Neighbours Who? di parveth (/viewuser.php?uid=113048)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome abroad ***
Capitolo 2: *** Surprise or heart attack? ***
Capitolo 3: *** We are Whovians and proud to be ***
Capitolo 4: *** Billie and Laurence ***
Capitolo 5: *** Oh my God! They're friends! ***
Capitolo 6: *** He's the Doctor. MY Doctor! ***
Capitolo 7: *** That damned falls! ***
Capitolo 8: *** Return, Birthday and...Surprise! ***
Capitolo 9: *** A domestic accident ***
Capitolo 10: *** It could be happen ***
Capitolo 11: *** Sometimes they come back ***
Capitolo 12: *** It's Christmas ***
Capitolo 13: *** New year's eve ***
Capitolo 1 *** Welcome abroad ***
welcome abroad
"E' pregata di recarsi nel mio ufficio
il giorno 3 aprile alle ore 9, cordiali saluti".
Non so voi ma la sottoscritta nel ricevere una mail che inizia con
"Egregia sign.na" e finisce con la frase sopracitata dal Grande Capo un
po' di fifa ce l'ha.
Specie se si e' laureata da poco e questo e' in pratica il primo vero
lavoro della sua vita.
Figurarsi poi se a ricevere la stessa identica e-mail e' anche la sua
collega e amica dal primo anno di universita'.
"Ecco lo sapevo, finisce sempre cosi'! Ora ci lascera' a casa dopo
neanche cinque mesi! Ma d'altronde cosa dovevamo aspettarci, siamo in
Italia! E fortuna che gl'interpreti sono molto ricercati"
sbraitavo mentre mia madre cercava di calmarmi.
"Non essere melodrammatica come tuo solito! Non e' mica detto che ti
licenzi..."
"Ah certo: convochi le ultime assunte con una mail cosi per offrir loro
un caffe'" commentai sarcastica, era inutile, lei a certe
cose proprio non ci arrivava: non capiva che il mondo del lavoro era
cambiato e che anche se un'azienda sta bene potevano tranquillamente
mettere alla porta i dipendenti con la scusa della crisi, mica come lei
che lavorava da cosi' tanti anni nello stesso posto che poteva anche
permettersi di mandare a quel paese il suo capo senza timore di essere
licenziata.
E per giunta non esiste un albo di categoria per quelli che fanno il
nostro lavoro ergo: o sei fortunato o sei fottuto.
Potete ben immaginarvi come io e la mia collega Sofia salimmo quei due
piani di scale che ci separavano dall'ufficio del capo, una volta
arrivate abbassammo la maniglia ed entrammo.
Dovevamo sembrare delle condannate al patibolo visto che appena ci vide
disse "accomodatevi" in un tono che probabilmente voleva essere
tranquillizzante ma che non lo fu per niente.
Non era solo: al suo fianco c'era una donna non altissima con lunghi
capelli castani raccolti in una coda e con indosso un tailleur scuro,
non l'avevo mai vista ma non sembrava sua moglie.
"Vi ho convocate perche' devo farvi una comunicazione molto importante:
anzitutto volevo dirvi che avete svolto un lavoro eccellente finora..."
"...ma purtroppo siamo costretti a fare a meno della vostra
collaborazione" conclusi io mentalmente.
"Ma purtroppo non possiamo piu' usufruire della vostra collaborazione"
disse lui.
Che vi avevo detto?
Sofia fece per ribattere ma il boss ancora non aveva finito.
"Anche se un'alternativa in realta' ci sarebbe..." comincio'
"E quale?" chiese la mia amica mentre io pensavo che probabilmente ci
sarebbero toccati straordinari su straordinari ma era sempre meglio che
perdere il lavoro.
"Ecco, e' proprio di questo che volevo parlarvi: dovreste trasferirvi
ad Edimburgo, abbiamo aperto una sede laggiu' e la signora Susan
Foreman qui presente vi spieghera' tutto"
Subito la donna che, notai in quel momento non doveva avere piu' di
trentacinque-trentasei anni comincio' a spiegarci che non dovevamo
preoccuparci di niente, che a procurarci un alloggio ci avrebbero
pensato loro in piu' anche le bollette sarebbero state segnate sul
conto dell'azienda e a noi sarebbe rimasto uno stipendio piuttosto
sostanzioso d'altronde saremmo state le uniche italiane.
"Pensateci su e dopo Pasqua fateci sapere d'accordo?" concluse lei.
"Se decidete di si' portate pure qui tutte le vostre cose, penseremo
noi a spedirle" disse lui.
Noi ci alzammo perplesse e mentre lavoravamo continuavamo a pensare a
quell'offerta.
Una volta a casa ne parlai ai miei i quali mi dissero: "e' una scelta
tua, sta a te decidere".
Durante le vacanze io e Sofia passammo un sacco di tempo al telefono
soppesando pro e contro: effettivamente cos'era meglio tra partire con
un buon lavoro e rimanere senza? Cos'avremmo fatto qui a parte
sbatterci per trovare qualcos'altro?
Alla fine decidemmo che era ora di prendere il volo, dopotutto eravamo
abbastanza grandi per farlo e in caso di bisogno mrs Foreman sembrava
piu' che disponibile ad aiutarci.
Finalmente partimmo e quando atterrammo in tarda mattinata era una
bella giornata di sole anche se piuttosto fredda ma ci saremmo
adattate, pensavamo.
Casa nostra era una bella villetta al numero dieci di Crowe street in
un quartiere residenziale a pochi minuti dal centro: anche se avremmo
lavorato da casa ci saremmo dovute recare in sede una volta a settimana
e il giorno ce l'avrebbero indicato volta per volta.
Passammo la prima meta' del pomeriggio, dopo aver pranzato al volo, a
dare indicazioni agli operai che vennero mandati dalla nuova boss per
sistemare tutta la nostra roba in casa.
"Hai visto? Hanno affittato la villetta di fronte pare"
"Gia'...beh era ora! E' rimasta vuota troppo a lungo no? Chissa' chi
saranno i nostri nuovi vicini"
"Io ho visto due ragazze, sembrano mie coetanee piu' o meno ma non ho
capito se sono sorelle o no"
Quando finalmente se ne furono andati tutti cominciammo ad aprire gli
scatoloni: la casa era tutta a posto a parte ovviamente tutta la nostra
roba sparsa in giro e per fortuna che ci avevano dato una settimana
proprio per sistemarci altrimenti se avessimo avuto pure da lavorare
sarebbe stato un incubo.
Mentre stavo frugando in uno scatolone per cercare il phon e metterlo
in bagno suono' il campanello.
"Ehi Carlotta hanno suonato!" mi grido' Sofia dal piano di sopra.
"Vai tu io sto cercando una cosa"
"Ma che vorranno ancora? Hanno gia' sistemato tutto no?"
disse la mia amica leggermente piccata mentre andava ad
aprire.
"Salve, scusate il disturbo ma vi abbiamo visto stamattina e volevamo
darvi il benvenuto, sono anni che non viene ad abitare piu' nessuno nel
quartiere: io sono Georgia."
"E io David".
angolo autrice: ecco cosa succede ad immaginare certe cose con un'amica
XD le protagoniste siamo io e lei anche se ci siamo scelte nomi diversi
da quelli reali e i vicini...beh non ho scritto il cognome ma e' chiaro
chi sono i due poveri disgraziat...ehm la fortunata coppia. a presto ^^
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Capitolo 2 *** Surprise or heart attack? ***
surprise or heart attack?
"Trovato! Almeno adesso posso metterlo
in bagn..." esultai tirando finalmente fuori l'asciugacapelli
dallo scatolone ma mi bloccai non appena vidi chi c'era sulla soglia.
Avete presente quei momenti della vita in cui si vorrebbe dire
"occazzoporcaputtana" ma non si puo'?
Ecco, noi eravamo in uno di quelli.
Sofia, gia' di carnagione piu' chiara della mia era diventata dello
stesso colore del muro ma si ricompose piuttosto in fretta cercando di
celare il piu' possibile lo shock "no, nessun disturbo accomodatevi e
scusate per il disordine: io sono Sofia"
"E io Carlotta molto piacere" risposi avvicinandomi e tendendogli la
mano.
"Possiamo offrirvi qualcosa? Un the' o un caffe'..." chiese
la mia amica.
"Un the' andra' benissimo grazie" sorrise David.
Ci accomodammo in cucina, praticamente l'unica stanza senza ingombri
vari e l'unica cosa che mi venne in mente era che io ero in tuta e
Sofia in salopette, subito dopo pero' mi detti dell'idiota da sola "in
fondo stiamo ancora sistemando casa e non e' che lo si fa in abiti da
cerimonia" e poi sapevo che i britannici erano molto piu' rilassati in
fatto d'abbigliamento cosi come in altre cose rispetto a noi ed era uno
dei tanti motivi per cui li stimavo: non stavano a farsi troppe seghe
mentali inutili e si vestivano come gli pareva senza che nessuno
dicesse niente poi certo noi eravamo ad Edimburgo mentre magari nel
paesino di duemila anime la mentalita' era diversa.
Notai anche che nessuno dei due aveva un giubbotto: erano entrambi in
jeans e scarpe da tennis, Georgia aveva un maglioncino nero e David una
felpa blu, mentre Sofia preparava il the' ed io mettevo le tazze in
tavola cercando di mantenere un contegno Georgia chiese " siete
sorelle?"
Trattenni a stento le risate pensando che se i nostri genitori fossero
stati presenti sarebbero inorriditi al solo pensiero.
"No, solo amiche e colleghe" risposi sedendomi.
"Studiate lingue?" chiese David.
"Siamo interpreti e lavoriamo per un'agenzia di traduzioni"
rispose Sofia versando il the'
"Ah ora capisco perche' parlate cosi' bene" si complimento' lui
facendoci diventare entrambe color papavero acceso.
" Non mettertici anche tu ora! Non vedi che siamo cosi' agitate che
potremmo decollare da un momento all'altro?" pensai mentre lo
ringraziavo.
"Di dove siete?" chiese Georgia mescolando il suo the'.
"Siamo italiane e ci siamo trasferite qui per lavoro" disse
Sofia.
"Complimenti! Insomma, non tutti l'avrebbero fatto per quanto si sappia
un'altra lingua: lasciare il proprio Paese, la propria citta'..."
riprese David posando la tazza.
"In realta'...e' stato praticamente un obbligo: l'alternativa era il
licenziamento, col fatto che c'e' la crisi molti se ne approfittano e
in fin dei conti siamo state fortunate visto che la casa ce l'ha
offerta la nostra datrice di lavoro e per come sono messe le cose in
Italia tutto sommato e' stato meglio cosi'" dissi cercando di mantenere
un tono disinvolto, com'era possibile che delle persone fossero capaci
di farti sentire tranquilla e su di giri allo stesso tempo?
"E poi non e' che abbiamo perso molto: abitiamo entrambe in piccoli
centri e per lavorare avremmo comunque dovuto spostarci quindi meglio
venire qui dove lavoreremo da casa e andremo in sede solo una volta a
settimana a seconda di quando ci convocano" concluse Sofia versando il
the' rimasto nelle tazze dei nostri ospiti.
"E meglio avere voi come vicini invece di certa gente che mi sono
ritrovata io! Altro che darti il benvenuto...alcuni era gia' tanto se
salutavano" mi ritrovai a pensare, e poi dicono che piu' si va a nord
piu' la gente e' fredda e distaccata.
"Avete fatto bene a cogliere quest'occasione allora! Adesso capisco
perche' questa casa e' rimasta vuota cosi a lungo, comunque e' proprio
carina e sembra anche molto comoda" sorrise Georgia.
"Quindi se ho ben capito, in Italia vivevate ancora in famiglia?"
chiese David sistemandosi meglio sulla sedia.
"Eh si: purtroppo da noi non sono previsti finanziamenti agli studenti
o ai giovani cosi' se vuoi una casa ti tocca pagartela di tasca tua e
gli affitti sono tutto tranne che accessibili...poi si lamentano che i
giovani non vanno mai via di casa" risposi io cercando di non suonare
troppo lamentosa.
"Certo non e' facile...e i vostri genitori come l'hanno presa?" chiese
Georgia.
A quel punto non riuscimmo piu' a trattenerci e ridacchiammo.
"Diciamo che...pensavo peggio" disse Sofia.
"Quando gli abbiamo comunicato la nostra decisione ne hanno per cosi
dire...preso atto, sono uscite frasi tipo "siamo contenti/orgogliosi di
te" eccettera...solo che nei giorni seguenti son partite le
raccomandazioni" risposi cercando di soffocare le risate,
anche perche' a David nel frattempo era venuta l'aria da Dottore senza
che se ne rendesse conto, almeno spero.
"In pratica dicevano ad ognuna di noi di prendere esempio dall'altra
altrimenti secondo loro la casa sarebbe implosa al secondo giorno"
aggiunse Sofia cercando di trattenere le risate.
"Addirittura?" chiese Georgia che da quel che vedevo iniziava a
divertirsi.
"Sicuro...e pensare che quando lei veniva a dormire da me mia madre era
tutta complimenti "guarda Sofia com'e' tranquilla..." si,
quando dorme...forse" risi io contagiando tutti gli altri.
"E vogliamo parlare della partenza?" disse lei prendendo fiato.
"Ah quella poi! Mancavano i fazzoletti e sembrava il Titanic!"
commentai ridendo mentre portavo le tazze nel lavandino.
"Ma dai!" rise David.
"Giuro! Quando alla fine salimmo sull'aereo eravamo cosi felici che
probabilmente le hostess presero in considerazione l'idea di legarci
alla poltrona per tutta la durata del viaggio" rispose Sofia.
"Beh e' normale l'entusiasmo quando si va a vivere da soli,
specialmente in un Paese straniero" aggiunse Georgia.
"Fortuna che le chiamate costano un sacco e che loro non sanno usare
Skype, altrimenti eravamo ancora al telefono da stamattina" commentai
io.
"Ma scusate, nel contratto d'affitto non sono previste anche le
bollette?" chiese David con aria perplessa che mi ricordo' ancora una
volta il suo Dottore obbligandomi a fare un bel respiro per non
scoppiargli a ridere in faccia.
"Beh...tecnicamente si" rispose Sofia.
"Fatemi indovinare: avete "scordato" di dirlo ai vostri genitori"
disse Georgia reprimendo a fatica una risata.
"Non so perche' ma credo che noi andremo d'accordo" dissi risoluta.
"E' esattamente quello che pensavo anche io" aggiunse David.
"Grazie del the' e scusate ancora per il disturbo...se aveste bisogno
di qualsiasi cosa venite pure da noi ok?" disse Georgia
alzandosi.
"Dici che le abbiamo traumatizzate?" le chiese David una
volta a casa.
"Beh, dalla faccia che hanno fatto quando ci hanno aperto un po' si..."
"Pero' sembravano a loro agio passato lo shock iniziale"
"Ci sei rimasta eh?" chiesi a Sofia andando in camera sua
prima di coricarmi e mi sedetti sul suo letto senza accendere la luce.
"Per cosa? Per i nostri dirimpettai? Dire che per poco non ho avuto un
infarto e' riduttivo" rispose.
"Perche', io? A parte com'eravamo conciate..."
"E da quando ci si veste come la prima alla Scala per un trasloco?
Neanche ci avranno fatto caso"
"Gia...e ringrazia che i dvd sono ancora tutti nello scatolone ancora
sigillato dello studio!"
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Capitolo 3 *** We are Whovians and proud to be ***
We are Whovians and proud to be
Era ormai passato un mese dal nostro
arrivo ad Edimburgo e non avevamo proprio niente di cui lamentarci: il
lavoro andava alla grande, il nostro orario da casa era dalle 9 alle 13
poi pausa pranzo e poi dalle 14 alle 19 circa, capitava che avessimo
2-3 traduzioni oppure anche 4-5 a seconda della lunghezza, in genere
erano tutte dall'inglese all'italiano ed una volta terminate le
inviavamo al capo rimasto in Italia, oppure se dall'italiano
all'inglese le spedivamo a Mrs Foreman e il venerdi mattina ci recavamo
in sede per un ultimo riepilogo.
Fummo davvero molto fortunate: in azienda eravamo in tutto una
settantina di persone e tutti ci avevano accolto con molto calore,
erano tutti inglesi o scozzesi ed eravamo tutti giovani: il piu'
vecchio aveva quarant'anni e noi eravamo le piu' piccole.
Una nostra collega in particolare ci aveva riservato subito simpatia:
si chiamava Danielle, aveva tre anni piu' di noi e se fosse stato per
lei saremmo andate ad una festa ogni weekend ma noi declinavamo quasi
sempre ma almeno ci aveva gia' fatto vedere mezza citta'.
Sentivamo i nostri genitori una volta la settimana chiamandoci a turno
e gli altri giorni via sms, una delle prime cose che aveva detto mia
madre quando le avevo parlato del nostro orario di lavoro era stata
"certo che pero'...lavorare da casa sara' comodo ma non era meglio che
andaste in ufficio? Voglio dire, forse il lavoro da casa era piu'
adatto a chi aveva famiglia che non a voi, non vi stufate a stare
sempre in casa?"
"A parte che non l'abbiamo solo noi ma anche altre donne e uomini che
sono sposati guarda che siamo anche uscite e abbiamo visitato mezza
citta'" le rispondevo un po' contrariata.
E naturalmente avevamo comunicato loro chi avevamo per vicini.
Sofia, essendo diventata Whovian grazie a sua madre fu leggermente piu'
fortunata nel senso che almeno lei sapeva di chi stava parlando.
Mica come la sottoscritta...
"Sai mamma, i nostri vicini di casa sono due famosi attori!"
"Ma dai! E chi sono?"
"Ricordi quella sera che vedemmo il telefilm sul canale 21 dove c'era
il tizio alto e magro che combatteva gli alieni con la sua amica con i
capelli come li voglio io?"
"Oddio! Quella che aveva lo scarafaggio gigante sulla schiena?? Che
schifo!!!"
Cioe': mia madre di un Signor Telefilm come Doctor Who l'unica cosa che
ricorda e' lo scarafaggio gigante! Poi certo, magari avrei dovuto
insistere un po' di piu' ma come si fa con una cosi?
Fortuna che per quanto riguarda la tv mi sono sempre arrangiata da sola
altrimenti sarei rimasta ai cartoni animati!
Ora voi vi starete chiedendo che fine avevano fatto quei due...bella
domanda! Nel senso che non erano piu' venuti a casa nostra ne' noi
eravamo mai andate da loro e non osavamo certo disturbarli, non
sapevamo cosa facessero nel senso che non gli avevamo mai chiesto se
stessero lavorando a qualcosa in particolare e speravamo di beccarli in
televisione una volta o l'altra.
Finche' un venerdi sentendo suonare il campanello dopo pranzo non
avevamo aperto trovandoci davanti Georgia.
"Salve ragazze! Volevo chiedervi se vi piacciono i libri: dovrei
regalare un libro ad un'amica e avrei bisogno di un consiglio, verreste
con me in libreria?"
Noi avevamo accettato al volo: poveraccia, non sapeva a cosa stava
andando incontro!
La libreria dove eravamo dirette era gigantesca, infatti appena entrate
gia' non ci vide piu' e fu costretta a venirci a cercare.
Alla fine mentre ci recavamo alle casse indicai lo scaffale con i libri
di Asimov dicendo "oh non ne ho mai letto uno, prima o poi me lo
comprero'"
"Io ne ho uno, se vuoi domani te lo porto" mi sorrise lei.
La mattina seguente ci eravamo alzate alle otto: eravamo libere nel
weekend anche se ci passavano gia' le cose da tradurre il lunedi,
avevamo gia' fatto colazione ed io mi guardavo un dvd in salotto mentre
Sofia rifaceva il suo letto, ad un tratto suono' il campanello misi in
pausa e mi alzai pensando che fosse Georgia venuta a portarmi il libro.
Effettivamente il libro c'era, solo che non l'aveva portato lei bensi'
David.
Io non feci in tempo a ringraziarlo (e a pensare che fortunatamente
c'era venuta l'idea di metterci almeno la tuta) che, come scoprii
successivamente, il telecomando del dvd scivolo' dal cuscino dove
l'avevo posato e cadde, non sul pavimento ma sul divano.
Meglio direte voi, certo! Peccato che nel farlo si schiaccio' il
pulsante di avvio.
E risuono' un "ALLONS-Y!!!" che probabilmente sentirono in tutto il
quartiere!
In quel momento dovetti sbiancare come se mi avessero immerso nella
farina e cambiare espressione visto che mi disse "Qualcosa non va
Carlotta?"
No, niente a parte l'aver fatto un'immensa figura di merda davanti ad
una persona che stimo e il voler sprofondare in una voragine nel
pavimento!
Mentre mi precipitavo a spegnerlo risuono' la voce di Sofia "CARLOTTA,
CHE CAZZO FAI??" urlo' scendendo di corsa e sbattendo quasi
addosso a David che nel frattempo era entrato.
"Era un po' che volevamo parlarvene...ci dispiace che tu l'abbia
scoperto cosi'" dissi a mo' di scusa.
Ne avevamo gia' parlato tra noi in realta' ma non riuscivamo mai a
trovare il momento piu' adatto, d'altro canto non dirglielo ci sembrava
irrispettoso nei loro confronti...
"Ma figuratevi! Non e' successo niente" disse lui sorridendo "se volete
venire oggi a bere il caffe' dopo mangiato potete raccontarci tutto"
aggiunse uscendo.
Noi accettammo, almeno ci saremmo tolte un peso dallo stomaco.
Quando arrivammo, Georgia stava mettendo le tazze e i biscotti in
tavola.
Volendo arrivare subito al nocciolo della questione Sofia comincio' a
scusarsi di nuovo ma venne interrotta dalla padrona di casa che disse
"ad essere sinceri c'era gia' venuto qualche sospetto"
"E' cosi lampante?" chiesi io.
"Beh, dalle facce che avete fatto il vostro primo giorno un po' si, ma
poteva anche essere la sorpresa per la visita inaspettata: in realta'
io in genere intuisco subito se chi mi sta davanti mi riconosce per il
Dottore o per Harry potter...non so come spiegarlo ma mi succede"
rispose David e capivo perfettamente cosa volesse dire: piu'
di una volta sia io che Sofia avevamo pensato che gli attori per fare
il loro lavoro conoscessero profondamente l'animo umano altrimenti come
farebbero a calarsi in ruoli sempre diversi? Non dico che fossero
psicologi ma a certe cose ci arrivavano prima di noi, era ovvio che ci
capissero.
Mentre bevevamo il caffe' ci trovammo a raccontare com'eravamo
diventate Whovians: Sofia racconto' che sua madre gliene aveva sempre
parlato e che lei aveva cominciato a vederlo a dodici anni, io dissi
quello che gia' sapete e che se non fosse stato per lei che
mi diede la "spinta" finale probabilmente non avrei mai visto niente...
"Il Dottore di mia mamma era Tom Baker: purtroppo da noi mandarono in
onda solo lui per poi ricominciare con la serie del 2005"
dichiaro' la mia amica con rabbia.
"Beh forse era perche' in quegli anni non si prestava molta attenzione
alle serie straniere" disse Georgia.
Il che poteva anche essere vero finche' si parlava degli anni 60-70 ma
dopo...e pensare che lo mandavano in onda nella tv dei ragazzi mentre
ora....dal Dottore a Violetta! Solo a pensarci mi vengono i
brividi...certo, anche la tv inglese non sara' magari messa benissimo
ma almeno c'e' di tutto non come da noi...e comunque provate a toccare
"doctor who" ad un britannico! Dubito che arrivereste vivi a cena.
Quando ci chiesero se conoscevamo altri Whovians risposi: "su internet
si', siamo moltissimi ma di persona ben pochi purtroppo, anche perche'
in Italia non c'e' la cultura delle serie tv: se tutto va bene ti danno
dell'infantile fissata e non vi dico alle fiere: se solo compri dei
gadgets o fai cosplay dopo i quindici anni il commento universale e'
"ma non sei un po' troppo cresciuto per queste cose?" a meno che non
becchi gli appassionati come te e vale per tutto".
"A dire la verita' voi tutto sembrate tranne che pazze fissate: anzi,
siete tra le fans piu' tranquille che abbiamo mai conosciuto"
rispose Georgia.
"Hai ragione: figuratevi che ad un comicon beccai due genitori col
bambino di quattro anni vestito da TARDIS" rise David.
"Grandi!" esclamo' Sofia.
"Si ma povero bimbo" ridacchiai io.
"Fortuna che non eri con noi in libreria una volta prima di Natale,
Georgia" rise Sofia.
"Oddio, e' vero!" risposi ritrovandomi a raccontare di
quando, dopo aver comprato i regali in centro passammo accanto alla
Mondadori indecise se entrarci o meno (per paura di portarcene via
mezza) e poi andare nel reparto piu' pericoloso in assoluto: quello
delle serie tv.
"C'erano tutti i cofanetti di DW tranne la sesta: eravamo piazzate li'
davanti con uno sguardo tipo Minion con la banana" dissi
mentre David dal gran ridere rovescio' quel che rimaneva del suo caffe'
sul tavolo.
"Alla fine le comprai la 1 stagione e gliela misi tra i regali di
Natale" aggiunse Sofia.
"E avreste dovuto vedermi mentre scartavo il pacchetto: "chissa' cosa
mi ha regalat...MA QUESTA S'E' SNIFFATA LA BENZINA!!!!" una roba da
Oscar". continuai mentre quei due erano ormai piegati in due dal ridere.
Quando ce ne andammo eravamo felici, non solo perche' Georgia e David
erano davvero un piacere di compagnia ma anche perche' eravamo convinte
che dopo quella chiaccherata il legame tra noi quattro sarebbe
diventato sempre piu' solido.
angolo autrice: la parte sulla Mondadori e' tutta vera
e anche quella dello scarafaggio (anche se dubito che mia madre se lo ricordi)
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Capitolo 4 *** Billie and Laurence ***
Billie
La nostra vita da expat proseguiva
liscia come l'olio,
eravamo ormai a fine giugno e nonostante il nostro non si potesse certo
annoverare tra i lavori "faticosi" (a livello fisico
s'intende
perche' sul piano mentale era tutt'un'altra storia, specialmente se
capitavano quattro traduzioni in un giorno sia dall'italiano che
dall'inglese) pregustavamo l'avvicinarsi delle ferie: avremmo avuto
l'intero mese d'agosto tutto per noi e cio' significava il nostro
ritorno in patria, il che da una parte ci rendeva felici ma dall'altra
la prospettiva di rivedere i parenti ci deprimeva alquanto anche se
ormai avevamo sviluppato anticorpi a sufficienza da poter sopportare i
loro commenti piu' o meno gradevoli.
Non che fossero cosi pessimi in se', pero' voi capite che essendo le
uniche di famiglia ad essere emigrate ci aspettavamo di tutto.
Sopprattutto non ci piaceva l'idea di lasciare David e Georgia per cosi
tanti giorni di fila: ovviamente anche loro sarebbero andati via per un
po' ma il punto era che ormai eravamo diventati ottimi amici e pensare
che per un po' non li avremmo nemmeno intravisti ci mandava leggermente
in paranoia.
In inglese "soci" si dice "partners in crime" e la
prima
volta che me lo spiegarono ricordo che dissi "ma sembra che si stia
andando a fare una rapina".
Il problema era che se ci vedevi in giro insieme parevamo
un'associazione a delinquere.
Un incrocio tra D'artagnan, i tre moschettieri e i Power Rangers.
E non perche' girassimo armati.
"Non so te ma io ancora un po' e pensavo partisse do you hear the
people sing di sottofondo" fu il commento di Sofia dopo la
nostra
prima uscita.
Io alla seconda pensai che ci mancava solo "red and black" e poi
eravamo al completo.
"Mi raccomando: ora che vi frequentate non parlare solo di film e
telefilm specie se il loro, non farli stufare dopo che vi siete appena
conosciuti" commento' invece mia madre specialista nell'incoraggiamento.
A parte che io per prima mi ripromettevo di non citare Doctor Who: il
guaio era che 99 volte su 100 bastava un niente a ricordarcelo e
partivano i "vi ricordate quella puntata..."
E per loro non era un problema, anzi!
Quando per la prima volta gli mostrammo l'intera casa rimasero di sasso
alla vista dello "studio" ossia l'unica stanza arredata da noi: quando
decidemmo di trasferirici Mrs Foreman ci disse che quella era vuota
poiche' il precedente inquilino l'utilizzava come cameretta per il
figlio e porgendoci un catalogo d'arredamento concluse "scegliete pure
e poi fatemi sapere, al vostro arrivo sara' arredata con quello che
vorrete" cosi' decidemmo di metterci una scrivania col
computer
fisso, un armadio basso ed una grande libreria ove posizionammo tutti i
nostri dvd in ordine alfabetico e divisi per genere con tanto di
etichetta col nome sotto.
"Wow! Li avete tutti...ma di chi sono?" chiese David mentre sfiorava
con le dita tutte le serie di Doctor Who, mancava solo Capaldi, per
dire.
"Mie" rispose Sofia.
"Tutte?" chiese Georgia.
"Certo, le mie invece sono queste" risposi indicando i dvd di
Once upon a time e tutti gli horror "e queste" spalancando l'armadietto
contenente le mie serie di DW.
"Non avrei mai potuto lasciarli a casa" replicai ai loro sguardi
attoniti "a parte che avevo il terrore che durante il
trasloco se
ne rovinasse qualcuno e quindi mi sentivo sicura ad averli di riserva
ma purtroppo mia madre e' una capacissima di buttare tutto se ne ha
voglia ed ho preferito non correre il rischio".
Un giorno stavo tornando dopo essere stata dal parrucchiere:
teoricamente sarei bionda scura ma nel corso degli anni ho esagerato
coi colpi di sole e cosi' dai vent'anni mi faccio rossa, avevo fatto la
tinta prima di partire ma purtoppo e' un colore che "scarica" in fretta
e circa ogni due mesi devo rifarla, per fortuna in ufficio mi avevano
consigliato dove andare.
Insomma, mentre mi avvicino a casa con la coda dell'occhio noto David
sull'altro marciapiede e lo saluto con la mano e lui mi urla di rimando
"You're ginger!" come a dire "che fortuna, io non ci sono mai
riuscito"
"Vai dal parrucchiere e lo sarai anche tu" provai ad urlare mentre un
camion mi sfrecciava davanti.
"What??" ovviamente passandomi davanti il camion non aveva capito nulla
o quasi.
"il parrucchiere!" provai di nuovo prima di scoppiare
platealmente a ridere appoggiata al muretto.
Ora, immaginate di camminare per strada o di essere in macchina e
vedere un tizio ed una tizia che si parlano urlando da un marciapiede
all'altro, il che ci starebbe anche, a patto pero' che i due siano come
minimo over 65.
Nel nostro caso sembrava la versione reale e scema della scena del
disinfettante.
In pratica ero diventata esattamente del colore dei miei capelli dal
gran ridere ma provateci voi a rimanere seri quando uno cosi' sgrana
gli occhi dicendovi "sei rossa!"
"You're beautiful sweetie" mi disse mentre anche lui smetteva di ridere
ed io lo ringraziai pensando a quanto era vero il fatto che basta
cambiar Paese per vedere le cose diversamente o meglio, per non
fraintendere: in Italia se qualcuno urla ad una donna una cosa del
genere e' lecito pensare che ci stia provando e li no, poi e' vero che
ci conoscevamo, non eravamo proprio estranei ma comunque era un diverso
modo di esprimersi.
Una domenica mattina mentre tornavamo a casa dopo aver fatto un po' di
spesa sentimmo la voce di Georgia chiamarci e li vedemmo fuori da casa
loro insieme ad un'altra coppia che conoscevamo.
O meglio: lei sapevamo molto bene chi era, di lui sapevamo solo che era
suo marito.
"Billie, Laurence, vi presento Carlotta e Sofia le nostre vicine" disse
David mentre noi stringevamo la mano ad entrambi.
"Volete passare per il caffe' piu' tardi?" propose Georgia.
Noi accettammo felici di quell'occasione fortuita e alle 14 eravamo
gia' da loro, evidentemente gli avevano detto qualcosa di noi perche'
ci ritrovammo, su richiesta di Billie a raccontare di come eravamo
diventate Whovian.
Inizio' Sofia: "e' stata mia madre: sin da piccola me ne aveva parlato
e per me non era neanche "il dottore" bensi' "l'uomo matto nella
cabina blu", poi verso i dodici anni cominciai a vederlo in tv".
"Io non ebbi quella fortuna: semplicemente ne avevo sempre sentito
parlare ma non ho mai avuto occasione di vederlo, in tv c'era ma non
ero mai riuscita a trovare la prima serie, poi conobbi lei che mi diede
la spinta finale" dissi quando tocco' a me.
"Quando dissi a mia madre che anche lei aveva cominciato a vederlo il
suo commento non fu "oh bene, le piacera'" o qualcosa del
genere"
"E cosa allora?" chiese Billie incuriosita.
"Auguri!" rispose Sofia facendoci ridere tutti.
"Ho sempre visto le serie tv ma piu' che altro crime, di fantascienza
siete stati i primi che mi hanno appassionato davvero"
aggiunsi io.
"Non sapete quante volte stiamo li a parlarne, a proposito Billie: la
scena di "new earth" dove Cassandra entra in lui l'avete girata venti
volte vero? Perche' scusa ma non ci crediamo se ci dici che e' stata
buona la prima" disse Sofia.
Billie e David si guardarono per un attimo poi lei rispose: "venti
no...ma dieci si!" disse ridendo insieme a lui.
"So che sembra una stupidaggine ma tante volte e non solo di voi
facciamo ragionamenti di questo tipo" ammisi.
"Non e' una stupidaggine anzi: significa che siete coscienti del fatto
che dietro il singolo episodio c'e' tanto lavoro ma anche del
divertimento" disse Billie.
"Spesso degli attori si dice che non lavorano: certo non timbrate il
cartellino come fanno altri ma cio' non significa che non sia faticoso
sia a livello fisico che mentale: e' ovvio che dopo un po' dovete
sdrammatizzare" aggiunse Sofia.
"Il fatto che pensiate cosi vuol dire che perlomeno dopo ogni episodio
qualcosa vi abbiamo lasciato, non so te ma io preferisco cosi'
piuttosto della gente che ti guarda e basta lasciandosi scivolare tutto
addosso" commento' David rivolto alla sua ex companion che annui'.
"Ormai avrete capito che DW e' nel cuore di tutti noi, alla fine
l'abbiamo visto tutti e non vi nascondo di esserci rimasto abbastanza
male quando la sospesero anche se avevo gia' diciotto anni"
prosegui'.
"Quando si presento' l'occasione di fare il provino non me lo feci
ripetere e ci andai ma li per li' nessuno mi disse niente, mi
congedarono col classico "le faremo sapere"".
"Passo' quasi un mese ed io ero a casa dei miei genitori insieme a mia
sorella: loro erano usciti con mio fratello e squillo' il telefono: per
sicurezza avevo dato anche il numero di casa, fu Karen a rispondere e
dopo poco mi tese la cornetta dicendomi "e' per te".
"Io la presi e quando dissi "pronto?" sentii rispondere "Mr Mcdonald?
Sono Jolene Carr della BBC" non cantai subito vittoria pero':
per fortuna ti chiamano anche per dirti che non hai passato i provini"
"Mi dica" dissi ormai senza illusioni"
"Congratulazioni, lei sara' il decimo Dottore, venga lunedi' mattina
verso le 7.30 arrivederci e buona giornata" disse mentre io
balbettavo a malapena un "arrivederci"
Posai la cornetta con mia sorella che m'incalzava "allora? Che ti ha
detto?"
"Mi sedetti sul bracciolo ancora stupefatto e risposi: "saro' il decimo
Dottore"
"E poi?" chiesi a quel punto.
"Poi l'unica cosa che ho sentito e' stato l'urlo di mia sorella che
peraltro credo abbiano sentito fino al paese vicino e il suo peso
mentre mi gettava le braccia al collo facendomi cadere a terra" rispose
con noncuranza mentre noialtri ridevamo.
Mentre tornavamo a casa quella sera riflettemmo entrambe sul fatto che
davvero a dispetto di quello che pensa la gente una serie tv puo'
entrarti nel cuore fino a cambiarti la vita e questo vale per tutti i
fan.
Anche e sopprattutto per quelli che poi ne diventano protagonisti.
angolo autrice: buone feste a tutti, ci tengo a precisare che il
racconto di David sul provino e' completamente inventato da me.
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Capitolo 5 *** Oh my God! They're friends! ***
Oh my God! They're friends!
Nel nostro lavoro capitavano le cose
piu' svariate,
specie quando dovevamo tradurre dall'italiano all'inglese (in
genere articoli e/o recensioni di riviste) e spesso avevamo delle belle
discussioni a proposito: niente di violento intendiamoci ma per ogni
evenienza avevamo avvisato David e Georgia di non badarci se passando
sentivano che alzavamo la voce perche' significava semplicemente che
eravamo indecise sulle possibilita' di traduzione e non che stavamo per
lanciarci i piatti addosso.
Ormai ci vedevamo quasi senza avvertirci prima: nel
senso
che almeno una volta a settimana ci trovavamo o da noi o da loro per un
the' o un caffe' in genere dopo pranzo e mettendoci d'accordo
dal lunedi al mercoledi per il sabato ma quella volta mentre tornavamo
dall'aver fatto la spesa la vedemmo avvicinarsi.
"Ciao ragazze, scusate ma sabato non possiamo venire: solo ieri ci e'
venuto in mente che deve venire un nostro amico a trovarci"
"Oh...beh se volete fare un salto non c'e' problema, in fondo cosa vuoi
che sia una tazza in piu'" risposi ricordandomi come ci avevano accolto
loro nonostante la presenza contemporanea di Billie e Laurence.
"Facciamo cosi: se in questi giorni non mi faccio sentire significa che
veniamo lo stesso anche con lui altrimenti vi mando un sms" promise
Georgia.
Noi accettammo e neanche a farlo apposta mentre pranzavamo capitammo su
un episodio di law & order uk in cui c'era suo padre, ammetto
che
la tentazione di andare a dirglielo fu forte ma la nostra parte
razionale ebbe la meglio, piuttosto mi chiedevo che faccia aveva fatto
Freema, che qui interpretava uno dei due procuratori (mr. Davison era
il loro capo) quando se l'era ritrovato davanti....
Nei giorni che seguirono i nostri amici non si fecero sentire quindi la
domenica alle 14.30 circa eravamo pronte ad accoglierli: mentre Sofia
apparecchiava io ero andata ad aprire la porta, la prima ad entrare fu
Georgia che mi bacio' sulla guancia, mentre facevo per baciare David e
lei si avviava in cucina lo vidi voltarsi e dire "vieni pure Ben".
A quelle parole raggelai ma m'imposi di stare calma: "non e' detto che
sia chi pensi tu: potrebbe benissimo essere il diminutivo di Benjamin"
pensai.
Invece ancora una volta ci avevo preso.
Ovviamente David e Georgia sapevano che eravamo loro fans ed era
altrettanto ovvio che gia' prima di arrivare li eravamo al corrente di
un po' di cose sul loro conto.
Solo che non avevano idea di fino a che punto ne sapevamo!
Ad esempio, che loro e la persona che ci stava davanti erano amici, o
meglio che era amico di David perche' lo diceva in un'intervista e gia'
non vi dico che film mentali ci partivano.
Figuriamoci ad avercelo in casa:
Benedict
Timothy
Carlton
Cumberbatch.
In una frazione di secondo mi passo' tutto quello che avevo visto di
lui davanti agli occhi: da "into Darkness" alla scena del lenzuolo in
"Sherlock".
E fortuna che Sofia aveva gia' finito di mettere tutto in tavola
altrimenti avremmo potuto tranquillamente dire addio ad un paio di
tazze.
"Ciao, io sono Ben".
Ci presentammo e sono sicurissima che al primo scambio di sguardi sia
David che Georgia intuirono subito che noi sapevamo da un pezzo che
erano amici.
E con ogni probabilita' lo aveva capito anche lui.
Raccontammo di come avevamo cominciato a seguirlo e che per quanto mi
riguardava, lo avevo conosciuto grazie ad "into Darkness".
"Solo che perdonami, ma li' ti avrei strozzato" sentenziai io.
"Addirittura...beh, dicono che chi disprezza compra" ribatte' lui
posando la tazza.
"Guarda, in quel caso l'unica cosa che avrei comprato e' una cassetta
degli attrezzi da sbattergli sulla faccia al tuo Khan" risposi sorniona
mentre gli altri tre ci guardavano allibiti.
Poi ci guardammo noi e scoppiammo a ridere.
"Scusa ma e' piu' forte di me: io sono sempre dalla parte del Bene"
dissi una volta ripreso fiato.
"Vogliamo parlare di quando vedemmo Frankenstein?" intervenne Sofia.
"Siete andate a vederlo a teatro?" chiese David.
"No...In Italia alcuni cinema l'acquistarono e lo proiettarono in
lingua sottotitolato" spiegai.
"Ero andata al cinema con un'amica e mentre aspettavamo che aprissero
la sala vidi un poster con gli spettacoli teatrali: quando lessi il suo
nome non potevo crederci!"
"Avevamo gia' visto tutti gli episodi di Sherlock" disse Sofia.
"Due giorni dopo a lezione le chiesi se le piacesse Frankenstein come
storia e se voleva venire con me a vederlo...visto che c'eri tu"
ridacchiai.
"Il guaio era che lo facevano una sola sera e di martedi': da una parte
eravamo fortunate perche' la mattina seguente di lezioni non ne avevamo
ma dall'altra non era cosi facile: anzitutto dovevo andare a dormire da
lei perche' il cinema era dalle sue parti e noi non abitavamo vicine e
poi noi il martedi avevamo lezione fino alle 19" continuo' Sofia.
"Cosi' c'inventammo una balla ed uscimmo un quarto d'ora prima: anche
perche' la fermata della metro non era li' sotto, era solo una fermata
ma poteva succedere che mia madre arrivasse in ritardo" dissi
io.
"Che avete detto?" chiese Georgia.
"Io dovevo prendere il treno e lei andare dal medico" rispose Sofia.
"Dovevate vederci quando uscimmo da li': mancava il sottofondo e
sembravamo te e Martin nell'ultima scena di "a study in pink"...a parte
che ce l'avevo sul cellulare la colonna sonora" aggiunsi io.
Quei tre ridevano come matti...beh era gia' qualcosa...voglio
dire, se siamo fuori di testa e' meglio chiarirlo subito no? Giusto per
non dare false speranze...
"Alla fine arrivammo, comprammo i biglietti e dopo cena entrammo nella
sala...ma rimaneva un enorme punto di domanda: chi avresti fatto quella
sera? Avevamo visto le foto ma onestamente speravamo per il dottore"
disse Sofia.
"Non certo perche' pensavamo che non saresti stato in grado
d'interpretare la creatura ma sai, tra le due..." aggiunsi io.
"E come ando' a finire?" chiese Ben.
Lo guardammo entrambe negli occhi "capisco: era la serata
della creatura".
"Gia': l'ho dovuta tenere su altrimenti era sul pavimento prima ancora
che l'annunciatrice finisse di parlare" commento' Sofia "poi
mi venne in mente che FORSE Jonny era lo sherlock di elementary..."
"Ma figurati...vuoi che il regista sia stato cosi' fuori di testa da
metterne due sullo stesso palco?"
fu il mio commento puntualmente smentito da wikipedia la mattina dopo,
al che le chiesi "ma che tipo e' lo sherlock di jonny?"
"un ex eroinomane" "perfetto!"
"Visto che siamo in argomento, cosa ne pensate della scena dello
stupro?" ci chiese Ben.
"Beh, sei stato bravo...poi certo eravate a teatro e piu' di tanto non
e' che potevate mostrare" rispose la mia amica.
"Solo una cosa: io posso capire che lo scienziato fabbrica una persona
con pezzi di cadavere e che gl'infonde vita con scariche elettriche ma
come fa a, ehm fare in modo che..."
Santo cielo, ma perche' non taccio mai??
In mio soccorso, arrivo' Georgia "mi date un bicchiere d'acqua per
favore?"
Mi alzai, presi un bicchiere e glielo versai mentre Sofia cercava in
tutti i modi di trattenere le risate.
"Vogliamo parlare di Sherlock?" dissi.
"Immagino sappiate che hanno confermato la quarta e la quinta serie"
rispose Ben.
"Oh si lo sanno fidati...almeno da qualche settimana" disse
Georgia posando il bicchiere.
"Diciamo che l'abbiamo saputo contemporaneamente." aggiunse
David.
E continuo' raccontando che poche settimane prima mentre si stava
controllando l'e-mail lo aveva letto, "oh guarda, Steven e
Mark
proseguiranno con Sherlock" disse rivolto a Georgia che era appena
rientrata, "dici che Carlotta e Sofia lo sanno gia?"
"ma
perche', secondo te sono Sherlockians?" a quel punto lui l'aveva
guardata come per dire "se non lo sono loro..."
"In effetti quasi tutti i Whovians son Sherlockians e vice versa"
aveva cominciato a dire lei quando si era sentito uno strillo
da
fuori.
"Mi sa che l'hanno scoperto" aveva commentato David mentre io e Sofia
avremmo voluto scomparire al ricordo di quella scena: io che urlavo di
gioia e le saltavo in braccio mentre lei cercava invano di calmarmi.
"Se Mark e Steven ti proponessero d'interpretare il Dottore...sai ora
che e' iniziato il nuovo ciclo" disse rivolgendosi a Ben.
"Accetterei...anche se e' dura raccogliere la vostra eredita'" gli
rispose nel tono piu' normale possibile mentre a me si apriva la bocca
e il the' che c'era dentro finiva nuovamente nella tazzina.
"Mi sa che una possibilita' del genere le terrorizza" commento' Georgia
facendoci ridere tutti.
"Ah l'avete gia' visitato la casa di Sir Arthur Conan Doyle?" ci chiese
Ben quando ci fummo riprese.
"Non ancora" rispose Sofia "e se ti vuoi offrire per farcela vedere
anche no grazie...cioe' sarebbe fantastico ma rischieremmo di riderti
in faccia" pensai io.
Poco dopo Georgia ci stava aiutando nonostante insistemmo che non ce
n'era bisogno (le avremmo sciacquate e poi messe in lavastoviglie) a
lavare le tazzine.
"Oddio, devo spostare la macchina o mi faranno la multa"
disse una voce dall'ingresso.
"Guarda che lo sappiamo che sei tu Ben" ribadii cercando di trattenere
le risate.
"Come fai a saperlo?" mi chiese con la sua voce.
"Forse perche' David e' qui?" disse Sofia noncurante mentre i
coniugi Tennant erano sul tavolo dal gran ridere.
angolo autrice: la storia di Frankenstein e' tutta vera e non solo:
1) qui dove ho sentito per la prima volta (e mandando indietro per
risentire perche' ammetto di aver sperato d'aver capito male) che Ben e
David sono amici (min.2.21)
https://www.youtube.com/watch?v=1zV4FHP4smY&list=WL89E4BF77F9A6C5E6
2) qui dove Ben imita David (min.0.43)
https://www.youtube.com/watch?v=yebhPXh58cw&list=WL89E4BF77F9A6C5E6
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Capitolo 6 *** He's the Doctor. MY Doctor! ***
He's the Doctor. My Doctor.
"Tanti auguri!"
Il 26 luglio era il compleanno di Sofia ed io le avevo regalato un set
completo per la preparazione dei cupcakes: da sempre la cucina era la
sua passione e piu' di una volta me li aveva preparati seppur con mezzi
di fortuna diciamo.
Poco dopo si accingeva ad aprire il regalo di David e Georgia:
gliel'avevano consegnato due giorni prima pregandola di aprirlo solo
quel giorno e la curiosita' ci stava mangiando vive.
Piu' a me che a lei visto che era anche piuttosto grosso.
"Sono pazzi!" fu il coro quando rivelo' il contenuto: una
teiera
a forma di TARDIS, quei due sapevano che nonostante fossimo piu' di
caffe' che' di the' non ci dispiaceva affatto, aggiungeteci il fatto
che eravamo Whovians sfegatate e opla' il regalo e' servito.
Quattro giorni dopo avevamo finalmente finito di lavorare ed iniziavamo
a pensare a cosa mettere in valigia: dal 3 al 26 di agosto
saremmo tornate dai nostri genitori in Italia e probabilmente in quel
lasso di tempo saremmo anche andati da qualche parte con loro.
Non nego che fu piuttosto doloroso separarsi dai nostri vicini, anche
se non li vedevamo tutti i giorni era dura pensare che non li avremmo
piu' avuti nei paraggi per ben tre settimane.
"Allora, pronte le valige ragazze?" ci chiese David la sera prima della
nostra partenza mentre eravamo uscite un attimo a prendere un po'
d'aria.
"Oh si" rispondemmo noi, piu' che le valige dovevamo
prepararci psicologicamente: non che i nostri fossero cattivi ma anche
se ormai eravamo indipendenti ed avevamo una nostra vita eravamo pur
sempre le loro "bambine".
"Allora buon viaggio, noi partiamo dopodomani a Brighton e se avete
bisogno di qualsiasi cosa chiamateci, tanto avete sia i nostri numeri
di cellulare sia skype" disse Georgia abbracciandoci.
Il giorno dopo, di buon'ora ci recammo all'aereoporto e gia' sentir
parlare in italiano fu stranissimo: figuratevi che quasi non lo
parlavamo nemmeno piu' tra noi a casa! E ancor di piu' ci parve strano
separarci tanto eravamo avvezze a far tutto insieme.
Il tornare a casa quando ormai ne hai una tua ha dei vantaggi: con
questa scusa eravamo esentate dalle faccende domestiche ed essendo le
uniche in famiglia ad essere espatriate ci portavano in palmo di mano
contando poi che in Italia la maggior parte dei nostri coetanei era o
disoccupata o precaria.
Il sabato successivo i miei genitori organizzarono un barbecue in
giardino con i parenti: volevamo farlo il giorno dopo ma all'ora di
pranzo il sole picchia terribilmente e anche abbassare la tenda non
serve a molto vista l'afa cosi' optammo per la sera, tanto avevamo
degli ottimi prodotti antizanzare.
Mentre aiutavo mamma e zie con gli antipasti in cucina la tv era accesa
e non so come finimmo su rai4.
Dove stava andando in onda una replica di "Doctor Who": per l'esattezza
la 3x00 la prima con Donna e non vi dico che senso mi fece sentirlo
doppiato tanto ero abituata alla sua voce.
"Chi e' quello?" chiese la sorella di mia madre.
"E' il Dottore. il MIO Dottore." risposi fiera "ed
e' anche il mio vicino di casa" aggiunsi noncurante.
"Quello li e' il tuo vicino di casa?" replico' in tono lievemente
strabiliata l'altra zia, moglie del fratello di mio padre.
"Certo, con la moglie e i figli abitano proprio di fronte a noi" dissi
prendendo due piatti da portare fuori.
"E come sono?" chiese di nuovo la sorella di mia madre.
"Come li' se non peggio...e ora ALLONS-Y!" dichiarai
marciando verso il giardino.
Anche se non ero del tutto sicuro che mi credessero.
Alla prima "pausa" (ossia mentre aspettavamo che fosse pronto
il primo) feci una scappata su Skype per sentire Sofia: la poveretta
era vittima di tutte le sue allergie alle sostanze che in Scozia grazie
al cielo non c'erano, sotto antistaminici e anche lei impegnata in una
cena coi parenti: inutile dire che sentivamo moltissimo la mancanza
l'una dell'altra.
Mangiammo e mentre aspettavamo che fosse pronto il caffe' sentii il mio
cellulare squillare e nel vedere lampeggiare "David" sullo
schermo poco ci manco' che non cominciassi a sputar monete come una
slot machine, i miei vedendomi salire in camera mia mentre rispondevo
probabilmente pensarono che fosse il mio capo o qualcosa del genere
(in realta' non sentivo niente perche' a volte il mio
cellulare non prende bene quindi feci appena in tempo a dirgli di
andare su Skype).
"Come va? Disturbo?" mi chiese.
"Assolutamente no, stiamo aspettando il caffe' e comunque credimi mi
stai salvando da una noia mortale: pensa che poco fa ho beccato una
replica della terza stagione, la prima puntata con Donna"
risposi.
"Accidenti! Dobbiamo proprio mancarti tanto" rise lui.
"Beh, poco dopo ho detto allons-y..."
"E i tuoi che dicono? Sofia l'hai sentita?"
"Ovviamente gli ho detto tutto ma non so fino a che punto ci
credano...vabbe' tanto prima o poi dovranno pur venire a trovarci...Si,
e non sta benissimo, sai lei soffre di molte allergie: in Scozia sta
bene perche' non ci sono ma qui deve imbottirsi di antistaminici, voi?"
"Bene, il posto e' molto bello e tra poco mangiamo anche noi...ora devo
scappare, ci sentiamo"
"Ok ciao"
"Chi era?" chiese mia madre.
"Il mio vicino" risposi.
"Tutto a posto vero?" ribatte' lei (forse perche' siamo
abituati che i vicini quando siamo via ci chiamano solo se ci sono
entrati i ladri in casa o cose del genere)
"Sicuro"
"E' sempre quello di prima?" chiese mio cugino, figlio della
sorella di mia madre con una sfumatura di derisione nella voce.
"Si certo" risposi mentre lui rideva.
"Ridi ridi! Poi rideremo noi..." pensai mentre andavo a
prendere il caffe'.
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Capitolo 7 *** That damned falls! ***
that damned falls!
Il soggiorno dai parenti fu meno
peggio del previsto per
entrambe: mi rilassavo ed ero anche andata in piscina con mia madre,
Sofia faceva piu' o meno la mia stessa vita e malgrado ci sentissimo
quotidianamente sentivamo molto la mancanza l'una dell'altra.
Ovviamente la nostra percezione rispetto a molte cose era cambiata, ad
esempio rispetto ai programmi televisivi: abituate com'eravamo a
telefilm, trasmissioni comiche, (avevamo beccato un paio di volte
quello della cara Catherine Tate) e talk show politici fatti pero' in
un certo modo (ossia niente urla un diretta) che neanche cinque minuti
della nostra tv eccetto certi film e serie bastavano a farci venire
l'orticaria.
"Almeno la' non abbiamo certe boiate tipo la trasmissione della D'Urso"
dicevo ai miei genitori "non che non esistano programmi del
genere in UK ma almeno hanno il buon gusto di non trasmetterli sui
canali principali e sopprattutto non in prime time" quelli
che
avevamo sporadicamente visto andavano infatti in onda dopo le 23,
al che i miei scuotevano la testa ed alzavano gli occhi al
cielo
ma ebbero il buon senso di non fare commenti: tutto si poteva dire
tranne che parlassi a vanvera, dopotutto ero io quella che viveva
all'estero.
Un giorno mi comunicarono che l'ultimo weekend prima della mia partenza
ossia dal 22 al 24 saremmo andati in Svizzera, piu' precisamente a
Berna tutto sommato non mi pareva affatto male come conclusione di
vacanza.
Preparammo le valige ed una volta superato il confine ci fermammo ad
una stazione di servizio dove vidi...Sofia ed i suoi genitori!
Venne fuori che da tempo si erano messi d'accordo per quel viaggio
senza dirci nulla proprio per farci una sorpresa, l'albergo
era in pieno centro citta' e molto carino: dopo esserci registrati e
aver lasciato i bagagli in camera cominciammo ad esplorare la citta'.
La mattina dopo mentre facevamo colazione i nostri genitori esaminavano
vari opuscoli per decidere la meta di quel giorno, ad un tratto mia
madre se ne usci' con un "potremmo andare qui" indicandone uno.
Quando lo vedemmo rimasi col pezzo di pane spalmato di nutella per
meta' in bocca e per meta' fuori mentre a Sofia cadde il cucchiaio
nella tazza di the'.
Sopra c'era scritto "cascate di Reichenbach".
Confesso che la voglia di urlare "MAPPORCADIQUELLATROIA!!!" fu tanta da
parte di entrambe ma per ovvi motivi fummo costrette a trattenerci
nonche' a seguire i nostri genitori in quell'escursione che per noi fu
peggio che avviarsi al patibolo.
Siccome a tutto c'e' un limite mi rifiutai di proseguire oltre la meta'
della passatoia (il rischio che quella notte avessi incubi aventi per
soggetto Ben che si lanciava e/o cadeva in quel dirupo era
pericolosamente alto) la mia fortuna fu che alla madre di Sofia venne
il colpo di genio una volta vista la targa con sopra il profilo di
Sherlock Holmes.
"Ah....ora capisco...."
"E ci voleva tanto?" mi sussurro' la mia amica poco dopo.
Quella sera dopo cena andammo nella sala dell'hotel dove vi era la
connessione wi-fi, per fortuna ci eravamo portate il suo pc per ogni
evenienza, andammo su Skype e chiamammo David: calcolammo che laggiu'
dovevano essere circa le 21 quindi non ci avrebbe messo molto a
risponderci.
"Ehi, ciao come state?"
"Bene e tu? Dove siete?" chiesi
"A Brighton e voi? E come mai siete assieme? Non dovevate andare ognuna
a casa propria?" ribatte' perplesso.
A quel punto prendemmo un respirone e rispondemmo assieme:
"Siamo in Svizzera".
Ho sempre pensato che tra fans e attori o quello che e' ci sia una
sorta di telepatia che li porta a capirsi all'istante, figuriamoci se
questi sono pure vicini di casa, per la serie "genitori, prendete
esempio"...
A David basto' guardarci negli occhi per intuire il perche' di quella
chiamata per poi scoppiare a ridere cosi' forte che comincio' a dare
pugni alla scrivania mentre noi tentavamo invano di calmarlo.
Poco dopo passo' Georgia "ciao ragazze, che succede?"
"Sono in Svizzera" le rispose suo marito asciugandosi le lacrime.
"Vuoi dire che..."
E lui annui' mentre lei scoppiava a ridere: erano pur sempre il Dottore
e sua moglie nonche' figlia in un episodio e sangue del Quinto no?
Li salutammo ed andammo a dormire.
Il giorno seguente ad ora di pranzo guardando il cellulare vidi che
David mi aveva mandato un sms il quale riassumeva quanto accaduto in
quelle ore.
1) i coniugi Tennant avranno dormito si e no due ore quella notte il
resto l'avevano trascorso a ridere con il povero Tyler che continuava
invano a chiedergliene il motivo (Olive e Wilfred per fortuna avevano
dormito tranquilli)
2) David verso le 9.45 aveva chiamato Ben che si trovava dalla sorella
alla quale dopo aver sentito dall'amico dov'eravamo aveva sputato in
faccia il the' caldo ma per fortuna non bollente che stava bevendo
(pare che Georgia abbia sentito la povera Tracy urlare un
"BEEEEEEENEDIIIICTTTTTTT!!!!" cosi' forte da farle temere che l'avrebbe
preso a sberle)
Poi spiegatelo voi ai vostri genitori perche' ridete con le lacrime e
siete color geranio, a patto da riuscire a respirare s'intende!
angolo autrice:
http://images.myswitzerland.com/n19040/images/buehne/sts3537_43f-1.jpg
ecco la passatoia di cui parlavo...no, non ci sono mai stata
e dubito che ci andro' mai XD
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Capitolo 8 *** Return, Birthday and...Surprise! ***
Return, Birthday and...Surprise!
Alla fine era arrivato il momento di
tornare a casa: i parenti erano stati salutati e i bagagli preparati, e
viste le solite eterne raccomandazioni appena oltrepassato il gate
tirammo un sospiro di sollievo.
" Ohhh casa finalmente!" esclamai non appena varcammo la soglia della
nostra villetta.
"Puoi dirlo! Basta antistaminici, basta noiosi pranzi coi parenti..."
rispose Sofia.
"...Basta con i parenti che ti chiedono quando vai a dormire perche' ti
stai vedendo qualche programma della BBC in rete ad orari assurdi"
continuai io, d'altronde se era l'unico modo per
vedere qualcosa di decente non era certo colpa nostra.
Mollammo le valige in salotto e ci precipitammo sull'altro lato della
strada: in altri contesti saremmo sembrate due perfette cretine ma li'
era del tutto normale e nel caso ve lo stiate chiedendo, no, non era
perche' avevamo "i vicini famosi".
Loro non erano David Tennant e Georgia Moffet, erano David e Georgia e
basta!
Suonammo ma nessuno venne ad aprirci "strano, non avevano
detto che sarebbero tornati prima di noi?" chiesi alla mia amica.
"Forse sono usciti"
Sofia aveva ragione: poco dopo li vedemmo arrivare in macchina, la
prima a scendere fu Georgia: "ehi, come va? Siamo andati a
fare la spesa" ci disse abbracciandoci ed indicandoci le borse piene,
David oltre che con un abbraccio ci accolse con un "bentornate".
Una settimana dopo era il mio compleanno e Sofia mi aveva preparato una
gran mousse di cioccolato e arance oltre a regalarmi il libro di
"Psycho", David e Georgia invece, sapendo della nostra
abitudine di mangiare biscotti a colazione mi avevano regalato una
biscottiera a forma di TARDIS.
Cinque giorni dopo, l'11 settembre, c'invitarono a casa loro "vorremmo
presentarvi una persona" e il fatto che ce l'avesse detto
Georgia non contribuiva a tranquillizzarci, sapete come si dice
"chi si somiglia si piglia"...
E infatti...
"Ciao ragazze, come state?"
"Ciao Matt" dissi io sperando di non ridergli in faccia: spesso tra di
noi dicevamo che David aveva l'espressione di uno arrivato giovedi
prossimo, beh Matt aveva quella di uno arrivato il giovedi' del mese
prossimo!
Mentre ci preparavano il the' riassumemmo a Matt com'eravamo diventate
Whovians (ormai anche i muri delle nostre case lo sapevano),
quando Sofia se ne usci' con "raccontagli quella volta a
lezione di tedesco".
"Ah quella si che e' bella, alla faccia delle coincidenze: era l'ultima
lezione prima delle vacanze di Natale, ad un certo punto sentimmo un
suono familiare..."
"...cioe' la colonna sonora: sapendo che lei l'aveva tra le suonerie le
dissi di mettere il silenzioso" continuo' Sofia.
"Io le risposi che gia' c'era, lo mettevo sempre appena arrivata in
classe" dissi io.
"Ben presto ci rendemmo conto che si stavano vedendo un episodio
nell'aula affianco alla nostra, e lei ha cominciato ad avere i sintomi
da Whovian in astinenza ossia adrenalina a mille"
"Figuratevi che chiesi di andare in bagno e gridai, a bassa voce
s'intende, qualcosa d'irriferibile, dopodiche' mi appoggiai alla porta
di quella classe sperando di captare qualcosa ma non ci riuscii anche
se probabilmente doveva essere the christmas invasion a giudicare da
quello che mi disse dopo" proseguii.
"E tu invece?" chiese David a Sofia.
"Io i sintomi li ebbi dopo" rise lei.
angolo autrice: scusate per il capitolo corto e poco "gustoso" ma
dovevo introdurre Matt, dal prossimo ci sara' da divertirsi vedrete...
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Capitolo 9 *** A domestic accident ***
A domestic accident
Il 15 settembre riprendemmo a lavorare
e devo dire che
non ci pesava affatto riprendere i soliti ritmi ma dato che la legge di
Murphy parla chiaro, l'imprevisto era dietro l'angolo.
Il venerdi successivo eravamo appena tornate dall'ufficio quando,
mentre ancora mi toglievo le scarpe davanti alla porta sentii l'urlo di
Sofia provenire dalla cucina "Carlotta! Vieni!", la raggiunsi e vidi
che il pavimento era completamente allagato "e ora che facciamo?"
"Chiamiamo mrs Foreman" dissi risoluta.
Mentre lo facevo Sofia chiuse la porta e vi metteva sotto degli
asciugamani, pochi minuti dopo la nostra boss era li' fuori
accompagnata da una squadra di operai specializzati, dopo aver
esaminato il lavello il loro responsabile rassicuro' la Foreman (che si
scusava con noi da quando era arrivata) : le tubature non erano state
posizionate a dovere e anche se prima che ci venissimo ad abitare erano
state controllate non era possibile accorgersene (questione di pochi
cm) a meno che non capitasse qualcosa come quello che ci era
effettivamente successo, nulla di grave ma avrebbero dovuto lavorarci
tutto il weekend percio' era meglio che lo trascorressimo da un'altra
parte "vi pagheremo l'albergo naturalmente" ci disse lei
mentre
uscivamo in strada.
"Che succede?" chiese una voce alle nostre spalle: era Georgia, la
quale dopo un rapido riassunto della situazione ci disse "non c'e'
problema, potete stare da noi fino a lunedi" "ma non vogliamo
disturbare..." rispose Sofia "due notti in albergo
non ci
ammazzeranno e poi non vogliamo sconvolgervi troppo i ritmi con i
bambini..." non pensavo a Tyler che ormai andava per i dodici
anni ma ad Olive e Wilfred che erano ancora piccolissimi,
"Tyler
e' da un'amichetto ed Olive e Wilfred sono dai miei cognati non
preoccupatevi" rispose.
Cosi' dopo aver messo degli abiti un po' a caso in un borsone insieme
ad un pc (non ci serviva per lavoro ma non volevamo neanche
approfittare troppo di loro) seguimmo Georgia, David sarebbe tornato
per cena dato che era in uno studio tv per un'intervista, nel frattempo
noi ci sistemavamo alla bell'e' meglio.
Col ritorno del padrone di casa ci sedemmo a tavola (dopo aver
insistito per dare una mano almeno ad apparecchiare) e dopo cena mi
suono' il cellulare.
"Oh scusate, dimenticavo che doveva chiamarmi mia madre" dissi
alzandomi e precipitandomi a rispondere.
"Come sarebbe a dire, vi e' scoppiato il tubo del lavandino??"
come al solito la mia genitrice rivelava una calma
invidiabile.
"Esatto mamma, ci e' scoppiato il tubo del lavandino non la bomba
atomica sotto casa e poi la situazione e' sotto controllo: han gia'
mandato gli operai e lunedi' torneremo, per ora ci ospitano David e
Georgia" evito di citare il resto della conversazione per
puro buonsenso viste le raccomandazioni che e' solita farmi quando sono
a casa di qualcuno (del tipo aiutare...sicuro, peccato che Georgia non
abbia neanche voluto che le apparecchiassimo tavola).
Finito di mangiare dopo aver chiaccherato un po' ed esserci messi tutti
il pigiama io e Sofia ci coricammo sul divano-letto (nonostante i
padroni di casa avessero insistito per darci la loro camera).
"Voi lo sapete perche' il TARDIS e' blu vero?" chiese David di punto in
bianco dopo che ebbi spento la luce.
"Perche' il Dottore e' triste dato che e' solo" risposi ricordando
quanto mi commossi dopo averlo letto.
"Non e' del tutto vero: a parte poche eccezioni viaggia sempre con
qualcuno" obietto' Sofia.
"Si ma dopo tutti quegli anni...va bene una vita ricca ed
intensa...dopo un po' pero' chiunque si sarebbe stancato" ribatte'
Georgia.
"Lui e' straordinario ma non si dava peso anzi reputava noi umani
eccezionali perche' avevamo quello che lui non era mai riuscito ad
avere: una vita normale" dissi io.
"Ma come fa uno cosi' ad avercela?" mi chiese Sofia.
"Ve lo vedete sposato a girare per lo spazio e il tempo con moglie e
figli?" rise David.
"Beh sposato si e' sposato" disse Georgia.
"D'accordo ma non ce lo vedo a fare una vita ordinaria" dissi io.
"Non oso immaginare come possa essere casa loro" ridacchio' David.
"Cosa ci sara' scritto sul citofono? "Doctor Pond"? chiese Sofia.
"E l'orario di visita?" chiesi io.
"Cosa?" fece David.
"Sembra il nome di un dentista!" risposi mentre tutti gli
altri ridevano.
Quando aprii gli occhi il mattino seguente il sole filtrava gia' dalle
persiane, guardai l'orologio: erano circa le 7.40 poi voltandomi verso
l'altro divano mi accorsi che David e Georgia erano rimasti li e ci si
erano addormentati (io avevo pensato che se ne fossero andati in camera
loro dopo un po') andai in bagno e quando tornai David era in piedi
"buongiorno, dormito bene?" "io si...mi spiace per
voi..." "oh non preoccuparti, il divano e' nulla in
confronto a certi alberghi in cui m'e' toccato stare durante le riprese
di altri film" rispose lui.
"Chissa' come son messi coi lavori" aggiunsi pensierosa
guardando casa nostra che si vedeva dalla finestra della cucina.
"Fortuna che i dvd li avete al piano di sopra...pensa se finivano in
acqua" disse David, io sapevo che stava scherzando
ma l'immagine di tutti i nostri cofanetti bagnati mi attraverso' la
mente in maniera cosi' netta che pochi secondi dopo mi ritrovai a
cavalcioni del davanzale con una gamba fuori ed una dentro, cioe':
sarei tranquillamente saltata giu' (fortunatamente eravamo a piano
terra) a piedi nudi ed in pigiama e avrei corso fino a casa mia per
controllare che i dvd fossero a posto (tenendo conto che gia' li non fa
mai caldissimo nemmeno in agosto figuratevi un mese dopo).
Dio, quanto mi sentivo cogliona!
"Ma dove vai? Vieni qui!" disse David tirandomi giu' senza alcuna
fatica dato che ero alta come la moglie o poco di piu' e
visto che non mi calmavo mi prese per le spalle e mi disse " Ascolta!
Sicuramente la Foreman avra' detto agli operai di prendere tutte le
precauzioni necessarie a fare meno danni possibili immagina cosa
farebbe se scoprisse che vi hanno rovinato qualcosa" in quelle parole
intravvidi il suo Dottore e mi calmai.
"Ehi che succede?" chiese Sofia appena entrata in cucina con Georgia.
Ci sedemmo per far colazione e dopo averlo raccontato
ridevamo tutti cosi tanto da sbattere i cucchiaini sul tavolo.
Poche ore dopo navigando in rete incappammo in una clip del primissimo
episodio di "Doctor who" si, proprio quello della serie classica.
"Credo di non averlo mai visto" disse Georgia.
"Io si ma non ne sono sicurissimo" disse David.
"Oddio! Con tutto il rispetto per Hartnell ma era vestito come un
venditore di tappeti! In confronto Colin Baker era sobrio ed austero"
esclamai io.
"E poi dimostra molto piu' dei suoi 55 anni" aggiunse Sofia.
"Beh erano anche altri tempi..."disse David.
La clip era piuttosto breve ma vi dico solo che l'ultima parola fu la
mia e che dissi, testuali parole:
"Capisco il bianco e nero e tutto il resto ma la sigla pareva una
radiografia".
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Capitolo 10 *** It could be happen ***
fever
Avete presente certi spot di prodotti
per la prima
colazione dove la voce fuoricampo garantisce che i biscotti e/o cereali
in questione ti metteranno il turbo neanche fossero della benzina in
una Ferrari? E dove i protagonisti generalmente piu' che appena alzati
dal letto sembrano appena passati dall'occhio di un ciclone?
Ecco, era esattamente lo stato in cui eravamo io e Sofia quella mattina
circa una settimana prima di Halloween.
Gia' quando la vidi passare davanti alla porta socchiusa della mia
stanza per andare in bagno era palese che non era solo questione di
essersi appena alzata: aveva l'aria abbattuta e faticava a reggersi in
piedi, "Sofi, tutto bene?" le chiesi mentre mi alzavo ma era
come
se le gambe mi fossero diventate di piombo e cinque secondi dopo ero di
nuovo sdraiata sul letto.
"Siam messe male eh? Dovremmo provarci la febbre" biascico' la mia
amica e a quella frase mi allarmai: ci mancava pure quello, ok che non
siamo dei robots ma ammalarsi all'estero e' veramente qualcosa di
orribile anche se si trattava di una semplice influenza.
Una volta trovato il termometro il verdetto fu unanime: 37 e mezzo
Sofia e 38 io ma a differenza di lei che tutto sommato riusciva anche a
reggersi in piedi la sottoscritta, avendo la temperatura base di 35 era
ad un passo dal vedere la gente morta per cui rimasi a letto mentre lei
chiamava in ufficio per dire che purtroppo almeno per quel giorno ma
anche di piu' eravamo praticamente fuori combattimento.
Cercammo di mangiare qualcosa almeno per poter prendere le medicine ma
era veramente dura, per quanto mi riguarda presi la pastiglia con un
sorso d'acqua e mi rimisi sotto le coperte, verso mezzogiorno venne Mrs
Foreman a trovarci raccomandandoci di rimetterci al piu presto e di non
preoccuparci per il lavoro, tanto non c'era nulla di urgente.
Solo quando se ne fu andata ci accorgemmo che avevo preso l'ultima
pastiglia anti-influenzale,
"Oh grazie, grazie mille!" scherzo' Sofia che me l'aveva
ceduta
visto che ero quella messa peggio, il guaio ora e' che eravamo proprio
senza e la febbre non sarebbe certo calata subito.
Mentre pensavamo alle possibili alternative suono' il campanello e,
barcollando, Sofia ando' ad aprire, "ehi, vi ho riportato la
tortiera" disse Georgia con un sorriso: pochi giorni prima la
mia
coinquilina in un momento di noia aveva fatto una torta e l'avevamo
divisa con i nostri dirimpettai "grazie" le rispose Sofia
"accidenti, che e' successo?" "a parte che ci siamo
svegliate entrambe con la febbre e che abbiamo finito le pastiglie
nulla" "vado a prendervele io" si offri' Georgia e
appena
la mia amica cerco' di protestare la fece rientrare e l'accompagno'
fino alla mia camera, per fortuna i nostri letti sono entrambi a due
piazze e le disse "ora mettiti qui e non muoverti io tornero' tra poco"
in tono cosi perentorio da farmi pensare "oddio! Ora tira di
nuovo fuori il mitra".
Mi rintanai tremando sotto le coperte stringendomi alla mia amica per
scaldarmi e dopo pochi minuti vidi la testa di David fare capolino
dallo stipite "e tu che ci fai qui?" biascicai con le poche
forze
che avevo tentando di mettermi a sedere "Georgia mi ha detto di
rimanere con voi finche' non torna" disse entrando con in
mano
due tazze giganti da cui si sprigionava un odore di latte caldo che mi
nauseo'.
"Ah no, non pensarci neanche! Odio il latte, specialmente caldo!"
dissi allontanando la tazza che mi porgeva, "ti
fara' bene,
non e' solo latte e non provare a sputarlo!" disse dopo
avermelo
praticamente fatto inghiottire a forza e vedendo che mi stava venendo
una sorta di "rifiuto" fisico: non posso farci niente, se devo mangiare
e/o bere per forza qualcosa che non mi piace mi viene una sorta di
conato di vomito tuttavia aveva un sapore diverso dal solito latte
caldo...mah...doveva essere la febbre...
Mi assopii ma di li' a poco mi venne un'inspiegabile voglia di ridere
tanto che cominciai persino a battere i pugni sul cuscino e a piangere
"Beh? Che c'e' ora?" mi chiese Sofia senza pero' ottenere risposta che
non altre risate manco mi fossi inalata ossido di azoto.
"Vedo che il morale e' alto" ironizzo' Georgia entrando con in mano le
pastiglie "si, col latte e brandy sono state meglio" puntualizzo' David
con un'aria orgogliosa che manco nel cinquantesimo, a quel
punto
la sua dolce meta' lo guardo' come se avesse appena confessato che
spacciava droga in centro "David! Sono digiune da ore! Ci
credo
che Carlotta ride cosi' tanto e' praticamente ubriaca!" lo
rimprovero', "Ma...ne ho messo un cucchiaio solo, per il
resto
era tutto latte" obietto' lui "sara', ma era caldo e gia fa
effetto cosi, figurati su chi non ha mangiato" ribatte'
Georgia
"io sto benissimo" disse Sofia mentre io prendevo
lentamente respiro.
Prendemmo le nostre medicine e trascorremmo il resto del pomeriggio
mezze assopite sul letto "Mi spiace che voi dobbiate stare
qui e
non con i vostri figli" sussurrai a Georgia piena di sensi di
colpa "stanno bene, ho chiamato la baby sitter non
preoccuparti"
mi rispose lei con un sorriso "Non so proprio come potremmo
ricambiare..." disse Sofia girandosi verso David il quale
rispose
"ci penserete poi...ora non e' importante".
Verso le 19.30 un pensiero comincio' a balenarmi in testa...era come se
dovessi fare qualcosa ma non ricordavo cosa... "Devo chiamare mia
madre!" esclamai, "ma se riesci a malapena a parlare, anche
se la
chiami domani..." ribatte' Georgia "tu non la conosci! Devo
chiamarla e non posso nemmeno dirle che siamo entrambe influenzate
altrimenti sarebbe capacissima di prendere il primo volo e precipitarsi
qui" dissi io prendendo il cellulare che per fortuna tenevo
sempre sul comodino e selezionando il numero come in trance.
"Ciao mamma come va?"
"Bene e tu? Hai una voce strana mi sembri raffreddata"
"Eh si un pochino ma sto gia prendendo le medicine"
"Va bene ma riguardati, non prendere freddo"
"D'accordo, a presto"
"Ciao buona serata, saluta Sofia".
Posai il cellulare e rovesciai la testa sul cuscino, "Dave,
io
torno a casa tu rimani con le ragazze, e non voglio sentire niente!"
disse al primo accenno di protesta da parte nostra, cosi ci rimettemmo
sotto le coperte.
Durante la notte ci scese un po' la febbre e col passare delle ore
stavamo sempre meglio anche se i nostri vicini tornavano a casa a turno
per non perderci di vista un solo istante, circa tre giorni dopo
eravamo in piedi anche se ancora non eravamo tornate al lavoro e ci
aggiravamo per casa ancora mezze in trance cercando di rimetterci in
sesto.
Una mattina verso le 10.30 venne David a chiederci se avevamo bisogno
di qualcosa e...a presentarci qualcuno che era andato a trovarli.
"Piacere, John"
"Dov'e' che l'abbiamo lasciato il brandy?" chiesi a Sofia
dopo avergli stretto la mano.
Gli altri due ridevano come matti visto la faccia che dovevo aver fatto
e dopo essermi scusata, John mi disse "perche' non hai visto
Tyler la prima volta che l'ho conosciuto: loro si erano sposati da poco
ed eravamo andati al ristorante, appena mi ha visto e' schizzato in
bagno rifiutandosi di uscire"
"Georgia ha dovuto minacciarlo di togliergli tv e videogames per un
mese pur di farlo uscire" ridacchio' David.
"Ora invece mi butta le braccia al collo appena mi vede...e se e' per
questo anche noi una volta siamo andati vicini ad avere una reazione
come la sua...ricordi quando arrivo' Timothy?" chiese John,
"oh si: eravamo sul set e un giorno arriva Russell e dai suoi
quasi 2 metri d'altezza ci dice: in questo episodio avremo
anche Timothy Dalton, noi ovviamente l'abbiamo guardato tutti
come a dire si certo, ci credo! Poi questo arriva gia col costume di
scena e a noi cade la mascella...per poco non gli c'inchinavamo".
"Figuratevi che io quando lo vidi neanche mi ricordavo piu' chi
fosse..." ammisi.
"E mia mamma quando lo vide: "ma e' quello di 007!" rispose
Sofia.
Cosa volete farci, a volte siamo talmente Whovians che annulliamo tutto
il resto...
angolo autrice: eh si, Russel T Davies e' alto 1.98, l'ho scoperto
qualche giorno fa...chi di voi ha capito chi e' quel John? ;)
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Capitolo 11 *** Sometimes they come back ***
sometimes they come back
Una delle maggiori preoccupazioni che
affliggevano i
nostri genitori era che secondo loro il fatto che lavorassimo da casa
c'impediva di avere una normale vita sociale al pari dei nostri
coetanei.
Io una volta replicai un po' piccata che perlomeno in questo modo non
avevamo discussioni con i colleghi come invece capitava a lei (era mia
madre in genere a tirar fuori questa tiritera) lei rispose che si,
alle volte capitava di discutere ma in genere si trattava sempre di
questioni inerenti al lavoro "certo ma almeno noi evitiamo di
arrivare nervose a fine giornata" "non so come fate tu e
Sofia: io diventerei matta a starmene sempre in casa".
"Fortuna che non saro' presente quando andra' in pensione"
commentai poco dopo con la mia amica "spesso diceva
che appena smesso di lavorare avrebbe fatto un mucchio di cose: andare
di qui, fare volontariato di la...ma se la domenica mattina a stare
seduta un po' piu' del solito per la colazione gia le veniva mal di
schiena! E per quanto ne so io, il volontariato non si fa certo da
fermi". Il punto era che mia madre una volta finito di
lavorare per come la vedevo io davvero dopo una settimana avrebbe dato
di matto: gia le poche volte che era stata a casa malata o in ferie
dopo due giorni smaniava e l'unica cosa che faceva erano le pulizie,
capisco che lavorando tutto il giorno hai voglia di pulire a fondo casa
tua ogni tanto ma diamine, mica abitavamo a Versailles, quante volte
dovrai pulire sei stanze? Neanche andassimo tutti i giorni per paludi...
Comunque a dispetto di quel che pensava mia madre, nonostante
lavorassimo da casa avevamo ottimi rapporti con i colleghi nonostante
li vedessimo solo una volta la settimana: quel giorno infatti veniva a
trovarci Mina una ragazza scozzese di trent'anni che nella nostra
agenzia si occupava di traduzioni da e per l'arabo.
Arrivo' verso le due e mezza del pomeriggio: era circa un metro e
sessanta con lunghi capelli neri indossava jeans ed un trench beige,
siccome era la prima volta che veniva da noi eravamo sull'uscio ad
aspettarla "ciao, accomodati" disse Sofia ma non fece in tempo a finire
la frase che sentimmo una voce in lontananza urlare "ehi ragazze!"
con nostra gran meraviglia era la voce di Ben che si stava
avvicinando accompagnato da David e Georgia che erano andati a
prenderlo all'aereoporto, in men che non si dica e dopo qualche
insistenza li invitammo tutti a bere il caffe' da noi tanto tazzina
piu' tazzina meno...
Mentre versavamo il caffe' notai che Mina era piuttosto tesa e mi
sembro' strano: in quei mesi non mi era mai sembrata una persona timida
tanto piu' che non ci aveva mai detto di essere whovian ne tanto meno
sherlockian...anche se ovviamente li' da loro non era obbligatorio
essere l'una o l'altra cosa per conoscere le persone al nostro
tavolo...altro che aplomb britannico!
"Jo, mi passi lo zucchero per favore?" chiesi "no
aspetta faccio io" "grazie Dave" (ormai era normale
che li chiamassimo cosi, noi a volte ci eravamo sentite chiamare
"Charlotte" e "Sophie" e non sto neanche a dirvi
quante volte ci era scappato "Doctor") la nostra collega era sempre
piu' sconcertata anche se tentava di non darlo a vedere ma d'altronde
era comprensibile: non ne avevamo fatto parola a nessuno sul lavoro
delle nostre conoscenze anche se devo dire li' sono molto meno
impiccioni che da noi, nel senso che magari avrebbero detto "fortunate"
ma non si sarebbero mai lasciati andare a scene isteriche e poi noi non
avevamo un carattere tale da andarlo a sbandierare in giro cosi.
"Oh devo farti vedere una cosa" dissi a Ben e poi mi precipitai al
piano di sopra da cui tornai pochi minuti dopo con in mano "tutto
Sherlock Holmes" edizione mammuth (e a ragione visto che passava le
milletrecento pagine) "l'ho comprato molto prima di
conoscerti, e me lo portai in aereo nel bagaglio a mano una volta che
andai a Londra con i miei" risposi alla sua faccia stupefatta
alla vista di quel "gigante di carta".
Insomma, quel pomeriggio ando' cosi bene che mi venne quasi voglia di
andare di sopra a prendere la telecamera che ci eravamo comprate mesi
prima, riprendere tutto e mandare il filmato in dvd ai miei con un bel
biglietto con sopra scritto "non abbiamo bisogno di uscire di casa per
divertirci NOI",
angolo autrice: altro capitolo corto ma con un nuovo personaggio su
richiesta di Jessica21: puo' darsi che in seguito ci lavorero' ancora,
nel frattempo tenetevi pronti perche' il prossimo capitolo e' quello di
Natale...
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Capitolo 12 *** It's Christmas ***
It's Christmas
Natale si avvicinava e a noi
nonostante la prospettiva
di un paio di settimane di ferie (l'agenzia chiudeva dal 20 dicembre al
6 gennaio) montava l'ansia, gia', perche' il 23 sarebbero arrivati i
nostri genitori e non se ne sarebbero andati fino al 27: ovviamente
sarebbero stati in albergo visto che noi al massimo potevamo ospitare
due persone...sempre che una delle due si portasse il sacco a pelo
intendo.
Per cui gia' da un mese prima dovemmo attivarci per fare le
prenotazioni, certo avrebbero potuto farle loro da internet ma visto
che "voi siete gia li e l'inglese lo sapete meglio di noi..."
Intendiamoci: non e' che da allora ogni minuto libero lo passassimo
girando con in mano la cartina per poter scovare l'albergo adatto, no,
prima ci mettemmo d'accordo con i nostri genitori su quanto volessimo
spendere poi ci facemmo un giro in rete e infine il venerdi dopo pranzo
ci recammo all'hotel per vedere se avevano camere disponibili.
"Fortunatamente i nostri non sono poi tanto pretenziosi: dormire e
prima colazione gli bastano, tanto poi mangeranno sempre da noi o in
giro a pranzo" commentai mentre entravamo, alla reception ci accolse
una donna sulla quarantina e ringraziando il cielo ci confermo' che
effettivamente due camere doppie libere per quel periodo c'erano "se
volete potete dare l'acconto ora e i vostri genitori pagano all'arrivo
o prima di partire altrimenti si puo' pagare online con la carta di
credito".
Ci guardammo ed io pensai che mia madre sarebbe pure stata capace di
rinfacciarmelo se non l'avessi fatto "certo che potevi anche darlo tu
l'acconto" cosi sganciai quaranta sterline e le altre
quaranta
glieli avrebbero dati loro, in fondo una volta avevamo calcolato che
sicuramente guadagnavamo piu' di loro, non navigavamo nell'oro ma
sicuramente eravamo messe meglio di com'eravamo in Italia.
"E poi abbiamo anche un altro vantaggio: noi per venire qui abbiamo
dovuto prendere l'autobus, credi che i nostri genitori si prenderebbero
la briga di andare a casa nostra a piedi o comunque di muoversi senza
di noi a fianco? Magari si orientano anche ma come la mettiamo con la
lingua? Non farebbero due metri soli" ghigno' Sofia
soddisfatta.
Fin li' tutto bene ma la parte peggiore doveva ancora arrivare.
In quei sette mesi da "expat" ci eravamo date alla pazza gioia anche e
sopprattutto in casa: ora, non dovete immaginarvi festini selvaggi ma
cose tipo: "non ho voglia di apparecchiare ne' di cucinare ordiniamo
cinese e mangiamo sul divano" e vi assicuro che per due con dei
genitori come i nostri fissati con l'ordine in casa (specialmente mia
madre) e' qualcosa al di fuori dal mondo.
"Senti, visto che gia' di roba da portare via ne abbiamo un bel po', io
i piatti direi di prenderli la'" avevo detto prima di
partire,
fini' che comperammo si un servizio da dodici ma in pratica
era
rimasto ad impolverarsi e comunque per Natale pensammo ci volesse di
piu' che un semplice servizio bianco, tovaglia neanche a parlarne visto
che noi usavamo le tovagliette americane di carta neanche di stoffa: ne
avevamo comprato un pacco da cento appena arrivate e ne avevamo ancora,
idem per i bicchieri, le posate le avevamo ma comunque non sarebbero
mai bastate.
Insomma ci serviva un aiuto esterno e indovinate da chi arrivo'?
"Capisco cosa volete dire: anche io quando ci siamo sposati avevo
timore la prima volta che vennero i miei a vedere casa" disse
Georgia posando la tazzina del caffe' un venerdi che era venuta a
mangiare da noi mentre i bambini erano a scuola e all'asilo e David
aveva delle prove a teatro.
"I nostri sono peggio fidati" ribattei mettendo al suo posto
la zuccheriera.
"Se volete oggi pomeriggio possiamo andare a comprare quello che vi
serve, tanto i bambini posso anche andarli a riprendere dopo le 17"
propose lei.
Poco dopo andammo al centro commerciale ed acquistammo quattro
tovaglie: una natalizia e tre a tinta unita con in piu' un paio di
servizi di piatti, bicchieri e tazzine (queste ultime le avevamo in
realta' ma erano un po' spaiate).
Tutto sommato pensavo di spendere qualcosa in piu' ma ci ando' bene:
cosi tornammo a casa e arrivando Georgia si accorse che David era
tornato presto e che era andato lui a prendere i bambini
"ciao
ragazze avete fatto shopping?" ci chiese "giusto qualcosa per
far
bella figura con i nostri genitori" rispose Sofia
"scusate"
disse lui andando verso il tavolino del salotto dov'era il
suo
cellulare che suonava per un messaggio noi ci congedammo e tornammo a
casa.
Il giorno precedente all'arrivo dei nostri scegliemmo con cura i
vestiti che avremmo indossato: non perche' ci tenessimo ad essere
particolarmente eleganti ma solo per dargli una stirata visto che
normalmente non lo facevamo mai, Sofia quando abitava ancora con i suoi
aveva sempre stirato e comprensibilmente quando usci' di casa si
rifiuto' perfino di comprare il ferro da stiro ed io che alle volte
avevo provato ma siccome mia madre non era mai contenta entrambe
avevamo desistito, verso sera andammo a portare i regali di Natale a
David e Georgia: a lui avevamo regalato un libro a lei un vestitino di
lana.
Alle 9 del 23 dicembre eravamo gia fuori di casa, i nostri sarebbero
arrivati un'ora dopo ma avevamo un paio di metropolitane da prendere
cosi ci avviammo sotto un vento gelido, quando finalmente arrivarono mi
riempirono di complimenti per i capelli: da circa un mese infatti ero
castana e non piu' rossa ma non gliel'avevo detto per fargli una
sorpresa.
Prima di andare a casa li accompagnammo in albergo per fargli lasciar
giu i bagagli e dargli modo di sistemarsi, quando infine arrivammo
davanti alla nostra soglia erano gia le undici abbondanti.
"Buongiorno" dissero due voci alle nostre spalle, "ciao"
rispondemmo noi due in coro alla vista dei nostri vicini
"loro sono i nostri genitori" dissi mentre si stringevano
reciprocamente la mano.
"Avete fatto buon viaggio?" s'informo' gentilmente David, "si
grazie" rispose mia madre con noi a fare ovviamente da interpreti.
"Questi sono per voi" disse Georgia porgendoci due pacchettini e mentre
noi li ringraziavamo aggiunse "ora vi salutiamo che dobbiamo sia
passare dai miei che andare dai suoi, ci vediamo e.. tanti auguri a
tutti", "buon Natale" disse David.
In italiano.
Avreste dovuto vedere le nostre facce a quel punto!
"L'ho pronunciato male?" chiese David incerto "no no anzi!"
lo rassicurai chiedendomi dove diavolo l'avesse imparato
visto
che noi due non c'entravamo per niente.
"E' un mese che si allena coi corsi online...ora andiamo a presto" ci
saluto' Georgia.
"Allora Sofia...fai zumba anche qui?" le chiese sua madre
mentre
circa un'ora eravamo tutti a tavola "no, purtroppo non ho
trovato
la palestra: ce ne sono ma quelle che la fanno sono troppo lontane da
qui anche ad andarci coi mezzi" rispose la mia amica
"vabbe' ma dovrete pur muovervi un po' " rincaro'
suo padre.
"Oh non si preoccupi che abbiamo saputo arrangiarci" intervenni "e
come?"
Raccontai che in giugno avevamo appunto provato a cercare una palestra
senza risultato ma che dopo averne parlato con Georgia lei ci aveva
invitato ad andare a correre con lei e David una volta la settimana.
"Beh in compenso tu hai imparato a pulire a quanto vedo"
disse
mia madre a quel punto al che io e Sofia evitammo accuratamente di
guardarci.
No, non ci siamo prese un Ood per pulire casa.
Semplicemente, durante la nostra prima settimana li, Mrs Foreman ci
aveva convocate dicendoci che non dovevamo preoccuparci perche' le
pulizie le avrebbero fatte le addette dell'agenzia e quando noi avevamo
iniziato a protestare ci aveva ribattuto che non era del lavoro in piu'
per loro dato che casa nostra era come se facesse parte dell'agenzia...
se volevamo pulirci fornello, doccia e poche altre cose potevamo farlo
ma per i pavimenti e roba simile l'avrebbero fatto loro e qui ci
ricolleghiamo al nostro andare a correre con David e Georgia: saremmo
andati di sabato mattina alle 7 cosi mentre noi eravamo fuori queste
potevano fare le pulizie in tutta calma.
Ovviamente la seconda parte ce la tenemmo per noi.
"Andiamo a correre per un'ora dalle 7 alle 8 del mattino e poi facciamo
colazione alternativamente a casa loro o nostra...se siamo noi da loro
gli lasciamo giu una borsa coi nostri abiti di ricambio e viceversa"
spiego' Sofia.
"La prima volta li avvisammo di non esagerare perche' anche se qui le
strade sono tutte in piano erano comunque mesi che non ci muovevamo,
loro ci rassicurarono e cosi quella mattina partimmo noi e i nostri
i-pod: dovevamo giusto fare un giro del centro, tanto ci sono i portici
e potevamo correre in tranquillita'" aggiunsi.
"Verso la fine prima che tornassimo a casa c'era una piccola salita ed
eravamo tutti in fila, David era un pezzetto piu' avanti di noi, solo
che nel mio i-pod in quel momento era partita la sigla di DW e...capii
perche' l'i-pod sia vietato alle maratone... era come se le mie gambe
fossero partite da sole e filai come un razzo poi le mie cuffie sono
isolanti figuratevi...d'un tratto mi sentii afferrare per la maglietta:
avevo il volume cosi alto che per fortuna David aveva sentito e mi
aveva fermato altrimenti non so dove sarei potuta arrivare, m'indico'
che lei e Georgia erano indietro di un bel pezzo, poi tornammo a casa a
passo normale" continuai dopo aver bevuto un sorso d'acqua.
"Dopo esserci fatte la doccia cominciammo a far colazione ma notammo
che David aveva un'aria pensierosa e quando gli chiedemmo cos'avesse ci
rispose che in realta' avevamo fatto un giro piu' lungo di quello
inizialmente pattuito: se stasera avrete male alle gambe e' colpa mia
ci disse" aggiunse Sofia "che poi non abbiamo avuto
niente"
risposi io alzandomi per andare a fare il caffe'.
In attesa che fosse pronto tornai con una bottiglia di whisky: il padre
di Sofia era astemio ma tutti gli altri ne accettarono qualche sorso
"buono! si sente proprio che e' diverso dal nostro" disse mia madre,
tempo prima David e Georgia ce ne avevano portato una
bottiglia
da un loro amico che aveva la distilleria...peccato che quello che
avevano appena bevuto i nostri fosse quello del supermercato.
"Figuriamoci se apro quello per i nostri...sarebbero capaci di farci
fuori mezza bottiglia, ok che e' una volta all'anno ma non esageriamo:
quella del supermercato basta e avanza" avevo sentenziato io pochi
giorni prima, in fondo gia' quello era diverso da quello che avevamo in
Italia.
Dopo pranzo gli mostrammo casa...inutile dire che quelle delle pulizie
erano passate due giorni prima e che ci eravamo giusto sbattute a
rifare i letti (spesso capitava che li lasciassimo disfatti per giorni)
poche ore dopo li portammo a fare un giro in centro e alle 9.30 di sera
come previsto ci chiesero di riaccompagnarli in hotel: non vi dico che
pace al nostro ritorno.
Il giorno dopo alle nove del mattino eravamo gia in giro, per fortuna
tutto posso dire dei miei ma non che non siano mattinieri, comunque
furono piu' le ore trascorse a casa visto che li' durante le feste
tutto chiudeva presto, e la mattina di Natale nell'attesa di andarli a
recuperare all'albergo aprimmo i nostri regali: David e Georgia ci
avevano regalato un paio di orecchini ciascuna, a me a forma di TARDIS
e a Sofia di cacciavite sonico di Eleven.
Anche il pranzo non ando' affatto male: avevamo fatto un paio di
antipasti freddi, la torta di verdure e un arrosto, li ovviamente la
pasta non si trovava non come l'intendiamo noi perlomeno e altre cose
locali erano troppo complesse per noi e non eravamo sicure che
piacessero a tutti.
Per fortuna il tutto sarebbe finito due giorni dopo anche se ci saremmo
dovute alzare presto perche' avevano l'aereo alle nove ma almeno
avremmo avuto la giornata tutta per noi, cosi' dopo aver
fatto colazione in aereoporto ci congedammo da loro dopo aver ricevuto
le solite mille raccomandazioni, appena visto l'aereo in volo poco ci
manco' che gridassimo di gioia e prima di tornare a casa andammo al
supermercato, un po' perche' quando avevamo fatto la spesa per l'arrivo
dei nostri l'avevamo fatta un po' "contata" e un po' perche'
un paio di birre erano perfette per festeggiare.
nota
autrice:https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRKOd0T6nk6cM6M6akOwdmi3MpHSHUZ-P8oWe29kCqoWCxPlhRe8w
il vestito che regalano a Georgia
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Capitolo 13 *** New year's eve ***
new year eve
Non e' che io sia mai stata una grande
organizzatrice
ne' tantomeno frequentatrice di feste di capodanno: al liceo non ho mai
avuto molti amici e quelle poche persone con cui parlavo non erano
gente a cui piacesse molto uscire senza contare che abitavamo piuttosto
distanti quindi era difficile anche organizzare qualcosa, per fortuna
negli anni seguenti avevo conosciuto altre persone quindi tutto si
risolveva con feste in casa oppure si andava in qualche locale.
In quell'occasione non dovemmo fare praticamente niente visto che ci
penso' Georgia ad invitarci per telefono subito la sera del giorno in
cui avevamo accompagnato i nostri genitori all'aereoporto: "venite da
noi la sera del 31? Coi bambini non possiamo muoverci troppo lo sapete,
ma almeno festeggiamo: ci sara' anche Matt" disse, ed io
accettai
pensando "Allora: 2 whovians, due Dottori e una Timelady figlia nonche'
moglie di uno dei due e sangue del sangue di un altro...se per te non
e' un problema farti saltare in aria la casa Jo..."
Ci premurammo di portare almeno lo spumante, avevamo deciso di trovarci
per le 20 e Matt era arrivato quel pomeriggio e avrebbe dormito li' da
loro.
Dopo cena per ingannare il tempo giocammo un po' con la Wii di Tyler e
quando arrivo' mezzanotte brindammo.
"Usciamo a lanciare le miccette?" chiese il ragazzino
mostrandocene una grossa scatola e dopo aver indossato il giubbotto
uscimmo tutti: due giorni prima era nevicato ed era rimasta ancora
della neve nonche' tanto ghiaccio nonostante avessimo sia noi che i
nostri vicini, sparso del sale a terra, mentre Tyler lanciava
le
sue miccette stando attento a non buttarle sulla strada ma sul loro
vialetto laterale, Matt dopo aver finito il suo terzo bicchiere di
spumante (erano passati circa venti minuti da mezzanotte, non che noi
fossimo da meno s'intende) salto' su a dire "sapete no, che prima che
scegliessero Peter si ventilava l'idea che il prossimo Dottore potesse
essere una donna" noi annuimmo "beh in effetti
poteva
essere una buona idea...insomma, sempre uomini, in fondo su Gallifrey
c'erano anche le Signore del Tempo" continuo', "Matt, sicuro
di
non aver esagerato con lo spumante?" chiese Sofia e in effetti il
nostro amico cominciava ad avere le pupille un po' troppo dilatate
anche alla luce dei lampioni, non che noi fossimo delle alcolizzate:
in Italia a parte qualche sporadico aperitivo al massimo
bevavamo
del vino a pasto, li' ci limitavamo a qualche birra ma Matt sembrava
veramente piu' disabituato di noi.
"E comunque oltre alla mia Jenny ci sono state anche le due Romana
nella classica, no?" Intervenne Georgia, tra l'altro poche
settimane prima erano ricominciate le repliche proprio della serie
classica in tv e noi non ce n'eravamo perse una tanto che Matt ci aveva
ribattezzato "The faithful girls" "si
beh...e' vero" convenne lui
"questo era l'ultimo eh?" disse David facendo un
passo in
avanti per togliergli di mano il bicchiere di plastica ormai vuoto,
peccato che scivolo' in avanti finendo addosso a Matt a peso morto
facendoci scoppiare tutte a ridere.
"Ti ho fatto male?" chiese preoccupato "no ma se ti alzi e'
meglio" biascico' l'altro, "ok, stai fermo che mi tiro su"
disse David puntellandosi sulle mani, peccato che scivolo' di nuovo,
stavolta dando una testata al povero Matt , a quel punto decidemmo
d'intervenire e aiutarli noi.
"Volete lanciarle voi queste?" ci chiese Tyler indicandoci le ultime
cinque miccette rimaste e a turno le gettammo accese nel vialetto.
"L'ultima la tiro io" si offri' David e cosi fece...peccato che al
posto di finire nel vialetto sgombro fini' a pochi centimetri da una
delle poche macchine parcheggiate lungo il marciapiede facendo partire
l'allarme.
"Ok e' meglio rientrare" suggerii riaprendo la porta che era rimasta
socchiusa.
Poco dopo chiedemmo a Georgia se potevamo toglierci le scarpe: non
eravamo piu' abituate a portare i tacchi alti (8 cm per me, 10 per
Sofia) non che in Italia li avessimo tutti i giorni ma li' era pure
peggio visto che avevamo ancora meno occasioni per metterceli
"ma certo, mettetevi pure comode" sorrise lei, dopo esserceli
tolti andammo anche in bagno a struccarci: il gelo a cui eravamo state
esposte fino a quel momento non aiutava certo il make up.
Tyler verso le due ando' a letto ma noi rimanemmo ancora un po' a
chiaccherare finche' sentendomi leggermente girare la testa chiesi se
potevo stendermi un attimo sul divano-letto gia' pronto per Matt
"non e' che ti senti male vero?" chiese David preoccupato
"no no, e' l'alcool che mi fa questo effetto, tranquillo"
"se voi volete andare non preoccupatevi, ci penso io ad
aprire la porta" disse Matt mettendosi accanto a me "ok,
buonanotte allora" dissero i padroni di casa andando in camera loro.
La mattina seguente mi svegliai con una strana sensazione e non aprii
subito gli occhi "strano, non mi sembrava facesse cosi freddo...forse
mi sono scoperta girandomi" pensai visto che sentivo freddo solo sul
lato destro del mio corpo e non a sinistra, il mistero si risolse
quando dopo aver aperto gli occhi mi accorsi che non solo non ci
eravamo mossi da casa di David e Georgia ma che ci eravamo pure
addormentate, io a destra e Sofia a sinistra, addosso a Matt.
Mi alzai piano per non svegliarli, vergognandomi come una ladra e
guardando l'orologio mi accorsi che erano le 11.20 feci per spostarmi e
svegliare Sofia quando sentii una voce assonnata darmi il buongiorno
dalle scale.
"David...oddio scusa..." cominciai mortificata "e di cosa?
Mica potevamo sbattervi fuori anche se abitate a due metri..eravate
proprio stanche" disse Georgia facendo capolino da dietro suo marito
"magari la prossima volta portatevi il cambio, cosi se non
altro starete piu' comode" aggiunse lui mentre si svegliavano anche
Sofia e Matt (e anche li scuse su scuse per esserci addormentate
addosso a lui).
"D'altronde non credo che queste se le siano scolate i bambini
nottetempo" rise Georgia indicandoci quattro bottiglie di
spumante vuote.
Ci credo che quei due continuavano a chiederci se stavamo bene, ci
eravamo scolati quattro bottiglie di spumante in cinque! A parte che
anche noi avremmo dovuto far lo stesso con loro, eppure nessuno di noi
aveva postumi post-sbronza (non che ne avessimo mai sofferto sia io che
Sofia).
Al solito fini' che ci sedemmo tutti a tavola ridendo per quella
situazione assurda "certe cose capitano solo a noi. O con noi"
pensai
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