Do you remember?

di Despicable Meggs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

 
"Certo che fa proprio caldo oggi!" esclamò Tony uscendo dall'ascensore.
 
"È luglio. È normale che sia caldo. Speriamo che non ci chiamino per nessun nuovo caso. Preferisco scrivere tutti i rapporti arretrati piuttosto che uscire, almeno qui in ufficio abbiamo l'aria condizionata" disse Ziva sedendosi alla scrivania.
 
Erano arrivati in ufficio insieme, come sempre da qualche mese, da quando erano tornati da Monaco, dopo la loro ultima missione sotto copertura.
Proprio in quella occasione erano riusciti ad ammettere i loro reciproci sentimenti e finalmente si erano fidanzati.
Dopo essere tornati a casa avevano deciso di andare a vivere assieme e così avevano comprato una casa, un bell'attico in un palazzo antico, non molto lontano dell'NCIS.
 
Lavorarono quasi tutto il giorno alla scrivania. Fortunatamente non avevano ricevuto nessuna chiamata ed erano riusciti a smaltire tutto il lavoro d'ufficio che si era accumulato nelle settimane precedenti.
Si era fatta sera e stavano tutti per raccogliere le loro cose e tornare a casa quando improvvisamente il telefono di Gibbs squillò.
 
Lui rispose e prima che qualcuno avesse il tempo di lamentarsi disse "Prendete le vostre cose. Abbiamo un caso che ci aspetta".
 
Tony, Ziva e McGee si guardarono scocciati.
 
Poi Tony esordì dicendo "Ma capo... Stavamo andando a casa! Non puoi passare il caso ad un'altra squadra?".
 
Gibbs gli diede uno scappellotto "È il nostro lavoro DiNozzo! Non possiamo accettare i casi solo quando ne abbiamo voglia. E ora muovetevi. Dobbiamo andare".
 
Mentre si dirigevano verso la macchina Tony prese in seria considerazione l'idea di fingere un mancamento.
"E se ora fingessi di svenire? Che ne pensate? Magari riesco a stare a casa qualche giorno". Gibbs lo fulminò.
"Pessima idea capo!" disse immediatamente "Sarebbe disonesto e poi Ziva e McGee dovrebbero svolgere tutto il lavoro da soli. Sarebbe ingiusto e in ogni caso non riuscirebbero a fare niente senza l'Agente Super Speciale Anthony DiNozzo. Lo sappiamo tutti che sono indispensabile!".
 
Questa volta lo scappellotto gli arrivò dai due colleghi.
 
"Molto modesto Tony... Ma vorrei ricordarti che l'ultimo caso lo abbiamo risolto solo grazie all'intervento di McGee e della sua esperienza con i computer" rispose Ziva ridendo.
 
Appena scesi dalla macchina, una volta arrivati sulla scena del crimine, sentirono addosso quella fastidiosa aria estiva, secca ed afosa.
Nonostante fossero già le otto di sera il caldo sembrava non andarsene e iniziarono immediatamente a sudare.
 
"Voglio tornare a casa" si lamentò Tony asciugandosi il sudore dalla fronte.
"Beh allora sbrigati... Prima inizi, più velocemente potrai tornare a casa. E per favore smettila di comportarti come un bambino. Sei l'unico che si sta lamentando. Al lavoro" disse Gibbs dopo aver sentito quello che aveva detto Tony.
 
Il corpo si trovava in un vicolo senza uscita, nel retro di un bar solitamente frequentato da persone poco raccomandabili. Erano vicino alla zona del porto e il cadavere era di un marinaio, ancora in divisa. Ducky e Palmer erano già arrivati sulla scena del crimine e stavano facendo una prima analisi del corpo.
 
"Cosa abbiamo Ducky?" chiese Gibbs avvicinandosi.
 
"Sergente di prima classe. Il suo nome era John Turner. È stato ucciso con un colpo di pistola alla testa e non presenta alcun segno di lotta. Questo mi fa pensare che potesse conoscere l'aggressore oppure che sia stato colto di sorpresa dall'assassino". 
 
"Ok. A quando risale la morte?".
 
"Il corpo non è ancora in rigor mortis quindi risale a meno di tre ore fa. Potrò essere più preciso dopo l'autopsia" concluse il dottore.
 
Mentre Gibbs parlava con Ducky, gli altri avevano già iniziato i rilevamenti.
Ziva stava scattando le foto al corpo e alla scena del crimine, McGee stava parlando con il barista, che aveva trovato il corpo del sergente uscendo per andare a buttare la spazzatura.
Tony invece stava cercando il bossolo del proiettile che aveva ucciso la loro vittima.
L'assassino aveva sparato una volta sola uccidendo sul colpo il sergente. Certo, avrebbe potuto anche portarsi via il bossolo, ma per sicurezza era meglio controllare a fondo per non rischiare di perdere una prova importante.
 
"Hai trovato qualcosa Tony?" gli chiese Ziva.
 
"Ancora niente. È più difficile di una caccia al tesoro. Probabilmente se lo sarà portato via... E io sto sudando sette camice per nulla".
 
Ziva lo guardò e fece per parlare ma lui la interruppe dicendo "Si lo so... Non devo lamentarmi. Sto zitto ora".
 
"Io volevo solo dirti... Che il bossolo sta proprio lì. Davanti al bidone della spazzatura".
 
Tony si voltò a guardare e vide che in effetti era proprio lì. "Oh.. Grazie" rispose.
Ziva gli fece l'occhiolino e tornò a scattare foto.
 
Lui si avvicinò, lo raccolse, lo mise in un contenitore e lo sigillò.
Stava per tornare verso gli altri quando improvvisamente sentì un rumore. Silenziosamente tirò fuori la pistola e andò a vedere chi o cosa c'era dietro al bidone. Poteva benissimo essere un topo o un gatto randagio ma non voleva correre rischi, così impugnò l’arma e la puntò nella direzione da cui proveniva il rumore.
Non appena vide chi c'era, rispose subito la pistola nella fondina e si avvicinò lentamente.
Quella che vide era una bambina piccola e spaventata che stava piangendo. Era seduta per terra con la schiena contro il muro, con le braccia si stringeva le gambe al petto e il suo sguardo era fissò nel vuoto.
 
"Hey, ciao" disse Tony "Va tutto bene?". La bambina alzò per un attimo lo sguardo verso di lui, poi tornò a fissare il vuoto.
Tony vide le lacrime scendere sul suo volto e nei suoi occhi la paura, così disse "Io mi chiamo Tony, sono dell'NCIS. Mi puoi dire come ti chiami?"
 
La bambina guardò Tony e dopo essersi asciugata le lacrime rispose "Mi chiamo Zoe".
 
"È proprio un bel nome. Allora Zoe, cosa ne pensi di venire fuori da lì? È tutto sporco".
 
Allungò la mano per farla uscire ma la bambina non voleva saperne. Allora si girò e chiamò Ziva. Pensava che forse vedere una figura femminile l'avrebbe calmata.
 
"Si chiama Zoe. Ma non vuole spostarsi. Riesci a convincerla?" disse lui.
"Ci provo... Tu intanto chiama Gibbs".
 
"Ciao Zoe. Io mi chiamo Ziva. Forza, esci fuori da lì così vedo se ti sei fatta male".
 
La bambina la guardò incerta e alla fine si alzò in piedi andando verso Ziva.
In quel momento Tony tornò con Gibbs e tutti rimasero a fissare Zoe.
Aveva due grandi occhi azzurri e i capelli biondi, indossava una gonna di jeans con una camicetta. Quello che li lasciò ammutoliti era che i suoi vestiti erano sporchi di sangue e nonostante facesse molto caldo stava tremando.
 
"Hey, è tuo questo sangue?" le domandò Gibbs guardandola con attenzione per capire se era ferita. La bambina fece no con la testa, guardò verso il cadavere e ricominciò a piangere.
 
Tony si mise davanti a lei per impedire di guardare il corpo del sergente e Ziva le chiese "Che cosa ci fai qui da sola? Dove sono la tua mamma e il tuo papà?".
"Papà è morto l’anno scorso... La mamma non so dove sia.." rispose tra i singhiozzi.
"Ok, tranquilla... Ci puoi dire il tuo cognome?"intervenne Gibbs.
"Davis..." rispose Zoe.
"Quanti anni hai?" Aggiunse Tony.

La bambina gli mostrò con la sua manina quanti anni aveva.

"Cinque?!" esclamò Tony sorridendo.
Zoe annuì.
"Ma allora ormai sei una signorina" aggiunse lui cercando di farla rilassare un po'. In realtà pensava a quanto dovesse essere spaventata in quel momento. Era davvero piccola e gli faceva molta tenerezza.
"Tesoro, come sei arrivata fino qui?" le chiese Ziva asciugandole le lacrime.
"Non lo so... Io non conosco questo posto..." disse lei guardandosi intorno agitata.
"Hai visto cosa è successo?" le domandò Tony.
"Io... Io non mi ricordo... Non ricordo nulla! Non so come sono arrivata qui e nemmeno perché ho del sangue addosso... La prima cosa cosa che ricordo sei tu.." disse indicandolo.
"Calmati" le disse Gibbs "Va tutto bene... Ora ti aiutiamo noi a trovare la tua mamma".
Poi rivolgendosi a Tony e Ziva disse "Anche se non ricorda nulla è probabilmente l'unica testimone dell'omicidio. Portatela all'NCIS e fatela visitare da Ducky. Io e McGee intanto iniziamo a cercare la madre".
Ziva prese in braccio Zoe ed insieme a Tony si diressero verso la macchina. Salirono e se ne andarono velocemente.
 
 
Nel frattempo un uomo aveva guardato tutta la scena da lontano.
"Maledizione!" disse parlando con se stesso. Le cose non erano andate secondo i suoi piani e questo lo infastidiva molto.
Ora doveva porre rimedio, e in fretta anche. Non poteva rischiare di farsi scoprire. Quella bambina non doveva parlare. Per nessuno motivo.
Prese il telefono, digitò un numero e disse “Sto arrivando. È tutto pronto per iniziare?”.
Si” rispose l’altro “Quando arrivi cominciamo”.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Eccomi tornata con una nuova long!!! XD
 
Alcune precisazioni:

  • Vi starete chiedendo chi sono questi due uomini che compaiono alla fine? E che cosa vogliono? Tranquilli lo scoprirete nel prossimo capitolo!! XD
  • Chi ha letto la mia storia precedente "Sotto copertura" avrà notato che ho fatto un piccolo accenno... Potrebbe essere, ma non ne sono certa, che metterò qualche dettaglio dell'altra ff qua e là nei capitoli... Ma se non l'avete letta non fa niente... Questa è una storia a sé.
  • Cercherò di aggiornare ogni sabato … O comunque il più regolarmente possibile!!!
 
In ogni caso spero che vi piaccia e che commentiate in molti come avete fatto con l'altra mia long!!!
 
E spero che una persona, che non nomino ma che sicuramente avrà capito che mi riferisco a lei, sia felice che io abbia iniziato una nuova long visto che quando ha saputo che l'altra era finita quasi mi cadeva in depressione! <3
(Hai visto che ho già messo un CLIFFI??)!! XD
 
Per concludere … Auguro a tutti una BUONA VISIONE per il finale di stagione che andrà in onda martedì … Che tristezza ragazzi … Siamo già alla fine della stagione e dovremmo aspettare fino a settembre per vedere nuovi episodi! :(
 
Ok ora vi saluto! Buona lettura e aspetto i vostri commenti!!! :)
 
Meggie
<3
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

 
Gibbs e McGee entrarono nel bar e chiesero ai presenti se qualcuno aveva notato qualcosa di strano.
Non riuscirono a scoprire molto. La maggior parte dei clienti era talmente ubriaca da non riuscire a parlare, di conseguenza non potevano essere d'aiuto.
Si rivolsero al barista raccontando l'accaduto e chiedendo se per caso aveva notato una bambina all'ora dell'omicidio.
 
"Probabilmente era insieme alla madre" disse McGee "Magari sono entrate, oppure aspettavano qualcuno all'esterno. Lei ne sa qualcosa?".
 
"Io non ho visto nessuno, ma chiederò a tutti i clienti che sono stati qui a quell'ora... Magari qualcuno entrando le ha viste. L'unica cosa che so è che quando sono uscito a vuotare la spazzatura ho trovato il corpo del sergente Turner. Lui era qui a festeggiare con gli amici".
 
"Si ho parlato con loro e hanno confermato che era uscito a fumare ma non è più rientrato" spiegò McGee.
 
"Questo è il mio numero" disse Gibbs appoggiando il suo biglietto da visita sul bancone "Se ha qualche novità o le torna in mente qualcosa ci chiami".
 
Uscirono entrambi un po' delusi e si avviarono verso l'ufficio. Speravano davvero di scoprire qualcosa, di trovare la madre di Zoe.
Era impossibile che una bambina così piccola fosse arrivata da sola in quel luogo.
 
La prima cosa che Tony e Ziva fecero una volta arrivati in ufficio fu chiamare Ducky per far visitare Zoe.
Le fecero cambiare i vestiti, perché i suoi, sporchi di sangue, costituivano delle prove e dovevano essere analizzati da Abby.
La misero seduta alla scrivania di Tony e rimasero con lei aspettando Ducky.
Non appena arrivò, Ziva gli spiegò la situazione e il dottore iniziò a fare delle domande a Zoe.
 
Dopo circa un quarto d'ora Ducky aveva finito.
 
"Fisicamente sta bene, ha solo qualche graffio che, probabilmente si è fatta mentre si andava a nascondere dietro il cassonetto. Ma la perdita della memoria è dovuta ad un trauma che ha subito. Qualcosa deve averla spaventata a morte. Cercate di farla calmare e lentamente i ricordi torneranno" spiegò.
 
"Possiamo farle alcune domande Ducky?" chiese Tony.
 
"Si potrebbero aiutarla. Ma devono essere semplici e dirette. Non stressatela troppo in fondo ha solo cinque anni" concluse il dottore.
 
Tony si avvicinò a Zoe e le chiese "Te la senti di rispondere a qualche domanda?".
La bambina annuì poco convinta.
Capendo la sua paura Ziva si affrettò ad aggiungere "Se non ti ricordi qualcosa non succede niente. E se sei stanca basta che lo dici e ci fermiamo".
"Va bene..." rispose.
"Sai dirci cosa hai fatto stamattina dopo esserti svegliata?" le chiese Ziva.
Zoe iniziò a pensare. Più cercava di ricordare quello che aveva fatto e più la sua mente si confondeva.
"Io non mi ricordo... Non lo so... Io..." disse disorientata.
"Non ti preoccupare... Ci puoi dire dove abiti? Magari la mamma è a casa e ti sta cercando..." le domandò Tony.
Ascoltando la domanda, Zoe era convinta di poter rispondere ma non appena iniziò la frase si bloccò.
"Io abito... In una casa..." quando si accorse di non sapere nemmeno questa risposta andò  nel panico e iniziò a piangere.
"Vieni qui" disse Tony prendendola in braccio e cercando di calmarla "Non piangere...".
"Voglio la mia mamma!" disse lei abbracciando Tony.
 
In quel momento arrivarono anche Gibbs e McGee.
 
"Cosa è successo?" chiese Gibbs vedendo la scena e avvicinandosi a Zoe.
"È molto spaventata... Non riesce a ricordare... " spiegò Ziva.
"Capisco... Noi non siamo riusciti a scoprire nulla... Nessuno ha visto né lei né la madre" disse.
Poi rivolgendosi a Zoe chiese "Il nome della mamma lo ricordi?".
"Si chiama... Sarah Davis...".
"Bene. E ti ricordi se questa sera al bar la tua mamma era con te? Sarete arrivate là insieme, giusto?" Disse Gibbs.
"Io non lo so... Voglio aiutarvi ma proprio non ricordo..." disse.
 
"Ok... McGee prova a cercare Sarah Davis. E guarda se qualcuno ha denunciato la scomparsa di Zoe" ordinò Gibbs.
Poi rivolgendosi a Tony e Ziva disse "Portate Zoe a casa con voi e fatela dormire. È tardi e ha bisogno di riposare... È inutile insistere stasera. In caso di bisogno vi chiamiamo".
 
Quando arrivarono al loro appartamento Zoe si era calmata.
"Sappiamo che è tardi, ma vuoi mangiare qualcosa?" le chiese Ziva.
"No, non ho fame" rispose guardandosi in giro.
"Allora vieni con me" le disse "Ti porto a nanna va bene?".
 
Ziva la portò nella stanza degli ospiti e le diede una sua maglietta come pigiama.
 
Poi la fece distendere nel letto e le disse "Se hai bisogno noi siamo nella stanza in fondo al corridoio. Puoi chiamarci in qualsiasi momento".
 
Zoe annuì. Quando Ziva fece per uscire dalla stanza lei la chiamò dicendo "Resti con me fino a quando non mi addormento? Mamma lo fa sempre".
"Certo. Hai visto che qualcosa lo ricordi?!" disse per farle capire che presto tutto le sarebbe tornato in mente.
Zoe sorrise. Era la prima volta che lo faceva da quando l'avevano trovata.
"Io mi ricordo le cose che faccio di solito... Ma non riesco a ricordare quello che è successo negli ultimi giorni. Perché?" chiese tornando ad avere un'espressione preoccupata.
"Ora chiudi gli occhi e cerca di riposare... E domani andrà meglio vedrai".
Ziva rimase con lei fino a quando non si addormentò. Uscì dalla stanza lasciando la porta socchiusa.
 
Tony la aspettava in salotto, con un bicchiere di tè freddo e del gelato.
"Dorme?" chiese mentre lei si sedeva.
"Si... Spero che riesca a riposare. È così spaventata" disse lei prima di iniziare a mangiare.
Rimasero per un po' in salotto, poi decisero di andare a dormire.
I giorni seguenti sarebbero stati intensi e loro dovevano essere riposati e in forze per risolvere il caso e occuparsi di Zoe.
 
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"Stai ferma donna" gridò Nikolaj mentre insieme al suo complice, Sergej, cercava di legare Sarah al tavolo operatorio.
 
Erano in un garage adibito a sala operatoria.
C'erano strumentazioni obsolete e il luogo era tutto tranne che pulito.
Sarah aveva capito di essere stata ingannata. Lei era andata all'incontro con quell'uomo solo per avere un prestito. Lavorava come cameriera in una tavola calda e il suo misero stipendio non era più sufficiente da quando il marito era morto.
Doveva mantenere se stessa e la figlia e in più doveva pagare il mutuo.
Per questo quando un cliente, che si era rivelato essere Sergej, le aveva dato il numero di Nikolaj lei lo aveva contattato per un incontro.
Non che l'idea di prendere soldi da uno strozzino russo la allettasse, ma la banca le aveva negato il prestito e se non fosse riuscita a pagare la rata del mutuo entro fine mese avrebbe avuto lo sfratto.
Aveva pensato a tutto. Al fatto che il tasso di interesse sarebbe stato mostruoso.
Che probabilmente se non avesse restituito tutti i soldi si sarebbe trovata in guai seri.
Ma quello che stava succedendo non avrebbe potuto immaginarlo.
 
"Ti prego non farmi del male" disse implorando l'uomo che le si stava avvicinando con una siringa piena di un liquido trasparente.
"Ho una bambina piccola. Ha bisogno di me! Se mi liberi non dirò a nessuno chi sei. Te lo giuro" aggiunse.
"Oh lo so che hai una bambina piccola... Hai provato a temermela nascosta ma io l'ho vista. Adesso mi occupo di te poi la vado a prendere. Presto la rivedrai stanne certa... In Paradiso perché ora uccido te e poi lei" rispose Nikolaj poco prima di iniettarle l'anestetico e di farle chiudere gli occhi per l'ultima volta.
 
Una volta finito con Sarah, guardò Sergej e disse "Ora diamoci da fare e troviamo la figlia. Ma la voglio portare qui viva. Anche se adesso ci sta creando dei problemi, ci tornerà molto utile. Lo sai che valore hanno gli organi dei bambini. Diventeremo ricchi".
 
Si guardarono e risero di gusto.
 
"Ora porto questo organi ai nostri clienti, poi ci sbarazziamo del cadavere e prepariamo il piano per rapire la figlia" disse Sergej.
Nikolaj annuì con la testa. Poi prese un telo in Nylon e iniziò ad avvolgere il cadavere.
E nel frattempo pensava a cosa fare di tutti i soldi che avrebbe guadagnato vendendo gli organi di Zoe.
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Ecco il secondo capitolo!!!
 
Allora avete capito chi erano e cosa volevano questi uomini misteriosi?? O.o
OMG ma sono proprio persone pessime!
E adesso vogliono prendere pure Zoe!! Speriamo che l’Ncis sia in grado di proteggerla
 
E adesso vi starete chiedendo … Riuscirà Zoe a ricordare qualcosa di quello che è successo? O.o
 
Che ne dite … Vi piace l’idea di Tony e Ziva che si prendono cura di una bambina??? <3
Sarebbe bello fosse davvero così … Ma intanto io mi accontenterei di vedere diventare i Tiva Canon..
 
Chi ha visto il finale di stagione potrà capire la mia delusione …
Ora dobbiamo farci coraggio per arrivare a settembre senza impazzire … Una parola!! XD
 
Grazie a chi ha letto e commentato il primo capitolo!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo!!
 
Baci
Meggie <3
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

 
"Forza, ancora pochi passi e ci siamo" disse Sergej a Nikolaj mentre portavano il corpo di Sarah nello stesso furgoncino con il quale l'avevano rapita.
 
Lo avevano avvolto con attenzione in un telo di nylon per impedire che durante il trasporto sangue o altri fluidi corporei uscissero e lasciassero delle tracce del loro passaggio.
Erano più o meno le tre e mezza del mattino quando arrivarono alla discarica pubblica della città.
Avevano portato lì il cadavere, come tutte le altre volte, perché ogni mattina i rifiuti venivano bruciati all'interno dell'inceneritore.
In questo modo delle loro vittime non sarebbe rimasto nulla e nessuno avrebbe mai potuto sospettare di loro o accusarli di avere ucciso qualcuno.
Rapidi e senza fare rumore entrarono da un ingresso secondario poco illuminato e  in cui il cancello, ormai vecchio, era facile da aprire.
 
"Buttiamola in quel cassonetto e copriamola bene. Poi filiamocela, non voglio rischiare che qualcuno ci veda mentre ci sbarazziamo di lei" disse Nikolaj.
 
In meno di venti minuti erano già risaliti sul furgoncino e stavano tornando indietro.
 
"Ora dobbiamo assolutamente occuparci di quella mocciosa. Speriamo che ancora non abbia spifferato agli agenti dell'Ncis tutto quello che ha visto. Non avrei mai pensato che quella donna si sarebbe portata dietro la figlia" disse Sergej piuttosto alterato.
 
"Rilassati! È una bambina piccola e quindi molto probabilmente non sarà in grado di raccontare tutto e in più la sua testimonianza varrà poco senza alcuna prova, soprattutto ora che il cadavere di Sarah è sparito. In più ricorda che non tutti i mali vengono per nuocere. Grazie alla bambina per un po' potremmo stare in vacanza, ci farà arricchire non poco... Vedrai" spiegò Nikolaj con un ghigno di soddisfazione sulla faccia.
 
Rimase un attimo in silenzio a riflettere poi aggiunse "La cosa più importante ora è preparare un buon piano per catturarla. Ricordiamoci che è una bambina e in più se ne stanno occupando gli agenti dell'Ncis quindi non potremmo agire come al solito. Ora torniamo a casa, ci facciamo un Whisky e pianifichiamo tutto".
 
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La mattina seguente, quando Tony e Ziva si svegliarono, si resero conto che Zoe aveva dormito tutta la notte.
Forse non ricordare nulla di quello che era successo la sera prima le aveva impedito di avere incubi. E questo per il momento non poteva che essere un bene.
Quando Ziva entrò nella stanza per alzarla, vide che stava ancora dormendo.
 
"Hey Zoe..." disse scuotendola leggermente "È ora di svegliarsi".
 
La prima cosa che chiese la bambina aprendo gli occhi fu "Avete trovato la mia mamma?".
"No, mi dispiace. Ma la stiamo cercando. Ora vieni a fare colazione" disse aiutandola a scendere dal letto.
 
Zoe si sedette al tavolo della cucina, sul quale Tony aveva già preparato tre tazze.
 
Nella sua e in quella di Ziva versò del caffè e poi chiese a Zoe "Va bene del latte e un panino con il burro di arachidi per te?".
"Si... Buono!" rispose sorridendo.
 
Avevano quasi finito di mangiare quando si resero conto che Zoe fissava la tazza.
"Va tutto bene?" chiese Ziva preoccupata.
"Si... SI!" esclamò "Ora me lo ricordo!".
"Cosa ti ricordi?" disse Tony confuso.
"Ieri mi avete chiesto dov'è la mia casa e non mi ricordavo... Ma ora lo so! Ad Anacostia, in Delaware Avenue. È la casa blu con le finestre bianche! Come questa" disse indicando la casa disegnata sulla tazza.
"Fantastico!" esclamò Ziva guardando Zoe.
Poi rivolgendosi a Tony aggiunse "Chiamiamo Gibbs e diciamogli di incontrarci direttamente là".
 
Raggiunsero in fretta il luogo che Zoe aveva indicato, e quando passarono davanti alla casa la bambina gridò "È quella!" Indicandola con il dito.
 
Parcheggiarono la macchina e scesero dall'auto.
In quello stesso momento arrivò anche Gibbs.
 
"Hey capo! La casa è questa" disse indicando l'edificio. Poi si guardò intorno e chiese "Dov'è McGee?".
"Siamo riusciti a rintracciare i parenti del sergente Turner così l'ho mandato a parlare con loro. Magari sanno dirci se aveva dei problemi con qualcuno o se conosceva Sarah o Zoe" spiegò Gibbs.
Si fermarono un attimo a guardare la casa da lontano, per verificare che non ci fosse nulla di sospetto.
"Ziva tu resta con Zoe, io e Tony andiamo a dare un'occhiata" disse Gibbs iniziando a percorrere il vialetto che portava all'ingresso.
 
Anche se sospettavano che in casa non ci fosse nessuno, provarono a bussare. Non ricevendo risposta aprirono la porta ed entrarono chiamando il nome di Sarah.
Fecero tutto il giro della casa ma della madre di Zoe non c'era traccia. A quel punto Tony fece cenno a Ziva di entrare con Zoe. Gibbs pensava infatti che stare dentro casa sua aiutasse la bambina a ricordare qualcosa della sera prima.
 
"Allora" le disse "Prova a guardarti in giro e dimmi se ti viene in mente che cosa avete fatto tu e la mamma ieri".
Zoe rimase in silenzio per un po' guardando i vari luoghi della casa e cercando di ricordare il giorno prima.
"Sono un po' confusa... Mi ricordo che ieri ero qui con mamma e lei mi leggeva una favola" disse indicando un libro appoggiato sul tavolino del salotto "Poi basta... Non so come sono arrivata nel posto dove mi avete trovata... Mi dispiace".
Gibbs vide la delusione negli occhi della bambina e si affrettò a dire "Va bene... È un passo avanti".
 
"Ma dov'è la mamma? Perché non è in casa? Forse si è scordata di me..." chiese con le lacrime agli occhi guardando Ziva.
"Non credo sia possibile dimenticarsi di te Zoe... Sai sicuramente ci sarà una spiegazione. Stai tranquilla, ok?".
 
Nel frattempo Tony chiese a Gibbs se avevano avuto novità  sulla madre della bambina.
"No, nulla per ora. Abbiamo mandato una sua foto alle stazioni di polizia e agli ospedali dicendo di chiamare se la vedono".
Poi aggiunse "Prendete qualche vestito per Zoe e quello che può servirle e tornate all'Ncis. Tra poco Abby dovrebbe avere i risultati delle analisi e Ducky dovrebbe darci il rapporto autoptico. Io mi fermo a chiedere ai vicini se sanno dove possiamo trovare sua madre".
 
Misero in un borsone alcuni vestiti e varie cose della bambina e si diressero alla base.
Speravano davvero di trovare Sarah a casa. Era strano che fosse irreperibile e che non avesse ancora denunciato la scomparsa della figlia.
Da esperti del loro mestiere avevano già capito che qualcosa non andava, che probabilmente Sarah era in qualche guaio. Ma non volevano pensare al peggio e soprattutto non volevano spaventare Zoe più di quanto non lo fosse già.
 
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"Ok ci sei. Lo hai agganciato" disse uno degli operai della discarica "Ora sollevalo e riversa il contenuto nell'inceneritore".
 
L'altro fece esattamente come gli avevano spiegato. Ma quello era il suo primo giorno, la prima volta che svolgeva il suo lavoro.
Ed infatti non appena premette il pulsante per sollevare il cassone contente i rifiuti, questo si riversò completamente a terra perché non era stato agganciato correttamente.
 
"Ma che diavolo combini" gridò il sovraintendente "Guarda che disastro! Ci vorrà tutto il giorno per ripulire questo macello".
 
Accorsero in più operai per cercare di sistemare il danno causato dal nuovo arrivato.
Mentre cercavano di raccogliere tutta l'immondizia, uno di loro si accorse di qualcosa di strano. Si avvicinò, spostò una parte del telo in nylon e rimase pietrificato.
 
"Venite presto!" gridò per richiamare l'attenzione.
Andarono tutti a vedere cosa fosse successo. Avvolto nel telo c'era il corpo di una donna, tumefatto e insanguinato. Uno spettacolo raccapricciante.
 
"Ok, fermi tutti. Che nessuno tocchi il corpo. Adesso chiamo la polizia" disse il sovrintendente prendendo in mano la situazione.
 
"Dopotutto non hai fatto male a sbagliare, novellino" disse un operaio "Se non si fosse rovesciato tutto, ora questo cadavere sarebbe nell'inceneritore".
 
"Polizia?" disse il capo "Devo denunciare il ritrovamento di un cadavere alla discarica pubblica".
 
La polizia arrivò sul luogo del ritrovamento in meno di dieci minuti.
I due agenti, giunti per primi sul luogo, guardarono il corpo. Uno di loro notò qualcosa che lo fece riflettere. Tirò fuori dalla tasca un foglio con una foto e lo mise vicino al volto di Sarah.
"Chiama l'Ncis. Subito. Penso che abbiamo trovato la donna che stanno cercando".
 
 
 


Angolo dell’autrice:
 
Allora eccoci al terzo capitolo
I nostri perfidi russi questa volta sono stati sfortunati e il cadavere è saltato fuori!!
Muahahahah Ben gli sta!!!
Ora aspettiamo e vediamo che piano metteranno in atto i Russi per catturare Zoe. O.o
 
Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che hanno letto e commentato i capitoli precedenti!
Continuate a dirmi cosa ne pensate!!
 
Al prossimo capitolo,
Meggie
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

 
Nel giro di un'ora si erano già radunati tutti in ufficio.
McGee era stato a parlare con i genitori del sergente Turner ma non era riuscito a scoprire nulla di utile. Gli avevano detto che il figlio, per quanto ne sapessero loro, non aveva nemici.
"Era una persona tranquilla, si teneva lontano dai guai. Non capisco come possa essere successo" disse la madre.
Gibbs invece era stato a parlare con i vicini di casa di Sarah. Gli dissero che quel giorno non avevano notato nulla di strano. Che lei e Zoe erano due persone tranquille, che non si facevano notare troppo.
Dopo poco Abby li chiamò subito per spiegare loro quello che aveva scoperto.
"Scendete in laboratorio. E portate anche Zoe, magari riesce a spiegarci qualcosa in più di quello che è successo" disse.
 
Quando arrivarono in laboratorio Abby, come al solito, stava ascoltando la musica a tutto volume e non si accorse che erano entrati.
Zoe la studiò, confusa dallo strano modo di vestire della ragazza e dal suo discutibile gusto musicale. Inoltre, non essendosi accorta della loro presenza, aveva continuato a ballare e a dimenarsi al ritmo di quel fracasso infernale.
 
"Ciao Abby!" gridò Gibbs per attirare la sua attenzione.
 
La ragazza si girò di scatto e li vide tutti intenti a fissarla. Subito abbassò il volume della musica e disse "Ragazzi finalmente siete arrivati".
"Tu devi essere Zoe! Come sei carina" aggiunse poco prima di abbracciarla.
 
Lei la guardò cercando di inquadrarla e poi sorridendo disse "E tu sei buffa. Perché porti un collare da cane? Non hai un cucciolo a cui metterlo?".
 
Tony non riuscì a trattenere una risata ed Abby lo fulminò immediatamente con lo sguardo.
 
"Tesoro" disse Abby a Zoe "Non è per cani... A me piace metterlo. Non trovi che sia molto particolare? Se vuoi te ne regalo uno!"
"No grazie Abby" intervenne Ziva "Non credo sia un oggetto adatto ad una bambina di cinque anni".
"Però ti sta bene!" disse Zoe sorridendo.
"Grazie!" esclamò Abby soddisfatta.
 
"Comunque vi ho fatto venire qui perché ho qualcosa per voi. Intanto ho una corrispondenza per il bossolo che avete trovato. Non è di uso comune, lo si trova solo in pochi negozi specializzati nella caccia. Questi sono i nomi di due rivenditori qui a Washington" disse dando a Gibbs un post-it.
"Inoltre ho analizzato il sangue sulla maglietta. È del sergente Turner".
Poi rivolgendosi a Zoe chiese "Ci puoi spiegare come è finito lì?".
In realtà Abby aveva già capito cosa era successo ma voleva vedere se Zoe riusciva a ricordarlo.
 
Zoe la guardò perplessa. Si ricordava di avere i vestiti insanguinati ma non come se li era sporcati.
"Non lo so" disse "Io credo di essermi pulita le mani sulla maglia, perché erano sporche...".
"E come ci è finito il sangue sulle tue mani, piccola?" le chiese Ziva accarezzandole i capelli.
"Mmmm.. Non ricordo come.." rispose.
 
In quel momento entrò Ducky con il rapporto dell'autopsia del sergente.
"Confermo che la causa della morte è dovuta al proiettile che lo ha colpito in testa" disse a Gibbs.
"Credo proprio che l'assassino lo abbia freddato senza nemmeno dargli la possibilità di rendersi conto di quello che stava succedendo".
 
A sentire quelle parole a Zoe ritornarono alla mente alcune immagini della sera prima.
 
Un colpo di pistola.
Un uomo che cadeva a terra.
Il sangue che scorreva.
E le grida di una donna.
 
Iniziò a respirare affannosamente, tremava e presa dal panico afferrò la mano di Ziva.
"Che succede?" le chiese chinandosi alla sua altezza per guardarla in faccia.
"La mia mamma... L'hanno presa! Ricordo che eravamo nel vicolo e lei parlava con due uomini. Mi aveva fatto nascondere... Poi all'improvviso ha iniziato ad urlare e io mi sono spaventata..." si fermò e abbracciò Ziva.
"Hey... Tranquilla. Continua..." disse accarezzandole la schiena.
"Poco dopo è uscito un uomo dal bar. Quando ha sentito la mia mamma urlare ha detto a quegli uomini di lasciarla andare... Poi ho sentito uno sparo e sono corsa a vedere... E loro portavano via la mamma mentre l'uomo era sdraiato per terra. Ho provato a svegliarlo... Volevo che mi aiutasse... Ma lui non rispondeva e mi sono tutta sporcata. Quando mi sono accorta che i due uomini tornavano indietro mi sono nascosta... E poi siete arrivati voi".
 
Questo era un grande passo avanti. Intanto avevano capito cosa era successo al sergente Turner.
Era una vittima delle circostanze, aveva solo cercato di aiutare e quegli uomini, di cui ancora non si conosceva l'identità, lo avevano ucciso.
Inoltre adesso sapevano che la madre di Zoe era stata rapita.
 
Ritornarono tutti in ufficio e portarono qualcosa da bere a Zoe per farla calmare.
Ricordare gli eventi della sera prima l'aveva spaventata molto e non si era più staccata da Ziva. Ma loro avevano bisogno che ricordasse qualcosa in più su quei due uomini misteriosi.
Gibbs si avvicinò e chiese alla bambina se quelle persone avevano qualcosa di particolare che l'avessero colpita.
 
"Magari indossavano qualcosa di particolare, oppure parlavano in modo strano" le disse lui.
"Forse... Ma ora non mi viene in mente... Scusa" rispose un po' delusa.
"Non ti preoccupare. Sei stata molto brava oggi" disse per rassicurarla.
 
Mentre Gibbs e Ziva rimanevano in ufficio con Zoe, McGee e Tony andarono nei due negozi che Abby gli aveva indicato a cercare informazioni su due possibili clienti che magari avevano comprato quei proiettili nei giorni precedenti.
Il primo negoziante gli disse che l'ultima volta che aveva venduto quel tipo di munizioni era stato almeno 5 anni prima.
Il secondo invece aveva venduto quei proiettili a tre diverse persone nella settima precedente ma non avrebbe dato alcun nome senza un mandato.
"Mi è già successo altre volte che dei poliziotti venissero a chiedermi informazioni. Non voglio finire nei guai. Il mio avvocato mi ha detto di aspettare il mandato per dire questo genere di cose".
Tony provò ad insistere ma l'uomo non cedette.
 
 
Non appena rientrarono spiegarono a Gibbs la situazione. Stava per sollevare il telefono per chiedere il mandato quando il cellulare squillò.
"Parlo con l'agente Gibbs? Sono l'agente Parker della polizia, penso di aver trovato la donna che cercavate" disse.
"Si sono io. Dove?" rispose sperando che Sarah si trovasse in un ospedale o alla centrale della polizia.
"Alla discarica pubblica, signore. L'hanno ritrovata alcuni operai circa un'ora fa. Era dentro un cassonetto".
"Ok. Arriviamo" disse chiudendo la telefonata.
 In quel momento si sentì male pensando a Zoe. Decise però di aspettare a dirle qualsiasi cosa; prima voleva vedere con i suoi occhi che si trattasse di Sarah.
"Dobbiamo andare alla discarica pubblica. Ziva porta Zoe da Abby e raggiungici al parcheggio" comandò Gibbs.
 
 I tre agenti si guardarono perplessi.
"Cosa c'è alla discarica capo?" chiese Ziva confusa.
"David! Non discutere e fai quello che ti ho detto. Muoviti".
Sentendo il tono che Gibbs aveva usato, Ziva capì che qualcosa non andava e che molto probabilmente la chiamata riguardava la madre di Zoe.
 
Portò la bambina da Abby e le chiese di tenerla finché non fossero tornati.
"Adesso resta qui. Vedrai che ti divertirai un sacco. Sono sicura che Abby ti farà conoscere Bert" le disse.
"Chi è Bert?" chiese curiosa Zoe.
"È il mio ippopotamo!" esclamò.
Ziva vide che Zoe si stava già distraendo così la salutò e raggiunse gli altri.
 
Arrivati alla discarica andarono immediatamente a vedere il corpo. Speravano davvero che l'agente Parker si fosse sbagliato, che avesse preso un abbaglio.
Ma non appena videro la donna capirono che non c'era stato nessun errore.
Quella era Sarah.
E quando Ducky iniziò ad analizzare il corpo capì subito cosa era successo. Voleva prendere la temperatura dal fegato ma si rese ben presto conto di non poterlo fare.
"O mio Dio!" esclamò "Che cosa orribile".
"Che c'è Ducky?" chiese Tony.
"Credo che siamo di fronte ad una caso di traffico di organi. Guardate queste ferite ancora aperte. Le hanno preso tutti gli organi che si possono trapiantare. E poi l'hanno abbandonata qui" spiegò il medico.
"Che Dio abbia pietà della sua anima" aggiunse Palmer.
 
Finirono i rilevamenti e risalirono in macchina per tornare all'NCIS.
Restarono in silenzio per buona parte del viaggio. Erano tutti sconvolti da quello che avevano scoperto.
Tony notò la preoccupazione negli occhi di Ziva.
"Amore" le disse prendendole la mano "Va tutto bene?".
"Si" rispose in modo brusco guardando Tony.
"In realtà no. Cosa diciamo ora a Zoe? È così ingiusto..." aggiunse avvicinandosi a lui e appoggiando la testa sulla sua spalla.
Lui la strinse e disse "Già... Davvero. Ma la faremo pagare a chi ha fatto questo".
                                                                                                                                              
 
 
 
Angolo dell’autrice:
 
Allora … Siamo già al quarto capitolo! Dal prossimo capitolo entreremo nel vivo della storia!!

Ora hanno ritrovato il corpo di Sarah … Come faranno a dirlo a Zoe?
E i nostri “amici” russi che piano avranno in mente?
Scoprirete tutto nel prossimo capitolo!

Intanto grazie a chi legge e anche a chi commenta!

Baci
Meggie <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

 
 
Rientrarono in ufficio piuttosto sconvolti.
Avevano appena visto una scena raccapricciante e in più ora dovevano trovare un modo per spiegare alla piccola Zoe perché la mamma non sarebbe più tornata a prenderla.
 
"Come spieghi ad una bambina di cinque anni che la madre è morta e che ora lei è completamente sola?" disse Ziva a Gibbs sedendosi alla scrivania.
"È una cosa terribile, impossibile da spiegare. Ma dobbiamo farlo prima o poi. Non possiamo nasconderglielo ancora per molto, ha cinque anni ma non è stupida" rispose Gibbs.
Poi aggiunse "Ora chiamo Abby, faccio portare su Zoe e glielo diciamo".
 
Si scambiarono tutti un'occhiata come per dire "Però glielo dici tu" ma nessuno ebbe il coraggio di offrirsi per parlare alla bambina.
A quel punto Ziva fu presa dal panico. Lei che si era sempre considerata una che non crolla davanti a nulla, che non si lascia andare nemmeno davanti alle scene più strazianti ora non poté fare a meno di congedarsi e andare verso il bagno.
 
Tony la guardò e capì immediatamente cosa stava succedendo. Decise di seguirla ed entrò nel bagno delle donne poco dopo di lei.
Chiuse la porta a chiave per avere un po' di privacy e la guardò china sul lavandino mentre a fatica cercava di non piangere.
Si avvicinò e senza dire nulla la strinse forte.
Le diede un bacio sui capelli e le disse "Puoi piangere se vuoi, nessuno penserà che tu sia debole. È normale stare male davanti a cose di questo tipo".
A sentire quelle parole, Ziva non riuscì più a trattenere le lacrime. Si lasciò andare e pianse a lungo. Tony rimase in silenzio, si limitò ad abbracciarla e ad accarezzarle la schiena.
Lentamente si calmò.
"Grazie" disse asciugandosi le lacrime. Poi guardò la camicia di Tony e disse "Te l'ho tutta sporcata con il mascara".
"Non importa" rispose lui ridendo "Mi preoccuperei di più di tutto il trucco che ti si è sciolto sulla faccia" Ziva si guardò allo specchio e rise.
"Sembri un panda" aggiunse lui.
Si sciacquò il viso, poi prese la mano di Tony e disse "Andiamo, Gibbs ha ragione. È inutile rimandare".
 
Quando ritornarono alle scrivanie Zoe era già lì ad aspettarli. Abby l'aveva fatta sedere sulla scrivania di Ziva e la bambina stava ancora giocando con Bert.
"Tutto bene" chiese Gibbs a Ziva.
"Più o meno" rispose lei.
 
Si avvicinarono tutti a Zoe ma nessuno parlò. Era difficile trovare le parole.
Lei li guardò piuttosto spaventata "Che faccia seria avete. Ho fatto qualcosa di male?" chiese.
"No, tesoro. Ma dobbiamo dirti una cosa" iniziò Gibbs.
"Sulla mia mamma?" chiese.
"Si... Vedi lei... Non può tornare a prenderti.." cercò di spiegare Tony nel modo più delicato possibile.
"Non può tornare adesso? E quando allora?" domandò sconvolta.
"Zoe... Lei non tornerà più... È andata via per sempre" disse Ziva sperando che capisse.
"È andata via per sempre? E dove è andata? Non potete andare a riprenderla?" disse con le lacrime agli occhi.
La guardarono tutti senza dire nulla e in quel momento Zoe capì cosa cercavano di dirle.
"È andata con il mio papà? È morta?" chiese.
"Si piccola" le disse Gibbs.
Zoe scoppiò a piangere.
"Con chi sto io adesso? Io voglio la mamma!" disse tra i singhiozzi.
Ziva la prese in braccio per farla calmare, ma Zoe piangeva sempre più forte.
"Shhh, calmati o ti sentirai male..." le disse.
 
Rimasero tutti lì a lungo, Zoe continuava a piangere in braccio a Ziva.
Poi all'improvviso McGee ricevette una chiamata. Era la polizia di Baltimora che lo informava che anche loro avevano avuto casi analoghi. McGee aveva infatti diramato un comunicato a tutte le stazioni di polizia per sapere se era successo anche altrove.
 
"Capo" disse Tim "Mi dicono che nello scorso anno a Baltimora hanno avuto tre omicidi irrisolti come questo. Domani ci porteranno i fascicoli".
"Bene" disse Gibbs "Andate tutti a casa ora. È stata una lunga giornata e domani non sarà migliore".
"Non dovremmo chiamare i servizi sociali?" chiese McGee.
"Non mi sembra il caso di chiamarli proprio stasera. Zoe è sconvolta... Risparmiamole questo trauma per oggi" intervenì Ziva che era appena riuscita a farla calmare.
"Ziva ha ragione, inoltre potrebbe ricordare qualcosa dei rapitori, quindi meglio che stia ancora con noi".
 
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Sergej e Nicolaj erano appena rientrati in macchina dopo essersi introdotti in casa di Tony e Ziva e aver piazzato qualche telecamera nelle stanze per tenerli d'occhio.
Ne avevano messe alcune in salotto, nelle camere da letto e in cucina.
 
"Allora ripassiamo bene il piano" disse Nicolaj chiudendo lo sportello "Ora dobbiamo sorvegliare i federali. Soprattutto i due che si occupano della mocciosa".
"Li seguiremo da casa al lavoro e dal lavoro a casa. Ovunque andranno noi saremo la loro ombra. Poi io mi fingerò il fattorino addetto ai distributori di merendine e li controllerò anche dall'interno" aggiunse Sergej.
"Perfetto. Stasera ci apposteremo sotto casa loro... Cerchiamo di capire le loro abitudini e tra qualche sera agiremo... Appena saranno andati a dormire entriamo e senza fare rumore rapiamo la bambina. Non appena sarà nostra prendiamo ciò che ci serve e ci sbarazziamo del corpo. Questa volta senza fare errori. Questo imprevisto ci ha già provocato troppi guai" concluse Nicolaj.
I due si guardarono soddisfatti del loro piano.
Alzarono i bicchieri pieni di liquore e dissero "Alla buona riuscita della nostra operazione! Che ci arricchisca e ci faccia stare tranquilli per un po'!".
Poi si prepararono per uscire. Dovevano iniziare a controllare Tony e Ziva.
 
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Portarono Zoe a casa. Non sapevano come comportarsi, volevano cercare di tenerla tranquilla.
Entrati nell'appartamento Tony disse "Mentre prepariamo qualcosa da mangiare ti va di vedere un bel film? Ho anche dei cartoni animati se hai voglia".
Zoe lo guardò senza rispondere. Aveva di nuovo lo stesso sguardo fisso nel vuoto di quando l'avevano trovata sulla scena del crimine.
"Vieni a vedere, guarda che televisore. Me lo ha regalato Ziva, sai? Cosa vuoi vedere?" disse sperando in una risposta.
"Avete E.T.? Con la mamma lo vedevo sempre..." rispose.
"Hey! Hai buon gusto, un classico di Steven Spielberg. Eccolo" disse mettendo il dvd nel televisore e facendo partire il film.
Fecero per andare entrambi in cucina ma Zoe li fermò "Non state con me? Non voglio stare qui da sola...".
"Resto io a farti compagnia" disse Ziva sedendosi di fianco a lei sul divano "Lasciamo che Tony ci prepari qualche specialità italiana".
 
Cenarono e poi finirono di vedere il film. Zoe si addormentò prima della fine così la portarono a letto e lasciarono che riposasse.
Andarono anche loro a letto e Tony notò che Ziva non riusciva a prendere sonno.
"Brutti pensieri bella Ninja?" le chiese.
"Si... Non posso pensare che ora Zoe non ha più nessuno, che sta soffrendo e io capisco quello che sta provando... Non sono cose a cui deve pensare una bambina" rispose.
"Noi non possiamo ridarle la madre ma l'aiuteremo. Ok? Vieni qui e cerca di dormire" disse aprendo le braccia e facendola appoggiare a lui.
Sentendo il calore del corpo di Tony, Ziva si sentì subito meglio.
"Ti amo" disse.
"Anche io, non sai quanto" rispose lui.
Dopo poco si addormentarono, ignari di essere spiati, inconsapevoli del fatto che qualsiasi cosa dicessero sarebbe stata ascoltata dalle persone che volevano rapire Zoe.
Pensavano che fosse al sicuro e invece qualcosa di brutto stava per accadere.
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice:
 
Ciao!!
Allora avete visto? Sono saltati fuori dei casi analoghi…
Chissà se riusciranno a capire chi c’è dietro questi omicidi o anche questa volta sarà Zoe a doverli aiutare! O.o
 
E poi…  Ecco che si scopre il piano dei russi per rapire Zoe.
Secondo voi la rapiranno oppure Tony e Ziva riusciranno ad impedirlo?
 
Mi dispiace ma dovete aspettare fino a venerdì prossimo per scoprirlo…
Alessia… So che per questa mia ultima affermazione mi ucciderai! Ahahah XD

Grazie a tutti quelli che hanno letto e commentato lo scorso capitolo.

Baci
Meggie
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

 
Il mattino seguente quando arrivarono al lavoro, McGee era già in ufficio e stava studiando i fascicoli dei vecchi casi.
 
"Buongiorno" disse guardandoli entrare con Zoe.
"Allora McGee c'è qualcosa di interessante in quei vecchi fascicoli?" chiese Tony avvicinandosi.
"Ho appena iniziato a leggere, per ora nulla. Tieni prendine uno e guarda anche tu se riesci a trovare qualcosa" disse McGee passandogli un fascicolo.
Poi guardò Zoe e chiese "Come sta?".
 
Tony si voltò e guardò Ziva e la bambina. L'aveva fatta sedere alla sua scrivania e le aveva dato un foglio e delle matite colorate per disegnare.
"Da quando si è svegliata non ha ancora detto una parola. Hai controllato se ha qualche parente che possa prendersi cura di lei?" rispose Tony.
"Ho controllato e non c'è nessuno, sua madre era l'unica famiglia che aveva".
 
In quel momento arrivò Gibbs.
Nonostante la giornata fosse appena iniziata era già di pessimo umore e iniziò a dare ordini senza nemmeno salutare.
"David, McGee è arrivato il mandato per farvi dare i nomi delle persone che hanno acquistato i proiettili ritrovati sulla scena del crimine. Andate dal negoziante e non ritornate senza quello che ci serve. DiNozzo tu resti qui e studi alla perfezione questi fascicoli. Lavoravi a Baltimora, conoscerai i poliziotti che hanno lavorato su questi casi. Trova qualcosa".
"Ok capo" rispose Tony "Tu dove vai?" aggiunse vedendo che si dirigeva all'ascensore.
"Da Ducky" rispose poco prima che le porte si chiudessero.
Ziva prese le sue cose e prima di uscire con McGee disse a Zoe "Ora resta qui con Tony, io torno fra un po' ".
 
"Hai scoperto qualcosa Ducky?" chiese Gibbs entrando in sala autopsie.
"Jethro. Si vieni" disse il dottore invitandolo ad avvicinarsi al corpo di Sarah.
"Analizzando il corpo ti posso dire che le hanno espiantato gli organi prima che morisse. L'esame del sangue ha evidenziato che l'hanno anestetizzata con i medicinali usati in ospedale. Questo mi porta a pensare che uno degli uomini fosse un medico, o che comunque qualcuno capace di reperire e dosare i medicinali li abbia aiutati. Inoltre guardando attentamente i tagli ho scoperto che sono state due persone diverse ad eseguire l'operazione" disse Ducky.
"Da cosa lo hai dedotto?" chiese Gibbs curioso.
"Beh vedi, alcune ferite sono state fatte da una persona mancina, le altre da una persona destrorsa. È impossibile che una sola persona, seppur ambidestra, riesca a fare tagli così precisi con entrambe le mani. E questo mi fa pensare che siano stati i rapitori che ha visto Zoe ad uccidere Sarah e a prenderle gli organi. Probabilmente erano due medici" concluse.
"Grazie" rispose Gibbs uscendo dalla sala autopsie.
 
Tornando verso le scrivanie incrociò un uomo vestito da fattorino. Rimase interdetto, non lo aveva mai visto prima. Di solito gli addetti ai distributori automatici erano sempre gli stessi.
Ma non diede peso alla cosa e tornò alla scrivania. L'uomo lo guardò procedere fino alla scrivania e buttò l'occhio su Zoe.
 
Dopo un paio di ore erano di nuovo tutti in ufficio.
"Ditemi cosa avete scoperto" chiese Gibbs.
                                           
"Ho fatto varie telefonate e sono riuscito a scoprire che tutte e tre le vittime erano senza soldi e praticamente senza famiglia. Facili prede per persone senza scrupoli come queste. Probabilmente le hanno avvicinate promettendo loro aiuto, magari dei soldi. Ma è difficile da dire non avendo famigliari a cui chiedere" disse Tony.
 
"La mamma me lo aveva detto!" esclamò Zoe alzandosi dalla sedia.
Si girarono tutti sorpresi.
 
"Cosa ti aveva detto?" le chiese Gibbs.
 
"Mi ha detto che quella sera saremmo andate in un posto e che delle persone ci avrebbero prestato dei soldi. Così potevamo pagare i debiti e non ci prendevano la casa" spiegò.
 
Ziva le si avvicinò e le chiese "Quindi tu e la mamma siete andate al bar e lì avete incontrato i due uomini di cui ci hai parlato? Te li ricordi?".
"Credo di averli visti, ma le facce non le ricordo... Però, anche se parlavano la nostra lingua ogni tanto uno diceva delle parole strane".
"Parole strane? Tipo in un'altra lingua?" chiese Tony.
"Non lo so... Non si capiva nulla..." rispose Zoe.
"Però sono sicura che loro all'inizio le hanno fatto delle domande, tipo quanti soldi voleva e poi ad un certo punto le hanno detto che era stata una stupida a credere che l'avrebbero aiutata e l'hanno presa. E ogni tanto parlavano tra di loro in un'altra lingua. Sono sicura" aggiunse.
"Forse poteva essere russo. Il negoziante ci ha detto che uno dei clienti aveva un accento straniero e mentre era lì ha risposto al telefono e ha parlato in russo" spiegò McGee.
 
"Come si chiamava?" chiese Gibbs.
"Adam Harris capo... Ma il computer mi dice che non esiste. Deve aver fornito un nome falso" disse McGee.
"Ok... DiNozzo e David continuate con i casi di Baltimora, McGee hai le riprese delle telecamere del negozio?" disse Gibbs.
"Si capo. Le metto subito" rispose Tim.
Gibbs prese Zoe, la fece sedere di fianco a McGee e le disse "Guarda queste riprese e dicci se vedi uno degli uomini che hanno fatto male alla mamma".
 
Nel frattempo Tony, si accorse di un particolare.
"Capo" disse "In tutti e tre i casi di Baltimora i corpi sono stati ritrovati al porto a distanza di poche settimane uno dall'altro. Poi niente per un anno, fino al ritrovamento del corpo di Sarah alla discarica pubblica. Penso che gli assassini abbiano cambiato luogo in cui abbandonare i corpi per evitare che venissero ritrovati. Magari ci sono stati molti più omicidi di quelli che abbiamo scoperto".
 
Proprio mentre Tony diceva queste parole Zoe gridò "È questo l'uomo che ho visto nel vicolo!"
Gibbs andò subito a vedere e si rese conto che era lo stesso uomo che aveva visto la mattina. Quello vestito da fattorino.
"È stato qui" disse.
Lo guardarono tutti perplessi.
"Era travestito. Probabilmente è venuto qui per spiarci, vorrà prendere anche Zoe. Ziva portala subito a casa e presta molta attenzione. Tony continua con i casi di Baltimora e tu McGee cerca di identificare l'uomo" ordinó Gibbs.
 
 
In quel momento Sergej, ancora vestito da fattorino, attraversò l'ufficio e si diresse all'ascensore guardando la scena. Non appena si rese conto di essere stato scoperto sentì il panico assalirlo.
 
Una volta arrivato al parcheggio corse in macchina dove ad aspettarlo c'era Nicolaj.
"Allora come è la situazione?"
"La bambina è riuscita ad indentificarmi dalle riprese delle telecamere del negozio in cui compriamo i proiettili. Accidenti!" gridò Sergej.
"Per la miseria!" urlò Nicolaj, poi prese un respiro e disse "Calmiamoci. Hai sentito altro?".
"Si. Adesso la bambina e la donna vanno a casa, mentre l'uomo resta in ufficio. Cosa ne dici, è il momento giusto?" chiese Sergej.
"Direi che è perfetto. Facciamogli vedere di cosa siamo capaci" concluse Nicolaj mettendo in moto la macchina e dirigendosi all'appartamento di Tony e Ziva.
 
Erano già sotto il palazzo quando le videro rientrare in casa.
"Prendi con te il coltello, niente pistola è troppo rumorosa" ordinò Nicolaj.
"Sono pronto, mettiamo a tacere la mocciosa una volta per tutte. Ma prestiamo attenzione alla donna, mi sembra un osso duro" aggiunse Sergej.
"Dici? Beh allora facciamo così: prima mettiamo fuori combattimento lei è poi prendiamo la bambina. Andiamo" disse uscendo dalla macchina ed entrando nel palazzo.
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Con un po' di ritardo rispetto al solito ecco il capitolo 6!!! XD
Allora avete visto... Finalmente hanno individuato Sergej... Ma ancora non si sono resi conto del loro piano!!
 
In realtà il capitolo era più lungo e quindi ho dovuto dividerlo in due parti... Quindi vi toccherà aspettare il prossimo capitolo per vedere cosa succederà!
Sorry... Ma un po' di suspance fa sempre bene!! No?! XD
 
So che non sei d'accordo con questa ultima affermazione Alessia... Ahahahahaha
 
A presto!
Meggie
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 
Appena entrante in casa, Ziva si assicurò di chiudere bene la porta.

"Allora Zoe" chiese prendendo per mano la bambina e portandola in salotto "Cosa vuoi fare mentre aspettiamo che Tony torni a casa per la cena?".
"Mmmm... Forse potremmo guardare qualcosa alla televisione. Avete tanti film" disse Zoe avvicinandosi al televisore.
"Va bene allora scegliamo qualcosa di divertente... Questi film sono tutti di Tony. Lui adora il cinema" spiegò Ziva mentre cercava un film adatto ad una bambina di cinque anni.
"Dino è molto simpatico" disse la bambina avvicinandosi a Ziva "E anche tu sei simpatica".
"Dino?" chiese Ziva ridacchiando.
"È il soprannome che ho dato a Tony. Dici che gli piace?".
Ziva guardò Zoe e sorridendo le disse "Credo di si... A lui piacciono molto i soprannomi".
"Che bei capelli hai... Mi piace la tua treccia! Fai anche a me le treccine? Mamma me le faceva sempre" chiese Zoe.

Si sedettero sul divano e Ziva le fece le trecce.
"Va bene così?" le chiese.
Zoe annuì soddisfatta.

Ziva la prese in braccio e avvicinandosi alle mensole sulle quali Tony aveva sistemato tutti i sui film disse "Allora vediamo che cosa possiamo guardare..." disse spostando qualche dvd.
Proprio mentre estraeva un film si accorse della presenza di una piccolissima telecamera. Senza spaventare Zoe, che era ancora in braccio a lei, si spostò verso la libreria e si accorse che per tutto il salotto era state sparse microcamere.
"Che succede?" chiese la bambina vedendo la faccia preoccupata di Ziva.
"Nulla" rispose lei "Ma adesso devi andare in camera e chiuderti dentro ok?!".
"Perché?!" chiese Zoe spaventata.
"Tranquilla... Fai come ti dico, ti chiudi a chiave dentro la stanza e ti nascondi nell'armadio. E non apri la porta finché non ti vengo a bussare io. Va bene? Sarà come giocare a nascondino" disse portandola verso la stanza.
"Ma io ho paura" rispose piangendo "Ziva, non puoi rimanere con me? Ti prego...".
Ziva le diede un bacio sulla fronte mentre la faceva entrare nella camera "Non piangere... Vengo presto ok?".
 
Zoe annuì, chiuse la porta a chiave e si diresse verso l'armadio a muro che stava di fronte al letto. Poco prima di entrarci perse con se il telefono che era appoggiato sopra al comodino.
 
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Nicolaj e Sergej stavano silenziosamente salendo le scale che portavano all'appartamento.
Arrivati davanti alla porta Nicolaj tirò fuori il grimaldello per poter aprire la serratura.
Non voleva sfondare la porta, sarebbe stato troppo rumoroso e i vicini si sarebbero accorti che qualcosa non andava.
Iniziò a lavorare cercando di forzare la serratura senza farsi notare.
Dopo nemmeno un minuto riuscì nel suo intento.
Aprì la porta e lui è Sergej si introdussero nell'appartamento.
 
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Dopo aver lasciato Zoe nella camera, Ziva corse a prendere il cellulare che aveva dentro la borsa e chiamò Tony.
"Dimmi Ziva" disse lui.
"Mandate subito qualcuno qui, è pieno di telecamere in casa nostra! Ci stavano sorvegliando" spiegò mentre tirava fuori la pistola e controllava la strada dalla finestra.
"Ma voi state bene?" chiese Tony mettendo il vivavoce di modo che tutti potessero ascoltare.
"Si, ho fatto chiudere Zoe in camera e le ho detto di nascondersi nell'armadio. Dalla finestra riesco a vedere un furgoncino bianco, non si è mai visto da queste parti... La targa è 767...". In quel momento Ziva sentì la porta aprirsi.
Si ricordava bene di averla chiusa a chiave, così si girò di scatto puntando la pistola verso l'ingresso.
"Fai silenzio, è entrato qualcuno" disse a Tony.
"Resisti, stiamo arrivando" disse lui per rassicurarla mentre correvano tutti alla macchina.
A passi lenti si diresse verso la porta, vide che era aperta ma non c'era nessuno.
Allora ritornò verso il salotto e fu proprio in quel momento che qualcuno la colpì alla schiena facendola cadere.
"Ziva!" urlò Tony all'altro capo del telefono, ma ormai la linea era caduta.
 
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"Capo" disse Tony cercando di restare calmo "Pensi che riusciranno a prendere Zoe?".
"Io credo che Ziva farà di tutto per proteggerla" rispose.
"Ma credi che Ziva ce la farà a ..." Tony non riuscì a finire la frase. Sapeva che anche Ziva era in grave pericolo.
Gibbs accelerò, stavano già andando veloci ma adesso avevano veramente fretta di arrivare da Ziva. Anche lui era preoccupato per quello che poteva succedere se quegli uomini fossero riusciti a prenderle.
 
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Ziva sia alzò immediatamente. Anche se stranamente non si era accorta della presenza di quegli uomini era pur sempre una Ninja capace di battersi fino alla morte.
Cominciò a lottare con uno degli uomini. Era veramente forte e faticava a tenergli testa.
Mentre Nicolaj stava combattendo con Ziva, Sergej era alla ricerca di Zoe.
Quando però si accorse che Ziva stava mettendo in difficoltà il suo amico, interruppe la ricerca e si buttò nel combattimento.
Senza perdere troppo tempo prese in coltello che teneva legato in cintura e lo conficcò nella schiena di Ziva.
Lei urlò per il dolore, ma come le avevano insegnato continuò a lottare. Non poteva lasciare che prendessero Zoe.
A quel punto Sergej l'accoltellò di nuovo.
Ziva gridò ancora, ma questa volta il dolore fu troppo forte e cadde a terra priva di sensi.
 
 
Zoe era chiusa dentro l'armadio e riusciva a sentire tutto quello che stava succedendo nell'altra stanza.
Sentì Ziva gridare più di una volta.
Presa dal panico compose sul telefono, l'unico numero che conosceva, l'unico che le aveva insegnato sua madre: il 911.
"È il numero per le emergenze" le aveva detto "Usalo solo se ti trovi in pericolo e se hai bisogno di aiuto".
Quando la ragazza del centralino rispose Zoe era in lacrime "Per favore, aiutami" disse.
"Come ti chiami?" le chiese.
"Zoe...".
"Mi puoi dire quanti anni hai e cosa sta succedendo?" le chiese cercando di farla stare calma.
"Cinque... Ti prego sono nascosta dentro l'armadio e stanno facendo male a Ziva" rispose disperata.
La ragazza del centralino non riusciva a capire cosa stava succedendo perché Zoe era troppo agitata.
"Calmati e spiegami cosa succede" le disse.
"Ci sono due uomini, vogliono prendermi e io sono nascosta... Manda qualcuno ad aiutarmi" disse.
"Ok, dove abiti?" le domandò.
"Io non lo so.... Ti prego aiuta Ziva, sta urlando e non so cosa le stanno facendo..." disse sempre più spaventata.
"Senti piccola, non riattaccare. Lascia il telefono acceso che rintraccio la chiamata e ti mando qualcuno per aiutarti" le spiegò.
"Ok... Ma fai veloce..." implorò.
 
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Proprio mentre Zoe stava facendo la telefonata i Russi si affrettarono a portare via Ziva.
"Bene" disse Nicolaj "Portiamo via la donna e poi occupiamoci della nanerottola. Ci ha già dato troppi problemi".
"Non vedo l'ora di prendere gli organi di questa puttana" disse riferendosi a Ziva "Mi ha rotto il naso! L'avevi detto che era un osso duro!"
A quel punto lui è Sergej l'alzarono di peso e assicurandosi che nessuno li vedesse portarono Ziva nel furgoncino.
 
Sergej nell'accoltellarla era stato ben attento a non provocarle ferite mortali o che potessero rendere inutilizzabili gli organi.
 
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Zoe sentì che qualcuno cercava di aprire la porta.
Trattenne il fiato cercando di non fare il minimo rumore.
Poi la porta si spalancò, quelli che cercavano di aprirla l'avevano sfondata per riuscire ad entrare.
La bambina era nel panico, sapeva che le persone che avevano ucciso sua madre la stavano cercando. Si raggomitolò nel fondo dell'armadio sperando che nessuno la vedesse. Poi chiuse gli occhi e aspettò.
Per qualche secondo si sentì un rumore di passi svelti per la stanza e all'improvviso le porte dell'armadio si aprirono e Zoe poté vedere chi era entrato.
 







Angolo dell’autrice:
 
Hey!
Con grande anticipo ecco il settimo capitolo!!!!
Vi starete chiedendo come mai… Beh oggi ho fatto un’esame all’università ed è andato bene benissimo!!! E per questo devo anche ringraziare ALESSIA che mi ha sostenuto e mi ha dedicato una bellissima OS (Breathe!!! LEGGETELA SE AVETE VOGLIA).
Quindi presa dalla gioia, e anche grazie all’insistenza  di… SEMPRE ALEEEE ho deciso di pubblicare!!
Perciò questo capitolo è dedicato a te Ale!! XD

 
Quindi… OMG avete visto cosa è successo???
Povera Ziva… E Zoe?? A lei cosa succederà???
Non vi resta che aspettare il prossimo capitolo!!!
Baci
Meggie
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


  Capitolo 8

Per qualche secondo si sentì un rumore di passi svelti per la stanza e all'improvviso le porte dell'armadio si aprirono e Zoe poté vedere chi era entrato.

"Ti prego non farmi male!" gridò Zoe guardando in faccia l'uomo che aveva appena spalancato le porte dell'armadio.
Subito dopo aver pronunciato queste parole si rese conto di chi c'era di fronte a lei.
"Hey piccola, sei tu Zoe?" chiese il soccorritore dell'ambulanza che era arrivata a casa loro in seguito alla chiamata della bambina.

Lei lo guardò terrorizzata. Non sapeva se fidarsi o meno, in fondo poteva benissimo essere una trappola e dopo gli eventi di quei giorni fidarsi degli sconosciuti era difficile.

"Forza esci dall'armadio. Sei ferita?" le chiese l'uomo porgendole una mano per farla uscire.

"No..." disse Zoe. Proprio in quel momento entrò Tony nella stanza.
Tirò un sospiro di sollievo nel vedere che Zoe non era ferita, ma si accorse subito di quanto fosse spaventata.
Era davvero troppo per una bambina di soli cinque anni.

"Dino!" girdò Zoe correndogli incontro. Si buttò tra le sue braccia piangendo disperata.
Tony la prese in braccio e iniziò ad accarezzarle i capelli per calmarla.
"Shhh sta tranquilla, non è successo niente. Va tutto bene" le disse sperando che smettesse di piangere.
Ma sapeva benissimo che era una bugia. Ziva era sparita e in salotto c'era del sangue. E questo non era certo un buon segno.
"Dov'è Ziva? L'ho sentita gridare" chiese Zoe.

Tony non rispose, non sapeva cosa dirle. Che era stata rapita come sua madre? Che con grande probabilità era già morta? Non voleva pensarci nemmeno lui. Se avesse dato il tempo alla sua mente di pensare a quelle cose sarebbe impazzito, mentre in quel momento doveva mantenere la calma. Per Zoe.

La fece sedere sul letto, le asciugò le lacrime e le chiese di raccontare cosa era successo. Proprio in quel momento anche Gibbs, che era rimasto in strada per vedere se riusciva ad individuare il furgoncino, entrò nella stanza. 

"Stavamo scegliendo un film da guardare e all'improvviso Ziva è diventata nervosa, mi ha portata in camera e mi ha fatto nascondere qui" spiegò Zoe.

"Probabilmente si era resa conto che c'erano le microcamere sparse ovunque" affermò Tony guardando Gibbs.

"Dimmi Zoe, che cosa hai sentito da dentro l'armadio?" chiese Gibbs.

"C'erano dei rumori, cose che cadevano. Poi Ziva ha urlato... Io mi sono spaventata tanto e ho chiamato il 911 e..." si fermò un attimo per riprendere fiato "Quando ho sentito che qualcuno entrava nella stanza pensavo che fossero tornati per uccidere me!".

"Tony prendi Zoe e andate a casa mia, noi intanto interroghiamo i vicini e cerchiamo di scoprire dove hanno portato Ziva" disse Gibbs dandogli le chiavi di casa.

Zoe guardò Tony ancora più spaventata di prima, ancora lui non le aveva detto che Ziva era stata rapita.
Senza bisogno che lei parlasse Tony la rassicurò "Tranquilla... La ritroveremo".
"Me lo avevate detto anche per la mia mamma... Non voglio che Ziva muoia" rispose lei.

Tony prese alcune cose che potevano servirgli e si diresse a casa di Gibbs con Zoe.

McGee e Gibbs rimasero invece in casa per i rilevamenti. Trovarono alcuni pezzi di vetro, provenienti dal tavolino del salotto, ricoperti di sangue. Probabilmente era quello di Ziva ma per averne la certezza dovevano aspettare che Abby eseguisse i test.
Mentre McGee portava ad Abby tutte le prove che avevano raccolto, Gibbs rimase a fare alcune domande al portiere del palazzo in cui abitavano Tony e Ziva.

"Ha visto per caso degli uomini entrare nel palazzo un'ora fa?" chiese.
"No signore, chiunque voglia salire ai piani deve passare davanti a me e se non sono sicuro che siano persone conosciute chiedo i documenti. Qui non è entrato ne uscito nessuno" spiegò il portiere.

"Possono avere utilizzato qualche altro ingresso?" domandò Gibbs cercando di capire come avevano fatto ad entrare e poi uscire con Ziva senza farsi notare.

"L'unico altro accesso è l'uscita di emergenza... Ma se qualcuno la apre dovrebbe scattare l'allarme" disse portando Gibbs alla porta.

Quando provarono ad aprirla si resero conto che nessuno allarme suonava.
"L'avranno manomessa" commentò Gibbs.
Proprio in quel momento arrivò uno dei vicini di casa di Tony e Ziva.

"Forse posso esservi utile. Ho sentito quello che è successo e posso dirvi che mentre tornavo a casa ho visto un furgone bianco partire a tutta velocità dal parcheggio qui davanti al palazzo" spiegò.
"Ok... Ha visto che direzione prendeva?" chiese Gibbs.
"Si dirigeva verso la superstrada... Mi ha colpito perché su un lato c'era il nome di una lavanderia che però non è di questa zona" disse l'uomo.
"Che nome aveva?".
"Wash and Dry. È della zona di Georgetown, lo so perché fino all'anno scorso abitavo là" concluse lui.
"Grazie" concluse Gibbs tornando alla base.

Nel frattempo McGee era andato a portare le poche prove che avevano raccolto ad Abby.
Non appena entrò in laboratorio fu assalito dalle mille domande dell'amica.
"Timmy non dirmi che hanno preso Ziva!" disse lei preoccupata.
"Si Abby... E dobbiamo sbrigarci a ritrovarla" rispose lui cercando di calmarla.
"O mio Dio, o mio Dio! Che cosa orribile... Non può succedere anche a Ziva... Non..." iniziò a dire lei.
McGee la prese per le spalle e scuotendola disse "Abby! Calmati e analizza queste prove. Se vogliamo aiutare Ziva devi mantenere il controllo".
La ragazza si ricompose e si mise subito al lavoro, determinata come non mai.

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Ziva si risvegliò in un luogo buio e umido con un forte dolore alla schiena. Cercò di muoversi ma si accorse di essere legata ad un tavolo. In un attimo riacquistò la lucidità e si ricordò di quello che era successo poco tempo prima in casa sua. 
Si rese anche conto del fatto che con grande probabilità era stata portata nello stesso luogo in cui avevano ucciso la madre di Zoe.

"Ben svegliata!" le disse Sergej con un ghigno sulla faccia.
"Spero che tu non stia sentendo troppo male per le coltellate... Ho fatto molta attenzione a non ferirti troppo gravemente... Sai gli organi di una donna in salute come te valgono molto" aggiunse Nicolaj.

In quel momento però a Ziva interessava ben poco del dolore. Era ormai abituata a sopportare il male e ne aveva passate di peggiori.

"Dov'è Zoe?" fu la prima cosa che chiese. Si ricordava di averla fatta nascondere e sperava con tutto il cuore che quegli uomini non l'avessero trovata.

"Che carina si preoccupa per quella mocciosa che crea solo fastidi" esclamò Nicolaj ridendo di gusto.
"Beh, se lo vuoi sapere non siamo riusciti a prenderla. Qualcuno ha chiamato i soccorsi e dopo aver portato via te non siamo potuti tornare a cercarla" aggiunse.
"Incompetenti. Due uomini grossi come voi non riescono a rapire una donna e una bambina!" li derise Ziva.
"Taci donna" girdò Sergej stringendole il collo con una mano come per soffocarla "Non è stato facile tenerti testa, mi hai anche rotto il naso!".
Nicolaj lo fermò immediatamente.
"Non farle del male ora, lo sai cosa dobbiamo fare adesso".
Subito Sergej allentò la prese, poi guardando Ziva disse "Hai ragione. Dobbiamo tenerla in vita... Può sempre tornarci utile... E poi vogliamo che tu ti goda lo spettacolo".

Ziva rimase perplessa non capendo a cosa volesse riferirsi.

"Non capisci? Tu e i tuoi amici dell'NCIS ci avete creato troppo problemi... Vogliamo che tu veda che rischi si corrono a mettersi contro di noi. Perciò non ti uccidiamo subito... No.
Prima andiamo a prendere Zoe e la uccidiamo qui davanti ai tuoi occhi, poi ci occupiamo di te" spiegò divertito Nicolaj.

A Ziva si gelò il sangue. Capì che forse avevano sottovalutato quegli uomini. L'unica cosa che poteva fare era sperare che Tony e il resto della squadra riuscissero a proteggere Zoe. E magari che riuscissero a ritrovare lei prima che fosse troppo tardi.








Angolo dell'autrice:


Ehm, ehm, ehm.... Chiedo scusa per l'enorme ritardo con cui ho pubblicato questo capitolo....
Sgridatemi pure! Una persona in particolare mi ha già detto di darmi una mossa a pubblicare.... Ed ecco il capitolo! Ahahahah XD

Dunque cosa ne pensate? 
Si lo so... Non riesco a scrivere un capitolo senza un po' di ANGST (Sadica bastarda direbbe una mia amica XD)!!!!!

Comunque spero vi sia piaciuto... Cercherò di postare per tempo il prossimo capitolo!!!
A presto!!!
Meggie






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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


  Capitolo 9

A Ziva si gelò il sangue. Capì che forse avevano sottovalutato quegli uomini. L'unica cosa che poteva fare era sperare che Tony e il resto della squadra riuscissero a proteggere Zoe. E magari che riuscissero a ritrovare lei prima che fosse troppo tardi.


"Eccoci arrivati" disse Tony a Zoe entrando in casa di Gibbs.
Si assicurò di chiudere a chiave la porta, una novità in quanto Gibbs la lasciava sempre aperta.

Zoe si guardò attorno interdetta "Dino, è una casa abbandonata questa?".
A Tony sfuggì una risata, Zoe non aveva tutti i torti, la casa di Gibbs non era certo ciò che si poteva definire accogliente.
"No tesoro, è la casa di Gibbs. Stiamo qui perché è più sicuro, così nessuno viene a cercarti" le spiegò.
"E non cerchiamo Ziva? Lei..." iniziò Zoe.
Tony si abbassò alla sua altezza e guardandola negli occhi disse "Gli altri la cercano e io resto qui con te, non ti preoccupare per questo ok?".

Zoe annuì.
Tony la prese per mano e dirigendosi in cucina disse "Ora cerchiamo qualcosa da mangiare, sperando che ci sia del cibo commestibile nel frigorifero...". 

Dopo quella che a fatica poteva definirsi cena Tony risistemò la cucina mentre Zoe rimase seduta al tavolo completamente in silenzio.
"Hey, sei ancora lì?" le chiese voltandosi verso di lei.
Zoe annuì. 
"Che vuoi fare adesso? Non possiamo uscire ma possiamo trovare qualcosa di divertente da fare qui" le chiese Tony finendo di sistemare le stoviglie.
"Vediamo un film come l'altra sera?" chiese lei.
"Ti piacciono i film eh? Sai, qui non so nemmeno se va la televisione... Ci leggiamo un libro? Ti va?" le propose Tony.
"Va bene" rispose lei soddisfatta.

Passarono un paio d'ore prima che Gibbs tornasse a casa.

Quando rientrò si diresse verso il salotto e vide Tony seduto sul divano con Zoe in braccio.
Stava fissando il vuoto davanti a lui, probabilmente pensava a Ziva e a tutto quello che era successo in quei giorni.

"Tony" disse per attirare la sua attenzione ed evitare di spaventarlo.
"Capo. Qualche novità?" chiese voltandosi verso di lui.

Gibbs lo guardò, andò in cucina, prese due birre e si sedette a fianco a Tony.

"Per ora nulla. McGee e Abby lavorano sulle prove che abbiamo raccolto. Cerchiamo di rintracciare il furgone e di capire chi sono e dove vivono questi uomini" gli spiegò.

"Ok" fu l'unica risposta che riuscì a dare Tony.

Guardò Zoe che dormiva serena tra le sue braccia e si chiese cosa sarebbe successo ora. Ziva era sparita e poteva benissimo non ricomparire più e Zoe era completamente sola.
Gibbs notò immediatamente la preoccupazione che Tony cercava di nascondere.

"Lo so che sei preoccupato, ma cerca di stare calmo. Pensiamo a tutto noi" disse Gibbs.
"Sai cerco di mantenere la calma e non impazzire, ma solo a pensare che la donna che amo ora potrebbe anche essere morta e buttata in qualche discarica mi fa venire voglia di vomitare" spiegò Tony.
"È normale, sarebbe strano il contrario. Ma lei non è morta. È Ziva, e io lo sentirei se fosse morta" cercò di tranquillizzarlo Gibbs.

In quel momento Zoe iniziò a muoversi e a svegliarsi.
"Dino" disse guardandosi intorno mezza addormentata "Dove siamo?".
"Shhh, continua a dormire. Tra poco andiamo a letto" le disse Tony facendole riappoggiare la testa sul suo petto.
Zoe si riaddormentò all'istante.
Gibbs guardò la scena e sorrise, quasi orgoglioso di come si stava comportando il suo agente anziano.

"Avresti dovuto metterle il pigiama prima di sederti sul divano. I bambini si addormentano sempre quando gli leggi qualcosa la sera" disse Gibbs sorridendo e ricordando quegli stessi momenti con sua figlia.

"Hai ragione capo... Ma io non sono bravo con i bambini, io..." iniziò Tony.
"Non è vero. Sei bravo. Anzi ti dirò, non saresti niente male come padre. Ora mettile il pigiama e portala a dormire" lo istruì Gibbs.

Tony sorrise all'affermazione. Non aveva mai pensato a lui come ad un padre. Prese Zoe e si diresse in camera.

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La mattina seguente Gibbs lasciò Tony e Zoe a casa e si diresse in uffico.

"Allora McGee cosa sai dirmi del furgone?" domandò Gibbs avvicinandosi alla scrivania.

Tim scattò in piedi andando davanti allo schermo al plasma. Premette il pulsante del telecomando e fece comparire delle immagini prese dalle telecamere che controllano il traffico.

"Il vicino di casa di Tony ha detto che ha visto il furgone allontanarsi a tutta velocità in direzione della superstrada. Così ho iniziato a guardare i video delle telecamere del traffico. Ci ho passato la notte intera ma alla fine ho ricostruito un percorso. A partire dalla prima telecamera sono andati avanti per 300 metri, poi hanno svoltato ha destra e poi a sinistra e ancora ha sinistra. Infine hanno imboccato la superstrada" spiegò McGee guardando Gibbs.

"E poi?" chiese lui fissando McGee che stava in silenzio.
"Devo continuare? Mi ero fermato così poteva... Vado avanti. Qui è diventato più difficile seguire il percorso, le telecamere sono più distanziate e ci sono molte più macchine ma facendo molta attenzione ho visto che hanno preso lo svincolo per GeorgeTown. Qui però mi sono dovuto fermare. C'è stato un blackout in tutta la zona e le telecamere non funzionavano. Mi dispiace capo" concluse McGee.

"Cosa vuol dire che ti sei dovuto fermare. Non esiste, inventati qualcosa" disse Gibbs alterato.

"Ma capo... Cosa dovrei fare?" domandò McGee confuso.

"Non lo so e non mi interessa ma devi ritrovare quel furgone. Muoviti" concluse lui.

McGee si rimise subito seduto alla scrivania pensando ad un metodo per risolvere la situazione. 

Proprio in quel momento arrivò Abby, con in mano un foglio, correndo e gridando.

"Gibbs, Gibbs, Gibbs! Non sai cosa ho scoperto!".
"Se non lo so, dimmelo tu" taglio corto lui.

"Allora ho analizzato il sangue che avete trovato in casa di Tony e Ziva. Buona parte del sangue era di Ziva, purtroppo. Per fortuna la quantità del sangue sul pavimento non era eccessiva, ma non si può parlare di fortuna sapendo che Ziva è ferita e in mano a rapitori senza scrupoli, probabilmente in pericolo e..." cominciò a divagare lei.
"Abby! Arriva al punto non abbiamo tempo da perdere" la rimproverò Gibbs.
"Si giusto. Dunque dicevo che buona parte del sangue è di Ziva, ma una piccola quantità appartiene ad un uomo. Ho inserito il DNA nel computer e guarda cosa è saltato fuori?!" disse Abby consegnando il foglio a Gibbs.

"Il sangue appartiene ad un certo Sergej. Probabilmente Ziva lo ha ferito mentre cercava di liberarsi e di sfuggire ai suoi rapitori. Ma la cosa interessante è che questo Sergej è un ricercato. È evaso di prigione circa tre anni fa e non è stato più ritrovato" aggiunse Abby.

"Per cosa era in prigione?" le chiese Gibbs.

"Sfruttamento di minorenni per prostituzione. Era stato colto sul fatto. Aveva un socio in affari che si chiamava Nicolaj. La squadra che si occupava del caso lo aveva visto spesso con Sergej ma non è mai stato trovato. Tuttavia dopo nemmeno un anno di prigione è evaso. Posso supporre che sia stato aiutato proprio da Nicolaj. E la cosa curiosa è che dopo tre mesi dall'evasione sono iniziati gli omicidi. Il fascicolo più vecchio riporta di una donna uccisa dopo l'espianto dei reni. Solo dei reni. E sai perché? Appena entrato in prigione a Sergej era stata diagnosticata un'insufficienza renale. Quindi posso dedurre che il primo omicidio fosse stato compiuto per salvare la vita di Sergej e che successivamente i due abbiano deciso di farne un business" concluse Abby.

"Bravissima Abby" disse Gibbs dandole un bacio sulla guancia.
"Ora però aiuta McGee che ha qualche difficoltà con il furgone" aggiunse prima di andarsene.  

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Ziva aveva passato tutta la notte cercando di liberarsi dalle corde che la tenevano legata al lettino operatorio sulla quale l'avevano sdraiata. 
Non sentiva nemmeno più dolore alle ferite alla schiena perché quegli assassini senza scrupoli gliele avevano medicate per tenerla in vita e farla soffrire ancora di più vedendo quello che avevano intenzione di fare a Zoe.

Sergej sentendo che stava ancora lottando per cercare di scappare entrò nella stanza e senza pensarci due volte le infilò nel braccio una siringa piena di anestetico che le fece immediatamente perdere i sensi.

"Bene" disse Nicolaj "Ora riprendiamo con il nostro piano". 






Angolo dell'autrice: 

Hey ragazzi! Sono tornata anche con questa storia! Mi sto riprendendo! XD
Allora qui stiamo andando avanti con gli eventi... Quanto è dolce Tony con Zoe??!! 
So sweet! *.*

E Gibbs? Sempre il solito Boss che vuole che tutto sia fatto a modo suo! Meglio così perché devono ritrovare Ziva ed evitare altre disastri.. Giusto??!!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non mi vogliate troppo male per l'ennesimo Cliffy! 
Perdonatemi ma il capitolo in previsione doveva contenere più eventi... Ma io sono prolissa (dono della sintesi mancato) e se scrivevo tutto diventava un capitolo eterno! 
Ahahah XD

Comunque avevo intenzione di pubblicare questo capitolo la prossima settimana... Ma volevo fare un grande IN BOCCA AL LUPO ad Alessia! Lei sa per cosa... Vai Cicci spacca il culo a tutti! Fai come me quando vado agli esami... Fai entrare lo spirito di Ziva in te!!  Sarò con te mentalmente! ❤❤❤ 
E intanto ci sarà lui a portarti fortuna... Vai Raminiiiiiii :Q__ 
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Fatemi sapere cosa ne pensate! 
Baci e a presto con il prossimo capitolo.

Meggie

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


  Capitolo 10

"Buongiorno Agente Speciale David" disse Nicolaj fissando Ziva che si sta risvegliando dopo che gli effetti dell'anestetico erano svaniti.  
"David... David... Tu sei Israeliana. La figlia del direttore David per caso? Credo di si, visto come te la cavi bene nel corpo a corpo. Vieni sicuramente dal Mossad." aggiunse Sergej sghignazzando.
Mentre era priva di sensi avevano frugato tra i suoi documenti e non gli ci era voluto molto per capire chi fosse.

Lei lo guardò senza nemmeno rispondere. Non era la prima volta in cui veniva rapita e sapeva bene che non valeva la pena di discutere con gente come quella. 
Se solo fosse riuscita a liberarsi da quelle maledette corde gli avrebbe fatto vedere cosa insegnano al Mossad.

"Ora prima di lasciarti nelle abili mani di Sergey voglio informarti che sto uscendo a cercare la piccola Zoe. Così la porto qui e diamo inizio allo spettacolo." commentò Nicolaj uscendo dalla stanza. 
Aveva deciso di tornare nelle vicinanze dell'NCIS e di aspettare tutto il giorno per vedere con chi usciva Zoe. 
Era sicuro che qualcuno di loro la stava proteggendo ed era anche convinto del fatto che l'avrebbero portata con loro al lavoro.
Così prese l'auto e si diresse all'NCIS, parcheggiò e iniziò ad osservare.

Sergej aspettò che la porta si chiudesse, si avvicinò di nuovo a Ziva e le disse "Ora siamo rimasti io e te. Quindi direi che possiamo fare un gioco: io ti faccio qualche domanda e se la risposta non mi piace verrai punita. Quindi pensa bene alle parole che userai. Prima mi dici dove è Zoe, prima tutto questo finirà".

"Fammi quello che vuoi, non importa. Io non ti dirò nulla" disse Ziva sicura di sè, nonostante sapesse bene che era in una pessima posizione.

"Se la metti così allora inizio subito a farti capire cosa intendo con 'punizione' " disse Sergej dandole una scarica elettrica.

Ziva strinse i denti per non gridare, non voleva dare soddisfazione a quell'assassino. Riprese fiato quando Sergej si fermò. Sarebbe stata una lunga giornata. 

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Gibbs aveva lasciato Tony e Zoe in casa ed era corso in ufficio sperando, al suo arrivo, di trovare una nuova pista su cui lavorare.

"Allora McGee, trovato il furgone?" chiese entrando senza nemmeno salutare.

Tim lo guardò sconvolto. Aveva due profonde occhiaie causate dallo stress e dalla stanchezza. Lui è Abby avevano lavorato a turno, tutta la notte, sulle telecamere dei vari quartieri non colpiti dal blackout, sperando di trovare il furgone.

"Si capo, abbiamo trovato il furgone abbandonato su una strada di periferia. È stato difficile ma siamo riusciti a rintracciarlo" spiegò.
"Allora che aspettiamo, andiamo a prenderlo. Perché non mi hai chiamato prima" chiese Gibbs alterato.
"Perché l'ho già fatto portare qui, in modo che Abby potesse iniziare la ricerca di fibre, polveri e... Sangue... . Quando l'abbiamo rintracciato ho subito chiamato la polizia perché mandasse immediatamente una pattuglia a controllare, nel caso Ziva fosse ancora lì. Quando mi hanno detto che non c'era nessuno ho pensato che fosse meglio analizzare le prove qui e che fosse inutile chiamarti capo." aggiunse McGee.

Gibbs lo fissò.
"Hai pensato questo McGee?" domandò.
Lui annuì, pronto a ricevere qualche rimprovero nel caso avesse fatto la scelta sbagliata.
"E hai pensato bene. La domanda adesso è: se non erano più nel furgone, dove sono andati?" si chiese Gibbs.

"È qui che la faccenda si complica. Io ipotizzo che abbiano fatto un cambio di mezzo. Ma ci sto lavorando, sto controllando le auto che, secondo le telecamere, sono rimaste parcheggiare lì tutto il giorno. Magari una è un'auto rubata oppure non immatricolata e potrebbe essere quella che hanno usato dopo aver lasciato il furgone" disse McGee continuando a battere sulla sua tastiera.

"Ma se puoi vedere tutto ciò, perché non puoi vedere anche il momento in cui sono scesi dal furgone e saliti su una di quelle auto?" domandò Gibbs confuso.

"Sempre che abbiano preso una di queste macchine..." iniziò a dire in modo poco incoraggiante McGee. Gibbs lo fulminò, odiava la negatività. Non portava a nulla.
"Stavo dicendo, che non posso perché ci sono state due ore di blackout. E in quell'intervallo di tempo alcune auto sono sparite ed è comparso il furgone" concluse.

"Accidenti..." si lamentò Gibbs.

Poco dopo ricevette una chiamata da Abby. Lo voleva nel suo laboratorio per discutere di alcune prove che aveva trovato.

"Io scendo da Abby" disse rivolgendosi a McGee. 
"Tu fai una pausa e prenditi un caffè. Te lo meriti".

Non appena entrò in laboratorio Abby lo tempestò con mille domande su Tony e Zoe.
"Abby ti prego, il tempo passa e noi dobbiamo trovare Ziva. Quindi parla, che hai trovato?".
"Tracce di sangue, tutte di Ziva. La cosa positiva, nella tragedia, è che la quantità di sangue era minima. Questo significa che non l'hanno ancora uccisa... Non sul furgone per lo meno..." disse lei prima di pentirsi delle sue parole.
"Abby!" la ammonì Gibbs.
"Hai ragione, positività! Ziva è viva, ne sono sicura" disse per autoconvicersi.
"Comunque ho trovato anche delle particelle di sapone miste a terriccio. Così ho fatto ricerche e posso dirti con sicurezza che in quella zona non ci sono fabbriche che producono saponi o detersivi. Devono averla pestata in un'altra zona, forse quella in cui tengono Ziva" spiegò Abby.
"Hai qualche idea sulla zona da cui può venire il terriccio?" chiese Gibbs.
"Si... Ci sono più di trenta stabilimenti che producono saponi e derivati... Quindi sono un po' in alto mare" ammise lei.

"Ok, continua a lavorarci su" le disse Gibbs dandole un bacio e appoggiando sul tavolo un bicchiere di Caf-Pow.
"E bevi quello, ti servirà" aggiunse indicando il bicchiere e uscendo dalla porta.


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Tony era rimasto a casa con Zoe tutto il giorno, Gibbs gli aveva vietato di uscire.
Avevano letto, disegnato e alla fine della mattinata avevano pranzato.
Tony guardava il cellulare ogni dieci minuti sperando di ricevere una chiamata da Gibbs o McGee che gli dicevano che avevano ritrovato Ziva. Che lei stava bene e che tutto sarebbe andato per il meglio.
Ma non aveva notizie e non voleva nemmeno telefonare perché Zoe continuava a stare attaccata a lui. Ovunque andasse lei lo seguiva e non voleva di certo farla preoccupare più di quanto già non lo fosse. Così cercava di sembrare il più rilassato possibile.

Dopo pranzo di sedettero entrambi sul divano e non ci volle molto perché Zoe prendesse sonno.
Tony ne approfittò e si spostò in cucina per poter chiamare Gibbs.
"Capo, ci sono novità?" chiese Tony piuttosto agitato.
"Abbiamo trovato il furgone, ma nessuna traccia di Ziva. Ti spiego stasera. Dov'è Zoe?" cambiò discorso Gibbs.
"Sta dormendo, era stanca" spiegò Tony. Ma proprio in quel momento la sentì piangere.
"Cavolo..." commentò.
Gibbs sentì il pianto di Zoe e disse "Stai con lei DiNozzo, a tutto il resto pensiamo noi".

Tony chiuse la chiamata e tornò velocemente in salotto per vedere cosa fosse successo. Zoe si era già alzata e gli stava andando incontro.

"Dino!" gridò piangendo.
Tony la prese in braccio e cercò di farla calmare. Anche se inizialmente si era sentito a disagio nel doversi prendere cura di una bambina ora ci stava prendendo la mano e la cosa non gli dispiaceva.

"Che succede? Stavi dormendo, come mai adesso piangi?" le chiese.
"Mi sono svegliata e non c'eri! Pensavo che fossi andato via anche tu! Dino non lasciarmi da sola..." lo implorò lei.
Tony le baciò la testa. Capiva benissimo l'ansia che provava in quel momento.
"Zoe lo so che sei spaventata, ma ero solo andato in cucina. Non ti lascio da sola ok?" la tranquillizzò lui.
Zoe annuì asciugandosi le lacrime.
"Cosa ne dici, facciamo merenda?" propose Tony.
Zoe lo guardò negli occhi e gli chiese "Dino, ma tu mangi sempre?". 

Tony sorrise divertito, quella bambina era davvero furba e spassosa.


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Quando quella sera Nicolaj tornò da Sergej era infuriato.
Chiuse la porta sbattendola e si diresse come un fulmine da Ziva, che era stata spostata dal lettino ad una sedia.
Per tutta la giornata Sergej non aveva fatto altro che picchiarla e darle scosse elettriche sperando di farla crollare. 
Ma lei era una roccia e non aveva detto una parola, nonostante immaginasse dove potevano aver portato Zoe.

"Che succede?" chiese Sergej
"Non ho visto neanche l'ombra della bambina. Quei bastardi dell'NCIS devono averla nascosta! E io ora pretendo di sapere dov'è! Mi sono stancato di questo gioco" gridò.
"Allora auguri, questa proprio non vuole parlare" disse riferendosi a Ziva.

Nicolaj prese un bel respiro, slegò Ziva dalla sedia e la fece alzare afferrandola per i capelli.
"Ah davvero? Beh allora vediamo se io riesco ad essere più convincente" disse facendola entrare in una piccola stanza.
"Te lo scordi, l'ho già detto. Io non parlo" affermò Ziva.
"Se la metti così allora vuol dire che userò il mio metodo preferito" disse buttandola a terra e chiudendo la porta.
Ziva tremò. Doveva ammetterlo quell'uomo faceva davvero paura, soprattutto mentre si scagliava con forza sopra di lei.





Angolo dell'autrice

Heyyyyyy! Buonasera a tutti! :)
Ecco il capitolo 10! 
Qui le indagini procedono tra alti e bassi. Due passi in avanti e uno indietro... Ma scusate io mi diverto così! XD 
Poi in questo periodo, causa imminente premier, sono emotivamente instabile... Quindi mi escono capitoli così...
Diciamo con un finale un po' molto CLIFFY-ANGST! Sorry...

Aspetto di sapere cosa ne pensate! 
Intanto grazie a tutti quelli che seguono, leggono e commentano la storia.

Kiss, Meggie. 

P.s.: Ale... Molto arrabbiate per il finale? Sento che stai per chiamare e insultare... O.o

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


  Capitolo 11

Ziva tremò. Doveva ammetterlo quell'uomo faceva davvero paura, soprattutto mentre si scagliava con forza sopra di lei.

Nicolaj si buttò sopra il suo corpo. Si sedette sopra di lei per tenerla ferma mentre con le mani le bloccava le braccia.
"Vuoi stare a vedere che adesso che parli" le disse con aria di sfida.
Ziva lottava per liberarsi da quella stretta, nonostante le torture subite fino a quel momento, aveva ancora abbastanza forze. 
"Vuoi stare a vedere che non ti dico nulla" rispose lei in tono canzonatorio.

"Dimmi dove nascondono la bambina" disse Nicolaj ignorando quello che aveva detto Ziva.
"Puoi scordartelo" esclamò lei.

Nicolaj mise subito in atto la sua tecnica preferita. Con una mano andò ad afferrarle il collo e strinse fino a quasi soffocarla.
A Ziva mancava l'aria e lui continuava a stringere. Lasciò la presa proprio un attimo prima che lei perdesse i sensi per la mancanza di ossigeno.

"Allora adesso me lo dici dov'è, oppure devo continuare?" le urlò in faccia Nicolaj.
"Ok, ok... Te lo dico... L'hanno nascosta a... Non la troverai mai" rispose Ziva prendendolo in giro.

"Donna! Tu metti a dura prova la mia pazienza!" gridò Nicolaj arrabbiatissimo, tornando a stringerle la mano intorno al collo. Lasciò di nuovo la presa.

"Parla!" ripetè.

Ziva fece una risata e disse "Non hai ancora capito che non mi caverai parola di bocca? Nella mia vita ho sopportato ben di peggio che semplici torture come queste. Piuttosto che parlare, mi faccio uccidere".

"Che morirai è chiaro, solo non ora. Prima mi devi guardare mentre uccido la piccola guastafeste" concluse Nicolaj tornando a soffocarla fino a farle perdere i sensi.

Nicolaj uscì dalla stanza ancora più alterato di prima. Senza dare alcuna spiegazione iniziò ad impartire ordini.

"Muoviti" disse a Sergej "Prendi la macchina e vai davanti alla sede dell'NCIS e controlla chi entra e chi esce. Io prendo l'altra macchina e seguo il loro capo. Se è il Boss sarà lui a prendere le decisioni più importanti. Giusto?".

"E la donna? Nessuno resta a controllarla?" chiese Sergej.
"Per adesso si sta facendo un bel sonno. E comunque è chiusa in una stanza senza finestre la cui unica uscita è una porta in metallo sprangata dall'esterno. Non andrà da nessuna parte. Adesso smettila di discutere i miei ordini e fai ciò che ti ho detto" rispose.
Partirono con le due macchine e si diressero entrambi all'NCIS.

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Gibbs era da poco tornato a casa e aveva trovato Tony e Zoe intenti a giocare una partita a Monopoli.

"Chi vince?" aveva chiesto entrando in salotto. 
"Io!" gridò Zoe felice.
"DiNozzo, nemmeno a Monopoli riesci a vincere?" disse Gibbs ironico.
"Lo so capo... Sono sfortunato..." ammise Tony.

Zoe rise divertita.

Poi Tony tornò serio e rivolgendosi a Gibbs chiese "Lo hai preso?".
"Si. Zoe vieni qui, siediti sul divano che dobbiamo darti una cosa" disse Gibbs.

Lei si alzò e andò a sedersi tra Tony e Gibbs.
"Guarda cosa ti abbiamo portato" disse Tony mentre Gibbs tirava fuori da una scatolina un braccialetto.
Lo mise al polso di Zoe e le chiese "Ti piace?".

La bambina annuì sorridendo, mentre fissava i bei ciondolini appesi alla catena del braccialetto.
"Tienilo sempre, non toglierlo mai. Mi raccomando" le disse Tony.
"Ok" rispose Zoe confusa. Non capiva perché le avessero detto di non toglierlo. Non sapeva a cosa sarebbe servito.

"Ora sistema tutto mentre io parlo un attimo con Tony" disse Gibbs.

Zoe iniziò a mettere le pedine e tutto il resto dentro la scatola. 
Nel frattempo Gibbs e Tony andarono in cucina a parlare. 
"Secondo te vogliono tornare per prendere anche lei?" chiese Tony.
"Si... Io penso che Ziva sia stata un danno collaterale. Volevano Zoe fin dall'inizio e non saranno in pace finché non la prenderanno. Speriamo di riuscire a fermarli prima che ciò accada. In caso contrario il braccialetto ci dirà dove la portano" disse Gibbs.

Tornarono in salotto da Zoe. Era seduta sul divano che giocava con il ciondolo a forma di stella del suo nuovo bracciale.

"Hey Zoe" le disse Tony.
"Adesso arriva qui McGee e sta un po' con te mentre io vado al lavoro" le spiegò.

Zoe alzò subito lo sguardo.
"Perché devi andare via Dino?" chiese un po' agitata.
"Vado a cercare Ziva, ma tranquilla dopo torno. Vedrai che con McGee ti divertirai un sacco. Sono sicuro che porterà il computer" disse per tranquillizzarla.
"Ma voglio che resti con me. Ho paura, non voglio che mi prendano... Ho sentito cosa avete detto prima tu e l'agente Gibbs" disse Zoe.

Tony si morse il labbro. 
Forse avevano parlato troppo forte e adesso lei era ancora più spaventata.

"Faremo tutto il possibile per proteggerti e poi Tim è molto bravo. Non lascerà che ti accada nulla" le spiegò Gibbs.
"Ma se mi prendono, voi mi ritrovate vero?" chiese.
"Certo. Tu tieni il braccialetto e noi sapremo sempre dove sei" le disse Tony dandole un bacio.

In quel momento McGee suonò alla porta. In nemmeno cinque minuti lui è Zoe erano già davanti al computer a giocare con i videogiochi.
Tony e Gibbs la salutarono è si diressero in ufficio.

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Sergej aveva seguito McGee dall'ufficio alla casa di Gibbs. Era rimasto perplesso quando lo aveva visto uscire così presto e aveva supposto che andasse a fare qualche indagine. Rimase sorpreso invece nel notare che era entrato in una casa. Solo dopo capì che era la casa del capo.
Lo vide entrare, ma quando la porta si riaprì uscirò Gibbs e Tony.
Sul volto gli comparve un gran sorriso, forse aveva capito. Se ad uscire erano stati solo loro due voleva dire che qualcuno rimaneva nella casa, con grande probabilità, a proteggere la bambina.

Chiamò Nicolaj per informarlo delle novità.
"Ok, tu resta davanti alla casa. Non muoverti e se succede qualcosa avvertimi. Io rimango davanti all'Ncis e aspetto che arrivino qui. Ci risentiamo più tardi per decidere cosa fare" disse Nicolaj.

Passarono tutta la giornata in ufficio. Continuavano a cercare tracce video della macchina che potevano aver preso dopo aver abbandonato il furgone.
"Tony" disse Abby entrando nella zona scrivanie.
Gibbs era appena andato a prendere un caffè e Tony era rimasto da solo.
"Abby, ciao. Scoperto qualcosa?" chiese lui speranzoso.

Lei scosse il capo. La faceva davvero soffrire vedere il suo amico così. Con quell'aria triste e spaventata.
Abby fece quello che sapeva fare meglio. Lo abbracciò stringendolo forte e dicendogli "Non ti preoccupare Tony, la troveremo".
"Lo spero, Abby. Sono davvero spaventato" ammise lui ricambiando l'abbraccio.

Qualche ora dopo Gibbs diede il permesso a Tony di tornare a casa da Zoe, lo aveva visto piuttosto nervoso e non era il caso di tenerlo in ufficio e farlo agitare ancora di più.

Prese l'auto e si diresse verso casa di Gibbs. 
Non appena Nicolaj lo vide uscire, accese il motore e iniziò a seguirlo. Nel frattempo chiamo Sergej e lo avvertì che stava arrivando.

"Ora arrivo davanti a casa di Gibbs. Poi aspettiamo che vadano a dormire, entriamo e prendiamo la bambina. Senza errori questa volta" disse, e poi chiuse la chiamata. 

Fu circa a metà viaggio che Tony si accorse di essere seguito. Chiamò immediatamente Gibbs.

"Capo. Sono qui, mi stanno seguendo" disse mantenendo la calma.
"Ok. C'era da aspettarselo. Seminali, poi prendi Zoe e portala via, al solito rifugio. Cerca di non spaventarla. Io intanto arrivo" gli ordinò Gibbs.

"Ok capo. Ti aggiorno" rispose Tony.

Girovagò per almeno mezz'ora per i vari quartieri finché non si convinse di averli seminati.
Parcheggiò davanti alla casa e corse dentro.
"Dov'è" chiese, agitato, appena vide McGee.
"Sul divano, guarda un film al computer prima di dormire. Che succede?" rispose lui confuso.
"Senti, prendi le sue cose e mettile nella mia macchina senza farti notare. La dobbiamo portare via da qui, quegli uomini ci stanno seguendo" spiegò Tony sottovoce per non farsi sentire da Zoe.

Poi corse in salotto. Rallentò il passo quando si accorse che Zoe si era addormentata mentre guardava il film.
La prese delicatamente in braccio sperando di non svegliarla, ma lei aprì gli occhietti e disse "Dino, sei tornato".
"Si, ma adesso dobbiamo andare via" le spiegò andando verso la porta.
"Dove andiamo? Perché usciamo? È tardi, voglio fare la nanna" disse stringendolo forte e appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Lo so piccola. Ma andiamo in un'altra casa e potrai dormire" le disse mettendola seduta in macchina sul sedile del passeggero.

McGee mise la borsa con le poche cose di Zoe in macchina e tornò in casa ad aspettare Gibbs.

Tony partì spedito, cercando di guidare il più in fretta possibile, ma dovette rallentare quando Zoe, spaventata, gli fece notare che non era sicuro guidare così veloce. 
Controllava lo specchietto retrovisore per essere sicuro di non essere seguito, ma ad un certo punto si accorse che dietro aveva la stessa macchina che lo aveva seguito dall'ufficio.

Successe tutto in pochi secondi. Accelerò per seminare la macchina che lo seguiva ma appena arrivò all'incrocio successivo un'altra macchina li colpì lateralmente facendoli sbandare.
La macchina si ribaltò più volte si se stessa.

Zoe urlò durante l'impatto e non appena la macchina smise di rotolare iniziò a piangere.
"Tesoro stai bene?" le chiese Tony preoccupato. Non si era nemmeno accorto di avere un brutto taglio in testa.
"No, fa male!" disse lei piangendo.

Ma Tony non fece in tempo a chiederle dove le facesse male.
I russi scesero dalle macchine, colpirono alla testa Tony che perse immediatamente i sensi e presero Zoe.

La caricarono e ripartirono in fretta e in furia lasciando Tony dentro la macchina, svenuto.






Angolo dell'autrice:

Salveeeeee! :)
Ecco il capitolo 11... OMG SIAMO GIÀ AL CAPITOLO 11?! O.o
Non ho molto da dirvi questa volta... Se non che so già che mi ucciderete per come ho finito il capitolo! -.-" 
Sorry! Ihihihi

Comunque.... VI SIETE RESI CONTO CHE MANCA UNA SOLA SETTIMANA ALLA STAGIONE 11?! 
QUESTO È IL MOMENTO DEL PANICOOOOOO

Baci, Meggie.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
 
"Tony! Tony! Mi senti?".
Gibbs continuava a chiamarlo per cercare di farlo riprendere.
 
Lentamente Tony aprì gli occhi. Aveva un terribile mal di testa e faticava a mettere a fuoco la faccia del suo capo.
"Hey, stai fermo, l'ambulanza sta arrivando"  gli disse.
 
In quel momento Tony ricordò l'incidente, Zoe che urlava e piangeva e poi il buio. Cercò di lottare per tenere gli occhi aperti ma poco dopo perse di nuovo i sensi.
 
Quando si risvegliò era in ospedale, nella sedia accanto al suo letto c'era Gibbs.
 
"Capo" disse aprendo gli occhi e cercando di mettersi seduto sul letto.
"DiNozzo, fai piano. Hai due costole rotte e un trauma cranico" si affrettò a dire Gibbs facendo in modo che non si muovesse.
 
"Capo, come sta Zoe?" fu la prima cosa che chiese.
Gibbs lo guardò, incapace di rispondere.
Per fortuna in quel momento entrò il medico che voleva verificare le condizioni di Tony.
 
"Come si sente?" gli chiese il dottore avvicinandosi al letto con la sua cartella.
"A parte che mi scoppia la testa e ho male ovunque? Meravigliosamente. Direi che ora mi può anche dimettere" rispose ironicamente.
"Direi invece che lei passa la notte qui. È stato fortunato, poteva andarle molto peggio. Ora le faccio portare degli antidolorifici dall'infermiera. Le daranno sonnolenza, così almeno riposerà un po' " spiegò il medico.
"Non voglio dormire, voglio stare sveglio e ritrovare Ziva. Ma prima di tutto mi deve dire come sta Zoe, la bambina che era in macchina con me" disse Tony.
 
Il medico guardò prima Tony poi Gibbs.
 
"Vi lascio soli. Quando avete finito di parlare mi dica qualcosa che mando l'infermiera con le medicine" disse il medico rivolgendosi a Gibbs.
 
Tony iniziò ad agitarsi.
 
"Andiamo dimmi come sta Zoe" disse a Gibbs piuttosto alterato.
"Tony, calmati" fu la risposta.
"No, non mi calmo. Cosa è successo? Oddio, non dirmi che è morta..." chiese Tony sempre più agitato.
Gibbs gli mise una mano sulla spalla.
"Non è morta, tranquillo" lo rassicurò.
 
Tony fece un respiro profondo. Almeno era viva.
"Ma allora cosa le è successo? Sta molto male? Ti prego Gibbs parla..." lo implorò.
"Ok... Ascolta ti ricordi qualcosa dell'incidente?" gli chiese.
"Mi ricordo che stavamo andando alla casa sicura e uno ci è venuto addosso ad un incrocio. Zoe urlava e piangeva... Era così spaventata. Le ho chiesto come stava e lei mi ha detto che aveva male, ma non ho fatto in tempo a chiederle cosa le facesse male perché devo essere svenuto... Lei dov'è Gibbs?" raccontò Tony sull'orlo delle lacrime.
Non era da lui farsi prendere dal panico in quel modo o piangere, ma la situazione stava davvero diventando insopportabile.
 
"L'hanno presa Tony, mi dispiace. Ma tranquillo, lei ha il braccialetto. McGee sta già cercando di localizzarla. Ora troveremo sia lei che Ziva" gli disse Gibbs nel modo più delicato possibile.
 
A quel punto Tony si sentì il cuore scoppiare.
Si mise una mano sulla faccia e le lacrime che a fatica aveva tenuto a freno iniziarono a scendere libere sul suo viso.
 
"È colpa mia, ho fallito ancora" disse piuttosto disperato.
"Prima Ziva, adesso Zoe. Non le ho protette. Una cosa dovevo fare. Evitare che prendessero Zoe. Dovrebbe essere un lavoro facile per un agente speciale. E invece mi sono fatto fregare non una, ma due volte" si sfogò lui.
 
"Non è colpa tua. Sai che se lo fosse non esiterei a dirtelo. Ma tu hai fatto tutto quello che si doveva fare, hai seguito il protocollo alla lettere. Le ritroveremo, entrambe" gli spiegò Gibbs.
 
Proprio in quel momento entrò Abby nella stanza. Appena aveva avuto la notizia dell'incidente da McGee si era precipitata in ospedale.
 
"Tony..." disse vedendolo in quello stato.
 
Gibbs lasciò che si sedesse sul letto a fianco a Tony.
Abby lo abbracciò facendo attenzione a non fargli male.
"Lei ritroveremo, Tony. McGee si sta impegnando un sacco. Calmati" gli disse Abby.
 
Nel frattempo Gibbs aveva chiamato l'infermiera, che vedendo Tony piuttosto agitato non esitò a fargli una flebo con un calmante.
 
Abby aiutò Tony a ridistendersi, gli asciugò le lacrime e lo guardò addormentarsi.
"Dormirà un paio d'ore" disse l'infermiera prima di uscire.
 
"Tu resta con lui e quando si sveglia chiamami, io vado a vedere se Tim ha bisogno di aiuto" disse Gibbs uscendo dalla stanza.
 
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Zoe aveva smesso di dimenarsi dopo che Nicolaj le aveva puntato un coltello alla gola minacciandola di ucciderla se non stava ferma.
 
Arrivarono in fretta al capannone dove tenevano anche Ziva, presero Zoe e la portarono dentro.
 
Ziva aveva passato tutto il tempo a cercare un modo di uscire da quella stanza. Aveva dolori dappertutto, in modo particolare alla schiena, ma non smise di provare a buttare giù la porta. Quando però sentì dei rumori provenienti da fuori smise di dare calci e si fermò ad ascoltare.
 
Sentì Nicolaj e Sergej parlare tra di loro, ma la porta era spessa e faticava a capire cosa si dicevano.
 
"Eccoci arrivati signorina" disse Nicolaj a Zoe.
"Ci hai creato davvero un sacco di problemi lo sai. Ed è per questo che adesso la pagherai. Ora mentre noi organizziamo tutto al meglio per accoglierti, tu vai a fare un saluto ad una tua vecchia amica" disse Sergej prendendola per il braccio e trascinandola verso la stanza di Ziva.
 
Zoe iniziò a piangere, le stava stringendo proprio il braccio a cui si era fatta male durante l'incidente.
 
Per evitare inconvenienti entrò nella stanza prima Nicolaj, in modo da tenere Ziva sotto controllo.
Non appena la porta si aprì, come previsto, Ziva andò all'attacco colpendo Nicolaj all'addome.
Ma l'uomo sapeva benissimo come tenerla a bada. Ziva era già piuttosto provata e gli bastò un pugno alla schiena della donna per metterla momentaneamente fuori combattimento.
 
In quel momento Sergej buttò dentro Zoe, poi i due uscirono chiudendo la porta.
 
"Zoe!" gridò Ziva rimettendosi in piedi.
Cercò di non dare a vedere il dolore che provava per evitare di spaventare ulteriormente la bambina.
"Ziva" disse Zoe piangendo disperata.
 
Lei la prese subito in braccio. Stava tremando, proprio come la prima volta che l'avevano incontrata.
"Piccolina, calmati e respira. Shhh" le disse Ziva accarezzandole dolcemente la testa.
"Ho paura" disse Zoe.
"Lo so, puoi raccontarmi cosa è successo?" chiese Ziva sedendosi con la schiena contro il muro e continuando a tenere Zoe in braccio.
"Dino stava con me a casa di Gibbs. Poi oggi dopo che è tornato dal lavoro ha detto che dovevamo andare via. Abbiamo preso la macchina e c'è stato un incidente e loro mi hanno presa... Hanno fatto male a Dino" raccontò Zoe tra i singhiozzi.
 
Ziva iniziò a preoccuparsi, era spaventata, non voleva che Tony stesse male.
 
"Che cosa gli hanno fatto?" chiese a Zoe.
"Gli hanno dato una botta in testa e lui si è addormentato" rispose.
"Ok... E tu hai male da qualche parte?" chiese Ziva preoccupata.
Riusciva a vedere un taglio sulla gamba, probabilmente causato dai vetri rotti, ma voleva sapere se Zoe stava bene.
 
"Mi fa male quando respiro" rispose.
Ziva le sollevò la maglia e vide i lividi lasciati dalla cintura.
"Prova a respirare con calma" le disse accarezzandole la schiena. Senza volerlo le sfiorò il braccio destro e Zoe gridò.
"Che succede?" le chiese Ziva immediatamente.
"Il braccio, fa tanto male. Non toccarlo ti prego" disse ricominciando a piangere.
 
Ziva le sollevò lentamente la manica e vide che il braccio era gonfio e livido.
"Forse è rotto, tesoro. Ma non preoccuparti appena usciamo di qui andiamo all'ospedale e il dottore lo sistema" le disse per calmarla.
 
Zoe appoggiò la testa sulla spalla di Ziva. Lentamente si calmò.
"Questi sono gli uomini che hanno ucciso la mamma vero?" chiese mentre giocava con una ciocca dei capelli di Ziva.
Ziva annuì accarezzandole la schiena. In realtà non aveva mai smesso, aveva notato che quel gesto la faceva calmare.
"Adesso faranno male anche a noi?".
"Non permetterò che ti tocchino, ok?" la rassicurò.
 
Zoe rimase un po' in silenzio, poi all'improvviso ricominciò a piangere.
"Ziva ho paura, voglio andare via. Mi fa male la pancia".
"Piccola, stai male perché sei spaventata. Calmati, ci sono io con te, andrà tutto bene" le disse massaggiandole lo stomaco nella speranza di farla stare meglio.
 
Zoe strinse forte Ziva e chiuse gli occhi piangendo. Era davvero troppo per una bambina di cinque anni.
"Shhh, che posso fare per farti calmare Zoe?" le chiese Ziva.
La bambina non rispose, così si alzò in piedi, ignorando il dolore, e iniziò a camminare per la stanza con Zoe in braccio sperando di farla smettere di piangere mentre nel frattempo pensava ad un piano per uscire vive da lì.
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
 
Buon Pomeriggio a tuttiiiiiii!
Buono si fa per dire… Stasera c’è WTF! O.o IO NON SONO PRONTA! NO. NON SONO PRONTA  A DIRE ADDIO A ZIVA.
Siccome sono tanto ma tanto depressa il capitolo è venuto fuori così… Mi scuso… Lo so sono cattiva e sadica (SADICA BASTARDA DIREBBE UNA MIA AMICA)…
Cmq vedete  che le cose si stanno sistemando… Beh in effetti a voi non sembra così… Ma presto avremmo la soluzione del caso! Prometto!!!
Detto questo buona visione a tutti e ci risentiamo dopo l’episodio!  -.-“
 
P.s.: Pronta Ale ad un FaceTime di disperazione domani??!! E cmq brava cicciiiiii <3

 
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
 

Dopo venti minuti Ziva era ancora intenta a camminare per la piccola stanza in cui erano rinchiuse, cercando di far smettere di piangere Zoe.
Sembrava una missione impossibile.
"Zoe, ti prego. Basta piangere ora, ti sentirai male" disse Ziva quasi implorandola.
"Voglio la mia mamma" fu l'unica risposta che diede Zoe prima di stringere ancora più forte Ziva.
 
Rimase in piedi con Zoe in braccio per altri dieci minuti, ma poi il dolore alla schiena iniziò a diventare insopportabile e dovette tornare a sedersi.
Continuò a tenere stretta Zoe e a consolarla.rmentata. Tutto lo stress e il piangere l'avevano sfinita. Pensò che fosse meglio così, almeno sarebbe riuscita a riposare un po' mentre lei pensava ad un modo per difendersi quando Nicolaj e Sergej sarebbero tornati per prenderle.
Tuttavia il dolore alla schiena unito alla stanchezza la fecero addormentare in fretta. Le due rimasero lì sul pavimento addormentate con la speranza che qualcuno andasse a salvarle.
 
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"Tim hai rintracciato il segnale?" chiese Gibbs entrando in ufficio dove McGee stava lavorando al computer.
 
"L'ho trovato ora. Aspetto capo, metto la mappa sullo schermo al plasma" gli rispose.
Poi prese il telecomando e iniziò a spiegare.
"Allora il segnale del braccialetto di Zoe arriva da questa zona abbandonata, è nella periferia di Georgetown. Ed Abby aveva ragione, il capannone da cui ci arriva il segnale è una vecchia fabbrica abbandonata che produceva saponi. Comunque questa zona è molto isolata, quindi difficilmente qualcuno si sarà accorto di qualcosa" spiegò McGee.
 
"Ok, chiama Dorneget e la squadra speciale e iniziamo ad avviarci là. Io intanto avviso Abby che stiamo andando" comandò Gibbs.
 
Prese il telefono e chiamò Abby.
"Ciao Gibbs" rispose lei.
"Abby stiamo andando a cercare Ziva e Zoe. Abbiamo rintracciato il segnale alla periferia di Georgetown. Tony come sta?" disse Gibbs.
"Fisicamente meglio, ma continua a chiedere di Ziva e Zoe. È spaventato. Non l'ho mai visto così" confessò Abby.
"Sei con lui ora? Non dirgli nulla" le disse Gibbs.
"Ora sono uscita dall'ospedale e sono andata a comprargli una pizza. Era molto nervoso e ho dovuto assecondarlo. Tranquillo non gli dico nulla" spiegò Abby.
"Ok, ti richiamo più tardi" disse Gibbs chiudendo la conversazione.
 
Ma quando Abby tornò in camera di Tony, con la pizza fumante in mano non trovò altro che un letto vuoto.
Inizialmente credette che Tony fosse in bagno. Cercò nella stanza, chiamò l'infermiera e alla fine capì.
Tony l'aveva mandata fuori per potere fuggire senza che nessuno lo vedesse.
Prese velocemente il telefono e chiamò Gibbs.
"Abby, che cosa c'è? Ci siamo parlati cinque minuti fa, siamo ancora alla base" disse lui.
"Gibbs, mi dispiace. È colpa mia, sono stata stupida. Abby stupida, stupida, stupida. Lo sapevo che facevo un casino. Io sto bene nel mio laboratorio con Bert, la mia musica e il mio spettrometro di massa non..." iniziò a delirare lei.
"Abby" disse con voce ferma Gibbs.
"Calmati. Prima cosa: non ti scusare mai è segno di...".
"Debolezza" concluse la frase Abby.
"Esatto. Secondo: vuoi dirmi cosa è successo?" domandò Gibbs.
"Tony mi ha mandato a prendere la pizza. Ma mi ha fregata. Se ne è andato Gibbs. È uscito di nascosto e secondo me sta andando a cercare Ziva. Ha preso anche la pistola" disse Abby sedendosi sul letto.
"Maledizione speriamo non faccia cavolate..." iniziò a dire Gibbs.
 
Ma dovette fermarsi quando le porte dell'ascensore si aprirono ed entrò in ufficio un Tony malconcio e piuttosto pallido.
 
"Gibbs. Che succede? Sei arrabbiato con me?" disse Abby al telefono non capendo perché Gibbs non parlava più.
"No, tranquilla. È solo che Tony è appena arrivato qui" spiegò lui.
 
Abby tirò un sospiro di sollievo.
"Allora avverto le infermiere e torno indietro" concluse.
 
Nel frattempo McGee aveva fatto sedere Tony.
Gibbs lo raggiunse e chiese "DiNozzo stai bene?".
"Si capo, solo un po' di mal di testa. Niente di grave" rispose.
"Tu resta qui. Noi andiamo a prendere Ziva e Zoe. Abby arriverà tra poco".
"Non se ne parla. Sono uscito dall'ospedale perché voglio venire con voi. Se no me ne restavo comodo nel letto" disse alzandosi.
"Tony, non sembri stare benissimo. Sul serio, ci pensiamo noi" aggiunse Tim.
"No. Voglio venire anche io, stiamo parlando di Ziva. Della donna che amo. E della bambina a cui avevo promesso che non le sarebbe successo nulla. Devo venire anche io" rispose arrabbiato.
 
Gibbs, vedendo che non c'era modo di fargli cambiare idea accettò di farlo  andare con loro.
"Però resti dietro di noi, e fai come ti dico. Non voglio che tu stia peggio di come già stai" disse Gibbs con tono autoritario.
 
Tony annuì soddisfatto e si diressero tutti alle macchine.
 
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Zoe si risvegliò, ancora in braccio a Ziva e muovendosi dolcemente tra le sue braccia fece svegliare anche lei.
Ziva aprì gli occhi, aveva un terribile mal di testa.
"Ciao" le disse Zoe con un filo di voce mentre alzava la testa dalla sua spalla.
"Ciao" rispose Ziva.
Zoe la guardò in faccia e nonostante avesse solo cinque anni capì immediatamente che qualcosa non andava.
"Ziva, stai male?" le chiese spaventata.
Le girava la testa, aveva freddo e si sentiva davvero male. Ma non poteva né voleva spaventare Zoe ancora più di quanto non lo fosse.
"No, tesoro. Va tutto bene, sono solo un po' stanca. Tu invece stai bene?" domandò Ziva per cambiare discorso.
"Fa tanto male il braccio e anche quando respiro" disse con la voce di una che sta per mettersi a piangere.
"Oh, Zoe. Resisti che presto andiamo dal dottore" cercò di calmarla Ziva.
 
Passò più di mezz'ora, Nicolaj e Sergej ancora non si erano fatti vivi.
Ziva era felice, almeno potevano prendere tempo, ma sapeva bene che questo significava che stavano preparando qualcosa di davvero terribile.
Sperava con tutto il cuore che Gibbs e gli altri arrivassero prima che quei due mostri mettessero in atto il loro piano. Si sentiva male e non sapeva se sarebbe stata capace di difendere sia lei che Zoe. Ma una cosa era certa, si sarebbe battuta fino alla morte.
 
Zoe, che continuava a rimanere in braccio a Ziva, si mosse per sistemarsi meglio. Nonostante fosse piccola e leggera quel movimento provocò un forte dolore a Ziva, che non riuscì a trattenere un lamento.
Non era medico, ma si era accorta anche da sola che probabilmente la ferita si era infettata.
 
Zoe si spaventò.
"Ziva, che hai?" chiese.
"Nulla" mentì.
"Invece stai male. Sei sudata e ti fa male la schiena. Sono piccola ma non stupida" rispose Zoe.
"Stai tranquilla non è grave. Andrà tutto bene" la rassicurò Ziva.
"Non è vero. Quegli uomini sono cattivi. E tu stai male per colpa mia" disse abbracciando Ziva.
"Calma e non..." iniziò Ziva.
Ma fu interrotta dalla porta che si apriva e da Nicolaj seguito da Sergej che entravano.
"Merda" disse sottovoce.
 
Sentì Zoe stringerla con forza e lei la strinse a sua volta.
 
Nicolaj si avvicinò rapidamente e strappo via Zoe dalle braccia di Ziva, nonostante lei avesse fatto di tutto per tenerla stretta a sé.
"Lasciala stare, bastardo" gridò Ziva alzandosi in piedi.
 
Sergej si avvicinò a lei puntandole un coltello contro.
"Vuoi che ti faccia sentire di nuovo cosa si prova ad avere un coltello piantato nella schiena?" chiese.
Ziva si fermò.
Zoe, bloccata da Nicolaj, la stava guardando. Non poteva permettersi altre ferite se voleva aiutare la bambina.
 
"Bene, allora siamo tutti d'accordo che adesso vi comportate bene. Vero nanetta?" disse Nicolaj tirandola per un braccio.
Zoe gridò per il dolore.
"Fermo! Le stai facendo male" urlò Ziva.
Sergej le diede un pugno nello stomaco che la fece piegare in due.
"Devi stare in silenzio e ferma, donna" disse.
 
Portarono sia Ziva che Zoe nell'altra stanza, dove era già pronto il lettino sul quale! Ziva capì, avrebbero ucciso sia lei che Zoe.
Nicolaj si chinò per prendere in braccio Zoe e farla distendere ma lei si ribellò dandogli un morso sul braccio.
"Pagherai anche per questo, stupida" le disse.
"No! Dino ci salverà sono sicura" rispose.
"Dino?!" ripetè lui facendosi una risata.
"Ma se non è neanche stato capace di guidare! Come pensi che riesca a trovarti?" aggiunse.
"Tu credi di sapere tutto ma non è così" rispose Zoe.
 
Ziva si meravigliò di quella risposta.
Ma poi vide Zoe indicare il suo braccialetto, di nascosto. E capì.
Quando l'avevano trovata lei non lo aveva. E quella era un tipica mossa di Gibbs. Si rese conto che dentro a quel bracciale c'era un localizzatore.
Sorrise. Zoe era lì con lei da un po' e questo voleva dire che molto probabilmente le avevano già trovate. Era questione di poco. Ma Ziva doveva prendere tempo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Heyyyyyyyy!
Eccoci con il capitolo 13!
Cosa dite, pensate che Ziva riuscirà a tenere a bada quei due finché Gibbs e gli altri non arrivano? O.o
E cosa avranno in mente i russi? Boh?!
Speriamo che vada tutto bene! XD
 
Passiamo alla parte triste... Chi di voi ha visto la 11x03?!
Io non volevo vederla... Poi mi sono fatta forza e ho provato... Risultato: tanta tristezza. Tanta.
In primis nel non vedere la nostra Cote nella sigla.
Poi in generale l'episodio non mi ha entusiasmata... Mancava quel non so cosa... Ah si lo so. MANCAVA COTE.
Comunque i ratings stanno parlando e dicono quello che avevamo previsto. Sono calati. CALATI. Direi che ora la Cbs dovrebbe avere capito che non scherziamo e può ridarci Cote! XD
 
Prima di salutarvi dico: #BringBackCote #CotesArmy e #WhereIsZiva (che stanotte è stato worldwide trend)! XD
Ok...
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo!
Baci a tutti e a presto con l'aggiornamento di questa e delle altre FF.
 
Meggie.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
 
Ziva doveva inventarsi qualcosa per dare tempo agli altri di arrivare.
Ma Nicolaj sembrava non voler aspettare per dare inizio allo spettacolo. Alzò di peso Zoe e la legò al lettino.
La bambina iniziò immediatamente a gridare e piangere spaventata. Si dimenava nella speranza di riuscire a sfuggire a quello che l'aspettava.
 
Nonostante Ziva fosse stata avvertita da Sergej di non mettersi in mezzo, non poté rimanere ferma davanti a quello che stava succedendo.
"Lasciala andare!" gridò mentre cercava di raggiungere Zoe.
 
Sergej fu più veloce di lei e le diede un calcio nella schiena, proprio sopra la ferita.
Cadde a terra per il dolore, ma si rialzò velocemente e rispose all'attacco di Sergej con una serie di calci e pugni degni del suo addestramento.
Sergej cadde a terra e lei fece giusto in tempo a vedere Nicolaj che si avvicinava a Zoe con un'enorme siringa prima che Sergej si rialzasse e riprendesse la lotta.
 
"No ti prego, non voglio!" gridò Zoe terrorizzata.
"Ziva, aiutami" disse piangendo.
"Hai poca scelta. Ora ti faccio questa iniezione e tu farai la nanna. E non ti sveglierai più" disse Nicolaj mostrandole una siringa che conteneva un potente anestetico misto a chissà quale droga.
 
Ziva colpì di nuovo Sergej. Faceva del suo meglio viste le condizioni in cui era. Riuscì a correre verso Zoe e quasi a raggiungere Nicolaj.
Pensava che sarebbe riuscita ad impedire a quel bastardo di iniettare quella porcheria nel corpo della bambina, ma Sergej l'afferrò puntandole un coltello alla gola.
Lei si fermò all'istante e proprio in quel momento Nicolaj fece l'iniezione a Zoe.
Smise subito di urlare e chiuse lentamente gli occhi.
A quel punto Ziva non era più in sè.
 
Ignorò tutto il dolore che provava in quel momento e ritornò ad essere la spietata assassina del Mossad.
Si girò di scatto afferrando il coltello che Sergej teneva in mano e intrapresero una lotta all'ultimo sangue. Ziva non aveva intenzione di fallire. Voleva ucciderli entrambi e portare subito fuori da lì Zoe.
 
Nicolaj lanciò un urlò di rabbia.
Non aveva programmato le cose così. Ziva doveva stare a guardare mentre lui uccideva Zoe dopodiché avrebbero ucciso anche lei.
Dovevano soffrire entrambe ma ora tutto stava andando storto. Non riuscì nemmeno a fare un'incisione nel corpo della bambina che sentì Ziva lottare con Sergej. Ziva lo spinse contro il muro facendo sbattere contro un tavolino sul quale erano state preparate svariate fiale, probabilmente di anestetico.
 
"No!" gridò Nicolaj. Non poteva credere che tutti i medicinali che avevano per addormentare le vittime fossero andati distrutti.
 
Appoggiò il bisturi che teneva in mano e andò a frugare dentro un armadietto in cerca di qualcosa con cui poter mettere Ziva fuori gioco.
Trovò una bottiglietta in cui era rimasta una piccolissima quantità di etere.
Siccome quel poco di anestetico che era rimasto nella siringa che aveva usato per Zoe non sarebbe bastato, decise di bagnare un fazzoletto con l'etere e di usare entrambi.
 
Ziva aveva appena sbattuto a terra Sergej. Gli si scagliò contro e lo accoltello alla pancia con il coltello che teneva in mano.
 
Era ancora china su Sergej mentre lo guardava dissanguarsi. Nicolaj approfittò del momento e conficcò la siringa nel collo di Ziva.
Come previsto l'anestetico non le fece perdere i sensi. Le premette con forza il fazzoletto con l'etere sulla faccia sperando di metterla KO.
Tuttavia Ziva, invece che perdere i sensi, afferrò il braccio di Nicolaj e con tutta la forza che aveva in corpo glielo spezzò.
 
Nicolaj le diede uno schiaffò talmente forte da farle perdere l'equilibrio.
Si sentiva stordita, aveva la vista annebbiata e lottare stava diventando davvero faticoso.
L'infezione causata dalla ferita mista a quello che Nicolaj le aveva iniettato la stava facendo perdere la cognizione della realtà.
 
Si rimise in piedi velocemente e iniziò a combattere come se non ci fosse un domani.
 
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Si fermarono con le macchine nel piazzale davanti al capannone. Scesero tutti velocemente impugnando le loro pistole.
Tony invece faticò a mettere i piedi fuori dalla macchina. Le costole rotte gli davano davvero fastidio.
 
"Tony, per l'amore del cielo. Aspettaci qui, non ti reggi in piedi" gli disse Gibbs.
"No" disse mentre riprendeva fiato.
"DiNozzo, non è una richiesta. È un ordine" rispose Gibbs.
"Vorrà dire che questa volta non rispetterò i tuoi ordini. Puoi anche licenziarmi se vuoi ma io vado a salvare la donna che amo" obiettò Tony arrabbiato.
"Cerca almeno di non farti ammazzare" gli disse mentre tutti si dirigevano all'entrata.
 
Si misero in posizione aspettando un segnale dalla squadra speciale.
 
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Ziva aveva appena messo fuori gioco anche Nicolaj. Non sapeva nemmeno lei come aveva fatto. Adrenalina, istinto di sopravvivenza. Non le interessava.
Camminò a fatica fino al lettino dove era sdraiata Zoe, la slegò e con le ultime forze che aveva la prese in braccio.
Si appoggiò con la schiena al muro e si sedette per terra.
 
Guardò il volto della bambina. Era molto pallida e il suo battito cardiaco era debolissimo. Respirava a fatica.
Ziva iniziò a piangere, avrebbe voluto alzarsi e correre all'ospedale più vicino. Ma non aveva nemmeno la forza di gridare, faticava lei stessa a rimanere cosciente.
 
"Mi dispiace" le sussurrò all'orecchio mentre piangeva.
La strinse forte a sé, come se quel gesto potesse aiutarla a mantenerla in vita.
La verità era che se qualcuno non fosse arrivato in fretta probabilmente sarebbero morte entrambe.
 
Rimase a terra, piangendo e accarezzando il volto di quella bambina sfortunata.
 
Quando Tony, Gibbs e il resto della squadra entrarono non videro ciò che si aspettavano. Pensavano di dover annientare i nemici e invece li trovarono già stesi a terra, privi di sensi.
 
Gibbs e Tony corsero da Ziva. La videro a terra con la testa appoggiata al muro e Zoe tra le braccia.
 
"Ziva, tesoro... Cosa è successo?" disse Tony inginocchiandosi davanti a lei e accarezzandole il volto.
Ziva aprì gli occhi e lo guardó.
"Tony..." disse con un filo di voce.
"Zoe... L'hanno... Non respira bene... Lei".
 
Era molto confusa, non riusciva a completare le frasi.
 
Gibbs le prese Zoe dalle braccia e la sdraiò a terra per vedere come stava.
Sembrava morta, ma in realtà respirava.
Vedere il corpicino inerme di quella bambina fece tremare sia Tony che Gibbs. Come poteva qualcuno voler fare del male ad una bambina innocente?
Gibbs le accarezzò il volto, spostandole i capelli dalla faccia. Le inclinò un po' la testa all'indietro per farla respirare meglio.
"Avanti piccolina, resisti" le disse Gibbs.
Cercò di non pensare al peggio. Anche se non era sua figlia non voleva rivivere il dramma della sua bambina. Non voleva che Zoe morisse.
 
Tony era concentrato su Ziva, non l'aveva mai vista così.
"Piccola Ninja, tieni gli occhi aperti. Per favore guardami" la implorò Tony.
"Non ci riesco... È tutto così confuso" disse Ziva poco prima di gridare per il dolore e piegarsi in avanti.
Tony la fece appoggiare a lui. Sentì quanto era calda, stava andando a fuoco.
"Ziva... Hai la febbre alta. Ti sentirai malissimo" le disse dandole un bacio sulla fronte.
"Si..." rispose con voce debole lei.
Le sollevò leggermente la maglia e vide il taglio sulla schiena.
"Capo, guarda" disse indicando la ferita infetta.
"L'ambulanza arriva, io porto fuori Zoe. Ha bisogno di aria" disse prendendo in braccio la bambina e uscendo.
 
Ziva piangeva per il dolore.
"Tony, fa male" disse stringendolo forte.
"Lo so amore. Perdonami, non avrei dovuto lasciarti da sola a casa" disse sedendosi e tirandosi Ziva sulle gambe.
La tenne in grembo, come si fa con una bambina malata.
 
"Tony, dobbiamo prepararci per il lavoro" disse Ziva. Stava perdendo lucidità.
"Ziva. Hey guardami, sai dirmi dove siamo?" disse Tony preoccupato.
"Amore... Rispondimi ti prego" aggiunse guardandola in faccia.
 
Era così pallida, tremava e continuava a piangere per il dolore.
Dopo un po' che Tony la chiamava e cercava di farla rispondere lei alzò la testa e lo guardò con occhi febbrili.
"Sederino peloso, lo sai che ti amo vero?" gli disse.
"Lo so, ti amo anche io. Perciò cerca di non farmi spaventare troppo e resta sveglia. L'ambulanza arriva" rispose stringendola quando lei, in preda ad una fitta alla schiena, si aggrappò alla sua maglietta.
"Non ce la faccio più..."
Tony soffriva a vederla in quello stato. Voleva alleviare il dolore che provava, ma non poteva.
Così prese a sussurrarle all'orecchio.
"Hey, tesoro sono qui. Ascolta la mia voce, non pensare ad altro. Concentrati su di me. Appena ti riprendi ti porto a fare shopping ok? Senti, vuoi che ti racconti la trama di un film?" disse per distrarla.
"Ti prego risparmiami anche questa tortura" rispose lei con un mezzo sorriso.
 
Poi si riappoggiò a Tony e chiuse gli occhi.
"No, no. Occhi aperti piccola, fallo per me" disse Tony sempre più spaventato.
 
Tony era preso da Ziva e non sia accorse che Nicolaj si era alzato in piedi. Ziva l'aveva tramortito ma lui ere resistente e si era risvegliato.
 
"Tony..." disse lei indicando Nicolaj con il dito.
Lui si girò e lo vide in piedi. Per un attimo tremò non sapendo cosa fare.
Ma all'improvviso partì un colpo di pistola che lo colpì e lo mandò al tappeto.
Per fortuna un agente delle forze speciali era intervenuto in tempo. L'unico problema era che il pavimento era ricoperto da vari liquidi che erano caduti mentre Ziva lottava.
Immediatamente si appiccò un fuoco.
 
Tony non ci pensò un secondo. Si tirò in piedi tenendo Ziva in braccio e corse fuori.
Le costole rotte gli fecero provare un dolore inimmaginabile ma a lui non interessava, doveva proteggere Ziva.
 
Fecero appena in tempo ad uscire che il capannone esplose.
Tony si buttò a terra coprendo con il suo corpo Ziva. La lasciò sdraiata e si prese un attimo per guardarla e assicurarsi che stesse bene.
"Amore, lo senti? Sta arrivando l'ambulanza" le disse.
 
Lei non rispose, si limitò a guardarsi intorno con lo sguardo assente.
Strinse gli occhi per il forte dolore mentre i paramedici la caricavano in ambulanza.
 
Prima di salire sull'ambulanza con Ziva, Tony si avvicinò a Gibbs e gli chiese "Come sta Zoe?".
Nonostante fosse stato tutto il tempo con Ziva era preoccupato anche per la bambina.
Gibbs scosse la testa.
"Non lo so. Non sta bene. Ci vediamo in ospedale" rispose salendo sull'ambulanza con Zoe mentre Tony faceva lo stesso salendo con Ziva.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
BAM!
Ecco il capitolo tanto attesoooooo!
Le hanno ritrovate!!!! E c'è anche un scena TIVA <3
Ok, ok... Lo so sono un po' cattiva a lasciare il capitolo così... Ma mica potevo fare un capitolo lungo eterno! Quindi scoprirete quello che succederà a Ziva e Zoe nel prossimo capitolo! XD
 
Comunque questo capitolo è dedicata ad Alessia, che lo aspettava da tanto e che è molto impegnata con la scuola... Goditi un po' di ANGST-CLIFFI-SCENA TIVA!!! XD
E anche  tutt voi lettori che ogni volta leggete e commentate! Grazieeeee :)
 
Baci, a presto!
 
Meggie.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
Le stringeva la mano, voleva farle sentire che lui era lì.
Poteva sentire quanto fosse calda. Doveva avere la febbre davvero alta perché la mano che lui le stava stringendo era bollente.
 
"Forse dovresti sederti sulla poltrona, Tony. Io prendo la sedia" gli disse Gibbs preoccupato. In fondo anche Tony non stava bene, anche se al momento non sembrava darlo a vedere.
 
Era seduto sul bordo del letto di Ziva da quando, due ore prima, i medici li avevano fatti entrare nella stanza.
 
"No..." rispose Tony. Non prestava molta attenzione a quello che Gibbs diceva, era concentrato su Ziva.
Continuava a guardarla. Era piena di lividi, segno che aveva combattuto a lungo; sudava ed era agitata probabilmente a causa dell'infezione.
 
Il medico gli aveva spiegato che la ferita si era infettata e questo le aveva causato la febbre e la perdita di coscienza.
Tony vide la sua faccia contorcersi in una smorfia di dolore. Immaginò il dolore che poteva provare per la ferita alla schiena. Le accarezzò il volto asciugandole un po' del sudore che aveva sulla fronte.
"Andrà tutto bene" le sussurrò. Ci sperava, per lo meno. Non era pronto a perderla.
 
Guardò il monitor a cui era collegata e, nonostante non fosse medico, capì che aveva i parametri completamente sballati. Guardò il suo braccio e seguì la flebo che arrivava fino ad una sacca di sangue.
Il medico gli aveva spiegato che aveva perso molto sangue, era ormai in shock ipovolemico.
Tony, avendo il suo stesso gruppo sanguigno, le aveva donato il sangue. Quando erano arrivati al pronto soccorso lei aveva urgente bisogno di una trasfusione e lui non aveva esitato ad offrirsi volontario. Avrebbe fatto di tutto per la sua Ninja.
 
Dopo essere rimasto a fissare Tony che stava al fianco di Ziva, Gibbs si alzò e si mise seduto all'altro lato del letto.
Vedere Ziva, che era praticamente una figlia per lui, in quelle condizioni lo fece soffrire e capì anche perché Tony era così sconvolto. Per quanto Ziva avesse affrontato brutte situazioni ne era sempre uscita bene, non era mai stata ridotta in quelle condizioni.
 
Dopo un po' si alzò dal letto e disse "Io vado a prendere un caffè, tu vuoi qualcosa?".
"No, grazie capo" rispose Tony alzando lo sguardo per la prima volta.
 
"Sai dovresti andare a casa e riposarti un po', non hai una bella cera" aggiunse Gibbs poco prima di uscire dalla stanza e andare al bar.
"Non serve, sto bene" rispose.
"I medici hanno detto che tra la febbre e le medicine che le stanno dando non si sveglierà prima di domani. Resto io con lei" provò ad insistere Gibbs.
"Non mi convinci" disse Tony.
"Ok. Io passo a vedere come sta Zoe prima di tornare qui, quando rientro in questa stanza ti voglio vedere sdraiato su quel divanetto che dormi" concluse Gibbs uscendo.
 
Tony fece un cenno con la testa e lo guardò uscire. Si voltò di nuovo verso Ziva, che ora sembrava dormire un po' più serena.
 
"Scusa se non sono arrivato prima, scusa se gli ho permesso di farti del male. Ma vedrai ora starai meglio. Io sono qui" le disse dandole un bacio sulla fronte.
 
Rimase per un po' a stringerle la mano e accarezzarle la testa, poi controvoglia si distese sul divano e provò a dormire. 
 
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"Oh, Tim. Non è giusto che una bambina così piccola abbia già sofferto così tanto" disse Abby.
 
Anche loro avevano raggiunto Tony e Gibbs in ospedale e si erano offerti di rimanere con Zoe.
Quando i medici l'avevano scaricata dall'ambulanza avevano subito capito che la situazione era grave.
L'avevano visitata, le avevano ingessato il braccio rotto e suturato i tagli causati dall'incidente in macchina.
Ma la cosa più grave era l'avvelenamento causato da quello che Nicolaj le aveva iniettato. Le stava causando difficoltà respiratorie e dovevano agire al più presto. Le avevano analizzato il sangue e le avevano dato l'antidoto per neutralizzare gli effetti del veleno.
Ora era sdraiata nel suo letto, ancora priva di sensi. Il medico aveva detto che ci sarebbe voluto un po' perché si svegliasse.
Inoltre le stavano facendo la dialisi perché la dose di veleno e droga che avevano usato era davvero elevata e le aveva causato problemi renali. Per fortuna Ziva, avendo assunto solo una piccolissima quantità di questo veleno, non aveva subito danni.
 
McGee si avvicinò a Zoe.
"Infatti, non è giusto. Non ha fatto nulla per meritarsi questo" rispose ad Abby poco prima di accorgersi che nella stanza era entrato anche Gibbs.
"Come sta?" chiese.
"Meglio, il medico a detto che presto dovrebbe svegliarsi" spiegò Abby.
 
Gibbs si sedette sulla sedia vicino al letto di Zoe e rimase con Abby e Tim.
 
Dopo un po' la bambina iniziò a risvegliarsi. Gibbs si portò subito al suo fianco, voleva che nel momento in cui apriva gli occhi vedesse qualcuno che conosceva. Sapeva che sarebbe stata molto spaventata.
 
Zoe guardò in faccia Gibbs, poi si giro e vide Tim ed Abby.
Le lacrime iniziarono a formarsi nei suoi occhi, il respiro si fece affannoso.
 
Gibbs le accarezzò il braccio non ingessato cercando di calmarla. Ma non appena lui la toccò la bambina iniziò a gridare, terrorizzata.
Si guardarono tutti. Avevano previsto che Zoe sarebbe stata spaventata al suo risveglio, ma non si aspettavano una reazione così.
 
 
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Tony, che dormiva tranquilla sul divano presente nella stanza di Ziva, si svegliò di soprassalto dopo aver sentito dei rumori.
Si mise seduto di scatto, pentendosi immediatamente di quel gesto. Le costole rotte lo stavano torturando.
Guardò verso Ziva e la vide sveglia mentre, agitata, cercava di mettersi a sedere sul letto.
 
"Ziva" disse Tony andando da lei.
Si sedette sul bordo del letto facendo in modo di non farla alzare. Era collegata a tanti di quei fili che aveva paura si facesse male.
 
Ziva si agitò sempre di più e Tony se ne accorse subito.
"Amore, sono io. Calmati" le disse mettendole una mano sulla spalla.
"No, lasciami" rispose lei scattando e mettendosi seduta
 
Tony capì immediatamente che era ancora molto disorientata.
Le prese il volto con le mani e la costrinse a guardarlo negli occhi.
Immediatamente Ziva si clamò.
 
"Ziva, sai chi sono io?" le domamdò.
"Tony... Dove siamo?" disse con voce debole.
"In ospedale, amore. Come ti senti?" le chiese lasciandola andare.
"Stanca... Cosa è successo?" rispose ancora piuttosto confusa.
 
Tony le mise una mano sulla fronte, era ancora molto calda.
 
"Hai lottato con i russi e ne sei uscita un po' ammaccata" le spiegò Tony buttandola sull'ironico.
In realtà c'era poco da ridere, ma Ziva era ancora molto confusa ed  era inutile farla agitare più di quanto non lo fosse già.
"Si... Li ho tramortiti entrambi... Poi mi ricordo che sei arrivato a salvarci..." disse lei riacquistando un po' di lucidità.
"Esatto, mia bella Ninja. Hai ancora molto male alla schiena?" le chiese Tony preoccupato.
"Ora no..." iniziò a rispondere lei. Quell'affermazione le fece tornare in mente che aveva lottato nonostante in dolore per salvare Zoe.
Il panico prese il sopravvento. Da quello che riusciva a ricordare l'ultima volta che aveva visto la bambina stava davvero male, le sembrava morta.
 
"Oh mio Dio! Zoe! Lei dov'è? Sta bene?" chiese agitata.
"Ziva, calmati" le disse Tony accarezzandole la schiena.
"No. Dimmi come sta" insistette.
"Io non lo so..." iniziò Tony.
"Non me lo vuoi dire perché è morta? È per questo vero..." continuò a dire piangendo.
 
Tony l'abbracciò senza pensarci un secondo.
"Oh, tesoro. No, tranquilla. Non è morta. L'hai salvata, è merito tuo se è ancora viva. Calmati..." cercò di tranquillizzarla Tony. Ma lei non si calmava.
Era ancora un po' confusa e molto spaventata dalla situazione.
"Non è vero, non avrei dovuto lasciare che la toccassero. Invece quel bastardo le ha dato non so cosa e lei non si svegliava più. Voglio sapere come sta" implorò lei preoccupata.
 
Tony la strinse ancora più forte, stando attento a non farle male.
"Shhh...  Non piangere... Non ti fa bene agitarti così, stai male. Facciamo così... Tu ora ti calmi e io vado da Gibbs e mi faccio dire come sta Zoe" le disse Tony facendola sdraiare delicatamente e alzandosi per andare a chiedere informazioni.
 
Ziva lo afferrò per il braccio.
"Non andare via, per favore. Voglio che mi abbracci ancora. Ho avuto tanta paura di non rivederti" gli disse lei ricominciando ad agitarsi.
 
Tony le accarezzò la fronte e le diede un bacio.
Poi, facendo attenzione a tutte le flebo e i cavi a cui era collegata Ziva, si sdraiò accanto a lei.
 
"Va bene, ora resto con te, aspettiamo che Gibbs torni qui e gli chiediamo di Zoe. Per tu cerca di riposare adesso" le disse.
 
La prese tra le braccia e le accarezzò il volto fino a farla addormentare. La guardò e sperò che al suo risveglio stesse meglio e fosse anche meno agitata.
Probabilmente tutto quello che le era successo le aveva fatto tornare alla mente brutti ricordi e il sapere che Zoe non stava bene peggiorava solo le cose.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Eccomi quiiiiii!
Un po' in ritardo rispetto al solito, chiedo scusa! -.-"
Coooooomunque siamo già al capitolo 15! OMG come passa in fretta il tempo! XD
 
Beh come vedete si sono svegliate si Zoe che Ziva... Ma... Dovrete aspettare il prossimo capitolo per sapere qualcosa di più su Zoe e per vedere come si comporteranno tutti.
 
Lo so sono cattiva, ma non potevo fare un capitolo di 23456789 parole! XD
 
Comunque avevo detto ad una persona che le facevo un regalo e lei mi ha minacciata non sapendo cosa avevo in mente: BENE DIRETTA INTERESSATA QUESTO È IL REGALO! XD
 
Ok, ora vi lascio. Non vi ricordo nemmeno che stasera c'è il nuovo episodio. Io non credo lo vedrò. Devo ancora riprendermi, troppo doloroso.
Ma non molliamo!!! BARCOLLO MA NON MOLLO!!!
 
#BringBackCote As always. XD
 
Baci e grazie a tutti per i bellissimi commenti e per seguire la mia storia!
 
Meggie.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16
 
 
Gibbs le accarezzò il braccio non ingessato cercando di calmarla. Ma non appena lui la toccò la bambina iniziò a gridare, terrorizzata.
Si guardarono tutti. Avevano previsto che Zoe sarebbe stata spaventata al suo risveglio, ma non si aspettavano una reazione così.
 
"Zoe, calmati" le disse Gibbs.
Ma lei non smetteva di gridare. Era come se vedesse qualcosa che la terrorizzava, ma in quella stanza a parte Gibbs, Abby e McGee non c'era nessuno.
 
Allarmato dalle urla uno dei medici di turno fece la comparsa nella stanza di Zoe.
"Cosa succede?" chiese guardando prima Gibbs e poi precipitandosi verso la bambina.
"Si è svegliata e la prima cosa che ha fatto è stata iniziare ad urlare" spiegò Gibbs.
 
Il medico somministrò un blando calmante a Zoe. Niente che la facesse addormentare, solo qualcosa per farla calmare e dargli la possibilità di capire cosa stava succedendo.
Rapidamente Zoe smise di gridare e si mise tranquilla nel suo letto.
 
"Che succede piccola? Perché sei così spaventata?" le chiese il medico.
Zoe non rispose, si limitò a fissare il dottore e a guardarsi in giro per la stanza.
"Hai male da qualche parte?" continuò il medico sperando di ricevere risposta.
 
Si voltò verso Gibbs e gli chiese "Ha detto qualcosa quando si è svegliata?".
"No, ha aperto gli occhi e ha iniziato a gridare" rispose Gibbs.
 
Il medico tornò a guardare Zoe. Aveva gli occhi vuoti e persi nel nulla.
"Mi puoi dire dove ti trovi?" le chiese senza ottenere risposta.
"Ti ricordi cosa è successo?" continuò a domandarle.
 
"Poco tempo fa sua madre è morta e quando l'abbiamo trovata non ricordava nulla di quello che era successo. Pensa che stia accadendo di nuovo?" disse McGee.
"Credo che gli eventi di questo periodo l'abbiano molto provata... Chiamerò uno psicologo per farla visitare, temo che soffra di mutismo selettivo al momento..." spiegò il medico prima di congedarsi e uscire andando a cercare il collega.
 
"Hey Zoe, possiamo fare qualcosa per aiutarti?" chiese Abby sedendosi sul bordo del letto.
La bambina sobbalzò vedendo Abby sedersi così vicino a lei. Poi ricominciò a guardare verso la porta.
Gibbs aveva notato che da quando si era svegliata non aveva fatto altro che guardare verso la porta, come se aspettasse di veder entrare qualcuno.
 
Rimasero tutti e tre in stanza con Zoe mentre aspettavano che arrivasse lo psicologo, nel caso avesse bisogno di qualcosa.
 
"Salve, sono il dottor Barnett" si presentò il medico.
"Sono qui per parlare con Zoe" disse avvicinandosi.
La bambina lo guardò spaventata, non voleva parlare con nessuno figuriamoci con uno sconosciuto.
 
I tre lasciarono la stanza di Zoe per fare in modo che il medico facesse il suo lavoro. Poi mentre Abby e McGee andavano a prendersi un caffè, Gibbs decise di tornare nella stanza di Ziva per vedere come stava.
 
Quando entrò vide Tony sdraiato nel letto di Ziva. Lei era tra le sue braccia e dormiva con la testa appoggiata sul suo petto. Tony invece era sveglio e la guardava dormire. Con un braccio la stringeva a sé mentre con l'altro le accarezzava delicatamente la testa.
 
"Cosa avevo detto, DiNozzo?" disse Gibbs.
"Che mi volevi vedere dormire sul divanetto. Stavo dormendo, ma poi Ziva si è svegliata ed era molto agitata... Così mi sono disteso con lei per farla calmare" spiegò.
 
Gibbs lo guardò con uno dei suoi tipici sguardi.
"Come sta Zoe?" chiese Tony.
 
A quella domanda Gibbs non seppe cosa rispondere. Dirgli la verità o aspettare la conferma da parte del medico?
 
"Capo?" lo chiamò Tony.
"Si è svegliata, però ha qualcosa che non va" disse Gibbs stando sul vago.
"Che vuoi dire?" domandò Tony preoccupato.
 
A quel punto Gibbs decide di dirgli le cose come stavano, sperando che Ziva fosse in un sonno profondo e non sentisse nulla.
Le avrebbe parlato, ma solo quando era sicuro che stesse meglio.
 
"Ok. Quando si è svegliata ha iniziato ad urlare, terrorizzata. Abbiamo tutti provato a parlarle, ma lei non risponde. Si limita a fissare le persone. Il dottore ha detto che potrebbe essere mutismo selettivo causato dai traumi dell'ultimo periodo. In questo momento c'è lo psicologo con lei" spiegò Gibbs.
 
Tony annuì pensando a come poter spiegare tutto questo a Ziva, che già si sentiva in colpa per non essere riuscita a proteggere Zoe.
Continuava ad accarezzarle i capelli, poteva sentire quanto ancora fosse calda per la febbre, non era pronto a darle brutte notizie.
Così quando Ziva iniziò a svegliarsi lui le sussurrò all'orecchio "Torna a dormire, amore. Ancora Gibbs non è tornato. Ti sveglio io più tardi".
 
Gibbs guardò Tony con sguardo di approvazione mentre Ziva tornava a chiudere gli occhi.
 
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Dopo aver parlato con il dottor Barnett, Gibbs tornò nella stanza di Ziva.
"Il medico ha visitato Zoe... Dice che vedere qualcuno di cui si fida potrebbe aiutarla" disse a Tony.
"Vuoi che ci vada Ziva? Non credo sia il caso, capo..." disse Tony.
"No. Io resto con Ziva, la lasciamo dormire e poi quando si sveglierà le spieghiamo come stanno le cose. Tu vai da Zoe, lei si fida di te" gli ordinò Gibbs. 
 
Tony rimase ancora un momento con Ziva tra le braccia, aveva paura che muovendosi si sarebbe svegliata. Le diede un bacio sulla fronte e delicatamente si alzò dal letto.
 
"Stanza 309" gli disse Gibbs guardandolo uscire.
Si sedette sul letto e prese la mano di Ziva, sperando che continuasse a dormire almeno finché Tony non fosse tornato.
 
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Tony entrò nella stanza di Zoe e la vide sdraiata sul letto, con gli occhi chiusi.
"Ciao" gli disse Abby.
"Come sta Ziva?" aggiunse Tim.
"Meglio, ora sta dormendo. Zoe?" disse Tony.
 
Abby e Tim si alzarono in piedi, pronti ad uscire.
"Non molto bene, ma magari tu puoi aiutarla. Vi lasciamo soli" gli disse Abby uscendo.
 
Lentamente Tony si avvicinò al letto di Zoe, non sapeva cosa fare o cosa dirle. Inoltre stava dormendo e non voleva svegliarla.
Le accarezzò il volto pensando a tutte le sofferenze che aveva provato quella bambina in quei gironi quando all'improvviso Zoe spalancò gli occhi.
Guardò Tony terrorizzata ma quando si accorse che era il suo Dino e non uno sconosciuto si calmò subito.
 
"Hey, pasticcino. Che succede? Il dottore mi ha detto che non vuoi parlare con nessuno" le disse Tony.
 
Zoe lo fissò intensamente negli occhi, avrebbe voluto parlare ma proprio non ci riusciva.
 
"Ti fa male?" le chiese Tony indicando il braccio ingessato.
Si ricordava bene che si era fatta male durante l'incidente e si sentiva in colpa per tutto quello che era seguito.
 
Zoe fece cenno di no con la testa.
 
"Perché non vuoi parlare, Zoe?" domandò Tony.
In realtà il motivo lo sapeva, era sotto shock. Ma non sapeva cosa chiederle.
 
Zoe alzò le spalle, i suoi occhi si riempirono di lacrime.
"Hey, perché piangi?" disse Tony preoccupato.
 
La bambina iniziò a singhiozzare, allungando le braccia verso Tony.
Lui capì subito. La prese in braccio prestando grande attenzione ai cavi a cui Zoe era collegata. Si sedette sulla poltroncina vicino al letto e iniziò a cullarla.
 
"Shhh va tutto bene. Siamo tutti salvi ora, nessuno ti farà più del male" le disse cercando di calmarla.
 
Zoe pianse a lungo, finché stremata, non si addormentò in braccio a Tony.
 
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Gibbs era in piedi davanti alla finestra della stanza di Ziva quando la sentì muoversi.
Si voltò verso il letto e vide che si stava svegliando.
 
"Hey piccola" le disse per richiamare la sua attenzione mentre si sedeva di nuovo sul letto.
"Gibbs" disse lei.
Si guardò intorno e accorgendosi che Tony non era nella stanza iniziò ad agitarsi.
 
"Dov'è Tony?" chiese.
"È uscito un attimo, torna tra poco" le rispose Gibbs.
"Lo puoi chiamare, per favore?" disse sempre più agitata.
 
Gibbs capì che era ancora un po' disorientata e soprattutto spaventata e che la presenza di Tony era quello di cui aveva bisogno in quel momento.
Me lui non voleva chiamare Tony, voleva che rimanesse un po' con Zoe.
 
"Tra poco ritornerà, cerca di stare tranquilla" le disse abbracciandola.
"Aveva promesso che non mi lasciava, che restava con me" disse lei.
"Non ti ha lasciata, Ziva. È solo uscito un attimo mentre tu dormivi" cercò di spiegare Gibbs.
"Ti prego, ho bisogno di lui" disse lei piangendo.
 
Gibbs capì che tutta quella agitazione era causata dagli antidolorifici e dalla febbre. Sapeva bene che Ziva non era così di solito, non sarebbe mai crollata così velocemente.
 
"Ok, calmati. Lo vado a chiamare" disse Gibbs sapendo che quella era l'unica cosa che poteva fare per aiutare Ziva.
Fece sdraiare di nuovo Ziva e si diresse verso la porta. Ma non fece in tempo ad uscire che sentì i monitor a cui era collegata iniziare a suonare.
Si voltò e la vide come non l'aveva mai vista.
 
"Ziva!" disse tornando da lei.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Lo so sono in ritardo! -.-"
Chiedo perdono... Ma sono stata un po' impegnata e ci ho messo un po' a finire il capitolo.
So che probabilmente vorrete tutti uccidermi per come ho concluso il capitolo... Ma cosa volete farci, io sono un po' cattivella! XD
 
Chissà cosa succede a Ziva!? O.o
E chissà se Zoe starà un po' meglio?!
Tutte domande a cui inizieremo a trovare risposta nei prossimi capitoli... Comunque, vi dico, che non manca molto alla fine della storia!
 
Grazie a chi legge e a chi commenta!!! :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!  
 
Prima di salutarvi vi lascio il messaggio che Cote ha scritto a tutti i suoi fans per ringraziare per quello che è stato fatto per il suo compleanno! Ma quanto è dolce la nostra Cote?? *-*
 
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Ok, ora vi saluto. A presto.
Baci, Meggie.

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17
 
 
Fece sdraiare di nuovo Ziva e si diresse verso la porta. Ma non fece in tempo ad uscire che sentì i monitor a cui era collegata iniziare a suonare.
Si voltò e la vide come non l'aveva mai vista.
 
"Ziva!" disse tornando da lei.
 
"Che succede piccola?" gridò cercando di richiamare la sua attenzione.
Ma Ziva non rispose. Si stava contorcendo nel letto presa da un dolore improvviso.
Gibbs le strinse forte la mano e guardò i monitor vedendo che ogni spia luminosa presente era accesa e lampeggiava. Segno che qualcosa non andava.
 
"Dobbiamo prenderli" disse Ziva cercando di alzarsi.
"No, Ziva. Sei in ospedale, stai male. Ora sei confusa... Non dobbiamo prendere nessuno, torna da me" le disse Gibbs per richiamarla alla realtà.
 
In quel momento comparvero nella stanza un medico e due infermiere che, allarmati dal suono dei monitor, erano andati a vedere cosa stesse succedendo.
Non appena vide la scena, il medico capì cosa aveva Ziva.
 
"Fate subito un esame del sangue e prenotare una TAC con la massima urgenza" ordinò il dottore alle infermiere le quali si misero subito all'opera.
 
Poi il medico si precipitò a visitare Ziva. Prese una mascherina e iniziò a somministrarle dell'ossigeno.
 
"Che succede!" gridò Gibbs infastidito dal fatto che nessuno gli stesse spiegando cosa facevano.
A lui piaceva avere la situazione sotto controllo e non sapere cosa stesse accadendo alla donna che considerava come una figlia lo mandava in bestia.
 
"Per conferma voglio i risultati del sangue e della TAC ma credo che la signorina David abbia una setticemia" disse il dottore.
 
"Cosa?!" disse Abby in piedi davanti alla porta.
Lei e McGee avevano lasciato Tony da solo con Zoe, e dopo aver preso un caffè avevano deciso di andare a vedere come stava Ziva, visto che Tony aveva detto che stava meglio.
 
Gibbs guardò Abby e disse "Corri a chiamare Tony, ora!".
Lei si girò e si diresse velocemente alla stanza di Zoe, mentre Gibbs e McGee restavano con Ziva.
 
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Tony era ancora seduto sulla poltroncina. Da quando Zoe si era addormentata non si era più mosso. Sembrava essere tranquilla ora e non voleva farla agitare di nuovo.
Si ritrovò a pensare a come doveva essere fare il padre. Era una cosa su cui non aveva mai riflettuto prima, ma ora che stringeva quella bambina tra le braccia gli venne naturale immaginarsi mentre la portava al parco.
 
Fu riportato alla realtà da Abby che entrava agitata nella stanza.
 
"Tony" disse lei.
"Shhh... Fa piano! Non vedi che sta dormendo?".
 
Abby si ricompose e si avvicinò a Tony.
"Ziva..." iniziò.
 
Non c'era bisogno che continuasse la frase. Dall'espressione che aveva e dall'agitazione che trasmetteva, Tony aveva capito che Ziva aveva qualcosa che non andava.
 
"Io resto con Zoe, tu vai da Ziva" gli disse Abby.
 
Senza dire nulla Tony si alzò e, facendo attenzione a non svegliare Zoe, la mise di nuovo nel suo letto. Ringraziò Abby e corse verso la stanza di Ziva.
Aveva il cuore in gola. Cosa stava succedendo alla sua Ninja? Sperò che non fosse nulla di grave, ma quando entrò nella stanza e non vide Ziva nel letto si fece prendere dal panico.
 
"Pivello, dov'è?" chiese a McGee che era rimasto nella stanza ad aspettare Tony.
"Calma, Tony" gli disse mettendogli le mani sulle spalle "L'hanno portata a fare la TAC e presto torneranno a dirci cosa è successo".
"Come una TAC?" chiese nervoso.
 
Tim lo fece sedere e gli diede un bicchiere d'acqua, voleva evitare che si sentisse male anche lui.
 
Circa dieci minuti dopo il medico riportò Ziva in stanza, seguito da Gibbs.
Tony scattò in piedi, prese la mano di Ziva e guardando il medico chiese "Che cosa è successo?".
 
"Abbiamo fatto la TAC e gli esami del sangue e posso confermare la mia diagnosi: la signorina David ha una setticemia causata da un ascesso vicino al rene. Ora la operiamo e tutto si dovrebbe sistemare".
 
Tony rimase spiazzato. Accarezzò la mano di Ziva poco prima di lasciarla e andare verso il medico, infuriato.
 
"E lei quando pensava di accorgersi che Ziva aveva una setticemia? Pensava di aspettare che morisse? Sa fare il suo lavoro oppure la laurea l'ha presa con i punti del supermercato?" disse Tony gridando in faccia al medico.
 
"DiNozzo!" lo ammonì Gibbs fulminandolo con lo sguardo.
Gli fece un cenno con la testa come per dirgli qualcosa.
"Ma capo, regola numero 6" disse Tony.
"Questa volta non vale, hai esagerato" gli spiegò.
 
Tony prese un bel respiro, guardò il medico e disse "Ok. Mi scusi, non dovevo reagire così. Ora mi può dire se Ziva starà bene?".
"Se l'intervento procede senza intoppi, starà bene" disse il medico.
"Ora scusate, ma la devo portare in sala operatoria" aggiunse.
 
Anche se Ziva era priva di sensi, Tony le si avvicinò e le diede un leggero bacio sulle labbra.
"Fa la brava, Mossad. Lo sai che non posso vivere senza di te" le sussurrò all'orecchio prima che la portassero in sala operatoria.
 
McGee lasciò la stanza e tornò da Abby non appena Ziva fu portata in sala operatoria. Sapeva che Gibbs voleva parlare con Tony e decise di lasciargli un po' di privacy.
 
Gibbs si sedette di fianco a Tony e gli mise una mano sulla schiena.
"Capo cosa sta succedendo? Io non ho mai visto Ziva così" disse Tony.
"Lo so Tony, ma anche Ziva è un essere umano. E come tutti può stare male" spiegò Gibbs.
"Ma io non sono abituato a vederla così. È capitato che stesse male, ma mai in questo modo. Non so che fare, non riesco a ragionare" confessò Tony.
"Prendi un bel respiro. E adesso torna in camera da Zoe..." iniziò Gibbs.
"Ma capo voglio essere qui quando Ziva torna" lo interruppe Tony.
"L'intervento durerà un po'. Ti chiamo non appena la portano fuori. Stare qui ti mette solo in agitazione e Zoe ha bisogno di te" gli disse.
"Ok, forse hai ragione. Grazie capo" disse Tony alzandosi.
 
Gibbs guardò Tony uscire dalla stanza e sperò con tutto il cuore che Ziva stesse bene. Per Tony e anche per sé stesso.
 
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Tony entrò nella stanza di Zoe dopo aver preso un caffè ed essere uscito un attimo a prendere una boccata d'aria.
Vide Zoe agitarsi nel sonno ed Abby, seduta accanto a lei, che le accarezzava la schiena per calmarla.
 
"Che succede?" chiese Tony vedendo la scena.
"Da quando sei uscito dalla stanza per andare da Ziva ha iniziato ad agitarsi" spiegò Abby.
 
Tony si avvicinò e prese il posto di Abby. Faceva del suo meglio per calmarla, ma sembrava non funzionare. Vedere Zoe così gli spezzò il cuore.
Era davvero una pessima giornata.
 
"Forse dovresti riprenderla in braccio, Tony. Dormiva tranquilla prima" suggerì Abby.
Tony la sollevò notando che non era più collegata a tutti i cavi.
 
"È passato il medico? Che ha detto?" chiese mentre camminava per la stanza con Zoe tra le braccia.
"Dice che ora fisicamente sta meglio, ma che deve restare in ospedale ancora per un po', per la dialisi" disse McGee.
"Ok..." disse Tony guardando la bambina che stringeva tra le braccia.
 
Tornò a sedersi sulla poltroncina e rimise Zoe nella posizione in cui la teneva prima. Ancora non si era calmata e sperò di riuscire a tranquillizzarla ricreando la situazione precedente.
 
"Hey, tranquilla. Sono qui" le disse all'orecchio.
Lentamente Zoe si calmò. Si sistemò bene tra le braccia di Tony e si mise il dito in bocca.
Tony sorrise vedendo la scena.
 
"Non è un po' grande per succhiarsi il dito?" chiese guardando Abby.
"Ha cinque anni, Tony. E sta passando un brutto momento. Quindi direi che è una cosa quasi normale. Poi non sappiamo come era abituata a casa con sua madre" spiegò Abby.
 
La madre di Zoe.
A Tony tornò in mente che Zoe non aveva più nessuno al mondo, ed era sicuro che in un momento come quello avrebbe desiderato avere la sua mamma vicino. Forse anche per questo aveva smesso di parlare.
 
"Chi si occuperà di lei adesso?" domandò.
"Non lo so, Tony. Pensiamo ad una cosa per volta, ora dobbiamo cercare di farla stare meglio. E tu lo stai facendo" disse Abby rendendosi conto di quanto Tony avesse bisogno di essere rassicurato in quel momento.
 
Rimasero tutti nella stanza di Zoe aspettando che Gibbs arrivasse a dare notizie sulle condizioni di Ziva.
Tony guardava l'orologio ogni dieci minuti, era davvero nervoso anche se non voleva darlo a vedere.
 
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Gibbs aspettava impaziente in sala d'attesa.
Erano già passate due ore e iniziava a sospettare che qualcosa non andasse bene.
Proprio quando stava per alzarsi e andare a chiedere all'infermiera se sapeva qualcosa un medico uscì dalla sala operatoria.
"Agente Gibbs?" disse andando in contro a Jethro.
"Mi dica" disse lui.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Ok. Sono pronta ad ogni genere di insulto per come ho concluso il capitolo! -.-"
Per guardate il lato positivo della cosa: ho aggiornato presto! No?! :):)
 
*la Meggie cerca di auto convincersi che andrà tutto bene*
 
Comunque cosa ne pensate? Chissà se il medico dirà a Gibbs che l'intervento è andata bene... Oppure se è successo qualcosa di brutto?! O.o
E quando Ziva si sveglierà... Cosa le dirà Tony riguardo a Zoe!? In più... Riusciranno a far parlare di nuovo quella povera bambina?
 
Chi lo sa... Dovrete aspettare i prossimi capitoli! XD
 
Comunque grazie davvero per tutte le belle recensioni... Non mi aspettavo che lì scorso capitolo piacesse così tanto! :D
 
Spero che anche questo vi sia piaciuto!
A presto con un nuovo capitoloooooooo :)
Kiss, Meggie.
 
P.s.: qualcuno ha visto l'episodio di stanotte? Io no, ma se qualcuno lo ha visto e vuole dirmi le proprio impressioni mi fa piacere! :)

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

Proprio quando stava per alzarsi e andare a chiedere all'infermiera se sapeva qualcosa un medico uscì dalla sala operatoria.
"Agente Gibbs?" disse andando in contro a Jethro.
"Mi dica" disse lui.


Il medico guardò Gibbs, poi sorrise e disse "L'intervento è andato bene. Tra poco riporteremo la signorina David nella sua stanza e nel giro di qualche ora si sveglierà".

Gibbs tirò un sospiro di sollievo, finalmente una buona notizia.
Non voleva nemmeno pensare di dover dire a Tony che qualcosa era andato storto. Ringraziò il medico e si diresse verso la stanza di Zoe per dare a tutti la buona notizia.
Quando entrò vide una scena che lo riportò con la memoria al suo passato.

Tony addormentato sulla sedia con in braccio Zoe che a sua volta stava dormendo. Proprio come faceva lui con sua figlia.
Quando si girò per parlare con Abby e McGee si accorse che anche Abby stava dormendo, appoggiata a Tim.

"Sei l'unico sveglio" commentò Gibbs guardando McGee.
"Si... Tony era distrutto, anche se non lo voleva ammettere... Ed Abby, penso che non dormisse da due giorni" rispose.
"Beh, ero venuto a dire che l'intervento di Ziva è andato bene e tra un po' la riportano in camera. Ma passeranno alcune ore prima che si svegli, quindi lasciamo dormire tutti. Io vado da Ziva. Torno a chiamarvi più tardi" disse Gibbs.
"Grazie capo" rispose Tim felice della buona notizia.

Passò circa un'ora durante la quale Gibbs rimase tutto il tempo vicino a Ziva. Anche se non era cosciente lui pensava che potesse comunque avvertire la presenza delle persone.
Quando il medico disse che Ziva si sarebbe svegliata a momenti Gibbs andò a chiamare gli altri.

Erano già tutti svegli, tranne Zoe. Lei continuava a dormire in braccio a Tony.
"Tony, tu devi essere presente quando Ziva si sveglierà" disse McGee "Tengo io Zoe, poi qualcuno verrà a darmi il cambio, così potrò salutare anche io Ziva".
"Grazie Tim" disse Tony passandogli Zoe.
Fortunatamente la bambina non si svegliò e continuò a dormire tranquilla.

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Quando Ziva aprì gli occhi la prima cosa che vide fu Tony che le stringeva la mano.

"Bentornata, occhioni belli. Come ti senti?" le chiese subito.
"Stanca, ma molto meglio di prima. Cosa è successo?" rispose lei.

Dopo l'intervento la febbre era subito scesa e il medico aveva detto a Tony e Gibbs che il problema era risolto.

"Avevi un'infezione, piccola. Ma ora ti hanno operata e andrà tutto bene" le spiegò Gibbs seduto all'altro lato del letto.
"Devi smettere di farmi preoccupare così, Ziva. Perdo anni di vita ogni volta" scherzò lui. Era davvero sollevato nel vederla stare meglio.

Rimasero un po' a chiacchierare. Ziva stava riacquistando lucidità.
Per un po' di tempo si aggiunse anche Abby alla conversazione, ma poi si congedò per tornare a fare compagnia a Tim.
Sarebbe tornata più tardi insieme a lui.

"Come sta Zoe?" chiese Ziva seria.
Da quando era in ospedale ancora nessuno aveva voluto dirle niente. Era davvero preoccupata.

Gibbs e Tony si guardarono, indecisi su chi avrebbe parlato e su cosa dirle.

"Ok, mi state spaventando. Inoltre è da un po' che chiedo notizie. Mi sento decisamente meglio e se non mi dite subito qualcosa penso che estorcerò le informazioni ad un'infermiera. Usando le tecniche del Mossad" disse lei.

"Ok... Fisicamente sta bene. Ha un braccio rotto e qualche livido ma..." iniziò Tony.
"Ma, cosa?" domandò lei sempre più agitata.
"Ma è molto spaventata Ziva" intervenne Gibbs.
"Gli eventi di questi ultimi tempi l'hanno molto provata. Non parla più... Il medico dice che soffre di una forma di mutismo selettivo" aggiunse.

Ziva si preoccupò seriamente.

"Questa cosa le passerà vero?" domandò.
"Il dottore ha detto che potrebbe passarle in pochi giorni o potrebbero servirle mesi per riprendersi... Non sappiamo" spiegò Tony accarezzandole il volto, non voleva farla agitare troppo. Si era appena svegliata dopo un intervento.
"È stata colpa mia. Se solo avessi evitato che le facessero..." iniziò Ziva con gli occhi lucidi.
"Non è stata colpa tua, amore. Hai fatto tutto il possibile e l'hai salvata. Vedrai che si riprenderà" la calmò immediatamente Tony.

Rimasero un altro po' con lei, poi Tony la salutò e andò a dare il cambio a McGee e Abby, mentre Gibbs tornava all'NCIS per aggiornare il direttore e Ducky.

"Ziva!" esclamò Abby entrando nella stanza.
"Abby, Tim" disse lei.
"Sono davvero felice di vedere che stai meglio" le disse McGee.
"Si, Ziva. Ci hai fatto davvero spaventare. Non hai idea di quanto sua stato male Tony" aggiunse Abby.
"Lo so, Abby. Ma ora sto bene" la tranquillizzò Ziva.

Rimasero a parlare a lungo. Erano davvero felici che Ziva stesse meglio e a Ziva faceva piacere un po' di compagnia. Anche se con la sua mente in quel momento pensava a Zoe.


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Tony era di nuovo seduto sulla sedia con in braccio Zoe, ancora addormentata.
Le accarezzò il volto sistemandole i capelli. Era spettinata e aveva bisogno di farsi un bagno.

Dopo un po' entrò nella stanza il medico di Zoe.
"Come va?" chiese. Era passato per controllare che Zoe stesse bene.
"Sta dormendo, penso che fosse davvero molto stanca" disse Tony.

Il medico la controllò velocemente facendo attenzione a non svegliarla.

"Quanto dovrà stare ancora in ospedale?" chiese Tony.
"Un paio di giorni, poi potrà tornare a casa" affermò il dottore.
"Ma non ha nessuno a casa, giusto?" chiese conferma il medico.
"Esatto" rispose Tony.
"Secondo lei quanto tempo le ci vorrà prima di tornare a parlare?" aggiunse.
"Non posso dirlo. Ho visto bambini impiegare anche quasi un anno, altri riprendersi in pochi giorni. Voi continuate a starle vicino" gli rispose il dottore prima di congedarsi e uscire.

Non passò molto prima che Zoe si risvegliasse.

"Hey, piccola! Ben svegliata" le disse Tony mettendola seduta più comodamente sulle sue ginocchia.
Lei lo guardò con gli occhio lucidi, stava per mettersi a piangere di nuovo pensò Tony.
"Dino" disse lei sottovoce.

Tony rimase sorpreso, aveva parlato.

"Ma allora hai ancora la voce" scherzò lui.
"Dino..." ripetè Zoe, questa volta con una voce più incerta.
Si mise di nuovo il dito in bocca, doveva essere davvero spaventata.

Tony l'abbracciò.
"Tranquilla Zoe, va tutto bene. Sei al sicuro ora. Sia tu che Ziva state bene e nessuno vi farà del male" cercò di tranquillizzarla lui.

Zoe lo guardò dritto negli occhi. Una lacrima le scese sulla guancia e Tony prontamente gliela asciugò.
"Che succede Zoe? Non ti senti bene?" le domandò.
Lei prese un bel respiro e disse "Ziva...".
"Va tutto bene, Ziva sta bene adesso. Non è successo nulla" rispose lui.
"Ziva..." disse di nuovo lei abbracciando Tony.

Lui capì cosa voleva dire.

"Amore, vuoi andare da Ziva?" le chiese accarezzandole la schiena.

Sentì la bambina annuire. Così si alzò e si diresse nella stanza di Ziva.
Era chiaro ora. A Zoe mancava la mamma e Ziva era ciò che più si avvicinava ad una madre. Pensò che questo potesse risolvere la situazione.

Entrò nella stanza. Vide Ziva dal sola, sdraiata nel suo letto, fissare il paesaggio fuori dalla sua finestra.
Si voltò non appena sentì la porta aprirsi e vide Tony e Zoe.

"Hey, ma guarda chi c'è!" disse Ziva veramente felice di vedere Zoe.
"Ha chiesto di te" le disse Tony avvicinandosi al letto.
"Ha parlato?" chiese Ziva.
"Ha detto il tuo nome. Penso che fosse spaventata per te" le disse.
Poi rivolgendosi a Zoe aggiunse "Vuoi sdraiarti di fianco a Ziva, piccola?".

Zoe annuì e Tony la fece distendere sul letto.
Non appena fu di fianco a Ziva l'abbracciò piangendo.

"Tutto bene, Zoe. Tranquilla, non piangere" la calmò lei.

Scambiò uno sguardo preoccupato con Tony.

"Ziva... Ho avuto tanta paura" disse sottovoce.

Sorrisero entrambi. Tony aveva ragione, Zoe aveva solo bisogno di Ziva. Aveva bisogno di un po' di sicurezza.

"Lo so, tesoro. Ma ora non devi più avere paura. Siamo qui" la consolò.
"Sei stata male per colpa mia" le disse.
"No, non per colpa tua, per colpa di quelle persone cattive. Ma ora non faranno più male a nessuno" le spiegò.

Lentamente Zoe si calmò, ma continuò a rimanere abbracciata a Ziva.

"Hey, Zoe" le disse Tony dopo un po'.
"Ora dobbiamo tornare nella tua stanza. Ziva deve riposare e tu devi mangiare qualcosa prima di fare la nanna" aggiunse.

Quando la prese in braccio per portarla via Zoe iniziò a piangere.

"No, Zoe. Basta piangere" cercò di farla smettere Tony.
"Voglio restare con Ziva" disse Zoe mentre cercava di tornare a sdraiarsi nel letto.
"Zoe, ascolta. Ora vai a mangiare e poi prima di dormire torni a salutarmi, ok?" le propose Ziva.

Le faceva davvero tanta tenerezza quella bambina.

"Va bene" rispose singhiozzando ancora.
"Allora adesso andiamo, ok? Saluta Ziva" le disse Tony.

Zoe la salutò con la manina dicendo un timido "A dopo".
"A dopo, amore" rispose Ziva.

Come promesso, dopo la cena Tony riportò Zoe nella camera di Ziva e lasciò che si addormentasse nel suo letto.

"Dobbiamo fare qualcosa per lei" disse Ziva mentre accarezzava i capelli di Zoe.
"Credo anche io" rispose Tony.
"Ma ci penseremo quando sarete entrambe fuori da qui. Ora la porto a dormire e poi torno da te, amore" disse Tony prendendo Zoe in braccio e baciando Ziva.

Poi uscì dalla stanza e mise Zoe nel suo letto.
La guardò e pensò a come comportarsi con lei. Non voleva che soffrisse ancora.








Angolo dell'autrice:

Ok, ora chiedo perdono anche a chi segue questa storia.
So che sono in ritardo ad aggiornare ma ero impegnata nella pubblicazione della FF di Hanukkah e non riuscivo ad aggiornare tutte le FF in una volta! -.-"

Comunque, avete visto? Ziva sta finalmente bene! E anche Zoe inizia a stare meglio!!!
Grazie a Tony e Ziva che le stanno vicini! :):)
Povera bambina, sono stata crudele con lei. Ora merita un po' di felicità! Non credete?

Vi annuncio che il prossimo sarà il penultimo capitolo!
Quindi -2 capitoli alla fine... E chissà che non ci sia un seguito! Boh? XD

Grazie a tutti.
Baci, Meggie. 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

Passò una settimana e finalmente i medici diedero il via libera a Ziva e Zoe. Potevano tornare a casa.
Ma ora c'era un problema. Zoe non aveva più una casa.

"Tony, ancora non sta bene. Non la possiamo abbandonare così" disse Ziva.
"Lo so, Zee. Nemmeno io voglio lasciarla sola, ma non possiamo semplicemente tenerla... Lo sai che ci sono delle regole con i bambini rimasti orfani" spiegò Tony.

In quel momento la legge gli faceva schifo, davvero molto schifo.
E il solo pensiero di dover lasciare Zoe dentro ad un orfanotrofio, dopo quello che aveva passato, spezzava il cuore ad entrambi.

Mentre parlavano, Ziva era in piedi e camminava nervosamente per la stanza.
"Io non lascio che un assistente sociale la porti via. Non finché non starà bene, almeno" disse Ziva agitata.
"Intanto siediti e calmati" le disse lui.
"Parlerò con Gibbs, magari ci aiuta" propose Tony.

Proprio in quel momento Gibbs entrò nella stanza con dei fogli in mano.

"Ho chiesto un favore al giudice. Ha detto che Zoe potrà rimanere con voi finché i medici non diranno che si è ristabilita. Poi andrà in un orfanotrofio in attesa che qualcuno sia disposto ad adottarla" disse consegnando i fogli a Tony.

Rimasero entrambi pietrificati. Allora Gibbs sapeva davvero leggere nel pensiero.

"E non guardatemi con quella faccia. Si, lo avevo capito che avete molto a cuore questa bambina" disse uscendo dalla stanza.

"L'aiuto più rapido nella storia" commentò Tony.

Il giorno dopo tornarono tutti a casa.
Tony stava aiutando Zoe a vestirsi, prima di uscire dall'ospedale, mentre Ziva firmava le carte per la dimissione.

"Dino... Dove vado io adesso?" chiese Zoe.
"Vieni a stare per un po' da noi" rispose Tony infilandole le scarpe.
"Per un po'? E poi dove andrò?" disse lei.

Tony non era pronto a dirglielo, lui e Ziva avevano deciso che le avrebbero parlato assieme.

"Ancora non lo so. Ma adesso stai con noi, poi ci pensiamo, ok?" le rispose.
"Ok" rispose Zoe sorridendo. In fondo era felice, per il momento poteva stare con Tony e Ziva.

Si lanciò in braccio a Tony e insieme raggiunsero Ziva. Poi, tutti e tre, si diressero al loro appartamento.

Quando varcarono l'ingresso Zoe strinse le braccia attorno al collo di Tony e nascose il volto. Lui capì immediatamente il motivo, Zoe non aveva più messo piede in quella casa dal giorno del rapimento di Ziva.

"Tranquilla. Nessuno entrerà più qui se non noi e i nostri amici" le disse.
"Perché io e te non ci sediamo sul divano e ci vediamo un film? Il dottore ha detto che ci dobbiamo riposare" le disse Ziva.
"Si... Possiamo vedere un cartone animato?" disse felice mentre Tony la metteva giù.
"Certo, devo avere 'Alla ricerca di Nemo'... Ti va di guardare quello?" le propose Tony.

Annuì sorridendo mentre afferrava la mano di Ziva. Si sedettero entrambe sul divano, ma dopo meno di un minuto Zoe era già in braccio a Ziva.

"Voi rimanete qui buone sul divano, io vado da Gibbs un attimo. Ha detto che ha qualche vestito per Zoe per questi giorni, finché non usciamo per comprarle qualcosa" spiegò Tony.
"Ok, amore. Torna presto e magari porta con te una pizza per cena. Che dici Zoe?" disse Ziva.
"Si! Mi piace la pizza" esclamò lei.
"Ok, hai vostri ordini" concluse Tony baciando Ziva prima di uscire.

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"Capo sono qui" gridò Tony entrando in casa.

Non udendo risposta capì che Gibbs era nello scantinato, probabilmente a lavorare alla sua barca. Scese le scale e lo trovò impegnato a levigare il legno.

"DiNozzo, ti ho preparato la borsa con i vestiti. L'ho lasciata sul divano" disse lui.
"Grazie capo, poi te li riporto" rispose Tony. Sapeva bene che quelli erano i vestiti di Kelly e che per Gibbs avevano un valore sentimentale.
"Non c'è fretta" disse Gibbs.
"Piuttosto dimmi, come stanno Ziva e Zoe?" aggiunse.
"Bene, stanno vedendo un film. In realtà credo che Zoe sia piuttosto spaventata..." spiegò Tony.
"Voi volete adottarla?" chiese improvvisamente Gibbs.

Tony si bloccò.

"Io e Ziva non ne abbiamo ancora parlato, capo..." inizió Tony. Non sapeva cosa rispondere. Certo voleva che Zoe stesse bene e fosse felice, ma non era sicuro di nulla in quel momento.
"Dovreste parlarne. In fretta anche, Zoe starà con voi al massimo tre settimane a sentire il medico" gli suggerì Gibbs.
"Penso che presto affronteremo l'argomento capo..." rispose Tony.
"Bene. Sappiate che se avrete bisogno io ci sarò. Chiedete pure" gli disse lui.
"Grazie capo. Ora vado devo anche passare a prendere una pizza per le due malate a casa" rispose Tony iniziando a salire la scale.
"Ah, Tony. Comunque sareste dei buoni genitori" concluse Gibbs.

Tony sorrise all'affermazione. Prese la borsa con i vestiti e uscì.

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Zoe era seduta sulle gambe di Ziva, guardava il film in silenzio.
Poi d'improvviso si voltò e l'abbracciò.

"Hey, tutto bene?" le chiese preoccupata.
"No... Mi manca la mia mamma" disse Zoe con voce triste.

Ziva mise il film in pausa e strinse Zoe a sua volta, le accarezzò la schiena.
"Lo so, piccola... Sai credo che in questo momento la tua mamma sia molto orgogliosa di te, sei stata coraggiosa" le disse.
"Davvero? Lei mi può vedere?" chiese Zoe.
"Io penso di si e penso anche che lei e il tuo papà ti proteggeranno sempre" rispose Ziva.
"Loro sono due angeli, ora. Vero?" domandò Zoe.
"Si, sono in cielo e vegliano su di te" le disse.

Rimasero così sul divano finché Tony non tornò. Zoe aveva davvero bisogno di affetto, aveva cinque anni e aveva già perso tutta la sua famiglia.

Dopo cena si addormentò subito, così Ziva le mise il pigiama e la portò a letto.
Si sedette sul divano con Tony. In quell'ultimo periodo le era mancato tanto stare con lui da sola.

"Dobbiamo parlare di una cosa, Zee" le disse lui mentre le accarezzava i capelli.
"Zoe..." iniziò lei.
"Esatto. Potrà stare con noi qualche settimana ma poi dovrà andare in un orfanotrofio" spiegò Tony.
"Questo fa schifo" commentò Ziva.
"Lo so. Ma è la legge, Zee. Ora io voglio chiederti una cosa ma sentiti libera di rispondere no, se l'idea non ti piace" le disse lui.
"Dimmi, amore" rispose Ziva.
"Lei non ha più nessuno e andando in orfanotrofio dovrà aspettare che qualcuno l'adotti... Ehm... Se a te va, potremo chiedere noi l'adozione" disse Tony.

Ziva sgranò gli occhi. Era quello che voleva chiedergli da quando si era risvegliata in ospedale ma non aveva mai trovato il coraggio. Temeva che a lui non andasse bene.

"Dici sul serio? Tony, a me piacerebbe molto ma non farlo solo perché sai che è una cosa che vorrei. Tu ne sei convinto?" rispose lei.
"Ziva, non te lo avrei proposto se non fossi stato convinto. Tu sei pronta a prenderti cura di una bambina? Perché io lo sono. Dopo che ti hanno rapita e io mi sono trovato da solo con lei ho capito che la cosa giusta da fare era tenerla con noi" disse Tony.

Ziva lo abbracciò, commossa.
"Si sono pronta. E Tony, ti amo" fu la sua risposta.
"Anche io ti amo. Solo prepariamoci, non credo sarà una cosa semplice riuscire ad avere l'adozione" la avvertì Tony.
"Sono pronta a combattere per Zoe" disse lei decisa.
"Lo so, sei sempre pronta a combattere, Zee" rispose Tony dandole un bacio.

Andarono a dormire poco dopo pensando a come comportarsi nei giorni seguenti con Zoe e a cosa far per poterla adottare.

Circa un paio d'ore dopo essere andati a dormire Tony si svegliò all'improvviso dopo aver sentito qualcuno urlare.
Convinto che fosse Zoe stava per alzarsi e andare a controllarla. Ma poi si rese conto che era Ziva.
La vide agitata al suo fianco, stava sicuramente avendo un incubo.

"Ziva, hey amore svegliati" le disse scuotendola.
"Tony..." urlò lei svegliandosi.
"Calma, calma... Era solo un sogno" la tranquillizzò lui accarezzandole il volto.

Lei respirò profondamente, poi si lasciò abbracciare da Tony. Erano sdraiati nel loro letto e lei lo stava stringendo davvero con forza, segno che era molto spaventata.

"Mi dici cosa hai sognato?" le chiese.
"Zoe... Io non riuscivo a salvarla e..." iniziò lei.
"Non pensarci. L'hai salvata ed è qui con noi ora" la calmò lui.
"Hai ragione ma penso sempre a cosa sarebbe successo se voi non foste arrivati in tempo... Le avevano già dato il veleno, poteva morire da un momento all'altro" rispose lei.
"Potevi morire anche tu. E io non lo avrei sopportato. Ma ora nessuna di voi morirà, ti devi calmare amore" le disse lui dandole un bacio sulla testa.

Rimasero un attimo abbracciati in silenzio, poi Ziva disse "Credi che possiamo andare a vedere se sta dormendo bene?".
"Credo proprio di si. Sei più tranquilla se andiamo da lei?" le domandò lui.
"Si..." rispose Ziva.

Andarono in silenzio nella stanza di Zoe. Stava dormendo e non volevano rischiare di svegliarla o spaventarla.

"Hai visto, dorme tranquilla" le sussurrò Tony.

Lei annuì e andò a sedersi sul bordo del letto di Zoe. Le accarezzò i capelli e la guardò dormire con il dito in bocca.
Poi insieme a Tony uscì dalla stanza.

"Lei deve restare con noi" gli disse abbracciandolo.
"Riusciremo ad adottarla, Zee. Ma ora torniamo a dormire. Tu ancora non stai bene e devi riposare" le rispose riportandola a letto.











Angolo dell'autrice:

BAM! Sono tornati tutti a casa! Evvaiiiiiiiiiii :):)
But now... Ovviamente Tony e Ziva vogliono adottare Zoe. Ci mancava solo che se ne fregassero e l'abbandonassero a se stessa! -.-"
AHAHAHAHHA sarei stata davvero troppo cattiva! XD

Ma gente... Il prossimo è l'ultimo capitolo! OMG io piango...
Anche se ho già in mente il seguito... Sono triste che sia alla fine questa storia! :'(

Ok, vi dico una cosa... Preparatevi per il prossimo capitolo.
Io sono pronta! :D

Baci, a presto.
Meggie.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

Erano già trascorse le tre settimane che il medico aveva previsto servissero a Zoe per riprendersi.
E in effetti era vero. Fisicamente stava bene, non poteva dirsi lo stesso sul piano psicologico. Erano più le notti in cui si svegliava a causa degli incubi che quelle tranquille.

Ancora pochi giorni e Tony e Ziva avrebbero dovuto portarla all'orfanotrofio. Era arrivato il momento di dirglielo.
Zoe giocava tranquilla in camera, in quel breve periodo che era rimasta con loro le avevano comprato di tutto.

"Zoe, piccola. Vieni con me in salotto, io e Tony dobbiamo parlarti di una cosa" le disse Ziva.
La prese per mano e andarono a sedersi sul divano.

"Hey, pasticcino. Stavi disegnando?" le chiese Tony guardandole le mani. Erano tutte sporche di colori. Stava sicuramente usando i pennarelli.
"Si! Disegnavo l'arcobaleno che abbiamo visto ieri" rispose lei felice.

Tony le sorrise. Il solo pensiero di doverle dire che l'avrebbero portata via gli spezzò il cuore.

"Senti Zoe, tu lo sai che vogliamo tenerti con noi per sempre vero?" iniziò Ziva.
"Si" rispose lei.
"Però devi anche sapere che ci sono delle regole da rispettare perché tu possa vivere qui... E una di queste regole è che sia un giudice a decidere se puoi stare con noi" aggiunse Tony.

Zoe perse il sorriso e iniziò a guardarlo confusa.

"Dobbiamo chiedere il permesso prima che tu possa rimanere qui e questo richiede un po' di tempo... E durante questo tempo non potrai stare con noi" concluse Ziva.
"Perché?" domandò Zoe. Iniziava ad agitarsi, anche se era piccola capiva in fretta.
"È la legge che dice questo, anche se a noi non piace per nulla" le rispose Tony accarezzandole la testa.
"E dove dovrei andare? Io voglio stare qui" disse Zoe preoccupata.
"Andrai in un posto qui vicino, dove starai insieme a tanti altri bambini che non hanno i genitori" provò a spiegarle Ziva.
"In un orfanotrofio quindi? Nel posto dove stava la mia vicina di casa?" chiese Zoe.

Quando ancora nulla di tutto ciò era successo viveva accanto ad una famiglia che aveva adottato una bambina.

"Si, amore. Ma noi torneremo a prenderti. Non è per sempre, tu starai con noi" cercò di calmarla Ziva.

Ma orami era tardi, Zoe si era già fatta prendere dal panico e aveva iniziato a piangere. Ormai non ascoltava più, nella sua testa c'era solo l'idea di trovarsi di nuovo da sola.

"Zoe, calma... Non è successo nulla, respira" le disse Ziva accarezzandole la schiena.
"Hey, guardami. Devi respirare ora o starai male" provò a dirle Tony.

Visto che le parole non sembravano funzionare Ziva la prese in braccio, non fece in tempo a sollevarla che Zoe si aggrappò a lei come se non volesse più lasciarla andare e, se possibile, iniziò a piangere più forte.

"Tony, apri la finestra. Ha bisogno d'aria" gli chiese Ziva andando verso la finestra.
"Respira Zoe, calmati. Non andrai via oggi... Stiamo insieme ancora qualche giorno" le sussurrò Ziva all'orecchio.

Tony guardava la scena mentre accarezzava la schiena della bambina. Ci volle più di mezz'ora prima che Zoe si calmasse completamente.
Per il resto della giornata non fece altro che rimanere in braccio a Ziva o Tony, in silenzio e con la faccia terrorizzata.
Dovettero aspettare che si addormentasse in braccio a Tony prima di riuscire a metterla a letto.

"È stato straziante" commentò Tony mentre, sdraiato nel suo letto, abbracciava Ziva.
"E sarà peggio quando lunedì dovremmo lasciarla là" rispose lei stringendolo.
"Siamo sicuri che non c'è un altro modo?" aggiunse.
"Vorrei davvero. Ho parlato con l'assistente sociale, ho provato anche a far valere il mio grado di agente dell'NCIS. Ma non è cambiato nulla. Ha detto che se non la portiamo all'orfanotrofio la verranno a prendere loro" rispose Tony.

Ziva annuì.

"Allora cerchiamo almeno di farle passare questi ultimi due giorni in modo allegro. E poi faremo tutto il più velocemente possibile, non voglio che stia là dentro per troppo tempo" disse Ziva.

Fortunatamente, quando il mattino dopo andarono a svegliarla, Zoe era più rilassata.
Era estate, faceva caldo. Così Tony e Ziva decisero di portare Zoe a fare un pic-nick al mare. Non era lontano da casa loro e almeno le avrebbero fatto passare una giornata tranquilla.

"Possiamo anche andare a fare il bagno?" chiese felice.
"Certo, infatti ora metto un costume nella borsa. Ok?" le disse Ziva mentre preparava il necessario per la giornata.

Passarono la mattina e il pomeriggio sulla spiaggia. Il sole iniziava a tramontare e Ziva guardava Tony giocare in riva al mare con Zoe.
Nonostante la bambina fosse con loro da pochissimo tempo era una scena che le sembrava quasi normale. Si meravigliò di come Tony fosse bravo con lei, non lo avrebbe mai pensato.

"Ziva ho trovato una conchiglia, guarda" esclamò Zoe correndole incontro e risvegliandola dai suoi pensieri.
"Fa un po' vedere? Ma è bellissima" le disse Ziva.

Poi avvolse Zoe in un asciugamano e la prese in braccio.

"Ora stai qui con me, ti devi asciugare perché tra un po' andiamo a casa" le disse.
"Ti sei divertita?" aggiunse.
"Si, lo rifacciamo vero? Torniamo al mare un'altra volta?" domandò Zoe.
"Certo, amore. Ci torniamo" le rispose Tony, sapendo però che non sarebbe venuto molto presto quel giorno.

Tempo dieci minuti e Zoe si era addormentata in braccio a Ziva, la giornata l'aveva davvero stancata.
"Guardala, Tony. Con che coraggio la lascerò all'orfanotrofio, lunedì?" disse Ziva combattuta.
"Non lo so. Lo troveremo assieme il coraggio" rispose dando un bacio sulla fronte a Ziva e accarezzando i capelli ancora umidi di Zoe.

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Il lunedì arrivò presto e quella mattina nessuno dei tre avrebbe voluto alzarsi. In realtà Tony e Ziva non avevano dormito tutta la notte. Appena andati a dormire Ziva si era buttata tra le braccia di Tony piangendo.
Si alzarono e si prepararono prima di andare a svegliare Zoe.

"Ziva, promettimi una cosa. Che non piangerai davanti a Zoe quando la lasceremo là. Per due motivi: primo, perché probabilmente sarà lei a disperarsi. Secondo, perché se tu piangi, piangerò anche io e questo non aiuterà nessuno. Una volta usciti potrai anche disperarti, e io con te" le disse Tony abbracciandola.
"Va bene. Guarda, io non sono mai stata una che piange. Ma questa cosa mi fa soffrire da morire" spiegò lei.
"Lo so. Per quello l'ho detto" concluse Tony.

Presero coraggio e andarono a svegliare Zoe.
"Non voglio andare via" fu la prima cosa che disse quando aprì gli occhi.
"Lo so, piccola" le disse Ziva prendendola in braccio e portandola in cucina per la colazione.

Tony le aveva preparato i pancake al cioccolato, i suoi preferiti.
"Ecco qui la colazione, principessa" le disse mettendole il piatto davanti.
"Non ho fame, Dino" disse Zoe allontanando il piatto.
"Mangiane solo un pezzettino" insistette Ziva cercando di imboccarla.
"No, non voglio" si lamentò lei.
"Ok, allora... Ti metto la colazione nella scatola per la merenda così puoi portarla con te. Nel frattempo perché non vai con Ziva a vestirti?" le disse Tony.

Zoe annuì, sconsolata. Sapeva anche lei che non poteva fare nulla per cambiare le cose.

"Posso portare Ben con me?" chiese Zoe indicando il suo orsacchiotto. Glielo avevano comprato appena tornati a casa dall'ospedale.
"Certo che puoi. Ora andiamo" le disse prendendola per mano.

Arrivarono all'orfanotrofio circa un'ora dopo.
Tony e Ziva avevano scelto quello più vicino a casa loro. Era cattolico, c'erano delle suore a prendersi cura dei bambini.
La cosa li rassicurava, pensavano che sarebbe stato un posto più tranquillo e più sicuro per Zoe.

Arrivò ad accoglierli Suor Agnese, la direttrice.
"Tu devi essere Zoe" disse sorridendo.

Zoe si aggrappò alla gamba di Ziva, nascondendo il volto.
"La scusi" disse Ziva "Non è molto d'accordo sul fatto di rimanere qui".
"Lo capisco, non è facile. Ho letto il suo fascicolo, deve essere stato tremendo per lei" rispose riferendosi a quello che aveva passato Zoe.
"Però guarda, ci sono tanti altri bambine con cui puoi giocare. Sono sicura che ti accoglieranno con felicità" aggiunse.
"Ma io voglio stare con Ziva e Dino" si lamentò Zoe con le lacrime agli occhi.

Suor Agnese li accompagnò nella stanza da letto dove Tony e Ziva aiutarono Zoe a sistemare le proprie cose.
Poi arrivò il momento tanto temuto. Il momento dei saluti.

"Zoe, vieni qui" disse Ziva chinandosi all'altezza della bambina.
"Ora noi dobbiamo andare via. E tu devi fare la brava, devi ascoltare Suor Agnese e divertirti con le altre bambine. Noi torneremo a prenderti" aggiunse.
"No..." rispose Zoe scuotendo la testa e abbracciando Ziva.
"Si, tesoro. Ce la puoi fare" la incoraggiò lei.
"E poi noi ti verremo a trovare" aggiunse Tony.
"Ma certo che verranno, Zoe. Saranno qui a salutarti tutti i week end" spiegò la suora.

Si erano accordati per poterla andare a trovare almeno una volta alla settimana.
A quel punto Zoe si staccò da Ziva e passo ad abbracciare Tony.

"Dino ti prego, portami via con te" lo implorò.
"Se potessi lo farei. Ma te lo prometto pasticcino, Dino torna a prenderti presto" le disse dandole un bacio sulla testa.

La staccò a fatica lasciando che Suor Agnese la prendesse in braccio.
A quel punto Ziva si tolse la collanina, la sua stella di David, e la mise al collo di Zoe. Le era sempre piaciuta e in quei giorni, quando era stressata e sedeva in braccio a Ziva, ci giocava. Così Ziva pensò che potesse aiutarla.

"Tieni questa, Zoe. Me la ridarai quando torneremo a prenderti, ok?" le disse.

Zoe annuì piangendo.

"Non piangere... E ricordati di mangiare i pancake che ti ha preparato Tony" aggiunse.
"Ora andiamo, ciao Zoe" disse Tony allontanandosi con Ziva.

Uscirono dalla porta sentendo Zoe piangere mentre chiedeva loro di restare.
A quel punto nessuno dei due riuscì a trattenere le lacrime. Si abbracciarono e piansero.

"La torniamo a prendere presto, amore. Te lo giuro" disse Tony.

Arrivarono in ufficio che era quasi l'ora di pranzo. Erano entrambi distrutti e Gibbs lo notò immediatamente.
"Come è andata?" chiese loro.
"Male" rispose Tony.

Ziva non disse nulla, si sedette solo alla scrivania. Non riusciva a parlare in quel momento, sentiva un nodo alla gola.

"Voi due oggi tornate a casa. Prendetevi la giornata libera" gli disse Gibbs.
"Ah, e prima di sera contattate questo avvocato. Io li odio, ma devo ammettere che questo è il massimo in fatto di affidamenti e adozioni. Ha aiutato anche Fornell durante il divorzio. Vi farà riavere Zoe nel più breve tempo possibile" aggiunse dando a Tony un biglietto da visita.
"Grazie capo" rispose lui.

Ziva si alzò per andare a casa con Tony, ma Gibbs la bloccò e l'abbracciò.
"Andrà tutto a posto, piccola. Vi aiuto io, ok?" le sussurrò all'orecchio. Sentì Ziva piangere.
"Ora vai a casa, riposati e parlate con l'avvocato" aggiunse lasciando che Tony la prendesse per mano e la portasse all'ascensore.

Da quel momento in poi avrebbero lottato con tutte le loro forze per riaver Zoe. Non importava quanto tempo o fatica occorressero.
Volevano entrambi riavere quella bambina, perché avevano capito che solo con lei si sarebbero sentiti completi.
Avrebbero formato una famiglia, e sapevano che con l'aiuto di tutti questo sarebbe accaduto molto presto.













Angolo dell'autrice:

Ok, non odiatemi -.-"
O meglio fatelo, se volete. Ma cercate anche di capire le mie ragioni, che sto per esporvi.

Dunque... Questa FF è nata come storia su un caso a cui lavora l'ncis. Quando l'ho iniziata non avevo pensato a come potesse finire.

Quindi non avevo calcolato che avrei fatto entrare Zoe nella vita di Tony e Ziva.
Tuttavia è successo (mea culpa? O.o)...

Solo che il caso è stato risolto giusto? E sappiamo tutti che non esiste al mondo che una bambina orfana venga adottata così su due piedi senza un minimo di rispetto per le leggi.
Non so in America, ma da brava studentessa di Giurisprudenza quale sono, so che in Italia per adottare un bambino ci sono tante leggi da rispettare. E nemmeno se sei Tony o Ziva ti lasciano tenere una bambina solo perché lei è tanto sfortunata e a te si scioglie il cuore per la sua dolcezza XD

Quindi ho deciso di fare così.
Concludo questa storia perché comunque il caso è stato risolto, quindi la trama principale è giunta al termine. E non avrebbe senso andare avanti altri 10 capitolo solo per l'adozione di Zoe. Giusto?

Ovviamente non sono così sadica da lasciare le cose così. Inizierò un seguito che riprenderà esattamente da qui e vedrà Tony e Ziva lottare per avere Zoe. E ovviamente avranno anche un caso.
Qui non siamo nel puro Fluff delle altre mie FF! XD

Detto ciò spero che abbiate compreso la ragione di questa decisione :D
Penserete che sono un mostro nel concludere la storia così, ma abbiate fede in me... Mi piace quando le cose finiscono bene... So... Già potete capire come andrà il seguito... XD


Ma ora passiamo alla parte che preferisco...
GRAZIE A TUTTI QUANTI! XD

Sul serio, siete fantastici.
Grazie a chi ha letto, seguito e commentato la storia.
Siete stati davvero davvero davvero fantastici e voglio ringraziarvi uno ad uno:

• Alex995
• Anny_97
• Bakyta12
• Carlycalvo
• cheesecakeTIVAfan
• Forbidden Colors
• frencia92
• gaia1986
• LaGianolik
• Lonny
• scrittrice in canna
• _shooting_stars_
• TinaTiva99
• 86vale86
• VooJDee
• Ziva4ever
• Ziva Prentiss

Spero di avervi segnate tutte e di aver scritto i nomi correttamente. LOL

Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Spero che tutta la FF vi sia piaciuta.
E soprattutto spero che continuerete a seguire il continuo di questa storia che arriverà presto (non mi piace lasciare le cose in sospeso quindi penso che dopo Natale inizierò a pubblicare il seguito)!!!!

Grazie ancora a tutti.
Sono un po' triste che questa storia sia finita, ma penso già al futuro! XD

Baci, Meggie.

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