Il pesce rosso non ricorda.

di Eviadiscorrendo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La sedia girevole. ***
Capitolo 2: *** Forse Mary ***



Capitolo 1
*** La sedia girevole. ***


Day 01 - Non ho un titolo

Mi chiamo Eloise e sono quasi sicura di essere stata un pesce rosso nella mia vita precedente. 
La gente dice che i luoghi in cui si passa più tempo sono la scuola, da bambini, l'ufficio e la casa in cui si vive. Perché nessuno pensa al supermercato o al negozio sotto casa che ha ogni sorta di cianfrusaglie?
Io lavoro in un supermercato grande venti volte l'appartamento in cui passo meno della metà della mia miserabile vita da cassiera. Tornando alla questione del pesce rosso, vi spiego perché credo di esserlo stata. Ognuno di voi pensi ad una spiegazione plausibile e cominci a crederci, io non ne ho di storielle da propinarvi.
La mia cassa è la numero tre e non l'ho scelta io, ma sono felice che non mi sia capitata la numero cinque o la numero sette perché sono numeri che non sopporto. Mi lasciano incompleta.
Ogni giorno mi sembra di stare in vedetta, mi sembra di essere una di quelle persone che pilotano gli aerei, un naufrago su un mare o qualcosa del genere, invece sono sulla mia sedia nera girevole. 
Qui arriva tanta gente e se ne vanno tutti. Il tempo di vederli entrare dalla porta scorrevole, perdersi tra gli scaffali di fagioli, pasta e biscotti e andare via. Nel momento in cui arrivano e nel momento in cui se ne vanno, prendono e portano via con sé una parte dell'acqua in cui vivo da buon pesce rosso. 
Afferrare gli oggetti che hanno scelto e comprato è come afferrare le loro abitudini e stabilirne il prezzo. 
Nonostante queste cose che vi sto raccontando, la mia vita è molto più noiosa, con l'unica differenza che per andare a lavorare non devo truccarmi come se facessi un salto ad Hollywood. Al massimo ho la sedia girevole, che amo proprio perché è girevole. 
Comunque sia, l'altro giorno è venuta una signora a fare la spesa che mi ha colpita molto. Non lo so il perché, non aspettatevi mai troppe spiegazioni da me... È già molto se mi ricordo di aver fatto il solito viaggio per arrivare al lavoro. Proprio come i pesci rossi, vedete? Non ci vuole molto a trovare somiglianze se si vogliono trovare.
Ho deciso di tenere un diario per alcune persone che passeranno forse per la prima ed ultima volta alla cassa numero tre, al mio faro a righe bianche e rosse. 
Adesso vado. Se è vero che i pesci rossi dopo tre secondi non ricordano più niente di quanto fatto prima, allora sarebbe bello se potessero scrivere un diario. Controcorrente: io ricordo.

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Capitolo 2
*** Forse Mary ***


La signora Luna, 26/02.

Ha la faccia da persona che si chiama Mary. Certe persone il nome lo indossano; si figura, nella mia mente, come un manto di carne con la zip che le persone tirano su per diventare qualcuno. 
Ha i capelli ramati raccolti in uno chignon morbido e qualche ciocca di capelli sfugge dall'incorniciare quel viso pallido che sembra la Luna quasi piena. Gli occhi marroni sembrano i crateri lunari, lì adagiati timidamente per non spezzare i dolci lineamenti della signora Mary. La bocca è a forma di cuore, minuta, delicata, fragile. Ho quasi paura di chiederle se vuole delle buste perché, dico, questa mi crolla qui davanti come una bambola di porcellana che cade da uno scaffale molto alto. Poi mi toccherà raccoglierne i pezzi e buttarli nel cestino assieme alle carte delle merendine, gli scontrini venuti male, chewingum schifosi e via discorrendo. 
Ha comprato moltissime cose. Secondo me ha cinque figli e il marito si dà da fare per portare i soldi a casa. Anche lei ha l'aria di una che lavora, ma proprio non saprei dove. Ad un Call center? Forse in una merceria, anche se nelle mercerie secondo me ci lavorano principalmente sessantacinquenni che quando non sono in negozio si mettono a cucire e a fare tutte quelle cose che includono stare seduti su una enorme e morbida poltrona bordeaux, con una lampada all'angolo e un giornale poggiato sul bracciolo sinistro. 
Il suo colore preferito è il color vaniglia, si vede chiaramente. Lei stessa è il color vaniglia fatto persona. Non ne sono mai stata più sicura.
Mi ha chiesto ben cinque buste. Tirerà fuori il terzo braccio? Farà irruzione con un furgoncino di nome Carlo (quando si dà un nome alle cose, queste sono più reali)? 
Alla signora Mary, signora Luna, piacciono gli yogurt con i pezzetti di ananas e melone. Li conosco. Sono buonissimi, ve li consiglio. 
Il numero preferito è il sette e lo so perché quando la vedo mi sembra di osservare una creatura piegata su se stessa, più o meno come il sette. Non dico fisicamente piegata su se stessa, perché esteriormente ha una postura ottima e tutta una serie di buone qualità. 
Ah, la signora Mary Luna Sette esce con le sue cinque buste, barcollando per via del peso. Quando le porte scorrevoli si chiudono alle sue spalle mi sento un po' triste, così porto la mano sotto la cassa e, di nascosto da tutti, faccio come per salutarla. E nella mia mente, dico: Ciao signora Mary Luna Sette.

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