Se si potesse non morire 2- Un arrivo inaspettato

di frencia92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alexander ***
Capitolo 2: *** Sorprese ***
Capitolo 3: *** Ti affido la mia vita ***
Capitolo 4: *** Attacchi di panico ***
Capitolo 5: *** Ti prego, svegliati! ***
Capitolo 6: *** Ho bisogno di te ***
Capitolo 7: *** Andare via ***
Capitolo 8: *** Sweet awakening ***
Capitolo 9: *** Vita di coppia ***
Capitolo 10: *** Giornata di lavoro ***
Capitolo 11: *** Cambiamenti ***
Capitolo 12: *** Explosion and surprises ***
Capitolo 13: *** Un rapporto speciale ***
Capitolo 14: *** Inconsueto interrogatorio ***
Capitolo 15: *** Family Christmas ***
Capitolo 16: *** Natale di sangue ***
Capitolo 17: *** Desiderio di Natale ***



Capitolo 1
*** Alexander ***


Capitolo 1: Alexander
 
 
"Tony... Tony, ti prego, svegliati!!"
"Hei, che succede?"
"Mi si sono rotte le acque... dobbiamo andare in ospedale..."
 
Tony e Ziva fanno coppia fissa da quasi un anno, dopo svariati 'incidenti di percorso', Ziva è rimasta incinta, rendendo Tony il futuro padre più felice del mondo.
Sono passati ormai nove mesi da quando all'NCIS si è sparsa notizia della gravidanza, Tony era appena uscito dal coma dopo una sparatoria in cui fu ferito alla testa, causandone la cecità totale.
Per aiutarlo a stare meglio, Ziva passò con lui un pomeriggio d'amore, in cui concepirono il frutto di tanta passione e amore.
La notizia per Tony fu come tornare a respirare dopo essere morti, diedero la notizia ai colleghi e amici poi Tony scoprì che con una complicata operazione poteva tornare a vedere.
L'operazione riuscì perfettamente, rendendo tutti felici.
Comunque, durante la gravidanza di Ziva non furono tutte rose e fiori...
spesso Tony si rifugiava con qualunque scusa da Gibbs per allontanarsi da lei, dalle sue infinite voglie e dai numerosi cambi d'umore.
 
Quel lunedì mattina Tony sarebbe dovuto andare a prendere McGee a casa per andare al lavoro mentre Ziva riposava a casa in maternità.
 
NCIS, Quartier Generale. Ore 9.00
 
Gibbs arriva in ufficio aspettandosi di trovare Tony e McGee già al lavoro, ma di loro non c'è traccia.
"Dove diavolo sono finiti quei due? Appena becco DiNozzo lo ammazzo..."
in quel momento arriva dall'ascensore McGee, visibilmente incavolato.
Appoggia senza molta grazia lo zainetto a terra e siede alla scrivania, prendendo il telefono.
"McGee? Dove diavolo è DiNozzo??"
"Se lo sapessi, Capo, ore sarebbe qui tra le mie mani e lo starei strozzando!!"
"Hai provato a chiamarlo al cellulare?"
"Si, anche a casa ma non risponde nessuno..."
La rabbia di Gibbs si trasforma presto in forte preoccupazione, si avvicina a McGee appoggiando le mani alla scrivania e lo osserva digitare il numero di Tony.
Scatta la segreteria telefonica, subito McGee gli lascia un messaggio "Tony, sono io... ti ho già chiamato cinque volte, perchè non mi rispondi?? Chiamami appena puoi, mi sto preoccupando. Ciao."
"Non puoi rintracciarlo?"
"L'ho già fatto, Capo... dice che è a casa..."
In quel momento arrivano Abby e Ducky, un pò impensieriti "Jethro... il Direttore ci ha chiesto di venire subito qui! È successo qualcosa?"
Gibbs e McGee si guardano spaventati con un occhiata gelida "Non riusciamo a rintracciare Tony, Ducky... doveva venire con McGee ma non si è ancora fatto vivo..."
"Io posso esservi d'aiuto, potete smettere di cercarlo...!" il Direttore Vance scende velocemente le scale raggiungendo la scrivania di McGee.
"Lion, tu sai dov'è Tony?"
"Certamente, è il motivo per cui ho riunito tutti qui!
Mi ha chiamato qualche minuto fa per chiedere le ferie... ha chiesto una settimana prolungabile."
"Ma... è impazzito?! Cosa gli è saltato in mente?! Tu non gliel'hai date, vero?"
"Falso... gli ho dato due settimane prolungabili. Il motivo è tra le mail di McGee..."
sorride dicendo le ultime parole, sconcertando Gibbs che lo guarda sospettoso ad occhi stretti. 
McGee inizia a digitare nella sua mail "McGee... la mail sullo schermo!"
esegue subito gli ordini di Vance, sullo schermo grande appare la mail di Tony, a cui è allegata una foto.
"C'è scritto scusa... ma per cosa?!"
"Apri l'allegato, McGee..."
"Si, subito Capo..."
Sullo schermo, davanti gli occhi di tutti, appare una foto, la più bella che abbiano mai visto...
Nella foto ci sono Tony e Ziva, coricata su un lettino d'ospedale, visibilmente stanca ma dal sorriso luminoso, che tiene tra le mani un fagotto da cui si può intravedere un piccolo e dolce bambino che dorme beato.
Gibbs rimane incantato da tale visione, dagli occhi felici di Tony e dal suo sorriso fiero.
Sorride contagiato da quella visione meravigliosa "McGee... credo che sia il caso di perdonarlo..."
tutti ridono alla battuta di Gibbs, Abby, visibilmente euforica, saltella come una matta sul posto facendo versi felici che lasciano tutti senza parole e si lancia su Gibbs ad abbracciarlo "Gibbs Gibbs Gibbs!!! Posso andare a vederli? Posso? Posso?? POSSO???"
"No, Abs... più tardi. Ora devono riposare... Leon, sai quando li dimettono?"
"Li hanno già dimessi... È nato stamattina alle 4.30, quindi gli hanno già fatto tutti gli esami..."
"Ok. Vado da loro. Sento se potete andarli a trovare, così non farete altre storie. Vi chiamo io."
Prende velocemente chiavi, pistola e distintivo e corre all'ascensore euforico.
"Non è giusto!!! Volevo andarci io per prima!!!!!"
"Abigail, non preoccuparti... avremo tempo per vederli più tardi."
 
 
 
Sfreccia veloce per le strade di Washington, evitando abilmente di essere schiacciato dai camion che transitavano per la sua strada, si sente come un bambino a cui hanno appena regalato delle caramelle!
Arriva veloce a casa di Tony, parcheggiando sul viale, poi bussa alla porta senza ricevere risposta.
Entra furtivamente nella casa, cercando con gli occhi i due neo genitori.
Si avvicina alla camera da letto, dalla porta semichiusa si intravede una luce bianca e opaca, pian piano apre la porta, trovandosi davanti ad uno spettacolo meraviglioso: Tony coricato sul letto tiene sull'addome il neonato, entrambi addormentati mentre Ziva li guarda coricata, appoggiata sui gomiti, sorridente.
Ziva guarda Gibbs facendogli cenno di entrare, sorride mentre si avvicina a Ziva, gli bacia la fronte stringendola in un piccolo abbraccio "Sono davvero belli, non è vero?" sussurra per non svegliarli.
"Si... ma non dovresti essere tu a dormire?"
Ride divertita alla frase di Gibbs "Sai, Tony si è svegliato presto... siamo arrivati all'ospedale alle 4.00 ed è rimasto con me fino alla fine, mi è rimasto accanto in sala parto, mi ha dato sicurezza e forza quando pensavo di non riuscire ad andare avanti, poi mentre riposavo nella mia stanza è rimasto col piccolo... in poco tempo l'ha fatto addormentare e l'ha cullato tutto il tempo senza staccargli gli occhi di dosso... 
Quando mi sono svegliata il dottore mi ha dimesso e appena siamo tornati a casa e ci siamo coricati è letteralmente crollato. È stato davvero dolce..."
"Sono contento per voi... avete gia pensato al nome?"
"Gli abbiamo già dato il nome... si chiama Alexander."
"È un nome bellissimo..."
"Si. Tony l'ha pensato mentre riposavo in ospedale, mi è piaciuto subito...!"
Sorridono felici osservando Tony e il bambino dormire beati.
"Abby e gli altri vorrebbero venire a trovarvi... cosa vuoi che gli dica?"
"Beh... potete venire a pranzo!"
"D'accordo. Chiamo McGee per farlo sapere agli altri..."
"Va bene. Io intanto preparo da mangiare..."
"Ok. Appena li avrò informati ti do una mano!"
Prende il cellulare e chiama McGee, scoprendo che stavano giusto aspettando una sua telefonata.
Li informa dell'invito a pranzo di Ziva, sentendo chiaramente la gioia di Abby e le risposte positive di tutti all'invito.
Ride spensierato chiudendo la chiamata... è davvero felice che tutto ora vada così bene.
È felice per Tony e Ziva, è felice di vedere l'euforia dei colleghi ed è felice per se stesso, davvero felice.
Si sente parte di quella nuova famiglia, così simile a quella che aveva lui in passato. Va molto fiero dei suoi ragazzi.
Entra in cucina trovando Ziva ai fornelli, un pò impacciata, sorride di nuovo mentre le si avvicina "Ziva? Ti prego lascia fare a me... non sei portata per la cucina... vai meglio con i coltelli!"
"Oh, lo so... di solito è Tony quello che prepara il pranzo, io mangio soltanto! Non voglio andarlo a svegliare!!"
Appoggiato allo stipite della porta un ragazzo particolarmente assonnato assiste alla scena sorridendo "Non c'è bisogno di svegliarmi... mi è bastato sentire l'odore di bruciato per farmi preoccupare!" Tony le si avvicina piano, la prende per un fianco e le da un bacio leggero, facendola sorridere. Gibbs si gode la scena con un ghigno sul volto pieno di soddisfazione, si avvicina a loro piano appena si staccano "Il Bell'addormentato si è svegliato!"
"Ciao, Capo... non pensavo saresti venuto tu per primo... credevo che Abby si sarebbe precipitata qui in meno di due minuti...!"
"Già... non vedeva l'ora... tra poco saranno tutti qui, Ziva ci ha invitati a pranzo!"
"Ottimo! Tesorino bello? Vai a riposare con Alex... preparo il pranzo e quando è pronto ti chiamo io, ok?" "Uffa... e va bene..."
"Posso aiutarti a preparare da mangiare?"
"Certamente, Capo! Se vuoi puoi preparare la carne mentre io faccio i primi..."
"D'accordo!"
Si mettono ai fornelli, insieme, sereni e allegri, lavorano in cucina come se lo facessero ogni giorno, come se fosse per loro normale routine stare così insieme, vicini entrambi alla persona che più ammirano.
 
Arriva presto l'ora di pranzo e puntualmente si presentano tutti a casa di Tony, in attesa di conoscere il nuovo arrivato.
Tony gli apre la porta chiedendo loro di non fare rumore e in particolare ad Abby, che appena entra si mette a saltellare come prima faceva in ufficio.
Siedono tutti alla tavola già apparecchiata mentre Tony va a svegliare Ziva, prendendo il piccolo tra le braccia e cullandolo leggermente per non farlo piangere.
Ziva va subito a salutare i colleghi, che la accolgono con migliaia di abbracci affettuosi.
Appena vedono arrivare Tony tutti si zittiscono, ammirando il piccolo batuffolo tra le sue mani. Sorridono andandogli incontro per vedere il bambino da più vicino. Seduti a tavola, Ziva e Gibbs si guardano e ridono delle espressioni buffe dei colleghi. Il piccolo, non ancora abituato ad avere addosso tanta gente, inizia a strillare. Tony allora si allontana veloce col bambino sedendosi accanto a Ziva. Lo culla un pò tra le sue braccia forti, tranquillizzandolo. Gibbs e tutti gli altri rimangono sconcertati nel vedere Tony così capace e tranquillo, riesce a trasmettere il suo stato d'animo al figlio, facendolo sentire protetto. Tony volta lo sguardo sui colleghi e inizia a ridere "Perchè quelle facce? Non avete mai visto un neonato piangere?"
"Oh, no Tony! Sei tu che ci hai... stupito!" tutti concordano con McGee.
"E... posso sapere in cosa vi avrei stupito?"
"Beh, non sei mai andato forte con i bambini, è la prima volta che ti vedo così a tuo agio! Non per offenderti, chiaro, ma non avrei mai pensato!"
"Pivello, è mio figlio! Non potrebbe essere diversa la situazione... gli voglio bene e, a quanto pare, lui lo sa, si fida di me e si sente protetto!"
Sorride alle parole di Tony, decidendo che si può buttare la cosa sul ridere "Allora adesso... sei la sua chioccia!" tutti ridono, sia alla battuta sia alla faccia incredula di Tony,che gli si avvicina dandogli uno scapellotto, facendo ridere il bambino "Ahia!! E questo perchè?"
"Perchè è vietato severamente fare battute su di me, chiaro?" la faccia perplessa di Tony diventa improvvisamente furiosa, facendo accapponare la pelle a McGee "Ok. Sto zitto..." Il piccolo, ancora divertito dallo scapellotto, tira piano la maglia di Tony, facendogli capire che quel gesto gli piace.
Con un sorriso compiaciuto, tira un'altro scapellotto a McGee "Ahia! Hei... e questo per cos'era?"
"A mio figlio piace che ti picchi...!" tutti continuano a ridere mentre Ziva si alza da tavola con Gibbs per prendere il pranzo.
Durante il pranzo tutti si divertono a chiaccherare del più e del meno, fino all'intervento di Abby "Ragazzi, posso chiedervi una cosa?"
"Ma certo..."
"Questo piccolo angelo come si chiama?"
Tony e Ziva si guardano e rispondono in coro "Alexander!"
"Ma è un nome stupendo!!!!"
"Già... l'ha pensato Tony..."
"Come hai trovato il suo nome... lo pensavi da tempo?"
"No... non so come... mentre Ziva riposava in ospedale, Alex ha iniziato a piangere, così l'ho preso in braccio e l'ho cullato finchè non ha smesso. In quel momento... l'ho guardato e mi ha sorriso, così come un lampo mi è venuto in mente quel nome... pensa che non era nemmeno nella lista di nomi che avevamo deciso!"
Sorridono commossi da quel racconto, quando improvvisamente squilla il telefono.

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Capitolo 2
*** Sorprese ***


Capitolo 2: Sorprese
 
 
"Ziva... vado io, puoi tenerlo?" Ziva gli allunga le braccia prendendo Alex mentre Tony va al telefono.
"Pronto?"
*Ciao, Junior!*
"Papà!! Ehm... perchè mi stai chiamando? È successo qualcosa?"
*No, non ti preoccupare, figliolo... volevo solo informarti che sarò qualche giorno a Washington e volevo sapere se posso stare da te!*
"Ehm... che sorpresa! Io credo di si... vieni pure, io ho una sorpresa più grande per te!! Rimarrai senza fiato!"
*Non vorrai mica uccidermi, vero?*
"Ahah... no, non ti preoccupare, non ti ucciderò!"
*Perfetto! Allora sarò da te domani pomeriggio... sei in ufficio?*
"No, ho chiesto le ferie... sono a casa..."
*Junior... non stai bene? È successo qualcosa?*
"No, papà, tutto bene! Appena sarai qui capirai!"
*Va bene, allora a domani! Ti voglio bene, figliolo...*
"Anch'io, papà. A domani..."
Tony rimane fermo e senza parole, Ziva lo fissa per un'attimo e, preoccupata, si alza andandogli vicino, appoggiando la testa contro la sua spalla " Tony? Cosa c'è?"
"Mio padre viene qui per qualche giorno... lui non sa ancora niente, ne di noi ne di Alex..."
"Non devi preoccuparti per questo, ci sono io con te..."
"Grazie."
 
Il pranzo prosegue senza intoppi, Alex dorme di nuovo tra le braccia di Tony mentre Ziva rimane appoggiata a lui con la testa sulla sua spalla.
Tutti parlano di qualunque cosa mentre Tony sembra essere stranamente silenzioso.
Gibbs lo guarda preoccupato vedendolo un pò assente "Tony, tutto bene?"
"Si, certo. Stavo... solo pensando..."
"Tuo padre?" "Si"
"Non preoccuparti, lui capirà!"
"Non lo so... con me è sempre stato... un pò freddo. Spero che domani vada tutto bene..."
"Hei, Tony... se la cosa ti farà stare meglio rimarrò qui con te domani."
"Non devi disturbarti tanto per me..."
"Per me non è un disturbo... fidati. Mi piace aiutarti, sai che puoi sempre contare su di me..."
"Va bene..." 
Si sorridono, Gibbs comprende perfettamente le paure di Tony.
Finito di pranzare, Gibbs richiama tutti all'ordine per tornare al lavoro mentre lascia che Tony e Ziva riposino.
 
Il pomeriggio dopo...
 
Tony passeggia nervoso per casa, facendo innervosire Gibbs, intervenuto per dargli una mano con suo padre.
Uno scapellotto alla nuca lo blocca "Ahia! Perchè, Gibbs?!"
"Smettila di essere nervoso! Così innervosisci anche me!"
"Scusa, Capo... non volevo..."
"È tutto ok. Ma devi darti una calmata, non va bene essere nervosi adesso... ora siediti!"
Tony annuisce ed obbedisce a Gibbs.
Rimangono in silenzio per qualche minuto, il campanello suona frettoloso, così Tony si alza e va ad aprire "Ciao, Papà!!"
"Ciao, Junior!!" si abbracciano affettuosamente, entrambi sono nervosi per motivi diversi e se ne accorgono subito "Figliolo, qualcosa non va?"
"Volevo farti la stessa domanda..."
dal salotto appare Gibbs, sorride mentre stringe la mano a suo padre "Signor DiNozzo... è un piacere rivederla!"
"Il piacere è tutto mio, Gibbs... dimmi un pò... mio figlio è nei guai?"
"No, perchè?"
"Al telefono ha detto di essere in ferie... non è una cosa normale..."
"Beh, suo figlio le deve parlare... Tony, se hai bisogno sono in camera..."
"Va bene... tra poco ti raggiungo..."
"Cosa succede, figliolo?!" Tony si gratta la testa, un pò indeciso su cosa dirgli "Ehm... papà... andiamo in cucina! Ti va una birra?"
"Certamente... di cosa devi parlarmi...?"
"Vedi..." siede nervoso davanti a lui allungandogli la birra "sono successe tante... tante cose. Non so come dirtelo quindi comincerò dall'inizio di tutto, dall'anno scorso... ti prego di non interrompermi, è difficile per me, ok?"
"Va bene, Junior... ti ascolto."
"Tutto ebbe inizio dopo la morte di Eli David, il padre di Ziva... è stato ucciso dall'uomo che riteneva parte della sua famiglia, lui gli voleva bene come fosse suo figlio. Ziva voleva vendetta, così in segreto con McGee ha iniziato a seguirlo..." pian piano gli racconta di ciò che successe in quei dolorosi mesi d'angoscia, fino al ritorno da Berlino.
"Stavamo tornando all'NCIS, ero fermo al semaforo e stavamo parlando. Quando è arrivato il verde sono partito ma... un'auto ci è venuto addosso e..."
"Cos'è successo, figliolo!" gli si avvicina, preoccupato.
"Io e Ziva... siamo finiti all'ospedale. Lei subì solo qualche contusione e un lieve trauma cranico, mentre io..." Senior sente il dolore nelle sue parole, gli mette una mano sulla spalla, incoraggiandolo "Vai avanti..."
"Sono entrato in coma. Ho subito diverse fratture in tutto il corpo, in particolare alla spina dorsale e alle gambe, oltre all'emorragia celebrale..."
Suo padre è spaventato dalle sue parole, gli tiene la mano per dargli sicurezza.
"Vedi... in quel periodo successe qualcosa, non so bene come ma... tra me e Ziva le cose cambiarono..."
"Cosa intendi...??"
"Appena sono uscito dal coma... io e Ziva... ci siamo messi insieme, in segreto..."
il viso dell'uomo diventa da preoccupato a strafelice in un momento "QUANDO DIAVOLO PENSAVI DI DIRMELO??"
"Papà... non ho ancora finito..." sospira pesantemente ricordando i mesi successivi "Io e Ziva, come stavo dicendo, stavamo insieme in segreto, nemmeno Gibbs ne era a conoscezna... però successe qualcosa... Gibbs rimase coinvolto in un'esplosione in casa sua, pensavamo fosse morto e dopo il suo 'presunto' funerale si è presentato qui per chiedermi aiuto. Durante le indagini di un caso ha pestato i piedi ad alcuni mafiosi russi, così si fece passare per morto, dandomi la possibilità di incastrare i russi. Doveva rimanere tutto tra me e Gibbs la falsa morte ma cedetti a Ziva, in fondo stavamo insieme... fattostà che passarono i giorni, Gibbs era nascosto da me ed io mandavo avanti le indagini. Trovammo i russi e ci fù una sparatoria, io rimasi ferito alla testa da un proiettile e tornai in coma" Senior è sconvolto dal suo racconto, lo ascolta a bocca aperta 
"Ziva venne qui per informare Gibbs, poi restò con me fino al mio risveglio. Rimasi... scosso dall'accaduto, mi svegliai senza vedere più niente. Ero cieco. Ziva si trasferì qui per aiutarmi, nel frattempo stavamo chiudendo il caso e, visto le mie condizioni, decisi di dimettermi. Diedi a tutti la notizia e Ziva, per aiutarmi, decise che dovevamo passare un pò di tempo... insieme..."
Senior sorride commosso "Avete... fatto l'amore..."
"Si, si papà... il giorno dopo mi accorsi che Ziva aveva un odore diverso, mi ricordava la mamma... lei s'insospettì e fece delle ricerche. Quel giorno mi disse... che saremmo diventati genitori..."
Senior ride come un pazzo "OMMIODIO!! OMMIODIO!! OMMIODIO!!! Per questo hai preso le ferie, vero? Ma... tu puoi vedermi... come mai...?"
"Beh... Dopo aver detto a tutti della nostra relazione e del bambino, ricevetti una telefonata dall'ospedale, il Dottore che mi aveva in cura mi disse che mi aspettava il giorno dopo per un intervento agli occhi, così ci andai e tornai a vedere come prima!"
"Beh... è davvero una bella notizia... ora dovrei dirti io qualcosa di importante, sono qui per questo... non voglio più mentirti come facevo prima..."
"Qualcosa non va?"
"Si... vedi... sono malato di cuore, figliolo. Sono a Washington per operarmi. So che per te sarà dura, soprattutto ora, ma ho bisogno del tuo sostegno..."
 

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Capitolo 3
*** Ti affido la mia vita ***


Capitolo 3: Ti affido la mia vita
 
 
 
Distrutto.
In un momento ricade nell'oscurità che lo attanagliava l'anno prima, quando credeva che Gibbs fosse morto. Lo sguardo perso, sofferente. 
Senior se ne accorge subito e cerca di rassicurarlo "Hei, Junior... non stare male per me, ok? Ho bisogno di te ora, non farmi questo, non devi abbatterti, ti prego... fallo per me!"
Alza lo sguardo sui suoi occhi verdi, imploranti, si alza e lo abbraccia, non è un abbraccio come gli altri... è un abbraccio pieno di preoccupazione, comprensione, paura...
Senior lo stringe forte, lo sente piangere come quando era piccolo, quando lo consolava dopo la morte di sua madre.
"Anthony, figlio mio... forse ho sbagliato a venire da te... ne hai già passate tante..."
"Non dirlo, papà! Mi sarei arrabbiato se non me ne avessi parlato! Ti voglio bene... e voglio aiutarti, farò tutto ciò che mi chiederai, te lo prometto..."
"Figliolo, sei così fragile ora...non posso chiederti di più, ho bisogno solo della tua presenza. Tu sei tutto quello che ho!"
Tony sorride tra le lacrime "Sbagli, papà... ora hai tutta la mia famiglia dalla tua parte... ci pensi? Sei diventato nonno, ti conviene stare bene per stare con tuo nipote!"
"Dimmi, Junior... è un maschietto?"
"Si. Si chiama Alexander... se vuoi puoi vederlo, è con Ziva e Gibbs in camera da letto..."
"Certo... Junior, se non è necessario non parlarne con gli altri, ok?"
"Si, certo. Come vuoi."
"Grazie. Non voglio preoccupare nessuno."
Si sorridono, ma gli occhi traboccano di dolore.
 
Lo accompagna fino alla porta della camera da letto socchiusa "Papà... cerca di non fare rumore, altrimenti si spaventa..." "Tranquillo, Junior..."
Apre la porta, mostrandogli quell'incantevole scena, vede Ziva coricata con il piccolo tra le braccia e Gibbs che gioca con lui, facendola sorridere.
"Papà... lui è Alex... tuo nipote."
Si avvicina piano a suo nipote per non spaventarlo, si china accanto a Ziva dandole un bacio sulla fronte.
Sorride guardando quella splendida creatura che lei tiene tra le braccia, il piccolo apre gli occhi, mostrandogli quel verde identico agli smeraldi del padre e un sorriso innocente e felice più somigliante a quello di Ziva.
Il piccolo lo guarda sorridente, tenendogli stretto un dito. Si sente sollevato e tranquillo a quel piccolo e fragile contatto.
Solleva lo sguardo su Tony, lo vede sorridere, appoggiato allo stipite della porta.
Improvvisamente Alex si mette a piangere, Tony si avvicina a Ziva dall'altro del letto "Tony, credo abbia fame... io sono un pò stanca, potresti occupartene tu?"
"Certo. Dai, piccolo, vieni da papà...!" lo prende in braccio e in pochi secondi Alex si tranquillizza e smette di piangere, guardandolo come fosse ipnotizzato.
Lo stupore del padre di Tony fa ridere Ziva e Gibbs "Tuo figlio ha uno strano effetto su Alex... appena lo prende in braccio si calma di colpo!"
"Con Junior non ci sono mai riuscito, era sempre tra le braccia di sua madre perchè appena mi avvicinavo scoppiava a piangere!"
"Anche con mia figlia Kelly non ci sono mai riuscito... credo che il suo segreto sia il senso di protezione e di tranquillità che riesce a trasmettergli... cosa che io non sono mai riuscito a fare ai miei tempi..."
Tony prende un biberon di latte già caldo al punto giusto e dà da mangiare al piccolo, che in un attimo si addormenta tra le sue braccia che lo cullano dolcemente.
Tutti lo osservano estasiati, Tony, sentendosi osservato, li guarda perplesso
"Allora? Cos'avete da guardare...?"
"Oh, tesoro... sei meraviglioso, è per questo che ti guardiamo!" ridono tutti alla battuta di Ziva, ma Tony risponde a tono "Oh, lo so tesorino... sono magnifico!! Speriamo che Alex prenda tutta la mia bellezza e il mio senso dell'umorismo perchè tu non sei così divertente..." Ziva rimane di sasso mentre Gibbs e Senior ridono divertiti.
"Vieni, papà... ti mostro la tua stanza..."
Senior lo segue fino ad arrivare alla stanza, la vede luminosa e grande, una stanza che prima non esisteva
"E questa da dove salta fuori!?"
"Dopo che Ziva mi ha detto di essere incinta ho chiesto al Padrone di casa se potevo dimezzare il soggiorno per fare una stanza in più e mi ha dato il permesso... l'ho finita due mesi fa. Appena sarà più grande Alex dormirà qui, per ora è solo la stanza per gli ospiti. Fai come se fossi a casa tua!"
"Grazie, figliolo..."
"Mettiti a tuo agio, porto Alex nel suo lettino... poi se vuoi possiamo parlare..."
"Certamente, vai pure..."
Tony torna in camera da Ziva e mette a letto Alex, Gibbs esce per aiutare Senior con le sue cose, così Ziva ne approfitta per parlare un momento con Tony da sola.
"Tony... cosa succede con tuo padre...?"
"Niente..."
"Non mentirmi, ti prego! Ho visto come lo guardavi prima... sei triste, lo sento chiaramente... non tenere segreti con me, posso sempre aiutarti, tu lo sai!" dopo un attimo di smarrimento, Tony si decide a parlare
"Non devi farne parola con nessuno, gli ho promesso di tenere questa cosa per me... mio padre è qui per un intervento al cuore... non mi ha spiegato nei dettagli ma... mi ha chiesto di aiutarlo e di stargli vicino. Ha bisogno di me..."
"Va bene, Tony, tranquillo... io gli voglio bene e se posso fare qualcosa non esitare a chiedermelo, ok? Manterrò il segreto..."
"Grazie, Occhioni belli... è bello sapere che posso fidarmi di te incondizionatamente... grazie, davvero."
"Di niente, tesoro. Ora stai con lui, ha bisogno di sentirti vicino." "Ok."
 
 
Lo raggiunge nella sua stanza dove ha già messo in ordine la sua roba.
"Gibbs è andato all'NCIS per seguire un caso, ha detto di chiamarlo se hai bisogno... figliolo? Toglimi una curiosità... lui è contento di te e Ziva?"
"Si, perchè?"
"Sapevo che c'erano delle regole riguardo le relazioni tra colleghi?"
"Regola n^12: Mai avere rapporti personali tra colleghi. Si... beh, ci ha dovuto rinunciare... altrimenti avrebbe dovuto rinunciare ad uno di noi!"
"Oh, capisco..."
"Papà... vorrei parlare dell'intervento..."
"Cosa vuoi sapere..."
"I dettagli... cosa devi fare, qual'è il problema...?"
Siedono sul letto, l'uno accanto all'altro, entrambi evitano di guardarsi negli occhi "Ho avuto recentemente degli scompensi cardiaci..."
"Di cosa si tratta..."
"Insufficienza cardiaca, il mio cuore fatica a pompare il sangue in tutti gli organi."
"Come l'hai scoperto...?"
"Facevo fatica a respirare, di notte non riuscivo a dormire bene ed ero sempre stanco. Inizialmente pensavo che fosse l'età, ormai sono vecchio e pensavo fosse normale, poi il medico mi ha mandato a fare degli esami: ecocardiogramma, ECG e una radiografia del torace... lì ho scoperto di essere malato... non sapevo cosa fare, così ho pensato che solo tu potevi aiutarmi."
"Io ci sono, papà... per qualunque cosa io ti sarò accanto, fino alla fine. Promesso."
"Grazie, tesoro... sono contento che tu mi sostenga, per me è importante...
Devo... chiederti scusa, figlio mio..."
"Come?" rimane di sasso a sentire quelle parole che sembrano tanto una confessione prima dell'inevitabile.
"Io ti chiedo di perdonarmi per tutto quello che ti ho fatto passare... dopo la morte di tua madre mi sono... perso... e ti ho lasciato solo nel mondo. Non meriti un padre come me, tu sei troppo buono con me, mi aiuti senza farti problemi, quando faccio dei casini tu sei sempre pronto a tirarmene fuori... io... sono molto, molto fiero ed orgoglioso dell'uomo e padre che sei diventato."
"Papà... se non fosse stato per gli errori che hai commesso crescendomi ora non sarei quello che sono! A me va bene così, davvero. Ti voglio bene anche se spesso... sempre... ti cacci nei guai facendoci finire anche me. Non voglio che tra noi le cose cambino. Voglio che tu capisca che qualunque cosa succeda io ci sarò, sempre! Sei mio padre, e qualunque cosa succeda io ti sarò vicino e ti sosterrò!"
Sorride alle dolci parole di Tony, sente che non le tradirà.
Appoggia la mano sulla sua spalla e i loro sguardi s'incatenano "Sai, Ziva è davvero fortunata ad averti vicino e Alex ha di sicuro il miglior padre che si possa avere sulla faccia della terra!
Tua madre aveva ragione quando diceva che un giorno saresti diventato parte fondamentale di molte persone.
Sei sicuramente fondamentale per me e molti altri contano sempre su di te e sulla tua forza interiore, tu sei l'allegria e la serietà che serve alla tua squadra, sei leale, premuroso, attento a certi particolari... 
ho avuto il piacere di vederti in azione e per quello che ho potuto vedere ho capito perchè Gibbs si affida anima e corpo a te. Io stesso ti sto affidando la mia vita ed ho la certezza che qualunque cosa farai andrà sempre bene."
 
 
 
 
 
 
 
 
*La parola dell'autrice*: Ciaooooo!! Vi ringrazio immensamente per leggere questa storia, sto cercando di informarmi al meglio per rendere reale ciò che scrivo, soprattutto riguardo ai problemi di Senior.
Spero di non aver deluso nessuno con questa storia, visto che molti mi hanno scritto per 'Se si potesse non morire', chiedendo di veder nascere il figlio dei TIVA!
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, frencia92

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Capitolo 4
*** Attacchi di panico ***


Capitolo 4: Attacchi di panico
 
 
Tony sorride compiaciuto alle parole di suo padre, abbassa lo sguardo imbarazzato, Senior, vedendolo un pò a disagio, lo abbraccia forte "Sai, figliolo... avrei sempre voluto essere quello che tu sei ora. Sono davvero fiero di te!"
Rimangono abbracciati per minuti, sperando che il loro legame rimanga solido come ora anche negli anni a venire e che quella felicità che provano in quell'abbraccio così sentito duri per sempre.
Ziva interrompe quel momento magico per richiamare Tony in camera.
"Tony?"
"Si, sono qui. Dimmi..."
"Non sto molto bene... potresti preparare tu la cena e terresti Alexander con te? Non vorrei attaccargli qualcosa..."
preoccupato, Tony le si avvicina, sedendosi sul letto accanto a lei mentre Senior assiste alla scena appoggiato allo stipite della porta.
"Hai la febbre alta, tesoro... dovresti riposare un pò, io chiamo Ducky e gli chiedo di fare un salto qui per visitarti. Se sarà il caso ti riporto in ospedale..."
"No, Tony... ti prego, odio gli ospedali..."
"Sarà meglio sentire cosa ne pensa Ducky prima, se non hai nulla non ci sarà bisogno di portartici..."
"Grazie tesoro..." Ziva chiude gli occhi, accarezzata da Tony si addormenta.
Rimane li fermo a guardarla dormire sotto gli occhi incantati di Senior.
"Figliolo... non ti preoccupare, è solo stanca. È normale, ha partorito da poco... ha bisogno di una bella dormita."
"Non so cosa fare, papà... non so come comportarmi, non sono pratico di queste cose..."
"Imparerai, Junior. Avrai tutto il tempo per capire come gestire queste cose... mi sembra comunque che tu sia già a buon punto, sei molto premuroso e sei disponibile a sacrificarti per la tua famiglia, questo dovrebbe bastare a chiarirti le idee.
Cosa ne dici se ti do una mano con la cena mentre chiami Ducky?"
sospira sollevato per le sue parole "D'accordo, papà... grazie"
Mentre Tony chiama Ducky, Senior inizia a preparare la cena.
 
"Hei, papà! Ducky ha detto che tra poco passa di qui per visitare Ziva..."
"Benissimo! Junior... parlami di te, come va...?"
"Cosa intendi?"
"Beh, mi hai raccontato a grandi linee quello che è successo... ma tu stai bene?"
"Se devo dirti la verità... sto magnificamente! I momenti peggiori li ho passati quando mi hanno colpito alla testa togliendomi la vista... non era tanto dolorosa la ferita quanto il pensiero che c'era la possibilità che non potessi vedere il viso di mio figlio e di Ziva... è stata l'unica cosa a rattristarmi quando Ziva mi ha detto di essere incinta..."
"E dimmi... hai detto di aver sentito l'odore di tua madre..."
"Quella notte ci siamo addormentati sul divano guardando un film, quando mi sono alzato sono andato in cucina con Gibbs a fare colazione e quando Ziva ci ha raggiunti... non so cosa sia successo... ho sentito il suo odore ed ho associato quell'odore alla mamma. Lei era un pò perplessa e si è informata da Ducky che le ha detto che di solito l'odore delle persone cambia a seconda degli ormoni e le è venuto il dubbio... era sconvolta quando mel'ha detto... io invece ero al settimo cielo!!"
"Ahah... ci credo! Come hai associato quell'odore a tua madre?"
"Un flashback. Un ricordo di lei che mi teneva in braccio e mi cullava... ero piccolo ma alcune cose le ricordo ancora!"
"Io non ricordo più l'odore di tua madre... ma so che era un odore buonissimo.
Sai, credo che siate una coppia perfetta..."
"Già... lo sospettavo! Ziva ti è sempre piaciuta, fin da quando l'hai conosciuta..."
 
Tony, seduto sul divano, culla piano Alex, osservato da suo padre.
Non avrebbe mai pensato di diventare nonno e soprattutto di vedere suo figlio così felice nell'avere tra le mani una creatura così fragile.
Alex apre i suoi occhi verdi, guarda Tony e sorride, facendo sorridere anche lui, gli accarezza la testa da dove spuntano bellissimi ricciolini biondi, si lascia coccolare da Tony, che gli fa solletico facendolo ridacchiare.
Tony ride sentendo la sua vocina chiara e flebile, così piccola, gli gratta il pancino e, sentendo quelle dolci risate, Senior si avvicina a loro guardandoli giocare.
"Sei fantastico, figliolo! Quando eri piccolo farti ridere non era un'impresa facile...era stressante stare con te, solo tua madre era capace di farti sorridere!"
"Ti manca molto la mamma, vero?"
"Terribilmente. Perdere tua madre è stato devastante per me... quando provavo ad andare avanti con donne che non erano lei mi sentivo male... per questo ora ho smesso di cercare! Non c'è nessuno che possa sostituirla..."
"Manca molto anche a me..."
Si guardano tristi negli occhi, il bussare alla porta li ridesta da quei pensieri cupi.
"Ciao Ducky!"
"Oh, Anthony... come sta Ziva?"
"Ha la febbre alta... puoi dargli un'occhiata?"
"Certamente..."
rimane fuori dalla stanza con Alex mentre Ducky visita Ziva.
"Allora?"
"Niente di preoccupante, fortunatamente... è solo un pò stressata! Per qualche giorno dovrai occuparti tu del piccolo Alexander, si riprenderà presto... se dovesse star male questa notte non esitare a chiamarmi, d'accordo?"
"Sarà fatto... grazie di tutto, Ducky!"
Lo accompagna alla porta sollevato per la diagnosi, mette nella culla Alex, che dorme beatamente e si prepara a cenare con suo padre.
 
Dopo cena ripulisce la cucina, aiutato in parte da suo padre, nonostante i suoi richiami per non farlo sforzare troppo. Tony, guardando un film in sua compagnia, si addormenta stremato sul divano. Senior, vedendolo dormire rilassato lo copre con una coperta, baciandogli la fronte, poi va a dormire nella stanza degli ospiti.
Durante la notte, Ziva si sveglia in preda al panico, inizia a piangere e, non si sa come, Tony sembra sentirla, così va a controllare la situazione.
Entra in camera trovandola seduta sul letto con le ginocchia strette al petto, si culla tra i singhiozzi e le lacrime che scendono copiose sul suo viso.
Spaventato, le si avvicina piano, sedendosi accanto a lei, l'abbraccia forte e protettivo cercando di calmarla
"Hei, occhioni belli... smetti di piangere, così sveglierai Alex... ti prego, non piangere!!"
si appoggia leggera sul suo petto, cullata dolcemente dalle braccia di Tony, alquanto spaventato e agitato. 
Senior, svegliato dal trambusto, assiste da lontano, in rigoroso silenzio, osserva come suo figlio riesce pian piano a tranquillizzare Ziva, che si riaddormenta tra le lacrime sul suo petto.
"Ssssshhhh... non piangere... va tutto bene... è tutto finito, tranquilla. Ci sono io qui con te..."
Ziva si tiene stretta a lui stringendogli la maglietta tra le sue mani, come per chiedergli di restare con lei.
Tony si sistema meglio sul letto prendendola in braccio, le fa appoggiare la testa sul suo petto e continua a cullarla piano come si culla un bambino spaventato.
Rimane con lei tutta la notte, sempre sveglio e attento ad ogni suo movimento.
Senior allora entra nella stanza avvicinandosi a Tony e si china accanto a lui "Tutto bene figliolo?" "Si..."
"Come posso aiutarti...?"
il suo silenzio e quello sguardo cupo lo preoccupano, gli appoggia una mano sulla spalla, facendolo tornare in se "Tony? Vuoi che chiamo Ducky? Ti prego, fatti aiutare!"
Lo guarda negli occhi facendo un cenno positivo con la testa.
Senior sorride, gli accarezza i capelli per aiutarlo a stare meglio e per fargli capire che lui è e sarà sempre presente per aiutarlo, non lo abbandonerà di nuovo come quando era giovane.
Esce dalla stanza in silenzio, prende il telefono e chiama Ducky.
 
Si presenta poco dopo a casa di Tony per visitare Ziva.
Ancora tra le braccia di Tony le fa qualche controllo, poi da la sua diagnosi " Sembra proprio che si tratti di un attacco di panico, mio caro... le prescrivo qualche calmante così potrà dormire bene la notte..."
"Per quanto durerà?"
"Beh... in genere dura pochi giorni... come ti dicevo è stressata... devi cercare di tenerla a letto a riposo il più possibile... questo mi ricorda un vecchio caso del '92, dovetti visitare..."
"Ducky... ti prego! Non adesso... sono stanco. Sei sicuro che ora starà meglio?"
"Ehmmm... si, certo... però mi hai interrotto sul più bello... sei come Jethro!!"
Sorride di sbieco alle sue parole, saluta Ducky e Senior lo accompagna alla porta, appena torna in camera per parlare un pò con Tony lo trova abbracciato a Ziva che dorme profondamente.
"Beh... parleremo domani...!!"
 

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Capitolo 5
*** Ti prego, svegliati! ***


Capitolo 5: Ti prego, svegliati!
 
 
 
È mattina. 
Gli uccelli cinguettano fuori dalle finestre e il cielo è limpido.
Tutto sembra essere tranquillo, fin troppo...
Apre gli occhi ancora assonnati, accanto a lui Ziva dorme beatamente, per non svegliarla si alza piano dal letto, si riveste di fretta poi si abbassa col viso sulla sua fronte e le lascia un bacio.
I ricordi della notte appena trascorsa tornano violenti, sente gli occhi bruciare per quelle lacrime ferme li da ore che non vogliono scendere. Va in cucina passando prima da suo padre, chiamandolo per la colazione.
Prepara il suo solito cappuccino e mentre aspetta suo padre prepara qualcosa anche per lui, Ziva e Alex.
Il tempo passa distrattamente, non vedendo arrivare suo padre inizia a preoccuparsi, sente una stretta al cuore, l'istinto cerca di allarmarlo su qualcosa di sconosciuto che lui ancora non capisce.
Smette le sue preparazioni ed entra nella camera dove dorme Senior.
Lo vede steso, gli occhi chiusi a far pensare che stia ancora dormendo.
"Papà?"
lo chiama senza ricevere risposta, allora gli si avvicina prendendolo per un braccio e lo scuote "Papà, è ora di alzarsi... svegliati!"
Ancora nessuna risposta, nessun movimento, nulla. Sente il suo braccio tiepido, insolito per una persona che dorme. Si fa prendere dal panico quando cerca nelle sue vene il battito cardiaco "PAPÀ! TI PREGO, SVEGLIATI!"
Panico.
Il suo cuore perde un battito, gli occhi persi a cercare segni vitali sul suo corpo, si sente morire dentro.
Le urla si sentono fino alla stanza dove Ziva dorme, svegliata dal trambusto si alza allarmata ed entra nella camera di Senior, trovando Tony in ginocchio accanto a lui con le lacrime agli occhi mentre cerca di percepire il minimo battito appoggiato con la testa sul suo petto fermo.
Gli si avvicina mettendogli una mano sulla spalla "Chiamo Gibbs e l'ambulanza..."
esce dalla stanza e chiama.
"Gibbs..."
"Vieni a casa nostra... subito!"
sentendo la sua voce rotta dalle lacrime, Gibbs si preoccupa "Ziva, cos'è successo?"
"Ho già chiamato l'ambulanza... il padre di Tony... non batte più il suo cuore... Tony è disperato! Non so cosa fare..."
"Tranquilla, non piangere. Sto arrivando!"
 
Arriva di corsa a casa di Tony e Ziva, già il giorno prima percepiva che qualcosa non andava, lo aveva visto negli occhi tempestosi di Tony quel pomeriggio.
L'ambulanza se ne va mentre entra in casa, cerca Tony e Ziva in cucina, in salotto e in camera da letto... non trova nessuno.
Si avvicina allora alla camera degli ospiti, trovandosi davanti una scena raggelante.
Ziva, con Alex tra le braccia, fissa davanti a se.
Entra e vede Tony, assente, perso nel buio, in ginocchio davanti a quel letto vuoto dove prima suo padre era steso immobile. Non parla, rimane li fermo senza battere ciglio.
Dai suoi occhi non scendono più lacrime, l'angoscia e il tormento hanno preso posto nel suo cuore, allontanando tutti i pensieri felici e i ricordi di quei bei momenti passati con le persone che ama.
Solo vuoto e dolore.
Il cuore gli si stringe provocandogli una forte fitta nel vedere Tony in quello stato.
Gli va incontro, s'inginocchia accanto a lui e lo abbraccia, stringendolo forte a se per farsi sentire, perchè quel contatto pieno di amore e comprensione arrivi al suo cervello a sbloccarlo per fargli riprendere coscienza di se.
Tutto inutile. Gli sembra di abbracciare una pietra.
Gli stampa un bacio sulla fronte e prova a cullarlo per ridestarlo da quell'incubo, piano piano sente il suo corpo rilassarsi, la testa appoggiata sul suo petto a cercar conforto, le lacrime finalmente scendono dal suo viso a bagnare la camicia di Gibbs, gli pare perfino di sentirlo singhiozzare come un bambino... già, in quel momento gli sembra effettivamente di cullare un bambino troppo spaventato, lo stringe ancora di più prendendolo quasi in braccio, se lo tira sulle sue gambe mentre si siede completamente sul pavimento, lo tiene ancora stretto, lo culla lasciandolo sfogare per bene, finchè non sarà lui a parlare.
Rimane immobile per molto tempo a guardare gli occhi di Tony riprendere leggermente quel bel verde di sempre, ancora pieno di dolore.
"Perchè tutte a me...?"
non si aspettava una domanda del genere da lui ma decide di lasciarlo sfogare ancora e di ascoltare i suoi pensieri "Tutto... cosa?!"
"Il dolore... non riesco a non provare dolore. Appena inizio a stare veramente bene tutto si abbatte sempre su di me... non ho la forza di rialzarmi sempre, non riesco più a sopportarlo..."
Gli accarezza la fronte, cercando di farsi ascoltare "Hei... tu ci riuscirai, anche stavolta... ci sono io qui con te e non ti abbandono. Tuo padre conta su di te, devi lottare per lui, perchè possa veder crescere tuo figlio come farebbe un nonno... voglio che conti su di me!"
"Lo faccio sempre... ma stavolta è diverso..."
"Hei, parla con me..." glielo chiede in modo molto dolce e apprensivo.
Tony si scioglie un pò dalla tensione "Avevo promesso a mio padre che non avrei detto niente a nessuno..."
"Tony, se non me ne parli verrò comunque a scoprirlo... forza...!"
"...soffre di cuore. Ne parlavamo ieri pomeriggio in cucina. Doveva... deve farsi operare, soffre di Insufficienza cardiaca. Non voleva che ve lo dicessi... non voleva che vi sentiste in dovere di fare qualcosa per lui e non voleva essere trattato diversamente per questi suoi nuovi problemi..."
"Tony... tu hai bisogno di noi ora. Hai fatto bene a parlarmene... chiederò a Ducky di mettersi in contatto con qualche suo amico dottore per tenerci informati. Tu ora devi riposare e stare tranquillo... penserò io a tutto..."
"No. Voglio stare con papà... potrebbero essere i miei ultimi momenti con lui, ti prego non fermarmi!"
"Si... va bene. Io resterò qui con Ziva e Alex. Tienimi aggiornato... andrà tutto bene!!"
Annuisce con la testa rimanendo ancora un pò tra le braccia di Gibbs a farsi cullare.
"Non lo posso perdere di nuovo... mi rimane solo lui della mia famiglia, non può morire...!"
"Non succederà, Tony. Devi essere forte e lui... beh, se la caverà, come sempre..."
non sa se mente più a se stesso o a Tony... sa solo che lo sta facendo, non sa veramente se Senior sopravviverà ma è disposto a tutto pur di rivedere il vecchio Tony combattivo, rischiando anche di passare per bugiardo.
Si stacca dal suo abbraccio, non riesce nemmeno a guardarlo negli occhi, teme che osservando le iridi azzurre di Gibbs possa leggervi la bugia che ha appena sentito.
Si alza dal pavimento, bacia Ziva e Alex sulla guancia delicatamente, prende le chiavi dell'auto e corre in ospedale da suo padre.
 
"E adesso?"
"Adesso?"
Gibbs si alza e si volta verso Ziva, vedendo il terrore nei suoi occhi pieni di lacrime.
"Ziva... hei, andrà tutto bene. Ci penso io a Tony, tu devi stare tranquilla e devi badare ad Alex. Appena starà bene Senior tornerà da te..."
"E se... non succedesse, se non si riprendesse più? So che hai mentito a Tony ma a me non puoi dirmi che andrà tutto bene! Non l'ho mai visto tanto sconvolto prima d'ora... ho avuto paura!"
"Hei, piccola! Io sono qui per voi... non dimenticarlo mai, vi voglio bene e non permetterò mai che stiate male. Alex ha bisogno dei suoi genitori, di entrambi!"
Lei abbassa lo sguardo e Gibbs cerca di infonderle coraggio abbracciandola.
 
 
 

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Capitolo 6
*** Ho bisogno di te ***


Capitolo 6: Ho bisogno di te
 
 
 
Cammina veloce per i corridoi cercando di calmarsi mentre attende notizie dalla sala operatoria, dove suo padre sta lottando tra la vita e la morte.
Il chirurgo gli appare davanti dopo 4 ore di attesa.
Gli si avvicina supplicante, sperando che non sia finita.
"Lei è il figlio di Anthony DiNozzo, giusto?"
"Si. Mi dica che sta bene, la prego!!"
"Suo padre ha avuto una cardiomiopatia associata a tachicardia causata da insufficienza cardiaca, si è sviluppata in seguito ad una lesione cardiaca con un importante infarto del miocardio.
Non so dirle con certezza se supererà la notte... gli abbiamo impiantato un micro bypass di ultima generazione, impedirà al suo cuore di fermarsi di nuovo e lo aiuterà a pompare il sangue velocemente in tutti gli organi.
Tutto questo ha causato danni importanti ma curabili a polmoni, reni e fegato.
Dalla sua cartella clinica abbiamo scoperto che lei e suo padre avete lo stesso gruppo sanguineo... avrei bisogno del suo consenso di prelevarle il sangue necessario alla sopravvivenza di suo padre... purtroppo abbiamo esaurito le scorte di sangue con cinque pazienti gravi che questa notte hanno avuto un grave incidente dopo un rave party... questi ragazzi di oggi...!"
"Non c'è nessun problema, Dottore... faccia quello che deve fare, se mio padre ha bisogno del mio sangue ne avrà finche gliene posso dare..."
"La sua generosità è lodevole, di solito non vedo molti figli disposti a sacrificarsi per i propri genitori... credo che lei sia il primo che vedo in tutta la mia carriera, e sono ben quarantacinque anni che faccio questo lavoro!!!"
"La ringrazio molto..."
"Mi segua, la accompagno nella stanza di suo padre... è in Terapia intensiva, se dovesse passare le prime tre notti senza problemi lo sposteremo in una camera normale.
Potrà rimanere qui quanto vuole, se qualcuno fa delle storie per l'orario di visita dica pure che io le ho dato il permesso. Me ne assumo tutta la responsabilità!"
"Io... non so come ringraziarla..."
"Non mi deve niente, sono pochi quelli altruisti come lei... glielo devo. Se volesse far entrare amici, parenti o conoscenti può farlo, a patto che si mantenga il silenzio."
"Certo! Grazie, di cuore..."
"Grazie a lei... suo padre è un uomo fortunato!"
Sorride per la prima volta in quella mattinata infernale, sorride per la bontà di quel chirurgo che in quel momento gli appare quasi come un angelo venuto a regalargli una seconda possibilità con suo padre.
Accompagnato dal Chirurgo entra in Terapia intensiva, passeggiano lungo tutto il corridoio fino ad arrivare ad una stanza semi oscurata da dove può vedere suo padre riposare dall'ampia vetrata.
Entra titubante nella stanza, un'infermiera lo fa accomodare su una poltroncina accanto al letto, gli slaccia i polsini della camicia e gli arrotola la manica per prepararlo al prelievo. Col cotone disinfetta la pelle e subito dopo lo fora con l'ago, riempiendo in pochi minuti quattro sacche di sangue.
Si sente sfinito ma cerca di stare ancora sveglio, gli viene dato qualcosa da mangiare per riprendersi ma lui lo rifiuta, lo stomaco chiuso non gli giova.
Si fa medicare il braccio all'altezza del gomito dove è stato forato, poi viene lasciato solo con suo padre.
"Papà... ho bisogno di te... svegliati...!"
Sente la sua testa diventare leggera e gli occhi chiudersi da soli.
Piano piano perde i sensi, accovacciato su quella poltrona.
Da fuori, Gibbs assiste alla scena, preoccupato.
"Mi scusi, lei è un parente?"
"No. Sono un amico di famiglia... come sta?"
"Beh... come dicevo al Sig. DiNozzo... sarà davvero dura che riesca di nuovo a svegliarsi... purtroppo il suo cuore ha ceduto, polmoni, reni e fegato sono molto compromessi... ha avuto davvero grossi problemi di cuore.
Insufficienza cardiaca, infarto del miocardio, ... non so se si riprenderà, non posso attualmente dare garanzie, nemmeno per questa notte. Il Sig. DiNozzo ha dato consenso di prelevargli tutto il sangue di cui suo padre ha bisogno... gli abbiamo già prelevato quattro sacche di sangue. L'unica mia preoccupazione è che non ha toccato cibo ed ha bisogno di riprendersi. Non è da tutti donare tanto sangue tutto in una volta... non credevo esistesse ancora gente altruista come quel ragazzo...!!"
"Per stare con suo padre ha dovuto lasciare a casa la compagna e il figlio nato appena cinque giorni fa... ha davvero ragione, non è da tutti!"
"Allora sarà davvero orgoglioso di lui! Io, che lo conosco da appena 10 minuti lo sono già!"
"Dottore? Posso fargli compagnia?"
"Certo, a patto che sia silenzioso. È ancora una fase critica..."
"La ringrazio."
 
Entra piano nella stanza cercando di non fare rumore chiudendo dietro di se la porta.
Si china davanti a Tony, lo guarda in maniera molto dolce e comprensiva, nonostante sia molto preoccupato per la sua salute. Si rialza e si fa posto seduto sulla stessa poltrona su cui dorme Tony, lo solleva leggermente sentendolo fragile e debole, lo fa sedere sulle sue gambe e lo stringe a se, di nuovo come ore prima a casa sua.
"Non sei solo, Tony... ci sono io qui con te...!! Non vado da nessuna parte, promesso!"
Lo sente sospirare leggermente, come se lo avesse sentito e si fosse fidato delle sue parole.
Gli bacia la fronte come farebbe un padre, gli accarezza i capelli dolcemente e lo culla come per tranquillizzarlo, per fargli capire che ciò che gli ha promesso è reale.
Rimane li a cullarlo per ore, fino al suo risveglio.
"Hei, Tony! Buongiorno!" sussurra come se parlasse ad un bambino, in fondo è quello che gli sembra di avere tra le braccia...
"Ciao... quando... sei arrivato...?"
"Ore fa..."
"Perchè mi hai... preso in braccio?"
"Perchè sapevo che ne avevi bisogno..."
"Allora... grazie..."
"Non devi ringraziarmi, per te questo ed altro! Il Dottore che ha in cura tuo padre mi ha detto cos'hai fatto per lui... sono davvero orgoglioso di ciò che hai fatto. Sei stato bravo..."
"Non ho fatto niente..."
"Gli hai dato una piccola e remota possibilità di sopravvivere... non è niente!
In più... so che non hai toccato cibo..."
"No. Non riesco a mangiare nulla e ti prego di non insistere anche tu... l'infermiera voleva imboccarmi a forza... le ho detto che posso spararle un colpo in testa senza che se ne accorga nessuno... non so perchè sia poi scappata!"
"Stare troppo tempo con Ziva ti fa male... Hai preso le sue abitudini da minaccia naturale...!!"
Tony si lascia sfuggire una piccola risata, quello che gli serviva a ricaricarsi per andare avanti.
"Tony... Ziva ha bisogno di te ora... vai da lei, io resto qui. Se ci sono novità ti chiamo, altrimenti ti vengo a prendere dopo pranzo... e vedi di mangiare oppure ci penso io, sono stato chiaro?"
"Sisi! Con quel tono di voce non posso che obbedirti, altrimenti me ne andrò prima di mio padre e, visto che voglio veder crescere Alex da vivo... mi conviene darti ascolto!"
'Bene- pensa Gibbs- il vecchio Tony è tornato!'
 
 
 
 
 
 
 
 
*La parola dell'Autrice*: Ciao a tutti!
Tony Sr. non sta per niente bene e Tony Jr. è strapremuroso nei suoi confronti... se la caverà?
Supererà con suo figlio anche questo ostacolo?
E Gibbs... è impazzito? Adesso si mette a coccolare Tony... pfff!!
Sono davvero molto dolci insieme!
Approfitto per ringraziare Maggie90 e Chanty che leggono le mie storie e mi divertono tanto con i loro commenti -anche su fb...- e vorrei ringraziare tutti i lettori silenziosi e chi commenta! Siete Adorabili! ♥ ;)
Baci, frencia92
 
PS: Voglio dedicare questo capitolo a tutti quelli che nella vita reale soffrono di queste situazioni famigliari o che soffre di queste malattie. Vi sono vicina col cuore!

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Capitolo 7
*** Andare via ***


Capitolo 7: Andare via
 
 
 
Sotto gli occhi vigili di Gibbs mangia quello che riesce ad ingoiare, nonostante sia forte la nausea, Gibbs gli sembra più pericoloso.
"Ti prego! Non chiedermi di più... mi viene da vomitare al solo pensiero di ingoiare qualcos'altro..."
"Va bene... per ora. Torna a casa e rimani con la tua famiglia. Gli altri credo ti stiano aspettando per sapere di più... li ha chiamati Ziva per non rimanere sola e gli ha detto a grandi linee cos'è successo. Sono preoccupati per te..."
"Capisco. Allora vado. Per qualunque cosa, chiamami subito!"
"Agli ordini!"
Sorride divertito all'esclamazione di Gibbs, capisce che l'ha detto solo per tirargli su il morale. Gli lancia uno sguardo d'intesa ed esce dall'ospedale, raggiungendo casa.
 
Ancora distrutto per la mattinata movimentata, si appresta a tornare a casa.
Col dolore nel cuore spera vivamente di non essere invaso da inutili domande di rito che sicuramente lo aspettano, apre la porta di casa in silenzio, guarda davanti a se, trovandosi Ziva corrergli incontro con le lacrime agli occhi. Lo abbraccia forte per fargli sentire che lei è li per sostenerlo ad oltranza, sempre.
Gli rimane incollata addosso, forse più per se stessa.
Tony rimane in silenzio, freddo come il giorno che celebrarono il 'funerale' di Gibbs, le lacrime cominciano a scendere dal viso di Ziva, non ha bisogno di risposte, non vuole sapere. Gli basta avere l'uomo che ama accanto, finalmente a casa.
"Tesoro... va tutto bene?"
non risponde.
Ziva solleva gli occhi sul suo viso pallido, accorgendosi di quegli occhi spenti, vuoti di ogni sentimento, stanchi.
Sente una fitta al cuore nel vederlo in quello stato. Tony la guarda un secondo, uno sguardo che in un attimo le fa capire che lui non ne vuole sapere di parlare di suo padre. Lo scioglie dall'abbraccio mentre Tony si scosta da lei per entrare in camera da letto, dove Alex sta dormendo.
Gli altri, nel frattempo, hanno osservato lo strano comportamento dell'amico.
"Ziva... cosa succede..."
"Io... non l'ho mai visto cosi... assente, perso! Mi fa stare male..."
"Vuoi che ci faccio due parole?"
"No, McGee... vuole essere lasciato in pace... ha passato un brutto momento. Sarà meglio aspettare che torni Gibbs per sapere cosa succede..."
 
Entra nella sua stanza e si avvicina alla culla dove suo figlio dorme.
Lo prende delicatamente in braccio quando lo vede svegliarsi e si siede sulla sedia a dondolo accanto alla finestra che Gibbs ha costruito per lui e Ziva quando lei era ancora incinta.
Inizia a dondolarsi piano tenendo stretto a se quel piccolo angelo indifeso e innocente. Apre i suoi occhioni verdi e lo guarda intansamente, come se si fosse accorto che suo padre non sta bene. Tony sorride, rassicurando Alex che gli sorride a sua volta.
Sente nel suo cuore che deve dare sfogo ai suoi pensieri , così parla a suo figlio come se potesse capirlo.
"Oh, piccolo mio... spero che quando sarai grande non dovrai avere preoccupazioni per il tuo vecchio come ne ho ora io per il nonno... non è mai stato facile stargli dietro, è sfuggente e pericoloso, riesce sempre a mettersi nei guai, poi chiama me per tirarlo fuori... mi sembra di essere io ad occuparmi di lui come se tra noi due fosse lui il figlio. Sai, non credo di farcela questa volta, non posso preoccuparmi sempre io di tutto ciò che succede... forse ne ho passate troppe in questi anni. Vorrei tanto riuscire ad occuparmi solo di te e della mamma, vorrei non dovermi sempre preoccuparmi di tutto e tutti... vorrei una vita più tranquilla per noi tre.
Se il nonno si riprende, lo metto sul primo aereo per le Bahamas, così vivrà la sua vita tranquillo mentre noi ce ne andremo non so dove, in modo da non preoccuparci più degli altri, solo di noi.
Sai, la mia non è cattiveria o indifferenza nei confronti degli altri, ho solo bisogno di sentire che siamo al sicuro e che va tutto bene!"
Alex sembra averlo ascoltato attentamente e sembra contrariato per le scelte del padre e Tony lo capisce.
"Lo so, non vorresti andare via... nemmeno io. Parlerò con la mamma quando il nonno... se il nonno starà meglio e decideremo... è stato bello fare due chiacchere con te, tesoro!"
Alex sorride di nuovo poi si accoccola tra le braccia di Tony e si riaddormenta.
 
Gibbs era appena tornato dall'ospedale e aveva sentito parlare Tony con Alex fuori dalla porta accostata e aveva sentito tutto lo sfogo del ragazzo.
Quando lo sente smettere di parlare decide di entrare per parlare con lui.
"Lo pensi davvero?"
Tony si spaventa leggermente, non avendolo sentito e visto entrare.
"Dipende... da quanto hai sentito..."
"Abbastanza... dove vorresti andare?!"
"Non lo so... lontano da pericoli, da mio padre, da tutto! Io gli voglio bene, e tanto, ma... non ce la faccio più Gibbs... ogni volta che si avvicina a me mi fa preoccupare come un matto o mi mette nei guai... ne ho passate troppe in un solo anno... sono andato due volte in coma, sono diventato cieco dopo che mi hanno sparato, ho passato un'eternità in ospedale, i dottori quando sono andato da mio padre mi hanno salutato come se fossi un 'cliente abituale'... l'unica cosa buona venuta fuori da tutto questo è stata la mia famiglia!
So che puoi capirmi, hai avuto anche tu una famiglia... non voglio mettere i miei cari in pericolo sempre, non riesco più a sopportare tutto questo dolore!"
Gibbs siede sul letto davanti a lui, incrociando il suo sguardo triste "Si, posso capirti... ma... anch'io ho una famiglia: tu. Non voglio che te ne vai da me, io vi adoro, tutti e tre... non potrei vivere senza di voi, non farmi questo ora! Non sei il solo a soffrire da tutta la vita!!
Mettiti nei miei panni... se te ne vai, per me sarà come perdere un secondo figlio, la MIA famiglia... non posso permetterti di fare una sciocchezza... pensaci bene..."
"Se papà dovesse rimettersi ne parlerò a Ziva, poi ti farò sapere le nostre scelte..."
"Pensaci attentamente, analizza tutto ciò che ti circonda. Devi prendere tutto in seria considerazione, sei padre ora, devi pensare per il bene della tua famiglia.
Io cercherò di appoggiarti sempre, anche se una tua possibile partenza mi darebbe un gran dolore."
"Grazie... lo apprezzo molto."
Gli scompiglia i capelli facendolo sorridere, poi si alza dal letto "Riposati un pò... quando ti svegli andremo da tuo padre." "Ok"
Piano piano si addormenta su quella sedia tenendo Alex tra le braccia.
 
 
Gibbs raggiunge gli altri in salotto, esausto.
"Come sta Tony?"
"Sta male, Ziva... è sfinito. Per la prima volta l'ho visto veramente stanco, fisicamente e mentalmente. Non ne può più di provare dolore, di vedere i suoi cari stare male... non posso che capirlo, io so cosa vuol dire sacrificarsi in continuazione per tutti, lui si è sacrificato anche per me, più di una volta e io sono stato un ingrato... non ho mai fatto nulla per ringraziarlo di quello che faceva per me..."
"Capo... si riprenderà?"
"Non lo so, McGee... non lo so. È molto provato da tutta questa situazione... vorrebbe vivere una vita semplice, senza pericoli dietro l'angolo ad aspettarlo. Vorrebbe smettere di fare l'agente... per voi sarà una pazzia ma per lui non lo è ed è comprensibile. È confuso, vuole solo il bene della sua famiglia senza doversi preoccupare sempre di guardarsi le spalle."
"Oh, Jethro, spero che ti sbagli! Non può andarsene, non può lasciare il suo lavoro!
Lui è parte di tutti noi, senza di lui non ci sarebbe una vera squadra, non saremmo più gli stessi... non permettergli di fare questa pazzia!!"
"Non farò proprio niente, non gli farò cambiare idea, sarà solo una sua decisione e l'accetterò qualunque essa sia.
Ziva, mi ha detto che te ne parlerà meglio se e quando Senior starà meglio... dagli tempo!"
Ziva, rimasta in silenzio a pensare, guarda Gibbs dritto negli occhi con decisione "Se Tony vuole abbandonare tutto e se deciderà di partire non farò nulla per farlo desistere. Ha ragione lui. Non possiamo continuare a vivere una vita tanto pericolosa... io e Alex siamo dalla sua parte. Sempre."
La risposta diretta di Ziva fa accapponare la pelle a Gibbs, sperava che l'aiutasse a fargli cambiare idea.
Tutti la guardano a bocca aperta, lei volta lo sguardo sui colleghi e risponde con sicurezza alle loro occhiate "La discussione finisce qui. Le vostre perplessità non mi interessano. Se Tony decide di partire lo seguirò. Punto."
Esce dalla stanza seccata per quegli sguardi accusatori, Gibbs allora ricambia il loro sguardo "È inutile che cercate di fargli cambiare idea. Non possiamo farci niente, hanno ragione loro...!"
 
 
 
 
 
 
*La parola dell'Autrice*:
 
Opsss!!! E adesso che succede?
Tony è stanco e vuole andarsene da questo mondo crudele... se ne andrà?
Senior sopravviverà?
Gibbs riuscirà a tenere Tony, Ziva e Alex con se?
Stavolta sono stata perfida... ho sorpreso anche me stessa con questo capitolo!
Grazie a tutti di leggere questa storia, fatemi sapere cosa ne pensate! ^_^
Baci, frencia92
 

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Capitolo 8
*** Sweet awakening ***


Capitolo 8: Sweet awakening
 
 
Passano lente le giornate, Tony è sempre più stanco di occuparsi di suo padre in ospedale, spera ancora che si risvegli. La sua preoccupazione si trasforma in poco tempo in rabbia, è arrabbiato perchè suo padre non si sveglia, è furioso per tutto quello che gli succede, per tutte le volte che ha sofferto come un cane senza mai essere ripagato del suo dolore... si sente scoppiare, non riesce ad andare avanti. 
È distrutto.
Sfinito.
Si sente battuto dal destino, come se esistesse solo il dolore nel suo cuore.
Si sente morire dentro, giorno dopo giorno.
 
In quella stanza illuminata solo dai raggi del sole che passano deboli dalle fessure delle tende alle finestre, Tony rimane assopito nel suo dolore accanto al padre, ancora privo di sensi.
Gli ha donato ogni giorno litri e litri di sangue per farlo rimettere in sesto, rischiando più volte il collasso.
Bianco in volto, si addormenta con la testa sul petto di suo padre, tenendogli debolmente la mano.
Da fuori Gibbs assiste il ragazzo, pregando che tutto torni come prima per riavere con se il Suo Tony.
 
Gli occhi di Senior si aprono debolmente, fatica a capire dove si trova, sente un peso su di se e quando abbassa lo sguardo su suo figlio capisce.
Lo vede ancora addormentato, pallido e smorto. Avvicina la mano alla sua fronte, sentendolo bollente al tocco.
Si spaventa subito, cerca di svegliarlo, ma prontamente Gibbs lo blocca "Non lo fare... non provare a svegliarlo!!"
La serietà negli occhi di Gibbs lo blocca "Puoi spiegarmi cos'è successo?"
"Hai avuto gravi problemi di cuore qualche giorno fa. Tony... ha provato a svegliarti, ma non ci riusciva. Ha capito tutto quando ha sentito il battito cardiaco assente... sei praticamente morto.
È stato molto tempo qui con te, ha insistito per donarti tutto il sangue di cui avevi bisogno.
Era terrorizzato."
Le parole di Gibbs lo fanno star male dentro.
Rimane un attimo in silenzio per assorbire meglio le sue parole.
"Mi odia, vero?"
"No. È preoccupato per te, non avrebbe mai fatto tutto questo per qualcuno che odia.
Tutto ciò che so è che non è felice, al contrario."
"È colpa mia..."
"Non posso attribuirti delle colpe... non credo fosse tua intenzione ferirlo. È stanco. Di tutto.
L'altro giorno si è scaricato con Alex... ha detto che vuole andarsene da qui, vorrebbe mandarti alle Bahamas per essere sicuro che tu stia bene per poi mollare tutto, prendere Ziva e Alex e andarsene per sempre da qui.
Non è più se stesso, da molto tempo.
Tutto ciò che gli è successo in un solo anno l'hanno segnato notevolmente, posso capire come si sente.
Dopotutto io stesso vorrei saperlo sempre protetto ma non posso fermarlo... sa badare a se stesso!"
"Quando si sveglierà parlerò con lui... dimmi una cosa... perchè è in queste condizioni?!"
"Perchè è un idiota! Ha voluto darti un sacco di sangue ma non vuole saperne di mangiare, non ci riesce.
Ha la nausea appena sente odore di cibo... credo sia terrorizzato. È vulnerabile.
Sono due giorni che ha la febbre ma non si fa toccare da nessuno."
"Lo puoi svegliare?"
Annuisce con la testa, si abbassa su di lui e lo scuote leggermente, quando lo vede aprire piano gli occhi assonnati gli scompiglia i capelli "Hei, Tony! Sveglia!! Tuo padre è sveglio..."
A quelle parole alza velocemente lo sguardo, tenendosi saldo al letto per un forte ed improvviso giramento di testa che lo stordisce un attimo, di cui i presenti si accorgono subito.
"Junior... tutto bene?"
"Cosa... come.. ciao, papà!"
"Tony, stai bene?"
"Io non... ehm... di cosa stavamo parlando?"
"Ti ho solo chiesto se stai bene... cosa ti succede?"
"Non lo so... sono... confuso... papà? Quando ti sei svegliato?"
"Poco fa... noi due dobbiamo parlare!"
Gibbs capisce al volo, con uno sguardo d'intesa saluta Senior ed esce dalla stanza, lasciandoli soli.
"Gibbs mi ha parlato dello sfogo..."
"Ah... non è per te, papà... non è stata colpa tua, è solo che..."
"Sei stressato, figliolo. Lo capisco. Voglio solo chiederti una cosa: rifletti bene sulle tue decisioni. Mi dispiacerebbe vederti andare via da qui... non prendere decisioni affrettate, ti prego!"
"Va bene. Ci penserò, prima voglio parlarne con Ziva. Non ho ancora preso una decisione definitiva. Aspettavo che ti svegliassi per esaminare la situazione... mi hai fatto venire un colpo, papà!"
Senior lo abbraccia forte "Oh, Anthony... lo so, mi dispiace tanto... ora devi riprenderti, io ti prometto che cercherò di non farti più dannare o preoccupare... hai la mia parola!"
"Grazie papà!"
Rimangono abbracciati per lungo tempo, assaporando il calore dei loro corpi così vicini, stretti per consolarsi a vicenda dopo tutte le cose brutte successe in così poco tempo.
Da fuori, Gibbs li osserva sorridendo, ripensa a tutto ciò che è successo durante tutto l'anno e capisce quanto questo momento sia perfetto, vedere Tony finalmente felice e rilassato dopo essere stato tanto male.
Si rilassa vedendoli abbracciati, finalmente tutto è finito.
 

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Capitolo 9
*** Vita di coppia ***


Capitolo 9: Vita di coppia
 
Passano veloci i giorni, Senior sta già meglio e sta recuperando al meglio, anche grazie all'aiuto di Tony che lo segue nelle terapie di riabilitazione.
Pian piano torna ad essere l'uomo attivo di una volta, dopo gli ultimi esami positivi il cardiologo decide di dimetterlo, obbligandolo comunque a rimanere chiuso in casa per un pò di tempo senza sforzarsi troppo.
A malincuore segue le indicazioni del cardiologo, facendosi portare da Gibbs a casa di Tony, dove con Alex e Ziva lo sta aspettando. 
Entra in casa sentendo dolci risate, accompagnato da Gibbs entra piano in camera di Tony e Ziva, dove assistono ad una dolcissima scena famigliare: Tony, inginocchiato sul letto davanti ad Alex si diverte a fargli solletico, facendolo ridere. Ziva, seduta dall'altro lato del letto, li guarda ridendo.
"Tony, smetti di farlo ridere... si sentirà male...!"
Tony si ferma a guardarla e sorride "Gelosa, mia piccola ninja?"
non fa in tempo a rispondergli che Tony le si avvicina velocemente, la fa sdraiare accanto ad Alex salendo a cavalcioni su di lei ed inizia a farle solletico, facendola piangere dalle risate.
"Allora tesoro... ti piace? Ne ho abbastanza per tutti e due!!"
Alex sorride, li guarda incantato battendo le manine facendo piccoli gridolini divertiti.
Tony ride a sentire suo figlio divertirsi, si ferma un attimo a guardarlo mentre Ziva cerca di riprendere fiato.
Gli si avvicina, lasciandogli un bacio sulla fronte, poi lo prende in braccio "Ti diverti piccolo mio?"
Alex sembra capirlo, annuisce con la testa battendo ancora le mani.
"È tutto suo padre... ride delle disgrazie degli altri..."
Già... aspetta un momento, la tua disgrazia sarei io?" "Esattamente..."
"Alex, hai sentito la mamma? Il tuo papà è la sua disgrazia... questo significa che stanotte papà dorme sul divano e lascia sola la mamma perchè è cattiva e l'ha offeso!"
Ziva sgrana gli occhi, rimanendo sbalordita "Cosa? Perchè?? Non voglio dormire da sola..."
Gli mette il broncio, cercando di fargli cambiare idea ma lui sembra irremovibile "Non farmi quella faccia, David. La decisione è presa. Potevi pensarci prima..."
Ziva si paralizza alle sue parole: l'ha chiamata David?
Era passato tanto tempo dall'ultima volta che l'ha chiamata così, di solito lo diceva quando era arrabbiato con lei...
Tony si alza dal letto prendendo in braccio Alex per andare in cucina, passa accanto a Gibbs e a suo padre, lanciandogli uno sguardo divertito. Ziva, rimasta sola su quel letto, rimane esterrefatta dal comportamento del suo compagno. Guarda sospettosa Gibbs e Senior, ancora molto divertiti dalla situazione.
Non capendo la reazione di Tony, si alza velocemente seguendolo in cucina, quasi implorante, si attacca al braccio libero di Tony, che sbuffa contrariato.
"Hei, non mi avrai preso sul serio!! Dai... DAAAAAAIIIIIIII!!! Sei arrabbiato con me per quello che ho detto?
Perchè non mi rispondi? TONY??? Non è vero che sei la mia disgrazia... amore? Tesorino? Uffa... Tony!"
A quel punto non riesce più a trattenersi, scoppiando a ridere, mentre Ziva, capendo che la stava prendendo in giro, gli mette di nuovo il broncio incrociando le braccia al petto "Guarda che non sei divertente..."
Alle parole di Ziva tutti si mettono a ridere, anche Alex "Magari io no, ma tu sei uno spasso Occhioni belli!!"
Sentendosi un pò imbarazzata lo abbraccia forte, riprendendo sicurezza "Non dormirai sul divano, vero?"
"Tutto dipende da te, piccola!"
Si guarda intorno un secondo, puntando poi di nuovo gli occhi su Tony "Visto che siamo in cucina... mi prepareresti qualcosa da mangiare?"
Tony alza gli occhi al cielo, sospirando "E ti pareva..."
"Con questo cosa vorresti dire? Che sono ingrassata??"
"Certo che no... ma hai sempre fame! Datti una regolata!"
"Va bene... ma allora mi prepari qualcosa o no?"
Ride divertito alle sue parole, Alex, un pò stanco, si addormenta pian piano in braccio a Tony.
Accorgendosene, Ziva allunga le braccia a Tony, lo prende in braccio e si avvia in camera.
"Gli do da mangiare prima che si addormenti del tutto... intanto preparami qualcosa!"
"Si, d'accordo..." 
Ziva scompare in camera con Alex, lasciando Tony ai fornelli in compagnia di Senior e Gibbs.
 
"Allora, papà... tutto bene?"
"Certo, Junior... il chirurgo mi obbliga per un pò a stare a casa..."
"Sono contento, così posso stare tranquillo!"
Gibbs, vedendoli a corto di argomenti, decide di affrontarne uno spinoso "Hai parlato con Ziva?"
"Per cosa...?"
"Lasciare Washington... andrete via?"
"Ne abbiamo parlato... e abbiamo deciso che restiamo, per ora..."
"Cosa vuol dire 'per ora'?"
"Significa che non si sa mai... vorrei dare a mio figlio una vita tranquilla e felice, senza pericoli e rischi.
Se sarà il caso ce ne andremo... per ora siamo in stallo!"
"Torni al lavoro?"
"Si... anche Ziva vorrebbe tornare ma ancora non possiamo lasciare solo Alex... è ancora troppo piccolo e non vorremmo che gli succedesse qualcosa."
Senior interviene nel loro discorso, elettrizzato "Posso occuparmi io di Alex, figliolo! In fondo sono suo nonno..."
"Oh, papà... io non so se è il caso..."
"Niente ma, Junior! Ci penso io a mio nipote! Andate pure al lavoro, Gibbs ha bisogno della sua squadra..."
"Beh... la tua offerta mi piace... ne parlo con Ziva prima... se scoprisse che ho preso decisioni senza di lei credo mi mangerebbe!!"
"Ahahahahahah!! Ti tiene nel mirino, figliolo?"
"Sempre... lei è la mamma ninja più pericolosa di Washington e dintorni! Meglio non farla arrabbiare!!"
 
Tony raggiunge Ziva in camera, trovandola seduta sul letto con Alex tra le braccia mentre gli canta una canzoncina in ebraico. Solleva lo sguardo su di lui mostrandogli il più bel sorriso di sempre.
Si avvicina, sedendosi accanto a lei, bisbigliando "Si è addormentato?"
"Si... è davvero bellissimo. È la cosa più bella che ho fatto nella mia vita e devo tutto solo a te!
Senza di te mi sarei persa... soprattutto dopo la morte di mio padre..."
Legge la tristezza nei suoi occhi, così l'abbraccia forte e protettivo per scacciare i pensieri cattivi, immergendola nel suo dolce profumo che sa di sicurezza e amore, sorride all'abbraccio, ringraziandolo con un bacio sulle labbra.
"Per quale motivo mi sono meritato questo piacevole bacio?"
"Perchè ci sei sempre, perchè tu sei tu... e ti amo come non ho mai amato nessuno in vita mia... perchè sono sicura che qualunque cosa accada non mi lascerai mai sola!!"
Sorride dolcemente alle parole sincere di Ziva, abbracciandola più forte facendola sorridere.
"Sono venuto qui per parlarti di una cosa... mio padre si è offerto di tenere Alex mentre siamo al lavoro.
Ho voluto parlarne prima con te, se sei d'accordo gli lasciamo Alex per un pò mentre si riprende con la riabilitazione... sempre che tu sia d'accordo, altrimenti resterà uno di noi..."
"Tony, va bene. Voglio fidarmi di lui, proveremo a vedere per qualche giorno come va.
Capisco la tua diffidenza, sai che potevi dirgli di si perchè sai che sarei stata d'accordo..."
"Vedi, il lupo perde il pelo ma non il vizio... temo che possa fare con Alex ciò che fece con me! Lui sel'andava a spassare lasciandomi solo a casa, non solo dopo la morte di mia madre, anche prima!
Spero solo che non succeda nulla, altrimenti per vedere Alex dovrà passare sul mio cadavere!"
Annuisce in pieno accordo con le parole di Tony, anche lei preoccupata di lasciare suo figlio nelle mani inesperte di Senior.

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Capitolo 10
*** Giornata di lavoro ***


Capitolo 10: Giornata di lavoro
 
 
 
"Papà! Mi raccomando... attento ad Alex! Dopo il sonnellino dagli il biberon di latte che ti ho prepararo in cucina, non aprire le finestre, potrebbe prendere freddo ed ammalarsi, resta con lui fino al nostro ritorno, per farlo addormentare devi cullarlo e coprirlo con la sua copertina... manca qualcosa?
Ah, già... chiamami se succede qualcosa o se non sta bene, ok?"
"Junior... ho avuto un figlio anch'io, ricordi?"
"Appunto... mi ricordo benissimo... ti ho fatto vedere come devi cambiarlo e lavarlo... non lo uccidere, ti prego! Per le emergenze c'è la nuova vicina di casa, lei ha tre figli, perciò ti può aiutare."
Ziva sorride alla preoccupazione di Tony, anche lei lo è ma cerca di non darlo a vedere.
Entrambi danno un bacio sulle guance di Alex che sorride felice, poi escono per andare al lavoro.
"Quanto timore... noi ci divertiremo un sacco, vero Alex?"
 
La giornata sembra non passare mai tra casi irrisolti e scartoffie, Gibbs, vedendo Tony un pò agitato, lo chiama nel suo 'ufficio', blocca l'ascensore come di consueto e lo guarda sorridendo "Cosa succede Tony?"
"Non lo so... di cosa parli? Non succede nulla, va tutto bene, nessun problema, non lo vedi anche tu? Non succede nulla, davvero!"
Lo sguardo terrorizzato di Tony e la frase sparata a gran velocità non lo convincono per niente, così va dritto al punto "Alex è con tuo padre, è al sicuro! Dagli un'opportunità...!"
"È quello che sto facendo... ma... non sono mai sicuro di mio padre, sono certo che quando si stancherà di stare con Alex lo lascerà solo come faceva con me da piccolo... a 5 anni mi lasciò solo per una settimana per uscire 'per lavoro', come dice lui e non sai quante gliene ha dette mia madre! Lei era in viaggio e si è fidata di lui... io ci provo, ma... ricordo ancora quel periodo... non riesco a stare tranquillo!"
"Tony, c'ero anch'io quando ti ha promesso di non darti più preoccupazioni, devi provare a dargli più fiducia..."
"Mi fiderei di più se lo tenessi tu che lui... tu almeno ci sai fare anche se sei... un pò spaventoso a volte, senza offesa, naturalmente!"
"Capisco cosa vuoi dire, non posso darti torto. Se non sei sicuro, chiamalo!"
Annuisce, tenendo lo sguardo preoccupato al pavimento, Gibbs con l'indice gli solleva il mento perchè possa guardarlo negli occhi "Hei... impara a fidarti un pò... tuo padre è cambiato da allora, lui è qui per te!"
"Spero con tutto il cuore che sia così..."
Gibbs sblocca l'ascensore, tornando in ufficio dagli altri, mentre Tony si allontana per chiamare suo padre a casa. 
Ziva guarda Gibbs con sospetta preoccupazione e si avvicina veloce alla sua scrivania per parlargli "Cosa succede?"
"Il solito Tony, Ziva! È preoccupato per Alex, teme che Senior si stanchi di lui e lo lasci solo..."
"Già, lo capisco in parte... lui ha già vissuto la stessa situazione da piccolo..."
"Lo so, me ne ha parlato... deve dargli un pò di fiducia, le persone cambiano..."
"Anche Senior?" lo guarda speranzosa di risposte positive ma lui sa che in realtà non tutti cambiamo, soprattutto non sempre cambiano positivamente "Lo spero per lui... o Tony sarà una furia!"
 
"Papà?"
*Junior... qualcosa non va?*
"Beh... ero preoccupato. Tutto bene con Alex?"
*Si, certo, ne dubitavi? È passata la tua vicina di casa poco fa... è venuta a controllare la situazione...*
"Oh, bene... allora tutto a posto... Torniamo tardi stasera, puoi mettere tu a letto Alex per favore? Se accendi lo stereo a basso volume in camera si addormenta subito..."
*Certo! Lo farò... per le nove va bene?*
"Si. Non stare sveglio ad aspettarci, ok?"
*Ok, figliolo... ti farò trovare la cena pronta!*
"Oh... grazie, non cen'era bisogno..."
*Non ti preoccupare, figliolo, lo faccio volentieri...!!*
"Grazie, papà!"
Chiude la chiamata dandosi mentalmente dello stupido 'Come ho potuto dubitare di mio padre... in fondo si è proposto lui come baby sitter...'
Torna in ufficio scuotendo la testa, Gibbs lo guarda perplesso "Allora?"
"Allora... avevi ragione tu, va tutto bene!"
"Vedi, ogni tanto dovresti darmi ascolto..." in realtà anche lui era preoccupato dopo le confessioni di Tony, ma ha nascosto i suoi pensieri dietro la convinzione che in fondo Senior è il nonno di Alex e non avrebbe certo permesso che stesse male all'insaputa di Tony.
 Ricominciano a lavorare insieme, senza più pensare ad Alex, proprio come ai vecchi tempi.
 
Tornano a casa senza far rumore verso mezzanotte, accendono le luci e vanno subito a controllare Alex in camera, che dorme beato, assicuratisi che sta bene vanno in cucina e mangiano la cena preparatagli da Senior.
"Devi ammetterlo, Tony... è stato davvero bravo!"
"Si, non c'è che dire... sel'è cavata bene dopotutto, forse sbagliavo a non fidarmi!"
Ziva sorride, gli siede sulle ginocchia iniziando a strofinarsi contro di lui come un gatto in cerca di coccole, facendolo ridere "Ahahah! Ora ti metterai anche a miagolare?"
"Miaooooo... frrrrr frrrrr..."
Si mettono a ridere per quei giochini da bambini.
"Mia dolce gattina, è ora di andare a dormire..."
La solleva prendendola in braccio e la porta in camera, facendola sdraiare su un lato mentre lui va dall'altro.
Ancora vogliosa di coccole, appoggia la testa suo suo petto, accarezzandolo con la mano.
"Buonanotte, Tony..."
"Buonanotte, Guanciotte dolci!"
 
 
 
 
 
 
 
*La parola dell'autrice*: lo so, questo capitolo è un pò corto, ma nel prossimo ci sarà una brusca svolta...
Cosa succederà?
Lo scoprirete presto, questo capitolo è stato solo di passaggio, un inizio di qualcosa di inaspettato, o forse di aspettato... farà bene Tony a fidarsi tanto di suo padre o ha ragione di preoccuparsi?
Le risposte al prossimo capitolo... :)
Baci, frencia92

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Capitolo 11
*** Cambiamenti ***


Capitolo 11: Cambiamenti
 
 
 
Si svegliano la mattina presto abbracciati, si sorridono tranquillamente come fanno ogni mattina prima di iniziare una dura e faticosa giornata di lavoro.
Si alzano, fanno una doccia rilassante insieme, si vestono e fanno una tranquilla colazione insieme.
"Tesoro? Sei più tranquillo su tuo padre? Ieri eri piuttosto agitato..."
"Si, beh, mi ha dimostrato che ci tiene ad Alex e se ne prende cura, questo mi basta!"
Si baciano dolcemente ma Senior, appena alzato, li interrompe.
"Buongiorno, ragazzi... bella giornata, vero?" 
"Si, papà... oggi speriamo di tornare un pò prima, verso le nove di sera, così sarai libero di fare quello che vuoi..."
"Non c'è problema, Junior... mi piace stare con mio nipote, è sveglio!"
"Lo so bene... ora dobbiamo andare. Stesse raccomandazioni di ieri, chiaro?"
"Cristallino! Fatemi sapere se tornate prima, così vi preparo la cena e mangiamo insieme!"
"Si, buona idea! A stasera!"
Si alzano, prendono le loro cose ed escono di casa.
Senior intanto va a controllare Alex, gli si avvicina e sussurra "Per questa sera ho piani diversi... dovrai stare qui buono, ok?"
Il piccolo continua a dormire, non sapendo cosa gli aspetta.
 
Arrivati all'NCIS, Tony sembra già essere preoccupato, più del giorno prima.
Non fa in tempo a sedersi alla scrivania e salutare Gibbs e McGee che il suo telefono inizia a squillare.
"Agente DiNozzo..."
*Il Direttore Vance la sta aspettando nel suo ufficio.*
"Cosa vuole?"
*Top secret, Agente DiNozzo. Deve salire subito.*
"D'accordo. Arrivo."
Guarda Gibbs con sospetto, poi volta lo sguardo su Ziva, vedendola preoccupata.
Per sollevarle il morale le sorride, facendola sentire meglio.
Sale le scale osservato a distanza dai colleghi ed entra nell'ufficio di Vance.
"Direttore... mi cercava?"
"Si, si sieda."
"È successo qualcosa? Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"No, non si preoccupi... l'ho chiamata per una proposta che spero la faccia riflettere..."
"Sono tutto orecchi..."
"So che le è già stata fatta questa proposta dal precedente Direttore, ma vorrei provarci anch'io. Vorrei assegnarle una squadra a Rota, in Spagna. Sarà il caposquadra. So che la decisione è importante, soprattutto ora che ha una famiglia che si affida a lei, ma vorrei ci riflettesse. Ci sarà posto anche per Ziva se lo vorrà..."
"Ho già rifiutato allora, perchè crede che stavolta sarà diverso?!"
"Non so... Gibbs direbbe 'istinto'... Spero in una sua approfondita riflessione prima di rifiutare."
"La ringrazio dell'opportunità che mi offre... ci penserò e le saprò dire."
"Ottimo, grazie. Può andare."
Esce un pò turbato dall'ufficio del Direttore, scendendo le scale si ritrova di nuovo tutti gli sguardi addosso, facendolo sentire nervoso. 
Si siede alla scrivania battendo la penna insistentemente sulla sua superficie, facendo così innervosire Gibbs, che gli lancia una pallina di carta sulla testa "DiNozzo! Smettila! Cosa ti ha detto il Direttore?"
"Oh, niente di importante..."
Gibbs lo conosce bene e sa che quel suo sguardo fuggitivo e quelle parole dette a caso non sono 'niente di importante'.
Si avvicina alla sua scrivania, accucciandosi davanti per farsi guardare "Se ci sono problemi voglio che me ne parli, sono stato chiaro?"
Tony solleva lo sguardo sugli occhi fissi e preoccupati di Gibbs "Non ci sono problemi... va tutto bene."
Il suo tono di voce non lo tradisce di nuovo, in realtà è fortemente combattuto sulla scelta che deve fare, perchè ne risentirà tutta la sua famiglia.
Gibbs si convince e lo lascia solo con le scartoffie da compilare mentre chiama con se McGee per alcune prove da Abby.
Ziva, che non ha mai smesso di fissare il compagno da quando ha salito le scale, gli si avvicina lentamente, sedendosi sul piano della scrivania, davanti a lui.
"Non c'è nessuno. Puoi parlarmene..."
Tony alza lo sguardo su di lei e si addolcisce, le accarezza il ginocchio mentre si libera di quel peso nascosto a tutti "Vance mi ha offerto un posto come caposquadra a Rota..."
"Lo stesso che ti offrì Jenny?" "Si"
"Cosa pensi di fare?"
"Ho promesso al Direttore che ci avrei seriamente pensato, tu e Alex potreste venire con me... non sarebbe male... ma qui ho Gibbs, McGee, Abby, Ducky, Palmer... ho appena ritrovato mio padre! Quello che mi vuole bene e che si impegna a non fare casini a destra e a manca... non so cosa fare, anche se la proposta è allettante..."
"Io non voglio impedirti di salire di grado, qualunque decisione prenderai io sarò con te e ti seguirò dovunque, fino in capo al mondo, se necessario... io ti amo. Mi bastate tu e Alex, il resto non conta!"
"Grazie, tesoro... mi fa piacere sentire che mi ami fino a questo punto, non ti merito..."
"Non fare l'idiota, sei tu che per me sei tutto, sei... il mio eroe!"
Ride di gusto abbracciando Ziva, facendole sentire tutto l'amore che prova per lei.
Vengono interrotti bruscamente da Gibbs, che li richiama con uno scapellotto "Hei, ci sono nuove prove... AL LAVORO!!!"
 
 
La pesante giornata di lavoro è quasi al termine, il caso è chiuso e le scartoffie sono tutte compilate.
Sono già le sei di pomeriggio e Tony e Ziva, insieme agli altri, decidono di prendersi un momento di svago per rilassarsi prima di tornare a casa. 
Ridono e scherzano per un pò, ma Tony sembra ancora in crisi.
"Si può sapere cos'hai oggi?"
"Non so, Capo... sono preoccupato..."
"Alex?" "Si..."
"Non succede nulla... altrimenti tuo padre ti avrebbe già chiamato, è una persona responsabile!"
Annuisce leggermente tenendo basso lo sguardo, quando il cellulare inizia a squillare.
Gibbs si maledice mentalmente per le parole che gli ha detto, Tony legge sullo schermo il numero della vicina di casa, sospira profondamente chiudendo forte gli occhi e risponde "Ciao Lizzie, dimmi tutto..."
*Mi dispiace averti chiamato ma... non sapevo cosa fare...*
Tony inizia a maledire qualunque santo gli stia passando per la mente, poi si da dell'idiota per non aver seguito il suo istinto che gli diceva di tornare a casa da suo figlio.
"Cos'è successo?"
*Ho sentito Alex piangere e strillare, così ho provato a bussare alla tua porta ma tuo padre non mi ha risposto, lo sento piangere da venti minuti... mi dispiace, avrei voluto fare di più ma...*
"Non ti preoccupare, sto arrivando... grazie della chiamata!"
Spegne il cellulare mentre si prepara per uscire, prende pistola e distintivo, le chiavi dell'auto e corre all'ascensore.
Gibbs e Ziva lo seguono immediatamente.
 
 
Corrono forte per le strade, Ziva e Tony in un'auto e Gibbs in un'altra, subito dietro di loro.
Frenano di colpo davanti a casa, corrono subito verso l'entrata e senza aspettare Tony apre la porta, stranamente chiusa a chiave.
Velocemente entra nella stanza trovando Alex in lacrime, lo prende in braccio, poi va alla ricerca di suo padre.
Apre la porta della sua stanza, trovandolo nudo in compagnia di una donna.
Alquanto infuriato e scandalizzato, Tony inizia ad urlargli contro "PAPÀ! COSA DIAVOLO TI È SALTATO IN MENTE! IN CASA MIA, CON ALEX IN LACRIME CHE STRILLA DA MEZZ'ORA!!!"
"Junior, non è come sembra..."
"INVECE SI! TI AVEVO GIÀ DETTO L'ANNO SCORSO CHE QUI NON PUOI PORTARE NESSUNA DONNA, IN PIÙ HAI ABBANDONATO TUO NIPOTE PER UNA SVELTINA!!! QUESTA VOLTA TI SEI SUPERATO! Credo tu sia... la mia più grande delusione..."
Con uno sguardo veloce a Ziva, piuttosto scossa, le fa capire cosa vuole fare.
Ziva entra in camera, prendendo alcune valigie.
Senior se ne accorge, così interviene stupito "Figliolo... non vorrai buttarmi fuori di casa!?!"
Tony lo guarda serio, con forte convinzione replica alle sue parole.
"Primo: non ti sbatto fuori di casa, il dottore ha detto che devi starci e ci starai.
Secondo: questa è ancora casa mia e faccio quello che mi pare e piace.
Terzo: non chiamarmi più Figliolo... o Junior... io non sono più tuo figlio. In realtà non lo sono mai stato.
Ora ti odio come non ho mai odiato nessuno in vita mia, non sei mio padre... mio padre non avrebbe mai fatto lo stesso errore due volte... hai fatto ad Alex quello che facesti con me da piccolo. Non voglio vederti mai più. Stai fuori dalla mia vita e non ti avvicinare mai più alla mia famiglia."
Ziva, che nel frattempo aveva riempito le valigie della loro roba, si avvicina alla porta, richiamando con lo sguardo Tony. Gibbs rimane scioccato dalle parole agghiaccianti di Tony, davvero sconvolto.
Rimane fermo accanto alla porta a bocca aperta ad assistere alla terribile scena.
Tony lascia Alex tra le braccia di Ziva mentre prende le valige "Andiamo via, Zee..."
Si chiudono la porta alle spalle tornando velocemente all'auto.
"Cosa vuoi fare ora, Tony?"
"Andiamo all'NCIS, devo parlare con Vance."
 
Raggiungono velocemente l'ufficio, sotto gli occhi di McGee, Abby, Ducky e Palmer, Ziva raduna tutte le sue cose dalla sua scrivania, poi passa a quella di Tony, mette tutto negli scatoloni mentre Alex gioca serenamente sulla sua scrivania con il mouse del computer. Nello stesso tempo, Tony corre all'ufficio di Vance, bussa ed entra.
"Direttore..."
"Agente DiNozzo... quale buon vento la porta qui?!"
"Accetto la sua proposta. Io e Ziva, con Alex, vogliamo partire immediatamente per la Spagna, il prima possibile."
"C'è un motivo personale che ha condizionato la sua decisione?"
"In realtà si..."
Racconta dettagliatamente a Vance tutto ciò che è successo, inorridito da ciò che sente.
"Agente DiNozzo, la faccio partire subito col mio aereo personale per i viaggi all'estero. Ha la mia più profonda ammirazione, credo che abbia fatto la cosa più giusta. Le porgo i miei migliori auguri. Mi tenga informato su ciò che succede laggiù..."
"Certamente. Sarà fatto, Direttore. La ringrazio molto..."
Si salutano con una stretta di mano e se ne va.
Scende le scale velocemente, fermandosi davanti a McGee
"Tony? Che succede?"
"Tieni" gli lascia tra le mani distintivo e pistola "buona fortuna, Pivello. Sei tu ora l'agente anziano..."
McGee rimane un attimo sconnesso, poi capisce che Tony sta davvero per partire, così gli getta le braccia al collo e lo abbraccia forte "Stai su, Pivello... devi far forza a Gibbs, ora. Io e Ziva partiamo subito per la Spagna. Non ci rivedremo più..."
"Ma... ma... Tony, non puoi lasciarci, noi vi vogliamo bene..."
"Pivello, ti prego. Non rendere le cose più difficili."
"Mi mancherai tanto."
"Anche tu, Pivello. Addio."
Lascia McGee tra le lacrime, avvicinandosi agli altri "Abby, Ducky, Jimmy... mi dispiace. Gibbs saprà spiegarvi tutto, ma ora dobbiamo andare."
Si gettano improvvisamente al suo collo, abbracciandolo con calore. 
Piangono tutti, ben sapendo che il giorno del loro ritorno sarà molto lontano.
Lo tengono stretto a loro per non lasciarlo andare, ma si stacca con difficoltà, avvicinandosi ad Alex, lasciando che anche Ziva possa salutare i colleghi.
Vanno tutti vicino ad Alex per baciarlo e abbracciarlo mentre Tony scrive su un foglio che porge subito a McGee "Potresti dare questo a Gibbs appena torna, Pivello?"
"Certo."
Salutano tutti con un gran sorriso malinconico, poi se ne vanno per l'ultima volta.
 
Gibbs arriva di corsa in ufficio, trovando McGee seduto alla sua scrivania con Abby in braccio che piange, Ducky e Palmer cercano di parlarle per consolarla.
Vede subito le scrivanie vuote di Tony e Ziva "Dov'è la loro roba? Dove sono Tony e Ziva?"
McGee alza lo sguardo su Gibbs mostrandogli il distintivo che ha ancora tra le mani, quello di Tony.
Gibbs capisce tutto e Ducky conferma la sua intuizione "Se ne sono andati, Jethro. Sono diretti in Spagna."
Si avvicina sconvolto alla scrivania di McGee, lui gli allunga un foglio piegato "Tony mi ha chiesto di fartelo avere."
Gibbs apre il foglio, leggendo alcune poche parole di Tony.
 
Gibbs, mi dispiace di essermene andato così.
Io e Ziva ci siamo fatti trasferire alla squadra di Rota, in Spagna.
Credo che per un pò non avrai nostre notizie...
Spero che te la saprai cavare anche senza di noi, ti siamo debitori per tutto
l'appoggio che ci hai sempre dato, ti ringraziamo di cuore per quello che hai fatto per noi.
Ti vogliamo bene.
Tony, Ziva e Alexander
 
"Anch'io vi voglio bene, ragazzi...!" spazza via veloce una lacrima perchè gli altri non possano vedere la sua debolezza. Mette da parte la lettera nel cassetto della sua scrivania, pronto a ricominciare da capo senza di loro.


 

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Capitolo 12
*** Explosion and surprises ***


Capitolo 12: Explosion and surprises


 
"Agente Gibbs! Subito nel mio ufficio! È urgente!!"
"Si, Direttore!"
 
Sono già passati tre anni da quando Tony e Ziva sono partiti per la Spagna.
Da allora nessuno, a parte il Direttore Vance, ha più avuto notizie di loro.
Da qualche giorno Gibbs aveva notato un certo movimento tra l'ufficio di Vance e le altre agenzie, la chiamata di Vance significava solo altri guai...
 
Raggiunge in fretta l'ufficio di Vance, chiudendosi la porta alle spalle.
"Siediti, Gibbs..."
"Direttore, cosa sta succedendo?"
"Questa mattina abbiamo perso migliaia di agenti a causa di una forte esplosione in una delle nostre sedi in Europa..."
Gibbs sgrana gli occhi, terrorizzato "In Europa? Spagna?"
"Hai colto nel segno... ho bisogno che vai laggiù. Te la senti?"
"Quando posso partire?"
"Subito! L'aereo per Rota parte tra un'ora... prepara i bagagli."
"Dei miei agenti sa qualcosa?"
"Si... ma non posso rivelarti nulla. Sicurezza nazionale."
Vance legge nei suoi occhi la paura di aver perso Tony e Ziva nell'esplosione.
In realtà conosce bene la situazione dei due agenti, ma vuole tenere per se ciò che sa perchè Gibbs possa rimanere sorpreso al suo arrivo.
Gibbs esce velocemente dall'ufficio raggiungendo la sua scrivania.
"Capo? Che succede?"
"Esplosione alla sede NCIS a Rota. Parto per la Spagna. Ti terrò informato."
"Ma... Tony e Ziva?"
"Di loro non so niente, McGee... ti informerò anche su questo."
Prende pistola e distintivo, raggiunge l'ascensore che lo porta ai parcheggi e corre a casa per fare le valigie.
 
Vola in aereoporto per imbarcarsi e in aereo raggiunge l'aereoporto di Siviglia, Andalusia, dove un'auto della sede di Rota lo attende con una scorta di uomini per essere accompagnato al Quartier Generale.
"Agente Gibbs, attenda agli uffici del 5^piano, per lei non sarà difficile ambientarsi, l'edificio è strutturato come il vostro a Washington... il Capo è di sopra a parlare con il SECNAV, la raggiungerà prima possibile."
Annuisce mentre prende l'ascensore per raggiungere il 5^piano. 
Esce dall'ascensore trovandosi davanti ad una vera catastrofe.
L'edificio è interamente sottosopra, riconosce il piano, così simile a quello di Washington, raggiunge le scrivanie accanto alle scale, proprio come se si trovasse a caaa sua e siede su quella che assomiglia tanto alla sua scrivania, in attesa del Capo.
Rimane di pietra quando, dalla sala Videoconferenze, esce un uomo che da anni non vedeva.
Lo trovava sicuramente invecchiato ma gli sembra essere sempre lo stesso si sempre.
Raggiunto dai suoi uomini inizia a parlare scendendo le scale.
"Necesito información. Jeffrey, una lista de todos los que han salido de la sede el mes pasado, Susan necesito todo el material de vigilancia de las últimas tres semanas. Shaun y Gabriela, huella digital prendite y comprobado la evidencia, quiero un análisis completo y preciso de la bomba. Linda, todos los registros de llamadas, correos electrónicos y toda la información que entra y sale de la casa. Todo claro?" *
"Sí, Señor, nos pusimos a trabajar de una vez!" **
 
Arriva in fretta alla sua scrivania, lasciando che i suoi uomini lavorino, fermandosi a guardare l'uomo davanti a lui che continua a fissarlo con mezzo sorriso.
"Benvenuto, Gibbs... ti è piaciuta la mia scorta?"
"Non è niente male, Tony. Credevo fossi morto..."
"Non ci è ancora riuscito nessuno a farmi fuori! Come stai?"
"Bene. Adesso che ti vedo sto anche meglio. Ziva e Alex?"
"Stanno arrivando e stanno bene."
"Vance mi ha mandato qui per collaborare. Dov'è il Direttore?"
"Cel'hai davanti... il Direttore è stato ucciso dall'esplosione, perciò io devo sostituirlo... Vance non tel'ha detto?"
"No. Sono anni che non ho tue notizie..."
"Oh, davvero? Allora non sai niente...?!"
"Cosa dovrei sapere, DiNozzo?"
Sorride apertamente alla sua domanda, fingendo di fare altro per non dovergli rispondere.
Gibbs, sorpreso della sua strana reazione, gli si avvicina, prendendolo alla sprovvista e lo abbraccia.
"Come... niente scapellotti?"
"Potevi chiamare ogni tanto... mi siete mancati!"
"Oh, come sei sdolcinato..."
Uno scapellotto raggiunge subito la nuca di Tony, facendolo sorridere "... grazie..."
Dall'ascensore appare Ziva, tiene un bambino dai capelli ricci e biondi per mano e in braccio una bambina dai capelli biondo scuro lisci.
Appena il bambino vede Tony si stacca da Ziva, correndo verso di lui, facendosi prendere in braccio.
"Ciao, campione! Tutto bene con la mamma?"
"Si, papino... siamo stati al parco!"
Ziva si avvicina a Tony e lo bacia "Tutto bene, tesoro. C'era la scorta con noi!"
"Ottimo. E tu, Principessa? Non vieni a salutare papà?"
La bambina sorride e si fa prendere in braccio da Tony, che la riempie di bacini sulla guancia.
Gibbs rimane affascinato da ciò che vede e Tony si accorge del suo smarrimento.
"Gibbs, ti presento Crystal, nostra figlia. Ha compiuto da poco un anno mentre conosci già Alexander..."
Ancora in braccio a Tony, Alex si nasconde nel collo del padre mentre lo abbraccia, un pò intimidito e vergognoso mentre Gibbs lo osserva.
"Vedo che non hai perso tempo..."
Ziva interviene subito "E non è tutto. Ci siamo sposati due mesi dopo il nostro arrivo qui!"
Gli mostra la fede al dito e il meraviglioso anello di fidanzamento.
Guarda Tony meravigliato con le sopracciglia alzate "Vi siete anche fidanzati?"
"Si, subito dopo essere arrivati qui. In realtà ci stavo pensando da un pò..."
"Wow... non mel'aspettavo!"
Tony fa una piccola smorfia di dolore improvvisa e Ziva se ne accorge, prendendogli dalle mani in fretta i bambini.
"Tony... dovresti rimanere seduto e dovresti riposare... non ti fa bene lavorare tanto duramente..."
Gibbs, accortosi che qualcosa non va, inizia a preoccuparsi "Ragazzi, cosa succede?"
"Vedi, Tony era qui quando c'è stata l'esplosione. Gran parte del soffitto è crollato e i bambini erano qui con lui. Ha fatto di tutto per proteggerli, e ci è riuscito ma ha dovuto subire un intervento alla schiena ieri... sapeva che saresti arrivato, perciò voleva essere qui a tutti i costi per aggiornarti e mandare avanti le indagini. Queste persone contano molto su Tony e lui voleva esserci, rischiando di farsi male nuovamente. È stato un duro colpo per tutti. Abbiamo perso tutta la nostra squadra... Vance ha insistito per mandare te qui a darci una mano..."
"Lo so. In realtà non mi ha voluto dire nulla riguardo ciò che è successo, ha detto 'Sicurezza Nazionale'..."
"Ho chiesto che per nessun motivo fosse divulgata la notizia. Qui in Spagna abbiamo detto che era solo un'esercitazione, in realta siamo in grossi guai...!"
"Puoi spiegarti meglio?"
"Si, ma non qui... ti porto a casa nostra. Starai con noi finchè questa cosa non sarà finita, sei nostro ospite!"
"Va bene, andiamo."
 
 
 
 
* "Mi servono informazioni. Jeffrey, elenco di tutti quelli che sono entrati o usciti dalla sede nell'ultimo mese.
Susan, mi servono tutti i filmati della sorveglianza delle ultime tre settimane. Shaun e Gabriela, prendete impronte e controllate le prove, voglio un'intera ed accurata analisi sulla bomba.
Linda, tutti i tabulati telefonici, mail e tutte le informazioni in entrata o uscita dalla sede. Tutto chiaro?"
** "Si, Signore. Ci mettiamo subito al lavoro!"
 
 
 
 
*La parola dell'autrice*: SORPRESA!!!!
Avevo promesso novità e tante cose belle... ed eccole qui!!
Spero che vi sia piaciuto il capitolo e tutto il suo contenuto, mi scuso per aver turbato gli animi innocenti di qualche lettrice, il finale del precedente capitolo doveva dar vita a questa meraviglia!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Grazie infinite di essermi fedele e di continuare a leggere questa storia! Mi riempie il cuore di gioia!!! ♥
Baci, frencia92

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Capitolo 13
*** Un rapporto speciale ***


Capitolo 13: Un rapporto speciale
 
 
 
 
"Benvenuto a casa nostra, Gibbs!!"
Entra a casa di Tony e Ziva, nell'ingresso vede subito attorno ai muri molte loro foto insieme ai loro figli.
In particolare rimane affascinato da una foto che ritrae Alexander abbracciato da Tony, dietro di loro lo sfondo meraviglioso del mare spagnolo.
Li vede sorridenti in quella foto, vede un Tony molto sereno e felice, senza preoccupazioni e problemi.
 
Ziva gli mostra la sua stanza mentre Tony, con Alex e Crystal, si stende sul divano in salotto per riposare.
"Papà? Fa male la schiena?"
"Solo un pochino, tesoro. Sto bene... hai voglia di dare una mano alla mamma in cucina?"
"Siiiiiiiii!" si mette a gridare entusiasta, facendo ridere Tony "Sono bravo ad aiutare la mamma! Me lo dice sempre! Papy... ti preparo qualcosa di buono, così guarisci!"
Tony prende il suo viso tra le mani e lo bacia in fronte, sorridendo alle bellissime parole del figlio.
"Sei un tesoro, Alex! Allora vai dalla mamma e aiutala perchè sono sicuro che sei più bravo di lei, ma non dirglielo perchè poi si arrabbia..."
"Va bene papino... sarò muto come un albero!"
"... come un pesce, non come un albero!"
"Ma l'albero mica parla!!"
Bacia Tony sulla guancia correndo in cucina mentre Tony ancora ride divertito.
Gibbs assiste a tutta la tenera scena e ride.
 
"Vedo con piacere che stai meglio ora!"
"Di cosa parli?"
"Del fatto che sei più sereno ora che quando eri a Washington... sembri... più rilassato, nonostante tu sia stato protagonista di un'esplosione e che tu stia gestendo tutte le indagini da solo...!"
"Sbagli! Io non sono mai solo, ho una moglie fantastica che mi aiuta tantissimo e due figli che sanno rendere felice ogni giorno della mia vita... non voglio altro, la mia tranquillità si basa su questo."
Gibbs rimane sbalordito dalle parole di Tony, le sente vere.
"Sai, tuo padre... è rimasto a Washington. Spera che tu torni perchè possa in qualche modo farsi perdonare..."
"Come ho già detto a lui tre anni fa, non sono suo figlio! Non tornerò anche se in realtà mi mancate tanto... mi dispiace, ma doveva pensarci prima... gli ho dato milioni di possibilità, tu lo sai bene, ma non ce la faccio ad affrontare di nuovo lo stesso allucinante dolore che provavo prima. Mi dispiace."
"No, non dispiacerti, hai tutte le ragioni per pensare questo. Spero almeno che verrai a trovarci ogni tanto... manchi molto a tutti, ci mancate tutti..."
"Su questo ne possiamo parlare... vedremo... comunque volevo parlarti dell'esplosione."
"Dimmi tutto..."
"Crediamo che ci sia una talpa alla base... qualcuno ha fatto uscire informazioni riservate top secret che riguardano anche Washington, per questo Vance mi ha offerto di nuovo il posto a Rota.
Penso che fosse il Direttore stesso della nostra sede la talpa ma non ne sono certo al 100%. Potrebbe essere rimasto ucciso da una sua stessa trappola, io ne sapevo troppe, perciò ha mandato più volte dei sicari per uccidermi, ovviamente nessuno ci è mai riuscito. Io li uccidevo prima!
Ora sto aspettando che i miei uomini mi facciano avere le prove necessarie per incolpare l'ex Direttore e spero trovino chi è venuto in possesso delle informazioni riservate..."
"Come posso aiutarti?"
"Il Direttore ti ha mandato qui come sostegno, ora dovresti solo farmi un piccolo favore..."
"Ecco... sentiamo..." si siede sul divano accanto a Tony.
"Beh... dovresti chiamare McGee, informarlo in breve di ciò che sappiamo e con l'aiuto di Vance deve scovare chi è venuto in contatto col nostro ex Direttore e che attualmente possiede le informazioni. Sarebbe troppo pericoloso se venissero divulgate. Saremmo tutti in pericolo."
"Devo sapere una cosa... tu, con tutto questo, cosa centri?"
"Io dovevo osservare... sono, diciamo, una spia dormiente. Agisco quando ho tutto sotto controllo. Dovevo fornire le prove di questo scambio di informazioni, trovare il colpevole e far sapere alla Casa Bianca dell'operazione, fornendo tutto il materiale rinvenuto..."
"Parli quasi come McGee... lui e Vance a cosa ti servono?"
"Da qui non posso trovare le prove perchè dal momento dell'esplosione siamo stati messi sotto controllo, l'operazione essendo top secret non può essere controllata da altre agenzie perchè divulgherebbero la notizia in tutto il mondo e saremmo spacciati, in più non troveremmo il possessore delle informazioni.
Loro, lavorando insieme, localizzeranno le informazioni e ci porteranno da chi le custodisce... e poi non parlo come McScarabeo... non so se offendermi...!!"
Sorride alle sue parole "Va bene. Chiamo Vance e McGee, ma domani. Oggi voglio passare il tempo in tranquillità qui con voi. Chissa quando mi ricapiterà un'occasione simile!!"
Tony sorride felice dell'osservazione di Gibbs.
Si siede sul divano e lo guarda dritto negli occhi, mantenendo il suo splendido sorriso "Grazie di essere sempre disponibile per me, hai fatto migliaia di chilometri senza sapere a cosa andavi incontro e senza nemmeno sapere se eravamo ancora vivi..."
"Tony, io vi voglio bene, non smetterò mai di dirlo! Farei di tutto per voi, vi ho lasciato andare perchè sapevo fosse la cosa giusta ed ora tu stai bene, è questo che per me conta di più!"
Sorride imbarazzato, abbassando lo sguardo " E pensare che una volta per avere la tua attenzione dovevo sempre fare lo scemo... ora sei tu a venirmi a cercare!!"
"Ma... non hai mai smesso di fare lo scemo...!!"
"Ormai è un'abitudine! Mi dispiace averti fatto preoccupare, non succederà più... spero!"
"Bene, ora andiamo a mangiare. Come va la schiena?"
"Dolorante, ma passerà. Cosa vorresti fare oggi visto che ti sei preso un giorno di 'vacanza' da passare con noi?"
"Non saprei, se vuoi possiamo fare un giro con Alex e Crystal... vorrei... conoscerli meglio...!"
"Bene. Sarà meglio andare a mangiare ora, sto morendo di fame..."
"Sai che novità...!"
 
Pranzano tutti insieme come una vera famiglia, Gibbs è davvero grato a Tony di avergli dato la possibilità di stare un pò con loro, si sente davvero fortunato e per la prima volta dopo anni si sente a casa.
Dopo pranzo escono tutti per fare un giro in spiaggia, Crystal si addormenta sulla carrozzina spinta da Ziva dopo essersi divertita a giocare con la sabbia con suo fratello mentre Alex gioca con Tony a farsi rincorrere.
Gibbs li guarda incantati, vede in loro il più sincero e bel rapporto che ogni genitore vorrebbe avere con i propri figli.
Ziva e Gibbs si fermano in spiaggia sedendosi sotto un ombrellone mentre osservano divertiti Alex e Tony giocare.
"Ziva, toglimi una curiosità... come è riuscito Tony ad instaurare un rapporto così bello con Alex?"
"Semplice, Gibbs. Tony è Tony. Ha già provato l'esperienza di un padre assente così cerca di stare vicino ai suoi figli più che può, spende cifre assurde per accontentarli ma non è mai invadente, lascia loro lo spazio che gli serve, lascia che sbaglino e che capiscano dai loro errori. Vuole un gran bene ad entrambi e lo mostra liberamente. Guardalo ora, ha un mal di schiena insopportabile, dovrebbe stare a letto a riposare e Alex lo sa... ma Tony gioca con lui come se non avesse niente, cerca di dargli la tranquillità necessaria per non fargli pensare che per loro è quasi morto!
È come sempre se stesso... e in particolare non mente mai.
Cerca sempre di dire loro la verità insegnandogli che è la cosa più giusta. Non vuole che si sentano a disparte, che si sentano delusi dei loro genitori... vuole che siano al sicuro e che si sentano protetti. Se dicesse loro una bugia e loro lo capissero si sentirebbero presi in giro, trascurati, vulnerabili.
Esattamente quello che i nostri padri ci facevano sentire... capisci ora?"
"Capisco. Credo che sia ora di tornare, si sta facendo buio e, come hai detto, Tony dovrebbe riposare..."
Tornano a casa felici della splendida giornata passata insieme.
Mentre Tony riposa sul divano, Gibbs osserva Alex e Ziva lavorare ai fornelli per la cena e, vedendo che non riescono a combinare nulla, decide di aiutarli.
Cenano tutti insieme ridendo e scherzando, guardano un pò di tv poi vanno tutti a dormire. 
La piccola Crystal dorme nella culla in fondo alla stanza dei genitori mentre Alex dorme da solo nella sua stanza li accanto.
 
Nel cuore della notte, Tony si sveglia di soprassalto sentendo le urla disperate di Alex nell'altra stanza che lo chiamano.
"PAPÀ! PAPÀ!!!"
Tutti si svegliano, Tony tranquillizza Ziva andando a controllare Alex, seduto sul letto in lacrime con le mani a chiudere le orecchie. Lo guarda terrorizzato vedendo che non si calma.
Si siede accanto a lui, prendendolo in braccio.
"Hei, tesoro di papà... cosa succede? Perchè urli tanto?"
"NON ANDARE VIA, PAPÀ... NON ANDARE VIA!!"
"Sono qui con te..." lo stringe in un forte abbraccio, facendolo risvegliare dai suoi incubi. Alex lo guarda terrorizzato e Tony capisce subito "Non andare via... non devi morire, resta qui con me...!!"
"Non vado da nessuna parte... cos'è successo?!"
"Ho sognato che eravamo dove lavorate tu e la mamma... ho visto che tutto crollava e un suono spaventoso... e tu eri morto, non riuscivo più a svegliarti... ero molto triste e mi veniva da piangere. Non voglio che muori... devi smettere di lavorare, senò poi succede e mi lasci solo...!!!"
"Hei, guardami. Non succederà mai... MAI, capito? Non ti lascerò solo ma non posso smettere di lavorare, lo faccio per voi. Devo mandare in galera i cattivi, altrimenti faranno del male a delle persone e bambini come te rimarrebbero soli!"
"Va bene, ma non morire... puoi restare a dormire qui con me?"
"Assolutamente piccolo. Fammi spazio... ora dormi e fai tanti bei sogni... io rimango qui con te perchè non succeda niente..."
"Papà? Domani vai a mettere in galera i cattivi che volevano farci male?"
"Si... e gli farò più male io... "
Alex sorride rilassandosi tra le braccia di Tony, coricato dietro di lui e si addormenta beatamente lasciandosi coccolare da suo padre.
Dall'ingresso, Ziva e Gibbs li hanno osservati.
"Vedi... è questo che intendevo dirti oggi, Gibbs."
"Ora capisco perfettamente. Tony è una persona davvero meravigliosa, vuole davvero tanto bene ad Alex..."
"Puoi ben dirlo. È per questo che non vuole tornare. Qui è libero di fargli sentire che per lui è sempre presente, a Washington Alex si sarebbe sentito solo, Tony era troppo preso da Senior e da tutti i problemi che lo circondavano. Tony è speciale, e Alex l'ha capito, sa di poter sempre contare su di lui in ogni momento, come fa Tony con te..."
"Già... credo tu abbia ragione...!!"
 
 

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Capitolo 14
*** Inconsueto interrogatorio ***


Capitolo 14: Inconsueto interrogatorio 
 
 
Si sveglia presto, tiene ancora tra le braccia Alex.
Un pò intontito dopo la nottata passata in bianco, si alza senza svegliarlo, lo copre bene con le coperte ed esce dalla stanza solo dopo avergli dato un bacio sulla fronte.
Entra nella sua stanza notando con piacere che Ziva dorme beatamente, così prende in braccio Crystal e la porta con se in cucina, riempiendo un biberon di latte caldo.
Si siede a tavola cullando sua figlia che pian piano apre gli occhi, dell'intenso colore del cielo, lei sorride vedendo suo padre, così le allunga il biberon cullandola costantemente, tenendo il suo sguardo fisso sui suoi occhi così belli.
"Hai gli occhi della nonna, Principessa..."
Sorride malinconico pensando a sua madre, a quanto gli ha voluto bene e quanto gli sarebbe piaciuto che avesse conosciuto i suoi nipotini.
In quel momento Gibbs appare sulla porta, lo guarda incantato senza farsi notare.
Vede come si prende cura della sua bambina, di quanto è dolce nel cullarla.
Rivede se stesso molti anni prima quando teneva in braccio Kelly, ricorda quanto amava fissarla per ore negli occhi leggendovi all'interno pace e serenità, le sue prime parole, il momento in cui iniziò a camminare senza sostegni... pensa che probabilmente anche Tony avrà quei ricordi e se li porterà dietro per il resto della sua vita, raccontando ai suoi figli quando saranno grandi tutte quelle piccole cose che bastavano a renderlo felice, che bastava un loro sorriso per farlo sciogliere come neve al sole, che con uno sguardo gli facevano capire se andava tutto bene, se erano tristi, felici, preoccupati...tutto in un solo sguardo, quello che guardi commosso mentre salgono sull'altare per sposarsi, per poi renderti il padre e il nonno più felice del pianeta...
Pensa a tutto questo mentre li osserva in silenzio.
Tony si accorge di lui in un secondo momento, troppo inpegnato a guardare 'la sua principessa' per accorgersi di lui e di quel bel sorriso involontario nato sulle sue labbra.
"Sei gia sveglio, Gibbs. Sono solo le sei del mattino, non andiamo all'NCIS prima delle nove..."
"Non preoccuparti, è l'abitudine. Sai, è la prima volta che ti vedo così assorto... a cosa pensavi?"
"È davvero bella, non trovi? Ho notato che ha gli occhi di mia madre... amavo guardare i suoi occhi, ne ero ipnotizzato."
"Cos'è successo stanotte con Alex?!"
"Lui... è spaventato, come me... era con me quando è esplosa la bomba, Ziva te ne ha parlato in ufficio...
È rimasto scosso da tutto questo. Non si è mai trovato ad affrontare la morte, io ho rischiato davvero tanto per proteggerli, c'era la possibilità che rimanessi in sedia a rotelle a causa della schiena, per fortuna mi hanno curato in tempo e mi sono fatto operare immediatamente, Alex sa che ora sto meglio, ma ora ha ancora più paura che possa succedermi qualcosa per cui potrei morire.
Non volevo mentirgli, così gli ho spiegato a grandi linee cosa comporta il mio lavoro.
Sa che rischio di morire, prima ero io a proteggerlo, ora è lui che cerca di proteggere me!
Credo che da grande farà il poliziotto... o il medico... è davvero speciale!"
"Questo è solo merito tuo, Tony. Gli stai insegnando il bello e il brutto di vivere, cosa è bene e cosa è male... non tutti hanno le capacità di insegnare ai propri figli come va la vita, per questo ritengo che tu sia un ottimo padre... e te lo dice un uomo che di errori ne ha fatti parecchi prima di arrivare fin qui. Ti ammiro per le tue spiccate doti di padre, sei spontaneo, sei sempre te stesso e un giorno i tuoi figli sapranno apprezzare quello che fai ogni giorno per loro..."
"Grazie... quanti bei complimenti oggi! Sembri di buon umore..."
"E lo sono... credo sia la prima volta dopo anni che mi sveglio così bene..."
"Washington ti fa male... te lo dice uno che ora sta benissimo, nonostante tutto quello che succede."
Sorride spontaneamente alla frase di Tony, siede accanto a lui dopo essersi preparato la colazione e rimane li a guardarlo "Questa bambina ha il tuo stesso sorriso... quando la guardo vedo te..."
"Quando è nata, Ziva ha detto esattamente le tue stesse parole. È molto silenziosa, se la prendi in braccio e la culli si addormenta subito. Non ci ha mai dato problemi di notte, come Alex è regolare nel sonno, di solito non si svegliano di notte... tranne da qualche giorno a questa parte. Sono molto spaventati i miei angioletti..."
"Sei fortunato! Quando è nata Kelly non dormivo la notte per far addormentare lei..."
I loro sguardi sereni si incontrano, mentre Ziva appare sulla porta. Sorride nel vederli di nuovo insieme, si avvicina a Tony e lo bacia.
"Ciao, amore... sei riuscito a dormire?"
"Si, nessun problema. Alex non si è più svegliato!"
"Ottimo. Ti è arrivato un messaggio da Gabriela, dice che ci sono le prove del coinvolgimento dell'ex Direttore e di un uomo che era stato assoldato per ucciderci. La polizia l'ha appena arrestato e non vuole parlare. È nella nostra sala interrogatori."
"Benissimo, grazie!"
La bacia per ringraziarla, lasciandola prendere in braccio Crystal per prepararsi ad andare al lavoro.
"Mia piccola ninja... quando Alex si sveglia rassicuralo, era piuttosto scosso stanotte. Stai con lui, torno tra un'oretta... se hai bisogno, chiamami, ok?"
"Si, tesoro. Vai tranquillo, io resto coi bambini..."
Lo bacia di nuovo prima di lasciarlo andare via con Gibbs.
 
 
Al loro arrivo in ufficio, Tony viene letteralmente sommerso dalle telefonate dei giornalisti e di altre agenzie che vogliono sapere, i colleghi lo sommergono di domande, irritandolo.
Per fortuna riesce a scappare da tutti per andare finalmente a parlare con l'uomo assoldato dall'ex Direttore dell'NCIS di Rota. Con Gibbs entra nella sala interrogatori, sapendo già che strategia usare per farlo parlare.
"Se siete qui per farmi parlare sprecate tempo!"
Gibbs si siede davanti a lui e tace. Appoggiato allo specchio di spalle, Tony inizia con calma a colloquiare con lui, è stranamente calmo e Gibbs ne rimane molto sorpreso ma non lo da a vedere.
"Se non sei stato tu a fare questo casino difenditi, Marcus... ho letto la tua cartella... da quello che ho visto confronto a te Bin Laden era un pagliaccio... hai fatto esplodere la tua classe delle scuole elementari a 8 anni facendo il piccolo chimico uccidendo sei tuoi compagni... perchè dovrei credere che sei innocente?!"
"Ahahah!! Quello si che è stato divertente!! C'erano pezzi di loro sparsi ovunque... era una caccia al tesoro!"
Tony sembra veramente tranquillo, continua a parlare con l'attentatore come se nulla fosse mentre Gibbs lo guarda sbalordito dal suo comportamento.
"Beh, ti sei divertito... non ti hanno fatto niente perchè eri un bambino. Ti sei divertito a far saltare l'NCIS?"
"È stato molto meglio... " in quel momento si tradisce con le sue stesse parole, proprio ciò che voleva Tony.
"Beh, Tony... ha confessato! Guantanamo lo aspetta. Ce lo porti tu?"
"Non ci penso neanche... potresti lasciarci soli un momento, Gibbs?"
"Ehm... certo. Ti aspetto in ufficio."
Gibbs esce da quella stanza ma qualcosa non gli quadra. Il modo di fare di Tony... quell'interrogatorio era strano, se n'era accorto subito... quel tono di voce, così calmo, impassibile... sembrava la quiete prima della tempesta.
Si dirige subito alla stanza accanto per vedere cosa succede al di là del vetro.
Tony si avvicina all'uomo, lo fa alzare di forza dalla sedia, sbattendolo violentemente attorno al muro, lo tiene stretto al collo con una mano mentre nell'altra impugna la pistola contro la tempia.
Gibbs rimane congelato a guardare la sua rabbia sprigionarsi brutalmente contro l'attentatore.
"DAMMI UN BUON MOTIVO PER CUI NON DOVREI UCCIDERTI FACENDOTI SOFFRIRE COME UN CANE!"
L'uomo pare terrorizzato, così cerca di non irritare di più Tony, assecondandolo.
"Io... io non lo so... se mi uccidi non parlerò!"
Gibbs capisce che nasconde qualcosa e Tony lo aveva capito subito, per questo era così calmo...
"PARLA... O TI SQUARTO VIVO COME UNA SARDINA E SPARERÒ AL TUO CUORE DOPO AVERLO STRAPPATO DAL TUO PETTO! NON PERDERE TEMPO PERCHÈ NON NE HO... E TRA POCO NEMMENO TU!!!"
"Si, va bene... il vostro Direttore mi aveva assoldato per uccidere lei... perchè sapeva che ci sarebbe arrivato. Vance l'ha mandata qui perchè lei era il più adatto per la missione, lui lo sapeva... mi ha incaricato di uccidere lei e la sua famiglia... se non ci fossi riuscito al primo colpo sarei dovuto passare a rimedi estremi... ho piazzato due bombe all'interno della sede... finora ne è esplosa solo una..."
Alla fine della frase sorride malignamente, Tony, sentendosi preso in giro, abbassa l'arma e gli spara ad una gamba, facendolo accasciare a terra ed urlare forte dal dolore.
"Hai cercato di uccidere i miei figli... loro non si toccano. Dove hai piazzato la bomba... quanto manca all'esplosione?"
"Non te lo dirò mai, sbirro!"
"Posso spararti ancora nell'altra gamba... e potrei farti dissanguare lentamente... scegli tu!"
"Ok, ok... va bene, non sparare! È al secondo piano, obitorio... tra 11 minuti ci finirete tutti!"
Ricomincia a ridere davanti ad un nervosissimo Tony, così gli spara di nuovo alla stessa gamba, allargandogli la ferita precedente.
"Mi ha fatto davvero piacere parlare con te, Marcus... ci vediamo a Guantanamo, se sopravvivi...!"
Esce di corsa dalla sala, seguito da Gibbs. Vanno in obitorio dopo aver dato l'allarme. Trovano subito la bomba, collegata al computer con fili rossi, bianchi e blu.
"Tony, fermati! Cosa vuoi fare?"
"Disinnesco la bomba, non possiamo aspettare gli artificieri, sarebbe troppo tardi!"
"Sai disinnescare una bomba?"
"Si, certo... ora taci."
Inizia a maneggiare con i fili, prende il suo coltellino e ne taglia due blu e uno bianco, fermando il timer e disinnescando la bomba.
Cerca di riprendersi dal terribile spavento sospirando forte e chiudendo forte gli occhi, Gibbs lo vede molto provato, così cerca a modo suo di farlo riprendere "Dove diavolo hai imparato a disinnescare bombe?? Sembrava lo facessi di mestiere vista la tua sicurezza nel tagliare i fili!!"
"Esperienza... in questi tre anni mi sono 'allenato' a disinnescare bombe... sapevo cosa ci aspettava... ma non conoscevo le conseguenze, non doveva morire nessuno, è stata colpa mia... avrei dovuto prevederlo..."
"Tony... tu non sei colpevole della morte dei tuoi agenti, è quel bastardo in sala interrogatori il tuo assassino! Ti sei già vendicato!"
"Vallo a dire alle famiglie delle vittime! Se fossi stato io al posto dei miei agenti... non oso immaginare come l'avrebbero presa Ziva e Alex..."
"Non lo pensare nemmeno! Tu sei vivo! Devi portare sollievo alle famiglie delle vittime inchiodando l'assassino dei tuoi agenti... hai fatto tutto ciò che potevi fare, anche di più. Non farti problemi o non riuscirai più a scacciare i mostri dai tuoi incubi! Guarda tua moglie. Lei ha vissuto i peggiori incubi... se riesce ancora a sorridere è solo grazie a te e alla tua forza. Non perderti ora!"
"Grazie, Gibbs!"
Finalmente torna a sorridere, lasciano insieme l'obitorio per tornare a casa.
 
"PAPÀ! PAPÀ! Avevo paura che succedesse qualcosa! Non andare più via, ti prego!"
"Tesoro... va tutto bene. Ora non ci succederà più niente. È tutto finito."
"Davvero? Davvero davvero??"
"Si, davvero davvero. Abbiamo trovato un'altra bomba... l'ho già disinnescata e gli artificieri l'hanno portata via e hanno già controllato tutti gli uffici senza trovare altri ordigni. Siamo al sicuro, ora!"
Alex lo abbraccia forte piangendo, Tony lo capisce perfettamente.
"Alex, va tutto bene. Non piangere più... se no piango anch'io!"
"Va bene, allora smetto... resti con me oggi?"
"Certo! Faremo tutto quello che vuoi!"
Alex corre felice in camera dei genitori per svegliare la sorellina mentre Gibbs si ferma a parlare con Tony e Ziva.
"Tornate a Washington ora?"
"No, restiamo qui. Il Direttore mi ha chiesto di sostituire temporaneamente l'ex Direttore di Rota, Ziva mi aiuterà a sovraintendere l'agenzia. Mi dispiace, ma anche se potessi non tornerei, questo lo sai bene..."
"Posso almeno sperare nel vostro ritorno per Natale? Farò un pranzo con McGee, Abby e Ducky. Palmer sarà via con Breena e suo figlio, quindi non ci sarà! Posso contarci?"
"Si, verremo volentieri. Così Alex vedrà la sua madrina e il suo padrino! Saremo felici di venire da te..."
"Ovviamente potrete fermarvi da me a dormire e potrete ripartire quando volete..."
"Grazie, ci saremo. Promesso."
"Bene. Io devo tornare a Washington... vi aspetto tra qualche mese!"
"D'accordo, Gibbs... Alex? vieni a salutare!"
Ziva va in camera a prendere Crystal e Alex, perchè Gibbs possa vederli prima che parta.
"Ragazzi... mi ha fatto davvero molto piacere vedervi e stare con voi. Mi mancherete tanto."
"Gibbs, mi dispiace che parti... ti voglio tanto tanto bene!" Alex abbraccia Gibbs, salutandolo per l'ultima volta.
"Bene. Ora vado. Statemi bene, ragazzi!"
"Fà buon viaggio, Gibbs. A presto."




 

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Capitolo 15
*** Family Christmas ***


Capitolo 15: Family Christmas
 
 
 
Arriva presto il Natale e Gibbs si sta preparando per accogliere gli ospiti che arriveranno per il pranzo.
Si affretta a fare l'albero e il presepe che non era riuscito a far prima a causa del lavoro, prepara i regali per tutti e fa spese.
Per tutta la sera prepara i vari ingredienti per essere pronto il giorno dopo, si sente elettrizzato al pensiero che tutta la sua famiglia sarà presente e festeggerà insieme a lui, quella stessa mattina ricevette la conferma con un messaggio sul cellulare che anche Tony e famiglia ci sarebbero stati.
Fa molta fatica ad addormentarsi, pensa di continuo a Tony, Ziva, Alex e la piccola Crystal, che ancora nessuno, a parte lui, conosce. Pensa a quanto sarà felice di averli di nuovo a casa con lui, ai bei regali che ha preparato per i bambini che ormai ritiene suoi nipoti... si sente di nuovo felice come quando c'erano Shannon e Kelly a festeggiare con lui il Natale o come quando, da bambino, preparava l'albero con suo padre e aiutava sua madre a fare i dolci di pan di zenzero.
È ormai la Vigilia e, dopo ore di sonno travagliate, si alza scattante ed euforico, pronto per passare in compagnia il Natale con le persone che ama di più al mondo.
Sorride contento tutto il tempo, prepara la tavola da pranzo e mette a cuocere il cibo.
Verso mezzogiorno arrivano Ducky, Abby e McGee, poco più tardi arriva anche Vance e figli.
Notano tutti la particolare bellezza della sala, l'albero di Natale e i numerosi regali impacchettati sotto l'albero, in particolare notano due posti in più a tavola.
"Ma... Capo? Ci sono due posti in più... chi manca alla festa?"
"È una sorpresa, McGee... e ti piacerà tanto, vedrai!"
Siedono tutti a tavola mentre attendono i due ospiti misteriosi e l'arrivo del cibo, chiaccherano del più e del meno quando un'auto famigliare attira la loro attenzione dal viale.
Gibbs sorride felice come non mai mentre si alza per andare ad aprire la porta per accogliere gli ultimi arrivati.
La porta si apre e voci famigliari iniziano a salutarsi felici, guardano tutti verso la porta che da all'ingresso, trovandosi a bocca aperta vedendo entrare Tony, Ziva, Alex e una piccola bambina, in braccio a Tony.
Appendono li accanto le giacche pesanti, così Ziva approfitta di quel momento per mostrare agli amici una grossa pancia che gonfia il maglione che indossa.
Rimangono tutti allibiti, compreso Gibbs mentre Tony se la ride "Te l'avevo detto... guarda che facce!!"
Gibbs è il primo a riprendersi "Ma... sei incinta... ancora???"
Sorride guardando Tony che le sorride a sua volta "Si, Gibbs... aspettiamo il nostro terzo figlio!"
Tutti li festeggiano entusiasti per la grande notizia, Gibbs si avvicina a Tony sussurrando "Questo quando è successo?"
"Beh... più o meno cinque mesi fa... Alex ci ha chiesto un fratellino e l'abbiamo accontentato subito!"
"Ci stai prendendo gusto, dì la verità..."
"Mmmmmmh... si, si ci sto prendendo gusto! Non sono più tanto giovane, ormai... adesso o mai più! Insieme abbiamo deciso di accontentare Alex e di avere il nostro probabile ultimo figlio... contento... nonnino?"
"Certo che sono contento! Ma non chiamarmi mai più nonnino, chiaro?"
"Va bene... sono davvero felice di rivederti."
"Anch'io... vai a salutare gli altri, non li avevo avvisati del vostro arrivo..."
Sorride contento a Gibbs prima di andare dagli ex colleghi per raccontare loro la sua nuova vita da marito, padre e Direttore.
 
"Ommiodio! OMMIODIOOOO! Vi siete sposati! Quando?"
"Poco tempo dopo la nostra partenza... siamo molto felici insieme. L'anno dopo è nata Crystal, è davvero stupenda..."
"Si, ti assomiglia parecchio! Ha i tuoi lineamenti, Ziva... al contrario di Alex, che è più somigliante a Tony!"
"Hai ragione sui lineamenti, Abby, ma ha qualcosa che piace molto a Tony e che io non ho mai avuto..."
"Cosa sarebbe?"
"I suoi occhi... sono del colore del cielo come quelli di mia madre... a volte la guardo e nei suoi occhi vedo lei... è una bambina straordinaria!"
"Ragazzi, avrete un'altro figlio... è maschio o femmina? Quanti mesi ha?"
"È un maschietto, Direttore, e Ziva è al 5^mese di gravidanza..."
"Quindi era già incinta quando sono venuto lì da voi a Rota?"
"Si, ma non ne avevamo la conferma... l'abbiamo saputo qualche giorno dopo la tua partenza."
"Bene... Tony? Posso parlarti un attimo in cucina?"
"Certo, Gibbs... che succede?"
Raggiungono la cucina, poi Gibbs si ferma davanti a Tony guardandolo con una certa serietà che lo mette in ansia, appoggia una mano sulla spalla di Tony e sospira.
"Parla Gibbs... cosa mi nascondi?"
"Volevo parlarti di tuo... padre. Lui finora è venuto a pranzo da me con gli altri a Natale, stare con noi lo faceva sentire più vicino a te... 
Sicuramente sta per arrivare, per te è un problema?"
"Sa di noi? Sa che siamo qui con te?"
"No... ma sappi che non voglio vederti uscire da quella porta per colpa sua! Io ti voglio qui con noi, in compagnia... ti prego, fammi questo regalo!"
"Va bene... d'accordo, ma se le cose vanno male..."
"Non succederà! Ti prego, resta!"
"Farò del mio meglio... Alex non lo conosce, non si ricorda di lui, perciò non è un problema..."
"Grazie, Tony. Voglio passare il Natale con te, chiaro? Non permetterò a nessuno di mettere zizzania oggi!"
Sorride dello sfogo di Gibbs, tornano insieme in salotto pronti per mangiare e Tony racconta della chiaccherata a Ziva all'orecchio. 
"Non ti preoccupare, Tony. Faremo come se non ci fosse..."
"Grazie, tesoro. Sei un angelo... mi supporti sempre..."
"Ti amo. Lo faccio per questo. Se poi vorrai andartene io non mi opporrò, sto alle tue decisioni."
Si baciano teneramente sotto gli occhi inteneriti di tutti e sotto lo sguardo illuminato di Alex e Crystal, che li osservano sorridendo mentre Crystal batte le manine "Ma-ma, papy... tanto bene..."
I due si staccano perplessi e la guardano a bocca aperta "Piccola mia... hai detto le tue prime parole!!! BRAVA!!!"
Tony la prende subito in braccio e le da tanti piccoli bacini che la fanno sorridere, poi si fa coccolare da Ziva mentre Alex mette il broncio.
"Non è giusto... io niente!!" 
Tony ride divertito prendendolo in braccio "Sei geloso, eh? Se ti faccio tante coccole me lo togli quel broncio?"
"Mmmmmmh... si... ma ne voglio tante tante tante!"
Lo stringe in un caloroso abbraccio, facendo sorridere lui e tutti i colleghi che hanno assistito alla scena.
Intanto qualcuno bussa alla porta ed entra "Buon Natale a tutti!"
Senior entra in salotto e rimane scioccato nel vedere suo figlio a tavola con gli altri.
"Junior... sei tornato!"
Non gli risponde, non lo degna nemmeno di uno sguardo. Continua a chiaccherare con i colleghi mentre tiene i figli in braccio.
"Hei, Tony! Ho sentito dire da voci attendibili che sei il nuovo Direttore dell'NCIS a Rota..."
"Esattamente, Pivello! Ora sono un tuo superiore, sono di pari grado col Direttore Vance!"
"Dimmi... cosa fai laggiù?"
"Ho una squadra tutta mia... avevo... sai cos'è successo a Rota?"
"So di un'esplosione e so che Gibbs è venuto li per darti una mano..."
"Ho perso tutti i miei uomini in quell'esplosione. Io ne sono rimasto coinvolto, con me c'erano anche Alex e Crystal... ho rischiato di perderli. Ho fatto loro da scudo, rompendomi la spina dorsale in tre punti. Per fortuna con un intervento ho rimesso le cose a posto, anche se a volte mi fa ancora male...
Alex per un mese ha avuto attacchi di panico notturni, a volte andavo direttamente a dormire con lui nel suo letto per farlo stare tranquillo.
Il Direttore dell'NCIS a Rota era il mandante dell'esplosione e del mio tentato omicidio.
Più di una volta ha cercato di farmi fuori per impedirmi di trovare la talpa che rubava e vendeva informazioni... non ci è mai riuscito... è morto accidentalmente nell'esplosione alla base, per questo sono diventato io il Direttore e Gibbs è venuto da noi. Non poteva uscire niente dalla base, eravamo in pericolo."
"Capisco... sei felice in Spagna?"
"Tantissimo. Sono molto più tranquillo, posso disinnescare bombe senza nemmeno preoccuparmi... la cosa che mi da fastidio è fare il Direttore, non ci sono portato..."
"Non gli credere, McGee... l'ho visto all'opera, non è come dice... lo adorano tutti laggiù..."
"Oh, Gibbs... non raccontare balle..."
"Ma è vero! Lo seguono tutti come cagnolini!"
Tutti sorridono mentre ascoltano Tony e Gibbs parlare, nessuno degna di uno sguardo Senior, che si mette a sedere un pò a disparte ad ascoltare.
Gibbs interrompe le chiacchere per portare in tavola il pranzo, così mangiano tutti, Tony mangia tenendo in braccio Alex mentre Crystal si addormenta in braccio a Ziva che la culla dolcemente. Tutti rimangono in silenzio a guardarli teneramente assorti da come Ziva culla la piccola e da come Tony si senta a proprio agio mentre divide il pranzo con Alex.
 
Il cellulare di Tony inizia a squillare, legge sullo schermo che la chiamata viene da Rota, si alza da tavola ed esce dalla stanza per rispondere.
"DiNozzo..."
"Signore, mi deve perdonare se la chiamo, ma deve saperlo assolutamente! Il killer di Rota assoldato dall'ex Direttore è fuggito dalle prigioni, sembra la stia cercando li a Washington!"
 
 
 
 
*La parola dell'autrice*: Heilà! Scusate il ritardo ma stavo impostando la storia...
Inizio facendovi i miei migliori auguri di un Felice Natale e Buon Anno Nuovo.
Sappiate che il prossimo capitolo sarà ancora natalizio... cosa succederà?
Qualcuno morirà?
Qualcuno piangerà?
Sta a voi scoprirlo leggendo il prossimo capitolo! Spero che questo sia piaciuto, fatemelo sapere tramite le recensioni, ne sarei davvero felice!
Baci, frencia92
 

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Capitolo 16
*** Natale di sangue ***


Capitolo 16: Natale di sangue
 
 
 
Tony sembra sconvolto dalla notizia, Vance lo raggiunge intuendo guai all'orizzonte.
"Ci sono problemi, DiNozzo?"
"Si, è fuggito il nostro attentatore... siamo nei guai, è a Washington..."
"Cosa le hanno detto i suoi uomini?"
"È ben fornito di esplosivi... temo voglia far saltare l'NCIS qui a Washington!"
"Dobbiamo fermarlo... se la sente?"
"Se questo aiuterà la mia famiglia a non vivere nell'incubo ogni giorno, si!"
Si guardano sicuri di se, tornano in salotto seri e silenziosi, Tony bacia Ziva e Crystal, poi si avvicina ad Alex "Alexander... se non dovessi tornare a casa sei tu l'ometto di casa. Fai il bravo e prenditi cura della mamma e dei tuoi fratelli... ti voglio bene!"
Gli da un grosso bacio sulla fronte scompigliandogli i capelli, Alex capisce tutto e cerca di fermarlo "No, papy... non andare... ti prego, non andare!! Devi stare con me! L'hai promesso!"
Piange davanti a lui, così s'inginocchia e cerca di rassicurarlo "Sarò sempre con voi, anche se non mi puoi vedere ti sarò vicino. Ora non piangere, sto cercando di proteggervi... Ti amo tanto, piccolo mio..."
Alex lo abbraccia forte, poi, munito di pistola carica, esce con Vance verso la base lasciando tutti senza parole.
Gibbs riflette un pò sul da farsi, poi prende una decisione "McGee... metti Ziva e i bambini sotto protezione, che nessuno esca di qui! Vado con loro..."
Senior si alza immediatamente, guardandolo con decisione "Vengo con te! Non cercare di fermarmi perchè non sarà possibile!"
Sospira pesantemente, chiudendo gli occhi un istante, poi con un cenno si fa seguire. 
 
Intanto, all'NCIS...
 
"DiNozzo... chiamo il SECNAV, deve sapere..."
"Certo, Direttore. L'aspetto qui!"
Rimane solo negli uffici della base dove tre anni prima lavorava con Gibbs, si lascia prendere dai ricordi senza accorgersi di una losca figura dietro si se.
"Bentornato a casa, Direttor DiNozzo... mi stavi cercando?"
"Marcus... come va la gamba? Vedo che usi le stampelle..."
"Si, grazie a te... sono qui per ucciderti! Ho piazzato una bomba nell'ufficio del Direttore... manca mezz'ora all'esplosione.
Ah, dimenticavo... Vance non sembra essere molto collaborativo, quindi l'ho tramortito e l'ho legato con la bomba... devi fare presto!"
"Sei un bastardo..."
"Si, lo so... ma non arriverai in tempo per disinnescare la bomba stavolta... perchè ora ti ucciderò!"
Tony rimane immobile davanti alle sue crude parole, al suo sguardo di ghiaccio e al suo sorriso terribilmente malefico. Appena prende la sua pistola l'uomo gli da un calcio alla mano, facendogliela cadere lontano.
Inizia una rissa violenta, volano calci e pugni per 20 minuti, poi Tony ha la meglio atterrandolo con un pugno alla tempia. Intorno a lui c'è sangue ovunque, si tocca dolorante la fronte ferita da un profondo taglio che continua a sanguinare copiosamente, un pò traballante corre veloce nell'ufficio del Direttore per disinnescare la bomba.
"DiNozzo! Non finirà così!!"
L'uomo si riprende tenendosi a stento in piedi e cerca di raggiungerlo.
Dall'ascensore arrivano Gibbs e Senior, che trovano tutto a soqquadro, vedono molto sangue a terra, sui mobili e sulle scrivanie.
"Che diavolo succede?"
"Non lo so, ma credo che suo figlio sia in pericolo. Le tracce portano di sopra..."
Seguono le tracce in silenzio mentre Gibbs sfodera la pistola.
 
Tony intanto riesce a disinnescare la bomba, salvando Vance, ancora privo di sensi.
Sente dei passi dietro di lui.
Appena si volta Marcus lo travolge mettendolo con le spalle al pavimento, rimanendo su di lui con un coltellino puntato al viso di Tony.
"Ho promesso a me stesso che ti avrei ucciso... la prima volta ho fallito e anche la seconda e la terza... ma questa volta sono disposto a sacrificare la mia vita perchè tu non ne abbia più una...!"
"Figlio di Puttana... non mi avrai mai! Non riuscirai ad uccidermi... MAI!"
"Questo lascialo decidere a me, DiNozzo..."
Non fa in tempo a reagire, Marcus affonda il coltellino nel suo petto, facendolo sanguinare.
Trattiene le urla di dolore per non dargli soddisfazione ma una lacrima fugge veloce dai suoi occhi, confondendosi nel sangue che scorre a terra.
Uno sparo eccheggia nella stanza spiazzando i due, Marcus cade a terra con un vistoso buco alla tempia e dalla porta appaiono Gibbs e Senior, spaventati dall'orrore che vedono i loro occhi.
Gibbs s'inginocchia veloce accanto a Tony cercando di tamponare la ferita senza approfondire il taglio.
"Tony? Hei... guardami! Tony!"
Il suo sguardo è perso nel vuoto, assente.
Con calma torna in se dopo lo shock fortissimo appena provato, guarda Gibbs mentre si lascia sfuggire un'altra lacrima.
"Gibbs..."
"NO! Non ci provare, Tony... non morirai oggi! Ho detto che avrei passato con te il Natale e così sarà!"
"Smettila... ti prego, va via. Vai avanti..."
La voce di Tony si fa più debole e roca, fatica a tenere gli occhi aperti.
Senior si avvicina a lui, vedendo scioccato quelle lacrime scendere dal viso dei due.
"Junior... non vorrai fare il mio stesso errore! Io ti abbandonai da piccolo, ricordi? Tu stai abbandonando i tuoi figli e tua moglie. Stai facendo quello che io feci a te, li farai soffrire come soffrivi tu... ti sembra giusto?"
Le parole di suo padre mettono scompiglio nella sua mente. 
La parte peggiore, la vera pugnalata, arriva quando vede scendere una lacrima dai suoi occhi pieni di dolore.
Lo guarda piangere davanti a lui come un bambino, capisce che suo padre si è finalmente reso conto dei suoi passati errori che hanno segnato irrimediabilmente la sua vita.
Finalmente lo sente vicino, sente che vuole veramente riparare ai danni che ha creato nel tempo...
lo vede veramente per la prima volta.
"Scuse accettate, papà...!" 
Senior si rende conto di ciò che gli ha voluto dire, ma troppo tardi.
Gli occhi di Tony si chiudono e dopo un lungo sospiro smette di respirare.
Senior guarda Gibbs, trovandolo in lacrime ad accarezzare il volto di Tony.
"Ho perso un'altro figlio..."
"No, Gibbs, non ancora! Non lo permetterò! Devo ancora riparare al male che gli ho fatto... non può morire!"
Le parole di Senior sembrano convincerlo, si riprende dall'improvviso dolore e si rialza, prendendo in braccio Tony.
"Questa volta devo darti ragione... non morirà finchè vivrò io... questa è una promessa!"
 
 

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Capitolo 17
*** Desiderio di Natale ***


Capitolo 17: Desiderio di Natale
 
 
 
 
In ospedale da ormai due ore, aspettano in sala d'attesa l'arrivo di qualche dottore che li informi sulle condizioni di Tony. Rimangono seduti su scomode sedie fino a tarda sera, quando un medico esce dalla sala operatoria per informarli.
"Signori... l'Agente DiNozzo è fuori pericolo. Sta meglio ora, il coltello ha forato un polmone, il sangue ha bloccato le vie respiratorie mandandolo in crisi respiratoria, di conseguenza il cuore si è fermato per poco tempo. Non ha subito altri danni, fortunatamente.
Lo abbiamo trasferito in una stanza dove dovrà rimanere per le prossime 24 ore. È sedato in questo momento, è consigliabile che nessuno entri nella stanza, ha un gran bisogno di riposare.
Potrebbe... avere una ricaduta nella notte, perciò non siamo sicuri al 100% del suo risveglio. Mi auguro che vada tutto bene. Posso portarvi dei lettini in caso vogliate rimanere qui..."
"Grazie dottore, non serve..."
"Se posso fare qualcosa sono a vostra completa disposizione..."
"Grazie."
Il medico li accompagna alla stanza di Tony, lo possono vedere dall'enorme vetrata della stanza.
 
Ziva, Alex e Crystal, accompagnati dai colleghi, arrivano di corsa in ospedale dopo essere stati chiamati precedentemente da Gibbs per informarli di quanto successo.
Gibbs abbraccia teneramente Ziva, vede i suoi occhi gonfi e lucidi, gli occhi di una moglie disperata che ha appena smesso di piangere. Crystal gioca tranquilla con il suo orsacchiotto nella carrozzina mentre Alex osserva silenzioso suo padre attaccato alla vetrata.
Gibbs se ne accorge e gli si avvicina, osservato da tutti, si china accanto a lui e cerca di distrarlo "Dimmi, Alex... cosa vorresti per Natale...?"
Alex rimane assorto nei suoi pensieri, si volta verso Gibbs guardandolo dritto negli occhi e gli risponde "Voglio il mio papà... voglio che stia sempre con me, perchè gli voglio bene e non mi piace quando si fa male..."
Senior lo ascolta attentamente, un flashback gli torna in mente, riportandolo indietro nel tempo...
 
Il piccolo Tony e sua madre erano seduti sul divano a guardare un vecchio film di Natale alla tv, a quel tempo aveva appena quattro anni, suo padre era sempre in giro per affari e sua madre si occupava di lui spesso da sola.
Era la notte della Vigilia di Natale e Senior stava rincasando in quel momento. 
Il piccolo Tony sembrava triste e molto silenzioso, così sua madre decise di fargli una domanda "Tesoro mio... dimmi, cosa ti piacerebbe ricevere per Natale?"
Il piccolo si voltò verso di lei, la guardò con un piccolo sorriso speranzoso e le rispose "Mi piacerebbe che papà rimanesse a casa con me a giocare ogni tanto. Mi manca quando è via per tanti giorni... vorrei solo questo..."
Senior, nascosto dietro la porta, sentì le parole di suo figlio, parole che lo fecero star male.
Non sapeva che quando era via sentiva la sua mancanza.
Provò un forte dolore al cuore ascoltando suo figlio, aveva la voce triste di un bambino che si sente solo e abbandonato.
Giorni dopo, parlando con sua moglie, scoprì che spesso suo figlio si svegliava di notte piangendo per la sua mancanza, rimanendo per ore tra le braccia di sua madre sperando di veder rientrare suo padre da un momento all'altro.
Quel desiderio non si realizzò mai, soprattutto dopo la morte di sua madre.
Alla tenera età di otto anni Tony rimase completamente solo, senza più nessuno a consolarlo nei momenti di sconforto.
 
Gli occhi di Senior diventano lucidi a ricordare quei momenti, si avvicina ad Alex, accarezzandogli la testa per provare a tirarlo su di morale "Alex, non devi preoccuparti... sono più che certo che tuo padre si sveglierà presto e starà bene. Devi continuare a credere in lui, solo così si realizzeranno i tuoi desideri..."
Alex gli sorride dolcemente, facendolo sciogliere, lo abbraccia forte e lo guarda felice "Lo so... papà me lo dice sempre. Lui ancora ci spera... io so qual'è il suo desiderio di Natale, non ha mai desiderato altro per tutta la vita!"
Senior lo guarda sconvolto: possibile che dopo tutti questi anni e dopo tutto quello che è successo suo figlio desideri ancora di averlo accanto? Dopo quello che è successo con Alex? Dopo che lo ha abbandonato per andare a divertirsi con una sconosciuta?
Possibile che dopotutto gli voglia ancora bene come quando era bambino?
 
Nonostante il medico abbia detto che nessuno deve entrare nella stanza di Tony, Senior prende in braccio suo nipote, portandolo nella stanza di Tony, facendolo sedere sul letto.
"Sai, il dottore ha detto che non possiamo stare qui ma credo che il tuo papà abbia bisogno che tu stia qui con lui... il dottore ci perdonerà!"
Alex gli sorride e gli stampa un bacio sulla guancia, si corica accanto a suo padre e lo abbraccia "Grazie, nonnino..."
"Grazie a te, piccolo... mi hai dato una bella lezione oggi...!"
"Quale?"
"Che non si smette mai di amare... ho capito quanto tuo padre mi vuole bene ed ho visto quanto gliene vuoi tu... spero di poter realizzare il suo desiderio quest'anno!"
"Allora sarà felice! Se realizzi il suo desiderio gli farai davvero un bellissimo regalo, lui ti vuole ancora tanto bene anche se litigate spesso. So cos'è successo quando ero appena nato... io ti ho già perdonato, sai?"
"Ti ringrazio... hai davvero un cuore d'oro..."
"Grazie... ma se papà si sveglia.. io non ti ho detto niente!!"
Ride delle parole del nipotino. Esce dalla stanza lasciandolo solo abbracciato a suo padre, in un'attimo si addormenta beato, sperando nel miracolo.
 
Ziva guarda Senior incantata dal suo meraviglioso gesto "Ti ringrazio per quello che hai fatto... Tony te ne sarà riconoscente..."
"Spero che si risvegli presto, sono in debito con lui di un desiderio da più di quarant'anni!"
 
È mattino presto, si risveglia un pò intontito dai sedativi che gli hanno dato in sala operatoria.
Abbracciato a lui vede suo figlio, ancora dolcemente addormentato tra le sue braccia.
Sorride notando la sua tranquillità, erano mesi che non lo vedeva dormire così bene, senza incubi.
Fuori dalla stanza vede Gibbs addormentato, tiene tra le braccia Ziva mentre Senior, già sveglio, culla tra le sue braccia sua figlia.
Sorride felice pensando che ora tutto è finito, che sta bene e che ora è felice con accanto le persone che ama di più.
Sente Alex muoversi nel sonno, lo vede svegliarsi pian piano mentre si sfrega gli occhi e sbadiglia.
"Buon Natale, tesoro!"
Appena sente la sua voce spalanca gli occhi, voltandosi a guardare suo padre sorridergli felice.
"Papà... ti sei svegliato!"
Lo abbraccia forte mentre le lacrime gli solcano il viso "Hei, campione... perchè piangi?"
"Perchè tu stai bene... il nonno l'aveva promesso... aveva detto che ti saresti svegliato sicuramente se fossi rimasto qui con te!!!"
Rimane piuttosto sorpreso dalle parole di suo figlio, lo abbraccia forte cercando di non appoggiarsi ai punti sul torace "Sono contento di vederti così felice, figliolo!"
"Papà... posso chiederti una cosa?"
"Spara..."
"Possiamo restare qui con Gibbs e gli altri? Non voglio tornare in Spagna... mi piace qui!!"
"...Anch'io volevo farti la stessa domanda, Junior..."
Senior entra improvvisamente nella loro conversazione, Tony lo guarda serio "Perchè vorresti che restassimo...?"
"Perchè ricordo di un bambino di quattro anni che per Natale chiese che suo padre passasse del tempo con lui. Vorrei riuscire finalmente a realizzare quel desiderio, non solo per quel bambino ma anche per me... mi sei mancato tanto in questi tre anni, ho sempre sperato che tornassi a casa da me e che potessi di nuovo perdonare i miei errori... ora capisco come ti devi essere sentito in tutti questi anni. Volevo chiederti scusa, non era mia intenzione ferirti, sono stato stupido..."
"Ti ho già perdonato papà, ricordi? Sei rimasto con me ad incoraggiarmi quando pensavo che sarei morto..."
"Io... ti voglio tanto bene, Anthony... non puoi nemmeno immaginare quanto!"
"Anch'io, papà!"
Si abbracciano teneramente sotto lo sguardo di Alex, alquanto felice, e tutti gli altri fuori dalla stanza.
Ziva, ancora un pò assonnata, entra nella stanza avvicinandosi a Tony e lo bacia.
"Ziva... cosa ne dici di tornare in Spagna e fare i bagagli... torniamo a Washington?"
sorride contenta della sua scelta "Certamente, amore mio... torniamo a casa!"
 
Tony, con l'insistenza di Gibbs, viene dimesso il giorno stesso.
Con gli amici e la sua famiglia al completo festeggia il Natale, sperando che sia Natale tutti i giorni per avere ogni giorno la gioia di una famiglia unita e felice.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*La parola dell'autrce*: e anche questa storia è giunta al termine!!! :'(
Vorrei ringraziare di cuore chi ha letto la storia e chi ha recensito, in particolare:
 ○ Ziva4ever
 ○ Meggie90
 ○ Giuly sapientona 2000
 ○ La grenouille
 ○ Alex955
Spero di aver citato tutti, vi ringrazio davvero molto. 
I vostri commenti sono fondamentali per me... GRAZIE!!! ;P
Alla prossima!
Baci, frencia92

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