Friends

di fannysworld
(/viewuser.php?uid=598603)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno di scuola ***
Capitolo 2: *** brutti sogni. ***
Capitolo 3: *** Luka ***



Capitolo 1
*** Primo giorno di scuola ***


Eccoci qui. Sono le 8.05, Brooke Kibs in ritardo al primo giorno di liceo classico. Forse dovrei correre, essere agitata eppure sono tranquilla per strada senza nessuna fretta di arrivare a scuola. Ero l'unica fuori al cancello oltre a un gruppo di ragazzi che fumava dietro l'angolo. Entrata nell'edificio, una ragazza sui sedici anni mi accompagna in classe. Okey,forse questo era imbarazzante, ripensandoci avrei dovuto correre. Ecco la 1H. Chiedo scusa per il ritardo e con educazione cerco posto. La mia classe è davvero sfigata. Sono quasi tentata di restare accanto alla professoressa: il colmo. Per pietà di me stessa mi siedo vicino ad una, quella che forse sembrava più ok. Dopo l'appello, la professoressa ci lascia liberi di fare conoscenza. Molti si girano a parlare con quelle del banco di dietro, altri si radunano in gruppetti. L'imbarazzo della scelta era talmente grande che ho preferito rimanere al mio posto. Infilo le cuffiette, spingo il tasto play, parte la canzone di Miley "The climb" e addio. Forse avrei dovuto - com' è quella parola? Ah,si - socializzare. Chiariamo questo punto, io non sono asociale. Ho amiche,anche molte. Ma non sopporto le domande, le persone che cercano di sapere tutto di me, gli sguardi da testa a piedi, le curiosità della gente, a volte insistente. Sono per la teoria 'lasciamo che il tempo ci faccia conoscere' e non 'vediamo in un giorno quanto riesci a scoprire di me'. Siamo alla quarta ora. Il mio mp3 è scarico,accidenti. Lo spengo con disprezzo e poso le cuffie in tasca. Provo a fare conoscenza, sempre rimanendo nei limiti. -Wow, devo essere davvero disperata- infondo c'erano altre due ore da trascorrere in quell'aula. La mia compagna di banco si chiama Lila. Abbiamo parlato un po', non è tanto male, ride e questa cosa mi piace. Suona l'ultima campanella, grazie al cielo. Sollevata, a passo svelto, cerco l'uscita insieme a lei. In realtà credevo sapesse dove andassimo così continuo a camminare. Ho scoperto che abbiamo molte cose in comune. A entrambe piace leggere e crediamo che la nostra classe faccia schifo. -"Lila ma dove stiamo andando?"- erano passati dieci minuti e giravamo in tondo.-"Pensavo lo sapessi tu.."- Ci eravamo perse,che figura di merda. In mia difesa dico che quella scuola è davvero troppo grande. Dopo venti minuti troviamo un bidello - ricordatemi di farlo santo,un giorno- che ci indica l'uscita. Corriamo come pazze, se chiudono i cancelli e io sono ancora qui dentro giuro che do fuoco all'idiota che ha disegnato il progetto di questa scuola. Per un pelo, riusciamo ad andarcene. Rimaniamo cinque minuti a ridere poi la saluto e inizio a camminare. Non abito molto lontano dalla scuola, ma faccio sempre il giro più lungo: odio stare a casa. Non perché la mia casa puzza o perché ci sono i topi. La mia è una bella casa,in stile americano. È molto accogliente e colorata. Il soggiorno è in verde, con divano, televisore e tavolino. Abbiamo un bagno lilla con vasca, una cucina azzurra ben attrezzata -adoro cucinare- e un balcone dove d'estate mi addormento. Poi ci sono le due camera da letto e la dependance con stereo e libreria. Insisto: la mia è una bella casa, solo che inutile. Mia madre lavora tutto il giorno e tutti i giorni. Fa anche più lavori: è un infermiera, insegnante e babysitter. Cerca di darmi il meglio,nonostante sia sola. Mio padre ci ha abbandonato quattro anni fa, quando, con la crisi, decise di trovare una moglie con un portafoglio più pesante. Apro la porta, poso la borsa e mi preparo un panino veloce. Guardo l'orologio,sono le tre del pomeriggio. Ho ancora sei ore a disposizione.. Indosso un paio di pantaloncini, una maglietta viola e converse e, come sempre, vado da Luka. Luka,il mio migliore amico, è anche il mio vicino. Il nostro parco è solito chiamarlo quello dei sopravvissuti: ci sono famiglie con passati terribili e tristi che adesso vivono felici in una nuova vita. Suono il campanello, mi apre la zia. I suoi genitori sono morti in un incidente stradale quando lui era troppo piccolo per ricordarsi i loro volti. Così vive con la zia e suo cugino più grande. -"Buon pomeriggio,signora Burms, come sta?"- -"Quante volte ancora dovrò dirti di darmi del tu?.. Bene,accomodati, Brooke, il tuo primo giorno di scuola?"- -"Bene,grazie."- -"Sali pure, Luka è di sopra."- Sono otto anni che io e Luka siamo amici e ogni volta che entro nella sua camera è sempre di spalle vicino alla Tv. Gli copro gli occhi color nocciola con le mani,senza farmi vedere. -"indovina chi sono"-. -"se non sei Belen in intimo non mi interessa,puoi anche andartene"- scoppiamo a ridere. Si gira per abbracciarmi ma gli volto le spalle imbronciata. Sogghignando infila le sue mani fredde sotto la maglietta e inizia a farmi il solletico. Cadiamo ridendo sulla sedia e lo abbraccio. -" Com'è andato il primo giorno di scuola,Brooks?"- -"..diciamo che è andato e basta. Sono nella 1H. Almeno siamo nello stesso piano. Ah,ho conosciuto una, Lila, è l'unica che sembra apposto."- Luka è al terzo liceo scientifico e, a differenza mia, i suoi compagni di classe sono simpatici e normali. -"Su,dai, poi ti staranno simpatici"- -"si,già,possibile..che ti va di fare? via Roma?"- amo passare i pomeriggi con lui. -"mh.. Si,dai,andiamo anche alla Feltrinelli che voglio comprarti un libro"- -"un altro?"- dall'inizio dell'estate è il sesto libro che mi compra. -"Ma si, a te piace leggere e quando ti compro un libro sei felice e.. sorridono anche i tuoi occhi, non è una cosa che vedo più oramai.."- Ci fu un silenzio imbarazzante nella stanza. Lui sa tutto prima che io gli parli, fa finta di non sapere alcune volte -quando capisce che non sono pronta a parlarne- e altre,invece, tenta di farmi sfogare. -"amore,ma se io sorrido sempre"- fingo una risata sincera. Lui la smaschera in un secondo e lo prende come un campanello d'allarme. -" no,quelli non sono sorrisi, è solo denti."- era serio. Odio quando è serio. -" si,ma ho bei denti, un giorno sarò il volto immagine della Mentadent"- si arrende al suo millesimo tentativo e ride. È stupendo farlo ridere, mi fa sentire soddisfatta. È come quando una bimba prende ottimo a un compito e sta per ricevere un regalo dal padre. -"andiamo dai,sono le quattro"- Eravamo stesi sul suo letto accucciolati. Per qualche secondo mi sono pentita di avergli chiesto di uscire, stavo comoda e carina tra le sue braccia. Scendiamo le scale e chiude la porta alle spalle. Eravamo per strada a parlare del diverso che ormai è considerato sinonimo di anormale. Trattare argomenti intelligenti con lui è la cosa che mi piace di più. La pensiamo quasi sempre allo stesso modo ed è bello condividere delle idee con qualcuno che ti comprende. Arriva il treno, puntualmente in ritardo. -"avviso Tess che stiamo andando in cumana così si fa trovare alla fermata,ok? Tu chiama Marck e Christina."- Questa era la mia comitiva,gli amici di cui vi parlavo prima. Tess, quindicenne anoressica bulimica coi genitori che si odiano e non possono divorziare per problemi economici. Marck, il gay picchiato dai compagni di classe,rifiutato dai genitori. Christina,la sua sorellastra, alcolista e violentata dal suo vecchio padre. Luka, senza genitori e in cerca di un senso alla sua vita. E io,Brooke, quella mai abbastanza per tutto, bipolare,autolesionista fino a poco fa, impegnata a trovare un mondo in cui sia a suo agio. Sembra un gruppo di depressi detta così. Siamo ragazzi incazzati con il mondo e la società, che vivono ogni giorno come se fosse l'ultimo, spericolati e senza nulla da perdere perché qualsiasi cosa avevano gliel'hanno tolta. Eccoci li, alla fermata di Montesanto in giro per le strade. Ci conosciamo tutti da circa cinque anni. E quando dico conosciamo intendo nel profondo. Siamo come una famiglia,forse anche migliore. Non abbiamo padri che ci comandando,solo fratelli che ci sostengono. Unica regola: la sincerità. -" prima tappa?"- Marck è la nostra guida turistica -" Alcott?"- -"Feltrinelli!"- Luka mi guarda con un sorriso, abbasso lo sguardo disagiata. -"va bene,amori, mettiamola ai voti. Per Alcott?"- alzai di scatto la mano: più tardi andavamo in libreria più era possibile si dimenticasse di farmi un regalo. Eravamo Christina,io e Marck su Luka e Tess -"Oookey,la maggioranza vince, si va da Alcott"-. La maggior parte del tempo lo passiamo a cercare una taglia per Tess. È talmente magra che una 38 le scappa di dosso. I suoi genitori non si sono mai accorti di nulla, porta sempre delle felpone che le disegnano una pancia irreale. Ha lunghi capelli rossi,occhi verdi, labbra carnose e una risata viva. Giuro, è stupenda. Glielo dico in continuazione ma non mi crede. È insicura, non riesce mai a sentirsi bella,a proprio agio con il suo corpo. -"Che ne dici di questa?"- chiedo a Marck prendendo un maglioncino blu notte. Con lui,invece, è stupendo fare acquisti. Da consigli sinceri: se deve dirti che una maglia ti ingrassa non si crea problemi. È l'amico perfetto. -"cara, a te stanno meglio i colori chiari, prendi quello azzurrino che, con il foulard dell'altra sera, stai un amore"- sembra di parlare con il mio armadio, è fantastico. Volevo chiedere il parere anche di Luka prima di comprarlo. Lo cerco con lo sguardo. Era vicino a due ragazze piuttosto carine. -"Ehi, Chri, scommettiamo che esce con la biondina?"- Io e lei ci divertiamo così. -"punto 5euro sulla mora"- -"affare fatto."- e ci stringiamo le mani. Dopo nemmeno dieci minuti Luka e la mora si appartano nel camerino. -"vinto!"- urla Christina,fanculo. Quando il Don Giovanni torna, gli do uno schiaffo dietro il collo. -"ehi,che ho fatto?"- esclama in tono tenero. -"devi cinque euro a Christina, così impari a scegliere la ragazza su cui non scommetto"- dico facendo finta di essere incazzata. Scoppiamo a ridere fragorosamente e poi mi abbraccia di fianco. -"Che ne dici di questo?"- indicando il maglione. -"come la pensa Marck?"- Luka non da mai un suo parere, appoggia qualsiasi cosa dica Marck. -"dai,serio. Lo compro?"- -"okey, mi piace il colore"-. Perfetto,comprato. Facciamo qualche altro giro per i negozi e poi si va alla Feltrinelli. Io e Luka stiamo perlopiù nel piano dei libri. Marck, Christina e Tess sono ossessionati dai videogiochi al piano di sotto. -"Allora,che libro vuoi?"- Si era ricordato del regalo,miseriaccia. -"no,sul serio Luka, finisce che mi compri un intera libreria! Se proprio vuoi farmi un regalo comprati un film, lo vediamo venerdì sera da me,ok?"-. Stava per obbiettare ma lo ammutolisco con un bacio sulla sua guancia fredda. -"ok.. solo io e te,va bene?"-. Rispondo con un sorriso a tremila denti e scendiamo al piano film. Eravamo indecisi su quale comprare, avevamo già visto la maggior parte dei film usciti dal 1990 a oggi. -"One day..mh..sembra bello. Boh, lo prendiamo?"- annui per disperazione. Andiamo a chiamare i ragazzi e raggiungiamo la cumana per tornarcene a casa. Si sono fatte le 20.30 e noi siamo ancora per strada. Luka è dovuto passare da un amico a prendere degli appunti per domani. Arrivati al portone, lo abbraccio e entro in casa. Mia madre deve ancora tornare e voglio aspettarla per cenare. Ne approfitto per farmi una bella doccia calda e rilassante. Ho superato un altro giorno e sono ancora viva,io posso farcela.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** brutti sogni. ***


-"ATTENTO,CHARLIE!"- non riuscì a voltarsi che la macchina lo prese in pieno. Un urlo di dolore rimbomba nella stanza. Mi alzo di scatto. Sono sudata e tremante. Il viso bagnato dalle lacrime e respiro affannoso. Feci per scendere dal letto ma le gambe e tutto il corpo sono bloccati. Non riesco a controllarmi: voglio scendere dal letto,allontanarmi da quel sogno,solo questo. "È tutto ok,sono in camera mia. Era solo il solito incubo, Brooks, calmati. Sembri una bambina,cazzo", mi ripeto. È sempre lo stesso sogno, la stessa paura, gli stessi pianti, lo stesso dolore Respiro profondamente. Cerco di pensare a qualcosa di piacevole, come mi aveva consigliato Luka. Pensa, cazzo, pensa. Inutile: ero sconvolta,non riuscivo a pensare. Aspetto una mezz'oretta e finalmente mi calmo. Sono le cinque del mattino. Tiro la coperta, prendo un libro che mi ha prestato Lila e una tazza di caffè ed esco fuori al balcone. L'alba era stupenda. Il celeste del cielo, rigato dal giallo del sole, era come morfina per un paziente. Il mondo era in silenzio, le strade vuote,sembrava tutto così innocuo e tranquillo. Appena le persone si sveglieranno, perderò la mia pace, tornerò a vivere in quel mondo di merda. Odio le persone del mondo di oggi. Si nutrono di egoismo e bicchieri di stupidità perché non hanno i soldi per comprare il pane mentre coi cellulari nuovi scrivono testi contro la crisi. Sfoggiano le loro moderne tecnologie considerandosi "quelli evoluti" e non accettano l'omosessualità. Hanno un carriera basata su un mucchio di raccomandazioni senza mai aver aperto un libro. Fanno continue lamentele sui mezzi pubblici ma nessuno si prende la briga di pagare il biglietto. Sono persone chiuse, senza principi e fondamenta. Sono il motivo per cui il mondo é in rovina. È un momento di serenità,a fanculo loro e il mondo. Prendo il libro di Lila: "Cadiamo come foglie in autunno". Leggo le prime dieci pagine, è un bel libro, scritto davvero bene. Parla di una ragazza innamorata ma non corrisposta. Avrei voluto continuare per qualche altra riga ma gli occhi mi sono diventati pesanti. Mi addormento. L'incubo ritorna. -"Ehi, Brooks, stasera sei sotto la mia tutela... bene bene bene.."- e strofinò le mani l'una con l'altra come uno di quei personaggi malvagi dei cartoni. -" Non rompere,Charlie"- disse scocciata una ragazzina dai lunghi capelli neri. -"dai,stasera sarò buono. Ti porto fuori con me e se sarai zitta tutto il tempo ti darò un biscotto,contenta?"- -"Guarda che sei obbligato. Non puoi lasciarmi sola a casa.. E non trattarmi come un cane"-. -"Forza,dai,andiamo in macchina"- -" okay,ma non guidare come un pazzo"-. Si fermarono fuori ad una casa. Probabilmente c'era una festa,la musica arrivava fin all'inizio della strada. -"non crederai mica di ubriacarti e lasciarmi qui in macchina ad aspettarti, vero?"- -"..la nonna aveva ragione: sei tu la figlia intelligente e perspicace. A dopo,Brooks"- sorrise beffardamente e se ne andò. Prima di entrare nell'appartamento salutò degli amici muscolosi e gli diedero una bottiglia di champagne. Passò la prima ora. Brooke era ancora in macchina a fissare la porta sperando che uscisse Charlie,ma nulla. -"se fra trenta secondi non esce lo vado a chiamare,giuro. Uno..due..trenta! Tempo scaduto,ora entro"-. Scese dalla macchina. Temeva che i ragazzi fuori all'ingresso non la facessero entrare perché era piccola. Tentar non nuoce. -"ehi,tu ragazzina,vieni un po' qua. Lo sai che sei proprio bella?"- Qualcuno dei ragazzi sbronzo la chiamò. Brooke fece finta di non sentire ed entrò. Lui, ubriaco, la strinse per il polso. -"ehi,dico a te,girati"- La ragazza non si girò,rimase immobile. Immaginava che qualcuno arrivasse e gli desse un pugno,come nei film. Peccato che era nella vita reale. Iniziò ad avere paura. Non voleva girarsi, si era bloccata. Un altra ragazza, più grande di lei, era invitata alla festa passò davanti a loro. Con il suo vestitino nero fin sotto al sedere attirò l'attenzione degli uomini. Tra cui anche quello che teneva Brooke e, ammirando il fondoschiena della signorina, mollò la presa. La casa era gigantesca.C'era tanta confusione,non si capiva nulla. Provò a salire al secondo piano, magari c'era più tranquillità. La guardia la fermò- era vietato salire- e le indicò un corridoio pieno di porte. Aprì la prima. La stanza era arredata per una sala disco. Forse era la più affollata. Quella dopo era tutta fluo. C'erano pochi ragazzi. Cercò con lo sguardo Charlie, ma doveva essere la stanza sbagliata perché non lo trovò. Continuò a cercare nella stanza dopo. Era tutta buia. Cercò l'interruttore. Le luci si accesero. Ci furono delle urla. Erano Sally Trumb e Jhonny Peslt nudi. Brooke li conosceva solo per fama. Erano il ragazzo più popolare del liceo e l'ex di Charlie . Uscì subito dalla stanza, shockata. Si sedette per terra. Non voleva più aprire porte o vedere cose strane. Tremava dallo spavento,aveva solo undici anni. Passarono due ragazzi,sui diciassette anni. -"ehi,tu chi sei? Non sei troppo piccola per stare qui?"-disse quello alto. Brooke non rispose. Si era di nuovo bloccata. -"che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua,mocciosetta?"- -non-sono-una-mocciosetta"- le parole le uscirono tremanti. -"Quindi parli pure.. E come ti chiami?"- -"Sono-Brooke- Kibs"-. I ragazzi si guardarono per qualche secondo poi il basso disse -" la sorella di Charlie?!? Oddio, Tom, abbiamo la sorella di Charlie. Che dici se la facciamo sbronzare?"- Quello alto ci pensò poi rispose -"che sarà mai un innocuo scherzo,giusto?"- risero mentre guardavano compiaciuti la ragazza. -"Vieni,Brooke, vieni con noi"-. Lei era ancora bloccata, non sapeva cosa fare. Confusa,li seguì. Entrarono in una porta alla fine del corridoio. C'era fumo fin su al soffitto e una gran puzza di alcool. La fecero sedere. -"Non muoverti di qui,andiamo a prendere una cosa che ti farà sentire meglio,capito?"-. Annuì. Tornarono dopo cinque minuti. Avevano una strana pasticca in mano. -"Prendila, ti far passare questa sensazione di caos"-. Cosi fece. Dopo qualche minuti si sentì una porta sbattere ed entrò Sally. Si notava che si era vestita di fretta, aveva la maglia a rovescio. Corse verso Brooke. -" Cosa ci fai qui? Ti ho cercato dappertutto"- Non rispose. -" senti,mi spiace per quello che hai visto, adesso vieni con me, ti porto fuori."-. La ragazzina non si mosse. Tom, il tipo che voleva ubriacarla, ad alta voce disse -"Non dirmi che vi ha visto fare sesso,Trumbs! Comunque lasciala, è nostra. E fra poco sarà anche fatta"- Evitò la presa in giro e si rivolse ancora una volta a Brooke. -"Charlie sa che sei qui?"- Fece di no con la testa. Poi prese la mano di Sally e uscirono. -"Va in macchina, io cerco Charlie"-. Ritornò dopo un ora. -"Okey,forse prenderli a botte era esagerato!"- urla Sally. -" HANNO.DROGATO.MIA.SORELLA!"- Charlie urlò le parole lentamente, cacciando tutta la rabbia che aveva ad ogni singola lettera. -"calmati,adesso,o la spaventerai"-. -"si certo..STRONZA, PERCHÉ CAZZO SEI USCITA DALLA MACCHINA?"- -" smettila, Charlie, ha undici anni. È stata colpa tua che l'hai portata qui. È per la tua immaturità che abbiamo rotto,ricordatelo"- La vena sul suo collo stava per scoppiare di rabbia. Cercò di fare un respiro profondo poi verso Brooke disse -" aspetta altri dieci minuti, devo fare un attimo una gara di macchine,hanno scommesso molti soldi. Se vinco la mamma farà un lavoro in meno,capito?- e le baciò la fronte. -"Hai davvero intenzione di lasciarla qui drogata?"- -"È una intelligente per la sua età. Ha fatto uno sbaglio, non lo rifarà."- e entrò in una grossa macchina. Sally rimase con la ragazzina a vedere la gara. Charlie e Cruise Sphilt partono alla pari. Era una partita all'ultimo sangue. Mancavano pochi metri e Charlie era in testa. Ma ad un tratto si sente un forte rumore e Sally urla per lo spavento. Brooke era troppo fatta per capire cosa fosse successo. Era lo sparo della vittoria. Charlie aveva vinto! Torna da noi esultante. Da la buona notte a Sally e entra in macchina. -"Contenta,Brookz? Abbiamo i soldi". La piccola imita un sorriso e torna a guardare il vuoto. -"Adesso torniamo a casa,tranquilla"- Mise una canzone dei Green Day e iniziò a cantarla. Nel frattempo a Brooke passò l'effetto della pasticca e chiese di fermarsi ad una farmacia. -"Aspetta qui, faccio subito. Voglio comprare delle tachipirine"-. Scese dalla macchina e entrò nella farmacia. -"Un pacco di tachipirine, per favore"-. Pagò e uscì. Successe tutto in un secondo. Lei alzò lo sguardo verso Charlie poi una macchina dietro. -"ATTENTO,CHARLIE!"- non riuscì a voltarsi che la macchina lo prese in pieno. Sono le 7. Non dovevo addormentarmi,cazzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Luka ***


Oggi è l'ultimo giorno di scuola prima del week-end. Sono ancora fuori al balcone. Tremo dalla testa ai piedi. Sopportare quel sogno tutte le notti già è orribile, sognarlo due volte distrugge. Mi sciacquo i polsi e mi siedo per terra. Ho ancora davanti agli occhi la macchina schiantarsi contro mio fratello. Avevo voglia di strapparmeli via dal viso, come se potesse farmi dimenticare quella notte d'estate. Successe un anno e mezzo fa. Mio fratello è in coma da quel giorno. Il dottore, quando ci sono anch'io, dice che si riprenderà. Poi, però, prende in disparte mia madre e la vedo piangere sulla spalla del dottore. Tutti credono io non abbia capito che mio fratello sta morendo. Mi fanno discorsi speranzosi per farmi tranquillizzare. Glielo lascio fare: li vedo rassicurarmi e sembra stiano parlando con se stessi che con me. Vorrei fargli capire che la colpa è mia e scusarmi, ma non mi ascoltano. Dicono che sarebbe potuto succedere a chiunque. Non è così e loro lo sanno. Se io non gli avessi chiesto di fermare la macchina ora starebbe qui con me a dare una mano a mamma. Il citofono suona, deve essere Luka. -"si,sto scendendo,n'attimo"- e vado a prendere la cartella. Forse ho risposto in tono poco carino, mi farò perdonare con un abbraccio. Sulla scrivania c'era un foglietto di mia madre. "non aspettarmi per cena,faccio il turno di giorno e di notte. Con amore,mamma." Sono tre giorni che non vedo mia madre. La mattina è a scuola poi in ospedale e la sera è una babysitter. Ho paura non si riposi abbastanza. Butto il foglietto nella spazzatura e esco. Luka è seduto sulle scale. Non mi ha ancora visto. Mi abbasso e gli sussurro all'orecchio -"Buongiorno, bel principe"-. Si diverte spesso a chiamarmi principesse così lo prende in giro con 'principe'. -"Ehi, che brutta faccia,ma che hai fatto?"- -"Si,sono anch'io contenta di vederti,Luka."- rispondo sarcastica. -"No,sul serio. Ma hai dormito?"- -"mh.. abbastanza"-. Mi analizza per qualche secondo poi azzarda -" .. È quello che penso?"- -"Tu pensi troppo,Lu'- scherzo sorridendo. In realtà aveva capito,capisce sempre. Temevo facesse altre domande così cerco di distrarlo. -"che materie hai oggi?"- Oddio, che domanda di merda. Mi è uscita senza riflettere,anche un bimbo capirebbe che è un diversivo. Mi lancia uno sguardo offeso. C'era un silenzio imbarazzante. Devo rimediare. -"si,è quello che pensi. Ma è tutto ok. Ho seguito i tuoi consigli e hanno funzionato"-. Ti prego fa che mi crede,ti prego. -"mh..fantastico"- Okay non è convintissimo ma almeno non farà più domande. -"stasera allora film?"- Giusto, è l serata del film solo io e lui, me ne ero dimenticata. -"..si, vieni quando vuoi"- sembrando più disinvolta possibile, se lo scopre mi ammazza. Le cinque ore passano in fretta. In questa settimana ho fatto amicizia anche con qualch'altra ragazza. Penso che per conoscere tutta la classe mi ci vorrà almeno fin a Natale. Per ora,oltre a Lila, ho conosciuto Zoe, Mia e Giulia. Sono abbastanza simpatiche, meglio di quanto mi aspettassi. Le ho anche un po' analizzate, diciamo, giusto per capire come sono fatte. Mia mi sembra insicura, come se ogni giorni dimenticasse l'autostima a casa. Mi ricorda tanto un pulcino abbandonato che sta imparando a vivere da solo,stufo di cercare il gruppo. Ho provato tenerezza la prima volta che l'ho notato ma, riflettendoci, sta facendo la cosa giusta, forse esagera però. Poi c'è Giulia. Dovrei contattarla qualche volta. Non so: quando parla oppure come ride.. sembrano essere nascosti piccoli urli di aiuto. Infine Mia. È una tipa allegra, saltella di qua e di la, sembra un po' pazza ma è forte. Suonata la campanella, fuori scuola, aspetto Luka e andiamo a casa insieme. -"ti va di mangiare da me?"- Nella sua voce c'era un piccolo tono di tristezza. Cerco il suo sguardo, sperando di avere qualche altra informazione. Nulla, fisso verso il basso. -"con piacere"-. Scoprirò che succede oggi pomeriggio. Arriviamo a casa sua. -"Buongiorno signora Brums, Luka mi ha invitato a pranzare da lei,spero non abbiate problemi.."- -"non dirlo nemmeno per scherzo,Brooz, e dammi del tu,sei come una nipote per me"- -"e lei una zia."- si girò per guardarmi e mi sorrise. Ero sincera. La signora Brums si sempre presa cura di me mentre mia madre lavorava. Quando mio fratello ha avuto l'incidente mi fece dormire da lei tutta la settimana. Lo apprezzai molto, mi aiutò a prendere una pausa per riprendermi. -"andate pure di sopra,vi chiamo io quando è pronto"-. Bene,bene,bene. Adesso vediamo un po cosa affligge il mio valoroso principe. Entriamo in camera. Si stende sul letto lanciando lo zaino in qualche oscuro angolo della stanza. Di solito mi infilo tra le sue braccia, oggi no, me ne resto seduta a guardarlo. -"non vieni qua?"- era deluso. -"certo.."-. Mi stendo vicino a lui. Il silenzio di quella stanza imbarazzava entrambi. Mi giro verso il suo viso per guardarlo negli occhi. -"Lu', che sta succedendo?"- -"che intendi?"- -"sei triste,lo sento."-. Abbassa lo sguardo: pessimo segno. -"io.."- -"RAGAZZI A TAVOLA"- urla la zia, interrompendo l'unico momento in cui riesco a far parlare Luka. accidenti. Ci aveva cucinato pasta con la panna e,per secondo, del salmone col pane. -"È tutto ottimo, signora Burms,grazie"- -"Figurati,Brooz"- -"Come mai Stan non è qui?"- Il cugino di Luka non sta quasi mai a casa. -" È all'università, sta studiando molto in questo periodo, fra poco ci saranno tutti gli esami fine corso"- -"aah..capisco.."-. Finiamo di mangiare e ritorniamo in camera. Questa volta non mi scappa. Luka deve dirmi cos' ha. Ci sediamo sul divanetto, sfoglia il menù del cellulare per non guardami. -" Adesso basta,Lu'. Che succede?"- -"Forse è meglio che te ne vai da te."- Mi ha spiazzata. Immaginavo di tutto,anche urlarmi contro, ma non che mi cacciasse. -"cosa.cazzo.stai.dicendo."- Altri dieci secondi e perdo il controllo. -"hai sentito bene."- -"facciamo così, se ti ritorna l'intelligenza vieni a vederti il film da me stasera,ok?"-. Corro a casa mia. Giuro, voglio picchiarlo. Che cazzo gli prende?! Prendo il libro di Lila e vado in soggiorno a leggere magari mi calmo. Sono le sette e mezza e ancora non si è presentato. Che faccia tosta. Io lo ammazzo,giuro. Adesso vado di la e lo ammazzo. Ora vad- suona il campanello,è lui. -"Sei venuto.."- -"Brookz, mi spiace. Tu sai come sono fatto..io.. per favore, fammi entrare"- -"fuori non stai comodo?"- Okay,forse questa è cattiva. -"Entra,idiota."- Andiamo nella dependance,dove avremmo visto il film. -"E bene..?- Volevo sapere cosa gli era passato per quella testa di cazzo. -"Mi spiace,ok? Non avrei dovuto cacciarti e nemmeno fare il depresso solo che tu.. non mi tratti più da migliore amico, ti stai allontanando. Non ti sfoghi più con me e oggi cerchi di cambiare argomento con una domanda di cazzo. Cosa succede a te?"- Pensavo mi dicesse che era triste perché boh,un brutto voto a scuola o non lo so. Non potevo credere fosse colpa mia. Mi avvicino a lui. Aveva gli occhi distrutti. -" amore,io sto bene. Non ho nulla, qualsiasi cosa tu la sai già. Mi leggi nella mente non hai bisogno di chiarimenti,per questo sei il mio migliore amico."-. È sorpreso,non capisco il perché. -"promettimi, allora, che resterai con me per tanto tempo. Prima ho sentito che ti stavi allontanando e ho voluto allontanarmi io per primo. Ho bisogno di te come un bimbo ha bisogno della sua copertina.. io..ho paura di perderti."- Dio mio,questo è scemo. -"Come puoi pensare che io me ne vada? Sai che la prima a morire sarei io. Sei un fesso,sappilo"-. Gli salto in braccio e rimaniamo stretti per un po. Iniziamo a vedere quel film comprato alla Feltrinelli. Parla di un ragazzo e una ragazza che la sera della laura vanno a letto insieme. Il giorno dopo decidono di lasciare quella notte alle spalle. Dopo circa quindici anni si rincontrano diventando dopo tempo migliori amici. Entrambi si innamorano dell'altro così decidono di sposarsi ma, presa la decisione, lei viene investita e muore. Lui prende ad impazzire finché non supera la perdita dell'amore della sua vita. Ai titoli di coda inizio a piangere -ho la lacrima facile coi film-. È una storia stupendamente triste. Luka mi vede e mi strige forte. Poi succede tutto senza che me ne accorga. I nostri volti erano vicini, i nasi si strofinavano e poi un calore dentro mi spinge a baciarlo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2345122