Io sarò il tuo fiore di loto

di just_be_free
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel bellissimo fiore di loto ***
Capitolo 2: *** Questo amico sconosciuto ***
Capitolo 3: *** Il mio principe. ***
Capitolo 4: *** Tu sei il mio fuoco. ***
Capitolo 5: *** Anche il sogno più bello ad un certo punto finisce. ***
Capitolo 6: *** Dimmi come ti senti. ***
Capitolo 7: *** Per te. ***
Capitolo 8: *** Promesso. ***
Capitolo 9: *** Se mi aprissi il tuo cuore. ***
Capitolo 10: *** Vorrei essere il tuo fiore di loto. ***



Capitolo 1
*** Quel bellissimo fiore di loto ***


QUEL BELLISSIMO FIORE DI LOTO.

2054.

Mi chiamo Harry Styles, ho 60 anni e sono qui per raccontarvi la mia storia. Non vi racconterò una banale storia d'amore dove il vero amore prevale sempre sulle ingiustizie e dove i personaggi sono sempre valorosi, coraggiosi e innamorati alla follia.... bhe sì, noi eravamo innamorati alla follia forse anche di più, ma eravamo anche stupidi, sognatori nati pensando di avere tutto e morti non avendo nulla, o più o meno...

Ma ogni bella storia deve pur cominciare dall'inizio quindi...

Sono nato in un piccolo paesino della Gran Bretagna, Holmes Chapel, l'uno Febbraio del 1994, ma ho iniziato veramente a vivere al compimento del mio sedicesimo compleanno.

 

2010.

Il respiro è affannato, la gola brucia al contatto con l'aria gelida inspirata, come se mille schegge la perforassero, ma io continuo a correre per l'infinito campo bagnato, cercando di dimenticare le parole di mio padre. No, non è mio padre, non è neanche un uomo per aver detto quelle cose a mia madre, mia madre, quella donna troppo dolce per odiarlo e troppo fragile per amarlo, così fragile di aver bisogno sedute dallo psicologo e tanti, tanti farmaci per farla sorridere abbastanza da farla sembrare viva.

Mi prometto che questa sarà l'ultima volta che la tratterà così, ma so anche che quando succederà nuovamente non avrò il coraggio di urlargli contro tutto quello che mi porto dentro, quello che lui si merita, ma invece ingoierò odio, nervoso e delusione, per me stesso. Dovrei fermarmi e tornare indietro e fare quello di cui non ho il coraggio, ma invece, da vigliacco, continuo a correre verso un punto indefinito.

Ad un certo punto mi ritrovo con la faccia a terra e le mani sbucciate e doloranti per l'improvviso impatto con il suolo. Ma che cazzo, capitano tutte a me? Mi scappa un urlo poco etero quando sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla. Com'è possibile che ci sia qualcuno in questo posto dimenticato da Dio?

Alzo lo sguardo verso la figura umana e mi ritrovo davanti due occhi azzurri così profondi da venir voglia di immergermi dentro e non uscirne mai più. In quel gelido pomeriggio invernale londinese sento di non aver bisogno di maglioni per sentire caldo, di non aver più bisogno di una casa, di vizi, di soldi, di sesso per essere felice, di non aver più bisogno d'aria per vivere, perchè ora ci sono quegli occhi che mi avvolgono nel loro azzurro caldo e mi terranno in vita per sempre.

Una risata cristallina mi distoglie dai miei pensieri e scopro un viso angelico, con un sorriso che mi fa male allo stomaco, che fa compagnia a quei bellissimi pozzi blu.

“Stai bene?” le sue labbra si muovono scoprendo una dentatura perfetta. Ora mi sta guardando come se avessi qualcosa che non va e mi ricordo che mi ha appena parlato.

“Cosa?” mi esce una voce stridula rispetto alla mia bassa.

“Ti ho chiesto se stai bene”

“Ah sì bene, bene” cerco di alzarmi ma una fitta al ginocchio mi fa inciampare gemendo.

“Non mi sembra proprio che tu stia bene! Vieni, ti aiuto ad alzarti” il suo braccio veloce mi afferra per il busto e mi fa alzare. Deve essere molto muscoloso perchè, sarò anche abbastanza magro, ma fra altezza e un minimo di muscoli non sono proprio un peso piuma!

“Grazie, non ce n'era bisogno comunque” Appena mi libero della sua presa ferrea il ginocchio mi cede e so di stare precipitando nuovamente verso il basso quando con tutte e due le braccia mi afferra lasciandosi scappare una piccola risata. E' più basso di me di un paio di centimetri ma è sicuramente più forte e probabilmente più grande.

Ma questa volta non mi devo far distrarre dai suoi occhi o dal suo fisico, perchè mi sto rendendo già abbastanza ridicolo!

“Dove ti fa male?”

“Da nessuna parte, è solo che... che il ginocchio mi ha ceduto”

“Allora ti fà male il ginocchio?”

“No! E' solo che....” adesso che cosa mi invento? Cerco una soluzione in fretta ma l'unica che mi viene in mente è dirgli la verità. “Sì, bhe mi fa abbastanza male il ginocchio proprio qui” gli indico la parte dolorante e lui in un attimo mi fa distendere sul terreno umido.

“Posso?” chiede con le mani già pronte a tirarmi su l'estremità dei pantaloni della tuta.

“NO!” scatto lontano da quella strana immagine di perfezione, ma lui ridendo mi raggiunge.

“Era una domanda retorica! E poi mica ti stupro!” il suo viso accenna a una risata e io non posso sottrarmi dal paradiso.

“Bhe e io come faccio a sapere che non mi stuprerai? Non ti conosco!”

“Hai ragione, ma come vedi ti sto aiutando. E poi come potrei rovinare un fiore di loto?”

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Capitolo 2
*** Questo amico sconosciuto ***


QUESTO AMICO SCONOSCIUTO.

 

Il ragazzo angelico mi portò a casa sua dopo aver visto le mie smorfie al pensiero di ritornare a casa mia da solo.

Mi portò in un grande cottage abbastanza distante dal piccolo appartamento dei miei, nel breve tragitto mi disse di chiamarsi Louis e che lui abita qui solo d'inverno, mentre d'estate ritorna a Londra, mi informò di avere 20 anni e di voler diventare uno scrittore. Io dalla mia parte non volevo smettere di sentire la sua voce incantevole e non volevo neanche raccontargli la mia triste vita, odiato dal padre e abbandonato dalla madre, così mi limitai a dirgli il mio nome e la mia età.

Arrivati alla dimora mi medicò e mi raccomandò di non camminare più del necessario e di non sforzare il ginocchio, fu molto premuroso con me, mi fece distendere sul divano e dopo una tazza di te mi coprì con una coperta quando vide che mi stavo per addormentare.

Ora sono ancora qui sul divano a fingere di dormire e a sentire il profumo che pervade questa casa che sa di lui, di un buonissimo sapore di melograno, non so perchè mi voglio trattenere in questo luogo, non so neanche perchè mi sono lasciato trascinare in una casa di uno sconosciuto, perchè sì, Louis era questo, uno sconosciuto.

Mi lazo faticando dal divano e dopo due minuti mi ritrovo ad osservare le foto sparse per quello che dovrebbe essere il soggiorno, le fotografie ritraggono una ragazza bellissima dai capelli lunghi e rossi, con gli occhi grandi e azzurri come quelli di Louis. Mentre contemplo la bellezza raffigurata nella foto sento male, non un male fisico, ma neanche morale, una sensazione che sta in mezzo. Come una fitta appena sotto le costole che però mi rende triste invece che dolorante. Un dolore inclassificabile, mai provato e che non voglio neanche riprovare perchè non ti lascia cicatrici visibili sulla pelle ma è anche peggio perchè è qualcosa che rimane lì, sul tuo stomaco e non intende andarsene, puoi passare la migliore giornata della tua vita ma quel peso che senti sotto le costole ti ricorderà sempre che c'è qualcosa che ti turba, qualcosa che ti rende triste. Cerco di ignorare la sensazone alquanto sgradevole e noto che molte delle cornici sono vuote, e questa è una delle cose più strane che io abbia mai visto.

Faccio per andare verso una sala dove scorgo un pianoforte ma, al mio stupido ginocchio viene in mente di cedere proprio in quel momento. Appena toccato il pavimento quelle braccia che già conosco a memoria e che sento essere già miei protettrici mi tirano su facendomi girare e ritrovandomi il suo viso a pochi centimetri dal mio. Le sue braccia si stringono intorno alla mia schiena mentre io mi perdo nei suoi occhi, e sento i suoi occhi dentro a i miei che cercano qualcosa che sicuramente non so dargli. Perchè io non sono mai stato in grado di accontentare le persone, di esserne cura per i loro dolori, ma anche solo di capirli e proteggerli.

“Da quant'è che mi osservi?” la voce trema appena per la vicinanza, il mio sguardo cade sulle sue labbra rosse appena dischiuse da cui esce il suo respiro fresco, ha un sapore indescrivibile che mi inonda il corpo facendomi involontariamente avvicinare per poter toccare la sua bocca e per poter sentire il suo respiro su di me che mi travolge come un'onda che si abbatte su una scogliera. E io Voglio essere quella scogliera, Voglio sentire quelle onde che si abbattono su di me, Voglio non poter più respirare per poter essere avvolto da questo paradiso. Dio, sono così vicino che riesco a sentire sul mio petto il suo cuore martellante.

“Da poco” sobbalzo ritornando alla realtà allontanandomi abbastanza da poter aver un minimo di lucidità con il suo respiro addosso. Mi ritorna in mente la ragazza delle foto e con voce sottile, sperando forse che lui non mi senta in modo da non poter mai sapere la dura verità, gli chiedo chi sia.

“Lei è.... era Ellie, mia sorella, o-ora non c'è più.... insomma è....”

“Shh. Ho capito, mi dispiace” lo fermo prima che l'acqua salata che ora inonda i suoi, i miei pozzi blu sgorghi fuori. Il rimorso più grande che ho è che ho lasciato che la mia stupida curiosità lo ferisse, che gli rammendasse un brutto ricordo che cerca di dimenticare.

Quegli immensi occhi si chiudono per un attimo, prende un respiro profondo e quando li riapre sono i soliti solo con una punta di tristezza, ma quasi impercettibile.

“Io ora cucino una torta, mi aiuti?” sorride speranzoso di una risposta positiva che non tarda ad arrivare e io riamango totalmente sbalordito dal suo cambio di umore sicuramente apparente, ma io vorrei dirgli che non deve fingere di stare bene con me, che se vuole piangere sono qui e che voglio consolarlo, fargli capire che voglio esserci per lui, per questo amico sconosciuto.



Ciaooo 
questo è il secondo capitolo, è breve e penso che non pubblicherò mai un capitolo troppo lungo.
Comunque, vi piace? Spero di sì!!
La storia si sta ancora formando e forse la troverete un po' noiosa o priva di significato ma non vi preoccupate che dal prossimo capitolo ci sarà una svolta che porterà dei cambiamenti...
comunque non voglio anticiparvi nulla! recensite! voglio sapere i vostri pareri!
ora vado ciaoo
                 Chiara.
 

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Capitolo 3
*** Il mio principe. ***


IL MIO PRINCIPE.
 

“Stai scherzando, vero? Lo spero proprio Lou! Io non lo farò mai! Te lo scordi”

“Per favore! Io voglio un mio ritratto! Cosa c'è di male se....”

“Non se tu sei nudo!” lo interrompo cercando di trattenere una risata.

In realtà l'idea di vedere Louis nudo e di poterlo anche osservare senza sembrare un maniaco mi fa eccitare non poco. Insomma da quando qualche giorno fa mi ha chiesto se potevo fargli un ritratto dove lui posava nudo non faccio altro che pensare al suo perfetto corpo da statua da dio greco davanti ai mie occhi affamati e alle mie mani bramose.

Ormai sono due settimane che vivo qui e ogni volta che accenno al fatto che dovrei tornare a casa mia lui mi risponde che non devo farlo per forze perchè gli fa piacere avermi in giro per casa. Anche a me farebbe piacere abitare con un ragazzo come lui, se non fosse che ogni volta che si china o che lo vedo in boxer o a petto nudo ho una voglia quasi irrefrenabile di saltargli addosso e di esplorare il suo corpo ovunque con i miei occhi, le mie mani e sicuramente la mia bocca. Infatti l'unico motivo che non mi fa ritornare a casa, a parte il fatto di cosa o meglio di chi troverei, è che non posso astenermi da Louis. Come farei ad alzarmi la mattina se sapessi che non ci sono gli occhi di Louis che mi aspettano scintillanti? Come farei ad addormentarmi la sera se non ci fosse il profumo di Louis che mi culla? È diventata una droga, della migliore qualità, e ne sono diventato dipendente in così poco tempo che stento a crederci anche io. Ma ne sono troppo assuefatto per curarmi, e questo mi spaventa, ed ogni volta che penso che sarebbe meglio fuggire da questo dolce inferno lui arriva accompagnato dalla sua voce squillante e da una proposta allettante che mi fa dimenticare la mia aumentante dipendenza.

“Neanche se....” si avvicina lentamente e in modo estremamente sensuale da far sembrare quei pochi metri che ci separano chilometri.

Le sue labbra sono leggermente aperte e dannatamente rosse e la voglia di farle combaciare con le mie è irrefrenabile.

È a due centimetri da me e io sono appoggiato a bancone della cucina dove non ho vie di scampo, ma anche se ce ne fossero io rimarrei lì ad essere sommerso dal suo profumo.

Il suo petto si schiaccia contro il mio, i suoi occhi sono maliziosi, e io non posso che avere un'erezione nei pantaloni. Nella mia mente già si delineano immagini delle sue labbra sulle mie, della mia lingua nella sua bocca e i nostri bacini che combaciano. Ma il suo viso non mi sfiora neanche, lo avvicina al mio orecchio, il suo respiro tocca la mia pelle facendola rabbrividire e la sua voce si insinua in me, lasciandomi completamente deluso.

“Neanche se.... se ti preparassi le crepes con la nutella?” la sua lingua schiocca sul palato e io sono più che certo che lui non abbia fatto tutto questo solo per prendere un cazzo di barattolo di nutella da dietro la mia schiena che ora mi sventola davanti al viso con un sorriso da ebete.

Ma la mia voglia di lui è troppo per soffocarla, quindi occupando quei centimetri che ci sono fra di noi, schiacciando il mio petto su di lui e avvicinandomi così tanto da sfiorare il suo naso lo guardo negli occhi e sto per fare quello che potrebbe mandare la nostra amicizia a farsi fottere, ma l'unica cosa che in questo momento mi interessa è assaggiarlo.

TRIN-trin. Il mio cellulare ha intenzione di rovinarmi la vita, ho capito! Lui mi guarda con un sorriso divertito e capisco che si è appena accorto della mia erezione. Cazzo!

“Pronto?” rispondo al telefono senza guardare neanche chi sia.

“Dove cazzo sei? Tua mamma è stata male e tu non ci sei stato per due fottute settimane!” la voce di mio padre mi perfora le orecchie lasciandomi scioccato. Non mi ricordavo neanche di avere una famiglia, se così si può considerarla, talmente ero impegnato a soddisfare le mie voglie.

“Cosa? Cioè cosa è successo? Aspetta arrivo subito” chiudo la chiamata scoprendo la faccia di Louis preoccupata. Mi muovo veloce a prendere un cappotto e mi avvio verso la porta.

“Dove vai? Cos'è successo?” la sua voce trema e lui mi segue con passi incerti.

“Da mia madre, sta male” lo guardo negli occhi e li trovo paurosamente grandi e spaventati.

“Ah ok. Quando torni?” nella sua voce c'è preoccupazione.

“Non lo so. Non so neanche se ritorno” ma che cazzo di domande fa??

“Come? Come non ritorni? Ma io ti ho ospitato e tu ora vai e basta?” i suoi occhi si riempono di lacrime ma mischiato alle lacrime c'è frustazione, rabbia.

Non so cosa dirgli! Cosa pretende?! Perchè quel ragazzo dal sorriso smagliante ora sembra un pazzo sull'orlo di una crisi?

“.....” non ho tempo per lui, per quello che vorrei realmente fare, devo andare da mia mamma e ho già sprecato troppo tempo e ora lei sta male. Non sono mai riuscito a volergli bene realmente come un figlio dovrebbe fare, ma è comunque la donna che mi ha dato alla luce e pensare che stia soffrendo in compagnia di quel pazzo mi fa preoccupare.

Distolgo lo sguardo dai suoi occhi quando una lacrima solitaria gli riga il viso perfetto. Sono io la causa di questa crisi, solo io. Ma ora non posso pensare anche a lui e alle sue pazzie.

Apro la porta e il freddo pungente mi investe ricordandomi la mia missione.

 

Tutta la casa è a soqquadro, scatoloni, mobili, vestiti ovunque. C'è nell'aria puzza di alcol e di medicinali.

“Mamma?”

“.....”

“Papà”

“.....”

Scavalco quello che sembra il mondo intero pronto ad ostacolarmi e mi ritrovo nel soggiorno, con mio padre ubriaco che mi guarda beffardo dalla poltrona.

“Ti sei deciso a tornare alla fine” biascica tutte le parole ed emana puzza, oltre all'alcol, di fumo.

“Dov'è mamma?” una risata è la risposta, e per chi può non significare nulla, per me significa tutto, ma anche tutta la mia ira che non riesco più a trattenere e che lascio uscire liberandomi di un fardello enorme.

“Cosa cazzo hai fatto, bastardo?” le parole si mischiano ai singhiozzi e lui mi guarda con quell'espressione mista fra sorpresa e terrore.

“Eh? Mi vuoi rispondere, brutta testa di cazzo? Sei un idiota! Non hai mai fatto nulla per aiutarla, per aiutare me! E ora che fai? Non hai più voglia di sfamarla per poterti pagare l'alcol e le puttane allora la mandi in un ospedale psichiatrico?? per te è sempre stato così, non è vero? Sempre la strada che fa più comodo a te, sempre la più semplice, anche quando lei soffriva!” si alza dalla sedia e il suo pugno si abbatte sul mio viso facendomi girare di novanta gradi.

“Ora vattene da qui, non me ne frega dove cazzo vai o cosa cazzo fai, ma l'importante è che io non veda più la tua faccia, hai capito? È ora che sparisci prima che ti rinchiuda in un manicomio anche a te” la sua voce è calma e tranquilla, è straziante stare qui davanti a lui e vedere che lui ha così poco interesse nei miei confronti che non lo ha sfiorato minimamente sapere cosa penso di lui. Trattengo le lacrime e dopo aver preso i miei vestiti, so dove devo andare, da chi spero mi riaccetterà, il mio porto sicuro, Louis.

 

Spalanco la porta e il suo odore mi investe facendomi sentire al sicuro e vorrei piangere ma devo essere forte.

“Louis?

“Loui...” la sua immagine sfocata per le lacrime che mi offuscano la vista mi si presenta davanti con gli occhi ancora rossi per il pianto che gli ho procurato e a cui l'ho lasciato solo, abbandonato.

“Scusa Harry, forse io n...” non lo lascio finire di parlare perchè non ce n'è bisogno, l'ho perdonato quando mi sono chiuso la porta alle spalle con lui dentro, e mi fiondo fra le sue braccia. Il mio viso è nell'incavo del suo collo a respirare il suo odore che mi aiuta a frenare le lacrime che ora sgorgano copiose.

Le sue braccia mi stringono a sé e mettendo le mani sulle mie gambe mi fa stare in braccio a lui per portarmi sul divano dove mi fa rimanere a cavalcioni su di lui e con il viso ancora nascosto sulla sua spalla.

Le lacrime non accennano a smettere ma io ora mi sento al sicuro da tutti e da tutto.

E solo in questo momento capisco che non è solo attrazione fisica, perchè ora so che voglio passare il resto dei miei giorni sapendo che quando tornerò a casa ci sarà lui ad aspettarmi e a proteggermi, perchè ora, anche se affranto per l'ennesima perdita di mia madre, non mi importa più di nulla e di nessuno a parte dell'angelo che ora mi infonde sicurezza senza aver proferito parola.

Sono le mani, il suo sguardo, le sue braccia, il suo corpo, il suo profumo, tutto di lui mi fa sentire a casa, dal mio Louis.

“Harry, cos'è successo?” la sua voce è calma rispetto a quella praticamente isterica di qualche ora prima.

Scuota la testa, perchè non voglio rovinare questo momento con le mie parole.

Ma lui mi prende il volto fra le mani calde e lo alza per guardarmi negli occhi e io smetto improvvisamente di piangere perchè quel mare blu calmo mi infonde una strana pace capace di tranqullizarmi anche durante ad una tempesta.

“Hei, puoi parlare cone me, io ci sono” ecco, Louis non ha problemi a esternare le sue emozioni, tutto quello che sente lo dice o lo prova con dei gesti, mentre io non riuscirò mai a dirgli quello che vorrei.

Gli racconto cosa ho trovato e cosa è successo e lui dopo aver osservato la ferita allo zigomo mi dice che va a prendere il ghiaccio ma io lo blocco posizionandomi più comodo su di lui per poi appoggiarmi al suo petto stringendo, forse un po troppo, il suo maglione per paura di perderlo.

“Non andare, non importa. Ti da fastidio rimanere qui, così?” chiedo sperando con tutto me stesso che non mi abbandoni.

“Certo che no Harrì” sussulto, il mio nome detto da lui con quell'accento francese mi provoca un colpo. Una piccola risata gli fa tremare il corpo e appoggiando il viso sulla mia testa, lo sento inspirare il mio odore per poi prendere la mia mano fra la sua facendo incrociare le dita e scoprendo la combinazione perfetta delle nostre mani. Tutto questo per me può essere descritto come un vero e proprio finale da favola, almeno per oggi.....

Ciao belle! vi è piaciuto il capitolo? a me è piaciuto scriverlo e ne sono abbastanza soddisfatta. si è scoperto un lato del carattere di Louis un pochino strano! spero che vi sia piaciuto e se avete delle critiche o dei consigli sarei felice di ascoltarli, quindi recensite! vorrei ringraziare Greta che ha la voglia di leggere durante le ore di lezione i capitoli scritti in matita con la mia bellissima calligrafia!! grazie Gretooo e a tutte quelle che leggono e recensiscono

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Capitolo 4
*** Tu sei il mio fuoco. ***


TU SEI IL MIO FUOCO.

 

“Harry! Harry!” la sua voce in questo momento fastidiosa mi sveglia dal mio sonno.

“Mhh” cerco il cuscino per nascondermi sotto ma quello che trovo è la fine del divano e.... il pavimento dove ora sono appena caduto.

“Auch!” mi lamento più che per il dolore per il brusco risveglio e una risata a pochi centimetri dal mio viso mi ricorda il perchè ero sul divano. Ieri sera mi sono addormentato con il mio Louis, abbracciati e con le nostre mani che ci legavano più intensamente delle promesse.

Apro gli occhi e quasi mi fa male guardare i suoi occhi, mi accecano per quanta luce irradiano. Penso che non mi stancherò mai di osservarli e penso anche che non se ne andrà mai questa sensazione di avere le farfalle nello stomaco. Ma mi piace, così mi ricorderò sempre quanto lo desidero, in tutti i sensi.

“E' pronto il caffè, sbrigati, dobbiamo andare in città!”

“No Lou! Ti prego ancora 10 minuti....” mi accuccio su me stesso e mi arrotolo nella coperta per non avere freddo.

“Phf Harry! Non vorrai che mi arrabbi, vero?”

“Lou per favore io v....Hahahaha! Lou smet-smettila! Soffro il solletico!” le sue mani sono sulla mia pancia e il respiro mi si blocca e inizio a diventare rosso. Chiudo gli occhi e mi abbandono alle sue mani bloccando il corpo.

Le sue mani si bloccano come il suo respiro per un secondo.

“Harry lo so che stai fingendo!”

“....”

“Harry!” mi da un piccolo buffetto sulla guancia e le sue dita cominciano a tracciare il profilo della mandibola e quando è vicino al mento mi volto velocemente mordendogli il dito. I suoi occhi sorpresi si intrappolano nei miei divertiti e da un semplice gioco quella situazione diventa qualcosa di più.

Il mare si riversa sul prato e il prato ne ha così bisogno che si sporge per essere investito meglio da quel paradiso.

Louis però salta in piedi con un balzo prima che le mie labbra si appoggino sulle sue. Abbasso gli occhi con le guance in fiamme per le mie azioni. Ho paura che sia arrabbiato ma il sorriso che scorgo sul suo volto mi fa dimenticare le mie preoccupazioni.

 

Dopo la doccia, la colazione e le mie lamentele per non uscire di casa ci ritroviamo in città in una cartoleria a comprare fogli bianchi e libri.

“Andiamo?” mi si para davanti un Louis sorridente con in mano un sacchetto enorme.

“Cos'hai preso?”

“Nulla di che, andiamo?” usciamo dal negozio e l'angelo al mio fianco sembra che stia per spiccare il volo talmente è felice.

“Hey! Ma cos'hai?” gli do una leggera spinta per fargli cambiare quell'espressione stupida dal volto che però mi piace tanto.

La sua risata acuta e meravigliosa mi fa credere che non può esserci nulla di più bello, adoro tutto di questa risata, dal modo in cui butta in dietro la testa, al modo in cui arriccia il naso e in cui il ciuffo gli si scompiglia sulla fronte. Penso di non aver mai desiderato qualcuno nel modo in cui desidero Lou. E' qualcosa che mi prende da dentro, come se quando c'è Louis il cuore volesse sfondarmi il petto ed entrare in quello di Louis. Mi sento felice, libero ma nel frattempo legato a lui in un modo forse sbagliato ma che mi fa sentire di qualcuno, al sicuro. Al sicuro da tutti ma non da lui, perchè a lui basterebbe una parola per spezzarmi, per mandarmi in frantumi incombaciabili.

 

2054.

“Allora non credevo ancora di amarlo, ma lui aveva già le idee chiare, è sempre stato più sveglio di me, capiva subito cosa ero meglio fare. Da quella sera in poi la mia vita divenne una vera e propria favola con dei piccoli lati negativi che però venivano offuscati da dei grandi momenti di felicità. O almeno per qualche anno rimase così, una storia d'amore da raccontare ai bambini per farli addormentare credendo nel vero amore.”

 

2010.

“Lou! Caz...”

“Sht!” mi tappa la bocca per non farmi imprecare dopo che mi ha appena schiacciato il piede nudo. Saranno le sei di mattina e dopo avermi svegliato in pieno sonno ed avermi bendato gli occhi mi sta portando da qualche parte in quel labirinto che lui chiama casa e che ormai anche io.

“Siamo quasi arrivati” mi lascio trasportare appoggiando la mia schiena sul suo petto e beandomi di quel momento. Appena entrati in una stanza misteriosa si stacca da me e si allontana di qualche passo.

“Dove vai?” chiedo preoccupato e triste per il distacco.

“Sono qui” il suo respiro è ora sul mio collo e il suo profumo dentro di me. Le sue mani sciolgono la benda delicatamente lasciandomi godere di una vista spettacolare. Siamo in una stanza tutta bianca con due pareti completamente a vetro che lasciano contemplare un paesaggio autunnale durante l'alba. Si vede un lungo campo, sfumato di verde e marrone contornato da piccole colline, all'estremità della pianura, dove sembrerebbe esserci la fine si scorge il sole, un fascio di luce accecante che da vita al paesaggio morto conferendo all'intera immagine e a chi la guarda una sensazione di incredulità davanti a tale magia. Mentre al centro della stanza c'è un cavalletto con appoggiata sopra una grande tela con accanto dei pennelli e delle tempere.

Non posso crederci! Louis ha fatto tutto questo per me, per rendermi felice, magari per farmi restare con lui, nella sua casa che sa di lui.

“Lou io.... io non so cosa dire, è tutto così... perfetto! E tu qui.... bhe non so proprio cosa dire”

“Se vuoi me ne vado”

“No!” mi giro verso di lui venendo sopraffatto dalla sua bellezza che, colpita dalla luce d'orata dell'alba lo rende quasi un miraggio.

Ora come farò a riguardare il paesaggio che ho alle mie spalle come prima se ho davanti l'incarnazione della perfezione? “Lou, se tu non fossi qui, con me, tutto questo non sarebbe perfetto come lo è ora. Tu rendi tutto così... non so trovare le parole per descrivere come mi sento, come Tu mi fai sentire!”

“Veramente Harry? Tu, tu stai bene con me?” la sua voce è incredula. Come può essere incredulo dell'effetto che mi fa?! Non vede che ad ogni suo respiro il mio corpo trema? Che ad ogni suo sguardo mi sciolgo?Che ad ogni suo tocco il cuore mi scoppia e la pelle rabbrividisce? Che per ogni sua attenzione scalerei l'Everest almeno dieci volte? Non vede cosa mi fa provare anche solo esistendo?

“Certo che mi trovo bene! Sarei un pazzo a non volerti!” la situazione, il cuore martellante, lui davanti a me, il suo respiro sul mio, i miei occhi nei suoi mi fanno parlare troppo ma ora è troppo tardi per ritornare indietro.

“Mi desideri? Perchè io ti voglio così tanto!” si avvicina lentamente incastonando i suoi zaffiri nei miei occhi. Il suo petto sul mio, il suo naso che mi sfiora e lui, in questo momento, mio.

“Certo Lou, certo...” il mio sguardo si sposta lentamente dai suoi occhi lucciccanti alle sue labbra incredibilmente rosse e desiderabili. Copriamo quei centimetri che ci distanziano lentamente, scrutandoci curiosi e quei secondi sembrano anni che non passano più. Sento il suo respiro sempre più vicino ma quelle labbra tanto bramate sembrano sempre più lontane e morbide, che ti viene voglia di morderle, leccarle, baciarle.

Ed ecco che dopo quel tempo eterno le mie labbra si posano sulle sue sottili e morbide, dannatamente morbide. Sento una stretta alla bocca dello stomaco, la testa leggera come dopo una sbronza e il corpo eccitato. Le sue labbra si schiudono facendomi assaggiare il suo sapore, qualcosa di cui non ho mai avuto, prima d'ora, la fortuna di assaggiare, un misto di melograno e arancia. Qualcosa che mi fa girare la testa, fresco ma anche forte, indimenticabile, che pizzica sulla punta della lingua ma che vuoi riassaggiare un attimo dopo. Come lui, una persona eccentrica, a volte pazza ma di cui non puoi farne a meno, Louis. E' così che lo descrivo, come l'arancia mista al melograno.

Le nostre lingue si intrecciano, le mie mani gli stringono i fianchi e le sue la mia testa. Il desiderio di averne di più è dentro di me e per quanto so che potrei pentirmene lo attiro ancora più attaccato a me, per sentire tutto il suo corpo aderire al mio.

Ma quel momento è troppo perfetto per essere rovinato dalla lussuria, dalla passione sfrenata, così, mio malgrado e forse mio futuro completo pentimento, mi stacco dolcemente da lui osservando che ora le sue labbra sono , se possibile, ancora più rosse di prima e più gonfie.

Mi guarda interdetto, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato, e una piccola ruga si fa largo nella sua fronte ampia. Senza riuscire a frenarle le mie dite ne contornano il perimetro distendendo la pelle e facendogli socchiudere le palpebre.

“Hai comprato dei fogli bianchi, stai scrivendo qualcosa?” i suoi occhi si aprono di scatto svelando la sostanza azzura densa racchiusa all'interno. Quel movimento impercettibile ma importante mi fa pensare di aver sbagliato, che forse lui non vuole parlare della sua scrittura. Ma io voglio sapere, sono curioso, ma ogni cosa deve avere il suo corso, deve avvenire tutto secondo un ordine preciso che viene deciso dalle nostre scelte personali. “Speravo che mi dicessi cosa scrivi nel tuo studio. Ma se tu non vuoi dirmelo non c'è problema. Volevo solo sapere qualcosa su di te.”

“Harry Styles, tu mi sorprendi sempre di più” un sorriso si estende sul suo viso e si avvicina a me strofinando la punta del suo naso con la mia.

“C-Come?” quella visione celestiale mi fa dubitare che tutta questa situazione sia reale.

“Harry tu vuoi conoscermi meglio, questo comporta il fatto che tu non sei qui solo per un'attrazione fisica! Non sai come mi stavo struggendo ieri, quando pensavo che mi avresti lasciato perchè poco importante per te! Credevo che non saresti più tornato e io non voglio essere abbandonato anche da te, mio dolce Harrì. Invece tu ora sei qui a smettere di baciarmi per scoprire qualcosa in più di me!”

Se dovessi descrivere il sorriso della persona più felice del mondo direi che è esattamente uguale a quello di Louis. E se ne dovessi descrivere le emozioni direi che sono coerenti al mio stato d'animo. Come lui ha capito che la mia non è solo attrazione fisica anche io l'ho capito scoprendo anche, che Louis, ieri, si stava “struggendo” per me! Lui, il ragazzo che tutti vorrebbero, lui, che si dispera per me, un ragazzino di sedici anni! Non sarò mai all'altezza delle sue aspettative, di Louis. Per me non ha difetti e io ne sono pieno fino al collo insieme ai problemi, cosa ci trova in me? Perchè sta sprecando del tempo con me? Forse mi sbaglio, forse lui mi inganna, forse è lui quello che desidera solo il mio corpo, forse non gli interessa nulla di me, forse...... forse sono io che mi faccio troppi problemi! Ma come faccio a esserne sicuro che lui non stia solo giocando? Alla fine non lo conosco, ma il sorriso che ha stampato in volto parla per lui, no? Ho mai visto un sorriso più sincero? Penso proprio di no. Quindi perchè sono ancora qui che mi chiedo se fidarmi o no della persona che mi ha cambiato la vita in meglio in così poco tempo?!

Riposo le mie labbra sulle sue lasciandogli un leggero bacio. Quando mi allontano di poco lui si avvicina per averne di più e mentre approfondiamo quel bacio non posso che sorridere. Ieri credevo che la mia vita sarebbe ricaduta in uno di quei baratri oscuri che fanno parte della mia infanzia, invece ora eccomi qui a baciare un angelo di cui non so nulla ma che a me basterebbe che lui fosse vicino a me per essere l'uomo più felice sulla faccia della terra. E rido, sì rido perchè non sono mai stato così contento, rido perchè lui è qui con me, rido perchè lui mi sta baciando, rido perchè dal momento in cui i miei occhi si sono posati nei suoi si è acceso qualcosa che non si potrà mai spegnere e che ora brucia dentro di me come mille fuochi accesi che mi consumano da dentro rendendomi più forte finchè lui sarà qui, con me.






Ciaoo
scusate il ritardo ma ho avuto dei problemi con la connessione!
oggi è il compleanno di Louu!!!
comunque ringrazio tutte quelle che leggeranno il capitolo e che se recensiranno ma anche chi non lo farà!
baci e Buon natale!

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Capitolo 5
*** Anche il sogno più bello ad un certo punto finisce. ***


ANCHE IL SOGNO Più BELLO AD UN CERTO PUNTO FINISCE.

 

“Non mi piace più di tanto però questa parte...”

“Lou è bellissima! È il racconto più appassionante che abbia mai letto!”

“Grazie, ma non conta, il tuo parere è di parte!”

“Ma non è vero!!” metto su un finto broncio per l'ingiustizia di Louis, non capisce che a me è piaciuto veramente il suo libro e che non sto fingendo! Ma mi accontento perchè dopo avermi baciato nella nostra stanza, sì ormai è la nostra stanza, mi ha portato nel suo studio facendomi leggere i suoi testi,e ora, sdraiati sul pavimento alle sette del mattino, commentiamo quello che lui ha scritto per anni.

Dal suo corpo scaturisce una risata vivace e girandomi a guardarlo rimango incantato ad osservarlo. I capelli disordinati sulla fronte, gli occhi accesi e maledettamente affascinanti che mi fissano blu contornati dalle occhiaie, le labbra distese in un sorriso e un'espressione felice dipinta in volto. La luce che entra dalla finestra illumina solo una metà del suo volto e crea delle sfumature dorate nei suoi capelli facendolo assomigliare ad un angelo, il mio angelo, che mi salva dalle tenebre che mi hanno accerchiato per tutta la vita fino al suo arrivo, e mi porta alla luce del sole.

È arrivato come una ventata d'aria fresca facendomi rendere conto che la vita è qualcosa di prezioso e che va vissuta con la persona giusta al proprio fianco, è arrivato facendomi ricredere dei miei pensieri pessimisti, è arrivato bello e puro.

“Non esiste qualcuno più bello di te, sei bellissimo.” le parole mi escono di bocca con tanta semplicità come si beve l'acqua. Gli si dipinge in volto un sorriso e le guance gli si imporporano.

“Scusa tesoro ma tu sei molto più bello” come può dirlo? Come può anche solo pensarlo? Anche se sono sconcertato dalla sua opinione ne sono anche lusingato e poi mi ha chiamato tesoro!!

“Lou non dire cazzate anche adesso” mi copro il viso con le mani per mimare un gesto di stanchezza in seguito alle sue parole.

In un attimo Louis è a cavalcioni su di me e con le mani mi prende i polsi per scoprire il volto. I miei occhi incontrano i suoi e non li perdono più, ogni volta che i nostri sguardi si incrociano si stringono come un patto in cui viene promesso di non guadare mai più una persona con lo stesso sguardo perchè sarebbe impossibile riprovare le stesse emozioni per qualcun'altro. Sono emozioni forti che ti consumano e quando le provi per una persona non puoi provarle per un'altra perchè quando trovi Quella persona gli doni anima e corpo e quando ,e se, se ne va, tu rimani senza niente. Perchè gli hai dato il tuo amore, le tue attenzioni, il tuo corpo e quando va si porta via tutto lasciandoti lì, nudo e incompreso.

Io penso di amare Louis, forse sono solo giovane e stupido ma per ora tutto quello che voglio è lui, senza compromessi e segreti, solo Louis. Anche se non lo conosco mi ritrovo incapace di odiare anche il suo più grande difetto, perchè potrebbe essere un pazzo, un assassino ma quando lo guardo negli occhi il mondo si ferma, il tempo si blocca e l'unica cosa che si muove è il mio cuore che pompa per mille persone. L'unica cosa a tenermi in piedi quando incrocio i suoi occhi sono proprio i suoi occhi, mi fissano e mi fanno vivere in un mondo parallelo, riuscirebbero a tenermi in vita solo per averne di più di quella visione celestiale.

“In questo momento tu, Harry Styles, mi guardi negli occhi e mi prometti che non ripeterai mai più un eresia come quella di prima e..”

“Ma Lou...”

“E non interrompermi!” finge un espressione arrabbiata e io da bravo socchiudo gli occhi come per promettergli che non lo interromperò più. Una piccola risata esce dalla sua bocca seguita da una un po' più forte dalla mia.

“Basta Harry, era un momento importante!”

“Scusa” un sussurro per non svegliarmi da questo sogno.

“Allora, stavo dicendo, che tu non ti azzarderai più a dire una cavolata come quella di prima. Poi devi promettere che farai tanti dipinti per riempire le pareti spoglie di questa casa, poi mi prometti che la mattina farai tu il caffè e che quindi ti sveglierai prima e... non ti azzardare a discutere Harry! Comunque mi prometti anche che non smetterai mai di volermi e non ti dimenticherai mai di me, prometti Harry, promettimelo”

“Prometto Lou.”

 

2054.

“ Non mi alzai mai prima per preparagli il caffè, non smettei mai di dirgli quanto fosse bello e sicuramente non dipinsi mai così tanto per riempire l'intera casa, ma non ho mai smesso un attimo della mia vita di amarlo ed è sempre stato un pensiero ricorrente nella mia mente. Quelle promesse rimangono nel mio cuore, perchè quando mi ha chiesto di prometterglielo io gli ho donato oltre ad una promessa il mio cuore. E in seguito gli donai anche il mio corpo, non per passione, sì certo anche per quello, ma soprattutto perchè volevo lui ovunque in me, nella mia mente, sulle mie labbra, nel mio corpo e nel mio cuore.”

 

2010.

Un tocco, una carezza, un bacio un po' troppo spinto ed ecco che ora mi ritrovo disteso sul pavimento senza maglietta e con Louis che mi copre il petto con i suoi baci umidi. È a cavalcioni su di me senza maglietta, con i capelli disordinati, che mi bacia e che alza lo sguardo sorridendo di quella luce che sa irradiare solo lui.

Incastra le sue dita nei miei capelli e mi bacia appena sotto l'orecchio, muove il bacino facendo scontare le nostre erezioni, provocando dei gemiti e le mie mani che si aggrappano alla sua schiena per volerne di più.

Si solleva di poco per togliersi i pantaloni rimanendo in boxer, sono attillati e si nota il suo fallo. Mi avvicino per toccare il suo corpo ma la sua mano mi respinge al mio posto per poi aiutarmi a togliere i pantaloni. I suoi occhi squadrano tutto il mio corpo mentre il suo labbro inferiore viene stretto dai suoi denti che lo rendono ancora più rosso. Butto la testa all'indietro alla vista di quello che mi sembra surreale, è così bello, così puro anche quando sta per scoparmi. Una sua mano si infila nelle mie mutande e inizia a muoversi sulla mia erezione quando lo fermo.

“Lou... sono... insomma io non ho mai...” I suoi occhi mi guardano sereni, dolci, mi tranquillizzano.

“Lo avevo capito, ma non ti preoccupare che quando arriva il momento sarò delicato”

“No Lou, non hai capito, io non lo ho mai fatto prima d'ora, nulla di tutto questo” Mi sento un bambino stupido e inesperto ma preferisco dirglielo prima di fare qualche figura.

Le sue mani si posano sulle mie guance prendendomi il viso e avvicinandolo al suo. Le sue labbra baciano la punta del mio naso prima di posarsi delicate sulle mie. E non c'è bisogno di altre parole perchè ora sono tranquillo, questi semplici gesti mi hanno calmato, mi hanno fatto capire che a lui non interessa altro che me.

Così la sua mano continua a fare quello che avevo interrotto.

In questa stanza, in questo mese di Novembre, chiunque entrerebbe non sentirebbe nulla oltre che ad un silenzio tombale, ma la realtà è che i nostri sguardi incrociati urlano parole segrete e troppo significative per dirle davvero ma che valgono più di mille parole. Louis non mi guarda e basta lui entra nei miei occhi e io non sto solamente guardando Louis, io gli sto promettendo qualunque cosa possa mai volere. E niente potrebbe distrarci da questo scambio di promesse, promesse silenziose d'amore ma più forti e durature di quelle vane dette ad alta voce.

Il silenzio viene interrotto da un mio gemito strozzato proveniente dall'orgasmo che mi ha appena provocato, la sua mano si sporca di me e i suoi occhi non si staccano neanche un momento dai miei mentre mi toglie definitivamente i boxer e mentre se li toglie anche lui.

Sono io invece a infrangere quel contatto invisibile qaundo non riesco a non rimanere affascinato dal suo corpo, ha le spalle larghe ma non troppo, il busto è tonico anche se con un po' di pancia, i fianchi sono leggermente larghi per un uomo ma desiderabili e le gambe sono robuste, forti. E tutto quello che riesco a pensare é quanto sia perfetto. Non riesco a formulare una frase, perchè la vista che ho davanti agli occhi mi stordisce, mi toglie il fiato.

Le sue mani intorno al mio collo mi fanno risvegliare dai miei pensieri e i nostri sguardi si rincontrano come le nostre bocche. Mi adagia lentamente sopra un cuscino mentre mi apre le gambe. Un suo dito si infila nella mia apertura, facendomi sussultare e interrompendo il nostro bacio.

“Scusa” sussurra sulle mie labbra prima di ricominciare a baciarle.

Le dita diventano due e si fanno spazio in me, non riesco a stare fermo, continuo a muovere il bacino per il dolore. Il cuore mi batte fortissimo e Louis lo sente così si stacca da me togliendo anche le dita. I suoi occhi mi guardano colpevoli, come se cercassero di scusarsi ma io non gli do tempo per parlare perchè lo precedo.

“Non ti preoccupare, ti prego continua” si ristende sul mio corpo lasciandomi un bacio casto prima di infilare il suo membro dentro di me. Non riesco a non farmi scappare un urlo ma le sue labbra sono subito sulle mie per baciarmi questa volta più vividamente. Comincia a spingere il bacino avanti e indietro e dopo poco il dolore sparisce sostituito invece dal piacere, dal piacere di poterlo guardare in questo momento sudato e bello, bello come non mai, piacere di poter sentire il suo profumo inebriarmi il corpo, piacere di poter avere le sue mani sul mio corpo, piacere di averlo dentro di me, in me.

E lì, distesi sul pavimento, con fogli sparsi intorno ai nostri corpi nudi, veniamo insieme, urlando i nostri nomi, una cosa spontanea, naturale, perchè il sentimento che provo per lui è qualcosa di spontaneo, che è nato dal nulla con una semplicità strabiliante e che non mi farà mai dimenticare quanto lo amo.

Esce da me sdraiandosi lentamente al mio fianco, e prendendo la mia mano si accuccia sulla mia spalla alla ricerca di calore sul quel pavimento freddo.

“Harry, io....io ti ho conosciuto soltanto qualche settimana fa e già so che ti vorrò per tutta la vita. Non so cosa mi sia preso, anzi lo so, credo di sapere esattamente cosa mi sia preso. Forse sto sbagliando, forse mi sto illudendo di aver trovato realmente la felicità ma per ora sono felice come non lo sono mai stato quindi ti dico che ti amo Harry Styles. Lo dicono tutti, è vero, forse ti sembra presto e forse pensi che fra qualche giorno, mese, anno non ti vorrò più ma ti dico che se c'è una persona su un milione che ci crede veramente in quel ti amo, allora sono io quella persona. Perchè ogni volta che ti guardo il cuore batte così forte, che mi fa male, la mente mi si annebbia e l'unica cosa nitida a cui riesco a pensare sei tu, non cosa voglio dirti o farti, ma semplicemente la tua figura, il fatto che tu esisti e che mi hai rubato il cuore, tu, Harry. Quando non ci sei penso a te, quando ci sei penso a te, quando mi fai arrabbiare penso a te, quando sono felice penso che voglio condividere la mia felicità con te. Harry io penso sempre a te,penserai che sono pazzo e fidati lo penso anche io ma ora sono felice dopo tutti questi anni quindi ti amo Harry. Perchè sei il pensiero ricorrente nella mia mente e voglio che tu ti ricorderai per sempre di me perchè io... stanne certo che lo farò.”

Mi giro e lo guardo, lo guardo e fisso nella mente tutte le sue parole, lo guardo e giuro di non dimenticarmi mai e poi mai di quegli occhi azzurri che mi fanno volare. Lo guardo perchè non so fare altro. Perchè lui con quelle frasi mi ha ammutolito, perchè non ci sono parole equiparabili alle sue, perchè lui ha reso tutto perfetto e io non posso distruggere quello che lui ha creato.

“Harry dì qualcosa per l'amor di Dio!” si allontana da me per guardarmi meglio in faccia e la pelle ora lasciata scoperta dove prima c'era lui si congela al contatto con l'aria fredda. Mi fissa ancora, con gli occhi più spalancati di prima. Mi fissa e l'unica cosa che riesco a fare è fissarlo con la bocca aperta.

Mi tiro su appoggiandomi sul mio gomito e sto per dirgli che lo amo ma non mi esce la voce, come se il cervello non fosse collegato alla bocca.

“Sai una cosa Harry? Ti capisco, sei giovane, sei un ragazzino e vuoi solo divertirti, hai ragione. Ho sbagliato io, ho preteso troppo. Mi dispiace”

Si alza rivestendosi velocemente e prima di uscire dallo studio si ferma, si volta e io... beh io rimango lì, zitto e immobile a fissarlo e lui mi lascia da solo, in questa stanza ora troppo fredda e troppo grande, piena di noi, di quel noi che lui crede non sia mai stato esistito.

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Capitolo 6
*** Dimmi come ti senti. ***


DIMMI COME TI SENTI.

Riesco a sentire i suoi passi veloci che scendono le scale e sento un vuoto dentro al petto, come una bolla d'aria che mi comprime il cuore e i polmoni.

Mi alzo velocemente, mi vesto scendendo di sotto e lo cerco correndo da una camera all'altra senza trovarlo.

Mi accascio a terra piangendo, mi copro il viso con le mani come se facendo così nessuno mi potesse vedere, perchè mi vergogno di me stesso, mi sento così stupido e vuoto, soprattutto vuoto perchè ero arrivato così vicino alla felicità, ce l'avevo quasi fra le mani e in un secondo se ne è andata. Mi sono illuso sperando di poter amare e di essere amato, invece ora mi ritrovo accasciato a terra per tenere insieme tutti i pezzi, per non rompermi definitivamente.

“Harry?” no! Lui non deve vedermi così, non merito la sua compassione e neanche la voglio.

È fermo davanti a me, ma io mi stringo ancora di più a me stesso.

Sento i suoi passi che si allontanano e poi una porta che si chiude.

Se ne è andato via da me.

Piango.

Non so fare altro, sono un codardo, uno stupido.

“Lou...” lo chiamo, con un sussurro appena udibile, ma che spero lui sentirà, deve sentirmi, deve farlo per me, per noi.

Ma lui non ritornerà baciandomi e dicendomi che è tutto a posto, lo so, ne sono certo, ho sbagliato, lui si è aperto nei miei confronti, era pronto a donarmi il suo cuore e io l'ho rifiutato.

Ma non posso lasciarlo andare, non posso lasciare andare la mia felicità senza neanche combattere per averla.

Mi completa e io non posso continuare a vivere come se lui non esistesse, quando so come mi sentirei se fossi con lui, così felice, con la testa leggera e le farfalle nello stomaco.

Devo trovarlo, devo dirglielo, devo amarlo perchè è l'unica cosa di cui sento veramente il bisogno.

Mi asciugo le lacrime, un respiro profondo, e la determinazione nelle vene, prendo il cappotto e vado, dove non lo so, ma inizio ad andare nel posto che ci ha conusciuti per la prima volta insieme.

 

 

Il vento si abbatte gelido e prepotente su di me, lasciandomi ghiacciato. L'erba è bagnata sotto le scarpe, e l'umidità passa sotto i vestiti afferrando le ossa tremanti. Non ci bado però alla guance gelate e al corpo infreddolito, voglio solo trovarlo e stringerlo fra le mie braccia sussurrando “Ti amo”.

Il cuore perde un colpo e le gambe si bloccano, lui è lì, davanti ad un laghetto a lanciare sassi.

Indossa solo un maglione leggero che rimane largo sulle spalle che si alzano e si abbassano tremando leggermente.

Vorrei stringerlo, riscaldarlo, ma sono fermo e senza possibilità di muovermi.

Dai Harry! Muovi queste gambe!

Okey non ci riesco.... ma devo riuscirci! Sono arrivato fino a qui e non posso più tornare indietro. Inspiro l'aria gelida che graffia la gola e mi avvicino lentamente.

“L-lou” si ferma un attimo smettendo di lanciare sassi per poi riprendere.

Vorrei dirgli che non sono bravo con le parole, che sono uno stupido, che lo amo e che ero troppo spaventato prima per dirglielo ma che ora sono pronto. Sono pronto per amarlo e renderlo felice, perchè è quello che si merita. Vorrei dirgli che lui mi ha salvato in queste settimane come prima nessuno ci era riuscito. Vorrei dirgli che lui è la mia luce, il mio faro nella notte che mi conduce alla felicità, da lui. Vorrei dirgli che da quando l'ho conosciuto il mio cuore batte sempre più veloce, che non riesco ad essere triste se lui è vicino a me. Vorrei dirgli che anche se sono giovane credo di aver capito cos'è l'amore, che con lui non sto giocando, che io lo amo per come è e che mai cambierò idea. Vorrei dirgli così tante cose... ma l'unica che riesco a dire è la più semplice.

“Ti amo” Si blocca.

“Ti amo”

Le spalle non si alzano e abbassano più e le mani sono rigide sui fianchi, poi d'un tratto si gira con gli occhi più belli che abbia mai visto. Non sono blu, o azzurri o grigi, hanno semplicemente dentro una scintilla che li rende così affascinanti, così profondi, così belli che mi tolgono il respiro e mi estraniano dal mondo.

Lo vedo avvicinarsi e il suo profumo arriva veloce a me come il suo corpo che mi stringe e il suo viso sul mio collo che mi tranquillizza.

“Anche io, Harry. Anche io.”

 

 

2013.

“Lou!” guardo veloce le altre buste che ho in mano da parte dell'università, ma il mio sguardo si concentra su quella piccola lettera indirizzata a Louis da un certo Mark Tomlinson. È sicuramente suo padre e la cosa più strana è che io credevo fosse morto.

Cioè, Louis non mi ha mai parlato della sua famiglia in tre anni di relazione e ogni volta che provavo a scoprire qualcosa lui mi diceva che non era importante, quindi io ho dedotto che ci fosse stato qualche importante lutto, oltre a quello della sorella, che non voleva ricordare.

Per me è importante sapere tutto di lui, soprattutto le cose che lo feriscono, ma dopo alcuni tentativi falliti ho deciso che me lo avrebbe raccontato lui quando si sarebbe sentito pronto.

Arrivo nel suo studio dove lui sta finendo di scrivere il suo libro, fra poco lo farà pubblicare, ne sono sicuro. In questi è giorni è così eccitato all'idea che potrà vedere il suo lavoro in qualche scaffale di una libreria che continua a tormentarmi con la possibilità che potrebbe diventare persino famoso. E io sono così felice che dopo tutti questi anni di duro lavoro verrà ricompensato. Secondo quello che scrive è una vera opera, ma come dice lui il mio giudizio è di parte, quindi sono ansioso anche io di scoprire cosa ne penserà la gente.

Le sue dita battono veloci sula tastiera e il ciuffo di capelli ricade disordinato sulla fronte imperlata di sudore.

“Lou, c'è una lettera per te da parte di un certo mark Tomlinson” alza gli occhioni blu ancora più grandi del solito su di me.

“Cosa?” si alza velocemente e porge una mano verso di me aspettando che gli dia la fatidica lettera.

“Chi è?” chiedo mentre lui scarta tremante la lettera. Inizia a leggere muovendosi da un lato all'altro della stanza senza degnarmi neanche di uno sguardo.

“Louis, chi è?” i suoi occhi scorrono veloci sulle parole scritte a computer.

“Lou, che cazzo dimmi chi è!” si ferma un istante, mi congela con lo sguardo più duro che possiede e poi ricomincia a leggere.

“No ma grazie per l'attenzione!” inizio ad arrabbiarmi. Perchè cavolo non mi risponde? Gli costa troppa fatica dirmi che è suo padre, o suo zio o un cavolo di parente!?

Smette di leggere rimanendo a fissare il vuoto con il sorriso sul volto e gli occhi pieni di aspettativa, quasi dolci.

“Ora ti degnerai di dirmi chi è questo Mark Tomlinson?”

“Mio padre....”

“Bene! E quindi? Cosa c'è di tanto strano da rubare tutta la tua attenzione?”

Adesso alza lo sguardo verso di me e vedo tutta la tristazza che ha sempre cercato di reprimere attraversare i suoi occhi e posarsi pesante sulle lacrime che tenta di trannere.

“Hey Lou” mi avvicino stringendolo fra le mie braccia e facendogli posare il viso sul mio petto. In questi anni sono cresciuto talmente tanto che sono almeno dieci centimentri più alto di lui, quindi ora è obbligato ad alzarsi sulla punta dei piedi per lasciarmi sulle labbra un bacio veloce ma altrettanto sentito e dolce.

“Hey amore cosa succede? Vuoi parlarmene?”

Annuisce stancamente prima di lasciarsi trascianre sul divano che c'è ad un lato della stanza.

Si stacca da me e dopo aver preso un respiro profondo incomincia a parlare.

“Harry io non ti ho mai parlato della mia famiglia perchè da un po di anni a questa parte loro non pensano più che ne faccia parte, o almeno credevo così prima di leggere questa lettera.

Sono cresciuto in una famiglia molto ricca, mio padre è a capo di diversi studi molto importanti. Ma non per questo la mia infanzia è stata semplice. Fin da piccolo mi ribellavo sempre alle regole troppo rigide di mio padre e da quelle troppo severe di mia madre. Non facevo mai quello che mi veniva chiesto e forse per questo mi hanno sempre trattato come lo scarto di famiglia, mentre mia sorella era sempre quella preferita. Lei era perfetta per loro, non sbagliava mai, la credevano indistruttibile, la vera eriditiera della fortuna di papà.

Ma solo io sapevo quanto odiasse il modo in cui la constringevano a vivere. Così una sera, quando i nostri genitori le avevano proibito di andare ad una festa io la aiutai ad uscire trasmettendogli il mio modo di trasgredire le regole.

Quella sera, mentre andava alla festa fece un incidente stradale muorendo sul colpo.” le lacrime che gli solcano il viso non accennano a smettere, facendolo singhiozzare.

Non avevo mai immaginato che si portasse dentro tutto questo dolore. E io che l'ho anche trattato male prima!

Mi sporgo verso di lui con le braccia pronte ad accoglierlo ma lui scuote la testa allontanandosi.

“No Harry, non lo capisci? Sono stato io, l'ho uccisa io.” nasconde il viso nelle sue mani e il suo corpo viene scosso da singhiozzi sempre più forti.

“No Lou! Sei tu che non capisci!” lo prendo fra le mie braccia stringendolo più forte che posso. “Tu le hai semplicemente fatto vedere la libertà. Non è stata colpa tua. Non sei tu che hai causato quell'incidente.”

“Ma Harry sono io che le ho messo in testa quest'idea di uscire e...”

“... e hai cercato solo di fargli vivere la sua vita” lo interrompo finendo la frase.

Mi guarda con un espressione così dolce, quasi a volersi far scusare per qualcosa.

“Forse hai ragione tu... Dio Harry, come fai? Come fai a farmi vedere sempre le cose dal verso giusto?

Comunque i miei genitori mi hanno sempre dato la colpa della sua morte. Così un anno dopo il funerale me ne andai di casa, avevo solo 16 anni... Da allora loro non mi hanno mai cercato ne io ho mai cercato loro. Fino ad adesso.” abbassa lo sguardo.

“Mi dispiace Lou. Non credevo che avessi passato così tanto dolore. Vorrei solo cercare di farti capire che non è colpa tua e magari riuscire a toglierti questo peso che hai sulle spalle. Farei di tutto per farti stare bene e per farti dimenticare tutta questa faccenda. Giuro.”

Alza lo sguardo curioso e dispiaciuto per qualcosa che non capisco.

“Nella lettera mio padre mi chiede di lavorare per lui, insomma fra poco lui non potrà più gestire tutta la sua società, quindi.... beh mi chiede di fare come un tirocinio dove imparerò quello da sapere per poi prendere l'eredità di mio padre. Insomma Harry, lui mi ha riaccettato come figlio! Mi ha perdonato, o almeno sta cercando di farlo. Quindi io non posso certo rinunciare, giusto?”

“Certo Lou! Certo che non puoi! È pur sempre tuo padre!” Incrocio le mie dita lunghe con le sue e lui abbassa gli occhi sulle nostre mani sorridendo.

Alza lo sguardo subito dopo con l'espressione più triste e scura che gli abbia mai visto in volto.

“È in India. Il tirocinio é in India.” 







ciaoo. 
scusate per l'enorme ritardo.... mi farò perdonare postando il prossimo capitolo entro fine settimana!
comunque penso che ci saranno ancora 2 capitoli prima della fine. 
grazie a tutti quelli che recensiranno e leggeranno questo capitolo. 
e beh vi vorrei ricordare che se recensite non muorirete! comunque mi scuso in anticipo per degli eventuali errori o ripetizioni.
ciaoo

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Capitolo 7
*** Per te. ***


PER TE.

 

Tutto. Sono pronto a lasciare l'università, a lasciare i miei amici, la mia città, il mio futuro per lui. Perchè è questo un rapporto, no? Sacrificarsi per chi si ama, fare di tutto per tenere salda la relazione.

Io lo farò. Sarò quello che lui desidera, lo renderò contento come lui ha fatto con me.

“Sono agitato.” La voce di Louis intorrompe i miei pensieri. Mi volto per guardarlo e noto quanto lo sia, le mani sudate che strofina sui pantaloni e gli occhi sbarrati attenti a tutto. È così tenero, mi fa sorridere.

Mi concentro sulla guida verso il ristorante dove incontreremo suo padre, il grande Mark Tomlinson, imprenditore mondiale.

È passata una settimana dall'arrivo della fatidica lettera e Louis non vede l'ora di rivederlo, il suo unico obbiettivo è farsi riaccettare in quella famiglia che forse non lo ha mai accettato realmente. In questi giorni mi ha spiegato che da quando se ne è andato da casa la madre gli invia dei soldi al mese, ma che non la vede da quando è fuggito anni fa.

“Non ti preoccupare, ci sarò anche io. Sarà divertente.” Mi squadra con un sguardo scettico e un sopraciglio alzato.

“Spero che tu stia scherzando, al contrario rimarrai abbastanza deluso.”

“Dai Lou non essere così pessimista! Secondo me è un uomo simpatico.” In realtà penso che sia una persona odiosa e altezzosa, ma preferisco non fargli venire altre preoccupazioni.

Sbuffa guardando fuori dal finestrino con gli occhi attenti.

 

Dopo aver parcheggiato ci avviamo verso l'entrata del negozio.

“Stai tranquillo” sussurro al suo orecchio prima di spingere la porta d'ingresso ed entrare.

Lo vede subito e anche io intuisco chi possa essere. Un uomo sulla cinquantina, vestito in modo impeccabile e con la forma del viso di Louis.

Stringo la mano al mio ragazzo e lo sprono ad avvicinarci.

“P-papà?” L'uomo alza gli occhi azzurri ghiacciati su di noi, squadrandoci da capo a piedi.

Alla fine decide di alzarsi e porgere una mano a Louis.

“Louis, ti trovo bene.” La mano tremante del mio amore stringe debolmente quella del padre fredda. E io vorrei tanto proteggerlo da questo uomo pauroso che lo scruta con il suo sguardo acido. Vorrei prenderlo e portarlo via da li, portarlo al mare magari, potrei prenderlo per mano e correre fuori, andare in macchina e guidare fino alla spiaggia più vicina. Sarebbe solo con me a quel punto, lontano da questo uomo che so che non porterà altro che buio nella sua vita.

Perchè come può un padre che non vede il figlio da così tanti anni essere così freddo, distaccato?

Non gli vuole bene, certo, se no lo avrebbe abbracciato. Si sarebbe scusato per essere stato assente, per averlo fatto scappare, per avergli addossato la colpa di una morte.

“G-grazie. Anche io ti trovo bene. Lui è Harry, il mio... beh lui è...” gli occhi inquisitori di Mark si soffermano su di me per un tempo infinito in cui mi sento sprofondare. È sicuramente un uomo spaventoso, mi intimorisce, mi sento così piccolo e indifeso davanti ai suoi occhi dello stesso colore di Louis, ma così diversi da far paura.

“Allora Louis? È un tuo amico?” La voce forzata per risultare dolce.

“No. Cioè… io e Harry stiamo insieme” abbassa gli occhi come colpevole. Ma come può vergognarsi di amare? Come può vergognarsi di provare il sentimento piò puro e vero che esista? Sono quasi arrabbiato con lui perchè non gli ha detto subito che stiamo insieme e siamo felici come mai prima d'ora. Ma lascio perdere, alla fine anche lui come me, si sentirà in soggezione davanti a lui.

“Ah. È un piacere conoscerti Harry.” mi sta letteralmente uccidendo con lo sguardo.

Stringo la sua mano velocemente prima di andare a sedermi al tavolo.

“Sono veramente felice che tu sia venuto Louis” sembra quasi tenero mentre pronuncia questa frase prima di accomodarsi seguito dal figlio.

Il pranzo procede bene, a parte per l'ostilità che mi riserva Mark, fino a che non si comincia a parlare del lavoro.

“Sarei molto felice di venire a lavorare per te comunque. Sono contento che tu mi abbia concesso questa opportunità.”

“Ah il lavoro! Me ne ero quasi dimenticato” Quasi. “ Certo Louis anche io sono molto contento. D'altronde fra qualche anno sarai tu a dirigere tutto.”

Certo ma il mio Lou non diventerà un tiranno come te, lui rimarrà puro e dolce come quando lo ho conosciuto. Questo pensiero però lo tengo per me perchè non voglio neanche pensare cosa potrei scatenare nella persona che mi è seduta davanti.

“Lo spero. Anche se non so come farò a trovare il tempo anche per quello con il prossimo libro da scrivere.”

“Non credo che riuscirai a scrivere. Non capisco neanche perchè tu sia ancora fissato con questa cosa della scrittura. Lo sai anche tu che non sei abbastanza bravo!” pronuncia queste parole ridendo sommessamente.

“In realtà è molto bravo.” mi intrometto io appena vedo il viso di Louis farsi triste e cupo. In cambio ricevo dal padre un occhiata malefica che mi fa desiderare di sparire e da Louis uno sguardo di ringraziamento.

“Beh in ogni caso mi sembra una cosa sciocca voler fare lo scrittore quando hai un lavoro assicurato.

Ah. Mi sono preso la libertà di prenderti un appartamento nella località dove dovrai stare per il prossimo anno. Non è molto grande ma si trova esattamente nel centro della città e ha tutte le comodità che potresti desiderare quindi penso che andrà bene.”

Fantastico adesso non saranno più mesi ma sarà diventato un anno!

“Oh... grazie. Beh in realtà volevo chiederti se fosse possibile fare questo tirocinio qui, in Inghilterra?”

“Non essere sciocco Louis! Lo sai bene che ormai ho organizzato tutto. E poi mi serve che qualcuno a me fidato stia per qualche mese in India prima che arrivi io.”

“Capisco.” Louis annuisce con il capo chino, già pronto a sottomettersi al volere di suo padre. Sento il nervoso crescere in me, irrigidisco la mascella e stringo le mani in un pungo per non spaccare la faccia a tutte e due. A lui che non riesce a tenergli testa e a suo padre che odio dal momento in cui ho incrociato i suoi occhi gelidi. “ Sai sarebbe stato più semplice per noi stare in Inghilterra, per l'università di Har-” La voce frenetica di Louis viene messa a tacere da quella del padre.

“Noi? Mi sembra che tu non abbia capito Louis. Harry non potrà venire con te.”

Splanco la bocca scioccato. Non so chi guardare. O Louis per chiedergli di dire qualcosa in mia difesa o Mark per chidergli spiegazioni e magari infilzarlo con il coltello.

“C-Come? P-Perchè?” La voce di Lou trema.

“Non puoi rischiare che le persone sappiano del tuo problema. Non ti rispetterebbero più e p-”

“PROBLEMA? Lei sta scherzando vero?” mi sporgo sul tavolo mentre sputo fuori quello che mi sono tenuto dentro per tutto il pranzo. “Lei viene qui con questa sua aria presuntuosa credendo di sapere tutto del figlio che lei ha abbandonato! Trattandolo come se fosse sua merce, facendolo trasferire per un anno in un paese dall'altra parte del mondo e sperando anche che lui mi lasci qui. Beh mi dispiace informarla che lui non mi lascerà mai! E non osi chiamare il nostro amore 'problema', perchè lei non sa assolutamente niente!” Ha gli occhi sbarrati mentre mi guarda come se fossi un pazzo.

La mano insicura di Louis si appoggia alla mia spalla facendomi indietreggiare.

Mi ricompongo appoggiandomi alla sedia.

“Scusa papà. Lui … beh. Lascia perdere”

Cosa? Mi volto verso di lui con l'espressione più arrabbiata che possa avere.

“Scusa Harry, potresti lasciarci un momento soli?” Mi guarda con gli occhi blu grandi e supplichevoli.

“Bene.” Mi alzo velocemente dalla sedia e esco di fretta dal ristorante, sperando di calmarmi con l'aria fredda.

Louis mi ha chiesto di uscire per parlare con la persona che lo ha criticato dall'inizio di questo incontro, con la persona che ha osato chiamare il nostro amore, problema!

Non lo capisco e in questo momento sono talmente arrabbiato che non me ne frega neanche di capire le sue motivazioni. L'ho ascoltato per il semplice motivo che se fossi rimasto dentro un secondo in più non avrebbe più avuto un padre.

 

 

Dopo dieci minuti esce Louis seguito da Mark che sale su una macchina dopo avermi rivolto un cenno frettoloso.

Mi incammino veloce verso la macchina seguito a ruota da Lou che non ho nemmeno guardato in faccia.

Siamo in auto da cinque minuti e il silenzio è talmente opprimente che mi sembra di soffocare. Alla fine è lui il primo a romperlo.

“Harry... mi dispiace per quello che è successo.”

“Sei dispiaciuto? Dovresti essere arrabbiato, indignato, non dispiaciuto!” Forse alzo la voce un po' troppo ma non riesco a trattenermi. Vorrei fare marcia indietro e andare a scovare suo padre per spaccargli la faccia.

“Lo so Haz! Ma voglio rimediare al rapporto che ho con mio padre! Voglio riavvicinarmi alla mia famiglia, ho paura di perderla di nuovo... ora ho una possibilità e non voglio lasciarmela scappare...” abbassa gli occhi guardandosi le mani e osservandolo la rabbia fluisce via da me lasciando il posto alla voglia di rivedere quegli occhi azzurri che non dimenticherò mai ancora brillanti e felici come qualche giorno fa. Vorrei toccare quella sua pelle perfetta e baciarlo ovunque, sentire il suo profumo che ora arriva a me come un lontano ricordo.

“Lo so Lou... solo che credo che abbia esagerato.” ora sono calmo e vorrei che lui lo capisse per rivederlo sorridere. “Quindi alla fine quando si parte?”

“...”

“Lou ti ho fatto una domanda”

“...” continua a guardarsi le mani che sfrega convulsamente.

“No Louis, non può essere che hai accettato!” freno in mezzo ad una strada isolata e solo a questo punto si gira spaventato verso di me. La rabbia che poco prima ha lasciato il mio corpo si rimpossessa di me prendendo il sopravvento su tutte quello che di razionale c'è in me.

Lui ha gli occhi sbarrati pieni di lacrime che fra poco cadranno pesanti sulle sue guance rosee. “Come hai potuto? Come puoi anche solo pensare di lasciarmi qui da solo per un anno intero mentre tu stai in un cavolo di paese dall'altra parte del mondo?! Come gliel'hai permesso di separarci? Perchè lui non ci lascerà mai stare insieme, lo capisci? Non è una questione di un anno! Lui vuole separarci e tu glielo lasci fare? Ci tieni così poco a me?!”

Ora anche i miei occhi sono pieni di quelle lacrime che non lascerò uscire al contrario di lui che singhiozza mentre cerca di spiegarsi con la voce impastata per il pianto, gli occhi rossi e il corpo tremante.

“Harry io ti amo... ma v-voglio la mia famiglia e ho paura di p-perderla di nuovo e poi... poi.... Tu non mi abbandoni, v-vero Harry? Io.. scusa... ma è importante” il suo corpo sussulta mosso dai singhiozzi e anche se sono irato vorrei abbracciarlo e dirgli che andrà tutto bene e che fra un anno lui tornerà da me e saremo di nuovo felici, ma non voglio mentirgli perchè so che questo è solo il primo passo per separarci.

Lo guardo e mi sento così inutile a vederlo piangere senza poterlo consolare. Certo potrei consolarlo e mentirgli, ma sarebbe mentire a me stesso. Perchè anche io vorrei credere in quello che devo dirgli.

Anche se so che sarebbe meglio cullarlo fra le mie braccia e sussurrargli che andrà tutto bene, non lo faccio, al contrario rilasso le spalle sul sedile mentre cerco di calmarmi.

La sua mano si appoggia delicata alla mia quasi a chiedere il permesso. E io non posso rifiutare sapendo che fra poco non ne avrò più per un bel pezzo di quel contatto magnifico, ma non riesco neanche a stringergli la mano. Semplicemente rimango fermo a guardare la strada buia sperando che sia tutto un brutto sogno.

Sento il suo respiro farsi regolare e il suo pianto cessare, si avvicina lentamente a me prima di appoggiare la guancia sulla mia spalla.

Il calore del suo corpo si riversa sulla mia spalla e una lacrima solitaria scende lungo la mia guancia al pensiero che fra poco lui non sarà più con me. Che non potrò più tornare dall'università e trovarlo a casa intento a scrivere nel suo studio, che non potrò più averne dei suoi baci, delle sue carezze, delle sue lamentele che già so mi mancheranno.

“Ti Amo Harry” ed ecco che arriva la conseguenza delle sue parole sussurrate flebilmente al mio orecchio, le lacrime iniziano a scendere copiose mentre so il mio amore fra poco se andrà.






Ciaoo
scusate se avevo promesso di postare il capitolo ieri ma non l'ho fatto... ma il mio account era misteriosamente sparito :/
Comunque spero che vi piaccia il capitolo e vi chiedo di recensire. Mi farebbe piacere leggere anche le critiche se sono costruttive!
Ciao

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Capitolo 8
*** Promesso. ***


PROMESSO.

 

2013.

Le canzoni alla radio che non ascolto realmente mi rilassano mentre torno dall'università. Sto ancora pensando a quello che è successo due giorni fa e beh... a quello che succederà quando lui se ne andrà.

Da quando abbiamo litigato dopo l'incontro con suo padre non gli rivolgo più la parola se non per qualche rara volta.

Mi continuo a ripetere che un anno non è così tanto alla fine, che con tutto il tempo che avrò a disposizione potrò dare più esami e che magari potrò dipengere di più, ma la realtà è che sento un peso sullo stomaco che non mi lascia respirare.

Sono spaventato.

Vorrei solo poter andare via con Lou, lontano da tutti e poterlo amare come ho fatto in questi tre anni, anzi di più. Perchè prima non ci pensavo neanche che poi non ne avrei avuto più di lui, non rendevo ogni momento perfetto sapendo che avrebbe potuto essere l'ultimo per tanto tempo, non rinchiudevo nella mia mente il suono della sua voce quando si arrabbiava con me, quando mi diceva ti amo, il suono della sua risata, la sfumatura dei suoi occhi, la sottilezza e la semplicità delle sue labbra. Ora invece farei di ogni momento passato con lui qualcosa di speciale.

Ma mi devo arrendere all'idea che per un anno non potrò avere nulla di tutto questo.

Potrò guadare le foto e immedesimarmi nel momento in cui sono state scattate.

'Vivere di ricordi per un anno intero'.

Certo detta così è spaventosa ma ci farò l'abitudine, riuscirò a resistere contando i giorni che mancheranno per riaverlo fra le mie braccia.

 

Entro in casa trovando il corridoio pieno di valige e Louis lì, in piedi con in mano delle foto.

Credevo che sarebbe partito fra due settimane ma invece eccolo lì, pronto a partire.

Mi sento precipitare, mi sembra di continuare a cadere senza mai toccare terra. Vedo tutti i momenti che ho sprecato per stargli vicino ed ora capisco che non c'è più tempo.

Ora o mai più.

Perchè se spreco anche questi ultimi momenti, un anno di separazione potrà forse aiutarci a sistemare le cose? Non credo proprio.

Lascio cadere la borsa e le cartelle che ho in mano a terra e con le lacrime che chiedono di uscire dagli occhi corro verso di lui.

Le mie braccia si avvinghiano alle sue spalle pregandolo di non lasciarmi. Il mio viso si rifugia nell'incavo del suo collo per averne ancora di quel profumo di cui fra poco sarò in astinenza.

“Scusa” sussurro mentre mi libero delle lacrime che ho trattenuto fin troppo tempo dentro.

“Scusa” sussurra mentre si aggrappa a me chiedendo di essere protetto da quel mondo che non lo capirà mai.

“Ti amo” sussurro mentre i singhiozzi mi tolgono quel respiro che da fin troppo tempo mi manca.

“Ti amo” sussurra mentre si unisce a me in quel pianto disperato.

 

Lo guardo mentre carica l'ultima valigia in macchina.

E fisso nella mente i capelli perennemente scompigliati, gli occhi circondati dalle occhiaie e dannatamente azzurri e tanto belli da togliermi il respiro ogni volta che mi guardano. Fisso nella mente tutti i particolari che potrei dimenticare, anche se dubito fortemente che potrei scordarmi di un angelo.

“Allora è il momento...” si volta verso di me impiantando i suoi occhi nei miei mentre pronuncia quelle parole.

“Si...” abbasso lo sguardo prima di avvicinarmi e cingerlo per la vita.

“Ti amo Louis, non lo dimenticare mai.”

I nostri sguardi. Le nostri mani. I nostri corpi. Si completano parlando più di mille parole.

Ecco cosa non mi dimenticherò mai. Che siamo fatti su misura, che aveva ragione Platone quando diceva che gli uomini sono stati spaccati in due parti e che ognuno deve ritrovare la sua parte mancante. Io l'ho trovata.

E non posso non sorridere sapendo che, se posso azzardarmi, ho passato gli anni più felici della mia vita. Per questi anni siamo ritornati ad essere una persona unica, perfetta, senza difetti e che si ama follemente.

Come posso lasciarlo andare?

Sinceramente non ne ho idea. Ma lo guardo negli occhi e mi sento infondere il coraggio che mi manca per dargli un bacio d'addio. No, non d'addio, semplicemente un 'ci rivedremo più tardi'.

Inspiro il suo profumo e sì, mi mancherà. E sì, non potrò farne a meno. E sì, mi addormenterò stretto al suo cuscino per sentire il suo odore. E sì, lo amo. Lo amo perchè in questo momento si fa scappare delle lacrime che ora corrono giù per la sua guancia perfetta, lo amo perchè è semplicemente lui.

“Scusa.” Singhiozza.

Lo avvicino a me stringendolo fra le mie bracce.

“Non ti preoccupare, ci sentiremo ogni giorno, sarà come essere insieme.”

“Non è vero! Sarà diverso! Non potrò toccare i tuoi ricci, non potrò addormentarmi fra le tue bracce e non potrò... Harry ho paura.”

“Lou non devi averne. Hai ragione, sarà diverso. Ma noi ce la faremo, perchè ci amiamo ed è tutto quello che conta. Quest'anno passerà così velocemente che senza accorgercene ci ritroveremo ognuno nelle bracce dell'altro.”

“Promettimelo?”

“Promesso Lou, promesso.”

Un bacio, un ultimo abbraccio e le nostre mani che non vogliono allontarsi e alla fine la sua partenza. Così veloce ma così distruttiva.

Un peso all'altezza dello stomaco mi farà chiedere se riuscirò a sopravvivere standogli lontano.

 

La casa è troppo vuota e silenziosa.

Il suo profumo è ancora impregnato nei mobili, e mi ricorda che lui è sempre vicino a me, in un modo o nell'altro.

Ho troppi pensieri nella testa, mi sento scoppiare.

 

2054.

“La mattina dopo mi sveglia e inizia a dar vita a tutti i miei pensieri dipingendo.

La maggior parte di quei dipinti vennero buttati o venduti.

Mi ricordavano troppo quanto mi mancasse.

 

Ora che ci penso però.... tutte quelle promesse che ci siamo fatti sono state mantenute solo da me.”







Ciaoo.
Scusate il ritardo ma non avendo ricevuto recensioni mi è scappata un po la voglia di continuare a postare i capitoli.
Comunque spero vi continui a piacere.

 

 

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Capitolo 9
*** Se mi aprissi il tuo cuore. ***


2014.

04/03/2014

Caro Louis,

mancano due settimane. Non sto più nella pelle! Mi muovo per casa sistemando tutto in modo che sia perfetto per il tuo arrivo.

Ti ho preparato una sopresa. Non vedo l'ora di mostrartela.

Come va il lavoro? Sempre palloso?

Non vedo l'ora di rivederti.

Ti amo

Harry.

 

 

08/03/2014

Caro Louis,

non mi hai risposto. Ho aspettato pensando che la tua e-mail si fosse persa (cosa alquanto impossibile), ma mi sono arreso all'idea che ti sei dimenticato.

Ti perdono amore.

Mancano solo dieci giorni! Ci pensi?

Fra poco staremo ancora insieme! Dio non posso neanche immaginarmi come sarò felice.

Sai quel disegno di cui ti parlavo mesi fa? Si be.... L'ho venduto ad una coppia. Erano così carini, mi ricordavano noi.

Ti amo sempre di più aspettando il giorno in cui ti riavrò fra le mie braccia

Harry

 

 

10/03/2014

Caro Harry,

scusa se non ti ho risposto ma il lavoro mi sta sommergendo.

Non vedo l'ora anche io di vedere la sorpresa che hai in mente per me.

Ti scriverò al più presto possibile

ti amo

Louis

 

Rileggo velocemente le poche righe di Louis e non mi sorprendo di ritrovare le parole fredde che mi hanno accompagnato in questi ultimi due mesi.

Non capisco cosa gli sia preso. Do la colpa al lavoro che lo stressa, ma la realtà è che sono troppo codardo per chiederglielo e magari sapere una notizia che mi distruggerà.

Gli rispondo avvertendolo della mia laurea e del mio nuovo impego temporaneo come insegnante di storia dell'arte.

Gli dico anche che sono passato a trovare mia mamma all'ospedale.

Non mi dilungo più di tanto, ho paura che non si annoierà leggendo.

 

In questi giorni sono più felice del solito, ho incontrato mia mamma dopo quattro anni che non la vedevo.

È stato strano.

Lei ora sta molto meglio, si è commossa così tanto quando mi ha visto, e posso dire lo stesso anche io.

Abbiamo parlato e mi ha chiesto di venirla a trovare più spesso, così è da tre giorni che stiamo insieme.

Gli ho raccontato della mia nuova vita, di Lou e dell'università. È felice.

Mi ha detto che mio padre è morto un anno fa per coma etilico.

Non ho pianto, non ho sentito nulla a parte un peso al cuore che se ne andava.

È forse egoista e sbagliato ma è così e non posso cambiare quello che ha fatto per farsi odiare.

 

Cammino per casa e mi guardo intorno realmente per la prima volta da mesi, la casa è silenziosa, bianca come sempre, quasi spaventosamente bianca. Quando c'era Lou era più colorata, lui infondeva quella luce degna di una stella.

Ho tra le mani una lettera che mi avverte che Louis mi ha passato la proprietà della casa, non capisco il motivo e anche solo a pensarci mi viene male alla testa.

Vorrei chiederglielo ma ho troppa paura di sapere il motivo reale di questa sua scelta.

 

 

Mi riguardo allo specchio assicurandomi di essere bello abbastanza da non sfiguare accanto a Lou, ma so già che è un'impresa persa.

Dopo aver chiuso la casa salgo in macchina con le farfalle nello stomaco e i brividi addosso.

L'aereoporto non è tanto lontano, manca un'ora all'arrivo dell'aereo ma a casa non ruscivo più a stare per colpa dell'ansia.

 

 

Il volo non è in ritardo fortunatamente, così mi siedo su una panchina e aspetto che arrivi, con le ginocchia tremanti, le mani sudate e i crampi alla pancia.

Mancano trentacinque minuti.

 

Riguardo l'orologio e ne mancano trenta.

Continuo a guardare l'orologio per i venti minuti seguenti.

 

Mancano solo dieci minuti e il mio cuore scoppia nel petto quando scopro che l'aereo è atterrato in anticipo.

Mi alzo velocemente sistemandomi i capelli e cercando fra la folla disordinata il suo viso angelico.

 

 

2054.

Quando andai all'aereoporto a prenderlo lui non si presentò, aspettai l'arrivo di altri due aerei e poi mi abbandonai tristemente all'idea che non sarebbe venuto.

Gli scrissi ma lui non rispose, lo chiamai ma lui non rispose...

Passai tre anni della mia vita guardando dalla finestra della mia camera sperando di vedere una figura che non vidi mai, aspettai una telefonata che non venne mai, aspettai una sua lettera o una sua mail che mai ricevetti.

Solo dopo tre lunghi anni ebbi il coraggio di cercare informazioni su di lui, ma nessuno seppe dirmi niente, la società di suo padre era andata in mano ad un socio e proprio suo padre si era trasferito negli Stati Uniti.

Quando lo chiamai disse di non conoscermi e la sua segretaria mi sbattè il telefono in faccia.

Avrei potuto andare a cercarlo, scavare più in fondo a questa storia ma devo ammettere che mi è sempre mancato il coraggio.

Non mi pento delle decisioni che ho preso e tantomeno delle sue, vorrei solo sapere che fine abbia fatto, ma … beh, penso che non lo saprò mai.

 

L'unica certezza che ora ho è di amarlo, ancora oggi, ancora dopo tutto questo tempo e anche se lui non mi amasse più io lo continuerei ad amare.

È stato il ragazzo che mi ha salvato, che mi ha fatto credere nell'amore e che spero ancora di poter rivedere, solo per poter ammirare un'ultima volta la sfumatare azzurra dei suoi occhi.

 

 





Ciaoo.... scusatemi per questo capitolo orribile e soprattutto per questa storia orribile.
devo ammettere che non mi è mai piaciuta più di tanto, l'ho iniziata a scrivere e a formulare male e non ho più potuto tornare indietro. L'idea doveva essere bella e avrebbe potuto anche essere una bella storia ma l'ho rovinata io, con le mie mani.
Comunque visto che io odio quando le persone lasciano le storie a metà l'ho finita.
QUESTO NON E' L'ULTIMO CAPITOLO.
ci sarà l'epilogo, e dal momento che l'ho già scritto posso dire che è l'unico capitolo che mi convince interamente.
grazie per essere arrivate fino a qui e spero che recensiate.
ciaoo

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Capitolo 10
*** Vorrei essere il tuo fiore di loto. ***


2023.

Dimmi se riesci a sentirmi. Mi senti sussurrare il tuo nome mentre guardo le nostre foto? Senti il mio grido disperato? Lo senti?

 

Io non ti sento più. Non so dove sei. Non so con chi sei. Non so se ci sei.

A parere tuo ha smesso di essere un mio diritto saperlo dieci anni fa.

Per me non ha mai smesso. Perchè io ti amo, e non sapere se sei vivo mi uccide dentro.

Le lacrime sono sempre lì, pronte per precipitarsi sulle guance scavate. Il mio corpo è esile perchè non c'è più la fiamma che lo alimenta. Le spalle sono curve perchè devo proteggermi da te. Perchè quando mi torna in mente la tua voce angelica, il tuo viso dolce, i tuoi occhi profondi mi sento muorire e alcune volte penso che sarebbe stato meglio se non ti avessi conosciuto. Non starei come sto adesso. Con la paura di spezzarmi al solo sentire pronunciare il tuo nome. Tu mi stai uccidendo lentamente, come una tortura.

Ma poi penso che sia un giusto prezzo da pagare per aver passato tre anni della mia vita con la persona che amo. E allora capisco che se fosse per me subirei questa torura per altre mille vite se poi potessi finalmente tenerti fra le mie braccia e sentire la tua voce intonare una canzone e aver le tue labbra delicate sulle mie. Perchè tu vali questo e altro!

 

A volte mi chiedo se tu mi abbia mai amato. Mi convinco di si. Così fa meno male. Ma se è veramente così perchè non sei qui a rassicurarmi con le tue carezze mentre tremo dalla paura che quel giorno sia stato l'ultimo in cui ti ho visto? Lou, ci pensi? Ci pensi se non ti rivedrò mai più? Ci pensi se la tua bocca non toccherà mai più la mia? Ci pensi se i nostri occhi, nati per completarsi, non si rivedranno più? Ci pensi se le nostre mani, plasmate su misura, non si uniranno più?

Io ci penso e piango. Perchè lo sai, non so fare altro. Piango e per ogni lacrima che verso il mio cuore si svuota ancora di più e i tuoi ricordi corrono via dalla mia mente. E per quanto io cerchi di fissarli nella mia testa, loro se ne vanno lasciando il buio.

E nel buio tu non ci sei.

Ho promesso che non mi sarei mai dimenticato di te. Ti giuro Lou che sto facendo il possibile per tener fede a quella promessa ma ormai non mi ricordo più nemmeno la sfumatura dei tuoi occhi.

Tu ti ricordi come sono i miei occhi? Dicevi che avresti voluto descriverli in uno dei tuoi romanzi ma che non ci saresti mai riuscito, perchè sarebbe stato impossibile descrivere la perfezione.

Io ho cercato di disegnare i tuoi occhi ma non trovo mai la giusta sfumatura di azzuro. Troppo perfetto, come il nostro amore.

Il nostro amore era perfetto, non è vero? No, non è vero. Lo so anche io questo. Per quanto cerchi di illudermi tu non mi abbia lasciato. Te ne sei andato. Sei sparito! Cazzo Louis, sei sparito! Neanche una mail, o una lettera, o una chiamata, sarebbe bastato un messaggio. Invece hai preferito sparire da tutti, da me.

Magari sei morto. O ti sei innamorato. O hai perso la memoria e non sai più che vita avevi qui in Inghilterra. O forse semplicemente non mi ami più... No! Impossibile, il nostro amore non lo si può dimenticare. È fatto per non essere spezzato.

Ma tu l'hai fatto comunque, in un modo o nell'altro!

 

Quando ci siamo incontrati la prima volta mi dissi che ero come un fiore di loto, significa che io per te ero qualcosa di puro. Beh Louis, ormai non lo sono più perchè mi hai lasciato qui sommergendomi di insicurezza, gelosia e paura. Ora sono uno scarto dell'umanità, sono come un oggetto usato e rotto irremediabilmente. Non posso più essere puro.

Però per quanto ogni giorno ti detesti per avermi abbandonato in fondo vorrei ancora essere il tuo fiore di loto perchè ti amo Louis Tomlinson come mai una persona potrebbe fare. Ti prego accetta il mio amore Lou,

Let me be yours. 'Cause I know that one day we will back together.






Ciao
pubblico subito dopo il precedente capitolo perchè come ho detto primo questo capitolo era già pronto da settimane.
Mi piace quest'ultima parte, posso dire che è l'unico pezzo che mi piaccia realmente.
Harry non saprà mai quello che è successo a Louis o cosa gli è preso. Spero che vi piaccia questa scelta del finale. Insomma potrete immaginarvi voi come finisce, cosa sia successo realmente a Louis.
Spero di non avervi deluso e almeno non tanto quanto io ho deluso me stessa.
Grazie per aver letto e per chi di voi ha recensito.
            ciaoo

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