Roba da far sognare

di Erbacea
(/viewuser.php?uid=208351)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Citazione numero uno. ***
Capitolo 2: *** Citazione numero due. ***



Capitolo 1
*** Citazione numero uno. ***


Fingere, fingere e fingere. Perché in questo mondo per poter andare avanti bisogna saper fingere? Ormai in natura vince il più bugiardo. Quello che non ammette di star male, che trattiene la lacrima e finge un sorriso. Vince quello che sembra un ragazzo divertente, che fa battute per tutti, ma che se lo osservi ancora meglio capiresti che è il primo a chiedere in silenzio di fare una battuta per tirargli su il morale. Se solo osservassi il prossimo e non lo guardassi e basta. Perché tra osservare e guardare c’è una bella differenza. Si guarda per non inciampare, per non calpestare la coda del gatto che ti sta facendo le fusa; Invece si osserva un paesaggio, una città vista dall’alto e piena di luci, o addirittura le luci che hanno le persone negli occhi, i paesaggi che le persone possiedono dentro. Quelli nessuno si sofferma ad osservarli, perché sono tutti abituati a fingere di stare bene e facendo così non si preoccupano nemmeno di ciò che succede intanto nel mondo reale. Non si accorgono nemmeno che il tempo passa e che così invecchieranno con la speranza di aver fatto un buon lavoro, da premio oscar.    

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Citazione numero due. ***


La storia è fatta per essere studiata e poi amata, dicevano le mie maestre. E se la mia, di storia è stata una merda? Sapete, care maestre sulle mie braccia si sono svolte battaglie sanguinose, proprio come quelle della storia che mi facevate imparare a memoria a scuola. Ma sta volta senza fanteria né colonnelli. Una lotta tra lama e pelle nuda, proprio come quella tra un leone e la sua prossima vittima. Vogliamo continuare con le similitudini? Bene. Io sono la vittima, ma non importa. Anche un bambino sa che il leone è il più forte. Ed è andata così, ma ancora: non importa. Dunque perché devo amare ciò che mi ha ridotto così? Perché continuate a buttarmi in faccia il fatto che la storia è storia? No, la storia è passato. Un passato remoto. Anzi, il mio passato remoto. Vorrei svegliarmi una mattina e gridare al mondo intero di avercela fatta. Voglio scordarmi chi ero. Perciò smettetela con le pappardelle a memoria. La storia è merda ed è tempo di tirare lo sciacquone.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2364365