Strong. Beautiful. Tragic.

di Tsuki5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Abiti ***
Capitolo 2: *** Inatteso. ***
Capitolo 3: *** inatteso 2 ***
Capitolo 4: *** Spezzata. ***
Capitolo 5: *** Svanire. ***
Capitolo 6: *** Pensieri. ***
Capitolo 7: *** Inatteso 3. ***
Capitolo 8: *** IF. Alternativa ***
Capitolo 9: *** Corridoio. ***



Capitolo 1
*** Abiti ***


"Allora? Come mi sta?"
La stoffa bianca e leggera accarezza mollemente il pavimento ligneo, mentre Petra ruota su se stessa, raggiante.
La luce entra soffusa nella stanza, disegnando una striscia dorata che illumina l'uomo seduto poco distante dalla ragazza.
"Uff..."
"Potresti essere minimamente più loquace?" Dice lei imbronciata, incrociando le braccia."Sei insopportabile."
"E tu sei terribilmente irritante e permalosa e con questa storia del matrimonio sei perfino peggiorata. Sono qui da quasi due ore, non penso potrò sopportare ancora a lungo tutto ciò."
"Ah, io sarei quella irritante?!" C'è qualcosa di comico nell'attegiamento della ragazza ; è infantile il suo modo di tenere i pugni sui fianchi e la testa reclinata da un lato eppure il vestito bianco le evidenzia le forme, facendola sembrare una donna adulta e sensuale. "Ora, se hai finito di sorridere come un idiota, potesti passarmi il velo per cortesia?"
L'uomo sbuffa e si dondola indietro, vaga con la mano sulla scrivania fino a toccare la stoffa; si alza piano, il velo candido stretto tra i palmi.
"Ti ringrazio." Petra tende le braccia verso di lui.
"Lascia, faccio io." Ecco, questo la ragazza non se lo aspettava. L'uomo le si avvicina e la prende delicatamente per le spalle, facendola voltare verso lo specchio. Mentre il compagno le appunta il velo, può sentire distintamente il lieve tremore delle mani che le passano tra i capelli.
"Sì, devo ammettere che stai piuttosto bene..."Un sospiro lungo ma impercettibile; quegli occhi ambrati non gli sono mai sembrati tanto lucenti...la corona di fiori, il vestito immacolato, lungo, dalle maniche ampie, che lascia scoperta la pelle delle spalle e del collo." A dir la verità, in questo momento sei la cosa più bella che io abbia mai visto."
"Aurou..."
"Non farti illusioni bambolina. Non sarai mai la mia moglie ideale, sinceramente ancora non capisco perchè il caporale abbia chiesto la tua mano."
"Morditi la lingua, Aurou! Non cambierai mai, sei sempre il solito!" Indispettita, Petra spintona piano l'amico che ride sommessamente. "Comunque non ha ancora chiesto ufficialmente la mia mano, mi ha solamente fatto la proposta...per quanto riguarda mio padre, gli ho già parlato della cosa in varie lettere e sebbene lui pensi che io sia troppo giovane, sono certa che approverà."
Aurou sospira di nuovo e si dirige verso la finestra aperta; lascia che l'aria gli scompigli i capelli. " Sarà strano qui senza di te. Questa storia del congedo non mi convince proprio, l'umanità perderà uno dei suoi soldati migliori."
"Oridini del Caporale."Il sorriso di Petra è dolce e malinconico al tempo stesso. "In un primo momento non piaceva neppure a me l'idea di congedarmi ma devo dire che è stato piuttosto convincente...Mi ha fatto capire che in un futuro non troppo lontano qualcuno potrebbe aver bisogno di me." Le guance della ragazza si arrossano leggermente mentre nella stanza cala il silenzio.
Petra è talmente assorta nei propri pensieri da non accorgersi che Aurou le si avvicina; questo le poggia delicatamente le mani alla base sel collo. "Sei pienamente convinta di quello che fai?" La sua voce è seria e profonda, lo sguardo basso.
La ragazza risponde affermativamente con un lieve cenno del capo.
"Sei felice Petra?"
Ancora un leggero cenno.
Aurou alza lo sguardo, incatenando il riflesso dei propri occhi a quello degli occhi di Petra.
"Lo ami davvero?"
"Sì." Ora è la voce della donna ad essere ferma e decisa, come se stesse dichiarando una verità assoluta.  
L'uomo la stringe forte mentre lacrime di commozione cominciano a rigarle il volto. "Allora sono contento. Sarai un'ottima moglie e un'ottima madre e se mai dovesse farti soffrire, sappi che sono pronto a spaccargli tutte le ossa." Una risata cristallina copre i singhozzi, illuminando la stanza.
"Sei un vero amico...Ti voglio bene."
"Sì, te ne voglio anch'io."Aurou le asciuga dolcemente le lacrime con un pollice "ma facciamo in modo che la storia dello spacca ossa rimanga tra noi ." Petra ride sommessamente nel notare l'espressione vagamente preoccupata del compagno di squadra.
Un lieve bussare fa sciogliere l'abbraccio. "Devono essere i ragazzi." Afferma Aurou,cercando di dissimulare il pianto incombente con un improvviso colpo di tosse.



Rivaille si appunta al foulard immacolato una spilla dorata, nella quale è incastonato un prezioso smeraldo, regalo di Irvin. La catenella d'oro ad essa collegata finisce le sua corsa vicino al taschino, dove le ali della libertà brillano sul tessuto scuro. L'abito nero gli si addice particolarmente, lo avvolge in modo elegante e perfetto.
"Avanti." Dice il caporale, dopo aver udito un leggero bussare.
E' Erd ad aprire la porta. "Sono venuto a consegnarle questi documenti da parte del Comandante Smith, e se posso permettermi signore, sta molto bene."
"Mettili pure sulla scrivania."Rivaille risponde impassibile, ignorando volutamente l'ultima affermazione.
Erd esegue il suo compito poi si volta verso il caporale e sorride. "Volevo farle sapere che la squadra approva la decisione del congedo di Petra, certo non posso negare che siamo tutti rattristati all'idea di perdere un membro così importante ma la capiamo perfettamente. Personalmente non permetterei mai a mia moglie di rischiare la vita e se, come le auguro e come auguro a me stesso, arriveranno dei bambini, penso che questi abbiano il diritto di avere almeno la madre."
"E' esattamente questo il motivo della mia decisione."
"Credo proprio sia la decisione giusta, ora la lascio caporale...ah, un'ultima cosa; io, Gunther e Aurou abbiamo visto Petra con l'abito e posso solamente dirle che è davvero splendida, avrà proprio una bella sorpresa...la nostra Petra è una persona speciale, sarà un'ottima moglie e un'ottima madre, ne sono certo." Così dicendo Erd si congeda e chiude piano la porta, lasciando Rivaille immerso nel silenzio. Il giovane caporale si toglie i vestiti e li accomoda ordinatamente nell'armadio. Un mese, manca solo un mese, quindi è decisamente ora di avanzare la richiesta al padre...ci sono molte cose da fare ma la mente di Rivaille è ingombra di immagini poco nitide. Appoggia la schiena al muro e guarda fuori dalla finestra, mentre stringe nella mano destra una tazza di thè ormai tiepido che non berrà. Ecco che le immagini si fanno più vere e prendono forma; un abito bianco,fiori, due occhi ambrati, puri e luminosi, una risata cristallina...E' davvero splendida, avrà proprio una bella sorpresa. Per una frazione di secondo le labbra del Caporale Rivaille sembrano incurvarsi in un leggero sorriso.

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Capitolo 2
*** Inatteso. ***


Salve a tutti! Questa ff mi è stata ispirata da un bellissimo doujinshi che ho letto poco tempo fa e riprende, estendendolo, un'episodio che avevo raccontato in un'altra mia fic ('Perduta'). Spero vi piaccia, buona lettura! Tsuki


I corridoi hanno qualcosa di inquietante la notte; i passi riecheggiano tra le mura e le ombre, prodotte dalla traballante luce della candela, sembrano seguirla.
Qualcosa cattura la sua attenzione. La porta della sala mensa socchiusa, una luce nel buoi ma nessun rumore. Petra si fa avanti circospetta e sbircia dalla fessura; rimane sorpresa dalla scena che si trova davanti.
Il buon senso le suggerisce di uscire dalla sala ma qualcosa dentro di lei le ordina di restare e di avvicinarsi all'uomo che, addormentato, se ne sta seduto sulla panca con la testa affondata in un grosso plico di fogli.
La ragazza appoggia piano la candela sul tavolo. Non sa cosa fare, si sente interdetta da quell'immagine così inaspettata.
"Guarda che faccia, imbronciata persino quando dorme! Le spalle tese, la bocca socchiusa, le sopracciglia corrugate...è così carino..." Si sente avvampare a tali pensieri e comincia a mordersi le unghie con fare esitante.
-Che stai facendo? Guardi la gente che dorme?- Rivaille si sveglia di soprassalto, la faccia scura e i capelli stranamente scompigliati.
L'imbarazzo di Petra è tale da non farla ragionare e nel panico assume la posa del saluto militare.- Mi dispiace signore!Le mie scuse se le ho causato disturbo!-
Rivaille è appoggiato al tavolo con un gomito, tiene la mano sinistra sulla nuca e sul suo volto scocciato si dipinge un'espressione fortemente interrogativa.
"Dio, perchè mi sono messa ad urlare in quel modo?"
-Che stai complottando?-
-Non sto complottando nulla, signore! E' solo che...si è fatto molto tardi e credo dovrebbe riposarsi.-
-Non posso- risponde lui alzandosi -devo studiare questo maledetto rapporto.-
Petra abbassa lo sguardo sui fogli cercando di calmarsi e non si accorge che Rivaille la sta guardando e le si avvicina.
-Petra, metti il profumo?- A tale domanda le guance della ragazza prendono fuoco. Il viso del caporale è a pochissima distanza dal suo e il cuore sembra uscirle da petto quando l'uomo le prende una ciocca di capelli tra le dita.
-Que-questa notte sono di ronda, quindi ho fatto il bagno poco fa e deve sentirsi ancora il profumo...mi scuso se la cosa la infastidice.- La sua voce si affievolisce man mano che il contatto si fa più ravvicinato; può sentire distintamente la sua mano dietro la nuca e la punta del naso che le solletica l'orecchio.
-Hai un buon odore.-
-C-caporale, lei non dovrebbe comportarsi in questo modo con una donna...potrebbe far nascere in lei delle, delle speranze...-
-E che tipo di speranze starebbero nascendo in te, Petra?- Il suo sguardo è tagliente e la sua voce fredda e distaccata come al solito; anche la postura è quella di sempre, solo il modo in cui indossa gli abiti è differente, la camicia è slacciata fino al terzo bottone e il foulard bianco gli ricade mollemente sul petto. L'uomo la guarda intensamente e scorge delle lacrime pronte ad uscire.
La ragazza sobbalza nell'udire la domanda che la fa sentire quasi offesa. Il suo sguardo si fa più duro ma le lacrime cominciano a bagniarle il volto.- Sono un soldato e ho deciso di dedicare la mia vita all'umanità e a lei signore, ma come soldato, mi rifiuto di rispondere.-
-Capisco, non ho fatto la domanda nel modo giusto, mi scuso- dice Rivaille distrattamente mentre riordina i fogli sparsi.
"Eh?Parole di scusa dal caporale?!" Petra smette istantaneamente di piangere e sbarra gli occhi, confusa e sorpresa.
-Signore, perchè sta appoggiando i fogli sulla panc...?- Neanche il tempo di finire la frase che Rivaille la afferra per un polso e la spinge sul tavolo, facendola sdraiare sotto di sè.
Petra è sconvolata, non riesce a muovere un solo muscolo. Sente che le loro gambe si toccano, una mano le accarezza i capelli, mentre l'altra passa leggera dal polpaccio alla coscia tremante
-Permettimi di cambiare le parole. Vorresti essere posseduta da me?-
Le lacrime ricominciano a sgorgare, molto più copiose di prima; la bocca della ragazza di piega in una smorfia, mentre tenta di controllare in pianto che si rivela però incontrollabile. -Questo modo di chiederlo non è affatto carino!-  
Rivaille le blocca i polsi contro il legno e la bacia, provocando in Petra una serie di emozioni sconosciute che le fanno perdere completamente il controllo; comincia a rispondere al bacio ma si ferma quando sente che le dita di Rivaille stanno per slacciarle un bottone della camicia.
-Caporale!!!- Lei si alza di scatto e avrebbe certamente rischiato di tirare una potente testata al soldato se questo non avesse avuto dei riflessi invidiabili -Stiamo per farlo qui!? Io sono ancora di ronda e...-
-Lo so. Sta' calma un attimo.- Rivaille sembra essere irritato dall'atteggiamento della sua sottoposta ma continua ciò che lei aveva interrotto. Si china lentamente fino a toccare con le labbra la pelle rovente della ragazza; riesce a sentire il battito impazzito del suo cuore attraverso la morbidezza delicata del suo seno.
Petra sente le mani calde che le stringono forte il busto, il suo respiro sulla pelle poi un dolore all'altezza del cuore.
"Mi sta mordendo..."
Un attimo dopo, la giovane donna si ritrova seduta sul tavolo, senza la giusta concezione dei fatti accaduti. Il caporale si trova davanti a lei e le sta riabbottonando la camicia.
-Caporale?-
Lui incrocia le braccia, impassibile e continua a guardarla negli occhi. -Una volta che avrai finito la ronda vieni nella mia stanza. Comunque sia, questo non è un ordine. Se non verrai non ci sarà alcun tipo di ripercussione. Lo giuro sulla mia vita.
Se verrai da me capendo questo, riprenderò da dove prima mi sono interrotto.-
Petra si ritrova a fissare un punto nel vuoto quando sente la porta chiudersi. E' sola, tremante e terribilmente confusa.

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Capitolo 3
*** inatteso 2 ***



 

Il caporale Rivaille sbuffa leggermente mentre si passa un asciugamano bianco sui capelli bagnati. Dopo aver indossato svogliatamente la camicia senza abbottonarla si lascia cadere mollemente sul divano. Sente le spalle pesanti, come se qualcosa le stesse spingendo verso il basso. Un lieve bussare lo distrae dai suoi pensieri; dopo aver aperto la porta si trova davanti Petra, il suo sguardo deciso ma addolcito dal lieve rossore che le colora le guance.
"Entra."
Rivaille non la guarda, si limata a stare seduto con le braccia abbandonate sulle ginocchia e la schiena curva; Petra dal canto suo si tortura le mani e non riesce a proferire parola.
"Petra, devo dirtelo. Non possiamo essere amanti." La sua voce è fredda e le sue parole tagliano come lame; è come se qualcosa fosse entrato nel cuore della ragazza, lacerandolo.
"Sì, lo so." La giovane donna sorride tristemente. "So anche che i nostri sentimenti non sono reciproci, non ho mai sperato nulla..."
"Per essere amanti si deve aver la possibilità di garantire un futuro, bisogna poter promettere una prossima volta, e io non posso farlo."
La mente di Petra lavora frenetica nel tentativo di capire la situazione e i pensieri del suo caporale;
 -Mi ha detto di venire qui solo per riferirmi questo? Perchè?Probabilmente non vuole che io mi faccia inutili illusioni, eppure...quello che ha fatto poche ore fa, il modo in cui mi ha trattata...io ho sentito qualcosa. Dio, non ci capisco nulla! Che sta' succedendo?! Insomma Petra, non sei più una bambina! Se vuoi qualcosa prendilo e smettila di fare la codarda!-
 "Caporale, nel caso facessimo importanti progressi nella lotta contro i titani e se...non c'è nessun altra per la quale prova dei sentimenti, la prego, mi prenda come sua moglie!" Le parole le escono dalle labbra come un fiume, tutte d'un fiato, senza lasciarle il tempo di ragionare o eventualmente fermarsi. -Sono stata troppo irruenta, quanto sono stupida!-
Sul volto dell'uomo si dipinge un'espressione interrogativa che poco gli si addice.
"Mi p-perdoni caporale! I-io stavo solamente scherzan..."
"Va bene."
Petra sbarra gli occhi, incredula.
"Lo farò." Rivaille si alza in piedi per poi inginocchiarsi davanti alla donna prendendole le mani. "Solo se ti ricorderai sempre di quello che succederà stanotte."
Lacrime calde e copiose rigano le guance della ragazza che affonda il viso nelle le mani del caporale. "Io non potrei mai dimenticare, mai!"
"Stai piangendo così tanto oggi." Rivaille avvicina il proprio viso a quello della ragazza, facendo sfiorare le loro labbra. "E' piuttosto irritante, lo sai?."

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Capitolo 4
*** Spezzata. ***


E' bastato uno sguardo, è bastato il gelo nei tuoi occhi per fargli capire che non avrebbe potuto dire nulla per fermarti, che in ogni caso avresti fatto di testa tua, incurante del dolore atroce che avresti provato. Irvin abbassa gli occhi mentre tu sali sul carro che lentamente si addentra nella foresta.
Ai due ragazzi che ti accompagnano hai dato poche e vaghe informazioni sulla via da seguire, eppure loro non hanno osato chiederti nulla.
Ti stai avvicinando, lo sai anche se non ti guardi intorno, anche se hai fissato per tutto il tragitto la macchia di sangue che sporca il legno sotto i tuoi piedi.
Qualcosa oscilla lentamente da un ramo, il carro si ferma. -No...non può essere- sussurra qualcuno. I soldati sono visibilmente scossi ma eseguono gli ordini.
Visto da vicino è molto peggio...prima sei passato velocemente, avevi una persona da salvare e non potevi indugiare ma ora è diverso; la cruda realtà si palesa ai tuoi occhi grigi con una malvagità devastante.
Gunter viene adagiato delicatamente sul legno e dopo avergli chiuso gli occhi, il suo corpo viene avvolto in uno dei quattro teli grigi.
Senti ancora per pochi minuti lo scalpiccio degli zoccoli e il rumore delle ruote, mentre fissi la salma posata accanto a te. Poi vi fermate di nuovo.
- Erd-san...-La voce gli si spazza in gola, nessuno dei due è preparato a tale scena, tu caporale, non avevi detto nulla riguardo le condizioni dei corpi. Un ragazzo cerca di reprimere i singhiozzi mentre prende un lenzuolo, l'altro si fa coraggio e scende dal carro. Li segui silenzioso con lo sguardo e ti avvicini zoppicando leggermente al corpo dimezzato del compagno, fissando per qualche istante i suoi occhi socchiusi.
Passi oltre quando i due uomini avvolgono il corpo.
Riesci già ad intravedere un'altra sagoma.
Aurou è disteso al suolo, il suo sangue ha impregnato il terreno sottostante. Stai gridando senza che nessuno possa sentirti...non vuoi che qualcuno ti senta e blocchi tutto all'interno; degli aghi avvelenati ti trafiggono lo stomaco.  Risali con lo sguardo il corpo dell' uomo fino a raggiungere il braccio sinistro, teso in avanti come se volesse afferrare qualcosa...sembra che neanche lui la voglia lasciare andar via.
Il vento muove i suoi capelli ramati.
Ti inginocchi al suo fianco costringendoti a respirare. Guardi la schiena spezzata, il sangue che le inonda il volto, gli occhi vuoti.
Batti un pugno sul tronco digrignando i denti per un attimo. Qualcosa dentro di te si sgretola, come le sue fragili ossa sotto il tocco delle tue dita quando la prendi tra le braccia. Riesci quasi a sentire il suono della sua voce portato dal vento che sadicamente si diverte a far sembrare vivo ciò che invece è già morto. Ricordi di aver visto molte volte il suo capo reclinato indietro, la schiena inarcata e la bocca socchiusa..."Caporale, mi dica che..." Non era riuscita a finire la frase o meglio, tu avevi fatto in modo che non la finisse. Sai perfettamente cosa voleva sapere ma tu non gliel'hai mai detto; non volevi assolutamente che si sentisse usata eppure sei sempre stato ambiguo, non le hai mai dato certezze. Ciò che di più concreto aveva ottenuto da te era una fugace ma sincera promessa di matrimonio...un'unione che, adesso lo sai, non si potrà mai concretizzare. Ora realizzi che avresti dovuto dirle che ti piaceva guardarla dormire, che stringerla tra le braccia ti faceva provare un senso di appartenenza mai sentito prima, che quando eri dentro di lei il tuo cuore aveva un assaggio di quella che gli altri chiamano serenità... che era bellissima mentre cercava di guardare al di là delle mura dal balcone della tua stanza e che ti appagava profondamente sentire il suo profumo tra le lenzuola, che un giorno non troppo lontano avresti desiderato dei figli da lei. Sono troppe le cose che si accumulano nella tua mente e serri gli occhi nel tentativo di scacciarle. Ti alzi in piedi tenendo Petra stretta tra le braccia...è fredda, la sua testa ricade mollemente sul tuo torace. Cammini piano, ignorando il dolore alla gamba che si fa via via più intenso; uno dei due ragazzi prova a dire "mi dispiace" ricacciando indietro le lacrime, l'altro si limita ad abbassare lo sguardo. Avvolgi piano la donna nel lenzuolo grigio, consapevole che quella sarà l'ultima volta che vedi il suo viso.

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Capitolo 5
*** Svanire. ***


Ho sempre detestato il rumore eppure in questo istante sto maledendo il silenzio, questo fottuto silenzio che mi sta letteralmente facendo impazzire. Mi basterebbe un suono qualsiasi proveniente da quella stanza, anche debole, e invece niente, il silenzio ha preso il posto delle urla che poco prima riecheggiavano per i corridoi; e me ne sto seduto qui senza poter fare nulla.
-Dai bamboccio, muoviti!- Non è questo il fracasso che avrei voluto sentire...Erd, Gunter e Aurou salgono velocemente le scale, seguiti da quel moccioso di Eren. Hanno tutti l'espressione trafelata e mi fissano come se si aspettassero chissacchè.
Erd muove la mano in un gesto circolare con fare allusivo. -E' già...?-
Irvin, che si trova in piedi vicino a me, risponde nagativamente al mio posto.
Non lo do a vedere ma sono terribilmente nervoso; preferirei avere davanti a me cinquanta titani anzichè questa dannata porta chiusa. Sinceramente m'infastidisce anche il rumore della carta che decora il colossale mazzo di fiori che Gunter porta tra le braccia con non poche difficoltà.
I minuti passano lentamente. Io rimango seduto con gambe e braccia incrociate e gli occhi fissi sulla fottuta porta, Irvin è impassibile e sembra tranquillo, a differenza degli altri; Erd batte nervosamente un piede per terra, Gunter tortura una delle innumerevoli mergherite del mazzo e Aurou comincia a manifestare evidenti segni di squilibrio. Al di là di ogni previsione, il moccioso sembra non avere particolari problemi...tranne per quel fastidiosissimo sospiro che emette ogni ventiquattro secondi e che mi fa venire voglia di riempirlo di botte.
Alzo di colpo la testa quando finalmente odo qualcosa. Un pianto. Anche gli altri lo hanno sentito.
Irvin mi appoggia una mano sulla spalla e stringe appena.
Il pianto continua. Non riesco a respirare, è una sensazione strana. -Cazzo...-
-Dovrai cambiare il modo di parlare d'ora in poi.- Dice Irvin sorridendo apertamente. Lo guardo per un attimo, ha gli occhi lucidi.
L'uscio si apre. -Può entrare.- Mi infilo nella stanza velocemente sbattendomi la porta dietro le spalle, prima che i quattro pazzoidi riescano a seguirmi.
La stanza è piuttosto scura e poco illuminata dalla luce del tramonto, filtrata da tende pesanti. La vedo distesa tra le coperte bianche, la schiena poggiata su dei cuscini e gli occhi socchiusi.
-Caporale...- Non perderà mai l'abitudine di chiamarmi così. La sua voce è flebile e dolce.
Mi avvicino a lei e mi siedo sul letto, tenendo lo sguardo fisso su quello che tiene in braccio.
-Come stai?-
-Mai stata meglio.-
E' piccolo, terribilmente piccolo; sembra che possa stare in una mano.
-E' bellissima, vero?- Chiede piano lei scostando il lenzuolo bianco che avvolge il corpicino immobile.
-Bellissima?-
-Sì, è una bambina...- Una bambina, mia figlia. Sì, è decisamente bellissima.
-Prendila.- Tra le mie mani sembra ancora più fragile. La bimba si muove appena. - Si chiamerà Candide.-
Mi bruciano gli occhi e mi duole la testa...la stanza sembra girare, tutto è sfocato...
-Padre.- E' una voce infantile.
-Padre.- Occhi ambrati, capelli scuri e lisci, pelle diafana coperta da un leggero vestito verde.
-Candide..?- Tende le braccia verso di me e vorrei stringerla ma non ci riesco.
Vedo il sorriso di Petra ma anche quello svanisce...


Rivaille si sveglia di soprassalto, è madido di sudore e la testa gli scoppia.
-Merda...ancora quel dannato sogno.-
Il caporale si asciuga la fronte e sospira contrariato.
Nulla di quello che ha visto, che tutte le notti da quella maledetta spedizione contina a vedere, si potrà mai avverare. Tutto è svanito e bisogna farsene una ragione...ma non è facile, non è per niente facile.  

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Capitolo 6
*** Pensieri. ***


Esili dita formavano cerchi immaginari, sfiorando la pelle candida della ragazza che riposava pacificamente al suo fianco.
Rivaille non riusciva a dormire, di nuovo. Gli occhi grigi del caporale studiavano la splendida donna che continuava a dormire indisturbata, mentre la sua mente lavorava frenetica tenendolo sveglio. Assorto nei suoi pensieri l'uomo continuava il disegno invisibile sulla pelle morbida della compagna, premendo più forte le dita, incapace di scacciare i fantasmi che il domani avrebbe portato.
Lui e Irvin avevano fatto un conto approssimativo delle risorse che sarebbero state perse nella spedizione fuori dalle mura, ma c'era una cosa che lo preoccupava molto di più del possibile fallimento della missione. Era il timore di perdere ciò che gli rimaneva di umano: la sua squadra, e soprattutto lei.
-Caporale...- Mormorò piano Petra, voltandosi verso l'amante.
-Non era mia intenzione svegliarti. Torna a dormire, domani sarà una lunga giornata.- Ordinò Rivaille in risposta, esaminando il volto assonnato di lei.
-C'è qualcosa che non va?- La donna ignorò l'ordine accarezzando dolcemente la guacia fredda del caporale.
-Dormi.- Il comando era lo stesso ma mancava l'autorità nella sua voce; concentrando tutta la sua capacità nel reprimere i sentimenti, il caporale tentava strenuamente di non cedere a quel tocco caldo e delicato.
-Non riesce ad addormentarsi?-
-Come potrei con te che continui a parlare?- Mormorò sarcasticamente l'uomo.
-Pensavo fosse stato lei a svegliare me!- Borbottò Petra sbadigliando, per poi stringersi di più a lui -io e la squadra non permetteremo che le capiti qualcosa, lo prometto.- Rivaille non approvava che si oltrepassassero certi limiti e Petra sapeva perfettamente di averlo fatto pronunciando quelle parole .
-Lo so.- Si limitò a sussurrare lui chinandosi un poco per baciare il capo ramato. Rivaille stette in silenzio a guardare gli occhi ambrati della giovane donna chiudersi piano, mentre sul bel volto di lei rimaneva dipinto un leggero sorriso.
Appoggiando il mento sulla sommità del suo capo, il soldato strinse le braccia intorno al corpo della ragazza avvicinandola ulteriormente a sè, come a ribellarsi a un destino che, loro ancora non lo sapevano, l'avrebbe portata per sempre lontana da lui.

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Capitolo 7
*** Inatteso 3. ***


In un attimo la prende tra le braccia e la adagia delicatamente sul letto, chinandosi sul suo corpo bollente. Petra non riesce a capacitarsi della situazione; un attimo prima il caporale le chiede, in un modo discutibile e assolutamente poco chiaro, di sposarlo (anche se, a dir la verità, era stata lei a "supplicarlo" di chiederla in moglie) e ora si trova sotto di lui, che è intento a baciarle il viso e il collo. Le mani di Rivaille vagano prepotenti dalle gambe al busto della ragazza, fino a giungere ai bottoni della camicia.
-CA-CAPORALE!!!-  Con un potente colpo di reni, la ragazza riesce a ribaltare la situazione e si rifugia contro la testiera del letto, appollottolandosi come un riccio.
-Petra, ancora con questa storia? Vorrei ricordarti che le ho già viste prima.- Dice Rivaille impassibile.
-Non-non è quello...è solo che...- La ragazza, con le guance in fiamme si ritrova a fissare un punto indefinito sulle lenzuola.
-Non è un bello spettacolo, gielo assicuro; il mio corpo è pieno di...di orribili cicatrici.- Il suo sguardo si è incredibilmente rattristato.
-Non essere sciocca.- Dice Rivaille facendosi avanti e prendendo le braccia della ragazza in modo da scioglierle dalla presa che aveva sul suo stesso busto.
-Caporale...la prego...- Petra è, per l'ennesima volta, sul punto di piangere.
-Voglio vedere.-
La donna rimane immobile come un sasso quando Rivaille riesce a sfilarle la camicia. Effettivamente il suo corpo è costellato da sfregi chiari di ogni forma e dimensione. Lo sguardo dell'uomo si ferma su una cicatrice in particolare.
Aprì la porta dell'infermeria con un calcio ben assestato "Oi fottuti occhiali! Come sono le ferite di Petra?"
"Potresti dire qualcosa prima di entrare! Comunque nessun osso rotto, solo qualche ammaccatura e qualche ferita." Rispose Hanji sorridendo.
La ragazza seduta sul lettino e in evidente imbarazzo cercava spasmodicamente di coprire il proprio busto, fasciato solamente da un bendaggio stretto sull'addome. Rivaille le si avvicinò e le prese il viso tra le dita, mentre la povera fanciulla farfugliava scuse sconnesse sul fatto di essere stata, a suo dire, un'incapace.
"Non devi scusarti, hai fatto il tuo dovere di soldato e ti sei distinta tra tutti gli altri. Hanji, queste ferite sul viso lasceranno segni?"
"No, quelle dovrebbero sparire senza lasciare traccia. Perchè me lo chiedi?"
"Petra è una donna e il viso di una donna non dovrebbe essere rovinato da cicatrici."

Sono passati anni e ora Rivaille può vedere il segno indelebile che quella brutta ferita ha lasciato sull'addome della giovane.
Rivaille la guarda negli occhi per un secondo che sembra infinito poi si china sulla ragazza e le bacia il collo, il lobo dell'orecchio, la clivicola, il seno, il ventre...
-Caporale...-
-Stai ancora piagnucolando, Petra?- Dice lui continuando a baciarla.
-No...è solo che...- Petra si ferma e prende fiato, cerca di ritrovare, nei meandri del suo cervello incredibilmente offuscato, le parole giuste da dire -Non posso credere che stia succedendo davvero; sono terribilmente agitata, eppure questo è ciò che ho sempre voluto. Il caporale è qui e sta per fare l'amore con me...sì, l'amore...andiamo Petra, come se non lo conoscessi! Non devo farmi illusioni; tutto ciò che è successo, dalla "promessa" di matrimonio a questo ha dell'impossibile, domani non se lo ricorderà nemmeno! Ora, non fare la bambina e accetta la situazione per quello che è!E soprattutto, non metterti a piangere!-  La labbra di Rivaille si muovono leggere, le sue dita slacciano i bottoni e sfilano i pantaloni bianchi della ragazza. E' moto più delicato del previsto, in tutto quello che fa.
Petra prende coraggio e lo bacia, gli sfila la camicia immacolata scoprendo un corpo diafano, nervoso, snello e dai muscoli ben definiti. In pochi minuti e con pochi movimenti i due si ritrovano nudi e distesi l'uno sull'altra.
-Hai...familiarità con queste cose?- Rivaille si mette seduto e Petra lo imita, coprendosi col lenzuolo.
La ragazza sorride debolmente e distoglie lo sguardo, sistemandosi una ciocca di capelli ramati dietro l'orecchio.
-Solo una volta, al campo d'addestramento.-
-E sei ancora legata a lui in qualche modo?-
-Oh no...E' morto molto tempo fa durante una missione.- Petra non riesce a guardarlo negli occhi fino a che Rivaille, inaspettatamente, le accarezza una guancia. La donna allora alza lo sguardo e incontra i freddi occhi grigi del suo superiore; è lei a baciarlo ed è lei a cingergli il collo, portandolo sopra di sè.
-Dimmelo se ti fa male.-
Rivaille entra in lei con una spinta decisa ma delicata, come se la sua priorità fosse quella di non causarle dolore. Petra sobbalza leggermente ed emette un gemito involontario mentre stringe le braccia sulla schiena dell'uomo e affonda il viso nel collo del caporale.
-Petra, devi fermarmi se ti faccio male.- La ragazza lo guarda con gli occhi ambrati pieni di lacrime e sorride.
La sua pelle profuma di fiori, è liscia e morbida quasi quanto i suoi capelli ramati; le sue braccia lo stringono, gli accaezzano il collo e la schiena, le sue mani bianche gli scompigliano i capelli e gli solleticano la pelle.
E' bella, incredibilmente bella, più bella, calda e invitante di qualsiasi altra donna Rivaille abbia avuto. I suoi gemiti lo spingono ad andare avanti, a stringerla piu forte, a cancellare tutto ciò che li circonda, i problemi, le disgrazie, i dolori che compongono il mondo devastato in cui vivono. Rivaille non ha mai conosciuto la pace, mai, fino a questo momento, il momento in cui, svuotato, appoggia il viso sul seno della donna che si alza e si abbassa ritmicamente; sente il suo cuore battere forte, il calore della sua pelle...vede i suoi enormi occhi color miele lucidi e adoranti; questa, Rivaille, è la pace.  
Il sonno arriva per entrambi; la mano del caporale, che poco prima passava leggera su e giù per la schiena della donna, si ferma.
Gli occhi di Petra si schiudono piano, constatando che la notte non è ancora passata. Rivaille dorme al suo fianco, il viso imbronciato di sempre. La ragazza si alza e si veste cercando di fare meno rumore possibile. - E' meglio che me ne vada, domani farà sicuramente finta di nulla ed è giusto così.-
-Che diavolo stai facendo?- Rivaille la afferra per un braccio, ha un occhio chiuso e la faccia di uno che si è svegliato di pessimo umore.
-Ca-caporale! Io me ne stavo andando!-
-Non dire sciocchezze. E togliti immediatamente quei vestiti, nel mio letto non entrano cose sporche.-
-Sporche? Ma...- Rivaille la trascina giù prima che Petra possa ribattere.
Lui chiude gli occhi mentre lei continua a guardarlo, stupita. -Caporale?-
-Mmh.-
-Quindi lei si ricorda tutto quello che è successo?-
-Petra- Rivaille la guarda di sbieco, socchiudendo i suoi occhi grigi, freddi e taglienti -come potrei essermene dimenticato?Sono passate solo poche ore.-
La ragazza arrossisce e si scusa con un mugugnio poco comprensibile.
-Se nel caso fossi tu a volerti dimenticare di quello che è successo, sappi che l'unico modo è trovare un uomo migliore di me. Non sarà facile.- Detto questo il caporale fa voltare Petra e si addormenta appoggiando la fronte alla schiena della ragazza, che si ritrova, per l'ennesima volta in quella giornata, terribilmente confusa.
 

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Capitolo 8
*** IF. Alternativa ***


Il fatto che le sue occhiaie fossero aumentate a dismisura non era di certo un caso; come non era un caso che non riuscisse più a fare l'amore con sua moglie. Era assurdo pensarlo, lui era il primo a rendersene conto, ma ogni volta che provava ad avvicinarsi a Petra con intezioni per nulla celate, il demonietto cominciava a gridare disperato, come se sapesse e non gradisse ciò che Rivaille aveva intenzione di fare. Lui allungava una mano, si avvicinava alla donna sdraiata li accanto, la baciava o altro e il marmocchio strillava come se non ci fosse stato un domani. Petra allora lo guardava con evidente dispiacere, si alzava dopo avergli dato una carezza consolatoria e prendeva il fagottino tra le braccia. Se la situazione volgeva nel verso giusto il piccolo si addormentava quasi immediatamente tra i genitori, nel caso contrario la donna ricorreva all'allattamento; il bimbo a quel punto cominciava a succhiare soddisfatto e a Rivaille non restava altro che guardare...scena piacevole, se non fosse stato per il fatto che, e il caporale ci avrebbe messo la mano sul fuoco, suo figlio lo guardava con aria di sfida della serie "Hey, lo so che vorresti farlo anche tu ma, indovina un pò, lei preferisce me!"
La vita del caporale era cambiata del tutto; faticava ancora ad abituarsi all'idea di essere sposato e di avere un bambino. Era successo tutto all'improvviso, Petra era rimasta incinta quasi subito dopo il matrimonio e poi era arrivato lui, il piccolo Irvin. Copia sputata del padre: stessa pelle candida, stessi capelli neri, stesso taglio degli occhi ( anche se questi erano color del miele) e soprattutto stesso caratteraccio. Aveva iniziato a rendere difficile la vita dei genitori prima di venire al mondo; il moccioso aveva deciso di nascere in un momento decisamente sbagliato, in piena notte e nel bel mezzo della progettazione di un piano di espansione per la legione. Un vicino di casa estremanente agitato si era presentato al quartier generale dicendo che la levatrice era già arrivata; Rivaille si era ovviamente precipitato a casa e aveva atteso ben sedici ore prima di poter vedere suo figlio nascere...il signorino si era fatto desiderare, gettando Petra nella disperazione e Rivaille nella tentazione di uccidere chiuque gli fosse capitato a tiro.
Insomma, tutto nell'universo sembrava farsi gioco di lui, dal bambino che, fatalità del caso, rigurgitava sempre sulle sue camicie a Petra che adorava quel moccioso di Eren...ed Eren andava matto per Irvin e Irvin...bhe, si divertiva a prendere a calci in faccia il povero Jaeger quando questo lo prendeva tra le braccia e lo alzava sopra la testa facendo finta di farlo volare. Più di una volta gli era capitato di alzare lo sguardo e di vedere, con inaspettata soddisfazione, i piedi paffuti del bambino colpire in pieno volto Eren; a dirla tutta era un'immagine decisamente divertente soprattutto quando il ragazzo, con un sorriso da ebete stampato sulla faccia, farfugliava frasi come "Petra, comincia a farmi male ma non so come comportarmi." Padre e figlio erano talmente simili che Rivaille, guardando il marmocchietto prendere a pedate il soldato, si toglieva la voglia di malmenare il rumoroso malcapitato poichè gli sembrava di averlo già fatto.
Insomma, un rapporto di amore-"odio", quello tra padre e figlio...decisamente diverso dal rapporto di amore-amore tra madre e figlio; Petra sembrava nata per essere mamma, lo diceva ogni suo gesto, la luce che le si formava negli occhi quando parlava del figlio. Rivaille si fermava a guardarla quando la donna prendeva tra le braccia il piccolo per farlo addormentare; i suoi fianchi si muovevano lentamente al ritmo di una filastrocca che Petra era solita cantare al bambino, la sua voce era incredibilente calda e melodiosa e il suo sorriso era più luminoso che mai, quando la ragazza si voltava e notava il marito intento a fissarla. In quei momenti al caporale sembrava davvero di non aver mai visto nulla di più bello: la sua splendida giovane moglie che teneva tra le braccia il loro primogenito addormentato. In fondo, la sua nuova vita non era per nulla male; certo, aveva avuto parecchie difficoltà, a cominciare dalla gente che lo circondava. E pensare che se non fosse stato per Petra, nessuno a parte il comandante Smith avrebbe saputo del matrimonio. Tutti, Hanji in primis, erano in fibrillazione per la cerimonia per non parlare poi della notizia della gravidanza. Da quando Petra aveva ottenuto il congedo dalla Legione, il caporale non aveva avuto un attimo di tregua: tutti continuavano a chiedergli come stesse la moglie, a partire dalla sua squadra, i cui componenti soffrivano la mancanza della compagna. La fase critica arrivò nel momento in cui Petra decise di far visita ai vecchi compagni al quartier generale; tutti rimasero estasiati alla vista del suo pancino ormai evidente. C'era chi si trovava sul punto di piangere (Aurou, ovviamente), chi continuava ad accarezzarlo pensando portasse fortuna (Gunther ed Erd), chi continuava a fare domande scientifiche ed irritanti su come fosse avvenuto il fatto,( non c'è bisogno di specificare chi fosse la donna in questione) e chi, come Eren, si limitava a fissare il pancione di Petra, immaginado che viso potesse avere il figlio del soldato più forte dell'umanità; i grandi occhi smeraldini e luccicanti del ragazzo facevano intuire che Eren stesse calcolando mentalmente le possibili qualità di assassino di giganti che il bimbo avrebbe avuto; comunque Hanji, Eren e altri psicopatici a parte, il fatto di essere diventato padre non gli dispiaceva affatto, soprattutto quando, al ritorno da una missione sapeva di trovare qualcuno ad attenderlo, sua moglie e suo figlio, sapeva che Petra lo avrebbe aspettato sulla porta e lo avrebbe abbracciato dicendogli "ben tornato, Caporale..." e sapeva che il suo bambino avrebbe alzato le piccole mani con l'intento di farsi sollevare tra le braccia del padre...sapeva anche, che negli occhi affusolati e color del miele di suo figlio avrebbe visto tutto ciò che di buono c'era in sè stesso.

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Capitolo 9
*** Corridoio. ***



Era stato piacevole, piacevole ed inaspettato per entrambi, una sensazione di calore e dolcezza che mancava da troppo tempo.

-Hai finito di fare la balia?- Le parole di Rivaille riescono a riportare il freddo in quel corridoio umido e buio che conduce alle segrete.
-Caporale! Mi ha spaventata!- Petra si tocca il cuore in un gesto sorpreso, stringendosi nella leggera vestaglia azzurra .
-Sei rimasta lì sotto più di mezz'ora.-
-Mezz'ora?-
-Più...di mezz'ora.- L'accento marcato sulla prima parola dà alla frase le sembianze di un vero e proprio rimprovero; Rivaille rimane immobile, sguardo irritato fisso sulla donna, braccia incrociate e schiena poggiata alla fredda parete grigia.
-Devo aver perso la cognizione del tempo. Ora, con permesso signore, vado a dormire.-
-A che gioco stai giocando, Petra?-
-Signore?- La ragazza si volta verso il caporale che continua a guardarla indispettito.
-Ti conosco abbastanza bene da ipotizzare ciò che è successo; non devi farti impietosire Ral, è un soldato, trattalo come tale.-
Impressionante, sapeva leggerle dentro, come sempre.
-Di notte fa freddo e nelle segrete si gela. Sono venuta a portargli delle coperte in più.- Petra non avrebbe mai pensato che le cose si sarebbero evolute in quel modo ed ora cerca di reprimere le proprie emozioni con scarsi risultati; è inutile, le immagini le riempiono gli occhi e i suoni le affollano la mente. Riesce ancora a sentire tra le dita la morbidezza dei capelli di Eren, la dolcezza nelle sua voce da bambino addormentato che la chiama "mamma" nel sonno...
"Eren, perchè volevi tanto entrere nelle Legione?"
"Voglio che gli umani tornino ad essere liberi perciò ho giurato a me stesso che distruggerò tutti i titani."
"Mi ricordi tanto una persona..." Così Petra si era ritrovata a guardare gli occhi ardenti e smeraldini del ragazzo, incapace di trattenere il desiderio di accarezzargli la guancia.
"Petra...lei sta pian-?"
"Io?!Oh no, non è nulla! Tranquillo e mettiti a dormire."

Aveva ragione Rivaille, Petra era incapace di trattare Eren con freddezza; infatti gli aveva rimboccato le coperte e si era seduta accanto a lui aspettando che si addormentasse. D'altro canto il ragazzo non si era lamentato, nonostante fosse probabilmente più bisognosa Petra di dare attenzioni che Eren di riceverle.
-Sinceramente signore, credo sia semplicemente un ragazzo con un enorme responsabilità sulle spalle.-
-E' prima di tutto un soldato.-
-Dico solo che si stanno utilizzando metodi troppo duri con lui.-Gli occhi le si inumidiscono quando nella sua mente si fa ancora più vivo il ricordo di quelle due sillabe pronunciate inconsciamente...mamma.
-Ora basta Petra. Lui è un soldato e potrebbe essere la nostra arma vincente se...-
-E' poco più che un bambino, Rivaille!- Gli ha urlato contro, gli ha urlato contro e lo ha chiamato per nome...inammissibile.
Petra sbarra gli occhi, incredula di ciò che ha appena fatto. -M-mi perdoni signore, non accadrà più.-
Il caporale non fà una piega, rimane immobile a fissare la ragazza.
-Perchè una persona come te ha deciso di diventare un soldato?-
Silenzio.
-Rispondi, Petra.-
-Me lo sono chiesta più volte anch'io. Voglio...voglio far sì che le persone possano vivere in pace, voglio che tutti abbiano la possibilità di farsi una famiglia senza il timore che i titani si facciano vivi da una momento all'altro perchè...bhe, è semplice, è quello che vorrei fare anch'io. La parte che mi riguarda è praticamente impossibile lo so, ma combatto al suo fianco con la speranza di aiutare gli altri a realizzare questo sogno al posto mio. Provo in tutti i modi a reprimere questi sciocchi sentimenti perchè, come dice lei, sono prima di tutto un soldato.-Un lungo respiro e una scrollata di spalle -Ora, buona notte caporale.- Petra se ne sarebbe andata se qualcosa non l'avesse trattenuta per la cintura della veste; due dita bianche e affusolate la tengono stretta mentre un sospiro leggero ma chiaramente irritato le solletica l'orecchio.
-Esatto Petra, sei prima di tutto un soldato e il tuo compito è quello di aiutarmi a mantenere la promessa che feci tempo fa a quel commilitone morente, ricordi vero? Quando avremo adempiuto a questo compito, sappi che ti aiuterò a realizzare il tuo sogno. Ora va' a dormire.-

Petra cammina piano, sale le scale come se una forza esterna la stesse trascinando. Si lascia cadere mollemente, strisciando la schiena contro la superficie lignea della porta chiusa. Con il mento appoggiato alle ginocchia e le gambe strette al petto, perde lo sguardo annebbiato tra le fessure del pavimento di pietra.
Sì, lei è un soldato, uno trai i migliori eppure, mentre accarezzava i capelli di quel ragazzino dormiente che a quel tocco l'aveva chiamata mamma, aveva veramente realizzato che quello era il suo posto...il suo sogno era quello di avere una famiglia e ora Rivaille lo sapeva...lo sapeva e le aveva detto che l'avrebbe aiutata a realizzarlo.
"Parole vuote..." Un sorriso amaro le si dipinge sul volto rigato dalle lacrime. Parole vuote di un uomo freddo e distaccato, terribilmente cinico all'apparenza ma che ha imparato ad amare, giorno dopo giorno, notte dopo notte.
Parole vuote...si convince di ciò perchè crede che questo la renda meno fragile, niente illusioni inutili per un soldato che deve battersi contro i mostri. Parole vuote...eppure traboccanti di significati e di sentimenti che le danno ogni giorno la forza di vivere e di continuare a lottare.

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