Never stopped loving |

di intoAlcohol
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Seeing you again ***
Capitolo 2: *** Snowball fights and old friends ***
Capitolo 3: *** Out to lunch and waiting for the enemy ***
Capitolo 4: *** Keep your friends close, and your enemies closer ***
Capitolo 5: *** So close, yet so far away. ***
Capitolo 6: *** Head aches and heart aches ***
Capitolo 7: *** Mall trips, early mornings and talks ***
Capitolo 8: *** Cookies and hockey games ***
Capitolo 9: *** Christmas Eve and shocking events ***
Capitolo 10: *** One word changes everything ***
Capitolo 11: *** The right guy ***
Capitolo 12: *** Brides to be and wredding dresses ***
Capitolo 13: *** For the best, goodbye ***
Capitolo 14: *** I love you ***
Capitolo 15: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** Seeing you again ***


translation of the @JuliannaLynnn’s fanfiction
http://www.justinbieberfanfiction.com/viewstory.php?sid=2625
Published: 11/25/10 Updated: 02/24/11
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Ciao a tutte (:
 So che questa fan fiction non ha il bollino rosso, e il protagonista della storia non è un drogato gangster fuori di testa che rapisce le donne, ma penso che la trama sia comunque interessante.
Magari vi piacerà leggere qualcosa di diverso.
Se mi lasciate delle recensioni o comunque mi contattate tramite messaggi efp, deciderò se aggiornare oppure smettere di tradurre. Si, è una traduzione.
Buona lettura, questo è solo un capitolo introduttivo, ma spero vi piacerà.
 
Buon Santo Stefano, Sharley.


[Seeing you again]

*JUSTIN*

- Buon Natale! – Disse mio padre appena aprii la porta, trovandolo a levarsi la neve rimasta sulle sue spalle. Mi avvicinai a lui e mi abbracciò in modo paterno, lasciandomi solo dopo che la sua compagna Erin entrò con Jazzy e Jaxon, ormai diventati grandi.
Sembrava ieri quando erano dei bambini, e io ancora un ragazzino. Invece no, ormai avevo ventiquattro anni, il college lo avevo terminato, avevo un lavoro e una futura moglie.

Si, la mia futura moglie. No, non volevo davvero sposarla e si, se state pensando che sono stato obbligato dalla mia casa discografica state sulla strada giusta.
Il leader della mia casa discografica è il padre della mia ragazza, Riley, una mocciosa presuntuosa che non è mai voluta andare al college, tanto ci sono sempre stati i soldi del papà, finché non le ho dovuto chiedere la mano io.
I miei genitori ovviamente non lo sanno, non posso deluderli in questo modo, sono convinti che la sposerò per amore.

Cazzata.

Ho abbracciato i miei fratelli dicendo loro quanto fossero diventati grandi.
Quest’anno eravamo tutti a casa di mia madre, una spaziosa ma pur sempre modesta casa a Stratford, in Canada.
C’era la famiglia di mio padre, mia madre, io, Riley, e la migliore amica di mia madre Allie. Eravamo già in salotto a ridere e a mangiare.

Mancava una settimana a Natale, e l’asfalto era già coperto di neve.
Le canzoni di Natale provenivano dalle casse vicino al fuoco scoppiettante.
Mi sedetti di fronte a mio padre, vicino a Riley, e appena il mio culo si appoggiò sul divano, lei era già appiccicata su di me.
Cazzo, se mi infastidiva. Non potevo immaginare una vita intera con lei, sarei morto prima.
A quel punto, speravo solo si sarebbe stancata di me così come i suoi precedenti fidanzati e che mi avrebbe scaricato prima del matrimonio, a primavera.

Sentii qualcuno suonare e mi alzai, felice di aver trovato una scusa per allontanarmi da Riley.
Mi diressi verso la porta d’ingresso per la terza volta quel giorno e mi ritrovai davanti una ragazza della mia età con i capelli castano scuro lunghi fino alla fine della sua cassa toracica.
In mano aveva una valigia grande, nera.
Alzò lo sguardo su di me e si scansò la sua frangetta laterale da davanti agli occhi. Senza pensarci due volte, mi abbracciò, e solo lì assaporai il suo odore di vaniglia. Mi sciolsi tra le sue braccia.
- Justin! Mi sei mancato così tanto. – mi guardò negli occhi e da lì capii subito chi era: la figlia di Allie, o meglio.. la mia migliore amica d’infanzia. Jessica Miller.
L’ultima volta che la vidi fu l’ultimo giorno del college.  Sorrisi e ricambiai l’abbraccio, stringendola forte a me.
- Jessie! Hai un aspetto stupendo. – Ero assolutamente serio, ogni singola parola non era stata pronunciata tanto per.
La sua pelle abbronzata e i suoi occhi scintillanti.
La poca acne adolescenziale che le apparteneva.
Il poco trucco che migliorava la sua bellezza.
Mi regalò un perfetto sorriso bianco che fui obbligato a restituirle; era il tipico sorriso che quando lo guardi, fa sorridere anche te.
Si allontanò prendendo la valigia dal manico.
- No, lasciala a me. – Presi il suo bagaglio che doveva costare sicuramente più di 300 £.
- Grazie. -

Jessica entrò nel salotto e io la seguii. Appena varcò la porta la andarono ad abbracciare,tutti tranne Riley naturalmente.  Allie prese il viso di sua figlia tra le mani e sorrise.
- Tesoro sei bellissima -
La pensavamo allo stesso modo.
 Jessie era stata in un college negli Stati Uniti. Ci spiegò che attualmente viveva con il suo fidanzato a New York , è stata una sorpresa per tutti, soprattutto per me. La mia cotta più la presi per lei, dalle medie fino all’ultimo anno del liceo. E adesso che se n’era andata dalla mia vita, rivederla faceva uno strano effetto.
- Justin , amore, chi è questa ? – mi chiese Riley , strofinandomi il braccio. Questo gesto in teoria doveva essere affettuoso , ma in realtà era solo fastidioso.
- Sono Jessica, la figlia di Allie. Tu dovresti essere Riley, la fidanzata di Justin. Amo le tue scarpe. – A quelle parole Riley si rasserenò.
- Non tanto quanto io amo le tue! – Sorrisero come se fossero migliori amiche da sedici anni.
 Speravo che questo Natale sarebbe stato sereno, ma in fondo, già sapevo che non sarebbe stato così.

*JESSICA*

 Riley sembrava essere abbastanza bella, ma sicuramente non il tipo di Justin.
Mi sarebbe piaciuto scambiare una parola con lui più tardi.
Mi levai il cappotto nero per rivelare la camicetta viola scuro con le maniche corte larghe e un top  del medesimo colore. I miei jeans erano scuri e indossavo le mie scarpe preferite: un paio di tacchi neri con fiocco nero sulla punta .
- Allora , Jessica , quando verrà Matt? – chiese mia madre guardandomi e sorridendo.
 Matt era il mio ragazzo da circa un anno e qualche mese . Ci siamo incontrammo al college e ci innamorammo. Quando ci siamo laureati insieme , ci siamo trasferiti insieme in un attico a New York. Matt proveniva da una famiglia benestante ed era un professore presso l' Università. Io invece avevo trovato un posto libero come insegnante in una scuola superiore vicino a casa nostra. A volte i ragazzi erano difficili da gestire, ma amavo il mio lavoro.
- Dovrebbe essere qui entro due giorni - risposi e mia madre che continuò a sorridere come un ebete.
- Quand’ è che quel ragazzo ti chiederà di sposarti?- Esclamò e Pattie le diede una pacca sulla spalla.
Justin tossì a quelle parole e io ridacchiai.
Onestamente, era imbarazzante parlare con la sua famiglia di Matt, ma penso anche che un giorno, mi mancherà tutto questo.
- Non lo so. Speriamo presto. – aggiunsi io.
Mia madre annuì e sorrise prima di voltarsi verso Pattie per iniziare a parlare di come io e Justin eravamo così vicini al matrimonio. Decisi di andare a prendere qualcosa da mangiare, così mi alzai e andai in cucina. Sentii dei passi dietro di me, mi voltai trovandomi Justin di fronte. Lui si girò di schiena ignorandomi e la stessa cosa feci io, quando ci girammo di nuovo contemporaneamente ci trovammo faccia a faccia e arrossimmo, o per lo meno.. io lo feci.
- Ehy. – Fu l’unica cosa che mi venne in mente in quel momento.
A dirla tutta, si potrebbe dire che io sia un’esperta di ragazzi, avevo passato tutta la mia vita a frequentarli e le farfalle e le ginocchia deboli non avevano mai vinto contro di me. Eppure qui era il contrario, stavo per crollare di fronte a quel ragazzo.

Quel ragazzo che doveva essere semplicemente il mio migliore amico quasi sposato.

 

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Capitolo 2
*** Snowball fights and old friends ***


Ciao a tutte :) 
Eccomi qui con il secondo capitolo, grazie per chi ha letto il primo e lo ha recensito.
Due recensioni, sono poche ma mi hanno fatto tanto contenta
Grazie mille!
Adesso, buona lettura. tanto amore.

Sharley

[Snowball fights and old friends]

*JUSTIN*

Sentii  qualcuno sedersi accanto a me. Mi voltai e vidi Jessica, seduta lì con un sorriso sul volto.
Mise le mani davanti al fuoco e le strofinò insieme. Era strano vederla così cresciuta, come immaginai lo fosse per lei vedere me. Le sue unghie erano perfettamente curate, erano lunghe ma ben tenute.
Aveva quel tipo di mani che ti fanno venire voglia di incastrarle tra le tue, per quanto siano morbide e perfette.
 Era tardi e tutti gli altri erano andati a letto. Pensavo di essere l'unico sveglio, ma a quanto pare, anche Jessica era notturna.

- Sei cresciuto così tanto. -mormorò, voltandosi verso di me. Alzai le sopracciglia e lei sorrise.
- Io? Tu di più Jessie. -
- Jessie ... - ripeté il soprannome e abbassò lo sguardo a terra. – E’ da tanto che qualcuno non mi chiamava così. -
- E 'ancora un soprannome di famiglia, giusto? -

Lei annuì.

– Allora  manteniamolo. -
- Okay - sorrise e si voltò verso il fuoco.

- Ora, Jessie, dimmi perché sei diventata molto più bella di prima. -
- Dai, smettila.-
- Sono serio, mi ricordo che sei sempre stata bella, ma ora.. ora sei stupenda. -
- Beh ... grazie. Ma devo dire che la crescita è stata buona anche per te. -
- Oh, davvero? -
- sei un modello nato. – scherzò.
- A proposito, cosa è successo alla tua carriera da modella? -
- Oh, ho smesso. -
- Perché? -
- Per vari motivi, tra cui il lavoro. Sono un’insegnate adesso.  - lei sorrise tra la luce fioca.
- Così ti piace insegnare.. -

- Sì, è stupendo . Anche se alcuni ragazzi a scuola cercando di flirtare, ma è okay. Matt riceve abbastanza soldi dai suoi genitori e lavora anche lui come professore, non abbiamo preoccupazioni economiche quindi.. stiamo bene in ogni modo – scherzò facendomi ridacchiare.
- Non sai quando verrà qui? -
- Uh , trascorrerà domani con i suoi genitori ma la mattina successiva si alzerà presto e verrà qui .-
- Non vedo l'ora di incontrarlo, ne parlano come un bravo ragazzo - mentii . Personalmente, avrei voluto che stessero insieme solo per convenienza, come avevo fatto io Riley, invece loro sembravano amarsi, amarsi per davvero.
- Che ora è? - Chiese, interrompendo i miei pensieri . Tirai fuori dalla tasca il cellulare e lessi l’ora, era un quarto a mezzanotte. Jessica sospirò e si alzò in piedi , allungando la mano per aiutarmi ad alzare. La afferrai, vedendola come la prima ed ultima occasione  per stringere la sua mano.

Andò in cucina con il suo bicchiere, che era ancora mezzo pieno di vino. Lo svuotò nel lavandino e lo pose con attenzione nella lavastoviglie. Mi ricordai di quando lei era solo un’ adolescente pigra come me, mai avremmo messo i piatti nella lavastoviglie, troppa fatica.
Salimmo le scale per raggiungere le nostre camere da letto e lei mi diede la buonanotte baciandomi sulla guancia come vecchi amici.
Se solo fossimo più di questo.

*JESSICA*

Mi svegliai più tardi del solito la mattina dopo, erano circa le nove. Sorrisi appena guardai fuori dalla finestra la grande quantità di neve accumulata fuori. C'erano bambini impegnati a fare pupazzi di neve, a lanciarsela o semplicemente a godersela.
Ripensai a quando ero più piccola e la neve significava niente scuola e trascorrevo giorni interi a giocare fuori fino a farmi diventare il nasino rosso e le guance arrossate. Mia madre mi avrebbe versato una tazza di cioccolata calda mentre guardavamo un film con una coperta avvolta intorno al mio corpo così forte tanto da non riuscire più a muovermi. Mi mancava tutto questo.
Lentamente mi alzai dal letto e andai in bagno, grande e lussuoso. A volte non ci penso che Justin è famoso e mi domando come ha fatto Pattie ad acquistare una casa del genere.
Oggi i miei capelli non erano tanto male, ma decisi comunque di legarli in una coda alta lasciando la frangetta di lato, senza preoccuparmi del trucco.
Lentamente scesi le scale per andare a fare colazione, ancora in pigiama: pantaloni rosa in un design colorato e una canottiera grigia, sopra una felpa del medesimo colore.
Justin era seduto in cucina con Riley, che stava applicando lo smalto rosso sulle sue unghie. La sua fronte era tutta arricciata e sembrava che stesse per esplodere da un momento all’altro.

- Giorno. -
Riley alzò lo sguardo e improvvisamente un sorriso luminoso comparì sul suo volto. Mi tese il pennelletto dello smalto che grondava di smalto rosso . La guardai confusa .

- Vieni, devi farmi la mano destra, io non riesco a metterlo da sola. -
Non avevo davvero voglia di dipingerle le sue unghie a quest’ora, ma dopo tutto lei era la ragazza di Justin e dovevo almeno provare ad essere gentile con lei.
Afferrai  il pennello e in fretta, ma con attenzione, dipinsi ogni unghia.
Quando finii Riley tenne la mano davanti a lei osservandola e sorrise compiaciuta.

- Grazie! – Si alzò di scatto e si diresse al piano di sopra con le unghie ancora non asciugate. La guardai con un sorriso divertito mentre Justin sospirò e scosse la testa verso di lei.

- Grazie per averla sopporta, può essere un vero e proprio tormento. – spiegò Justin riferendosi alla ragazza.

- Non sembra che vuoi sposarla, che succede? -

- Giuri di non dirlo a nessuno? -

Mi avvicinai con la sedia a lui e incrociai le braccia pronto ad ascoltarlo. - Certo ...  -

- Il direttore della mia casa discografica è suo padre e lui pretende che la sposi. Se non lo faccio perdo il lavoro . -

- Ma è ingiusto e sbagliato, sei libero di sposare chi vuoi! -

- Glie l’ho spiegato, ma non mi ascolta. -

Gli accarezzai il braccio. - Non ti preoccupare, cercherò di aiutarti a uscire anche da questa situazione. -

Aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu interrotto da un rumore causato da qualcosa che colpì la finestra della cucina. Mi alzai di scatto mentre Justin andò a controllare. Si mise a ridere.

- Sono solo Jazzy e Jaxon . Stanno giocando a palle di neve. -
 I miei occhi si illuminarono a quelle parole e lui mi guardò capendo le mie intenzioni.

- Andiamo!- Lo presi per il braccio e corsi verso l’ingresso afferrando al volo un cappellino color crema, una sciarpa e il cappotto.
Uscimmo nel guardino coperto di neve e Jeremy, che era fuori con i bambini ci sorrise.

Ad un tratto sentii una palla di neve colpire la mia schiena e mi voltai vedendo il piccolo Jaxon ridere.
Presi una manciata di neve e glie la tirai indietro.

Justin si avvicinò mettendo un braccio intorno a me. Gli sorrisi e mi coccolai al suo fianco.

- Stai lontano dalla mia fidanzata! - urlò Jaxon a Justin e decidemmo di staccarci per non far arrabbiare il fratellino che aveva sempre avuto una simpatia particolare per me.

Continuammo a giocare tutti insieme quando un clacson attirò la nostra attenzione.

- Ryan! Chaz ! Christian ! – urlai, correndo verso di loro.
Scesero dalla macchina e abbracciai Ryan. Sorrisi e lui mi prese il viso tra le mani studiandomi bene.  

- Come ti sei fatta bella! - Esclamò lui mentre sentii qualcun altro abbracciarmi da dietro. Mi voltai verso Christian e rimasi a bocca aperta. Era diventato più alto di me!

- Christian! Amico, sei sexy. - dissi abbracciandolo per poi passare a Chaz .

-Ehi , non c'è affetto anche per me? – chiese la ragazza con i capelli castani.
Mi ci volle qualche secondo per rendermi conto che si trattava di Caitlin, la sorella di Christian.
- Caitlin, non ti avevo riconosciuto, cristo. – La abbracciai, riempiendola di complimenti.

Mi presentò anche il ragazzo affianco a lei che sarebbe stato presto suo marito. L'anello era così bello, ero gelosa .
Riley apparse sulla porta e sorrise a Justin, che involontariamente la fulminò con lo sguardo. Sembrava incazzato con lei, anche se non aveva fatto niente. Sospirò e Justin finse un sorriso.
Mia madre, Erin e Pattie appena videro dalla finestra i ragazzi, naturalmente, corsero fuori. Mamma è proprio quel tipo di persona che ama avere gente intorno a lei, più siamo meglio è. Mi ritrovai a desiderare la presenza di Matt qui, ma sapevo che avrei dovuto aspettare, alla fine sarebbe venuto.

-Io propongo di uscire stasera  - disse Pattie e tutti noi la guardammo come se fosse pazza. Lanciò un’occhiata a suo figlio e aggiunse – sorpresa di Justin -
Alla fine ci convinse.
Entrai in casa e sostituii il pigiama con un paio di jeans stretti  e scarpe con il tacco grigio.
Il mio telefono squillò e guardai lo schermo dell’ iPhone.Una chiamata da Matt, accettai mentre iniziai a scendere le scale.
- Pronto? -
- Ehi piccola, sono io. -  
-  Amore, come stai dai tuoi?-  chiesi sedendomi sugli scalini.

- Bene, ma mi manchi. -
- Beh.. mi manchi anche tu. -
- Sarò lì domani mattina, me ne vado presto così arriverò lì verso le otto. -

- Non c'è bisogno di alzarsi così presto , dovresti alzarti alle cinque per essere qui alle otto... -
- Ne vale la pena . -
 Sorrisi a quelle parole.
- Okay, la decisione è tua. A domani , ciao amore. -

- Ciao -
Riattaccai e infilai il telefono in tasca. Erano tutti in salotto, così mi unii a loro. Mi sedetti sulle ginocchia di Christian scherzosamente, ma per qualche motivo non riuscii a rimanere seduta lì per più di mezz'ora (chi vuole capire, capisca)
 
Con tutti questi vecchi amici, potevo già scommettere che sarebbe stato un Natale molto interessante. 

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Capitolo 3
*** Out to lunch and waiting for the enemy ***


Ciao belle :)
il terzo capitolo è un pò così ma vi assicuro che il prossimo è molto più bello!
grazie sempre per le recensioni e per chi segue la fanfiction.

un bacio,
Sharley 

[Out to lunch and waiting for the enemy.]

*JUSTIN*

Salimmo ognuno in un auto. Io andai in quella di Jessica insieme a Ryan , Chaz e Christian che si sedettero nei sedili posteriori. Non feci in tempo a entrare completamente in macchina che Riley mi chiamò con quella voce lamentosa e fastidiosa. Gemetti, e i ragazzi ridacchiarono.
- Che c’è Riley? -
- Se tu vai con loro, io dove vado? -
- Non lo so, prendi la tua auto -

- Vieni con me – pretese con voce ancora più irritante.
- Vado con i miei amici, ci vediamo lì. -

Lei mise il broncio e io, la baciai sulle labbra per far cessare i suoi piagnistei .
Per fortuna, quel bacio mi aiutò molto perché se ne andò in silenzio nella sua auto parcheggiata sul lato opposto della strada. Sorrisi soddisfatto e salii in macchina.
Jessica accese la radio e, neanche a farlo apposta, capitò una mia canzone. Tutti gemettero facendo finta di schifarmi.  

-Dai, sono un artista. – sorrisi io.
La risata dolce di Jessica riempì l’aria, speravo che una volta arrivata nel ristorante “Olive Garden” mi sarebbe capitato a tavola il posto vicino a lei.
Arrivammo al ristorante e Jessie parcheggiò. I ragazzi si diressero verso il grande edificio mentre Jessica era ancora seduta sul sedile del conducente impegnata a cercare non so cosa nel portaoggetti dell’automobile. Senza far rumore risalii in macchina, stavolta nel sedile posteriore senza farmi sgamare . Quando Jessie alzò gli occhi, mi vide e saltò, con la mano sul cuore dallo spavento. Mi misi a ridere e lei mi schiaffeggiò il braccio.
- Mio dio , devi smetterla di farlo! -
- Fare cosa ? – Feci finta di non capire prendendola in giro, e lei alzò le sopracciglia di forma perfetta.
- Di sorprendermi. -
Risi quasi fino al punto di piangere a causa della sua espressione facciale e lei mi diede degli schiaffi sul braccio e sul petto più e più volte , ma mi fece ridere solo di più.

- Basta! Ridacchiai ancora e cercai di controllarmi prima di cadere in una crisi di risate. Lei alzò gli occhi e aprì lo sportello della macchina. Scesi e la seguii nel ristorante.
Jessica sussurrò qualcosa all'orecchio di Christian. Sentii un nodo nello stomaco guardandoli. Stava succedendo qualcosa tra di loro?
Christian mi afferrò per il braccio andando verso il front desk e poi rivolse a Jessie, che era dietro di noi, un sorriso malizioso facendola arrossire .
- Ciao, sono Christian Beadles e questo è Justin . Justin Bieber . – disse Christian all’addetta del front desk
- Oh , mio , signor Bieber! -  Esclamò e non potei far meno di ridere.

- Sì , andiamo di fretta perché abbiamo un evento importante dopo, c’è un tavolo libero per ... quindici persone? -
- Umm , naturalmente! -
Afferrò un foglietto dei menù e sussurrò qualcosa a tre dipendenti che unirono quattro tavoli. Il nostro gruppo si andò a sedere mentre alcune delle persone in attesa di tavoli liberi si lamentava, mentre il proprietario mi chiedeva di scattare delle foto insieme a lui per sua figlia.
Guardai Christian e Jessica sedersi vicini e velocemente li raggiunsi. Mi sedetti tra Riley e Jessica e mia madre di fronte a me . Sarebbe stato perfetto , se non fosse stato per Riley e i suoi tentativi di dividermi da Jessie.
- Riley , sto morendo di fame , no.- sputai appena Riley provò a mangiare un po’ del mio dessert.
- Justin , non è questo il modo di parlare con la tua fidanzata  -  mia madre mi avvertì e io sospirai.
- Quello che volevo dire era che ho bisogno di più cibo perché avevo intenzione di mangiarlo con te, perché non condividiamo il dessert ? -
 - Bene. – sputò Riley.
-Christian , mangi il dessert con me? – gli chiese Jessica e io sentii i miei muscoli irrigidirsi per la rabbia.
- Certo Jessiekinz - rispose lui e risero . Che cazzo di soprannome era?
- Jessiekinz ? – Chiese Ryan come se avesse letto i miei pensieri.
 - Non ti ricordi ? Voi ragazzi eravate abituati a chiamarmi così quando eravamo piccoli.. -
Sorrise e abbracciò Christian, che sembrava più che felice di quel gesto.
Perché non ero io quello a ricordare tutto?
Il cameriere si avvicinò prendendo i nostri ordini. Il cameriere rivolse un sorriso a Jessie che fece innervosire sia me che Christian.
Posizionai un braccio intorno alle sue spalle.
-Justin ? – Chiese quando le baciai la guancia. Il cameriere mi guardò .
- Piccola, ordina. – risposi, sorridendo prima a lei, e poi al cameriere.

-Um ... pollo e broccoli -
 - Scelta incantevole per una ragazza incantevole. – sorrise e si allontanò.

Jessica spinse il mio braccio lontano fulminandomi.
- Lo stavo facendo per Matt. – mi giustificai alzando le braccia.
Chaz alzò la mano in alto e io gli diedi il cinque, ad un tratto Jessie bevve l’acqua e Chaz involontariamente emise uno sbuffo orribilmente forte, Jessie sputò l’acqua addosso a Ryan e iniziò a ridere.
Ryan guardò la camicia bagnata e fissò incredulo Jessica e iniziò a ridere anche lui.

Ci guardammo in giro, tutti i tavoli erano nella tranquillità più totale tranne il nostro. A quel punto, notammo che tutti ci stavano guardando divertiti, disgustati o infastiditi.
Ebbi la sensazione che non saremmo stati i benvenuti in questo ristorante di nuovo.

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Capitolo 4
*** Keep your friends close, and your enemies closer ***


Sera Beliebers :)
Buona lettura e grazie per le recensioni.

Sharley
[Keep your friends close, and your enemies closer.]

Il giorno successivo, noto anche come il giorno in cui sarebbe arrivato Matt, Justin entrò nel salotto in un battibaleno. Trovò Jessica seduta vicino al fuoco rannicchiata con un libro sulle ginocchia. I capelli ricci scuri le cadevano di fronte sul viso. Sembrava trovare il libro molto interessante, dal momento che non alzò nemmeno gli occhi quando Justin entrò.

- Che cosa stai leggendo?- Le chiese, sedendosi sulla sedia accanto a lei.
Saltò dallo spavento e alzò lo sguardo, sorridendogli calorosamente. Sollevò il libro fino a mostrargli la copertina. Era un libro che aveva scritto lei quando aveva solo sedici anni, un racconto di tutta la sua vita. Il suo diario segreto in pratica.
Justin ridacchiò sommessamente.

- Non lo hai mai letto?
- No ...- scrollò le spalle

 -L'ho trovato mentre disfacevo alcuni vecchi scatoloni. -
Justin sorrise e chiuse il diario mentre Jessica era intenta a leggerlo.  La ragazza alzò gli occhi, le sopracciglia sollevate. Justin non poté fare a meno di desiderare di abbracciarla, o anche baciarla.
- Mi sei mancata davvero tanto. -
 - Mi sei mancato anche tu. -  rispose lei dolcemente .
Quando finalmente ebbe il coraggio di aprir la bocca per dire qualcosa, venne interrotta da un rumore proveniente dal vialetto.
Si alzò e andò a guardare fuori la finestra, come faceva ogni volta che suo padre tornava dal lavoro, prima che i suoi divorziassero.

- Matt! - Sussurrò lei , correndo verso la porta e uscendo fuori, fregandosene della neve.
Justin la osservò mentre corse nelle braccia del ragazzo. Sarebbe stato un miracolo se non si sarebbe congelata, considerando il fatto che indossava semplicemente una camicetta di pizzo e i jeans. I suoi stivaletti marroni si sarebbero rovinati se avrebbe continuato a rimanere immersa nella neve.
Matt ricambiò l’abbraccio, baciandola. Justin gemette di invidia e finalmente notò che Christian lo aveva raggiunto in salotto e si era messo anche lui a spiare la coppia felice.
-Sembra uno stronzo - mormorò l’amico.
 Justin annuì , anche se in realtà Matt sembrava tutto tranne che stronzo.
 Aveva i capelli color castano scuro pettinati perfettamente,la pelle abbronzata e una corporatura atletica.
Ricordava quegli attori che si vedono in tv, che fanno innamorare tutte le ragazze.
Matt posò la sua giacca sulle spalle di Jessie e entrò in casa, tenendo la fidanzata stretta a lui. Jessica si strinse al petto, facendo irritare Justin e Christian che stavano ancora lì a guardarli dalla finestra.
I due, si andarono a sedere velocemente sul divano fingendo di guardare interessati il televisore, appena Matt e Jessica entrarono nel salotto.
- Justin , Ryan , Chaz , Christian! Venite qui! – li chiamò Jessica.
- Chi è il tizio? - Chaz chiese a Justin e Christian appena arrivò all’ultimo scalino della rampa di scale.
- Il tizio è il mio ragazzo. Matt , loro sono Chaz , Ryan , Christian e Justin  - disse, indicando ognuno di noi. Matt strinse la mano a tutti e sorrise, uno di quei sorrisi perfetti che venne ricambiato dagli sguardi incazzati dei ragazzi.
- Piccola, metto i bagagli in camera nostra, qual è? -  chiese Matt alla ragazza, che gli indicò la camera nella quale avrebbero dormito insieme.
- Non avete bisogno di due camere separate? – domandò Justin.
- No.. – Jessica alzò gli occhi. – non essere mia madre. -
- Voglio dire.. non siete neanche sposati, non dovresti neanche correre il rischio di rimanere incinta. -
- Justin Drew Bieber! - Lo rimproverò.
- Beh?.. vorresti dire che ho torto? -

Jessica arrossì sentendosi gli occhi di tutti puntati.  – Questo non è affar tuo. -
Justin alzò gli occhi a quella risposta. Il pensiero di lei e Matt.. dormire insieme.. lo aveva nauseato.
Cosa sarebbe successo se avrebbero fatto sesso e sarebbe rimasta incinta? Sarebbero stati insieme per il resto della vita, vivendo nel loro perfetto piccolo attico a New York. Justin sospirò allontanando tutti quei pensieri dalla mente, cercando di non farsi vedere né sconvolto né arrabbiato.
- Riley dorme nella tua stanza? - Chiese lentamente Jessica.
- Sì. -
- Non siete ancora sposati, non dovresti neanche correre il rischio di farla rimanere incinta – sorrise Jessica, scagliandogli contro le sue stesse parole.
- Justin, ti ha chiuso. -  Ryan scosse la testa .
Justin alzò gli occhi color caramello in cielo mentre Jessica andò in cucina.
Aspettarono proprio questo momento per circondare Matt.

-Allora Matt , come va con Jessica ? - Chiese Chaz , andando dritto al punto.
- Uhm... bene? - Rispose insicuro, guardandosi nervoso intorno fino e indietreggiando fino a ritrovarsi con le spalle al muro.
- Non romperete in futuro? – Chiese Ryan.
- Eh? – Christian attendeva speranzoso.
Ci fu un breve silenzio prima che tutti e quattro i ragazzi gli balenarono un raccapricciante sorriso.
Matt aprì la bocca per parlare, ma fu interrotto dal suono dei tacchi contro il pavimento in legno. I passi si fermarono e tutti si voltarono per vedere Jessica in piedi con le mani sui fianchi.
- Fatemi indovinare, non state facendo amicizia, vero? -  Disse lei , alzando le sopracciglia. Tutti scossero la testa.
Jessica afferrò il braccio di Matt e lo trascinò al piano di sopra nella loro stanza, fulminando tutti gli altri ragazzi.
- Cosa pensi che stiano facendo lassù da soli? -
Justin si sentì una fitta allo stomaco e scosse la testa, irrigidendo i muscoli. – Non voglio pensarci. -  
Andarono in cucina per mangiare e per cercare di dimenticare che Matt e Jessica erano al piano superiore , da soli... in camera da letto.
Quando Jessica tornò giù, Justin la guardò. Indossava solo una maglietta rosa e i leggings.
Matt si sedette e la fidanzata si andò a sedere sulle sue gambe.
Allie stava parlando con lui sul lavoro e sui genitori. Gli altri erano impegnati a conversare tra di loro, tranne Justin che sedeva immobile ascoltando ciò che diceva Matt, con Riley in braccio stanca.
Lei era andata a fare shopping poco fa e in qualche modo si era così stancata che era sul punto di addormentarsi.
-Vado a prendere una birra , qualcuno ha bisogno di qualcosa? - Chiese Justin, spostando Riley dolcemente sul sedia libera affianco a lui.
- Sì. Faccio da sola. – Rispose Jessica.
Insieme entrarono nella cucina e il ragazzo ne approfittò subito. – Ok, adesso dimmi cosa succede. – ordinò.
- Cosa? -
- Ti conosco da quando siamo nati, pensi che non capisco quando c’è qualcosa che non va? -
-E 'solo che ...  Matt ... è qui e tutti non fanno altro che parlare del nostro rapporto. Io lo amo, ma non sono sicura che sia la persona giusta con la quale passare tutta la mia vita. – spiegò.
Justin annuì e le mise un braccio intorno alle spalle per confortarla.

Era il momento giusto per intromettersi.

 

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Capitolo 5
*** So close, yet so far away. ***


Buongiorno! :)
Sinceramente, non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo, e non vedo l'ora di pubblicare anche il prossimo.
Voglio terminare di pubblicare la ff entro breve, perché già sto progettando di scriverne o di tradurne un'altra. 
Attendo i vostri commenti con ansia ahahah
Un bacio e buon sabato, 

Sharley
 

[So close, yet so far away.]

*JUSTIN*

Alzò lo sguardo sbattendo le ciglia come una bambina smarrita. E poi successe.
Le sue labbra si ritrovarono improvvisamente sulle mie, morbidi e semplici, il miglior bacio che avessi mai sperimentato.
Si riallontanarono di pochi millimetri e i sensi di colpa riempirono i suoi occhi marroni.
Si guardò in fretta intorno per assicurarsi che nessuno ci avesse visto.

- Buona notte. – disse in fretta, per poi scappare via.
Sospirai e la seguii. Non feci in tempo ad entrare nella sua camera perché lei, esitante, chiuse la porta.
Rimanemmo lì, io a fissare la porta e lei dall’altra parte, nessuno senza dire una parola.
Quella notte rimasi sveglio, pensando a lei... pensando a me ... pensando a noi.
Infine, mi addormentai, ma non bastò per levarmela dalla mente. Sognai lei, i suoi occhi, il suo sorriso, quel bacio.

La mattina dopo la luce del sole mi svegliò.
Presi una felpa viola e i pantaloni della tuta grigia chiaro e scesi al piano di sotto, a petto nudo.
Jessica era in cucina, indossava un maglione largo e i jeans. Aveva i capelli raccolti un una coda di cavallo laterale e stata preparando le frittelle.

 - Giorno Jessie. – dissi facendola voltare verso di me. I suoi occhi marroni mi guardavano ancora pieni di sensi di colpa, e appena il suo sguardo incrociò il mio si rigirò facendo finta di essere concentrata nella preparazione di frittelle.

- Mi dispiace per ieri sera. – mormorò sottovoce, rifiutando ancora di guardarmi. Sospirai e mi avvicinai a lei poggiandole le mani sui fianchi.
Lei rabbrividì al mio tocco rimanendo completamente immobile.
Lentamente si voltò, i nostri corpi coincidevano perfettamente l’uno con l’altro e rimase come una statua continuando a guardarmi negli occhi.
- Dimmi che non hai provato niente, e ti lascio stare. - sussurrai con tono serio.
 - Non posso farlo.. – mormorò.

- Hey ragazzi, sono pronte le frittelle? - La voce di Christian riempì la stanza facendoci allontanare l’uno dall’altro in un microsecondo.
Entrò con un sorriso stampato sul volto e si andò a sedere con un piatto davanti. Onestamente, mi insospettii.
Afferrai anche io un piatto con due frittelle, stessa cosa Jessica. Ci sedemmo vicino a Christian, io da un lato e lei dall’altro. Jessica si rifiutava di guardarci, mentre Christian raccontava i piani che aveva per quella giornata, ma, lasciatemelo ammettere: non stavo ascoltando mezza parola.

*CHRISTIAN*

Rimasi lì sulla soglia a guardare Jessica e Justin parlare a bassa voce. Quindi loro si erano baciati.
Quella visione mi riempì di rabbia e fastidio. Justin mi aveva sempre rubato le ragazze, fin da quando eravamo più piccoli.
Con Jessica sembrava diverso. Avevo creduto di avere una possibilità. Non volevo fosse una delle tante ragazze da mettere nella categoria “ Le rubate da Justin”

- Hey ragazzi, sono pronte le frittelle? – chiesi entrando e come avevo previsto, entrambi si allontanarono facendo finta di niente. Sorrisi camminando con le mani in tasca e afferrai saldamente un piatto, cercando di non romperlo in faccia a Justin.
I due mi guardavano sollevando le sopracciglia e guardandomi in modo strano.
Jessica si sedette alla mia destra, Justin alla mia sinistra, muti.

- State bene? – domandai.
- Certo. – rispose Jessica, ma era ovvio che avrebbe voluto strapparsi i capelli a causa dei sensi di colpa.
 - Avete rotto con i vostri rispettivi partner? -  dissi, facendogli capire che li avevo visti. Due occhi marroni e due color caramello di spalancarono.
 - Uh, perché pensi questo? – balbettò Jessica.
-Oh, non lo so, è solo che di solito i migliori amici non si parlano così vicini, ho pensato che avevate chiuso le vostre relazioni. Lo sa Matt? -
 - Non dirgli nulla, Christian! – esclamò Jessica, alzandosi in piedi. Gli chiesi gentilmente se potevo parlare due minuti da sola con lei, annuì e andammo in salotto.
 - Quindi, adesso provi qualcosa per Justin. -

- Non lo so.. -
 - Lo lascerei perdere, se fossi in te.
- Perché? -
- So come è fatto, inoltre.. è impegnato. -
- Senti.. non parlerai con Matt di questo, giusto? – Mi pregò con voce insicura e preoccupata.
- Non necessariamente. -
- Cosa vorresti dire con questo? – sospirò, confusa.
- A volte, il ragazzo giusto potrebbe trovarsi proprio di fronte a te. - mormorai, sollevandole il mento costringendola a guardarmi. Avrei voluto così tanto baciarla, stringerla a me per sempre, ma mi hanno insegnato che niente dura per sempre.  Quindi neanche la sua attrazione per Justin, o la relazione con Matt.
- Pensaci. - sussurrai, poi mi allontanai e me ne andai lasciandola ancora più sbalordita di prima.

 

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Capitolo 6
*** Head aches and heart aches ***


Buonasera! :)
Allora belle, come state?
Io tutto bene, ho fatto twitter.
Se mi scrivete qualcosa, vi seguo così parliamo anche.
Adesso, vi lascio, perché voglio andare a leggere le "news" sulla cocaina a casa di Justin, ogni tanto ne esce una nuova.
Bah.
Tanto amore per voi e buona lettura.


IntoAlcohol
 
[Head aches and heart aches.]

*JESSICA*

Non ero mai stata confusa così tanto in tutta la mia vita.
Ero in una casa con tre ragazzi incredibili, e mi sentivo legata in un modo così forte a tutti e tre.
Matt era leale e incredibilmente dolce, il mio primo vero amore, l’uomo che avrei immaginato sarebbe stato mio marito (almeno fino a ieri)
Justin, il mio bellissimo Justin, era come una medicina per me. Mi faceva sentire bene, bambina di nuovo.
E poi c’era Christian, non lo avevo mai immaginato come più di un amico, ma quando lo vidi scendere dalla macchina pochi giorni fa … era così gentile e amorevole, mi faceva sentire protetta.
Mi chiusi nella mia camera da letto, avevo detto a tutti che volevo riposare ma in realtà non riuscivo nemmeno a chiudere gli occhi, soprattutto quando ero sola.
Sospirai ribaltandomi su un fianco proprio nel momento in cui qualcuno entrò nella stanza buia.

-  Jessie, sei sveglia? – Chiese la voce di Ryan attendendo una risposta che non arrivò.
Dopo pochi secondi, sentii il letto affondare e quindi sapevo che era lì. Mi strinse leggermente a sé costringendomi a sedere.

- Sono sveglia. – gli confermai.
- Stai bene? – chiese.
- No. -
- Vuoi parlarne? – mi domandò strofinandomi dolcemente la schiena. – Cos’è successo? -
- Non so cosa fare – ammisi, iniziando a singhiozzare.  
- Non sai cosa fare riguardo cosa? -
- Matt. Justin. Christian. -
- Ah. -  disse lentamente. – Beh, è facile. Chi ti piace? -
- Tutti e tre. - mormorai, guardando fuori dalla grande finestra alla mia destra.
 - Ahi ... non puoi stare con tutti e tre ...– iniziò.
- No. – dissi con fare ovvio. Lo sapevo che non era possibile basare una relazione con tutti e tre.

-  Sembra che hai una grande decisione da prendere signorina Miller . -
Sospirai e mi appoggiai sulla spalla di Ryan. - Chi scelgo? -

- Lo sappiamo entrambi che non tocca a me prendere questa decisione.. ma posso sempre consigliarti di escludere un ragazzo.. Justin. -   
Il mio cuore si fermò.  – Perché?
- Riley.. si sposeranno. E in più, sappiamo tutti com’è fatto. -
Come ho potuto essere così stupida ?
- Io.. io ..ho bisogno di riposarmi. -
Ryan sospirò , poi annuì e uscì dalla camera.
Chiusi le palpebre e piano piano, caddi in un profondo e necessario sonno.

*JUSTIN*

Dopo la nostra conversazione, Jessica sparì per il resto della giornata. Ha usato la scusa “non mi sento molto bene, ho bisogno di riposarmi” ogni volta che qualcuno è andato a controllarla.
Considerando il fatto che se stavamo in questa situazione era perché ci eravamo baciati questa mattina, non mi sentivo di andare da lei. Era colpa mia se adesso era rinchiusa nella sua stanza.
Ryan, che era appena stato da lei, scese e ci sorrise. Eravamo seduti tutti al tavolo da pranzo, a mangiare.

- Sta scendendo per mangiare? – chiese speranzoso Matt riferendosi a Jessie.
 - No.. lei è.. – si fermò un attimo prima di continuare. – Non si sente bene. -
capii che stava mentendo. Sospirammo e iniziammo a mangiare il nostro pollo.
Dopo aver consumato circa mezza bottiglia di vino, decisi di andarne a prendere altre.

- Ryan, vieni,  aiutami.

 Ryan alzò lo sguardo.  – Io? – chiese con la bocca piena.
- Sì. -

Annuì e inghiottì l'incredibile quantità di cibo che aveva in bocca, poi si pulì la bocca.
Mi seguì in cucina mentre afferrai una bottiglia di vino.

- Vedi? Perché hai bisogno di me per prendere una bottiglia? – si lamentò lui..
- Perché hai mentito su Jessie. -
Alzò lo sguardo guardandomi negli occhi. -Uh ... no ... lei davvero non si sente bene. Potrebbe anche avere l’influenza! – esclamò.
- Fai schifo a mentire. Ora dimmi la verità. – ordinai.
- E’ indecisa.. tra tre opzioni. – spiegò lentamente, studiando per bene ogni parola che usciva dalla sua bocca.
- E quali sono queste tre opzioni? -

- tre scelte dure. -
- Cioè? – chiesi più confuso di prima.
- Sto morendo di fame. – annunciò, prima di correre verso la sala da pranzo.
Sospirai e tornai anche io dillà.

Avevo capito due cose.

Uno: la prima opzione ero io.
Due: la seconda era Matt.
Ma chi era la terza?


 

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Capitolo 7
*** Mall trips, early mornings and talks ***


Aye :)
Ho deciso di pubblicare questo capitolo oggi, di venerdì 17, così nessuno dirà più che sono scaramantica.
Ringrazio sempre chi segue la storia, spero vi piaccia.
good night.


IntoAlcohol
 
 
[Mall trips, early mornings and talks.]

*JUSTIN*

Quella notte il sonno non venne facilmente.
Dopo ore disteso nel letto, riuscii ad addormentarmi solo alle tre, per poi svegliarmi alle cinque e mezza.
Andai in cucina e prepararmi un caffè, in quel momento sentii dei piccoli scricchiolii provenire dalle scale che si bloccarono davanti la porta d’ingresso.
Naturalmente, da uomo che sono, decisi di affrontare la situazione: afferrai una mazza da baseball e mi avvicinai senza far rumore alla porta.
- Jessie?! – chiesi, lasciando cadere a terra la mazza. Indossava un maglione arancione scuro con le maniche a tre quarti.
- uh.. ciao. -
- Dove stai andando? -
- Shopping e Starbucks, ho bisogno di uscire per un po’ da sola, sai, devo schiarirmi le idee.-
- Sì, Ryan ha accennato qualcosa su delle importanti decisioni da prendere. -
- Mh. – grugnò un po’ infastidita dal fatto che ero al corrente di questa informazione.
Afferrai  il cappotto appeso all’attaccapanni. Jessica alzò le sopracciglia. - Che cosa stai facendo?
- Vengo con te. -

-Non hai sentito nulla di quello che ho appena detto? Voglio uscire.. da sola. – ripeté marcando l’ultima parola.
- Penso che staresti meglio con me. -
Si precipitò fuori dalla porta e salì in macchina. Per fortuna le caddero le chiavi a terra, tra la neve,così ebbi il tempo di raggiungerla e di sedermi sul sedile del passeggero.
Mi fulminò con lo sguardo prima di mettere in moto. Guidò in silenzio verso il più grande centro commerciale della città,a  circa trenta minuti di distanza.
Jessica parcheggiò e prese la sua borsa nera tirando fuori il portafoglio contando le banca note che aveva.
-Beh ... ci vediamo allo Starbucks tra un’ora? -

- No, devo rimanere al tuo fianco. -
- Ma dai, Justin! -
- Jess, sono serio. Potrei essere attaccato dai fan urlanti. Non puoi lasciarmi solo. -
- Ma.. -
La tirai fuori dalla macchina prendendola per il braccio.
- Dove stiamo andando? – chiese, disperata.
Ci ritrovammo poco dopo nel centro commerciale, decorato con alberi di Natale, ghirlande e altre decorazioni natalizie.
Entrammo nel negozio di dolci e Jessie ordinò due mochas, uno per lei e uno per me. Ci sedemmo in un angolo bevendo i nostri caffè.
- Perché mi hai portato qui? - Chiese.
- Non era qui che dovevi venire? E poi, penso che hai qualcosa in mente che ti preoccupa. -
- Quindi? -
- Quindi.. parlamene. -
- Stai suggerendo di scaricare tutti i miei problemi su di te? -
- Non è un suggerimento, ma un ordine. – dissi con tono serio.
- Oh, ma davvero? – mi sfidò lei.
- Coraggio, sputa il rospo. – mi appoggiai allo schienale della sedia mettendo i piedi sul tavolo, posizione molto comoda.
Jessie alzò le sopracciglia e sospirò, guardandosi intorno in cerca di una scusa. Non la trovò.

- Justin, non posso dirtelo. -

- Ma perché no? -
- Perché in “quel qualcosa” che mi preoccupa ... c’entri anche tu. -
Ero troppo stordito per parlare. Sapevo che stavo diventando un grosso problema nella sua vita, il che rendeva complicato e difficile concentrarsi, non volevo essere qualcosa che la disturbava la notte, ma semplicemente essere qualcuno che l’avrebbe fatta sentire meglio.
Ma non ero quel “qualcuno”, non per ora, e l’unica cosa che mi rimaneva era sperare che, forse un giorno, le cose sarebbero cambiate.

 

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Capitolo 8
*** Cookies and hockey games ***


Bellezze! :)
E' un periodo davvero schifoso, a scuola un casino.
Ho troppe interrogazioni e verifiche, due materie da recuperare (e guarda caso, le più difficili e impossibili)
Mi sento terribilmente giù. Guardo il libro e mi viene da piangere pensando che non ce la farò mai.
Anche adesso, mi sono presa un'ora di pausa dopo cena per correggere il capitolo, sistemarlo e pubblicarlo, ma adesso si torna a studiare.
Buona lettura, recensite vi prego, tiratemi su.


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[Cookies and hockey games.]

*JESSICA*

Mi sedetti vicino al fuoco scoppiettante per il resto della giornata, il mio computer portatile appoggiato sulle gambe. Di tanto in tanto qualcuno si presentava per farmi compagnia, ma, presto sarebbe andato via perché ancora una volta spiegai che volevo rimanere sola.
Odiavo quello che mi sentivo dentro. 
Le voci di Justin e Christian attraversarono la stanza, si sedettero entrambi vicino a me sul divano.
Sospirando, chiusi il portatile e lo appoggiai sul tavolino vicino.

- A che ora c’è la cena? – chiesi, non sapendo cos’altro dire.

- Sei, forse sei e mezza. -  
La colonia di Christian riempì il mio naso, facendomi venire la voglia di coccolarmi a lui.  
- Dove sono Jazzy e Jaxon? -

- Sono usciti con Erin, tra due giorni è Natale, devono ancora comprare molte cose. -
Sorrisi sperando di potermi godere almeno il giorno di Natale in santa pace. Pensandoci bene, era tutto il giorno che non vedevo Matt.
Quando mia madre entrò in salotto mi alzai di scatto per parlare con lei.

- Hai visto Matt?
 - E’ uscito per fare le ultime compere. – rispose, con gli occhi scintillanti. Perché tutti oggi hanno deciso di andare per negozi?

-  Va bene.. – sospirai.
Mia madre si allontanò, iniziando a canticchiare una melodia morbida. Lei odiava cantare.

Cosa stava succedendo?

*CHRISTIAN*

La mattina dopo mi svegliai tardi dal momento che avevo passato la notte a pensare a Jessica.
Sembrava così fuori di sé ultimamente, cupa e triste, non è la Jessica che tutti noi eravamo abituati a vedere. Matt non sembrava neanche accorgersene,  anzi, una volta tornato a casa, schizzò nella camera senza scendere neanche per cena.
La cosa strana era che né Jessica né Matt avevano realizzato il cambiamento del partner. Questa era una delle tante ragioni per cui poteva sposarsi, ma non con lui. Non era quello giusto.
 Quando andai al piano terra, Jessica era in cucina con  Pattie, Erin, Allie e mia madre Sandi, impegnate a cucinare.
Jessica stava preparando i dolci, mi avvicinai e ne presi uno mangiandolo.
Lei si voltò e mi colpì il braccio. – Christian! -
Indossava un maglione marrone sbottonato che mostrava un top rosa chiaro, dei jeans blu e i tacchi rossi scuro.
Roteò gli occhi e io sorrisi.

- Quelli sono per Babbo Natale! – intervenne Chaz, che entrò seguito da mia sorella e dal fidanzato.
Abbracciai Caitlin, da buon fratello che ero.

- Giorno piccioncini. – disse mia madre con una voce cantilenante, sorridendo a sua figlia e al ragazzo che sarebbe stato presto suo genero.
- Jess! – esclamò Caitlin quando la vide. – Ho bisogne del tuo aiuto per andare in chiesa stasera! -

Iniziarono a parlare di vestiti, tacchi, e altre cose di cui non me ne poteva importare niente.
Io, Ryan e Chaz scendemmo giù a guardare l’Hockey in tv.
Presto, ricomparve Jessica con Justin, tanto per aumentare il mio fastidio.
I due davvero non stavano bene insieme, per i miei gusti. Anche Ryan non sembrava gradirli come coppia, e ciò mi rese felice. Jess e Ryan avevano sempre avuto un rapporto fratello – sorella, quindi sicuramente lo avrebbe ascoltato.
Annuii a Justin e lui annuii di nuovo, un segno di comprensione tra di noi: Nessuno dei due avrebbe fatto marcia indietro con Jessica. 

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Capitolo 9
*** Christmas Eve and shocking events ***


Ciao bellissime! :)
Ho pubblicato questo capitolo.. volevo farlo ieri, ma con quello che è successo non mi pareva il caso.
Mi fa sentire persa vedere Justin perso.. non so, ma sto male per lui. Quindi vi saluto e semplicemente buona lettura.


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[Christmas Eve and shocking events.]

*JESSICA*

Indossai un lungo abito rosso e infilai le scarpe con il tacco dello stesso colore. Le mie unghie erano rosso brillante, e una clutch nera giaceva sul letto. I miei capelli scuri erano nel suo stato naturale, ricci.
Matt apparve sulla soglia e sorrise , si avvicinò a me e mi baciò sulla guancia mantenendo il suo sorriso.

- Sono tutti pronti ad andare. – mormorò lui, e io annuii, forzando un piccolo sorriso prima di scendere al piano terra dove tutti stavano conversando allegramente.
Quando li raggiunsi, Christian e Justin alzarono lo sguardo per guardarmi.
Sorrisi e entrambi ricambiarono il gesto.

- Andiamo! – disse Matt e tutti salimmo nelle varie auto per raggiungere la chiesa.
Quando arrivammo mi sedetti vicino a Ryan, Chaz e Justin.
Una vecchia signora, agitò le mani in alto chiamandomi. Indossava dei pantaloni con orecchini e collana abbinati.

- Oh Jessie, sei cresciuta così tanto, guarda che bella donna sei diventata. – esclamò. La riconobbi subito, era la signora Denton, veniva sempre in questa chiesa a pregare. Aveva i capelli bianchi ormai, e non indossava più il suo famoso cappellino arancione.

- Signora Denton, è in ottima forma. – dissi, abbracciandola.
Poi andò da Ryan e Chaz e gli scompigliò i capelli dicendogli quanto belli fossero diventati. Infine si avvicinò a Justin, e l’abbracciò.

- Justin Drew Bieber, la celebrità di Stratford. Non pensavo che ti avrei rivisto qui, che meraviglioso regalo di Natale rivederti prima di andare lassù. – pronunciò quelle parole facendosi scappare una lacrima che scivolò sul viso rugoso.
La signora Denton badava sempre a Justin ogni volta che Pattie era al lavoro, come una baby sitter.. o meglio, come una nonna.
Non ha mai preteso un centesimo, diceva sempre che Pattie aveva più bisogno di soldi di lei, e ogni volta che la madre di Justin non guardava, le faceva scivolare nella borsa qualche soldo, di nascosto, perché Pattie non li avrebbe mai accettati.

Justin sorrise. - Grazie per tutto quello che hai fatto per me, come se fossi un figlio.
- No Justin. - Cinguettò con un grande sorriso – come un nipotino, tu sei un nipote per me. -
Justin sorrise di nuovo guardando verso me, la signora Denton seguì il suo sguardo e alzò le sopracciglia.

- Non dirmi che tu e Jessie state insieme, adesso. – disse, con gli occhi lucidi ampliando ancora di più il suo sorriso, se possibile.

- No, purtroppo non stiamo insieme..non ancora. – rispose Justin sorridendomi, e Christian roteò gli occhi con un’ aria estremamente incazzata.
Ero sicura al cento per cento che le mie guance, in quel momento, diventarono rosse. Guardai lontano facendo finta di niente e per mia fortuna, le luci si abbassarono e ognuno si affrettò a prendere il proprio posto. Anche la signora Denton tornò da sua figlia Rose e da Jay, suo nipote.
Mi sedetti tra mia madre e Matt, Justin era vicino a Matt e Christian vicino a mia madre. Sospirai, cercando di concentrarmi sul sacerdote.
Matt si appiccicò a me, con mio disappunto, sapevo che mia madre amava l’idea di me e Matt insieme, e sapevo anche che sperava che ben presto sarebbe diventato mio marito.
- Mamma, puoi spostarti un po’. – Le chiesi così che sarei potuta allontanarmi un po’ da Matt, ma non feci in tempo perché lui mi cinse la vita con il braccio.

- No tesoro. Non c’è spazio. -
Alzai gli occhi, mia madre non mi stava aiutando affatto.

*JUSTIN*

Quando uscimmo dalla chiesa, piccoli fiocchi di neve scendevano lentamente dal cielo stellato.  
Matt teneva stretta Jessica a sé, ma lei sembrava triste di questo, come se in realtà non lo volesse affianco.
Tornammo a casa in silenzio e ci riunimmo in salotto, l’idea era stata di Allie. Prendemmo dei bicchieri alti e lo champagne.
A mezzanotte e mezzo, Matt si alzò in piedi e batté con il coltello il bicchiere creando un rumore fastidioso.
Tutti noi lo fissammo, chiedendoci cosa stesse succedendo, ma la più confusa era senza ombra di dubbio Jessie.
Matt si rivolse alla sua ragazza e sorrise. – Jessie.. è da molto che stiamo insieme e ogni secondo che passiamo insieme, mi sento felice e, per questo, voglio trascorrere tutta la mia vita con te. Ti amo Jess, e non desidererei mai nessuna donna se non te. Quindi.. – Matt lasciò la frase in sospeso e si inginocchiò davanti a lei, per pronunciare infine le parole che mi avrebbero fatto crollare il mondo addosso.

- Mi vuoi sposare?

 

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Capitolo 10
*** One word changes everything ***


Ciao belle :)
Sto cercando di finire di aggiornare questa storia il prima possibile per voi.
So quanto è brutto aspettare il capitolo di una afanfiction per settimane, mi è capitato un sacco di volte, quindi aggiornerò sempre massino in due o tre giorni.
Veniamoci incontro! Ahahaha, recensioni? vi prego..


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[One word changes everything.]

*JESSICA*

- Mi vuoi sposare? -

E 'strano come tre parole possano cambiare la tua vita.
Ma era decisamente più strano di quanto una sillaba possa rovinartela. Fino ad ora non credevo fosse possibile, ma cambiai idea quando pronunciai la famosa risposta.
Sì.
Il grosso anello di diamanti scintillava nella luce fioca del salotto mentre Matt mi stringeva a sé.
Mia madre, Pattie, Caitlin e i signori Beadles si affollarono intorno a me, iniziando infinite conversazioni su quanto fosse bello l’anello e su quanto fossero felici per me e Matt.
Non ne potevo più, quindi mi alzai avvicinandomi a Ryan. Mi abbracciò, e la stessa cosa feci io.
Lui sorrise e afferrò la mia mano. – Accidenti, Matt ama gli anelli molto.. vistosi. -

- Guarda quella pietra! Quanto pensate che costi? – si intromise Chaz.
Mi strinsi nelle spalle e anche lui mi abbracciò forte. – Congratulazioni Jess, non avrei mai immaginato che ti saresti sposata.. -
Alzai gli occhi e lo colpii scherzosamente.

- Quanto sei simpatico, e tu e la tua ragazza, quand’è che vi sposerete?.. ah, aspetta.. tu non hai la ragazza. -
- oh, stai zitta, l’ho lasciata io. -

- sì, certo. – dissi, dandogli una pacca sulla spalla.
Sembrava che tutti erano entusiasti per me.
Tutti tranne Justin e Christian.
E me.
Mi  stavo scavando da sola la fossa più profonda, e presto, sarei caduta giù.

*CHRISTIAN*

Mi svegliai intorno alle nove la mattina seguente, e corsi al piano di sotto.
Avevo trascorso gran parte della notte a pensare.
I miei capelli dovevano essere un disastro.
Trovai tutti in salotto a parlare allegramente, a quanto pare ero l’ultimo che si era alzato.
- Buon Natale a tutti. – urlai.

I miei occhi avidamente cercarono Jessica e la trovarono sul divano accanto a Matt, appollaiato. I suoi occhi erano fissi sull’anello.
Le decorazioni rosse e oro dell’albero verde brillavano e i regali erano ammucchiati sotto, nessuno aveva ancora toccato i pacchetti.
A volte vorrei ritornare ai vecchi tempi, quando alle sei del mattino già eravamo tutti svegli per scartarli insieme a mia sorella.
Adesso Caitlin era fidanzata, i miei genitori avevano sempre più capelli grigi e io.. beh, io ero al college completamente e assolutamente innamorato.
- Buon Natale, Chris. – dissero mia madre e mio padre, e uno per uno li abbracciai.  Caitlin era coccolata al suo fidanzato, Ben. Mi piaceva Ben, anche se era un tizio freddo. Non potevo credere che si sarebbero sposati. Sembrava ieri che Caitlin si metteva lo smalto sulle unghie e poi finiva nei guai perché aveva solo cinque anni, e sporcav tutto.
Mia sorella baciò sulla guancia Ben e si alzò, correndo verso di me. – Buon Natale. -
Sorrisi e ricambiai l’abbraccio. All'improvviso sentii la porta di casa aprirsi e il rumore di tacchi avvinarsi al salotto. Mi voltai per vedere una Riley incazzata.

Justin guardò sorpreso la fidanzata. – Riley, non ti aspettavo così presto. -
Era vero, Riley era andata via pochi giorni fa per andare a fare gli auguri al padre, e non sarebbe dovuta tornare prima di stasera, per la cena di Natale.

- Lo so, Justin. Ma l’ultima moglie di mio padre è così fastidiosa che sono tornata prima. -
Per quanto non sopportavo Riley, mi sentivo male per quella ragazza. Suo padre ha avuto così tante mogli che non riuscirebbe neanche a nominarle tutte. Credetemi, io le ho chiesto di nominarmele alcune ed è rimasta un’ora ad elencarmele.
Jessica si alzò in piedi e andò a salutare Riley, che, essendo ossessionata di moda, notò subito l’anello.

- Oh mio Dio, perché hai questa splendida pietra al dito? –
- Sono.. – fece una pausa. – Sono fidanzata. -
Matt sorrise mentre raggiungeva Jessie e le baciò la guancia, guardandomi con una sorta di smorfia.

- Mi piace anche il tuo vestito, tra l’altro. – aggiunse Riley.

Jess indossava un abito nero, e degli stivali dello stesso colore sempre con il tacco. Aveva i capelli legati in una coda bassa, era assolutamente bellissima.
Ci sedemmo e iniziarono ad aprire i regali.

- Jessie, il tuo regalo doveva arrivare qui ieri per posta, ma hanno ritardato la consegna. – spiegò Justin, aggrottando la fronte.

Jessica annuì e disse più volte che non faceva niente, e che non doveva nemmeno disturbarsi a farle regali.
Era ovvio, che nel periodo di Natale il servizio postale ritarda, ma qualcosa nella sua voce non mi fece credere a quello che aveva appena detto, per due motivi.
Il primo: conoscevo Justin da più di dieci anni, capivo quando mentiva.
Il secondo: Lo vidi afferrare una piccola scatola da sotto l’albero e infilarsela di nascosto nella tasca.
Cosa c’era in quella scatola?



 

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Capitolo 11
*** The right guy ***


Buonaseraaaa :)
Finalmente, inizia la parte che mi piace da morire ahahahah
In questo capitolo assisterete alla partenza definitiva di qualcuno, quindi ci sarà un personaggio in meno...
Chi?
E cosa succederà dopo? 
...mh, recensioni e/o commenti? :)


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[The right guy.]

*JESSICA*

La mattina successiva mi svegliai e la prima cosa che vidi fu  il volto di Matt, i suoi occhi chiusi e il petto che andava su e giù lentamente. Sospirai e allungai il mio pollice percorrendo tutta la sua guancia.
Era vero, lo io amavo, ma non era la persona con la quale avrei voluto passare il resto della mia vita.     
La scintilla che avevo provato in principio era scomparsa, e non potei fare a meno di rendermi conto che volevo altre persone.  Precisamente due.
Ma anche se lo avessi spiegato a Matt, come facevo a scegliere tra Christian e Justin? Avevo un gran mal di testa.
Guardai l’orologio: erano le 8: 09.
Mi alzai dal letto e assonnata mi diressi verso il bagno.
Il vapore riempì la stanza appena aprii l’acqua calda. Mi sfilai il pigiama e mi precipitai nella doccia.
Chiusi gli occhi cercando di schiarirmi le idee, desiderando di aprire gli occhi e ritrovarmi senza problema ma in fondo, sapevo che non sarebbe potuto succedere.  Finii di lavare i miei capelli e quando uscii mi avvolsi un telo bianco intorno il mio corpo e camminai verso la valigia che non avevo ancora disfatto.
Presi dei vestiti, un paio di orecchini e la borsetta con i trucchi e tornai in bagno per sistemarmi.
Dopo di ché, andai in cucina per bere un caffè.
Mentre scendevo le scale guardando il basso, rimasi sorpresa quando mi scontrai contro qualcuno.
Ieri notte eravamo rimasti svegli fino a tardi, perché era Natale, e non mi aspettavo di trovare qualcuno già sveglio.
Era Riley, che aveva in mano i bagagli.

- Vai da qualche parte? – le chiesi, e lei arrossì.
- Chi, io? -

Alzai le sopracciglia e mi guardai intorno nella stanza. – Ci sei solo tu. -  dissi, dandole una mano con le borse pesanti.
- Me ne sto andando. – rispose, affermando l’ovvio.
- Perché? -
- Ho incontrato un ragazzo mentre mi trovavo da mio padre.. – ammise.
- E Justin? -
- Avevo intenzione di lasciare questa per lui. – disse, mostrandomi una busta, - Glie la puoi dare? -

Annuii e la misi in tasca. – Certo.. -
 
Lei sorrise e aprì la porta, sfrecciando fuori nell’aria fredda di Stratford, la vidi gettare le valigie nel porta bagagli e sedersi nel sedile del conducente, poi mise in moto e accelerò verso l’aeroporto più vicino.
 
-Qualcuno se n’è andato? – sentii  una voce profonda dietro di me.
Mi voltai trovandomi faccia a faccia con Justin. Indossava solo i pantaloni della tuta, il petto nudo.
Iniziai a scrutare ogni suo tatuaggio fino a che tossì riportandomi alla realtà, con un sorriso dipinto sulle sue labbra perfette.

- Uh.. – mi schiarì la gola. – Si. Riley se n’è andata. Mi ha detto di darti questa. -
 
Inclinò la testa quando gli consegnai la lettera, lo guardai mentre aprì la lettera iniziando a leggere il breve paragrafo che Riley aveva scritto.

- Ha incontrato un altro tizio. – disse, una volta finito di leggere.

Annuii e lui sospirò come se si fosse tolto un peso, e tirò fuori l’anello. – Sono libero adesso, credo. -
 
 - Congratulazioni, allora. – Dissi. Lui sorrise, uno dei sorrisi più belli che avesse mai fatto, quelli che ti riscaldano il cuore.
 
- Sì, sicuramente è una bella notizia. -
 
- Ora sei libero di sposare chi vuoi. – sorrisi, mentre camminammo insieme verso la cucina, fianco a fianco.
 
Lui annuì e mi guardò. Feci finta di non accorgermene.

- Sì.. a meno che la ragazza che voglio sposare non sta per sposare qualcun altro. -
 
Mi lasciò così, senza parole.

Avevo capito bene?

*JUSTIN*

Mi avvicinai alla macchinetta del caffè, premendo il pulsante per farne uno.
Jessica si trovava affianco  a me, con gli occhi spalancati.
Mi stiracchiai, facendo contrarre i miei muscoli, sapevo che questo le faceva impazzire, rendeva la situazione ancora più divertente.
Alla fine lei decise di sedersi sulla sedia e iniziò a fissare il muro.

- Allora, perché sveglia così presto? – chiesi, offrendogli il caffè.

Lei si strinse nelle spalle e si guardò le mani. – Non lo so, non riuscivo a dormire. -
                                                                                                                                                          
- Non hai passato un buon Natale? -
 
- Sì, credo di si. –

Notai che non indossava l’anello di fidanzamento, lo trovai molto strano.

- Dov’è l’anello? -
 
- Su, ho dimenticato di metterlo. -
 
Alzai le sopracciglia, ma decisi di lasciar perdere, era già troppo assorta nei suoi pensieri.
Mi appoggiai al bancone freddo, studiando ogni sua caratteristica.
I suoi riccioli castani ancora non erano del tutto asciutti, i suoi occhi scuri fissavano il muro, nessuna emozione. Ma anche in stato di trance, era bellissima.
Odiavo Matt per averle chiesto di sposarla, e volevo odiare lei per aver pronunciato quel maledetto ‘si’, perché aveva accettato? E perché io non ero intervenuto? Perché non avevo aperto bocca invece di rimanere lì, zitto, a guardare la scena come un cucciolo smarrito in attesa della risposta che, ovviamente, Jessie non era ancora pronta a dare?
Non potei fare a meno di chiedermi che, se le avessi detto che l’amavo, forse la sua risposta sarebbe stata diversa.
Mi sentii un totale idiota.
Ma adesso, Riley se n’era andata e avrei potuto fare qualsiasi cosa in mio potere per mostrare che la sua scelta giusta non era Matt.


Ero io.

 

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Capitolo 12
*** Brides to be and wredding dresses ***


Ciao belle! :)
Sono così felice, ho appena visto believe movie.
mamma mia.. ho ancora i brividi solo a pensarci.
E' stato stupendo, sono così felice che ho aggiornato appena sono tornata a casa.
Sì, aggiorno quando sono felice ahah buona lettura!
 recensioni (?) :)


my twitter: IntoAlcohol

[Brides to be and wredding dresses.]

*JUSTIN*


Era passata una settimana a Natale. Il clima in casa era tranquillo e silenzioso. Riley se n’era andata dal suo nuovo ragazzo, e Jessica stava evitando me e Christian a tutti i costi.
Il sole splendeva attraverso le finestre, illuminando il piccolo tavolo in cucina e facendolo apparire più armonioso. Sorseggiai il mio drink osservando Jessica , Allie, Caitlin , Sandy e mia madre guardare le riviste sui matrimoni.
- Che ne dici di questo? domandò Caitlin, mostrano a Jessica un abito.
- No, non mi piace. -  disse , girando pagina.
Ero qui da abbastanza tempo per capire che a Caitlin piacevano i vestiti rossi, mentre a Jessie viola.
Un’altra cosa che avevamo in comune: il colore preferito.

Gli occhi di Allie si illuminarono alla vista di un vestito. – Jessica, saresti stupenda con questo! -

- E’ bellissimo. - mormorò e sorrise.  – lo amo.. -
Sua madre saltò dalla sedia per abbracciarla.

- ..Però.. c’è qualcosa che non mi convince. – aggiunse infine.

 Ridacchiai e uscii dalla stanza, camminando dritto in salotto, dove tutti i ragazzi erano seduti.
Bevvi un altro sorso di birra e mi sedetti accanto a Ryan, che era in attesa che la sua squadra di hockey segnasse.
- Sì - Urlò facendosi quasi rovesciare la birra addosso.  
- Come stanno andando i preparativi? - Chiese Matt , guardando nella mia direzione . Bevvi il resto della bottiglia e la appoggiai sul tavolino prima di rispondere.
- Bene, penso che Jess troverà molto presto l’abito che vuole. -
Matt sorrise e non potei fare a meno di sentirmi dispiaciuto per lui.
Sapevo che Jessica non era sicura che lo amasse tanto da sposarlo, e lui non sapeva neanche del disagio che lei provava riguardo la loro relazione.
 Sospirai e guardai la partita, ma non la stavo seguendo veramente.
La mia testa continuava a sentire la voce e i sospiri di Jessica mentre cercava il vestito che aveva sempre sognato.
Non potevo più aspettare.  

*JESSICA*

Ero testarda, rifiutavo ogni abito che mi veniva proposto sulle riviste.
 Scegliere un abito significava che potevamo passare agli altri preparativi e celebrare il matrimonio prima, e non ero ancora sicura se voler sposare davvero Matt.
- Tesoro, forse dovremmo andare in un negozio , lì faremo prima. -
I miei occhi si spalancarono e scossi la testa: - No, magari domani, continuiamo a cercare qui.
- Oh sì, andiamo! – esclamò Caitlin e sua madre, Sandy, annuì.
Mi guardavano tutti con espressioni eccitate, sapevo già che avevo perso 4 – 1
- Prendo la mia borsa.. – mormorai trascinando controvoglia il mio corpo fino al salotto.
- Hey, tesoro, dove stai andando? – chiese Matt.
- Negozio nuziale. – gemetti e Matt ridacchiò. – Qualcuno vuole venire? -
Tutti scossero la testa, ad eccezione di Justin che era seduto guardando il vuoto, perso nel suo mondo.

Andammo al negozio da sposa dove mi vennero subito dati trecento vestiti da provare.
Li appesi tutti ai ganci del camerino.
Mi spogliai rimanendo con il reggiseno e le mutandine, e indossai il primo.
Uscii indossando questo abito scomodo e trovai tutte le mie accompagnatrici sedute su un divano blu, con le bevande tra le mani. Per loro si che era uno spasso.

- Oh mi piace! – esclamò Caitlin, sorridendo.
- Davvero? A me non molto.. -
- E’ stupendo Jessica! Ma se non ti piace, provane un altro. – mi incoraggiò mia madre, raggiante.
Era decisamente al settimo cielo di essere la madre della sposa.
Tornai nel camerino e ne provai un altro, semplice con una bella scollatura.

- Troppo semplice. – dichiarò mia madre e io aggrottai la fronte.
- Beh.. io uno semplice ne voglio. -
Lei si strinse nelle spalle e mi fece tornare nello spogliatoio. – Lo compreremo per il prossimo matrimonio, nel caso le cose con Matt non funzionino. – disse scherzando.
Alzai gli occhi e chiusi la porta, sfilandomi da dosso il vestito.
Ne provai altri mille, fino ad arrivare all’ultimo, il più temuto.
Era bello, ma era troppo elegante e troppo.. troppo per me.
Lo provai comunque, ed era bellissimo.
Camminai fuori e tutti lo fissarono.

- E’ troppo. – affermai.
- Non ti piace? – domandò Caitlin, alzandosi e avvicinandosi per studiare tutti i dettagli.
- No, non fa per me. -
I suoi occhi si illuminarono e si precipitò nei camerini spogliandosi.
Provò il vestito, a lei stava decisamente meglio.
Lei, però, diceva che stava meglio a me.
 A volte, è strano come ci comportiamo noi ragazze. 

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Capitolo 13
*** For the best, goodbye ***


Ciao bellissime :) 
Se siete come me, amerete questo capitolo.
awaw. 
Il punto è che questa fanfiction è arrivata quasi alla conlusione.. eh si, ci siamo quasi.
Godetevi questi ultimi capitoli .. Vi voglio bene
Recensioni (?)

[For the best, goodbye.]

*JESSICA*


Fissai i miei piedi appena sentii Matt accarezzarmi il braccio e tirarmi vicino a lui.
Il calore del fuoco mi riscaldava esternamente, ma dentro, mi sentivo fredda e crudele.
Non potevo credere che stavo per fare una cosa simile a lui.
Ero così confusa, lui così felice, io così ansiosa e lui così tranquillo quando ci sedemmo lì, da soli,a tarda notte.
Era così tranquillo e felice finché arrivò quel momento tanto duro.
- Matt, non posso farlo. – dissi, alzandomi in piedi.

Lui mi guardò, sorpreso. – Cosa stai dicendo? – si alzò avvicinandosi, ma io feci un passo indietro.

-  Non posso sposarti – sussurrai, e lui mi fissò, con gli occhi spalancati.
Annuì.
- Jessica, io ti amo così tanto da star male.. – iniziò, facendomi  spezzare lentamente il cuore. – Ma io ti ho visto come sei quando stai con lui. -
- Non capisco -
- Hai capito, vedo il modo in cui guardi Justin, e non è lo stesso con cui guardi me, cazzo. -
Abbassai lo sguardo, e lui mi sollevò il mento con il pollice. – Ma io ti amo, e se ho deciso di sposarti è perché speravo che le cose sarebbero cambiate. E invece no, e l’avevo capito, sai quando? Quando ho notato che anche lui ti guardava in quel modo. -
Annuii, lasciando che le lacrime scendessero dagli occhi.

Mi baciò sulla fronte. – Addio, Jess. -

Salì al piano di sopra, sicuramente per fare le valigie e andare via.
Io crollai sul divano, in lacrime, sentendomi ancora peggio di come avrei creduto.
Circa dieci minuti dopo, Matt riapparve, mi baciò sulla guancia e io gli consegnai l’anello.
Mi sorrise tristemente, dirigendosi verso la porta, pronunciando lentamente le ultime parole prima di andarsene: - Io ti amerò sempre. -
Quando la porta si chiuse scoppiai in singhiozzi ancora una volta, fino ad addormentarmi, fino a che le maniche umide di lacrime non si asciugarono.
Mi svegliai solo un’ora dopo, tra le braccia muscolose di qualcuno.
Alzai gli occhi e aspettai che le lacrime mi avrebbero permesso di vedere meglio.
Ben presto, misi a fuoco il volto di Justin, che mi fece sorridere nonostante la situazione.
Eravamo sul mio letto, lui si alzò e mi tirò le coperte fino al mento, baciandomi la fronte prima di camminare tranquillamente verso la porta.
- Justin.. – piagnucolai, facendolo girare. – Resta. -
Tornò e si infilò sotto le coperte, avvolgendo le braccia attorno alla mia vita e appoggiando il mento sulla mia spalla.
- Niente matrimonio.. Matt se n’è andato.. – sussurrai assonnata, tirando su con il naso.
Lui annuì stringendomi più forte.
- Shh.. dormi. – ordinò.
E io così feci.
La mattina dopo mi svegliai tra le braccia di Justin, il suo respiro colpiva delicatamente il mio collo.
Cercai di alzarmi dal letto, ma la sua presa intorno alla mia vita rendeva ciò impossibile.
- Justin.. – sussurrai, scuotendolo leggermente. Non si mosse, quindi provai di nuovo. Ma ancora una volta, non fece una piega.

- Justin! – dissi a voce più alta, e lui balzò in piedi, con la mano sul cuore. Si tranquillizzò appena si rese conto che era tutto a posto.
- Buongiorno. – disse assonnato, tornando vicino a me.
- Giorno.. -
- Allora, Matt davvero se n’è andato? – chiese, vedendo l’armadio di Matt vuoto.
Io annuii e sospirai. – Sì, ieri notte. Abbiamo parlato, gli ho restituito l’anello, e lui ha fatto le valigie e se n’è andato. -
Si accigliò leggermente e poi scosse la testa.

- Doveva andare così, era per il bene di entrambi. – dissi io.
Era d’accordo con me. – Proprio come me e Riley.
- Esattamente come te e Riley. -

Lui annuì – Beh, se ci fai caso.. all’inizio della settimana eravamo entrambi impegnati, ora siamo due single in un unico letto. -
Mi misi a ridere e lo spinsi via. – Sei proprio un bambino!
- Non c’è niente di sbagliato in questo – mi fece l’occhiolino e mi sorrise.
- Assolutamente no. -

 

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Capitolo 14
*** I love you ***


Ciao bellissime! :)
Scusate per il troppo tempo nel pubblicare, ma mi si è rotto il pc, infatti adesso sono a casa del mio ragazzo e sto pubblicando da qua.
a proposito, vi saluta.
Cussiolo :'3

Leggete e godetevelo questo capitolo, che è il penultimo!
E lasciate qualche recensioni daiii

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[I love you.]

*JESSICA*

Mi fermai sulla soglia, fissando Christian.
 Gli avevo detto di andare in cucina per parlare, ma ora non volevo più.
Non ero pronta per lasciare due ragazzi in meno di 24 ore, ma dovevo farlo.
Entrai nervosamente, giocando con le mie dita nervosamente.
Si voltò e mi sorrise, facendomi sentire ancora peggio per quello che stavo per fare.

- Ehi! – disse, abbracciandomi.

 Rimasi lì ferma, goffamente.
- Oggi sei bellissima. – mi sussurrò in un orecchio, facendomi venire la pelle d’oca.

In silenzio, mi sedetti.
- Allora, di cosa volevi parlare? Ho sentito che hai rotto con Matt.. -
- Sì. – gli confermai.
Attese qualche altra mia parola, sospirai e presi coraggio. – Beh, ehm.. Christian, io non so davvero come dirtelo..
- tu non vuoi stare con me.. – disse, levandomi le parole di bocca.
Alzai gli occhi, guardano i suoi. Erano pieni di dolore, e mi sentii male per questo.
Deglutii e annuii.
- Ho capito. -
- Cosa? -
- Ti piace Justin. -
 Mi bloccai, mordendomi il labbro. Dovevo dire la verità o cos’altro? Annuii semplicemente, sperando che non si sarebbe arrabbiato con Justin.
Al contrario, mi prese la mano. – Non è chissà quale sorpresa per me. Avete un passato molto più forte del nostro. Lo capisco, davvero.
- Quindi.. non sei arrabbiato? -
- Cazzo se lo sono. Sono arrabbiato e geloso, ma non sono pazzo. -

Annui e lo abbracciai, mi teneva stretta a lui. – Mi dispiace. – mormorai, e lui annuì.
- Basta perdere tempo con me, vai dal tuo ragazzo ora. – disse Christian, sorridendo nonostante le circostanze.

Annuii e andai alla ricerca di Justin. Non era da nessuna parte, e cominciai a sentirmi disperata.
- Justin! – gridai, nessuno rispose.
Mentre ripercorrevo le scale per la trecentesima volta, mi scontrai con Pattie, che ridacchiò.

- Calma, Jessie, chi diavolo stai cercando? -
- Hai visto Justin? – domandai, lei rise e scosse la testa.

- No, cara, mi dispiace. Prova a vedere in soffitta. -
Annuii e corsi verso la soffitta. Aprii la porta sperando di trovarlo lì.
Una piccola luce era accesa, e faceva risplendere il corpo del ragazzo che avevo cercato tutto il pomeriggio.
Mi guardò e sorrise. – Oh, ciao Jess. -
Tra le mani aveva un annuario. L’annuario di Stratford. Sorrisi e mi sedetti accanto a lui sul pavimento.
- Che cosa stai facendo? -
Lui non mi rispose, mi passò solo l’annuario che mostrava una foto di me in abito da ballo.
Sullo sfondo, uno striscione. “Reginetta del ballo”
Sorrisi e guardai verso di lui, mi fissava con un piccolo sorriso sulle labbra, a pochi centimetri  dal mio viso.
e lì successe.
Si chinò e mi baciò appassionatamente, tirandomi in braccio a lui.
Si sdraiò sul pavimento ritrovandomi a cavalcioni sopra di lui.
- Ti amo. – disse, allontanandosi e appoggiando la fronte sulla mia. Sorrisi e lo baciai dolcemente.

- Ti amo anche io. -
E questo, credetemi.. era solo l’inizio.


 

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Capitolo 15
*** Epilogue ***


Ciao piccole! :)
Mi hanno fatto tanto piacere le recensioni, aw.
Come potrete anche vedere dal titolo questo non è proprio un capitolo, ma un epilogo.
Un qualcosa per chiudere al meglio la ff, perché si, è finita.
Non disperate, pubblicherò altre fanfiction al più presto.
Intanto, vi consiglio "Fall to pieces"


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 Epilogue

Cinque mesi dopo.
 
Justin Drew Bieber
e
Jessica Lynn Miller
Vi invitano a condividere la gioia
dell’inizio della loro nuova vita insieme.
03-03-2018


Il dolce suono del pianoforte riempì la chiesa, gli ospiti si alzarono lentamente, puntando tutti gli occhi verso la grande porta.
Lentamente, le damigelle entrarono, sorridendo alla grande.
Erano tutti così nervosi, ma nessuno tanto quanto lo sposo. Era all’altare in smoking, con gli occhi fissi, pronto ad attendere la ragazza che tra pochi istanti, sarebbe diventata sua moglie.
Entrò la figlia di Jessica , Shiloh , che gettò petali ovunque. Era adorabile, fece sorridere tutti i presenti.
Infine, emerse la sposa, il più bello spettacolo e non per il vestito o per il bouquet di fiori che aveva tra le mani leggermente tremanti, ma per la felicità che brillava attraverso i suoi occhi.
Era nervosa, senza dubbio, ma chiunque poteva dire con certezza che sia lei che Justin erano completamente innamorati l’una dell’altro.
Raggiunse sull’altare il ragazzo.
Il prete iniziò a parlare, e una piccola lacrima scivolò lungo la guancia che lo sposo asciugò subito con il pollice, dicendogli con gli occhi quanto l’amava.
Gli ospiti piansero un po’ tutti, felici per la coppia che si trovava davanti a loro.
- Lo voglio. -
- Lo voglio. -
Con questo, si chinarono baciandosi appassionatamente.
Corsero fuori dalla chiesa, mano nella mano, raggiungendo la carrozza trainata dai cavalli.
Appena i cavalli iniziarono il percorso, si misero a ridere.
Era il primo giorno della loro vita da “signore e signora Bieber”, e chissà chi dei due ne era più felice.

Justin, baciò Jessica di nuovo appassionatamente prima di aprire la bocca per dirgli ciò che lo aveva tormentato da anni.

- Non ho mai smesso di amarti.
 
 

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