After the last sunset

di AlidaLennox
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Dama Oscura ***
Capitolo 2: *** Tieniti stretto gli amici ma ancor più i tuoi nemici ***
Capitolo 3: *** Everybody Lies ***
Capitolo 4: *** Do or Die ***
Capitolo 5: *** Up in the air ***



Capitolo 1
*** La Dama Oscura ***


Death Eaters


"La storia che si conosce, non sempre è quella davvero vissuta...." Diceva una voce sussurrata al suo orecchio "Il nostro amato Maestro non è perito per causa di quel mago, no, il nostro Signore è perito per sua stessa mano..." Un'altra voce spazientita si sovrappose a quella femminile che sentiva sibilare nell'oscurità "Non dire assurdità Bellatrix, l'Oscuro è perito per Mister Potter, non cercare banali scuse e se la Wisley ti avesse finita con un Avada Kedavra nemmeno tu saresti qui adesso..." La voce che sentiva era quella di Lucius Malfoy, ormai coi capelli grigi e lunghi fin sotto le spalle, lisci come sempre, la barba curata, gli occhi aazzurri placidi, ma ancora vivi, era in piedi accanto alla poltrona di Bellatrix, impazzita ormai, coi capelli bianchi, i vestiti logori e una voce che di naturale non aveva più niente.

La donna si schiarì la voce facendo girare il brandi nel bicchiere che aveva tra le mani, Lucius manteneva ancora la sua posa da uomo duro, fiero di ciò che era, ritto con la schiena e poggiato elegantemente sul bastone dal pomo d'oro bianco che nascondeva la bacchetta. "No...no...Potter è fuggito, Potter non lo ha ucciso...no..." Un sospiro, un sorso dal bicchiere e un tiro dalla sigaretta che aveva nell'altra mano, le gambe accavallate l'una sull'altra, velate dalle calze color carne che le coprivano sotto il corto abito verde smeraldo che indossava insieme ad argentee stiletto col tacco sedici. "Ora basta Bellatrix, vai a letto, il Signore Oscuro verrà domani a farti visita...da brava..." La voce era profonda, decisa e rassicurante, femminile. Un elfo domestico apparve dal nulla e la donna seduta disse ancora "Valkir, porta Bellatrix a letto, ha bisogno di riposo, oggi troppe emozioni hanno fatto breccia nella sua arida mente..." L'elfo fece un cenno e rispose "Valkir obbedisce alla sua padrona..." Pochi istanti e l'elfo scomparve con la donna, su per le scale, la figura femminile dai capelli scuri li osservò e poi tornò su Lucius, la sigareta le illuminò appena gli occhi chiari e poi, mentre sputava il fumo biancastro dalle labbra rosse e perfette, schiuse in un perfetto e sensuale cerchio, parlò di nuovo, mentre Lucius si sedeva sulla poltrona davanti a lei, rifiutando il brandi che la donna gli aveva porso. "Malfoy, il tuo arrivo ha sconvolto la povera Bellatrix...ma raccontami, dove sei stato? Hai visto Draco di recente?" Domande realmente interessate, ma con un tornaconto personale. Non era un segreto, tra le file dei Mangiamorte, che le due famiglie fossero imparentate e che la dama seduta fosse nipote di Lucius Malfoy. "No, di lui ho perso le tracce..." La donna sorrise, bevve un altro grande sorso di alcolico e prese una boccata di sigaretta porgendo all'uomo una busta "La si trovano i suoi dati, persino dove vive, cercalo, trovalo e portalo da me...lo sai che non può dirmmi di no..." Gli ordini della donna erano inderogabili, non si poteva dirle di no, nel mmodo più assoluto, con gentilezza e calma si alzò e camminò verso una vetrina dove erano esposte delle maschere, prese una maschera d'argento e Smeraldi, la indossò e si voltò verso Lucius dicendo ancora "Digli che la dama oscura lo vuole al suo cospetto...e che possied qualcosa cui lui tiene particolarmente...digli che la sua adorata cuginetta è tenuta in scacco da me..."

Lucius rimase qualche istante in ascolto ad osservare le pergamne eincantate che aveva sotto gli occhi, poi guardò la figura in piedi, ormai a un passo da lui. "Lo farò..." La donna sorrise dietro la maschera e si sedette sulle gambe del mago, si tolse la maschera e lo guardò negli occhi "I tuoi occhi sono come i miei...amo lo sguardo che mi hai tramandato..." Lucius sorrise appena, la guardò ancora, poi si alzò e respirò a fatica, quella donna gli faceva uno strano effetto, perverso e malato, doveva trattenersi, lo aveva sempre fatto, anche se era dura. "Se verrà qui e si unirà a te, riportalo tra le mie braccia..." La donna sorrise riponendo la maschera nella vetrin, si voltò e rispose "Lo farò Zio..." Un tremito alla schiena e poi Lucius si passò una mano tra i capelli, la guardò ancora e se ne andò senza dire altro, lei rimase in piedi appoggiata alla vetrina con la schiena e con un sorriso beffardo e felice rimase nella penombra della stanza.

-Ciò che non è mai stato mai sarà...-

La mattina arrivò come sempre, lei si svegliò el suo lettone, accanto a lei solo il suo elfo domestico che ormai da anni occupava l'altra parte del letto, sorrise e lo svegliò carezzandogli una guancia "Misery, Misery svegliati, è giorno..." L'elfo si svegliò con calma e disse "Misery sveglio, Misery ora prepara la colazione..." Ali sorrise appena e sussurrò "Misery è un elfo libero..." Sorrise nuovamente e si alzò, dopo di lei Misery fece lo stesso, testardo, ormai era abituato a prepararle la colazione, mentre si stava mettendo le ciabatte un'altro elfo entrò nella stanza "Mia signora...Belltrix Black pare essere ancora viva..." Ali lo guardò e chiese "Sei sicuro Valkir? Hai guardato bene?" Alida l'aveva uccisa con un Avada Kedavra durante la notte, nel letto i cui dormiva, nella stanza degli ospiti della sua casa e ora quello stupido elfo le diceva che era viva? IMPOSSIBILE. Già, perché negare, perché nascondersi? Alida era stanca delle maschere, si era lei la dama oscura e ne andava fiera, al suo fianco c'era un'altra bellissima Donna di cui andava fiera, una donna di nome Eris, a proposito dei lei, avrebbe dovuto vederla tra qualche ora, nella scuola di Hogwarts, la dove i ragazini entravano per diventare spietati assassini.

La sua civetta diede segno della sua presenza fuori dalla finestra, Misery le aprì la porta e questa entrò posandosi sul braccio di Alida, lasciandole una lettera. "Grazie White..." La civetta volò via e Ali aprì la pergamena Cara Alida, la tua ultima lettera è stata per me cura per il cuore, arriverò a casa tua con una passaporta questo pomeriggio, ho voglia di abbracciarti, stringerti e...raccontarti ciò che mi è accaduto in questi ultimi mesi, a più tardi. con affetto Karen Davis Oh Karen, l'ignara Karen Davis, l'unica persona simile ad una vera amica che avesse mai davvero avuto tra i professori di Hogwarts, dove anche lei, Ali, insegnava, chiaramente, nessuna poteva mai essere come Eris, il suo braccio sinistro, l'altra parte di se, quella che macchinava le peggiori cose, mentre Ali pensava a torturare e uccidere i designati, già, avrebbe visto anche lei a breve. "Sono così stupida che mi sono scordata che oggi è domenica...Misery, per favore, occupati del corpo esanime di Bellatrix, già che Valkir non l'ha fatto e una volta finito uccidi il tuo compare, non lo voglio più tra i piedi, dopodiché, gentilmente...prepara un pranzo degno della mia ospite, non voglio certo fare brutte figure..." Si stiracchiò e si diresse in bagno, si lavò, si vestì e poi ne uscì vestita di un abito azzurro come i suoi occhi, aperto leggermente in corrispondenza del seno, si avviò nella sua stanza e trovò un'altra lettera Nuovi Death Eaters a rapporto Signora... M. H. Sorrise compiaciuta e poi osservò la stanza degli ospiti, il corpo inutile di Bellatrix era scomparso, così come Valkir, la casa era silenziosa ed era piacevole sapere che vi fosse solo Misery con lei, per ora, molti altri Death Eaters dovevano arrivare, ma per ora, l'apparenza andava salvata, almeno per l'ultimo giorno...made by mæve. written by Torturarossa

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Capitolo 2
*** Tieniti stretto gli amici ma ancor più i tuoi nemici ***



Nemico numero uno


La nottata procedeva come le solite, era in giro per la città per pensare e puntualmente era finito per entrare in uno dei locali aperti fino a tarda notte, aveva preso una bottiglia intera di Whisky incendiario e se l'era scolata con una ragazza, stavolta, appena conosciuta, come sempre, era la sua vita ultimamente, girare di notte in cerca di risposte a domande che giravano per la sua testa, senza un apparente motivo. Una delle ragazze conosciute la quella sera, gli aveva fatto compagnia, erano ubriachi marci ed erano finiti inevitabilmente come finiva sempre, uno con la lingua nella bocca dell'altra. Nella sua mente confusa aveva visto l'immagine abbastanza nitida di Lucius Malfoy, possibile? Era ancora al mondo? M anon vi aveva dato peso, era certamente un'immagine distorta data dall'alcool che aveva in corpo, si strusciava contro la ragazza di turno, si alzarono dal tavolo, pagarono e, al solito finirono a casa di lei, nel suo letto a svestirsi e darci dentro tutta la notte. Da manuale.

Eppure il ragazzo in questione, non era classificabile tra i classici belli e dannati, no, era un tipo, si un tipo che nella vita aveva sempre dovuto combattere per rendere fieri coloro che lo circondavano, soprattutto con suo padre, un padre manesco che lo aveva picchiato perché diceva che non era abbastanza, ignorato dalla sua stessa madre perché forse, non lo aveva mai richiesto. Questo era William Barrow, un ventenne, impegnato come non mai nella difesa di ciò che il mondo attuale non permetteva di vedere, era sempre stato una pecora nera, sempre, ora aveva un motivo più che valido per esserlo e dimostrarlo. Aveva lottato fin da piccolo e ora aveva un seguito discreto di persone che avrebbero perseguito i suoi ideali, che lo avrebbero aiutato a combattere. Aveva ucciso il suo creatore, suo padre, abbandonato sua madre e ora si curava del mondo che altri stavano maltrattando, forse era istinto "paterno" chi poteva saperlo?

Ma come dicevamo, William quella sera era finito a casa di una ragazza appena conosciuta, ci avevno dato dentro tutta la nottata, fino al mattino seguente, aveva riacquistato luciità Will, guardò la finestra da cui entravano forti raggi solari, si coprì gli occhi con il braccio, sospirò e poi li riaprì, la stanza non era la sua, si guardò accanto e vide una ragazza che avrà avuto più o meno sedici anni riversa accanto a lui, a pancia in sotto, sorridente, dormiva ancora. Barrow sorrise compiaicuto di se stesso, scosse la testa divertito e mise un piede giù dal letto, raccolse i boxer che erano accanto al letto, se li infilò e pian piano ricostruì il suo vestiario, ritrovando i pantaloni con dentro le sigarette, ne prese una, se la mise dietro l'orecchio e poi guardò nuovamente la ragazza dalla pelle scura sotto i raggi del sole, sorrise ancora e poi sussurrò "Grazie della splendida nottata dolcezza, a mai più..." Già, William era così, una sera e poi mai più, si scordava della tua faccia e tu ti scordavi della sua, oblivion? No, semplicemente non lo vedevi più e tiu scordavi di averlo avuto nel tuo letto o tra le tue cosce per una notte.

Uscì dalla casa della ragazza in silenzio, una volta chiusa la porta alle sue spalle si accese la sigaretta e camminò per i vicoli della cittadina, passò sotto ad un palazzo a lui familiare, lo conosceva quel posto, diavolo se lo conosceva, sorrise appena e scosse la testa chiudendo gli occhi, fece un altro passo, ma poi si sedette sulle scale della palazzina. Quello era il posto dove aveva conosciuto lei, la sua nemesi, la sua nemica numero uno, la sua versione al femminile per certi aspetti, Alida. No, non c'era stato niente tra di loro, non una notte di sesso, non una notte di pomiciata estrema, niente, c'era stato solo uno scontro verbale, del sangue e qualche benda. Fece una boccata di fumo e sussurrò poi "Tu sarai la mia rovina maledetta pietra azzurra..." La chiamava così, per via degli occhi che aveva, sorrise e sputò il fumo biancastro dalle labbra, poi lo assalirono i ricordi.

Era una nottata di Novembre di tre anni fa, il quattro per essere precisi, erano le undici di sera e Hogsmeade era buia, durante una delle sue solite camminate William aveva sentito urlare "NON PROVARCI ZUCCHERINO!" "LASCIATEMI!" "Solo dopo esserci divertiti con te dolcezza..." Il ringhiare della ragazza lo attirò ben più delle voci maschili, che cazzo pensavano di fare? Abusare di lei? Davvero? No, no, non ci sarebbero riusciti nel modo più assoluto... "Giusto per curiosità, cosa pensate di fare teste di cazzo?" Se c'era una cosa che Barrow non tollerava erano proprio queste cose...guardò la ragazza che era tenuta ferma da due uomini, dei maghi senza dubbio, mentre il terzo che le stava di fronte aveva la patta aperta, lei lo guardava come a chiedergli aiuto, vide una bacchetta a terra, probabilmente era quella di lei, la vide sanguinare da unlato della bocca e gli tornò in mente sua madre, quei bastardi gli ricordavano suo padre, un padre che avea sempre odiato e con quell'idea in testa si avventò contro il tipo davanti alla ragazza per primo, lo atterrò sfogandosi sulla sua faccia con una scarica di pungi, mentre gli altri due lasciarono la ragazza.

Questa prese la bacchetta e puntandola contro i due che avevano disarcionato da sopra al loro compagno il ragazzo appena arrivato sibilò "Stupeficium!" Uno venne sbalzato contro il muro e l'altro venne malmenato dal ragazzo a terra, un'ultimo cazzotto e anche quel nemico era stanato. Wialliam si alzò, aveva la bocca piena di sangue, il naso lo stesso e si teneva un fianco, forse aveva anche una costola rotta o crinata, la ragazza gli fu vicino e gli disse "Grazie...mi hanno presa alla sprovvista..." Si pulì il sangue dal labbro e poi sorrise al ragazzo prendendolo sotto braccio "Appoggiati a me, abito qui vicino, ti darò una mano a curarti le ferite..." Will aveva fatto un cenno con la testa e aveva detto "Non sopporto certe cose...io sono Will comunque..." La ragazza si era fermata e aveva risposto "Ali..."

Sospirò mentre i ricordi svanivano con un'altra nuvola di fumo, l'aveva ospitato in casa sua, sebben avesse in casa una nonna pazza che vaneggiava raccontando di Potter e Voldemort, pazza, pazza completamente, William si era divertito però quella notte, guardò le nocche e quasi gli parve di scorgere ancora il sangue degli agggressori, guardò in alto, si alzò e provò a urlare "Sciogli la tua treccia Raperonzolo!" Rimase la sotto e attese una risposta, non aveva sbagliato casa, no, non modo più assoluto.

-Chi ti ama torna sempre, chi ti usa non torna più..-

Quella voce arrivò alle sue orecchie, mentre finiva il suo giro, corse verso la finestra del grande salone e aprendola vi guardò sotto dicendo "Sei certo che riuscirai a salire senza l'aiuto delle scale?" Vide William la sotto, con la sigaretta finita in mano, la lanciò via e poi, guardandola le disse ancora "Sapevo di non aver sagliato casa..." Ali sorrise e Will ricambiò "Smaterializzati principe malandato!" Gli disse lei, in un batter di ciglia Will le era di fronte, sorridente e lei lo abbracciò. Si erano amici, ma la loro amiciza, probabilmente sarebbe durata poco ancora, tuttavia, finché durava, Ali voleva godersela... "Ti stavo per prendere per folle..." "Non saresti stata effettivamente distante da ciò che sono..." Ali sorrise e con un gesto lo invitò a sedersi accanto alei, sul divano, Misery apparve sulla porta e la donna gli disse gentilmente "Misery, gentilmente porteresti una tazza di caffè al nostro ospite e a me?" "Misery obbedisce...Alida..." Sorrise lei, poi guardò Will e guardanodlo negli occhi disse "La preoccupazione sovrasta ciò che hai passato stanotte William, hai avuto una otte brava a giudicare dal succhiotto sul collo...ma i tuoi occhi, nascondono una non velata preoccupazione..." Will abbassò la testa e respirò a ofndo poi parlò "C'è...un nuovo nemico all'orizzonte...si fa chiamare la Dama Oscura..." "La Dama Oscura hai detto?" Fece una faccia sorpresa dicendo quelle parole, William non avrebbe mai sospettato nulla o almeno così pensava, accavallòà le gambe mettendosi comoda e poi arrivò Misery con i caffè "Misery porta caffè..." "Grazie Misery...gentilissimo..." Prese le tazze e ne porse una a William "Cosa ti preoccupa?" Chiese lei, mentre iniziavano a sorseggiare il caffè bollente che l'elfo gli aveva appena portato. "Onestamente non ne ho idea...davvero, non so cosa aspettarmi da quell'esaltata..." Ali sorseggiò silenziosa il caffè e poi riprese "Ognuno combatte per i propri ideali William, giusto o sbagliato che sia, nessuno può dirci in cosa credere e per cosa combattere...purtroppo o per fortuna..." Non disse altro, si limitò a osservare l'amico che le stava di fronte, William stava parlando alla Dama Oscura senza saperlo e Ali, nonostante fosse orgogliosa del suo operato detestava non potergli dire nulla, non era il momento e forse non lo sarebbe mai stato. La conversazione si stava inoltrando su un sentiero che lei non aveva mai battuto, chissà cosa avrebbero trovato lungo il cammino.made by mæve. written by Torturarossa

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Capitolo 3
*** Everybody Lies ***



Everybody Lies


La cosa che Will non riusciva a capire che aveva di fronte la Dama che temevano tutti, la faceva sentire fiera di sé, orgogliosa. "beh, fortuna o sfortuna che sia, quella Dama va fermata, siamo già abbastanza incasinati con questo maledettissimo governo, non abbiamo bisogno di altro casino, non credi?" Osservò l'amica in cerca di manforte, Ali sorrise e fece cenno di si con la testa, dopotutto aveva ragione, lei era l'ennesimo casino nella storia incasinata del Mondo Magico. "Dimmi Will...chi c'è ancora nelle branche del tuo ordine? Siete ancora così tanti come eravate tempo fa?" Cambiò discorso lei, non voleva più parlare della Dama, non voleva parlare di sé, non con William.

"Audace domanda...Raperonzolo..." Sorrise William mentre beveva il suo caffè, il sapore di quella bevanda gli faceva rinvenire il cervello spento da ore ormai, Ali sorrise abbassando la tazza, poggiandola sul piattino sul tavolinetto di fronte a loro. "Al vertice ci sono io, con Keanu, Ethienne e Jack...come al solito...tra le nuove matricole ci sono due ragazze, una corvonero e una serpeverde..." Un lampo attraversò le iridi di Alida, le sue adorate apprendiste erano entrate tra le file di William, perfetto, ora dovevano solo mettersi all'opera per trascinare a sè anche Keanu ed Ethienne, Jack era impossibile da smuovere, cocciuto, troppo buono e fin troppo di saldi principi per essere corrotto. "Oh bene...così mi toglierai altre due preziose alunne dalla classe...questa me la pagherai William Barrow..." Sorrise, sotto sotto quelle parole erano vere, voleva sgominare la banda della bontà per continuare a vivere in quel regno fatto di pazzia e terrore che aveva iniziato il suo diretto superiore e padrino Voldemort. Voleva vendicare la sua morte, la sua sconfitta andava rimpiazzata da una vittoria. "Dimmi, hai già dei sospetti su chi possa essere questa Dama del terrore?" Chiese "Onestamente Ali...non lo so, ma credo possa celarsi la preside della scuola dietro quel nome...non è certo nuova a queste cose la vecchia Eris..." La guardò e poi si fece improvvisamente più serio, posò la tazza di caffè accanto a quella della donna e guardandola negli occhi le prese le mani dicendole in seguito "Vorrei che tu andassi via da quella scuola Alida..." "Cosa?" Chiese senza pensarci un secondo lei. "Will...io non posso andarmene..." Non posso andarmene dal mio quartier generale, non posso lasciare Eris al comando di una scuola da sola, se la cava egregiamente, ma...non riuscirebbe a tenere le orecchie puntate su ogni luogo, non da sola... Avrebbe voluto continuare così quella frase, ma si zittì, no, no e ancora no, non poteva parlarne con lui, non poteva ferirlo a viso scoperto, gli altri erano un caso a parte, ma Will, Will era da preservare, lui doveva essere ferito dalla sua maschera, non dal suo volto. "Se me ne andassi...centinaia di ragazzini sarebbero prigionieri di quella donna..." Abbassò il volto fingendosi contrita, William ci cascò con tutto il suo corpo, si le credette, credette a quella finta contrizione, era impossibile per lui pensare che Alida stesse mentendo. "Hai ragione..." Le lasciò le mani e l'abbracciò, poi continuò "devi restare la, tra quelle mura e...aiutare quei ragazzini, devi aiutarci Alida, tu sei la perfetta spia, nessuno sospetta di te, guardati, hai dentro di te sangue di mangiamorte, hai grinta, hai un dono...dobbiamo usarlo per sconfiggere Eris...o chiunque ci sia dietro quel nome..." Alida lo guardò ancora negli occhi, sincera, poi rispose "Ti aiuterò Will..."

Eccola, la madre della finzione, la Signora del teatro, la maschera delle maschere; Alida, un dolce essere che nascondeva il più macabro dei segreti. Lo guardò negli occhi e gli promise il suo aiuto, con finta sincerità, ma con la vera consapevolezza di aver raggiunto i suoi più reconditi scopi. Sei uno sciocco Will, sei uno sciocco a chiedere aiuto a colei che ti eliminerà... pensò, ma i suoi pensieri rimasero celati nella sua testa, mentre le sue iridi affondavano in quelle di William che sorrise, si alzò e, facendole un inchino le disse ancora "Ora, devo andarmene, arrivederci pietra azzurra..." Alida sorrise a quell'ultime parole, uno schiocco e Will era svanito, era sola, di nuovo, finché Misery non fece la sua comparsa sulla porta. Alida sa di non essere stata sincera...Misery sa che Alida non può ferire William...ma William non sa ciò che noi sappiamo... "Hai ragione Misery...dimmi, come faresti ad avvicinare un uomo che ha bisogno di sentirsi importante, un eroe, per sentirsi vivo?" Parlava di Keanu, il difensore dei deboli, lo aveva sempre definito così. Misery si avvicinò al tavolinetto prendendo le tazze e mettendole su di un vassoio vuoto, poi sospirando rispose Misery cambierebbe forma Alida...Misery prenderebbe forma di una ragazzina bisognosa di affetto, con gli occhi tristi, bisognosi di un motivo per sorridere...oppure Misery cambierebbe la forma di qualcun altro... Alida sorrise e poi sussurrò "Qualcun altro..." Pensò e pensò, finché non arrivò ad una conclusione, così disse a Misery "So chi assoldare per questo compito Misery...ho una vecchia amica che ha bisogno di riscattarsi...una metamorfomagus, adatta alla nostra causa Misery...trovami il numero del San Mungo, avremo bisogno di Jade..."

-Diffida da chi ha un bel visino-

Misery trovò il numero del San Mungo, ma i medici non avevano dato l'ok per un incontro tra la donna e la vittima; ma Alida aveva un asso nella manica, aveva uomini ovunque, poté smaterializzarsi nella stanza della sua candidata senza problema alcuno.

Jade Argent era una ragazzina metamorfomagus della scuola che, una volta conclusi gli studi, era stata mandata in cura al San Mungo per pazzia post-traumatica, aveva visto la morte dei suoi genitori, la donna che li aveva uccisi l'aveva sconvolta. L'aveva guardata mentre le Maledizioni Senza Perdono venivano scagliate prima a sua madre e poi a suo padre, uccidendoli entrambi, ma non era stato del tutto per loro che la ragazzina era impazzita, no, era stato per il Dismundo che la bestia le aveva scagliato, distruggendole passo dopo passo, secondo dopo secondo, la mente.

Ma nella mente della ragazzina non erano morti solo i genitori, ma anche Keanu Larrington, uomo di cui si era infatuata, dopotutto aveva solo diciassette anni e lui, le si era dimostrato sensibile ai suoi problemi, alla sua situazione e vederlo morire tra le più atroci sofferenze era stato lancinante, insopportabile, ma la cosa peggiore era che lei non sapeva se quanto vedeva era vero o falso...

"Jade..." La figura incappucciata e mascherata parlò, mente Jade era seduta in un angolino, la fissava terrorizzata chiedendo Chi sei? Attese una risposta, chi era quella figura? "Mi chiamano Dama Oscura...Jade, sono qui per te..." "No! Vatene! Vattene via! Non voglio Mangiamorte intorno a me! Vai Via!!" "NON RIVOLGERTI A ME CON QUEL TONO!" La voce rabbiosa della maschera si fece largo nelle orecchie della ragazzina, la fece alzare prendendola per il collo, poi la scagliò lontana da se, la ragazzina rimase in piedi e allora le scagliò uno schiantesimo, Jade scivolò lungo il muro urlando per il dolore che lo schianto le aveva provocato. "Tu mi DEVI dare una mano..." "NO!" Urlò la vittima, la Dama si spazientì e disse ancora "Tu vuoi morire vero? Prima devi aiutarmi...." "No! voglio vivere invece! Ma non voglio i Mangiamorte qui!" "Ti farò uscire da qui..." La ragazzina singhiozzò ancora, poi con le lacrime agli occhi disse "Cosa vuoi da me..." "Devi portarmi Keanu Larrington..." Quel nome provocò una reazione in Jade, rabbiosa guardò la maschera e urlò "NO! Tutti ma non Keanu!" "Così innamorata di un uomo che hai creduto morto per tutti questi anni...sei impazzita per questo...ma potresti vederlo coi tuoi occhi se volessi...se mi aiuti io ti lascerò andartene con lui..." Disse la maschera, sapeva dove colpire, ossì che lo sapeva. "Vivo...lui...lui è vivo? Giura che ci lascerai andare...giuralo!"

La figura la strinse a sé, come una madre stringe un figlio, si smaterializzarono al "quartier generale" arrivati qui, La maschera svanì nel nulla e pochi secondi dopo, mentre Jade si passava una mano tra i capelli, col suo originario aspetto, capelli rossi, pelle diafana e occhi scuri, labbra rosse e carnose, naso alla francese, insomma, la vera ed indissolubile Jade, quella che era impazzita, si sedeva in un angolino, dondolandosi nel suo asettico pigiama bianco. "Jade..." Alida apparve davanti alla ragazzina, la guardò con quel falso sorriso gentile sul volto cui ormai si era abituata e le tese la mano "Sei salva Jade..." Le accarezzò la testa e poi la fece alzare, accompagnandola verso il bagno, l'avrebbe fatta lavare e le avrebbe dato un letto in cui dormire, vestiti puliti e del cibo vero, buono, non la sbobba che passavano al Mungo, poi,, non appena la ragazzina si fosse rimessa in sesto, sarebbe partita con la tortura sottile e psicologica.

-La mia forza è anche la tua-

Keanu Larrington era un uomo tutto d'un pezzo, ma se c'era una cosa che non sopportava era vedere i ragazzini, anzi le ragazzine, soffrire, più di quanto avesse sofferto lui, non sopportava la sofferenza, era stato così male per conto suo che vedere altri star male lo logorava dentro e lo spingevano ad essere forte ed aiutare, con la sua forza, coloro che ne erano sprovvisti. Già, lui era il soldato, il paladino della bontà, il braccio destro di William, un uomo di sani principi difficile da corrompere, ma non impossibile. Sarebbe stato semplice raggirarlo, Jade era perfetta, una vittima di un progetto più grande di lei, Alida, la maschera, sapeva che Jade avrebbe ceduto con Keanu, lo avrebbe raggirato all'inizio, ma poi avrebbe spifferato tutto, lo sapeva, lo aveva calcolato, aveva calcolato tutto nei minimi dettagli, aveva calcolato che Keanu avrebbe stravolto il mondo pur di salvare quella ragazzina, dopotutto era questo che faceva, salvava gli innocenti in difficoltà e riportava la "luce" nella loro vita. Quel giorno, mentre Jade veniva portata via dall'ala psichiatrica del Mungo, Keanu vagava per le strade di Diagon Alley, alla ricerca di una nuova pipa, non fumava altro, non poteva fumare altro, o forse non voleva, dopotutto fumare la pipa gli dava un'aria da ramingo, si sentiva come quel tale del libro babbano Il Signore Degli Anelli, Granpasso, si si sentiva come lui ed effettivamente, chi lo conosceva, vedeva le somiglianze per certi versi. Camminava lentamente per quel viale lastricato di sanpietrini color grigio scuro che ticchettavano sotto le suole delle sue scarpe, indossava un paio di jeans scuri, anfibi ai piedi, una maglia abbastanza pesante a manica lunga di color grigio chiaro e una giacca di pelle nera sopra, a coprire il tutto. Si fermò di fronte ad un negozio di pipe le guardò tutte e poi entrò dalla porta principale, il campanellino suonò al suo ingresso, sorrise spostandosi una ciocca di capelli biondi dal viso con la mano destra. "Buongiorno signore..." "Buongiorno, mi scusi, quanto costa quella pipa in vetrina?" Chiese Keanu al negoziante che uscì dal bancone e la andò a prendere, non disse una parola, si limitò a portare la pipa all'uomo e a fargli leggere il cartellino, Keanu sorrise e sbuffando divertito, posò i soldi necessari sul bancone, in seguito si voltò per uscire e disse "Arrivederci, buona giornata..." Camminò ancora e ancora, finché non raggiunse casa sua, una volta entrato e chiusa la porta alle spalle, si lasciò andare, sbuffò togliendosi la giacca, l'appese e in seguito si sedette con un sordo tonfo sul divano a quattro posti in pelle bianca che si trovava proprio davanti alla porta. Lasciò cadere la sua testa all'indietro e poi i suoi occhi azzurri si puntarono sul soffitto, sul quale aveva fatto dipingere le stelle e le costellazioni. "Uff...giornataccia..." Sussurrò a se stesso, in seguito accese la sua pipa nuova, ne inalò il contenuto con la bocca e sputò il fumo biancastro, chiuse gli occhi e si lasciò andare al relax totale, solo lui, la pipa e le stesse sul soffitto che, con un incantesimo, parevano reali. Sospirò e poi pensò a cosa avrebbe dovuto fare, senza dubbio, per prima cosa, doveva mangiare, lo stomaco borbottava, si era ora di mangiare.made by mæve. written by Torturarossa

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Capitolo 4
*** Do or Die ***



Do or Die


Era fatta, Jade ora era tra le sue mani, poteva manovrarla come un pupazzo, i suoi occhi color Acqua marina erano vivi, vispi e osservavano la figura di Jade, la rossa Jade, le prese il viso tra le mani e le sussurrò "Ricordi che aspetto avevi quando hai conosciuto Keanu?" Jade fece cenno affermativo con la testa ed Alida sorrise sussurrando "Che ne dici di prendere quell'aspetto? Ti riconoscerà prima non pensi?" Jade si concentrò e metamorfotizzò in quella che tutti conoscevano, Alida sorrise e prendendole le mani tra le sue le disse "Ora vai a prepararti per il pranzo, a breve arriverà un'ospite...la professoressa Davis, la ricordi Jade?" La ragazzina affermò con la testa e sparì erso il bagno, Ali la guardò andarsene mentre i suoi occhi si riempivano quasi di preoccupazione, scosse la testa e in seguito disse al suo elfo domestico "Controlla che non faccia sciocchezze e se la cosa degenera non esitare a chiamarmi..." Misery fece cenno di si con la testa, mentre Alida andò nel salotto, non appena si mise a sedere sentì una presenza alle sue spalle, si mise sulla difensiva e si voltò, i suoi occhi si scontrarono con quelli della rossa che aspettava, da quanto tempo era li? Non l'aveva vista arrivare, non aveva visto nubi nere o bianche posarsi in casa sua.

"Karen Davis, non si usa più bussare?" Karen la guardò seria in volto e poi rispose "Se bussassi che sorpresa ti farei mai?" Le deus i scrutarono per qualche istante per poi sciogliersi in un risata sincera e genuina, rilassata, si abbracciarono e Ali, stringendola a sè disse "Benedetta donna, ce ne hai messo di tempo prima di arrivare è?" l'abbracciò forte, poi rimase in silenzio per un istante posando il viso sulla spalla dell'amica. Karen Davis era una donna forte, lo era sempre stata da che la conosceva, le due si erano sempre trovate abbastanza bene insieme poiché avevano avuto esperienze di vita abbastanza simili, la Davis aveva visto suo padre fino a un certo punto,poi se ne era andato via, senza lasciare traccia. Ali non lo aveva mai conosciuto, ma quando lui l'aveva cercata, lei aveva risposto. Ma c'era da dire anche che Karen e Ali erano molto simili, si assomigliavano caratterialmente, in certe cose. Questo aveva fatto sì che le due diventassero amiche più di quanto avessero mai pensato.

"Allora, cosa mi racconti dama dagli occhi azzurri?" Chiese la Davis rivolgendosi all'amica, sorridendole, staccandosi dall'abbraccio fraterno. "Non molto a dirti il vero, la mia vita scorre tranquilla, come sempre, non ci sono grosse novità da raccontare, ho rivisto William Barrow questa mattina, è passato di qua, senza che io me lo aspettassi, non è cambiato di striscio da che lo abbiamo visto l'ultima volta..." Karen sorrise e poi si impietrì a sentire un urlo inumano quasi, Alida fece sparire dal suo volto il sorriso cordiale che aveva e mise su una maschera di gelo, guardò il corridoio e corse fuori dalla stanza, seguita dall'amica, percorse il corridoio e raggiunse il bagno, la stanza da cui era venuto quell'urlo, trovò Jade riversa al suolo, Misery era accanto a lei, in ginocchio, guardò immediatamente la padrona dicendo "Misery la stava solo aiutando..." Alida lo guardò e disse comprensiva "Misery non deve giustificarsi...stai bene piccolo elfo?" Misery fece cenno affermativo con la testa e Ali lo congedò, Karen allora parlò "Strano rapporto avete tu e il tuo elfo domestico..." "Mi ha salvato la vita, è un elfo libero, eppure è rimasto in casa con me, a servirmi, anzi, aiutarmi..." La mora si accovacciò accanto al corpo di Jade, poi guardò Karen "Aiutami a rialzarla..." La ragazzina pesava più di quanto pensasse, dopotutto era un peso morto adesso, non aveva forze, chissà da quanto non mangiava o cosa era accaduto...Le donne la misero seduta e Karen chiese ad Alida "Cosa ci fa lei qui Alida?" Ali osservò l'amica e le disse "Era tempo che lasciasse quel buco di manicomio, non poteva rimanere la..." "E' pazza.." "Pazza? Sei certa che sia questa la parola per definire lei e non noi?" "Ha visto la morte Alida...non è mentalmente stabile..." "Anche io ho visto la morte, eppure sono rinsavita..." "Questo è da vedere..." Alida si soffermò sul volto di Karen, che avesse scoperto qualcosa? Sorrise e poi le chiese "Da vedere?" Karen rise di gusto e riprese "Da che ti conosco non sei mai stata sana Alida..." Ali rise di cuore con Karen e nel mentre Jade si svegliò. "Eccola sveglia...Jade, Jade sono Alida, stai tranquilla, raccontami cosa è accaduto...cos'era quell'urlo?" "Lo specchio...ho visto qualcun altro allo specchio..." Alida le accarezzò una guancia e poi le disse "Eri semplicemente tu lavata e pulita Jade...non c'è nessun altro, stai tranquilla, piuttosto, ricordi la professoressa Davis?" La ragazzina fece cenno affermativo con la testa e tese la mano, poi Ali la fece alzare da terra, la rimise in piedi e l'aiutò a vestirsi, una volta pronta, aveva tutto un altro aspetto. "jade...sei sempre bella..." Sorrise Karen, Jade sorrise a sua volta e sospirò, le tre si recarono alla sala da pranzo dove un lauto pasto le attendeva, Jade aveva bisogno di forze, come Karen e Alida stessa. Consumarono il pasto in silenzio quasi, parlando del più e del meno di tanto in tanto, poi venne servito il caffè, si spostarono in salotto e la, mentre Jade sedeva sul divano Karen e Alida iniziarono a raccontarsi. "Devo ammettere che ti sei sistemata davvero bene qui, si, devo proprio ammetterlo..." "Una cosa giusta mio padre l'ha fatta, c'è da dirlo..." Sorrise e sorseggiò il caffè con eleganza. "Nessun uomo al tuo orizzonte?" "Non ancora a dire il vero, ma...non sarà ancora arrivato in città, tu invece?" Karen guardò Alida un po' spaesata e poi prese un sorso di caffè, nervosa. "Cosa mi nascondi Karen?" Chiese Alida accortasi della reazione. "In effetti c'è un uomo e ci sono due bambini..." "Due?" Alida era quasi incredula, sperò che Karen le dicesse che erano di Tristan Rosier e che lui non fosse rimasto intorno a quella zecca della sorella del Martire di alcuni anni prima, gli Italie, li odiava con tutta se stessa, ne aveva amato uno ed era stato l'errore più grosso che potesse fare. Si era messa le catene al collo, ma quando lo aveva ucciso aveva gioito.

"L'uomo in questione è Tristan Rosier lo ricordi?" Alida sorrise soddisfatta, certo che conosceva Tristan Rosier, era stato tra le sue file per un po', poi aveva deciso di andarsene e lei non lo aveva fermato, gli aveva detto che voleva risolvere la sua vita, che aveva bisogno di tempo e lei aveva gioito per lui, lo aveva lasciato andare, vivo. "Certo che lo ricordo...ricordo più che altro il suo più grosso errore...che aveva lo stesso cognome del mio..." Disse "Si, beh, ci siamo sposati in una chiesa abbandonata dell'Irlanda e poi sono arrivati i nostri figli Helena e Godric..." Quei nomi, erano i nomi dei due fondatori della casate Corvonero e Grifondoro, Ali sorrise, potevano chiamarne uno Salazar, vista la natura del loro padre. "Hanno tre e cinque anni, sono la cosa più bella che ci sia nella mia vita...ma...adesso Tristan è strano, diverso, non mi parla, dice che vuole del tempo, che si sente vuoto...che ha bisogno di tornare qui e di vedere una persona...io temo che sia ancora lei Alida, ne ho il timore, non voglio che lo allontani ancora da me..." "Karen, ascoltami, se solo si azzarderà ci penserò io a rimetterla al suo posto come ho fatto tempo fa..." Ricordava ancora quando aveva scovato la Italie in uno dei vicoli di Notturn Alley e l'aveva massacrata e torturata fino all'alba, aveva goduto delle sue urla, aveva ballato sul suo sangue e aveva riso delle sue imprecazioni, ovviamente la sciocca non aveva mai saputo che fosse Alida Lennox la colpevole che l'aveva torturata, la donna era stata furba, aveva cambiato aspetto, aveva dato a se stessa l'aspetto di un uomo un po' pazzo e decisamente fuori di testa che alcuni conoscevano come "il joker" e la Italie non faceva eccezione, era talmente stupida che anche lei pensava che fosse lui, ma tutti trascuravano sempre un dettaglio, che l'essere in questione era morto dieci anni prima. "Lo spero Alida, e comunque grazie per quello che hai fatto..." "Questo e altro per i miei amici..." Aveva finito il caffè, appoggiato la tazza vuota al tavolo e ora aveva la mano posata sul ginocchio dell'amica e le iridi puntate su quelle della davis "Tuttavia, sono certa che Tristan non farà lo stesso errore, sarebbe sciocco da parte sua..." Concluse così, tagliò corto mentre Karen finiva il caffè nella sua tazza, Jade osservava senza dire una parola le due donne e di tanto in tanto sorrideva, il pomeriggio passò veloce ed arrivò la notte a far da coperta al mondo, Alida aveva un appuntamento importante quella sera, Lucius si era fatto di nuovo vivo, Draco era con lui, o almeno così diceva, ma Alida non si fidava, guardò quindi Karen e le disse "Perdonami ti prego Karen, ma un impegno che non posso rimandare mi attende fuori da quella porta..." Indossava un paio di jeans chiari strappati, una maglia lunga a metà coscia nera con doppio scollo a V e capelli sciolti, il volto appena truccato e ai piedi scarpe con tacco stiletto nere borchiate, mentre Karen indossava jeans, giubbotto di pelle e una maglietta, volto per nulla truccato e stivaletti, le due si guardarono "Anche io devo uscire...devo vedere Tristan..." Alida sorrise e disse "Ottimo, allora vai pure cara, dirò al mio ospite di raggiungermi qui...Jade non può restare sola... " "Se vuoi la porto con me..." "Non essere sciocca Davis, Tristan vorrà starsene solo e in disparte con te, non credi?" Alida sorrise maliziosa mentre Karen apriva la porta e salutandola usciva.

Perfetto... Pensò la mora, si avviò nella stanza di Jade che si stava preparando al meglio e le chiese poi "pronta per l'incontro?" Jade era felice e sorridente disse "Si, finalmente vedrò Keanu e gli dirò tutto...e scapperemo lontani da qui, stanotte..." Alida le puntò la bacchetta alla testa e sussurrò "Obliviate..." La mente di Jade era un libro bianco, non ricordava più nulla, Ali le si avvicinò e le disse quindi all'orecchio "Keanu Larrington deve essere portato alla Dama Oscura...entro una settimana, hai tutto il tempo Jade, mi fido di te..." Jade guardò lo specchio e poi sbatté veloce gli occhi, guardò Alida e sorridente le disse "una settimana è? Lo farò in meno tempo, te lo garantisco..." Alida rise di gusto e pensò che tutto sommato aveva fatto un favore a quell'anima tormentata. Le due quindi si diressero fuori dalla casa e si incamminarono verso il centro.

-Il valore di un secondo-

Insolitamente chiassoso e pieno, il centro di Hogsmeade strabordava di gente, ma non era quello il loro obiettivo, no, quello di Jade e Ali era Londra. Una passaporta di Hogsmeade portava direttamente la, così la presero, arrivate a Londra, l'aria era pungente, piena di odori, soprattutto di zucchero filato, Jade si guardava intorno felice, sorridente mentre camminava accanto ad Alida, che si sentiva in colpa, per Karen, per Jade e un po' anche per se stessa, ma il male spesso richiedeva mosse sleali...quindi era inutile prendersela tanto. "Dici che lo troveremo qui Ali?" "Conosco i miei polli, quindi dico di si...avanti entriamo a bere qualcosa e divertiamoci" Un pub, un pub dove c'erano un sacco di persone vestite formalmente, ballavano in pista, ma che diavolo era? Un buttafuori le raggiunse e disse loro "Questo è un ballo studentesco signore, spiacente ma devo chiedervi di..." L'uomo si fermò, Ali gli aveva puntato la bacchetta al petto e lo stava controllando, si guardò intorno e poi disse "Noi siamo qui perché autorizzate..." l'uomo fece cenno affermativo e le lasciò passare, Ali sorrise e Jade anche, si buttarono in pista senza conoscere nessuno, ballarono per almeno due ore di fila, quando ecco spuntare Keanu dalla porta. Jade e Ali,schiena a schiena si guardarono e poi Jade partì, salendo le scale, arrivò alle spalle del buttafuori e guardando Keanu disse "Keanu...sei davvero tu?" L'uomo, che era sulla porta pronto ad andarsene la guardò, ne riconobbe i tratti e poi disse sottovoce "Jade...Jade Argent..." Senza pensarci su due volte l'abbracciò e il buttafuori li osservò con aria scocciata, Jade lo guardò e gli disse "Lui è con me..." Il buttafuori sorrise appena mentre i due entravano nel locale e andavano verso il bancone del bar allestito per il ballo studentesco, mentre Ali era ancora in pista che ballava senza badare a chi le stesse intorno, chissene importava di babbani appena vicini alla maggioretà? Quello era il suo posto, non se lo sarebbe fatto portare via da nessuno...la canzone in sottofondo poi era una delle sue preferite in assoluto, due voci babbane che amava, il DJ conosceva bene la musica, era bravo, finita la canzone si diresse verso il bancone del Bar, sicura di se, dritta con la schiena, passo dopo passo, passò vicino a Jade e Keanu che la guardò, non era mai scorso così tanto buon sangue tra i due, tuttavia si erano sempre rispettati l'una con l'altro, Ali sorrise e poi diede una pacca sulla spalla a Jade, come per salutarla e dirle di ricordarsi ciò che doveva fare.

"Un Vodka Lemon" Disse la mora al barista e poi sentì un sussurro accanto al suo orecchio "Se sei una studentessa, non dovresti bere degli alcolici" Ali non si degnò nemmeno di osservare la fonte della voce che aveva appena parlato, si limitò a sorridere e scuotere la testa. "Si da il caso che non lo sia, quindi..." Si voltò verso la voce maschile e incontrò gli occhi scuri del ragazzo, ci rimase fissa, deglutì a fatica, senza potergli staccare gli occhi di dosso. "Ohccavolo..." Sussurrò il ragazzo alla vista degli occhi della donna, nessuno dei due riusciva a guardare altrove, Ali però si ridestò da quell'ipnosi, scosse la testa e poi guardò il bancone del Bar, sorrise e prese il bicchiere che il barman le aveva messo di fronte, lo prese con una mano e con l'altra si portò la cannuccia alle labbra, prese un sorso, poi si alzò dalla sedia e con un sorrisetto salutò il suo interlocutore, ributtandosi in pista, tra le anime che danzavano. Passavano una canzone babbana che non le dispiaceva affatto, anzi, le piaceva molto, era ritmata, la voce della donna che cantava ti faceva smuovere dentro. Con il bicchiere in mano ballava facendo attenzione a non urtare nessuno, le sue gambe stavano sicure sui tacchi vertiginosi e gli abiti non accennavano a non sottolineare una sola curva della donna che danzava accanto a due ragazze sorridenti che le chiedevano imploranti un sorso dell'alcolico nel suo bicchiere, senza pensarci glielo lasciò sorridendo divertita, mentre si lasciava andare alla musica.

Mentre muoveva il suo posteriore a dovere lasciandosi guidare dalla musica, sentì un braccio cingerle la vita, un braccio maschile, sorrise, gettò la testa all'indietro e poi si accorse che la figura era la stessa che aveva visto al bancone. "Non dovresti andare a colpo così sicuro, lo sai?" Disse ridendo "Non potevo evitarlo...scusami..." Ali si scansò un attimo dal ragazzo guardandolo quindi negli occhi, sorrise ancora e disse "Non scusarti...io sono Alida..." Tese la mano "Matrim..."

When the lights turned down, they don't know what they heard Strike the match, play it loud, giving love to the world We'll be raising our hands, shining up to the sky Cause we got the fire, fire, fire, yeah we got the fire fire fire
And we gonna let it burn burn burn burn We gonna let it burn burn burn burn Gonna let it burn burn burn burn We gonna let it burn burn burn burn

Mentre i due si tenevano la mano e si guardavano negli occhi la luce se ne andò, lasciando il momento e il fiato di tutti sospeso, poi tornarono e i ragazzi intorno a loro ballavano uno attaccato all'altro, tranne loro due che sorridevano l'una all'altro e si divertivano senza strusciarsi più di tanto, per una sera le pareva divertente ballare e non avere una maschera sul volto

Nel frattempo poco più in la Jade era riuscita a raggiungere il suo obiettivo, Keanu. "Credevo fossi morta o impazzita..." Jade sorrise scuotendo la testa e disse "Ho solo avuto un periodaccio difficile, non riuscivo ad accettare gli eventi, ma ora sto benone...tu invece?" Gli occhi di Jade si soffermarono come fari nella notte su quelli di Keanu, azzurri, glaciali. "Io...sono sempre quello che hai conosciuto tempo fa...non è cambiato niente da allora..." Jade sorrise dolcemente e poi chiese "Sei stato molto male per avermi persa Keanu?" La domanda della ragazza arrivò inaspettata e fu come una ventata gelida nel pieno di agosto "Si...ci sono stato male Jade..." Non mentiva, non mentiva affatto, ricordava ancora il giorno che l'aveva conosiuta e l'aveva vista piangere, ricordava il giorno che l'aveva vista impazzire, ricordava il giorno che le giaceva tra le braccia e piangeva senza riconoscerlo dicendo il suo nome, ricordava tutto Keanu, ma Jade...Jade era certo non ricordasse nulla, lo sapeva, forse non era un male, ma non poteva accettare che qualcuno avesse manipolato la sua mente, eppure al tempo stesso gli era grato. Il suo sguardo scorse dagli occhi corvini di lei alle sue forme non più da ragazzina ma da adulta e poi scorso con lo sguardo alla pista, non era un bene nè per lei nè per lui stare li, a ricordare e farsi male, lei ricambiava le sue occhiate e sorrise. "Ti va di ballare?" "Si!" La pista era piena eppure loro due trovarono un angolo in cui liberarsi da pensieri tristi e scomodi, non c'erano movimenti sensuali o altro, solo due ragazzi che si divertono ballando, Jade incrociò per un attimo Alida, la guardò e le sorrise a piena bocca, la donna ricambiò, la serata stata evolvendo al meglio.made by mæve. written by Torturarossa

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Capitolo 5
*** Up in the air ***



Up in The Air


La serata era perfetta, niente maschere, solo lei, Alida, mentre il nuovo incontro le ballava praticamente addosso; avrebbe potuto pensare a lui, invece nella sua testa c'era William Barrow, pensava ai suoi muscoli, ai suoi occhi, ma lui? Lui pensava forse a lei? Pensava a lei in quel senso? No, William non la voleva fuori dalla sua vita, William la voleva con se, non voleva obliviarle la nottata di sesso e sudore che avrebbero passato di certo se non si fossero dati una regolata. A quel pensiero la Mora donna dagli occhi turchesi si voltò verso Matrim, i suoi occhi caddero in un oblio senza fine in quelli di lui, neri come la pece. Senza dire nulla lo baciò, infilò la sua lingua nella bocca di Mat che ricambiò quello sfiorarsi, stringendola a sè forte, tanto da sentirla tremare, tanto da sentirla fremere e da sentire il proprio cuore battere forte per quel tocco, Ali gli mise le braccia al collo e poi sussurrò al suo orecchio "Non bacio mai un ragazzo al primo incontro" Mat rise e rispose "E io non ballo così attaccato alle sconosciute..." Risero entrambi guardandosi negli occhi, Ali era un'abile manipolatrice, un'abile bugiarda, poteva farti credere ogni cosa volesse con quel viso angelico e quegli occhi magnetici.

Ali si guardò intorno e incrociò lo sguardo sorpreso e leggermente contrariato di Jade che la osservò mentre Keanu le lasciava le mani sulla vita, lo guardò e con un sorriso dolce e innocente gli disse "Scusami Kean devo parlare con una persona, torno subito, promesso" Sorrise e, sotto gli occhi vigili dell'uomo andò verso Alida, la prese per un braccio e le disse "Cosa stai facendo?" Ali sorrise a Matrim dicendogli "Torno tra un momento, promesso" trascinò la mora complice lontana dall'uomo e poi le disse contrariata vistosamente "Cosa?" Jade la guardò e incrociò le braccia al petto "Alida, non puoi lasciarti così andare..." "Ah no? Non posso Jade? Davvero? Ti ricordo che la Dama oscura ha me come sua unico comandante e posso fare ogni cosa io voglia e se io decido di lasciarmi andare, di certo non è una stupida ragazzina a dirmi il contrario!" Jade la guardò mordendosi il labbro superiore per il nervoso "Oh certo e per questo ti senti in dovere di distruggere ogni piano vero?" " Zitta Piccola stupida che non sei altro! Tu non otterrai mai niente se continui con questo tuo fare da Santa! Ti sei forse scordata il TUO compito? Vedi di fare bene il tuo lavoro che al mio ci penso da sola..." Le diede le spalle senza dire altro e si dileguò nella folla, mentre le note di una canzone d'amore aleggiavano nell'aria del locale strapieno.

Jade tornò da kean e lo prese per mano senza pensare trascinandolo fuori dal locale dicendogli "Portami fuori, ho bisogno d'aria..." Una volta fuori Keanu le accarezzò una guancia e le chiese "Tutto bene?" La ragazza scosse la testa in silenzio e poi parlò "No, ho litigato con la mia amica e ora non ho voglia di tornare a casa, sono sua ospite, ma...quello che mi ha detto...mi ha ferita, non voglio tornare a casa adesso, ho bisogno di starle lontana..." Keanu la guardò comprensivo e poi le disse "Posso farti compagnia io se vuoi Jade" Sorrise, Jade ricambiò, era sempre stata legata all'uomo, quello se lo ricordava, ma non si ricordava perché fosse così legata a lui, il motivo, qual'era? Ma Kean dal canto suo lo ricordava bene il motivo del suo legame, lo ricordava fin troppo bene.

"E' giunta la tua ora maledetto!" Aveva urlato la Mangiamorte che gli stava di fronte mentre gli puntava la bacchetta addosso "NO KEANU!" Urlava Jade, facendosi scoprire mentre era a terra, la gamba sanguinante, un masso che la bloccava, il viso sporco e rigato dalle lacrime, Keanu la guardava, guardò la sua nemica attuale puntare la bacchetta contro la ragazzina e con uno scatto saltò, prendendosi l'incantesimo destinato alla studentessa. Si ritrovò sbalzato sul masso che schiacciava al ragazza, con il volto ancora rivolto alla donna che lo aveva colpito " Puttana egocentrica, prima o poi..." disse mentre si rialzava lentamente, vacillando sui suoi piedi "Prima o poi ti faranno fuori...e allora riderò e ballerò sulla tua schifosa tomba!" Rise cadendo in ginocchio, si ovltò appena verso la ragazza appena salvata e le sorrise per tranquillizarla dicendole "Chiudi gli occhi belli che hai, non guardare..." Un altro raggio lo colpì senza che potesse fare nulla e cadde senza vita apparentemente accanto alla ragazzina, la sentì piangere poi più niente, svenne e fu il buio. Si risvegliò al San Mungo, ma gli dissero che la ragazzina era morta, era sparita nel nulla.
Da quel giorno lui aveva giurato a se stesso che l'avrebbe trovata, protetta e che l'avrebbe salvata se fosse stata in pericolo, glielo doveva, era lui la causa della sua pazzia.
Nel frattempo nel locale Alida tornò da Matrim, lo guardò dolcemente e poi gli disse "Ora devo scappare, ma ci rivedremo presto mago..." Detto ciò scomparve nel nulla, smaterializzata, ma in terra aveva lasciato un orecchino, Matrim lo raccolse e se lo infilò in tasca, sorrise e svanì anche lui nel nulla, lasciando quella discoteca piena solo di ragazzini urlanti e ubriachi.



-Solo tu-

La voglia la logorava dentro, arrivò sotto casa di William Barrow, sorrise e si diede un altro volto, una donna bionda, magra, dagli occhi grandi e truccati di nero, si osservò, aveva un impermeabile e null'altro addosso, era ben chiaro ciò che volesse da quel luogo, da quel ragazzo e da quella notte ancora lunga. Si scordò di Draco, di Lucius e di tutto il resto, suonò il campanello di casa dell'uomo che cercava, attese e quando lui le fu davanti, lo guardò, non lo lasciò dire niente, lo baciò con passione e si chiuse la porta alle spalle, lui la strinse senza farci troppo caso, dopotutto chi rinunciava a una cosa simile? Alida si trovò a sorridere soddisfatta, si tolse l'impermeabile e si lasciò trasportare dal momento.
Barrow era esattamente come lo immaginava, violento, passionale, eppure dolce e attento, la soddisfazione di quell'atto la fece gridare quando erano vicini alla conclusione e il mattino era alle porte, era piacevolmente soddisfatta di quanto era accaduto, si sarebbe ricordata dei graffi sulla sua pelle perfetta e dei morsi di lui e lui si sarebbe ricordato dei graffi profondi che lei gli aveva lasciato, si svegliò prima di lui, lo aveva fregato e gli lasciò un bigliettino con su scritto
A mai più Barrow
tua per sempre
A.

No, non lo avrebbe mai capito che era Alia, o almeno così lei sperava, lo aveva desiderato troppo tempo e ora poteva ritenersi soddisfatta, la sua sete era stata lenita da William che ora dormiva a pancia in sotto accanto a lei con un sorriso soddisfatto in volto e la schiena costellata di graffi. Sorrise e si smaterializzò via, a casa sua, riprendendo le sue sembianze, sospirò e sentì una voce nell'ombra "Alida..." Si bloccò con gli occhi sgranati, si voltò verso il buio e sussurrò "Draco!" L'uomo uscì dal buio con la bacchetta in mano lungo i fianchi, i suoi capelli così chiari e gli occhi così azzurri erano stupendi nel buio illuminati dalla fioca luce delle candele accese nella stanza. Ali lo abbracciò e si sentì ricambiare, per ora voleva solo un abbraccio vero, sincero dall'unico ragazzo che l'avesse mai davvero amata. "Mio padre...mio padre diceva che eri in scacco alla Dama Oscura..." Ali si scansò dal suo abbraccio, avvicinò la fronte a quella di Draco e disse dolcemente in un sussurro "No, lei...lei mi ha liberata per i suoi scopi malvagi Draco, ma io...io sono libera, devo solo portarle un paio di persone, poi sarò libera definitivamente...preferisco pagare questo prezzo piuttosto che non vederti più o peggio..." Draco la strinse a sè forte, strinse le forme di quella donna che aveva sempre amato alla follia, ma aveva sempre taciuto ogni sentimento. "Alida, mi sei mancata così tanto..." "Draco mi sei mancato anche tu" Draco la guardò negli occhi, erano molto simili a quelli della donna, la guardò e con dolcezza le baciò le labbra rosse, morbide, vellutate e umide, la strinse con prepotenza quasi, a sè e poi le sussurrò sulle labbra "Alida...non mandarmi via..." Alida rimase di sasso, immobile, glaciale davanti all'uomo, il cuore le batteva forte nel petto, perché? Nemmeno con Barrow era accaduto "Draco...come puoi solo pensare che io ti cacci?" Matrim aveva fatto battere il suo cuore, ma Draco, Draco lo stava facendo esplodere coi suoi baci, coi suoi tocchi. "Alida, io...io ho smepre taciuto ogni cosa...ma ora sono stanco, io ti amo..." Alida si sentì morire, lo stomaco si strinse, il cuore esplose davvero nel suo petto e lei si sentì leggera. "Draco...io..." Stava per parlare, ma Misery interruppe quel quadretto perfetto, Draco si scostò dalla donna e guardò l'elfo ocn occhi pieni di tristezza e rabbia velata. "Misery chiede perdono, ma Jade non è tornata stanotte, Karen davis invece ha mandato questa lettera Alida, Misery chiede perdono a malfoy per avere interrotto..." Draco alzò una mano per dare uno schiaffo all'elfo, ma Alida lo bloccò e lo guardò glaciale dicendo "Misery ha fatto un buon lavoro, Misery è libero di andare a riposare" Poi guardò Draco e riprese a parlare mentre l'elfo se ne andava. "Non farlo mai più, Misery merita rispetto Draco Malfoy!" Non disse altro, si sette accavallando le gambe e schioccando le dita si cambiò d'abito, addoss ole comparve un comodo abito con scollo a V sul davanti di colore nero, lungo fino ai piedi, di seta, una camicia da notte, ecco, l'uomo accanto a lei la guardò e poi si sedette davanti a lui, gamba sopra l'altra e poi rispsoe "Perdonami...Alida" La donna non disse niente, lesse il biglietto che le aveva mandato la Davis e la rabbia si palesò nei suoi occhi "Draco, se mi ami davvero, devi promettermi che non odierai quello che vedrai..." Non disse altro, si limitò a osservare l'uomo e poi si alzò in piedi davanti a lui, avrebbe rivelato qualcosa a quel ragazzo? Si, lo avrebbe fatto.

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