Your kiss a withered rose...your lips have buried me

di julierebel17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mattino inoltrato ***
Capitolo 3: *** Strane colazioni... ***
Capitolo 4: *** Una catastrofe... ***
Capitolo 5: *** Idiots... ***
Capitolo 6: *** Equivoci... ***
Capitolo 7: *** Matilde... ***
Capitolo 8: *** Two strange guitarists... ***
Capitolo 9: *** First impression! ***
Capitolo 10: *** E bravo CC! ***
Capitolo 11: *** Perchè lo odi? ***
Capitolo 12: *** Emozioni distruttive ***
Capitolo 13: *** Verità preziose ***
Capitolo 14: *** Parlare troppo ***
Capitolo 15: *** Battute Bollenti ***
Capitolo 16: *** Ricordi Improvvisi ***
Capitolo 17: *** Seconde Possibilità ***
Capitolo 18: *** Rilassati, Christy ***
Capitolo 19: *** Dolci risvegli ***
Capitolo 20: *** Piccoli scont(r)i ***
Capitolo 21: *** Come on, babe! ***
Capitolo 22: *** What the Hell?! ***
Capitolo 23: *** Ti prego, non chiedermi altro ***
Capitolo 24: *** CC se l'è presa... ***
Capitolo 25: *** CC is an asshole! ***
Capitolo 26: *** Dannati vestiti! ***
Capitolo 27: *** Acqua fresca... ***
Capitolo 28: *** Fuori tempo ***
Capitolo 29: *** Strani Cambiamenti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


“Ashley! Ashley! Dove sei?! Ash! Ti prego vieni qui!!!”
Christy si svegliò di soprassalto, erano già tre giorni che non vedeva Ash e le mancava terribilmente.
Vide l’orario segnato dalla sveglia sul comodino: 3.37.
Non erano neanche le quattro del mattino e già era giù dal letto.
“Dannazione!” gridò in preda all’ansia. Controllò il cellulare, nessun messaggio.
Accese il computer, nessuna e-mail.
Era orgogliosa e testarda, forse troppo per potergli dire che aveva bisogno di lui.



#Angolo autrice: salve a tutti! Sono sempre io...Julie! Che dire...ho deciso di scrivere un'altra storia sui BVB (a quanto pare li adoro...) e...ehm...questa volta ci ho messo qualche novità...spero che vi piaccia e che recensiate in molti...se il prologo vi ha incuriositi...continuate pure a leggere! Grazie a tutti! :D baci baci <3
 

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Capitolo 2
*** Mattino inoltrato ***


Camminò un po’ per l’appartamento, avanti, indietro, avanti, indietro, vide Shadow che si stiracchiava accoccolandosi sulla poltrona.
“Gattaccio!” pensò.
Sembrava che quella ragazza ce l’avesse col mondo intero da quando aveva litigato con quel maledettissimo Ashley Purdy.

Era successo circa una settimana prima, a causa di una nuova conquista del “principino”.
“Me la pagheranno, entrambi!” continuava a ripetersi.

Andò in cucina e preparò un caffè, non aveva per nulla voglia di tornare a dormire, prese, infatti il blocco da disegno che riponeva, come sempre, nel cassetto e si mise all’opera.

Disegnò un qualcosa di spaventoso, una sorta di mostro che divorava una persona in miniatura, si trattava di lei, molto probabilmente.
Senza di lui era perduta.
Non voleva ammetterlo, ma senza Ashley la sua vita era diventata fottutamente VUOTA.
“Devo parlargli, forse ho esagerato” cominciò a pensare.
Per una volta, la sua testa dura stava cambiando direzione.
“Devo parlargli, adesso”.
Riprese il cellulare, compose il numero, imparato ormai a memoria:
*Tuuutuuutuuu*
Il cellulare squillava, ma nessuno si degnava di rispondere.
“E’ uno stronzo! Non dovevo telefonargli! Si starà facendo qualche troietta!” disse tra sé e sé.

“Beh, il signorino non dormirà, devo parlare con lui!”.
Cercò nella rubrica il numero di Andy e, nonostante non fossero in ottimi rapporti,
non si perse d’animo.
*Tuuutuuutuuu*
“Pro-pronto?”, il moro rispose assonnato.
“Andy! Sono Chris, senti puoi svegliare Ash e passarmelo?”
“C-Chris?” “Si, Christina” “Tu stai male! Che cazzo vuoi a quest’ora?! Sono le quattro del mattino!” le urlò all’altro capo del telefono.
“Senti caro, ti ho chiesto solo di svegliare Ash, se devi fare tante questioni, buonanotte!”
“Ascoltami tu, CARA, sono da Juliet quindi non ho idea di dove cazzo sia il TUO Ash. Buonanotte!”
Le staccò il telefono in faccia.
Il sangue di Christy cominciò a ribollirle nelle vene. Quell’insulso, inutile, stupido Andrew Dennis Biersack le aveva staccato il telefono in faccia, ma chi diavolo credeva di essere?!

“E adesso? Bah, un altro idiota!” urlò la ragazza lanciando un cuscino contro il muro del soggiorno.
“Posso chiamare CC, certo! Che scema che sono! Lui mi risponderà!” era il suo migliore amico dopotutto.
*Tuuutuuutuuu*
“S-si? Chi è?” rispose il batterista assonnato.
Il tono di Christina cambiò in fretta, con CC era dolce, erano amici di vecchia data e proprio lui le aveva fatto conoscere il bassista pochi mesi prima.
Sembrava quasi un caso il fatto che i loro nomi corrispondessero:
Christian e Christina.
“CC, tesoro, sono Chris”. Christian sussultò ad ascoltare la sua voce, era una chiamata del tutto inaspettata.
“Christy, piccola, che c’è?”
Christina crollò, la corazza le cadde di dosso e le vennero le lacrime agli occhi, l’orgoglio stava dando posto alla tristezza.
“Corri qui, ti prego, non ce la faccio, corri da me!”.
“Cos’hai Christy?” chiese CC preoccupato e l’altra non poté far altro che mugolare un:
“Ti supplico, ho bisogno di te!”
Christian corse a casa sua senza neanche chiederle ulteriori spiegazioni.
Conosceva bene Christina, fin troppo. Erano cresciuti insieme e ciò gli aveva permesso di apprezzarne ogni minimo pregio e difetto.

Bussò e la ragazza senza neanche guardarlo in faccia gli si avventò addosso.
Lo strinse talmente forte che quasi i suoi organi andavano in cancrena.
Il sangue aveva smesso di scorrere. L’ossigeno aveva smesso di entrare nei polmoni.

CC la staccò da sé per un secondo, le disse di accomodarsi su quel divano che aveva ospitato numerose e numerose conversazioni.

La casa era stata lasciata a Christy dai suoi genitori poco prima che si trasferissero, lei era voluta restare a Los Angeles.
Non avrebbe mai abbandonato il suo CC, l’unica persona che l’aveva sempre capita, che l’aveva sempre sostenuta, nonostante gli errori, nonostante le cazzate.
Christian non la giudicava.

In ogni caso, i genitori di Christy si erano trasferiti poco lontano, a Cincinnati.
Lei era ormai cresciuta, aveva ventidue anni circa e riusciva a tirare avanti lavorando.
Aveva deciso di non andare al college per potersi realizzare come musicista e non si era mai pentita della sua scelta.

Seduti sul divano, uno di fronte all’altra, il batterista fece per parlare, ma quella glielo impedì:
“Non ce la faccio più! Fallo tornare qui! Devo parlargli! Ti supplico! Sto morendo! Per favore Chris, aiutami! Aiutami!”
Le lacrime cominciarono a bagnarle la maglia, erano talmente tante che le si offuscava la vista.
“Basta!” le urlò Christian di scatto, spaventandola e stupendola contemporaneamente.
“C-cosa?” disse con un filo di voce.
“Smettila di piangere e non fare la bambina Christy!”
La ragazza si ricompose, asciugò le lacrime e lo guardò dritto negli occhi:
“Cosa devo fare?”
“Nulla, aspetta domani mattina, vieni a casa da noi e parla con Ashley!”
“Non…non ci…riesco” disse balbettando.
“Ci devi riuscire. Devi chiarire questa storia una volta per tutte”.
“M-ma…non”
“Si che puoi, non fare la stupida! Ti ho vista crescere, ti conosco da quando avevi cinque anni e sei sempre stata in grado di cavartela. Vuoi davvero dirmi che un Ashley Purdy può metterti KO?”
“Grazie Chris!” gli disse abbracciandolo energicamente.
“Resti qui?” gli chiese subito dopo.
“Ma si, dai, invio un messaggio a Jinxx. Tu va a dormire, ok? Sembri stanca”
“Sto riposando un sacco, ho preso le ferie”
“I tuoi occhi dicono il contrario”
“Scusa, non volevo mentirti, ti aspetto su?”
“Si, vai tranquilla”.
Christy andò a stendersi nel letto matrimoniale coperta da una maglietta enorme, aspettando che CC salisse in camera.
Lui,invece, telefonò a Jinxx, sperando che non lo bestemmiasse.
Non aveva avuto il coraggio di dire alla sua migliore amica che Ashley non era tornato per la quarta sera consecutiva.
Da quando i due avevano litigato, si stava distruggendo con le sue mani.
O tornava ubriaco, o tornava ubriaco, ma con qualche “poco di buono” o non tornava affatto.

“Jinxx? Lo so che sono le quattro e mezzo, scusa, volevo dirti che resto da Christy per questa notte, ok? Eh si, colpa di Ash, a domani”.

Salì e la trovò in camera, rannicchiata in un angolino del letto, si stese accanto a lei.
La considerava sua sorella minore.

Improvvisamente Christy cominciò a gridare e dimenarsi:
“Ash! No Ash! Non andare! Ti prego!”
Si alzò di scatto, sudata e sconvolta, con gli occhi spalancati.
CC le accarezzò la schiena rassicurandola:
“Shhh, tranquilla piccolina, non è nulla, un brutto sogno, nient’altro, dormi, dai, chiudi gli occhi e riposa”.
Continuò a sfiorarle i capelli finché la ragazza si addormentò, questa volta con un’espressione serena stampata sul volto.
Gli si spezzava il cuore a vederla soffrire così.
Aveva fatto un altro incubo su Ashley. Ci avrebbe dovuto parlare e in fretta…


#Angolo autrice: ecco il primo capitolo, spero che vi piaccia, grazie ai pochi/molti lettori che seguiranno la storia, spero di divertirvi/intrattenervi insomma incuriosirvi e mi raccomando...recensite! :)

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Capitolo 3
*** Strane colazioni... ***


Christy si svegliò  verso le dieci assaporando un buon odore di dolci.
Vide che metà del letto era disfatto e si ricordò di aver invitato CC la sera precedente.
"Christian! Christian!" prese a chiamarlo correndo giù per le scale.
Lo trovòin cucina, con indosso il suo grembiule rosa e le scappòun sorriso:
"Buongiorno Christy! Hai voglia?" disse indicando un enorme piatto di frittelle.
"Oh CC, sai sempre come tirarmi su di morale, grazie!!"
Si sedette e fecero colazione insieme.
"Vado a prepararmi, così andiamo a casa tua e parlo con Ash, che dici?" il batterista non seppe cosa rispondere se non:" D'accordo, ti aspetto qui".
Era nella merda fino al collo.
Telefonò a Jinxx ma non gli rispose.
Provò con Jake, neanche.
Probabilmente stavano dormendo come dei ghiri!
Andy era da Juliet.
Non sapeva come fare, Ashley, quasi sicuramente, a casa non ci era proprio passato.

Christy andò in bagno, si guardò allo specchio per pochi secondi.
"Devo farmi bella per quello stronzo!" pensò.
Era nella media, sia per peso che altezza ma la cosa che la contraddistingueva erano sicuramente i capelli, di natura biondi, ma poco prima di conoscere il bassista aveva deciso di tingerli di verde acido.
Stavano bene con i suoi occhi castani.

Indossòuna maglietta dei Misfits ed un pantalone nero, con degli anfibi.
Si truccò col solito vecchio eye-liner, che non si sa in quale modo non fosse ancora seccato.
Tornò da CC correndo, dopo aver dato una pettinata veloce ai capelli.
"Come sto?" chiese con un sorriso a trentadue denti.
L'altro si voltò, sembrava pensieroso.
"Benissimo, sei...sei già pronta? Ci hai messo così poco..."
Era DECISAMENTE in pensiero.
"Si, Chris, andiamo?"
"Non vuoi mangiare qualcos'altro prima?"
"No, sto a posto"
"E se ci fermiamo al bar a prendere un caffè?"
"No, sto a posto"
"E se facciamo un giro? E' un sacco che non parliamo io e te"
"Non ora CC! Insomma, perché non mi porti da Ash e basta?!"
L'altro smise di fare domande inutili e si convinse.
Non avrebbe potuto coprire quel donnaiolo per l'eternità;. Prima o poi, Christy lo avrebbe scoperto.
Si diressero verso la villetta della band a piedi, distava da casa solo quindici, venti minuti.

Giunti vicino al cancello, CC bussò al citofono tante volte finché si sentì un lamento provenire dalla finestra al piano terra, era Jake.
"Chi é?!" urlò al citofono.
"Jake, sono CC, apri!"
Lui e Christy entrarono e percorrendo il lungo breve vialetto della morte il ragazzo ebbe i brividi.
Per quel brevissimo lasso di tempo non fece altro che pregare affinché Ashley fosse tornato, ubriaco, stanco, vestito, nudo, ma pur sempre a casa, altrimenti...sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale.

Jake, in canotta e mutande quasi non si accorse di Christy che camminava attaccata a CC.
Vedendola, la salutò con un gran sorriso, ma seccato tornò a dormire, lasciando intravedere Jinxx steso sul letto matrimoniale che ancora russava.

"Dai, andiamo da Ash" fece CC facendo cenno a Christy di salire su per le scale.
Entrarono nella seconda camera da letto, quella singola, in cui dormiva solo il bassista.
Le coperte erano in disordine, si avvicinarono al letto e decisero di svegliarlo.
Christy le alzò di scatto e rimase sconvolta nel vedere che purtroppo...
lì...non c'era nessuno.

Guardò CC, come per chiedergli che fine avesse fatto l'altro.
Il batterista la guardò ansioso:
"Deve...deve essere in bagno!" sorrise impacciato.
Percorsero il piccolo corridoio e si ritrovarono di fronte alla porta del bagno.

Christy decise (per una volta) di non agire d'impulso e...anziché aprire la porta di scatto, bussò.
Nessuna risposta.
Continuò  a bussare con delicatezza violentemente finché decise di aprirla.
Niente. Anche il bagno era vuoto.

Aveva capito tutto, CC non riuscì a fare in tempo a dirle qualcosa che la vide correre verso la cucina, per uscire dall'altra porta che dava sul giardino.
"Christy!! Aspetta!! Non correre!!"
"CC non c'é!! Ha dormito da qualcuna delle sue amichette!!"
"No, é qui...é solo che..."
La ragazza non si voltò neanche, ma entrata in cucina, una scena la sconvolse:
Ashley, alle dieci e mezzo del mattino, seduto al bancone dove di solito mangiavano la colazione, con addosso solo un paio di boxer, sorseggiava un bicchiere di Jack Daniel's.
"Tu! Lurido...",  Christy non poté finire la frase.
"Io...cosa, piccola Christy? Vuoi un sorso di whiskey?"
"Devo parlarti!" gli ringhiò.
"Ti ascolto" le rispose.


#Angolo autrice: ho fatto delle piccole modifiche. Scusate, ma non mi ero proprio accorta che le parti "sbarrate" erano rimaste normali e sembravano (giustamente) dei controsensi, comunque, spero che vi piaccia lo stesso e fatemi sapere se ci sono errori...ora scappo, ciao! :)

 

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Capitolo 4
*** Una catastrofe... ***


[…]
“Ti ascolto” le rispose.

CC guardò la ragazza per un attimo sperando che non partisse in quarta facendo fuoriuscire tutta la rabbia che aveva accumulato durante l’ultima settimana.
“Ti prego, Christy, sii forte, non cedere al suo gioco” disse tra sé e sé.

“ASHLEY PURDY devi spiegarmi perché diavolo hai portato a casa quella stronza di Roxy!” gli disse avvicinandosi pericolosamente a lui.

I buoni propositi del batterista erano andati a farsi friggere…Christy era scattata come una molla.
Ashley non fiatò, semplicemente, posò il bicchiere di whiskey sul bancone, la guardò negli occhi per qualche secondo, quanto bastava per farle crollare ogni certezza e si mise a ridere di gusto.

“E adesso? Che cazzo ridi?”. Christy cominciò ad innervosirsi.
“AHAHAHAH” .
Ashley continuò imperterrito a ridere, senza neanche muoversi dal proprio sgabello:
“Rido perché ti comporti come una bambina viziata.
Tutto ti sembra dovuto, sono un adulto io, posso fare quel che voglio e sai che ti dico?
Da quando abbiamo litigato non sono stato…”
“Ash! Basta!” gli gridò CC prima che facesse ulteriori danni.

“Perché Christian? Perché non dovrei parlare? Credi che la ferirebbe troppo saperlo? Oh povera principessa”

Christy provò a tener duro:
“Co-cosa dovrei sapere?! Cosa?! Dannazione Ashley! Rispondimi!”
“Christy! Vieni via, puzza di whiskey in un modo tremendo, dev’essere ubriaco, dai, andiamocene”…la tirò per un braccio.
“Christian! Lasciami! Non me ne andrò finché non avrà detto tutto quello che devo sapere. E’ ubriaco? Meglio! Gli ubriachi non dicono cazzate!” replicò.

Non ci fu verso di staccarla da quella stanza. Sembrava incollata al pavimento.
Ashley riprese parola, il batterista abbassò lo sguardo portandosi una mano alla fronte.
Una catastrofe, ecco cosa si preannunciava.

Conosceva fin troppo bene Christina e sapeva che per quanto si sforzasse di fare la dura, Ash sarebbe stato in grado metterla al tappeto durante il primo round.

“Cos’era che volevi sapere piccola? Ah si, parlavamo di Roxy…mmh dicevo che da quando mi hai lasciato, ovvero una settimana fa, non sono stato nemmeno una sera QUI a DORMIRE.
Ho preferito essere ospitato da Alyson, Emily, Isabel, Katelyn, Megan, Charlie e Summer”

“S-sono set…”
“Si, sono sette. Una per ogni sera!” rise di nuovo.

“Sei un bastardo!” gli gridò Christy prima di dargli un violento schiaffo sulla guancia.
Ash incassò il colpo senza proferire parola.
“Ti avevo dato tutto, TUTTO! Speravo fossi cambiato! Tre mesi, i tre mesi più stupidi ed inutili della mia vita!
Che idiota che sono stata, volevo sistemare le cose venendo a parlarti.
Si, in realtà non avevo intenzione di litigare, facevo tanto la dura, ma avevo già deciso di perdonarti nonostante quella Roxy.
Mi sbagliavo sul tuo conto.
Ashley Purdy non cambierai mai.
Sei uno stronzo” gli disse con gli occhi lucidi.
Per quanto stesse morendo, non volle versare neanche una lacrima dinnanzi a quell’uomo che ormai se ne stava lì, con gli occhi bassi.

“CC, andiamo?” chiese all’amico voltandosi di scatto.

“Si, ti accompagno, a dopo Ash” “Io e te dobbiamo parlare” gli sussurrò all’orecchio mentre Christy l’aspettava fuori.
“Christy asp…” le parole gli morirono in gola.

Come sempre, aveva rovinato ogni cosa…solo per quel maledettissimo caratteraccio, solo per quell’orgoglio che si portava dentro.

In realtà, non era stato da nessuna quella settimana o meglio, da nessuna che non fosse Roxy.
Peccato che a Christy non avesse detto che Roxanne era una sua amica d’infanzia.
Erano cresciuti insieme, poi lui si era trasferito ed ora che lei era andata ad abitare vicino Los Angeles gli aveva chiesto una mano con il trasloco.

No, non aveva tradito Christy, ma era troppo testardo per dirle che gli piaceva prenderla in giro.
Gli piaceva che s’ingelosisse perché nessun’altra aveva tenuto così tanto a lui da fare discussioni del genere o da piangere notti intere.

Si pentì di averle fatto così male e pensò di evitare i problemi che lo affliggevano scappando con una bottiglia di whiskey, come se li avesse risolti.
Non sapeva che man mano che li evitava, quelli crescevano.
Un po’ come le fobie.
Se non affronti la tua paura, crescerà talmente da crearti danni maggiori.

Ashley si sentiva solo e stupido.
Le parole di Christy gli rigiravano in corpo:
le sentiva nel fegato, nello stomaco, nella testa.

Sentì  quel peso che spingeva il cuore contro i polmoni schiacciandolo, comprimendolo nella gabbia toracica.
Stava…male.

#Angolo autrice:
ehilà! Ciao a tutti! Come state ragà? Beh che dire, prima del ritorno a scuola sto scrivendo quanto più possibile, dato che non avrò molto tempo per aggiornare...diciamo che 'sto capitolo è stato un po'...mmh...una catastrofe, si X3.
Spero vi sia piaciuto e che recensiate, grazie per aver letto! <3 Ju.

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Capitolo 5
*** Idiots... ***


[…]

“Christy! Christy! Per favore fermati!!”
CC continuò a correrle dietro, ma Christy non lo degnò di uno sguardo.

“Christina!” la raggiunse e, prendendola per un braccio fece sì che si voltasse.
Lei lo guardò per poco, giusto il tempo di riabbassare lo sguardo.

“Non...piangere. Ti prego. Non riesco a vederti così”.
Perché sì, Christina Bailey era stata messa al tappeto dalle parole di Ashley Purdy, come previsto.
“Non posso smettere. Non posso Chris.”

Si girò e ricominciò a camminare, ma questa volta molto lentamente, quasi come se aspettasse che il batterista le stesse vicino, tenendo il passo.
   
“Sai…” Christian cominciò a parlarle con tono paterno.
“A volte, se una persona è ubriaca o comunque arrabbiata, potrebbe non dire la verità”
“Chris, era ser...” lo interruppe.
“Shhh. Ascoltami per una volta. Conosco Ashley e non sarebbe stato capace di dormire da una ragazza diversa ogni notte”.
“Quindi vuoi dire che…è…rimasto a casa?!” gli occhi le si illuminarono.
“N-no, però, sono sicuro che…”
“Lascia perdere allora. Era una guerra persa in partenza, sapevo che sarebbe finita male. Avevo ragione. Te l’ho sempre detto: hai mai visto vincere qualcuno con lo 0,00000000000001% di possibilità?”

Il batterista non seppe cosa rispondere, in effetti, non poteva giustificare il comportamento di Ashley.
“Andiamo a pranzo fuori?” provò a rallegrarla.
“No, preferisco tornare a casa, non ho fame”.
La fissò per qualche secondo…doveva assolutamente trovare un’idea geniale.
“So cosa ti ci vuole”disse.
“Eh? Dai, torna a casa, non preoccuparti per me, sto bene”.
“Mmh, hai ragione. Tu resti a casa, no?” “Si si, ciao e grazie di tutto” rispose mestamente.

Appena entrata in casa, Christy gettò la borsa a terra, accese lo stereo e si fece una doccia.
Le piaceva l’acqua. Forse era una delle poche cose che la rilassavano sul serio.
Prese un enorme asciugamano ed andò in camera con quello indosso.
Si rivestì con un abitino nero, giusto per non mettere il pigiama.
Sarebbe rimasta in casa per tutto il giorno, tanto non aveva da lavorare.

Guardò la TV per circa mezz’ora finché sentì bussare.
“Chi è?”
Nessuno rispose.
“Chi è?!” gridò spazientita.
Aprì velocemente e si ritrovò davanti CC talmente carico di buste che quasi non gli si vedeva il viso.
“Ma che?” Christy gli chiese giustamente spiegazioni.
“Posso spiegarti, però, ti prego, giura che non mi ucciderai”

La cosa non prometteva per nulla bene.

Si sedettero sul divano, come al solito.
“Allora? Perché hai comprato tutte queste…che sono? Schifezze?! Sei forse impazzito Chris?! Ci puoi sfamare una tribù con queste patatine!”
“E-ecco…dovresti iniziare a prepararti”.
“C-cosa? Prepararmi? Dove vuoi che andiamo?”
“Noi? Noi non…ehm…non andremo da nessuna parte…”
“Christian Coma Mora! Spiegami subito cosa sta succedendo!”.
“Verranno qui, ecco tutto”.
“Verranno qui? CHI?!”
“Gli ospiti…”
“Cheeee?!” “Oh ma che geniaccio che sei! Ho dato una festa a casa tua per…tirarti…su di morale”
“Cosa?! CC sei matto?! Adesso chiami tutti e…”
Le fece gli occhioni dolci.
“Per favooore, fallo per la nostra lunga amicizia”.
Finalmente le strappò un sorriso.
“Sei sempre il solito stupido, dai, sistemiamo la casa”.
Ci si misero d’impegno. CC rassettò le stanze, Christina lavò per terra, per poi passare allo spolverare i mobili e all’appendere le decorazioni.
Finito il lavoro si fecero le sette circa. Era stato davvero faticoso, ma la casa era bella come non mai.
“Hai mangiato?” chiese il batterista preoccupato.
“Si, tranquillo”. Ovviamente non le credette.
“Cosa?”
“E-ehm…ecco” “Christy, ti preparo un panino” “Non ne ho voglia” “Non permetterò ad Ash di farti del male, tu adesso mangi, ok?”
“Va bene”.
Come non detto, Christina mangiò un toast e CC decise di andare a prepararsi per la festa.
“Allora ci vediamo qui tra un’ora, va bene? Gli ospiti dovrebbero arrivare alle otto e mezzo”.
“Perfetto, a dopo”.
 
Erano già le sette.
Christy pensò di truccarsi per non accoglierli così com’era: pallida e stanca.
Usò molto eye-liner, come sempre, ed un semplice rossetto chiaro per le labbra.
Si cambiò indossando un altro vestitino, sempre nero, ma molto più adatto all’occasione. Arrivava poco sopra al ginocchio, era stretto in vita e morbido sui fianchi, nascosti dalle balze di tulle.

Si fecero le otto e si occupò dei dettagli, cominciò a riempire le scodelle di patatine, a posizionare bicchieri e bibite.
Improvvisamente sentì bussare. Sicuramente era CC. Aveva detto già che sarebbe arrivato in anticipo.

“CC, arrivo”
Corse ad aprire, ma nel preciso istante in cui la porta si spalancò, l’istinto quasi le disse di richiuderla.
“T-tu!”
“Senti Christy, fammi spiegare, io…”
“Vattene!”
“Ti prego, non volevo…” “Ashley vai via”.
Chiuse la porta e, poggiandole contro le spalle, scivolò fin sul pavimento.
Sentì fare la stessa cosa dal lato opposto.

Rifletté per qualche secondo: aveva ventidue anni, poteva ancora comportarsi come una bambina?

Si alzò, decisa ad aprire e, come previsto, trovò Ashley seduto sul tappeto.

Anche lui si alzò.
“Chri”
“Dai, entra” “Grazie”.
Entrò a capo chino in casa, CC gli aveva detto della festa, ma il bassista era andato da Christina con l’intenzione di non restare.
“Senti, lasciami spiegare”
“Hai detto fin troppo” rispose lei duramente.
“No, invece. Non ho detto  nulla. Ho detto solo un sacco di stronzate”
“Ah si? Dai, parla pure, voglio vedere proprio cos’hai da dire”.
“CC, CC aveva ragione, questa mattina ti ho mentito”
“Ashley non prendermi in giro”
“Ti sto dicendo la verità, ho dormito fuori casa…ma…solo da Roxy”disse come un cane con la coda tra le gambe.
“Ashley! Vieni fin qui solo per dirmi che sei stato con quella…”
Non le permise di tirar fuori una lunga scia d’insulti.
“Quella ragazza, che tu reputi così viscida, la conosco da quando eravamo piccoli, poi mi trasferii qui e non ci vedemmo più.
Adesso che è venuta a vivere vicino Los Angeles, mi ha chiesto una mano con i mobili e…sono rimasto a dormire lì solo per velocizzare i lavori”
“Come pretendi che ti creda?”
Ashley le prese le mani facendola sbiancare.
“Siamo come fratello e sorella Christy” le disse guardandola negli occhi.
“Me lo giuri?” “Certo, su me stesso”.
Non lo aveva mai visto così serio.
“Non riuscivo a capacitarmi dell’idea di…di dartela vinta. Ho sempre fatto credere a tutti di potercela fare da solo. Insomma, non potevo ammettere che…”. Rimase in silenzio.
“Che?” lo incalzò Christina.
“Che mi mancavi”.
“Purdy, sei uno stupido!” gli disse abbracciandolo.
“Allora? Resti per la festa, vero?”
“Se vuoi” “Certo che si”.
Gli diede un bacio a stampo.
Improvvisamente si sentì di nuovo bussare.
“Chi può essere?” le chiese il bassista.
“Immagina”.
Aprì la porta e vide CC. “A-Ash, ma che?”
Il batterista guardò Christy con aria interrogativa. Lei gli rispose con un sorriso a trentadue denti.
“Non posso crederci. Siete due idioti!” gridò ad entrambi ridendo per l’emozione.
I suoi amici erano tornati insieme.

#Angolo autrice: ciao a tutti! Come promesso, ecco un altro capitolo! Spero che vi piaccia, purtroppo a causa della scuola non ho molto tempo per scrivere...in ogni caso...grazie per la lettura, recensite se vi va! :) baci, Julie.

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Capitolo 6
*** Equivoci... ***


“CC ti occupi tu della musica?” chiese Christy in preda all’ansia.
“Tranquilla baby! Hai il miglior dj della zona qui!”.

Ashley lo guardò con un mezzo sorriso sulle labbra, aveva un amico scemo, ma gli voleva un gran bene.
Dopo poco cominciarono ad arrivare gli invitati, c’erano i membri della band, quindi: Jake e Jinxx che adoravano Christy ed anche qualcun altro che era venuto solo per alcool e convenzione:
Andy e Juliet.
C’era qualche amico di Christy e CC di vecchia data e la stessa Roxy.
Per quanto Christina non tollerasse la sua presenza, non voleva fare un torto ad Ashley.

La musica tuonava in ogni stanza della casa, c’era puzza di birra ed Andy era poco più che lucido.
Juliet lo tirò a sé con fare arrogante per poi baciarlo passionalmente…
sotto gli occhi disgustati di Christy.
“Beh? Cos’hai da guardare? Cosa ti serve?” le chiese con tono sprezzante.

“Nulla, vedevo che quasi te lo facevi in pubblico, sai com’è…”
La bionda s’innervosì ed andò via col vocalist.

“Hai visto quanto è stronza, Andy?!”
“Dai amore, lasciala perdere, pensiamo solo a divertirci” le disse scoccandole un bacio a stampo.
“Biersack cos’hai in mente?”
“Mmmh, non lo so, tu cos’hai voglia di fare?”.
Ad entrambi si illuminarono gli occhi mentre vagavano per l’appartamento in cerca di una camera da letto e…capitarono proprio in quella di Christina.

Andy chiuse la porta, ma non a chiave, chi poteva disturbarli? Erano tutti intenti a bere e ballare.
“Sei bellissima” ripeté a Juliet sfilandole la maglia.
“Ti amo” rispose lei.
La bionda si ritrovò in fretta in biancheria, con tanto di intimo coordinato, ormai erano ubriachi e non si rendevano neanche conto di quello che stavano per fare o meglio, se ne rendevano conto ma non avevano forza né voglia di smettere.

Andy si tolse la maglia e rimase con i pantaloni e fece stendere la ragazza sul letto.
L’altra sussultò.
“Aaaah!” diede un urlo di terrore. Il vocalist quasi si risvegliò da un lungo sonno.
“Amore cosa c’è?” chiese preoccupato.
“Il letto! C’è qualcosa sotto le coperte!”
 Juliet rimase tremante in un angolo della stanza.
Andy tirò via le coperte e vi ritrovò al di sotto Jinxx e Jake con solo addosso dei boxer che quasi si baciavano.

“Andy!” gridarono i due. Juliet si coprì il viso per l’imbarazzo.
“Jinxx! Jake!” urlò il vocalist sorpreso.
“Ma…ma cosa fate voi due così, insieme, a letto?!” si accorse che erano brilli anche loro e provò a trovare una risposta razionale che, molto probabilmente…non c’era.

Improvvisamente la porta si spalancò.
“Christy!” gridarono tutti insieme.
Christina s’infuriò.
“Cosa diavolo ci fate tutti nella mia stanza?! In biancheria poi!”
Arrivò anche Ashley.
Christy ricominciò a parlare.
“Andy!” gli diede un urlo in testa. “Lascialo stare!” replicò Juliet.
“Stai zitta tu! L’ho sempre detto che sei una…put…”
“Christy!” le urlò Ashley.
“Mmh Juliet, lo sai che sei piatta?” si rivolse poi alla bionda.
“Ashley!” gridò Andy.
“Andy!” gridò Christy. Ormai in quella stanza nessuno poteva fare discorsi sensati.
Non facevano altro che urlare.
“Ehm…noi…torneremmo a casa se…se non vi dispiace…” dissero Jinxx e Jake scappando con i loro vestiti.

“Volevi fartela nel mio letto!”. La goccia che faceva traboccare il vaso, già era tanto se Andy e Juliet erano a quella festa, figuriamoci se erano nel SUO letto a SCOPARE.

“Basta! La festa è finita! Andatevene tutti! Ash avverti CC e digli di mandare gli ospiti a casa”.
Erano solo le undici e qualcuno tornò alla propria dimora deluso.

CC, Ash e Christy rimasero a pulire.
“Ma perché mi hai fatto mandare via tutti?” le chiese CC.
“Domani ti spiego, ora non mi va di parlare”.
“Ok, beh, ci sono da togliere ancora le bottiglie e si deve spazzare”
“CC, non preoccuparti, le do io una mano. Grazie!” gli disse Ashley sorridendo e dandogli una pacca sulla spalla.
“D’accordo, ma…Christy sta attenta a questo qui, ok? Se ti fa qualcosa chiamam…”.
Ashley non gli fece finire la frase:
“Mica sono un maniaco?!”
“Intendevo solo che…ecc…” “CC, sei stanco, va a dormire!”.
Christina scoppiò a ridere mentre il batterista salutava sorridente.

Il silenzio piombò in casa.
“Quindi?” “Quindi cosa Christy?” “Davvero vuoi darmi una mano a pulire?”
“Ehi! Per chi mi hai preso?!” disse il bassista.
Risero molto quella sera.
Si fece mezzanotte circa.

“Allora io…vado…è tard…” “Ash, ti va di restare?”
L’altro sgranò gli occhi.
“Q-qui? A do-dormire?”
“Ehm…s-si”. Christina non sapeva neanche perché gli avesse chiesto di restare lì, forse perché era da tanto che trascorreva le serate in compagnia del solo Shadow, il gatto.

“Non ho il pigiama” le disse con aria preoccupata.
“Puoi…puoi dormire così…o bho…come preferisci”
“D’accordo”, le sorrise e in quell’istante pensò che fosse tesa come una corda di violino, le era costato molto chiedergli di restare.

“Ash” lo guardò negli occhi:”Grazie”.
Lui l’abbracciò.
“Dai, va a dormire che è tardi, dormirò sul divano”
“Ma…è scomodo” disse lei con un filo d’imbarazzo.
“Vuoi che dorma con te?”
La ragazza abbassò lo sguardo, le guance le arrossirono e la chioma verde le coprì lo sguardo.
“S-si” rispose a testa bassa.
Ashley rimase sorpreso, era la prima volta che la vedeva così bisognosa di lui.
“Va bene”.
“Ti aspetto di là” gli disse. “D’accordo piccolina”.
Andò a cambiarsi, trovò un vecchia felpa di Christy e la indossò, doveva essere di suo padre, era enorme e grigia, decisamente poco femminile, pensò…ma lei sarebbe stata bellissima anche con degli stracci.

Tornò in camera.
“Mi…mi metto qui?” chiese quasi il permesso di stendersi sul letto, per la prima volta in vita sua fu imbarazzato di star solo con una bella ragazza in un letto.
“C-certo, va bene”.

Ashley si stese e velocemente Christina poggiò la testa sul suo petto.
Adorava il suo profumo, adorava la sua presenza, adorava sentire il suo cuore battere, adorava il dolce movimento che faceva il suo torace quando respirava.
“Ti do fastidio?” gli chiese viso a viso con gli occhioni marroni puntati sulle labbra.
“Certo che no, dormi piccolina, sarai stanca”.
Le accarezzò i capelli finché non si addormentò.

Christina era felice, si sentiva protetta.
Tra le braccia di Ashley era SEMPRE al sicuro.

#Angolo autrice: ecco a voi! Scusate se ci ho messo tanto per questo capitolo, è che ho molti molti impegni, spero davvero che vi piaccia e se vi va...recensite! :) ciao!! <3 <3 Ju.

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Capitolo 7
*** Matilde... ***


Ashley si svegliò presto il mattino seguente, aveva le prove con la band e dopo quella serata indecente sapeva che Andy era diventato (come minimo) una belva...dopotutto...come non dargli ragione?
Avevs fatto apprezzamenti su Juliet ed avrebbe dovuto difendere a denti stretti Christina.
Sapeva che "la sua ragazza" aveva ragione, ma non voleva scatenare una lite inutile, non ne valeva la pena.
Le diede un bacio sulla fronte, Christy schiuse leggermente gli occhi:
"Mmh buongiorno" disse a voce soffusa.
"Buongiorno" rispose Ash con un sorriso lievemente visibile.
"Che ore sono Ash?"
"Le sette"
"Perché ti sei alzato così presto?"
"Alle nove ho le prove con la band e devo passare a prendere il basso a casa"
"Capisco, per che ore vai via quindi?"
"Le sette e mezzo". "Dai, mi alzo così facciamo colazione"
"Posso anche andare al..." "Shh! Ora ti preparo i pancake!"
"Ma..." "Niente ma...siediti!"
"Ok, grazie", le accarezzò i capelli per poi sedersi a tavola.
Christy preparò in fretta i dolci e il té e per le sette e venti finirono di mangiare.
Ash aveva ancora indosso la felpa grigia.
"Che ore si son fatte Chri?"
"Sono le sette e venti"
"Cazzo!! Mi devo ancora cambiare e devo andare a casa!!"
"Dai che ce la fai Purdy!" gli urlò ridendo.
Il bassista quasi si tirava in testa i profumi poggiati sulla mensola per prendere la spazzola.
"Honey io vado allora" le disse correndo via.
Christy continuò a ridere finché si accorse che quello, non era un giorno come gli altri, aveva il turno di lavoro e...alle otto.
"Cristo Santo! Alle otto devo stare lì!!".
Il ristorante distava da casa mezz'ora circa, aveva solo dieci minuti per prepararsi ed andare via.
Prese i primi vestiti che le capitarono a tiro e corse a perdifiato.
"Buongiorno Pam!" gridò ad alta voce varcando la soglia della porta.
La mora le fece cenno di far silenzio:
"Shh! Non urlare! Il signor Francis è di pessimo umore oggi"
"Che ha?" "Non lo so, credo sia colpa di Matilde"
Matilde era la figlia del proprietario, una diciassettenne in piena regola...ma solo fisicamente.
Non si può dire che il suo carattere fosse bello quanto il suo aspetto.
Aveva i capelli corti e neri, un caschetto simmetrico. Il colore scuro faceva risaltare gli occhi e la pelle chiari.
Spesso faceva dannare i genitori, si comportava da bambina viziata e strepitava fin quando i poverini, sfiancati, cedevano e l'accontentavano.
"Che ha fatto questa volta?" "A quanto pare vuole andare ad una festa" rispose Pamela.
"E cosa ci sarebbe di male? Io a diciassette anni ci andavo alle feste", rispose Christina convinta.
"Chri...forse non hai capito...non è una festa, ma LA festa. E' data dal ragazzo peggiore del quartiere e questo te lo dico per farti capire cosa ci sarà in quella casa".
Christy aveva capito che razza di festa fosse: alcol, droga, sesso e chi più ne ha, più ne metta.
Di sicuro non era il posto migliore per una diciassettenne...

#Angolo autrice: fortunatamente ho avuto un po' di tempo per scrivere e pubblicare, spero vi piaccia, se vi va recensite, bye! :) <3

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Capitolo 8
*** Two strange guitarists... ***





"S
i, dai, che c'importa. Cominciamo a preparare il sugo e a pelare le patate altrimenti Francis viene qui e se la prende con noi".
"Hai ragione".
Dopo un paio d'ore, le ragazze si fermarono per la pausa pranzo.
"E' già l'una, mamma mia come vola il tempo"
"Andiamo a tavola?"
"Si, non ce la faccio più a stare in cucina".
Prepararono due panini ed andarono a sedersi.
Christy prese il cellulare accendendolo in fretta per vedere se le erano arrivati nuovi messaggi: otto chiamate perse.
"Ma che...?!", rimase stupita:
ASHLEY (x8).
Lo richiamò in fretta pensando che fosse accaduto qualcosa:
"Hey!" gli gridò non appena rispose,
"Ti ho chiamato" ribattè l'altro.
"Me ne sono accorta!", Christy rise.
"Cosa c'è?" continuò.
"Oggi lavori?" "sono in pausa, finisco alle quindici".
"Perfetto".
"Perfetto cosa?"
"Nulla, devo andare, Andy sta sbraitando, ciao!"
"Ash!". Troppo tardi, come al solito faceva il misterioso ed aveva staccato già la telefonata.

#Sala prove
"Ragà mangiamo qualcosa?" chiese Andy ansioso.
"Biersack hai sempre fame?" lo rimproverò Ashley.
"Purdy non rompere il cazzo, è l'una".
La tensione in sala si tagliava a fette.
"Prendo le birre che è meglio" disse irritato il bassista.
Si sedettero sul solito vecchio divano malconcio.
"Ho ordinato le pizze, credo arriveranno a momenti" replicò CC tranquillo.
Gli altri annuirono, poi, Andy riprese parola rivolgendosi a Jinxx e Jake.
Era dalla sera precedente che non parlva con loro ed era nervoso con Ashley.
"Ma...ditemi una cosa voi due". I chitarristi sbiancarono. "Co-cosa?", chiesero all'unisono.
"Che ci facevate...insieme...seminudi...ubriachi e quasi a baciarvi nel letto di Christina?
"E-ehm...io avevo sonno" rispose Jinxx.
"Eh...già, io...io sono caduto nel letto" disse Jake.
Andy lo guardò in cagnesco:
"Nel? Semmai SUL letto"
"No, ma...ho detto NEL perchè sono caduto sotto alla coperta".
"Jake!! Come diavolo fai a cadere e finire SOTTO ad una coperta PERFETTAMENTE IN ORDINE?!"
"...". Jake fissò Jinxx.
"Ehm...Andy...avevo mosso io la coperta" disse l'altro accennando un sorriso tutt'altro che rassicurante.
"Jake!! Jinxx!! Non sono un idiota! Adesso basta! Voglio sapere la verità!!". Odiava essere preso in giro.
Urlò talmente che i due si spaventarono al punto di coprirsi gli occhi con le mani, con tanto di:"Oh cazzo".
"Ok, vuoi la verità, l'avrai!" gridò Jake.
"Jake no!" replicò Jinxx.
"Stiamo insieme!" urlò il chitarrista proprio mentre Ashley entrava con le birre e CC portava le pizze.
"Cosa?!" gridò il bassista sputando il sorso di birra fatto pochi istanti prima.
"Che?!" disse CC lasciando cadere le pizze...
"Dio mio! Oggi non si mangia!" terminò Andy quasi strozzandosi col fumo della sigaretta...


#Angolo autrice: chiedo scusa per l'attesa e vi prego di perdonare eventuali errori.
Se vi va recensite, baci!

P.S. ho aggiunto una piccola foto...spero vi piaccia...<3

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Capitolo 9
*** First impression! ***


I ragazzi si fermarono per un attimo, restando in silenzio.
Seduti, l’uno di fronte all’altro.
Jake e Jinxx fissavano CC…il batterista guardava con aria stranita i riflessi rossi tra i capelli di Ashley…il bassista osservava Andy e quest’ultimo, a sua volta, scrutava i chitarristi.
“State scherzando?”, fece infine il leader con aria seria per rompere il silenzio imbarazzante.
“No e…e se per voi è un problema…ecco noi…lasceremo la ba…”
“Jake smettila!” gridò Jinxx prima che il compagno sparasse altre cazzate.
“No, Jinxx, se non ci accettano, lasceremo la band”.
Tutti sgranarono gli occhi.
Una band senza i chitarristi non è una band, anzi…
i Black Veil Brides senza Jinxx e Jake non sarebbero più stati i Black Veil Brides.
Ashley e CC non dissero nulla, ma nello sguardo di Christian si leggevano tristezza e speranza.
Guardò Andy come per dire:”Ti prego amico, pensaci, non dire stronzate”

Il leader ci pensò per pochi secondi.
“Sta bene. Se questa è la vostra decisione, fate pure…anche se…non capisco una cosa”.
La flebile speranza di CC s’infranse come il sottile vetro di una finestra distrutto da una pietra.
Ashley cercò conforto in un sorso di birra, non sapeva cosa fare.
“Ok, allora noi…andiamo a preparare gli strumenti, non possiamo restare nel VOSTRO appartamento”, disse Jake.
Ormai sembrava facesse tutto lui, Jinxx non replicava, lo assecondava in tutto e per tutto.
Gli scappò una lacrima mentre Pitts gli dava una pacca sulla spalla come per dirgli di alzarsi.
Andy lo fermò.
“Jake, forse non mi hai sentito”, l’altro lo guardò con fare interrogativo.
“Ho detto che non ho capito una cosa”.
“E quindi? Pretendi che te la spieghi io? Secondo me hai capito fin troppo bene, Biersack”.
Andrew si irritò, odiava quando lo chiamavano per cognome, soprattutto se ciò avveniva con la compagnia di un tono da sfida.
Era un ribelle, non si sarebbe sottomesso a nessuno e quella discussione non poteva finire così.
“Caro Pitts, non fare la femminuccia isterica, adesso ti risiedi e mi spieghi quello che voglio sapere”
Per un attimo Jake fu preso dal panico, Andy gli infondeva timore.
Si risedette senza far storie.
“Allora? Sbrigati che voglio andarmene” disse annoiato.
Ashley e CC non facevano altro che fissare il tavolino con su le poche birre sopravvissute alla strage di prima.
“Come diavolo e ripeto COME DIAVOLO vi è saltato in mente anche solo lontanamente pensare che NOI, i vostri MIGLIORI AMICI, i membri della band DI CUI FATE PARTE, potessero non accettarvi?
Ma state scherzando, Jake?
Ma non vi rendete conto che siete come nostri fratelli?!”

Gli occhi di CC si illuminarono, per poco non urlò:
”Così si parla! Cazzo! Vai Andy! Vai così!”

Sul viso di Ashley spuntò il solito sorrisetto da:
”Sapevo che avresti saputo giocare le tue carte, piccolo idiota”

Andy rise.

“Allora? Dov’è che dovete andare adesso?
A pigliare quali cazzo di strumenti eh?
Venite qua. Pretendo un abbraccio di gruppo idioti!
 Ah…non dite a Juliet che ve l’ho chiesto…altrimenti penserà che sono un rammollito!”


#Ristorante

“Aaah” sibilò Christina stiracchiandosi.
“Che ore sono Pam? Questo turno sembra non finire mai!”.
“Dai, manca un quarto d’ora, resisti!”.
Si diedero da fare ai fornelli fino alle quindici, ma Francis chiese loro di risistemare tutto e Christy sapeva che avrebbe perso almeno un altro quarto d’ora.
“Spero che questo venga considerato lavoro straordinario!” gli disse.

“Non lamentarti Bailey, altrimenti domani mattina il lavoro non ce l’avrai proprio”.
La zittì in un attimo.

“Dannato lavoro!” sussurrò. “Dai Chrì, smettila!” la riprese Pamela.

Mentre la chioma verde risistemava la cucina, arrivò Ashley.

Si guardò intorno stranito, non sapeva dove cercarla.
Ad accoglierlo fu una ragazzina dai capelli neri.
“Ti serve qualcosa?” gli disse senza neanche un po’ di tatto.
“Si, cerco Christina Bailey, la conosci?”
“Ah si, lavora per mio padre, la tipa strana lì”
“Si, ‘la tipa strana’, come la chiami tu, dov’è?”
“Dove vuoi che sia? A sgobbare in cucina, mi pare ovvio no?”
Ashley si irritò, chi era quella ragazzina per parlare così altezzosamente?!
“E mi dica signorina, lei sarebbe?”
“La figlia del proprietario, mi chiamo Matilde”.
“Piacere di conoscerla, Matilde, il mio nome è Ashley e sono il fidanzato di Christina”, disse il bassista porgendole la mano.
Quella provò un leggero imbarazzo, aveva appena parlato male della ragazza con cui stava quel tipo.

Un urlo squarciò la conversazione:
“Ashley! Tesoro!”, era Christy. Gli corse incontro per poi baciarlo.
“Per questo mi hai telefonato prima?” gli chiese più felice che mai.
“Esattamente…”.
“Beh, andiamo? Ah ciao, Matilde”, salutò la mora prima di tirare via Ashley.
“Ciao Ashley!” gridò la ragazzina mentre i due uscivano dal locale.
“Vi conoscete?” chiese Chris incredula.
“Mi si è presentata…certo che è simpatica, eh? Proprio una bambina viziata”
“A quanto pare ha già dato la sua prima e perfetta buona impressione…” replicò l’altra.


#Angolo autrice: ciao a tutti! Rieccomi...vi chiedo assolutissimamente scusa per aver pubblicato così tardi T_T un po' a causa di impegni...un po' per mancanza d'ispirazione...che dire...scusate, scusate, scusate! Prometto che proverò ad essere più presente, spero che il capitolo vi piaccia! Baci <3 Ju

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Capitolo 10
*** E bravo CC! ***


“Dov’è che andiamo ora?” chiese Christy ad Ash con un sincero sorriso sulle labbra.
“Mmh, vediamo…sono passato di qui solo per salutarti…in realtà avevo in mente di andare a comprare qualche rivista porn…sportiva…si, si, una di quelle sul tennis, hai presente?”
Purdy rise di gusto.
“Riviste sportive eh? Da quando in qua ti piace così tanto il tennis?”
“Da quando puoi vedere il culo fisico che puoi ottenere facendo uno sport così completo. Insomma, ti invoglia ad allenarti, capisci?”
“Basta Purdy, sei ridicolo, sta zitto!” lo baciò a fior di labbra.
“Dio mio…sei meglio del gelato”.
Christina rise, era strano che Ashley facesse complimenti così dolci e forse banali, ma le piaceva.
“Ah davvero? Mangi anche il gelato allora!”
“Ma come?! Stiamo insieme da tipo tre mesi e non lo sai ancora?!”. Il bassista si finse offeso per avere altre coccole finché realizzò che stavano camminando senza alcuna meta e c’era bisogno di decidere un posto in cui andare.
“Just a minute, my darlin’, dove stiamo andando? Sai com’è, non vorrei perdermi…”
“Ah, che idiota, non me ne sono neanche accorta…beh…andiamo…mmh, non lo so, andiamo…in spiaggia?”
“Alle tre e mezzo? In spiaggia? Sai che dista tipo mezz’ora da qui a piedi?!”
“Ma come sei antiquato Purdy!”
“Alla fine! Antiquato io? Scommetti che ti ci porto in braccio, in spiaggia?!”
La guardò con aria di sfida.
“Non osare sfiorarm…aaaah! Ashley! Lasciami! Lasciami o giuro che chiamo i carabinieri!”
La prese in braccio e cominciò a camminare, nonostante Christy si dimenasse come una dannata.
Dopo circa dieci minuti, i due incontrarono alcuni vigili che, notando la ragazza urlare le corsero incontro.
“Scusi cosa sta facendo?! Lasci in pace la signorina!” urlarono ad Ashley, che continuò a camminare imperterrito.
“Ci ha sentito?! La lasci!”
Il ragazzo si scocciò e decise di rispondere:
“Ma perché non lasciate voi in pace noi?! La “signorina” come la chiamate è assolutamente d’accordo e sta facendo tutte queste scene solo perché vuole essere portata su una dannata spiaggia per fare chissà cosa. Arrivederci.”
Christina arrossì di colpo.
“Potevi evitare di dire certe cazzate…eh…”
“Dai, te lo si legge negli occhi che mi desideri!” disse il pervertito con un sorriso sadico stringendola di più a sé.
La ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata, nonostante fosse abituata a battutine del genere.
In effetti, qualche volta, scherzando con Pam le era capitato di pensare ad una situazione del genere con Ash.
“Ho colto nel segno, a quanto pare”, replicò il bassista.
“Smettila, dannato bassista. Non sono una delle tue bionde!” disse indispettita.
Lui per ripicca, alla parola “bionde” le baciò il collo.
“Che hai adesso? Cosa ti serve?” chiese Christy acidamente.
“Mah, nulla, come sei antipatica, non posso baciarti che mi respingi così! Sono il tuo ragazzo, o no?”
“Mm forse”
“Come forse?! Vedi che ti mollo qui e me ne vado da solo in spiaggia!” disse scherzando.
“Non ne avresti il coraggio”
“Hai ragione, ti amo troppo”
-Vedrai cosa ti succederà dopo, dammi il tempo di posare un piede sulla sabbia- pensò Ashley.
Continuò a tenerla tra le braccia e tra risa e solletico giunsero su una piccola spiaggia dalla sabbia chiarissima.
“Sai che col fondo beige i tuoi capelli verdastri spiccano proprio?!” le urlò divertito.
“Verdastri?! Purdy! Come osi?! Sono perfettamente verdi.”
“Ah scusami”.
Si guardarono per un attimo e Christy si chiese perché Ashley non la mettesse giù.
“Ora puoi lasciarmi eh, hai vinto la scommessa”.
“Hai ragione! Me n’ero dimenticato…aspetta…”
“Ash, ma cosa vuoi…Ashley dove stai and…Ash fermati…Ashley no! Giuro che ti men…aaaaaaaaahhh…Ashy non lasciarmi! No! Ti prego…ho appena fatto lo shamp…Ashley!!!!”
Gli si aggrappò addosso in ogni modo possibile, lo prese per i capelli, quasi gli tirò i vestiti di dosso, ma…nulla da fare…
*Splaaash*
“SEI UN UOMO MORTO, PURDY!”
“Aaaaah aiutoooo!”. Ashley cominciò a correre, gridando come una ragazzina finché Christy lo prese per un braccio e tirandolo con tutta la forza che aveva in corpo lo gettò in acqua, cadendogli addosso.
“Stronza”
“Chi ha cominciato…eh?  Eh?!”
“Ahahahah, sei buffa con tutto quell’eye-liner sbavato. Sembri un…”
“…panda?”
“Ahahahahah, si…un panda, un meraviglioso panda”, le disse con il solito sorriso perfetto facendola sciogliere fin nelle viscere.
“Sei scemo…e ora? Dove andiamo con ‘sti stracci bagnati?”
“Dai, che fa caldo…potremmo cambiarci qui”
“E dimmi, signor “possiamocambiarciperstrada”…cosa dovremmo indossare di asciutto?”
“Ah già…torniamo a casa mia?”
“Ma si, dai, prendo qualche maglia di CC”
“Non potresti usarne una mia?! Pfff.”
“Cos’è…sei geloso del mio migliore amico?”
“Geloso…io? Mai”
Si erano fatte le cinque e mezzo, tra camminata, perdite di tempo e bagni inaspettati.
Qualcosa attrasse gli sguardi di entrambi.
“Stupendo eh?” chiese estasiata Christy.
“Si, ci fermiamo un po’ qui?” rispose Ashley, stranamente romantico.
Il sole stava tramontando.
Il cielo era meravigliosamente aranciato ed il bassista per una volta non volle far altro che osservare Christy in tutto il suo splendore, così com’era, con i capelli ancora bagnati, la sabbia che le si appiccicava ovunque, il trucco sbavato e le sue perfette labbra rosa, ma non rosa pallido, rosa dolcezza, del colore dell’amore.

La ragazza si sentì in soggezione, per la prima volta, a star sola con Ash.
“Perché abbassi lo sguardo?” le chiese quest’ultimo in modo comprensivo.
“Perché mi fissi?” ribatté lei sperando di apparire scherzosa. In realtà era davvero in ansia.
Non aveva mai pensato di poter essere all’altezza di quel ragazzo così “perfetto” che adesso guardava il cielo con lei.
I loro sguardi si soffermarono per un attimo sul mare limpido che assumeva i colori della perfezione.
La brezza carezzava i loro volti ed il suono delle onde cullava i loro pensieri.
“A cosa pensi?” le chiese Ash, per una volta serio.
“A tutto o forse a nulla”
“Una risposta da persona normale? Non so, spiegata in modo semplice per me che sono un po’ idiota?”
Chris accennò un sorriso.
“Penso a questo momento, a quelli che abbiamo trascorso, a quelli che probabilmente trascorreremo.
Penso che domani potresti odiarmi, potresti lasciarmi, potrei essere una delle tante, potrei essere la complessata di turno presa in giro da Ashley Purdy, potrei non essere alla tua altez…”
Non le fece finire quella frase stupida, di quel discorso insensato, di quel momento perfetto.
La baciò, come aveva fatto poche volte finora.
Ashley era tipo da baci passionali, ma quel pomeriggio la dolcezza sembrava essersi impossessata di lui.
La baciò, ma senza infilarle prepotentemente la lingua in bocca.
La baciò, ma senza succhiare ogni centimetro delle sue labbra.
La baciò, ma senza passione.
La baciò, con amore.
La baciò, con dolcezza.
La baciò, in modo casto, gentile, puro.
Christy se ne accorse.
“Pensi ancora di non essere alla mia altezza…Christy?” le chiese con calma.
“Lo penserò, sempre, ma ogni volta che mi darai una conferma della mia importanza per te, il mio dolore sarà alleviato dai tuoi gesti, ti ringrazio, Ashley”, rispose lei.
Si guardarono per l’ennesima volta negli occhi e fu il bassista a prendere l’iniziativa, circondandola con un braccio e portandole la testa sulla sua spalla.
“Sono felice di essere qui” le disse.
Christina si limitò a mugolare una risposta del tipo:”Mmh”.
Sapeva che lo amava e probabilmente, come sempre nei momenti importanti, anche questa volta le era mancata la parola adatta o semplicemente qualcosa di talmente sensato ed opportuno da poter esprimere a parole.

Ashley sorrise.
“Non è meglio se torniamo a casa a cambiarci? Non vorrei prendessi la febbre”
“Ha ragione, dai, sbrighiamoci”.
In un lampo furono a casa.
Ci misero meno del previsto, ma come sempre, il bassista aveva dimenticato le chiavi.
Andy era sicuramente da Juliet e Jake e Jinxx erano in giro a trascorrere un po’ di tempo insieme da bravi piccioncini.
CC…beh, non si sapeva che fine avesse fatto quel matto batterista.

“E ora? Restiamo fuori?” chiese Christy infreddolita, nonostante l’aria calda.
“Ho bussato, a quanto pare non c’è nessuno…”
Si sedettero sul pianerottolo per qualche minuto osservando il vialetto.
“Dovremmo trovare una ragazza a CC” disse Christina sorridendo.
“Ma cosa vuoi da quel poverino? Perché dovrebbe passare ‘sto guaio?” le disse indicandola.
“Ehi! Ehi! Carino! Stai calmo…che il guaio te lo faccio passare sul serio!” lo minacciò.
“E dimmi, piccola Christy…cosa mi fai? Non vorrai mica stuprarmi? Sto tremando…non vedi?”
Risero. Poi il viso di Ashley s’illuminò come se avesse avuto un’idea geniale.
“Ma certo! Jake e Jinxx!”
“Jake e Jinxx cosa?” chiese incuriosita la ragazza.
“Lasciano sempre la finestra della loro camera aperta, scommetti che lo hanno rifatto?!”
Corsero alla finestra al piano terra e come previsto entrarono attraverso quella.
“Sono un genio!” si auto-complimentò Ash.
“Si, si, piuttosto, andiamo in camera di CC che prendo una sua maglia”.
“Va bene…uffa…potevi prenderne una mia” replicò nuovamente il bassista.
Andarono nella camera di CC, la porta era socchiusa.
“Ash! Ti aspetto qui, mi cambio e…aaaah!”
Christina urlò.
“Chris! Che ci fai qui?! Da sola…cioè…da sola con Ash…non volevate mica…”
La ragazza restò sconvolta nel vedere CC.
Mentre apriva la porta lo aveva visto baciare qualcuno.
“Io…non è come sembra Christian! Dovevo solo cambiarmi…Ashley…”
“Cambiarti? Ashley? Ma che…”
“Aaah…non è come pensi, giuro! Dopo ti spiego…piuttosto…mi presenti la tua amica?”
Una ragazza dai capelli scuri e mossi, lunghi fino alle spalle, si alzò dal letto, perfettamente vestita.
Sembrava simpatica, pensò Christy.
“Ciao…ehm…io sono Eleonore”
“Piacere di conoscerti, io sono Christina, la migliore amica di CC”
Le strinse la mano cordialmente, quella ragazza sembrava veramente a posto.
Improvvisamente entrò Ashley…
“CC! Allora non fai parte della cerchia di Jin…”
Christian lo guardò male.
“Eh, ah, ciao…sono il miglior amico di CC, mi chiamo Ashley, ma puoi chiamarmi Ash, beh io e Christina togliamo il disturbo…buon pomeriggio ragazzi!”
Ashley tirò via Chris tenendola per mano, andarono in un’altra stanza e le porse la sua enorme felpa di Hello Kitty.
“Non vorrai che a ventidue anni indossi questa cosa…”
“La metto io a trenta, non potresti farlo tu a ventidue? E poi sei una ragazza e alle ragazze piacciono le cose rosa e sbrilluccicose (?)”
Christina lo guardò senza sapere se piangere o ridere…
“e pensare che lo amo” disse fra sé e sé…


Ecco a voi il capitolo! A quanto pare le parti barrate, il pc non vuole proprio metterle eh! Ho dovuto sistemare tutto...spero vi piaccia! Se vi va recensite :) baci

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Capitolo 11
*** Perchè lo odi? ***


_____Perchè lo odi?___*Your Kiss A Whitered Rose, your lips have buried me*____

Christy indossò la felpa di Hello Kitty e rise vedendo Ashley soddisfatto che l’ammirava.
“Ti sta benissimo!” disse con gli occhi a cuoricino.
“Ma cosa dici, stupido! Mi sento una bambina”
“Sei la mia bambina, dopotutto…”
La ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata e deviò il discorso.
“Dai, mi do una sistemata ed usciamo”
“Ma scherzi spero! Restiamo a casa a vedere un bel film!”
“Ma Ash quale film vuoi ved…”
“Vediamo Legion Of The Black”
“Sarebbe?”
“E’ un film con alcuni nostri inediti”
“Wow! Allora sono d’accordo, va a cambiarti che sei fradicio”.
Lo aspettò nella stanza per poi seguirlo in cucina.
“Ti vanno i popcorn?”
“A quest’ora?”
“Daaaaaaai….che film sarebbe senza popcorn…”.
I suoi occhi si illuminarono e Christy non poté fare a meno di accontentarlo.
Purtroppo, lo vide porre talmente tanto olio nella pentola da poter quasi friggere delle ciambelle.
Corse ai fornelli e lo abbracciò da dietro.
“Fermati” gli disse con calma.
Ashley girò il viso e sorrise. “Perché?” le chiese col sorriso a fior di labbra.
“L’olio”
“Cosa fa l’olio?”
“E’ troppo”
“No, li ho sempre fatti così, vengono un po’ unti, ma son buoni”
“Ashley, i popcorn non si fanno così. Sono decisamente TROPPO unti. Scommetto che ci mettevano secoli ad aprirsi, vero?”
“Wow si! Come hai fatto a indovinare? Scoppiettavano dopo tipo venti minuti. Che palle”
“E grazie. Secondo me alcuni annegano pure!”
“Aaaah…smettila di farmi da mammina”
“Se ti facessi da mammina adesso non comincerei a baciarti il collo…”
Disse cominciando a lasciare qualche caldo bacio sulla sua pelle.
“…la spalla…”
“…la scapola” *tirando leggermente l’orlo superiore della sua canotta*
Ad ogni parola lasciava un bacio….tutto questo finché…
“Ashley! Rovinerai la pentola! Spegni quell’olio!”

Come previsto la pentola si rovinò e furono costretti a buttarla.
“Mi...mi dispiace di averti distratto” disse Chris.
“Tranquilla…che ne dici se prendiamo delle patatine?”
“Purdy devi necessariamente mangiare da schifo?”
“M-ma…le patatine” *occhi sbrilluccicosi*

“D’accordo”.
Aprì il mobiletto dedicato alle “schifezze” e, con l’imbarazzo della scelta, stette dieci minuti buoni a decidersi su cosa prendere.
“Hai finitoooo?!” gli urlò Christina.
Erano una strana coppia.
In alcuni casi sembrava che lei fosse il maschiaccio della situazione; un po’ come quando si va a fare shopping e il ragazzo si scoccia di aspettare chiedendo alla sua “lei” di scappare dal negozio.
Così fece Chris con Ashley, affinché si decidesse in fretta.
“Queste!” disse con tono certo il bassista con sottofondo di sospiri di sollievo.
Corsero sul divano portando qualche birra e videro il film.

Christina poggiò il capo sulla spalla di Ash e finì per addormentarsi svegliandosi alle otto di sera, ritrovandosi distesa con indosso una coperta.
Intanto CC preparava la cena.

“CC!” gli urlò scattando dal letto e vedendolo in cucina (le due stanze erano collegate).
“Cosa c’è piccola?”
“Niente, sono felice di vederti, ma…che ore sono? E Ash? Che fine ha fatto?”
“E’ uscito per andare a comprare le patatine fritte...quelle lì congelate, così stasera vi preparo una bella cena”
“Quindi a breve tornerà anche quell’idiota di Andy?”
“Si e mi hanno telefonato Jinxx e Jake dicendo che sarebbero tornati per le nove”.
“Va bene, io vado a casa allora”
“Perché, scusa? Resta a cena con noi, no? Viene anche Eleonore, è andata a casa a cambiarsi”

“C’è Andy, non mi va”
“Non puoi fare così ogni volta. Ti chiedo solo un favore…non mettere Ashley di fronte a una scelta, non è semplice come sembra”

Christina rimase per un attimo in silenzio, perplessa. In effetti, avrebbe fatto solo un torto al suo ragazzo se fosse andata via.

“Va bene, resto qui” disse per poi sorridere incerta.
CC diede un urlo di gioia.

Bussarono al campanello e la ragazza si precipitò ad aprire.
“Ash! Stasera resto a cena qui!” gli disse senza permettergli di entrare neanche.
“Wow, mi fa piacere! Festeggiamo allora!”

Dopo mezz’ora circa, si sentì il rumore di una chiave che rigirava nella serratura.
“Devono essere i miei adorati chitarristi!” pensò Christina.

Corse dinnanzi alla porta e proprio sul punto di gridare:
“Jinxx!! Jake!! Bentornat…”
Le si bloccarono le parole in gola, vedendo che sulla soglia c’erano Andy e Juliet.

“Ah siete voi, ciao” disse freddamente.
CC ed Ashley la guardarono preoccupati, preoccupati che Juliet l’attaccasse, come al solito.
O che lo facesse Andy.
O entrambi.
“Ciao tesoro!” proclamò la bionda falsamente.
“Ciao”, Andy accennò un saluto.

Verso le nove, come previsto, giunsero anche Jeremy e Jacob, contemporaneamente con Eleonore ed annunciarono il loro fidanzamento sconvolgendo non poco i presenti (a parte i membri della band che già erano al corrente di tutto).

La serata volò con frecciatine varie, anche se Christina si accorse di aver trovato in Eleonore una nuova alleata.

Dopo cena e dopo chiacchiere varie, le coppie si divisero in giro per la casa.
Jinxx e Jake andarono a giocare a guitar hero…manco avessero sedici anni.

CC ed Eleonore decisero di fare un giro nel parco vicino casa loro.
Andy riaccompagnò Juliet e rimase da lei per un bel po’.
Ed infine, Ashley e Christina si chiusero su nella stanza del bassista.

Si stesero sul letto sfiniti, CC era un ottimo cuoco, ma con tutto quel cibo li aveva preparati al letargo.

I due scherzarono molto, finché (come al solito) arrivarono a parlare di argomenti seri e fare discussioni quasi filosofiche.
“Cosa hai pensato la prima volta che mi hai visto?” le chiese Ashley curioso.
Christina rispose sinceramente:
“CC ma che razza di amico donnaiolo hai?”
“Ma guarda te che antipatica!” le urlò quasi offeso.
“Ma scusa civettavi con quella bionda iperdotata…ma non di cervello” disse ridendo.
“Almeno aveva le tette”
“Purdy pervert! Pensi sempre e solo a quelle cose lì!” gli gridò.
Improvvisamente l’altro, mentre rideva, smise e si fece serio.

“Cosa c’è che non va?” gli chiese Christy.
“Posso farti una domanda…strana?”
“Certo”
“Perché odi Andy?”


Un nuovo capitolo tutto per voi! Non scrivo da molto, ma ero così felice che ho preparato tipo tre capitoli di questa storia...ovviamente li rilascerò un po' alla volta così vi do il tempo di gustarvela per benino.
VI AVVERTO: ci sarano A BREVE novità MOLTO MOLTO MOLTO particolari. Forse resterete sconvolti.
Spero recensiate, grazie e buona lettura a tutti, baci!

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Capitolo 12
*** Emozioni distruttive ***


_____Emozioni distruttive___

Hey! *Saluta alla Ashley Purdy*.
Eccomi qui di nuovo a rompervi le scatole! Spero che questo capitolo vi piaccia...attenti che non vi prenda un colpo mentre leggete...c'è un'importante confessione di Christy...buona lettura <3


La ragazza si sentì terribilmente in difficoltà.
“Odiare…Andy? Ma cosa dici?! Mi sta solo poco simpatico” cercò di giustificarsi in qualche modo.
“Ho visto come lo guardi, scruti in cagnesco ogni suo movimento. Non è che ha detto qualcosa che non doveva? Posso parlarci, se vuoi”

Christina si agitò
“No no no no! Per nulla! Andy è educatissimo…fidati…non è nulla. Solo p-poco feeling…”

“Ti conosco e so che qualcosa non quadra”
“Purdy saranno solo sei mesi che stiamo insieme”
“1) Non chiamarmi Purdy, mi fai sentire maledettamente distante.
2) Sei mesi, per me, sono abbastanza.
Cosa ti ha detto?”

Christy si guardò intorno disperata…avrebbe dovuto dirglielo?

“Io…Ashley c’è una cosa che non ti ho detto”

Il bassista la guardò stupito.
“Promettimi che non ti arrabbierai”
“Perché dovrei?”
“Perché finora non te l’ho voluto dire…”
“Tranquilla, ormai puoi dirmi tutto quello che vuoi, prometto”

La ragazza fece un lungo sospiro.

“Ascolta, ho provato in ogni modo a rimuovere questi dannati ricordi dalla mia mente…ce l’ho fatta, dopo tipo quattro anni, ma poi è successo tutto questo casino…io non avrei voluto…poi ho incontrato te e ora stiamo insieme…ma lo sai che…mi piaci…non ho mai mentito…io…”

“Chri. Così non capisco nulla, calmati. Spiegami tutto lentamente”
Annuì.
“Sai che i miei adesso abitano a Cincinnati…no?”
“Si, lo so, me lo avevi detto, tempo fa”
“Ecco, hanno scelto quella città perché la conoscono bene”
“E quindi?”
“Ashy, la conoscono perché ci abbiamo vissuto quando avevo circa quattordici anni”
“Ho capito, ma cosa c’entra con…Andy è di Cincinnati…cosa…cosa vuoi dire?”
“Allora…CC non te lo ha mai detto, credo. Per un periodo della mia vita, l’ho lasciato da solo”
“N-no”
“…siamo stati lì per pochi anni. Fu il primo ed unico trasferimento della mia vita e mi costò caro lasciare gli amici, Christian in particolare. A causa dei miei modi e dei miei gusti la gente di Cincinnati non mi si avvicinava neanche.
Mi hanno presa in giro, mi hanno pestata spesso…”
Le lacrime cominciarono pian piano a sgattaiolare dagli occhi della “ex-bionda”, ma abbassò il capo per non mostrarle ad Ashley che le stava di fronte, col palmo della mano che reggeva il capo, mentre erano stesi.

“Sc-scusa. Sono cose stupide, non dovrei parlartene, lascia perdere, un giorno capirai da te”

Si chiuse in se stessa, ma prima che potesse smettere di parlare, il bassista le carezzò i capelli, tirò via le lacrime e le diede un bacio.
“Per favore, so che ti fa male, ma continua. Non è per me, voglio che tiri fuori tutto questo dolore, altrimenti ti mangerà viva, logorerà la tua anima riducendola a brandelli”

Christina si fece coraggio e continuò, avendo capito che era vero ciò che Ash le aveva appena detto.

“Mi pestavano, mi deridevano, mi hanno fatta passare per pazza e depressa in tutta la scuola. Questa storia è andata avanti per due anni, senza che io proferissi parola. Prendevo le botte, tornavo a casa e dicevo a mia madre che ero caduta correndo per tornare in fretta a casa…e subivo i suoi rimproveri sul fatto che per strada dovevo fare attenzione.
Un giorno, Alan, il capo della comitiva…come al solito mi prese di mira, ma in modo più…violento…”
“Cosa ti hanno fatto piccola mia?”
“Mi portarono…” Christina deglutì. Aveva un nodo in gola.
“Chris, ci sono io qui”, Ashley le strinse la mano.

“Mi assalirono negli spogliatoi. Era l’ora di ginnastica. Come sempre, da brava alunna, mi stavo cambiando per indossare la tuta. Ero in pantaloncini e canotta.

Vidi un’ombra accanto alla porta, non ci feci caso perché dopo poco sparì.
Ma quando uscii dal bagno, mi ritrovai di fronte Alan ed i suoi amici.

M’immobilizzò mentre un altro dei quattro mi tappò la bocca.
Ebbi paura, Ash.
Tanta paura. Volevano…violentarmi.
Mi dimenai talmente che quasi riuscii a scappare, ma beccai un pugno e finii per terra, sanguinante.
Ne seguirono altri.
E poi dei calci. Nessuno poteva sentirmi.
Chiusi gli occhi in segno di resa, almeno se n’erano andati senza svestirmi.”

“Piccola mia”. Ashley la guardò con le lacrime agli occhi.

“Quando li riaprii, mi ritrovai nel letto dell’infermeria. Mi dissero che un ragazzo mi aveva trovata fuori allo spogliatoio, molto scoperta, con braccia, volto e gambe tumefatti.
Mi aveva portata lì ed aveva avvertito i professori.
Questi ultimi a loro volta convocarono i miei genitori e fui costretta a dire la verità.
Loro presero in simpatia quel ragazzino perché, in fondo, mi aveva aiutata mentre io cominciai ad interessarmi a lui.
Era simpatico, in quei giorni orribili riuscì a farmi dimenticare l’accaduto, mi diede una mano con il suo sostegno quando fui costretta a fare fisioterapia a causa del femore fratturato. Diventammo amici. Poi qualcosa di più.
Era l’unica persona che conoscevo della scuola, a parte alcune ragazze che mi salutavano spesso e con cui trascorrevo poco tempo a settimana.

I miei pomeriggi erano perennemente occupati dalla sua presenza.
Aveva i miei stessi gusti musicali e condividevamo gli stessi sogni.

Non sono una persona dolce o comunque che si affeziona agli altri, perché so che dipendiamo prettamente da noi stessi, ma quel ragazzo fu capace di rubarmi l’anima.
Mi innamorai prima che potessi accorgermene e…ormai…non c’era più modo di tornare indietro.

Mi aiutò a superare quella fase critica.
Mi aiutò a perdere tanti vizi problematici tra cui quello dell’autolesionismo.
Mi aiutò in tutto.
Mi aiutò e basta.
Mi fece scoprire cose nuove. La felicità, le emozioni, le sensazioni.
Con lui scoprii anche l’amore, scoprii com’è assaporare il profumo della pelle di colui che ami subito dopo esserti donato a lui.
Con lui scoprii come cominciare a vivere sul serio.

Quando compii sedici anni circa ci mettemmo insieme e la nostra relazione durò fin quando ne compii diciannove precisi.
Lui ne aveva venti.
Litigammo perché era molto cambiato e credo avesse cercato e trovato conforto in altre persone.
Trascorsi i peggiori anni della mia vita dal diciannovesimo al ventunesimo, contando anche il primo furono quattro anni esatti di pene e dolori.

Presi a non mangiare, a tagliarmi di nuovo, a piangere continuamente, a non uscire.
Il mio mondo crollò in quel frangente di tempo.
La mia vita non era più mia.
Qualcuno l’aveva rubata e non sapevo come riaverla.
Poi ritrovai CC, trasferendomi di nuovo a Los Angeles.
CC è stato la mia salvezza.
Mi ha reintrodotta nel giro. Mi ha riportata sulla vecchia strada.
Mi ha ritrasformata nella persona felice di un tempo, per questo poco prima di conoscerti tinsi i capelli di verde acido.
Non volevo più essere me stessa, la ragazza che avevano maltrattato, quella che per poco non era stata violentata.
Quella debole.
Ero cresciuta.
E da quel giorno non vidi più quel ragazzo finchè…”

“Finché hai conosciuto me. Quel ragazzo era…”
“Si…era Andrew Dennis Biersack”.

 

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Capitolo 13
*** Verità preziose ***


____Verità preziose_______*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*____


AVVISO:
lunedì andrò in gita scolastica (yeeeeeeeh) e starò fuori fino a sabato sera >_<. Ciò significa che non potrò pubblicare.
Per questo motivo, domani vi lascerò un altro capitolo, ma...dovrà bastarvi per tutta la settimana.
La trama si intreccia sempre di più...credo che a breve tra Ash, CC, Christy, Andy, Juliet e gli altri non si capirà più nulla ahahah, spero che nonostante tutto vi piaccia. Se vi va, recensite, beh a domani. Baci xx.
P.S. non ho ricontrollato, mi scuso per eventuali errori...
Julie.

 
Ashley rimase sconvolto e restò a guardare Christy per un attimo.
Ecco perché odiava sia lui che Juliet.
Perché lei gli aveva portato via Biersack per gioco, mentre per Christy era importante…fin troppo.
Ah! Quanto aveva sofferto la sua povera Christina e quanto aveva lottato per reprimere quegli inutili incubi del passato che le riecheggiavano nella mente.
 
Christy fissò le lenzuola colorate.
Si vergognò di avergli raccontato qualsiasi cosa di quegli anni.
Gli aveva persino detto di essere andata a letto con Andy.
Era capitato solo una volta, ma Ashley l’aveva rassicurata così tanto da invogliarla a dire qualsiasi cosa le passasse per la mente.
Si compiacque del comportamento di CC. Era stato così riservato da non dire una sola parola di quello che le era successo ad Ashley.
Christina non avrebbe voluto fargli capire il motivo per cui  non gli si avvicinava troppo.
Era come bloccata…gli stava accanto, gli dava baci, gli concedeva carezze, ma nient’altro.
Andy era stato l’unico ragazzo in grado di farla sciogliere, di metterla a suo agio senza opprimerla.
“Mi…mi dispiace…” disse Ash a denti stretti.
“Per cosa?” indugiò lei accennando un sorriso.
“Io…avrei voluto essere lì per proteggerti; mi dispiace che tu abbia dovuto affrontare tutto ciò”.
Christy gli prese la mano ed il bassista sussultò a causa del contatto.
Nonostante il caldo, le sue dita affusolate erano gelide.
“Grazie Ash”.
Si guardarono per poco, iridi nelle iridi, pupille nelle pupille, respiri nei respiri, cuore a cuore.
La guardò con gli occhi dell’amore; era sola, spaventata, persa, insicura e priva di difese.
Aveva improvvisamente riversato fuori la tempesta di emozioni che portava dentro da anni.
“Ehi, non…non avercela con Andy” accennò con aria pietosa.
“Avercela per quale motivo? E’ uno dei miei migliori amici”
“L-lo so…”
“Credevo che…sai…per la storia del fid…”
“Fidanzamento? Beh, cosa c’è di male? Anzi, vorrei ringraziarlo per averti aiutata…”
“Per favore Ash…non dirgli nulla, non voglio che creda lo abbia urlato ai quattro venti”
“Va bene”.
Christy si alzò pensierosa dal materasso ed Ashley la seguì per riaccompagnarla a casa in moto.
Si fecero le undici.
CC riaccompagnò a sua volta Eleonore e la band si trovò riunita nel salotto di casa soddisfatta per la cena.
I chitarristi andarono a letto ed il vocalist, afflitto da un’influenza cronica mischiatagli probabilmente da Juliet, andò in camera sua con due tazze di tè caldo e quattro pacchi di fazzoletti.
 
Ashley rimase solo con CC e pensò di parlargli…nonostante Christina non volesse si aprissero determinati discorsi, né con Andy né con altri.
Il bassista non si era dato pace da quando la ragazza era scesa dalla moto.
Doveva sapere cosa aveva passato nei minimi dettagli e solo quel pazzo di un batterista ne sapeva quanto lei.
 
Lo vide stravaccarsi sul divano e lo rimproverò, anche se di solito succedeva il contrario.
“Dai CC, togli i piedi da lì, fammi spazio” disse pensieroso e l’altro non poté fare a meno di notarlo.
“Che hai Ash? E’ da quando Chri è andata via che stai così”
“Senti…mi devi fare un favore…uno di quelli importantissimi…uno di quelli da migliori amici…” sussurrò disperato.
“Sarebbe? Sai che per te sono sempre disponibile”
“Si tratta di Christy. Prima mi ha raccontato della sua vita fin quando ci siamo conosciuti, ma nei suoi occhi ho visto un lume di dolore.
Non era padrona di sé in quel momento.
Non mi ha detto tutta la verità.
Non si è sfogata fino in fondo.
Ti prego CC…ti supplico e lo sai che non sono tipo da cose sdolcinate…dimmi cosa diavolo le hanno fatto in quel paese del cazzo e cosa è successo con Andy”.
 
Christian lo guardò per un secondo. Non aveva mai avuto modo di vedere quel lato nascosto di Ashley e probabilmente gli era costato caro esporsi tanto.
Decise di raccontargli ogni cosa a patto che tenesse la bocca chiusa o Christina lo avrebbe massacrato di rimproveri.
 
“Ash…”
“Allora?”
“Mettiti comodo…è una lunga storia”.
 
Si adagiarono su qualche cuscino trovato qua e là e questa volta anche Ashley poggiò i piedi sul divano, avendo però l’accortezza di togliere le scarpe.
 
“Ho conosciuto Christina quando eravamo piccoli; era una bambina solare, scherzosa, sincera.
Non temeva nulla e nessuno. Vivevamo entrambi a Los Angeles…poi quel maledetto giorno suo padre le disse del trasferimento.
Eravamo solo due quattordicenni, ne soffrimmo molto.
Ci telefonavamo a vicenda, ogni sera, per raccontarci della nostra giornata; molto spesso ci sentivamo su Skype. Christy fingeva di stare bene ed io fingevo di crederle finché una sera, vedendo un livido sul suo polso, mentre spostava la web, decisi di parlarle.
Non…non mi ero accorto dei lividi, all’inizio credo li avesse solo sul corpo.
La vedevo semplicemente meno felice.
Poi…dopo giorni e giorni trascorsi a sentirmi dire che quelle piccole ferite al viso erano state causate da cadute dalle scale, oggetti volati giù da mensole inesistenti e robe varie…decisi di parlarle.
Pianse, questo non posso negarlo. Pianse tantissimo e non potetti far altro che poggiare la mia mano su quel dannato schermo del pc.
Trascorsero ore senza che la sentissi, dopo quella chiacchierata finché…quando si connesse la ritrovai col viso tumefatto. Labbra distrutte, occhi viola, setto nasale fratturato.
Parlammo al telefono e ci vollero circa due settimane prima che mi raccontasse dell’accaduto.
Per sbaglio le si abbassò la manica del pigiama mentre mi salutava e vidi che i tagli le si erano fatti più profondi.
La situazione stava precipitando ed io…non sapevo cosa fare se non darle il mio sostegno.
Provai a convincere i miei a mandarmi da lei, ma non ne vollero sapere di farmi prendere l’aereo da solo.
 
Ero disperato.
La mia migliore amica si stava distruggendo ed io non potevo fermarla a causa di quella maledetta distanza.
Avrei voluto uccidere quei maniaci del cazzo.
Stava male, Ash. Malissimo.
Dopo poco mi disse di aver conosciuto un ragazzo. Il tizio che l’aveva salvata.
Disse che avevano tantissime cose in comune e non ti nego che fui geloso.
Era arrivato così all’improvviso a portarmi via l’unica cosa bella che avevo.
Decise di presentarmelo, tramite skype, immagina che scena:
io, da solo, nella mia stanza tappezzata di poster e con il rullante poggiato sul letto;
lei con Andy, perché sì, affermò che si chiamava “Andy”, mano nella mano come due piccioncini.
 
Ci misi un po’ a capire che questo Andy le stava salvando l’esistenza.
Cosa che non sarei riuscito a fare io.
Mi misi l’animo in pace e decisi di lasciar correre le cose secondo il fiume del destino.
A Cincinnati c’era Andy, non Christian.
Credetti che l’avrebbe fatta sorridere molto, ebbi ragione fin quando l’abbandonò per correre dietro a Juliet.
Ed eccola lì, la mia piuma cascare come peso morto sulla terra.
Christy si ritrasferì a Los Angeles, per fortuna, perché sarebbe stato difficile aiutarla da lontano.
Ricominciò con le vecchie dannate abitudini.
Ricominciò con i tagli.
Ricominciò con il digiuno.
Ricominciò con il dolore.
Ricominciò con le lacrime.
Ricominciò con la solitudine.
Mi vidi costretto a prenderla per i vestiti e trascinarla fuori…nel mondo.
Era così fragile.
Intanto, rincontrai quel tipo, il simpaticone insomma, Andy.
Ci conoscemmo meglio e diventammo amici, ma decisi di non dire a Christy che lo vedevo. Dopotutto, lei mi aveva detto di averlo lasciato perché non ci si trovava più bene insieme.
Non sapevo nulla del fatto che fosse stata abbandonata e per questo non serbai rancore nei confronti di quello che sarebbe poi diventato il nostro vocalist.
Feci conoscere a Chris gente nuova.
Alcuni miei amici; ma nessuno le andava a genio dopo quell’“Andy”.
Purtroppo, un pomeriggio si presentò a casa mia senza preavviso e non seppi dove nascondere Andrew.
Lo trovò lì e puoi immaginare il seguito…anche se stranamente Chri non si scompose e sorrise amabilmente nonostante dentro stesse morendo.
Cosa potevo saperne?
Mi pentii dopo aver saputo di Juliet. Mi pentii di averle ricordato tutto.
Decisi di rimediare…e le presentai…”
“Me”.
“Esatto”
“Grazie CC, è la migliore scelta che avessi potuto fare. La tratterò bene” si limitò a dire Ashley.
“Acqua in bocca”, Chris si portò l’indice alle labbra.
Si separarono ed andarono nelle proprie stanze.
La mente di Ash era un turbine di parole.
Sapeva che Christina nascondeva troppo dolore e doveva annientarlo un po’ alla volta.

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Capitolo 14
*** Parlare troppo ***


Come promesso, ecco a voi un ultimo capitolo prima della mia partenza. Diciamo che è un regalino extra, tutto per voi ù__ù.
Spero vi piaccia, mi mancherà EFP in questi giorni...ma bando alle ciance...qui sta succedendo un bel casino (passatemi il termine) ed Ashley non è poi così spensierato...buona lettura! <3 Ju.


_____Parlare troppo_______*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*____


La notte trascorse in fretta, ma non per lui.
Si girava e rigirava nel letto, angosciosamente afflitto dai pensieri.
“Come? Come posso aiutare Christy?”, si chiedeva in continuazione.
 
Si fece giorno.
 
“Dove sono i miei quattro figoni, eh?! Dove sono?! A letto? Oh, i cuccioloni hanno sonno!” continuò a gridare CC alle dieci del mattino, manco parlasse con dei cagnolini.
“CC! Che cazzo vuoi?! Sono solo le dieci, stronzo!!” gli urlò Andy con una finezza a dir poco inesistente.
“Dai Biersack! Giù da quel letto!”.
Il vocalist aveva un’emicrania terribile, l’influenza si stava facendo più acuta.
Fu la volta di svegliare i piccioncini.
Christian si ripromise di avere più tatto.
Bussò addirittura alla porta!!
“Ragazzi?” fece per chiamarli, ma rise nel vederli dolcemente abbracciati.
Jinxx aveva un braccio poggiato sul collo di Jake quasi come se si fosse addormentato accarezzandogli il viso.
Il batterista s’intenerì, ma ebbe un’idea brillante.
Corse in camera e prese un piatto della batteria (il geniaccio che a prima mattina si mette a suonare la batteria…chi può essere?).
Si pose davanti al letto e cominciò a battere sull’oggetto con le bacchette, molto…molto violentemente.
“Ragazziiiiiiiiiii! Svegliaaaaa!”.
Da immaginare le conseguenze; Jake a causa dello spavento cadde dal letto sconvolto.
Jinxx invece:”Aiuto Jake!! Un incendio! La casa va a fuoco!!”.
CC rise di gusto, altro che tenerezza, quella era follia.
“Ma che coglione che sei CC! Madonna oh! Mi è preso un colpo!!” lo rimproverò Pitts.
La coppia si diresse in cucina dopo lamentele varie.
Il batterista pensò bene di svegliare anche Ash.
Aveva preparato uova e bacon e c’erano in giro resti di pizza.
Entrò in camera sua e si fiondò sul mucchio di coperte, convinto di schiacciare l’amico…peccato che il letto fosse vuoto.
“Ash?” lo chiamò Christian interrogativo.
Lo vide uscire dal bagno, già vestito, ma con gli occhi gonfi e rossi.
“Ehi” rispose mesto.
“Che hai? Sembri uno zombie”.
“Nulla, notte insonne”
“Motivo? Quello che è successo a Chri è acqua passata, lo sai”.
Ashley accennò un si col capo, poi replicò:
“Sarà anche acqua passata, ma voglio che non ci sia più odio tra lei ed Andy. Non…non l’hai mai vista quando sta con me. Non hai mai visto come mi scansa se mi avvicino troppo…”.
CC accennò una smorfia di tristezza.
“Ci vuole tempo, Ash…ci vuole tempo” gli disse poggiandogli una mano sulla spalla.
“Si” annuì il bassista.
“Vieni a mangiare, dai” lo invitò ad andare con lui in cucina.
“Non ne ho voglia, vado a fare un giro”.
“Ma sono solo le dieci”
“Appunto, c’è il sole, ho bisogno di stare un po’ da solo, oggi parlerò con Andy”.
L’euforia di CC si spense.
Si sedette a tavola accanto al vocalist e mangiarono in quattro, dopo aver spiegato che Ash, quella mattina, non era in vena, né di ridere, né di scherzare, né di godersi la vita.
 
*Garage*
Il bassista montò sulla Harley, mise il casco senza preoccuparsi, per la prima volta in vita sua, dei capelli.
Si compiacque nel sentire il solito “bel suono” del motore, uscì dal garage e cominciò ad accelerare.
Amava il vento fresco che pressava sul chiodo in pelle.
Aumentò la velocità, ancora, ancora ed ancora, manco potesse scappare dai problemi con una Harley.
 
*Casa di Christina*
Christina si svegliò tranquilla, o almeno, lo fu finché non ricordò di aver parlato col bassista la sera precedente.
“Cosa…cazzo…ho…fatto?!”. L’ansia le attanagliò il fegato.
Chiamò in fretta Pam e la invitò a casa senza neanche spiegarle per quale motivo.
Quando la ragazza arrivò, le si presentò in pigiama, con i capelli gonfi (che di quel verde acido sembravano davvero un cespuglio) e gli occhi enormi.
“Pam…ho fatto un casino! Un…casino!! Ho parlato con Ashley!!”
“E…quindi?” chiese l’altra perplessa.
“Parli sempre con Ash”
“No…no! Hai presente quando dici qualcosa che non dovresti dire?”
“Si”
“Ecco”
“Non preoccuparti, vedrai che non ci avrà fatto caso”.
Mentre Pamela faceva colazione senza curarsi di Christy, quest’ultima non si dava pace, continuando ad andare in giro per la casa senza trovar nulla di meglio da fare.
“La smetti per favore? I biscotti stanno ruotando nello stomaco come fai tu intorno al tavolo”.
“Oh, ma che vuoi…sto in ansia”
“Dovresti farti meno problemi, cosa gli hai detto di così traumatizzante?”
“Nulla…”
“Chri!”
“Ti ho detto…NULLA”
“Va bene”.
 
*Casa dei ragazzi*
“Aaaah! ‘Sta cazzo di febbre!! La odio!” continuava a lamentarsi il Biersack, steso sul divano.
Era già passata mezza giornata ed Ash non si era presentato a pranzo.
CC pensò di telefonargli.
“Ash? Che fine hai fatto? Mi sono preoccupato”
“CC! Scusami, il tempo è passato così in fretta! Sto tornando a casa. Andy è lì?”
“Si”
“A dopo allora”.
Jinxx e Jake uscirono per andare al negozio di strumenti, c’era bisogno di un bel po’ di corde nuove ed anche di qualche plettro.
 
Christian ed Andy rimasero a casa.
Il primo steso sul letto, sul divano o su qualsiasi altra superficie che lo reggesse.
Era un conglomerato di germi che vagava per la casa.
Il secondo si chiuse in camera per suonare un po’; la batteria “ufficiale” gli piaceva, anzi, l’amava, ma gli faceva sempre piacere “giocare” con la sua cara, vecchia, prima batteria.
Ricordava ancora il momento in cui gli era toccato montarla; non ne sapeva molto di rullanti, tom, ride e quant’altro, ma tanto ci si era applicato che, alla fine, era riuscito ad unirli insieme per formare un qualcosa di simile ad una batteria.
 
La porta d’entrata si spalancò…era Ashley.
Entrò e rimase stupito nel vedere Andy in quelle condizioni che frugava in qualsiasi mobile alla ricerca di qualcosa di poco sano da sgranocchiare.
“Strano che Juliet non sia ancora venuta a trovarlo, di solito sono appiccicati come colla”, pensò.
Non sapeva se fosse il momento giusto per parlargli, ma non esitò.
“Andy?” lo richiamò con un sorriso, vedendolo girarsi, con la coperta sulle spalle che scendeva fino al pavimento e le tasche dei jeans piene di pacchetti di fazzoletti.
“Si?”
“Devo chiederti una cosa”






 

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Capitolo 15
*** Battute Bollenti ***


_____Battute Bollenti________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*____


Ecco a voi un bel capitoletto (?) nuovo di zecca ù_ù. Ne ho già un altro pronto, quindi SIATE FELICI!
Stranamente ho avuto l'ispirazione subito dopo la gita e pensate che questo capitolo l'ho scritto anche mentre ero in giro...eheh, un'esclusiva. Divertitevi a leggere, grazie a tutti per le recensioni, siete dolcissimi! Baci! *Ju*



Andy guardò Ashley perplesso:
“Di cosa vuoi parlarmi Ash?”
“Non di cosa…piuttosto…di chi”
“Non ti seguo”
“Conoscevi già Christy, vero?” gli disse quasi sputando fuori le parole per tirar via quel groppo che aveva in gola.
Per prendere aria.
“E’ stato CC?”
“Eh?”
“Te l’ha detto lui”
“No, ho parlato con Chri, ma non voleva dirmi molto all’inizio e mi ha praticamente obbligato a stare in silenzio con te”
“Capisco, comunque, immagino tu conosca la storia” ribatté freddamente il vocalist.
“Esatto, perché non me lo hai mai detto?”
“Non volevo fare casini”
“Non ne avresti fatti”
“Vuoi dire che non t’infastidisce?”
“Non…non proprio”.
Ashley provò a mantenere un tono serio, distaccato quanto bastava, ma non ci riuscì per molto.
In effetti, un po’ di gelosia c’era, ma era solo un piccolo esile germoglio che stava appassendo nel suo stomaco.
“Io credo di si”.
“Pazienza, piuttosto, grazie per averla aiutata, davvero. Sei in gamba, ma questo già lo sai”.
Gli batté fraternamente “il cinque”.
“Allora tutto ok?” riprese Andy.
“Of course” rispose Ashley sorridendo.
Se ne andò in camera spensierato, non più in ansia come la sera prima.
Mentre saliva su per le scale color mogano incontrò CC che l’osservò preoccupato:
“CC cos’è quella faccia da cane bastonato?!” gli urlò esaltato.
L’altro rise:
“Tutto a posto con Biersack?”
“Ovviamente!”.
Si stese sul letto tranquillo e telefonò a Christy:
“Pronto?”
“Chri?”
“Ehi Ashley”
“Sembri in pensiero, di solito non mi chiami Ashley”
“No, amore, è che…ecco…pensavo a tutto quello che…”
“…mi hai detto”
“Non avrei voluto coinvolgerti in stronzate del genere”
“Shh. Quando si parla di te non sono MAI stronzate”
“Beh, non farci caso, dimentica tutto”
“Non posso e comunque…ho parlato con Andy” rispose quasi infierendole un colpo secco, violento, ma si sa…il dolore può essere intenso, ma pur sempre breve.
“Tu cosa?!” gli urlò infuriata.
Una carica elettrica attraversò il corpo di Christy fino ad arrivare al cuore.
I neuroni cedettero.
“Ma come ti sei permesso?! Ti avevo chiesto di non farlo!! Mi fidavo di te, Ash!!”.
Staccò la telefonata in preda al panico.
Sembrava che il bassista volesse riportarla indietro piuttosto che avanti o almeno fu questo che pensò.
Che senso aveva riaprire tutte quelle vecchie ferite e rievocare brutte abitudini?
Solo Ashley poteva saperlo.
 
*Casa dei ragazzi*
“Che cazzo ho fatto questa volta? Dio mio…”. Ash non riusciva a darsi pace.
Anche indirettamente l’aveva ferita.
Si diede dello stupido più volte, ma pensò che infondo aveva agito a fin di bene.
Le ritelefonò e non gli rispose.
Le inviò una marea di messaggi, nulla.
CC, intanto, ignaro di ogni cosa, quasi la obbligò ad andare a cena da loro.
 
“Christyyyyy!!! Tu stasera sei a cena da noi, verooo?”
“No, CC, non mi sento bene” rispose acidamente.
“Allora vengo a farti compagnia, ok?”
“Ma…”
“Eleonore capirà”
“Ma cosa dici CC?! Resta a casa e non preoccuparti per me”
“NO”.
Tanto ci si applicò che, alla fine, la convinse.
Christy si preparò svogliatamente; Ashley era lì, in quella casa…e gli si sarebbe dovuta sedere accanto per tutta la sera.
 
Indossò un vestitino qualsiasi, una cintura borchiata ed un paio di converse.
I capelli verdi erano più gonfi del solito; i muscoli più contratti.
Era decisamente colpa di ASH PURDY.
Si avviò verso la villetta dopo circa due ore.
Arrivò lì in fretta e ad aprirle fu lo stesso batterista.
“Finalmente!” le urlò divertito.
Chris accennò un sorriso triste:
“Non è serata CC”
“Dai, vedrai che ti passa…ma…mh…che hai?”
“Emicrania”
“Se tu hai l’emicrania, io non mi chiamo Christian Coma”
“Eh, infatti, ti chiami Christian Coma Mora”
“Idiota” la rimproverò.
“Su!”
“Mal di pancia CC, solo mal di…”
“Mal di Ashley, capisco”.
Christina abbassò il capo e si avviò verso la cucina.
Mentre stava per entrare passò dinanzi a lei Andy.
Un brivido d’imbarazzo misto a pentimento e tristezza le si insinuò tra le vertebre.
“A-Andy” sibilò.
“Ciao” rispose freddamente.
“Scusa, devo andare a prendere Juliet”.
La scostò in modo strano; cupo…con un tocco quasi impercettibile, ma le sue dita produssero così tanto calore che Christy per poco non si scottò.
 
“Ehi”, una voce familiare richiamò la sua attenzione ed il caldo si fece più intenso.
“Ehi” rispose a voce bassa.
“Hai incontrato Andy” le disse;
manco non se ne fosse accorta, un metro e novanta d’uomo.
“A quanto pare…” replicò Christy.
Ashley le si avvicinò ottenendo l’effetto contrario.
La sua mano rimase a mezz’aria.
Non gli permise neanche di sfiorarle i capelli.
“Christy”
“Non toccarmi, per favore. Sono qui solo per non rovinare la serata a CC”
“Non volevo farti del male…non ci ho pensato”
“Tu non pensi mai, Purdy”.
La ragazza continuò a camminare voltandosi di spalle.
“Scusa” urlò Ashley in preda alla disperazione.
“Fa nulla, accetto le tue scuse” si limitò a dirgli.
 
Dopo poco, salutò Eleonore, appena arrivata e diede una mano ad apparecchiare.
Ben presto la tavola fu completa ed ogni coppia riunita anche se Christina non aveva voglia di restarsene vicino ad Ash che fece di tutto pur di tenerle la mano.
“Belle le nuove corde Jinxx!”, CC provò a rompere il ghiaccio. “Ah, grazie! Tutto merito del mio Jake!” *sguardo dolce* “E’ stato lui a consigliarmele”.
“La cena è ottima!” riprese Eleonore.
“Hai ragione!” replicò Juliet.
“Hai cucinato tu, CC? Sicuro che non hai comprato tutto al ristorante?” chiese Andy sorridendo.
Gli ospiti risero, ma Christy non si mosse di un millimetro, lasciando il piatto pieno.
“Non hai fame?”, Juliet riportò l’attenzione di ognuno su Christy che rispose a tono:
“No, ultimamente ci sono troppe cose che mi danno la nausea
“Non è che sei incinta?”
“Dello Spirito Santo?”
“O di Ashley” rispose malignamente Juliet.
Il bassista sbiancò per l’imbarazzo. Lui e Christy non erano stati insieme…non in quel senso.
“No, tranquilla, oggi ho avuto la certezza di non essere incinta”.
A queste parole seguì un momento di silenzio.
“Non stai mai attenta tu, eh?”
“Eh?”
“Dico…ti diverti spesso con i ragazzi, ahahah”.
Andy la guardò soddisfatto e rise.
Si riferiva a quello che le era accaduto, l’aveva detto appositamente per ferirla.
“E tu ti diverti spesso con le zoccole, eh?”
Juliet si alzò indignata:
“Andy! Ma la senti?!”

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Capitolo 16
*** Ricordi Improvvisi ***


______*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*_______Ricordi Improvvisi____


Vi avevo promesso che avrei aggiornato in fretta, quindi ecco a voi il capitolo <3, pregate per me prima di leggere dato che domani ho compito di latino ç_ç.
Bando alle ciance, spero vi piaccia...non è niente di che, ma buona lettura e, se vi va, accetto volentieri le vostre opinioni.
Thank u, baci xx
Julie




 “Chri, basta” disse CC, ignorato da tutti.
“Ma lo senti CC? E tu Ash?! Non dici nulla?! NON SAI nulla?!”
Christina fece per andarsene quando si scontrò col vocalist:
“Hai già dimenticato tutto?” le sussurrò all’orecchio.
“Ho dimenticato per vivere”, gli rispose.
Andy la prese di forza per un braccio trascinandola in una stanza qualsiasi.
Probabilmente quella di Jake e Jinxx.
Ashley quasi li seguì e lo stesso volle fare Juliet, ma CC li fermò ponendosi dinanzi a loro.
“Restate a tavola e non intromettetevi”
“Quello lì dentro è il mio ragazzo” disse acidamente Juliet.
“E quella lì dentro è la mia migliore amica” rispose CC.
Ashley non aveva mai visto Christian così serio e determinato
 
*In camera*
 
“Tu adesso mi dici che cazzo ti viene, ok?!” la spinse violentemente facendola cadere sul letto.
Christy fu a metà tra l’essere terrorizzata e l’arrabbiata.
Andy non le si era mai rivolto così.
“Tu adesso ti calmi invece, ok?!”
“Perché ti comporti così?! Perché devi rompere le palle a Juliet?!”
“Ma chi se ne fotte di Juliet! Davvero credete che il mondo ruoti intorno a voi?!”
“Sei un’ingrata”.
Le sue parole le si incisero addosso come un marchio insanguinato.
Il dolore si fece più intenso e fu in quel momento che capì di essere ancora in vita.
Lo guardò disperatamente e per un attimo si ritrovò in quelle iridi limpide e pure;
le stesse in cui era solita perdersi anni prima.
 
La vista le si annebbiò.
“In-ingrata? Dopo quello che...mi è successo…dopo quello che ho passato…mi stai rinfacciando il tuo…aiuto?” gli disse in lacrime.
Andy si sentì crudele.
Cosa era diventato? Perché la stava trattando così?
“Chri”
Christina lo fissò di nuovo.
“Scusami, Biersack” gli disse.
“Scusami per averti dato fiducia, scusami per aver lasciato che mi amassi, scusami per essere stata quasi violentata ed aver provato a ricominciare con te al mio fianco.
Scusa il disturbo.
Non avrei voluto essere un peso”.
Si avvicinò alla porta.
Ad Andy si bloccarono le parole in gola.
Era come se avesse volontariamente reciso un fiore col solo intento di lasciarlo appassire al sole…per puro intrattenimento personale.
“Non…non volevo farti questo” le disse poco prima che le dita di Christy sfiorassero la maniglia.
La vide voltarsi e per un attimo gli venne un colpo al cuore. Aveva gli occhi grondanti di lacrime.
Gli occhi di chi il dolore se lo tiene dentro fino a farsi uccidere, ma agli altri non dice nulla per non farli preoccupare per lei.
 
Le si avvicinò, la guardò dall’alto dei suoi centonovanta centimetri e l’abbracciò.
“Andy! Lasciami!” gli urlò lei singhiozzando.
“Dimentica tutto, ancora una volta, ti prego, non odiarmi…lascia che Ashley ti aiuti”, le rispose.

 

 

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Capitolo 17
*** Seconde Possibilità ***


____Seconde Possibilità_____________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*_____

Capitolo post-vacanze! Scritto tra un pezzetto di cioccolata ed uno di pizza di grano (?). Spero vivamente che vi piaccia...buona lettura e grazie per le recensioni <3. Baci baci.
La vosta Ju

“Lasciami Andy!!” gli ripeté spingendolo con forza.
Il vocalist rimase un po’ scosso, non si aspettava una reazione del genere.
 
Christy alzò la voce:
“Tu Ashley non lo devi neanche nominare!!! Hai capito?!” ringhiò.
Andy fece per parlare, ma glielo impedì:
“Mi hai fatto stare di merda per tutti questi anni! Te ne sei andato! Mi hai lasciato da sola a marcire con i miei problemi! Se non ci fosse stato CC sarei morta! Lo capisci questo?!
Mi hai ABBANDONATA.
Ero sul punto di recludermi in casa, poco c’è mancato che mi uccidessi con le mie mani perché non potevo contare più sul tuo aiuto.
Mi fidavo…mi fidavo di TE!
E adesso torni qui pretendendo di sapere cosa è meglio per me?!
Pretendi di darmi consigli come un buon fratello maggiore?
Cosa vuoi?!
Tornatene da dove sei venuto…tornatene all’Inferno!
Hai Juliet, stattene con lei e non rompermi le palle, ok?!
Ashley, Ashley mi sta guarendo, mi sta aiutando, Ashley mi ama, ma non se ne andrà, resterà con me!”  replicò urlando tanto che anche i ragazzi fuori l’ascoltarono.
Chiamasi doppia personalità o disturbo bipolare.
Trasformazione da povera incompresa a carnefice di chi aveva davanti.
 
Andy non seppe cosa rispondere, Chri aveva ragione.
Se n’era andato per Juliet senza un vero motivo e senza un vero addio.
 
“Lo sai?” gli chiese improvvisamente.
“Cosa?” rispose il vocalist.
“Adesso mi parli in modo tanto fraterno, ma…lo sai cosa mi è successo quando te ne sei andato?
Dubito di no, beh, te lo dico.
Le abitudini che avevo prima di conoscerti, beh…le ho riprese tutte, ma in modo ancora più inconscio e malevolo.
Ho ricominciato a digiunare e tagliarmi.
Costantemente.
E sai chi è stato a tirarmi quella lametta dalle mani?
Dubito tu sappia anche questo.
E’ stato il tuo “batterista” è stato CHRISTIAN COMA MORA.
Lo stesso che ti ha accolto nella sua cerchia di amici perché non sapeva che razza di persona di merda fossi, ad aver abbandonato la sua migliore amica per una donn…”
 
“Come ti permet…”, Andy quasi le tirò uno schiaffo, ma fu frenato da Ashley, entrato improvvisamente.
 
“Alza un solo dito su di lei e vedrai cosa succede. Non ti credevo capace di questo. Sei cambiato, Biersack” gli rispose freddamente lasciandogli andare il braccio lentamente.
 
“Ashley” disse Christy piangendo.
“Stai tranquilla, sono qui”, l’abbracciò.
“Andiamo via, ti prego”
“Si, piccola, va a prendere il casco dal salotto, ce ne andiamo con l’harley”.
 
Christina corse via in lacrime, mentre CC si pose davanti al vocalist (con Juliet che gli si nascondeva dietro) ed il bassista che apparve tranquillo, non sereno, ma comunque tranquillo.
 
“Perché lo hai fatto, Andy? Perché ti sei comportato così male stasera?”
“Ho provato a farla ragionare, Ash, ci ho provato, davvero” gli rispose a testa bassa.
“Con gli schiaffi? Con la violenza? Andy è normale. E’ normale che ce l’abbia con te.
L’hai ferita nel profondo.
Non puoi pretendere che ti adori come quattro anni fa, così all’improvviso.
Si è portata dentro questo dolore per tanti, tantissimi giorni, non puoi pretendere nulla da lei dopo quello che le hai fatto”.
 
Purdy aveva ragione, dopotutto.
 
“Ascoltami, ci vorrà tempo, non perdere la pazienza come sempre, stai tranquillo e prova a ricostruire un rapporto.
Di amicizia, ma pur sempre un rapporto.
L’odio non farà bene né a te né a lei.
Avvicinati un po’ alla volta e se ti respinge, come è giusto che faccia, continua imperterrito per la tua strada, provandoci ancora ed ancora.
D’accordo?
In ogni caso, non voglio che osi più sfiorarla.
Hai sbagliato, ma dopotutto sei giovane e capisco che eri nervoso, ma se io non fossi entrato e tu le avessi dato quello schiaffo, probabilmente mi sarei comportato di conseguenza.
Non è così che si risolvono i problemi, ricorda.
La violenza non ti porta a niente”
 
Detto ciò, il bassista si allontanò con addosso puntati gli sguardi di tutti.
CC non seppe cosa dire, ma preferì evitare un altro rimprovero ad Andrew.
 
Juliet non disse una sola parola.
“Non so perché mi sono comportato così, mi dispiace, scusate” affermò poi il cantante sinceramente pentito.
 
I due chitarristi, intanto, si erano messi a risistemare la cucina.
Nessuno aveva più toccato cibo, dall’inizio della discussione.
Eleonore aveva provato a parlare con Christy, ma non c’era stato verso di tranquillizzarla.
 
 
*Salotto*
“Chri” una voce le fece gelare il sangue.
“Ash…io…mi-mi dispiace….non sarei dovuta restare qui.
Sono una stupida, ho rovinato la cena a tutti!” rispose piangendo.
 
“Dammi il casco, su” le intimò il Purdy.
Lei glielo porse e lui lo poggiò sul divanetto.
Le asciugò qualche lacrima.
“Non hai rovinato nulla a nessuno, d’accordo? Capita di discutere. So che è difficile, ma…prova a non pensare a quello che ha fatto Andy.
Potreste ricucire il vostro rapporto e diventare buoni ami…”
“No, non voglio più vederlo, ha continuato a farmi del male, non vuole ricucire nessun rapporto”
“Agisce d’impulso, lo sai, per favore, è pentito, dagli una seconda possibilità…fallo per me”
“Va-va bene…” gli disse poco convinta.
 
“Prendi il casco, andiamo via di qui, stasera mi prendo cura io di te, va bene?” le disse sorridendo.
Anche a Christy spuntò un sorriso.
 
“Grazie Ash…dove-dove andiamo?” chiese titubante.

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Capitolo 18
*** Rilassati, Christy ***


_____"Rilassati, Christy"__________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*____


Come promesso a qualcuno, ecco un nuovo capitolo! Stasera avevo l'ispirazione e l'ho scritto di getto.
Magari non è nulla di che, ma spero vi piaccia lo stesso. Godetevelo. E' abbastanza "esplosivo". Baci baci.
Vostra Ju.


“Dov’è che vuoi andare?” rispose il bassista, a sua volta, con una domanda.
“Te l’ho chiesto prima io” disse Christy acidamente.
“Gne gne, prima io” ribatté Ashley per strapparle un altro sorriso…e ci riuscì.
 
“Decidi tu” disse il piccolo cespuglio.
Ash rimase un attimo a pensare, con lo sguardo fisso sull’orologio alla parete.
Segnava le ventidue e trentaquattro.
 
‘Mmmh, si! Ci sono!’ disse tra sé e sé.
Accennò un sorriso e tirò Christy per la mano verso il garage.
 
“Allora? Mi dici dove mi porti?” continuò a chiedergli curiosa.
“Ssh! Taci” le intimò dolcemente.
 
Il vento fresco accarezzò i capelli di entrambi mentre la moto accelerava nel buio della notte.
 
Christy rimase incantata nell’osservare il paesaggio che la circondava.
Avrebbe voluto farne parte; da piccola spesso faceva finta di essere un albero restando ferma come un arbusto mentre giocava a nascondino o teneva in mano dei fiori “trasformandosi” in una pianta.
 
Per questo aveva scelto di tingere i capelli di verde;
verde bosco, verde erba, verde cespuglio, verde come la natura che amava.
 
 
Giunsero in un luogo abbastanza isolato.
In effetti un po’ aveva paura, ma sapeva che con lei c’era Ashley.
Si sentivano strani rumori, versi di animali notturni, le parve addirittura di veder brillare gli occhi di un gufo.
 
Il bassista posò la moto in un piccolo cortile dopo aver aperto un cancello cigolante.
 
“A-Ash…d-dove siamo?”
“La vedi questa casa?” le chiese
“S-si, ma cos’è?”
“Era casa dei miei nonni. I miei genitori hanno pensato di ristrutturarla dopo la loro morte, tra una settimana sarà in vendita”
 
Christy sgranò gli occhi.
“Vuoi dire che dentro è…”
“Dentro è assolutamente nuova, ci sono da risistemare solo il giardino e riverniciare il cancello!” disse divertito.
 
Entrarono e Christina rimase quasi abbagliata dalla luce emessa dai lampadari.
La villetta era “super-illuminata”. Lampade, candele, luci e lucette ovunque.
In effetti, in un posto isolato come quello, sarebbero servite tutte…c’era così tanto buio intorno.
 
“Wow” esclamò la ragazza nel vedere la grande scalinata che portava al piano superiore.
Si fermò per un secondo.
“Perché non sali?” chiese Ashley.
Christina arrossì.
“Oh, io…è casa tua…non voglio essere sfacciata” rispose in modo sincero.
“Ma va! Venga con me signorina…le mostro la casa, se mai volesse acquistarla!” disse scherzosamente il Purdy, col finto tono da galantuomo e porgendole la mano.
 
Salirono su ed il bassista le mostrò ogni stanza.
 
La prima fu quella che una volta era la camera da letto dei nonni; da bambino andava a svegliarli spesso quando non dormiva con i suoi.
Era cresciuto in quella casa e vederla così diversa gli dava un po’ di nostalgia.
 
La seconda fu il piccolo bagno che adesso, al posto di una semplice vasca ne conteneva una idromassaggio.
 
Le pareti erano di un blu cristallino.
 
L’ultima stanza che Purdy le volle mostrare fu quella che non avevano ancora risistemato, sebbene mancasse così poco alla messa in vendita.
 
“Chiudi gli occhi” le sussurrò.
 
Entrarono in quel piccolo, piccolissimo vano ed Ashley accese la luce.
 
A Christy vennero le lacrime.
“Questa era la…”
“…la mia stanza, si” affermò il bassista ridendo.
 
 
Aveva “rubato” la stanza più bella dell’edificio.
Incastonata nel muro come una piccola gemma c’era la finestra che volgeva il suo sguardo sul bosco circostante.
 
‘Deve essere bello all’alba’ pensò Chri.
Il sole probabilmente illuminava il letto.‘Tutto calcolato’ si disse.
Un po’ come Ashley insomma.
Sempre preciso.
Vide alla parete vari poster: Billy Idol, i Misfits, i Kiss.
Sfiorò con delicatezza i muri, quasi avesse paura di far loro del male.
Al centro c’era un letto un po’ più grande del solito:
“Un letto standard no, eh? Sempre viziato!” gli disse battendogli la mano sul capo.
“Già sapevo che sarei diventato Ashley Purdy” rispose l’altro.
 
Lei non capì la battuta che, forse, tanto scherzosa non era.
Il Purdy con la vena sentimentale, toh, mai vista una cosa del genere:
“Come? Non ti seguo. Sei sempre stato Ashley Purdy, cosa avresti dovuto farci con un letto così grande da adult…aaaah. Ashley!” sbottò come se avesse capito di getto.
 
Purdy fece un sorriso perverso.
“Dicevi? Mmh, cosa avrei dovuto farci con un letto così grande? Non immagini?” rise e Christina si sentì a disagio.
 
Lui le si avvicinò.
 
“Ti avevo detto che mi sarei preso cura di te, stasera”
 
Come sempre, la ragazza abbassò lo sguardo fissando il ciondolo della collana di Ash, una stella.
 
“Bella la tua collana”, provò a deviare il discorso distaccandosi un po’.
“Non…non ti fidi ancora di me?” le chiese lui un po’ deluso.
 
“Non prenderla male…il problema non sei tu…sono io” gli rispose.
Si morse le labbra.
Non avrebbe voluto dirlo.
Come sempre stava rovinando tutto.
 
“Scusami, forse dovrei lasciarti in pace e sparire dalla tua vita” gli disse con gli occhi lucidi.
Ashley provò a riavvicinarsi a lei.
 
“O potresti farne parte più di quanto non ne faccia già”.
Le prese il mento tra l’indice ed il pollice, portandole in su il viso.
Christina stava piangendo.
In silenzio, ma pur sempre piangendo.
“Basta, non farmi questo, non voglio che tu pianga, voglio che tu sia felice” le disse.
 
La strinse a sé.
“Ti amo” le sussurrò all’orecchio.
Dopo sei mesi glielo diceva sul serio.
Dopo sei mesi era riuscito a mostrarle un lato di sé che a pochi mostrava.
 
 
“Beh, sai che per te ci sarò sempre” continuò Ashley.
“Smettila” lo interruppe la ragazza.
Lui la guardò stupito.
 
Lei gli si avvicinò ancora.
“Basta parlare. Devo-devo provare a dimenticare. Ti amo, Ashley” gli disse portandosi le mani di lui sui fianchi.
 
Il bassista la prese di forza per poi lasciarla sul letto.
Gli sembrò così docile, indifesa, inerme.
La vide spogliarlo con le mani tremanti. Non era mai stato con una ragazza di quel genere.
Era inesperta, ma non lo disturbava.
Non era una di quelle che prendevano l’iniziativa. Lei era timida. Spaventata.
Percepì i suoi respiri affannosi.
“Calmati Christy” le disse a voce bassa, “Ci sono qui io, rilassati”.
Le accarezzò i capelli, baciandole più volte il collo.
Le sue dita formavano disegni inesistenti su un corpo pieno di cicatrici.
‘Ne ha così tante fuori che non oso immaginare quante ne abbia dentro’ pensò il bassista.
 
Poco a poco fece sì che Christina si sciogliesse, guidandola in ogni mossa finché sfiniti si stesero l’uno accanto all’altra.
Lei si addormentò con un sorriso sereno sulle labbra.
Ashley osservò la sua pelle candida ormai perlacea per via del sudore.
Era bella, fin troppo…ed era sua.
 
‘Ce l’ha fatta’ si disse. ‘Sta riuscendo ad andare avanti’.
Si ripromise che mai l’avrebbe abbandonata ai suoi demoni.
Era il suo cavaliere, il suo protettore, il suo angelo custode, insomma, a lui sarebbe toccato salvarle la vita da se stessa.

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Capitolo 19
*** Dolci risvegli ***


_______"Dolci risvegli"_______*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*______



Hey gente!! Il mio dannatissimo computer ha deciso di non farmi pubblicare nonostante avessi questo capitolo pronto da un bel po'! Fortunatamente stasera si è deciso (avevo problemi con i programmi e robe varie, ho dovuto formattare tutto) ed eccone il risultato.
Non l'ho neanche riletto perchè non vedevo l'ora che lo leggeste voi. Chiedo venia per eventuali errori, vi ringrazio e buona lettura.
Your Julie <3

Ashley rimase sveglio tutta la notte.
Si limitò ad osservare il viso di Christy che ogni tanto faceva qualche smorfia.
Non riusciva ancora a credere a quello che gli era accaduto.
Era molto più che un semplice e banale rapporto…era un simbolo.
Quella notte gli argini del fiume di ricordi di Christina si erano ristabiliti e facevano si che quell’acqua zuppa di dolore scorresse verso il mare: la libertà.
 
Christina era finalmente libera da ciò che la legava al suo passato, ma c’era da risistemare ancora la situazione con Biersack.
 
Si fecero le cinque e come previsto il sole cominciò a spuntare finendo dritto sui loro volti.
 
La ragazza si svegliò con quel dolce tepore che non sapeva se provenisse dal corpo del bassista o dai raggi riflessi.
Lo guardò in viso mezza stordita e sorrise:
“Buongiorno” disse.
“Buongiorno a te, amore” rispose Ashley.
 
Si stiracchiò per qualche secondo incurante dell’altro che indossava un vecchio pantalone da tuta, preso chissà dove in quella casa.
 
Si osservò facendo scorrere il suo sguardo dallo sterno in giù.
Il lenzuolo le copriva parzialmente il seno e s’imbarazzò.
Lo tirò verso di sé avvolgendoselo ben bene indosso.
 
“Ohw, scusami” sussurrò con le guance tinte di rosso.
Si alzò di scatto quasi cadendo.
Ashley rise pensando che era inutile coprirsi con tanta vergogna mentre conosceva già il suo corpo.
 
“Vieni” le disse porgendole la mano.
La fece avvicinare alla finestra ed osservare il bosco illuminato dalla prima luce solare.
Notò che si accarezzava le spalle annaspando con l’asciugamano per non scoprirsi.
D’istinto gli venne di abbracciarla da dietro per tenerla al caldo.
 
“Così va meglio” gli rispose.
Lui la guardò sorridente:
“Ti piace?”
“E’ molto più bello di ieri sera”
 
“Eh già, da piccolo mi svegliavo ogni mattino così”
“Beato te, io mi alzavo con le urla di mia madre!” ribatté scherzosa.
 
Si sorrisero e ad Ashley venne un dubbio.
La paura lo pervase: se Christy avesse preso quella decisione in modo forzato e se ne fosse pentita?
 
Nonostante il sonno ricordava di aver sentito un “Devo dimenticare” biascicato dalle sue labbra.
Se avesse cambiato idea?
 
Quando lei si voltò, si ritrovarono viso a viso.
Il bassista pensò di chiarire i suoi dubbi:
“Chri…quello che è successo ieri sera…ecco io…”
“E’ stato bellissimo” lo interruppe.
 
Una folata di vento fresco liberò il cuore di Ashley da una duna di sabbia bollente.
 
“Dici sul serio?”
“Si, ti ho detto che avrei dimenticato e finalmente ci sto riuscendo, Ash”
 
I cuori di entrambi si rallegrarono.
 
“Ti amo” le disse e l’altra ripose con un semplice bacio.
“Senti, voglio dirti una cosa, però…” riprese Ashley.
“Ti ascolto”
“Sai che…non…insomma…sai che ho avuto molte ‘storielle’ prima di innamorarmi di te…”
La fronte di Christy si corrugò.
“S-si…q-quindi?” rispose titubante.
La paura di non essere stata all’altezza di una di loro le percorse la spina dorsale fino ad entrarle nel midollo.
 
In realtà, Ashley era soddisfatto, anche perché non se lo aspettava.
 
“Non-non…ecco…non vorrei che tu pensassi che ti ho portata qui solo per…capisci…”
Christina lo guardò eccentricamente e rise.
Non ci aveva neanche lontanamente pensato, Ashley era il tipo da fare cose del genere, ma non con lei.
 
“Ohw…no, figurati, stai pure tranquillo…io…voglio dire…credo che sia stato tutto casuale” rispose.
L’altro accennò un ‘si’ col capo.
 
Non era stato programmato nulla, era successo all’improvviso ed era stato meglio così, ma era risaputo che il bassista aveva sempre con sé il necessario per evitare futuri danni…
 
La situazione si chiuse con un minuto di silenzio imbarazzante finché Purdy stesso invitò la ragazza a rivestirsi per riaccompagnarla a casa dopo qualche ora, ma non prima di una lussuosa colazione al bar.
 
 
Christina avrebbe dovuto lavorare quella sera, ma mancavano ancora un bel po’ di tempo quindi decise di chiamare CC.
 
Era troppo emozionata e non poteva tenersi tutto dentro.
 
#Casadeiragazzi
 
 
Ashley aprì la porta accertandosi di non far rumore, infatti, sapeva che dopo quella serata burrascosa i ragazzi sarebbero andati a dormire tardi e si sarebbero svegliati altrettanto tardi.
 
Uno solo era in piedi, col sorriso di chi non ha mai un problema stampato sulle labbra:
“Coma!” urlò.
“Purdy!” rispose a sua volta l’altro con un accento piuttosto interrogativo.
 
“Ti vedo felice…”. Christian aveva intuito cosa era accaduto, ma volle pensare che Ash avesse riaccompagnato Christy a casa alle ventidue e trentaquattro della sera prima.
 
“Lo sono…”
“Christy?”
“E’ a casa…”
“Ah…”
 
CC per un attimo non parlò.
Aspettò che fosse Ashley a farlo, ma mai come questa volta, il bassista non riusciva a dire stronzate del tipo:
“Wow ieri sera mi sono scopato ‘na gnocca, dovresti vederla”.
  1. Perché non lo pensava, oddio, non che non pensasse che Christy era ‘gnocca’ perché lo era, sicuramente…ma...quella volta, insomma, era stato qualcosa di totalmente coinvolgente. Non si parlava solo di sesso
  2. Christina era la migliore amica di CC, meglio moderare le parole o rischiava un rullante in testa…
 
 
Il Purdy si decise e cominciò un discorso che purtroppo fu mandato a farsi friggere dopo un solo minuto:
“CC! E’stato meraviglioso! Lei è meravigliosa! E’ bellissima, la amo, non mi sono mai sentito così felice in vita mia! Sta dimenticando…lo sta facendo per me…giuro che non la farò mai soffrire!” gli urlò senza prendere fiato.
 
Christian rise.
“Ne sono felice, merita di stare bene anche lei, dopotutto…”
 
Improvvisamente gli squillò il cellulare.
Guardò il nome sul display e liquidò Ashley, che nonostante le scuse sapeva bene chi fosse all’altro capo del telefono.
 
Corse a casa di Chri e la ritrovò stesa, sul divano con lo sguardo sognante.
Ogni tanto si alzava per fare qualche giravolta continuando a sospirare e ripetere:
“Ahw, CC, l’amore…l’amore!”
 
Mentre ridevano come due bambini si sentì il campanello bussare.
Chi poteva mai essere?
Le visite inaspettate mettevano sempre un po’ d’ansia.

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Capitolo 20
*** Piccoli scont(r)i ***


__________*Piccoli Scont(r)i*_______________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*_______


Finalmente riesco a pubblicare!! Spero che questo capitoletto vi piaccia!! So che non sarò molto presente negli ultimi quindici giorni di maggio perchè ho parecchi compiti in classe; in ogni caso proverò a continuare in modo regolare la storia.
Grazie mille a tutti voi che leggete e recensite! Baci baci!
La vostra Julie



Christina andò ad aprire curiosa e restò sconcertata nel vedere chi si ritrovò di fronte poco dopo…
…Andy.

“Ciao” gli disse con un tono talmente gelido da mettere i brividi a CC che la fissava sconcertato.
Il batterista decise di lasciarli soli.
“Ragazzi, io…io…ehm…ah si! Devo andare da Eleonore, ciao!”

“Posso entrare?” chiese Andy in modo serio.
Non sembrava chissà quanto preoccupato, né arrabbiato.
Era semplicemente apatico.

Christy fissò le sue iridi, sapeva che quando diventavano di colore grigio c’era aria di tempesta.
“Certo” gli fece un cenno col capo come per dire:”Va a sederti sul divano”.
L’altro si mosse con calma osservando ogni dettaglio dell’appartamento di Christy; non che ci andasse spesso, quasi non lo ricordava.

Cominciò a torturarsi le dita finché si adagiò comodamente sui cuscini con un rumoroso sospiro.
Non sapeva da dove cominciare.

Christy aveva lo sguardo di chi non gliel’avrebbe fatta passare liscia, non questa volta.
Era distante, sia fisicamente che psicologicamente.
Quei centimetri che li separavano sul divano sembravano metri ed Andy avrebbe voluto correrle dietro, ma si accorse di averla accanto a sé.

“Allora? Perché sei qui?” esordì Christina leggermente spazientita.
“Scusa” le labbra di Biersack biascicarono.
“Come?”
“Scusa per tutto quello che ti ho fatto” riprese.

La ragazza perse un battito, ma non si scompose.
“Mh, ok” si limitò a rispondere.
“Ok? Cosa significa?”
Christina pensò a quello che Ashley le aveva detto:
“Agisce d’impulso, lo sai, per favore, è pentito, dagli una seconda possibilità…fallo per me”

Sapeva che il suo ragazzo aveva ragione.
Andy agiva sempre d’impulso.
Come quando erano ragazzini.
Se qualcuno osava solo guardarla in cagnesco era capace di andargli vicino e scatenare una lite pur di “difenderla”.
Andy era così, spingeva la sua vita al limite.
Scattava come una molla tenuta in tensione per tanto, troppo tempo.
E sì…era davvero pentito.
Lo si vedeva dalla sua espressione.

“Accetto le tue scuse”
Biersack si sentì venir meno per un millisecondo.
Si sarebbe aspettato più comprensione:
un abbraccio, una carezza, una pacca sulla spalla.
Qualsiasi segno di vicinanza, ma Christy non fece nulla.

“Sei…sicura? Ecco…ho sbagliato. Lo ammetto. Non ho mai avuto il coraggio di dirlo. Non ho mai avuto il coraggio di dire quanto mi facevo schifo per averti trattata così, per essermi comportato da stronzo.
Non ho pensato che fossi un peso.
Ti…amavo.
Mi dispiace, davvero.
Vorrei poter rimediare in qualche modo, ma non so come.
Ieri sera mi sono comportato da idiota; non so neanche perché mi fossi incazzato tanto.
Quello schiaffo…se te lo avessi dato, non me lo sarei mai perdonato”


L’indifferenza di Christina pian piano si sciolse finché non ne rimase altro che un mucchio di lacrime.
Questa volta gli prese la mano e la portò sulla parte sinistra del petto.
“Lo senti? E’ il mio cuore” gli disse.
“Sei riuscito a tirarlo via dal ghiaccio, batte di nuovo”.

Anche ad Andy gli occhi divennero lucidi e le accarezzò i capelli come faceva un tempo.
“Beh sarà meglio che vada ora, Juliet mi aspetta.
Quindi…è tutto ok adesso?” chiese perplesso.
“Più o meno, ci vorrà tempo, lo sai” gli rispose Chri.
Si salutarono con un cenno ed Andy si avviò verso casa della sua ragazza.

Christina si sentì come svuotata.
Un enorme macigno le si era spostato dal cuore.

“E’ finita” pensò.
Ed era finita davvero.
Adesso il piccolo “Andy Six” e la timida Christy Bailey non esistevano più.
Quello che ne era di loro erano puri, innocenti ricordi di tempi lontani che non sarebbero tornati.


Si erano ormai fatta ora di pranzo ed il primo pensiero della Bailey fu quello di preparare la borsa per il lavoro.
Aveva il turno serale.
Diciotto-ventitrè.
“Bella cosa” pensò. Non sarebbe potuta uscire con Ashley.

Dopo un pranzo misero ed un pomeriggio perso ad esercitarsi alla chitarra, che non suonava da un bel po’ tra l’altro, decise di fare una doccia.
Quella sera aveva doveva stare alla cassa anziché in cucina e ciò la infastidiva leggermente.
Alcuni clienti erano simpatici, ma altri, come al solito, cominciavano a fare battutine stupide riguardo ai capelli e per poco non aveva tirato loro un piatto di spaghetti in faccia.
Fortuna che c’era Pam a rassicurarla.

Indossò un jeans molto stretto e strappato alle ginocchia con su una maglietta che le lasciava le spalle scoperte con scritto:”Outlaw”.
Gliel’aveva regalata Ashley.

Le telefonò proprio prima che aprisse il cancello.
“Ash? Dimmi”
“Ehi, ehm, nulla volevo chiederti di…”
“Uscire? Ecco…sto andando al lavoro, diciotto-ventitrè” disse tristemente.
“E…quindi?” chiese lui stupito.
“Come…quindi? Non posso”
“Ah, capisco. Perché non vieni a casa allora?” gli uscì spontaneamente.
“A…a casa?”
“Si, dai, sai che i ragazzi non fanno storie. Vengo a prenderti”
“No Ash, non voglio di…”
“A dopo!!”
Non le diede un attimo per ribattere.
Christina rise. Non riusciva mai a prendersela con lui. Si accorse di essere in ritardo e corse per non sforare altrimenti le avrebbero ridotto la paga.

“Buonasera signor Francis” disse sorridendo.
“Bailey, sbrigati, va alla cassa, tra poco arriverà gente” rispose l’altro senza darle una minima soddisfazione.

“Sempre allegri eh?” biascicò Christy rivolgendosi a Pam.
“Buon pomeriggio anche a te, Chrì”
Si fecero le nove e cominciarono ad arrivare numerosi ragazzini nel locale.
Dopotutto vendevano pizza, coca cola, panini.

“Ehi cespuglio, una pizza e una cola” disse un ragazzo rivolgendosi spavaldamente a Christina facendo ridere il resto dei presenti.
Lei alzò lo sguardo e lo fissò incredula.
Era abbastanza alto, forse un metro e ottanta.
Fisico asciutto, capelli chiari e mossi, un po’ lunghi ed occhi verdi.

Era risaputo che il cliente doveva essere servito cordialmente ed aveva sempre ragione, ma Christy non era il tipo di ragazza che si faceva dare ordini, se non dal capo.

“In tutto cinque dollari” rispose nel modo più gentile possibile.
L’altro si accorse di non averla irritata abbastanza.

“Ma…cespuglio, così tanto? Non mi faresti uno sconto? In cambio ti offro un appuntamento” disse ad alta voce prendendole il mento.
Stop. Questo era troppo.

“Ma chi cazzo credi di essere?! Cespuglio lo dici a qualcun altro e sai cosa? Vuoi uno sconto? Facciamo così, la coca cola te la regalo io!” disse versandogli il liquido in testa.

I clienti risero copiosamente.

Il ragazzo invece s’infuriò per aver fatto la figura dello stupido.
“Dov’è il proprietario?! Voglio parlargli subito!”
Il signor Francis corse alla cassa e Pam fissò Christy con aria preoccupata.
“E’ la volta buona che la licenziano” pensò.

 

 

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Capitolo 21
*** Come on, babe! ***


__________*Come on, babe!*___________________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*_________


Heylà gente! So che mi starete odiando perchè non mi sono fatta più sentire, ma vi giuro che la penultima settimana di scuola è stata orribile. Stressata da morire. Domani ho anche un compito di fisica. Pensate un po'!!
Altri otto giorni. Mancano solo otto giorni. Prometto che dal 31 maggio in poi, aggiornerò molto più spesso! Ecco a voi un nuovo capitolo. Spero vi piaccia.
Baci!!
La vostra J.
 

“Cos’è successo?!” chiese il direttore in tono autoritario.
Si voltò verso la commessa e la fulminò con lo sguardo, ovviamente le impedì di esporre la sua versione dei fatti:
“So che la signorina ha esagerato, ma la prego di scusarla. E’ un brutto periodo per lei”
Christina s’innervosì e lo interruppe:
“Ma quale brutto periodo! Non tollero che i clienti allunghino le mani durante il mio turno lavorativo. Si tratta di maleducazione e i presenti possono confermarlo. Il ragazzino, qui, questa sottospecie di pavone si è avvicinato troppo!”
“Bailey è licenziata!” le gridò Francis.

Christina si sentì crollare.
Era l’unico lavoro che aveva trovato finora, l’unico durante il quale la sfruttassero parzialmente e la pagassero in modo quasi decente.
“Potremmo metterci d’accordo” le sussurrò all’orecchio il ragazzo mentre Christina raccattava le sue cose.
“Va al diavolo!” gli rispose.

Si avviò verso l’uscita decisa a tornare a casa.
Dopo circa dieci minuti le arrivò una telefonata:
“Bailey, tra due giorni al lavoro. Per questa volta ti è andata bene, ti tolgo solo cinquanta dollari dalla paga. Quel ragazzo mi ha cortesemente chiesto di ridarti l’impiego. Sei avvertita”

“D’accordo, la ringrazio” si limitò a rispondere amareggiata.
Non era giusto. Non aveva bisogno della carità di quel ragazzaccio che tra l’altro le si ripresentò mentre camminava.

“Sei stata proprio stronza, lo sai?!” le si buttò dinanzi tagliandole la strada.
“Lasciami in pace” gli rispose senza scomporsi, ma lui non la fece passare.
“Senti lasciami passare, non ho tempo da perdere, ok?”
“Ho i capelli ancora umidi”
“Te lo sei meritato” disse Christy
“Volevo solo uscire con te”ribatté sinceramente l’altro.
A Christy venne da ridere, era uno strano modo per rimorchiare.
“Ho il ragazzo” rispose e il sorriso del biondo si spense.
“Ma non posso neanche darti un bacio a stampo e sparire per il resto della tua vita? Dopotutto, mi piacciono i tuoi capelli, cespuglio!”
Christina s’imbarazzo e corse avanti scostandolo con violenza.
Con lo sguardo basso continuò a camminare finché si sentì tirare per il polso.
“Comunque, mi chiamo Aaron”
“Va beeeene. Ciao Aaron” disse stufa di quel discorso.
Lui la guardò e le fece l’occhiolino.
Christy rise.
“Ecco, puoi…ehm…fermarti un attimo?” le chiese prima che potesse dirgli di no.
Si voltò annoiata per l’ultima volta:”Cosa c’è?! Dio mio!”
Lui la guardò di sottecchi.
“Non è che…potresti…ehm…presentarmi la tua amica? Quella con i capelli scuri?”
Christy fece mente locale.
Capelli scuri, unica amica, Pamela.
Aaron sembrava serio.
“La ragazza con i capelli lunghi?”
“Si lei! Era una meraviglia anche con quel grembiule!” gli si illuminarono gli occhi.
“Tra due giorni vieni al locale, ok? Me ne occupo io e guai a te se fai lo stronzo anche con lei, te la faccio pagare!”
Aaron rise e corse via.
Christy finalmente poté tornare a casa e appena arrivata chiamò Ashley per spiegargli tutto ciò che era successo.

“Quindi puoi venire da me anche ora?” le chiese.
Erano in anticipo di un’ora.
“Potrei, ma…Ash…perché non vieni tu qui?”
Voleva che restassero un po’ da soli.
“Arrivo subito”

Si stese comodamente sul divano; notò accanto a sé la chitarra, la imbracciò e cominciò a suonare, seppur in modo maldestro, qualche vecchia canzone che aveva imparato anni prima.

Era andata via di casa per fare la musicista e poi?
Poi aveva drasticamente ridotto il tempo da dedicare alla sua passione per poter sopravvivere.

Sbagliò qualche accordo e si rese conto che le dita iniziavano a farle male.
“Dannazione!!” urlò scuotendo violentemente il polso come se potesse lenire il dolore.
“Ecco cosa succede a non esercitarsi! Lavoro di merda!”

Posò lo strumento e lo guardò male per qualche frazione di secondo, come se fosse colpa sua se non era in grado di suonare come una volta.

A distoglierla dall’arrabbiatura fu il campanello.

“Chi è?” chiese prudentemente.
“Uno sconosciuto che vuole molestarti. Idiota hai un appuntamento, chi potrà mai essere?!” replicò l’individuo al di là della porta.

“Ah-ah-ah” disse stizzita.

“Mi apri? Almeno lo scemo lo faccio in casa” rispose Purdy disperatamente.

Lo salutò con un bacio sulle labbra e fu stupita del fatto che avesse curato più del solito il suo aspetto.

“Ma come siamo eleganti stasera…” affermò la ragazza con aria interrogativa.
Ashley posò delicatamente il mento nell’incavo del suo collo, la strinse leggermente per poi dirle:
“Sto aspettando solo che tu mi tolga questi dannati vestiti di dosso”


 

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Capitolo 22
*** What the Hell?! ***


______________*What The Hell?!*__________________________________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*________






Hey guys! Come state? Io sono un misto di isteria ed ansia in questi giorni. Mancano solo 72 ore (di cui 15 di classe) alla fine della scuola, ma sembrano non passare mai ç_ç. Ho trovato il tempo di scrivere un po', mica mi dimentico di voi?! Spero che questo capitolo vi diverta. Il nostro caro Ashley ha gli spiriti bollenti dentro, ma dopotutto, non lo chiamavamo:"Purdy Pervert" ?
Bye guys!

Julie

 

 



Christina rise, ma non in modo sincero, piuttosto isterico e il bassista conosceva perfettamente quella risatina;

significava:

“Smettila. Sono tremendamente in imbarazzo”.

Si allontanò di poco, ma esitò sull’eventualità di scusarsi.

Notò la chitarra.
“Da quando hai ricominciato?” le chiese gioioso.
“Eh?”
“A suonare. Non ti ho mai vista farl…”
“Giù le mani da quella chitarra. Non sono in grado di suonarla. Un attimo che la poso nell’armadio”
Non ebbe il tempo di muoversi che Purdy prese agilmente lo strumento, si sedette sul divano e cominciò a suonare una canzone intitolata Savior.

“I never meant to be the one who kept you from the dark, but now I know my wounds are sewn because of who you are…I will take this burden on and become the holy one, but remember I am human and I'm bound to sing this song…
So hear my voice, remind you not to bleed, I’m here…savior will be there when you are feeling alone, a savior for all that you do, so you live freely without their harm”

Christy s’incantò per la bellezza di quelle parole.

Ashley alzò lo sguardo e vide che aveva gli occhi lucidi:
“Beh…ho rubato la canzone ad Andy per stasera” rise.
“Dai, vieni a sederti qui” spostò la chitarra per indicarle le ginocchia.
La ragazza un po’ impacciata gli diede ascolto.
Poi l’altro le posò lo strumento sulle gambe.

“E ora? Cosa ci devo fare con quest’aggeggio?” riprese ironicamente Christina.
“Suona” rispose il bassista.
“E-eh? No, ti ripeto, sapevo suonare una volta, ma adesso…”
“Adesso suoni. Quale canzone conosci?”
Christy si ricordò di una canzone che aveva imparato da Jake.
Il chitarrista le aveva detto che l’aveva scritta Andy per sua madre, Carolyn.

“Mh, nessuna”
“Non mentire, ti conosco, so che qualche chitarrista ti ha sicuramente insegnato a suonare”
“Uff. Ash. Non so suonare nulla, Jake non mi ha mai…” si portò la mano alla bocca, era caduta nella sua trappola.

“Jake? Jake chi? Aaah, il caro, vecchio fratellone Pitts. Ti ha dato lezioni?”
“Lezioni? A me? AHAHAHAH no…”
Risata isterica, di nuovo.
“Va bene. Mi arrendo, però, fammi prima fare due conti:
1) Hai nominato Jake
2) Jake suona la chitarra
3) Ama in particolare una canzone che, durante i primi tempi di conoscenza, faceva ascoltare a tutti
4) Quella canzone è sicuramente Carolyn

Christina arrossì di scatto e fece per alzarsi.
“Eh, no! Sta’ buona. Prendi quella chitarra e fammi ascoltare Carolyn. Posso cantarla se ti va”.

La convinse dopo un buon quarto d’ora.
La ragazza iniziò a suonare timidamente ed Ashley enfatizzò le parole:
”You’re not alone, we’ll brave this storm” col tono della voce e guardandola negli occhi.
Christy sbagliò un accordo e come sempre maledisse la chitarra.

“Non prendertela con quel povero attrezzo. Devi andarci più decisa sulle corde”
“Non ci riesco più” disse abbattuta.

Nascose le mani ad Ashley che, per mostrarle il movimento inevitabilmente le toccò le dita:
“Quanto ti sei esercitata oggi?”
“Ecco…”
Il bassista sapeva che non era prudente esagerare se non suonava da tempo o rischiava di farsi male sul serio.
Doveva suonare regolarmente, finché le dita avessero formato dei calli facendo abitudine alla durezza delle corde.

“Christy…allora?”
“Ehm…credo cinque…”
“Cinque cosa?”
“Cinque ore…”
“Oh no. Non dirmi che le hai fatte di seg…”
“Si, tutte di seguito”
“Se non smetti ti sanguineranno le dita, stupida” le disse Ashley seriamente risentito.

Christina posò la chitarra sul mobiletto adiacente al divano poggiandone il manico alla parete ed essendo in torto, abbassò lo sguardo:
“Ecco…Ash…”
L’altro le prese la mano e notò un profondo taglio sul pollice.
“Aaah, che testa dura che hai…”.
La fissò per un attimo.

“Lo sai che ti amo, vero?” le sussurrò per poi stringerla a sé.
Esitò ancora finché si decise e provò a sfilarle la maglia.
Immediatamente Christy si sottrasse alla sua presa.

“Non-non ti va?” chiese in modo impacciato il bassista.
“Pensi sempre alla stessa cosa tu, eh?”, la Bailey sorrise.
Per la prima volta Ashley si sentì in imbarazzo.

“Scricciolo, sono un uomo…è normale”.
Christina lo fulminò con lo sguardo:
“Quindi vuoi riversare le tue tempeste ormonali su di me, Purdy?”
“Ma come sei permalosa!” le rispose.
“Non hai risposto alla mia domanda e comunque, no, non sono permalosa. Cazzo, a sentirti parlare così ti prenderei a schiaffi”
“Ok, scusa”. Ashley si arrese.
“Vediamo un film?” affermò per smorzare la tensione che si era creata nell’aria.
“Alle dieci? Mmh, magari accetto la tua proposta sconcia” rispose Christina gettandosigli addosso.
Ashley che era ancora seduto, si ritrovò disteso e l’impatto del divano con il mobiletto accanto fece si che la chitarra gli cadesse in testa.

“Porca miseria! Che botta!” gridò accarezzandosi il capo.
Christy corse in cucina piegata in due dalle risate.
Pensò di prendere del ghiaccio, ma le risa le impedirono di aprire il freezer per almeno cinque minuti.
“Hai finito di ridere?!” ribatté il bassista con la voce incrinata dal dolore.
“Scusa, scusa…pensavo che questo è un segno del destino. Il karma non vuole che scopiamo stasera…ahahahahahah!” riprese a ridere copiosamente.

Ashley si strinse in sé irritato, con una strana espressione ed un panno pieno di ghiaccio sui capelli.
“Forse hai ragione, meglio che aspetti un altro po’, non vorrei rompermi qualche costola, sarei più ridicolo di Andy che se l’è rotte come un idiota per saltare dal palco”
“A proposito di Biersack, è venuto a trovarmi questa mattina”
Ash si fece serio:
“Cosa voleva?”

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Capitolo 23
*** Ti prego, non chiedermi altro ***


_______________*Ti prego, non chiedermi altro*_______________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*_______________


Salve
a tutti! Sono io, Julie!
Che dire...devo fare un botto di scuse a tutti voi lettori per non aver mantenuto le mie promesse.
Non ho aggiornato a causa di vari problemi (compreso il fatto che mia madre mi avesse buttato due fogli di capitoli che ancora non avevo riportato su word...aaaah!).
Chiedo scusa in particolar modo a Black Lucy a cui avevo detto che avrei pubblicato sabato, mentre sono in ritardo di quasi una settimana!!
Pardon. Spero mi possiate perdonare, in cambio vi lascio un capitoletto un po' più grande del solito.
Ciao ragazzi! Baci!
La vostra J.


 
[...]
Ash si fece serio:
"Cosa voleva?"
"Solo chiarirsi e chiedermi scusa" rispose Christy.
"Ancora una volta..." precisò
l'altro.
"Eh già. Credo che le cose andranno meglio tra di noi"
"Finalmente, ma...a volte mi chiedo se potrete mai far finta di nulla"
"Il passato è passato, Ash. Lo sai"

*BIP*
"Ti è arrivato un messaggio, aspetta, vado io che con 'sta testa fasciata..."
"D'accordo". Christina prese il cellulare che era poggiato su una mensola all'altezza dei suoi occhi al lato opposto della stanza.
Lesse il messaggio mentre Ashley la scrutava attentamente.
D'improvviso la ragazza si oscurò.
"Purdy, cosa significa questo?" gli disse mostrandogli lo schermo dell'apparecchio.
"Cosa?" rispose il bassista stranito.
"QUESTO"
"
Hey tesoro, come stai? Allora ci vediamo domani pomeriggio al Red Star? Facciamo alle cinque. Baci, baci sweetie. La tua bionda preferita, Kina."
Ashley vide il messaggio e deglutì.
"Allora?" lo incalzò Christy.
"Chi è questa Kina? Chi è la tua bionda preferita?"
"Non...non è come pensi Chri".
"Mmh, vediamo:
-Bionda
-Orario
-Luogo
-"Sweetie"
Direi che è decisamente un appuntamento".
"No è solo che...ehm. Non so come spiegartelo"
"Ashley"
"Ti prego, non chiedermi altro" le disse col cuore in mano.
"Sai cosa significa questo, vero?"
"Chri, per favore"
"Va bene" gli rispose freddamente. Rabbia e tristezza le ribollivano nelle vene fino a provocarle un forte senso di bruciore.
"Credo sia ora che tu vada, è tardi, buonanotte Ash"
"Ma..."
"E' tardi. Va a dormire".
Il bassista si alzò rassegnato ed andò via.
Christina scoppiò in lacrime non appena la porta si chiuse. Poi telefonò a CC.

*CASA DEI RAGAZZI*
"Jaaaaakie, tesoro! Dove hai messo la mia cintura?!"
"Nel cassetto"
"No. Ci sono i cavi nel cassetto!"
"Questo succede perchè non sai trovare le cose!" urlò infine Jake a Jinxx.
Corse in suo soccorso e, puntualmente, trovò la famosa cintura.
"Grazie" gli rispose il chitarrista dandogli un bacio.
Dopo qualche minuto furono pronti per uscire, ma nel momento in cui aprirono la porta si ritrovarono davanti Ashley con lo sguardo basso.
"Ehi! Pervert! Che hai?" gli chiese Jake.
"Sonno, solo sonno ragazzi. Voi uscite?"
"Eh già! Oggi sono quattordici mesi che stiamo insieme!" urlò emozionato Jinxx ed anche al Pitts scappò un sorriso.
"Allora non vi rubo altro tempo. Buona passeggiata".
Il bassista non diede loro il tempo di ribattere che già se n'era scappato in casa.
Certo, ci voleva proprio una gran voglia per uscire alle undici di sera.
Pensò che anche lui sarebbe rimasto volentieri fuori casa, ma Christy lo aveva cacciato.
Si stese sul divano e vide che l'appartamento era deserto.
Andò in cucina, poi nelle stanze dei ragazzi.
Nulla. La casa era assolutamente vuota.
Si chiese che fine avesse fatto CC. Probabilmente era con Eleonore.
Si mise l'animo in pace e stendendosi sul letto provò a dormire, ma non ci fu verso.
Prese l'acustica di Jake e si mise a strimpellare. Suonò Carolyn e poi Saviour ripensando a quanto fosse felice solo un'ora prima.

****
Jinxx e Jake decisero di andare al ristorante giapponese.
Una cameriera dagli occhi a mandorla li accolse gentilmente ed indicò loro un tavolo.
I due presero posto ed ammirarono la bellezza del locale.
La luce soffusa delle candele fece apparire a Jake il viso di Jinxx ancora più pallido, ma i suoi occhi azzurri risaltarono nella penombra.
"Stai benissimo vestito così" disse Pitts poggiando la mano sulla sua.
Jinxx s'imbarazzò, ma fu felice del complimento, Jake non gliene faceva quasi mai.
"Grazie, anche tu stai bene". Si sorrisero timidamente finchè la cameriera servì loro un enorme piatto di sushi.
"Ti ricordi?" disse Jinxx.
"E chi se lo dimentica. La sera in cui mi dicesti che ti piacevo avevamo mangiato qui"
"Si, ma...caro Pitts dimentichi un particolare"
"No, ricordo anche quello. Come potrei dimenticare che stavi soffocando quando ti risposi che mi sarebbe piaciuto stare con te?"
Risero entrambi.
"Sono felice di essere qui stasera" disse infine Jinxx.
"Anch'io".

****Casa di Christy****
"Come ti senti?"
"Uno schifo. Uno schifo CC" disse Christina a CC che la osservava seduto sul davanzale della finestra.
"Hai intenzione di restartene a letto anche domani?"
"Tanto vale" rispose la ragazza affondando il viso nel cuscino.
"Sai che non concluderesti nulla"
"Si, ma...Christian nella mia intera vita non ho concluso nulla"
"Non è vero, non mentire. Sei andata via di casa per seguire i tuoi sogni, vivi lavorando ed hai superato qualcosa che avrebbe buttato giù qualsiasi altra ragazza" disse il batterista.
"Si...e il mio capo mi sfrutta, mi paga poco, non ho più suonato ed il mio ragazzo mi tradisce con una bionda probabilmente rifatta.
Ho la sensazione di essere un fallimento Chris.
Credo che dovrei andarmene di qui. Cattiva aria e cattiva gente"
"Sei sconvolta, lo capisco, ma adesso non sparare cazzate. Piuttosto, hai cenato?"
"Si"
"Cos'hai mangiato?"
"Ehm, cosa? Carne"
"Scema, ti prendo una pizza"
"Dai Chris, ho lo stomaco chiuso"
"Non ti farò tornare indietro. Lo sai". Christian andò in cucina ed ordinò una pizza.
Quando tornò trovò Christy a fissarlo. "Cos'ho di strano? So che sono bello, ma così mi consumi"
"Grazie Chris. Grazie di tutto".
Alla fine la pizza fu smezzata e la ragazza ne mangiò un pezzo e mezzo. Andò a letto, ma chiese al batterista di farle compagnia.
In suoi incubi sembrarono essere tornati per tormentarla.
"No! Adam! Non toccarmi! Lasciatemi!! Aiuto!! Aiuto!!" gridò per poi alzarsi di scatto.
CC la guardò con aria fraterna e l'abbracciò.
"Dimentica Christy. Dimentica quello che ti è successo"
"Christian! Sono qui!! Sono tornati per me!!!" urlò in lacrime.
"No, piccola, era solo un brutto sogno. Dai, torna a dormire".
E così, come poco tempo prima, ma come ogni altra volta, CC era lì ad aiutare la sua migliore amica sperando di riuscire a tirarla fuori dai guai.
La vide addormentarsi madida di sudore e tornò a casa. Salì in camera e vide, attraversando il corridoio, che Ashley stava suonando con gli occhi lucidi.
Lo guardò in cagnesco.
"Non è come credi. Non guardarmi così. Non ne hai il diritto".
"Si è addormentata piangendo. Ti basta?" rispose il batterista.

 
 

 

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Capitolo 24
*** CC se l'è presa... ***



_____________________*CC se l'è presa*___________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*________


Ragazzi, aggiorno in fretta in fretta (?) dato che devo lasciare il pc. Non ho neanche ricontrollato il testo del capitolo e mi dispiace che non sia chissà quanto avvincente...il fatto è che ho scritto tutto seguendo un unico filo conduttore e le scintille ci saranno nel prossimo più che in questo...beh...nonostante tutto, godetevi gli acquisti di Ash! Love U all. Baci, la vostra J.

 


“CC non puoi capire”
“Purdy, sarei anche d’accordo, ma l’unica cosa che capisco è che la mia migliore amica non sta bene e la colpa è tua”
“Lo so e mi dispiace, ma non posso spiegarti tutto questo casino.
Non posso aggiungere una sola parola” ribatté il bassista con lo sguardo triste.

“Vedi di smetterla” si limitò a dire CC.
“Altrimenti è meglio per te se la lasci in pace”.

Ashley si sentì pugnalato da quelle parole poiché sapeva di aver ragione, ma di non poter fare altro.
Nessuno…NESSUNO doveva sapere che il fratello di Kina era in galera.
C’erano da pagare soldi per la cauzione e lei, ingiustamente, era corsa da Purdy a chiederne.

Lui, come un idiota c’era cascato e per via del suo buon cuore aveva accettato di darle il denaro, ma la famiglia della bionda non doveva dare nell’occhio, lo scandalo era alle porte.

Per questo Ashley non poteva dire una sola parola del suo incontro.

Si guardò intorno come in cerca di qualcosa, già, in cerca di Christy.
Per poco non tirò la chitarra di Jake contro il muro;
pensò di rimetterla a posto prima di qualunque altro possibile scatto d’ira.
“Che diavolo! Mi caccio sempre in queste dannate situazioni! Che idiota che sono!” si disse.

Infine si decise a chiamare Kina per dirle di vedersi per il mattino seguente.
Prima si liberava di quella situazione, meglio era.

“Hey, tesoro è successo qualcosa?”
“Si e per colpa tua e di tuo fratello, quindi adesso TU, cara, ti organizzi per bene e domani, dopo che ti ho dato questi fottuti soldi, vieni con me dalla mia ragazza e le dici che il nostro non era un appuntamento, ma un’uscita fine ad altro, ok? Per il resto, me ne occupo io!”

Non le diede il tempo di rispondere che attaccò.
Aveva un piano per risanare entrambe le situazioni senza mettere nei guai la famiglia Tavarozi.


Corse in camera di Christian e senza esitare lo tirò giù dal letto:
“Purdy! Che cazzo fai?!”
“CC, ti prego, è questione di vita o di morte, ti supplico, ti imploro, devi aiutarmi!”
“Ash, se ne parla domani, è quasi mezzanotte”
Ash fece una faccia da cane bastonato aspettando che Coma ci ripensasse, come al solito.

“E va bene…dimmi”
“Domani…domani sera…ecco, puoi ehm…puoi portare fuori Christy?”
“E perché mai?”
“Voglio farle una sorpresa…dille di vestirsi in modo carino per rimorchiare qualcuno con cui farmi ingelosire…”
“Ash…” 
“Le spiegherò di questo equivoco, a te posso dirlo, ma devi giurarmi che non lo saprà nessuno, CC nessuno nel vero senso della parola altrimenti succede un casino e mi menano”
“Va bene. Ecco…Kina, la bionda con cui devo uscire”
“Si, Chri me ne ha parlato”
“Eh…suo fratello è in carcere ed io le darò i soldi per la cauzione, perciò devo vederla”
“E perché proprio tu?”
“Dai CC, stavamo insieme una volta, non posso fare il bastardo”
“Purdy ti fai sempre mettere giù dalle donne”
“Eh…in effetti, meglio starci sotto che sopra, di solito”
“Ash! Non intendevo…”
“Va benissimo, Coma…dicevamo? Ahahah”
Purdy rise di gusto, più per l’euforia che gli provocava la situazione che per la sua battuta sconcia.
“Allora…dato che non potrò dire queste cose a Christy, farò telefonare Kina che le dirà che tra noi c’è stato solo un incontro necessario all’organizzazione di una cena”
“E questa cena…?”
“Si, sarà al Dark Wave Hotel e la organizzerò tutta da solo”
“D’accordo, vedrò di farle lasciare quel lettaccio”
“Grazie CC, sei un grande”
“Lo sapevo già, potevi essere più originale…potevi dirmi che ho dei bei capelli, anzi no, delle belle unghie”
“Christian…”, Ashley lo interruppe con uno sguardo sarcastico.
“Buonanotte” gli rispose girandosi di spalle…se l’era presa.

Purdy si stese sul letto sperando di svegliarsi il prima possibile.
Alle dieci doveva vedere Kina.

La notte trascorse molto, moooolto lentamente.
Arrivò addirittura con tredici minuti di anticipo all’appuntamento, tanto fremeva dalla voglia di togliersi da quell’impiccio.

“Sweety! Tutto bene? Non hai una bella cera, dovresti dormire un po’ di più, conosco un centro benessere…”
La bionda quasi non gli faceva prendere aria. Lo stava stritolando con la sua presa maniacale, riempiendogli la testa di parole.
“Senti, Kina, lascia perdere centri benessere, non m’interessano. Piuttosto, tieni, questi sono i soldi, ma la prossima volta evita di chiamarmi. Non sarò più così disponibile, ah, prendi questo”
Le porse il telefono senza che capisse nulla.
“Squilla” ribatté lei.
“Appunto. Dì alla ragazza che risponderà che sei Kina Tavarozi e stai aiutando ME con l’allestimento di una sala nel Dark Wave Hotel”
“Ash, ma cos…?”
“Shh, fa come ti ho detto o ti scordi quei maledetti dollari”.
La bionda obbedì di cattivo umore e chiuse la telefonata:
“Fatto”.
“Beh, ora devo andare, ciao sweety” le disse Purdy canzonandola

Si diresse all’hotel e prenotò un tavolo all’esterno, sul terrazzo.
Al di sotto di quest’ultimo c’erano grossi scogli ed il mare.

“Le piacerà sicuramente” pensò Ashley, ma chiese ai camerieri di lasciar libero il resto dello spazio.
Un moro sui diciotto anni gli rise in faccia al sentire una richiesta di quel genere:
“Come scusi? Dovremmo tenere il terrazzo vuoto, allestito con un solo tavolo e riempire la sala interna per un suo capriccio? Non mi sembra possibile ahahah”
Il bassista si irritò, ma affrontò la questione con diplomazia:
“Potrei parlare col proprietario? Vedo che sei solo uno dei tanti qui, non credo tu possa decidere cosa è possibile e cosa no”
L’altro eseguì gli ordini chiamando il gestore, ma al contempo parlandogli male di Ashley.

Il gestore si allontanò di poco affinché il cameriere che poi si scoprì essere suo figlio, non potesse ascoltare la conversazione
Tornò dopo poco e gli disse di spostare ogni tavolo all’interno con l’aiuto dei compagni.

Purdy gli lanciò un sorrisetto perverso e malevolo:
“Su su, in fretta giovanotto, voglio che per stasera sia tutto perfetto e in ordine”

Quando andò via sentì discutere padre e figlio:
“Perché hai dato corda a quello sbruffone?! Non hai visto che mi ha detto?!”
“Figliolo, fa’ il tuo lavoro. Lo sbruffone, come lo chiami tu, ci ha pagati profumatamente quindi vedi di comportarti bene anche stasera”
Il ragazzino annuì sconfitto e cominciò a lavorare.

Ashley pensò bene di andare a fare shopping.
Comprò un paio di jeans neri, simili a quelli che indossava di solito, ma un po’ più strappati.
Prese una T-shirt con scritto:”I’m better when I’m drunk” con tanto di stelline da capogiro intorno alla scritta ed infine qualche cintura nuova tra cui una con fibbia con stelle e l’altra con teschi.

Soddisfatto degli acquisti fece un ultimo giro per il centro commerciale.
Camminando, tranquillo e piuttosto spensierato notò la vetrina di un negozio:
“Oh mio Dio!”





 

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Capitolo 25
*** CC is an asshole! ***


Oggi è una delle mie serate "no", però, non sarebbe stato giusto non pubblicare dato che ieri ho scritto il capitolo. Spero vi piaccia e mi scuso se ci sono degli errori. Non ho neanche voglia di ricontrollare, mal che vada me li segnalate e li sistemo. Grazie a tutti voi che leggete e recensite. Davvero, vi auguro la buonanotte.
La vostra J.



___________*CC is an asshole*_________________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*_____



Vide un abito e pensò che sarebbe stato perfetto per Christy.
Non sapeva come farglielo indossare per la cena, ma lo comprò ugualmente.
Ovviamente, il suo lato perverso gli disse di comprarle anche della biancheria e nonostante fosse leggermente azzardata come mossa, le prese un completino leopardato dai toni caldi.
Infine, sapendo che odiava le scarpe con tacchi troppo alti, le comprò un paio di anfibi con dietro delle catene verniciate di nero e argento.

Si accorse che si erano fatte già le due e non aveva neanche avvertito i ragazzi che non sarebbe tornato per il pranzo.
Telefonò a CC e gli disse che gli mancavano ancora parecchi acquisti da fare prima di poter organizzare al meglio la famosa cenetta romantica.

“Hey man! Non torno per il pranzo, chiedi scusa ai ragazzi da parte mia. So che vi mancherò, comunque, devo comprare ancora le candele profumate e il telo e stasera prenderò le rose rosse e poi quelle bianche e rosa per spargerne i petali” gridò di getto senza che il batterista potesse rispondergli.

“Wow! Ash, ti stai dando da fare, eh?!”
“Merita tutto questo. Ah, prima che me ne dimentichi…alle sette le lascerò un pacchetto fuori casa. Convincila ad indossare tutto quello che contiene e NON FARE COMMENTI, ok?”
“Devo preoccuparmi?”chiese Christian divertito.
“Ha ventitré anni e, in ogni caso, alle nove accompagnala all’hotel, l’aspetterò giù”
“Va benissimo capo!” mugugnò CC ridendo.
“Grazie Chris” rispose Ash.

Come previsto, il bassista impiegò il resto della giornata a curare ogni minimo dettaglio mentre Christian provò in tutti i modi a far uscire Christina.

“Dai, pigrona, c’è una persona che vuole vederti stasera. Vedi di uscire”
“No, CC, non ne ho voglia”
Sarebbe decisamente servita la psicologia inversa.
“Vabbè, come vuoi. Vorrà dire che il suo piano per sollevarti il morale non funzionerà. Resta pure a casa, tranquilla” le disse Chris con aria stranamente vaga.
“Piano? Quale piano per cosa?”
“Ci è cascata!” pensò CC.
“Ah? Il piano? Beh, ho saputo che Ash stasera usciva con quella bionda per andare al Dark Wave Hotel”
“Lo so, non c’è nulla tra di loro, doveva solo aiutarlo ad allestire una sala”
“Mh…si, non doveva aiutarlo ieri? Che io sappia, resteranno a cena insieme. Un mio amico aveva pensato di portarti lì per far ingelosire Ash, ma se non ne hai il coraggio, davvero…intendo…se hai vergogna a…”
“Vergogna? Io? Lo sapevo che era uno stronzo. A cena con quella donnaccia…’dobbiamo allestire una sala...gne gne’, fottuto Purdy. Stasera me la paga!” urlò Christy in preda alla rabbia mentre CC faceva di tutto per trattenere le risate.
“A che ora Chris?”
“Alle nove all’hotel. Passo da te alle sette e ti do una mano a prepararti”
“Va bene!”

Si fece sera ed Ashley cominciò a sentire un po’ d’ansia.
Alle sette e mezzo, come previsto bussò alla porta mentre Christian era seduto sul divano.
Lasciò il pacchetto preziosamente incartato e corse via sorridendo.
Il batterista lo porse a Christy notando che c’era un biglietto con su scritto:
“Per te, piccola stella”.
La ragazza rimase in uno stato di perplessità acuta.
“Dai! Dai! Apri! Voglio vedere cosa c’è dentro!” disse Christian con gli occhi luccicanti.

Vide il vestito:”Oh mio Dio Chri!” le urlò.
“Indossalo!”

Christy lo guardò stranita; era troppo scollato per i suoi gusti, ma come si suol dire:
“Tentar non nuoce”
“Ehi, aspetta, c’è altro nella scatola!” gridò il batterista porgendole gli anfibi.
“Ohw, grazie. Sono bellissimi!”
Andò in camera sua ed indossò l’abito. Notò che non era molto corto, ma era aderente su fianchi e vita ed aveva una profonda scollatura sul davanti.

Infilò il piede nella scarpa destra e prese ad allacciarla.
Fece lo stesso con la sinistra ma qualcosa la punse.
Solo dopo notò che c’era un biglietto di carta all’interno:
“So che odi i tacchi, questi ti piaceranno sicuramente di più” c’era scritto.
Christy si guardò allo specchio e pensò a chi poteva averle regalato tutta quella roba.
Andò all’entrata da CC poco convinta:
“Ehm..ehi” gli disse per avere la sua attenzione.
Christian nel vederla fece roteare gli occhi:
“Oh cazzo, quanto sei gnocca” disse con non molto tatto.
La ragazza arrossì.
“Non avevo mai notato che hai delle belle tette!”
“CC, basta!”
“Che vuoi…dico la verità…”
Christy andò a posare il bigliettino nella scatola e su accorse che c’era un sacchetto rosso.

“E questo?” chiese a Christian indicando la bustina.
“Non saprei, non l’avevo proprio visto”

Lo aprì e vide il suo migliore amico farsi del colore di un peperone.
Scoppiò a ridere e mise la testa sotto al cuscino del divano per non guardarla.
“Sappi che se è uno scherzo me la pagheranno cara. Guarda qua…potrebbe piacere solo ad As…aaaaah. CC! C’entra Purdy?”
Christian si sforzò di restare serio nel recitare la sua parte:
“Ash? Certo che no”
“Sicuro?”
“Certo!”
“Ok, scusami”
“Comunque credo che quella biancheria sia coordinata al vestito”
“La indosserò…allora”.

I due si diressero all’hotel mentre Christy continuava a sbraitare.
Christian si fermò all’entrata e la guardò:
“Pronta a cominciare la serata?”
“No”
“Dai, fammi un sorriso prima che vada, dopotutto sei uno schianto. Se proprio devo dirti la verità…è stato il ragazzo di stasera a farti questi regali”
“CC ne sono felice, ma…se non gli piacessi? Cioè…se non avessimo confidenza? Sarebbe imbarazzante…”
“Secondo me gli piacerai un casino”
“Ma…”
“Su, ti sta aspettando” le disse il batterista invitandola a girarsi.
Christy si voltò e notò dietro di sé Ashley:
“E tu che ci fai qui?”
“Sono qui per te, non credi?”
“Ma Christian aveva detto che…”
CC si allontanò in fretta e furia:
“Divertitevi ragazzi!”
“Christian Coma Mora! Torna subito qui, brutto stronzo!!” gli gridò Christy.

Incrociò le braccia al petto voltandosi nuovamente verso Ash.
“Dovevo aspettarmelo. Che idiota” disse ad alta voce.
“Ti infastidisce così tanto la mia presenza?”
“Si, dov’è?”
Il bassista la fissò incredulo:
“Cosa?”
“Come cosa? CC aveva detto che portavi a cena la bionda”
“E’ per questo che sei venuta? Per vedere se uscivo con Kina?”. Ash rise e Christy arrossì.
“No, stupido. Dovevo uscire con un amico di Christian”
“Bella scusa. Ci sei cascata proprio in pieno”.

Christy fissò la punta degli anfibi. Il batterista le aveva giocato un brutto tiro. Ci mise un po’ a collegare tutte le coincidenze, ma capì che in realtà l’appuntamento era con Purdy.

“Ho capito”
“Finalmente!” le gridò il moro. “Ti va di cenare con me?”
“Perché  dovrei?”
“Perché hai parlato con Kina e ti ha spiegato la situazione”
“Già…allestire una sala. Aveva bisogno proprio di te?”
“Christy…per favore, non fare l’acida anche stasera. Sai che con Kina è finita quasi un anno e mezzo fa”
“Si, ma…”
“Ti va di cenare con me?” le disse per l’ultima volta con uno sguardo profondamente sincero.
“Va bene”.

Salirono su per le scale dell’hotel e Christina si voltò varie volte per controllare che Ash non sbirciasse sotto la gonna.

“Smettila che ti meno!”
Purdy rise. “Ma non ho fatto nulla…”
“Tu no, i tuoi occhi si. Ho capito perché non abbiamo preso l’ascensore”
“Forse perché non ci sono così tanti gradini?”
“A quanto pare, ti bastano questi…”
Sarebbe servito molto tempo per addolcirla. La vena polemica era abbastanza accesa quella sera.

Ashley pose i palmi delle sue mani sugli occhi di Christy prima che uscissero fuori, sul terrazzo.
“Insomma, posso vedere? Fai tanto il misterioso stasera…stai rompendo. Che palle!! Cosa ci sarà mai di tanto…wow Ash!” gli disse mentre lui le liberava lo sguardo.

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Capitolo 26
*** Dannati vestiti! ***


Ecco qui per voi un nuovo capitoletto :3. Questa volta é un po' più breve del solito, ma non volevo lasciarvi per troppo tempo sulle spine.
Spero vi piaccia.
P.S. è dedicato in particolar modo ad Ana, una persona che mi sta sopportando molto spesso in questi giorni. Love u Honey <3.
Godetevi la lettura, grazie mille.
Bye guys! Hope u like it.
Vostra Ju.




__________________*Dannati Vestiti*________________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*______________



Al centro dello spazio c’era un solo tavolo con su una tovaglia bianca con dei drappeggi in pizzo rosso.
Sul tavolo un mazzo di rose rosse e tutto intorno, a terra, petali bianchi e rosa sparsi in giro.
Vicino alla balaustra una lunga scia di candele che riprendevano il colore dei fiori.
Posate rigorosamente in argento e piatti di fine porcellana rosata.
E tutto ciò non era nulla in confronto alle luci delle case lontane che si riflettevano sullo specchio d’acqua marina.

“I-io…non so che dire…” balbettò Christina.
“Non dire nulla…” le rispose Ashley. “Piuttosto, baciami”.
Le si avvicinò con aria seria spostandole una leggera ciocca di capelli verdi dal viso.
Fissò per un secondo quelle iridi scure come la notte che li avvolgeva e le diede un casto bacio sulle labbra.

La ragazza, tremante, lo abbracciò affondandogli il volto tra i capelli:
“E’ la cosa più bella che abbia mai visto. Grazie”
“La cosa più bella che abbia mai visto io sei tu invece; grazie per essere qui”
La invitò a sedersi e mangiarono poco e nulla.
Nessuno dei due aveva chissà quanta fame, ma si sforzarono per non lasciare i piatti pieni. A fine cena lasciarono l’hotel e si fermarono poco lontano, in spiaggia.

Ash aveva previsto anche questo comprando un telo molto morbido su cui potessero stendersi entrambi.

“Ti piace il mare, vero?”
“E tu che ne sai?”
“Coma”
“Parla sempre troppo. Lo conosco da quando eravamo piccoli e non sono ancora riuscita a togliergli questo viziaccio.” Disse Christy sorridendo.

“Povero lui! Come ha fatto a sopportarti per tutti questi anni?!” gridò Ash.
La ragazza gli diede uno schiaffo sul braccio:
“Come ti permetti?!” sibilò per poi ridere.
Si accoccolarono vicini al centro del telo. Le braccia del bassista cadevano lungo la pancia di Christy che aveva la schiena poggiata sul suo petto.
Era come se quell’incrocio di muscoli ed ossa la tenessero al contempo in salvo ed in trappola.
Poggiò la parte posteriore del capo sui pettorali di Ashley stendendosi leggermente.
“Resterei così per sempre” gli disse.
“Chi te lo vieta?” chiese lui. Prese poi la giacca di pelle e gliela poggiò addosso per coprirle la gambe.
“Ricordami di non regalarti più vestiti così corti”. Sorrise e così fece anche Christina.
“Perché mai?”
“Perché va a finire che gli altri ti fissano troppo”
“E allora?”
“Dimentichi che sei MIA”
“Qualcuno è geloso e possessivo stasera, vero Ash?”
“No, sono solo…innamorato”
La strinse un po’ di più a sé e Christina sentì i brividi correrle lungo le ossa.
“Mi piace questa prospettiva” le disse il bassista con un sorriso malevolo.
“Non capisco, perché…sei dietro di me, con la testa poggiata sulla mia spalla…cosa può esserci di così…piacevole?”
“Il tuo vestito è scollato anche davanti, dimentichi?”
“PURDY!!!” gli gridò rassegnata.

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Capitolo 27
*** Acqua fresca... ***


__________________*Acqua fresca*___________________*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*_____________


Ladies and gentlemen *rullo di tamburi*, dopo più di un mese ecco a voi il nuovo capitolo!!!
Ci ho messo tanto perchè non avevo ispirazione, nè tempo, ma spero possiate perdonarmi. Inoltre a breve partirò e starò via per un mese quindi non credo potrò aggiornare...comunque...vi auguro una felice lettura.
P.S. se vi va recensite, siete sempre i benvenuti, anche con le critiche! <3
Baci baci, Ju.

 

Dopo qualche rimprovero verso Ash, la coppia rimase in silenzio quasi le parole fossero di troppo.
“Devo ammettere che mi è mancato questo cespuglio” disse il bassista accarezzando i capelli di Christy.
“No, per favore, anche tu, NO!” rispose lei seccata.
Le chiese cosa avesse detto di male e la ragazza gli spiegò di Aaron.
“Ti lascio per qualche giorno e vedi cosa succede. Cascamorti ovunque!”.
Christina rise di gusto.
“Mi sei mancato anche tu, Ash”.

Seguirono altri cinque se non sei minuti di silenzio.
Poi un’idea squarciò il vuoto.
“Facciamo il bagno!” urlò Purdy prendendo in braccio Christy.
“No! No, Ash! Già lo hai fatto una volta! Non azzardarti o me ne vado!”.
L’altro sembrò rattristarsi e la posò sulla riva.
Ci fu un respiro di sollievo.
“Abbiamo appena mangiato…”
“Christy, non abbiamo toccato quasi nulla. Ho visto come ‘hai mangiato’”
“La borsa…ho il cellulare...”
“Siamo soli in spiaggia…vedi qualcun altro?”
“E-ecco…questo vestito è…troppo stretto per nuotare”
“C’era anche della biancheria nel pacchetto…” disse imbarazzato Ashley.
“M-ma…”
“Dai…sembra un costume…”
Christina esitò.
“Ok, ma non guardarmi mentre mi spoglio”
“Tranquilla, mentre ti spogli lo faccio anch’io, saremo di spalle, va bene?”
“Si…”
Ashley si voltò e cominciò a sfilare via la cintura.
Christina, intanto, aveva già tolto il vestito e le scarpe e stava sistemando la parte superiore del suo “nuovo costume”.
Appena pronta si girò verso Ash e vide che ancora non aveva tolto il pantalone perché troppo aderente e difficile da tirar via.
Notò la sua schiena liscia e le scapole ben marcate.
I suoi occhi percorsero la scia di stelle che aveva tatuate.
Ashley si girò e la fissò.
Per un attimo non seppe cosa dire. Lei arrossì abbassando lo sguardo.
“Qualcuno qui sta barando…a quanto pare” sussurrò sfiorandole appena il ciuffo di capelli che le copriva il viso.
“Ohw” Cristina chiuse gli occhi indietreggiando di poco.
“Mi…mi si rovinerà il trucco” si limitò a dire cambiando discorso come faceva sempre quando era in imbarazzo.
“Tanto meglio, sei ancora più bella senza quella robaccia” rispose il bassista sollevandole il viso in modo da poterla guardare.
Per un attimo sentì il profumo del suo respiro posarsi sulle labbra.
Aveva messo il lucido alle fragole, pensò.
“Perché mi fissi così?” gli chiese tentando di dare un contegno alla propria voce.
“Sei bellissima”
Lei indietreggiò di nuovo e Ash dovette mollare la presa.
“Cosa c’è che non va?”, sembrava così timorosa.
“N-nulla”
“Chri…”
“Mi ricordi…Andy”
Un velo di tristezza ricoprì il cuore di Ashley.
“Hai paura?” le disse.
“Di cosa dovrei averne?” chiese lei fingendo.
“Di…noi”
“No…io…non intendevo…”
Il bassista pensò di fare “la prova del nove”. Le si avvicinò quasi “pericolosamente”.
Dietro di lei non c’era nulla se non l’acqua.
Christina spaventata indietreggiò ancora e cadde.
Le diede una mano a rialzarsi e l’abbracciò per paura che sentisse freddo.
“Lasciami, ti prego…ho rovinato tutto”
La strinse a sé.
“Non hai rovinato nulla. E’ normale, è normale avere paura, ma sai che sono qui per te. Lo supereremo insieme. D’accordo?”
Christina provò a lasciarsi andare e tenendo la mano di Ash entrò in mare fin quando poterono nuotare data l’altezza dell’acqua.
Si immerse e sentì i capelli bagnarsi interamente.
Improvvisamente perse di vista Purdy e per un attimo il panico s’impossessò di lei:
“Ashley?”
Lui le si avvicinò da dietro prendendola per la vita e lasciandole un forte bacio sul collo.
“Ti amo”
“Anch’io” replicò sorridendo.


Uscirono dall’acqua e si stesero sul telo per non imbrattarsi di sabbia.
La ragazza aveva ancora i brividi, accompagnati da un leggero tremolio.
“Senti freddo?”
“Un po’”
Ash le si avvicinò di nuovo, ma lei a differenza di pochi minuti prima, non si spostò, anzi, gli si strinse accanto.
“Sei stupenda”
“No”
“Sono io il capo” disse scherzando. Poi la baciò.
Sentì il sapore d’acqua salata sulle sue labbra ed il braccio di Christy poggiato accanto al suo addome.
Nel giro di pochi minuti si trovò su di lei.
“A-Ash”
“Si?”. Conosceva bene quel tono di voce. Era un misto tra insicurezza, desiderio, paura e voglia di rassicurazione.
“Io…ecco…”
“Ricordi l’altra volta…a casa mia?”
“S-si”
“Come ti sei sentita dopo?”
“Ero felice, molto felice…”
“Hai ancora paura?” le disse accarezzandole un fianco.
“Devo averne?” rispose lei titubante.
“VUOI averne?”
“No”
Ash riprese a baciarla slacciandole il reggiseno. Le sue dita vagarono lungo il corpo di Christy con abile maestria.
Chissà con quante altre ragazze aveva fatto così, pensò lei.
Nonostante tutto, quello che stava accadendo la faceva stare maledettamente bene.
Voleva quelle mani lungo la schiena.
Voleva quelle labbra sulle sue.
Voleva che i loro capelli si mescolassero.
Voleva ascoltare quei battiti, quei respiri e quei gemiti assaporandone la fugacità.
Voleva decisamente fare l’amore con Ashley Purdy.

Lo sentì sorridere mentre le provocava i brividi spingendo il corpo contro il suo e scappò anche a lei un sorriso.

Infine la baciò, soddisfatto, come se avesse atteso quel momento per secoli, gustandolo poi con avidità.
La coprì con il telo subito dopo essersi rivestiti.
Lui rimise la giacca di pelle e restarono stesi sulla sabbia, avvolti in un abbraccio.
Fu così che si addormentarono e per la seconda volta, dopo essere stati insieme, videro il sorgere del sole.
Subito dopo l’alba si addormentarono di nuovo, ma a svegliarli fu lo squillare insistente del cellulare di Ashley.
Il bassista si strofinò gli occhi confuso e rispose:
“Pronto?”
“Dove cazzo sei idiota?!” si sentì urlare.




 

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Capitolo 28
*** Fuori tempo ***


-Dopo quasi due mesi ecco a voi il nuovo capitolo. Mi dispiace avervi fatto aspettare tanto, ma tra poca ispirazione, febbre, viaggi vari, scuola e cose del genere ho trovato un po' di tempo per scrivere.
Spero vi piaccia, ma vi dirò la verità...non l'ho riletto, quindi potreste trovarci errori. In ogni caso, se vi va recensite! Baci!!
La vostra adorabilissima Julie
 
*Your Kiss A Whitered Rose...Your Lips Have Buried Me*
 
*__________________*Fuori Tempo*_______________________*

[…]
 
“Dove cazzo sei idiota?!” si sentì urlare.
Fu proprio in quel momento che Ash vide passarsi la vita davanti;
i flashback lo assalirono.
Per organizzare le sorprese e la cena per Christy si era dimenticato del colloquio con la nuova casa discografica.
 
“Cristo!” urlò.
“Non bestemmiare!” rispose Christina.
“Dobbiamo andare via. Subito! La casa discografica…i ragazzi…sbrigati!”
“Ash…cosa?!”
“Ho un colloquio, me n’ero dimenticato! Mi stanno aspettando da quindici minuti!”
Ashley riprese il cellulare e telefonò a Jake.
“Jake! Il basso?”
“Ce l’abbiano noi. Muoviti o ti stacco la testa!”
 
“Chri, il basso ce l’hanno loro. Ti accompagno e andiamo”
“Ci vogliono venti minuti, vado da sola, tranquillo”
“Ma Christina…”
“Vaiii!!”
 
Ashley sfrecciò attraverso la città degli angeli e in poco meno di quindici minuti si ritrovò a correre su per le scale di un grande edificio.
Per sbaglio spintonò una giovane donna dai capelli rossi;
quella per poco non cadde, ma le volò dalle mani una cartellina piena di schede e fogli.
“Cazzo!” mormorò il bassista convinto che l’altra non se ne accorgesse.
“Mi scusi!”. Cominciò a raccogliere le fotocopie e gliele consegnò come fossero un mucchio di carta straccia. Quasi non le diede il tempo di parlare.
“La ringrazio per averle raccolte così ordinatamente” obiettò la rossa con tono acido.
Ashley, come al solito, nonostante fosse in torto non seppe tenere a freno la lingua.
 
“Mamma mia che puntigliosa! Se ne vada al diavolo!” e corse via.
Bussò alla porta n°13 come gli avevano riferito al piano terra e vi ritrovò all’interno una sala prove.
I ragazzi gli diedero un’occhiataccia.
 
“Non farlo mai più! Coglione! Se l’altro produttore non fosse stato in ritardo ci avrebbero fatto il culo! Te ne rendi conto?!”
Il bassista passò una mano tra i capelli con nonchalance, sorrise:
“Calmati, Andy. Dimentichi che sono Purdy”.
Il viso di Biersack si fece rosso di rabbia, ma CC lo tirò via da Ash prima che potesse colpirlo.
 
“CC io lo uccido. Quello vuole morire. Davvero!        Il basso glielo faccio ingoiare pezzo per pezzo e poi lo strangolo con le corde! Te lo giuro!”
Ashley scoppiò a ridere mentre sfilava via la maglia.
Gli altri lo guardarono allibiti:
“Che stai facendo?”
“Siamo i Black Veil Brides ed io sono un outlaw. Sono troppo sexy per suonare con una maglia addosso”
 
La sua battuta (che tra l’altro era da lui intesa come una cosa seria) smorzò decisamente l’aria di tensione che si era creata.
Perfino Andy scoppiò in una sonora risata.
“Il solito idiota” disse portandosi una mano alla fronte.
 
Si sentì nuovamente bussare alla porta.
 
“Mi scuso per il ritardo” furono le uniche parole udibili.
Ashley rimase a bocca aperta”
“Lei…” sussurrò pallido indicando la donna con un cenno del capo.
“Lei cosa?” chiese la band.
“L’ho mandata al diavolo su per le scale”
“Ashley!!” gridarono in coro.
 
“Salve a tutti. Sono la signorina Veronika Brooke e toccherà a me ed ai miei colleghi quali tecnici e secondo produttore nel caso del signor Thomas Portmout giudicare la vostra performance e  stabilire se siete o meno all’altezza della Borderline Record”
 
Finito di parlare, il suo sguardo si posò sul viso di Ash per poi scendere fino al tatuaggio.
“Suonate sempre conciati in questo modo?” disse ironicamente.
“No…ecco…Ash…il signor Purdy…” Andt provà a giustificarsi.
 
“Solo io suono ‘conciato in questo stato’ . Gli altri sono ben vestiti se non se ne fosse accorta, ma non riesco a suonare con addosso dei vestiti troppo attillati. Non servono a nulla se non a far infatuare della band una serie di ragazzine, ma ai miei colleghi piacciono...
Ha mai sentito parlare di libertà? Di fuorilegge?”
 
-Eccolo che ricomincia- pensarono tutti.
 
“Si, si. Risparmi fiato signor Purdy. Non abbiamo tempo da perdere”.
Ash si morse la lingua e non rispose alla provocazione.
 
“Ebbene, fate del vostro meglio” disse la rossa con tono di sfida.
“La prima canzone fa parte della raccolta di nuove composizioni, s’intitola Heart Of Fire” annunciò Andy.
 
Suonarono perfettamente, ma il viso di  Veronika parve inespressivo.
“E’ meraviglioso! Siete così energici e la base è davvero grandiosa! Quella batteria, le dita guizzanti dei signori Pitts e Ferguson e che dire della sua voce signor Biersack! Per me dovete assolutamente realizzare un contratto con…”
“Fermati Tom” disse la donna con un’espressione glaciale.
 
“Pitts, Ferguson, eravate perfetti; nulla da dire. Complimenti.
Signor Biersack la sua voce è graffiante, mi piace, peccato non si sentisse abbastanza.
Signor Coma, da quanto tempo suona la batteria?”
“Saranno quindici anni”
“Ha cominciato col jazz, vero? Riesco a percepirne le basi”
“E’ un’ottima ascoltatrice a quanto pare”
“E lei un pessimo adulatore”.
La band rise.
Poi Veronika fissò nuovamente Ashley.
“Signor Purdy deduco che lei è l’unica pecca del gruppo” disse con un sorriso soddisfatto a fior di labbra.
Ashley per poco non partì in quarta.
Sentì Christian stringergli la spalla.
“Aspetta” gli sussurrò.
 
Veronika riprese il discorso:
“Era fuori tempo, soprattutto durante il ritornello. Per poco non sovrastava la voce di Biersack col suono del basso. Inoltre ha sviato i chitarristi un paio di volte e lo strumento era quasi del tutto scordato”.
 
Il bassista sapeva che non era vero e cercò di raccogliere parole poco offensive:
“Il basso non era scordato e lo sa meglio di me perché mi sembra una professionista. I chitarristi possono confermare che andavo a tempo e così può fare anche CC.”
“Ne è sicuro? Vuol quindi dire che non intende lasciare ai suoi amici l’opportunità di registrare un nuovo album con la casa discografica più importante di LA solo per orgoglio?”
 
Ashley tirò un pugno al muro ferendosi alle nocche.
“Stia calmo signor Purdy. Com’è puntiglioso!” affermò Veronika accentuando il sarcasmo sull’ultima parola.
 
“E’ possibile per la band riunirsi in privato?” chiese Andy seriamente.
“Certo. Vi lasciamo la sala per quindici minuti. Dopodiché dovrete darci una risposta”
I produttori ed i tecnici lasciarono la sala e la rossa fece l’occhiolino ad Ash.
 
“Puttana” pensò il bassista. Poi prese a parlare:
“L’ho chiamata puntigliosa”
“Ha ricambiato la gentilezza” rispose CC.
 
“Non è giusto. Non è giusto per me e non lo è per voi, ma non posso togliervi questa opportunità”
“Ma Ash! Le basi le hai composte tu!” gridò Andy.
 
“C’era anche CC. Christian, puoi dire che hai fatto tutto tu”
“Te lo scordi!” urlò il batterista.
Jake strinse la mano di Jinxx:”Non sarebbe la stessa cosa un album senza Ash”.
Jinxx annuì…

 

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Capitolo 29
*** Strani Cambiamenti ***


I ragazzi tornarono in sala prove.

“Dunque?” chiese inviperita Veronika Brooke squadrando Purdy da capo a piedi;

“Abbiamo deciso che…” il bassista fece per parlare, ma il resto della band gli impedì di finire la frase:

“Che i Black Veil Brides non faranno un album senza il proprio bassista di fiducia.”

 

Ashley li guardò commosso prima che potessero uscire a testa alta dalla stanza.

“Signorina Brooke! Sa cosa si sta lasciando sfuggire? Quei cinque valgono tanto oro quanto pesano!” gridò il collaboratore Thomas Portmout indicando i musicisti.

 

La giornata volse al termine senza che Christina avesse notizie di Purdy, ma non si sconvolse più di tanto, sapeva essere molto paziente quando voleva.

 

Nonostante tutto, gli telefonò al mattino seguente.

“Ehi, come va?” disse ascoltando la risposta di un bassista ancora sonnolento; “Bene, ma è successo un casino ieri. Abbiamo deciso di cambiare casa discografica o meglio, la casa discografica ha deciso di cambiare musicisti”.

 

“Ohw, mi dispiace. Beh…ci vedremo oggi?” chiese infine la ragazza con fare curioso e dolce allo stesso tempo.

“Non saprei Chri, voglio dire, sono stanco. Sai, le prove e il nuovo album e il basso, uno stress.”

La sua risposta apparve strana, di solito Ash era per il “carpe diem”, ma Christina non volle badarci; “Va bene, comunque ho da lavorare, magari ci sentiamo per la buonanotte.”

 

La conversazione sembrò quasi priva d’emozioni.

 

*Al lavoro*

 

“Salve, vorrei una chicken salad ed una coca zero, per favore” affermò molto docilmente un ragazzo dai capelli piuttosto lunghi e uno sguardo a dir poco mozzafiato.

Christina non badò neanche al suo aspetto, intenta a pensare a cosa avrebbe dovuto dire ad Ash quella sera e poggiò sul vassoio una coca cola semplice.

 

“Ehm, la coca dovrebbe essere zero, non posso berne di normale” la riprese il moro sorridendo, quasi facendola arrossire.

“Ohw, mi dispiace, ero distratta, ecco a te” gli disse cambiando la lattina.

 

“Beh, da una cameriera carina come te accetterei anche una coca normale” affermò scherzoso.

Christy sorrise chiedendogli come si chiamasse, “Luke” rispose senza troppi giri di parole.

 

I due presero a parlare bloccando l’intera fila finché il ragazzo non si decise a chiederle di seguirlo ad un party dopo il lavoro.

 

“Non credo sia il caso, non mi piace questo genere di feste, sai l’alcool non mi fa impazzire”

“Ma la musica ti piace! Potremmo ascoltare qualche canzone e fare un giro, giuro che sono un bravo ragazzo.”

 

Christina si chiese perché rifiutare, dopotutto Ashley le aveva chiaramente detto di non volerla vedere quella sera.

Accettò, sebbene fosse titubante, e si diresse in camerino qualche minuto prima per togliere la divisa e sistemare il trucco alla meno peggio;

“Scusa se ti ho fatto aspettare” sussurrò correndo con in mano il borsone verso Luke.

“Tranquilla, immagino tu sia stanca”

“Abbastanza, ma ho bisogno di prendere un po’ d’aria”

“Comunque ci tenevo a dirti che sei veramente carina”

 

Christina non badò al complimento e si limitò a sorridere; si diressero in un appartamento poco distante dal locale in cui lavorava e si diede il caso conoscesse l’organizzatore della festa. Si trattava di un amico di suo cugino e si sentì rassicurata nell’incontrarlo.

 

“Come conosci Ricky?” le sussurrò Luke all’orecchio sperando potesse sentirlo.

“E’ un amico d’infanzia di mio cugino!” gridò lei cercando di sovrastare la musica con la sua voce.

 

I due ballarono per un po’ finché non uscirono fuori, in giardino, con in mano un bicchiere di birra a testa; si sedettero su un muretto per chiacchierare con calma.

 

“Quindi ti piace il rock, eh?”

“Si, abbastanza. Ma la mia band preferita restano i Queen”

“Anch’io li amo! La voce di Freddie è spettacolare”

“Hai ragione!”

 

Scoprirono di avere molte cose in comune e Christy dimenticò ogni suo problema per qualche ora. Luke, sebbene lo avesse conosciuto poco prima, era capace di farla ridere in modo spontaneo e non aveva ancora tirato in ballo battute squallide riguardo al sesso.

 

“Come mai quel colore di capelli?”

“Sono empatica e fissata con la natura. Basta come risposta?”

“In effetti sembri avere un cespuglio in testa, in senso positivo però…”

“Che stupido!”

 

Il ragazzo le rivelò che aveva ventisette anni ed era laureato da due; appena presa la laurea in economia aveva cominciato a lavorare per un’azienda.

 

“Tu invece? Studi?”

“Ohw, no, ecco…ho rinunciato agli studi per fare la musicista”

“Ti si addice come ruolo. Cosa suoni?”

“Chitarra e un po’ il basso, sai il mio ra…”

Le parole le morirono in gola e non si sa per quale motivo non terminò la sua frase come previsto:

“Il mio raro modo d’essere mi ha aiutata tanto ad imparare” disse infine.

 

Non volle dirgli di avere un ragazzo, negò praticamente l’esistenza di Ashley, consapevole di star commettendo un errore.

 

“La tua ragazza dev’esser contenta! Hai la testa sulle spalle, sei carino e lavori. Meglio di così?”

Luke rise impacciato alle parole di Christy:”Sono un ragazzo come tanti e sono single”

“Ed io una ragazza come tante.”

Rimasero a parlare fino all’una circa, poi tornarono entrambi a casa.

“Ehi, Christy, ascolta…ho trascorso una serata bellissima, non è che mi lasceresti il tuo numero?”

E Christina, non si sa per quale motivo, glielo lasciò senza porsi problemi.

 

Fece per salutarlo con un bacio sulla guancia, ma Luke si voltò di scatto e le lasciò un bacio a stampo che la fece fremere come una ragazzina al primo appuntamento.

“Ohw, io…buonanotte Luke” disse infine rientrando.

 

Si accorse che Ashley le aveva telefonato due, tre volte, ma non volle richiamarlo, forse presa dai sensi di colpa. Si stese sul letto, stanca e pensierosa e senza neanche struccarsi decise di dormirci su.

 

Si svegliò il mattino seguente pensando a Luke come a uno strano ricordo, un ricordo lontano, quasi come se non fossero mai usciti insieme. Fece colazione con un cappuccino e svogliata com’era si sedette sul divano a leggere un libro e strimpellare un po’.

D’improvviso sentì bussare alla porta, andò ad aprire con ancora indosso i vestiti della sera precedente:

“A-ash, cosa…?”

“Perché mi eviti?” chiese a bruciapelo il bassista.

“Io…non…non ti evito. Se mai sei stato tu a farlo, dicendomi chiaramente di non volermi vedere”

“Scusa, era solo una giornata no. Sai, quando siamo andati in sala prove…” le raccontò tutto ciò che era successo con la Brooke.

 

Si ritrovarono abbracciati a bere il cappuccino e decisero di trascorrere l’intera giornata insieme.

“Cosa vuoi per pranzo?”

“Un panino?” chiese lui perplesso mentre Christy lo squadrava in malo modo;

“Vieni a casa mia e chiedi un panino? Dimentichi che so cucinare?” rispose scherzando.

Mentre preparava del riso alla cantonese prese a squillarle il cellulare: LUKE.

Corse in bagno per parlargli mentre Ash armeggiava con le pentole.

 

“Stasera? Si, certo, ma…ecco, adesso sono con la mia migliore amica, riesco a liberarmi solo per le nove.”

 

Luke l’aveva invitata ad uscire ed aveva accettato. Si sentì una stupida ad osservare Ash con un sorriso sulle labbra, poggiata allo stipite della porta.

Se avesse saputo qualcosa si sarebbe infuriato e ciò che la terrorizzava maggiormente era il fatto che avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo per farlo.

 

Mangiarono sereni, facendo qualche battuta squallida di tanto in tanto. Decisero poi di vedere un film sdolcinato e Christy si accoccolò tra le braccia di Ash, quasi ipnotizzata da un quadro che aveva appeso all’entrata dell’appartamento.

 

“Sai, so di averti…trascurata” disse il bassista carezzandole una spalla, fino a giocherellare con i capelli che le ricadevano sul collo, ribelli.

“Dovrei farmi perdonare in qualche modo”, prese a massaggiarle le spalle e a sussurrarle frasi smielate all’orecchio che la fecero arrossire.

 

Christy capì dove il suo ragazzo volesse andare a parare e, prima che potesse sfiorarla nuovamente, lo bloccò; “Ash, non oggi, per favore…ieri mi sono venute”, mentì.

 

Il resto del pomeriggio volò senza che ci fosse chissà quanto entusiasmo da ambo le parti. Dopo ciò che era successo in spiaggia, la relazione sembrava starsi rivelando un fuoco di paglia.

Eppure Ashley si era professato come il suo salvatore e lei gli si era praticamente stretta al cuore.

Nonostante tutto non riusciva a smettere di pensare allo sguardo di Luke.

 

“Stasera devo vedermi con Katie” gli disse verso le sette e mezzo mentre si preparava

“Ah si? Cosa farete di bello?”

“Mah, non saprei. Serata tra donne, ha detto. Che noia, preferirei stare con te” affermò infine, mentendo spudoratamente.

Ashley capì che era il momento di smontare le tende ed andò via dopo averle lasciato un casto bacio sulle labbra.

 

Christina aspettò che Luke andasse a prenderla con l’auto e lo salutò con un abbraccio caloroso.

“Quindi per cena si va fuori città?” annunciò sorridente. Era un fuori programma, ma non le sarebbe affatto dispiaciuto.

 

Cenarono in un ristorante italiano, ma Christy mangiò poco e nulla; appena usciti dal locale sentì una ventata gelida cingerle le spalle. I brividi le risalirono lungo la colonna vertebrale, prima che Luke potesse elegantemente posarle il suo cappotto indosso.

 

La ragazza arrossì e lo ringraziò con un filo di voce, lui di rimando le prese una mano tenendola saldamente.

“Mi sembra di conoscerti da una vita, Chri. Ho sempre sognato una ragazza come te. Sei perfetta!”

 

Christy si fissò la punta dei piedi. “Aspetta a dirlo” pensò tra sé e sé. Se avesse saputo di Ash non l’avrebbe di certo considerata tale.

 

Trascorsero due mesi da quel fatidico appuntamento e il bassista non si accorse praticamente di nulla, se non del fatto che Christina si concedeva mooolto raramente.

 

Venne il giorno in cui si decise a fare quello che riteneva più giusto. Lo invitò a casa sua e dopo qualche bicchiere di vino vuotò il sacco, senza giri di parole.

“Non possiamo più stare insieme, Ash”

“So che mi ami, so quanto hai fatto e fai per me continuamente, ma non me la sento di mentirti. Sono…innamorata di un altro” disse infine.

 

Le parole si inflissero sul cuore di Purdy come una lama tagliente.

“Chri, sei impazzita? Hai la febbre per caso?”

“No, sono seria. Neanche CC sapeva nulla, ho tenuto tutto per me, ma non meriti menzogne. Sei un amante perfetto, un compagno leale, un bassista meravigl…”

“Te li puoi risparmiare i complimenti. Me ne vado e…dimenticati di me” rispose amareggiato.

 

Christy si abbandonò contro la porta dopo averla chiusa vedendolo di spalle che si allontanava.

Chiuse gli occhi e pianse, disperatamente, dandosi della stupida per ciò che aveva fatto.

Ashley l’aveva amata e l’amava, ma era questo il motivo per cui non meritava bugie; chiamò Luke chiedendogli di correre da lei; il ragazzo si presentò in poco meno di mezz’ora.

 

“Piccola, cos’hai? Perché hai gli occhi lucidi?”

Gli raccontò tutto, dalla prima all’ultima esperienza che aveva vissuto e vide sul suo volto dipingersi un’espressione di amarezza.

 

“Luke, lo so, sono una stupida, una falsa. Ti ho mentito per così tanto, ma avevo bisogno di capire”

 

“Capire cosa? Chi fosse il migliore tra i due? Chi ti offriva di più?”

“L’ho lasciato perché ti amo!!” gridò disperata.

“Ma ci sei stata insieme. Ti ha avuta, no? Mentre ti negavi a me, ti concedevi a lui. Poteva abbracciarti, accarezzarti, toccarti, baciarti.”

“No! Non è così, noi non…non siamo più stati insieme, non in quel senso. Da quando ho capito di amarti”

 

Le lacrime di Christina fecero sciogliere la rabbia di Luke in pochi minuti. Le cinse le spalle in modo caloroso e la baciò con quanta più passione possibile.

 

“Mi dispiace…io…sono pessima, lo so, ma…ho capito di amarti, finalmente”

“Basta così, non m’importa di quello che è stato. Baciami e dimentichiamo tutto, da domani cominceremo una nuova vita.”

Fecero l’amore per tutta la notte, fino ad addormentarsi sfiniti.

 

Fu così che le vite di Ash e Christy si separarono per sempre; col passare del tempo divennero due estranei ed il bassista accettò a malapena la fine della loro storia.

 

Christina si confidò con CC, angosciato da ciò che era successo, ma consapevole del fatto che la sua migliore amica era sincera. Aveva lasciato Ashley per non farlo soffrire e quel modo di fare le ricordò la Christy schiva, ma vera che aveva condiviso con lui gran parte della propria adolescenza.

 

Semplicemente, a volte, la vita di una persona non può o non deve necessariamente combaciare con quella di un’altra.

Solo il tempo e il destino sapevano se i loro cammini si sarebbero mai incrociati di nuovo, anche solo per condividere un battito di cuore.


*Angolo Autrice*
Signore e signori, eccoci giunti al termine della storia! THE END!

Purtroppo, l'ho lasciata in sospeso per tanto (troppo!) tempo, quasi due anni, e ho deciso di chiuderla (forse nel peggiore dei modi, chissà) solo perchè è stata una parte della mia adolescenza e non mi andava di cancellarla. Magari mi starete odiando per questo finale, non saprei dirvi cosa ne penso a riguardo. Spero solo di avervi tenuto un po' di compagnia, senza annoiarvi troppo. E' stato un piacere scrivere per voi, alla prossima!
xoxo, Julie

 

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