Amore assassino

di Killer Love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jeff The Killer ***
Capitolo 3: *** Una vecchia conoscenza ***
Capitolo 4: *** Jane è tornata ***
Capitolo 5: *** Faccia a faccia per la prima volta ***
Capitolo 6: *** La resa dei conti -parte 1- ***
Capitolo 7: *** La resa dei conti -parte 2- ***



Capitolo 1
*** Jeff The Killer ***


Era una notte di Novembre, la nebbia ricopriva il paese, non si vedeva niente a parte la luce che emettevano i lampioni situati nelle strade, non si udiva nessun rumore, nessun suono, nessuna voce, il che è normale perchè a quell'ora nessuno osava uscire di casa, dormivano tutti. Tutti tranne uno. Jeff, Jeff The Killer, il ragazzo che da bambino ebbe un'incidente che gli cambiò completamente la vita. All'età di tredici anni incontrò dei bulli che a una festa lo pestarono e gli diedero fuoco e da quel momento Jeff perse completamente la ragione, non era più il ragazzino timido e tranquillo che era prima, no, era diventato un mostro, un Killer assetato di sangue, una notte i primi segni di follia si fecero sentire, Jeff prese un coltello da cucina e si tagliò le guance fino a formare un largo sorriso da psicopatico, poi si bruciò le palpebre avendo così uno sguardo agghiacciante in volto, uccise la sua famiglia e scappò di casa da allora passò la vita a introdursi in casa delle persone nel cuore della notte per ucciderle subito dopo aver pronunciato la sua solita frase 'Vai a dormire' e dopo aver commesso il delitto si divertiva a incidere sul volto delle sue vittime un largo sorriso proprio come il suo. Lui provava piacere nel fare queste cose. Jeff non provava sentimenti non provava pietà per nessuno. Chiunque si fosse trovato nella sua strada lo avrebbe ucciso. 

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Capitolo 3
*** Una vecchia conoscenza ***


Erano passati sette anni dal giorno dell'incidente e Jeff non era più un ragazzino, era diventato un ragazzo di vent'anni, ma il suo aspetto era sempre lo stesso, aveva la pelle completamente bianca gli occhi erano privi di palpebre e cerchiati di nero, si vedeva ancora benissimo il sorriso da lui stesso inciso, ancora sanguinante. Jeff stava camminando per le strade quella notte, alla ricerca di una vittima per soddisfare la sua voglia di uccidere che pian piano cresceva dentro di lui, nonostante il lungo tempo trascorso lui non aveva mai smesso di commettere omicidi perché era diventato una droga, non poteva farne a meno. Ma quella notte accadde qualcosa, qualcosa di veramente inaspettato. Era l'una del mattino, Jeff era immerso nei suoi pensieri quando un rumore lo fece tornare alla realtà, si girò di scatto per vedere se aveva qualcuno alle spalle ma non vide nessuno, fece finta di niente e continuò per la sua strada, ma improvvisamente senti un'altro rumore strano provenire da in fondo alla via, sembravano voci umane, qualcuno che stava ridendo, improvvisamente il sorriso di Jeff si allargò più di quanto non lo fosse già, la mano che reggeva il coltello dentro alla tasca della sua felpa bianca macchiata di sangue incominciò a tremare, la sua voglia di uccidere si fece più intensa. Senza pensarci due volte segui i rumori delle risate di quelle persone, 'Ridete, ridete fin che potete...' pensava tra se e se. Continuò a seguire le risate fino a condurlo in un vicolo cieco, si nascose dietro a un bidone dell'immondizia aspettando il momento giusto per attaccare, non riusciva a vedere bene da quella distanza ma notò che erano tre uomini di grossa taglia e vide che stavano parlando con una persona, sembrava una ragazza. Provò ad'avvicinarsi un po di più per sentire cosa stavano dicendo, la sua attenzione però cadde sulla ragazza indossava un vestito nero che gli arrivava fino alle cosce i capelli erano ricci corvini che gli cadevano sulle spalle. Molto carina. Jeff improvvisamente venne pervaso da una strana sensazione, aveva l'impressione di averla già vista quella ragazza, ma dove? Pensava che fosse uno dei suoi soliti viaggi mentali, ma più la fissava e più la sensazione cresceva. Poi improvvisamente uno dei tre uomini parlò: "Ehi bellezza dov'è che te ne vai in giro tutta sola?" "Non credo che questi siano affari tuoi." Rispose la ragazza con tono aggressivo. "Oh facciamo i duri eh?" Rispose sarcastico il tizio. "Ehi Jason, che vogliamo farcene di questa qui?" Chiese un'altro tizio che stava lì, era il più piccolo del gruppo sembrava inoffensivo, Jason invece era il più grosso e il più spaventoso, forse era il capo della banda. "Non lo so proprio Johnny, tu che dici Jack?" Disse mentre fissò la ragazza con sguardo minaccioso, ma non sembrava spaventata, anzi, si poteva intravedere in lei una specie di sorriso, un ghigno malizioso. "Beh, io direi di divertirci un po e poi di massacrarla!" Disse tutto eccitato. "Beh, si può fare, ma mi dispiacerebbe un po rovinare questo bel faccino..." Jeff rimase a guardare tutta la scena e si stupì quando vide che la ragazza non reagiva di fronte alle provocazioni di quei tre. Cosa cazzo stai facendo li ferma? Scappa stupida! diceva a bassa voce, ma in fondo a lui cosa gliene fregava? Vedere se quella ragazza poteva farcela oppure no, era l'ultimo dei suoi problemi. "Sentitemi bene..." Intervenne la ragazza "Io sono qui solo perché sto cercando una persona in particolare, e non mi fermerò fino a quando non l'avrò trovata e non sarete di certo voi a impedirmelo, quindi vi conviene andarvene se non volete farvi del male!" Il tono della sua voce era tranquillo. I tre uomini scoppiarono in una risata furibonda per le parole che la ragazza aveva appena pronunciato. Jeff continuava a fissarla non riusciva a smettere di pensare che quella ragazza l'aveva già vista, ma dove? Dove?! Questi pensieri lo facevano diventare più matto di quando non lo fosse prima. Ma un certo punto Jason parlò con un tono più minaccioso... "Senti stronzetta, mi sono stufato di te!" Tirò fuori un coltellino dalla tasca e lo puntò a lei, stessa cosa fecero gli altri due tirapiedi "O fai quello che ti diciamo noi, oppure...beh, per fartela breve noi non ci facciamo troppi problemi nel fare del male a una ragazza, non so se mi sono spiegato..." Momento di suspense... "Ti sei spiegato benissimo..." E con una mossa fulminea la ragazza diede un calcio a Jason facendogli cadere di mano il coltello e con la mano destra gli scaglio contro un pugno sulla faccia che lo fece cadere a terra. Jack e Johnny si scagliarono contro la ragazza con il coltello puntato ma lei era troppo veloce, con grande agilità fece un balzo e schivò il colpo di Jack e lo sorprese alle spalle dandogli un pugno ben assestato. Johnny le volò addosso ma in pochi minuti si ritrovò a terra dopo che la ragazza gli diede un calcio nello stomaco talmente forte da fargli mancare il respiro per qualche secondo. Dopo di che tirò fuori da sotto il vestito un coltello da cucina affilato e tagliò la gola a Jack e a Johnny. Jeff rimase colpito da questa scena, non se l'aspettava proprio un'azione del genere e tanto meno si aspettava che la ragazza avesse un coltello simile al suo. Accidenti, ma chi sei veramente!? Continuò a chiedersi. Poi vide che la ragazza avanzò lentamente verso Jason, che giaceva ancora a terra, ma poteva avvertire il rumore dei suoi tacchi che si facevano sempre più vicini, e appena Jason si accorse che si stava avvicinando a lui, tentò di rialzarsi ma lei in un'attimo gli aveva impiantato il coltello nello stomaco, il sangue schizzò ovunque e in un'attimo ci fu un'enorme pozza rossa attorno al corpo di Jason. "Ho tentato di avvertirvi. Ma non mi avete ascoltato." Disse la ragazza mentre estraeva il coltello dallo stomaco dell'uomo. Jason giaceva a terra morto. La ragazza mentre fissava i corpi ricoperti di sangue, disse: "Così la prossima volta ci pensate due volte prima di mettervi contro JANE!" Dopo questa ultima frase, Jeff venne pervaso da una scossa. Jane? Quella è veramente Jane?! Quella ragazza che...no, non può essere vero!

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Capitolo 4
*** Jane è tornata ***


Improvvisamente nella mente di Jeff si affiorarono mille ricordi di quella famosa notte... ***Inizio Flashback*** "Non ti preoccupare, ti farò bellissima, che ne dici?...Gli amici fanno favori agli amici giusto? Beh, io farò un favore a te. Non piangere. Tutto finirà presto." Cosparse il corpo della povera Jane di benzina e candeggina, poi tirò fuori dalla tasca un'accendino... "Dobbiamo fare in fretta Jane, ho già chiamato i vigili del fuoco." Gettò l'accendino con la fiamma accesa su di lei e in pochi istanti il corpo della ragazza venne avvolto dalle fiamme! Le sue grida di dolore fecero provare un sensazione di piacere a Jeff, tanto che si mise a ridere mentre osservava il corpo bruciato della ragazza... "Ci vediamo più tardi mia amica, spero che diventerai bella come me!" ***Fine Flashback*** Da quella notte Jeff non ebbe più notizie di Jane. E adesso, dopo sette lunghissimi anni, lei era lì, in carne e ossa, davanti ai suoi occhi. Indossava lo stesso vestito nero che gli aveva donato Jeff quando lei era in ospedale subito dopo l'incidente, in cui lui stesso l'aveva coinvolta, metteva in risalto le sue curve sinuose e mostrava le forme del suo corpo magro e perfetto. Non indossava la parrucca, non ne aveva più bisogno, i suoi capelli erano cresciuti, lunghi capelli neri e ricci che gli coprivano le spalle, notò che non indossava neanche più la maschera le ustioni causate dal fuoco erano completamente guarite, il colore della sua pelle era bianca proprio come quella di Jeff. Lei era bellissima. All'improvviso sul volto di Jeff si formò uno dei suoi tanti sorrisi che assumeva ogni volta che uccideva qualcuno, ma questa volta non fu per quello, il suo sorriso aveva un significato diverso, un significato che nemmeno lui riusciva a spiegarsi, ma poco gli importava. Non sapeva come, non sapeva perché, ma un cosa era certa... "La mia piccola Jane, è tornata."

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Capitolo 5
*** Faccia a faccia per la prima volta ***


Jane si mise a pulire il coltello sporco dal sangue di quei tre uomini che aveva appena ucciso, poi la sua attenzione cadde su un cartellone situato in fondo alla via che indicava l'ora. Erano le due e mezza del mattino. "Non posso perdere altro tempo, devo continuare la mia ricerca!" pronunciata questa frase si avviò verso la strada, ignara del fatto che Jeff la stava seguendo. Jane si guardò attorno, le strade erano completamente deserte, non c'era anima viva, si potevano solo udire il rumore dei suoi passi, tutto quel silenzio la faceva riflettere. Ha trascorso sette anni della sua vita per cercare un pazzo Killer psicopatico che quando era ancora una ragazzina, le aveva distrutto la vita, portandole via tutto quello che possedeva. Non passava giorno in cui Jane non pensava a quella maledetta notte, la notte in cui accadde l'irreparabile. I suoi occhi, il suo sguardo, il suo sorriso, Jane dentro di se sapeva benissimo che i ricordi di quella notte l'avrebbero tormentata per il resto della sua vita. L'unico scopo della sua vita era quello di vendicarsi di Jeff. Da quando fuggì dall'ospedale passava le notti a girovagare per le strade senza meta solo per dargli la caccia, ma senza risultato, non lo trovava mai da nessuna parte, ma nonostante questo, lei non si arrendeva e mai lo avrebbe fatto! In quel’ istante strinse i denti e i pugni e disse ad’alta voce: “Un giorno ti troverò Jeff The Killer e ti ucciderò!” E con tutta la rabbia che aveva in corpo diede un potente calcio a un cassonetto dell’immondizia che si trovava lì vicino facendolo cadere provocando così un rumore assordante. “Sembri molto determinata …” Disse una voce alle sue spalle. Jane si girò di scatto ma non vide nessuno. Immediatamente tirò fuori il coltello da sotto il vestito nero e si mise in posizione di guardia. “Chi ha parlato? Chi sei?!” Jane cercò di mantenere la calma il più che poteva. Non rispose nessuno. Jane guardò in ogni angolo della strada senza abbassare la guardia, non si aspettava che qualcuno la stesse seguendo, incominciava a sentirsi a disagio. Ma per non farlo capire, gridò con voce minacciosa: “Chiunque tu sia, è meglio che esci fuori subito se non vuoi avere guai!” Qualche minuto di silenzio ... “Ma come Jane, non mi riconosci?” Jane rimase scioccata per qualche istante. “Come fai a sapere il mio nome? Chi diavolo sei?!” In quell’istante Jane avvertì dei passi, si girò lentamente, tra la nebbia vide una sagoma nera avanzare verso di lei, non riusciva a capire chi era, quella dannata nebbia copriva il suo volto. A un certo punto la ragazza socchiuse leggermente gli occhi, la nebbia cominciò a smaltirsi e la figura si fece più chiara. Un ragazzo, che indossava una felpa bianca macchiata di rosso, che a prima vista sembrava sangue, un paio di Jeans neri e teneva nella mano destra quello che sembrava un coltello. Oddio che fosse proprio … Lui si fermò a qualche metro di distanza da lei e la fissò, con quel suo sguardo agghiacciante e con quel suo sorriso largo. In quel momento Jane non ebbe più dubbi, avrebbe riconosciuto quello sguardo tra mille, il ragazzo con cui si trovava faccia a faccia, era quel pazzo assassino cui dava la caccia per sette anni. Jeff.

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Capitolo 6
*** La resa dei conti -parte 1- ***


Jane lo fissò. Sì. Non ci sono più dubbi. E' proprio lui. Era davanti ai suoi occhi. “Tu …” La rabbia stava crescendo in modo spaventoso dentro di lei, ma cercava ugualmente di mantenere la calma … “E’ un po’ che non ci si vede, vero Jane?” Il tono di Jeff era tranquillo, quasi amichevole, sapeva benissimo che Jane lo stava cercando per vendicarsi di quello che gli ha fatto in passato ed’è proprio per questo motivo che Jeff si divertiva a stuzzicarla, voleva farla arrabbiare ancora di più … “Devo dire che sei cambiata un sacco, quanto tempo è passato?... Sette anni?” Disse mentre giocherellava con la lama del suo coltello … Jane per un’ attimo non rispose, poi parlò: “Sì. Sette anni. Sette fottuti anni dal giorno in cui mi hai distrutto la vita Jeff!” Jane questa volta era completamente accecata dalla rabbia, la mano che reggeva il coltello era tremolante. Non riusciva più a controllarsi. Jeff lo notò è si divertì ancora di più … “Mi hai cercato per tutto questo tempo? Devo esserti mancato molto, che pensiero carino.” Jeff aveva un sorriso beffardo in volto, non sapeva perché ma provava un certo gusto nel prenderla in giro. Gli piaceva, sì divertiva. Poi notò che la ragazza stava lentamente avanzando verso di lui, con il coltello in mano. “Vedo che hai voglia di scherzare Jeff …” Disse con un ghigno malizioso e si fermò a pochi metri da lui. “Sai … ho sprecato sette anni della mia vita solo per darti la caccia, ogni notte giravo per le città senza meta, aspettando con ansia il giorno in cui ti avrei trovato … e finalmente, la mia attesa è stata ripagata!” Jeff la guardò con il suo solito sorriso da psicopatico “E ora, che cos’hai intenzione di fare? MIA PICCOLA JANE!” Accentuò di più l’ultima frase con aria provocante per farla arrabbiare ancora di più. E ha funzionato. Jane in quell’stante non ci vide più, odiava quando la chiamava in quel modo, e odiava ancora di più il modo in cui ha pronunciato la frase. Con un rapido scatto la ragazza si lanciò verso di lui e gli diede un calcio nello stomaco, Jeff gemette e si accovacciò a terra e prima che potesse alzare lo sguardo gli arrivò un pugno sulla faccia talmente forte da farlo cadere a terra. “Non chiamarmi mai più in quel modo Jeff!” Jane si avvicinò un po’ di più a lui per vedere se era svenuto, ma ne dubitava fortemente. Infatti, pochi secondi dopo avvertì delle risate. Stava ridendo? Jeff si alzo lentamente da terra e rivolse lo sguardo su Jane, aveva soltanto un piccolo livido sulla faccia. In quel calcio e in quel pugno Jane aveva dato una potenza che qualsiasi essere umano ne avrebbe riportato gravi danni. Ma Jeff no. Jane cominciò a indietreggiare piano, Jeff scoppiò in una risata maniacale. “Ma brava Jane, vedo che sei diventata più forte in questi ultimi anni. Devo ammettere che sono piacevolmente colpito! Ma io non sono come quei tre buoni a nulla che hai messo K.O. prima, io sono nettamente superiore!” Detto questo Jeff afferrò Jane per un braccio e gli diede un pugno sullo stomaco, la ragazza cadde a terra ma riuscì ad’alzarsi in fretta e tentò di mollare un pugno a Jeff ma questi fu troppo veloce, placcò il pugno con la mano e con l’altra la colpì sul viso, Jane cadde a terra un’altra volta. “Beh, che ti succede Jane? Ti trovo già in difficoltà, forse ti ho sopravvalutato” Disse ridendo. Detta questa frase, Jane sgranò gli occhi e strinse i denti, non poteva permettersi di perdere contro di lui. Non questa volta. Così si alzò subito in piedi afferrò il coltello e gridò “Tu non sai di cosa sono capace Jeff!” Si lanciò verso di lui e gli pugnalò la spalla, il sangue schizzò sul suo vestito e sulla sua pelle pallida. Jeff lanciò un grido di dolore e in quel momento Jane provò un piacere intenso, così infilò la lama più in profondità e fece rigirare più volte il coltello dentro la ferita, il sangue colò sulla felpa di Jeff che gridò ancora più forte. Jane amava sentirlo gridare di dolore. Dopo pochi secondi estrasse la lama e si allontanò. Jeff si strinse la ferita con la mano sinistra e si inginocchiò a terra. Il dolore … era così eccitante! Non aveva mai provato questa sensazione prima, ha provato uno strano piacere quando Jane lo ha accoltellato. Improvvisamente il suo cuore incominciò a battere più forte, il suo respiro si fece più intenso. Che diavolo sta succedendo?

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Capitolo 7
*** La resa dei conti -parte 2- ***


Jeff rimase in ginocchio a fissare il pavimento per diversi minuti. Jane avvertiva il suo respiro affannato, poi volse lo sguardo nella ferita sulla spalla destra, il sangue stava colando su tutto il braccio formando un piccola pozza rossa per terra. "Questa volta devo avergli fatto male!" pensò tra se e se. Non fece in tempo a finire la frase che Jeff si stava già rialzando, nonostante la ferita gli provocasse dolore. Ma era un dolore quasi piacevole, un dolore che trasmetteva in lui una sensazione che nemmeno sapeva spiegarsi. Quando fu in piedi fissò Jane con uno sguardo inquietante che per un' attimo la fece rabbrividire.. "Uh, la piccola Jane vuole usare le maniere forti eh. Va bene." Mentre disse questo, tirò fuori dalla tasca della sua felpa il suo fidato coltello che in quella notte non aveva ancora avuto occasione di usarlo. Fino adesso. Avanzò verso di lei. Jane rimase immobile, non riusciva a crederci, sembrava che quella ferita non gli avesse nemmeno fatto il solletico. Jeff le corse in contro con il coltello puntato, Jane tentò di schivare il colpo ma il Killer era troppo veloce e gli piantò la lama nella coscia. La ragazza tentò di trattenere un urlo di dolore e fissò Jeff che era a pochi centimetri di distanza da lei. Lui si mise a ridere e fece la stessa cosa che aveva fatto Jane a lui. Infilò la lama più in profondità e la rigirò più volte. Jane, senza togliere lo sguardo da lui, si fece scappare un piccolo gemito. Questo spronò Jeff a intensificare di più il dolore, così estrasse il coltello e lo conficcò un'altra volta. Jane gridò. Il dolore era insopportabile. Cercò di liberarsi ma Jeff la teneva stretta per un polso. Jeff improvvisamente estrasse un'altra volta il coltello dalla gamba e questa volta mirò alla pancia ma Jane con uno scatto fulminio gli diede un pugno e gli fece cadere il coltello dalle mani. Jeff si allontanò da lei e si accorse che non aveva più l'arma a portata di mano, vide che era a pochi metri di distanza da Jane. Tentò di recuperarla ma Jane in un' attimo gli fu addosso e lo riempì di pugni sul viso. Jeff le blocco l'ultimo pugno che stava per sferrargli e con l'altra mano la colpì in faccia poi la spinse via da se con un calcio. Jeff approfittò di questo momento per dirigersi verso il coltello, ma qualcosa lo bloccò, Jane l'aveva afferrato per la felpa. I due si guardarono per un’ istante, dopo di che Jane con tutta la sua forza lo spinse via contro un muro facendogli sbattere la testa. Jeff per un’ attimo vide tutto sfocato, poi si toccò dietro la nuca e guardò la mano. Sanguinava. Alzò improvvisamente lo sguardo e vide che Jane stava per mollargli un pugno ma lui schivò il colpo e così la ragazza colpì il muro. “Cazzo!” Gridò Jane e si tenne stretta la mano, se l’era scorticata. Non si era accorta del fatto che Jeff era riuscito a recuperare il coltello e lui approfittò di questo momento di distrazione per sorprenderla alle spalle e puntargli il coltello alla gola. Jane si trovò spiazzata. Continuava a dimenarsi ma la presa di Jeff era troppo forte. Sentiva il suo respiro sul collo e in quell’istante il battito del suo cuore aumentò. Non sapeva cosa le desse più fastidio, il fatto che Jeff l’aveva immobilizzata, o il fatto che i loro corpi erano fin troppo vicini. Forse entrambe le cose. In quel momento sentì l’insopportabile risata di Jeff, che man mano si faceva più acuta. “Che cazzo hai da ridere?!” Jane non sopportava il suo modo di ridere, la irritava da morire e gli faceva tornare in mente troppo il ricordo di quella maledetta notte, quando lei era avvolta dalle fiamme e l’unica cosa che sentiva oltre al dolore, erano le sue fottutissime risate. Jeff fece un breve respiro e poi gli sussurrò nell’orecchio.. “Non ricordo di essermi mai divertito tanto, mia piccola Jane …” Jane avvertì improvvisamente un piccolo brivido lungo la schiena. Che cosa voleva dire? Si stava divertendo? Lui non doveva divertirsi, lui doveva provare dolore. Doveva morire! Jane presa da un’ attacco d’ira diede una testata a Jeff e si liberò dalla sua presa. I loro sguardi si incrociarono un’altra volta, si fissarono per dei minuti che sembravano ore, nessuno osava parlare, nel silenzio si avvertivano solo i battiti dei loro cuori e i loro respiri. Continuavano a fissarsi. Era una gara a chi toglieva per primo lo sguardo. Nessuno cedeva.

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