Tonight - L'incontro

di Matilde di Shabran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo capitolo ***
Capitolo 3: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 4: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 5: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 6: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 7: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 8: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 9: *** Ottavo capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La gestazione di questa storia è stata lunga, più di sei anni, in cui si sono alternati momenti in cui scrivevo come una pazza, ad altri di totale abbandono dell'opera, ad altri ancora in cui avevo tutte le migliori intenzioni di impegnarmi nella scrittura, ma in cui la mia ispirazione latitava, obbligandomi a leggere e rileggere a vuoto sempre le stesse righe, portandomi frustrazione e dubbi sull'effettiva validità di quello che avevo scritto in precedenza.
Poi, ormai due anni fa, i ragazzi hanno annunciato che la band si sarebbe sciolta (e no, non li ho ancora perdonati XD), e dopo molti mesi in cui non avevo toccato questa storia, mi è tornata la voglia di riprenderla in mano con l'obiettivo di finirla.
Poi ci si è messa la laurea a limitare il mio tempo e la mia concentrazione e quindi una fanfiction sostanzialmente finita è rimasta ancora bloccata perché non potevo apportarvi le correzioni definitive. 


Ora, diventata da poco dottoressa, mi accingo a pubblicare con enorme gioia (più per me, che per voi lettori, immagino XD) supponendo che questa sarà l'ultima fanfiction che scrivo su di loro...

Ammetto di essere legatissima a questa storia, in cui ho voluto inserire alcuni personaggi che fanno parte della mia vita reale e a cui mi sono ispirata per creare dei personaggi fittizi modellati a loro immagine e somiglianza, sperando di riuscire a rendere l'idea di quanto siano delle persone che apprezzo e a cui voglio bene.
Ovvimente, avendoci messo tutto questo tempo a scriverla, la storia è cresciuta per me. Da quando ho scritto le prime righe, sono successe e cambiate tante  cose nella mia vita, sono cambiata io. Di conseguenza è cambiato il mio stile e anche molti aspetti della trama che ho cercato di descrivere. Alcuni pezzi sono stati aggiunti alla stesura originale, altri sono stati tagliati. Ho riscritto frasi, e cercato sinonimi ossessivamente, nella speranza di produrre un testo che fosse coerente sia stilisticamente che concettualmente. Insomma, ci ho lavorato tanto, volevo che venisse bene!

Una piccola pecisazione, prima di lasciarvi alla storia. 
Questa fanfiction può essere considerata come una storia autonoma, ma in realtà la sua vera conclusione sarà in due capitoli successivi. Due capitolo non uno conseguente all'altro, ma due diverse possibili conclusioni che io ho immaginato partendo da uno medesimo prologo.
In realtà, quando avevo originariamente concepito la trama, ero partita con uno solo di questi, ma poi, mentre scrivevo, ho pensato anche ad un'altra possibile conclusione, e ho voluto provare a metterla su carta. Una volta conclusa la stesura di entrambe, mi sono resa conto che entrambe le versioni mi sembravano adeguate a concludere la vicenda, e quindi ho deciso di tenerle e di pubblicarle tutte e due.

Pubblicherò un capitolo a settimana, ogni mercoledì, tendenzialmente la sera e gradirei molto conoscere le opinioni di voi che avrete la bontà di leggere. Quindi, recensite!

Buona lettura!

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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo

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"Dai, sbrigati!" strillò Viky scalpitando sull’uscio di casa, pronta per uscire.

"Devo proprio?" si lamentò Francesca "Questa mattina ho dato un esame! Sono stanca! Preferirei stare a casa!"

"Appunto! Hai dato un esame che è andato benissimo. Bisogna festeggiare!"

Era un caldo pomeriggio estivo e Viky era euforica per la recente apertura di un nuovo locale in cui voleva a tutti i costi trascinare a cena l’amica.

 

Flashback

 

"Certamente non sentirò la mancanza del clima. Sono partita da casa che diluviava, qui è uguale…" Questi furono i primi pensieri di Francesca, ventenne studentessa di lingue, appena toccato il suolo irlandese, dove avrebbe trascorso sei mesi di studio al fine di migliorare il suo inglese. Ad attenderla all’aeroporto c’era Victoria, che tutti chiamavano semplicemente Viky, una ragazza di Dublino con cui avrebbe condiviso l’appartamento. Le due si conoscevano già da qualche tempo: infatti la fondazione che aveva messo a disposizione la borsa di studio al vincitore del concorso svoltosi all’interno della sua facoltà, aveva organizzato il tutto con tale cura da premurarsi di far conoscere prima della partenza, tramite email, quello che sarebbe stato il futuro coinquilino. Durante le loro conversazioni virtuali, Viky le aveva dato l’impressione di essere un ragazza molto simpatica e socievole, anche se un tantino sbadata e caotica : “Speriamo sia una buona coinquilina…” pensava.

Si salutarono con un breve abbraccio e subito Victoria si offrì di aiutarla a spostare i bagagli. Francesca non poté rifiutarsi, erano talmente tanti e pesanti che da sola non sarebbe mai riuscita a trascinarli tutti in una volta fino all’auto dell’amica. Le pareva di essersi portata la casa intera, ma, d’altra parte, non avrebbe potuto fare altrimenti, da lì a metà ottobre ci sarebbero stati due cambi di stagione e poi abiti per ogni occasione, scarpe, trucchi, accessori, libri, il portatile, e ancora abiti, scarpe, accessori, e abiti, e abiti…

 

Appena sedutesi in auto Viky le confessò una “fondamentale riflessione”: "ti immaginavo più bassa". Entrambe proruppero in una fragorosa risata: "scusa se te lo dico" proseguì "ma vedendo una foto che mi hai mandato in cui sei con le tue amiche, alcune sembrano dei giganti! "

"È vero " rispose faticando non poco a trattenersi dalle risate "alcune mie amiche sono davvero molto alte e io sono un po’ complessata nel loro confronti."

In realtà i complessi di Francesca erano immotivati, la sua statura si aggirava attorno ad un normalissimo metro e settanta. I lunghissimi capelli biondo-rossicci, che tuttavia amava tingere di nero, incorniciavano un viso dalla carnagione bianchissima, che si arrossava rapidamente qualora si trovasse in imbarazzo, illuminato da splendenti occhi azzurri. Victoria, invece, era più piccolina di statura, capelli ricci rosso fuoco (palesemente tinti), occhi scuri e lentiggini.

 

Durante i primi giorni di permanenza in Irlanda Viky si prodigò nel far conoscere la città alla nuova amica, soffermandosi maggiormente sui locali in cui avrebbero trascorso le serate che sui monumenti da vistare. Questo non rendeva Francesca entusiasta, infatti, pur non disdegnando affatto il divertimento assieme ad una buona compagnia di amici, non sentiva l'assoluta necessità di dover per forza far tardi tutte le sere. Da ragazzina, i suoi genitori non si erano mai trovati costretti ad imporle un orario massimo di rientro dalle sue uscite, visto che raramente rincasava dopo l'una e che le sue serate con le amiche, di solito, si concludevano intorno alla mezzanotte. Era più attirata dalla cultura, dal teatro, dalla musica classica che dalle discoteche che usava definire “scatole rumorose dove non si può parlare”.

 

Fine del flashback

 

"Dai, su!" disse, piombando nella stanza di Francesca e, aprendo l’armadio, ne estrasse un abitino nero a fiori bianchi "metti questo!"

"Ma dobbiamo andarci proprio oggi?"

"Sì, mio cugino ha già prenotato!"

"Insomma, mi hai incastrata…"

"Dai, lo so che stai morendo dalla voglia di conoscerlo, anche se sei troppo timida per domandarmi qualcosa!"

Francesca non rispose, ma la guardò perplessa, non riuscendo a capire per quale assurdo motivo dovesse essere tanto ansiosa di conoscere questo suo cugino…

 

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Capitolo 2
*** Primo capitolo ***


“Buonasera, sono Victoria O'Connor”  si presentò al direttore di sala, che stava al bancone posto all'ingresso del locale. C'era un sacco di gente. La fila arrivava ben oltre la porta d'ingresso. In molti cercavano di entrare, visto che in città si era fatto un gran parlare di quel posto, ma l'impresa era disperata: tutti i tavoli erano prenotati e i presenti non davano l'impressione di voler lasciare liberi così presto i loro posti.

“Per fortuna mio cugino ha prenotato” commentò Viky, mentre guardava l'uomo davanti a sé controllare sul computer se il loro nome fosse effettivamente tra le prenotazioni “altrimenti non saremmo entrate mai! Questo posto è fantastico” strepitò eccitata. “Guarda quanta gente! E che bei ragazzi! E l'arredamento è fantastico! Chissà chi è il designer! E poi guarda la...”

“Trovata!” la interruppe l'uomo. “Un tavolo per quattro. Vi stanno aspettando. Nella sala tre” concluse, indicando l'arco subito dietro alle loro spalle, che conduceva appunto alla sale numero tre.

Ringraziarono e salutarono educatamente e si avviarono verso il loro tavolo.

Dopo neanche dieci passi Francesca afferrò l'avambraccio dell'amica con la delicatezza di uno scaricatore di porto. Cercava di esprimere in qualche modo il suo sbalordimento, ma le parole non volevano mettersi in ordine nella sua testa e uscirle dalla bocca: era troppo scioccata.

"Cosa c’è?"

"Q-quello" balbettò strabuzzando gli occhi, finalmente in grado di costruire una frase, anche se non proprio una degna di Manzoni "quello è Shane dei Westlife o ho le allucinazioni?"

Victoria, spostandosi di qualche centimetro per evitare una colonna che le stava ostruendo la visuale e avendo individuato il punto che l’amica stava indicando, rispose "Sì, eccolo lì. E anche Nicky è già arrivato" e detto questo si diresse verso il tavolo dove i due ragazzi erano seduti, trascinando l’amica per un polso.

"Ciao, siamo in ritardo? Vi abbiamo fatto aspettare tanto?"

"Non ti preoccupare" rispose Nicky, alzandosi in piedi non appena le vide comparire "io sono arrivato in anticipo e Shane si è appena seduto… ma non ci presenti la tua amica? "

Francesca se ne stava immobile, al fianco di Victoria, con gli occhi spalancati per lo stupore, neanche avesse davanti a se una legione di alieni con tanto di testone e dito luminoso. 

Se fosse stata in se, avrebbe rilevato che quel locale non incontrava affatto i suoi gusti: illuminazione scarsa, soffitti bassi, quasi opprimenti, stampe di dubbio gusto alle pareti, musica non abbastanza alta da impedire ai commensali di sentirsi mentre parlavano, ma sufficiente a dare fastidio, tavoli troppo vicini l'uno all'altro e sedie metalliche che davano l'idea di essere scomode da morire. Invece quel poco della sua razionalità che le era rimasta, benché decisamente attenuata a causa del frastuono che nella sua mente stavano provocando tutte le diverse sensazioni che stava provando, dalla felicità, alla sorpresa, allo sconforto per non essersi vestita poi così bene, per essersi appena truccata e per aver lasciato, a suo parere, i capelli “allo stato brado”, riuscì a farle notare che, al loro arrivo, i ragazzi si erano alzati, e non poté fare a meno di apprezzarlo: evidentemente qualcuno aveva insegnato loro la buona educazione.

"Starò sicuramente sognando..." pensò "risento ancora dei postumi dell’emozione da concerto. Li vedo da tutte le parti, ormai. Magari li somigliano solo e io sono stanca e lavoro di fantasia. Non è possibile che Viky mi abbia portato a cena con “metà” dei Westlife invece che con suo cugino!

Dov'è l'irlandesotto bianco slavato con lentiggini i capelli rossi e la pancetta da birra che mi aspettavo? Probabilmente tra due secondi mi sveglierò e dovrò ancora decidere cosa mettermi per uscire. Ma sì! Sarà di certo così! Adesso salterà fuori un cameriere uguale a Brad Pitt e al tavolo di fianco si siederà Madonna. A quel punto suonerà la sveglia e io mi ritroverò nel mio lettino con le coperte tutte raggomitolate al mio fianco e le gambe all'aria."

 

Flashback

 

"Guarda, sono a Dublino proprio in questi giorni."

Un pomeriggio, mentre le due ragazze passeggiavano assieme per le vie del centro, Francesca vide un grande manifesto che pubblicizzava il tour dei Westlife.

"Ti piacerebbe sentirli? "

"E me lo chiedi? Certo! Ma non credo che si trovino biglietti con così poco preavviso, anzi, mi pare di aver letto che le date di Dublino siano già tutte sold out da settimane…" disse con tono rassegnato. Lei adorava letteralmente i Westlife, conosceva tutte le loro canzoni a memoria, possedeva poster, cd, dvd, singoli: una vera venerazione!

"Tu non ti preoccupare, ho il mio aggancio, ricordi?"

Francesca le sorrise speranzosa, rimuginando su quale dei suoi milioni di amici potesse essere “l'aggancio”, con il vago sospetto che la stesse prendendo in giro o che comunque tutto si sarebbe risolto in un buco nell'acqua. Conosceva i suoi “agganci”. Il più delle volte finiva per restare delusa. “Li trovo io i biglietti per il musical”, “non ti preoccupare, il mio amico x lavora nel locale y: lui ci farà entrare di sicuro”, “non serve che prenotiamo, Tizio ci tiene il posto” erano frasi che aveva sentito infinite volte. Si erano recate sul posto certe della prenotazione, magari vestite di tutto punto, salvo poi ritrovarsi con un pungo di mosche, costrette a cenare da McDonald's invece che in un locale carino, o finire a guardare un film a casa, al posto dello spettacolo a teatro che avevano programmato...

E invece quella volta non andò così. L’indomani Victoria tornò a casa con due biglietti per ottimi posti, per giunta vicini tra di loro, a sole tre file dal palco. Francesca era al settimo cielo.

Partendo non aveva pensato alla possibilità di assistere ad un loro concerto, pur sapendo che in quel periodo si sarebbero esibiti a Dublino, e, a causa dei preparativi per il viaggio, se ne era del tutto scordata!

I biglietti erano per la sera successiva. Meno di 24 ore e li avrebbe visti per la prima volta dal vivo.

L’emozione in lei iniziò a montare fin da subito e andò in costante crescendo man mano che passavano le ore, neanche fosse lei quella che doveva salire sul palco a cantare.

Il concerto fu straordinario: fin dalle prime note si avvertiva un clima di grande euforia. L’arena era piena fino all’orlo e i ragazzi le sembravano ispirati come non mai. Un crescendo di emozioni; da “My love” a “Queen of my heart”, passando per “Written in the stars” e “Tonight”, per concludere in gloria con una struggente “Unbreakable”.

Tornata a casa, quella sera, non riusciva a prendere sonno: si sentiva ancora l'adrenalina guizzarle nelle vene e la musica risuonarle nelle orecchie. Passò la notte a ripercorrere mentalmente tutto il concerto, ma non le pesò affatto, era troppo felice.

 

Fine del flashback

 

"Sì, scusa" disse Viky "che stupida! Allora ragazzi, vi presento Francesca, la mia coinquilina secchiona e perfettissima."

Francesca desiderò ardentemente che un fulmine la incenerisse all'istante per non dover sopportare l'imbarazzo di venire presentata in quel modo. Secchiona... sì, forse un po' lo era. Purtroppo non faceva parte di quella ristretta cerchia di eletti che imparavano le cose leggendole una volta. Lei aveva bisogno di trascorrere le sue buone ore a sgobbare sui libri per ottenere i risultati. Certo, i voti erano ottimi, perché l'intelligenza non le mancava, ma non le piovevano di certo dal cielo. In quanto al perfettissima... beh, niente di più sbagliato! Era una frana nel parcheggiare la macchina e non sapeva nemmeno nuotare! Per non parlare di come si era vestita quella sera. Le sembrava di essere una profuga con addosso un vestito comprato al mercato e tirato fuori dall'armadio senza neanche stirarlo, con i capelli pettinati senza nemmeno guardarsi allo specchio e il trucco fatto in due minuti...

Così si vedeva lei, perlomeno...

Il fulmine di cui sopra non si fece vedere e così restò lì impalata, indecisa sul da farsi, finché Nicky si protese verso di lei per stringerle la mano, facendole ancora di più apprezzare la sua cortesia.

"Molto piacere, io sono Nicky, il cugino della tua tutt’altro che secchiona e perfettissima coinquilina".

Il suo gesto e le sue parole, se non di calmarla, sortirono almeno l’effetto di farle sparire dal viso l'espressione tra il furente e l'esterrefatto, sostituendola con un titubante sorriso, più imposto dalla circostanza che dal suo reale stato d'animo.

Il ragazzo indossava una camicia azzurrina, con i primi due bottoni sbottonati, il cui colore esaltava il profondo celeste dei suoi occhi e, soprattutto, i luminosissimi capelli biondi, che lei aveva sempre immaginato soffici e simili alla seta, tanto da farla spesso fantasticare sul tipo di sensazione che si potesse provare nel toccarli. E quel sorriso, quel sorriso assassino faceva il paio con quegli occhi sfavillanti che si ritrovava e gli donavano un'espressione costantemente radiosa, ma anche vagamente sfacciata, perché lui era, in effetti, decisamente bello, e se ne rendeva perfettamente conto.

"Gesù Maria!" pensò "Nicky Byrne mi ha dato la mano… E l'ho sentita. È una mano vera! Shane Filan è ad un metro da me… Respirano. Si muovono. Parlano. Non sto sognando… Uuuh, quando lo dirò alle mie amiche… Maledetta Viky! Doveva dirmi di vestirmi bene! E di truccarmi! Questi orecchini, poi, fanno a pugni col vestito..."

"Ma come" disse voltandosi verso l’amica, ormai certa di non trovarsi tra le braccia di Morfeo, e anzi, ritrovandosi perfettamente lucida e consapevole della situazione, fulminandola con lo sguardo "LUI è tuo cugino?"

"Certo, chi pensavi che fosse?"

"Non lo so, un ragazzo qualunque, magari simile a tuo fratello…lui no di certo…" rispose indispettita mentre si avvicinava a Shane per salutare anche lui.

"Ma scusa, secondo te come sarei riuscita a procurarmi due biglietti per posti vicini (e che posti!) con così poco preavviso?!"

"Non ne ho idea" rispose sedendosi "credevo che avessi qualche amico nel loro staff, o che lavora in qualche rivendita di biglietti..."

"Quindi lei non sapeva che sarebbe venuta a cena con noi!" intervenne Shane, un ragazzo di media statura con dei vivaci occhi marroni, i capelli castani e un'espressione gioiosa sempre appiccicata in faccia "Viky, le avrai fatto prendere un colpo povera, visto che, tra l’altro, ci hai detto che è una nostra fan!!!"

Si stava creando un bel clima. I ragazzi si erano dimostrati molto alla mano e propensi alla chiacchiera, mentre l’imbarazzo di Francesca andava scemando man mano che la serata proseguiva, ed era una fortuna! "Pensa che figuraccia avrei fatto se fossi rimasta a fissarli come un pesce lesso" pensò, tirando mentalmente un sospiro di sollievo.

 

"Allora, come ti trovi in Irlanda?" le chiese Shane per ravvivare un momento in cui la conversazione si era arenata.

"Piuttosto bene. Credevo che avrei sentito di più la lontananza da casa, perché sono molto legata al mio paese ed ai miei amici, invece il tempo qui sta trascorrendo così velocemente che non ho ancora avuto la possibilità di sentire davvero una forte nostalgia, anche se ogni tanto vorrei teletrasportarmi a casa e poter riabbracciare tutti. E comunque l’Irlanda è magnifica, mi ci trovo davvero bene!"

"Poi parli davvero bene l’inglese" intervenne Nicky.

"Davvero?" chiese arrossendo "Quando sono arrivata credevo che non avrei capito nulla. A scuola andavo bene, ma non ho mai avuto esperienze di vita quotidiana in un paese anglofono. Cioè. All'università ci fanno parlare di letteratura, di storia... Ma nessuno si è mai premurato di spiegarci come comportarci al bar o al supermercato! Insomma, saper disquisire su Shakespeare o Wordsworth, ma andare in crisi se devi comprare un paio di scarpe è piuttosto inutile... Quindi non sapevo cosa aspettarmi. Invece non è stato poi così terribile."

"Infatti" disse Viky "parlavi molto bene anche appena arrivata, adesso ti sei solo velocizzata. E parli un po' meno come un libro stampato!"

Francesca ricominciò ad arrossire: immaginava se stessa andare in giro per la Dublino del 2000 parlando come un personaggio di Orgoglio e pregiudizio. E già che la sua fantasia stava correndo, si stava figurando anche vestita come una donna dell'epoca vittoriana che passeggia per Grafton Street, mentre tutti i passanti la fissano pensando di avere le allucinazioni.

"La tua voce suona molto bene in inglese.” Aggiunse Nicky, divertito dal fatto che i complimenti la mettessero così in imbarazzo “Hai un'inflessione molto musicale! Non sembri…".

"Basta!" lo interruppe Francesca, coprendosi il viso con le mani "mi state mettendo in imbarazzo!"

Viky scoppiò in una fragorosa risata che contagiò tutti i commensali e salvò l’amica dal disagio di sentirsi al centro dell’attenzione; quando poi, però, si scoprì il volto notò che Nicky la stava osservando ed i loro sguardi si incrociarono per qualche istante, prima che la timidezza la cogliesse nuovamente e le facesse indirizzare l’attenzione verso l’amica.

"E poi dovete sapere che Francy è una bravissima cuoca!" riprese Viky, ponendo particolare enfasi su bravissima.

"Finiscila!"

"Scusami, ma è la pura verità! Quando ha un momento libero va in cucina."

"Non come te" intervenne il cugino ridacchiando malignamente “che alla prima occasione vai a fare shopping!"

"Sei proprio un infame! E comunque non si stava parlando di me… Dicevo che si piazza in cucina e prepara dei piatti eccezionali: mi sta facendo ingrassare!"

"Ti ricordo che tu mangi per libera scelta, io non ti obbligo di certo!"

"Sì, ma se ti ostini a preparare tutte quelle prelibatezze io non posso resistere: tu mi corrompi!"

"Io li preparo perché piacciono a me, non perché ho l’ambizione di farti ingrassare!"

"Ok. Però vuoi farmi impazzire!"

"Prego?"
"Con la tua fissazione per l’ordine e la pulizia: se non studi o non cucini ti metti a lavare vetri e pavimenti o a spolverare e mi sgridi perché la mia camera è in disordine!"

"Ecco Viky, impara, altrimenti non troverai mai un uomo! La ragazze da sposare sono così!" affermò guardando Francesca negli occhi e indicandola con un cenno del capo.

"Oh dai! Ho anche una vita, faccio anche altro! Da come mi descrive lei, sembrerei una casalinga disperata…Hai presente Bree?"

Tutti scoppiarono a ridere di gusto inducendo qualche altro cliente del locale a voltarsi in loro direzione lanciando occhiate assassine.

 

"Ma sei fidanzata?" le chiese Nicky dopo qualche minuto, una volta che la sua attenzione fosse caduta sulla fascetta di oro bianco con dei piccoli zirconi disposti a fiore all’anulare della mano sinistra della ragazza dai capelli scuri, seduta di fronte a lui.

"Dici per l’anello?" chiese guardandosi la mano. "Ah, no. È un regalo di una zia, non ha un significato particolare, è solo un vezzo."

Viky fulminò con lo sguardo il biondo, che intanto si era voltato nella sua direzione.

"Perché le hai fatto questa domanda?" gli chiese con lo sguardo.

Lui rispose facendo spallucce e subito si tuffò in un battibecco con Shane.

 

 

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Capitolo 3
*** Secondo capitolo ***


L’indomani mattina Victoria, raggiungendo l’amica in cucina per la colazione, senza nemmeno salutarla, esordì: "Mia cara, hai fatto colpo!"

"Eh? " mugugnò, ancora mezza addormentata.

"Hai fatto colpo!!!"

"Dove?"

"Ma come dove?! Stai ancora dormendo!? Su mio cugino! E chi sennò!" esclamò quasi scandalizzata per non essere stata capita al volo.

Francesca assunse un’espressione dubbiosa e non rispose.

"Ma scusa, non ti sei accorta che non ti ha scollato gli occhi di dosso per tutta la serata?"

"Dai Viky! Sarà stato un caso. Ogni volta che lo guardavi era rivolto verso di me…"
"Francy, sei tu quella che non vuole vedere cose che ci sono eccome! Non hai notato cosa ti ha chiesto?"

"Cosa?"

"Oddio come sei ingenua! Ma sì, quando ti ha chiesto se sei fidanzata!"

"Non è certo il primo a chiedermelo. Vedendo un anello all’anulare della sinistra che può sembrare una fedina ci si incuriosisce."

"Ma tu non hai visto la faccia che ha fatto a me dopo la tua risposta!"

"Tu hai troppa immaginazione".

"E la storia della ragazza da sposare?" insistette.

"Se non te ne fossi resa conto, quella era una presa in giro bella e buona nei tuoi confronti!"

"Vedremo…" concluse iniziando a mangiare, ma, passati pochi istanti, non poté più trattenersi e intervenne nuovamente: "Però hai notato come è stato gentile con te…"

"Si chiama educazione" sbuffò “Mi ha vista in difficoltà e ha tentato di tirarmene fuori."

"Allora lo ammetti!"
"Ammetto che è stato gentile, certo! Ma lo trovo perfettamente normale. Anche Shane è stato gentile"

"Certo, ma in maniera diversa…" le rispose ammiccando.

"Ognuno ha i suoi modi, cosa pretendi! E comunque questo discorso è inconcludente."

"Certo, perché tu non vuoi ammettere l’evidenza!"

"Ma che evidenza trovi nel comportamento di una persona che non mi conosce e, vedendomi in imbarazzo, è carina con me!?"

"C’è un sacco di evidenza!!! E non è vero che tu non te ne sei accorta perché più di una volta sei diventata rossa come un peperone quando ti accorgevi che ti stava guardando! Tu credi che sia impossibile, di’ la verità!"

Francesca abbassò lo sguardo, ormai Viky la conosceva bene e aveva colto nel segno. Sarà anche stata pigra e assillante, ma come amica ci sapeva fare: sapeva osservare ed ascoltare, e poi dare il suo parere. E raramente sbagliava.

La sera precedente, prima di addormentarsi, aveva riflettuto a lungo su quello che era successo ed era giunta alle stesse conclusioni che l’amica le aveva appena illustrato. “Come è possibile che una come me abbia colpito uno come lui…” pensava “è assurdo, è impossibile. O mi sono immaginata tutto o lui vuole solo divertirsi e si stava prendendo gioco di me…” Le parole di Viky, quindi, avevano fatto riaffiorare pensieri che il sonno aveva sopito e che l’avrebbero martellata per tutto il resto della giornata.

Era ancora imbambolata a fissare la grande tazza di latte quando sentì un telefono squillare. Si trattava di un messaggio sul cellulare di Victoria. La ragazza dagli occhi scuri si alzò per andare a leggerlo mentre Francesca aveva diretto lo sguardo verso la finestra che le stava di fronte appoggiando la guancia destra sulla mano stretta a pugno. Era come in trance. Davanti ai suoi occhi scorrevano le immagini della cena della sera precedente. Soppesava ogni frase, ogni singola parola, ogni gesto o smorfia che le tornavano alla mente e cercava di interpretare l’atteggiamento di Nicky.

Mentre era assorta in questa analisi un nuovo dubbio la assalì: “ma se fosse veramente interessato a me, io cosa proverei per lui?” Questo suo ultimo pensiero fu interrotto da Viky che rientrò in cucina con il telefonino tra le mani: "È Nicky. Mi ha chiesto se abbiamo voglia di pranzare con loro visto che non sono mai a Dublino e oggi pomeriggio devono partire per Londra. Staranno fuori alcuni giorni e Shane ha voglia di vedere qualche faccia diversa da lui prima di andare via, dato che nei prossimi giorni staranno appiccicati" concluse ridacchiando.

Francesca era ancora talmente presa dai propri crucci che, invece che rispondere, si mise a guardarla con espressione smarrita, quasi non avesse compreso il significato delle parole che le erano state dette.

"Credi ancora che l’atteggiamento di ieri sera sia stato casuale?" domandò con tono saccente.

"Guarda che la storia di Shane puzza di falso ad un chilometro di distanza!"

Francesca continuava a non proferire parola, ma il suo sguardo era tornato a focalizzarsi sulla finestra.

"Allora, che facciamo?" chiese alzando il tono della voce per richiamare l’attenzione su di se.

"E va bene, andiamo" disse dopo aver tratto un profondo respiro "Così potremo vedere chi ha ragione".

Viky le sorrise e le diede un buffetto sulla guancia mentre mandava un sms di risposta al cugino.

 

 

"Hanno detto di sì" esclamò Nicky leggendo il messaggio della cugina.

"Sei contento adesso?" sbuffò Shane esausto "non ne posso più di sopportarti…"

Infatti Nicky, dopo la cena, aveva invitato l’amico a casa sua e l’aveva tenuto sveglio quasi tutta la notte a passare alla moviola ogni singola parola e gesto della loro nuova conoscenza.

"Non vedo l’ora di rivederla!" riprese il biondo, non dando minimo rilievo all’affermazione dell’amico.

"Calmati" disse l’amico appoggiandogli una mano sulla spalla "e scendi dalla nuvoletta: sei ridicolo".

"Chi se ne frega! Io sono felice e se questo mi rende ridicolo... Pazienza! Non vedo l'ora che arrivi l'ora di pranzo… Shane!" chiamò dopo essersi alzato dal divano su cui erano seduti e aver attraversato l’ampio salotto "Che cosa mi metto?"

"TU fai una domanda del genere a ME? TU, che ti consideri un dio della moda?! Da quando ti sei trasformato in una quattordicenne con ansie da primo appuntamento?" chiese scoppiando a ridere.

"Io sono serio. Non ho veramente idea di come vestirmi…"

"Apri l’armadio e prendi le prime cose che vedi"

"Quanto sei utile!"

"Ti deve piacere davvero tanto se influisce già sul tuo famigerato senso della moda!"

Nicky non rispose ma, voltandosi verso l’amico, gli rivolse una smorfia ammiccante e scomparì nella sua camera da letto.

 

Si incontrarono in un tipico pub irlandese. Qualcosa di meno stravagante e impegnativo rispetto alla sera prima. Il loro tavolo era situato in un angolo tranquillo per evitare di essere interrotti da qualche fan che riconoscesse i ragazzi. L’atmosfera era diversa dalla sera precedente. Paradossalmente, per essere un secondo incontro, il clima era più teso e regnava un certo imbarazzo. Evidentemente la notte aveva dato a tutti tempo per riflettere e ognuno si aspettavano qualche risposta ai propri interrogativi.

Francesca era decisamente nervosa e si sentiva goffa come non mai. Ieri quell’incontro era stato inaspettato e c’era arrivata senza particolari preoccupazioni; oggi, invece, sapeva cosa e chi l’aspettavano e Victoria non aveva mancato di assillarla.

Inoltre si sentiva osservata: le pareva che tutto il mondo, non solo le tre persone sedute attorno a lei, non avessero altro da fare che scrutare ogni sua singola mossa. Come se la sua naturale introversione non fosse bastata, queste sensazioni contribuirono a renderla fredda e intimidita: non certo un bel prospetto per un'uscita in compagnia.

Più il pomeriggio progrediva e più lei si sentiva chiusa in una campana di vetro. Era completamente estraniata dalla conversazione, in un'ora aveva detto, sì e no, dieci parole, e tutto quello che avveniva attorno a lei le pareva sfuocato, distante. Stava mangiando. Cosa? A malapena avvertiva qualche sapore. In un'altro stato d'animo avrebbe di certo apprezzato il contenuto del suo piatto, ma quel giorno, si fosse trattato di acqua fresca o di filo spinato, non avrebbe notato la differenza.

“Cosa ci faccio qui?” pensava “Non dovrei stare qui. Non capisco niente. Forse avrò la febbre. Sono stanca. Tutta colpa di Viky. Dovevo restarmene a casa. Non oggi. Già ieri sera. Me ne sarei stata tranquilla e adesso non starei qua con l'angoscia... Sì. Ma angoscia per niente...”. Poi, ad un certo punto, quando ormai credeva di essersi del tutto persa nel turbine dei suoi pensieri, in un mare agitato, dove la corrente la stava portando a fondo, un flash: “Ma cosa ti sei fatta mettere in testa, stupida!” pensò mentre era imbambolata a guardare Nicky che era intento, assieme a Shane, a narrare gli avvenimenti più divertenti del loro ultimo tour “Viky ha le allucinazioni, sono l’ultimo dei suoi pensieri… È solo una persona cortese che si comporta con gentilezza con chiunque incontri. Non mi pare che il suo interesse vada oltre la pura educazione. Anzi. Oggi mi ha parlato forse meno di ieri. Di certo non gli interesso... Che se ne fa di una come me? Quindi finiscila di stare in ansia e goditi il pomeriggio. Non c'è proprio niente di cui preoccuparsi.”

Da quel preciso momento il suo atteggiamento cambiò totalmente diventando più sciolto e cordiale e finalmente iniziò a prendere parte alla conversazione vedendo tutte le persone attorno a se come semplici amici, che non erano venuti li apposta per giudicarla, ma solo per pranzare assieme.

"Cosa andate a fare a Londra?" chiese curiosa.

"Andiamo a sistemare gli ultimi dettagli per il nuovo album" le rispose cortesemente Nicky.

"E non aggiungere altro" lo interruppe Shane "che sennò dai piani alti ci mangiano!"

"Quanta segretezza! Deve essere qualcosa di eccezionale!"

"Boh, come gli altri…" sbuffò il ragazzo dagli occhi scuri.

"Appunto!" esclamò Victoria "guardate che lei è una intenditrice, non vi ascolta per merito dei vostri bei faccini! Anche lei canta…"

"Davvero?" la interruppe Nicky.

"Sì, in un coro… ma non è una cosa seria, è più per divertirsi tra vecchi amici…"

"Quindi hai anche una bella voce!" intervenne Shane ammiccando all’amico.

"Niente di che, diciamo che non produco inquinamento acustico… Ma comunque, almeno il titolo…." Concluse mettendo il broncio, cercando di portare il discorso lontano dalle sue qualità vocali.

"Dai Shane! Sta morendo dalla curiosità! E non è che il titolo le possa dire troppo, anzi…"

"Ok, diglielo" si arrese Shane incrociando le braccia, per niente intenzionato a continuare a discutere con l’amico, ben conoscendo la sua testardaggine "ma poi, se si sa in giro, la colpa è tua!"

"Turnaround" annunciò trionfante il biondo.

Francesca fu presa da un’incontenibile risata.

"È ridicolo?" chiese Shane spiazzato.

"No, affatto" rispose cercando di trattenersi "Ma è assurdo tutto questo riserbo, visto che avevo già letto questo titolo in internet mesi fa…"

"Davvero?" chiese, ancora stupito.

"Sì, lo si dava per certo: c’è una talpa fra voi!"

"Non ci posso credere! Ci hanno rotto tanto di stare zitti e lei lo sa già!"

"Ma adesso toglimi una curiosità” intervenne Nicky "Come ci hai scoperti? Cioè… in Italia non abbiamo mai venduto un granché…Uptown Girl?"

"Nono, già da prima. Una mia amica è innamorata dell’Irlanda in generale e quindi conosce tutto quello che succede qui. Un giorno mi fece sentire “Seasons in the sun”, ancora prima che uscisse come singolo e mi siete piaciuti subito. Poi internet aiuta…"

"Wow, dal primo album!" esclamò Shane.

"E qual è la tua canzone preferita" incalzò Nicky.

"Eeehm… non è semplice, seguo molto l’umore del momento, a “Seasons in the sun” sono legatissima perché è la prima che ho sentito, però ultimamente mi sono innamorata di “Tonight” ".

Shane tirò un calcio da sotto il tavolo all’amico, che nel frattempo era trasalito: anche lui la adorava.

"Che poi ho avuto un approccio strano con questa canzone…"

"Cioè?" chiese, decisamente incuriosito da questa affermazione.

"La prima volta che l’ho sentita non mi era piaciuta per niente e l’avevo un po’ accantonata. Poi è uscita come singolo e ho cominciato a rivalutarla, a riflettere sul testo… adesso più l’ascolto e più l’adoro!"

"Sai che è anche una delle mie preferite? Non ha un testo straordinario o qualcos’altro di particolare, però ti fa sentire bene."

"Infatti! Certo che, però, avevi un taglio di capelli davvero improponibile in quel video…" ridacchiò, imbarazzata per la sua stessa esternazione. 

Shane, che era seduto di fronte a Victoria, le fece l’occhiolino accennando alla coppia cinguettante al loro fianco e lei gli rispose annuendo complice.

"Questi sono cotti a puntino" pensò.

L’idillio che si era creato fu interrotto da Shane che, dando un’occhiata all’orologio, sussultò: "Nicky" disse poggiandogli una mano sulla spalla "dobbiamo sbrigarci o perderemo l’aereo."

Il tempo era trascorso in maniera talmente rapida e piacevole da sembrare molto di meno e adesso erano in ritardo.

Si salutarono amichevolmente con la promessa di rincontrarsi al ritorno dei ragazzi dall’Inghilterra e ognuno andò per la propria strada.

 

 

"Certo che non le hai staccato gli occhi di dosso per un attimo! Ancora un po’ e la trapassavi con lo sguardo!” affermò Shane durante il volo dall’Irlanda all’Inghilterra “Sei proprio andato!"

"Era così evidente?"

"No, non era evidente. Si notava solo da un chilometro di distanza! Tua cugina se n’è accorta di sicuro! OK che lei ti conosce bene, però…"

"E lei? Secondo te l’ha capito?"

"Boh, all’inizio sembrava di si, la vedevo nervosa. Però poi ha cambiato atteggiamento, forse non si sentiva bene…"

"Lo credo anch’io…"

"Ma come pensi di comportarti con lei?" chiese Shane dopo qualche minuto di silenzio.

"Non lo so.. non so come prenderla…Ho paura di spaventarla, di esagerare, se non sto attento, visto che è piuttosto timida…"

"Potresti chiedere a Viky di “prepararla psicologicamente".

"Come no!" sbottò "Tu sai quanto può essere assillante quella donna! Se inizia a tormentarla finisce che si chiude in se stessa e poi non mi vuole più vedere. No no, è meglio che faccia da solo, a modo mio. Le parlerò quando torniamo a Dublino… Certo che è proprio adorabile" aggiunse dopo una lunga pausa, con lo sguardo perso nel vuoto.

"È un tipo..."

"Non ti piace?"

"Oh, che piaga! Appena ti arriva qualcosa che non è esattamente quello che volevi sentire salti subito alle conclusioni! Non ho detto che non mi piace, anzi! E, per favore, non fraintendere anche questo che poi mi fai anche la scenata di gelosia... Però è decisamente diversa dalle tue precedenti. Non è la ragazza che ci si aspetta da te…" commentò sarcastico.

"Hai ragione sul fatto che non sia il mio solito tipo, però, forse proprio per questo, mi attira. Il modo di parlare, di muoversi, sembra uscita da una scuola di buone maniere ottocentesca. È di un’eleganza fuori dal comune! È diversa da qualsiasi altra ragazza che conosca. Ha un fascino particolare…"

"Questo è certo… poi, quando parla ti fa sentire un perfetto deficiente."

"Perché?" chiese ridendo.

"Perché oggi, se non fossi stato troppo impegnato a perderti nei suoi occhioni celesti, ti saresti accorto che ha citato Shakespeare: non è da tutti, in particolare per una ventunenne! E stravede per Joyce. Non ho mai conosciuto nessuno che stravedesse per Joyce, a parte qualche professore di letteratura invasato!"

"È questo che la rende ancora di più interessante! Non è come la maggioranza delle nostre coetanee, che pensa solo a vestiti alla moda o al gruppo del momento!"

"Eeehm…"

"Shane, hai capito cosa voglio dire!"

"Tranquillo, ti stavo solo facendo notare che fra i gruppi del momento ci saremmo anche noi. Comunque hai ragione, una che parla di Mozart come se fosse il suo migliore amico certamente non è il prototipo del ventenne medio..."

"Esatto! Non è solo apparenza. Ha anche cervello e una certa personalità!"

"Mio caro, sei decisamente andato! Non avrei mai pensato che Mozart che ti avrebbero fatto piacere una ragazza!" concluse, scoppiando a ridere.

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Capitolo 4
*** Terzo capitolo ***


 

Dopo qualche minuto di pianto irrefrenabile in totale solitudine, Francesca decise di chiamare una delle sue migliori amiche: Elisa.

"Ciao Francy!" esclamò, sorpresa di sentirla "Come mai telefoni a quest’ora?"

Sentendo provenire dalla sua interlocutrice nient’altro che qualche singhiozzo, si preoccupò immediatamente "Franceschina, che succede?"

"Nicky" rispose con un filo di voce, mentre combatteva le lacrime che stavano incessantemente percorrendo le sue guance.

"Nicky cosa?" chiese Elisa incalzandola "Cos’è successo? Cosa ti ha fatto?"

Francesca seguitava a non rispondere: "FRANCESCA!" riprese l’amica, alzando il tono della voce, iniziando a figurarsi le più svariate eventualità "mi stai facendo preoccupare! Ti prego, dimmi qualcosa! Francesca!"

"Ni… Nicky…" rispose tentando di fermare i singhiozzi "è venuto qui… Viky non era a casa…"

 

Flashback:

PLIN PLON!

"Chi è adesso" sbuffò Francesca, che si era appena seduta alla scrivania per studiare.

"Ciao!" esclamò un voce a lei familiare non appena socchiuse la porta.

"Ciao Nicky" rispose, sorpresa di vederlo.

"C’è Viky?" chiese entrando, ben sapendo che la cugina non ci sarebbe stata: si erano accordati sull'ora del suo arrivo e avevano fatto in modo che lei si trovasse fuori casa. Nicky voleva parlare da solo con Francesca per qualche momento "Dobbiamo metterci d’accordo per la festa di compleanno di suo fratello."

"No, è appena uscita. È andata a ritirare un abito in tintoria".

"Allora la aspetto qui” disse sedendosi sul divano “Non ci metterà molto”.

"Vuoi bere qualcosa intanto?" chiese la padrona di casa appoggiando una spalla allo stipite della porta della cucina, che dava direttamente sul salotto "un caffè?"

"Sì, grazie" rispose con un sorriso.

Francesca fece ritorno nella stanza pochi minuti dopo portando un vassoio con due caffè, latte, zucchero e dei biscotti che aveva sfornato quella mattina.

 

Fine del flashback

 

"Francesca, cos’è successo???" chiese per l’ennesima volta, fortemente preoccupata.

"Ci… ci siamo messi a parlare" rispose calmandosi un po’ "mi ha fatto notare che questa settimana in cui era a Londra per lavoro, non vedeva l’ora di tornare a casa perché gli ero mancata…"

 

Flashback

"Quanto siete rimasti a Londra?" chiese appoggiando il vassoio al tavolino antistante il divano e sedendosi di fianco al suo ospite. Non si erano mai visti da soli e non sapeva bene come comportarsi: parlare del più e del meno le sembrava l'idea migliore.

"Sei giorni, siamo tornati ieri pomeriggio."
"Allora il capolavoro è finito!" gli sorrise.

"Sì, capolavoro…" ridacchiò.

"Perché ridi? Mi prendi in giro?"

"No, è che definirlo capolavoro è un po’ esagerato".

"Perché scusa, gli altri sono meravigliosi. Perché non dovrebbe esserlo anche questo? E poi dovresti essere orgoglioso del tuo lavoro!"

"Tu sei una fan, non sei obiettiva."

"Fino a prova contraria, sono i fan poco obiettivi a comprare i vostri dischi… Ma insomma, è finito?"

"Sì, è finito, per fortuna. Questo viaggio è stato particolarmente pesante… davvero non avevo voglia di andare a Londra."

"Perché?"

"Sarei rimasto più volentieri qui" affermò, sottolineando con una certa enfasi il “qui” "sapevo già in partenza che avrei sentito la mancanza di una persona" disse guardandola direttamente negli occhi, quasi volesse vedere nel profondo della sua anima "di una persona speciale che è entrata nel mio cuore".

Francesca lo guardò smarrita, non cogliendo, o non volendo cogliere, a chi si stesse riferendo.

 

Fine del flashback

 

"E poi?" la interruppe ansiosa .

"E poi" disse , scoppiando nuovamente in un pianto a dirotto "mi ha detto che prova dei sentimenti per me. Mi chiedeva come fosse possibile che io non me ne fossi accorta, visto che sembra che per tutti sia evidente…"

 

Flashback:

"Stai uscendo con qualcuno? " chiese, cercando di capire di chi stesse parlando. Anche se, forse, inconsciamente l'aveva già capito benissimo...

"No. Non ancora almeno. A meno che non consideri la cena e il pranzo con Viky e Shane come uscite..." disse con nonchalance, cercando di farle capire il suo interesse, ma senza essere troppo diretto.

Lei lo guardò perplessa.

Stufo di questo tentennare, precisò “Sto parlando di te”.

"Certo…" rispose sarcastica, alzando gli occhi al cielo.

"Non sto scherzando... Pensi che stia mentendo?" chiese avvicinando la propria mano a quella della ragazza, che giaceva tra di loro, appoggiata sul morbido tessuto verdino del divano.

"" rispose secca, iniziando a dirigere lo sguardo verso punti indefiniti della stanza. Tutti il più possibile distanti dalla faccia di lui.

"Perché?” le chiese sfiorandole delicatamente il mento con la punta delle dita, cercando di attirare la sua attenzione, per potersi specchiare in quei magnifici occhi che non riusciva più a togliersi dalla testa. Incontrò, però, uno sguardo gelido, refrattario ad ogni sentimento.

"Perché sei così diffidente?" le chiese nuovamente, prendendole la mano. "Da quello che ho capito, praticamente tutti quelli che ci conoscono pensano che sia evidente... In realtà io avrei cercato di essere discreto, ma sembra che il mio interesse nei tuoi confronti sia palese.”

Lei non batteva ciglio.

Insomma” riprese, cercando di dare una certa enfasi alle sue parole “io non avevo voglia di andare a Londra perché tu saresti stata lontana. E per quanto riguarda il compleanno di mio cugino... Beh, non me ne può fregar di meno! Sono venuto qui solo per vedere te! Possibile che tu non te ne sia accorta?” sbuffò frustrato, passandosi una mano tra i capelli. “E, anche se così fosse, possibile che tu non creda neanche alle mie parole?”

Francesca lo fissava con freddezza, pietrificata, mentre Nicky lasciava trasparire apertamente sul proprio viso il suo stato d'animo: era palese la profonda attrazione che sentiva per lei, ma soprattutto lo sconforto per non essere compreso e ricambiato.

"Perché non vuoi chiedere a quello che ti sto dicendo?" intervenne nuovamente, con un tono di voce molto basso e alterato dall’emozione, poggiandole le mani sulle spalle.

 

Fine del flashback

 

"Ma ti ha fatto qualcosa?"

"No, a parte prendermi la mano. È stato carino…"

"E tu cosa hai fatto?" chiese tirando un sospiro di sollievo.

"Gli ho detto che non gli credevo e che mi lasciasse stare."

"E lui?"

"Ha cercato di convincermi del fatto che è sincero… poi mi sono chiusa in camera e gli ho chiesto di lasciarmi in pace… e se n’è andato".

 

Flashback:

"Lasciami stare!" lo implorò allontanando le sue mani e alzandosi in piedi "Cercati qualcun’altra da prendere in giro!" aggiunse, trattenendo a stento le lacrime.

"Ma non è così!" ribatté, restando per un istante colpito dalla sua reazione "Non ti voglio prendere in giro" continuò prendendole nuovamente la mano, cercando di rassicurarla "Provo veramente dei sentimenti per te! Dammi solo la possibilità di dimostrartelo!"

"Ti prego" disse lei, liberando la propria mano dalla sua stretta e avviandosi verso la propria stanza "vattene via…" E detto questo entrò nella camera, sbattendo violentemente la porta .

"Francesca, ti prego" la supplicò abbattuto, appoggiando la fronte alla barriera lignea che li divideva. "Per favore, credimi! Non mi sto prendendo gioco di te, non ti ferirei mai…"

Da dietro quella barriera non proveniva una sillaba, un solo fiato, da lei, che continuava a dimostrasi distaccata nei suoi confronti ed insensibile ai suoi sentimenti.

"Ti faccio tanto schifo? " chiese Nicky dopo qualche minuto di silenzio, alzando un po’ il tono della voce, a causa della frustrazione. "Dimmelo, ti prego! Sono tanto orribile per te? Mi disprezzi tanto da non volermi concedere nemmeno una possibilità? Credi che, siccome sono un cantante famoso, non sono capace di provare dei sentimenti sinceri, come un qualsiasi ragazzo? Non pensavo avessi tanti pregiudizi... " concluse amareggiato.

"Lasciami stare" rispose con un filo di voce "non sono fatta per te…"

Non trovò la forza di ribattere a queste parole e così, lentamente, uscì sconsolato dall’appartamento.

Non appena sentì chiudersi la porta Francesca si lascio cadere sul suo letto e scoppiò in un pianto a dirotto.

 

Fine del flashback

 

"Ma perché hai reagito così? Hai maltrattato quel poveretto come se ti avesse insultata! Anche se non ero lì, non mi pare che si sia comportato male nei tuoi confronti. Me ne hai sempre parlato benissimo, sia prima che dopo averlo conosciuto! E perché stai piangendo come una fontana? Non capisco… perché non gli hai voluto dare una possibilità?"

"Non lo so Elisa, non lo capisco bene neanch’io! Insomma, esteticamente mi è sempre piaciuto un sacco, e anche conoscendolo mi è sembrato una brava persona, è stato molto gentile con me…"

"Però?"

"Però mi blocco. Istintivamente sarei portata a credergli, non mi sembra il tipo da giocare così deliberatamente con i sentimenti delle persone… ma poi ci ragiono e penso che non è possibile che una come me possa interessare ad uno come lui…"

"Francesca non ho parole!!!" scoppiò Elisa, alterata "Non cominciare a crearti i problemi da sola! Non diventare paranoica e lasciarti scappare un’occasione d’oro! Ma scusami… perché cavolo UNO COME LUI non potrebbe essere interessato ad UNA COME TE ?!?!?! Tu sei un essere umano, lui è un essere umano, che lui faccia il cantante e tu la studentessa è perfettamente irrilevante: ha due occhi, una bocca e un naso esattamente come me, te e mia nonna! E, visto quello che mi hai detto, sembra che abbia anche lui un cuore come tutti i comuni mortali! Evidentemente è tanto intelligente, a contrario di molti nostri coetanei deficienti, da apprezzare una ragazza che non ha la testa solo per andare dalla parrucchiera, ma la usa e la connette alla bocca per dire cose sensate! E non tirarmi fuori la storia che sei brutta perché vengo li e ti tiro una scarpa!

È vero, non sei una modella, non porti la trentotto, non sei alta quattro metri, ma chi se ne frega!!! Hai un viso bellissimo, i capelli sempre perfetti, quegli occhioni azzurri che tutti ti invidiano, hai un’ eleganza innata, hai un tuo stile, un notevole décolleté, che non passa di certo inosservato," ridacchiò, visto che anche lei faceva parte del “club” "e in più una testa che funziona. Lasciati andare, per una buona volta, fatti corteggiare, divertiti! Santa polenta, è il ragazzo dei tuoi sogni ed è lui che si fa avanti con te e tu, per le tue stupide fissazioni, te lo vuoi lasciar scappare!? È l’occasione della tua vita, sveglia!!! Capisco che hai paura di soffrire e di entrare in un universo che non conosci, ma se non rischi resterai sola con i tuoi complessi, che, per quanto tu ci possa essere affezionata, credo siano una compagnia un tantino meno interessante di Nicky Byrne!!!

Se andrà male, amen; resterà uno dei tanti ricordi dell’Irlanda che pian piano andranno scolorendosi. Ma almeno potrai dire che ci hai provato. Ma pensa se andasse bene!? L’unica cosa negativa sarebbe che mi toccherebbe venire fino a Dublino per vederti!"

Francesca, finalmente calmatasi, scoppiò a ridere, pur continuando a lacrimare copiosamente: "forse hai ragione, è ora di finirla con questo atteggiamento, continuando così non combinerò mai niente… forse è tutto più semplice di quello che credo…"

"Certo che è così! E la prossima volta che lo incontri vedi di essere un po’ meno fredda, e soprattutto di stare tranquilla, vedrai che andrà tutto bene".

"Grazie Elisa, ti voglio bene."

 

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Capitolo 5
*** Quarto capitolo ***


"Ciao Nicky!" lo salutò pimpante Viky, che lo stava aspettando nell’atrio del palazzo, ma cambiò immediatamente atteggiamento quando poté notare l’espressione del cugino: "Che è successo?"

Era stravolto, come se gli fosse passato sopra un camion e si poteva notare la parvenza di un occhio lucido.

"Che ti ha detto per ridurti così?" aggiunse avvicinandoglisi. 

"Pensa che mi stia prendendo gioco di lei" mugugnò "è stata molto fredda, il sua atteggiamento mi ha fatto uno strano effetto…"

"Brutto essere rifiutati, vero? In particolare quando non ci si è abituati" rispose lei con amaro sarcasmo. "Comunque c’era da aspettarselo, purtroppo il suo carattere è così. È molto timida ed insicura, prima di aprirsi con una persona deve conoscerla bene… Poi credo che sia lei stessa ad avere paura dei suoi sentimenti… Ma non ti preoccupare, non penso che ce l’abbia con te. Avrà bisogno di qualche giorno per elaborare la situazione, ma poi tornerà tutto come prima" concluse con una disinvoltura tale da far sembrare le sue parole qualcosa di molto simile ad una rivelazione divina.

"Dici?" chiese, rasserenato dal barlume di speranza offerto da Victoria "Però adesso ho la sensazione di essermi comportato come un maniaco."

"Oh dai! Non hai passato la notte fuori dalla suo porta! Anche perché prima o poi sarei rientrata io a cacciarti...” aggiunse come fra se. “Quando te l'ha chiesto, te ne sei andato. Giusto? Guarda che può capitare a tutti di essere rifiutati, anche a te!"

"Tu non mi stai girando il dito nella piaga, ci stai rigirando tutta la mano!” si alterò. Essere preso in giro in quella situazione era l'ultima cosa di cui aveva bisogno. “E comunque cosa significa che ha paura dei suoi sentimenti?"

"Che non vuole soffrire, no? Svegliati! Inconsciamente, secondo me, anche lei è attratta da te, ma non vuole ammetterlo perché ha paura di una situazione che ritiene più grande di lei. Ti vede lontano dal suo mondo, non sa come comportarsi con te. Ti ricordo che fino a qualche settimana fa lei ti aveva visto solo in foto e comprava i vostri cd come altre migliaia di persone in tutto il mondo. In un certo senso ha paura di te... Forse hai avuto troppa fretta , dovevi darle più tempo per conoscerti, per capire che persona sei, e non gettarti subito ai suoi piedi. Tu sei stato subito colpito da lei, anche se ha un carattere incredibilmente complicato. E credimi, certe volta capirla è peggio che decifrare un geroglifico senza la stele di Rosetta... Però lei è trasparente. È quello che vedi. Che tutti vedono. Ma lei come può capire come tu realmente sei? Come fa a separare in poche ore l’immagine che le è più familiare, cioè Nicky dei Westlife, da Nicholas? Come fa a capire che tu non sei vuoto e superficiale come hanno fama di essere molti tuoi colleghi e che provi dei sentimenti sinceri nei suoi confronti, se appena ti conosce? Per lei per anni sei stato un faccia in un video o una voce in una canzone, è difficile passare di colpo a considerarti come un essere in carne e ossa come lei. E poi, anche se tu di mestiere facessi il postino, penso che si comporterebbe nello stesso modo. Ha bisogno dei suoi tempi per aprirsi! So che il novanta per cento delle vostre fan, ad una dichiarazione del genere, si sarebbe tuffata tra le tue braccia, ma non so quanto sarebbe sensato, e lei è una persona estremamente sensata… Aggiungi che è timidissima con tutti e ha difficoltà ad aprirsi e ad esternare i propri sentimenti, e capirai che ha solo bisogno di tempo e un po’ di attenzione. "

"E allora cosa mi consigli di fare?"

"Lasciala stare per un po’, lascia che si calmi. Poi avvicinati di nuovo a lei, ma gradualmente, da amico. Se veramente, come credo, anche lei è attratta da te, prima o poi cederà e si convincerà delle tue intenzioni, ma devi riuscire a prenderla dal lato giusto."

 

 

Viky, una volta rientrata in casa, vide che la porta della stanza di Francesca era chiusa e sentì la sua voce, ma, purtroppo per lei, non capì una sola parola, visto cha la conversazione telefonica che stava avendo era in italiano. La ragazza uscì verso le otto, per mangiare qualcosa, quando ormai Victoria stava per uscire. Vedendola con gli occhi arrossati, ma tranquilla, decise di non chiederle nulla di quello che era successo nel pomeriggio e di lasciarla tranquilla, se ne avesse avuto voglia, avrebbero potuto parlarne l’indomani.

 

 

 

Quella stessa sera, sul tardi, quando si trovava in casa da sola e si era ormai del tutto calmata, Francesca accese il proprio portatile per controllare la posta.

L’ultima mail ricevuta recava l’indirizzo di Elisa e risaliva a pochi minuti prima. Incuriosita dal perché l’amica le avesse inviato un messaggio a così poca distanza dalla loro telefonata, decise di leggerla per prima.

 

“Ciao cara,

è tutta la sera che canticchio quest’aria:

 

 

Di rigori armato il seno

Contro amor mi ribellai

ma fui vinto in un baleno

in mirar due vaghi rai.

Ma fui vinto in un baleno

in mirar due vaghi rai.

Ahi! che resiste puoco a stral di fuoco

cor di gelo di fuoco a stral. *

 

Bella, no? La tuo amato Rosenkavalier sta iniziando a piacere anche a me.

 

Baci,

Elisa”

 

“Che mente diabolica!” pensò sorridendo lievemente allo schermo.

 

 

La mattina successiva, siccome non aveva impegni, Francesca aveva dormito più del solito. Svegliandosi, sentì dei rumori provenire dalla cucina. “Viky già alzata?” si chiese guardando l’ora sulla sveglia “Ieri sera deve essere tornata presto…”

Aprendo la porta della sua camera si trovò di fronte uno spettacolo incredibile: il salotto, sul quale si affacciavano tutte le stanze dell’appartamento, era invaso da una miriade di mazzi di rose blu.

"Oh mamma!" esclamò esterrefatta.

"Ciao!" la salutò allegramente Victoria con la tazza del caffè fumante tra le mani "ben svegliata!"

"Da dove sbucano tutti questi fiori?" chiese, non riuscendosi ancora a capacitare del come, e soprattutto del perché, tutte quelle rose si trovassero nella loro casa. Avevano forse affittato il salotto come deposito ad un fioraio?

"Credo che ‘sta notte sia passato Babbo Natale" rispose seria. "Guarda" aggiunse, indicando una piccola busta appoggiata su uno dei mazzi "ti ha anche lasciato un bigliettino per complimentarsi per quanto sei stata brava quest’anno!"

"Ma oggi è il quattordici agosto!" ribatté raccogliendo la piccola busta di cartoncino bianco perlato "non Natale!"

“Scusami per ieri” recitava il bigliettino “non volevo ferirti. Spero che mi vorrai ancora rivolgere la parola. Nicky”

Sul volto di Francesca si dipinse un tiepido sorriso, quasi compiaciuto: nonostante la sua reazione non aveva compromesso tutto.

"Si è persino ricordato che mi piacciono le rose blu…"

 

 

*(“Di rigori armato il seno”  da “Der Rosenkavalier” di Richard Strauss)

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Capitolo 6
*** Quinto capitolo ***


DRIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIN! 

"Pronto"

"Ciao Shane!"

"Oh! Ma senti chi si è fatto vivo, lo scaricato disperato!"

"Divertente" rise sarcastico "Comunque è un po’ difficile che io sia stato scaricato, visto che non siamo stati mai assieme! Senti " riprese dopo essersi schiarito la voce "mi faresti un favore?"

"Certo! Spara!"

"Allora. Dopodomani c’è la festa per il compleanno di mio cugino. Verresti con me?"

"Sei impazzito?! Non ho voglia di venire a Dublino! Siamo in vacanza, ricordi? "

"Appunto! Non hai niente da fare!"

"Da quanto sei tanto ansioso di partecipare alla festa di tuo cugino? Non sapevo foste così uniti."

"Eh sai" cercò di barcamenarsi "I 18 anni sono una festa importante…"

"Sì, sì… comunque non ho la minima intenzione di venire con te."

"Ma Shane! Non voglio andarci da solo!"

"Senti. Tu non hai una ragazza, ma io sì, e vorrei tenermela. Procuratene una anche tu e portatela alla festa! Tanto l’unica che ti direbbe di no l’hai già trovata, quindi con qualsiasi altra avrai vita facile."

"Shane!" lo riprese irritato.

"Davvero Nicky. Lo sai che sono sempre pronto a darti una mano, ma se vengo a Dublino anche questo weekend Gill mi prende per il collo" la buttò sul ridere.

"Inventati qualcosa! Ti prego, non posso andarci da solo! Almeno una mezz’ora, giusto per vedere se c’è, poi ce ne andiamo. Ecco. Porta anche Gill, così poi…"

"Vedere se c’è? Vuoi che Patrick non ci sia? È la festa del suo compleanno!" finse di non capire.

"Sai benissimo che non vado a quella stramaledetta festa per mio cugino!"

"Ah! Mi pareva una novità tutto questo attaccamento tra cugini…"

"Esatto. Che poi lui è pure antipatico…Comunque, adesso che hai capito a cosa mi servi, ti prego, mi faresti questo favore?"

"Ok. Mi fai pena. Proporrò a Gill una romantica gita a Dublino con scopi umanitari. Ma non ti prometto niente."

"Grazie Shane! Prima o poi mi sdebiterò. Promesso!"

"Sì, sì… se ti va fatta. Altrimenti avrai di nuovo bisogno di una spalla per piangere…" sbuffò.

"Che bell’incoraggiamento sei! Io che avrei bisogno…"

"Ok!" lo interruppe, non volendo sorbirsi per l’ennesima volta il ragguaglio completo sulla sua situazione sentimentale. "Ci sentiamo!" E detto questo interruppe bruscamente la telefonata prevenendo altre eventuali richieste.

 

 

"Quanta gente ha invitato tuo fratello per il compleanno?” esclamò Francesca spiazzata, entrando in un locale alla moda al centro di Dublino in cui era letteralmente stipato qualche centinaio di persone "è spaventoso!"

"Beh… Patrick è un tipo socievole, ha un sacco di amici… poi uno porta la ragazza, l’altro porta l’amico e il numero cresce subito…."

"Ma riuscirà a salutare forse un quarto delle persone che sono qui!!!"

"Pazienza, contento lui!"

Tentando di farsi largo tra la folla per andare a fare gli auguri al festeggiato, Francesca, colpita da uno spintone, andò a sbattere contro la schiena di un ragazzo.

"Scusa!" disse costernata "Non volevo."

"Non ti preoccupare" rispose lui, voltandosi.

Quando si trovarono faccia a faccia restarono entrambi pietrificati. La sua figura era inconfondibile. Anche se la luce era scarsa, quegli straordinari occhi celesti riuscivano comunque a catturare la sua attenzione, come era sempre stato…

“Miseria ladra!” pensò Francesca “Con tutta la gente che c’è a questa festa proprio contro Nicky dovevo andare a sbattere!? D’altra parte dovevo aspettarmi la sua presenza, in fondo è il compleanno di suo cugino…”

"Ciao..." esordì imbarazzata.

"Ciao Francesca” rispose abbassando lo sguardo. "Non pensavo di trovarti qui" aggiunse per rompere il ghiaccio. 

"Infatti non amo queste feste così affollate" sbuffò alzando gli occhi al cielo "soprattutto se non conosco quasi nessuno... Ma avrei dovuto subire il martirio da Viky se fossi rimasta a casa…"

Lui, sentendola così cordiale, anche se visibilmente sulle spine, tirò un sospiro di sollievo: per fortuna la collera di qualche giorno prima le era passata e ora gli stava rivolgendo la parola, quasi come se nulla fosse accaduto.

"Stai benissimo in viola" affermò Nicky, facendo cenno all’abito profondamente scollato, lungo fino a poco sotto il ginocchio, che la ragazza indossava.

"Anche tu" ribatté alludendo alla maglietta di lui, della stessa tinta del suo vestito.

"Sembra che ci siamo messi d’accordo!" aggiunse lui. Entrambi scoppiarono a ridere divertiti.

 

 

 

"Ma guarda come sono carini" affermò Viky compiaciuta "si sono incontrati subito!"

"Il mio spintone è stato provvidenziale!" esclamò Shane.

"Cosa?" chiese sgranando gli occhi, quasi strozzandosi con la birra che stava sorseggiando.

"L’ho spinta io" rispose orgoglioso.

"L’hai fatto apposta?"

"Ovvio, altrimenti, con tutta questa gente, non si sarebbero mai incrociati."

"Shane, sei un genio!" lo osannò "Ma se ci scoprono ci mangiano"! concluse fingendosi terrorizzata.

"Non credo proprio. Per me ci ringrazieranno. E poi" aggiunse sarcastico "sono troppo impegnati a cercare di fingere di essere solo amici per calcolarci e accorgersi delle nostre macchinazioni…"

 

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Capitolo 7
*** Sesto capitolo ***


 

"Francy, che hai combinato?" chiese Victoria, fallendo miseramente nel soffocare le risate, vedendo l’amica rientrare in casa inzuppata dalla testa ai piedi.

"Quando sono uscita dalla biblioteca" rispose Francesca divertita dalle condizioni in cui si trovava, ma tremante per il freddo “ho visto che in cielo non c’era neanche una nuvola e ho deciso di farmi un passeggiata fino a casa… peccato che a metà strada sia iniziato il diluvio… e l’ombrello era qui…"

"Incredibile! Tu, miss io-ho-tutto-sotto-controllo, fregata dalla pioggia!"

"Oggi ho visto che c’era bel tempo e ho preso la borsetta piccola… quindi l’ombrello non ci stava…"

"L’hai fatta tutta a piedi sotto la pioggia?"

"Si, ormai ero per strada e mi sono messa a correre, tanto, ormai, ero già tutta bagnata…"

"Ma stai bene? " chiese toccandole le guance arrossate.

"Penso di aver preso freddo e adesso ho i brividi… la cosa migliore è farmi un doccia calda…"

 

 

Ecciù…Ecciù

 

"Quindi?" chiese la ragazza con i capelli rossi la mattina successiva, mentre Francesca stava scrutando il termometro.

"Quaranta e tre e la testa mi sta scoppiando!"

"Bravissima! Ti sei ufficialmente presa l’influenza ad agosto!"

 

Plin-plon

 

Victoria, che era seduta sul letto di Francesca, al fianco della malata, si alzò per andare a vedere chi fosse alla porta.

"Ciao Nicky" esclamò sorpresa.

"Ciao" rispose il cugino, che era venuto a trovarla per portarle un DVD che le aveva chiesto in prestito. "Sei sola?"

"No, Francy è a letto con la febbre".

"Davvero?" chiese aggrottando le sopracciglia, credendo stesse scherzando.

"Sìsì! Ieri ha pensato bene di farsi mezza Dublino di corsa sotto la pioggia! Va a vedere, se non mi credi."

"Ciao malata!" esordì facendo capolino dalla porta della stanza di Francesca, un piccolo ambiente, luminoso, dalle pareti azzurre, strapieno di scaffali ricolmi di libri.

"Viky, ma perché l’hai fatto venire qui!" sgridò l’amica, coprendosi il volto con le coperte, sentendosi come un appestato che riceve una visita al lazzaretto.

"Perché ti agiti? Che c’è di male?" le chiese Nicky sorridendo.

"Perché sono malata, ho il naso rosso, il pigiamone azzurro con le mucche e gli occhiali: sono impresentabile!"

"Il pigiama è carino" le rispose sghignazzando mentre metteva a fuoco il faccione di una delle mucche che si stagliavano sullo sfondo celeste di una manica "e gli occhiali non ti stanno male… Il naso rosso... beh sì, non ti dona... E poi mica devi impegnarti per sedurre qualcuno… con me non ne hai bisogno…" aggiunse sorridendole.

Francesca si sentì come se la stanza si fosse trasformata in un forno. Le sue guance erano diventate ancora più rosse di quanto già non fossero a causa della febbre: sarebbe voluta sprofondare.

Nicky, accorgendosi della situazione disagevole in cui l’aveva messa, decise di cambiare radicalmente discorso: "Raccontami delle tue corse sotto la pioggia…" disse sedendosi sulla sedia della scrivania, che aveva posto di fianco al letto.

"Niente…avevo voglia di fare due passi tornando dalla biblioteca, ma a metà strada è iniziato il diluvio universale ed io ero senza ombrello…"

Proseguirono chiacchierando ancora per qualche istante, poi il ragazzo la salutò per recarsi dalla cugina, con cui doveva parlare.

 

 

"Allora lo prendi tu" concluse Victoria.

"Sì, però arriverò un po' più tardi, prima ho un altro impegno" rispose Nicky.

"Non importa, basta che…"

L’improvviso squillare del suo telefonino le impedì di completare la frase.

"Ciao mamma… come è già arrivata la zia Emily dal Portogallo? Ma non doveva arrivare domani? … Devo venire proprio adesso?… Uffa, avevo altri programmi… e poi Francesca ha la febbre… Ok, il tempo di cambiarmi e arrivo. Ciao!"

"Che succede?" chiese lui.

"La sorella di mio padre, la zia Emily, ha avuto la brillante idea di farci una sorpresa e arrivare con un giorno di anticipo… Così mi scombina tutti piani… e poi mi dispiace lasciare Francy a casa da sola… Senti" riprese dopo una breve pausa "non è che potresti farle compagnia finché sono fuori, se non hai altro da fare?"

Il ragazzo ci pensò un attimo, non era convintissimo che restare solo con lei fosse una buona idea. Si ricordava bene l’ultima e unica volta in cui era capitato, e non era una bella sensazione.

"Nicky!" lo chiamò la cugina per ridestarlo dai suoi pensieri “Hai degli impegni? "

“Dai Nicky!” pensò “cosa vuoi che succeda!”

"No" rispose tornando alla realtà "non ho niente da fare."

"Grazie cuginetto!" esclamò abbracciandolo. "Torno presto."

E detto questo si avviò velocemente alla porta, raccogliendo la borsetta a fiori che giaceva abbandonata sul divano.

 

Nicky uscì dalla cucina, in cui aveva discusso con Viky, e, attraversando il salotto, entrò nella stanza di Francesca.

"Viky è dovuta andare a casa dei suoi. Resto io a farti compagnia, se non ti dispiace."

Da lei non giunse una sola sillaba in risposta… Dopo che l’aveva lasciata si era profondamente addormentata.

I morbidi capelli neri le ricadevano sul cuscino in un armonioso disordine che sembrava essere stato composto da una mano d'artista e la carnagione, nonostante le guance arrossate per la febbre, era di un bianco purissimo, simile alla porcellana.

Ancora aperta tra le mani, appoggiata sul petto, una copia di “Orgoglio e Pregiudizio”, uno dei suoi romanzi preferiti, che stava rileggendo per l’ennesima volta.

Accortosi del sonno della ragazza, le sfilò delicatamente dalle mani il libro e, raccolto il segnalibro che era caduto a terra, lo rispose sul comodino, mettendo il segno sulla pagina che era aperta e poi si sedette al suo fianco, ma, questa volta, sul letto, intento a contemplare quella che, ai suoi occhi, appariva come una visione celestiale. 

Trascorse lunghissimi attimi in silenzio, immobile, ascoltando il suo calmo respiro, ammirandola senza pensare a nulla, come incantato. Poi, all’improvviso, nella sua mente riaffiorarono tutti i sentimenti che negli ultimi giorni aveva tentato in ogni modo di reprimere per potersi riavvicinare a lei, almeno come amico e la sua attenzione fu catturata dalla bocca di lei.

Era travolto da un turbinio di sensazioni ed emozioni: quelle labbra rosse, lucide e infiammate dalla febbre erano un richiamo irresistibile per i suoi sensi, come il canto delle sirene era stato per Ulisse, ma, a differenza del mitico eroe, non era saldamente legato all’albero della propria nave, ma libero, libero di soddisfare il proprio desiderio di incontrare la sua sirena. “Cosa devo fare?” si chiedeva, pressato da dubbi, timore e desiderio. “Posso permettermi di toccarla? E se si svegliasse? E se reagisse di nuovo come l’ultima volta che ho cercato di avvicinarla? Non sopporterei di vederla ancora così… Ma se fossi tanto delicato da non svegliarla? Io avrei avuto quello che volevo! Ma lei non lo saprebbe mai… Io non voglio che lei non sappia niente. Anzi! Voglio che si renda conto che provo dei sentimenti per lei, e che sono più forti giorno dopo giorno… Cosa devo fare?! Al diavolo! Correrò questo rischio!”

E così, come ogni principe azzurro che si rispetti, si chinò sulla sua principessa dormiente per depositare un lieve, tenero bacio sulle sue labbra.

Il corpo di lei era caldissimo, le labbra in fiamme. Dapprima le sfiorò delicatamente, per poi incontrarle con più decisione.

Alla sensazione di calore si unì il lieve profumo di lavanda emanato dalla pelle, il sapore fruttato delle labbra, e la leggera sensazione di solletico provocata dal suo regolare, caldo respiro sul suo viso.

Quanto aveva sognato questo momento; ma la realtà era ancora più stupefacente del sogno, e avrebbe desiderato che questo istante durasse in eterno, avrebbe voluto sentire le loro labbra sfiorarsi in eterno, sentire il calore del corpo di lei in eterno, poterla stringere tra le proprie braccia, proteggerla in eterno…

Quando ormai stava per allontanarsi da lei, ecco che gli sembrò di trovarsi in uno dei suoi sogni: sentì una mano di Francesca posarsi sul suo collo e accarezzargli i capelli, rispondendo al bacio.

Intimorito da questo gesto, istintivamente provò a scostarsi, ma il tocco di quella calda mano glielo impediva, tenendo il suo viso ancora vicino a quello di lei.

A quel punto fu la ragazza a muovere leggermente il proprio capo, in modo che non fossero più le labbra, ma le guance a sfiorarsi.

"Francy… io…" esordì titubante "scusami…" cercando le parole giuste per darle spiegazione del suo gesto, ma subito avvertì che lei stava sorridendo egli aveva depositato un timido bacio sulla guancia.

A quel punto decise che era giunto il momento di guardarla negli occhi, per poter comprendere fino in fondo il suo stato d'animo, e così si scostò da lei, prendendo tra le sue mani quella di lei, che gli stava poggiata sul collo.

Si fissarono in silenzio per alcuni interminabili istanti. Gli occhi di lei erano lucidi e arrossati per la febbre, ma tutt’altro che distaccati e freddi, come in quel “tragico” pomeriggio di qualche giorno prima. Dopo qualche momento lei sorrise timidamente e lui, per tutta risposta, sorrise a sua volta, ma in maniera più sfacciata, accarezzandole la mano che teneva tra le sue.

"Non serve che tu mi chieda scusa" soggiunse la ragazza con un filo di voce, indirizzando il proprio sguardo verso un punto indefinito della stanza, per evitare che si incrociasse con quello di Nicky.

Queste piccole, flebili parole riempirono di gioia il cuore palpitante del ragazzo, che cercò di ritornare al centro dell’attenzione di Francesca, prendendole gentilmente il viso tra le mani e rivolgendolo verso di se:

"Francesca, per favore, ascoltami: quella sera mi è bastato guardarti nei tuoi splendidi occhi per cadere ai tuoi piedi, e i miei sentimenti non sono cambiati, anzi, si rafforzano ogni giorno che passa. Ti prego, credimi. Non voglio farti soffrire, in nessun modo. Dammi solo la possibilità di provartelo…"

"Ma io ti credo" rispose lei, con poco più di un sussurro, sorridendo timidamente e stringendogli una delle mani posate sulle sue guance "Ti ho sempre creduto, ma avevo... paura… paura di ammettere che mi fossi innamorata di un mio idolo che fino a poche settimane prima avevo visto solo in fotografia, e che invece ho scoperto essere una persona reale, una fantastica persona reale, e, soprattutto, avevo paura di credere che ci fosse una minima possibilità che lui mi ricambiasse…"

"Davvero? " domandò Nicky incredulo, al colmo della felicità.

Lei non proferì parola, ma annuì, sfoggiano un radioso sorriso.

"E tu credi a me?" chiese infine , arrossendo ancora di più.

"Per cosa?" domandò perplesso, aggrottando lo sopracciglia.

"Per quello che io provo per te…"

"E cosa provi per me?" chiese avvicinandosi a lei, compiaciuto da questo botta e risposta che sapeva benissimo dove li avrebbe condotti.

"Qualcosa di indescrivibile, che non avevo mai provato per nessuno…"

"Oh Francy!" gioì stringendola tra le proprie braccia, baciandole le labbra roventi e accarezzandole i lunghi capelli profumati di lavanda. 

Era perfetto. Incredibile. L'impossibile si era avverato. L'assurdo si era verificato. Nicky Byrne. Quello dei Westlife. Quello il cui poster troneggiava nel bel mezzo del muro della sua camera, di fronte al suo letto, la stava baciando. Non ci poteva credere. Le girava la testa. Non capiva bene se fosse dovuto alla febbre o all'euforia del momento, ma decisamente aveva perso la percezione di quello che le stava succedendo attorno.

La testa girava anche a lui. Anche lui era euforico, non solo per il suo trionfo sulla cocciutaggine di lei, ma soprattutto perché adesso aveva ottenuto quello che realmente gli stava a cuore. Non un semplice bacio, quello gli premeva relativamente. Aveva raggiunto il suo reale obiettivo: conquistare lei e la sua fiducia.

Fu Francesca, ormai senza fiato, ad interrompere quell' “incantesimo”, ponendo fine al bacio e poggiando il proprio capo sulla spalla di lui. Nicky la stringeva a se depositandole delicati baci sulla guancia e accarezzandole la schiena. Sentirla indifesa e completamente rilassata tra le sue braccia fu la più incredibile emozione che gli fosse mai capitato di provare: finalmente sentiva di trovarsi assieme alla persona a lui destinata.

Dopo qualche minuto trascorso assorto nei suoi pensieri, ancora parzialmente incredulo per quello che gli era capitato, si scosse dal torpore a cui si era abbandonato e posò la propria guancia su quella di lei in modo che le sue labbra distassero solo pochi centimetri dall’orecchio della ragazza e cantò:

 

"So put your best dress on
And wrap yourself in the arms of someone
Who wants to give you all the love you want"

 

Francesca, sentendo quelle note risuonare nella propria testa, cambiò leggermente posizione e depositò un caldo bacio sul collo del ragazzo, percependo sulle sue labbra la vibrazione provocata dalle corde vocali, e, ridendo lievemente, disse : "Ti sei ricordato di Tonight…"

"Come potrei dimenticarmene? È la mia canzone preferita! E anche la tua…"

"Ti sei ricordato anche delle rose blu…"
"Le cose importanti dette dalle persone che per me sono importanti le ricordo sempre...” mormorò dolcemente baciandole il naso.

"Stai bene ?" chiese dopo qualche istante, baciandole la fronte bollente, vedendo che aveva assunto una strana smorfia.

"No… Mi gira la testa…"

Allora le fece adagiare nuovamente il capo sul cuscino e la coprì premurosamente, ammirandola in silenzio mentre tornava rapidamente tra le braccia di Morfeo.

 

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Capitolo 8
*** Settimo capitolo ***


 

"Bimbe, questa sera, ore 20:30 (ora di Roma/Vienna) CONCLAVE: ho una cosa importante da dirvi".
Così recitava l’sms giunto alla 17:53 sui cellulari di Federica, Stefania, Alaina, Astrid, Giulia ed Elisa, le migliori amiche di Francesca.

Conclave era il termine concordato alla partenza di Francesca per denominare una conversazione su Msn a cui avrebbero partecipato tutte le amiche in contemporanea. Il conclave poteva essere convocato da una qualsiasi delle ragazze e si sarebbe dovuto svolgere in tempi molto ristretti rispetto alla convocazione. Il suo scopo era di tenere tutto il gruppo sempre a stretto contatto e informato repentinamente, nel caso qualcosa di importante fosse accaduto ad una delle appartenenti, soprattutto per Francesca, che si trovava a migliaia di chilometri di distanza e con cui, di conseguenza, non si poteva organizzare un incontro faccia a faccia.

 

 

Utenti in linea: Alaina, Elisa, Francesca, Federica e Stefania.

  • Elisa: allora Francy, passata la febbre?
  • Stefania: perché?
  • S: avevi la febbre?
  • Francesca: no, l’ho appena misurata: 38.5
  • S: ah sì, me lo avevi detto… ormai sono da casa di riposo…
  • Federica: cavoli!

  • E: ah, Stefy

  • E: domani non posso venire a fare shopping con te

  • E: il pianista mi ha spostato le prove per il concerto

  • S: okok

  • S: non importa

  • Fe: che palle ‘sti pianisti!

  • S: andremo un altro giorno

  • Alaina: ma dov’è Giulia!

  • A: sono le 8:42!

  • A: io voglio sapere cosa ci deve dire la Fra

  • Fr: caaaalmaaaa!

  • Fr: non ci corre dietro nessuno!

  • S: ma Astrid ha messo internet?

  • Fr: no

  • Fr: è ancora in discussione con sua madre

  • Fr: la connessione costa troppo

  • E: e come fa a partecipare al conclave?

  • A: va a casa di Giulia e stanno assieme al pc

  • Fe: Stefy, come è andato l’esame?

GIULIA HA EFFETTUATO L’ACCESSO

  • S: credo bene

  • A: ma solo l’università hai in testa ????????

  • S: era facile

  • A: sììììììììììììììììì

  • Giulia: ciao da me e Astrid

  • A: finalmente!

  • G: scusate

  • G: mio fratello non mollava il pc

  • A: Fra parla!

  • A: anzi

  • A: scrivi!!! 

  • A: adesso ci siamo tutte

  • Fe: rilassati Alaina

  • E: dai Francy

  • E: cosa bolle in pentola?

  • Fe: l’unica volta che tu hai convocato il conclave è stato per informarci del tuo grande incontro con quel coso là

  • G: nicky!

  • G: ancora non hai imparato come si chiama?!?

  • Fe: non mi piacciono i westlife

  • E: ma che ci vuole ad imparare un nome

  • G: neanche si chiamasse Carpoforo!

  • Fr: io odio Harry Potter

  • G: il nome l’ha suggerito Astrid

  • Fr: ma so chi è Voldemort

  • A: finiamolaaaaaaaaaaaaaaaaa

  • A: passiamo alle cose serie

  • A: sputa il rospo!

  • E: per me c’è ancora di mezzo lui

  • G: Astrid chiede se l’hai mandato a ramengo

  • Fr: no

  • Fr: non l’ho mandato ia ramengo

  • S: ma c’è lui di mezzo?

  • Fr: sì

  • A: oooooooooooooooooh

  • E: adesso sono curiosa anch’io

  • A: io mi sto CORRODENDO per la curiosità!

  • Fr:…

  • S: che c’è?

  • Fr:…

  • Fr: mi vergogno…

  • E: che hai combinato?

  • E: l’hai lavato di succo d’arancia come Hugh Grant con Julia Roberts in Notting Hill?

  • Fr: nono…

  • G: dai

  • G: siamo amiche

  • G: puoi dirci tutto

  • Fr: ehm…

  • A: FRA!!!

  • Fr: ci siamo messi assieme

SVARIATI MINUTI DI SILENZIO

  • Fr: ci siete?

  • S: stavi scherzando, vero?

  • Fr: no

  • Fr: sono seria

  • A: Fraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

  • Fr: sì?

  • Fe: ma con quel coso?

  • A: mi sto dando i pizzicotti

  • E: Nicky, non coso!

  • G: Fede, sarai felice!

  • G: adesso lo sentirai nominare ancora più di prima!

  • Fe: Fra! Ma perché sei andata in Irlanda!

  • Fr: ma Federica!

  • S: ma quanto sei acida fede!

  • S: dovresti essere contenta per lei!

  • Fr: quella acida di solito sono io XD

  • Fe: ma lui non mi piace!

  • A: ma se non lo conosci!

  • Fe: Mi sembra antipatico

  • A: sarai simpatica tu!

  • E: Francy, ma di cosa ti vergognavi?

  • Fr: perché mi pare di vivere una situazione surreale...

  • Fr: mi sento come una dodicenne

  • Fr: Che sogna di stare con il proprio idolo

  • Fr: e scrive i loro nomi sul diario

  • Fr: con i cuoricini attorno

  • S: ma tu mica te lo sogni 

  • S: ci stai veramente

  • Fr: sì... :)

  • S: e non fai i disegnini sul diario

  • S: spero…

  • Fr: ma ti pare che io faccio una cosa del genere?

  • Fr: e soprattutto

  • Fr: ti pare che io disegno???

  • A: XD

  • Fr. Ma comunque mi fa strano dirlo

  • Fr: sai

  • Fr: una persona che per anni hai visto nei video

  • Fr: o su internet

  • Fr: pensi che non la vedrai mai ad un metro di distanza

  • Fr: alla fine

  • Fr: la leghi tanto a quello che fa e a ciò che rappresenta

  • Fr: che te la immagini quasi come un’entità incorporea che abita in un limbo

  • Fr: già averlo visto al concerto mi pareva strano

  • Fr: poi lo incontri di persona

  • Fr: ti rendi conto che è fatto di care e ossa

  • Fr: che mangia

  • Fr: che respira

  • Fr: come un essere umano

  • Fr: è uno choc

  • Fr: e ci ho messo un po’ solo per capacitarmi di questo

  • Fr: figurati quanto ci metterò a considerarlo il mio moroso

  • Fr: e non più solo quello che canta my love

  • Fr: cavolo…

  • Fr: parlo come una fan psicopatica…

  • G: tranquilla

  • S: a me non pare proprio

  • G: è comprensibile

  • S: continui a dimostrarti razionale ed equilibrata

  • S: come sempre

  • S: del resto...

  • Fr: grazie

  • Fr: sapete sempre la cosa giusta da dirmi

  • G: a proposito di cose giuste

  • G: Astrid chiede se hai rispettato la morale vittoriana

  • Fr: sì

  • Fe: in che senso?

  • Fr: tranquilla

  • Fr: vittoriana fino alla fine

  • A: Fede, sei proprio tonta!

  • A: è un modo fine per chiederle se l’hanno fatto!

  • Fe: ah!

  • Fe: l’hanno fatto???

  • Fr: noooooo

  • Fr: ma ti sembro la persona da farlo con uno che conosce da neanche un mese?!

  • Fe: non si sa mai…

  • G: MA NON SU QUESTE COSE!

  • G: NOI SIAMO PERSONE SERIE!!!

  • G: PRIMA DEL MATRIMONIO NON SE NE PARLA!!!

  • Fe: eeeeh…

  • G: scusate

  • Fe: non prima del matrimonio…

  • G: Astrid si era impossessata della tastiera

  • S: affari suoi

  • S: anche se

  • S: con un moroso così

  • S: è difficile non farsi indurre in tentazione

  • A: non si fa

  • A: PUNTO

  • E: si guadagnerà il paradiso…

  • Fr: io sono una pia donna XD

  • A: ma insomma

  • A: che è successo?

  • Fr: guarda

  • Fr: non sono mai stata così felice di avere l’influenza

  • G: a proposito

  • G: passata la febbre?

  • Fr: no

  • Fr: e sono talmente su di giri che, anche se non avessi l’influenza, avrei il febbrone comunque

  • E: febbre d’amore :D

  • S: FRA!

  • S: non divagare!

  • Fr: sìsì

  • Fr: scusate…

  • Fr: ehm…

  • Fr: dunque...

  • E: coraggio

  • E: tanto non hai particolari a luci rosse da narrarci

  • Fe: seeee...

  • Fe: lei dice così

  • G: FEDERICA!!!

  • E: non è degna

  • Fr: alla prossima ti escludo dalla conversazione :)

  • Fr: comunque

  • Fr: io sono ferma a letto con la febbre da ieri pomeriggio

  • Fe: vedi che c’è un letto!!!

  • S: ma ha la febbre!

  • S: dove vuoi che stia???

  • Fr: sta mattina lui è venuto a cercare Viky

  • Fr: ed è venuto a salutarmi

  • E: sempre carino lui :)

  • A: con una folla di rose anche questa volta? [ “folla” è una citazione. Wordsworth ci è entrato nel sangue. Utilizza la parola “crowd” per riferirsi ad una moltitudine di “daffodils” nell’omonima poesia, adesso lo usiamo anche noi, spesso impropriamente...]

  • Fr: no

  • Fr: non sapeva che ero a casa

  • Fr: comunque

  • Fr: loro si sono messi a parlare in cucina

  • Fr: poi Viky è dovuta uscire urgentemente

  • Fr: e lui è rimasto a farmi compagnia

  • Fr: solo che io

  • Fr: mentre lui non era più in camera mia

  • Fr: ho fatto la furbata di addormentarmi

  • Fr...

  • A: sììììììììììììììììììììììììììììììì?

  • Fr: e mi ha baciata

  • S: mentre dormivi?

  • Fr: sì

  • E: figo!

  • A: odiiiiiiiiooooooooooooooooooooooooooooo!!!

  • A: doooooooooooolceeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!

  • G: ma a tradimento?

  • Fr: dormivo

  • Fr: mica poteva svegliarmi

  • Fr: e dirmi

  • Fr: guarda che adesso ti bacio!

  • S: ma tu

  • S: che hai fatto?

  • Fr: mi sono svegliata

  • Fr: ovviamente…

  • A: benedetto sonno leggero della Frafra!

  • E: e quindi?

  • Fr: Niente…

  • G: Astrid chiede se lo hai schiaffeggiato

  • Fr: NOOOOOO

  • Fr: l’ho baciato anch’io! :)

  • Fe: noooooo

  • E: grande!

  • S: Federica finiscila!!!

  • A: io sto moreeeendoooooo

  • A: sono in brodo di giuggiole

  • A: spalmata sulla scrivaniaaaaaa

  • E: ma bacia bene?

  • Fr: secondo te? O.o

  • A: eliiiiiisaaaaaa

  • A: ma che domande fai?!

  • A: ti pare che Mr perfezione baci male?

  • E: ma che ne so!

  • E: magari le apparenze ingannano!

  • Fr: nono...

  • E: e poi io non ho avuto l’onore di toccare con mano

  • E: anzi

  • E: con labbra

  • Fr: XD

  • S: ma poi?

  • S: che vi siete detti?

  • Fr: per farla breve

  • Fr: mi ha rassicurato sulla bontà delle sue intenzioni

  • E: vistoooo!!!

  • S: il solito, insomma... XD

  • Fr: sì....

  • Fr: e poi mi ha cantato un pezzettino di Tonight

  • A: io defungo!

  • Fe: se mi avesse cantato quella roba io l’avrei piantato in tronco

  • Fr: se proprio proprio volessi pretendere il massimo

  • Fr: avrei preferito a te o cara [aria dai Puritani di Vincenzo Bellini]

  • G: che romanticooooooooooo

  • E: non ti allargare

  • E: mica è Florez! [celebre cantante d'opera]

  • A: ma di sicuro a te non le farà mai nessuno queste cose Federica!

  • S: Francy

  • S: che dire

  • S: congratulazioni

  • G: visto che ti ha rassicurato sulle sue intenzioni

  • G: Astrid chiede

  • G: a quando le nozze?

  • Fr: dille che si beva una camomilla

  • G: NON FATEVI VENIRE STRANE IDEE

  • G: NON PERMETTERò CHE TU PERPETRI IL CRIMINE DELLA CONVIVENZA [questo urlo è una citazione da “Don Camillo, monsignore… ma non troppo”, una delle fissazioni mie e della vera Astrid, anche se al posto della convivenza nel film si parla del matrimonio civile]

  • Fr: ho trovato moroso

  • G: scusate di nuovo

  • Fr: non mi è caduta una tegola in testa

  • G: Astrid si intromette

  • A: ma immaginatevi un pargolo della Fra e del Nicky

  • Fr: O.O

  • E: sìììì

  • E: che tesoroooooo!

  • E: biondino

  • Fr: Ohè!!!

  • E: o biondina

  • Fr: calme!

  • S: con gli occhioni celesti!!!

  • Fr: non vi pare di correre un po' troppo???

  • G: oppure due gemellini!

  • A: ma sei fissata! XD

  • Fr: noooooo

  • G: adoooorooooo i gemelli!

  • Fr: non sopporto i gemelli

  • E: ti ricordo che il tuo mito ha avuto sedici figli

  • Fe: chiiiiiiii???

  • Fr: ma lei è un mito

  • A: ignoranteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!

  • S: vergognati!

  • Fe: ma chi è ‘sta pazza?

  • Fr: Maria Teresa d’Austria :)

  • Fe: uffaaaaaaaa

  • Fe: che palle con ‘sti austriaci!

  • Fr: comunque

  • Fr: lei è un mito

  • Fr: io no

  • Fr: quindi di gemelli non se ne parla

  • A: ci lasci fantasticare, Mrs Byrne

  • Fe: ma nooo

  • Fr: ma siete impazzite?

  • Fr: queste notizie vi sconvolgono

  • Fe: anche lui il cognome con la “b”!

  • Fr: dovevo prepararvi psicologicamente prima di dirvelo

  • S: che ti hanno fatto di male i cognomi con la “b”?

  • G: MA PRIMA DI MOLTIPLICARVI VI SPOSATE!!!

  • Fe: mantiene le iniziali da signorina anche da sposata!

  • G: Astrid è incontenibile!

  • G: mi sposta dalla tastiera

  • Fe: e poi è biondo!

  • Fr: appunto!

  • Fe: appunto!

  • Fe: a me piacciono mediterranei

  • Fr: a me no!

  • Fe: e poi non è italiano

  • Fr: meglio!!!

  • E: la Francy è notoriamente esterofila...

  • Fe: ma è irlandese!!!

  • S: ma non ti va bene niente!

  • Fe: gli irlandesi sono antipatici!

  • Fr: ma l’hai decisa tu ‘sta cosa!

  • Fr: io sono qua da quattro mesi

  • Fr: e non sono più simpatici o antipatici del resto del mondo

  • E: a prescindere

  • E: dei tanti

  • E: non si può dire che non se lo sia scelto bene…

  • Fr: ragazze

  • Fr: stiamo assieme da un paio d’ore

  • Fr: non vi pare di correre troppo?

  • E: ci portiamo avanti con il lavoro

  • E: non si sa mai…

  • S: se sono rose fioriranno

  • A: e lui di rose è esperto!

  • G: eeeh

  • G: mica è un fioraio

  • Fr: vado a letto

  • Fr: mi gira la testa

  • E: oh

  • E: da sola

  • E: mi raccomando XD

  • Fr: al massimo c’è Viky

  • Fr: che non è certo una tentazione… XD

  • G: riposati malata

  • S: mi raccomando

  • S: tienici informate

  • E: appunto

  • E: disponibili al conclave in ogni momento

  • Fe: ma se tu non hai mai un minuto libero!

  • E: per lei mi libero!

  • Fe: raccomandata…

  • Fr: vado

  • Fr: ‘notte!

  • A: sogni d’oro!

  • A: magari viene il principe azzurro a svegliarti

  • Fr: il principe azzurro sveglia la principessa una sola volta

  • S: e tu che ne sai?

  • S: magari domani mattina torna

  • E: sì

  • E: è un principe smemorato

  • E: non si ricorda se ha baciato la principessa

  • E: e per sicurezza torna ogni giorno

  • Fr: eeeh mica ha l’alzheimer!

  • A: fatti trovare in ghingheri

  • Fr: ehm…

  • Fr: sta mattina mi ha beccata con gli occhiali e il pigiama con le mucche

  • E: ma nooooooo

  • E: rischiavi di giocarti l’occasione della vita XD

  • S: almeno sa da subito cosa si è tirato su…

  • Fr: che potevo farci

  • S: così non ti immagina solo vestita bene

  • Fr: non sapevo che sarebbe venuto

  • S: ha una panoramica generale

  • S: prima o poi l’avrebbe vista comunque…

  • Fr: eeeeh Stefy

  • Fr: se non ci fossi tu a vedere il lato positivo anche in queste cose…

  • Fr: e poi

  • Fr: sue testuali parole

  • Fr: il pigiama è carino

  • Fr: gli occhiali non mi stanno male

  • Fr: e poi

  • Fr: mica devo sedurre qualcuno

  • Fr: con lui non ne ho bisogno…

  • A: ooooooooooooh!!!

  • S: mi sto accalorando per te

  • A: questa sì che è un'allusione!

  • Fr: Alaina, ti blocco sul nascere

  • Fr: non pensare male

  • A: ma lui avrà pensato così!

  • Fr: ma anch’io!!!

  • G: FRANCESCA!!!

  • Fr: ma una cosa è pensare

  • G: sempre Astrid che intrude

  • Fr: una cosa è fare!

  • G: Astrid dice che spera bene

  • E: beh

  • E: però è un signor complimento

  • S: di uno innamorato

  • S: perché

  • S: benché io ti abbia sempre trovata bella

  • S: non credo che con la febbre tu sia il solito splendore XD

  • E: e tutto questo nonostante il pigiama

  • Fr: vuoi insinuare che il mio pigiama con le mucche sia brutto? XD

  • E: insinuo che tu riesci a fare bella figura anche con febbrone, pigiama e occhiali

  • E: e adesso è ora che tu te lo metta bene in testa

  • E: perché non sono più io la sola a dirtelo

  • Fr: okok

  • Fr: te la do vinta

  • Fr: la febbre sta avendo la meglio su di me

  • Fr: BUONA NOTTE

FRANCESCA HA ABBANDONATO LA CONVERSAZIONE

  • A: che figataaaaaaaa

  • A: non ci posso credere

  • A: la frafra con nicky dei westlife

  • E: effettivamente è un po’ surreale

  • Fe: per me finirà male

  • E: io non ho detto questo

  • G: devi fare per forza l’uccellaccio del malaugurio? ;)

  • Fe: io dico quello che penso

  • Fe: e secondo me questa storia non può durare

  • Fe: cos’hanno in comune?

  • Fe: per me è un fuoco di paglia

  • Fe: in cui crede solo lei

  • Fe: che durerà qualche settimana

  • Fe: e che alla fine la scotterà

  • Fe: perché lui non le ha mai dato importanza

  • S: mi spieghi cosa ti ha fatto di male ‘sto ragazzo per meritarsi di essere trattato come la peggiore persona sulla faccia della terra?

  • S: capisco che non ti piacciono i westlife

  • S: non piacciono neanche a me

  • S: ma ciò non toglie che possa essere una bravissima persona

  • S: che sia davvero interessato a lei

  • S: il tuo giudicarlo a priori mi sembra un tantino puerile

  • Fe: io ho solo paura che abbia una grossa delusione

  • Fe: non ho niente di personale contro di lui

  • Fe: ma ho paura del suo mondo

  • Fe: insomma

  • Fe: ogni momento senti di quelle storiacce

  • Fe: e poi è un mondo superficiale

  • Fe: dove conta solo l’apparenza

  • Fe: e se le capitasse qualcosa?

  • Fe: e se finisse in qualche brutto giro?

  • E: non ti pare di sminuire Francesca parlando così?

  • Fe: cioè?

  • E: insomma

  • E: sostanzialmente le stai dando dell’ingenua

  • E: se non della stupida

  • E: io sono pienamente convinta che lei sa stare al mondo

  • E: ed è abbastanza sveglia da non farsi trascinare in brutti giri

  • E: nicky byrne o non nicky byrne

  • G: che poi a me sembra un bravo ragazzo

  • G: potrò sbagliarmi

  • G: ma mi da questa sensazione

  • G: e fino ad ora si è comportato sempre bene con lei

  • G: anzi…

  • G: e poi non l’ho mai vista così entusiasta per qualcosa o qualcuno

  • S: tra l’atro

  • S: lei è tutto fuorché impulsiva

  • S: secondo me

  • S: se non avesse ragionato fino allo sfinimento su di lui

  • S: e su tutto quello che una loro eventuale storia avrebbe potuto comportare nel bene o nel male

  • G: in salute e in malattia finché morte non li separi

  • S: non ci si sarebbe buttata

  • G: ovviamente era di nuovo Astrid

  • S: e poi

  • S: anche se dovesse andare male

  • S: può capitare

  • S: come con qualsiasi altra persona

  • E: e non smontate tutto il lavoro che ho fatto per convincerla!!!

  • A: eh?

  • Fe: CHE HAI FATTO????

  • E: sapete quando lei l’ha respinto…?

  • A: sì

  • E: quella sera abbiamo parlato al telefono

  • E: subito dopo il fatto

  • E: e poi le ho mandato una mail

  • G: che c’era scritto nella mail?

  • E: dopo te la giro

  • A: bravaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

  • S: credo che qualcuno ti dovrà ringraziare

  • Fe: o mandarti tanti colpi…

  • S: dai

  • S: non è la fine del mondo

  • S: se andrà bene saremo contente per lei

  • S: se finirà male di certo non cadrà in depressione

  • S: e noi saremo comunque al suo fianco

  • S: per gioire o per tirarla su

  • S: giusto?

  • A: sììììììììììììììììììììììììììì

  • E: certo

  • G: io ed Astrid concordiamo

  • A: fedeeeeeeeeeeeeeeeeee

  • Fe: e va bene!

  • Fe: ma continua a non piacermi

  • A: e a me continua a non piacere il gelato al pistacchio!

  • G: uuuh

  • G: a proposito di gelato

  • G: quando andiamo a provare la nuova gelateria in corso

  • E: io sono libera…….

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Capitolo 9
*** Ottavo capitolo ***


Cari lettori, siamo arrivati all'ultimo capitolo di questa storia. 
Sono davvero stupita dal numero di visualizzazioni che ha ricevuto in un lasso di tempo relativamente breve. In partenza avevo fatto delle ipotesi, ma i risultati hanno superato anche le mie più rosee aspettative. Sapendo che il fandom in lingua italiana dei Westlife è decisamente ristetto temevo che la mia storia sarebbe passata totalmente insosservata. Invece non è stato così e ringreazio tutti quelli che hanno letto e recensito, sperando che aumentiate e che nuove voci si facciano sentire per darmi il loro parere. Positivo o negativo che sia.
Come vi avevo anticipato all'inizio di quest'avventura, questo è l'ultimo capitolo di questa storia, ma la vera conclusione della vicenda sarà illustrata in altre due fanfiction. Sono due finali alternativi, del tutto slegati uno dall'altro. La scelta di pubblicarne uno prima dell'altro è stata assolutamente arbitraria.
Le pubblicazioni inizieranno dal prossimo mercoledì, con cadenza settimanale ed andranno a confluire in una serie che si chiamerà TONIGHT.

Ora vi lascio alla storia: buona lettura!

*****



"Allora" esclamò Viky mentre Francesca si stava spazzolando i capelli in una fresca mattina di settembre "oggi è il grande giorno!”

"Cosa?" chiese smarrita.

"Non fare la finta tonta! Oggi è un mese che tu e il mio bel cuginetto state assieme!"

"Un mese, cosa vuoi che sia!” sbuffò cercando di domare un ciuffo ribelle.

"Avete fatto programmi?" domandò morbosamente curiosa.

"No, niente…"

"Sorpresa, sorpresona! Chissà cosa si sarà inventato!"

Francesca la guardò poco convinta e se ne andò in camera sua.

 

 

Il campanello suonò alle tre del pomeriggio, quando Victoria era uscita, ufficialmente per fare shopping, per lasciare soli i “piccioncini”.

"Ciao!" esclamò Francesca baciando Nicky sulle labbra, dopo averlo fatto entrare.

"Ciao! Buon mesiversario!” rispose baciandole il naso.

"Mesiversario?" chiese sorridendo, riprendendo il bacio da dove era stato interrotto.

“Che cos’è?" domandò, scostandosi dopo qualche istante, accennando alla grande borsa di carta che teneva nella mano sinistra.

"Un regalino per te" rispose porgendogliela.

"Ma non dovevi…"

"Sì che dovevo! Devo viziare il mio tesoro!" replicò "Quando l’ho visto non ho potuto fare a meno di pensarti."

"Adesso sono curiosissima! Posso aprire?"

"Certo, devi!"

Allora si avviò verso il divano, fece accomodare Nicky di fianco a se e appoggiò sul tavolino antistante la borsa, da cui estrasse due scatole, una larga e bassa, l’altra più stretta e alta, entrambe ricoperte da carta da pacchetto lucida, color celeste.

"Prima questa" disse lui avvicinandole quella più grande, sorridendo mentre osservava tutto il processo di “spacchettatura”.

Le mani di lei erano quasi tremanti. Si emozionava sempre quando riceveva un regalo, qualsiasi esso fosse, figuriamoci quando proveniva da lui… Si sentiva come una bambina di cinque anni la mattina di Natale! Scartò il pacco lentamente e con estrema cura, quasi a voler dilatare questo momento all’infinito. Tolto l’involucro si trovò davanti una scatola di cartoncino bianco lucido: il contenuto era un vestito, un abito da sera lungo, con le spalle scoperte, di seta color verde petrolio, ricamata in filo argentato con un piccolissimo motivo floreale.

"Nicky sei impazzito?!" esclamò esterrefatta, benché estremamente felice.

"Ti piace?" ribatté sorridendo.

"Ma certo!" rispose raggiante "è favoloso!"

"Provalo dai!" la incitò "Qui ci sono le scarpe" aggiunse, indicando l’altra scatola.

Francesca uscì dalla sua stanza pochi istanti più tardi: l’abito sembrava disegnato per lei. Il colore faceva risaltare il candore della sua carnagione e la luminosità dei suoi occhi, mentre il taglio ne slanciava e snelliva la figura.

"Come sto?" chiese insicura, sistemandosi sulla spalle la stola coordinata al vestito.

Lui restò a guardarla incantato per qualche istante: quando aveva adocchiato quell’abito nella vetrina di una boutique aveva immediatamente iniziato a fantasticare su quale sarebbe stata l’impressione di vederlo indossato da lei: era perfetta, affascinante, radiosa.

"Magnifica!" rispose ancora imbambolato.

"Grazie!" disse lei sedendosi sulle sue ginocchia gettandogli le braccia al collo.

"Grazie a te, per ogni giorno che mi concedi di vivere assieme a te…" ribatté baciandole dolcemente le labbra.

"Ma quando mai avrò l’occasione per metterlo?" riprese scendendo dalla loro nuvoletta personale e tornando sulla Terra. "Non posso certo usarlo per andare all’università!"

A quel punto Nicky si scosse, ricordandosi di quello che aveva nella tasca della giacca.

“Ma ti pare che io ti potrei regalare qualcosa di inutile?”

“Oddio...” mugugnò lei, alzando gli occhi al cielo.

“Ti ho sentita” la riprese, facendole una linguaccia. “Dicevo... Questo regalo non è inutile perché dobbiamo andare qui” disse sventolandole sotto il naso una busta bianca e porgendogliela. Lei la guardò perplessa, poi la prese tra le mani e la aprì.

"Non ci posso credere!" esclamò con gli occhi sbarrati "Domani sera! Mozart! “Le Nozze di Figaro”! A Vienna!"

"Sapevo che volevi andarci…"

"Sono secoli che sogno di andare alla Staatsoper a Vienna! Ma i biglietti erano esauriti da mesi!" lo interruppe eccitata.

"Qualche posto si trova sempre se hai amici nei posto giusti…"

"Il che vuol dire che tra qualche mese scoprirò che ti sei dimenticato di dirmi che il direttore è tuo zio?" chiese ridacchiando.

"No, tranquilla, le sorprese in famiglia sono finite. Ti conviene iniziare a preparare la valigia: domani mattina dobbiamo prendere un aereo".

"Grazie…" sussurrò tempestandogli il viso di baci "Ma io non ho preso niente per te…"

"Il regalo più bello è avere te e vederti felice… non mi interessa nient’altro... Perché ti amo" le sussurrò all’orecchio.

Francesca non poteva credere alle proprie orecchie. Le aveva appena detto “ti amo” o si era immaginata tutto? Si scostò da lui tenendogli le mani sulle spalle, come a volergli impedire di evadere dalla sua implicita domanda, e lo fisso con espressione incerta.

"Non hai sentito male. Ho detto che ti amo e te lo ripeterò all’infinito, se è necessario, finché non sarai sicura di averlo sentito bene." Sorrise. “Non mi aspetto una risposta… Sentivo solo il bisogno di dirtelo" la rassicurò, notando che stava cercando di capire come comportarsi, e soprattutto cosa dire.

Francesca iniziò a piangere, nascondendosi il viso tra le mani.

"Sta’ tranquilla" la rassicurò, credendo di averla messa in difficoltà con la sua esternazione "Capisco che è presto. Non serve che tu dica niente. Non mi aspetto niente da te. Non ti sentire forzata a dire qualcosa che non pensi."

Pur continuando a piangere, Francesca iniziò a ridere sembrando isterica.

Nicky la osservava spiazzato. Cosa aveva detto di così ridicolo?

"A… anch’io ti amo. S… solo non avevo il coraggio di dirtelo. Cioè…" iniziò balbettando, per poi assumere un ritmo incalzante “Ci sono migliaia di ragazze che ogni giorno dicono o pensano questa cosa di te. Però loro parlano di Nicky dei Westlife. Io ho la fortuna di essermi innamorata di Nicholas Byrne. Quello vero! Mi sembra tutto così assurdo! Cioè… due mesi fa io ero come loro. Sospiravo sulle foto di Nicky dei Westlife. Adesso sono qua con questo fantastico vestito addosso, i biglietti delle “Nozze di Figaro” in mano e Nicholas Byrne, quello vero, che mi dice che mi ama. È tutto così magnificamente assurdo! Io non ci capisco più niente! Sono talmente fuori di testa che sto parlando velocissima. Io non parlo mai così veloce. E sto piangendo e ridendo come una deficiente. E mi vergogno di piangere!"
"Se hai bisogno di piangere, fallo" le rispose comprensivo, accarezzandole la guancia inumidita dalle lacrime che l’avevano solcata "È un modo come un altro per sfogare le tue emozioni".

"Ci manca solo che ti metta a piangere anche tu" appuntò, notando che i suoi occhi si stavano rapidamente arrossando. 

“Vedrò di trattenermi” scherzò.

“Nicky?”

“Hmm?”

“Siamo patetici. Peggio di due tredicenni” scoppiò a ridere.

“Un interessante caso di regresso adolescenziale!” rise con lei.

"Diamoci un contegno" concluse, facendo per alzarsi.

“Dove pensi di andare?” le chiese, prendendola per la mano e facendola di nuovo sedere.

“A preparare la valigia. Me l'hai detto tu, ricordi?”

“E mi lasci qui da solo?” mise il broncio.

“Vieni con me...”

"Ti amo Francesca" disse, facendosi serio.

"Ti amo anch’io" concluse lei, lasciando che le loro labbra si sfiorassero mentre pronunciava queste parole.

 

 

 

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