.
"Io proprio niente!" rispose lei, furiosa, ma tranquillizzata, perchè le cose sembravano tornate normali.
Lei e Scorpius che si facevano la guerra.
"Se proprio vuoi saperla tutta, sono venuta qui perchè mi facevi pena" buttò lì lei, ma era una stronzata 
così colossale, che non ci credette nessuno.
"Ma per favore..." sbottò Scorpius.
"Mi hai rotto le palle, Malfoy" urlò lei "Me ne vado!"
"Vattene allora" le rispose lui, furente.
"Me ne..." 
Non aveva ancora finito di parlare che si ritrovò spiaccicata sulle labbra calde di Scorpius, mentre un incendio
divampava in lei.
Sentiva le mani di lui dappertutto, ma le piaceva. Erano rassicuranti, ma per niente delicate.
Dopo qualche secondo di pazzia, si staccò bruscamente.
"Ma sei impazzito?" urlò Lily, rossa di rabbia, perchè le aveva appena preso l'orgoglio. 
Prima di poterci pensare, Lily stampò una sua mano sulla guancia di Malfoy, che se l'aspettava.
"Beh..." mormorò lui, ma lei se n'era già andata. Scorpius sorrise, l'arrabbiatura già svanita, mentre
la vedeva camminare pestando i piedi per terra, furente.

*   *   *



Alice Paciock era seduta mollamente in biblioteca, guardando fuori la neve. Le era sempre piaciuta la neve,
fin da piccola.
Sobbalzò quando un rumore alla sua sinistra le annunciò l'arrivo di Hugo, sorridente come sempre.
"Ciao Alice" salutò lui, mentre lei chiudeva di scatto il libro aperto davanti a lei.
Lei emise un borbottio indistinto che significava ciao.
Hugo sorrise nuovamente, sbirciando la copertina del libro che lei stava leggendo.
"Quidditch, eh?" mormorò, facendola arrossire "comunque sono a rapporto" sussurrò, abbassando
la voce, con fare complice.
Lei sorrise.
"Cos'hai scoperto?" chiese, interessatissima. Hugo la guardò, prima di parlare.
"James Potter, settimo anno Grifondoro, gioca a Quidditch" disse, facendo ridere Alice.
"Lo so già!" borbottò ridendo, mentre una ciocca di capelli neri le cadeva sulla fronte.
Hugo istintivamente gliela spostò delicatamente. Lei arrossì.
"Ha una fidanzata, Elena Sieyes, carina, della mia casa" disse Hugo, mentre il sorriso di
Alice si affievoliva.
"Lo so" disse tristemente. 
"Dai su, magari si mollano" cercò di tirarla su lui "anzi, che ne dici di venire a vedere la partita
Corvonero contro Tassorosso? Inizia tra venti minuti, Elena gioca quindi sarà in campo. Potrebbe
essere la tua opportunità!" 
Alice ne dubitava, ma andò lo stesso con lui verso il campo di Quidditch.

Arrivata, individuò subito James, ma non era solo. Dominique e Rose Weasley erano sedute vicino a lui.
"Alice!" 
La voce di Lily dietro di lei la costrinse a girarsi, mentre Hugo la salutava e raggiungeva i suoi compagni.
Lily era un po' alterata.
"Quello sciagurato!" mormorò "mi ha baciato! Ma come si permette?" sbraitò, ma senza aspettare che Alice
rispondesse, si avviò a passo di marcia verso Rose.
Quest'ultima vide la cugina venire verso di lei.
"Dominique, James, scusate" mormorò, prima di andarle incontro, mentre la partita iniziava.

* * *


Rose e Lily, così diverse eppure così simili, si sedettero su due poltroncine un po' isolate.
"Scusa" mormorano nello stesso momento guardandosi negli occhi, poi scoppiarono a ridere e 
si abbracciarono.
"Mi dispiace, avevi ragione, Malfoy ci voleva provare con me" confessò Lily, sperando di non prendere
un altro ceffone "ma l'ho mandato al diavolo!" disse fiera.
Rose accusò il colpo, ma sorrise.
"Già, hai ragione! Ti chiedo scusa, per tutto" disse, sentendosi profondamente in colpa.
Dopotutto erano cugine, non servivano troppe parole. Amiche più di prima.
Mentre il pensiero di entrambe si distoglieva dagli occhi di Scorpius, si misero entrambe a guardare la partita.
Ma le labbra di Lily bruciavano ancora.


"Vedi, Domi, dovresti fare in questo modo" disse James, indicando il modo di volare di Elena.
Dominique era furente, ma non disse niente.
"Lei ha questo stile particolare..." elogiò ancora una volta la voce calda di James.
La bionda incrociò le braccia al petto.
"Poi, che grazia!" disse ancora, prima di lanciare un fischio ammirato all'indirizzo della sua
ragazza.
"Speriamo si schianti" mormorò sottovoce Dominique, alzando gli occhi al cielo, cercando di non
cedere all'impulso di piangere, uccidere James, Elena e Rose, che l'aveva lasciata lì.
"Come?" le chiese distrattamente James, sistemandosi il colletto del giubbotto, lasciandola lì,
affascinata, a seguire quel piccolo movimento.
Di profilo era ancora più bello...Dio, quanto voleva baciarlo. Lì, davanti a tutti, infitamente,
per sempre. E voleva che lui la stringesse stretta e non la lasciasse più andare. Che la amasse,
semplicemente, che la amasse e la desiderasse nel modo in cui lei desiderava lui.
Un bisogno quasi fisico.
"Niente." rispose invece, cercando di ricacciare indietro le lacrime e l'amarezza per quell'amore così
sbagliato "Niente".
E cercò di non guardare ancora verso di lui.


*   *    *


Ciao!
Io ci provo ma proprio non ci riesco a stare un capitolo senza farli battibeccare!! Perdonatemi!
Sono così adorabili, Lily non riesce a lasciarsi andare e preferisce non affrontarlo. Scorpius lo sa
e si diverte, anche se ogni tanto ci rimane male!! Però non si offende...
Alice la amo e basta! Tenera *.*
Invece...James e Dominique. Lei è innamorata, lui...? Sinceramente non ho delineato bene nella mente cosa voglio 
fare...Insomma sono sempre cugini, parenti...vedremo! Che ne pensate?

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Capitolo 11
*** Capitolo 11- Heart to Heart! ***




Capitolo 11- Heart to Heart 


Il collo di James era morbido, così morbido che ti invogliava a baciarlo. E così fece Dominique, mentre le esperte e intrepide mani del ragazzo correvano sulla sua schiena, sulla sua pelle nuda, eccitata e morbida. La bella ragazza che tutta Hogwarts desiderava era li, tra le sue braccia, completamente abbandonata sotto il suo tocco, gli occhi socchiusi. 
Mentre gli avvolgeva le braccia intorno al collo, il suo sorriso sincero gli fece per un attimo perdere il filo dei suoi pensieri. La sua bocca si posò delicatamente sulla sua, delicata, che si aprì per permettere l'accesso della sua lingua. Era un gioco delicato, romantico, passionale. E lei non avrebbe mai voluto che finisse.
"James" sussurró dolcemente, il suo respiro contro la sua guancia "ti amo".

Dominique aprì di scatto gli occhi, trovandosi davanti non James, ma sua cugina Rose, con una faccia sconvolta, un po' sognante, che la stava aiutando a districarsi dalle coperte. 
"Dominique?!" chiese un po' incerta, prima di guardarla ad occhi spalancati "ti va se parliamo?"

*


Lily continuava a parlare nel sonno, nominando di tanto in tanto Scorpius e qualche maledizione collegate, senza menzionare che sbuffava e si lamentava peggio di quando era sveglia.
"Lily, stai zitta!" 
Alice si inalberò, buttando il cuscino addosso all'amica. 
Lily aprì gli occhi, furiosa. Guardó Alice rancorosa, prima di mandarla a quel paese.
Alice alzó gli occhi al cielo, prima di alzarsi e con passo strascicato andare verso la sala comune.
Si immobilizzó però quando sentì due voci femminili e delicate.

"Non posso farne a meno, so che è sbagliato..." stava dicendo una voce che lei riconobbe come quella di Dominique. Di chi stava parlando?
"Devi dirlo a James" affermó Rose e a quel punto aveva già catturato in pieno l'attenzione di Alice.
"Non so come fare, Rose" sospiró l'altra, e sembrava davvero sofferente.
Poi aggiunse, con voce rotta dal pianto.
"Come faccio a dire a James che sono innamorata di lui?" 
Alice si mosse velocemente perché era sicura che le due avrebbero potuto sentire il suo cuore battere così forte, anche da metri di distanza.


*


Catherine Green aveva lunghissimi capelli color grano, finissimi, profumati. Due occhi color perla, così simili al grigio di Malfoy da avere anche il suo sguardo da cacciatore. Il fisico slanciato non si notava molto sotto la divisa e la pelle diafana era spettacolare. Era bellissima e irraggiungibile.
Ed era anche una perfetta purosangue Serpeverde, in primis per la cattiveria e lo snobismo esagerato.
Ed era, ovviamente, amicissima di Malfoy.
I due quella mattina stavano camminando fianco a fianco, complici e sorridenti.
"Sei sempre il solito, Scorpius" stava dicendo lei, guardandolo come si guarda un bocconcino.
Almeno questo pensava Lily, lanciando sguardi di fuoco al ragazzo e alla ragazza in questione.
"Ti odio" disse ferocemente, facendo sobbalzare il fratello Albus seduto accanto a lei. Si giró ad osservare la sorella, che però si era già alzata, camminando a passo spedito verso il tavolo dei Serpeverde.

Eric Nott provó una fitta di rimpianto, quando la bionda con sguardo felino prese per un braccio Malfoy e lo trascinó lontano da occhi indiscreti. 
Era bellissima e così forte e lui l'aveva lasciata scappare. Ma d'altra parte, non era mai stata davvero sua.

Scorpius seguiva Lily con sguardo divertito, mentre alcuni ciuffi di capelli biondi ricadevano sui suoi occhi. 
Lei finalmente si voltó a guardarlo.
Era davvero arrabbiata. Scorpius si appoggió alla parete con nonchalance, incrociando le braccia al petto e sistemandosi il colletto della camicia. Questo gesto mise in imbarazzo Lily.
"Sto aspettando" disse infine Malfoy, al che Lily rimase spiazzata.
"Come scusa?" borbottó arrabbiata, fissandolo confusa.
"Sto aspettando che tu mi baci" affermó, lasciandola per un attimo senza fiato.
"Sei impazzito?" urló presa alla sprovvista "pensi che ti abbia portato qui per baciarti?" 
Scorpius sorrise sinceramente.
"No" rispose con calma "ma sicuramente mi urlerai contro, poi mi bacerai" 
Lily divenne rossa di rabbia, furiosa, umiliata e terribilmente consapevole che era la assoluta verità.
"Tu vuoi farmi ingelosire" sbottó infine lei, sputando finalmente fuori la verità.
"Ah, perché? Pensi di piacermi?" la provocò lui, sempre più divertito.
"Sei tu a non piacere a me, Malfoy" disse lei, ma non era riuscita a convincere se stessa.
Il ragazzo con grazia le posó una mano sulla guancia e inclinó la testa verso di lei.
"Quindi non ti vengono i brividi quando ti tocco" sussurró, così vicino da sentire il suo profumo "non desideri che continui a sfiorarti" constató, ma lei sembrava incapace di continuare a parlare.
"O magari quando sfioro le tua labbra"
Continuó, ma Lily lo spinse via, ansimante.
"No.. Io tu, no" disse, non guardandolo e correndo via, lontana da lui e dalla verità che non riusciva ad accettare: nonostante tutto, nonostante tutti i ripensamenti, lo voleva. Lo voleva disperatamente.

*

Ciao! Scusate il ritardo è scusate se questo capitolo è molto corto! Mi dispiace tanto, ma il pc è rotto e non so come fare! Dal cell è difficile scrivere, comunque... Spero che apprezzerete quel poco che ho scritto. Vi piacerebbe se parlassi più di Alice? Quali personaggi vorreste vedere di più? Ciao e grazie

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Capitolo 12
*** Capitolo 12- Defying gravity ***






Capitolo 12- Defying gravity




Lily camminava con rabbia sulle sponde del lago, attenta a non cadere dentro, ma con la mente rivolta verso
un unico pensiero: Scorpius. 
Aveva provato, si era sforzata più di quando giocava a Quidditch, eppure non riusciva a toglierselo dalla testa.
Ogni cosa, anche la più banale, gli faceva venire in mente lui, i suoi occhi, il suo profumo, il suo modo di 
fare e lei non sapeva che fare. 
Non aveva la minima idea di chi avrebbe potuto ascoltarla e non giudicarla. Anche se aveva chiarito con Rose, era
fuori discussione che loro due...Insomma, che avrebbero potuto parlare liberamente del ragazzo che aveva rubato il 
cuore ad entrambe.
Alice non avrebbe capito. Alice era dolce, pura, smaliziata, non aveva mai neanche baciato un ragazzo, nè ne aveva
avuto uno. L'avrebbe giudicata. E lei adesso aveva bisogno solo di essere compresa.
Lily sospirò, nervosa, dando un calcio ad un sasso che fece un rumore sordo quando finì nel lago.
"Ti hanno mai detto che è maleducato lanciare sassi nel lago?" la apostrofò una voce maschile, che però non era quella 
che lei avrebbe voluto sentire.
"James" mormorò, senza bisogno di girarsi. Anche suo fratello l'avrebbe giudicata. Innamorarsi di un Serpeverde? Era
come un alto tradimento.
Sentì suo fratello sedersi accanto a lei, e sorridere. 
"Come sei musona, qui" mormorò dandole un buffetto sulla guancia, e lei si inalberò. 
"Lasciami in pace" rispose con astio, mentre gli occhi si riempivano di lacrime. James smise di sorridere.
"Che succede?" chiese, serio, mentre lei guardava da un'altra parte, decisa a non rispondere.
"Lily cazzo parlami!" insistette lui. Lily si asciugò una lacrima che scendeva.
"Mi sento sola" mormorò, ammettendolo per la prima volta anche con se stessa.
"So che ho tanti amici e parenti, ma in questi giorni per la prima volta mi sono ritrovata con qualcosa di cui
parlare e mi sono accorta che non ho nessuno a cui dirlo davvero" 
James la guardò triste, passandole un braccio sulle spalle.
"Puoi dirlo a me" cercò di rassicurarla, ma lei scosse la testa "Andiamo, Lily. E' qualcosa di grave?" insistette James,
il cui tono di voce era ora preoccupato.
Lily scosse di nuovo la testa. Di colpo James si mise a ridere, lasciando Lily confusa.
"Ti sei presa una cotta" constatò lui con sicurezza "e ti vergogni di lui" finì.
Lily lo fissava ad occhi sbarrati.
"NO!" urlò con troppa veemenza. Arrossì e si alzò in piedi, adesso battagliera.
"Non ho una cotta per Malfoy" urlò, ma poi si morse la lingua. James scoppiò di nuovo a ridere, alzandosi a sua volta.
"Nessuno ha parlato di Malfoy, a proposito, siamo in ritardo per gli allenamenti.



Lily stava per entrare in campo, sulla spalla la sua Firebolt 2.0, quando un'altra voce, questa volta la stessa che voleva
sentire e non sentire allo stesso tempo, la bloccò.
"Che vuoi?" si voltò lei, sulla difensiva, mentre lui la fissava con sguardo così profondo che lei sentì un brivido profondo.
Scorpius era bello come al solito, appoggiato alla porta, le braccia incrociate, vestito da perfido Serpeverde.
Ma lei in quel momento amava persino quei colori. 
La ragazza bionda arrossì, e in quel momento desiderò non essersi mai colorata i capelli, perchè forse avrebbe potuto mimetizzarsi.
Ma lui era lì davanti a lei, e la guardava come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
"Sempre così scortese, Potter" disse, scuotendo le spalle e la testa. Lei fece un passo avanti verso di lui.
"Sempre così rompipalle, Malfoy" rispose lei, incapace di controllare il battito di quel traditore del suo cuore.
Lui sorrise, muovendosi a sua volta verso di lei.
Le carezzò una guancia con delicatezza, spostandole una ciocca bionda dietro l'orecchio. Lei, seppur controvoglia, sorrise,
facendo quasi le fusa. Amava quel tocco.
"Smettila" mormorò quasi con sforzo. Lui non l'ascoltò nemmeno.
"Quando smetterai di negare quello che provi per me?" le chiese in un sussurro, facendola sobbalzare.
Quando avrebbe smesso di negarlo? Quando avrebbe smesso di mettere sempre gli altri prima di lei? Quando avrebbe
finalmente smesso di cercare di negare i suoi sentimenti, il suo volere quel Serpeverde con ogni fibra del suo essere una
fiera Grifondoro?
La risposta salì spontanea dal più profondo del suo cuore ed entrambi ne furono sorpresi.
"Proprio adesso!" 
Prima di poterci ripensare, Lily afferrò la sciarpa verde di Scorpius e lo attirò a sè, azzerando la distanza tra di loro.
Le labbra di lui le erano mancate così tanto, il suo sapore, la loro morbidezza, e tutto il resto del corpo di questo ragazzo.
Passarono istanti che lei avrebbe voluto non finissero mai.
Scorpius sembrava immerso completamente in lei, le sue mani le carezzavano i capelli, la schiena, e quasi tratteneva il fiato.
Voleva quella ragazza con ogni fibra del suo corpo. Adesso ne era certo, e lo era anche prima, solo che doveva fare in modo
che lei lo accettasse.

*



Alice Paciock era seduta nella sala comune di Grifondoro, intenta a sfogliare qualche vecchio libro di incantesimi, cercando
di capire i misteri di quella materia che la affascinava così tanto.
Non si accorse che Dominique le passava accanto in lacrime. Non ci fece proprio caso. Dopo qualche minuto tuttavia, decise che
forse era meglio se andava a prendere un po' d'aria.
Le sembrava impossibile che qualcuno potesse innamorarsi del proprio cugino, e aveva tanta voglia di dirlo a Lily, ma sapeva che
qualcosa del genere l'avrebbe fatta andare fuori di testa. Inoltre, probabilmente, lei lo avrebbe detto a James, che ne sarebbe stato
sconvolto.
Immersa nei suoi pensieri, Alice si ritrovò alla capanna di Hagrid. L'uomo non c'era, peccato, perchè le sarebbe piaciuto farci due
chiacchiere. Tuttavia c'era Fierobecco, un po' vecchiotto, ma era lì. Sapeva come comportarsi con lui, l'aveva fatto tante volte.
Si avvicinò cautamente, facendo l'inchino, e dopo qualche istante si ritrovò ad accarezzare il muso dell'animale. Era pomeriggio
inoltrato, ma non faceva molto freddo. C'era ancora il sole e lei vedeva alcuni ragazzi volare sopra il campo da Quidditch, in 
lontananza.
Pensò a James, a quanto era lontano da lei, a quante poche speranze avesse e le venne quasi da piangere. Non sarebbe mai stato
suo.

Hugo Weasley stava guardando con tenerezza la ragazza che, adorante, stava scrutando l'orizzonte accanto a Fierobecco. La verità
era che Alice gli piaceva. Era diversa da qualsiasi altra sciocca ragazza che avesse mai conosciuto, come mai c'era stato così
tanto allora ad accorgersene?

Forse perchè non era di una bellezza travolgente come Dominique, o forse perchè era lui che doveva maturare abbastanza
da poter apprezzare la dolce bellezza di quella ragazza? Non lo sapeva, però non pensava che sarebbe stato così difficile
combattere contro il fantasma-James!
Hugo camminò verso di lei, sorprendendola.
"Hugo!" urlò lei, spaventata. Poi sorrise, a suo modo felice di vederlo.
"Che ci fai qui?" chiese lui, osservandola sorridere. Lei rise di nuovo.
"Potrei farti la stessa domanda!" esclamò lei, smettendo di accarezzare Fierobecco.
Lui sorrise, infilandosi le mani in tasca. Alice lo guardò: era carino Hugo, aveva un sacco di ragazze che gli facevano il filo.
Solo che forse era un po' strano. Un po' come lei.
Si mise le mani sui fianchi, osservandolo.
"Okay, forse ti stavo cercando" ammise lui, e si sorprese, ma forse non più di tanto, vedendola arrossire.
Lei distolse lo sguardo.
"Alice, ti andrebbe..." iniziò, ma poi non ebbe il coraggio di continuare. Avrebbe sicuramente rifiutato, credeva
di essere -innamorata- di un fantasma! Ma se non lo conosceva nemmeno...
Lei lo guardò.
"Mi andrebbe?" ripetè. Ormai aveva capito, e forse c'era qualche speranza.
"Di uscire con me" finì lui, preso da un ultimo atto di coraggio.
"Oh" riuscì a dire lei, spalancando gli occhi. Stava per dire no, stava per rifiutare, ma il sorriso di Hugo le fece salire
un'unica risposta.
"Sì" rispose, e sorrise anche lei. 

*


Lily camminava a fianco di Scorpius, sorridente come non lo era da qualche giorno, sorridente forse come non lo era mai
stata.
Si stringeva a lui, con la scusa del freddo, ma era vero che lui la scaldava dentro. 
Camminava di fianco a lui e non poteva fare a meno di osservarlo. Il naso diritto, gli occhi così belli...che sembrava le
guardassero dentro.
"A che pensi?" spezzò il silenzio lei, e lui la guardò. Si scosse nelle spalle.
"A niente" rispose, ma lei gli diede un buffetto.
"Bugiardo!" esclamò "tutti pensano a qualcosa" concluse, aspettandosi una risposta.
Lui sbuffò.
"Io faccio quello che mi pare: se voglio non pensare a niente, non penso a niente" rispose lui, sorridendo con il suo solito
sorriso presuntuoso.
Lily si staccò, guardandolo male. Ma lui le riafferrò il polso, attirandola a sè e stampandole un bacio sui capelli.
Lei sorrise.
"Anche la donna di ghiaccio si è scongelata" considerò lui, guadagnandosi un'occhiataccia. Lei fece per tirargli un pugno ma
lui le bloccò la mano.
"Riflessi lenti, mia cara" la sbeffeggiò, prima di posarle un bacio sulla guancia.
"Molto lenti" mormorò lei, cercando le sue labbra, che trovò...

"LILY!" 

I due ragazzi si separarono, prima di veder apparire Rose turbata, così turbata che non fece neanche caso al ragazzo di cui
era innamorata e a sua cugina, che si baciavano.
"Che succede?" chiese Lily un po' imbarazzata, lanciando uno sguardo a Scorpius.
"Dominique..." ansimò Rose "ha fatto una scemenza! Oddio ci rovinerà..." esclamò nel panico la rossa. Lily le prese una mano,
cercando di tranquillizzarla.
"Che succede?" ripetè Lily.
"Ha detto a James, ha detto a James che è innamorata di lui" finì.
Scorpius emise un leggero "Oh" mentre Lily, sconvolta esclamava un meno fine "Porco cazzo! Cosa?"

*


























 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13- Say something ***


CAPITOLO 13- Say something
 
 
Dominique aveva la mente annebbiata. Aveva la mente annebbiata da un sacco di cose: la scuola, le amiche, incantesimi, pozioni, il freddo che cominciava a farsi sentire, eppure c’era una cosa che le sembrava chiarissima. Le era sembrata chiarissima nel momento stesso in cui l’aveva sentita per la prima volta, quando tutto quello che aveva sempre letto sull’amore le era sembrato improvvisamente verosimile, quando per la prima volta nella sua vita aveva avuto davvero paura.
Le era sembrato chiarissimo, insomma, di essersi innamorata di suo cugino. Le sembrava impossibile, incestuoso, da pazzi, insano, malato, eppure quell’amore era la sua unica certezza.
Per questo dirlo a James non le era sembrata una cattiva idea. Per quanto pazza potesse essere, ci aveva riflettuto e dire a James quello che provava le era sembrata l’unica soluzione possibile.
L’aveva seguito quel giorno, facendo attenzione, e quando finalmente l’aveva visto solo, che tornava dagli allenamenti di Quidditch, aveva pensato che quello sarebbe stato il momento perfetto.
“James” aveva mormorato con la sua voce delicata, e lui si era voltato sorpreso, e vedendola non aveva potuto fare a meno di sorridere.
“Domi” aveva detto, continuando a sorridere ed avvicinandosi a lei. Sua cugina era una vera bellezza, e a volte tanta bellezza gli aveva annebbiato la mente. Se non fossero stati parenti, se lei fosse solo una Grifondoro che aveva incrociato il suo cammino…
“Io ti ho cercato, devo parlarti…” aveva cercato di dire lei, con voce bassa, accennando ad una panchina poco distante. Adesso James era serio.
“Vuoi parlarmi del ragazzo di cui ti sei innamorata?” disse scherzosamente lui, ricordando la conversazione avuta poche ore prima con sua sorella Lily. Ma la reazione di Dominique lo spiazzò: era diventata paonazza e faceva fatica a guardarlo negli occhi.
“Io…” aveva balbettato lei, ma incapace di continuare, aveva taciuto. Osservava James, che era bellissimo con il berretto di Grifondoro, i capelli ribelli e il naso rosso dal freddo. Le fece male il cuore e gli occhi si riempirono di lacrime.
“Ehi, Domi, che succede?” chiese il cugino, carezzandole una guancia. Questo la fece stare anche peggio, il suo tocco le mandava in tilt il cervello, perché lei lo amava, lo amava da morire e non ce la faceva a stare senza di lui un solo istante in più.
“Io ti amo, James” disse con voce bassa ma decisa, alzando finalmente lo sguardo e incontrando quello decisamente allibito di lui.
“Come?” sbottò lui, alzandosi in piedi. La scopa cadde di mano e finì in mezzo alla neve, ma James non ci fece caso.
Continuava a fissare Dominique, pallida e silenziosa, che non dava segno di aggiungere altro. Dopo qualche istante, nel quale James riuscì a capire che lei non stava scherzando, il ragazzo raccolse in fretta la scopa e corsa via alla volta del castello.
Senza aggiungere una parola, Dominique si rannicchiò sulla panchina, e pianse.
*
Circa un’ora dopo, Dominique aveva raccontato tutto a Rose, che dopo aver ascoltato la storia, era corsa via a cercare Lily, che era con Scorpius. Rose aveva fatto appena in tempo a sentire infastidita dal fatto che i due sembravano aver fatto pace, che Lily aveva afferrato la gravità della situazione.
“Che vuol dire che ha detto a James di essere innamorata di lui?” chiese ancora una volta Lily, in tono confuso, mentre Scorpius camminava affianco a lei.
Rose scosse la testa.
“Non lo so, Lily. È innamorata di tuo fratello, di James, e glielo ha detto” affermò ancora una volta, come se non ci fosse altra spiegazione. Era elementare.
Camminando velocemente, arrivarono al castello. In Sala Grande qualcuno era già sceso per la cena, e Lily intravide suo fratello Albus che gesticolava alla sua ragazza: dovevano aver litigato di nuovo. Seduta al tavolo di Grifondoro, Lily scorse Alice, un piatto di stufato davanti agli occhi e un libro di incantesimi al suo fianco.
Stava ancora osservando la beata felicità di Alice quando Scorpius le prese dolcemente la mano.
“Si sistemerà tutto” mormorò, stringendola dolcemente a sé. Lily finalmente sorrise, abbracciandolo a sua volta.
“Lo so” rispose, evitando di fare le fusa come invece le suggeriva l’istinto. Scorpius le baciò il naso e Lily rise, guardandolo negli occhi.
“Stasera alle 21 troviamoci in biblioteca, ti porto in un posto, solo io e te” le sussurrò il ragazzo e lei annuì, poi lo baciò e seguì Rose nella sala comune.
Trovarono Dominique seduta dove Rose l’aveva lasciata, seduta per terra a fissare il fuoco. I capelli biondi brillavano.
In quel momento, James entrò dal ritratto e si bloccò alla vista delle tre ragazze. Ma bruscamente si voltò dall’altra parte e fece per andarsene.
“James!”
Lily lo aveva afferrato ma lui si era bruscamente liberato della stretta di sua sorella e se n’era andato. Dominique asciugò una lacrima.
*
“Una cosa da pazzi!” commentò Scorpius qualche ora dopo. Lily aveva preso il Mantello dell’Invisibilità che ormai aveva ufficialmente rubato a James e si era diretta davanti alla sala comune di Serpeverde, dove poco dopo era apparso Scorpius, bello e sorridente, che si era infilato sotto il mantello con lei.
“Lo so” commentò mestamente Lily, mentre camminavano stretti mano nella mano. Il giorno dopo sarebbero tornati a casa per Natale e avevano deciso di salutarsi quella notte, con il parco che faceva da sfondo.
“Come sta tuo fratello?” chiese il ragazzo, osservando il profilo corrucciato di Lily, che scrutava un punto indefinito. Lei si voltò a guardarlo.
“Non lo so, non ha voluto parlarmi…” rispose lei e si capiva dal tono di voce che era molto dispiaciuta per questo fatto inusuale.
Scorpius le passò un braccio attorno alle spalle e la strinse a sé. Quella ragazza gli piaceva da morire.
“Si sistemerà tutto!” disse lui, anche se non era nemmeno convinto. Lei infatti, sorrise ironicamente e sbuffò.
“Domani l’altro siamo tutti a pranzo insieme alla Tana da nonna Molly. Immagino già l’indifferenza di James io… Voglio bene a entrambi, Scorpius!”
Lui sorrise e si chinò a baciarla. Quando le loro labbra si incontrarono il cuore di Lily cominciò a battere forte e ogni preoccupazione sembrò scivolarle via. Dopotutto, domani era un altro giorno, no?
 
*
 
La mattina di Natale, Lily si svegliò contenta. Era a casa, una casa che le era mancata tantissimo, e i regali che aveva ricevuto erano ammucchiati ai piedi del suo letto.
Un rumore la fece sobbalzare sul letto e l’elfo Kreacher apparve ai piedi del suo letto, depositando un regalo per lei. L’elfo era molto vecchio, eppure sembrava essere molto affezionato a Lily e ogni anno non mancava di farle un regalo.
“Buon Natale, padrona” esclamò con un profondo inchino. Lily sorrise intenerita e alzandosi, prese il pacchetto lasciandogli un bacio sulla vecchia guancia rugosa.
“Grazie, davvero. Sono sicura che sarà bellissimo!” esclamò e l’elfo con un altro grande inchino scomparve.
Lily lo aprì, e scoprì che era una sciarpa appartenuta alla vecchia signora Black, di dubbio gusto, ma che la ragazza apprezzò comunque.
Dopo aver aperto gli altri interessanti regali, tra i quali vi era una lettera di Scorpius, Lily si vestì in fretta e scese a fare colazione.
“Papà, hai mangiato tutti i biscotti?” esclamò infuriata, rivolgendosi al padre seduto a leggere il giornale.
Lui scosse la testa, per niente convincente.
“Sarà stato zio Ron” mormorò, scaricando la colpa sull’amico. Lily sbuffò, sedendosi sulla poltrona accanto ad Harry.
“James e Albus sono già pronti, Lily, muoviti. Nonna ci sta aspettando!” commentò Ginny, i lunghi capelli rossi lucenti, sorridendo alla figlia e al marito.
Lily sorrise a sua volta, indicando che era già pronta per il suo giorno dell’anno preferito.
 
La Tana era addobbata in modo adorabilmente natalizio, e la tavola era così imbandita, che Lily non aveva neanche più idea di quanti erano a passare il Natale lì.
“Lily, mia cara!” esclamò Molly, stringendola in un abbraccio. Erano mesi che non vedeva sua nonna, ma non la trovava molto cambiata. Era sempre sorridente, anche se il sorriso era leggermente annebbiato da un filo di tristezza. Lily non l’aveva mai vista completamente felice.
Anche Arthur le sorrise dalla cucina. James, accanto a lei, era sempre ansioso e si guardava intorno nervoso. Andò a sedersi in salotto, dove c’erano già Hugo e Rose.
Lily lo seguì.
In quel momento un gufo entrò, lasciando una lettera ad Hugo, che leggendola, sorrise come uno scemo.
Rose gli tirò un cuscino. “Ahi” protestò lui, lasciando andare la lettera, che fu presa al volo da James, che aveva deciso che il suo passatempo sarebbe stato dare noia e per sfuggire allo sguardo curioso di Rose.
“Caro Hugo…” cominciò a leggere James, mentre Hugo cercava di riprendersela “buon Natale anche a te…”
James si zittì, facendo scorrere velocemente lo sguardo e quando vide chi aveva scritto la lettera, scoppiò a ridere. Rose e Lily lo guardarono curiose.
“Alice Paciock!” disse con gli occhi fuori dalle orbite. Lily seguì il suo esempio e si alzò, andando a leggere anche lei, non credendo alle proprie orecchie.
“Cosa?!” chiese, rivolta ad Hugo. L’idea che Alice avesse abbandonato i suoi sogni su James per Hugo le sembrava inverosimile e soprattutto che lei non avesse mai sentito parlare.
“Fatevi gli affaracci vostri!” sbottò arrabbiato, strappando la lettera dalle mani di James e scomparendo nell’altra stanza. I tre si sedettero di nuovo sulle poltroncine, mentre dei mini babbi natale volavano intorno a loro.
Rose continuava a scrutare James.
“Sapete, zio George e Angelina non ci sono quest’anno. Sono dai genitori di lei. E anche Charlie non torna. Pare abbia trovato una fidanzata in Romania” commentò, osservando James, un po’ deluso dal fatto che anche Bill non fosse andato in Francia con Fleur.
Proprio in quel momento, suonarono alla porta. James scattò in piedi, dato che sapeva benissimo che sarebbe stata la famiglia Weasley- Delacour.
Bill e Fleur erano sempre più innamorati, e lei era sempre più bella e dopo i saluti, andò ad unirsi ad Harry, Ron ed Hermione, che stavano discutendo dei fatti recenti.
Victorie Weasley entrò bellissima e maestosa come sempre, seguita da Teddy Lupin, suo ragazzo storico, nonché ragazzo per cui Lily aveva un debole da sempre. Infatti, appena lo vide volò ad abbracciarlo.
“Teddy!” esclamò, baciandolo su una guancia.
“Allora, anche quest’anno spero che Grifondoro vinca la coppa delle case!” sostenne, mentre dava il cinque ad Albus, che era stato silenzioso fino a quel momento.
“Beh, io faccio il mio, e Lily pure” rispose James, che si immobilizzò non appena Dominique entrò in casa.
Era fantastica come sempre, bellissima, ma i suoi occhi erano spaventati. Corse ad abbracciare Rose e sparì da sola nell’altra stanza.
James la seguì, mentre Rose e Lily si lanciavano uno sguardo e li seguivano. Decisero che era meglio per la sicurezza di Dominique che loro due ascoltassero la conversazione.
 
“Dominique, dobbiamo parlare” esordì il ragazzo, sedendosi di fronte a lei. Lei sostenne a malapena lo sguardo.
“Sei tu che te ne sei andato via” rispose lei “e io ti ho già detto tutto”.
Lui la guardò e non credette ai propri occhi: era bellissima, e soprattutto era sua…cugina. Quel pensiero gli impediva di pensare davvero a lei. Era sbagliato e avrebbero rovinato la famiglia.
Eppure il suo “ti amo” gli era entrato dentro e non aveva potuto fare altro che pensare a lei. Dominique era perfetta per lui, eppure non poteva fare altro che scacciarla dalla sua mente.
“Siamo cugini” affermò lui e lei sbuffò, come se non aspettasse di sentirsi dire altro.
“Lo so bene, James” rispose infatti “ma io…non posso dimenticare il modo in cui mi sento quando sono con te” disse sottovoce, avvicinandosi a lui, prendendo la sua mano e portandosela sul cuore.
“Lo senti come batte?” mormorò, avvicinandosi ancora. Gli carezzò la guancia, e nel suo sguardo c’era una dolcezza tale da sciogliere il cuore di James.
“Io non posso dimenticare” sussurrò ancora, prima di baciarlo.
CONTINUA
Scusate il ritardo, se c’è ancora qualcuno che è interessato a questa storia, mi perdoni 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14- Incantesimi ***


Scusate la lunghissima assenza. Spero che seguiate ancora la mia storia. Breve riassunto:
Alice e Hugo si scrivono lettere durante le vacanze.
A casa di Molly, Dominique dice a James che lo ama e…
 
 
CAPITOLO 14- Incantesimi
 
 
Dominique stava baciando James. Stava baciando il ragazzo che amava con tutta se stessa, le sue braccia strette intorno al suo collo e petto contro petto. Sentiva il cuore di James battere quasi quanto il suo e non riusciva a smettere di fare ciò che stava facendo.
James da parte sua, stava provando più felicità di quanta ne aveva prevista, e ciò lo spaventava ed eccitava al tempo stesso. Continuando a baciare Dominique, la spinse sul divano vicino, passandole una mano dietro la schiena.
Dominique si avvinghiò a lui, che con un movimento brusco fece cadere il vassoio di dolcetti sul tavolino di fianco a lui.
Entrambi furono come svegliati dal rumore e bruscamente si separarono, consapevoli ma non fino in fondo di ciò che stava per succedere.
“Ehm…” mormorò James, cercando lo sguardo di lei, che però non lo ricambiava.
 
“Tutto bene?” la voce imbarazzata di sua sorella Lily fece arrossire James, che si alzò di scatto, facendo cadere anche un vaso di fiori.
Lily scoppiò a ridere, seguita da Rose.
“Ma quanto sei imbranato,  James” mormorò Lily, continuando a ridere come una matta.
Il fratello la fissò offeso.
“Stai zitta e pensa a Malfoy” rispose lui, facendo smettere di ridere Rose, che uscì quasi improvvisamente dalla stanza.
“Sei un cretino” lo rimproverò Lily, lanciandogli un’occhiataccia.  Ma James aveva ripreso a guardare Dominique,  che sembrava ancora molto scossa.
Lily si accorse, o meglio ipotizzò, ciò che era appena successo ed uscì a sua volta, un po’ turbata e un po’ confusa.
 
“Domi, forse dovremmo parlare di ciò che è successo…” accennò il ragazzo, e finalmente lei alzò il suo sguardo limpido su di lui. Lui si sentì in imbarazzo.
“Mi dispiace, James” mormorò lei, facendo per andare. Il ragazzo la fermò per un polso, convinto che se non avessero chiarito ora, non l’avrebbero mai più fatto.
“Non posso dirti che ricambio i tuoi sentimenti” disse James sinceramente, e Dominique si adombrò “ma ti voglio bene e…non nego di essere attratto da te”
La ragazza sorrise.
“Sei innamorato di Elena?” chiese, anche se non era sicura di voler sapere la risposta.
“Non…lo so” rispose lui, confuso e insicuro. Amava la sua donna? Forse sì…ma non poteva dirlo adesso.
“Ma sai di non essere innamorato di me…” concluse lei. James non rispose, ma le accarezzò una guancia.
“Domi, sai quanto ci tengo a te e …” iniziò ma fu interrotto dall’arrivo di un gufo che lasciò cadere una cartolina su Dominique. Lei la raccolse, sbiancando.
“Penso che sia per te” disse, con un filo di voce, poi si liberò dalla stretta di James e scappò nell’altra stanza.
 
“Buon natale amore mio. E”
 
 
***
 
 
Hogwarts era più bella che mai e Lily non era mai stata così contenta di tornare a scuola.
Inoltre, non sopportava più di condividere la casa in senso così stretto con suo fratello, che era intrattabile. Certo, lì erano nella stessa Casa di nuovo, ma almeno avrebbe potuto evitarlo.
 
Lily arrivò alla stazione e subito si ritrovò circondata da due calde braccia soffici.
“Sono così contenta di vederti!” strillò Alice, facendo sorridere l’amica.
“Anche io” mormorò Lily, poi sorrise maliziosamente “e…dobbiamo parlare di un certo mio parente!” scoppiò a ridere.
Alice diventò rossa.
“Basta prendermi in giro con James” sentenziò, non capendo che non era lì che Lily voleva arrivare. Lily scosse la testa.
“Io non intendevo…” iniziò, ma venne interrotta di nuovo.
“Ciao, James” mormorò Alice, imbarazzata e diventando rossa come un peperone.
James le rivolse un cenno prima di rivolgersi alla sorella.
“Hai visto Elena?” chiese nervoso. Lily scosse di nuovo la testa.
“No, sarà con il resto della sua Casa” mormorò.
“Sì, certo. Adesso tutti i Corvonero si riuniscono insieme!” rispose James, stizzito. Lily lo fissò severa.
“Ma ho visto Dominique. Mi ha chiesto di dirti di andare da lei” sorrise sadicamente Lily, vedendo il fratello sbiancare. Senza dire una parola, James se ne andò.
Alice non commentò l’episodio e sempre in silenzio, le due si avviarono verso la loro carrozza.
Lily sospirò, guardando Alice.
“Che c’è, Lily?” chiese la ragazza, ormai conoscendo l’amica come le proprie tasche.
“Ehm…” borbottò la bionda, senza tuttavia rispondere.
“Parla, Lily” ordinò perentoria Alice.
“Va bene, va bene” mugolò Lily, con noncuranza “Scorpius mi ha chiesto se vado nella carrozza con lui, sai…” buttò lì, poi osservò la reazione di Alice.
Alice scoppiò a ridere.
“Non ti preoccupare” mormorò troppo in fretta, ritrovandosi ad arrossire subito dopo  “io…ehm…starò bene” disse e sparì velocemente, lasciando una Lily perplessa ma sorridente.
 
 
 
Finalmente si sentiva di nuovo completa. Lily prese posto accanto al proprio ragazzo, stampandogli un sonoro bacio sulle labbra.
Scorpius sorrise.
“A cosa devo questo saluto?” mormorò, stringendola a sé. Lily arrossì suo malgrado.
“Ci deve essere un motivo?” ribattè, e Scorpius scosse la testa.
“Pensavo che il motivo fosse che ti sono mancato” sussurrò contro i capelli di lei, che sentì il proprio battito accelerare.
“A te sono mancata?” rispose lei. Scorpius fece un risolino.
“Non si risponde ad una domanda con una domanda” disse e Lily sbuffò.
“Mi sei mancato” concesse. Scorpius le diede un bacio sul naso.
“Immaginavo” disse il ragazzo. Lily si alzò per guardarlo meglio e per un attimo si perse nei suoi occhi, pensando a quanto fosse bello…A quanto non lo sopportasse fino a pochi mesi prima, e quanto invece le piacesse ora. Avrebbe voluto baciarlo per ore e quel pensiero la fece sorridere… Lo poteva fare. Ma poi si riprese in tempo per tirargli un pugno sul braccio.
“Arrogante” mugolò, poi però scoppiò a ridere. Si sporse per poggiare le proprie labbra su quelle di lui. Aveva un buon sapore. Lui la strinse a sé passandole una mano dietro la schiena, e aprì le labbra per consentire l’accesso alla lingua di lei. Quella ragazza era una strega in un tutti i sensi e l’aveva stregato con l’incantesimo più potente che c’era.
Quel pensiero lo colpì come uno schiaffo perché nonostante sapesse quello che provava per quella bellissima ragazza, non ci aveva mai pensato fino in fondo.
Ma quello che provava per lei…era molto probabilmente amore.
Si staccò dolcemente da lei, guardandola intensamente negli occhi.
“Che c’è?” chiese lei, confusa, ricambiando lo sguardo intenso.
Scorpius non rispose.
“Scorpius!” lo chiamò di nuovo lei, adesso accigliata.
Lui la guardò.
“Io…” mormorò, ancora senza fiato “Io ti…” prese fiato e coraggio.
Lei adesso stava quasi sorridendo.
“Cosa?” lo incalzò Lily.
“Ti volevo chiedere, ma poi com’è andata tra Dominique e James?”
 
James entrò come una furia nello scompartimento di Dominique, seduta con un libro in mano. La ragazza sobbalzò, così come Rose ed un’altra amica lì seduta. Sei paia di occhi lo fissarono.
“James” strillò impaurita Rose, alzandosi in piedi “ma sei impazzito?”
James non si imbarazzò minimamente.
“Lily mi ha detto che mi devi parlare” disse rivolto a Dominique, che spalancò i suoi occhi azzurri, sorpresa.
“Oh” rispose lei. Rose disse qualcosa alla terza ragazza ed entrambe sparirono in tre secondi dallo scompartimento.
Dominique non si mosse.
“Non capisco, Domi, pensavo che ne avessimo già parlato!” sbottò lui. Dominique si alzò, furiosa.
“Io non ho detto a Lily un bel niente!” urlò “e comunque questo non ti dà il diritto di venire qui a fare lo stronzo!”
James rimase un attimo senza parole.
“Ti ho detto che ti amo e tu non hai battuto ciglio! Sei un codardo, James! Un codardo!”
James sbiancò.
“È una bugia” ribattè, senza fiato. Lei si asciugò rabbiosamente una lacrima.
“E cosa avresti fatto?” lo sfidò lei, sorridendo con cattiveria.
“Ho risposto al tuo bacio!” urlò lui “Cazzo! Scusa se sono confuso…io…”
James venne interrotto dalla porta che si apriva e pensò distrattamente che Rose fosse tornata.
Ma non appena si voltò, il suo cuore perse un battito. Due occhi feriti lo stavano fissando con rabbia ed incredulità e per la prima volta in vita sua James ebbe paura.
“Elena…”
 
 
Nello scompartimento accanto, Alice guardava sorridendo Hugo. Quel ragazzo le era molto simpatico, la faceva ridere ed arrossire eppure a volte lo sorprendeva a guardarla con uno strano sguardo. Era stata felice di sentirlo per lettera durante le vacanze ed era più che contenta di essere seduta accanto a lui.
“Quindi…” disse lui, guardandola di sott’ecchi.
“Io ho passato Natale con i miei. Mi hanno regalato un interessantissimo libro di incantesimi e…” disse lei, ma smise quando Hugo scoppiò a ridere.
“Che c’è?” chiese confusa.
“Sei buffa” disse lui semplicemente, scrollandosi le spalle. Lei non rise.
“Non è un complimento, vero?”
“Certo che lo è” ribattè lui velocemente, smettendo di ridere “quasi nessuno riesce a farmi ridere e stare bene come te, Alice”
Alice arrossì violentemente, mentre il suo cuore batteva velocemente. Non capiva… Cos’era tutto questo scombussolamento quando stava con lui? Forse lui le piaceva?
Avrebbe dovuto parlarne con Lily?
“Anche tu mi fai ridere e…stare bene” rispose lei, sinceramente e sorridendo.
Hugo le fece una carezza sulla guancia.
“Bene” mormorò, schioccandole un sonoro bacio sulla guancia, dove prima vi era la sua mano “ e comunque incantesimi…non è interessante”
 
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15- Hello ***


CAPITOLO 15- “Hello”
 
 
James si voltò a guardare Elena con un’espressione di puro terrore sul proprio volto. Non avrebbe mai voluto quello che stava per succedere. Non avrebbe mai voluto vedere quello sguardo negli occhi della donna che pensava di amare.
 
“Elena…” mormorò, ma così a bassa voce che probabilmente lei nemmeno sentì. La ragazza infatti fece finta di niente. Restò zitta, immobile.
 
“Elena, ascoltami…” mormorò James, cercando di toccarla, ma poi non ne ebbe il coraggio “Non…” iniziò, ma poi abbassò gli occhi, tacendo.
 
“Voi due siete malati” disse infine lei, la voce tremante di rabbia e dolore, e lo pensava davvero. Le veniva da vomitare. “Per me d’ora in poi non esisti più, James” disse, ferma. James sentì un crack in mezzo al petto. Era il suo cuore?
Il ragazzo le afferrò la mano, di scatto, senza pensarci due volte. Improvvisamente si era scordato che Dominique era ancora lì. Dominique era lontana anni luce della sua mente.
“Elena” la chiamò e lei non si voltò, ma rimase ferma “ti amo”
Elena si voltò lentamente.
“Non parlarmi di amore, James. Non TU” esclamò, piena di disprezzo, e se andò sbattendo la porta. Il treno fischiò. Erano arrivati ad Hogwarts.
 
 
Lily e Scorpius stavano camminando mano nella mano verso il castello, quando vide suo fratello camminare solo e silenzioso.
“Scorpius, scusami un attimo” disse allontandosi. Il ragazzo la guardò andare verso il fratello con ammirazione. La sua ragazza era un vero schianto.
 
Improvvisamente, si ritrovò avvolto in due braccia al profumo di ortica e muschio.
“Catherine” disse ridendo, e salutando con calore la sua migliore amica. Catherine era senza dubbio bellissima, con quegli occhi glaciali e lunghissimi capelli biondi. Inoltre, era una vera Serpe e lui l’aveva sempre ammirata per questo.
“Scor” disse lei, sorridendogli  “puzzi di Grifondoro” rise, facendo il gesto di tapparsi il naso con le mani.
Lui le lanciò un’occhiataccia.
“Lily è la mia ragazza, Cate. E profuma più di te” disse, poi scoppiò a ridere notando l’espressione offesa della sua amica. Lily non avrebbe mai capito il legame che li univa, semplicemente perché Lily era l’opposto di Catherine. Lily era focosa, sempre con la risposta pronta, leale, solare e testarda. Catherine era subdola, raffinata e sempre con l’impressione, talvolta vera, di essere un gradino sopra gli altri. Una persona insopportabile per molti, ma non per lui.
 
“Certo, certo” rispose Catherine, guardandolo maliziosamente “anche se sai che io rimarrò per sempre il tuo ideale di ragazza”
Scorpius rise. Non ne era per niente sicuro. Le diede una pacca sulla spalla e lei rise con lui.
“Hai visto Eric per caso?” chiese Catherine, che da sempre aveva un debole per il bel Serpeverde amico di Scorpius.
Scorpius scosse la testa.
“Prova a vedere se è ancora sul treno!” rispose lui di rimando, salutandola per cercare con gli occhi la sua ragazza.
 
La trovò poco più in là e abbracciandola la strinse a sé. Lei però si era irrigidita.
“Che c’è?” chiese Scorpius, guardandola nei profondi occhi marroni. Menomale non aveva i due smeraldi di suo fratello o anche fare quel piccolo gesto gli sarebbe costato un grande sforzo.
Lei non rispose.
“Lily!” alzò la voce il ragazzo, irritato da questa mancanza di collaborazione. Lily però stava fissando suo fratello Albus con la ragazza che passavano mano nella mano accanto a loro.
“Bella coppia” mormorò Scorpius. Lei lo fissò truce.
“Come te e Catherine”
Scorpius la fissò inebetito e poi scoppiò a ridere.
“Lily, per favore…”
Lei però si scansò.
“Ti faccio ridere?” chiese minacciosa, anzi furiosa. I lunghi capelli biondi oscillavano stretti in una coda.
“No, io…” mormorò lui spiazzato. Non si aspettava una cosa del genere, ma nello stesso tempo gli faceva piacere.
Lily gli voltò le spalle, irritata.
“Ci vediamo dopo” disse, allontanandosi da lui e andando verso Alice.
 
 
Era sera, Lily era seduta sul grande tappeto rosso davanti al fuoco della Sala Comune. Era tardi ormai e quasi tutti erano rientrati nel proprio dormitorio.
Solo Dominique e Rose erano ancora sedute sul divano. Rose leggeva “Antiche Rune: Volume Quarto”, mentre Dominique era appisolata sulla gamba della cugina.
James entrò in Sala Comune con aspetto sconvolto, facendo sobbalzare Lily. “James!” esclamò, osservando il Mantello in mano al fratello “dove sei stato?”
James la guardò sofferente.
“Fuori dalla Sala Comune di Corvonero” disse, sedendosi e accorgendosi di Rose e Dominique. L’ultima si era svegliata e alzandosi in piedi furibonda, corse su per le scale, in un nanosecondo.
Rose con uno sguardo di scuse la seguì.
“Che succede?” chiese la bionda, sedendosi in braccio a James “Dominique ti odia, ho capito. Ma perché tu sei così triste?”
James si prese la testa tra le mani.
“Elena ha sentito me e Dominique, oggi… Mi ha lasciato. Dominique non mi parla. Io ho baciato mia cugina e non capisco…se mi è piaciuto o no…Non posso provare qualcosa per lei”
Lily lo fissò. Per lei l’idea di James e Dominique era assurda e ripugnante.
Non riusciva ad accettarla.
“Cosa provi per Elena?” chiese, cercando di non dare voce ai propri pensieri.
James alzò lo sguardo.
“Io penso di amarla” rispose lui “non ho mai provato per nessuna ciò che provo per lei. Io e lei siamo uguali. Lei ama il Quidditch come me”
S’interruppe, consapevole che anche Dominique amava il Quidditch…
“L’amore è un casino” disse Lily, alzandosi e dirigendosi verso il dormitorio.
James sobbalzò.
“Ehi! Che ne sai tu di amore?!” chiese.
“Buonanotte, James” disse Lily, e ridendo scomparve dentro il dormitorio.
 
 
 
 
Lily uscì da Pozioni e si fiondò subito a prendere la scopa per gli allenamenti di Quidditch. A breve si sarebbe giocato Grifondoro-Corvonero, e con la tensione personale tra Elena, Domi e James, sarebbe stata una partita molto nervosa.
Non aveva visto Scorpius dalla sera prima, quando lo aveva evitato, ancora infuriata e gelosa. Come si permetteva, quello scemo…
 
Lily passò accanto al Platano Picchiatore, diretta verso il campo da Quidditch. Era sola, aveva legato i capelli e faceva molto freddo. Si strinse nella felpa, camminando svelta.
Un’ombra sbucò dal nulla, facendola sobbalzare. Era Scorpius, bello da togliere il fiato.
“Lily” la chiamò, avvicinandosi cauto. Lei si sciolse un po’. Era così bello…
“Mi spieghi cosa ti ho fatto?” chiese.
Lei non rispose.
“Scusa se mi sono arrabbiata così tanto” disse dopo qualche istante di lotta interiore, abbracciandolo e poggiando la propria testa sul suo petto.
Lui sorrise.
“Mi farai impazzire, Lily!”
Lei rise.
“Cosa ci facevi con quella lì?” chiese, ma stava ancora sorridendo.
“La conosco da anni, Lily. È Catherine” spiegò lui, un po’ più tranquillo adesso che Lily non era più arrabbiata.
“Sì ma…Insomma, è bellissima e ti gira intorno” disse la bionda, imbronciata.
Scorpius rise.
“Smettila, Lily. Io le altre neanche le vedo…” mormorò. Lily alzò appena il viso per far sì che le sue labbra toccassero quelle di Scorpius. Il bacio divenne sempre più appassionato, fino a che un rumore alle loro spalle li fece sobbalzare.
Era Dominique, con una faccia da funerale.
“Sei in ritardo” disse apatica, prima di dirigersi verso il campo, anche lei in ritardo.
Lily baciò un’ultima volta Scorpius, che sorrise.
“Ci vediamo domattina”  sorrise Lily, prima di correre verso il campo. Scorpius la guardò qualche istante, poi sempre con il sorriso sulle labbra, si avviò verso la mole di compiti che lo aspettava nel suo dormitorio.
 
Quella sera gli allenamenti furono un disastro. Dominique volava malissimo, James era nervoso e il resto della squadra ne risentiva. Lily non aveva nessuna intenzione di perdere per colpa loro, perciò era imbronciata anche lei e si distraeva in continuazione.
Mancava solo un giorno alla partita ed era fondamentale non perdere la calma.
Volò accanto a James.
“Pensi che perderemo?” chiese, senza paura. James la fissò, quasi arrabbiato, ma poi scosse la testa.
“Non lo so, Lily. Dominique non mi guarda nemmeno, vola malissimo…Forse dovrei parlarle? E manca Elena!”
Lily non sorrise. Non sopportava Dominique. Erano sempre andate d’accordo ma questa presa di posizione folle le faceva venire il nervoso. Non era una bambina di cinque anni, che cavolo! Innamorarsi del cugino, poi!
 
Così quando alla fine degli allenamenti Dominique le si fece vicino, Lily rispose a monosillabe.
Dominique si avviò quindi verso il castello da sola, e James non la seguì.
 
 
 
 
Quel sabato mattina Lily si alzò nervosa e fece a malapena colazione. Non si aspettava di vincere.
Accanto a lei, Alice invece sembrava uno stomaco senza fondo. Lily sorrise appena alla vista dell’amica tanto affamata.
Inforcò un pezzo di torta alla menta. James li avrebbe aspettati al campo di lì a mezz’ora.
Si alzò, salutando Alice.
“Forza Grifondoro!” esclamò l’amica, bevendo una tazza di latte.
Lily incrociò le dite.
Passò davanti al tavolo di Serpeverde.
“Lily!”
Scorpius si stava sbracciando quando lei lo raggiunse. Lo abbracciò da dietro, mentre lui faceva colazione.
“Sei pronta?” chiese. Lei scosse la testa.
“Sarà una fortuna se Dominique non perde la testa ed Elena non uccide James, figurati se vinciamo!” disse Lily, rassegnata.
Scorpius si girò per guardarla negli occhi.
“Se mi sente qualcuno verrò bandito da questa casa per sempre però…” mormorò, abbassando la voce “ma alla partita farò il tifo per te”
Lily sentì il proprio cuore battere più forte.
“Grazie” mormorò baciandolo sulla guancia “ci vediamo dopo”
 
 
James osservò la propria formazione schierarsi in campo dal suo posto davanti agli anelli. Menomale che Elena era una Cercatrice e non doveva prendere goal da lei.
Era già abbastanza dura così. I battitori gli sorrisero, prendendo il loro posto nel campo. La folla era già pronta sugli spalti. Era decisiva quella partita e lui…non ci credeva più.
Ricambiò lo sguardo di Lily, certo che pensavano la stessa cosa. Dominique invece non gli rivolgeva neanche la parola…
 
La squadra di Corvonero era arrivata e il cuore di James mancò un battito. Elena non lo guardava, ma era certo che fosse nervosa pure lei. O peggio, arrabbiata.
 
Madama Bumb fischiò l’inizio. Grifondoro-Corvonero era appena iniziata.
 
 
Ciao! Nel prossimo capitolo parlerò anche di Alice e Hugo. Vi sono mancati? Inoltre ci sarà la partita e una festa! Elena e James faranno la pace? Oppure sarà Dominique a vincere il cuore del nostro Potter? Lily invece…

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Capitolo 16
*** Capitolo 16- A head full of dreams ***


 
CAPITOLO 16- A head full of dreams
 
 
 
Alice individuò subito Hugo, seduto tra la marea nera dei Corvonero. Avevano deciso di incontrarsi a metà strada, ma lei non era sicura che fosse una buona idea.
Molti ragazzi le lanciarono sguardi malevoli, ma decise saggiamente di non badarvi. Intravide anche suo padre sugli spalti, con una sciarpa rossa! Non avrebbe mai smesso di essere un fiero Grifondoro.
“Hai sbagliato area, Paciock!” disse un ragazzo del suo anno ridendo beffardo e Alice vide i Corvonero esultare. Grifondoro era già sotto di 20 a 0, e la partita era appena iniziata. Con rabbia, si sedette vicino a Hugo.
“Ehm…ciao” disse incerta, parandole davanti la sua mano. Lui sobbalzò e si voltò verso di lei, sorridendo. Alice arrossì: Hugo non era bello come James però…A lei piaceva un sacco e comunque aveva un certo fascino.
“Alice, ciao!” disse il ragazzo “mi dispiace per Grifondoro” aggiunse gentilmente, quando in realtà non gli dispiaceva affatto. Lui era Corvonero e fiero di esserlo!
Alice sbuffò. “A me non importa, lo sai…Vengo a vedere le partite solo per Lily” disse.
Hugo si rabbuiò. “O per James?” le chiese, serio. Alice arrossì e si chiese se per caso Hugo fosse geloso. Ma non si era reso conto che la cotta per James le era passata dopo aver conosciuto lui? Era proprio sciocco, pensò Alice con ferocia.
“No” disse secca, voltandosi a guardare la partita. Hugo restò allibito a fissarla, poi scoppiò a ridere e si rimise e seguire la partita.
I Grifondoro stavano volando malissimo: James guardava Elena e non la pluffa, Dominique sembrava assente. Tuttavia anche Elena era molto distratta e non c’era speranza che acciuffasse il boccino.
Dopo venti minuti Lily Potter acchiappò il boccino d’oro. Ma nessuno dei Grifondoro esultò, avevano infatti perso duecento a centonovanta. Hugo esultò insieme alla sua Casa, ma con la coda dell’occhio vide Dominique ed Elena litigare furiosamente.
 
 
“Prova a chiamarmi pazza un’altra volta e te ne pentirai, Sieyes!” urlò Dominique, il volto stravolto dalla rabbia.
“Ma è quello che sei, Weasley! Ti rendi conto che vuoi scoparti tuo cugino sì o no? Tra l’altro James è il mio ragazzo! Stai alla larga da lui o sarai tu a pentirtene” rispose Elena. James, che stava accorrendo, non potè rimanere sorpreso da queste parole.
Dominique rise sprezzante.
“Pensavo avessi chiuso con lui! E io faccio quello che voglio, brutta stupida” gridò la bionda Grifondoro.
“Tu stanne fuori, Weasley. Quello che succede tra me e James rimane solo tra noi. Tu non c’entri. Credi forse che due occhi azzurri possano conquistare il mondo, eh?”
James notò che Elena era fuori di sé. Decise di intervenire e le prese un braccio.
“Elena smettila, per favore…” la implorò. Elena si rivoltò con ferocia verso di lui.
“Lasciami! E così la difendi anche?” urlò. James rimase senza parole. Scoppiando in lacrime, Elena corse via.
Ma James non riusciva proprio ad essere triste. Elena l’aveva chiamato il suo ragazzo di nuovo e quella sera, alla festa di Lumacorno, le avrebbe chiesto di nuovo perdono.
*
 
Lily si guardò allo specchio. Si piaceva, quella sera. Era la prima festa a cui partecipava con Scorpius e ci teneva a sentirsi, e ad essere, bella. Aveva sciolto i lunghi capelli biondi e indossava un vestitino bianco con dei comodi sandali. Aveva fatto un incantesimo (suggerito da Alice) che le avrebbe impedito di sentire freddo per qualche ora.
Alice anche era molto carina quella sera. Lily si chiese perché si stava preparando con particolare cura: aveva domato i lunghi capelli neri, si era truccata e indossava una gonna a vita alta nera e una camicetta bianca.
“Wow” mormorano entrambe e scoppiarono a ridere, eccitate e felici.
Scorpius aspettava Lily fuori dal dormitorio e in tre si diressero alla festa. Lumacorno aveva decorato l’ufficio con palloncini e molto cibo. Alice salutò in fretta la coppia e sparì.
Scorpius prese Lily tra le braccia. “Sei bellissima” sussurrò, baciandola. Lily rispose al bacio con passione, scoppiando di felicità. Quel ragazzo bellissimo era suo e non avrebbe mai pensato che sarebbe successo questo tra loro due. Fino a pochi mesi prima si odiavano…O forse non si erano mai odiati?
Lily sorrise.
“Anche tu non sei male” mormorò. Scorpius fece una finta faccia offesa, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
“Ci sono James e Dominique” mormorò all’orecchio della fidanzata. Lily volse lo sguardo dove quello di  Scorpius.
I due erano arrivati insieme ma non sembravano rivolgersi la parola.
“Ti sei ormai appassionato a questa storia…” non potè trattenersi dal dire Lily, scoppiando a ridere.
“Certo! Amo questa storia, dato che fa perdere Grifondoro a Quidditch!” rise lui, ma Lily gli tirò un pugno.
 
 
Parecchie burrobirre dopo, Dominique si sedette esausta su una sedia e Rose le fu subito accanto.
“Cosa c’è?” chiese preoccupata alla cugina, che aveva una faccia da funerale. Ormai erano settimane che era triste.
Seguì lo sguardo di Dominique e quello che vide le spezzò il cuore anche a lei.
Al centro della sala, James Potter stava ballando con Elena. I due non erano molto in sé.
“Dominique, è solo un ball…” iniziò a dire Rose, ma proprio in quel momento, Elena alzò il viso verso James e i due cominciarono a baciarsi, avvinghiati, appassionati e dimentichi di essere ad una festa con professori.
Con un singhiozzo, Dominique se ne andò.
 
Elena prese per mano James, conducendolo verso il corridoio del settimo piano, dove vi era la stanza delle necessità.
“Lo so io di che cosa abbiamo bisogno” disse James, prendendola in braccio. Se avesse bevuto meno, forse non l’avrebbe fatto. Ma era il suo subconscio a parlare, in quel momento. E voleva la donna che amava con tutto se stesso.
La porta apparve, e dietro vi era una camera arredata di tutto punto. Un grande letto a forma di cuore era al centro.
Elena lo trascinò sul letto, baciandolo con tutto l’amore che poteva metterci.
“Ti amo, James” mormorò “ti amo anche se mi hai spezzato il cuore”
James non era mai stato così felice.
“Ti amo anche io, Elena” rispose “e non ho mai davvero voluto nessun’altra”
E furono persi l’uno tra le braccia dell’altro.
 
*
 
Lily stava parlando con una concitata Rose, che stava blaterando di come James era stato stronzo a non rispettare i sentimenti di Dominique.
Ma Lily non la stava ascoltando. Aveva individuato Scorpius a ballare con quella Catherine Green. La bile e la rabbia le stavano annebbiando il cervello. Era fuori di sé e stava cercando di controllarsi. Dopotutto, lei si fidava e lui le aveva detto che erano amici. Ma lei era Lily, impulsiva, rabbiosa…
Stava giusto pensando di picchiarlo quando lui incrociò il suo sguardo furente e  il sorriso gli morì sulle labbra. Guardò Lily e dopo aver mormorato qualcosa a Catherine, la raggiunse. Rose era sparita.
“Lily, adesso non…” disse velocemente il ragazzo, preoccupato. Ma Lily non lo lasciò parlare.
“Mi hai stufato, Scorpius! Ti ho detto che quella mira solo a portarti a letto e tu cosa fai? Le dai spago?” urlò, voltandogli le spalle e uscendo dalla porta.
Si ritrovarono nel corridoio.
“Lily per favore, ragiona! Non posso smettere di essere amico di Cat, solo perché tu sei gelosa!”
Lily rise beffarda.
“Ah, adesso è Cat” disse, dispregiativa. Si rendeva conto di essere capricciosa e infantile, ma non le importava. Era ferita e terribilmente gelosa.
“Sì, ma Lily, ti prego, smettila con questi versi. Io sto con te e non hai niente da temere” supplicò Scorpius.
“Niente da temere! E quando tuo padre ti obbligherà a lasciarmi, cosa farai? Dopotutto io sono una piccola sudicia Grifondoro mezzosangue! Niente a che vedere con la Green, che tu apprezzi fin troppo!” mormorò sprezzante, dando voce alle sue paure. Arrossì.
Scorpius la fissò serio. “Non dire assurdità, mio padre non lo farebbe mai…”  ma poi aggiunse “e anche se lo facesse, non glielo permetterei”
Lily lo fissò.
“Io ti amo, Lily” disse Scorpius, il cuore in gola, mentre la rabbia e la paura sul volto di Lily lasciavano spazio all’incredulità.
*
 
“Lily e Scorpius stanno litigando” mormorò Alice, che stava ballando un lento con Hugo.
Erano andati alla festa quasi insieme, avevano fissato di vedersi e ballavano dolcemente da tutta la sera, ma Alice pensava che Hugo la vedesse solo come un’amica a quel punto. Era avvilita.
“Sì?” chiese Hugo, stringendole le vita. Alice annuì.
“Forse dovrei andare a vedere cosa fa Lily…” mormorò, facendo per uscire. Hugo le bloccò il braccio.
“No” disse, deciso. L’attirò a sé e fece incontrare le loro labbra. Alice rimase un attimo ad occhi aperti senza parole per la sorpresa. Hugo, deluso, si staccò. Era molto triste.
“Scusami” mormorò, mentre Alice si riprendeva e il suo cuore esplodeva di gioia. Sorrise, prima di cancellare la tristezza dal volto del ragazzo azzerando di nuovo le distanza tra loro. Il suo primo bacio.
*
CIAO! Sinceramente vorrei concentrarmi più su Dominique\James ed Elena nei prossimi capitoli, Lily e Scorpius avranno sempre spazio ma in questo momento sono più ispirata da altri personaggi! Che ne pensate? Mi farebbe davvero piacere sapere il vostro parere. Ci tengo!

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Capitolo 17
*** Capitolo 17- Inside and out ***


CAPITOLO 17
 
 
 
Quella mattina il sole si levò alto su Hogwarts. Era una mattina di fine gennaio, la neve circondava il castello immergendolo in una strana tranquillità. Tranquillità che tuttavia non era propria degli animi degli studenti.
Nella Torre di Grifondoro, Lily Potter aprì gli occhi non ricordandosi perché fosse così infelice. In un primo momento. Dopo qualche istante, tuttavia, il ricordo della sera precendente fece precipitare il cuore di Lily sotto terra, sotto la neve.
“Io ti amo, Lily”    
Scorpius aveva atteso una risposta, il cuore che gli martellava nel petto. Non capiva perché la propria ragazza se ne stesse lì, in silenzio, a fissarlo, dopo una rivelazione del genere. Eppure Lily avrebbe dovuto mostrare un po’ d’audacia, cavolo, era una Grifondoro. E aveva anche un bel caratterino. Molte volte aveva sognato un modo per farla rimanere senza parole. In quel momento, tuttavia, aveva bisogno che lei parlasse. Se non l’avesse fatto, probabilmente si sarebbe sentito ferito, offeso…
Ma i secondi passavano e Lily non accennava a dire niente. Gli occhi sgranati su di lui.
“Dì qualcosa” mormorò, supplichevole. Doveva dire qualcosa, accidenti! Lei abbassò lo sguardo, sgomenta.
Quella non se l’aspettava, pensò Lily. Insomma, sapeva che ciò che provava per Scorpius era qualcosa…qualcosa di importante, però…La parola “amore” nel suo completo significato non l’aveva mai afferrata, lei, che di anni ne aveva appena quindici…Cosa poteva saperne lei dell’amore? Niente. Una parola così importante non l’aveva mai sfiorata e pensava che nemmeno Scorpius…
Sapeva che il ragazzo davanti a lei, che la fissava con profondi occhi grigi, si aspettava una risposta, ma lei, una risposta, proprio non ce l’aveva.
Con la morte nel cuore, e sentendosi più spregevole di quanto non si fosse mai sentita in vita sua, Lily se ne andò, mormorando un “Mi dispiace”.
 
E Lily, quella mattina, stava uno schifo. Temeva, anzi, era sicura, che la sua non-uscita della sera precedente le fosse costata Scorpius e lei quello non poteva sopportarlo. Le veniva da piangere al solo pensiero, lei che di solito non piangeva quasi mai. Ma non è che era innamorata pure lei? Dalla sera precedente si era posta quasi ogni istante quella domanda e la risposta era che non avrebbe potuto definire quello che provava per lui in nessun altro modo.
Lily notò che Alice era già sveglia, così scese in Sala Grande, sperando di trovarla là.
Infatti c’era. Solo che, Lily era allibita, non si trovava al tavolo di Grifondoro (dove c’era Albus che cercava di plagiare Rose per avere il tema di Trasfigurazione) ma al tavolo di Corvonero con…Hugo!
Possibile che si fosse persa una cosa del genere? Possibile che Alice non gliel’avesse detto?
Notò che Scorpius non era ancora arrivato e sospirò di sollievo. Non sapeva se era pronta ad essere maltrattata da lui, che sicuramente la stava odiando. Passando davanti al tavolo di Serpeverde, notò che Eric Nott le lanciava uno sguardo penetrante ma non vi badò.
Si sedette accanto ad Albus e Rose.
“…Smettila, ti ho detto che lo devi fare da solo!” stava dicendo Rose, inforcando un pezzo di torta al cioccolato.
“Ti prego. Sei la mia migliore amica e cugina e la studentessa migliore del nostro anno! Per favooooreee” rispose Albus, con voce implorante e occhi a cucciolo.
Rose lo fissò severa, poi scoppiò a ridere.
“Sei il cugino più irritante che esista, Albus” disse, ma stava sorridendo “…e va bene” concesse infine, al che Albus le schioccò un bacio sulla guancia e riprese a mangiare.
“Buongiorno, Lils” disse Rose, passando un po’ di torta alla cugina. Lily ne masticò un po’, ma aveva lo stomaco chiuso.
“Hai visto Alice e tuo fratello?” chiese, cercando di conversare su qualcosa che non fosse Scorpius e se stessa. Rose scoppiò a ridere.
“Ieri sera…” disse Rose, abbassando la voce “si sono baciati, alla festa!”
Lily sgranò gli occhi.
“Cosa!?” esclamò, ma fu interrotta dall’arrivo di Alice, che, tutta contenta, le gettò le braccia al collo.
“Perdonami se non te l’ho detto! Ma davvero personalmente pensavo non ci fosse poi molto da raccontare e poi ci sono state le vacanze e poi pensavo che mi avresti preso in giro insomma Hugo è sempre tuo cugino e poi sono timida e insomma, scusami” disse, in apnea. Lily scoppiò a ridere.
“Dopo a incantesimi mi racconti tutto” disse Lily, gustandosi la faccia di Alice: incantesimi era infatti di gran lunga la sua materia preferita.
“Ma quindi ora state insieme?” chiese Albus, sfacciatamente. Alice arrossì.
“Beh…sì” balbettò, imbarazzatissima. Albus ridacchiò, senza tatto, e si alzò per raggiungere Hugo. Sicuramente, pensò Lily, l’avrebbe preso in giro fino alla fine dell’anno, e anche dopo.
 
In quel momento, Scorpius entrò in Sala Grande. Il cuore di Lily stava per uscirle dal petto. Era bellissimo ed era innamorato di lei…e lei l’aveva ferito. Senza motivo, perché ricambiava in pieno il suo sentimento. Sembrava triste e arrabbiato e non si voltò verso il suo tavolo, né diede il minimo segno di avvertire la sua presenza.
“Scusate” disse Lily, cercando coraggio. Avrebbe tanto voluto essere inghiottita dalla Sala Grande, pensò, mentre percorreva la distanza tra i due tavoli. Ma non successe.
“Ehm” si schiarì la voce. Scorpius si voltò lentamente verso di lei. La guardò, senza dire una parola.
“Possiamo parlare?” chiese Lily, guardandolo negli occhi. Quelli di Scorpius erano freddi, glaciali e Lily sentì freddo.
“Non mi va” rispose. Eric, lì accanto, le gettò un’occhiata. Anche la stronza, ovvero Catherine, li stava fissando. Lily si sentì a disagio.
“Per favore” supplicò lei, andando contro ogni suo principio morale. Tutti i Serpeverde adesso la stavano fissando.
Scorpius si alzò, ma invece di seguirla, prese la borsa e si rivolse ad Eric.
“Io vado a Pozioni, mi è passata la fame” disse freddamente, lasciando lì una Lily con il cuore a pezzi e le lacrime agli occhi.
*
 
Dello stesso morale era Dominique. Quella mattina, quando si era svegliata, si era guardata allo specchio. Era bellissima, lo sapeva benissimo anche da sola. I grandi occhi azzurri erano accompagnati da un volto perfetto e lunghi capelli biondo lucente. Era il sogno di Hogwarts. E allora perché diavolo, pensò con ferocia, si era dovuta innamorare di suo cugino?
Prima di rimettersi a piangere, scese a colazione. Era tardi, tardissimo e lei sperava di non incontrare James. Era a pezzi: non era pronta a vivere senza di lui eppure non poteva stargli vicino e sapere che lui voleva un’altra.
Quasi si scontrò con Lily, che non la vide nemmeno. Aveva lo sguardo vacuo che lei conosceva. Erano giorni che non sorrideva nemmeno lei: si chiese se avesse litigato con Scorpius…
Individuò sua cugina Rose intenta a dettare un tema ad Albus. Ma James non c’era e nemmeno quella Elena.
Si aspettava di vederlo arrivare da un momento all’altro, ma James non sbucò da nessuna parte.
Con il morale sotto terra, si diresse verso Erbologia. Con una fitta al cuore, ricordò che era con i Corvonero.
Erano già quasi tutti in classe e lei prese posto accanto ad Alyssa Baston, anche lei cacciatrice della squadra di Quidditch di Grifondoro.
“Ciao, Domi” la salutò sorridendo “sto leggendo un po’ di informazioni su queste strane piante! Ci credi che non ho ancora capito il nome?” le disse. Dominique sorrise: quella mattina era il massimo che potesse fare.
La professoressa Sprite arrivò e cominciò a spiegare come spremere qualunque cosa ci fosse dentro quei mostri davanti a loro. Ma James non c’era ancora, e nemmeno Elena…
Quindici minuti dopo l’inizio della lezione, la porta si spalancò. James, i capelli neri scompigliati e l’aria allucinata, entrò in classe e sedette di fianco a Dominique, lanciandole un’occhiata stranamente colpevole. Ma non era il solo. Qualche istante dopo, anche Elena (la stessa espressione di James) entrò sedendosi al tavolo di Corvonero e scambiando un lungo sguardo con James…
“Bene, Potter e Sieyes. Cinque punti in meno a Grifondoro e Corvonero”
 
*
 
“Dominique! Ehi, Domi!”
Dominique si voltò, riconoscendo bene la voce. Vide James che correva verso di lei, più bello che mai. Avrebbe tanto voluto baciarlo, in quell’esatto momento.
“Che c’è?” chiese, cercando di mantenere un tono acido quando in realtà avrebbe solo voluto fargli gli occhi dolci. Si diede uno schiaffo mentale.
“Io…Non so come dirtelo” disse, abbassando gli occhi. Era in profondo imbarazzo. Dominique rimase in silenzio, in attesa.
“E’ successo qualcosa tra Elena e me, stanotte” mormorò, con un filo di voce. Alzò gli occhi e incrociò quelli azzurri di Dominique, che capì.
Ma evidentemente, non ne poteva più di piangere perché tutto ciò che sentì fu una rabbia cieca.
“Bravo” disse con voce insolitamente isterica “complimenti, James, davvero”
James non disse niente.
“Beh a me non interessa quello che fai con quella, hai capito? Non m’interessa se te la scopi tutte le sere! Io non starò qui a guardarti essere felice con qualcuno che non sono io! Pensi che io voglia davvero essere innamorata di te? Beh, sai cosa? Essere innamorati di te fa schifo! Sei uno stronzo, James Potter” si fermò, ansimante.
James sembrava ferito.
“Non ti ho promesso niente” disse solo.
“Già un bacio è una promessa” rispose Dominique, quasi urlando.
“Sei patetica, Dominique” disse James, tagliente. Era stanco di ferirla ed era stanco di sentirsi in colpa per quello “mi hai baciato te e ti ho già spiegato che è stato un errore”
Dominique lo fissò cattiva.
“Certo, un errore! Perché ti è costato la tua cara anima gemella non è vero?” disse. Stava così male che non riusciva a respirare. Era stanca di amarlo, stanca!
“Esattamente” rispose James. Gli occhi di Dominique si riempirono di lacrime e lasciò cadere la sacca dei libri scagliandosi contro il ragazzo.
“AHIA” disse James, prendendosi un pugno in un occhio. La furia bionda sopra di lui lo fece cadere per terra, così che si fece anche male alla schiena. Era una pazza furiosa, pensò furente, una pazza furiosa!
Finalmente riuscì a bloccarle le mani dietro la schiena e la spinse via. Si rialzarono, guardandosi in cagnesco.
È bellissima. Questo pensiero colpì James nel profondo del proprio corpo: folle, inaspettato, ingiustificato. Eppure mentre stava lì a guardarla, James non riusciva a pensare ad altro. Dominique lo stava fissando con lo stesso pensiero.
“Sono incazzata con te” esordì “perché vorrei solo baciarti” disse, mentre una lacrima le solcava il viso macchiato d’erba. James fu colpito dall’intensità di quel dolore e forse perché era impazzito o forse perché voleva solo cancellare la sofferenza dal volto di una persona a cui teneva tantissimo, rispose.
“Allora fallo” le parole uscirono dalla sua bocca prima che lui potesse fermarle.
Dominique sgranò gli occhi ed esitò solo un istante. Con un balzo, azzerò le distanze e fu tra le braccia di James.
E si baciarono di nuovo.
 
*
 
Nel prossimo capitolo è S. Valentino! Proprio in un momentaccio eh! Ma cosa succederà ora tra James-Elena-Dominique? E Scorpius perdonerà Lily o lei deve proprio farsi perdonare? Fatemi sapere che ne pensate!
 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18- Star Crossed ***


CAPITOLO 18- Star crossed
 
Lily aprì gli occhi, di nuovo, sentendosi più depressa che mai. Era il giorno di S. Valentino e da giorni ormai Scorpius non le rivolgeva la parola. Si comportava come se lei non esistesse e ultimamente, le poche volte che si parlavano litigavano. Insomma, Lily non ci stava ad essere trattata così. Tuttavia ci stava male. Il suo ragazzo, anche se non era del tutto sicura di poterlo ancora chiamare così, le mancava immensamente.
Si infilò un paio di jeans e una felpa e scese a fare colazione con aria depressa. Avrebbe voluto uccidere l’idiota che stava facendo volare cuoricini per la Sala Grande.
Si guardò intorno, cercando di inviduare altre persone infelici quanto lei. Al tavolo di Corvonero, incrociò lo sguardo di Elena Sieyes. Anche lei non appariva molto felice.
“Perché non sei con Elena, oggi?” chiese, voltandosi verso suo fratello James, chino su un libro di Pozioni Avanzate. Dopotutto, in quelle ultime settimane, Lily aveva saputo che alla famosa festa James ed Elena erano andati a letto insieme e che dopo qualche giorno (quello lo sapevano solo lei e Rose…e Alice) lui e Dominique si erano baciati. Ma da allora non aveva mai visto James e Dominique rivolgersi la parola.
“Non è la mia ragazza” rispose secco James, lanciando però uno strano sguardo verso il tavolo di Corvonero.
Lily sbuffò.  Non sarebbe mai riuscita a capire suo fratello, nessuno dei suoi fratelli a dire la verità, ma Albus se ne stava sempre sulle sue (in quel momento si stava baciando Anne, la sua ragazza) e inoltre lei, fin da bambina, aveva sempre cercato un rapporto con James.
“Si può sapere cos’è successo, questa volta? Pensavo che ti avesse perdonato” disse Lily. James le lanciò un’occhiataccia.
“Fatti gli affari tuoi Lily” rispose piccato “ e comunque per tua informazione no, Elena non mi rivolge la parola da giorni ed inoltre…non sono più così sicuro di voler stare con lei”
“Non vorrai mica dirmi che stai seriamente pensando di uscire con Dominique?” rispose Lily, quasi sputando il succo di zucca addosso a Rose.
“No” rispose James, ma non sembrava molto convinto “io sono innamorato di Elena, ma non voglio ferirla e in questo momento non ho voglia di stare con lei, soprattutto quando non sono capace di dire di no a Do…” si zittì improvvisamente, arrossendo.
Lily era allibita. Si alzò, furente. Adesso non solo Dominique era impazzita (perché, insomma, chi si va ad innamorare del proprio cugino?) ma anche James! Quella famiglia di matti la stava facendo uscire di senno, così prese il succo rimanente e se andò.
“Fai come ti pare, James. Ti dico solo che non è normale…è nostra cugina” sibilò, uscendo dalla Sala Grande.
All’ultimo momento, incrociò lo sguardo di Scorpius, che evidentemente l’aveva fissata fino ad un secondo prima, ma che distolse lo sguardo, sprezzante.
“Vaffanculo pure tu, stronzo di un Serpeverde!” urlò Lily, passandogli accanto. Scorpius si voltò furente.
“Sai che sono un prefetto, vero? Dieci punti in meno a Grifondoro” urlò alzandosi. Era almeno venti centimetri più alto di lei.
“Ah, ho capito. Adesso mi rivolgi la parola?” chiese Lily, cercando di frenare l’impulso irrestitibile di piangere e prenderlo a schiaffi.
“No, svolgo solo il mio dovere” rispose lui, gelido. Nessuno dei due accennava  a muoversi. Lily lo fissava con intensità sconvolgente persino per lei. Non sopportava di litigare con lui eppure non riusciva a fargli capire che era stata una stupida, sì, ma anche lei lo amava! Se solo lui le avesse dato la possibilità di dirglielo…
“Wow, sono impressionata” disse Lily, sprezzante. Scorpius le restituì uno sguardo gelido.
“Che vuoi da me, Lily? Pensavo che mi avessi già detto tutto, o meglio, non detto” mormorò lui.
“Io non ho detto un bel niente, dato che da giorni ti rifiuti di ascoltarmi! Molto maturo, Scorpius, davvero!” disse Lily, alzando il tono di voce.
“E che cosa avresti dovuto dirmi? Ti ho detto quello che ti ho detto e tu te ne sei andata! Hai idea del male che mi hai fatto?” esclamò lui, a voce bassa, avvicinandosi a lei.
“Lo so! Pensi davvero che io non mi senta male per quello? Ma io ho solo quindici anni e non so…mi hai colto alla sprovvista! Ma se solo tu non fossi così permaloso e orgoglioso, così…così Serpeverde, a quest’ora mi avresti già permesso di dirti che sì, sono una stronza, ma anche io ti amo! E scusa se ci ho messo più di un secondo a capirlo! Scusa tanto!” disse Lily, inacidita. Poi si rese conto di quello che aveva detto e ammutolì.
Prima che potesse di nuovo aprire bocca, però, le labbra calde di Scorpius si erano poggiate sulle sue, chiudendole.
Lily circondò il collo di Scorpius con le sue braccia, scoppiando di felicità. Poteva anche non sapere niente dell’amore, ma in quel momento, lei l’amava il ragazzo che stringeva tra le braccia. L’amava davvero. E lui amava lei.
“Anche io ti amo” mormorò Scorpius, staccandosi da lei. Lily sorrise, notando che tutta la tavola di Serpeverde aveva gli occhi puntati su di loro, avvinghiati.
“Potter! Malfoy! Questa è una scuola!”
Una voce inconfondibile e scandalizzata li fece voltare, ma invece che preoccuparsi, Lily e Scorpius scoppiarono a ridere.
 
*
 
James distolse in fretta lo sguardo da sua sorella che si baciava con Malfoy, puntandolo invece verso il tavolo di Corvonero. Non aveva mentito a Lily quando aveva detto che non era poi così sicuro di voler stare con Elena. Sì, lui era convinto di amarla e sì, lei era la ragazza perfetta per lui. Ma stare con lei significava soffrire e far soffrire Dominique. Così aveva preso la decisione di stare alla larga da Elena e riuscire a capire per quale motivo non riuscisse a dare un taglio netto alla storia di Dominique. Aveva rovinato tutto chiedendole di baciarlo, ma non era pentito: in quel momento avrebbe fatto di tutto per togliere quell’espressione di puro dolore dal volto di sua cugina.
Elena stava leggendo la Gazzetta del Profeta, assorta. Era carina, pensò James. Così concentrata…Ma mentre lui la fissava, Elena alzò lo sguardo e i loro occhi si incrociarono. Il cuore di James ebbe un fremito, ma lui non distolse lo sguardo.
Voleva stare lontano da lei eppure il ricordo di quella notte di passione non riusciva a spengerlo. Elena non gli rivolgeva la parola da quella mattina. E James si accorse che non ricordava il suono della sua voce.
Vacillando, dato che stava andando contro a tutto ciò che aveva studiato e pianificato, James si alzò, dirigendosi verso Elena. Lei continuò a fissarlo, perdendo un po’ di colore.
“Buon S. Valentino, Elena” disse James, porgendole un cioccolatino che aveva afferrato al tavolo di Grifondoro. Elena non potè fare a meno di sorridere, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Grazie, James” iniziò, esitante “a cosa devo questo gesto?”
James si strinse nelle spalle.
“Ti considero ancora la mia ragazza, forse. Anche se non so se stare insieme sia una buona idea, al momento” rispose James. Elena si morse un labbro, chiaramente in difficoltà.
“Noi non stiamo più insieme, James” mormorò “e non a causa mia”
“So che ti ho fatto soffrire” ammise James “e ho fatto soffrire Dominique…e ho sofferto io” aggiunse “per questo penso che sia meglio così. Ma io non posso smettere di essere innamorato di te e S.Valentino è la festa degli innamorati, quindi…Buon S.Valentino” disse James, sorridendo.
Elena lo fissò intensamente per qualche istante, poi mise il cioccolatino in borsa e si alzò.
“Se la metti così” disse rivolta a James, che la stava fissando “mi sa che anche io devo augurarti buon san Valentino”
Si chinò a poggiò un delicato bacio sulle labbra di James, sfiorandogli la guancia con una carezza. Poi gli rivolse un sorriso triste e se ne andò. Questo fece sentire James ancora peggio.
Si alzò, tornando al tavolo di Grifondoro. Quella mattina non aveva voglia di aspettare Fred, che stava ancora facendo colazione, così afferrò la borsa e si diresse a lezione di Pozioni.
Era triste, ma mantenne la sua volontà di restare single. Non avrebbe ferito di nuovo due persone così importanti per lui. Se lui ed Elena davvero erano destinati a stare insieme…dopo Hogwarts si sarebbero ritrovati. Dopotutto, sua madre e suo padre si erano ritrovati dopo eventi ben peggiori…
Concentrato nei suoi pensieri, non si accorse di Dominique finchè non le andò a sbattere contro. Anche lei era in anticipo per la lezione di Pozioni. Anche lei, come Elena, non gli parlava dal giorno del bacio.
“Buongiorno, James”
Per questo James strabuzzò gli occhi quando vide Dominique augurargli il buongiorno con un sorriso.
“Dici a me?” chiese il ragazzo, guardandosi alle spalle. Dominique scoppiò a ridere.
“Certo” rispose, frettolosa “speravo proprio di vederti, James”  aggiunse, sorprendendolo ancora di più. Inoltre stava ancora sorridendo.
“Io ci ho pensato” mormorò lei, avvicinandosi “so che tu non mi ami e io sì. Ma so anche che un po’ ti piaccio” disse e sorrise.
“Beh, sei bellissima” si ritrovò a dire James, maledicendosi. Ma era vero: Dominique era bellissima. Aveva quegli occhi azzurri e quei capelli bellissimi…Ma d’altronde anche Victorie lo era (grazie, sono in parte Veela, pensò James) e Teddy ci era cascato come uno scemo. Però era pur sempre sua cugina e lui quel fatto non riusciva a superarlo. Non riusciva a trovarla attraente. Elena per lui aveva un fascino ancora maggiore.
“Quindi, potremmo provarci” disse lei. James, che non riusciva a capire cosa lei volesse, improvvisamente capì. E ne fu spaventato. Dominique era speranzosa e lui avrebbe dovuto farla soffrire di nuovo.
“Io…non penso che sia una buona idea” mormorò, con gli occhi bassi.
“Perché? Dobbiamo solo passare del tempo insieme” insistè lei, senza demordere. Sembrava ubriaca, e James non sapeva in che modo prenderla. Dominique non dava segno di voler cedere ad un No. Ma era tutto ciò che poteva avere.
“Domi, ascolta…” iniziò James in evidente stato di difficoltà “io non voglio una ragazza. Voglio stare da solo…”
Dominique non cambiò espressione.
“Voglio solo passare del tempo con te” disse, così sinceramente che per un attimo James fu tentato di rispondere di sì. Cosa c’era di male se ogni tanto passavano del tempo insieme? Lo facevano da anni…
“Non fare lo stronzo, James” riprese lei, adesso diventando aggressiva, assomigliando alla Domi usuale “mi hai baciato! Non si bacia chi è innamorato di te se non lo ricambi”
James si sentì male, una merda, un vermicolo della peggior specie. Lui non la ricambiava. Lui amava un’altra, stava male per un’altra, aveva deciso di stare solo per non far soffrire lei e l’altra. Ma sembrava tutto inutile, con Dominique.
“Io…ho sbagliato” mormorò lui, cercando di non ferirla più di quanto avrebbe fatto dicendole che lei, con lui, non aveva speranze. Lei abbassò lo sguardo, apparendo finalmente ferita. I suoi occhi azzurri lo perforarono.
“Ho capito” mormorò. James si chiese se per caso lei non soffrisse di qualche disturbo della personalità.
“Ma io ti amo, James” ripetè, di nuovo “e oggi è la festa di chi ama”. Dominique alzò lo sguardo e incontrò quello di James, che non diceva una parola.
“Posso darti il mio, di regalo?” chiese. James aveva paura di scoprire questo regalo…ma non se la sentiva proprio di dirgli di no. Annuì, il cuore che batteva forte.
Dominique gli si avvicinò e gli posò un bacio sulla guancia. Poi lo guardò intensamente, così vicina che James ne poteva contare le lunghe ciglia.
“Prima o poi ti accorgerai che io e te siamo fatti per stare insieme, James” disse, prima di voltargli le spalle. Il resto della classe stava arrivando.
*
 
Lily camminava accanto a Scorpius, beandosi di quei momenti con lui. Aveva sentito la sua mancanza più di quanto fosse disposta ad ammettere e aveva capito che odiava litigare con lui.
“Ah” disse lui, voltandosi verso di lei. I suoi occhi grigi brillavano “ancora non ti ho fatto gli auguri di Buon S.Valentino”
Lily rise.
“Ma il non essere più arrabbiato con me, seppur ingiustamente arrabbiato” rise Lily “è già un regalo”
Scorpius la strinse a sé, sorridendo.
“Giustamente arrabbiato, oserei dire” mormorò. Lily si voltò verso di lui e lo baciò.
“Stai zitto” disse, labbra contro labbra. E Scorpius finalemente tacque.
 
Baciandosi, i due non si erano accorti della coppia seduta sull’erba gelata poco più in là.
“Menomale che sei così brava ad incantesimi” mormorò Hugo Weasley, stringendosi nella sua sciarpa blu di Corvonero “altrimenti starei congelando”
Alice sorrise, stringendogli la mano. Era S. Valentino ed era quasi un mese che stavano insieme…o almeno, che si baciavano e si cercavano con gli occhi e con la mente così tante volte al giorno.
E Hugo era perfetto. Era perfetto per lei.
“Grazie” mormorò Alice “per questo picnic all’aperto…anche se d’estate lo vorrei replicare”
Hugo rise. In effetti, era stata un’idea un po’ azzardata…Ma non sapeva che altro regalo scegliere per Alice…
Lei era semplice. E stavano insieme da troppo poco per sceglierle un regalo vero e proprio senza azzardare. Vederla sorridere era già abbastanza.
Lei si appoggiò alla sua spalla.
“Buon S. Valentino, Hugo” disse mentre lui le dava un bacio in fronte.
Almeno per loro, andava tutto bene.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19- Hymn for the Weekend ***


CAPITOLO 19- Hymn for the weekend
 
 
Elena Sieyes era seduta sotto l’albero in riva al lago, il primo sole di marzo che le illuminava il volto.
I lunghi capelli biondi sventolavano all’aria, il volto concentrato era invece per il libro complicato di Trasfigurazione livello M.A.G.O che teneva poggiato sulle gambe. Con la mano agitava la bacchetta, cercando di capire come far comparire il suo gatto che si trovava nel dormitorio di Corvonero. Certo, se avesse potuto, avrebbe fatto apparire James…
Quel ragazzo la confondeva: lei lo amava ma non riusciva a perdonargli Dominique. Qualunque altra sì, ma non sua cugina. Era una cosa malata per lei, inconcepibile. Ma non poteva non pensare a tutte le volte che lui la guardava a lezione, o al suo sorriso… E alla notte nella stanza delle Necessità. Arrossì.
“Elena” la voce di James la fece voltare di soprassalto e il sorriso che lo accolse fu troppo persino per lui, che si lasciò scappare una risata.
Nemmeno James si aspettava di trovarla lì. Di solito non c’era mai nessuno … Ma guardandosi intorno notò che il sole aveva attirato fuori molti studenti.
“Che fai?” chiese lui, notando che lei continuava a non proferire verbo. Era la prima volta da giorni che rimanevano  da soli. Così soli. Lei si guardò nervosamente attorno, colpita dallo stesso pensiero.
“Studio” rispose, felice di trovare un argomento di conversazione neutro “la McGranitt ha proprio esagerato questa volta!”
James annuì, accovacciandosi di fronte a lei. Poteva sentire un po’ del suo profumo francese. Gli occhi scuri di Elena lo scrutavano, quasi timorosi nel trovarselo così vicino.
“Sì” mormorò James, non riuscendo a trovare altro da dire. Aveva un’improvvisa voglia di baciarla. E che lei fosse di nuovo sua.
“James…” iniziò lei, posando il libro nello zaino e la bacchetta nella tasca della divisa blu “Io devo andare”
Si alzarono insieme, trovandosi l’uno davanti all’altro. James aveva un’espressione desolata in volto.
“E così adesso non riusciamo a stare da soli insieme per più di cinque minuti?”
Elena trattenne il respiro. Non sapeva cosa dire.
“Mi dispiace, James. Non siamo amici, né lo saremo mai. Lasciami andare” rispose, anche se i suoi occhi la tradivano. Il suo sguardo cadde sulle labbra di James.
Improvvisamente, le labbra di James si ritrovarono sulle sue, morbide, familiari, calde. Il cuore di Elena accelerò i battiti, i loro corpi sempre più stretti. Le braccia di James erano su tutto il suo corpo: schiena, capelli, volto. Non l’aveva mai baciata così, come se fosse l’ultima ancora di salvezza prima di cadere nel baratro. E l’amore che provava per lui si accese, così come il ricordo di Dominique Weasley. Lei, con lui, sempre. Perché Dominique era nella sua famiglia, nella sua vita più di quanto lo era lei stessa. E in fondo al cuore sapeva che James la voleva almeno un po’.
Si staccò da lui, ansimante. Gli occhi pieni di lacrime.
“Che c’è?” chiese James, confuso ed eccitato al tempo stesso. Non capiva perché adesso Elena avesse quello sguardo.
“Io…non riesco a togliermi dalla testa l’immagine di te e…quella” mormorò, guardando un punto indefinito dietro di lui.
“Elena, te l’ho detto cento volte. Io amo te” le rispose, cercando di prenderle la mano. Ma Elena si divincolò.
“Ho paura che non sia del tutto vero, James” riprese lei, voce e mani tremanti “guardami negli occhi e dimmi che per Dominique non provi niente”
Elena alzò lo sguardo, incontrando quello di lui. James abbassò lo sguardo. Sconfitto. Non poteva dire così: per Dominique provava tante cose. Affetto, tanto, ammirazione…amicizia. Domi era sempre stata la sua migliore amica. E qualche volte aveva pensato a lei in modo strano. E l’aveva baciata, e gli era quasi piaciuto.
Avrebbe tanto voluto guardare negli occhi la donna che amava e dirgli che sua cugina non significava niente per lui. Ma nel momento in cui avrebbe dovuto farlo…non ci riuscì. Domi era importante per lui, lo era sempre stata. E anche se a volte la odiava non poteva fare quello che Elena gli stava chiedendo.
“Elena io non…” iniziò, ma lei se n’era già andata.
*
Alice Paciock individuò subito la chioma bionda della sua migliore amica. Era immersa nel libro di Incantesimi, disperata come sempre. Al tavolo accanto, Albus e Rose sembravano intenti a discutere sottovoce.
“Ciao” mormorò Alice, sedendosi accanto a Lily. La bionda alzò lo sguardo, sorridendo. Finalmente, grazie ad Alice, sarebbe riuscita a risolvere quel maledetto incantesimo.
“Non riesco a capire questo incantesimo di Ostacolo. Veramente” disse Lily, per enfatizzare il concetto. Alice rise. Lily la osservò meglio, non era da lei fare mostra di un così sfrontato buonumore. Forse era merito di Hugo…D’altra parte, stare con Scorpius rendeva felice lei. Sorrise di rimando.
“Lily, quanto volte ti devo dire che devi fare attenzione al modo in cui muovi la bacchetta!” rispose Alice, facendole vedere il corretto movimento.
Lily arrossì.
“Oh, okay” mormorò, tornando a scarabocchiare appunti su quel libro consunto “comunque prima ho visto James ed Elena baciarsi!” non riuscì a trattenersi. Da quando ad Alice era passata la cotta per suo fratello, le due amiche non riuscivano ad evitare di commentare questa soap opera tra James, Elena e Dominique.
Rose alzò lo sguardo dal libro e le fissò. Dopotutto Domi era la sua migliore amica.
“No!” mormorò, chiudendo di scatto il libro “adesso dovrò dirlo a Dominique” sospirò angosciata.
Lily la fissò severa.
“No che non devi” rispose secca “lascia James fare la sua vita. Se glielo dici, Dominique non riuscirà a non mettere bocca”
Rose non rispose, offesa. A quel punto intervenne Albus, che sembrava misteriosamente conoscere tutta la vicenda.
“Io sono del parere che James non capisca niente, ma comunque do ragione a Lily. Non c’è bisogno che Domi sappia tutto ciò che succede e non succede tra James e la sua ragazza” disse.
“Mi sembra che Elena e James non stiano insieme” chiarì Alice. In quel momento arrivò Hugo.
Si sedette accanto ad Alice, sorridendole. Anche lui sembrava molto interessato a far parte di quella discussione.
“Elena è della mia Casa. So per certo che non stanno insieme…Da quando si sono mollati lei vola malissimo” mormorò Hugo affranto.
“E James non è da meno. Inoltre vorrei ricordarti che nella squadra di Grifondoro c’è anche Dominique. Lei sì che fa schifo!” disse Albus con enfasi. Rose gli tirò un pugno.
“Non parlare così di tua cugina!” tuonò.
“Appunto! Sua cugina! Il che la rende cugina mia e di James! Non è normale”  intervenne Lily, da sempre fortemente contraria a questa unione. A volte si sentiva cattiva a pensarla in questo modo, ma era più forte di lei. James e Dominique erano come fratello e sorella. Era sbagliato.
Albus annuì. Lui e Lily si guardarono a lungo. Dopotutto James era loro fratello e loro volevano ciò che era meglio per lui e la loro famiglia…
L’orologio battè le sette e i loro stomachi cominciarono a brontolare. Avevano fame. Il primo ad alzarsi fu Albus, seguito a ruota da Rose, ancora pallida e tesa.
A quel punto Lily, imbarazzata, lasciò Hugo ed Alice a coccolarsi. Era felice per loro, ma a fare il terzo incomodo non ci voleva stare.
Scese di corsa le scale fino alla Sala Grande e il suo cuore perse un battito quando vide Scorpius, bellissimo come sempre, seduto al tavolo di Grifondoro con Rose. Stavano chiacchierando distanti, ma Lily sentì il sangue ribollirle nelle viscere. Si avvicinò lentamente. Scorpius alzò lo sguardo e incrociò gli occhi perplessi di Lily. Un sorriso gli nacque sul volto.
“Eccoti” disse sorridendo, alzandosi e circondandola con le sue braccia. Le stampò un bacio sul naso “è da mezz’ora che sono seduto al tavolo di Grifondoro ad aspettarti” sorrise.
Lily si dette mentalmente della stupida: era così, lei era proprio scema. Sorrise anche lei, stampandogli un bacio sulle labbra.
“Attenta, la McGranitt ci metterà di nuovo in punizione” borbottò Scorpius. Lily scoppiò a ridere.
“Ma tu sei un prefetto! E mi hai anche tolto tantissimi punti” disse Lily, tirandogli un pugno sul braccio. Era perfetto essere lì, ad Hogwarts, con il ragazzo che amava. Non l’avrebbe mai confessato nemmeno sotto tortura, ma a causa di Scorpius stava diventando un tantino sdolcinata…
“Sei tu che sei indisciplinata” ribattè il ragazzo, scompigliandole i capelli. Chi l’avrebbe mai detto che loro due si sarebbero voluti così?
Era quello che stava pensando Rose, triste, mentre mescolava la minestra davanti a lei. Voleva bene a Lily, ma non riusciva a farsi passare la cotta per Scorpius del tutto. E questo la faceva soffrire…Era così difficile per lei trovare un bravo ragazzo da amare? Non voleva fare la fine di Dominique, innamorata senza speranza di James. Lei voleva qualcuno tutto per sé, ma quando l’avrebbe trovato? Persino Alice Paciock e suo fratello si erano trovati!
Si alzò, tristemente avviandosi verso il dormitorio di Grifondoro.  Sobbalzò, vedendo un’ombra nell’oscurità.
“Weasley” mormorò la voce, dolce, suadente, femminile. Catherine Green le si parò davanti.
Rose rimase un attimo senza parole: certo che Catherine era proprio bella. Quei lunghissimi capelli biondi, tendenti al bianco. E due occhi verdi incredibili. Nessuno si meravigliava che venisse considerata bella quanto Dominique.
Arrossì per questi pensieri… Ma cosa andava a pensare?
“Che cosa vuoi, Green?” chiese rude Rose, non guardandola negli occhi. Catherine e Rose si conoscevano dal primo anno, ma si erano sempre rivolte poco la parola.
“Sempre gentile, Rose” sorrise Catherine, una fila di denti bianchissimi e perfetti “volevo solo chiederti una cosa a proposito di Dominique”
Rose rimase senza parole. Perché mai Catherine era interessata a Dominique?
“Dimmi” si ritrovò a rispondere, senza perdere l’espressione allibita.
“È single?” chiese Catherine, espressione dura e tesa. Rose non ci capiva niente, voleva Catherine provarci con Dominique? Un brivido di fastidio le corse lungo la schiena.
“Perché?” chiese sulla difensiva “vuoi provarci tu?”
Catherine sorrise, per niente a disagio.
“Beh, non è il mio tipo di ragazza” rispose, maliziosa “solo che interessa ad un mio interesse”
Rose era arrossita. Cosa intendeva dicendo che Domi non era il suo tipo di ragazza? Quindi altre ragazze erano il suo tipo. Questo Rose non se l’aspettava…
“Ah” riuscì a mormorare Rose, sconvolta.
“Che c’è, Rose?” chiese Catherine, sempre nello stesso tono malizioso “non sai che ad una ragazza possono piacere sia i ragazzi che le ragazze?”
“Certo che sì” rispose Rose, offesa. Non era una stupida e non era bigotta. “Non me l’aspettavo, tutto qui” aggiunse, imbarazzata.
“Va bene” rispose Catherine, sorridendo “ci vediamo”
Rose rimase qualche minuto a fissare il vuoto.
Ciao! Ecco un nuovo capitolo! Mi fa piacere vedere quanti leggete questa storia, e grazie soprattutto a chi perde tempo a farmi sapere il suo parere! Grazie mille! Vorrei sapere la vostra su questa coppia che ho in mente. Non ho mai scritto di due ragazze o due ragazzi e vorrei molto provarci! Voi che ne pensate?

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Capitolo 20
*** Capitolo 20- You don't own me ***


CAPITOLO 20 – You don’t own me
 
Era metà Marzo ad Hogwarts, l’aria cominciava ad essere più calda, sebbene ancora gli studenti girassero con i mantelli.
Rose quella mattina era andata a lezione dopo una colazione consumata in fretta, dato che era in ritardo. Non aveva visto nessuno a colazione, se non Lily che era impegnata a baciare Scorpius.
Era arrivata a lezione di Pozioni con i Serpeverde in anticipo, ma scoprì di non essere sola. Catherine Green era seduta al suo tavolo intenta a ripassare qualcosa. Rose arrossì: si era ritrovata a pensare alla strana attrazione per lei. Non aveva mai pensato che avrebbe potuto un giorno essere incuriosita da una ragazza, invece eccola lì a studiare il perfetto volto di Catherine concentrata e assorta. Sfidando la sua baldanza e decisa a capire il motivo per il quale pensava continuamente a lei dal giorno in cui si erano viste e parlate, Rose si sedette accanto a lei.
Catherine sobbalzò, alzando gli occhi verso Rose. Improvvisamente sorrise. Tutti a Serpeverde sapevano che Catherine aveva avuto relazioni con donne e uomini in egual misura ma evidentemente la voce non era arrivata alle orecchie delle altre case. I Serpeverde spettegolavano solo tra di sé.
“Weasley” mormorò sorridendo la bionda, piacevolmente sorpresa “che ci fai qui?” chiese studiando Rose. La massa di capelli biondi, gli occhi verde scuro e la bocca carnosa le diedero un brivido d’eccitazione. Rose era un bel tipo e a Catherine sarebbe piaciuto metterci su le mani. Soprattutto perché dava l’idea di essere così tenera e innocente…Possibile che…?
Rose arrossì, ma decise di coprire il tutto con arroganza sapendo benissimo che le riusciva poco.
“Io frequento pozioni da settembre con te” rispose, come se a Catherine stesse mancando l’ovvio. La bionda scoppiò a ridere.
“Intendo qui seduta accanto a me” rispose tranquillamente.
“Ehm” iniziò Rose, già pentita “volevo chiederti scusa per l’altra sera” improvvisò. Catherine cambiò espressione, era sorpresa.
“Scusa per cosa?” chiese, curiosa. Non ricordava di essere stata offesa da Rose. La rossa era chiaramente in imbarazzo.
“Se ti ho offeso con la mia sorpresa al fatto che tu sia attratta dalle ragazze” rispose Rose sinceramente.
“Non so se posso perdonarti” rispose ridendo Catherine, che aveva deciso che avrebbe sfruttato a suo vantaggio la situazione. L’infatuazione per Eric era già un ricordo. Rose Weasley era sicuramente più eccitante come sfida. “Hai insinuato che mi piaccia Dominique”
Rose sorrise nervosamente.
“A me piacciono le ragazze più…innocenti. Tipo te” rispose Catherine, mandando a fuoco il viso di Rose. L’imbarazzo di rispondere le fu tolto dall’arrivo degli altri studenti e dal professor Lumacorno.
“Buongiorno, cari ragazzi” esordì l’uomo “oggi preparerete una pozione molto complicata. Si chiama Distillato della forza e serve per rinvigorire i muscoli per qualche ora” scosse la testa ridendo, di qualche strana battuta “e vorrei che per le prossime settimane inventiate una pozione semplice voi a coppie”
La classe era allibita. Inventare una pozione? Rose si voltò verso Albus, pronta a chiedergli di stare insieme.
“Le coppie le decido io. Con il vostro compagno di banco attuale. Iniziate pure adesso”.
 
All’uscita dalle lezioni Catherine fu affiancata da Scorpius, che la fissava severo.
“A che gioco stai giocando con Rose Weasley?” chiese Scorpius, con sguardo di rimprovero. Conosceva bene la sua migliore amica e le sue azioni. Catherine rise e si scosse nelle spalle.
“Voglio solo divertirmi un po’” disse la bionda, stampandogli un bacio sulla guancia “buon compleanno Scorp, oggi sei maggiorenne”
*
Lily stava aspettando Scorpius appoggiata alla colonna prima dell’aula di Difesa contro le Arti Oscure.
Era il compleanno del suo ragazzo e lei voleva solo fargli gli auguri, dato che avrebbero festeggiato la sera, da soli.
Finalmente, Scorpius sbucò. Lily represse il fastidio che provava a vederlo parlare con Catherine Green e gli andò incontro.
“Buon compleanno” mormorò lei, prima di baciarlo. Scorpius rispose al suo bacio e sorrise.
“Grazie, amore” rispose, facendola arrossire “scusami tanto ma ho un compito di Difesa”. Sembrava mortificato.
“Non ti preoccupare” sorrise Lily “ci vediamo stasera”.
*
James volava alto quella sera. Voleva vedere bene la distruzione della squadra di Grifondoro, convinto che l’unico modo per risalire il fondo era toccarlo.
Osservò i suoi compagni di squadra. Era sicuro che quando li aveva scelti, non facevano così schifo.
Lily era nervosa e lui sapeva bene perché. Era il diciassettesimo compleanno di Scorpius e lei era lì invece che con lui. Ma sapeva anche che avevano pianificato una cena e quindi non se ne era preoccupato. Osservò sua sorella: aveva poco più di quindici anni eppure era innamorata e sembrava cambiata da settembre…
I due battitori facevano il loro, ma tuttavia senza Cacciatori e Cercatore presenti c’era poco da fare. E anche lui stesso era distratto.
Distratto dai capelli bianchi di Dominique. Era sconvolto dalla consapevolezza che gli era giunta quando Elena gli aveva chiesto di dire che per lui, sua cugina non significava nulla. Non c’era riuscito…In quei pochi giorni era arrivato ad ammettere con se stesso che era stato bugiardo. Dominique era importante per lui e ne era anche attratto. Aveva voglia di sperimentare quella follia. Voglia di guardare Dominique, stare con lei. Permettere a se stesso di essere davvero se stesso e capire fino in fondo cosa era Domi per lui.
“Basta così, ragazzi” mormorò affranto “negli spogliatoi”
Il resto della squadra si diresse negli spogliatoi, anche perché aveva cominciato a piovere intensamente ed erano tutti infreddoliti. Tutti tranne Dominique, che aveva gettato la scopa per terra e stava calciando il terreno. Curioso, James le si avvicinò.
“Prenderai freddo” le disse. Lei si voltò furente e James indietreggiò. Il volto di Dominique era rigato di lacrime. I capelli appiccicati al volto. Era indifesa eppure sembrava una piccola leonessa.
“Io mollo, James” ringhiò “non posso restare qui a guardarti sapendo che non ti avrò mai e inoltre tengo troppo alla squadra per portarla sul fondo!”
James le si avvicinò, piano e la prese per le spalle, sorreggendola.
“Non ti permetterò di farlo” mormorò vicino al volto di lei “non ti permetterò di mollare. Né la squadra né me”
Dominique lo fissò sorpresa e interrogativa.
“Ieri ho parlato con Elena” iniziò James e Dominique si divincolò da lui, arrabbiata.
“Non m’interessa” disse così velocemente che James sorrise.
“Aspetta ad arrabbiarti” disse dolcemente “mi ha chiesto di ammettere che io non provo niente per te”
“Che puttana!” sibilò Dominique, avvelenata.
“Smettila” la riprese James “e ascoltami! Non ce l’ho fatta Dominique! Per me tu sei qualcosa e ho deciso di smettere di impedire a me stesso di…darti una possibilità. Voglio darci una possibilità”
Dominique era impietrita, immobile. Non riusciva a credere che James le stesse dicendo che…lei era importante per lui. Che lui le avrebbe permesso di farlo innamorare.
Pioveva così tanto che a malapena riusciva a distinguerne il volto. Si avvicinò lentamente. Gli carezzò la guancia, osservando le gocce d’acqua che scendevano sulle sue labbra.
“Sei sicuro?” soffiò Dominique a pochi centimetri dalle labbra di James “non ti permetterò di tornare indietro, Potter”
James rise. Una strana gioia si stava facendo strada nel suo petto. Senza dire una parola, James le prese il volto tra le mani, posandole un casto bacio sulla fronte.
“Sì” mormorò. Dominique sorrise e azzerò la distanza tra loro. Le labbra di James erano fredde e morbide. La bionda gli succhiò il labbro, rendendo il bacio molto più passionale di quello che era iniziato.
Aveva James ovunque e le sembrava di non essere mai stata così felice. James l’attirò a sé, facendo combaciare il loro corpo, passandole una mano sulla schiena. Dominique si lasciò sfuggire un sospiro.
“Ti amo, James Potter”
*
Lily aveva fregato, con la collaborazione di suo cugino Fred e compagno di dormitorio di James, il Mantello dell’Invisibilità a suo fratello. Era emozionata per la serata che avrebbe passato con Scorpius.
Era il diciassettesimo compleanno del ragazzo, era diventato maggiorenne e Lily aveva deciso che passare il tempo nella stanza delle Necessità con lui era una bella idea.
Indossò il mantello e cautamente, raggiunse il corridoio del settimo piano. Al quinto incrociò Hagrid e per quanto le sarebbe piaciuto salutarlo, si limitò a non fare rumore.
Scorpius era già lì ad aspettarla: il signor prefetto non aveva molto bisogno di nascondersi. Era molto bello, con i capelli biondi che erano cresciuti e gli occhi grigi che guardavano in qua ed in là. Era stupendo sapere che stava aspettando lei.
“Buh!” urlò Lily, avvicinatasi all’orecchio di Scorpius, che balzò in avanti, il volto distorto dallo spavento.
Lily si tolse il mantello, incapace di trattenere una risata dovuta a questa reazione. Scorpius la fissava irritato.
“Sei scema?” urlò, toccandosi il petto con la mano “vuoi farmi morire il giorno del mio compleanno?”
Lily si asciugò una lacrima, mentre continuava a ridere divertita. Lo baciò sulla bocca, come a scusarsi.
“E tu saresti prefetto?” mormorò lei, sorridendo. Scorpius la fissò offeso. Quella ragazza l’avrebbe fatto impazzire.
“Cinque punti in meno a Grifondoro, signorina Potter” rispose, prima di prenderla tra le braccia e ridere. Lei però non era divertita.
“Aspetta il prossimo anno, quando anche io sarò Prefetto. Toglierò più punti che posso a Serpeverde” rise ironicamente Lily, un ghigno divertito sul volto.
“Non credo che tu diventerai prefetto” aggiunse il ragazzo “nessuno sano di mente può pensare che tu sia affidabile”
Lily lo morse, ridendo. Amava anche litigare con lui: nessuno la faceva divertire così. Neanche nei tempi passati…
“Sei un’idiota” mormorò Lily “ma ti amo”.
Scorpius le sorrise, un sorriso che gli arrivò sino agli occhi. La baciò con passione, assaporando ogni attimo passato con lei. Era ciò che di più si avvicinava al suo concetto di felicità.
“Ti amo anche io” rispose lui.
“Buon compleanno” aggiunse Lily, prima di riprendere a baciarlo.
 
“Questo letto è davvero comodo” disse Lily, oziosamente. La serata nella stanza delle Necessità si stava rivelando bellissima. Lei, da sempre contraria alle smancerie, era diventata un cioccolatino. Ma non riusciva, né voleva, farci niente: aveva ammesso di amarlo e lo amava davvero, con tutta se stessa. Sapeva benissimo di avere solo poco più di quindici anni, ma…Non era disposta e rinunciare a lui, una delle poche persone capaci di farla stare bene e anche, doveva essere onesta, a domare il suo caratteraccio. Ultimamente, notava lei, le persone tendevano ad andare più d’accordo con lei, persino James.
“Sì” ammise Scorpius, disteso accanto a lei. Era così comodo starsene lì, abbracciati, senza pensare a nulla.
“Lily” iniziò il ragazzo, dopo qualche momento di silenzio “stare qui con te…da soli… mi fa pensare a quanto ti desidero” disse, la voce incrinata dall’imbarazzo.
Lily arrossì. Non aveva mai pensato davvero ad andare così oltre con lui. Ma capiva cosa voleva Scorpius da lei. Lui voleva amarla completamente. Lei però non era pronta, non perché non lo amasse, ma perché aveva maledettamente paura. Scorpius interpretò il suo silenzio, baciandola e trasmettendole il messaggio che lei non doveva avere paura di negarsi a lui.
“Ho paura, Scorp” mormorò Lily, guardando un punto fisso nel soffitto. Le sarebbe piaciuto concedersi a lui per primo, quando sarebbe stata pronta. E lui lo sapeva, e questo gli bastava.
“Volevo solo che tu sapessi come mi sento” aggiunse lui. Lily annuì, imbarazzata.
“Quando sarò pronta…Vorrò solo te” mormorò lei, alzandosi. Scorpius la guardò preoccupato.
“Questo è per te” disse Lily, porgendogli una scatolina. Scorpius la aprì: conteneva un braccialetto nero, semplice, con un piccolo serpente.
“Non sai quanto mi è costato….” Mormorò Lily “fare finta di essere una Serpeverde”
Risero insieme, l’imbarazzo che ancora aleggiava tra loro. Ma si amavano e alla fine, per ora, per loro era abbastanza da essere schifosamente felici.
*
Ragazzi! Allora, vorrei tanto sapere che ne pensate! Se mi lasciaste la vostra opinione mi farebbe molto piacere! Grazie comunque anche solo per leggere questa mia storia! Grazie!

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Capitolo 21
*** Capitolo 21- Love, XOXO ***


CAPITOLO 21-  Love, XOXO
 
La primavera era arrivata in anticipo, quell’anno. Sebbene fosse solo metà marzo, il sole riscaldava e i primi fiori cominciavano a sbocciare. Quel sabato mattina era prevista la gita ad Hogsmeade e tutti erano eccitati di passare quella bellissima giornata fuori dalle mura del castello.
Lily aveva davanti a sé una lunghissima giornata da passare con Scorpius. Era ancora imbarazzata al pensiero di che cosa era quasi successo tra loro e non sapeva come avrebbero affrontato l’argomento lei e il suo ragazzo. Si pettinò i lunghi capelli in una treccia e indossò dei semplici jeans e un golf grigio. Non aveva voglia di mettersi il giubbotto e sperava di non soffrire il freddo.
Lei e Scorpius avevano deciso che non avrebbero fatto colazione al castello ma direttamente in un piccolo bar (non Madama Piediburro, su questo Lily era stata categorica e certo al suo ragazzo non era dispiaciuto per niente!).
Lily scese velocemente verso la Sala Grande, il suo stomaco cominciava ad avere fame e subito si diresse verso Scorpius, che le diede un bacio sulle labbra.
“Che bello, per lunedì abbiamo pochissimi compiti” disse Lily, assaporando quei pochi momenti di libertà prima degli esami di giugno. Scorpius accanto a lei scoppiò a ridere.
“Aspetta il prossimo anno” mormorò, scherzoso. Lily lo fulminò. Non aveva voglia di sentirsi dire che avrebbe sgobbato: lo sapeva già.
“Anche tu, allora” esclamò “pensa, forse più di me. I M.A.G.O” rise sotto i baffi.
Scorpius perse il sorrisetto ironico.
“Hai già deciso cosa farai?” gli chiese Lily, mentre camminando per la mano cominciavano ad intravedere le prime case del paese.
“Mio padre vorrebbe che mi occupassi degli affari familiari” borbottò, scrollandosi nelle spalle.
“Sto parlando di quello che vorresti tu” insistette Lily, fissandolo intensamente.
“Non conta molto nella mia famiglia” rispose il ragazzo, pensieroso. Sì, la guerra magica era finita da più di venti anni ma la famiglia Malfoy, sebbene più aperta, rimaneva comunque la famiglia Malfoy. E suo nonno rimaneva Lucius.
“Sono sicura di sì” disse Lily “d’altronde, io mica posso diventare salvatrice del mondo magico come mio padre”
Scorpius rise.
“Al massimo una giocatrice di Quidditch come tua madre” rispose il ragazzo, dandole un bacio sui capelli.
Lily lo fissò felice. “Davvero credi che ne sarei capace? Non credo di essere forte come lei…”
“Certo che lo credo. Anche se purtroppo questo ci costa molte sconfitte a Quidditch…” la rassicurò Scorpius.
Lily gli gettò le braccia al collo. Scorpius le aveva appena fatto un complimento bellissimo, che lei non si aspettava e che l’aveva resa felice.
Lo baciò con dolcezza, assaporando quell’attimo di felicità, desiderando poter fermare il tempo a quell’istante per sempre. Dal canto suo, Scorpius rispose al bacio con tenerezza, sempre più convinto dell’amore che provava per la piccola Potter.
Non poteva credere che all’inizio non la potesse sopportare. Lei era diventata in poco tempo la cosa più preziosa della sua vita e sebbene fosse giovane, sperava che questo sentimento non cambiasse mai.
 
Passando davanti alla Sala da Tè di Madama Piediburro Lily e Scorpius videro con chiarezza che dentro c’erano Alice e Hugo che si stavano sbaciucchiando sotto un putto.
“No!” mormorò Lily a metà tra il deluso ed il disgustato “Non ci posso credere. Alice! Hugo!”
“Che teneri” commentò Scorpius, divertito dalla reazione della sua ragazza.
“Adesso manca da sistemare Rose” riprese lei, ridendo. Sua cugina rimaneva pur sempre una minaccia e una persona a cui teneva molto. Aveva tutti i motivi per volerla felice con qualcuno che non fosse il giovane di fianco a lei.
“Perché stai facendo quella faccia?” chiese Lily, osservando che al sentir nominare Rose il ragazzo aveva assunto un’espressione preoccupata.
“Ehm” iniziò lui “non so come dirtelo ma….”
Voleva raccontargli che Catherine e Rose uscivano insieme, ma non voleva tradire la sua migliore amica. Però poi il pettegolezzo prese il sopravvento. Lily intanto lo fissava ansiosa.
“Hai presente Catherine?” chiese erroneamente. Lily lo fissò furente prima di rispondere con un secco “sì.”
“Ehm” mormorò, a disagio “sai che lei….insomma…lei è bisex”
Lily lo fissava impressionata. Evidentemente non lo sapeva nemmeno lei, ma nella sua casa era noto a tutti.
“No!” urlò di nuovo Lily. Che scoop!
“Ed è interessata a Rose” disse velocemente Scorpius, osservando la reazione di Lily, che non sapeva se ridere o gridare. Era troppo persino per lei!
“No!” disse di nuovo. Stava diventando ripetitiva. Si guardò intorno e per poco non svenne.
“Ma che cazzo!”
*
 
James si recò all’ingresso della Sala Grande con una strana energia, quella mattina. La sera prima era stata perfetta. Non riusciva a credere che accettare l’attrazione per Dominique l’avrebbe portato a questa serenità. Era presto per parlare di amore, non provava per lei quello che aveva provato per Elena, ma andava bene così. Stava bene. Era sereno.
Dominique gli andò incontro naturalmente, i capelli bianchi sciolti, un paio di pantacollant neri e una camicia invernale aperta.
“Ciao” mormorò lei dolcemente, fissandolo con i suoi pozzi azzurri “andiamo?”
Avevano deciso di passare la giornata insieme, ufficialmente da amici, ma loro due sapevano che dalla sera prima erano molto di più. Era un appuntamento segreto, il che rendeva il tutto molto più divertente.
Camminavano fianco a fianco, attenti a non sfiorarsi. Dominique sembrava molto più felice quel giorno di quanto lo era stata negli ultimi mesi e James sapeva che era per merito suo.
“Andiamo ai Tre Manici di Scopa?” chiese Dominique, indicando il bar già affollato. James annuì, sebbene per i suoi gusti avrebbe preferito andare in un luogo più isolato, dove non avrebbe dovuto fingere.
I due entrarono nel bar, sedendosi poco lontano da dove Madama Rosmerta, un po’ invecchiata, serviva Burrobirre. James si alzò per andare ad ordinare qualcosa da bere.
Mentre aspettava, si guardò intorno. Fuori dal negozio, suo fratello Albus stava chiacchierando con alcuni Corvonero, tra i quali la sua ragazza Anne Thomas. Lily era seduta con Scorpius, Alice e Hugo e aveva l’aria di divertirsi un mondo.
Li salutò con la mano, colpendo nel mentre colpiva qualcuno alle sue spalle.
“Perché James è al tavolo con Dominique?” chiese sospettosa Lily, rivolta ai tre seduti al tavolo con lei “e perché adesso sta cercando di colpire Elena?”
Gli altri tre si voltarono a vedere James che aveva tirato una botta nel viso ad Elena. Poco più in là, Dominique fissava il muro.
“Saranno ad un appuntamento segreto” ipotizzò Alice, guardando Hugo.
“Non credo” mormorò Hugo, un po’ dubbioso. Scorpius gli diede ragione.
“E cosa diavolo ci fa Rose con Catherine Green?” chiese con voce acuta Hugo, guardando la sorella seduta con la Serpeverde.
Lily e Scorpius evitarono con decisione di guardarsi.
“Mah” fu l’esclamazione di Alice, che mise fine a quella discussione.
 
“Scusami, Elena, davvero” stava dicendo James, mortificato, osservando l’occhio rosso di Elena.
La ragazza sorrise debolmente, dicendo che non era successo nulla.
“Non ti ho visto arrivare” mormorò lei, dolcemente, poggiandogli la mano sulla spalla “sei con i tuoi amici?”
James arrossì.
“Sì” rispose senza esitazione. Non voleva far sapere ad Elena che era con un’altra, non voleva ferirla. E rivederla gli faceva sempre sobbalzare il cuore.
“Oh” sorrise lei “io sto andando via” disse indicando il gruppo di amiche che le facevano cenno di muoversi.
“Va bene…” rispose lui “ci vediamo dopo”. Era molto imbarazzato, non avrebbe mai dovuto accettare di andare in quel bar.
“Allora ciao” disse Elena, sorridendogli. Gli diede un bacio sulla guancia e sparì.
James tornò al tavolo dove Dominique lo stava aspettando. Era molto bella quel giorno: indossava dei pantacollant che le fasciavano il corpo quasi perfetto, una camicetta rossa e un giubbotto di pelle nero.
Le porse la burro birra, sorseggiando invece la sua.
“Hai incontrato Elena, così…” mormorò Dominique, cercando di non far trasparire dalla propria voce il tormento che aveva provato vedendoli parlare. Invidiava Elena: di lei James era stato innamorato, lei poteva amarlo alla luce del sole, poteva soffrire per lui ed essere consolata. Lei era importante nel cuore del ragazzo di fronte a lei e Dominique lo sapeva benissimo.
“Sì” disse James, cercando di non sorridere dell’espressione disgustata della ragazza di fronte a lui “ma non essere gelosa”
“Non sono gelosa” buttò lì Dominique, ma poi scoppiò a ridere anche lei. Non aveva più voglia di fingere: voleva essere onesta con James. Voleva disperatamente che lui la amasse, anche se non aveva idea di dove li avrebbe condotti questo amore.
“No, certo” annuì James.
“Sono contenta di essere qui, con te” mormorò Dominique “ma c’è troppa gente, ti va se andiamo a fare due passi verso la stramberga strillante?”
 
Le labbra di James erano fatte per lei, così calde e morbide. Ogni volta che lo baciava il suo corpo si incendiava. Ogni volta era migliore della volta precedente. Eppure contrapposta alla sua gioia Dominique provava una certa ansia: sapeva che prima o poi la loro storia sarebbe finita e lei avrebbe sofferto tantissimo.
Si staccarono al rumore di passi frenetici dietro di loro. Voltandosi, Dominique incontrò lo sguardo sconvolto di sua cugina Lily e di Hugo. I due cugini la stavano fissando come se avessero visto un fantasma.
“Ma sei impazzito?” urlò Lily, ignorando Dominique e fronteggiando il fratello, gli occhi ardenti di Ginny.
James arrossì.
“Non ti devo nessuna spiegazione, Lily. Io sono felice così” mormorò lui, ma Lily non dava segno di volerlo ascoltare.
“Sì, certo!” rise sprezzante lei. Quella storia le faceva male e lei non voleva farsi da parte “ma se pochi giorni fa mi hai detto…”
Lily si morse la lingua vedendo lo sguardo lanciatole da James. Non voleva ferire il fratello.
“Fatti un po’ di cazzi tuoi, Lily” disse improvvisamente Dominique, facendo voltare Lily, che le lanciò uno sguardo infuocato.
“Mio fratello sono affari miei. Ma fai pure, vai avanti! Non sarò certo io a consolarti quando lui tornerà con Elena!” rispose infuriata, ben sapendo che stava sbagliando, che non aveva nessun diritto di parlare così a Dominique.
“Sei una grandissima puttana, Lily” urlò furibonda Dominique, avanzando a grandi passi verso la cugina che la fissava a sua volta furente “nessuno ti ha detto niente quando hai deciso di farti la tua storia d’amore con un Malfoy! Lo sai che i Malfoy hanno torturato zia Hermione?”
Scorpius lanciò uno sguardo al volto impassibile di Lily. Non immaginava che Dominique sarebbe caduto così in basso. Lui non era come i suoi nonni. Lui era una brava persona e amava Lily e il suo mondo.
Lily gli gettò uno sguardo fugace.
“Ti odio, Dominique” mormorò Lily con le lacrime agli occhi, dando le spalle a tutti e cinque i presenti e scappando via.
“Questa potevi risparmiartela” mormorò Scorpius, lo sguardo più che mai da Serpeverde  “Lily non è una ragazza facile, e può anche stare sbagliando. Ma non osare mai più parlarle così di me. Non sai niente di noi, Weasley” . Detto questo, si voltò per inseguire la sua ragazza.
Dominique cercò il volto di James con lo sguardo, ma il ragazzo stava guardando in terra con convinzione. Non poteva avere ragione Lily: si stava comportando da egoista stronza. Ma era pur sempre la sorella di James e forse era solo preoccupata dalle ripercussioni che questa storia avrebbe avuto sulla sua famiglia.
“James” mormorò, cercando di toccarlo lievemente sul braccio, ma lui si scostò. Una lacrima scese sul volto di Dominique “Ti prego, James, James!”
Ma lui stava già scappando via.
*

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Capitolo 22
*** Capitolo 22- Soulmates ***


CAPITOLO 22- Soulmates
 
Due mesi dopo…
James Potter era bello. Lo sapevano tutti e tutti ne parlavano. Molto più di quanto era stato suo padre, vicino al fascino di Ginny. James aveva due magnetici occhi e una bocca intrigante, che nei suoi sette anni ad Hogwarts gli avevano permesso di avere un discreto successo con il genere femminile. Tante erano state le sue piccole conquiste. Fino a che era arrivata Elena. Elena non era come tutte le altre, era carina, sì, ma non esplosiva. Era dolce, determinata, bravissima a Quidditch. E lui se ne era perdutamente innamorato. Nonostante tutto, era riuscito a perderla.
Dominique Weasley era bellissima ed era sempre stata la sua cugina preferita. Le voleva bene, ma non aveva mai pensato che un giorno il loro rapporto avrebbe smesso di essere platonico. Invece Domi lo faceva uscire di senno, forse perché era fragile e lo amava così tanto. Perché l’aveva incoraggiata? Perché? Eppure sapeva benissimo che non sarebbe mai potuta durare tra loro due.
James legò la lettera per sua madre al gufo della scuola, sovrappensiero. Era da un po’ che non scriveva ai suoi genitori, nonostante presto o tardi gli avrebbe rivisti tutti. Dopotutto, era fine maggio. Gli esami sarebbero cominciati di lì a poco e lui non aveva nemmeno tempo di respirare.
Né di parlare… Negli ultimi due mesi, dopo quella disastrosa gita ad Hogsmeade, l’intera casa di Grifondoro si era spaccata, così come la sua famiglia. Due mesi orribili, nei quali nessuno si parlava più.
Lui, James, non parlava più con Dominique. E lei non lo cercava. Ma se da una parte a lei mancava terribilmente, James era sollevato. Aveva combinato un casino inutile. Lui non aveva mai amato Dominique e l’averla incoraggiata era stato un atto di stupida follia. Aveva ferito lei, se stesso ed Elena.
“Oh”.
Un sospiro sorpreso fece voltare James verso l’entrata, dove un’abbronzata Elena lo stava fissando.
“Elena” mormorò James, immobile. Il cuore stava per uscirgli dal petto. Era la prima volta da quando si erano lasciati che erano da soli. Lui e lei. Elena e James. Quante volte aveva pensato a lei in quei giorni, al suo profumo, al suo respiro…alla sua voce e risata. Ogni volta che la captava nella sala Grande aveva l’impulso di alzarsi e baciarla.
Ma Elena non lo guardava più. Aveva saputo della gita ad Hogsmeade. Aveva cercato di evitarlo ed evidentemente ci era riuscita. Fino a quel giorno.
“Pensavo…che non ci fosse nessuno” disse lei, una nota di disappunto sul volto “faccio veloce. Poi me ne vado”
“Non devi andartene per me” rispose James, fissandola. Quanto avrebbe voluto in quel momento cancellare la stupida storia con Dominique e tornare al momento in cui l’aveva tra le sue braccia.
“Sì” mormorò Elena, gli occhi velati di lacrime “avevo promesso a me stessa di non guardarti mai più”.
Detto questo, si diresse verso il proprio gufo, nascondendo le lacrime a James, che di fianco a lei, ancora immobile, la studiava.
“Non ho smesso un attimo di pensare a te, Elena” mormorò infine, dopo istanti lunghi come ore. Elena non si voltò, le mani tremanti mentre spediva la propria lettera.
“Ti ricordi San Valentino?” continuò lui, implacabile “Ti ricordi cosa mi hai detto?”
“Buon S. Valentino, Elena” disse James, porgendole un cioccolatino che aveva afferrato al tavolo di Grifondoro. Elena non potè fare a meno di sorridere, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Grazie, James” iniziò, esitante “a cosa devo questo gesto?”
James si strinse nelle spalle.
“Ti considero ancora la mia ragazza, forse. Anche se non so se stare insieme sia una buona idea, al momento” rispose James. Elena si morse un labbro, chiaramente in difficoltà.
“Noi non stiamo più insieme, James” mormorò “e non a causa mia”
“So che ti ho fatto soffrire” ammise James “e ho fatto soffrire Dominique…e ho sofferto io” aggiunse “per questo penso che sia meglio così. Ma io non posso smettere di essere innamorato di te e S.Valentino è la festa degli innamorati, quindi…Buon S.Valentino” disse James, sorridendo.
Elena lo fissò intensamente per qualche istante, poi mise il cioccolatino in borsa e si alzò.“Se la metti così” disse rivolta a James, che la stava fissando “mi sa che anche io devo augurarti buon san Valentino” Si chinò a poggiò un delicato bacio sulle labbra di James, sfiorandogli la guancia con una carezza. Poi gli rivolse un sorriso triste e se ne andò.
“Mi hai detto che mi amavi ancora. È cambiato qualcosa, Elena? Perché capirei. Ti ho fatto del male, ti ho ferito. Ho sbagliato tutto. Dominique…è vero, le voglio bene, Elena, ma… è stato solo un errore stupido di uno stupido come me. Però capisco se tu non mi ami più. Io non mi amerei più”
“Ma so anche che io ti amo ancora, Elena. L’ho sempre saputo ma pensavo che fosse tutto perduto, perché io non ti meritavo. Tu sei dolce, buona, una strega eccezionale. E io? Un povero idiota. Ma poi un giorno ti ho vista volare. I tuoi lunghi capelli volavano intorno a te. E sul tuo viso c’era il più bel sorriso del mondo. Perché stavi volando! Eri nel nostro elemento. E…so che non ha senso, ma ho capito una cosa. Tu sei la mia anima gemella, Elena!”
Elena si voltò piangendo.
“Non ha il minimo senso, James!” si avvicinò a lui, spingendolo con rabbia, i pugni serrati “tu mi hai fatto del male! Tu! Stupido idiota Grifondoro! Tu non sei affatto la mia anima gemella, ma come ti permetti? Mi hai tradito. Con. Tua. Cugina!”
James non cercava neanche di proteggersi dai pugni di quella piccola furia della sua Elena.
“Ti amo” mormorò di nuovo “non smetterò mai di ripertetelo…Guardami” disse, prendendole il volto tra le mani “ti prometto che ti riconquisterò, fosse l’ultima cosa che faccio”
*
Giugno, Espresso di Hogwarts
 
Lily Potter stava baciando indisturbata Scorpius Malfoy, il ragazzo che nell’ultimo anno scolastico aveva imparato ad amare più di se stessa. Lei e Scorpius avevano grandi piani per quelle vacanze estive, grandi piani per la loro storia d’amore, che, al momento, sembrava apparentemente infinita.
“Aheeem”
Lily mugugnò qualcosa prima di smettere di baciare il proprio fidanzato e si voltò per vedere chi era che li aveva disturbati.
“Rose” sbuffò, osservando la cugina che senza imbarazzo si sedeva di fronte a loro. Scorpius sbuffò a sua volta, incrociando le braccia al petto.
“Che c’è, Weasley?” mormorò, come se la loro breve, brevissima, parentesi romantica non fosse mai neanche esistita. Lily la considerava una bella cosa, assolutamente.
“Devo assolutissimamente parlarti di Catherine” sbuffò Rose, arrossendo vistosamente “lei…lei mi fa impazzire”
Lily nascondette una risatina. Negli ultimi mesi aveva visto il rapporto di Rose e Catherine evolversi fino ad arrivare ad una consolidata e adorabile relazione. Rose tuttavia era molto fragile, perché Catherine era bellissima e carismatica, tutto il suo opposto insomma.
“Che è successo?” chiese Scorpius, sopracciglio alzato ed aria divertita. Era diventato il confessore della rossa e la cosa era per lui una fonte di divertimento.
“Io la amo, Scorpius” disse teatralmente Rose, l’espressione volutamente sofferente “e gliel’ho detto. Stamattina. E sai cosa ha risposto?” urlò improvvisamente inalberata.
“Non lo so, Weasley. Non ti ho piazzato cimici in camera” rispose il Serpeverde. Lily stava sorridendo.
“Beh, ha risposto che non sapeva cosa rispondere” disse Rose. Lily non la trovava una risposta irragionevole.
“Ma non mi dire” Scorpius le lanciò un’occhiataccia, dato che anche Lily non gli aveva risposto la prima volta che lui le aveva aperto il proprio cuore “forse la persona più adatta a dirti cosa vuol dire una risposta del genere è proprio la tua cuginetta”
“Vuol dire ti amo anche io ma non ho il coraggio di dirtelo o non me ne sono ancora resa conto” disse Lily, girandosi verso Scorpius e sorridendogli con tutto il suo amore “Lei ti ama, Rose, si vede. Non ti perde d’occhio, ti ha fatto la corte, sta con te rifiutando la corte di tanti bei ragazzi e ragazze…”
“Che bei ragazzi e ragazze?” chiese Scorpius, improvvisamente attento. Lily scoppiò a ridere e lo baciò con trasporto.
“Okaaay” riprese Rose, alzandosi “ho capito. Vado a baciarla così anche io”
           *                  *                *
Elena stava leggendo un libro cercando di capire come fare per diventare un dottore in Magisprudenza, quando la porta dello scompartimento si aprì e Dominique Weasley in tutta la sua impressionante bellezza si stagliò nel suo campo visivo. Era sempre bellissima e ciò fece infuriare Elena in un nanosecondo.
“Sieyes, ciao, ti posso parlare?” chiese con voce dolce Dominique, sedendosi di fronte a lei. Le sue compagne erano con i loro ragazzi e lei era rimasta da sola nello scompartimento. Annuì, poco convinta. Provava ancora del risentimento verso la bionda che si era innamorata di James ed intromessa nella loro relazione, provava rabbia e rifiuto verso il suo essere la povera vittima lasciata da James, quando la tradita era lei, Elena, e soprattutto era furiosa con se stessa perché non riusciva né a smettere di amarlo né a perdonarlo. E stava malissimo.
“Mi dispiace” mormorò, fissandola con i suoi intensi occhi azzurri. “Scusa se ti ho fatto del male innamorandomi di lui, di mio cugino. Hai vinto, Elena”
“Ho vinto?” ripetè incredula Elena, sentendo il bisogno di schiantarla “Se puoi notare, io e James non ci parliamo da mesi, per colpa tua. Io ho il cuore spezzato da mesi, per colpa tua. L’uomo che amo è irraggiungibile, per colpa tua!”
“V-Voi non siete tornati insieme?” chiese con voce tremante Dominique “L-Lui non ti ama più?”
“Dice di amarmi con passione ogni santo giorno” le sbattè in faccia Elena, con malcelata soddisfazione “ma non gli credo più. Quindi, hai vinto tu. Adesso vattene. Per favore”
“Elena, non ho mai voluto farti soffrire. Io…Io pensavo davvero che lui fosse innamorato di me, che tu fossi solo una copertura. Mi sbagliavo. Comunque, se ti può consolare, sto malissimo da mesi e mesi per colpa sua.”
Elena fissò il volto pallido  e gli occhi pieni di lacrime di Dominique e non si sentì per niente meglio.
“Non mi consola per niente.”
Dominique si alzò, sospirando, ed uscì dallo scompartimento con le lacrime agli occhi. Aveva finito la scuola, non avrebbe mai più rivisto Hogwarts. Ma era felice di non essere più tenuta a vedere James ogni santo giorno. Certo, era suo cugino, ma lei lo avrebbe evitato. Ad ogni costo. Doveva solo parlargli un’ultima volta…
Lo scorse mentre parlava con Fred.
“James” lo chiamò, decisa ma spaventata. Non si parlavano da quel disastroso pomeriggio ad Hogsmeade.
“Ho bisogno di parlarti”
James la seguì in uno scompartimento vuoto e si sedettero, l’uno di fronte all’altro. James era emozionato e nervoso, dopotutto voleva molto bene alla cugina e non sopportava di vederla soffrire così per un idiota come lui.
Dominique gli sorrise debolmente e gli prese la mano, dolcemente. Lui si irrigidì e Domi lasciò la mano, mortificata.
“Mi dispiace averti perso” mormorò.
“Non mi hai perso per sempre. Sei mia cugina e tengo tanto a te” rispose James, riprendendole la mano e stringendola “solo che non riesco ad amarti come meriti”
Una lacrima solitaria scese sul volto di Dominique.
“Lo so. Vorrei dire lo stesso per me” sussurrò, quasi a se stessa “Comunque volevo chiederti scusa. Ho rovinato tutto… La tua relazione con lei e il nostro rapporto”
“Non scusarti” la riprese James “hai fatto ciò che ti sentivi. Scusami tu, semmai. Sono io che mi sono incasinato con te”
“Sono stata felice di quei casini” rispose Dominique, sorridendo “e spero che tu possa essere felice, anche senza di me”
*
Lily salutò con un bacio appassionato il suo ragazzo prima di scendere dal treno, consapevole che avrebbero avuto davanti a sé un’estate da vivere appieno, con vari pernottamenti di Lily Potter nell’immensa villa Malfoy. Zio Ron le avrebbe tolto il saluto, ma era un prezzo che era disposta a pagare.
“Mi mancherai” le sussurrò Scorpius, a fior di labbra “e ti amo.”
Lily sorrise, continuando a tenerlo stretto a sé. Era stato un anno folle ma per certi versi bellissimo. Non poteva credere di star baciando Scorpius, per di più trovandosi follemente innamorata di lui.
“Ti amo” rispose lei, stringendolo e sbirciando sopra la sua spalla.
Rose e Catherine stavano sorridendo e tenendosi per mano, la testa di Rose poggiata sulla spalla di Catherine.
Alice e Hugo ci stavano dando dentro appassionatamente, tanto che Lily si chiese se Alice fosse posseduta. Forse le sarebbe mancato il suo uomo.
James stava salutando Elena, che sembrava avere molta fretta di andarsene. Ma nel momento in cui James la afferrò per un braccio, Elena gli ficcò letteralmente la lingua in gola.
Dominique fissava immobile quella scena surreale.
“James mi sta imbarazzando” sorrise Lily, al che Scorpius si voltò scoppiando a ridere.
Era tutto perfetto. Quasi.
*******

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