Uno splendido disastro

di louisanna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo - Allarme Rosso - parte1 ***
Capitolo 2: *** 1° Capitolo - Allarme Rosso - parte2 ***
Capitolo 3: *** 1° Capitolo - Allarme Rosso - parte3 ***
Capitolo 4: *** #throwback ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo - Allarme Rosso - parte1 ***


1° Capitolo

Allarme Rosso

parte 1

...

Tutto in quel posto mi urlava che ero dove non dovevo essere. Le scale erano malandate, gli spettatori pigiati spalla a spalla scalmanati, e l’aria puzzava di sudore, sangue e muffa. L’atmosfera si fece del tutto confusa quando i presenti cominciarono a gridare nomi e numeri, ad agitare le braccia, a scambiarsi denaro in mezzo al baccano. Mi feci largo tra la folla tallonando la mia migliore amica.

«Tieni i soldi nel portafoglio Annah!» mi gridò Felicia. Il suo sorriso brillava persino nella luce fioca.
«Stammi vicino! Quando inizierà, sarà peggio!» urlò Harry per sovrastare il baccano. Guidandoci in quella marea di gente, Felicia afferrò prima la sua mano e poi la mia. Il gemito acuto di un megafono squarciò l’aria fumosa. Quel suono mi spaventò e sussultai, cercandone la fonte. Un ragazzo in piedi su una sedia di legno teneva un rotolo di banconote in una mano e il megafono nell’altra.
«Benvenuti al bagno di sangue! Se state cercando Economia 101… siete nel posto sbagliato! Ma se cercate il Cerchio, questa è la Mecca! Io sono Adam, stabilisco le regole e do inizio all’incontro. Le scommesse si chiudono quando gli avversari scendono in campo. E’ proibito toccare i lottatori, prestare soccorso, cambiare la posta in gioco e invadere il ring. Se infrangete queste regole, vi faremo sputare l’anima, vi cacceremo a calci in culo e ci terremo i vostri soldi. Vale anche per voi, signore! Perciò, ragazzi, non usate le vostre troiette per imbrogliare!».
Harry scosse le testa. «Gesù, Adam!» gridò, disapprovando la scelta di parole dell’amico.
Il cuore mi batteva forte nel petto. Con il mio cardigan rosa di cachemire e gli orecchini di perle mi sentivo come un’educanda su una spiaggia di nudisti. Avevo promesso a Felicia che avrei affrontato qualsiasi cosa mi fossi trovata davanti, ma in quel momento provai l’impulso di aggrapparmi al suo braccio sottile come uno stecchino. Non mi avrebbe mai messa in pericolo, ma mi trovavo in un seminterrato con una cinquantina di studenti ubriachi, assetati di sangue e soldi, e non ero del tutto certa che ne saremmo usciti illesi. Da quando Felicia aveva conosciuto Harry all’orientamento matricole, lo accompagnava spesso agli incontri clandestini negli scantinati della Eastern University. Si tenevano sempre in luoghi diversi, che restavano segreti fino a un’ora prima dell’inizio. Di solito frequentavo ambienti più tranquilli, e l’esistenza del mondo sotterraneo della Eastern mi sorprese. Harry invece lo conosceva ancora prima di iscriversi: Louis, suo compagno di stanza e cugino, combatteva da sette mesi. Correva voce che da matricola fosse stato il pugile più temibile che Adam avesse visto nei tre anni di vita del Cerchio. All’inizio del secondo anno Louis era ormai imbattibile, e con le vincite lui e Harry pagavano agevolmente affitto e bollette. Adam portò ancora il megafono alla bocca, mentre le urla crescevano a dismisura: «Stasera abbiamo un nuovo sfidante! L’astro della lotta Marek Young!». Seguì un’ovazione e all’ingresso del ragazzo la folla si divise come il mar Rosso, creando un cerchio tra fischi e provocazioni. Marek saltellava, flettendo il collo con aria seria, concentrata. Il vociare del pubblico si placò fino a diventare un sordo boato, poi dalle grandi casse collocate all’altro capo del locale si riversò una musica assordante e io mi tappai le orecchie. 
«Il prossimo contendente non ha bisogno di presentazioni ma, siccome mi fa una fottuta paura, lo presenterò lo stesso! Ragazzi, tremate, ragazze, attente alle mutandine! Ecco che arriva Louis “Mad Dog” Tomlinson!»
Il frastuono salì alle stelle non appena Louis comparve sulla soglia. Fece il suo ingresso a torso nudo, rilassato e impassibile. Avanzò con disinvoltura fino al centro del Cerchio, toccò con i pugni le nocche di Marek e i suoi muscoli sodi guizzarono sotto la pelle tatuata. Si protese in avanti e sussurrò qualcosa all’orecchio dell’avversario, che faticò a mantenere l’espressione severa. I due combattenti, vicinissimi, si guardarono negli occhi: lo sguardo di Marek era truce, mentre Louis sembrava vagamente divertito. Arretrarono di qualche passo e Adam diede il segnale al megafono. Marek si mise in guardia e Louis attaccò. Quando la folla mi bloccò la visuale, mi alzai in punta di piedi e mi spostai di lato per riuscire a vedere qualcosa. Pian piano, mi feci strada nella calca urlante. Tra spallate e gomitate nei fianchi, fui scagliata di qua e di là come la pallina di un flipper, ma scorsi le teste dei due avversari e continuai. Raggiunta la prima fila vidi le braccia robuste di Marek afferrare Louis, cercando di gettarlo a terra. Nel momento in cui si chinò, Louis gli diede una ginocchiata in faccia e attaccò prima che potesse riprendersi, bersagliandogli di pugni il volto insanguinato. In quell’istante, venni strattonata all’indietro.
«Che diavolo combini Annah?» disse Harry, con le dita strette saldamente attorno al mio braccio.
«Là dietro non vedevo nulla!» gridai.
Mi girai mentre Marek tirava un pugno poderoso. Louis si voltò e per un attimo pensai che lo avesse solo schivato, invece fece una rotazione completa su sé stesso e colpì con il gomito il centro esatto del naso dell’avversario. Il sangue mi schizzò addosso e m’imbrattò il viso e il cardigan. Marek crollò a terra con un tonfo e per un breve istante nella stanza calò un silenzio totale. Adam gettò un panno scarlatto sul corpo inerte e la folla esplose in un boato. Il denaro passò di nuovo di mano in mano, e sui volti dei presenti comparvero espressioni diverse, alcune compiaciute, altre deluse. Nel trambusto generale venni spintonata. Alle mie spalle Felicia mi chiamò, ma ero ipnotizzata dalla striscia rossa sui miei vestiti , che andava dal petto alla vita. All’improvviso la mia attenzione fu attirata da un paio di pesanti stivali neri. Alzai lo sguardo: jeans sporchi di sangue, addominale perfettamente scolpiti, un petto nudo tatuato madido di sudore e intensi occhi azzurri. La folla mi spinse in avanti e Louis mi afferrò appena prima che cadessi.

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Capitolo 2
*** 1° Capitolo - Allarme Rosso - parte2 ***


1° Capitolo

Allarme Rosso

Parte 2

...
«Ehi! State lontani da lei!» gridò accigliato, allontanando a spallate chiunque mi si avvicinasse. Alla vista del mio cardigan la sua espressione corrucciata si distese in un sorriso.
«Mi dispiace per il sangue, Pigeon» esclamò, pulendomi il viso con un asciugamano. 
Adam gli diede uno schiaffetto sulla nuca. «Forza, Mad Dog! La grana ti aspetta!»
Louis non distolse lo sguardo da me. «E' un vero peccato per la maglia, ti dona.» Un attimo dopo fu inghiottito dai fan e scomparve.
«Cosa credevi di fare, idiota?» urlò Felicia tirandomi per un braccio.
Sorrisi. «Sono venuta a vedere un incontro, no?»
«Non dovresti neanche essere qui Annah», mi rimproverò Harry.
«Neanche Felicia.»
«Lei non ha cercato di entrare nel Cerchio!» ribatté cupo.
«Andiamo.»
Felicia mi sorrise e mi tolse le ultime tracce di sangue dalla faccia. «Sei una vera rompiscatole Annah. Dio, quanto ti voglio bene!» Mi cinse le spalle e insieme risalimmo le scale, uscendo nella notte. Felicia mi seguì allo studentato e sogghignò alla vista della mia compagna di stanza, Kara. Mi tolsi subito il cardigan insanguinato e lo gettai nella cesta dei panni sporchi.
«Che schifo. Dove sei stata?» chiese Kara dal letto. Guardai Felicia, che si strinse nelle spalle. «Sangue dal naso, a Annah capita spesso. Non lo sapevi?» Lei inforcò gli occhiali e scosse la testa.
«Be', adesso lo sai.» Mi fece l'occhiolino e chiuse la porta dietro di sé. Meno di un minuto dopo, il mio cellulare vibrò. Come al solito, Felicia mi aveva mandato un messaggio pochi secondi dopo avermi salutato.
sto da Harry a dom regina del ring
Gettai un'occhiata a Kara, che mi fissava come se da un momento all'altro mi dovesse sgorgare un torrente di sangue dal naso.
«Stava scherzando», esclamai.
Annuì con indifferenza e abbassò lo sguardo sul marasma di libri sparsi sul copriletto.
«Penso mi farò una doccia», dissi afferrando un asciugamano e la trousse dal bagno.
«Avvertirò la stampa», rispose impassibile, tenendo la testa bassa.
L'indomani Harry e Felicia mi raggiunsero per pranzo. Avrei voluto mangiare da sola ma, man mano che gli studenti affluivano in mensa, le sedie attorno a me vennero occupate dai membri della confraternita di Harry o dai giocatori di football. Alcuni erano stati all'incontro, ma nessuno accennò alla mia esperienza a distanza ravvicinata dal ring.
«Harry», chiamò qualcuno. Lui rispose con un cenno. Voltandoci, Felicia e io vedemmo Louis che si sedeva in fondo al tavolo. Era accompagnato da due voluttuose bionde tinte con la maglietta della Sigma Kappa. Una gli si sedette in grembo, l'altra al suo fianco e cominciò a palpargli la t-shirt .
«Sto per vomitare», bofonchiò Felicia.
La bionda in braccio a Louis si girò. «Ti ho sentita,stronza.» Felicia afferrò il suo panino e lo lanciò , mancando per un soffio il volto della ragazza. Prima che questa potesse ribattere, Louis abbassò le ginocchia, facendola cadere a terra.
«Ahia!» strillò lei.
«Felicia è una mia amica. Trovati altre due ginocchia su cui sederti, Lex.»
«Louis!» frignò mentre si rimetteva in piedi. Lui non rispose e si concentrò sul suo piatto. Lex allora guardò l'amica sbuffando, e un attimo dopo tutte e due si allontanarono tenendosi per mano. Louis ammiccò a Felicia. Poi, come se niente fosse accaduto, addentò un altro boccone, si scambiò un'occhiata con Harry e iniziò a parlare con un giocatore di football che gli sedeva di fronte. Fu allora che notai un piccolo taglio sul suo sopracciglio. Anche se molti avevano già lasciato il tavolo, Felicia, Harry e io ci attardammo a discutere dei progetti per il fine settimana. Louis fece per andarsene, ma poi si fermò con noi. Lo ignorai il più lungo possibile ma, quando alzai lo sguardo, notai che mi stava fissando.
«Come dici?» chiese a voce alta Harry portando la mano all'orecchiò.
«La conosci, Lou. E' la migliore amica di Felicia. L'altra sera era con noi», aggiunse. Louis mi rivolse quello che immaginai fosse il sorriso più affascinante del suo repertorio. Con i capelli castani corti e gli avambracci tatuati, emanava sesso e ribellione. Vedendo che tentava di sedurmi, alzai gli occhi al cielo.
«Da quando hai una migliore amica, Fely?» chiese.
«Dal terzo anno delle superiori», rispose lei sorridendomi. «Non ricordi, Louis? Le hai rovinato la maglia.»
Lui ghignò. «Ho rovinato parecchie maglie.»
«Disgustoso borbottai.»
Louis girò la sedia vuota al mio fianco e si sedette appoggiandovi sopra le braccia. «Pigeon, giusto?»
«No», ribattei secca. «Ho un nome.»
Il modo in cui lo guardavo sembrò divertirlo, il che servì solo a farmi infuriare di più.
«Be'? Qual'è?» domandò. Addentai l'ultimo pezzo di mela nel piatto, in silenzio.
«Ti chiamerò Pigeon, allora», osserò con una scrollata di spalle.
Guardai Felicia, poi mi girai verso Louis. «Sto cercando di pranzare.» Lui raccolse prontamente la sfida. «Sono Louis. Louis Tomlinson.»

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Capitolo 3
*** 1° Capitolo - Allarme Rosso - parte3 ***


1° Capitolo

Allarme Rosso 

parte 3

...

«So chi sei», risposi con un tono di sufficienza. Inarcò il sopracciglio ferito. «Lo sai eh?»
«Non montarti la testa. E' difficile non notarti quando cinquanta ubriachi urlano il tuo nome.»  Si raddrizzò leggermente. «Lo fanno spesso.» Alzai di nuovo gli occhi al cielo e lui ridacchiò. «Hai un tic?» 
«Un che?»
«Un tic. Continui a muovere gli occhi.» Lo guardai furiosa e lui esplose in un'altra risata. «Però gli occhi sono incredibili. Di che colore sono, grigi?» domandò avvicinandosi al mio viso. Fissai il piatto, lasciando che i miei lunghi capelli di colore biondo creassero una barriera tra noi. Il modo in cui mi faceva sentire quand'era così vicino mi infastidiva. Non volevo essere come tutte le altre ragazze della Eastern, che arrossivano in sua presenza. Non devo assolutamente lasciarmi condizionare.
«Non pensarci neanche, Louis. E' come se fosse mia sorella» , lo ammonì Felicia.
«Tesoro», osservò Harry, «gli ha appena detto di no. Adesso chi lo ferma più?»
«Non sei il suo tipo», ribatté lei, cercando di prendere tempo.
Louis si finse offeso. «Io sono il tipo di tutte!» Lo guardai di sottecchi e sorrisi.
«Ah! Un sorriso. In fondo, non sono uno sporco bastardo», esclamò ammiccando. «E' stato bello conoscerti, Pidge.» Girò attorno al tavolo e sussurrò qualcosa all'orecchio di Felicia. Harry gli tirò una patatina fritta. «Stai alla larga dall'orecchio della mia ragazza, Lou.»
«Sono una persona socievole, lo sai!» Louis indietreggiò, sollevando le mani con aria innocente. Alcune ragazze lo seguirono ridacchiando cercando di attirare la sua attenzione. Lui aprì loro la porta e quelle per poco non urlarono di gioia. Felicia scoppiò a ridere. «Sei nei guai, Annah.» 
«Cosa ti ha detto?» domandai sospettosa.
«Vuole che la porti da noi, vero?» disse Harry. Felicia annuì e lui scosse la testa. «Sei una ragazza sveglia, Annah. Ti avverto: se ci caschi e finisci per perdere la testa, non prendertela con me e Felicia, d'accordo?» 
Sorrisi. «Non ci cascherò Haz. Ti sembro forse una di quelle oche bionde?»
«Non succederà», lo rincuorò Felicia toccandogli il braccio. 
«Non è la prima volta Fely. Sai quante volte mi ha incasinato la vita? Seduce e abbandona la "migliore amica" di turno, e d'un tratto frequentarmi diventa un conflitto d'interesse, perché significa fraternizzare con il nemico! Annah ti avverto», aggiunse rivolto a me. «Non ti azzardare a proibire a Fely di uscire con me solo perché ti sei lasciata abbindolare da Lou. Considerati avvisata.»
«Apprezzo il consiglio, ma è superfluo.», risposi. Cercai di rassicurarlo con un sorriso, anche se sapevo che quel pessimismo nasceva da anni di scottature subite a causa di Louis. Felicia mi salutò allontanandosi con Harry e io afferai lo zaino, avviandomi in aula per la lezione pomeridiana. Socchiusi gli occhi alla luce intensa del sole. La Eastern era proprio come avevo sperato, con le sue classi piccole e tutti quei volti sconosciuti. Per me era un nuovo inizio. Potevo finalmente camminare senza essere circondata dai mormorii di chi conosceva, o pensava di conoscere, il mio passato. Mi confondevo in mezzo alle altre matricole studiose e un po' ingenue. Niente occhiate di sottecchi, niente pettegolezzi, niente pietà né giudizi. Solo l'illusione che desideravo vedessero: una Annah Collins normale e vestita di cachemire. Posai lo zaino a terra e mi lasciai cadere sulla sedia, quindi mi chinai per prendere il laptop. Quando mi risollevai, vidi Louis che si era infilato nel banco accanto.
«Bene. Puoi prendere appunti per me», esordì. Masticò la penna che aveva in bocca e sfoderò di nuovo il suo sorriso più seducente. Lo guardai indignata. «Tu non segui questo corso.»
«Certo che lo seguo. Di solito mi siedo lassù», rispose indicando con un cenno la fila più in alto. Un gruppetto di ragazze mi stava fissando e notai una sedia vuota in mezzo a loro. 
Avviai il computer. «Non prenderò appunti per te.» Lui si chinò avvicinandosi tanto da farmi sentire il suo respiro sulla guancia. «Scusami, ti ho offeso in qualche modo?» Sospirai e scossi la testa.
«Allora qual'è il problema?» 
Tenni la voce bassa. «Non ho intenzione di venire a letto con te. Lascia perdere.»
Un sorriso si allargò sul suo volto. «Non ti ho chiesto di venire a letto con me.» Spostò pensieroso lo sguardo sul soffitto. «Giusto?»
«Non sono una della tue ammiratrici, dissi osservando le ragazze alle nostre spalle. «I tatuaggi, il fascino infantile e la finta indifferenza non fanno colpo su di me, perciò puoi smetterla con le buffonate, okay?»
«Okay, Pigeon.» Di fronte alla mia scortesia restò fastidiosamente impassibile. «Perché stasera non vieni da noi con Felicia?» Sogghignai alla richiesta, ma lui si avvicinò di più. «Non sto cercando di scoparti, voglio solo frequentarti.»
«Scoparmi? Ma come fai a portartele a letto se parli così?» Lui scoppiò a ridere e scosse la testa. «Vieni e basta. Non flirterò nemmeno, lo giuro.»
«Ci penserò.»
In quel momento entrò il professor Chaney e Louis si concentrò sulla cattedra. Tuttavia, sul volto gli era rimasto un vago sorriso, che accentuava la fossetta che aveva sulla guancia sinistra. Più sorrideva, più avrei voluto detestarlo, eppure quel sorriso mi rendeva impossibile farlo.
«Chi mi sa dire quale presidente aveva una moglie strabica e bruttissima?» domandò Chaney.
«Mi raccomando, annotalo.», sussurrò Louis. «Mi servirà per i colloqui di lavoro.»
«Sst», dissi, scrivendo ogni parola del professore. Lui sorrise e si rilassò. Durante la lezione, tra uno sbadiglio e l'altro si appoggiò più volte alla mia spalla per guardare il monitor. Mi sforzavo di ignorarlo, ma la sua vicinanza e i muscoli possenti del suo braccio mi creavano non poche difficoltà. Continuò a giocherellare con il bracciale di pelle nera che aveva al polso finché Chaney non terminò la lezione. A quel punto mi affrettai a raggiungere la porta e a percorrere il corridoio. Proprio quando credevo di essere a distanza di sicurezza, Louis mi si affiancò. «Ci hai pensato?» chiese mettendosi gli occhiali da sole. In quell'istante ci si parò davanti una brunetta minuti con gli occhi sgranati e l'aria speranzosa. «Ehi, Louis», esclamò con voce cantilenante, toccandosi i capelli. 
Mi fermai, disgustata dal suo tono mellifluo, e poco dopo la superai. L'avevo già vista nell'area comune della Morgan Hall, lo studentato in cui vivevo. In quelle occasioni parlava normalmente e mi chiesi perché pensasse che Louis avrebbe trovato seducente quella voce infantile. Chiacchierò con un tono più alto di un'ottava ancora per un po', dopodiché lui mi raggiunse. Estrasse un accendino dalla tasca, si accese una sigaretta e soffiò uno sbuffo di fumo. «Dov'ero rimasto? Oh, sì... stavi pensando.»
Feci una smorfia. «Di che parli?»
«Hai deciso se verrai?»
«Se dico di sì, smetterai di seguirmi?»
Louis valutò la risposta e annuì. «Sì.»
«Allora verrò.»
«Quando?»
Sospirai. «Stasera. Verrò stasera.»

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Capitolo 4
*** #throwback ***


hello people, I'm back.

mi dispiace non poter continuare questa storia tratta dal libro 'uno splendido disastro'.
Però ora ho cominciato a scrivere una nuova storia.. eccovi il link: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2743494&i=1

leggetela e recensite per sapere cosa ne pensate, spero vi piaccia..  

I love you all 

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