Hickson Road.

di mariisullivan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chocolate. ***
Capitolo 2: *** 8am. ***
Capitolo 3: *** Autumn Leaves. ***
Capitolo 4: *** Nice To Meet You. ***
Capitolo 5: *** Dinner. ***
Capitolo 6: *** Sweet Disposition. ***



Capitolo 1
*** Chocolate. ***




 


Hickson Road.

 

- Chocolate.

 

Il clima di Sydney è piacevolmente temperato tutto l'anno, con più di 340 giorni di sole.
In estate, da Dicembre a Febbraio, la temperatura media massima di Sydney è di circa 26°. In inverno, da Giugno ad Agosto, la temperatura è di circa 16°. Durante la primavera, da Settembre a Novembre, tutto è molto equilibrato, invece durante l'autunno, da Marzo a Maggio, si verifica il maggior numero di precipitazioni.
Quella mattina d'Aprile faceva particolarmente freddo a Sydney: tra pioggia e vento era quasi impossibile uscire e così Liam Payne, proprietario del più lussuoso hotel d'Australia, il Park Hyatt Sydney, ordinò ai suoi dipendenti di mettere in funzione tutti i riscaldamenti.
Quasi tutti i piani dell'hotel erano pieni zeppi: la hall era piena per le persone del check-out; il primo piano era pieno per il centro benessere; il secondo per il casinò; il terzo per la palestra e il quarto per il ristorante e la zona relax; l'unico piano totalmente vuoto, fatta eccezione per i dipendenti, era quello della piscina.
Liam si recò nel suo ufficio, al piano terra, per controllare alcune carte: aveva tantissimi dipendenti ma questo non gli impediva comunque di essere sempre presente e vigilante.
Aveva l'hotel a 5 stelle più famoso di tutta l'Australia, non poteva permettersi passi falsi.
Mentre controllava alcuni archivi sul suo iMac, il cellulare cominciò a vibrare.
Controllò che suo figlio, che dormiva nella culla, non si fosse svegliato e allontanandosi verso la finestra rispose.
«Mi spieghi che fine hai fatto, amico?» urlò una voce dall'altra parte del cellulare.
«Buon pomeriggio anche a te, Louis.» rispose retorico Liam.
«Sei in hotel?»
«Dove vuoi che sia? Nicholas dorme e qui c'è un casino di gente. La pioggia impedisce ai clienti di andare via.»
«Hai check-in e check-out oggi?»
«Solo check-out, i check-in sono domani.» rispose Liam sospirando
«Qualche nuova pollastrella?» domandò scherzoso Louis.
«Sei sempre il solito. Ti aspetto?»
«Dammi 10 minuti e sono da lì.»
«Non portare nessuno dei tuoi cani altrimenti t'ammazzo!» lo avvertì Liam.
«Ma sono così teneri e coccolosi.» Louis cercò di persuaderlo con una voce acuta ma Liam lo ammonì.
«Tu e nessun altro. Fine della storia.»
«Si, mamma!» lo prese in giro Louis.
Liam riattaccò e sorrise sconfitto dalla stupidità del suo migliore amico.
Louis Tomlinson, 26 anni, passione innata per i cani che lo avevano portato a diventare addestratore professionale.
Liam Payne, 25 anni, padre di uno splendido bambino di nome Nicholas di anni 3, un'eredità da portare avanti.
Nicholas aprì gli occhi e fissò il padre: le guance completamente rosse, i capelli biondi arruffati e gli occhi azzurri ancora impasticciati dal sonno.
«Ben svegliato, ometto!» disse Liam prendendolo tra le sue braccia.
Il piccolo poggiò la testa sulla spalla del padre e si beò del calore delle sue braccia.
«Vuoi un po' di latte?» chiese Liam; Nicholas annuì lievemente.
Si avvicinò alla scrivania e chiamò Alexandra, la receptionist su cui poteva fare affidamento per qualsiasi cosa.
La giovane donna fu lì in men che non si dica, non solo perchè Liam era il suo capo ma anche perchè ne era profondamente innamorata.
Senza ombra di dubbio, era una delle donne più belle ed intelligenti che Liam avesse mai conosciuto ma non la convinceva e lui era un inguaribile romantico: credeva nel colpo di fulmine e, a malincuore, con Alexandra non c'era mai stato.
«Mi cercavi?» Alexandra era l'unica dei dipendenti che dava del tu a Liam, per i tanti anni di conoscenza e per la confidenza e la fiducia ormai creatasi ma mai davanti agli altri.
Se c'erano lei e Liam soltanto, c'era il tu, se c'erano altre persone il lei.
«Potresti portarmi un biberon di latte per Nicholas se non ti dispiace?» chiese Liam cortese.
Alexandra sorrise ed annuì «Arrivo subito.»
Liam la guardò uscire fuori e mentre la porta andava per chiudersi qualcuno la aprì all'istante.
«Primo: non so perchè tu non sposi quella donna.» sentenziò di botto Louis «Secondo: fuori sta letteralmente diluviando e se non smette di piovere, ahimè, dovrò dormire con te e il mio bel Nick!» concluse il bruno afferrando Nicholas tra le sue braccia e facendolo volare.
Il piccolo rise di gusto e non appena Louis lo portò al petto Nicholas lo abbracciò forte. «Zio Louis, zio Louis!» disse abbracciandolo ancora con più foga.
«Dillo che ti sono mancato!»
«Vi siete visti ieri.» gli ricordò retorico Liam.
«Non rovinarci i momenti Mr. perfettino. Lasciaci soli per un po'.» scherzò Louis con fare teatrale facendo ridere, ancora, il bambino.
«Stai cominciando a mangiare di più vedo. Vero ometto?»
Louis poggiò il piccolo per terra che corse dietro la scrivania del padre andando a posizionarsi sulla poltrona.
«Conosce già il suo posto.» dissero all'unisono Louis e Liam ridacchiando.
Alexandra bussò alla porta e porse il biberon di latte a Liam salutando poi Louis.
«Sempre più bella, vero bionda?» ammiccò Louis ottenendo però come risposta uno sbuffo e una porta chiusa.
«Ha occhi solo per te. Non ci posso fare niente!»
«Smettila!» lo ammonì Liam.
«Davvero amico, io non capisco!»
«Che novità!» scherzò Liam sedendosi sulla poltrona e dando a Nicholas il biberon. Louis lo imitò sedendosi di fronte.
«E' bella, e questo lo ammetti anche tu, è intelligente, ti vuole bene, accetterebbe il fatto che hai già un bambino. Amico mio, sei tu che ti complichi la vita!»
«Sai che non si tratta di questo.» rispose il biondo.
«E di cosa?»
Liam prese un sospiro profondo. «Ne abbiamo parlato centinaia di volte. Non mi attrae in quel senso! Sai cosa ne penso io dell'amore e tutto il resto, inutile continuare a sperare che io e lei possiamo mai stare insieme!»
«Mi arrendo!» sentenziò Louis alzandosi e avviandosi verso la porta.
«Sarebbe la volta buona. Dove stai andando?»
«In giro per l'hotel. Nick vieni con me?»
Il piccolo non guardò neanche il padre e subito scese giù per correre dallo zio.
«E' assurdo, quando ci sei tu mio figlio neanche mi considera.» disse Liam con finta aria sorpresa.
«Mi ama, perdonalo. A dopo!»
«A dopo!» salutò Liam. «Ah! Quasi dimenticavo: smettila di chiamarlo Nick.»
Louis gli mandò un bacio volante e chiuse la porta alle sue spalle lasciando Liam solo nell'ufficio insieme alle sue carte.
Mentre camminava per l'hotel tutti lo salutavano cordialmente: lui e Liam erano amici d'infanzia e per quanto conoscesse quel posto poteva anche essere un secondo proprietario.
«Credi che tuo padre troverà mai una donna?» chiese a Nicholas.
Il biondino scrollò le spalle non sapendo cosa volesse dire lo zio.
«E tuo zio? Insomma, la troverò una donna prima o poi vero?» disse abbassandosi e portandosi allo stesso livello di Nicholas che, ancora una volta, scrollò le spalle.
«Hai ragione, non pensiamoci.» rispose ancora Louis alzandosi e continuando a camminare.
«Hey ometto, ti va una cioccolata?»




 

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Sullivan's space.



 

Ed eccomi qua, mariisullivan, con una nuova e, spero, travolgente storia.
Non vi nascondo che sono molto ansiosa nel sapere il vostro responso.
Questa storia nasce così, per caso, ammirando la magnificenza di Sydney.
In questo primo capitolo vediamo soltanto 4 (compreso Nicholas) dei tanti personaggi che ne faranno parte ma vi prometto che sarò chiara in ogni momento e qualunque dubbio e/o perplessità voi abbiate non esitate a chiedere spiegazioni.
Nei prossimi capitoli ci saranno anche altri personaggi e tutto sarà sempre più intrigante o almeno si spera ;)
Se vi andrebbe di lasciare un piccolo commentino a me farà davvero piacere e vi risponderò il prima possibile.
Grazie ancora per aver letto il mio primo capitolo :*

NB: Per chi non ne fosse a conoscenza ho già scritto altre storie:
2 One shot: Best Thing I Never Had e Goal, che tra l'altro sono entrambe nelle più famose del sito, grazie a voi;
e 2 FanFiction: Life's So Incredible che è stata la mia prima storia in assoluto e quindi più da principiante e No Rules We're In California la mia ultima storia nonché mio orgoglio, davvero.
PS: ci tengo a ringraziare ancora tante chi ha recensito/sponsorizzato/letto le mie storie e ringraziarvi per essere ancora qua.
Grazie mille!! C'è un bel posto nel paradiso anche per voi!



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Capitolo 2
*** 8am. ***



 

- 8am.



Harry Styles, alto, muscoloso, possente e tremendamente riccio e attraente, era uno degli uomini più conosciuti a Sydney, o meglio, uno dei pediatri più conosciuti in Australia.
A soli 24 anni era diventato il sotto primario di ben 2 ospedali e 2 cliniche, di cui una di sua proprietà.
La sua carriera però non gli impediva di abbandonare le amicizie o le sue abitudini quotidiane.
Tutte le mattine, Harry, si recava a casa dei suoi amici più cari, Tom e Lou, e dopo aver fatto colazione insieme a loro accompagnava la loro figlia, Lux, nonché sua figlioccia, a scuola.
Il riccio considerava Lux una figlia e se ne prendeva cura come non mai.
Si occupava di portarla a scuola, la viziava come meglio poteva e non appena aveva del tempo libero lo passava con lei.
Quella mattina, Harry, trovava Lux particolarmente deliziosa: indossava un vestitino rosso con tante fragoline sopra, con calze e scarpe abbinate.
«Una vera delizia!» affermò il riccio facendo ridacchiare la bimba.
Una volta arrivati a scuola, il riccio scese dall'auto e accompagnò Lux nella sua classe, come era solito fare.
Lasciò un leggero bacio sulla guancia della piccola e fece per andarsene quando si sentì chiamare.
«Mi scusi?» disse una voce femminile.
Il riccio si voltò e si trovò di fronte una giovane donna attraente. «Mi dica.» disse Harry.
«Salve, mi scusi, sono Bethany Carter.» si presentò porgendo la mano «La nuova maestra di Lux.»
«Salve, piacere Harry Styles.» ricambiò il riccio.
«Potrei rubarle massimo 10 minuti, signor Styles?»
«Certo. Mi dica.»
Il riccio seguì nell'aula la maestra dove quest'ultima le mostrò alcuni disegni.
«Vede signor Styles, la bambina, quando le viene chiesto di disegnare la sua famiglia, illustra sempre 2 papà.» spiega la maestra. «Il primo papà è evidentemente lei, però non riesco a capire chi possa essere questa seconda figura maschile. Non è assolutamente per impicciarmi delle vostre vicende familiari ma volevo comunque informarla che i bambini a quest'età sono come delle spugne e, non solo, recepiscono tutti i segnali negativi e positivi che intravedono in giro...»
Il riccio ridacchiò girando la faccia da un lato. «Non sono il papà di Lux, signora Carter..» s'affrettò a spiegare.
«Signorina.» lo corresse subito.
«Ora le spiego: i genitori di Lux e io ci conosciamo da molti, forse troppi anni.» scherzò Harry «Quando è nata Lux io sono diventato il suo padrino e per me è come se fosse una vera e propria figlia; insomma l'accompagno io a scuola, mi piace viziarla, ci gioco la maggior parte del tempo che ho a disposizione e quindi per lei è come se avesse due papà ma, anche se a malincuore,» scherzò nuovamente il riccio «il suo papà è un attraente biondo e ribelle. Fortunatamente in casa non ci sono alcun tipo di problemi.»
La mora sorrise cordiale ad Harry. «Oh, mi scusi allora..»
«Si figuri!» disse prontamente Harry. «E mi dia del tu, ho solo 24 anni infondo!»
«Solo se lei farà lo stesso.»
«Certo Bethany.»
«Ottimo Harry.»
Entrambi si sorpresero di come si fossero ricordati così velocemente l'uno il nome dell'altra.
«Bene, Bethany, è stato un piacere conoscerti ma ora devo proprio scappare.» Harry porse la mano alla mora che ricambiò subito.
«Alla prossima allora, Harry
I due si sorrisero cordiali e ognuno si recò nella direzione corrispondente.
Il riccio salì in auto e ripartì verso l'ospedale, non sapeva come fosse possibile ma aveva ancora davanti ai suoi occhi smeraldo gli occhi ghiaccio di quella splendida donna.
La rivedrò, si promise.



«E' una noia assurda! Ci sono sempre gli stessi casi, sempre le stesse cose, mai niente d'interessante!»
«Sei l'avvocato più famoso di tutta la California e ti lamenti che hai sempre gli stessi casi? Allyson, hai la febbre?»
Allyson Lee, 25 anni, ultimo avvocato di una lunga dinastia, nonché più famoso avvocato di tutta la California.
La giovane donne era in compagnia di una sua cara amica in quello che gli adolescenti chiamavano il "paradiso del caffè" ovvero Starbucks.
La giovane sorseggiava lentamente il suo frappuccino, contemplando quella che per lei era monotonia.
«..E passiamo alle notizie dall'estero. Un giovane di appena 25 anni è stato appena arrestato nel centro di Sydney per possesso di droghe per uso commerciale.» Allyson prestò più attenzione a quell'annuncio e chiese alla commessa di poter alzare il volume della televisione. «Zayn Malik, il giovane in possesso di 25kg di marijuana e 5 di cocaina si rifiuta di parlare in assenza di un avvocato; gliene sarà affidato uno d'ufficio..»
La notizia continuava ma l'attenzione di Allyson era troppo mirata alla foto dove ritraeva Zayn Malik per concentrarsi sulle parole: alto, moro, scuro di carnagione, taglio d'occhi particolare e fascino da ribelle.
Prese d'istinto il suo iPhone e si informò sul caso.
«Cosa stai facendo?» chiese la sua amica.
«Mi informo su questo Malik, insomma voglio avere informazioni.»
«A cosa ti servono?»
«Per poterlo difendere meglio, Brooke.»
Allyson ricevette un'occhiataccia da parte di quest'ultima, entrambe sapevano che Allyson non scherzava mai su quello che diceva.
«Spero che almeno questa volta tu stia scherzando..»
«Andiamo! Ti parlo di monotonia tra i miei casi, mi capita di ascoltare questo manco fosse un segno divino e io cosa faccio? Me ne sto a casa? Impossibile! Io vado a Sydney.»
«Non puoi correre in Australia per seguire un caso che neanche ti è stato chiesto di fare!»
«Certo che posso e lo farò! Domani ho l'aereo alle 8.» annunciò sorridente.
«Tu, sei, fuori.» scandì bene Brooke.
«Me lo dicono in tanti. Vuoi venire con me?»
«Mi dispiace ma rifiuto l'offerta.» ridacchiò sconfitta «Mi spieghi una cosa?»
Allyson annuì distrattamente continuando a navigare sul web in cerca di questo Malik.
«Guardami però!» ordinò Brooke che subito fu obbedita dalla bionda. «Mi dici come mai ti interessa così tanto questo caso?»
Allyson ci pensò qualche istante poi sorrise. «Un po' perchè mi sono stufata di questo posto, tutti si aspettano sempre qualcosa da me; un po' perchè so che quel tipo è innocente; un po' perchè, ad essere sincera, mi attira!»
«Tu, Allyson Lee, avvocato in carriera, ti fai incantare da uno stupido spacciatore?» le chiese sconvolta Brooke.
«Hey, hey!» la ammonì la bionda. «Nessuno sa ancora se sia vero o meno, il caso è da risolvere e io lo farò.» sentenziò infine convinta.
«Che paladina della giustizia!» la prese in giro Brooke.
«Cretina!» scherzò a sua volta Allyson facendosi contagiare nel ridacchiare.
«Dai, andiamo a fare un po' di shopping oppure hai intenzione di rimanere tutto il sabato mattino qui dentro?»
Allyson non se lo fece ripetere due volte, lasciò la sua mancia sul bancone e uscì via insieme alla sua migliore amica.
Sabato mattino era equivalente a "Shopping Frenato" e le due sapevano bene di cosa si trattasse






 

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Sullivan's space.

Hola chicos
! Come state?
Lo so, vi ho fatto aspettare una settimana e un po' mi dispiace
ma d'altro canto ho aspettato per dare spazio a tutti di leggere :)
Mi fa davvero piacere che tutti abbiate apprezzato il primo capitolo e
spero vivamente vi possa piacere anche questo :)

Nella prima parte, in questo capitolo troviamo:
Mr. Harry Styles;
la comparsa di Lux;
Bethany Carter.

Allora? Cosa ne dite di questa bella maestrina d'asilo?
Io, vi avviso, la adoro LOL 
Mi piace tanto sia come donna (intendo la foto)
sia come ho impostato il suo personaggio, molto chic, riservata;
vi piacerà ;)

Nella seconda parte:
Allyson Lee;
una comparsa di Brooke; 
Zayn Malik.

PREMESSA;
non sarà una di quelle FF scontate e banali dove l'avvocato e lo spacciatore scappano
e diventano entrambi latitanti e tutte queste cazzate varie, o almeno sono cose che A ME non piacciono quindi,
se vi chiedevate se fosse così o meno 
NO, NON E' COSI'

Tornando a noi:

Che ne dite invece di Allyson? 
Bella donna d'affari, troppo stressata dalle aspettative di tutti decide di prendere questo caso così,
di punto in bianco.
Vedrete quanto avventuriera sarà, don't worry !

Zayn Malik, bè, l'ho sconvolto totalmente!
Sarà davvero uno spacciatore, o non ha fatto nulla?
o, addirittura, sarà coinvolto in altri casi?
eheh, tutto questo nel prossimo capitolo :P


Voglio ringraziare coloro che mi sostengono ogni giorno
e coloro che credono in me e nelle mie storie:
non importa cosa le persone dicano,
non importa quante visualizzazioni avrò,
non importa quante storie scritte da me saranno popolari,
non importa quante persone si ricorderanno di me;
io faccio questo perchè mi piace e perchè sento di essere nata per fare questo:
per scrivere e descrivere, per emozionare e far riflettere.

Grazie a tutti voi che ci siete sempre stati, che ci siete e che ci sarete..


 

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Capitolo 3
*** Autumn Leaves. ***


 

-Autumn leaves.


L’atmosfera di Sydney in pieno autunno era una delle cose che Liam preferiva.
L’autunno gli portava quiete e pace: gli alberi con le foglie cadenti, il venticello che donava quella giusta temperatura alla città, le rondini che migravano lontane, le castagne che a Nicholas tanto piacevano.
Il pomeriggio, quando il tempo e l’hotel permettevano, lo portava al parco e lo lasciava giocare con gli altri bambini e spesso, quando c’era anche zio Louis, con i suoi cani.
Il vento soffiava leggero e Liam era seduto sulla solita panchina verde del parco di fronte alle giostre per bambini.
Nicholas passava da una giostra all’altra: lo scivolo rosso, l’altalena blu, il tunnel giallo, il verde del prato da contorno.
Parlava e si divertiva con tutti gli altri bambini, donando, di tanto in tanto, qualche sorriso rivolto al papà.
«Hey amico!» Louis lo salutò appena giunto al parco e prese posto al suo fianco, facendo sdraiare ai suoi piedi Max, il suo pastore tedesco.
Liam lo accarezzò alla nuca, notando il disinteresse da parte del cucciolo.
«Cos’ha?» Chiese allora il biondo.
«Nulla di importante, Lara è malata e non può uscire con noi e lui ne soffre.»
«L’hai portata dal veterinario?»
«Gli sto somministrando le medicine che mi avevano già prescritto, ma sembrano non funzionare. Il problema è che il mio veterinario è ad un congresso e io non so dove andare. Sono alla deriva.»
«Se vuoi conosco una veterinaria, un ex cliente dell’hotel che ha la clinica a Sydney. Se ti può interessare..» Lo informò Liam.
«Che tipo di veterinaria?» Chiese Louis con malizia.
Liam rise, cercando con lo sguardo Nicholas. Una volta trovato gli sorrise lievemente e riportò lo sguardo su Louis.
«Ti parlo del tuo cane e tu pensi alle donne?! E’ mai possibile che pensi solo a quello?» scherzò
Louis sbuffò lievemente e Liam lo guardò stranito.
«Non te la sei mica preso?» Chiese Liam preoccupato.
Louis scosse la testa.« Non è questo, è che ti invidio!» Sbottò. «Hai un bambino meraviglioso e non trovi il bisogno di avere per forza una compagna, mentre io invece mi occupo solo di questi cuccioloni e sono alla costante ricerca di qualcuno.»
«Diverse esperienze.» Rispose tranquillamente Liam. «Comunque Shana è una bella ragazza, magari è single.» ammiccò.
Louis prese subito il cellulare. «Hai il suo numero vero?» chiese tornando in se.
Liam controllò sul suo iPhone e dettò il numero a Louis che lasciò il guinzaglio a Liam e si allontanò di poco.
Nicholas corse vicino al papà, accarezzò Max e si sedette con le gambe incrociate sulla panchina.
«Ti sei annoiato?»
Il piccolo scosse la testa.
«Hai sete?»
Nicholas annuì, il biondo prese la bottiglia d’acqua e lasciò che Nicholas bevesse.
«Cos’è successo?» Liam prese suo figlio e lo poggiò sulle sue gambe. Le guance arrossate, lo sguardo perso nel vuoto, tanti pensieri in testa che in un bambino di appena 3 anni non dovrebbero esserci.
Liam aveva un presentimento, ma sperava con tutto il cuore che non fosse quello che pensava.
«Papà, posso farti una domanda?»
Ecco, era quello che credeva, il biondo annuì.
«Dov’è la mia mamma?»
Liam sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento.
Non aveva mai pensato a quell'argomento e aveva sempre creduto che avrebbe saputo rispondere ma, giunto al momento, si trovò spiazzato.
Si guardò intorno alla ricerca di Louis e quest’ultimo, come miracolo dal cielo, sbucò da dietro le sue spalle.
A Nicholas gli si illuminò il viso e, scendendo dalle gambe di Liam, corse verso Louis.
Lo abbracciò forte e lo guardò negli occhi.
«Sei felice?» Chiese il piccolo.
Il moro annuì. «E tu? Nick bello!» Disse baciandogli il collo e facendogli il solletico.
Nicholas ridacchiò e annuì. «Dov’è Lara?» Chiese poi.
«Lara è tanto malata ma oggi,» Disse guardando Liam e ammiccando. «zio Louis la porterà dalla veterinaria.»
Liam ridacchiò alzandosi. «Andiamo?» Propose.
I due annuirono e, mentre Louis e Nicholas si avviarono avanti, Liam si ritrovò con il guinzaglio di Max alla mano camminando dietro.
Ringraziò mentalmente Louis per il salvataggio e cominciò a pensare, come mai aveva fatto.


Bethany era in centro con delle sue amiche, lo shopping era una delle sue attività preferite.
Girava negozi, provava abiti, comprava scarpe e chiacchierava felice.
Il suo outfit era totalmente sobrio ma raffinato allo stesso tempo: un pantalone bianco, un top dalle paillettes color oro, una giacca color cipria e una delle sue tante borse, immancabilmente Chanel.
Chanel, Gucci, Louis Vuittton, Hermes, Prada, e tante altre marche erano la dipendenza di Bethany.
Di solito, a Sydney, le ragazze di 26 anni erano più da semplici jeans, top e cinema mentre invece lei era più da abito
elegante, tailler e teatro dell'Opera.
Non si definiva di certo all'antica ma adorava lo stile, la classe e la moda.
Mentre girovagava per i negozi e ammirava le vetrine a Bethany passò per la mente Harry.
Erano passati già un paio di giorni dall'incontro con lui eppure, di tanto in tanto, alla mora compariva il viso di Harry
davanti agli occhi, e non riusciva a smettere di sorridere.
Ricordava ogni particolare del viso di quel ragazzo, ogni singola sfumatura di quegli occhi color smeraldo che tanto le
piacevano.
Era così assorta nei pensieri che ci mise qualche istante a capire cosa le stesse chiedendo Liz, una sua cara amica.
«Si può sapere a cosa stai pensando di così tanto bello da sorridere in questo modo?»
La mora scosse leggermente la testa e portò lo sguardo su Liz. «Nulla, perdonami.» disse sorridendo.
«Ti piace?» Chiese ancora, indicando un'abito da sposa.
Liz avrebbe dovuto sposarsi a breve e, insieme alle sue damigelle, era alla ricerca dell'abito perfetto.
«Un po' troppo.. scintillante!»
«Dici? Forse hai ragione!» Liz scrutò per bene tutta la vetrina e, arrivata in fondo, rimase a bocca aperta.
«E' questo!» esclamò a Bethany e alle altre.
«Ammetto, è stupendo!» confermò Bethany seguita dalle altre.
Entrarono tutte nel negozio, ammirando ogni singolo vestito. Era una specie di “tempio dell'abito da sposa”.
Le pareti ricoperte da quadri, lampadari di swarowsky appesi al soffitto, parquet in legno di ciliegio e vestiti ovunque.
All'entrata, sulla destra vi erano tutti i gioielli da poter abbinare, sulla sinistra le scarpe.
Le ragazze rimasero totalmente incantate.
Una commessa offrì il suo aiuto a Liz che accettò volentieri e, mentre si recò in camerino per provare l'abito, Bethany fece un giro di perlustrazione.
Era entrata in un corridoio sulla destra quando, voltando lo sguardo, incontrò una chioma riccia, quella chioma riccia.
Era solo, o almeno a quanto la mora potesse vedere e, alquanto spaesato.
Dal camerino del corridoio uscì una donna sulla 30ina, capelli biondi quasi bianchi, magra dalla statura media.
«Che ne dici?» disse la donna ad Harry.
Bethany notò con la coda dell'occhio che il riccio scosse la testa e «E' orribile.» aggiunse sfacciato.
La bionda si guardò allo specchio un'ultima volta e notò Bethany dal fondo.
«E' così orribile?» chiese la bionda alla mora.
Harry si voltò di scatto e la vide. Ci mise qualche secondo a riconoscerla ma ammise, anche se a se stesso, che anche quel
giorno era davvero bella.
La salutò con un ampio sorriso e «Ciao, Bethany.» aggiunse poi.
La mora si avvicinò e salutò Harry, tornando alla domanda della bionda.
«Non è orribile.» disse subito.
Harry guardò la mora con un'aria di disapprovazione.
«Si sincera! E' orribile, queste rose ovunque e poi, Lou andiamo, non è roba da te!»
La bionda si voltò verso lo specchio e, rivolgendosi ad Harry annuì consapevole.
«Oh, Lou, comunque lei è Bethany Carter, la maestra di Lux.» disse rivolgendosi alla bionda. «E Bethany, lei è Lou
Tisdale, la mamma di Lux.»
Le due si presentarono e Bethany sorrise complimentandosi per la meravigliosa figlia.
«Che ci facevi qui?» chiese Harry.
«La mia migliore amica si sposa fra qualche mese e siamo alla ricerca dell'abito perfetto! Tu?»
«Stessa identica cosa. Siamo sulla stessa barca.» rispose Harry.
«Speriamo non sia il Titanic allora!» ironizzò la mora facendo ridacchiare il riccio.
«Non sapevo di questo tuo lato ironico!» la prese in giro.
«A dire il vero non sai tante cose di me, anzi, non sai nulla.» affermò tranquilla.
«Il tuo ragazzo sa di questo tuo lato?»
«Oh, allora è così che fai.» disse Bethany «Alludi ad un ragazzo che non c'è nonostante hai controllato la fede al dito già
due volte da quando ci siamo visti solo per fare conquiste?»
«Touchè.» sorrise Harry. «Accetti il mio invito, allora?»
«Quale invito?» sorrise maliziosa la mora.
«Ti andrebbe di conoscerci?!» chiese il riccio senza mezzi termini.
La mora lo guardò con fare altezzoso e, prendendo un bigliettino da visita dalla sua borsa lo porse ad Harry.
«Facciamo così. Ti lascio il mio numero e quando troverai qualche altra tecnica, preferibilmente migliore, ne riparliamo.»
Bethany lo sorrise maliziosamente e tornò dalle sue amiche, lasciando Harry da solo, tra tanti vestiti da sposa.
Il riccio guardò bene il suo bigliettino e sorrise di gusto.
«Perchè ridi come un'ebete?» disse Lou uscendo dal camerino e recandosi verso altri vestiti.
«Hai presente la maestra di Lux?»
Lou annuì camminando per il negozio. «E' assolutamente bellissima.» aggiunse poi.
«Lo so, ed è proprio per questo che l'ho invitata a uscire.»
«E lei?»
«Mi ha detto che non appena troverò una tecnica d'abbordaggio migliore, dovrò chiamarla. Lasciandomi però, un finto bigliettino da visita.»
«Perchè finto?» chiese ancora Lou voltandosi verso Harry.
«I bigliettini da visita non sono fatti di carta da taccuino e con l'indirizzo di casa.» ammiccò Harry.

 

 



 

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¡Hola!
Come state?
Io bene anche se un po' incazzata con questo pc!
Mi dispiace di non aver pubblicato ieri ma ho avuto troppi problemi con il pc
e rischiavo di perdere tutto ciò che avevo sopra.
TRAGEDIA.

Comunque approfitto anche per dire che molto ma molto probabilmente pubblicherò anche domani
n modo da far passare solo una settimana dalla prossima pubblicazione.
Pubblicherò ogni mercoledì e, se magari riuscirò a scrivere prima,
lo farò anche prima però è meglio se vi prometto almeno una volta a settimana
altrimenti può capire che vi possa far aspettare anche due settimane e poi non mi sembra giusto.♥
Ringrazio tutti coloro che seguono la mia storia e
ci tengo a ringraziare anche chi la sta leggendo soltanto ora.
Grazie anche per le vecchie recensioni e per le nuove, se ci saranno ♥♥

Vi regalo un po' di SPOILER
siete contenti? aahahhaha
comunque:
nel prossimo episodio ci saranno tanti nuovi incontri:
Louis andrà all'appuntamento dalla veterinaria; 
il nostro avvocato Lee incontrerà il nostro spacciatore Malik e..
nuovi arrivi al PARK HYATT HOTEL..


RESTATE SINTONIZZATI :P


xoxo


 

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Capitolo 4
*** Nice To Meet You. ***




-Nice to meet you.


Un'ampia sala verde con sedie-panche su due pareti parallele, ritratti di animali sparsi qua e là, due finestre costantemente aperte e un bancone in legno di ciliegio al fianco di una porta grigia con su scritto: Dott.ssa Hunt.
Louis arrivò con 10 minuti di anticipo al suo appuntamento dal veterinario e, dopo aver informato la segretaria del suo arrivo, prese posto, insieme alla sua Lara, su una delle due panche.
Al suo fianco c'era un'anziana donna sulla 60ina con una gabbietta per uccelli ai suoi piedi; di fronte un bambino con un coniglio tra le braccia e, in piedi allo stipite della finestra, un uomo grande e grosso con un chihuahua al suo fianco.
Il cellulare prese a vibrare, Liam. Il moro rifiutò la chiamata e subito dopo ricevette un messaggio.
-Dove sei?- scrisse Liam.
-Dalla tua amica veterinaria :P- rispose Louis.
-Non combinare guai!-
-Don't worry! Come mai mi chiamavi?-
-Ho bisogno di scaricare un po' di tensione-
-Successo qualcosa?-
-Torna e ne parliamo-
Louis intascò il cellulare e accarezzò dolcemente Lara che se ne stava tranquillamente distesa sul pavimento della sala d'attesa.
Era troppo calma negli ultimi giorni e Louis non sapeva cosa gli fosse capitato.
Inizialmente credeva fosse la tipica influenza che Lara prendeva almeno una volta all'anno ma quando il cucciolo iniziò a vomitare, dopo aver
mangiato solo pochi bocconi dei suoi croccantini preferiti, Louis si preoccupò.

«Tomlinson?» chiamò la segretaria.
Louis si alzò, portando Lara al suo seguito.
La giovane donna gli aprì la porta grigia e il moro entrò senza esitazioni.
La stanza era bianca scarlatta con un lettino posto al centro, qualche macchinario sparso per tutta la stanza e una tenda azzurrina, tipica degli ospedali, che divideva gli attrezzi dal “paziente”.
La stanza era apparentemente vuota e quando Louis chiuse la porta alle sue spalle una chioma folta e castana sbucò dalla tenda.
«Salve, un attimo e sono subito da lei.» disse cordiale la dottoressa restando dietro la tenda.
Il moro udì lo scroscio dell'acqua e subito dopo un'asciugamani elettrico.
Qualche attimo dopo la dottoressa uscì da dietro la tenda e porse la mano a Louis.
Shana Hunt, 22 anni, veterinaria in carriera, amante di tutti gli animali, in particolar modo dei cani.
Alta, slanciata, magra e con degli occhi che a Louis ricordavano i suoi, ma più belli.
Azzurri con qualche sfumatura di giallo; paradisiaci, osò pensare.
Portava i capelli sciolti ondulati sulle punte, il camice bianco con qualche penna nel taschino superiore, un jeans stretto e delle semplici scarpe da
ginnastica.

I tratti del viso erano alquanto fini e delicati: labbra piccole e sottili, gli zigomi poco marcati e un naso piccolo e carino da contorno. Louis si stupì di
cotanta bellezza. Era fine e pura.

«Salve dottoressa Hunt. Sono Louis Tomlinson, abbiamo preso un appuntamento ieri.»
«Oh, si! Lei deve essere l'amico del caro Liam Payne, giusto?»
Louis annuì. «E lei è Lara.» disse mostrandole il cucciolo.
La dottoressa, senza perder tempo, fece salire il cucciolo sul lettino e iniziò a visitarlo.
«Quanti anni ha?» chiese a Louis.
«2 anni e mezzo.»
«Come si chiama?»
«Lara.»
Louis seguì i movimenti della dottoressa che controllò il battito di Lara, la pressione, la bocca, le orecchie e per ultimo, le mammelle.
«Oh!» esclamò tastando sempre più. «Caro signor Tomlinson, la sua Lara è in dolce attesa.» concluse sorridente.
Louis spalancò gli occhi e cercò di metabolizzare ciò che la dottoressa gli aveva appena detto.
«E' seriamente incinta?»
La dottoressa ridacchiò. «Andiamo, non la prenda a male!»
Louis scosse il capo «Non mi dispiace ma non me l'aspettavo! Credevo fosse influenza!»
«No, no.» sorrise cordialmente iniziando a fare un'ecografia a Lara. «La nostra bella cucciolotta è incinta, e di 4 splendidi cuccioli!» affermò guardando il monitor.
«4?» chiese per conferma il moro.
La dottoressa annuì. «Sa chi è il padre?»
«Credo sia Max, il mio pastore tedesco di 4 anni.»
«Ottimo e dato che, a quanto ho visto, anche lei è un pastore tedesco, i cuccioli saranno purissimi!» disse riponendo tutti gli attrezzi dell'ecografia.
«Intende continuare qui le visite o ha il suo veterinario di fiducia?» chiese poi cordialmente.
Louis trovava la dottoressa fin troppo attraente e cordiale per lasciarsela scappare.
«No, assolutamente. Continuerò le sedute qui!»
«Ottimo!» esclamò la mora apparentemente felice. «Sarò più che lieta di occuparmene al 100%.»
La giovane donna estrasse da una cassetto in metallo un fascicolo dove vi scrisse su tutte le informazioni riguardo il cucciolo.
Fece altre domande a Louis, compilando ogni parte.
Louis iniziò ad andare un po' nel panico, sia perchè non aveva la benchè minima idea di come agire sia perchè non sapeva a chi avrebbe potuto cedere i cuccioli.
Metterli in vendita non era neanche un lontano pensiero per Louis, sarebbe stato come vendere dei figli e non l'avrebbe mai fatto.
Sapeva che Liam non avrebbe mai e poi mai accettato di prendersi cura di un animale, quindi era un po' nel pallone.
«La vedo un po', come dire, nel panico.. va tutto bene?»
«Vede dottoressa è che non so davvero come posso prendermi cura di Lara, né dei cuccioli!» esclamò. «Non voglio che nascano e poi vivano in situazioni disagiate ma io non posso tenerli, ne ho già 3! Non posso vivere con 7 cani, insomma farò la fine parallela delle donne single con 7 cani. Sono disperato!» ammise in fine accarezzando la sua Lara.
«Ci sono io!» affermò la dottoressa sorridente. «Posso darti del tu?»
Louis annuì sorridendo «Certo!»
«Louis, sta tranquillo. Ci penserò io a lei e qualsiasi problema o dubbi tu abbia non esitare a chiamarmi ok? E anche riguardo i cuccioli metteremo dei manifesti ovunque e ci preoccuperemo di sorvegliare il luogo prima e dopo l'affido. Non preoccuparti. Metteremo anche un prezzo se intendi..»
«Assolutamente no!» la interruppe subito Louis «Sono contrario alla vendita di animali.»
A Shana si illuminarono gli occhi. «Qualcuno che la pensa come me!» esclamò soddisfatta.
«Mi aiuterà lei dottoressa?»
«Shana.» lo corresse ammiccando la bruna.
Louis ridacchiò. «Mi aiuterai tu, Shana?»
La bruna annuì sorridendo estraendo dalla tasca il suo bigliettino da visita. Scrisse sul retro un numero di cellulare e lo porse a Louis.
«Questo è il mio numero privato, qualsiasi problema tu abbia, non esitare a chiamarmi!»
«Ti ringrazio davvero tante.» le porse la mano e Shana la strinse sorridendo.
«Ci vediamo tra una settimana, salvo complicazioni, d'accordo?»
Louis la ringraziò ancora una volta e dopo che la dottoressa porse a Louis la copia del fascicolo di Lara accarezzò quest'ultima baciandole il dorso.
Louis trovò finalmente qualcuno che amasse gli animali quanto lui ed era assolutamente una novità.
Aveva, certamente, incontrato amanti dei cani ma mai come lui e la bruna sembrava essere proprio la sua fotocopia al femminile.
Dopo aver pagato alla segretaria, uscì dalla veterinaria e scrisse subito a Liam.
-Mica male eh Shana! Ho rimediato anche il suo numero :P 10 minuti e sono da te-
Aprì la portiera e molto cautamente fece salire Lara e dopo esser salito anch'egli in auto, sfrecciò veloce verso l'hotel.


Dopo esser atterrata al Kingsford Smith airport, Allyson raggiunse l'hotel in taxi.
Il Park Hyatt Hotel era il miglior hotel di tutti, secondo qualunque sito o agenzia di viaggi e così, nonostante l'elevato prezzo, prenotò 10 giorni.
Si promise che in 10 giorni avrebbe dovuto trovare un'appartamento decente, non poteva di certo vivere in hotel per tutta la durata del suo pernottamento a Sydney.
Dopo aver disfatto le valigie, la bruna si mise all'opera per varie cause che avrebbe terminato a breve in California e che avrebbe dato in consegna ai suoi fidati assistenti.
Dopo aver chiuso una parte del lavoro la bruna fece una doccia veloce e si preparò per incontrare quel che avrebbe dovuto essere il suo nuovo cliente.
Uscì dall'hotel, dove un fresco venticello la investì, e noleggiò un'auto. Indossava uno dei suoi soliti outfit: un pantalone stretto a vita alta le evidenziava le gambe lunghe e slanciate, un semplice top era coperto per la maggior parte da una giacca di pelle nera e da una sciarpa rigorosamente in cashmere e gli accessori erano made by Roberto Cavalli, anelli e orologio annessi.
Portava i capelli sciolti, tirati su dagli occhiali da sole.
Arrivò al carcere di massima sicurezza, nella periferia di Sydney e dopo aver presentato tutte le carte per l'entrata riservata agli avvocati si recò allo sportello principale.
Conosceva già tutte le procedure e, grazie a varie telefonate sapeva che il caso Malik sarebbe stato di certo il suo.
Cercò di parlare con il capo distrettuale e dopo esser stata ricevuta, fu accolta e subito accompagnata nella stanza dell'interrogatorio.
La stanza era alquanto diversa rispetto alla California: ampia e illuminata da ampie vetrate, tinteggiate di un salmone rilassante e con un tavolo enorme in metallo posto al centro accerchiato da 4 sedie.
Allyson prese posto su una delle 4 sedie e, aprendo la borsa, estrasse un fascicolo con tutte le informazioni ricavate.
Dopo circa 10 minuti, la porta difronte ad essa fu aperta e un Zayn Malik in tuta arancione gli si spuntò davanti.
Zayn Malik, 25 anni, alto, pelle olivastra, barba folta ed evidente, tanti tatuaggi e quel non so che da apparente cattivo ragazzo.
Allyson gli sorrise cordialmente ma lui, di risposta, la guardò di sfuggita, sedendosi svogliatamente sulla sedia parallela a quella della bruna.
«Qualunque problema lei abbia, o se vuole uscire, schiacci il pulsante vicino alla porta alle sue spalle.» le disse il poliziotto ma Allyson lo congedò tranquillizzandolo che sarebbe andato tutto bene.
Rimasti soli, un silenzio tombale invase la stanza ma il bruno non esitò un secondo ad interromperlo.
«E così, sei il mio avvocato?»
La bruna rimase sorpresa di come il ragazzo le diede subito del tu; Allyson non voleva giungere subito a giudizi affrettati ma lui le diede l'impressione di essere alquanto scortese e strafottente.
«Si.. e tu, dalle varie notizie che ho ricavato devi essere: Zayn Jawaad Malik, nato a Bradford, Inghilterra, il 12 Gennaio del '88. I tuoi genitori sono Tricia e Yaser Malik, di origine pakistane e hai 3 sorelle..»
«Si ok, hai ricavato abbastanza informazioni ma non credo siano necessarie al mio caso.» disse altezzosamente.
La bruna sospirò rumorosamente, chiudendo gli occhi e mantenendo la calma. Le cose andavano peggio di come si aspettasse. Il cliente non
collaborava e questo di certo non giovava a suo favore.

«Senti,» disse bruscamente «o cerchiamo di andare d'accordo o almeno di fare finta altrimenti non credo potremmo fare strada. Devo occuparmi del tuo caso e si, ho bisogno di sapere tutte le informazioni necessarie.» disse infine.
«Tiri fuori gli artigli babe?!» la prese in giro il bruno.
Allyson roteò gli occhi, sospirando ancora una volta.
«Smettila o ti meno una sberla. Chiaro?»
«Arrrrr!» scherzò ancora Zayn ridendo a crepapelle.
«Allora!» lo ammonì infine alzando la voce.
Il bruno sembrò calmarsi anche se, di tanto in tanto, rideva sotto i baffi.
«Posso chiederti una cosa?» disse poi Zayn in tono serioso.
La bruna annuì distrattamente col capo, leggendo le varie scartoffie che aveva tra le mani.
«Mi parli di te?»
Allyson si bloccò all'istante e alzò lo sguardo su quello, realmente serio di Zayn.
«Che vuoi sapere?» gli chiese portando le mani davanti a viso e intrecciando le dita.
«Di dove sei, come ti chiami, quanti anni hai, la tua famiglia. Solite cose.» disse scrollando le spalle.
“Non è un'appuntamento” pensò tra se e se la bruna ma, lo accontentò, rispondendo alle sue domande.
«Mi chiamo Allyson Lee, ho 25 anni e vengo dalla California. Stanca della monotonia di Los Angeles, o di quello che per me stava diventando monotonia, e sentendo una notizia dalla TV, decido di punto in bianco di partire per Sydney e di salvare il culo a quello che sembra il più gran stronzo, concedimi questo termine,» disse ammiccando «di tutta l'Australia.» concluse sorridendo e alludendo, spudoratamente a lui.
«Touchè.» disse Zayn tornando a stravaccarsi sulla sedia.
«Ora per favore, possiamo passare alla procedura?»
Il bruno sollevò le spalle con disinteresse. «Vai.»
«Era tua o no quella roba?»
Zayn fu colpito dalla schiettezza della giovane donna. Senza rifletterci ulteriormente rispose.
«No.»
«La tenevi per qualcuno.»
«No.»
«Guarda che io ho bisogno di sapere la verità.» disse con tono calmo e deciso Allyson.
«Sai cosa succederebbe se io facessi il nome di qualcuno? Morte.» disse Zayn abbassando il tono di voce e provocando dei brividi nella bruna.
«So esattamente cosa accadrebbe,» disse perdendosi per qualche attimo nel vuoto e accarezzandosi il polso «ed è per questo che so come aiutarti,
senza far si che ti succeda niente.»

«Come posso fidarmi di una completa sconosciuta?!»
«Devo difendere te, ne vale la mia reputazione.»
Zayn sospirò rumorosamente. «Non posso fidarmi.»
«Facciamo così. Io ritorno domani, tu riflettici per bene se dirmi la verità o meno. Dimmi solo una cosa, la verità.»
«Hai mai fatto uso di stupefacenti?»
Il bruno scosse convinto il capo.
«Tu riflettici, al resto ci penso io. Ci vediamo domani Zayn, d'accordo?!»
Il bruno annuì svogliatamente e rimanendo seduto sulla sedia, pensante, aspettò che la bruna, bussando il pulsante, chiamò il poliziotto che lo riportò
in cella.

Pensò tanto ai pro e i contro della situazione e cercò di rifletterci al meglio.
Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, diceva sempre il suo migliore amico perso qualche anno prima.
Cosa avrebbe dovuto fare? Fumare una sigaretta lo aiutò a stendere i nervi e a rilassarsi per un po'.


Louis entrò in hotel, facendo camminare Lara al suo fianco.
Dopo averle somministrato alcune vitamine che Shana le aveva prescritto, il cucciolo sembrò essersi ripreso, aveva acquistato le forze e Louis fu sollevato.
Diede il buongiorno agli addetti alla reception e si recò subito nell'ufficio di Liam.
«Hey ami..»
Non appena aprì la porta, Alexandra passò dalla distanza di 3cm dal viso di Liam a dietro la scrivania.
Louis si sentì terribilmente fuori luogo, Alexandra aveva acquisito un colore tendente al rosso sulle guance mentre Liam era tranquillo come non mai.
«Qualunque cosa di cui tu abbia bisogno non esitare a chiamarmi.» disse la bionda prima di lasciare la stanza.
«Ti giuro che se sapevo che c'era lei e vi stavate baciando io non sarei mai e poi mai entrato!» esclamò Louis.
Liam lo guardò interrogativo. «Non ci stavamo baciando.» disse alzando le spalle.
«Era a 3cm dal tuo viso, Liam!»
«Ma non ci stavamo baciando o almeno non era mia intenzione farlo.» continuò ancora «Piuttosto, sono preoccupatissimo in questi giorni.»
«Perchè?» chiese Louis prendendo posto su una poltrona.
«La mia preoccupazione più grande è Nicholas, l'altra è che a momenti per arrivare una star internazionale con la sua band e la sua troupe: hanno occupato ben 30 stanze, tra doppie singole e quadruple, e per lo più vogliono fare un'intima performance qui all'hotel!»
«Non vedo il problema.» disse calmo Louis.
Liam si alzò dalla poltrona e raggiunse il suo amico sulla poltrona adiacente e non appena vide Lara aggrottò le sopracciglia.
«Non era malata?»
«No, incinta!» esclamò Louis sorridente.
«Congratulazioni! Quindi sta bene?!»
Louis annuì e ringraziò Liam per l'interessamento.
«Comunque, tornando al discorso di prima. Non ho mai avuto gente così importante, non saprei come comportarmi.»
«Tu sta tranquillo e tutto andrà bene. Trattali come tratti tutti i tuoi ospiti, sono loro che devono venire da te, non tu da loro. Sono vip, non reali.»
affermò Louis.

Liam annuì convinto. «Ma se noi li trattiamo al meglio e se loro dovessero ritornare non ci penseranno due volte a venire qui.»
«Non ci penserebbero a prescindere! Hai l'hotel migliore di tutta l'Australia, amico. Sta' tranquillo.» lo rassicurò.
«Riguardo Nicholas,» continuò «qual è il problema?»
«Al parco, ieri, mi ha chiesto improvvisamente chi fosse sua madre.» il biondo prese una pausa. «Ti giuro, mi sono sentito morire dentro, non sapevo cosa dirgli! Ha solo 3 anni, dovrebbe chiederselo più in la chi è sua madre o tutti i quesiti della vita, non a 3.» disse Liam dando sfogo ai suoi pensieri. Louis non lo interruppe neanche un secondo e l'amico lo ringraziò mentalmente. «So che è un bambino fantastico e, senza peccare di presunzione, con un'intelligenza al di fuori del normale, ma queste cose sono davvero troppo per lui.. o forse per me.» Liam prese una pausa e sospirò rumorosamente. «Non so cosa rispondergli, anzi come rispondergli..»
Louis afferrò il polso di Liam e attirò la sua attenzione. I due si guardarono profondamente negli occhi.
«Giraci intorno!» esclamò il bruno. «Non rispondere schiettamente ma gira intorno, scherzaci su, tanto proprio perchè ha 3 anni se le berrà le
stronzate che fai.. poi però quando si farà più grande gli dirai la verità.»

«Ma non voglio che rimanga con il dubbio e con questa domanda impressa nella mente fin quando non crescerà!»
«Liam, Nicholas è un bambino vivace, estroverso e senza alcun problema. Fidati, se qualche volta si farà queste domande è perchè si sta annoiando! Tu cerca di non farlo mai annoiare e vedrai che lui non ti chiederà più nulla.»
Liam annuì pensieroso mentre Louis gli sorrideva complice. «Non preoccuparti.» aggiunse infine dando qualche pacca sulla spalla.
Qualcuno bussò alla porta di Liam e dopo pochi istanti la chioma bionda di Alexandra fece capolino.
«Sono arrivati e, la cantante e il suo manager vogliono parlare con te.»
Liam si alzò di scatto dalla sedia. «Falli entrare.»
Alexandra spalancò la porta e, dopo pochi istanti, nella stanza fece capolino una folta chioma viola.
Folta chioma viola, occhi nocciola, gambe toniche e slanciate messe in mostra da uno shorts e da anfibi neri lucidi.
Magra, di media statura e con un sex-appeal abbastanza elevato.
Louis la squadrò dal basso verso l'altro, mentre invece Liam si concentrò sugli occhi. I più belli che avesse mai vsito.
«Salve, io sono Paige Sullivan.» disse la ragazza presentandosi prima a Liam e poi a Louis.





 
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Sullivan's space

Non so se mi odiate o mi amate ma spero che una via di mezzo ci possa uscire.
Mi dispiace che vi abbia fatto aspettare così tanto ma spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo mega lungo!
E' quasi quanto tutti e 3 i capitoli messi insieme e non scherzo LOL.
Alllooooora:
Che ne dite dell'incontro tra Shana e Louis?
è stata tanto gentile, e Louis? riuscirà a conquistarla o almeno a chiederle di uscire? oppure nascerà qualche intoppo :P chissà xP
E Zayn invece? Sta rendendo le cose molto più complicate di quanto Allyson si aspettava ma d'altronde non sempre va tutto come nei nostri piani.. mi sa che questo bad boy la farà sudare tanto.. tanto almeno da far rivelare un segreto ad Allyson :P
E Liam invece? che cucciolo è preoccupatissimo per Nicholas.. dov'è la mamma? chi è la mamma?.. e Paige?! sarà lei a far perdere la testa a Liam oppure qualcuno della sua troupe? Ed Alexandra? Prenderà bene questa cosa?

Eheh, restate sintonizzati e lo scoprirete!

Grazie a tutti delle recensioni e di tutte le parole belle che mi scrivete ovunque.
Un ringraziamento speciale va anche a Poppy che è sempre un'amore!
Questo capitolo lo dedico a te che per la prima volta non hai letto l'anteprima prrrr 


 

NB: Per chi non ne fosse a conoscenza ho già scritto altre storie:
2 One shot: Best Thing I Never Had e Goal, che tra l'altro sono entrambe nelle più famose del sito, grazie a voi;
e 2 FanFiction: Life's So Incredible che è stata la mia prima storia in assoluto e quindi più da principiante e No Rules We're In California la mia ultima storia nonché mio orgoglio, davvero.
PS: ci tengo a ringraziare ancora tante chi ha recensito/sponsorizzato/letto le mie storie e ringraziarvi per essere ancora qua.
Grazie mille!! C'è un bel posto nel paradiso anche per voi!



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ℳarìì Sullìvan





 

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Capitolo 5
*** Dinner. ***




-Dinner.
 

Avvolta nel suo spolverino rosa antico, Bethany scese le scale della scuola avviandosi verso l'auto.
L'aria era fresca ma c'era uno splendido sole a rendere la giornata allegra. Arrivò alla portiera del guidatore quando vide una rosa, affiancata da un bigliettino, posta sulla sua auto.
-Essere completamente onesti con se stessi, è un buon esercizio. H-
Bethany sorrise a quel gesto e si guardò intorno; lo cercò e lo vide: bello come sempre.
I capelli ricci a contornargli il viso, una sciarpa di lana verde che riprendeva i suoi occhi smeraldo e quel sorriso, quel maledetto sorriso ad illuminargli il tutto.
Le si avvicinava sempre più, con le mani nelle tasche e quell'aria da finto bravo ragazzo.
«Freud: caso o conoscenza?» chiese la mora.
«Chi può dirlo?!» scherzò il riccio. «Salve.» aggiunse poi.
Bethany sorrise scuotendo leggermente il capo. «Devo dedurre, da questa frase, che causalmente anche a te piace Freud. O sbaglio?!»
«E' stato d'ottimo aiuto per noi medici.»
Bethany ridacchiò per il modo in cui Harry sviava le domande che gli poteva. «Qual buon vento ti porta qui?» chiese allora lei.
«Avevo voglia di un caffè.»
«Non mi sembra ci siano caffetteria qui in giro.»
«Ma c'è un'ottima compagnia, mi hanno detto.» controbattete subito Harry.
«Sono andate tutte via. Mi dispiace.»
«Ma ci sei tu!»
«E allora?»
Harry in quel momento capì che Bethany era più orgogliosa che mai, aveva capito sin dall'inizio ciò che lui voleva intendere ma a quanto pareva voleva sentirselo dire senza mezzi termini.
«Verresti a prendere un caffè con me?»
«Perchè no.» rispose ammiccando.
Il riccio la invitò in macchina con lui, offrendosi di riaccompagnarla poi a prendere l'auto fuori scuola.
Le aprì la portiera e la fece entrare, affiancandosi poi, sul posto di guida.
«Non dovresti essere a lavoro?» chiese la mora.
Harry scosse la testa. «Posso mancare per un po'.» le rispose sorridente.
«Hai qualche preferenza o posso condurti dove voglio?» chiese subito dopo il riccio.
«Ti lascio fare.» rispose Bethany. Susseguirono degli attimi di silenzi spezzati subito dalla voce della mora.
«Mi dici come facevi a sapere del mio amore per Freud?!»
«Me lo stai dicendo tu ora!» rispose Harry ridacchiando.
«Dai!» lo ammonì scherzosamente lei.
«Può esser stato anche un caso, ma nessun mago rivela i suoi trucchi. Non credi?»
Bethany sbuffò scherzosamente. «Freud, Tolstoj.»
«Lui aveva detto proprio quello che il suo cuore..» disse Harry.
«..voleva sentire e che la sua ragione temeva.» concluse Bethany.
«Anna Karenina, uno dei libri migliori di sempre!» affermò il riccio.
«Guerra e pace non è da meno.» disse Bethany.
Harry annuì convinto pensando poi a quanto fosse bello aver trovato qualcuno con un'intelligenza così avanzata. Era sempre più fermamente convinto che Bethany era la persona che aveva sempre cercato: di assoluto bell'aspetto e con un'intelligenza al di fuori del normale. Era vero, si conoscevano da pochissimo, ma Harry aveva sempre avuto questo dono speciale: riconoscere le persone giuste a primo impatto.
Arrivati ad una caffetteria sulla costa, i due scesero e, affiancati, entrarono all'interno.
Un'ambiente totalmente rilassante. Vetrate lungo il perimetro che permettevano di far godere di una vista sul mare, tavolini in legno placcati di nero lucido e sedie annesse. Tutto era sobrio ed equilibrato.
Harry e Bethany ordinarono rispettivamente una cioccolata calda e un caffè macchiato.
Parlarono per circa 1 ora, spaziando da argomenti di attualità alla medicina, alla chimica, alla letteratura, alla musica.
Ridevano e scherzavano come se si conoscessero da tanto, nessuno dei due si era mai sentito così a proprio agio con una persona del sesso opposto,
fatta eccezione di Lou per Harry.

Non si sfiorarono per niente ma con i loro sguardi facevano l'amore.
Harry la riaccompagnò a riprendere l'auto e le lasciò un bacio sulla guancia.
«Sono stata davvero bene con te.» ammise Bethany.
«Anch'io.» sorrise Harry avviandosi poi verso l'auto. «Bethany!» la chiamò subito dopo.
La mora si voltò di scatto. «Domani sera posso passarti a prendere per una cena?»
Bethany sorrise ed annuì entrando in auto.
«A domani.» disse poi Harry vedendola sfrecciare via.
Era soddisfatto, pienamente soddisfatto.


Paige e la sua troupe erano sparsi per l'hotel: chi faceva prove, chi chiacchierava tranquillamente, chi lavorava stressantemente e chi, come appunto Paige, era alla ricerca di Liam.
Si recò alla reception e chiese di lui.
«E' nella sua stanza.» rispose una giovane donna sulla 30ina. «Credo che uscirà tra un'oretta.»
«Ho urgentemente bisogno di vederlo. Sono Paige Sullivan.»
La giovane donna ricordò le raccomandazioni di Liam e subito annuì. «Vado a controllare il numero.»
Paige sorrise e seguì la donna con lo sguardo mentre entrava in una piccola stanza dal quale subito dopo uscì Alexandra.
«Mi dica.» disse con un finto sorriso dipinto sul volto.
«Ho già chiesto alla sua collega, la ringrazio.» rispose Paige.
«Oh, è lei che cerca la stanza del direttore?»
Paige annuì e sorrise.
«Mi dispiace ma non possiamo darle il numero. Può rivolgersi a me.» disse insistendo.
«Lia- il signor Payne ha detto che posso disturbarlo dove e quando voglio.» insistette ancora di più Paige.
«Stanza 237C.» disse la donna di prima.
Alexandra si voltò e la fulminò con gli occhi mentre Paige salutò e sorrise ammiccando.
Ridacchiò per tutto il tragitto sino all'ascensore.
La bionda era evidentemente gelosa, anche se Paige non riusciva a capire il perchè.
A lei non piaceva Liam: era un bell'uomo, senz'ombra di dubbio, ma non avrebbe mai potuto far parte della sua vita.
Stabilità e calma totale con frenesia e stress costante non era il mix ideale.
Salì al 3° piano e cercò la stanza di Liam: le stanze pari sulla destra, le dispari sulla sinistra.
Attraversò 2 corridoi e la trovò. Suite 237C.
Bussò alla porta e attese qualche secondo.
«Chi è?» chiese Liam nello stesso secondo in cui aprì la porta.
Aveva i capelli bagnati ed era a torso nudo, qualche gocciolina d'acqua che gli scendeva lungo i pettorali e un'asciugamano a coprirgli il bassoventre.
Paige arrossì leggermente mentre Liam era in tutta disinvoltura.
«Ciao Paige! Dimmi tutto.»
Paige rimase qualche secondo senza parole poi scosse la testa e sorrise. «Ho bisogno di alcuni chiarimenti riguardo la piccola performance. Ho bisogno di sapere posti, luogo, e tutte queste cose.»
Liam annuì. «Certo! Dammi un secondo, mi vesto e ne parliamo.» disse aprendo un po' di più la porta.
«Ti aspetto qui.»
«Oh no, entra pure. Sembreresti un'imbambolata.» disse scherzosamente.
Paige, anche se molto impacciatamente, entrò nella suite di Liam.
Era circa il doppio della sua: 350Mq, un salotto con 3 divani ampi, 2 poltrone e un tavolino nel mezzo, un tavolo rotondo con sedie annesse, una cucina, un ampio armadio all'ingresso, una terrazza attrezzata e una vista da favola. Il Teatro dell'Opera.
Paige si accomodò su una delle poltrone e iniziò a sfogliare qualche rivista.
Sentì il rumore di un Phon per circa 5 minuti e poi lo scorrere delle ante degli armadi.
Girò per il salotto e ammirò le foto che aveva Liam, quasi tutte dove lo ritraevano con uno splendido bambino biondo e dagli occhi azzurri.
Si soffermò a guardare la cornice digitale, dove c'erano tutte le foto di Nicholas.
«Ti piacciono?»
Paige si voltò di scatto e sorrise. «Sono davvero belle.»
«E' mio figlio.» disse Liam.
Paige sorrise nuovamente. «Dev'essere un vero monello.» scherzò facendo ridacchiare Liam.
«A dire il vero lo è,» disse ridendo «ma la colpa è di Louis.»
«Il ragazzo che era con te nell'ufficio, giusto?»
Liam annuì. «E' come se fosse un fratello per me e un secondo padre per Nicholas.»
«Scommetto che gli piace più stare con lo zio che con il padre!» disse ridacchiando.
Liam annuì imitandola «Si! Quando c'è lui mio figlio mi ignora completamente.»
«Posso capirti.»
«Sei un genitore anche tu?» chiese Liam di botto.
«Oh no,» rispose dolcemente «solo che mia sorella ha una bambina di 3 anni e ogni volta che ci sono io il miglior gioco per lei è ignorare la mamma. So
che io sono adulta e quindi dovrei evitare di farla diventare monella ma è troppo divertente! Dovreste vedere che faccia fate voi.» continuò ridendo.

«Quanto sei cattiva.» scherzò Liam.
«Comunque, mi devi promettere una cosa.» disse Paige.
Liam s'accigliò «Dimmi.»
«Me lo farai conoscere!»
Liam sorrise serenamente: era la prima volta che una persona, al parlar del figlio, non rimaneva sconvolto ma anzi, ne scherzava a sua volta.
Paige era davvero solare e dolce al contempo e poi, più la guardava, più pensava che fosse davvero bella.
Gli occhi color nocciola brillavano ogni volta che sorrideva o rideva e i denti bianchi e perfetti venivano contornati dalle labbra piccole ma sinuose.
«Facciamo una cosa,» disse Liam «tu accetti di venire a mangiare con noi al ristorante cinese così conoscerai anche Nicholas e io ti prometto che parleremo della performance.»
«No.» disse Paige «Stasera andiamo al ristorante cinese e parliamo di tutto, domani mattina alle 9 parleremo della performance!»
Liam sorrise e annuì deciso. Paige porse la mano e lui la strinse, in segno d'accordo.



 

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Sullivan's space.

Gooooood afternoon everybody!
How's going?
Lo so, sono in uno schifoso ritardo, non scrivo da 2 settimane ma posso spiegarvi.
Ci sono tanti motivi.
Il primo è che ho avuto un calo psicologico, sono stata male per varie cose e ci sto ancora male;
ho avuto bisogno di un po' di tempo per riprendermi ma ora credo di star bene..
Il secondo è che.. non so come dirvelo..
ho paura che questa storia non vi piaccia.
Forse sarà la netta differenza di lettori tra questa e la mia vecchia storia, 
ma è come se non mi sentissi motivata.
Certo, io adoro coloro che la leggono e la recensiscono ogni volta che pubblico
vi giuro che vi amo davvero tanto, ma non so..
ho quest'impressione e se continuo a scrivere è:
1. per la mia passione
2. per coloro che leggono, siete la mia ispirazione
3. per poppy ahhahaha 
poppy is everywhere!

E quindi dedico questo capitolo a coloro che hanno letto i primi 4 capitoli,
li hanno recensiti, messi tra i preferiti, ricordati, seguiti.
Vi voglio davvero bene.


 

Se volete chiedermi/scrivermi qualcosa non esitate a farlo! 

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ℳarìì Sullìvan

 

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Capitolo 6
*** Sweet Disposition. ***


 

-Sweet disposition.

 

Allyson quella mattina era più agguerrita che mai. Si era svegliata con il piede giusto ed era fermamente convinta che sarebbe riuscita a far rivelare qualcosa a Zayn.
Ci aveva pensato per tutto il giorno alla sfrontatezza del bruno e quest'ultima l'aveva irritata non poco, convincendola a non arrendersi.
Parcheggiò l'auto in un posto vicino e ben custodito e si recò all'ingresso riservato agli avvocati.
Una volta arrivata nella stanza, attese qualche minuto prima che un suono l'avvertisse che Zayn stava entrando.
Il bruno indossava la solita tuta arancione mentre la folta barba era sparita.
«Buongiorno.» disse la bionda.
«Ciao.» rispose Zayn secco.
«Come stai?»
«Libero e felice.» rispose con sarcasmo lui ricevendo un sospiro da parte della bionda.
«Ottimo, vedo che hai voglia di scherzare.» sorrise dopo.
«Tu come stai?» chiese dopo Zayn.
«Sfinita dal fuso orario ma bene. Mi sto adattando.» rispose sollevando le spalle. «Stai bene senza barba, sembri più giovane.»
«E' un complimento o cosa..?» chiese Zayn.
La bionda roteò gli occhi. «Un complimento.» rispose poi cercando di non perdere la pazienza.
«Allora, hai deciso cosa fare o sei ancora ostinato a non dire nulla?»
Zayn non rispose, iniziò a rifletterci su. Allyson lo voleva aiutare e già il fatto che si fossero dati del tu non era da tutti.
Era venuta dalla California solo per lui e per il suo caso, o almeno per quello che aveva capito, e forse dire qualche informazione non gli si ritorcerebbe contro.
«Tu, mi aiuterai davvero?»
La bionda annuì convinta. «Ti giuro che non ho altri fini.»
Il bruno sospirò. «Che vuoi sapere?» chiese poi con calma.
Allyson sorrise dolcemente. «Prima di tutto: come stai? Realmente intendo.»
«Mi sento oppresso e umiliato. Non voglio e non posso stare qui. Sappi che se dirai qualcosa ti darò la caccia.» premesse poi facendo sorridere consenziente Allyson. «Non l'ho mai detto ne dato a vedere ma ho sempre fatto beneficenza, volontariato, ho sempre aiutato chi meno fortunato di me e ogni giovedì andavo in una comunità per tossicodipendenti ed è proprio lì che sono stato incastrato..»
Allyson non interruppe Zayn e lasciò che il bruno parlasse da sé.
«Era il giovedì che io fui rinchiuso qui. Stavo tranquillamente facendo il giro del reparto quando vidi un gruppo di 4 persone intorno al mio
armadietto. Uno era intento nell'aprire quest'ultimo mentre gli altri 3 facevano da “palo”. Prima che io potessi dire qualcosa mi prese da parte il loro capo.»

«Sapevi già di queste persone?»
«Loro erano coloro che spacciavano dentro la clinica. Cioè ti sembrerà assurdo ma erano quelli che, a loro detta, aiutavano chi ne aveva bisogno..
Erano, anzi, sono i più pericolosi di tutta Sydney e dintorni. Solo io e i loro clienti sapevamo di questa cosa.» Zayn prese un profondo respiro.

«Come lo sapevi tu?»
«Ero anch'io un ex tossico.»
Allyson annuì e lo invitò a continuare.
«Quel pomeriggio ci sarebbero stati controlli e nessuno si sarebbe dovuto muovere dalla clinica. Dovevano nascondere la roba e decisero che l'avrebbero messo nel mio armadietto. Avrebbero ucciso me e la mia famiglia se io avessi parlato in qualunque caso o modo e così dovetti stare zitto.»
«E i pazienti? Cioè loro sapevano che non eri tu il responsabile..»
«Anche loro furono coinvolti! Quella mattina vennero davvero presto e dissero a tutti la “vera storia”.» disse Zayn imitando delle virgolette con le
mani. «Convinsero, anche se con le cattive, tutti a dire quella versione dei fatti se fossero stati interrogati.»

«Così vennero i controlli, tu fosti arrestato e loro la passarono liscia..» concluse Allyson mentre Zayn annuiva.
«E' stata un'umiliazione incredibile. Ero un ex paziente di quella stessa clinica e tutti mi vedevano come un modello da seguire perchè ero uscito da quel giro infernale ma ora che tutti sanno questa storia.. non oso pensare cosa pensino di me.» disse Zayn chinando il capo.
«E così anche il nostro temerario Malik ha un cuore, e anche molto docile e pauroso eh?!» scherzò Allyson cercando di smorzare la tensione non ricevendo però il risultato che sperava.
Zayn la fulminò con gli occhi e «Sei proprio una stronza!» aggiunse prima di alzarsi di scatto e avvicinarsi verso la porta per andare via.
Allyson rimase perplessa per qualche attimo poi si alzò e andò verso Zayn.
Nell'attimo in cui appoggiò la mano destra sull'avambraccio del bruno, quest'ultimo si voltò di scatto.
I due si trovarono a pochi centimetri di distanza. Avevano entrambi i battiti accelerati e il respiro affannoso, come se avessero corso per chilometri e chilometri.
Si guardarono negli occhi, si cercarono ed arrivarono, entrambi, alla conclusione che fossero davvero belli, l'uno per l'altra.
Fu come se il tempo si fosse fermato e tutto insieme ad esso. Fu lo stesso suono che annunciò l'arrivo di Zayn a dividere gli sguardi dei due.
Lui continuava ad essere innervosito con lei, lo si leggeva negli occhi; lei era dispiaciuta.
Mentre Zayn varcò la soglia e andò via, senza voltarsi neanche per un istante, Allyson lo seguì per tutto il tempo con gli occhi, maledicendosi
quell'inutile battuta.



Nè nei pantaloni, né nelle giacche, né nelle borse, né in qualsiasi altro posto Louis riusciva a trovare il numero di Shana. «Dannazione, si può sapere dov'è!» continuava ad imprecare freneticamente per tutta la casa.
«Idea!» esclamò prendendo il cellulare dalla tasca. «Chiamerò Liam!»
Louis attese qualche squillo prima che Liam gli rispose. «Dimmi.»
«Il numero di Shana. Dimmi che ce l'hai ancora!»
«Mmh, si, certo. Perchè?» chiese interrogativo.
«Non trovo il numero che mi ha dato e beh, mi serve.»
«Posso inviartelo tramite messaggio o muori?» chiese Liam sarcastico.
Louis sentì un ghigno dall'altra parte che non apparteneva però a Liam. «Aspetto un tuo messaggio dove mi dici anche chi è colei,» specificando bene
l'ultima parola «che ha appena ridacchiato dietro di te.»

«Sarai servito, baby!» scherzò Liam.
«Un bacio a Nicholas.» concluse riagganciando.
«Non me ne va una giusta!» disse Louis rivolgendosi a Max e Lara, che erano distesi sul divano, come se potessero risponderlo.
Poco dopo l'iPhone vibrò e il bruno lesse il messaggio con allegato il numero di Shana.
-Paige. La violetta che alloggia in hotel:P-
-Non fare danni xP- rispose Louis a tono.
«Speriamo che sia quella giusta.» disse guardando l'alto con fare teatrale.
Saltando ulteriori distrazioni Louis inviò un messaggio a Shana.
-xx Louis-
Nell'attesa che Shana gli rispondesse Louis iniziò a rassettare casa. Viveva da solo da un bel po' e fare la donna di casa non gli dispiaceva: aveva provato a chiamare qualcuno che lo aiutasse in casa ma la sera stessa si malediceva perchè non riusciva mai a trovare quel che trovava.
-Hey! Come va? Lara?- fu la risposta di Shana.
-Bene x) Fa fatica a camminare a passo svelto e mangia quasi sempre. E' diventata un vegetale: mangia, beve e dorme. E' normale credo, no?- scrisse Louis, rompendo il ghiaccio prima della fatidica domanda.
La bionda ci metteva un po' per rispondere ai messaggi di Louis; lo faceva attendere un po', si faceva letteralmente desiderare.
Il bruno intanto aveva messo in ordine tutta la casa e si era distesa sul divano affianco ai suoi due cuccioloni.
Accese la TV, giusto per compagnia.
-Si, tranquillo è normale. L'importante è che il vomito è passato, per il resto è tutto ok :) Tu? Sei sempre pieno d'ansia?-
Louis avrebbe voluto ricambiare con la stessa moneta il gesto di lei ma proprio non riusciva a farla attendere.
-Rispetto a prima va molto meglio, grazie però ho sempre i miei dubbi.-
-Sarai un genitore perfetto xx- scherzò Shana sorprendendo Louis per l'immediata risposta.
-Speriamo x).. hai da fare stasera? - Louis impiegò esattamente 10 minuti per inviarlo.
Si maledisse mentalmente e tornò alla sua televisione, sperando che la bionda lo rispondesse al più presto.
Fece zapping con il telecomando, guardando qualche minuto di ogni programma.
Il cellulare prese a vibrare e Louis visualizzò subito.
-L'appuntamento è mercoledì alle 7, Erik- Louis in quel momento avrebbe mandato volentieri a quel paese il suo collega ma ignorò quel messaggio e bloccò il suo iPhone.
Accarezzò con ambedue le mani Max e Lara, facendo addormentare quest'ultimi.
Dopo una mezz'oretta circa il cellulare vibrò e Louis, impaziente, lo sbloccò subito.
-Scusa l'attesa, comunque a dire il vero no :) perchè?-
-Liam ha bisogno di qualcuno che stia nel suo ufficio questa sera e magari, mi chiedevo se potevi venire con me. Ceniamo insieme, se ti va..-
Louis si prese a schiaffi mentalmente. «Sembro ebete quando scrivo dei messaggi.» disse poi parlando tra sé e sé.
-Che ne dici alle 8? :)- Shana rispose più in fretta possibile.
-Perfetto! Ti passo a prendere?-
-Ci vediamo in hotel xx-
Louis iniziò a saltellare per tutta la casa. «Sembro un'adolescente, Dio mio!» disse poi, ridendo da solo.
Andò subito a lavarsi e a radersi la barba. Si acchitò in modo sportivo ma elegante allo stesso tempo.
Indossava un pantalone blu stretto che gli lasciava le caviglie scoperte, un maglioncino beige di puro cashmire e una camicia blu cobalto in tono con le
scarpe. Rempì le ciotole dei suoi cani e chiuse la porta di casa dietro di sé.

Erano appena le 7 di sera e Louis era già in hotel. Disse al responsabile del ristorante di riservargli un tavolo per 2 e tornò in ufficio.
Una decina di minuti dopo il suo arrivo qualcuno bussò alla porta.
Alexandra entrò dentro e rimase un po' perplessa alla vista di Louis.
«Liam?» chiese subito a Louis.
Sapendo di farla ingelosire, il bruno le disse la verità. «E' uscito con una donna.»
«Molto spiritoso, puoi dirmi dov'è.»
«Te l'ho detto.» ribadì il Louis.
Alexandra spalancò leggermente gli occhi. «Con chi?»
«Non immischiarti in cose che non devi sapere, tesoro
La bionda girò le spalle e chiuse la porta dietro di sé, leggermente innervosita scatenando l'iralità di Louis.
«E' troppo divertente!» esclamò a sé stesso uscendo dall'ufficio e girando per l'hotel.
Prese un caffè al bar e parlò con alcuni clienti, rendendosi del tutto disponibile.
L'orologio sul suo posto scoccò le 8 in punto e Louis corse in ufficio, si diede un'aggiustata e aspettò Shana.
Non passarono molti minuti quando una volta bussata la porta, quest'ultima si aprì e la bionda vi entrò dentro, bella come non mai.


A fine serata, Louis tornò a casa mentre Liam tornò in hotel.
I due si messaggiarono, come due adolescenti in preda ai primi amori.

 

 



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Sullivan's space.


forse sembrerà banale e scontato ma mi dispiace davvero questo assurdo ritardo ma
la scuola, i compiti, la danza, la palestra e il mio pessimo stato d'animo non mi aggevolano.
sorry davvero sorry sorry sorry <3
spero di avervi soddisfatti almeno un po' con questo capitolo e prometto che ce ne saranno almeno altri 3 per la fine di tutte le vacanze.
prometto! <3

passando al capitolo:
che ne pensate?
il titolo è il riassunto della frase che volevo mettere:
- a moment, a love, a dream, a laught, our kisses, our rights, our wrongs- 
che sarebbe il ritornello della canzone stessa x)

Louis- Shana
Liam-Paige
Allyson-Zayn
oh lala

che ne pensate? 
io adoro la scena degli sguardi tra Zayn ed Allyson spero di averla descritta al meglio..
e la vostra? qual è la vostra preferita? :P

fatemi sapere tutto quello che pensate: 
brutto bello lungo corto
noioso monotono avventuroso
qualunque cosa volete farmi sapere
I'M HEREEEE <3

e dato che non ci vedremo per Natale:

AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI
SPERO CHE BABBO NATALE VI PORTI CIO' CHE DESIDERATE
PERSONA O OGGETTO CHE SIA..
io voglio una persona, davvero importante, e voi? <3





 

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