''Tu sei mio''

di Originofmuse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Desclaimer: i personaggi di questa storia non mi appartengono e non intendo offendere nessuno.


Capitolo 1.
 ''Signor Gerard Way, vuole prendere come suo legittimo sposo Frank Iero?''
''Si, lo voglio''
''E lei, Signor Frank Iero vuole prendere Gerard Way come suo legittimo sposo?''
''Si, lo voglio''
Quello fu il momento più bello della mia vita, certo, dopo il giorno in cui incontrai Frank.
''Adesso vi potete baciare''
 Dopo un applauso generale ed i pianti delle nostre madri ci baciammo e uscimmo mano nella mano dalla chiesa e ci dirigemmo alla macchina che ci avrebbe portato al ristorante.
Il ricevimento passò in fretta ed sia io che Frank non vedevamo l'ora di arrivare a casa per poter, beh, possiamo dire, amoreggiare.
 Arrivati a casa non ebbi nemmeno il tempo di chiudere la porta che mi ritrovai quel tenero nano addosso. Mi baciava con passione e voglia, portò le sue mani nei miei, lunghi e neri capelli.
Avevo voglia di lui quindi lo presi e lo portai in camera da letto. Quel posto, eh si, quel posto aveva visto tutto il nostro amore, le nostre litigate, quel posto era speciale per noi.
Mi svegliai da questo pensiero e notai un Frank molto eccitato sotto di me che si stava mordendo il labret, Dio quanto mi eccitava. Iniziai a baciargli delicatamente le labbra, lo spogliai e poco dopo lui fece lo stesso con me. Presi a baciargli il collo, più precisamente lo scorpione, gli piaceva quando lo facevo.
Circondò il mio bacino con le sue gambe facendomi capire che voleva di più, allora presi dal comodino il lubrificante, lo misi sulle mie dita e nella sua entrata, inserì il primo dito, sulla sua faccia potevo vedere il dolore ma anche il piacere di quel gesto, poi inserì il secondo, mi dispiaceva fare del male a Frank.
''Piccolo mi dispiace, tra un po' andrà meglio'' Frank levò le mie dita da dentro lui e mi fece capire che era pronto.
 M'insinuai in lui e ci si fermò il respiro, cominciai a spingere piano per far abituare Frank.
Iniziammo ad ansimare entrambi ed ogni spinta volevamo sempre di più. Eravamo sudati, tutti e due, i nostri corpi si univano in uno solo, i nostri respiri, i nostri cuori. Sentivo che l'orgasmo sarebbe arrivato da un momento all'altro e sapevo che stava per venire anche Frank, allora cominciai a spingere sempre più forte e venimmo, entrambi nello stesso momento io dentro Frank e lui sulle nostre pancie.
 Uscì da lui e mi sdraiai, mise la testa sul mio petto ''Ti amo'' gli sussurrai, lui si accoccolò meglio su di me ''ti amo anch'io Gee'' e mi diede un tenero bacio a fior di labbra.
 Il suo respiro mi cullò fino a quando non mi addormentai.
 
 **
 
La mattina seguente mi sveglia solo nel letto, però poco dopo notai un delizioso profumo provenire dalla cucina. Mi alzai, andai in bagno e poi mi diressi in cucina.
Vidi Frank col grembiule con le ossa, -glielo regalai per il suo ventesimo compleanno- armeggiava con le padelle; non è mai stato un grande cuoco però ci si accontentava.
Rimasi fermo sulla porta molto tempo a guardarlo ed a pensare a quanto fosse bello però poi lui si girò e mi svegliò dalla riflessione.
 Mi mandò un bacio volante e mise sul tavolo una tazza di caffè fumante ed io mi catapultai a prendere quel liquido amaro e buonissimo, non potevo vivere senza. Dopo aver bevuto tutto il mio caffè presi Frank per i fianchi e iniziai a baciargli dolcemente il collo.
''Dai amore, le lavi dopo le tazze''
 Lo trascinai per un braccio sul divano e cominciai a baciarlo in modo appassionato ma ''Scusa amore, devo, ehm, andare a prendere altro caffè, ne è rimasto poco''
''Frankie, che succede? Non me la racconti giusta''
 ''Oh, nulla amore, devo uscire un attimo'' sentì le ultime parole molto lontane, Frank era già fuori casa quando le disse.
 Iniziai a pensare a cosa avesse in mente, sapevo che non era uscito per il caffè e la mente mi si affollò di pensieri non molto belli, Frank non poteva avere un altro, lui amava me e basta.
 Scacciai quel pensiero dalla testa e accesi la tv, era sempre fissa su mtv rocks e stavano passando una nostra canzone, più precisamente teenagers, comincia a ridere quando ricordai di essermi messo una divisa da cheerleader e di aver ballato in modo poco virile quella canzone, sapevo che quei ricordi mi avrebbero accompagnato sino la morte.
 Dopo un'ora abbondante suonarono alla porta, scesi a malavoglia dal divano, appogiai i disegni sul tavolino davanti e mi diressi all'entrata.
Aprì la porta e, BOOM, mi ritrovai davanti quattro persone veramente importanti per me (marito compreso).
''Hei, ciao Gee''.
 
  Hi, sono Issa c:
Questa è la mi prima Fanfiction e devo dire che sono molto in ansia.
Pubblicherò un capitolo ogni domenica sera/lunedì pomeriggio.
Ci terrei molto se lasciaste una piccola recensione, tanto per farmi capire se piace c:
Avviso per tutte le lettrici con la lacrima facile: qui si piangerà un po'.
Con questo vi lascio, Ciao c:

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2.
 
''Hei, ciao Gee'' disse Ray.
''Ragazzi, quanto tempo!''
''Scusa Gerard se non siamo potuti venire ieri ma per colpa di Bob abbiamo perso il treno''
''Ah tranquilli, entrate. Mikey, come mai sei qui? Non hai già rotto abbastanza ieri?''
''Ciao anche a te Fratellone, comunque sono qui perché il tuo bel marito ha voluto fare una festa privata tra vecchi amici''.
Baciai Frank e chiusi la porta.
''Abbiamo le birre, possiamo cominciare a festeggiare?''
''Certo!''
Guardai in fondo al corridoio e mi venne in mente un'idea.
''Ragazzi e se andassimo a suonare un po'? Come ai vecchi tempi''
Ci fu un consenso generale e prese le birre, andammo nella sala di registrazione.
Ognuno prese il suo posto e dopo poco le note di Vampire Money, risuonarono nella sala. Le ore del pomeriggio passarono in fretta mentre suonavamo e ci accorgemmo dell’ora di cena, quando la fame si fece sentire.
Frank andò in cucina a prendere qualche schifezza e noi ci sedemmo in mezzo ai fili mentre l'ennesima bottiglia di birra veniva terminata, eravamo un po' allegri, ma nulla di esagerato.
Arrivò con cinque o sei pacchi di patatine e pop corn. Dove li aveva tirati fuori tutti quei pacchi? Non li avevo mai visti in casa, ma vabbeh, cominciammo a mangiare ed a ricordare di quando eravamo giovani, del nostro primo concerto, dell'ultimo, delle cazzate che facevamo, parlammo del passato.
''Vi ricordate quando abbiamo regalato a Gerard una gabbia per il presunto criceto? Ahahaha era davvero contento!''
''Oppure quando abbiamo registrato Destroya, ed ogni volta che l'ascolto muoio dal ridere''
''Questo è il frutto dell'amore e poi non dovevate lasciarci da soli ahahahah''
''Frank hai del ghiaccio? Mi fa ancora male il polso quando suono” ci fu una pausa “ragazzi ricordatevi che mi dispiace per avervi lasciati così''
''Oh Bob tranquillo, abbiamo compreso. Però si è sentita molto la tua mancanza, questo è sicuro ''
''Aspetta Bob vado in cucina''
Mentre Frank si alzava il mio sguardo scivolò sul suo fondoschiena. Un sorriso ed un sospiro da parte mia, era sempre bello nonostante gli anni.
I ragazzi notarono dove il mio sguardo era diretto e mi diedero delle gomitate scatenando l’ilarità generale: non si sono ancora stancati di prendermi per il culo, cretini.
 
La sera ormai aveva lasciato il posto alla notte ed alle tre del mattino, la stanchezza si fece sentire. Ci addormentammo tutti e cinque nella sala prove, facendomi ricordare quanto mi erano mancate queste situazioni.
 
**
 
Ci svegliammo ormai a mattina inoltrata con un fortissimo mal di testa, una delle cose che non amavo ricordare dei vecchi tempi, le Sbronze!
Ray fu l'ultimo a svegliarsi e ci pensò Mikey a farlo, in modo delicato e dolce come solo lui sapeva fare.
La cucina fu la nostra meta successiva perché ognuno di noi reclamavamo la nostra dose di caffè giornaliera, facendoci capire che l’unica nostra dipendenza era verso la caffeina oltre che la musica.

Mikey restò ancora per poco con noi dato che Sarah lo stava aspettando, così come Ray e Bob che avevano il treno attorno alle tre del pomeriggio. Mi offrii io di accompagnarli alla stazione e lasciammo Frank a casa da solo.
Povero cucciolo, avremmo dovuto riordinare la casa dal casino che avevamo fatto la sera precedente.
 
Arrivammo un po' in anticipo allora decisi di restare e fargli compagnia. Il tempo passò tra una sigaretta e l’altra e di nuovo le chiacchiere riaccesero la nostra ilarità ed i nostri ricordi. Il treno arrivo ed una volta salutati, rimontai in macchina dirigendomi verso casa.
La casa era un po' distante dalla stazione ed in più trovai il traffico dell’ora di punta. Per far passare il tempo decisi di mettermi ad ascoltare “Danger Days”:
non era il nostro album migliore però a me piaceva molto, era solare e metteva allegria. Una canzone dopo l’altra e la mia voglia di cantare si fece avanti, seguendo una dopo l’altra le canzoni dei cd. Arrivai a casa quando “The kids from yesterday” faceva riecheggiare le sue note mettendomi un pizzico di malinconia nel cuore.
 
Scesi dalla macchina e suonai alla porta, aspettai ma nessuno rispose.
Risuonai ma nulla, allora decisi di prendere le chiavi dalla tasca e entrai in casa.
Silenzio, silenzio assoluto.
''Frank, amore, dove sei?''
Nulla, lo cercai per tutta la casa.
Non lo trovavo da nessuna parte, cavolo non avevo controllato il bagno!
Bussai alla porta socchiusa del bagno, non sentivo nessun rumore, decisi di aprire la porta e la cosa che vidi fu traumatizzante.
''Frankie, amore mio!'' 

**

Ciao Ragazze c: 
Questo è il secondo capitolo della storia, spero che vi piaccia.
Fatemelo sapere, baci Issa c:

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3.
 
 
 
''Frankie, amore mio!''
 
Trovai il corpo del mio Frank immerso in una pozza di sangue.Sangue che continuava ad uscire da una ferita alla testa.
 
Presi il primo asciugamano che trovai e cercai di arrestare il sangue, premendo con forza sulla ferita.Ben presto la spugna dell’asciugamano venne macchiata di sangue, rendendo inutile ogni mio tentativo d’arrestarlo.
 
Chiamai l'ambulanza, ma dentro di me già un brutto presentimento logorava il mio cuore: Frank non respirava più già dal mio arrivo, ogni speranza sapevo essere inutile.
 
 
 
Lacrime calde di fredda disperazione scivolavano sulle mie guance e ricadevano sul viso inerme del mio Frank accompagnando la mia voce che continuava a chiamarlo senza nessuna risposta.
 
''Ti amo Frankie, spero che tu mi possa sentire, ti amo come non ho mai amato nessuno, mi dispiace per averti lasciato qui da solo, perdonami Frankie. Ti amo''
 
Appena finii di dire quelle parole entrarono i ragazzi dell'ambulanza, che con celerità presero Frank di peso e lo misero nella barella portandolo in ambulanza che partì subito verso l’Ospedale più vicino.
 
Era bello anche così, pieno di sangue e pallido.
 
Mi mancava di già.
 
Cercarono di rianimarlo durante il tragitto, ma ogni tentativo fu vano, nessuna risposta venne dal suo corpo inerme.
 
Gli presi la mani e provai a chiamarlo di nuovo, ancora nulla.
 
''Frankie, torna, non puoi farmi questo. Frankie per favore, non puoi andartene così presto''
 
Arrivammo all'ospedale, presero Frank e lo portarono dentro, io li seguii.
 
Ad un certo punto mi fermarono e mi chiesero di aspettare.
 
 
 
Passò un'ora da quando mi lasciarono solo.
 
Intravidi il dottore che mi chiese di aspettare, aveva un viso triste.
 
Avevo già capito tutto, mi serviva solo la conferma.
 
Mi avvicinai a lui.
 
Non disse nulla, non serviva. Fece solo un cenno con la testa, come per dire ''no''.
 
Mise la mano sulla mia spalla e mi disse il solito ''Mi dispiace'' di routine.
 
Frank era morto.
 
Le gambe mi cedettero, caddi a terra in ginocchio, presi il volto tra le mani e cominciai a piangere; un pianto triste, arrabbiato, distrutto.
 
Come avrei fatto a vivere senza Frank?
 
Frank era morto.
 
Adesso il suo era solo un corpo senza vita, non il solito punk iperattivo.
 
Nel pianto urlai, non poteva lasciarmi qui da solo.
 
Frank era morto.
 
Ed io ero distrutto.
 
Chiesi al dottore di portarmi dal suo corpo, solo un corpo, senza anima.
 
Frank era morto.
 
Lo guardai, era bianco.
 
Mi avvicinai, gli baciai la fronte e gli presi la mano, era freddo.
 
Frank era morto.
 
''Amore non puoi lasciarmi così, chi mi tingerà i capelli? Chi mi sveglierà al mattino col caffè? Chi si subirà i miei scleri da checca pre-ciclo? Amore mi manchi di già.''
 
''Signor Way, mi dispiace deve andare. Terremo il corpo nell’obitorio, il tempo per lei e famigliari di organizzare il funerale. Mi dispiace molto.''
 
''La ringrazio, arrivederci.'' Le uniche parole che le mie labbra riuscirono a dire, senza che me ne accorgessi.
 
Uscì da quella stanza, come avrei fatto senza il mio Frankie?
 
Chiamai un taxi e mi feci portare a casa, salì in bagno. C'era ancora la pozza di sangue.
 
Il mio Frankie era morto li.
 
Piansi ancora una volta, o forse non smisi mai di farlo?
 
''Non posso farcela da solo''
 
Presi il telefono e chiamai Mikey
 
''Mikey, viene subito da me per favore'' cominciai a piangere a dirotto ''Per favore fa in fretta''
 
Buttai giù, sapevo che sarebbe arrivato subito.
 
Mi misi seduto all'entrata del bagno e cominciai a fissare la pozza di sangue.
 
Con che coraggio l'avrei ripulita?
 
Suonarono alla porta, sapevo che era Mikey, andai ad aprire, gli caddi tra le braccia, piansi ancora.
 
''Gerard mi dici che è successo? Dov'è Frank?''
 
''Mikey, Frank è morto''
 
Mi spostò da lui per potermi guardare in faccia: era sconvolto, ma non riusciva a capire, così gli spiegai.
 
''Quando sono tornato dalla stazione l'ho trovato in bagno sdraiato in una pozza di sangue. Mikey come farò senza di lui?''
 
''Gee, cerca di calmarti'' mi portò sul divano e poi si diresse al bagno. Poco dopo sentì dei singhiozzi. 
 
Tutti volevano bene a Frank.
 
Decisi di chiamare Linda, digitai il numero e dopo pochi squilli rispose.
 
''Gee! Piccolo, come stai? E' un piacere sentirti. E' successo qualcosa? Non sopporti già più tuo marito? rise.
 
''Linda, devo darti una brutta notizia.'' Diventò improvvisamente seria.
 
''Gerard, Frank sta bene vero?''
 
''Linda...'' cominciai a singhiozzare '' Frank è morto''



Scusate per il ritardo ma non ho avuto il tempo di aggiornare.
Mi dispiace per quello che ho fatto a Frank ma, hei, è una soprannaturale!
Spero che vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate,
un bacio Issa  c:

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4.

 

Linda scoppiò il lacrime.

''Gerard, non può essere vero.'' ''Linda, mi dispiace '' il suo pianto si fece ancora più forte.

Poco dopo sentii Mikey al telefono con Ray:gli stava comunicando la morte di Frank.

 

 

**

 

 

Sono passati tre giorni dalla morte di Frank.

Non ho ancora smesso di piangere, mi manca così tanto.

Mikey è rimasto da me per tutto questo tempo, ha paura che io faccia qualcosa di stupido.

Devo ammettere di aver pensato al suicidio ma lui voleva che continuassi a vivere ed io farò il suo volere.

 

Avevamo appena finito di fare l'amore quando Frank mi disse

''Se io dovessi morire prima di te ricorda che devi continuare a vivere, devi farlo per entrambi, perchè io sarò con te, dentro il tuo cuore, perché so che li c'è un posto tutto mio''

''Lo stesso vale per te, Frankie''

''Promesso?''

''Promesso''

Sigillammo la promessa con un dolce e casto bacio.

 

Mi alzai dal letto e andai in bagno.

''Fottuto posto, hai ucciso il mio Frankie.''

Mi accasciai a terra, dove si trovava tre giorni fa il suo corpo e ricominciai a piangere.

Ogni mattina era la solita storia.

Arrivò Mikey di corsa, mi fece accomodare sul water e mi bagnò il viso.

Di solito era Frankie quello che si prendeva cura di me quando stavo male, mi ha sempre aiutato, lui c’era sempre per me.

''Gee, dovresti cambiare casa, non ti fa bene stare qui.''

M'infuriai ''MIKEY, MA CHE DICI?! QUESTA CASA E' TUTTO PER ME! LEI HA VISTO TUTTO IL NOSTRO AMORE, LEI HA VISSUTO LA NOSTRA STORIA! NON LO FARO' MAI!''

Mikey mi asciugò la faccia e se ne andò, senza più dire nulla.

Non poteva prendersela così, io stavo male, io avevo perso mio marito.

Mi svestì e m’infilai nella doccia, oggi ci sarebbe stato il suo funerale ed io volevo essere presentabile.

 

Arrivammo in chiesa, erano tutti così tristi.

Nessuno si avvicinò a me, mi conoscevano bene. Quando stavo male solo una persona sapeva come risollevarmi ma adesso quella persona non c'era più.

Il funerale iniziò e mi accorsi di quante cazzate stava dicendo il prete: non lo conosceva nemmeno e si permetteva pure di dire tutte quelle cose, anche se alcune erano vere, Frank non avrebbe voluto che fosse un estraneo a raccontarle. No, lui avrebbe voluto un funerale dove a parlare ero io che sapevo come raccontare le cavolate fatte tutti assieme nella band ed il modo per ricordarlo con il sorriso.

Lo so, sarebbe stato impossibile per me farlo, per me che piango ogni giorno da quando l’ho perso, però lui avrebbe voluto così ed io avrei esaudito ogni suo desiderio.

Mi manca così tanto.

Passai tutto il funerale così, pensando alle cose belle che abbiamo fatto insieme, non sorrisi, non ne avevo la forza però ricordai perfettamente ogni sorriso di Frankie.

Penso che tutti, o almeno chi lo conosceva bene come me, hanno fatto lo stesso, lo hanno ricordato cercando di sorridere.

 

Io, Ray, Mikey, Bob, Brian e Anthony portammo fuori la bara e la mettemmo nella macchina che lo avrebbe portato al cimitero.

Andai in macchina con Mikey, nessuno dei due proferì parola, non ne avevamo.

Siamo stati i primi ad arrivare dopo la macchina con Frank e allora ho approfittato per stare un po’ con lui.

Mi misi davanti la bara, era fredda, al solo pensiero che pure lui era freddo mi venne un brivido, di solito ero io quello freddo, lui mi riscaldava sempre, ero io il ‘’vampiro‘’ invece adesso era lui quello freddo ed io non potevo riscaldarlo.

Arrivarono gli altri ed cominciammo a mettere giù la bara, avevo colorato una rosa di nero per questo giorno, prima era rossa, la rosa che si da ai proprio fidanzati ma adesso era nera, come me e come la mia anima.

Gliela lanciai sopra la bara, ci stava veramente bene affianco al suo chilometrico nome inciso su una specie di targhetta.

Gli lanciai un bacio ‘’Frankie, ti amo’’ sussurrai talmente piano che nessuno mi sentì, a parte Frank, sapevo che lui, in un modo o nell’altro, mi avrebbe sentito.

‘’Ci vediamo all’inferno’’ questo lo dissi col tono di voce un po’ più alto, sapevo che gli altri avrebbero voluto dire la stessa cosa, infatti, in quel istante, mi misero le mani sulle spalle. Ci ritroveremo tutti all'inferno, prima o poi.



**
Ciao ragazze!
Scusatemi se mi faccio viva solo ora ma non ho avuto il tempo di aggiorare.
Appena avrò il tempo risponderò alla recensioni.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere.
Baci, Issa.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5.
 
 
 
Mi accompagnarono a casa e finalmente Mikey se ne tornò a casa sua.
 
Mi tolsi i vestiti, presi una birra dal frigorifero e cominciai a bere.
 
Mi mancava così tanto.
 
Cercai delle pastiglie, quelle che usavo ai tempi di Revenge, da qualche parte, ne dovevo avere qualcuna.
 
Le trovai nella giacca che usavo quando eravamo ancora un gruppo. Una brutta storia quel periodo, la depressione era la mia compagna, come quelle pastiglie.
 
Io odiavo quelle pillole, loro mi facevano diventare diverso, non una persona che ragiona con la propria testa. Io le odiavo, però loro, come anche l’alcool, mi facevano smettere di pensare.
 
Le guardai, li nel palmo della mia mano. La mia salvezza. Lo erano veramente? No non penso, però il dolore in quel momento era troppo forte…
 
Ne presi una o due ed in poco tempo fecero effetto..mi sentivo già un po’ meglio…
 
Non avrei voluto tuffarmi di nuovo nella depressione, ma i fatti e come mi sentivo in quel momento, già mi dicevano che ero sulla buona strada.
 
Presi dei fogli, una matita e andai davanti al bagno. Cominciai a disegnare l’ambiente, ogni singolo particolare lo trasferivo sul foglio, poi a disegnare la pozza, scura e con sopra il corpo di Frank.
 
Disegnai tutto in bianco e nero, feci solo il contorno ma il corpo di Frank era più bianco di tutte le cose li.
 
Mi tornò in mente la scena, Frank steso per terra, nella pozza del suo sangue. Freddo, senza vita, senza pensieri, senza sentimenti, senza un cuore che batteva, bianco…
 
Mi mancava.
 
Mi senti un peso sulla spalla, un peso gradevole, come se qualcuno avesse appoggiato la sua mano sulla mia spalla ma era impossibile, io ero solo.
 
Portai di nuovo la bottiglia alle labbra, ma mi accorsi che era già finita.Una smorfia di disapprovazione distorse il mio viso.Scesi in cucina per prenderne un’altra e vidi che era l’ultima, decisi che n on bastava per calmare il mio dolore.
 
Presi le chiavi della macchina, salii e mi diressi al primo bar.
 
‘’Salve, cosa desidera?’’
 
‘’La cosa più forte ed alcolica che avete’’
 
Mi diede della vodka, liscia, sola, proprio come me. La terminai in un solo sorso e ne chiesi un altro, poi un altro ancora e ancora.
 
Accanto a me c’era un ragazzo, avrà avuto una trentina d’anni.Non so se era l’alchool o le pestiglie o il mio dolore che ancora non voleva saperne di calmarsi ma mi avvicinai a lui, la somiglianza con Frank era impressionante.
 
 ‘’Frank sei te?’’ il ragazzo si girò verso di me.
 
‘’Chi scusa?’’ No, non era lui. Rimasi deluso nel vedere un’altra persona affianco a me.
 
‘’Oh scusa, assomigli a mio marito..’’
 
‘’Mi dispiace, non sono suo marito.’’ Mi porse la mano ‘’Però sono Dominic’’ mi sorrise, assomigliava proprio a Frank ‘’Io Gerard’’ sorrisi pure io, così spontaneamente che non me ne accorsi.
 
Parlammo del più e del meno, scoprii molte cose su quel ragazzo in una sola sera e più parlavamo più bevevamo, anzi bevevo.
 
Si offrì di accompagnarmi a casa, io non ero nelle condizioni adatte per guidare. In macchina non parlammo, c’era silenzio, non un silenzio imbarazzante ma rilassante.
 
Arrivammo a casa, lo invitai per un caffè e lui accettò.
 
Non feci in tempo nemmeno a chiudere la porta che tutto l’alcool ingerito risalì dal mio stomaco, fottuto alcool.
 
Vomitai l’anima, stavo veramente male e in quel momento mi tornò in mente quando Frank mi teneva i capelli e mi massaggiava la schiena per rassicurarmi, lui si sapeva prendere cura di me.
 
Ed ecco, di nuovo, mi sentì una mano sulla parte bassa della schiena, qualcosa mi stava massaggiando. Era Dominic, assomigliava tanto a Frank, di aspetto, per come parlava e per come si muoveva solo che aveva le mani un po’ più pesanti di quelle di Frank, mi aveva detto che faceva il batterista.
 
Smisi di vomitare, lui prese un asciugamano e mi pulì la faccia. Mi guardò per un tempo infinito e mi baciò, un bacio bisognoso.
 
Lo presi per i fianchi e lo portai in soggiorno, avevo bisogno di fare sesso? No, si, no? Boh.Forse era solo il desiderio di sentirmi vivo e di sentire accanto a me Dominic, con la sua somiglianza al mio Frank.
 
Mi buttò sul divano e comincio a spogliarmi, conoscevo bene le sveltine e quella era una sveltina. Se Frank avesse potuto vedermi sarebbe rimasto deluso.
 
In qualche secondo mi ritrovai nudo e con lui che mi stava preparando, non avevo nemmeno un’erezione ma ormai io mi ero cacciato in questa situazione. Cominciò a prepararmi e in poco tempo lo trovai dentro di me.
 
In tutto il rapporto piansi, lui non si accorse di nulla.
 
Finito il rapporto lo lasciai dormire sul divano ed io andai nel letto, mi facevo proprio schifo.Quello che avevo immaginato poco prima, si era dissolto quando avevo pensato alla delusione che avrei potuto dare a Frank. Con questo pensiero in testa mi addormentai.

Ciao c:
Come prima cosa: MI DISPIACE! Gerard è stato un po' stronzo ma, beh, era drogato e bevuto (?) 
Geezie scusami *piange*
No okay, finita la scenata.
Spero vi sia piaciuto e fatemi sapere,
baci Issa c:

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6.

Boom
Un rumore improvviso rompe il silenzio che regna nella stanza semibuia.Mi sveglio di soprassalto e con altrettanta velocità, mi alzo a sedere sul  letto, lasciando che sia lo sguardo spaventato a ricercare la fonte di quel rumore.
 Boom
“Ma cosa diavolo è?” Le gambe lascio scivolare giù dal letto e senza badare al freddo del pavimento, corro alla finestra.
“Da quanto tempo ho un capanno nel giardino?” è il primo pensiero che mi sovviene alla mente, seguito da un altro, ancora più perplesso “Ma soprattutto da quanto ho un giardino?”
Boom
Ho trovato, forse, la causa del rumore.La porta del capanno, quello che non dovrebbe esistere, sta sbattendo con forza.Senza pensarci due volte, mi volto e mi dirigo verso l’uscita della stanza.Ormai gli occhi si sono abituati a quella semioscurità e non ho fatica a distinguere i mobili disseminati per le stanze che oltrepasso.
La sala è la prima stanza che oltrepasso, ma mi accorgo che Dominic non è li, dove dovrebbe essere. Ancora pochi passi e il divano m’appare in tutta la sua interezza.”Cazzo il divano!” non so se quelle parole mi sono sfuggite a voce alta o sono solo un urlo della mia mente. Sul divano macchie di sangue, dappertutto!
Boom
Ancora due passi, e poco prima di poggiare il piede nudo a terra per il terzo, mi accorgo che il sangue, scende dal divano a prosegue per il pavimento.Una striscia lunga che si allonatano dal divano  va verso la porta che conduce all’esterno, proprio verso quel giardino che non dovrebbe esistere.
Non ho tempo per riflettere o proprio non lo cerco.Mi avvicino al primo mobile che trovo ed aperto un cassetto, vado alla ricerca di una torcia.Fortuna, caso non lo so, ma la trovo al terzo cassetto che apro.L’accendo ed esco facendo attenzione a non poggiare i piedi nel sangue.
Una volta fuori, la pioggia inizia a picchiettarmi addosso ma la febbrile intenzione di capire da dove proviene o dove porta quel sangue, mi spinge a proseguire. Il sangue è ancora visibile quando con la torcia riesco a seguirne la scia fino al capanno
L’unica illuminazione che ho è la torcia e con quella cerco di avanzare dentro il capanno.Un lampo improvviso illumina quello che la torcia non riesce nella sue debolezza.Una scena che non avrei mai voluto vedere.
“Cos’è quello? Oh mio dio è dominic!”
Benchè lo spavento mi abbia portato ad agire con velocità fino a quel momento, in quell’attimo in cui il corpo di Dominic m’appare, mi avvicino con cautela. Un passo alla volta, con la torcia che illumina ogni più piccolo e raccapricciante particolare. Sangue, sangue dappertutto sopra il suo corpo ed attorno ad esso. 
“Aiutami..” un flebile mormorio si insinua come un coltello nella mia mente assillata dal battito del cuore accelerato e dal respiro che ne segue la corsa.Non mi accorgo nemmeno del dolore alle ginocchia quando mi accascio su di esse, sul pavimento, accanto a Dominic
 “Mi vuole.. uccidere”
Cruccio la fronte perché non capisco quelle parole sussurrate dalle labbra di Dominic.
“Lo vuole uccidere? Chi?” nemmeno in quel momento, capisco se le mie parole sono esplicitamente dette o solo un parto della mia mente, che continua nella sua perplessità e terrore, ad essere sopraffatta.
Dominic, all’improvviso si contorce davanti a me, mentre un urlo irrompe dalla sua gola.La mano destra, insanguinata indica qualcosa dietro la mia schiena. Un brivido gelido m’avvolge come il sudario di un morto.La paura mi rende titubante nel voltarmi per guardare. Deglutisco a fatica con la gola secca, ma alla fine, lentamente lo faccio mentre Dominic continua ad urlare. Ho lo sguardo spalancato quando alla fine fisso il vuoto dietro di me.

Non c’è nulla, ma lui continua ad urlare. Il vuoto e l’urlo. Il vuoto e l’urlo.. L’urlo.. 
Boom

Spalanco gli occhi e fisso il soffitto, mentre il mio cuore corre all’impazzata nel mio petto. Sono sdraiato nel letto.Un sogno? Un Incubo? Ma le urla no, quelle sono vere e provengono dalla cucina.
Rivivo ogni attimo in cui i piedi poggiano sul pavimento.Il freddo a contatto della pelle calda, la fretta e l’ansia che pensavo fossero solo un sogno, m’assalgono e come in esso, non ci penso due volte e mi dirigo in cucina. La paura è  la stessa, pesante, assordante.
Entro in cucina e..


Chiedo umilmente scusa alle persone che seguono la mia ff, se c'è qualcuno che la segue, mi dispiace sono un'essere orrendo che non aggiorna da mesi ma avevo un blocco.
Non so quando metterò il settimo capitolo e mi dispiace.. 
E vabbe scuse finite, fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio Issa c:

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7.
 
''Buongiorno'' mi sorrise ''Mi dispiace averti svegliato ma è caduta una pentola e mi stava per prendere il piede'' indicò il posto dove tenevo le pentole, come può cadere una pentola da li? Ci sono i ganci.
''E ti chiedo anche scusa per aver preparato la colazione senza il tuo permesso, però ho proprio bisogno del caffè'' sorrise di nuovo, abbastanza imbarazzato.
''Ehm, oh, ah, tranquillo'' ricambiai il sorriso ''ce n'è anche un po' per me? Ho dormito male stanotte..''
Dopo qualche secondo mi ritrovai la tazza piena di caffè davanti agli occhi, lo ringraziai con lo sguardo e lui fece un cenno, dopo di che silenzio.
Cominciai a ripensare al sogno, sembrava così reale, anche le cose che non lo erano lo sembravano.. Quando mi sono alzato avevo veramente paura, pensai che Dominic fosse morto, magari con la testa conficcata nei fornelli, o massacrato sul divano.
Dopo aver viaggiato con la mente per qualche minuto decisi che dovevo parlare con Dominic.
''Hey Dominic, vorrei parlarti un attimo'' mugugnò qualcosa che non capì molto bene per la tazza davanti al suo viso ma intuì che quello fù un consenso.
''Beh, da dove iniziare.. Intanto vorrei farti sapere che per me quello che è successo ieri non ha nessun significato, anzi vorrei cancellarlo, non prenderla sul personale, ero ubriaco e solo, non penso che ci sarà un'altra volta.'' Lo guardai e mi fece segno di continuare ''Mio, ehm, marito è mo-morto'' cominciai a singhiozzare e a vedere sfocato, non volevo piangere, non ancora ''è morto qualche giorno fa di sopra, nel bagno, io lo amo e lo amerò per sempre'' delle piccole goccioline calde cominciarono a scendermi dagli occhi ''come ti ho già detto ieri ero ubriaco, avevo bisogno di lui e tu ci somigliavi molto, la mia mente ofuscata dall'alcool mi ha fatto fare quello, non avrei voluto, non avrei dovuto'' chiusi gli occhi ''Mi dispiace, non prendertela per favore..'' Sentii delle mani toccarmi le braccia ''Sei un ragazzo simpatico e ..'' delle unghie si conficcarono nella mia pelle. Aprii subito gli occhi e constatai che niente, non c'era niente sulle mie braccia. Il dolore svanì e mi girai a guardare Dominic. Mi stava fissando. Aveva una sguardo preoccupato ''Gerard, che succede?'' continuavo a toccarmi le braccia, dove qualche secondo prima c'erano delle unghie conficcate. Alzai la maglia per vedere quel pezzo di pelle e notai che c'erano dei segni ''Quelli non te li ho fatti io. Gerard non è che dopo la morte di tuo marito ti autolesioni?'' feci cenno di no con la testa, in un secondo Dominic mi raggiunse e si mise davanti a me ''Non starai mica pensado che è stato il fantasta di tuo marito? I fantasmi non esistono, sei grande, dovresti saperlo'' mi stava trattando come se avessi 5 anni. ''Non credo a queste cose, ma sti segni non me li sono fatti'' lo dissi con un tono abbastanza arrogante e scazzato, chi si credeva di essere.
''Comunque mi dispiace molto per tuo marito, sarà stato bruttissimo, non mi aspetto nulla da te, so come sono fatte le sveltine e questa era una di quelle. Però se hai bisogno di un amico, una persona con cui parlare beh, questo è il mio numero qualsiasi cosa puoi chiamarmi'' Mi sorrise e mi passò un fogliettino
''Grazie, ma non penso che ti chiamerò. Come ti ho già detto assomigli molto a mio marito e non voglio, scusa'' ''Io te lo lascio lo stesso. Adesso, potrei andare a fare una doccia, ne ho proprio bisogno'' ''Certo il bagno è di sopra''.
In meno di due minuti prese la sua roba e si precipitò in bagno.
Che giornata strana. Prima il sogno adesso le unghie. Chissà cosa sta succedendo nella mia testa, avrò mica qualche problema?
Feci sparire questo pensiero dalla mia testa e cominciai a mettere apposto.
 
Dopo una ventina di minuti smisi di sentire l'acqua della doccia scorrere, un tonfo ed infine un'imprecazione.
Corro su per le scale, quel bagno è maledetto.
''Tutto bene?'' ''Tranquillo, sono solo scivolato''
Con più calma tornai giù a mettere a posto.
 
 
''Ah, quanto amo fare le doccia'' fu la prima cosa che Dominic disse dopo essere uscito dalla doccia, aveva ancora i capelli bagnati. Nemmeno Frank se li asciugava, mai, per questo era sempre malato il nano. Però a volte c'era la parrucchiera Gerarda che glieli asciugava. Sorrisi per pensiero.
Quanto mi manchi Frankie
''Non sembra Gerard'' sentii questa voce provenire dietro di me, spalancai gli occhi e dopo mi voltai ma non c'era nessuno. Io l'ho detto che sto diventando pazzo.
Anzi c'era Dominic sulle scale, che stava cadendo. CAZZO DOMINIC STAVA CADENDO!
Corsi per prenderlo ma appena il suo corpo toccò il mio lui si scostò.
''ODDIO MA QUESTA CASA E' MALEDETTA! NON METTERO' PIU' PIEDE QUI''
''Dominic che è successo?!'' ero troppo spaventanto, Dominic mi spaventava, quella situazione mi spaventava.
''Cos'è successo?! E' successo che qualcosa mi ha spinto da quelle fottute scale!''
I miei occhi andavano da Dominic alle scale
''Qualcosa ti ha spinto?''
''Si''
''Chi? Il fantasma di mio marito? Non crederai mica a queste cose, eh Dom?'' lo dissi con un tono da presa in giro, gli stava bene, adesso stava trattando io lui come un bambino di 5 anni.
''Non lo so, ma sono sicuro di una cosa. Io non metterò mai più piede in questa casa.'' Dopo quest'affermazione raccolse le poche cose che possedeva ed aprii la porta.
''Addio Gerard.''
Boom, la porta è chiusa e io sono di nuovo solo.
Almeno così credevo


Saaaalve, scusate per l'immenso ritardo ma non ho idee infatti penso che per il prossimo capitolo ci vorrà altro tempo. So che, per un capitolo così corto, non servono dei mesi però il mio cervello non la pensa così
Coooomunque vorrei sapere cosa ne pensate e se qualche cosa non vi è chiara. Chiedo scusa pe reventuali errori grammaticali ma la mia Beta ci mette più di me e questa volta ho evitato di mandarglielo.
Baci Issa c

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Sono solo, in tutta la casa e già sento la mancanza di vita.
Salgo al piano superiore ed entro nel bagno, ho bisogno di lavarmi, di cancellarmi da dosso questa strana sensazione. Lo specchio è ancora appannato e sopra c'è scritto "TU".
Trovo strano il fatto che Dominic mi possa aver scritto quella parola, non ha senso. Con la mano la cancello e quando ritrovo il mio sguardo in esso, la luce inizia a sfarfallare, trasformando il mio stesso riflesso, nella scena di mio marito. Ma non lo vedo riverso sul pavimento, ma dietro di me e mi sta stringendo il braccio. Una presa forte, tanto da farmi male, da farmi tremare ed alzare la mia per fermarlo. Non faccio in tempo a toccarlo che il tutto scompare. Mi volto, stupito, sbigottito e non trovo traccia di lui, tutto quello che vedo è normale. Allucinazioni, possibile. Riempio la vasca di acqua calda ed una volta svestito, mi immergo, beandomi per un attimo di quel caldo abbraccio che ricevo. Un abbraccio che non arriva alla mia mente, tant’è il desiderio di immergermi fino a scomparire, fino ad osservare il mondo velato dall’acqua e non tornare più. Frankie, mi manchi.
Un sospiro strozzato mi esce dalle labbra, facendomi tornare alla realtà ed in esso tutto il luridume che mi sento addosso.
Nemmeno l a spugna che inizio a sfregare sulla mia pelle, riesce a cambiare quella sensazione di sporco.
Ho tradito mio marito. Ho tradito mio marito morto.
La spugna finisce contro il muro, schizzando acqua dappertutto, ed anche sul mio viso, dove lacrime di dolore ed amarezza scendono copiose. "Hey Ge" alzo gli occhi e vedo mio marito, il marito che un giorno ho trovato morto. Allucinazioni?
"S-sei tu, F-Frank?" la voce che esce dalle mie labbra, non mi par nemmeno la mia. "Certo" socchiudo gli occhi per cercare di vedere meglio ed è seduto nel bordo della vasca. Mi sento toccare il braccio e lo sguardo scende a guardare la sua mano che preme leggermente. "Ge devi stare attento, devi sapere chi frequentare. Credi che io non sappia del tipo?" "T-tu sai?" quella sola affermazione, quelle parole rubano in me ogni alito di vita, per un attimo, il respiro mi si ferma in gola e gli occhi si sgranano, carichi di stupore "Certo e non sono affatto contento, Gerard" il suo sguardo si fa più severo, come la voce. "Anche lui dovrebbe stare attento" sorride, un sorriso mai visto sul suo viso, un sorriso strano, quasi da pazzo. Sento la pelle sotto la sua mano, iniziare a bruciare e non appena lui la toglie, il mio sguardo di ritrova a fissare due parole incise su di essa : "TU SEI" e qualche gocciolina di sangue scende "state attento Gerard" e scompare.
Rimango incantato, spaventato per qualche minuto, con il respiro che segue il battito del mio cuore impazzito, poi forse lo stesso stupore mi rianima ed afferro il panno per asciugarmi il sangue sul braccio. Passo lo straccio, ancora ed ancora e il sangue invece di fermarsi, continua e m’accorgo di essere immerso in una vasca che lentamente si scurisce di sangue. Panico, agitazione. M’alzo e esco dalla vasca, iniziando a rovistare dentro ai cassetti, agli sportelli del mobile del bagno alla ricerca di qualcosa che possa fermare tutto quel sangue. Le mie impronte rosse spiccano come accuse sulle superfici chiare, accentuando ancora di più la mia agitazione, la mia paura, il mio terrore quando mi accorgo che il sangue non è mio ma è quello per terra, di alcuni giorni addietro. Solo una cosa è differente, la vasca è tutta rossa. Mi sento strano, inebriato ed allo stesso tempo ogni percezione del reale svanisce. Cado a terra e non sento nemmeno il dolore, inebetito da quel vortice che mi sta avvolgendo, facendomi vedere ogni cosa sempre più bianca, velata. Solo macchie di sangue e quel dolore, quel maledetto dolore al braccio. Che cosa sta succedendo? Sono in un altro mondo.

Heeey salve, mi dispiace per avervi lasciate così tanto tempo senza un capitolo ma ho avuto un blocco.
Volevo dirvi che se non la finisco il prossimo, succederà a quello prossimo ancora. Mi dispiace, tengo a questa storia ma ora deve finire. Spero che qualcuno recensisca questo capitolo o che almeno lo legga,
buona vita e tanto cioccoBOOOOOB (amo Bob ed a breve uscirà una ff het/slash con tutto il gruppo, poi capirete poi capirete :3) un bacio,
Issa c:

ps:ho ripostato perchè mi sono accorta di cose che non andavano bene e poi mi sono pure dimenticata di dire che questo capitolo è scritto in presente, penso che ve ne siate accorte, so che è brutto, dopo 8 capitoli, cambiare tempo ma mi veniva meglio e buuu di nuovo bacio

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Mi sveglio tutto sudato e noto che tutto il sangue è sparito. Forse è stato solo un incubo, lo spero.
Mi alzo ma devo fermarmi, restare immobile, perché la testa inizia a girarmi. Attendo per ritrovare stabilità poi nudo vado fino in camera ed indosso le prime cose che trovo nell’armadio. Corro in cucina con l’unico pensiero fisso nella mente: telefonare a Dominic.
'' Sono Gerard, ti prego non buttare giù. Devo parlarti, dimmi dove abiti”. Un lungo momento di silenzio, poi la sua voce si fa sentire, rivelandomi l’indirizzo. Prendo le chiavi della macchina e mi precipito da lui. Le vie della città non sono mai state così anonime, mentre con la macchina le percorro con l’ansia che mi assale, lasciandomi quasi senza fiato.

 Pov Dominic

 Sento presenze in casa, sento qualcuno con me ma so di essere solo, Gerard sta arrivando e sono molto contento di questo. Inizio a preparare la moka per un caffè. Do le spalle al resto della casa e tutto ad un tratto, sento qualcuno afferrarmi da dietro e girami, frontalmente. Le mie parole, le uniche dettate dal momento '' Gerard come hai fatto ad entrare''. Poi la stanza inizia a vorticare e dissolversi ai miei occhi, mentre i sensi mi abbandonano.
                 
Pov Gerard 
             
Arrivo davanti a casa sua e l’unico tempo che spreco e quello che impiego nell’arrivare di corsa davanti alla porta, sulla quale inizio a bussare. L’ansia non mi ha abbondonato, anzi in quel momento, mentre i miei occhi fissano il legno della porta, mi accorgo di avere la gola secca e deglutire non mi serve a nulla. Nessuno viene ad aprire. Impossibile, perché? Inizio a cercare la chiave e tre sono i posti in cui più banalmente, le persone la nascondono: sotto il tappeto, sotto ad un vaso e sopra lo stipite della porta. Banali, ma sempre sicure, difatti la ritrovo li, nell’ultimo posto. Le dita mi tremano quando cerco di infilarla nella toppa. Sbaglio ma non mi fermo, e quando apro la porta, essa quasi sbatte contro il muro.
 'Dom, dove sei?! DOM?!'' Inizio a chiamarlo ed a cercarlo in tutte le stanze fino a quando lo sguardo ricade sulla scritta contro il muro. Rosso, rosso scuro ma quasi acceso ed è questo l’effetto che solo il sangue può fare. Capisco che Dominic è li dentro, nella cucina, l’ultima stanza che mi rimane da controllare. “TU SEI MIO” tre parole, così semplici quanto inquietanti. Se qualcuno dovesse chiedermi cosa avessi provato in quegli attimi, in cui la mia mano si allungava verso la maniglia ed spalancava la porta della cucina, la mia unica risposta sarebbe, il nulla. L’ansia si trasforma in silenzio, consapevolezza, terrore. Corro verso i fornelli e lo trovo con la testa conficcata proprio li e tutto attorno il caffè rovesciato.
Odore di sangue e morte mescolato a quello dell’aroma intenso del caffè stesso. Brucia. Brucia il braccio per l’ennesima volta e guardandolo, mi accorgo di alcune macchie sulla felpa. La sfilo e vedo anche la stessa scritta è li a segnare con le sue semplici e inquietanti parole, la mia pelle ed il mio essere stesso. Alzo lo sguardo impaurito, chi diavolo avrebbe mai il coraggio di fare una cosa del genere?! Mi guardo attorno, come se avessi la certezza che l’autore di tale amorevole mostruosità potesse essere li in attesa. E lo vedo, in un angolo spuntare dal nulla, vedo Frank, ma non è lo stesso Frank di sempre, il suo sorriso è insano, pazzo. ''Ci rivediamo Gerard'' ''Sei stato tu?!'' urlo con il fiato che mi brucia la gola arsa. Annuisce, sempre con quel sorriso insano stampato sulle labbra. Non gli serve parlare, mi basta guardarlo per scuotere il capo sconcertato ''Ommiodio ho sposato un pazzo'' mi metto le mani nei capelli '' chi cazzo sei tu?! tu non sei il mio Frankie! io ho sposato il chitarrista cucciolo non il pazzo omicida!'' ''Ge'' sentirmi chiamare così, con quella tranquillità nel tono, ha solo il potere di farmi gelare il sangue nelle vene '' io sono la sua parte cattiva'' La sua mano si muove e indica me, e subito dopo Dominic “anzi, voi siete quelli cattivi. Voi siete stati cattivi con me, tu.. tu hai tradito tuo marito!'' Inizia a piangere e si mette una mano sul petto ''Ge mi hai distrutto, hai anche ricominciato a bere!' Sei riuscito a farmi del male nonostante io fossi già morto! Hai pensato che io non sarei stato contento se tu ti fossi ucciso, ma, amore mio, io volevo questo. Io ti rivolevo con me! TU SEI MIO GERARD!'' ed il mio nome si scrive sulla mia pelle Non so quanto tempo sia passato, quanto tempo io sia rimasto a fissarlo, in quella sua pazzia straripante d’amore, capisco che qualcosa in lui è cambiato, che sempre si sia calmato quando mi prende per mano e mi porto nel bagno. Ormai lo stupore non mi assale più, nonostante mi accorga che la stanza è identica alla nostra ed il suo corpo giace a terra in una pozza di sangue. Si gira verso di me e mi bacia ''Oh, mio dolce veleno, ti amo da impazzire'' comincia a spogliarmi e ad ogni indumento che mi sfila, mi regala un bacio. Non so quando la vasca è stata riempita, ma quando mi fa avvicinare, è già li pronta ad accogliermi ed io non faccio altro che ubbidire. Un limbo di terrore e rassegnazione. Amore ed odio. Paura e dolcezza. Un nuovo bruciore sul mio braccio ma ora vedo perfettamente con i miei occhi che è la lametta a recidermi le vene, una lametta mossa dalle sue mani, in modo che le ferite non possano rimarginarsi ''Ti amo tanto Frank'' sussurro '' Ti ho tradito ma ti amo, lo farò per sempre'' Le lacrime iniziano a rigarmi il viso ''Amore'' esclama, facendo uscire qualche lacrima dai suoi occhi così belli. '' non smetterò di farlo mai nemmeno io'' Perdo conoscenza e chiudo gli occhi, sto morendo ''staremo insieme per sempre'' sento dire da una voce davanti a me. Morto. So di esserlo ma la tempo stesso mi sento vivo. Apro gli occhi e mi ritrovo a fissare Frank. Lo vedo scavare nel mio petto, nel mio corpo, sta cercando qualcosa. Qualcosa di importante: il mio cuore. Metto una mano sul petto, laddove lui sta ancora frugando e sento che non c’è più battito, il nulla. Sono un fantasma anch'io. Riesce a prendere il mio cuore e leggo il trionfo nel suo sguardo. Lo avvicina alle labbra e lo bacia, poi si volta verso di me e replica, sporcandomi del mio stesso sangue. Un bel bacio insanguinato, come ci davamo di nascosto ai tempi di Revenge

''Ti amerò per sempre Gerard'' ''Anch'io Frank'' e dopo questo bacio, la luce nei nostri occhi si riaccende, la luce che avevamo una volta, che abbiamo perso ed adesso ritrovato. Buona vita, umani ancora non morti, spero un giorno anche voi troviate la vostra luce ma attenti a non farvela sfuggire, tenetela stretta, contro al petto, nel vostro cuore.
 

 
Volevo mettere questo capitol il 22 marzo ma ho sforato di qualche ora/minuto. Tutti noi stiamo male, tutti noi oggi siamo stati in lutto e tutti noi possiamo capirci, loro ci hanno fatto star male, loro ci hanno distrutto ma sempre loro ci hanno ridato la forza e ci hanno ricostruito, con le loro canzoni e con le loro parole cantate nell’orecchio quando nessuno c’era. Noi gli vogliamo bene, nonostante ci abbiano fatto soffrire.
Comunque, dopo questa cosa molto triste voglio dirvi che la storia è finita qui e spero che vi sia piaciuta.
Carry on,
Keep the faith and
KEEP RUNNING.

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