Io sono solo un'ombra e tu il sole

di pensamiancora
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel giorno ***
Capitolo 2: *** Quella mattina ***



Capitolo 1
*** Quel giorno ***


Io sono solo un'ombra e tu il sole *

1. Quel giorno


Sono passati anni, ma io ricordo ancora quel giorno.
Era buio ed eravamo soli. Nessun rumore: solo le nostre voci e i nostri respiri.
Tu parlavi a bassa voce e nel frattempo ti guardavo come estasiata. Osservavo attentamente il tuo profilo, i tuoi occhi, la tua barbetta, il modo in cui parlavi e ti muovevi. Cercavo di memorizzare i tuoi lineamenti, senza sapere che li conoscevo già. Ti interrompevi un attimo per accenderti la sigaretta, poi la fumavi (e mi facevi impazzire) e continuavi a parlare. Mi parlavi di te, di com'eri, di quello che eri stato e di quello che eri diventato. Dei tuoi sentimenti, di ciò che sentivi, di quello in cui credevi. Delle tue illusioni e delle tue delusioni. Mi parlavi pensando che i tuoi ragionamenti fossero troppo strani, incomprensibili; invece io li capivo benissimo. Ogni tanto mi sorridevi ed io mi perdevo, anche se nemmeno lo sapevo, allora. Perdevo la calma e la razionalità. Poi mi chiedevi di parlare ed io lo facevo, anche se non sapevo veramente cosa dire. Le parole uscivano da sole, perché il tuo sguardo sapeva come fare per sbloccarmi. Parlavo senza paura che i miei pensieri fossero troppo strani, troppo immaturi, troppo stupidi. Parlavo con una calma che non era decisamente da me, con una sicurezza che non avevo mai avuto prima d'allora.
Non so quanto parlammo, ma ricordo che a un certo punto tu ti alzasti ed io sentii un senso di vuoto che allora non riuscivo a comprendere, ma che ora saprei riconoscere benissimo. Una volta in piedi tu mi guardasti. Uno sguardo che parla, dritto negli occhi; ma non feci in tempo a rispondere che tu avevi già scosso la testa. Mi porgesti la mano, io la presi, ci trovammo uno di fronte all'altra, tu così alto, io con la testa abbassata. Con una mano mi alzasti il mento e mi trovai i tuoi occhi a una distanza quasi inesistente. Il respiro mi mancò e ti giuro che non m'era mai successo. Mi dicesti qualcosa a bassa voce, così bassa che quasi non riuscii a sentirti. Ma, non so come, capii. Ti fissai ancora un po' negli occhi - anche se stavo già vacillando - e ti lasciai una carezza sulla guancia prima di andarmene.

Non so per quanto tempo mi rigirai nel letto quella notte, davvero non me lo ricordo. Ma mi addormentai con il cuore che batteva a mille, con un'inquietudine che non riuscii a spiegarmi. Prima di chiudere gli occhi, però, pensai di aver passato la serata più bella della mia vita.
Ancora non ho cambiato idea.



* Il titolo è preso da una canzone di Guccini, con qualche piccola modifica.


 

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Capitolo 2
*** Quella mattina ***


2. Quella mattina

La sera prima, quando mi avevi guardato negli occhi, io l'avevo capito. Forse avrei dovuto dirtelo, anche se era troppo presto, anche se non era il caso. Avrei dovuto fare un bel respiro e sussurrarlo. Ovviamente non l'ho fatto, e adesso, ogni volta che ti guardo, quel "ti amo" mi muore in gola.
Quando il giorno dopo mi svegliai percepii immediatamente che tutto era cambiato. Cercavo nell'aria qualcosa di te e sentivo uno strano senso di vuoto. Cercavo qualcosa che mi facesse capire che era successo davvero, che era stato reale. Mi alzavo una continuazione per poi ristendermi ed ero così in ansia che quasi mi venne da vomitare. In quel momento non vedevo l'ora che passasse quella sensazione, perché mi sembrava la più terribile del mondo, ma se ci penso adesso è forse uno dei ricordi più belli che ho della nostra storia. 
In realtà, quella sera non successe effettivamente niente: nessun abbraccio, né bacio, solo qualche carezza e discorsi durati intere ore.
Ma quel niente, per me, fu tutto. E lo è ancora adesso, a distanza di anni, perché se ci penso ricordo ancora ogni singolo particolare e mi vengono ancora i brividi - talvolta anche le lacrime -.
Quando ci rivedemmo, quel giorno, fu tutto più magico e io ti guardavo già con occhi diversi, con gli occhi di chi è innamorato. Anche in te era cambiato qualcosa: mi guardavi come non mi avevi mai guardato, quasi come se fossi attratto da me, come se io fossi un qualcosa di proibito che volevi avere a tutti i costi. Quando mi giravo e trovavo i tuoi occhi posati su di me, guardavi altrove, quasi arrabbiato che ti avessi scoperto.
Poi la sera mi avvicinai: volevo parlarti, volevo ricominciare da dove avevamo finito, volevo dirti ancora tante cose - le avevo addirittura scritte durante la giornata per non dimenticarmene. Volevo parlarti ancora di me, di quello che ero, di come mi sentivo. Volevo sentire il tuo respiro e il battito del tuo cuore e volevo abbracciarti, sì. E forse dirti anche quella cosa.
Ma tu mi guardasti un attimo, un sorriso triste e poi niente, andasti via.
E in quel silenzio mi dicesti "Scordati di noi".

 

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