The Story

di crossroads
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Calliope significa musica ***
Capitolo 2: *** Qualcosa cominciava a smuoversi ***
Capitolo 3: *** Adesso io devo andare via da te ***
Capitolo 4: *** La nostra storia ***
Capitolo 5: *** Piccoli attimi di felicità ***
Capitolo 6: *** Quell'anello luccicava come i tuoi occhi ***
Capitolo 7: *** Ritorno a casa ***



Capitolo 1
*** Calliope significa musica ***


-Allora Dottoressa Robbins che ne dice di sedersi al nostro tavolo?Posso offrire un drink al nuovo chirurgo più bello del Seattle Grace?
-Certo Dottor Sloan,ma mettiamo subito in chiaro che a me piacciono le donne…Me lo offre uguale sapendo di non potermi portare a letto a fine serata?
-Senza dubbio,ma chiamami Mark!
-Arizona!E voi siete?
-Piacere,Callie…Calliope Torres,ortopedia.
-Addison Montgomery,ginecologia,benvenuta al Seattle Grace.Qui siamo tutti una famiglia,spero ne farai presto parte…e non far caso a Mark,fa così con tutte!
 
Calliope… più che un nome sembrava una dolce melodia. Non appena arrivai a casa accesi il mio portatile,entrai su Google e digitai Calliope.

“Deriva dal nome greco Kalliope, latinizzato in Calliope. È composto dalle radici  kalli, derivato di "bellezza" e opos  "voce"significa quindi "bella voce".”

Wikipedia mi dava ragione,”bella voce”non era solo bella voce. Era bella in tutto.
Ero appena arrivata a Seattle,dovevo buttarmi a capofitto nel mio lavoro,avevo finalmente la possibilità di  mostrare le mie capacità e il mio talento,ma la mia testa quella sera non faceva che pensare a Calliope,il suo nome la sua voce rimbombavano nella mia testa durante il sonno.

L’avevo appena conosciuta non sapevo niente di lei,eppure sentivo un legame,un legame che mi spingeva a cercare di più, a provarci a vederla a sentirla,ne avevo bisogno. Era una sensazione strana che probabilmente non avevo mai provato. Sentivo il bisogno di sapere tutto di lei.
In quel momento volevo solo che quella notte passasse in fretta per poter ritornare al Seattle Grace con la speranza di rincontrarla.

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Capitolo 2
*** Qualcosa cominciava a smuoversi ***


Quella mattina mi alzai prestissimo,non avevo dormito tutta la notte.

Avevo l’immagine del viso di Calliope e dei suoi occhi impressa nella mente. Approfittai  di essere in anticipo per truccarmi,pettinarmi e scegliere un bel vestito per far colpo su Callie,che speravo di incontrare.

Arrivata in ospedale cominciai subito il mio giro di visite,speravo con tutta me stessa di incontrarla in caffetteria,o a pranzo. Ma di Callie nemmeno l’ombra. Probabilmente aveva il turno di notte,ciò significava che non avrei potuto vederla per un giorno intero!
Sentivo la sua mancanza,incredibile. Sentivo la mancanza di una persona che non conoscevo,che non mi apparteneva!

-Ehi Arizona!Come procede il secondo giorno di lavoro?Sai qui i ritmi sono frenetici,ma tutto sommato non è male. Qui ci  sono i migliori chirurghi del paese!

Era lei non potevo crederci!Quel giorno la fortuna era dalla mia parte.

-Calliope!Procede bene!I ritmi sono frenetici,sì. Ma ne vale la pena.

A quella mia risposta mi guardò un po’ stranita,forse per il “ne vale la pena”? le avevo fatto intendere qualcosa?

***

-“Calliope Mark!Ti rendi conto? Mi ha chiamata Calliope!Dici che si è infatuata?”

Dopo quell’affermazione scoppiai a ridere,la presi sullo scherzo,ma in  realtà desideravo di piacerle,avevo provato ad evitarla tutta la giornata e avevo provato a trattarla con sufficienza,per darmi un po’ l’aria da super donna. Sentivo che c’era qualcosa nel suo sguardo,ma non volevo illudermi,non volevo un’altra bastonata. Non potevo permettermi di soffrire ancora. Ma lei era bellissima,aveva un sorriso da togliere il fiato!E i suoi occhi?No…non potevo farmi abbindolare da una bella bionda!

 -“Beh Callie in effetti  avevo notato uno strano sguardo ieri sera” -esplose a ridere-

 

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Capitolo 3
*** Adesso io devo andare via da te ***


I giorni al Seattle Grace passavano in fretta,e il mio rapporto con Callie cresceva sempre di più.

Non era amicizia,lo sapevamo entrambe. Ma nessuna delle due era pronta a fare il primo passo.

Non era amicizia perché non si è gelosa di un’amica,non si impazzisce se per un giorno non senti un amica,con un’amica non ti viene voglia di stringerle il viso tra le mani e baciarla. E questo lo sapevamo entrambe,e ciò rendeva il nostro rapporto complice e speciale .Ed anche divertente a certi tratti.
Divertente per lei,che si accorgeva dei miei sguardi fulminanti,e allora si divertiva a lanciare occhiate ammiccanti ai medici del Seattle Grace.
I giorni passavano in fretta. Forse troppo. Callie dovette partire … aveva accumulato un po’ di ferie e decise di tornare a casa sua,dalla sua famiglia.
Prima di farlo mi disse che avrebbe dovuto parlarmi. In quel momento il mondo mi crollò addosso.
 
-Arizona,possiamo vederci durante la pausa nella stanza del medico di guardia?
-Si Callie,a dopo. Buon lavoro.

Il tempo si fermò. Non potevo più aspettare,non facevo altro che pensare a cosa avrebbe dovuto dirmi Callie. Alle 14:00 in punto mi avviai verso la stanza del medico di guardia e la trovai già lì,poggiata con la schiena al tavolo e le braccia intrecciate sotto il seno.

-Arizona devo parlarti..non sto partendo. Sto scappando,sto scappando da te. Voglio prendermi qualche giorno per riflettere,voglio tornare alla mia vita,alle mie abitudini. Questa storia tra me e te non può esistere. Insomma io sono etero,e tu sei lesbica. Forse ci siamo solo divertite un po’. Ma ora io ho bisogno di ritornare in me,a quello che ero e quello che sono. E stare lontana da te mi aiuterà a capire e a dimenticarmi di questa storia. Mi dispiace,magari in questi giorni troveremo qualcun altro e ci dimenticheremo a vicenda.

Pronunciò quelle parole tutte d’un fiato,come a liberarsi di un peso che portava dentro da sempre,da quando mi aveva vista al bar. In quel momento non seppi che rispondere,dissi solo un semplice “Ok” dopodiché lei usci dalla stanza lasciandomi li sola.

Ero scappata,ero scappata da Arizona.Dalla donna a cui non potevo rinunciare. I gironi sembravano interminabili senza poter parlare con lei,senza poterla vedere… chiamare… Più mi convincevo che dovevo lasciarmi quella storia alla spalle,quella storia che non era nemmeno iniziata,perché infondo non c’era stato nemmeno un bacio,più la voglia di lei aumentava. Più mi convincevo che dovevo cominciare ad uscire con qualche uomo più il desiderio di stringerla a me aumentava. Era un contro senso. Tutta quella storia non aveva senso. Ed io avrei dovuto liberare la mia mente.

-Callie!Dove vai con quella valigia?
-Scusa papà!Ho avuto un urgenza,devo salire sul primo aereo,salutami tu la mamma.

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Capitolo 4
*** La nostra storia ***


Arrivai in aeroporto,ero ansiosa di salire sul primo aereo.

Ci avevo riflettuto tutta la notte. Io e Arizona non potevamo esistere,la nostra storia non poteva essere. Ma io ero sempre stata istintiva in tutte le cose,lo sarei stata anche in quella. Era inutile nascondermi dal mio amore per lei. Io la amavo,e lei amava me. Tutto il resto non aveva importanza. Non era importante se io ero etero,se i miei genitori non mi avrebbero accettata mai,se avrei dovuto soffrire ancora.
La amavo. Era questa la risposta a tutte le paure e a tutte le mie insicurezze.

La amavo di quell’amore che non ti fa dormire la notte,che ti fa vedere belle tutte le cose del mondo,che ti fa vedere il sole anche se piove,che ti fa venire voglia di cantare ad alta voce.

-Callie?!Che ci fai qui?Non dovevi essere a casa dei tuoi genitori?Sono passati solo due giorni!
Me la ritrovai sulla porta,senza fiato,e con il trolley tra le mani. Mi guardava con i suoi occhi grandi e lucidi senza dire una parola,era li,ferma, completamente bagnata dalla pioggia di Seattle.

Non le dissi niente,avevo già capito tutto..la lasciai entrare,le feci fare una doccia e l’aspettai in camera..fin quando non la vidi comparire davanti al mio letto.

-Arizona mi dispiace,mi dispiace se ti ho ferita. Non avrei mai voluto farlo. Non stavo scappando da te,stavo scappando da me,dalle mie paure e dalle mie insicurezze. Stare lontana da te mi ha solo fatto capire quanto io abbia bisogno di te nella  mia vita quanto tu sia importante in ogni cosa che faccio.
Ti prego dammi una possibilità.

-Vieni qui Callie,stenditi affianco a me.

Ci stendemmo a letto,viso contro viso,la sentivo respirare. Eravamo impaurite nel cercare un contatto,avevamo paura di parlare,paura di poter fare qualcosa che avrebbe rovinato quel momento così silenzioso e così intimo!Quel momento tutto nostro,finalmente nostro!
Cominciai ad accarezzarle il braccio,ed arrivai finalmente alla mano,la accarezzavo,passavo le mie dita tra le sue..poi finalmente trovai il coraggio di stringerla,forte,più che potevo,non era una stretta di mano.
Era una richiesta,era una promessa che ci stavamo facendo,non ci saremo più lasciate la mano,da quel momento cominciava il nostro cammino insieme, la nostra storia.

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Capitolo 5
*** Piccoli attimi di felicità ***


Dopo quella notte il rapporto tra me e Callie cambiò definitivamente.
Si instaurò un legame di fiducia,stabile,e questo ci rendeva serene,perché nonostante le tribolazioni  iniziali dovute alle sue insicurezze riguardo ad una relazione con una donna ,ora eravamo finalmente riuscite a trovare un equilibrio;anche se gli impegni di lavoro ci tenevano molto lontane,spesso infatti  avevamo turni differenti,orari sballati,e soprattutto due reparti diversi…riuscire a vederci era un’impresa. Non avevamo nemmeno il tempo di passare un paio d’ore insieme a fine giornata. Quella situazione cominciava a pesarmi,decisi che avrei dovuto organizzare qualcosa per noi due.
 
MESSAGGIO IN ARRIVO DA ARIZONA.
Callie sono a casa,potresti ritirare degli esami in laboratorio?Quando arrivo gli addetti saranno già andati via.
 
MESSAGGIO IN ARRIVO DA CALLIE
Ok,appena sono pronti ti chiamo per darti tutte le informazioni di cui hai bisogno. A dopo .
 
Il mio piano stava funzionando alla perfezione,almeno fino a quel momento!Ovviamente Callie era ignara di tutto,non si sarebbe mai aspettata niente del genere da me,ma io avevo voglia di sorprenderla.
Consegnai  la cartella con gli esami al personale del laboratorio e gli diedi tutte le spiegazioni sul come e quando avrebbe dovuto consegnarla a Callie. Avrebbe dovuto dargliela solo dopo le 19:00 ora in cui io sarei arrivata in ospedale.
Avevo preparato tutto nei minimi dettagli,sapevo che per chiamarmi sarebbe andata  nella stanza del medico di guardia,in quanto in reparto non poteva di certo stare al telefono. Mi nascosi in modo da non farmi sentire quando mi avrebbe telefonata.

Finalmente il mio telefono squillò,aspettavo quel momento da giorni.


-“Pronto?Arizona!Ho la cartella con gli esami,allora…Arizona..ma qui..credo ci sia stato un errore in laboratorio…aspetta…”

Mentre pronunciavo quella frase Arizona aprì la porta alle mie spalle.Ero confusa,non riuscivo a capire...non doveva essere a casa fino alla fine del mio turno?

-“No Calliope…nessun errore,quello che vedi non è un errore,quei biglietti non sono finiti li per caso. Li ho messi io,ed ho organizzato tutto questo per noi. Ho già parlato con il capo,non devi preoccuparti di niente. Prepara le valige dopodomani io e te saremo a Parigi!

-“Dio mio Arizona!Sei completamente pazza!Non posso crederci!Come ti è saltato in mente?Parigi?Sono anni che la sogno?!Tu sei pazza...completamente pazza!Non ho parole!Ti adoro!

Gli occhi di Callie cominciarono a brillare,luccicavano,le era esploso un sorriso sul viso che era lo spettacolo più bello a cui avessi mai assistito!Mi abbraccio forte,come una bambina che finalmente riceve il suo regalo preferito!

-“Non sono pazza,Callie. Sono innamorata!”

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Capitolo 6
*** Quell'anello luccicava come i tuoi occhi ***


-“Andiamo Callie!Siamo in aeroporto e ancora controlli?Ho preso tutto io!Ho io le prenotazioni e i passaporti,dobbiamo solo salire sull’aereo!”

-“Ok Ok Arizona!Scusa!Stavo solo controllando!”

-“Dai andiamo!Non posso più aspettare!” – e le stampai un bacio sulle guance –

Eravamo emozionate e frenetiche,non riuscivamo a stare ferme,camminavamo in aeroporto quasi saltellando come due bambine alla prima gita fuori  porta. Finalmente potevamo stare un po’ di tempo insieme,lontane da occhi indiscreti e soprattutto sole !
Non appena salimmo sull’aereo notai gli occhi di Arizona cadere sulle gambe chilometriche delle Hostess di volo,la cosa mi dava tremendamente fastidio,ma ero troppo orgogliosa per fare scenate di gelosia,e poi non mi sembra affatto il luogo più indicato per scenate tra donne,decisi che mi sarei vendicata se al ritorno ci sarebbero stati steward carini,ma a quanto pare non avrei dovuto aspettare la fine della vacanza per divertirmi anch’io.

-“Mi scusi signorina,quello sarebbe il mio posto… non vorrei disturb..”

Il tizio non fece in tempo  a finire la frase che Arizona senza alcun problema si spostò

-“Ha ragione,mi scusi lei non avevo fatto caso all’assegnazione dei posti,prego si accomodi”

Arizona rispose con il suo solito tono gentile ed educato,ma in realtà sapevo che era seccata da quella situazione,avremmo dovuto passare tutto il viaggio divise da un uomo molto  affascinante …che avrebbe potuto tranquillamente sedersi accanto e lasciare Arizona dov’era!Invece no…eravamo partite  con il presupposto di stare sole e già un uomo qualsiasi ci ostacolava!

-“Pare che Parigi nel periodo prenatalizio  sia già un incanto…”

L’uomo alto bello e affascinante cominciò ad instaurare con me una banale conversazione,che comincio a far innervosire Arizona,me ne accorsi dal modo in cui masticava il chewingum ,per poco non si rompeva i denti!

-“Si,Parigi è stupenda tutto l’anno,Lei ci è già stato altre volte?”

-“Si,insegno alla Sorbonne ,sono a Parigi almeno sei volte l’anno. E lei?E’ in fuga d’amore?”

-“No…io…io in realtà sto andando a visitarla con la mia amica..la ragazza seduta di fianco a lei”

Ero confusa,imbarazzata,non sapevo cosa rispondere. Era la prima volta che uscivamo allo scoperto,e non sapevo proprio come comportarmi. Io e Arizona non eravamo ancora una coppia “ufficiale” in realtà non lo eravamo affatto…e in ogni caso io non sapevo come uscire allo scoperto con una donna…a quell’uomo avrei voluto dire che si,ero in fuga d’amore,ero in fuga d’amore con la donna più bella del pianeta,ma non mi sentivo ancora pronta ad affrontare quell’argomento,anche perché non conoscevo ancora le intenzioni di Arizona.
Dopo quella frase Arizona non mi rivolse più la parola,se non per dirmi : “mi passi la valigia-il passaporto è nella tasca laterale della borsa-prendiamo una mappa della città-” ed altre frasi del genere

Mi sentivo un po’ in colpa per averle dato dell’amica…aveva pensato a tutto!L’albergo era stupendo,la nostra suite era moderna,ma in perfetto stile parigino,aveva ogni tipo di comfort il camino e la vasca idromassaggio!

-“Callie che ne dici di fare prima una doccia e poi di andare in giro?”

-“Ok,certo Arizona,vai prima tu?”

-“No,tranquilla…fa pure io riposo un po”
 
-“Arizona ho finito!Entra il bagno è libero!”

“-Arizona…?!Arizona!Arizona dove sei?!?!”

Ma dove diavolo era finita?Avevo chiamato alla reception e mi avevano detto che era uscita da un’ora..il tempo che ero in doccia,quindi!Avevo il cuore a mille!Pensieri di ogni tipo mi attraversavano la mente!Il suo trolley era ancora li,non poteva essere andata lontano!A meno che non voleva scappare senza farmi capire niente!

“-Ehi!Hai liberato il bagno?!Faccio una doccia”

-“Arizona!Ma ti sembra questo il modo di agire?!Mi lasci qui,sola,in un posto che non conosciamo e sparisci!Non rispondi a telefono,non lasci un messaggio un biglietto!Niente!Niente di niente!Vuoi farmi morire?”

-“Andiamo Callie..non farla tragica,ero in giro. Vestiti faccio una doccia e usciamo a cena”

-“Io non vengo proprio da nessuna parte”

-“Si certo!Sbrigati…Ho prenotato un ristorante,il migliore di Parigi,ho comprato anche due abiti,è un posto elegante non possiamo andare con i vestiti da turiste.”

-“Ok,ma solo perché ho fame,Arizona!”

Quando Arizona aprì la porta del bagno rimasi abbagliata dalla sua bellezza,ero ancora arrabbiata con lei per essere uscita senza avvisarmi..ma con quell’abito rosso era dannatamente bella!Aveva una piccola apertura sul decolleté che lasciava intravedere i seni ,e non era volgare,era elegante..raffinata..e stupenda!

-“Arizona…sei…”
-“Sei stupenda Calliope”

 Quel vestito sembrava esser stato disegnato apposta per lei,era nero,e aderente,le fasciava tutte le curve che amavo,ed aveva una scollatura a cuore sul seno da far girar la testa,le dissi infatti di coprirsi bene con un cappotto perché l’aria era gelida,ma in realtà volevo che nessuno la guardasse a parte me.
Arrivammo al ristorante più bello, lussuoso e romantico di Parigi,ebbi cura di riservare il tavolo migliore,su una terrazza riscaldata e circondata da vetrate che davano sullo spettacolare paesaggio parigino illuminato solo dalle luci natalizie e da un mantello di neve bianca che ricopriva l’intera città,e ovviamente di fronte a noi la Tour Eiffel che dava un senso di magia a tutto ciò che ci circondava,descrivere quel paesaggio non è possibile,è qualcosa di surreale,che attraversa i sensi e arriva all’anima.
Le bollicine dello champagne ci aiutarono a rendere l’atmosfera ancora più serena e rilassata… Ero finalmente rilassata,potevo finalmente compiere quel passo.

-“Calliope andiamo,voglio portarti in un posto”
-“3…2…1…Apri gli occhi!”

Gli occhi di Callie diventarono lucidi,luccicavano!Piu della Tour Eiffel..alzammo gli occhi al cielo e ci ritrovammo la grande e imponente torre che ci stupiva con i giochi di luce più belli e più romantici del mondo…

-“Arizona è meraviglioso!E tu sei stupenda,fantastica…hai organizzato tutto questo per me…per noi!”
-“Calliope..se vuoi rendermi davvero felice …”

Le presi la mano e nel giro di pochi secondi senza farle capire niente le infilai un anello,era semplice,aveva solo un brillantino al centro,sapevo che a lei non piacevano le cose vistose…

“Quando ho visto quell’anello brillare ho pensato subito al luccichio dei  tuoi occhi e non ho saputo resistere dal comprartelo…questo significa che ora io e te stiamo insieme,io non sono più tua amica,da questo momento,da oggi  Otto Novembre Duemilatredici tu Calliope Torrese sei la mia donna,ed io non vedo l’ora di poterti mostrare al mondo.”

Mentre pronunciavo quelle parole il cuore mi scoppiava dentro,non so se per il peso che davo  quello che dicevo,perché non l’avevo mai detto a nessuna donna..o per l’espressione sul viso di Callie.
Eravamo li,ferme,senza più parlare,avevamo solo la forza di guardarci negli occhi senza sosta…e Callie non aveva bisogno di parlare,i suoi occhi erano la bocca della sua anima.Mi guardò in silenzio,mi sorrise e mi ringraziò..

-“Arizona…sei la persona migliore che abbia mai incontrato…non ho parole per ringraziarti di quello che hai fatto e stai facendo per me… vorrei trovarne,ma non credo che il linguaggio universale possa esprimere quello che provo in questo istante”

Presi per mano Arizona e ci dirigemmo verso l’hotel .

Arrivate in camera potevo percepire l’imbarazzo di Arizona,l’imbarazzo di chi ha voglia di amare la propria donna ma non sa se è ancora il momento giusto per farlo.
Decisi di fare qualcosa io per lei..finalmente ne avevo l’opportunita.

Mi avvicinai e le cinsi i fianchi,le sussurrai all’orecchio che era bellissima,mentre con una mano le accarezzavo la schiena e la nuca..
-“Sei bellissima Arizona,grazie di tutto…grazie per come sei e per quel che fai per…”
Mentre le sussurravo queste parole all’orecchio sentii le sue mani impazzire sul mio corpo,ci baciammo,a lungo e con trasporto..Non so come ci ritrovammo distese a letto,sotto le coperte,il suo corpo nudo aveva voglia di fondersi con il mio;non era sesso…era una richiesta di appartenenza.
Ci eravamo amate cosi,quella notte,per la prima volta.

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Capitolo 7
*** Ritorno a casa ***


Il ritorno a casa fu ovviamente traumatico,lasciare i ritmi di vacanza e l’atmosfera romantica e delicata Parigina fu un disastro.

Ci mancava l’odore dei bistrot,i colori primaverili,l’accento delicato dei francesi,lo sguardo trasognato dei persone e la leggera pioggia che bagnava le baguettes dei passanti sotto il nostro sguardo divertito.
 

Ci mancavano le metro,le visite ai musei,i palazzi settecenteschi. Ci mancava passare sugli innumerevoli ponti della Senna,ci mancava la vista mozzafiato di Montmartre, che ci offriva uno scenario stupendo di tutta Parigi,intrappolata nelle tele dei pittori.Ci mancava Le quartier Latin con i suoi studenti dall’aria Bohème che ci catapultavano nel XIX secolo facendoci sentire un po’ come i poeti maledetti.

 
Tornare in America,non ci entusiasmava molto,ma eravamo  contente,perché avremmo comunque ricominciato la nostra vita,insieme.
 
Appena arrivammo negli Stases tornammo subito a lavoro,per non perdere il ritmo e rendere meno angosciante la malinconia da ritorno,ci immergemmo subito nei nostri reparti,in sala operatoria in maniera tale da tenere la mente occupata.

“Dottoressa Torres,c’è un messaggio”

“Leggi pure,Emily”

“E’ della dottoressa Robbins”

“Ah…bene Emily,leggi un po’” disse Mark sarcastico

“Mark!” lo intimai “Emily leggi pure…non ci sono problemi”

“Dice che l’aspetta tra un ora in caffetteria,per un consulto”

“Bene,ora passami lo scalpello,Mark!”


Guardai Mark indispettita,con un ghigno soddisfatto,e poi continuai il mio lavoro. In realtà sapevo che non si trattava di un consulto.

Svolsi il mio lavoro con attenzione,e meticolosità,come sempre,ma quella volta avevo fretta di finire…volevo vedere Arizona,e soprattutto sapere cosa voleva dirmi. Odiavo quando mi teneva sulle spine!

Terminai il lavoro e lasciai gli specializzandi ad ultimare le suture,dando loro tutte le istruzioni dovute e mi recai di fretta in caffetteria.

“Hey..scusami!L’intervento si è prolungato più del dovuto…ed eccomi qui,con mezz’ora di ritardo!Mi dispiace”

“Tranquilla,stavo leggendo questo libro con alcune poesie di Jaques Prévert…l’abbiamo comprato in quella libreria antichissima..ricordi?A Boulevard Saint-Germain..”

“Oh…si certo!Il proprietario sembrava essere uscito da un film anni ‘30!”

“Vedi Callie…a proposito di Parigi…volevo dirti”

“Cosa Arizona?!” il mio tono si fece inquisitorio e preoccupato

“Niente…dicevo…beh li dormivamo sempre insieme,ci alzavamo insieme,pranzavamo insieme…ora invece ognuna a casa sua”

“Eh si..siamo ritornate alla vita di tutti i giorni purtroppo…”

“Ecco appunto che ne dici se per qualche giorno vieni a stare da me?Ok,niente di impegnativo,porti lo spazzolino e qualche cambio…e quando magari finiamo tardi a lavoro,e ti va,puoi dormire da me…” disse posando il libro ingiallito e avvicinando lentamente la tazza di caffè fumante alla bocca

“Sì” dissi con entusiasmo

“Beh si potrei…insomma è una bella idea,anche per rendere meno traumatico il ritorno” feci finta di celare il mio entusiasmo fin troppo evidente,ma il sorriso un po’ forzato  di Arizona mi fece intendere che non ci ero riuscita

“Ti va se finito il turno andiamo a prendere qualche cambio a casa tua?”

“Oh no…ho già qualcosa qui nell’armadietto,per una notte basta”

“Ok,ritorno al mio lavoro…a dopo Callie” lasciò li il caffè,che finii io per riprendermi dalla richiesta,e mi salutò passandomi una mano sulla spalla.


Quel gesto mi fece riflettere…in ospedale non potevamo lasciarci andare con baci o carezze esplicite,e questo un po’ mi frenava.Ma era giusto…lei era venuta da poco,ed io ero uscita da relazioni disastrose.Almeno per il moemento era meglio lasciar andare le cose così…e poi comunque noi stavamo bene insieme,eravamo innamorate,ci fidavamo l’una dell’altra,stavamo da poco insieme,ma ci sembrava di conoscerci da una vita…sentivo con lei un legame unico e sincero. Sentivo che era la persona giusta.
 

*
 
“Callie,io faccio una doccia…tu nel frattempo sistema le tue cose”

Sistemai i miei vestiti e alcune cose personali per rimanere da Arizona qualche giorno…e visto che la sua doccia si prolungava e in TV avevo ormai visto tutti i Talk Show e tutte le puntate di America Bake Off  decisi di mettermi ai fornelli per improvvisare una cena per noi due.

“Mh Callie…sento un buon odere!Cos’è?”

“Se esci dalla doccia lo scoprirai,amore”

“Amore?”


Arizona uscì in quell’attimo dalla doccia,avvolta da un telo dal seno alle ginocchia,mentre i capelli bagnati le gocciolavano sulle spalle

“Già…” mi fermai con un mestolo tra le mani a guardarla incerta,pensai che stessi correndo troppo,ma quella parola dalla bocca mi uscì spontaneamente,non potetti bloccarla in gola,uscì sola

“Sei una meraviglia Callie,sei il mio amore,l’unico” si avvicinò imprimendo le sue labbra umide alle mie per qualche attimo,per poi allontanarsi verso la camera da letto a piedi nudi mentre i capelli ancora le gocciolavano

“Corri a vestirti,amore”

Era tutto così perfetto!Per una volta il mondo girava a mio favore,per una volta non ero la sfigata tradita e abbandonata. Per una volta avevo trovato una persona che mi amava,e rispettava i miei tempi e i miei desderi…e mi mostrava il suo interesse con ogni fibra del suo corpo! Me la immaginavo già la mia vita insieme a lei,a piccoli passi saremmo arrivate dove volevamo..

Il mio flusso di pensieri fu improvvisamente interrotto dal rumore del campanello del suo appartamento.

Posai le pentole e mi avvicinai alla porta

“Arizona aspettavi qualcuno?”

“No,sarà la vicina…è una rompiscatole!”

*

“Ciao,io sono Tim,abita qui Arizona Robbins?”

Un uomo alto,snello e affascinante piombò sulla porta.Il suo tono era serio,ma non incuteva timore,tutta via ero abbastanza preoccupata.

“Si..tu devi essere…il fratello?” risposi sorridendo ma un po' sospetta

“No..”


Cominciai a preoccuparmi,Arizona probabilmente aveva riconosciuto la voce visto che subito uscì dalla camera da letto,e rigirandomi la trovai in mezzo al salotto,incredula di fronte all’immagine di quell’uomo.

Deglutì,il suo sguardo era assente,ma accigliato,le braccia le pendevano sui fianchi ed io tra lei e l’uomo fermo sull’uscio non ci stavo capendo niente!

“No,Callie,Tim non è mio fratello!”

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