Dear diary

di anorexic of emotions
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazioni ***
Capitolo 2: *** Just a taste ***
Capitolo 3: *** Thinking about you ***
Capitolo 4: *** Flashes ***
Capitolo 5: *** Memories ***
Capitolo 6: *** The first time ***
Capitolo 7: *** This is now ***
Capitolo 8: *** gets better ***
Capitolo 9: *** save me ***
Capitolo 10: *** Letters to him ***
Capitolo 11: *** wishes ***
Capitolo 12: *** confused ***
Capitolo 13: *** beautiful goodbye ***
Capitolo 14: *** came back ***
Capitolo 15: *** You found me ***
Capitolo 16: *** christmas time ***
Capitolo 17: *** i need to. ***



Capitolo 1
*** Presentazioni ***


Caro Diario,
 
Io sono Nicole, ho 16 anni e abito a Derry.
Se non la conosci, Derry è una città che non esiste... O meglio esiste, ma solo nei romanzi di Stephen King. Amo l'horror, quindi come potrei non amare il Re? Lo amo talmente tanto da ambientare la mia vita nei suoi libri, perché mi danno forza, mi fanno stare meglio in momenti in cui non trovo più ragioni per andare avanti.
Ti scrivo perché ho bisogno di sfogarmi, e ho bisogno di essere letta, di trasmettere emozioni a qualcuno perché non ne posso più di rimanere nell'oscurità. Non ne posso più di sentirmi così inutile, sottovalutata e sprecata.
Odio la distanza, perché mi divide dalle uniche persone che vorrei avere vicino. Odio il mio corpo, sempre troppo morbido e pieno di curve... Mi piacerebbe essere una di quelle ragazze perfette che si vedono sempre in giro per le strade, magre e piene di amiche, di ragazzi che le vogliono e soprattutto senza i problemi che ho io.
Mi piace stare in disparte e osservare, perché sembra che quando si arriva a me sia tutto sbagliato.
 
Da dove inizio a raccontare? Allora, iniziamo col dire che sono bisessuale e non l'ho mai accettato, che ho tentato varie volte il suicidio, ho fatto il primo tiro da una sigaretta a 12 anni, e non per fare la figa (non ho mai fumato in pubblico fino all'anno scorso) e dalla prima canna a 15. Mi sono tinta i capelli la prima volta a 14 anni e adesso li ho fatti tutti rossi. Sono diventata bulimica a 13 anni e a 14 anoressica, ne sono uscita solo qualche mese fa. Continuo a fumare, ho smesso ormai da tempo di tentare il suicidio. In un certo senso sono stata anche autolesionista, anche se non mi sono mai tagliata. I miei motivi ce li ho, e te li racconterò man mano, Diario, perché tirare fuori troppe cose insieme fa male.
Scrivere così è strano, perché è bello sfogare tutto in un diario, ma sentirsi rispondere sarebbe anche comodo. Mi sono stancata di parlare al vuoto, quindi ora chiudo.
 
Alla prossima! 
N.

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Capitolo 2
*** Just a taste ***


Caro diario,
 
Ho bisogno di parlare con qualcuno, di cacciare fuori tutto ciò che ho in mente in questo momento. Ho tanti segreti che non ho mai raccontato, e tanta voglia di urlarli al mondo.
Per prima cosa, volevo dire che in fin dei conti non sono poi così brutta come si può pensare leggendo le prime righe: ho gli occhi neri come l'ebano e la pelle bianca (esatto, come Biancaneve) e avevo anche i capelli neri, che ho tinto di rosso. Ho un piercing al labbro, tre buchi all'orecchio sinistro e un dilatatore a quello destro. Le mie labbra sono abbastanza carnose e rosse, anche senza il rossetto o il lucidalabbra; gli zigomi sono alti e il viso ha una forma ovale. Ho un fisico che piace molto per le mie curve abbondanti, ma io lo odio. Sono grassa, sono sformata, sono imperfetta. Vorrei non avere tutti i rotolini sulla pancia e i fianchi larghi, ma purtroppo non è possibile perché, avendo una quinta di seno, ogni volta che dimagrisco troppo mi viene mal di schiena che a volte nemmeno riesco ad alzarmi dal letto. Sembra impossibile, perché ce ne sono tante di ragazze con fisici perfetti... Con il seno grande e scolpito e la pancia piatta e stanno benissimo. Queste cose sembra che capitino solo a me!
In più, sono una sfigata in amore.
Non ho un bel rapporto con mia madre e non posso quasi mai vedere mio padre.
Gli amici e le amiche? Si contano sulle dita di una mano. Gli altri sono solo gente con cui uscire il sabato. Che poi oggi è sabato e sto a casa. Perché? Sono in punizione! Per tre insufficienze nemmeno gravi, sulla pagella al terzo anno di liceo linguistico sono in punzione!
Poi si chiedono perché odio quella donna. Non mi ha mai accettata, non mi ha mai capita, non mi ha mai sostenuta. Ha solo messo il dito nella piaga quando stavo male, accentuato ogni mio difetto, fatto stare peggio quando non riuscivo a trovare una ragione per sorridere.
Non mi ha mai fatto mancare nulla, ma l'amore non è compreso nel prezzo dell'ultimo modello di Louis Vuitton, dovrebbe essere banale e scontato adesso.
Le lacrime continuano a sgorgare perché i pensieri si susseguono veloci e la mia mente è molto confusa... È difficile essere obiettivi, quando ci sono in ballo i sentimenti.
Ho bisogno di una pausa. So che ci sei sempre per me, diario... Quindi tornerò dopo.
N.

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Capitolo 3
*** Thinking about you ***


Mi manchi terribilmente, sai?

Mi manchi da quando hai preferito darmi l'amicizia anziché l'amore.
 
Mi manca l'inizio, quando non ero innamorata di te, ma mi piaceva vederti tutti i giorni a scuola, averti intorno e sentirti parlare; mi è sempre piaciuto il suono della tua voce.
(più veloce)
Mi manca quello che è successo dopo, quando hai iniziato a piacermi e mi odiavo, perché non avrei voluto mai più innamorarmi di un compagno di classe.
(più veloce, più veloce)
Mi manca quando parlavamo a telefono le ore, senza raccontarci nulla, soltanto per sentirci vicini.
Mi manca quando ti chiamavo nel bel mezzo della notte con l'anonimo e tu sapevi che ero io... Rispondevi e stavi zitto, e mi addormentavo sentendoti respirare.
(ancora più veloce)
Mi manca quando ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che era la cosa giusta da fare, che così era scritto... Quando ci siamo amati la prima volta, l'unica che veramente importa. Quando hai iniziato a esplorare il mio corpo, ed io a conoscere il tuo.
Mi manca il giorno dopo, quando gli sguardi si susseguivano furtivi, quando ci cercavamo con ogni scusa e quando le tue mani rincorrevano con ansia le mie.
(più veloce, ancora più veloce)
Mi manca quando tornavo a casa e potevo contare i segni del tuo passaggio sul mio corpo, mi manca il dover portare una sciarpa a ogni ora del giorno e della notte per non farli notare e la sensazione di libertà che provavo togliendomala, come se fossi al mio fianco.
(di corsa, di corsa)
Mi manca quando tutti i giorni era una sorpresa e mi odio per aver rovinato tutto così, per orgoglio, come un'idiota.
(alla velocità della luce)
E adesso sono qua, e penso a te... E a come vorrei che fosse finita. Penso a tutti gli errori che ho commesso in questi due anni con la persona che mi ha aiutato a rialzarmi quando cadevo, e che mi ha fatto sentire amata, che mi ha fatto sentire davvero una donna, che mi ha fatto sentire una persona che merita di vivere e di sognare e di sperare.

 
(in caduta libera)


E ora sono qua, vicino a te... E non m'importa più di niente e nessuno... Non m'importa di questo tempo che passa se per un'ora ti tengo tra le mie braccia!
Il mio cuore batte forte, mi si stringe nel petto e non c'è sensazione peggiore quando è spaccato in pezzi, perché taglia come cocci di vetro. So che non tornerai, ma ci spero... Perché sei stato veramente importante e non so più come chiederti scusa, come avvicinarmi di nuovo, dopo tutto quello che abbiamo passato.
Ti prego torna da me.
Io ti amo ancora.
N.

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Capitolo 4
*** Flashes ***


Ero a casa di Jess da quella mattina presto del 2009, avevo 13 anni.
È da quand'ero piccola che provo lo stesso tipo di attrazione per i ragazzi e per le ragazze ed ero anche riuscita a convincermi che per le ragazze fosse solo amicizia, ma quella mattina fu la volta buona che dovetti ricredermi.
Finirono le battute da raccontare e ci guardammo, entrambe probabilmente con lo stesso pensiero: "che si fa adesso?".
Lei ebbe l'idea "ehi, Nicky... Chiudi gli occhi! Devo fare una cosa"; obbedii.
"Alzati in piedi"
"Come faccio, se ho gli occhi chiusi?"
"Aspetta..." sentii dei rumori "okay, aprili"
Aprii gli occhi. Niente di strano. "Che dovevi fare?"
"Niente, prendere una cosa per fartela vedere... Ma devi stare in piedi"
Risi "okay".
Chiusi gli occhi di nuovo.
Di nuovo quel rumore.
Poi mi sentii toccare le mani, una sensazione di morbido...
"Jess, cos'è?"
Rispose tra le risa "vedrai" e continuò ad armeggiare con quella cosa morbida che avevamo tra le mani. "Ora puoi aprire gli occhi"
Mi ritrovai le mani legate dietro la schiena in un paio di manette di peluches rosa, mi prese un attacco di risa, così a lei.
I nostri occhi si incontrarono per un istante che sembrò durare all'infinito.
Poi mi circondò con le braccia e pensai che volesse liberarmi, invece mi abbracciò.
Iniziò ad accarezzarmi la schiena, poi le braccia e salì al collo... Sentii uno stimolo di solletico, ma non mi diede fastidio, forse era qualcos'altro... "NO, stiamo solo giocando. Non devo illudermi" risi di nuovo, isterica.
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Stavo sognando?
Avrei voluto abbracciarla, stringerla e darle tutto l'amore che potevo... Ma avevo letteralmente le mani legate!
Quindi mi prese e mi accompagnò al letto, si stese su di me e ricominciammo a baciarci. Con una mano mi accarezzava il seno e con l'altra continuava a stringermi ed io avrei voluto ricambiare, ma non potevo. Maledette manette.
Dopo circa un quarto d'ora, iniziò a spogliarmi e appena fui nuda mi improvvisò una specie di strip tease molto dolce e lento.
Non avevo mai povato un'emozione così forte, prima di quel momento e avrei voluto avere di più. Mi rese felice, non so quanto tempo durò, ma non fu mai abbastanza... Poi mi tolse le manette e toccò a me accontentarla. Passammo più di due ore così, senza trovare la forza di allontanarci.
Mi addormentai, il suo corpo nudo e caldo attaccato al mio, le sue mani che mi accarezzavano il ventre e tutto dentro di me che pulsava.
Al mio risveglio non avevo il coraggio di allontanarla, così aspettai che lo facesse lei. Aprì gli occhi dopo pochi minuti, e mi scrollò "Amore...", la sua voce era ancora impastata dal sonno. 
"Dimmi..." 
"Sono le sei e mezza"
"Oh mio Dio, ma è tardissimo!"
"Sì... Mi dispiace che devi andartene..."
"Anche a me"
Ci baciammo. Ci baciammo fino a che non fui costretta ad alzarmi e andarmene, ancora bramosa delle sue labbra.
Arrivai a casa con più di un'ora di ritardo.
Non successe mai più niente con lei, e mai fu fatta più parola di quello che successe quel pomeriggio.
N.

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Capitolo 5
*** Memories ***


Ciao, come stai?

Ti ho distrutto, vero?

Ora sai come ci si sente, stronzo!
Oops... Scusami, Diario: a volte mi lascio prendere dall'emozione. Lascia che ti spieghi.
 
Questa è la storia del mio primo bacio, del mio primo amore, della prima volta che il mio cuore si è frantumato in mille e più pezzettini.
Sono cazzate, quando dicono che il cuore si può spezzare una volta sola, e il resto sono solo graffi. Questa è stata la prima volta di una serie lunghissima, che ancora non si è fermata; continua a fare male allo stesso modo, forse anche di più.
 
Cominciamo dall'inizio...
Avevo 13 anni (esatto, ho dato il mio primo bacio a 13 anni!), era primavera, un sabato pomeriggio ricevo una telefonata da Jess, quella che era la mia migliore amica. "Andiamo a casa di Carl, stasera? Ci divertiamo, inviterà anche Mike così siamo quattro..."
"Chiedo a mia madre e ti faccio sapere"
La risposta fu ovviamente di .
Qualche ora dopo eravamo a casa del ragazzo che aveva rubato il mio cuore due anni prima e continuava a tenerlo in ostaggio, insieme al fidanzato della mia migliore amica. Era la serata perfetta, non solo per i motivi che ho già elencato... Ma anche perché era la prima volta che uscivo il sabato sera.
Andammo a metterci tutti e quattro su una scogliera di fronte al mare e qualche minuto dopo Jess e Mike si stavano già baciando appassionatamente.
Io e Carl rimanemmo soli e inizai a scoraggiarmi... Forse avrebbe preferito stare con Jess.
Venne a sedersi vicino a me e mi squadrò da capo a piedi, poi attaccò a parlare. Non so quanto tempo parlammo; volevamo conoscerci, volevamo sapere qualcosa in più l'uno sull'altra.
Poi arrivò il fatidico momento: mi abbracciò e mi tenne stretta un bel po' di tempo, iniziò a sussurrarmi frasi dolci all'orecchio e ad accarezzarmi i capelli fino a che non prese il mio viso tra le mani e mi baciò.
Andammo ad appartarci, ci stendemmo su uno degli scogli e passammo la serata così, io tra le sue braccia e le sue dolci parole... Niente di fisico, oltre qualche bacio, ma l'emozione fu unica. Qualche tempo dopo sarebbe successo qualcosa di molto simile con Jess, e ne ho già parlato. Queste due storie non sono paragonabili tra loro, forse in me ci sono due persone diverse che camminano fianco a fianco, ma hanno due cervelli diversi e ricordi diversi e agiscono in maniera diversa l'una dall'altra... Non importa. Ciò che importa è che con Jess era sesso, con Carl era amore... Sarei morta per lui.
Il giorno dopo Jess lasciò Mike, non capii perché l'aveva fatto sul momento.
Il giorno dopo ancora trovai una scritta sotto casa sua fatta con la bomboletta (abitava affianco a me) "I'm crazy for you"... Alla mia domanda "Chi te l'ha fatta?" rispose che era stato Carl... Il mio cuore andò in frantumi.
E si ruppe l'ultimo briciolo di speranza quando li vidi baciarsi.
Mi sentii male, volevo solo morire, mi sentivo inutile...
 
Quando dicono che d'amore non si muore non è vero, perché in quel momento sono morta dentro, ho iniziato a marcire. Ormai di quella che ero io non è rimasto più nulla, il dolore ti plagia e ti rende qualcosa di diverso da quello che sei. Mi dispiace che sia finita.
N.

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Capitolo 6
*** The first time ***


Mi sento così inutile.
Per domani ho tantissimi compiti e non ho nemmeno iniziato a farli. Lo stesso per martedì. So che la mia prof di italiano mi interrogherà, ma sono avanti al computer a scrivere di quanto sto male con me stessa e a farmi seghe mentali quando potrei rimediare a tutto questo.
Perché sono così stupida?
Non so nemmeno scrivere, non so perché mi ostino a farlo. Quanto può essere brutto piangere, sapere il motivo, sapere come risolvere e non fare lo stesso nulla?!
Stavo raccontando, nell'altro capitolo, di come sono iniziati i miei problemi.
Dopo quella volta, vomitare tutte le volte che stavo male diventò inevitabile: brutto voto? Corro in bagno. Litigio con mia madre? Corro in bagno. Delusione d'amore? Corro in bagno. Che originalità.
Neanche in questo sono buona. L'originalità era l'unica cosa che credevo di avere.
Mi facevo schifo da sola, talmente ero grassa, e anche quando le ossa iniziarono a uscire fuori dalla mia pelle pensavo di essere grassa. Minacciavo di spezzarmi da un momento all'altro, sembrava che le costole stessero per uscire dal mio torace, che il mio bacino stesse per strapparmi la pelle.
Mi stendevo a pancia sotto per terra per sentire le ossa che spingevano contro il pavimento, schiacciando la pelle che c'era nel mezzo, e godevo in questo perché sembrava che i miei sforzi fossero stati ricompensati.
Ero stata ricompensata, sì. Facevo ancora più schifo. Mi ero fatta del male, mi stavo ancora facendo del male.

Non avevo forza di volontà, riuscivo solo a mangiare come un maiale e vomitare, vomitare, vomitare tutto.
Mi odiavo.

È possibile odiare sé stessi? La persona che ci conosce meglio di chiunque altro, la persona di cui sappiamo tutti i segreti. Forse è proprio per questo che ci odiamo.
I morsi della fame si fecero sentire ancora. Mi accesi una sigaretta.
Passarono.
Ricominciarono.
Ne accesi un'altra.

È così che presi il vizio peggiore della mia vita che ancora adesso mi perseguita.
N.

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Capitolo 7
*** This is now ***


Caro diario,
è da tanto che non scrivo una pagina normale. Devo smetterla di parlare del passato, di quel passato che ancora adesso mi dà la caccia e mi perseguita, mi condiziona.
Voglio solo parlare un po' con qualcuno, in questo periodo che mi sta distruggendo.
La mia vita sta precipitando, ho perso qualsiasi accenno di vita sociale che avevo.
Vorrei essere importante, almeno adesso che sta andando tutto male, almeno per qualcuno. Non posso parlare con nessuno e sono arrivata al punto di pubblicare un diario, così se qualcuno leggesse ed avesse pietà di me potrebbe contattarmi e dirmi "ehi, ci sono io qui!".
So che non succederà, ma sperare non è mai costato niente.
La storia della mia vita è sempre stata peggio di "Beautiful" e le persone che mi stanno intorno si divertono a sentirmi raccontare; poi ci sono quelli che mi stanno vicino solo perché sono "popolare" (che poi non è vero) e pochissimi amici veri.
C'è Monique, la mia migliore amica. La conosco da sei anni e anche con lei le cose stanno precipitando, ma so che tutto si risolverà.
C'è(ra) Saul, il mio quasi-ex-migliore amico che è la causa di tutti i miei problemi.
E poi c'è la fidanzata di Saul, Carla, c'è Bill, il ragazzo che mi piace, c'è la scuola, c'è mia madre, c'è la falsità, l'ipocrisia, le bugie.
Tutto insieme, tutto a me.
Perché la vita è ingiusta?
Ci sono i bambini africani, che non hanno niente.
Ci sono quelle persone ricche sfondate, le ragazze bellissime, i ragazzi che piacciono a tutte.
E poi ci sono io.
Al pari di un bambino africano: loro non hanno il cibo, io non ho emozioni. Il mio cuore è rinchiuso in una bolla di cristallo e non ho più il coraggio di tirarlo fuori. Fa troppo male.
Il fatto che mi fa stare peggio di tutto è che vivo come se la mia vita dovesse ancora iniziare, sento di avere tutto il tempo per migliorare, per fare quello che voglio e che devo, eppure non ce n'è.
Non so come farò a riprendermi, mi sembra di essere entrata in un tunnel nero senza uscite.
N.

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Capitolo 8
*** gets better ***


Caro diario,
le cose stanno lentamente migliorando.
Eh sì, mi sono messa d'impegno. Ho chiarito la situazione con Monique e con il suo migliore amico Richie che si era innamorato di me e pensava che io ricambiassi, cosa che aveva portato ad allontanarci tutti e tre tra di noi. 
Ora sto studiando perché devo recuperare tutte le insufficienze. So già che non sarà facile, ma non ci riuscirò mai se non provo. Ho imparato un metodo semplice per studiare di più: mi servono più pause. Non so quanto apprenderò così facendo, ma almeno se mi assegnano tre pagine le studio tutte invece che una o una e mezza. Si vedrà da mercoledì se funziona! E poi mi sto mettendo a coniugare i verbi in francese, perché non ci capisco niente e vado malissimo.
Sto cercando di sistemare le cose anche con Saul, ma la situazione è un po' più complicata. È da quando si è fidanzato che per lui non esisto più, anche se mi aveva promesso che tra me e lui non sarebbe cambiato niente. Le promesse portano sempre alle lacrime e io non posso farci nulla perché, alla fin fine, fidarmi mi piace... Anche se so che è sbagliato e che rimarrò delusa tutte le volte.
Mi piace scrivere e lasciarmi guidare dall'istinto, così come sto facendo ora.. Senza pensare a cosa dico, senza costruire. Torno bambina in un momento, torno a scrivere quei temi su quanto voglio bene a mamma e papà o su quella volta che ho avuto tanta paura. Torno ad essere felice ed accontentarmi di poco. Ecco perché ho pubblicato questo diario: ogni tanto voglio che le persone conoscano il mio vero "io", quello che esce fuori soltanto in momenti come questo.
Magari ci saranno errori di sintassi, ortografia o grammatica, può anche essere che i discorsi non avranno un filo logico tra loro.. Ma non m'importa, non correggerò perché mi piace rileggere quello che scrivo col cuore e non con la testa.
Alla fine il cuore è poesia e ogni tanto bisogna saperlo liberare perché può stupirci. Per esempio, ho detto a Bill che lo amavo. Conclusione? Ci è rimasto male. Ha letto gli sms di Richie ed altri ragazzi che mi volevano e ha pensato che lo prendessi in giro come credeva che facessi con loro.
Fantastico. Ho perso anche lui.
Spero di poterlo riconquistare perché due giorni passati a piangere non mi bastano per esorcizzare i dolori. Sono sempre stata tipo da grandi manovre, da grandi cambiamenti, da grandi orizzonti. Da grandi emozioni. Soprattutto quelle negative, che sono le più forti, le più intense.
Quelle che restano per sempre.
Se ci si pensa è così: i fantasmi restano lì dopo un omicidio, non dopo un amore. I tagli restano dopo una delusione, non dopo una bella serata, questo è ovvio.
Quindi sono sempre andata a caccia di queste emozioni perché ho sempre voluto vivere la mia vita al massimo e la natura mi ha aiutata: mi ha creata bisessuale per farmi sentire cosa si prova sia nei panni di un uomo sia nei panni di una donna; ambidestra per farmi fare anche due cose insieme; artista per farmi avere un animo sensibile ed aperto; empatica per comprendere chi mi è intorno.
Mi piace ascoltare e mi piace parlare, mi piacciono i discorsi profondi e mi piace immergermi nelle persone. Ho imparato a stare in apnea abbastanza a lungo da poter scavare in fondo e capire cosa c'è che non va, magari aiutare. Non come una psicologa, semplicemente come un'amica, come una persona che ti vuole bene e che prenderà le tue parti quando starai male perché in un mondo di apparenze, in un mondo fatto di cellulari più grandi della testa di chi li compra.. Non esiste più l'amore. Le persone in grado di provarlo sono davvero poche, non perché non abbiano le potenzialità, ma non vogliono metterle a frutto. Amare è un rischio che io ho voluto prendere, ma ho preso anche parecchie batoste.
Voglio dedicare gli ultimi due righi della pagina per dire che ho fatto pace con mia madre, che ora sono più serena e posso mettermi a lavorare seriamente a tutti i progetti che avevo, che sono pronta a rimettermi in discussione e non avrò più paura.. Lo giuro.
E voglio dire un'ultima cosa: papà, ti amo. Anche se siamo due pezzenti senza mai una lira sul telefono per sentirci e non possiamo quasi mai vederci, mi manchi ogni giorno e vorrei averti vicino.. Vorrei raccontarti cosa sto passando ed avere di nuovo i tuoi preziosi consigli, avere tue notizie, sapere come va con il lavoro e conoscere i tuoi amici strani.. Venire a vedere i tuoi concerti e anche le prove e sentirti cantare le canzoni che scrivi, soprattutto quelle che scrivi per me.
Dopo questa parentesi sentimentale, chiudo e vado a studiare!

N.

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Capitolo 9
*** save me ***


Caro diario,
ci sto ricadendo.
Ero convinta di essere riuscita ad uscirne, finalmente. Di aver sconfitto i miei demoni, di essermi liberata di ogni tipo di autolesionismo che mi teneva come dentro una gabbia. Eppure..
Qualche giorno fa ho ricominciato a sentirlo, ho ricominciato a sentire il bisogno di controllare il mio corpo in maniera ossessiva, ho sentito di nuovo il mio stomaco rifiutare ogni tipo di cibo.
Io non voglio ridurmi a un relitto, non voglio stare male.. Non ce la faccio più.
Sto scrivendo da un computer che fa così schifo che non posso nemmeno cambiare il carattere, soltanto perché ho bisogno di sfogarmi. È da una vita che scrivo, ma so che nessuno potrà leggermi e questo mi deprime non poco.
Ho bisogno di dirlo a qualcuno, ma so di non poter parlare.
È come avere un pezzo di scotch davanti alla bocca e le mani legate dietro la schiena, come se qualcuno mi avesse rapita e io volessi urlare per essere riportata indietro.
Non posso urlare, non posso nemmeno parlare.
Non posso muovermi, sono bloccata. Non posso fare nulla e aspetto.
Aspetto qui, inerme.
Aspetto che qualcuno mi liberi, che qualcuno mi faccia capire che non ho motivo per uccidere lentamente me stessa di più ogni giorno.
Aspetto che qualcuno mi ami e che mi faccia capire che anche io ho il diritto di essere amata, che sono una persona meritevole come tutte.. Anche se sono diversa da tutti.
DIario, mi sfogo con te perché è come se fossi su una strada buia senza sapere dove andare.. E senza nessuno al mio fianco che possa aiutarmi davvero.
Ho bisogno soltanto di parlare, credo.
Per ora.
Per ora che non è ancora ricominciata del tutto.
Ma quando ricomincerà, cosa farò allora?
Piango ogni giorno pensandoci e aspetto quel momento senza sapere cos'altro fare.
Qualcuno venga a prendermi, v'imploro.
N.

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Capitolo 10
*** Letters to him ***


Caro Bill,
ti scrivo questa lettera perché non vuoi più parlarmi. Lo so che mi odi, e so che ho esagerato facendo quello che ho fatto, ma io ti amo ancora e non intendo arrendermi adesso.
Adesso che ti sono così vicina.
Sto trascrivendo una cosa così privata su un sito dove chiunque può leggerla, con la speranza che tu anche per sbaglio ci capiti... E che magari lo legga. E se lo facessi, vorrei capissi si tratta di me e di te, non di Nicole e di Bill.
Spero che tu mi conosca abbastanza bene da capire che sono sinceramente pentita, che mi manchi.. Che tutto quello che voglio è starti accanto.
E nel caso scegliessi lei, io ne sarei felice.
Sì, lo sarei perché lo merita. Lo sarei perché ha più bisogno di te di quanto ne ho io.
È davvero bellissima, e dolce. E molto simpatica. E ti ama.
Ti ama con una forza che probabilmente io non avrò mai.
Ti merita. Non come me.
Ma non posso non sperare che tornerai, che mi vorrai come prima.
Che mi farai di nuovo sentire amata, che mi farai sentire che anch'io ti merito.
Ti prego, torna.
Perché senza di te non saprei cosa fare.
Mi sento persa, al buio.. In una caverna senza torcia, magari anche con un orso in agguato pronto per mangiarmi.
Adesso ho fame, eppure non tocco cibo.
Non ne tocco perché so che ti piacciono le ragazze magre, e allora farò di tutto per diventarlo.
Beh, so che non è un comportamento maturo. So di non essere mai cambiata per diventare quello che qualcun altro voleva ed è contro i miei principi farlo.
Però ne ho bisogno, ho bisogno che tu stia con me.
Quindi diventerò tutto quello che vuoi.
Tutto quello di cui tu hai bisogno...
Ti metterò al primo posto. Come non ho mai fatto, giuro.
Ti farò sentire di essere amato, come mai nessuna è riuscita a fare.
Fidati di me, di nuovo. Un'ultima volta.
Ti prego, perdonami.
Non ho fatto altro che guai, capisco se non vuoi parlarmi più.
Ma se dentro di te senti di provare ancora qualcosa, allora dammi una seconda occasione. Riuscirò a non deluderti, non più.
Ci ho pianto minuti, ore, notti, giorni.
Ci ho pensato.
Mi sei mancato come mai nessuno prima.
E voglio che tu mi stia vicino adesso, anche se ho molti amici.. Molte persone disposte a farlo.
Senza di te non è lo stesso.
Ti prego, perdonami.

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Capitolo 11
*** wishes ***


Voglio il tuo bene, se scegli lei spero solo che sappia renderti felice.
  E nel caso ti pentissi della scelta io sarei capace di abbandonare tutto quello che ho per correre da te.. Ti raggiungerei in capo al mondo.
  Ti darei tutto ciò che ho, anche se non lo vuoi. anche se tu non mi daresti nemmeno la metà di ciò che hai.
  So di non essere il tuo tipo, che preferisci ragazze diverse.
  So che non mi accompagnerai mai su un rollercoaster in america e che non vedrai mai un film dell'orrore con me. So anche che non ci butteremo mai col paracadute o un parapendio e non faremo bungee jumping con una sola corda, insieme. So che non ci ubriacheremo mai per poi farci riportare a casa da un taxy e dimenticare di pagarlo e che non ci nasconderemo mai nel mio giardino a fumare erba con la costante paura di essere scoperti dai miei.
  Non faremo mai l'amore in una piazza, stando attenti a non farci vedere.
  So che non ami i piercing che ho e nemmeno quelli che mi farò in futuro ti piaceranno, come i tatuaggi che ho in progetto di fare.
  Non ti piaccio truccata, con gli occhiali, con i capelli rossi e mi preferisci al naturale. so che non credi in tutto ciò che credo io e mi vedi strana.
  So che tutte le cose pazze che voglio fare non potrò mai farle con te al mio fianco, ma sento che voglio l'equilibrio che tu puoi darmi ed io da sola non ho. che mi riporti a casa in spalla dopo una sbronza o dopo aver fumato troppo. che mi spezzi la sigaretta, che mi togli di mano il quinto bicchiere.
  Voglio una tua dichiarazione romantica e stare in spiaggia tutta la notte a guardare il cielo, con te che mi indichi che quella è la cintura di orione e che mi dici che in questo periodo si vede la costellazione dell'ariete... Anche se lo so già.
  Ho bisogno di sguardi che sfuggono e di baci sotto la pioggia davanti agli occhi di tutti.. Di qualcuno che abbia paura per me quando rischio, ma che non tema i sentimenti veri e i gesti genuini. voglio venire a casa tua e presentarmi a tua madre come un'amica, per non farla ingelosire, e poi passare la giornata a leggere battute squallide su facebook e ridere, solo io e te.
  Ho bisogno di abbracci quando sto male, di consolazioni quando prendo brutti voti, di baci quando me li merito. Ho bisogno che ti arrabbi quando vesto troppo scollata, quando per strada mi giro a guardare altri ragazzi.
  Voglio che mi chiami alle 3 di notte solo per dirmi che mi ami e anche se sarò tentata di attaccarti il telefono in faccia non lo farò, perché ti amo anch'io.
  So che non sarò mai una fidanzata perfetta, ma so che nessuno potrà farti sentire bene quanto potrei farlo io... Ho bisogno di te e non ti lascerò andare; ti terrò stretto come non ho mai avuto il coraggio di fare in passato.

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Capitolo 12
*** confused ***


Caro diario,
scusa se ho fatto passare un po' di tempo e non ho scritto più nulla. È che a volte non so che scrivere... Non so cosa ho già scritto, non so cosa ho omesso.
Mi piace vedere il numero delle visualizzazioni perché mi rendo conto che c'è chi mi legge, e probabilmente anche chi mi apprezza.
Sono in un periodo un po' particolare; sembra che tutto vada bene, ma allo stesso tempo tutto va male... Ho recuperato tutte le materie a scuola, ho un sacco di amici, io e Bill abbiamo fatto pace... Ma ci sono ancora i progetti di gruppo che sicuramente non andranno bene, anche se ho recuperato i miei amici oggi sono stata a casa da sola, io e Bill abbiamo fatto pace, ma è comunque molto distante.
Non so cosa pensare, non so come comportarmi. E poi sono molto confusa.
Da un po' di tempo mi piace una ragazza, è dolcissima e molto simpatica, ma tutto questo mi confonde. Non mi sono mai sentita così nei confronti di una donna, mi sono sempre sentita come se io non fossi in diritto di amarne una... So che è da pazzi e mi sta facendo uscire di testa.
Ci sono anche dei problemi, come il fatto che abitiamo abbastanza lontano (lei abita in un paese vicino il mio..), che è più piccola, ma soprattutto che esce solo con dei ragazzi. Sono ancora innamorata di Bill, questo è ovvio, ma mi sono affezionata particolarmente a lei, anche se in poco tempo e mi piacerebbe conoscerla meglio, non solo come amica.. Anche se non voglio chiederglielo, non voglio risultare patetica.
Allo stesso modo, c'è un'altra ragazza che mi piace... Ma con lei ho più possibilità. Anche se non intendo provarci, perché è molto amica di Bill e rischierei di rovinare tutto, sia con lei, sia con lui... Perché, anche quando la vita sembra perfetta, ci devono essere degli errori? Delle cose che non funzionano? Perché, per una volta, non va tutto come dico io?
Sto cercando di conoscere nuove persone, di cambiare giro... Ma non è facile.
Quando tornerò a casa (sono partita, per le vacanze di Pasqua) chiamerò la mia migliore amica e le chiederò di uscire insieme, andiamo a rimorchiare! E che siano ragazze o ragazzi non importa, dato che anche lei è bisessuale, per fortuna. Sembrerà cattivo da dire, ma sabato per colpa di una mia amica che tentava in tutti i modi di conquistare un ragazzo che non se la fila ho perso l'occasione con due ragazze bellissime, prima una e poi un'altra.
Sembrerò vuota e insensibile, ma ho bisogno di distrarmi e probabilmente loro volevano lo stesso. Questa settimana mi concentro su me stessa, non deve importarmi di nient'altro.
Devo dimenticare tutto e concentrarmi sulla mia felicità, per una volta.

                                                                                                          N.

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Capitolo 13
*** beautiful goodbye ***


Caro Diario,
scusa se nell'ultimo periodo ti ho abbandonato un po', ma ho avuto tantissime cose da fare: sto recuperando tutte le materie a scuola in cui vado male e ho anche dovuto fare un esame!
Per fortuna adesso è finito tutto, ho passato l'esame con un punteggio anche molto alto e mi aspetta una settimana di relax, indovina dove?!
Berlino!
Il premio migliore per tutti i miei sforzi ultimamente.. Me lo merito!!
Un altro motivo per cui non scrivo più spesso è che una mia vecchia amica, Frankie, che si era trasferita, è tornata ad abitare qui e ci stiamo vedendo praticamente tutti i giorni, per recuperare tutto il tempo che abbiamo perso in questi ultimi due anni.. C'è anche la sua migliore amica, Kaye, con cui sto iniziando a legare molto.
Ci divertiamo molto insieme, anche se le cose che facciamo non sono proprio sane.. Cioè, se bere fino a sentirsi male e fumare erba fino a non riuscire a parlare il giorno dopo è sano, allora va tutto bene! Spero sempre che mia madre non capisca nulla perché, è vero che queste cose le faccio anche da sola, ma non è più bello farle in compagnia? Cioè, senza nessuno che mi prende in giro perché da ubriaca faccio ridere, senza nessuno che mi dice che drogata sono uno spasso, senza che gli altri vengono a sapere i miei segreti perché quando sono stordita li racconto tutti. Loro queste cose le fanno con me ed è per questo che è più bello. Non vorrei che mia madre m'impedisse di vederle..
Ho conosciuto anche dei ragazzi con cui mi sto sentendo, ma il primo in graduatoria resta sempre Bill che verrà con me a Berlino! Ma mi sento un po' in colpa per gli altri, e allo stesso tempo mi sento usata da lui... Non capirà mai il male che mi fa fino a che non glielo farò provare sulla sua pelle

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Capitolo 14
*** came back ***


Ed è ormai da un po' di tempo che continuo a chiedermi... Ne è valsa la pena? Ne vale la pena? Ne varrà la pena? Ne sarà valsa la pena?
Continuare a credere di poterti riavere, continuare ad alzarmi la mattina sperando d'incontrarti, continuare a vivere con un unico fine, continuare a pensare sempre a te.
Ne è valsa la pena nella tua stanza, in quei pochi attimi in cui ero davvero tua ed eri davvero mio. Ne è valsa la pena per tutti quegli sguardi, quei sorrisi. I baci, gli abbracci, ma anche i morsi e i succhiotti. Ne è valsa la pena quando trovavamo sempre un motivo per amarci nonostante le divergenze. Ne è valsa la pena quando ci siamo fatti delle promesse.
Ma non ne vale più la pena, da quando queste sono state infrante. Non ne vale più la pena da quando hai preferito lei a me. Da quando fai con lei le stesse cose, le dai le stesse emozioni, la guardi con gli stessi occhi e la baci con le stesse labbra. Le stesse mani che prima mi toccavano e mi facevano sentire unica stanno facendo lo stesso con lei. Non ne vale più la pena, perché per te non sono più niente e forse non sono mai stata niente. Ne varrà la pena, forse. Forse tra poco ti annoierai di lei, come ti sei annoiato di tutte, ma lo sappiamo entrambi che di me non ti annoi mai. E, forse, tornerai da me. E forse ti perdonerò pure, perché se sono qiu a scriverti vuol dire che la lezione non l'ho ancora imparata. Ne varrà la pena se sarò capace di dirti tutto.
Ma, in fin dei conti, non troverai mai un'altra che ti ama quanto me e quindi... Ne sarà valsa la pena, quando tutto sarà finito, quando ti dimenticherò, o quando almeno riuscirò ad andare avanti, di aver buttato via la mia vita per rincorrerti?
Ti avrei dato l'anima, te la saresti presa e in cambio? Due bacini e una promessa. E dopo? Ne sarebbe valsa la pena? Ne sarebbe valsa davvero la pena? Te ne saresti andato di nuovo, perché tu fai così. Mi prendi, mi usi, prometti, prometti tanto, prometti troppo. Te ne vai. 
E poi torni, dimenticandoti delle promesse che hai infranto e dei cocci del mio cuore che sono rimasti a terra. Dimenticandoti che tu, per andartene, su quei cocci ci hai camminato. 
Torni, non sapendo la fatica che ho fatto per rimettere tutto a posto. 
Torni, cosciente del fatto che il mio cuore, seppur distrutto e maltrattato riesce ad amarti tutte le volte come la prima. 
È così tutte le volte. Come se non fossi mai stata ferita.
 
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Ciao a tutti, chiedo scusa se sono stata assente per così tanto tempo... Ho scritto tantissimo, e appena riesco a trovare tutti i fogli pubblico il resto! Ho avuto dei problemi a scuola (rimandata con tre materie..) e ora devo studiare per gli esami, quindi fino al 15 luglio continuerò a non essere molto presente.. Chiedo scusa a tutti di nuovo.
In ogni caso, grazie per le recensioni e per avermi letta... Non ci speravo nemmeno che sareste stati così tanti! Un bacio a tutti!

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Capitolo 15
*** You found me ***


Caro Diario,


quanto tempo è passato! Ti chiedo scusa per averti abbandonato, ma ho avuto problemi con il computer e non ho potuto scriverti niente.

  Ci sono stati molti cambiamenti nella mia vita in quest'ultimo periodo, in un certo senso sono cambiata proprio io.
  Ho incontrato un ragazzo, usciamo da quasi 4 mesi e ci tengo tantissimo. Non è il mio fidanzato, non è una storia seria, ma va avanti da tempo e devo ammettere che mi ha fatto molto bene.

  Lui mi ha ascoltata dall'inizio, siamo diventati ottimi amici, mi ha guarito dalle delusioni d'amore e mi ha raccontato tante cose di se stesso. Ho capito che abbiamo in comune più di quello che pensavo, abbiamo vissuto molte esperienze più uguali che simili e ciò che ci rende diversi è il modo di reagire. Lui non si lascia scalfire, scrive canzoni e tira fuori tutti i suoi sentimenti lì dentro, si sfoga con gli amici più stretti. Io sfogo su me stessa e so che è qui che sbaglio, ma la mia autostima è troppo bassa per comportarmi diversamente. Lui l'ha capito e mi ha stupito perché è entrato nella mia vita senza far rumore, per poi assordarmi in un solo colpo, rinfacciandomi tutto.

  So di non amarlo, ma dopo essere stata male così tanto tempo mi merito qualcuno che sappia ascoltarmi e farmi stare bene e infatti per la prima volta nella mia vita sento di essere veramente felice. 


  Finalmente, ne vale la pena.
  Finalmente, ho avuto la mia rivincita.
  Finalmente, l'ho spuntata io.


  Sai, certe volte, amiamo così tanto che ci annulliamo per mettere al primo posto l'altra persona, e questo va bene se lei fa lo stesso. Ma quando non è così dobbiamo essere noi a scegliere la via della felicità, perché non arriverà da sola a noi.

  Io ho scelto lui, ho scelto un caso umano, ho scelto un pazzo. Ho scelto chi, mentre annegava, m'insegnava a nuotare. Ho scelto il sorriso più dolce, le braccia più protettive, le mani più fredde. Ho scelto chi poteva capirmi e farmi star bene, anche mentre dentro moriva.

  A volte sto male pensando che lui aiuta me, mi trasmette la sua forza e mi aiuta a superare qualsiasi cosa senza neanche che glielo chieda.. E io non riesco a fare lo stesso per lui. Non me l'ha mai fatto pesare, è un complesso mio.

  Però tutto passa nel momento in cui le sue labbra morbide mi sfiorano e mi guarda come se nessun'altra ragazza esistesse sul mondo. Anche se tante altre vorrebbero essere al posto mio, lui vuole me. Mi ha scelta, mi ha avuta e ora mi tiene stretta. Non mi lascia andare.

  Mi ha fatto sentire giusta. Ho sempre pensato che tutti abbiano un'anima gemella, tranne me. Che non esistesse nessuno per completarmi. Poi, però, l'ho incontrato. E lì ho capito che c'era qualcuno abbastanza diverso da me, per amarmi, e abbastanza uguale, per capirmi.

  E adesso mi tiene la mano, e io non la lascio più.

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Capitolo 16
*** christmas time ***


I muri erano tutti bianchi, senza neanche un quadro o una foto. I divani erano ricoperti da lenzuola bianche; sulle mensole, libri e fumetti impilati con cura, impolverati, mai toccati e, negli angoli, oggetti accantonati d'ogni sorta. Silenziosa, sembrava quasi che quella casa non fosse abitata e per tutto l'anno, Nicole aveva avuto l'impressione che somigliasse ad un ospedale psichiatrico.
Ultimamente, però, si avvicinava il Natale e quindi c'era bisogno di cambiare qualcosa, per somigliare a persone normali e felici, a cui piace stare tutti allegramente in famiglia a discutere di cos'è successo oggi e di quello che abbiamo intenzione di fare, anche se alla fine, nella nostra famiglia, non si fa mai niente.
Per questo, gli addobbi vanno messi vicino alle finestre. Chi guarda la casa da fuori, sua madre credeva, l'avrebbe vista meno inquietante e più natalizia. "Stronzate!- pensò, accendendosi un'altra sigaretta -Come se la gente che passa fuori si mettesse davvero a sbirciare nelle nostre finestre per vedere se abbiamo dei begli addobbi o se ci piace il Natale."
Aspirò di nuovo, e anche se si avvicinava il Natale, il sapore della sigaretta non era cambiato. Come non erano cambiati i suoi pensieri e le sue idee.
"Come se qualcuno passasse mai fuori casa nostra". Si corresse, deprimendosi.
Buttò via il mozzicone e scese al piano di sotto, guardandosi intorno.
Un pino ricoperto di neve finta, di palline bianche e di lucine bianche che si muovevano sempre più velocemente e quel ritmo le faceva girare la testa, messo insieme a quello più placido delle lucine colorate che sua madre aveva applicato con cura sulla finestra e a quello cangiante delle lucine che si trovavano in giro per tutta la casa. Si avvicinò ai mobili, sempre così disordinati, e notò che erano stati svuotati, per far spazio a candeline dorate, angioletti e alberelli di porcellana e tanti, troppi presepi in miniatura. Sulle pareti adesso erano affisse pacchiane rappresentazioni di Babbo Natale, quadri di angioletti e altre palline, agrifogli e altro ancora, le veniva il voltastomaco. Sembrava di stare in uno di quei discount cinesi che diventano tutti rossi dal 15 dicembre al 9 gennaio.
Guardando quelle decorazioni, ricordò il Natale dell'anno prima, la tristezza di un anno che passa senza neanche darti il tempo di crescere, lo stress dei regali, del cenone, del cucinare e soprattutto del fare i piatti dopo. Il senso di vuoto e solitudine, la noia.
E una lacrima le comparve sul viso: quell'anno sarebbe stata esattamente la stessa cosa. Avrebbe ripensato a quello che era successo e si sarebbe trovata piena di rimpianti che non sapeva nemmeno di avere, avrebbe ricordato solo i momenti di merda, perché quelli belli, in queste occasioni, non le venivano in mente mai. Avrebbe represso ancora più rancore verso altre persone, ma soprattutto verso se stessa. Stava già iniziando a realizzare che quando sarebbe cresciuta si sarebbe comportata esattamente come sua madre.

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Capitolo 17
*** i need to. ***


"I'm friend with the monster that's under my bed,
get along with the voices inside of my head"

(Sono amica del mostro che è sotto il mio letto,
va d'accordo con le voci che sono dentro la mia testa)

canta Rihanna.

Ma cosa succede quando il mostro non è nascosto sotto al letto, né nell'armadio, né dietro le tende?
Cosa succede quando non è nemmeno nella nostra testa, come un senso di colpa o una paura infondata?
Cosa succede quando non è una presenza che ci osserva dall'angolo della stanza, quando è reale e tangibile, ci cammina accanto, sentiamo il suo respiro sul collo e la sua pelle può toccare la nostra?
Cosa succede quando il vero mostro è una persona, che frequenta anche casa tua, che non desta sospetti, che ti si può avvicinare senza che nessuno dica niente?
Ci sono tipi di mostri più pericolosi del fantasma del vecchio proprietario di casa morto in un terribile incidente e dell'uomo nero.
Ci sono mostri, dentro gli esseri umani.
Ci sono mostri, che sono esseri umani.

Ci sono mostri che arrivano, ti fanno del male, intendo davvero, fisicamente, e poi se ne vanno, ma la loro ombra ti perseguiterà tutta la vita, trasformandosi in quella sensazione che hai quando cammini per strada e sembra che qualcuno ti segua e in quegli incubi così brutti e oscuri che fai la notte.
Ma ce ne sono di peggiori. 
Ci sono quei mostri che entrano nella tua vita senza farsi problemi, ti fanno del male, male davvero, come quelli della categoria precedente. E poi hanno pure la faccia tosta di rimanere, di spacciarsi per persone che ti vogliono bene e che vogliono soltanto proteggerti. Hanno pure la faccia tosta di raccontare a tutti di quanto sia idilliaco il vostro rapporto mentre continuano ancora a farvi del male.
Cosa fare quando si ha a che fare con l'ultima categoria di mostro?
E soprattutto, cosa fare quando due mostri così, si trovano a confronto?
È esattamente così che mi sento adesso.
C'è sempre qualcosa che ci rende ciò che siamo e c'è sempre un motivo se una persona è così fuori dal comune o spaventata.
Il mio motivo è un mostro che mi ha fatto del male la prima volta quand'ero piccola, ma che continua ancora a farmene. Non gli bastano i miei incubi e le mie torture interiori, ne aggiunge sempre altre, giorno per giorno.
Ma il mio calvario non è finito perché c'è un altro mostro che ha fatto e fa tutt'ora parte della mia vita. A volte è difficile capire come comportarsi, soprattutto perché ora questi due mostri si sono trovati a confronto e ho scoperto che non hanno fatto, né fanno del male solo a me.
Sono una persona forte, sono in grado di sopportare, sono in grado di trattenere le lacrime. Ma quando qualcuno a cui voglio bene viene attaccato da un "mostro", non posso stare zitta, non posso non farmi valere.
Sono uscita allo scoperto, ma non è facile. Non è facile tirare fuori tutto e non è facile farlo tutto insieme.
Riuscire a dire la verità su un mostro, ad un altro mostro che ti si mette davanti come un parafulmine dicendo "ti proteggo io" non è il massimo. Non puoi rispondere "e da te, chi mi protegge?".
Avrei voluto un po' più d'attenzione, perché i segni sono visibili da un occhio attento. Se a mia figlia, a una mia amica, a una mia parente fosse successo quello che è successo a me, io l'avrei visto.
Io l'ho visto.
È successo lo stesso a mia cugina, da parte del mio stesso mostro, ed è stato questo a spingermi a parlare. Altrimenti non l'avrei mai fatto. L'avrei coperto, avrei nascosto le tracce.
Non ho pianto, non mi sono lamentata. Ho detto la verità, tutte le cose come stavano, senza tremare di paura, senza asciugarmi il naso, con una freddezza da fare quasi spavento.
Sembro una malata mentale a parlare con mia madre di cose orribili, senza battere ciglio. No, non sto mentendo. No, non ci ho fatto l'abitudine. Semplicemente sono consapevole del fatto che lei è più fragile di me, quindi non voglio farle del male più di quello che le è già stato afflitto. Sì, perché uno dei due mostri dà la caccia anche a lei.
Non so come fare, non so come comportarmi, non so come spiegare, non so come reagire, non so più niente.
Sto male, ma sto bene. Riesco a gestire, ma non so se devo. Non so se sarebbe meglio crollare e farmi portare da uno psicologo, se sarebbe come resettare il gioco dopo aver perso tutte le vite e ripartire come se non fossi mai morta.
Mi piace quest'ultima frase. Quest'attinenza. Sì, perché mi sento come se fossi morta. Morta tante volte e poi rinata, senza partire da zero, come se nessuno avesse voluto darmi un'ultima chance e me la fossi presa da sola, strappata con le unghie e con i denti, per paura di mollare, mollare davvero, perché per quanto le cose possano tentare di uccidermi, io non ho intenzione di lasciarglielo fare.
Non mi arrendo facilmente e sono felice di non averlo fatto fin'ora.
Ma adesso mi sto chiedendo se non sarebbe meglio. Per me.
Lasciarsi andare, è l'unico modo per vincere il dolore. Ignorarlo, è l'unico modo per sopportarlo.
E non so perché mi sto sfogando così, su un foglio del blocco note del mio computer. Che poi pubblicherò, in anonimo.
Che cosa stupida, cosa potrebbe pensare di me chiunque leggesse queste parole? 
Sì, sono una fottuta malata mentale, mi faccio schifo e non ho problemi ad ammetterlo. Tutti lo sanno, tutti l'hanno capito. Forse.
Sono felice, ma nella mia vita c'è un fondo di tristezza, una non armonia che è sempre stata presente e mi ha sempre dato la caccia, da quando questi mostri sono venuti a prendermi la prima volta.
Nessuno leggerà questo pezzo intero, ma giuro che è quello scritto più col cuore. Ho messo la musica e ho iniziato a scrivere parole a caso, senza nemmeno pensarci, non ho nemmeno riletto perché non volevo cambiare nulla. Ho lasciato che per una volta fosse il mio cuore a esprimersi, e non i miei pensieri. Perché ho dei pensieri belli e dei pensieri opprimenti, ma i sentimenti.. Beh, quelli non possono essere espressi a parole. A meno che non si smette di pensare alle parole.
È questa la chiave, per me. 

Sì, sto dando dei consigli al nulla su come farsi un'autoanalisi, ma adesso non ho più bisogno di psicologi e roba varia, adesso sto bene. Adesso ho smesso di nuovo di avere paura, adesso posso ricominciare a combattere.

Ma, mi chiedo, quando finirà questa guerra?

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