the universe except us

di dolls_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Predictions ***
Capitolo 3: *** I'm Harry Styles ***
Capitolo 4: *** Persecution ***
Capitolo 5: *** Baby ***
Capitolo 6: *** Miall ***
Capitolo 7: *** Smile ***
Capitolo 8: *** Complicated girl ***
Capitolo 9: *** Only from firend ***
Capitolo 10: *** The favor following ***
Capitolo 11: *** On the tip of a knife ***
Capitolo 12: *** That guy it would make me go crazy one day or the other! I was sure. ***
Capitolo 13: *** It is from this that I realized ... ***
Capitolo 14: *** You aren't alone ***
Capitolo 15: *** The girls of X-Factor ***
Capitolo 16: *** I miss you, Louis ***
Capitolo 17: *** Louis is a golden boy ***
Capitolo 18: *** What makes you beautiful ***
Capitolo 19: *** This big magic love ***
Capitolo 20: *** Moment of pampering ***
Capitolo 21: *** Sweet ***
Capitolo 22: *** Sweetness personified ***
Capitolo 23: *** I can't believe that you're here ***
Capitolo 24: *** This is the moment ***
Capitolo 25: *** The universe except us ***
Capitolo 26: *** I can see the pain in your eyes ***
Capitolo 27: *** Your heart will love again ***
Capitolo 28: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


                                   Prologue                             
                                      
                                                       
Io e Giordana eravamo libere dalla scuola, il classico aveva fatto sciopero e noi ce la spassavamo in giro per la città, entravamo in qualche negozio, prendevamo un gelato, andavamo in piazza, una giornata per divertirci insomma. Eravamo vicino a una panineria quando li avvistammo. Camminavano in gruppo, due avanti e gli altri tre dietro, erano tutti e cinque di una bellezza straordinaria: uno biondo con gli occhi azzurrissimi, uno riccio con gli occhi verdi, un altro con i capelli neri e gli altri due mori. Ma non fu la loro disumana bellezza a far scappare un gridolino di gioia dalle labbra di Giordana. Loro erano gli One Direction, la boy band più amata del momento, qualsiasi ragazza avrebbe pagato per farsi fare un loro autografo!!!

-Oh my god! Cosa facciamo!? Ci andiamo!? Voglio un loro autografo! -
strillò la mia amica costringendomi a tapparmi le orecchie. Harry stava guardando il cellulare, Niall faceva lo stesso e gli altri si davano spintoni e ridevano allegri, probabilmente a qualche battuta di Louis.

- Chiara! Chiara! Per favore ci andiamo!? Dai voglio un loro autografo, fallo per me dai! - trillò di nuovo prendendo a saltellare su e giù. Non l’avevo mai vista così … così eccitata, se era la parola giusta. Non si era mai messa a saltare come una molla, neanche quando ci aveva raccontato del suo primo bacio. Nel frattempo i ragazzi entrarono nella panineria.

- Chiara? - mi richiamò lei scocciata smettendo di saltellare.

Mi girai verso di lei con un sorriso divertito notando la sua espressione seccata, le braccia conserte e il piede che batteva impazientemente per terra - Si? - domandai fingendo di non aver sentito.
 
- Entriamo per favore? Vorrei un loro autografo - puntualizzò.

- Oh, io non gli correrò dietro come se fossi una gallinella impazzita. Non mi va di passare per la fan sfegatata che fa di tutto per un loro autografo e poi viene dimenticata come tante altre che hanno fatto lo stesso - dissi
.
- Cosa hai intenzione di fare Chiara? -

- Oh, vedrai - risposi con un sorriso malizioso sulle labbra.
 
Entrammo in panineria. I ragazzi stavano prendendo le ordinazioni, io e Giordana ci avvicinammo al bancone centrale.

- Posso fare qualcosa per voi? - domandò cortese l’uomo dietro il bancone.

- Vorrei un panino wurstel, ketchup e maionese - risposi cordiale.

- Lo stesso per me - aggiunse svelta Giordana.  

Quando l’uomo si allontanò per cuocere i wurstel, la mia amica si girò verso di me.

- Non capisco dove vuoi andare a parare - sussurrò.

- aspetta e vedrai -

I nostri panini furono pronti prima di quelli dei ragazzi. Mi avviai verso l’uscita con lo sguardo indagatore di Giordana puntato contro. Cercavo di perfezionare il mio piano, Harry spostò un po’ la sedia in modo che sporgesse dal tavolo, perfetto. Mi avvicinai a loro e inciampai per sbaglio sulla gamba della sedia di Harry e sempre accidentalmente spiattellai il mio panino sul suo viso e sui suoi capelli.

Lui balzò dalla sedia e si tastò la faccia piena di ketchup - Maledizione! Ma sta un po’ più attenta! I miei capelli, adesso mi toccherà cercare un lurido bagno in cui andarmi a sciacquare la faccia! Maledizione! -sbottò incavolato. E da quando sapevano parlare italiano? Beh, tanto meglio.

- Scusa! Scusa! Non l’ho fatto apposta, sono inciampata, scusami! - urlai fingendo di essere realmente preoccupata.

- Lascia stare, è già tanto quello che hai fatto - sbuffò lui per poi tornare a sedersi mugugnando qualche altra cosa infastidito.

- Potete farmi un autografo - urlò un attimo dopo Giordana.

Louis estrasse una penna dalla tasca dei jeans e gli fece un autografo sul braccio destro, imitato subito dopo dagli altri quattro. Ma quei cinque viaggiavano sempre con la penna a portata di mano? Beh, dovevano essere abituati alle fan che chiedevano autografi.

- Tu non ne vuoi? - chiese Harry alzando un sopracciglio
.
- Non ne ho bisogno, grazie - sorrisi maliziosa e uscii dalla panineria.
 
Giordana mi seguì con le braccia piene di autografi - Sei terribile! - mi sussurrò.
 


























Hey! Ciao sono io! volevo scrivervi per dirvi che questa è la mia prima storia sui fantastici 1D (scusate se il testo viene tutto appiccicato, non era l'originale, ma non ho idea di come si faccia a staccare le varie parti) spero che il capitolo vi piaccia, più avanti diventerà davvero bello. Per favore mi lasciate una recensione? Una sola? Tanto per farmi capire che la storia piace, così posso continuarla. Grz per tutti quelli che lo faranno <3

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Capitolo 2
*** Predictions ***


Ciao a tutti!!! So che avrei dovuto aspettare almeno una settimana prima di pubblicare un nuovo capitolo ma le 55 visite mi hanno davvero sorpreso. Quello che invece non mi ha fatto piacere è stato non ricevere recensioni, però vi capisco perché il testo è venuto tutto appiccicato e fa anche schifo a leggerlo, ma il contenuto mi sembrava carino. Spero che al momento della pubblicazione non vengano saltati gli spazi e che il testo non risulti appiccicato. E che dire, spero che il capitolo vi piaccia <3!!!
 
Capitolo 1

Predictions
 
Eravamo all’uscita dello scientifico, aspettavamo che Monica e Serena uscissero per andare a pranzare. Giordana stava ammirando gli autografi che aveva sulle braccia, quando la campanella suonò. Ci scostammo dall’uscita un attimo prima che una mandria di studenti ne uscisse impaziente di tornare a casa. Serena ci raggiunse subito e ci salutò, pochi minuti dopo arrivò anche Monica, contenta di aver preso un buon voto in storia.

- Non potete immaginare chi abbiamo incontrato – cominciai.

- Laura e le sue amiche? Vi perseguitano anche quando c’è sciopero? Certo che sono proprio delle scocciature – disse Serena.

 Laura prendeva in giro me e Giordana chiamandoci secchione sfigate perché prendevamo dei buoni voti ma la verità era che era invidiosa perché noi avevamo i vestiti firmati come lei, che prima del nostro arrivo era l’unica a indossarne, ed era invidiosa anche del fatto che noi avevamo tanti amici, mentre lei aveva solo Karen e Medea.

- No, molto meglio che quelle stupide! – strillò Giordana riscuotendomi dalle mie fantasie.

- Malcolm e Lucas? Per caso c’era anche Nicolas con loro? – chiese Monica.

- No Mony, abbiamo incontrato i One Direction! – trillai felice di poter dare la notizia a una delle loro più grandi ammiratrici.

- State scherzando! – ci ammonì.

- Per niente - risposi estasiata.

- E non potevate fare una telefonata!? – strillò arrabbiata puntandoci il dito contro.

- Ma eravate a scuola! – esclamammo all’unisono io e Giordana. Avevo predetto che Monica si fosse arrabbiata perché non glielo avevamo detto prima.

- E che importa! Quando si tratta di loro –

- Mony, hanno un po’ ragione, ti avrebbero sequestrato il cellulare – la riprese Serena.

- Vi hanno fatto degli autografi? Vi siete fatte delle foto? – si arrese Monica.

Giordana allungò silenziosamente le braccia per mostrargli gli autografi dei cinque ragazzi. Poi Serena mi strappò il cellulare dalle mani alla ricerca di una foto.

- Io non ho fatto né foto né autografi, Sere – sentenziai.

- Come no? –

- Ha dato due di picche a Harry Styles – raccontò Giordana.

- No! Non puoi averlo fatto! Che ti ha chiesto? – strillò Monica stupefatta.

- Solo se volevo un autografo e io gli ho detto che non ne avevo bisogno – risposi tranquillamente.

- Scommetto che gli stavi morendo dietro – tentò di indovinare Serena.

- Senz’altro, ma non volevo che pensassero fossi una di quelle fan sfegatate che corrono dietro ai One Direction per un loro autografo, voglio essere ricordata – risposi.

- Forse si sono già dimenticati – disse Monica.

- Non subito, non dopo che ho sporcato Harry con il ketchup –

- L’hai fatto a posta? –

- Certo! –

- Sei terribile! Terribile! – mi rimproverò Serena.

- Ma dove li avete incontrati? – chiese Monica.

- Alla panineria vicino l’IperSimply – rispose Giordana.

- Ci andiamo? –

- No! Se sono uscita senza un autografo ci sarà un motivo – trillai.

- Ma non è giusto che voi li avete visti e noi non possiamo andarci –

- Andateci, io non vengo –

Giordana era indecisa se andarci o no ma alla fine mi tenne compagnia perché le sembrava brutto tornare da loro dopo esserci stata poco tempo prima, avrebbero capito fino a che punto era fissata con loro. Mi invitò a pranzo da lei, visto che poi i panini non li avevamo mangiati. Sua madre ci preparò la pasta alla carbonara, una delle speciali delizie che cucinava anche mia mamma. Dopo pranzo ci rintanammo in camera di Giordana ad ascoltare musica e chiacchierare, dopo pochi minuti mi squillò il cellulare. Risposi al volo, sapevo che erano Monica e Serena.

- Chiara siamo appena uscite dalla panineria – strillò infatti la voce di Serena al telefono.

- Avete le braccia piene di autografi? – domandai.

- E abbiamo fatto qualche foto, Harry era piuttosto in collera –

- E perché? –

- Perché i ricci gli erano rimasti tutti impastati di ketchup anche se li aveva lavati al bagno della panineria parecchie volte. Si è infatti rifiutato di farsi la foto perché “non erano i suoi capelli quelli e non voleva essere immortalato in una foto in quello stato” ha detto testuali parole –

- Lo ha fatto diventare un dramma –

- Ci ha detto che una ragazza è inciampata nella sua sedia e gli ha sporcato tutta la faccia con il suo “infernale panino al ketchup”! E poi non ha voluto neanche un autografo! –

Risi alla cornetta – Avete fatto buona conversazione oltre a questo? –

- Oh si! Ci hanno invitate a pranzare con loro dopo che li abbiamo praticamente investiti con le nostre richieste, ci hanno prese in simpatia e ci hanno chiesto dove andassimo a scuola –

- Che cattivi ragazzi, avrebbero potuto chiedere anche a noi di far loro compagnia a pranzo – scherzai.

- Un po’ l’uno Chiara, questo era il nostro turno! –

- Okay, non ti scaldare, stavo scherzando –

- Anch’io –

- Va bene, ora chiudo che Giordana vuole sicuramente sapere qualcosa, un bacio – dissi vedendo la diretta interessata annuire.

Le raccontai tutto quello che mi aveva detto Serena poi la salutai e mi avviai a casa a piedi. Mentre percorrevo la via di ritorno mi bloccai spalancando la bocca: Harry Styles stava attraversando la strada e si dirigeva a casa mia!
 
Ehilà! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ringrazio tutti quelli che sono arrivati alla fine di questa storia e quelli che recensiranno ( se ce ne saranno ) e anche quelli che hanno visitato questa pagina! Volevo informarvi di una mia altra fan fiction: sunset ( su Twilight) e che dire: un bacio a tutti, alla prossima! E buona befana!

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Capitolo 3
*** I'm Harry Styles ***


Capitolo 2
I’m Harry Styles.

 
Corsi verso il portone di casa ed estrassi le chiavi dalla borsa, avevo superato Harry di poco perché conoscevo una piccola scorciatoia. Lo vidi avvicinarsi sempre di più e squadrarmi con quei suoi magnifici occhi verdi.

- Ciao, scusa tu abiti qui? – mi domandò confuso.

- Ehm … si, posso aiutarti? –

- Ho sentito dire che qui c’era un appartamento in vendita, sai dirmi se è ancora disponibile? –

Come si era già scordato di me? Del panino che gli avevo spalmato in faccia? Che delusione. Uno fa tanto per essere ricordato e poi scopre che i suoi sforzi sono stati vani. Ehm … si Chiara concentrati, Harry Styles è qui che aspetta una tua risposta. Okay, sii disinvolta!

- Mi dispiace ma è appena stato acquistato da una coppia di russi, credo. Puoi dare un’occhiata alla palazzina accanto, c’è una casa vuota ma non so se è in vendita –

Brava ce l’hai fatta!

- Grazie –

Aprii il cancello e lo sostenni per far passare Harry, ancora non ci credevo, era proprio qui! In Sicilia, ai Santuzzi! Che bello! Beh, era davvero un miracolo, lui veniva da Londra, chi cavolo conosceva i Santuzzi a Londra?

Harry mi tenne aperto il cancello e mi dette la precedenza. Tirai dritto verso il mio palazzo, ma inciampai in qualche modo sui miei stessi piedi e sarei anche caduta se Harry non mi avesse prontamente afferrata per i fianchi. Divenni rossa come un peperone: Harry Styles mi aveva davvero presa per i fianchi!?

Mi girai per ringraziarlo e per la prima volta Harry entrò in contatto visivo con i miei occhi, incatenandoli nei suoi.

- Oddio! Sei quella del panino! – disse ridendo – Ti odio, sai? –

Si era ricordato finalmente!

- E perché? Io non ho fatto nulla – risposi.

- Come no! Mi hai rovinato i capelli, guarda che schifo! Li ho dovuti lavare più di … non so quante colte li ho lavati! Troppe –

- Ti ho già chiesto scusa –

- Comunque, io sono Harry Styles, piacere –

- Lo so già chi sei –

- E tu ..? –

- E io sono in ritardo e dovrei tornare a casa altrimenti mia madre si arrabbierà sul serio –

- Ma dai, per un piccolo ritardo? –

- Oh, sei tu quello abituato a passare la notte in un pub, non io – risposi acida.

- Vero –

- E falso, non hai nulla di meglio da dire? –

- Si, hai un bel caratterino –

- Non siamo tutti perfetti al mondo, caro Harry –

Non avrei mai pensato di dire quel nome! Non a lui! Non adesso!

- Comunque, io e i miei amici stavamo cercando un appartamento in affitto. Siamo venuti apposta qui in Sicilia, e poi questo paesino è così isolato … Volevamo stare un po’ tranquilli, abbiamo imparato l’italiano apposta …  -

- Non te l’ho chiesto – lo interruppi bruscamente.

- Sei sicura di non volere il mio autografo? Quando mai ti ricapiterà di poter chiacchierare con Harry Styles in persona? – ammiccò.

- Ti ho già detto che non ho bisogno del tuo stupidissimo autografo –

- Non ti piacciono gli One Direction? –

- Mmm … no, cioè non mi piace tanto la musica e … non mi piacete neanche voi come persone … -

- Ma perché? –

- Senti lo so che hai sofferto perché ti scrivevano che non piacevi alla gente, ma il punto è solo questo … cioè io ho un’amica che mi stressa parlandomi in continuazione di voi e non vi sopporto. È una cosa reciproca, non avercela a male … -

Grandissima menzogna.

- Scusami come fai a sapere che io ho sofferto per quello che mi scrivevano le persone e non essere una nostra fan? –

- Ti ho già detto che ho un’amica arcifissata con voi –

- E chi è questa tua amica? –

- Si chiama Monica, si è seduta in panineria con voi a pranzo, era insieme a un’altra ragazza: Serena –

- Ah si, quelle due bellissime ragazze … aspetta come fai a sapere che erano con noi a pranzo? Ci spiavi? –

Alzai un sopracciglio ... bellissime ragazze ... okay ero gelosa!

- Esistono i telefoni che servono per chiamare o mandare SMS con i quali puoi dare una bella notizia alle tue amiche, oppure una cattiva … Hai presente? –

- Ma che spiritosa! –

Mi prese una guancia fra il pollice e l’indice e la strapazzò un pochino, poi mi lasciò andare. Le mie guance si tinsero di rosso e non era per il gesto che aveva fatto Harry.

- Sei un soggetto interessante –

- Molte grazie! – gli risposi scorbutica.

- Oh, era un complimento –

- Non mi piacciono i complimenti –

- Neanche se escono dalla mia bocca? –

- A maggior ragione! –

- Okay, basta prendermi in giro –

- Non ti sto prendendo in giro, ti sto solo dicendo la verità e tu non vuoi sentire la verità, vero? –

- Perché fai così? –

- Okay, Harry. Io devo proprio andare è tardissimo. Ciao –

Mi avviai verso la palazzina quando …

- Ehi, non mi hai ancora detto il tuo nome! –

Lo sentii urlare.

- Infatti, non te l’ho detto! –

Risi fra me e me e tornai a casa.

Avevo appena avuto un interessante chiacchierata con Harry Styles!
 
 
 
 
 
 
Ciaoooo <3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
In realtà dopo che il primo capitolo di questa storia è arrivato a 104 visite mi aspettavo un pochino di più delle 15 visite del secondo capitolo, ma so che non è colpa vostra, sarò stata carente in qualche punto.
Okay, vi amo lo stesso tranquilli! <3
Spero di potervi emozionare con questo capitolo e con un prossimo!
Passate a vedere anche le mie altre storie:
sunset
e
bring me to life
<3

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Capitolo 4
*** Persecution ***


Capitolo 3
Persecution
 
Lunedì. Grugnii alzandomi dal letto, odiavo il lunedì. Non perché fosse un brutto giorno o perché cominciasse la scuola, ma perché non riuscivo mai a svegliarmi del tutto – soprattutto presto - dopo aver passato l’intera giornata precedente a rilassarmi e a non far nulla.

Mi preparai impiegando circa un quarto d’ora in bagno, seduta sul bordo della vasca a cercare di svegliarmi del tutto. Dieci minuti per vestirmi, ma quanto ero lenta la mattina!?

Arrivai a scuola con cinque minuti di ritardo ed entrai in classe affannata dalla corsa mattutina. La professoressa mi lasciò entrare e – una volta al mio posto – lanciai lo zaino per terra e mi accasciai sulla sedia. Potevo dormire ora? Ovvio che no! Claro che si? Claro che no? Claro così e così? Ma che stavo facendo? Deliravo? E da quando deliravo la mattina a scuola? Quello accadeva il sabato con le mie amiche … Non sarebbe dovuto mai uscire niente di quelle nostre pazzie dalle nostre bocche.

La giornata scolastica passò lentamente. Nel frattempo mi ero risvegliata e avevo preso coscienza di me stessa. Io e Giordana uscimmo da scuola sospirando, il lunedì era davvero pesante, la giornata si basava praticamente solo su greco e latino e per peggiorare le cose c’erano due ore di matematica, le ultime due, le più pesanti. Salii sul motorino di Giordana e lei si mise davanti a me alla guida.

- Secondo te, Mony e Sere sono già uscite? – mi domandò.

- Probabilmente –

Dovevamo andare a prendere Serena e Monica allo scientifico e poi entrare in un bar a mangiare qualcosa, era il nostro rito del lunedì. Ci raccontavamo della nostra settimana precedente. Okay, una persona normale direbbe: Ma fate questo “lavoretto” la domenica, ha più senso! Però noi siamo fatte così, che ci possiamo fare? Amiamo fare tutto al contrario, distinguerci dalla massa. Che poi, non è che non ci vedevamo mai e quindi avevamo dei lunghi racconti da fare, ma amavamo ascoltare le giornate delle altre amiche come se davvero non ci sentissimo da secoli. Okay, siamo delle tipe strane …

Arrivammo allo scientifico e scendemmo dal motorino. Monica e Serena erano appoggiate al muro della scuola, vicino all’entrata. Non c’era nessuno accanto a loro, la scuola era deserta.

- Ma dove sono tutti? Siamo arrivate in ritardo? – chiesi togliendomi il casco e porgendolo a Giordana.

- No, sono tutti in cortile – rispose Serena.

- E che ci fanno in cortile? –

- Venite, dai! –

Seguimmo Serena ed “entrammo” in cortile. Cavolo! Quasi tutte le ragazze si erano disposte in un cerchio attorno a qualcuno o a qualcosa e stavano urlando come delle forsennate o delle gallinelle impazzite, come mi piaceva quel termine! Quelle che non erano lì vicino stavano piangendo e una ragazza cercava di darsi un po’ d’aria con la mano, era pallida in volto e respirava a fatica.

- Stai bene? – le chiese Giordana quando ci avvicinammo.

- Si … - ansimò quest’ultima.

- Cosa succede? – chiese Monica guardando le ragazze.

- Ci sono … - prese un gran respiro - … gli One Direction! – strillò un attimo dopo.

- Anche qui!? – chiesi sorpresa, ma che diamine ci facevano in un liceo superiore?

Ci avvicinammo al cerchio di ragazze.

- Oh, ma quelle non sono Monica e Serena? – esclamò Niall fissando le dirette interessate. Zayn e Louis si girarono a guardare.

- Si, sono loro – rispose Louis.

Si avvicinarono tutti e tre e salutarono molto affettuosamente Monica e Serena che ricambiarono. Poco dopo si avvicinarono anche Liam e Harry che si erano trattenuti a firmare un paio di braccia, fogli e magliette in più. Quando furono abbastanza vicini vidi Harry sgranare gli occhi.

- Sei una persecuzione! – mi minacciò con fare scherzoso.

- Io!? Sei tu che sei venuto qua, nella mia città, nella mia regione, in questa scuola! Che colpa ne ho io!? –

- Giusto, avevo dimenticato questo tuo caratterino impertinente – ridacchiò lui.

Vidi Monica, Giordana e Serena guardarmi interrogative, già non avevo ancora parlato loro della mia “emozionante” conversazione con Harry.

- Giusto, avevo dimenticato quanto fossi … -

- Ehi! Non mi piacciono le parolacce – disse tappandomi la bocca con la mano.

- Non stavo per dire una parolaccia – bofonchiai contro la sua mano.

Mollò la presa.

- D’accordo –

- Che cavolo ci fate qui? –

- Stavamo regalando alle fan un nostro autografo per portare loro il sorriso. Sicura di non volere un mio … -

- Non lo voglio il tuo stupidissimo autografo! – strillai esasperata.

- Per favore, puoi dirmi in che scuola stai così non passo? –

- Con molto piacere, sto al Liceo Classico Gorgia e, sottolineo, non venire –

Avevamo parlato un altro po’ con i ragazzi. Avevo visto, da come gli occhi di Niall si illuminavano quando posava lo sguardo su Monica, che i due si piacevano e anche parecchio. Beh, a Monica era sempre piaciuto Niall, fin da quando non lo aveva visto da dietro uno schermo ed ero contentissima che a Niall Monica facesse lo stesso effetto. Con Liam, Louis, Zayn e Niall ero gentile, ma quando Harry mi sorrideva o cercava di dirmi qualcosa alzavo gli occhi al cielo come se il fatto che fosse “interessato” a me mi desse fastidio. Non sapevo perché, ma quando ce ne andammo ebbi la sensazione che li avremmo rincontrati presto.

Alla fine la giornata al bar non l’avevamo passata così c’eravamo date appuntamento per il giorno dopo al bar Etna. Sarebbero passate Monica e Serena a prenderci, stavolta.
Il pomeriggio passò tranquillamente. Avevo pochi compiti per il giorno dopo così avevo anticipato qualche versione di latino e avevo cominciato a rileggere il mio libro preferito: Twilight!

Il giorno dopo, come accordato, Serena e Monica vennero a prenderci al Classico e ci dirigemmo al bar Etna. Quando entrammo sbarrai gli occhi. Non poteva essere! Perché Niall, Louis, Zayn, Liam e soprattutto Harry continuavano ad apparire ovunque?

- Ciao, ragazze! – salutò Zayn.

Ricambiammo il saluto e andammo ad ordinare. Io presi solo una cioccolata calda con panna e marshmallow, solo … - non esageriamo, eh! Si, come no – Le altre presero delle pizzette ed altri pezzi di tavola calda da dividere. Mentre passavamo accanto a loro per andare al nostro tavolo vidi Harry proteggersi i capelli e sentii gli altri scoppiare a ridere.

- Volete sedervi qui con noi? – domandò Liam.

- Con piacere – rispose Giò per tutte.

Ci sedemmo accanto ai ragazzi e cominciammo a chiacchierare del più e del meno.

- Vediamo se mi ricordo tutti i vostri nomi … - esclamò ad un tratto Harry.

- Ma quanto puoi essere stupido? Ti rendi conto che è un gioco da bambini? – domandai retorica.

- Mmm … vediamo … Monica, la biondina … Serena, tu con i capelli lunghissimi e liscissimi … Giordana, la ricciolina e … poi c’è la mia persecuzione personale che oltre a trattarmi malissimo e sporcarmi i capelli si rifiuta di dirmi il suo nome – proferì Harry ignorandomi.

- Ma perché non glielo hai detto? – domandò Giordana, chiaramente divertita.

- Non mi va, perché deve sapere tutto di me? –

- Non gli stai mica rivelando un segreto arcano o chissà quale grande disgrazia, è solo un nome! – esclamò Monica alzando gli occhi al cielo.

- è già troppo –

- Boh, fai come vuoi. Sei strana – disse Serena.

- E va bene, quanto siete pignole tutt’e tre! Mi chiamo Chiara, contente? – strillai esasperata sbuffando. La signora dietro il bancone mi guardò enigmatica, probabilmente si stava chiedendo che tipo di malattia mentale avessi per gridare il mio nome e sbuffare come un toro in un bar molto frequentato.

- Piacere – ridacchiò Harry porgendomi la mano.


- Ma va a cagare! – urlai di nuovo.

- Fine, la ragazza – commentò Liam.

- Grazie – risposi increspando le labbra chiaramente contrariata al suo commento.

- Stavo pensando, alla fine non ci siamo raccontate niente – disse ad un tratto Serena.

- E vuoi che lo facciamo davanti a loro? – domandai.

- Perché no? – risposero Monica e Giordana in coro.

Così partì Serena e raccontò la sua settimana, poi toccò a Monica, a Giordana e infine venne il mio turno.

- è stata una bella settimana – dissi.

- tutto qui? – chiese Giordana.

- Si – tagliai corto.

- Noi abbiamo raccontato i dettagli – mi fece notare Monica.

Così cominciai a raccontare della mia settimana.

- E poi ho incontrato questo cretino qua – dissi indicando Harry che stava seduto di fronte a me.

- Ehi, stavo solo cercando una casa! – esclamò Harry.

- A casa mia!? –

- No, mi hai consigliato tu di andare alla palazzina accanto –

- Quanto sei precisino! Sei venuto a casa mia, mi hai chiesto se c’era una casa in vendita, ti ho detto che l’hanno comprata e ti ho consigliato la palazzina accanto, poi mi hai rotto chiedendomi cose stupide e alla fine me ne sono andata! Ho raccontato tutto, vuoi che approfondisca? Magari possiamo ripetere la scena così gliela mostriamo dal vivo! – strillai.

Continuammo così per un’altra mezz’ora, poi salutammo e tornammo a casa. La stessa sensazione del giorno prima mi si insinuò nello stomaca, li avremmo rivisti, ne ero sicura.
 
 
Quanto vi amo!?
Mi state facendo venire sempre più voglia di continuare a scriver questa ff!
Grazie per il vostro supporto!
Beh, alla prossima, scusatemi per il breve angolo autrice ma go proprio fretta!
Un bacioooo, ciaooo <3
 
 
 

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Capitolo 5
*** Baby ***


Capitolo 4
Baby

Sbuffai un'altra volta poggiando la testa sul banco. La prof ciarlava su qualcuno che aveva combattuto contro qualcun altro, su qualcuno che era morto e su qualcuno che aveva vinto. Avevo un forte mal di testa e non capivo nulla. Non avevo la forza per ascoltare e capire cosa stava dicendo la professoressa, non avevo la forza neanche di provarci. I miei capelli castani erano sparsi per il banco e il mio viso era completamente nascosto dalle braccia che mi ero poggiata davanti. La prof mi aveva chiesto se stessi bene e io avevo risposto che avevo mal di testa, lei allora mi aveva proposto di fare una passeggiata fuori ma avevo negato. Qualcuno bussò alla porta.

- Avanti – intimò la prof.

Quando la porta si aprì, supposi visto che avevo ancora la testa sul banco, un urlo si levò dalle bocche di tutte le adolescenti presenti in aula mentre un mugolio si fece spazio fra i denti dei ragazzi. Non mi interessava sapere chi fosse entrato o perché le mie compagne avessero gridato, stavo troppo male. I gridolini continuarono per altri cinque minuti circa poi una voce profonda parlò.

- Possiamo fare un regalo a tutte queste ragazze, prof? –

- Uhm … non potete farlo dopo il suono della campanella? –

- In realtà no, ci abbiamo già provato. Se aspettiamo dopo le lezioni rischiamo di dimenticare qualcuna di loro – continuò la voce misteriosa.

- Ragazzi! Va bene, ma fate in fretta – mugugnò la professoressa da dietro la cattedra.

Dopo un paio di minuti qualcuno mi arruffò i capelli. Chi osava scompigliare i miei capelli!? Odiavo quando le persone mi rovinavano i capelli, se me li carezzavano e se li rigiravano fra le dita era bello, piacevole, ma così! Alzai la testa dal banco. Non l’avessi mai fatto! Fui tentata di ripoggiarla giù ma mi costrinsi a non farlo.

- Che cavolo ci fate qui!? – sbottai irritata guardando Harry.

- Regaliamo alle fan un nostro autografo – disse sorridendo e facendo spuntare delle fossette agli angoli della bocca.

- E ormai girate per le classi? – chiesi scettica.

- Ci siamo rivoluzionati – rispose lui prendendo il mio diario e aprendolo in una pagina qualsiasi, pescò una penna dal mio portapenne e si apprestò a firmare sul mio diario.

- No, no, no! Non voglio il tuo autografo, quante volte devo ripetertelo!? – strillai cercando di spingere via la sua mano.

- Uh, ma quante storie, baby! – ammiccò.

Baby?

Baby!?

Mi aveva chiamata baby?

Le mie guance si tinsero di un rosso molto colorato. Sembravo un peperone.

- Ma che cavolo … - brontolai.

Nel frattempo Harry mi aveva lasciato il suo autografo sul diario e stava sorridendo malizioso. Si sporse dal banco e si avvicinò a me sempre di più, fino ad essere vicinissimo al mio orecchio.

- C’è l’ho fatta. Ti ho lasciato il mio autografo alla fine, visto? – sussurrò. Poi si allontanò dal mio orecchio e proseguì nel suo “giro di autografi”.

Ero rimasta imbambolata, guardavo fisso il vuoto. Liam, Louis, Zayn e Niall lasciarono le loro firme sul mio diario senza che io dicessi una parola. Non regalai a nessuno un sorriso o uno sguardo. Continuai a fissare dritto davanti a me con le orecchie che andavano in fiamme fin quando quei cinque non varcarono la soglia della porta e, veloci come erano arrivati, se ne andarono.

- Pronto!? – infuriai quando uscii da scuola.

- Chiara? – domandò Serena sorpresa dal tono della mia voce.

- Che vuoi!? – sbottai.

- Ehm … che ti succede? –

- Niente! Niente! Sono solo arrabbiata con Harry per avermi fatto fare la figura della cretina davanti a tutta la classe, prof compresa! – strillai posando lo zaino davanti al portone di casa e cercando le chiavi per aprire.

- Con Harry? –

- Si, non hai saputo la novità!? Adesso girano per le classi a firmare diari! –

- Ah .. beh, cos’è successo? –

- Vi racconto tutto stasera. A proposito, dov’è che andiamo? È sabato … - cercai di calmarmi mentre aprivo il portone ed entravo nell’appartamento.

-  Ti avevo chiamato per questo. Avevo pensato al Bellini o al Blue Moon –

- Solo noi quattro? –

- Hai ragione, forse è meglio il cinema … cosa fanno stasera? –

- Mi pare ci sia un film comico all’Odeon –

- Perfetto! Per te va bene, vero? –

- Si certo, ci vediamo alle otto? –

- Si. A stasera, un bacio –

Chiusi la telefonata ed entrai in casa. Gettai lo zaino sul divanetto accanto alla porta e mi chiusi in camera. I miei genitori e mio fratello non erano ancora arrivati, avrei avuto del tempo per riflettere. Tempo che avrei esaurito ascoltando musica o leggendo, come sempre.

Erano le otto e un quarto quando arrivammo al cinema. Comprammo il biglietto e, in fretta e furia, entrammo nella sala completamente buia. Cercavamo dei posti liberi ma era praticamente tutto occupato. Uno o due posti erano sparpagliati in giro ma a noi ce ne servivano quattro. Una risata profonda riempì l’intera sala. Fu allora che ci accorgemmo di quattro posti liberi e corremmo per raggiungerli. I posti accanto erano tutti occupati.

- Non voglio sedermi accanto a un estraneo – mormorò Monica che era la prima della fila.

- Okay, mi ci metto io, fammi passare – risposi prendendo posto.

Il film era davvero divertente ed ero così concentrata che finii i popcorn in pochissimo tempo. Trattava di una serie di storie intrecciate e per un brutto scherzo del destino i personaggi sembravano incontrarsi dovunque, riconoscersi e cercare di non parlarsi, ma andava a finire che qualcuno mormorava una frase e la storia si ripeteva da capo come se qualcuno li portasse indietro nel tempo.

Stavo giocando con la sedia, l’avevo praticamente chiusa e mi ero seduta sulla poltrona chiusa, come il giochino che fanno i bambini, quando il film si interruppe e sullo schermo apparve la scritta: Fine primo tempo.

- Ehi, baby! Che sorpresa! –

In qualche modo caddi dalla sedia finendo rovinosamente per terra con la faccia spalmata su pavimento e i piedi all’aria.

- Ehi, tutto bene? – chiese Harry divertito porgendomi una mano.

- Vaffanculo, Styles – dissi alzandomi da terra evitando la sua mano.

Sentivo le risate di Monica, Serena e Giordana alle mie spalle e vidi Niall tossicchiare cercando di nascondere una risata anche lui. Divenni rossa in viso e mi voltai trascinando le mie amiche verso il bar del cinema, all’esterno della sala.

- Mi spiegate perché cavolo state ridendo!? – strillai in imbarazzo.

Giordana si trattenne dal ridere di nuovo e rispose – Sei appena caduta dalla sedia – e scoppiò a ridere seguita da Serena e Monica. Stavo cominciando ad irritarmi.

- Scusa Chiara è che sei così divertente! – rise ancora Serena.

- Già, dovresti vedere la tua faccia! – rispose Monica indicandomi e continuando a ridere.

Ma perché non la smettevano!?

- Comunque, perché eri arrabbiata con Harry stamattina? – chiese Serena quando si calmò.

- Eri arrabbiata con Harry? – disse Monica.

- La cosa è diversa! Sono ancora arrabbiata con Harry! –

- Si può sapere cosa è successo? –

- Ehm … si. Quel cretino è venuto in classe a firmare gli autografi. Quando è arrivato al mio banco mi ha scompigliato i capelli dato che avevo la testa sul tavolo perché avevo mal di testa. Ho alzato il viso e lui stava per firmare il mio diario. Così ho cercato di fermarlo e lui mi ha chiamata baby! Come se ciò non bastasse, quando sono diventata tutta rossa e non gli ho impedito di farmi l’autografo, si è avvicinato al mio orecchio e mi ha detto che era riuscito a farmi l’autografo, alla fine. Così sono rimasta imbambolata come una cretina a fissare il muro davanti a me fino a quando non se ne sono andati tutti e cinque. Poi la professoressa mi ha fatto una domanda e ha dovuto ripetermela tre volte prima che la sentissi! Lo odio! Lo odio! – strillai prendendo fiato.

- Oh andiamo, non fare così baby – disse qualcuno alle mie spalle.

Mi girai rossa in viso, non perché fossi in imbarazzo sta volta, ma perché ero arrabbiata, sul serio.

- Ma la vuoi smettere!? – urlai guardando Harry di traverso.

Nel frattempo notai, con la coda dell’occhio, Niall e Monica che parlavano, il biondino mi sembrava in imbarazzo. Poteva forse nascere qualcosa fra i due?

Harry ridacchiò, mi prese una guancia fra le dita e la strapazzò a destra e a sinistra.

- Sei carina quando sei arrabbiata – commentò.

Lo spintonai via e rientrai nella sala senza comprare né popcorn né acqua. Monica, Giordana e Serena mi seguirono. Poco dopo arrivarono anche i cinque ragazzi con un pacco di popcorn giganti l’uno. Harry si sedette al suo posto, a fianco a me.

- No, no, no! Monica mettiti al mio posto, io qui non ci sto! – strillai saltando via dalla sedia.

Monica si spostò al mio posto senza fare troppe storie. Lei amava tutti e cinque i One Direction.  Il film cominciò e vidi Niall prendere il posto di Harry accanto a Monica. Si, fra i due c’era qualcosa, decisamente.

Quando il film finì schizzai fuori dalla sala e fuori dal cinema, attesi che mio padre mi venisse a prendere e mi infilai in macchina senza salutare nessuno. Quasi sicuramente le ragazze erano rimaste a parlare con quei cinque. Chissà quante cose strane stavano raccontando ad Harry sul mio conto. Cercai di non pensarci per calmarmi e quando arrivai a casa mi infilai il pigiama e mi nascosi sotto le coperte sperando di prendere sonno presto.

L’ultima parola che mi attraversò la mente prima di addormentarmi fu Baby.


Yuuuuu!
Eccomi qui con un altro capitolo appena sfornato dalle mie manine!
Speriamo vi piaccia!
Ok, ok ...
Allò, mbaruzze/i miei!!
Come andiamo?
Vi piace questa storia?
Fatemelo sapere con una recensione, accetto anche le critiche eh!
AHahhahahahahahahhah ok
basta
nonono
io amo parlare con voi.
Okay, lo so che vi smbro una pazza, ma fa niente!
Avete visto al cinema "Colpo di Fortuna"?
Okay ... in questo momento il fratello quello pazzo mi avrebbe dato uno schiaffo!
Fa niente! Sbisch!
Okay, basta, chi se ne frega di colpi di fortuna?
Cmq sono felice di tutte le visite, di chi mi ha messo la storia nelle preferite, chi nelle seguite e grazie a chi ha recensito.
Vi voglio bene! <3 bye <3

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Capitolo 6
*** Miall ***


Capitolo 5
Miall
A Monica, cerca di fartelo piacere perché ci ho messo tutta
Me stessa per scriverti questo capitolo. Un bacio cicci <3

Domenica. Un giorno bellissimo direte. No, non lo era. Non lo era se avevi dimenticato di staccare la sveglia il giorno prima e di conseguenza quest’ultima era suonata alle 7:00 del mattino. Non lo era se eri arrivata in ritardo a messa e avevi ascoltato la processione in piedi ma con un sorriso che accoglieva Dio, anche se quest’ultima cosa era positiva. Non lo era se a pranzo avevi macchiato la tua maglietta preferita e non lo era se era da più di un’ora che guardavi il soffitto della tua camera stesa sul letto con le mani intrecciate sullo stomaco cercando di non pensare a nulla ma non riuscendo nella tua impresa. Si, perché io non ero capace di non pensare, più ci provavo e più cose affollavano la mia mente.

Le note della canzone Hot di Inna si librarono nell’aria. Ma da dove sbucavano? Mi guardai in torno e vidi il mio cellulare lampeggiare sulla scrivania. Vero! La mia suoneria. Afferrai il cellulare e lo portai all’orecchio.

- Pronto? – chiesi sbadigliando per la troppa noia.

- Oddio Chiara! Non ci crederai! Oh! È la notizia più bella che ti abbia mai annunciato! La cosa più bella che mi sia mai capitata! Neanche nei miei sogni avrei mai pensato di arrivare a tanto! Non sei contenta!? -  era Monica, non l’avevo mai sentita così euforica, che le era mai capitato?

- Si, lo sarei se mi dicessi di cosa stai parlando – che guastafeste che ero!

Per fortuna Monica non si tirò giù di morale e strillò così forte al telefono che quasi ci rimettevo un orecchio – Niall mi ha invitata a uscire! –

Strillai con lei dalla gioia. Il suo più grande sogno si era avverato! Finalmente una bella notizia in una giornata così noiosa – Quando? – domandai impaziente quando ci calmammo dall’urlare: “Non è pazzesco!?” “Si, è pazzesco!” “Pazzesco!” “Stupendo!” “Sono felicissima per te!” “Anch’io sono felice per me!” “Pazzesco!” “Stupendo” “Pazzesco” “Stupendo” e così via …
- Cosa quando? –

- Quando uscite? –

- Stasera! –

- Uh uh. Allora io, Giò e Sere siamo autorizzate a venire lì per vedere cosa indosserai, come ti truccherai, la tua faccia quando lo dirai a tua mamma … - risi sotto i baffi.

- Okay, okay, solo … non aggreditemi –

- Evviva! –

Le chiusi il telefono in faccia e chiamai subito Serena e Giordana. Ci mettemmo d’accordo sull’orario. Giò sarebbe passata a prendere me e Serena con il suo motorino e poi saremmo andate da Monica a farle, come si dice, una testa tanta.

Alle cinque bussammo al campanello della nostra amica e ci catapultammo nella sua camera. Serena cominciò subito a gettare tutti i vestiti di Monica sul letto mormorando: “Questo no” “Forse” “No” “Non mi sembra il caso” “No, niente pantaloni” “Non va bene”
Giordana si dedicò all’area trucchi scegliendo quelli più adatti e io cercai un paio di scarpe decenti, non che le altre non lo fossero, e qualche gioiello da abbinarci.
Quando Monica entrò nella sua camera fu quasi tentata di ritornare indietro ma Serena la prese per un polso e la costrinse ad entrare. Già, non l’avevamo neanche salutata. Ma che amiche orribili che eravamo …

- Okay, io credo che questo sia perfetto – proferì Serena mostrandoci un vestitino azzurro con le spalline fini e un copri spalle bianco da abbinarci.

- Io credo di aver trovato le scarpe, che ne dite? – chiesi mostrando loro delle ballerine color avorio – E poi ti metti le perle senza discussioni –

- Io ti ho preso dei trucchi bellissimi, chiari e delicati come te, tranquilla starai benissimo stasera –

Notammo tutte lo sguardo confuso di Monica – Ma dove vi pare stia andando? Al Gran Gala? Al Ballo delle Debuttanti? –

- Dove stai andando? – chiese Giò.

- Non lo so, mi ha detto che è un posto segreto, una specie di suo rifugio credo e mi ha detto che non era il solito ristorante o tutta quella roba simile –

- Ah, allora questo è un gran casino! Okay ragazze, rifacciamo tutto daccapo, che ne dite? – dissi.

- Io direi di si – rispose Serena fiondandosi alla ricerca di qualcos’altro da farle indossare.

- Ehm … ragazze! È un problema se mi metto quello che mi piace? – domandò Monica.

Okay, si, eravamo delle amiche orribili, più che orribile.

- Come abbiamo fatto a non capirlo! Facciamo schifo ragazze … è ovvio che Mony vuole mettersi ciò che le piace. Non la biasimo, è ovvio, ovvio! Siamo arrivate qui come un uragano e abbiamo preteso di sceglierle i vestiti perfetti … - mormorò Giordana.

- Senza chiederle un parere … oddio, mi odio, mi odio – mi aggiunsi.

- Okay, avete ragione. Ma io l’aiuto lo stesso a scegliere cosa indossare. Anzi, l’aiuteremo tutte, ma dobbiamo basarci su ciò che piace a lei. Vieni Mony? Cominciamo dai vestiti? – disse Serena.

- Siete delle amiche stupende e anche se siete venute qui così di botto e mi avete smontato mezza camera, vi voglio bene. In fondo siete fatte così, siete entrate nella mia vita senza bussare. Siete delle maleducate patentate! – rispose Monica.

Scoppiammo tutte a ridere e poi ci dedicammo ai vestiti. Alla fine Monica aveva scelto dei jeans un po’ stretti e una maglietta bianca larga, semplice ma elegante al tempo stesso. Aveva piastrato i capelli e aveva messo ai piedi le sue all star preferite. Anche se contro le proteste di Monica, Giordana era riuscita a truccarla un pochino. Le aveva messo un lucidalabbra rosa chiaro, la matita nera e il mascara trasparente . Io le avevo fatto indossare un braccialetto d’oro bianco e giallo e un paio di orecchini con i brillantini, ma non ero riuscita a convincerla ad indossare una collana.

La faccia di Valentina, la mamma di Monica, quando lei gli disse che quella sera sarebbe uscita, fu imperdibile. Era sorpresa e un po’ insicura sul da farsi ma si vedeva che era felice per sua figlia.

Monica le aveva detto queste esatte parole – Mamma, stasera esco con il mio idolo, perciò mi sono preparata, come sto? –

 Verso le sei e mezza lasciammo la casa di Monica. L’appuntamento era alle sette, piuttosto presto come orario, ma sapevamo sarebbe stato perfetto.

Monica’s Pov

 
Ero seduta sul divano della cucina aspettando Niall. Speravo sarebbe arrivato presto. Non vedevo l’ora di scoprire dove mi avrebbe portata e di stare un po’ da sola con lui. Qualcuno suonò al citofono e mi catapultai nell’altra stanza per rispondere.

- Niall, sei tu? – strillai felice.

- Monica aprimi – sentii la voce di mio fratello gracchiare da dietro il citofono e premetti il pulsante per aprire il portone scocciata. Tornai in cucina e cominciai a mangiucchiarmi le unghie. Mi bloccai di colpo ricordando che Giordana me le aveva sistemate neanche mezz’ora prima.

- Monica! C’è un tizio sotto che dice che devi uscire con lui – urlò Mattia dal corridoio prima di chiudersi nella sua camera. Salutai svelta mia madre, pescai la mia borsa dal divano e scesi sotto come una furia.

Niall mi stava aspettando davanti al portone aperto. Aveva un paio di jeans e una maglietta, come me, per fortuna ci avevo azzeccato. Mi salutò con un bacio sulla guancia e mi fece accomodare in macchina. Ma quando l’avevano comprata?

- Allora, dove mi porti? – chiesi quando mise in moto la macchina.

- Non posso ancora dirtelo, ma è un posto bellissimo. Spero ti piaccia – mi sorrise, adoravo quel sorriso.

- Mi piacerà di sicuro – mormorai e le mie guance si tinsero di rosso.

Il viaggio in macchina fu piuttosto spensierato. Mi accorsi che avevamo lasciato Lentini e che stavamo percorrendo, proprio in quel momento, una stradina sterrata in mezzo agli alberi. Ma dove stavamo andando? La curiosità mi mangiava viva.

- Hai cenato? – chiese ad un tratto Niall.

- Ehm … veramente no –

- Perfetto! – era felice, Niall era sempre felice e questo rendeva felice anche me, mi faceva stare bene. Con lui sorridevo di più che con chiunque altro. Non che non sorridessi mai, per carità, ma con lui mi veniva così facile. Niall mi faceva venire voglia di sorridere. Così sorrisi.

Parcheggiò alla fine della stradina e mi guidò lungo un sentiero quasi privo d’alberi. Arrivammo su una collinetta bassa sulla quale si stendeva un meraviglioso prato con qualche fiore qua e là.

- Ma … è stupendo, Niall! – esclamai dalla gioia.

- Sono contento che ti piaccia. Ho scoperto questo posto poco tempo fa e volevo fartelo vedere. Così ti ci ho portata per … no! Il cesto! – disse scoppiando a ridere.

- Cosa è successo? –

- Ho scordato il cesto in macchina. Mi aspetti un minuto? –

- Ehm … certo. Vai pure – risposi.

Dopo pochi secondi da sola mi sedetti sull’erba. Com’era fresca, quel posto era davvero stupendo. Ero felicissima che Niall mi ci avesse portata. Quello era il mio primo appuntamento ed era così perfetto che non riuscivo ancora a crederci: stavo su un prato con il mio idolo. Beh, in quel momento ero sola, ma lui sarebbe tornato. Mi guardai intorno passando una mano sul soffice manto verde del prato e chiedendomi se sarei riuscita mai a ricordarmi tutti i dettagli di questa giornata che, ne ero sicura, sarebbe stata perfetta.
In quel momento tornò Niall con un cestino di vimini dal quale sporgeva uno “spicchio” di una tovaglia rosa.

- Scusa se ti ho fatto aspettare – disse poggiando il cestino sull’erba – Sono uno sbadato – rise di nuovo e mi unii a lui – Comunque. Qui dentro c’è tutto per fare un picnic sull’erba – disse indicando il cestino.

- Che bello! Non ho mai fatto un picnic – esclamai allegra – Ti aiuto a sistemare le cose  -

Io e Niall stendemmo la tovaglia rosa sull’erba e cominciammo a uscire le pietanze. Erano tutte ordinatamente poggiate su un piatto e avvolte dalla carta stagnola.

- Quanta roba! Harry ha cucinato per un esercito! – trillai vedendo che il cibo sembrava raddoppiare da dentro il cesto anziché diminuire.

- E tu come fai a sapere che ha cucinato Harry? –

- Beh, Liam dice che gli piace molto cucinare, no? –

- Beh, si. Devi essere una vera Directioner allora –

- Ovvio! –

E ridemmo di nuovo. Ci sedemmo sulla tovaglia e cominciammo ad aprire le pietanze. C’era di tutto: Tramezzini, dolcetti, pasta al forno, frutta, persino frittelle e c’era anche una cheesecake. Io mangiai qualcosa, era tutto buonissimo, ma Niall trangugiò quasi tutto quello che c’era facendo bis, tris e … non so definire quanto tanto mangiò.

- Ti è piaciuto? – chiesi quando smise di mangiare.

- Si, cavolo era un sacco di tempo che non mangiavo così tanto. I ragazzi mi hanno messo a dieta ma, ogni tanto, di nascosto, faccio qualche spuntino fuori pasto. A te è piaciuto? –

- Si, Harry cucina bene –

- Io l’ho aiutato! –

- Bravo! –

- Si, l’ho aiutato mangiando qual cosina di qua e di là ogni tanto. Sono un bravo cuoco – e rise di nuovo.

- Si, lo sei! – risi anch’io.

- Posso farti le trecce? –

- Le trecce? –

- Si, hai un elastico? – domandò sorridendomi.

Gli porsi due elastici neri e poco tempo dopo lo sentii armeggiare con i miei capelli.

- Ecco fatto! – esclamò quando ebbe finito – Sembri Pippi Calzelunghe! Aspetta che ti faccio una foto – e uscì il telefono dalla tasca.

Gli feci un finto sorriso per prenderlo in giro ma in quel momento lui scattò la foto e lo sentii scoppiare dalle risate. Me la fece vedere e disse che l’avrebbe mostrata ai suoi amici così lo rincorsi per il prato nel tentativo di strappargli il telefono dalle mani.
 
Nel frattempo si erano fatte le nove e il cielo era buio.

- Ti va di guardare le stelle con me? – mi chiese ad un tratto.

- Volentieri – risposi sorridendo.

Ci sdraiammo sull’erba e guardammo le stelle. Ogni tanto Niall mi indicava qualche costellazione e diede alla stella Polare il mio nome. Disse che da quel giorno, per lui, si sarebbe chiamata la stella Monica Polare e poi disse che lui era la Luna Niall così stavamo vicini nel cielo e così lui diventava più importante. No, non me l’ero presa. Scherzava come scherzavano sempre loro cinque. E questo era bello. Era bello perché voleva dire che Niall ci teneva a me, che si sentiva libero di comportarsi per com’era davvero e non di fingere di essere qualcuno che non era. Ero così felice di questo!

Cominciò a piovere e mi rotolai lontano da Niall per alzarmi ma lui mi afferrò la mano e mi riportò accanto a sé, più vicino di prima. Mi guardò negli occhi per un istante prima di avvicinarsi di più e poggiare le sue labbra sulle mie. Si, stavo sognando. Era solo un sogno. Eppure sembrava così reale, come poteva essere che sentissi le gocce di pioggia sul viso, che mi sentissi tutta bagnata, che sentissi Niall così vicino a me, il suo respiro, il suo odore. No, quello non potevo averlo sognato, non potevo aver sognato il suo odore. Allora era tutto vero! Allora stava accadendo nella realtà! Allora Niall era davvero accanto a me, ci stavamo davvero baciando. Che cosa … meravigliosa! Così, confortata da quella piccola verità, mi lasciai andare al sogno più bello che io avessi mai realizzato.
 
 
Ciaoooo Nicuzzole Nichitte!
Vi amo, l’ho già detto? Si perché mi avete visitato in 42!!!! Si vi amo!
Scusatemi per il ritardo sono terribile ma ho avuto troppi impegni!
Spero che mi perdoniate e che il capitolo vi piaccia.
Un bacio a presto <3

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Capitolo 7
*** Smile ***


Capitolo 6
Smile

Serena’s Pov

Monica ci aveva raccontato com’era andato il suo appuntamento ed eravamo contentissime per lei. Aveva realizzato il suo sogno anzi, aveva molto di più. Quella mattina aveva ricevuto il messaggino del buongiorno e si era svegliata pimpante. Era così felice che si era fatta interrogare due volte. Una in scienze e l’altra in storia. Ci aveva fatto leggere la conversazione con Niall di quella mattina ed effettivamente il ragazzo era dolcissimo.

Eravamo come al nostro solito, il lunedì, nel bar Etna a pranzare quando il cellulare di Monica vibrò.

- Chi è? – chiese Chiara curiosa.

- Uhm … Niall! – si illuminò la nostra amica – Ci ha chiesto se stasera vogliamo andare a cenare a casa loro. Ordinano le pizze. Vi prego, ci andiamo? –

- Ma ci saranno tutti? – chiesi arrossendo lievemente. Giordana se ne accorse e mi fece un sorrisetto malizioso.

- Eh eh! La nostra Serena si è innamorata – disse prendendomi in giro.

- Non mi sono innamorata! – strillai quando fui scoperta.

- Avanti chi è? – chiese Chiara rompendo il silenzio che si era creato.

- Non sono innamorata … - mormorai di nuovo.

- Allora perché sei tutto rossa? – domandò Monica per farmi un dispetto.

- Okay … trovo che Louis sia carino … ma non sono innamorata … diciamo che sono infatuata –

- Infatuata, se se, infatuata d’amour. Ah l’amour! – mi prese in giro Giordana.

- Ma la smettete!? – domandai scocciata incrociando le braccia al petto.

- Okay, la smettiamo. Comunque, per questa sera che si fa? – proferì Monica.

- Che fa, ci andiamo? Infondo sono sempre gli One Direction! Che fortuna! Si, siamo fortunate. Siamo amiche dei 1D e Monica è anche la ragazza di Niall – disse Giordana.

- Non so se sono la ragazza di Niall – rispose Monica.

- Ma se vi siete baciati – dissi.

- Allora cosa devo rispondere? – chiese Monica spazientita.

- A digli si – rispose Giordana.

- Quindi stasera siamo a casa di quei cinque? – domandò Chiara.

- A quanto pare … - risposi.

- Perfetto – grugnì lei.

- Allora a stasera ragazze, io vado che ho molti compiti per domani, un bacio – dissi mandando baci con la mano alle mie amiche.

Chiara’s Pov

Perfetto! Quella sera avrei dovuto passarla a casa di quel fesso che mi chiamava baby e dei suoi fantastici amici. E adesso che mi sarei messa? E soprattutto cosa avrei detto ai miei genitori? “Mamma, papà, vado a casa degli One Direction a cena, torno verso le undici e mezza” si perché i miei genitori tolleravano solo quell’orario, oltre non si poteva andare. E avevo sedici anni!

Mi avviai in cucina e mi sedetti sul tavolo.

- Mamma – chiamai ma lei non si girò – Mamma! – ritentai più forte.

- Sto parlando al telefono, Chiara, me lo dici dopo –

No! Non ditemi che quella al telefono era la sua migliore amica. Avrei potuto aspettare una vita prima che staccassero la telefonata. Le avrei annunciato che sarei andata a casa di quei cinque quando sarei tornata, forse era la soluzione migliore. Si, come no. Fortunatamente mia madre staccò la telefonata dopo mezz’oretta scarsa.

- Che dovevi dirmi? – mi chiese.

- Ecco … ehm … so che ti sembrerà un po’ impossibile ma … ecco … - perché ero così impacciata con le parole? – Hai presente gli One Direction, la band di cui ti parlo sempre? –

- Si, vai avanti –

- Loro … sono venuti qui, cercavano un po’ di pace e hanno imparato a parlare in italiano per l’occasione … -

- Vuoi andare a qualche loro concerto a Palermo, Catania o chissà dove? –

- No, scherzi!? Loro non fanno concerti a Palermo e Catania –

- E allora cosa stai cercando di dirmi? –

- Beh … volevo andare a casa loro, ci hanno invitate –

- A casa loro? Ma dove abitano? E chi siete? –

- Okay, siamo io, Monica, Giordana e Serena a casa loro qui ai Santuzzi, passa a prenderci Monica che sa la via, ma è qui vicino –

- Fino a che ora è? –

- Veramente non lo so, ma io me ne vado alle undici e mezza se per voi va bene –

- Ne parlo con tuo padre e poi vediamo –

- Grazie mammina! – trillai gettandole le braccia al collo.

Alla fine mio padre aveva detto di si e adesso stavo chiusa nella mia camera con ancora solo l’asciugamano addosso e i capelli raccolti alti con un fermacapelli. Stavo esaminando i vestiti che c’erano nel mio armadio. Volevo qualcosa di più comodo di un paio di jeans anche se i jeans sono già comodi. Optai per un paio di leggins neri e la mia maglietta della desigual preferita. Asciugai in fretta i capelli e misi le mie air force ai piedi. Mi truccai leggermente con una linea di matita nera, un po’ di mascara e il lucidalabbra color rosa carne lucido. Ero pronta.

Qualche minuto dopo, mentre ascoltavo musica, citofonarono la campanello.

- Chi è? – mi affrettai a rispondere.

- Monica –

- Arrivo! –

Salutai in fretta i miei, infilai il giubbotto e presi la borsa dall’appendiabiti.

- Ciao! – salutai quando entrai in macchina, le altre erano tutte presenti.

Il papà di Monica ci accompagnò a casa degli One Direction, suonava ancora strano dirlo, e bussammo alla porta. Ci aprì Niall e Monica si fiondò fra le sue braccia appena lo scorse da dietro la porta.

La casa all’interno era davvero carina. Era grandissima, beh era una villa, aveva due paini e i mobili all’interno davano sul moderno. Il salotto era al dir poco enorme. C’era un divano di pelle bianca, un tappeto rosso, una televisione 60 pollici, una parete attrezzata, un tavolinetto di vetro e due poltrone bianche come il divano.

Sentii delle mani poggiarsi sui miei fianchi e girarmi verso l’alta figura ricciolina che mi stava dietro.

- Ciao baby – mi salutò Harry dandomi un bacio sulla guancia.

- Ciao Harry – dissi poggiandogli una mano sul petto e allontanandolo da me.

Salutai gli altri ragazzi e ci sedemmo sul grande tappeto rosso.

- Allora, cosa facciamo? – chiesi.

- Io direi di ordinare le pizze – esclamò Liam.

- Okay, chi va? – domandò Niall.

- Andiamo io e Zayn, va bene? – proferì Harry, poi si voltò verso di me – Potresti darmi il tuo numero? Così ti chiamo per sapere che tipo di pizze volete –

- Questa è una brutta scusa per chiedermi il numero? – domandai alzando un sopracciglio e spintonandolo per una spalla.

- Allora? – disse lui.

- Allora chiama uno dei tuoi amici, possiamo ordinare anche dal loro telefono o il mio è speciale? –

Harry sbuffò e si alzò dal tappeto seguito da Zayn. Sparirono dalla porta, sarei stata tranquilla per un po’, fortunatamente.

- Cosa facciamo stasera? – chiese Giordana.

- Eh, Sorpresa! – esclamò Liam facendo il solletico a Giordana che scoppiò a ridere e si rotolò per terra andando a sbattere il ginocchio contro il divano.

- Ahi – trillò lei continuando a ridere.

Nel frattempo Louis si avvicinò a Serena che diventò rossa come un peperone e guardò da tutt’altra parte fingendo di non averlo visto. Louis le sistemò una ciocca di capelli ribelle dietro l’orecchio destro. Cioè, la ciocca si trovava a sinistra ma lui gliel’aveva sistemata dietro quello destro. Vidi Serena sorridere e mettere a posto i capelli.

- Ma grazie Louis – commentò.

Ma Louis non rispose. La stava guardando. No, la stava fissando.

- Che c’è? – domando lei in imbarazzo.

- Lo sai che sei davvero bella? – disse Louis continuando a fissarla.

- Ehm … grazie –

Monica e Niall erano dolcissimi. Niall aveva tirato fuori la sua chitarra e stava insegnando a Monica a suonare. Aveva la sua mano sopra quella della mia amica che stringeva il plettro verde e insieme muovevano la mano sulle corde.

Okay, in quel momento mi sentivo sola seduta sul grande divano bianco. Per qualche motivo mi ritrovai a desiderare che quel rompiscatole di Harry tornasse a prendermi in giro. No, non potevo desiderare una cosa del genere, era fuori da ogni logica.

Il cellulare di Louis squillò e lo vidi portarsi l’Iphone all’orecchio prima di sorridere.

- Chiara è per te! – esclamò porgendomi il telefono.  

- Qualcuno mi caga per fortuna – mormorai prima di prendere il telefono – Pronto? –

- Ehi baby, sono io. Allora, che tipo di pizza vuoi? – Harry, ovvio. Perché mi cagavano sempre le persone sbagliate?

- Una margherita –

- E basta? Non ci vuoi niente sopra? –

- Se dico una margherita vuol dire che voglio una margherita, Harry! – esclamai – Ah, anche Serena vuole una margherita però nella sua niente origano –

- Okay, lei non ci vuole niente sopra? –

- Ti faccio lo stesso discorso di prima? Se ti dico una margherita … lasciamo perdere che ti devo passare? –

- Passami Niall che ci sta un’eternità per ordinare una pizza –

Diedi il telefono a Niall e un secondo lo dopo lo sentii dire – Peperoni, panna – Peperoni e panna? – ovviamente origano, prosciutto crudo e acciughe e poi un’altra rucola, ricotta, pepe nero e olive verdi – due pizze? Si, dicevano che Niall mangiava tantissimo, ma così!

Insomma ordinammo tutti e dopo un po’ Zayn e Harry tornarono con le nostre pizze fumanti. Ci accomodammo tutti sul tappeto, come poco tempo prima, e cominciammo ad aprire le pizze.

- Niall, questa penso sia tua – dissi porgendogli la pizza con la panna i peperoni e tutto il resto.

- Di chi è la margherita senza origano? – chiese Zayn.

- Mia! – esclamò Serena sporgendosi per prendere il cartone di pizza.

Mangiammo le rispettive pizze e buttammo i cartoni nella spazzatura. Una volta pulito tutto cominciammo a giocare a obbligo e verità.

- Cosa scegli Monica? – chiese Zayn che si occupava di fare le domande – Partiamo da qualcosa di semplice, poi piano piano arriviamo alle domande succulente –

Perfetto! Cosa c’era di meglio delle domande imbarazzanti?

- Ehm … Verità – rispose Monica.

- A quanti anni hai imparato a nuotare da sola? –

Ma che domande stupide erano?

- Quattro o cinque – rispose lei.

- E tu, Zayn? – chiese Louis per metterlo in imbarazzo.

- Beh … non è ancora arrivato il momento della mia domanda, passiamo avanti –

- Ma dai, lo sappiamo tutti che non sai nuotare, Zayn – lo prese in giro Giordana.

- Okay, basta. Chiara tu che scegli? – la rimbeccò Zayn.

- Verità –

- Uhm … a che età hai dato il tuo primo bacio? –

No … questo non potevano farmelo.

- Beh … se contiamo i miei genitori, ho dato il mio primo bacio quando sono nata –

- Dai, non scherzare – disse Zayn.

Vidi le mie amiche ridermi sotto i baffi. Le odiavo quando facevano così.

- Devo dirlo per forza? –

- Si, hai scelto verità. E poi cosa c’è di tanto imbarazzante nel dire a che età hai dato il primo bacio? –

- Beh … non ci sarebbe niente di imbarazzante se avessi mai dato un bacio a un ragazzo che non sia mio padre – ammisi ad occhi bassi mentre le mie guance si tingevano di rosso.

- Cioè tu non hai mai baciato nessuno? – chiese Liam.

- No, adesso siete contenti? –

- Quanti anni hai, Chiara? – chiese Zayn.

- Sedici – dissi mordendomi le labbra – Possiamo cambiare argomento? –

- Dai, l’avete messa abbastanza in imbarazzo per oggi – mi difese Serena.

- Okay. Riprendiamo il gioco. Niall che scegli? – continuò Zayn.

- Obbligo –

- Balla sulle note di Formidable di Stromaeu –

- D’accordo –

L’esibizione di Niall fu davvero divertente e ridemmo a crepapelle. Dopo un po’ cambiammo gioco, gioco della bottiglia e poi Twister. Dovevo ammettere che quella sera mi ero divertita davvero.

Entro fine serata Harry mi aveva praticamente rubato il cellulare e mi aveva salvato il suo numero, poi si era inviato un messaggio per avere il mio. Controllai la rubrica: Harry <3. Ma quanto era spiritoso! Lo cambiai con Cetriolo e sorrisi fra me e me. Poi mi presi la libertà di controllare la sua di rubrica: Baby. Cominciavo davvero a non sopportarlo più quel nomignolo.

Quando venne il momento di andarcene salutammo tutti e vidi che Louis aveva dato un bacio sulla guancia a Serena e che lei era diventata tutta rossa. Si, era carina quando era rossa. Ci mettemmo in macchina e tornammo a casa. Qualcosa mi diceva che ci saremmo rivisti e che Louis e Serena sarebbero finiti per mettersi insieme. Okay, basta con le supposizioni, meglio dormire.
 
Ehi! Come va?
Questa volta ho cercato di aggiornare prima del solito …
Questo è solo un capitolo di passaggio per cominciare a costruire le varie coppie.
Più avanti la storia si farà più interessante.
Okay, a presto belle bimbe (pelle pimpe)!!!
Ciaoooo <3
- Kikkia

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Capitolo 8
*** Complicated girl ***


Capitolo 7
Complicated girl

Quando il mattino dopo vi svegliai per andare a scuola e mi guardai allo specchio, rimasi paralizzata dall’immagine che vidi. I miei capelli sembravano una balla di fieno e avevo delle profonde occhiaie sotto agli occhi. Scoppiai a ridere guardandomi un’ultima volta allo specchio e mi infilai sotto la doccia.

Ovviamente arrivai in ritardo. Si, perché quando mi facevo la doccia impiegavo a volte più di un quarto d’ora. Il problema era che quando sentivo il getto d’acqua calda sul corpo mi, rilassavo talmente tanto da perdere la cognizione del tempo. Amavo fare docce lunghe.

Mentre correvo ansante per le scale controllai il telefono che vibrava da un po’. Erano dei messaggi. Uno era di Monica, uno di Giordana e l’altro di … Cetriolo???
 
Ehi Chiary, Niall mi ha chiesto se volevamo
ripetere la serata uno di questi giorni. Zingara Mony.

Ma dove sei finita??? Gioia Bedda Giordy <3.

Posso venire alla tua scuola quando finiscono
le lezioni?Xx. Cetriolo.

Che caspita significava Xx??? Sbuffai mentre rispondevo ai messaggi.
 
Si, mi piacerebbe. Mi sono divertita molto ieri sera.
Per Zingara Mony.

Sto arrivando.
Per Gioia Bedda Giordy <3.

Fa’ quello che vuoi della tua vita,
perché devi chiedermi il permesso per fare quello che
ti pare? Tra un po’ mi chiedi anche se puoi respirare …
Per Cetriolo.

Bussai alla porta.

- Avanti – intimò la professoressa.

- Buongiorno, prof. Scusi il ritardo, posso entrare? –

- Ma lo sai che ore sono? – era piuttosto in collera.

- Ehm … in realtà non ho controllato – ma tu guarda! Proprio a me dovevano capitare certe cose?

- Son le otto e dieci, signorina. Non posso farla entrare mi dispiace – proferì la vecchiaccia alzandosi dalla cattedra e chiudendomi la porta in faccia. Ma dico io! Cosa ci fa se un alunno è in ritardo di cinque minuti dal limite consentito? Quindi era meglio che l’alunno perdesse un’ora di lezione piuttosto che dieci minuti? Che mondo, gente!

Sbuffai e mi accasciai per terra, contro il muro di fianco alla porta. Non avevo voglia di scendere in bidelleria a far compagnia agli altri ritardatari come me. Il telefono vibrò nella tasca dei jeans. Lo tirai fuori e aprii il messaggio di Cetriolo.
 
Perché mi tratti male anche nei messaggi!?
Comunque, posso venire o ti da fastidio? XO. Cetriolo.
XO??? D’accordo, io non capivo niente. Sapeva lui cosa voleva dire.
 
Non mi interessa. Se vuoi venire vieni
Se no niente. Ti è chiaro il concetto?
Per Cetriolo.
La risposta, ovviamente, non tardò ad arrivare.
 
Allora ci sarò! Finite all’una vero? XOXO. Cetriolo.
XOXO. Mi arresi sbuffando. Ultimamente sbuffavo sempre.
Si.
Per Cetriolo.
Il cellulare vibrò di nuovo. Cominciavo ad irritarmi.
 
Ma tu non sei in classe?
Sta attenta alla lezione, bricconcella. XO. Cetriolo.
 
Bricconcella … non avevo parole, davvero.
 
Non sono in classe.
Per Cetriolo.
 
Non sei a scuola? Xx. Cetriolo.
 
Ho detto che non sono in classe,
non che non sono a scuola! Sono arrivata tardi.
Per Cetriolo.
 
Uh Uh, avevi intenzione di marinare la scuola, bricconcella??? XO. Cetriolo.
 
Ma la smetti!? BRICCONCELLA; XO; Xx, XOXO …
che diamine significano tutte queste cose!?
Per Cetriolo.
 
Hahahah, Non lo sai eh? Xx. Cetriolo.

 
Spensi il telefono infastidita. Basta. Non volevo più saperne di tutti quei messaggi in codice e delle altre cavolate che mi aveva scritto. In più avevo sprecato dei messaggi per messaggiare con una persona alla quale non mi interessava messaggiare. Scesi in bidelleria e mi sedetti sui gradini della scuola accanto a un ragazzo che sicuramente molti prendevano per lo sfigatello di turno.

- Anche tu tardi a scuola? – chiesi per fare conversazione.

- S … si, mi .. mi sono … sv … svegliato tardi – balbettò quest’ultimo.

- Pensa un po’, io sono stata troppo tempo sotto la doccia –

- Que … questa si che è divertente –

- Già – bofonchiai passandomi una mano fra i capelli.

Poco tempo dopo suonò la campanella della scuola e mi avviai in classe. Una volta dentro presi posto accanto a Giordana e tirai fuori quaderno e libro di letteratura. Amavo quell’ora del martedì.

- Che ti è successo stamattina? –

- Troppo tempo sotto la doccia –

- Come al solito … - mi rubò il cellulare dalle mani, lo accese e ci giocherellò un po’ fino a capitare nei messaggi – Hai un messaggio da … Cetriolo? – chiese guardandomi enigmatica e inclinando la testa a sinistra confusa.

- Lascialo stare lì dov’è, non mi interessa sapere cosa dice –

- Ma chi è cetriolo? –

- Harry – sbuffai.

- Oh! Questa conversazione devo proprio leggermela – esclamò aprendo la chat. La lasciai stare. Non mi interessava se leggeva quella conversazione. C’erano scritte un mucchio di cose insignificanti.

- Serena dice che Louis la va a prendere a scuola per mangiare un gelato –

- Falle i complimenti –

- I complimenti? –

- Insomma esprimi la mia felicità nei suoi confronti, non ci vuole molto a capirlo Gio! – dissi sbuffando ancora.

- Mi sembri un toro – commentò Giordana.

- Anch’io mi sembro un toro –

In quel momento entrò il professore e la classe tornò all’ordine. La lezione passò molto velocemente, così come le successive ore della giornata.
Quando anche l’ultima campanella suonò, presi le mie cose e uscii in cortile.

- Chiara? – mi chiamò qualcuno alle mie spalle.

- Liam! – dissi salutandolo con la mano.

Giordana non appena lo vide gli mise le braccia al collo. Ieri sera avevano legato parecchio i due teneroni.

Qualcuno mi picchiettò una spalla. Sospirai – Ciao Harry –

- Ehi, non mi saluti come si deve? –

- Ti ho già salutato come si deve –

- Non ti sei neanche girata – osservò lui un po’ divertito.

Mi girai – Ciao Harry – mi rigirai verso Liam e Giordana ancora abbracciati.

- Perché fai così? –

- Perché mi dai sui nervi –

- Ma cosa ti ho fatto? –

- Stai sempre qui a rompere – dissi sbuffando – E basta! Cos’è oggi! Non è normale! Ha un’intera giornata! Cosa sono un toro!? Ma davvero! Non credevo che il segno zodiacale incidesse sul carattere di una persona! – strillai facendo voltare verso di me la metà degli studenti – Tornate pure a farvi gli affari vostri – dissi rivolta ai ragazzi che mi stavano fissando, facendo un cenno vago con la mano nella loro direzione.

Harry scoppiò a ridere alle mie spalle.

- Finiscila! – esclamai esasperata.

- Rilassati, baby! –

- La vuoi smettere con questo stupido nomignolo!? –

- Okay, baby – lo faceva apposta? Mi provocava? Allora voleva la guerra.

- Se lo ripeti un’altra volta ti do un pugno su quell’orripilante faccia che ti ritrovi così ti faccio diventare ancora più brutto! –

- Calma, bricconcella – disse ridendo e strapazzandomi una guancia.

- Forse se ti do un bel calcio in mezzo alle gambe la pianterai di dire stupidaggini! – sbuffai di nuovo e mi conficcai le unghia nella mano destra, basta con tutto questo sbuffare!

- Ma perché fai così? Perché mi tratti sempre male? Non possiamo essere amici? –

- Amici – bofonchiai.

- Che c’è che non va in questo? –

- Amici, Harry? Tu dici? E poi quando partirai per andare in Inghilterra ti ricorderai della tua amica della Sicilia? –

- Per questo fai così? –

- Sto cercando di non farmi coinvolgere troppo. E poi amici, siamo amici se continui a chiamarmi baby e a darmi fastidio? Forse è questo che non so. Insomma, io ho degli amici maschi, ma sinceramente, non so se è proprio un gran che come amicizia, io non ho mai abbracciato un ragazzo! –

- Ero rimasto al bacio –

- Beh, ora si ci è messo anche l’abbraccio. E poi, che ti importa di essermi amico? Perché ti interessa la mia amicizia? Sei famoso, potresti diventare amico di Paris Hilton e Shakira, perché proprio io? –

- Vuoi una dimostrazione che ci tengo alla tua amicizia? – domandò. Non risposi e non perché volevo una dimostrazione ma perché … si volevo una dimostrazione, per quale assurdo motivo doveva essere interessato a me? Chi mi garantiva che dopo non mi avesse urlato qualcosa di simile a: “Sei a scherzi a parte!”

Mi strinse a sé in un abbraccio caloroso, amichevole e breve.

- Adesso hai abbracciato un ragazzo. Vuoi essere mia amica, scricciolo? –

Scricciolo!?

No okay, quest’ultimo era carino, era affettuoso.

Sospirai – Va bene –

Anche Harry emesse un sospiro – Uff! Mi chiedo quale grande fatica dovrà fare il tuo fidanzato per chiederti di sposarlo! Mi hai fatto passare le pene dell’inferno e ti ho dovuto chiedere se volevi diventare mia amica, è una cosa assurda! –

- Ehi, non prenderti troppa libertà adesso –

- Scusa scricciolo –

Mi girai per conversare con Liam e Giordana che erano rimasti a parlare da soli, ma Harry mi prese per una mano e mi voltò.

- E questi cosa sono? – chiese sollevando il mio polso. Si intravedevano i braccialetti della band, e la band era quella del ragazzo che mi stava davanti  – Non mi avevi detto che non ti piacevamo? – disse osservando il braccialetto nero con scritto su: “One Direction One Direction One Direction”.

- Ehm … people change – risposi scherzando.

Ma era troppo tardi. Harry mi aveva sollevato di più la manica della maglietta e aveva visto l’altro braccialetto. Orrore, imbarazzo, vergogna! Volevo seppellirmi.

- Ah, bene! Mi hai fatto passare le pene dell’inferno per esserti amico e poi indossi un braccialetto con su scritto il mio nome? – domandò allibito. Aveva ragione, sul braccialetto bianco correva la scritta: “Harry Harry Harry”.

- People change – ribadii sempre più rossa.

- Perché non mi hai detto la verità? Sta volta rispondi sinceramente, siamo amici, no? –

Sospirai, adesso cominciavo con i sospiri! – Volevo essere ricordata – mormorai.

- Sei una ragazza troppo complicata, scricciolo – sorrise arruffandomi i capelli e raggiungendo Liam.

Okay, potevo ufficialmente dire che Harry Styles era mio amico?

 
Serena’s Pov

Louis era passato a prendermi a scuola. Avevamo preso un gelato e poi eravamo andati a passeggiare al parco.

- Ti va di sdraiarti qui? – mi chiese Louis indicando un posticino sotto l’ombra di un vecchio acero.

- Si, è perfetto – commentai sedendomi con le spalle alla corteccia. Avevo appena finito di mangiare il gelato, mentre Louis stava mordendo l’ultima parte del cono. Si sedette accanto a me e stese le gambe sull’erba morbida a differenza di me che le avevo rannicchiate vicino al petto. Sbadigliai.

- Hai sonno? – mi chiese Louis.

- No. Sono solo stanca, oggi è stata una giornata pesante a scuola –

- Ti vuoi sdraiare? Puoi poggiare la testa sulle mie gambe, se vuoi –

“Serena, ricorda. Concentrazione. Non farti prendere dall’imbarazzo, ti piace Louis, sii disinvolta”. Ricordai le parole di Monica poco prima. Poggiai la testa sulle gambe di Louis e mi stesi sull’erba. Lui prese a giocherellare con i miei capelli. Di solito odiavo le persone che mi toccavano i capelli, ma lo lasciai fare.

- Perché sei sempre rossa quando stai con me? –

Dritto diretto al punto il ragazzo eh?

- Ehm … sai sei Louis Tomlinson –

- Di solito le ragazze pensano prima ad urlare o a piangere prima di diventare rosse quando mi vedono –

- Beh, loro sono le directioner , insomma è normale –

- E tu cosa pensi di me? –

- Ti trovo una persona … interessante e … sei molto carino – dissi diventando, se possibile, ancora più rossa. Ma perché facevo così? Beh, forse perché era l’unico ragazzo che mi piaceva veramente, dopo Matteo. E chi non conosceva Matteo allo scientifico? Il tenero ragazzo dagli occhi verdi? Beh, tra di noi era finita …

- Grazie. Tu sei stupenda – commentò Louis sorridendo solare. Com’è che dalla normale conversazione eravamo passati ai complimenti? – Posso fare una cosa? – mi domandò ad un tratto.

- Certo –

Louis si chinò verso il mio viso e mi lasciò un bacio all’angolo della bocca.

- Vieni, ti riporto a casa – disse prima di aiutarmi ad alzarmi.

Ci mettemmo in cammino e arrivammo a casa mia. Ci salutammo e salii le scale. Informai mia madre del mio ritorno a casa e andai in camera a cambiarmi. Sentii vibrare il cellulare. Neanche cinque minuti e Louis mi aveva già mandato un messaggio. Quanto poteva essere dolce quel ragazzo?
 
Ciaoooooo <3
Grazie perché visitate la mia storia in tanti J
Spero di non avervi annoiati con questo capitolo J
Adesso, scappo che devo andare, un bacione a tutte <3 <3 <3
- Kikkia

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Capitolo 9
*** Only from firend ***


 
Capitolo 8
Only from friends

Monica’s Pov

Buongiorno amore Xx. Niall.

Ehi! Mony.

Esci con me stasera? Xx. Niall.

Ovvio, dimmi a che ora e sarò pronta. Mony.

Facciamo alle otto, ti va se andiamo in pizzeria? Xx. Niall.

Vado ovunque sei tu <3. Mony.

 
Serena’s Pov.

- Cavolo Louis! Smettila! – urlai anche se non riuscivo ad arrabbiarmi con lui.

- Ho quasi finito, cosina – mi sussurrò all’orecchio prima di tornare a dedicarsi ai miei capelli.

Da un paio di giorni Louis aveva preso a chiamarmi cosina, diceva che era dolce e non era da fidanzati, perché noi, si sa, eravamo migliori amici. Eppure chissà per quale motivo non lo eravamo fino infondo, a me lui piaceva, a lui io piacevo. Mi salutava con un bacio a stampo! Però eravamo migliori amici … guai a chi obbiettava.

-Basta, Lou. Mi fai male! – strillai quando prese a spazzolarmi i capelli con foga –Non sei un parrucchiere! –

- Scusa, scusa! Ma quando ti toglierò la benda dagli occhi realizzerai che sei una favola – rispose continuando a pettinare i capelli.

Quando infine mi tolse quella maledetta benda nera da davanti agli occhi restai di stucco. Avevo davanti a me una nuova Serena. Cioè, ero sempre io, seduta davanti allo specchio del bagno in casa Direction, dietro di me c’era il solito Louis che dava di matto. Ma l’immagine riflessa allo specchio era una ragazza bellissima, sembrava un angelo. I lunghi capelli castani erano mossi e si arricciavano lievemente davanti al viso creando una perfetta via di mezzo tra il liscio e il riccio. Okay, amavo quell’acconciatura.

- Allora? – chiese il ragazzo alle mie spalle.

- Mmm … sto cercando di capire perché tu non faccia il parrucchiere –

Lui scoppiò a ridere in una sonora risata – Dovrei bendare gli occhi a tutte le clienti per non farle spaventare. Non chiedermi di rifarti quell’acconciatura perché non ci riuscirò mai. Non ho mai provato a fare i capelli a una ragazza. Il risultato non è male … breve pausa di riflessione … -

- Breve pausa di riflessione? – domandai.

Lui mi fece un cenno con la mano come a dirmi di lasciar perdere le sue stupidaggini, poi riprese a parlare – C’è stato un momento dove avevi i capelli specie afro! Sai quando ho usato tutta quella lacca e poi ti ho fatto lavare i capelli, era perché li avevi gonfi come un pallone e ho dovuti lavarli per ricominciare da capo –

- Cioè tu mi stai dicendo che ho avuto i capelli afro? –

- Anche – ammise smettendo di ridere.

- Non so se urlarti contro o ridere – dissi.

Lui mi prese per un braccio e mi stampò un leggero bacio sulla bocca.

- Stasera esci con me – lo implorai.

- Non dovrebbe essere il ragazzo a chiedere alla ragazza di uscire? –

- Siamo una coppia storta che si crede due migliori amici, ma sappiamo tutti e due che i migliori amici prima o poi si innamorano … ti prego, esci con me – risposi giungendo le mani davanti al viso e sbattendo le ciglia, per sembrare ancora più tenera sporsi il labbro inferiore e lo feci tremolare.

- Quanto è sexy quel labbro – mormorò prima di darmi un altro bacio – Va bene, fatti trovare pronta per le otto, andiamo al cinema – disse poi aprendomi la porta –Fatti bella! – mi urlò dietro quando mi allontanai.

Avevo un appuntamento con Louis Tomlinson!

Giordana’s Pov

- Per favore! Per favore! Per favore! Per favore! – ululò Liam al mio fianco. Camminava piegato con le mani giunte e un’espressione da cucciolo abbandonato che faceva troppa tenerezza.

- Liam, non siamo fidanzati! –

- Ma anche gli amici escono, dai, ti prego vieni al bar con me! – piagnucolò – Ho una sorpresa –

- Mmm … vado matta per le sorprese! Dimmi a che ora! E anche dove devo farmi trovare! –

Liam scoppiò a ridere – Se avessi saputo che bastava dirti della sorpresa mi sarei risparmiato tutto il fiato che ho sprecato standoti dietro –

- Forse – risposi storcendo la bocca in una smorfia.

- D’accordo. Stasera alle otto passo a prenderti a casa tua –

- Ci vediamo stasera – dissi entrando nel portone e salutandolo con la mano.

Chiara’s Pov.

- Non verrò Harry! – strillai al telefono.

- Perché no? – mi rispose lui da dietro la cornetta.

- Senti, te l’ho già spiegato. Siamo amici, nient’altro quindi perché dovrei venire a mangiare un gelato con te stasera? –

- Lo sai che Liam e Giordana escono? Anche Louis e Serena. Questa è la prova che possono uscire anche gli amici, non solo i fidanzati –

- Louis e Serena sono quasi più innamorati di Monica e Niall –

- Dai, stasera escono anche Monica e Niall escono –

- Cos’è, vi siete messi d’accordo? –

- No, davvero! Io ho detto ai ragazzi che sarebbe bello uscire un giorno tutti insieme e loro mi hanno detto che stasera uscivano e stamattina ti ho mandato quel messaggio per andare alla gelateria a cui non hai risposto, non puoi dirmi che ci ho pensato dopo che mi hanno detto tutti che erano impegnati quella sera. Allora, esci con me? – disse.

- Fai compagnia a Zayn, Harry, si sentirà solo –

- Quanto sei cocciuta! – si lamentò.

- Mi dispiace, ma quando mi metto in testa una cosa è difficile farmi cambiare idea –

- Okay, ciao – rispose lui, parve deluso ma non ci feci caso e staccai la telefonata.

Mezz’oretta dopo stavo guardando “A tutto reality” in televisione e stavo morendo dalle risate mangiando popcorn. Si potevano mangiare popcorn e soprattutto si poteva ridere come una matta per un cartone!?

Suonò il citofono e andai a rispondere – Chi è? – chiesi. Mi sarei aspettata di tutto ma non questo.

- Sono Harry, aprimi –

Anche se riluttante schiacciai il pulsante e qualche minuto dopo lo sentii suonare alla porta. Girai la maniglia e vidi l’alta figura di Harry entrare e guardarsi intorno.

 - Bella casa – commentò prima di girarsi a guardarmi.

- Che ci fai qui? – domandai sospettoso.

- Ecco, se non ti bastano le parole al telefono te lo dico di presenza. Stasera esci con me? – mi chiese.

- No – notai com’era facile e spontaneo dire di no a lui e mi ritirai in camera. Purtroppo quel cocciuto di Harry mi seguì e si sedette sulla scrivania arancione mentre io mi accomodai sul mio letto con il solito piumone rosa delle Winx.

- Perché hai ancora il piumone delle Winx? – chiese ridendo.

- Perché dovrei buttare una coperta ancora utilizzabile? – domandai con il suo stesso tono, cioè prendendolo in giro anche se non era una frase per prendere in giro lui, sembrava mi stessi prendendo in giro da sola.

Lui si guardò in giro e prese la tazza bianca sulla scrivania. La loro tazza bianca!

- E meno male che non ti piacevano i 1D – mormorò rigirandosi la tazza fra le mani –I love One Direction – lesse sulla tazza.

- D’accordo, basta guardare le mie cose. Cosa vuoi? –

- Uscire con te. Da amici –

- Se ti dico di si ti togli dalle scatole? – domandai alzando un sopracciglio.

- Si. Però ritornerò stasera alle otto –

- Ma per ora mi lasci stare? –

- Si. Devo prepararmi anch’io! –

- Va bene, usciamo. Ma solo da amici. Solo da amici. Capito? –

- Si, capito. Ci vediamo stasera alle otto, ti passo a prendere io, scricciolo – disse alzandosi dalla scrivania e lasciandomi un bacio sulla guancia prima di sparire dalla porta della mia camera.

Monica’s Pov.

Questa volta non c’erano le mie amiche ad aiutarmi a scegliere i vestiti per l’appuntamento, ma avevo l’impressione che a Niall sarei piaciuta con qualsiasi cosa addosso.

Aprii le grosse ante dell’armadio e gettai i miei abiti alla rinfusa sul letto. Non avrei indossato un vestitino. Non era nel mio genere. Pescai infine dei leggins neri con gli strass sulla caviglia e una maglietta lunga con dei ricami in basso che dicevano: “Amore è per sempre solo quando regna l’odio”. Non avevo mai capito quella frase, ma in complesso amavo quella maglietta fuxia. Raccolsi i capelli in due pesanti trecce, proprio come piacevano a Niall, e mi infilai un paio di orecchini pieni di brillantini. Misi un po’ di lucidalabbra e di ombretto rosa lieve e mi profumai. Ero pronta.

Serena’s Pov.

Volevo che quello fosse un appuntamento perfetto. Volevo essere splendida per andare al cinema con Louis. Decisi di lasciare i capelli così come me li aveva acconciati lui, li amavo davvero troppo. Aprii l’armadio alla ricerca di qualcosa di “favoloso” ma nulla mi sembrava adatto all’occasione. Avevo già indossato quasi tutto quando stavo con Matteo. E adesso cosa mi sarei messa addosso? Erano le sei, era da pazzi fare quello che avevo appena pensato, non sarei mai arrivata in orario, ma dovevo farlo.

Infilai una tuta, presi una borsa a caso e ci infilai dentro il portafogli con più soldi del necessario. Uscii di casa e feci una corsa all’OVS. Avrei trovato qualcosa. A costo di rimetterci del tempo, anche se odiavo essere in ritardo, avrei trovato qualcosa.

Cercai furiosamente fra i vestiti qualcosa di “meraviglioso” o “favoloso” ma non trovai gran che. Quando ormai stavo per arrendermi e tornare a casa, alle sette cioè, i miei occhi caddero su un vestitino bianco. Era semplice ed elegante al tempo stesso e aveva un cinturino marrone tutto intrecciato che ricadeva morbido sullo stomaco. La scollatura non era poca né troppo eccessiva e verso la parte finale il vestito andava sui toni del color caffè. Era assolutamente perfetto. Le spalline erano sottili, ma doveva avere a casa un copri spalle che gli si adattava benissimo. Lo portai in camerino e me lo provai. Visto sul corpo era ancora più bello. Perfetto. Come avevo desiderato che fosse. Decisi di evitare di spogliarmi arrivare a casa rivestirmi e finire di prepararmi. Sarebbe stato praticamente una perdita di tempo. Così mi avviai alla cassa.

- Scusa, ma il vestito devi toglierlo – ronzò con la sua voce nauseante la signorina bionda che masticava una gomma rosa da dietro il bancone.

- Mi dispiace ma non toglierò un bel niente signorina. Sono in ritardo per un appuntamento quindi mi faccia pagare con il vestito addosso e per favore mi tolga quest’etichetta che mi da troppo fastidio – dichiarai piazzandomi davanti a lei.

Anche se seccata la signorina gna gna gna mi aiutò a togliere l’etichetta e mi fece pagare con il vestito addosso.

- Mi scusi, ha il mascara a portata di mano? – domandai.

- Beh, si. A cosa ti serve il mio mascara? –

- La pago se me lo fa usare –

- Quanto? –

- Cinque euro – erano già troppi per una passata di mascara sulle ciglia.

- Dieci –

- Ma sta scherzando!? – l’ammonii.

- O dieci o niente – rimbeccò questa.

- Il massimo che posso darti è otto euro se ti sta bene – obbiettai passando dal lei al tu.

- D’accordo – rispose questa dandomi il mascara. Presi la trousse che portavo fortunatamente sempre in borsa e mi truccai all’interno del negozio. Restituii il mascara e pagai la civetta che stava dietro il bancone.

Quando uscii dall’OVS realizzai che le mie air force non si addicevano per niente al vestito così mi infilai nel negozio di scarpe vicino al supermercato e passai in rassegna tutte le scarpe. Trovai un paio di ballerine davvero carine, me le infilai ai piedi ringraziando il cielo che sotto avevo i collant e pagai le scarpe. Ecco, adesso potevo dire di aver fatto tutto nella vita, compreso vestirsi per un appuntamento dentro un quasi centro commerciale. Corsi di nuovo verso casa e arrivai in tempo giusto per cambiarmi la borsa e posare le cose.

Suonarono al citofono. Misi il copri spalle e infilai il giubbotto, salutai mia madre e scesi al piano inferiore. Avrei mai detto a Louis la strage che avevo fatto per essere perfetta a quell’appuntamento?

- Louis mi sono vestita all’OVS – annunciai appena aprii la porta prima di stringerlo in un abbraccio. Confessare cosa hai combinato … Fatto.

Giordana’s Pov.

Cosa dovevo mettermi per andare al bar? Anche lui, un posto migliore no? Non poteva scegliere un comunissimo posto dove passare la serata? Avrei saputo almeno come dovevo vestirmi.

 Passai in rassegna tutti i miei vestiti ma nessuno mi sembrava adatto all’occasione. Poi lo vidi, stava in un angolo buio dell’armadio praticamente nascosto, eccolo, il vestito perfetto. Era lungo fin sopra il ginocchio ed era di un colore violetto con un vistoso, ma non troppo, fiocco sulla schiena, sempre viola.

Più tardi scoprii che quello fu il vestito che mia madre aveva indossato al suo primo appuntamento. Lo indossai fiera, mi truccai e lasciai i capelli ricci che ricadevano sulle spalle. Ero pronta. Perfetto.

Chiara’s Pov.

Avevo scelto un vestitino che arrivava sopra il ginocchio, azzurrino composto di veletti sempre più chiari, dall’azzurro forte, ma non eccessivamente, al bianco che lasciava intravedere tutte le altre tonalità dell’azzurro. Sotto il seno c’era un grosso cinturino marrone e le spalline non erano poi tanto “ine”.

Tuttavia quando uscii dalla doccia e osservai il vestito non mi sembrò nel mio genere, così tirai fuori un paio di jeans blu e una felpa bianca con una stella nera, un completo regalatomi da mia nonna. Misi le air force ai piedi, mi truccai e pettinai bene i capelli raccogliendoli poi in una coda. Ero pronta.

Monica’s Pov.

Io e Niall eravamo seduti da più di un’ora al tavolo della pizzeria.

- Qui il servizio è pessimo – mi lamentai.

- Dai, amore – disse Niall accarezzandomi una guancia – Non è bello passare del tempo con me? –

- Certo che mi piace stare con te, tesoro, ma ho fame –

- Guarda lì c’è la cameriera – disse indicandomi una signorina in divisa che si dirigeva verso di noi.

- Ecco le vostre pizze! – esclamò quest’ultima agitando la coda bionda sul viso di Niall.

Ci servì e si dileguò facendo un occhiolino a Niall.

- Odio quando fanno così, c’è bisogno di strusciarsi sul tuo viso per essere notate? Ti ha vista cavolo, non c’è bisogno che fai delle avance – sbottai arrabbiata incrociando le braccia al petto.

- L’unica donna che mi interessa sei tu – disse accarezzandomi ancora una guancia – Adesso mangiamo che ho fame? –

Risi e gli lanciai una bustina di ketchup in faccia, ragazzo incorreggibile!

Serena’s Pov.

- Ci vediamo questo!? – esclamò Louis indicando un film horror.

- Stai scherzando!? Odio i film horror, mi fanno paura … -

- Per questo si chiamano horror, cosina – rispose lui strapazzandomi una guancia. Ma vedendo che rimanevo ferma sulla mia decisione passò a scrutare gli altri film disponibili.

- Non ti chiedo di guardare qualcosa di romantico, ma qualcos’altro che ti interessa lo puoi trovare – dissi vedendo la sua espressione dispiaciuta.

- Ma perché non ti piace quel film? La trama è bella e scommetto che non fa neanche paura. E poi lo sai che il sangue è ketchup e che i mostri non esistono – rispose. Scossi la testa e lo vidi sorridere – Ti do il permesso di abbracciarti a me se avrai paura. Io ti proteggerò –

- Va bene andiamo a vederci questo film horror del cavolo – sussurrai digrignando i denti.

Una volta in sala trovammo i posti in fretta e cominciammo a sgranocchiare i popcorn. Quando il film cominciò sussultai sulla poltrona per l’urlo agghiacciante che si diffuse nella sala.

Dopo i primi minuti di film mi ritrovai praticamente in braccio a Louis con la testa nascosta sulla sua spalla.

- Non lasciarmi Louis, ti prego – mormorai con voce tremante essendo più che impaurita.

- Non ti lascerò, cosina, te lo prometto –

E mi baciò, per la prima volta mi stava baciando davvero, quello era un bacio vero.

Giordana’s Pov

Liam mi aveva portata al bar e avevamo ordinato qualcosa da consumare. La mia cioccolata calda con panna era ancora intatta, così come il dolcino di Liam. Lui stava pagando. Io ero al tavolo. Quando Liam mi raggiunse diedi il primo sorso alla cioccolata facendo scoppiare il ragazzo che mi stava di fronte in una sonora risata appena poggiai la tazza sul tavolo.

- Che c’è? – chiesi fingendo di non essermi offesa.

Liam prese un tovagliolo e me lo passò sulle labbra – Ecco fatto, signora barbuta –

- Oddio, no! Avevo i baffi di panna? –

- Esatto! – rispose il moretto continuando a ridere. Mi aggiunsi a lui, certo non mi piaceva ridesse di me, ma dovevo dire che la situazione era piuttosto comica.

Quando finimmo di consumare il nostro pasto e ci alzammo dal tavolo il pensiero di ciò che mi aveva promesso mi turbinò nella mente.

- E la mia sorpresa? – chiesi allora.

- Certo – esclamò lui – è in macchina, vado a prenderla –

Uscì e tornò dopo pochi minuti. Teneva fra le mani un grosso regalo avvolto dalla carta per regali. Quando me lo diede in mano realizzai che era qualcosa di veramente morbido. Lo scartai al volo e rimasi incantata ad osservare l’enorme cuore rosso con la scritta: “Tvb best friend”.

- è bellissimo, Liam! Grazie! – esclamai buttandogli le braccia al collo e lasciandogli un bacio sulla guancia.

- Andiamo, migliore amica! – disse lui caricandomi sulla spalla sinistro come un sacco di patate.

- Mettimi giù, Liam! – strillai tra una risata e l’altra.

Quando lo fece eravamo fuori dal bar.

- Sono un attimo in bagno, mi aspetti? – mi disse.

- Certo! Va’ pure –

Chiara’s Pov

Quando aprii il portone e mi ritrovai davanti la faccia divertita di Harry cominciai a irritarmi.

- Perché ridi? – domandai rossa in viso.

- Niente, stavo pensando che le persone dimostrano ciò che sono anche dalle piccole cose –

- E quale sarebbe la dimostrazione della mia personalità? – domandai sospirando.

- Il tuo abbigliamento –

- Molto grazie – dissi riaprendo il portone e voltandomi per tornare in casa. Ma Harry mi bloccò per una mano.

- No, mi piace come sei vestita. Sei carina –

Sbuffai e lo seguii nella sua macchina. Mi portò al parco e ci fermammo davanti a un carretto del gelato. Ecco, così lui mostrava ciò che era. Avrebbe potuto portarmi in un bar o in una gelateria, ma eravamo fermi davanti a un carretto dei gelati in mezzo a un parco.

- Cosa vuoi? –

- Nocciola e pistacchio – risposi.

- Uno nocciola e pistacchio e uno cioccolato e caffè – ordinò Harry.

Quando la signora ci diede i gelati lo vidi metter mani al portafogli e pagare per tutti e due.

- No! Il mio gelato me lo pago io! – strillai. Odiavo il pensiero che qualcuno pagasse per me.

- Stai scherzando? – mi domandò Harry alzando un sopracciglio.

- No – replicai. Ma lui porse i soldi alla signora e mi tirò via per un braccio.

- Sei incredibile! – esclamò alzando gli occhi al cielo.

Il cellulare prese a vibrargli nella tasca.

- Scusami – mi disse poggiando il telefono all’orecchio – Pronto? – lo sentii dire – Ti ha baciato? Liam … stiamo scherzando? Hai rovinato il mio appuntamento per dirmi che hai ricevuto un bacio sulla guancia!? Si, sono contento per te, ma a volte mi sembri una ragazza, davvero. Ci vediamo, ciao – chiuse la telefonata con un sospiro e scosse la testa.

- Questo non è un appuntamento – dissi – è una semplice uscita fra amici –

Lui mi diede una leggera spinta e sorrise scuotendo la testa come aveva fatto poco tempo prima per Liam – Scusa, ho sbagliato parola – sorrisi vedendo che stava cominciando ad arrendersi al mio caratteraccio.

Monica’s Pov

Non pensavo si potesse amare così tanto una persona. Che poi questa persona fosse Niall Horan o meno non mi interessava, l’unico mio pensiero era l’amore che provavo per lui.

Mi chiesi perché non mi fossi mai innamorata prima, era così bello l’amore.

Lo baciai sulle labbra un’altra volta mentre camminavamo.

- Niall, pensi mai al futuro? – gli chiesi.

- Si, ci penso spesso in realtà. Prima di venire qua non avevo un’idea chiara di cosa volessi davvero. Adesso so che nel mio futuro vorrei te. L’unica cosa che desidererei è una casa con dentro te e i nostri figli che mi accolgono quando torno dal lavoro – rispose sorridendomi.

Gli gettai le braccia al collo – Tu sei tutto ciò che voglio – gli sussurrai all’orecchio. Che cosa romantica … questo generi di frasi mi nascevano spontanee sulle labbra quando stavo con lui e quando non gli ero vicina lo pensavo costantemente. Era questo l’amore?

- è questo l’amore? – domandò lui come se mi avesse letto nel pensiero.

- Io … me lo stavo chiedendo –

- Ti va di sdraiarci a guardare le stelle come la sera del nostro primo appuntamento?- mi chiese.

- Qui sul marciapiede? –

- E perché no? –

- è perfetto, solo … me lo dai un bacio come quella sera? –

Non perse tempo e mi accontentò baciandomi intensamente. Ero in paradiso. Ci sdraiammo per terra e guardammo le stelle avvinghiati l’uno all’altra. Ad un certo punto il cellulare di Niall squillò.

- Rispondi – gli sussurrai vedendo che non accennava a muoversi.

- No, sono con la mia ragazza –

- E se fosse importante? –

Anche se un po’ gli seccava Niall portò il cellulare all’orecchio – Pronto? … Liam. Ma … ti rendi conto che un attimo prima ero con la mia ragazza e ora mi stai interrompendo per dirmi questo? Si, complimenti fratè! Tranquillo … ce la farai. Ora stacco, ciao –

- Che voleva? – gli domandai quando posò il cellulare.

- Mi ha detto che Giordana gli ha dato un bacio sulla guancia –

Risi prima che le mie labbra fossero fermate da altre labbra molto più dolci.

Serena’s Pov

- è da più di un’ora che sei chiusa là dentro Serena! – strillò Louis picchiando le mani sulla porta del bagno femminile del cinema.

- Che esagerato! – esclamai aprendo la porta su cui era poggiato lui. La differenza di peso lo fece cadere in avanti verso di me e per fermarlo gli misi le mani sulle spalle, gli lasciai un leggero bacio sulla bocca e lo riportai indietro.

- Amo il tuo profumo – mi disse.

Io mi avvicinai al suo collo e l’odorai – Anche tu hai un buon profumo, Lou –

- Hai paura che qualcuno dei mostri che abbiamo visto sullo schermo ti segua? –

- Cosa c’entra questo adesso, Louis? – domandai divertita.

Non riuscivo a capire come faceva a passare da un argomento serio a un altro totalmente opposto. Stavamo parlando dei nostri profumi e lui tira in gioco i mostri.

- Me lo chiedevo – rispose alzando le spalle.

- Non ho paura quando sto con te – dissi riallacciandomi al discorso di poco tempo prima.

- Non vuoi desistere eh? – mi domandò, ma non mi lasciò il tempo di rispondere perché aveva poggiato le sue labbra sulle mie. Pensavo di amare veramente troppo quel ragazzo.

Il suo cellulare squillò e lui rispose – Ciao Liam! Complimenti! Sono felice per te! Adesso però voglio tornare alla mia ragazza! – disse chiudendo di scatto la telefonata e tornando a premere le sue labbra sulle mie. Amavo quando diceva: "La mia ragazza".

Giordana’s Pov

Liam uscì dal bagno un po’ felice, un po’ dispiaciuto. Volevo chiedergli cosa avesse, ma lui mi fece fare un casquè ancora prima che potessi aprire bocca.

- Hip Hip urrà alla migliore amica più bella del mondo! – esclamò facendomi fare una giravolta.

- Cos’hai bevuto in bagno, Liam? – gli chiesi arruffandogli i capelli.

- Volevo solo farti sapere che sei bellissima –

- Oh, molte grazie, signorino –

- Molti prego, signorina –

Cominciò a farmi il solletico e io scoppiai a ridere cercando di scappare. Ma alla fine, esausta com’ero, mi appoggiai al suo petto e gli bloccai le mani.

- Basta Liam, ti prego – gli dissi con l’affanno.

- Okay, ti lascio in pace … solo se mi dai un altro bacino sulla guancia – negoziò lui.

- D’accordo – gli risposi sorridente stampandogli un bacio sulla guancia paffuta – Amo questa guancia – dissi poi strapazzandogli il viso.

Gli misi un braccio intorno al collo e continuammo a camminare diretti non so dove ma finché ero con il mio migliore amico mi sentivo al sicuro.

Chiara’s Pov.

Io e Harry stavamo passeggiando per il parco. Era una bella serata, tutto sommato, e un venticello mi accarezzava i capelli. C’eravamo fermati da poco in mezzo al parco e ci stavamo gustando i gelati. Mentre avvicinavo il cono alla bocca Harry diede un colpetto con la mano alla cialda del gelato e il gelato, ovviamente, mi sporcò tutto il viso, dal naso al mento.

- Ma sei scemo! – gli urlai contro prendendo un fazzoletto.

Lui me lo rubò dalle mani e si avvicinò. Mi pulì la bocca sporca di gelato e, una volta pulita la bocca, si avvicinò a me e unì le sue labbra con le mie, fu un brevissimo bacio stampo, ma mi lasciò imbambolata come una cretina mentre andava a buttare il fazzoletto. Quando tornò gli tempestai il petto di pugni.

- Avevi detto solo come amici! – strillai continuando a picchiarlo. Lui bloccò le mie mani e si avvicinò di poco, di pochissimo a dire il vero perché lo incenerii con lo sguardo e lo inchiodai al terreno.

- Infatti siamo usciti come amici –

- E perché mi hai dato quel bacio!? –

- Così – disse scrollando le spalle – Non posso diffamarmi, bacio sempre al primo appuntamento, ricordatelo –

- Sei … sei … non so neanche come definirti! – strillai non trovando un aggettivo tanto brutto da rinfacciargli.

- Rilassati, siamo sempre amici – disse lui prendendomi per mano e tirandomi via da quel pezzettino di terra sul quale mi ero inchiodata – Non volevo farti arrabbiare. Mi perdoni? –

Ma come si faceva a dire di no?

- Si, va ben, ti perdono –
 
Ciaoooo
Caioooo (lasciate stare)
Non ho molto da dire perché devo correre a farmi i compiti.
Spero vi sia piaciuto.
Se è così lasciate una recensione?
Accetto anche le critiche.
:) <3
Un bacioooo <3
- Kikkia <3

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Capitolo 10
*** The favor following ***


Capitolo 9

The favor following

Gettai la borsa su una sedia e mi accomodai pesantemente su quella accanto.

- Siamo di cattivo umore? – mi domandò Liam dall’altro capo del tavolo.

- Forse – ammisi torturando un povero tovagliolo.

- Dovresti rilassarti di più – mi riprese Serena togliendomi gli occhiali dal viso e pulendoli con la pezzetta – E dovresti pulire di più gli occhiali –

Sbuffai incapace di trattenere l’irritazione. Non ce l’avevo con Serena, anzi, lei era sempre gentile e disposta ad aiutarmi. Ma quella cavolo di professoressa mi aveva proprio fatta arrabbiare. Si lamentava sempre che le mie versioni di latino non erano perfette, ma questa l’avevo praticamente copiata dal dizionario, non può dire che era sbagliata. Ce l’ha con me, è così evidente!

Serena mi porse di nuovo gli occhiali e io me li sistemai sul naso sorridendole – Grazie mammina! – esclamai continuando a strappare il tovagliolo che, poverino, non ha nessuna colpa.

Giordana e Monica stavano parlando animatamente della sera precedente. Si stavano in pratica raccontando come erano andati i loro appuntamenti. Giordana era felice di aver passato una serata con il suo migliore amico, mentre Monica era più che euforica perché le cose tra lei e Niall andavano a gonfie vele e sembravano amarsi così tanto.

Eravamo tutti seduti al tavolo di un bar, in attesa che le nostre ordinazioni arrivassero a destinazione. Avevamo riunito il gruppetto e quella mattina, di domenica, eravamo usciti a prendere un gelato. L’idea non mi andava poi così a genio vista come si era conclusa la serata precedente, ma avevo accettato di partecipare.

La cameriera arrivò con i nostri gelati e ce li servì. Io avevo preso una coppetta, per quanto detestassi le coppette non avevo voglia di finire di nuovo con il gelato spalmato sul viso. Invece tutti gli altri avevano un enorme cono davanti al naso e lo leccavano avidamente come fosse oro, compreso Harry che aveva ordinato lo stesso gelato della sera precedente.

Questa volta con noi c’era anche Zayn che aveva detto agli amici di sentirsi trascurato. Un po’ aveva ragione, lui non compariva mai e, per quanto fosse bello, nessuna di noi gli aveva messo gli occhi addosso perché stava con Perrie. Non che io o Giordana avessimo messo gli occhi addosso a Harry e Liam, per carità, ma avevamo un rapporto più stretto con loro rispetto che con Zayn. Comunque il moretto si stava gustando il gelato esattamente come noi e non sembrava tanto fuori luogo. Alla fine, gli One Direction, o li ami tutti o nessuno, è una specie di regola.

Harry era seduto esattamente di fronte a me e stava leccando avidamente il suo gelato cioccolato e caffè. Sembrava che si stesse godendo il gelato così tanto che mi venne voglia di rovinargli il momento. Allungai la mano e diedi una leggera spinta al suo cono facendogli arrivare il gelato in faccia.

Risi di gusto indicandolo, mi stava guardando malissimo – Ecco fatto! Ti ho restituito il favore! – esclamai fra una risata e l’altra.

Liam, Louis, Zayn, Niall, Serena, Giordana e Monica mi stavano guardando come se fossi pazza, un po’ erano divertiti, ma dall’altro lato scommetto che si stavano chiedendo di quale favore parlassi, avevano un’espressione così … “interrogativa”.

Harry alzò un sopracciglio, aveva ancora la faccia piena di gelato e io non riuscivo a smettere di ridere – E mi restituirai il favore successivo? – domandò con un sorrisino furbo all’angolo della bocca.

Smisi all’istante di ridere e ripresi a martoriare il tovagliolo con le guance in fiamme. Cosa dovevo fare? Che dovevo rispondere? Davvero era una domanda a cui dovevo dare una risposta? Gli avrei volentieri risposto di si, non perché volessi davvero farlo, ma perché ci sarebbe rimasto malissimo rendendosi conto di non avermi fatto né caldo né freddo, rendendosi conto che non mi abbassavo al suo livello, ci sarebbe rimasto malissimo se io gli avessi restituito il favore successivo perché non avrebbe potuto, in un certo senso, prendermi in giro. Però eravamo davanti a tutti, alle mie amiche, come mi sarei giustificata? … Ma chi se ne frega!? Mi dissi ad un certo punto. Vada per il favore successivo!

- … Ok – risposi sollevando lo sguardo sul viso di Harry. Presi il tovagliolo di Serena, visto che il mio era praticamente ridotto a brandelli, e gli pulii la faccia con delicatezza, come se lo stessi facendo con amore, come no! Poi mi armai di coraggio per il passo successivo e, sporgendomi dal tavolo, incollai le mie labbra alle sue per una frazione di secondo e poi mi ritrassi ancora con il tovagliolo sporco in mano e attraversai il bar per buttarlo nel cestino della spazzatura. Ecco, l’avevo fatto! Adesso mi toccava solo dare una spiegazione alle mie amiche e agli altri quattro ragazzi che aspettavano seduti al tavolo con gli occhi sgranati.

Tornai al tavolo con una strana espressione sul viso – Siamo solo amici – li ammonii con un dito prima di incrociare le braccia e sedermi sulla sedia.

- Solo amici? – intervenne Louis – Chiara, l’hai appena baciato! –

- Ehi! Guarda chi sta parlando! Quello che salutava la sua amica con un bacio a stampo tutte le volte che la vedeva! – gli risposi per le rime.

Louis chinò la testa colpevole e lanciò uno sguardo a Serena che sorrideva complice.

- Si può sapere che ti è successo? Quando eravamo a casa nostra hai esplicitamente dichiarato che non avevi mai dato un bacio a un ragazzo e poi ti sei rifiutata di baciare chiunque di noi cinque ti capitasse al gioco della bottiglia per lo stesso motivo – mi fece notare Zayn.

Mi irrigidii un attimo prima di trovare un’adeguata risposta per Zayn – Ieri sera Harry mi ha rubato il mio primo bacio, io gliel’ho solo restituito – risposi fingendomi indifferente a quanto avevo appena detto.

- Avanti, dì che ti è piaciuto! – esclamò Harry cominciando a ridere.

Cominciai a sentirmi montare una strana rabbia dentro, mista all’imbarazzo per quanto aveva appena detto Harry – Per questo poi ti ho preso a pugni? – domandai fingendo che quanto detto dal ricciolino non mi avesse turbata.

- Ne state facendo un melodramma! – esclamò Giordana – Harry ha dato un bacio a Chiara, Chiara ha dato un bacio a Harry! Sono amici, cavolo! È una cosa alquanto strana, ma vedrete che non si ripeterà più. Conosco la mia amica e penso che l’abbia fatto solo perché così Harry non l’avrebbe vista ammutolirsi. E poi, tutti possono dare un bacio a stampo, è una cosa insignificante, mica si sono baciati con la lingua! – aggiunse alzandosi dal tavolo e percorrendo la distanza che la separava da Liam. Prese il viso del ragazzo fra le mani e gli lasciò un leggero bacio sulla bocca prima di tornare a sedersi – Visto! –

Ma questo era ancora più scioccante. Era scioccante vedere Liam beato fra le nuvole come se a baciarlo fosse stato un angelo, sembrava proprio realizzato, il ragazzo. Era scioccante vedere che Giordana gli aveva dato un bacio sulla bocca solo per mostrarci che una volta tanto si poteva fare con gli amici. Ma la cosa più scioccante di tutte era stato vedere Liam alzarsi, prendere Giordana per i fianchi e darle un bacio vero, compreso di lingua. Scioccante guardare Giordana che lo assecondava, scioccante vederli baciarsi con passione, come se fossero fidanzati. Ancora più scioccante vedere che Giordana gli aveva allacciato le gambe in vita e che Liam la reggeva con le braccia. Scioccante il fatto che lo stessero facendo in un luogo pubblico davanti ad occhi indiscreti.

Liam attraversò il bar con Giordana ancora avvinghiata a lui e uscirono dalla porta, come se quello che era appena accaduto fosse la cosa più normale del mondo.
- Ecco, questo è strano – commentai ancora con gli occhi sgranati e lo sguardo rivolto alla porta ormai chiusa.

Dopo il mio commento calò uno strano silenzio fra di noi. Finimmo di mangiare il gelato e pagammo. Uscimmo fuori sempre avvolti da quella strana nube silenziosa. Sapevo che tutti, come me, si stavano domandando che fine avessero fatto i due nuovi piccioncini.

Salimmo nella macchina dei ragazzi che ci accompagnarono alle rispettive case e sparirono nel consueto silenzio che era calato fra noi.

Quell’avvenimento mi aveva davvero … scioccata, non c’erano altre parole, non ero stupita, non ero sorpresa, ero proprio scioccata.

Presi il telefono dalla tasca e digitai un breve messaggio per Giordana.

Ma dove diavolo vi siete cacciati
tutti e due?
Da Chiara.

Giò non rispose, così decisi di farle una telefonata.

- Pronto? – rispose al terzo squillo.

- Giordy, che fine avete fatto tu e Liam? Non vi abbiamo più visti … -

- Ehm … quando Liam mi ha messa giù ho preso una storta. Mi sa che mi sono rotta la caviglia, ma stiamo ancora aspettando i risultati della radiografia in ospedale –

- C’è mio papà lì con te? –

- è dentro a osservare la radiografia con un altro dottore. Oh, sono arrivati, ti saluto- disse chiudendo la comunicazione.

Chiamai gli altri e li informai dell’accaduto. I ragazzi passarono a prenderci con la loro macchina e arrivammo in ospedale entro pochi minuti.

Giordana stava uscendo in quel momento dall’ingresso principale, zoppicava ma non aveva gesso né stampelle.

- Come diavolo hai fatto a scendere da sopra Liam e farti male alla caviglia!? – domandò infuriata e preoccupata Serena.

- Forse scendendo da sopra Liam e facendomi male la caviglia? – disse Giordana in tono allusivo prendendola in giro.

- Okay, ricomponiamo l’accaduto. Tu sei saltata sopra Liam, avete continuato a baciarvi … - disse Monica facendo una breve pausa ancora sconvolta dall’accaduto – Poi sei scesa, ma sei scesa come? –

- Sono saltata per terra e quando sono atterrata ho preso una storta – rispose Giordana alzando gli occhi al cielo.

- Certo, perché è così normale che prima salto addosso al mio migliore amico, poi salto giù, per caso sei un canguro? – disse Niall scoppiando a ridere da solo – Perché non ride mai nessuno alle mie battute? – domandò poi imbronciato.

- Non te la prendere Niall. Io l’ho trovata divertente – gli sussurrò Monica.

- Grazie amore – fece lui accarezzandole il viso.

Se avessi avuto un diario o un pezzo di carta su cui scrivere li avrei disegnati in quell’esatta posizione  con un mare di cuoricini attorno e avrei colorato i palloncini di rosso, lasciando il resto del disegno in bianco e nero.

- Comunque, cosa ti hanno detto i dottori? – domandarono Louis e Zayn in coro.

- Deve solo tenere una piccola fascia intorno alla caviglia che le permette di tenere il piede abbastanza fermo – rispose Liam per Giordana.

A quelle parole ci tranquillizzammo tutti, anche se io ero ancora sconvolta.

- Si può sapere da dove vi è venuta tutta questa smania di baciarvi? – chiesi.

- Una cosa tira l’altra – rispose Giordana sorridendo.

- Ma io sono sconvolta! – vidi gli altri annuire confermando quanto avevo appena detto.

- Dovremmo uscire più spesso insieme, vediamo se succedono altre strane cose come quelle di oggi – esclamò ad un tratto Zayn.

- Che ne dite se stasera andiamo … dove andiamo? – tipico di Louis, a volte mi domandavo come faceva Serena a sopportarlo ventiquattro ore su ventiquattro.

- Potremmo andare al circo, avevo già comprato i biglietti, ma visto come sono andate le cose non ho detto niente – propose Harry.

- Io amo il circo – esclamai facendo ridere tutti – Cos’ho detto? –

- Ami il circo o ami tutto quello che propone Harry? – mi fece notare Zayn.

- Amo il circo, decisamente – risposi arrossendo.

- Vada per il circo allora! – esclamò Niall ridendo.

Due ore più tardi eravamo seduti tutti all’interno di un tendone che puzzava di paglia e letame di cavallo. Io mi stavo gustando lo zucchero filato mentre Serena e Giordana dividevano una scatola di popcorn come Monica e Niall. Zayn, Louis, Harry e Liam non avevano ordinato nulla se non una coca cola gigante e due bottigliette più piccole. Vidi una mano intrufolarsi nello spazio che divideva il mio corpo dallo zucchero filato e vidi strappare un’enorme porzione di zucchero.

- Ehi! – mi lamentai pestando un piede ad Harry che si portò soddisfatto lo zucchero filato alla bocca e lo divorò in pochi secondi.

- Grazie - disse dando un sorso ad una bottiglietta di coca cola.

- Che schifo! – commentai.

- Che c’è? –

- Come fai a mangiare lo zucchero filato e a bere la coca cola subito dopo? Deve avere un sapore orribile. Deve essere come quando mangi la nutella prima di bere la coca cola –

- Invece è buono. Vuoi provare?-

- No! – esclamai.

Lo spettacolo cominciò pochi minuti dopo. Osservammo gli animale uscire e fare il loro spettacolo, così come le persone. Ridemmo a crepapelle con i pagliacci e tentammo di ributtare sul “palco” il pallone gigante che ci veniva lanciato. Insomma, amavo il circo. Quando ero piccola mi chiedevo sempre come sarebbe stato vivere in un circo e fare qualche strana esibizione che avrebbe lasciato tutti senza parole. Ma rinunciavo sempre a quell’idea perché pensavo che stare in famiglia era la cosa più bella del mondo e che ero fortunata ad averne una.

Quando lo spettacolo finì salimmo in macchina e ci dirigemmo ognuno alle rispettive case, accompagnate dai cinque ragazzi più belli del mondo.

Mi addormentai con la consapevolezza che io e le mie amiche eravamo state davvero fortunate, chissà quante altre ragazze avrebbero voluto essere al nostro posto. Ma, guarda caso, le fortunate eravamo noi, com’era bella questa consapevolezza!

**

La scuola era una vera pizza! Menomale che era appena finita. Non sapevo più chi ringraziare.

All’uscita io e Giordana trovammo Liam ad attenderci. Beh, in realtà stava aspettando solo Giordana. La mia amica gli si scagliò addosso e presero a baciarsi quasi con la stessa intensità del giorno prima al bar, sempre davanti a tutti, allora era proprio un vizio il loro!

Mentre li guardavo disgustata, catturai con la coda dell’occhio dei capelli ricciolini che venivano scossi sul viso di una ragazza. Mi voltai a guardare. Non potevo credere alla scena che mi si parava davanti agli occhi. Harry stava praticamente filtrando con Laura, quella vipera che continuava sempre a prendere in giro me e Giordana. Li guardai accigliata. Non sapevo perché, ma sentivo una strana sensazione nel petto, all’altezza del cuore. Anche se non era normale, vedere quella scena mi faceva … male. Perché?

Mi avvicinai a passo felpato con gli occhi bassi. Non potevo permettere che succedesse una cosa del genere. A me Harry non piaceva, allora perché mi sentivo quasi gelosa?

Gli picchiettai su una spalla e lui si girò. Mi squadrò con i suoi incantevoli … ma che stavo dicendo? Da quando pensavo che gli occhi di Harry fossero incantevoli!? Chiara, dacci un taglio! Il suo volto si illuminò appena mi vide e mi prese, quasi, in braccio mettendo le sue braccia attorno alla mia vita e sollevandomi da terra di poco facendomi girare in tondo.

- Ciao scricciolo! – esclamò poi posandomi a terra. Dovevo dire che vedere la faccia stupita di Laura mentre giravo fu una vera “vittoria”. Mi sentii realizzata, insomma. Laura era così irritata che non potei fare a meno che riderle in faccia, anche se mi tappai la mano con la bocca per evitare di fare troppo casino con la mia risata squillante.

- Ehi, Laura, adesso devo andare, ci vediamo!- esclamò Harry prendendomi per mano e voltandosi trascinandomi con sé e dirigendosi verso Liam e Giordana.

Diedi un ultima occhiata alle mie spalle per vedere la faccia sconvolta di Laura e poi mi rigirai soffocando un'altra risata.

Quella sera pensai all’episodio vissuto la mattina. Più ci pensavo e più dovevo ammettere che avevo goduto quando Harry le aveva dato buca per stare con me. Ma c’era una cosa più importante che avevo scoperto quella sera. Ripensando alla mia gelosia, al commento che avevo fatto mentalmente sui suoi occhi e alla mia sensazione di realizzazione quando avevo visto Laura delusa, dovevo ammettere che forse avevo una cotta per Harry. Peggio, me ne stavo innamorando.
 
Ciaoooo <3
Vi amo, si vi amo, vi amo sempre e comunque!
Grazie a voi che leggete la mia storia e che mi date la forza di continuare a scrivere.
Un grazie speciale alle mie tre favolose amiche (le mie pesse preferite) che
leggono le mie storie e mi incoraggiano riempiendomi sempre di complimenti.
Adesso però devo scappare, un bacio a tutte <3
- Kikkia.

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Capitolo 11
*** On the tip of a knife ***


Capitolo 10
On the tip of a knife

- No! No! No! – urlai – Ridatemela subito! –

- Vieni a prenderla! – mi minacciò Harry facendo penzolare la mia borsa in aria.

- Conto fino a tre … uno, due … - mi bloccai platealmente come se mi aspettassi davvero che mi ridesse la borsa panna che avevo tanto paura si sporcasse. Harry lanciò la borsa a Zayn che la prese al volo e la fece girare sopra la testa come se fosse un lazo.

- Per favore! – strillai esasperata.

La borsa finì ai miei piedi sollevando una nuvola di polvere e terra. La raccolsi e la ripulii dalla terra rossa.

- Vi odio – grugnii prima di mettere la borsa in spalla e avviarmi verso casa.

- Vuoi un passaggio? – mi domandò Zayn.

- Assolutamente no –

- Ma dai, stavamo scherzando! – esclamò Harry scoppiando a ridere.

Imboccai una viuzza che portava al Bar Etna seguita da quei due.

- Cosa siete? Degli stalker? – commentai ad un tratto fermandomi al centro della via.

- Può darsi – rispose Harry ridacchiando. Perfetto! Adesso mi prendevano pure in giro. Che bello! Come no …

Entrai nel bar e mi sedetti al tavolo occupato da Louis, Serena, Monica e Niall.

- Dove sono Liam e Giordana? – domandai sistemando la borsa sullo schienale sella sedia azzurra.

- Hanno detto che ci raggiungono tra poco. Sembra che Giordana sia uscita un’ora prima per andare con lui in un posto tipo un lago o qualcosa del genere – rispose Serena.

- Mmm … adesso marina anche la scuola – commentai osservando Harry che prendeva posto accanto a me e Zayn che si sedeva di fronte a Niall.

Niall e Monica stavano guardando qualcosa sull’Iphone di lui. Forse era qualcosa di divertente, o forse invece erano le loro foto o qualcosa del genere.

Inviai un breve messaggio a Giordana per chiederle a che punto fossero ma non ci fu nemmeno bisogno perché li vedemmo entrare nel bar mano nella mano un attimo dopo. Si sedettero sulle uniche due sedie libere e cominciammo a chiacchierare animatamente. Avevamo ormai accantonato un po’ il consueto racconto della settimana poiché ci vedevamo praticamente ogni secondo, ma Monica tirò fuori l’argomento raccontandoci cosa aveva fatto lei, così cominciammo a parlarne.

Monica era uscita tre volte con Niall, quella settimana, il resto dei giorni li aveva passati con noi, ma Venerdì era andata in un centro di equitazione per “provare” lo sport. Lei aveva sempre avuto una passione per i cavalli e aveva già praticato l’equitazione come sport, ma lo aveva accantonato per un po’.

Io raccontai di essere stata con quasi sempre con loro tranne il Martedì, il Giovedì e il Venerdì perché ero stata a danza.

- Vai a danza? – mi domandò curioso Louis.

- Si, da dieci anni – risposi sorridendo.

- Fanno male le punte? –

- Beh, dipende. Ci sono giorni in cui sono messe bene e quindi ti stanno quasi comode, altri giorni invece sono scomodissime e fanno malissimo. Ma per rispondere bene alla tua domanda posso dirti che le prima volta che le indossi fanno male, di solito, ma a me non hanno fatto male –

- Ho capito –

- Posso venire a vederti domani? – mi domandò Harry.

- Vuoi assistere a una lezione di danza classica? –

- Si –

- Okay, come vuoi –

Dopo un po’ accantonammo l’argomento “danza” e passammo a cosa aveva fatto Serena. Lei Lunedì, Mercoledì e Venerdì era andata ginnastica artistica mentre Giordana, negli stessi giorni, era stata a philates.

Insomma, eravamo impegnate tutta la settimana e non avevamo quasi più il tempo di respirare, okay detto così era molto esagerato, ma rende l’idea.

Quella sera, ci mettemmo d’accordo, saremmo andati al Bellini a mangiare una pizza.

Prepararmi per quella sera fu un vero problema. Non riuscivo a trovare nulla che non fosse troppo elegante né troppo pratico. Svuotai l’armadio e i cassetti, smantellai la mia camera e gettai in terra tutto ciò che mi capitava a tiro per la rabbia. Poi impiegai mezz’ora per rimettere a posto il casino che avevo creato e infine optai per il vestitino azzurro con il cinturone marrone sotto il seno, che avevo già pensato di indossare quando dovevo uscire con Harry e che avevo sostituito con un paio di jeans e una maglietta.

Una volta infilato il vestitino mi passai la piastra ai capelli e applicai anche i cristalli liquidi, mi truccai lievemente e indossai un paio di scarpe bianche con la zeppa, un paio di orecchini, una collina ed ero pronta.

I ragazzi passarono da casa mia alle otto e dieci. Serena era raggiante nel suo vestitino rosa e Giordana era uno splendore con quel completo simile a un tailleur. Passammo a casa di Monica che quando scese ci stupì tutti. Aveva un vestitino bianco con dei ricami e un bel fiocco e portava un paio di bamboline ai piedi, i capelli piastrati come tutte noi e un leggero filo di trucco.

- Uh uh – commentammo tutti in coro appena entrò in macchina.

Il viaggio dino al Bellini fu molto confusionario e assordante. Parlavamo gli uni sopra gli altri e non si capiva una parola di quello che stavamo dicendo. In più, se ci avessero beccati, il vigile avrebbe di certo sequestrato la macchina ai ragazza. Nella macchina, in tutto, c’erano sei posti perché si poteva aprire un terzo posto davanti. Ma noi eravamo accalcati e incastrati in un modo assurdo. Io avevo Serena in braccio, Monica era seduta sopra Niall e Giordana su Liam. Comodamente seduti davanti c’erano Harry, Zayn e Louis alla guida.

Quando arrivammo al Bellini respirammo un’aria nuova. Non eravamo più stretti come sardine e i movimenti erano molto più ampi.

Ci sedemmo al tavolo che avevamo ordinato e poco dopo arrivò il cameriere, pronto per prendere i nostri ordini.

- Una margherita – dissi.

- Due – si aggiunse Monica.

- Ne faccia una terza senza origano – ordinò Serena.

- Allora per me una pizza con peperoni, wurstel, scaglie di parmigiano, rucola … -

- Niall … - lo riprese Monica cantinellando.

- E basta – si affrettò a dire il ragazzo facendoci scoppiare a ridere tutti, persino il cameriere.

Mangiammo chiacchierando animatamente fra di noi. Parlavamo del più e del meno, di cosa ci capitava tutti i giorni, di qualcosa di divertente che ci era successo, cose così che alimentavano la conversazione.

Mi alzai per andare in bagno e una volta dentro cominciai a sciacquarmi le mani.

- Harry! – esclamai stupita quando lo vidi entrare nel corridoio comune fra uomini e donne. Mi asciugai le mani con un panno e lo gettai nella spazzatura – Che ci fai qui?- aggiunsi.

- Boh, avevo voglia di venire qui dentro –

- Avevi voglia di entrare in un bagno? – chiesi allibita alzando un sopracciglio.

- No –

- E allora cosa sei venuto a fare? –

Alzò le spalle come se non lo sapesse nemmeno lui.

- Non mi muoverò di qui fin quando non mi dirai che sei venuto a fare – proferii appoggiandomi al muro con le braccia conserte.

Harry si avvicinò pericolosamente a me e io cercai di indietreggiare, ma ero appiccicata alla parete e non potevo muovermi perché lui mi avevo bloccato le vie d’uscita con entrambe le braccia e stava continuando ad avvicinarsi. Ma la cosa che mi spaventava non era lui, e neanche il fatto che stavamo per baciarci, perché si, era quello che stavamo per fare, l’avevo capito, piuttosto mi spaventava il fatto che volevo che accadesse, lo desideravo … ed era sbagliato.

Infine Harry fece congiungere le sue labbra con le mie e mi baciò. Questa volta era un bacio vero, il mio primo vero bacio.

Sfortunatamente, o fortunatamente dovrei dire, un cameriere aprì la porta del bagno e vedendo la scenetta che gli si parava davanti ci cacciò via dal bagno e ci costrinse a tornare al tavolo.

Prendemmo posto che stavamo ancora ridendo sotto lo sguardo allibito degli altri che si stavano sicuramente chiedendo cosa fosse successo.

- Ma che vi prende? – domandò Monica.ù

- Non glielo dire! – ammonii Harry puntandogli un dito contro incapace di trattenermi dal ridere.

- Scusate, avete sentito il capo, ho le mani legate – disse lui scuotendo la testa come se fosse un umile servo.

La serata si concluse in tranquillità e tornammo a casa a mezzanotte in punto, l’ora esatta per non farmi sgridare dai miei genitori per aver ritardato.

Il mattino dopo mi svegliai con la consapevolezza di aver baciato Harry, baciato veramente, e non aver saputo poi cos’eravamo. Perché, sinceramente, cos’eravamo? Amici? Fidanzati? No, quest’ultima la escludo. Forse eravamo solo due ragazzi infatuati o qualcosa del genere.

Quella mattina Harry mi inviò un messaggio con scritto che alle sei sarebbe passato a prendermi per portarmi a danza e assistere alla lezione, come aveva promesso di fare.

E alle sei in punto suonò al campanello. Presi il borsone controllando in fretta di avere tutto quello che mi serviva e scesi le scale di corsa. Salutai Harry con un abbraccio e ci avviammo.

Arrivammo puntuali, per fortuna, e dovetti bussare alla porta dello spogliatoio poiché ero accompagnata da Harry. Feci sbucare la testa nell’altra stanza e osservai le miei amiche.

- Ehm … ragazze qui con me c’è un mio amico, posso farlo passare o non siete ancora vestite? – domandai sentendomi molto stupida. Colpa di Harry che doveva sempre mettermi in imbarazzo.

- Si, si. Fallo entrare – rispose Arianne per tutte.

Quando la testa di Harry fece capolino nello spogliatoio le ragazze cominciarono a strillare come delle matte. Qualcuna di loro lo guardava stupita e qualcun’altra controllava se dietro di lui ci fossero gli altri quattro. Dovevo ammettere che vederli “viaggiare” separatamente era davvero strano.

- Amico – mi sussurrò Harry all’orecchio, chiaramente infastidito da quel termine. Io scossi la testa e posai le mie cose nel solito posto.

- Cammina che mi devo cambiare! – esclamai mentre si avviava nella sala da ballo.

La lezione di danza passò con calma. Provammo i balletti e vidi le mie amiche affannarsi cercando di fare bella figura davanti a Harry. Fu la lezione più lunga della mia vita e quando finì non sapevo più chi dovevo ringraziare.

La sera, alle otto, quando Harry mi riaccompagnò a casa trovai il coraggio di fargli la domanda che avevo serbato per tutto il pomeriggio.

- Harry, ma noi cosa siamo? –

Lui storse la bocca – Sinceramente non lo so – rispose chiudendo lo sportello e avviandosi verso il portone dove avremmo dovuto salutarci – Siamo sulla punta di un coltello … da un lato dovremmo pur cadere, prima o poi. E te lo dico prima, io non voglio farmi male –

- Allora non farti male – mormorai facendo appello a tutto il mio coraggio e buttandogli le braccia al collo attirandolo a me. Lui mi prese per i fianchi e, questa volta fu colpa mia, unimmo le nostre labbra in un bacio, il nostro secondo bacio.
 
Ciaoooooo <3
Scusate immensamente il ritardo e il breve capitolo.
Chiedo scusa soprattutto alle mie amiche che in questo capitolo compaiono poco.
Vi amo sempre e grazie di tutto.
Adesso vado che è tardissimo <3
Un bacioooooo <3
- Kikkia

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Capitolo 12
*** That guy it would make me go crazy one day or the other! I was sure. ***


Capitolo 11

That guy it would make me go crazy one day or the other! I was sure.

Aprii gli occhi immergendomi immediatamente in due pozzi verdi. Continuai a fissarli, stavo annegando, ma non mi importava. Non mi importava se l’acqua mi era ormai arrivata al collo, non mi importava se di lì a poco sarei morta. Ero già in paradiso.

- Buongiorno piccola – esclamò saltando giù dal letto interrompendo il mio contatto visivo con i suoi occhi. In un certo senso mi aveva salvata quando stavo ormai per affondare, ma avrei preferito affondare.

- Che ci fai qui? – gli chiesi stroppicciandomi gli occhi e infilando le ciabatte.

- Sono venuto a darti il buongiorno e … -

- Cioè tu ti sei svegliato presto la mattina, ti sei preparato, sei entrato a casa mia … solo per darmi il buongiorno? Ah però! – commentai. Da un lato ero stranita ma dall’altro ero super felice. Quando mi sarebbe mai ricapitato che un ragazzo facesse tutto questo per me?

- … E per vedere che faccia hai al mattino – concluse fingendo che non avessi parlato. La mia benevolenza per lui crollò a picco da un dirupo nel giro di due secondi, appena aprì bocca, cioè. Al mattino ero terribile, e me ne ero dimenticata, che faccia avevo!?

Gli tirai un cuscino in faccia con tutta la forza che avevo – Sei un terribile … un terribile … oh, non so ancora cosa sei! Ma me la pagherai cara! – urlai svegliando, probabilmente, mio fratello.

- Rilassati, baby, sei sexy anche senza trucco – ridacchiò lui.

- E non usare quello stupido nomignolo! – strillai prima di rendermi conto del resto della sua frase – Cosa diamine hai detto!? – aggiunsi dopo.

- Oh, hai capito benissimo. Guarda che si sta facendo tardi, non è meglio se vai a prepararti? –

- Si, certo – mormorai fra me e me – Ma tu esci da questa stanza – aggiunsi poi rivolta a lui. Si dileguò in pochissimo tempo e io mi attrezzai per andare in bagno a prepararmi.
Quando fui pronta uscii dal bagno, infilai la giacca e misi lo zaino in spalla.

- Harry!? – lo chiamai.

 Non mi rispose, così mi avviai in cucina e lo vidi comodamente seduto sul divano arancione accanto a mia madre.

- Buongiorno mamma – la salutai.

- Buongiorno figlia. Non mi avevi detto di essere amica di Harry – commentò.

- Come no, mamma. Quella sera che siamo andate a casa loro abbiamo improvvisato un’uscita senza sapere neanche dove abitavano – risposi alzando gli occhi al cielo.

- Perché, lui è uno degli One Direscion? –

- Direction, mamma, Direction, per l’ennesima volta! – mi lamentai.

- Vabbè, come si dice si dice –

- Si, lui è Harry Styles. Harry saluta mia madre che devo andare a scuola –

- Perché? Non sei in ritardo e tua madre è stata così gentile ad accogliermi in casa senza conoscermi –

- Infatti mi chiedo ancora perché lo abbia fatto! – commentai rassegnata alzando nuovamente gli occhi al cielo.

- Lui ha detto che è un tuo amico e che ti voleva fare una sorpresa perché … ha un debole per te – rispose mia madre sorridendomi sorniona.

Presi Harry per un braccio e lo trascinai via dal divano.

- Ciao mamma, ci vediamo all’una! – la salutai aprendo la porta di casa e richiudendola con un forte tonfo quando io ed Harry uscimmo – Ci mancava poco che le dicessi che ci siamo baciati! – strillai arrossendo.

- Credo che lo abbia appena fatto tu – rispose lui ridacchiando osservando la porta chiusa a meno di due centimetri da noi.

Uscimmo dall’appartamento. Io ero ancora infuriata. Lui sembrava trovare la situazione divertente.

- Sali – mi disse indicando una moto nera.

- Vuoi scherzare!? Io su questo coso non ci salgo. E poi quando l’avete comprata? – strillai. 

- Ieri e per tua informazione non l’abbiamo comprata, l’ho comprata –

- Molto rassicurante – commentai incrociando le braccia e alzando gli occhi al cielo.

- Cioè non sali sulla moto solo perché non ti fidi delle mie capacità di guida? –

- Esattamente –

Mi sentii sollevare da terra e un attimo dopo finii con il sedere sul tessuto di pelle del sellino della moto. Harry salì davanti a me.

- Stringimi – ordinò sorridendo.

- No –

- Sai quante ragazze vorrebbero essere al posto tuo? –

- Si, ma ci sono io. E io sono io, quindi ti dico di no –

Mi portò le mani sui suoi fianchi ma io mi staccai da quell’abbraccio e mi tenni al sellino.

- Come vuoi – commentò lui partendo a razzo.

Quell’improvviso cambiamento di velocità mi sbalzò in avanti e fui praticamente costretta ad ancorarmi a Harry per non cadere. Lui rise e aumentò di velocità.

- Caspita dammi un casco! – urlai.

- Non ne ho! –

- Molto rassicurante, davvero! Quando andavo in moto con mio padre io avevo sempre il casco! –

- Quanti anni avevi, otto? –

- Possibile. Ma ricordati che se andrò a sbattere la testa da qualche parte sarà colpa tua! –

- Rilassati, non cadremo –

- Promettimi, e dico promettimi, che quando scendiamo vai dritto a comprare un casco. Anzi due –

- Perché due? –

- Può darsi che voglia rifare l’esperienza –

- D’accordo, baby –

- Non ti do un pugno solo perché se non mi tengo stretta a te cado da questa cosa. Ma appena scendiamo ti faccio nuovo! – gli urlai.

Raggiungemmo il classico in poco tempo. Io ero ancora in orario e, dovevo ammetterlo, questo lo dovevo ad Harry e alla sua guida da pazzo scatenato.

Quando toccai terra la prima cosa che feci fu dare un paio di pugni al braccio di Harry, ma era risaputo che io non ero poi tanto forte.

- Smettila che mi fai il solletico! – ridacchiò ammiccando.

- ‘Fanculo Harry – mormorai a denti stretti.

- Ehi, che dolci paroline! – mi riprese lui ridacchiando ancora.

- Posso entrare o devo stare qui a sorbirmi le tue chiacchiere perdendo, di nuovo, un’ora di lezione? –

- Puoi entrare, ma prima salutami – assentì lui.

Mi avvicinai per dargli un bacio sulla guancia, ma lui spostò il viso facendomi capire chiaramente le sue intenzioni, ma non gliel’avrei data vinta, così mi spostai sull’altra guancia ma lui girò nuovamente il viso posizionandolo davanti al mio. Esasperata ritornai dritta e quando anche lui si girò gli stampai un bacio sulla bocca e mi diressi verso l’entrata della scuola. Quel ragazzo mi avrebbe fatta impazzire un giorno o l’altro. Ne ero certa.

Serena’s Pov

Quando la campanella dell’una ronzò fastidiosamente per l’ultima volta, saltai fuori dal banco e misi lo zaino sulle spalle.

- Oggi non vieni a piedi con me, vero? – mi domandò Monica osservandomi prendere le mie ultime cose di fretta.

- No, viene a prendermi Louis, spero non ti dispiaccia – le risposi accorgendomi di non averla avvertita prima.

- No, fa niente, tranquilla. Divertiti –

- Grazie Mony – esclamai stampandole un bacio sulla guancia e avviandomi verso l’uscita.

- Lou!- urlai appena vidi una folla di ragazze che accerchiavano qualcuno. Lui si fece spazio fra la folla e si fermò a braccia aperte. Mi fiondai correndo fra le sue braccia e lui mi strinse dolcemente al petto, al cuore.

- Ciao, principessa – mormorò poggiando il mento sulla mia testa.

Quando ci sciogliemmo da quell’abbraccio rimasi disorientata vedendo che quasi tutti gli studenti mi stavano fissando. Qualcuna mi guardava con disprezzo, qualcuno con odio, altri con indifferenza, ma mi provocarono uno strano effetto.

Louis mi prese per mano e si avvicinò al mio orecchio.

- Pronta per correre via sotto gli occhi di tutti come se una mandria di bufali impazziti ci stesse inseguendo? – mi domandò ridacchiando.

- Puoi dirlo forte! – esclamai e corremmo a tutta velocità verso l’uscita desiderosi di lasciarci alle spalle quei “visitatori” inattesi.

Quando salii in macchina Louis mi guardò pieno d’amore. Quanto mi faceva sentire piccola e amata! Quegli occhi erano la mia salvezza.

- Oggi ti porto in un posto dove non si va ad Ottobre, principessa –

- E cioè? –

- Eh, cosina, non anticipare i tempi – rispose dandomi un buffetto sulla guancia.

Avviò il motore e partimmo. Ero curiosa di sapere dove stavamo andando e perché sembrava avere tanta fretta. Volevo sapere quale fosse la misteriosa sorpresa e perché era così bella. Ma allo stesso tempo volevo scoprirlo quando sarebbe stato suo tempo. Ero sempre stata così. Una volta, il mio compleanno era vicino, e le mie amiche bisbigliavano e cercavano di evitarmi quando dovevano parlare di qualcosa a me ignoto. Un giorno chiesi loro che regalo mi avessero fatto e mi risposero che era qualcosa di meraviglioso che non mi aveva mai regalato nessuno e che non avrei indovinato. Così cominciai a fare domande e arrivai al punto di chiedere: “Un collage!?” ero felice. Ma loro mi dissero che non avevano tempo per un collage. Così volevo scoprire di cosa si trattasse ma se qualcuno mi chiedeva se volessi davvero sapere quale fosse il mio regalo di compleanno io rispondevo di no. Tuttavia quando arrivò il giorno del mio compleanno non mi sarei aspettata qualcosa di tanto grande e mi misi a piangere, come le mie amiche, tranne Chiara che pianse a scoppio ritardato. Non potevo credere a quello che avevano fatto per me. Era un po’ quello che mi aspettavo da Louis.

Quando il mio ragazzo, ed ero fiera di poterlo dire, parcheggiò mi accorsi che mi aveva portata a mare. Sotto delle palme intersecate a formare una specie di rifugio sulla spiaggia c’erano due telo mare, un cestino e vari petali di rosa rosa, fuxia e rossa sparpagliati in giro.

Mi accomodai su una delle grandi asciugamano e mi distesi sulla sabbia, lo stesso fece Louis e intrecciammo le nostre dita sopra la testa.

- Cosa c’è nel cestino? – domandai.

- Cose buone –

- E chi le ha cucinate? –

- Il sottoscritto - annunciò fiero. Ma io quel giorno mi sentivo crudele e gli spendi quel sorrisetto con un’unica domanda.

- Sicuro che quel che c’è lì dentro sia commestibile? Non avrò un’indigestione vero?-

- No, non credo, mia mamma è una brava cuoca, avrò preso qualcosa da lei – replicò imbronciandosi.

- Stavo scherzando, amore – gli dissi in preda al rimorso.

- Si, lo sapevo, credo. Ma adesso mi devi ripagare –

- Cosa!? – strillai quando mi prese in braccio e si diresse verso il mare – Mettimi giù!– urlai ancora.

- Come vuoi – rispose lui gettandomi in mare.

- Quando esco da qui ti ammazzo, amore mio! – urlai riemergendo dall’acqua.

- Fino a quando sono ancora amore tuo, principessa! – esclamò lui sorridendomi e scappando via. Quel ragazzo mi avrebbe fatta impazzire un giorno o l’altro! Ne ero certa.

Monica’s Pov

Ero annoiata. Stavo al computer da più di un’ora ma non avevo concluso niente se non ascoltare, come sempre, le canzoni dei miei idoli, anche se uno di loro era il mio ragazzo.
 
Niall, parliamo? Mi sento sola.
17:30
Certo amore! Dove sei? Xx
17:30
A casa.
17:31
Ok.
17:31
Che fine hai fatto?
17:40
Va bè va!
17:45
Amore, scendi che ho voglia di coccole!
17:46
Dove?
17:47
Sotto casa
17:47

Scesi le scale infilandomi la giacca e aprii la maniglia. In effetti Niall era lì con le mani dietro la schiena e mi sorrideva.

- Pensavo mi avessi lasciata in tredici –

- Questo mai, amore – disse solenne togliendo le mani da dietro la schiena e mostrandomi così un mazzo di rose rosse – Lo so che non sei tipo da fiori ma … - non lo lasciai finire di parlare perche presi a strillare e tempestarlo di baci. Nessuno mi aveva regalato delle rose prima. Erano cose che succedevano solo nei film.

- E poi un’altra cosa –

- Cosa? – domandai.

- Qual è la tua canzone preferita? –

- Tutte le vostre, che domande! – esclamai.

- I’m sorry if I say I need you, but I don’t care I’m not scare love, ‘cause when I’m not with you I weaker, is that so wrong, is It so wrong, that you make me strong – mi canto la parte del suo assolo – Perchè io ho bisogno di te – mi disse all’orecchio.

Entrammo in casa, io ero così felice. Posai i fiori in camera e infilai un paio di scarpe qualsiasi.

- Tua mamma? Tuo fratello? – mi domandò.

- Siamo soli –

- Okay. Hai qualche bel film e un pacco di popcorn? – domandò accomodandosi sul mio letto.

Guardammo sia il primo che il secondo film di hunger games e finimmo due pacchi di popcorn. Niall era insaziabile, ma io amavo stare raggomitolata contro il suo petto e gli avrei dato tutti i popcorn che voleva per rimanere in quella posizione. Non avevo mai provato niente di simile per qualcuno. Quel ragazzo mi avrebbe fatto impazzire un giorno o l’altro! Ne ero certa.

Giordana’s Pov

Io e Liam ci stavamo baciando nel parcheggio del ristorante dove lui mi aveva portata a cena. Amavo quel ragazzo, cavolo quanto lo amavo, stava diventando la mia droga, non che non fosse la droga più bella e sexy del mondo, ma pur sempre una droga era.

- Che ne dici se entriamo? – gli domandai staccandomi dalle sue labbra.

- No, stiamo qui un altro pochino – rispose attirando di nuovo le mie labbra contro le sue. All’inizio lo assecondai ma poi lo scostai delicatamente.

- Liam, ho fame – mi lagnai.

- D’accordo amore mio – rispose prendendomi per mano e conducendomi all’interno del ristorante.

Chiacchierammo moltissimo seduti al tavolo rotondo e ci divertimmo un sacco. Il problema era che la cameriera faceva un filo spietato a Liam. Gli ronzava sempre intorno, gli lanciava occhiate maliziose, sorrideva, si sporgeva molto oltre il suo viso e camminava sculettando.

- E basta, porca paletta! – porca paletta!? Ma da dove mi era uscito!? – Smettila di ronzargli intorno, se non hai visto è in mia compagnia, sono la sua ragazza. Non ho capito! La gente è ormai senza ritegno! Ma va a servire gli altri anziché mostrarti qui ogni cinque secondi! Guarda se c’è qualcun altro più interessato a una donna di strada come te, magari ti pagano! – le urlai contro.

- Mi stai dando della puttana? – domandò lei stupita.

- Si, si, ma lo hai detto tu, non io! – urlai ancora prendendo Liam per un braccio e trascinandolo fuori dal ristorante.

- Esplosione in diretta – commento prima di toccarmi un braccio.

- Finiscila, non sono dell’umore giusto per sopportare tutte le ragazzine viziate che ti ronzano intorno solo perché sei famoso! – strillai scacciando la sua mano.

- amore mio, scusami la domanda, ma hai il ciclo? –

- Possibile, perché cosa vuoi!? Devi scassare anche tu!? –

- No, facciamo così, andiamo a casa tua, prendiamo coperte, pigiami, pantofole e vestaglie e ti preparo la cioccolata calda e ci vediamo anche Lol pazza del mio migliore amico, non so perché ma quando sono indisposte Ruth e Nicole adorano vedere quel film –

- Ecco è per questo che ti amo! – esclamai.

Una volta a casa mi preparai e mi sedetti sul divano avvolta come un bozzolo da coperte e cuscini. Avviai il film. Liam aveva appena finito di preparare la cioccolata e mi aveva portato una tazza fumante sedendosi sul divano accanto a me. A metà film, circa, mi chiese se poteva farmi un tatuaggio con la cioccolata io risi ma lo lasciai fare. Quando ebbe finito mi guardai sul display del telefono, ero una maschera di cioccolato in faccia. Risi e scossi la testa. Quel ragazzo mi avrebbe fatta impazzire un giorno o l’altro. Ne ero certa.
 
Hello guys!!!
Vi amo sempre e comunque.
Perdonatemi il ritardo.
Oggi sono molto di fretta.
Vi mando un bacio.
Bye.
- Kikkia <3

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Capitolo 13
*** It is from this that I realized ... ***


Capitolo 12
It is from this that I realized ...
 
Serena’s Pov
 
Io, Chiara, Giordana e Monica eravamo alle Porte di Catania, uno dei centri commerciali più conosciuti nel nostro paese.
 
- Entriamo dalla Desigual? – chiese Chiara. Era fissata con quella marca, era convinta che le stesse bene addosso e le piacevano gli strani motivi tipici di quella marca.
 
- D’accordo – assentì Monica facendoci strada dentro il negozio.
 
Il cellulare mi squillò. Lo estrassi da dentro la borsa e guardai il display: “Amore mio”
 
- Ehi, Lou! – risposi con la voce squillante.
 
- Ciao, principessa, vi state divertendo? –
 
- Si, è sempre divertente fare compere. Soprattutto quando non c’è nessuno che ti dice di fermarti –
 
- Okay. Verso che ora tornate? Sai dirmelo? –
 
- Beh, non con precisione, ma il centro commerciale è aperto fino alle otto. Poi prenderemo qualcosa al McDonald’s o in qualche posto del genere, quindi contiamo di tornare verso le nove. Perché? C’è qualcosa che non va? –
 
- No. Volevamo andare ad una festa stasera, a Catania, in discoteca. Volevamo farvelo sapere –
 
- Uh … penso vada bene per le altre. Siete ragazzi, dovete divertirvi … solo non … non lasciatevi andare con qualcuna di quelle puttanelle che sono sempre in discoteca – dissi prendendomi di coraggio – Ma in quale discoteca andate? –
 
Mi diede le indicazioni e mi assicurò che non sarebbero caduti in tentazione, poi ci salutammo e tornai a dedicarmi alle mie amiche.
 
- I ragazzi vanno in discoteca stasera – le informai.
 
- E tu hai dato loro il permesso? – domandò Monica.
 
- Beh, sono ragazzi, dovranno pur fare qualcosa no? –
 
- Ha ragione Sere, non possono stare rinchiusi in casa perché sono fidanzati … - rispose Giordana - … tranne uno e l’altro che la fidanzata ce l’ha in Inghilterra – aggiunse poi.
 
Dopo pochi minuti ci dedicammo di nuovo ai vestiti. Com’era prevedibile Chiara acquistò una nuova maglietta dalla Desigual. Io invece comprai la borsa di cui mi ero innamorata follemente da qualche tempo:quella della Moschino. Giordana e Monica avevano acquistato vari capi d’abbigliamento e trucchi e avremmo continuato a fare spese se l’altoparlante non avesse annunciato che le Porte di Catania stavano per chiudere.
Cenammo al McDonald’s con hamburger, crocchette di pollo e di patate, patatine fritte, ketchup e maionese. Insomma, proprio una bella cenetta leggera e salutare!
 
Ci venne a prendere il papà di Monica dato che noi sedicenni non avevamo ancora la patente e ci accompagnò sempre a casa di Monica.
 
Passammo la serata a chiacchierare del più e del meno e a mangiare popcorn e patatine.
Chiara raccontò una storia del terrore, con tanto di fantasmi, mostri e qualcosa di simile a Saw che telefonava alle sue prede prima di ucciderle. La luce era spenta e lei aveva la torcia puntata sul viso. Eravamo attorniate da cuscini e coperte e ci stringevamo le une alle altre.
 
- L’ennesima telefonata segnò l’inizio di quella che sarebbe stata una vera e propria strage di ragazzi … - in quel momento squillò un cellulare e ci mettemmo ad urlare.
 
- Chi accende la luce? – domandai stringendomi a Monica.
 
- Vado io – si sacrificò Giordana.
 
Una volta accesa la luce Monica portò tremante il telefono all’orecchio – Pronto? – sussurrò. Un attimo dopo sospirò e scoppiò in una risatina isterica – Niente, ti spiego dopo. Si. Oh no! Va bene. Si, Serena dovrebbe avere l’indirizzo. Con mio padre. E cosa dovremmo fare? No, non succederà Niall. D’accordo, arriviamo. Un bacio, ciao-
 
- Che succede? – domandò Chiara.
 
- Harry e Louis si sono ubriacati. Molto. Troppo. E non possono guidare. Gli altri ragazzi non hanno la patente e Niall, l’unico interamente sobrio l’amore mio, non vuole che Louis o Harry si mettano al volante perché ci rimetteranno la pelle – spiegò Monica con voce grave – Andiamo, ci accompagna mio papà – aggiunse dopo.
 
Chiara’s Pov
 
La discoteca era affollatissima e trovarli risultò più difficile del previsto. Tuttavia individuammo dei capelli biondi simili a quelli di Niall e gli corremmo incontro. Per fortuna era davvero Niall. Stava parlando con Zayn che sembrava un po’ stordito. Liam era seduto su un divano con una birra in mano, ma non sembrava molto ubriaco.
 
- Dove sono Louis e Harry? – domandò Giordana.
 
- Non lo so. Louis ha detto che andava in bagno circa un quarto d’ora fa e non è più tornato, mentre Harry dovrebbe essere in pista da qualche parte – rispose lui alzando le spalle.
 
Mi fiondai tra le persone che ballavano venendo spintonata a destra e a manca e spintonando qualcuno anch’io per farmi strada. Lo vidi poco lontano da me, sembrava si fosse appena risvegliato dal coma.
 
 - Harry! – lo chiamai.
 
Lui si voltò, mi guardò ma non disse niente. Quando lo raggiunsi gli poggiai una mano sul braccio.
 
- Harry, ma quanto hai bevuto? – gli chiesi avvicinandomi un po’.
 
Lui mi cinse la vita con le braccia, si era proprio andato. Mi sollevai in punta di piedi per guardarlo negli occhi, ma aveva lo sguardo appannato.
 
- No, non posso. Ho una ragazza – rispose lui liberandomi dal suo abbraccio – O qualcosa di simile – biascicò un attimo dopo.
 
Sorrisi. Si stava rivolgendo a me?
 
- Ah si? E chi è? Non dev’essere così importante se sei qui tutto ubriaco a parlare con me. Dai, solo un bacino – lo stuzzicai facendo gli occhi dolci.
 
- Non posso. La amo troppo per risvegliarmi domani con un senso di colpa che mi attanaglia la mente –
 
Aveva appena detto che mi amava? Forse era l’alcool a farlo parlare in quel modo.
 
- Andiamo, ti riporto dai tuoi amici – risposi prendendolo per mano e dirigendomi verso Niall.
 
- Uh, è proprio andato – disse Giordana vedendomi spuntare dalla folla di persone che si muovevano.
 
- Già, non mi ha neanche riconosciuta – risposi guardando Serena che in quel momento usciva dal bagno degli uomini con il braccio di Louis sulle spalle.
 
- Principessa, lasciami divertire ancora un po’. Sono stato bravo. Diglielo, diglielo Niall che non ho parlato con nessuna – biascicò scuotendo la testa.
 
- Andiamo a casa, Louis – rispose Liam prendendo per mano Giordana.
 
Dentro la macchina del padre di Monica stavamo stretti. Suo padre era, ovviamente, alla guida, davanti erano seduti comodamente Monica e Niall. Nei posti dietro invece stavamo schiacciati come sardine. Serena era in braccio a Louis, Zayn era seduto accanto a loro schiacciato da Giordana che era sopra Liam che erano a sua volta schiacciati da me e Harry. Ero stata costretta a sedermi sopra di lui anche io. Harry era crollato con la testa sulla mia spalla. Era così dolce quando dormiva …
 
Il mattino dopo, a scuola, nell’ora di ricreazione mi avviai verso il cortile accompagnata da Giordana. Quello che vidi mi stupì. Harry e Liam si facevano spazio tra la folla di studentesse infatuate per raggiungerci.
Quando ci riuscirono Harry crollò ai miei piedi in ginocchio.
 
- Ti prego, perdonami – mi pregò affranto con le mani giunte a preghiera.
 
- Alzati Harry. Non hai una buona cera, perché non sei rimasto a casa? –
 
- Perché dovevo spiegarti. Mi sento così in colpa … - fece lui alzandosi da terra.
 
- Per cosa? –
 
- Ieri sera, alla festa … io non volevo. Una … una ragazza mi si è avvicinata. Io ho provato a dirle che non volevo stare con lei. Però … però, non so come mi sono ritrovato in macchina con lei in braccio a me. Stamattina mi sono risvegliato nel mio letto ed è stato bruttissimo. Mi sento così in colpa che … uffa, non so se è successo qualcosa dopo. Io … -
 
Lo bloccai alzando una mano, mi faceva troppa pena – Tranquillo. Non è successo niente – dissi cercando di trattenere una risata.
 
- E tu come fai a saperlo? –
 
- Perché quella ragazza ero io! – esclamai scoppiando subito a ridere.
 
- No … non ci posso credere. E io non ti ho riconosciuta. Chissà quante cavolate avrò detto. Non credere a nulla di quello che posso averti detto – appariva sconvolto.
 
- Mi hai detto solo che non potevi perché avevi una ragazza, o quasi, e perché l’amavi troppo per svegliarti l’indomani mattina con i sensi di colpa –
 
Lui apparì da un lato sollevato e dall’altro turbato. Si portò le mani al viso sospirando – è davvero questo che ho detto? –
 
- Si. Ci devo credere? – mi piaceva troppo stuzzicarlo.
 
- Sono uno stupido. Ho rovinato tutto, la nostra amicizia, tutto, tutto – si tormentò.
 
- Stai tranquillo – mormorai gettandogli le braccia al collo e sollevandomi in punta dei piedi per poterlo osservare meglio in viso – Io ho deciso. Mi hai, in pratica, detto che mi ami e non hai voluto sentire ragioni da me quando ti ho chiesto un bacino. Mi hai detto che amavi troppo quella ragazza, che poi ero io, e siamo finiti in macchina solo perché ti abbiamo costretto ad entrarci. E da questo ho capito … ho capito che, per quanto abbia provato a negarlo, a reprimere questo sentimento … io ti amo – e mi avvicinai facendo congiungere le nostre labbra.
Chiusi gli occhi e mi dimenticai del mondo intero. Per la prima volta avevo detto a qualcuno che l’amavo. E l’avevo detto a voce. Non avevo scritto in un pezzo di carta quella parola, non avevo spedito il biglietto alla mia cotta infantile. Avevo proprio pronunciato quelle parole che forse temevo da una vita.
 
Quando infine ci staccammo e riaprii gli occhi osservai le facce sconvolte di Giordana e Liam e varie altre facce infuriate, stupite e irritate. Ma cavolo, nessuno aveva sul volto quella felicità che provavo io?
 
Harry mi abbracciò di nuovo e intrufolò la testa fra i miei capelli.
- Da quanto tempo va avanti questa storia? – mi domandò Giordana.
 
- Quale storia? –
 
- Beh, sai, vi siete appena baciati! –
 
- Ma io non sono saltata addosso a Harry e non siamo scomparsi per poi ricomparire all’interno di un ospedale – le feci notare.
 
- Oh, beh. Ognuno vive il primo bacio con il suo amore come gli pare – commentò lei.
 
Scoppiai a ridere e percepii che anche Harry stava ridendo perché sentivo la sua faccia vibrare in prossimità del mio collo. Giordana e Liam ci guardavano sbigottiti. Poi Harry riemerse il viso dai miei capelli e li guardò divertito.
 
- Questo non era il primo bacio! – esclamò ridendo.
 
La faccia di Giordana si fece, se possibile, ancora più stupita. Così come quella di Liam.  
 
- E quando è stato il primo bacio? – domandò quest’ultimo.
 
- Se non contiamo il bacio a stampo del nostro unico appuntamento e quello il giorno dopo in gelateria … possiamo dire che ci siamo baciati veramente nel bagno del Bellini e poi la sera dopo quando l’ho riaccompagnata a casa dopo essere stati a danza – rispose Harry sempre più divertito.
 
Io mi feci piccola piccola sotto lo sguardo omicida di Giordana. Suonò la campanella e mi preparai mentalmente alla tiritera di domande insistenti che mi avrebbe rivolto la mia amica. Salutammo i ragazzi e ci avviammo in classe.
 
Quando io e Giordana uscimmo da scuola fummo accolte a braccia aperte da Harry, Liam, Zayn, Louis e Niall, mentre a “braccia chiuse” da Monica e Serena.
 
- Che avete voi due? – domandai anche se sapevo perché erano arrabbiate.
 
- Ti sembra il modo di farci sapere certe cose? Perché ce l’hai nascosto? – esplose Serena.
 
- Oh, bene. Di male in peggio. Cosa vi dovevo dire? Che io e Harry ci siamo baciati? Io e Harry ci siamo baciati, contente? –
 
- Ma adesso non conta più! Dovevi dircelo prima, ti avremmo aiutata –
 
- A fare cosa? Dargli un altro bacio? Me la sono cavata da sola per quello – con quanta naturalezza parlavo di me che baciavo qualcuno!
 
- Ciò non toglie il fatto che noi ti abbiamo informata quando ci siamo baciate – mi riprese Monica.
 
- Ma state scherzando? Cioè … voi due vi siete baciate quando vi siete fidanzate, il che è più che ovvio, care mie. E Giordana è esplosa dentro il bar! Non mi sembra che nessuno abbia detto niente! – okay, adesso ero arrabbiata.
 
- Ma era il tuo primo bacio – si lamentò Monica.
 
- Okay, scusate. Che vi devo dire? –
 
- No, niente. Ma promettici che non lo rifarai mai più – disse Serena.
 
- Lo prometto. Anche se non credo ci sarà un altro primo bacio –
 
Intanto vedevo i ragazzi trattenersi dallo scoppiare a ridere per quella scena abbastanza assurda.
 
- Che ne dite se stasera dormite a casa nostra? – propose Niall.
 
Noi quattro ci guardammo negli occhi sospette.
 
- Avanti, non faremo nulla di male! – esclamò Louis ridendo.
 
Perché quell’affermazione non mi tranquillizzava affatto?
 
- Dai, Gio, voglio solo stringerti fra le braccia, lo prometto – disse Liam guardando Giordana che aveva in viso un’espressione dubbiosa.
 
- Va bene – assentì lei.
 
- Però dobbiamo preparare le cose per stanotte – mormorai guardando le mie amiche.
- Beh, quella è una nostra specialità – si vantò Serena – Cominciamo da casa tua, Chiara, così vediamo che faccia fa tua mamma! – esclamò poi.
 
Io guardai Harry sofferente scuotendo la testa. Lui mi abbracciò e posò il mento sui miei capelli.
 
- Rilassati, andrà benissimo – mormorò cullandomi.
 
- Sono dolcissimi – commentò Serena scuotendo la testa e abbracciando Louis.
 
- Anche noi siamo dolci! – esclamò lui facendoci scoppiare tutti a ridere.
 
Dire ai miei che mi ero messa con Harry fu una tortura, sudavo freddo e dietro di me sentivo le risatine delle mie amiche che mi prendevano in giro. I miei accettarono quasi subito che mi fosse fidanzata, ma non fu altrettanto facile convincerli a lasciarmi dormire da Harry quella notte.
 
- Oh, avanti! Non faremo niente! Ci siamo messi insieme oggi! Che spregiudicata sarei! – mi lamentai.
 
Dopo vari altri tentativi riuscii a convincerli e ci catapultammo nella mia camera per preparare le cose. Facemmo un saltino a casa di Serena e poi a quella di Giordana e Monica prima di andare a passare la notte a casa Direction.
 
I ragazzi ci aprirono la porta sorridenti e ci gettammo fra le loro braccia. L’amore in compagnia era qualcosa di speciale, bellissimo, insomma.
 
- Volevamo cucinare noi oggi, ma non ci riusciamo benissimo. Cioè io si, però …  – mi disse Harry.
 
- Cosa avete in casa? – domandai.
 
- Uova, latte, mollica, farina, carne … quello che volete –
 
- Uh! Posso fare una frittata? Sono le mie specialità! – esclamai.
 
- E io ti aiuto –
 
Mentre io e Harry ci davamo da fare in cucina il resto della combriccola se la spassava raccontando barzellette o qualcosa di simile perché li sentivamo ridere in continuazione.
La serata trascorse tranquillamente tra una risata e l’altra e arrivò presto il momento di andare a dormire.
 
Salii in camera di Harry, dove avevo lasciato le mie cose e presi una maglietta larga e un paio di culottes. Bussai alla porta del bagno. Dentro c’era Serena che si stava facendo una doccia veloce. Aspettai dieci minuti – un quarto d’ora prima che Serena uscisse dal bagno e mi fiondai dentro immediatamente chiudendo la porta a chiave. Mi feci una doccia veloce anche io, mi vestii, spazzolai i capelli fino a renderli semi asciutti, umidi in pratica, mi lavai i denti e mi riportai in camera di Harry che, nel frattempo, si era cambiato e mi stava aspettando sorridendo.

Ci sdraiammo l’uno accanto all’altra, io dalla parte della parete ovviamente e Harry mi strinse fra le sue braccia. Devo ammettere che all’inizio mi voltai dalla parte opposta a Harry, ma solo perché da quel lato stavo più comoda. Tuttavia quando mi diede un bacio sulla tempia e mi sussurrò – Buona notte, scricciolo – mi voltai di getto fra le sue braccia posando la testa sul suo petto.
- Buona notte – sussurrai prima di sprofondare in un sonno profondo.
 
Ciaoooo a tutte <3
Vi amo sempre <3
Purtroppo oggi vado di fretta che sono in ritardo per andare a danza <3.
Vi mando un bacione e un abbraccio forte forte <3
Alla prossima.
Un bacioooo <3
- Kikkia

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Capitolo 14
*** You aren't alone ***


Capitolo 13
You aren’t alone

Aprii gli occhi al suono fastidioso di una sveglia che probabilmente si trovava  su un comodino o su una scrivania. Non avevo mai la percezione di ciò che accadeva intorno a me da appena sveglia, soprattutto se venivo svegliata di colpo da un oggettino fastidiosamente squillante.

Mi mossi nel letto per alzarmi ma non riuscii a fare ampi movimenti perché ero intrappolata da qualcosa. Controllai. Un braccio mi cingeva pesantemente la vita. Feci correre lo sguardo lungo tutto il braccio fino a quando i miei occhi non si fermarono su un petto roccioso a pochi centimetri dal mio viso. Lanciai un urlo di stupore e un po’ di paura riuscendo a svegliare il mio compagno di letto, impresa in cui neanche la sveglia era riuscita.

- Cosa è successo? – domandò Harry liberandomi dal suo abbraccio e stroppicciandosi gli occhi.

- Scusa, è solo che … avevo dimenticato di essermi addormentata nel tuo letto. Mi aspettavo di ritrovarmi a casa mia e soprattutto … sola – risposi abbassando lo sguardo al materasso.

- Piccola … - mormorò lui accarezzandomi una guancia con il pollice.

Saltai giù dal letto e presi i vestiti da indossare per affrontare il nuovo giorno.

- Vado a prepararmi – annunciai.

Mi feci una doccia veloce, mi vestii, asciugai i capelli e mi truccai. Saltellai per le scale infilando le scarpe ed entrai in cucina.

- Come al solito sei l’unica ritardataria! – mi riprese scherzosamente Serena lanciandomi una mollica del panino che stava mangiando.

- Ma che ore sono? – domandai sbadigliando.

- Le undici, dormigliona – rispose Monica.

- Scusa, Harry. Ma quanto tardi ti suona la sveglia la mattina? –

- Io ho bisogno di fare dei lunghi riposini per essere bello e splendente – rispose lui ridacchiando e picchiettando sulla sua gamba per farmi sedere. Gli lasciai un bacio sulla guancia e mi accomodai appoggiandomi al tavolo con una mano sulla guancia, palesemente in stato di dormiveglia, ancora.

Chiacchierammo del più e del meno.

- Una volta, eravamo al campo estivo con la chiesa e non riuscivamo a dormire perché Chiara russava! – mi prese in giro Serena.

- Io non russavo, avevo … -

- Avevi l’influenza e non riuscivi a respirare bene – mi interruppe Giordana cantilenando e facendo scoppiare tutti a ridere.

- No, stanotte non ha russato, se l’è fatta tutta parlando! – esclamò Harry continuando a prendermi in giro.

- Oddio, cos’ho detto!? – strillai ben sapendo che la notte ne sparavo di tutti i colori.

- Forse più tardi te lo dico in separata sede –

- Ho detto cose così brutte? – domandai spaventata da quel che poteva aver sentito.

- No, non sono brutte sono imbarazzanti –

- Oh, avanti almeno una per capire che grado di parlantina inappropriata ho usato durante la notte –

- Per farti un esempio hai contato quanti giorni mancano prima che ti venga il ciclo – disse lui ridendo, poi mi si avvicinò all’orecchio e mi mormorò – 7 Ottobre –

Avvampai all’istante diventando rossa come un peperone – Non potevi dirne una meno imbarazzante? –

- No, questa era troppo divertente – rispose ridendo seguito a ruota dagli altri.

- Ti odio! –

- Anch’io ti odio, scricciolo – disse lui avvicinandomi per posarmi un tenero bacio sulle labbra.

Monica’s Pov

- Niall! – lo ripresi infuriata.

- Scusa amore – rispose lui riattaccando la parte del poster che aveva appena staccato dalla porta.

- Come puoi staccare la tua faccia? –

- Ma tu non hai bisogno di uno stupidissimo poster per le fan meno fortunate. Tu hai me in carne ed ossa! –

- Lo so – mormorai stampandogli un leggero bacio sulla bocca ed uscendo dalla camera.

- E allora perché hai ancora quel poster? –

- Perché mi fa compagnia la notte –

- Ma adesso hai me, puoi dormire sempre fra le mie braccia, Mony –

- No, Niall. Perché per convincere mia madre a farmi dormire da voi una volta sola ci sono stata due ore. Due ore, ti rendi conto!? – strillai.

- Lo sai che con me non sarai mai sola vero? –

- Lo so –

- Tu non sei sola – mi ripeté abbracciandomi.

- Lo so, Niall. Perché credi che io mi senta sola? –

- Boh, forse perché hai così tanti poster e mi hai detto che il mio ad altezza naturale, che poi non è tanto naturale, ti serve per farti compagnia la notte –

- Non mi sento sola, Niall. Smettila di farti dei complessi inutili –

In quel momento mi arrivò un messaggio sul cellulare.
Abbiamo pensato di fare un video dove cantiamo
Le canzoni dei ragazzi, che ne pensi?
Suor Pia Giordana <3.

Digitai una breve risposta di conferma e mi sedetti sul divano di casa mia. Accesi la televisione e misi su MTV. Proprio in quel momento trasmettevano Little Things, la mia canzone preferita. Niall si sedette accanto a me e mi rubò il telecomando. Quando arrivammo nella parte del suo assolo spense la televisione.

- You’ve never loved yourself half as much as I love you ,you’ll never treat yourself right darlin’ but I want you to if I let you know I’m here for you maybe you’ll love yourself like I love you – mi canto.

- Ma quanto sei dolce, biondino? – gli chiesi toccandogli la punta del naso con fare affettuoso – Ma adesso ho un impegno importante, amore. Ci sentiamo più tardi? –

- Si, ok – rispose lui.

Misi il giubbotto e presi la borsa, mi chinai per salutare Niall poi partii alla volta della casa di Serena.

Chiara’s Pov

Monica arrivò con qualche minuto di ritardo, forse era stata con Niall fino a quel momento.

- Ragazze siete pronte? – domandai ridacchiando.

- Ma non dobbiamo solo cantare? – domandò Monica.

- No, ci stanno anche i costumi! – strillò Giordana.

Serena uscì i nostri travestimenti dall’armadio. Ci eravamo arrangiate come meglio potevamo per trovare dei vestiti che ci permettessero di travestirci dai nostri ragazzi.

- Chiara perché hai la parrucca fuxia? – mi domandò Monica un po’ scioccata.

- Bhi, non abbiamo trovato dei riccioli castani, quelli fuxia erano gli unici a disposizione in questo periodo – risposi ridacchiando.

- Ok –

Ci travestimmo, in modo molto simile a come erano vestiti i ragazzi nel video di What makes your beautiful e sistemammo il tutto.

- Chi fa Zayn? – domandò Monica che ovviamente, essendo l’ultima arrivata e non essendo stata avvisata, non sapeva nulla.

- Il poster a grandezza naturale di Chiara – rispose Serena sorridendo.

- Sere sei molto sexy con la maglietta a righe e i pantaloni rossi con il risvolto! – esclamò Giordana per prenderla in giro.

- Cosa ci posso fare se il mio ragazzo è complicato? – domandò lei.

- Ragazze stiamo per partire, tutte pronte? – domandò Giordana.

- Mony, fai partire il video – le dissi.

- Pronte? Via – disse Monica avviando la telecamera.

- Ou! Le parole! – strillò Giordana spaventata di essere la prima a dover cantare.

Mi affrettai ad avviare il video con le parole della canzone.

Partì la musichetta e vedemmo Giordana prendere in mano una spazzola, pronta per eseguire la sua opera.

- You're insecure. Don't know what for, You're turning heads When you walk through the do-o-or. Don't need make up, To cover up Being the way ,that you are is en-o-ough – cantò con qualche piccolo errore di pronuncia.

- Everyone else in the room can see it. Everyone else but you – cantai anch’io sbagliando qualcosina.

- Baby you light up my world like nobody else. The way that you flip your hair gets me overwhelmed. But when you smile at the ground it ain't hard to tell. You don't know oh oh. You don't know you're beautiful .If only you saw what I can see .You'll understand why I want you so desperately .Right now I'm looking at you and I can't believe. You don't know oh oh, You don't know you're beautiful .Oh oh. That's what makes you beautiful – canticchiammo tutte insieme.

- Qualcuno prenda il poster di Zayn! – strillai da sopra la musica – Monica, Serena cantate voi che Niall e Louis su muti in questa canzone! –

Le ragazze si nascosero dietro il poster di Zayn facendo spuntare solo le teste per guardare le parole, anche se Monica non ne aveva bisogno, e cominciarono a cantare insieme.
- So c-come on. You got it wrong. To prove I'm right I put it in a so-o-ong. I don't know why. You're being shy. And turn away when I look into your ey-e-es. –

Poi partii di nuovo io con il mio solito verso - Everyone else in the room can see it
Everyone else but you - 

E così via continuammo a cantare. Cantammo anche Little Things e, prima che ce ne pentissimo e cancellassimo i video, li inviammo a destinazione sperando che non ci avrebbero prese per pazze e lasciate per la nostra trovate geniale.
Potevo dire di aver fatto di tutto adesso.
Ciaooo a tutte,
scusate se il capitolo è un po’ più corto questa volta.
Vi mando un bacione e vi amo sempre e comunque,
vi ringrazio lettrici silenziose mieee <3
Un bacino <3
- Kikkia

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Capitolo 15
*** The girls of X-Factor ***


Capitolo 14
The girls of X-Factor

Bussai di nuovo alla porta impazientemente.

- Se non aprite entro due secondi vi scardino la porta a calci, e guardate che lo faccio! – strillai picchiando i pugni sul legno freddo e liscio della porta.

- Harry, calma la tua ragazza! – sentii urlare da dentro.

Le mie guance si tinsero subito di rosa e sentii la faccia calda, quasi come se scottasse.

La porta si aprì lentamente lasciandomi intravedere i simpaticissimi e bellissimi ricci di Harry. Infilai una mano nella piccola fessura e gli tirai piano i capelli ridacchiando. Lui afferrò la mia mano prima di spalancare la porta e farmi entrare dentro insieme alle mie amiche.

- Ogni volta che entro qua mi sembra di stare in un castello – commentò Giordana abbracciando e baciando Liam per salutarlo.

- Vi siamo piaciute nel video che vi abbiamo mandato ieri? – domandai trattenendo a stento una risata.

- Oh, si, molto. Ora vi mandiamo ad X-Factor – rispose Harry.

- Magari vinciamo – commentò ironicamente Serena inserendosi nella discussione.

- Non dimenticate il mio poster, quello è l’arma vincente, stenderà i giudici! – scherzò Zayn.

- Perciò io avrei i capelli fuxia? – mi prese in giro Harry, ma io non ero pronta a dargliela vinta.

- Mmm … diciamo qualcosa di simile – risposi strofinando la mia mano sui suoi capelli ricci.

- Come dici tu, baby – mi disse scimmiottando una strana vocina da cartone animato.

- Usa un’altra volta quello stupido nomignolo e ti faccio nero! – strillai sollevando un pugno per mostrargli di cosa ero capace.

- Non scaldarti –

- No, non mi sto scaldando, sono fredda non vedi!? –

Lui mi guardò con aria perplessa non capendo cosa intendessi. Insomma, non era tanto difficile. Si dice che una persona è fredda quando è acida con te. Era quello che intendevo anche se Harry per “scaldarsi” intendeva comunque essere arrabbiati con qualcuno. Perché nessuno capiva le mie battute!?

- Lascia perdere – grugnii.

- Doveva essere una battuta, ma Chiara non sa dire battute – disse Monica ridacchiando. Il che era vero, ero negata, non riuscivo proprio a far ridere gli altri. Per qualche strano motivo quello che a me divertiva al resto del mondo appariva sciocco.

Mi sedetti a braccia conserte sul divano fingendo di fare l’offesa e Harry si accomodò accanto a me abbracciandomi.

- Ehi, scricciolo, neanche io so dire battute. Non fa nulla, si può vivere lo stesso – ecco con quella frase mi aveva fatta infuriare ancora di più. “Si può vivere lo stesso!”, come se non lo sapessi già – E poi, vedi, siamo fatti l’uno per l’altra – a quel punto mi sciolsi e ricambiai l’abbraccio. Ero sempre stata una persona che cambiava umore in fretta, con una frase, un fatto.

- Ehi gente! – cantinelò Niall spalancando la porta principale ed entrando in casa. Non mi ero accorta della sua assenza, dovevo proprio avere la testa fra le nuvole.
Mi guardai attorno, effettivamente mancava anche Louis.

- Dov’è Lou? – domandai ad Harry.

- Starà per arrivare –

Niall portò dentro due enormi scatoloni e li poggiò sul pavimento. Poi “corse” incontro a Monica e la sollevò da terra facendola girare come una bambina. Che dolci.

- Niall, mettimi giù! – strillò lei ridendo.

Il biondo la poggiò per terra e le fece fare un casquè prima di rialzarla e baciarla. Energetici i due!

Nel frattempo Giordana e Liam stavano rotolando per il pavimento impiegati in uno strano gioco dove c’era di mezzo il solletico.

- Abbiamo organizzato la giornata, ragazze! Adesso tocca a voi seguirci in tutti i nostri passi – esclamò Louis apparendo magicamente alle spalle di Serena e abbracciandola da dietro. Cosa intendeva con quelle parole?

- Cioè? – chiese Serena. Eravamo telepatiche.

- Voi fate quello che vi diciamo di fare – intervenne Zayn.

- Ha parlato – fece Monica.

- Dai ragazze, è divertente – li interruppe Liam. Ci girammo a guardarlo – Allora. Abbiamo organizzato una specie di gioco. Dovete affrontare delle prove e avrete dei bonus, ovvero noi ragazzi, poi vi spiegheremo quando potete usare i bonus. Se vincete farete un video con noi ragazzi e vi mandiamo a X- Factor – concluse.

- Non voglio finire a X-Factor – proferii e vidi le mie amiche assentire in risposta.

- Facciamo una cosa – disse a un certo punto Monica – Se vinciamo ci mettete in uno dei vostri video ufficiali, nelle prossime nuove canzoni, se perdiamo faremo un video insieme a voi da mandare a X-Factor, ci state? –

Saltai giù dal divano – Per me va bene! – strillai.

- E facciamo questa scommessa – si arrese Louis.

Così fummo seguiti a ruota da tutti gli altri e ci avviammo nel giardinetto dove sarebbero avvenute le prove.

- Allora, ogni tanto, vedrete arrivare uno di noi ragazzi. Voi potrete scegliere se ascoltare quello che abbiamo da dirvi o mandarci dalle vostre amiche. Ovviamente arriveremo da voi sottoforma di bonus, ma possiamo essere bonus malvagi o buoni- disse Zayn.

- Ma i bonus non dovrebbero essere tutti buoni? – domandò Giordana.

- In teoria si, ma così è più divertente –

- Disponetevi in fila – esclamò Louis pescando dalla maglietta un fischietto rosa e soffiandoci dentro. Ci sistemammo come “ordinato”.

- Sappiate che c’è un percorso. La prima prova è quella di fare cinque flessioni. Poi, girato l’angolo troverete un percorso da seguire, noi vi controlleremo, quindi non barate. Ad un certo punto vi ritroverete davanti ad un albero, dovete arrampicarvi, non girarci intorno. Intesi? – fece Harry.

- Intesi? – lo scimmiottai. Harry mi lanciò un’occhiataccia prima che il fischietto rosa di Louis cominciasse a fischiare. Era il segnale.

Noi ragazze ci piegammo in posizione. Non ero mai riuscita a fare le flessioni, non era nella mia natura. Giordana era quella che procedeva più in fretta di tutte. Si alzò con uno scatto fulmineo dopo poco tempo e corse dietro l’angolo per proseguire la gara.

- Una pazza, la mia ragazza! – esultò Liam prima di seguirla.

Harry mi si accovacciò accanto – Sono il tuo bonus numero uno! Vuoi ascoltarmi o mandarmi da una tua amica? – canticchiò prima di guardare male Louis che ridacchiava.

- Ma io ti ascolto, va’! – sbuffai.

- Spostati che faccio le flessioni al posto tuo. A che numero sei? – domandò sempre canticchiando.

- Due! –

Harry prese in fretta il mio posto e si piegò per fare altre tre flessioni velocemente prima di darmi un cinque che non meritavo e di lasciarmi proseguire la gara tallonata da Serena che aveva appena finito, come me.

Girato l’angolo vidi Giordana attorcigliata ad una rete che imprecava contro Liam il quale rideva a crepa pelle. C’erano altre tre reti lungo il percorso. Mi infilai sotto una rete e strisciai per uscirne fuori il più presto possibile. Uscii per prima e, voltandomi, scorsi Monica che si apprestava ad entrare nella rete e Serena che ne stava uscendo. Giordana, nel frattempo, si era parzialmente liberata.

Corsi avanti e andai a sbattere su un grande albero. Quindi dovevo arrampicarmi, un’altra delle cose che non avevo mai fatto.

Mi aggrappai ad un ramo spesso e mi sollevai cercando di poggiare i piedi sulla superficie liscia ma non trovando un appiglio. Serena mi raggiunse in fretta e mi imitò, cercando di salire. Liam si avvicinò a lei e le chiese se volesse ascoltarlo canticchiando la stessa melodia di Harry. Le disse una cosa all’orecchio e lei si spostò un po’. Mentre cercavo ancora di arrampicarmi, la vidi salire sull’albero con disinvoltura e scendere per proseguire la sua corsa. Cosa le aveva detto Liam? Volevo saperlo!

“Chiara, smetti di perder tempo e prova ad arrampicarti su questo coso!” pensai prima di issarmi di qualche centimetro. Monica mi raggiunse e cominciò a “scalare” l’albero con molta più agilità di me.

- Ma come si fa! – urlai ancora appesa ad un ramo con i piedi che penzolavano e una folle paura di cadere.

- Trova dei punti dove mettere i piedi. Io lo faccio da tanto tempo, non è difficile – mi incoraggiò Monica prima di scendere anche lei dall’albero.

Arrivò anche Giordana e si arrampicò in fretta a metà albero. Un lampo guizzò nei suoi occhi e scese di nuovo giù, raggiungendomi. La osservai. Se avevo imparato una cosa nella mia breve vita era che a volte la pazienza e l’osservazione erano le migliori armi.

Infatti vidi Giordana aggirare l’albero e spostarsi sul fianco a sinistra prima di risalire sulla liscia corteccia con la stessa velocità di Serena e sparire oltre l’albero.

Mollai il ramo cadendo con il sedere per terra e, una volta rialzatami, mi spostai a sinistra. Certo! Ecco come avevano fatto Serena e Giordana! La lunga e folta chioma di foglie dell’albero nascondeva una serie di piccole sporgenze di plastica fissate sulla corteccia. Tipo quelle di Cartoon Park. 

Salii anch’io in fretta sull’albero e scesi con altrettanta premura. Davanti a me c’erano ora quattro tubi di telo. In uno, lo vedevo, c’era ancora qualcuno che batteva i pugni contro qualcosa.

Mi infilai in un tubo e percorsi la strada a carponi prima di imbattermi in Louis.

- Ciao, sei un bonus? – gli dissi.

- No, non questa volta. Adesso devi indovinare la password – mi disse.

- Una password per passare di qui? –

- Esatto –

- Va bene … One Direction –

- No –

- Louis –

- No –

- Carote –

- No –

- Amore –

- Nah –

- Gara –

- Nah –

- Passare –

- No –

- Password –

- Nah –

- Drowssap –

- No – ridacchiò.

- Vincere –

- Nah –

- Video –

- Passa! – esclamò strisciando indietro e uscendo dal tubo di telo.

Lo seguii e, immediatamente dopo di lui, uscii alla luce del giorno.

Quel qualcuno dentro il tubo era ancora alle prese con la password, penso.

Corsi svoltando l’ennesimo angolo della casa e trovai una rete di plastica rossa appesa tra due alberi. Riuscivo a vedere Monica e Giordana che correvano verso la prova seguente: un paio di sacchi della spazzatura per terra e l’asticella del limbo tenuta da Zayn e Niall.

- Zayn! – strillai.

Lui si girò verso di me – Che c’è!? –

- Devo arrampicarmi!? –

- Si, ovvio! – strillò lui prima di tornare a rivolgere l’attenzione a Monica e Giordana.

Ma come facevo io ad arrampicarmi? Le rete di plastica rosse era sospesa da sotto il mio mento. Non avevo una gamba così elastica da poter arrivare quasi sopra la testa. Per fortuna, prima che fosse troppo tardi, mi accorsi che nei due alberi era piantata un’altra sporgenza, come le precedenti, solo un po’ più grande. Poggiai il piede sinistro sulla sporgenza di plastica e mi issai su tenendomi stretta alla rete rossa. Cominciai a “scalare” la rete molto più velocemente di quanto avevo fatto con l’albero, superai la prova, e mi apprestai a raggiungere Monica e Giordana che, con il corpo infilato nei sacchetti neri della spazzatura saltellavano per raggiungere l’asta.

Mi avvicinai a Niall.

- E io che faccio? – domandai.

- Aspetti. Quella che vince passa avanti, l’altra deve gareggiare contro di te – rispose lui sorridendomi.

Giordana fu meno veloce di Monica ma compensò con il limbo, era una pazza al limbo lei, e passò alla seguente prova svoltando l’ultimo angolo.
Monica tornò indietro e mi porse il sacchetto di Giordana.

- Che dobbiamo fare? –

- Saltellare il più velocemente possibile fino all’asta e poi farci il limbo, con l’asta – rispose.

Aprii il sacchetto e sgranai gli occhi – Ma c’è la spazzatura qui dentro. Che schifo! Ci sono pezzi di pizza morsi e scatolette del tonno aperte e tutto l’olio, che schifo! Fazzoletti, c’è di tutto qua dentro! I miei poveri pantaloni! – strillai.

- Accontentati, sono così tutte e due –

- Ma i pantaloni? –

- Ai miei ho già detto addio – rispose lei.

Arrotolai come meglio potevo i pantaloni bianchi ma non ci riuscii granchè. Così, dato che sotto i pantaloni avevo i collant, me li sfilai ed entrai nel lurido sacchetto.  Mi feci spazio con i piedi nudi fra lo schifo e cominciai a saltellare appena diedero il via. Fui più veloce di Monica e superai il limbo con poche difficoltà prima di uscire dal sacchetto e correre verso la prossima prova.

Ma non c’era una prossima prova. Giordana era ferma con Harry e Louis dietro l’angolo.

- Hai vinto? – chiesi.

- No. A quanto pare il resto delle prove sono dentro ma dobbiamo aspettare le altre- rispose lei.

- Capito –

- Piccola, perché hai solo i collant addosso? – mi chiese Harry divertito.

- I pantaloni erano bianchi e, oltretutto, nuovi –

Lo vidi scoppiare a ridere seguito a ruota da Louis. Un po’ mi infastidì, ma non osai aprir bocca per paura di rovinare l’allegria che c’era stata fino a quel momento.
In fine vedemmo giungere prima Monica e poi Serena.

- Allora. Siete giunte a metà del percorso. Il resto delle prove è dentro casa. Giordana, tu devi salire su per questa scala. Tu, Chiara, devi usare la scala dal lato dell’albero. Serena, la scala vicino al limbo e Monica quella sulla facciata della casa. I mobili delle nostre camere sono stati spostati e dovete rimetterli a posto. Una volta conclusa questa prova dovete prendere il bigliettino sul letto e fare ciò che c’è scritto dentro – spiegò Niall.

Louis diede il via con il suo bellissimo fischietto rosa di plastica e ognuna corse alla propria scala. Salii di corsa i “gradini” traballanti e mi apprestai a mettere un piede dentro casa, passando dalla finestra ovviamente. Ero sicura ci fosse la scrivania, sotto la finestra, perciò quando entrai caddi di faccia sul pavimento.

Mi guardai attorno. Ricordavo quasi perfettamente la posizione dei mobili nella camera di Harry, ma qui era tutto stravolto!

Cominciai a spostare, con fatica, la scrivania sotto la finestra e il comodino subito accanto. Incastrai il letto tra la parete e il comodino e, mentre spostavo la sedia al suo posto, vidi Louis entrare dalla porta.

- Che c’è Louis? –

 – Sono il tuo bonus numero due! Vuoi ascoltarmi o mandarmi da una tua amica? – canticchiò lui con la stessa melodia di Harry.

- No. Non voglio ascoltarti. Mi ricordo come è sistemata la stanza di Harry. Quindi ti mando da Serena –

- Non posso andare da Serena perché deve riordinare la mia camera – canticchiò ancora.

- Allora va’ da Giordana! – esclamai esasperata cercando di spostare il grosso armadio.

Louis si dileguò senza dire una parola e io continuai a darmi da fare nella mia impresa.

Quando finii presi il biglietto e lo lessi:
 
Affrettati a raggiungere il piano di sotto.
Usa l’ascensore!!!

Ma in quella casa c’era l’ascensore? Eravamo sempre saliti dalle scale.

Uscii in corridoio per dare un’occhiata in giro ma non vidi nessun ascensore. Entrai in tutte le camere, cercai in tutti gli angoli, ma continuai a non trovar nulla. Possibile che non riuscissi a vedere un enorme ascensore!?

Harry mi posò una mano sulla spalla bloccandomi mentre percorrevo per l’ennesima volta il corridoio.

- Sono il tuo bonus numero tre! Vuoi ascoltarmi o mandarmi da una tua amica? – canticchiò di nuovo.

- Ti ascolto, cos’hai da dirmi? –

- Vai in bagno. Dentro la vasca c’è un biglietto. È un indizio, ma è tutto bagnato e devi cercare di decifrarlo –

- Perfetto – risposi entrando in bagno.

Presi il biglietto bagnato – bagnatissimo – dalla vasca e lo aprii con delicatezza. Non si capiva niente. L’inchiostro blu era colato sul foglio e non si riusciva a legger nulla. Cercai allora un fono per asciugarlo. Lo trovai e lo attaccai alla presa. Asciugai il biglietto in fretta e osservai la scritta. Si leggevano poche parole:

… ore … non … in bagno …

Cosa diamine voleva dire ore non in bagno!? Girai il biglietto al contrario, forse si leggeva qualcosa da dietro. Guardai attentamente.

… ensore non è in bagno

Ensore … ensore … ma certo! Ascensore! Quindi la frase era: “L’ascensore non è in bagno”

Ma grazie! L’avevo capito da sola che l’ascensore non poteva essere in bagno.

Accartocciai il foglio tra le mani realizzando solo a quel punto che Harry aveva giocato da bonus cattivo e gettai il pezzo di carta per terra.
Scesi le scale infuriata.

- Io non lo trovo questo dannato ascensore! – strillai osservando che Giordana, Serena e Monica erano già comodamente sedute sul divano. Tutti si misero a ridere.

- L’ascensore non esiste – disse Serena fra una risata e l’altra.

Ma come avevo fatto ad essere così idiota!? Quindi avevo perso … che sfiga.

- Harry ti odio! – strillai.


Giordana’s Pov

Quando Louis diede il via mi piegai in fretta e cominciai a eseguire le cinque flessioni obbligatorie. Fui più svelta delle altre e passai alla prova successiva in fretta.

C’erano delle reti basse. Probabilmente dovevamo passarci di sotto. Mi abbassai per proseguire nella gara.

- Sono il tuo bonus numero uno! Vuoi ascoltarmi o mandarmi da una tua amica? – canticchiò Liam raggiungendomi.

- Ti ascolto –

- Per passare velocemente questa prova devi partire dal basso. Al primo buco devi sollevarti e poi scendere sotto di nuovo al secondo. Hai capito cosa intendo? –

- Si –

Mi infilai sotto la rete e risalii in “superficie” per poi riscendere. Ma era difficilissimo e mi ingarbugliai tutta. Non riuscivo a muovermi. Non sentivo il sangue scorrere nelle vene, avevo la circolazione bloccata.

- Cazzo, Liam! Aiutami! – strillai.

- Non posso – rispose lui ridendo.

- Se non mi fai uscire di qui ti ammazzo! Dammi una mano cazzo! –

In quel momento vidi Chiara piegarsi per superare in fretta la rete strisciando per terra. Anche Serena, come lei, utilizzò la stessa tattica. La stessa che avrei utilizzato io se Liam non fosse venuto a rompere con la stupida canzoncina del bonus. Quando vidi anche Monica infilarsi sotto la rete decisi che era il momento di mettersi in azione e cercai di liberarmi come meglio potevo dalle corde della rete.

Quando mi liberai del tutto, gettai uno sguardo alle mie amiche. Chiara era appesa ad un ramo di un grande albero e Monica stava scendendo. Probabilmente Serena doveva essere passata alla prova successiva.

Corsi verso l’albero e cominciai ad arrampicarmi lasciando Chiara ancora appesa al suo ramo. A metà percorso notai delle sporgenze conficcate a sinistra sulla corteccia dell’albero. Scesi di nuovo, se avessi proseguito avrei impiegato più tempo, e risalii molto velocemente grazie alle sporgenze. Passai l’albero e mi ritrovai davanti a quattro tubi di telo.
Due erano ancora occupati dalle mie amiche. Mi infilai in un tubo e mi imbattei in Niall.

- Ehi – lo salutai.

- Password prego –

- Per cosa? –

- Per passare di qui –

- Mmm … fammi pensare … gara? –

- No –

- Niall –

- No –

- Filmato –

- No, video – rispose lui tappandosi la bocca con una mano e scoppiando a ridere.

- Video –

- Dai passa – ridacchiò ancora.

Una volta uscita svoltai l’angolo e vidi Monica alle prese con una rete rossa di plastica sospesa in aria tramite due alberi.

Poggiai il piede sulla sporgenza sull’albero, come quelle precedenti, e mi issai su.

- Ma no! C’era la sporgenza? – mi disse Monica.

Ridacchiai annuendo.

Monica fu più veloce di me e si fiondò alla prova seguente ma la vidi fermarsi ed aspettarmi.

- Cosa succede? – chiesi.

- Dobbiamo infilarci in questi sacchi e saltellare fino al limbo, poi affrontarlo e infine chi vince passa avanti, chi perde aspetta la prossima “concorrente” – mi spiegò.

- Capito – risposi afferrando il sacco dell’immondizia nero che era per terra – Ma che schifo! – urlai.

- Bleah! Ma siete pazzi!? - strillò Monica guardando prima Niall e poi Zayn che tenevano la corda del limbo.

- Poche storie e muovetevi – ci riprese Zayn.

Mi infilai dentro il sacchetto molto schifata e, quando Monica fu pronta, cominciai a saltellare. Mony arrivò prima di me ma io affrontai bene il limbo, la mia specialità, e la vinsi svoltando subito l’angolo.

Non c’erano più prove.

- Ho vinto!? – chiesi esultante ad Harry e Louis.

- No, c’è un’altra prova, ma dobbiamo aspettare le altre – rispose Harry.

Aspettai qualche minuto e poi vidi comparire, in ordine, Chiara, Monica e Serena.

- Allora. Siete giunte a metà del percorso. Il resto delle prove è dentro casa. Giordana, tu devi salire su per questa scala. Tu, Chiara, devi usare la scala dal lato dell’albero. Serena, la scala vicino al limbo e Monica quella sulla facciata della casa. I mobili delle nostre camere sono stati spostati e dovete rimetterli a posto. Una volta conclusa questa prova dovete prendere il bigliettino sul letto e fare ciò che c’è scritto dentro – spiegò Niall appena ci raggiunsero anche i ragazzi.

Mi arrampicai in fretta sulla scala, partendo avvantaggiata perché la scala era più vicina di quella delle altre, e entrai nella stanza di Liam passando dalla finestra.

Sistemai tutti i mobili come meglio ricordavo. Non ero mai stata brava con la memoria. Sapevo solo che il grande letto matrimoniale si trovava al centro con la tastiera attaccata al muro e che l’armadio era subito di fronte. Poi sistemai gli altri mobili alla cavolo affidandomi al mio istinto e lessi il biglietto sul letto:
 
Affrettati a raggiungere il piano di sotto.
Usa l’ascensore!!!

C’era un ascensore? E da quanto …?

Percorsi il corridoio a grandi falcate e controllai in ogni muro e in ogni stanza per essere certa che l’ascensore non esisteva. Poi scesi dalle scale.

- Ma non c’è un ascensore! – esclamai vedendo Monica e Serena sedute sul divano.

- Si infatti – rispose Serena sorridendo e facendomi posto accanto a loro.

Monica’s Pov

Louis diede il via e mi piegai sul terreno come le altre per cominciare a fare le flessioni. Ero lenta, come Chiara, solo che lei aveva ricevuto il bonus ed era passata alla prova successiva.

Quando raggiunsi la seguente prova mi accorsi che Chiara era avanti, Serena stava percorrendo una rete e Giordana era tutta attorcigliata nella sua, di rete.

Passai in fretta sotto la rete e raggiunsi Chiara ancora appesa all’albero. Serena era passata. Mi arrampicai. Lo facevo da quando ero bambina e mi venne facile.

-  Ma come si fa! – strillò Chiara guardandomi.

-  Trova dei punti dove mettere i piedi. Io lo faccio da tanto tempo, non è difficile – le risposi scendendo poi dall’albero e avviandomi verso dei grandi tubi di telo. Serena era ancora lì dentro.

Entrai e mi ritrovai davanti a Zayn.

- Ciao –

- Devi dirmi la password per passare alla prova seguente –

- Zayn –

- No –

- Bello –

- No –

- Zap –

- No –

- Oggi –

- No. C’entra con oggi però –

- Canzone –

- No –

- Video –

- Passa –

Uscii velocemente e svoltai l’angolo.

Una grossa rete di plastica rossa era appesa, sostenuta da due alberi. Dovevo arrampicarmi. Ce l’avrei fatta dai!
Saltai per raggiungere uno dei “fili” più alti e poggiai i piedi in quelli più bassi. Stavo per scendere quando mi raggiunse Giordana e poggiò i piedi sopra una sporgenza sulla corteccia.

- Ma no! C’era la sporgenza? – esclamai.

Giordana ridacchiò annuendo. Scesi dalla rete rossa e raggiunsi la seguente prova tallonata da Giordana.

- Cosa devo fare? – chiesi a Niall.

- Devi aspettare Giordana. Dovete infilarvi nei sacchi della spazzatura che sono per terra e poi saltellare e raggiungere il limbo che io e Zayn stiamo tenendo per voi. Chi perde deve aspettare una prossima compagna. Chi vince va avanti  -

- Capito –

Nel frattempo arrivò Giordana e le spiegai cosa dovevamo fare. Presi un sacco della spazzatura e strabuzzai gli occhi vedendone il contenuto olioso.

- Bleah! Ma siete pazzi!? – strillai.

- Poche storie e muovetevi – ci riprese Zayn.

Mi infilai nel sacchetto assumendo un’espressione schifata e saltellai verso il limbo. Fui più veloce di Giordana ma lei mi batté nel limbo in cui era bravissima. Fui battuta anche da Chiara ma quando Serena mi raggiunse non la lasciai vincere.

Svoltai l’angolo e vidi Chiara e Giordana. Quando anche Serena ci raggiunse Niall cominciò a parlare - Allora. Siete giunte a metà del percorso. Il resto delle prove è dentro casa. Giordana, tu devi salire su per questa scala. Tu, Chiara, devi usare la scala dal lato dell’albero. Serena, la scala vicino al limbo e Monica quella sulla facciata della casa. I mobili delle nostre camere sono stati spostati e dovete rimetterli a posto. Una volta conclusa questa prova dovete prendere il bigliettino sul letto e fare ciò che c’è scritto dentro – spiegò.
Mi avviai sulla facciata della casa e salii sulla scala traballante. Avevo sempre avuto paura dell’altezza così ci impiegai un po’. Per fortuna avevo una memoria pazzesca perché da piccola sistemavo sempre i colori nell’ordine esatto, e doveva essere proprio quello! Quindi ero abituata a memorizzare.

Sistemai la stanza in fretta e presi il biglietto sul letto. Lo lessi:
Affrettati a raggiungere il piano di sotto.
Usa l’ascensore!!!
 
Ma c’era un ascensore?

Diedi una rapida occhiata al corridoio, dato che era l’unico posto in cui poteva essere collocato un ascensore e poi scesi le scale trovando Serena seduta sul divano.

- Non esiste l’ascensore, vero? –

- No – disse Serena sorridendo. Mi sedetti accanto a lei e aspettammo le altre.

Serena’s Pov

L’amore mio diede il via e cominciai a “fare le flessioni”. Finii per terza e m avviai alla prova seguente. Dovevo passare una rete. Mi sbrigai e raggiunsi l’albero, la terza prova. Lì fui raggiunta da Liam che mi consigliò, saggiamente, di aiutarmi con gli spioncini attaccati alla corteccia dell’albero, nascosti dalle foglie. Salii sull’albero in fretta e lo passai lasciando Chiara attaccata ad un ramo.

Entrai in uno dei tubi della prova seguente e mi ritrovai davanti ad Harry.

- Levati Harry! – esclamai.

- Non posso. Devi dirmi la password –

- Passare –

- No –

- Vincere –

- Prova seguente –

- No -

- Davanti –

- No -

- Casa –

- No –

- Filmato –

- No –

- Verità –

- No –

- Passare –

- L’hai già detto –

- Competizione –

- No -

- Voglia –

- No –

- Harry –

- No –

- Harry Styles –

- No –

- Cretino di turno –

- No – ridacchiò lui.

- Coglione –

- Adesso non esagerare. Comunque non è quella la password –

- No, te lo stavo proprio dicendo a te! Fammi passare –

- Non posso. La password –

- Fammi passare, Harry! – strillai picchiando i pugni sulle sue spalle.

Mi raggiunse Louis che mi chiese se volevo usarlo come bonus. Accettai.

- La parola comincia con la V e finisce con la O –

- Voluminoso –

- No –

- Video –

- Finalmente! Passa! – si lamentò Harry lasciandomi uscire.

Alla prova seguente fui aiutata nuovamente da Liam che mi diede il permesso di passare sotto la rete rossa di plastica.

Alla prova seguente Monica mi stracciò e a quel punto, da sola, superai la prova. Girato l’angolo li vidi tutti fermi davanti a una finestra con una scala.

- Allora. Siete giunte a metà del percorso. Il resto delle prove è dentro casa. Giordana, tu devi salire su per questa scala. Tu, Chiara, devi usare la scala dal lato dell’albero. Serena, la scala vicino al limbo e Monica quella sulla facciata della casa. I mobili delle nostre camere sono stati spostati e dovete rimetterli a posto. Una volta conclusa questa prova dovete prendere il bigliettino sul letto e fare ciò che c’è scritto dentro – spiegò Niall.

Mi affrettai a raggiungere la scala e sistemai la camera di Louis in men che non si dica. Ero sempre stata bravissima a memorizzare e riordinare.

Lessi il biglietto sul letto: 
Affrettati a raggiungere il piano di sotto.
Usa l’ascensore!!!

 
Ma non c’è un ascensore! Mi dissi.

Scesi al piano di sotto.

- Non esiste un ascensore – comunicai ai ragazzi.

- Brava. Ecco la nostra vincitrice! – esultò Zayn.

- è la mia ragazza! – si pavoneggiò Louis.

Chiara’s Pov

- Aspettate! – esclamai – Ma noi avevamo fatto una scommessa contro i ragazzi. Se vincevamo noi ci facevano fare un video nelle loro canzoni ufficiali. Se vincevano loro facevamo un video da far proiettare ad X- Factor. Ma i ragazzi non hanno neanche gareggiato! –

- Vero! – esclamò Monica.

- Scherzetto! – trillò Louis.

- Cosa!? – si allarmò Giordana sgranando gli occhi.

- Dai, faremo comunque tutti e due i video. Quindi cominciamo con quello da mandare a X-Factor – disse Zayn.

Acconsentimmo comunque e ci travestimmo con i loro vestiti. Harry mi diede una parrucca riccia e castana, soprattutto, e girammo nuovamente il video di What makes you beautiful.
Nella descrizione da mandare a X- Factor i ragazzi scrissero: “Quattro nostre amiche in versione noi”.
 
Ciaoooo
Vado molto di fretta che ho danza.
Un bacioooo.
Grazie come sempre
Bye <3
- Kikkia

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Capitolo 16
*** I miss you, Louis ***


Capitolo 15
I miss you, Louis

Serena’s Pov

Mi prese per un polso e cercò di fermarmi, ma io ero decisa. Volevo andarmene di lì. Mi avevano sempre detto che i ragazzi mi avrebbero fatto del male. E io? Io credevo ancora all’amore.

- Ti prego, Sere, non andare. Perdonami! –

- No, Louis, hai fatto quel che hai fatto. Mi dispiace, ti amavo, molto per giunta, ma siamo arrivati al punto che se non me ne vado io lo farai tu. E quando tu te ne andrai io starò malissimo, quindi ti saluto adesso –

- Mi stai lasciando? – mi chiese voltandomi. Vidi i suoi occhi pieni di lacrime. Che mi amasse davvero?

- Non lo so – risposi con un sospiro e, liberandomi dalla sua stretta, me ne andai del tutto.

Appena arrivata a casa crollai sul letto e chiusi la porta a chiave. Non avevo voglia di star a sentire le domande di mia madre “sul perché avevo una faccia così triste”.

Entrai nel bar. Dovevo comprare dei frullati da condividere con il mio gruppo di amici/amori. Ci saremmo dovuti riunire a casa di Chiara, Louis aveva detto che avrebbe ritardato. Adesso capivo perché.
Guardai quella scenetta con gli occhi pieni di lacrime.
Louis, il mio Louis, stava ad un tavolo con una “bomba-sexy” bionda dall’abitino stretto e corto, molto corto.
Parlavano animatamente, come se si conoscessero da una vita.
Louis aveva una mano della ragazza fra le sue e se la rigirava a destra e a manca quasi come se la stesse osservando per bene. Come se guardare la sua mano fosse di importanza vitale.
Mi diressi al bar infuriata. Ordinai un solo frullato alla banana e, quando quest’ultimo arrivò, mi portai al tavolo di Louis rovesciando il contenuto del bicchiere di vetro sulla testa del “mio” ragazzo.
- Cazzo – lo sentii sussurrare quando si accorse di chi gli aveva buttato il frullato in testa.
- Cazzo? Solo questo sai dire!? – gli urlai contro osservando la ragazza biondo guardarmi con rabbia – E tu che guardi!? Non hai fatto già abbastanza stando seduta a questo tavolo con il mio ragazzo!? –
- Basta Serena, stai facendo una sceneggiata per nulla – mi rimproverò Louis.
- Per nulla!? Mi hai tradita, ti sembra nulla!? –
- Ma lasciami almeno spiegare! – urlò arrabbiato alzandosi dal tavolo.
- No, la situazione mi sembra abbastanza chiara! Io tolgo il disturbo – strillai prima di avviarmi verso la porta.
Louis allungò una mano davanti a sé e tentò di afferrarmi.


Pestai i pugni sul letto, quanto poteva essere disgustoso quel ragazzo? E io che gli avevo creduto.
Come avevo potuto essere così stupida?

Accecata dall’amore.

E adesso ero accecata dall’odio.

Chiamai le ragazze e raccontai loro tutto. Mi dissero che quella sera sarebbero venute a farmi compagnia tutte insieme. Ma a me non importava che loro ci fossero o meno quella sera. Sarei sempre rimasta triste e arrabbiata per tutto il giorno.

Chiara’s Pov

Il cellulare mi squillò nella tasca e allontanai con la mano Harry che mi stava baciando.

- Pronto? – farfugliai.

- Chiara … - sentii la flebile voce di Serena provenire dal telefono. Sembrava stesse piangendo.

- Sere! Cosa è successo? – le domandai.

- O - oggi mentre prendevo i frullati ho visto Louis con una ragazza, erano seduti ad un tavolo. Come ho fatto ad essere così stupida? – raccontò lei mentre piangeva disperata.

- Oh no … certo che Louis ha una bella faccia tosta! Se lo vedo lo prendo a calci in culo a quello! – strillai al telefono vedendo la faccia scandalizzata di Harry.

- Da quanto sei così volgare? – mi domandò infatti sottovoce. Gli feci segno di tacere e ascoltai la risposta sommessa di Serena.

- Non c’è bisogno. Spero che i sensi di colpa lo rodano dentro in eterno –

- Ma tu non hai fatto niente? –

- Certo. Gliene ho dette quattro e gli ho buttato il frullato in testa però sono stata così stupida … quando mi ha chiesto se lo stavo lasciando ho risposto che non lo sapevo, avrei dovuto dirgli di si e basta –

- Tranquilla, Sere, ora mi metto d’accordo con le ragazze e stasera dormiamo da te – le dissi prima di chiudere la telefonata.

Poi mi rivolsi ad Harry – Cerca di non farmi incrociare, neanche per sbaglio, il tuo amico Louis o lo gonfio di legnate come si deve –

Giordana’s Pov

- Pronto? – risposi al telefono con l’affanno, stavo facendo jogging al campo scuola.

- Giordana … mi è successa una cosa terribile – sussurrò Serena dall’altro capo del telefono.

Smisi di correre – Sere, stai piangendo? Cosa è successo? – chiesi allarmata.

- Louis era al bar con una ragazza. Ti rendi conto? E io stupida che credevo mi amasse –

- Su, non fare così, probabilmente Louis era confuso –

- Non cercare di essere buona con lui. Non mi interessano minimamente le sue ragioni, mi ha tradita e sarò spietata con lui. Ma quando dovevo esserlo davvero non l’ho fatto. Sono stata una stupida … -

- Perché? –

- Perché avrei dovuto rispondergli che lo stavo lasciando anziché dirgli che non lo sapevo –

- Non so cosa dirti, Serena. I ragazzi sono tutti stupidi, uno più dell’altro, io ti consiglio di parlarci quando ti sarai tranquillizzata. Per ora calma, Sere. Vedrai che tutto si risolverà –

- Ne sei sicura? –

- Certo, vedrai che ho ragione – la salutai.

- Pista! – urlò qualcuno.

Mi voltai giusto in tempo per vedere un uomo correre verso di me talmente veloce da far paura e mi scansai nella corsia accanto prima di essere investita.

Monica’s Pov

- Niall ridammi il telefono! Potrebbe essere importante! – strillai cercando di prendere il mio cellulare da sopra la testa di Niall.

Il telefono smise di squillare.

- Adesso sei contento? – domandai prima di riprendere il telefono e controllare fra le chiamate a cui non avevo dato risposta.
Chiamata persa: Chiara.

Stavo per chiamarle nuovamente quando il cellulare prese a squillare di nuovo. Risposi alla chiamata.

- Chiara –

- No, sono Serena – mi disse Sere con voce debole.

- Cosa ti è successo? –

- Louis … Louis … lui stava con un’altra ragazza al bar – tirò fuori singhiozzando.

- Cosa!? E tu che hai fatto? Uffa, Louis è uno stronzo. Lo sapevo che non c’era da fidarsi –

- Io gli ho buttato un frullato addosso –

- Grande, Sere! –

- Non c’è nulla da esultare, io mi sento malissimo –

- Hai ragione, sono una stupida –

- No, sono io la stupida che non ha saputo dire a Louis che lo stavo lasciando –

- No, non lo lasciare. Vedrai che sistemeremo le cose –

- Si, me l’ha detto anche Giordana. Speriamo bene –

- Ciao Sere, stammi bene e rilassati – la salutai.

Niall mi guardava confuso. Stavo per spiegargli cosa era successo ma il cellulare prese a squillare nuovamente. Di nuovo Chiara.

- Pronto, Chiara – risposi sbuffando.

- Si da inizio alla missione raccattamento-cuore –

Louis’s Pov.

- Quindi ci mettiamo d’accordo per giorno cinque? – domandai alla ragazza sedutami di fronte ammirando per l’ultima volta le unghia della sua mano.

- Si. Mi sembra abbastanza chiaro dove dobbiamo incontrarci, no? –

- Si. Credo di aver capito. Al limite chiedo a una mia amica, ma penso di saperci arrivare –

- Perfetto, credo che la tua ragazza sarà contenta. Ha trovato un ragazzo d’oro – squittì la bionda davanti a me.

Sentii qualcosa di liquido scendermi giù per il capo e ruotai la testa verso l’alto per vedere cosa fosse successo.

Osservai una Serena arrabbiata e umiliata e mi sentii uno schifo.

- Cazzo – sussurrai non avendo niente da dire.

- Cazzo? Solo questo sai dire!? – mi urlò contro - E tu che guardi!? Non hai fatto già abbastanza stando seduta a questo tavolo con il mio ragazzo!? – si rivolse poi alla ragazza sedutami davanti, Melissa mi sembra si chiamasse.

- Basta Serena, stai facendo una sceneggiata per nulla – le dissi mantenendo la calma.

- Per nulla!? Mi hai tradita, ti sembra nulla!? – urlò lei sconvolta. Ma che cazzo aveva capito!? E ora come facevo a rimediare!?

- Ma lasciami almeno spiegare! – urlai arrabbiato alzandomi dal tavolo.

- No, la situazione mi sembra abbastanza chiara! Io tolgo il disturbo – disse lei prima di avviarsi verso la porta.

Allungai una mano davanti a me e l’afferrai per un polso.

- Ti prego, Sere, non andare. Perdonami! – la supplicai con gli occhi pieni di lacrime.

-  No, Louis, hai fatto quel che hai fatto. Mi dispiace, ti amavo, molto per giunta, ma siamo arrivati al punto che se non me ne vado io lo farai tu. E quando tu te ne andrai io starò malissimo, quindi ti saluto adesso – quelle parole facevano male, tanto male e io non avrei mai avuto l’intenzione di andarmene.

- Mi stai lasciando? – le chiesi voltandola verso di me.

- Non lo so – sospirò lei prima di sparire dalla mia vista.

“Non lo so”, era pur sempre qualcosa. Avrei cercato di rimediare. Forse non era ancora del tutto persa, la nostra relazione.

Mi sarei fatto aiutare da Liam, quel ragazzo era un genio con il romanticismo. Anzi, era il romanticismo fatto persona.

Chiara’s Pov

- Allora. Uno, due e tre spariamo le prime cazzate che ci vengono in testa per far ridere Serena. E tu non sei esonerata, Sere – esclamai.

- E come faccio? Mi faccio ridere da sola? –

- è già un’idea –

- Certo che sei normale tu –

- I bradipi in calore sono sexy – disse Monica citando una vecchia frase di una nostra amica pazza, Elisabetta.

In effetti ridemmo, anche Serena.

- Mi manca Louis – si lamentò poi quest’ultima quando finimmo di ridere.

- E allora la nostra missione sarà quella di non farti più pensare a lui – esclamò Giordana tirandosi le coperte del sacco a pelo fino sopra il naso.

Sentimmo arpeggiare una chitarra dalla finestra aperta.

- Che sarà mai? – chiese Monica.

Serena si affacciò dal balcone e rimase piantata fuori per un po’.

Che stava succedendo? Anch’io volevo saperlo!

- Di Sere Nere! –
Ciao bellissime bimbe.
Grazie sempre per tutto quello che fate per me.
Volevo scusarmi con Serena perché questo capitolo non le piacerà (soprattutto per l’ultima frase).
Mi farò perdonare, cicci.
Vi voglio bene a tutte.
Un bacione.
- Kikkia <3

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Capitolo 17
*** Louis is a golden boy ***


 
Capitolo 16
Louis is a golden boy.
A Serena che stava per uccidermi quando
ha letto il capitolo precedente.
Spero che questo ti piaccia <3

Serena’s Pov

Affacciata al terrazzo del piano superiore di casa mia osservavo una scena alquanto romantica.

Louis, il mio adorato Louis che mi aveva fatta soffrire, era in ginocchio per strada sotto il balcone con una chitarra in mano e delle rose rosse poggiate per terra.

Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te...senza te...senza te

Ripenserei che non sei qua
Ma mi distrae la pubblicità
Tra gli orari ed il traffico lavoro e tu ci sei
Tra il balcone e il citofono ti dedico i miei guai

Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te

Ho combattuto il silenzio parlandogli addosso
E levigato la tua assenza solo con le mie braccia
E più mi vorrai e meno mi vedrai
E meno mi vorrai e più sarò con te
E più mi vorrai e meno mi vedrai
E meno mi vorrai e più sarò con te
E più sarò con te, con te, con te
Lo giuro

Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio …


Non ascoltai un’altra parola perché mi ritirai in casa correndo.

Potevo sentire ancora la sua voce cantare quella dolce canzone che avevo sempre odiato, ma che adesso aveva preso spazio nel mio cuore, diventare più disperata in mia assenza.

Spalancai la porta e scesi le scale in fretta e furia. Litigai anche con le chiavi nella serratura poiché non riuscivo a girarle bene nella toppa e la porta non si apriva.

Una volta fuori mi lanciai fra le braccia di Louis che si era appena alzato dalla sua posizione e piansi, piansi tanto dalla gioia di averlo “ritrovato”.

Chiara’s Pov

Io e le ragazze ci affacciammo dal terrazzo giusto in tempo per vedere Serena stritolare Louis in un dolce abbraccio.

Da lassù era una scena bellissima, sembrava tutto come nei film, dove dopo una litigata si faceva pace nel modo più bello possibile.

Guardai le ragazze con un sorriso raggiante, loro ricambiarono il sorriso e, tornate in casa ci abbracciammo. Non sapevamo neanche noi il perché, eravamo solo felici per la nostra amica.

Serena’s Pov

- Mi sei mancata Sere Nere, queste “poche” ore sono state orribili, come se non avessi l’ossigeno per respirare – mi mormorò Louis all’orecchio.

- Ti amo, Ti amo Louis – gli dissi affannosamente, avevo bisogno di dirglielo.

- Sere, hai frainteso tutto – esclamò poi staccandosi dall’abbraccio – Voglio poterti spiegare –

- Cosa? – domandai confusa.

- Stamattina, al bar, non stavo con quella ragazza perché ti stavo tradendo. Volevo farti una sorpresa. Quella ragazza si chiama Alessia, è un’abile nail artist, volevo regalarti una manicure da lei, ho visto alcuni suoi “lavori” ed è davvero bravissima –

Strabuzzai gli occhi fuori dalle orbite – C-cosa? I-io non … scusa io … tu avevi una sua mano fra le tue … e … io … sono una stupida –

- Ehi, non ti preoccupare. Chiunque poteva fraintendere – disse accarezzandomi una guancia.

- Scusa, scusa Louis –

- Non fa niente –

- Ti amo –

- Io di più, piccola –

Chiara’s Pov

Erano passati due giorni da quella sera e Serena e Louis si erano uniti ancora di più.

Stavo sul divano di casa di Monica con Harry mentre aspettavamo che la padrona di casa uscisse dal bagno. Gli altri non erano ancora arrivati.

- Harry … perché hai deciso di stare proprio con me? – gli chiesi di punto in bianco.

- In che senso? – chiese lui confuso.

- Cioè, tu avevi detto a qualche intervista che la tua ragazza doveva: Baciare già al primo appuntamento, sussurrare molto, indossare il rosa, amare il rischio, avere delle curve, avere tatuaggi. Dimmi in cosa mi rispecchio io! – esclamai.

- E quando le hai lette queste cose? –

- Quando avevo più o meno tredici anni, ma li ho ripassati da poco –

- Allora, vediamo … tu mi hai baciato al primo appuntamento, o qualcosa del genere. Tu sussurri, anche se non è esattamente come intendevo io … -

Lo bloccai – Sussurro!? Ma se faccio sempre un casino pazzesco! –

- … sussurri anche, a volte, poche volte ma lo fai. Poi indossi il rosa, più il fuxia direi. Non so se ami il rischio … lo ami? –

- Beh i miei mi definivano una temeraria da piccola, credo di non essere cambiata –

- Quindi ami il rischio. Hai le curve al posto giusto e non hai tatuaggi –

- Vedi? Non è che mi rispecchi molto –

- Beh … ma ogni persona ha le sue eccezioni … e tu sei la mia eccezione –

Lo abbracciai di slancio e mi accoccolai contro il suo petto.

Fu così che Monica ci trovò quando tornò dal bagno.

Serena’s Pov

Monica aprì la porta di casa sua e ci accolse con un caloroso abbraccio. Io e Louis eravamo arrivati per ultimi perché io avevo usufruito del regalo che mi aveva fatto il mio ragazzo.

Entrammo in cucina e trovammo Niall e Zayn che mangiavano patatine, Liam e Giordana che chiacchieravano e Chiara e Harry accoccolati sul divano. Si scambiavano qualche parola a malapena.

- Perché stanno così attaccati? Neanche fossero uniti con la colla – esclamò Louis entrando.

- Non chiederlo a me, è da quando sono tornata dal bagno che non si staccano un attimo. Non so cosa Harry le abbia detto ma Chiara si è impossessata del suo braccio e non lo vuole mollare. Ci abbiamo già provato in tanti – rispose la mia amica.

Feci il mio ingresso in cucina raggiante.

- Louis è un ragazzo d’oro! – trillai felice mostrando le mie mani alle mie amiche.

- Uh ma sono bellissime! – esclamò Chiara staccandosi, finalmente, da Harry.

- Oh, certo un paio di unghia sono più importanti di me – sentimmo borbottare quest’ultimo.

Louis mi abbracciò da dietro e mi diede un bacio sul collo.

- Sono contento che il mio regalo ti piaccia – mi sussurrò all’orecchio.

A quel punto mi girai per baciarlo facendo combaciare perfettamente le nostre labbra.

Quando ci staccammo Louis mi disse una cosa che, ero certa, non avrei mai dimenticato.

- Tu sei il mio mondo –

Da quel momento non  mi staccai da lui per tutta la serata. Sembravo Chiara adesso, ma capivo perché lei non si era voluta scollare dal braccio di Harry, doveva aver ricevuto la sua bella frase anche lei.
 
Mi rincuorò molto il fatto di avere il mio ragazzo d’oro tutto per me. Avevo così tanto temuto che lui non mi amasse, e invece, con quell’unica frase, mi aveva dimostrato che mi amava eccome, che io ero il suo mondo, e questo non l’avrei di certo dimenticato.
Ciao lettrici.
Un bacione <3
Spero che alla mia amica Serena questo capitolo sia piaciuto.
Spero che Giordana abbia anche cominciato a leggere qualche capitolo.
Vi voglio un mondo di bene.
Grazie di tutto per tutto <3
Ora devo scappare.
Un bacione <3 <3
- Kikkia

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Capitolo 18
*** What makes you beautiful ***


Capitolo 17
What makes you beautiful
 
Gettai lo zaino ai piedi del banco e mi buttai letteralmente sulla sedia. Avevo il fiatone perché avevo fatto una corsa lungo tutte le scale che conducevano al piano superiore per arrivare puntuale in classe.

- Ehi, tutto bene? – mi domandò Giordana.

- Si, tutto a posto. Ieri io e Harry abbiamo fatto tardi e sono andata a dormire all’una, di conseguenza stamattina non sono riuscita a svegliarmi in tempo per prepararmi con calma ed arrivare puntuale senza affaticarmi –

- Io ve l’avevo detto di uscire sabato e non ieri … -

- Ti ricordo che sabato avevo un tema da portare a termine e consegnare –

- Ma se tu i temi li fai in due minuti … - si lamentò lei.

- Li farò pure in due minuti, ma a questo ci tenevo particolarmente … e poi siamo usciti anche sabato –

- Cioè siete usciti sabato e domenica? – chiese stupita la ricciolina al mio fianco.

- Si … -

- Ah bè … non ho mai visto una coppia più strana di voi, ormai non mi sorprende più nulla. Prima vi odiavate a morte … e ora? Okay, cambiamo discorso. Cosa avete fatto ieri? –

- Non è che hai cambiato così tanto discorso … - le feci notare scherzando.

- Va bè … rispondi –

- Siamo andati al circo e ci siamo ingozzati di zucchero filato e popcorn. Poi è venuta una biondona del cazzo a rompere le ovaie ed è stata mezz’ora con Harry perché lo doveva abbracciare, farsi una foto, farsi fare un autografo e ha avuto il coraggio di chiedergli il numero. E parlava un perfetto inglese, che cazzo! –

- Direi che non è andata proprio bene eh? Lui che ha fatto? –

- Niente! L’ha abbracciata, si è fatto una foto, le ha fatto un autografo e ha parlato con lei in inglese – risposi turbata.

- E per il numero? –

- Oh, bè … le ha risposto in italiano, credo perché volesse farmi sentire la risposta. LE ha detto: “Il mio numero appartiene solo alla mia ragazza” e poi mi ha preso per mano, l’ha salutata e ce ne siamo andati –

- è una cosa positiva, no? –

- Si, ma quella mi sta davvero antipatica. Se la incontro in giro le spacco una punta in testa così impara ad avvicinarsi al mio ragazzo –

- Ma è una fan, Chiara, stai tranquilla –

- Chi mi impedisce di essere gelosa? Quella era alta, magra, bionda,con gli occhi azzurri, aveva delle bellissime gambe … era perfetta – mi lamentai incrociando le braccia al petto.

- Possiamo essere partecipi della vostra discussione? – ci riprese il professore che aveva iniziato la sua lezione già da un pezzo.

- Ci sc … - cominciò a dire Giordana ma io la interruppi, ero abbastanza esaltata, non mi andava neanche di chiedere scusa al professore.

- Oh, si. Stavamo parlando di una stupida bionda che ieri faceva le moine al mio ragazzo, qualche problema!? – risposi al professore sfidandolo con lo sguardo.

- Signorina, vada fuori immediatamente, è questo il modo di rispondere ad un adulto, veda che le faccio la not … - chiusi la porta sbattendola forte e presi a camminare per tutto il corridoio. Non mi interessava minimamente quello di cui stava ciarlando il prof, abbastanza infuriato con me.

Mi vibrò il cellulare all’interno della tasca e lo uscii per vedere chi mi stesse telefonando nel bel mezzo di quella che doveva essere la mia lezione: Cetriolo. Già, non avevo ancora cambiato lo stupido nomignolo che gli avevo appioppato. Ma neanche lui aveva cambiato il mio e finché non l’avesse fatto non avrei cambiato il suo.

- Pronto? – risposi abbastanza infuriata.

- Ti sei fatta buttare fuori dalla classe? È assurdo – mi disse Harry.

- Stavo solo parlando con Giordana –

- Prima di rispondere male al professore –

- Non ti ci mettere anche tu, ok? –

- Che vuol dire questo? Io sono il tuo ragazzo, è vero, ma non devi rischiare l’anno per me –

- Non sto rischiando l’anno –

- Ma la condotta si –

- è successo una volta, Harry, non si ripeterà –

- Come no … facendo qualche calcolo azzardato da qui a domani incontrerò circa cento fan che vorranno farsi una foto con me o un autografo … e la metà delle ragazze sarà bionda e alta, non puoi essere gelosa di ogni ragazzina che mi si avvicina. Sono famoso, è normale –

- No, quella ragazza voleva il tuo numero, e ti ha abbracciato … e tu gliel’hai lasciato fare – stavamo davvero litigando da dietro un telefono in un luogo pubblico quale la scuola, per quanto mi riguardava?

- Senti, piccola, non voglio litigare. Sono fan, tutto qua. Io voglio solo te, stai tranquilla –

- Va bene, Harry … ci sentiamo – gli chiusi il telefono in faccia e lo conservai in tasca. Come poteva davvero dirmi che voleva me? Un milione di ragazze là fuori erano più belle di me e avevano un carattere migliore del mio. Io mi sentivo in qualche modo presa in giro. Non poteva essere vero … e se lo stesse facendo solo per comparsa davanti ai suoi amici?

La campanella suonò e la porta della classe si aprì facendo spuntare il professor Russo assai arrabbiato.

- Veda di recuperare la lezione che ho spiegato perché non la ripeterò una seconda volta – mi ammonì per poi sparire dentro un’altra classe.

Entrai nella mia classe e mi sedetti accanto a Giordana. Stava massaggiando con Harry.

- Ah, gliel’hai raccontato tu, dovevo immaginarmelo – commentai.

Lei nascose subito il telefono in tasca.

- Scusa, ma mi sembrava giusto che chiariste –

- Chiarire, certo … abbiamo solo litigato o qualcosa del genere – mi lamentai.

- Pensavo di essere di aiuto, perdonami –

- Non sono arrabbiata con te –

- E con chi allora? –

 - Con la biondona di ieri sera … e con Harry –

- Ma … -

- Lascia perdere Giordana –

**

Quando squillò la campanella della ricreazione saltai fuori dal banco, afferrai il panino e uscii dalla classe dirigendomi, in compagnia di Giordana, in cortile.

Ci accomodammo su una delle grandi panchine verde acqua che davano sul cortiletto popolato di ragazzi.

La rabbia mi era un po’ sbollita e, in quel momento, stavo “tranquillamente” mangiando il mio panino con il prosciutto crudo quando vidi passare una certa ragazza davanti a me e mi strozzai con il mozzicone di  pane che stavo inghiottendo.

Cominciai a tossire forte prima di mandare giù il pane e alzami in un moto di furia dirigendomi verso quella stupida ragazza.

Giordana mi fermò per un braccio.

- Chiara, si può sapere cosa stai facendo? –

- Lasciami! Devo andare a spaccare il culo a quella là! – strillai divincolandomi nella presa della mia amica.

- Non ti permetterò di agire con la violenza. Che ti sta succedendo? Non eri quella pacifica tu? –

- Pacifica un corno! Quella bionda me la pagherà! –

- Ah … è la ragazza di ieri sera? –

- Ma da cosa l’hai intuito? – esclamai retorica.

Giordana scosse la testa a destra e a sinistra come per rassegnarsi al mio strambo comportamento.

- Chiara, agisci con l’intelligenza. Se picchi quella ragazza quella che verrà bocciata quest’anno sarai tu e non lei. Vai solo a parlarle –

- Okay – risposi e Giordana mollò il mio braccio – ma le parlo a modo mio – aggiunsi poi dirigendomi verso il gruppetto di ragazze delle quali faceva parte anche la bionda.

Avvicinandomi notai che stava facendo vedere alle amiche la sua foto con il mio ragazzo.

- Non è perfetta questa foto!? – strillò.

Fui fortunata perché la mia amica Giulia si trovava in mezzo a loro, architettai così il mio piano.

- Giulia! – strillai facendo voltare le ragazze verso di me.

Salutai la mia amica e poi mi finsi stupita – Oh! Quello è Harry!? Oddio hai una foto con lui anche tu!? – urlai come se fossi un’oca proprio come loro.

- Come sarebbe a dire “anche tu”? Vuoi forse dirmi che hai incontrato Harry, come me? – chiese la bionda.

- Oh, si. Vi faccio vedere una foto? – domandai con una certa superiorità.

- Si, facci vedere una foto perché non ci crediamo – rispose una delle amiche della bionda.

- Okay – dissi innocentemente tirando fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni. Scorsi la galleria fino a trovare una delle foto in cui io e Harry ci baciavamo e la spalmai sotto il naso delle oche giulive.

Dopo il primo stupore iniziale la bionda si riprese – Questa foto è ritoccata. Non sei nemmeno tu questa qui –

- Oh, certo, hai ragione. È ritoccata come questa … e questa … e questa ancora … e guarda, qui non ci stiamo baciando, la riconosci la mia faccia o non ti sembro ancora io? – chiesi retorica mostrandole una foto dopo l’altra.

- Io non ci credo. Sarai brava a ritoccare le foto con qualche programma che le fa sembrare vere – protestò la biondona mentre tutte le altre, tranne Giulia, annuivano per dare conferma delle parole della bionda.

- Mmm … fammi pensare … non eri tu quella che ieri ha incontrato Harry al circo? Si, mi ricordo. Tu hai parlato con lui in inglese, evitando totalmente il fatto che sapeva parlare in italiano … e poi … ah vero! Lo hai abbracciato, ti sei fatta una foto con lui, questa – dissi indicando la foto sul display del suo cellulare – e poi gli hai chiesto il numero … ma … purtroppo Harry ti ha risposto, in italiano, che il suo numero l’aveva solo la sua ragazza. Anzi, aspetta. Ti ha detto testuali parole: “Il mio numero appartiene solo alla mia ragazza”. Poi ha preso per mano la ragazza che ti stava dietro, in questo caso io, e se né andato. Sto sbagliando? – domandai retorica.

La bionda mi guardò malissimo per poi conservare il cellulare e sparire all’interno della scuola più che incazzata.

Io salutai Giulia e tornai da Giordana.

- Ma che le hai detto? – mi domandò lei.

- Ti racconto tutto più tardi – le dissi entrando dentro la scuola poiché la campanella era suonata da un pezzo.

**

Uscii dalla scuola stanchissima. Finalmente anche quel giorno scolastico era finito.

In un angolo della scuola vidi la bionda e il suo gruppetto di oche parlare animatamente bloccandosi un attimo dopo e osservando tutte uno stesso punto dietro le mie spalle.

Stavo per girarmi e controllare cosa avessero da guardare quelle stupide ragazze, quando mi sentii stringere da dietro.

- Ciao, piccola – mormorò Harry poggiando il mento sulla mia spalla.

- Ciao, Harry – sussurrai.

Lui si staccò da me per voltarmi e darmi un rapido bacio sulle labbra prima di prendermi per mano e farmi fare una “giravolta”.

- Harry, cosa stai facendo? – gli domandai piuttosto stupita.

- Voglio dimostrarti quanto ci tengo a te e, soprattutto, voglio farti capire che ti giudichi troppo male –

- In che senso? – domandai.

- Baby you light up my world like nobody else. The way that you flip your hair gets me overwhelmed. But when you smile at the ground it ain't hard to tell. You don't know oh oh. You don't know you're beautiful. If only you saw what I can see. You'll understand why I want you so desperately. Right now I'm looking at you and I can't believe. You don't know oh oh. You don't know you're beautiful. Oh oh. That's what makes you beautiful –

Okay, avevo le lacrime agli occhi, ma non lo diedi a vedere continuando a guardare Harry che mi stava dedicando quella canzone praticamente davanti a tutta la scuola, perchè cantare a bassa voce non rientrava nei suoi parametri.

Poi si avvicinò, tanto da far combaciare, o quasi, le nostri fronti e cominciò a cantare il suo assolo in quella canzone. Quello che io avevo rappresentato qualche tempo prima con una parrucca rosa facendo combaciare la mia fronte con quella di una bambola di pezza. Quello che io avevo sempre sognato, dalla prima volta che avevo visto quel video.

- Baby you light up my world like nobody else. The way that you flip your hair gets me overwhelmed. But when you smile at the ground it ain't hard to tell. You don't know oh oh. You don't know you're beautiful –

A quel punto lo abbracciai così forte da fargli mancare il respiro.

- Era questo che volevo farti capire, piccola. Sei bella, tu sei bella, ma non lo capisci. Non mi interessa di quella bionda di ieri sera –

- Grazie, Harry – sussurrai contro il suo petto. Lo baciai mentre lacrime di gioia mi rigavano il viso – Vai a salutare la bionda – dissi poi cominciando a ridere.

- è nella tua scuola? – chiese lui divertito.

- Si, le ho già dato una lezione –

- Dimmi che non l’hai picchiata, poverina –

- Ma quale poverina!? Io volevo picchiarla … ma poi Giordana mi ha fermato e mi ha fatto capire che così avrei rischiato l’anno, così le ho dato una lezione molto più divertente. Adesso è dietro di me, ci sta guardando, vai a salutarla – risposi.

- Se vuoi … -

- Certo che voglio, vai a salutarla –

- Okay – disse Harry stranito.

Harry’s Pov

Camminai verso la bionda del giorno prima e mi fermai davanti a lei che mi guardò da un lato contenta dall’altro timorosa.

- Siccome la mia ragazza è troppo buona, mi ha detto di salutarti. Quindi ciao – le dissi.

- C – ciao – balbettò lei mentre le davo un bacio sulla guancia per salutarla.

- Ehi! Ti ho detto di salutarla non di spalmarti addosso a lei! – urlò la mia ragazza raggiungendomi.

Io scossi la testa e alzai gli occhi al cielo passando a salutare anche le altre ragazze con un bacio sulla guancia.

- Ora voglio un bacio anch’io! – si lamentò.

- Si, si – risposi ridendo divertito e dandole un bacio sulla bocca – Allora, come vi chiamate? – domandai alle ragazze di fronte a me quando mi voltai per guardarle.

- Io sono Rachele – si presentò la bionda sorridendo – E loro sono Martina, Veronica e Giulia – disse indicando le amiche.

- Piacere, Harry – dissi per cordialità anche se loro mi conoscevano di certo.

- Non è che potresti presentarci i tuoi amici? – domandò Martina, così mi sembrava si chiamasse la moretta accanto alla bionda.

- Mi dispiace, sono tutti occupati –

- E con chi!? – strillò Veronica (?).

- Con noi! – dissero in coro le tre amiche raggiungendoci.

- E voi da dove spuntate? – chiesi a Monica.

- Siamo venute a prendere Chiara e Giordana – rispose lei.

- Ok, Sere, sai dov’è Louis? –

- No. Doveva venire a prendermi e accompagnare Monica qui, ma mi sa che si è perso per strada –

- Sono qui! – sentimmo urlare Louis – Ti stavo aspettando a scuola, sono arrivato un po’ più tardi ma tu non c’eri. Ho chiamato Liam e mi ha detto che eri a scuola da Giordana – disse poi rivolgendosi a Serena – Odio la tua puntualità –

Serena scosse la testa come per rassegnarsi alla stupidità di Louis.

Chiara's Pov

Poco tempo dopo ci raggiunsero gli altri e continuammo a parlare con il gruppo di amichette sempre più emozionate.

- Sono curiosa, come vi siete conosciuti voi? – chiese la bionda, di cui avevo già scordato il nome, indicandoci.

- Bè … Chiara ha spalmato tanto di panino con ketchup e maionese in faccia a Harry!- rispose Zayn divertito.

- Si è lamentato per tutto il giorno per i suoi stupidi capelli e non ha capito che Chiara l’aveva fatto apposta – aggiunse Liam.

- Che vuol dire che l’ha fatto apposta? - si allarmò Harry.

Io chinai la testa imbarazzata. Okay, era vero che non gliel’avevo ancora detto.

- Vuol dire che ho fatto finta di inciampare e ti ho buttato apposta il panino in faccia- ammisi.

- Stai scherzando vero? –

- Non ti arrabbiare … -

- Non sono arrabbiato … ma … perché? –

- Forse un giorno te lo spiegherò –

- Forse? –

- Okay, un giorno te lo spiegherò – mi arresi con un sospiro.

- E così non volevi il mio autografo – disse avvicinandosi a me e cingendomi la vita con le braccia.

Scoppiai a ridere contro il suo petto – No, non lo volevo – mentii.
 
Ciao bellissime.
Una premessa. Mi scuso con Monica e Serena per non averle fatte rientrare molto in questo capitolo.
Era un po’ il capitolo dedicato a me.
Pardon …
Comunque ringrazio vivamente Sara Malik per le sue numerose recensioni.
Un bacio a tutte <3
- Kikkia

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Capitolo 19
*** This big magic love ***


Capitolo 18
This big magic love

La suoneria del mio cellulare, Hot di Inna, si diffuse per tutta la stanza risvegliandomi dal mio torpore mattutino. Mi stirai nel letto un paio di volte e poi mi alzai definitivamente scollegando il mio cellulare dal caricabatterie. Guardai il display, ancora assonnata, dove lampeggiava la scritta “Cetriolo”. Mi convinsi che avrei dovuto cambiare il suo nome. Accettai la chiamata e portai il cellulare all’orecchio.

- Pronto? – sbadigliai assonnata.

- Piccola, ascolta, ho combinato un casino e mi sento tremendamente in colpa –

- Che succede, Harry? –

- Ieri ti ho detto alcune cose per farti capire che ti amo, ma … ora mi sento così in colpa … -

- Ti senti in colpa perché mi hai fatto capire che mi ami? –

- No, per carità. Solo che ti ho detto alcune cose che mi fanno sentire in colpa –

- E quali sarebbero!? – sbottai irritata.

- Per prima cosa ti ho detto che sono famoso. E io odio dire questo perché mi fa sentire pieno di me e semplicemente perché sono solo un ragazzo come tanti che sta vivendo il suo sogno. Poi, cosa molto più importante, ho detto che le nostre fan sono solo fan ed è alquanto impossibile. Loro sono tutto per noi. Sono loro che non smetteremo di ringraziare mai per quanto ci hanno dato. “A massive tank you” ricordi? Sono il nostro sorriso, coloro che ci hanno fatto vivere il nostro sogno. Loro non sono solo fan, sono tutto. Se potessi le sposerei tutte perché noi amiamo le nostre fan. Capisci come mi senta in colpa? –

- Ehi, Harry, sta’ tranquillo. Sapevo già che le vostre fan sono tutto per voi. Non sentirti in colpa, pensa che adesso ci hai pensato e me l’hai detto. Probabilmente non lo verranno a sapere mai. Ricorda che lo hai detto solo a me. Loro sono tutto. Ok? Ok. Basta non sentirti in colpa –

- Facile a dirsi per te –

- Scusa, amore, ma non so come aiutarti. Non so cosa dirti, io non ho mai provato niente di tutto questo. Ma so di per certo che loro capirebbero –

- Va bene. Ti saluto, piccola, ci vediamo più tardi –

Staccai la chiamata e mi portai in bagno. Feci una lunga doccia e quando uscii, con mio rammarico, notai che tutti dovevano già essere al bar in cui ci eravamo dati appuntamento quella domenica per fare colazione.

 
Quando arrivai affannata al bar li trovai comodamente seduti al nostro solito tavolo. Stavano chiacchierando.

- Scusate il ritardo – mormorai regalando un bacio a stampo ad Harry.

Il cameriere ci raggiunse poco dopo.

- Siete pronti per ordinare? –

- Si – disse Serena – Io vorrei una granita cioccolato –

- Io una mandorla e cioccolato – aggiunsi.

- Io un gelato nocciola – sentii dire a Monica.

Ordinammo tutti ma quando toccò ad Harry liquidò l’offerta del cameriere dicendo che non voleva nulla. Sembrava abbattuto.

- Ancora per quella storia? – gli chiesi sottovoce.

- Non puoi capire come mi senta adesso –

- Si, è vero. Non lo posso capire. Ma posso provare a fare qualcosa per te, se me lo permetti –

- Non funzionerebbe nulla –

- Sai che ti dico? Sono stanca di vederti così triste. Tu dovresti essere quello felice. Il ragazzo che tutte vedrebbero come modello per il proprio ragazzo. Io non sono brava con le parole. Ma posso assicurarti che sei una persona stupenda. Hai fatto un errore, ma a tutti capita di sbagliare. Questo grande magico amore che stai vivendo con le tue fan è la cosa più importante. Stai tranquillo, non le deluderai –

- Ho sempre quella paura di deluderle che mi attanaglia il cervello e so di averle appena deluse –

- Sai che ti dico? Non ha sentito nessuno quello che hai detto a me e non le hai di sicuro deluse. Stai invece deludendo me perché non riesci a capire di non aver fatto nulla di sbagliato –

Finalmente sorrise.

- Mi piace come hai definito il nostro rapporto con le fan. “Questo grande magico amore” –

Prese il cellulare e digitò qualcosa rapidamente sulla tastiera.

Nello stesso momento il mio cellulare vibrò nella tasca dei pantaloni e lo tirai fuori per vedere di cosa si trattasse. Harry aveva appena twittato che il suo rapporto con le fan era: “This big magic love”. Sorrisi scuotendo la testa e gli risposi, in italiano perché non avevo google traduttore, scrivendo: “Chissà chi ti ha dato quest’idea”.

- Hai twitter? – mi domandò lui leggendo il mio commento.

- Si. Non sai quante volte mi sono sforzata per scrivervi qualcosa di decente in inglese e voi non mi avete mai risposto – ridacchiai mostrandogli il mio profilo pieno di twitt indirizzati a loro.

- Sei una contraddizione vivente –

- Si lo so – risposi ridacchiando ancora.

- Ehi, piccioncini, avete smesso di fare gli innamorati? – domandò Niall con un braccio intorno alle spalle di Monica.

- Guarda chi parla – risposi ridendo di nuovo.

- Ehi. Niall è dolce ma voi vi estraniate dalla conversazione. Non avete neanche risposto a una domanda di Zayn – disse Monica ridendo anche lei.
Sbiancai – Zayn cosa mi hai chiesto? –

Lui scoppiò a ridere e scosse la testa come per dirmi che non aveva importanza.

Serena si alzò dal tavolo, ci salutò e ci diede appuntamento per quel pomeriggio a casa sua visto che i suoi genitori non c’erano.  Ok, ci saremmo visti quel pomeriggio.

 
Harry passò a prendermi con un quarto d’ora di anticipo. Fortunatamente ero pronta. Mi sistemai sulla moto nera, dietro di lui e lo tenni stretto fra le mie braccia per tutto il tragitto fino a casa di Serena.

Ad accoglierci trovammo Serena, Louis, Monica e Niall.

- Chi manca? – chiesi.

- Zayn, Giordana e Liam? – rispose Serena ironicamente.

- Molto spiritosa – mi lamentai.

- Allora oggi ho preparato un “giochino” a cui dovremmo sottoporci tutti –

- Che tipo di giochino è? – chiese Harry sedendosi per terra attorno a un mucchio di carte stropicciate.

Arrivarono anche i tre ritardatari e cominciammo il giochino.

Serena spense le luci e accese una torcia – Prendete tutti un foglietto dal mucchio – disse sottovoce con la torcia puntata in faccia.

Prendemmo tutti un foglietto.

- Allora nel mio c’è scritto. Cammina per la stanza totalmente al buio mentre i tuoi compagni cambiano posto e dai un bacio sulla guancia, se la trovi, del primo amico che tocchi – lesse Serena.

Perciò, alzatevi tutti e mescolatevi appena spengo la torcia.

Spense la torcia e noi tutti, riluttanti, cominciammo a muoverci.

- Fatto spero – disse Serena riaccendendo la torcia – Ok chi ho baciato sul naso? – chiese ridacchiando.

- Me – rispose Zayn.

- Ok risediamoci com’eravamo prima –

La torcia passò in mano a Monica – Allora. Nel mio c’è scritto … no, questo non lo faccio! – stramazzò lei.

- Che c’è scritto? – chiesi.

- Balla come se fossi in discoteca con il tuo ragazzo/a –

- Non è tanto orribile – disse Giordana.

- Dai spegniamo la torcia così non ti vediamo se vuoi – disse Serena.

- Io odio ballare – mugugnò Monica afferrando Niall per una mano e spegnendo la torcia.

La vedemmo muoversi parzialmente, ma almeno si stava muovendo.

Riaccese la torcia e la passò ad Harry, seduto accanto a me – Fai una doccia con i vestiti. Serena non vorrei prendermi una broncopolmonite proprio ora – disse lui.

- Avanti – lo incoraggiò lei aprendo la porta del suo bagno.

Harry entrò nella doccia e aprì l’acqua. Si buttò sotto il getto caldo completamente vestito e chinò la testa verso il basso.

- No perché la doccia proprio a lui!? – strillò Louis prendendo il suo amico per un braccio e facendolo uscire dalla doccia.

- Perché? – chiese Giordana.

- Harry sta un’eternità sotto la doccia – rispose Liam.

Io ridacchiai notando quel particolare in comune e come tutti e due chinassimo la testa verso il basso quando ci facevamo la doccia.

- Ma non posso asciugarmi? – chiese lui.

- Certo che no. Poi pulisco io per terra, tranquillo – rispose Serena divertita.

La torcia passò a me – Serena hai sempre in mente i giochi più contorti te. Allora c’è scritto … fai la pazza/o come quando sei solo/a o con i tuoi amici più stretti per tutta la sera. Devo farlo veramente? Così Harry mi lascia – mi lamentai.

- Lo devi fare –

- E va bene – mi arresi tornando a sedermi – Louissino issino ssino sino ino no o tocca a teeeeeeee! – urlai lanciandogli la torcia addosso.

- Aia! – si lamentò lui.

- Hai qualche problema per come ti ho lanciato la torcia!? Eh!? Hai qualche problema!? – urlai.

- è pazza – disse solo Louis aprendo il suo biglietto.

- Dai un bacio sui capelli della persona alla tua destra – lesse guardandomi.

- NO! I miei dolcissimi e limpidissimi capellissimi non li devi toccare! – strepitai alzandomi e mettendomi al centro del cerchio che avevamo formato – Non avvicinarti a me con la tua lurida bocca spara bacini! – strillai tirandomi i capelli come un’ossessa – Ti prego Harry non mi lasicare! – strillai subito dopo. Mi lasciai baciare i capelli da Louis e poi la torcia passò a Niall.

- Mangia due pizze intere congelate. Anche tre! – strepitò il ragazzo andando a prendere le due pizze dal freezer. Le mangiò in pochissimi minuti nonostante fossero ghiacciate – Non sanno di niente – si lamentò passando la torcia a Giordana.

- Bene bene – Fece lei – Devo un bacio su ogni centimetro della faccia di Liam, ho capito – disse cominciando a baciare il suo ragazzo per tutta la faccia ma evitando accuratamente le labbra.

- Arriva al sodo – si lamentò lui.

Giordana ridacchiò e poi posò le sue labbra su quelle di Liam.

Passò la torcia a Zayn – Urla “ashtag” fuori dal balcone al primo che passa.

Si avviò fuori seguito da tutti noi e vide una signora anziana che camminava tutta curva per avvicinarsi alla casa di fronte a quella di Serena – Non posso urlarlo a lei. Le verrà un infarto – disse Zayn guardandoci serio.

- Ha ragione – osservai.

Fortunatamente poco dopo la vecchietta entrò in casa e un ragazzo si affacciò dal balcone per recuperare qualcosa.

- Ashtag! – urlò Zayn sventolando una mano in segno di saluto. Io mi ricordai di dover fare la pazza così urlai subito dopo la stessa parola. Mi avvicinai e osservai la strada sotto il balcone – Ah! Le vertigini! – urlai entrando in casa seguita dagli altri.

Rientrammo in casa e la torcia passò a Liam, l’ultimo che doveva sottoporsi alla prova.

- Fai il bambino/a per tutta la serata. Ok si può fare – lesse.

- Mamma! Mamma! – urlò poi rivolgendosi a Giordana.

- Si figliulo, di cosa necessiti? –

- Voglio mangiare! Ho fame e voglio dormire e ho sete e sonno e voglio pure stare sveglio –

- Che figlio capriccioso che mi è capitato! – esclamò Giordana.

Il resto della serata passò tranquillamente, o quasi, con me che facevo la pazza e Liam che faceva il bambino. Beh … avrebbero dovuto rinchiuderci in un manicomio.
 
Ciao! Hello!
Lo so che questo capitolo è un po’ cortino.
Scusate.
Vado molto di fretta, un bacione <3
- Kikkia

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Capitolo 20
*** Moment of pampering ***


Capitolo 19
Moment of pampering
 
Per te Giordana che finalmente hai cominciato a leggere la ff <3

Giordana’s Pov

Ero a casa con Liam, sdraiata accanto a lui sul divano. Lui mi accarezzava i capelli ricci e rigirava le ciocche castane fra le dite. Ogni tanto mi dava un bacio fra i capelli. Io cercavo di guardare il film ma alla fine, cullata dalle sue coccole, crollai in un sonno profondo.

Mi risvegliai avvolta nelle coperte calde del mio letto e mi guardai intorno per la stanza alla ricerca di Liam. Non lo vidi.

Quando finalmente mi alzai e mi portai in cucina chiesi a mia madre dove fosse finito il mio ragazzo.

- Se n’è andato, tu stavi dormendo e non voleva disturbarti. Però è un così caro ragazzo, ti ha portata a letto di peso e ti ha rimboccato le coperte – rispose lei.

Annuii pensierosa. Mi sarebbe piaciuto risvegliarmi accoccolata fra le sue braccia con il tiepido respiro del mio ragazzo sul collo.

Decisi di chiamarlo al telefono.

La suoneria di Liam si disperse nell’aria.

Controllai da dove provenisse il rumore e notai che aveva dimenticato il cellulare sul divano.

Tornai in camera delusa.

Ultimamente avevo sempre più bisogno di un contatto fisico con Liam. Avevo bisogno di vederlo, di parlargli, di baciarlo. Forse stavo diventando paranoica e avrei dovuto smettere in fretta di fare la stupida, perché così mi definivo io.

Passai il resto della giornata a letto.

Il pomeriggio seguente Liam tornò a farmi visita, stavo poco bene così non uscivo molto.

- Ehi – mi salutò con una carezza.

- Ciao – i miei occhi, come la mia voce, erano tristi.

- Che succede, amore? –

- Solo che ieri ci sono rimasta male quando non ti ho trovato al mio risveglio –

- Giordy, stai male e sei poco in forma. Avevi bisogno di riposo e di stare rilassata, così ti ho messa a letto. Non è successo niente davvero –

- Sicuro? –

- Certo. Ti amo. Ti amo tantissimo –

- Anch’io ti amo, Liam –

- Come hai fatto a pensare che non fosse così, scimmietta? –

- Beh, sai … io non sono ancora convinta che tutto questo sia vero –

- Ah si? Ora te lo dimostro con le parole se ce la faccio –

- Come? – domandai confusa.

- Tu sei la ragazza che non avrei mai immaginato di incontrare. Quel tipo di ragazza simpatica ma un po’ timida e insicura. Credi di fare la forte, ma dietro di te si nasconde un velo di debolezza che solo io riesco a percepire, e ti accompagna sempre sai? Cerco di dimostrarti che non c’è nulla per cui essere tristi. Certo, a volte la vita ci mette a dura prova e siamo costretti a soffrire, ma finchè ci sarò io tu non soffrirai ok? Ti proteggerò anche da te stessa se necessario, perché ti amo –

Lacrime silenziose mi rigarono le guance – Anche tu sei una persona speciale, Liam. Sei il ragazzo perfetto che tutti vorrebbero. Sei un’infinità di dolcezza dietro una maschera da duro. Sei l’infinito componente della mia esistenza. Ho bisogno di te sempre, in qualsiasi parte del mondo tu sia. Ti ho amato forse da quando ti ho visto la prima volta da dietro un computer, anche se non eri il mio idolo. E sono fiera di dire che ti amo ancora e che nonostante i miei undici idoli – ridacchiai al pensiero degli idoli che mi avevano trovato le mie amiche – tu sei il mio preferito –

Mi prese la mano e la portò sul suo petto, all’altezza del cuore – Lo senti? – annuii – è tuo – disse semplicemente.

Mi racchiuse in un abbraccio tenero e fece incontrare le nostri fronti, i nostri nasi e infine le nostre bocche.

Fu un bacio tenero, nulla di passionale, solo tutta la dolcezza che Liam mi trasmetteva tutti i giorni e che speravo avrebbe continuato a trasmettermi per sempre.

- Beh devo dire che abbiamo detto molte cose romantiche – disse lui quando le nostre bocche si allontanarono.

- Shhh, non rovinare questo momento – sussurrai poggiando la testa sul suo petto e aspirando il suo delicato profumo.

- Ti amo – ribadì lui.

- Ti amo di più io –

- No io –

- Io –

- Io –

E continuammo così per un po’, forse rovinando un pochino quell’atmosfera romantica, ma dimostrando comunque quelli che in realtà eravamo: due ragazzi innamorati.
 
Scusatemi se il capitolo è corto e non succede praticamente niente,
solo che ci tenevo a scrivere un capitolo dedicato alla coppia Giordana-Liam
Appaiono poco a dirla tutta.
Ora scappo.
Un bacione <3

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Capitolo 21
*** Sweet ***


Capitolo 20
Sweet

Monica’s Pov

Appena finii di riordinare la borsa Niall suonò al citofono e io corsi al portone e gli saltai al collo non appena aprii la porta.

Se Niall fosse stato meno forte saremmo caduti per terra talmente era tanta la violenza con cui mi ero scaraventata contro di lui.

- Scusa Niall – mormorai stampandogli un bacio sulla bocca.

- Di niente tesoro, sono sempre belle le coccole –

- E quindi, dove mi porti?-

- Andiamo in un posto speciale … sai tra pochi giorni io e i ragazzi ce ne andremo e mi sembrava giusto tornare in quel posticino … -

- No! Non dirmi che stiamo andando proprio lì! – strillai prendendo a saltellare sul posto.

- Dai entra in macchina – mi disse aprendomi lo sportello.

Davvero stavamo andando nel luogo del nostro primo appuntamento? Quello era un sogno.

Quando arrivammo e salimmo in cima alla collina Niall scoppiò a ridere.

- Che c’è? – domandai sorpresa da quell’ilarità.

- Ho dimenticato di nuovo il cesto in macchina –

Risi – Stai cercando di farmi rivivere il nostro primo appuntamento? Guarda che non mi faccio fare di nuovo le trecce da te per poi farmi fare una ridicolissima foto – lo avvertii ridendo.

Lui mi sorrise sghembo – No, non preoccuparti, niente trecce –

- D’accordo – sussurrai.

Rimasi sola per cinque minuti a contemplare nuovamente quel posto stupendo, poi Niall tornò con un cesto che il cibo quasi lo gettava di fuori. C’era di tutto: tramezzini, panini, insalata, involtini, carne, riso, pasta fredda … avevamo da mangiare per un anno!

- Come dimenticare la tovaglia rosa? – domandai retorica mentre stendevamo quest’ultima sul prato.

- Non poteva mancare – si giustificò Niall.

- Avanti sediamoci che tutto questo ben di Dio ci attende – dissi prendendo posto e cominciando a tirar fuori dal cesto tutte le pietanze.
 
Passammo un po’ di tempo a chiacchierare e scherzare. Alla fine Niall riuscì a farmi una foto imbarazzante che non comprendeva le trecce. In pratica stavo facendo bubù settete per scherzare ma lui aveva scattato una foto proprio mentre dicevo “settete” e sembravo davvero stupida.
 
A fine serata ci trovammo di nuovo sdraiati sull’erba ad osservare le stelle.

- Non voglio che tutto questo finisca – mormorai.

- A chi lo dici, finalmente ho trovato una ragazza che mi ama e un gruppo di amici divertenti … ma ovviamente il mio lavoro bussa alla porta e fra meno di cinque giorni saremo lontani da qui, in balia della stampa, di nuovo. Non fraintendermi, amo il mio lavoro, amo cantare e fare felici le fan, amo esserci per loro e portargli un sorriso con la mia voce, amo il loro irrefrenabili tweet e amo anche il fatto che a volte piangano davanti ad una nostra foto, anche se non voglio. Loro dovrebbero solo ridere perché sono bellissime. Ma … per quanto ami le mie fan mi si spezza il cuore a lasciarti –

- Ma tu non mi stai lasciando, ci rincontreremo, parleremo di nuovo sia al telefono che di presenza, può darsi che una relazione a distanza non sia poi così male –

- Forse hai ragione –

- Certo che ho ragione. Io ho sempre ragione – scherzai.

- Me lo dai un bacio? –

- E me lo chiedi pure?- domandai retorica avvicinandomi a lui per sfiorargli le labbra con un tenero bacio che poi lui approfondì.

- Ti amo, Monica –

- Ti amo, Niall –
 
Ciaooo <3
Siete meravigliose <3
Scusate se vi ho fatto aspettare tanto L
Sono felice comunque di aver trovato così tante visite e delle recensioni, ancora grazie J
Adesso devo scappare, un bacio <3
- Kikkia
 

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Capitolo 22
*** Sweetness personified ***


Capitolo 20
Sweetness personified

Serena’s Pov

Finalmente una giornata da passare tutta in compagnia del mio Louis.

I ragazzi sarebbero partiti fra pochi giorni e io e le mie amiche non riuscivamo a trovare mai un momento per stare in loro compagnia a coccolarci.

- No! Louis! – mi lamentai quando lui afferrò i miei piedi scalzi e se li porto sulle gambe cominciando a massaggiarli.

- Perché no? –

- Non fa un po’ schifo? – domandai stupita.

- Non quando si tratta della mia ragazza –

- Ma dai, amore –

- Sh sh! –

- Dove andiamo stasera? – domandai per spostare il discorso su qualcosa che non fossero i miei piedi.

- Pensavo di portarti alla piazzetta di Santa Tecla – confessò lui.

- Ah, si? Che cosa romantica – commentai sarcastica – Ma mi va bene dovunque, a me basta che ci sia tu –

- Che dolce la mia ragazza –

- Mi piace quando mi chiami “la mia ragazza” –

- Certo, cosina, è un bel “soprannome” –

- Ecco, invece quel “cosina” lo odio proprio – commentai.

- Allora facciamo cosetta? –

- Nah –

- Cosuccia? Cosella? Cosazza? Cosona? Coscomina? –

- Coscomina? – domandai sconvolta.

- è la prima cosa che mi è venuta in mente, avevo esaurito le scorte –

- Sei tutto stupido, Lou –

- Lo so e ne vado fiero –

- Ah Ah, bene … Allora ci vediamo stasera alle otto? –

- Esatto –

- Perfetto –

- Limpido –

- Brillante –

E continuammo così perdendoci in uno dei nostri discorsi senza senso che fatti con Louis acquisivano subito una strana forma molto sensata.
 
**
 
Alle otto e un quarto, un po’ in ritardo, il mio ragazzo si presentò alla porta di casa con tanto di sorriso e un piccolo mazzo di fiorellini di campo.

- Oh, è stupendo Lou! – mi complimentai con lui.

- Cosa potevi aspettarti se non la perfezione dal tuo piccolo grande amore? –

- Così mi sembra una canzone … quella che fa: “Piccolo grande amore solo un piccolo grande amore, niente più di questo, niente più” – canticchiai.

- Sei abbastanza intonata, complimenti –

- Eh, l’arte del mestiere – mi vantai tirando fuori una frase senza senso.

Prendemmo posto in macchina e Louis guidò fino alla piazzetta di Santa Tecla.

Quel luogo aveva un’area insolita quel giorno.

Scesa dall’auto capii il perché.

Louis doveva aver pagato qualcuno che rendesse quell’ambiente magnifico. C’erano candele accese ovunque anche al bordo della piscinetta che era insolitamente piena d’acqua. Proprio vicino alla piccola piscina c’era un tavolo rotondo coperto da una tovaglia lilla più lunga e una bianca microscopica.

- è tutto così bello. È perfetto – mormorai stupita.

- Sono felice che ti piaccia, Sery –

- Ah! – lo ammonii.

- Sere – si corresse subito.

- Così può andare –

Passai la serata più bella e intensa della mia vita. Louis aveva fatto mettere anche la musica e avevamo ballato un lento, ci eravamo baciati e coccolati. Avevo cercato di pensare che quella non fosse una cena d’Addio ma una di Arrivederci, come in effetti era. E mi ero divertita più di qualsiasi altra ragazza in quel momento. Ero felice fra le braccia del mio cavaliere, avrei voluto che quel momento non finisse mai.
 
Ehilà bellissime ;)
So di essere in ritardo.
Anche perché la mia amica Serena continuava a ripetermi: “Bello il capitolo, mi è piaciuto”, quando io evidentemente non l’avevo ancora scritto.
Ma passando alle cosa serie, si Serena anche tu sei una cosa seria non ti arrabbiare, come avete trovato il capitolo?
Lo so ch è corto ma vi avevo promesso piccoli spezzoni di tutte le coppie e sarete piacevolmente sorpresi (almeno credo) dalla prossima coppia che non è Harry/Chiara anche se effettivamente rimarrebbe solo quella …
Sorpresina … eh eh <3
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto con una recensione. Grazie per tutto quello che fate per me. Un bacione <3
- Kikkia

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Capitolo 23
*** I can't believe that you're here ***


Capitolo 22
I can’t believe that you’re here
                                                                                                                                                                  Dedicato a te, cucciolotto,
anche se non leggerai mai queste parole

Zayn’s Pov

I cereali nella mia tazza avevano perso il loro sapore e la loro consistenza già da un pezzo, ma io non me ne curavo. Ero rimasto lì, con il cucchiaio a mezz’aria a pensare a quell’ultimo mese, alla vacanza che stava per finire e ai miei amici. Loro avevano finalmente trovato l’amore. Avevano tutti una ragazza con cui stare, una bocca da baciare, un corpo da stringere e un sorriso da osservare. E a me mancava la mia Perrie. Per carità, ero felice che i miei amici avessero finalmente qualcuno da amare, ma mi ero davvero sentito solo in quel mese. Non che fosse colpa loro. Mi mancava Perrie, tutto qua. Non riuscivo a vedere tutte quelle coppie e a non pensare a lei, l’unica ragazza che avrei voluto avere al mio fianco in quel momento.
Mi rassegnai, tanto, fra meno di tre giorni, avrei potuto riabbracciarla.

Mi alzai dal tavolo e portai la mia tazza al lavandino. La sciacquai e poi chiusi il rubinetto. Mi attendeva un’altra noiosa giornata da solo.
Mi gettai sul divano e accesi la televisione su MTV. Ascoltai un po’ di musica, poi cominciai a scorrere la home di twitter e risposi ad alcune fan. In fine decisi che era meglio tornare a dormire, magari solo per un po’.
Stavo per salire le scale, quando il campanello suonò avvertendomi che era arrivato qualcuno.

Pensando che fosse uno dei ragazzi che aveva dimenticato qualcosa , aprii senza preoccuparmi di domandare chi fosse.
Non vidi neanche chi, o cosa mi saltò al collo. L’unica cosa che riuscii a fare fu indietreggiare fin quando non mi appoggiai a qualcosa che mi impedì di perdere l’equilibrio.
Avvolsi le mie braccia attorno alla vita di quello sconosciuto che sembrava non volermi lasciare andare. All’improvviso quel corpo non mi sembrò più estraneo, riconobbi quel profumo e il movimento dei capelli sul mio viso, un ricordo piacevole.

- Perrie – sussurrai stringendola di più fra le mie braccia – Non posso credere che tu sia qui -

Quando finalmente ci allontanammo l’uno dall’altra, potei osservare bene il suo viso. Sorrisi.

- Ti sono mancata? – mi domandò lei.

- Non puoi capire quanto –

- Raccontami, cosa è successo questo mese? Non abbiamo parlato granchè al telefono. Ah, e scusami se non sono venuta prima ma non ho potuto –

Ridacchiai – Si, mi sei mancata parecchio. Comunque … questo mese per me è stato tremendamente lungo –

- Perché? – m’interruppe lei.

- Ci stavo arrivando … perché i ragazzi hanno trovato tutti una ragazza –

Perrie sgranò gli occhi – Che sorpresa! Non me l’aspettavo! E come sono queste ragazze? Sono … simpatiche? –

- Beh si, abbiamo fatto amicizia in fretta. All’inizio eravamo solo amici, ma poi i ragazzi si sono innamorati e via dicendo. Quindi io, non volendo apparire come il terzo incomodo, beh in realtà il nono incomodo, ho preferito stare in casa per la maggior parte del tempo –

- Oh, adesso mi dispiace davvero non essere venuta prima –

- Tranquilla, adesso sei qui, è questo che conta –

Lei sorrise e fece ondeggiare la coda di cavallo alle sue spalle – Voglio sapere tutto su queste ragazze, è ovvio, ma prima voglio passare un po’ di tempo con te. Quindi non voglio parlare di nient’altro se non di noi –

Ridacchiai – Vieni qui – mormorai afferrandola per la vita e dandole un leggero bacio sulle labbra.

- Ti amo Zayn –

- Ti amo Perrie –


 
Ma ciao ragazzuole!
Perdonatemi il ritardo vi pregoL
Comunque, spero che questo piccolo capitolo vi sia piaciuto.
Finalmente è arrivata Perrie e siamo tutti felici!
Spero che non giudicherete la sua comparsa poco inappropriata per la storia.
Beh, adesso vi saluto perchè devo letteralmente scappare a studiare.
Un grosso bacione <3
Kikkia

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Capitolo 24
*** This is the moment ***


Capitolo 23
This is the moment

Chiara’s Pov

- It’s time to get up in the morning … -

Sorrisi, ancora addormentata, e aspettai che la mia “canzone del buongiorno”, così la chiamavo io, terminasse. Poi aprii gli occhi.

- Mi spieghi perché alla fine non mi sento io? –

- Harry, cavolo! Mi hai fatto prendere un colpo! – urlai dallo spavento.

- Scusa –

Ancora assonnata, sbadigliai, poi trovai finalmente le forze per alzarmi dal letto.

- Perché sei venuto, di nuovo, a disturbare la mia quiete mattutina? –

Harry rise.

- Ti ho portato la colazione – si giustificò lui – Stamattina c’era sciopero a scuola no?-

- Si, si … dovresti tagliarti i capelli giusto un pochino, Harry –

- Agli ordini capo – ridacchiò lui fingendosi un diligente soldato.

Scoppiai a ridere e gli diedi uno schiaffetto sul braccio – Esci da questa stanza –

 
Dieci minuti dopo eravamo seduti al tavolo della cucina a mangiare cornetti alla nutella e latte, il mio macchiato al cioccolato, il suo al caffè, con mio fratello seduto accanto a me che elemosinava per avere un pezzo di cornetto.

- Ti prego Chiara, ti prego, ti voglio bene –

- No, è il mio cornetto, esci e va’ a comprartene uno –

- Dai … - si lamentò.

- Uffa, tieni – sospirai tagliando una buona porzione di cornetto.

Harry nel frattempo si godeva la scena ridacchiando con la bocca piena e sporca di nutella.

- Oggi dobbiamo fare una cosa speciale – annunciò ad un tratto.

- Cosa? – domandai curiosa.

- Eh, poi vedrai –

M’infilai in fretta l’ultimo pezzo di cornetto in bocca e trangugiai il mio latte – Andiamo a fare questa cosa speciale adesso? –

 
Harry mi portò nella Chiesa di Santa Tecla, che era la mia seconda casa. Scendemmo sotto, dove c’era la stanza Scelat, la stanza che gli educatori avevano regalato a noi “ragazzi di chiesa”.

- Dobbiamo entrare nella stanza? – domandai.

- No. Dobbiamo rimanere qui – rispose – Aspetta un attimo –

Sparì in garage  per poi tornare qualche minuto dopo con due palloncini rossi e un pennarello indelebile nero.

Mi passò un palloncino e il pennarello – Puoi scriverci ciò che vuoi –

- Anche: “Harry è stupido” –

Rise – Magari quello no –

Scrissi la mia frase sul palloncino e passai il pennarello ad Harry, poi cercai di non fargli leggere la scritta sul palloncino.

Quando anche lui finì di scrivere mi sorrise – Adesso dobbiamo scambiarci i palloncini –

Presi il suo. C’era scritto: “Ti amo principessa”. Oh, che dolce.

- “Ti amo Harry ma sei stupido” – lesse lui ridacchiando.

Poi legammo i palloncini l’uno all’altro e al mio tre appena sussurrato li lasciammo volare. Sembrava danzassero sul cielo azzurro privo di nuvole.

- Sei la mia principessa – mormorò lui avvicinandosi a me.

- E tu il mio stupido –

- Mi piace essere di qualcuno –

- Allora sii mio –

- Sono tuo. E tu sei mia –

- Sono tua –

- Sembra una partita di pallavolo – esclamò ad un tratto ridendo.

- Come rovinare i migliori momenti parte uno – ridacchiai – Ti sembra questo il momento? –

- Si, questo è il momento –

- Comunque la partita l’ho vinta io, che sia chiaro -

Harry rise ancora più forte, poi allargò le braccia – Vieni qui – mi invitò.

Lo strinsi così forte che avevo paura gli facessi del male e quando anche lui avvolse le sue braccia attorno al mio corpo mi sentii piccola e protetta. Una sensazione nuova, ma piacevole.

- Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata – sussurrai.

- Anche tu, piccola, anche tu –
 
Hola!
Questa volta ho fatto in fretta.
Beh, adesso devo scappare a fare i compiti. Perciò vi saluto.
Dalla prossima volta si ritorna ai capitoli lunghi <3
Un bacione ragazzuole <3
Kikkia
 
 

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Capitolo 25
*** The universe except us ***


Capitolo 24
The universe except us
 
 
La porta della casa dei ragazzi si aprì lentamente, molto lentamente. Snervata urlai un “Harry muovi il culo e apri questa porta!” per poi gettarmi fra le sue braccia non appena il suo viso fece capolino.
- Ciao piccola – mormorò il riccio regalandomi un dolce bacio sul collo.
Ridacchiai senza un motivo ben preciso prima di entrare finalmente in casa.
- Ma siete già tutti qui? – esclamai osservando il salotto pieno di gente. C’erano proprio tutti e, ciliegina sulla torta, sui grandi divani rossi erano accomodante anche le altre mie due migliori amiche che non vedevo da tantissimo tempo.
- Irene! Elisabetta! – urlai correndo ad abbracciarle – Mi siete mancate tantissimo – proferii dando un sonoro bacio sulle guance di entrambe le mie amiche.
- Anche tu – rispose Irene saltellando leggermente sulle punte.
- Ehi, ci siamo anche noi! – si lamentò Niall sorridendo.
- Oh, giusto! Buonasera a tutti bella gente! – urlai gettandomi sul divano, avvolgendo Niall fra le mie braccia – Guarda che so essere appiccicosa – sussurrai per farmi sentire solo da lui. Quest’ultimo rise e mi scompigliò i capelli.
- Chiara – mi richiamò qualcuno.
Saltai sul divano come una molla per lo spavento.
- Si, Zayn? -
- Vorrei presentarti una persona, probabilmente non ti sei neanche accorta di lei -
- Ah si? E chi è? -
- La mia ragazza – esclamò lui.
- Cosa!? – urlai alzandomi dal divano per fargli la predica – Tu non puoi tradire Perrie, lei è una ragazza così dolce! Zayn mi stai deludendo! -
Tutti nella stanza scoppiarono a ridere.
- Chiara apri gli occhi! – esclamò Monica.
- Eh? -
Mi girai in direzione di Zayn e lo vidi abbracciato ad una ragazza bionda e indubbiamente bellissima: Perrie.
- Ah … ehm … io non l’avevo vista. Giuro che non l’avevo vista! – mormorai imbarazzata rendendomi conto solo all’ora della grande figuraccia che avevo appena fatto.
- Tranquilla, non fa niente. Zayn mi aveva detto che eri … simpatica – ridacchiò Perrie baciandomi sulle guance come fossimo vecchie amiche.
- Veramente io avevo detto che è stupida – si difese il ragazzo in questione.
- Vaffanculo Zayn! – esclamai scherzosamente.
- Lo sai che ti amo! – urlò Zayn ironicamente.
- Ehi, solo io posso dire alla mia ragazza che la amo – disse Harry con fare protettivo.
- Anche io ti amo, Zayn. Chi se ne importa di Harry? -
Serena scoppiò a ridere sguaiatamente facendoci spaventare. Stava ridendo con le lacrime agli occhi ed era pure scivolata per terra. Cercava di darsi aria con le mani ma non riusciva quasi a respirare. Louis e Liam corsero in suo aiuto.
- Amore, stai bene? – le chiese Louis preoccupato.
- Io … non … lo … so – cercò di dire Serena fra una risata e l’altra.
- Secondo voi dobbiamo portarla all’ospedale? – domandò Liam.
- Ma quanto sei stupido, tesoro? – lo riprese Giordana, accompagnando le sue parole con una breve risata.
- Sere? Non è successo nulla di così eclatante, riprenditi! – esclamò Elisabetta cercando di darle un po’ d’aria per mezzo di un foglio che aveva appena strappato dal calendario.
- Hai ucciso Maggio! – urlò Niall esterrefatto, guardando il foglio che Elisabetta stringeva fra le mani. E Serena, che in quel momento aveva cominciato a riprendersi, scoppiò in una risata ancora più forte della precedente.
- Louis, tu sei convinto di non averle dato niente vero? – domandai seriamente preoccupata.
- Okay, okay, ci sono – mormorò Serena alzandosi a sedere e respirando a fatica – Mi fa male lo stomaco! – si lamentò successivamente.
- Grazie al cazzo – rispose Giordana.
- Amore, la tua finezza mi stupisce sempre di più – la riprese Liam.
- Questa era da mandare a “Paperissima” -  esclamò Harry riferendosi a quanto era appena accaduto in quella casa.
- Si, il titolo sarebbe stato: “Ragazzi deficienti che se la spassano mentre la loro amica rischia il coma” – proferì Perrie facendoci scoppiare a ridere.
- No, basta, non mi sento più lo stomaco – si lamentò ancora una volta Serena.
 

Tutto sommato quella era stata una serata piacevole. Avevamo mangiato la pizza, scherzato, riso fino a sentirci male e chiacchierato allegramente.
Il rapporto che avevamo stretto con i ragazzi mi stupiva giorno dopo giorno. Erano delle persone fantastiche e semplici con una vita complicata. Erano cinque ragazzi che lottavano tutti i giorni correndo dietro aeri, interviste e concerti, ma quando il loro tempo si fermava sapevano dimostrarsi per quelli che realmente erano: cinque ragazzi, forse cresciuti troppo in fretta, che erano stati catapultati in un mondo completamente diverso a quello a cui erano abituati; ragazzi che erano felici di quanto era avvenuto perché avevano realizzato un loro sogno.
Personalmente, prima di conoscerli, avevo sempre creduto che le persone famose fossero degli snob, che a loro non importasse nulla dei fan e che vivessero semplicemente nella loro ricchezza. Poi avevo conosciuto gli One Direction e il mio mondo era cambiato.
- Amore, a cosa pensi? – mi sussurrò Harry all’orecchio, mentre le ultime battute del film che stavamo vedendo tutti insieme continuavano ad illuminare lo schermo del televisore.
- A voi ragazzi e al nostro rapporto che è cresciuto così in fretta … e al fatto che anche questo giorno è terminato e che domani partirete e riprenderete la vostra vita e non ci sarà più spazio per noi -
- Ci sentiremo spesso – cercò di rispondere Harry.
- Lo sai che la distanza è terribilmente difficile da sopportare. La distanza è dolore. Ho avuto modo di conoscere questo concetto quando ancora non vi avevo conosciuti davvero, quando ancora vi guardavo da dietro un computer e adesso che mi sono innamorata di te? Come farò? – singhiozzai stringendomi di più al suo corpo e nascondendo il viso contro il suo petto.
- Che succede? – domandò Liam osservandomi.
Harry gli fece segno di lasciar perdere e cominciò ad accarezzarmi i capelli, come per consolarmi.
Senza Harry, senza i ragazzi, il resto dei miei giorni non avrebbe avuto più senso. Era per questo che tutti dicevano che l’amore fa soffrire?
- Ma io sono qui – mi sussurrò dopo alcuni minuti di silenzio.
A quel punto scoppiai in un pianto disperato, facendo scattare tutte le teste dei miei amici nella mia direzione.
Perrie mise in pausa il film e accese la luce. Io cercai di nascondermi ancora di più contro Harry, avevo sempre odiato mostrarmi debole davanti agli altri.
- Ehi, Chiara, che succede? – mi domandò Monica preoccupata, avvicinandosi.
- Niente, sto bene, grazie -
- No, non stai bene, stai piangendo! Solo gli stupidi piangono e dicono di stare bene e tu non sei stupida, giusto? – sbottò Louis.
A quel punto scoppiai a ridere. Louis non era bravo a consolare, non lo era per niente, però riusciva a farmi ridere anche quando non ne avevo voglia e gli ero estremamente grata per questo.
- Scusate se sto rovinando la serata. I-io stavo solo pensando al fatto che domani pomeriggio ve ne andrete e … - non riuscii a proseguire la frase perché un altro singhiozzo mi scosse e fui costretta ad aumentare la presa sulla camicia del mio ragazzo. Harry, in risposta, mi strinse ancora di più e mormorò parole dolci al mio orecchio.
Sentii altri singhiozzi sommessi, oltre i miei, e mi voltai per vedere da dove provenissero. Era Serena, sicuramente le avevo ricordato che di lì a poche ore i ragazzi sarebbero partiti.
Dopo pochi minuti tutti cominciammo a piangere, anche i ragazzi. Nonostante non sopportassi di vederli tutti con gli occhi gonfi e rossi a causa mia, in quel momento, mi sentivo felice perché mi ero resa conto che tutti noi ci volevamo un bene dell’anima e che nulla avrebbe potuto dividerci. Capii che i ragazzi ci tenevano a noi e che si erano affezionati veramente. Lo capii perché piangevano anche loro, perché sembrava che in quel momento il nostro rapporto si stesse davvero solidificando. Perciò fui felice di tanta dimostrazione d’affetto nei nostri confronti; io che di affetto ne avevo sempre avuto bisogno.

 
- Ciao Eli, ciao Eneri! Ci vediamo domani – esclamai salutando le mie amiche.
Noialtre avremmo dormito a casa dei ragazzi; dopo il putiferio che avevo scatenato, nessuno di noi era stato in grado di lasciarsi per quella notte.
Chiusi la porta di casa e mi accoccolai ancora una volta contro il petto di Harry.
- Mi mancherai – sussurrai.
- Anche tu, baby – rispose sorridendo.
Gli rivolsi un’occhiata omicida ma poi sorrisi ripensando a quel nomignolo che mi aveva affibbiato tanto tempo prima.
- Ragazzi! – urlò Louis salendo in piedi su una sedia che aveva posizionato al centro del salotto.
- Si? – fece Zayn guardandolo divertito.
- Vorrei solo precisare che qualsiasi cosa accada, qualsiasi, noi ci ameremo sempre come fossimo una famiglia perché potrebbe scomparire l’universo tranne noi – annunciò tutto fiero.
E in quel momento lo osservai con nuove lacrime agli occhi. Lo osservai mentre sorrideva beffardo, fiero delle sue parole, in piedi su quella sedia, con i talloni in bilico quasi stesse per cadere e gli occhi che gli luccicavano. Guardai Zayn che aveva poggiato un braccio attorno alla vita di Perrie e si guardava in giro, come stavo facendo io, anche lui sorrideva. Guardai Liam che aveva un’aria vagamente divertita mentre osservava le buffonate di Louis, gli occhi nocciola che sembravano avvolgere tutto quello che stava guardando. Osservai Niall, con un cipiglio fra le sopracciglia e un’espressione che la diceva lunga, il sorriso che andava da un orecchio all’altro. E infine scrutai nella direzione di Harry che aveva ancora le braccia avvolte attorno al mio corpo e mi guardava con quell’espressione che, l’avrei giurato, era identica a quella che avrebbe avuto un ragazzo innamorato. Il mondo sembrò fermarsi, congelato nel suo tempo. E in quel momento mi convinsi di essere pronta a dir loro addio, a lasciarli andare.


 
Ciao bellissime <3
Vorrei scusarmi per l’enorme ritardo.
Ho avuto molti impegni, scuola nuova, nuovi professori ecc … e non
ho avuto tempo per sedermi al computer e continuare questa storia.
Comunque …
Adesso sono qui e spero che vi sia piaciuto il  capitolo.
Come avrete potuto osservare siamo ritornati ai capitoli lunghi e in questo viene
anche spiegato il titolo di tutta la ff.
Adesso scappo, un bacione <3
Una piccola recensione me la fate trovare?
- Kikkia

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Capitolo 26
*** I can see the pain in your eyes ***


Capitolo 25
I can see the pain in your eyes
 

- Buongiorno! – salutai entrando nell’ampia cucina di casa “Direction”.
- Buongiorno principessa – mi salutò Harry battendo il palmo della mano destra sulla sedia vuota accanto a lui; un invito a sedermi.
- Dormito bene? – domandò Serena mentre sorseggiava una tazza di cioccolata calda.
- Si, grazie. Harry è morbido – sorrisi pizzicando la guancia del mio ragazzo – Tu? -
- Molto bene, anche Louis è comodo –
- Chi è comodo? – esclamò il diretto interessato, entrando in cucina. Aveva i capelli tutti scompigliati e il viso tremendamente addormentato, si vedeva che si era appena alzato dal letto.
- Tu, Tomlinson – rispose Perrie, seduta di fianco a Serena.
Lui rise e prese posto a tavola – Ma siete solo voi? – domandò riferendosi a me, Harry, Serena e Perrie.
- Si, gli altri sono dei dormiglioni – sussurrò Harry.
- Se aspettate Zayn non uscirete più di qui – commentò Perrie divertita.
- Lo vado a svegliare – mi offrii – Ma al mio ritorno voglio trovare su questa tavola qualcosa da mangiare che non sia la cioccolata di Serena -
Mi avviai per le scale con passo stanco riflettendo sul gesto che avevo appena compiuto. Non volevo davvero svegliare Zayn, desideravo solo allontanarmi per un po’ da Harry. Non riuscivo a vederlo senza pensare al fatto che tra poche ore sarebbero partiti per Londra, lasciandoci da sole in Sicilia, regione praticamente isolata dal resto del mondo.
- Zayn! – urlai entrando nella sua camera – Alzati stupido! -
Mi gettai con le ginocchia sul suo letto e presi a scuotergli un braccio nel tentativo di svegliarlo. Lui aprì gli occhi di poco e li richiuse un attimo dopo, continuando a dormire.
- Zayn! -
Silenzio.
- Zayn! -
Ancora silenzio.
- Zayn! -
- Che rompipalle che sei! – urlò lui esasperato, alzandosi dal letto.
Nell’esatto istante in cui lo fece spalancai gli occhi e arrossii dalla punta dei piedi fino a quella dei capelli. Zayn indossava solo un paio di boxer neri e aveva dei pettorali che avrebbero fatto invidia anche ai modelli dell’Abercrombie.
- Che c’è? – domandò lui osservandomi.
Io tossii e spostai lo sguardo verso il pavimento – Sei praticamente nudo – sussurrai.
Lui rise – Mi avrai visto un milione di volte così, sul computer -
- Si perché vederti di presenza o da un computer è la stessa cosa – esclamai sarcastica – Comunque, ti stanno aspettando tutti sopra -
Retrocedetti fino alla porta e uscii dalla sua stanza.
La cucina si era ripopolata in mia assenza e i miei amici stavano facendo colazione allegramente. Ripresi il mio posto accanto ad Harry e pescai un biscotto “pan di stelle” dal pacco aperto.
- Zayn si è svegliato? – domandò Perrie.
- Si – risposi mordendo il biscotto.
- Chiara mi passi il latte? – esclamò Liam tendendo un braccio come se potesse arrivare ad afferrare il cartone di latte alla mia destra.
- Certo – mormorai allungando il braccio. Purtroppo durante il nostro scambio il cartone del latte cadde sul tavolo e, poiché era aperto, riversò tutto il suo contenuto sulla tovaglia.
- Cazzo … - imprecò Giordana sottovoce. Il latte le aveva macchiato la maglietta nuova.
- Scusate! – sussurrai mortificata cercando di riparare il danno.
-  Ma cosa diavolo è successo!? – urlò Zayn sorpreso, entrando in cucina.
- Secondo te, fagiolo? – lo riprese Monica tirandogli contro un tovagliolo di carta.

 
- Ehi, piccola – mormorò Harry entrando nella sua camera dove io stavo finendo di riordinare la mie cose.
- Si? -
- Ti andrebbe di fare una passeggiata? Devo dirti una cosa importante -
Lo scrutai. Aveva un’espressione tremendamente seria, si stava torturando un labbro con i denti e teneva lo sguardo basso. Ebbi un tuffo al cuore.
- Devo preoccuparmi? – gli domandai.
- No, è tutto apposto, davvero – esclamò lui sollevando il capo e sorridendo sornione.
C’era qualcosa, nel suo modo di fare, che non mi convinceva affatto. Avevo tremendamente paura di quello che avrebbe dovuto dirmi.
- Okay, andiamo – risposi uscendo dalla stanza con un brutto presentimento.

 
Passeggiavamo da più di dieci minuti ormai ed Harry non si era ancora deciso ad aprir bocca. La cattiva sensazione che mi aveva accompagnata da quando era uscita dalla sua camera, danneggiava ancora il mio stato d’animo, gettandomi in uno sconforto che non avevo mai avuto modo di sperimentare.
- Harry, ti decidi o no a parlare? -
- Si, scusa, stavo riflettendo su quale fosse il modo migliore per darti questa notizia. Però sappi che ti amo – sussurrò guardandomi negli occhi, i suoi erano lucidi.
- Che cazzo devi dirmi, Harry!? – sbottai incapace di attendere oltre. Ero confusa e spaventata e pretendevo un spiegazione in quell’istante.
- Io … ho riflettuto tutta la notte su quello che è accaduto ieri sera. Io posso vedere il dolore nei tuoi occhi e ieri ce n’era molto. È inutile dire che, se oggi io partissi, tu staresti ancora peggio di ieri sera e io non voglio farti soffrire, non voglio più vedere le tue lacrime. Come hai detto tu, la distanza è dolore … e io non voglio che tu ne prova alcuno – prese un grosso respiro prima di continuare – Forse è meglio se la chiudiamo qui, se smettiamo di comportarci come una coppia felice … -
- Cosa stai cercando di dirmi? – lo interruppi, con le lacrime agli occhi,
- Sto cercando di dirti che non voglio farti soffrire a causa mia … è-è finita – sospirò azzardandosi a guardarmi negli occhi. C’eravamo fermati in mezzo ad una strada poco popolata. Il mondo mi era appena crollato addosso e non avevo alcuna intenzione di rialzarmi. Basta lottare, basta provare a fare la dura. Io non ero forte. Tutte le barriere s’infransero mettendo in evidenza la mia debolezza.
- Quindi mi stai dicendo che non ti importa più nulla di quello che siamo stati? – sussurrai con le lacrime che minacciavano di scendere.
- Certo che mi importa piccola – mormorò Harry accarezzandomi una guancia con il pollice e asciugandomi una lacrima, non mi ero accorta che fosse caduta dalle mie ciglia – Non piangere – aggiunse.
- E come faccio? Mi stai lasciando -
- Non ti sto lasciando scricciolo, ti sto salvando -
Certo, lui era famoso, anche se non lo voleva detto, faceva parte degli One Direction e come tale era adorato da tutte le sue fan. Ma quello che mi faceva più male era vedere che Niall, Louis e Liam non avevano lasciato le loro ragazze per questo, invece Harry si.
Strinsi i pugni, mi voltai e corsi via.
Avrei voluto uscirne come in quei film, dove la ragazza scappa mentre tutto in lei va in pezzi, dove il ragazzo la segue implorandola di fermarsi. Ma, ovviamente, goffa com’ero, caddi inciampando sui miei stessi piedi ed Harry fu costretto a venire in mio soccorso.
- Ti sei fatta male? – mi chiese preoccupato.
Ma vaffanculo, dopo tutto quello che mi aveva fatto si preoccupava se cadevo?
- Si – risposi sincera.
- Dove? -
- Al cuore –
Mi alzai e mi allontanai senza più voltarmi indietro.
 
 
Ciao bellissime!
Come potete osservare ho fratto molto velocemente questa volta.
Volevo farmi perdonare eh eh.
Bene, questo è un capitolo che mi rattrista molto quindi preferirei non parlarne.
Un bacione <3
Kikkia

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Capitolo 27
*** Your heart will love again ***


Capitolo 26
Your heart will love again
 
- Chiara, esci da questa stanza, non puoi rintanarti qui dentro per sempre – mi richiamò Serena bussando alla porta della mia camera.
- I ragazzi stanno per partire – aggiunse Monica nel tentativo di convincermi ad andare all’aeroporto con loro.
Avrei voluto davvero alzarmi da quel letto e precipitarmi dai ragazzi per salutarli, avrei voluto davvero uscire da quella stanza come se fosse tutto apposto, ma semplicemente non ci riuscivo.
Il mio cuore non avrebbe retto la vista di Harry.
- Almeno lasciaci entrare – sussurrò Giordana, appoggiata contro la porta.
Effettivamente non era un gesto carino quello di lasciarle a marcire nel corridoio mentre tentavano di aiutarmi in qualche modo.
Mi alzai dal letto immerso dai fazzoletti bagnati dalle mie troppe lacrime e aprii la porta della mia camera.
- Oh, tesoro – sussurrò Serena abbracciandomi.
Di sicuro avevo un aspetto orribile: naso rosso, occhi gonfi di pianto e capelli sparpagliati per tutta la testa.
- Fa tanto male – mi lamentai continuando a piangere come una fontana.
Da dietro il collo di Serena riuscii a vedere le espressioni preoccupate di Monica e Giordana. Le mie migliori amiche erano davvero speciali: sapevano qual era la cosa giusta da fare, quali le parole da usare, sapevano farsi amare semplicemente per i loro piccoli gesti. Non avrei voluto perderle per nulla al mondo.
Giordana mi accarezzò la testa e mi fece sedere sul letto, Monica si avvicinò. Non sapeva bene cosa fare, ma a me bastava la sua presenza.
- Il tuo cuore saprà amare di nuovo – disse e scoppiai a piangere ancora più forte.
- Ma io non voglio che lo faccia -
Giordana mi sorrise – Ti ricordi quel periodo della mia vita in cui ti dicevo di aver paura di dimenticare il ragazzo che amavo? Beh, ho imparato a convivere con la paura. Il primo amore non si dimentica mai, te lo porti sempre dentro, ma vedrai che riuscirai a trovare una persona che saprà apprezzarti più di quanto abbia mai fatto Harry -
- Non so più cosa voglio – singhiozzai.
- Beh, non vorrai mica deludere i tuoi amici no? Quante ragazze, al posto tuo, vorrebbero riabbracciare gli One Direction in questo momento? Moltissime, ma loro stanno aspettando noi – mi fece notare Serena.
Indurii lo sguardo e mi costrinsi ad essere forte. Avevo tutto il resto della mia vita per continuare a piangere e a commiserarmi, in quel momento i ragazzi avevano bisogno di me e da brava directioner non potevo voltare le spalle ai miei idoli.

 
- Il volo per Londra partirà fra cinque minuti -
Il suo metallico del megafono si diffuse per tutto l’aeroporto. Dove si erano cacciati quei cinque? Era da più di dieci minuti che li cercavamo senza alcun risultato.
- E se fossero in un bar? Magari Niall aveva fame – ipotizzò Monica.
- Giusto! – esclamò Serena – Provo a chiamare Louis -
Dopo pochi minuti, seguendo le indicazioni di Tommo, riuscimmo a trovare il bar in cui i ragazzi stavano prendendo qualcosa da bere prima del viaggio.
Erano tutti lì: Louis con la sua t-shirt bianca a righe blu, rivederlo con indossi gli stessi abiti di “Up all night” mi fece un certo effetto; Liam con quel suo sorriso smagliante dipinto sul viso e quegli occhi color cioccolato che scrutavano in giro curiosi; Zayn con un braccio attorno alla vita di Perrie e gli occhi che brillavano dalla felicità; Niall che trangugiava una fetta di pizza enorme con quell’espressione soddisfatta che mi divertiva parecchio; e … Harry, semplicemente Harry.
Presi un grosso respiro prima di sedermi al fianco di Louis ed inserirmi nella conversazione come se fosse tutto apposto, come se nessun pezzo del mio cuore si fosse ridotto in frammenti ancora più piccoli.
- Ricordatevi sempre di quello che vi ho detto ieri: Potrebbe scomparire l’universo tranne noi – annunciò nuovamente Louis .
Potrebbe scomparire l’universo tranne noi.
Mai io ed Harry eravamo scomparsi, una parte del gruppo era andata distrutta.
Nel mio cuore però continuavamo ad essere tutti insieme.
- Ti prometto che non lo dimenticherò Tommo – dichiarai.
- Volo per Londra in partenza, i passeggeri sono pregati di imbarcasi il più in fretta possibile – annunciò l’altoparlante attaccato al muro.


L’aereo era in partenza; tutti i passeggeri si affrettavano con le loro enormi valige, la confusione era assordante.
Osservai i miei amici con un po’ di rammarico. Probabilmente se non avessi fatto tante storie saremmo arrivate prima e avremmo potuto passare più tempo con i ragazzi. Ero una pessima amica.
Niall mi si avvicinò a braccia aperte, aveva già salutato Giordana e Serena, ovviamente voleva concedersi del tempo con Monica, così restavo io. Gli regalai un grande sorriso e lo strinsi forte a me. Niall aveva un buon odore, sapeva di menta.
- Ciao bella – mi sussurrò prima di allontanarsi.
Osservai Zayn abbracciare Serena e Liam venire nella mia direzione. Per quanto non volessi darlo a vedere, salutarli mi faceva davvero male. Abbracciai prima Liam, poi Zayn ed infine Louis stringendoli forte contro il mio petto, come se non volessi lasciarli andare.
Chiusi gli occhi aspettando che Harry si avvicinasse, non ce l’avrei fatta. Non potevo farcela. Due braccia avvolsero per un attimo il mio corpo e mi costrinsi a riaprire gli occhi. I ricci di Harry mi sfioravano le guance, il suo profumo mi invadeva le narici e il suo corpo trasmetteva calore. Avrei voluto che il tempo si congelasse in quel preciso istante.
- Ciao Chiara – mormorò Harry allontanandosi troppo presto.
Fui invasa dai brividi, il mio cuore si incrinò e una lacrima, che mi curai bene di eliminare in fretta, solcò la mia guancia sinistra. Era la prima volta che mi chiamava “Chiara”.
Baby.
Scricciolo.
Piccola.
Piccoletta.
Amore.
Principessa.
Fu come se tutti quei nomignoli si sgretolassero al suono del mio nome pronunciato dalle sue labbra.
Mi distrusse.


La prima settimana senza i ragazzi fu terribile. Eravamo quattro depresse che cercavano di farsi forza a vicenda. Serena e Louis si sentivano spessissimo così come Monica e Niall. Giordana cercava di prendere un po’ le distanze, non voleva stare male come accadeva ogni volta che sentiva la voce di Liam.
Io ed Harry non avevamo più avuto alcun rapporto.
Avevo cancellato tutte le loro canzoni dal mio cellulare, il numero di Harry e tutte le nostre foto, tranne la prima che ci avevano scattato: riproduceva me e lui quando ancora eravamo solo amici, Harry mi abbracciava da dietro, sorridevamo.
Sul mio cellulare ormai c’erano solo canzoni depresse che rispecchiavano il mio stato d’animo.
- Voglio morire – mi lamentai gettandomi sul divano della casa di Serena.
- Smettila di dire così – mi riprese quest’ultima.
Sbuffai incapace di rispondere e lanciai il telecomando a Giordana che accese la televisione.
- Quando comincia l’intervista? – domandò Monica attirando la nostra attenzione.
- Adesso … - sussurrò Giordana mentre partiva la sigla del programma.
- Stasera con noi avremo gli One Direction! – esclamò la conduttrice.
I ragazzi entrarono nello studio e si accomodarono su un grande divano al centro della stanza.
Dopo varie domande superflue la conduttrice, con aria maliziosa, disse: - E invece, con il cuore come va? Le vostre ragazze? -
- Io e Giordana stiamo bene -
 rispose Liam.
A Giordana luccicarono gli occhi prima che si accorgesse dell’enorme errore che il suo ragazzo aveva commesso.
- Chi è Giordana? – domandò la donna, tutta eccitata per il nuovo scoop.
Liam arrossì fino alla punta dei capelli e strinse la mano destra in un pugno.
- I-il mio barboncino! – s’inventò al momento.
Io, Serena e Monica scoppiammo a ridere. Avevamo sempre considerato Giordana come un barboncino, forse a causa dei suoi capelli ricci.
- E’ come se fosse la mia ragazza, ma in realtà non ne ho una – la buttò sul ridere Liam.
Il resto dell’intervista si svolse con tranquillità ed i ragazzi cercarono di fare attenzione alle parole che usavano per non combinare altri guai.
Quando l’intervista finì, Giordana telefonò a Liam e mise la chiamata in vivavoce.
-Pronto, amore? -
- Mi hai paragonata ad un barboncino!? – strillò lei fingendosi arrabbiata.
- Scusa, non mi è venuto in mente nient’altro – esclamò Liam ridendo.
- Va bene, per questa volta ti perdono -
Le nostre giornate erano diventate difficili senza i ragazzi a tenerci compagnia. I nostri sorrisi erano sempre più falsi ed i nostri cuori sempre più incrinati, ma ce la cavavamo. Le mie amiche potevano almeno contare sulla voce dei loro ragazzi. A me andava bene, ero felice per loro. Avrei superato anche questa.
Esisteva una canzone che diceva: “Arriverà la fine ma non sarà la fine”. Da quel giorno quello sarebbe stato il mio motto.


 
Ciao piccolette <3
Come potete vedere sto aggiornando molto in fretta.
In parte anche perché voglio finire questa ff per concentrarmi sul continuo.
Eh si, ci sarà una seconda parte eh-eh.
Scusate i miei angoli autrice che fanno schifo.
un bacione immenso.
Kikkia <3 

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Capitolo 28
*** Epilogue ***


Epilogue

- Ragazze siete le peggiori e le migliori amiche del mondo! – strillai salendo la piccola scala che mi avrebbe condotta all’ingresso dell’aereo. Giordana, dietro di me, rise spintonandomi leggermente per una spalla.
- E perché saremmo le peggiori? –
- Beh, rivedrò il mio ex- ragazzo con il quale non parlo tipo da sei mesi – ricordai loro. Ero troppo felice, però, per pensare realmente alle conseguenze di ciò che stavo per fare.
- Oh, come sei triste – mi prese in giro.
In un momento da bambina le feci una linguaccia ridacchiando del mio gesto. Entrai nell’aereo e cercai il mio posto.
- Dove cavolo è il numero ventinove? – sbuffai lasciando cadere il borsone lungo il pavimento del corridoio.
Serena mi fece un cenno con la mano ed io mi affrettai a raggiungerla; era seduta al ventotto, il posto accanto al mio.
- Salve signora – ridacchiai prendendo posto.
- Sei stranamente felice oggi – mi disse Serena, appoggiandosi al poggiatesta alle sue spalle.
- Beh, mi ero stancata di fare la depressa – la buttai sul ridere.
- No, seriamente, sei strana – aggiunse Monica girandosi sul sedile; era seduta con Giordana nei sedili davanti ai nostri.
- Okay, okay. Suppongo che anche voi siate felici di andare al concerto no? Sono comunque i miei idoli e sono contenta di andare ad un loro concerto, perché non dovrei esserlo? Solo per H…H-Harry? – faticai nel pronunciare il suo nome.
Monica alzò gli occhi al cielo e tornò a sedersi composta.
- Il volo partirà fra dieci minuti, si prega i gentili passeggeri di prendere i rispettivi posti ed allacciare la cintura – annunciò l’altoparlante.

 
- Questa fila è enorme! – si lamentò Serena, osservando tutte le ragazze che, come noi, erano assiepate davanti allo stadio.
- Che ti aspettavi? – le domandò Monica sollevando un sopracciglio.
- Beh, essere in mezzo a questo casino è un po’ strano – rispose Giordana, tirandoci per le braccia mentre la fila avanzava.
I ragazzi erano riusciti a procurarci dei biglietti VIP, quindi la nostra fila era molto meno affollata delle altre. Sperai che avessero trovato almeno dei posti dai quali la visuale fosse simile a quella sul prato.
- Guardate! – strillò Monica battendo le mani.
Altre due persone e sarebbe stato il nostro turno. Non potevo crederci, stavo davvero per andare a vedere i miei idoli.
- Sto morendo – sussurrai allungando il mio biglietto affinché venisse controllato.
- Ecco a lei – mi disse l’uomo facendo scivolare il biglietto sul palmo della mia mano.
Aspettai che anche le altre ragazze fossero pronte e poi corremmo all’interno dello stadio urlando di gioia.
Trovammo dei posti a dir poco comodissimi, con una visuale perfetta. Era tutto perfetto. Fin quando non lo vidi.
Se ne stava nascosto dietro il palco ad osservare tutte le ragazze eccitate entrare nello stadio e raggiungere i loro posti; un piccolo sorrisetto a scalfirgli il viso.
Il mio cuore ebbe un tuffo.

 
Riuscii a riprendermi prima che il concerto iniziasse, fortunatamente; non avrei voluto passare il resto della serata a compiangermi per poi pentirmene il giorno dopo.
Era tutto magnifico: i fuochi che venivano sparati verso il cielo, il fumo, i fantastici musicisti che accompagnavano la band, le urla delle fan, le stupende canzoni, le loro voci incredibili e loro cinque che urlavano, cantavano, saltavano e si scatenavano sul palco; evidentemente felici.
Più volte notai come Liam, Louis e Niall guardavano spesso nella nostra direzione, lasciando vagare il loro sguardo fra di noi più del dovuto. Liam era dolcissimo, si portava una mano al cuore ogni volta che cantava cercando di guardare Giordana negli occhi.
Serena, io e Monica urlavamo e saltavamo in giro durante quei momenti, evitando di distrarre Gio.
- Ma siete stupite che riusciamo a parlare in italiano? – urlò Niall sopra la folla e le fan gridarono in risposta ancora più forte di lui.
- Beh, adesso potete capirci meglio – scherzò Zayn sedendosi sul bordo del palco.
- Purtroppo la nostra serata sta volgendo al termine … - Liam si avvicinò a Niall poggiando una mano sulla sua spalla – Ma vorremmo farvi sapere che vi adoriamo davvero per tutto quello che fate per noi. Ve ne siamo immensamente grati, non possiamo credere alle vostre enormi dimostrazioni d’affetto – aveva gli occhi lucidi, che dolce.
- Semplicemente è sorprendente il modo in cui siete così affiatate. Siete pazze, felici, affettuose, gentili, ma soprattutto siete vive – aggiunse Louis.
- Quindi I just wanna say a massive thank you! – urlò Harry costringendoci a fare lo stesso.
- Questa è What Makes You Beautiful! – annunciò Zayn alzandosi.
Regalarci il loro primo singolo come ultima canzone fu qualcosa di così speciale …
Tutto era perfetto.
Le prime note della canzone si librarono nell’aria. Cercai di non pensare al fatto che quella fosse l’ultima canzone e che dopo saremmo dovute uscire da quello stadio pieno di ricordi.
Per tutto il tempo della canzone Harry guardò nella mia direzione.
Mi sentii avvampare al pensiero che le fan potessero capire qualcosa, ma in quel momento l’unico pensiero razionale che frullava nella mia mente era: “Perché sta guardando proprio me?”.
Improvvisamente ricordai di quando mi cantò quella stessa canzone in mezzo al cortile della scuola, davanti agli occhi di tutti gli studenti.
Lacrime calde solcarono le mie guance mentre mi arrendevo e lo guardavo negli occhi.
Quando anche l’ultima nota di quella canzone cessò di suonare, Harry si aprì in un meraviglioso sorriso con tanto di fossette e si voltò finalmente verso la folla delle fan.
- Prima di andarmene devo dirvi una cosa – annunciò – Tempo fa ho commesso l’errore più grande della mia vita: ho lasciato la ragazza che amo perché avevo paura che il mio mondo la spaventasse -
Il mio cuore mancò un battito a quelle parole.
- Non voglio più vivere senza di te, Chiara. Se sei disposta a perdonarmi vieni qui da me perché mi manchi troppo e non posso aspettare un altro minuto– continuò, girandosi nuovamente verso di me.
Tutte le fan erano in silenzio, probabilmente troppo scioccate per dire qualcosa.
Le orecchie mi fischiavano ininterrottamente.
Harry mi aveva appena detto che mi amava.
- Si, cazzo, si! – sbottai approfittandomi del silenzio per farmi sentire.
Harry si aprì in un sorriso mozzafiato mentre allargava le braccia, come se avessi potuto raggiungerlo.
Scattai in piedi e cominciai a correre verso di lui, facendomi spazio fra le diverse fan.
Quando mi ritrovai sul palco, leggermente imbarazzata e confusa per quello che stava succedendo, mi gettai fra le braccia di Harry stringendolo il più forte possibile.
- Mi sei mancata così tanto – sussurrò lui al mio orecchio.
- I love you – risposi sorridendo. Probabilmente un semplice “ti amo” sarebbe bastato, ma trovai più appropriato dirglielo in inglese, in quel momento.
- I love you too -
- Oh, fanculo! – sbottò Louis – Serena vieni qui e abbracciami – ordinò scherzosamente.
- Giordana! -
- Monica! -
E anche le mie amiche ci raggiunsero sul palco.
- Perrie! Ah, vero, lei è in tournèe – la buttò sul ridere Zayn.
 

Osservai scioccata l’enorme villa a tre piani dalle pareti color crema, le ampie finestre e il tetto con le tegole rosse.
- State scherzando – sussurrai avvicinandomi; la bocca spalancata.
- No – ghignò Louis divertito.
Saremmo andati ad abitare  in quella villa tutti insieme; gli ingressi erano separati, in modo tale che ognuno di noi avesse la sua privacy.
- è stupenda – mormorarono Serena e Monica all’unisono.
Ovviamente io e le mie amiche non ci aspettavamo di abitare in una “casa” così grande. Sapevamo che sarebbe stata abbastanza capiente, ma non immaginavamo minimamente tutto ciò che si stava presentando ai miei occhi.
Un verso strozzato fuoriuscì dalle labbra di Giordana quando ci dirigemmo verso il retro.
Una piscina.
C’era davvero una piscina in quella casa? Non bastava l’enorme giardino pieno di piante di ogni genere?
- Questo è un sogno, datemi un pizzicotto perché non ci credo – esclamai; gli occhi fuori dalle orbite.
- Beh, smettetela di ammirare la casa. Adesso tutti in piscina! – urlò Zayn spingendo Perrie e facendola arrivare in acqua.
- Io ti odio, Zayn, ti odio davvero! –
 
 
Salve splendori.
Come potete osservare questo è l’ultimo capitolo. L’epilogo.
Vorrei ringraziare ognuna di voi, ogni persona che ha letto questa ff qui sopra fino alla fine.
So di non essere stata costante con i tempi e vi prego di perdonarmi.
Bene, allora: “Che inizino i ringraziamenti!” papapapa (Okay, no, basta).
Grazie a te che stai leggendo queste parole.
Grazie a te che hai seguito tutta la storia.
Grazie a te che hai recensito.
Grazie a te che hai aggiunto la storia alle preferite/ricordate/seguite.
Grazie a te che hai solo letto.
Grazie a tutti.
Un bacione,
dolls_
Ps: ci rivediamo con il sequel :P 

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