Vampire Empire di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capodanno di tenebra ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Il ciondolo della madre di Tony ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Tony cerca suo cugino ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 Il segreto di Von Doom ***
Capitolo 5: *** Cap.5 La sete del vampiro ***
Capitolo 6: *** Cap.6 La maledizione ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Le redini del mio cuore ***
Capitolo 8: *** Cap.8 La gelosia del cacciatore ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Thor e Tony ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Il prigioniero nel palazzo volante ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Sick ***
Capitolo 12: *** Cap.12 Il Regno Mistico del Male Celeste ***
Capitolo 13: *** Cap.13 Red night ***
Capitolo 14: *** Cap.14 Il demone viene esiliato ***
Capitolo 15: *** Cap.15 Il matrimonio ***
Capitolo 1 *** Capodanno di tenebra ***
Ringrazio anche solo chi legge.
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Personaggi: Thor, Loki
Prompt: "-Sei sicuro?
-Sì
-Persuaso?
-Non lo so
-Non sai se sei persuaso?
- Non so cosa vuol dire persuaso
- Vuol dire sicuro
- Allora sono persuaso
(cit- Django Unchained, sì, mi piace il film)
Capodanno di tenebra
Thor si legò i capelli, le iridi azzurre erano liquide. Il
petto si alzava e abbassava irregolare, si leccò le labbra
sentendole screpolate. Si udivano i botti dei fuochi d'artificio
provenire dal paese. I botti rischiarava il cielo scuro sopra di lui,
rischiarando anche l'altra figura nell'oscurità.
Uno rossastro si riflesse nel crocifisso che
Thor indossava e la pelle candida del vampiro fu illuminata da un altro
giallo. Gli occhi verdi di quest'ultimo brillarono di
riflessi azzurri e i suoi
capelli neri gocciolanti di sangue gli aderivano alle stoffa scura che
gli coprivano le spalle. Thor strinse il paletto sporco di sangue e
guardò le forme del corpo del vampiro che si vedevano
attraverso la tunica che indossava. Loki guardò la lama
lunga tre dita che stringeva, la girò osservandone una scia
cremisi colare lungo il bordo e arricciò il labbro
aggrottando le sopracciglia; la scia sparì in un brillio
verde.
"Si prospetta un nuovo anno di guerre e intrighi, cacciatore" disse,
con tono duro.
"Ne ero sicuro, Signore dei vampiri e re della magia"
ribatté Thor.
Si avvicinò a Loki, gli appoggiò la punta del
paletto sulla guancia e aggrottò le sopracciglia. Loki
sogghignò piegando il capo di lato, alcune ciocche gli
sferzarono la guancia pallida e lui strofinò la guancia
opposta contro il paletto, sentendo il legno sfregare contro la pelle.
"Tu uccidi vampiri, ma non mi sfioreresti".
Allungò un braccio tendendo la mano dalle dita sottili verso
i cadaveri.
"O devo pensare sia un caso che le tue vittime siano mie nemiche?".
Thor strinse le labbra fino a farle sbiancare e voltò il
capo.
"Tu resti mio fratello, anche se hai mutato natura" ringhiò.
Abbassò l'arma ed espirò.
"E lo so per certo".
Aggiunse. Loki fece tre passi avanti, compì una mezza
giravolta e il mantello verde frusciò alle sue spalle
sfiorando terra. Fece due passi verso destra, alzò il capo
piegando all'indietro il capo e sogghignò socchiudendo le
iridi smeraldo.
"Sei sicuro?".
Thor allungò la mano, gliela mise sulla spalla trattenendolo
e strinse.
"Sì" ribatté secco.
Loki piegò il gomito, allungò la mano poggiando
le proprie dita su quelle di Thor e portò una gamba in
avanti sporgendosi con la schiena fino a far essere tra i loro petti un
dito di distanza. Alzò il capo, socchiuse gli occhi
avvicinandogli le labbra all'orecchio.
"Persuaso?" domandò con tono suadente.
Thor lo spinse allontanandolo e incassò il capo tra le
spalle, coprendo il collo. Le luci si spensero e sul crocefisso dorato
che teneva sul collo si rifletté la luce della luna.
"N ... non ... lo ... lo so" balbettò.
Loki ridacchiò, girò su se stesso facendo tre
passi di lato e gli poggiò una mano sulla spalla; fece leva
ruotando fino ad arrivare dietro Thor e sporse il capo poggiandogli il
mento sulla spalla.
"Non sai se sei persuaso?" chiese, con tono divertito.
Thor strofinò il pollice contro il legno di frassino,
socchiuse gli occhi e corrugò la fronte abbronzata.
"Non so cosa vuol dire persuaso" ribatté.
Loki allungò la mano, gli passò l'unghia
appuntita nera contro la guancia sfiorando l'accenno di barba bionda e
aderì con il proprio petto alla schiena di Thor.
"Vuol dire sicuro" rispose.
Gli premette l'unghia sulla guancia, la ritirò e fece tre
passi indietro lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi. Thor si
voltò e piegò il capo in avanti, la pelle del
mento gli strofinò contro il colletto bianco della camicia.
Il petto muscoloso premeva contro il gilé nero senza maniche
che indossava e le braccia nerborute erano lasciate scoperte dalle
maniche della camicia ripiegate su loro stesse.
"Allora sono persuaso. Tu resti mio fratello!" tuonò
avanzando.
Loki espirò aria dal naso, scosse il capo addolcendo lo
sguardo e allungò le braccia allacciandole al collo di Thor.
Sporse il collo, strofinò il petto contro la croce che
ondeggiava sul petto dell'altro e sorrise scoprendo i denti appuntiti.
"Per quest'ultima notte ti lascerò credere nella tua bugia"
mormorò seducente.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Il ciondolo della madre di Tony ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
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challenge II:
Personaggi: Tony, Loki
Prompt: Molte sono le cose che si getterebbero via se non fosse per il
timore che qualcun altro le possa raccogliere.
Cap.2 Il ciondolo della madre di Tony
Tony si sfiorò il colletto bianco rigido della camicia, fece
una smorfia arricciando il naso e sbuffò.
< Cosa mi ha convinto a venire qui? > pensò.
Slacciò i bottoni della giacchetta rossa, se la
sfilò facendo passare le braccia attraverso le spalline
dalle maniche a sbuffo rigide. Mosse le braccia in tondo, si morse il
labbro sedendosi sul letto.
Osservò la
lettera, la strofinò tra pollice e indice.
"Pergamena. Siamo seri?
Pergamena?" borbottò.
"Dovresti sentirti
felice che non scrivono ancora in tavolette d'argilla" rispose Rhodey.
Tony roteò
gli
occhi castano scuro, guardò la lettera e strinse le labbra.
"A quanto pare il
fantomatico cugin-dittatore mi vuole a casa sua. Secondo te come si
rifiuta l'invito di un Hitler antico?" chiese.
Rhodey
scrollò le spalle, si sedette e sospirò.
"Non lo so, ma io
accetterei. Latveria è pericolosa" rispose.
Tony strinse le labbra,
aprì il cassetto e osservò il ciondolo rotondo
con all'interno un triangolo, brillava di lieve luce
azzurro-biancastra. Lo afferrò, se lo mise al collo e lo
nascose sotto la maglia.
"Allora ci vediamo tra
qualche giorno, se non mi mummificano".
Si lasciò cadere sul letto di schiena, estrasse da sotto la
camicia il proprio ciondolo e lo osservò.
"Perché porto questo sottospecie di manufatto ovunque?" si
chiese.
Socchiuse gli occhi, lo infilò di nuovo sotto la camicia
nascondendo la catenina sotto il colletto rigido.
< Nemmeno m'importasse dell'unico ricordo di mia madre >
pensò.
Raggiunse le coperte, si mise sotto di esse e sbadigliò
chiudendo gli occhi. La finestra si aprì e le tende bianco
sporco sbatterono contro i vetri ricoperti di polvere, le ragnatele
all'interno della stanza tremarono.
Loki sorrise mellifluo e le iridi
verde smeraldo brillarono, in esse si rifletteva la luce della luna.
Volò all'interno della stanza e levitò fino al
soffitto. Le lunghe unghie nere coronavano le dita nivee. Si
abbassò e passò le dita gelide sul collo
abbronzato dello Stark.
La luce azzurra del medaglione lo
investì strappandogli un gemito, la mano pallida e liscia
sfrigolò. Indietreggiò, le sue gambe divennero di
fumo nero e soffiò, mostrando i lunghi canini lattei.
Tony
scattò seduto, portò i piedi nudi sul letto e
indietreggiò fino ad aderire con le spalle all'ampio
schienale del letto. Si portò una mano alla camicia coprendo
con il palmo la luce del ciondolo, lo strinse da sopra la stoffa e
socchiuse gli occhi. Sbuffò, roteò gli occhi e
distese le gambe.
"Oh, fantastico! Mancava giusto Dracula!".
Le gambe di Loki tornarono solide e il vampiro atterrò. Si
avvolse nel
mantello e indietreggiò. Tornò a sorridere
piegando le labbra vermiglie e le iridi brillarono di riflessi
giallastri.
"Midgardiano, hai decisamente letto troppa letteratura. Il signore
della Transilvania venerava milord Laufey" sussurrò
gentilmente.
Tony si sedette, poggiò le punte dei piedi sul pavimento e
sogghignò.
"Oh, chiedo scusa onnipotente signore degli stalker" disse, con tono
ironico.
Accennò un inchino piegando il busto in avanti, lo
rizzò mostrando le sopracciglia inarcate e le iridi castano
scuro brillanti di riflessi caffè.
"Scusa, temo che dovrai mangiare qualcun altro milord, a quanto pare
sei allergico alle cose con meno di mille anni".
Il vampiro mise un piede avanti, girò lateralmente e mise
una mano sul letto. Si sedette sulle gambe avvolte dalla coperta di
Tony e piegò il capo, i lunghi capelli neri gli
accarezzarono il volto affilato.
"Mi interessi umano" soffiò.
Accavallò le gambe e fissò il ciondolo.
"Come ne sei venuto in possesso? Pensavo fosse finito perduto o gettato
via" bisbigliò e i canini gli si allungarono, del sangue
scese dalle sue gengive e le sentì pulsare.
Tony guardò una goccia di sangue colare dal canino di Loki,
scivolare fino al labbro e sfiorargli la gengiva gonfia.
Deglutì, si leccò le labbra, socchiuse gli occhi
inarcando le sopracciglia con un sorriso beffardo.
"Molte sono le cose che si getterebbero via, se non fosse per il timore
che qualcun altro le possa raccogliere" disse.
Allargò le braccia, le poggiò dietro di
sé.
"E a me non piace si prendano le mie cose".
Loki si sollevò a due mani dal letto, allargò le
braccia e il mantello gli ondeggiò dietro le spalle. Mise
una mano sulle labbra e schioccò un bacio, soffiò.
"E' il primo giorno di un nuovo anno e di una nuova vita per te
mortale, ci rincontreremo presto. Sempre che la tua miserabile
esistenza non
giunga al termine per disgrazia" sibilò.
Si voltò e volò fuori dalla finestra, la sua
ombra si stagliò in controluce sulla luna pallida. Tony
socchiuse un occhio sgranando l'altro, si passò la mano
sulla faccia; la allungò scompigliandosi i capelli e si
alzò.
< O mio cugino mi spiega tutto entro un'ora, o giuro che
renderò questo regno un posto fantasma >
pensò.
Sfregò i denti tra loro, prese una scarpa infilandosela.
"E non nel senso che ci metterò dei fantasmi"
borbottò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Tony cerca suo cugino ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.3 Tony cerca suo cugino
Tony poggiò una
mano alla parete socchiudendo gli occhi,
deglutì avanzando; il suono dei suoi passi riecheggiava
rimbombando nei
corridoi.
< Forse non
è stata la mia idea più geniale >
pensò.
Continuò a
camminare, intravedeva i contorni di quadri
appesi sulle pareti del corridoio.
< Avrei dovuto
vedere più telefilm in stile Buffy o
Acchiappafantasmi, mi sarebbero tornati utili > si disse.
Sogghignò,
socchiuse maggiormente gli occhi avanzando senza
staccare la mano, il chiarore rossastro delle candele rifletteva la sua
ombra
allungata illuminando i bordi dei quadri. Tony continuò a
camminare, li osservò
vedendo una serie di volti coperti dalle maschere di ferro e
inarcò un
sopracciglio.
< Immagino non
avessero la chirurgia plastica > pensò.
Percepì il
sibilo del vento, avanzò fino ad una finestra
chiusa; dalle imposte filtrava l'aria che faceva ondeggiare le
fiammelle delle
candele ai lati. Tony sbuffò, si passò la mano
tra i capelli e strinse il ciondolo
azzurrino.
Tony
tirò la mano
della madre, allungò l'altra stretta attorno al ciondolo e
sporse le labbra.
"Cos'è?"
chiese.
La
donna dilatò gli
occhi, si chinò prendendo in braccio il bambino e lo
poggiò sulle proprie
gambe.
"Pensavo
fosse
rimasto..." sussurrò.
Scosse
il capo,
carezzò i capelli di Tony e sorrise. Prese il ciondolo,
glielo mise attorno al
collo e vide l'oggetto brillare d'azzurro. Si morse il labbro, gli
baciò la
fronte.
"Ti
proteggerà.
Forse perfino da te stesso" mormorò.
Tony grugnì
scuotendo il capo, infilò il ciondolo sotto la
camicia e guardò avanti.
"Devo trovare mio cugino"
sussurrò tra sé.
Superò una
serie di porte chiuse semi-illuminate dalle
candele, intravide una rientranza e aggrottò le sopracciglia
accelerando
l'andatura fino ad affacciarsi. Vide il retro di una sedia posta
davanti a
degli schermi sottili la metà di un dito, entrò
osservandone uno che inquadrava
la sua casa di Malibù e si avvicinò fino a
oltrepassare la
sedia.
< Quindi il vampiro
non è l'unico stalker di Latveria
> pensò.
Allungò la
mano, sfiorò lo schermo sentendolo caldo. Ritirò
la mano, sbuffò e si guardò intorno osservando
altri schermi, uno inquadrava il
Colosseo, un secondo la Torre Eifel, un terzo il deserto e un quarto
del
ghiaccio. Indietreggiò, scosse il capo strofinando il fianco
contro il
bracciolo della sedia e si voltò; sul muro stava appeso uno
stendardo con una
rosa rossa, alcuni punti erano umidi e avvicinandosi sentì
l'odore di muffa.
Toccò lo stelo, passò le dita sui petali rossi
scuro e si morse il labbro. Uscì
dalla stanza, guardò a destra e sinistra; riprese a
camminare seguendo la scia
di candele.
"Ancora benvenuto nella
nazione della forza e
dell'integrità".
Sentì una voce
maschile alle sue spalle. Tony sobbalzò, si
voltò incassando il capo tra le spalle, allargò
le gambe guardando a destra e
sinistra.
"E degli stalker. Non
dimentichiamo gli stalker".
"In realtà
della prosperità, della bellezza, della
gioia" rispose il maggiordomo.
Teneva un tovagliolo sulla
spalla, le luci rossastre illuminavano
la sua giacca. Indicò una bandiera verde con una croce nera
con i bordi e il centro rossi.
"Una nazione unita"
sussurrò.
Tony lo guardò,
mugugnò spostando il peso da un piede
all'altro e passò le mani sulla giacca tirata facendo
ondeggiare le maniche a
sbuffo della camicia bianca.
"So che sono qualcosa come
le tre di notte, ma non è
che anche mio cugino per caso soffre d'insonnia come i suoi servitori e
sudditi
di passaggio?".
"Il nostro benevole
leader, vostro cugino il Doctor
Doom, rimane desto solo nelle ore notturne. Il suo riposo giornaliero
lo rende
più umano agli occhi del popolo" rispose il maggiordomo.
I capelli neri gli
ricadevano sul viso abbronzato. Tony
sospirò, si passò la mano sul volto sospirando e
scosse la testa.
"Quel che vi pare. Devo
decisamente parlargli".
Socchiuse gli occhi,
sentiva il medaglione oscillare sotto
la camicia e si morse il labbro.
< Se agli abitanti
sembra normale un riposo giornaliero,
non mi sorprenderei se questo posto confinasse con la Transilvania
> si
disse.
"In questa terra di pace e
ordine, dove accettiamo
persino i Rom, lei può avere tutto ciò che vuole.
Cosa desidera?" domandò
il maggiordomo.
Alzò il braccio
e gl'indicò una porta dorata alla fine del
corridoio, dove era rappresentata un'aquila arancione con una corona
cornuta,
una d nello stendardo a scudo che gli faceva da corpo e dell'alloro
sulla parte
finale a v. Tony aggrottò le sopracciglia corrucciando la
fronte, aprì e chiuse
le mani facendo tre passi di lato.
< E accettano anche
i vampiri? > si chiese.
Si mosse a destra, a
sinistra, spostò il peso da un piede
all'altro e si leccò le labbra. Osservò il
braccio del maggiordomo, annuì.
"Grazie Mummia" disse.
Si voltò,
percorse il corridoio a passo svelto fino alla
porta.
< O ero cieco, o
questo castello ha qualcosa che non va
> pensò.
Si sporse oltre la porta
guardando la sala con gli occhi
socchiusi.
"Re delle mummie, sono
Tutankhamon!" sentì gridare
alle sue spalle.
Tony aggrottò
le sopracciglia, sospirò e scosse il capo.
< Peggio di
così, potrei solo incontrare un esercito di
zombie affamati > pensò.
Entrò nella
stanza guardando a destra e sinistra, teneva le
labbra assottigliate e sentiva il ciondolo caldo contro la pelle sotto
la
camicia. Due colonne larghe quattro volte Tony tenevano sollevato il
tetto, la
sala era illuminata da dei globi di luce sostenuti da delle statue
piegate.
Tony avanzò lungo le piastrelle arancioni ricoperte di
petali di fiori rossi e
gialli. Poggiò una mano sullo schienale della sedia,
osservò la lunga tavola
apparecchiata guardando al centro del tavolo una fontana da cui
scendeva del
vino rosso in dei bicchieri, la tavola era contornata di candele.
Alzò il capo
osservando dei tendoni coprire la sedia all'altro capo del tavolo,
aggrottò le
sopracciglia intravedendo un'ombra dietro di esse e si sedette.
"Questo è lo
spuntino di mezzanotte?".
Dalle tende
uscì una giovane donna dalla pelle nera,
indossava un top tigrato e una gonna, il collo era stretto da dei
cerchi
d'ottone. Raggiunse Tony, unì le mani e piegò il
capo.
"Il signore cena sempre
alle nove, ma stavolta ha
atteso che lei riposasse dopo il viaggio" spiegò.
Tony guardò la
serva, accennò un sorriso piegando il capo.
"Molto gentile" rispose.
Guardò la
tavola, si leccò le labbra.
"Ma la visita di un
vampiro mi ha chiuso lo stomaco, e
vorrei sapere se è normale che dei succhiasangue facciano
visita agli ospiti
reali, da queste parti".
"In questa terra sono
normali ceppi europei misti, Rom,
tedeschi, ungheresi, latveriani di nascita, rumeni, albanesi e
esperanti. Non
mi risultano succhiasangue.
E suo desiderio che io ponga la domanda al signore o
preferisce
sedersi?" domandò la serva.
Tony sogghignò,
allargò le gambe scivolando verso il basso
sul sedile e piegò il capo a destra e sinistra.
"Non fa niente. Potresti
cortesemente procurarmi un
doppio cheesburger? Oh, e dire a Tutankamon lì fuori se mi
fa il piacere di
disfare la valigia, che temo di aver lasciato in aeroporto?".
La serva piegò
la schiena in avanti, i lunghi lobi neri
delle orecchie le oscillarono ai lati del capo allungato.
"Come desidera, gradito
ospite del nostro re"
disse.
Si rizzò e si
allontanò, raggiungendo la porta. Tony si
voltò guardandola uscire, sogghignò e le iridi
castano scuro gli brillarono. Si
alzò, camminò in avanti superando il tavolo, si
abbassò entrando nel tendone silenziosamente e
del pelo gli pizzicò il naso. Tossì chiudendo gli
occhi, ne socchiuse uno
alzando il capo.
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Capitolo 4 *** Cap. 4 Il segreto di Von Doom ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap. 4 Il segreto di Von Doom
Tony alzò il capo osservando delle unghie grosse
quanto la sua mano ricoperte di peluria giallastra. Batté le
palpebre, si rizzò in piedi sotto il velo osservando la
peluria farsi più fitta man mano che si rizzava. Fece un
passo indietro alzando la testa, spalancò la bocca.
“Wow” sussurrò. Sogghignò,
inarcò un sopracciglio incrociando le braccia.
< Questo sì che è interessante >
pensò. Il padrone di casa si alzò di scatto dalla
sedia facendola cadere a terra. Un mantello verde oscillò
dietro il suo corpo peloso. Tony ondeggiò le braccia,
indietreggiò e alzò maggiormente il capo.
“Ehi, piano. Sei pieno di peli, ma ciò non ti fa
avere
la stazza di un gatto” si lamentò. Victor
dimenò una coda da gatto, agitando la punta pelosa.
“Non sono un gatto” ringhiò. Tony
tirò indietro il capo, l'aria sollevata dal movimento della
coda gli scompigliò i capelli scuri. Roteò gli
occhi, grugnì.
“Se lo dici con una coda da felino attaccata alle fine delle
spalle,
sarai molto convincente”. Victor si ticchettò con
le unghie sulla guancia metallica della maschera che indossava.
“Pensavo che la sua reazione sarebbe stata...
diversa” sussurrò. Tony si guardò
intorno, salì sul tavolo e si sporse osservando la zampa di
Victor vicino alla maschera.
“Uh. Sì, forse. Beh, a mia discolpa, quando mi ha
aggredito un vampiro per poco non gli offrivo degli sneack“.
La bestia si voltò, aprì il separè di
stoffa e ne uscì.
“Farò aumentare la sorveglianza”. Tony
camminò sul tavolo velocemente, passando tra le vivande.
“Non sapevo di essere in prigione!”
esclamò. Saltò giù davanti alle gambe
di Victor, strinse i pugni indurendo lo sguardo.
“E non ho intenzione di essere trattato come un
prigioniero” ringhiò. Victor deglutì a
vuoto e negò con il capo.
“Le guardie sono per proteggerla dal
vampiro” mormorò. Tony incrociò le
braccia.
“E per impedirmi di vedere il padrone di casa che mi ha
invitato a venire in fretta e furia nemmeno ne dipendesse la salvezza
del pianeta” ribattè.
Von Doom dimenò più
velocemente la coda.
“Non volevo turbarmi con il mio aspetto cugino, ma desideravo
conoscerti” rispose con tono affabile. Tony indicò
con il mento la coda.
“Guarda che quella significa che sei nervoso. Ergo stai
mentendo. Ergo dimmi la verità, prima che io debba di nuovo
scalare il tavolino ed attaccarmi alle tue spalle”. Victor si
tolse la maschera, abbassando le orecchie pelose e la strinse al petto.
“Non sto mentendo, è solo che volevo
conoscerti da tanto e, come sempre quando si attende qualcosa, mette
ansia quando la si sta vivendo” spiegò. Si
leccò i canini aguzzi che uscivano dalle sue labbra.
S'inginocchiò davanti a lui, gli prese la mano e ne
baciò il dorso dalla pelle scura.
“Ed inoltre temo per la vostra incolumità, ve lo
giuro”. Aggiunse. I baffi sul muso di Victor fremettero.
“Non volete che aumenti la sorveglianza, allora?”
domandò Von Doom. Tony continuò a fissarlo negli
occhi, scosse lentamente il capo.
“Dipende. Se la aumenti, posso continuare a restare impalato
come uno stupido davanti ai tuoi occhi?”. Victor sorrise e si
sporse in avanti.
“Puoi fare ogni cosa che desideri nel mio regno a
prescindere”.
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Capitolo 5 *** Cap.5 La sete del vampiro ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5 La sete del vampiro
Thor strinse il manico del coltello, con la lama affilò la
parte finale del paletto, rendendolo appuntito e aguzzo.
Una pila di paletti di frassino era disposta sul tavolo davanti a lui
ed era illuminata dalla luce delle lampade ad olio. Un acre odore di
petrolio si diffondeva nella stanza, punzecchiando le narici del
cacciatore.
Thor socchiuse gli occhi, udendo la finestra sbattere e si
voltò di scatto. Afferrò il crocefisso al proprio
collo e lo sollevò, udì altri fruscii e si
girò, guardandosi intorno.
"Chi è là?"
chiese con voce tonante.
Loki avanzò con passo felpato.
“Ho trovato una preda” annunciò.
Poggiò il mento sulla spalla di Thor, annusò e lo
leccò.
“Ha un odore migliore del tuo” provocò.
Si scostò saltando all'indietro. Thor gli mostrò il paletto e
corrugò la fronte.
"Non dovresti venire a palazzo. Lo sai che devo proteggerlo"
ringhiò.
Loki si strusciò la pianta del piede sulla coscia piegando
lentamente il ginocchio, sorrise.
“Il sovrano ha invitato qualcuno: un ragazzo. Ha l'odore
più buono che io abbia mai sentito”.
Thor indicò l'acquasantiera con il paletto e le sue iridi
brillarono.
"Il mio compito
è proteggere proprio lui. Non obbligarmi a combatterti,
fratello" ruggì.
Loki rise, roteò attorno a Thor e scosse il capo.
“Sono entrato nelle sue stanze e l'ho annusato. Quasi morso,
ma aveva un ciondolo, magico”.
Thor lasciò cadere il paletto sul
tavolo, prese un ciocco di legno con entrambe le mani e
cercò di colpire Loki al viso.
"E' follia mettersi contro il sovrano!" gli sbraitò contro. Loki spostò il volto di lato,
tirò uno spintone alle spalle di Thor e roteò le
iridi verdi sfumate di rosso.
“Oh, lo ha affidato al suo peggior guardiano, non ci tiene
molto, non credi?”. Thor
lo raggiunse con un colpo al capo e il
bastone si spezzò in mille pezzi.
"Io sono il migliore!"
ululò. Loki si passò le mani tra i capelli e
sospirò.
"Chiunque avrebbe potuto aggredirlo. E' indifeso, e non sa nulla di
quello che nascondiamo". Thor indietreggiò, ansimando, con
il viso arrossato.
"Nulla?" chiese con voce tremante.
Loki sospirò, si sedette scuotendo la testa.
“Né di se stesso, né di questo luogo.
Pensavo di sì, visto quanto era... autoritario, ma nulla.
Non sa cosa rappresenta...".
Thor lasciò cadere quello che rimaneva del bastone, che
finì a terra
con un tonfo. Si
passò la mano nella barba incolta e strinse le labbra.
"Potrebbe significare la nostra fine... quella dell'intera Latveria"
mormorò roco.
Loki sospirò, si sedette accanto a lui e gli
poggiò il capo sulla spalla.
"Dovremo affrontarla, immagino".
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Capitolo 6 *** Cap.6 La maledizione ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.6 La maledizione
Le
cicatrici vanno in profondità, ma non riescono a trovarlo.
Una
fiamma così brillante che
fa sembrare la luce del giorno oscurità.
Victor Von Doom osservò il cugino guardargli la
coda.
Chinò il capo abbassando le orecchie, i suoi baffi tremavano.
"Avete desiderato che spostassi i miei alloggi nella stanza accanto.
Non comprendo cosa abbiate contro l'ala ovest" sussurrò.
Si sporse in avanti e Tony lo guardò negli occhi, facendolo
deglutire.
"Vi sentite più al sicuro qui?" domandò.
Tony gli passò le mani tra i peli del viso, sorrise annuendo.
“Non sono adatto al ruolo di Belle“ disse.
Gli grattò sotto il mento, ridacchiò sporgendosi
sulle punte.
“E poi dovremo conoscerci meglio, no?”.
Il felino chiuse gli occhi, sporse il capo ed iniziò a fare
le fusa. Rialzò il capo e gorgogliò di piacere.
Le sue iridi color notte divennero liquide e le pupille gli si
dilatarono.
Chiuse gli occhi, tirò indietro la testa e si
passò le zampe sul capo.
"Perdonate il mio comportamento e...".
Il suo naso schiacciato fremette.
"Non mi è noto chi sia codesta Belle" ammise.
Tony saltellò sulle punte dei piedi sporgendosi, gli strinse
un ciuffo di peli e lo tirò verso il basso, aderendo ai peli
morbidi.
“La Bella e la Bestia? Il più grande classico
francese dopo Lady Oscar?” chiese.
Strofinò il capo contro di lui, mugugnò.
“Quindi... esattamente com'è che sei ricoperto di
morbidi peli?”
Victor dimenò la coda e si voltò verso la
finestra, vedendo ondeggiare una serie di collane d'aglio.
"Fu un patto e una maledizione" spiegò. Abbassò
lo sguardo, osservando il pendaglio circolare al collo di Tony.
Sfiorò la superficie di vetro con le unghie aguzze della
zampa, illuminandola d'azzurro.
"Tua madre era la sorella di mio padre, strega potente. Tuo padre
s'innamorò di lei, quando venne qui. Però gli
abitanti di Latveria sono maledetti, chi è nato qui
è immortale, ma non può lasciare le terre dei
vampiri" spiegò.
Socchiuse gli occhi e chinò il capo.
"Tuo padre immolò uno suo amico, obbligandolo a rimanere
qui, ma in cambio si portò la principessa di questi luoghi.
La maledizione, allora, decise di esigere un prezzo. Il primogenito del
principe sarebbe nato leone e sarebbe potuto tornare umano solo
sposando il figlio dell'unione proibita tra il mortale e la principessa
di questi luoghi" spiegò.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Le redini del mio cuore ***
Ringrazio anche solo chi legge. Ieri era il compleanno di RDJ, facciamo
in ritardo gli auguri a Tony Stark!
Cap.7 Le redini del mio cuore
"Tuo
padre immolò uno suo amico, obbligandolo a rimanere qui, ma
in cambio si portò la principessa di questi luoghi. La
maledizione, allora, decise di esigere un prezzo. Il primogenito del
principe sarebbe nato leone e sarebbe potuto tornare umano solo
sposando il figlio dell'unione proibita tra il mortale e la principessa
di questi luoghi" spiegò Victor.
Tony
si gettò sul letto di peso, sprofondò nel
materasso e dimenò mani e piedi mugolando lamentele soffuse;
si mise a gattoni e si sporse.
"Wow.
Carino. Preferisco la versione Disney con il vero amore, ma anche
questa non è male".
Victor
si passò una zampa nella lunga criniera e gli sorrise,
attorcigliando la coda intorno alla gamba.
"Il
popolo avrebbe preferito io fossi nato di sesso femminile, per
permettere degli eredi" rispose.
Tony
sporse le mani verso di lui, dimenò le braccia ondeggiando
sul bordo del letto e sorrise.
"Perché
non io? Una bella ragazza è sicuramente più sexy
di una leonessa. Le leonesse sono pure frigide, se i documentari non
mentono!".
Victor
si passò indice e medio sui baffi, facendoli fremere e
guardò la luce del pendaglio azzurro dell'altro giovane
illuminare la stanza da letto.
"È
risaputo che gli Stark abbiano solo eredi di sesso maschile".
Arrossí e volse lo sguardo alla parete.
"Mi
riempie di gioia il vostro accettarmi in codesto modo, senza provar
timore".
Tony
gonfiò le guance, si sporse maggiormente, lo spinse
leggermente e continuò a porgergli le mani agitandole in
aria.
"Sei
tu ad aver paura! Avanti, non mi verrà qualche strana
malattia contagiosa se mi tocchi!".
Victor
allungò una zampa e gli sfiorò una ciocca di
capelli, gli sorrise mostrandogli la chiostra di denti.
Tony
sorrise ampiamente, gli afferrò il dito e fece forza
stringendolo con entrambe le mani, alzò il capo con gli
occhi che brillavano.
"Proprio
quello che volevo!".
I
peli della coda di Victor si ispessirono, gonfiandogliela.
"Non
vi ho invitato per obbligarvi a delle nozze, ma solo perché
il mio popolo desiderava che almeno voi sapeste la verità".
La sua voce era calda e le sue guance ancor più imporporate.
Tony
accentuò la presa avvinghiandosi al suo braccio, sporse il
capo e sorrise ampiamente facendo l'occhiolino.
"Non
mi stai obbligando. Sembra divertente".
Victor
calò pesantemente le palpebre un paio di volte, le iridi dei
suoi occhi brillarono di riflessi blu cobalto.
"Acconsentireste
alle nozze?".
Tony
si bloccò, lo guardò negli occhi,
arrossì abbassando lo sguardo e annuì lentamente.
"Non
che fare la regina sia il mio sogno, ma...".
Victor
gli prese la mano nella zampa.
"Avete
ancora un mese per decidere. Al momento urge di più
tutelarvi rispetto ai vampiri".
Tony
gli poggiò il capo sulla mano, chiuse gli occhi e
scrollò le spalle.
"Fare
la regina di qualcuno non mi piacerà mai, sono abituato ad
avere le redini" ammise.
"Ma
insomma, credo di poterci convivere".
Victor
scese dal letto e gli s'inginocchiò ai piedi.
"Avrete
le redini del cuore di questo sovrano".
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Capitolo 8 *** Cap.8 La gelosia del cacciatore ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.8 La gelosia del cacciatore
"Io,
come signore dei vampiri e re della magia comprendo come le azioni di
quell'umano siano intrise di follia" si lamentò Loki.
Si
passò le mani sulla tunica, strofinando con le unghie nere
la stoffa. Il lungo mantello alle sue spalle ondeggiava.
"Avevi
giurato di non essere più mio fratello, ma avevo ragione ad
essere p... p-persuaso che lo fossi rimasto. Ti preoccupi addirittura
per quell'umano" ribatté Thor. Con il coltellino fece la
punta al paletto di frassino che teneva in mano.
Loki
camminò in tondo incrociando tra loro le gambe ad ogni
passo, scosse il capo passandosi le mani tra i capelli neri lisci.
"Non
solo mi respinge, ma desidera convogliare a nozze con il mostruoso
sovrano del luogo. Non posso tollerare vi sia qualcuno più
folle di me" sancì.
Thor
sospirò e si massaggiò la fronte.
"Da
quando lo hai incontrato, hai perso molta della tua grazia immortale"
borbottò.
Loki
gli comparve alle spalle, strofinò il naso contro il collo
dell'altro e socchiude le iridi verdi con un sogghigno che
evidenziò i canini allungati.
"Forse
incontrarlo a tua volta ti farebbe perdere molta della tua baldanza
mortale" sibilò.
Thor
osservò il viso affilato del moro e corrugò la
fronte, inumidendosi le labbra con la lingua.
"Volete
che io conosca uno straniero privo di ogni timore, che proviene da un
mondo così diverso dal nostro da non sapere nemmeno come ci
si veste? Qualcuno che venne convinto di trovare un sadico dittatore e
decise, invece, di rimanere quando vide che si trattava di un mostro
incantato dal cuore tenero?" domandò.
Loki
ridacchiò, gli sfiorò il mento con l'unghia
aguzza e si scostò girando attorno all'altro con passo
silenzioso.
"Oh,
no. Voglio che tu conosca lo stolto che vaga per Latveria da solo,
indossando un ciondolo che vale più di tutto il nostro
paese, e deride demoni e mostri come fosse al sicuro".
Thor
gli sfiorò la mano con la propria, rabbrividendo.
"Così
sciocco da vedere nel sovrano altro rispetto a quello che scorgono
tutti come io faccio con te?" domandò con voce tremante.
Loki
si lasciò sfiorare le dita, scivolò via con una
piroetta e piegò indietro il capo socchiudendo le iridi
verdi.
"Forse
perfino più folle ancora" sussurrò.
Thor
espirò rumorosamente e appoggiò il paletto sul
tavolo, accanto a una pila di altri paletti aguzzi. Avanzò
di un paio di passi, facendo scattare i muscoli del corpo nerboruto. La
luce tremolante delle lampade ad olio si riverberava sul suo viso.
"Questa
preda ha forse fatto breccia nei tuoi interesse più
profondi, fratello mio?" domandò con voce cupa.
Strinse
un pugno fino a sbiancare le nocche.
"Proprio
lui che rischia la nostra fine con la sua ignoranza". Aggiunse a voce
bassa.
Loki
ridacchiò, socchiuse le iridi verdi che brillarono
intensamente, gli si avvicinò con ampie falcate e
allungò le braccia sottili avvolgendole al collo del
cacciatore.
"Temi
forse di vederti privare il posto di preda più prelibata,
Thor?".
Thor
raggiunse l'appendiabiti e afferrò un mantello.
"Il
mio compito è proteggerlo. Conoscendolo potrò
rimanere al suo fianco e compiere meglio il mio dovere". Si
voltò e indicò Loki con l'indice.
"Tu
non impedirai queste fortunate nozze. E' per la nostra salvezza e
ricorda... sfidare il re è follia anche per te, sua signoria
dei vampiri" lo ammonì.
Loki
si leccò le labbra rosee, si sfiorò il fianco con
le dita e sorrise sottile.
"Una
follia che bramo di compiere".
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Capitolo 9 *** Cap.9 Thor e Tony ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.9 Thor e Tony
Thor
bussò un paio di volte alla porta. Gonfiò il
petto e alzò il mento, tenendo gli occhi socchiusi.
Sentì
degli starnuti provenire dall'interno e inarcò un
sopracciglio.
<
E' giorno, dovrei trovarlo qui e non con sua maestà >
pensò.
Socchiuse
la porta e si trovò davanti un muro di ginestre e rose.
Sgranò gli occhi spalancando la bocca.
Tony
alzò il capo, starnutì di nuovo e si
strofinò il braccio sul volto arrossato.
"Ehilà.
Ti consiglio di restare dove ti trovi, non sono certo non mordano".
Thor
si grattò un sopracciglio.
"Il
nostro signore ha esagerato con gli omaggi floreali"
sussurrò. Petali di rosa ricoprivano il pavimento e del
polline punse le narici del cacciatore.
Strinse
un pugno e lo appoggiò contro il petto.
"Certo,
il tempo stringe e presto la maledizione ci reciderà come il
giardiniere ha spezzato la vita di questi fiori".
Tony
inarcò un sopracciglio, si sedette sul letto sprofondando
leggermente e roteò gli occhi.
"Sono
quasi certo che morirò prima io per allergia"
borbottò.
Si
passò le dita sul ciondolo al petto, sollevò lo
sguardo.
"Comunque.
Tony Stark, futura regina a quanto dice la mia agenda. Tu?".
"Thor,
cacciatore di vampiri, qui per proteggerla" disse Thor. Si premette il
braccio contro il petto e fece un inchino.
"Lieto
di servirla e qui per qualsiasi cosa mi richieda" spiegò.
<
Sperando non sia il tipo di persona che mio fratello crede che sia, o
sarebbe capace di chiedermi dell'ex amico di suo padre >
pensò, rabbrividendo.
"Lei
con le sue nozze salverà un popolo". Aggiunse.
Tony
socchiuse gli occhi, stese le gambe e incrociò le braccia
dietro la testa facendo scorrere lo sguardo sui fiori nella stanza.
"E
manderò in rovina il fioraio, se sua altezza leonina ha
intenzione di continuare con i regali anche post-nozze"
ironizzò.
Si
mise seduto a gambe incrociate, poggiò le braccia sulle
ginocchia e arricciò le labbra.
"Mi
chiedo se la fuga che è avvenuta sia successa
perché la donzella era allergica ai fiori".
Thor
chiuse la porta alle sue spalle.
"La
donzella ha preferito l'amore all'immortalità. E ha acuito
le maledizioni di questa terra" spiegò. Abbassò
il capo facendo ondeggiare il proprio codino dorato.
"Però
per noi è solo storia, non ho conoscenza diretta di codeste
persone".
Tony
allargò le braccia sgranando gli occhi, arricciò
il labbro e scosse il capo.
"Cioè,
nessuno sa com'è andata davvero?".
Fece
oscillare il ciondolo al collo, lo ticchettò ripetutamente.
"Ok
che tra poco sarò regina e passerò il tempo a
farmi viziare da quel cucciolo troppo cresciuto, ma era simpatico
sapere perché".
Thor
avvampò e chinò il capo. Scostò una
rosa, le sue dita tozze sfiorarono una spina. Raggiunse una sedia e vi
si accomodò.
"E'
una conoscenza che appartiene a coloro che conobbero la casata reale"
rispose secco.
Tony
mugugnò, scrollò le spalle e si alzò
in piedi.
"Ok.
Quindi il cucciolo lo sa?".
Thor
espirò e appoggiò le mani sulle ginocchia.
"Non
era ancora nato, come voi. Se a tutti questi fiori aggiungessi quelli
d'aglio, i vampiri si terrebbero a distanza da codesta vostra stanza"
spiegò.
Tony
scosse la mano in aria, avanzò verso la porta calpestando i
petali con il naso arricciato.
"I
vampiri non sono un problema, il medaglione magico gli impedisce di
mordermi. Ok, forse non gli impedisce di farmi le avance, ma di quelle
non si muore".
Poggiò
la mano sulla porta, aggrottò la fronte e si
voltò.
"Se
il Re non lo sa, chi potrebbe saperlo?"
Thor
si grattò il palmo della mano, passando le dita tra la
leggera peluria bionda.
"Anche
l'immortalità può avere termine se si incontra
una tragica morte violenta e ciò accadde al sovrano
precedente" spiegò.
Tony
roteò gli occhi, si poggiò di schiena all'uscio.
"Interessante.
Ripeto, chi sa perché ho un ciondolo scaccia vampiri, devo
sposare un leone e cos'è accaduto la generazione
precedente?".
Thor
congiunse le mani e le sue iridi brillarono di riflessi color cobalto.
"Ogni
vostro desiderio è un ordine, perciò
risponderò al vostro quesito.
Ne
è a conoscenza colui che rimase qui come sacrificio" rispose
con voce roca.
Tony
lo guardò, inarcò entrambe le sopracciglia
corrucciando la fronte.
Thor
incrociò le braccia al petto e si sporse verso di lui.
"Al
palazzo volante" rispose con tono serio.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Il prigioniero nel palazzo volante ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
Marvel Crossover.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al “NEON Lights
challenge” a cura di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 536.
★
Prompt: NEON 01.
Cap.10
Il prigioniero nel palazzo volante
Tony
si arrampicava dietro Thor lungo la scala di
corda che ondeggiava sopra il burrone, il vento gli sferzava il viso
insieme ai
capelli scompigliati, il medaglione che aveva nascosto sotto la camicia
brillava. Le sue dita erano intirizzite, il suo corpo rabbrividiva per
il
freddo e le labbra gli erano diventate bluastre, accelerò
l’andatura sentendo
le gambe dolergli.
“Dopo
tutto quel polline un po’ d’aria fresca andava
anche bene, ma non credete che così sia un po’
troppo?!” gridò.
“Questa
è l’unica via. Desiderate tornare indietro mia
futura regina?!” tuonò Thor con voce accurata.
“Sai,
inizio a credere che tu non sia molto convinto
di farmi conoscere la vera storia” disse Tony.
Thor
sospirò e accelerò l’andatura.
“Attento
a non farvi rapire dai vampiri. Potreste
cadere in qualche loro trappola” disse.
Stark
guardò la voragine.
“Al
momento mi preoccupa ‘cadere’ e basta”
sussurrò.
Thor
raggiunse un’immensa porta di legno, la abbatté
con una testata e balzò all’interno, Stark
seguì il cacciatore di vampiri.
Percorsero il corridoio buio, la porta si richiuse alle loro spalle con
un
tonfo.
“Non
vedo molta differenza tra i castelli in aria e
quelli piantati per terra” disse Tony, mentre il riverbero
della sua voce
risuonava tutt’intorno.
“Quella
che voi ‘stranieri’ chiamate tecnologia
è
molto più marcata in questi luoghi. Essa pervade i
‘palazzi volanti’” rispose
Thor. Scesero una serie di scalinate fino a delle segrete, raggiunsero
una
cella, chiusa da delle pesanti sbarre, il cui interno era illuminato da
una
luce al neon.
Il
bagliore vermiglio della luminaria era diventato
così spento da sembrare bianco e riportava la scritta:
“Good vibes only”.
Tony
ghignò.
<
‘Solo buone vibrazioni’ > lesse mentalmente.
“Ammetto
che scritte del genere sono abituato a
trovarle in ben altri luoghi” sussurrò, leggendola.
“Concordo.
È inappropriato per un luogo di prigionia e
dolore” disse Thor. La sua voce rimbalzò sulle
pareti di pietra umida.
“…
Luoghi di perdizione e piacere. La tua voce e il
tuo modo di fare mi sono noti”. S’intromise una
massiccia voce maschile, con un
tono nobiliare. Una figura umana si fece avanti, emergendo dalle
tenebre,
mettendosi sotto la luce del neon.
“Sa
troppo da film se dico che: ‘sono venuto per delle
risposte’? Anche se, in caso ci siano delle belle ninfe con
cui avere un po’ di
perdizione, sarei disponibile anche a quello prima. Sapete, presto
dovrò
sposarmi e diventare regina, non volendo tradire il mio
‘leone cuccioloso’,
non sarebbe male divertirsi
ora” disse Stark.
“Oh,
purtroppo anche io non conosco i piaceri della
carne. Quella scritta è qui anche per ricordarmi
questo” disse il prigioniero.
Thor
corrugò la fronte.
“State
parlando delle case di piacere, vero?”
borbottò.
“Tuo
cugino è destinato, tra tutti gli animali, a
essere un leone temo anche a causa mia. Le maledizioni sanno avere un
senso
dell’umorismo crudele. Mi presento, io sono Lionel Luthor.
L’uomo che tuo padre
ha sacrificato per se stesso e per il suo amore” rispose
l’uomo. Aveva dei
capelli lunghi aggrovigliati e il viso emaciato, ma il portamento era
nobiliare. Adagiò un libro accanto al letto su cui era
accomodato, gli occhi
cerchiati da profonde occhiaie. La luce del neon faceva risaltare la
copertina
sbiadita del tomo e il titolo: “Storia medievale”.
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Capitolo 11 *** Cap.11 Sick ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=Zxd-N0bKrVI.
Song: Sick of it.
Cap.11 Sick
Il
bagliore della luminaria era di un
rosso che tendeva al bianco e riportava la scritta: “Good
vibes only”.
Illuminava
in parte la cella.
Tony
fece scorrere lo sguardo sull'uomo,
si allontanò di qualche passo e sogghignò.
"E
come ti ha convinto, ah? Perché
dubito tu sia un volontario".
Thor
cercò di leggere il titolo del
libro dell'uomo.
<
Le loro domande sono così pressanti
che m'ignorano > rifletté.
"Oh,
l'amore malato per tuo padre
mi aveva travolto. Non c'era cosa che non avrei fatto per lui. In fondo
la mia
maledizione è eterna. Si spezzeranno quelle di tutte quando
sposerai tuo
cugino, meno che la mia.
La
storia insegna che tutti i nobili
vogliono un erede, ma soltanto qualcuno che possa portare lustro.
L'unico
modo per liberarmi è che tu dia
un'erede a tuo cugino, ma se sei simile a tuo padre non ti vedo
propenso a
diventare un involucro che sforna figli.
Ed
è la colpa della principessa che ha
richiamato i vampiri in queste terre" spiegò Lionel.
Lionel
si slacciò i bottoni delle maniche della camicia e
posò un libro
sullo scaffale, aveva la copertina decorata da lettere d'oro.
"Quando
ti ho detto di scoprire nuovi territori da offrirmi in
compravendita, non intendevo nuove conquiste femminili" disse.
In
sottofondo risuonava la cavalcata delle Valchirie.
Lionel
si affacciò dal soppalcò, guardando Howard sotto
di lui.
Lionel
si slacciò i bottoni delle maniche della camicia e
posò un libro
sullo scaffale, aveva la copertina decorata da lettere d'oro.
"Quando
ti ho detto di scoprire nuovi territori da offrirmi in
compravendita, non intendevo nuove conquiste femminili" disse.
In
sottofondo risuonava la cavalcata delle Valchirie.
Lionel
si affacciò dal soppalcò, guardando Howard sotto
di lui.
Howard
sogghignò, alzando una mano e agitandola per salutarlo. Si
voltò,
poggiandosi ad un tavolinetto con la schiena.
"Quando
hai una chance, perché lasciare perdere?" chiese.
Arricciò
le labbra facendo tremare i baffetti.
"Non
dirmi che sei già stanco di questo panorama!".
Lionel
si leccò le labbra e scese le scale, intravide le gambe di
Howard e
ghignò.
"Il
problema è che quel panorama tu adesso vuoi offrirlo a
un'altra" disse. Lo raggiunse con passo cadenzato, avvertendo un calore
al
bassoventre.
Appoggiò
le mani sul tavolo, sul ripiano di legno e curvò la schiena,
il
pantalone gli aderiva stretto all'inguine.
Howard
gli si strinse contro, si sporse verso di lui e soffiò,
facendo
ondeggiare i vaporosi capelli di Lionel.
"Oh,
se sei 'malato' per questo, posso darti un po' della medicina
proprio su questo tavolo".
"Sì,
sono decisamente malato" rispose Luthor.
Thor
digrignò i denti.
"Abbiamo
perso tutti così tanti per
la felicità di una coppia sola" sibilò.
<
Io ero pronto a rinunciare
all'amore che provo per Loki > pensò, avvertendo una
fitta al petto.
Tony
si portò una mano al petto, sopra
la maglia, coprendo con il palmo il medaglione scintillante.
"Sai
cosa mi hai appena ricordato?
Che siamo una famiglia di geni manipolatori" disse.
Sogghignò,
socchiudendo gli occhi
castani.
"Il
leoncino mi piace, e
sinceramente lo terrei volentieri morbido e caldo, ma non sono fatto
per avere
figli, quindi direi che spezzerò la maledizione come fa uno
Stark: inventando
qualcosa di migliore del proprio padre".
Lionel
fece una risata roca.
"Uh.
Sai, lui sperava di avere un
figlio che potesse definire 'la sua più grande invenzione'.
Vedremo se andrà
così" disse.
Thor
posò una mano sulla spalla di Tony.
"Salverai
anche i vampiri?"
chiese.
Tony
guardò verso Thor, gli fece
l'occhiolino e gli diede una pacca sul braccio muscolo.
"E
le fate dei boschi, se dovessero
essercene. D'altronde, chi meglio di me può far di
più di me stesso?".
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Capitolo 12 *** Cap.12 Il Regno Mistico del Male Celeste ***
Cap.12
Il Regno Mistico del Male Celeste
Dagli
alambicchi sugli alti scaffali di
legno impolverati si alzava del fumo, che copriva in parte il vetro e
il
contenuto verde smeraldo.
Pulsantiere
erano un po' ovunque, in
ottone e rame.
Leve
di legno sagomato si alzavano da
strani box di metallo, il pavimento era ricoperto di viti e chiodi.
Una
sedia di legno massello era
appoggiata davanti a una pesante scrivania ricoperte di documenti e
fogli
sparsi.
Accanto
a una parete ricoperta di
ingranaggi stava Thor, intento a controllare suo fratello seduto in una
gabbia
arrugginita.
"Ancora
mi sorprende la celerità
con cui sei riuscito ad avere la meglio su di lui.
Se
non sapessi che è impossibile, e che
è stata sicuramente la sorte, direi che è venuto
di sua volontà..."
borbottò il cacciatore - contadino.
Tony
si sistemò gli occhialoni da
saldatore mentre camminava davanti alle leve.
"Secondo
me io e il mio ciondolo
gli piacciamo e vuole assaggiarmi".
Tirò
una leva facendo alzare uno sbuffo
di fumo, raggiunse una sedia e si accomodò, prese in mano il
medaglione
azzurro.
"E
a proposito, penso che con il
medaglione troverò un'alternativa al finale da favola
Disney".
Thor
lo guardò con aria incuriosita.
"Sembrate
sicuro nella vostra
via" sussurrò.
"Secondo
me è sempre più un ottimo
aperitivo" disse Loki con sguardo avido.
Odori
pungenti si mescolavano nello
stanzone.
Thor
lo osservò muoversi avanti e
indietro per la stanza, leggendo e consultando, finendo e ricominciando
una
ventina di libri.
<
Vedere la sua energia è una gioia
per gli occhi.
Mi
ricorda una cosa che ho dimenticato,
nella tristezza di queste terre maledette: sono ancora vivo >
pensò.
Tony
sbuffò, scompigliandosi i capelli
arruffati.
"Tutto
quanto deriva da una
maledizione demoniaca, un patto che i sovrani fecero per potenziarsi.
Se
ricacciamo indietro il demone, tutte le maledizioni spariranno"
spiegò.
"Ricacciamo?"
chiese Thor, con
aria sorpresa.
<
Un demone? Non conoscevo storie
così antiche da narrare l'origine stessa della dinastia dei
nostri sovrani. Ha
scoperto così a fondo in così poco tempo? Ho di
fronte un prodigio! > pensò,
impallidendo.
Tony
posò un libro, si sedette e prese a
giocherellare con il ciondolo.
"Se
vuoi faccio da solo, ma siete
tutti comunque invitati".
"Ed
io cosa ci guadagnerei?"
domandò Loki.
Tony
si alzò, raggiunse la gabbia e
sorrise.
"Torneresti
umano, per cominciare.
E poi potrei prestarti il mio magico ciondolo".
<
Ha forse trovato il modo per
sconfiggere anche la maledizione?
Che
il vampirismo sia stato destato dal
medesimo peccato che portò i sovrani a essere signori e
prigionieri a un tempo
di questa terra? > s'interrogò Thor.
"Per
far questo vuoi aprire gli
abissi degl'inferi?" domandò con voce tremante.
Tony
si voltò, afferrò una tazza di
caffè e lo ingurgitò.
"No,
voglio andare a Disneyland.
Certo che apro gli inferi, come ci rimetto dentro il demone
sennò?".
"Andiamo
fratello. O vuoi dirmi che
per me non lo faresti?" chiese Loki con voce tra il conciliante e il
trillante.
Thor
strinse gli occhi e respirò
pesantemente.
"Salvare
te e questa terra insieme?
Affronterò la morte se necessario" tuonò.
Tony
sogghignò e sollevò il bicchiere di
caffè.
"Io
preferisco restare vivo, quindi
mi fa piacere se vieni anche tu, Conan".
"Un
po' di aiuto da un 'vero'
cacciatore come me è quello che ti serve.
Magari
dopo, in caso di vittoria, puoi
offrirmi un altro tipo di drink" propose Loki, facendogli l'occhiolino.
Tony
ridacchiò, posò il bicchiere e aprì
la gabbia in cui era Loki.
"Se
vinciamo, avrai il tuo
drink" promise.
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Capitolo 13 *** Cap.13 Red night ***
Scritto per il We are out for prompt;
col prompt: -Thorki,
vampire!au
Cap.13 Red night
Conglomerati di energia rossa
apparivano sulle pareti di
pietra scura della stanza, illuminando di vermiglio
l’ambiente, dando vita a
lunghe ombre deformate di un intenso color rubino.
L’unica fonte di luce,
nelle pause di tempo tra
un’apparizione e l’altra degli ammassi di energia,
erano gli occhi color sangue
del vampiro.
Thor era sdraiato ignudo sul letto,
adagiato su un fianco.
Il suo corpo abbronzato e muscoloso risultava esangue alle sinistre
luci che si
susseguivano, le ombre del baldacchino si allungavano sul suo fisico
massiccio.
I lunghi capelli biondi gli ricadevano davanti al viso, affondato nel
cuscino.
Loki si sedette sul bordo del letto e
gli accarezzò le
spalle massicce.
“Questa probabilmente
sarà la mia ultima notte al massimo
potere come signore delle tenebre. Dobbiamo goderne ogni
momento” sussurrò.
< Il nostro rapporto fraterno
è sempre stato peccaminoso.
Anche se fossimo stati dei banali contadini o mugnai, avremmo comunque
intessuto una vita d’inganni e sotterfugi. Ad unirci,
però, è anche il piacere
della caccia, l’ottenere il nostro scopo. Il sudore, la
velocità e il pericolo ci
rendono vivi e umani, esattamente come la passione in questi momenti
>
pensò.
Da fuori del palazzo si udivano gli
sbuffi di fumo di una
macchina steampunk che veniva rimessa in modo.
“Dai piccola, sono convinto
che tu mi possa portare dove
voglio. Ti chiedo solo uno sforzo!”. La voce di Tony, per
quanto bassa, fu
captata dalle orecchie sensibili del vampiro.
Loki mordicchiò il collo
del fratello e lo sentì mugolare
nel sonno, gli accarezzò le spalle e scese fino ai suoi
glutei nudi, creando
dei cerchi concentrici con il movimento delle sue dita affusolate.
< Per quanto io possa
desiderare il sangue di altri
mortali e possa divertirmi con loro, intrattenendomi in ogni tipo di
passatempi… Tu sei l’unico amante che voglio
sentire gridare all’apice del
piacere. Oh, mio cacciatore, tu sei l’unica preda che
desidero sottomettere
> pensò. Conficcò i canini aguzzi nel
collo di Thor, ma non succhiò il
sangue. Iniettò una sostanza che lo fece mugolare eccitato,
abbandonato sulle
lenzuola tiepide del suo calore.
Thor gorgogliò nel sonno,
stendendosi a faccia in giù,
mentre le dita sottili del fratello gli scivolavano lungo le spalle
massicce.
< Sono forse impazzito a voler
seguire un umano fin
dentro gl’inferi? Eppure lui sembra sapere cosa fa.
Chissà se in questo
momento si sta godendo le attenzioni del
suo leone, prima di poter giacere tra le braccia di un semplice umano,
fragile
e timido > rifletté Loki, accarezzando i glutei sodi
del fratello. Lasciò
che le sue mani indugiassero sulla pelle liscia.
Thor strusciò il viso
contro il letto, le gambe frementi e
leggermente socchiuse.
< Il nostro sovrano
è già caduto preda del fascino di
quell’uomo. Un po’ mi dispiace non aver potuto
assaggiare il suo sangue… >
rifletté Loki. Posò un bacio sul collo di Thor,
sfiorandolo con i canini aguzzi
e candidi da vampiro.
Socchiuse gli occhi e si
voltò lentamente.
< Sento l’odore del
nostro sovrano. Che Stark sia
riuscito addirittura a convincerlo ad uscire e seguirlo nella folle
avventura
che ci aspetta?
Vedremo finalmente il leone ruggire
in battaglia? > si
domandò. I conglomerati assunsero la forma di rose
luminescenti, apparendo
sempre più spesso e numerose.
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Capitolo 14 *** Cap.14 Il demone viene esiliato ***
Cap.14 Il demone viene esiliato
Loki appoggiò Thor contro
la parete, detergendogli la fronte
sudata con una pezzuola.
“Tutto bene?”
domandò.
Il fratello annuì
lentamente, aveva metà del viso ricoperta
di sangue, compresi i suoi lunghi capelli si erano sporcati, ed una
ferita all’altezza
del fianco.
La sua respirazione era resa pesante
dai gas sulfurei della
caverna.
“Quello…
cos’è…” biascicò,
indicando con la testa lo
scontro.
L’immenso demone cornuto
cercava di schiacciare un’armatura
di metallo, che saltava da una parte all’altra, tra i
cadaveri di demoni minori
squarciati.
Altri minion venivano divorati
dall’immenso principe leone.
Il suo ruggito furente risuonava sul continuo gocciolare della caverna,
mentre
le sue fauci si spalancavano, il suo corpo muscoloso balzava sui nemici
atterrandoli.
“A quanto pare Stark sta
usando la magia del ciondolo come
fonte di energia per alimentare quell’arma”
spiegò il vampiro. Guardava Thor
con aria preoccupata, l’odore del sangue gli faceva girare la
testa, vedeva
sfocato e la ‘sete’ lo dilaniava
dall’interno.
Thor si avvicinò le gambe
al petto, dolorosamente,
appoggiando la testa sulle ginocchia, stringendo un paletto con la mano
sudata.
“Devo andare ad aiutare
quell’’Uomo di Metallo’”
biascicò,
cercando inutilmente di rialzarsi poggiandosi contro la parete di
roccia.
Loki gli posò le mani
sulle spalle e negò con la testa,
guardandola negli occhi.
“Lascia che ‘Iron
Man’ ce la faccia da solo. Questa è una
battaglia con cui dimostra di essere degno come re.
Tu hai già dimostrato il
tuo valore. Senza la tua forza e la
tua inarrestabile avanzata, non saremmo riusciti ad arrivare fin
qui” disse.
Thor arrossì.
< Mai aveva sprecato delle
parole così gentili per me
> pensò. Con mano tremante gli accarezzò
la testa, infilandogli le dita tra
i capelli mori, mentre le urla risuonavano tutt’intorno.
“Una volta tornato umano,
mi vorrai ancora? O dedicherai la
tua vita a evitare simili peccati?” biascicò.
Loki gli morse a sangue il labbro,
premendogli la testa
sulla sua, succhiando piano il suo sangue.
“Il desiderio
rimarrà intatto. Lo sai, fratello, non sono
mai stato un santo” soffiò.
< Non è
più in condizioni di combattere. Se si unisse
nuovamente allo scontro, caparbio com’è, si
farebbe ammazzare.
Non voglio perderlo. Lui è
mio > pensò.
Tony riuscì a lanciare un
raggio dal ciondolo, il braccio
del demone si staccò e le sue urla di rabbia e dolore fecero
ruggire sofferente
il leone, che cercò inutilmente di appiattire le orecchie
per non sentirlo.
Tony digrignò i denti,
stordito dai prolungati lamenti del
nemico.
< Qualcosa mi dice che quei
due piccioncini non mi
aiuteranno e Victor è allo stremo.
Questo ‘coso’
è una specie di laser che elimina la
malvagità…
inizio a credere che mia madre fosse davvero una donna in gamba, non
che sotto
sotto non lo sapessi già.
Devo trovare un modo per mettere fine
allo scontro. Vorrei
poter dire per cancellare gli errori di mio padre, ma… Per
amore c’è davvero
poco che non farei anche io. Una parte di me, in realtà, nel
profondo, era
disposta persino a diventare ‘madre’, ma…
Questa maledizione deve avere termine
> pensò. Utilizzò
il raggio per volare, in maniera discontinua e oscillando, fino al
soffitto. Si
afferrò con una stalattite.
“Voi non potete fare
niente, miseri mortali. Persino la
morte s’inginocchia a me, io sono ineluttabile”
tuonò il demone. Le ampie corna
ai lati della sua testa sembravano due gigantesche asce, la sua forma
gargantuesca si dimenava.
“Io sono Ironman”
rispose Tony. Si diede la spinta con i
piedi sulla stalattite e saltò, puntò il laser e
sparò, incanalando tutta la
sua energia.
La testa della creatura
finì in cenere, mentre la carcassa
decapitata si trasformava in una cascata di sangue man mano che
arrivava per
terra.
Tony precipitò, Victor
saltò al volo e lo prese, corse fuori
inseguito dal fiume di sangue. Loki, nel frattempo, si era caricato il
fratello
in spalla, e, a fatica, volò fuori insieme a loro.
Fuori dalla caverna splendeva il
sole, man mano i peli di
Victor scomparivano e la sua figura si riducevano.
Tony arrossì, fissando i
suoi occhi blu zaffiro brillare di
riflessi color indaco. Iniziò a liberarsi dei pezzi di
rottame in cui si era
trasformata la sua armatura, mentre Loki riatterrava, incapace di
levitare
ancora, e i suoi denti da vampiro si ritiravano.
“Tutto è bene
quel che finisce bene” disse Thor, aveva i
denti sporchi di sangue.
“Finisce? No, inizia. Ho
sempre l’intenzione di chiedere in
sposa la mano dell’uomo che amo”
sussurrò Victor, accarezzando delicatamente la
guancia di Tony con il dorso della mano.
“Forse dovrei cantare
‘Stia con noi’ per l’occasione”
ironizzò Tony. Gli altri tre lo guardarono con aria confusa.
“Lasciate stare.
Piuttosto, ora che il demone è sconfitto e lo abbiamo
ricacciato agl’inferi,
sarà meglio chiudere il passaggio; prima che riesca lui e
qualche suo amico”
disse Stark.
“Mi metto a lavoro
immediatamente, ma voi cercate di curare
mio fratello” disse Loki. Socchiuse gli occhi e
ghignò. “… E poi, se voi fa lo
stesso, voglio quel drink”. Aggiunse.
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Capitolo 15 *** Cap.15 Il matrimonio ***
Cap.15 Il matrimonio
Luthor si appoggiò contro
una colonna di pietra, osservò
Tony avanzare lungo l’arcata della chiesa e scosse il capo.
< Quante volte Howard avrebbe
voluto fare lo stesso con
me? Sono stato io ad allontanarlo, a non aver permesso che la nostra
relazione
non fosse altro che qualcosa di malato.
Ho voluto pagare per aver permesso
che un’altra rubasse il
suo cuore > pensò. I lunghi capelli scompigliati gli
ondeggiavano intorno al
viso.
Tony si fermò davanti al
sacerdote bardato da pesanti
casacche dorate. In prima fila c’erano Thor e Loki, vestiti
come due principi.
Victor entrò
all’interno della navata della chiesa, mentre la
melodia dell’organo iniziava a risuonare.
< Mostri e creature sono
tornati umani. Mi chiedo se
rimpiangeranno una triste e vuota immortalità, ora che la
morte tornerà a far
loro visita. La sofferenza verrà dimenticata, ma la forza no
> rifletté
Luthor.
Osservava i capelli mori del sovrano,
i suoi intensi occhi
blu, il suo portamento regale e la maschera di metallo che indossava
sul volto.
La luce che entrava dalle grandi
vetrate colorate gl’illuminava
la corona sul capo.
< Lui di sicuro ha trovato la
gioia. Desiderava queste
nozze con tutto se stesso. Sarebbe stato pronto a prolungare la sua
dannazione,
a vendersi l’anima, solo per arrivare a questo giorno.
Tutto questo amore che trionfa,
nonostante io abbia
riguadagnato la mia insulsa libertà, mi da la nausea.
Alla fine dei giochi, non mi sento di
aver realmente
guadagnato nulla >. Sentiva un sapore acido in bocca.
Loki appoggiò la testa
sulla spalla del fratello.
“Le cerimonie
così lunghe mi annoiano, ma vedere Stark
vestito da sposa ne vale la pena.
Non sarò più un
vampiro, ma mi rendo conto che la nostra ‘futura
regina’ resta un bel bocconcino”. Guardò
Thor digrignare i denti di sottecchi e
ridacchiò. “Lo sai che sto cercando
d’ingelosirti, vero?” bisbigliò con voce
inudibile.
Il resto degli ospiti guardava rapito
il sovrano, intento ad
arrivare all’altare.
“La tua lingua biforcuta
non riuscirà a rovinare un così bel
giorno, fratello. Anche perché il sovrano ha detto che
cambierà le nostre
carte, non ci farà più risultare fratelli.
Così potremo sposarci anche noi”
bisbigliò Thor. La sua voce tonante risultava possente anche
mentre
bisbigliava.
Victor raggiunse Tony con aria
commossa, il maggiordomo gli
si avvicinò con un cuscinetto su cui erano poggiati due
antichi anelli d’oro.
Le due fedi avevano inciso il simbolo della casata.
Il salmodiare del sacerdote era
basso, sibilante.
“Spero di riuscire a
sentire quando devo dire sì” scherzò
Tony rivolto al futuro marito.
Victor sorrise al cugino, mostrando i
denti chiari attraverso
la fessura che la maschera metallica aveva all’altezza della
bocca.
“Al massimo ti
farò un cenno. Mi è rimasto un buon
udito” lo
rassicurò.
Tony arrossì, vedendo che
l’altro gli sfiorava la mano con
la propria.
“La prima cosa, finito qui,
sarà una bella luna di miele a
Venezia, è tempo che tu veda qualcosa di diverso rispetto a
queste vecchie
facce ammuffite. Magari nel ritorno facciamo anche una capatina al Gran
Premio
di Montecarlo” mormorò.
“Qualsiasi cosa vorrai,
‘mio re’” giurò Victor.
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