La musica unisce, l'egoismo divide

di Prinspirit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro ***
Capitolo 2: *** La musica unisce ***
Capitolo 3: *** Un sogno proibito ***
Capitolo 4: *** L'egoismo divide ***
Capitolo 5: *** La fine del dolore ***



Capitolo 1
*** Il primo incontro ***


-Forse avrei dovuto essere più forte, ma non ne sono stato capace. Sono un vigliacco. Scusami!-

Il silenzio notturno fu interrotto dal suono improvviso della sveglia, postata prima del solito. Quello doveva essere un gran giorno. Kim Sunggyu, giovane liceale con la passione per il canto, finalmente stava per realizzare il suo sogno: esibirsi davanti a un gran pubblico. Il ragazzo si alzò più volentieri del solito, andò in bagno, si lavò e tornò in camera. Aveva deciso di alzarsi prima per poter preparare tutto l’occorrente da portare dietro a scuola, dato che non sapeva a che ora avrebbe rimesso piede in casa. Molte cose erano già state messe nello zaino dalla sera prima, a causa della troppa eccitazione. Si ritrovò quindi fuori di casa prima del previsto e decise di fare la strada più lunga per arrivare a scuola. L’aria fresca del mattino sfiorò il suo viso, spostandogli il ciuffo rosso che copriva troppo spesso i suoi piccoli occhi. Con le cuffie nelle orecchie e la musica a tutto volume non sentiva alcun rumore della realtà circostante e fu questa sua abitudine a incidere sul suo destino. Ancora mezzo addormentato e con le orecchie occupate, si ritrovò presto scaraventato a terra: un ragazzo, che avrà avuto circa la sua età, gli era finito addosso con la bicicletta. Quest’ultimo si ritrovò sdraiato sopra Sunggyu, rimasto sconcertato e sorpreso.
-Ahi, ahi, ahi..- si lamentò il ragazzo sconosciuto –Ehi, non puoi stare attento a dove metti i piedi?? E soprattutto non potresti evitare di andare in giro con le cuffie nelle orecchie??- disse il ragazzo che si era sollevato dal corpo inerme di Sunggyu e gli aveva sfilato violentemente una cuffia dall’orecchio destro.
Sunggyu lo fissò stupito. –Si dà il caso che sia stato tu a venirmi addosso, non dovresti scusarti prima di lanciare tutte queste accuse?? E soprattutto, non potresti alzarti?? Non sei così leggero, sai??-
Lo sconosciuto sembrò rendersi conto solo in quel momento della posizione in cui si trovava e scattò in piedi, arrossendo.
-Mi dispiace, non era mia intenzione venirti addosso. Resta il fatto che non dovresti camminare per strada con le cuffie nelle orecchie, può essere pericoloso, come hai ben potuto vedere.-
-Si, hai ragione, farò attenzione…ora scusa, ma devo andare  o farò tardi a scuola.-
-Lo stesso vale per me, anche perché è il mio primo giorno in una scuola nuova che devo ancora trovare. Ti saluto.- E se ne andò dopo aver recuperato la bicicletta da terra.
Indifferente a ciò che era appena successo, Sunggyu si rimise la cuffia nell’orecchio e si rimise in marcia.
Arrivò a scuola con soli dieci minuti di anticipo. Entrò in classe e si mise al suo posto: ultima fila, vicino alla finestra, il posto perfetto per perdersi nei propri pensieri durante le lezioni e cogliere ispirazione dall’esterno per nuove canzoni. Giunto al suo posto, un paio di suoi compagni di classe si avvicinarono.
-Pronto per stasera?? Non vedo l’ora, questa notte ho dormite solo 5 ore per l’eccitazione- disse uno dei due a Sunggyu.
-Non parlarmene Dongwoo, io credo di aver dormito anche meno- e accompagnò le parole con un sonoro sbadiglio-Ma stai tranquillo, sono certo che una volta sul palco la stanchezza non la sentiremo. Il problema sarà tenere gli occhi aperti per cinque ore di lezione.-
-Ahahah, hai ragione- concordò l’altro ragazzo che accompagnavo Dongwoo, il quale indossava una mascherina singolare con scritto “I say HO”.
Entrata l’insegnante, Sunggyu prese posto e i suoi due amici davanti a lui.
-Bene ragazzi, prima di dare inizio alla lezione ho un annuncio da fare: da oggi avrete un nuovo compagno di classe. Avanti, entra pure.- disse la professoressa facendo un cenno con la mano.
Un ragazzo moro, dall’aria simpatica e amichevole, entrò in classe attirando da subito l’attenzione delle ragazze, le quali iniziarono a mormorare su quanto fosse bello e tenero. Sunggyu, non interessato, stava guardando fuori dalla finestra, come faceva per il 99% delle volte mentre era in classe.
-Buongiorno a tutti, mi chiamo Nam Woohyun e mi sono appena trasferito in questa scuola, piacere di conoscervi.-
Non appena ebbe aperto bocca, Sunggyu si voltò verso di lui riconoscendo lo sconosciuto di poco fa nel suo nuovo compagno di scuola. Appena i due si trovarono con lo sguardo si lanciarono delle strane occhiate, attirando l’attenzione dell’intera classe.
-Pare che vi consociate già, tanto meglio. Woohyun, puoi prendere posto accanto a Sunggyu, là in fondo.-
La voce della professoressa fece riprendere Woohyun dal contatto visivo con Sunggyu e si diresse nella direzione da lei indicatogli. Anche se un po’ controvoglia, si sedette di fianco a Sunggyu, ma i due non si scambiarono parola per tutta la durata delle lezioni.
Alla fine della quinta ora Sunggyu, Dongwoo e Hoya, il ragazzo con la mascherina, scattarono come delle molle e si diressero frettolosamente verso l’uscita. Lì trovarono altri tre ragazzi che li aspettavano.
-Ciao Myungsoo, ciao Sungjong, ciao Sungyeol- salutò Sunggyu. I tre ragazzi erano alti e magri; uno aveva dei tratti molto dolci, quasi femminili, ed era stato indicato come Sungjong. Il più alto dei tre, Sungyeol, stava stuzzicando e prendendo in giro quest’ultimo, mentre il terzo ragazzo, Myungsoo, stava a guardare, indifferente.
-Oh Gyu, finalmente sei arrivato. Yeol continua a darmi fastidio, digli qualcosa.- disse Sungjong.
-Insomma ragazzi, possibile che riusciate ad essere in disaccordo in un giorno così importante?? Piantatela di fare i bambini e andiamo, o rischiamo di fare tardi.- rispose Sunggyu, con fare da leader.
I sei ragazzi, motivati dalle parole di Sunggyu, lo seguirono verso il centro della città di Seoul. Si fermarono a un bar a mangiare qualcosa di veloce per poi dirigersi subito verso la loro prossima meta, un locale nelle vicinanze. Era un grande pub che era stato predisposto a contenere un ristretto numero di persone per assistere a un concerto live di gruppi studenteschi. Finalmente il manager del loro gruppo, Hoya, era riuscito a organizzare una serata per l’esibizione dei ragazzi. Da quel momento avevano cinque ore per preparare il palco e provare.
Nel frattempo, Woohyun stava facendo un giro della scuola con il rappresentante di classe. Una volta giunti davanti alla bacheca degli avvisi, il rappresentante disse:
-Come puoi vedere questa sera si esibiranno dei ragazzi della nostra classe in un pub in centro. Molti della nostra scuola hanno intenzione di andare. Ti andrebbe di venire?? Sarebbe un modo per conoscere un po’ di gente e integrarti.-
-Si, mi piace molto la musica, sarà interessante.-
I due si lasciarono fuori da scuola. Woohyun decise di andare a casa per farsi una doccia e cambiarsi, prima di andare al concerto. Per fortuna il rappresentante gli aveva spiegato come raggiungere il pub, perciò non ebbe particolari problemi ad arrivare. Il problema era l’orario: essendo arrivato un po’ tardi c’era una lunghissima fila fuori dal pub. Woohyun rimase esterrefatto a quella vista. Decise comunque di aspettare il suo turno. Una volta entrato la musica era già iniziata. Poteva sentire una bellissima voce riempire l’intera sala. Ciò che lo stupì fu riconoscere in quella voce dolcissima e ricca di emozione la figura di un ragazzo che sembrava tutto l’opposto ai suoi occhi: Kim Sunggyu.

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Capitolo 2
*** La musica unisce ***


La mattina seguente Woohyun era già in classe, quando Sunggyu arrivò. Il primo non smise di fissare il secondo mentre avanzava verso di lui per giungere al suo posto, mentre Sunggyu lo ignorava completamente. Avrebbero passato un’altra giornata a non rivolgersi la parola, ma qualcosa era cambiato. Ora Woohyun iniziava a lanciare qualche occhiata a Sunggyu, a volte si fermava a fissarlo per alcuni secondi, mentre il giovane cantante continuava a guardare fuori dalla finestra.

Oggi Sunggyu e il resto della band si sarebbero fermati a scuola per provare nell’aula di musica. Sunggyu era in anticipo, come sempre, quando si trattava di musica e canto. Per sua grande sorpresa, però, l’aula non era vuota. C’era qualcuno dentro, infatti, che cantava. Qualcuno con una voce così melodiosa e struggente da attirare l’attenzione di Sunggyu. Questi si fermò qualche istante fuori dall’aula ad ascoltare. Non sapeva chi fosse, non aveva mai sentito qualcuno con una voce così a scuola. Decise di entrare lentamente, per non farsi sentire. Intravide una chioma mora spuntare da dietro il piano,  il cui sono accompagnava quella splendida voce. Quella specie di trance in cui si trovava  portò Sunggyu a prendere dentro una sedia, facendo fermare il cantante misterioso.
-Chi è??- sbucò la testa di Woohyun da dietro il piano, spaventato.
-Woohyun?? Sei davvero tu??- chiese Sunggyu sorpreso.
Woohyun restò paralizzato nel vedere il compagno di banco davanti a lui, sapendo che l’aveva sentito cantare.
-N-non sapevo che dovessi venire qui. Io…stavo solo…ecco…-
-Hai una voce davvero fantastica, lo sai??-
-Come?? Ah, bè…anche tu, se è per questo. Anzi, la tua è davvero stupenda-
-E tu come fai a dirlo?? Mi hai mai sentito cantare??-
-Sì, ieri sono venuto al pub. Ero un po’ in ritardo, ma ho fatto in tempo a sentire circa cinque canzoni. E ti assicuro che non sono stato in grado di smettere di fissarti per tutto il tempo. Eri al centro della scena, la tua voce occupava l’intera stanza. Sei davvero bravo. Progetti forse di diventare un cantante??-
A quelle parole l’espressione di Sunggyu passò da felice e orgogliosa a triste e assente. Woohyun non capiva cosa avesse detto di male, ma si affrettò a scusarsi. In quel momento Sunggyu si riprese, come se per un attimo la sua mente si fosse allontanata:
-No, tranquillo, non devi scusarti. In verità sì, il mio sogno è quello di fare il cantante. E tu?? Sei davvero bravo anche tu, da quel poco che ho potuto sentire.-
-Io?? Ahm, non so, non ci ho mai pensato seriamente. L’ho sempre ritenuto un hobby, anche se ammetto che amo cantare come non amo fare nient’altro a questo mondo.-
A quelle parole l’espressione di Sunggyu cambiò di nuovo, guardando Woohyun con un senso di ammirazione e comprensione, come se avesse appena sentito pronunciare da un’altra persona i suoi stessi pensieri.
-Ti andrebbe di cantare qualcosa insieme, sono davvero curioso di vedere come uscirebbe un duetto con te- propose Sunggyu, eccitato.
Woohyun non si tirò di certo indietro, anzi, l’idea gli piacque molto. Scelsero di cantare una canzone americana, Closer, di Ne-Yo. Le loro voci si unirono alla perfezione, nonostante fosse la prima volta. Sembrava quasi che cantassero insieme da almeno cinque anni. Verso la fine si sentì una voce interrompere con un rap improvvisato. Era Dongwoo. Lui, gli altri membri della band e Hoya erano entrati nella stanza, anche se i due cantanti non avrebbero saputo dire da quanto.
-Wow ragazzi, insieme siete davvero fantastici!- esclamò Hoya – Woohyun, non è che ti andrebbe di unirti alla band?? A quel punto si che saremmo davvero la migliore band liceale di tutte. Avanti, è l’ultimo anno per poterci vantare di questo, sfruttiamolo. Allora??-
Woohyun guardò velocemente i volti di tutti i presenti, i quali erano impazienti di sentire il suo responso. Si fermò un attimo di più a guardare Sunggyu; voleva capire se fosse favorevole o meno alla sua partecipazione, ma la sua faccia non faceva trasparire assolutamente nulla.
-Sunggyu, tu cosa ne pensi al riguardo??- si azzardò a chiedere alla fine.
Il ragazzo, sorpreso, rispose: -Anche se è successo solo una volta devo ammettere che mi piace cantare con te ed è sempre stato il mio sogno cantare con qualcuno. E la tua voce mi piace molto. Quindi non vedo perché tu non debba unirti a noi.- e il suo viso si aprì in uno splendido sorriso, che fece diventare i suoi occhi piccolissimi.
Woohyun si sciolse nel vedere la sua espressione e nel sentire le sue parole, tanto che non poté far altro che accettare.

Da questo momento Woohyun entrò a far parte del gruppo. Il fatto più sbalorditivo fu il suo legame con Sunggyu. I due all’inizio non si consideravano nemmeno, ma dopo questa unione iniziarono a parlarsi in classe, a uscire insieme con gli altri membri. Insomma, divennero amici. Buoni amici.

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Capitolo 3
*** Un sogno proibito ***


Passarono i mesi ed era ormai tempo per i ragazzi di decidere la loro strada, il loro futuro. Ognuno era impegnato a scegliere quale università fare ed era pronto a studiare per i test d’ingresso. Tutti erano preoccupati, perché avevano paura di fallire il test, ma non Sunggyu. Lui era dotato di capacità di memorizzazione non indifferenti, tanto che a casa non apriva praticamente mai i libri ed era sempre il primo della classe. I suoi amici lo invidiavano parecchio per questo aspetto. Sunggyu, invece, non amava affatto questo suo lato. Anzi, questa sue dote era in parte la sua rovina.
-Ehi Sunggyu, tutto bene?? È da qualche tempo che hai sempre la testa da un’altra parte, sicuro di stare bene?? È forse successo qualcosa a casa??- chiese Woohyun preoccupato – Lo sai che mi puoi dire tutto, puoi fidarti sempre al cento per cento di me, Gyu.-
Sunggyu sembrò riprendersi dal suo stato di trance grazie alla voce di Woohyun. Questa scena si ripeteva un po’ troppo spesso negli ultimi mesi, più o meno da quando i professori hanno iniziato a parlare dei test d’ingresso all’università.
-Hai forse qualche problema con l’università, non sai ancora cosa fare?? Tanto con i tuoi voti e il tuo cervello puoi permetterti di fare qualsiasi cosa, puoi anche non andare all’università- disse Woohyun ridendo, sperando di coinvolgere anche il suo amico. Ma Sunggyu lo guardò con aria ancora più triste afflitta di prima, facendo smettere Woohyun di ridere.
-Ehi, mi stai facendo preoccupare! Vuoi dirmi cosa ti succede??-
Sunggyu sembrò sul punto di dirgli qualcosa, ma si trattenne.
-Non è niente, scusami. Sono solo stanco in questo periodo. Sarà per via della fine della scuola. Scusa, non volevo farti preoccupare così tanto- disse Sunggyu guardando Woohyun con uno sguardo pieno di scuse, ma non solo per via della preoccupazione. Era come se si stesse scusando per altri motivi. Ma Woohyun decise di non farci caso.
Una volta arrivati gli altri, i ragazzi iniziarono le prove. Dopo tutti questi mesi passati insieme, ormai Woohyun e Sunggyu formavano un duo grandioso, tanto che la loro band aveva riscosso parecchio successo all’interno della loro scuola o non solo. Capitava spesso che ragazze di altre scuole venissero a portare delle lettere o dei regali ai ragazzi, in segno del loro affetto e del loro supporto come fan.

Le prove quel giorno durarono più del solito. Woohyun decise di accompagnare Sunggyu a casa. Capitava spesso ormai, dato che la casa di Sunggyu si trovava sulla strada di Woohyun per andare a scuola. Arrivati davanti a casa di Sunggyu, i due videro un uomo in piedi, davanti al cancello, con l’aria preoccupata, ma soprattutto adirata. Sunggyu capì subito che si trattava di suo padre, per questo rallentò il passo.
-Woohyun- sussurrò all’amico- forse è meglio se vai adesso, ormai sono arrivato. Grazie per avermi accompagnato anche oggi. Ci vediamo domani. Ciao, notte.
-Ok, come vuoi, buona notte.-
Sunggyu aspettò un attimo a proseguire, voleva assicurarsi che il suo amico si fosse allontanato. Solo a quel punto decise di andare a avanti e affrontare la sfuriata del padre.
-Alla buon ora!! Si può sapere dove sei stato finora?? Non dirmelo, eri con i tuoi amichetti a giocare a fare i rockettari, non è forse così??-
-Non è un gioco, papà, e lo sai.-
-Si, si, sempre la stessa storia. Tanto lo sai che questa cosa terminerà con la fine del liceo. Devi prepararti a entrare all’università di medicina per poter venire a lavorare nel mio studio.-
-Sì papà…lo so…-
-E allora piantala di perdere il tuo tempo con quei ragazzi e impegnati a superare quel test!! Sai bene che quella scuola è a numero chiuso. Per quanto riconosca le tue doti, è bene che ti prepari come si deve. E smettila di pensare a fare il cantante, non è cosa per te. Dai, ora fila dentro, tua madre ha già preparato la cena. E se ti chiede qualcosa, dille che eri in biblioteca a studiare, non far preoccupare anche lei inutilmente con questa storia del gruppo musicale.-
-Sì, papà.-

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Capitolo 4
*** L'egoismo divide ***


La situazione per Sunggyu era diventata insostenibile. Da quella sera, in cui suo padre fece quella sfuriata fuori dalla loro casa, a Sunggyu fu proibito di uscire, se non per andare a scuola. La madre si occupava personalmente di accompagnarlo e di andare a prenderlo a scuola, per il resto passava le sue giornate in camera sua, a studiare, sotto la vigilanza della madre. Il ragazzo si sentiva soffocare. Nelle ultime due settimane gli era anche stato sequestrato il cellulare, così che non avesse alcuna distrazione. In questo modo l’unico momento in cui poteva parlare con i suoi amici era durante le ore di lezione e gli intervalli.
Il più preoccupato di tutti era Woohyun, il quale era ormai diventato l’amico più intimo di Sunggyu. Forse proprio per questo Sunggyu non voleva che lui sapesse nulla al riguardo, per non farlo preoccupare. Ma tenersi tutto dentro non faceva che peggiorare le cose. E più il tempo passava e più l’aria intorno a Sunggyu diventava pesante.
-Ehi, Sunggyu, si può sapere cosa succede?? Come mai non esci più di casa?? Vuoi dirmelo?? Sono settimane ormai che questa storia va avanti e non accenni ancora a dare alcuna spiegazione al riguardo!! Sai quanto siamo preoccupati noi tutti?? Sai quanto sono preoccupato io??-
Sunggyu sentì come un vetro spaccarsi all’interno del suo petto a queste ultime parole. Il suo silenzio stava sortendo l’effetto che voleva evitare, ovvero ferire il suo migliore amico. Sunggyu guardò Woohyun con degli occhi gonfi di lacrime e lo abbracciò forte.
-Mi dispiace, ma non saprei cosa dirti- mentì. –Sto semplicemente cercando di impegnarmi nei miei studi per entrare all’università, per questo ho dovuto prendere una pausa da tutto il resto, smettere di provare con voi, smettere di cantare, smettere di veder..ti- la voce gli si ruppe e niente riuscì a trattenerlo ulteriormente dallo scoppiare a piangere. Finalmente stava sfogando un po’ della pressione che aveva addosso. Woohyun si limitò a tenerlo forte a sé, accarezzandogli dolcemente la schiena, mentre le calde lacrime di Sunggyu gli impregnavano la spalla della camicia. I due restarono abbracciati così per dieci minuti buoni, finché Sunggyu non si calmò. Woohyun si sentì sollevato a vedere che l’amico si era finalmente calmato, ma i suoi pensieri cambiarono subito nel vedere il volto sconfitto di Sunggyu. La campanella suonò e Sunggyu si allontanò di corsa, lasciando Woohyun spiazzato, incredulo e terribilmente terrorizzato.

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Capitolo 5
*** La fine del dolore ***


Il giorno dopo Sunggyu non si presentò a scuola. Nessuno dei ragazzi sapeva niente.
Woohyun fu chiamato nell’ufficio del preside poco dopo l’inizio della prima ora insieme a Dongwoo e Hoya. Nella stanza c’erano ad aspettarli il preside e altre due persone, un uomo e una donna, i quali sembravano terribilmente in ansia. Il preside fece accomodare i ragazzi e chiese loro:
-Ragazzi, voi siete amici di Kim Sunggyu, vero??-
Tutti e tre annuirono.
-Ieri, dopo le lezioni, è forse stato con voi??-
-No, è da qualche tempo che non si fermava più con noi a fine scuola- rispose Hoya.
-Bugiardi, l’avete tenuto voi. Di sicuro lo state nascondendo da qualche parte!!- ci accusò urlante la donna, che scoppiò a piangere non appena ebbe concluso di parlare.
Tutti e tre la guardarono con aria innocente e spaventata.
-Signora, le assicuro che è come ha detto il mio amico. È da settimane che Sunggyu non si ferma con noi, la madre lo viene a prendere ogni giorno a fine lezione.- Confermò Woohyun.
-Ed è ciò che ho fatto anche ieri, ma lui non c’era. Non è tornato a casa, ditemi dov’è mio figlio!!-
Un attimo di panico riempì la stanza e il silenzio era coperto solo dal pianto di quella che si era presentata come la madre di Sunggyu.
Woohyun cercò di riprendere possesso di sé stesso: -Come non è tornato a casa?? E dov’è allora??-
-Questo è quello che vorremmo sapere noi, caro ragazzino!!- disse l’uomo che sosteneva la donna, Woohyun presuppose fosse il padre di Sunggyu –Sono certo che è tutta una vostra macchinazione per far continuare nostro figlio a seguire quell’insulso sogno di fare il cantante!! Ma non stanno così le cose, lui domani terrà il test d’ingresso per l’università di medicina, entrerà, si laureerà e verrà a lavorare nel mio studio, è questo il suo destino, e nessun altro, avete capito bene?? Ora, ditemi dov’è mio figlio!!-
I tre ragazzi rimasero sbalorditi dalle parole di quell’uomo. Ora capirono cosa si celava dietro tutti quei misteri, quei silenzi, quell’aria costantemente assente e depressa del loro caro amico. Woohyun, in particolare, si sentì come scoppiare. Era un misto tra profonda tristezza per non aver capito prima cosa stava succedendo al suo amico e profonda rabbia nei confronti di due genitori così insensibili ed egoisti. Dopo qualche secondo per riuscire a concepire tutto ciò che era appena successo, Woohyun scattò in piedi, corse verso la porta e la sbatté con violenza alle sue spalle. Si mise a correre. Non sapeva bene nemmeno lui dove, voleva solo trovare Sunggyu e voleva sfogare quel misto di emozioni che si era ritrovato a provare nel giro di due minuti. Lo fece fermare la soneria del suo cellulare, che lo avvisava di un nuovo messaggio ricevuto. Era di Sunggyu!!
“Forse avrei dovuto essere più forte, ma non ne sono stato capace. Sono un vigliacco. Scusami!”
Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso. All’improvviso lo schermo del cellulare si riempì di gocce d’acqua. Woohyun alzò gli occhi al cielo, pensando che avesse iniziato a piovere. Quando alzò la testa e vide che il cielo era sereno, si rese conto che stava piangendo.
Dopo qualche minuto, quando i suoi occhi non erano più gonfi di lacrime, si accorse che c’era qualcos’altro nel messaggio.
“PS Ricorda, ti voglio bene, amico mio!!”
Sette parole. Bastarono a far rifiorire le lacrime dagli occhi del ragazzo.

La sera stessa, quando tornò a casa, al telegiornale c’era la notizia della scomparsa di Sunggyu. Woohyun ancora non ci poteva credere, ma conosceva il suo amico, sapeva che presto sarebbe rinsanito e sarebbe tornato a casa. Non poteva abbandonare tutto. Non poteva abbandonare lui. In quell’istante Woohyun si rese conto della veridicità del detto “ti accorgi di quanto tieni a una cosa solo nel momento in cui la perdi”. Già, Woohyun non considerava Gyu come un semplice amico da tempo, ma ci aveva messo troppo tempo a capirlo.
 
UNA SETTIMANA DOPO
Quotidiano – Prima pagina
“Ragazzo liceale si sucida”
“Il corpo di un giovane ragazzo, frequentante il liceo, è stato ritrovato ieri pomeriggio sulla riva del fiume Han, privo di vita. La polizia ha confermato che si tratta di suicidio e il corpo è stato identificato con un ragazzo scomparso circa una settimana fa, dopo il riconoscimento effettuato dai genitori. Il nome del giovane, dai capelli rossi, è Kim Sunggyu.”

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