Gold saint true heroes!

di Shiori Sato
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Angela ***
Capitolo 2: *** Cacciatori, dee e anomalie ***
Capitolo 3: *** Benvenuta Atena ***
Capitolo 4: *** Confusione al Santuario! ***
Capitolo 5: *** Fiducia a tutti i costi ***
Capitolo 6: *** Emera ***
Capitolo 7: *** Doppigiochi ***
Capitolo 8: *** Verso lo scontro finale ***
Capitolo 9: *** Illusioni ***
Capitolo 10: *** Coraggio ***
Capitolo 11: *** La fine ***



Capitolo 1
*** Angela ***


Angela

 

 

 

Angela stava uscendo da scuola come al solito di fretta nel tentativo di non perdere il tram. Aveva appena smesso di piovere e le pozzanghere rendevano accidentata la corsa verso la fermata; fermata che Angela non avrebbe raggiunto in tempo per prendere la 3. E così, anche quel giorno da quando avevano cambiato gli orari, perse l’unico mezzo che le avrebbe potuto risparmiare una lunga passeggiata.

Sarebbe arrivata a casa tardi, il padre l’avrebbe rimproverata per il ritardo e la nonna per i capelli  troppo lunghi o troppo corti. E se non erano i capelli avrebbe trovato qualcos’altro da criticare nell’abbigliamento.

Il pranzo passò lentamente con il padre che cercava di comunicare con la domestica russa (che di italiano diceva e capiva solo “Buongiorno” e “Buonasera”) e la nonna che blaterava del problema della maleducazione degli adolescenti gettando sguardi  provocatori verso Angela.

Ma ormai Angela non rispondeva più a quelle provocazioni e teneva lo sguardo fisso sul piatto di minestra con la ricotta che aveva davanti. Contava i cucchiai che impiegava per finire la minestra, cercava di sentire nella testa un motivetto rock per non sentire gli sproloqui della nonna e contava i secondi aspettando la fine del pranzo. Fu dura resistere tre  quarti d’ora seduta a tavola, ma alla fine poté sgattaiolare in camera sua e chiudere fuori il resto del mondo.

La sua camera, il suo rifugio a cui nessuno poteva avere accesso, oggi le sembrava particolarmente bella. La scrivania era in disordine come al solito con astucci, colori e fogli che aspettavano solo di essere utilizzati; album e cartelle piene di disegni e scarabocchi (più scarabocchi che disegni). La sua libreria non era messa meglio: due piani erano dedicati ai libri e ai quaderni di scuola, il resto straripava di manga e fumetti di ogni genere. Collezioni, numeri singoli, quadernini con appunti di futuri acuisti. Angela avrebbe potuto aprire una fumetteria.

Era quello il suo mondo. Creato dalla sua fantasia, lontano dal modo reale, inesistente agli occhi degli altri ma vicinissimo per lei. Era così Angela: sognatrice e nemica del reale. Aveva pochi amici e la classe in cui si trovava non la considerava. Anzi, la ignorava proprio. Si sentiva trasparente, e l’unica con cui scambiasse qualche parola era solo la sua compagna di banco Margherita, una ragazza antipatica e anche un po’ oca. Era sempre stato così in tutte le classi, era sempre stata più o meno sola. Quell’anno le era andata anche peggio rispetto ai precedenti, poiché odiava sinceramente quasi tutti i componenti della sua classe. Ragazzi snob, volgari, ubriaconi; compagne pettegole, “puttane” e altrettanto insopportabili, troppo comode sul loro piedistallo per poter considerare alla loro altezza chi non vestiva firmato. E Angela non badava troppo al vestire. Portava sempre i soliti jeans, varie magliette tutte anonime e per nulla vistose. I soliti capelli castano scuro alle spalle e gli occhiali bianchi e neri che incorniciavano gli occhi a mandorla. Sempre la stessa, anonima ragazza che non si nota e non si fa sentire; sempre la stessa, goffa ragazza che si imbarazza per le cose più sciocche ma non diventa mai rossa. Sempre in cerca di un cantuccio nel quale nascondersi, sempre in cerca di nuove storie da immaginare e di speranze che i suoi sogni sarebbero un giorno divenuti realtà. Forse è proprio questa speranza che avrebbe fatto avverare il suo desiderio. Una speranza che ardeva forte e vera che le avrebbe regalato un “sogno”.

 

Abbiamo lasciato Angela in camera sua sopravissuta ad un pranzo da dimenticare ma ora finalmente da sola. Appoggiò il cappotto e la borsa e si sedette alla scrivania con l’ultimo numero de “I cavalieri dello zodiaco episodi G”. L’aveva comperato il giorno prima e aveva resistito faticosamente alla tentazione di leggerlo per lasciarselo così all’indomani. 23° volume, finalmente, dopo mesi di attesa. Era il suo manga preferito in assoluto, lo adorava quasi quanto il suo creatore (Masami Kurumada). Il suo sogno era diventare una grande disegnatrice e creare una storia più avvincente di quella dei Cavalieri,  ma ormai lo vedeva come un sogno impossibile. Non poteva competere con il genio e il fascino della storia di Kurumada, era impossibile. E così si ritrovava a “sognare di realizzare il suo sogno”…patetico.

Aprì il volumetto e cominciò a leggere. Episode G (ovvero Gold poiché parla dei cavalieri d’oro) le aveva fatto sempre una strana sensazione, probabilmente per il tratto ipercinetico ma non sgradito del disegnatore Okada. Non poteva mai fare a meno di ricordarsi i disegni dell’anime, che ammirava sempre, o di pensare invece al diverso stile della Teshirogi (I cavalieri dello zodiaco “the lost canvas” il mito di Ade) che sentiva più vicino al suo. Si chiedeva sempre se un giorno sarebbe riuscita a disegnare così e sempre una vocina dentro di lei le rispondeva acida - No, nemmeno tra tre secoli. -

 

Se Angela avesse saputo che una storia “da raccontare” la stava per vivere…altro che disegno!

 

 

 

Note d’Autrice

 

Eccomiiiiiiiiiiii, con un’altra fan fiction! Mi serviva questo capitolo come introduzione, per parlare un po’ della protagonista. Devo ammettere che un po’ la invidio, con quello che ho in programma per lei…no, non posso dire niente! Devo controllarmi!!!

Ho fatto a cazzotti con me stessa prima di mettere la fic su efp…avevo idee e non sapevo come fare a scegliere! Alla fine ho optato per una, ma…è stata davvero dura!

Ma stavo dicendo, questo capitolo mi serviva per parlare un po’ della protagonista; cosa fa, la sua famiglia, il suo essere sognatrice. Si, l’Angela che vi ho cominciato a descrivere è una ragazza apparentemente semplice ma in fondo molto complicata. E in questa avventura scoprirà dei nuovi lati di se stessa, imparerà…no, mi sto sbottonando troppo! Dovrete aspettare i capitoli che verranno! Io ADORO i Cavalieri dello Zodiaco e mi farò in quattro per cercare di soddisfarvi! Al prossimo incontro!!

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Capitolo 2
*** Cacciatori, dee e anomalie ***


Ciao a tutti! Sono contenta di aver ricevuto le vostre recensioni e vi assicuro che ce la metterò tutta per scrivere questa fan fiction! Spero di non deludervi…ma ora non mi dilungo.

 BUONA LETTURA!!!!

 

Cacciatori, dee e anomalie

 

Quella mattina non c’era scuola; assemblea d’istituto. E come al solito Angela non c’era andata. Stava camminando veloce per strada, voleva tornarsene a casa il prima possibile. Fosse stato per lei non sarebbe uscita proprio, ma la sua “dolce nonnina” le aveva ordinato di andare a comperare l’ammorbidente. Se solo Angela avesse potuto ammorbidire la nonna ne avrebbe comperato un tir! Non sapeva che presto le sarebbe stata grata per averla fatta uscire...

Il cielo prometteva pioggia e l’aria era pesante come un macigno. Stava per arrivare a destinazione  quando improvvisamente due figure bloccarono il cammino della ragazza. Portavano dei lunghi mantelli neri  ed il cappuccio gli copriva il volto. La strada era deserta e per la prima volta Angela si pentì di aver preso la via meno frequentata. Lei odiava la folla. Ogni volta che poteva cercava le strade più deserte. Ormai temeva di star diventando paranoica, altre di esserlo già.

Le due figure apparvero all’improvviso, vicinissime. Angela non sapeva bene cosa fare. Non credeva fossero li per lei, ma…meglio cambiare strada, no?

“Oh no…perché mi seguono?”  pensò agitata Angela che cominciava a sudar freddo.

Una mano afferrò la spalla della ragazza.

-Un attimo signorina.- disse uno dei due uomini

“Oh accidenti! Mi sa che mi conviene cominciare a correre!”

Ma appena Angela stava per mettersi a correre la presa del primo uomo si fece più stretta facendole male. Davanti a lei a pochi centimetri apparve il secondo uomo incappucciato.

“Comincia a mettersi male…mooolto male” pensava tra se la ragazza

-O-ok, se volete soldi state p-prendendo la persona sbagliata- farfuglò Angela che stava per entrare nel panico più totale

-Soldi? Ma per chi ci hai preso?!- sbottò l’uomo che le stava davanti.

Non volevano soldi?

“Oddio…” ormai la paura stava per prendere il sopravvento. Due uomini incappucciati che fermano una ragazza in una strada deserta…se non erano i soldi... “non vorranno…?!?!?!?!?! “ Angela sbiancò di colpo.

-Ti sei sbagliato, di sicuro, non può essere lei!- sbottò il secondo uomo sempre più seccato.

-Calmati, sono sicuro di quello che ho sentito- ribatté calmo l’altro.

-E’ pazzesco. Una follia! Abbiamo già la nostra guida e tu che fai? Vai dietro ad una ragazzina! Ma vergognati! E io che ti ho dato pure retta…- disse sempre più vivacemente l’uomo davanti ad Angela. Prima che l’altro rispondesse, Angela intervenne:

-Ha ragione. Non prendertela tutti possono…confondersi. Ascolta il tuo amico; buona fortuna eh? Ciao ciao…- cercò di svignarsela la mora.

-Non così in fretta.- insisté l’uomo che la teneva per la spalla. L’altro uomo sbuffò seccato.

-E anche ammettendo che tu abbia ragione, come pensi di provare ciò che dici, eh? Dimmelo, sono davvero curioso.-

-La porteremo al Santuario.- disse secco l’altro.

Angela non poteva vedere i loro visi, ma dalla improvvisa immobilità dell’altro intuì che era sicuramente sbiancato in viso come quando si da una notizia scioccante e si rimane pietrificati.

-S-stai scherzando?!?!?!?!?!?!?! No, non ci posso credere! Sei uscito di testa…-

-Concordo.- disse flebilmente Angela.

Il tipo che la teneva saldamente per la spalla la girò verso di se. Le mise le mani sulle spalle e si inchinò. Abbassò il cappuccio e un uomo con la barba sulla  trentina la guardò diritto negli occhi.

-Non devi avere paura, non vogliamo farti del male.- cominciò

Le mise una mano sulla fronte e intorno a lui cominciò a splendere una strana luce violetta. Non sembrava minacciosa. Non le stava facendo male, sentiva solo la fronte calda e poi qualcosa cominciò a muoversi. Qualcosa dentro di lei, appena sotto lo stomaco cominciò ad agitarsi come se si fosse appena svegliata da un lungo sonno. Sentì un calore tiepido diffondersi in tutto il corpo, in ogni parte, e una flebile luce dorata la circondò.

-Oh no…non è vero…- disse l’altro uomo

Angela non riusciva nemmeno a pensare. Cosa diavolo le stavano facendo? Voleva andare via, tornare a casa, ma quella sensazione era così piacevole…

L’uomo davanti a lei sorrideva soddisfatto,quindi si alzò.

-Avevo ragione. E’ lei.-

-Pazzesco…-commentò l’altro. Aveva ancora il cappuccio, ma si percepiva benissimo il suo stupore – Abbiamo preso una cantonata micidiale con lady Isabel…e adesso chi glielo dice? Al Grande Sacerdote poi…e tutti gli altri…-

“Ma...questi nomi, io li conosco! “

Lady Isabel, Grande Sacerdote, sembravano usciti dal manga del Cavalieri dello Zodiaco! “Questi sono completamenti pazzi…”  pensò a bocca aperta Angela.

-No piccina, non siamo pazzi- disse quello senza cappuccio.

“E’ un incubo…legge nel pensiero…qualcuno mi svegli...”

-No, non è un incubo!- rise – Io mi chiamo Ferathor e il mio compagno Dan. Tu invece dovresti chiamarti Angela, vero?-

-Dipende…-

Ignorò la risposta –Puoi non credere a quello che ti diremo,ma devi credere  a quello che hai sentito dentro di te poco fa.- sorrise.

-Perdonami-

Angela si mise sulla difensiva –Per…cosa?-chiese spaventata.

-Per questo.- e Ferathor le poggiò di nuovo una mano sulla fronte, ma questa volta il calore che la investì non era più così amichevole. Sentì le forze abbandonarla. Tutto intorno a lei cominciò a sfocare e poi tutto divenne buio. Solo due voci la accompagnarono prima che il nulla la inghiottisse definitivamente:

-E adesso che facciamo? La portiamo al Santuario?-

-Mi sembra ovvio. La porteremo al Santuario e diremo del nostro errore. Da secoli le nostre famiglie sono usate per riconoscere le reincarnazioni di Atena e noi ci siamo fatti trarre in inganno con Lady Isabel…lei è…-

Ma Angela non sentì altro, era così…stanca.

 

$$$

 

Cominciò a sentire di nuovo i rumori, poi avvertì morbide lenzuola sotto le mani. Angela si stava svegliando. All’inizio non riusciva a formulare bene i pensieri; i suoi sensi erano confusi. Solo dopo qualche minuto riuscì a schiarirsi un po’ le idee. Era in un luogo caldo; un comodo letto.

Mosse un po’ le dita poi, controvoglia, aprì gli occhi. Era ancora insonnolita, quanto aveva dormito? Aprì gli occhi ma non risultò una buona idea. La lucela ferì costringendola a ripararsi il viso con le mani.

“Dove cavolo sono…?”

-Ti sei svegliata finalmente.- esordì una voce.

Angela riaprì gli occhi, più lentamente. Alla fine riuscì ad individuare chi altri c’era. Era un uomo abbastanza giovane vestito in un modo particolare, vestito come…il Grande Sacerdote! Identico al Grande Sacerdote che Arles aveva ucciso, Shion!

“Forse sono in Paradiso…come può essere?!?!?!”

Shion rise –Capisco la tua espressione! Tu, come tutti gli altri, ci credi frutto della fantasia  di un mangaka. –

-E non lo siete…?- cercò di dire Angela. La bocca era terribilmente impastata e la voce era poco più di un sussurro.

-No cara. Sai, Kurumada ha preso spunto da noi per le sue storie, ma noi siamo fatti di carne e ossa.-

-E tu ti chiami Shion magari…-

-Allora hai seguito le “gesta dei valorosi cavalieri”! Ci conosci,  sono lusingato.- Shion era sorridente e un po’ divertito. –Ma adesso dimenticati dei manga, perché questa è la realtà.-

Portava una lunga veste bianca e poggiato vicino vi era un elmo rosso con sopra un serpente alato.

Aveva dei lunghi capelli verdi (si lo so, i colori dei capelli sono improbabili, ma almeno nell’immaginazione…), e dei bellissimi occhi viola. Era seduto in un angolo della camera, quasi in disparte, e solo quando si alzò per avvicinarsi ad Angela quest’ultima vide che era anche notevolmente alto.

Angela si dette una veloce occhiata intorno; non era mai stata in una stanza del genere. Le lenzuola erano candidissime, il letto spazioso e comodissimo, le pareti della camera di un bianco da ospedale. Il pavimento era di marmo grigio. Una scrivania in legno pregiato chiaro era alla destra della camera, mentre alla sinistra un divanetto per due aveva l’aria  di essere molto soffice. Due grandi finestre, una a destra e una sinistra, facevano entrare una forte luce. Tutto ad un tratto si ricordò che…l’avevano rapita!

“Però se devo dire la verità non sono così dispiaciuta. Magari questi mi rapissero tutti i giorni…”

-Credo di doverti spiegare un paio di cose ragazza. Te lo meriti.-

Angela cercò di mettersi seduta ma Shion la bloccò.

-Meglio che stia ancora stesa.- disse -Ferathor  ci è andato un po’ pesante.-

-A proposito di questo Ferathor, chi è?- Angela in un’altra situazione non avrebbe mai avuto il coraggio neanche di spiccicar parola, ma vedendosi li, con Shion davanti, pensava di sognare. Forse uno dei suoi sogni si stava per realizzare. Chi non ha mai sognato di far parte della propria storia preferita? Le sembrava di parlare con un vecchio conoscente.

-Con calma Angela.- disse Shion sedendosi vicino alla ragazza – Partiamo da un discorso un po’ più generale. E sei pregata di non interrompermi.-

Angela annuì, pronta ad ascoltare.

-Devi sapere che per rintracciare ogni volta la reincarnazione della dea Atena ci sono degli uomini che da generazioni e generazioni possono sentire la “striscia di cosmo” rilasciata dalla reincarnazione. Non sono dei veri e propri cavalieri, non hanno un’armatura, ma sono in grado di rintracciare il cosmo della dea. Sai, quando una reincarnazione nasce il cosmo della dea è come…dormiente. Tuttavia essendo il cosmo incontrollato di una divinità, anche se dormiente, rilascia come un alone che le persone come Ferathor sono addestrate a sentire.

Ma non sempre fila tutto così liscio. Certe volte ci si può confondere con delle “anomalie”. Bimbe così dotate di cosmo da sembrare divine e quindi sviare quelli che noi chiamiamo “cercatori”.

Ferathor pensa che ci sia stato uno sbaglio anche con colei che noi attualmente adoriamo come la dea Atena, ovvero lady Isabel. Immagino che la conoscerai visto che è stata spesso nominata da quel Kurumada…-

Ed infatti Angela la conosceva e non la poteva vedere! Se nella realtà era come nel fumetto…

-Ferathor è il più bravo cercatore dei giorni d’oggi. E non ha dubbi sul fatto che Isabel sia una “anomalia” e sia tu la vera dea Atena.- adesso Shion era serissimo.

Invece ad Angela stava per venire da ridere quasi avesse appena ascoltato una divertente barzelletta.

“Lei? La dea Atena?!?!?!?!?!?!”

-Vedo che c’è incredulità nei tuoi occhi. Francamente anche io sono rimasto sorpreso quando Ferathor e il suo compagno sono arrivati qui con una ragazza in braccio dicendo che era lei la dea Atena. E’ una situazione molto delicata e c’è solo un modo per sapere senza dubbio la verità.-

Angela alzò la testa incontrando gli occhi viola di Shion. Abbassò subito lo sguardo.

-Cosa devo fare?-

-Dovrai superare una semplice prova…-

 

Continua…

 

 

Note d’autrice

Scrivere questo capitolo è stata dura come risolvere un’equazione di matematica!(E io in matematica ho la media massima del quattro…-__-‘’) Ero disperata e lo sono ancora. Non mi soddisfa niente, mi sembra sempre di scrivere troppo poco o troppo male. Questi primi capitoli mi servono per introdurre Angela nell’ambiente del Santuario e non potevo non togliermi la soddisfazione di spodestare lady Isabel!!! E’ una vita che sogno di farlo…soltanto che tra il scrivere e il pensare c’è di mezzo il  mare! Ci tengo tanto a questa fan fiction, ma se non mi do una calmata e schiarisco le idee rischio di uscire di testa! Intanto voi continuate a recensire, i vostri commenti mi riempiono il cuore di gioia! (No, non sto esagerando!)

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Capitolo 3
*** Benvenuta Atena ***


Sono davvero contenta che “Gold saint true heroes!” sia stato apprezzato, avevo una paura…! Ho una grande passione per i Cavalieri e sto spremendo la mia testolina per cercare di farle partorire qualche buona idea. Gufo_Tave mi ha chiesto come mai gli altri dei non si sono mai accorti che Isabel in realtà non sia un bluff, ed io gli rispondo (sperando che lo soddisfi perché quando ho letto la domanda sono andata nel panico! Devo ammettere che proprio a quello non avevo pensato, che testona!!!!) “Milady” ha un cosmo molto simile a quello di una dea, quasi uguale, ed è per questo che le anomalie sono molto pericolose: perché facilmente confondibili. Si, gli altri dei avrebbero dovuto accorgersene, ma in confronto a quale altro cosmo? Anche loro sono delle reincarnazioni e in confronto a quale altro cosmo avrebbero potuto dire la falsità di Lady Isabel? Mi è stato fatto l’esempio di Nettuno. Ebbene, qualcuno mi dica lo scontro più lungo che hanno avuto Isabel e Nettuno: 5 secondi alla fine, quando lei ha racchiuso lo spirito di Nettuno, che tra parentesi si era appena risvegliato! Quindi anche qui ci sono curiosità, ovvero il giovane Julian che scopre di essere un dio, ma lo spirito di Nettuno non si era svegliato (anche a causa di Kanon che non mantenne la sua promessa quando liberò lo spirito di Nettuno dal sigillo di Atena) Insomma, potrei parlare per le prossime due ore ma cercherò di essere il più breve possibile. Intanto chi ha fretta di leggere il capitolo passi direttamente alla lettura.

Ritornando al discorso sugli dei, faccio riferimento alla serie che, a parer mio, è la più conosciuta in assoluto: la serie di Arles. Cosa c’entra Arles? Il suo potere superava quello di un normale cavaliere d’oro e, a setir lui, anche del più forte cavaliere d’oro. E il potere del Grande Sacerdote è inferiore solo alla dea Atena. Il cosmo di Lady Isabel è superiore a quello di Saga, quindi lì nessuno ha dubitato. Eppure quando la “dea” ha “combattuto” contro Saga il maestro dei 5 picchi si sarebbe dovuto accorgere della differenza. Perché non se ne accorto? Gli altri dei avevano la scusa di non avere il confronto con nessun altro cosmo e quindi non c’era motivo di dubitare che quella fosse la reale dea, ma Doko era stato al servizio di Sasha! Ve lo dico io perché anche il maestro è stato tratto in inganno: perché ogni dea è diversa. Lo spirito è quello, ma c’è anche il modo di essere della persona stessa, ognuna aveva la sua personalità. Un controllo diverso del cosmo, un diverso modo di gestirlo, ognuna aveva un fondo (tratti caratteriali, il cosmo della dea, il senso della giustizia, ecc.) (Qualcuno mi dica dove cavolo è il senso di giustizia di quella cornacchia! L’introduzione del prossimo capitolo dove parleremo un po’ del “senso di giustizia” di lady Sciagura) per cui era riconosciuta come dea, ma erano sostanzialmente diverse come reincarnazioni. Allora come se né accorto Ferathor? Semplice, è il suo mestiere. Da generazioni le famiglie come la sua sono addestrate solo a questo scopo, quindi l’impiego del loro cosmo è dato solo per riconoscere quello della vera dea. Hanno come un’impronta nel cosmo che gli permette di riconoscere il cosmo reale. Certo, qualche volta anche loro possono essere tratti in inganno, ma le possibilità sono 1 su mille.

Spero di essere stata esauriente. Per chiarimenti, commenti, disapprovazioni e complimenti (particolarmente apprezzati!!!!!!!!) recensite! E ora vi lascio al capitolo. ( A fine capitolo un altro appunto. Spero lo leggiate, vorrebbe dire che avete letto anche quello che c’è prima^ ^)

 

 

Benvenuta Atena!

 

“Una prova…” si ripeteva Angela mentre si vestiva. Shion le aveva portato dei vestiti tradizionali che ricordavano l’antica Grecia. “Non ha voluto dirmi di cosa si tratta dannazione” Si vestì lentamente. Non era abituata a quegli abiti. Si sentiva decisamente a disagio. Lei in vestito era una rarità. Doveva sbrigarsi, Shion l’aspettava fuori. Appena fu pronta aprì la porta e, come da promesso Shion era rimasto dietro la porta.

-Stai benissimo.- disse.

-Grazie. Senti, dove siamo? Nel senso, in che punto del Santuario?-

-Nelle mie stanze. Ma adesso basta con le domande, vieni.-

-Dove?-

-Con me. Dove lo vedrai da sola.-

Camminarono verso il tempio di Atena attraversando un giardino bellissimo. Ma per quanto camminassero e vedessero vicina la statua della grande Athena, Angela aveva la sensazione di non arrivare mai.

-Ma è una mia impressione o siamo sempre nello stesso punto?-chiese esasperata alla fine.

-Ancora domande? Comunque siamo quasi arrivati.- disse Shion. Ma sembrava che non l’ascoltasse più di tanto, piuttosto sembrava concentrato su qualcosa di invisibile.

 

$$$

 

Sala delle riunioni; i dodici cavalieri d’oro sono riuniti. (Leggere la nota alla fine del capitolo)  E con loro c’è anche lady Isabel.

-Ormai dovrebbero esserci…- disse la ragazza. Nessuno rispose, era troppo imbarazzante. Se un cercatore come Ferathor aveva davvero preso una cantonata così sarebbe stato un gran smacco per milady. E anche per i cavalieri che per tutto quel tempo l’avevano adorata come la dea Atena ed erano pronti a morire per lei. Alla fine fu Aldebaran a rompere il silenzio:

-Suvvia lady Isabel, anche se dovesse…è inutile che stiamo in pena, se riuscirà ad entrare nei Giardini lo sapremo.-

I Giardini. Questa era la prova, entrare nei Giardini Eterni accessibili solo alla dea Atena. I Giardini Eterni a cui Isabel non aveva mai avuto accesso, gli stessi situati verso il tempio di Atena a cui solo alla dea era permesso entrare. Anch’essi protetti dalla forza di Atena come il Santuario e, come questo, introvabili per chi non fosse il benvenuto. Se Angela fosse entrata nei Giardini sarebbe stata la prova che lei e non Isabel era Atena. Almeno una volta, spesso non appena la dea arrivava al Santuario, i Giardini si aprivano alla loro signora senza che questa lo avesse richiesto. Era come un segno di riconoscimento. Con Isabel non ci avevano fatto tanto caso poiché i capricci magici dei Giardini restavano tuttavia imprevedibili. Potevano addirittura aprirsi poco prima della morte della dea stessa. Ma per Angela era la prima volta e se questi sentendo il suo cosmo dopo tanto tempo si fossero aperti era la prova più veloce e inconfutabile per decretare la verità. Altrimenti…ci avrebbero pensato a tempo debito.

 

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“Ancora niente, questo mi nasconde qualcosa!E non mi piace…”  pensava Angela.

-Okay, lo so che non dovrei fare domande, ma la casa sta diventando un po’ ridicola.- disse alla fine. Shion non rispose. Angela si girò, ma...”Dove è finito?!?!?!?! “ Shion era sparito e non si vedeva da nessuna parte. “Era qui fino a un minuto fa!”  Ma per quanto lo cercasse con lo sguardo non riusciva a vederlo. Si girò da una parte all’altra, ma più cercava Shion, più dalla sua vista spariva tutto quello che aveva intorno. Non capiva e aveva paura. “Chissà perché ho come l’impressione che la prova di cui parlava sia questa”. Tutto intorno a lei scomparse, sostituito da alti alberi e fiori bellissimi e colorati. Nessun edificio, solo il cielo e la natura.

-Bellissimo…- disse incantata. Non aveva mai visto niente di così bello: un enorme giardino che si snodava in un labirinto di alberi. Sembrava che fossero stati creati apposta per formare un intreccio perfetto. Camminò per qualche minuto ma il suo passaggio non lasciava nessun segno; i fiori si spostavano al suo passaggio. Sembrava un sogno. Poi si fermò e cominciò a guardare con sospetto quello che aveva intorno “Okay, dov’è il mostro? E’ sempre così che va nei film, prima tutto rose e fiori e poi esce il mostro”  ma era tutto tranquillo. Allora continuò a camminare cercando di tenere sempre i sensi all’erta. Camminò mezz’ora, un’ora, e alla fine la tensione sciamò poco a poco sovrastata dalla bellezza e dalla serenità del luogo.  Le sembrò di camminare per un’eternità, lontana da tutto e da tutti in un mondo bellissimo.

Proprio come era apparso, quel bellissimo giardino se ne andò facendo riapparire ad ogni battito di ciglia ciò che prima era scomparso. Si ritrovò così: a metà strada tra il tempio di Atena e le stanze del Grande Sacerdote. E Shion davanti a lei che la guardava con gli occhi che brillavano.

-Dea Atena…-disse inchinandosi. Per poco ad Angela non prese un infarto. Rimase con la bocca mezza aperta e un sorriso imbarazzato che sembrava capitare, come al solito, al momento sbagliato. Inutile, era sempre così! Quando si trovava in una situazione imbarazzante spuntava fuori uno stupido sorrisino. “Oh mamma, dice sul serio!”

-Hai superato la prova.- disse infine alzandosi Shion

-La prova? Camminare era la  prova???-

-No, essere ammessa ai Giardini Eterni. Vieni cara, ti spiegherò tutto mentre andiamo nella Sala delle Riunioni.-

Angela ascoltava a bocca aperta. Era incantata da quello che sentiva. Provava una strana sensazione di pace che contrastava con un fastidioso nodo allo stomaco. Era simile a quello che provava quando dovevano interrogarla, ma questa era per un motivo ben diverso! Camminava fianco a fianco con il Grande Sacerdote Shion, che si era inchinato a lei chiamandola dea Atena, e adesso le parlava di giardini incantati. E la stava conducendo dai dodici cavalieri d’oro che aveva solo potuto sognare.

Arrivarono così ad una porta dopo aver riattraversato le stanze del Grande Sacerdote. Erano pronti a fare il loro ingresso. O meglio, Shion era tranquillo, ad Angela tremavano le gambe. La cosa che temeva di più era essere al centro dell’attenzione e, chissà perché, avrebbe scommesso che l’attenzione in quella sala sarebbe stata tutta per lei. Shion abbassò la maniglia ma Angela lo fermò presa dal panico.

-Tutto bene lady Angela?-

-No, per niente! Cosa devo fare una volta dentro? –

-Cosa deve fare?- sorrise –Niente. Ti presenterò io ai cavalieri, non preoccuparti.-

“Non preoccuparti?!? Non preoccuparti?!?!?!?!?!?! Come faccio a non preoccuparmi! Oh, come vorrei sparire…”

Shion le diede un’ultima occhiata, sorrise un po’ intenerito da tutta quella agitazione e aprì la porta. Dentro un uomo che stava parlando si ammutolì di colpo. Entrarono di fianco ad un rialzo con sopra una specie di trono. Poco più in basso ve n’era un altro. Sfioravano il soffitto dodici sculture in pietra raffiguranti i dodici segni zodiacali. Al lato un grande mappamondo intorno al quale giravano il Sole e la Luna. E in mezzo dodici ragazzi rivestiti d’oro.  Li riconosceva, i loro volti e le loro armature... E i loro occhi erano fissi su di lei. Di Isabel neanche l’ombra. Doveva esserci rimasta parecchio male per andarsene così, senza nemmeno voler vedere chi le aveva “soffiato” il trono sul quale si era adagiata. I dodici si inchinarono e ad Angela si ghiacciò il sangue. E adesso? Che fare? “Shion, di qualcosa per l’amor del cielo!!!!!!!!!!! “ Shion sembrò sentirla, e mettendole le mani sulle spalle, parlò:

-Cavalieri! Lei è la dea Atena. Inchinatevi al suo cospetto, adoratela e rispettatela, perché lei è la nostra guida!-

“Dannazione Shion, così non mi aiuti!”

Il cavaliere del sagittario si alzò a andò verso i due:

-Bene arrivata milady.- le disse con un altro inchino.

Angela riuscì a tirare un sorriso senza avere idea di cosa rispondere.

 

Tutti i convenevoli erano finiti e Shion, spronato dagli sguardi di disperazione di Angela,si era convinto a portarla via. Tutti si erano presentati e la nuova arrivata aveva preso il suo legittimo posto di dea Atena. Il tutto con una formalità non troppo accentuata, ma di giusta misura. Probabilmente era stato Shion a voler evitare grandi cerimonie  per non metterla troppo in difficoltà.

Di lady Isabel  nessuno disse niente. E lei non si vide.

Adesso Angela era a cercare di dormire nelle camere dedicate ad Atena, decisamente spaziose e comode, ma il miglior letto del mondo non l’avrebbe potuta far addormentare facilmente. Si girò e rigirò per un bel po’, pensando a tutto quello che le era successo e tastando il letto per assicurarsi di non star sognando.

E intanto qualcuno guardava la finestra buia della camera di Angela, coperto da un lungo mantello contava i minuti. Ormai il momento stava per arrivare e lui e i suoi uomini stavano per colpire…

 

 

 Note d’autrice

Ed eccomi qui con un altro capitolo! Spero vi sia piaciuto, il prossimo sarà parecchio movimentato eheh. Ma non vi anticipo niente!!! Durante il capitolo ho scritto di guardare la, ebbene: noterete che tutti i cavalieri, anche Aiolos ( o Micene che dir si voglia), sono ancora sani vivi e vegeti. Sapete, dovendo scrivere una ff sui cavalieri d’oro mi sarebbe risultato un po’ difficile se avessi rispettato la serie di Ade di Kurumada ( dato che davanti al Muro del Pianto muoiono tutti) Inoltre le serie di Kurumada sono una sorta di traccia, una base, ma la mia storia  è indipendente da esse. Ringrazio infinitamente tutti coloro che recensiscono e anche solo chi legge. A prestissimo!!!!!   

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Capitolo 4
*** Confusione al Santuario! ***


Confusione al Santuario!

 

 

Notte. Cielo limpido e luna pallida squarcia il buio notturno, ma nonostante la calma non tutti dormono. E’ sveglio il Grande Sacerdote che pensa a come educare quella ragazza così impacciata e timida; è sveglio Shaka della Vergine con cento pensieri in testa e una brutta sensazione; sveglio Saga dei Gemelli che sente che c’è qualcosa che non va al Santuario ma non riesce proprio a capire cosa sia; è sveglia la figura incappucciata che sta per levare il suo braccio e far iniziare così l’invasione al Santuario. 

Notte. La luna arriva a metà del suo percorso ed è allora che l’invasore alza il suo braccio. Ombre silenziose si mettono in movimento, prima lente, poi veloci. Uccidono i soldati di guardia, scivolano verso il Grande Tempio. Adesso una piccola scintilla di cosmo non può sfuggire a chi veglia quella notte. I visi di Shion, Shaka e Saga si voltano tutti nella stessa direzione. Qualcosa non va. Sia Shaka che Saga si diressero verso la Sala delle Riunioni arrivando con pochi minuti di differenza. Ma quei pochi minuti diedero la possibilità a Shaka di ricevere l’incarico e andare quindi a dare un’occhiata (si, lo so! Sembra una battuta dire “andare a dare un’occhiata” per uno che tiene gli occhi chiusi, ma non era intenzionale! Nda)

Shaka superò le dodici case concentrato su quelle piccole tracce di cosmo. Ormai il più delle truppe del nemico era arrivato ai piedi del sentiero principale e si era nascosto in ogni ombra, divenendo essi stessi ombre. Osservavano il cavaliere ora fermo in mezzo alle rocce con l’armatura dorata che risplendeva alla luce lunare. Restarono così qualche minuto, la calma prima della tempesta, poi qualcosa scattò. Un soldato uscì allo scoperto, forse esasperato dall’attesa, forse troppo sicuro di se, ma di certo quel gesto gli costò la vita. Oramai era impossibile aspettare per gli altri soldati, si erano scoperti.

Ancora non sapevano che in questo modo avrebbero provocato una reazione a catena che avrebbe causato il finimondo al Grande Tempio…

I soldati uscirono allo scoperto incontrando morte certa contro il cavaliere della Vergine. Tuttavia un altro plotone si avvicinava da un altro lato prendendo la via impervia delle montagne e vedendo dall’alto l’assalto dei compagni. Pensarono automaticamente che avesse avuto inizio l’assalto totale. Abbandonarono la prudenza e arrivarono così alla prima casa, dove, pronto alla lotta, li aspettava Mur dell’Ariete. Ormai si era scatenato il caos, soldati che si accanivano senza possibilità di successo, altri che invece scappavano in tutte le direzioni timorosi della morte. Rodorio, il villaggio vicino al Grande Tempio, era ormai invaso da nemici che scappavano. Per le vie regnava la confusione.  

Ma adesso la nostra telecamera si sposta dagli scontri e dal violento rumore di schianti per andare invece verso quella che dovrebbe essere la parte più protetta del Santuario: le stanze di Atena. Angela ormai era sveglia, le grida e il movimento dei soldati erano troppo forti per continuare anche solo a stare coricati. Sembrava scoppiata una guerra! Si alzò ancora in camicia da notte. Stava per uscire quando qualcuno rise alle sue spalle. Una risata fredda con un retrogusto amaro. Un brivido percorse la schiena della ragazza.

-E tu chi sei?!?!- strillò atterrita.

-E tu saresti la nuova arrivata…che delusione.- disse in tono sinceramente deluso. Angela si irrigidì.

-E se tu saresti il cattivo, che dovrei fare? Mettermi a piangere?- disse tagliente lei. “No, calma Angela, calma…non devo agitarmi…se mi agito divento velenosa e con questo non mi sembra ci sia da scherzare…calma…”  ed infatti l’uomo (ammesso che uomo fosse) davanti a lei non rise. L’oscurità si fece sempre più densa e le luci della camera si spensero; Angela ormai non vedeva ad un palmo dal naso. Perfino i rumori della battaglia fuori sembrarono attenuarsi scontrandosi contro quella parete di buio.

-Non scherzare con me bambina. Con Erebo non si scherza…mai.-

Angela non ebbe il coraggio di dire altro, quell’unica vampata di coraggio si era spenta come le luci che illuminavano la camera.

-Il tuo cosmo è diverso da colei che chiamavano Lady Isabel…peccato ti abbiano investita oggi del titolo di Atena, bastava un giorno e questa sorpresa l’avrei fatta alla ragazza che hai spodestato.-

-Se vuoi puoi sempre cambiare idea e tornare indietro, non mi offendo.- azzardò la ragazza. Sarebbe inutile cercare di descrivere la risata di Erebo; troppo agghiacciante.

-Ragazzina, tu non sai chi sono io, chi è Erebo, vero?-

-Già…-

-Io sono la personificazione delle tenebre, figlio di Caos e fratello della Notte. Bada a come parli ragazza, potresti non vedere l’alba di domani!-

Non ricevette risposta. Ad Angela morivano in bocca le parole ed i pensieri erano confusi. “E adesso?”

-Seguimi ora, e se non fai storie non ti farò troppo mal…-

SBAM!!!!!!!!!!!!

La porta si aprì violentemente e apparve Shion che si stagliava sulla soglia. Dietro di lui si vedevano Saga e Aphrodite pronti alla lotta. Quel buio irreale di poco prima fu spezzato e la figura minacciosa adesso aveva il cappuccio calato. Viso pallido come la luna disteso come se nulla stesse accadendo, capelli ed occhi corvini: ecco il volto di Erebo. Una persona inquietante che anche per strada, vedendolo come una persona normale, si eviterebbe.

-Come…come puoi tu essere qui?!?! E’ obbligatorio passare per le dodici case per arrivare fin qua!-

Erebo rise, scoprendo dei denti bianchissimi:

-Sciocco, ovunque ci siano tenebre ci sono anch’io. Nessun incantesimo può fermare l’oscurità, mi sorprende che il Grande Sacerdote non ne sia a conoscenza…-

-Non importa chi tu sia!- esplose Saga da dietro –Allontanati da Atena!-

-No, non credo…-

E da lì le scene si susseguirono troppo in fretta. Erebo scattò in avanti facendo cadere il mantello e mostrando una nera armatura che risplendeva di riflessi blu; Shion gli si parò davanti, mentre Saga tirò via Angela. Ci furono colpi, schianti e oggetti frantumati, ma Erebo era imprendibile. Il buio lo proteggeva, la notte era con lui. Aphrodite andò al fianco di Shion e le sue rose cominciarono a splendere in attesa della vittima. Ci fu un’esplosione e detriti del muro e della porta investirono tutti. Alcuni soldati irruppero come pazzi nelle camere della dea, ma non erano stati loro a provocare l’esplosione. Chi allora? Non c’era tempo di pensare. Angela sfuggì alla stretta del cavaliere dei Gemelli e cadde violentemente sul pavimento coperto dai detriti. Il caos era arrivato anche lì. “Dopotutto Erebo ha detto di essere figlio di Caos, no…?”

-Angela, scappa!!!- le gridò Saga che era impegnato con un bel gruppetto di soldati.

Qualcuno le prese il polso e la tirò via con sé.

-Chi…chi sei?- chiese con il fiato un po’ mozzato la ragazza

-Un’amica.  Vieni con me, ti porterò al sicuro.- disse una donna. La sua voce era seria, ma dolce come il miele e splendente come il Sole. Non c’era tempo per le domande ne per le spiegazioni, e se Angela doveva decidere preferiva andare con la donna piuttosto che col brutto ceffo che le stava andando incontro. Si alzò e cominciò a correre con lei. Angela non guardava dove stava andando, era troppo intenta a non perdere la sua “guida”. Ma la loro fuga non passò inosservata. Un cavaliere dall’armatura dorata le aveva notate e non era intenzionato a lasciarle andar via così…

Camus dell’Acquario seguì le due fuggiasche finché queste non di fermarono. Angela sarà stata una dea, ma il suo fiato rimaneva comunque scarsino. Si sedettero in un avvallamento di rocce. La neo dea era piegata in due.

-So che sei stanca, ma non possiamo fermarci. Non sei in grado di dominare ancora il cosmo, dovrai aspettare qualche giorno.- disse pacata la donna.

Camus intanto si era nascosto e ascoltava in silenzio. Quella era una nemica? Eppure non sembrava minacciosa nei confronti di Angela. E di certo il cosmo che le fremeva sotto la pelle non era ostile, ricordava la luce. Intanto al Santuario la battaglia infuriava.

-Ti ripeto la domanda, chi sei?-

-Il mio nome non ha importanza. L’unica cosa che importa è che il tuo cosmo è stato da poco risvegliato e solo tra qualche giorno potrai dominarlo. O almeno iniziare…-

-Ma…non posso lasciarli! Per “qualche giorno” poi! Insomma, non posso darmela a gambe così!-

-Non è il momento di eroismi! Finché non avrai lo straccio di una difesa sarai solo un pericolo!- la donna cominciava ad innervosirsi. Angela non sapeva cosa fare, quindi non mosse un muscolo. Sarebbe voluta rimanere per sempre a metà strada…

-Pericolo dici?- disse una voce conosciuta – E chi dice che il pericolo non sia tu?- Camus uscì da dietro le rocce.

-Camus!!!!!!!-cinguettò Angela

-Camus dell’Acquario…quando è così…- disse pacatamente la donna. Una luce abbagliante l’avvolse e scomparse così come era venuta, in un batter di ciglia.

-Tutto bene Angela?- chiese cortesemente il cavaliere

-Solo una domanda…-

-Se avrò la risposta sarò lieto di dartela.-

-Ma qui è così tutti i giorni? Sii sincero così do le dimissioni…-

L’accenno di un sorriso eliminò  per un attimo la sua espressione seria.

-Andiamo.- disse in tono pacato Camus. E così tornarono verso il Santuario.

 

 

Note d’autrice

Ed eccomi qui!!! Con un altro capitolo!!! Spero vi sia piaciuto, sto cercando di fare del mio meglio! Avevo detto che avrei parlato del discutibile senso di giustizia di Lady Isabel, e mantengo la mia promessa. Ditemi voi che razza di senso di giustizia ha una ragazza che fa sterminare i suoi cavalieri per la sua gloria? Nella serie di Arles ad esempio, ma come le è saltato in testa di spedire una lettera a colui che la vuole morta?! Aumentando così i rischi di coloro che si fanno un mazzo così per proteggerla??? Sembra quasi che non le importi dei rischi a cui espone i cavalieri. E anche quando viene salvata, che arriva ai piedi della statua di Atena, aspetta che quelli ormai si ammazzino del tutto prima di decidersi ad intervenire. E ad Asgard anziché dare un aiuto seguendo i suoi cavalieri per liberare Ilda, decide di lasciare a loro il compito di uccidere dodici cavalieri, prendere gli zaffiri, sfilare l’anello del Nibelungo ad Ilda, e poi pretende anche che siano tutti vivi! Ora, non sarebbe stato più sensato se anziché mettersi a pregare i ghiacci senza la certezza che quei poveri ragazzi ce l’avrebbero fatta e con l’assoluta certezza che lei avrebbe invece dovuto cedere al freddo della notte di Asgard, andare in battaglia con i suoi prediletti? Insomma, ma che razza di dea è?!?! Nei confronti con gli altri dei, poi, è un vero disastro. La devono sempre andare a salvare quando invece dovrebbe essere proprio lei a proteggere coloro che le tolgono regolarmente le castagne dal fuoco! Insomma, dovrebbe essere una garanzia, una sicurezza, invece di sicuro c’è che la devono sempre salvare! Il che non è molto giusto…ma ancora più ingiusto trovo che  nella serie di Ade da l’esplicito ordine di cacciare i cavalieri di bronzo! Perché vuole che vivano sereni! Dopo che quelli si sono fatti un fondoschiena così per starle dietro si trovano la porta sbattuta in faccia perché milady si accorge solo adesso che sono dei ragazzi! Meglio che mi interrompa qui altrimenti continuo per ore…Ringrazio tutti coloro che recensiscono, grazie di cuore; e ringrazio anche chi si limita a leggere.

A presto!!!!

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Capitolo 5
*** Fiducia a tutti i costi ***


Fiducia a tutti i costi

 

Salve a tutti! Ed eccomi qui con un altro capitolo dei nostri eroi! Ed una scrittura più grande eheh. Allora allora, mi è stato chiesto che fine ha fatto Isabel…ma non posso rispondere! Abbiate pazienza. Sappiate solo che avrà un ruolo che nel bene o nel male (vi lascio col dubbio muahahahahaha) sarà importante. O fondamentale, questo lo devo ancora decidere. Adesso vi lascio al capitolo, buona lettura!!!!

 

Ormai si era fatto giorno e, anche se con una notevole fatica, i cavalieri erano riusciti a scacciare Erebo e a respingere le truppe. Purtroppo però era rimasta una scia dello scompiglio notturno. I cavalieri d’argento facevano perlustrazioni e turni spronando al massimo i soldati, mentre i restanti cavalieri davano una mano o con i turni o a sistemare i disastri dei soldati invasori. Intanto tutti i cavalieri sparsi per il mondo venivano richiamati al Santuario. Invece i cavalieri d’oro erano riuniti nella Sala delle Riunioni e decidevano sul da farsi. Anche Shion e Angela presenziavano e discutevano. O almeno Angela faceva solo da bella statuina…

-In pratica Erebo è la personificazione delle tenebre, fratello della notte e figlio del caos. E da quanto vi ha detto, Grande Sacerdote, vuole spegnere tutte le stelle di Grecia per estendere il proprio dominio e riuscire lì dove il padre non è riuscito.-

-Esattamente Mur. Ed è un bel guaio. Erebo è riuscito ad arrivare alle camere di Atena senza passere per le dodici case. Si nasconde nell’ombra e la sfrutta a suo piacimento. Inoltre non dobbiamo dimenticarci della sorella…Ha detto di avere il suo appoggio. Anch’essa figlia di Caos, sorella e sposa di Erebo, si narra che sia la primissima dea.-

-E cosa contiamo di fare Grande Sacerdote?- chiese Aiolia

-Ovvio Aiolia!- rispose invece Milo –Gli diamo una bella lezione! Gli faremo passare la voglia di portar scompiglio!!-

-Infiammabile come sempre, Milo dello Scorpione; tuttavia non credo che basterà “dargli una bella lezione”. Sono nemici davvero temibili, non dobbiamo assolutamente sottovalutarli o avremo la peggio.- disse risoluto Shion

-E’ vero Grande Sacerdote, tuttavia non possiamo restare con le mani in mano.-

-E infatti, Aldebaran del Toro, siamo riuniti per decidere sul da farsi.- Shion si alzò e cominciò a camminare a piccoli passi, riflettendo.

-Grande Sacerdote, non credo che Erebo cercherà di attaccare di nuovo in queste prossime notti.- intervenne Camus

-Neanche io lo credo Camus. Tuttavia…-

-Se posso permettermi, dopo stanotte è improbabile che Erebo ritenterà presto il colpo. Ha subito innumerevoli perdite, inoltre sarà furioso con i soldati restanti per la loro incompetenza dimostrata dalla male organizzazione di stanotte. Anche nel loro rifugio dovranno organizzarsi nuovamente.-  convenne Aiolos del Sagittario

-Quindi cosa proponi?- intervenne Saga

-Propongo di concentrarci su Angela. Ormai manca poco perché possa entrare in pieno possesso del proprio cosmo. Se lo saprà gestire al meglio delle sue possibilità avremo una certezza in più che il nemico non la uccida. –

-Ragionamento logico Aiolos, ma se per questi giorni è probabile che non riceveremo attacchi il problema si ripresenterà comunque. E probabilmente sarà un attacco più massiccio e ben organizzato. Possiamo cercare di renderci il più forti possibile, ma senza un modo per fermare la facoltà di Erebo…dovremo passare le notti insonni finché non troveremo il modo di impedirgli di aggirare le dodici case. E temo che dovremo guardare a vista Atena.- e su questo erano tutti d’accordo. Tranne Angela, che all’idea di essere guardata a vista era assalita dal panico. “Guardata ventiquattrore su ventiquattro…è un incubo…non avrò un attimo di privacy…e poi voglio una donna! Che vergogna, io non voglio che un ragazzo mi fissi mentre dormo! Cavaliere o meno!” Ma nessuno sembrava interessato ad un suo eventuale parere. Continuavano a discutere tra loro. L’unico che non diceva niente era Death-Mask. Se ne stava in disparte con uno strano sorrisetto sulle labbra. Angela lo aveva tenuto d’occhio tutto il tempo: emanava un’aura di malvagità che la faceva rabbrividire. Probabilmente era il suo sguardo o quel sorrisetto insopportabile a dare qull’idea, ma nell’angolo in cui si era messo nessuno notava la sua aria di superiorità. Sembrava quasi ridere dei suoi compagni come se invece lui la sapesse lunga. “Non mi freghi Cancro, lo so che tu sei il cavaliere dedito al male.”

Le ore passavano e sul problema Erebo si era risolto ben poco. Alla fine fu deciso di affidare ad Aiolos la giovane dea. Aiolos l’avrebbe guardata a vista fino all’indomani, poi sarebbe stato il turno di Shaka e poi si sarebbe deciso. La situazione era decisamente pesante. Angela aveva dovuto convincere il cavaliere a non accompagnarla perfino in bagno! Per fortuna pochi giorni dopo (e dopo il turno di Shaka, Camus e Aldebaran) il cosmo di Atena si fece sentire. Angela stava facendo due passi con un immancabile Aldebaran che le camminava affianco. Era un armadio a due ante simpatico e disponibile, ed era stato quello che, insieme ad Aiolos, le aveva tenuto più compagnia. Shaka era quasi inesistente, alla stregua di un’ombra, ma si sentiva la sua presenza; Camus era…glaciale come al solito.

 

Era stato come una scossa elettrica che era arrivata in ogni parte del corpo; qualcosa si era liberato all’altezza dello stomaco. Il calore cominciò a diffondersi e una luce dorata l’avvolse. Sul volto di Aldebaran si era stampato un sorriso a trentadue denti e due minuti dopo arrivò Shion con un sorriso altrettanto grande.

-Finalmente! Vieni, dobbiamo dare la lieta notizia agli altri.-

“Oh no! Un’altra riunione!”

Un soldato  con l’armatura spezzata ed un braccio ferito si avvicinò di corsa. Fece un rapido inchino (che gli costò una smorfia di dolore) e sussurrò qualcosa al Grande Sacerdote. Sia il cavaliere del Toro che Angela non sentirono cosa il soldato disse, ma dall’espressione non doveva essere niente di piacevole.

-Aldebaran, ti affido Atena. Vogliate perdonarmi…- e si dileguò insieme al ferito

I due rimasti soli si guardarono.

-Che gli avrà detto?-

-Qualunque cosa sia non gli ha fatto piacere. Ce lo dirà a tempo debito, intanto vediamo cosa sai fare signorina…-

-Aldebaran.-

-Si Angela?-

-Non mi credete all’altezza? Voglio dire…di Isabel tutti si fidavano ciecamente ( e facevano male! Nda), invece io mi sento un’impedita. Perché?-

Il cavaliere rise appena, poi le mise una mano sulla spalla:

-Non devi prendertela, è che anche noi siamo stati presi di sorpresa. Per noi era Isabel la dea Atena, colei che amiamo e proteggiamo. Una ragazza dal cosmo potentissimo capace di usarlo a suo piacimento (anche se non sembra, visto che non si è mai sforzata troppo nda). Più forte di qualsiasi cavaliere senza addestramento…cresciuta con tutti i vizi, abituata a comandare. E’ sempre stata ben consapevole del suo ruolo e di conseguenza…-

-In poche parole mi stai dicendo che sono una pivella, che non sono abbastanza autoritaria e che quindi non mi vedete come qualcuno in grado di gestire una schiera di cavalieri ma piuttosto come una bambina a cui è stato dato un giocattolo troppo grande?-

-N-no…non volevo dire questo! Di certo non così!-

-Però il succo è lo stesso!- esclamò seccata Angela.

-Suvvia…non prendertela…dai tempo al tempo…-

“Si, certo, come no! Consideravano un capo quella cornaccha e non considerano me all’altezza! Come se non sapessi niente di loro, come se per me fosse un mondo nuovo. E’ inutile…ovunque vada, in qualsiasi modo mi chiami, nessuno mi considera mai all’altezza. Perché sono così…sbagliata? Non mi chiamano neanche con un nome solo…mi danno un po’ del lei e un po’ del tu, mi chiamano un po’ Angela e un po’ Atena…perché?” PERCHE’?!?!? Chiuse forte gli occhi e strinse i pugni. Era stufa di essere considerata uno scarto.

-Aiutami!!!!!-

-T-tutto b-bene?- Aldebaran non era ben sicuro di quello che stava per succedere. Angela era molto arrabbiata e i suoi sentimenti si potevano sentire dal suo cosmo che adesso ribolliva sotto la pelle. 

-Tu!- scattò Angela verso Aldebaran –Ti scongiuro…aiutami!-

-Come aiutarti…?-

-Aiutami a diventare forte! Aiutami a conquistare rispetto e fiducia! E non solo perché sono…- Angela esitò un attimo -…Atena.-

-Ma…! Angela, non hai bisogno che nessuno ti insegni a dominare il cosmo! E’ parte di te. I cavalieri hanno necessità di durissimi allenamenti e di una volontà di ferro, ma tu, tu no. Avrai presto la tua occasione, tanto più adesso che c’è una nuova minaccia.-

-Sarà come dici tu, ma…- “per quanto cosmo io possa avere sarà sprecato se lo uso a casaccio. E se si presentasse una situazione che richiede una precisa gestione del cosmo dovrei poterlo utilizzare a mio piacimento. Non mi serve la forza allo stato puro se poi non sono in grado di sfruttarlo al massimo. Devo…riuscire a gestirlo. Se io e lui siamo una cosa sola, non dovrebbe essere così difficile. Aspetta e vedrai Aldebaran, vedrete che alla mia occasione mi farò valere.”

 

 

Note d’autrice

 Come al solito il commento finale! Angela si trova ancora al confronto col fantasma di Isabel, è proprio una piaga quella ragazza! Questo, però, sprona la nostra giovane amica a dare tutta se stessa. E’ una ragazza piena di inventiva…vedrete cosa sarà capace di organizzare! Altro che Milady.

Un grande ringraziamento a tutti coloro che recensiscono e anche a chi si limita a leggere. Aspetto i vostri commenti ^__-

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Capitolo 6
*** Emera ***


Emera

 

 

 

 

Ciao a tutti, sono sempre la vostra autrice. Scrivo in rosso, ma non rosso amore.

Vi auguro una buona lettura, anche se non potrò biasimarvi se questo capitolo non vi piacerà. 

 

Una settimana era passata da quando finalmente Angela aveva acquisito il cosmo e non aveva difficoltà a gestirlo. Lo sentiva così familiare, parte di se.  Shion intanto non aveva parlato di quello che il soldato gli aveva detto ma la sua tensione era palpabile. Tutti l’avvertivano ma nessuno chiedeva. La risposta a tutti gli interrogativi arrivò presto, quando Shion ormai non poteva più tergiversare. Un’altra riunione, ma questa volta fu solo Shion a parlare.

-Qualche giorno fa un manipolo di soldati è stato sterminato. L’unico sopravvissuto afferma…afferma che un cosmo a lui conosciuto li ha aggrediti. Non saprebbe dire di chi sia, ma giurerebbe di averlo sentito proprio qui, al Santuario. So già cosa pensi Milo, non c’è bisogno di interrompermi, ma non fa parte dell’esercito di Erebo. Fa parte dei nostri.-

A quell’affermazione tutti parvero sorpresi. Si guardavano perplessi; cosa dire?

-Ma…Grande Sacerdote…volete dire che c’è un impostore tra di noi? – commentò Aiolia

-Impostore o traditore.-

-Ma Grande Sacerdote! Vi rendete conto? Noi stiamo accusando uno dei nostri di essere un traditore in base al ricordo di un soldato che, dopo essere stato ridotto davvero male, afferma di ricordarsi di aver già sentito questo cosmo all’interno del Santuario!!! Ma è pazzesco!!!!- sbottò Milo che si stava scaldando sempre di più.

-Eppure lui ci metterebbe la mano sul fuoco. E’ uno dei nostri soldati, non mentirebbe ne accuserebbe nessuno a caso…Non dimenticate che i sodati sono addestrati da Tisifone, di cui abbiamo tutti una fiducia cieca. E gli altri due cavalieri sono stati scelti appunto da lei. Non dubito minimamente ne di lei ne delle sue scelte. Più volte ha dimostrato la sua fedeltà e…- proseguì Aiolos

-Ma chi dice che sia di lei di cui dobbiamo dubitare?- intervenne Angela. Tutti si girarono come se l’avessero notata per la prima volta. “Ma perché mi guardano così? Cavolo…”

-Cosa vuole dire?- intervenne il cavaliere del Toro. Le strizzò l’occhiolino incoraggiandola a dire la sua. Angela gli fu infinitamente grata e con un profondo respiro raccolse le idee. Era seduta sul trono di Atena; vicino a lei Shion si era girato incuriosito.

-Voglio dire che…voi parlate di un traditore all’interno del Santuario. Ebbene, se di Tisifone e i suoi collaboratori non si dubita, chi dice che il soldato stesso non sia il traditore? O l’impostore, se dei nostri soldati non si dubita. Se riesce a insinuare il dubbio su chi ci sta vicino è probabile che alla fine finiremmo divisi e quindi più deboli.- ecco l’aveva detto. Sentiva di aversi tolto un peso dallo stomaco, ma adesso un’altra paura l’aveva invasa. “E se adesso si mettono a ridere? E se ho sparato la cretinata del secolo? Oh, mamma…” Ma la sua paura era infondata. Il Grande Sacerdote le sorrise, ma non con un sorriso di compassione. Era felice. Anche gli altri si guardarono tra di loro con piccoli sguardi di soddisfazioni. “Allora non ho fatto la figura della stupida…”

Camus prese la parola:

-Potreste avere ragione, tuttavia non abbiamo prove. E anche questa è un’accusa grave…- Con grande stupore di tutti fu un certo cavaliere a difendere la tesi di Angela.

-Avete ragione mia dea. Mi congratulo, nonostante siate qui da poco sapete far funzionare la testa.- si fece avanti Death Mask. Ora l’attenzione di tutti era su di lui. Se n’era stato tutto il tempo in un angolo ad ascoltare, tanto silenzioso che ormai si erano dimenticati della sua esistenza. Ma Angela non si sarebbe dimenticata presto del sorriso che aveva dipinto in volto quella sera. Aveva una strana luce negli occhi. Occhi che stavano cercando quelli di Angela. I loro sguardi si incrociarono e fu come una pugnalata al cuore. Poi il cavaliere del Cancro si girò verso i colleghi, ed infine verso Camus:

-E’ vero, è un’accusa grave, tuttavia…-

“Ma dove vuole arrivare?!?!”

-Lo interrogherò io.- disse Saga. Ma anche questa volta intervenne Death Mask prima che qualcun altro potesse parlare. Angela non lo perdeva di vista un attimo e aveva colto quella piccola tensione che gli aveva attraversato il viso.

-E…e quando? Non credo che interrogare quell’uomo servirebbe a qualcosa…- ma non finì la frase. Se ne ritornò nel suo angolo, sotto gli sguardi perplessi degli altri. Prima basta che Camus metta in discussione la tesi di Angela per farlo uscire da suo angolino e prendere le difese della ragazza. Poi Saga gli da ragione e lui fa marcia indietro! Inoltre Cancer così mite non si era mai visto.

Quella sera Saga andò ad interrogare il soldato. Era stato trattenuto al Grande Tempio e adesso aspettava che qualcuno gli andasse a fare una visita non di cortesia. Effettivamente quella di Angela era la teoria più plausibile. Ormai stava scendendo la notte ed il cavaliere dei Gemelli si stava dirigendo dal “sospettato”. Era arrivato; l’uomo l’aspettava al di là della porta che aveva davanti. Tuttavia…una strana sensazione lo aveva accompagnato fin li. Stava per aprire la porta quando sentì una voce provenire dalla stanza. Una voce molto conosciuta.

-Razza di idiota…pensavi davvero di potermi sfuggire così? Prima mi dai la tua fiducia, poi mi tradisci ma non dici il mio nome…hai fatto molto male.-

-Death Mask…-sussurrò Saga

-Ma...mio signore...la cosa mi è sfuggita di mano. Dopo che voi avete eliminato gli altri soldati è arrivato il gruppo in ricognizione prima del previsto. Non sono potuto fuggire…-

-Ma hai detto al Grande Sacerdote che il traditore era uno dei nostri! –

-N-non volevo d-dubitasse di me…-

-Poco importa…ti ucciderò così non potrai più dir niente.-

Saga irruppe nella stanza e vide Death Mask e un uomo che si stava facendo sempre più piccolo davanti ad esso. Entrambi si girarono quando il cavaliere dei Gemelli entrò, ma Cancer non ci pensò due volte ad attaccare. Gonfiò il suo cosmo ma non utilizzò il suo attacco più letale. Che sottovalutasse Saga? No, era arrogante ma non stupido. Allora perché si limitò a distruggere la camera? Saga non capiva. Si era preparato ad affrontare un attacco che non arrivò mai (anche se dubito che per Saga avrebbe fatto differenza preparato o meno…è uno dei cavalieri più forti, non scordiamocelo. Nda). Solo tutto ciò intorno a lui era andato in frantumi. E di Cancer nessuna traccia. Saga era rimasto sbigottito…già da stamattina aveva, come dire, le idee un po’ confuse sul comportamento del compagno, ma adesso proprio non ci capiva più niente. E adesso che si guardava intorno…dove era andato a finire il soldato?!?!?!

Scavò tra le macerie: sparito.

-Ma che diavolo sta succedendo…- disse sottovoce. Era tutto troppo strano, doveva avvertire il Grande Sacerdote il prima possibile.

 

-Che cosa?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!- l’urlo di Shion rimbombò per tutta la sala

-Lo so Grande Sacerdote, ma…-

-…ma non ha senso!- proseguì Shion. –Non è possibile. Death Mask dev’essere impazzito. Prima ci spinge verso la teoria di milady, poi cerca di fare marcia indietro, ed infine minaccia di uccidere il soldato che l’ha quasi tradito, ma quando è fuggito non solo non ti ha torto un capello, ma si è portato via il soldato!- Anche Shion aveva le idee confuse. I conti non tornavano. Tante, troppe contraddizioni.

-Forse pensava di non avere possibilità…-

-No. E’ troppo pieno di se. L’ha fatto apposta. Non riesco a capire…- Shion scuoteva la testa cercando di trovare un senso.

Intanto alla casa del Capricorno qualcuno osservava Shura. Una figura incappucciata che noi conosciamo bene. La stessa che aveva portato via Angela. Osservava tutti i cavalieri, li studiava, e loro sapevano di essere osservati. Camus aveva subito riconosciuto la “spia” e d’accordo con gli altri avevano deciso di lasciarla fare. Almeno finché non si fosse dimostrata una minaccia. Shura si girò appena. Sentiva la sua presenza ma non capiva dov’era. Cercava di guardare in ogni ombra eppure non scorgeva niente; dove si nascondeva? Guardò fuori dalla finestra, il Sole era tramontato e le stelle splendevano alte. Ormai la notte nessuno dormiva. Tutti erano troppo intimoriti dal pensiero che Erebo potesse spuntar fuori all’improvviso. Capricorn si girò verso le stanze di Atena; quella notte sarebbe spettato a Mur far la guardia fuori dalla porta. La notte passò tranquilla, per fortuna. La calma prima della tempesta. La presenza si era indebolita col calar della notte, ma appena sorse il Sole tornò forte come prima. E Shura teneva sempre alta la guardia.

-Pensieroso cavaliere?- chiese una voce femminile. Che avesse deciso di rivelarsi?

-Dipende se me ne è dato il motivo.-

-Eppure non mi senti come una minaccia se non mi attacchi.-

-Dimmi se ho ragione…-

Lei rise.

-Oggi no cavaliere, ma domani chissà!-

-Ma cos…-

Un forte raggio di luce si concentrò in un unico punto. Shura fu costretto a coprirsi gli occhi con un braccio. Sentì qualcosa riscaldarsi sul petto, e poi una piccola esplosione lo scaraventò indietro. La luce intanto aveva preso forma. Una donna incappucciata cercava con lo sguardo il punto dove sarebbe dovuto cadere Shura, ma di lui nessuna traccia. Il sorriso che si era dipinto sul volto della donna svanì. Sentì un fischio vicino all’orecchio, seguito da uno spostamento d’aria. Il mantello cadde a terra mostrando un’esile figura. Era alta, magrissima, con dei lunghissimi capelli biondi quasi bianchi. Aveva degli occhi  di un celeste chiarissimo come il cielo con delle lunghe mani affusolate. Intanto Shura la guardava:

-Non voglio combattere con te. Cosa vuoi?-

-La tua vita!- scattò la donna –Non sottovalutarmi dall’aspetto!- Portò il braccio davanti a sé, estendendo la mano. Il suo cosmo adesso era chiaro e si stava concentrando sul braccio.

-Perdonami se ti ho offesa, posso almeno sapere chi sei? E perché mi attacchi se volevi aiutare la mia dea?-

-Aiutare la tua dea? Secondo te io volevo aiutarla? Idiota! Io sono Emera, il giorno, figlia di Erebo e Notte.-

-Quindi sei alleata di Erebo! Sappiamo che è qualche giorno che ci osservi, perché ci attacchi solo adesso? E me?-

-Quante domande cavaliere del Capricorno! Si, dovevo osservarvi per un po’ e riferire. Poi mi è stato ordinato di attaccarti, ma non so il perché. E adesso basta tergiversare, preparati a morire!- L’attaccò di nuovo, ma Shura evitò facilmente i suoi attacchi.

-Cosa c’è cavaliere? Non hai il coraggio di colpire una donna e senza armatura per giunta? La tua lealtà ti porterà alla morte!- lo schernì lei. Diventava sempre più veloce; faceva movimenti piccolissimi e sempre più  precisi. Ma Shura era troppo leale per colpirla. Si tolse l’armatura e quest’ultima prese la forma del capricorno.

-Ma che hai fatto pazzo?!? Se sei sopravvissuto ai miei attacchi lo dovevi solo alla tua armatura divina! Peggio per te!- Attaccò di nuovo ma si trovò spiazzata quando il cavaliere non accennò a muoversi. Sembrava avesse intenzione di farsi uccidere. Emera sembrava spiazzata; quel cavaliere era completamente impazzito. Che fare? Non poteva fermarsi o Erebo…Non poteva permettersi di sbagliare. Stava per dare il colpo di grazia al cavaliere, ma all’ultimo lui si scansò e con uno scatto fulmineo le afferrò il polso.

-L’indecisione può essere letale Emera, hai perso un’ottima occasione.-

Lo respinse violentemente, indietreggiando di qualche metro.

-Mi hai solo presa di sorpresa! Non commetterò lo stesso errore due volte!!! Ricorda che non è un tuo pari il tuo avversario, uomo!- adesso Emera era davvero arrabbiata. Il suo cosmo esplose. Era il triplo di prima. Un cambiamento repentino; sembrava impossibile che da una donna apparentemente  così innocua potesse sprigionarsi in poco tempo tanta potenza. Shura osservava indeciso sul da farsi. Stava diventando seriamente minacciosa e perché fossero allo stesso livello lui aveva rinunciato all’armatura. Tuttavia se avesse usato Excalibur con furbizia l’avrebbe uccisa. Ma gli attacchi a vuoto gli avrebbero solo fatto guadagnare un po’ di tempo. Tuttavia…non doveva ucciderla. Questi erano gli ordini, dovevano sapere come riusciva a muoversi così liberamente. Erebo era la personificazione delle tenebre, possibile che invece Emera potesse muoversi ovunque ci fosse luce, così come il padre poteva sfruttare ogni ombra? In poche parole adesso non potevano star tranquilli neanche di giorno. La temperatura cominciò ad alzarsi e il cosmo che circondava Emera era sempre più abbagliante. Stare senza armatura era un suicidio, un pericolo troppo grande, così Shura la richiamò a proteggerlo. Lei lo avvolse delicatamente come una seconda pelle pronta alla lotta col suo cavaliere. Ma un altro cosmo si presentò prepotente nella camera. Death Mask. Shura guardò un messaggio arrivato durante la notte posato sulla scrivania al lato della camera: riferiva del tradimento del cavaliere del Cancro.

-Basta così Emera, a lui ci penso io.- disse risoluto. Il cosmo di Emera calò drasticamente. Guardò il cavaliere un po’ sorpresa, poi assunse un’aria irata.

-Abbassa la cresta novellino. E’ stato ordinato a me di uccidere…-

-Ordini di sua eccellenza Erebo. Esegui e basta.-

Lei lo guardò con rabbia e di nuovo il  cosmo la avvolse in una calda luce, ma non minacciosa. Poco dopo Emera sparì, e con lei anche la sua presenza, la stessa che Shura aveva percepito tutta la notte.

Adesso lui e Death Mask si fronteggiavano.

-Ebbene…a quanto pare siamo rimasti solo noi.- disse con un sorriso malizioso Death Mask.

-Perché ci hai…-

-Eh no! Sempre con le chiacchiere! Battiti anziché parlare!- e si lanciò all’attacco. Capricorn evitò i suoi colpi cercando di contrattaccare con la sua Excalibur. Colpi violentissimi scossero le fondamenta della casa del capricorno; Death Mask faceva sul serio. Alla fine il cavaliere del Cancro si fermò, concentrando sulla punta del dito tutto il suo cosmo.

-Onda infernale del tseih sheke!- Stava per spedire Shura nell’aldilà.

 

Camere di Atena. Angela stava cercando di passare il tempo formando piccolissime palline di cosmo che al suo volere sfrecciavano impazzite colpendo qualcosa vicino a ciò che lei aveva mirato. In breve stava distruggendo la stanza con un conseguente intervento tempestivo di Mur. Era entrato praticamente buttando giù la porta (sembrava che nella camera si fosse scatenato un improvviso finimondo) e girava la testa a scatti cercando un ipotetico nemico. Invece aveva trovato Angela al centro della camera mentre cercava di controllare una serie di palline di cosmo impazzite. Per fortuna non si era arrabbiato, anzi, sorrise e si offrì di aiutarla. E così adesso Angela prendeva lezioni dal cavaliere dell’Ariete che per fortuna aveva pazienza e buon carattere. Erano insieme da tutta la mattina quando sentirono qualcuno bussare. Mur si alzò, uscì dalla camera per attraversare l’atrio e portare il pranzo. Appena uscì dalla porta qualcuno parlò. Una donna, ma non quella dell’altra volta.

-Chi sei?- chiese Angela cercandola con lo sguardo. Eppure non vedeva niente.

-Piuttosto sai chi sei tu?-disse quella di rimando –Solo la luce può sconfiggere l’ombra.- disse senza aspettare risposta. Poi tacque. Angela provò a chiamarla, ma niente da fare, non rispondeva più. Era sparita.

 

 

 Note d’autrice

Fine di un altro capitolo. Non mi stancherò mai di ringraziare chi commenta, le vostre recensioni mi danno davvero tanta soddisfazione! Le aspetto sempre con tanta ansia. Ma ringrazio anche chi legge soltanto, mi fa piacere vedere che la mia ff abbia tanti lettori! E un grande grazie anche a chi mi ha messo tra i preferiti, ne sono davvero contentissima! Al prossimo capitolo!!

 

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Capitolo 7
*** Doppigiochi ***


Doppigiochi

 

 

Ancora rosso, ma state tranquilli…mi sto specializzando ad ignorare l’elefante in salotto…se poi commetto un omicidio aggiornerò dal carcere, ma non vi lascio con la sotri incompleta!

Buona lettura!!!!

 

Palazzo d’Ombra, residenza di Notte, Erebo ed Emera. E ai suoi piedi vi sono le residenze dei valorosi soldati che li seguono in battaglia. Ma allora che ci fa una donna in una squallida baracca? I capelli biondissimi, prima lisci e ordinati ora scompigliati e sconvolti. Gli occhi azzurri più grandi del solito e le guance colorate di un rosso acceso. Davanti a lei un uomo con un sorriso a noi ben noto la guardava con sfida.

-C-come osi tu parlarmi così?!?!?!- Emera era fuori di se dalla rabbia

-Come oso? Tu che ti vanti a dea, come puoi parlare così a me. Ho fatto quello che era necessario, Erebo mi ha inviato e io ho solo eseguito gli ordini.-

-Eseguito gli ordini? ESEGUITO GLI ORDINI???? Tu hai seriamente cercato di uccidere il cavaliere del Capricorno! Tra di noi c’era un patto!-

-Ma non è morto…-

-Ma non grazie a te!- Emera mosse involontariamente le braccia in un gesto di collera –Sai, anche dopo che me ne sono andata ho continuato a vedere…e Capricorn si è salvato da solo. Eravamo d’accordo che non lo si sarebbe ucciso nessuno invece tu ci hai provato in tutti i modi…!-

-Sei una sciocca Emera, dovresti ringraziarmi. Come potevi vedere tu poteva vedere anche Erebo. Quell’uomo non è affatto uno stupido, si è accorto subito che in te qualcosa non andava…e ti ha messa alla prova. Colpa delle tue pessime doti da attrice!-

La donna abbassò la testa. Death Mask aveva ragione. Se non avesse destato sospetti nel padre, se non l’avesse insospettito che lei era dalla parte di Atena, non l’avrebbe mandata contro Shura. Sapeva che il cavaliere del Capricorno era troppo leale per attaccare seriamente una donna senza armatura, umana o divina che fosse.

-Se non avesse mandato me per testare la mia fiducia, tu non avresti avuto il coraggio di andarci giù pesante, e a quel punto ti avrebbe uccisa senza pensarci troppo. Anche se Shura fosse rimasto ucciso nello scontro, sarebbe stato un sacrificio necessario per gettare fumo negli occhi a tuo padre.-

-Forse hai ragione tu Cancer, inoltre questa occasione per noi è stata preziosa…abbiamo dato la possibilità a mia sorella di parlare, anche se per poco, con la giovane Atena…-

-Appunto. Non potevamo trovare un’occasione migliore di quando Erebo e Notte avrebbero dedicato la loro attenzione unicamente a noi lasciando campo libero ad Etere. Rallegrati e torna a palazzo, io vi farò ritorno tra un po’ perché non si destino altri sospetti.- disse Death Mask

Emera si calò il cappuccio sul viso e, con un ultimo sguardo al cavaliere del Cancro, uscì. Quest’ultimo sorrise tra se e uscì dalla baracca. Prima di tornare a palazzo doveva far visita a qualcun altro…

 

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Villa Kido, studio della signorina Isabel. L’ex dea Atena guardava fuori dalla finestra seguendo i propri pensieri. Dietro di lei Death Mask se ne stava a braccia conserte aspettando che la ragazza parlasse.

-Sono molto soddisfatta Death Mask.- disse infine Isabel –Devo ammettere che hai avuto un’idea geniale. In questo modo sarai al corrente delle mosse di Erebo e delle due traditrici Emera ed Etere che, poiché conosci il loro segreto, tieni in pugno a tuo piacimento. Davvero astuto…Ed il trucco col soldato poi…farti scoprire apposta per farti dichiarare ufficialmente traditore e conquistarti la fiducia di Erebo potendoti  avvicinare così anche alle sue figlie. Mi hai stupita Cancer.-

-Vi ringrazio milady…-

-Così, sapendo le mosse del nemico, potrò ritornare al Santuario e riprendermi ciò che quella mi ha portato via: il titolo di Atena! Si accorgeranno chi devono seguire, chi è degna di comandarli!-

-Giusto milady. Sarete acclamata come un eroe e riavrete il vostro posto sul trono, mentre io tornerò a far parte dei cavalieri d’oro…- Cancer sorrise mentre lo diceva. Nella sua mente stava continuando la frase, ma sapeva che la fine non sarebbe piaciuta a lady Isabel. A milady non sarebbero piaciute molte cose che lui sapeva, come, ad esmpio, che Erebo ascoltava la loro conversazione dal palazzo d’Ombra.

 

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-Erebo, guardi ancora Death Mask e lady Isabel?-

-Si mia sposa, e faresti bene ad osservare anche tu ciò che accade.-

-Non mi fido di quell’uomo. Chi è capace di tradire così non merita fiducia, la stessa che tu gli stai dando. Potrebbe tradire anche te…-

-No, per ora non lo farà, anzi. Il suo piano ha bisogno di noi, sa bene che da solo non ce la farà mai a raggiungere il suo scopo. Gli siamo indispensabili, mia cara consorte Notte, per…-

 

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Santuario, Shion è fuori da qualsiasi grazia. Shura ha rischiato grosso contro Death Mask, e prima ancora era stato attaccato da una donna che affermava di essere la dea Emera, figlia e quindi alleata di Erebo. Conclusione più ovvia è che Cancer sia passato definitivamente dalla parte del nemico. Tuttavia i pezzi del puzzle non coincidevano ancora. Tutti i ragionamenti ancora non trovavano una risposta e Shion per la prima volta in vita sua non sapeva da che parte girarsi. Anche gli altri cavalieri non riuscivano a capire per quanto si sforzassero di ragionare, per quanto cercassero di trovare una difesa efficace, erano sempre presi di sorpresa. Angela non sapeva proprio come aiutare, doveva essere la guida dei cavalieri ma si sentiva impotente. Quella che prima aveva cercato di aiutarla aveva attaccato Shura, il tradimento di Cancer era evidente, tuttavia non si spiegava il suo comportamento nei confronti di Saga, la scomparsa del soldato di cui non si era trovata traccia; ed infine la voce che le aveva parlato e poi era sparita. Ne aveva parlato a Mur (il quale si era discretamente arrabbiato perché aveva permesso che qualcuno parlasse alla sua protetta scavalcandolo a piè pari) che l’aveva riferito a Shion, il quale adesso aveva un altro pensiero per la testa oltre quelli che già lo perseguitavano perfino nelle poche ore di sonno che si concedeva. Come se non ne avesse già abbastanza.

-Ci stanno confondendo! Lo stanno facendo apposta a farci girare come trottole! Prima ci sfiniscono e poi ci attaccano!- Milo era su di giri.  Era un cavaliere forte, ma il sangue freddo non era di certo il suo forte.

 

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-Erebo, il momento è vicino.-

-Si Notte, domani la luna non ci sarà.-

-E finalmente ci sarà la resa dei conti…-

 

 Note d’autrice

Si, lo so, questo capitolo è più corto ma mi serviva così! Nei prossimi capitoli (che prevedo saranno due o tre) ci sarà lo scontro finale. La “resa dei conti” come dice Notte. E finalmente sapremo a che gioco sta giocando il nostro Cancer! Angela riuscirà a farsi valere? E gli altri cavalieri riusciranno a tener testa ad Erebo e Notte ed il loro esercito, ora più agguerrito e assetato di vendetta per la perdita dei compagni? E Death Mask sarà fedele a dErebo oppure tradirà anche lui? E quale sarà il suo vero obiettivo? Isabel riuscirà a spodestare Angela?

Con tutti questi dubbi vi lascio!!! Un grande ringraziamento, come sempre, a chi recensisce, vi sono grata con tutto il cuore. Grazie anche a chi si limita a leggere e a messo la storia tra i preferiti.

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Capitolo 8
*** Verso lo scontro finale ***


Verso lo scontro finale

 

 

 

Oggi scrivo celeste perché è il colore più vicino a quello del ghiaccio. Se ne usavo uno più chiaro tuttavia rischiavo di farvi cadere gli occhi per leggere e vi ho risparmiato la tortura. Perché il ghiaccio? Perché è freddo, e in questo capitolo i nostri beniamini suderanno freddo…

 

 

E’ l’alba. Il sole sorge illuminando una figura che cammina spedita verso le dodici case. E’ affannata, ha corso tanto, ma non si ferma. Lunghi capelli viola le ricadono sulle spalle ed un vestito elegante bianco e rosa le rende difficile l’avanzata. Isabel arrivò alla casa dell’Ariete e un sorriso le illuminò per un attimo il volto. Mur rimase perplesso quando la giovane lo implorò di portarla dal Grande Sacerdote dicendo di sapere quando i nemici avrebbero attaccato. La portò subito da Shion, il cui cervello lavorava freneticamente.

-Milady…cosa ci fate qui?-

-Grande Sacerdote, sono a conoscenza del momento in cui i nemici attaccheranno.-

Shion sbarrò gli occhi. Ci mancava l’ex dea! Che per di più sapeva… Ecco cosa porta a prendersi le ferie e chiedere i danni psicologici.

-Lady Isabel, come sa…?-

-Non importa come! E’ grave Shion, sono armati e molto arrabbiati. Non c’è tempo da perdere. Bisogna organizzarsi di conseguenza.- disse spiccia la ragazza.

Shion non era da solo, con lui c’erano Shaka, Aiolos e Saga. Isabel doveva far leva anche su di loro, doveva convincere Shion ad ascoltarla. Una volta convinto, Angela sarebbe stata messa da parte e avrebbe “accidentalmente” perso la vita nello scontro che si sarebbe tenuto la notte stessa. No, non doveva sorridere a quel pensiero. Non doveva scoprirsi. Ma era poi così sbagliato ciò che stava facendo? Stava solo cercando di riavere ciò che una misera ragazzina le aveva portato via...

-Cavalieri! Ora non sono più la vostra guida tuttavia…- una lacrima rigò il pallido volto di Isabel –Abbiamo rischiato la nostra vita più e più volte (ABBIAMO?!?!?! Meglio se non faccio commenti o dovrei puntellare di commenti anti-Isabel il capitolo…nda) So bene che adesso la signorina- per un attimo la sua voce tremò –Angela ha preso il mio posto, ma è ancora così inesperta. E’ una battaglia troppo importante per affidarsi ad una giovane come lei.- rivolse il suo sguardo a Shaka. Teneva gli occhi chiusi ma sentiva che Isabel lo stava guardando. Alla fine dovette parlare -Effettivamente…si, effettivamente ha ragione Milady.- Shaka non aveva mai preso di buon grado il cambiamento e Lady Isabel non aveva tutti i torti. E neanche gli altri potevano darle torto. Angela era dolce e simpatica, ma anche maldestra e con nessuna esperienza. Isabel guardò il volto dei cavalieri e del Grande Sacerdote. Leggeva sul loro volto che, loro malgrado, dovevano ascoltarla.

-Sarà un’occasione d’oro per mostrare alla mia cara amica Angela il lavoro di squadra necessario ad affrontare queste necessità.-

-Si ma…scavalcarla così…-disse dubbioso Saga

-Scavalcarla? Mai! Non potrei mai fare una cosa del genere! Sto cercando di aiutare sia il Grande Tempio che la nuova dea.-

-Forse lady Isabel ha ragione.- intervenne Shion. Gli occhi di Isabel brillarono –Va bene Milady, ci dica quello che sa. Per un’ultima volta sarà la nostra guida.- Shion si girò verso Aiolos –Chiama Angela.- 

Sagitter andò a chiamare Angela, un po’ dispiaciuto del fatto che lady Isabel aveva ragione e lui avrebbe dovuto comunicarle la decisione del Grande Sacerdote. Bussò alla porta e, gentile come sempre, Angela invitò ad entrare il visitatore.

-Aiolos! (la dea Atena non da del lei ai cavalieri) Cosa ti porta qui?- ormai era un bel po’ che non vedeva nessuno e quando vide il cavaliere entrare dalla porta si entusiasmò. “Forse mi sono entusiasmata un po’ troppo. A giudicare dalla faccia non ha gradito molto…”  Infatti Aiolos aveva un sorriso striminzito sul volto.

-Milady devo dirle…- e raccontò in breve di Isabel e della decisione di Shion. Alla fine Angela guardava un punto fisso del pavimento. Non sapeva che pensare. Shion l’aveva deliberatamente scavalcata. E quella strega fingeva pure di esserle amica! Strinse forte i pugni e respirò profondamente “Devo mantenere la calma, non me la devo prendere. In fondo lo fanno per il bene del Santuario e per me…AL DIAVOLO! Quella strega mi mette i bastoni tra le ruote! Si vuole riprendere ciò che è suo, non accetta la sconfitta. Ci metto la mano sul fuoco. E il cielo solo sa come è riuscita ad avere quelle informazioni. Ma se pensi che ti darò vita facile…”

-Angela…-

-Siiii?- chiese con un sorriso a 34 denti rivolgendosi ad  Aiolos

-E’ normale che ti abbia dato fastidio, ma…-

-…non preoccuparti, lo so che è per il bene di tutti.- Angela aveva praticamente una paresi davvero poco convincente –Sarò lieta di apprendere cose nuove.- “Si, apprenderò cosa intende fare quella strega. E come ricacciarla via.”  Inutile dire che Sagitter non credeva minimamente al sorriso di Angela. La accompagnò nella Sala delle Riunioni. Lo scambio di sguardi tra le due aspiranti dee fu uno scontro durissimo.

 

Due ore dopo...

Sempre Sala delle Riunioni. Tutti i cavalieri sono riuniti e aggiornata direttamene dall’ex dea. Si discutono possibili difese, strategie, ma tutto quello scambio di idee viene interrotto da un arrivo inaspettato. Un arrivo che aveva sorpreso anche lady Isabel: Cancer era tranquillamente entrato nella Sala incurante degli sguardi di tutti puntati addosso. Ma il punto interrogativo più grande stava sopra la testa dell’ex dea, il cui sguardo interrogativo venne ricambiato da un raggiante sorriso.

-Traditore! Come osi…- iniziò Milo. Ma Cancer gli troncò le parole in bocca. Raccontò di come aveva fatto finta di tradire il Santuario, a cui era sempre stato fedele, e di come si era infiltrato tra le file di Erebo. Tralasciò tutti gli altri piccoli particolari, come le reali intenzioni di Emera  ed Etere, del fatto che Isabel volesse spodestare Angela e che Erebo sapeva tutto. Ma si, qualche particolare. Alla fine Isabel non poté far altro che confermare le parole di Death Mask sotto gli sguardi attoniti di tutti.

-Avrei dovuto confondere le fila durante il confronto cogliendole di sorpresa, ma sono appena venuto a conoscenza di un’informazione troppo importante per non essere riferita immediatamente.- guardò tutti i suoi compagni, poi si soffermò su Angela –Hanno intenzione di usare un portale che si trova poco fuori dal Grande Tempio. Stanotte la luna non ci sarà e le ombre la faranno da padrona. Il portale si aprirà. E’ collegato direttamente al palazzo di Erebo e Notte e di lì passeranno le truppe. Il portale è come un piccolo tunnel, se noi riusciamo a farli rimanere bloccati in mezzo…-

-Ne uccidiamo una gran quantità. E come dovremmo far “crollare” questo passaggio?- intervenne Aphrodite

-Oh, non ti preoccupare. Il passaggio è abbastanza “delicato”. Per questo è ben nascosto. In  teoria basterebbero tre di voi, ma la prudenza non è mai troppa…inoltre abbiamo l’effetto sorpresa. Se li attacchiamo lì abbiamo più probabilità di sconfiggerli. Anche perché distruggeremmo solo un quinto delle loro forze…-

-E tu sai dove si trova?- Aiolos non era ancora troppo convinto.

-Si,lo so. E sarò lieto di condurvi al posto prescelto.-

Ci furono un paio di minuti di silenzio, poi Isabel non poté far altro che appoggiare Cancer.

-Shion, dato che questa è l’ultima volta in cui vi guiderò  mi permetto di acconsentire alla proposta di Cancer.-

“In breve gli stai dicendo “Ho deciso così e non si discute.” Diplomatica la ragazza.”

Sul viso di Shion si lesse per un attimo qualcosa di simile al pensiero di Angela.  Non poté nascondere un certo sguardo di disappunto. Invece Cancer aveva un sorriso di vittoria che era tutto un programma. Isabel l’aveva avuta vinta.

-Stasera, tre ore prima che tramonti il sole, dovrete essere già sul luogo. Saga, Milo e Aiolos riunite tutte le forze.-

“In poche parole il Santuario si svuota. Bel colpo Cancer, l’unica cosa buona è stata la faccia sorpresa di “milady”.” Angela volse lo sguardo fuori dalla finestra “Non so perché, ma ho la stessa sensazione di quando sono a rischio interrogazione: orrenda.”

 

La giornata passò nella confusione generale; tutti si preparavano: l’esercito si radunava, le disposizioni venivano modificate e migliorate e tutti cercavano di combattere contro il tempo. Avevano avuto pochissimo preavviso e mai come adesso il tempo sembrava passare in fretta. Più volte Isabel aveva cercato di parlare da sola con Death Mask, ma erano pochi i momenti di solitudine che poteva permettersi la fiera condottiera. Dal canto suo Angela provava un certo gusto a complicarle le cose. La chiamava con una vocina irritante chiedendole spiegazioni stupide, e la faccia irata della ragazza era memorabile. Si divertiva immensamente a prenderla in giro!

Mattina, pomeriggio, sera. Le truppe si erano messe in marcia e il Grande Tempio si era svuotato. Rimaneva solo Shaka,  a cui Shion aveva ordinato di non staccarsi da Angela. E questo non piaceva molto ad Isabel. Doveva ucciderla quella…usurpatrice. Come diavolo avrebbe fato se Shaka le stava incollato come una cozza allo scoglio?!?! Shion sarebbe anch’egli rimasto al Santuario con Isabel e qualche guardia. Dopo un’ora sarebbero arrivati al luogo stabilito e allora sarebbe cominciato lo scontro. Angela poteva avvertire la tensione nell’aria. Appoggiata alla finestra osservava il sole sparire sempre più. Dietro di lei, Shaka era silenzioso come al solito. Era un po’ irritante che non dicesse mai una parola, ma neanche Angela avrebbe saputo sostenere una conversazione con lui. E Shaka dal canto suo non aiutava di certo. La ragazza si girò per vedere se il cavaliere della vergine era ancora li e, immancabile, il cavaliere se ne stava li vicino a braccia conserte, probabilmente riflettendo. Girò di scatto la testa mentre la ragazza era già tornata a guardare fuori. Non poteva fare a meno di controllare se c’era o meno, altrimenti le sembrava di avere vicino un fantasma.

-Cosa vi turba milady?- eccolo lì, ha parlato! Formale, ma da Shaka non si può pretendere altro.

-Mah, niente. Cosa vuoi che sia una guerra contro degli dei armati, forti e arrabbiati con manie di  onnipotenza?-

Su Shaka si dipinse un piccolo sorriso. Nonostante gli occhi chiuse sembrava che niente potesse sfuggirgli.

-Non dovete preoccuparvi ,milady, fidatevi di noi.-

-Non è di voi che non mi fido…- “ma di quella vipera e di  Cancer”

-Capisco…effettivamente non avete tutti i torti, voi siete nuova. Abbiamo combattuto molte battaglie con lady Isabel e anche con Cancer al nostro fianco, quindi non abbiamo motivo di dubitare di loro. Di lady Isabel poi…non farebbe mai niente per danneggiare il Grande Tempio.-

Sembrava che le avesse letto nel pensiero.

-Se lo dici tu…- “sarà…eppure a me non piace per niente.”

 

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Notte. Una notte senza luna. L’esercito è schierato. Sono pronti a combattere. Cancer li ha portati in un posto davvero singolare, una zona montuosa costellata di alberi. Dovevano solo attendere ora. Saga cercava con lo sguardo i suoi compagni; dietro i soldati sotto il suo comando attendevano ordini. Lo sguardo di Gemini fu attirato da un numero smisurato di cosmi che andavano concentrandosi in un unico punto. Un varco più nero della notte si aprì, ma non era affatto come aveva detto Cancer. In pochissimo tempo le truppe di Erebo, capitanate dal dio stesso, erano pronti alla guerra. Il varco si era aperto dal terreno e adesso vi era un enorme buco nero. Impressionante. Ancora non era il momento. Erebo conduceva; vicino a lui vi erano due cavalieri da un’armatura nera e bianca. Dovevano essere i vice. Il portale si chiuse. Adesso era il momento. Tutto accadde con una velocità straordinaria e sarebbe inutile dilungarsi con le descrizioni che non renderebbero giustizia all’accaduto. I soldati del Santuario uscirono allo scoperto e si abbatterono sui nemici come un’onda devastante. Le armature d’oro risplendevano: lo scontro per la supremazia del Santuario era appena iniziato. Nemici, si, ma sia i cavalieri d’oro che Erebo pensavano la stessa cosa: Dannato Death Mask!!!!

 

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-E’ iniziata.- disse risoluto Shaka. Ma non c’era bisogno di dirlo, tutti sentivano i cosmi infuriare alti nel cielo e vedevano le stelle brillare più che mai.  Tuttavia…perché  un cosmo conosciuto si avvicinava di corsa al Santuario? E non sembrava da solo…

 

 

Si, lo so, ho postato in ritardo e il capitolo non è lungo quanto vorrei! Ma abbiate pazienza… contrattempi vari ed in più dovevo decidere alcune cosucce sulla storia. E così ho tardato… Un bacio grande a chi recensisce, non sapete quanto lo apprezzo!!! Un grande grazie anche a chi mi ha messo tra i preferiti e a chi si limita a leggere. Vedrò di postare prima e magari un capitolo più lungo (ma non prometto)

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Capitolo 9
*** Illusioni ***


Illusioni

 

 

 

 

Eccomi qui!!! Vi dico subito che mi scuso per gli errori nell’altro capitolo, ero in ritardo mostruoso e ieri sera l’ho scritto tutto d’un fiato. Ma non sto cercando di giustificarmi, non ho scuse. Con questo non succederà!!! Ma tutti i commenti li lascio alla fine, ora godetevi (almeno spero) il capitolo!!!

 

 

Corre Death Mask, corre veloce. Deve raggiungere il Santuario e deve farlo in contemporanea ai sicari di lady Isabel. E prima che un altro varco si apra sulle dodici case. Tutto calcolato, ora la fortuna doveva essere dalla sua per far filare tutto liscio.

Ecco, era arrivato nei pressi del Grande Tempio. Ora doveva far sparire il proprio cosmo e divenire come un’ombra per raggiungere finalmente il suo scopo. Si, avrebbe rubato l’Ichor…il sangue degli dei. Erebo gli aveva concesso una “ricompensa” per i suoi “servizi” (in poche parole fare la spia) e lui non aveva esitato: aveva chiesto la distruzione del Grande Sacerdote e di Atena. Sarebbero stati portati al Palazzo d’Ombra e lì avrebbero trovato la morte. In fondo era il desiderio di Isabel, peccato che anche lei sarebbe rimasta uccisa; non ci dovevano essere superstiti. Lui, in quanto unico cavaliere rimasto in vita, sarebbe stato eletto Grande Sacerdote e avrebbe governato il Santuario con un’unica clausola: sarebbe stato eternamente fedele ad Erebo e Notte. Ma sappiamo che la fedeltà non è il punto forte del cavaliere del Cancro…e così aveva fatto in modo che Erebo e i cavalieri si scontrassero in un posto abbastanza lontano dal luogo in cui avrebbe dovuto compiere il furto, sperando che si uccidessero a vicenda. Se doveva governare sul Santuario l’avrebbe fatto da solo senza nessuno che gli impartisse ordini. E con l’Ichor la sua forza sarebbe aumentata in modo smisurato. Se qualcosa fosse andato storto…se qualcosa fosse andato storto l’Ichor sarebbe stato un ottimo oggetto di scambio per avere salva la vita. Dei passi si avvicinavano. I sicari di Isabel erano finalmente arrivati, chissà che brutta sorpresa quando si sarebbero trovati davanti il cavaliere della Vergine! Death Mask sorrise piano. Seguì silenziosamente il gruppo di uomini che si dirigeva a tutta velocità verso la Sala delle Riunioni. Lui sarebbe dovuto passare più avanti, l’Ichor era custodito nelle camere del Grande Sacerdote. Con il trambusto che si sarebbe creato nessuno avrebbe pensato a  Death Mask. Le dodici case erano superate, ora doveva raggiungere le camere interessate. Si nascose nell’ombra. Un’esplosione venne dalla Sala delle riunioni e Shion uscì dalle sue camere per correre verso il luogo dell’esplosione. Perfetto. Cancer entrò furtivo e dopo aver girato un po’ lo trovò: una coppa d’oro su un piccolo altare. Prese un contenitore da sotto il mantello e lo riempì con il liquido rosso. Il sangue degli dei. Ora poteva andarsene e non gli rimaneva che sperare che i le due fazioni si distruggessero a vicenda. Cosa altamente probabile, dato la forza di entrambi. E comunque, anche se qualcuno fosse sopravvissuto, il sangue degli dei gli avrebbe dato forza necessaria per sconfiggere l’avversario. Naturalmente il suo pensiero era che ce la facesse uno dei cavalieri d’oro; dava già per spacciati gli sventurati che sarebbero finiti al Palazzo d’Ombra. Come si dice…tra i due litiganti il terzo gode. E mentre Erebo e cavalieri si scannavano, lui trionfava. Corse via appena in tempo, il varco sopra le dodici case si stava aprendo…

 

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Sala delle Riunioni. Sei uomini erano distesi a terra privi di vita; davanti a loro Shaka aveva ancora il braccio alzato. Dietro di lui Angela tentava di formulare un pensiero completo mentre Isabel fissava i cadaveri dei sicari. I suoi sicari. Una goccia di sudore freddo le solcò la fronte. Il tempo di un instante e Shion fece irruzione nella Sala; si guardò intorno, poi il suo sguardo cadde sulle vittime di Shaka.

-Cosa è successo???- chiese senza rivolgersi a nessuno in particolare.

-Non si preoccupi Grande Sacerdote, non c’è più pericolo. Hanno cercato di assassinare lady Angela.- rispose in tono pacato Shaka

-Come “cercato di assassinare”?!?!?!- Shion era decisamente meno calmo. Forse perché la situazione stava precipitando, forse perché i suoi occhi cercarono automaticamente quelli di Isabel, forse perché per la prima volta, dopo tante battaglie, temeva il peggio. Temeva che qualcosa gli sfuggisse di mano. E il buco nero che si stava aprendo  sopra le dodici case indicava che la situazione non gli stava sfuggendo di mano, ma era totalmente fuori controllo.  Shion alzò la testa di scatto e con lui anche gli altri presenti: qualcosa nell’aria stava cambiando. Era diventata più pesante. Shion fece appena in tempo a guardarsi attorno un’ultima volta quando all’improvviso qualcosa lo trascinò via. Sentì la terra mancare sotto i piedi e l’oscurità attirarlo in un vortice. Il tempo di un battito di ciglia, e si ritrovò davanti alle porte di un nero cancello. Vicino a lui c’erano Shaka, Angela e Isabel.

-Angela! Tutto bene?-

-Si Shion, dovrei essere tutta intera…Grazie Shaka.- disse mentre il cavaliere della Vergine l’aiutava ad alzarsi.

-Isabel…?- disse guardandosi intorno Shion.

-Si…ci sono…- Isabel uscì da un cespuglio piena di foglie e rametti. Se avesse potuto, avrebbe incenerito con lo sguardo il cespuglio già mezzo secco di suo.

-Benvenuti nella mia umile dimora.- disse forte una voce femminile. Aveva una voce profonda per essere di una donna, con un retrogusto caldo e malvagio. La sua voce risuonava in tutto il palazzo ed i dintorni arrivando fin fuori.

-Ma prego, entrate.- e dette queste parole i cancelli si aprirono mostrando un cortile di vegetazione che emanava oscurità da ogni foglia. Una strada di pietre portava al cancello principale che li aspettava socchiuso poco lontano. Che altro potevano fare? Si incamminarono. Stavano vicini, pronti a scattare al minimo rumore. I cosmi di Shaka e Shion erano pronti ad esplodere, gonfi e minacciosi formavano come una barriera invisibile. Shion spinse il portone che, contrariamente ai tipici film di paura, non scricchiolava. Certo l’interno non era rassicurante… Il marmo bianchissimo rifletteva le pareti scure alle quali erano affisse teste di uomini e animali. “Sull’arredamento ho da ridire”…pensava schifata Angela. Anche se Shaka aveva ancora gli occhi chiusi girava la testa come per guardarsi intorno, mentre Shion guardava un po’ preoccupato Isabel che sembrava sul punto di vomitare. Sulla destra vi era una grande scalinata che portava al piano superiore e in cima una dama si accingeva a scendere. Aveva un lungo abito grigio con delle piume a coprirle il collo. Era bellissima. Scendeva aggraziatamente le scale, senza fretta, finché non arrivò alla fine.

-Vi do il benvenuto al Palazzo d’Ombra, dimora mia e del mio consorte.-

“Notte…”

-Un arredamento di pessimo gusto.- esordì Shion. Notte rise:

-Non tutti apprezzano, dipende dal punto di vista. Tuttavia non siamo qui per discutere della tappezzeria…-

“Non l’avrei mai detto…”

-Ne sono certo. Perché ci avete portato qui?-

“Chissà perché Shion, ma ho l’impressione che questa domanda avresti potuto risparmiartela”

-Oh, la questione è molto semplice: mi diverto un po’ e poi vi uccido.-

-Io credo che sia un po’ più complicato…anche perché qui nessuno ha intenzione di farsi uccidere.-

“Come fanno a parlarne così “serenamente”? No, dico, si rendono conto che parlano della facilità con cui potremmo essere uccisi? Tipico discorso da politici…ti distruggo davanti ad una tazza di thè…bah!”

-Mpf, a quanto pare la giovane Atena pensa che ci stiamo dilungando troppo a giudicare dalla sua faccia.- disse Notte guardando Angel che fu bruscamente portata via dai suoi pensieri –Perciò diamo inizio alle danze!- Alzò le braccia e dietro di lei il muro scomparve lasciando spazio ad una distesa immensa. Sembrava un posto incantato e bellissimo, ma cosa ci faceva in quel posto di morte?

-L’oscurità cela molte cose; verità, storie, segreti…e illusioni. Ne ho dedicata una ad ognuno di voi, ma fate attenzione, i vostri avversari sono molto reali.-

-Illusioni? Mpf, non penserà di ucciderci con così poco?- Shaka aveva una vena di derisione nella sua voce. Avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque.

-Come osi misero mortale…ne ho anche per te! Voglio vedere come se la caverà la signorina – disse con un cenno della testa verso Angela –senza la sua guardia del corpo!-

Shion scattò in avanti, il cosmo che bruciava, ma quando colpì Notte questa svanì.

-Grande Sacerdote, ho l’impressione che questa sia già un’illusione…- disse Shaka. Isabel invece non diceva una parola, ne accennava a far nessun movimento. Se ne stava imbambolata, pallida e con la bocca semiaperta.

“Forse il suo cervello è in tilt…ihih…no, alt! Che diavolo vado a pensare in questo momento?!?! Devo rivedere le mie priorità di pensieri! Ora devo pensare a come uscirne…”

-Shion…- ma quando Angela lo cercò con lo sguardo sia lui che gli altri stavano svanendo.

-Ma che diamine sta succedendo?!!?-

-Angela!!! Milady!-

Era inutile che cercassero di corrersi incontro, non si muovevano.

“Perfetto…adesso sono sola…davvero perfetto…”

Angela si guardò attorno. Tutto sembrava come quando erano entrati, il che non era certo una buona cosa.

“E adesso? Non posso certo starmene qui. Okay, proviamo da quella parte. In alto gli animi e forza ai cuori! Qualcuno verrà a prendermi. Prima o poi…no, questo lo tolgo.”

Angela si guardò intorno un’ultima volta e decise di andare verso una porta che prima non aveva notato. Era nera, come se avessero cercato di mimetizzarla con la tappezzeria altrettanto scura. Fu allora che le venne in mente il titolo di un film…com’era? Ah si, “Non aprire quella porta”…Girò la piccola maniglia. Raccogliendo tutto il suo coraggio e al grido di “Tanto peggio di così…!!!”, l’abbassò e l’aprì. Sembrava vuota. Sembrava. Entrò circospetta, il cosmo che le scorreva sotto la pelle, la tensione le faceva sembrare rumoroso anche il suo respiro. Camminò attaccata al muro, nei film lo facevano sempre. Dall’altra parte c’era un’altra porta, poteva farcela. Ad un certo punto sentì qualcosa  toccarle la spalla. Paralisi. Era in un castello di illusioni appartenente ai suoi nemici e adesso qualcosa le toccava la spalla…

-Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhh!!!!!!!!!!- delle radici spuntate dalle pareti la stavano afferrando. Il cuore batteva forte e il respiro si faceva più veloce. Si guardò intorno: tutto era diventato un ammasso di radici vive.

-E va bene! Se volete la guerra sarà peggio per voi!!- il cosmo cominciò a circondarla, dorato e brillante. Si chiuse in una barriera di puro cosmo e adesso doveva solo ricordarsi tutte le idee che aveva maturato nel tempo in cui era stata al Santuario e nei sogni di tutta una vita e metterle il pratica. Con tutti i manga che aveva letto!!!

“Ragioniamo…cosa temono le piante?…Il fuoco!”

Cominciò a scaldare il cosmo intorno a se e le radici cominciarono a ritirarsi intimorite.

“Ce l’ho fatta?”

-Sei riuscita a spaventare le mie radici, mi complimento. Sai usare la testa.-

“E te pareva…” -Buon giorno…-

-Dubito che per te sarà buono.- davanti a lei un uomo con un’armatura nera e l’aspetto non molto rassicurante aveva fatto la sua comparsa ad effetto. Al centro aveva una maschera incastonata nell’armatura.

-Suvvia, non può prendersela con una gentile donzella! E senza armatura per giunta!-

-Se vogliamo dirla tutta non mi sembra proprio una donzella indifesa…lei non è una dea? Atena poi di indifeso ha proprio poco. Il tuo giovane cosmo in procinto di esplodere in tutta la sua infinita forza contro il mio esperto di cavaliere…-

-Prima di morire posso almeno sapere come ti chiami?- chiese un po’ brutalmente Angela “anche se a rimetterci le penne sarai tu…”

-Oh perdonatemi! So chi siete voi ma io non mi sono presentato: sono Lyonel della Mandragola. E adesso…senza rancore eh...-

“Credo di avere un problema…” Lyonel alzò il braccio e al suo ordine le radici si levano come tanti tentacoli “…a ben rifletterci credo di avere un enorme problema.”

-P-parliamoneeeee!!!!!- gridò Angela schivando delle radici spinose

 

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Shion aveva tutti i nervi possibili ed immaginabili. Non aveva proprio voglia di giocare, avrebbe disfatto quella stupida illusione in men che non si dica. Si trovava nel posto apparso dietro Notte ma non vi sarebbe rimasto a lungo. Cominciò a gonfiare il suo cosmo, pronto a farlo esplodere nel tentativo di uscire da quella trappola, ma non fece in tempo. Un uomo con un’armatura bianca e nera, come i due vice che avevano seguito Erebo in battaglia, lo attaccò alle spalle.

-Quale onore battermi contro il Grande Sacerdote…-

-Io invece chi ho l’onore di sconfiggere?-

L’uomo rise buttando indietro la testa, sinceramente divertito.

-Ma quanta sicurezza nella tua voce! Comunque io sono Orida della Croce del Sud.-

Shion strappò la veste bianca in dotazione al Grande Sacerdote e sotto un’armatura scarlatta risplendeva pronta a proteggere il suo portatore.

-Questa sarà la tua tomba!- Orida si scagliò in avanti e subito lo scontro iniziò. Scontri violenti, senza esclusione di colpi. Il paesaggio circostante fu in poco tempo ridotto ad un campo di battaglia con fossati e terra.

-Mpf, non male…ma adesso si fa sul serio.- e un ghigno malefico illuminò il volto di Orida.

 

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Shaka era al centro di un labirinto. Le pareti di siepe erano alte fino a superare le nuvole. Virgo era il tipo che si armava di pazienza e si metteva a percorrere un labirinto cercando l’uscita? No di certo. Lui optava più per “sfondare le pareti”. Alzò una mano davanti a se e vi concentrò una certa quantità di cosmo. Fu un attimo ed una frusta nera squarciò la terra. Ma non è facile uccidere il cavaliere della Vergine

-E bravo! Nessuno può vantare di essere sfuggito alla mia frusta!-

-Altrettanto bravo non devi certo essere tu, se hai necessità di attaccare i nemici alle spalle per vincere.- disse con una vena di irritazione Shaka.

-Tu, brutto…ti accorgerai che non si scherza con Gero dello Scudo!!!-

-Mpf, inchinati e venerami insetto!-

Si, Virgo è sempre Virgo…

 

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-Suvvia lady Isabel, non faccia la timida, venga fuori.- una donna con i capelli biondi e gli occhi rossi si stava divertendo un mondo. Isabel un po’ meno. Si trovava in una foresta e se ne stava rannicchiata dietro un albero pregando in tutte le lingue che conosceva.

-Milaaaaadyyyyy, venga a giocare con me!!!-

-Giocare…questa è completamente pazza!!!- bisbigliò tra se Isabel

 

 

 

Note d’autrice

 

E finisce così un altro capitolo…spero vi sia piaciuto!!! Ho fatto anche più attenzione, ma dei miei occhi non c’è mai da fidarsi troppo. Passo il giorno dalla televisione al computer e già sono una talpa di mio, quindi…alla fine faccio casini, ma questo non mi giustifica, s’intende! Quello di dimenticarmi parole (si Gufo_Tave, hai detto giusto) l’ho sempre avuto. Anzi, è andata bene. Prima mi dimenticavo pezzi interi di frasi, sembravo pazzaXD.

Signori miei, aspetto le  vostre recensioni che sono l’unica cosa per cui continuo a scrivere. Grazie anche a chi legge e mi ha aggiunto ai preferiti!!! Vi voglio bene, Kiss

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Capitolo 10
*** Coraggio ***


Coraggio

 

 

 

-Andiamo Milady! Non  è il caso di farne una tragedia! Faccia la brava e si faccia uccidere senza troppe storie.-

-Brava un cavolo! E ammazzati tu!- rispose a tono Angela. Quel Lyonel le stava veramente facendo saltare i nervi, o forse è di per se il concetto di morire che rende nervosi. Le pareti erano distrutte. Tutto era coperto da radici spinose, alcune annerite, altre sanguinavano. Si, quelle “ferite” perdevano sangue e si contorcevano. Sembravano vive. Tanti aghi di cosmo dorato trafiggevano tutto quello che incontravano sulla loro strada ed una radice arrivò in faccia ad Angela. Cadde a terra con gli occhi socchiusi; sentiva muoversi tutto sotto di lei. Tante piccole spine la perforavano ovunque facendo cadere goccioline di sangue. Scosse appena la testa. Cercò di alzarsi, ma il vestito le intralciava i movimenti. Lyonel la guardava serio e le radici aspettavano l’ordine del padrone per dare il colpo di grazia. Angela lo guardò dritto negli occhi, poi prese un lembo del vestito e lo strappò. Lo accorciò a poco più in giù del ginocchio e si alzò in piedi guardando il suo avversario.

-Ti rialzi…ma non servirà. Le spine sono velenose, prima ti paralizzeranno, poi ti uccideranno poco alla volta. E’ una tecnica che da una possibilità al nemico; arrenditi e avrai salva la vita.- Lyonel era terribilmente serio, sembrava provare compassione per quella ragazzina alta meno della metà di lui. Eppure lo guardava con l’aria di una sopravvissuta alla seconda guerra mondiale, lo fissava con dei grandi occhi nocciola.

-Arrendermi?- “Arrendermi?”

-Non c’è niente di disonorevole nell’accettare una sconfitta. Riconosci la tua sottomissione e avrai salva la vita.-

“Vorrei fuggire, devo farlo prima che sia troppo tardi. Ma allora perché non mi muovo?” Abbassò lo sguardo alle sue gambe, sembravano pietrificate. “Mi basterebbe dire un semplice “si”,ma allora perché la mia bocca rimane chiusa?” Stava per morire, perché allora il suo corpo rifiutava l’offerta di Lyonel? Poteva salvarsi, perché allora qualcosa le impediva di farlo? La parte dell’inconscio che più volte le aveva impedito di fare qualcosa che voleva fortemente. Le aveva impedito di fare qualcosa di cui poi si sarebbe potuta pentire amaramente…anche adesso la stava fermando. Voleva dirle di alzare il culo e combattere per una volta nella sua vita?  Che stavolta non avrebbe dovuto abbassare la testa? Perché non riusciva neanche a muovere la testa. La teneva dritta. “Ma avrò il coraggio? Con che coraggio gli potrei dire di si? Proprio mentre tutti gli altri che mi venerano come una dea si stanno facendo in quattro? Con che coraggio potrei poi guardarli? Ho pregato, implorato di avere questo ruolo. Il mio sogno, ecco cos’era. Il sogno di tanti che io ho realizzato. E sto anche a pensare cosa rispondergli.”

-No.- Si l’aveva detto

-Come…?-

-Vai a quel paese.-

-Io la possibilità te l’ho data…-

Si, mi hanno dato la possibilità di essere qualcuno. Mi hanno dato un sogno, l’occasione di riscattarmi.  Mi hanno dato fiducia i cavalieri e adesso combattono la fuori con me e per  me. Nessuno mi porterà via il mio sogno, lo stesso che ho desiderato con tutta l’anima! Che ho aspettato, sognato e pianto! Non me lo porterai via!!!”

-Non me lo porterai via!- Una forte luce le invase il  corpo. Lyonel le scagliò contro le sue radici, ma vennero incenerite da quel fuoco dorato.

-Che diavolo è successo?!?! Dovresti essere già paralizzata!-

-Paralizzata? Eppure non mi sono mai sentita così viva!-

Lo scagliò contro il muro di piante e la maschera cominciò a piangere. Era il pianto di un bambino, inquietante e irritante. Spaccava i timpani. E più Angela attaccava, più quella piangeva.

“Perché? Perché piange? Perché mi sento in colpa a colpirla? Perché è come se colpissi lei e non il suo padrone? E cos’è questa tristezza?”

-Ti sei distratta!- le urlò Lyonel scattando in avanti e assestandole un pugno nello stomaco. La buttò di nuovo a terra.

“Rialzati! Questo è il TUO sogno! Non fartelo scappare, non questa volta!”

-E’ la tua fine Atena…- le disse Lyonel buttandosi su di lei. Dalla maschera uscì un coltello pronto per trafiggerle il cuore. Lo afferrò. Lo prese con una mano, un gesto disperato eppure consapevole.

-No Lyonel  della Mandragola, è la tua fine.- Strinse più forte la lama e il sangue scese più veloce. Lo avvolse col suo cosmo; la maschera continuava a piangere. L’avvolse con il suo cosmo, ma non carico d’odio e rancore, ma di dolcezza e tranquillità. Come si fa con i bambini, calmò quel pianto e lo zittì. Poi arrivò sotto l’armatura e colpì direttamente il cavaliere. Lyonel strabuzzò gli occhi, incredulo. E dopo poco cadde di lato. Angela si guardò intorno: il corpo di Lyonel era scomparso insieme all’illusione. Ma il suo avversario, quello era stato reale, ed Angela ne era più che sicura. Si guardò la mano, i tagli della lama sanguinavano. Prese uno pezzo di vestito e bendò alla meno peggio la mano; era strano come si sentisse in un film ma fosse tutto così reale.  Si alzò.

“Io…ce l’ho fatta. Non sono scappata, ho…combattuto!” Sentiva dolori dappertutto, ma la felicità di avere, per la prima volta della sua vita, fatto vedere che lei poteva essere qualcuno le dava la forza di strare in piedi. Lei, che nella sua vita si era sempre sentita una nullità, finalmente stava combattendo per il suo sogno.

“Aspettami Notte, sto arrivando…spero che gli altri stiano tutti bene.”

 Era tornata nel salone, chissà perché qualcosa le diceva che doveva salire le scale.

 

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Il piano di sopra era simile a quello di sotto, ma al centro c’era un trono. Anzi due. Ma su di uno una sagoma nera sorrideva.

-Ma bene! E’ arrivata la terza…-

“Terza? Ci vede triplo???”

 -Lieto di vederti Angela.- esordì da un angolo Shion. Vicino a lui anche Shaka si fece vedere. Aveva gli occhi aperti, dei bellissimi occhi azzurri.

-Shion..Shaka…- Angela si sarebbe messa a piangere dalla felicità. I due le si avvicinarono, guardandola con aria tra il preoccupato e il felice, per poi guardare Notte.

-Dov’è Isabel?- domandò Shion. Notte rise.

-Sembra che stia giocando a nascondino…-

“Pfff…me la posso immaginare “milady” senza nessuno che le salvi il collo. Però…neanche lei si merita questa fine.”

-Ora basta giocare, dovrai vedertela con me.- si fece avanti Shion.

Shaka invece si avvicinò ad Angela e le mise una mano sulla spalla per tirarla un po’ indietro.

-No Shion, tu devi ancora vedertela col tuo avversario. Non pensare di avere vinto se non sei sicuro della morte del tuo avversario. –

-Infatti Grande Sacerdote, la mia signora ha ragione.- disse Orida uscendo da chissà dove. La sua armatura era distrutta in alcuni punti. Piccoli rivoli di sangue gli coprivano una pelle chiarissima. Adesso che l’osservava, anche Shion aveva delle ferite. E la parte dell’armatura che doveva ricoprire il braccio sinistro era distrutta.

-Ancora tu!-

-Per la tua felicità.- e senza aspettare una attimo di più gli si scagliò contro. Shaka prese al volo Angela e la portò in un angolo. I due cavalieri erano finiti al piano di sotto, ma i potenti colpi facevano tremare il pavimento e i muri.

-E adesso siete rimasti solo voi…- disse sorridente Notte.

-No, non sono soli!- una voce conosciuta si fece sentire.

-Saga!- esclamò Virgo.

-E non solo…- sussurrò  Angela guardando dietro al cavaliere dei Gemelli.  Altre armature dorate splendevano dietro di lui.

-Purtroppo non ci siamo tutti, alcuni di noi si sono dovuti trattenere con i nostri “amici”.-  Sembravano  impolverati e feriti ma ancora avevano un portamento fiero e sicuro.

-Ma…come…come diavolo avete fatto?!?!?! Maledetti!-  Notte si alzò in piedi furiosa.

-Se cerchi tuo marito dovrai andare a recuperarlo all’ufficio rottami. Anche perché Shura, Aldebaran, Mur e Aphrodite gli stanno tenendo una buona compagnia.-

-C-come avete osato! Siete solo dei minuscoli insetti!-

-Peccato che ad essere schiacciata sarai tu…- commentò Milo. Shaka si unì a loro.

-Mpf, non è finita. In confronto al mio potere quello di Erebo è niente!- Si alzò, il viso contratto in una smorfia e una evidente furia crescente. Il castello con tutti i dintorni cominciò a tremare e non per i colpi di Shion e del suo avversario.  Fulmini neri mettevano a dura prova le pareti di pietra. I cavalieri non si dilungarono oltre in chiacchiere e attaccarono uno dopo l’altro. Vennero tutti clamorosamente respinti. Poi provarono di nuovo, questa volta insieme, ma a forza di Notte era pazzesca.

-Adesso non fate più gli spiritosi, eh?-

Aiolos stava per dare fondo a tutte le sue forze, ma Angela gli mise una mano sulla spalla.

-No.-

-Mi…milady? No cosa?-

“Sono le nostre scelte a renderci diversi da chi non vogliamo assomigliare. Ho tanto disprezzato Isabel, ma se adesso li mando a morire non sarò migliore di lei. Forse se bruciassi tutto il mio cosmo…dopotutto la luce fa sparire il buio, no? E se anche muoio, me ne andrò a testa alta. Per una volta nella mia vita avrò combinato qualcosa di buono.”

-Ci penso io.-

-Come???- Aiolos la guardava perplesso.

-Ho detto che…adesso è il mio turno.- la voce di Angela era un po’ strozzata. In fondo l’idea di buttarsi tra le braccia della morte non le andava molto a genio, ma per una volta, almeno una nella vita, voleva seguire il proverbio “Meglio un giorno da leoni che cento da pecora.”

Sul viso di Aiolos apparve l’ombra di un sorriso malinconico:

-Sei sicura di quello che fai?-

“No”  –Si.-

Si guardarono negli occhi e questa volta Angela non distolse lo sguardo.

-Voi avete già fatto abbastanza ora tocca a me. Lasciami passare.-

Sagitter le posò le mani sulle spalle:

-Noi saremo con te.-

“E darete fondo a tutte le vostre forze nel tentativo di difendermi o salvarmi? No…con me non ci saranno le stragi che ci furono con la precedente dea.”

Anche gli altri si avvicinarono ma non fecero in tempo a dire una parola, che si ritrovarono chiusi in una sfera dorata. La luce era forte e intensa, quasi non riuscivano a vedere all’esterno. A nulla servirono i tentativi per liberarsi o le animate proteste; Angela aveva preso una decisione e non sarebbe tornata indietro.

“Non è difficile quello che devo fare…ma è difficile trovare il coraggio.” Si inginocchiò come in preghiera. Notte davanti a lei. L’oscurità davanti a lei. La morte dietro di lei con la falce levata…

 

 

Note d’autrice

 

Si lo so lo so, ci ho messo un’era per aggiornare, ed il capitolo non è neanche tanto lungo. Ci ho messo tanto perché questa storia mi sfianca, non so perché. In teoria doveva essere più lungo ma…non ho avuto il cuore di scrivere la fine. Sapete, quando una storia nasce all’inizio sono io a scriverla ma poi continua da sola. Io la batto e la pubblico. E’ come se crescesse indipendente.

Ma adesso la storia è arrivata ad un bivio: Angela muore o si salva? Potrebbe salvarsi grazie a…no, questo non posso dirlo. Ma potrebbe anche morire se il motivo della sua salvezza agisse troppo tardi. Una morte da eroina o una vita si da eroe, ma non con un finale altrettanto ad effetto? Datemi una mano a decidere…(se ci sono errori perdonatemi, ma è difficile scrivere con un computer che ogni tanto chiude il lavoro e certe volte neanche lo salva. Quindi scrivo in fretta sperando non mi chiuda Word e non rileggo)

Grazie a tutti, non pensavo che questa storia avrebbe avuto successo. Ma i ringraziamenti in grande stile saranno nel prossimo capitolo, Kiss!!

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Capitolo 11
*** La fine ***


La  Fine

 

 

“In fondo la morte non è poi così spaventosa…” Brucia il cosmo di Atena; brucia il cosmo di Notte. Due dee, entrambe con dei validi motivi per sacrificarsi pur di annientarsi a vicenda. Notte, signora dell’oscurità, ha perso il suo compagno Erebo, il suo esercito è stato sconfitto, ma lei sarebbe caduta a testa alta. Ma soprattutto non da sola. Se lei fosse morta anche la dea a lei avversa sarebbe dovuta morire. Atena sarebbe scesa all’inferno con lei. Quanta forza ha qualcuno che non ha più nulla da perdere? Dall’altra Atena, ma non solo. Angela. Non è solo una dea quella che sta cercando di eguagliare lo splendore del Sole, è anche una ragazza, una donna, un essere umano. E le lacrime che adesso le rigano il volto non sono simbolo di debolezza, ma di umanità. “Di più, di più…” Brucia Angela, per l’adolescenza che non ha mai potuto vivere; brucia Atena per i sorrisi che i cavalieri le hanno dedicato quando è arrivata al Santuario; splende Angela per il sogno a cui mille volte si è aggrappata di notte per non cadere nella disperazione; splende Atena per la dedizione con cui i cavalieri si sono presi cura di lei; diviene luce Angela, per proteggere la felicità che solo al Santuario ha trovato, e che per tutta la vita le è stata negata; diviene luce Atena, perché è il momento che la dea salvi i suoi cavalieri. Tutto bruciò, persino la pietra si dissolse e solo la barriera creata da Angela poté consentire di sopravvivere ai cavalieri. “Cos’è…? Cosa sono questi nuovi cosmi? Di chi sono le mani sulle mie spalle? Emera…riconosco il tuo cosmo…” -Siamo con te.- la voce di Etere le arrivò come un sussurro. Adesso non era più sola, adesso con lei c’erano la luce del cielo ed il giorno.

Notte scomparve: di lei non rimase nemmeno la polvere. Avevano disintegrato il rifugio di Erebo e Notte, ce l’avevano fatta! Fu in quel momento che il cosmo venne meno, che le forze svanirono e l’oscurità occupò la vista di Angela. “Non respiro…sto morendo? Eppure è così dolce andarmene così...” Riconobbe sotto di se il liscio pavimento della Sala delle Riunioni e voci confuse la chiamavano con insistenza. Poi tutto divenne silenzioso. Si addormentò, forse per sempre, con un sorriso tirato sulle labbra.

 

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-Si sta svegliando!-

-Sssssshhh, abbassa la voce!-

-Insomma, state zitti! Guardate, le sta cambiando l’espressione…-

-E sicuramente non sarà migliore di quella che ho di solito…- completò Angela aprendo un occhio.

-Milady!!!!- Aldebaran la stritolò in un abbraccio. Ci mise qualche secondo per capire dov’era e ricordarsi l’accaduto. Si trovava nella sua camera, e solo poca luce illuminava i volti di Aldebaran, Shion, Shaka, Milo e Saga. “Non sono morta…?” Aprì la bocca per chiedere, poi si sentì estremamente stupida. Se era li, ovvio che era viva. La richiuse.

-Aldebaran, non soffocarla! Non riesce neanche a parlare!!- lo rimproverò Shion “Faccio fatica a fare un pensiero completo…devo riuscire a chiedere” -Ngh?-

-Come…?- domandò Saga avvicinandosi

-Cosa è successo?-

-Riassumendo hai abbattuto Notte, liberato Emera e Etere dalla prigione in cui erano state rinchiuse per il loro tradimento, hai salvato il mondo, e sei morta per un minuto e quaranta.- spiegò Milo. La faccia interrogativa di Angela fece scoppiare tutti a ridere.

-Milo vuole dire…- e Shaka le raccontò tutto per bene, e non con la sintesi del cavaliere dello scorpione.

-Quindi Emera e Etere sono sempre state con noi e non hanno esitato a bruciare i loro cosmi…-

-Si.- rispose Shion

-E prima che mi raggiungessero, Death Mask a dato loro una piccola boccetta contente dell’Ichor…-

-Si.-

-In questo modo con il sangue degli dei, mi avete riportata in vita. In poche parole devo la vita a…Cancer?-

-Quale ironia…-

-Non essere amareggiato Saga, l’importante è che Angela sia salva. Chi l’abbia salvata non ha importanza.- intervenne Aldebaran con tono solenne.

-Shion ha ragione, tuttavia…davvero non riesco a dare spiegazione al gesto di Death Mask.- disse Shaka ragionando tra sé e sé

-Nessuno ci riesce Shaka.- Angela guardò lo spiraglio di finestra lasciato scoperto. Vedeva il cielo azzurro, nessuna nuvola lo copriva. “Le azioni che Cancer ha commesso fino ad ora ci sono state incomprensibili fino alla fine. Pensavo che ogni tassello del puzzle fosse andato finalmente al suo posto...e adesso questo. Ha dato ad Emera ed Etere un po’dell’Ichor che ha rubato e adesso sono viva grazie a lui. Cosa diavolo gli frulla in testa? E’ davvero la persona più imprevedibile e…e…è idefinibile!!!”

 

 

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In una parte imprecisata del mondo un uomo incappucciato e con un sorriso da presa in giro guardava il cielo. -S’è salvata…ma si, ho fatto bene. Io ho tutto il resto dell’Ichor dopotutto e in questo modo gli altri cavalieri (sono sopravvissuti tutti. Nda) mi lasceranno in pace. Sarebbe stato seccante averli tutti alle calcagna. – disse tra se Cancer –E adesso, via!-

 

 

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-Lady Isabel!- gridò un bambinetto di circa sei anni da fuori una casetta di legno

-Si, arrivo piccolo.-

-I bambini la adorano lady Isabel, non sono molti i ricchi che vengono fin qui a fare il volontariato.- disse una donna in jeans e una croce rossa sulla camicia –Cosa l’ha spinta fin qui, in Africa?-

-Ci sono colpe che i soldi non possono cancellare.-

La donna la guardò interrogativa, ma Isabel uscì dalla tenda con una cassa di pane troncando l’argomento.

 

 

 

 

Note d’autrice

Signori e Signore, finisce così la nostra storia. So che alcuni non hanno apprezzato lo spodestamento di Isabel, ma non potevo togliermi questo gusto. Inoltre ho un conticino in sospeso personale con la nostra Isabel…ma questa è una questione di simpatie dei personaggi da parte dell’autrice. Abbiamo tutti antipatie, no? Ma adesso passiamo ad altro…Non mi aspettavo che “Gold Saint true heroes” avrebbe avuto successo, o almeno non così tanto (è la mia fanfic che ha avuto più “successo”) e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. Inutile dire quanto io vi sia grata, è grazie a voi lettori se ho portato avanti questa storia. Vi sembrerà stupido, però mi affeziono a chi recensisce e ogni volta mi aspetto di vedere il suo nome in una nuova recensione. Vi sento un po’ come “gli amici di EFP”. Anche il numero di persone che l’hanno messo tra i preferiti mi ha fatto fare i salti di gioia. E il numero di letture non è certo indifferente, dunque ringrazio anche chi si limita a leggere. Insomma, non vi sarò mai abbastanza grata per il tempo che avete dedicato alla mia storia.

Vi voglio bene,

oOoVirginiaoOo 

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